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Dettaglio seduta n.150 del 26/04/73 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SANLORENZO


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta e aperta I processi verbali delle adunanze del 16 e 17 aprile sono stati distribuiti prima della seduta odierna; se non vi sono osservazioni li consideriamo approvati.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazioni dei Consiglieri Marchesotti, Raschio e Nesi, Simonelli sulla situazione occupazionale allo stabilimento Delta di Serravale Scrivia


PRESIDENTE

Passiamo al secondo punto all'ordine del giorno: "Interpellanze e interrogazioni".
La prima interrogazione è quella afferente all'argomento "Garanzie degli attuali livelli di occupazione in seguito alla cessione pacchetto azionario dello stabilimento Delta di Serravalle Scrivia alla Società Metallurgica Italiana".
Su questo tema erano state presentate due interrogazioni, una dei Consiglieri Marchesotti e Raschio e un'altra dei Consiglieri Nesi e Simonelli.
Qualcuno la vuole illustrare?



RASCHIO Luciano

Noi avevamo chiesto il rinvio di questa interrogazione perché era assente il collega Simonelli e tendevamo ad unificare il dibattito. Dal momento però che il collega Nesi è presente (anch'egli è firmatario del documento) penso sia più che mai opportuno trattare questo problema.
Se il Consigliere Nesi non ha nulla in contrario noi vorremmo sentire prima l'Assessore Petrini e dalla sua risposta ci regoleremo in conseguenza.



PRESIDENTE

Ha la parola l'Assessore Petrini.



PETRINI Luigi, Assessore all'industria

Signor Presidente: con il suo consenso, come d'altro canto è stato richiesto, risponderei alle due interrogazioni sullo stabilimento Delta di Serravalle Scrivia, presentate rispettivamente dai Consiglieri Marchesotti e Raschio, o dai Consiglieri Nesi e Simonelli.
Prima di soffermarmi sulla questione della recente fusione per incorporazione della "Delta" nella Società Metallurgica Italiana e sui riflessi che, si teme, tale operazione possa comportare soprattutto per quanto riguarda il mantenimento dei livelli di occupazione e le prospettive di lavoro dell'azienda, ritengo opportuno fare un cenno, sia pure molto breve, sulle due società in argomento.
La "Delta" Società Metallurgica Ligure, dapprima interamente di proprietà della Finmeccanica (gruppo IRI) è passata nel 1969 per il 50 per cento alla SMI che l'ha ora integralmente assorbita. Detta Società ha uno stabilimento a Serravalle Scrivia dove vengono prodotti semilavorati di metalli non ferrosi, tra cui in particolare tondelli per monete e medaglie.
La S.M.I. Società Metallurgica italiana, appartenente ad un gruppo privato, è stata fondata nel 1886 e, oltre allo stabilimento"Delta" che ha recentemente, incorporato, possiede altri quattro punti di produzione: a Fornaci di Barga (Lucca), a Limestre (Pistoia), a Campo Tizzoro (Pistoia) e a Brescia.
Il capitale della S.M.I. (13.400.000.000) risulta frazionato nelle mani di circa 5.000 azionisti, nella maggior parte italiani. Una relativamente grossa partecipazione pare sia di proprietà di un gruppo francese operante nello stesso settore. Non risulta invece che la Rhodesia abbia una partecipazione nella Società; può anche darsi che qualche cassettista sia rhodesiano, ma sicuramente non lo è il gruppo di comando.
I rapporti di fornitura delle materie prime vengono stabiliti con diversi Stati. Per un certo periodo è stato importato rame dall'attuale Zambia, ma per l'approvvigionamento dello stesso minerale si ricorre anche al Cile e si hanno relazioni commerciali con l'Unione Sovietica.
Secondo quanto è stato possibile appurare, l'incorporazione dello stabilimento Delta di Serravalle Scrivia sarebbe stata suggerita dall'indifferibile necessità di determinare questa moderna azienda una dimensione ottimale di capacità produttiva. La compartecipazione paritetica della Finmeccanica e della SMI non consentiva infatti una piena integrazione delle produzioni, condizione vitale questa in un settore dominato da complessi integrati non solo orizzontalmente, ma anche verticalmente.
I risultati di questa operazione, ormai per altro da considerarsi già perfezionata essendo stati emessi i decreti di omologazione dal tribunale sembrano confermare l'utilità della scelta attuata; attraverso l'opera di organizzazione e di ristrutturazione svolta dalla SMI nella Delta dal momento in cui ne assunse la responsabilità di gestione (nell'agosto del 1969), anche attraverso la concentrazione di alcune lavorazioni trasferite alla Delta dalla SMI, si è infatti avuto un incremento di cento unità operaie; le produzioni sono passate da tonn. 28.867 nel 1969 a tonn. 65.000 circa nel 1972 ed il fatturato da miliardi 12,5 circa nel 1969 è giunto nel 1972 a circa 26 miliardi.
D'altro canto, lo scarso tiraggio del mercato interno, che costringe a costosi incentivi all'esportazione, e altre difficoltà dimostrano pure,a detta di esperti, come lo stabilimento di Serravalle Scrivia non potesse avere possibilità di vita autonoma efficiente e che, solo attraverso l'integrazione delle sue produzioni con quelle di una società molto diversificata, fosse possibile configurare un futuro industriale della Delta che altrimenti avrebbe finito per non avere sbocchi positivi.
Nonostante le sopraddette difficoltà, la SMI appunto per la sua produzione diversificata si è dichiarata estranea a qualsiasi considerazione di ristrutturazione aziendale o di riduzione del personale ed ha anzi affermato di essere protesa verso obiettivi di espansione.
Sul mantenimento degli attuali livelli di occupazione presso lo stabilimento Delta di Serravalle Scrivia sono state date ampie assicurazioni. Poiché, anzi, la SMI ha in progetto, in collaborazione con una Società specializzata, la costruzione di una fonderia, all'interno dello stabilimento stesso, si prevede sin d'ora un incremento della manodopera di circa il 10 per cento dell'attuale livello di occupazione. Si avrebbe cioè, in assoluto, un incremento di circa 70 addetti, considerando che attualmente il livello di occupazione nella Delta è di circa 700 unità.
Questo investimento porrà dei problemi per quanto riguarda il reclutamento del suddetto personale in quanto la zona è scarsa di manodopera specializzata.
Risulta peraltro che la Società per rimediare a tale inconveniente ha preso contatti con il Ministero del Lavoro, al fine di esaminare la possibilità di reperire tra i nostri emigranti all'estero il personale necessario.
Per quanto riguarda le prospettive di lavoro la SMI riconosce l'oggettiva importanza del settore delle leghe speciali e, pertanto, ha ribadito la propria presenza attiva in questo campo, proprio attraverso lo stabilimento di Serravalle Scrivia, per poter cogliere e sfruttare tutte le innovazioni possibili.
La Giunta Regionale seguirà comunque con ogni attenzione la questione e si terrà in stretto contatto con la Società la quale, dichiarandosi cosciente dei problemi connessi alla realtà ed alle funzioni delle nuove istituzioni regionali, ha assicurato la propria disponibilità a concorrere nelle definizioni e nell'attuazione delle politiche di programmazione regionale per quanto riguarda i problemi sollevati dai propri insediamenti industriali sul territorio della regione.
Infine, desidero far presente, per quanto riguarda la richiesta di un esame intorno al ruolo delle partecipazioni statali in Piemonte, che la proposta è oggetto di una nostra attenta valutazione, in considerazione sia delle esperienze già fatte da altre Regioni (ad esempio la Liguria, dove il problema è stato dibattuto in un'apposita conferenza), sia del fatto che nella nostra Regione il capitale pubblico risultava, al 31/12/1972 interessato in 28 imprese, suddivise in 46 punti aziendali, dove trovavano occupazione 20.176 addetti di cui però oltre la metà, e precisamente 12.987 addetti, facevano parte di imprese tipicamente statali o a prevalente interesse statale; e senza trascurare, inoltre, che il problema delle funzioni delle partecipazioni statali è di ampissimo respiro e soprattutto, va coerentemente visto in linea con gli obiettivi della programmazione nazionale, laddove il problema dell'incentivazione industriale al Mezzogiorno può ricevere adeguata soluzione particolarmente attraverso un impulso da parte appunto delle imprese a partecipazione statale.
Un'ultima precisazione sento il dovere di fare.
Recentemente la Delta di Serravalle Scrivia è stata al centro di violente polemiche in seguito ad episodi di tensione venutisi a creare all'interno dello stabilimento tra maestranze da una parte e direzione dall'altra.
In particolare si è avuto che in ripetuti casi, a fronte di alcune ore di sciopero, l'azienda decidesse di chiudere l'intero turno giustificando la contromisura con il danno che derivava ai forni a flusso continuo dalle interruzioni frazionate del lavoro. La vicenda culminava un giorno con la chiusura delle mense, durante uno di questi turni, e la conseguente distruzione dei pasti. Sull'intera serie di episodi risulta sia stata presentata un'interrogazione in Parlamento. Tutto ciò pur non volendo entrare nel merito dei fatti che esulano, direttamente, dall'oggetto dell'interrogazione presentata alla Giunta Regionale e che si conoscono solo in parte, va spiegato probabilmente con il tema che ha dominato il panorama sindacale in questi ultimi tempi e cioè le trattative per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici del settore privato.
In riferimento a ciò, prendendo atto dello stato di tensione che aveva caratterizzato in questo ultimo periodo la vita all'interno dello stabilimento Delta, si condannano queste forme di intransigenza ad oltranza che di fatto, precludendo lo svolgimento di un'equilibrata contrattazione sindacale, portano danni economici e materiali soprattutto ai lavoratori e tanto più oggi che l'accordo per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici è stato raggiunto, noi auspichiamo che la situazione possa normalizzarsi.



PRESIDENTE

Qualcuno degli interroganti? La parola al Consigliere Raschio.



RASCHIO Luciano

Ringrazio l'Assessore Petrini per le informazioni e per alcuni giudizi che condivido.
Ritengo però che la prima parte della sua relazione dovrebbe essere maggiormente collegata con tutto il travaglio dello stabilimento Delta. E mi spiego: leggendo la relazione nella sua prima parte, si giunge alla conclusione che, bene ha fatto il capitale a partecipazione statale a liquidare l'altro 50 per cento di sua proprietà. Poi la fabbrica Delta, a totale capitale privato (a detta della relazione) ha migliorato la produzione e darebbe ampie garanzie non solo di mantenere le maestranze occupate, ma addirittura, nel giro di poco tempo, di assumere altro personale andando a rastrellarlo in tutta la zona e anche fuori.
Le cose però non stanno così, caro Assessore Petrini e mi permetto di darti questa informazione perché essendo noi del posto e avendo partecipato per anni alle battaglie della Delta quando era completamente diretta dal capitale statale, conosciamo perfettamente la questione.
Il Presidente del Consiglio mi permetterà alcuni minuti, anche se non intendo violare le norme del regolamento del Consiglio Regionale. La Società Delta ha sempre prodotto particolarmente per l'esportazione (vedi ad esempio Turchia, Inghilterra, ecc.) ed il suo prodotto è sempre stato richiesto, sollecitato nell'ambito del territorio nazionale perché si tratta di leghe speciali che sono usate anche per la fabbricazione delle monete da cinque e da dieci lire. E' un prodotto quindi, quello del Delta che viene ampiamente utilizzato dalla Zecca.
Che cosa è avvenuto? Quando lo Stato ha incominciato a cedere il primo 50 per cento alla SMI, non rendendosi conto che questa era un'azienda pilota che non aveva problemi per il collocamento del prodotto, è entrata in gioco l'azione della Società SMI (che noi diciamo essere collegata col capitale razzista rhodesiano) i cui tecnici ed amministratori hanno lavorato per ridurre la produttività della Delta, per mettere in difficoltà le maestranze, con degli errori di carattere tecnico e di gestione, per cui la richiesta da parte della SMI di ottenere l'altro 50 per cento divenne una questione elementare.
Non so se ho resa chiara la manovra messa atto per rapinare, in modo abbastanza elegante, un'azienda che aveva ancora, due o tre anni addietro il predominio assoluto del capitale di Stato.
In queste settimane abbiamo visto la SMI violare ripetutamente lo statuto dei lavoratori. La classe operaia del Delta ha reagito per magnificamente respingendo le intimidazioni e festeggiando addirittura il 25 aprile nello stabilimento con una solenne manifestazione antifascista in memoria di diversi operai caduti durante la lotta di Liberazione quando la Delta aveva ancora la sua sede a Genova.
Che cosa chiediamo ora? 1) Che la parte finale, che noi giudichiamo interessante, della relazione Petrini, che giustamente condanna il metodo antisindacale dell'attuale direzione della SMI, venga condensata in un documento della Giunta e mandato alla SMI la quale deve fare ancora una volta i conti con la classe operaia della Delta 2) noi abbiamo proposto nell'interrogazione di procedere al più presto ad un esame e poi ad un convegno della Regione Piemonte sulle partecipazioni statali, perché la vicenda della Delta ci deve far meditare e anche quella dell'Italsider di Novi alla quale e legata tutta la problematica del meridione.
Quindi la nostra richiesta è concreta e ci riteniamo parzialmente soddisfatti delle informazioni date dall'Assessore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Nesi.



NESI Nerio

Chiedo scusa se le mie informazioni sono scarsissime, ma l'interrogante era il Consigliere Simonelli.
Io ho ascoltato con attenzione i colleghi Petrini e Raschio e mi pare che la prima parte della relazione dell'Assessore sia molto discordante con quanto dice Raschio. Sulla seconda parte invece, quella che riguarda la questione sindacale, c'è una certa concordanza. Ferma rimanendo quindi la riserva che faccio a nome del collega Simonelli - che oggi è in congedo sono d'accordo con quanto propone Raschio e cioè che la Giunta prepari un documento relativo alla seconda parte della relazione Petrini.
Per quel che riguarda la proposta fatta da Raschio circa un convegno sulle partecipazioni statali in Piemonte, mi sembra di grande attualità proprio perché il Piemonte è la regione italiana del triangolo industriale in cui la presenza del capitale pubblico è meno forte.
Anch'io quindi mi dichiaro né soddisfatto, né insoddisfatto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Petrini.



PETRINI Luigi, Assessore all'industria

La Società si è dichiarata disposta, prendendo atto dell'esistenza dell'Ente Regione, di tenere con noi degli stretti contatti anche per quanto riguarda la programmazione regionale e l'insediamento eventuale di nuovi stabilimenti, quindi non ho difficoltà ad accettare che quanto è stato detto sia condensato in un documento e sia fatto conoscere all'azienda.
Per quanto riguarda il problema delle partecipazioni statali ho fornito alcuni dati che indicano le proporzioni del fenomeno nella nostra regione e ho detto pure che la Giunta si fa carico di esaminare attentamente la questione per indire eventualmente una conferenza o elaborare uno studio appropriato.


Argomento: Varie

Interrogazione dei Consiglieri Nesi e Calsolaro su violenze di esponenti del M.S.I


PRESIDENTE

E' ora all'esame l'interrogazione presentata dai Consiglieri Nesi e Calsolaro il 19/2/1973 concernente l'episodio di violenza avvenuto lunedì 29 gennaio da parte di esponenti del M.S.I. ai danni di quattro giovani del movimento studentesco.
Risponde l'Assessore Borando.



BORANDO Carlo, Assessore alla polizia urbana e rurale

Io avevo avuto già occasione di rispondere all'interpellanza avanzata dai Consiglieri Curci e Carazzoni, abbinandola appunto a quella presentata dai Consiglieri Nesi e Calsolaro.
Debbo dire che ho rivolto istanza al Presidente del Consiglio Regionale perché voglia disporre che le seguenti interpellanze ed interrogazioni riguardanti atti teppistici e di violenza a sfondo politico, siano svolte contemporaneamente stante la loro stretta connessione in ordine all'argomento oggetto di spiegazioni.
Seguendo l'ordine d'invio dei documenti al Consiglio, presenterò la prima interpellanza formulata dai Consiglieri Curci e Carazzoni quali invitano il Consiglio a discutere e valutare la gravità e le conseguenze di episodi di violenza politica che sarebbero stati perpetrati da elementi della "sinistra" operanti a Torino, a danno di esponenti del M.S.I. e di sindacalisti della CISNAL.
Segue un'interrogazione dei Consiglieri Nesi e Calsolaro in relazione ad un episodio avvenuto la sera del 29 gennaio in cui - ripeto le parole del testo - "un gruppo di picchiatori fascisti al volante di un'auto risultata di proprietà del Consigliere regionale Domenico Curci, Segretario provinciale del M.S.I., ha aggredito quattro giovani del 'Movimento studentesco' ferendo gli stessi con bastoni e catene".
Altra interrogazione formulata dai Consiglieri Nesi e Calsolaro chiede se siamo a conoscenza che i Carabinieri di Settimo Torinese hanno denunciato alla Procura della Repubblica sei componenti del Consiglio di fabbrica della Pirelli firmatari di una manifestazione di solidarietà per il Vietnam che si è tenuta il 23 dicembre 1972.
E' perfettamente noto che nelle materie di competenza statale, quale è il settore della "polizia di sicurezza", la Regione non ha ingerenza alcuna.
Questa premessa, apparentemente ovvia, spiega la riluttanza dell'Autorità di Pubblica Sicurezza a fornire alla Regione informazioni sugli episodi testè menzionati.
Mi consta tuttavia che sui recenti episodi del capoluogo regionale si è svolto, nello scorso mese di febbraio, un ampio dibattito in Parlamento e che il Sottosegretario all'Interno abbia risposto alle numerose interrogazioni presentate dai Deputati di tutti i gruppi politici. In quell'occasione il Sottosegretario on.le Sarti ha anche fornito alcune cifre sulle denunce presentate nel 1972 dalla polizia di Torino alla Magistratura: sono state denunciate 797 persone di cui 72 in stato di arresto tra gli appartenenti a gruppi di estrema sinistra e di destra.
Pertanto, lungi dal volere accantonare il problema perché la Costituzione non ci ha incaricato di occuparcene o perché già discusso nella competente sede parlamentare, ritengo che la Regione, quale organo democratico elettivo, non possa in alcun modo rimanere insensibile davanti a problemi così rilevanti e che esistono nella nostra regione specificatamente nel capoluogo.
Prendo spunto dalle brillanti ed argute argomentazioni che il Presidente avv. Oberto svolse nella seduta del 19 febbraio scorso esprimendo ferma e decisa condanna per ogni forma di violenza, concordo pienamente con l'opportunità di evitare che la discussione sugli episodi menzionati si esaurisca in uno scambio di opinioni; sia pure con diverse intonazioni ed angolazioni tendenti a deplorare e condannare solo a parole la violenza.
Ritengo invece che il Consiglio affronti il dibattito in modo realistico assumendo una presa di posizione caratterizzata da un impegno più incisivo agli occhi di quella "maggioranza silenziosa" che vive in continuo allarme a motivo delle peggiorate condizioni dell'ordine pubblico non tralasciando, tuttavia, di valutare le cause della violenza determinata spesso da condizioni di malcontento o da legittime aspettative, ma esasperate e strumentalizzate da frange violente con il deliberato intento di mettere in crisi città ed istituzioni.
Occorre quindi impegnarsi ad operare in ogni senso e in ogni direzione con la coscienza di non aver trascurato nulla di quanto è in nostro potere per favorire, in modo ordinato, le condizioni di progresso economico e sociale nella nostra regione.
E' pur vero che in una libera democrazia la conciliazione tra momento dell'autorità ed il momento della libertà è scelta assai difficile, anzi arte di governo, ma è altrettanto vero che quando la violenza tende a riprodursi e ad esplodere, il rafforzamento dell'autorità di Stato è necessaria e non deve essere interpretata come repressione ma come garanzia di libertà.
Tutto ciò premesso suggerisco l'opportunità di una presa di posizione del Consiglio rivolta al Governo perché si impegni ad intraprendere una lotta imparziale - nel rispetto scrupoloso della legge - agli esecutori agli organizzatori, ai finanziatori della violenza da qualsiasi parte essa provenga, una presa di posizione che, però, non debba prescindere da un leale e giusto riconoscimento delle funzioni svolte dalla polizia per l'avvenire delle istituzioni democratiche.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Nesi.



NESI Nerio

Ho ascoltato quanto ha detto l'Assessore Borando e vorrei sapere chi gli ha scritto queste auree parolette; vorrei anche sapere se con questo stesso animo l'Assessore Borando verrà oggi pomeriggio alla seduta solenne del Consiglio Regionale del Piemonte nella quale faremo una professione pubblica, ufficiale, solenne contro il fascismo, in tutte le sue forme.
A discussioni che sono indegne di questo Consiglio, il Gruppo socialista non replica. Quindi trasformeremo in mozione la nostra interrogazione, con animo indignato. Con posizioni di questo genere non ci sono accordi di centro-sinistra da fare.


Argomento: Ristrutturazione industriale - Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione del Consigliere Zanone sullo smantellamento dell'ISML di Novara


PRESIDENTE

Interrogazione del Consigliere Zanone "Iniziative per evitare lo smantellamento dell'ISML (Istituto Sperimentale dei metalli leggeri) di Novara" Risponde l'Assessore Visone.



VISONE Carlo, Assessore al lavoro

Signor Presidente, signori Consiglieri, in relazione all'interrogazione presentata circa lo smantellamento dell'ISML proposta dalla Montedison, nel mese trascorso dall'atto della presentazione del documento sono stati programmati degli incontri con i rappresentanti, smonacali e con i rappresentanti interessati dei ricercatori. E' poi stato richiesto un incontro (avvenuto presso la Montedison a Milano) durante il quale è stata spiegata la ragione di questo smantellamento.
Come è noto, la Montedison cede tutta la parte che riguarda il settore dei metalli leggeri, in particolare l'alluminio, all'Alumetal che dovrebbe a sua volta passare all'EFIM, istituto, creato appositamente per sfruttare il settore dell'alluminio. E' stato però fatto notare dalla Giunta che smantellare l'ISML in questo momento significava distruggere un patrimonio che sarebbe stato indispensabile poter fornire all'EFIM nella sua integralità.
Ad fine di raggiungere questo scopo è stato interessato il Ministro della ricerca scientifica chiedendogli un incontro con la Montedison e le parti interessate. L'incontro ha avuto luogo il 13 aprile a Roma, ma poich non erano presenti né l'EFIM né il Ministro delle partecipazioni statali, è stato chiesto alla Montedison di soprassedere alla ristrutturazione in atto in quanto parte del personale di ricerca doveva passare all'Istituto Denegani. Alla presenza del Ministro, l'amministratore delegato della Montedison ha accettato di soprassedere alla ristrutturazione fino a quando non avrà luogo l'incontro tra EFIM, rappresentanti della Giunta, del Piemonte e della Lombardia, Ministro della ricerca scientifica per discutere tutta la questione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zanone.



ZANONE Valerio

Ringrazio per le notizie date, dall'Assessore Visone


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interrogazione dei Consiglieri Nesi e Calsolaro sulla mancata costruzione di 600 vani Gescal nel Comune di Piossasco


PRESIDENTE

Abbiamo ancora un interrogazione "Mancata costruzione di 600 vani Gescal nel Comune d Piossasco" presentata il 17/4/1973 dai Consiglieri Nesi e Calsolaro.
Risponde l'Assessore Benzi, ne ha facoltà.



BENZI Germano, Assessore all'urbanistica

Signor Presidente, signori Consiglieri, la Gescal in data 7 novembre 1972 attribuiva al Comune di Piossasco uno stanziamento di L. 1.500.000.000 disposto per la costruzione di alloggi per lavoratori, in attuazione del programma straordinario di intervento Gescal.
In data 22 novembre 1972 lo IACP di Torino, con telegramma n. 363/b 1142/265/DT/SO/GS, comunicava all'Amministrazione Comunale di Piossasco l'avvenuta approvazione, da parte della Gescal, dello stanziamento di cui sopra.
Con deliberazione n 180 in data 1/12/1972, il Consiglio Comunale riunito in sessione straordinaria, individuava, ai sensi dell'art. 51 della legge 22/10/1971 n 865, le aree da utilizzare per la realizzazione di tale intervento.
Con la stessa deliberazione - al punto 4) del deliberato - veniva precisato che "l'area prescelta, ai fini dell'edificazione, soggiace alla disciplina stabilita dal vigente R.I.E. con annesso Programma di fabbricazione, ad eccezione dell'altezza massima dei fabbricati che passa da m. 14 a m. 18,70, ai sensi del secondo comma dell'art. 51 della legge 22/10/1971,n. 865".
Tale deliberazione era resa esecutoria dal Comitato di controllo sugli atti dei Comuni, Sezione di Torino, in data 19/2/1973 con il seguente provvedimento: "Nulla rileva limitatamente a quanto di competenza e fatti salvi i provvedimenti degli organi tecnici".
Successivamente, in data 15/3/1973 prot. 2142 U, tale deliberazione opportunamente corredata con la documentazione tecnica, perveniva presso l'Assessorato all'urbanistica.
In data 11 aprile 1973 l'Assessorato, a seguito di istruttoria emetteva il seguente apprezzamento di merito: "Esaminata la deliberazione in oggetto e gli atti allegati considerato: che la stessa si riferisce alla localizzazione del programma straordinario Gescal nel Comune di Piossasco per uno stanziamento di L.
1.500.000.000, ai sensi dell'art. 51 della legge 22/10/1971 n. 865 e conseguente individuazione dell'area idonea all'intervento che con tale deliberazione si intende modificare, in forza del secondo comma del citato art. 51, l'altezza massima dei fabbricati portandola, in variante alle norme di zona del programma di fabbricazione vigente, da m.
14 a m. 18,70 che la normativa prevista dal secondo comma del predetto art. 51 esprime la propria efficacia relativamente all'adeguamento, ove necessario della disciplina urbanistica di tali aree, ai limiti e rapporti di cui al penultimo comma dell'art. 17 della legge 6/8/1967 n. 765, differenziati e definiti in zone territoriali omogenee con DM. 2/4/1968 che il Comune è dotato di regolamento edilizio con annesso programma di fabbricazione approvato con decreto del Provveditorato Regionale alle Opere Pubbliche per il Piemonte n. 21906/URB in data 20/11/1969 che tale regolamento edilizio con annesso programma di fabbricazione è già stato redatto in conformità alle disposizioni di cui al penultimo comma dell'art. 17 della citata legge 6/8/1967 n. 765, il quale prevede che in tutti i Comuni, ai fini della formazione di nuovi strumenti urbanistici debbono essere osservati limiti inderogabili di densità edilizia, di altezza, di distanza tra i fabbricati, nonché rapporti massimi tra spazi destinati agli insediamenti residenziali e riservati alle attività collettive, a verde pubblico o a parcheggi, per cui la modifica deliberata non può, evidentemente, costituire ulteriore adeguamento agli standards, ma eventualmente variante al programma di fabbricazione che le varianti ai programmi di fabbricazione non possono prevedere soltanto alcune caratteristiche particolari delle singole costruzioni, ma devono inserire queste in un contesto urbanistico completo, giusta la presenza di uno strumento urbanistico regolarmente approvato che la norma di zona, che prevede l'altezza dei fabbricati in m. 14 è elemento necessario e sufficiente, ai fini di un completo rispetto della zona territoriale omogenea, per non consentire insediamenti con altezze diverse che l'intervento Gescal, sia pure giustificato da scopi sociali verrebbe a costituire intervento episodico alterando, per un limitato comprensorio le caratteristiche di zona.
Questo Assessorato ritiene che la delibera n. 180 in data 1°- dicembre 1972 non possa essere considerata esecutiva ai fini della corretta applicazione della legge 22/10/1971 n. 865".
Nel frattempo l'Assessorato, al fine di addivenire ad una sollecita e positiva soluzione del problema, si era premurato d'informare lo IACP di Torino, in merito a tale deliberazione, invitandolo a formulare, in alternativa, una soluzione tale da consentire la costruzione dei fabbricati nel rispetto delle previsioni dello strumento urbanistico comunale.
In data 13.4.1973 lo IACP di Torino comunicava quanto segue: "Questo Istituto Autonomo per le Case Popolari della Provincia di Torino, quale stazione appaltante per conto della Gestione Case per Lavoratori del Programma costruttivo straordinario di alloggi nel Comune di Piossasco, fa presente quanto segue circa la situazione del programma stesso.
Si è venuti a conoscenza che la delibera assunta ai sensi dell'art. 51 della legge n. 865 del 22.10.1971 da parte del Consiglio Comunale di Piossasco per la localizzazione della costruzione Gescal è stata ritenuta illegittima in quanto prevista una variante all'altezza massima dei fabbricati, dato questo fissato dal programma di fabbricazione, il quale è già conforme alle norme di cui al penultimo comma dell'art. 17 della legge 6.8.1967 n. 765.
Poiché i lavori sono stati aggiudicati mediante appalto-concorso, è stato rielaborato progetto dell'intervento onde renderlo rispondente alle norme ed alle limitazioni del piano di fabbricazione e si è constatato la sua proponibilità quale nuova soluzione planimetrica del programma costruttivo, per cui la localizzazione fissata dal Comune può essere dal medesimo riproposta con nuova delibera consiliare senza la variante di cui sopra.
Questa nuova soluzione comporta, per effetto della riduzione dei piani abitabili da cinque a quattro, un aumento del numero degli edifici e, per l'eliminazione dei porticati, la necessità di ricavare i depositi-cantine nel piano seminterrato, prima non esistente.
Da tutto ciò consegue un maggior costo, di cui è in corso di determinazione l'effettiva entità economica, nonché una deroga alle norme tecniche della Gescal circa i porticati.
L'autorizzazione per tale deroga verrà inoltrata dopo la determinazione del dato economico di cui sopra per l'eventuale contemporanea richiesta di aumento del costo a vano. Unitamente dovrà essere autorizzata anche la variante al programma di intervento con la riduzione del numero degli alloggi da 110 a 104 e del numero dei vani da 605 a 576.
Si ritiene però che tutto quanto sopra accennato sarà contenuto nei limiti dello stanziamento fissato dalla gestione.
L'Assessorato all'urbanistica intende quindi chiarire che l'apprezzamento di merito espresso sulla deliberazione n. 180 del Consiglio Comunale di Piossasco non è il risultato di un intransigente criterio valutativo, bensì la logica conseguenza di una coerente interpretazione della normativa vigente.
L'Assessorato all'urbanistica esprime inoltre la sua precisa intenzione a favorire l'insediamento di Piossasco a condizione tuttavia che esso sia realizzato in osservanza alle disposizioni di legge."



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calsolaro.



CALSOLARO Corrado

Ringrazio l'Assessore per la sua risposta della quale però, non so se per colpa dell'aula o perché l'Assessore è afono, non ho capito assolutamente niente. Vedevo che stava parlando, ma non riuscivo ad afferrare ciò che diceva.
Pregherei quindi l'Assessore di farmi gentilmente avere una copia scritta della sua risposta, di modo che io possa valutare se dichiararmi soddisfatto o insoddisfatto.



BENZI Germano, Assessore all'urbanistica

Mi spiace che non abbia sentito.
La questione comunque è questa: il piano presentato dallo IACP prevedeva le case alte m. 18,70 mentre il regolamento del Comune le prevedeva solo di m. 14. A questo punto abbiamo pregato i funzionari dello IACP di trovarsi nel mio ufficio con il Sindaco di Piossasco e abbiamo stabilito di attenerci ai 14 m. come preventivato. Ci si rimette una ventina di camere, sei alloggi in tutto, ma viene speso un miliardo e mezzo come era previsto.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio


PRESIDENTE

Passiamo al punto terzo dell'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente".
Hanno chiesto congedo per la seduta odierna i Consiglieri Calleri Cardinali, Curci, Fassino, Franzi, Giovana, Oberto e Simonelli.
Informo che il Commissario del Governo ha apposto il visto sulla legge regionale concernente l'intervento regionale per agevolare l'accesso al credito agrario di conduzione. In merito ha comunicato le seguenti osservazioni formulate dal Governo: a) il rinvio generico alle leggi statali stabilito dal primo comma dell'art. 3 esorbita dalla competenza regionale, in quanto si estende alle agevolazioni fiscali disposte dalle leggi statali richiamate; peraltro tale rinvio è inoperante in quanto le leggi fiscali statali sono già applicabili senza necessità di recepimento b) lo stanziamento di 600 milioni di cui all'art. 4 secondo comma potrà essere iscritto in bilancio solo contestualmente al corrispondente prelevamento dal capitolo 1404 c) la statuizione della decorrenza al 1^ gennaio 1973 non pu comportare l'estensione retroattiva del beneficio del concorso regionali negli interessi ai prestiti di conduzione effettuati d) la stipulazione di convenzioni con istituti ed enti esercenti il credito agrario è superflua, essendo sufficiente una lettera ufficiale di accettazione da parte di tali istituti ed enti in quanto questi gestiscono capitali propri e non fondi di anticipazione regionali.
Il Commissario del Governo ha altresì apposto il visto alla legge regionale concernente gli interventi nel settore dei miglioramenti fondiari, comunicando che il Governo ha in merito osservato la non operatività del rinvio effettuato dalle leggi statali secondo quanto osservato per la legge precedente. Per entrambe le leggi resta fermo l'obbligo della Regione di apportare le eventuali richieste di modifica formulate dall'esecutivo comunitario.
Desidero altresì comunicare al Consiglio, e soprattutto ai Capigruppo che domani, 27 aprile, alle ore 17, avrà luogo in via Maria Vittoria 18 come già annunciato, la riunione della Conferenza dei Presidenti per concordare il programma della sessione ordinaria di primavera.
Signori Consiglieri, con la celebrazione solenne del 25 aprile, che si terrà questa sera, alle ore 18, nella Sala del Senato Subalpino, la Regione Piemonte intende dare avvio ad un programma di iniziative che, con inizio nel 1973, e sviluppandosi sino al 1975, siano atte a ricordare e rinnovare quegli ideali e quegli eventi che diedero vita, trent'anni or sono all'inizio della lotta di liberazione, cinque anni dopo alla promulgazione della Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza antifascista, e che costituiscono, oggi come allora, base, sostanza, prospettiva del patto unitario democratico e antifascista liberamente scelto dal popolo italiano.
Un patrimonio da rinnovare, una conquista da difendere contro le minacce oscure, contro gli attentati alle liberta democratiche, contro le violenze fasciste che si sviluppano ormai da anni nel nostro Paese e che vanno decisamente stroncate applicando la legge repubblicana.
Questo è l'intendimento con il quale la Presidenza del Consiglio Regionale ha avviato un'ampia consultazione, con la presenza della Giunta di tutte le forze e le Associazioni rappresentative della Resistenza antifascista del Piemonte, trovando il loro pieno consenso e ricavando una somma di proposte e di iniziative che la Regione si propone di assumere, o patrocinare o coordinare, di concerto con tutte le forze democratiche e antifasciste della comunità regionale.
Le proposte riguardano innanzitutto alcune manifestazioni organizzate o patrocinate dalla Regione, che iniziano con la solenne seduta del Consiglio Regionale che avrà luogo oggi pomeriggio a Palazzo Madama. Le altre manifestazioni che seguiranno dovrebbero essere: il raduno interregionale degli ex-internati che si svolgerà a Bardonecchia il 23-24 giugno la commemorazione del 25 luglio con assemblea di tutti gli eletti del Piemonte cui dovrebbero parlare i Presidenti della Camera, del Senato e della Costituente, sotto il titolo: "30 anni dopo" la consegna della medaglia d'oro alla Val Sesia (9 settembre) una manifestazione a Chivasso in ricordo dell'incontro (12 dicembre 1943)-tra Resistenza, piemontese e valdostana da cui scaturì la "Dichiarazione dei rappresentanti delle popolazioni alpine", prima manifestazione ufficiale delle aspirazioni delle vallate alpine a vedere riconosciute le loro caratteristiche etniche e culturali una manifestazione celebrativa della Costituzione Repubblicana in occasione dell'anniversario della sua entrata in vigore (1^ gennaio 1974).
Oltre a queste manifestazioni, sono state proposte diverse iniziative.
Esse si riferiscono innanzitutto a quanto già da tempo programmato da parte dell'Ufficio di Presidenza e in avanzata fase di realizzazione e cioè la distribuzione di copie della Costituzione e dello Statuto nelle scuole (medie ed Università) e nelle fabbriche accompagnate da una conferenza dibattito illustrativa. E' anche stata proposta da più parti e con particolare vigore l'organizzazione di pellegrinaggi di giovani ai campi di sterminio, sui luoghi delle battaglie, partigiane, e nelle Regioni dove sono nate le personalità più illustri dell'antifascismo e della Costituente.
Le altre iniziative dovrebbero riguardare: l'organizzazione di corsi-dibattito di aggiornamento per operatori della scuola e della società (insegnanti, militari, forze dell'ordine) sulla storia del 1943/1945, vista come momento della storia italiana dal 1919 al 1948 e con riferimento al nesso Resistenza - Repubblica Costituzione un ciclo di lezioni nei capoluoghi di provincia sul tema: "Costituzione e Regioni: 25 anni dopo" una conferenza all'Università sul tema:"Togliatti, De Gasperi, Nenni Einaudi. Come è nata la Costituzione" l'organizzazione di convegni qualificati sui seguenti temi: le "zone libere" come matrici di vita democratica; il rapporto tra la lotta antifascista degli operai e l'organizzazione del lavoro nelle fabbriche, il rapporto tra la lotta antifascista dei contadini e loro condizione sociale specifica; la deportazione nelle varie forme istituzione di borse di studio per studiare, i temi della Resistenza e dell'antifascismo l'organizzazione di un centro di documentazione e distribuzione cinematografica, nonché la previsione di cicli itineranti di film e di spettacoli teatrali.
Ulteriori proposte hanno suggerito l'organizzazione di una mostra permanente sulla deportazione; di un convegno di autori di pubblicazioni sulla Resistenza; di una mostra di pittura.
In una prossima riunione dopo il 1° Maggio, questo programma di massima sarà perfezionato dalle organizzazioni antifasciste e dagli organi della Regione.


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Approvazione di norme indicative per l'applicazione della legge 3/12/1970 e della Circolare del Ministro Sullo del 24/7/1972 n. 200 relative all'autonomia contabile del Consiglio Regionale


PRESIDENTE

Il punto quarto dell'o.d.g. prevede: "Approvazione di norme indicative per l'applicazione della legge 3/12/1970 e della Circolare del Ministro Sullo del 24/7/1972 n. 200 relative all'autonomia contabile del Consiglio Regionale".
Ha facoltà di parlare il Consigliere Garabello, relatore della I Commissione sull'argomento all'ordine del giorno.



GARABELLO Enzo, relatore

Ricordo innanzitutto che dovrebbe venire distribuita la nuova copertina del documento, in quanto la precedente contiene alcune inesattezze.
L'art. 23 dello Statuto prevede l'autonomia funzionale e contabile del Consiglio Regionale. A suo tempo, nel maggio '72, il Consigliere Sanlorenzo presentò un progetto di regolamento di amministrazione e di contabilità del Consiglio. L'ufficio di Presidenza lo assegnò alle Commissioni I e VIII.
La Commissione VIII, con molta diligenza, lo prese in esame alcuni mesi fa, con particolare riferimento agli articoli 1, 2, 3, 4, 5, 15, 16, 31 che erano di sua più stretta competenza; la stessa Commissione, come risulta da una relazione stilata dal collega Zanone, ha poi provveduto a riesaminare il testo dopo che ad esso erano state apportate dal presentatore alcune modifiche in funzione dei nuovi documenti pervenuti dal Governo centrale, e particolarmente del Decreto del Ministro del Tesoro 24 luglio '72 e della circolare n. 200 della stessa data del Ministro per l'attuazione delle Regioni.
Essendosi nel frattempo raggiunte le opportune intese fra l'Ufficio di Presidenza e la Giunta in rapporto agli aspetti contabili della gestione l'Ufficio di Presidenza ha sollecitato un parere finale sull'argomento alla Commissione I, la quale, intensamente impegnata nell'esame del bilancio e dei risultati della consultazione sul rapporto dell' Ires, ha incaricato una sottocommissione, formata, oltre che da chi vi parla, dai colleghi Dotti e Rivalta, con la preziosa assistenza del prof. Gaboardi, della messa a punto definitiva del testo. Il testo è quello che vi è stato distribuito e che la Commissione ha approvato, salvo che, per motivi di pratica opportunità, per un articolo, del quale al termine della mia breve relazione proporrò la sostituzione con altra stesura.
Devo dire che la Commissione VIII, in via pregiudiziale, aveva sollevato un'eccezione in merito alla competenza delle Commissioni permanenti per l'esame di questo argomento, indicando piuttosto nella Commissione per il Regolamento il luogo in cui avrebbe dovuto essere definita la questione. Risulta però dalla relazione Zanone che la pregiudiziale è stata lasciata cadere, per cui l'VIII Commissione ha assolto il suo compito e poi ha passato il progetto alla I Commissione per l'esame fanale. La I Commissione, esaminata la proposta, ha steso la breve relazione, riassuntiva dell'intero testo, che è a vostre mani e che per brevità mi permetto di leggere.
Le norme previste dalla proposta si inquadrano nell'ambito del Decreto del Presidente della Repubblica 3 dicembre 1970 n. 1171, del già citato Decreto del Ministro del Tesoro, nonché della Circolare del Ministro per l'attuazione delle Regioni del 24 luglio '72.
Il testo del provvedimento è ripartito in tre Titoli e 23 articoli.
Al Titolo I (dall'art. 1 all'art 7), "Disposizioni generali", sono previste le disposizioni relative al Bilancio, con l'attribuzione all'Ufficio di Presidenza dei compiti di gestione; viene definito l'anno finanziario ed il metodo per le previsioni di spesa, la loro ripartizione ed il relativo rendiconto, mentre vengono pure fissati i modi per gli storni e le variazioni di bilancio, nonché per la riscossione ed il versamento delle entrate.
Negli articoli dall'8 al 13 sono puntualizzate le disposizioni per la delimitazione degli impegni di spesa, per la liquidazione degli stessi nonché per l'ordinazione dei pagamenti; viene fissato il contenuto dei mandati e la loro registrazione; si dettano norme per il pagamento delle spese, anche in relazione ai compiti degli Istituti bancari incaricati del servizio di cassa.
Infine, negli articoli 14, 15 e 16, si regolano il pagamento delle indennità ai Consiglieri, il finanziamento per il funzionamento dei Gruppi consiliari, nonché un richiamo complessivo al personale del Consiglio Regionale.
Al Titolo II (dall'art. 17 all'art. 19) viene definito l'Ufficio di Ragioneria e relativi compiti e vengono stabilite le scritture contabili ed il modo di tenuta.
L'art. 20 istituisce l'Economato del Consiglio Regionale, stabilendo i compiti dell'Economo, mentre gli artt. 21 e 22 regolano l'istituzione ed il funzionamento del fondo economale.
Il Titolo III (art. 23) precisa che il controllo contabile sugli atti del Consiglio spetta esclusivamente alla Commissione Programmazione e Bilancio.
Con tali norme si ritiene possa essere regolata in maniera sufficientemente agile e precisa l'attività contabile del Consiglio Regionale, che potrà utilmente essere sottoposta ad opportuna sperimentazione. (Direi, "sperimentazione" in quanto la previsione dello Statuto all'art. 23 e che anche le norme per l'autonomia funzionale e contabile del Consiglio siano inquadrate nel Regolamento generale del Consiglio. Ora, le norme che noi ci apprestiamo ad approvare costituiscono in questa fase in modo particolare, un interna corporis, che garantisce la delega che l'assemblea dà all'Ufficio di Presidenza per la gestione dei fondi. In questo senso il documento non è stato intitolato "Regolamento" ma "Norme", perché si tratta di indicazioni sperimentali da un lato, e dall'altro, di una specie per parallelismo, di quello stralcio su cui vive attualmente il Consiglio, vivono le Commissioni, e che fu a suo tempo deliberato dal Consiglio Regionale).
La Commissione I non ha ritenuto di entrare nel merito delle norme proposte, in apposito Titolo, relativamente ai contratti, alle gare ed in genere a quanto relativo alle forniture.
Si è ritenuto infine che tali norme abbiano bisogno di un più puntuale approfondimento, anche in relazione alle decisioni che in proposito, e relativamente alle proprie attività, assumerà la Giunta. (Anche con riferimento a dichiarazioni fatte in passato, questa sospensione da parte nostra di un Titolo delle norme del Consiglio, che si ritiene opportuna costituisce anche un utile sollecito da parte del Consiglio Regionale alla Giunta affinché voglia affrontare, per la propria competenza e per la propria parte, l'analogo problema).
Si ritiene infine, da parte della Commissione, che non sia conveniente stabilire modalità diverse per uguali funzioni di carattere esterno, da parte dei due organi fondamentali della Regione. Del resto (e questo, sul piano pratico, limita, direi, in un certo senso, il fatto che si sia scartato l'esame di questo argomento), la carenza formale di norme in proposito non impedisce il regolare svolgimento di dette funzioni, in quanto le stesse sono chiaramente precisate nelle leggi statali sulla contabilità e la gestione del patrimonio; in ogni caso, le Regioni non possono che attenersi ad esse.
Dirò ancora che evidentemente le norme di cui si propone l'approvazione non sfuggono minimamente alle norme generali della contabilità dello Stato: stabiliscono soltanto le norme pratiche cui l'Ufficio di Presidenza gestore dei fondi attribuiti dal bilancio della Regione al Consiglio Regionale, deve attenersi nella spendita di tali fondi. In questo senso non trattandosi di un Regolamento formale, la Commissione propone al Consiglio di approvare, come avvenne per le norme-stralcio questo argomento con una delibera globale, di cui mi permetterò fra qualche minuto di presentare il testo al Presidente del Consiglio.
Devo infine consegnare alla Presidenza il testo di un emendamento sostitutivo dell'intero art. 10, che prevedeva per i mandati di pagamento la firma congiunta del Presidente del Consiglio, di un Consigliere Segretario e di un funzionario. La nuova stesura proposta è la seguente: "Al pagamento delle spese, liquidate ai sensi dell'art. 9, si provvede con mandati firmati dal Presidente del Consiglio, o, in sua assenza, da uno dei Vicepresidenti e dai funzionari all''uopo delegati".
In questo senso è già stata raggiunta un'intesa di massima fra la Giunta e l'istituto bancario, o gli istituti bancari, cui l'Ufficio di Presidenza convenzionerà il servizio di cassa. Riteniamo pertanto opportuno che si eviti di avere fin dall'inizio una discrepanza in proposito.
Mi pare di non avere altro da aggiungere: potrò comunque dare i chiarimenti che fossero eventualmente richiesti.



PRESIDENTE

Qualche Consigliere desidera parlare? Il Consigliere Raschio. Ne ha facoltà.



RASCHIO Luciano

Signor Presidente, cari colleghi, intervengo non solamente per sottolineare quanto sia importante questo atto che ci accingiamo a compiere, di dare una regolamentazione mediante norme alla contabilità di bilancio del nostro Consiglio Regionale, e neanche soltanto per ricordare ancora una volta che a ciò si è giunti perché una parte del Consiglio, la sinistra, si è premurata, a suo tempo, di portare avanti un proprio progetto di legge al riguardo. Poiché il collega Garabello, Presidente della I Commissione, della quale io sono membro, ci informa che la Commissione, a maggioranza, ha ritenuto di togliere dalle norme regolamentatrici il problema relativo ai contratti, alle gare, ed in genere a quanto è relativo alle forniture, in quanto si attende un'esplicita documentazione normativa da parte della Giunta. Desidero qui ricordare non certo a degli immemori, perché i Consiglieri regionali non sono certo degli immemori - che allorquando la I Commissione aveva esaminato il rendiconto del 1970, cioè del primo anno della nostra gestione, noi avevamo fatto osservare, in un documento, del Gruppo comunista illustrato in Consiglio, essere impensabile che si giungesse al più presto, da parte della Giunta, a presentare un proprio disegno di legge per quanto concerne tutta la questione dell'economato, dei contratti, delle gare d'appalto e delle forniture. Già in quell'occasione, infatti, ripeto, di esame del consuntivo del '70 (e poi non ci fu più dato di vederne altri) rilevammo all'unanimità dei componenti la Commissione (era Fassino a presiedere la Sottocommissione per quanto concerneva il rendiconto) come decine di milioni venissero utilizzati allora, nel 1970, dalla Giunta per acquistare a trattativa privata arredi, indubbiamente necessari, per il Consiglio Regionale, per gli uffici della Giunta Regionale. Questo è un modo, direi del tutto straordinario, e non invece di norma, quando si assumono iniziative in direzione delle gare e dei contratti per giungere a delle acquisizioni di materiale utile per un organismo di un ente locale.
Pertanto chiedemmo in modo deciso, già fin da allora, questo regolamento.
Oggi, il Regolamento, come progetto di legge della Giunta, non c'è: la relazione della I Commissione conclude con la richiesta di attendere una documentazione legislativa da parte della Giunta. Si rifà, evidentemente (e com'era possibile immaginare che non lo facesse?) a tutta la legislazione statale che c'è in materia, e che quindi potrebbe benissimo ancora per il momento regolamentare i contratti e gli affitti. Ma davanti a questo era più che mai necessaria una puntualizzazione, anche come iniziativa sua propria, non solo del Consiglio ma di tutte le regolamentazioni che implicano un'attività di bilancio normale da parte della Giunta per quanto riguardava gli acquisti ed i contratti. Perché, ripeto, se andiamo ad esaminare lo stesso bilancio del '73, ci rendiamo conto facendo la somma delle postazioni che esistono nell'ambito della spesa, di quanto grandi siano le possibilità, in questa direzione, di giungere a delle acquisizioni per forniture ecc. ecc. Se poi ancora una volta, come è ormai abbastanza acclarato da parte della Giunta, è dominante la trattativa privata, io incomincio a dire con tutto rispetto (non è una malignità) dell'organo esecutivo, che questa è una strada per nulla simpatica, una strada che anche seguita nel modo più corretto, tenendo conto delle varie offerte che vengono prodotte dalle ditte nell'ambito della trattativa privata, da sempre adito a motivi di critica, spesso anche valida.
L'ultima questione. Io ritengo che nel giro di qualche mese al massimo sarà indispensabile che il Consiglio si pronunci su un regolamento, su norme - vedremo poi come ci sarà presentato dall'organismo esecutivo, in questo caso dalla Giunta - per disciplinare tutta la materia dell'Economato.
Voglio ancora dire che ci sono delle Regioni, come l'Umbria, la Toscana, la Lombardia - tanto per fare richiamo sempre alle solite Regioni che sempre ci sopravanzano di qualche chilometro, per non dire di decine di chilometri, e che già da tempo hanno provveduto ad una sistemazione in questa direzione. Quindi, non ci sono motivi di accavallo di compiti, di funzionamento, di questioni amministrative, di tutte le difficoltà che evidentemente ci sono nell'ombra di un'attività regionale, che possano giustificare la procrastinazione di varare rapidamente un fondamentale dovere com'è quello di regolamentare da parte anche della Giunta, con il voto, evidentemente del Consiglio, la sua attività in direzione dei contratti, delle gare e degli acquisti in generale.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Bianchi



BIANCHI Adriano

Desidero semplicemente sottolineare l'adesione del mio Gruppo, ovvia all'esigenza di formulare una disciplina per questa materia, il consenso alle valutazioni fatte dal relatore, la sottolineatura del carattere ancora sperimentale di queste norme, ed infine la formulazione di un giudizio in ordine alla natura di questa deliberazione: si tratta, a nostro avviso, di norme interne che rientrano nel potere che ha il Consiglio di darsi una propria organizzazione e regolare i propri comportamenti, e ciò anche per tutte le implicazioni che ne derivano ai fini delle prassi da instaurarsi.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Zanone.



ZANONE Valerio

Desidero associarmi a quanto èe stato detto testè dal collega Bianchi e del resto anche dal relatore Garabello, sul carattere sperimentale delle norme contenute in questa deliberazione, atteso anche il fatto che, com' noto, è in avanzato corso di esame da parte della Camera dei Deputati un disegno di legge governativo tendente a dare una compiuta normativa al problema dell'autonomia contabile e funzionale dei Consigli Regionali delle Regioni a Statuto ordinario.
E' auspicabile che in questo disegno di legge, allorquando sarà approvato, si dia anche una compiuta regolamentazione ad alcuni aspetti quali quelli delle modalità di assunzione delle deliberazioni di spesa, di convenzioni e contratti, che sono stati sottolineati nell'intervento del collega Raschio.
Tenendo conto del carattere transitorio che queste norme non possono non avere ci associamo alla relazione della I Commissione.



PRESIDENTE

Per la Giunta, ha la parola il Vicepresidente Debenedetti.



DEBENEDETTI Mario, Vicepresidente della Giunta Regionale

Mi associo, a nome della Giunta, alle considerazioni che già qui sono state svolte sia nella relazione del prof. Garabello che dal collega avv.
Bianchi, soprattutto quando hanno evidenziato l'opportunità che questa delibera abbia una determinata fisionomia con carattere interno, che non si debba intendere, quindi, come regolamento definitivo. E' dunque esatta la dizione usata: "Norme indicative per l'applicazione". E' già stato peraltro evidenziato il carattere sperimentale di questa regolamentazione. In questo spirito e con queste precisazioni la Giunta è d'accordo sull'approvazione di queste norme.



PRESIDENTE

Ha ancora la parola il Consigliere Garabello, Presidente della I Commissione.



GARABELLO Enzo

Devo fare una precisazione alla quale mi ha richiamato il Vicepresidente della Giunta, che prima avevo dimenticato: la Commissione propone di sopprimere l'aggettivo "indicative", perché effettivamente esso costituisce un eccessivo deprezzamento: molto meglio chiamarle "norme" tout court.



PRESIDENTE

Ha ancora la parola il Consigliere Raschio.



RASCHIO Luciano

Vorrei mi si togliesse la curiosità di sapere perché il Vicepresidente della Giunta, associandosi con i colleghi che hanno parlato sull'argomento non si è detto d'accordo con me, nel senso di almeno recepire il problema di un impegno per quanto concerne l'elaborazione al più presto possibile di un documento-progetto della Giunta per una gestione contabile dell'Economato, ai fini che ho precisato.



PRESIDENTE

Il Vicepresidente Debenedetti ha qualcosa da aggiungere?



DEBENEDETTI Mario, Vicepresidente della Giunta Regionale

L'insistenza del Consigliere Raschio mi induce a rispondergli che a questo punto mi pare si debbano fare delle riserve sui modi e i tempi anche perché si è in attesa di approfondire ulteriormente la materia in modo da dare una regolamentazione che abbia tutti i crismi della legalità e non ci esponga a dover entro breve tempo eventualmente rivedere le nostre determinazioni.



PRESIDENTE

Stante il consenso unanime su questo progetto, salvo la sostituzione dell'art. 10 con altro testo, penserei di poter evitare la lettura di tutto il documento, considerandola avvenuta, a meno che vi siano obiezioni da parte del Consiglio; con l'avvertenza che all'art. 10 non dev'essere ritenuta valida la stesura a vostre mani ma quest'altra: "Al pagamento delle spese, liquidate ai sensi dell'art. 9, si provvede con mandati firmati dal Presidente del Consiglio, o, in sua assenza, da uno dei Vicepresidenti e dai funzionari all'uopo delegati".
Se non vi sono obiezioni od osservazioni, il testo su cui si vota è pertanto il seguente: "Il Consiglio Regionale, sentite le relazioni delle Commissioni I e VIII in merito al progetto di norme per l'applicazione del decreto del 3/12/'70 n. 1171 e della Circolare del Ministro per le Regioni del 24/7/'72 n. 200 relative all'autonomia contabile del Consiglio Regionale, delibera di approvare le norme suddette nel testo definito dalla I Commissione permanente".
Passiamo allora al voto, per alzata di mano. Chi approva è pregato di alzare la mano.
La delibera è approvata all'unanimità.


Argomento: Nomine

Nomina dei tre rappresentanti della Regione nel Consiglio d'Amministrazione dell'Istituto autonomo Case popolari della Provincia di Torino (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo al punto quinto dell'o.d.g.: "Nomina dei tre rappresentanti della Regione nel Consiglio d'Amminstrazione dell'Istituto autonomo Case popolari della Provincia di Torino".
Vi sono difficoltà in merito? Spero proprio di no, dal momento che è la terza volta che l'argomento viene posto all'ordine del giorno, a causa dei precedenti rinvii. Nessuno ha qualcosa da dichiarare? Si può passare alla votazione? Poiché nessuno chiede la parola, si proceda alla distribuzione delle schede.
Leggo, a titolo di memoria, il testo di applicazione della legge 22/10/'71 n. 865: "Il Consiglio d'Amministrazione dell'Istituto autonomo Case popolari è composto da tre membri eletti dal Consiglio Regionale, uno dei quali in rappresentanza delle minoranze".
Sarà forse opportuno sospendere la seduta per alcuni minuti per concertare le modalità tecniche della votazione, e per garantire che questa norma della legge sia scrupolosamente rispettata. La seduta e sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11,42, riprende alle ore 12,15)



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Bianchi. Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, sono dolente di dover dichiarare che il tempo concesso per verificare le condizioni tecniche al fine di assicurare l'applicazione della legge non è stato sufficiente, perché un equivoco, che io ignoravo, rende impossibile una votazione seria e corretta quale si richiede in queste materie, nelle quali anche il rispetto della norma rende necessario un accordo preventivo. Le difficoltà sono insorte in ordine alla rappresentanza di due Gruppi e in relazione anche alle nomine già effettuate alla Provincia.
Chiedo quindi alla sua cortesia, signor Presidente ed alla cortesia dei colleghi di considerare la sospensione come ulteriormente protratta per l'esistenza di queste difficoltà, tecniche, con la reiscrizione dell'argomento al primo punto dell'ordine del giorno della prossima seduta di Consiglio, per sciogliere in quella sede i nodi che non siamo riusciti a sciogliere poc'anzi.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Berti



BERTI Antonio

Noi non possiamo non protestare contro una situazione e un atteggiamento che procrastinano la nomina di questi tre rappresentanti nell'Istituto autonomo Case popolari; un problema aperto da quasi un anno che noi, ci siamo posti, per la parte che ci compete, con notevole ritardo.
La protesta deriva anche dalla certezza che noi, abbiamo che la causa del rinvio sta in motivi che attengono al modo con il quale i partiti della maggioranza affrontano determinate questioni. Per cui ci sono accordi da parte di certi personaggi della Democrazia Cristiana, altri tipi, di accordo da parte di altri personaggi dello stesso partito. In sostanza, il Consiglio Regionale ritarda a prendere una decisione che è indispensabile per dare all'Istituto una direzione efficace ed effettiva per questioni interne alla maggioranza, ed anche in particolare per i ritardi e il modo di operare della Democrazia Cristiana.
Poiché è trascorso un mese da quando questa questione è stata inserita all'ordine del giorno e per ben tre volte se ne è chiesto il rinvio, e quindi vi è stato tutto il tempo necessario per procedere ai chiarimenti necessari all'interno della maggioranza, noi non possiamo che disapprovare subendola, questa richiesta di rinvio, fermo rimanendo che non ci sono accordi stabiliti di nessun genere, che la legge è molto precisa e che, per quanto riguarda la minoranza, un accordo fra noi ed i compagni socialisti era stato raggiunto e quindi eravamo pienamente disponibili: la questione riguarda soltanto la maggioranza.
Subiamo dunque il rinvio che è stato richiesto dal Capogruppo democristiano, dichiarando però fermamente che non consentiremo che alla prossima riunione non si giunga ad una definizione di questa questione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Nesi. Ne ha facoltà.



NESI Nerio

Desidero fare due dichiarazioni.
La prima è che il Gruppo socialista non ha problemi in rapporto a questa votazione, avendo raggiunto, come ha detto giustamente il collega Berti, un accordo con il Gruppo comunista in base al quale il Gruppo socialista, avrebbe votato per il candidato designato dal Gruppo comunista.
Ma in secondo luogo voglio anch'io sottolineare che il problema non è di non fare accordi: sono convinto che in una "Repubblica bene ordinata" accordi se ne possono sempre fare - accordi che attengono alle cariche di designazione del Comune, della Provincia, della Regione - senza che ci sia motivo di scandalizzarsi. Ma nel caso specifico questi accordi pare non siano stati raggiunti. La ricerca di accordi è ammissibile solo a patto che essa non intralci - come questa volta sta intralciando da circa un mese il lavoro ordinato o del Consiglio Regionale.
Accordi, dunque, sono sempre possibili, ed io credo anzi siano utili ed opportuni, ad evitare di scontrarci in aula per un Consigliere in più o in meno in un istituto, per quanto importante. Ma abbiamo il dovere di dire che la Democrazia Cristiana e i partiti ad essa alleati hanno il dovere raggiungere preventivamente questi accordi, nel loro ambito e di venire qui a consegnarceli. Nessuno di noi obietterà su questo modo di procedere perché abbiamo il più profondo rispetto - e credo che l'abbiamo sempre dimostrato --- dei diritti e dei doveri della maggioranza, ma lo stesso rispetto chiediamo alla maggioranza nei confronti delle minoranze.
Quello che invece dobbiamo dire e che non si possono trascinare a lungo queste cose. Il partito liberale è maggioranza in questo Consiglio Regionale. Noi abbiamo molto rispetto per il partito liberale ed i suoi componenti, e già l'abbiamo dichiarato ufficialmente in molte occasioni. La Democrazia Cristiana non deve affatto vergognarsi di dire che il partito liberale è maggioranza: l'ha voluto, è maggioranza ufficiale di questo Consiglio Regionale, e se è maggioranza è logico sia inserito in tutti gli accordi di maggioranza. Questo ci sembra evidente, onesto e serio.
Credo quindi che farà bene la Democrazia Cristiana (mi dispiace che il collega Bianchi, una delle persone che stimo di più in questo Consiglio sia costretto ogni volta a venire a recitare la parte di quello che o non ha capito cosa diceva la Giunta oppure deve chiedete continuamente dei rinvii), insieme al partito socialdemocratico e al partito repubblicano, a rendersi ben conto dell'attuale situazione e ad operare di conseguenza. La minoranza farà tutto il suo dovere.



PRESIDENTE

Altri ancora chiedono di parlare? Desidero dire che sono dispiaciuto del fatto che non si presti sufficiente attenzione ai lavori. Il Presidente aveva per tre volte invitato i Gruppi del consiglio a prendere la parola se avevano qualcosa da dire su questo argomento, già per tre volte iscritto e per tre volte rinviato, e non essendovi richieste di parlare aveva fatto iniziare la distribuzione delle schede. Solo a questo punto si è chiesta la sospensione. Pur senza essere eccessivamente formalista, ed essendo avvezzo a badare sempre alla sostanza politica dei problemi, osservo che sarebbe opportuno che la prassi, la norma e la consuetudine evitassero il ripetersi di casi del genere.
Rimane comunque inteso che questa questione viene iscritta immediatamente al primo punto dell'ordine del giorno della prossima seduta del Consiglio.


Argomento:

Interrogazione (annuncio)


PRESIDENTE

Daremo ancora lettura delle interrogazioni pervenute, poi sospenderemo la seduta, in accoglimento della richiesta di sospensione che è stata avanzata.



MENOZZI Stanislao, Segretario

Dà lettura di un'interrogazione pervenuta alla Presidenza.



PRESIDENTE

Ripeto a tutti i Consiglieri che sono invitati alla seduta di oggi alle ore 18, raccomandando loro la puntualità.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12,30)



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