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Dettaglio seduta n.154 del 10/05/73 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE OBERTO


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Con lettera in data odierna, 10 maggio, numero di protocollo 20010/20011/20012/20013, il Commissario del Governo per la Regione Piemonte comunica che le leggi relative all'istituzione del Circondario di Ivrea Mondovì, Alba-Bra e Pinerolo hanno avuto l'apposizione del visto, con la precisazione che ovviamente la legge non può avere alcun effetto nei confronti dell'organizzazione degli uffici dello Stato o degli enti non dipendenti dalla Regione.
Il visto è stato messo e quindi le quattro leggi, con la pubblicazione che avverrà quanto prima, diventano esecutive.


Argomento: Nomine

Nomina dei tre rappresentanti della Regione nel Consiglio d'Amministrazione dell'IACP della Provincia di Torino


PRESIDENTE

Procederei, sull'accordo intervenuto con i presidenti di Gruppo, al punto quarto dell'ordine del giorno "Nomina dei tre rappresentanti della Regione nel Consiglio d'Amministrazione dell'IACP della Provincia di Torino".
Saranno distribuite schede sulle quali sono tracciate due linee, il che sta ad indicare che ciascun Consigliere non può votare più di due nomi.
Il Consigliere Bianchi chiede di parlate, ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Vorrei solo comunicare che il mio Gruppo e, ritengo, la maggioranza vota i seguenti due nomi: Danielis Danilo e Galimi Vincenzo.



(Si procede all'appello nominale per la deposizione delle schede nell'urna)



PRESIDENTE

Presenti e votanti 38 Consiglieri hanno riportato voti: Danielis 24 Galimi 24 Ceccone 13 una scheda bianca.
Sono pertanto eletti Danielis, Galimi e Ceccone con il numero di voti che ho indicato.


Argomento: Nomine

Elezione di un rappresentante della Regione all'Ente ospedaliero regionale San Giovanni Battista


PRESIDENTE

Passiamo all'altro punto all'ordine del giorno che reca "Elezione di un rappresentante della Regione nell'Ente ospedaliero, regionale San Giovanni Battista".
A proposito di questa votazione, che era stata fatta già in una precedente seduta del 3 maggio '73, la Commissione di controllo sugli atti dell'amministrazione regionale ha preso questa decisione: "Rileva, ai fini della validità, che la deliberazione non è stata adottata a maggioranza assoluta dei presenti, come prescritto dall'art. 28 dello Statuto, nonch dall'art 46 del Regolamento provvisorio del Consiglio Regionale".
Pertanto si tratta di riadottare, con una delibera nuova, procedendo ad una nuova votazione, l'argomento che è posto all'ordine del giorno. Si vota su un nome, essendo uno solo il nominato al posto di Consigliere del San Giovanni. Ricordo che vi era stata un'intesa, che era di competenza dei Gruppi di minoranza.
Procediamo alla votazione.



(Si procede all'appello nominale per la deposizione delle schede nell'urna)



PRESIDENTE

Presenti e votanti 39 Consiglieri ha riportato 28 voti Luigi Passoni 11 schede bianche.
E' pertanto eletto Luigi Passoni.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Informazione sullo stato dei lavori dell'Intercommissione per l'Università e proposte operative


PRESIDENTE

Passiamo al punto quinto dell'ordine del giorno: "Informazione sullo stato dei lavori dell'Intercommissione per l'Università e proposte operative".
E' relatore il Consigliere Conti, al quale darei la parola.



CONTI Domenico, relatore

Signor Presidente, signori Consiglieri, mi si consenta, prima di leggere la relazione vera e propria, di fornire al Consiglio alcuni chiarimenti circa il mio lavoro.
La necessità di sottoporre al più presto all'esame del Consiglio alcuni problemi urgenti e concernenti il compito affidato alle tre Commissioni permanenti I, II e III circa gli insediamenti universitari nella nostra regione, insieme con l'impossibilità di trovare una più opportuna collocazione dell'argomento nel già costipato ed impegnativo calendario dei lavori del Consiglio prima del Congresso, nazionale della D.C., più la concomitanza di altre circostanze che si potranno rilevare nello svolgimento della relazione, mi hanno costretto ad un lavoro concitato e sfibrante, piuttosto pregiudizievole alla compiutezza dei contenuti, alla ponderatezza delle osservazioni e delle valutazioni, all'adeguatezza ed alla coerenza degli sviluppi.
Ne è risultato un testo affrettato e faticoso, testo che nemmeno io ho potuto attentamente rivedere e del quale la Intercommissione non ha potuto che approvarne in precedenza, sia pure dopo ampio dibattito, le linee di sviluppo e le proposte. Perciò il testo andrebbe riesaminato, emendato ed integrato. Mi riservo, nel corso dello svolgimento, d'aggiungere degli emendamenti, di cui questo è il primo.
Tuttavia ritengo di avere sostanzialmente rispettato gli orientamenti e le più importanti determinazioni espresse dall'Intercommissione ai fini di questo dibattito. Per intanto mi appello alla comprensione del Consiglio con la fiducia che non vorrà giudicare i difetti e le insufficienze del mio lavoro come mancanza d'impegno e di senso di responsabilità; parimenti confido nella comprensione degli organi di Governo, dell'Università e del Politecnico di Torino e dei rappresentanti degli enti locali per le eventuali mancanze d'obiettività e per le omissioni che si potessero riscontrare.
Signor Presidente, signori Consiglieri, la relazione che mi accingo a svolgere, a nome dell'Intercommissione, intende sì, sottoporre all'esame e al giudizio del Consiglio Ragionale il lavoro sin qui svolto, soprattutto però intende sottoporre al dibattito ed alle decisioni del Consiglio alcuni problemi urgenti direttamente interessanti il compito determinato e conferito all'intercommissione con l'ordine del giorno del 12 ottobre 1972.
La prima parte della relazione, relativa al lavoro svolto, non è da considerarsi come mera introduzione di comodo per la seconda, relativa ai problemi più urgenti. Infatti, il compito di acquisire elementi e di formulare proposte in ordine alla definizione di un disegno generale da potersi svolgere utilmente, richiede che i problemi particolari, emergenti via via dalla situazione reale, o comunque incontrati, vengano tempestivamente affrontati come parti integranti di detto disegno. In ogni caso si esige che le soluzioni particolari, occasionali e contingenti, non abbiano a compromettere il perseguimento dell'obiettivo finale che deve risultare onnicomprensivo. Anzi, si richiede che ci si sappia avvalere degli stessi problemi particolari ed occasionali come mezzo per meglio chiarire e definire il disegno generale, così come nel contempo si richiede che si sappiano trovare soluzioni particolari che via via avvicinino, come prefigurandolo, il conseguimento dell'obiettivo generale.
I criteri adottati per la stesura della relazione dovrebbero consentire di cogliere detta interrelazione. Per questo ci si è limitati a registrare gli elementi utili a tale scopo, rimandando ogni altra cosa alla relazione finale con la quale dovranno concludersi i lavori dell'Intercommissione.
Punto di partenza della fase preparatoria.
L'ordine del giorno del Consiglio Regionale del 12 ottobre 1972 è stato il punto di riferimento costante del lavoro svolto. Ci si è sforzati di procedere avendo fermo come obiettivo quello di contribuire a "smuovere tutto l'impegno programmatorio della Regione" e di promuovere il più ampio dibattito e concorso di apporti anche sotto forma di "contributo d'iniziativa ed anche di proposta legislativa al Parlamento nazionale" mediante "l'ulteriore approfondito esame" ed in vista "di specifica relazione in sede d'osservazioni al Piano di sviluppo nazionale e regionale" In particolare, ci si è sforzati di favorire il conseguimento da parte della Regione di "un ruolo determinante nella realizzazione delle strutture universitarie" rivendicandone con l'evidenza dei fatti la possibilità di "dare un contributo autonomo alla determinazione del disegno generale" sia regionale che nazionale.
Specialmente, si è mirato a svolgere un ruolo il meno adeguato possibile rispetto al difficile incarico ricevuto dal Consiglio Regionale circa la rispondenza delle istituzioni universitarie "alle esigenze economiche e sociali della Comunità Piemontese ed alle linee di sviluppo individuate dal Piano regionale".
Costituzione del Gruppo di Lavoro Intercommissione Accertata la principale necessità di considerare unitariamente il compito assegnato, ed avvertita altresì l'esigenza di operare con un numero di Consiglieri non eccessivamente ampio, i Presidenti delle Commissioni direttamente interessate (del Lavoro ed Istruzione, della Pianificazione territoriale ed Urbanistica, del Bilancio e della Programmazione) hanno dato luogo alla costituzione di un gruppo di lavoro composto da membri delle Commissioni suddette. Ciò, s'intende, senza preclusioni di partecipazione rispetto agli altri Consiglieri e particolarmente rispetto agli altri componenti delle tre Commissioni interessate.
La Presidenza del Gruppo di lavoro è stata riconosciuta al Consigliere Pietro Besate, Presidente della III Commissione permanente, mentre al Consigliere Domenico Conti è stato affidato l'incarico di Relatore unico.
Circa l'opportunità di svolgere unitariamente il compito assegnato sono da rilevare le seguenti motivazioni: 1) il tipo di problematica da impostare e la concretezza della realtà d'affrontare 2) l'esigenza metodologica di conseguire un continuo arricchimento vicendevole ed una complessificazione progressiva degli apporti secondo le diverse competenze interessate 3) la necessità di addivenire ad approfondimenti e proposte strettamente correlative è tra loro compatibili.
Circa il tipo di lavoro da svolgere, il Gruppo ha convenuto sulla necessità di operare in modo da conseguire concretezza ed organicità di elementi, tali da corrispondere, nel limite del possibile, alla necessità di contribuire a "muovete tutto l'impegno programmatorio della Regione" e di rivolgersi efficacemente - così come ha stabilito l'ordine del giorno "a tutti i soggetti della programmazione regionale".
Circa l'obiettivo da perseguire, il Gruppo di lavoro ha parimenti convenuto che la funzione ad esso assegnata sia quella di elaborare avvalendosi della partecipazione democratica, una relazione contenente organicità di elementi conoscitivi e di proposte risolutive, in ordine alla determinazione di un disegno generale inteso a perseguire soluzioni soddisfacenti del problema universitario in rapporto alla programmazione ed allo sviluppo culturale, politico, economico e sociale della Comunità regionale.
Prima impostazione dei lavori Fin dai suoi primi contatti con l'Università ed il Politecnico di Torino e con gli enti locali, il Gruppo di lavoro si è particolarmente adoperato a situarsi coerentemente all'esigenza di favorire il conseguimento da parte della Regione, in termini effettivi, di "un ruolo determinante nella realizzazione delle strutture universitarie" e l'acquisizione della possibilità di autonomo contributo alla determinazione del disegno generale, allo scopo di realizzare uno stabile collegamento tra il governo dell'Università e la Regione, gli enti locali, le forze sociali operanti nel contesto regionale e di conseguire la corrispondenza degli insediamenti e delle attività universitarie alle esigenze economiche e sociali della Comunità piemontese ed alle linee di sviluppo individuate dal Piano. (Tutte cose, queste, stabilite dall'ordine del giorno).
Il Gruppo di lavoro, anche a seguito del primo dibattito consiliare sui rapporti Regione-Università, sin dai primi contatti con l'esterno, è venuto vieppiù ispirandosi al concetto di Regione come interlocutore politico dell'Università e per l'Università.
In altri termini, il Gruppo di lavoro ha cercato di favorire l'assunzione da parte della Regione di un ruolo inteso a interpretate ed a soddisfare le esigenze emergenti dalla Comunità regionale in rapporto alle istituzioni universitarie, cointeressando queste ultime, senza peraltro restringerle in una visione ispirata ad un regionalismo deteriore, alla soluzione dei problemi di sviluppo espresse dai rapporti Università e società, Università, e territorio.
La funzione della Regione, come interlocutore politico, è stata ancora affermata rilevando come l'ambito regionale rappresenti un primo e, nel contempo, fondamentale livello politico e operativo atto a stabilire costruttive ed organiche relazioni tra programmazione e fenomeno universitario.
Il beneficio di un simile rapporto non può non andare a favore della stessa Università considerata come Comunità dedita al perseguimento di finalità sue proprie, con lo svolgimento di funzioni caratteristiche indispensabili alla società regionale.
Il Gruppo di lavoro ha cercato di porre, in primo luogo nel suo interno e di suscitare al suo esterno, le basi per la più ampia convergenza possibile, ritenendo ciò indispensabile allo scopo di evitare che le divergenze di opinioni e di proposte, anziché operare in senso costruttivo finissero con il compromettere una corretta impostazione dei rapporti e di proficua operatività. Ciò è apparso utile anche per poter meglio approfondire la necessità di un decentramento da attuarsi attraverso la creazione di nuove sedi universitarie autonome "organicamente strutturate" in vista della realizzazione di un sistema universitario regionale.
Infatti, il complesso delle sedi universitarie autonome deve poter corrispondere alle esigenze dell'intera Comunità piemontese, intanto che ognuna di esse deve poter collaborare con un suo specifico apporto al proseguimento di detta corrispondenza.
Il Gruppo di lavoro, previi contatti informali con i Rettori dell'Università e del Politecnico di Torino e con il Preside della Facoltà di Architettura, intesi ad acquisire una prima conoscenza dello stato di fatto delle istituzioni e delle attività universitarie di Torino, ha proceduto a definire una prima ipotesi di lavoro.
Rilevata la necessità di nuove ricerche concernenti la popolazione universitaria piemontese e quella delle attuali istituzioni universitarie esistenti e relative ai rapporti Università società e Università territorio, ha deliberato la cooptazione dell'IRES come capofila e segreteria tecnica per la determinazione e l'effettuazione delle ricerche indispensabili.
Inoltre, il Gruppo di lavoro ha deciso di procedere a formulare piattaforme per rassegna di problemi relativi alle funzioni delle istituzioni universitarie, in ordine alla programmazione ed al suo significato di partecipazione e di crescita democratica, da sottoporsi al confronto ed al dibattito con l'Università, con gli enti locali e con le forze sociali operanti nel contesto regionale. Ciò allo scopo di costruire un quadro di riferimento e un complesso di elementi e di proposte necessari all'assolvimento del compito assegnato.
Per lo svolgimento dei propri lavori il Gruppo ha convenuto sulla necessità di avvalersi della collaborazione di un gruppo di esperti per i problemi giuridico-costituzionali; sociologico-universitari; antropologico culturali; pedagogici e di politica educativa-culturale; urbanistico territoriali; di informatica, programmazione e organizzazione; di costi e di programmazione finanziaria.
Incontri con il Senato accademico ed il Consiglio di Amministrazione dell'Università e del Politecnico di Torino Elementi emersi e situazioni riscontrate: Università: la situazione ed il grado d'insufficienza e di inadeguatezza dell'attività universitaria con particolare riferimento al numero degli studenti ed alla loro condizione sociale e di provenienza, è stata lamentata dalla generalità degli interventi. Mancano locali, mancano attrezzature e strumentazioni per lo svolgimento di attività didattica e di ricerca. I servizi per l'assistenza universitaria risultano sempre più carenti: sono pressoché inesistenti gli spazi e le attrezzature per il tempo libero degli studenti.
Il numero dei docenti è dichiarato come assolutamente insufficiente.
Risulta incombente il blocco della vita universitaria a causa della ormai imminente paralisi dei servizi amministrativi dovuta agli effetti indotti dalla legge relativa all'esodo degli statali e dalle condizioni imposte dalla legge relativa al curriculum dei funzionari statali.
Il Senato Accademico, che da qualche tempo si riunisce regolarmente ogni mese, ed il Consiglio d'Amministrazione si sforzano di affrontare i problemi più urgenti ed anche quelli di prospettiva, peraltro resi ancor più drammatici per la mancanza della riforma universitaria. Sono state costituite un certo numero di Commissioni che lavorano ad un ritmo serrato.
Secondo le affermazioni del Rettore si viene profilando, ed in parte attuando, un disegno di ristrutturazione globale degli insediamenti universitari lungo l'asse che, partendo dall'attuale complesso delle Facoltà umanistiche in corso San Maurizio si sviluppa lungo il Valentino ed intende toccare le Vallere per finire nel territorio del Comune di Santena.
Le attuali infrastrutture che ospitano le Facoltà umanistiche dovrebbero completarsi con altre da costruire nell'area adiacente di via Giuseppe Verdi. Per tale area, di mq. 10526, acquistata dal Demanio militare ai prezzo di lire: 1.040.000.000, più un ulteriore costo di lire 80.000.000 per demolizioni, sussiste l'impegno di edificare entro il 1976 (previo adeguamento alle previsioni di Piano particolareggiato obbligatorio) poiché dopo tale data il contratto stipulato prevede il ritorno dell'area al Demanio con la restituzione della somma versata, il cui potere d'acquisto non potrà che risultare fortemente diminuito.
Per le Facoltà di Legge, Scienze Politiche ed Economia e Commercio Si costruirà un palazzo in via Verdi, per lasciare l'attuale palazzo delle Facoltà umanistiche alle Facoltà di Lettere e di Magistero. Per gli insediamenti universitari del Valentino è prevista una totale ristrutturazione dei due isolati di corso Massimo d'Azeglio, tra via Donizetti e corso Raffaello, con elevazione in altezza e allineamento dei muri fabbricati alla larghezza totale del corso. Tali insediamenti dovrebbero raggruppare tutte le Facoltà di Scienze e gli Istituti di Biologia della Facoltà di Medicina.
Nel territorio delle Vallere dovrebbe trovare, o almeno si auspica che trovi una conveniente dislocazione, un centro universitario sportivo debitamente attrezzato.
Per il trasferimento e la riorganizzazione delle Facoltà di Agraria e Veterinaria, il Consiglio d'Amministrazione allargato a tutte le categorie dei docenti ha deliberato il giorno 8 all'unanimità la prescelta di un'area a Sentena.
Dallo svolgimento degli incontri con l'Intercommissione è emersa ancora una volta, l'esigenza di superare l'estraneità che esiste sotto vari aspetti tra la vita e l'attività dell'Università e quella della società e di allacciare lo svolgimento delle funzioni universitarie alle esigenze della Comunità e della programmazione regionale.
Sempre in ordine alla ristrutturazione dell'Università è emersa pure la mancanza di un rapporto dialettico tra strutture universitarie e tessuto urbano.
Circa l'organizzazione ed il funzionamento dell'Università, occorre rilevare che, a motivo della legislazione vigente, le strutture portanti dell'attività di ricerca e di didattica e dell'attività amministrativa difettano di un efficace coordinamento che ne favorisca la collaborazione e la compenetrazione, requisiti essenziali per lo svolgimento di un'attività impostata su criteri di sistematicità organica aperta e progressiva.
La stessa problematica imposta dalla necessità di trovare più adeguate soluzioni spaziali, strutturali e strumentali finisce, al più, di considerare gli aspetti "quantitativi" e di relativa efficienza funzionale interna, lasciando come nell'ombra gli aspetti "qualitativi"- che la ristrutturazione universitaria dovrebbe in primo luogo contemplare.
Infatti occorrerebbe perseguire quei tipi di ricerca-insegnamento richiesti dalle funzioni universitarie in quanto volte al soddisfacimento delle esigenze culturali, politiche, economiche e sociali della società nel quadro della programmazione.
Probabilmente è su queste basi che dovrebbero porsi gli stessi problemi della strutturazione dipartimentale e del governo dell'Università.
Per brevità di esposizioni si rinvia agli allegati relativi ai dati statistici.
Punti di riferimento presentati dall'Intercommissione Da parte dell'Intercommissione è stata ribadita la necessità di assumere come punto di riferimento costante l'ordine del giorno del Consiglio Regionale del 12 ottobre 1972.
Sulla base di detto ordine del giorno i vari interventi dell'Intercommissione hanno rappresentato al Senato Accademico ed al Consiglio d'Amministrazione dell'Università e del Politecnico, l'esigenza di una ristrutturazione delle istituzioni universitarie esistenti ristrutturazione da effettuarsi in correlazione col disegno di decentramento.
A questo proposito sono state richiamate come fondamentali per dette operazioni le funzioni delle istituzioni universitarie: in ordine allo sviluppo generale ed alla rivitalizzazione culturale della Comunità urbana e regionale e per rapporto alla programmazione sulla base del binomio Università società in ordine al riequilibrio territoriale urbanistico della Regione e di riqualificazione del tessuto urbano sulla base dei binomio Università territorio.
E' stata pure indicata nella sistematicità organica aperta e progressiva una fondamentale caratteristica della ristrutturazione e del decentramento universitario, caratteristica che concorrerebbe a qualificare il rapporto permanente da stabilire fra Università da un lato e Regioni enti locali e Comunità regionale dall'altro.
Tale rapporto permanente dovrebbe essere inteso a esaltare la stessa autonomia delle istituzioni universitarie e delle sue componenti in quanto consustanziata di un ruolo di funzioni e di significati nuovi.
La Nota trasmessa al Senato Accademico dell'Università e del Politecnico ed il Comunicato diramato dall'Intercommissione dopo il secondo incontro con gli organi dell'Università, esprimono, in sintesi le posizioni assunte dall'Intercommissione stessa.
Nota per il Senato Accademico ed il Consiglio d'Amministrazione dell'Università e del Politecnico di Torino Il problema delle istituzioni universitarie in Piemonte emerge come problema di decentramento universitario a livello regionale e di ristrutturazione dell'Università e del Politecnico di Torino.
Decentramento e ristrutturazione sono strettamente connessi ed interagenti anche sotto il profilo della definizione delle dimensioni attuali e dei processi di espansione futura. Per queste ragioni si ribadisce che non può essere considerata l'una operazione prioritaria sull'altra.
In merito si rileva che decentramento e ristrutturazione non possono essere attuati se non come adempimento del dettato costituzionale mediante la concreta riaffermazione delle finalità dell'Istituzione Universitaria quale istituzione "autonoma" di "alta cultura" e delle sue funzioni in rapporto ai diritti inviolabili dell'uomo, allo sviluppo della persona umana, all'effettiva partecipazione, all'organizzazione politica, economica e sociale, alla formazione ed elevazione professionale dei lavoratori, allo sviluppo della cultura e della ricerca scientifica e tecnica ed alla programmazione.
Si sottolinea inoltre che le operazioni di decentramento e di ristrutturazione devono realizzarsi a partire dal ruolo nuovo dell'inscindibile binomio ricerca-insegnamento, dalla struttura dipartimentale e non possono prescindere dalle funzioni delle istituzioni universitarie in ordine allo sviluppo della cultura e della ricerca rapportate all'Informazione ed all'educazione permanente, all'orientamento della formazione professionale, alla informatica ed alla programmazione ed alla partecipazione popolare e democratica.
Il problema del decentramento è pertanto della ristrutturazione dell'Università e del Politecnico di Torino non costituiscono un mero problema di reperimento ed acquisizione di aree e di edilizia scolastica universitaria. Reperimento, acquisizione di aree ed edilizia universitaria non possono essere che la risultante di un progetto di riorganizzazione globale che, pur nel quadro delle leggi vigenti, ma sul fondamento della Costituzione, ristabilisca in primo luogo le finalità e le funzioni delle istituzioni universitarie e quindi i fabbisogni e le dimensioni qualitative e quantitative di quanto occorre per il loro perseguimento.
Per quanto concerne l'istituzione di nuove Università in Piemonte si rimanda al dibattito svoltosi in Consiglio Regionale ed all'ordine del giorno approvato, a partire dai quali le Commissioni del Consiglio Regionale stanno promuovendo gli approfondimenti necessari.
Per quanto attiene, invece, alla ristrutturazione delle istituzioni universitarie di Torino, analizzando le ipotesi che sono state avanzate e cioè: ristrutturazione nell'ambito del tessuto urbano e ristrutturazione con insediamenti in aree extra urbane nell'area torinese, si precisa che la scelta di un indirizzo comporta la valutazione dei rapporti che devono intercorrere tra le istituzioni universitarie e la comunità urbana e metropolitana, considerando altresì la funzione di rivitalizzazione culturale e di qualificazione urbana che tali istituzioni sono in grado di promuovere e di concorrere ad attuare.
A questo proposito, per l'espletamento delle finalità e funzioni delle istituzioni universitarie di Torino, si devono contemplare le esigenze della popolazione universitaria in ordine: alle relazioni tra la residenza e le sedi universitarie, e fra queste ed i luoghi di lavoro, per quanto concerne gli studenti lavoratori al rapporto dell'Università con i processi formativi e le attività culturali ai rapporti con le forze di produzione ed i processi produttivi, le componenti sociali, culturali e religiose, politiche ed amministrative alla struttura di mobilità attuale dell'area torinese e la programmazione del suo futuro sviluppo alle esigenze di qualificazione e di conversione del tessuto urbano (allontanamento dalla città d'attività incompatibili e risistemazione di attività qualificate quali istituzioni universitarie).
Per queste ragioni le Commissioni competenti ritengono che la soluzione dei problemi urgenti dell'Università di Torino, posti in evidenza dal Senato Accademico dell'Università e del Politecnico, debba prioritariamente porsi come ristrutturazione interna al tessuto urbano, con la sola eccezione di quelle strutture che per la loro natura (agraria e veterinaria) risultino incompatibili.
Una tale impostazione non contrasta, bensì implica esigenza di un più approfondito esame e la verifica dell'eventuale necessità d'istituire una seconda Università nell'area metropolitana torinese; istituzione che comunque dovrà risultare come subordinata al prioritario decentramento delle istituzioni universitarie nella Regione e non in contraddizione con la ristrutturazione dell'Università e del Politecnico di Torino.
Sulla base di queste linee, le competenti Commissioni del Consiglio Regionale, il quale si è proposto come interlocutore dell'Università e del Politecnico, dichiarano la loro disponibilità per ricercare le soluzioni concrete degli urgenti problemi universitari di Torino.
Testo del Comunicato successivo Si è svolto lunedì 5 marzo presso la sede del rettorato, un secondo incontro dell'Intercommissione del Consiglio Regionale con il Senato Accademico dell'Università di Torino per l'esame dei problemi concernenti l'assetto universitario in Piemonte.
Il relatore dell'Intercommissione, Consigliere Conti, ha illustrato la "Nota" precedentemente inviata al Senato Accademico ed al Consiglio d'Amministrazione dell'Università di Torino e del Politecnico, "Nota" che dovrebbe costituire il punto di partenza per il confronto e la ricerca comuni tra la Regione e le componenti universitarie in ordine ai problemi della Ristrutturazione dell'Università di Torino e del decentramento universitario in Piemonte.
E' stato ribadito e precisato il ruolo di interlocutore politico che la Regione non può non assumere nei confronti dell'Università come unica possibilità concreta di raccordare le istituzioni universitarie ai problemi della Comunità regionale e del suo sviluppo e nel contempo per affrontare operativamente i rapporti tra istituzioni universitarie ed assetto del territorio.
E' stata parimenti sottolineata l'importanza del fatto che le operazioni di decentramento e di ristrutturazione si realizzino a partire dal ruolo nuovo dell'inscindibile binomio ricerca insegnamento, dalla struttura dipartimentale e dalle funzioni delle istituzioni universitarie in ordine allo sviluppo della cultura e della ricerca rapportate all'informazione ed alla educazione permanente, all'orientamento ed alla formazione professionale, all'informatica ed alla programmazione, ed alla partecipazione popolare e democratica.
Per rendere operativo il discorso avviato, determinando l'apporto di tutte le componenti universitarie, l'Intercommissione ha suggerito che venga costituito all'interno dell'Università un gruppo di lavoro che elabori, in riferimento ai punti indicati dalla suddetta "Nota", ipotesi di ristrutturazione della Università di Torino e di sviluppo delle istituzioni universitarie in Piemonte, ipotesi che dovranno essere confrontate con quelle in corso di elaborazione da parte dell'Intercommissione.
Per quanto concerne l'urgenza di operare per la ristrutturazione dell'Università di Torino, è stata ribadita l'esigenza di aprire immediatamente un dialogo ed un confronto con il Comune (il quale peraltro ha necessità di procedere a revisione dello strumento urbanistico) e con la Provincia di Torino, al fine di verificare da un lato l'ipotesi che la ristrutturazione avvenga nell'ambito del tessuto urbano, considerando la funzione di rivitalizzazione culturale e di qualificazione urbana che le istituzioni universitarie sono in grado di promuovere e di concorrere ad attuare, dall'altro il fatto che l'Università di Torino debba, in primo luogo, risolvere i propri problemi nell'ambito del rapporto tra strutture universitarie e città.
Sul problema specifico della Facoltà di Agraria e Veterinaria è stata avanzata dall'Intercommissione la possibilità di considerare ipotesi di dislocazione per rapporto allo sviluppo dell'agricoltura e della zootecnia regionali.
In merito ai contenuti ed all'illustrazione della "Nota" stessa, i vari Presidi intervenuti hanno espresso un loro consenso sottolineando come sia possibile affrontare i problemi urgenti dell'Università di Torino, proprio in riferimento alla globalità delle proposte avanzate dall'Intercommissione regionale.
L'Intercommissione ha espresso parere favorevole, in quanto corrispondente alle posizioni assunte nella citata "Nota", alla proposta emersa dal Senato Accademico di sollecitare interventi da parte della Regione per concorrere al potenziamento ed all'utilizzo, insieme agli enti locali, del centro universitario di calcolo.
Risultati conseguiti (nei primi incontri con l'Università ed il Politecnico) Tra i più significativi si indicano i seguenti.
1) dichiarato consenso all'ordine del giorno del Consiglio Regionale del 12 ottobre 1972 2) l'evidenziarsi e il riconoscimento del ruolo della Regione quale interlocutore politico dell'Università e per l'Università 3) l'accertamento di un generalizzato rifiuto dell'adozione del numero chiuso e dei criteri di selezione per l'accesso all'Università basati sulla disuguaglianza sociale ed economica 4) l'unanime disponibilità a procedere secondo gli indirizzi espressi dall'Intercommissione attraverso contatti permanenti ed una reciproca collaborazione.
Incontri con gli enti locali -Punti di riferimento presentati dall'Intercommissione E' stata ribadita la necessità di considerare come punto di riferimento per gli incontri, quanto espresso dall'o.d.g., del 12 ottobre 1972 del Consiglio Regionale.
E' stato ribadito che la posizione del Consiglio Regionale in ordine alle autonomie locali, consiste principalmente nel consentire la più ampia partecipazione democratica, favorendo il superamento di visioni particolaristiche del problema universitario nell'interesse dell'intera Comunità regionale e degli stessi enti locali.
Sono stati rappresentati i rilevanti costi sociali ed umani che derivano dall'istituzione di corsi universitari isolati.
Sono state rappresentate l'opportunità e la necessita di considerare la Regione nel suo ruolo d'interlocutore politico dell'università e per l'Università.
Elementi emersi Dai vari interventi da parte dei rappresentanti degli enti locali, sono scaturite principalmente le necessità e le proposte che seguono: 1) la necessità di concepire l'istituzione universitaria e la sua distribuzione sul territorio in funzione dello sviluppo culturale economico e sociale dell'intera Comunità regionale 2) la necessità che la Regione coordini le istituzioni universitarie con la programmazione e il riequilibrio territoriale 3) la necessità del decentramento universitario basato sulla realizzazione di unità organiche, sulla struttura dipartimentale, sul binomio inscindibile ricerca-insegnamento 4) la necessità di considerare il problema universitario regionale anche nei suoi sviluppi interregionali, con particolare riguardo ad un eventuale insediamento universitario interregionale da situarsi nella zona di Cuneo-Mondovì 5) il rifiuto dell'ipotesi di una seconda Università nell'area urbana di Torino, che possa compromettere il decentramento universitario 6) l'opportunità di avvalersi di una Finanziaria pubblica regionale anche per la soluzione del problema degli insediamenti universitari 7) l'esigenza del ruolo della Regione per raccordare l'attività delle istituzioni universitarie con l'occupazione. In questo senso dovrebbe essere pure considerato il problema delle scuole superiori di specializzazione, accessibili dopo il conseguimento di una laurea o di un diploma.
Risultati conseguiti Tra i più significativi si indicano i seguenti: 1) il dichiarato unanime consenso all'ordine del giorno del Consiglio Regionale del 12 ottobre 1972 2) la fiducia riposta nella Regione come interlocutore politico e come protagonista della programmazione 3) la volontà di partecipare in modo continuativo all'assolvimento del compito affidato all'Intercommissione 4) l'impegno a non proseguire nella direzione dei corsi e delle Facoltà isolati.
Problemi di urgente soluzione - Nuova sistemazione della Facoltà di Agraria e Veterinaria a Santena.
A causa degli inconvenienti dovuti all'attuale profondo inserimento di tali Facoltà nel tessuto urbano, incompatibile sia con lo svolgimento della loro attività, sia con la stessa vita cittadina, da tempo era stata evidenziata al Consiglio d'Amministrazione dell'Università l'inderogabile esigenza di una nuova sistemazione per le Facoltà di Agraria e Veterinaria.
In questo senso erano da tempo pervenute al Consiglio d'Amministrazione, da parte delle Facoltà interessate, richieste impellenti di trasferimento con le quali veniva nel contempo espresso un giudizio positivo circa l'idoneità di un'area disponibile nel territorio di Santena.
Sulla base di questi e di altri pronunciamenti e valutazioni anche in merito alle possibilità di accesso, il Consiglio d'Amministrazione dell'Università allargato a tutte le categorie di docenti, in data 8 maggio 1973, ha deliberato la prescelta per l'acquisto di detta area.
L'area in questione, di 240.000 mq., il cui prezzo indicato è di lire 1.000 al mq., è suscettibile di essere ulteriormente ampliata con l'acquisto di terreni adiacenti, ugualmente disponibili. Tale fatto ha, a suo tempo, influito sull'individuazione della nuova ubicazione per le riorganizzate Facoltà di Agraria e Veterinaria, in quanto era convinzione diffusa che esse dovessero costituire il primo nucleo della seconda Università dell'area metropolitana di Torino. Su richiesta dell'Intercommissione, questa ultima eventualità di procedere alla costituzione di una seconda Università nell'area metropolitana è stata negata dal Senato Accademico e dal Consiglio di Amministrazione dell'Università nel corso degli incontri.
Dal canto suo, l'Intercommissione, pur convenendo sull'urgente necessità di dare una sistemazione alle due Facoltà, aveva tuttavia sottolineato come la soluzione del problema andasse definita in riferimento alle linee di uno sviluppo regionale "programmato" dell'agricoltura e della zootecnia e di altre rilevanti competenze della Regione, nel quadro della programmazione economica e sociale e dell'assetto del territorio.
Tale necessità risulta riconfermata, oltre che dai propositi della Facoltà di Agraria (i quali risultano dalla nota che segue) dal disegno di sviluppare nella nuova sede l'attività di ricerca, di insegnamento e di consulenza tecnica anche nella direzione delle industrie di trasformazione e di conservazione dei prodotti agricoli e zootecnici. Ciò non può non sollevare, per esempio, il problema dei rapporti con il Politecnico di Torino. Senza contare che la ristrutturazione "qualitativa" delle Facoltà di Agraria e Veterinaria implicherebbe nuovi rapporti con le altre Facoltà (particolarmente con quelle scientifiche ed economiche). Soprattutto nell'ipotesi della realizzazione di un sistema universitario regionale.
Nota delle Facoltà di Agraria Questa Facoltà, rendendosi interprete delle esigenze più volte manifestate dai propri allievi, dalle associazioni professionali, dalle organizzazioni dei produttori e da enti locali e nazionale, ha elaborato un programma di sviluppo avente la finalità di assicurare non soltanto una più qualificata preparazione professionale ai propri laureati, ma di adeguare le strutture universitarie in modo che le stesse possano sempre più e meglio inserirsi nel tessuto dell'agricoltura regionale per un più efficace contributo allo sviluppo ed al progresso di quest'ultima.
Rientrano in tale programma: 1) l'istituzione di un corso di laurea in Scienze Forestali con sede a Cuneo che comporta non soltanto la realizzazione di un biennio di studi specialistici, in accordi con i vigenti ordinamenti didattici, ma la creazione di un nucleo di ricerca, sperimentazione e assistenza tecnica relativamente a tutti i problemi di economia montana e forestale 2) la riattivazione del corso di viticoltura ed enologia, già previsto dallo Statuto della Facoltà, che, avendo la durata di due semestri dovrebbe utilizzare le attrezzature della sede di Torino per il primo semestre e quelle pubbliche e private disponibili in provincia di Asti, Cuneo ed eventualmente Alessandria, per il secondo semestre (di applicazione) 3) l'istituzione di una scuola di specializzazione per la risicoltura e le colture irrigue a Vercelli, anche per utilizzare le strutture che nella zona già esistono e che attualmente non trovano adeguato sfruttamento nuove stazioni sperimentali a 1 Km. da Vercelli 4) la creazione, su area già acquisita e in fase di infrastrutturazione, di un Centro di ricerca, sperimentazione e dimostrazione nel Comune di Carmagnola, riguardante tutti i settori d'attività (zootecnia, cerealicolo foraggera, ortofrutticola, ecc.); ad eccezione di quello frutticolo per il quale la Facoltà già possiede un'azienda nel Comune di Chieri. A tale proposito è intenzione della Facoltà di Agraria di realizzare in questo Centro un complesso di strutture ed attrezzature in grado di soddisfare non soltanto le esigenze didattiche e pratico-applicative dei corsi di studio, ma anche le istanze che in tema di assistenza tecnica già pervengono e certamente s'incrementeranno nel futuro, da parte del mondo agricolo regionale. Da alcuni mesi si tengono al riguardo, periodiche riunioni con le organizzazioni sindacali agricole.
L'attuazione del programma enunciato ha primariamente lo scopo di dare un nuovo aspetto all'attività della Facoltà di Agraria, nel senso di una più precisa finalizzazione dell'operosità didattica, scientifica e pratico applicativa nell'interesse dell'agricoltura regionale.
Ciò comporterebbe (sempre secondo il documento della Facoltà di Agraria): a) una migliore preparazione di base dei laureati b) la possibilità di specializzazione post laurea in centri idonei per il tipo di coltura e di allevamento caratteristici del comprensorio in cui vengono a trovarsi c) l'aggiornamento dei professionisti e dei tecnici preposti alle preparazione professionale dei produttori d) la possibilità di specializzazione a livello medio dei periti agrari, senza che questi debbano necessariamente conseguire una laurea e) la collaborazione continua con tutte le forze della produzione (imprenditori e lavoratori) con innegabili vantaggi per il progresso delle scienze agrarie e per lo sviluppo dell'agricoltura.
Ad ogni modo l'Intercommissione, non potendo che esprimere un suo parere, ha richiesto al Presidente della Regione di intervenire presso il Rettore, prof. Sasso, al fine d'invitare gli organi dell'Università a considerare l'opportunità e la necessità che le decisioni relative alla localizzazione della Facoltà di Agraria e Veterinaria, venissero sottoposte ad una valutazione preventiva della Regione, prima del perfezionamento dell'acquisizione dell'area occorrente.
Il Rettore ha risposto assicurando che, nel caso di un pronunciamento favorevole per la scelta di Santena da parte del Consiglio d'Amministrazione, avrebbe proposto l'impegno di sottoporre la cosa al giudizio della Regione, prima di procedere a richiedere il giudizio d'idoneità da parte dell'apposita Commissione prevista dall'art. 38 della legge 28.7.1967, n. 641. La valutazione da parte della Regione circa la soluzione di Santena appare ancora più necessaria se si pone mente all'impegno assunto dal Presidente della Giunta di redigere quanto prima il piano territoriale di coordinamento per l'area metropolitana di Torino, la quale comprende altresì il territorio del Comune di Santena.
A proposito di qualsivoglia piano territoriale di coordinamento, va osservato che le istituzioni universitarie ne costituiscono una variabile strategica e che le localizzazioni universitarie debbono essere coerenti con il Piano. L'Intercommissione, mossa dall'intento d'individuare soluzioni che consentano il soddisfacimento delle esigenze più urgenti senza che si comprometta un disegno di ristrutturazione territoriale ed universitaria di portata regionale, propone al Consiglio di confermare la seguente linea operativa: 1) impegno a ricercare con l'Università una soluzione provvisoria e rapida ai problemi più urgenti della Facoltà di Agraria e di Veterinaria non oltre le immediate vicinanze di Torino 2) valutazione dell'Idoneità del trasferimento a Santena di dette Facoltà nel quadro del riordino territoriale e della programmazione regionale e per rapporto al disegno generale di organizzazione degli insediamenti universitari nella Regione.
Il nuovo centro universitario per il trattamento automatico dell'informazione Nella prospettiva di un primo potenziamento generalizzato dell'organizzazione e dell'attività universitaria è stato, di recente nominato dal Consiglio d'Amministrazione e poi insediato dal Rettore, prof.
Sasso, un gruppo di lavoro con il compito "di formulare un piano a lungo termine, da porre in avviamento all'inizio del 1975, nel quale sia previsto in dettaglio lo sviluppo di un nuovo centro per il trattamento automatico dell'informazione destinato a servire l'intera Università di Torino ed eventualmente altri enti ad esso collegabili (per es. Ospedali, nuove Università, ecc.) e siano indicati i tipi di hardware e di software a ci destinati".
Da parte dell'Intercommissione era già stato indicato nell'informatica in rapporto all'attività di programmazione regionale, un punto di riferimento onde riqualificare la funzione ed il contributo delle istituzioni universitarie in ordine allo sviluppo globale della Comunità regionale e un terreno di proficua collaborazione tra Regione ed Università. Tali indicazioni erano state considerate con favore da parte dello stesso Rettore e da altri componenti del Senato Accademico dell'Università di Torino, anche in vista di una più conveniente organizzazione delle strutture universitarie operanti nel settore dell'elaborazione dei dati e dell'informazione.
Pochi giorni or sono, a seguito di un contatto avvenuto con i delegati del summenzionato gruppo di lavoro, è pervenuto all'Intercommissione, da parte del gruppo di lavoro per il nuovo centro, la nota che per la sua concisione, essenzialità e significato viene subito dopo riportata.
Nota per il Gruppo di lavoro per l'Università del Consiglio Regionale piemontese I problemi dell'elaborazione automatica del dato e dell'informazione si rivelano come problemi decisivi per lo sviluppo culturale e politico delle società tecnologicamente avanzate e richiedono l'attenzione e l'impegno degli enti che vi sono naturalmente preposti. In particolare richiedono uno sforzo di continuo adeguamento ed aggiornamento delle strutture e dei sistemi informativi, sforzo che supera i semplici problemi di gestione e di espansione delle installazioni già esistenti, implicando cambiamenti qualitativi nella stessa impostazione dei centri di elaborazione elettronica.
L'Università di Torino, per le finalità e le funzioni che le competono intende oggi inserirsi in questo processo generale, superando la concezione circoscritta e tradizionale del suo attuale Centro di Calcolo. A tal fine è stato nominato dal Consiglio d'Amministrazione un Gruppo di lavoro per il centro di Elaborazione Elettronica, i cui compiti sono indicati nell'estratto di verbale allegato.
Fin dalla sua seconda riunione, tale Gruppo di lavoro ha riconosciuto che il rapporto in cui l'Università di Torino verrà a collocarsi rispetto alle strutture democratiche, sociali e politiche, della regione piemontese avrà un ruolo determinante nella caratterizzazione dell'obiettivo perseguito.
Aiutato in ciò dall'esplicito riferimento contenuto nell'o.d.g., votato sui problemi dell'Università nel Consiglio Regionale del 12 ottobre 1972 e nella Nota successivamente trasmessa dal Gruppo Intercommissione agli organi di governo dell'Università di Torino, il nostro Gruppo di lavoro ha individuato nel Consiglio Regionale l'interlocutore politico di elezione per tale rapporto. La Regione Piemonte viene vista dal nostro Gruppo di lavoro come partecipe della richiesta di informatica (in primo luogo ai fini della sua politica di programmazione), ma anche come portatrice di nuovi valori culturali e sociali di partecipazione e di democrazia capaci di contribuire ad una nuova qualificazione politico culturale dell'Università. Una interazione di questo tipo, che ha del resto cominciato ad esercitarsi fruttuosamente su altri terreni (sistema regionale universitario, nuovi insediamenti e ristrutturazione urbana) troverebbe qui un terreno specifico estremamente fertile che inciderebbe sulla definizione dei contenuti d'interi settori universitari, in primo luogo del nuovo corso di laurea in Scienza dell'Informazione.
E' opinione di questo Gruppo di lavoro che un'esperienza estremamente interessante e unica in Italia, deriverebbe dall'eventuale realizzazione di una struttura giuridico-amministrativa che coinvolgesse Università e Regione (azienda specializzata, persona giuridica pubblica ecc.).
All'interno di una tale struttura troverebbero il terreno di definizione e di sviluppo più favorevole sia i nuovi sistemi informativi necessari per la programmazione regionale, sia i nuclei di ricercatori che dovranno avere funzione promozionale di nuovi valori culturali nell'ambito dell'Università e della Regione.
Alla luce di una tale impostazione, e qualora si riscontrasse la disponibilità del Consiglio Regionale a soluzioni del tipo indicato potrebbe svilupparsi un'azione graduale che realizzasse nell'immediato forme di collaborazione sui problemi urgenti di programmazione (sistema universitario regionale, piano territoriale ecc.) e di strutturazione del Centro (convenzioni, responsabilità gestionali ecc.) consentendo la sperimentazione concreta della linea proposta.
Il Gruppo di lavoro, nei limiti delle sue competenze e della sua funzione consultiva di elaboratore di un progetto per gli organi di governo dell'Università di Torino, si dichiara disponibile ad ogni contatto discussione, scambio d'informazione che venisse ritenuto utile ed opportuno dai competenti organismi della Regione Piemonte.
L'Intercommissione, data la necessità di una indicazione urgente ritiene che basti il contenuto della suddetta Nota a porre evidenza come la sola prospettiva di conseguire i vantaggi indicati, per altro forse non diversamente conseguibili rispettivamente per l'Università e la Regione e per i loro vicendevoli rapporti e funzioni per lo sviluppo della Comunità regionale, sia ragione più che sufficiente affinché il Consiglio Regionale impegni la Regione ad operare tempestivamente nella direzione auspicata dalla nota.
In altri termini, l'Intercommissione invita il Consiglio Regionale a decidere l'accettazione del tipo di collaborazione indicato, impegnando l'Intercommissione a raccogliere gli elementi necessari per un disegno, da sottoporre all'attenzione del Consiglio Regionale, in vista della "realizzazione di una struttura giuridico-amministrativa che coinvolga Università e Regione", struttura all'interno della quale "troverebbero il terreno di definizione e di sviluppo più favorevole i nuovi sistemi informativi necessari per la programmazione regionale" e in rapporto alla quale struttura si dovrebbero impostare i problemi connessi con la formazione di "nuclei di ricercatori e di operatori che dovranno avere funzione promozionale di nuovi valori culturali nell'ambito dell'Università e della Regione". (Intanto si dovrebbe sviluppare un'azione graduale intesa a realizzare nell'immediato futuro forme di collaborazione su problemi urgenti di programmazione: sistema universitario regionale, piano territoriale ecc. e di strutturazione del centro - convenzioni responsabilità gestionali ecc. - consentendo la sperimentazione concreta delle linee proposte).
La stessa strutturazione delle istituzioni universitarie di Torino e il decentramento universitario regionale da realizzarsi con un ruolo determinante da parte della Regione, non possono non trovare nella collaborazione tra la Regione e l'Università, per la costituzione ed il funzionamento del nuovo centro, un punto attorno al quale concretarsi e in forza del quale svilupparsi.
Senza contare i benefici che ne verrebbero al sistema universitario piemontese ed alla programmazione regionale con l'inserimento del nuovo centro in un sistema nazionale di elaborazione elettronica dei dati e dell'informazione. Il che è da considerarsi, allo stato attuale dei progetti, forse più che una semplice eventualità. Infatti il Rettore, prof.
Sasso, ritiene che si debba procedere nella direzione della costituzione di una struttura giuridico-amministrativa che coinvolga insieme con l'Università il Politecnico e la Regione anche il Centro Nazionale Ricerche.
Nella prospettiva del perseguimento dell'obiettivo fissato per l'inizio del 1975, l'Intercommissione segnala al Consiglio l'immediata possibilità di procedere nel senso indicato, offerta dall'acquisizione di un nuovo elaboratore I.B.M. 360/67 che dovrebbe costituire una prima immediata concretizzazione della collaborazione tra Regione ed Università Il Consiglio d'Amministrazione, riequilibrata la situazione di bilancio relativa alla gestione dell'attuale centro di calcolo che verrebbe adibito a favore dall'attività didattica, si trova in procinto di decidere il noleggio del suddetto elaboratore e risulta orientato verso la costituzione di un'apposita autonoma istituzione con sede propria, alla quale potrebbe partecipare già fin d'ora la Regione. In questo senso si stanno svolgendo le ricerche necessarie al reperimento di una sede appropriata.
Per favorire la decisione del Consiglio, mi permetto di richiamare l'attenzione sul come - a mio avviso - si pone per la Regione il problema.
Il problema del trattamento automatico del dato dell'informazione si pone per la Regione sotto due aspetti: 1) Regione come organismo burocratico 2) Regione come organo di programmazione.
Sotto quest'ultimo aspetto occorre fare le seguenti considerazioni: 1) l'ISTAT passerà alle Regioni tutte le informazioni che raccoglie sistematicamente per ogni campo delle attività che ora spettano alla Regione, quindi la Regione deve mettersi nella condizione di immagazzinare queste informazioni 2) occorre operare perché l'ISTAT trasmetta anche le informazioni che costituiscono il quadro di riferimento più generale entro cui si colloca l'attività della Regione, (per esempio anche la raccolta sistematica di dati demografici) 3) attraverso le sue attività dirette di programmazione, la Regione mediante l'IRES, deve raccogliere informazioni che devono essere memorizzate 4) la Regione, svolgendo azione di controllo su enti (quali, ad esempio, gli ospedali) può raccogliere informazioni sulle spedalizzazioni e sulla morbilità, informazioni che se opportunamente memorizzate ed elaborate, forniscono una struttura fondamentale anche per ricerche in campo sanitario.
Da queste considerazioni ne deriva che la Regione dovrà utilizzare un grande calcolatore, con elevate capacità di utilizzazione immediata dell'informazione. Un centro di questo genere non è conveniente che abbia come solo utilizzatore la Regione, perché o sarebbe sottodimensionato o la dimensione idonea alla pronta elaborazione diventerebbe eccessiva e quindi con costi non proporzionati.
Ne discende che la Regione deve operare perché nasca un grande centro di elaborazione da utilizzare direttamente per i compiti su esposti, e che serva anche ad altri gruppi di utilizzatori.
E' a questo punto che si pone per la Regione il problema delle scelte scelte tecniche ed operative, scelte circa l'istituzione amministrativa da creare od a cui rivolgersi, scelte circa gli altri gruppi di utilizzatori del centro. Dette scelte andranno ricercate e verificate anche sotto l'aspetto politico e non solo mediante il confronto di possibilità e di convenienze funzionali ed amministrative.
Ulteriori determinazioni orientative per la ristrutturazione dell'Università e del Politecnico di Torino ed il decentramento universitario L'Intercommissione ritiene necessario, per la prosecuzione dei suoi lavori, che il Consiglio Regionale addivenga ad ulteriori definizioni oltre a quelle esplicitamente contenute nel più volte citato o.d.g. del 12 ottobre 1972.
Pertanto l'Intercommissione sottopone all'esame del Consiglio le seguenti indicazioni già avanzate durante gli incontri avvenuti con gli organi universitari, e gli enti locali: 1) il problema delle istituzioni universitarie in Piemonte non deve essere ridotto ad un mero problema di reperimento e di acquisizione di aree, di edilizia universitaria, di dotazioni strumentali che, anzi debbono essere considerate come la risultante di un progetto di riorganizzazione globale che, pur nel contesto delle leggi vigenti, ma sul fondamento della Costituzione, ristabilisca in primo luogo le finalità e le funzioni delle istituzioni universitarie e quindi i fabbisogni qualitativi e quantitativi per il loro perseguimento 2) secondo queste prospettive le operazioni di ristrutturazione e decentramento devono realizzarsi a partire dal rinnovato ruolo binomio di ricerca-insegnamento e dalle esigenze della struttura dipartimentale.
Tali operazioni non possono prescindere dalle funzioni delle istituzioni universitarie in ordine allo sviluppo della cultura e della ricerca in generale in rapporto all'informazione ed all'educazione permanente, all'orientamento e alla formazione professionali all'informatica e programmazione, alla partecipazione popolare e democratica.
3) Il problema delle istituzioni universitarie in Piemonte emerge nel contempo come problema di ristrutturazione dell'Università e del Politecnico in Torino e di decentramento universitario a livello regionale da attuarsi secondo esigenze di sistematicità organica, aperta e progressiva. Ristrutturazione e decentramento sono da considerarsi strettamente connessi ed interagenti anche in rapporto alla definizione delle dimensioni attuali e dei processi d'espansione futura 4) per l'istituzione di nuove Università in Piemonte, fermo restando quanto stabilito dall'o.d.g. 12 ottobre 1972, l'Intercommissione dovrà procedere alla raccolta degli elementi necessari anche per valutare i possibili sviluppi interregionali delle istituzioni universitarie 5) la ristrutturazione delle istituzioni universitarie di Torino deve realizzarsi prioritariamente nell'ambito del tessuto urbano in corrispondenza della popolazione studentesca, costituita in gran parte da lavoratori-studenti e da studenti-lavoratori, ed alle stesse richieste del Senato Accademico 6) l'ipotesi di un'eventuale seconda Università nell'area metropolitana torinese deve essere verificata soltanto come eventualità subordinata al decentramento delle istituzioni universitarie nella regione e non in contrasto con la ristrutturazione dell'Università e del Politecnico di Torino.



PRESIDENTE

Ringraziamo il relatore della fatica che ha fatto.
Vorrei soltanto pregarlo di non considerare presentato come forma di emendamento questo documento, perché si tratta di un completamento del testo della relazione e non di un emendamento, per cui questo testo dovrà essere correlato meglio e riproposto alla considerazione dei Consiglieri nella stesura definitiva.
Io non so se vogliamo questa sera iniziare il dibattito o se vogliamo pensarci su un momento. Sono a disposizione del Consiglio. Che cosa si pensa di fare? Il Consigliere Besate ha facoltà di parlare.



BESATE Piero

Io vorrei intervenire subito e per quanto ci riguarda, gradiremmo portare avanti il dibattito questa sera.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

Signor Presidente, noi abbiamo ascoltato questa relazione, assai ponderosa ed interessante e riteniamo opportuno fissare un'intera giornata per il dibattito da parte del Consiglio perché iniziare oggi vorrebbe dire trattare l'argomento in modo superficiale, quanto meno da parte nostra che non abbiamo seguito i lavori della Commissione. Per chi li ha seguiti è facile intervenire questa sera, ma per chi ne sente parlare oggi per la prima volta vi è una necessità di meditazione.
Il Presidente, in accordo con i Capigruppo, potrebbe fissare un'intera giornata, sgombra di ogni altro argomento, per la discussione del documento e dei lavori della Commissione.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta.



DEBENEDETTI Mario, Vicepresidente della Giunta Regionale

Nell'esprimere tutto l'apprezzamento per la relazione fatta dal dr.
Conti, senza affrontare il complesso problema mi pare che dobbiamo raccogliere alcune riserve iniziali e anche finali del documento che evidenziano la necessità di un approfondimento da parte dell'Intercommissione stessa. Per cui anche la Giunta aderirebbe all'istanza presentata dal Consigliere Viglione di fissare una seduta del Consiglio che consenta a tutti (quindi anche alla Giunta) di approfondire ulteriormente l'importante e complesso problema, al fine di dare delle indicazioni concrete e definitive.


Argomento:

Sul calendario dei lavori


PRESIDENTE

Ci sono delle proposte d'iniziare il dibattito questa sera e altre motivate, di rinviarlo.
Sull'argomento qualcuno chiede ancora di parare? Consigliere Berti; ne ha facoltà.



BERTI Antonio

Io mi rendo conto che un documento di questo genere, per la sua complessità, per l'interesse che suscita, merita di essere meditato tuttavia il problema è stato posto in termini urgenti dalla decisione assunta ieri dal Senato Accademico per cui faccio questa proposta: si potrebbe continuare adesso con alcuni interventi (il mio compagno ha chiesto di parlare) poi sospendere la riunione e rinviarla a una data che però dovrebbe essere fissata subito. Noi siamo contrari ad un rinvio che non fissi già oggi il giorno del prossimo dibattito, perché occorre decidere su certe questioni contenute nel documento.
E poiché abbiamo preparato un calendario, che però impegna il Consiglio Regionale abbastanza seriamente nel mese di maggio, chiedo una rapidissima sospensione che ci consenta di fissare comunque entro 10/15 giorni al massimo, una seduta. Aggiungo, riprendendo quanto ho sostenuto nella conferenza dei Capigruppo, che potremmo anche riunirci una sera se le giornate sono già piene.



PRESIDENTE

Per la riunione della sera ho avuto qualche controindicazione da parte di coloro che vengono di fuori e che debbono rincasare.
Noi saremo convocati per giovedì 17 (questa sera farò l'atto formale della convocazione); il Presidente della Commissione che ha trattato il problema della montagna e l'Assessore Chiabrando mi dovrebbero dire se possiamo mantenere la decisione di metterlo all'ordine del giorno; poi ci sarebbe, secondo le intese già intervenute: "Esame del disegno di legge n.
46 sulla determinazione delle indennità di presenza, rimborso spese ai componenti del Comitato regionale. Relatore Beltrami", "Relazione della Giunta sull'attività del Comitato di controllo e delle sue speciali sezioni decentrate". Poi ci sarebbe la modifica allo stralcio di Regolamento, (che è una battuta molto breve) sui componenti delle Commissioni consiliari.
Se una di queste leggi, per una ragione qualunque, saltasse, io che ho una giornata convocata con spazio sufficiente per discutere le due leggi resterei con del tempo scoperto. Per cui proporrei che nell'o.d.g., al punto che diventerebbe il punto 7), ci fosse "Eventuale prosecuzione del dibattito sui problemi universitari" Dal 17 andiamo poi alla convocazione prevista per i giorni 24 e 25 alle ore 10 e alle ore 16, con gli argomenti che abbiamo già deliberato e che occupano anche quelli notevole tempo. Se giovedì venturo non possiamo proseguire la discussione sulla Università, fisseremo nell'incastro una giornata ad hoc.
Questo mi sembra possa essere il modo per risolvere il problema con una certa rapidità. Anche perché il 31 maggio, (un altro giovedì) è l'Ascensione, quindi giornata festiva, giovedì 7 giugno non potremo tenere riunione perché, secondo le intese che abbiamo sempre rispettato, non si tengono riunioni di Consiglio quando ci sono Congressi nazionali di partito e il 7 c'è il Congresso nazionale della D.C., per cui dovremmo andare al 14 di giugno, salvo trovare altre giornate d'incastro che sono sempre per molto pericolose per la partecipazione dei Consiglieri in relazione agli impegni delle varie Commissioni e consultazioni che fossero ancora in corso.
La mia proposta concreta è questa: se il Consigliere Besate vuole questa sera ancora parlare va bene, poi aggiornerei a giovedì venturo come eventuale prosecuzione; se giovedì la cosa non sarà fattibile (e non lo sarà se le due leggi passeranno perché impegneranno tutta la giornata) stabiliremo il giorno in cui concludere questa disanima. A quel momento avremo una riedizione del testo, anche se soltanto corretta, perché devo rilevare in questa occasione che gli uffici del Consiglio Regionale sono in condizioni di tale intasamento sia per l'insufficienza di personale, sia per l'enormità di lavoro che si accavalla continuamente, che il problema diventa serio e difficile.
Mi dicono che possiamo mettere all'ordine del giorno della prossima seduta la legge sulla montagna.



BERTI Antonio

Questo vuol dire allora che la discussione sull'Università va a giugno:



PRESIDENTE

No, se non si fa la sera del 17 maggio vedremo quale giorno trovare, in prossimità, il 21, il 22.



BERTI Antonio

Noi abbiamo fissato una prassi: il Consiglio si riunisce il giovedì e in generale il venerdì se è necessario un proseguimento, quindi...



PRESIDENTE

Allora sospenderei un momento la riunione, riunisco i Capigruppo e ne discutiamo.



BERTI Antonio

Ascolti solo un'informazione di Besate, che è importante.



BESATE Piero

Come membro del Consiglio se non ci sono altri iscritti per continuare il dibattito mi riservo di mantenere la richiesta parola per la seduta in cui il dibattito sarà ripreso....



PRESIDENTE

Scusi, siccome c'è la richiesta di fissare la data fin da questa sera fissiamo quella intanto.



BESATE Piero

Quale coordinatore dei Gruppo mi corre l'obbligo d'informare l'intero Consiglio della deliberazione adottata ieri dal Consiglio d'Amministrazione dell'Università e che mi è stata rimessa dal Rettore prof. Sasso ufficialmente. Il documento dice: " omississ....Valutati congiuntamente tutti gli elementi su esposti, il Consiglio dell'Università delibera di prescegliere l'area della Cascina Masseria in Comune di Santena per il trasferimento con sviluppo dipartimentale delle sole Facoltà di Agraria e di Medicina veterinaria. Inoltre, su proposta del Rettore, il Consiglio attesa l'importanza della scelta effettuata nel quadro della ristrutturazione organica degli insediamenti dell'Ateneo torinese, esprime voto favorevole a che la presente delibera, prima di essere sottoposta al giudizio d'idoneità della Commissione prevista dall'art. 38 della legge 641 sull'edilizia scolastica, sia trasmessa alla Regione Piemonte per il parere dei competenti organi regionali".
Sia chiaro che a questa determinazione il Consiglio d'Amministrazione dell'Università, confortato dal Senato Accademico, è pervenuto non solo per i rapporti che si sono instaurati e già illustrati dal relatore Conti, ma anche perché è necessario che la Regione valuti la validità o meno del trasferimento a Santena, entro un breve periodo di tempo, altrimenti ci renderemmo corresponsabili del blocco della situazione universitaria così com'è attualmente.
Dalla relazione Conti traspare come trasferimento delle Facoltà di Agraria e Veterinaria innesti un processo di ristrutturazione non completo ma intanto già prevedibile, che dovrà essere esaminato di concerto tra l'Università, la Regione, gli enti locali ecc. Il dibattito sul problema dell'Università, lo abbiamo capito tutti, non è un dibattito accademico, ma deve approdare a decisioni ed a atti precisi di politica della Regione senza di che viene meno la credibilità nella Regione in rapporto al problema dell'Università e in rapporto alla responsabilità che si ha verso la Comunità regionale.
Con questo intendo sottolineare, se ce ne fosse ancora bisogno - ma il Presidente naturalmente l'ha afferrata in pieno - l'urgenza che il dibattito avvenga al più presto per giungere a delle conclusioni deliberative, vincolanti e impegnative per la Regione.



PRESIDENTE

Sospendo un momento la seduta.
Prego i Capigruppo di venire nel mio ufficio.



(La seduta sospesa alle ore 18,40, riprende alle ore 18,50)



PRESIDENTE

La seduta è riaperta.
Prego ancora una volta il Consigliere Revelli di voler fungere da Segretario.
Si è convenuto di cessare il dibattito questa sera e riprenderlo il giorno 21 (dopo farò la convocazione regolare) alle ore 16 nella previsione di poterlo ultimare. Nel caso che non si potesse concludere si rinvierà probabilmente a giovedì- o venerdì della stessa settimana, giorni in cui è già prevista la convocazione.


Argomento:

Interrogazioni e interpellanze (annuncio)


PRESIDENTE

Devo ora comunicare le interrogazioni, interpellanze e mozioni pervenute: Interrogazione dei Consiglieri Bertorello e Menozzi che chiedono al Presidente della Giunta se sia o meno a conoscenza della prospettiva d'insediamento di una fonderia di piombo in Borgo Lavezzano (Novara) e quali iniziative intenda adottare affinché l'insediamento industriale in parola venga evitato o quanto meno realizzato con modalità tali da eliminare completamente paventate conseguenze.
Interrogazione del Consigliere Carazzoni relativa allo stato dei lavori e ai tempi di esecuzione della costruenda - autostrada dei trafori.
L'interrogante vorrebbe sapere dal Presidente della Giunta e dall'Assessore competente quando si prevede che entreranno in esercizio il tronco Voltri Alessandria e Alessandria-Stroppiana. Chiede anche altre notizie relative a questa costruzione.
Interrogazione dei Consiglieri Rivalta, Berti, Besate, Vecchione i quali, in relazione a pubblicazioni apparse sui giornali nei giorni passati, interrogano il Presidente e la Giunta per sapere se sono a conoscenza di fatti relativi a subappalti da parte della Società del Frejus che possano confermare la presenza di tentativi di costituzione di una rete mafiosa diretta a controllare gli appalti e per conoscere quali interventi e misure intenda attuare per impedirne la costituzione.
Interrogazione urgente dei Consiglieri Lo Turco e Revelli relativa alle preoccupazioni che assillano i lavoratori nella fabbrica IPCA di Ciriè. Chiedono all'Assessore alla Sanità quali iniziative intende adottare o siano state prese e a quale risultato abbiano portato e se non ritenga informare il Consiglio.
Interpellanza dei Consiglieri Marchesotti, Bono, Rivalta, Raschio su un'iniziativa presa dal Comune di Alessandria relativa ad attività svolte dalla Montedison nella zona dell'alessandrino. Desiderano sapere se la Giunta intende o no rispondere affermativamente alle proposte che il Consiglio Comunale di Alessandria ha prospettato alla Regione e conoscere a fondo il problema per poter giudicare con cognizione di causa, prendendo i necessari contatti nazionali ed internazionali.


Argomento:

Ordine dei giorno prossima seduta


PRESIDENTE

Il Consiglio Regionale è convocato presso il Palazzo delle Segreterie Piazza Castello, 205, per il giorno 17 maggio alle ore 10 e alle ore 16 con il seguente ordine del giorno: Approvazione verbali sedute precedenti.
Interpellanze e interrogazioni Comunicazioni del Presidente.
Esame del disegno di legge n. 65 relativo a delimitazione delle zone montane omogenee, costituzione e funzionamento delle Comunità Montane.
Relatore Dotti.
Esame del disegno di legge n. 46 relativo a: determinazione dell'indennità di presenza e del rimborso spese ai componenti del Comitato regionale di controllo e delle sue Sezioni decentrate. Relatore Beltrami.
Esame della relazione della Giunta sull'attività del Comitato di controllo e delle sue Speciali Sezioni decentrate.
Proposta di modifica del secondo stralcio del Regolamento del Consiglio per quanto attiene alle competenze delle Commissioni permanenti e alla composizione delle Commissioni permanenti.
A quella data convocherò ufficialmente (cosa che non posso fare in questo momento perché abbiamo una convocazione per il giorno 17) per il giorno 21 alle ore 16 il Consiglio con il solo punto all'ordine del giorno dopo l'approvazione dei verbali delle sedute precedenti e le comunicazioni del Presidente, "Prosecuzione del dibattito relativo al problema universitario".
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19)



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