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Dettaglio seduta n.124 del 16/11/72 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE OBERTO


Argomento: Presidi socio-assistenziali pubblici e privati - Presidi privati di diagnosi e cura

Interpellanza del Consigliere Besate sulle convenzioni INAM con case di cura private e controllo del Medico provinciale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Cominciamo con le interpellanze e interrogazioni.
Interpellanza del Consigliere Besate del 12/10/12 "Convenzioni INAM con case di cura private e tipo d controllo del Medico provinciale ".
L'interpellante intende illustrarla?



BESATE Piero

La illustro brevemente perché l'interpellanza è abbastanza particolareggiata.
Si tratta della convenzione che una casa di cura privata, con sede in Vercelli, ha stabilito con l'INAM. Quest'ultimo atto è la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso e alla fine le vicende di questa casa di cura sono venute alla ribalta del Consiglio Regionale per mezzo della nostra interpellanza che in particolare si riferisce alla dotazione di posti letto già presenti nel Vercellese: 1011 nell'Ospedale provinciale Sant'Andrea, con una media di degenza che si aggira sulle 800/840 unità con dei margini di disponibilità nell'Ospedale provinciale. Inoltre esiste una ricca rete di ospedali di zona.
A questo proposito, oltre agli appunti che muove circa l'opportunità di decidere al di fuori di linee programmatorie, l'interpellanza si riferisce alla politica dell'INAM, dell'Ospedale provinciale Sant'Andrea e del Medico provinciale (organo della Regione ormai) per la funzione di vigilanza anche perché la convenzione prevede 40 posti letto, mentre l'autorizzazione all'apertura della casa di cura privata era concessa dal Medico provinciale per 30 posti-letto. Veramente qui l'aritmetica dice che 30 è maggiore di 40, non si capisce come sia potuto avvenire.
Io ho deciso di illustrarla anche per mettete in evidenza un fatto che si collega direttamente ad una situazione di cui si è già parlato. E'noto a chi è addentro o si interessa di questi argomenti, che nel caso in cui ci siano insegnanti nelle cliniche universitarie, questi hanno la facoltà di essere sollevati dall'obbligo di prestare la propria opera in case di cura private per almeno il 70 per cento del tempo disponibile. Il fatto che all'ospedale provinciale Sant'Andrea si voglia istituire il terzo anno di corso di quella che si chiama facoltà di medicina (in realtà si tratta di un non ben definito corso libero pareggiato universitario di medicina) pone il problema della posizione dei medici di quell'ospedale, i quali quasi tutti hanno fatto domanda per ottenere un insegnamento in questo corso.
Conseguenza: la casa di cura privata ha un problema di medici e nell'interpellanza si chiede di promuovere un'indagine per accertare se eventualmente dei medici dell'ospedale provinciale prestino la loro opera nella casa di cura privata. Il nostro compito non è quello di fare i poliziotti, ma se c'é un interrogativo di questo tipo nell'interpellanza non è certamente soltanto a seguito di voci: dove si andrebbe a finire in quell'ospedale qualora la combinata azione della casa di cura privata e del corso libero di medicina portasse alla situazione in cui i medici dell'ospedale potrebbero svolgere la loro attività: al di fuori dell'ospedale senza nessun controllo? Perché quando si ha il 70 per cento del tempo libero a disposizione al di fuori della prestazione ospedaliera praticamente non si è più medici ospedalieri.
Rimangono però i punti toccati nell'interpellanza che si prega il Consiglio ed in particolare la Giunta di tenere presenti sia nella risposta, anche per quanto riguarda il controllo della politica sanitaria che si dovrà portare avanti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Armella.



ARMELLA Angelo, Assessore alla sanità

La casa di cura privata Santa Rita è stata autorizzata all'apertura ed all'esercizio con decreto del 15/12/71 del Medico provinciale di Vercelli.
Dal testo del decreto si evince che la ricettività della casa di cura è determinata in 90 posti-letto destinati rispettivamente: a lungo degenti nel numero di 60; ad ammalati acuti di medicina generale, chirurgia generale, ostetricia, ginecologia e specialità chirurgiche nel numero di 30 ammalati. L'autorizzazione è stata subordinata all'osservanza di tutte le prescrizioni di legge ed in particolare all'osservanza degli articoli 51 52, 53 della legge ospedaliera n 132 del 1968 espressamente richiamati nello stesso decreto di autorizzazione. Questo si premette per una naturale, ovvia precisazione degli elementi di fatto.
Per quanto riguarda invece la convenzione con l'INAM, non è stata ancora sottoposta all'approvazione del Medico provinciale, come previsto dall'art. 53 della legge ospedaliera. Il Medico provinciale è stato interessato a seguito dell'interpellanza ed ha richiesto di adeguarsi alla normativa di cui trattasi, nel più breve tempo possibile, rivolgendosi alla casa di cura privata e richiamando gli estremi del decreto di autorizzazione che fa obbligo di attenersi alla normativa in oggetto.
Abbiamo comunque avuto modo di conoscere la convenzione che l'INAM e la casa di cura privata hanno stipulato, anche se soggetta ancora ad approvazione, nella quale non c'è indicazione relativa ad un numero di posti-letto fisso né per ammalati acuti né per lungo degenti, mentre si fa un espresso e preciso riferimento alla tipologia degli ammalati da immettersi nella casa di cura. Effettivamente la retta è notevolmente inferiore a quella che solitamente viene praticata dagli ospedali ed approvata dagli organi di legge Per quanto attiene alla possibilità di presenza di medici che esercitano la loro attività anche in ospedali o in altri enti pubblici, non abbiamo sicure notizie se non queste: nella convenzione si indica un certo numero di medici (di cui non vi è difficoltà a dare lettura) da ritenersi siano quelli che in quanto posti alle dipendenze della casa di cura privata dovrebbero esercitare le funzioni nella casa stessa. Essi sono: prof.
Bongiovanni Marcello primario chirurgo; prof. Lojacono Franco aiuto chirurgo; prof. Saranno Ermanno assistente; dr Talentino Ferruccio anestesista; prof. Introzzi Paolo primario di medicina; dr Gino Francesco aiuto; dr. Parenti Ezio assistente; dr. Merlo Giuseppe primario otorino; dr Franco Ercole aiuto; prof. Schizzino Aldo radiologo; dr. Piccinelli Vincenzo analista.
L'Assessorato trasmetterà quest'elenco all'ospedale civile di Vercelli affinché provveda, nella misura in cui lo ritenga opportuno, a fare le relative indagini e provvedere di conseguenza i divieti, se del caso, in quanto possa costituirsi, a termini di legge, possibilità di concorrenza con l'ente ospedaliero.
Ho ancora da fare alcune considerazioni di ordine generale in relazione ai quesiti che pone l'interrogante riguardanti la possibilità di una programmazione sanitaria che ecceda i limiti di una programmazione ospedaliera: gli interventi della Regione attualmente sono fissati dalla legge n 132 del 1968, la quale afferma che la Regione deve provvedere a programmare i propri interventi, non già interventi di enti privati o soggetti alla normativa generale e sottoposti alla vigilanza del Ministero della Sanità e degli organi stessi della Regione, appunto espletata tramite il Medico provinciale.
Tra parentesi dirò che il Medico provinciale ha effettuato ancora una visita nella casa di cura privata il 21 ottobre ed ha constatato che il numero dei degenti corrispondeva, salvo una differenza di ordine piuttosto limitato e peraltro opinabile, al numero degli acuti che erano stati autorizzati col decreto. Questa possibilità di una programmazione generale che comprenda anche le case di cura private e in relazione, ovviamente, ad una possibilità di intervento che comprenda tutto il settore sanitario e che raggruppi i poteri decisionali in un'unica amministrazione, in un unico ente, un servizio nazionale che li comprenda nella generalità e non soltanto in settori determinati, altrimenti può succedere che ci possono essere dei settori che rimangono fuori dalla programmazione.
Questo è nell'aspirazione delle Regioni e nei progetti che sono stati ripetutamente presentati agli organi dello Stato e ritengo che saranno sottoposti all'esame del Parlamento con il progetto di legge di cui il Ministero stesso ha annunciato la presentazione.
Le altre osservazioni che l'interpellante ha fatto sia in merito alla vigilanza che la Regione deve esercitare, sia in merito alle ragioni di opportunità determinate dal riportare ad unicità di indirizzi tutta l'intera materia, trovano (e non potrebbero non trovare) la Giunta in una posizione conforme e favorevole



PRESIDENTE

La parola all'interpellante.



BESATE Piero

Mi devo dichiarare nel complesso soddisfatto della risposta data dall'Assessore a nome della Giunta, a parte alcuni aspetti che mi sembrano non ben definiti e che ritengo di dovere comunque sottolineare.
Intanto che la convenzione non sia ancora stata sottoposta all'approvazione del Medico provinciale è una cosa positiva che ha fatto certamente riflettere qualcuno, ma che non deve restare solo sul piano della riflessione.
Faccio comunque osservare che quanto detto dall'Assessore circa la retta notevolmente inferiore (7.000 lire) rispetto a quella che gli istituti assistenziali contraggono con case di cura di diritto pubblico come gli ospedali, non ci deve confondere, perché con questa retta l'INAM paga solo la degenza, ma non le prestazioni mediche e le cure, queste vengono calcolate con una convenzione a parte, per cui la retta aumenta molto.
Inoltre il fatto che già si sia arrivati ad un elenco di sanitari che prestano la loro opera nella casa di cura privata (ne conosco alcuni e so per sicuro che sono dipendenti dell'ente ospedaliero) pur non esaurendo il problema, lo avvia comunque su un terreno di soluzione o quanto meno viene affrontato e non sottaciuto o ignorato. A noi non interessa ciò che fanno i privati nell'ospedale quando stanno entro i limiti della legge 132 del '68 non è su questo che noi appuntiamo la nostra attenzione, ma su come agiscono la Regione, l'INAM, l'ente ospedaliero, il Medico provinciale cioè gli organi pubblici che presiedono alla politica di questo delicatissimo ed importantissimo settore.
Le altre dichiarazioni dell'Assessore, interessanti, credo saranno oggetto di attenzione da parte di tutto il Consiglio, in particolar modo dei membri della IV Commissione che si occupa più specificamente di questa materia.


Argomento: Industria (anche piccola e media) - Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza dei Consiglieri Lo Turco e Revelli sul trasferimento della direzione delle Cartiere Italiane Riunite a Roma


PRESIDENTE

Interpellanza Lo Turco, Revelli dell'8/11/'72: "Trasferimento della direzione delle Cartiere Italiane Riunite, a Roma ".
Qualcuno degli interpellanti desidera illustrarla? La parola al Consigliere Lo Turco.
LO TURCO Giorgio Ho poche cose da aggiungere, voglio solo ricordare che, come dice l'interpellanza, il trasferimento della direzione delle Cartiere Sertorio è l'anello di una lunga catena, tanto è vero che nella sede della Regione vi è stato un incontro di sindaci e amministratori di Comuni in cui vi sono stabilimenti delle Cartiere, che in questi ultimi tempi hanno visto diminuire notevolmente l'occupazione. Questi amministratori hanno fatto presente che i loro piccoli Comuni vivono esclusivamente sull'attività delle Cartiere ed il trasferimento della direzione, nel modo in cui è avvenuto, fa presumere che in breve tempo anche gli stabilimenti finiranno per subire un grave attacco all'occupazione.
In secondo luogo devo ricordare all'Assessore e alla Giunta che è in corso un'azione legale nei confronti dei dirigenti della Sertorio, in quanto con un'azione tipica dei "commandos" (direttore generale in testa) nella notte dalla domenica al lunedì hanno allontanato il sorvegliante notturno mandandolo a Milano con una scusa (e a Milano non ha trovato nessuno) e hanno fatto razzia di tutti i documenti, scappando come dei banditi e facendo trovare gli impiegati il lunedì mattina davanti al fatto compiuto.
Di fronte ad azioni di questo genere e tenendo conto che il 43 per cento delle azioni della SME è capitale pubblico, ritengo che il Ministero delle Partecipazioni statali debba dire la sua, far pesare la propria forza in questa vertenza.
A questo punto la proposta è che la Regione si rivolga al Ministro delle Partecipazioni statali affinché convochi i dirigenti di quest'azienda per sentire quali sono i disegni di quel gruppo aziendale e quali tipi di garanzia può dare per il mantenimento in vita delle Cartiere, restando per fermo il punto che bisogna trovare la soluzione per salvaguardare l'occupazione dei 70 impiegati della direzione.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola all'Assessore Petrini, vorrei fare rilevare che c'è un'interrogazione dei Consiglieri Nesi e Calsolaro del 12 ottobre '72 su analogo argomento. Possiamo, dopo che è stata illustrata l'interpellanza, unirle per una risposta unica?



NESI Nerio

Senz'altro.



PRESIDENTE

D'accordo.
La parola all'Assessore Petrini.



PETRINI Luigi, Assessore all'industria

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, effettivamente sono iscritte all'ordine del giorno un'interrogazione ed un'interpellanza che trattano lo stesso argomento e se i Consiglieri sono d'accordo do in aula una sola risposta che accomunerà i due documenti.
La Società Cartiere Italiane Riunite è attualmente la risultante delle incorporazioni effettuate nell'ultimo quinquennio dalla Cartiera Italiana costituita nel 1873 ed avente sede da quella data a Torino. Tale Cartiera ha incorporato nel 1967 la Cartiera Subalpina Sertorio, con stabilimento in Coazze e sede in Torino, e nel corrente anno (il perfezionamento giuridico è ancora in corso) la Cellulosa d'Italia Celdit con stabilimento a Chieti e sede a Roma. Il capitale della Società è posseduto per il 41,41 per cento dalla SME, cioè dalla Società meridionale finanziaria e per il 40,40 per cento dalla DOMTAR. che è una Società canadese con sede in Montreal.
Il gruppo, che ha un fatturato globale di 32 miliardi, ha la sua sede a Torino e quattro stabilimenti così dislocati: a Torino, con sede degli uffici amministrativi e direzionali con 93 dipendenti; a Coazze con 380 dipendenti e due macchine continue; a Serravalle Sesia, in provincia di Vercelli, con 900 dipendenti circa e con sette macchine continue attualmente in funzione. Nel corso dell'anno, tuttavia, due macchine continue sono già state fermate e un'altra sarà fermata probabilmente entro la fine dell'anno; a Quarona (Vercelli) con 200 dipendenti circa, ma con nessuna macchina continua perché non si produce carta, ma soltanto "fibra" per l'industria automobilistica; a Chieti con 500 dipendenti con tre macchine continue in funzione e un'altra macchina è nelle previsioni dei piani di investimento.
Nel 1971 la produzione degli stabilimenti piemontesi è stata di 800.000 ql. di carta, per un fatturato di 18 miliardi e 600 milioni, mentre la produzione dello stabilimento di Chieti è stata di 650.000 ql. di carta per un fatturato di 13 miliardi. Poiché per la grave crisi in atto nel settore cartario la Società canadese DOMTAR ha svalutato interamente la propria partecipazione alla Società, la completa responsabilità dell'azienda ricade attualmente sulla SME. Appunto da tale Società, sin dall'annuncio del processo di fusione delle Cartiere Riunite con la Celdit, venne ventilata l'ipotesi di un trasferimento della direzione dell'azienda da Torino a una sede del centro-sud (quasi certamente si era parlato a quel momento della città di Roma). La voce prese corpo con l'andare del tempo, tanto da preoccupare non solo coloro i quali sarebbero stati più direttamente colpiti dall'iniziativa, ma anche pubbliche amministrazioni che vedevano in essa un duro colpo inferto ad un settore importantissimo per l'economia della città di Torino e dell'intero territorio piemontese.
Sin dal giugno scorso la Presidenza della Giunta Regionale e l'Assessorato all'industria in particolare, si sono preoccupati di sollecitare ad un chiarimento i responsabili sia dell'azienda che della SME. Il nucleo delle risposte pervenute verteva su alcuni motivi essenziali, ma principalmente metteva in evidenza come il problema della "sede della Società" ancora allo studio, dovesse essere deciso nel contesto generale del risanamento e della ristrutturazione della Società. Si evidenziava peraltro che nel quadro e ai fini della ristrutturazione aziendale, che si rendeva indispensabile portare avanti, risultava improponibile la condizione del mantenimento di questa o di quella particolare struttura aziendale, dovendosi invece cercare soluzioni che consentissero all'azienda, considerata nel suo insieme, di mantenere la massima occupazione globale. Di fronte a questa prospettiva e alla realtà di un progressivo svuotamento degli uffici e dei servizi amministrativi da Torino (effettivamente l'azienda ha trasferito nottetempo a Roma - come ricordava il collega Lo Turco - i reparti contabilità e fatturazione ed ha iniziato la procedura per il licenziamento di 70 degli attuali 93 dipendenti) l'Assessorato all'industria, d'intesa con la Presidenza della Regione, ha reagito con un deciso intervento sul Ministro delle Partecipazioni statali al quale ha rappresentato la serie di esigenze che impongono di impedire il trasferimento.
Innanzitutto la legittima ansia per la sorte dei dipendenti per i quali sono già stati preannunciati i licenziamenti ed altresì dei dipendenti degli altri stabilimenti piemontesi, in quanto non ci si deve nascondere che la chiusura della sede di Torino può essere il primo passo di un cammino che a tempi più o meno lunghi potrebbe anche rivelarsi irreversibile. Si deve infatti temere (e i piani aziendali che non prevedevano investimenti negli stabilimenti dislocati in Piemonte sembravano confermare tale timore) che con lo spostamento della sede direzionale si intenda procedere ad una concentrazione di nuovi investimenti della Società esclusivamente nel Mezzogiorno, lasciando gli impianti degli stabilimenti piemontesi nelle loro attuali condizioni, già prossime al limite della loro completa obsolescenza, con ovvie conseguenze sull'occupazione.
E ciò non può assolutamente essere accettato in quanto in palese contrasto con l'orientamento della Regione Piemonte la quale si preoccupa che lo sviluppo del Mezzogiorno venga favorito, ma senza pregiudicare i preesistenti interessi del proprio territorio.
Oltre alla necessaria, doverosa sensibilità per le conseguenze sociali che deriverebbero dall'operazione, è stato richiesto al Ministro delle Partecipazioni statali un'attenta considerazione degli interessi rappresentati, per la città di Torino e per l'intero territorio regionale da un'industria il cui fatturato annuo ammonta a 32 miliardi. Interessi che sarebbero incontestabilmente compromessi dalla decisione delle Cartiere Riunite che, se pure legittima sotto il punto di vista delle norme vigenti in materia di società che riservano i poteri decisionali esclusivamente agli organi sociali, non può e non deve ignorare, data la struttura della SME, il parere e l'azione di quelle forze politiche che sono portavoce di esigenze reali.
Nell'attesa di avere dal Ministro interessato al quale, in relazione ai più recenti avvenimenti è stato sollecitato telegraficamente ancora pochi giorni fa un immediato intervento, nell'attesa di avere una rassicurante risposta dicevo, confermo in questa sede a nome della Giunta l'impegno di adoperarsi, per quanto possibile, affinché, non si arrechi per una stretta valutazione aziendalistica di mera funzionalità operativa, un ulteriore gravissimo colpo all'equilibrio economico e sociale del territorio regionale, già profondamente turbato dalle gravi vicende connesse alla crisi di alcuni settori industriali, e, soprattutto, che si colpiscono i livelli occupazionali in una zona già duramente provata.
In relazione agli annunciati licenziamenti desidero dare comunicazione che, a nome della Giunta, il collega Assessore Visone ha avuto un incontro con i rappresentanti sindacali dei lavoratori il 12 ottobre scorso. Nel corso di tale incontro è stata ribadita la volontà di respingere i licenziamenti e, ad avvenuta revoca del provvedimento, di iniziare una trattativa che investa l'intero gruppo delle Cartiere Italiane Riunite.
In conseguenza di detto colloquio l'Assessore Visone ha preso anche contatti con il Ministro del Lavoro Coppo il quale, ancora ieri, ha promesso il suo concreto interessamento per il caso che abbiamo all'esame.



PRESIDENTE

Gli interpellanti vogliono dichiararsi soddisfatti o insoddisfatti? La parola al Consigliere Lo Turco.
LO TURCO Giorgio Ringrazio l'Assessore Petrini per la puntualità e per la serie di chiarimenti che ha dato.
Do ancora un'informazione di cui bisognerà controllare la veridicità: la DOMTAR con il 31 dicembre ritira il suo pacchetto azionario che verrà assorbito interamente dalla SMR. Si tratterà quindi sempre di più di un problema a carattere statale.



VISONE Carlo, Assessore al lavoro

Signor Presidente, chiedo di intervenire brevemente.



PRESIDENTE

Facciamo le dichiarazioni dopo, altrimenti andiamo contro il Regolamento. Mi spiace, ma la prego di parlare dopo.
La parola al Consigliere Nesi.



NESI Nerio

Se l'Assessore Visone ha qualcosa da aggiungere io non ho difficoltà a parlare dopo.



PRESIDENTE

No, andrei contro il Regolamento.



NESI Nerio

Anch'io desidero ringraziare l'Assessore per la risposta esauriente e dargli atto delle valutazioni di ordine politico generale contenute nella sua risposta e che attengono ai rapporti nord-sud (ripeto le sue parole "valutazioni aziendalistiche") e a tutto il problema delle aziende estere in Italia toccato giustamente dal collega e compagno Lo Turco. In realtà in questi casi ci troviamo sempre di fronte ad una situazione di impotenza del potere pubblico. Io credo che la Regione non potesse fare di più, ma penso che i risultati che ne deriveranno saranno pochi.
Detto questo, mi dichiaro soddisfatto della risposta per la parte che riguarda la Regione, ma credo che il tema coinvolga problemi molto più ampi di ordinamento generale dello Stato e degli effettivi poteri dell'ordinamento pubblico in Italia che ovviamente sono al di fuori della nostra capacita di legiferare.



NESI Nerio

Interpellanza dei Consiglieri Revelli e altri sugli interventi per procrastinare la data per le iscrizioni all'anno accademico '72/'73 al 31/12/1972



PRESIDENTE

Interpellanza Revelli, Rivalta, Besate 8/11/'72: "Interventi per procrastinare la data per le iscrizioni all'anno accademico '72/'73 al 31/12/1972".
Qualcuno degli interpellanti intende illustrarla brevemente? La parola al Consigliere Revelli.



REVELLI Francesco

Intervengo molto brevemente perché l'interpellanza contiene già una serie di richieste e anche di giudizi, giudizi che abbiamo ritenuto di dover dare perché non si tratta soltanto di mancanza di personale o di altre questioni note, e che caratterizzano la crisi dell'Università, ma di una situazione generale. Le Università italiane, le più grandi, hanno chiuso con il 5 novembre le iscrizioni, lasciando fuori dalla possibilità di reiscrizione migliaia e migliaia di studenti.
Per quel che riguarda l'Ateneo di Torino, la decisione di procrastinare fino al 15 novembre la data delle iscrizioni e la nostra richiesta, invece che venga portata al 31 dicembre, ha una motivazione molto semplice: molti studenti non hanno la possibilità di pagare le tasse di iscrizione prima che i genitori abbiano ricevuto la tredicesima mensilità; per molti giovani lavoratori è impossibile raggiungere l'obiettivo di pagare la prima rata entro la fine del mese di dicembre. Quindi, anche quando, giustamente, si dice che è necessaria una razionalizzazione del sistema delle iscrizioni del pagamento delle tasse ecc., va sottolineato però che quest'affermazione implica un problema che è molto più grosso e che riguarda i provvedimenti per il diritto allo studio.
Intanto non si dimentichi che non si tratta di pagare 5 o 10.000 lire ma somme molto elevate per l'iscrizione all'Università. Quindi il problema è molto semplice, non vi sono vie intermedie tra la data del 5 novembre e quella del 31 dicembre: o lo si risolve dal punto di vista manifestato dagli interessati e di conseguenza, come intervento immediato, si segue questa strada, oppure la Regione, pur non avendo poteri specifici, deve iniziare un dialogo costruttivo e fattivo d'indagine, di richiesta e di proposte con il Governo affinché la programmazione del diritto allo studio diventi qualcosa di effettivo e ci tolga da questa situazione.
Mi riservo di dare ulteriori indicazioni dopo la risposta dell'Assessore.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Visone.



VISONE Carlo, Assessore all'istruzione

Signor Presidente, signori Consiglieri, in riferimento all'interpellanza dei Consiglieri Revelli, Rivalta, Besate, Marchesotti Sanlorenzo, Ferraris dell'8 novembre, sono in grado di comunicare le seguenti notizie.
Premesso che il termine dell'iscrizione, secondo le norme vigenti nella città di Torino, scade il 5 novembre di ogni anno, il Rettore della nostra Università, in previsione delle difficoltà di vario genere che ogni anno si manifestano, con proprio provvedimento aveva prolungato il termine dell'iscrizione al 15 novembre. Successivamente, con decreto in data 13 novembre '72, il Rettore ha ulteriormente prorogato il termine dell'iscrizione al 30 novembre e ha dato disposizioni agli uffici competenti affinché le domande che perverranno oltre tale termine e comunque entro e non oltre il 31 dicembre '72, saranno prese in considerazione a condizione che gravi e comprovati motivi ne abbiano impedita la presentazione.
Da notizie avute dall'Ufficio assistenza dell'Università, per quanto riguarda il pre-salario, risulta che sono state presentate circa 9.000 domande di pre-salario e che alla data odierna, con rilevante impegno del personale addetto, restano da esaminare solo circa mille domande, le quali comunque saranno esaurite entro il corrente mese di novembre. Ad ogni buon conto sono in grado di comunicare che in data 9 novembre il Commissario dell'Opera universitaria prof. Dalpiaz, ha indetto un'assemblea nell'aula magna dell'Ateneo invitando a parteciparvi tutti gli studenti interessati alla concessione del pre-salario. In tale assemblea sono state esposte le difficoltà per le quali si è verificato il ritardo dell'esame delle domande (mancanza di personale, ritardo nella trasmissione da parte delle segreterie delle Facoltà dei certificati di studio).
Per quanto riguarda le domande scartate per insufficiente documentazione, quale tale insufficienza si è limitata a qualche lieve dimenticanza o documento imperfetto, posso assicurare che l'ufficio ha invitato gli interessati a regolarizzare il documento scartando ovviamente, anche perché prescritto dal bando, le domande mancanti di documentazione o quelle degli aspiranti che non erano in possesso dei requisiti richiesti.



PRESIDENTE

La parola ad un interpellante per dichiararsi o meno soddisfatto.



REVELLI Francesco

Prendo atto della risposta che ci ha dato l'Assessore sui contatti avuti e sulla decisione di rimandare al 30 novembre la data limite, ma ci non muta niente e non si capisce il perché gli altri anni si chiudevano le iscrizioni al 31 dicembre e quest'anno invece si vuole cambiare il sistema.
Siamo anche noi per la razionalizzazione dell'Università, ma non la si raggiunge se non si murano le condizioni di fondo e la decisione suddetta implica un supplemento di burocrazia, perché bisognerà fare delle dichiarazioni sui motivi che hanno indotto a ritardare il pagamento.
Per quel che riguarda le borse di studio ed il pre-salario, le opere universitarie sono in piena crisi. Non vi sono mezzi sufficienti, e troppe domande sono state scartate. Sono state le lotte che ne hanno reso possibile il riesame di molte di esse.
Profondamente irrazionale ed ingiusto è anche il modo in cui viene determinato il pre-salario: ed i più colpiti sono proprio gli studenti pendolari ed immigrati, soprattutto dal Sud. E' uno sbaglio al quale non si vuole porre rimedio.
Io mi dichiaro soddisfatto e insoddisfatto nello stesso tempo della risposta dell'Assessore: potrei essere soddisfatto per l'informazione data sono insoddisfatto perché, pur sapendo che la Regione non ha poteri specifici, deve però essere un interlocutore politico valido dell'Università, Bisogna che l'Assessore e la Giunta, mandino a chiamare tutti i responsabili dell'assistenza, della gestione e della direzione universitaria per fare il punto della situazione. La Regione deve fare sentire le reali esigenze e rivendicare quei poteri che le spettano costituzionalmente in merito al diritto allo studio che volutamente il Governo si riserva.
In questo quadro globale non mi posso dire neanche soddisfatto dell'informazione data dall'Assessore perché so che manca la volontà a questa Giunta di essere interlocutore politico dell'Università.



PRESIDENTE

Le interpellanze sono discusse.
C'è un'interrogazione del Consigliere Nesi del 14 luglio 1972 alla quale dovrebbe rispondere l'Assessore Cardinali "Licenza per la costruzione in frazione Mappano di uno stabilimento della Soc. Venchi Unica". Il Vicepresidente della Giunta ha chiesto congedo per oggi, perciò dobbiamo aggiornarla.
Ce n'è una del Consigliere Simonelli "Istituzione Parco della Valle del Ticino" alla quale deve rispondere l'Assessore Chiabrando che è presente ma non c'è l'interrogante quindi a norma di Regolamento l' interrogazione decade.


Argomento: Occupazione giovanile - Apprendistato

Interrogazione del Consigliere Nesi sullo sfruttamento dei minori abusivamente impiegati in lavori pericolosi


PRESIDENTE

Interrogazione del Consigliere Nesi dell'8/11/'72: "Sfruttamento dei minori abusivamente impiegati in lavori pericolosi senza protezione assicurativa né fisica".
La parola all'Assessore Visone.



VISONE Carlo, Assessore al lavoro

Il Consigliere Nesi nella sua interrogazione cita il doloroso infortunio occorso al ragazzo di 13 inni, Giovanni Strumindoli, che ha avuto il braccio destro quasi tranciato da una sega elettrica nel capannone dell'impresa di Giovanni Ferrero e Giuseppe Cervino in Via Don Minzoni, a Borgaretto, mentre lavorava e chiede quali iniziative si intendono assumere al fine di eliminare il triste ed illecito fenomeno dello sfruttamento dei minori che vengono abusivamente impiegati in lavori pericolosi, senza alcuna protezione assicurativa né fisica.
Nel deprecare il fatto in sé e tutti gli altri fatti analoghi che succedono in aperto spregio alle norme vigenti in materia di assunzione al lavoro dei minori per la prevenzione degli infortuni, posso soltanto dire al collega Nesi che iniziative in questo campo sono già state prese da tempo da qualcuno più competente della Giunta e dell'Assessorato e precisamente dal legislatore, con le numerose norme vigenti in materia il cui scopo non è solo quello di disciplinare il sistema infortunistico, ma anzitutto di prevenirne le dolorose conseguenze come quella occorsa allo Strumindoli.
Noi non abbiamo competenza in materia anche perché (ed è giusto che sia così) questi fenomeni non possono essere regolamentati da leggi regionali e cioè limitatamente al solo territorio di una Regione. Tutti sono uguali di fronte alla legge e pertanto è giusto che la legge in campo nazionale si preoccupi a che tutti i cittadini della Repubblica siano ugualmente protetti. Se nonostante tutto il divieto dell'assunzione dei minori al di sotto dei 15 anni contenuto nella legge 977 del 17/10/67, e tutte le altre prescrizioni contenute in altre leggi emanate per la prevenzione degli infortuni, non vengono osservate dai destinatari delle norme stesse e cioè dai trasgressori che sono poi i vari Giovanni Ferrero e Giuseppe Cervino ci accorgiamo subito che la Regione non può sostituirsi né all'Ispettorato del lavoro né agli organi di polizia giudiziaria.
Noi come Giunta Regionale possiamo, in questo caso, stigmatizzare i fatti, incresciosi quanto si vuole e augurarci che se ne verifichino il meno possibile e richiamare gli organi preposti ad una sempre più intensa opera di vigilanza, di prevenzione e soprattutto di più rigorosa applicazione delle sanzioni previste dalla legge, ma non possiamo sostituirci né alle leggi esistenti né agli organi preposti alla vigilanza ed all'applicazione di tali sanzioni. Nonostante ciò non voglio escludere che per il futuro la Regione non possa, nell'ambito di ciò che si potrà ottenete in questa materia, avere una propria legislazione. Saranno comunque presi da parte nostra gli opportuni contatti con l'Ispettorato del lavoro, al fine di concordare un'eventuale azione comune che possa servire all'attenuazione del triste ed illecito fenomeno e soprattutto di richiamare gli organi preposti ad una sempre maggiore vigilanza.



PRESIDENTE

Il Consigliere interrogante ha facoltà di parlare.



NESI Nerio

Mi rendo conto delle osservazioni dell'Assessore Visone in ordine all'impossibilità giuridica per la Regione di fare interventi diretti in materia legislativa su questo argomento, ma rimane sempre, a mio parere, la capacità politica della Giunta ad intervenire- Mi pare che l'Assessore non abbia escluso che la Giunta possa farlo, anzi, si augura, se ho ben capito maggiori possibilità giuridiche per intervenire anche in campo legislativo.
Rimane però il fatto che una circostanza così grave, così triste come quella che abbiamo denunciato, si inquadri nel contesto generale della situazione degli immigrati e dei lavoratori di Torino e della sua cintura.
Io voglio richiamare ancora una volta la Giunta all'impegno che aveva di fare un'indagine conoscitiva sul problema. Mi auguro che una situazione politica diversa consenta di fare quest'indagine che, mi rendo conto, in questa situazione politica non si può fare.


Argomento:

Interrogazione del Consigliere Nesi sullo sfruttamento dei minori abusivamente impiegati in lavori pericolosi

Argomento:

Interrogazione (rinvio)


PRESIDENTE

C'é ancora un'interrogazione Berti, Fabbris, Lo Turco, Vecchione dell'8/11/'7 2: " Commissari straordinari in Ospedali della Regione in luogo dei Consigli d'Amministrazione" alla quale deve rispondere l Assessore Armella che è presente.



BERTI Antonio

Le chiederei di rinviarla alla prossima seduta perché particolarmente interessato e preparato era il Consigliere Vecchione che stamattina ha preso congedo.



PRESIDENTE

L'Assessore è d'accordo.



ARMELLA Angelo, Assessore alla sanità

Sì.



PRESIDENTE

Allora interrogazioni ed interpellanze sono esaurite.


Argomento:

Interrogazione (rinvio)

Argomento:

Approvazione verbali sedute precedenti


PRESIDENTE

Passiamo al punto primo dell'o.d.g.: "Approvazione verbali sedute precedenti" I processi verbali relativi alle sedute dell'8 novembre '72 sono stati distribuiti ai signori Consiglieri. Ci sono osservazioni da fare in proposito? Nessuna? Allora possono essere considerati approvati.


Argomento:

Approvazione verbali sedute precedenti

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Carazzoni, Giovana, Vecchione Cardinali e Menozzi. Il Consigliere Giovana, del quale mi sono interessato per avere notizie, mi ha fatto pervenire questa mattina una lettera con la quale mi preannuncia come non lontano il suo ritorno ai lavori del Consiglio. Gli rinnovo gli auguri di pronta guarigione. Non so niente invece, dell'altro collega indisposto.


Argomento: Statuto - Regolamento

Comunicazioni del Presidente del Consiglio


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, come prima comunicazione, intendo informarvi questa mattina che effettivamente siamo riusciti a stampare in tempo utile i volumi relativi al nostro Statuto, che ne illustrano la fase preparatoria, svolta in seno alla Commissione Statuto, e quella di discussione e approvazione in aula. E' parso opportuno all'Ufficio di Presidenza, quasi per un motivo storico consegnandolo alle stampe e divulgandolo, facilitare la consultazione di un materiale di documentazione, che è conservato negli archivi della Regione e sarebbe altrimenti consultabile solo in quella sede, relativo ad un'opera legislativa quale lo Statuto, che è la legge fondamentale per noi, per la Regione Piemonte, e quindi per i quasi cinque milioni di piemontesi che costituiscono i soggetti titolari di quest'entità regionale.
Non è il caso che spenda molte parole per ripetere a me stesso e per dire a tutti loro la fondamentale importanza che ha lo Statuto che ci siamo dato, e che dovremo certamente impegnarci ulteriormente a rispettare, per renderlo attuale e concreto, passando così da quella che era stata la fase discorsiva a quella che è la fase, invece, concretamente operativa.
Penso che quest'opera potrà essere utile per una consultazione immediatamente, ma fosse ancora più nel tempo, quando si vorrà veramente fare una esegesi - che io in questo momento non faccio e che neanche ho fatto nelle poche parole introduttive all'opera, quando effettivamente si vorrà andare a scandagliare quella che è stata la volontà di coloro che hanno dato a ciascuno di noi lo Statuto della Regione Piemonte.
Ho il piacere oggi di consegnare una copia dell'opera a ciascuno di loro colleghi Consiglieri. L'Ufficio di Presidenza ha aderito alla mia proposta di conferire una certa solennità, più sostanziale che formale, a questa consegna. La copia viene loro consegnata anche con l'intitolazione del nome, in maniera che resti come ricordo dell'opera che è stata compiuta.
Nella giornata odierna i, volumi saranno inviati anche al Presidente del Consiglio, al Ministro per le Regioni, al Ministro degli Interni, e una copia sarà consegnata al Commissario di Governo, ai sei Presidenti delle Province piemontesi ed ai Sindaci dei sei Comuni capoluogo delle Province piemontesi. E' proposito dell'Ufficio di Presidenza far pervenire successivamente, con gradualità le copie a tutti i Comuni del Piemonte, a tutti i Parlamentari del Piemonte, alle Biblioteche del Piemonte e non soltanto del Piemonte, trattandosi di un'opera che indubbiamente nelle biblioteche può trovare utile collocazione. Nella mattinata di oggi consegneremo copia dello Statuto anche a quanti noi consideriamo collaboratori della nostra attività: ai giornalisti che sono presenti in aula, a quanti altri non siano presenti in aula, in maniera che possano anch'essi rifarsi qualche volta a questa che è stata la prima vicenda della Regione. La creazione dello Statuto, legge fondamentale, torno a ripetere che regola i nostri lavori, è legge che dobbiamo tutti quanti - rispettare ed attuare, noi che abbiamo la responsabilità di essere a questo posto di lavoro come Consiglieri ed i cittadini i quali sono chiamati a dare il loro contributo, con la partecipazione, alla quale noi li abbiamo chiamati già attraverso quel metodo della consultazione che anche in futuro continuerà ad essere uno dei motivi fondamentali, io penso, e dei più utili per l'attività che andiamo svolgendo.
Al termine dell'ultima seduta consiliare avevo annunciato all'ordine del giorno anche l'elezione di un componente della Sezione decentrata di Biella del Comitato regionale di controllo. L'argomento non ha potuto essere mantenuto all'ordine del giorno perché la pratica, non era ancora perfezionata. Infatti, ai sensi dell'art. 12 del Regolamento dei Comitati di controllo, approvato dal Consiglio Regionale in adunanza 28 giugno, "le dimissioni dei membri dell'organo di controllo sono presentate al Presidente de Comitato o della Sezione di appartenenza che ne prende atto e ne dà immediata comunicazione al Presidente della Giunta".
Questa procedura non risulta ancora perfezionata.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio

Argomento:

Documenti - Assegnazione a Commissioni


PRESIDENTE

Sono stati presentati: proposta di legge n. 59: "Istituzione del parco urbano della zona delle Vallere", che ho assegnato, in data 10 novembre '72, alla II Commissione accompagnando l'assegnazione con alcune considerazioni di richiamo per la natura della proposta di legge disegno di legge n. 60: "Istituzione dell'Ente regionali di sviluppo agricolo in Piemonte", presentato il 13 novembre '72 dalla Giunta Regionale, assegnato alla stessa data alla VI Commissione disegno di legge n. 61: "Norme per l'applicazione dell'imposta regionale sulle concessioni statali dei beni del Demanio e del patrimonio indisponibile", presentato in data 13 novembre '72 dalla Giunta Regionale e assegnato in data 14 novembre alla I Commissione proposta di legge n. 62: "Fondo di solidarietà regionale a favore delle aziende agricole colpite da eccezionali avversità atmosferiche", presentata in data 10 novembre dalla Provincia di Vercelli e dai Comuni di Asigliano Vercellese, Costanzana, Desana, Rive, Ronsecco, Tricerro, assegnata oggi alla VI Commissione disegno di legge n. 63: "Norme per le indagini conoscitive, gli studi e le ricerche inerenti le funzioni regionali", presentato in data 14 novembre '72 dalla Giunta Regionale, assegnato in data odierna all'VIII Commissione disegno di legge n. 64: " Norme per l'erogazione, l'adesione, la partecipazione a convegni, congressi ed altre manifestazioni", presentato in data 14 novembre '72 dalla Giunta Regionale, assegnato in data odierna all'VIII Commissione disegno di legge n. 65: "Delimitazione delle zone montane omogenee costituzione e funzionamento delle Comunità montane", presentato in data 15 novembre '72 dalla Giunta Regionale. Oggi stesso lo esaminerò per la trasmissione alla Commissione competente.
Per i disegni di legge n. 61, 63 e 64, relativi a: "Norme per l'applicazione dell'imposta regionale sulle concessioni statali dei Beni del Demanio e del patrimonio indisponibile" "Norme per le indagini conoscitive, gli studi e le ricerche inerenti le funzioni regionali" "Norme per l'erogazione, l'adesione, la partecipazione a congressi e altre manifestazioni" la Giunta ha chiesto, a sensi dell'art. 44, terzo comma, dello Statuto la procedura abbreviata. Se a questo proposito non vi sono osservazioni considero accolta la richiesta di urgenza da parte della Giunta, prendendo qui di atto che il Consiglio concorda sull'adozione di questa procedura per tutti tre i disegni di legge.
Chiede di parlare il Consigliere Garabello. Ne ha facoltà.



GARABELLO Enzo

Signor Presidente, devo far presente, per quanto riguarda la richiesta di procedura d'urgenza per le leggi assegnate alla I Commissione, le condizioni di difficoltà in questo momento da parte della I Commissione che inizia domani le consultazioni sul piano regionale, a prevedere ulteriori serie di sedute parallele in proposito. Riterrei pertanto necessario sentire in argomento la Commissione, ad esempio, nella seduta di domani, per dare eventualmente una risposta nella prossima riunione. Fra l'altro, domani dovrebbe essere presente anche l'Assessore, ed insieme a lui potremmo studiare il modo per venire incontro ad un'esigenza della Giunta senza però scompaginare i piani d lavoro della Commissione.



PRESIDENTE

Resta comunque fermo l'accoglimento della richiesta di procedura d'urgenza.
I Consiglieri Carazzoni Curci hanno comunicato di ritirare la proposta di legge n. 21 relativa a "Norme in materia di contratti di affitto di fondi rustici".
E' stata anche presentata in data odierna la proposta di legge n. 66 relativa alla ripartizione dei territori montani in zone omogenee: presentatori, i Consiglieri Ferraris, Bono, Raschio, Revelli e Rivalta.


Argomento: Statuto - Regolamento

Comunicazioni del Presidente del Consiglio (seguito)


PRESIDENTE

In data 8 novembre il Commissario del Governo ha apposto il visto alla legge approvata dal Consiglio Regionale il 12 ottobre '72 relativa al funzionamento dei Gruppi consiliari.
Sono state date riposte scritte dall'Assessore Debenedetti all'interrogazione del Consigliere Simonelli concernente la riserva di caccia a Fresonara, in provincia di Alessandria, dal Presidente della Giunta all'interrogazione del Consigliere Nesi concernente la Segreteria comunale di Montalto Dora.
Sono pervenuti alla Presidenza alcuni documenti, dei quali prego il Consigliere Segretario di leggere il sommario.



GERINI Armando, Segretario

Dalla città di Rivoli è pervenuto un ordine del giorno, approvato all'unanimità durante la seduta straordinaria aperta dai Consigli Comunali di Alpignano, Collegno, Chiusa S. Michele, Grugliasco e Rivoli, svoltasi il 10 novembre scorso, relativo alla vertenza Zanussi-Castor-Imel In esso si chiede: 1) bloccare immediatamente qualsiasi provvedimento di ristrutturazione dell'azienda, di licenziamenti e di chiusura degli stabilimenti 2) sollecitare la convocazione immediata del Consiglio Regionale e Provinciale alla presenza di tutti i Ministri e Parlamentari piemontesi per affrontare l'argomento della chiusura della Castor -Imel e della continua minaccia all'occupazione, adottando atti in difesa dei posti di lavoro in Piemonte 3) aderire alla conferenza interregionale sui problemi del complesso Zanussi convocata dalla Regione veneta (che si terrà nei prossimi giorni a Conegliano) 4) impegnare le Regioni, Province, Comuni e Parlamentari interessati attraverso un'iniziativa determinata con le organizzazioni sindacali, a richiedere al Governo ed ai Ministri interessati il controllo e la verifica in Parlamento dell'uso dei fondi pubblici concessi al gruppo Zanussi, per accertare lo stato degli accordi inerenti al trasferimento della Zanussi sotto il controllo di un gruppo straniero, chiedendo che i risultati siano immediatamente resi pubblici 5) costituire un Comitato interregionale della zona Ovest della cintura di Torino e Valle di Susa, per la difesa dell'occupazione, composto dalle forze politiche, sindacali e sociali e dalle istituzioni locali, indicando come sede il Palazzo Civico del Comune di Rivoli.
Dalla città di Cuneo un documento sul problema dell'Università in Piemonte, con riferimento al dibattito svoltosi in Consiglio Regionale. In esso si chiede che vengano tenute nella dovuta considerazione le evidenti e giuste esigenze della Provincia di Cuneo circa il problema delle localizzazioni universitarie.
Dalla città di Cuneo sono pervenuti altri due ordini del giorno: uno riguarda gli attentati ai treni diretti a Reggio Calabria e l'altro il problema della realizzazione della seconda fase degli impianti idroelettrici Enel in Valle Gesso.
Dalle organizzazioni sindacali e dal Consiglio dei Delegati della Rossari &Varzi di Ivrea, un documento che intende puntualizzare gli aspetti ancora da chiarire e le opportune pressioni da esercitarsi per ci che riguarda la Cassa integrazione e la disoccupazione speciale agli ex dipendenti della Rossari &Varzi di Ivrea.
Dal Consiglio di fabbrica della Pirelli di Settimo Torinese un documento sullo stato di crisi che è oggi presente nell'economia italiana e sui gravi riflessi che essa ha sui livelli di occupazione.
Dal Presidente della Pirelli copia dell'accordo raggiunto con le organizzazioni sindacali e gli acquirenti in forza del quale è stato possibile assicurare la quasi integrale occupazione dei 300 dipendenti dello stabilimento di Arona.
Dai dipendenti degli E.P.T. del Piemonte e dalla Segreteria provinciale di Novara della Federazione Italiana Lavoratori Enti di diritto pubblico - CISL sono arrivati solleciti per un rapido esame ed approvazione delle modifiche al Regolamento organico dei dipendenti degli E .P .T stessi.
Dal Comune di Asti un ordine del giorno sulle avversità atmosferiche e climatiche.
Dalla Lega Biellese per le autonomie e i poteri locali un documento con cui si rileva il ritardo della Regione Piemonte a provvedere agli adempimenti relativi alla delimitazione delle zone montane eccetera.
Dall'Associazione nazionale tra i Comuni decorati al valor militare copia dell'ordine del giorno votato all'unanimità dal Congresso nazionale dell'Associazione.
Dai Comuni di Borgoticino e di Varallo Pombia, copia di un ordine del giorno contro la soppressione degli Uffici finanziari.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Sulla situazione degli stabilimenti Zanussi-Castor-Imel


PRESIDENTE

Hanno chiesto di parlare sulle comunicazioni del Presidente il Consigliere Garabello e il Consigliere Lo Turco Qualcun altro si iscrive? Allora, ha facoltà di parlare il Consigliere Garabello.



GARABELLO Enzo

Signor Presidente, mi riferisco alla comunicazione intervenuta in merito al Consiglio Comunale aperto di Rivoli, svoltosi la settimana scorsa sul problema gravissimo della situazione degli stabilimento Castor e Imel del gruppo Zanussi.
La crisi della Zanussi investe, per quanto riguarda il nostro territorio regionale, questi due stabilimenti, che contano complessivamente circa duemila dipendenti. Essi si trovano nella zona di cui proprio di recente ci siamo dovuti occupare: l'uno nella Valle di Susa, a Chiusa San Michele, l'altro a Rivoli, all'imbocco della stessa valle, con minaccia di ulteriore persistente aggravamento della già pesante situazione occupazionale, economica e sociale della vallata.
Avendo visto per le strade un manifesto di convocazione di un Consiglio Comunale aperto fra i Comuni interessati, ho ritenuto di far bene a parteciparvi, Vi erano rappresentati, oltre a Parlamentari, Amministratori pubblici, stabilimenti della zona, con centinaia di lavoratori, fra cui molti pendolari. Insieme al collega Lo Turco, presente con me, ho potuto riscontrare, come già in altri casi, uno stato di estrema tensione, di estrema preoccupazione in quei lavoratori, nelle loro famiglie e logicamente in quelle popolazioni per un provvedimento che, se attuato costituirebbe purtroppo un nuovo preoccupante depauperamento del Piemonte in particolare di quella zona del Piemonte.
Si tratta di provvedimenti interni della Società Zanussi, che prevedono la chiusura, si dice temporanea, per un periodo di alcuni mesi, a partire dal febbraio prossimo, di taluni stabilimenti, fra cui questi. Siamo ancora in tempo, quindi, per intervenire al fine di chiarire una situazione e individuare le possibili soluzioni. Non voglio approfondire l'argomento anche perché siamo semplicemente in sede di comunicazioni. Mi sembra per di dover portare il discorso su un aspetto del problema che ci ha preoccupati tutti e che deve preoccupare anche coloro che finora non si sono interessati all'argomento: si tratta di fabbriche efficienti, ad elevato livello tecnologico, con una produzione pregiata. Nel caso della Imel la produzione è addirittura di carattere strumentale agli effetti del funzionamento degli altri stabilimenti del gruppo (si fabbricano lì infatti, motori e pompe indispensabili per la costruzione di lavatrici ed arnesi del genere negli altri stabilimenti del gruppo), per cui la chiusura, o la riduzione dell'attività, di questo stabilimento, in particolare, anche se è il più piccolo, avrebbe immediate ripercussioni sulla produzione generale degli stabilimenti Zanussi.
Riassumerò quanto emerso in quel convegno, particolarmente evidenziato da lavoratori, rappresentanti i consigli di fabbrica, amministratori locali. E' avvenuta, fra il '69 ed oggi, la concentrazione nella Zanussi di un elevato numero di stabilimenti, il cui marchio è noto a tutti: dall'Aspera Frigo, che produce compressori per frigoriferi, alla Becchi di Forlì, che fabbrica cucine e stufe, alla Stice di Firenze (frigoriferi) alla Castor (lavatrici), alla Imel (motori elettrici per lavatrici), al gruppo Zoppas (l'intera gamma degli elettrodomestici), comprendente la Società Zoppas di Conegliano, la Società Triplex, la Società Sole.
Attorno a questa grossa concentrazione vi è oggi uno stato di crisi di cui non si riesce ad individuare bene la natura, anche se si sente parlare con insistenza di ristrutturazione generale del gruppo. Di fronte a questa situazione i lavoratori, i rappresentanti del Consiglio di fabbrica, gli amministratori locali hanno tenuto a mettere in rilievo due fatti, che bisogna ricordare al Consiglio Regionale: da un lato, l'elevato inserimento nella Zanussi di denaro pubblico, attraverso la concessione di 50 miliardi da parte dell'IMI che avrebbe portato la maggioranza del pacchetto azionario del gruppo, mi pare il 67 per cento delle azioni, in mano all'IMI, anche se parte di esse sono usate più che altro come pegno, come elemento di sicurezza per gli sviluppi successivi; dall'altro, il fatto particolarmente preoccupante che quest'azienda, la quale peraltro rivolge già la sua massima attenzione ai mercati esteri, su cui è largamente presente, sta per entrare a far parte, si dice, della rete della AEG tedesca. La vicenda della Zanussi, dunque, non può lasciare insensibili gli organi pubblici, da un lato per la forte presenza di capitale pubblico dall'altro per il fatto che ad un certo momento, per effetto di queste concentrazioni, un gruppo di questa importanza notevole si verrebbe a trovare in una posizione quasi coloniale rispetto ad un grande gruppo internazionale, con tutte le conseguenze che in qualsiasi momento possono intervenire in casi del genere.
I lavoratori, gli amministratori locali, pertanto, chiedono di parlare con la controparte, considerando di fatto come controparte, data questa situazione di carattere finanziario ed economico, essenzialmente gli organi pubblici: il Governo per la partecipazione dell'IMI, e le Regioni come rappresentanti dell'interesse generale, soprattutto in rapporto ai temi della programmazione. Come già in altri casi, dovremo batterei, anche in questa circostanza, per evitare riduzioni di posti di lavoro, chiusure di stabilimenti che già rappresentano una linea alternativa rispetto all'industria dominante, secondo quello che è forse l'elemento fondamentale del piano regionale che prossimamente discuteremo: e inutile fare affermazioni di carattere politico e di carattere economico sulla necessità di trovare investimenti alternativi per avere una forma di sostituzione pronta in qualsiasi momento, di fronte alla mono-industria della nostra Regione, se poi assistessimo inerti, oppure limitandoci ad espressioni generiche di solidarietà non concretamente realizzata e attuata di fronte a chiusure di stabilimenti di questa natura.
Si è detto in quel Consiglio aperto di Rivoli - e noi ci siamo impegnati a sottoporre al più presto la questione al Consiglio Regionale, e ringraziamo il Presidente per averci con la sua comunicazione in proposito dato la possibilità di intervenire in argomento e di esplicitare la richiesta - che sarebbe opportuno che la Regione Piemonte si associasse alla Regione veneta e alla Regione Friuli-Venezia Giulia, sedi degli stabilimenti del gruppo, che sono per parte loro fortemente preoccupate per l'adozione di passi di natura politica, da concordare in un convegno appunto delle Regioni interessate. Da informazioni che ho attinto direttamente presso la Regione veneta nulla ancora mi risulta essere stato concretizzato: questo è però uno degli elementi di un'azione politica che la Regione veneta intende attuare.
Riteniamo, pertanto, che si debba prevedere da parte della nostra Giunta Regionale un attivo inserimento nell'argomento, in collegamento con le altre Regioni, particolarmente quelle che rivestono maggior interesse.
Pertanto, chiediamo alla Giunta Regionale di voler assumere su di sé la responsabilità di guidare l'azione che si può svolgere nell'ambito della Regione Piemonte, in accordo con le altre Regioni, nei confronti anche del Governo centrale, dell'autorità finanziaria e dell'autorità di programmazione in rapporto a questo grosso problema.
Chiederemmo perciò alla Giunta, non potendosi limitare evidentemente la discussione ai rapidissimi cenni non profondamente documentati che io ho fatto sulla situazione generale, di voler portare nella prossima seduta del Consiglio Regionale un'attenta relazione su questa situazione, circa la quale, fra l'altro, non mancano elementi particolarmente da parte dei lavoratori. Non sarà difficile alla Giunta trovare elementi di parte padronale e di parte politica su questa situazione nella sua realtà odierna, nei suoi previsti sviluppi futuri e soprattutto per poter attuare un piano di azione politica che dica di no in maniera netta alla chiusura di stabilimenti efficienti, all'ulteriore depauperamento di posti di lavoro nella nostra Regione, e, ripeto, significativamente nella Valle di Susa.
Sarei grato se la Giunta, nell'assumere un impegno di interessamento in proposito, volesse assicurarci la presentazione già nella prossima seduta di una relazione in merito, ad esempio attraverso un contatto da organizzare per avere più chiari gli elementi di carattere locale che riguardano direttamente i lavoratori interessati negli stabilimenti, un contatto con il Consiglio di fabbrica, con le organizzazioni sindacali e con gli enti locali che attivamente si sono posti a fianco dei lavoratori loro concittadini.
Se la Giunta farà suo questo orientamento, di fronte ad un problema di tanta urgenza e di tanta importanza, da parte del Consiglio Regionale non potrà mancarle la più concreta e valida adesione. Grazie.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Lo Turco, Ne ha facoltà.
LO TURCO Giorgio A quanto ha già detto il Consigliere Garabello sulla questione Zanussi considerazioni che condivido pienamente, aggiungerei la sottolineatura di una richiesta molto precisa emersa dal dibattito in quel Consiglio Comunale aperto, oltre a quella già avanzata dal collega Garabello di un nuovo ampio dibattito per una verifica della questione occupazionale, in cui si tenga anche conto di alcune iniziative già prese dalla Giunta (faccio riferimento, per rimanere nella zona colpita, al caso della Leumann, per la quale sappiamo che si continua a lavorare, con l'assiduo contributo del nostro Presidente, per il conseguimento di soluzioni soddisfacenti), ed a quella di aderire all'iniziativa della Regione veneta per un convegno su tutta la situazione della Zanussi: che la nostra Regione si faccia carico di convocare entro breve tempo a Torino tutti i Ministri ed i Parlamentari piemontesi, per un incontro con le organizzazioni sindacali, i lavoratori interessati ed i Comuni interessati alla questione, affinché sia possibile concordare con essi, le iniziative e gli atteggiamenti da assumere.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Viglione. Ne ha facoltà.



VIGLIONE Aldo

Colleghi Consiglieri, siamo vivamente preoccupati per la situazione rispecchiata nell'ordine del giorno approvato dall'assemblea dei Consigli Comunali aperti di Alpignano, Chiusa San Michele, Collegno, Grugliasco e Rivoli, che si sono riuniti il 10 novembre '72. Oltre che la crisi della Zanussi, ci preoccupa la constatazione che il Piemonte sta consumando giorno per giorno tutte le possibilità di salvare il livello occupazionale.
Riflessi di questa crisi li abbiamo registrati in questi ultimi tempi anche nella nostra provincia di Cuneo, che sembrava peraltro la meno colpita, con situazioni tipo quella della Richard-Ginori, che per una ristrutturazione di carattere meramente capitalistico sta per chiudere lo stabilimento Mondovì, con il che colpisce trecento fra operai e impiegati.
Nella zona che da Alpignano, a Chiusa San Michele, a Collegno, a Grugliasco e Rivoli è esploso il problema legato alla vicenda della Zanussi, che, a quanto si dice, dovrebbe ristrutturarsi nell'ambito di un gruppo internazionale - oggi si preferisce dire "multinazionale" - con la chiusura, o quanto meno il ridimensionamento, di una serie di stabilimenti che si trovano in quelle zone.
La nostra Regione deve prender posizione nei confronti di queste vicende di ristrutturazione a carattere capitalistico; però non più operando da sola; singolarmente, perché se così facesse finirebbe inevitabilmente con il farsi battere, bensì dando una risposta a carattere interregionale. Già si è fatto qualcosa del genere a livello sindacale: per quanto riguarda la Richard-Ginori, infatti, i sindacati hanno promosso una riunione a carattere interregionale, cioè con la partecipazione per la prima volta di tutti i delegati di tutti gli stabilimenti dislocati nelle varie Regioni italiane. Allo stesso modo il Piemonte come potrebbe prendere posizione singolarmente in rapporto alla crisi di un'azienda che investe non soltanto il Piemonte ma anche altre zone e altre Regioni? Evidentemente, il problema dev'essere visto in ambito pluriregionale.
Quando si presentano vicende multinazionali o internazionali di ristrutturazione aziendale, dobbiamo agire come Unione interregionale delle Regioni che vi hanno interesse. E bene ha fatto Garabello a ricordare nel suo intervento che l'assunzione di informazioni presso la Regione veneta era già un fatto, direi, di collegamento con la Regione che ha la casa madre della Zanussi e quindi poteva poi ribaltarsi nella Regione Piemonte.
Insistiamo dunque su questo punto, affermando che la crisi va vista nel suo insieme: la difesa dei livelli occupazionali non può più essere fatta soltanto a livello di singole aziende, ma a livello globale, come salvezza dell'occupazione nella nostra Regione. Questo mi pare sia un compito preminente proprio della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Bianchi. Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, non ripeto le considerazioni e le argomentazioni già esposte dal Consigliere del mio Gruppo, Garabello, che totalmente condivido e che derivano da una presa di contatto diretta con questa realtà.
Mi sembra che la situazione di queste aziende sia di importanza e di interesse eccezionali dal punto di vista qualitativo, quantitativo, di collocazione territoriale, e direi paradigmatica di certe linee della crisi che stiamo affrontando.
Più approfondite considerazioni penso che potremo fare in sede di dibattito, non aperto incidentalmente su una comunicazione, com'è avvenuto ora, ma dopo che la Regione, a mezzo dei suoi organi, cioè il suo Presidente, l'Assessore al lavoro e l'Assessore all'industria, abbia in qualche modo assunto la gestione di questa vertenza, venendo a riferire al Consiglio sugli interventi spiegati, sulle proposte da fare, sull'azione da svolgere in modo concordato.
Sollecito pertanto un intervento immediato della Giunta a fini di accertamento istruttorio ed informativo a fondo sulla situazione, che presenta molte possibilità di soluzione efficaci, purché tempo non venga perduto: l'Assessore, poi, il Presidente, se lo crederà, riferiranno al Consiglio, e in quella sede potranno essere tratte più precise conclusioni.



PRESIDENTE

Chiede di parlare l'Assessore Visone. Ne ha facoltà.



VISONE Carlo, Assessore al lavoro

A nome della Giunta, dichiaro la disponibilità a che nella prossima riunione del Consiglio si discuta su questo problema, anche sulla base di una relazione informativa che la Giunta preparerà al riguardo. Quanto ad eventuali altre iniziative, ritengo sia opportuno attendere, per decidere di vedere quanto scaturirà dal dibattito.
Vorrei dare ancora telegraficamente qualche altra comunicazione.
L'Assessore Petrini aveva accennato, per quanto riguarda le Cartiere italiane, ad una promessa di interessamento del Ministero del Lavoro, al quale io mi sono rivolto. Ieri ho avuto un incontro con il Ministro del Lavoro e posso dire che questo interessamento non è più allo stato di promessa ma di realtà che si sta sviluppando. Anzi, io mi ripromettevo di accertare in giornata a che punto fossero i contatti avuti anche con gli organi periferici del Ministero del Lavoro, che dovrebbero per primi provocare ulteriori incontri - dopo i numerosi che ci sono già stati - su questo specifico argomento.
In rapporto alla Faini, di cui ho ricevuto martedì una delegazione posso dire che il problema, a quanto mi è stato formalmente assicurato, ha una possibilità di soluzione. Per dettagli avrei dovuto incontrarmi con un funzionario della GEPI che segue questo argomento, ma era assente; mi riprometto di cercarlo ancora in giornata per poter conoscere i termini dello sviluppo della vicenda Faini. Comunque, ho avuto assicurazioni che per quanto riguarda il rinnovo della Cassa integrazione, che, si preoccupava il Consigliere Besate, scade in gennaio, questa particolare forma di previdenza sarà rinnovata, per tutto ciò che dipende dal Ministero del Lavoro.
Penso siamo ormai tutti al corrente, infine, anche perché si tratta di argomento che è stato oggetto di dibattito in questo Consiglio, e c'è stato un impegno notevole da parte della Giunta, che il problema della Caesar è stato definitivamente risolto: sotto la nuova ragione sociale della Generalmoda, la ex Caesar ha ripreso l'attività e 400 unità lavorative sono state assunte dalla nuova gestione.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Commissione consultiva per le nomine di cui all'art. 24 dello Statuto


PRESIDENTE

Passiamo al punto quarto dell'o.d.g.: "Commissione consultiva per le nomine di cui all'art. 24 dello Statuto".
Ci sono state intese? Vi è possibilità di discussione? Chiede di parlare il Consigliere Bianchi. Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Sentito il Presidente della Giunta, mi sembra che forse si potrebbe procedere anche in questa circostanza come per la costituzione di altre Commissioni: il Consiglio, dopo brevissima consultazione fra i Capigruppo potrebbe indicare i criteri di massima di questa scelta, poi lasciare al suo Presidente la composizione della Commissione, così com'è avvenuto per la formazione di altre Commissioni consiliari. Naturalmente, i principi per la formazione di questa Commissione sono già stabiliti: il Presidente potrebbe riservarsi di dare comunicazione nel prossimo Consiglio dell'avvenuta costituzione della Commissione nei termini fissati.



NESI Nerio

Il Gruppo socialista è d'accordo. Anch'io proporrei una brevissima riunione dei Capigruppo in cui fissare i criteri da adottare per la scelta per poi dar mandato a lei di formare la Commissione sulla base di tali indicazioni.



PRESIDENTE

Noi abbiamo già in programma per oggi alle 15 una riunione dei Capigruppo, con parecchi punti all'ordine del giorno. Ci rimangono ora da discutere alcuni ordini del giorno e mozioni. Se sospendessimo la seduta ora perderemmo tempo prezioso. Direi di rimandare ad oggi anche questo argomento, per perfezionarlo ed essere disponibili a proporre la Commissione prescelta per la seduta di giovedì prossimo.



NESI Nerio

Se noi dessimo subito, come Consiglio, mandato all'Ufficio di Presidenza di comporre la Commissione sulla base delle indicazioni che verranno dai Capigruppo, penso non perderemmo altro tempo.



PRESIDENTE

Sì, facendo però salva l'indicazione numerica, che dovremo oggi concordare, e quella nominativa, che dovrete mettermi in grado di poter dare.
Allora, passiamo all'esame e discussione degli ordini del giorno e della mozione allegati.


Argomento: Province - Consorzi - Formazione professionale

Ordine del giorno del Consigliere Calsolaro sulla situazione del personale dipendente dai Consorzi provinciali per l'istruzione tecnica e dai Centri di orientamento professionale


VISONE Carlo, Assessore al lavoro

Signor Presidente, c'è una delegazione di ospedalieri che chiede un incontro. Poiché da queste mozioni sono chiamato in causa direttamente chiederei una breve sospensione dei lavori del Consiglio.



PRESIDENTE

Pregherei di invitare la Commissione a pazientare ancora per un poco così da permetterci di concludere i lavori del Consiglio, tanto più che per una volta tanto forse riusciremo ad esaurire l'intero ordine del giorno.



BERTI Antonio

Guardi, Assessore, che la delegazione è già da circa un quarto d'ora a colloquio con l'Assessore Armella.



GERINI Armando, Segretario

Ordine del giorno presentato l'8 novembre '72 dal Consigliere Calsolaro: "Il Consiglio Regionale vista la situazione di fatto del personale dipendente dai Consorzi provinciali per l'istruzione tecnica e di quello addetto ai Centri di orientamento professionale dà mandato alla Giunta ed alla competente Commissione consiliare di esaminarne lo stato giuridico alla luce della normativa vigente ed in particolare del D.R. 15 gennaio 1972, n. 10, e di riferire al Consiglio entro il 31 dicembre 1972 per l'assunzione dei relativi provvedimenti legislativi, nel quadro della riforma regionale dell'istruzione professionale".



PRESIDENTE

Il Consigliere Calsolaro aveva già illustrato l'ordine del giorno in una seduta passata. Rinunzia, in considerazione di ciò, ad un'ulteriore illustrazione?



CALSOLARO Corrado

Senz'altro.



PRESIDENTE

Qualcun altro chiede di parlare su questo ordine del giorno? Nessuno? Allora, lo poniamo in votazione.



CALSOLARO Corrado

Qual è il parere della Giunta in proposito?



VISONE Carlo, Assessore all'istruzione.

Mi pare che il problema, nella sua complessità, sia, tutto sommato abbastanza semplice. Noi abbiamo approvato una legge la scorsa settimana: quando sarà diventata operante avranno trenta giorni di tempo, nel frattempo, noi proporremo un regolamento ai singoli Consorzi perché in base a questo preparino uno stato giuridico del loro personale. La situazione sta in questi termini.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

L'ordine del giorno, quindi, non è accettabile. Pregherei pertanto il presentatore di ritirarlo.



CALSOLARO Corrado

L'ordine del giorno, però, non riguarda soltanto i dipendenti dei Consorzi provinciali per l'istruzione tecnica ma anche il personale addetto ai Centri di orientamento professionale: siccome l'orientamento professionale dovrebbe essere di competenza della Regione, si chiede che nell'esame globale dei problemi relativi all'istruzione professionale nella legge che sarà approntata dalla Giunta, si tenga conto anche della situazione particolare del personale addetto a questo servizio.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Se il collega Calsolaro può trasformare quest'ordine del giorno in raccomandazione, questa la possiamo accogliere.



CALSOLARO Corrado

D'accordo.



PRESIDENTE

Allora, l'ordine del giorno si intende trasformato in raccomandazione ed in tal senso è dalla Giunta accettato. Il Consiglio ne prende atto.


Argomento:

Ordine del giorno del Consigliere Calsolaro sulla situazione del personale dipendente dai Consorzi provinciali per l'istruzione tecnica e dai Centri di orientamento professionale

Argomento:

Mozioni e ordini del giorno (rinvio)


PRESIDENTE

Ci sarebbe ora da esaminare la mozione presentata il 27 ottobre '72 dai Consiglieri Berti, Vecchione e Sanlorenzo, che però mi pare sia stata in gran parte svuotata di contenuto per effetto dei provvedimenti di carattere legislativo che sono in corso, annunciati, almeno, dal Consiglio dei Ministri. Comunque, se la si vuol discutere..



BERTI Antonio

La lascerei in sospeso in attesa di notizie più precise sulle decisioni in merito.



PRESIDENTE

Allora, la aggiorniamo.
Ordine del giorno presentato il 12 ottobre '72 dai Consiglieri Bono Calsolaro e Benzi.
E' quello per il processo per le vittime di Mattmark. I presentatori intendono illustrarlo? Ha facoltà di parlare il Consigliere Bono.



BONO Sereno

Signor Presidente, d'accordo con i colleghi Calsolaro e Benzi, ritiro questo ordine del giorno dato il ritardo con il quale è stato portato in discussione. Se fosse stato esaminato nei giorni immediatamente successivi alla sua presentazione avrebbe potuto avere un valore specifico, come presa di posizione del Consiglio Regionale, ben maggiore di quello che potrebbe avere se assunto adesso. Tra l'altro, nel frattempo si è svolto un altro processo consimile, quello per il disastro di Robici. Ci troviamo pertanto ancora una volta a piangere sul latte versato.


Argomento:

Mozioni e ordini del giorno (rinvio)

Argomento:

Interrogazioni e interpellanze (annuncio)


PRESIDENTE

Allora, l'ordine del giorno è esaurito.
Informo il Consiglio che sono state presentate un'interrogazione urgente ed un'interpellanza: la prima, relativa al problema delle Vallere dei Consiglieri Berti e Rivalta, che si rivolgono alla Giunta per sapere "se non intenda rendere il Consiglio Regionale partecipe delle valutazioni di merito che la Regione è chiamata a formulare relativamente alle decisioni del Comune di. Moncalieri, come di altre di analoga incidenza sull'assetto economico sociale urbanistico territoriale assunte, o che potranno essere assunte, da altri Comuni"; la seconda, dei Consiglieri Marchesotti e Raschio, concerne l'attingimento di acqua dal subalveo del torrente Piota da parte della Società Inerti di Lerma.
I due documenti verranno trasmessi, come di consueto, nel testo integrale per conoscenza ai singoli Consiglieri ed alla Giunta per la preparazione delle risposte.
Il Consiglio è riconvocato per giovedì venturo alle ore 10 e alle ore 16. L'ordine del giorno sarà compilato dopo la riunione dei Presidenti di Gruppo oggi e trasmesso tempestivamente per iscritto ai singoli Consiglieri.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12)



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