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Dettaglio seduta n.141 del 22/03/73 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE OBERTO


Argomento:

Approvazione verbale precedente seduta


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Il primo punto all'ordine del giorno è "Approvazione verbale della seduta precedente".
Il processo verbale della seduta di Consiglio del 15 marzo è stato distribuito prima dell'inizio della riunione. Vi sono delle riserve da parte di qualcuno? Si vuole rinviare l'approvazione ad un'altra seduta o si è potuto darne lettura? Possiamo approvarlo allora, non vi sono obiezioni.
Il verbale è approvato.
Comunicazioni del Presidente.


Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Sono in congedo i Consiglieri Fabbris, Giovana, Nesi e Gerini.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio


PRESIDENTE

Informa che è stata presentata la proposta di legge regionale n. 77 "Assegno integrativo di natalità alle coltivatrici dirette, alle lavoratrici artigiane ed alle lavoratrici esercenti attività commerciali" dai Consiglieri Ferraris, Fabbris, Revelli, Lo Turco, Raschio il 16 marzo 1973; è stata assegnata alla IV Commissione permanente in data 20 marzo '73.
L'Ufficio di presidenza ha preso in esame il problema relativo alle trasferte dei Consiglieri ai quali siano stati affidati incarichi speciali.
A tale proposito l'art. 3 secondo comma della legge regionale 13 ottobre 1972, n. 10 recita: "Il rimborso delle spese di viaggio e l'indennità di missione spettano altresì ai Consiglieri nel caso in cui siano stati ad essi affidati dal Consiglio Regionale speciali incarichi che comportino trasferte fuori sede".
Si tratterebbe di interpretare con una certa estensione il senso realistico e pratico di questa norma, ottenendo dal Consiglio, se crede che possa essere invece l'Ufficio di presidenza a considerarsi delegato ad affidare tali incarichi, altrimenti in caso di urgenza non si potrebbe dare l'incarico a qualche Consigliere di svolgere queste attività se non è in seduta il Consiglio Regionale. Si chiede quindi che il Consiglio, prendendo atto di questa situazione, esprima il proprio parere (con una discussione alla quale seguirà una votazione per alzata di mano) se può considerarsi delegato a conferire questi speciali incarichi che comportino trasferte fuori sede.
Domani alle 16 inizia il Convegno su "Regioni e servizi sociali" al quale i Consiglieri regionali sono stati invitati.
A Montecatini Terme dal 6 all'8 aprile si svolgerà un incontro nazionale sul tema "Un nuovo sistema costituzionale di controllo sugli atti amministrativi dei Comuni, delle Province e degli Enti locali" organizzato dalla presidenza del Consiglio Regionale toscano, dalla Giunta Regionale e dal Comitato di controllo. Può essere opportuno prevedere la partecipazione di una delegazione del Consiglio, cosa alla quale giungeremo attraverso una convocazione dei presidenti di gruppo per perfezionare quella che sarà la volontà. L'argomento è indubbiamente molto interessante.Le mie comunicazioni sono terminate; se nessuno chiede di parlare sulle stesse passiamo oltre.


Argomento: Ristrutturazione industriale

Interrogazione dei Consiglieri Garabello, Sanlorenzo ed altri sulla ristrutturazione della Montefibre


PRESIDENTE

Mi perviene un'interrogazione con carattere d'urgenza che reca le firme dei Consiglieri Garabello, Sanlorenzo, Bono, Fonio, Cardinali, Fassino Zanone della quale do lettura: "I sottoscritti interrogano con urgenza l'Assessore alla Programmazione per conoscere quali iniziative la Giunta Regionale abbia assunta, o intenda assumere, in relazione alla ristrutturazione della Montefibre sulla quale proprio in questi giorni, si sta sviluppando un'importante trattativa sindacale".
Io prego l'Assessore, se è in condizioni di poter dare la risposta all'interrogazione, di volerla accogliere proprio in relazione alla particolare urgenza. Noi non ci riuniamo più fino a mercoledì e giovedì venturo, per la discussione sul bilancio, se l'Assessore è in condizione di rispondere stamane lo pregherei di volere accogliere l'interrogazione stessa.
L'Assessore Paganelli è disponibile, gli do la parola.



PAGANELLI Ettore, Assessore alla programmazione

Il 7 dicembre scorso, il giorno stesso che la Montedison ci portò a conoscenza del suo piano di ristrutturazione, ebbi a dichiarare in Consiglio di ritenere insoddisfacente, sotto il profilo del metodo, il comportamento della Montedison la quale disattendeva gli impegni con noi assunti di un esame preventivo di ogni piano riguardante la sua presenza in Piemonte e contemporaneamente esprimevo serie riserve sul contenuto di quel piano.
Il nostro impegno successivo è stato diretto ad acquisire tutti gli elementi di conoscenza e di valutazione necessari per affrontare la questione nei suoi termini concreti e per poter quindi concorrere ad una sua positiva soluzione.
In questa prospettiva sono stati avviati contatti preliminari con la Montefibre come con le organizzazioni sindacali ed ho avuto un primo incontro con i sindaci dei comuni più direttamente interessanti: Ivrea Verbania e Vercelli. Anche sulla base di un attento esame di ristrutturazione della Montefibre è stata così definita la posizione della Giunta sia sugli aspetti generali del problema e su più specifici contenuti riferiti alle singole situazioni.
In via di massima riteniamo che gli obiettivi fondamentali da raggiungere siano rappresentati dalla salvaguardia assoluta dei livelli occupazionali attuali, a livello di ogni zona; ciò è possibile solo se da un lato si procede ad una ristrutturazione tecnicamente ed economicamente valida che risani effettivamente le situazioni e non sposti solo nel tempo il problema e se si procede ad investimenti sostitutivi che siano praticamente contemporanei alla cessazione delle precedenti attività ed abbiano solide prospettive.
In particolare per Pallanza non riteniamo assolutamente accettabile il trasferimento a Novara di oltre mille lavoratori, come non ci pare fondata l'ipotesi di tale sostituzione delle attuali produzioni con altre molto diverse che renderebbe di fatto impossibile l'utilizzo dei rimanenti occupati nelle nuove attività. Si deve, per contro, ottenere che i nuovi investimenti previsti nel settore delle fibre vengano realizzati nella zona di Pallanza.
Per Vercelli si pone un duplice problema: ottenere precise garanzie sugli investimenti sostitutivi, da definirsi nelle caratteristiche entità e tempi di realizzazione, ed assicurare un dimensionamento adeguato alla produzione di fibre.
Per Ivrea si pone, come per Vercelli, un problema di certezza e di validità delle attività sostitutive. In tutti i casi poi si presenta la questione della durata della cassa integrazione, un aspetto specificamente sindacale della vertenza che però incide sulla credibilità complessiva della Montefibre.
Debbo ancora precisare che, rispetto alla posizione iniziale, si è avuta una prima modifica della posizione della Montefibre, la quale non lega più la realizzazione degli investimenti sostitutivi all'intervento di terzi, ma assume in proprio questo impegno, pur cercando dei partners da associare alle iniziative previste.
Sulle prospettive che si presentano per queste attività stiamo svolgendo approfonditi accertamenti ed in ogni caso chiederemo alla Montefibre tutte le specificazioni necessarie. Questa nostra posizione è stata confrontata ancora ieri con i rappresentanti regionali delle organizzazioni sindacali ed abbiamo potuto constatare la sostanziale coincidenza con la piattaforma con cui i sindacati hanno avviato le trattative.
Voglio a questo proposito sottolineare come non vi sia da parte nostra allo stato attuale della vertenza, l'intenzione di porci come mediatori in ordine agli aspetti strettamente sindacali del problema, ma intendiamo invece svolgere un significativo ruolo di indirizzo.
A quanto ci risulta la trattativa tra Montedison e sindacati è in questi giorni ad un punto che può essere decisivo e a breve scadenza avremo un incontro ufficiale con il dr. Gritti, amministratore delegato della Montefibre, per esporre e ribadire il giudizio della Regione ed accertare ulteriormente quale sia ora la posizione della Montefibre.
In base quindi ai risultati di questo incontro definiremo le modalità lungo le quali dovrà svilupparsi l'intervento della Giunta Regionale sentendo nuovamente gli Enti Locali con i quali intendiamo mantenerci in costante collegamento e valutando, con le organizzazioni sindacali, i successivi andamenti della vertenza.
Mi sembra che questa impostazione, mentre garantisce la reciproca autonomia di tutte le varie parti in causa, consenta alla Regione di svolgere il ruolo di iniziativa e di coordinamento che le è proprio rappresentando l'intera comunità regionale ed in primo luogo quella più direttamente investita da questo difficile processo di ristrutturazione.


Argomento: Ristrutturazione industriale

Ordine del giorno sulla ristrutturazione della Montefibre


PRESIDENTE

E' pervenuto questo ordine del giorno in relazione all'interrogazione e all'ampia ed esauriente risposta data dall'Assessore: "Il Consiglio della Regione Piemonte, udita la risposta dell'Assessore alla programmazione, considerata la gravità e l'urgenza dei problemi aperti dalle proposte di ristrutturazione della Montefibre che compromettono lo sviluppo e l'assetto di aree già in una difficile situazione socio economica, esprime la propria solidarietà ai lavoratori impegnati nella difesa del posto di lavoro e concordando sugli obiettivi e sull'azione che le organizzazioni sindacali al riguardo stanno svolgendo, invita la Giunta Regionale a proseguire tutte le iniziative idonee alla salvaguardia dei livelli di occupazione di ogni singola zona, affiancando l'azione dei sindacati e di concerto con gli Enti locali".
Vorrei cogliere l'occasione per dire che sarebbe bene consentire sempre che il testo, senza alcuna alterazione nella sostanza, per quanto riguarda la forma (che molte volte viene messa giù affrettatamente) sia rivisto affinché abbia una corrispondenza linguistica accettabile.
C'è qualcuno che chiede di parlare per dichiararsi soddisfatto o meno dell'interrogazione presentata, o possiamo mettere in votazione senz'altro l'ordine del giorno? Non ci sono richieste di parola, allora metterei ai voti l'ordine del giorno.
La Giunta lo accetta vero?



PAGANELLI Ettore, Assessore alla programmazione

La Giunta lo accetta.



PRESIDENTE

L'ordine del giorno viene posto in votazione.
Chi lo approva è pregato di alzare la mano. L'ordine del giorno è approvato all'unanimità.


Argomento: Interventi a favore dell'economia - normative organiche nei vari settori

Esame del disegno di Legge n. 49 relativo a interventi nel settore dei miglioramenti fondiari


PRESIDENTE

Passiamo al punto terzo dell'ordine del giorno "Esame del disegno di Legge n. 49 relativo a interventi nel settore dei miglioramenti fondiari".
Relatore Menozzi.
Devo a questo proposito ricordare al Consiglio che era stato presentato in data 10 gennaio 1973 un ordine del giorno a firma dei Consiglieri Ferraris, Raschio, Revelli, Bertorello, Fonio, Vera (del quale chiederei di essere esentato dal dare lettura, i Consiglieri l'hanno avuto e lo conoscono) che penserei di mettere in discussione contestualmente alla disamina che si fa del testo della legge, in maniera che sia collocato sulla discussione di carattere generale - se gli interroganti sono d'accodo naturalmente. Vi sono dei dissensi? Non ve ne sono, allora la discussione dell'ordine del giorno si abbinerà a quella generale.
A questo punto chiederei al Consigliere più giovane, che continua ad essere ostinatamente il Consigliere Revelli, di assumere il posto di segretario perché sono sguernito essendo Gerini in congedo ed essendo in questo momento il Consigliere Menozzi impegnato come relatore.
La parola al relatore Menozzi sul disegno di Legge n. 49.



MENOZZI Stanislao, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, prima di iniziare la relazione vera e propria, di cui mi è stato conferito l'incarico dalla Commissione che ho l'onore di presiedere, vorrei mi fosse consentita una breve premessa personale di carattere introduttivo.
E' mio desiderio esprimere la soddisfazione di vedere riprendere l'attività legislativa non solo perché compito più qualificante dell'attività regionale, ma anche e soprattutto perché viene ripresa a favore di un settore, quale quello primario, le cui carenze, e conseguentemente le cui esigenze, non hanno bisogno di particolari e diffusi commenti.
Altro motivo di soddisfazione è dato dal fatto di vedere discusso e speriamo, oggi stesso, approvato, un provvedimento che non avrebbe più potuto essere adottato se fosse trascorso il termine del 20 aprile p.v.
Infatti la CEE, non avanzando osservazioni ad analogo progetto di legge della Regione lombarda, ha però precisato che il termine ultimo è quello indicato, il quale coincide con l'obbligo per il governo italiano di dare applicazione alle direttive comunitarie sull'ammodernamento delle aziende agricole.
Il disegno di legge in esame si propone, come è detto nella relazione della Giunta Regionale, di colmare il grave vuoto di investimenti che si è venuto determinando con l'esaurirsi dei finanziamenti statali nel settore dei miglioramenti fondiari.
In ordine di tempo nell'ultimo ventennio si sono avute la legge 25.7.1952 n. 991 per la montagna, scaduta il 30.6.67, la legge 25.7.1952 n.
949 "fondo per lo sviluppo della meccanizzazione", la legge 8.8.1952 n. 777 "fondo di rotazione per lo sviluppo della zootecnia" e soprattutto la legge 2.6.61 n. 454 detta anche "1º Piano verde". Quest'ultima disponeva autorizzazioni di spesa per complessivi 550 miliardi che non tarderanno però a rilevarsi insufficienti. Dai dati del Ministero dell'Agricoltura nel 1965 risultò che a fronte di investimenti provocabili per 675 miliardi gli investimenti programmati sommavano ad oltre 1403 miliardi di lire: indice confortante dello slancio degli operatori agricoli, ma altresì indice dell'inadeguatezza dei mezzi messi a disposizione del settore che ha fruito, però, anche di provvedimenti integrativi per coprire in parte il divario tra stanziamenti e fabbisogni, in attesa della promulgazione del secondo Piano verde.
Questo fu emanato con legge 27.10.1966, n. 910, e doveva essere considerato quale intervento di carattere straordinario volto ad accelerare il consolidamento delle imprese attraverso l'adeguamento delle strutture aziendali ed interaziendali, facendo leva su particolari settori produttivi. Questa legge ha posto anche l'accento sulla funzione fondamentale in una moderna economia, del credito agrario con provvedimenti atti a favorire l'impiego dei capitali di esercizio.
La straordinarietà di questa legge e degli interventi previsti la si può dedurre soprattutto se si considera la scarsezza dei mezzi con i quali si provvede alle necessità del settore, le quali, quando non vengano adeguatamente soddisfatte, agiscono da freno allo sviluppo dell'agricoltura anche nelle sue fondamentali componenti che sono, tra l'altro, la preparazione professionale degli operatori e l'apprestamento e la divulgazione dei moderni ritrovati della scienza e della tecnica.
Strutture aziendali, miglioramenti fondiari, strade ed acquedotti oltre all'edilizia rurale e agli elettrodotti, sono, con la realizzazione degli altri servizi civili, le componenti indispensabili di una evoluzione del mondo agricolo. Le condizioni di vita del mondo rurale, le disparità economiche e sociali che si registrano a svantaggio delle categorie agricole, costituiscono il tema più discusso dei nostri tempi.
L'agricoltura italiana è alla ricerca di un nuovo equilibrio.
Variabilità di raccolti e vicende dei mercati sono cause dell'inadeguatezza e dell'instabilità dei redditi. Ma il retroscena di questa situazione è formato da complessi problemi che interessano il settore anche nei suoi aspetti strutturali, economici e sociali. Si tratta di assicurare all'economia agricola un adeguato posto nell'economia generale. Già con lo scadere del così detto "2º Piano verde" numerose pratiche sono rimaste inevase e la situazione si è andata aggravando con la Legge 4.8.1971 n. 592 "rifinanziamento del 2º Piano verde" meglio conosciuta come "Legge ponte" poiché l'insufficienza assoluta, per non dire assoluta carenza dei finanziamenti previsti, ha determinato un vuoto quasi assoluto delle incentivazioni pubbliche nel settore primario.
La Giunta Regionale con il progetto di legge in esame ha ritenuto doveroso, in rapporto alle richieste di operatori agricoli agli Ispettorati provinciali dell'agricoltura e all'Ispettorato compartimentale, presentate nel corso dell'anno 1970 e 1971 e rimaste insoddisfatte ed inevase predisporre per esse adeguati finanziamenti trattandosi di intervenire a sanare una pericolosa e dannosa situazione di vuoto di incentivi pubblici determinato dall'esaurirsi dei finanziamenti statali, in un settore fondamentale dell'economia agricola: il settore, cioè, delle strutture aziendali ed interaziendali.
La Regione vuole concorrere al pagamento degli interessi relativi all'ammortamento dei mutui trentennali per opere di miglioramento relative previste dall'art. 16 della legge 27.10.1966 n. 910 e per le domande presentate agli Ispettorati dell'Agricoltura e Foreste del Piemonte entro il 31.12.1971 volte ad ottenere i benefici contributivi previsti dagli artt. 16, 17 e 18 della predetta Legge 910 del 1966 e successive modificazioni ed integrazioni ed all'art. 3 della Legge 25.7 n. 991 (meglio conosciuta come legge per la montagna) purché trasformate, a richiesta degli interessati, in domande tendenti ad ottenere i benefici previsti dal predetto art. 16 della Legge 27 ottobre 1967 n. 910. A questo punto parrebbe logico chiedersi perché la Regione non abbia voluto prendere in considerazione anche i restanti articoli della 910. In proposito per devesi osservare che trattasi di forme di intervento per le quali, anche se non in misura esigua, esistono ancora possibilità di finanziamento o perch riguardanti materie rimaste di stretta competenza statale.
Basta a tale proposito citare l'art. 12 per la meccanizzazione per cui esistevano alcuni fondi quando è stato presentato il disegno di legge dicasi altrettanto per l'art. 14 e per l'art. 19 "elettrificazione" (per la quale nel solo Piemonte occorrerebbero ben dieci miliardi) per i quali esistevano ed esistono finanziamenti, anche se in forma estremamente esigua. Ecco i motivi per i quali il disegno di legge non ha potuto prevedere gli interventi negli articoli citati. Torna però opportuno segnalare una notizia confortante, che è proprio di queste ultime settimane: l'effettuato riparto dei fondi per la meccanizzazione e per la zootecnia al Piemonte e che assommerebbero a circa nove miliardi e mezzo per la meccanizzazione e a circa tre miliardi sulla Legge 277 per la zootecnia.



MARCHESOTTI Domenico

Mangeremo macchine.



MENOZZI Stanislao, relatore

Non sono commestibili per tutti, per qualcuno sì.



MARCHESOTTI Domenico

Per quelli che stanziano.



MENOZZI Stanislao, relatore

Per le opere previste dall'art. 16 (contributi e mutui per il miglioramento delle strutture aziendali) dall'art. 17 (contributi e mutui per i piani di viabilità rurale e di approvvigionamento idrico) e dall'art.
18 (miglioramenti fondiari per le aziende silvo-pastorali) del 2º Piano verde, le richieste non soddisfatte al 31.12.71 ammontavano a circa tremila, (dato ovviamente ufficioso, ma che non dovrebbe discostarsi molto dal reale, se peccasse, peccherebbe per difetto, non per eccesso) per un complesso di investimenti valutabile intorno ai 26 miliardi, mentre per le opere previste dall'art. 3 della legge 25.7.52 n. 991, esistono 50 richieste inevase per investimenti valutabili attorno ad un miliardo circa.
Le domande già inoltrate entro il 31.12.71 alla Sezione contributi potranno essere trasferite sull'art. 16, Sezione mutui, su richiesta degli interessati in quanto il disegno di legge in esame contempla interventi soltanto sotto la forma di mutui trentennali e non in conto capitale. Ci perché l'intervento regionale vuole concretarsi sotto la forma di concorso nel pagamento degli interessi e non anche sotto la voce contributi in conto capitale. Questo criterio appare più idoneo anche per poter soddisfare le attese di quanti hanno avanzato richieste ritenute meritevoli e che da lunghi anni vedono giacenti presso gli Ispettorati agricoli e forestali Compartimentali e provinciali le loro domande a causa del vuoto dei finanziamenti in agricoltura per essere venuti a mancare di fondi disponibili a leggi specifiche in materia. Opportuno appare il criterio adottato anche per evitare il sorgere e il dilatarsi di speculazioni che nel passato si sono purtroppo dovute registrare. Un criterio, anzi più moderno ed attuale di politica agraria consiglierebbe di aumentare il periodo quinquennale utile a maturare il periodo di riscatto e siamo certi che la Regione ciò avrebbe fatto se si fosse trovata ad affrontare il varo di una nuova ed innovativa legge. Innovazione che si è già registrata nel campo della legislazione sulla proprietà coltivatrice il cui vincolo, prima di un'eventuale alienazione, è passato dal quinquennio al decennio.
Quanto affermato è stato, per buona fortuna, già previsto nella legge 14.8.1971 n. 817, per il rifinanziamento delle provvidenze per lo sviluppo della proprietà coltivatrice.
Al disegno di legge in esame non sono state mosse sostanziali critiche da parte dei membri della VI Commissione permanente. I quali, piuttosto anche per, poter misurare l'impatto effettivo dei provvedimenti adottati sull'economia agricola regionale, hanno suggerito la necessità che la Giunta si impegni a procedere a periodiche pubblicazioni analitiche e nominative delle pratiche accolte e relativi finanziamenti concessi e ci alla stregua di quanto già si effettuava e si effettua da parte del Ministero dell'Agricoltura e foreste. Rimane un augurio, che vuole essere anche un auspicio, che, semmai, queste pubblicazioni avvengano con maggiore celerità e tempestività di quanto normalmente faccia il citato Ministero dell'Agricoltura.
Anche nel corso delle consultazioni, che hanno avuto luogo lunedì 27 novembre 1972 durante un'intera giornata con le amministrazioni provinciali ed altri Enti locali, con i sindacati operai, con le varie organizzazioni agricole e cooperativistiche della Regione e con Associazioni varie, anche professionali, non solo non sono state mosse critiche ma parecchi consultati hanno espresso giudizi lusinghieri sull'operato della Giunta regionale, alla quale noi stessi rivolgiamo favorevoli apprezzamenti per il provvedimento legislativo proposto.
Appare piuttosto l'opportunità, nel testo legislativo predisposto dalla Giunta, di provvedere e di comprendere la garanzia interbancaria sulle operazioni di finanziamento che si andranno stipulando.
Ed anche qui l'auspicio che la Regione possa, quanto prima, dire una sua parola chiara e precisa, sostanziata da altrettanto precisi interventi di credito agrario e soprattutto in riferimento alle così dette garanzie reali così che superando le garanzie interbancarie, possa rendersi garante e fidejussore nei confronti degli operatori agricoli.
Un'altra considerazione, che doverosamente deve essere fatta, è che stiamo esaminando un disegno di legge per il quale la Giunta regionale, in relazione ed in ossequio al disposto dell'art. 93 del Trattato di Roma istitutivo dalla CEE del 1957, ha provveduto ad inviare agli organismi comunitari. E' detto infatti sul predetto art. 98, al terzo comma, che "alla Commissione sono comunicati in tempo utile, perché presenti le sue osservazioni, i progetti diretti a distituire e modificare aiuti". A tale proposito, per tranquillizzare il Consiglio, rendiamo noto che la CEE avrebbe espresso parere favorevole: e se anche una comunicazione in tal senso non ci fosse pervenuta, ci conforta il trattamento riservato, su analogo provvedimento, alla Regione lombarda cui il Ministro per il coordinamento delle Regioni ha inviato un telegramma nel quale si afferma stante l'urgenza del provvedimento, di poter procedere ugualmente, anche se la CEE non ha espresso il proprio parere scritto.
Non mi risulta che qui vicino vi sia un barbiere, ma se a qualcuno cresce...



FONIO Mario

Era una risposta alle battute del collega ....



MENOZZI Stanislao, relatore

Allora prendo atto con compiacimento del tuo sensibile udito.



PRESIDENTE

Non troppo compiacimento, la pregherei proprio di stringere un po'.



MENOZZI Stanislao, relatore

Signor Presidente, io sono ben lieto di farlo, anche se con rammarico perché in quest'aula consiliare, nella quale siamo tutti ben disposti a seguire soprattutto le cose serie, si è alle volte (come avviene nelle vicende umane) sprecato tanto tempo in interventi che quanto meno - non è presunzione la mia - reputavo e reputo meno importanti di questo.



PRESIDENTE

Vorrei soltanto modificare il termine di "sprecato il tempo", possiamo dire "impiegato il tempo" perché non credo che fino a questo momento il tempo sia stato sprecato. Comunque continui pure.



MENOZZI Stanislao, relatore

Io sono pronto anche a cessare subito.



PRESIDENTE

No, ma perché? Non bisogna mai mettere le cose in termini ultimativi.
Qualcuno ha sollevata l'eccezione che essendoci una lunga relazione scritta, era opportuno condensare. Se è possibile dunque, condensi, se non è possibile la legga. Dobbiamo pure approvare una legge dopo che se ne conoscano i fondamenti e i motivi.



MENOZZI Stanislao, relatore

Il presente disegno di legge per la sua natura volta a sanare una situazione del passato non poteva affrontare, e difatti non affronta ancora in modo organico e selettivo, i problemi dello sviluppo dell'agricoltura regionale. Questi obiettivi la Commissione si augura che il Consiglio sappia e voglia affrontare con la prossima attività legislativa. Comunque oltre agli aspetti di carattere materiale, dobbiamo apprezzare il significato morale del provvedimento, considerando l'impegno finanziario regionale come primo sforzo di solidarietà di tutta la Regione nei confronti dell'agricoltura piemontese.



PRESIDENTE

Hanno chiesto di parlare, per intanto, i Consiglieri Fonio e Ferraris.
Quanti altri si vogliono iscrivere? Questo per renderci conto. I Consiglieri Giletta, Carazzoni, Borando, poi deve replicare il relatore.
Loro sanno che alle ore 13 in maniera inderogabile oggi dobbiamo lasciare disponibile l'aula perché continuano nel pomeriggio i lavori del Consiglio Provinciale.
La parola al Consigliere Fonio.



FONIO Mario

Signor Presidente, Colleghi Consiglieri, nell'ambito dei lavori della Commissione VI affiorarono da più parti molte perplessità, molti dubbi in ordine alle due leggi oggi in discussione. E' vero, tuttavia, che tali dubbi e perplessità non si formalizzarono in dissensi, mentre purtroppo di dissenso devo riferire oggi per quanto riguarda la posizione definitiva a cui è pervenuto il mio Gruppo in concomitanza con le valutazioni sul bilancio regionale che stiamo per discutere. Ed è certo che quello che conta è la discussione in aula. Posizione definitiva del mio Gruppo che è maturata, a sua volta, attraverso i primi dubbi e perplessità, attraverso il vaglio, soprattutto dei gravi problemi di ogni genere, oltre che finanziari, che investono oggi l'agricoltura e il mondo rurale, che è maturata alla luce di una valutazione responsabile in ordine alle conseguenze che derivano al bilancio regionale, non solo quello attuale ma anche tutti quelli dei prossimi trent'anni, fino all'anno 2003 (mi riferisco soprattutto alla legge n. 49 che ora stiamo discutendo), e quindi in modo serio alle possibilità operative della nostra Regione e secondo la sua scelta fondamentale, che è quella di operare in modo organico e programmatico.
Il Partito socialista e il suo Gruppo al Consiglio Regionale piemontese ritengono di non essere secondi a nessuno in fatto di sensibilità ai problemi del mondo rurale e per tutto ciò che può modificarne le condizioni di vita e favorirne lo sviluppo ed operare per l'annullamento delle disparità economiche e sociali esistenti in rapporto ad altre categorie. Il gruppo socialista, nel suo insieme, ha valutato seriamente e responsabilmente la situazione che è venuta a crearsi con la scadenza del secondo "Piano verde", e per l'inefficacia della legge che doveva rifinanziarlo, cioè quella del 4 agosto 1971 n. 592, e l'impulso spontaneo e favorevole che può nascere verso l'assunzione di provvedimenti come quelli che stiamo discutendo, e della legge che seguirà.
Tuttavia, noi riteniamo che vi sia l'altra faccia della medaglia quella che porta ad una valutazione non positiva delle leggi 49 e 51, che ha un peso maggiore e determinante ai fini di un buon cammino amministrativo della nostra Regione.
Come tutti sappiamo, è in elaborazione la legge per la istituzione dell'Ente di sviluppo agricolo piemontese, come strumento per superare le difficoltà strutturali ed organizzative dell'agricoltura della nostra Regione, e uno dei compiti fondamentali, dei pochi ed essenziali compiti che noi riteniamo che ad esso si debbano affidare è quello della stesura in collaborazione con gli agricoltori e gli Enti locali interessati, dei piani agricoli zonali. I piani agricoli zonali dovrebbero rappresentare il passaggio dalla programmazione generale a quella particolare per settori e territori limitati, onde pervenire, oltre che alla razionalizzazione delle strutture, alla individuazione degli indirizzi produttivi più rispondenti proprio per far pervenire la popolazione rurale a quel livello di vita che tutti noi auspichiamo.
Sappiamo poi anche che siamo nella stretta finale in cui la legislazione italiana deve adeguarsi alle famose direttiva della CEE scaturite dalla risoluzione del suo Consiglio dei Ministri del 25 marzo 1971 per l'ammodernamento delle imprese agricole, l'incoraggiamento alla cessazione dell'attività agricola, l'informazione socio-economica e qualificazione professionale, oltre tutto per poter usufruire dei fondi Feoga.
A questo punto a qualcuno verrà la tentazione di interrompere il mio discorso con una osservazione che noi stessi ci siamo più volte prospettata: è intuibile e pacifico che, anche ammesso che si vari l'Ente di sviluppo agricolo prima dell'estate, prima di poter operare programmaticamente sulla scorta di detto strumento regionale e dei piani zonali dovrà passare almeno un anno ancora. E' noto che lo Stato è in grave difetto - siamo alla scadenza del termine - in ordine alla elaborazione delle leggi destinate a recepire le direttive CEE, mentre gli altri soci hanno già concluso il loro lavoro. In queste condizioni, possiamo, in omaggio alla ricerca del meglio, lasciar mancare intanto l'ossigeno ai nostri agricoltori, lasciare in sofferenza quelle domande che con la presente legge si vogliono finanziare? Qui io penso che sia veramente il punto decisivo della discussione che stiamo affrontando in ordine soprattutto al mio intervento.
Ecco, Colleghi: il mio Gruppo ha messo su un piatto della bilancia le tremila domande cui si riferisce la legge n. 49, con tutta la sensibilità socialista per i problemi delle campagne, e sull'altro piatto i 1500 milioni della legge 49 più i 580 milioni per la legge 51 con tutta la sensibilità socialista per i problemi generali della Regione. Poi non solo ha guardato con apprensione alla falcidia del cap. 1404 del bilancio '72 con un accorato pensiero all'Ente di sviluppo agricolo, ma guarda spaventato soprattutto al fatto che il bilancio 1973, al suo cap. 1404 quota della disponibilità residuale per il finanziamento di spese di investimento mediante i provvedimenti legislativi regionali, viene ridotto da 4 miliardi a 280 milioni a 2 miliardi 200 milioni solo per l'attuazione delle due leggi 49 e 51. Dopo di che si pone doveroso l'interrogativo di quali altre leggi regionali non potranno così più trovare finanziamento e quante centinaia di migliaia di altre persone non avranno soddisfazione alle proprie aspirazioni. E' una considerazione da pater familias, se volete, ma che anche noi amministratori regionali dobbiamo pur fare.
Noi dobbiamo rifuggire dal cadere in soluzioni settoriali perdendo di vista la globalità della situazione regionale e l'impegno di procedure in modo organico: ne pagheremmo lo scotto a breve scadenza. Ed è bene sottolineare ancora una volta che per quelle tremila domande del 1971 con la legge 49 sono ben 1500 milioni all'anno a impegnare il bilancio della Regione fino al lontanissimo anno 2003.
Ma vi è ancora qualche altra considerazione da fare, per esempio quella che è all'esame del Parlamento un disegno di legge governativo per il finanziamento straordinario dell'agricoltura. C'è, in tale progetto, una certa grettezza per le somme stanziate e anche pigrizia nel riproporre i sistemi dispersivi e clientelari del passato e nel contestare le prerogative delle Regioni. Il fatto che sia proprio la Regione Piemonte a rifinanziare parzialmente, sporadicamente, mettendo a repentaglio le sue possibilità di bilancio (è questo l'elemento primo, da non dimenticare) le leggi più antiquate e anacronistiche dello Stato e dallo Stato stesso lasciate cadere, ci deve pur permettere di ricordare che così facendo oltre tutto si batte la strada che ha già visto il credito agrario, anzich divenire strumento di elevamento dell'efficienza aziendale, risolversi molte volte in una difesa di posizioni arretrate, contribuendo a mantenere in vita aziende che altrimenti sarebbero votate a scomparire.
Non è questo che noi ci poniamo in prospettiva, ma piuttosto un credito agrario programmato in ogni senso e ad ogni livello. L'operatore agricolo che aspira alla concessione del credito dovrà anzitutto adeguarsi alle direttive del Piano zonale che riguarda la sua azienda e nell'ambito di tali direttive dovrà presentare un piano particolareggiato di sviluppo aziendale dal quale risulti che con gli investimenti può cambiare effettivamente la redditività della sua azienda. E saremo aderenti anche alle direttive fondamentali della CEE. Oggi noi, votando queste leggi dando la stalla a uno, ad un altro un'altra cosa, non sappiamo neppure quale rapporto esista, e se esista, di complementarietà fra i singoli investimenti, e soprattutto, per impegnare il bilancio regionale fino al 2003 pensiamo non sia il caso di prescindere da un credito programmato, che prenda in considerazione i piani organici di sviluppo aziendale non già fine a se stessi ma volti a determinare un decisivo incremento del reddito aziendale.
Noi siamo convinti che molto importante sia il problema dei finanziamenti in agricoltura, ma che la nostra agricoltura regionale troverà nel credito agrario uno strumento operativo efficace solo se sarà subordinato alle esigenze programmatiche del suo sviluppo che tanto ci sta a cuore.
Per queste ragioni, che riteniamo estremamente valide, il Gruppo socialista ritiene di non poter votare a favore delle due leggi, per le quali preannuncia fin da ora la nostra astensione dal voto, ritenendo anche per l'economia del giudizio, che la discussione possa essere così compendiata per entrambi i provvedimenti.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Ferraris. Ne ha facoltà. Se vuole può anche fare accenno all'ordine del giorno, in maniera che la Giunta sia in grado di dire se l'accoglie nella prospettiva finale.



FERRARIS Bruno

Signor Presidente, la ringrazio per avere avuto la sensibilità e la sollecitudine di associare a queste due proposte di legge, nella discussione, un ordine del giorno che è strettamente collegato ai due provvedimenti, come è collegato a qualsiasi intervento finanziario in agricoltura.
L'occasione di questo dibattito potrebbe indurci ad un discorso di carattere generale sull'agricoltura, portarci a fare un consuntivo dell'attività del nostro Consiglio Regionale ed anche a trarre alcune conclusioni dall'ultima iniziativa, la Conferenza regionale agraria. Non mi lascerò, però, prendere da queste tentazioni, anche perché siamo alla vigilia del dibattito sul bilancio e credo che sarà quella la sede più adatta per una approfondita verifica di quanto è stato fatto da parte nostra da parte della Giunta, per cogliere quanto di nuovo sta emergendo in campo nazionale, e soprattutto per assumere un atteggiamento in riferimento alle direttive comunitarie di cui tanto si parla, spesso a proposito e in senso abbastanza o completamente contraddittorio.
Per quanto riguarda il progetto di Legge n. 49 e anche quello n. 51 presentati dalla Giunta, dobbiamo per intanto dire che sono progetti che vengono ad accogliere ed a soddisfare, sia pure in modo parziale, con lacune e deficienze, purtroppo ancora secondo una prassi tradizionale che tutti abbiamo più volte affermato di voler superare una volta per sempre precise richieste che il Gruppo comunista aveva avanzato durante il dibattito sul bilancio del 1972. In quella circostanza, concludendo il dibattito, il Presidente della Giunta - che oggi è assente, come spesso e sovente avviene -, accogliendo le proposte nostre e di altri, aveva affermato che per il settembre, al massimo l'ottobre di quello stesso anno la Giunta avrebbe presentato una o più proposte di legge per il rifinanziamento di alcuni fra i più significativi e qualificanti articoli del Piano verde n. 2. In particolare, si era proposto da parte nostra il rifinanziamento, con l'adozione naturalmente di una nuova metodologia degli articoli 8, 9, 11, 14, 16, 17 e 18.
Non deve stupire nessuno che il nostro partito, la forza che più tenacemente di ogni altra si è sempre battuta contro il Piano verde e che non ha mai dato un solo voto, anche in sede governativa (i Piani verdi sono stati approvati nel corso di quest'ultimo decennio), di fronte alla necessità di operare, abbia cercato, come del resto hanno fatto tutte le Regioni italiane, di stralciare alcuni articoli da questo zibaldone, che nel complesso si è risolto in un fallimento, per recuperarli anche ad una politica regionale valida, in attesa che leggi di principio, leggi-quadro o altri strumenti e strutture consentano alle Regioni di avviare una politica che traduca in concreto quei principi che noi abbiamo elevato a livello istituzionale, inserendoli nello Statuto, di un nuovo assetto agricolo fondato essenzialmente sull'azienda contadina, singola ed associata. Per questo, pur avanzando una serie di riserve, noi riteniamo che nel complesso queste due leggi siano da approvare, e pertanto abbiamo concordato come, del resto, tutti i membri della Commissione, sulla relazione del relatore.
Nel merito non vi è molto da dire quando si accetti la logica o la scelta compiuta appunto dalla Commissione: una logica e una scelta nel senso di concepire, interpretare questi due provvedimenti - giunti in aula con enorme ritardo rispetto agli impegni di tempo assunti dal presidente Calleri, poiché invece che in settembre o ottobre del '72 la presentazione è avvenuta in novembre-dicembre, e poi, per ragion di crisi, tutto è rimasto in sospeso fino ad oggi, fine marzo '73 (in così ampio lasso di tempo si sarebbe potuta avviare una diversa legislazione di carattere regionale da parte nostra) -, anche se comportano un certo onere, come emerge dalla relazione, quali provvedimenti-ponte, provvedimenti-sanatoria tendenti, specie la Legge 49, che è la più consistente dal punto di vista dell'onere finanziarlo, a sanare una situazione prodottasi negli anni '70 '71. Allora la Regione, impegnata nella sua fase istituzionale costitutiva era priva di ogni potere e prerogativa per determinare criteri e metodologie diverse, non aveva alcuna possibilità di legiferare, mentre nel contempo erano andate ad esaurimento tutte le leggi finanziarie dello Stato giustamente citate dal relatore, presidente della IV Commissione; per cui si era creata una situazione che trova quasi tutte le Regioni, e la nostra in particolare, alle prese con un monte di domande, sulle varie leggi e sui vari articoli delle varie leggi, per un importo che va dai 40 ai 50 miliardi. Sarebbe stato giusto dire a coloro che, basandosi su precise leggi dello Stato, avevano avanzato le loro richieste affrontando spese per domande, progettazioni e via dicendo, ed avevano pazientemente atteso per un anno, due anni, tre anni, di ottenere l'accoglimento? Noi abbiamo ritenuto che la Regione non si potesse assumere una responsabilità di questo genere. Consideriamo pertanto questo provvedimento come una sanatoria di una situazione le cui responsabilità maggiori sono a carico del potere centrale, del Governo, anche se non si possono negare carenze da parte della Regione, della sua Giunta, per il ritardo che ho già sottolineato, per il fatto che, in ogni caso, il 1972 rimarrà un anno bianco dal punto di vista dei finanziamenti diretti della Regione e dello Stato, un anno nel corso del quale i cittadini, le aziende agricole, le cooperative non hanno potuto nemmeno inoltrare domande, mentre per altro verso è stato un anno nerissimo, in cui l'agricoltura regionale ha subito danni per circa ottanta miliardi di lire. Consentitemi, a questo proposito di dire che sarebbe opportuno aggiungere un codicillo all'ordine del giorno che, presentato da più forze politiche, io spero vivamente verrà approvato dal nostro Consiglio in questa seduta, nel quale si esprima la nostra protesta per il fatto che il Governo, attraverso i Ministri dell'Agricoltura e del Tesoro, non abbia ancora provveduto agli adempimenti di cui all'art. 2 della Legge 364 per la delimitazione delle zone devastate dal maltempo nei mesi di settembre-ottobre, per cui non vi è alcuna garanzia per aziende tanto gravemente danneggiate di poter ottenere sovvenzioni sul "Fondo di solidarietà".
Noi, ripeto, accettiamo di approvare questo provvedimento, anche se non lo consideriamo, lo dico apertamente, particolarmente qualificante, in ragione dell'impegno assunto a livello di commissione, e che d'altronde emerge dalla relazione, di voltare decisamente pagina, per avviare una legislazione regionale diversa, organica, selettiva.
Per quanto riguarda i capitoli del Piano verde che qui vengono ripresi e finanziati, personalmente io ritengo che fra i vari capitoli di questo Piano verde quelli che vengono qui finanziati - cap. 16, "Miglioramento delle strutture aziendali"; cap. 17, "Viabilità rurale a approvigionamento idrico"; cap. 18, "Miglioramenti fondiari aziende silvo-pastorali" - siano effettivamente i più significativi. E' indubbiamente preoccupante che questo si faccia in assenza di piani zonali, in assenza dell'ente di sviluppo, in assenza della programmazione, che non c'era nel 1970-'71 ma non c'è nemmeno adesso: si tratta però sempre di opere valide, contemplate da qualsiasi piano zonale di sviluppo, perché qualunque programma agricolo organico deve prevedere le strade poderali, i rifornimenti idrici qualunque piano zonale dovrà incoraggiare i miglioramenti alle strutture aziendali.
Il relatore ha già dato giustificazione del fatto che non siano stati presi in considerazione alcuni articoli, quelli che si riferiscono alla zootecnia, che sono certamente fra i più qualificati di una situazione come l'attuale, e per il momento che stiamo attraversando, e proprio per la potenzialità della nostra Regione. Io ritengo che la zootecnia sia proprio il primo settore in cui la nostra Regione dovrà intervenire in modo massiccio, con un piano pluriennale: la discussione sul bilancio ci offrirà l'occasione per un ampio dibattito, che non sia fatto soltanto di parole ma che si concretizzi poi con proposte pratiche.
Vorrei infine parlare brevemente sull'oggetto dell'ordine del giorno presentato prima che si aprisse la crisi da un gruppo di Consiglieri (firmatari ne sono, con il Gruppo comunista, i colleghi Bertorello, Fonio e Vera). Si tratta di un ordine del giorno che affronta due questioni di grande, scottante attualità, che sono in dibattito al Parlamento: in primo luogo si schiera in difesa della riforma dell'affitto dall'attacco ad essa portato dalla Corte costituzionale, e successivamente dallo stesso Governo venendo praticamente ad affiancare il voto finale della Camera, un voto però, che deve ancora passare al vaglio del Senato, e riafferma i punti fondamentali della legge sull'affitto, rivendicando per le Regioni maggiori prerogative (quelle stesse che l'emendamento Fracanzani ha praticamente trasferito ad esse): in secondo luogo affronta uno scottante problema, già accennato anche dal collega Fonio, dei finanziamenti. E' ovvio che senza una legge straordinaria, con i soli fondi ordinari a sua disposizione, la Regione non potrà fare una politica agraria organica. Come tutti sappiamo i mezzi stanziati nel bilancio ordinario del Ministero dell'Agricoltura sono sempre stati esigui, in quanto la politica agraria è stata sempre finanziata con leggi speciali, quelle citate dal collega Menozzi: Piano verde n. 1 e n. 2, legge sulla piccola proprietà contadina, legge della montagna 1°, legge della montagna attuale, e altre leggi di questo tipo leggi che, come già abbiamo detto, sono tutte esaurite. Oggi all'esame del Parlamento ci sono diverse proposte di legge: proposte di legge di gruppi parlamentari di diversa estrazione, proposte di legge del Governo. A nostro avviso la più adeguata è una proposta di legge di iniziativa delle Regioni dalla Lombardia all'Emilia alla Toscana al Veneto e numerose altre, che prevede lo stanziamento di un fondo speciale di 300 miliardi per cinque anni, in modo da avere una garanzia di programmazione e di intervento nel settore agricolo, cioè la garanzia di poter contare nel volgere di cinque anni su 1500 miliardi.
Mentre riconfermo, pertanto, l'atteggiamento assunto dal nostro Gruppo già in Commissione, e quindi ribadisco il voto favorevole a queste due proposte di legge - con la raccomandazione, però, che effettivamente il concetto di preferenza, che vorrei si trasformasse addirittura in "precedenza", a favore dell'azienda contadina e della cooperazione venga scrupolosamente rispettato da parte dell'Assessore e degli Uffici della Regione -, auspico che il nostro Consiglio approvi, contestualmente a queste due leggi, l'ordine del giorno presentato, che reca significativamente le firme di qualificati esponenti di vari Gruppi, utile a dare una certa garanzia sia per quanto riguarda il superamento di determinati contrasti sia per quanto riguarda il finanziamento alle Regioni per una politica agraria organica ed innovativa.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Giletta. Ne ha facoltà.



GILETTA Giuseppe Chiaffredo

Signor Presidente, Colleghi Consiglieri, prendo la parola per esporre brevemente, come contadino e coltivatore diretto, la difficile situazione della nostra agricoltura e per evidenziare lo stato di inferiorità socio economica in cui si trovano le nostre popolazioni rurali rispetto alle altre categorie di lavoratori.
La popolazione rurale in pochi anni è scesa di oltre il 50 per cento.
Se in un primo tempo tale fatto si poteva rendere opportuno, l'esodo dai campi era un fatto naturale, perché gli addetti all'agricoltura erano troppi e la torta, se di torta si può parlare, perché in realtà questa si confezionava con la polenta, si rimpiccioliva sempre più per le crescenti spese, per le aumentate esigenze e per la diminuzione del rapporto tra capitale e lavoro impiegato nell'azienda ed il magro reddito ricavato dall'azienda stessa, ora non è più un singolo elemento che si stacca dalla famiglia per accedere ad altri posti di lavoro più redditizi ma sono intere famiglie, interi nuclei familiari che abbandonano le terreo e le loro abitazioni antigieniche, inaccoglienti ed antieconomiche.
La dura realtà di questa situazione va affrontata, organicamente, non solo a parole o a promesse ma concretamente dando la piena fiducia ai giovani coltivatori, e io credo che la Regione possa incidere notevolmente con un processo di trasformazione strutturale che porti a difendere e potenziare l'impresa familiare diretto-coltivatrice, a stimolare le iniziative cooperativistiche e associative, a rilanciare su nuove basi il credito agevolato, nonché a favorire il sorgere di infrastrutture capaci di assicurare condizioni di vita dignitose e migliori per le popolazioni rurali. Nei giovani coltivatori esiste ancora una fiduciosa attesa: essi vedono nella Regione un organo efficiente e capace di attivare una nuova politica agraria e di far uscire l'agricoltura dalle sue posizioni di inferiorità, liberandola dai vincoli di una struttura superata. Sono proprio questi giovani che, ancora attaccati alla terra, sperano nella sopravvivenza di un mondo che, al di là degli aspetti puramente produttivi rappresenta un patrimonio di civiltà, di cultura, di tradizioni di cui il Paese ha bisogno per l'equilibrio e per la stabilità delle sue istituzioni democratiche e per sanare l'economia italiana.
La riforma del credito agrario e i disegni di legge testé presentati dal Presidente della Giunta Regionale riguardanti gli investimenti nel settore dei miglioramenti fondiari e l'accesso al credito agrario di conduzione, di cui io prendo atto, ringraziando e approvando, sono chiara dimostrazione dell'interessamento della Regione verso i problemi dell'agricoltura. Ma io mi auguro che queste agevolazioni siano rese più snelle di un tempo e concesse più che in rapporto alle dimensioni dell'azienda, in rapporto alla capacità, serietà e buona volontà dei coltivatori che veramente ne hanno bisogno.
Al pari di tutte le altre categorie di lavoratori, anche coloro che prestano la loro attività nelle campagne sentono inscindibile dalla dignità dell'uomo il bisogno di una casa confortevole, con servizi adeguati, di una strada per potervi accedere, acqua potabile, luce elettrica e reddito sicuro. Il problema della casa è una delle cause dello spopolamento, una delle cause che impediscono la formazione di una famiglia per mancanza di stanze e di alloggi adeguati ai figli dei coltivatori che, desiderosi di sposarsi, devono cambiare mestiere perché non trovano più la ragazza che accetti di sposarli. Quante sono le case coloniche previste dei servizi igienici indispensabili, quante sono provviste di impianto di riscaldamento, di acqua potabile? Ben poche. So per esperienza personale che molti giovani vanno a scaldarsi e a dormire d'inverno nella stalla e l'estate riposano nei fienili o sotto il tetto per mancanza di stanze. Gli stessi disagi ha vissuto chi vi parla nella sua giovinezza: primogenito in una numerosa famiglia, non ha mai dormito in una stanza fin quando si è sposato.
I nostri giovani abbandonano l'agricoltura a causa del reddito troppo basso, come ho già detto, e dell'inferiorità della condizione economica e sociale in agricoltura rispetto al lavoratore dell'industria e di altri settori che ha il fine settimana libero, le ferie sicure, e l'orario di lavoro ridotto, mentre l'agricoltore deve lavorare circa dodici ore al giorno, e per tutti i giorni dell'anno, compresi i festivi, per accudire al bestiame e alle altre attività aziendali.



BERTI Antonio

Continuate a votare D.C. e sarete sempre in queste condizioni.



GILETTA Giuseppe Chiaffredo

Speriamo di no.



SANLORENZO Dino

Per la verità, bisogna dire che il Consigliere Giletta giustamente due giorni fa ha votato contro la Giunta.



GILETTA Giuseppe Chiaffredo

Per frenare l'esodo dalle campagne è indispensabile concedere mutui agevoli a lungo termine ai coltivatori anche con aziende di piccola entità specialmente nelle zone collinari e montane, per sistemare case coloniche accoglienti con tutti i servizi igienici necessari, per l'istituzione dell'energia elettrica nelle zone ancora sprovviste, per la costruzione di acquedotti rurali, per la installazione di tutte le infrastrutture necessarie e per la sistemazione delle strade vicinali ed extrapoderali.
Questi mutui a lungo termine e prestiti aziendali si devono, a mio parere, concedere anche a piccole aziende a monocoltura, aziende con pochi ettari di vigneto e di frutteto, dando la possibilità a questi piccoli e volenterosi coltivatori di costruirsi una stalla moderna e funzionale per incrementare l'allevamento del bestiame e nello stesso tempo per aumentare la produzione di carne per la comunità, che in Italia spende oltre due miliardi al giorno per l'acquisto di carne all'estero. E il fatto più grave è che anche all'estero e nella Comunità europea la produzione di carne sta diminuendo, purtroppo, in modo preoccupante.
Questi mutui devono venir concessi a coltivatori che ne abbiano veramente bisogno, affinché non sia più possibile; come in passato, la speculazione: molti, infatti, dopo aver ricevuto il mutuo trentennale, lo riscattavano immediatamente, dimostrando di non aver bisogno di quel denaro per la sistemazione della loro casa, ma così togliendo la possibilità di concedere il mutuo a piccoli coltivatori che ne avrebbero avuto veramente bisogno. Io proporrei che i mutui non siano più riscattabili e che chi li riscatta dalla data del riscatto non abbia più le agevolazioni previste sull'interesse a lungo termine.
Di fronte alle magre soddisfazioni che oggi può offrire l'attività di chi coltiva la terra dobbiamo ammirare specialmente i giovani coltivatori rimasti fedeli al lavoro dei campi, pur sapendo che il frutto che si verrà a raccogliere sarà più amaro del sudore speso per coltivarlo. Queste popolazioni attendono dalla Regione un effettivo intervento a tutti i livelli. Io sono certo che i loro problemi verranno affrontati con cognizione di causa da uomini che per il fatto di vivere in mezzo a loro sono vicini a questi problemi e porteranno nella soluzione di questi problemi il peso della loro esperienza quotidiana.
Con le opere pubbliche e con le infrastrutture si dovrà inoltre fare in modo che la popolazione della montagna e della collina del nostro Piemonte possa disporre di case degne di tale nome, case accoglienti per chi vi risiede tutto l'anno ma anche in grado di consentire in determinate stagioni ospitalità a turisti e villeggianti desiderosi di vivere a contatto con la natura per rinfrancare lo spirito dopo un lungo periodo di vita snervante nel tumulto cittadino. Costituire in montagna un agriturismo, convogliare i turisti in zone sempre più vaste della montagna vuol pure dire creare una nuova corrente economica nelle vallate alpine: se i turisti si portano in montagna per assimilare ossigeno puro per il loro organismo e la loro salute, è pur vero che portano alla montagna un ossigeno di altra natura, in denaro, cioè la possibilità di migliorare il tenore di vita dei montanari e delle popolazioni della collina.
Concludendo queste mie semplici parole, mi auguro che la Giunta Regionale, e in particolar modo l'Assessore all'Agricoltura abbiano la possibilità e la volontà di venire incontro alle necessità delle laboriose popolazioni del nostro Piemonte.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Carazzoni. Ne ha facoltà.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, Colleghi Consiglieri, la nostra partecipazione al dibattito sul progetto di Legge n. 49 prima illustrato dal relatore Menozzi, nonché al dibattito che si aprirà successivamente sul progetto di Legge n. 51, passa attraverso una premessa di carattere generale, che ci onoriamo sottoporre all'attenzione dell'Assemblea.
Noi dobbiamo lamentare che questa mattina il Consiglio sia chiamato a varare due provvedimenti legislativi che si riferiscono a settori particolari del credito agrario quando ancora la Regione Piemonte non ha saputo, o non ha voluto, darsi una legge per la disciplina dello stesso credito agrario regionale. A nostro avviso - ci si passi la banalità del paragone -, come è assurdo iniziare la costruzione di un edificio partendo dai piani superiori anziché dalle fondamenta, altrettanto lo è promulgare leggi sul credito in singoli settori, quando non sia stato prima disciplinato in modo organico, in modo chiaro, sopratutto in modo non equivoco il credito agrario regionale stesso, attraverso la stipula delle relative convenzioni con gli istituti di credito competenti ed a ci abilitati. Una siffatta legge, per la quale il tempo certamente non è mancato, avrebbe dovuto a nostro giudizio essere la base su cui costruire il lavoro legislativo e creditizio di un ramo importante qual è quello agricolo; questo almeno in una qualsiasi corretta amministrazione. Noi stessi ne avevamo parlato allorquando si era qui discussa la proposta di riordino del Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste; ma il suggerimento non era stato accolto.
Oggi, con l'art. 3 della proposta di Legge n. 49 e l'art. 3 della proposta di Legge n. 51 noi siamo posti di fronte alla richiesta che la Giunta Regionale venga autorizzata a stipulare convenzioni con gli istituti e gli enti che esercitano il credito agrario. Ora, noi non vorremmo che questi articoli si prestassero a creare dei precedenti, degli stati di fatto ai quali risulti poi difficile porre rimedio.
Certo, ci sembra strano che si proponga una legge di dimensioni per così dire faraoniche, tant'è che impegna la Regione fino all'anno 2003 senza che si sia provveduto a precisare prima come, dove e quando i contributi previsti verranno distribuiti. Ecco perché a noi sembrava opportuno e doveroso che, ancor prima di qualsiasi provvedimento in materia, si indicasse chiaramente il sistema di assegnazione del credito agrario tra i vari istituti autorizzati.
Perché non si dica che la nostra parte non avanza proposte concrete vogliamo anche precisare che, ad avviso nostro, il credito agrario non deve essere predeterminato alle singole banche: cioè, in buona sostanza, noi pensiamo che la Regione da una parte debba fissare lo stanziamento ad ogni singolo settore e dall'altra parte che ogni istituto debba essere lasciato libero di presentare le domande sino ad esaurimento degli stanziamenti assegnati ai settori stessi. Pensiamo, e vogliamo concludere su questa parte, che in questo modo si avrebbe la garanzia, la certezza che i denari vadano effettivamente agli agricoltori, e ci vadano anche in modo rapido dato l'ovvio interesse delle banche a completare modo sollecito le pratiche da presentare alla Regione.
Fatta questa premessa di carattere generale, che, come abbiamo detto riferiamo al progetto di Legge n. 49 e al tempo stesso, anticipando, al progetto di Legge n. 51, desideriamo solo più aggiungere brevi considerazioni per ciò che attiene al merito della legge ora al nostro esame. Noi ne condividiamo senz'altro il principio informatore, anche se per completezza dobbiamo e vogliamo osservare che nel momento in cui si varano provvedimenti intesi a colmare il vuoto degli incentivi pubblici determinato dall'esaurimento degli insufficienti stanziamenti statali non è possibile tacere una rinnovata critica di fondo alla inadeguatezza della politica seguita dai Governi di questo dopoguerra nei confronti dell'agricoltura e in particolare nei confronti di un settore che è fondamentale per l'economia agricola, il settore cioè delle strutture aziendali ed interaziendali. Opportuno, dunque, lo riconosciamo, questo intervento sanatorio della Regione con il provvedimento pure apprezzabile del concorso nel pagamento degli interessi e non con contributi in conto capitale.
Ci nasce qualche perplessità invece quando rileviamo, all'art. 1 del progetto di legge, che vengono prese in considerazione le domande presentate agli Ispettorati dell'Agricoltura e delle Foreste entro la data del 31 dicembre 1971. A questo punto noi chiediamo come si intenda regolarsi nei confronti di esigenze che si abbiano a manifestare, o si siano già manifestate, dopo tale data. E' evidente che o si deve varare per ragioni di equità, un analogo provvedimento legislativo, oppure queste successive domande dovrebbero essere assimilate e considerate anche dalla proposta di legge in discussione. Ma in questo caso riterremmo preferibile che la Regione si limitasse a fissare uno stanziamento base di 1500 milioni annui, però con possibilità di revisione quinquennale, in quanto non è possibile prevedere ragionevolmente il ritmo di presentazione di eventuali nuove domande in un arco di tempo di trent'anni come disposto dall'art. 4.
Questo è una perplessità che abbiamo e circa la quale desidereremmo più che altro un chiarimento da parte del relatore.
Per il disposto dell'art. 3 ci richiamiamo a quanto già detto in premessa. Si parla solo genericamente di convenzioni da stipularsi con l'Istituto di credito esercitante il credito agrario ma non si precisa a quali banche ci si riferisca e come queste dovranno provvedere alla erogazione del credito stesso. A nostro avviso, anche qui molto più opportunamente si poteva e si doveva dire che tutte le banche autorizzate al credito agrario sono abilitate a presentare le richieste da parte degli agricoltori fino al raggiungimento della piattaforma.
Infine, noi, alla luce di quanto avvenuto in passato nell'esercizio del credito agrario, riteniamo che il progetto di legge in discussione, come ogni altro successivo su questa materia, vada opportunamente completato con la disposizione che gli Ispettorati dell'Agricoltura e delle Foreste sono tenuti a trasmettere entro trenta giorni dalla erogazione i nominativi degli ammessi al Credito, con i relativi importi concessi, ai Comuni di appartenenza, i quali a loro volta sono tenuti a renderli pubblici mediante affissione all'Albo comunale. E' una disposizione che noi siamo andati a mutuare dall'art. 9 della Legge 364 del 25 maggio 1970, una legge dello Stato che però, per le ragioni dette prima, cioè per le cose strane diciamo così, verificatesi in passato nell'esercizio del credito agrario ben volentieri vedremmo ripresa anche dalla legislazione regionale in materia.
Ancora una considerazione, ultima in ordine di tempo ma di valore preminente, perché informa l'atteggiamento che il nostro Gruppo si dispone ad assumere in sede di votazione sul progetto di Legge n. 49. Noi riconosciamo, l'abbiamo già detto, il significato, anche morale, di questa proposta, e comprendiamo la necessità di agire celermente per soddisfare le attese di quanti da mesi invocano la possibilità di accedere al credito agrario agevolato. Ma, nonostante le comunicazioni, sulle quali ritorneremo, che abbiamo poc'anzi sentito fare dal relatore, ci sembra assolutamente inaccettabile che si vari un progetto di legge quale questo in discussione coscientemente disattendendo il trattato istitutivo della CEE, cioè senza aver prima avuto il parere favorevole della CEE stessa. Noi non possiamo accettare come valida l'argomentazione qui addotta....



BORANDO Carlo

C'è il parere favorevole della CEE, te lo confermerà nella sua risposta il collega Franzi.



BERTI Antonio

E poi, se non ci fosse sarebbe lo stesso!



CARAZZONI Nino

Chiedo scusa ai Colleghi e ringrazio per le precisazioni, ma io sto a quanto finora è stato qui ufficialmente comunicato dal relatore: il relatore ci ha parlato di notizia ufficiosa secondo la quale la CEE avrebbe vistato il progetto di legge in parola e ha altresì aggiunto che in ogni caso una certa relativa tranquillità potrebbe essere desunta dal fatto che non sono state sollevate obiezioni ad analogo provvedimento della Regione lombarda.
Stando così le cose - e fino a questo momento non abbiamo un'altra argomentazione da svolgere -, noi pensiamo che si sarebbe dovuto semplicemente agire con maggior tempestività, per evitare tutto questo.
D'altra parte, vorremmo ricordare che una Regione, ci sembra la Regione Liguria, è arrivata per ben due volte a vedersi rinviata proprio una legge sul credito agrario della CEE e ciononostante è riuscita ad approvarla ugualmente in tempo utile. Qui evidentemente si è perso del tempo, e certamente non per colpa nostra.
Ora, noi, con tutto l'apprezzamento per le autorevoli e qualificate pressioni esercitate in sede comunitaria dall'on. Scarascia - Mugnozzi, che il relatore ha voluto ricordare, dobbiamo eccepire sulla regolarità di questa procedura. La legge è viziata ab initio e quanto meno è esposta a rischio di rinvio da parte del Governo.
Per queste ragioni, il Gruppo del MSI-Destra nazionale non prenderà parte alla votazione dei singoli articoli e si asterrà sulla votazione finale del provvedimento di Legge n. 49. Vogliamo altresì aggiungere che il nostro Gruppo darà invece voto contrario all'ordine del giorno presentato da alcuni Colleghi, in particolare richiamandosi alla posizione che la Destra nazionale ha sempre assunto sulla delicata questione delle affittanze, a proposito della quale vorremmo solo ricordare che proprio ieri la Commissione Affari costituzionali della Camera, confermando una nostra tesi di fondo, ha espresso parere di illegittimità costituzionale proprio a proposito dell'art. 3 approvato con il noto colpo di mano a seguito dell'emendamento della Sinistra democristiana.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il collega Borando, come Consigliere. Ne ha facoltà.



BORANDO Carlo

Desidero partecipare come consigliere - e pertanto ho lasciato momentaneamente il mio posto in Giunta per inserirmi nel vivo del mio Gruppo consigliare - a questa discussione, che concerne uno degli interventi più importanti fra quelli che la Regione ha già svolto o ha in cantiere: quello nel campo dell'agricoltura. E innanzitutto prendo atto con piacere che alcuni colleghi hanno già positivamente sottolineato l'importanza di questo provvedimento e l'urgenza della sua applicazione.
Mi sento in dovere di ringraziare in particolare, anche se può essere cosa superflua, l'amico Franzi, che nella sua qualità di assessore all'agricoltura aveva sei mesi fa caldeggiato presso la Giunta l'opportunità di portare sollecitamente in Consiglio per l'approvazione questa legge, ben illustrata nella relazione del collega Menozzi.
Una certa perplessità, a dire il vero mi ha suscitato nel coro di giudizi positivi, la dichiarazione del Gruppo socialista, originata dalla preoccupazione, che del resto tutti noi abbiamo, di veder impegnata una larga fetta delle disponibilità di bilancio, per un certo numero di anni, a favore di un solo settore. Certo, se non si valuta in giusta misura l'importanza che questo settore riveste, riesce difficile giustificare un così largo investimento di danaro. Le considerazioni che svolgerò sono pertanto indirizzate soprattutto a coloro che non essendo addentro a queste questioni - e non tutti possono esserlo, perché ognuno di noi ha un mestiere o una professione, e soltanto in questi ha competenze specifiche non hanno la possibilità di capire appieno il valore di un intervento di questo genere.
Una legge che prospetta interventi per finanziamenti in crediti di esercizio è una legge con la quale ci si propone di aiutare con finanziamenti a tasso agevolato tutti i conduttori di aziende agricole grandi o piccole che siano, nell'acquisto di macchine, di attrezzature nell'affrontare con disponibilità di denaro liquido i problemi che quotidianamente o stagionalmente, si presentano loro come inderogabili. E' dunque una legge decisamente sociale, oltre che economica. Altrettanto opportuno il provvedimento per i miglioramenti fondiari, data la vasta gamma di interventi settoriali che abbraccia; per il quale pure va ribadito il concetto della economicità dell'impiego del denaro, così come della socialità dell'impiego del denaro.
In fatto di interventi per l'ammodernamento di strutture zootecniche ad esempio, possiamo spaziare sulla necessità che ha il nostro Paese, a fronte dei mille miliardi circa che spende per importare carne, a fronte del fatto, per esempio, che metà del latte in esso consumato viene d'oltre confine, di mettere a disposizione strutture moderne, razionali, che abbiano valore sociale nel senso di alleviare la fatica agli addetti.
Accogliere tremila domande, il più delle volte, significa aiutare, oltre alle tremila famiglie direttamente interessate, anche un numero imprecisato di famiglie di addetti all'agricoltura da esse dipendenti. E' passato ormai il tempo in cui il letame bisognava portarlo fuori dalla stalla con la carriola, e le vacche dovevano essere portate all'abbeveratoio, slegandole e legandole: le strutture moderne permettono un grande risparmio di tempo e di fatica. E se l'adozione di strutture moderne è altamente economica per la grossa azienda agricola, a miglior ragione lo è per la piccola azienda agricola, quella in cui lavorano esclusivamente i componenti l'unità familiare.
Un gran numero di domande rivolte agli Ispettorati agrari, concernono per fare un esempio, la dotazione di mezzi moderni per il livellamento del terreno destinato alla coltivazione del riso. Lo sanno certamente l'amico Fonio, che è novarese, ed i colleghi vercellesi Besate e Ferraris. Non dimentichiamo che quello risicolo è un settore che ha grandissimo interesse per l'Italia; il Paese europeo maggiore produttore di riso, con una produzione di 8 milioni di quintali a fronte del milione di quintali totalizzato in Francia e in Spagna (quest'ultima, però, non fa parte della CEE, e quindi, nell'ambito della Comunità europea, il prodotto italiano ha la precedenza su quello iberico). In questo momento il prezzo del riso come tutti sappiamo, è salito alle stelle: le avverse condizioni climatiche dell'anno scorso hanno ridotto la produzione grosso modo del 35-40 per cento, il che ha determinato una lievitazione di prezzi che dovrebbe per ridimensionarsi con il ritorno alla normalità di produzione. Oggi, ecco il punto che intendevo sottolineare, non è più possibile dedicarsi alla risicoltura senza far ricorso, per l'indispensabile appianamento del terreno da adibire a tale scopo, alle macchine e agli strumenti che la moderna tecnica mette a disposizione per consentire un lavoro rapido razionale e di estrema precisione.
Ma possiamo parlare anche di molte altre cose. I nostri contadini non hanno il diritto, per esempio, a risiedere in abitazioni decenti? Chi si interessa dei problemi del settore agricolo sa, per esempio, che gli Ispettorati agrari e le vecchie leggi dello Stato che sono state considerate superate consentivano di ammodernare, senza lussi, ovviamente case in modo da non renderle però neppure paragonabili agli alloggi di quelle case "popolari" di cui tanto si parla e che vengono a costare qualche cosa come 100-110 mila lire al metro quadro dotandole quanto meno del minimo di confort che è indispensabile anche, e forse più che ad altri a coloro che vivono in campagna, per consentire ad essi di vivere una vita più decente.
La elencazione dei vari tipi di intervento necessari nel campo dell'agricoltura potrebbe continuare a lungo.
Credete pure, il sacrificio è grosso, perché impegnando 1500 milioni per un certo numero di anni si defalca parecchio dalle disponibilità non abbondantissime della Regione. Però si tratta di interventi il cui valore economico e sociale è indiscutibile. I Consiglieri di ogni Gruppo possono pertanto approvare in piena coscienza questa legge. Mi spiace solo che non ci sia su di essa l'unanimità, che del resto non è necessaria. Quel che è certo è che chi ha senso pratico e sente concretamente i problemi prescinde da ogni considerazione politica (e mi fa piacere riconoscere che l'oratore che è intervenuto in nome del Gruppo comunista ha dimostrato questo senso pratico), poiché quando sono in gioco, come in questo caso, problemi di interesse generale, la presunzione che i coltivatori diretti o gli agricoltori votino in un senso piuttosto che nell'altro non può avere alcuna importanza.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE OBERTO



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare l'Assessore Franzi.
Mi permetto di ricordare a tutti che è mezzogiorno passato.



FRANZI Piero, Assessore all'agricoltura

Appunto in considerazione dell'ora tarda, tralascerò molte delle considerazioni, anche di carattere indicativo, che avrei voluto fare, per dedicare tutto il tempo a disposizione per rispondere alle indicazioni e alle obiezioni venute dai vari Colleghi. Al collega Fonio, intervenuto in nome del Partito socialista, debbo esprimere anzitutto la mia sorpresa per un pronunciamento così negativo nei confronti di queste due piccole iniziative di legge. Ricordo che alla Camera, quando a metà del dicembre '70 si era parlato di agricoltura, da parte di tutti i Gruppi erano state fatte sollecitazioni piuttosto pressanti perché si intervenisse in modo particolare in questo settore, in considerazione del fatto che stava per scadere il Piano verde-ponte, per cui l'agricoltura nell'anno 1972, e forse anche nel '73, non avrebbe avuto a disposizione neppure una lira.
Non è stato possibile assumere l'iniziativa nel corso del 1972 per i motivi che tutti conosciamo: le competenze alla Regione sono state assegnate soltanto nel mese di aprile dello scorso anno; poi è seguito un periodo di assestamento e più che altro di presa di conoscenza delle possibilità operative della stessa Regione. Solo successivamente la Giunta ha potuto esaminare quali interventi, e di che tipo, poteva portare avanti.
C'è stato chi ha detto che si sono osservati tempi troppo lunghi. Sono anch'io d'avviso che i tempi per l'approvazione delle leggi in agricoltura sono eccessivamente lunghi. Vi citerò però alcuni dati che possono chiarire la questione: il disegno di Legge n. 49 è stato votato dalla Giunta il 19 settembre, in pieno rispetto dell'impegno assunto dal presidente Calleri; altrettanto dicasi per il disegno di Legge n. 51, votato dalla Giunta il 29 settembre 1972 il 6 ottobre 1972 i due disegni di legge sono stati inviati al Commissario di Governo per essere trasmessi, per il tramite del Ministero degli Esteri alla Commissione della CEE, in quanto anche le Regioni, nel momento in cui adottano leggi che hanno attinenza ai problemi di carattere agricolo devono rispettare le combinate del primo comma dell'art. 92 e dell'ultimo comma dell'art. 93 del Trattato di Roma (della cui lettura penso mi facciate grazia), che stabiliscono in sostanza che la Commissione della CEE deve esaminare le leggi ad evitare che si creino condizioni tali dal falsare la concorrenza tra gli Stati membri dall'inoltro da parte del Commissario di Governo alla CEE di questi due disegni di legge per il tramite, come ho detto, del Ministero degli Esteri (in data 12 ottobre '72) al loro arrivo a Bruxelles (il 6 dicembre) sono trascorsi quasi due mesi. Abbiamo avuto notizia dalla CEE quindici giorni fa della approvazione dei provvedimenti da parte della Commissione della Comunità economica europea, ma abbiamo motivo di ritenere che occorrerà ancora tempo prima che essi ritornino a noi ufficialmente approvati, perch presumibilmente il viaggio di ritorno sarà altrettanto lungo a quello di andata. Proprio in questa prospettiva abbiamo sollecitato l'approvazione da parte del Consiglio di questi due disegni di legge, perché se dovessimo attendere altri due mesi giungeremmo tremendamente in ritardo.
Quello che più mi ha stupito nell'intervento dell'amico Fonio è l'affermazione che il tutto doveva essere inquadrato in una dimensione di programmazione. Nessuno è più di noi convinto della validità della programmazione, anche nel settore dell'agricoltura, però bisogna tener conto che la programmazione agricola deve, oltre tutto, tener conto delle direttive della Comunità economica europea, del 17 aprile '72, di un anno fa. Si potrà far colpa a questo Governo ed a quelli che l'hanno preceduto di non avervi dato attuazione. Teniamo però presente che nelle stesse condizioni dello Stato italiano sono tutti gli altri sei Stati membri della Comunità economica europea: non è, quindi, carente solo lo Stato italiano ma lo sono Francia, Germania, Belgio, Lussemburgo e Olanda. Questa mattina ho letto sui giornali un trafiletto a proposito dei prezzi, di uno slittamento dell'attuazione delle stesse direttive CEE di un anno: le stesse informazioni le avevo avute l'altro giorno a Roma, in un colloquio con il Ministro dell'Agricoltura. Come voi già saprete, il Ministro dell'Agricoltura, in occasione di due interventi, tenuti alla Commissione Bilancio del Senato e alla Commissione Bilancio della Camera, ha illustrato le linee sulle quali il Governo intende portare avanti l'attuazione e il recepimento delle direttive CEE nell'ambito italiano: sono linee che in parte soddisfano e in parte no, sulle quali dovremo anche discutere, sulle quali sono già state formulate ampie riserve da parte di tutti i settori.
Questo sta a dimostrare che fin tanto che noi non avremo il recepimento di quelle direttive, difficilmente potremo fare una programmazione regionale per il fatto che l'attuazione delle stesse direttive, in modo particolare la 159, deve inquadrarsi nella programmazione non solo nazionale bensì regionale, ed in modo particolare tenere conto dei Piani zonali di sviluppo: l'uno è collegato all'altro.
Informo che, per accordi già da tempo presi con l'Ires, fra una quindicina di giorni la Regione Piemonte potrà disporre di una documentazione molto ampia, frutto di uno studio appunto del nostro Istituto di ricerche per la individuazione delle zone omogenee agricole del Piemonte sulle quali si dovranno innestare le varie tipologie di pianificazione zonale.
Penso di aver già risposto Ferrarsi a proposito del rilievo circa la sfasatura di queste leggi rispetto ai tempi dichiarati dal presidente Calleri: non mi pare si possa imputare il ritardo alla Giunta, che ha approvato i due disegni entro il mese di settembre: se soltanto adesso essi giungono in aula per l'approvazione lo si deve unicamente alla necessità di attenersi a quanto disposto dagli articoli 92 e 93 del Trattato di Roma.



FERRARIS Bruno

Probabilmente la crisi di Giunta ha avuto la sua parte.



FRANZI Piero, Assessore all'agricoltura

La crisi non ha inciso affatto. A rigor di logica, noi, nemmeno oggi potremmo mettere in approvazione questi progetti di legge: lo facciamo precorrendo i tempi, in quanto sappiamo già quali sono le decisioni della Commissione della Comunità.
Veniamo ora alle considerazioni fatte circa la carenza da parte governativa per la mancata delimitazione delle zone danneggiate.
Effettivamente, il Ministero dell'Agricoltura ha provveduto a delimitare le zone danneggiate nel periodo estivo fino al mese di agosto, non ancora alla delimitazione delle zone che hanno subito danni nei mesi di settembre ottobre. Ancora l'altro ieri, martedì, ho sollecitato il Ministro a portare avanti questa incombenza. Il Consigliere Ferraris è a conoscenza delle ragioni di una tale situazione, perché gliene ho già riferito a titolo personale.
Per quanto concerne l'ordine del giorno presentato, relativamente ai finanziamenti in agricoltura, la Giunta è d'accordo. Posso aggiungere che la Commissione competente alla Camera ha già portato avanti ed è a buon punto l'esame dei progetti di legge che sono stati presentati, per cui abbiamo motivo di sperare che entro breve termine il provvedimento diventi legge dello Stato. La Giunta non può invece impegnarli a fare suo in esame per la parte riguardante la specifica materia dei fondi rustici, poiché non si tratta di competenza della Regione. E' vero che è stato approvato il famoso emendamento Fracanzani, però...



FERRARIS Bruno

In proposito esiste già un precedente significativo: la Regione veneta che comprende la provincia di Vicenza, patria di Rumor, ha approvato un ordine del giorno assai simile a questo; del resto, non per nulla questo ordine del giorno reca anche le firme dei Consiglieri Vera e Fonio.



FRANZI Piero, Assessore all'agricoltura

La Commissione per gli Affari costituzionali del Senato ha dichiarato seppure solo a maggioranza, incostituzionale il provvedimento approvato dalla Camera. Comunque, non mi dilungo su questo punto, perché non è materia in discussione quest'oggi. La Giunta potrebbe comunque impegnarsi nel senso di svolgere un diretto interessamento affinché la legge sui fondi rustici venga sollecitamente approvata, perché soprattutto si tratta di dare definizione ad una situazione che sta veramente turbando il mondo degli affittuari.



MARCHESOTTI Domenico

I tempi non sostituiscono mai il merito.



PRESIDENTE

E' una frase un po' pirandelliana, la sua.



FRANZI Piero, Assessore all'agricoltura

All'amico Giletta, che ha posto il quesito se, quando e come la Regione intenda soddisfare le attese dei giovani, devo dire che ci sentiamo tutti impegnati - il Governo comunitario, il Governo nazionale, la nostra Giunta a portare avanti il discorso, in chiave politica e tecnica, per trovare il "marchingegno" che ci permetta di risolvere i problemi dell'agricoltura.
Si è parlato per molto tempo di politica dei prezzi; poi si è detto che la politica dei prezzi portata avanti dalla CEE si era risolta in un fallimento, e pertanto da qualche anno si parla di politica delle strutture; oggi si dice che bisogna migliorare le strutture aziendali e le infrastrutture agricole. Per noi, il problema è duplice: noi abbiamo bisogno della integrazione dei prezzi dei prodotti agricoli, e quindi di continuare nella direttiva della politica dei prezzi, e al tempo stesso di affiancare ad essa una consistente politica degli interventi.
Proprio questa mattina abbiamo appreso dai giornali che la Commissione della CEE è intenzionata ad aumentare sensibilmente i prezzi dei prodotti agricoli. Guarda caso, forse le riserve verranno proprio da parte italiana.
Non so che cosa tu, come produttore agricolo, mi possa dire sulle conseguenze di questa posizione di carattere politico che forse verrà assunta dall'Italia per il contenimento dell'aumento di prezzo dei prodotti agricoli: io penso che tutti i produttori siano ben contenti che i prezzi indicativi fissati dalla Comunità abbiano una lievitazione. Il discorso da fare, però, caro Giletta, non è tanto quello dei prezzi che saranno fissati dalla CEE quanto invece su come i produttori saranno capaci di realizzare quei prezzi. Io mi auguro che nel momento in cui si porterà avanti il discorso della programmazione, soprattutto della pianificazione, e quindi della creazione di quelle famose infrastrutture di carattere agricolo di cui più volte si è detto, i produttori sappiano dare la risposta che noi ci attendiamo.
Informo incidentalmente che ieri abbiamo cercato di risolvere e forse in parte ci siamo riusciti, il grosso problema connesso al Centro carne di Cussagno: però, la premessa è stata quella di chiedere la partecipazione attiva dei produttori; perché non credo che né la Regione né soprattutto gli strumenti promossi dalla Regione potranno sostituirsi ai produttori: essi stessi dovranno essere i responsabili della loro politica e della loro economia aziendale e familiare.
La riforma del credito agrario andrà certamente aggiornata: è un provvedimento che compete in parte minima alla Regione, in misura molto maggiore al Governo e al Parlamento. Siamo anche tutti ben consapevoli che i redditi che produce l'agricoltura sono troppo bassi: il piano Ires, che tutti ben conosciamo, parla di un indice di appena un milione e mezzo di valore aggiunto per unità lavorativa agricola, che, proiettato nel piano quinquennale, arriverà a due milioni, mentre il valore aggiunto dei lavoratori addetti al settore dell'industria si aggira già oggi sui tre milioni, per cui fra cinque anni gli agricoltori avranno ancora un reddito di circa un terzo inferiore a quello già oggi goduto dai lavoratori dei settori extra agricoli, pur prevedendo che l'agricoltura possa camminare come si auspica che cammini. Qui si innesta il discorso delle direttive CEE, del reddito comparato, degli interventi differenziati, tutte considerazioni che potremo fare in altra occasione, e mi auguro di avere a disposizione un lasso di tempo meno ristretto di oggi.
Devo una risposta anche al consigliere Carazzoni. Egli ha espresso il concetto, se ho inteso bene, che prima di approvare la legge sui crediti agrari si dovrebbero definire le relative convenzioni con gli istituti di credito, così come previsto all'art. 3. Debbo dire che, se è data facoltà al Presidente di definire eventualmente convenzioni con gli istituti di credito, non siamo noi, ma la Commissione centrale del credito a stabilire quale istituto di credito sia legittimato ad esercitare il credito agrario e di conseguenza si tratta di competenza dello Stato. Soprattutto, devo anche dire che la fissazione dei tassi da praticare in agricoltura non è di competenza della Regione né tanto meno del Presidente, perché c'è una Commissione che annualmente esamina le condizioni del costo del denaro e con proprio decreto il Ministro del Tesoro fissa i tassi che devono essere applicati nel corso dell'annata agraria. Per quanto riguarda proprio il credito per l'annata agraria 1972-'73 il Ministero dell'Agricoltura ha fissato, con provvedimento trasmesso in data 24 gennaio, una sensibile riduzione dei tassi: per quanto riguarda i crediti di miglioramento, dal 9,80 a 9,05; per i crediti di conduzione, dall'8,95 all'8,15. La condizione che il Presidente possa stipulare una convenzione l'abbiamo voluta inserire a titolo cautelativo, per non trovarci a non poter dare attuazione alla norma di legge: non è detto, però, che il Presidente debba stipulare specifiche convenzioni, perché il provvedimento circa la fissazione dei tassi d'interesse, ripeto, è di competenza della Commissione centrale.
Non rimane che una brevissima considerazione per quanto riguarda i tempi. Il gravame procedurale cui devono sottostare le leggi agricole deve a mio avviso, richiamare la nostra attenzione a responsabilizzarci per trovare una soluzione il più possibile idonea ad evitare di dovere in continuità sottostare ad un così defatigante iter procedurale. E' nota a tutti la grande validità psicologica e tecnica della tempestività degli interventi. La Giunta ritiene che sia necessario, pertanto, elaborare leggi dai contenuti il più possibile ampi, così da poter operare nel prosieguo degli anni che verranno, con carattere di ordinarietà ed essere legittimata agli interventi attraverso la legge di approvazione del bilancio. Se noi potessimo avere a disposizione delle leggi organiche su cui muoverci ed operare attraverso il bilancio eviteremmo, di volta in volta, di fare delle leggi e di dover percorrere questo iter che ci fa perdere sei mesi cosicché partendo a gennaio arriviamo a conclusione a luglio, quando l'annata agraria è già a metà strada. Noi dobbiamo dunque ricorrere all'accorgimento - vedo che il Presidente della Giunta, con il quale finora avevo parlato di tale meccanismo solo in termini molto generali, consente con me - di creare leggi il più possibile ampie, che per il futuro diano modo, come supporto legislativo per il bilancio, di inserire annualmente le voci sulle quali far leva per gli interventi in campo agricolo. Se dovessimo convenire su tale soluzione, eviteremmo di dover subire, ogni volta che ci troveremo a varare interventi per l'agricoltura, ritardi che oggi sono dell'ordine dei cinque-sei mesi. La soluzione è dunque quella proposta di una legge-quadro che contempli tutte le variegate esigenze agricole, cui far riferimento nella elaborazione delle poste passive del bilancio regionale. Tale legge-quadro ovviamente potrà essere elaborata solo dopo che il Parlamento avrà recepito con legge nazionale le direttive CEE relative alla ristrutturazione agricola. E' anche evidente che potremo operare in tale direzione solo dopo che avremo deliberato le linee della programmazione agricola regionale e avremo costituito gli strumenti per gli interventi settoriali.
Questa mia indicazione vuole comunque essere una semplice considerazione di carattere generale, sulla quale penso che dovremo soffermarci ampiamente nei prossimi mesi.
Credo di aver dato risposta a tutte le domande, a tutti i quesiti, ed a tutte le considerazioni che sono state fatte. Concludo con l'augurio che queste due leggi possano trovare la più rapida e tempestiva applicazione a favore delle popolazioni agricole, che sono in trepida attesa in quanto ormai da troppo tempo non beneficiano di interventi di carattere pubblico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere relatore Menozzi.



MENOZZI Stanislao, relatore

L'intervento dell'assessore Franzi mi permette di abbreviare notevolmente la mia replica.
Il collega Fonio ha avanzato argomentazioni validissime, ma che esulano dal contesto del disegno di legge in esame, il quale riguarda una situazione pregressa e per giunta vincolata ad una legislazione quale quella che abbiamo evidenziato. Sono d'accordo con lui anche circa la necessità del superamento della settorialità, a patto che esso valga per tutti i settori, perché non capiremmo davvero quali ragioni vi sarebbero di superare la settorialità per un settore solo. Noi siamo contro il settorialismo ma per il prioritarismo, soprattutto in una concezione programmata, a favore delle categorie più depresse, e quella agricola di cui stiamo parlando penso lo sia indiscutibilmente.
Mi consenta il collega Fonio di esternare, come presidente della VI Commissione, la mia sorpresa per l'astensione da lui annunciata a nome del suo Gruppo in sede di votazione: nei lunghi dibattiti all'interno della Commissione l'amico e collega Fonio non ha mai mosso sostanziali obiezioni alla legge, tanto che io avevo creduto di poter parlare di consenso unanime da parte di tutta la Commissione.
Non ho nulla da replicare all'amico Ferraris. Concordo con lui nel riconoscimento che sul settore zootecnico dovrà concentrarsi in modo particolare l'attenzione del Consiglio Regionale, come concordo sulla necessità di svolgere tutte le pressioni possibili perché la richiesta integrazione del Fondo speciale con i trecento miliardi possa diventare un fatto concreto.
L'amico Giletta ha ben illustrato le carenze veramente paurose di alcune zone della nostra agricoltura, specie per quanto attiene la montagna e l'alto colle. Non ho apprezzato la battuta intenzionalmente spiritosa del collega Berti sulla tenacia degli agricoltori nel concedere la propria fiducia alla Democrazia Cristiana: per opporre battuta a battuta, potrei fargli osservare che in altre zone agricole, ove si vota all'unanimità, e per giunta forzatamente, per il suo partito si registrano situazioni ancora peggiori.



BONO Sereno

La carne la importiamo proprio da quei Paesi.



MENOZZI Stanislao, relatore

All'amico Carazzoni ha già risposto in parte l'assessore Franzi per quanto concerne l'aspetto del credito agrario da lui evidenziato. Egli ha pure sottolineato una carenza: il '72 rimane scoperto. Gli faccio notare però che non risultano esistere domande in sofferenza per tale annata presso i vari Ispettorati agrari e presso l'Ispettorato compartimentale per il semplice fatto che, essendo stati esauriti i finanziamenti, nel momento in cui venivano presentate erano ipso facto respinte. Rimangono indubbiamente le esigenze, ma è indubbio che a ciò non si poteva provvedere con il disegno di legge in esame. E' logico invece domandarci come superare il periodo che va dal 1º gennaio '72 al 20 aprile '73, per il quale senza dubbio si richiederebbe l'adozione di una legge-ponte. E' un problema importantissimo, questo, che deve essere tenuto presente ma che esula dall'esame che noi stiamo portando avanti.



PRESIDENTE

La discussione generale è chiusa. Procediamo ora alla votazione del testo di legge articolo per articolo.



FONIO Mario

L'ordine del giorno si vota separatamente?



PRESIDENTE

Sì, successivamente, dato che è stato accettato solo in parte.
Pregherei il Consigliere Revelli, segretario aggiunto, di dar lettura dei vari articoli.



REVELLI Francesco, Segretario

Articolo 1 - "Allo scopo di soddisfare le richieste presentate agli Ispettorati dell'Agricoltura e delle Foreste del Piemonte entro il 31 dicembre 1971 volte ad ottenere i benefici creditizi previsti dall'articolo 16 della legge 27 ottobre 1966, n. 910, la Regione Piemonte concorre al pagamento degli interessi relativi all'ammortamento dei mutui trentennali per opere di miglioramento fondiario nella misura e con le modalità previste dalla legge medesima e successive modificazioni ed integrazioni".



PRESIDENTE

Non sono stati proposti emendamenti a questo articolo. Qualcuno chiede la parola? Allora, si passa alla votazione per appello nominale. Prego il Consigliere segretario di procedere all'appello.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha dato il seguente esito: Presenti n. 44.
Non hanno partecipato alla votazione n. 2 Consiglieri Votanti n. 42 Consiglieri.
Hanno risposto sì n. 38 Consiglieri.
Si sono astenuti n. 4 Consiglieri.
L'articolo è pertanto approvato.



REVELLI Francesco, Segretario

Articolo 2 - "Le domande presentate agli Ispettorati dell'Agricoltura e delle Foreste del Piemonte entro il 31 dicembre '71, dagli articoli 16, 17 e 18 della legge 37 ottobre 1966, n. 910 e successive modificazioni ed integrazioni e dall'art. 3 della legge 25 luglio 1952; n. 991, possono essere trasformate, a richiesta degli interessati, in domande tendenti ad ottenere i benefici creditizi previsti dall'art. 16 della legge 27 ottobre 1966, n. 910".



PRESIDENTE

Non sono stati proposti emendamenti a questo articolo. Qualcuno chiede la parola? Allora; si passa alla votazione per appello nominale. Prego il Consigliere segretario di procedere all'appello.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha dato il seguente esito: Presenti n. 44.
Non hanno partecipato alla votazione n. 2 Consiglieri.
Votanti n. 42 Consiglieri.
Hanno risposto sì n. 38 Consiglieri.
Si sono astenuti n. 4 Consiglieri.
L'articolo 2 è pertanto approvato.



REVELLI Francesco, Segretario

Articolo 3 - "Per l'attuazione della presente legge si applicano le norme di cui alle leggi 27 ottobre 1966, n. 910 e 4 agosto 1971 n. 582, i criteri generali indicati nel decreto del Ministro dell'Agricoltura del 20 gennaio 1967 nonché le procedure di cui al D.P.R. del 22 maggio 1967, n.
446.
La Giunta Regionale è autorizzata a stipulare convenzioni con gli Istituti che esercitano il credito agrario, secondo le modalità previste dalla vigente legislazione statale".



PRESIDENTE

Su questo articolo sono stati proposti due emendamenti, uno aggiuntivo ed uno modificativo.
L'emendamento aggiuntivo, a firma Raschio, Bertorello, Ferraris Menozzi, è il seguente: "Dopo il primo comma aggiungere il seguente: 'Per le garanzie sussidiarie del Fondo interbancario di garanzia si applicano le norme di cui all'art. 36 della Legge 2 giugno 1961 n. 454 e all'art. 56 della Legge 27 ottobre 1966 n. 910".
I proponenti ritengono necessario illustrarlo? Il Consigliere Ferraris ne ha facoltà.



FERRARIS Bruno

Questo emendamento è diretto ad ovviare ad una dimenticanza: nel progetto di legge della Giunta non vi era accenno ad una garanzia, sulla cui necessità in Commissione ci siamo trovati tutti d'accordo, sussidiaria a questi mutui. Per questi mutui si fa riferimento ad un preciso articolo del primo e del secondo Piano Verde; altrimenti avremmo dovuto stipulare una apposita convenzione come Regione e organizzare una nostra garanzia sussidiaria.
La cosa è di estrema importanza, proprio a favore delle piccole aziende e della cooperazione in generale.



PRESIDENTE

La Giunta accetta l'emendamento? Nessuno vi si oppone? Allora, lo pongo in votazione per alzata di mano. Eccettuati quattro Consiglieri, che si astengono, tutti si sono dichiarati favorevoli all'emendamento.
L'emendamento modificativo è in questo senso: si chiede di sostituire, nell'ultimo comma, la dizione: "La Giunta Regionale è autorizzata" con l'altra: "Il Presidente della Giunta Regionale su conforme deliberazione della Giunta, è autorizzato ...." I proponenti sono ancora Menozzi, Ferraris, Raschio e Bertorello. Non mi pare richieda illustrazione, data la sua evidenza. Qualcuno chiede la parola per pronunciarsi contro l'emendamento? La Giunta lo accetta? Allora, viene messa in votazione la proposta di emendamento nel testo ora letto. Chi lo approva è pregato di alzare la mano. E' approvato, salvo quattro astenuti.
Pongo pertanto in votazione l'art. 3 nel testo emendato in base all'emendamento aggiuntivo e a quello modificativo, che penso mi esimiate dal dover rileggere. La votazione avviene per appello nominale. Prego il Consigliere segretario di procedere all'appello.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha dato il seguente esito: Presenti n. 44 Consiglieri.
Non hanno partecipato n. 2 Consiglieri.
Votanti n. 42 Consiglieri.
Hanno risposto sì n. 38 Consiglieri.
Si sono astenuti n. 4 Consiglieri.
L'articolo 3 è pertanto approvato.
Per l'articolo 4 è stato proposto, ancora dai Consiglieri Menozzi Ferraris, Bertorello, Raschio, di sostituirlo nella sua integralità con un nuovo testo, di cui prego il Consigliere segretario di voler dare lettura.



REVELLI Francesco, Segretario

"Sostituire l'intero testo dell'art. 4 con il testo seguente: "Per la concessione delle agevolazioni creditizie regionali di cui agli articoli 1 e 2 della presente legge è autorizzata la spesa di L. 1 miliardo per ciascuno degli anni '73 e '74, nonché la spesa di L. 1500 milioni per ciascuno degli anni dal 1975 al 2004. All'onere di L. 1000 milioni derivante dall'attuazione della presente legge per l'anno '73 si provvede mediante una riduzione di pari importo del capitolo n. 1404 dello stato di previsione della spesa per il predetto anno, riguardante il finanziamento dei provvedimenti legislativi in corso, e mediante l'istituzione del capitolo n. 1338, denominato "Contributi costanti trentennali per il pagamento degli interessi dei mutui relativi ad opere di miglioramento fondiario", e con la dotazione di L. 1000 milioni. Il presidente della Giunta è autorizzato a provvedere con proprio decreto alle occorrenti variazioni di bilancio. Le successive annualità saranno iscritte negli stati di previsione della spesa della Regione Piemonte in apposito capitolo avente la denominazione di cui al secondo comma del presente articolo e la dotazione di L. 1 miliardo per l'anno '74 e di L. 1500 milioni per gli anni dal '75 al 2004, fermo restando che al maggior onere per gli anni '75 e successivi si fa fronte con il maggior provento di cui all'art. 4 della Legge 16 maggio 1970 n. 281".



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Dotti. Ne ha facoltà.



DOTTI Augusto

Non ho ben compreso perché si debba arrivare "fino al 2004" con la stessa cifra. Forse per code relative allo sfasamento iniziale? Se non vado errato, per le ultime due annualità probabilmente si tratterà non di un miliardo e 500 milioni ma di 500 milioni.



PRESIDENTE

I proponenti vogliono riconsiderare l'emendamento alla luce di questa obiezione ed eventualmente proporre una ulteriore modifica?



FERRARIS Bruno

In effetti, per gli ultimi due anni la cifra si riduce a 500 milioni.



PRESIDENTE

Vogliamo fare senz'altro la correzione o preferiamo farci emendare nel 2002 da chi sarà al nostro posto?



DOTTI Augusto

Basterebbe dire: "Fino al 2002 1500 milioni, dal 2002 al 2004 500 milioni".



PRESIDENTE

La Giunta accetta questo emendamento al testo proposto?



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Accettiamo il testo proposto, che pregherei di non modificare.



PRESIDENTE

Se più nessuno chiede di parlare sull'emendamento, passiamo alla votazione, che ritengo di dover fare in due tempi trattandosi di un emendamento sostitutivo di tutto l'articolo, una volta per alzata di mano per approvare l'emendamento di per se stesso, e una volta per appello nominale trattandosi di un nuovo articolo.
Chi l'approva come emendamento è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è accolto e diventa il testo dell'art. 4 sostitutivo di quello che era stato presentato. Prego ora di porre in votazione l'articolo per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha dato il seguente esito: Presenti n. 44.
Non hanno partecipato alla votazione n. 2 Consiglieri.
Votanti n. 42 Consiglieri.
Hanno risposto sì n. 38 Consiglieri.
Si sono astenuti n. 4 Consiglieri.
L'articolo 4 è approvato.



REVELLI Francesco, Segretario

Articolo 5 - "La presente legge regionale è dichiarata urgente ed entra in vigore lo stesso giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte".



PRESIDENTE

Nessuno chiede di parlare? Procediamo alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha dato il seguente esito: Presenti n. 45 Consiglieri.
Non hanno partecipato alla votazione n. 2 Consiglieri.
Votanti n. 43 Consiglieri.
Hanno risposto sì n. 39 Consiglieri.
Si sono astenuti n. 4 Consiglieri.
L'articolo 5 è approvato.



PRESIDENTE

Prima di procedere alla votazione della legge nel testo globale complessivo ascoltiamo le dichiarazioni di voto dei Consiglieri Berti Bertorello e Carazzoni, che le avevano preannunciate. Ha facoltà di parlare il Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Noi diamo voto favorevole a questa legge, pur apprezzando alcuni dei motivi che hanno indotto il Gruppo socialista all'astensione.
Si tratta di uno stanziamento notevole, che interviene in un campo in cui, come per altri, ancora non sono definite linee organiche di intervento. Chi opera particolarmente in questo campo dovrà tener presente il pericolo che i miglioramenti fondiari in particolare possano non risultare conformi alle linee che emergeranno dai prossimi piani di sviluppo zonali: poiché è prevedibile che questi propongano riconversioni colturali nel campo dell'agricoltura, per adeguarle agli indirizzi appunto del piano, e non è escluso che stanziamenti di questo tipo possano andare in direzione opposta a quella che il piano fisserà.
Pur avendo presente questo pericolo, in questa occasione come in altre e l'esigenza che continuamente ci riproponiamo di adeguare i nostri interventi - parlo di interventi della Regione - a linee di sviluppo definite, noi abbiamo deciso di votare in favore di questa legge intanto perché ci rendiamo conto che è un provvedimento che accoglie richieste effettivamente venute dalle organizzazioni contadine perché fosse sanata una situazione che risale al 1971, e quindi è una richiesta venuta dai più diretti interessati. Diamo dunque questo voto convinti di andare nella direzione che in questo momento è più giusta, poiché ci sembra giusto soddisfare domande giacenti, per la stragrande maggioranza avanzate dalla piccola proprietà coltivatrice diretta. Mentre raccomandiamo al Consiglio di andare per il futuro verso un'attività di carattere legislativo di tipo nuovo e di affrettare i tempi per la definizione dei piani regionali di sviluppo che tracciano le linee di indirizzo, cogliamo questa esigenza fondamentale di sanare una situazione preesistente, e diamo quindi la nostra approvazione a questa legge.



PRESIDENTE

Il Consigliere Bertorello ha facoltà di parlare.



BERTORELLO Domenico

Devo esprimere il voto favorevole del mio gruppo con una specifica puntualizzazione personale: queste due leggi sanano il passato, perché se si vuole veramente fare una politica agricola dobbiamo partire dalle qualificanti proposte che abbiamo già presentato e che languiscono in questo Consiglio, proposte di legge che devono dire chi sono gli imprenditori agricoli, che creino un organismo tutore onde evitare che si continui a chiuderci la porta in faccia quando chiediamo qualcosa perch non abbiamo garanzie e affinché si garantisca il coltivatore dal vedersi dall'oggi al domani privato della terra, magari all'ombra di un bel pioppeto.
Con le parole e più ancora con lo sguardo i coltivatori ci accusano di immobilismo. Io credo si debba accelerare questo iter se vogliamo poter andare in campagna senza arrossire troppo.



PRESIDENTE

Ha Chiesto di parlare per dichiarazione di voto il Consigliere Carazzoni, ne ha facoltà.



CARAZZONI Nino

Confermiamo quanto abbiamo anticipato in sede di dibattito. Il gruppo del MSI destra nazionale non ha partecipato alla votazione sui singoli articoli intendendo con questo protestare per la procedura che si è voluta seguire e che ci porta a varare un provvedimento legislativo senza il preventivo ufficiale parere favorevole della CEE. Ci asterremo tuttavia, in sede di votazione globale, sul progetto di legge, riconoscendone, almeno in parte, il qualificante spirito informatore di sanatoria.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Simonelli.



SIMONELLI Claudio

Signor Presidente, il gruppo socialista conferma il voto di astensione già indicato nell'intervento del consigliere Fonio, prendendo atto che dal dibattito sono venute da più parti conferme alle perplessità che abbiamo manifestato in ordine a queste leggi. Queste perplessità, se non sono sufficienti a far dare al gruppo socialista un voto negativo, - perché ci rendiamo conto dell'estrema complessità del problema e dell'indilazionabile necessità di sovvenire in qualche modo alla difficile situazione dell'agricoltura, - però non ci consentono di esprimere un voto favorevole.
Questa posizione è stata ampiamente illustrata dal consigliere Fonio in base a due fondamentali considerazioni: la prima (alla quale si richiamava il consigliere Berti poc'anzi) che trattasi di leggi del tutto svincolate da una logica programmatoria, rispetto alle quali la Regione non si limita neppure a fare da tramite dello Stato, da passacarte dello Stato come qualcuno ha detto in altra occasione, giacché noi finanziamo con soldi della Regione una legge dello Stato, quindi eroghiamo dei nostri denari per interventi che non abbiamo mai deciso, sui quali non abbiamo avuto la possibilità di intervenire nella fase istruttoria ed i cui criteri sfuggono alla nostra interpretazione ed alla nostra determinazione. La seconda considerazione è con queste leggi si impegnano in misura rilevantissima gli stanziamenti previsti dall'art. 1404 del bilancio 1973, cioè si dimezza la somma destinata a finanziare gli investimenti della Regione nel corso del corrente esercizio, riducendo - e lo vedremo più ampiamente in sede di discussione del bilancio - in una certa misura addirittura sovvertendo tutto il discorso che nella relazione della I Commissione e nel dibattito sul bilancio '73 si è portato avanti in ordine alle priorità di intervento regionale.



PRESIDENTE

Nessun altro chiedendo la parola metto in votazione l'intero testo della legge per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Presenti e votanti n. 45.
Hanno risposto sì n. 39 Consiglieri.
Si sono astenuti n. 6 Consiglieri.
La legge è approvata.


Argomento: Interventi a favore dell'economia - normative organiche nei vari settori - Enti di sviluppo e organismi fondiari

Esame del disegno di Legge n. 51 relativo a intervento regionale per agevolare l'accesso al credito agrario di conduzione


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, vogliono consentirmi di vedere che cosa possiamo fare? Sono le 13,05, quest'aula alle 15 deve essere disponibile per il Consiglio provinciale, prima di allora devono venire gli uomini della pulizia. Hanno visto il tempo impiegato per discutere il testo di legge testé approvato. Non vogliamo strangolare la discussione, ma i Consiglieri sono in condizione di poter dire che una parte degli argomenti sono stati già illustrati nel corso della discussione di questa legge per cui l'altra può essere portata avanti molto speditamente? In questo caso un accenno brevissimo alla relazione e possiamo andare avanti perché poi abbiamo l'incontro con l'assessore Paganelli (che potremmo fare anche a livello di capigruppo se non tutti i Consiglieri vogliono fermarsi, i capigruppo riferiranno a loro) e infine c'è questo ordine del giorno che nella parte accettata dalla Giunta non dovrebbe portare discussione. C'è un solo aspetto che la Giunta non accetta e su quello potrebbe essere brevemente sviluppata la discussione. Devo peraltro informare che al disegno di Legge 51 vi sono delle proposte di emendamento per lo più a firma dei Consiglieri Menozzi, Raschio, Bertorello, Ferraris, quindi praticamente concordati.
Allora siamo d'accordo di rapidizzare al massimo? Benissimo.
Intanto che ho la parola informo che la presidenza ha ritenuto opportuno di assecondare il lavoro di consultazione del bilancio raccogliendo in un volumetto, che verrà distribuito, il testo delle varie leggi a cui i singoli capitoli di bilancio fanno riferimento, in maniera che i Consiglieri che non abbiano la possibilità di una consultazione delle leggi disparse, le trovino tutte qui raccolte, articolo per articolo.
Passiamo al punto quarto dell'ordine del giorno che reca "Esame del disegno di Legge n. 51 relativo a intervento regionale per agevolare l'accesso al credito agrario di conduzione".
La parola al relatore Menozzi.



MENOZZI Stanislao, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, proprio per i motivi test evidenziati e anche per il fatto che in questa relazione sono ripetuti alcuni concetti già contenuti nella prima relazione, sarò estremamente rapido.
Premetto che anche nel corso delle consultazioni su questo disegno di legge sono emersi notevoli consensi e che all'interno della Commissione c'è stata la stessa unanimità che per il primo.
Mi preme piuttosto far rilevare un importante aspetto innovativo, anche se contenuto nella portata, ma che assume grande valore in prospettiva come è stato da varie parti riconosciuto e cioè l'aver fissato, nell'art.
2, in lire cinque milioni l'importo massimo del prestito concedibile.
Questo limite non risultava nella precedente legislazione statale in materia che prevedeva, invece, massimali ben superiori e non sempre osservati. Questa carenza fu indubbiamente motivo di notevoli abusi: spesso si faceva ricorso al prestito avvalendosi del fatto che esistevano proprietà dei terreni, ma poi i prestiti ottenuti venivano orientati verso altri investimenti e non verso quelli agricoli.
Il limite massimo dell'importo del prestito è altresì da condividersi perché dà la possibilità di soddisfare il maggior numero di autentici operatori agricoli richiedenti, in rapporto alla globalità dello stanziamento previsto dal progetto di legge in esame.
Sempre con riferimento alle consultazioni effettuate, mi pare anche di poter suggerire l'opportunità di alcuni emendamenti di carattere meramente interpretativo da apportarsi al testo del provvedimento predisposto dalla Giunta regionale.
All'art. 1 riteniamo opportuno proporre di modificare il riferimento agli anni "71/73" in "72/73" e prevedere nel contempo la decorrenza dal 1 gennaio del 1973.
In calce al secondo comma dell'art. 2 parrebbe pure necessario nell'elencazione delle cooperative aventi accordata la preferenzialità dei prestiti, aggiungere "ivi comprese le cooperative di allevamento".
Per quanto riguarda l'ultimo comma, sempre dell'art. 2, anche se pu essere intuitivo si consiglierebbe l'aggiunta di un comma ulteriore nel quale venisse precisato che "alle cooperative di cui alla legge in esame saranno concessi prestiti il cui importo massimo sarà rapportato alle effettive necessità, accertate dagli organi tecnici della Regione e ammesse dalla Giunta Regionale".
Pare anche opportuno suggerire un comma aggiuntivo all'art. 3 per comprendere la garanzia interbancaria, alla stessa stregua dell'emendamento già approvato sul disegno di Legge 49, oggi già legge.
Ripetiamo che meglio ancora sarà quando la Regione vorrà e potrà affrontare in maniera organica e definitiva l'annosa questione del credito agrario sganciato dalle garanzie reali di cui abbiamo avuto occasione di parlare.
Ultima considerazione, che doverosamente deve essere fatta, è che stiamo esaminando un disegno di legge in relazione ed in ossequio al disposto dell'art. 93. Anche questa è una ripetizione ampiamente discussa circa il parere della CEE.
Il provvedimento in esame prevede ovviamente dei prestiti della durata di un turno al tasso agevolato del 3% a carico dei richiedenti interessati.
E' augurabile che la Giunta e il Consiglio Regionale possano un giorno determinare tassi differenziati in rapporto alle caratteristiche aziendali e più ancora alle caratteristiche dell'imprenditore e se ciò non sarà possibile, perché osta una precisa norma CEE, poter eventualmente affrontare, una volta per tutte (l'ha evidenziato Bertorello, nelle sue dichiarazioni di voto), chi è l'imprenditore a titolo principale e fare in modo che il credito possa essere devoluto a suo favore.



PRESIDENTE

Ringraziamo il relatore.
Chi chiede di parlare? Il Consigliere Carazzoni, ne ha facoltà.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, avremmo preferito potere esaminare questo provvedimento legislativo con maggiore approfondimento rinunciamo invece a svolgere molte delle considerazioni che ci eravamo proposti, peraltro richiamandoci per larga parte a ciò che già con una certa ampiezza abbiamo avuto modo e possibilità di dire nel precedente dibattito. Vogliamo solo manifestare il discorso della nostra parte su quello che è - sottolineato anche dal relatore - il punto qualificante di questa proposta di legge, vale a dire il disposto dell'art. 2 ultimo comma che è stato presentato come un importante aspetto innovativo rispetto alla precedente legislazione statale in materia e che abbassa il limite massimo del prestito da 15 a 5 milioni pro capite.
Si dice nella relazione che il provvedimento è stato proposto per evitare speculazioni più o meno mascherate; nonché per potere così soddisfare il maggiore numero possibile di autentici operatori agricoli. A noi sembra invece che così facendo vengano ad essere sovvertite, ed illogicamente, le disposizioni di cui alla legge 27.10.1966 n. 910 e susseguente circolare applicativa del Ministero dell'agricoltura, alle quali disposizioni, purtuttavia e in palese contraddizione, ci si richiama per l'attuazione del progetto di legge in parola. Infatti quelle disposizioni fissavano dei parametri che avevano una loro logica in quanto portavano a prendere in considerazione un particolare tipo di azienda agricola, vale a dire l'azienda agricola di una superficie sufficiente quella cioè di tipo medio. Orbene, se si provasse ad applicare quei parametri al prestito massimo di cinque milioni, come previsto dal progetto n. 51, avremmo, dei risultati del tutto contradditori: centomila lire per ettaro per cereali dà una azienda agricola di 50 ettari, mentre mediamente l'azienda cerealicola moderna dovrebbe avere un'estensione fra i 100 e i 200 ettari; 120.000 per ettaro per foraggio dà un'azienda di 40 ettari 150.000 per ettaro per barbabietole dà un'azienda di 33 ettari e così di seguito. In tutti i casi quindi il progetto di legge n. 51 è portato a prendere in considerazione delle aziende che hanno una superficie del tutto insufficiente e che sono ben lontane dall'avere le dimensioni ottimali che oggi si richiedono nell'agricoltura moderna.
E allora ecco la domanda politica: a che cosa serve proporre i piani di accorporo? A che cosa serve varare le leggi di esproprio per accorporo? A che cosa serve reclamizzare tanto in Italia le proposte, i suggerimenti della CEE per la formazione di medie aziende quando poi, in concreto, si negano i fondi per finanziare le aziende accorporate? O si vogliono considerare solo le cooperative che potremmo anche vedere come un momento di passaggio verso i "kolkzos " del domani, oppure si abbassa il limite per favorire sì il maggiore numero possibile di operatori agricoli, ma evidentemente si fa questo per una chiara funzione clientelare ed elettoralistica.
E' su questo punto che si sottolinea il dissenso nostro dal progetto di legge proposto. In ordine all'atteggiamento che il gruppo del MSI destra nazionale assumerà in sede di votazione, ci richiamiamo alle considerazioni precedentemente espresse e cioè che, mancando tuttora il parere preventivo della CEE, noi non parteciperemo alla votazione sui singoli articoli e ci asterremo sul complesso della legge stessa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Fonio.



FONIO Mario

Nell'intervento sulla Legge n. 49 avevo esplicitamente premesso che intendevo trattare entrambe le leggi nel loro complesso perché era una valutazione unica che usciva dal nostro gruppo per l'espressione di voto che abbiamo già anche annunciato.
Io ritengo che non vi sia da aggiungere altro se non sottolineare la principale delle nostre preoccupazioni in ordine alla quota di disponibilità che residua per il finanziamento delle spese di investimenti provenienti dalle leggi regionali, che mi pare sia stata trascurata da tutti coloro che mi hanno risposto e che si sono rifatti quasi essenzialmente alla seconda nostra osservazione in merito a un credito agrario programmato, in aderenza alle necessità per cambiare la redditività delle aziende.
Ho preso invece la parola perché mi era sfuggito che era stata richiesta la discussione abbinata anche dell'ordine del giorno del 10 gennaio e voglio solo precisare che l'argomento sarà trattato quando ci sarà la votazione sul medesimo.



PRESIDENTE

La parola all'assessore Franzi.



FRANZI Piero, Assessore all'agricoltura

La particolareggiata relazione del collega Menozzi ha già con dovizia chiarito le ragioni che motivano il provvedimento di legge attualmente in esame. L'unico chiarimento che considero doveroso fornire riguarda il volume degli interventi ed il costo degli stessi. Gli istituti di credito che coprono quasi integralmente la totale richiesta, sono l'Istituto federale per 7/8 miliardi annui, il San Paolo per un miliardo ed i Consorzi agrari per 3/4 miliardi.
Dalla deliberazione della Giunta emerge che con un costo di 600 milioni si potrebbe coprire una richiesta oscillante dai 12 ai 15 miliardi. Tale forbice di ampiezza è collegata alla incidenza del tasso passivo che sarà possibile concordare con gli istituti interessati.
Ci auguriamo che l'enorme massa di liquidità di cui dispongono le banche possa costituire condizione favorevole per il contenimento del tasso a nostro carico. Sono certo che il Presidente della Regione, cui viene attribuito il compito di definire le relative condizioni di finanziamento sarà in grado di strappare le migliori condizioni a favore della Regione stessa.
Sul presupposto di un tasso dell'8,15%, come vi dicevo ridotto dal precedente 8,65, definito dalla Commissione centrale e con un costo di 600 milioni quali previsti appunto dalla legge in esame, si possono fare finanziamenti per 12 miliardi, mentre se il tasso fosse inferiore avremmo la possibilità di un più alto volume di finanziamento.
Signor Presidente, signori Consiglieri, questo provvedimento che si sta per votare rientra tra quelli di competenza della Regione, per cui anche per tali interventi, come per la legge precedentemente approvata, quella sui miglioramenti fondiari, sarà necessario elaborare una più moderna legislazione che oltre a permettere di intervenire nei tempi di richiesta sia correlata alle linee della programmazione regionale.



PRESIDENTE

La parola al relatore, Consigliere Menozzi.



MENOZZI Stanislao, relatore

Il collega Carazzoni è intervenuto muovendo critiche alla limitazione imposta nel massimale dei prestiti concedibili ed ha avvalorato la sua critica prefigurando quella che sarà l'azienda di domani. E' indubbio che il disegno di legge in discussione vuole muoversi su quella che, ahimè, è la realtà d'oggi e non certamente quella di domani. Egli ha poi voluto definire il disegno di legge, per quanto attiene alle cooperative, come un'azione promozionale verso il "kolkzos ": Spero, anzi sono certo che questo non si verificherà perché alla cooperazione diamo un'altra interpretazione; le limitazioni apportate vogliono cercare, anche se è impropria la definizione, di porre un freno a certe baronie o che tali vorrebbero considerarsi, che utilizzano i pochi mezzi a disposizione per fini che nulla hanno a che vedere con l'agricoltura.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione. Siamo intesi che faremo le dichiarazioni di voto al termine, prima della votazione complessiva, se ve ne sarà bisogno.



REVELLI Francesco, Segretario

Articolo 1 - "Per favorire l'accesso al credito agrario di conduzione la Regione Piemonte concede le agevolazioni, previste dall'articolo 11 della legge 27 ottobre 1966, n. 910, sui prestiti relativi all'annata agraria 1971/1973 ed aventi una durata massima di un anno.



PRESIDENTE

Vi sono due emendamenti. Il primo è sostitutivo, invece che "1971" la dizione deve essere "1972".
Qualcuno chiede di parlare? Chi approva l'emendamento è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Secondo emendamento, aggiuntivo: nello stesso testo, che risulterà corretto attraverso l'emendamento testé votato "1972/1973" aggiungere la dizione "con decorrenza dal 1.1.1973".
Vi sono delle osservazioni? Chi approva l'emendamento è pregato di alzare la mano. L'emendamento è approvato.
Si passa alla votazione del testo dell'art. 1 con gli emendamenti apportati.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Presenti n. 45 Consiglieri.
Non hanno partecipato alla votazione n. 2 Consiglieri.
Votanti n. 43 Consiglieri.
Hanno risposto sì n. 39 Consiglieri.
Si sono astenuti n. 4 Consiglieri.
L'articolo 1 è approvato.



REVELLI Francesco, Segretario

Articolo 2 - "Le agevolazioni di cui all'art. 1 vengono concesse ad imprenditori agricoli singoli ed associati ed a cooperative agricole del Piemonte.
E' accordata preferenza ai coltivatori diretti ed alle cooperative, in modo particolare a quelle che gestiscono impianti di conservazione trasformazione e vendita di prodotti agricoli e zootecnici.
Alle aziende singole le agevolazioni di cui all'art. 1 vengono concesse con riferimento ad un importo massimo di prestito di lire 5 milioni".



PRESIDENTE

Vi sono due emendamenti, il primo sostitutivo ed integrativo: alla seconda riga del secondo comma si propone di sopprimere la dizione "in modo particolare a quelle" e alla terza riga, dopo la parola "impianti" inserire invece le parole "di produzione".
Non hanno motivo di essere illustrati. La Giunta è d'accordo? Ci sono delle richieste di discussione sull'emendamento in senso positivo o negativo? Niente.
L'emendamento viene posto in votazione, chi approva è pregato di alzare la mano. L'emendamento è accolto.
Il secondo, a firma Ferraris, Bertorello, Raschio e Menozzi, è un emendamento aggiuntivo al termine del terzo comma: "Alle cooperative le agevolazioni vengono concesse con riferimento all'ammontare delle reali esigenze finanziarie delle medesime (qui è scritto "della medesima" posso correggere sul testo originale? ) accertata dagli uffici tecnici della Regione".
La Giunta accoglie questo emendamento aggiuntivo?



FRANZI Piero, Assessore all'agricoltura

Invece che "dagli uffici tecnici della Regione" direi dagli Ispettorati agrari.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Mettiamolo perché siccome le domande vengono presentate lì è bene precisarlo nella legge.



PRESIDENTE

Allora c'è una proposta di emendamento all'emendamento, lo si formuli e lo si passi alla presidenza.



FRANZI Piero, Assessore all'agricoltura

Invece che "dagli uffici tecnici della Regione", "dagli Ispettorati provinciali dell'agricoltura".



PRESIDENTE

Fatemelo pervenire per iscritto.
E' un emendamento all'emendamento che ha la precedenza su quest'ultimo.
Chi lo approva è pregato di alzare la mano. Astenuti 3.
L'emendamento, nel testo modificato, chi lo approva è pregato di alzare la mano. Astenuti 4.
L'emendamento è approvato.
Se nessuno chiede la parola, si può passare alla votazione dell'art. 2 nel testo emendato e testé indicato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Presenti n. 44.
Non hanno partecipato alla votazione n. 2 Consiglieri.
Votanti n. 42 Consiglieri.
Hanno risposto sì n. 39 Consiglieri.
Si sono astenuti n. 3 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.



REVELLI Francesco, Segretario

Art. 3 - "Per l'attuazione della presente legge si applicano le norme di cui alle leggi 27 ottobre 1966 n. 910 e 4 agosto 1971 n. 592, i criteri generali indicati al decreto del Ministero dell'Agricoltura del 20 gennaio 1967.
La Giunta Regionale è autorizzata a stipulare convenzioni con gli istituti e gli enti che esercitano il credito agrario, secondo le modalità previste dalla vigente legislazione statale".



PRESIDENTE

Alla terza riga si dice "i criteri generali indicati al decreto" anziché "dal decreto".
Poi vi sono delle proposte di emendamento aggiuntivo a firma ancora Menozzi, Raschio, Bertorello, Ferraris: dopo il primo comma aggiungere il seguente comma: "Per le garanzie sussidiarie del fondo interbancario di garanzia, si applicano le norme di cui all'art. 36 della legge 2 giugno 1961 n. 454 ed all'art. 56 della legge 27.10.1966 n. 910".
Non c'è bisogno di illustrazione? La Giunta accetta questa proposta di emendamento aggiuntivo? Sì.
Lo pongo in votazione, chi lo approva è pregato di alzare la mano.
Astenuti 4.
E' approvato.
Vi è poi un emendamento modificativo, a firma degli stessi Consiglieri che propongo di modificare all'inizio del secondo comma sostituendo alla dizione "La Giunta Regionale è autorizzata" quest'altra dizione "Il Presidente della Giunta Regionale su conforme deliberazione della Giunta".
Vi sono delle osservazioni? La Giunta accetta l'emendamento? Pongo in approvazione l'emendamento. Chi lo approva è pregato di alzare la mano.
E' approvato con quattro astensioni.
Pongo pertanto in votazione l'art. 3 nel suo testo quale risulta dagli emendamenti testé approvati.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Presenti n. 45.
Non hanno partecipato alla votazione n. 2 Consiglieri.
Votanti n. 43 Consiglieri.
Hanno risposto sì n. 39 Consiglieri.
Si sono astenuti n. 4 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
Per l'art. 4 vi è un emendamento sostitutivo dell'intero testo, con il testo seguente, proposto anche questo da Menozzi, Ferraris, Bertorello e Raschio: "Per la concessione delle agevolazioni creditizie regionali di cui all'art. 1 della presente legge, è autorizza la spesa di lire 600 milioni per l'anno finanziario 1973.
All'onere indicato dal precedente comma si provvede mediante una riduzione di pari importo dal capitolo n. 1404 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1973 riguardante il finanziamento dei provvedimenti legislativi in corso e mediante l'istituzione del capitolo n.
1339 con la denominazione 'Contributi per agevolare l'accesso al credito agrario di conduzione' e con la dotazione di lire 600 milioni.
Il Presidente della Giunta Regionale è autorizzato a provvedere, con proprio decreto, alle occorrenti variazioni di Bilancio".
Qualcuno chiede di parlare sul proposto emendamento sostitutivo? Nessuno.
Lo metto in votazione per alzata di mano come emendamento. Chi lo approva è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con quattro astensioni.
Lo pongo adesso in votazione, per appello nominale, come articolo sostitutivo dell'art. 4 di cui al disegno di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Presenti n. 45.
Non hanno partecipato n. 2 Consiglieri.
Votanti n. 43 Consiglieri.
Hanno risposto sì n. 39 Consiglieri.
Si sono astenuti n. 4 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.



REVELLI Francesco, Segretario

Art. 5 - "La presente legge regionale è dichiarata urgente ed entra in vigore lo stesso giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte".



PRESIDENTE

Nessuno chiedendo di parlare, passiamo alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Presenti n. 45.
Non hanno partecipato alla votazione n. 2 Consiglieri.
Votanti n. 43 Consiglieri.
Hanno risposto sì n. 39 Consiglieri.
Si sono astenuti n. 4 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
Qualche dichiarazione di voto? Nessuno. Passiamo alla votazione del testo globale della legge per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Presenti e votanti n. 45 Consiglieri.
Hanno risposto sì n. 39 Consiglieri.
Si sono astenuti n. 6 Consiglieri.
La legge è approvata nel suo contesto.


Argomento: Interventi fondiari - Enti di sviluppo e organismi fondiari

Ordine del giorno sul disegno di legge del Governo in materia di affitto dei fondi rustici


PRESIDENTE

L'ordine del giorno che è stato discusso congiuntamente al dibattito sulle leggi del 10 gennaio 1973, dei Consiglieri Ferraris, Raschio Revelli, Bertorello, Fonio, Vera è stato concordato tra gli stessi firmatari ed accettato dalla Giunta con queste modificazioni che io indico per non rileggere il tutto, per coloro che siano in possesso del testo.
Nella prima pagina "rilevato che le modificazioni" è tutto cancellato fino a "i miglioramenti conquistati" e quelle quattro righe soppresse sono sostituite dalla dizione "presentate dal governo possono pregiudicare" il che collega poi "i miglioramenti conquistati".
Nell'ultima pagina il periodo "la rapida approvazione da parte del Parlamento" vede soppresse le quattro righe che seguono, per cui il testo diventa "la rapida approvazione da parte del Parlamento di un fondo quinquennale di 300 miliardi".
Qualcuno chiede di parlare ancora sull'ordine del giorno? La parola al Consigliere Fonio.



FONIO Mario

Solo ora mi risulta che la presidenza aveva invitato a trattare l'ordine del giorno in uno con l'illustrazione delle leggi, io non l'avevo fatto perché non avevo recepito l'invito.
Noi non solo votiamo favorevolmente, ma auspicavamo che avvenisse questa presa di posizione da parte del Consiglio Regionale su un ordine del giorno che si rifà ai problemi di fondo nel mondo rurale e a tutto ciò che può modificarne le condizioni: dai contratti agrari agli argomenti fondamentali di cui al nostro intervento sulle leggi testé discusse per il credito agrario, all'approvazione delle norme di attuazione delle direttive agricole della CEE alle quali pure il nostro intervento si è rifatto.
Per questo e per colmare una lacuna, esprimo il voto favorevole del gruppo socialista all'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Nessun'altra dichiarazione? L'ordine del giorno viene posto in votazione e se non vi sono delle opposizioni lo considero accolto e votato da tutti senza riserve.



CARAZZONI Nino

Avevamo già anticipato, in sede di intervento, il nostro voto contrario.



PRESIDENTE

Allora vi sono due voti contrari.
Vogliamo formalmente votare? Chi approva alzi la mano. E' approvato con due contrari.


Argomento: Interventi per calamita' naturali - Calamità naturali

Ordine del giorno sui danni provocati dal maltempo all'agricoltura piemontese


PRESIDENTE

Al quinto punto dell'ordine del giorno della nostra seduta vi è "Elezione di un Vice Presidente del Consiglio Regionale".



FERRARIS Bruno

Vi è ancora un ordine del giorno.



PRESIDENTE

Viene presentato questo sollecito: "Il Consiglio Regionale, a conoscenza che il governo e per esso i Ministri dell'Agricoltura e del Tesoro, non hanno ancora proceduto agli adempimenti di cui all'art. 2 della legge 374 del 25.5.1970 per i gravissimi danni provocati dal maltempo all'agricoltura piemontese nel corso dei mesi di settembre e ottobre 1972 esprime la propria preoccupazione e sollecita il governo ed i Ministri competenti a dare esecuzione con la massima urgenza ai provvedimenti di spettanza dello Stato, in forza della legge sopra citata, al fine di evitare che un'ulteriore procrastinazione venga ad aggravare in modo davvero pesante la situazione dei contadini danneggiati, già purtroppo oggi preoccupante dal non buono andamento delle culture agricole minacciate quest'anno da una persistente siccità".
E' firmato dai Consiglieri Bianchi, Ferraris, Fonio, Vera, Fassino.
Mi pare che non ci sia da discutere, se non metterlo in votazione. Chi approva questo sollecito è pregato di alzare la mano. E' approvato all'unanimità.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Elezione di un Vicepresidente del Consiglio Regionale (rinvio)


PRESIDENTE

Dicevo prima che al punto quinto dell'ordine del giorno vi è "Elezione di un Vicepresidente del Consiglio Regionale". Sono sollecitato a mettere in discussione l'argomento anche da una missiva mandatami dal Consigliere Calsolaro per il gruppo del PSI il quale dice "Il gruppo socialista chiede che si discuta anche il n. 5 dell'ordine del giorno da tempo iscritto all'ordine del giorno e mai arrivato alla discussione".
Non è che io mi sottragga, sarei ben lieto che si esaudisse questo desiderio, anche perché direttamente interessato.
La parola al Consigliere Simonelli.



SIMONELLI Claudio

La richiesta che facciamo e che il collega Calsolaro le ha fatto anche per iscritto, evidentemente non vuole infliggere al Consiglio delle torture supplementari, però noi abbiamo da tempo fatto questa richiesta: sarebbe forse il caso che il Presidente valutasse il tempo necessario per discutere questo punto all'ordine del giorno e qualora ritenesse che oggi non è possibile farlo, lo ponesse in testa all'ordine del giorno della prossima seduta: finendo in coda lo trascineremmo come abbiamo fatto in passato mentre noi desideriamo che sia invece discusso.
Non necessariamente oggi, ma come primo punto all'ordine del giorno della prossima seduta.


Argomento: Circondari

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

La quale seduta è prevista da tempo per i giorni 28 e 29 con inizio alle ore 9,30, prosecuzione durante tutta la giornata, per la discussione del bilancio della Regione.
Chiede di parlare il Consigliere Garabello, ne ha facoltà.



GARABELLO Enzo

Signor Presidente, volevo soltanto farle presente che unanimamente la Commissione, con l'adesione dell'assessore Paganelli, salvo determinazioni finali della Giunta, richiede (dato lo sviluppo della discussione che ha iniziato uno schema di relazione non ancora completamente definito dal Consigliere Dotti) un breve rinvio per consentire che a questo dibattito che è di estrema importanza e complessità, si possa giungere molto più preparati. La richiesta della Commissione è di spostare di quindici giorni la discussione.
Ci facciamo tutti carico dei termini statutari però, poiché quindici giorni dopo vuol dire andare all'11 o 12, riteniamo che si sia ancora in grado di garantire l'approvazione entro il 30 aprile, mentre ci auguriamo che vi siano ulteriori passi per la ratifica definitiva, da parte dell'autorità tutoria.



PRESIDENTE

Se i presidenti di gruppo me lo consentono (per non riunirli appositamente) convocherei il Consiglio per il giorno 29, cioè giovedì (torniamo alla data fissa) mettendo al primo punto dell'ordine del giorno l'elezione del Vicepresidente e poi (ma bisognerà che qualcuno mi presenti una mozione) l'argomento del quale avevamo detto più di una volta di occuparci, quello del Comprensorio, con una discussione di carattere generale, il che consentirebbe di andare avanti speditamente nell'approvazione delle leggi sul circondario, che mi risultano disponibili.
Se il presidente della Giunta e la Giunta sono d'accordo potremmo convocare intanto il Consiglio mattino e pomeriggio con questi due punti all'ordine del giorno, riservandoci di integrare altri punti successivamente.
Il Presidente della Giunta chiede di parlare, ne ha facoltà.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Io sono d'accordo sulla discussione di carattere generale relativa ai comprensori, chiedo se il Presidente della VIII Commissione è già in grado di portare all'approvazione le leggi relative ai circondari, per cui potremmo mettere anche quelle all'ordine del giorno di quella seduta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

I progetti di legge sono già stati esaminati dalla Commissione in più sedute. Ieri sera il Consigliere Sanlorenzo ed altri Consiglieri del gruppo comunista hanno fatto osservare alla Commissione che, in occasione di un preannunciato dibattito in Consiglio per l'approvazione delle leggi sul circondario, era sorto l'impegno di una discussione preventiva sul problema dei comprensori. Ieri sera la Commissione ha rinviato quindi la discussione sui circondari, pur avendo pronte ormai tutte le relazioni e tutti gli elaborati, ed avendo controllato esattamente tutte le deliberazioni dei vari comuni. Il Presidente della Giunta nella sua telefonata di ieri ha comunicato di essere disposto a fare questa discussione, e la Commissione ne ha preso atto. Resta il metodo della discussione, ma questo potrà essere esaminato soltanto in sede di capigruppo, non poteva essere determinato dalla Commissione.
Noi abbiamo già preparato una mozione per quanto riguarda questo problema, che depositeremo nei prossimi giorni. In questo modo potrà essere avviata la discussione.



PRESIDENTE

Il Consigliere Berti chiede di parlare, ne ha facoltà.



BERTI Antonio

Siamo d'accordo su questa proposta, tuttavia, poiché il 26 c'è una conferenza dei capigruppo, per discutere un programma di iniziative per l'antifascismo, direi di indire in quella seduta una riunione dei capi gruppo per rifare il programma calendario dei lavori del Consiglio, così come si era fatto circa tre mesi fa.
Per la seduta del 29 io aggiungerei un terzo punto all'ordine del giorno: la elezione dei tre membri per l'Istituto Autonomo Case Popolari stante anche il fatto che l'attuale Presidente è diventato Sindaco di Torino e quindi le due cariche sono chiaramente incompatibili.



PRESIDENTE

E' già dimissionario.



BERTI Antonio

Occorre nominare il sostituto, quindi le chiederei di iscrivere all'ordine del giorno anche questo.



PRESIDENTE

La Giunta è disponibile? Va bene, segniamo anche questo quarto punto.
Io non ho niente in contrario che lunedì 26 vedendoci per quell'altro motivo si faccia la discussione: devo però fare presente che abbiamo convocato per le 17 anche delle persone esterne ai capigruppo, quindi il discorso avverrebbe successivamente. Devo poi anche preoccuparmi della presenza del capogruppo del MSI il quale mi aveva detto che non sarebbe intervenuto a questa riunione.
C'è la proposta di fare una riunione dei capigruppo per la programmazione generale il 29, giorno del Consiglio.
Per ricapitolare: lunedì 26 i capigruppo si riuniscono in Via M.
Vittoria per l'esame dei problemi riferentisi alla celebrazione della Resistenza e della carta costituzionale; il 29 alle ore 10 Consiglio Regionale; in quella giornata (al mattino o al pomeriggio, secondo quanto l'opportunità suggerirà) riunione dei presidenti di gruppo che discuteranno la programmazione per il quadrimestre successivo.
Siamo intesi anche che il Consiglio molto probabilmente sarà riconvocato il giovedì 5 per cose che possono essere pronte in quel momento e che la discussione sul bilancio resta intesa per i giorni 11 e 12 di aprile.
Convoco quindi il Consiglio per le ore 10 del 29 marzo con all'ordine del giorno i seguenti punti: Approvazione del verbale: Comunicazioni del Presidente; Nomina di un Vicepresidente; Dibattito sul problema relativo ai comprensori; Esame delle leggi relative ai circondari; Nomina dei tre rappresentanti nell'IACP.
L'Assessore al bilancio mi fa presente l'opportunità che invece di farlo l'11 e il 12 il bilancio, lo si faccia il 12 e il 13. D'accordo? Allora è inteso che la discussione sul bilancio si farà nei giorni 12 e 13.
La parola al Consigliere Garabello.



GARABELLO Enzo

Non è possibile perché il 13 sono convocati i Comuni della zona di Verbania.



RASCHIO Luciano

Si potrebbe anche saltare un giorno e farlo il 12 ed il 14.



PRESIDENTE

Fissiamo il 12 di aprile, che è di giovedì; a quella data fisseremo le udienze successive perché ritengo che per il bilancio ne occorreranno almeno altre due. Le fisseremo il giorno 12.



BERTI Antonio

Mi scuso per non averlo fatto prima.
Poiché è all'ordine del giorno la votazione per il vice presidente del Consiglio, credo che l'occasione sia opportuna per risolvere un'altra questione, cioè la funzione di un segretario che è contemporaneamente Presidente di Commissione, Menozzi. Credo perciò sia opportuno procedere ad eleggere un vice presidente ed un segretario. Così facendo avremmo compiuto un'operazione completa.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Affrontiamo le cose una alla volta, lo possiamo fare nella seduta successiva.



BERTI Antonio

Però bisogna cominciare a risolvere il problema, perché non si pu accettare che un Consigliere sia membro dell'Ufficio di presidenza e presidente in Commissione.



PRESIDENTE

Consigliere Berti, l'argomento lei l'ha sollevato, lo vediamo un momento, ma naturalmente per poterlo mettere all'ordine del giorno ci vuole un presupposto, che ci siano cioè delle dimissioni, che io non ho in questo momento.



BERTI Antonio

Lei vuole dirci che non si vuole dimettere??



PRESIDENTE

Io non lo so, non ne ho avuto notizia scritta.


Argomento:

Interrogazione (annuncio)


PRESIDENTE

Annuncio un'interrogazione urgente presentata dal Consigliere Zanone con la quale si interroga la Giunta per conoscere quali iniziative intenda prendere in merito alla minaccia di smantellamento dell'ISML e per evitare la dispersione di esperienze scientifiche di capacità tecniche altamente specializzata.
Verrà trasmessa a tutti i Consiglieri e naturalmente prima ancora alla Giunta.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 14,10)



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