Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.131 del 14/12/72 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE OBERTO


Argomento:

Interpellanze e interrogazioni (rinvio)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Interpellanze e interrogazioni.
Interpellanza dei Consiglieri Besate e Marchesotti del 7/12 /'72 "Vertenza sindacale in atto per il rinnovo del contratto nazionale alla Pinin Farina". L'Assessore Visone è presente.
Gli interpellanti intendono illustrare la loro interpellanza?



MARCHESOTTI Domenico

Se l'Assessore ci dice com'è la situazione, poi parliamo noi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Visone per la risposta.



VISONE Carlo, Assessore al lavoro

Poiché quanto richiesto nell'interpellanza abbisogna di un ulteriore approfondimento per vedere se la Giunta, con il suo intervento, pu addivenire ad uno sbocco positivo, a nome della Giunta chiederei ancora qualche giorno per operare in tal senso.



PRESIDENTE

Gli interpellanti sono d'accordo? Io vorrei sottolineare a questo proposito che ho continuato i rapporti personalmente con l'ing. Pinin Farina in merito a quanto mi era stato richiesto e le trattative continuano. Io mi auguro che approdino ad una conclusione positiva e questo margine di tempo può tornare utile anche per l'opera che mi riprometto di continuare, tenendo informato e anzi facendola, se possibile, insieme con l'Assessore Visone. Quindi rimandiamo la risposta definitiva, sperando che quel tanto di cucito che si è messo insieme, faccia tessitura.
Interrogazione dei Consiglieri Calsolaro, Fonio, Simonelli, Nesi Viglione. Mi spiace ma qui c'è una serie di interroganti, tutti assenti pertanto a norma di Regolamento l'interrogazione decade.



PAGANELLI Ettore, Assessore alla programmazione

La Giunta è anche pronta a rispondere ad un'interrogazione urgente presentata dal Consigliere Nesi sulla Montedison di Ivrea.



PRESIDENTE

Il Consigliere Nesi ha chiesto congedo, quindi non è possibile farla oggi.


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Al punto primo "Approvazione verbali precedenti sedute". I processi verbali del dicembre sono stati distribuiti; i signori Consiglieri hanno delle osservazioni da fare in proposito? Nessuna, allora i processi verbali si intendono approvati.


Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri: Beltrami per giovedì pomeriggio e venerdì pomeriggio; Besate, Carazzoni, Garabello, Giovana, Gerini per giovedì mattina.
Devo a questo proposito (mi scusi il Consiglio) fare presente che l'istituto del congedo è specificamente regolato dalle norme del nostro Regolamento che io ho il dovere di fare rispettare e non è sufficiente pertanto che arrivi una telefonata, a volte non si sa bene di chi, ad annunciare che il Consigliere tal dei tali si pone in congedo . Loro si leggeranno, ciascuno per conto proprio, le norme del Regolamento e vedranno che il congedo è un istituto di carattere estremamente eccezionale perch le norme del Regolamento e dello Statuto prevedono la partecipazione continua ai lavori del Consiglio da parte di tutti i Consiglieri; il congedo dev'essere motivato e ne deve prendere atto il Consiglio il quale potrebbe anche essere autorizzato a non ritenere giustificata la richiesta di congedo.
Faccio questa segnalazione per il richiamo al Regolamento e perché in futuro, per quanto possibile, ci si attenga al Regolamento e l'Ufficio di Presidenza sia in condizione, prima di aprire la seduta, di valutare le ragioni del congedo richiesto. Ovviamente il discorso non si propone nei confronti dei Consiglieri Giovana e Carazzoni che sono in congedo per motivi di salute, indicati come tali sin dal primo giorno in cui si misero in congedo e noi non possiamo che prendere atto della situazione e augurare ad entrambi un pronto ristabilimento. Per tutti gli altri prego di dare le giustificazioni, come vuole il Regolamento.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Comunicazioni del Presidente del Consiglio


PRESIDENTE

Informo che il Commissario del Governo ha posto il visto alla legge regionale approvata l'8 novembre '72, relativa a "Norme provvisorie sullo svolgimento delle funzioni di cui all'art. 3 del D.P.R. 15/1/'72 n. 10 in materia di Consorzi provinciali per l'istruzione tecnica".
Sono pervenuti i seguenti documenti: dal Sindaco del Comune di Verbania, telegramma in cui si segnala la grave situazione derivante allo stabilimento di Pallanza dal piano di ristrutturazione del settore fibre della Montedison e chiede un incontro del Presidente del Consiglio e degli Assessori competenti con una delegazione unitaria dei Capigruppo consiliari. Parleremo con i Capigruppo e vedremo di intenderci in proposito.



BERTI Antonio

Forse vuole parlare dei Capigruppo del Comune di Verbania.



PRESIDENTE

Sì e vedremo di accordarci.
Dal Consiglio di fabbrica della Richard Ginori di Mondovì un documento con cui si invita il Presidente della Giunta Regionale ad intervenire per sbloccare la situazione colà determinatasi dal Sindaco di Chiusa San Michele un ordine del giorno di quel Consiglio Comunale sulla situazione dello stabilimento Zanussi.
Io non ho altre comunicazioni da fare. Su questo argomento c'è l'Assessore Visone che chiede di parlare, ne ha facoltà.



VISONE Carlo, Assessore al lavoro

Signor Presidente, signori Consiglieri, voglio solo comunicare che il Convegno tra le Regioni interessate al problema Zanussi e quindi Castor e Imel, avrà luogo sabato a Conegliano Veneto al Cinema Cristallo alle ore 9,30 e sarà organizzato dalla Regione veneta.


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati - Formazione professionale - Edilizia scolastica

Proposta di legge al Parlamento del Consiglio Regionale del Piemonte per il finanziamento, la formazione e l'esecuzione dei programmi di edilizia scolastica per il quinquennio 1973-1977


PRESIDENTE

Le comunicazioni sono discusse.
Passiamo al punto quarto dell'ordine del giorno "Legge regionale approvata dal Consiglio Regionale il 26/10/'72 concernente i criteri generali per la costruzione, l'impianto, la gestione ed il controllo degli asili nido comunali costruiti e gestiti con il concorso dello Stato di cui alla legge 6/12/'71 n. 1044 e con quello della Regione: determinazioni conseguenti alla mancata apposizione del visto da parte dei Commissario di Governo".
I signori Consiglieri sanno, perché ne abbiamo dato notizia in una delle passate sedute, di questa mancata apposizione del visto; sanno che abbiamo riesaminata la questione e vorrei che il Presidente della Commissione alla quale la legge è tornata dicesse come la Commissione ha pensato di risolvere il problema di carattere formale, se cioè rimettere in votazione l'intero testo nuovo della legge, o semplicemente gli articoli modificativi. E' una questione di procedura e di forma che ha però una grossa rilevanza perché potrebbe costituire motivo di ritorno della legge per cui sommessamente il Presidente proporrebbe che si rivoti la nuova legge quale risulta dalle modifiche apportate, in relazione a quella che era stata l'osservazione fatta dall'organo centrale.
Il Presidente della Commissione? Non c'è. Possiamo andare avanti rinunciando alla relazione fatta dal Consigliere Beltrami come Presidente della Commissione? Io ho la proposta di legge regionale.
Passiamo allora al punto sesto "Esame del disegno di legge n. 50 relativo a 'Proposta di legge al Parlamento del Consiglio Regionale del Piemonte per il finanziamento, la formazione e l'esecuzione di programmi di edilizia scolastica per il quinquennio 1973/1977' ". Relatore il Consigliere Fassino che se vuole può brevemente illustrare la norma.



FASSINO Giuseppe, relatore

Signor Presidente, signori Consiglieri, avrebbe probabilmente dovuto precedere la mia relazione una dichiarazione del Presidente della III Commissione, il quale doveva rendere edotto il Consiglio che la Commissione, pur perfezionando in alcuni punti il progetto della Giunta e lasciando tuttavia inalterata la sostanza, aveva deciso all'unanimità di fare propria la relazione della Giunta. Il Consigliere Besate non è ancora arrivato, lo annuncio io affinché tutti ne siano a conoscenza.
Io mi limiterò ad alcuni brevissimi, cenni sui motivi che hanno indotto la Giunta e la Commissione a presentare questo nostro progetto che d'altronde è congiunto all'iniziativa di molte altre Regioni nel campo dell'edilizia scolastica per il quinquennio '73/77.
La relazione presenta una profonda preoccupazione per la situazione deficitaria degli interventi nel settore dell'edilizia scolastica, dopo aver messo in evidenza l'assoluta carenza di finanziamenti per lo svolgimento dell'ordinaria attività passata alla competenza della Regione.
A quelle che sono le osservazioni formulate dalla Giunta e che, ripeto sono state integralmente accettate, si potrebbero aggiungere altre osservazioni: è necessaria ad esempio, o no, una revisione della legge finanziaria regionale e nel contempo della legge comunale e provinciale per adeguarla alle nuove spese che lo Stato ha via via scaricato sugli enti locali? Sta di fatto che il trasferimento di competenze alle Regioni e la necessità di sopperire alle carenze degli interventi statali, implica uno spostamento del carico finanziario dalla finanza statale a quella regionale. Sotto questo punto di vista è più che opportuna la richiesta di finanziamenti per l'edilizia scolastica da ripartire tra le Regioni in relazione ai fabbisogni ed a precisi parametri.
Resta poi da esaminare l'aspetto più propriamente tecnico, senonché la semplice lettura del Capo I, Titolo I della legge 641 e in particolare dell'elenco degli enti preposti alla formazione dei programmi quinquennali e annuali, rappresenta già un primo indice di inefficacia della legge stessa, mentre le cause che l'hanno resa importante o tardiva - prima tra le quali l'estenuante procedura burocratica - sono note a tutti.
In proposito io penso che si possa fare riferimento allo studio condotto molto bene dal nostro Assessore all'istruzione collega Visone studio statistico che io sintetizzo in questi dati, per quanto concerne il triennio '69/71 di cui all'art 12 della legge statale: opere programmate 582 per un valore di 47.203.000.000 opere ultimate 142 per un valore di 6.228.000.000 opere in esecuzione 248 per un totale di 26.496.000.000 opere in corso di appalto 45 per un totale di 3.556.000.000 opere non appaltate per diserzione delle gare 13 per un totale di 644 milioni opere da appaltare 84 per un totale di 10.279.000.000 Anche se i dati sono aggiornati al 30/6/'71 essi rivelano tutta la drammaticità del problema che intendiamo come Commissione sottolineare, la quale è resa ancora più amara dalla constatazione che di fronte all'enorme fabbisogno arretrato e previsionale di colmare alcune gare d'appalto vanno totalmente deserte.
Il discorso dell'edilizia scolastica riguarda il settore delle infrastrutture e precisamente delle infrastrutture sociali; al di là di ogni retorica si può dire che il valore di un investimento è uguale al valore della totalità di tutte le perdite risultanti dalla sua eliminazione. Comunque è inutile sottolineare ancora una volta in questa sede che ogni intervento in favore della scuola è economicamente redditizio sia per una ragione come per un'altra; al punto in cui siamo, dopo tanta confusione di scritti e di parole sulla necessità di curare il settore della scuola, ogni dichiarazione riteniamo che rischi di diventare retorica. Si tratta cioè - e questo è il valore stesso della nostra iniziativa - di passare dalle intenzioni ai fatti e passare ai fatti significa operare e operare bene ed occorrono volontà e mezzi; la volontà della Regione si manifesta attraverso questa iniziativa, così come si è manifestata attraverso le iniziative di altre Regioni alle quali noi abbiamo voluto immediatamente corrispondere con la nostra. I mezzi li deve dare lo Stato. E' opportuno quindi che la Giunta abbia proposto questo progetto di legge da presentare al Parlamento per il finanziamento dell'edilizia scolastica, suggerendo nel contempo una chiara distinzione di funzioni fra i diversi enti di governo.
Al progetto di legge - che era stato il progetto stesso della Commissione - noi abbiamo aggiunto unicamente due articoli, 11 e 12 che riguardano, così com'è stato fatto per le altre Regioni (e loro lo vedranno dalla legge che è stata distribuita) la proposta di fare fronte agli oneri previsti dalla presente legge come visione di un prestito, denominato "prestito per l'edilizia scolastica" da emettersi in cinque anni finanziari a partire dal 1973, emissione che dovrebbe avvenire improrogabilmente entro il 31 dicembre, prestito per cui valgono le disposizioni, le garanzie ed i privilegi che sono applicabili al debito pubblico.
Con l'art. 12 il Ministro del Tesoro è delegato a definire il piano e le modalità di ammortamento del prestito e con un decreto annuale ogni aspetto tecnico o finanziario inerente all'emissione. Il Ministro del Tesoro è altresì autorizzato a provvedere con propri decreti agli esercizi che vanno dal '73 al '77 con le variazioni di bilancio connesse con l'applicazione della stessa legge.
Questa è l'unica variazione apportata, di comune accordo con l'Assessore e in analogia con quanto è stato fatto dalle altre Regioni affinché questa iniziativa sia analoga a quelle di tutte le altre Regioni e renda più snello, se mai sarà possibile, l'iter della legge che intendiamo presentare.
Vorrei ancora aggiungere come il Parlamento debba valutare l'entità dei fabbisogni su scala nazionale, ma che questa valutazione non dovrebbe essere difficile appunto se tutte le Regioni esporranno i propri fabbisogni, così com'è stato fatto in questo progetto di legge da parte della Regione Piemonte, Giunta e Consiglio insieme.
Riassumendo quindi, possiamo dire che quanto è stato espresso dagli stessi Assessori che si sono riuniti per proporre insieme questa legge possa essere riassunto nella dichiarazione che essi hanno fatto: "Gli Assessori regionali all'istruzione hanno preso atto con profonda preoccupazione (ed è la dichiarazione ufficiale) della situazione deficitaria degli interventi nel settore dell'edilizia scolastica. Tale situazione determina profondi squilibri di ordine sia qualitativo che quantitativo rispetto alla domanda esistente nella società. Poiché tale situazione si riflette negativamente e pesantemente sia a livello del servizio scolastico, sia delle possibilità di soddisfare le istanze di rinnovamento della vita della scuola e dei rapporti tra la scuola e la comunità, appare urgente un provvedimento legislativo di rilancio dell'intervento pubblico nel settore dell'edilizia scolastica. Tale provvedimento, pur riguardando una materia per la quale si afferma la piena competenza delle Regioni, dovrà necessariamente essere fatto proprio dal governo centrale; ciò in quanto la capacità di intervento delle Regioni e degli enti locali è manifestamente inadeguata ad affrontare un impegno di spesa talmente rilevante quale quello richiesto dalla copertura dei fabbisogni arretrati del settore. Di tali esigenze le Regioni si devono fare portatrici, assumendo l'iniziativa legislativa. Con tale atto si intende sia ribadire la primaria competenza regionale in materia di edilizia scolastica, sia proporre un quadro normativo che superi la farraginosità e la complessità procedurale che hanno portato a vanificare le attese riposte dalla legge 641. La nuova legge sull'edilizia scolastica dovrà portare ad una chiara distinzione di funzioni fra i diversi livelli di governo. In tale quadro dovrà competere allo Stato un ruolo di erogatore di finanziamenti necessari per la copertura dei fabbisogni esistenti e di centro di indirizzo e di coordinamento per i programmi regionali.
Le Regioni dovranno vedere la loro competenza esprimersi nella programmazione, nella funzione legislativa, nelle attività amministrative connesse con l'esecuzione dei programmi. Gli enti locali dovranno essere chiamati a partecipare alla programmazione degli interventi e cureranno la loro attuazione con un'attribuzione di competenze che superi le attuali incongruenze e distinzioni di responsabilità.
L'iniziativa assunta dalle Regioni di proporre al Parlamento un progetto di legge per il finanziamento dell'edilizia scolastica, intende pertanto costituire un fattivo contributo ispirato da una concezione genuinamente democratica dei rapporti fra i diversi livelli istituzionali per il rilancio dell'intervento pubblico in un settore di prioritario rilievo sociale per la vita del Paese".
Io ritengo che altro non debba essere aggiunto e riconfermo che la III Commissione ha fatto propria, nella sua integrità, la relazione della Giunta che ha approvato e presentato a questo Consiglio.



PRESIDENTE

Qualcuno chiede di parlare sulla relazione? Il Consigliere Revelli, ne ha facoltà.



REVELLI Francesco

Molto brevemente perché anche il nostro Gruppo in sede di Commissione era stato d'accordo sul progetto di legge. Voglio solo sottolineare l'importanza dell'iniziativa assunta da tutte le Regioni e da quel Comitato di Assessori che è sorto all'indomani della nascita delle Regioni, in cui unitariamente è stata sottolineata l'esigenza sia di rilanciare l'edilizia scolastica che si trova in uno stato di grave carenza, di vedere in modo più corretto, sul piano istituzionale, i rapporti tra le Regioni, gli enti locali e il potere centrale.
Ci pare che questo progetto di legge - approvato dalla Lombardia ed in corso di approvazione nelle altre Regioni - si differenzi già notevolmente dalle proposte governative, e sia di per se stesso una condanna dell'odierna politica del Governo e dei progetti che il Ministro Scalfaro ha sottoposto all'attenzione del Consiglio dei Ministri e delle Commissioni parlamentari. Ci pare che malgrado le indicazioni di efficienza che il Governo vuole portare avanti anche in questo campo e che, come abbiamo già avuto modo di dire più volte, sono una concezione pseudo-efficiente che nasconde invece un progetto conservatore e controriformatore, le Regioni si collocano di fronte alle difficoltà e ai bisogni delle popolazioni e anche al ruolo che i Comuni e gli enti locali debbono svolgere nel campo della programmazione.
Così com'è stato articolato, questo progetto di legge ci pare conforme alle esigenze espresse dal nostro Statuto e da tutti i documenti votati unitariamente o a maggioranza, cui anche il nostro Gruppo ha dato un contributo non secondario per quanto riguarda la scuola e l'edilizia scolastica, in questi anni di attività della Regione.
Quindi annunciamo il nostro assenso al documento in oggetto augurandoci che al più presto tutte le altre Regioni si collochino sulla stessa linea anche per fermare un indirizzo estremamente pericoloso a livello di governo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Visone.



VISONE Carlo, Assessore all'istruzione

Signor Presidente, signori Consiglieri, prima di tutto voglio ringraziare il relatore e l'intera Commissione per la tempestività con cui è stata esaminata la legge in discussione; vorrei solo richiamare l'attenzione, anche se non è il caso stamane di riproporre dei dati, su quanto in Consiglio abbiamo avuto modo di esaminare in occasione della discussione relativa all'interpellanza presentata qualche settimana fa sullo stato dell'edilizia scolastica in Piemonte. Evidentemente erano dati riferentisi al piano che è scaduto e, se dobbiamo fare un rilievo, possiamo dire che la situazione si è aggravata anziché migliorare, proprio per la crescente domanda che viene portata avanti nel settore della scuola.
Quindi io non posso fare altro che ringraziare per la celerità con cui è stata esaminata la legge, augurandomi che il Parlamento provveda, per quanto di sua competenza, a stanziare i fondi necessari per un nuovo piano quinquennale di edilizia scolastica.



PRESIDENTE

Passiamo allora alla votazione. Vorrei pregare i signori Consiglieri di restare in aula perché siamo appena in numero legale.
"'Art. 1 - Al fine di incrementare gli interventi di competenza delle Regioni a statuto ordinario e speciale in materia di scolastica, vengono predisposti i seguenti finanziamenti da inserire nello stato di previsione del Ministero del Tesoro: L. 300 miliardi per l'anno finanziario 1973; L. 350 miliardi per il 1974 L. 500 miliardi per 1975; L. 350 miliardi per il 1976; L. 300 miliardi per il 1977.
I finanziamenti di cui sopra sono destinati all'acquisizione delle aree, alla costruzione, ampliamento, completamento, riattamento arredamento di edifici destinati alle scuole statali, di ogni ordine e grado, nonché alle scuole materne dello Stato, dei Comuni e delle Province.
Si considerano compresi fra i suddetti interventi anche quelli volti alla realizzazione di residenze studentesche, impianti sportivi e di ogni infrastruttura necessaria per lo svolgimento delle attività integrative della scuola e per il soddisfacimento del diritto allo studio, nonché le attrezzature per le palestre e i sussidi audiovisivi. Sono altresì comprese le spese per la progettazione, oppure per l'appalto concorso, per direzione, sorveglianza, contabilità dei lavori e collaudo.
Nell'ambito delle proprie competenze i Comuni e le Province sono obbligati al reperimento delle aree.
I finanziamenti di cui al presente articolo possono essere destinati anche a piani di intervento organici predisposti dagli enti locali, anzich alle singole opere".
Qualcuno chiede di parlare su questo articolo? Nessuno. Si proceda all'appello.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Presenti e votanti 32; favorevoli 32.
L'art. 1 è approvato.
"Art. 2 - Le somme di cui all'articolo precedente sono ripartite con decreto del Ministero del Tesoro di concerto con il Ministro P.I.
annualmente tra le Regioni e le Province autonome in rapporto ai fabbisogni di edilizia scolastica per ciascuna Regione, determinati dai seguenti dati: per il 50 per cento in rapporto alla popolazione residente inferiore ai 18 anni per il 40 per cento in rapporto alla popolazione residente nel Mezzogiorno e nelle aree depresse e montane del Centro Nord (legge n. 614) per il 10 per cento in rapporto alla somma di incrementi di scolarizzazione a livello comunale negli ultimi cinque anni".
Vorrei soltanto chiedere al relatore se è esatto dire "di concerto con il Ministro P.I." e non "con il Ministero P.I." perché prima si parla di decreto del Ministero del Tesoro.
Va bene Ministro? Allora votiamo così. Qualcuno chiede di parlare? Nessuno. Passiamo alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Facciamo anche il secondo appello.



(Si procede al secondo appello)



PRESIDENTE

Presenti e votanti 34: favorevoli 34.
L'art. 2 è approvato "Art. 3 - Il versamento alle Regioni delle quote loro assegnate a norma dell'art. 2 è subordinato all'approvazione, da parte di ciascuna Regione di un programma quinquennale, nel quale siano determinati gli interventi che la Regione intende effettuare anche mediante propri finanziamenti siano previsti gli interventi che gli enti locali ritenessero di effettuare a carico del proprio bilancio: sia individuata la localizzazione delle nuove costruzioni e sia indicato il finanziamento di massima necessario per ogni intervento.
Il versamento delle quote avverrà entro 60 giorni dall'entrata in vigore del programma quinquennale".
Nessuno chiede di parlare? Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Presenti e votanti 34: favorevoli 34.
L'art. 3 è approvato.
"Art. 4 - Il programma quinquennale è elaborato dalla Regione con la partecipazione dei Comuni, delle Province, dei loro consorzi o associazioni e con la collaborazione delle Autorità scolastiche ed è approvato dal Consiglio Regionale.
Al fine di poter disporre di un quadro aggiornato a livello nazionale della situazione dell'edilizia scolastica, le Regioni trasmettono il 31 dicembre di ogni anno al Ministero della P.I. i dati relativi allo stato di realizzazione del programma".
Qualcuno chiede di parlare sull'articolo? Nessuno. Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Presenti e votanti 34: favorevoli 34.
L'art. 4 è approvato.
"Art. 5 - I nuovi edifici scolastici dovranno essere distribuiti nel territorio e progettati in modo da realizzare un sistema a dimensioni e localizzazioni ottimali il quale: a) preveda ogni edificio scolastico come struttura inserita in un contesto urbanistico e sociale che garantisca a tutti gli alunni la possibilità di formarsi nelle migliori condizioni ambientali ed educative, ponga i servizi scolastici, educativi, culturali e sportivi a disposizione della comunità secondo il concetto dell'educazione permanente e consenta la partecipazione alla funzione educativa e alla gestione della scuola da parte delle famiglie e delle formazioni sociali interessate b) favorisca l'integrazione fra più scuole di uno stesso ambito territoriale assicurando il coordinamento e la migliore utilizzazione delle attrezzature scolastiche e dei servizi, nonché l'interrelazione tra le diverse esperienze educative, anche mediante l'organizzazione di centri scolastici polivalenti c) consenta una facile accessibilità alla scuola per le varie età scolari tenendo conto, in relazione ad esse, delle diverse possibilità di trasporto e permetta la più ampia scelta tra i vari indirizzi di studi indipendentemente dalle condizioni economiche e sociali d) contribuisca a predisporre le strutture educative in funzione della scuola a pieno tempo e) permetta la massima adattabilità degli edifici scolastici ai rinnovamento e aggiornamento delle attività didattiche".
Qualcuno chiede di parlare? Nessuno. Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Presenti e votanti 35: favorevoli 35.
L'art. 5 è approvato.
"Art. 6 - Le opere di cui alla presente legge sono realizzate dai Comuni, dalle Province anche riuniti in Consorzi e dagli altri enti obbligati. Per le opere di edilizia scolastica di cui alla presente legge destinate alle scuole materne, elementari e di completamento dell'obbligo sono competenti i Comuni; per le opere destinate alle altre scuole secondarie di ogni ordine e grado sono competenti le Province.
Con legge regionale saranno previste le modalità per l'elaborazione delle norme tecniche, della tipologia edilizia e dei relativi standards e le modalità per la progettazione, l'approvazione e l'esecuzione delle opere da parte dei Comuni, delle Province, dei Consorzi e degli altri enti obbligati nonché gli interventi sostitutivi della Regione in caso di inadempienza".
Qualcuno chiede di parlare? Nessuno. Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Presenti e votanti 34: favorevoli 34.
L'art. 6 è approvato.
"Art. 7 - Alla consegna, le opere passano in proprietà degli enti di cui all'art. 6 con destinazione ad uso scolastico e con i conseguenti oneri di manutenzione.
I trasferimenti di cui al comma precedente sono effettuati con esenzione di ogni imposta e tassa. L'ufficio competente del Registro Immobiliare deve eseguire gratuitamente le trascrizioni del caso.
Gli enti proprietari possono utilizzare le opere, compatibilmente con le esigenze scolastiche, per le altre finalità di rilevanza pubblica secondo modalità fissate con legge regionale. La legge regionale fissa inoltre le modalità per l'utilizzazione delle attrezzature collettive da parte degli altri cittadini".
Qualcuno chiede di parlare? Dal punto di vista meramente formale nel capoverso dove si dice "Agli enti proprietari possono utilizzare le opere, compatibilmente con le esigenze scolastiche, per le altre finalità" quel "le" non è eccessivo? Io direi "per altre". Io lo considererei un semplice depennamento formale del "le".



FASSINO Giuseppe, relatore

Va bene.



PRESIDENTE

Sull'articolo nessuno chiede di parlare. Lo pongo in votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Presenti e votanti 36: favorevoli 36.
L'art. 7 è approvato.
"Art. 8 - Per l'attuazione della presente legge si applicano le agevolazioni fiscali previste dall'art. 49 della legge 28 luglio 1967, n.
641" Qualcuno chiede di parlare? Nessuno. Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Presenti e votanti 35: favorevoli 35.
L'art. 8 è approvato.
"Art. 9 - Per le opere di cui alla presente legge ai fini dell'indennizzo in caso di espropriazione, si applicano le norme della legge 22 ottobre 1971, n. 865.
In vincolo delle aree destinate alle opere di edilizia scolastica equivale a dichiarazione di pubblica utilità ed i relativi lavori dopo l'approvazione del progetto di costruzione, si intendono dichiarati indifferibili e urgenti".
E' solo una questione formale, ma nel secondo capoverso io direi "il vincolo" e non "in vincolo". Va bene? Nessuno chiede di parlare sull'articolo? Nessuno. Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Presenti e votanti 35: favorevoli 35.
L'art. 9 è approvato.
"Art. 10 - Al fine di provvedere a necessità eccezionali ed urgenti di locali scolastici, il Presidente della Giunta Regionale, su proposta del Consiglio Comunale, può decretare la requisizione di immobili inutilizzati per un periodo non superiore a cinque anni.
L'indennità di requisizione è commisurata al 7,50 per cento annuo dell'indennizzo che dovrebbe essere pagato per l'immobile in caso di espropriazione ai sensi delle norme vigenti, secondo stime rinnovate di anno in anno".
Qualcuno chiede di parlare? Nessuno. Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Presenti e votanti 35: favorevoli 35.
L'art. 10 è approvato.
"Art. 11 - Per far fronte agli oneri previsti dalla presente legge è autorizzata l'emissione di un prestito redimibile, denominato "Prestito per l'edilizia scolastica", da emettersi in cinque anni finanziari, a partire dal 1973, e di entità tale da coprire gli stanziamenti annuali di cui all'art. 1 e gli oneri di emissione del prestito.
L'emissione del prestito deve avvenire improrogabilmente entro il 31 dicembre dell'anno di riferimento.
Per tale prestito valgono le disposizioni, le garanzie ed i privilegi che sono applicabili al debito pubblico".
Qualcuno chiede di parlare? Nessuno. Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Presenti e votanti 36: favorevoli 36.
L'art. 11 è approvato.
"Art. 12 - Il Ministro per il Tesoro è delegato a definire il piano e le modalità di ammortamento del prestito nonché, con un decreto annuale ogni aspetto tecnico e finanziario inerente l'emissione.
Il Ministro per il Tesoro è altresì autorizzato a provvedere con propri decreti, negli esercizi dal 1973 al 1977 alle variazioni di Bilancio connesse con l'applicazione della presente legge".
Qualcuno chiede di parlare? Nessuno. Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Presenti e votanti 37: favorevoli 35; contrari 2.
L'art. 12 è approvato.
"Art. 13 - Le norme del Capo I del Titolo I della legge 28 luglio 1967 n. 541 e successive modifiche sono abrogate.
Le norme del Capo III del Titolo I della legge citata e successive modifiche restano in vigore, in quanto applicabili e sostituendosi allo Stato la Regione, fino a quando le Regioni e le Province autonome non dispongono diversamente con proprie leggi".
Qualcuno chiede di parlare? Nessuno. Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Presenti e votanti 37: favorevoli 37.
L'art. 13 è approvato.
Prima di passare alla votazione del contesto della legge, vorrei pregare intanto il Presidente della Giunta a indicare, se lo crede, quale potrebbe essere una formulazione diversa dell'art. 12 che abbiamo test votato nel senso che il Ministro del Tesoro è altresì autorizzato a provvedere con propri....



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Ma è già votato.



PRESIDENTE

Non importa, io faccio una proposta. Io ho la responsabilità della conduzione; volendo si può anche votare, se tutti sono d'accordo, un testo nuovo; questo unicamente al fine di evitarci il ritorno di una legge ove effettivamente vi siano delle ragioni che, spiegate, convincano il Consiglio dell'opportunità della modifica di questa norma.
Se il Presidente della Giunta vuole illustrare la ragione per cui ritiene non applicabile questo.......



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Non si può tornare indietro!



PRESIDENTE

Non è ancora votata la legge nel suo contesto.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Ma è una proposta di legge, le correzioni provvederà a farle il Parlamento.



PRESIDENTE

Ma anche andare al Parlamento con un'indicazione di questo genere quando ci sono stati il Presidente e un Assessore che hanno votato contro senza metterci al corrente delle ragioni, che io intuisco, ma che vorrei sentire evidenziate... Se ci fosse una precisazione potremmo arrivare ad un correttivo.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Non ho dichiarazioni da fare.



PRESIDENTE

Allora pongo in votazione l'intero testo della legge approvata articolo per articolo.
Qualcuno chiede di parlare sulla legge nel suo contesto? Nessuno. Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Presenti e votanti 38: favorevoli 38.
La proposta di legge al Parlamento è pertanto approvata nel suo contesto.
Noi dobbiamo anche procedere ad una deliberazione per la presentazione alle Camere di questo disegno di legge, determinando presso quale ramo del Parlamento debba iniziare il proprio iter. Da parte della Commissione vi sono delle proposte?



FASSINO Giuseppe, relatore

La Commissione non ha esaminato il problema.



PRESIDENTE

Proporrei allora che fosse la Camera dei Deputati ad esaminare per prima e quindi indirizzare alla Camera dei Deputati stessa questa proposta.
Il Consiglio concorda?



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

E' un fatto procedurale?



PRESIDENTE

Il Presidente della Camera dei Deputati nell'ottobre scriveva: "Come è noto le Regioni a statuto ordinario nell'esercitare l'iniziativa legislativa sono libere, all'atto della presentazione dei disegni di legge di scegliere il ramo del Parlamento presso il quale desiderano che abbia inizio l'iter legislativo. Taluni Consigli Regionali peraltro hanno di recente presentato lo stesso disegno di legge ad entrambe le Camere contemporaneamente. Ad evitare ogni possibile inconveniente derivante da simili duplicazioni, ho ritenuto opportuno, d'intesa con il Presidente del Senato, farle presente quanto sopra in modo che il Consiglio Regionale da lei presieduto, nel deliberare la presentazione alle Camere di un disegno di legge, determini altresì presso quale ramo del Parlamento esso debba iniziare il proprio iter".
La proposta è pertanto che sia mandata alla Camera dei Deputati. Il Consiglio è d'accordo? Vi sono delle opposizioni? Nessuna. Allora deliberiamo di inviarla alla Camera dei Deputati.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Siamo disponibili per esaminare la legge regionale approvata dal Consiglio il 26/10/'72 sugli asili nido?



BELTRAMI Vittorio

No, perché i lavori della Commissione sono terminati ieri sera, stamane si è cominciato a stampare i testi degli articoli emendati, stamane sono ancora stati suggeriti degli apporti correttivi e sono in corso di perfezionamento, quindi, a prescindere dalla nebbia che mi ha impedito di arrivare tempestivamente per discutere l'argomento, c'è un impedimento di carattere procedurale.
Penso che nel pomeriggio lo possiamo fare.



PRESIDENTE

A questo proposito è stato risolto quel quesito che avevamo indicato cioè se si debba considerare la proposta di una nuova legge, o una correzione della vecchia legge?



BELTRAMI Vittorio

Se n'è discusso; c'è un punto di vista che può anche illustrare il collega Capogruppo Bianchi. In Commissione se n'è parlato ma senza arrivare ad una conclusione.



BERTI Antonio

Non c'è bisogno che illustri lui il parere della Commissione!



BELTRAMI Vittorio

No, non vorrei sottrarre competenze alla Commissione, soprattutto al collega Berti; mi sono solo permesso di esporre un punto di vista del Gruppo D.C.



PRESIDENTE

Allora ne parleremo all'inizio della seduta pomeridiana.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Esame del progetto di regolamento sull'utilizzo del parco autoveicoli di proprietà della Regione


PRESIDENTE

Proporrei di passare al punto settimo all'ordine del giorno "Esame del progetto di regolamento sull'utilizzo del parco autoveicoli di proprietà della Regione". Relatore Beltrami.
Mi pare un argomento che possiamo esaurire nella mattinata. Il Consiglio concorda? La parola al Consigliere Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, relatore

Io rinvio alla più approfondita lettura della relazione che accompagna la proposta di regolamento che di fatto tende a stabilire delle norme sull'uso di autoveicoli di proprietà della Regione. In analogia a quanto si verifica nell'amministrazione statale, le spese per la gestione del parco autoveicoli devono essere sostenute con un provvedimento che deve avere efficacia vincolante di legge affinché gli oneri derivanti da tale funzionamento possano essere imputati ai relativi capitoli di spesa del bilancio regionale. Quindi si cerca di fornire alla Regione uno strumento indispensabile in una materia che è tanto delicata sotto ogni profilo e che altrove ha dato luogo a strascichi di carattere giudiziario, ad interventi degli organi di controllo, ecc.
Il Regolamento si compone di nove articoli: nel primo si concede l'utilizzo dell'autovettura specificando che ciò deve avvenire per esclusive ragioni di servizio o di rappresentanza; nel secondo e terzo sono indicati i membri aventi diritto all'uso degli autoveicoli; l'art. 4 consente l'uso in particolari condizioni e casi eccezionali ad altri dipendenti della Regione, previa autorizzazione del Consiglio o della Giunta, secondo il rapporto di dipendenza; il quinto articolo dice che il numero delle autovetture dev'essere indicato dalla Giunta e dall'Ufficio di Presidenza nell'ambito delle rispettive competenze e vengono suggerite anche delle limitazioni (si afferma che i dipendenti della Regione per lo svolgimento di servizi possono usare, previa autorizzazione degli organi competenti, automezzi di loro proprietà rifondendo un rimborso forfettario di L. 40, superiore di 4 lire alla rifusione in uso per lo Stato); l'art. 6 stabilisce che tutti gli autoveicoli di proprietà della Regione debbono recare uno speciale contrassegno da definirsi dal Presidente della Giunta l'art. 7 sottolinea che l'uso di tali autoveicoli è riservato esclusivamente per esigenze di servizio. L'ottavo afferma che il personale conducente sarà assunto appositamente alle dipendenze della Regione; solo in casi eccezionali e, previa autorizzazione, è consentito che singoli funzionari della Regione possano condurre tali autoveicoli. L'art. 9 infine affida alla Giunta ed all'Ufficio di Presidenza, nell'ambito delle rispettive competenze, il compito di disciplinare la custodia degli automezzi.



PRESIDENTE

Qualcuno chiede di parlare sulla relazione svolta dal Consigliere Beltrami? Il Consigliere Berti? Ne ha facoltà.



BERTI Antonio

Confesso di non intervenire volentieri, ma certe volte non è possibile reprimere certi impulsi.
Io ritengo che sia eccessiva questa assegnazione di macchine. E' ben vero che si parla di possibilità, e che quindi la cosa non è già decisa, ma è chiaro che con una legge di tal fatta tutti gli Assessori, tutti i membri nell'Ufficio di Presidenza, tutti i Presidenti delle Commissioni consiliari permanenti avranno una macchina a disposizione: praticamente tutti insomma, ad eccezione dei Consiglieri che non sono nemmeno vicepresidenti.
L'obiezione che io sollevo non è diretta ad ampliare la cerchia di persone cui assegnare la macchina: il mio punto di vista è che sarebbe molto più corretto che la Regione avesse un parco macchine da porre di volta in volta a disposizione degli Assessori e dei membri dell'Ufficio di Presidenza, fermo rimanendo diritto alla macchina per il Presidente ed Vicepresidente, Perché, se la macchina è, come si sostiene, destinata a servire agli spostamenti richiesti dal loro ufficio (ad esempio, per partecipare alle assemblee di comune), e quindi è escluso che venga usata per accompagnare queste persone a casa, tanto più che a coprire le spese dello spostamento dalla località di residenza alla località in cui è richiesta la loro presenza in qualità di rappresentanti della Regione interviene un apposito assegno mensile, non dovrebbe esserci necessità di assegnazione di una vettura ad ogni singolo Assessore; altrimenti, al limite si dovrebbe ridurre l'assegno di rimborso spese. Si deve tener conto di tutta una serie di aspetti, se si vuol evitare che venga a determinarsi una situazione per certi versi abnorme, non valida.
Ripeto che il mio parere, del tutto personale, è che sarebbe meglio assegnare la macchina ai Presidenti ed ai Vicepresidenti ed avere un parco macchine a disposizione degli Assessori e dei membri dell'Ufficio di Presidenza, che della macchina si avvalgono sulla base di un preciso piano di lavoro. Non più, quindi, macchina personale, autista personale, ma introduzione anche in questo campo di un concetto diverso. Del resto l'art. 1 è molto drastico in questo senso, precisando che l'uso deve intendersi "esclusivamente per ragioni di rappresentanza e di lavoro", e pone una questione di metodo molto seria. Per essere conseguenti occorre ripeto, avere il parco macchine ad uso lavoro, di cui ogni Assessore o membro dell'Ufficio di Presidenza - aggiungerei, anzi, ogni consigliere si può servire in rapporto all'attività che deve svolgere per conto della Regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Zanone. Ne ha facoltà.



ZANONE Valerio

Mi dispiace non sia presente il collega Viglione, che mi pare sia stato principale fautore di questi emendamenti.
Nella duplice veste di membro della III Commissione e di Presidente di una Commissione permanente la quale oltretutto, occupandosi di lotta contro gli inquinamenti, deve anche preoccuparsi di ridurre il traffico automobilistico nel centro storico, io avevo già fatto presente al collega Viglione l'inopportunità di prevedere una norma che assegnasse ai Presidenti delle Commissioni l'uso un'autovettura. Ma mi è sembrato poi che la cosa fosse risolta proprio da quella norma del Regolamento che stabilisce che le autovetture della Regione possono essere usate solo e strettamente per ragioni di servizio. Non v'è dubbio che il presidente di una Commissione non ha bisogno di un'autovettura continuativamente a sua disposizione per ragioni di servizio: può averne bisogno soltanto in determinati casi, quali sono ad esempio le consultazioni che si faranno nei prossimi giorni, sui circondari in località fuori dalla sede della Regione alle quali, quindi, si parteciperà con mezzi messi a disposizione dal Consiglio Regionale.
La spiegazione che il collega Viglione mi aveva dato su questo punto, e in base alla quale non avevo sollevato proposte di emendamento a questa norma regolamentare, è che qui si riconosce la possibilità che determinati Consiglieri, in ragione della funzione che svolgono, possano usufruire di queste macchine della Regione; diversamente qualora questa possibilità non fosse prevista dal Regolamento, al limite potrebbe costituire un'irregolarità il fatto che persone non menzionate nel Regolamento possano anche saltuariamente disporre di un'autovettura. Certamente l'interpretazione che dà il collega Viglione, come potrebbe egli stesso confermare se fosse presente, non è nel senso di riconoscere che chiunque abbia una carica nella Regione debba per ciò stesso impegnare un'autovettura, con relativo personale, a sua totale disposizione.



PRESIDENTE

I Consiglieri hanno avuto hanno preso visione anche del testo presentato dalla Giunta? Chiede di parlare il Consigliere Sanlorenzo. Ne ha facoltà.



SANLORENZO Dino

Farei una proposta. Siccome, seconde me, le modifiche da apportare al testo ultimamente presentato, a conclusione di una riunione cui non ha certo preso parte la totalità, dei membri (del che non si può certo far colpa alla Commissione ma se mai agli assenti, tra i quali ero io), sono numerose, poiché esso presenta differenze notevolissime dal testo originario consegnato alla Commissione stessa per l'esame, penso sia opportuno far ritornare il documento all'VIII Commissione per una revisione e rielaborazione della materia. Ad esempio, a mio avviso nel testo originario gli articoli 2 e 3 sono formulati in modo molto più soddisfacente che non nell'articolo che è stato ora licenziato.



PRESIDENTE

Tenga conte che l'approvazione del Regolamento ha carattere di una certa urgenza perché ad essa è connessa la preparazione del bilancio.



SANLORENZO Dino

Ci si potrebbe impegnare a portare il testo rielaborato già domani. Non è un lavoro che richieda molto tempo.



PRESIDENTE

Sarebbe meglio, se possibile, farlo subito, sospendendo brevemente la seduta.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Noi abbiamo introdotto la consuetudine, anche in relazione alle procedure adottate in sede parlamentare, di assegnare alle Commissioni il compito di proporre di fatto delle modifiche a testi di leggi o regolamenti presentati dalla Giunta. Ma questo modo di procedere è errato, secondo me perché ad un certo punto non si riesce a capire con esattezza chi proponga gli emendamenti e in qual misura questi vengano accettati. Tuttavia, pur con qualche riserva, posso anche adattarmi a questo sistema. Però noi abbiamo, a norma di Regolamento, dei termini da rispettare nel licenziare determinati documenti. E oggi, di fatto, ci troviamo a discutere di un Regolamento che a mio giudizio è urgente sia approvato, a sostegno anche di spese che noi mettiamo in bilancio.



BERTI Antonio

Si pronunci sulle modifiche proposte.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Adesso mi limito a sollevare una questione di carattere procedurale senza entrare nel merito.



PRESIDENTE

Ritengo che questo argomento meriti una sottolineatura da parte del Presidente.
Tutte le Commissioni, evidentemente, quando viene loro affidato l'esame di testi di disegni di legge, hanno la facoltà, esaminandoli, di proporne una diversa stesura. Ma allora dovrebbero licenziare un testo modificato da raffrontare articolo per articolo con quello originario, tal che vi un'obiettiva possibilità di esame e di scelta. Ciò non capita quando il testo viene addirittura sostituito completamente con un testo diverso.
Vorrei ora sapere se l'VIII Commissione è in condizioni, in relazione a quanto si è detto, di riunirsi un momento, anche subito, per puntualizzare questa situazione, in maniera da uscire con l'approvazione non di una legge, ma di un regolamento, quindi sempre suscettibile di modifiche, di una materia che può essere, e può diventare, particolarmente delicata.
La mia proposta nel merito potrebbe essere anche questa: che coloro i quali hanno assegnato normalmente (come il Presidente della Giunta, il Presidente del Consiglio, gli Assessori regionali ed i Vicepresidenti) la disponibilità di una macchina, si vedano ridotto l'ammontare della somma che viene corrisposta a ciascun Consigliere in relazione alla distanza all'ubicazione della sua abitazione. Perché, se la macchina viene abitualmente a prendere il Presidente del Consiglio o il Vicepresidente del Consiglio o gli Assessori all'abitazione per portarli alla sede, ciò è in ragione del loro servizio per la Regione, ma andrebbe forse decurtato di un quid l'emolumento che viene corrisposto. E' una mia proposta che vorrei fosse presa in considerazione dall'VIII Commissione.
Sono presenti in buon numero i membri dell'VIII Commissione?



BELTRAMI Vittorio

Manca il Consigliere Viglione, Presidente della Commissione, che di fatto è stato l'animatore e l'ispiratore anche di certi apporti correttivi.
Da parte del Vicepresidente Sanlorenzo si è addirittura avanzato il dubbio di una manomissione della proposta di legge al di fuori dell'elaborato dell'VIII Commissione, cosa che stupisce non poco considerati i dati che ho potuto raccogliere: all'ultima riunione io non ero presente, ma so che vi hanno partecipato i rappresentanti di tutti i Gruppi politici, quindi anche del Gruppo al quale appartengono sia il collega Sanlorenzo che il collega Berti, della maggioranza e dell'opposizione.
Non ho difficoltà a prendere io l'iniziativa, in assenza del Presidente Viglione, di riunire l'VIII Commissione anche pendente il Consiglio, o prima della riunione del Consiglio di oggi pomeriggio. Pregherei il Presidente della Giunta o un suo delegato di partecipare attivamente alla riunione, così che si possa dare luogo alla presentazione di un testo che raccolga il maggior numero possibile di adesioni.



PRESIDENTE

Dell'VIII Commissione sono presenti i Consiglieri Beltrami Debenedetti, Marchesotti, Paganelli, Sanlorenzo, Vecchione, Vietti, Zanone tutti, quindi, all'infuori del Presidente Viglione e del Consigliere Giovana, assente per malattia. Fisserei allora la convocazione per le ore 15.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Prego tener conto che io per le 15 non potrò essere presente. Si è fissato un certo orario, bisogna rispettarlo.



PRESIDENTE

L'orario era stato fissato per il Consiglio: per le Commissioni specialmente quando si verificano fatti di questo genere, occorre una certa elasticità. Anch'io sono legato a molti impegni, tuttavia mi adatto alle esigenze che si presentano, determinate anche dal fatto che l'inizio effettivo dei lavori non si ha quasi mai all'ora fissata per cui si finisce con lo straripare poi in situazioni abnormi. Per riuscire a portare avanti i nostri adempimenti, bisognerebbe che si potesse cominciare sempre alle 10, sospendendo alle 13 per riprendere anche alle 15,30 anziché alle 16.
Altrimenti, il Piemonte sarà sempre, come già accade per il disegno e le proposte di legge sulla montagna, fra gli ultimi ad approvare una data legge, per il ritardo di certi adempimenti, il che non può che essere considerato non assolutamente giustificato.
La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, poiché in via incidentale è stata proposta una questione che io ho più volte sollevato, sulla quale ritengo di dover richiamare l'attenzione, direi che effettivamente le Commissioni non hanno alcun potere di apportare emendamenti; le Commissioni suggeriscono possono, di fatto, in sede di lavori, rielaborare anche integralmente un testo, ma da un punto di vista formale la rielaborazione avviene sempre con la collaborazione del presentatore, di chi ha in questo caso la titolarità dell'iniziativa legislativa. La Commissione, come organo complesso, non ha alcuna iniziativa legislativa, e quindi non ha alcun potere di proporre direttamente ed in modo autonomo degli emendamenti.
Durante lo svolgimento dei suoi lavori, dunque, la Commissione collabora con senso pratico, suggerendo soluzioni che sono quelle che si prevede possano essere poi accolte dalla gran parte del Consiglio: ma questi suggerimenti, devono essere fatti propri, per essere portati davanti al Consiglio, da chi ha presentato la legge, o come in questo caso il Regolamento. Questa è una norma precisa cui ci si deve attenere, altrimenti la Commissione diventa...



BERTI Antonio

Ma qui stiamo scherzando...?!



BIANCHI Adriano

Non è scritto da alcuna parte che una Commissione abbia iniziativa legislativa. Credo sia cosa pacifica quanto sto dicendo, ed è pacifico che si sia agito così. Se a presentare la legge o il regolamento è la Giunta, è la Giunta che può recepire gli emendamenti in quella sede; se sono altri i presentatori, i Gruppi propongono in Consiglio gli emendamenti eventualmente non accolti dal presentatore, con una propria relazione in cui si dica: "Questo è il testo del presentatore; la Commissione ritiene peraltro che questa norma non possa essere adottata per queste ragioni mentre potrebbe essere adottata una norma di quest'altro genere". Se la norma modificata non viene accolta dal presentatore, o fatta propria da un Gruppo, o da un singolo Consigliere, non può essere portata in votazione in Consiglio. Quindi, questo nuovo progetto di regolamento, così formulato, se non viene presentato, con gli emendamenti al precedente, da chi ne abbia facoltà, non può essere posto in votazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare Consigliere Berti. Ne ha facoltà.



BERTI Antonio

Sarebbe stato forse più utile ai fini della discussione che, invece che su questioni essenzialmente di procedura, ci si fosse pronunciati sulla questione di merito che io ho proposto, che è di grandissima importanza, e che non può naturalmente essere risolta così, con una dichiarazione di Bianchi. Ho l'impressione che Bianchi abbia il terrore che le Commissioni possano acquisire una funzione legislativa, dal momento che non perde occasione per ricordarci che questa funzione legislativa lo Statuto non la concede. Ma che lo Statuto sia stato fatto così non significa affatto che le riunioni di una Commissione debbano essere considerate incontri di brava gente che si trova per uno scambio di opinioni.



ARMELLA Angelo

Ma cosa dici....!



BERTI Antonio

Io dico quello che ritengo di dover dire, Armella. Se poi l'Assessore Armella ritiene di potermi rispondere non ha che da prendere la parola e farlo: avremo il piacere di conoscere una volta tanto anche le sue opinioni.
Dicevo, quindi, che noi invece dobbiamo avviarci ad attribuire alle Commissioni poteri maggiori di quelli che hanno oggi. Noi, tra l'altro abbiamo intenzione di proporre a tutte le forze politiche, a breve termine una verifica dell'attività del Consiglio Regionale, perché constatiamo che stiamo andando proprio nella direzione opposta a quella dell'allargamento della partecipazione; e in questo discorso rientrano anche maggiori poteri alle Commissioni.
Quindi, noi respingiamo nettamente questo intervento del Consigliere Bianchi, soprattutto se fatto a sostegno di una legge sui cui contenuti occorre comunque esprimersi; affermiamo, invece, che le Commissioni hanno la più ampia facoltà di esaminare le leggi: è una questione di procedura il modo di presentare poi il testo modificato, ma che la Commissione possa prendere una legge e riformularla, salvo il modo di proporla al Consiglio così riformulata, questa è una questione, secondo me, su cui non si pu tornare indietro. D'altra parte, è una pratica di due anni questa: in generale, in Commissione, per tutte le leggi presentate, abbiamo preso in esame i testi presentati, da qualsiasi parte provenienti, e raggiunto un certo accordo su un testo modificato, che abbiamo poi presentato in Consiglio Regionale (così è stato per la legge sugli asili nido e via dicendo). Come si può pensare di rimettere oggi in discussione questo modo di procedere?



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Presidente della Giunta. Ne ha facoltà.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Non voglio entrare nel merito delle affermazioni fatte dal Consigliere Berti, non perché mi riesca difficile il farlo ma perché il mio pensiero è perfettamente rispecchiato dalla posizione pregiudiziale assunta dal Consigliere Bianchi; posizione la cui esattezza mi pare confermata dal fatto che sul nuovo testo licenziato dalla Commissione a modifica del testo della Giunta, che si dovrebbe presumere essere un testo su cui vi è stato il consenso di tutti i Gruppi, nella realtà proprio dalla parte del Consigliere Berti sono state sollevate delle eccezioni. Questo infatti significa che la nuova formulazione presentata dalla Commissione del testo della Giunta in realtà non raccoglie il consenso di tutti i commissari ma è portata avanti da qualche componente della Commissione. Il Gruppo comunista, ad esempio, non è d'accordo su di essa.



BERTI Antonio

Allora la presentazione all'assemblea che valore avrebbe? Qualsiasi atto licenziato dalla Giunta e dalla Commissione può essere ripreso in assemblea.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Mi permetta, Consigliere Berti, di obiettarle che allora l'assemblea dev'essere messa in condizioni di poter valutare: perché può darsi benissimo che, alla fine, l'assemblea sia d'accordo sulle proposte che fa lei, che ovviamente devono essere delle proposte precisate nel testo perché lei ha fatto un'obiezione di carattere generale sulla quale si pu essere o non essere d'accordo, ma che comunque andrebbe formulata in un determinato articolo sul quale ovviamente discutere.
Ora, la posizione pregiudiziale assunta dal Consigliere Bianchi, che io faccio mia, che cosa vuol comportare? Non lo svuotamento di poteri delle Commissioni, che nessuno desidera, ma semplicemente la riaffermazione che la discussione dev'essere fatta su un testo di iniziativa, poniamo, della Giunta, che viene modificato all'interno della Commissione essendo d'accordo come proponente la Giunta, ed allora è un testo che viene licenziato dalla Commissione su unanime accordo della Commissione stessa e delle forze politiche che della Commissione fanno parte; la Commissione, in quanto tale, essendo rappresentativa di tutte le forze politiche, non pu ovviamente presentare un testo su cui poi non ci sia l'accordo di tutte le forze politiche. Allora ci deve essere il testo del proponente, più gli eventuali emendamenti proposti da qualche Gruppo politico (in Commissione evidentemente ci sarà una maggioranza che propone il testo e una minoranza che propone un testo di carattere diverso): se no, succede quello che sta capitando proprio oggi, che viene licenziato un testo su cui una grossa parte del Consiglio Regionale non è d'accordo, senza che si sappia su quale parte non si è d'accordo, quali sono gli emendamenti che si vorrebbero apportare a questo testo; che per la verità è già emendato rispetto al testo presentato dalla Giunta, la quale in questo caso ha utilizzato il suo potere di iniziativa legislativa.
Non si tratta, dunque, di un problema di potere o meno della Commissione ma di un problema di sapere gli esatti termini entro i quali lavora la Commissione. Perché, se il testo è un testo unitario su cui tutti si è d'accordo, allora non ci sono più eccezioni da sollevare, altrimenti veramente non si sa su quale testo si vota. Le stesse proposte che lei ha formulato, e sul cui contenuto io non entro in merito, sono peraltro proposte di carattere generico, non formulate in un articolo, e quindi difficilmente valutabili di per sé. E' questo che intendo dire.
La mia personale opinione è dunque questa: si dovrebbe venire qui con dei testi sui quali ovviamente o convergere o distinguersi, ma certamente non ci può essere la Giunta o un Consigliere che presenta un determinato testo, la Commissione che lo rielabora, poi il dibattito in Consiglio Regionale in definitiva senza sapere su quale testo si vota perché uno dei Gruppi politici, in questo caso il suo, ha espresso opinioni divergenti rispetto al testo che è stato presentato.
Regolamentare bene questo lavoro delle Commissioni mi sembra indispensabile al fine di consentire al Consiglio Regionale di decidere se approvare o meno, comunque di esprimere la propria opinione su testi precisi; altrimenti, anche il lavoro delle Commissioni diventa veramente un lavoro inutile: inutile da parte di chi propone un testo legislativo o regolamentare, inutile da parte delle Commissioni, perché, quando, alla fine, si arriva in Consiglio Regionale, non si è in grado di votare un testo su cui vi sia consenso, dissenso, parziale divisione, insomma sui singoli articoli.
Siccome abbiamo tutto l'interesse, in definitiva, a rendere produttivo il lavoro che facciamo, credo non dovremmo avere divergenze sul fatto che o la Commissione modifica il testo del proponente d'accordo con il proponente, e allora si arriva in Consiglio con una relazione unitaria e si vota su un testo su cui si è tutti d'accordo; altrimenti ci saranno una relazione di maggioranza e una di minoranza, con un testo di maggioranza e uno di minoranza, oppure con emendamenti al testo della maggioranza, in modo, insomma, da avere chiaro il testo su cui si vota, altrimenti così è veramente impossibile lavorare.
Quindi, non è un problema di carattere pregiudiziale quello che ha sollevato Bianchi, ma un problema di carattere procedurale. D'altra parte le modalità con cui lavorano i Parlamenti di tutto il mondo, ivi compreso il Parlamento italiano, nascono evidentemente da consuetudini che si sono andate via via affermando per cercare di rendere più rapido e più produttivo il lavoro di coloro che hanno il potere di iniziativa legislativa.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Menozzi. Ne ha facoltà.



MENOZZI Stanislao

Signor Presidente, il collega Berti ha osservato che qui non si vogliono fare questioni di merito. Le considerazioni che sto per fare anche se hanno carattere esclusivamente personale, riguardano il merito del problema.
Dopo i chiarimenti di carattere procedurale da parte del collega Bianchi, e da parte del Presidente della Giunta, osservo che l'art. 3 non deve essere lasciato così com'è stato rielaborato dall'VIlI Commissione, ma ritornare eventualmente nei termini proposti dalla Giunta, nel senso, cioè di riconoscere l'assegnazione degli automezzi ai due Presidenti, ai due Vicepresidenti, ai membri della Giunta ed in via eccezionale ai Segretari dell'Ufficio di Presidenza ed ai Presidenti delle Commissioni. I colleghi non me ne vorranno per questa mia puntualizzazione, anche se in questo momento mi trovo nella scomoda posizione di essere nell'Ufficio di Presidenza e di presiedere una Commissione. Per quanto concerne i Consiglieri, soltanto a discrezione e per casi profondamente giustificati si potrà riconoscere al Consigliere diritto all'uso dell'automezzo.



RIVALTA Luigi

In qualunque caso l'uso deve essere perfettamente giustificato.



MENOZZI Stanislao

Certo, io voglio credere che coloro che potranno avvalersi del disposto dell'art. 1, cioè che si vedranno assegnare la macchina, la sappiano usare con quella serietà, quel senso di responsabilità, quella discrezione che sono previste all'art. 1.
Perche queste mie considerazioni? Per puritanesimo? Per moralismo? No per una considerazione politica di fondo. Tante volte sono stato accusato di essere nebuloso: questa volta voglio proprio essere estremamente chiaro.
E' stato qui parecchie volte affermato che la Regione dev'essere l'occasione per un modo nuovo, direi migliore, di fare politica. Abbiamo sentito mille e una volta denunciare certi eccessi, che rasentavano persino lo scandalo, nell'uso degli automezzi di proprietà degli enti pubblici. Io dico che questa è l'occasione per dimostrare che vogliamo fare qualcosa di nuovo e di meglio.



MENOZZI Stanislao

RIVALTA e RASCHIO



MENOZZI Stanislao

Ma non in quel modo.



MENOZZI Stanislao

Sono pienamente convinto, anzi consapevole, che quella società civile piemontese alla quale tante volte ci appelliamo sarebbe disposta a chiudere un occhio, assolvendoci, se non riuscissimo a predisporre determinati interventi, ma non esiterebbe a condannarci senza appello se non sapessimo fare un uso estremamente scrupoloso di ciò che ci vien messo a disposizione. Se dovessimo adeguarci a quanto è qui contemplato, nel volgere di poco tempo un parco di cinquanta-sessanta macchine non basterebbe più. Ecco perché io dico: riportiamo la disposizione, il regolamento a limiti estremamente restrittivi ed al puro campo delle assolute necessità.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Marchesotti. Ne ha facoltà.



MARCHESOTTI Domenico

Ho l'impressione che sia in corso, si voglia o no ammetterlo, un tentativo di dimostrare che le Commissioni funzionano male, che non si riesce a farle lavorare, e così via, partendo però da realtà che non le riguardano.
Ebbene, io devo dire che effettivamente l'VIII Commissione non lavora bene, e mi sembra sia giusto darne la motivazione. Per avere alle riunioni dell'VIII Commissione la presenza di cinque membri, il minimo richiesto occorre aspettare per ore, e non certo per negligenza da parte de commissari comunisti.
In secondo luogo, in questa Commissione non si sa bene - ne prendano atto la maggioranza ed il Capogruppo della maggioranza - e prima di tutto (lo ripeto pubblicamente, dopo averlo già detto personalmente al Presidente della Giunta) chi rappresenti la Giunta, anzi non lo si sa affatto, perch mentre per tutte le altre Commissioni c'è uno specifico Assessore, che a volte è presente a volte no, in questa non si sa mai chi si debba convocare, probabilmente bisognerebbe convocare lo stesso Presidente della Giunta. Così, ci troviamo spesso a discutere progetti o disegni di legge senza che la Giunta sia presente, dato che i due Assessori che fanno parte non hanno veste di rappresentanti della Giunta e quando vengono interpellati sul parere della Giunta stessa non possono, o non vogliono pronunciarsi.
Un primo serio intralcio ai lavori della Commissione deriva da questa situazione concreta ed abnorme. Occorre pertanto che stabiliamo finalmente che quando si discutono progetti di legge o disegni di legge, sia presente sempre nella Commissione, e nell'VIII in particolare, il rappresentante della Giunta e che ci sappia dire se le osservazioni che vengono fatte sono accettate o respinte.
Su questo provvedimento, in discussione sul regolamento, per i parchi macchine non so quale sia la posizione della Giunta. Per parte mia, non ho alcuna esitazione ad affermare che non mi sento offeso, come membro della Commissione, se un qualsiasi Consigliere, ivi compresi i Consiglieri comunisti, e prima di tutto il Capogruppo, ha delle obiezioni di carattere generale da fare e ritiene di farle in Consiglio, anche se muovono in direzione opposta, o diversa, dall'orientamento che i commissari hanno approvato, o respinto, in Commissione. Non mi spiace affatto riconoscere di aver commesso un errore, purché si facciano le cose in modo chiaro.
Respingo invece il moralismo portato avanti qui da Menozzi, perché proprio non serve a niente in questo caso: si tratta, se mai, di vedere se le soluzioni rispondono agli obiettivi.
Una prima questione sorta è, se ci si dovesse limitare, come nella proposta della Giunta, ad un solo parco autoveicoli, facente capo alla Giunta, per tutta la Regione, o se si dovesse crearne due, uno per la Giunta e uno per l'Ufficio di Presidenza. Il parere della Commissione è di farne due: su questa questione non si conosce il parere della Giunta. Ecco il perché della separazione, dell'articolo 1 negli art. 2 e 3. Io penso sia giusto fare questa correzione, perché l'Ufficio di Presidenza del Consiglio abbia il suo parco macchine.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Nel disegno di legge da noi presentato mi pare fosse espresso chiaramente che i parchi autoveicoli dovevano essere due; solo che l'abbiamo presentato in un'unica legge.



MARCHESOTTI Domenico

Secondo me, era chiaro che si pensasse ad un solo parco autoveicoli.
Comunque, la divisione è avvenuta.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Ribadisco che è come dicevo io.



MARCHESOTTI Domenico

Comunque, la Commissione è arrivata alla determinazione di precisare che siano due.
L'altra questione è derivata dalla considerazione che ha fatto Zanone.
A questo punto l'osservazione generale di Berti mi consente anche di avanzare delle proposte che pensavo di fare in Commissione. E' chiaro che quando vogliamo organizzare la partecipazione e facciamo le consultazioni anche i Consiglieri, i membri delle Commissioni, i Presidenti delle Commissioni, i Segretari del Consiglio, e quindi non solo il Presidente, il Vicepresidente, gli Assessori, si troveranno a dover usare di un mezzo di trasporto della Regione. Bisogna allora che facciamo in modo di non metterci in condizione di essere denunciati, fissando una precisa regolamentazione per tutto questo.
Probabilmente, nel tentativo di risolvere questo problema, si è arrivati a conclusioni sulle quali non tutti possono essere d'accordo.
Berti ha fatto bene a fare questa osservazione, perché alla formulazione: "Consiglieri regionali, per l'esercizio di funzioni strettamente ricollegate al mandato regionale, previa autorizzazione ecc. ecc." possano essere ricondotti sia i membri dell'Ufficio di Presidenza sia i Presidenti delle Commissioni, e probabilmente lo stesso funzionario responsabile della Segreteria regionale. Se si addiviene a questa conclusione le cose si possono portare a soluzione senza tanti problemi di procedura, non provocate certo dal Gruppo comunista, ma se mai da altri che non erano presenti mentre avrebbero dovuto esserlo.
Io non ho alcuna difficoltà a riconoscere al mio Capogruppo, come ad un qualsiasi altro Consigliere, il dovere e il diritto di dire in Consiglio Regionale se è d'accordo o no, in senso generale, su una legge approvata da tre commissari, o da cinque, o da uno, in questa o in quell'altra Commissione. Questo diritto è riservato a tutti i Consiglieri e quindi anche a me. Non c'è quindi alcun motivo per scandalizzarsi, come mi è sembrato accennasse a fare il Presidente della Giunta, in polemica con Berti.
Credo che su questa questione sia possibile giungere, nel volgere di una mezz'ora, riunendo la Commissione, di cui sono presenti tutti i membri eccettuato il Presidente, ma compreso il Vicepresidente, a quelle conclusioni sulle quale mi pare possiamo tutti concordare, con l'assenso anche della Giunta.



PRESIDENTE

Come ora per l'incontro possiamo fissare le 15,30?



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

A quell'ora non potrò certamente essere presente.



PRESIDENTE

Potremmo anche iniziare oggi alle 16 l'esame di un altro argomento rinviando questo a domani, se preferite riunirvi domattina.



SANLORENZO Dino

Possiamo benissimo fare la riunione subito.



PRESIDENTE

Sta bene. Allora, la seduta è rinviata alle ore 16. L'VIII Commissione è convocata dal Vicepresidente, in palazzo.



(La seduta ha termine alle ore 12,30)



< torna indietro