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Dettaglio seduta n.134 del 11/01/73 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE OBERTO


Argomento: Esercizi provvisori

Esame disegno di legge per esercizio provvisorio Bilancio 1973


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Devo informare il Consiglio che sono assenti, con richiesta di congedo tutti per malattia, i Consiglieri Revelli, Giovana, Menozzi e il Presidente della Giunta Calleri.
L'ordine del giorno previsto, per, questa seduta dell'11 gennaio '73 è stato integrato - e ne avranno avuto tutti notizia attraverso un telegramma che è stato spedito dopo la riunione dei Presidenti dei Gruppi - con un ulteriore argomento, che è stato inserito al primo punto: "Esame disegno di legge per esercizio provvisorio Bilancio 1973".
Darei la parola, in qualità di relatore su questo disegno di legge, al Consigliere Garabello, presidente della I Commissione.



GARABELLO Enzo, relatore

Mi limiterò a contrappuntare la paginetta che è stata inserita come relazione della I Commissione con un breve commento, che non si può neanche chiamare storico, ma di cronaca, rispetto a questo provvedimento.
La Giunta regionale, trovatasi nell'impossibilità di presentare il documento del bilancio, secondo quanto aveva preannunziato, con la speranza di poter operare in tempo utile prima che il 31 dicembre si chiudesse l'esercizio finanziario, propose in dicembre il disegno di legge regionale n. 70, con il quale si prevedeva l'esercizio provvisorio del bilancio '73 fino al 30 aprile.
La I Commissione esaminò preliminarmente il progetto di legge e fece delle osservazioni che trovarono l'Assessore consenziente, con riserva di ulteriori determinazioni della Giunta. Il progetto di legge n. 70, che era già all'ordine del giorno del Consiglio, venne pertanto rinviato, in attesa di questi chiarimenti.
Molti colleghi ricorderanno che in quella stessa giornata, da parte di diversi Gruppi, era stato reso noto che erano giunte notizie da Roma secondo le quali il Governo della Repubblica aveva deciso di approntare non si sa bene esattamente quale strumento di carattere giuridico, se un decreto, un decreto legge o una proposta di legge, relativamente alla non chiusura del bilancio del 1972 con lo slittamento della competenza nell'esercizio 1973. Il Presidente della Giunta decise, in attesa di questi provvedimenti, di ritirare il disegno di legge n. 70, cosa che fece in aula.
A tutt'oggi le notizie sulla natura del provvedimento di cui si è parlato non sono molto precise: comunque, l'iniziativa, che era stata attribuita al Ministero del Tesoro mentre risulterebbe del Ministero per il coordinamento delle Regioni, si concreterebbe nella non chiusura del bilancio del '72, anche perché nato durante l'esercizio, e con diverse date di inizio a seconda delle varie Regioni, e quindi con un diverso grado di spesa prevista nei vari bilanci, attraverso un decreto legge che consentirebbe lo slittamento della competenza sull'esercizio 1973. Pare che il Governo abbia rinunciato a mettere in pratica l'intenzione, inizialmente palesata, di considerare il bilancio '73 essenzialmente come una variazione del bilancio del '72, vista la decisa levata di scudi delle Regioni contro un tale tipo di procedimento, che, oltre ad essere molto strano dal punto di vista formale, dal punto di vista pratico non porterebbe ad alcun giovamento per l'attività delle Regioni, in quanto una revisione di tutto un bilancio, per consentire l'inserimento di altre cifre, quelle del Fondo comune e quelle derivanti dalle imposizioni fiscali di spettanza delle Regioni, e quindi prevedere i nuovi limiti di spesa certamente comporterebbe per esse un lavoro forse ancora più complesso della stesura di un nuovo bilancio. Siamo però sempre sul piano delle voci, perché dati di fatto non ce ne sono: ci sono soltanto informazioni captate, delle quali lo stesso Assessore al Bilancio, Paganelli, ieri ha dato notizia alla I Commissione, in rapporto anche ai contatti che ha avuto in proposito.
Essendo chiaro, a questo punto, che bilancio '73 dovrà essere presentato, che al di là ancora dei limiti di presentazione e di approvazione previsti dallo Statuto siamo ormai entrati nell'esercizio 1973, e vi è il rischio di inceppare completamente il funzionamento della Regione anche attraverso il blocco delle spese correnti, come quelle per gli stipendi e per altre esigenze che evidentemente non possono essere pretermesse, la Giunta regionale ha approvato il bilancio 1973 presentandolo in data 4 gennaio al Consiglio Regionale ed ha presentato un altro disegno di legge, il n. 72, quello di cui ci dobbiamo occupare oggi relativo all'esercizio provvisorio.
Va detto che la Giunta ha accolto due delle osservazioni venute dalla Commissione I nel corso dell'esame del precedente disegno di legge, e cioè la necessità di limitarsi, durante l'esercizio provvisorio, alle spese correnti, senza toccare i capitoli di investimento, e l'opportunità della presentazione formale del bilancio al Consiglio regionale, che, come abbiamo detto, è già avvenuta.
Devo per onestà sottolineare - ed è detto anche nella relazione, perch anche la stessa maggioranza che ha determinato l'approvazione della relazione (la Commissione si è divisa infatti nella votazione), cioè del parere favorevole al Consiglio Regionale rispetto al pre-disegno di legge n. 72, non ha potuto esimersi dal farlo presente - che indubbiamente, al di là dell'aspetto squisitamente formale dell'essere avvenuta la presentazione del bilancio alla Presidenza del Consiglio regionale, il Consiglio si trova oggi in difficoltà ad esprimere un giudizio anche soltanto sull'ossatura generale del bilancio del '73; la stessa Commissione non ha ancora avuto modo di porre l'argomento all'ordine del giorno, dato che soltanto ieri, in via breve, ai Consiglieri sono stati forniti i documenti. Poich l'esercizio provvisorio riguarda praticamente, formalmente, i quattro dodicesimi, cioè un terzo, del bilancio annuale, sia pure con la limitazione delle spese correnti, esso comporterà certamente la disponibilità di una cifra tutt'altro che irrilevante, per cui sarebbe stato preferibile avere la possibilità di un primo esame di massima del documento stesso.
E' in considerazione proprio di questo che ieri una parte della Commissione ha dichiarato che non avrebbe approvato il documento: la maggioranza della Commissione ha ritenuto invece di doverlo accettare ugualmente per non mettere l'amministrazione nella impossibilità di affrontare le spese correnti, dagli stipendi per il personale ad altre spese di natura obbligatoria. Questo motivo di necessità è stato inteso sia pure con qualche perplessità, particolarmente dalla maggioranza della Commissione, ma per la verità anche della sua componente di opposizione.
Determinanti in senso favorevole sono state le dichiarazioni dell'Assessore al Bilancio: egli ha spiegato anzitutto, a nome della Giunta, che questa ha approvato un "bilancio" e non una "bozza" perché il bilancio formalmente doveva essere approvato per poter dare contenuto all' esercizio provvisorio, ma che sostanzialmente quel documento è da considerare una bozza suscettibile di accogliere le modifiche che dagli interventi che si avranno nell'ambito della Commissione, nell'ambito delle consultazioni nell'ambito della finale discussione in Consiglio Regionale, potranno rivelarsi effettivamente opportune. Questa apertura da parte dell'Assessore al Bilancio è stata apprezzata dalla Commissione, in particolar modo dalla maggioranza, come elemento positivo, che indubbiamente non può essere trascurato. L'anno scorso, in occasione dell'approvazione del primo bilancio da parte della Regione, si era adottata una tecnica di lavoro all'interno della Commissione, su cui tutti avevano convenuto: un esame preliminare del documento, un chiarimento sulla, oltre tutto difficile composizione tecnica del documento stesso e l'accoglimento da parte della Giunta di osservazioni e anche di proposte di modifica del bilancio: l'assessore Paganelli ha dichiarato la sua disponibilità a procedere nell'identico modo. La Commissione ne ha preso atto, e, in considerazione dello stato di necessità, che naturalmente richiede che l'esercizio provvisorio sia approvato per le spese correnti, ed inoltre della disponibilità dell'Assessore e della Giunta ad approfondire, nei termini sostanziali usati per il 1972, a maggioranza ha deciso di proporre al Consiglio regionale l'approvazione del disegno di legge n. 72.



PRESIDENTE

Sulla relazione qualcuno chiede di parlare? Il Consigliere Raschio. Ne ha facoltà.



RASCHIO Luciano

Signor Presidente, Colleghi, innanzitutto, debbo dare atto al Presidente della I Commissione, prof. Garabello, di essere stato molto corretto nell'esporre qui, davanti al Consiglio regionale, la situazione che si è determinata nell'ambito della Commissione in rapporto alla richiesta da parte della Giunta di autorizzazione all'esercizio provvisorio: egli ha infatti sottolineato, sia pure in forma signorilmente garbata, il grave imbarazzo in cui la Commissione si è venuta a trovare nel suo complesso e soprattutto nella stessa maggioranza consiliare che fa parte della stessa. Noi ci siamo sforzati in ogni momento, non solamente nella riunione di ieri, ma anche nelle riunioni che si erano svolte prima delle feste natalizie, in colloquio anche con l'Assessore Paganelli, che è sempre stato presente, (è giusto dargliene atto), ai lavori della Commissione, di arrivare a capire come mai si sia giunti quest'anno all'esercizio provvisorio. Purtroppo, lo debbo dichiarare - e credo che lo potrebbero dichiarare senza esitazione anche gli amici della maggioranza membri della Commissione Bilancio - non abbiamo avuto spiegazioni valide in proposito.
Cercherò di spiegare non certo a me stesso o agli amici della I Commissione, ma al Consiglio, depositario in ogni discussione che riguarda quel documento fondamentale, per la sua attività, che si chiama bilancio attraverso quali fatti si sia passati per arrivare alla richiesta di esercizio provvisorio.
Il bilancio del 1972, com'è noto, è stato varato nel luglio dal Consiglio ed ha avuto ad agosto-settembre-ottobre momenti di prima concretizzazione; quindi, si è dovuto concentrare in pochi mesi l'espletamento almeno di alcuni punti fondamentali del bilancio. Questo è un fatto inoppugnabile, e nessuno può pensare di muovere una critica in proposito. Senonché, tutti sapevamo che con i primi di ottobre era indispensabile preparare il bilancio per il 1973, e innanzitutto lo sapevano la Giunta e l'Assessore preposto. Inoltre un dato importante per la preparazione del bilancio, la cifra riguardante il fondo comune che il Ministero aveva destinato ad ogni singola Regione a statuto ordinario (anche se il fondo comune non è stato aumentato a sufficienza, e su tutto questo grave problema le Regioni hanno preso a suo tempo, e ancora oggi coerentemente posizione) -, era già noto al 3 di ottobre. Parimenti il dato dei tributi propri delle Regioni, poi, non ha alcuna problematica, perch segue di pari passo gli accertamenti che vengono fatti non direttamente dalla Regione ma da servizi al servizio dell'ordine regionale tributario.
Mancava invece, e manca tuttora, il dato relativo al fondo per la programmazione regionale, in rapporto al quale, come ben sapete, amici Consiglieri, è in atto una vasta azione nei confronti del Governo e del Parlamento da parte di tutte le Regioni per avere una dotazione acconcia adeguata ad affrontare una seria politica di programmazione regionale.
Però, si poteva supplire portando per memoria la traccia preparata dalla Ragioneria, che poi è stata assunta nel '72 dalla Giunta come traccia tecnica di bilancio, dimostratasi validissima.
Ma non basterebbe ancora questo discorso di tecnica di bilancio a dimostrare la completa validità del nostro discorso. Esistono problemi di grossa importanza politica che si sono assunti come Commissione in conseguenza della impostazione tecnica del bilancio per il 1973. Uno fondamentale è anzitutto quello di esserci impegnati come I Commissione nel mese di novembre, in accordo con l'Assessore al Bilancio di addivenire nella prima quindicina di dicembre, a consultazioni oltremodo qualificanti (parlo di enti di grossa importanza a livello regionale, come i sindacati il movimento cooperativistico, il movimento degli operatori economici) attorno al bilancio del '73. Quindi con un legamento indispensabile avevamo detto tutti, in quella occasione, non soltanto noi comunisti, non soltanto la minoranza nel suo complesso, per dare già una prima valutazione di quelle che sarebbero state le prospettive per il piano regionale di sviluppo che andiamo discutendo dall'inizio di dicembre mediante consultazioni con enti vari ed organizzazioni. Dicemmo inoltre: il bilancio del 1972 è stato totalmente diverso dai piani di riparto che interessarono il '70 e il '71, i quali non avevano alcun nesso con la tematica economica finanziaria e sociale del Piemonte: considerammo perciò, giustamente, il 1972 come un anno-ponte che doveva offrire a noi tutti membri del Consiglio la possibilità di incominciare ad attuare, con il bilancio del '73, per quella parte che ci compete, una prima iniziativa di fondo, di volano economico. Date queste premesse, che non sono state fissate dalla minoranza, e neanche soltanto dalla Commissione I, preposta all'esame per il bilancio, ma da tutto il Consiglio Regionale, era più che valido l'intento unanime della I Commissione di giungere alle consultazioni, ben sapendo essa che non sarebbe stato possibile portare il bilancio in approvazione, secondo i dettami statutari della Regione Piemonte, per il 30 novembre, ritenendo infatti probabile uno slittamento dei termini di presentazione, che, dopo le consultazioni nella prima quindicina di dicembre, avrebbe potuto metterci in condizioni di assolvere entro il 30 o 31 di gennaio tutto il discorso globale sul Bilancio come voto di Consiglio Regionale. Quindi, avevamo fatto come Commissione Bilancio, una pianificazione seria, unanime, concordata, ed avevamo indicato tutta una problematica che ci avrebbe messo in condizione di assolvere, in modo compiuto, il primo dovere che compete al Consiglio regionale: quello di discutere fino in fondo, con documenti alla mano e con le consultazioni che manifestano le dovute esigenze economiche e sociali, il bilancio, il documento fondamentale del Consiglio.
Abbiamo seguito tranquillamente questo iter fino alla prima decade di dicembre. Poi ci siamo detti: ecco, adesso è venuto il momento di avere in mano un brogliaccio riguardante, per così dire, le prime intenzioni della Giunta sul Bilancio, al fine di approfondirlo, in una o due riunioni informali con la Giunta, come si fece, ottimamente, lo scorso anno, per poi passare immediatamente alla consultazione delle organizzazioni sindacali e delle organizzazioni degli imprenditori economici.
Invece è giunta, come un fulmine a ciel sereno, la richiesta da parte della Giunta dell'esercizio provvisorio; richiesta discussa in Commissione prima di Natale, senza neppure conoscere il bilancio, che, di fatto, non era stato fino allora votato neanche dalla Giunta Regionale (questa lo approvò, mi pare, il 28 o 29 dicembre). Oltretutto, in quel dispositivo del disegno di legge della Giunta per l'esercizio provvisorio non veniva precisata la sua limitazione alle spese correnti: rimaneva perciò quella richiesta di esercizio provvisorio una grande nebulosa, come "quella di Andromeda". A questo punto, tutta la Commissione, non soltanto i membri della minoranza, chiese alla Giunta il ritiro del disegno di legge, in quanto lesivo della stessa dignità del Consiglio, sostenendo la indispensabilità anzitutto della conoscenza del bilancio, pur di fronte alla evidente esigenza di mettere l'esecutivo in condizioni di affrontare le spese correnti. Ci vorrebbe forse a questo punto uno Sherlock Holmes per capire come si è sviluppato il problema prima di quel tipo di richiesta per l'esercizio provvisorio e poi della sua modifica dopo la ripulsa della Commissione Bilancio! Si è avuta, comunque, una corsa a votare il documento di bilancio, il 28 o 29 di dicembre, da parte della Giunta, e quindi la presentazione dello stesso alla Presidenza del Consiglio regionale, nelle mani del Presidente Oberto, il 4 o 5 gennaio, adottando l'artifizio meramente machiavellico, di non chiamarlo "bozza di bilancio" ma senz'altro "bilancio", dichiarando poi, davanti alla prevedibile rivolta di palazzo della Commissione: "badate che questo è fatto unicamente per metterci in condizioni di chiedere l'esercizio provvisorio, dal momento che il bilancio non è stato votato dal Consiglio; siamo però pienamente disponibili a discutere tutte le impostazioni di uscita del bilancio stesso alla luce di un discorso che veda la Commissione impegnata, e che veda nelle consultazioni un apporto tonificante alla stesura del bilancio stesso".
Sono tutti accorgimenti comprensibili per la Giunta, ma in realtà presi dalla stessa per attaccare in qualche modo con un chiodino al muro, un problema di procedure sul bilancio che è stato totalmente disatteso.
Sorge quindi naturale una domanda: se si debba ravvisare in tutto ci da parte della Giunta Regionale una effettiva inefficienza o se sia stata invece, la crisi, già latente, a impedire che la elaborazione del bilancio venisse portata avanti secondo gli impegni assunti in Commissione. Per questo dicevo prima che forse ci vorrebbe uno Sherlock Holmes per capire come sia andato avanti effettivamente questo iter di bilancio! Quando poi noi veniamo ad esaminare (chiedo scusa al signor Presidente del Consiglio se farò riferimento, proprio per rispetto del Consiglio oltre che di me stesso, come già nel mio intervento di ieri nella I Commissione a cifre rilevate dal bilancio del '72, perché anche se al termine dei lavori il bilancio del '73 ci è stato alfine consegnato nessuno ancora neppure i membri della I Commissione, ha ancora avuto modo di prenderne conoscenza) - a quanto ammontino le spese correnti del '72 ci si trova di fronte ad un 55% dell'intero ammontare del bilancio (nel '72 assommavano a 26 miliardi e 571 milioni 677 mila lire, contro 22 miliardi, 288 milioni e 323 mila lire di spese in conto capitale, che non sono di competenza secondo l'esercizio provvisorio, della Giunta). Se si scorre rapidamente come ho fatto in queste poche ore, il bilancio del '73, presentatoci, come ho già detto, ieri sera, si trova che le spese correnti passano dal 55 al 60 per cento, in quanto si arriva ad una cifra di 41 miliardi 575 mila lire contro le spese in conto capitale per 26 miliardi e 767 mila lire.
Ci siamo allora detti: oltre ad aver subito una violenza, per così dire, politica, in quanto non si è portato avanti, e non comprendiamo perché, il discorso relativo al bilancio del '73, ci troviamo a lavorare come Consiglio al "buio" per quattro mesi - venendo a scadere il periodo di esercizio provvisorio il 30 aprile, calcolando la durata massima - attorno ad una cifra che investe il 60 per cento delle possibilità di bilancio stesso in mano ai poteri della Giunta. Oltre tutto, se poi andiamo a vedere bene, questo 60 per cento non comprende, amici cari - e vi prego di controllare anche l'elenco n. 1 allegato al bilancio del '72 e al bilancio del '73 - solamente e meramente gli stipendi, gli assegni, cose di questo tipo: questo vale indubbiamente per il 75-80 per cento, (e tutta la problematica a questo proposito è molto chiara), ma ci troviamo di fronte anche voci che vengono per legge considerate obbligatorie, e per questo rientrano nell'ambito delle spese correnti, e che implicano un giudizio ed una scelta anche politica della Giunta e non una meccanica trasposizione di mandati da parte della Giunta nei confronti dell'ufficio tale o dell'ufficio tal altro. Tanto per citarne alcune (chiedo ancora scusa al signor Presidente se dovrò purtroppo riferirmi sempre al bilancio del '72): spese e rimborsi per il trasporto gratuito degli alunni della scuola dell'obbligo e degli istituti professionali, compresa l'assicurazione contro gli infortuni in conseguenza del trasporto, per un importo che nel '72 ammontava a 392 milioni (si badi che nel '72 noi avevamo l'esercizio per nove mesi, a nove mesi si riferiva l'assegnazione del fondo comune da parte del Ministero nei confronti della Regione, e quindi è cominciata da quel momento la nostra disponibilità di cassa su queste voci) contributi ai Comuni ed altri enti locali territoriali per l'impianto e l'ampliamento dei servizi di medicina scolastica per 200 milioni contributi per l'istituzione ed il funzionamento di centri per le malattie sociali e di colonie permanenti per bambini malati o predisposti alla malattia, per 200 milioni contributi e sussidi ai Consorzi provinciali anti-tubercolari per il ricovero in speciali luoghi di cura di infermi tubercolotici, per 890 milioni.
Ma non voglio proseguire nell'elenco per non tediare oltre il Consiglio regionale. Desidero soltanto far capire che con questa richiesta di esercizio provvisorio, fatta in questo modo da parte della Giunta, che ha disatteso completamente la strutturazione avvenuta per il 1972 sia a livello della I Commissione, sia a livello delle consultazioni, significa assumerci come Consiglio la responsabilità di un salto nel buio! Direi che per i colleghi della Democrazia Cristiana sarà un atto di fede che verrà manifestato, io penso, nei confronti della Giunta, con molta carità (sempre) e con poche speranze. Purtuttavia, noi non possiamo condividere questo tipo di fede, questo tipo di speranza, questo tipo di carità.



BESATE Piero

Le virtù teologali.



RASCHIO Luciano

E' esatto, Besate, sono proprio le virtù teologali! Perché? Noi non intendiamo avallare un metodo che ha distorto completamente quanto si era già faticosamente conquistato lo scorso anno. Dico di più: altri elementi inoltre, ancor oggi, ci creano grosse preoccupazioni. I piani di riparto per l'anno 1970 e per l'anno 1971 - chiamo piani di riparto quei famosi bilanci del '70 e del '71 che erano bilanci di introduzione alla vita stessa delle Regioni e che quindi non avevano tutta quella problematica anche tecnica, non solamente sociale, politica e finanziaria che noi siamo andati ad assumere con il bilancio di quest'anno - hanno proceduto attraverso l'iter del controllo commissariale, non sono ancora giunti in Consiglio Regionale, quindi noi non conosciamo niente ufficialmente di quel che sono i consuntivi del '70 e del '71. Ma la "grana grossa" viene fuori quest'anno, ed è tanto più grave, in quanto mentre oggi che ci accingiamo ad affrontare la richiesta di esercizio provvisorio, il discorso relativo non può essere fatto, in modo astratto, senza conoscere, almeno grosso modo, le risultanze del bilancio del '72, dato che dalle stesse possono derivare utilissime indicazioni per la elaborazione del bilancio del '73.
Ha la Giunta queste risultanze? Ha elaborato sulla base di esse almeno la bozza di bilancio del '73? Noi, di certo, non le abbiamo, e il nostro giudizio è anche per queste ragioni carente proprio perché la Commissione che rappresenta in fondo il Consiglio Regionale, è priva di alcuni documenti essenziali.
Ripeto che non è possibile pensare di addivenire ad un esercizio provvisorio senza conoscere almeno alcuni aspetti fondamentali del consuntivo 1972: i residui passivi, quali sono state altre entrate supplettive, quali sono state altre spese. Perché - (non lo dico per fare della gratuita polemica, che non desidero accendere in occasione della richiesta della Giunta per l'esercizio provvisorio del bilancio stesso) sappiamo, purtroppo per averlo letto a posteriori sulla "Gazzetta Ufficiale" del nostro Piemonte, che sono state distribuite dalla Giunta in questi mesi centinaia e centinaia di biglietti da mille, poi decine e decine di milioni. Apprendemmo queste informazioni leggendo dopo qualche mese le relative decisioni, sul bollettino, come atto di imperio della Giunta, ed a chi ci domanda quali siano state le ragioni di tali provvedimenti finanziari facciamo la figura di essere un branco di sprovveduti che non si occupa di queste cose, gente che viene qui a dire tante belle parole in Consiglio, ma che lascia colpevolmente ad altri di tenere in mano le fila di tutto quello che è la funzione contabile e la funzione amministrativa e finanziaria della Regione diretta da un potere presidenziale alla Pompidou.
Ecco perché noi, scottati da tutta una situazione che si è determinata contrariamente agli impegni precisi assunti dalla Giunta nella elaborazione del bilancio, e scottati poi da tutti questi ripensamenti, sempre della Giunta, in barba alla Commissione stessa e ai diritti-doveri del Consiglio regionale, non possiamo assolutamente dirci d'accordo sull'autorizzazione all'esercizio provvisorio; e neanche astenerci, perché sarebbe sbagliato continuare lasciar fare alla Giunta senza una nostra opposizione tenace.
Noi vi diciamo, amici della maggioranza, che questo modo di amministrare da parte della Giunta è lesivo anche dei vostri stessi interessi di Consiglieri degnamente rappresentanti nei banchi della stessa maggioranza è lesivo della stessa dignità del Consiglio regionale! Il collega Garabello, presidente della I Commissione, ci può dare atto che non abbiamo due facce: queste critiche e queste richieste che succintamente siamo andati avanzando davanti al Consiglio questa mattina signor Presidente, già le avevamo fatte, senza alcuna differenza di tono e di intensità, in seno alla I Commissione, per bocca del collega Sanlorenzo ed io qui non faccio che ripeterle articolandole. Chiediamo pertanto che prima di mettere in discussione la bozza del bilancio per il '73 nell'ambito della consultazione, ci sia dato un primo brogliaccio del consuntivo relativo al '72; si metta inoltre in condizioni anche il Consiglio di discutere ed approvare i consuntivi del '70 e del '71. Già l'Assessore Paganelli (al quale io voglio dire, anche a titolo personale che gran parte delle nostre obiezioni non toccano personalmente lui, ma invece la Giunta che presiede il momento esecutivo di questo Consiglio) ha assicurato che sia lui che la Giunta sono aperti a discutere i vari punti del bilancio '73, anche se per "opportunità" la Giunta ha dovuto parlare di "bilancio" anziché di "bozza di bilancio". Accettiamo questo impegno e queste assicurazioni, perché se così non fosse, se la bozza di bilancio fosse per la Giunta un documento immutabile, mi guarderei bene dal partecipare alle consultazioni con i sindacati, con gli imprenditori per chiedere loro suggerimenti ed indicazioni. Pur pronunciandoci noi comunisti in senso decisamente contrario alla richiesta di autorizzazione dell'esercizio provvisorio, chiediamo al Consiglio tutto, alla Giunta in particolare, di assumersi ufficialmente l'impegno e fare in modo che comunque, questa questione dell'esercizio provvisorio, trovi o no rispondenza positiva nel Consiglio Regionale attraverso una maggioranza, si ritorni alla discussione informale tra la Giunta e la Commissione sul Bilancio 1973, si ritorni alle consultazioni con ampi poteri di correzione del Bilancio stesso, ci venga garantito il tempo per poter fare queste cose. Rivolgo inoltre un'altra raccomandazione: non si arrivi al 30 di aprile, termine massimo, come indicato dalla richiesta stessa della Giunta per l'esercizio provvisorio, ma si utilizzi al massimo, operando sollecitamente - perché la Regione ha bisogno di essere rapida nelle disposizioni finanziarie - tutto il tempo che essa ha per risolvere dignitosamente il dibattito ed il varo del Bilancio per il 1973.
Questo, signor Presidente, ho voluto molto brevemente sottolineare al Consiglio Regionale, a nome del Gruppo comunista. E' un discorso che ci vede ancora una volta, come comunisti, protagonisti in seno al Consiglio Regionale, in seno alla Commissione, attorno al bilancio stesso; discorso che vogliamo continuare con il massimo della nostra capacità pur nelle nostre posizioni di minoranza, sollecitando un più largo dibattito partecipativo attorno alla formazione del bilancio, soprattutto intorno alla discussione delle sue postazioni di spesa. Muoviamo queste critiche proprio perché (almeno di questo sono perfettamente convinto), una larga parte di noi del Consiglio regionale ha compreso che il bilancio è legato profondamente al piano di sviluppo della Regione Piemonte e quindi sa che ci giochiamo su questo problema la possibilità di credibilità o meno dell'istituto regionale. Ricordo a voi tutti che pur avendo votato contro il bilancio del '72, noi non siamo stati contrari a riconoscere alcune correzioni profittevoli che attraverso le consultazioni si sono rese palesi nella procedura del bilancio del '72 ed anche nell'arricchimento dello stesso dibattito del Consiglio regionale.
Ecco quindi le nostre posizioni, nette, precise, che non vogliono assolutamente tenere il sacco a qualcuno che ha pensato, almeno io credo in qualche modo di utilizzare anche l'esercizio provvisorio come strumento di un certo tipo di politica a basso livello. Mi auguro di essere in errore, perché se così fosse sarebbe anche più grave questo atteggiamento della Giunta che ci ha portato a questa condizione, quando sempre nel recente passato pur nel dibattito e anche nello scontro politico, attorno al bilancio ci siamo tutti insieme qualificati come un Consiglio Regionale che, discutendo il proprio bilancio, ha dato una dimostrazione di capacità di tempestività e di valutazioni serene e responsabili. Questo impegno noi chiediamo dunque al Consiglio, per la sua stessa dignità: corregga, con il suo atteggiamento, rapidamente tutte le storture della Giunta che certamente non giovano a farci apprezzare dall'opinione pubblica, dai lavoratori, non accrescono il prestigio del Consiglio regionale stesso! Come ho già preannunciato, il nostro voto sulla proposta di esercizio provvisorio sarà negativo.



PRESIDENTE

Qualcun altro chiede di parlare? Il Consigliere Simonelli. Ne ha facoltà.



SIMONELLI Claudio

Signor Presidente, colleghi, il collega Raschio ha contrapposto alla fede, speranza e carità della Giunta un lungo atto di dolore, sul quale credo per larga parte si possa e si debba concordare. In effetti, la Giunta ha presentato il bilancio preventivo per l'esercizio 1973 con notevole ritardo, ritardo che ha certamente delle attenuanti ma che tuttavia ci impedisce, al punto in cui siamo, cioè nel gennaio 1973, di avere ancora la benché minima idea su come vada ad organizzarsi l'attività della Regione nell'esercizio già cominciato. Ma quel che è più preoccupante ancora è che la Giunta mostra la tendenza a concepire la sua attività completamente svincolata da esigenze di programmazione, e soprattutto di programmazione pluriennale, e ad evidenziare, nei disegni di legge che presenta, impegni di spesa che vanno ad incidere per una lunga serie di esercizi futuri completamente svincolati da esigenze di programmazione, addirittura lasciando vedere di intendere con molta disinvoltura la possibilità di fare ricorso, per esempio, al fondo globale, provando così pienamente fondate le critiche che il Gruppo socialista aveva mosso in sede di bilancio 1972 ad una individuazione del fondo globale che non comprendesse anche una tassativa elencazione dei provvedimenti da finanziare.
Noi abbiamo, in definitiva, un fondo globale del '72 che serve per finanziare qualsiasi tipo di iniziative, anche diverse rispetto alle esigenze che allora furono prospettate dalla Giunta stessa come prioritarie; addirittura, adesso, in alcuni disegni che sono all'esame del Consiglio si pensa di utilizzare il fondo globale del '72 per finanziare provvedimenti presentati e che saranno eventualmente approvati dal Consiglio nel '73, e quindi con una procedura che la stessa I Commissione ha ritenuto non ammissibile. Vediamo cioè cadere, ancor prima che cominci qualsiasi tentativo di porre l'attività della Regione lungo i binari della programmazione pluriennale dell'attività e della spesa. La rigidità del bilancio, che Raschio ha già evidenziato, che è dettata in larghissima parte dagli oneri di personale e dalle spese puramente di gestione, viene evidentemente accentuata se in questa fase, prima che ci sia un piano pluriennale e prima addirittura che ci sia il bilancio del '73, si incominciano ad impegnare gli esercizi futuri. Le nuove spese non solo accentuano, ma rischiano di rendere completa, la rigidità del bilancio, non consentendo quindi, quando avremo la possibilità di fare la programmazione di programmare se non le nostre velleità, perché a quel punto non avremo più alcuna risorsa disponibile da destinare ai piani pluriennali di spesa.
Il ritardo nella presentazione del bilancio, la frammentarietà delle iniziative legislative della Giunta, il fatto che non si tenga in alcun conto l'esigenza di un quadro più ampio al quale riferirsi, il fatto che lo stesso sindacato della Commissione per forza di cose si debba limitare in questa fase, in mancanza del piano, in mancanza del programma pluriennale di spesa, ad un puro e semplice accertamento che le leggi di spesa abbiano una copertura formale nel bilancio, tutto ciò significa che il meccanismo che noi avevamo cercato di articolare nello Statuto non potrà funzionare.
E' chiaro infatti, che la I Commissione dovrà dire, fino a che i capitoli di spesa presentano delle disponibilità, che le leggi sono finanziate, ma noi potremo arrivare al punto di esaurire in due mesi tutte le possibilità di finanziamento dell'intero bilancio e in questo modo non abbiamo alcuna possibilità di dare alla programmazione un significato concreto.
Per questi motivi, credo sia doveroso associarci alle censure che il collega Raschio ha fatto alla Giunta (dico la Giunta perché ovviamente questo tipo di discorso non implica la responsabilità dell'Assessore al Bilancio ma investe nella sua globalità i comportamenti politici e gli atti qualificanti della Giunta).
Detto questo, però, non vorrei spingere queste argomentazioni fino al punto in cui le ha spinte il collega Raschio, perché mi rendo conto che l'esercizio provvisorio non l'ha inventato questa Giunta, ma è uno strumento tecnico previsto dallo Statuto e di conseguenza non possiamo aprioristicamente essere ad esso contrari, trattandosi semplicemente di uno strumento per consentire alla Regione di funzionare anche nella deplorevole mancanza di un bilancio che non è stato presentato in tempo. Però, non vogliamo - e su questo dobbiamo essere chiari fino in fondo - che sotto il manto dell'esercizio provvisorio la Giunta possa gestire un bilancio che non c'è e sul quale il Consiglio non ha potuto esprimere il benché minimo parere. Quindi, riteniamo che potrebbe essere accettato un disegno di legge volto all'approvazione dell'esercizio provvisorio solo se questo fosse contenuto nei limiti rigidissimi imposti dalle esigenze tecniche la cui necessità è evidente. Perciò abbiamo presentato un emendamento volto a modificare l'art. 1 del disegno di legge presentato, nel senso di sostituire ai quattro mesi previsti dal disegno di legge, che sono il massimo di esercizio provvisorio consentito dall'art. 79 dello Statuto, il termine più ristretto di due mesi. Cioè, siamo disposti a votare l'esercizio provvisorio se fa sua autorizzazione si limita al 28 febbraio '73, cioè se tecnicamente è il modo di consentire alla Regione di funzionare senza con ciò voler concedere dilazioni alla Giunta per ritardare oltre la predisposizione del preventivo per l'esercizio '73.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Fassino. Ne ha facoltà.



FASSINO Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il presidente Garabello, della I Commissione, ha già espresso quanto è emerso dal dibattito conclusosi ieri, nella I Commissione, e altri colleghi hanno esposto i punti di vista dei vari Gruppi.
A nostro avviso - un concetto analogo ha espresso, almeno dal punto di vista tecnico, il collega Simonelli - checché se ne possa dire, l'esercizio provvisorio è reso indispensabile dalle circostanze, ed è quindi inutile che ci nascondiamo che esso deve essere comunque deliberato, senza che ci possa essere lesivo, caro Raschio, della nostra dignità di Consiglieri Regionali. Ci conforta, d'altronde, l'esempio che ci viene dall'alto, tutti gli anni, ad ogni scadenza di esercizio. Peraltro, riteniamo di gran lunga preferibile il rinvio di qualche mese dell'approvazione di un bilancio che altrimenti avrebbe dovuto essere approvato molto velocemente, senza aver noi la possibilità di effettuare nel modo dovuto le consultazioni, di discuterlo come deve essere discusso, seriamente, praticamente, mettendoci anche (vorrei allacciarmi a quanto diceva Simonelli) in grado di collegarci di più con il piano programmatico Ires di quanto forse non sarebbe stato possibile se ciò avessimo dovuto decidere entro la fine dell'anno, o come era stato stabilito. Il rinvio, a mio avviso, è opportuno ripeto anche per queste ragioni, per poter cioè collegare maggiormente il bilancio al piano programmatico che ancora stiamo discutendo, e per il quale non sono ancora concluse le consultazioni da parte della I Commissione.
Sostanzialmente per queste ragioni, a nostro avviso pratiche e concrete, ritengo pertanto non si possa negare il voto favorevole a questa proposta della Giunta di esercizio provvisorio e che si debba rispondere a quell'atto "di dolore" che è stato attribuito prima al collega Raschio con un atto di "speranza": la speranza che il bilancio, rinviato sia pure di qualche mese, possa essere redatto con quello spirito di serietà amministrativa al quale intendiamo sempre ispirarci.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Curci. Ne ha facoltà.



CURCI Domenico

Signor Presidente, signori Consiglieri, all'art. 16 dello Statuto si prevede che l'approvazione del bilancio da parte del Consiglio Regionale venga effettuata entro il 30 novembre di ogni anno. Ci troviamo invece di fronte alla richiesta della Giunta di concedere l'esercizio provvisorio fino al 30 aprile '73; una richiesta non motivata e che la I Commissione ha ritenuto di accogliere a maggioranza pur senza esprimere un parere motivato salvo quello di non avere ancora potuto affrontare l'esame del bilancio per il 1973.
Nulla sappiamo, come già è stato rilevato dai Colleghi che mi hanno preceduto, sui motivi che hanno impedito alla Giunta di presentare il bilancio entro i termini previsti. Sappiamo però che altri Consigli regionali hanno approvato i bilanci delle rispettive Regioni: è evidente quindi, che le ragioni della ritardata presentazione del nostro bilancio non possono essere ricercate in motivi obiettivi di carattere generale bensì in carenze e insufficienze della nostra Giunta regionale.
Il Presidente della I Commissione ci ha descritto l'iter di questo documento, ci ha parlato degli intendimenti supposti del Governo di emanare norme per lo slittamento nel 1973 del precedente bilancio, intendimenti che avrebbero impedito alla Giunta l'approntamento in tempo utile del nostro bilancio per il 1973. Tali norme, però, non sono state a tutt'oggi emanate e le carenze, le insufficienze, la mancanza della certezza per quanto attiene alla dinamica degli istituti regionali di cui è responsabile il Governo nazionale paralizzano ancora questi istituti anche nell'esercizio delle loro funzioni primarie.
Da parte nostra, del MSI, non si possono avallare sistemi che urtano contro la logica legislativa, non si possono soprattutto condividere responsabilità che ricadono esclusivamente su quelle forze politiche il cui comportamento configura una concezione della cosa pubblica approssimativa inorganica, confusa ed estremamente aleatoria. Per queste ragioni non possiamo neppure accogliere la proposta avanzata dal Gruppo socialista di ridurre i termini dell'esercizio provvisorio, e quindi preannuncio il nostro voto contrario.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Benzi. Ne ha facoltà.



BENZI Germano

Signor Presidente, signori Consiglieri, dopo gli interventi di vari colleghi, chi a favore chi contro questa richiesta di approvazione di esercizio provvisorio, io direi questo: la carenza maggiore è la mancanza di una relazione politica a questo bilancio, che forse avrebbe potuto acconsentire anche a chi ha parlato contro di dare un giudizio diverso. Per questa mancanza di caratterizzazione politica noi non possiamo identificare esattamente l'andamento di questo bilancio. Ritengo che si tratti di carenza dovuta al fatto che oggi non è in approvazione il bilancio, ma il Consiglio è chiamato soltanto ad un atto di carattere amministrativo, in cui il bilancio non è veramente in discussione. Perciò penso che l'Assessore Paganelli dovrà poi darci una relazione che ci permetta di approfondire un po' l'argomento.
Abbiamo avuto solo ieri una bozza, un testo al quale si potranno ancora apportare modifiche: se così non fosse, se si trattasse di una stesura definitiva, sarebbero del tutto inutili le consultazioni che dobbiamo ancora fare, né d'altronde potremmo in alcun modo accettare il bilancio a scatola chiusa. In una tale forma io mi rifiuterei recisamente di accoglierlo. Però, date le assicurazioni che abbiamo ricevuto, data la possibilità di apportare varianti al bilancio, data la possibilità proprio di inserimenti politici sulle varie prestazioni, io ritengo che si possa senz'altro consentire alla Giunta l'esercizio provvisorio.
E' stato richiesto per tale esercizio il tempo massimo previsto dello Statuto. Ieri in Commissione ho osservato che sarebbe opportuno ridurne la scadenza al 30 marzo. Il collega Simonelli ha richiesto di restringere ulteriormente, alla fine di febbraio, ma penso che così mancherebbe il tempo per svolgere consultazioni in modo serio. Dico pertanto: se appena possibile, limitiamo la durata dell'esercizio provvisorio; ma non possiamo rifiutare la nostra approvazione alla richiesta della Giunta, purché ci venga assicurato che veramente si potranno apportare al bilancio le varianti che fossero richieste dalla Commissione o dagli enti interpellati.



PRESIDENTE

Non ho altri iscritti, quindi la parola è all'Assessore Paganelli per la replica.



PAGANELLI Ettore, Assessore al bilancio

Signor Presidente, signori Consiglieri, una breve replica che in parte ripeterà quanto ho già avuto occasione di dire ieri in Commissione, anche allora particolarmente in contraddizione sia pure cortese ma ferma com'è d'altra parte nostra abitudine, con il collega Raschio.
Per quanto riguarda tutta la situazione storica e temporale che si è succeduta in fase di predisposizione del bilancio, di presentazione di un primo disegno di legge per l'esercizio provvisorio e del successivo disegno di legge, io mi richiamo integralmente alla relazione del Presidente Garabello che è stata ineccepibile, puntuale e che ha dato esatto conto di tutte le posizioni che si sono rivelate in sede di Commissione.
Ritengo anche di dover preliminarmente sgombrare il campo dai ventilati sottofondi di carattere politico che potrebbero attenere alla presentazione di un disegno di legge sull'esercizio provvisorio. Il fatto stesso che l'esercizio provvisorio non sia stato presentato solo in questi ultimi giorni ma ci fosse già un precedente disegno di legge che poi fu ritirato perché si è forse erroneamente dato corpo a notizie che in effetti non avevano attinenza con questo specifico argomento, e il fatto che il precedente disegno di legge sia stato presentato verso la metà di dicembre toglie ogni sottofondo di carattere politico alla presentazione dell'esercizio provvisorio.
Per quanto riguarda il ritardo nella presentazione del bilancio, mi permetto di richiamare quanto ho già detto ieri in Commissione. E' vero che i tempi sono andati scorrendo assai più velocemente di quanto si pensasse e che si è andati al di là di quanto io stesso in sede di Commissione avessi detto e pensato, ma facendo appello a quella che è l'esperienza di tutti i colleghi e particolarmente di coloro che hanno messo mano a questa materia specie nelle amministrazioni comunali o provinciali dove hanno svolto la loro attività, so di non dire cose vuote se dico che è una caratteristica di tutti i bilanci richiedere nel loro iter di formazione degli approfondimenti che ne fanno sempre scorrere i tempi di presentazione, così come so di non dire una cosa vuota se affermo che anche i nostri uffici non ancora completamente ricchi in quanto a numero di personale, si sono trovati di fronte ad un bilancio che è andato in attuazione dopo il periodo feriale e quindi si sono anche trovati di fronte alla predisposizione del bilancio del 1973.
L'esercizio provvisorio - lo ha già detto il collega Simonelli, ma ritengo di doverlo ripetere anch'io - non è qualche cosa di trascendentale inventato da questa Giunta, ma trova il suo fondamento, per quanto riguarda il bilancio dello Stato, nell'art. 81 della Costituzione, per quanto concerne la nostra Regione trova il suo fondamento nell'art. 79 dello Statuto ed è uno strumento tecnico messo a disposizione; noi stessi pensavamo a questo strumento tecnico allorquando abbiamo scritto e votato l'art. 79 della Costituzione, per sopperire a dei periodi in cui il bilancio non ha ancora potuto essere approvato.
Detto questo, mi sembra di poter rispondere al collega Raschio che la situazione del bilancio 1973 è meno drammatica, ha meno artifizi, meno distorsioni di quelle che egli, nel calore delle sue argomentazioni, ci ha presentato. La Giunta per quel meccanismo che la legge di esercizio provvisorio richiede di riferimento al bilancio, non ha potuto attuare la fase precedente che lo scorso anno, con buoni frutti, si era attuata, ma ha dichiarato, in sede di Commissione e dichiara oggi che ha approvato il bilancio, senza che questo sia un artifizio, senza che rappresenti una distorsione, ma che è aperta a discuterlo così come lo è stata l'anno scorso.
E mi sembra di poter dire che la situazione non è diversa da quella dell'anno scorso: precedentemente vi erano state due o tre sedute in cui la Giunta aveva accettato informalmente dei suggerimenti, delle notazioni che venivano dai vari gruppi, ma quando il bilancio è andato in sede di consultazione era già stato regolarmente approvato dalla Giunta. Quindi ci troviamo con un bilancio approvato dalla Giunta perché ci sia il riscontro all'articolo di disegno di legge sull'esercizio provvisorio, ma è un bilancio che la Giunta è disponibile a discutere recependo tutti i suggerimenti che verranno dalla Commissione.
Faccio notare che la Giunta ha recepito un suggerimento e ha limitato alle spese correnti il disegno di legge sull'esercizio provvisorio; questo disegno di legge è unico, perché se confrontiamo quelli dello Stato e quelli delle altre Regioni, vediamo che in nessuno di questi disegni di legge vi è il riferimento alle spese correnti; noi l'abbiamo accettato proprio per dimostrare la nostra buona volontà e come intendiamo operare in sede di esercizio provvisorio.
Per quanto concerne i conti consuntivi, come ho già avuto occasione ieri di comunicare ai membri della I Commissione, la Giunta ha approvato quelli del 1970 e del 1971; il conto consuntivo del 1970 è stato anche già approvato dall'organo di controllo e verrà al Consiglio regionale mentre quello del 1971 è ancora in sede di approvazione.
Sul conto consuntivo dell'esercizio 1972 che si è chiuso nei giorni scorsi, debbo ricordare due cose: l'articolo 77 del nostro statuto fissa alla Giunta il termine del 30 aprile per la presentazione del conto consuntivo, inoltre, sia pure con tutte le riserve che si debbono fare in casi del genere, bisognerà vedere se il Parlamento approverà una legge, in sostanza che cosa verrà fuori da quel disegno di legge di cui abbiamo sentito parlare, (quello che l'altra volta ha fatto ritirare al Presidente il precedente disegno di legge sull'esercizio provvisorio) e accertare l'effettiva portata di questa legge per un'eventuale proroga della competenza del bilancio 1972.
Sulle proposte avanzate dal collega Simonelli dico questo: innanzi tutto è evidente che la programmazione della nostra Regione è in fase di avvio attraverso la discussione sul rapporto preliminare dell'IRES; bisogna cercare allora di raccordare la programmazione che dovrà essere disposta dalla Regione con i bilanci, la cui rigidità si manifesta in relazione alle entrate che oggi la Regione ha. Il collega Simonelli, che è attento a tutte queste cose, sa benissimo qual è la grossa battaglia che le Regioni fanno in riferimento all'art. 9; proprio in questi giorni vi è la richiesta delle Regioni (che già hanno avuto contatti con i nove rappresentanti della Commissione bilancio della Camera) di un contatto con la Commissione del Senato per far sì che quel fondo che inizialmente era di 40 milioni e che è già stato aumentato nel corso di questa battaglia, possa trovare il finanziamento che metta le Regioni in condizioni di avere delle disponibilità per attuare i loro programmi di sviluppo. E' quindi in relazione al fondo che verrà attraverso le disposizioni di questo art. 9 e anche alla politica dei mutui a cui la Regione potrà successivamente ricorrere, che si potrà attuare la programmazione, che si potranno determinare le linee di sviluppo di certi settori.
Per quanto riguarda il termine che il collega Simonelli vorrebbe limitato al 28 febbraio, mi sembra che non si possa accogliere la proposta: siamo già all'11 gennaio, vi sono anche dei tempi di approvazione da parte del Governo della legge che io mi auguro il Consiglio Regionale voglia votare e non vorrei che ci trovassimo nella necessità di dover presentare un disegno di legge per la proroga dei termini.
Naturalmente vi è l'impegno della Giunta (che penso condiviso dal Consiglio) di attuare il più rapidamente possibile l'iter di approvazione del bilancio, in modo che il periodo di esercizio provvisorio abbia ad essere breve al massimo.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE OBERTO



PRESIDENTE

La discussione generale è così conclusa. Passerei alla votazione della legge.
"Art. 1). E' autorizzato, ai sensi dell'art. 79 dello Statuto Regionale, l'esercizio provvisorio del bilancio per l'anno finanziario 1973, fino a quando la relativa legge di approvazione non sarà entrata in vigore e comunque non oltre il 30 aprile 1973".
In relazione a questo primo capoverso è stato presentato un emendamento modificativo dell'ultima parte, dove si anticipa il termine del 30 aprile 1973 al 28 febbraio 1973. Attraverso la dichiarazione dell'Assessore Paganelli l'emendamento non è accettato dalla Giunta; pertanto ho il dovere di metterlo in votazione, salvo che voglia essere ulteriormente illustrato dai proponenti.
Chiede di parlare il Consigliere Garabello, ne ha facoltà.



GARABELLO Enzo, relatore

Signor Presidente, parlo come relatore.
La questione è stata sollevata in Commissione, la quale ha dichiarato essere suo unanime intendimento di ridurre al minimo i tempi tecnici di approvazione del bilancio e perciò di ridurre al minimo l'esercizio provvisorio.
Tenuto conto però dell'incrociarsi di altre iniziative di estrema importanza per le consultazioni sul rapporto preliminare dell'IRES e (anche se è fuori tema) di una temperie politica che potrebbe rendere più difficile il regolare svolgimento della attività della Commissione e magari del Consiglio regionale, si è ritenuto, a malincuore, che si dovrebbe lasciare il termine del 30 aprile, anche se vi è il massimo impegno per guadagnare almeno un mese su questo periodo. Si riterrebbe quindi di non dover modificare il termine più per una valutazione tecnica che non politica dell'argomento.



PRESIDENTE

Si mantiene l'emendamento? La parola al Consigliere Simonelli.



SIMONELLI Claudio

Sì, si mantiene l'emendamento e di conseguenza il gruppo socialista voterà contro il disegno di legge sull'esercizio provvisorio giacché non ci pare possibile uscire da questo dilemma: o l'esercizio provvisorio è effettivamente tale e non comporta l'assunzione di alcuna responsabilità rilevante in ordine alla spesa della Regione e allora riconoscerlo per quattro mesi significa ammettere la paralisi della Regione fino alla fine di aprile, oppure sotto il manto dell'esercizio provvisorio la Regione funziona con la sua normale attività di spesa e quindi funziona senza che ci sia un bilancio approvato dal Consiglio.
Per queste ragioni voteremo contro il disegno di legge della Giunta.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare Consigliere Berti, ne ha facoltà.



BERTI Antonio

Noi votiamo contro per i motivi esposti dal collega Raschio, ma anche per un'altra ragione che vorremmo risultasse molto chiara.
Noi constatiamo che non si può votare l'art. 1 perché nella sostanza non corrisponde alla realtà; non si può affermare che "per l'esercizio provvisorio si osservano lo stato di previsione delle entrate e lo stato di previsione della spesa nonché le relative norme contenute nel disegno di legge di bilancio, presentato dalla Giunta regionale al Consiglio regionale".
Io Consigliere regionale il bilancio non l'ho visto, sono quindi nell'impossibilità materiale di esprimere un giudizio e desidero che ci risulti a verbale.



PRESIDENTE

Su questa osservazione fatta dal Consigliere Berti il Presidente della Commissione ha qualche cosa da dire?



GARABELLO Enzo, relatore

Io non voglio aggiungere altro a quanto ho detto all'inizio. E' una situazione che ha degli elementi di preoccupazione e di imbarazzo per tutti, che del resto la stessa mia relazione, onestamente, ha dovuto riconoscere. Il problema è stato sollevato in Commissione, più o meno nei termini in cui è stato sollevato dal collega Berti...



BERTI Antonio

Qui si vota un falso!



GARABELLO Enzo, relatore

Devo anche dire che abbiamo dato atto che mentre questo non era esatto nella prima edizione della legge, cioè la n. 70, oggi dal punto di vista formale non vi sono eccezioni da fare, in quanto il giorno 4 gennaio il bilancio è pervenuto approvato alla presidenza del Consiglio che il giorno 8 gennaio lo ha consegnato alla I Commissione permanente la quale non l'ha ancora iscritto all'ordine del giorno per mancanza di tempo e l'ha consegnato ai Consiglieri presenti alla seduta di ieri in via breve.



PRESIDENTE

Il problema mi pare che possa ricondursi tutto alla interpretazione del termine "presentato dalla Giunta regionale al Consiglio regionale". Se l'interpretazione del "presentato" è da farsi nel senso che la Giunta ha trasmesso alla presidenza del Consiglio, questa ha investito dell'argomento la Commissione competente e perciò si considera che vi sia stata la presentazione al Consiglio regionale con l'iter che deve essere compiuto parrebbe a me che non vi siano delle difficoltà a mantenere il testo così com'è. Se difficoltà vi sono potrebbe essere enucleato il termine "presentato dalla Giunta regionale al Consiglio regionale". Se si dovesse dire che è avvenuta la presentazione al Consiglio dopo che la Commissione si è espressa forse diremmo cosa non del tutto esatta.
La parola al Consigliere Garabello.



GARABELLO Enzo, relatore

Signor Presidente, devo dire che l'ipotesi di enucleare una parte del secondo comma ci lascia estremamente perplessi, perché era stata inserita su richiesta della Commissione proprio perché più rispondente al testo della legge normalmente approvata dal Parlamento per l'esercizio provvisorio, in cui si parla di un bilancio dello Stato che è presso il Parlamento.
Eventualmente si potrebbe, se ella lo ritiene e se il Consiglio lo accoglie, parlare di una presentazione della Giunta regionale alla presidenza del Consiglio regionale. C'è l'atto formale che la Commissione aveva ritenuto essere l'elemento di fondo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Mi rendo conto che la non ancora effettuata distribuzione della bozza di bilancio a tutti i Consiglieri è un fatto tecnico e sostanziale spiacevole, però rilevo che, dal punto di vista formale, quando un documento è presentato alla presidenza del Consiglio è presentato al Consiglio regionale; la presentazione al Consiglio regionale non avviene attraverso la consegna a ciascun Consigliere, ma avviene tramite l'organo che ne ha la rappresentanza e cioè il Presidente del Consiglio. Quindi sotto questo profilo a mio avviso non ci sono eccezioni da muovere, c'è soltanto la doglianza che può essere sollevata dai gruppi o dai Consiglieri di non avere ancora ricevuto in distribuzione un documento che è stato invece presentato.
Pertanto ritengo che non si possa modificare il testo in quel senso "presentato alla presidenza del Consiglio" perché suonerebbe come un'implicita e non voluta osservazione al Presidente del Consiglio come se fosse questi a essere inadempiente verso i Consiglieri, mentre non lo è.



PRESIDENTE

Il Vicepresidente Cardinali ha chiesto di parlare, ne ha facoltà.



CARDINALI Giulio, Vicepresidente della Giunta Regionale

Io credo che la dizione dell'art. 1 debba essere conservata così come è stata stesa. Io penso che quanto è emerso dalla discussione abbia messo in risalto le preoccupazioni da parte di alcuni gruppi del Consiglio Regionale, ma dobbiamo prendere atto non soltanto delle dichiarazioni dell'Assessore Paganelli, fatte a nome della Giunta, bensì anche del significato sostanziale di ciò che viene proposto, al di là di qualsiasi aspetto formale che rappresenterebbe solo una questione di lana caprina. E' evidente, c'è la necessità di accedere all'esercizio provvisorio, che la Giunta ha deliberatamente limitato a quel che concerne le spese correnti.
Si tratta di ribadire (e qui viene ribadito da un punto di vista più generale) il concetto della disponibilità a qualsiasi elaborazione in Consiglio regionale del bilancio.
Avendo esaurito quello che è l'argomento generale, l'aspetto formale non può essere risolto o tradotto in alcune parole. "Presentato al Consiglio regionale" significa consegnato all'autorità massima del Consiglio e quindi va bene e deve rimanere.



PRESIDENTE

La discussione sull'art. 1 è esaurita.
Devo mettere in votazione innanzi tutto l'emendamento proposto dai Consiglieri Nesi- Viglione-Calsolaro-Simonelli-Fonio, relativo alla riduzione al termine 28.2.1973 anziché 30.4.1973.
Chi approva l'emendamento è pregato di alzare la mano. L'emendamento è respinto.
Pongo pertanto in votazione l'art. 1 nel testo che rileggo: "E' autorizzato, ai sensi dell'art. 79 dello Statuto regionale l'esercizio provvisorio del bilancio per l'anno finanziario 1973, fino a quando la relativa legge di approvazione non sarà entrata in vigore e comunque non oltre il 30 aprile 1973.
Per l'esercizio provvisorio si osservano lo stato di previsione dell'entrata e lo stato di previsione della spesa nella parte degli oneri correnti, nonché le relative norme contenute nel disegno di legge di bilancio, presentato dalla Giunta regionale al Consiglio regionale".
Passiamo alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Presenti e votanti 45.
Hanno risposto sì: n. 27 Consiglieri.
Hanno risposto no: n. 18 Consiglieri.
L'articolo è approvato.
Art. 2) "La presente legge regionale è dichiarata urgente ed entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte, ai sensi del sesto comma dell' art. 45 dello Statuto".
Qualcuno chiede di parlare? Nessuno. Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Presenti e votanti 45.
Hanno risposto sì: n. 27 Consiglieri Hanno risposto no: n. 18 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
Dobbiamo adesso passare all'approvazione, ancora per appello nominale dell'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Presenti e votanti 45.
Hanno risposto sì: n. 27 Consiglieri.
Hanno risposto no: n. 18 Consiglieri.
Il testo della legge nel suo contesto è approvato.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Dichiarazioni del Presidente della Giunta regionale


PRESIDENTE

Passiamo al secondo punto dell'ordine del giorno "Dichiarazioni del Presidente della Giunta regionale".
Ieri sera intorno alle 19 ho avuto un colloquio telefonico con il Presidente della Giunta Calleri, il quale era trattenuto a casa e a letto per l'influenza che l'ha colpito ed era in attesa del medico. Mi ha detto di riferire al Consiglio il suo vivissimo disappunto di non potere stamattina essere presente per fare le dichiarazioni che aveva chiesto fossero messe all'ordine del giorno al secondo punto, per le quali si era prevista la convocazione del Consiglio al pomeriggio onde avere margine di tempo per effettuare il dibattito.
Questo rammarico mi ha pregato di esternarlo al Consiglio, rendendosi perfettamente conto dell'opportunità che vi fosse una chiarificazione attraverso alle sue dichiarazioni. Gli ho fatto presente che il Consiglio regionale era riconvocato per il giorno 16, come giornata d'obbligo prevista dalla norma statutaria e per il giorno 18 come previsione, salvo richiesta di differimento della giornata del 18 da parte del gruppo del MSI perché in concomitanza con il congresso nazionale del loro partito, e che si sarebbe potuto fare le dichiarazioni nella giornata del 18 se i componenti del Movimento sociale non avessero fatto delle istanze formali di differimento.
Mi ha ripetutamente detto che ritiene di essere in condizioni di salute per potersi presentare a fare le dichiarazioni nel pomeriggio del giorno 16, quando già il Consiglio regionale è convocato (adesso stabiliremo esattamente l'ora).
Io riferisco al Consiglio questo, aggiornando pertanto le sue dichiarazioni e mettendole al punto primo dell'ordine del giorno della seduta del 16.
Il Consigliere Berti chiede di parlare, ne ha facoltà.



BERTI Antonio

Noi non possiamo che prendere atto della influenza che ha colpito il Presidente della Giunta, gli auguriamo di ristabilirsi presto perché i cittadini hanno bisogno di sapere qualcosa di più su quello che sta avvenendo e che ha investito le più importanti assemblee elettive del Piemonte, in particolare la Regione, il Comune e la Provincia.
Mentre prendiamo però atto della malattia, che sembra sottragga al Consiglio il principale interlocutore, colui comunque che avrebbe dovuto aprire il dibattito, non possiamo non aggiungere che mai malattia è giunta più opportuna, stante la ridda di voci e di contrasti che hanno investito lo stesso partito di maggioranza. Noi siamo convinti che della questione occorra parlarne al più presto per chiarire quelle ombre che stanno gettando discredito sugli istituti elettivi e sull'attività dei Consiglieri. Il fatto che il gruppo di maggioranza, la stessa Giunta, non si ritengano nelle condizioni di aprire comunque un dibattito oggi, anche in carenza del Presidente della Giunta, non regge perché è noto che almeno due riunioni sono state fatte nelle quali i membri della Giunta hanno espresso una loro posizione nei confronti del proposito di Calleri di dimettersi.
D'altra parte dichiarazioni fuori ne sono state fatte molte, si sono sprecate, ma soprattutto contano quelle che Calleri ha fatto alla Stampa poteva forse scrivere una lettera a questo Consiglio, ma non voglio fare il processo alle intenzioni, forse con la febbre a 40 è impossibile scrivere.
Sorge il sospetto però che si tratti solo di una questione personale se tutti gli altri componenti della maggioranza non sentono il bisogno di esprimere un'opinione su quanto sta avvenendo e che ha investito le segreterie dei partiti.
Noi denunciamo tutto questo con grande amarezza e anche con imbarazzo non ho difficoltà a dire che la malattia del Presidente (al quale auguro da amico, ripeto, di guarire subito) crea una situazione ridicola per il nostro Consiglio. Abbiamo avuto altri momenti in cui uomini politici sono venuti con la febbre a rendere conto di fronte a certe situazioni, forse non tutti abbiamo lo stesso coraggio. Non voglio fare il processo delle intenzioni, ma non possiamo non rilevare che la malattia viene a proposito per perpetuare quella ricerca di tempo, perché avvenimenti avvengano perché si decanti qualche cosa.
Il Consiglio però non può lavorare in questa incertezza; questa mattina abbiamo discusso e la maggioranza ha approvato l'esercizio provvisorio che demanda alla Giunta dei compiti precisi, sia pure di ordinaria amministrazione o di spese correnti, come si dice, ma è una Giunta dimissionaria? Non lo è? Come può l'opinione pubblica, noi stessi, vivere in questa incertezza? Ecco perché noi prendiamo atto malvolentieri di questo contrattempo che impedisce di aprire la discussione nell'unico luogo in cui essa deve avvenire, il Consiglio regionale e naturalmente auguriamo al Presidente di guarire per essere qui il giorno 16 a fare quel dibattito che non possiamo fare oggi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Nesi, ne ha facoltà.



NESI Nerio

Signor Presidente, signori Consiglieri, l'assenza del Presidente Calleri pone il Consiglio regionale in un grave imbarazzo. Sarebbe assai facile per l'opposizione trarne motivo di scherno e farne oggetto anche di un attacco assai duro, ma al di là degli interessi di gruppo o di partito c'è l'umiliazione del Consiglio regionale, della Giunta regionale, in sostanza, l'umiliazione dell' istituto regionale nel suo complesso.
Noi non mettiamo in dubbio, ovviamente, la malattia del Presidente, n la sua impossibilità reale di essere presente, ma diciamo che quando si assumono posizioni come le sue, che per la alta carica che egli rappresenta comportano conseguenze politiche di grande portata, che vanno al di là dello stesso Piemonte, ma che hanno soprattutto effetti moltiplicatori verso il basso, si ha il dovere di andare fino in fondo in modo chiaro corretto sul piano formale e sul piano sostanziale, rispettoso degli organismi elettivi. Siamo sicuri che il Presidente della Giunta è malato ma riteniamo che egli avesse la possibilità di far conoscere il suo atteggiamento e le sue decisioni al Consiglio attraverso un messaggio che poteva essere trasmesso dal vicepresidente, così come il vice presidente ha già fatto in sede di conferenza dei capigruppo. In sostanza, non è possibile che le dimissioni del Presidente della Giunta, annunciate ai giornali quindici giorni fa, confermate in due riunioni della Giunta regionale, discusse in ripetute riunioni della D.C., confermate successivamente nonostante il parere di alcuni di questi organismi, non siano ancora state portate in sede di Consiglio e nemmeno comunicate all'ufficio di presidenza del Consiglio stesso.
Siamo di fronte ad una situazione anormale che sta forse entrando in una fase ai limiti della regolarità. Vorrei chiedere al vicepresidente della Giunta e ai membri della Giunta stessa: si sentono essi in carica? Pensano essi di poter fare il proprio dovere nella pienezza dei loro poteri? Io non credo. Ma allora essi ritengono, ritiene in particolare il vicepresidente della Giunta che queste dimissioni ci siano già state di fatto? Ritiene che la Regione possa continuare per molto tempo in una situazione che si presenta per la classe lavoratrice, ma non soltanto per questa, per la situazione economica generale del Piemonte, ogni giorno più difficile, in un momento nel quale migliaia di operai (fra i quali 2.000 a Rivoli) fra pochi giorni verranno messi a cassa integrazione, quando sta esplodendo la situazione delle fabbriche Montedison? E' ben strana la situazione di questa nostra grande città: abbiamo un Sindaco il quale ha perduto il prosindaco e il vice sindaco, ha perduto anche l'appoggio determinante di uno dei partiti che lo sostenevano e non si dimette, aspettando che glielo ordini il suo partito; abbiamo un presidente della Regione che dichiara di dimettersi anche contro le decisioni del suo partito e contro il parere della sua Giunta, ma non lo fa.
Non è questo, ce lo consentano i colleghi della D.C., alla quale appartengono entrambi questi alti rappresentanti, il modo migliore per governare; non è questo un esempio che possa contribuire a rendere più popolari le istituzioni democratiche e rappresentative; non è questo il mezzo idoneo a fare amare la democrazia dalle giovani generazioni, a indurle a battersi per essa, a convincerle che questo nostro sistema rappresenta ancora in questo Paese, in questo momento, lo strumento più alto per una civile convivenza. Al contrario, questi esempi contribuiscono a gettare il discredito su tutti noi, anche su quelli di noi che sono al di fuori di queste cose, danno fiato alla campagna qualunquistica contro gli istituti elettivi, ma soprattutto contro l'istituto regionale.
Per queste ragioni il gruppo socialista esprime un giudizio negativo sul metodo e invita il presidente formalmente, amichevolmente, ma fermamente, a venire qui a presentare le sue dimissioni il giorno 16 e si riserva di esprimere il suo parere su tutti i problemi nel giorno stesso.



PRESIDENTE

Altri chiede di parlare? Il Consigliere Bianchi, ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, la malattia del Presidente della Giunta è giunta sicuramente sgradevole per lui e sicuramente inopportuna per tutti perch egli stesso, a mezzo del capogruppo della D.C., aveva chiesto e sollecitato l'iscrizione all'ordine del giorno dell'argomento da discutere. Al punto in cui erano giunte le cose evidentemente non era rinviabile che il dibattito politico venisse trasferito nella sede sua propria e ivi si assumessero le responsabilità relative e si pronunciassero i giudizi che dovevano essere pronunciati.
Io non penso che il rinvio di qualche giorno possa di per sé costituire motivazione per pronunciare dei pesanti giudizi di carattere morale. Certo la situazione dei rapporti tra i partiti, all'interno dei partiti, suscita spesso ragioni di grave perplessità. Incidentalmente possiamo osservare che quando si smetterà non di avere rapporti di simpatia, di colleganza, ma di stabilire dei rapporti politici che attraverso tutte le forze politiche e le spezzano, le dilaniano, quando il confronto, l'incontro avverrà prima all'interno dei partiti per determinarne la volontà e poi tra le forze politiche nelle loro unità secondo un atteggiamento di dignità, di chiarezza in cui si intendono e si recepiscono da tutti i cittadini le ragioni per cui ci si muove, in quel momento si sarà dato un contributo da parte di tutti per rendere più efficiente, più accetta e più amata la democrazia.
Credo di poter affermare che il gruppo della D.C., in ordine alle ventilate situazioni di crisi, in ordine alla discussione avvenuta fuori da questo Consiglio, non può che dichiarare di essere perfettamente allineato in una linea di sintesi, con le dichiarazioni che ha reso la Giunta in un suo ordine del giorno e con le deliberazioni che ha assunto la direzione regionale della D.C. Naturalmente, poiché ci sono state delle valutazioni politiche personali sicuramente serie, sicuramente gravi, sicuramente importanti, molte delle quali condivise, rese dal presidente della Giunta noi ci riserviamo di dare il nostro giudizio quando qui (questo è quello che conta) il presidente della Giunta, nella sua piena responsabilità verrà a esporci le sue motivazioni.



PRESIDENTE

Nessun altro chiede di parlare? Oggi stesso mi renderò interprete dei sentimenti che sono stati espressi, accompagnando anche l'augurio di ristabilimento in salute che è stato fatto da quanti sono intervenuti oltre che naturalmente dal Presidente del Consiglio. Gli farò presente l'opportunità che proprio il giorno 16, com'egli stesso ha chiesto, sia presente. Si tratta ora di vedere per che ora: 16 o 15? Alle 15,30? Va bene.
Io dovrei rinviare al pomeriggio per la prosecuzione dell'ordine del giorno, come previsto.
Il Consigliere Nesi chiede di parlare, ne ha facoltà.



NESI Nerio

Propongo che, data l'eccezionalità della situazione, sia rinviata la seduta, in quanto credo che tutto debba essere subordinato alle dichiarazioni che farà il Presidente della Giunta regionale il giorno 16.
La mia proposta è di rinviare la seduta al giorno 16 alle ore 15,30.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta.



CARDINALI Giulio, Vicepresidente della Giunta Regionale

Io andrò molto cauto nel parlare proprio perché non sono né un Machiavelli politico, né uno di quelli che si definiscono i "dritti" della politica; dirò le cose come le sento e come le vedo.
Io credo che non ci sia alcuna ragione per cui il Consiglio Regionale debba interrompere oggi il suo ordine del giorno. A mio modo di vedere c'è la responsabilità per ciascuno di noi di adempiere alle proprie funzioni alle quali è chiamato, fintanto che è chiamato, non c'è nessun dubbio che la Giunta si sente tuttora in carica e che si sente di operare nel settore che le è di competenza; essa rappresenta uno dei tre organi fondamentali della Regione, è una Giunta che non ha avuto da questo Consiglio mozione alcuna di sfiducia, è una Giunta quindi autorizzata a ritenere di poter continuare il proprio lavoro e sulla quale può pendere, in qualsiasi momento, anche per i meccanismi del nostro statuto, l'accettazione di situazioni che essa o non vuole, o non ha chiesto, o comunque non ha ipotizzato.
Quindi io sono del parere che, proprio per non dare a una situazione certamente grave, che oggi c'è nella nostra Regione, l'aspetto direi quasi morboso di un gioco sottile dove si palleggiano responsabilità o si anticipano intenzioni o programmi, l'ordine del giorno del nostro Consiglio debba continuare così come era stato steso.



PRESIDENTE

Debbo informare il Consiglio, per le determinazioni che crede di prendere a questo proposito, che è assente per malattia il Consigliere Menozzi, relatore di entrambe le leggi. Questo potrebbe essere un elemento da valutare.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Berti, ne ha facoltà.



BERTI Antonio

Io credo che l'intervento del vice presidente sia ipocrita, mi scusi.
Voi non potete far conto che non sia successo niente, se c'è morbosità nell'opinione pubblica, se i cittadini, i lavoratori, non soltanto del Piemonte, sono attenti a quello che avviene stamane al Consiglio regionale è perché qualcosa c'è pur stato. Voi non potete dire non è successo niente andiamo al lavoro. Semmai siamo noi che abbiamo sostenuto che le vostre iniziative mettono in crisi il nostro lavoro. Ma se non c'è la certezza della Giunta, se non c'è la sicurezza che l'esecutivo opera secondo il mandato ricevuto dal Consiglio, come può lavorare il Consiglio? Io quindi respingo questo invito di chi vuole fare in modo che niente sia avvenuto nel nostro Piemonte, mentre avete discusso due volte in Giunta le dimissioni del Presidente e le avete respinte; per che cosa, con quali motivazioni? Forse perché così facendo si difende l'autonomia degli enti locali? Ma non fate ridere, le ragioni sono ben altre e le avremmo esposte stamattina se avessimo potuto parlare.
Non veniteci quindi a chiedere di proseguire nell'ordine del giorno no, bisogna prima chiarire tra le forze politiche presenti in Consiglio che cosa effettivamente è avvenuto, quali sono i motivi reali della crisi; ci vuole chiarezza politica per poter operare, non fare come se niente fosse avvenuto. Ecco perché respingo questo invito e chiedo di sospendere l'attività del Consiglio fino a quando non avvenga una chiarificazione politica in questa assemblea.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Nesi, ne ha facoltà.



NESI Nerio

Signor Presidente, io credo che non possiamo continuare i lavori del Consiglio anche per una ragione, se vogliamo, di rispetto al presidente della Giunta. E mi meraviglio che il vicepresidente della Giunta venga a proporre, come se niente fosse, il proseguimento dei nostri lavori. Io ricordo, e non è motivo di mistero, quale fu tutto l'andamento dell'ultima conferenza dei capigruppo: fu accettata, dopo una precisa richiesta del gruppo comunista, una mia proposta (che ebbe poi l'approvazione del capogruppo della D.C. e dello stesso gruppo comunista) di mettere al primo punto all'ordine del giorno l'esercizio provvisorio e poi le dichiarazioni del Presidente (che volevano dire dimissioni). Non è un segreto questo.
Ricordo che, il capogruppo della D.C. chiese una brevissima sospensione per poter conferire con il presidente della Regione e dopo la sospensione ci disse che lo stesso presidente della Regione (e noi avemmo parole di comprensione) chiedeva che al secondo punto dell'ordine del giorno fosse messa la sua dichiarazione ufficiale.
Su questo ci fu l'accordo unanime dei capigruppo e il presidente ne prese atto; così fu cambiato l'ordine del giorno avendo ben coscienza che mettere questo argomento all'ordine del giorno voleva dire interrompere poi la discussione, anche perché il Presidente della Regione aveva, nella seconda riunione di Giunta, confermato la sua precisa intenzione di dimettersi, ma annunciava che posticipava la sua decisione a due fatti molto seri: 1) l'approvazione dell'esercizio provvisorio; 2) l'approvazione della legge sulla montagna.
In quella riunione, sia il capogruppo del PCI, sia il capogruppo della D.C. informarono, d'accordo con il gruppo socialista, che la legge sulla montagna non aveva alcuna possibilità di essere portata né oggi, né il 16 in Consiglio regionale per una serie di emendamenti che erano stati presentati e per lavori da ultimare ancora in commissione. Fu allora che il più alto rappresentante della D.C., il capogruppo, ci disse che voleva sentire il presidente e venne con l'annuncio di cui ho detto.
Io devo dire che non metto assolutamente in dubbio la buona fede e la correttezza di cui ha sempre dato prova in quest'aula il vice presidente della Giunta, ma mi pare che il suo atteggiamento di oggi sia in contrasto e con il suo atteggiamento dell'altro giorno e con tutto l'andamento della conferenza dei capigruppo. Quindi prego per la lealtà e per la correttezza dei nostri rapporti il Vicepresidente di non insistere in un atteggiamento che non era certamente il suo in quel momento e faccio appello al presidente del Consiglio affinché sospenda i lavori per dar modo di avere un quadro globale politico più ampio; com'è certamente nell'intenzione del Presidente della Regione.



PRESIDENTE

Qualcun altro chiede di parlare? Consigliere Bianchi ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, io ho apprezzato l'intervento del Vicepresidente della Giunta che ha tenuto a chiarire soprattutto e a ribadire la sua proposta, ma la sostanza del suo intervento l'ho intesa in questo senso: poiché si domandava in che condizioni si sentiva la Giunta, questa coerentemente si sentiva nella posizione dell'organo pienamente investito delle proprie responsabilità. E questo fatto potrebbe essere concretizzato evidenziato in una prosecuzione dei lavori. Peraltro devo riconoscere, per quanto riguarda l'atteggiamento del mio gruppo, che mentre si è accesa in sede di conferenza dei capigruppo la discussione sul come si potesse dibattere la situazione politica venutasi a determinare, noi abbiamo affermato subito, pregiudizialmente, che anche nell'ipotesi di dimissioni che dovessero essere presentate, non avremmo fatto calare la ghigliottina della dichiarazione e quindi della presa d'atto, ma eravamo disponibili a trovare una formula per consentire la discussione. Riconoscevamo peraltro che questa discussione doveva considerarsi pregiudiziale ad ogni prosecuzione, ad ogni ulteriore attività e per questo venne collocata a quel punto.
Noi dobbiamo pensare che le dimissioni non vi siano; per noi non vi è una crisi politica, gli organi politici lo hanno dichiarato in questo momento, potremmo prenderne atto di fronte ad argomenti che ulteriormente venissero qui portati, ma operiamo perché il Consiglio riprenda rapidamente il suo lavoro, superato un dibattito ed un chiarimento politico al quale daremo il nostro contributo.
Dal punto di vista pratico oggi, anche la mancanza del relatore, ci metterebbe nell'impossibilità di procedere nei lavori, per cui ritengo che effettuato rapidamente un chiarimento politico, potremo facilmente ricuperare il tempo di una mezza seduta apparentemente perduta.
Quindi io interpreterei, e chiedo se il vicepresidente interpreti anch'egli in questo modo, la sua risposta: e cioè che la Giunta è nella pienezza delle sue funzioni e che è qui per assolvere ai suoi compiti.



PRESIDENTE

Altri ancora chiede di parla re? Consigliere Vera, ne ha facoltà.



VERA Fernando

Io apprezzo la sostanza e l'intenzione dell'intervento del Vicepresidente che a mio parere, lungi dall'essere ipocrita, si preoccupa del credito delle istituzioni democratiche evitando di drammatizzare situazioni che hanno indubbiamente del grave, ma che drammatiche non sono.
Però ritengo che sia materialmente e anche politicamente impossibile continuare la discussione all'ordine del giorno e che perciò convenga seguire quanto ha proposto il Presidente di questa assemblea rinviando la seduta al giorno 16.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta Cardinali.



CARDINALI Giulio, Vicepresidente della Giunta Regionale

Anche in considerazione del fatto che non sapremmo cosa discutere essendo assente (l'ho visto adesso) il collega Menozzi, mi pare che non sia il caso di proseguire coi nostri lavori.
Collega Berti, l'ipocrisia è un'arma che di solito ha degli obiettivi qui non esistono obiettivi.



BERTI Antonio

Vuoi che ti dica l'obiettivo tuo?



CARDINALI Giulio, Vicepresidente della Giunta Regionale

Se vuoi.



BERTI Antonio

Te lo dico dopo.



CARDINALI Giulio, Vicepresidente della Giunta Regionale

Non esiste un obiettivo mio anche perché in quel momento non parlavo a titolo personale, ma a nome della Giunta, su richiesta del collega Nesi.
Non so se sia il caso di rispondere ad un'interpellanza che era stata presentata, comunque possiamo rimandare il tutto, non c'è problema di sorta.
Mi auguro che il collega Berti mi dica in che cosa vede l'ipocrisia lui sa che ipocrisia non c'è.



PRESIDENTE

Ritengo a questo punto che le ragioni e i motivi di opportunità che sono stati evidenziati meritino di essere accolti e pertanto la seduta di questo pomeriggio non avrà luogo.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Ordine del giorno, interrogazioni e interpellanze (annuncio)


PRESIDENTE

Devo dare ancora delle informazioni urgenti relative a interpellanze e interrogazioni che verranno comunicate testualmente a tutti i Consiglieri ma come adempimento di regolamento debbo annunciare.
Interrogazione del Consigliere Besate sulla STAT che sta eliminando i servizi tra Vercelli e Villata un ordine del giorno dei Consiglieri Ferraris, Raschio, Revelli che vorrebbe impegnare la Giunta regionale ad intervenire a livello parlamentare governativo per sollecitare un comportamento coerente con l'esigenza di soddisfare legittime aspirazioni degli affittuari e a sostegno delle scelte contenute nell'ordine del giorno che verrà trasmesso un'interpellanza urgente dei Consiglieri Nesi e Calsolaro relativamente a una riunione dell'assemblea della Zanussi che avrebbe preso delle determinazioni relative alla chiusura dello stabilimento Castor un'interrogazione dei Consiglieri Revelli e Lo Turco relativa a posizioni della Richard &Ginori di Mondovì un'interpellanza urgente a firma Fabbris, Simonelli, Besate relativa alla conoscenza circa decisioni adottate o meno dal Comitato interministeriale per l'attuazione della legge tessile di concedere finanziamenti a credito agevolato alle industrie tessili un'interpellanza dei Consiglieri Revelli e Lo Turco relativa all'ospedale civile Santa Croce di Cuneo un'interrogazione dei Consiglieri Zanone e Gerini relativa alla tutela del paesaggio per i comuni di Avigliana, Buttigliera, Reano, Rivoli, Rosta Trana ecc.
un'interrogazione dei Consiglieri Ferraris, Revelli, Besate, Raschio circa l'unificazione della materia relativa alla formazione professionale presso l'Assessorato regionale del Lavoro e all'Istruzione, per sapere se l'unificazione alla istruzione è stata realizzata interrogazione dei Consiglieri Nesi e Simonelli per sapere se sono state fornite adeguate garanzie circa il mantenimento degli attuali livelli di occupazione presso la soc. Delta di Serravalle Scrivia.
La seduta è tolta ed è convocata con il seguito dell'ordine del giorno che abbiamo oggi non realizzato, per le ore 15,30 del giorno 16; essendo necessario i lavori proseguiranno il giorno 17 con lo stesso ordine del giorno.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13)



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