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Dettaglio seduta n.133 del 18/12/72 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE OBERTO


Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

La seduta è aperta. Hanno chiesto congedo i Consiglieri Carazzoni Gandolfi, Giovana e Revelli.


Argomento:

Documenti - Assegnazione a Commissioni


PRESIDENTE

Fra le comunicazioni del Presidente c'è quella relativa al fatto che sono pervenuti: il disegno di legge n. 70 "Esercizio provvisorio per il bilancio di previsione della Regione Piemonte per l'anno finanziario 1973" che, presentato in data 15 dicembre '72 dalla Giunta Regionale, è stato assegnato alla stessa data alla I Commissione permanente; e il disegno di legge n. 71: "Istituzione del Circondario di Mondovì", che, presentato il 15 dicembre '72 dalla Giunta Regionale, è stato assegnato alla VII Commissione permanente in data d'oggi.
I verbali non possono essere portati in approvazione perché, pur redatti, non sono ancora stati distribuiti ai signori Consiglieri rinvieremo pertanto questo punto alla prossima riunione, a proposito della quale prenderemo determinazioni in seguito.
Su queste comunicazioni, puramente informative, penso che nessuno voglia chiedere la parola. Passiamo pertanto ad "Interrogazioni ed interpellanze".


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione del Consigliere Nesi sulla situazione della Montedison di Ivrea


PRESIDENTE

Interrogazione presentata dal Consigliere Nesi in data 30 novembre '72: "Iniziative per evitare la possibile smobilitazione della Montedison di Ivrea".
Ha la parola per la risposta l'Assessore Paganelli.



PAGANELLI Ettore, Assessore alla programmazione

In ordine alla situazione ed alle prospettive dello stabilimento Chatillon di Ivrea, del Gruppo Montedison Fibre, disponiamo dei seguenti elementi di valutazione: 1) nella recente delibera del CIPE, resa nota il 2 dicembre scorso, si dice che "nel settore delle fibre chimiche, ENI e Montedison costituiranno pariteticamente una società, cui saranno conferite le partecipazioni che i due Gruppi detengono nel settore. La prevalente responsabilità della conduzione del nuovo Gruppo sarà affidata alla Montedison. Al nuovo Gruppo saranno affidati la riorganizzazione e lo sviluppo delle imprese controllate, in particolare attraverso la definizione dei programmi di investimento, della politica di ricerca e della politica commerciale. A tal fine, esso presenterà agli organi della programmazione un programma di ristrutturazione volto a superare le attuali situazioni di crisi nell'arco del periodo 1973-1975. In considerazione dell'opportunità di un coordinamento di tutte le imprese operanti a livello nazionale, il nuovo Gruppo sarà aperto alla partecipazione di altre imprese" Si afferma inoltre, in riferimento ai livelli occupazionali, che il CIPE "prende atto degli impegni che i due Gruppi hanno assunto in sede di contrattazione programmatica per quanto riguarda i problemi di occupazione della mano d'opera impiegata nel gruppo Montedison; in particolare: nel settore delle fibre chimiche, i Gruppi Montedison ed ENI comunque assicureranno nel loro ambito - sulla base del piano di ristrutturazione il pieno assorbimento delle eventuali eccedenze di mano d'opera" 2) nel documento presentato dalla Montedison la scorsa settimana si dice poi che nel giugno scorso la Montedison aveva predisposto un programma per il settore fibre che prevedeva la concentrazione di queste attività in due soli poli, con la conseguente chiusura di diversi stabilimenti, tra i quali quelli della Chatillon di Ivrea e di Vercelli.
Nel nuovo programma portato ad un primo esame del Governo e organizzazioni sindacali, la produzione di fibre verrebbe invece maggiormente articolata, sia quanto a prodotto che a localizzazione, e verrebbero quindi conservate le attività della Chatillon a Vercelli per le fibre artificiali ed ad Ivrea per il nylon 66.
Anche nel quadro di questa soluzione rimarrebbe, secondo la Montedison la necessità di ridimensionare l'occupazione nel settore fibre, ed al riguardo la Montedison afferma: "Per quanto riguarda Ivrea e Vercelli, in queste zone sono concretamente realizzabili intese con terzi per l'installazione di attività di confezione e di trasformazione tessile (abbigliamento sportivo, filature specializzate, tessiture a maglia), con assorbimento del personale reso esuberante dall'attività fibre" 3) come ho già dichiarato in Consiglio, per parte nostra riteniamo troppo vaghe queste prospettive, e non crediamo quindi che il discorso della Montedison possa rappresentare una valida esplicazione delle direttive impartite dal CIPE, che sono estremamente chiare in ordine alla salvaguardia dei livelli di occupazione.
Queste direttive devono ricevere precisa applicazione, ed in questo senso intendiamo svolgere i necessari interventi presso il Governo e la stessa Montedison, proprio per evitare che abbiano a ripetersi gravi vicende come quelle del Valle Susa e più in generale per garantire le prospettive della Chatillon di Ivrea e di Vercelli, non meno che degli altri complessi Montedison in Piemonte.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere interrogante.



NESI Nerio

Ho ascoltato con vivo interesse la risposta dell'assessore Paganelli.
E' assai diversa, per la verità, da quella che la stessa Montedison diede alla mia interrogazione, allorché questa fu pubblicata da alcuni giornali con una precisazione, pure pubblicata dai giornali, in cui affermava con tono alquanto sprezzante che non era il caso che la Giunta Regionale del Piemonte si occupasse della questione perché tutto procedeva, come si diceva un tempo, "secondo i piani prestabiliti". Io ebbi poi un telegramma dal Presidente della Giunta, Calleri, il quale, dopo aver parlato con il Ministro del Lavoro, Coppo, dava dei fatti della Chatillon di Ivrea una versione molto meno ottimistica, e forse molto più responsabile, analoga a quella che ha dato or ora l'Assessore Paganelli, di quella della Montedison. Diceva il Presidente della Giunta: "In questa situazione non è da ritenere che ci siano problemi immediati di occupazione".
Con la risposta ufficiale dell'Assessore Paganelli siamo giunti alla terza fase. Egli ci riferisce fatti molto preoccupanti. In sostanza, la Montedison informa che è previsto un ridimensionamento degli stabilimenti di Ivrea e di Verbania ed un ridimensionamento dell'intero settore fibre e, bontà sua, si dice non aliena - non vorrei avere equivocato - dal prendere in considerazione la possibilità che la nuova Società Eni Montedison per il settore Fibre stabilisca accordi con terzi in modo da assorbire il personale che eventualmente - ma dovremmo dire "certamente" visto che la Montedison ha ammesso che ci sarà un ridimensionamento - sarà perduto da questa nuova azienda.
Mi fa piacere che questa mia interrogazione abbia dato modo all'Assessore Paganelli di dichiarare la insoddisfazione sua e della Giunta, alla quale naturalmente si aggiunge la mia, per l'atteggiamento della Montedison. Di questo ente, non conosciamo neanche adesso, dopo il cosiddetto lodo Carli, la vera struttura azionaria, chi sono gli azionisti (dobbiamo apprenderlo dalla "Stampa", dal "Corriere della Sera", o da "24 Ore"), e credo che non soltanto il Consiglio Regionale non sappia ma nemmeno la Giunta non sappia chi veramente controlla la Montedison, se il capitale pubblico è superiore a quello privato, se l'Imi vi ha parte o no questo ente sta assumendo un atteggiamento di giorno in giorno più protervo, di assoluta noncuranza degli interessi generali e degli interessi di quella che noi abbiamo unanimemente definito la "variabile indipendente", cioè l'occupazione. Io ho viva preoccupazione che all'improvviso, magari proprio in una delle prossime festività, come già è accaduto per il Valle Susa, arrivi al dirigente incaricato di sovrintendere al settore Fibre di Ivrea o di Verbania l'ordine di dare il via ai licenziamenti.
E' un pericolo che credo l'Assessore Paganelli e la Giunta Regionale abbiano ben presente. Ma voglio ribadirlo qui perché l'Assessore all'Industria o la Presidenza della Giunta ne tenga conto nei rapporti che certamente avranno con il mai abbastanza lodato dott. Cefis, facendogli presente che non sarebbe il caso di ritentare in Canavese quella manovra così facile. E' facile amministrare il capitale pubblico ed il capitale privato quando l'unico mezzo di amministrazione è l'annullamento del capitale sociale da una parte, e cioè la rovina dei piccoli azionisti, e dall'altra il licenziamento di migliaia di operai. Questo va detto con chiarezza alla Presidenza della Montedison, sperando che non ci mandi di nuovo qualche funzionario a spiegarci come si fa ad amministrare, dal momento che anche un bambino che frequenta la quinta elementare saprebbe amministrare la Montedison limitandosi a respingere ogni domanda di assunzione, a scrivere "sì" sulle lettere di licenziamento, o a decidere che il capitale, di 500 miliardi, si riduce ipso facto a 250 miliardi.
Io credo che la Giunta farà bene a vigilare su questo problema, che è scottante. Ci sono alla Chatillon di Ivrea, in questo momento, impegnati al lavoro, duemila dipendenti, ed in caso di licenziamenti, con l'Olivetti che non assume da tre anni (il che equivale, stante i suoi normali standard di assunzioni, al licenziamento di tremila persone), la situazione, già molto difficile, si aggraverebbe anche per il Canavese.
Mentre prendo atto, senza potermi dichiarare né soddisfatto n insoddisfatto della parole dell'Assessore, che probabilmente non poteva rispondermi diversamente, richiamo l'attenzione del Consiglio Regionale e della Giunta su questa situazione molto difficile che si sta profilando anche in Canadese. Non lasciamoci sorprendere ancora una volta dagli alti dirigenti della Montedison.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici - Opere pubbliche - Edilizia: argomenti non sopra specificati - Viabilità

Interrogazione del Consigliere Calsolaro ed altri sul mancato coordinamento fra Comune di Torino e Regione Piemonte per l'area metropolitana


PRESIDENTE

Passiamo all'altra interrogazione, letta in Consiglio il 7 dicembre '72 dei Consiglieri Calsolaro, Fonio, Simonelli, Nesi, Viglione: "Mancato coordinamento fra Comune di Torino e Regione Piemonte sull'area metropolitana. Attribuzione di responsabilità".
La risposta è all'Assessore Cardinali, il quale ha facoltà di parlare.



CARDINALI Giulio, Assessore all'Urbanistica

L'interrogazione dei colleghi del partito socialista fa riferimento ad alcune affermazioni fatte dall'Assessore comunale di Torino, Picco, in occasione di un dibattito alla Galleria d'arte moderna del 3 dicembre.
Permettetemi una battuta scherzosa: questa interrogazione, cento anni fa avrebbe potuto dar luogo ad un cartello di sfida, in mancanza delle Carmelitane Scalze, magari dietro il Monte dei Cappuccini.
Ci siamo informati sui motivi che hanno mosso l'Assessore Picco, e li abbiamo individuati in tre punti che non motivano affatto né la doglianza né il significato che ha voluto attribuirvi l'Assessore Picco.
Con l'Assessore Picco ci siamo incontrati, su iniziativa del Comune di Torino, in tre circostanze: una prima volta, in occasione di un convegno indetto dal Comune di Torino, in modo particolare dall'Assessore, e che riuniva tutti i Comuni della prima e della seconda cintura, per l'esame di un piano comprensoriale della zona 167 per l'edilizia economica popolare.
Dicemmo allora con estrema chiarezza che non eravamo disposti a fare, da un punto di vista coercitivo, il piano comprensoriale e che volevamo invece che il Comune di Torino ed i Comuni della cintura si mettessero d'accordo anche perché non ritenevamo opportuno che il problema dell'edilizia economica popolare delle aree della 167 fosse scaricato in parte dal Comune di Torino su quelli limitrofi. Dicemmo anche in quella circostanza che il meccanismo proprio dell'accordo fra i vari comuni interessati avrebbe trovato la Regione disposta ad intervenire per parte sua. Il problema fu poi accantonato proprio per l'impossibilità di giungere al perfezionamento di un accordo fra Torino e i Comuni limitrofi.
Un secondo incontro avemmo con l'Assessore Picco in occasione della presentazione del piano della collina torinese. Anche in quella circostanza i Comuni sollevarono parecchie obiezioni. Forse fu quello il primo meccanismo che ci convinse della necessità di un intervento diretto della Regione al di sopra di parti che da sole non avevano forza sufficiente per realizzare determinati obiettivi o che comunque non erano in grado di dirimere i propri contrasti. D'altra parte, noi ci siamo trovati di fronte ad una curiosa pretesa del Comune di Torino: quella di elaborare piani e di pretendere che la Regione li facesse automaticamente propri. Noi abbiamo sempre proceduto con la massima rapidità alla approvazione di tutte le varianti, di tutti i programmi che lungo la linea urbanistica, cioè attraverso l'iter emerso dalla legge, ha presentato il Comune di Torino: l'abbiamo fatto per i piani zonali, l'abbiamo fatto in tutte le circostanze, cercando di facilitare le cose, rendendoci conto che i problemi del Comune di Torino sono fondamentali per l'assetto urbanistico dell'intera area metropolitana; solo, ci siamo rifiutati di cedere alla presunzione da parte del Comune di Torino, in questo caso dell'Assessore interessato, di trovare nell'Assessorato all'Urbanistica il Napoleone III in grado, con la bacchetta magica, di ottenere in tutte le direzioni ci che era possibile ottenere. D'altra parte, non abbiamo neanche ravvisato nell'Assessore Picco - e lo diciamo con estrema franchezza - l'uomo capace di operare nel 1972 il miracolo che Hausman realizzò a Parigi nel 1850.
Ci siamo trovati poi in una ulteriore circostanza con l'Assessore Picco, proprio in relazione ad un problema su cui avevamo cercato di ottenere la convergenza di tutte le forze politiche: il problema del nuovo insediamento della Venchi Unica. (Quanto sto per dire può anche valere di risposta ad una vecchia interrogazione del Consigliere Nesi, che per motivi vari aveva finito con il decadere). In una riunione con il Comune di Collegno, con la Società, con i Sindacati abbiamo prospettato le varie soluzioni che avrebbero potuto determinarsi in rapporto alla nuova ristrutturazione del complesso. Abbiamo individuato, per parte nostra, la responsabilità regionale di indirizzare la società verso un'area sufficientemente adeguata alla nuova collocazione, anche sollecitando un parere sulla sua idoneità allo scopo ai sindacati, i quali hanno dato parere favorevole a particolari condizioni, riguardanti i mezzi di trasporto e particolari indennizzi relativi al trasporto stesso. Ci siamo messi d'accordo anche con il nuovo Sindaco di Collegno per la risoluzione di quello stabilimento di Collegno.
L'unico punto rimasto aperto era quello relativo al Comune di Torino all'area che la Società Venchi Unica ha in Comune di Torino, e per la quale aveva chiesto lo svincolo da area industriale. Noi dicemmo subito con estrema chiarezza che non intendevamo intervenire in una questione che riguardava il Comune di Torino ed i suoi problemi: chiedevamo soltanto l'impegno del Comune di Torino di affrontare sollecitamente l'argomento.
Purtroppo, la soluzione, che secondo l'impegno preso dall'Assessore Picco e dall'Assessore Fantino avrebbe dovuto essere raggiunta entro l'agosto di quest'anno, è stata rinviata di mese in mese, probabilmente in conseguenza dei piani dei servizi che il Comune di Torino sta approntando, il che ha messo la Società nella necessità di rivedere, o per lo meno di tener ferma la possibilità di reperire le aree del Comune di Caselle, e cioè avviare il meccanismo del trasferimento dello stabilimento. Noi, ripeto, abbiamo cercato non solo di essere presenti, ma di ottenere che si operasse con tempestività, e non possiamo che esprimere rincrescimento di fronte al fatto che determinate situazioni non abbiano trovato ancora soluzione precisando però che ciò non è da imputarsi a ritardi o disinteresse da parte della Regione.
Tornando al problema generale e quindi ai due argomenti ricordati prima il piano della 167, il piano della collina -, credo che la risposta che la Regione ha dato sia proprio quella dell'avvio del piano territoriale del piano di coordinamento dell'area metropolitana; piano che noi intendiamo risolvere proprio con quegli orientamenti che nelle precedenti riunioni avevamo comunicato all'Assessore del Comune di Torino, cioè con la collaborazione di tutti i Comuni interessati, in una visione comune, in una visione, quindi, comprensoriale di tutti gli interessi e nella verifica degli indirizzi programmatici legati all'assetto dell'area metropolitana.
E' evidente, da quanto ho detto, che non condividiamo il giudizio espresso dall'Assessore Picco nella citata riunione alla Galleria d'Arte Moderna del 3 dicembre. Il nostro impegno si traduce nell'essere il più possibile solleciti per quanto riguarda i rapporti con tutti i Comuni in genere, cercando ovviamente di privilegiare il Comune di Torino perché ci sembra il Comune per cui i problemi stessi sono più incalzanti. Ma è chiaro che non possiamo fare dichiarazioni che risulterebbero semplici affermazioni generiche dichiarando il nostro impegno: ci limitiamo ad affidarci ai fatti, ed oggi il fatto direi saliente, quello che in un certo senso li riassume tutti, è proprio questa decisione che la Giunta Regionale ha preso, sanzionata dal decreto del Presidente della Giunta, di affrontare il problema in termini chiari, soprattutto con provenienza da quella autorità che ha i mezzi per farlo ed alla quale tutti indirettamente i Comuni piccoli ed il Comune di Torino riconoscono l'idoneità per farlo.



PRESIDENTE

La parola ai Consiglieri interroganti.



NESI Nerio

Avevo presentato questa interrogazione insieme agli altri colleghi socialisti, alcuni dei quali erano presenti quel giorno, essendo rimasto abbastanza colpito dalle affermazioni fatte in una riunione pubblica contro la Regione Piemonte, da un autorevole esponente, un Assessore del Comune di Torino. Quelle accuse, di indifferenza e di scarsa sensibilità ai problemi dell'area metropolitana ed agli altri problemi che il Vicepresidente della Giunta ha citato sono state ascoltate da alcune centinaia di persone certamente non a conoscenza della realtà dei fatti, e poiché in questi casi tutto il Consiglio, e tutti coloro che della Regione si occupano finiscono con l'essere coinvolti, poiché si fa sempre meno distinzione fra maggioranza e minoranza, avevo ritenuto opportuno inviare insieme agli altri colleghi del Gruppo, questa interrogazione per chiarire le cose.
Sono lieto di averla presentata anzitutto perché il Vicepresidente della Giunta ci ha così riferito su tutta questa serie di incontri e di rapporti che vi sono stati fra la Giunta e il Comune di Torino, di cui forse in mancanza dell'interrogazione non avremmo saputo nulla: per il piano edilizio della 167, per il piano della collina, per il nuovo insediamento della Venchi Unica. E poi perché mi pare che uno dei problemi fondamentali - e lo sottopongo all'attenzione del Vicepresidente della Giunta - per l'assetto regionale, e anche uno di quelli istituzionalmente più importanti, sia proprio quello dei poteri che ha la Regione nei confronti dei Comuni - non soltanto del Comune più importante della Regione stessa ma nei confronti di tutti i Comuni - in ordine ai loro piani ed ai rapporti fra i piani che essi Comuni autonomamente fanno e quelli che fa essa stessa. Cioè, il problema istituzionale che pone questa situazione, la stessa situazione, non dico di contrasto ma di polemica, fra la Regione Piemonte e il Comune di Torino per questi aspetti pongono alla nostra attenzione, per una soluzione a non troppo lunga scadenza, il problema se le Regioni abbiano esclusivamente un potere che viene delegato dall'alto o anche un potere che ci viene delegato dal basso. E' un grosso problema, nel quale ci siamo già imbattuti in occasione della discussione sul piano delle Vallere, quando il Presidente della Giunta ha detto: "Ma noi non abbiamo alcun potere d'interferire in una decisione del Comune di Moncalieri". Il Vicepresidente della Giunta ci sembra orientato nella stessa direzione seppure in un modo che mi pare diverso, più articolato. Non so quale sia la Commissione istituzionalmente competente a ciò, se la I o I'VIII: certo, il Consiglio, la Giunta debbono affrontare questo problema, perché si presenterà sempre più spesso: di fronte ad un piano comunale che sia, a nostro parere, in contrasto con il piano regionale, quali poteri istituzionali e quali poteri politici abbiamo noi? Il problema del piano della collina di Torino, per esempio, che si inserisce poi nell'altro grande problema, quello della ristrutturazione del territorio del Comune e dell'area metropolitana, credo si inserisca e debba essere visto in questa problematica generale.
Io invito pertanto la Giunta a precisarci, perché è suo dovere farlo dando a noi modo di dichiararci o no d'accordo, la sua linea in questo senso. Perché il problema che si è posto con il Comune di Moncalieri l'altro giorno, oggi con il Comune di Torino, potrà presentarsi domani con qualsiasi altro Comune e diventare scottante.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Comunicazioni sul convegno di Conegliano per la situazione della Zanussi


PRESIDENTE

L'Assessore Visone vorrebbe informare brevemente l'assemblea - a titolo di ragguaglio puro e semplice, perché il problema non è all'ordine del giorno - sulla sua partecipazione ai lavori svoltisi a Conegliano per il problema della Zanussi. Ovviamente, non si dovrà poi aprire una discussione.



VISONE Carlo, Assessore al lavoro

Signor Presidente, colleghi, come era stato qui preannunciato, per iniziativa della Regione veneta si è tenuta a Conegliano un'assemblea dei rappresentanti i lavoratori della Zanussi, dei sindacati, delle Regioni interessate e degli enti locali (anche se le Regioni interessate, in realtà, sono state scarsamente rappresentate). E' stato esaminato a fondo il problema della ristrutturazione della Zanussi. A nome della Giunta e del Consiglio, ho esposto quanto era emerso nella discussione tenuta in una delle ultime riunioni del Consiglio Regionale, e ci siamo lasciati con l'impegno, da parte della Regione veneta, di guidare un'azione tra le varie Regioni, per una sollecita, immediata pressione presso gli organi governativi, presso il Cipe, per la discussione del piano Zanussi.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Lo Turco. Però, non potrei dargli la parola su questo argomento, dato che il Regolamento non lo consente.
Vorrà dire che chiuderemo un occhio dato che siamo prossimi al Natale.



PRESIDENTE

LO TURCO Giorgio



PRESIDENTE

Desidero brevemente dare atto all'Assessore Visone di aver tenuto coerentemente, nella Conferenza di Conegliano, l'atteggiamento deliberato dal Consiglio con il suo ordine del giorno di adesione.
Nel dibattito effettuato a Conegliano è venuta la proposta di formare un Comitato di coordinamento per un fronte contrattuale allargato nei confronti del Governo e del Parlamento, capace di portare ad una rapida soluzione la questione Zanussi. Vorrei proporre al Consiglio di inviare fin da oggi un telegramma al Presidente della Giunta Regionale veneta di adesione a questo Comitato e chiedere che il Comitato entri in azione subito per esaminare, di concerto con le altre Regioni, un'azione rapida ed efficace da condurre perché si arrivi alla soluzione del problema occupazionale nel gruppo Zanussi.



PRESIDENTE

Nel corso della seduta dovrò riunire i Capigruppo: in quella sede prenderemo delle determinazioni e, se tutti saranno d'accordo, il Presidente del Consiglio, a nome del Consiglio, invierà eventualmente un telegramma.
Il Consigliere Ferraris, mi comunica il Consigliere Marchesotti, come capo del Gruppo del PCI, è impegnato ad Asti per una vertenza sindacale, e chiede congedo. Io oggi non formalizzo la cosa, e accordo il congedo osservo però che il congedo va chiesto personalmente dagli interessati: il Regolamento non prevede che altri possano farsi parte diligente.
Il Consigliere Assessore Chiabrando ha dovuto assentarsi per una riunione del Comitato contro l'inquinamento atmosferico.


Argomento: Esercizi provvisori

Esame del disegno di legge per l'esercizio provvisorio (rinvio)


PRESIDENTE

Dovremmo passare ora al punto quarto dell'o.d.g. "Esame del disegno di legge per l'esercizio provvisorio", che peraltro non è pronto.
Ha facoltà di parlare il Presidente della I Commissione, Consigliere Garabello.



GARABELLO Enzo

Signor Presidente, la Commissione ha preso in esame stamane questo punto all'ordine del giorno ed ha trovato una unanimità di consensi su due ordini di preoccupazioni che ci inducono a non portare questa sera all'approvazione del Consiglio questo disegno di legge.
Il primo è di natura squisitamente formale. Abbiamo ritenuto sia bene non stabilire il precedente, in materia così importante, di adottare procedure di tempo minimo di esame da parte del Consiglio regionale. La legge è stata annunziata da lei in seduta ed il testo è stato consegnato poco fa ai Consiglieri regionali, mentre ai membri della I Commissione è stato consegnato qualche ora prima, in tempo per la riunione della Commissione stessa. Non è quindi trascorso, fra la ricezione del documento da parte di tutti i Consiglieri, neppure quel minimo di ventiquattr'ore di tempo che è indispensabile per condurre un esame del documento in modo da poter giungere ad una determinazione, indipendentemente dal lavoro svolto dalla Commissione.
L'altro motivo è pur esso di natura formale, anche se si lega più a motivi sostanziali. Nel disegno di legge era previsto, direi con notevole analogia con le leggi di approvazione del bilancio provvisorio da parte del Parlamento per la contabilità dello Stato, un comma all'art. 1 che parla del disegno di legge o del bilancio all'esame dei competenti organi. Ora abbiamo potuto riscontrare che nelle leggi dello Stato che approvano l'esercizio provvisorio è sempre riferita la data, normalmente nei termini costituzionali in cui è stato presentato dal Governo al Parlamento il bilancio. Poiché certamente non si poteva affermare, in una legge che era all'esame di organi competenti quando formalmente il bilancio non è stato consegnato al Consiglio Regionale, si è ritenuto meglio in ogni caso rinviare alla prossima seduta l'esame del provvedimento, in quanto in tal modo la Giunta avrà la possibilità, nella seduta di mercoledì, di licenziarlo e di consegnarlo subito alla Presidenza del Consiglio.
Mi limito agli aspetti formali che ho indicato, tralasciando le considerazioni di natura più sostanziale legate a questo fatto della conoscenza del documento; aspetti formali che in questo caso sono stati rilevati da tutti e riconosciuti come tali anche dal rappresentante della Giunta, Assessore Paganelli.
L'accordo sarebbe pertanto che la Giunta mercoledì approvi il bilancio lo passi immediatamente alla Presidenza del Consiglio: a quel punto la Commissione potrà deliberare sull'esercizio provvisorio, anche se con accentuazione dell'aspetto di gestione di voci di spesa corrente e non di spesa straordinaria per il periodo di esercizio provvisorio.
E giunta però notizia informale, tramite la radio e tramite qualche collega, che sarebbe stato emanato un provvedimento da parte del Governo della Repubblica in merito a questa situazione che evidentemente investe tutte quante le Regioni: si direbbe semplicemente che il Governo autorizza le Regioni a prorogare al 31 dicembre 1973 praticamente il bilancio del '72. Non abbiamo il documento in mano, non possiamo pertanto pronunciare a ragion veduta un giudizio su di esso. Ritengo però che vi sia tempo sufficiente nei due o tre giorni che ci separano dalla prossima seduta per esaminare esattamente il contenuto del documento e prendere quindi in Consiglio Regionale le determinazioni conseguenti, siano o non siano da approvarsi dei provvedimenti da parte del Consiglio regionale stesso.
Quello che tengo ad affermare è che, al di là di questa ultima circostanza, peraltro estremamente importante ed interessante, la Commissione si è espressa unanimemente per le procedure che ho ricordato e in questo ha trovato anche l'adesione del rappresentante della Giunta l'Assessore al bilancio Paganelli.



PRESIDENTE

Allora, l'esame del disegno di legge per l'esercizio provvisorio è aggiornato e sarà portato all'ordine del giorno della prima riunione di cui oggi determineranno la data nella conferenza dei Presidenti dei Gruppi.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Ordine del giorno dei Consiglieri Viglione e Vecchione sul fermo di polizia e circa sentenze della Magistratura in materia di sciopero (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo al punto quinto all'o.d.g.: "Discussione dei seguenti ordini del giorno: ordine del giorno presentato in data 14/12/1972 dai Consiglieri Viglione e Vecchione circa sentenze della Magistratura in materia di sciopero ordine del giorno presentato in data 14/12/1972 dai Consiglieri Viglione e Vecchione sul fermo di polizia".
Chi dei due presentatori intende illustrare il primo dei due ordini del giorno?



VIGLIONE Aldo

Siccome abbiamo sottoscritto entrambi tutti e due questi ordini del giorno, l'avv. Vecchione ed io ci siamo suddivisi i compiti nel senso che egli tratterà il primo argomento mentre io mi occuperò del secondo.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Fassino. Ne ha facoltà.



FASSINO Giuseppe

A nome del mio Gruppo sollevo una pregiudiziale: siamo venuti in possesso di questi due ordini del giorno soltanto oggi, ragion per cui il nostro Gruppo non ha potuto riunirsi per concordare il suo atteggiamento chiedo pertanto, pregiudizialmente, che questa discussione sia rinviata a norma di regolamento.



PRESIDENTE

In effetti, dopo la presentazione non sono trascorsi che due giorni per di più un sabato e una domenica, giornate festive, e lo stesso presidente, che ha dovuto andare in sede per la questione della Pininfarina, ieri, ha dovuto ricorrere a...



VIGLIONE Aldo

Così stando le cose, chiedo che l'Ufficio di Presidenza, e conseguentemente il Consiglio, rispetti costantemente in ogni caso il Regolamento e che pertanto i termini da esso fissati per il deposito dei disegni di legge e per le relazioni siano scrupolosamente osservati. Dalla prossima seduta, ogni qual volta rileverò eccezioni alla norma non esiter a porre anch'io la questione.



PRESIDENTE

Sono lietissimo di questo richiamo al Regolamento.



VIGLIONE Aldo

Lo si fa però soltanto in determinate occasioni.



PRESIDENTE

Prendo impegno di osservarlo nei confronti di tutti. Signori Consiglieri, tengano nota di questo.
Ha facoltà di parlare il Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Noi abbiamo ricevuto oggi il disegno di legge regionale : "Esercizio provvisorio per il bilancio di previsione della Regione".....



PRESIDENTE

L'argomento è superato, e pertanto su quello non le posso più concedere di parlare. Mi perdoni, ma non posso infrangere il Regolamento dopo che or ora mi sono sentito dire che debbo farlo osservare scrupolosamente.



BERTI Antonio

Non intendo affatto parlare dell'esercizio provvisorio, avv. Oberto, ma soltanto far rilevare che il testo ci è stato consegnato mezz'ora fa, pur trattandosi di un documento importante come una proposta di legge, eppure nessuno, tanto meno il Consigliere Fassino questa mattina in Commissione ha sentito il bisogno di far rilevare che non si poteva discutere in queste condizioni. D'altra parte, la consegna di testi di legge all'ultimo minuto è pratica ormai consueta, frequentemente seguita in questo nostro Consiglio, per cui mi fa specie che il Gruppo liberale senta il bisogno di riunire il proprio Gruppo per discutere questa volta una mozione.
Noi abbiamo sempre sostenuto l'esigenza che l'iter delle leggi, delle mozioni eccetera sia rispettato, e quindi non staremo certo a dolerci che si voglia seguire un iter che rispetti completamente i termini: tuttavia non trattandosi in questo caso di leggi, ma semplicemente di una mozione su un argomento di cui è pensabile che una forza politica, per di più facente parte del Governo, abbia piena conoscenza ed anche chiarezza di opinione riteniamo che la discussione si possa fare. Ci rifiutiamo di pensare che il Gruppo liberale non sia in condizione di discutere di questi ordini del giorno, tenuto anche conto della pratica ormai consueta per questo nostro Consiglio regionale. Devo anche far rilevare che la mozione era stata regolarmente annunciata nella seduta di giovedì sera come iscritta all'ordine del giorno. Stando le cose in questi termini, chiediamo che sia posta in discussione, salvo per il futuro impegnarci al rispetto dei termini, secondo l'auspicio fatto.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare Consigliere Fassino.



FASSINO Giuseppe

Forse non ho espresso compiutamente e chiaramente il mio pensiero. Ho fatto rilevare che sono stati consegnati soltanto oggi questi due ordini del giorno (non sono mozioni) non ho affermato certo che il Gruppo liberale non abbia idee precise in proposito, dal momento che facendo parte del Governo, il PLI ha approvato uno di questi due provvedimenti: occorre per che su argomenti così delicati ogni Gruppo possa decidere avendo sotto gli occhi nel suo testo integrale il documento in discussione.
Penso quindi che, come altre volte abbiamo rimandato altre discussioni non crolli nulla se si rimanderà anche questa volta. Non muovo appunti alla Presidenza su questo argomento: dico soltanto che non abbiamo potuto leggere il testo e non abbiamo quindi potuto decidere in conseguenza, com'è nella norma, credo, di tutti i consessi civili.



PRESIDENTE

Il richiamo al Regolamento è pertinente, senza dubbio. Bisognerà allora che i signori Consiglieri si armino di un poco di pazienza e al termine delle sedute rimangano in aula ad ascoltare la lettura di tutti questi documenti nella loro integralità. Poiché se io avessi fatto leggere questo testo integralmente, anche se ciascun Consigliere ne ha avuto copia con molto ritardo, sarei in grado ora, applicando il Regolamento, di far svolgere la discussione. Siccome è stato letto solo in sunto, evidentemente non sono in condizioni di superare l'eccezione di carattere procedurale avanzata su questi due argomenti.



SANLORENZO Dino

Io ho qualcosa da obiettare a questa procedura, perché....



PRESIDENTE

Abbia la cortesia di intervenire dopo aver preso posto nei banchi dei Consiglieri, poiché può interloquire solo in veste di Consigliere.



SANLORENZO Dino

Veramente, non so ....



PRESIDENTE

Dell'Ufficio di Presidenza è il Presidente del Consiglio che parla come tale...



BERTI Antonio

Il Vicepresidente avrà pure il diritto di parlare.



PRESIDENTE

Non sovvertiamo le cose con criteri assolutamente arbitrari: nessuno ha diritto di parlare senza averne avuta facoltà dal Presidente. Questo è scritto nel Regolamento.



BERTI Antonio

Non pretenderà di riassumere lei le idee di tutti noi!?



PRESIDENTE

Se vengono sollevate questioni che debbano essere risolte dall'Ufficio di Presidenza, a norma di Regolamento il Presidente sospende la seduta riunisce l'Ufficio di Presidenza, lo interpella e poi riferisce al Consiglio.



SANLORENZO Dino

Badiamo comunque alla sostanza. La questione è questa: al termine della seduta precedente sono stati letti per sunto, secondo una prassi unanimemente accettata da tutti i Consiglieri, da tutti i Gruppi, gli ordini del giorno, le interrogazioni, le mozioni che erano state presentate, ed è stato annunciato l'ordine del giorno della seduta successiva, secondo quanto prescrivono la prassi e il Regolamento.
All'inizio della seduta odierna nessun Consigliere ha mosso obiezioni sull'ordine del giorno così come era annunciato. Soltanto un Consigliere quando è venuta all'ordine del giorno una certa questione, ha fatto obiezioni su una prassi che era stata attuata con la approvazione di tutto il Consiglio, per chiedere il non passaggio alla discussione di un argomento che era stato regolarmente preannunciato.
La soluzione da dare a questa questione in sede di assemblea è una, e una sola: si discute il punto che è stato iscritto all'ordine del giorno di cui sono stati comunicati i termini a tutti i Consiglieri, presenti o assenti. Si può solo ammettere che il Consigliere, prendendo spunto dalla questione iscritta all'ordine del giorno, sollevi l'opportunità di adottare per il futuro la prassi di leggere per intero i testi di tutti gli ordini del giorno, innovando rispetto a quella che era stata ampiamente seguita in questo Consiglio. D'altronde, nel Regolamento non è scritto che si debbano leggere i documenti per esteso, e quindi il Presidente, quando ne leggeva il sunto, svolgeva le sue funzioni senza affatto violare alcuna norma, e nessuno infatti ha mai avuto alcunché da obiettare.
La realtà è però un'altra - a questo punto il mio intervento è da Consigliere comunista -: che il partito liberale, come tutta Italia sa, su questa questione è diviso e mentre la maggioranza di esso sostiene la tesi cui si ispira l'ordine del giorno, una minoranza, ampiamente presente peraltro in questo Consiglio, non è della stessa opinione. Dietro una questione di carattere puramente procedurale si cela, quindi, una sostanziale divergenza politica. Tocca però al partito liberale risolvere nel suo seno le proprie questioni politiche, senza far pesare le sue incertezze sull'assemblea con il rinvio di una discussione per motivi che non riguardano affatto i lavori di questa assemblea.
La mia proposta è pertanto che si proceda alla discussione dell'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Io vorrei vedere se è possibile arrivare ad una soluzione di fatto.
Siccome i rilievi sono venuti da parte dei Consiglieri Viglione e Fassino al rispetto formale strettissimo e rigorosissimo del Regolamento da oggi in poi, se tuttavia oggi potessimo sbloccare la situazione sospendendo per il tempo necessario la seduta, riunendosi i singoli gruppi un momento per consultarsi e discutendo successivamente questi ordini del giorno, potremmo continuare con i nostri lavori.
La parola al Consigliere Fassino.



FASSINO Giuseppe

A nome del mio Gruppo ho espresso una pregiudiziale, che ritengo giusta e regolamentare. Non è che se la maggioranza decide di discutere io mi rifiuti di farlo. Rispondo al Consigliere Sanlorenzo: il partito liberale non è diviso, ma è un partito democratico nel quale ognuno pensa ciò che ritiene di pensare. Al Governo la sua delegazione ha assunto una posizione che è stata da tutti sostenuta ed approvata. Sulla democraticità dei partiti è meglio che qui non iniziamo una discussione perché sarebbe molto lunga e ci sarebbero troppe cose da dimostrare.



BERTI Antonio

Tu, Rossotto, sei solo l'avvocato difensore di Calleri.



FASSINO Giuseppe

Io pregherei il Consigliere Berti di lasciarmi concludere. Poiché il Consigliere Sanlorenzo ha voluto politicizzare la questione parlando del partito liberale, era logico che io rispondessi, anche se è antipatico parlare di partiti in questa sede.
Io ho voluto fare delle precisazioni solo per queste ragioni e per nient'altro; per questioni cioè regolamentari. Se la maggioranza vuole discutere, noi siamo pronti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Curci, ne ha facoltà.



CURCI Domenico

Io non so se sia lecito porre degli interrogativi all'Ufficio di Presidenza, cioè se qualche articolo di regolamento lo consente.
Si è discusso, sino a questo momento, se sia lecito o no porre in discussione un ordine del giorno che pure risulta....



BERTI Antonio

A riprova del contenuto politico della richiesta, ci voleva!!



CURCI Domenico

...che pure risulta iscritto all'ordine del giorno. Io non voglio entrare nel merito; l'interrogativo che pongo è questo: si discute se sia lecito o no porre in votazione un documento che pure è iscritto nell'ordine del giorno della seduta di oggi; era lecito in passato porre in discussione e votare tanti documenti (mi riferisco a quelli contrari alla mia parte) che non erano iscritti all'ordine del giorno? Io ricordo che sollevai un'obiezione del genere appellandomi a quell'articolo del regolamento quando era Presidente l'on. Vittorelli e mi fu data risposta negativa, cioè che si potessero votare e discutere ordini del giorno non in programma per quella seduta.
Non so come vogliamo adesso porre rimedio a questa situazione che il Consigliere Fassino ha fatto bene a sottolineare ed io attendo con curiosità che si dica finalmente una parola definitiva in merito, cioè se il regolamento va applicato alla lettera o se è come una fisarmonica da usare secondo i casi.



PRESIDENTE

Io non ho vocazioni musicali quindi non sono un fisarmonicista, cerco di applicare il Regolamento nelle forme che interpreto nel modo migliore naturalmente non vogliamo neanche farci strozzare dalla legge perché avendo studiato legge, come l'ha studiata lei, so che la lettera della legge uccide, mentre è l'interpretazione dello spirito che vivifica anche la legge in un'interpretazione di buon senso, come siamo venuti facendo fino adesso.
Oggi è stata sollevata formalmente un'eccezione procedurale e su questa bisogna che io prenda una determinazione; se ritengo il caso, convocando l'Ufficio di Presidenza, o sentendo quello che è il pensiero del Consiglio magari proponendo. E ho fatto una proposta conciliativa; se questa proposta venisse accettata, se i gruppi si riunissero un momento e si dichiarassero disponibili a far discutere l'ordine del giorno, avremmo sul tappeto la questione procedurale da risolvere con tranquillità e pacatezza per il dopo e potremmo oggi esaurire l'argomento.
La proposta che ho fatto quindi la rinnovo e vorrei che i Presidenti dei Gruppi mi dicessero che cosa ritengono di fare.
La parola al Consigliere Nesi.



NESI Nerio

Mi pare che la situazione sia abbastanza complicata. Io credo che faremmo bene ad accogliere la proposta del Presidente del Consiglio riuniamoci un momento, sdrammatizziamo la cosa e ci ritroviamo fra dieci minuti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

Se si vuole dare un'interpretazione estremamente restrittiva, a questo punto dobbiamo dire che l'eccezione può avere rilevanza.
"L'ordine del giorno della seduta iniziale di ciascuna sessione e delle sedute convocate a domicilio, è pubblicato e comunicato ad ogni Consigliere, di regola, almeno tre giorni prima della seduta, salvo la facoltà del Presidente di abbreviare il suddetto termine per motivi di speciale urgenza".
L'ordine del giorno dovrebbe essere mandato sempre a domicilio e almeno una settimana prima o anche otto giorni prima per avere la certezza che giunga in tempo. Non abbiamo mai raggiunto questo risultato; se da domani si vuole raggiungere questo risultato si deve però decidere almeno quindici giorni prima ciò che deve essere discusso perché passi ai capigruppo all'Ufficio di Presidenza ecc. Ogni mese quindi noi faremo un calendario immaginate che difficoltà. Però la norma non è così rigida come parrebbe: se l'interpretazione dovesse essere data in senso liberale (non liberale di partito, ma con una certa applicazione estensiva della norma) dovremmo dire che è facoltà del Presidente di iniziare almeno questa discussione.



PRESIDENTE

Qualcuno chiede ancora la parola? Mi pare che la proposta possa essere accolta.
La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Vorrei sollecitarle direttamente questa sospensione perché il mio Gruppo ritiene di doversi consultare sulla questione procedurale per facilitare e rendere più immediata la decisione.



PRESIDENTE

Sospendiamo allora la seduta per un quarto d'ora.



(La seduta, sospesa alle ore 16,30, riprende alle 17,05)



PRESIDENTE

Sull'argomento relativo agli ordini del giorno qualcuno chiede di parlare? Consigliere Fassino, ne ha facoltà.



FASSINO Giuseppe

Voglio comunicare che ritiro la pregiudiziale che avevo posto sui motivi procedurali, era una pregiudiziale esatta, che non aveva nulla di politico.
Sull'ordine del giorno si legge però "Preso in esame il progetto di legge", progetto che noi abbiamo visto sui giornali o appreso da altre comunicazioni, ma che non abbiamo ufficialmente di fronte; quando lo potremo esaminare nella sua stesura esatta, siamo d'accordo di portarlo in discussione in questa assemblea.



PRESIDENTE

Qualcun altro chiede di parlare? Consigliere Viglione, ne ha facoltà.



VIGLIONE Aldo

Tenuto presente che è stata ritirata la eccezione procedurale e quindi si ha come non formulata, per un approfondimento del tema noi siamo perfettamente disponibili per un rinvio.



PRESIDENTE

Il Presidente della Giunta chiede di parlare, ne ha facoltà.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Siccome nella presentazione di quest'ordine del giorno c'era un impegno della Giunta, ritengo sia doveroso da parte nostra, dal momento che discutiamo di problemi di interesse non soltanto giuridico, ma di alto valore politico che gli stessi siano approfonditi. Io non ritengo che il presente governo sia né reazionario né fascista, ma che vi siano delle motivazioni per presentare il provvedimento, motivazioni sulle quali possiamo essere o non essere d'accordo, ma che certamente meritano quel tanto di credito che dobbiamo dare alle parti politiche e alla lunga tradizione di antifascismo che caratterizza quanto meno il Ministro dell'Interno di questo governo; dobbiamo fare credito di un esame più approfondito del provvedimento per poter assumere, in ordine al medesimo delle posizioni che siano sentite e non che emergano da una valutazione o improvvisata, o di carattere superficiale che certamente non farebbe onore ad un'assemblea regionale come la nostra.
Io sono grato a coloro che hanno presentato questo ordine del giorno per avere assunto questa posizione al fine di consentire un maggiore approfondimento, testo della legge alla mano, e la possibilità di fare delle scelte che rispondano a quei sentimenti di antifascismo, di antitotalitarismo che credo siano presenti in questa assemblea.



PRESIDENTE

Il Consigliere Berti ha facoltà di parlare.



BERTI Antonio

Noi prendiamo atto dell'esigenza di un maggiore approfondimento della questione. Abbiamo prima sostenuto che a nostro giudizio il fatto che del progetto di legge ne abbia parlato il Consiglio dei Ministri potesse porre ogni forza politica nella condizione di valutare esattamente la portata di questo intervento. Ci rendiamo tuttavia conto che la questione passa anche attraverso i partiti, le varie forze politiche non sono unite, al loro interno, su questa questione e trattandosi per l'appunto di un'altissima questione politica che non può essere giudicata quando si riscontri che qualcuno non è in grado di dare un giudizio serio ed approfondito, noi poiché vogliamo che si apra un dibattito, siamo d'accordo di rinviare l'ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vera.



VERA Fernando

A me pare che le riserve che da più parti, compreso il mio partito, si muovono nei confronti di questo provvedimento (che indiscutibilmente pu trovare giustificazione soltanto in una situazione eccezionale, mentre dalla visuale di uno stato democratico pare quanto meno discutibile) impongano un esame approfondito di quella che è la sostanza del provvedimento stesso e dei termini giuridici dello stesso, al di là di quelle che possono essere espressioni passionali che mi pare abbiano un po' recepito i presentatori dell'ordine del giorno. Quindi anche il nostro gruppo è favorevole ad un rinvio della questione per consentire una discussione più approfondita e più meditata.



PRESIDENTE

Il Consigliere Bianchi ha chiesto di parlare, ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Non ho altro da aggiungere a quanto detto dal Presidente della Giunta sono d'accordo nel sollecitare, per le ragioni già dette, il rinvio dell'argomento.



PRESIDENTE

Allora non c'è luogo che io decida sulla questione pregiudiziale e regolamentare che è stata ritirata dal Consigliere Fassino. Prendo atto che su questi due ordini del giorno vi è concordia del rinvio, mi diranno quando sono disponibili per la discussione, in maniera che vengano ricollocati all'ordine del giorno di una prossima seduta.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Elezione di un Vicepresidente del Consiglio Regionale (rinvio)


PRESIDENTE

Dovremmo ora passare al sesto punto all'ordine del giorno "Elezione di un Vicepresidente del Consiglio Regionale".
Nessuno chiede di parlare su questo argomento? Mi pare sia stato il Consigliere Nesi che ha sollevato la questione nella riunione dei presidenti di gruppo, e anche per iscritto.



SIMONELLI Claudio

Mi sembra opportuno rinviare ad altra seduta.



PRESIDENTE

C'è la richiesta di rinviare ad altra seduta.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Il Presidente della Giunta è disponibile a dare il suo parere.



PRESIDENTE

Il Consigliere Viglione chiede di parlare, ne ha facoltà.



VIGLIONE Aldo

Signor Presidente, noi riteniamo che il problema non dovrebbe nemmeno essere sollevato, bensì iscritto d'ufficio. La nostra iniziativa aveva una motivazione proprio perché ritenevamo che la questione dovesse essere risolta. Certamente i gruppi non avranno ancora avuto la possibilità di consultarsi, per la brevità del termine trascorso e quindi un rinvio a dopo le feste consentirà a tutti i gruppi politici di valutare esattamente l'importanza dell'argomento e di non trascurarlo.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

La Giunta è d'accordo.



PRESIDENTE

Il Consigliere Berti ha facoltà di parlare.



BERTI Antonio

Io prendo lo spunto per fare alcune considerazioni. Mi stupisce che il Presidente del gruppo liberale non abbia chiesto il rispetto dell'ordine del giorno, ha appena finito di sostenere l'esigenza che venga rispettato.
Occorre sempre essere coerenti. Io questa battuta l'ho voluta fare perch non bisogna strumentalizzare troppo le cose: prima Fassino si alza e chiede il rispetto immediatamente e per il futuro dell'ordine del giorno, ora trattandosi di una questione che lo mette in imbarazzo non si oppone al rinvio.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Fassino non si è ancora pronunciato!



BERTI Antonio

Lo dico anche perché si pronunci! Un'altra considerazione è questa: noi vorremmo sapere a questo punto quali sono i motivi (e lo chiediamo al Presidente ed ai Consiglieri di maggioranza) per cui non si procede a rinnovare la vicepresidenza.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Mi stupisco che il Consigliere Berti lo chieda al Presidente della Giunta il quale, in ordine alla formazione dell'Ufficio di Presidenza, ha reiteratamente dichiarato di non avere alcun particolare rapporto e quindi non coinvolgendo nel problema la responsabilità della Giunta, di lasciare la più ampia libertà al Consiglio, senza una posizione pregiudiziale della Giunta che sarebbe evidentemente fuor di luogo.
Se me lo chiede dal punto di vista politico, glielo posso dire fuori da questa sede, ma come Giunta non posso che mantenere questa posizione che mi sembra l'unica e la più corretta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Fassino.



FASSINO Giuseppe

Vorrei unicamente rispondere al collega Berti che io non mi ero richiamato al rispetto preciso dell'ordine del giorno, che peraltro va rispettato; partendo da una vecchia espressione di Einaudi "conoscere per deliberare" avevo sostenuto che prima di deliberare dobbiamo conoscere.
Riceviamo oggi un ordine del giorno, non conosciamo i documenti autentici che l'hanno provocato, lo sappiamo per sentito dire, per averlo letto chiedevo il tempo per poterli discutere col mio Gruppo.
Io sono sempre favorevole a che si rispetti l'ordine del giorno e quando tutti siamo d'accordo nel rispettarlo sono d'accordo anch'io.
Naturalmente mi associo a quanto diceva Viglione: se non ci sono ancora stati degli accordi per arrivare a questa elezione, è inutile che ci gingilliamo a discuterne qui, sarà bene che il più presto possibile si arrivi a definire questa situazione che da molto tempo si trascina e che deve in qualche modo essere risolta.



PRESIDENTE

Il Consigliere Raschio ha delle proposte da fare?



RASCHIO Luciano

No.


Argomento:

Elezione di un Vicepresidente del Consiglio Regionale (rinvio)

Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Abbiano allora un momento di pazienza, per non sospendere la seduta io direi, se i presidenti dei gruppi sono d'accordo, all'ordine del giorno della seduta di venerdì (vediamo adesso se farla al mattino o al pomeriggio perché la sala si è resa disponibile per tutta la giornata) metterei: approvazione verbali sedute precedenti; interpellanze e interrogazioni (in quanto vi siano naturalmente); comunicazioni del Presidente; esame del disegno di legge per l'esercizio provvisorio, o nella formula proprio della proroga dell'esercizio provvisorio, o dell'adozione di quella norma che abbiamo sentito attraverso un comunicato televisivo l'altra sera, essere stata predisposta nel senso che il bilancio del 1972 per tutte le Regioni varrebbe anche per il 1973, attese difficoltà di ordine tecnico. La radio e la televisione sono una bellissima cosa, i giornali altrettanto, ma per disporre dell'esistenza o meno di una legge bisogna conoscerla; quindi io lo metto all'ordine del giorno.
Non metto invece gli ordini del giorno che sono stati portati oggi aspetto che vi sia un'intesa dei gruppi e li collocheremo la prossima volta; non metto l'elezione di un Vicepresidente perché la proposta è stata fatta per dopo le feste.



VIGLIONE Aldo

Nell'ordine del giorno permane.



PRESIDENTE

Devo riunire un momento i capigruppo perché non c'è accordo sulla data di convocazione del Consiglio.
La seduta è momentaneamente sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17,20, riprende alle ore 18)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
La conferenza dei Presidenti di gruppo è venuta nella determinazione in relazione anche ai notevoli impegni che molti Consiglieri che fanno parte delle Commissioni hanno nei prossimi giorni e fino alla vigilia di Natale, 20, 21 e 23 dicembre per le consultazioni che debbono essere fatte in relazione alla legge sui comprensori montani e in relazione anche a consultazioni che altre Commissioni hanno in corso in questi giorni, di consentire che quelle si sviluppino ordinatamente; e pertanto il Consiglio non sarà più convocato nel mese di dicembre, anche perché il Presidente della Giunta mi ha detto che ritiene di ritirare il disegno di legge sull'esercizio provvisorio in quanto le notizie pervenute sarebbero tranquillanti nel senso che il bilancio '72 slitta anche sul '73 e quindi non c'è bisogno di questo elemento formale di proroga dell'esercizio provvisorio.
Il Presidente della VIII Commissione mi ha dato atto che nella giornata di mercoledì avrebbe disponibile la relazione sui tre circondari di Ivrea Alba e Pinerolo, tuttavia non saremmo più in tempo per poterlo fare avere a norma di Regolamento, a tutti i Consiglieri per poter intervenire.
D'altra parte i Presidenti dei gruppi hanno convenuto che portandoli in una riunione del mese di gennaio questi tre disegni di legge sui circondari, in quella sede si potrà discutere non soltanto del problema specifico dei circondari ma avviare il discorso sul problema del comprensorio, cercando di delinearci le linee politiche di questa nuova realtà.
La conferenza dei Capigruppo ha ancora dato mandato all'Ufficio di Presidenza di approfondire l'esame relativo alla sede del Consiglio e all'aula consiliare, cosa che sarà fatta, per portare una delibera all'esame del Consiglio stesso per le determinazioni relative. Pertanto niente più in dicembre e se anche sborderemo - e la cosa personalmente un poco mi rattrista non tanto come Presidente del Consiglio, se me lo consentono, ma come amico della montagna - anche se dovremo andare al di là del 7 gennaio per l'approvazione della legge sulla montagna, è una necessità in quanto le consultazioni in corso non possono mettere in condizioni la Commissione di esaminare a fondo il disegno di legge e di portarlo tempestivamente all'approvazione del Consiglio.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori

Argomento:

Interpellanze (annuncio)


PRESIDENTE

Prima di riconvocare il Consiglio formalmente, prego il Consigliere Segretario di voler dare lettura integrale di una interpellanza urgente che verrà trasmessa per i canali regolamentari.



MENOZZI Stanislao, Segretario


Argomento: Varie

Voti augurali per le festività natalizie


PRESIDENTE

Prima di lasciarci mi consentano, signori Consiglieri, di fare a tutti e a ciascuno di loro e alle loro famiglie gli auguri più vivi e cordiali per le prossime festività natalizie e per il nuovo anno.
Tirando molto rapidamente un consuntivo dell'anno che abbiamo quasi alle spalle dobbiamo dire che se anche vi sono delle situazioni di qualche delusione, vi è tuttavia una massa confortevole di lavoro portata innanzi con tanto spirito di responsabilità da parte dei Consiglieri, da parte della Giunta sotto il profilo esecutivo di questo lavoro impegnativo della Regione. Guardarci alle spalle vuole soltanto dire, evidentemente, prendere spinta per andare avanti; ed il 1973 io penso, spero e mi auguro sarà veramente l'anno in cui la Regione avrà una sua presenza estremamente qualificata, al servizio dell'interesse della collettività piemontese spinti come siamo tutti dal desiderio di fare di più e di fare, se possibile, anche meglio.
Un augurio pertanto cordiale, al quale accompagno un augurio più vasto se me lo consentono, che penso certamente da loro condiviso: non soltanto per il bene e la fortuna della nostra Regione, non soltanto la soluzione dei problemi che ci stanno particolarmente a cuore, non soltanto il bene nostro e delle nostre famiglie, ma il bene dell'umanità; e il bene dell'umanità si chiama essenzialmente pace, questa pace che noi sentiamo intimamente, ma che vediamo in altre parti del mondo non esistere. Lasciate che diciamo che la doccia scozzese di questi ultimi giorni di una pace che sembra altalenarsi, andando e venendo, ogni giorno accreditandosi con un poco di speranza e ogni giorno dandoci una delusione. Questa pace si chiama ora Vietnam, e che potrebbe portare nel mondo veramente una grossa posizione di riequilibrio, si verifichi, se possibile ancora in questo scorcio del 1972, ma non ci porti innanzi oltre nel 1973.
Credo di avere altra volta detto che la pace è un bene indivisibile, lo ripeto anche questa sera, colleghi Consiglieri, perché insieme ci meditiamo; non basta che noi abbiamo la nostra pace, bisogna che ci sia la pace di tutti, e perché ci sia la pace di tutti bisogna che non vi sia, da nessuna parte, la guerra.
Per quanto si riferisce poi in modo particolare a noi, questo anno è stato sottolineato da talune vertenze di natura sindacale, ne abbiamo avuto più di una volta la eco anche in quest'aula: che il 1973, anche in questa direzione, voglia significare un modo nuovo di intenderci, un colloquio più approfondito, la soluzione di problemi, l'affrontare questi problemi in uno spirito di maggiore cordialità e di maggiore serenità.
Gli auguri più cordiali del vostro Presidente.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Comunicazioni sul problema della Zanussi e della Pininfarina


PRESIDENTE

LO TURCO Giorgio



PRESIDENTE

Vorrei prendere la parola sulle comunicazioni fatte nella riunione dei Capigruppo. Io avevo proposto un telegramma di adesione al Comitato di coordinamento sulla questione Zanussi dopo il convegno di Conegliano.
Nello stesso tempo chiederei, siccome ci auguriamo tutti di arrivare ad una soluzione rapida di tutti i problemi, se da parte del Presidente del Consiglio o della Giunta c'è qualcuno che possa dare informazioni sull'ultima vertenza della Pininfarina, che è estremamente importante.



PRESIDENTE

Per la Zanussi l'Assessore Visone dice che è in attesa di conoscere la natura della Commissione che è elaborata, ma non definitivamente stabilita.
Appena sapremo in che cosa consiste la funzione della Commissione, riunendo i Capigruppo quel telegramma lo manderemo, ma a ragion veduta se mi consente, cioè sapendo che cosa vuole essere, che cosa sarà questa Commissione.
Per l'altro problema, se l'Assessore Visone crede di poter dare delle indicazioni.



VISONE Carlo, Assessore al lavoro

Io posso solo assicurare che la Giunta segue la vicenda, che all'Ufficio del lavoro è in corso la convocazione della Commissione prevista dagli accordi confederali e che la Commissione, non appena sarà riunita, prenderà le decisioni che riterrà opportune.



PRESIDENTE

Scusi, lei chi è? Voce. Sono un lavoratore.



PRESIDENTE

E allora tenga presente che se vuole parlare... Non faccia terminare questa seduta in una situazione abnorme. Per regolamento io non posso darle la parola, le tolgo anzi la parola.
Non mi vogliano fare sgomberare anche l'aula per cortesia; io ho un regolamento che è il mio padrone ed è il padrone del Consiglio.
La smetta! Esca!



BERTI Antonio

Io ho chiesto la parola, prima.



PRESIDENTE

Gliela darò; prima ho bisogno che il pubblico si comporti come vuole il nostro regolamento.
Il Consigliere Berti ha chiesto di parlare, ne ha facoltà.



BERTI Antonio

Avevo chiesto la parola proprio per prendere lo spunto dagli auguri che lei ha voluto farci.
Noi siamo impegnati in questi giorni in una serie di iniziative per il Piemonte e per le comunità montane, quindi il Consiglio, anche se non si riunisce, continua a lavorare.
Io credo che non sia possibile, tuttavia, liquidare la questione posta dai lavoratori della Pininfarina (di questo abbiamo già parlato) con le parole dell'Assessore. E' vero che c'è una nostra interpellanza di circa quindici giorni fa; che i lavoratori della Pininfarina da tre sedute vengono qui per avere una risposta, ma lei si è preso più volte tempo ed i lavoratori ci chiedono di assumere una posizione; noi l'abbiamo assunta con la nostra interpellanza e chiediamo che il Consiglio si pronunci, che non ci siano soltanto parole di solidarietà (del resto nemmeno provata).
Occorre essere più precisi. Si tratta per voi, o per qualcuno di voi, di dire che hanno ragione i padroni della Pininfarina? Ditelo, ma assumetene le responsabilità. La realtà è che dopo che lei ha annunciato ai Capigruppo e ad una delegazione di lavoratori che aveva avuto la sensazione che la questione si stesse risolvendo, in pratica la fabbrica è ritornata con 850 multe e altri tre licenziamenti. Non si può rimanere insensibili di fronte a questo. Che cosa attendere ancora? E' in atto un tentativo di grossa repressione che bisogna respingere, ecco perché io intervengo con passione perché sono d'accordo con loro, noi dobbiamo darla questa risposta, non ci possiamo nascondere dietro l'accertamento, che poi facciamo discutendo con i padroni.
Io la invito, Presidente, a dire qualcosa in più, ad assicurare che noi siamo contro le repressioni e che facciamo di questa posizione una base della nostra politica, lo abbiamo già detto una volta, lo abbiamo già scritto nello statuto.
L'augurio è fatto di cose concrete, è valido per noi, ma credo che vada fatto soprattutto a quei lavoratori che si battono per i contratti, per migliori condizioni di vita, contro il licenziamento e per l'occupazione.
Questo è l'augurio che noi facciamo qui nella provincia di Torino, ma deve essere detto e difeso con atti concreti.
Io questo le chiedo di fare.



PRESIDENTE

Io l'accontento immediatamente calendario alla mano, per dirle che ho ricevuto io, come Presidente del Consiglio, come l'ha ricevuta l'Assessore Visone....



VISONE Carlo, Assessore al lavoro

Io non c'ero.



PRESIDENTE

L'ho ricevuta il 15 dicembre verso mezzogiorno, l'Assessore Visone non c'era, è rientrato a sera tarda e ho avuto un colloquio anche con lui.
Questa comunicazione l'hanno avuta anche i Capigruppo del PCI, del PSI della D.C., del PSDI, del PRI e del PLI. La lettera reca la firma "Federazione lavoratori metalmeccanici G. Gaude" e c'è una sigla non leggibile per il Consiglio di fabbrica Pininfarina.
Alle 14,30 del 15 dicembre conferivo con il firmatario Gaude in merito a questa sollecitazione. Egli mi diceva a voce di vedere di raggiungere rapidamente l'ing. Pininfarina ed io lo raggiungevo alle ore 15 e gli chiedevo se era in grado di sbloccare una situazione.
Qui bisogna che siamo molto chiari: né il Presidente del Consiglio, n il Presidente della Giunta, né l'Assessore...



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Il Presidente della Giunta non c'entra niente, non è stato minimamente interessato.



PRESIDENTE

....né l'Assessore al Lavoro possono risolvere queste questioni.
Possono prendere dei contatti, se sollecitati, essere strumenti per vedere di farle risolvere nel modo migliore.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

La Giunta non è "strumento"!



PRESIDENTE

Possono essere un mezzo per facilitare delle soluzioni.
Nel colloquio con l'ing. Pininfarina ebbi notizia che erano stati contestati dei motivi di licenziamento, ma non ancora operati dei licenziamenti, per tre persone. Lo invitavo tuttavia a volere mettermi in condizione di poter dire qualche cosa al Consiglio. Io mi sono sempre limitato a dire al Consiglio che avrei riferito quello che l'ing.
Pininfarina avrebbe deciso, avendo una prospettiva: che la soluzione potesse anche verificarsi. Questo è quanto ho detto in Consiglio, ai capigruppo e ai lavoratori che sono venuti con me.
Nello stesso pomeriggio, alle 15,30, veniva da me il collega Marchesotti e lo informavo di questi dati di fatto precisandogli la situazione e precisandogli che avrei conferito ancora nella serata con l'Assessore Visone. L'Assessore Visone era fuori sede ed ho parlato con la sua segretaria. Rientrato in sede l'Assessore alle 18,30, essendo io impegnato in un'altra riunione lo raggiunsi egualmente. Mi precisò che era sulle mosse per partire per il convegno della Zanussi e che, rientrato avrebbe cercato di avere ulteriori notizie.
Nel colloquio con l'ing. Pininfarina lo invitai a voler sciogliere le riserve e mettermi al corrente di quelle che potevano essere le previsioni di un suo intervento. Mi disse che se gli era possibile avrebbe mandato ancora nella stessa serata di venerdì qualche elemento conoscitivo e che in ogni caso l'avrebbe fatto avere nella mattinata di lunedì.
Ieri passai a vedere se per caso era arrivato qualche cosa, non c'era nulla, sul mezzogiorno di oggi è arrivato un documento di quattro pagine che io ho potuto vedere arrivando qui alle tre meno venti e che non ho ancora potuto evidentemente esaminare con quell'approfondimento che un documento di questo genere richiede.
Mi riservavo di riferire dettagliatamente sull'argomento nella seduta di venerdì se ci fosse stata riunione, abbiamo deciso che venerdì riunione non c'è. Se i Capigruppo desiderano essere convocati nella giornata di mercoledì per apprendere queste cose io non ho nessuna difficoltà a farlo rientrando da Roma dove domani vado a portare i saluti e gli auguri in una riunione di Presidenti di Consiglio e di Giunta al Capo dello Stato.
Il Consigliere Berti ha facoltà di parlare.



BERTI Antonio

Prendo atto di queste comunicazioni e sono d'accordo di trovarci mercoledì.
Devo aggiungere che i lavoratori da noi chiedono una posizione politica. E' chiaro che né il Presidente del Consiglio, né il Presidente della Giunta, né il Consiglio intero hanno il potere di costringere il padrone a ritirare i licenziamenti, si tratta di schierarsi da una certa parte e noi diciamo che il Consiglio, come ha già fatto altre volte, pu schierarsi dalla parte di coloro che lottano per il contratto. Questa è la posizione che noi diciamo di assumere e noi l'assumeremo nell'incontro dei Capigruppo mercoledì.



PRESIDENTE

Il Consigliere Viglione chiede di parlare, ne ha facoltà.



VIGLIONE Aldo

Anch'io sono d'accordo con il Consigliere Berti, siamo perfettamente consapevoli che non potremo, con la sola nostra forza, ottenere qualcosa dall'azienda, però la nostra forza in che cosa può consistere? Se il Consiglio intero può assumere una posizione (che noi riteniamo debba essere a favore dei lavoratori) evidentemente la nostra forza peserà sulle ultime decisioni. Non vedo perché questa sera non possiamo già farlo, perché non possiamo già condannare i fatti avvenuti; se corrispondono al vero non vedo perché non possiamo condannarli.
Io ritengo che abbiamo il dovere di farlo.



PRESIDENTE

C'è una questione procedurale, permettete allora che la richiami anch'io: l'argomento non è all'ordine del giorno e quindi non è possibile prendere delle posizioni. Il Consigliere Viglione poi, con quella sensibilità da giurista che gli riconosciamo, ha anche detto "se sono veri"; e siamo proprio in fase di accertamento. Quindi anche sotto questo profilo sarebbe molto difficile stasera prendere una posizione che sia adagiata su una situazione di realtà conosciuta.



VIGLIONE Aldo

Allora io chiedo che il Presidente della Regione, il Capo del Governo regionale riceva una delegazione di lavoratori. Siccome non l'ha ricevuta finora, perché non gli è stato chiesto (come ha affermato) riceva fra dieci minuti una delegazione che rappresenti anche al governo, formalmente, le doglianze che sono state rappresentate al Consiglio.



PRESIDENTE

Il Presidente della Giunta ritiene di fare delle dichiarazioni su questa richiesta?



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Io credo che l'Assessore non abbia niente in contrario; per quanto mi riguarda non ho assolutamente niente in contrario a ricevere una delegazione della Pininfarina, voglio soltanto fare notare che non si possono adottare permanentemente due pesi e due misure, per la serietà dei lavori di questa assemblea o è il governo regionale, la Giunta regionale ed il suo Assessore che si assumono queste responsabilità, o è l'Ufficio di Presidenza. Non ci possono essere due organi distinti e diversi, né si possono scaricare sul governo regionale delle responsabilità che il governo regionale non ha. Questo per una giusta ed esatta economia dei lavori del Consiglio.



VIGLIONE Aldo

Però in questo momento ne è stato investito.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Benissimo, nel momento in cui ne sono investito mi assumo le mie intere responsabilità, ma questo deve essere valido per tutti.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18,30)



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