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Dettaglio seduta n.142 del 29/03/73 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE OBERTO


Argomento:

Interpellanze e interrogazioni (rinvio)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Al punto primo all'ordine del giorno "Approvazione verbale precedenti sedute". Il verbale non è ancora predisposto, potrà esserlo per il pomeriggio e quindi viene accantonato il punto primo.
2) Interpellanze ed interrogazioni.
C'è un'interpellanza del Consigliere Vera "Salvaguardia della tenuta La Mandria", ma non c'è l'Assessore Benzi che dovrebbe rispondere, quindi viene accantonata.
Io faccio scorrere interpellanze e interrogazioni ma o non c'è l'interpellante o non c'è l'Assessore che deve rispondere. Bisognerà proprio impegnarsi almeno al rispetto dell'orario.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interpellanza dei Consiglieri Revelli e Lo Turco sulla frequenza a corsi serali di dipendenti dell'Ospedale Civile Santa Croce di Cuneo


PRESIDENTE

Interpellanza Revelli - Lo Turco 11.1.73 "Autorizzazione a frequentare i corsi serali dell'obbligo scolastico a 12 lavoratori dell'Ospedale Civile Santa Croce di Cuneo".
La parola all'Assessore Visone per la risposta.



VISONE Carlo, Assessore al lavoro

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, con riferimento all'interpellanza 19 dicembre relativa alla mancata esenzione di alcuni dipendenti dell'Ospedale Civile di Cuneo dai turni serali e notturni di servizio che avrebbero dovuto consentire loro la frequenza della scuola media inferiore, è stata comunicata da parte dell'amministrazione stessa questa precisazione: "L'Amministrazione del suddetto ospedale non ha ritenuto di dover concedere l'esenzione richiesta in quanto essa avrebbe comportato l'imposizione di turni più gravosi ai lavoratori dell'ente non interessati alla frequenza della scuola in quanto avrebbero dovuto obbligatoriamente sostituire i colleghi esentati, con violazione del criterio di generale parità di trattamento del personale.
La predetta Amministrazione tuttavia ha costantemente seguito e segue tuttora la prassi di non ostacolare, entro i limiti delle esigenze di servizio, le eventuali sostituzioni reciproche che i dipendenti abbiano stabilito tra loro sulla base di spontanei e volontari accordi.
Inoltre la predetta Amministrazione, per quanto riguarda il caso specifico, ha precisato che secondo i turni dei dipendenti interessati, nel periodo 1.11/25.12.72 risulta che solo uno di essi, al nome di Emma Garzolo, ha prestato servizio notturno durante la settimana 25-30 novembre mentre altri due hanno svolto un solo turno di notte: Beatrice Dalmasso il 7.11 e G.B. Druel il 2.11. Durante il successivo mese di dicembre i dipendenti Battista Emanuel e Luciano Maddalena hanno svolto servizio notturno rispettivamente per otto e sei turni. In tutti gli altri casi i turni sono stati prestati di giorno, senza alcuna interferenza con gli orari della scuola".
Pertanto questo Assessorato, di concerto con l'Assessore alla Sanità ha raccomandato all'Amministrazione dell'Ospedale Santa Croce di Cuneo di concedere al personale in questione con criteri di elasticità, le autorizzazioni necessarie per la frequenza ai predetti corsi.



PRESIDENTE

La parola a uno degli interpellanti.



PRESIDENTE

LO TURCO Giorgio



PRESIDENTE

Signor Presidente, dalla documentazione che abbiamo le cose ci risultano in modo un po' diverso, quindi ci dichiariamo completamente insoddisfatti e presenteremo sollecitamente un'ulteriore interpellanza con una maggiore documentazione.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza dei Consiglieri Nesi e Calsolaro sulla situazione occupazionale degli stabilimenti Castor e Imel sul piano di riassetto del Gruppo Zanussi


PRESIDENTE

Interpellanza Nesi-Calsolaro 11.1.73 "Chiusura dello stabilimento Castor di Rivoli e ridimensionamento dello stabilimento Imel di Chiusa San Michele".
Interrogazione Calsolaro-Nesi "Revisione piano di riassetto prospettato dal Gruppo Zanussi" che mi pare di poter unire.
C'è bisogno di illustrare l'interpellanza? No, allora la parola all'Assessore Visone per le risposte.



VISONE Carlo, Assessore al lavoro

Signor Presidente, signori Consiglieri, la vicenda della Castor e della Imel credo sia sufficientemente nota a tutti per non doverla qui riassumere. E' stata una vicenda che ha visto i rappresentanti delle Giunte regionali, del Governo e delle associazioni sindacali portare avanti una battaglia affinché questi due stabilimenti non venissero chiusi, come dal piano di ristrutturazione che la Zanussi aveva a suo tempo presentato.
Il risultato è stato questo: la Zanussi mantiene aperto, con gli attuali organici, lo stabilimento di Chiusa San Michele, per quanto riguarda la Castor c'è l'impegno sottoscritto presso il Ministero del Lavoro, in pieno accordo con le organizzazioni sindacali e con la partecipazione della Zanussi, per cui i dipendenti non verrebbero licenziati, ma assorbiti in questa nuova attività.
Le organizzazioni sindacali hanno dato atto dell'azione svolta dalla Giunta Regionale e proprio ieri mi è giunta una comunicazione che per tutto il mese di aprile alla Castor continuerà l'attività che c'è in atto, con la piena occupazione delle maestranze, in attesa che la nuova attività venga messa in essere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calsolaro.



CALSOLARO Corrado

Ringrazio l'Assessore della risposta e gli do atto dell'impegno responsabile con cui ha portato avanti il problema così grave per i lavoratori della Castor e della Imel.


Argomento: Produzione e trasformazione dei prodotti

Interpellanza dei Consiglieri Raschio ed altri sui problemi vitivinicoli


PRESIDENTE

Interpellanza Raschio - Revelli - Ferraris del 16.1.73 "Richiesta di un convegno vitivinicolo sui problemi dell'agricoltura a seguito della concentrazione industriale".
Ci sono richieste di illustrare l'interpellanza? Nessuno, allora ha la parola l'Assessore Franzi.



FRANZI Piero, Assessore all'agricoltura

Il problema è ovviamente conosciuto, lo si è discusso in occasione del convegno che si è tenuto ad Asti circa un mese fa, presente anche il Consigliere Menozzi, ed in cui si è confermato che nei mesi di settembre ottobre, non appena ultimate le vacanze estive, la Giunta avrebbe organizzato un convegno vitivinicolo per esaminare il complesso problema della ristrutturazione delle Cantine sociali e degli enopoli del Monferrato e trovare il modo di organizzarli a livello di secondo grado.
Il convegno ritengo che si debba tenere in quel di Asti perché è il centro più qualificato per discutere un problema di carattere vitivinicolo.
Lo stesso argomento lo si è discusso in un convegno tenutosi presso la Camera di Commercio di Alessandria ed anche in quella occasione è stato confermato che la Giunta lo avrebbe esaminato.
Quindi l'assicurazione che gli interpellanti chiedevano che la Giunta avesse organizzato un convegno vitivinicolo entro il corrente anno, viene confermata con la previsione di poterlo organizzare nei mesi di settembre ottobre.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferraris.



FERRARIS Bruno

L'Assessore all'agricoltura ha risposto alla parte finale della nostra interpellanza e su quello dirò poi qualcosa, ma il documento era stato presentato a seguito di notizie apparse sui giornali all'inizio del mese di gennaio, che parlavano delle manovre di grossi gruppi finanziari a capitale multinazionale, tra questi la Winefood la quale, dopo essersi presentata nel nostro Paese ed avere acquistato diverse aziende del settore vinicolo in varie parti d'Italia (Toscana, Sicilia, ecc.) recentemente aveva messo piede anche in Piemonte attraverso l'acquisto della Calissano e di altre aziende. Si diceva infatti sui giornali torinesi, in particolare sulla Gazzetta del Popolo, che stava quella società tentando l'acquisizione della Cantina Sociale dell'alto Monferrato e delle Cantine sociali facenti capo alla ex Associazione Asti Nord della quale si sta celebrando in questi giorni il processo per il fallimento.
Partendo da questa situazione noi chiedevamo alla Giunta un esame della situazione che si va sviluppando in questo settore e che riguarda in generale un po' tutta l'agricoltura. Vi è una massiccia penetrazione del capitale finanziario nelle campagne, particolarmente presente nel settore vitivinicolo; vi sono gli accordi intervenuti fra la Gancia, Martini Rossi, Cinzano (Società a capitale Fiat); la Winefood avrebbe acquistato dopo la Calissano, anche la Cora, altra importante azienda del settore. Noi chiedevamo quindi iniziative adeguate, idonee ad ostacolare questa penetrazione, ma soprattutto a creare una alternativa nuova e diversa.
E qui si apre il discorso del risanamento delle Cantine sociali, della loro ristrutturazione, della costituzione del centro pubblico e cooperativo per la lavorazione e la commercializzazione dei prodotti delle Cantine sociali o dei prodotti che possano confluire a questo Centro delle associazioni dei produttori, che pure con fatica si vanno organizzando.
Io non posso quindi dichiararmi soddisfatto della risposta della Giunta, perché non ha toccato i problemi di fondo. Certo, l'interpellanza concludeva con la richiesta di un convegno che avrebbe dovuto essere il punto in cui si confrontavano le varie posizioni con le categorie, i viticultori, le Cantine sociali. E allora faccio una sola raccomandazione che il convegno non ripeta il modulo della Conferenza regionale dell'agricoltura, perché un convegno per essere positivo (e questo vale per tutti i convegni che stiamo per organizzare) deve essere ben preparato costituendo dei gruppi di lavoro che affrontino le varie questioni commercializzazione, qualificazione degli impianti, problemi di mercato collegamenti con la situazione comunitaria, in modo che non sia soltanto un'occasione per un confronto generico di posizioni, ma entri nel merito e si chiuda con degli orientamenti abbastanza precisi, definiti, che costituiscano una linea operativa per la Regione, per le amministrazioni locali e per i produttori.


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati - Industria (anche piccola e media) - Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza dei Consiglieri Fabbris ed altri sulle iniziative della Regione per un rilancio del settore tessile


PRESIDENTE

Interpellanza Fabbris - Simonelli - Besate.
Besate e Simonelli hanno chiesto congedo, c'è l'interpellante Fabbris posso sentirmi autorizzato a dare corso alla interpellanza?



FABBRIS Pierina

Sì.



PRESIDENTE

Benissimo.
Si tratta di "Iniziative per sollecitare misure da parte del Governo per il rilancio del settore tessile".



FABBRIS Pierina

Chiedo di illustrarla.



PRESIDENTE

Ne ha facoltà.



FABBRIS Pierina

Sarò molto breve, ma ritengo sia utile illustrare l'interpellanza.
E' vero che il ritardo con il quale la discutiamo potrebbe far sembrare che i motivi e la validità fossero venuti meno, ma a me non pare sia così anzi, mi permetto ricordare al Consiglio che i motivi per cui presentammo l'interpellanza e che sono richiamati nel documento a nostre mani, sono venuti alla luce ampiamente nei giorni successivi a quello in cui è stata presentata l'interpellanza stessa in quanto che i criteri assunti dal Comitato nazionale per l'assegnazione dei finanziamenti di cui alla legge tessile, hanno portato alla conclusione che sono stati assegnati fondi alle aziende che hanno operato dei licenziamenti.
Ne è risultato quindi che quei 200 miliardi per i quali c'è stata una corsa sfrenata da parte di tutti, per i quali si è discusso notevolmente anche in questo Consiglio, sono risultati ancora una volta una misura contro i lavoratori.
Io non penso di dovermi soffermare a lungo per richiamare a voi i criteri già sottolineati: desidero solo ricordare a noi tutti la posizione che è stata assunta nell'ambito di quel Comitato nazionale unitariamente dalle organizzazioni sindacali (CGIL e CISL) le quali avevano denunciato che l'operazione politica che ne è sortita si traduce nel pratico utilizzo della legge tessile, per un'operazione di sfoltimento delle fabbriche che dovrebbe tradursi in nuove migliaia di licenziamenti. E questo non solo nelle aziende escluse dal finanziamento, i cui problemi rimangono aperti ma proprio nel campo delle aziende che lo hanno ottenuto. Il Comunicato prosegue poi con altri apprezzamenti politici che io vi risparmio.
La gravità quindi della situazione che si è venuta a creare con l'utilizzo di questi 200 miliardi, appare evidente a tutti e i riferimenti di questa situazione li riscontriamo anche in Piemonte dove sono venuti alcuni finanziamenti alle aziende tessili (anche a quelle che erano in crisi e che ancora non hanno risolti i loro problemi) che non si sono per rivelati il toccasana per risolvere la questione dell'occupazione, come pareva dovesse accadere.
Le critiche quindi espresse ripetutamente dalla nostra parte sui limiti della legge tessile e sulla necessità di un suo superamento, purtroppo risultano confermate nei fatti.
Gli argomenti presenti quindi nell'interpellanza sono tutti validi anche nella situazione di oggi, anzi, oggi sono ancora più validi. Abbiamo la categoria dei tessili e dell'abbigliamento al completo in lotta per il rinnovo del contratto e a me pare che le due cose si innestino perfettamente in quanto che questa categoria non ha aperto una vertenza solo per chiedere miglioramenti di carattere retributivo, ma uno dei primi obiettivi per i quali si batte è quello di avere una politica che porti allo sviluppo del settore e soprattutto dei livelli di occupazione. Accanto a questo chiede che vengano adottate le misure necessarie e le garanzie contrattuali per ottenere il miglioramento delle condizioni generali dei lavoratori dentro la fabbrica, ma soprattutto fuori della fabbrica. E questo è un altro dei motivi per i quali, secondo me, l'interpellanza mantiene la sua validità; perché fuori della fabbrica? Perché la situazione economica del settore, se è vero che è cambiata oggi nel senso che in contrapposto a condizioni di pesantezza che ancora permangono in alcune aziende, in altre si manifestano invece situazioni di notevole ripresa economica e di notevole richiesta di prestazioni straordinarie (e questa è la prima misura di lotta adottata dalle organizzazioni sindacali, bloccare le ore straordinarie), non fa altro che favorire lo sviluppo del famoso ormai qualificato "lavoro nero" che non è che una delle conseguenze della situazione di depauperamento del settore che alcuni continuano a perseguire.
E' chiaro che quando i lavoratori tessili in lotta per il rinnovo del contratto, chiedono non solo misure atte a tutelare le loro condizioni all'interno dell'azienda, ma anche garanzie contrattuali atte a tutelare le condizioni dei lavoratori che vengono espulsi dall'azienda, essi compiono un'azione non solo rivendicativa, ma di carattere altamente sociale.
Sottolineato questo aspetto politico della vertenza dei tessili, mi pare sia necessario aggiungere, alle richieste che formulammo nell'interpellanza, di arrivare a misure, da parte del Consiglio Regionale nei confronti del Governo, atte a sollecitare lo sviluppo del settore tessile (misure che richiamo brevemente: una nuova politica di carattere economico che intraveda lo sviluppo del settore globalmente, nell'ambito di una nuova programmazione democratica, che parta dai valori positivi insiti nel settore ai quali bisogna dare però credibilità) accanto a tutto questo dicevo, bisogna sollecitare un ruolo particolare da parte del settore delle Partecipazioni statali, che deve assumere nell'ambito dell'industria tessile un carattere propulsivo.
Io penso infine che sia assolutamente necessario che come Consiglio regionale noi riprendiamo quella iniziativa che tempo fa, discutendo dell'industria tessile e del pericolo di decadimento, avevamo assunto quella cioè di condurre un'indagine sull'entità del fenomeno del lavoro a domicilio e vedere come e quali iniziative si devono ricavare per frenare questo tipo di lavoro che dilaga portando non solo al decadimento della qualità del lavoro all'interno delle aziende, ma anche il decadimento socio economico nelle zone tessili.
Infine l'ultima proposta che noi formuliamo nell'interpellanza è quella di riprendere l'iniziativa della conferenza del settore tessile per esaminare il ruolo che questo settore deve avere nell'ambito della programmazione regionale.
A noi pare che questo debba essere collegato a quello che deve essere il ruolo della piccola e media industria dell'artigianato e sottolineiamo che queste cose sono assolutamente necessarie in un momento in cui stiamo affrontando la discussione del piano di sviluppo economico regionale, il quale non può prescindere da questi presupposti, da un approfondimento delle conoscenze in questa direzione, per avere la possibilità di operare iniziative più efficaci.



PETRINI Luigi, Assessore all'industria

Com'è noto, la legge 1101, demanda la valutazione dei piani di ristrutturazione e di conversione presentati dalle imprese artigiane e dalle industrie tessili ad un Comitato Consultivo interministeriale, il quale vi deve provvedere sulla scorta delle direttive programmatiche globali emanate dal C.I.P.E.
Agli effetti della razionalità ed efficacia degli interventi, il Comitato deve altresì tener conto, avvalendosi delle risultanze di apposite indagini, delle condizioni tecniche e finanziarie delle imprese e della necessità di evitare aumenti della capacità produttiva nei settori già saturi. Nella valutazione dei piani aziendali di ristrutturazione e di riorganizzazione devono inoltre essere considerate con particolare riguardo le imprese che, in relazione al capitale investito, assicurano, in un quadro di avanzata tecnologia, il massimo livello occupazionale, le cooperative, le medie e piccole industrie e i loro consorzi, nonché le imprese i cui stabilimenti siano localizzati nel Mezzogiorno.
Questi criteri direttivi, sinteticamente enunciati nell'art. 5 della legge, trovano più concreta e dettagliata formulazione nelle direttive programmatiche globali del C.I.P.E. relative al settore.
Sono ivi indicati gli obiettivi di carattere generale da realizzare in tema di livelli di produttività e di occupazione, sottolineandosi la necessità che la politica per il rinnovamento e il potenziamento del settore sia condotto non già nelle forme di un sostegno indiscriminante che porterebbe ad allontanare nel tempo, aggravandoli, i problemi, ma sulla base di criteri selettivi volti ad assicurare gestioni economicamente sane e con adeguate capacità di espansione.
Vengono poi precisate le linee direttrici di intervento, per conseguire il massimo risultato sia sul piano delle strutture sia su quello dell'orientamento delle produzioni, fra l'altro, agevolando i movimenti di concentrazione, sollecitando le iniziative dirette alla realizzazione di una più efficiente struttura mercantile, dando favorevole considerazione ai progetti di razionalizzazione e specializzazione dei processi produttivi facilitando l'adeguamento tecnologico degli impianti, sospingendo le lavorazioni suscettibili di più ampi sviluppi verso quei livelli qualitativi che appaiono più idonei a soddisfare la prevalente domanda del momento.
Sulla scorta di queste direttive, il Comitato interministeriale istituito ai sensi dell'art. 5 della legge 1101 - presso il Ministero dell'Industria - ha iniziato l'esame dei piani presentati. Le domande pervenute all'8 maggio 1972 - termine ultimo di presentazione, stabilito dalla legge - risultano essere (dai dati ufficiosi in nostro possesso) 986 per un finanziamento globale di 374 miliardi, corrispondente ad un ammontare di piani di ristrutturazione pari a 646 miliardi di lire.
I settori maggiormente rappresentati, in termine di finanziamento richiesto, sono apparsi in ordine decrescente di importanza: Cotone - con 100 domande circa, per un finanziamento globale di 79,5 miliardi Lana - con 139 domande circa, per un finanziamento globale di 64,9 miliardi Altre - con 361 domande circa, per un finanziamento globale di 58,4 miliardi Lavoraz. fibre chimiche - con 47 domande circa, per un finanziamento globale di 45,9 miliardi Vestiario - con 97 domande circa, per un finanziamento globale di 37,2 miliardi Maglie e calze - con 147 domande circa, per un finanziamento globale di 30,4 miliardi.
E quindi: tessili vari, produzioni miste, imprese di servizi, canapa lino, seta.
Le Regioni maggiormente rappresentate sono risultate le seguenti: Lombardia con 235 domande, Piemonte con 200 domande, Toscana con 275 domande, Veneto con 59 domande, Friuli Venezia Giulia con 13 domande Emilia Romagna con 92 domande. E quindi: Campania, Lazio, Liguria, Umbria Sicilia, Marche, Sardegna, Trentino, Calabria, Valle d'Aosta, Abruzzi.
L'esame, da parte del Comitato, dei piani di ristrutturazione delle aziende artigiane, è stato condotto con un criterio di massima liberalità anche considerando il fatto che la massa delle domande presentate è risultata, in termini di finanziamento (5,3 miliardi), molto inferiore alla cifra possibile riservata dalla legge (10 miliardi).
Le proposte positive (224) riguardano in genere piani di piccolo importo, riferiti a necessità d'acquisto di nuovo macchinario per migliorare la produzione dal punto di vista tecnologico o per operare una estensione di attività nei settori con domanda di mercato molto attiva, e in taluni casi, realizzando un contemporaneo aumento di occupazione.
Sulla base dei dati numerici ricavabili dalle domande, si constata un indirizzo rivolto ad una maggior produzione degli istanti (da 2,1 a 4,5 miliardi di lire di fatturato) e ad una maggior occupazione (da 754 a 1.084 unità).
Anche per l'esame dei piani presentati dalle aziende localizzate nel Mezzogiorno sono stati seguiti criteri di netto favore. Le pratiche con proposta favorevole sono state 34 e riguardano, in genere, sempre piani di ditte medie e piccole.
Il Comitato si è trovato nella necessità di risolvere dei grossi problemi quando ha iniziato l'esame dei piani di ristrutturazione presentati dalle aziende i cui stabilimenti sono localizzati nel centro nord (circa 580).
Le domande giacenti in attesa di esame risultavano infatti essere 580 per un finanziamento globale di L. 330 miliardi, mentre la disponibilità (detratti: la riserva di legge per le conversioni e i finanziamenti per i programmi già approvati relativi alle imprese artigiane e alle industrie del mezzogiorno), ammontava a lire 145 miliardi circa.
Per rientrare nei limiti della disponibilità finanziaria il Comitato ha pertanto ritenuto indispensabile procedere, in primo luogo, ad una riduzione del 30% delle richieste per il circolante e per il consolidamento di passività e di apportare quindi su l'ammontare dei finanziamenti concedibili per tutti i piani approvati, una ulteriore riduzione del 25% .
Tali correttivi, purtroppo, non risultarono però idonei a far superare completamente il problema.
Data tale situazione, da parte ministeriale è stata quindi rappresentata la necessità di far ricorso ad alcuni criteri che, pur nel rispetto delle linee direttrici e programmatiche dettate dalla legge e dal CIPE, portassero ad una selezione delle domande presentate. Selezione che secondo i ministeri interessati, risultava necessaria anche perché un incremento della capacità produttiva del settore tessile non poteva che essere nocivo sia alle imprese sane che a quelle in fase di ristrutturazione.
Nei confronti dei criteri selettivi stabiliti non poche sono state le osservazioni dei Rappresentanti delle Regioni e delle Organizzazioni sindacali.
In primo luogo è stata rappresentata la necessità che, tra di essi fosse indicato come prioritario quello del mantenimento dei livelli occupazionali, con proposta di non approvazione per quei piani che prevedevano una rilevante riduzione della manodopera.
E' stato altresì chiesto che il fondo accantonato per le conversioni (L. 30 miliardi successivamente ridotti a 15 miliardi) venisse destinato (qualora le richieste di finanziamento per i piani di conversione non coprissero la somma accantonata) per i piani di ristrutturazione e riorganizzazione relativi alle aziende localizzate nelle zone tessili non ammessi, in base ai criteri selettivi sopra indicati, ai benefici della legge medesima.
Ancora è stata fatta presente l'opportunità di isolare i finanziamenti richiesti dalle aziende a partecipazione statale, sollecitando per esse l'approvazione di un apposito provvedimento.
Con argomentazioni motivate e giuridicamente ineccepibili, i Rappresentanti dei ministeri interessati hanno fatto presente l'impossibilità di accoglimento delle suddette proposte. In particolare con riferimento alla richiesta di destinare la somma accantonata per le conversioni anche al finanziamento dei piani di ristrutturazione relativi alle industrie localizzate nelle zone tessili, è stato rilevato che la legge esclude tale possibilità non discendendo, né dalla lettera né dallo spirito della legge medesima, alcun criterio prioritario per tali zone, ad eccezione della prevista diversificazione.
In contrasto con la legge è stata pure definita la richiesta di isolare le aziende a partecipazione statale, al fine di destinare i fondi ad esse spettanti, ai piani di ristrutturazione presentati dalle imprese private.
Perplessità sono state infine sollevate dai rappresentanti governativi in ordine alla richiesta di stabilire, come criterio prioritario per la valutazione dei piani, il mantenimento dei livelli occupazionali.
Pur sottolineando che l'assicurazione del posto di lavoro costituisce l'obiettivo fondamentale di ogni intervento statale, è stato infatti posto in evidenza che se si considerasse come prioritario, agli effetti della approvazione dei piani presentati, il mantenimento dei livelli occupazionali, si addiverrebbe ad una distorta applicazione della legge giacché la medesima in quanto legge di ristrutturazione del settore tessile, non può prescindere da un esame di validità economica.
E' stata comunque data assicurazione che nell'esame dei singoli piani si sarebbe posta particolare attenzione al problema "occupazione". Date queste premesse, pur con le riserve di esprimere i necessari rilievi ad esame ultimato dei piani, i rappresentanti regionali in seno al Comitato hanno ritenuto di doversi adeguare alle proposte del Ministero dell'Industria e di procedere, in ottemperanza ad esse, ad esaminare immediatamente i piani di ristrutturazione presentati, evitando in tal modo di prolungare oltre le aspettative delle industrie.
In particolare, la posizione della Regione Piemonte nelle riunioni del Comitato di che trattasi si è ispirata essenzialmente alle seguenti esigenze: a) - quella di tutelare al massimo i livelli di occupazione nell'ambito dell'industria tessile piemontese, con particolare riguardo alle produzioni di meno incerto avvenire ed alle zone con più impellenti necessità b) - quella di non uscire però da parametri stabiliti con una certa gradualità e in diretto rapporto con le finalità, i meccanismi, gli obiettivi della legge, interpretati anche alla luce delle direttive del CIPE c) - quella di evitare, di conseguenza, di dare spazio ad azioni di soccorso che avrebbero esaurito il loro risultato a breve scadenza consentendo magari spazio a speculazioni del capitale anziché garantire un corretto, prevedibile sviluppo della occupazione.
Il giudizio che si può esprimere in ordine al lavoro del Comitato per quanto riguarda il Piemonte è in linea di massima positivo, anche se in qualche momento del dibattito sui criteri di priorità nella scelta delle aziende con piani da finanziare vi è stata qualche contrapposizione tra l'atteggiamento della nostra e di altre regioni e i sindacati e l'atteggiamento di parte ministeriale. Il quale ultimo, come si è detto doveva tener conto di alcuni impegni assunti in sede comunitaria e per evitare il sovraccrescere di alcune produzioni tessili, che pure presentano un elevato valore aggiunto: requisito quest'ultimo assegnato appunto a parametri preferenziali per la concessione dei finanziamenti a tasso agevolato e l'approvazione contestuale dei piani di ristrutturazione e riorganizzazione aziendali.
Detto questo, però, mi sembra di poter formulare un giudizio finale positivo sui lavori del Comitato se si considerano i risultati conseguiti per il Piemonte, che possono compendiarsi in: 1) su 179 piani con richiesta di finanziamento presentati da industrie piemontesi, ne sono stati accolti ed approvati 112 2) dei 112 piani approvati, 16 soltanto prevedono una riduzione dei livelli di occupazione e sono quasi tutti nel settore laniero; le cui esigenze di ristrutturazione globale sono note a tutti con estrema chiarezza, perché si tratta di un settore che ad un elevato grado di obsolescenza di impianti e di organizzazione aggiunge una certa sovrapproduzione per taluni comparti 3) delle 112 aziende interessate, per un totale di 20.752 addetti, i piani di ristrutturazione e riorganizzazione approvati, e quindi finanziabili a tasso agevolato dalla "legge tessile", prevedono a loro integrale attuazione non solo il mantenimento globale dei livelli di occupazione (che era l'obiettivo primario della legge tessile, con quello appunto di coadiuvarne in maniera incruenta l'ammodernamento del settore e delle singole unità aziendali) ma anche un modesto - ma senza dubbio apprezzabile saldo positivo di 427 nuove unità.
Ho detto modesto ma apprezzabile, perché i piani sono stati redatti in un momento di congiuntura bassa, sia generale che di settore, sotto una spinta psicologica ed operativa certamente non ottimistica, per cui l'obiettiva indicazione di un risultato globale positivo - indicazione del resto accettata dal Comitato e avallata da esso anche su un piano tecnico è elemento provante d'una tendenza alla razionalizzazione ed alla espansione, che non può essere sottovalutata.
Occorre d'altronde ricordare che solo di recente sono stati esaminati i primi piani di convenzione di aziende tessili in aziende operanti in settori diversi: da queste iniziative ci si può legittimamente attendere ed i casi sin qui esaminati, anche se non riguardano aziende dislocate in Piemonte, lo stanno dimostrando, un aumento della forza lavoro assai più consistente di quello sin qui verificatosi, dato che le nuove unità si troveranno ad agire in settori che non soggiacciono, in linea di massima alle negative condizioni di fondo e di congiuntura, che agiscono in campo tessile, frenandone soprattutto l'incremento occupazionale.
Un'ultima considerazione che credo opportuna. Accogliendo le numerose istanze, provenienti da vari membri del Comitato, e traendo lo spunto da una realtà di fondo, che ribadiva di continuo l'insufficienza dei mezzi a disposizione per le Finalità per cui la 1101 era nata, il Governo ha sottoposto all'esame del Comitato, ricevendone parere favorevole, uno schema di progetto di legge mirante a consentire il rifinanziamento della legge tessile.
Se questo provvedimento certo non cambia il giudizio di fondo che a suo tempo il Comitato aveva dato alla sostanza della legge ed alle procedure di attuazione, esso costituisce senza dubbio l'unico mezzo a disposizione per intervenire là dove proprio la mancanza di fondi aveva impedito di prendere in considerazione casi altrimenti meritevoli di esame oppure aveva costretto l'intervento a mantenersi entro limiti finanziari piuttosto ridotti.
E' chiaro che a monte di questa iniziativa cui auguriamo un iter parlamentare il più possibile sbrigativo, rimane il discorso globale degli interventi che si intende sollecitare dal Governo per il rilancio del settore tessile, ai fini dello sviluppo della produzione e dell'occupazione si può aggiungere che, nell'ambito delle enunciazioni già fatte in materia della Giunta Regionale e dell'Assessorato all'Industria in più d'una circostanza, si intende far avanzare il discorso di un piano di sviluppo che interessi globalmente tutto il settore, nei rapporti di reciprocità con gli altri partners del Mercato Comune e in una, necessaria a riconsiderarsi, mutata realtà mondiale delle produzioni tessili.
Si tratta, in sostanza, di sollecitare l'elaborazione d'una linea di politica tessile, atta a coinvolgere classe politica e forze sociali in un discorso costruttivo, che non si faccia soltanto sotto la spinta depressiva o espansiva che l'alterna vicenda delle crisi cicliche che caratterizzano il settore, di volta in volta propone: ma che ci sia un vero e proprio discorso-quadro con tutti i requisiti, le modalità, gli obiettivi di una seria programmazione dell'attività economica del settore.
Il Piemonte, come seconda regione tessile italiana si propone, e non da oggi, questo problema, il quale però non deve essere visto in funzione primariamente ed esclusivamente settoriale, ma deve essere considerato nei suoi rapporti con la realtà strutturale industriale e produttiva che, sul piano pratico, lo compongono. Per questo motivo, si ritiene che una eventuale Conferenza tessile regionale - sulla quale, in linea di massima già abbiamo espresso un parere favorevole - potrà essere ben più utile se organizzata in un prosieguo.
Del resto, per delineare una politica tessile nazionale di ampio respiro e di scadenze a lungo termine così come sembra imporsi e come l'auspichiamo, e per portare ad essa un contributo costruttivo come regione piemontese, sembra ovvio premettere che si debba anteporre al punto intermedio, importantissimo della conferenza tessile, quello preliminare della struttura industriale e produttiva sulla quale essa si regge in Piemonte: da qui l'esigenza di passare prima attraverso l'esperienza, la conoscenza, l'analisi, attraverso appositi convegni regionali che dovrebbero tenersi nel corrente anno - della piccola e media industria e delle attività artigiane in Piemonte.
Rilevare il ruolo dell'industria tessile piemontese nell'ambito di una nuova e necessaria politica nazionale del settore, nonché averne l'esatto polso della situazione, come giustamente gli interroganti prospettano, vuol dire passare prima ad una analisi per gradi che anzi giustifica, per non dire addirittura che richiede, l'analisi delle produzioni artigiane e delle strutture della piccola e media industria.
Oltre a ciò occorre, infine, avere presente il punto di riferimento centrale: quello del Piano Regionale di sviluppo, che esige di essere ultimato nelle discussioni e nelle osservazioni di insieme, perché da esso per le connessioni che qui è inutile ricordare con la politica del territorio e con realtà intersettoriali - dipende largamente l'orientamento che appunto potremo proporre per una nuova prospettiva di politica tessile che abbia ben chiaro il ruolo del Piemonte e quello nazionale, come simultanee realtà d'uno stesso problema.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Fabbris.



FABBRIS Pierina

Ringrazio l'Assessore Petrini per la documentata risposta che ha dato all'interpellanza, anche a nome dei colleghi che pure se non sono presenti penso condividano il mio giudizio.
Mi permetto soltanto di fare una considerazione ed una proposta.
La considerazione è questa: io condivido solo in parte il giudizio che si esprime a nome della Regione Piemonte circa l'azione svolta dal Comitato nazionale che ha elargito i fondi all'industria tessile, perché mi sembra che implicitamente vi sia anche nelle parole dette dall'Assessore un giudizio non completamente positivo quando si riconosce che, tutto sommato questa legge non ha sortito gli effetti che si sperava; non solo, ma con l'erogazione dei contributi alle aziende che ristrutturano e quindi non assicurano il mantenimento dei livelli di occupazione, si fa un'azione che va contro gli stessi presupposti della legge tessile la quale doveva servire innanzitutto al mantenimento dei livelli di occupazione.
Quindi, pur condividendo l'impostazione data dall'Assessore Petrini per quanto riguarda l'andamento della discussione, credo che questo rilievo debba essere fatto, soprattutto perché, anche nei criteri adottati (criteri che d'altra parte nel modo di operare hanno respinto - l'ha detto lo stesso Assessore Petrini - alcuni presupposti pregiudiziali che hanno espresso le Regioni insieme con le organizzazioni sindacali) questo Comitato ha tenuto conto soprattutto di ottenere uno sviluppo produttivo; ma e i livelli di occupazione? Io ricordo una brevissima frase pubblicata in un articolo apparso nel periodo in cui si discuteva l'applicazione della legge tessile, sul bisettimanale "Il Biellese" (che è un giornale di ispirazione cattolica) la quale diceva testualmente: "Ma se l'orientamento era questo (e si riferisce a questo tipo di criterio adottato per la selezione operata nell'assegnazione dei contributi) sarebbe stato meglio dirlo subito con coraggio, senza illudere tanta gente". Credo che questa affermazione non richieda ulteriori commenti.
Desidero infine richiamare la proposta che ho fatto a conclusione dell'illustrazione dell'interpellanza, d'altra parte me ne dà l'estro lo stesso Assessore Petrini quando dice che è necessario, per ottenere dei risultati positivi, procedere per gradi, con uno sviluppo programmato.
Io credo che una delle prime cose che dobbiamo affrontare è quella di documentare la situazione della occupazione femminile in relazione al lavoro a domicilio, fenomeno grave non solo nel biellese, ma che sta interessando tutti, compresa la città di Torino. Io mi auguro che con una certa celerità riusciamo ad operare quelle scelte che ci portino ad avere gli elementi necessari affinché nel piano di sviluppo programmatico della Regione sia possibile apportare le correzioni necessarie ad ottenere uno sviluppo dei livelli di occupazione ed il miglioramento delle condizioni dei lavoratori.



PRESIDENTE

L'interpellanza è discussa.


Argomento: Parchi e riserve

Interpellanza del Consigliere Vera sulla salvaguardia della tenuta "La Mandria"


PRESIDENTE

Prima c'era l'Assessore Benzi, ma non lo vedo più. Qui capita proprio come a Massimo d'Azeglio durante la sua ultima malattia; quando la moglie è andata al suo capezzale egli le disse: "E' sempre così, quando tu arrivi io parto". Infatti pochi, giorni dopo moriva.
Oggi qui abbiamo avuto l'alternanza: prima c'era Vera e mancava Benzi poi c'era Benzi e mancava Vera. Pregherei di cercare l'Assessore Benzi per chiudere con le interpellanze e interrogazioni.
Ad aula un pochino più piena ripeto ciò che ho detto inizialmente: se vogliamo che i nostri lavori vadano avanti bene, la prima cosa necessaria è quella di rispettare l'orario.
L'Assessore Benzi è presente.
Interpellanza 30.11.72 "Salvaguardia della tenuta La Mandria".
L'interpellante è il Consigliere Vera, vuole illustrarla?



VERA Fernando

E' una situazione un po' paradossale perché l'interpellanza era stata fatta da me e da Benzi, ma essenzialmente da Benzi che era al corrente della materia, il quale ora dovrebbe rispondere a se stesso.
Comunque, senza stare lungamente ad illustrare il documento, ritengo che il problema sia di notevole importanza per la città di Torino per una situazione dell'interland torinese e quindi sollecito l'interessamento della Giunta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Benzi.



BENZI Germano, Assessore all'urbanistica

Onestamente la risposta è per la metà mia e per metà del collega Vera avendo firmato anch'io l'interpellanza.
Al fine di orientare e coordinare l'attività urbanistica nell'area metropolitana torinese, il Presidente della Giunta regionale ha delimitato con proprio decreto in data 5.12.72, il perimetro di un piano territoriale di coordinamento comprendente, oltre Torino, i 52 Comuni della prima e seconda cintura, dando incarico all'Amministrazione regionale della compilazione dello stesso, ai sensi dell'art. 5 della legge 17.8.1942 n.
1150.
Il territorio della tenuta "La Mandria" interessa i Comuni di Venaria La Cassa, Robassomero, Druento, Fiano e Torino; tutti i Comuni compresi nel perimetro del piano. In essi, la preesistenza edilizia a carattere industriale di maggior rilievo risulta l'insediamento FIAT (autorizzato a suo tempo dal Ministero dell'Industria e Commercio) che viene ad incidere più precisamente sui territori dei Comuni di La Cassa e Druento.
Gli altri insediamenti esistenti nella Mandria hanno principalmente carattere agricolo e residenziale come, ad esempio, il Castello dei Laghi e la tenuta agricola della Falchetta a Druento.
Come effettivamente risulta dal Progetto 80, la Mandria è compresa tra i parchi e riserve naturali di interesse nazionale e pertanto l'Amministrazione regionale, nell'ambito del piano territoriale di coordinamento, ha intenzione di tutelare particolarmente detto territorio anche alla luce dell'appetibilità dello stesso, come si evince dalle non irrilevanti preesistenze edilizie succitate.
E' ovvio che tramite il piano territoriale di coordinamento la Regione potrà effettivamente ed efficacemente influire sulla destinazione dell'area in questione poiché il secondo comma dell'art. 6 della legge 17.8.1942 n.
1150 prescrive che "i Comuni, il cui territorio sia compreso in tutto o in parte nell'ambito di un piano territoriale di coordinamento, sono tenuti ad uniformare a questo il rispettivo piano regolatore comunale".



PRESIDENTE

L'interpellante ha da replicare alla risposta?



VERA Fernando

A questo punto tanto per continuare nel paradosso dovrei pormi la domanda: se l'amico Benzi fosse qui invece che là, sarebbe soddisfatto o no di una risposta di questo tipo? A me pare, e l'amico Benzi mi scuserà, una risposta molto burocratica.
Tutti sappiamo che una zona come quella della Mandria desta numerosi appetiti da parte di speculatori del settore edilizio. So che la questione stava e penso stia tuttora molto a cuore all'amico Benzi, quindi mi auguro che essendo egli passato dai banchi del Consiglio a quelli della Giunta e dalla posizione di interpellante a quella di persona che deve vigilare e operare a che l'interpellanza raggiunga certi risultati, metta, nel vigilare sulle sorti future della Mandria, tutta l'attenzione possibile.



PRESIDENTE

L'interpellanza è discussa.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio


PRESIDENTE

Io avrei ancora tre minuti per interrogazioni, ma penso che in questo tempo sia estremamente difficile dare spazio alla interpellanza che seguirebbe di Curci e Carazzoni, 16.1.73 "Tutela dell'ordine pubblico e salvaguardia del terrorismo politico" che dovrei collegare ad un'interrogazione di Nesi e Calsolaro 19.2.73 "Episodio di violenza avvenuto lunedì 29 gennaio del movimento studentesco".
Siccome in tre minuti reputo che la cosa non possa essere assolutamente trattata, se non c'è nessuna osservazione passo ad altro.
Mi era stata annunciata la presentazione di un ordine del giorno con carattere di urgenza, ma non mi è ancora pervenuto.
Passiamo alle mie comunicazioni.
Sono in congedo i Consiglieri Besate, Giovana, Simonelli e Bianchi. Il collega Bianchi, nella notte tra il sabato e la domenica, è stato coinvolto in un incidente stradale ed ha riportato fortunatamente lesioni lievi, ma uno stato di choc abbastanza notevole. Mi sono affrettato a fargli gli auguri più fervidi e cordiali, personalmente ed anche a nome dell'Assemblea. Si riprometteva di venire all'adunanza di oggi, ma questa mattina ha dovuto confermare la sua indisponibilità. Credo di potergli rinnovare, a nome del Consiglio, l'augurio di pronto ristabilimento, che gli permetta di non far mancare ulteriormente il suo apporto ai lavori del Consiglio.
Mi sono incontrato ieri con il nuovo presidente della Camera di Commercio, comm. Panzini, con il quale ho esaurito, tra l'altro, il problema della sede del Consiglio. Per poter proseguire queste trattative sempre ovviamente tenendone informato il Consiglio e per esso prima di tutto la riunione dei Presidenti di Gruppo, desidererei avere conferma che da parte del Consiglio non vi siano riserve a che io prosegua, sia pure in una forma generica, i contatti per l'acquisizione di un locale che potrebbe ospitare le nostre sedute, soddisfacendo abbastanza bene le nostre esigenze, per un certo arco di tempo, otto o dieci anni, nel corso del quale si potrà arrivare ad una crescita eventuale diversa, alla scelta di una sede eventuale diversa per tutta la Regione. Mi occorrerebbe questa conferma anche perché dovrei recarmi dal Ministro per alcune formalità circa le trattative.
E' chiaro che questa autorizzazione resta nell'ambito generico dell'incarico: la specificazione delle trattative, la indicazione di cifre eccetera verranno fatte mettendo a giorno tempestivamente i Capigruppo prima di assumere impegni. Non vorrei soltanto, iniziando seriamente le trattative, essere poi contraddetto dal Consiglio con una presa di posizione in contrasto.
Ha facoltà di parlare il Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Signor Presidente, lei già conosce la nostra posizione su questa questione. Se la richiesta di autorizzazione è fatta sul piano del fair play - non c'è una delibera, non c'è niente da approvare -, io non posso che confermare che, ferma rimanendo la volontà della maggioranza, il Gruppo comunista, pur senza opporsi a che si inizino sondaggi, accertamenti ribadisce la sua scelta nel senso che si punti principalmente verso l'acquisizione dell'ala nuova del Palazzo Reale. Invito il Presidente a tener conto di questo.



PRESIDENTE

Ci sono altri interventi su questa questione? Allora, credo di potermi considerare autorizzato, nei limiti che ho specificato, a portare innanzi le trattative, con l'impegno di riferirne a suo tempo alla Conferenza dei Capigruppo e successivamente al Consiglio, non disattendendo le strade che possono aprirsi per una diversa soluzione.
Do infine comunicazione che da un foglio di agenzia ho appreso che è stata costituita, per iniziativa del Ministro per le Regioni, di concerto con quelli del Tesoro e di Grazia e Giustizia, una Commissione paritetica per lo studio di un disegno di legge per l'attuazione del quarto comma dell'art. 122 della Costituzione sulla irresponsabilità dei Consiglieri regionali per le opinioni espresse ed i voti dati nell'esercizio del loro mandato. Sono altresì a conoscenza di un parere pro veritate espresso su questa materia dal prof. Giannini in relazione all'episodio che ha investito i Consiglieri regionali dell'Abruzzo, di cui tutti avete avuto a suo tempo notizia. Mi sembra che l'iniziativa debba essere sottolineata come molto opportuna, perché salvaguarda e tutela ciascuno di noi nella esplicazione ed estrinsecazione della sua attività.
Farei ora dare lettura da uno dei Consiglieri Segretari di documenti pervenuti alla Presidenza, successivamente, se mi verrà presentato, dar lettura dell'ordine del giorno urgentissimo che è stato preannunciato; dopo di che sospenderei per qualche minuto la seduta per convocare presso di me i Presidenti di gruppo.



MENOZZI Stanislao, Segretario

"Documenti pervenuti alla Presidenza: dal Consiglio di valle dell'Alto Tanaro, un documento di protesta per la mancata approvazione nei termini stabiliti da parte del Consiglio regionale della legge sulla comunità montana dal Comune di Nucetto, il testo della discussione relativa al problema dell'inquinamento delle acque del fiume Tanaro, svoltasi in quel Consiglio comunale nella seduta del 17 febbraio dal Comune di Rivoli, la mozione conclusiva del Convegno economico tenutosi a Rivarolo nei giorni 17 e 18 febbraio dall'Ordine degli Architetti della Provincia di Alessandria, una protesta contro un bando di concorso del Comune di Valenza, nel quale per il posto di capo-divisione urbanistica si richiede il possesso della laurea in Ingegneria civile dall'Amministrazione provinciale di Pisa, un ordine del giorno sulla lotta dei lavoratori metalmeccanici ed uno sulla condanna del Sindaco di Pistoia dal Consorzio per lo sviluppo del Basso Toce, un ordine del giorno sul rapporto preliminare Ires per il Piano di sviluppo del Piemonte dalla Provincia di Asti, un ordine del giorno circa denunce contro lavoratori sindacalisti per fatti connessi alle lotte operaie e un altro ordine del giorno con cui si segnalano Comuni esclusi dal riconoscimento del carattere di eccezionalità delle calamità naturali verificatesi nella Regione Piemonte dall'Alleanza regionale dei Contadini, una lettera con cui si lamenta la non concessione dell'assistenza farmaceutica in forma diretta in applicazione della Legge regionale n. 3 del 22 agosto '72 dai Commercianti del Nord-Italia del Mobile, un esposto per invitare le Regioni ad uniformare le decisioni circa i nuovi orari, la chiusura domenicale e la mezza giornata di chiusura infrasettimanale dalla SADEM, alcune precisazioni circa il servizio pubblico automobilistico sulla linea Torino- Aosta nel tratto Caluso-Ivrea ed Ivrea-Caluso in relazione a precedente esposto degli utenti di tale linea dal Comune di Borghetto Borbera, una delibera con cui si chiede che la Regione respinga la richiesta da parte dei gestori delle autolinee per servizio pubblico di autorizzazione a sopprimere le corse giornaliere per i lavoratori turnisti dell'Italsider di Novi Ligure dalla Confederazione generale dell'Artigianato, il testo di cinque mozioni approvate all'unanimità al termine della Conferenza nazionale dei quadri organizzativi della Confartigianato dalla Pro Loco di Silvano d'Orba, un ordine del giorno, approvato dall'assemblea generale dei soci, di protesta contro la installazione di un frantoio in località Rocchetta di Lerma, che rovinerà il paesaggio dalla Regione toscana, copia di due mozioni approvate dal Consiglio regionale relative ad autorizzazione di spesa per la difesa del suolo politica regionale e nazionale, settore minerario; dai Comuni di Crevola d'Ossola e di Druogno, un ordine del giorno per la classificazione a provinciale dell'Ospedale San Biagio di Domodossola dal Comune di Pieve Vergonte, un ordine del giorno sulla situazione occupazionale nella zona Ossola ed in particolare dello stabilimento Rumianca di Vergonte dal Comune di Alpignano, un ordine del giorno per una legge organica regionale per il diritto allo studio dal Consorzio bacino imbrifero montano del Po, un ordine del giorno in merito alla proposta di delimitazione della costituenda comunità montana ed uno circa il riparto dei fondi della Legge 20/10/'71 n. 912 dalla CGIL, SAUFI, CISL e SIUF-UIL di Alessandria, un documento che illustra i motivi dell'agitazione in corso nel locale deposito locomotive tendente ad eliminare il servizio svolto con locomotive a vapore dalle Province di Teramo e di Pisa, un ordine del giorno sul provvedimento legislativo volto ad istituire un fondo di risanamento dei bilanci degli Enti locali dalla Sezione di Ivrea e del Canavese di "Italia nostra", un documento di protesta per la liberalizzazione dell'esercizio della pesca sul lago di Ceresole da un gruppo di abitanti del villaggio Boschetto, in comune di La Loggia un esposto con cui si rende nota la situazione determinata dalla mancanza di fognature dal Preside della Facoltà di Magistero dell'Università di Torino, alcune proposte di lavoro per la progettazione di un sistema universitario regionale dal Direttore della SADEM, un lungo memoriale circa le agitazioni in corso da parte del Personale dipendente dal Comune di Grugliasco, gli atti della Conferenza economica cittadina nel corso della quale si è sviluppato il dibattito sul piano regionale di sviluppo".


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Ordine del giorno sulle vertenze dei metalmeccanici


PRESIDENTE

Mi è pervenuto un ordine del giorno con carattere di urgenza recante le firme: Nesi, Conti, Viglione, Lo Turco. Ne do lettura perché la Giunta possa dichiarare se sia o no disposta ad assumersi gli impegni che in esso sono previsti, nel qual caso lo metterò in votazione.
"Il Consiglio della Regione Piemonte, di fronte alla preoccupante persistenza di un grave stato di tensione nelle fabbriche, provocato dalla mancata conclusione delle trattative per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici del settore privato; alla denuncia e al rischio di iniziative provocatorie e repressive intese a fiaccare la solidarietà tra i lavoratori; al pericolo di un diffuso fraintendimento circa l'importanza della trattativa in corso per rapporto al progresso e allo sviluppo dell'intera società: 1) esprime la sua piena solidarietà con i lavoratori metalmeccanici rilevandone altresì l'esempio di civile e democratico comportamento 2) si impegna ad approfondire il significato e la portata sociale e civile interessanti le stesse competenze regionali, dei contenuti della vertenza in ordine all'avanzamento del livello di vita nell'azienda e nella società 3) fa appello a tutti gli Enti locali della Regione affinché esprimano e manifestino in modo concreto la loro piena solidarietà e il loro sostegno verso i lavoratori metalmeccanici 4) sollecita l'annullamento dei provvedimenti disciplinari presi nei confronti dei lavoratori, licenziati o sospesi, in quanto impegnati nella lotta contrattuale.
Inoltre il Consiglio Regionale: 5) Impegna la Giunta ad assumere tutte le iniziative possibili per dare il massimo sostegno ai lavoratori metalmeccanici al fine di contribuire alla conclusione rapida e positiva della vertenza, come già avvenuto per l'industria a partecipazione statale 6) impegna il Presidente del Consiglio a trasmettere con urgenza al Governo l'espressione della solidarietà e della posizione assunta dal Consiglio regionale verso i lavoratori metalmeccanici e a sollecitare pronte ed incisive iniziative per la soluzione della lunga vertenza e per garantire il rigoroso rispetto dello Statuto dei lavoratori 7) impegna il Presidente del Consiglio a trasmettere a tutti gli Enti locali il presente ordine del giorno 8) impegna il Presidente del Consiglio a recarsi con i Presidenti dei Gruppi consiliari a portare il saluto, il consenso e la solidarietà del Consiglio regionale ai lavoratori che illustrano in permanenza ai cittadini i termini e gli scopi della lotta, presso la tenda eretta a Torino in piazza Carlo Felice." Mi sembra che l'ordine del giorno non richieda illustrazione. Ci sono in proposito delle dichiarazioni di voto? Chiede di parlare il consigliere Curci: ne ha facoltà.



CURCI Domenico

Signor Presidente, pur comprendendo e condividendo le ragioni dell'agitazione dei lavoratori metalmeccanici, cui partecipano i lavoratori aderenti al sindacato che affianca la nostra parte politica, la CISNAL, non possiamo accettare lo spirito, la forma e il contenuto di quell'ordine del giorno, nel quale si tacciono tutte le violenze che quotidianamente vengono perpetrate davanti e dentro le fabbriche di cui si ha una eco ancora sui giornali di stamane.



VECCHIONE Mario

Quelle fatte da voi.



CURCI Domenico

Non possiamo condividere la richiesta al Presidente del Consiglio di un impegno a portare la solidarietà del Consiglio stesso alla manifestazione che da alcuni giorni si svolge in piazza Carlo Felice, che ha per noi tutto l'aspetto di una autentica pagliacciata.



RASCHIO Luciano

Pagliaccio sarai tu, che osi dire simili cose!



PRESIDENTE

Altre dichiarazioni di voto? Il pubblico non può interloquire: chi ha parlato abbia la cortesia di non costringermi a farlo uscire dall'aula. Qui hanno diritto di parlare soltanto i Consiglieri regionali. Potremo parlare poi fuori di questa sede.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Conti. Ne ha facoltà.



CONTI Domenico

Signor Presidente, signori Consiglieri, io vorrei soltanto precisare visto che sono state fatte delle affermazioni di ripulsa globale circa la forma e il contenuto dell'ordine del giorno, con quale spirito ci si è apprestati a redigere tale testo. Non certo con spirito sindacale ma come parte politica che rileva il valore sociale dei contenuti della trattativa senza entrare nel merito degli aspetti quantitativi, monetari e di tempo che sono affidati alla negoziazione delle parti, per rilevare il messaggio politico che viene da quella piattaforma. Non vogliamo, quindi, confondere le parti: ci sono i sindacati, ci sono le rappresentanze dei datori di lavoro, c'è il Governo, ma c'è anche il Consiglio Regionale, che, come realtà politica regionale, coglie il valore sociale e politico di quella trattativa, lo evidenzia e in nome di questa esprime una solidarietà.
Questo è il punto di vista.
Mi spiace che il tempo a disposizione non consenta di illustrare, sia pur sommariamente, il valore politico e sociale dei contenuti della piattaforma: l'inquadramento unico, ad esempio, con tutti i problemi di sostanza, di formazione professionale, di modifica dei rapporti di lavoro le 150 ore per il diritto allo studio; tutto ciò che riguarda la tutela dell'ambiente, che coinvolge la medicina preventiva, competenza diretta della Regione; i corsi di formazione professionale, che bisognerà porre in essere per rispondere alle esigenze che si vengono realizzando per la attuazione della trattativa. Ci sono dei significati sociali e politici che noi dobbiamo assolutamente cogliere, evidenziare ed approfondire. Mi auguro che, a trattative concluse, sia possibile svolgere un dibattito per vedere come svolgere nell'ambito regionale, in forza delle competenze specifiche e nel quadro della programmazione regionale, un'attività politico amministrativa tendente al raggiungimento di obiettivi che sono di interesse comune e non soltanto di parte.
Questo è lo spirito che ci ha mossi nel redigere questo ordine del giorno e che ha indotto la mia parte ad esprimere il suo consenso a questo documento.



BERTI Antonio

Non ti devi difendere.



CONTI Domenico

Sulla base, appunto, di questi intendimenti, il Gruppo consiliare della Democrazia Cristiana dà voto positivo all'ordine del giorno presentato.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Vera.



VERA Fernando

Noi avevamo espresso perplessità per alcune espressioni contenute nell'ordine del giorno. Però pensiamo che quello che conta è la sostanza del documento, che esterna la viva preoccupazione del Consiglio di fronte ad una vertenza che si trascina da mesi, che vede i lavoratori in lotta per rivendicare legittimamente il miglioramento delle proprie condizioni economiche, lotta che essi sostengono affrontando gravosi sacrifici (basta pensare al numero di ore di retribuzione che già i lavoratori dell'industria metalmeccanica hanno perduto nel corso di questa battaglia).
Considerando positive tutte le iniziative che possono servire ad affrettare il raggiungimento di un accordo e il componimento di questa vertenza, diamo voto favorevole all'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Lo Turco.



PRESIDENTE

LO TURCO Giorgio



PRESIDENTE

Quello che si sta vivendo oggi nelle fabbriche è un dramma di cui purtroppo molti non conoscono ancora bene l'esatta portata.
Il contratto dei metalmeccanici è oggi in discussione in tutte le fabbriche, per tutte le categorie. E' importante sottolineare che per la prima volta, forse, con grande coscienza, la classe operaia non si pone più sul piano della rivendicazione puramente economica e normativa, ma si pone problemi sociali, politici, come già il collega Conti ha indicato.
All'elevato valore politico e sociale di questa piattaforma si contrappone la spietata reazione padronale, a dimostrazione della quale vorrei citare alcuni dati significativi.



PRESIDENTE

La pregherei di attenersi alla dichiarazione di voto sull'ordine del giorno.



PRESIDENTE

LO TURCO Giorgio



PRESIDENTE

Mi limiterò a ricordare che a tutt'oggi, dal novembre '72 al 23 marzo '73, sono 1100 i lavoratori colpiti dalla rappresaglia, tutti delegati o dirigenti sindacali nelle fabbriche, cioè i lavoratori politicamente e sindacalmente più impegnati: sono stati licenziati 49 lavoratori, delegati o rappresentanti sindacali, sono stati sospesi, soltanto alla Fiat, 132 fra delegati e dirigenti sindacali, si sono perse 171 giornate di lavoro per sospensioni e rappresaglie varie. In sostanza, si sono perse oltre 343 giornate di lavoro a causa di queste rappresaglie.
Su questa situazione bisogna riflettere per capire quale valore abbia l'ordine del giorno proposto. E per questi motivi, per essere presenti nella lotta a fianco di tutti i lavoratori, noi diamo il nostro voto favorevole.



PRESIDENTE

Il Consigliere Nesi chiede di parlare. Ne ha facoltà.



NESI Nerio

Signor Presidente, io condivido tutto del discorso che ha fatto il rappresentante della Democrazia Cristiana, all'infuori del tono, che sembrava, come giustamente ha osservato il collega e compagno Berti, un tono di giustificazione: noi non abbiamo nulla di cui ci dobbiamo giustificare in rapporto a questo ordine del giorno, dobbiamo anzi esserne orgogliosi, mentre devono vergognarsi coloro che non lo sottoscrivono.
E' in atto una situazione drammatica nelle fabbriche, che già il compagno Lo Turco ha sottolineato: le ore di sciopero assommano già ad una cifra probabilmente mai raggiunta in questi ultimi anni, la condizione operaia rasenta la insostenibilità. Guai se il Consiglio regionale del Piemonte si dimostrasse insensibile a ciò che sta avvenendo: non saremmo degni di occupare questo posto. I lavoratori non chiedono soltanto aumenti salariali (che peraltro tutti sappiamo essere stati già erosi dalla svalutazione in corso, che ormai ha raggiunto punte oscillanti fra il 10 e il 15 per cento), ma chiedono le stesse cose che noi rivendichiamo per essi nell'ordine del giorno; condizioni democratiche di vita all'interno delle fabbriche e fuori, lotta contro la repressione, libertà di operare attraverso lo statuto dei diritti dei lavoratori, che è una conquista della classe lavoratrice italiana.
Per queste ragioni, il Gruppo socialista, che ha sottoscritto questo ordine del giorno, chiede che esso venga approvato sollecitamente.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Gandolfi.



GANDOLFI Aldo

Mi proponevo anch'io di fare qualche rilievo marginale rispetto al testo dell'ordine del giorno che è stato presentato, ma l'intervento del Capogruppo missino mi vieta di fatto di entrare in valutazioni di questo genere. Mi associo quindi senz'altro allo spirito secondo il quale la mozione è stata presentata, ed in questo senso voterò.
Devo aggiungere che questa vertenza dei metalmeccanici che si trascina da tanto tempo è indubbiamente uno dei grossi nodi della nostra vita economica e sociale: è fuor di dubbio che sia ormai nell'interesse generale della ripresa anche dell'economia e della normalizzazione del clima politico nel nostro Paese che questa vertenza si risolva in modo soddisfacente, senza quegli inasprimenti che anche qui sono stati denunciati e che in certi casi hanno assunto toni e forme particolarmente gravi.
Ritengo peraltro di dover rivolgere un invito ai Consiglieri di tutte le parti politiche, che si sono pronunciati su questo ordine del giorno: quello ad avvezzarci a non esprimere giudizi di valore troppo drastici in merito a vertenze sulle quali ci ritroviamo periodicamente a discutere perché ci possono essere, obiettivamente, delle rivendicazioni portate avanti da varie categorie, da varie parti sociali nel Paese, che hanno prese isolatamente, ciascuna una sua validità e che pure in un contesto generale di situazione del Paese possono richiedere dei tempi di attesa nell'interesse generale di uno sviluppo armonico del Paese. Sopratutto dovremmo anche preoccuparci di evitare di trovarci poi su questo piano in situazioni quali quella, ad esempio, di Consigli comunali che intervengono in presenza di vertenze fra il Personale della Regione e la Giunta regionale, il Consiglio regionale, a sostegno di agitazioni, che so io, dei dipendenti regionali, mettendo in imbarazzo anche chi ha la responsabilità dell'amministrazione regionale.
Ripeto, io ritengo di dovermi associare a questo ordine del giorno per l'importanza economica e sociale che ha assunto la soluzione della vertenza, in considerazione anche degli inasprimenti particolarmente gravi che si stanno delineando e che sono in fase di aggravamento. E' un conflitto che deve avere una soluzione positiva nel più breve periodo di tempo possibile.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Zanone. Ne ha facoltà.



ZANONE Valerio

Signor Presidente, questo ordine del giorno avrebbe potuto, e forse dovuto, essere preceduto da un esame dei contenuti della vertenza in corso alla quale il testo si riferisce.
Comunque, se sullo spirito del documento quale è stato illustrato dal collega Conti non possiamo non trovarci d'accordo, avremmo preferito una diversa stesura, che dessi meno adito ad equivoci ed entrasse più direttamente nel merito delle questioni che vengono prospettate nel documento. Ad esempio, l'accenno ad "iniziative provocatorie e repressive" è da parte del Consiglio regionale di troppa gravità per non dover essere corredata dei dati precisi che certamente sono in possesso dei presentatori del documento.
D'altra parte, anche l'espressione di solidarietà ai lavoratori e l'impegno di sostenerne la lotta, se come principio non possono non essere condivisi da tutte, o quasi tutte, le forze politiche presenti in questo Consiglio, tuttavia se non sono intesi in senso meramente declaratorio e mi si consenta anche leggermente demagogico, contengono una valutazione di merito e direi quasi anche una implicita disattenzione verso l'opera di mediazione svolta finora dal Governo, principalmente dal Ministro del Lavoro, per la soluzione di questa vertenza.
Ecco le ragioni della nostra perplessità, che avvicinano di molto la nostra valutazione su questo documento alla posizione dianzi espressa dai Colleghi dei Gruppi socialdemocratico e repubblicano.
Tuttavia, in considerazione non della lettera del documento ma dell'intenzione che lo ha ispirato, il Gruppo liberale darà voto favorevole.



PRESIDENTE

Nessun altro chiede di parlare per dichiarazione di voto? La parola allora, al Presidente della Giunta.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

La Giunta, per la parte che le compete come tale e per la parte che le compete essendo espressa da Consiglieri regionali, si associa a questo ordine del giorno nello spirito che è stato indicato dal collega Consigliere Conti e con le valutazioni che sono state espresse dai Consiglieri della maggioranza.
E' naturale che in una Regione come la nostra, dove la presenza dell'industria metalmeccanica è una presenza prevalente, gli organismi politici democratici guardino con estrema attenzione allo svolgimento di questa lotta contrattuale e ne auspichino la più rapida soluzione proprio nell'interesse dello sviluppo dell'economia e della crescita sociale che indubbiamente queste lotte portano avanti.
Come tutti gli ordini del giorno, anche questo contiene alcuni punti sui quali un approfondimento non sarebbe stato inopportuno, ma ciò che conta mi pare sia l'indicazione di fondo, ed è quella che il Consiglio regionale è chiamato a far propria.
Come giustamente ha sottolineato il collega Conti, in questa fase della lotta contrattuale non vi sono soltanto semplici richieste di miglioramenti finanziari da parte dei lavoratori, ma richieste di importanti miglioramenti di carattere sociale, che coinvolgono necessariamente anche le competenze della Regione. Ed è per questo che queste lotte, in definitiva, si affiancano anche alle lotte talvolta più oscure, se volete più dure, che vengono condotte dall'Amministrazione regionale per rivendicare la completezza del trasferimento dei poteri dello Stato alla Regione. Sono lotte che riguardano le condizioni interne nelle aziende per quanto concerne, appunto, la medicina preventiva, le condizioni dell'ambiente, la politica della casa, in cui in una certa misura la Regione è pur anche interessata; sono, quindi, lotte che pongono anche in evidenza una realtà istituzionale politica che coinvolge necessariamente la Regione.
Mi pare che la spiegazione che il Consigliere Conti ha voluto dare non sia affatto una risposta al Gruppo missino ma un doveroso tentativo di chiarire qual è l'assunzione di posizioni in ordine ad un problema di così rilevante importanza per la nostra Regione.
Noi auspichiamo che l'azione mediatrice che il ministro del Lavoro sen. Coppo, ha condotto fin qui, e che ha già portato a risultati positivi per quanto riguarda i contratti dei metalmeccanici delle aziende statali possa approdare rapidamente ad una favorevole conclusione anche per la vertenza che interessa i lavoratori metalmeccanici delle aziende private.
Nel formulare tale auspicio di rapida conclusione noi non possiamo non aggiungere anche l'auspicio che nella durezza della lotta, tutti i fatti che sono accaduti, e che si collocano esattamente in una visione di fair play, ma come tutte le lotte comportano evidentemente delle durezze, non vengano caricati sulle spalle dei lavoratori ma visti in una logica, in una prospettiva in cui ci sia anche una conciliazione tra le parti che hanno duramente lottato fin qui. Questa solidarietà io credo che noi la dobbiamo proprio nella misura in cui ci rendiamo conto della importanza e della validità anche di questa lotta. Devo dichiarare di essere rimasto non poco stupito nel vedere le cifre segnate sulle buste paga di molti lavoratori di alcune delle aziende, che sono venuti a chiedere alla Regione un appoggio per la loro situazione aziendale: non c'è dubbio che nella fase di progresso economico del nostro Paese alcune categorie, che pure sembrano forti sul piano sociale, dal punto di vista delle retribuzioni sono rimaste notevolmente in arretrato.
Mi pare giusto cogliere in ciò che ha detto il collega Gandolfi un richiamo anche al Consiglio Regionale perché certe valutazioni da parte nostra vengano sempre fatte nel quadro di un riequilibrio generale della nostra economia, superando alcune tentazioni che indubbiamente ci sono nel Paese - stranamente, certe volte anche al contrario rispetto alle forze che si manifestano - facendo in modo che le lotte vengano portate avanti in un quadro di programmazione e di equilibrio di superamento di spinte corporative che possono oggettivamente mettere in difficoltà anche categorie così numerose e forti come quella dei lavoratori metalmeccanici.
Non vi è dubbio che dobbiamo trarre anche delle valutazioni in ordine al problema di questi aumenti salariali e del mantenimento della competitività delle nostre aziende. Ciò lo dobbiamo cogliere nel senso di una spinta verso una riforma dei cosiddetti oneri sociali che sgravi nell'incremento dei servizi a favore dei lavoratori, le aziende di alcuni carichi estremamente onerosi, inizialmente dati per poter conferire dei servizi sociali ai lavoratori ma che in realtà si disperdono nei rivoli di una burocrazia estremamente pesante, che logora e consuma questi contributi, non li rende produttivi e finisce in definitiva con il danneggiare la nostra economia sul piano generale. Si coglie anche qui questo senso di politica delle riforme alle quali si è riferito il consigliere Nesi nella sua dichiarazione di voto.
Con questo spirito, che mi pare colga le indicazioni emerse dagli interventi del Consigliere Conti e di altri Consiglieri che qui hanno preso la parola, la Giunta accetta questo ordine del giorno e si augura vivamente che il contratto dei lavoratori metalmeccanici possa concludersi con la massima rapidità, ed in questo senso promuove presso il Governo tutte le pressioni necessarie.



PRESIDENTE

Pongo allora in votazione l'ordine del giorno, che, se il Consiglio me lo consente, do per letto. Chi l'approva è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità, salvo due voti contrari.
Desidero a questo proposito anche assicurare al Consiglio che in giornata, con il mezzo più rapido, adempirò all'incarico che mi è stato assegnato di far pervenire al Governo, in persona del Presidente del Consiglio e in persona del ministro del Lavoro, on. Coppo, il quale ultimo peraltro, come ha sottolineato il Presidente della Giunta regionale, ha dato una particolare attività diretta alla soluzione del problema, il testo dell'ordine del giorno, e di informarlo di quanto emerso dalla discussione in proposito svoltasi.
Convoco ora nel mio studio i Capigruppo per stabilire con essi le modalità da seguire per l'adempimento relativo all'altra parte dell'ordine del giorno, che impegna personalmente il Presidente del Consiglio. Sospendo pertanto la seduta per qualche minuto.



(La seduta, sospesa alle 12, riprende alle 12,35)



PRESIDENTE

La seduta è ripresa. Mi è stato fatto rilevare che nel testo dell'ordine del giorno votato mancava una precisazione che ritengo sia molto valida anche proprio in rapporto alle preoccupazioni che aveva espresso il Consigliere Zanone.
Nella frase "Il Consiglio della Regione Piemonte, di fronte alla denuncia e al rischio di iniziative provocatorie" era stata omessa la precisazione: "fatta dai sindacati". La frase completa è pertanto: "Il Consiglio della Regione Piemonte, di fronte alla denuncia fatta dai sindacati e al rischio di iniziative provocatorie...". Chiederei ai Consiglieri, se non vi sono dissensi, l'approvazione formale per alzata di mano di questa interpolazione all'ordine del giorno perché sia correttamente votato. Chi approva è pregato di alzare la mano. E' approvato all'unanimità meno un voto contrario. Prego la Segreteria di prendere nota di questo completamento.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Elezione di un Vicepresidente del Consiglio Regionale


PRESIDENTE

Passiamo al punto quarto dell'o.d.g.: "Elezione di un Vicepresidente del Consiglio Regionale". Dispone l'art. 14 del nostro Statuto: "Alla elezione dei Vicepresidenti e dei Segretari si procede con votazioni separate e ciascun Consigliere vota a scrutinio segreto con le modalità stabilite dal Regolamento. I componenti l'Ufficio di Presidenza restano in carica trenta mesi e sono rieleggibili". Nel caso specifico penso che l'eletto non sarà rieleggibile, perché i trenta mesi vanno oltre il termine di durata in carica del nostro Consiglio Regionale.
Su questo punto dell'ordine del giorno qualcuno chiede di parlare? Il Consigliere Calsolaro. Ne ha facoltà.



CALSOLARO Corrado

Signor Presidente, signori Consiglieri, il Gruppo socialista presenta come proprio candidato alla carica di vicepresidente del Consiglio Regionale il Consigliere Viglione.
Dopo le dimissioni dell'on. Vittorelli dalla carica di Presidente del Consiglio Regionale, il partito di maggioranza relativa ed i Gruppi ad esso alleati hanno ritenuto di procedere alla elezione di un presidente democristiano, in sostituzione di quello socialista, riaffermando in questo modo una scelta politica in perfetta consonanza con quella già operata alcuni mesi prima attraverso la costituzione della Giunta Regionale di centro-destra.
Riteniamo di poter presumere che, dopo il voto di quindici giorni fa per la rielezione della Giunta di centro-destra, i Gruppi che la compongono o che la sostengono intendano confermare anche in occasione della elezione del vicepresidente di questa Assemblea la loro rinnovata solidarietà di Governo.
Pensiamo tuttavia che il Gruppo di maggioranza relativa, al quale incombono le maggiori responsabilità proprio per essere la forza dominante della coalizione che governa la nostra Regione, possa trovare in se stesso la forza e la determinazione necessarie per evitare che anche questa elezione si collochi sul piano di una scelta politica di carattere contingente, fortemente contestata da vasti settori della stessa maggioranza sul piano nazionale, e, sia pure in modo più rarefatto, in questo stesso Consiglio.
I Colleghi del Gruppo democristiano e del Gruppo socialdemocratico non possono, a nostro avviso, non valutare attentamente le conseguenze che necessariamente si potrebbero determinare, in ordine ai rapporti tra il PSI da una parte, la DC e il PSDI dall'altra, nel caso in cui essi intendessero proseguire - fino ai limiti del più assoluto oltranzismo - la loro attuale linea antisocialista.
Il voto che essi esprimeranno oggi ha per noi un significato molto chiaro: si tratta di tenere aperta quella possibilità di dialogo a favore della quale si sono espressi in modo esplicito, nel corso dei loro interventi durante la recente crisi, il capogruppo Nesi ed il compagno Viglione, o di porre sin d'ora, con una scelta che anche (ma non soltanto) per i tempi tecnici che la condizionano assumerebbe i caratteri della definitività, le premesse per lo stabilizzarsi di una situazione destinata probabilmente a produrre i suoi effetti fino al termine dell'attuale legislatura.
Il Gruppo socialista ritiene di poter aspirare alla elezione di un suo Consigliere per la forza crescente dei suffragi popolari che ne hanno confortato, anche di recente, le scelte di fondo, e più particolarmente per la consistenza numerica che fa di esso il terzo gruppo di questo Consiglio.
Dalla elezione del Presidente del Consiglio Regionale ad oggi il Gruppo socialista - già estromesso dalla Giunta per volontà politica di altri - è stato privato anche della sua rappresentanza nell'Ufficio di presidenza.
Non è, d'altronde, possibile pensare che esso possa accogliere favorevolmente un'ipotesi subordinata di compromesso che avrebbe il solo scopo di dare copertura al completamento di una operazione politica contro la quale il Gruppo socialista si è già chiaramente e decisamente espresso e dalla quale risulterebbe inevitabile il consenso dei socialisti alla corresponsione di un premio speciale ad uno dei Gruppi che appoggiano la Giunta. Nessun Consigliere del Gruppo socialista è disponibile per offerte di questo tipo.
Una decisione della maggioranza che disattendesse queste considerazioni assumerebbe certamente un valore "emblematico" nei confronti dei socialisti, con buona pace dei discorsi dei "week-ends" del Presidente del Senato e del Ministro dell'Interno, ma in piena corrispondenza con quelli del Presidente del Consiglio.
L'Ufficio di presidenza del Consiglio Regionale non è l'organo di Governo della Regione. Così pur riconoscendo alla maggioranza il diritto di esprimere se stessa nella composizione del Collegio, contestiamo fermamente ad essa il diritto di riservare a se stessa, quasi per intero, tutta la rappresentanza.
Non in questo modo - ed è illuminante esempio della involuzione antidemocratica conseguente alla scelta moderata attuatasi nella nostra Regione - si era risolto il problema dell'Ufficio di presidenza sotto il "famigerato" imperio del Centro-Sinistra. Nel senso che esso era stato oggetto di una valutazione globale che teneva conto della posizione politica e della composizione numerica dei Gruppi in un quadro d'insieme nel quale la dimensione regionale aveva un preciso riferimento anche agli Enti locali territoriali minori, Comuni e Province.
Un Ufficio di Presidenza dal quale fossero esclusi i socialisti assumerebbe di per sé un carattere di parte e non potrebbe da noi essere considerato autenticamente rappresentativo del Consiglio tutto.
Le tensioni politiche che trovano nella formazione delle maggioranze e nello scontro di queste con i gruppi di opposizione la loro espressione più viva si trasferirebbero da un piano politico di indubbia legittimità democratica a quello di una pura acquisizione di potere attraverso la sopraffazione di un gruppo politico che nella battaglia per la istituzione delle Regioni e per l'affermazione della loro autonomia è stato parte non indifferente.
Per questi motivi rinnoviamo la nostra richiesta a che l'incarico di vicepresidente del Consiglio Regionale venga attribuito ad un Consigliere del Gruppo PSI.
Il Consigliere Viglione, che noi proponiamo e sul quale ci auguriamo convergano i voti del Consiglio, militante socialista di ormai antica data e combattente della Resistenza, ha dato in questi tre anni di vita della Regione tutto il suo entusiasmo ed il suo impegno per l'affermazione dei principi dell'autonomia e dei poteri legislativi della Regione, come assessore prima, ed attualmente come presidente della VIII Commissione legislativa permanente.
Dichiarando il nostro voto a suo favore, invitiamo le forze democratiche presenti in questo Consiglio ad accogliere la nostra proposta.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Carazzoni. Ne ha facoltà.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, Colleghi Consiglieri, noi vogliamo osservare, e far rilevare, che con questa votazione si viene finalmente a colmare, a distanza di molti mesi, una grave lacuna dell'Ufficio di presidenza, ma non si viene ancora a superare, come pure sarebbe necessario e doveroso, una ben più grave carenza dell'Ufficio stesso: intendiamo riferirci, in coerenza con quanto già affermato in precedenti occasioni, alla rappresentatività dell'Ufficio di presidenza, che non può restare limitata e parziale come in oggi è ma deve essere generale, cioè allargata ed estesa a tutti i Gruppi presenti in questa Assemblea. Se infatti l'Ufficio di presidenza va inteso come organo al di fuori e al di sopra delle parti garante cioè di equità e di imparzialità nei confronti di tutte le forze politiche qui rappresentate, non si vede come possa essere e restare precluso a qualche Gruppo particolare.
Poiché a questa condizione di generale rappresentatività, che è poi condizione di fondo, non soddisfa l'Ufficio di presidenza della nostra Regione, noi, pur con tutto il rispetto nei confronti dei suoi componenti ed in particolare nei confronti del suo presidente, dobbiamo forzatamente dire - e lo diciamo più con amarezza che con spirito polemico - che non ci sentiamo da esso né rappresentati né garantiti. Nel passato, venendo l'Ufficio di presidenza eletto sulla base di quanto disponeva la legge cosiddetta Scelba, la legge 10 febbraio 1953 n. 62, cioè con un presidente due vicepresidenti e due segretari, era obiettivamente impossibile riconoscere ed accordare il diritto di rappresentanza a tutti i Gruppi consiliari: ora questa difficoltà tecnica non esiste più, poiché per superarla basterebbe dare applicazione all'art. 14 cap. 2 dello Statuto Regionale, che prevede appunto l'allargamento dell'Ufficio di presidenza con la elezione, anziché di due, di quattro Segretari. Ove questa norma statutaria trovasse applicazione corretta, tutti i Gruppi consiliari potrebbero sedere nell'Ufficio di presidenza senza peraltro che venisse a mutarsi e a sovvertirsi tra i suoi componenti il rapporto numerico fra maggioranza e minoranza.
Ma per l'applicazione della norma statutaria che noi abbiamo qui voluto richiamare manca la volontà politica, mentre permane invece il disegno discriminante nei confronti della nostra parte. Questo, al di là di qualunque possibile doverosa valutazione di merito, è un anacronismo anche in questi tempi di archi costituzionali, e basta a dimostrarlo il fatto che la Destra nazionale è correttamente rappresentata negli Uffici di presidenza del Parlamento, così alla Camera come al Senato. Nel caso nostro, si tratta dunque di una discriminazione gratuita ed assurda, che non torna, ci sia consentito dirlo, a decoro di questa assemblea, ed offende la nostra sensibilità ma soprattutto mortifica gli elettori piemontesi, cittadini non certo di serie B, che noi rappresentiamo in quest'aula.
Contro questa dimostrazione permanente di faziosità noi esprimiamo ancora una volta la energica protesta del Movimento sociale italiano Destra nazionale, riservandoci di ritornare ulteriormente su questo argomento se e quando sarà posto in discussione, come sembra da intesa raggiunta in sede di riunione dei Capigruppo, l'allargamento dell'Ufficio di presidenza stesso, mentre comunichiamo che il nostro Gruppo per questa votazione consegnerà scheda bianca.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Berti. Ne ha facoltà.



BERTI Antonio

L'elezione dell'Ufficio di presidenza aveva costituito uno dei momenti più interessanti dell'inizio dell'attività del Consiglio Regionale, nel senso che era avvenuto attraverso una intesa effettiva fra tutti i Gruppi consiliari ed aveva portato ad un risultato che praticamente vedeva rappresentati in esso tutti i Gruppi consiliari, compatibilmente con il numero dei componenti.
Dalle diverse parti politiche si era in quella occasione affermata oltre all'importanza di questo pronunciamento unitario, proprio perch espressione del Consiglio Regionale, anche la volontà di portarlo avanti nel tempo. Noi abbiamo fatto presente nella riunione dei Capigruppo che con la elezione di un vicepresidente fatta oggi, mentre permangono delle situazioni ancora non chiare, si modificherebbe in parte lo spirito di allora nel senso che non procedendo alla elezione alla carica di vicepresidente di un socialista, di fatto si escluderebbe una delle componenti più importanti di questo Consiglio Regionale.
Da questo punto di vista, quindi, noi riconosciamo valide le tesi esposte or ora dal Consigliere Calsolaro. D'altra parte, come ho già detto permangono nell'Ufficio di presidenza delle situazioni che definisco soltanto abnormi, nel senso che vi sono incompatibilità fra diverse cariche. Inoltre, se, come la maggioranza ha sempre sostenuto, il Vicepresidente dev'essere espressione della maggioranza, è altrettanto vero che nello stesso Ufficio di presidenza permangono due esponenti dello stesso partito, di cui uno è espressione della maggioranza, l'altro della minoranza, il che è evidentemente una incongruenza.
Rifacendoci anche ad una precedente ed ormai lontana riunione dei Capigruppo, noi avevamo proposto che si procedesse ad un riesame generale delle varie situazioni da risolvere all'interno dell'Ufficio di presidenza per andare ad una votazione che intanto convalidasse la posizione di ognuno e rappresentasse per quanto possibile tutte e comunque le più importanti forze politiche di questo Consiglio Regionale. Da parte della maggioranza e del Presidente della Giunta in particolare, si è sostenuto che non è in causa (vorrei sentirlo riaffermare) il diritto delle minoranze alla partecipazione all'Ufficio di presidenza, e che comunque la votazione di oggi non sarebbe stata in contrasto con quello. Rimane invece ancora in noi la sensazione, per non dire la certezza, che, oggi come oggi, c'è un solo membro dell'Ufficio di presidenza eletto a tutti gli effetti, e quindi inamovibile fino alla fine del mandato di questo Consiglio Regionale, e sarebbe stato opportuno, proprio in omaggio a quello spirito iniziale del Consiglio Regionale, procedere una volta per tutta per le varie situazioni.
Poiché questo, comunque, non è stato accettato dalla maggioranza dei Capigruppo, e per le considerazioni politiche che sono state qui esposte dal rappresentante del Partito socialista, noi votiamo, accogliendo l'invito che ci è stato fatto dal rappresentante appunto del Partito socialista, per il candidato proposto da quel partito.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Beltrami. Ne ha facoltà.



BELTRAMI Vittorio

La votazione alla quale intendiamo procedere serve a rispondere ad un primo interrogativo fra quelli sollevati da una proposta da tempo avanzata all'interno del Consiglio Regionale.
Si è insistito ripetutamente in riunioni di Consiglio sulla esigenza di dare copertura organica alle cariche in seno alla Presidenza del Consiglio.
Questa è una prima scadenza alla quale si intende far fronte per accontentare i diversi settori politici che da tempo reclamano la copertura dell'altro posto di vicepresidente. Vi è poi una seconda scadenza, quella che ha richiamato poco fa Berti, che è stata oggetto di discussione all'interno della riunione dei rappresentanti dei Gruppi del Consiglio Regionale. In effetti c'è qualche cosa da modificare all'interno del Consiglio di presidenza per quanto attiene ai Segretari: mi pare che gli stessi Colleghi interessati, nell'ultima riunione, abbiano fatto chiaramente capire che non è affatto loro intenzione rimanere in quel posto a dispetto dei Santi.
La maggioranza ha dato assicurazione, nella riunione conclusasi poco fa dai Capigruppo, che con la prossima tornata di lavori si intende senz'altro procedere anche a questa situazione, rispettando le norme statutarie e quelle di carattere rappresentativo dei diversi Gruppi. In effetti, la minoranza ha tutti i titoli per essere rappresentata tra i Segretari, e certamente lo sarà, né la maggioranza intende sottrarsi a questo dovere che risponde ad un preciso diritto della minoranza.
Il problema è stato organicamente dibattuto nella riunione richiamata e noi riteniamo che la copertura che si viene a dare questa mattina, con la proposta che io intendo formalizzare immediatamente, risponde ad un quadro di rappresentanze dei diversi gruppi di maggioranza e di minoranza, atteso il fatto chiaramente certo che la minoranza è comunque rappresentata a livello di Vicepresidenza. Né la scelta che si viene a proporre intende investire con un giudizio critico le singole persone o altri componenti dei Gruppi. Dal Partito comunista e dal Partito socialista è stato fatto un nome che noi ovviamente non intendiamo votare, quello del collega Viglione per il quale abbiamo purtuttavia grandissimo rispetto, che non è semplice spirito di colleganza.
D'altra parte, al di là di quella che è la meccanica disposizione della norma statutaria, noi riteniamo che non ci sia niente né di statico né di fermo né di eterno anche in queste singole votazioni: nulla vieta che altri discorsi politici possano avere domani altre risposte politiche.
Evidentemente, gli uomini che noi intendiamo indicare e quelli che già fanno parte di queste rappresentanze all'interno del Consiglio Regionale con la loro sensibilità ed intuizione politica, sapranno proporre una soluzione organica e pulita ad ogni seria esigenza di un discorso politico che insorgesse all'interno del Consiglio Regionale.
Tutto ciò premesso, dichiaro che io ritengo che il Consigliere collega Fassino, del Gruppo liberale, abbia tutti i requisiti richiesti per ricoprire la carica di Vicepresidente del Consiglio regionale, e formalizzo senz'altro la proposta della sua candidatura.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Garabello. Ne ha facoltà.



GARABELLO Enzo

Signor Presidente, non avrei neanche parlato se non mi sentissi un po' in obbligo di farlo avendo preso la parola, proprio il giorno della sua elezione all'alta carica che ella occupa, per esprimere, non evidentemente in rapporto alla sua persona, qualche riserva, dato il significato politico che poteva assumere la modificazione che così si apportava alla struttura dell'Ufficio di presidenza. In quella circostanza, alla uscita dalla scena regionale dell'on. Vittorelli, si abbinò la rottura della coalizione di centro-sinistra, nella quale si era trovata armonicamente, come già ricordato prima, una seria rappresentanza nell'ambito dell'Ufficio di presidenza.
Io ritengo che l'Ufficio di presidenza abbia ad essere essenzialmente una seria garanzia dello svolgimento democratico dei lavori, nell'aula e fuori dell'aula del Consiglio, e pertanto non vorrei che il discorso fosse eccessivamente politicizzato, anche se mi pare che un secondo aspetto proprio nella nomina del Presidente attuale del nostro Consiglio fosse la riserva, ampiamente accolta dai vari Gruppi, di una sistemazione dei rapporti interni all'Ufficio di presidenza che desse il giusto peso alle rappresentanze della minoranza, che in quel momento veniva ad essere sminuito, quanto meno diminuito numericamente.
Quindi, auspichiamo - e sono contento della dichiarazione in proposito del facente funzioni di capo del mio Gruppo - il riequilibrio della situazione interna, con l'augurio soprattutto che il Consiglio di presidenza possa continuare ad assolvere a fondo, con la stessa dignità e con la stessa imparzialità, il suo lavoro.
Evidentemente, le osservazioni che faccio, spiacente per questo quadro di mutamenti di alleanze che evidentemente non corrisponde al punto di vista mio e del collega Conti, non hanno alcun significato di riserva nei confronti del collega Fassino, il quale conosce bene il nostro atteggiamento nei suoi confronti, dati i rapporti personali e politici che ci sono fra noi. Da parte nostra, nel dare a lui il nostro voto, c'è la massima stima e deferenza per la sua persona; e la stessa stima e deferenza vi è pure nei confronti del collega Viglione, proposto dalla minoranza consiliare.
Auspichiamo pertanto una rapida ristrutturazione dell'Ufficio di presidenza, che ristabilisca soprattutto, proprio perché l'Ufficio possa svolgere nel modo migliore i suoi alti compiti, un clima di maggiore collaborazione e di maggiore comprensione fra tutte le forze politiche.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Vera. Ne ha facoltà.



VERA Fernando

Noi respingiamo le implicazioni "emblematiche", secondo l'espressione da lui usata, che il collega Calsolaro, parlando a nome del suo Gruppo, ha ritenuto di ravvisare nella decisione della maggioranza di votare un proprio candidato alla vicepresidenza del Consiglio: non vediamo affatto in questa votazione l'espressione di una vocazione antisocialista, né d'altra parte intendiamo dare ad essa, come già hanno detto altri gruppi, un carattere personale, perché abbiamo il nostro atteggiamento nei suoi confronti, dati i rapporti personali e Fassino.
La composizione dell'Ufficio di presidenza quale è rimasta fino al momento delle dimissioni del presidente Vittorelli era stata - desidero qui ricordarlo - il risultato di una trattativa che immediatamente dopo le elezioni del 1970 era stata condotta tra i partiti di Centro-Sinistra sia per la formazione della Giunta sia per la copertura dei posti di spettanza della maggioranza nell'ambito dell'Ufficio di presidenza. Ho sentito dire da qualcuno che nell'Ufficio di presidenza tutti i Gruppi erano presenti: voglio precisare che l'affermazione non è esatta, perché il Gruppo del PSDI nell'Ufficio di presidenza non c'era, cosa di cui non è che noi ci dolessimo dal momento che la trattativa che si era fatta allora, nel 1970 riguardava sia i posti di Giunta (ed a noi, ricorda Calsolaro, ne erano stati assegnati), sia i posti di presidenza del Consiglio, che erano coperti da democristiani e socialisti.
La designazione oggi avanzata dal collega Beltrami a nome della maggioranza di un candidato di questa a coprire il posto di vice-presidente dell'Assemblea, che spetta alla maggioranza, ci pare, quindi, cosa assolutamente corretta, e quindi noi riteniamo di votare per questa designazione, che, ripeto, rientra, secondo noi, nel fair-play che anima le forze politiche nella assegnazione di questi posti. Ci opporremmo invece ad una sopraffazione - in questo sono perfettamente d'accordo su quanto diceva il collega Beltrami - che negasse alla minoranza quei posti che le spettano nell'ambito del Consiglio di presidenza; ed in questo senso siamo perfettamente d'accordo che il problema dei due posti di segretario che attualmente, temporaneamente, per pochi giorni, sono coperti da due esponenti della maggioranza, venga risolto nel senso di riconoscere alla minoranza quanto le spetta.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Zanone. Ne ha facoltà.



ZANONE Valerio

Signor Presidente, la scelta che il Gruppo liberale esprimerà nel merito delle due candidature poste in alternativa non implica da parte nostra alcuna mancanza di considerazione nei confronti del Gruppo socialista, considerazione che noi a suo tempo esprimemmo dando un voto favorevole, pur essendo allora Gruppo di opposizione in questo Consiglio per la elezione a presedente del sen. Vittorelli.
Credo di interpretare un sentimento unanime dei Colleghi liberali esprimendo la nostra stima personale ed anche politica nei confronti del collega Viglione. Senonché, la elezione di questo vicepresidente, come già è stato detto, riguarda i Gruppi che compongono la maggioranza attuale del Consiglio regionale, essendo tra i Vicepresidenti la minoranza consiliare già rappresentata. Rimane peraltro l'obbligo di rappresentare la minoranza del Consiglio nell'Ufficio dei Segretari della Presidenza, ed a ciò sarà regolarmente provveduto, come è stato qui confermato dai colleghi Beltrami e Vera, e come anche il Gruppo liberale conferma. La incongruenza che è stata sottolineata dal collega Berti sarà quindi senza dubbio eliminata nel senso che non resterà nell'Ufficio di presidenza una rappresentanza di partito che sia nel contempo espressione della maggioranza e della minoranza consiliare.
Il Gruppo liberale ringrazia gli altri Gruppi della maggioranza - la Democrazia Cristiana, il Partito socialdemocratico, il Partito repubblicano per la convergenza che essi hanno manifestato in favore del collega Fassino, che, ne siamo certi, assolverà il mandato con quella obiettività imparzialità, ed equità che devono contraddistinguere i componenti dell'Ufficio di presidenza del Consiglio.



PRESIDENTE

Nessun altro chiede di parlare? Passiamo allora alla votazione. Mi richiamo all'art. 14 dello Statuto: "Alla elezione dei due Vicepresidenti e dei Segretari si procede con votazioni separate e ciascun Consigliere vota a scrutinio segreto con le modalità stabilite dal Regolamento". Il Regolamento, all'art. 3, paragrafo 3, recita: "Eletto il Presidente, si procede con votazioni separate ed a scrutinio segreto, alla elezione dei due Vicepresidenti e di due Segretari". (Nel caso specifico si tratta di sostituzione di un vicepresidente). "Ciascun Consigliere vota un solo nome.
Sono eletti i Consiglieri che hanno ottenuto il maggior numero di voti".
Si proceda dunque alla distribuzione delle schede, che poi ciascun Consigliere, chiamato in ordine alfabetico, deporrà nell'urna. Il Consigliere Gerini è pregato di fare l'appello.



(Si effettua la votazione secondo le modalità sopra specificate. Avvenuta la consegna delle schede, il Presidente legge i nomi indicati su ciascuna di esse. Al termine, effettuati i conteggi, proclama l'esito della votazione)



PRESIDENTE

Presenti e votanti, 43 Consiglieri; hanno votato sul nome Fassino 26 Consiglieri, sul nome Viglione 15 Consiglieri; vi sono state due schede bianche. Proclamo pertanto eletto il collega Consigliere Fassino, al quale rivolgo un saluto cordiale a nome dell'intero Ufficio di presidenza prendendo anche occasione per riconfermare lo spirito di assoluta imparzialità che ha animato chi presiede questo Ufficio e coloro che ne fanno parte, dal giorno della loro elezione fino a questo momento, e il proposito di mantenerlo immutato per tutto il tempo nel quale eserciteranno queste funzioni, garanti del rispetto del Consiglio Regionale.
Desidero informare ancora che la riunione dei Capigruppo, dei Presidenti di Gruppo, è venuta nella determinazione - tenuto conto che molte altre Regioni italiane non intendono accettare, per la insufficienza di tempo e per le modalità fissate, - che il colloquio televisivo che era fissato per la sera del 4 aprile e il successivo del 4 luglio sera, sia disdetto, per associarci alle proteste per il fatto che da parte della Rai Televisione non si sia data fin qui soddisfazione alla esigenza di una effettiva presenza nostra in quello strumento di informazione indubbiamente molto rilevante ed importante. Nel far pervenire questa comunicazione, che ho ritenuto di dover fare all'intero Consiglio ufficialmente alla Rai-Televisione, sottolineerò peraltro che noi, facendo nostre, con questa decisione, le proteste altrui, desideriamo anche aprire o riaprire, un discorso perché rapidamente si ponga rimedio a questa situazione di non grande credibilità fatta alla Regione per il suo servizio.
La parola al Presidente della Giunta.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Comunicazioni del Presidente della Giunta Regionale


CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Per una doverosa comunicazione, ai sensi dell'art. 36 dello Statuto regionale.
Comunico al Consiglio Regionale che, in base all'art. 36, terzo comma dello Statuto della Regione, ho provveduto ad assegnare le funzioni di Vicepresidente della Giunta Regionale all'Assessore avv. Mario Debenedetti.
Comunico altresì che, in base all'art. 36, 4° comma, dello Statuto Regionale, ho provveduto ad attribuire le funzioni di competenze regionali ai seguenti Assessori nelle materie che seguono: avv. Angelo Armella, Sanità dott. Benzi Germano, Urbanistica ed Assetto territoriale geom. Carlo Borando, Commercio, Fiere e mercati, Navigazione interna, porti lacuali, Politica urbana e rurale geom. Mauro Chiabrando, Tutela dell'ambiente, inquinamenti e sistemazioni idrogeologica e forestale, uso delle acque avv. Mario Debenedetti, Turismo, Industria Alberghiera, Parchi naturali tempo libero, Sport, Caccia e Pesca gr. Uff. dott. Giovanni Falco, Viabilità e infrastrutture rag. Pierino Franzi, Agricoltura e Foreste ing. Aldo Gandolfi, Trasporti e Comunicazioni avv. Ettore Paganelli, Programmazione, Bilancio, Finanze e Patrimonio comm. Luigi Petrini, Industria, Artigianato, Cave e torbiere, Acque minerali e termali dott.sa Annamaria Vietti, Sicurezza sociale, Servizi sociali, Problemi dell'immigrazione dott. Carlo Visone, Istruzione, Formazione e cultura, Assistenza scolastica, Problemi del lavoro e dell'occupazione, qualificazione professionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente della Giunta Regionale

Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio (seguito)


PRESIDENTE

Informo il Consiglio che sono pervenuti tre disegni di legge regionale presentati dalla Giunta: "Assegno integrativo di natalità alle esercenti attività commerciali in caso di parto o di aborto spontaneo o terapeutico", approvato dalla Giunta Regionale nella seduta del 21 novembre '72; "Assegno integrativo di natalità alle artigiane in caso di parto o di aborto spontaneo o terapeutico", approvato nella stessa seduta di Giunta Regionale "Assegno integrativo di natalità alle coltivatrici dirette in caso di parto o di aborto spontaneo o terapeutico", pure approvato nella seduta di Giunta del 21 novembre '72.
Mi riservo di passarli alla competente Commissione.
Nella conferenza dei Capigruppo si è venuti nella determinazione di fare un dibattito che probabilmente sarà un dibattito soltanto preliminare pensando che possa anche non esaurirsi nella sua completezza sull'argomento posto all'ordine del giorno relativo ai comprensori. Se l'argomento sarà esaurito, bene, altrimenti sarà ripreso in una apposita successiva riunione.
La disamina e l'approvazione di proposte di legge relative alla istituzione dei circondari formerà oggetto, invece, di una apposita seduta del Consiglio Regionale, che è convocato a tal fine, e con tali argomenti all'ordine del giorno, per il 5 aprile alle ore 16,30, in questa sede.
La seduta è rinviata alle ore 16 di oggi.



(La seduta termina alle ore 13,45)



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