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Dettaglio seduta n.16 del 07/11/70 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VITTORELLI



PRESIDENTE

La seduta è aperta. Comunico che i Consiglieri Franzi e Cardinali chiedono congedo per questa seduta.


Argomento: Statuto - Regolamento

Esame del progetto di Statuto della Regione (seguito della discussione)


PRESIDENTE

Nel corso della seduta di ieri pomeriggio abbiamo approvato sette articoli soltanto, tenuto conto anche dell'art. 5 bis. Ritengo che, anche se abbiamo dedicato molto tempo alla discussione di questi articoli fermandoci un'ora almeno a discutere uno solo di essi, non abbiamo poi impiegato molto tempo, se facciamo un paragone con i ventitre anni che ha fatto passare lo Stato prima di decidersi a dare attuazione al dettato costituzionale relativo alle Regioni. Faremo senz'altro bene a cercare di sveltire al massimo lo svolgimento dei nostri lavori, però è doveroso riconoscere che il modo impegnativo con il quale sono stati affrontati è degno di un'assemblea che rispetti se stessa e gli elettori che l'hanno eletta.
ARTICOLO 7 Passiamo ora all'esame dell'art. 7 - comma primo - "La Regione riconosce che il presupposto della partecipazione è l'informazione sui programmi, le decisioni e gli atti di rilevanza regionale".
E' stato proposto un emendamento, che va però collegato, per una miglior comprensione, con un emendamento al comma secondo, in quanto il testo presentato assorbe una parte appunto del comma secondo.
Il Consigliere Bianchi propone, infatti, di sostituire il comma testé letto con il seguente testo: "La Regione riconosce che presupposto della partecipazione è l'informazione sui programmi, le decisioni e gli atti di rilevanza regionale, e cura a tal fine l'istituzione di mezzi e strumenti idonei".
Quest'ultima parte del comma essendo contenuta nel secondo, il Consigliere Bianchi ha proposto successivamente un altro emendamento che la sopprime nel comma secondo. Si tratta di un emendamento puramente formale, per cui non penso che il Consigliere Bianchi ritenga necessario illustrarlo.
Se non vi sono osservazioni, pongo in votazione l'emendamento sostitutivo presentato dal Consigliere Bianchi.
Chi è d'accordo è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Pongo in votazione il comma primo nel suo complesso.
Chi è d'accordo è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Comma secondo - Il testo della Commissione è di questo tenore: "Cura a tal fine l'istituzione di mezzi e strumenti idonei, stabilisce rapporti permanenti con gli organi di informazione, anche audiovisivi e provvede ad istituire forme di comunicazione che consentano alla comunità regionale di esprimere le proprie esigenze".
E' da prendere in esame anzitutto un emendamento sostitutivo dell'intero comma secondo presentato dai Consiglieri Carazzoni e Curci, che propongono di sostituirlo con il seguente: "La Regione riconosce altresì alla comunità regionale il diritto ad esprimere le proprie esigenze, favorendone la manifestazione".
Ha facoltà di parlare il Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

La dizione usata in questo comma secondo non é, secondo noi sufficientemente chiara, o quanto meno ci pare non possa lasciarci tranquilli su quelli che sono, o potrebbero diventare, gli intendimenti futuri dell'Esecutivo regionale.
Quali sono, infatti - è la domanda che noi ci poniamo - i mezzi e gli strumenti idonei che la Regione dovrebbe istituire per informare la comunità regionale sui programmi, sulle decisioni, sugli atti di rilevanza regionale? A che cosa ci si riferisce, in concreto? Limitandoci ad una dizione tanto vaga, in pratica noi pensiamo che si lascia mano libera ad iniziative che potrebbero rivelarsi particolarmente dispendiose, o addirittura che potrebbero servire di copertura per giustificare altre iniziative di parte o clientelari.
Così pure, noi ci domandiamo che cosa significhi "stabilire rapporti permanenti con gli organi di informazione". Quale tipo di rapporti, su quale base? D'altra parte, noi riconosciamo perfettamente la necessità che la comunità regionale possa far giungere alla Regione i suoi desiderata, ed è per questo che abbiamo proposto la sostituzione del comma con altro comma nel quale appunto questo diritto è riconosciuto, ed anzi si chiede di favorirne la possibile manifestazione.



PRESIDENTE

Nessun'altra osservazione? Pongo ai voti l'emendamento sostitutivo presentato dai Consiglieri Carazzoni e Curci.
Chi è d'accordo è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Esaminiamo ora l'emendamento modificativo al comma secondo presentato dal Consigliere Bianchi per adeguarlo al comma primo così come l'abbiamo modificato. Si propone di sostituire l'inizio del comma con le parole seguenti: "Essa stabilisce rapporti permanenti con gli organi di informazione", proseguendo poi con il testo della Commissione; vengono soppresse, cioè, le parole che, con l'approvazione dell'emendamento relativo, sono state integrate nel comma precedente.
Pongo ai voti l'emendamento modificativo del Consigliere Bianchi.
Chi è d'accordo è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Comma terzo - "La Regione dà relazione periodica della sua attività organizza conferenze di concerto con gli Enti locali, cura i contatti con gli organismi di azienda, di scuola, di comunità locali".
Vi è una proposta di emendamento soppressivo del Consigliere Simonelli: sopprimere le parole "di concerto".



BERTI Antonio

E' proponibile in assenza del presentatore?



PRESIDENTE

E' perfettamente proponibile, dato che è stato regolarmente presentato e firmato. Non può soltanto essere illustrato dal presentatore, in quanto fisicamente assente.
Chi è d'accordo sulla proposta del Consigliere Simonelli è pregato di alzare la mano.
E' approvata.
C'è ora un emendamento soppressivo dei Consiglieri Carazzoni e Curci: sopprimere al comma terzo le parole "cura i contatti con gli organismi di azienda, di scuola, di comunità locali".
Desiderano illustrarlo? Lo pongo ai voti. Chi è d'accordo su quest'emendamento soppressivo è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Vi è infine, sempre a proposito del comma terzo, un emendamento aggiuntivo presentato dal Consigliere Bianchi: aggiungere al termine del comma le seguenti parole: "Secondo le norme e le modalità dello Statuto e del Regolamento".
Poiché il Consigliere Bianchi non ritiene di doverlo illustrare lo pongo ai voti.
Chi è d'accordo sull'emendamento aggiuntivo è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Ha facoltà di parlare il Consigliere Garabello.



GARABELLO Enzo

A me parrebbe che il comma terzo, venendo ad assumere con le modifiche apportate maggiore importanza, dovrebbe diventare comma secondo, se è possibile.



PRESIDENTE

E' possibile: prima che si passi alla votazione dell'intero articolo si può proporre un'inversione fra comma secondo e comma terzo.



GARABELLO Enzo

Vorrei motivare la mia proposta, anche se mi pare ovvia. Nel comma terzo attuale, che propongo diventi secondo, si parla di una attività diretta della Regione, nel secondo, che direi di posporre, ci si riferisce ad una attività mediata.



PRESIDENTE

Chi è d'accordo sulla proposta del Consigliere Garabello, di invertire i comma secondo e terzo, dato l'ordine logico di importanza, è pregato di alzare la mano.
La proposta è approvata.
Pongo ora in votazione l'intero art. 7.
Chi lo approva è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
ARTICOLO 8 Esaminiamo ora il comma primo dell'art. 8: "La Regione consulta gli Enti locali, i sindacati dei lavoratori, le organizzazioni di categoria, le formazioni sociali, le istituzioni culturali, le associazioni e gli organismi in cui si articola la comunità regionale e, quando la materia lo richieda, elettori della Regione secondo le forme previste dallo Statuto e dal Regolamento del Consiglio".
Vi è una proposta di emendamento sostitutivo dei Consiglieri Carazzoni e Curci: "Sostituire nel comma primo le parole i 'sindacati dei lavoratori' con le parole le rappresentanze organiche del lavoro e della produzione'".
Ha facoltà di parlare il Consigliere Curci.



CURCI Domenico

Mi richiamo alle considerazioni svolte ieri in sede di illustrazione del comma terzo dell'art. 2, e cioè che riteniamo si debbano consultare tutte le componenti del processo produttivo.



PRESIDENTE

Pongo ai voti quest'emendamento sostitutivo dei Consiglieri Carazzoni e Curci.
Chi è d'accordo è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Pongo ora ai voti, senza emendamenti, il testo dell'intero comma primo.
Chi è d'accordo sul testo presentato dalla Commissione è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Comma secondo - "La Regione predispone altresì indagini conoscitive sulle materie di sua competenza anche a mezzo di organi e strumenti di consultazione e di ricerca".
Vi è un emendamento soppressivo dei Consiglieri Carazzoni e Curci: "Sopprimere dal comma secondo le parole 'anche a mezzo di organi e strumenti di consultazione e di ricerca' ".
Si desidera illustrarlo? Ha facoltà di parlare il Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Valgono nella sostanza le medesime considerazioni che abbiamo svolto poc'anzi illustrando un precedente emendamento: siamo, cioè, senz'altro d'accordo che la Regione debba poter svolgere indagini conoscitive sulle materie di sua competenza. Tuttavia, osserviamo che la dizione usata sembra essere vaga e generica laddove attribuisce, o pretende di attribuire, nello Statuto, la possibilità alla Regione di avvalersi di organi e strumenti di consultazione e di ricerca. Ancora una volta noi ripetiamo che sotto questa dizione potrebbero essere giustificate iniziative di tipo clientelare e di parte. Perciò proponiamo la soppressione delle ultime frasi di questo comma, riservandoci, ove l'emendamento fosse respinto, di votare contro l'intero articolo.



PRESIDENTE

Nessun'altra osservazione? Pongo allora ai voti l'emendamento soppressivo presentato dai Consiglieri Carazzoni e Curci. Chi è d'accordo è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Pongo ora ai voti il testo dell'intero comma secondo.
Chi è d'accordo sul testo presentato dalla Commissione, senza emendamenti è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Pongo ai voti il testo dell'intero art. 8.
Chi è d'accordo è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Pongo infine in votazione il testo dell'intero Titolo I.
Chi è d'accordo sul Titolo I, nei suoi 8 articoli, come sono stati fin qui approvati dal Consiglio, è pregato di alzare la mano.
Il Titolo I è approvato con la maggioranza richiesta di metà più uno i componenti il Consiglio.
ARTICOLO 9 Passiamo ora al Titolo II - Organi e Funzioni Capo I - Organi della Regione - art. 9 - Organi della Regione - "Sono organi della Regione: il Consiglio Regionale, la Giunta ed il suo Presidente".
Non sono stati presentati emendamenti. Se non vi sono richieste di parola pongo ai voti, così com'è stato presentato, il testo dell'art. 9.
Chi è d'accordo è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Passiamo ora al Capo II - Il Consiglio Regionale - art. 10 - Il Consiglio Regionale - "Le norme sulla composizione, l'elezione, la durata in carica del Consiglio Regionale, le cause di ineleggibilità, di incompatibilità, di decadenza dei Consiglieri, sono stabilite dalla legge dello Stato".
Faccio presente che quando pongo in votazione un articolo in cui sia sovrapposto un titolo, o un titolo di capitolo o un titolo di titolo, e non vi sono emendamenti, si intendono approvati insieme con l'articolo i titoli che lo precedono; altrimenti, sarei costretto ad indire votazioni per ogni singola riga del progetto di Statuto.
ARTICOLO 10 Sono stati presentati 10 due emendamenti aggiuntivi dai Consiglieri Carazzoni e Curci.
In uno di essi si propone di aggiungere, dopo le parole "la durata in carica del Consiglio Regionale" le parole: "Le cause di scioglimento nonché"; e dopo le parole "sono stabilite" le parole: "dalla Costituzione e....".
Uno dei due Consiglieri desidera illustrarlo? Ha facoltà di parlare il Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Desidero soltanto osservare che in questa bozza di documento non sono indicate le cause di possibile scioglimento del Consiglio Regionale, mentre a noi sembra opportuno se ne faccia richiamo in questa parte di articolo con indicazione successiva poi della elencazione delle cause stesse.



PRESIDENTE

Qualcuno chiede la parola? Nessuno? Pongo allora ai voti l'emendamento modificativo dei Consiglieri Carazzoni e Curci. Chi è d'accordo è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Pongo ora ai voti il testo dell'intero art. 10, così come è stato presentato dalla Commissione.
Chi è d'accordo è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
ARTICOLO 10 bis Vi è una proposta presentata dai Consiglieri Carazzoni e Curci di un articolo aggiuntivo, da inserire fra il 10 e l'11, come art. 10 bis: "Prima di essere ammessi alle loro funzioni, i Consiglieri regionali prestano giuramento secondo la seguente formula: 'Giuro di essere fedele alla Repubblica e di esercitare il mio ufficio di Consigliere regionale osservando la Costituzione e le leggi dello Stato'.
Il Consigliere più anziano di età presta giuramento nelle mani del Commissario del Governo. Gli altri Consiglieri prestano giuramento nelle mani del Consigliere più anziano. I Consiglieri assenti prestano giuramento durante la prima riunione cui partecipano, nelle mani del Presidente del Consiglio Regionale. Qualora un Consigliere rifiuti di prestare giuramento decade dal mandato.
Nella prima attuazione del presente Statuto, il giuramento ha luogo dopo la sua approvazione, a sensi del comma secondo dell'art. 123 della Costituzione".
Vi è anche un "Nota bene" che osserva che l'ultimo capoverso, quello che inizia "Nella prima attuazione del presente Statuto..", può essere collocato nelle Norme transitorie dello Statuto.
Desiderano illustrarlo? Ha facoltà di parlare il Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Il giuramento del Consigliere regionale non è una nostra invenzione: è esplicitamente previsto dall'art. 7 della Legge 17 febbraio 1968 n. 108.
Fra le cause di decadenza si scrive che: "Decadono dall'ufficio di Consigliere regionale gli eletti che non prestino il giuramento prescritto nei termini indicati dalla legge", con la quale dizione si sottintende la necessità della prestazione del giuramento.
Dobbiamo inoltre osservare che il giuramento è previsto negli Statuti delle Regioni Sicilia, Sardegna, Valle d'Aosta, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia-Giulia. Vogliamo ancora far presente che il giuramento era previsto persino nello schema di legge De Mita, all'art. 3.
Noi riteniamo, pertanto, che il giuramento del Consigliere regionale da intendersi non certo come una vuota formalità, ma come un impegno d'onore vincolante all'osservanza della Costituzione e delle leggi dello Stato, debba essere introdotto nello schema di Statuto della nostra Regione.
Caldeggiamo pertanto l'approvazione dell'articolo aggiuntivo nel testo da noi consegnato.



PRESIDENTE

Nessuno chiede la parola? Allora, pongo ai voti quest'emendamento, rimanendo inteso che, se esso sarà accolto, in sede di Norme transitorie si prenderà in esame l'ultimo comma, se sarà respinto, evidentemente l'ultimo comma diventerà improponibile.
Pongo ai voti, nel testo presentato dai Consiglieri Carazzoni e Curci tutto il testo dell'articolo aggiuntivo meno l'ultimo comma, che si riservano di presentare eventualmente come norma transitoria qualora si approvasse il resto del testo.
Chi è d'accordo sul progetto di art. 10 bis meno l'ultimo comma, presentato dai Consiglieri Carazzoni e Curci, è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Diventa quindi improponibile anche l'ultimo comma.
ARTICOLO 11 Esaminiamo ora il comma primo dell'art. 11 - "I Consiglieri regionali" - "I Consiglieri regionali rappresentano l'intera Regione senza vincoli di mandato".
Non sono proposti emendamenti.
Lo pongo quindi in votazione nel testo presentato dalla Commissione, che ho letto or ora.
Chi è favorevole alla sua adozione è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Al comma primo i Consiglieri Carazzoni e Curci propongono di far seguire il seguente nuovo comma: "Ogni Consigliere regionale fa parte di un Gruppo politico istituito in seno al Consiglio Regionale".
Desiderano illustrarlo? Ha facoltà di parlare il Consigliere Curci.



CURCI Domenico

Riteniamo che debba essere riportato in questo articolo quel che sarà oggetto di definizione in sede di regolamento dell'Assemblea, cioè che ogni Consigliere debba far parte di un Gruppo politico, riservandoci poi nella discussione del relativo articolo del Regolamento di definire le modalità con le quali questa adesione debba essere compiuta.



PRESIDENTE

Nessuna osservazione? Pongo in votazione la proposta di emendamento aggiuntivo di un comma presentato dai Consiglieri Carazzoni e Curci.
Chi è d'accordo è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Comma secondo - "Essi non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni".
Non vi sono emendamenti. Nessuno ha osservazioni da fare o desidera parlare? Pongo allora ai voti questo comma secondo. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Comma terzo - "Essi hanno diritto di ottenere dall'Amministrazione regionale tutte le notizie ed informazioni utili all'esercizio del loro mandato".
Vi sono due emendamenti: uno sostitutivo dell'intero comma, che ha la precedenza sull'altro, presentato dal Consigliere Raschio. Si chiede, cioè di sostituire al testo che ho letto poco fa il seguente: "Essi hanno diritto di ottenere dall'Amministrazione regionale, dagli uffici e dagli Enti od aziende da essa dipendenti, tutte le notizie ed informazioni utili all'esercizio del loro mandato".
In realtà qui c'è una piccola aggiunta, non è cambiato tutto il testo.
Il Consigliere Raschio desidera illustrare l'emendamento? Ne ha facoltà.



RASCHIO Luciano

In realtà, noi abbiamo inteso specificare anche "dagli uffici e dagli Enti od aziende da essa dipendenti" per rispondere con un atto di Statuto ad una esigenza fondamentale: quella di dare la pienezza dell'incarico ai Consiglieri mettendoli in grado di accedere a tutti gli uffici.
L'espressione "Amministrazione regionale", da sola, poteva indubbiamente ingenerare confusione; una precisazione di questo tipo, invece, garantisce al Consigliere regionale l'accesso alla consultazione di tutti i documenti che sono indispensabili perché sia piena la sua funzione di Consigliere regionale.



PRESIDENTE

Pongo allora ai voti l'emendamento sostitutivo presentato dal Consigliere Raschio.
Chi è d'accordo è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
L'approvazione di questo testo sostitutivo, che amplia quello primitivo preclude, nel senso che lo assorbe, l'emendamento presentato dal Consigliere Bianchi. Con questa votazione s'intende allora approvato il nuovo comma terzo.
Comma quarto - "Ai Consiglieri regionali, per l'esercizio del loro mandato spetta una indennità consiliare, regolata con legge della Regione, che ne stabilisce i criteri e l'ammontare".
Vi sono due emendamenti. Il più lontano dal testo della Commissione è quello dei Consiglieri Carazzoni e Curci, che ha quindi priorità sull'altro. Esso consiste nella proposta di sostituire nel quarto comma alle parole "una indennità consiliare" le parole "una indennità di presenza per i giorni di seduta del Consiglio e delle Commissioni".
Desiderano illustrarlo? Ne ha facoltà il Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Teniamo a dichiarare subito, con senso di responsabilità e con sincera onestà, che presentando quest'emendamento noi non abbiamo inteso, e tanto meno ci proponiamo di farlo in futuro, assumere posizioni di vuota demagogia. Noi ci rendiamo perfettamente conto di quanto impegnativo sia lo svolgimento del mandato di Consigliere regionale, e ci rendiamo altresì conto che lo svolgimento di questo mandato comporta necessariamente l'assicurazione di una certa tranquillità anche sul piano economico. Lo diciamo con molta franchezza.
Se proponiamo, quindi, quest'emendamento sostitutivo, è solo in coerenza con la nostra posizione, più volte ribadita in quest'aula, di pieno rispetto alla Legge del 10 febbraio 1953 n. 62. Abbiamo trasferito pertanto, nell'emendamento da noi proposto, la medesima dizione usata in quel testo.
Vogliamo dichiarare che qualora questo nostro emendamento fosse respinto, proprio per confermare la posizione assunta, che rifugge da qualunque impostazione demagogica, noi ci asterremo, anziché dare voto contrario, sul testo dell'intero articolo.



PRESIDENTE

Altre osservazioni? Pongo allora in votazione l'emendamento sostitutivo e modificativo presentato dai Consiglieri Carazzoni e Curci.
Chi è d'accordo è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Vi è ora un emendamento presentato dal Consigliere Bianchi per la sostituzione di questo comma con il seguente: "Le indennità spettanti ai Consiglieri per l'esercizio delle loro funzioni sono stabilite con legge regionale".
Poiché il presentatore non desidera illustrarlo e nessuno chiede di parlare, lo pongo in votazione.
Chi è d'accordo è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Pongo ora in votazione il testo dell'intero art. 11 con le modifiche che vi sono state apportate.
Chi è d'accordo è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
ARTICOLO 12 Passiamo all'esame dell'art. 12 - Prima adunanza del Consiglio - "Il Consiglio Regionale tiene la sua prima adunanza il primo giorno non festivo della terza settimana successiva alla proclamazione degli eletti. La convocazione è effettuata dal Presidente della Giunta regionale uscente con avvisi da inviarsi almeno cinque giorni prima della seduta".
Vi sono alcuni emendamenti modificativi, una proposta di aggiunta di un nuovo comma e una proposta di aggiunta di un nuovo articolo dopo il 12.
In base all'ordine di precedenza, va posto prima in votazione l'emendamento dei Consiglieri Carazzoni e Curci, che propongono di aggiungere nel primo periodo di questo articolo a comma unico, dopo le parole "tiene la sua prima adunanza", le parole "alla quale è invitato il Commissario del Governo".
Ha facoltà di parlare, per illustrare l'emendamento, il Consigliere Curci.



CURCI Domenico

Ci sembra che alla prima adunanza, che assume particolare solennità trattandosi della seduta inaugurale della legislatura, alla quale vengono normalmente invitate tutte le autorità della Regione, l'invito debba sempre essere inviato anche al rappresentante del Governo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento aggiuntivo presentato dai Consiglieri Carazzoni e Curci.
Chi è d'accordo è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Prendiamo ora in esame l'emendamento modificativo presentato dal Consigliere Raschio al secondo periodo. Egli propone un testo che preveda anche il caso di oggettivo impedimento della Giunta, e precisamente il seguente: "La convocazione è effettuata dal Presidente della Giunta regionale uscente, o, in caso di oggettivo impedimento, dal Vicepresidente della Giunta, con avvisi da inviarsi almeno cinque giorni prima della seduta".
In pratica, propone che, dopo le parole "la convocazione è effettuata dal Presidente della Giunta regionale uscente", si aggiunga "o, in caso di oggettivo impedimento, dal Vicepresidente della Giunta".
Poiché il Consigliere Raschio non ritiene di dovere illustrare il suo emendamento, do la parola al Consigliere Gandolfi.



GANDOLFI Aldo

Vorrei solo far osservare che, se il Presidente è impedito per qualche ragione, è ovvio che spetti al Vicepresidente effettuare la convocazione per cui questa aggiunta mi pare del tutto pleonastica. Non mi sembra sia il caso di prevedere in sede statutaria una norma di questo genere, visto che il Regolamento stabilirà che il Vicepresidente della Giunta sostituisce il Presidente in caso di impedimento: mi pare perfettamente inutile addentrarsi in sede statutaria in specificazioni di questo tipo.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Raschio.



RASCHIO Luciano

A me la cosa non sembra essere così ovvia come il Consigliere Gandolfi sostiene, in quanto ritengo essere indispensabile precisare da quali organi in questo caso la Presidenza - debbano essere effettuate le convocazioni del Consiglio Regionale. Pertanto, anche se troveremo nel Regolamento precisati compiti e funzioni del Vicepresidente, non è detto che non debba essere specificato nello Statuto anche il compito del Vicepresidente, nel caso di oggettivo impedimento ad essere presente e ad effettuare la convocazione da parte del Presidente, di sostituirsi a lui. Anzi, mi sembra necessario, perché potrebbe anche, sia pure in linea puramente teorica darsi il caso che venisse avanzata la proposta che possano essere anche altre persone appartenenti al Consiglio a giungere ad una decisione di convocazione in caso di oggettivo impedimento da parte del Presidente.



PRESIDENTE

Vorrei soltanto rilevare che la prima convocazione del Consiglio è materia che non è stata regolata dalla Costituzione ma è stata regolata da una legge. Forse il chiarimento può avere un senso - mi scuso di interferire nel dibattito, ma lo faccio soltanto a scopo di interpretazione della Costituzione e della legge -, forse non è così ovvio che la sostituzione del Presidente della Giunta, uno dei tre organi della Regione previsti dalla Costituzione, debba spettare al Vicepresidente. Quando lo Statuto attribuisca al Presidente della Regione un potere, si intende che il potere è attribuito ad uno dei tre organi della Regione, e che non possa essere esercitato da alcun altro in sua vece. Si corre, quindi effettivamente il rischio, se lo Statuto non lo specifichi - e lo Statuto può benissimo specificarlo - che ci sia una specie di "vacatio legis", o di "vacatio" di funzioni, in un'occasione che è piuttosto grave, quella in cui, dopo la elezione del Consiglio Regionale, in assenza di un Presidente della Regione - assenza che può essere dovuta a tutta una serie di cause che è inutile specificare, e che lasciano un effettivo vuoto - non esista più alcun organo che possa convocare il Consiglio Regionale.
La preoccupazione espressa da chi ha presentato quest'emendamento è dunque indubbiamente fondata. Lo strumento al quale si ricorre è evidentemente opinabile, e se ne può proporre anche un altro, ma credo si sia fatto bene a sollevare la questione di quel che può accadere quando si debba convocare per la prima volta un Consiglio Regionale e non ci sia un Presidente: per decesso, per malattia grave, o per qualunque altra ragione che lo metta nell'impossibilità fisica di esercitare questa funzione di convocazione. E' bene che il Consiglio si ponga questo problema, comunque lo voglia risolvere.
Ha facoltà di parlare il Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Ha detto bene il Presidente che era opportuno che si ponesse questo problema: il solo fatto di discuterne lascerà tracce interpretative anche a questo riguardo. Ma io leggo all'art. 34 della bozza di Statuto, che non dovrebbe dar motivo a grosse controversie, al comma terzo: "Il Presidente, con proprio decreto, nomina un Assessore all'Ufficio di Vicepresidente della Giunta con la delega a sostituirlo in caso di assenza o impedimento".
Ora, è stato detto giustamente che il Presidente è un organo della Regione, ma proprio perché è un organo, agisce, in assenza o in caso di impedimento del Presidente, a mezzo del Vicepresidente: non è un organo che si incarni fisicamente in modo inscindibile; proprio perché è un organo rappresentativo questa sua funzione può sicuramente essere esercitata senza motivo o possibilità di dubbio, in caso di necessità, dal Vicepresidente.
Ho l'impressione che andiamo progressivamente infarcendo lo Statuto di richiami, di aggiunte, di indicazioni di tipo regolamentare: d'accordo che dobbiamo badare innanzitutto alla chiarezza, ma riterrei che sarebbe meglio evitare, se possibile, di camminare ulteriormente su questa strada.



PRESIDENTE

Insiste nel suo emendamento, Consigliere Raschio?



RASCHIO Luciano

Capisco la preoccupazione del Consigliere Bianchi, di dare allo Statuto una formulazione corretta e il più possibile stringata. Gli faccio per osservare che, quando, all'art. 34, parliamo di delega, pensiamo sempre ad un organo in quel momento operante e funzionante, cioè non poniamo l'ipotesi della vacatio; ed è giusto che sia così, che all'art. 34 ci si riferisca ad una delega che il Presidente dà ad un suo Vicepresidente perché lo sostituisca in pieno.
Qui prendiamo in considerazione un momento particolarissimo, che non è quello dell'assegnazione della delega per le opere o per le iniziative che la Giunta deve espletare in quel momento (relativamente ad un contratto, ad un mutuo ecc.), ma nell'ambito della convocazione.
La Giunta, in quel momento, non esiste più. Capita un po' quello che ci troviamo a constatare a livello dei Comuni e delle Province: la legge comunale e provinciale contempla il momento della prima riunione del Consiglio comunale, precisa da chi dev'essere presieduta, da chi dev'essere convocata, perché la Giunta non esiste più.
E' necessario, allora, io ritengo, per chiarezza, per correttezza, che ci sia questo richiamo.
Affinché a nessuno venga in mente, ad esempio, di proporre di inserire nello Statuto che la decisione di convocazione, in assenza per impedimento del Presidente della Giunta, possa essere assunta da un semplice Consigliere e non unicamente dal Vicepresidente della Giunta, come noi sosteniamo debba essere ancorandoci in modo indiretto all'art. 34 dello Statuto, quando parla di delega, per trasferirlo in modo veramente sui generis a questo punto, nel senso di dare un compito bene specifico al momento del Vicepresidente in assenza di una Giunta, operante, di un Consiglio presente.



PRESIDENTE

Mi pare che ormai sia stato chiarito che la scelta non è una scelta politica ma una scelta formale e funzionale, ed i Consiglieri possano quindi votare con conoscenza di causa.
Ricordo che l'emendamento aggiuntivo del Consigliere Raschio propone in materia di convocazione del Consiglio Regionale nella sua prima adunanza dopo la propria elezione, di prevedere il caso di impedimento oggettivo del Presidente e di conferire quindi il potere di convocazione del Consiglio stesso al Vicepresidente della Giunta, l'emendamento aggiuntivo consiste pertanto nell'aggiungere, dopo le parole "la convocazione è effettuata dal Presidente della Giunta regionale uscente" le parole: "o in caso di oggettivo impedimento dal Vicepresidente della Giunta".
Vedo che il Presidente Calleri vuole ancora chiedere la parola su quest'emendamento.
Siccome non siamo ancora in sede di votazione ha facoltà di parlare.



CALLERI Edoardo

Ma questo compito è demandato al Presidente della Giunta regionale uscente solo in quanto egli è organo rappresentativo della Regione, che in quel momento è in carica in quanto il Consiglio si è rinnovato e vi è il nuovo Consiglio. Questa sua funzione di organo, questa sua funzione istituzionale, non può evidentemente essere da lui delegata ad altra persona. Questo mi pare che da un punto di vista costituzionale sia non solo giusto ma corretto.



PRESIDENTE

La stessa osservazione avevo fatto anch'io poco fa.



CALLERI Edoardo

Chiedo scusa, non l'avevo rilevata. Quindi, credo sia di fatto persino impossibile delegare a termini statutari una funzione che è evidentemente di carattere costituzionale in quanto organo esterno.
E devo dire che anche il caso che viene prospettato di suo oggettivo impedimento mi sembra sia ben difficile si verifichi, ed in ogni modo non penso davvero vi sia la possibilità che un altro organo possa surrogarlo se non, nell'eventualità specifica, l'organo di governo.



PRESIDENTE

Consigliere Calleri, io facevo rilevare, prima che lei arrivasse, che qualora si mantenesse il testo così com'è, precisamente per le ragioni che anch'ella ha indicato, dato che il potere di convocazione del Consiglio nella sua prima adunanza resterebbe conferito al Presidente della Regione in quanto uno dei tre organi della Regione, o lo Statuto ammette la possibilità di vacanza e prevede il modo di sostituire questo potere di convocazione delegandolo ad altri, o, evidentemente, per le ragioni che ella stessa ha indicato, il Presidente della Regione non può delegare questo suo potere istituzionale ad altri.
Questa era la ragione della presentazione di un emendamento che prevede il caso di vacanza. Pur augurando lunghissima vita a tutti i Presidenti di tutte le Giunte piemontesi, specialmente nel periodo che segue le elezioni osservo che può anche accadere che uno di questi fra cinquant'anni deceda dopo le elezioni, magari al termine di un comizio elettorale Che fare in questo caso? Non ci sarebbe più nessuno in grado di convocare il Consiglio.



CALLERI Edoardo

Esiste pur sempre l'organo di Governo che può convocare proprio per la prima riunione, secondo una interpretazione costituzionalmente corretta perché, lo Statuto, come ella mi insegna, non può conferire delle facoltà che sono facoltà costituzionali.



PRESIDENTE

Io non sostengo nessuna tesi: pongo soltanto al Consiglio il problema della vacanza, che si voleva colmare con questa proposta di emendamento.
Comunque, credo che la proposta sia ormai ben chiara e pongo quindi ai voti l'emendamento aggiuntivo proposto dal Consigliere Raschio.
Chi è d'accordo è pregato di alzare la mano.
La proposta è respinta.
Chiede la parola il Consigliere Calleri. Ne ha facoltà.



CALLERI Edoardo

Propongo un emendamento aggiuntivo all'art. 12. Siccome qui non è previsto chi deve assumere la presidenza provvisoria della prima adunanza del Consiglio, non sarà inopportuno colmare la lacuna.



PRESIDENTE

C'é, a questo riguardo, un emendamento presentato dai Consiglieri Carazzoni e Curci per l'inserimento di un nuovo comma aggiuntivo del seguente tenore: "La Presidenza provvisoria del nuovo Consiglio Regionale è assunta dal Consigliere più anziano di età fra i presenti; i due Consiglieri più giovani fungono da segretari".
Desiderano illustrarlo? Ha facoltà di parlare il Consigliere Curci.



CURCI Domenico

Presentando quest'emendamento aggiuntivo riteniamo di colmare una lacuna nel contenuto dell'art. 12, che come già è stato detto poc'anzi nulla precisa riguardo alla presidenza provvisoria nella prima adunanza. E' vero che la questione è regolata dalla Legge 10 febbraio '53. Pensiamo tuttavia che lo Statuto della Regione non debba ignorare il problema.



PRESIDENTE

Il Consigliere Calleri mi pare volesse suggerire la stessa cosa. Il testo è più o meno quello che proponeva lei.



CALLERI Edoardo

Io non faccio alcun riferimento alla legge Scelba. Qui non è che sia sorta una questione di contenuto. Mi pare che taluno pensi di rimandare questo problema al Regolamento. In realtà, a me sembra molto importante che questa normativa sia inserita nello Statuto, e non nel Regolamento, perch oggettivamente si tratta della prima adunanza del Consiglio, e come vi era la preoccupazione che questa non potesse essere convocata in assenza o per oggettivo impedimento del Presidente della Giunta, così vi è la preoccupazione che anche nello Statuto vi sia un punto di riferimento preciso in ordine a chi regolamenterà i lavori. Anche perché non è un fatto meramente formale: la prima riunione del Consiglio dopo le elezioni va evidentemente regolamentata con tutta una serie di decisioni a monte che obiettivamente bisogna sapere da un punto di vista statutario a chi si debbono riferire e chi le deve assumere. Ecco perché ritengo che quest'emendamento aggiuntivo debba essere assunto qui, non demandato al Regolamento.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Sanlorenzo.



SANLORENZO Dino

Io sono contrario sia all'emendamento Calleri che a quello del Consigliere del M.S.I., prima di tutto perché credo che la questione possa essere felicemente risolta con il Regolamento, in secondo luogo per l'esperienza che hanno compiuto le Regioni italiane in questa prima loro fase. E' successo che siccome gli esponenti del M.S.I. - che guardano naturalmente all'avvenire, alla gioventù - avevano in genere i Consiglieri più anziani, più vecchi, molti Consigli Regionali si sono insediati con la presidenza dei fascisti. Questo fatto ha turbato la prima fase delle Regioni e siccome le cose continueranno ad andare avanti così, perché io spero ardentemente che non ci sia possibilità di ricambio nel prossimo futuro dei Consiglieri regionali del M.S.I. (caso mai l'emendamento che bisognerebbe presentare è quello di emendare l'Italia da questo Movimento e di emendare questo Consiglio da questo Movimento) credo però che dobbiamo prevedere questa ipotesi e tutelarci da questa eventualità.
Se invece si volesse accedere alla proposta del Consigliere Calleri, si segua allora un criterio democratico, un criterio politico e la presidenza della prima assemblea sia tenuta dal Consigliere che ha avuto più voti.
Sappiamo benissimo che questo significa, in una Regione come la nostra (forse anche fra cinque anni) che si tratterà di un Presidente della D.C.
ma questo non turba nessuno, è un elemento politico costituzionale che riflette una realtà e quindi è caso mai più accettabile. In ogni caso non penso che il problema dell'età debba essere preso come un punto di riferimento accettabile per un'assemblea matura come questa che sa bene vedere anche le questioni politiche che le stanno di fronte.



PRESIDENTE

Se vi sono proposte alternative a questa per risolvere lo stesso problema siano presentate tempestivamente perché una volta che si sarà approvato o respinto l'emendamento se non ve ne sono altri presentati adesso sulla stessa materia dopo verranno preclusi, perché il Consiglio non può mettersi a respingere emendamenti e a riprenderne in esame altri che riguardino la stessa materia, con parole diverse. Quindi prego chi voglia proporre sistemi diversi da questo per risolvere la stessa questione, di presentare gli emendamenti ora.
Ha facoltà di parlare il Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Io chiedo che la seduta venga sospesa per qualche minuto.



PRESIDENTE

Sospendo la seduta per alcuni minuti.



(La seduta è brevemente sospesa)



PRESIDENTE

La seduta è riaperta.
Vi è un'altra proposta di emendamento che rinvia alle norme relative all'assunzione della presidenza provvisoria del Regolamento. Fra i due emendamenti proposti, questo ha la precedenza perché stabilisce in quale sede si debba indicare chi assume la presidenza provvisoria. E' evidente che l'approvazione di un emendamento il quale stabilisca che la sede in cui queste norme sono indicate è il Regolamento, è preclusiva rispetto alla messa in votazione dell'altro emendamento.
Il testo proposto dai Consiglieri Bianchi, Simonelli, Debenedetti Gandolfi e altri è il seguente (è una proposta di emendamento aggiuntivo): "Aggiungere un comma secondo all'art. 12, del tenore: 'La presidenza provvisoria del Consiglio nella prima seduta è assunta da uno dei suoi componenti secondo le norme stabilite dal Regolamento' ".



CARAZZONI Nino

E' l'emendamento di Ponzio Pilato...



PRESIDENTE

Prego di non dare giudizi di questo genere altrimenti sarei costretto a richiamare all'ordine chi li esprime.
Vi sono osservazioni, richieste di illustrazione o altro? No.
Pongo in votazione l'emendamento aggiuntivo Bianchi ed altri, di cui ho dato testé lettura: chi è d'accordo è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Si aggiunge questo testo come secondo comma dell'art. 12.
L'emendamento presentato dai Consiglieri Carazzoni e Curci è perci precluso.
Pongo ora in votazione l'intero art. 12 con i suoi due comma: chi è d'accordo è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
ARTICOLO 12 bis Dopo l'art. 12 è proposto un art. 12 bis dai Consiglieri Carazzoni e Curci che riguardano le materie fin qui esaminate. Esso dovrebbe essere preso in esame in questa sede.
Ne leggo il testo: "Il Consiglio Regionale provvede subito dopo il giuramento."; ma questo è precluso dalla votazione fatta relativamente al giuramento, a meno che non venga modificato il testo.



CURCI Domenico

"Il Consiglio Regionale provvede prima dell'elezione ecc.".



PRESIDENTE

Allora: "Il Consiglio Regionale provvede, prima della elezione dell'Ufficio di Presidenza, alla convalida della elezione dei propri componenti.
La convalida è disposta sulla base di una relazione della Giunta delle elezioni, da nominarsi nella prima seduta.
In sede di convalida, il Consiglio Regionale esamina le condizioni degli eletti e, quando sia stata segnalata e risulti sussistere almeno una delle cause di ineleggibilità previste dalla legge elettorale, annulla la elezione provvedendo alla sostituzione con chi ne ha diritto.
Il Consiglio Regionale procede ugualmente quando, successivamente alla convalida il Consigliere regionale venga a trovarsi in una delle citate condizioni di ineleggibilità ovvero il Consiglio venga a conoscenza di preesistenti condizioni di ineleggibilità.
Quando per un Consigliere regionale esistano o vengano a verificarsi una o più condizioni di incompatibilità previste dalla legge elettorale, il Consiglio Regionale le contesta al Consigliere, che ha dieci giorni di tempo per rispondere. Entro i dieci giorni successivi il Consiglio Regionale delibera definitivamente, e, ove ritenga sussistente la causa di incompatibilità, invita il Consigliere ad optare tra il mandato consiliare e la carica ricoperta e, qualora egli non vi provveda entro i successivi quindici giorni, lo dichiara decaduto e provvede alla sostituzione con chi ne ha diritto.
Le deliberazioni di cui al presente articolo devono essere nel giorno successivo depositate nella Segreteria del Consiglio per la pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione e per la notificazione entro cinque giorni al Consigliere la cui elezione sia stata annullata.
Le deliberazioni medesime sono adottate d'ufficio su istanza di qualsiasi cittadino elettore della Regione e possono essere promosse anche dal Commissario del Governo della Regione.
Il Consiglio Regionale non può annullare la elezione per vizi denunciati nelle operazioni elettorali.
Per i ricorsi in materia di eleggibilità e decadenza e per quelli in materia di operazioni elettorali, si osservano le norme contenute nell'art.
19 della Legge 17 febbraio 1968, n. 108.
Prima della convalida il Consiglio Regionale può provvedere soltanto agli adempimenti indispensabili ed urgenti".
Desiderano illustrarlo? Ha facoltà di parlare il Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, poc'anzi abbiamo assistito al rinvio al Regolamento di una norma che a nostro avviso andava invece contenuta nello Statuto. Non abbiamo difficoltà a definire questa soluzione una comoda scappatoia...



PRESIDENTE

La prego di non commentare il voto del Consiglio, è espressamente vietato dal Regolamento. Illustri il suo emendamento, altrimenti sono costretto a toglierle la parola.



CARAZZONI Nino

Riteniamo tuttavia che nello Statuto si debba almeno, senza il rinvio al Regolamento, fare cenno alla convalida dei Consiglieri eletti che va prevista esplicitamente nello Statuto, ha valore di legge e non può essere demandata al Regolamento. Ecco perché abbiamo proposto quest'articolo in un testo che rispecchia le nostre posizioni; può anche essere frutto di discussioni o di modifiche (vedremo fino a che punto accettabili dalla nostra parte), ma comunque tende a stabilire il principio che, in ogni modo, nello schema di Statuto si preveda esplicitamente il caso della convalida dei Consiglieri.



PRESIDENTE

Vi sono osservazioni? Nessuno chiede la parola quindi pongo ai voti la proposta di emendamento aggiuntivo di un art. 12 bis formulata dai Consiglieri Carazzoni e Curci.
Chi è d'accordo con questa proposta è pregato di alzare la mano.
E' respinta.
ARTICOLO 13 Passiamo ora all'esame dell'art. 13.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Bianchi. Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, farei appello all'uso ormai invalso di anticipare eventuali difficoltà con una sospensione per consentire ai Gruppi una consultazione, perché questo articolo presenta degli emendamenti anche soppressivi e riterrei che sarebbe nell'interesse comune e anche della rapidità dei lavori che ella ci concedesse (ritengo di poter parlare a nome di vari Gruppi) una sospensione.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Sulla richiesta di sospensione pongo queste domande: si è parlato di difficoltà che possono insorgere e di incontri tra i Gruppi. Domanda: quali Gruppi, della maggioranza o tutti? Seconda domanda: abbiamo qui una serie di emendamenti. L'incontro avviene per trovare l'accordo fra tutti i Gruppi su questi emendamenti, o è intenzione di qualche Gruppo presentare altri emendamenti che non siano ancora stati presentati? Queste sono le domande su cui vorrei una risposta subito per dire se siamo d'accordo o no sulla sospensione.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Nesi.



NESI Nerio

Mi associo al collega Bianchi nel chiedere una sospensione della seduta e non ho difficoltà a rispondere al collega Berti. Ci sono delle difficoltà: le prime riunioni che avranno luogo saranno della maggioranza esiste una maggioranza ed è giusto che si riunisca per vedere se è possibile dirimere queste difficoltà. Per quanto riguarda la seconda domanda; certo, sono possibili incontri con tutti i Gruppi.
Noi riteniamo che sarebbe un fatto molto importante che lo Statuto regionale del Piemonte non passasse a maggioranza, ma con un larghissimo accordo di assemblea. E ci stiamo adoperando in questo senso.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Le dichiarazioni qui adesso fatte evidenziano quel che appare dalle notizie che i vari giornali pubblicano: esisterebbero cioè dei contrasti all'interno della maggioranza, contrasti che - queste sono le notizie pongono in essere la possibilità di approvare lo Statuto entro il termine che ci siamo prefissati del 10 novembre. Sono certamente delle illazioni ma l'opinione pubblica attraverso i giornali apprende che su questi contrasti sono in gioco (qualcuno afferma) anche le maggioranze dei Consigli comunali e provinciali.
Noi comunisti da questi episodi traiamo due considerazioni: una riguarda l'assemblea. Noi siamo decisamente contrari a che si perda del tempo a risolvere dei problemi che riguardano questioni di posti, problemi di carattere politico e aumenti il pericolo di andare oltre il 10 novembre data che noi difendiamo perché abbiamo affermato che raggiungere questo traguardo significa obbligare il Governo a rispettare i suoi impegni.
Questo è l'unico elemento per il quale ci battiamo per difendere la data del 10. E pensiamo che tutte le richieste di emendamento non siano in contrasto con la possibilità di risolvere entro il 10 questi problemi.
In secondo luogo noi consideriamo che contrasti naturali che possono emergere in fase di dibattito statutario, abbiano una sola ed unica sede per essere risolti: l'assemblea regionale. Noi non possiamo accettare che l'opinione pubblica continui a mantenere la convinzione che i problemi che riguardano le assemblee consiliari sono risolti nelle sedi dei partiti.
Questo è un sistema che purtroppo vediamo in questi giorni anche all'interno di questa assemblea che invece nasce per volontà unanime, su un rapporto dialettico, su una discussione che avviene all'interno dell'aula.
Noi vogliamo che i problemi eventualmente contrastanti emersi nel corso della discussione siano portati nell'assemblea, siano evidenziati affinch l'opinione pubblica li apprenda non dai giornali ma dal dibattito consiliare.
Per questo chiediamo una riunione dei Capigruppo e dell'Ufficio di Presidenza, per regolare i lavori in modo che siano chiari e i termini di tempo entro i quali lavoriamo per approvare lo Statuto e in rapporto a questo anche il modo come risolvere i contrasti che eventualmente possono sorgere.
Proponiamo, per non togliere del tempo ai lavori dell'assemblea, che la conferenza dei Capigruppo e dell'Ufficio di Presidenza si svolga oggi pomeriggio alle 15 e in quella sede porremo i problemi anche in modo più esteso di quanto non facciamo qui.



PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori e sul calendario, a prescindere dalle intese raggiunte in precedenza in varie conferenze di Capigruppo di fare il possibile per approvare lo Statuto entro il 10, non posso fare altro che ricordare ciò che ho detto ieri in quest'aula al termine della seduta. Chi avesse interesse a conoscere queste dichiarazioni e non fosse stato presente in aula le può trovare nel resoconto stenografico della seduta di ieri.
Vi sono due richieste formulate qui, una di sospensione della seduta un'altra di convocazione della conferenza dei Presidenti dei Gruppi, che a termini di Regolamento il Presidente di un Gruppo può sempre richiedere.
Accetto entrambe le richieste. Sospendo quindi per 15 minuti la presente seduta e convoco la conferenza dei Capigruppo in ora che fisserò più tardi quando avremo visto a che ora riusciamo a concludere la seduta di questa mattina.



(La seduta è brevemente sospesa)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Nesi. Ne ha facoltà.



NESI Nerio

Signor Presidente, credo sia opportuno che la conferenza dei Capigruppo, che ella ha accettato, venga tenuta al più presto Propongo anche a nome di altri Gruppi, che venga riunita immediatamente.



PRESIDENTE

In questo caso convoco immediatamente la conferenza dei Presidenti e riprenderemo i nostri lavori nel pomeriggio alle ore 16 con l'intesa, se questa riunione dovesse prolungarsi, di chiedere venia al Consiglio per qualche eventuale ritardo nell'inizio della riunione.



NESI Nerio

Scusi, signor Presidente, se mi consente, proporrei di dare alla conferenza dei Capigruppo una maggiore possibilità di discussione, perch può darsi che i lavori siano piuttosto ampi.



PRESIDENTE

Allora formuli una proposta anche di orario. Io non so in base a quali considerazioni mi è fatta la richiesta né quanto tempo i Capigruppo prevedano di dover dedicare ai lavori.



NESI Nerio

Proporrei di riprendere la seduta del Consiglio oggi pomeriggio, sul tardi, per esempio alle 18.



PRESIDENTE

Ma allora con l'intesa che dalle 18 si va avanti se sono superati i problemi che verranno discussi dalla conferenza.



NESI Nerio

Se saranno superati, sono d'accordo.



PRESIDENTE

Le 18 mi pare però piuttosto tardi. Potremmo indire la riunione un po' più tardi delle 16, eventualmente alle 17, nella speranza però di esserci perché non credo che andremo a discutere dalle 12 fino alle 17, per cinque ore di seguito, finiremmo per indurre i presidenti dei Gruppi per prima cosa, ad andare a mangiare.
Ha facoltà di parlare il Presidente Calleri.



CALLERI Edoardo

Io non riesco a capire come non ci si renda conto che stiamo per approvare o comunque per prendere in esame tutta una serie di articoli in ordine ai quali, anche prendendo spunto da quanto ha detto il collega Nesi vi sono dei problemi di rimeditazione, di confronto di tesi anche nell'interno della maggioranza (cosa questa che non credo debba scandalizzare nessuno). All'interno della maggioranza anzi vi è anche il desiderio di trovare dei punti di convergenza con tutte le forze politiche presenti in questo Consiglio, in ordine alle possibilità di approvare tutti insieme gli articoli. Io credo che siamo tutti sufficientemente forniti di esperienza politica per rendersi conto che di fronte ad un documento così importante, ad un atto fondamentale come lo Statuto, non è possibile la meditazione, non è possibile fare questi confronti, elaborare questi contenuti se non vi è il tempo materiale per trovarci, per prendere contatti.
Io debbo fare una dichiarazione molto grave, me ne rendo conto: non credo che si possa andare avanti con questo ritmo, con proposte di emendamenti senza avere nemmeno la possibilità di leggerli, di farci il pensierino, di vedere se la loro impostazione è esatta. Questo fa sì che su certe cose sulle quali potremmo essere d'accordo con piccole modificazioni rischiamo di non esserlo mentre tutti quanti, e credo anche i Gruppi comunista, liberale e gli altri Gruppi, vorrebbero poter convergere su certe tesi.
Io faccio questa dichiarazione: se veramente vi è la volontà di realizzare il massimo di convergenza sul documento statutario, dobbiamo assumerci anche le responsabilità conseguenti, che sono quelle di fare in modo che questa volontà si possa realizzare. E si può realizzare soltanto se non vi è questo colpo di acceleratore che ci travolge tutti quanti e non ci lascia prendere questi opportuni accordi.
Questo lo dico con senso di grande responsabilità. Io non mi sento (e credo che molti colleghi del mio Gruppo la pensino come me) di andare avanti con questo ritmo, con dei problemi importanti da risolvere. Il collega Berti dice che sono problemi di posti; non è vero, c'è nel nostro interno (ed io personalmente sostengo una cosa molto diversa) una questione di strutturazione della Giunta, non solo, ma c'é anche tutto il problema riguardante le commissioni, i raccordi, tutte cose di grande importanza che riguardano non i posti, ma il tipo di funzionamento che vogliamo dare ai lavori di questa assemblea e il tipo di raccordo che vogliamo tra l'assemblea e la Giunta. Sono tutte cose che ci consentono se risolte insieme, se rimeditate insieme, di approdare a dei risultati su cui sicuramente potremo convergere, a patto però che si abbia il tempo di meditare.
Ecco perché dico: lasciateci del tempo, se la conferenza dei Capigruppo si riunisce adesso è impensabile che in una o due ore possa risolvere questi problemi ed è impensabile che alle cinque o alle sei ci ritroviamo con delle soluzioni concrete. Mi pare che l'impostazione del collega Nesi sia esatta e credo che non debba scandalizzare nessuno, ne debba essere presa come una rottura o una divaricazione o disarticolazione nell'interno della maggioranza. Si tratta semplicemente di discutere talune tesi per poi confrontarle con gli altri Gruppi. Noi siamo dell'opinione (parlo a titolo personale ma credo che questo punto di vista sia totalmente condiviso dal mio Gruppo) che è necessario realizzare delle convergenze su queste cose.
Ma allora dobbiamo avere il tempo per farlo. Non chiediamo mesi, n settimane, ma solo le ore, i giorni sufficienti. Non credo che crolli il mondo se consegniamo alla Regione piemontese con qualche giorno di ritardo un documento al quale però aderiamo con perfetta tranquillità e con la perfetta coscienza di avere fatto in modo approfondito e valido il nostro dovere.
La mia proposta è quindi di non mettere i piedi sull'acceleratore; mi rendo conto dell'esigenza di fare più in fretta possibile, ma compatibilmente con questo giudizio di valore che deve accompagnarci nella nostra azione.
Il Consigliere Berti ha detto: vogliamo sapere se intendete confrontarvi con le altre forze, Certo, ribadisco che noi abbiamo il desiderio di fare convergere la massima adesione su questo documento. Credo però che il Consigliere Berti, che è un accorto politico, vorrà darmi atto che ci sono dei problemi anche di accordo nell'ambito della maggioranza che non riguardano i posti. I nostri sono veramente problemi connessi alla funzionalità ed al raccordo tra Giunta e assemblea perché vogliamo impostare un tipo di rapporti che costituisca una novità, che non sia un fatto di separazione, di rottura, di contrapposizione, ma garantisca questa circolazione il confronto delle idee all'interno degli organi dell'assemblea. Se questo fine si vuole raggiungere, bisogna che abbiamo veramente il tempo, nell'ambito anche della maggioranza, di vedere insieme queste cose per poi discuterle anche con gli altri Gruppi.
Signor Presidente, la pregherei veramente di voler tenere conto di queste valutazioni, altrimenti ci troviamo, io personalmente almeno mi troverei in una grossa difficoltà e avrei degli scrupoli di coscienza nel continuare questo lavoro approvando le cose così come avvengono.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Sanlorenzo.



SANLORENZO Dino

C'è del buono e del nuovo in quello cha ha detto il Consigliere Calleri, ma ahimè, ciò che c'è di buono non è nuovo e ciò che c'è di nuovo non è molto buono. Le meditazione sono sempre possibili; è un documento quello che presentiamo al Consiglio, che se non fosse meditato da tutti i Consiglieri sarebbe male; il problema è di vedere come valutare ciò che abbiamo meditato assieme, non in un giorno o in una settimana, ma in quattro mesi. Perché non è che il Consiglio e i Gruppi vengano messi di fronte ad una discussione impreparati. C'è stato tutto il tempo per dare un contributo preventivo, c'è stato tutto il tempo per esaminare questo progetto in sede di Gruppo e la discussione in sede di assemblea per approvare lo Statuto si sta svolgendo nei tempi che ripetutamente l'assemblea si è data. Non si tratta soltanto delle dichiarazioni di un Presidente dell'assemblea che ha raccomandato più di una volta di rispettare i termini della legge per l'approvazione dello Statuto, si tratta di impegni che tutti assieme ci siamo assunti. Adesso il Consigliere Calleri ci dice che per qualche giorno in più non cascherà il mondo. Io intanto comincio a mettere a confronto questa ipotesi con ciò che so e cioè che il Presidente del Consiglio Colombo ha avanzato una tesi (che non mi trova affatto consenziente) secondo la quale bisognerà aspettare che tutti gli Statuti regionali siano approvati dalle Regioni, prima di cominciare a passare alla loro approvazione. Questa tesi fa il paio con quella di chi vuole in realtà affossare le Regioni appena nate, di chi vuole rinviare a chissà quando l'inizio dell'attività delle Regioni italiane. E se un'arma abbiamo nelle mani per imporre una metodologia diversa - che credo troverà consenzienti tanti altri Gruppi parlamentari anche se non il Presidente del Consiglio on. Colombo - è quella di rispettare i termini che ci siamo dati i 120 giorni, il 10 di novembre, in modo che le Regioni si dimostrino oltre a quella laziale e a quella lombarda, in grado di rispettare anche i tempi stretti che si sono dati e si attribuisca a chi deve essere attribuita la responsabilità di rinviare la messa in funzione delle Regioni italiane.
Ecco ciò che può fare la Regione Piemonte, entro il 10 approvare il suo Statuto. E' possibile? Sì, e possibile, perché gli emendamenti sinora presentati hanno permesso una discussione in assemblea, molti di quelli presentati con intenti più o meno ostruzionistici sono stati giustamente e rapidamente respinti, non è stato impedito il dialogo in assemblea. E' possibile prevedere un incontro dei Capigruppo per affrontare eventuali difficoltà. Sì, ma tempi brevi anche per questo perché non è possibile pensare che in quattro o cinque ore non si possano esaminare i problemi eventualmente nuovi che sono sorti e non si possa liberamente assumere la propria responsabilità di fronte alle soluzioni che vengono proposte. Dov'è che devono essere risolti in ogni caso i contrasti? In assemblea. Dov'é che le convergenze devono avvenire, fermo restando il diritto dei Gruppi di riunirsi? In assemblea, come si è fatto fino adesso. In quattro mesi c'è stato un solo momento in cui il lavoro di tutti i Gruppi è stato messo in difficoltà: quando, purtroppo, si è sovrapposta al lavoro della Commissione dello Statuto una ricerca di intesa dei Capigruppo della maggioranza. Io non discuto, hanno la facoltà, il diritto, il dovere di farlo, abbiamo noi stessi proposto di valorizzare il contributo dei partiti nella formazione della volontà politica dell'assemblea, ma non hanno il diritto di intervenire causando il dilazionamento dei lavori, non hanno il diritto di impedire che l'assemblea funzioni a pieno ritmo, dato che hanno avuto quattro mesi di tempo per affrontare esattamente gli stessi problemi che adesso dicono hanno bisogno di rimeditazione. Si riuniscano quando vogliono, di notte, domani che è domenica, ma l'assemblea continui a lavorare con i ritmi che si è data e se la difficoltà sta nell'ora diciamo alle 17, diciamo alle 18, ma sia chiaro che l'assemblea regionale Piemonte alle ore 18 riprende i suoi lavori all'o.d.g. continuando la discussione su tutti gli articoli che sono stati presentati.



PRESIDENTE

Nessun altro chiede di parlare? Mi trovo in presenza di una proposta esplicita, formale, di convocazione della conferenza dei Presidenti, fatta dal Presidente del Gruppo socialista, che ne ha chiesto la convocazione immediata. Egli ha facoltà, secondo il Regolamento, come qualunque altro capo Gruppo, di chiedere la convocazione della conferenza; l'ora della riunione può essere stabilita dal Presidente tenendo conto delle esigenze di tutti.
Mi trovo poi davanti ad un intervento del Consigliere Calleri, il quale raccomanda di lasciare ai Gruppi, sia di maggioranza sia nei loro rapporti reciproci, il tempo di discutere e meditare per realizzare le più ampie convergenze. Non posso che prendere atto con soddisfazione del desiderio dei vari Gruppi, in particolare di quelli di maggioranza, di ricercare, a proposito di un atto così impegnativo come lo Statuto, una convergenza che vada al di là della maggioranza limitata necessaria per formare una Giunta e per darle l'appoggio indispensabile per governare.
Non intendo togliere al Consiglio la possibilità di meditare e di discutere quanto occorra sui temi iscritti nello Statuto. Quello che desidero, però, raccomandare ai Gruppi che fanno parte di questo Consiglio è di rendersi conto che, dei loro atti, essi debbono rendere edotta l'opinione pubblica e darne conto; per cui possono realizzare tutte le intese che vogliono.
Ma, a questo proposito, mi permetto di fare un piccolo rilievo a quanto osservava prima il Consigliere Berti: non è affatto illecito né illegittimo a due o più Gruppi, comunque si configurino nei loro rapporti reciproci, di incontrarsi anche all'esterno del Consiglio per realizzare intese. L'unica cosa che sarebbe illegittima è che queste intese fossero fatte sottobanco e che non se ne desse poi conto all'opinione pubblica e allo stesso Consiglio; ma non mi pare che vi sia stato intendimento di alcuno di realizzare accordi dei quali non si volesse dare conto al Consiglio.
Il Presidente Calleri non ha suggerito tempi precisi. Mi pare che il contrasto nasca dal timore che la conferenza dei Capigruppo sia posta poi in una strettoia e che a una cert'ora, cada la ghigliottina, e i Gruppi debbano rendere conto, qualunque cosa sia accaduto, del loro operato e riprendere i lavori.
Siccome non stiamo in una caserma (con tutto il rispetto dovuto alle caserme) è evidente che cercheremo di regolare i nostri lavori in maniera tale da consentire la discussione e mantenere gli impegni che abbiamo preso con noi stessi. Se, poi, il caso fortuito, la lunghezza delle discussioni dovessero prolungare questi tempi, potremmo anche prenderne atto. Ciò che non possiamo fare però, e di partire dal presupposto che non casca il mondo se non si mantengono gli impegni.
Casca sempre il mondo quando non si mantengono gli impegni, anche i più limitati. Siccome penso che lo sforzo di mantenere l'impegno si debba sempre compiere, partiamo dal presupposto inverso, che gli impegni si mantengono. Effettivamente non casca il mondo se tutti insieme ci rendiamo conto che, per discutere meglio, occorre qualche ora di più. Ne prenderemo atto quando saremo giunti a questa constatazione. Ma non partiamo da questa constatazione come presupposto, altrimenti siamo certi di non mantenere nessun impegno verso nessuno, a cominciare da noi stessi.
Debbo anche rilevare davanti al Consiglio, che non ne è completamente edotto, che questo progetto è stato distribuito il 30 ottobre, che su di esso, se la mia raccomandazione fosse stata seguita, gli emendamenti sarebbero dovuti affluire nei giorni immediatamente successivi e che lo stesso progetto distribuito il 30 ottobre non è stato il frutto di un'improvvisazione, né di una circolare ministeriale, ma è stato il frutto di un lavoro piuttosto intenso, di una Commissione della quale facevano parte tutti i Gruppi, dove tutti i Gruppi potevano esprimere il proprio parere, dove tutti i Consiglieri, anche non membri della Commissione potevano essere presenti.
Vedo qui, per esempio, il Consigliere Conti, che era interessato alla materia statutaria, che non faceva parte formale della Commissione, ma che avendo il diritto di partecipare ai lavori, ha utilizzato questo suo diritto ed ha permesso alla Commissione di avere il frutto delle sue meditazioni e del suo contributo ogni qualvolta egli ha ritenuto necessario di dovere formulare delle proposte o dei suggerimenti.
Ci troviamo quindi davanti ad un testo che è già stato lungamente meditato, sul quale possono sussistere o possono essere rinati contrasti.
Ma non è il tempo che permette di risolvere i contrasti, bensì la volontà politica. Questa non si può manifestare indifferentemente in un tempo breve o in un tempo lungo; il tempo lungo sarebbe l'espressione di un'altra volontà politica, quella di non realizzare le premesse perché la Regione Piemonte, con uno Statuto approvato, possa chiedere allo Stato di mantenere i propri impegni.
E' quindi un'altra scelta politica. Il Consiglio è perfettamente libero di farla. Ma il suo Presidente non la farà, perché egli ritiene che la Regione Piemonte debba quanto prima essere in grado, nella pienezza della sua autonomia e con lo Statuto approvato, di esprimere le proprie esigenze nei confronti degli altri organi dello Stato italiano.
Concludendo, ritengo che si possa intanto, se i Gruppi sono d'accordo (siamo già giunti ad ora tarda, sono oltre le 12,30) riunire dopo questa seduta i Capigruppo, stabilendo se si vuole riunirli subito oppure verso le due e mezza - le tre; indire la riunione del Consiglio per le ore 18 con l'intesa - dato che siamo uomini liberi - che se alle 18 non si fosse raggiunto un risultato se ne informerebbe il Consiglio e se ne trarrebbero le conseguenze, fissando poi i tempi che probabilmente si potranno regolare molto meglio quanto, nel corso della riunione dei Capigruppo, si sarà misurata l'ampiezza eventuale dei contrasti e la durata necessaria per poterli superare.
Se ho ben capito, il Consigliere Calleri accennava anche all'esigenza dei Gruppi di maggioranza di consultarsi. Non so se essi si vogliano consultare preventivamente alla riunione dei Capigruppo. Anche questo va pianificato. In questo caso, bisognerebbe prevedere la riunione dei Capigruppo la sciando il tempo ai Gruppi di maggioranza di consultarsi prima fra di loro.
Era questo l'intendimento? Prima i Capigruppo e dopo gli altri? Riuniamo allora il Consiglio per le ore 18, a quell'ora vediamo a che punto siamo giunti nel corso delle riunioni e ne trarremo tutte le conseguenze.
I Capigruppo si vogliono riunire adesso o più tardi?



BERTI Antonio

Adesso.



PRESIDENTE

La conferenza dei Presidenti è indetta al termine di questa riunione.
La seduta è rinviata alle ore 18 con lo stesso o.d.g. e con l'intesa che ho testé comunicato. La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12,40)



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