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Dettaglio seduta n.123 del 08/11/72 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE OBERTO


Argomento: Consorzi - Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Esame progetto di legge n. 31 su norme provvisorie per lo svolgimento delle funzioni in materia di Consorzi provinciali per l'istruzione tecnica


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Punto quarto dell'ordine del giorno "Norme provvisorie sullo svolgimento delle funzioni di cui all'art. 3 del DPR 15 gennaio 1972, n 10 in materia di Consorzi provinciali per l'istruzione tecnica".
Vi è il progetto legge n. 31 che è all'esame, presentato dai Consiglieri Besate, Revelli, Rivalta, Giovana. I signori Consiglieri hanno avuto tutti, credo, il testo della relazione che è stata approvata a maggioranza. Relatrice è la prof.ssa Soldano alla quale darei la parola per riassumere la relazione, dopo di che apriremo la discussione.



SOLDANO Albertina, relatrice

Vorrei innanzi tutto segnalare la necessità di una correzione formale: sul frontespizio del testo della relazione distribuito ai signori Consiglieri, là dove si dice "Relazione approvata a maggioranza dalla Commissione VIII", va corretto in "Commissione III". Si tratta di un puro errore di trascrizione.
La proposta di legge regionale in esame, trae motivo di essere da quanto disposto dall'art. 3 del D.P.R. 15/1/1972 n. 10. Vi si parla appunto delle funzioni e delle attribuzioni dei Consorzi provinciali per l'istruzione tecnica i quali in effetti traggono la loro origine dalla legge 7/1/1929 n. 7, richiamata dal R.D.L. 26/9/1935 n. 1946 convertito in legge 2/1/1936 n. 82.
I Consorzi hanno lo scopo di promuovere lo sviluppo ed il perfezionamento dell'istruzione tecnica nell'ambito della propria circoscrizione, hanno personalità giuridica e sono posti sotto la vigilanza dei Ministeri della P.I. e del Lavoro e Previdenza Sociale. Il Ministro delle Finanze a sua volta può in qualsiasi tempo disporre ispezioni relativamente alla gestione amministrativa contabile. Hanno sede presso le Camere provinciali industria e commercio che sono tenute a fornire i locali necessari, con relativo arredamento, e a provvedere alla manutenzione illuminazione e riscaldamento, custodia e pulizia dei locali stessi.
Secondo le disposizioni di legge, fanno parte di diritto del Consorzio il Ministero della PI l'Istituto Nazionale Previdenza Sociale, la Camera provincia di industria e commercio, le Associazioni professionali giuridicamente riconosciute. Possono inoltre far parte del Consorzio quando contribuiscono in modo continuativo al suo funzionamento, le Province, i Comuni, gli Istituti di previdenza e di risparmio ed altre istituzioni pubbliche e private.
Nella relazione, particolarmente a pag. 3, s'illustrano poi le finalità dei Consorzi che ulteriormente si sono aggiunte a quelle già indicate nella legge 2/1/1936, pertanto mi permetto di fare richiamo a quanto a questo proposito elencato. Successivamente, a pag. 4, l'elencazione dei membri del Consiglio di Amministrazione, mentre a pag. 5 è presenta l'elencazione dei membri del Comitato consultivo che, in attesa di una nuova legge sui Consorzi, è stato istituito in base alla circolare 6/5/1947 n. 17, là appunto dove si parla della costituzione di un Comitato e di tante Commissioni tecniche permanenti quante sono le principali branche d'attività tecnica del Consorzio.
Dal punto di vista generale, dobbiamo anzitutto precisare che i Consorzi sono strumenti che gradualmente dovranno essere superati, comunque rinnovati profondamente non soltanto nelle strutture, ma soprattutto nelle finalità da raggiungere. Nel riordinamento organico di tutta la formazione professionale, secondo quanto già il Consiglio Regionale ha avuto occasione d'affermare sui decreti delegati per il trasferimento alle Regioni delle funzioni amministrative statali prima in materia di istruzione artigiana professionale e successivamente in materia d'assistenza scolastica, musei e biblioteche di enti locali, occorre ribadire la necessità di favorire in senso unitario lo sviluppo dei processi educativi e formativi. Pertanto sotto questo particolare punto di vista è importante esaminare la struttura e la finalità stessa dei Consorzi provinciali oggi esistenti.
In particolare occorre sottolineare che presso ogni Consorzio oggi è prevista la presenza operativa del Centro di orientamento scolastico e professionale, a seguito di convenzioni annuali con i rispettivi Provveditorati agli studi. Le attribuzioni di tali Centri, dal punto di vista scolastico sono state recentemente poste in rilievo dal Ministero della P.I. mediante circolari. Si asserisce, in tali documenti, che restano fermi i poteri del Ministero per quel che riguarda la funzione delle casse scolastiche, per l'Integrazione dell'attività educativa della scuola e nei piani di attività da prevedersi annualmente nell'ambito delle singole scuole, si pone in rilievo l'orientamento scolastico ribadendo il principio secondo il quale la scuola deve essere la sede primaria dell'azione orientativa degli alunni.
Con tale richiamo, si ritiene doveroso segnalare il rischio, in prospettiva, di creare una sorta di dualismo tra due forme staccate d'attività, una in senso strettamente scolastico, l'altra in senso strettamente professionale, secondo una visione ancorata al passato e veramente pericolosa.
Dal punto di vista particolare, sulla proposta di legge la maggioranza dei membri della III Commissione, sulla base di quanto già richiamato anche in occasione dell'esame della proposta di legge n. 29 sugli organi della Regione e sulle loro attribuzioni e secondo un principio generale di legislazione, ritiene che gli atti di nomina siano per loro natura tipici del potere esecutivo e perciò spettanti alla Giunta Regionale. In questa occasione la maggioranza ribadisce cioè che il potere legislativo e quello regolamentare sono attribuiti al Consiglio Regionale, invece il potere esecutivo è attribuito alla Giunta Regionale. Essendo pertanto la Giunta l'organo esecutivo della Regione, l'esercizio delle funzioni amministrative trasferite, svolte in precedenza dal Ministero della P.I. quale organo dello Stato a livello di Governo, è da riferirsi alla Giunta e non al Consiglio Regionale.
Nel caso specifico presentato nella proposta di legge in esame, la Giunta Regionale come organo esecutivo della Regione deve provvedere agli atti di nomina relativi al funzionamento dei Consorzi provinciali per l'istruzione tecnica, nell'ambito delle leggi vigenti, sino ad una nuova ristrutturazione dei Consorzi stessi. Analogamente allo scioglimento del Consiglio d'Amministrazione dei Consorzi e l'eventuale nomina di un Commissario straordinario, devono avvenire con decreto del Presidente della Giunta Regionale, dopo deliberazione della Giunta stessa.
Si evidenzia comunque che l'art 24 dello Statuto della Regione, prevede la consultazione da parte del Presidente della Giunta della Commissione consultiva per le nomine, relativamente ai criteri di carattere generale in base ai quali la Giunta stessa o il suo Presidente provvedono alle nomine di loro competenza, negli enti e negli organismi cui la Regione partecipa.
Pertanto si prospetta l'opportunità, pur nel rispetto delle prerogative della Giunta in materia di nomine, di addivenire alla costituzione di tale Commissione consultiva nella quale il Consiglio risulta convenientemente rappresentato, con ampia possibilità di partecipazione, nonché di diversificazione tra maggioranza e minoranza nel rispetto del metodo democratico.
La terza Commissione ha successivamente ritenuto opportuno che si possa effettuare quanto previsto dall'art. 5 della proposta di legge in esame relativamente all'esercizio finanziario dei Consorzi provinciali. Pertanto ha espresso al riguardo parere ampiamente favorevole in quanto, appare logico e coerente fare coincidere il bilancio dei Consorzi con quello regionale.
Particolarmente delicato appare quindi il problema della sistemazione del personale in servizio presso i Consorzi, soprattutto perché non esiste nel bilancio regionale alcuna voce specifica al riguardo, mentre si profila l'incertezza di poter usufruire del fondo comune. Si deve tuttavia precisare che in data 18/7/1972 il Presidente della III Commissione rivolse per iscritto regolare richiesta di parere al riguardo della I Commissione del Consiglio Regionale. Poiché nessuna risposta pervenne in proposito, in base all'art. 7 del Regolamento s'interpreta tale mancata risposta nel senso che la I Commissione non ha avuto nulla da eccepire in proposito.
Pertanto tali presumibili difficoltà di bilancio oggi sono ritenute superate. Attualmente, presso ogni Consorzio provinciale per l'istruzione tecnica è in servizio regolare di ruolo, a termini di legge, un segretario: totale 6. Presso il Consorzio di Novara svolge prestazioni saltuarie altro personale della Camera di Commercio; presso i Consorzi di Asti e Cuneo è altresì in servizio a tempo determinato un'altra persona, presso il Consorzio di Alessandria sono in servizio due persone a tempo indeterminato; analogamente sei persone si trovano presso il Consorzio di Torino e una presso quello di Vercelli: totale 9 a tempo indeterminato, 2 a tempo determinato.
I Centri di orientamento scolastico e professionale hanno in servizio personale in parte a tempo determinato e in parte a tariffa forfettaria. Al riguardo, tenute nella dovuta considerazione ragioni di ordine umano e sindacale che hanno animato i proponenti nel prospettare la necessità di addivenire all'inquadramento giuridico di carriera del suddetto personale la maggioranza della Commissione, oltre le difficoltà di bilancio su accennate ha altresì evidenziato la necessità di operare con prudenza, dopo un'attenta verifica, sia per garantire l'assunzione nei ruoli di personale qualificato, sia per evitare di creare possibili questioni di principio nei riguardi di altro personale proveniente da altri settori. Si ribadisce comunque che tale personale è oggi, di fatto, dipendente dai Consorzi, i quali sono responsabili delle assunzioni fatte e delle conseguenti deliberazioni.
D'altra parte si prende atto che non si assume con la presente proposta di legge, nuovo personale, ma si vuole procedere, in conformità con le norme vigenti, alla sistemazione di quello già in servizio.
Particolare significato assume infine il richiamo nell'art. 8 della proposta, ad una legge organica sulla formazione professionale in Piemonte da emanarsi entro il più breve tempo possibile, al fine di procedere ad una sistematica ristrutturazione di tutta la complessa materia.



PRESIDENTE

E' aperta la discussione sulla relazione svolta dalla Consigliera Soldano ed è iscritto a parlare il Consigliere Calsolaro.
Premetto che hanno chiesto congedo l'Assessore Borando, l'Assessore Paganelli ed il Consigliere Beltrami.
Chi altri si iscrive a parlare? Il Consigliere Revelli.
La parola al Consigliere Calsolaro.



CALSOLARO Corrado

La proposta di legge n. 31 e la relazione approvata dalla maggioranza della III Commissione, che l'accompagna, richiamano alcuni principi che già sono stati affrontati e discussi in occasione del dibattito consiliare sulla proposta di legge n. 29 relativa alla designazione dei membri dei Consigli d'Amministrazione degli istituti professionali di Stato attribuiti alla Regione dal D.P.R. 15/1/1972 n. 10.
In particolare la proposta di legge e la relativa relazione ripropongono il tema della natura degli atti di nomina ed il problema della competenza che, per gli istituti professionali di Stato, riguardava i due rappresentanti della Regione in sostituzione di quelli prima designati dal Ministero della P.I. e che per la proposta di legge n. 31 riguarda la nomina dei Presidenti dei Consorzi provinciali per l'istruzione tecnica.
Non è il caso di riproporre le argomentazioni presentate nel corso della discussione sul progetto di legge n. 29 a favore della competenza del Consiglio per la nomina degli amministratori di enti, aziende o società attribuite per legge alla competenza della Regione.
Dando per acquisito, anche per la discussione di questo progetto di legge, le argomentazioni già svolte, non dobbiamo fare altro che affermare il nostro convincimento che, a norma delle leggi vigenti e dello Statuto regionale, la designazione dei Presidenti dei Consorzi provinciali per l'istruzione tecnica è di competenza del Consiglio Regionale e non della Giunta. E che il decreto di nomina, da emanarsi dal Presidente della Giunta Regionale, ha carattere meramente confermativo delle designazioni già operate dal Consiglio Regionale - per il Presidente del Consorzio - e dagli altri enti previsti dalla legge per tutti gli altri componenti il Consiglio del Consorzio.
Di fronte al principio sostenuto dal relatore secondo cui la "Giunta Regionale, come organo esecutivo della Regione, deve provvedere agli atti di nomina" e per un più opportuno approfondimento di quanto è stato detto nel corso della passata discussione sul progetto di legge n. 29, mi sembra necessario richiamare l'esame comparativo delle disposizioni contenute nei vari statuti regionali in merito agli atti di nomina ed agli organi da essi ritenuti competenti per la designazione.
Detto esame non può che condurre a questo risultato: che tutti gli statuti regionali - nessuno escluso - prevedono la competenza esclusiva del Consiglio per la nomina degli amministratori di enti ed aziende dipendenti dalla Regione, nonché dei rappresentanti della Regione in enti, aziende e società a partecipazione regionale; Riservando alcuni statuti la rappresentanza delle minoranze consiliari e riservando altri la competenza al Presidente o alla Giunta nella sola ipotesi di una espressa attribuzione costituzionale, statutaria o legislativa al Presidente o alla Giunta Regionale.
Il principio che si ricava dall'interpretazione delle diverse nomine statutarie (anche dall'interpretazione letterale) è pertanto quella di una chiara ed inequivocabile attribuzione di competenza al Consiglio, della quale il Presidente della Giunta non può che prendere atto nel suo decreto di nomina.
La relazione di maggioranza tenta di aggirare l'ostacolo della competenza sulle nomine attraverso il richiamo all'art. 24 dello Statuto regionale che prevede la consultazione, da parte del Presidente della Giunta, di una Commissione consultiva ad hoc, Commissione che fino ad ora non è stata costituita e di cui si prospetta l'imminente costituzione, "pur come testualmente la relazione dice - nel rispetto delle prerogative della Giunta in materia di nomina" e "nella quale il Consiglio risulta convenientemente rappresentato, con ampia possibilità di partecipazione nonché di diversificazione tra maggioranza e minoranza nel rispetto del metodo democratico".
Mi permetterà la gentile collega, Consigliera Soldano, relatrice di maggioranza, di farle osservare che la consultazione della Commissione per le nomine - così come avviene, del resto, nei Comuni e nelle Province - ha un senso solo nella misura in cui la nomina sia di competenza del Consiglio: la consultazione realizza veramente, ma solo in questa ipotesi la più ampia partecipazione di tutti i settori del Consiglio assicurando nello stesso tempo, la rappresentanza delle minoranze.
In caso contrario, nel caso cioè in cui la Giunta avochi a sé ogni competenza in materia, la consultazione della Commissione potrà, sì realizzare la partecipazione fisica delle minoranze, ma non sicuramente quella diversificazione dialettica che costituisce l'essenza stessa del metodo democratico.
Tanto è vero questo che, per esempio, nel caso delle nomine attribuite alla competenza degli organi di Governo, non esistono Commissione consultive di origine e rappresentanza assembleare perché tutto si esaurisce nell'ambito della maggioranza, come avverrebbe nell'ipotesi prevista dalla relatrice.
Sullo scioglimento del Consiglio d'Amministrazione dei Consorzi e la nomina di un Commissario straordinario, ammessa la competenza del Presidente della Giunta all'emanazione del relativo decreto, ci sembra opportuno prevedere che il decreto - attesa l'eccezionalità dell'atto debba essere motivato, previa deliberazione da assumersi dalla Giunta Regionale e udito il parere della Commissione consiliare competente.
Non riteniamo necessaria né appropriata la previa deliberazione del Consiglio Regionale in materia di scioglimento del Consiglio d'Amministrazione dei Consorzi, in quanto al Consiglio Regionale potrà riconoscersi - se verrà accolta la nostra proposizione che coincide con la proposta di legge - la designazione del Presidente del Consorzio: ma da questa premessa potrebbe semmai derivare una competenza del Consiglio Regionale alla revoca del Presidente non quella di deliberare sullo scioglimento dell'intero Consiglio d'Amministrazione.
Non pensiamo che possa sorgere in materia di scioglimento dei Consigli d'Amministrazione dei Consorzi il problema che ci è stato presentato a proposito della competenza delle Regioni sullo scioglimento dei Consigli d'Amministrazione degli istituti professionali di Stato, proprio perché per gli istituti professionali si affermava il principio che alla Regione non era attribuita la vigilanza e la tutela, mentre in questo caso è prevista anche la funzione di vigilanza e di tutela.
Il richiamo della relatrice alla vigilanza del Ministero della PI, e di quello del Lavoro e della Previdenza Sociale è superato dal decreto del Presidente della Repubblica n. 10 che trasferisce tutte le competenze in materia di Consorzi provinciali per l'istruzione tecnica alle Regioni.
Manca, tuttavia, tanto nella proposta di legge quanto nella relazione la fissazione di un termine entro il quale il Consiglio d'Amministrazione deve essere ricostituito. Pensiamo che sia bene porre un limite di tempo all'Amministrazione straordinaria del Commissario, ad evitare che la gestione commissariale si trasformi da provvisoria in definitiva, secondo una prassi largamente diffusa nel nostro Paese.
Qualche perplessità può sorgere in merito alla progettata disposizione a che i Consigli d'Amministrazione dei Consorzi deliberino entro un certo termine la pianta organica del personale strettamente necessario ad adempiere le funzioni istituzionali del Consorzio, nei limiti della situazione di fatto esistente al momento d'entrata in vigore della legge, o meglio dell'entrata in vigore del decreto del Presidente della Repubblica n. 10.
A questo punto sono necessarie alcune premesse: intanto che la proposta di legge in discussione non si propone di affrontare il problema della riforma dell'istruzione professionale, ma quello di carattere provvisorio e più limitato del funzionamento dei Consorzi in secondo luogo che è unanimemente sentita l'opportunità anzi la necessità, di trasformare profondamente la struttura ed i compiti dei Consorzi, non solo, ma che sembra addirittura prevalere l'opinione favorevole alla loro soppressione (il che, poi, con l'istituzione delle Regioni ed il trasferimento ad esse delle funzioni in materia di istruzione professionale, appare la soluzione più logica e più giusta, anche al fine di evitare la sopravvivenza di enti superflui); in terzo luogo che i Consorzi provinciali per l'istruzione tecnica hanno - a norma dell'art. 2 del decreto riordinativo e pertanto fino a che continueranno ad esistere personalità giuridica, che sono quindi dotati di autonomia, pur sotto la vigilanza, a far tempo dall'entrata in vigore del decreto delegato, della Regione; ed infine che il decreto n. 1945 del 26/9/1935 pone determinati oneri obbligatori a carico delle Camere di Commercio.
Poste queste premesse, sembra difficile potere ipotizzare la legittimità di una legge regionale che preveda, a carico dei Consorzi alla loro volta dotati di personalità giuridica e di autonomia secondo la legge statuale - un obbligo di deliberare la pianta organica del personale quando la stessa legge costitutiva, quella riordinativa e tutte quelle che ne regolano il funzionamento, non lo prevedono.
Non solo, ma anche superando quest'obiezione ed ammettendo quindi che i Consorzi debbano deliberare la pianta organica, non si comprende perch dovrebbe essere lasciata ad essi la facoltà di deliberare a propria discrezione, là dove appunto si parla di "personale strettamente necessario ad adempiere le funzioni istituzionali del Consorzio".
Il programma che i Consorzi devono sviluppare dev'essere inquadrato nel programma regionale per l'istruzione professionale: sarà quindi nell'ambito di questo programma e con il controllo della Regione che i Consorzi dovranno operare. La valutazione del personale strettamente necessario è quindi di competenza della Regione a norma dell'art. 3 della proposta di legge e non dei Consorzi.
Vi è poi un problema di rapporti fra Regione e la Camera di Commercio sul riparto degli oneri. Esso non riguarda tanto il personale - che è molto ridotto e che non pone grossi problemi di sistemazione, considerando che siamo tutti d'accordo che qualunque sia la soluzione che si darà alla vicenda dei Consorzi esso verrà impiegato nel modo più organico possibile quanto piuttosto la posizione che la Camera di Commercio verrà ad assumere in seno al Consorzio, considerando che, per esempio, i contributi ordinari (almeno per il Consorzio di Torino) erano costituiti nel bilancio del 1969/70 per il 70 per cento da versamenti della Camera di Commercio e per il 1970/71 dal 65 per cento.
Vi è poi, sempre con riferimento al personale, il problema dell'orientamento.
Concordiamo sull'interpretazione contenuta nella relazione che la materia dell'orientamento è di competenza della Regione, anche se questa competenza ci sembra fondarsi più che sul contenuto della lettera g) dell'art. 1 del D.P.R. n. 10 relativo agli invalidi del lavoro e agli invalidi civili (e che secondo gli indirizzi interpretativi degli organi di governo potrebbero portare all'attribuzione alla Regione della competenza nei riguardi di queste due sole categorie, ad esclusione delle altre) sull'art. 18 del decreto delegato che, al n. 2056 dei capitoli da ridurre prevede i contributi e i sussidi ai Consorzi provinciali obbligatori per l'istruzione tecnica per il funzionamento dei servizi di orientamento professionale.
Se si osserva per esempio il bilancio del Consorzio di Torino, si nota che il contributo del Ministero della P.I. per il Centro di orientamento professionale è stato di L 19.500.000 per il '69/'70 e di L. 22.000.000 per il '70/'71 (a fronte di L. 200.000 versate da altri enti), contributo del Ministero della P.I. copre così l'intero ammontare della spesa relativa. La sua riduzione dai capitoli della spesa statale, unitamente al trasferimento delle attribuzioni, implica il trasferimento dell'orientamento professionale alla competenza delle Regioni.
In questo quadro così complesso, ci sembra che la sistemazione di tutta la materia relativa all'istruzione professionale sia la condizione necessaria per provvedere alla pianta organica del personale ad essa assegnato, nella pluralità e nella diversità dei compiti ai quali sarà impiegato.
In relazione a quanto esposto dovrei proporre alcuni emendamenti alla proposta di legge. Devo farlo subito, o dopo la discussione?



PRESIDENTE

Entriamo nel merito.



CALSOLARO Corrado

Per l'art. 1 proponiamo una dizione più esplicita delle attribuzioni della Regione e precisamente (leggo il testo già emendato): "La Regione fa parte di diritto dei Consorzi provinciali per l'istruzione tecnica ed assume le attribuzioni degli organi centrali e periferici dello Stato ai sensi dell'art 3 del DPR 15/1/1972, n. 10".
Per l'art. 2, comma primo: "Il Presidente del Consorzio e designato dal Consiglio Regionale".
Per il comma secondo: "Il Consiglio d'Amministrazione del Consorzio è nominato con decreto del Presidente della Giunta Regionale, nella composizione e con le rappresentanze previste dalle leggi vigenti".
Per il comma quarto: "In seno al Consiglio è costituito un Comitato esecutivo composto di cinque membri. Esso è presieduto dal Presidente, e, in sua assenza o impedimento, dal Vicepresidente, che fanno parte del Comitato in aggiunta ai predetti membri".
Per l'art. 3 proponiamo un emendamento formale: "Gli atti dei Consorzi, previsti dall'art. 19 del R.D.L. 26/9/1935 n.
1946, convertito nella legge 2/1/1936, n. 82, sono soggetti all'approvazione della Giunta Regionale".
Per l'art. 4: "I provvedimenti previsti dall'art. 20 del R.D.L. 26/9/1935 n. 1946 convertito nella legge 2/1/1936, n. 82, sono assunti con decreto motivato del Presidente della Giunta Regionale, previa deliberazione della Giunta e udito il parere della Commissione consiliare competente".
Per l'art. 6 si propone un emendamento soppressivo e l'adozione di un o.d.g. del seguente tenore: "Il Consiglio Regionale vista la situazione di fatto del personale dipendente dai Consorzi provinciali per l'istruzione tecnica e di quello addetto ai Centri di orientamento professionale dà mandato alla Giunta ed alla competente Commissione consiliare di esaminarne lo stato giuridico alla luce della normativa vigente ed in particolare del D.P.R. 15/1/1972 n. 10 e di riferire al Consiglio entro il 31/12/1972 per l'assunzione dei relativi provvedimenti legislativi, nel quadro della riforma regionale dell'istruzione professionale".
Si propone infine l'emendamento soppressivo dell'art. 8 in quanto regola fattispecie già prevista dall'art. 15 delle disposizioni sulla legge in generale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Revelli, ne ha facoltà.



REVELLI Francesco

Signor Presidente, la ragione per cui abbiamo presentato questo progetto di legge è stata più volte ricordata nel corso dei dibattiti in Consiglio ed è essenzialmente questa: in occasione della discussione sul decreto delegato relativo alla formazione professionale, avevamo sostenuto che i Consorzi provinciali per l'istruzione tecnica dovevano essere completamente ristrutturati, anzi, soppressi. Naturalmente noi chiedevamo per questo una legge organica regionale sulla formazione professionale, pur considerando le limitate competenze trasferite.
Più volte il nostro partito, anche negli scorsi anni, aveva richiesto la soppressione di questi Consorzi che invece sono stati mantenuti dallo Stato per varie ragioni, alcune delle quali sono state citate dal collega Calsolaro.
Questo nostro provvedimento di legge non andava disgiunto da altri due (che erano la regolamentazione temporanea del decreto di trasferimento delle funzioni in materia di formazione e istruzione artigiana e professionale) presentati la primavera scorsa.
Queste tre leggine che noi con molto realismo avevamo voluto proporre consapevoli che una legge organica sulla formazione professionale regionale richiedeva una più approfondita indagine da parte delle Commissioni competenti e della Giunta per verificare le iniziative in corso e tutte le altre che devono essere prese in materia, ad ogni livello, come richiesto nel decreto delegato (quindi anche a livello post-universitario) si proponevano essenzialmente di fissare un quadro di riferimento certo per l'anno formativo '72/'73. La Giunta ha ritenuto opportuno, invece procedere con circolari sia per quel che riguarda il complesso della formazione professionale, sia per quel che concerne gli istituti professionali e sia anche per i Consorzi provinciali.
La stessa cosa è avvenuta per l'assistenza scolastica. Noi ritenevamo invece che un provvedimento di legge, anche se temporaneo, avesse una maggiore capacità di regolamentare le competenze del Consiglio e della Giunta e di portare, come nel caso delle nomine per gli istituti professionali e della legge applicativa di tutto il resto del decreto delegato sulla formazione professionale, alcune innovazioni nel senso di dare degli indirizzi precisi per la formazione di una legge organica.
E' vero che per la legge organica sulla formazione professionale siamo addivenuti ad una delibera consiliare proposta dalla Giunta, approvata dal Consiglio, che da delle precise scadenze sia in merito alla formazione della legge stessa, sia alla sua presentazione, sia in merito al programma temporaneo per l'anno formativo 72/73 e al criterio del riparto dei fondi che questa mattina l'Assessore ci annunciava di voler portare in Commissione venerdì prossimo.
L'avere però isolato questa legge dal contesto degli altri due provvedimenti ci lascia perplessi. Infatti la volontà di sopprimere questi Consorzi per l'istruzione tecnica diventa dubbia. Il realismo con cui avevamo proposto cose che nelle Regioni ove noi governiamo sono state rapidamente risolte, partiva dalla piena coscienza che siamo di fronte ad una maggioranza, come quella che governa il Piemonte, incapace di atti concreti sia sul piano legislativo che amministrativo, che vadano nella direzione della volontà del Consiglio manifestata ampiamente con i pareri sul decreto delegato e con tutta una serie di ordini del giorno. Quando si parla con la gente, con i sindacati, con chi usufruisce di queste istituzioni arretrate, ci si fa belli da parte della maggioranza con il parere generale dato dal Consiglio, essendone stati promotori (è vero che allora c'era un altro Assessore che forse aveva un'altra sensibilità e capacità per queste cose) ma quando si è qui in aula si propongono i provvedimenti più arretrati e retrivi.
Voglio ancora richiamare un fatto specifico: l'uso che avremmo potuto fare della legge sugli asili-nido. Io credo che anche l'ex Assessore Conti fosse d'accordo di fare svolgere subito delle ricerche sui costi relativi alla formazione del personale degli asili-nido date le esigenze che si manifestavano di fronte al piano che andavamo ad approvare, piano temporaneo, se non vado errato, fino alla fine del '73 e che diventerà poi un piano organico. Era stato proposto l'aumento dei contributi ai Consorzi per l'istruzione tecnica in funzione di questo primo lavoro. Invece tutto questo è stato respinto nel bilancio. Io capisco che le nomine sono delle cose che contano poco, non mutano la sostanza dei problemi, non mutano certamente l'indirizzo del Ministero e della politica di Scalfaro che, e lo sappiamo bene, è quella di conservare gli istituti professionali, i Consorzi, tutti questi ghetti che sono strumenti comodi nelle mani di un Presidente della Giunta, di una Giunta, di un esecutivo, di chi cioè pu fare un'opera di pressione e può pagare certe concessioni clientelari a chi porta dei voti. Questo modo di agire complica le cose, confonde le idee e non fa che peggiorare la situazione anche di quei giovani che sono inseriti nei processi di istruzione professionale tradizionale, degli studenti lavoratori.
Purtuttavia riaffermo questo concetto: eravamo mossi da un profondo realismo, eravamo convinti che, con il passaggio dei poteri in materia alla Regione, questi strumenti potessero avere ancora un periodo di vita per riuscire a ricontrollare tutta la situazione, a vagliare le proposte innovative e quindi passare una legge organica che fosse in grado di rivedere profondamente la materia stessa. L'avere smembrato queste tre proposte di legge vuol dire regolamentare un solo articolo del decreto delegato e colpire la volontà politica del presentatori. Nel merito: su otto o nove articoli sette sono completamente emendati dal Gruppo della D.C., per onor di firma, e peggiorati, secondo una miopia che fino ad oggi lo stesso Gruppo D.C. non aveva mai dimostrato, proprio per l'apertura di alcuni suoi componenti su questi problemi perché li conoscono a fondo e bene. Alcuni degli emendamenti presentati dal collega Calsolaro (che a nostro avviso sono migliorativi) avevamo già detto in Commissione che siamo disposti ad accettarli, ma subentra un altro grosso fattore, quello dell'orientamento professionale.
I Consorzi provinciali per l'istruzione tecnica hanno svolto sino ad oggi delle funzioni complicate (concordo con la relatrice su questo punto) ma le hanno svolte a seguito di convenzioni con i Provveditorati. Tutto il personale addetto a queste funzioni a nostro avviso non può essere regolamentato neppure nei termini detti da Calsolaro, perché sarebbe in contraddizione con la stessa normativa. La nostra volontà politica in merito l'abbiamo annunciata più volte in Commissione ed anche in Consiglio ed è che le competenze della Regione debbano venire estese anche a questo settore; c'è tutta un'azione che la Regione deve fare per allargare le sue competenze nel campo della formazione professionale proprio per la sua dignità nel quadro della programmazione pedagogica (chiamiamola così) e per il ruolo di interlocutore e anche di esecutore che ha nei confronti di tutti gli istituti scolastici, compresi quelli universitari.
Ecco quindi che il problema dei Consorzi, pur essendo estremamente limitato, ha un aspetto sindacale, che ci è stato presentato, durante le consultazioni, è cioè quello di inquadrare quel poco personale che c'è cosa che riteniamo si debba fare per rendere giustizia a lavoratori che da anni sono in una situazione precaria.
In linea di principio noi siamo per la soppressione di questi Consorzi nella legge organica, per una legge transitoria '72/'73 e perché entro il 31 dicembre la Giunta presenti la nuova legge organica sulla formazione professionale; di conseguenza riproponiamo che venga mantenuta la stesura che oggi è in discussione.
Evidentemente la questione dei rapporti Consiglio-Giunta è importante.
Certo, si può transigere su molte cose, si può anche capire che alcuni provvedimenti strettamente amministrativi possono essere presi dalla Giunta, non siamo mai stati contrari a queste cose, però ribadiamo il principio generale. In proposito molto più della nostra è corretta la dizione proposta dal Consigliere Calsolaro all'art. 2: "Il Presidente del Consorzio è designato dal Consiglio Regionale" (anche se poi i decreti di nomina, tutti, vengono fatti dal Presidente della Regione). E qui non serve tirare in ballo la questione della Commissione consultiva sulle nomine perché mentre nel progetto di legge 29 era stata inserita, come era stata inserita anche in questo, negli emendamenti portati in Commissione dalla maggioranza è scomparsa dietro l'impegno, molto vago, che la Giunta ne promuoverà al più presto la nomina.
Pensiamo che le varie stesure degli emendamenti che si sono susseguiti non siano pertinenti e soprattutto snaturino il provvedimento che aveva carattere transitorio e che era già largamente snaturato dalle norme che con circolare sono state emanate dall'Assessore.
Questo progetto di legge è servito purtuttavia a qualche cosa, perch ha risollevato il problema e noi, avendo preparato il nostro progetto per la legge organica sulla formazione professionale così come per quella del diritto, che presenteremo nelle prossime settimane, attendiamo di vedere la bravura della Giunta in questo campo.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Fassino, ne ha facoltà.



FASSINO Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, non credo di dover aggiungere molto a quanto ha detto la collega Soldano quale relatrice della III Commissione - della quale io faccio parte - e quindi mi associo alle sue osservazioni.
La legge che era stata proposta dai colleghi del Gruppo comunista è stata non dico soltanto modificata, ma è stata completamente cambiata: da un lato si proponeva l'elezione da parte del Consiglio del Presidente del Consiglio d'Amministrazione dei Consorzi, la legge sostiene che la Giunta ed il Presidente della Regione debbono provvedere in merito. Noi, per una nostra convinzione che sotto altri aspetti può anche essere contestata riteniamo che all'esecutivo corrisponda l'esecutivo: era il Ministero che provvedeva, è la Giunta che deve provvedere. Se avesse dovuto provvedere il Parlamento, corrispondeva in questo caso, a nostro avviso, il Consiglio.
Ecco la ragione per la quale noi abbiamo sostenuto e continuiamo a sostenere questa tesi. Ritengo anche, stando a quanto diceva prima il collega Calsolaro, che in fondo, tirando le somme di quanto sosteneva, in questo caso all'esecutivo dovrebbero praticamente prendere parte tutte le minoranze e mi risulta che questo accade là dove altre maggioranze hanno proposto altre leggi (io l'ho interpretato in questo modo, forse mi sono sbagliato, ma l'interpretazione che poteva essere data alle sue parole secondo me era questa).
Naturalmente le interpretazioni possono essere molte, noi sosteniamo la nostra, l'abbiamo anche sostenuta in Commissione dove abbiamo fatto delle proposte che non stiamo a ripetere per evitare di perdere altro tempo.
Noi pensiamo che sia soprattutto importante l'osservazione fatta dalla collega relativa alla Commissione consultiva. La comunicazione sarà, io penso, confermata - com'è stato assicurato dall'Assessore -: questa Commissione non viene citata nei vari articoli di legge ma viene data assicurazione che sarà costituita e consultata. Questo lo diciamo per coerenza oltre che per convincimento, anche perché abbiamo sostenuto la costituzione di questa Commissione in sede statutaria e anche oggi ne confermiamo la validità e la necessità.
Io ritengo soprattutto opportuno che da questa discussione, sia pure veloce, su un problema tanto importante, nasca il convincimento generale che dalla Regione dovrebbe risalire al centro la necessità di rivedere tutta la questione relativa alla formazione professionale che non è risolta con i decreti delegati sui quali abbiamo discusso in precedenza, ma dovrebbe essere risolta in altro modo, perché così stando le cose si rende sempre più caotica la situazione scolastica italiana.
E' un problema importantissimo sul quale mi auguro il Consiglio ritorni per formulare delle proposte che non siano parole al vento, ma siano concrete ai fini di una sistemazione reale della formazione professionale.
E' con questo augurio che, associandomi a quanto ha detto la relatrice annuncio che il Gruppo liberale voterà a favore della proposta della signorina Soldano.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Visone.



VISONE Carlo, Assessore all'istruzione

Signor Presidente, signori Consiglieri, ritegno di dover precisare a nome della Giunta che quanto ampiamente emerso dalla relazione illustrativa sulla proposta di legge presentata dalla Consigliera Soldano (che qui ringrazio unitamente a tutti i componenti della III Commissione) è da considerarsi con senso di responsabilità e volontà di chiarezza. Si tratta d'altra parte del parere espresso dalla maggioranza dei membri della III Commissione, maggioranza che riflette nella sostanza, come ebbi già a ripetere in occasione della legge 29, la stessa maggioranza del Consiglio Regionale. Analogamente a quanto già precisato circa la proposta di legge 29, ritengo di dover ribadire i motivi di ordine giuridico costituzionale già esposti circa i rapporti tra il Consiglio Regionale e la Giunta, o meglio circa le attribuzioni specifiche del potere esecutivo e di quello legislativo e regolamentare nell'ambito della Regione Piemonte.
A questo proposito ritengo comunque di dover assicurare il Consiglio che è intenzione della Giunta di addivenire alla costituzione della Commissione consultiva per i criteri relativi alle nomine previste dall'art. 24 dello Statuto della nostra Regione. Inoltre ho il dovere di precisare che la Giunta, mediante circolare prot. 13575 del 2/8/'72, ha emanato disposizioni precise ai Presidenti dei Consorzi provinciali per l'istruzione tecnica del Piemonte, al fine di garantire la continuità, in attesa di una nuova possibile ristrutturazione e impostazione che dovrà essere attentamente vagliata. Tuttavia occorre prendere atto che la proposta di legge esame nella formazione presentata, dovrebbe essere completamente riveduta, anzi, rifatta secondo una diversa impostazione giuridico legislativa e una diversa visione politica.
Pertanto la proposta di legge in esame non accoglibile nel testo presentato, deve essere accuratamente esaminata nei singoli articoli per poterla opportunamente emendare, secondo quanto già emerso dalla relazione di maggioranza e tenendo conto delle ragioni di ordine giuridico legislativo delle attribuzioni della Giunta e del Consiglio che sono state ampiamente richiamate nella relazione stessa.



PRESIDENTE

La discussione generale è chiusa. Passiamo all'esame dei singoli articoli della legge.
Art. 1 - "La Regione fa parte di diritto dei Consorzi provinciali per l'istruzione tecnica, assumendo tutte le funzioni già spettanti al Ministero della Pubblica Istruzione".
Sull'articolo è proposto un emendamento a firma del Consigliere Calsolaro: "La Regione fa parte di diritto dei Consorzi provinciali per l'istruzione tecnica ed assume le attribuzioni degli organi centrali e periferici dello Stato ai sensi dell'art. 3 del D.P.R. 15/1/1972 n. 10".
L'emendamento è chiaro, credo che non abbia bisogno di illustrazione.
Vorrei sapere: il Presidente della Commissione, la relatrice, l'Assessore che cosa dicono di questa proposta di emendamento.



SOLDANO Albertina, relatrice

Veramente non è stato oggetto di discussione in sede di Commissione questo emendamento, tanto è vero che noi ne abbiamo presentato un altro.
Nella sostanza proponevamo di sostituire il termine "la Regione" con "l'Amministrazione Regionale" ma non proporremo altri emendamenti.



PRESIDENTE

L'Assessore ha qualche cosa da dire in proposito?



VISONE Carlo, Assessore all'istruzione

Sono d'accordo di accettare l'emendamento della Consigliera Soldano perché più esatto.



PRESIDENTE

In ordine devo porre in votazione, per alzata di mano, la proposta di emendamento che ho testé letto, presentata dal collega Calsolaro. Chi approva è pregato di alzare la mano.
L'emendamento non è accolto.
E' proposto un altro emendamento che muta l'espressione "la Regione fa parte" con "l'Amministrazione Regionale fa parte". Se non ci sono richieste di parola, lo pongo in votazione. Chi lo approva è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è accolto.
Pongo in votazione l'art. 1 che suona: "L'Amministrazione Regionale fa parte di diritto dei Consorzi provinciali per l'istruzione tecnica assumendo tutte le funzioni già spettanti al Ministero della Pubblica Istruzione".
Passiamo alla votazione per appello nominale.



(Si precede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Presenti e votanti 34; favorevoli 22; contrari 12. Non hanno partecipato alla votazione 16 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato



MENOZZI Stanislao, Segretario

Art. 2 - "Il Consiglio Regionale elegge il Presidente del Consorzio.
Con proprio provvedimento il Consiglio Regionale nomina i componenti i Consigli d'Amministrazione dei Consorzi, ferma restando la composizione degli stessi prevista dalle leggi vigenti Tale provvedimento viene trasmesso al Presidente della Giunta per l'emanazione del Relativo decreto.
Il Consiglio d'Amministrazione elegge tra i suoi membri il Vicepresidente.
Il Comitato esecutivo è eletto dal Consiglio d'Amministrazione fra i suoi membri. Di esso fanno parte di diritto il Presidente ed il Vicepresidente".



PRESIDENTE

A questo articolo sono proposti degli emendamenti da parte del Consigliere Calsolaro il quale al comma primo vorrebbe sostituita la dizione "il Presidente del Consorzio è designato dal Consiglio Regionale".
Qualcuno chiede di parlare? Nessuno. Io pregherei i signori Consiglieri di stare un po' attenti perché su questo articolo vi sono almeno cinque o sei emendamenti.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Sarebbe bene leggerli tutti prima.



PRESIDENTE

Allora, al comma secondo si di che "il Consiglio d'Amministrazione del Consorzio è nominato con decreto del Presidente della Giunta Regionale nella composizione e con le rappresentanze previste dalle leggi vigenti".
Al comma quarto: "In seno al Consiglio è costituito un Comitato esecutivo composto di cinque membri. Esso è presieduto dal Presidente e in sua assenza o impedimento dal Vicepresidente, che fanno parte del Comitato in aggiunta ai membri predetti".
Questo era già stato letto dal Consigliere Calsolaro durante l'illustrazione che ha fatto.
Poi ho un altro emendamento che reca la firma Bianchi-Soldano ed è sostitutivo e recita: "Il Consiglio d'Amministrazione dei Consorzi è nominato con decreto del Presidente della Giunta Regionale ed è composto oltre che dal Presidente, dai seguenti membri: uno in rappresentanza dei lavoratori dell'industria, uno in rappresentanza dei lavoratori del commercio, uno in rappresentanza dei lavoratori dell'agricoltura, uno in rappresentanza degli industriali, uno in rappresentanza dei commercianti uno in rappresentanza degli agricoltori, uno in rappresentanza degli artigiani, due in rappresentanza dei professionisti ed artisti, uno in rappresentanza dell'Ispettorato del Lavoro, il direttore pro-tempore dell'Ufficio provinciale del lavoro, il direttore pro-tempore della sede provinciale dell'INPS, il Provveditore agli studi pro-tempore o un suo delegato, il Presidente pro-tempore della Camera di Commercio, Industria Artigianato e agricoltura, l'Intendente di Finanza pro-tempore o un suo delegato, un direttore di scuola o preside di istituto scelto dalla Giunta Regionale su segnalazione dei Provveditori agli studi per ogni ramo di istruzione tecnica esistente nella circoscrizione del Consorzio, il Capo dell'ispettorato provinciale dell'agricoltura pro-tempore, un delegato dell'Amministrazione Provinciale. Il Presidente del Consorzio è designato dalla Giunta Regionale, il Vicepresidente del Consorzio e il Comitato esecutivo di cui all'art. 5 della legge 26/9/1935, scelti fra i membri del Consiglio d'Amministrazione sono nominati con decreto del Presidente della Giunta Regionale su conforme deliberazione della Giunta medesima".
Questi sono gli emendamenti presentata all'art. 2.
Adesso debbo procedere, distintamente, alla votazione, emendamento per emendamento, dando la precedenza a quello che è stato presentato per primo dal Consigliere Calsolaro che propone dunque (e debbo rileggere) per l'art.
2 comma primo: "Il Presidente del Consorzio è designato dal Consiglio Regionale".
Chi approva l'emendamento è pregato di alzare la mano.
L'emendamento non è accolto.
Altro emendamento per il comma secondo: "Il Consiglio d'Amministrazione del Consorzio è nominato con decreto del Presidente della Giunta Regionale nella composizione e con le rappresentanze previste dalle leggi vigenti".
Nessuno chiede di parlare? Lo pongo in votazione. Chi lo approva è pregato di alzare la mano.
L'emendamento non è accolto.
Emendamento al comma quarto, sempre proposto dal Consigliere Calsolaro: "In seno al Consiglio è costituito un Comitato esecutivo composto di cinque membri. Esso è presieduto dal Presidente e, in sua assenza o impedimento, dal Vicepresidente che fanno parte del Comitato, in aggiunta ai membri predetti".
Nessuno chiede di parlare? Chi lo approva è pregato di alzare la mano.
L'emendamento non è accolto.
Emendamento all'art. 2 (risparmiatemene la lettura, l'ho già letto integralmente prima) a firma Bianchi-Soldano ed è sostitutivo di tutto l'art. 2.
Chi lo approva è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è accolto e pertanto debbo porlo in votazione per appello nominale, perché costituisce l'art. 2 della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Presenti e votanti 37; favorevoli 22; contrari 15. Non hanno partecipato alla votazione 13 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
Art. 3 - " L'approvazione degli atti dei Consorzi, prevista dall'art.
19 del D.L. 26/9/1935 n. 1946 convertito in legge 2/1/1936 n. 82, spetta alla Giunta Regionale".
C'è una proposta di emendamento formale da parte del Consigliere Calsolaro il quale dice: "Gli atti dei Consorzi previsti dall'art. 19 del D.L. 26/9/1935 n. 1946 convertito in legge 2/1/1936 n. 82, sono soggetti all'approvazione della Giunta Regionale".



SOLDANO Albertina, relatrice

Ce n'è anche uno mio. Si tratta di uno spostamento di termini "spetta alla Giunta Regionale l'approvazione degli atti dei Consorzi di cui all'art. 16 D.L. 26/9/1935 n. 1946 convertito in legge 2/1/1936 n. 82".



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Faccio la proposta che si uniscano i tre testi nell'ultimo emendamento letto dalla collega Soldano perché mi sembrano analoghi.



BERTI Antonio

Non ha nessun senso questo articolo, visto che precedentemente si è respinta la dizione che sia il Consiglio Regionale. Se tutto dipende dalla Giunta, che senso ha?



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Qualcuno li deve approvare.



BERTI Antonio

Aveva senso l'attribuire qualcosa al Consiglio Regionale, ma visto che c'è la volontà da non attribuire niente, che senso ha?



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Non siete d'accordo di unificare i tre testi?



BERTI Antonio

La questione non è questa, era l'altra, quella di prima.



PRESIDENTE

Non facciamo più delle discussioni di carattere generale, dobbiamo parlare sugli emendamenti.
Vorrei pregare la Consigliera Soldano, per la registrazione, di dare lettura della proposta modificatrice dell'art. 3 con l'emendamento.



SOLDANO Albertina, relatrice

"Spetta alla Giunta Regionale l'approvazione degli atti dei Consorzi di cui all'art. 19 del DL. 26/9/1935 n. 1946, convertito in legge 2/1/1936 n.
82".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calsolaro.



CALSOLARO Corrado

Sia la proposta dei colleghi del Gruppo comunista che quella dei Consiglieri Soldano e Bianchi attribuiscono la competenza degli atti di cui all'art. 19 del R.D.L. alla Giunta Regionale. Ho proposto l'emendamento soltanto perché ritengo che facendo una legge si debba dare agli articoli una dizione quanto più chiara possibile e non scorretta. Se però si vogliono votare le leggi con errori giuridici o con dizione legislativa non corretta questo è a piacere della maggioranza.
Io non ho mai visto un articolo non coordinato che inizi con la parola "Spetta".



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Soprattutto quelle fatte dal Parlamento sono monumenti letterari, ai quali ha dato un efficace contributo il P.S.I.



PRESIDENTE

Noi abbiamo una certa urgenza di fare le leggi, ma cerchiamo di farle formalmente anche scorrevoli come lingua; anche questo ha la sua rilevanza la sua importanza.
La parola al Consigliere Besate.



BESATE Piero

Noi votiamo contro questo emendamento non perché muti la lettera e la sostanza dell'articolo, ma proprio perché non le muta. Infatti da questo emendamento emerge una volontà politica di sopraffazione, tanto è vero (e l'ha già rilevato il Consigliere Calsolaro) che si inizia il periodo addirittura facendo violenza alla grammatica con "spetta ecc.", quando nella costruzione della frase si sa che si mette sempre prima il soggetto poi il predicato, cui invece si mette prima i1 predicato e poi il soggetto solo per il gusto di sopraffazione politica. Proprio perché non muta niente è la manifestazione più lampante dello spirito con il quale è stato considerato questo progetto di legge, perciò votiamo contro.



PRESIDENTE

La discussione sulle proposte di emendamenti è chiusa.
Pongo in votazione la proposta di emendamento del Consigliere Calsolaro, del quale mi esimo dal ridare lettura.
Chi lo approva è pregato di alzare la mano.
L'emendamento non è accolto.
C'è la proposta di emendamento dell'art. 3. Io devo formalmente dire che prima di tutto si deve approvare l'emendamento e poi l'articolo, anche se sostanzialmente è la stessa cosa.
L'emendamento recita: "Spetta alla Gainta Regionale l'approvazione degli atti dei Consorzi di cui all'art. 19 dei D.L. 26/9/1935 n. 1946 convertito in legge 2/1/1936 n.
82".
Chi lo approva è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è accolto.
Pongo in votazione l'articolo 3 nel testo testé letto, per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Presenti e votanti 37; favorevoli 22; contrari 15; non hanno partecipato alla votazione 13 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.



MENOZZI Stanislao, Segretario

Art. 4 - "Lo scioglimento del Consiglio d'Amministrazione dei Consorzi provinciali per l'istruzione tecnica e la nomina di un Commissario straordinario come previsto dall'art. 20 D.L. 26/9/1935 n. 1946 convertito in legge 2/1/1936 n. 82, avviene con decreto del Presidente della Regione previa deliberazione del Consiglio Regionale".



PRESIDENTE

C'è un emendamento che il Consigliere Calsolaro ha già letto e che io rileggo: "I provvedimenti previsti dall'art. 20 D.L. 26/9/1935, n. 1.946 convertito nella legge 2/1/1936 n. 82, sono assunti con decreto motivato del Presidente della Giunta Regionale, previa deliberazione della Giunta ed udito il parere della Commissione consiliare competente".
Altro emendamento sostitutivo è presentato dalla Consigliera Soldano e dal Consigliere Bianchi: "Il Presidente della Giunta Regionale, quando se ne manifesti la necessità, previa deliberazione della Giunta Regionale, scioglie con proprio decreto il Consiglio d'Amministrazione e nomina un Commissario per l'Amministrazione straordinaria, per la durata massima di 180 giorni".
Nessuno chiedendo la parola, pongo in votazione l'emendamento proposto dal Consigliere Calsolaro.
Chi lo approva è pregato di alzare la mano.
L'emendamento non è accolto.
Pongo in votazione l'emendamento sostitutivo a firma dei Consiglieri Soldano e Bianchi.
Chi lo approva è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è accolto.
Pongo in votazione l'art. 4 nel testo che risulta dall'emendamento testé approvato. Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Presenti e votanti 37; favorevoli 22; contrari 15; non hanno partecipato alla votazione 13 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.



MENOZZI Stanislao, Segretario

Art. 5 - "L'esercizio finanziario dei Consorzi provinciali per l'istruzione tecnica ha inizio il 1 gennaio e termina il 31 dicembre.
Entro il mese di ottobre il Consiglio d'Amministrazione delibera il bilancio preventivo per l'esercizio seguente ed entro il mese di marzo delibera il conto consuntivo riguardante l'esercizio scaduto.
Al conto consuntivo sarà unito il conto di cassa presentato dall'Istituto tesoriere.
Il conto consuntivo relativo all'esercizio che si chiude al 30 giugno 1972 verrà deliberato entro il 30 settembre 1972.
Per il periodo dal 1 luglio 1972 al 31 dicembre 1972 si provvederà a deliberare un bilancio preventivo semestrale secondo le norme vigenti.
Il conto consuntivo relativo a tale esercizio semestrale sarà deliberato entro il 31 marzo 1973".



PRESIDENTE

Vi è una proposta di emendamento sostitutivo a firma ancora Soldano e Bianchi della quale prego dare lettura.



MENOZZI Stanislao, Segretario

"Il conto consuntivo dell'esercizio che si è chiuso al 30 giugno 1972 segue le procedure disposte dalla Giunta Regionale.
Per il periodo dal 1 luglio 1972 al 31 dicembre 1972 è deliberato un bilancio preventivo semestrale e secondo le norme a carattere transitorio emanate dalla Giunta Regionale.
Il conto consuntivo relativo a questo esercizio semestrale è deliberato entro il 31 marzo 1973".



PRESIDENTE

Nessuno chiede di parlare? Lo pongo in votazione.
Chi lo approva è pregato di alzare la mano. L'emendamento è accolto.
Lo pongo adesso in votazione come testo dell'art. 5.
Si passi alla votazione.



(Si procede alla rotazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Presenti e votanti 37; favorevoli 22; contrari 15; non hanno partecipato alla votazione 13 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.



MENOZZI Stanislao, Segretario

Art. 6 - "I Consigli d'Amministrazione entro il 30 giugno 1972 deliberano la pianta organica del personale strettamente necessario ad adempiere le funzioni istituzionali del Consorzio, nei limiti della situazione di fatto esistente al momento di entrata in vigore della presente legge. Essi provvederanno altresì, con effetto dal 1 luglio 1972 ad inquadrare ed a sistemare il personale a qualsiasi titolo impiegato presso il Consorzio all'entrata in vigore della presente legge sulla base delle mansioni di fatto esercitate e del trattamento economico in atto.
La norma del comma precedente non si applica al personale insegnante e non insegnante di Istituti e Scuole di ogni ordine e grado in servizio presso i Consorzi; al personale comandato o distaccato da altri enti ed istituti; al personale addetto ai centri di orientamento scolastico professionale che sia legato con rapporti di collaborazione professionale e con rapporto di lavoro parziale.
Resta fermo il trattamento del segretario del Consorzio, nell'ipotesi in cui all'art. 11, terzo comma, del D.L. 26/9/1935, n. 1946 e successive modificazioni.
Gli atti di cui al presente articolo sono sottoposti ad approvazione ai sensi dell'art. 3 della presente legge".



PRESIDENTE

Vi è una proposta di emendamento soppressivo dell'intero articolo da parte del Consigliere Calsolaro. A tale proposta di emendamento è unito un ordine del giorno che evidentemente non può essere votato in questa sede in cui dobbiamo limitarci agli emendamenti.
Vi è poi un emendamento sostitutivo a firma della Consigliera Soldano del quale prego si dia lettura.



MENOZZI Stanislao, Segretario

"Il Consiglio d'Amministrazione, entro 30 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, deliberano la pianta organica del personale strettamente necessario ad adempiere le funzioni istituzionali del Consorzio, nei limiti della situazione di fatto esistente al momento di entrata in vigore della presente legge. Essi provvedono altresì, con effetto dal 1 gennaio '73, ad inquadrare ed a sistemare il personale a qualsiasi titolo impiegato presso il Consorzio all'entrata in vigore della presente legge sulla base della mansioni di fatto esercitate e del trattamento economico in atto.
La norma del comma precedente non si applica al personale insegnante e non insegnante di istituti e scuole di ogni ordine e grado in servizio presso i Consorzi; al personale comandato o distaccato da altri enti ed istituti; al personale addetto ai centri di addestramento scolastico professionale che sia legato con rapporti di collaborazione professionale e con rapporto di lavoro a tempo parziale.
Resta fermo il trattamento del segretario del Consorzio, nell'ipotesi di cui all'art. 11, terzo comma, del D.L. 26/9/1935 n. 1946 e successive modificazioni.
Gli atti previsti da questo articolo sono approvati secondo le norme dettate dall'art. 3".



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Revelli. Ne ha facoltà.



REVELLI Francesco

Sull'emendamento proposto dal collega Calsolaro ci asteniamo, per quanto abbiamo detto circa il problema dell'orientamento professionale.
Siamo contro l'emendamento Soldano-Bianchi, anche perché non modifica che in due parole il testo originario, modifiche evidentemente apportate solo al fine di trasformare questa legge da noi proposta in legge della maggioranza.



PRESIDENTE

Pongo allora in votazione l'emendamento soppressivo dell'intero art. 6 proposto dal Consigliere Calsolaro. Chi l'approva è pregato di alzare la mano.
Non è approvato.
Pongo in votazione l'emendamento sostitutivo dell'art 6 a firma Soldano Bianchi. Chi lo approva è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è accolto.
Pongo pertanto in votazione l'art. 6 nel testo emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione per appello nominale ha dato il seguente risultato: presenti e votanti 37 Consiglieri; hanno risposto sì 23, no 14, non hanno partecipato alla votazione 13. L'art. 6 è pertanto approvato nel testo dell'emendamento sostitutivo che è stato letto.



MENOZZI Stanislao, Segretario

Art. 7 - "La Giunta Regionale è autorizzata ad impartire le istruzioni che si rendessero necessarie per l'applicazione delle norme di cui agli articoli precedenti".



PRESIDENTE

C'è una proposta di emendamento sostitutivo a firma della Consigliera Soldano, che dice: "La Giunta Regionale dà le istruzioni che si rendono necessarie per l'applicazione della presente legge".
Qualcuno chiede di parlare sull'emendamento? Allora lo pongo in votazione. Chi lo approva è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato.
L'art. 7 viene posto ora in votazione in questo testo: "La Giunta Regionale dà le istruzioni che si rendono necessarie per l'applicazione della presente legge".
Lo mettiamo in votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione per appello nominale ha dato il seguente risultato: presenti e votanti 38 Consiglieri; hanno votato sì 23, no 15, non hanno partecipato 12. L'articolo è pertanto approvato.



MENOZZI Stanislao, Segretario

Art. 8 - "La presente legge avrà valore sino all'entrata in vigore della legge organica sull'ordinamento della formazione professionale in Piemonte, da emanarsi entro il 31 dicembre 1972".



PRESIDENTE

C'è un emendamento soppressivo da parte del Consigliere Calsolaro, in quanto regola fattispecie già prevista dall'art. 15 delle disposizioni sulla legge in generale. E c'è un emendamento sostitutivo della Consigliera Soldano, che recita: "La presente legge resta in vigore sino all'approvazione della legge organica sull'ordinamento della formazione professionale in Piemonte".
Chiede di parlare il Consigliere Bianchi. Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Ritiro, anche a nome della collega Soldano, l'emendamento, e dichiaro di accogliere l'emendamento Calsolaro soppressivo dell'art. 8.



BERTI Antonio

Questo dimostra che voi non vi impegnate a portare la legge entro l'anno.



PRESIDENTE

Poniamo in votazione l'emendamento soppressivo 8.
Chi approva la proposta di emendamento è pregato di alzare la mano.
L'emendamento soppressivo dell'art. 8 è accolto e di conseguenza non devo più mettere in votazione l'art. 8.
Passiamo all'art. 9, che, dopo la soppressione dell'art. 8, diventa n.
8.



MENOZZI Stanislao, Segretario

Art. 9 (nuovo art. 8) - "La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'art. 127 della Costituzione e dell'art. 45, sesto comma, dello Statuto regionale. Essa entrerà in vigore lo stesso giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione".



PRESIDENTE

A questo proposito c'è anche un emendamento a firma Bianchi e Soldano: "La presente legge è dichiarata urgente a sensi dell'art. 127 della Costituzione e dell'art. 45, sesto comma, dello Statuto regionale ed entra in vigore il giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione".
Qualcuno chiede di parlare? Il Consigliere Bianchi. Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Mi scuso se questa mia proposta non è presentata nelle forme dovute: forse si potrebbe sopprimere anche l'inciso "ai sensi dell'art. 127 della Costituzione e dell'art. 45, sesto comma, dello Statuto regionale", perch è sottinteso che è dichiarato urgente a sensi di legge, senza bisogno di richiami specifici.



PRESIDENTE

Chi approva questo emendamento, con la soppressione in esso ora proposta dal Consigliere Bianchi, è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è accolto Pongo pertanto in votazione l'art. 9, divenuto art. 8, nel testo emendato: "La presente legge è dichiarata urgente ed entra in vigore il giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione per appello nominale ha dato il seguente risultato: presenti e votanti 37 Consiglieri; hanno risposto sì 21, no 16, non hanno partecipato alla votazione 13, L'articolo è approvato.
Dovremo ora passare alla votazione della legge nel suo testo integrale.
Chiede di parlare il Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Per dichiarazione di voto.
Questa legge è stata presentata dal nostro Gruppo. Il fatto che sia stata discussa sancisce il principio che le leggi presentate dalla minoranza hanno regolare svolgimento e quindi vanno in aula, dove possono come adesso, venir battute da voto di maggioranza, il che rientra in un metodo, dal punto di vista formale, corretto, anche quando però questa espressione di maggioranza sancisce posizioni che a nostro giudizio sono estremamente negative. Dobbiamo constatare che una serie di articoli sono rimasti così come da noi proposti, anche se rielaborati nel testo, un espediente capzioso per far apparire questa legge completamente della maggioranza. Il voto contrario che daremo a questa legge, e che già abbiamo espresso per gli emendamenti, di cui diamo conferma anche attraverso questa dichiarazione di voto, è collegato essenzialmente a due posizioni espresse qui dalla maggioranza. Anzitutto, la riconfermata volontà politica di concentrare nelle mani dell'Esecutivo poteri che altre Regioni (Toscana Umbria, Lombardia, di cui ho qui le leggi, tanto per fare tre esempi) hanno invece ritenuto di affidare al Consiglio Regionale, volontà politica che non può che essere denunciata e condannata; una denuncia che noi facciamo anche nei confronti delle forze politiche che non perdono occasione per collocarsi nei nostri confronti in posizione critica, quali accordi al vertice ecco. E' su queste posizioni di sostanza che si manifesta la volontà di aprire nel Consiglio Regionale una dialettica politica che consenta anche di modificare certe posizioni. Questo fatto noi lo riteniamo estremamente negativo.
Seconda osservazione. L'avere la maggioranza colto al volo la possibilità offerta, credo in buona fede, dal Consigliere Calsolaro per eliminare l'art. 8, dopo che essa aveva presentato un emendamento con il quale si affermava che la presente legge rimaneva in vigore fino alla nuova legge regionale per la formazione professionale, il che testimoniava dell'intenzione di dare corso ad una volontà espressa in un ordine del giorno del Consiglio Regionale, non può che essere inteso come il voler venir meno all'impegno assunto unanimemente con l'ordine del giorno precedente.
Noi, naturalmente, vogliamo considerare questa essenzialmente .come una manifestazione temporanea di volontà negativa, che lascia aperto tutto il discorso da farsi nel momento in cui parleremo della legge per l'istruzione professionale, così com'è stato affermato dal Consiglio Regionale, a cui secondo noi, nessuno, al di là di quello che si è detto in questa legge può venir meno.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Nesi. Ne ha facoltà.



NESI Nerio

Molto brevemente. Il Gruppo socialista voterà contro questa legge.
Desidero anch'io sottolineare l'inutilità di questa discussione, in cui si è notata chiaramente la volontà della maggioranza - devo dire, anzi, la protervia della maggioranza, rispetto a certe proposte, che mi sembravano molto ragionevoli, anche sul piano tecnico, del collega Calsolaro - di voler utilizzare i suoi 21 voti, o 20 o 23, per non accogliere nulla.
C'è però un fatto specifico che riguarda l'art. 6, ed è l'ordine del giorno che ha presentato a nome del Gruppo il collega Calsolaro. E' chiaro che noi pretenderemo -dispiace dover usare, signor Presidente, il verbo "pretendere", ma credo che, dato il clima creato dalla compattezza dei 21 voti della maggioranza (peccato che non siano presenti i missini, perch forse sarebbero diventati 22 o 23), esso sia l'unico appropriato - che questo ordine del giorno venga posto ai voti in una prossima seduta.



PRESIDENTE

Prego la segreteria di prendere atto che la proposta di ordine del giorno che era contenuta nell'emendamento Consigliere Calsolaro all'art. 6 collocata non correttamente perché avrebbe dovuto avere una sua autonoma collocazione - dovrà essere stralciata dalle proposte di emendamento per essere portata all'esame del Consiglio in una prossima riunione.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Revelli. Ne ha facoltà.



REVELLI Francesco

Alla dichiarazione di voto fatta dal nostro Capogruppo Berti vorrei aggiungere la precisa richiesta, a nome del Gruppo, che all'ordine del giorno della prossima seduta del Consiglio venga iscritto l'argomento riguardante l'elezione dei membri della Commissione consiliare consultiva sulle nomine prevista dallo Statuto all'art. 24. Chiedo anzi formalmente al Presidente della Giunta se, com'e stato dichiarato dalla relatrice di maggioranza, si intende ribadire da parte della Giunta questo preciso impegno che, nella relazione, la Giunta dichiarava esplicitamente di voler rispettare?



PRESIDENTE

Porterò questa sua proposta all'esame dei Presidenti dei Gruppi, che convocherà in un intervallo di questa seduta proprio per formulare l'ordine del giorno della prossima seduta di Consiglio.



REVELLI Francesco

Sarebbe bene che il Presidente della Giunta esponesse il suo parere.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Questa mattina volevate negare al Presidente della Giunta il diritto di parlare, adesso invece vi interessa il suo parere.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Bianchi. Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, anzitutto non abbiamo difficoltà ad ammettere che molti comma degli articoli approvati sono stesi nello stesso testo già formulato dai proponenti. Le lievi modifiche non nascondono però un intento capzioso (sarebbe come nascondersi dietro l'ombra di un dito): si è ritenuto semplicemente di far bene a riformulare gli articoli per inserirvi meglio gli emendamenti, che erano stati espressi in modo un tantino sommario, e per apportare piccoli ritocchi necessari qua e là. Del resto questa sostanziale identità fra gli articoli da noi proposti e quelli presentati dal Gruppo comunista avrebbe dovuto portare, se mai l'opposizione a votarli, non certo a respingerli.
Devo poi ribadire che si sta delineando la tendenza generale, della quale credo che il Consiglio Regionale nel tempo non avrà a dispiacersi, ad evitare che i Consigli Regionali assumano la veste e il ruolo dei Consigli Comunali: dicendo ciò non voglio affatto sminuire l'altissima dignità che hanno i Consigli Comunali, ma mi riferisco alla serie di adempimenti, di nomine, di provvedimenti di natura strettamente amministrativa a cui essi sono tenuti, ma che non si addicono ai Consigli Regionali.
Già a livello scientifico, a livello critico (e voi dovreste averlo notato, dato che seguite anche meglio di noi le riviste e quant'altro pubblica su questa materia) ci si sta accorgendo, e preoccupando fortemente, dello scadimento delle Regioni al livello di enti meramente amministrativi, invece di assumere la fisionomia che abbiamo profilato nello Statuto. Non c'è per nulla in noi, ripeto, volontà di prevaricazione ma volontà di definire i compiti della Regione secondo la sua struttura.
Quanto alla soppressione dell'art. 8, sono stato sorpreso dal fatto che si sia pensato all'intenzione da parte nostra di cogliere al volo una svista di un collega per raggiungere un risultato particolare, per calcare la mano. Intanto, in una norma di legge non si può impegnare l'attività futura di un organo legislativo: non avrebbe significato scrivere anche in tutti gli articoli di una legge che faremo delle altre leggi entro un anno o dieci anni. Noi possiamo fare dichiarazioni politiche impegnandoci come organi, come singoli, come Consiglieri, a svolgere una certa attività, ma non possiamo impegnare un'assemblea a fare o a non fare delle leggi. Il dire che questa legge resta in vigore fino a che non se ne approvi un'altra che la abroghi era evidentemente una superfetazione. Questo era lo spirito che aveva mosso il proponente Calsolaro e noi abbiamo accolto la sua proposta di soppressione per le stesse ragioni, senza aggiungere altro significato.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Conti. Ne ha facoltà.



CONTI Domenico

Per quello che mi concerne personalmente, voterò questa legge, come traduzione sul terreno regionale di quello che riguarda i decreti delegati: non credo che essa impegni una presa di posizione fin d'ora della Regione di fronte ai problemi della formazione professionale.
Devo dare atto alla minoranza che con la presentazione della sua proposta di legge ha svolto se non altro una funzione di stimolo estremamente preziosa, ad affrontare una questione così importante come quella della formazione professionale e di tutte le materie connesse. Per devo anche riconoscere che lo stesso dibattito consiliare intorno a questa legge finora non ha fatto emergere elementi sufficienti per una presa di posizione della Regione in questa materia.
Rilevo un solo particolare: non si è discusso affatto, per quanto fosse cosa essenziale, se questi Consorzi li vorremmo in prospettiva come enti strumentali oppure come enti partecipazione di delega amministrativa.



BERTI Antonio

Non li vogliamo affatto.



CONTI Domenico

Questo, però, va discusso in un quadro generale. Era una questione fondamentale, dicevo, al fine di addivenire a una presa di posizione consapevole, coerente, fuori dalla pura riproduzione su terreno regionale delle disposizioni vigenti in materia su piano nazionale: perché altra cosa è realizzare i Consorzi come enti strumentali, in sostanza, del potere esecutivo della Giunta, altra cosa è invece realizzarli come ente di partecipazione o di delega amministrativa. Ho sentito anche esprimere delle opinioni contraddittorie: per esempio, che si vorrebbero far gestire dai Consorzi determinate iniziative senza che si sia risolto questo problema.
Per non dilungarmi ulteriormente in una dichiarazione di voto, concludo dicendo che ritengo che in questo campo tutto il problema sia ancora aperto. Darò voto positivo alla legge proprio semplicemente in questo spirito: quello che è stato definito con circolare, in qualche modo viene definito con l'atto formale di una legge come riproduzione sul piano regionale delle disposizioni vigenti in materia senza ancora che la Regione si sia in qualche modo impegnata. Relativamente poi all'accenno che è stato fatto al comportamento di certe componenti della Democrazia Cristiana faccio presente, almeno per quanto mi riguarda, che al momento opportuno io ho presentato sulla legge degli asili-nido delle diversificazioni notevoli: il fatto che poi abbia espresso un voto d'altronde comprensibile data la mia posizione di Consigliere di maggioranza non toglie che le affermazioni che dovevo fare io le abbia fatte; vi è, se mai, da riconoscere che in quell'occasione ci siamo differenziati proprio noi.



BERTI Antonio

In senso negativo e conservatore.



CONTI Domenico

Questa è la tua interpretazione.



BERTI Antonio

Questa è l'impressione del Consiglio Regionale, che infatti ha respinto tutto.



CONTI Domenico

Io non ho proposto nulla.



BERTI Antonio

Hai proposto di far gestire gli asili-nido dalle suore.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Presidente della Giunta. Ne ha facoltà.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Sempre che i colleghi mi consentano di parlare.



MARCHESOTTI Domenico

No non glielo acconsentiremmo, ma lei parla comunque.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Perché? Vi fa comodo che io non parli?



BERTI Antonio

Uno in più non guasta.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Uno in più della maggioranza, ovviamente.
Mi limiterò a dire che è evidente che con questa legge nessuno ha la pretesa di aver affrontato il problema complessivo. Come ha già detto il Consigliere Conti, nessuno ha presunto di presentare una legge che di fatto modifichi sostanzialmente gli attuali indirizzi. Vorrei ricordare, anzi, ai signori Consiglieri che, a nostro parere, ci dev'essere un periodo durante il quale tutti quanti insieme, dalle diverse posizioni politiche approfondiamo i problemi di carattere amministrativo relativi al trasferimento delle funzioni dallo Stato alle Regioni. Credo che questo sia una presa di coscienza necessaria e sia anche un necessario rodaggio per impadronirsi tutti quanti insieme degli strumenti occorrenti in relazione sia alle modificazioni che vogliamo apportare sia per approfondire il quadro legislativo nel quale possiamo operare.
Ai Consiglieri tutti voglio ricordare che, in definitiva, noi possiamo allo stato attuale delle cose, operare legislativamente desumendo i principi generali dalle leggi vigenti. E abbiamo già visto per altre leggi come l'interpretazione che gli organi statali danno di questa nostra facoltà sia un'interpretazione piuttosto restrittiva. E' per questo che tutti insieme premiamo per l'emanazione di leggi quadro entro le quali collocare la legislazione regionale e le possibilità legislative della Regione.
Per quanto riguarda in particolare questa legge, avremmo potuto procedere in modo perfettamente identico a quello seguito la volta scorsa.
Questa legge, di fatto, non fa che prendere atto del trasferimento ad un organo della Regione di poteri che, voglio sottolineare, erano in larga misura decentrati ad organi burocratici, e, nella fattispecie, al Provveditorato agli studi. Ribadisco a questo proposito quanto ha detto poco fa il Consigliere Bianchi: noi dobbiamo fare attenzione a non ridurre il Consiglio Regionale, che, ai sensi della Costituzione - possiamo anche non trovarci d'accordo, ma noi lo riaffermiamo, questo principio -, è organo legislativo e regolamentare, ad organo amministrativo, nel senso classico di questa ripartizione di compiti così come ci è consegnata dal diritto amministrativo; sarebbe veramente ridicolo che quelli che erano dei poteri che erano addirittura dei Provveditori agli studi diventassero dei poteri di un organo legislativo qual è il Consiglio Regionale.
Ma, al di là di questo, che, secondo me, sarebbe veramente un distorcere il significato della presenza di un organo legislativo a livello regionale, vi è anche un problema di funzionalità egregi colleghi, sul quale io richiamo la nostra attenzione. Voi credete seriamente che noi possiamo assumerci, nel trasferimento dallo Stato alle Regioni, come Consiglio Regionale, le infinite pratiche che si presentano in ordine a problemi di questo genere, pratiche che a mio giudizio è persino illogico che si accolli la Giunta Regionale? Non a caso le Regioni a statuto speciale hanno demandato, nell'interno della Giunta.



BERTI Antonio

Sono sei.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Anche tutte le altre Regioni, comprese quelle in cui hanno la maggioranza le sinistre, colleghi comunisti, sono di questo avviso. Il collega Paganelli, che ha avuto in Umbria un'esperienza in proposito, ve la potrebbe illustrare, se fosse oggi presente in aula. Anche quelle Giunte si rendono conto della difficoltà di portare all'attenzione, alla votazione e all'approvazione del Consiglio Regionale questioni di carattere amministrativo che spesso non erano nemmeno più dei Ministeri ma erano già state demandate dai Ministeri agli organi periferici dell'Amministrazione dello Stato.
Giustamente ha detto il Consigliere Bianchi che questa è una linea che noi abbiamo scelto e nella quale intendiamo coerentemente camminare: non per sottrarre poteri al Consiglio Regionale, ma per non sovraccaricarlo di responsabilità obiettivamente del tutto marginali rispetto ai compiti che il Consiglio Regionale ha. Il dott. Nesi ha parlato di protervia della maggioranza: non c'è affatto protervia, ma soltanto, da parte nostra, la consapevolezza, la responsabilità, la coscienza dei compiti che ha il Consiglio Regionale. Su questo punto noi abbiamo già dato una risposta: mi pare di aver replicato al Consigliere Vecchione, che ha portato qui la questione, con argomenti di carattere giuridico non confutabili, perch obiettivi e rispecchianti la visione che si è avuta in tutta la fase preparatoria, a livello di costituenti, dell'attività, della funzione e dell'operatività dell'Ente Regione. Se vi informerete alla Camera sul punto di vista dell'Ufficio legislativo appunto della Camera in ordine al passaggio alle Regioni di certi determinati poteri, espressi reiteratamente anche durante la discussione della legge 865, vi renderete conto che esso è che quando questi poteri sono di carattere amministrativo, sono poteri che di fatto le assemblee legislative conferiscono agli organi esecutivi, cioè li passaggio è dall'organo esecutivo nazionale all'organo esecutivo regionale. Esattamente quello che riteniamo noi. Noi dunque qui non inventiamo niente, siamo sulla linea di un atteggiamento che è proprio atteggiamento anche a livello di Parlamento.
Per quanto poi, in particolare, riguarda ciò che qui è stato detto in ordine alla soppressione di un articolo, io non posso che essere del parere del collega Bianchi. Evidentemente, non ha alcun significato dire in una legge: con un'altra legge faremo questo e quest'altro; anche per un motivo essenzialmente di estetica legislativa che credo possa essere riconosciuto da tutti, e non mi pare davvero che la soppressione di questo articolo possa minimamente inficiare la volontà politica, già altre volte espressa in Consiglio Regionale, in ordine alla definizione di questa questione ed all'emanazione di una legge che dia a questo problema dell'istruzione una collocazione di carattere diverso da quella che ha avuto finora in sede di legislazione nazionale.
Quindi, nessuna protervia, nessun tentativo di prevaricazione, ma semplicemente l'intenzione di ricondurre questi problemi ad una normativa che noi crediamo sia la più giusta, che consenta obiettivamente di dare operatività ed attuazione a questi problemi, a queste incombenze, senza scavalcare le competenze di alcuno.
Sono anche stato richiesto di dire qual è la mia personale opinione in ordine a quella Commissione di cui parla lo Statuto. Per quanto mi riguarda, come ho già risposto al Consigliere Fassino, che chiedeva appunto garanzie in ordine alla costituzione di questa Commissione, non posso che ribadire la volontà non solo della Giunta, ma, ritengo, dell'intera maggioranza, di tutti, di dar vita a questa Commissione nel più breve tempo possibile; anche al fine di rimuovere, proprio per quanto riguarda questi problemi, tutte le illazioni che sono state fatte pure in questa sede relativamente alla mira della maggioranza di avocare a sé la nomina di membri dei Consigli d'Amministrazione o di presidenza. A parte il fatto che questi sono, in definitiva, organismi che operano in relazione a certi determinati indirizzi che non possono che essere indirizzi democraticamente espressi nell'interno di un'assemblea quale il Consiglio Regionale, e di fatto, proprio perché democraticamente espressi, sono evidentemente rappresentativi di tutti, anche se quest'espressione diventa espressione di maggioranza o di minoranza. Noi crediamo che ci siano, e vadano tutelati, i diritti delle minoranze, ma mi sembra anche che debbano essere tutelati e difesi i diritti della maggioranza, perché così vuole la dialettica democratica.



VECCHIONE Mario

Mi vuole spiegare per quale motivo è sempre violata la norma che stabilisce che alle Commissione permanenti viene demandato anche l'esame delle deliberazioni da presentare al Consiglio, perché diano il proprio parere?



PRESIDENTE

Faccio presente che siamo in fase di dichiarazione di voto per la votazione generale della legge.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

E' un altro discorso, quello, che sono sempre disponibile a fare.



PRESIDENTE

Ma collochiamolo in un altro momento: ora, ripeto, siamo in fase di dichiarazione di voto.



VECCHIONE Mario

Lui può parlare, noi no.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Forse io posso parlare anche perché sono stato nominato Presidente della Giunta da questo Consiglio.



PRESIDENTE

Mi sia concesso di insistere nel richiamo al Regolamento.
Qualcun altro chiede di parlare? Nessuno? Allora, passiamo alla votazione della legge nel suo testo globale



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione per appello nominale ha dato il seguente risultato: presenti e votanti 38 Consiglieri; hanno votato sì 23, no 15, non hanno partecipato alla votazione 12. La legge è pertanto approvata nella sua globalità


Argomento:

Esame progetto di legge n. 31 su norme provvisorie per lo svolgimento delle funzioni in materia di Consorzi provinciali per l'istruzione tecnica

Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Prima di passare al punto quinto dell'ordine del giorno, che prevede la discussione di mozioni e ordini del giorno, più precisamente di una mozione e due ordini del giorno, se il Consiglio lo consente, sospenderei per dieci minuti la seduta, per riunire i Capigruppo, in maniera da vedere di concordare con essi l'ordine del giorno della seduta di giovedì venturo.
Chiede di parlare il Consigliere Nesi. Ne ha facoltà.



NESI Nerio

Uno dei tre documenti, due dei quali presentati da noi come Gruppo riguarda i libri di testo. Ci terremmo a che venisse discusso questa sera.



PRESIDENTE

Senz'altro, lo sarà subito dopo l'intervallo per la riunione dei Capigruppo.
Prego i Capigruppo di voler favorire nella saletta di riunione.



(La seduta sospesa alle ore 19, riprende alle ore 19.30)


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Mozione del Consigliere Nesi e altri sui problema dei libri di testo nella scuola dell'obbligo


PRESIDENTE

Riprendiamo i lavori.
Mozione presentata in data 12 ottobre '72 dai Consiglieri Nesi Viglione, Calsolaro, Fonio e Simonelli, relativamente al problema dei libri di testo ed interessante la Giunta in rapporto a richieste che sono state avanzate.
Qualcuno dei proponenti desidera illustrarla? Ha facoltà di parlare il Consigliere Calsolaro.



CALSOLARO Corrado

La mozione presentata dal Gruppo socialista sul problema dei libri di testo nella scuola dell'obbligo si propone di sollecitare e di promuovere un intervento della Regione di carattere puramente transitorio, essendo evidente che l'impegno di fondo è invece quello di risolvere, in tempi quanto più possibile accelerati, i problemi dell'edilizia scolastica e le conseguenti gravi carenze strutturali, e di disciplinare con una legge organica tutta la materia dell'assistenza scolastica, trasformandola in quel servizio di diritto allo studio che si svolge sia attraverso la predisposizione di strumenti economici che per mezzo di un'azione didattica specifica volti ad eliminare le discriminanti di ordine sociale e culturale.
E' chiaro che proprio dalla situazione in cui versa l'edilizia scolastica pubblica si determina la possibilità di attuare la scuola a tempo pieno che, per unanime consenso, e la condizione essenziale per realizzare una politica scolastica che si proponga come fine di dare al diritto allo studio, solennemente sancito dall'art. 34 della Costituzione un reale ed effettivo contenuto culturale ed educativo.
La mozione contiene nelle sue premesse un richiamo al notevole rincaro subito dai libri di testo. E' questo un aspetto settoriale del più generale problema dell'aumento dei prezzi che ha investito pesantemente la capacita d'acquisto dei salari dei lavoratori e che ha preceduto il rinnovo dei contratti collettivi vanificando, dalle premesse, gran parte degli effetti della conquista rivendicativa.
La lettera c) dell'art. 1 del D.P.R. 14 gennaio 1972, n. 3, relativo al trasferimento alle Regioni a statuto ordinario delle funzioni amministrative statali in materia di assistenza scolastica, prevede, fra le funzioni trasferite, "le facilitazioni, anche sotto forma di buoni libro per l'acquisto di libri di testo da parte degli alunni delle scuole medie e delle scuole secondarie superiori ed artistiche". Combinando il disposto di questa norma con quello di cui all'art. 34 della Costituzione, si enuclea un preciso obbligo legislativo da parte della Regione a favore degli allievi della fascia dell'obbligo.
Il programma economico nazionale prevede, nella "Formazione di base" il tempo piene come occasione per introdurre una serie di meccanismi tali da trasformare radicalmente il funzionamento e le finalità dell'attuale scuola dell'obbligo, proponendo di regolamentare diversamente l'attuale sistema di assegnazione dei libri di testo; di istituire biblioteche di lavoro per ridurre un'eccessiva dipendenza dai libri di testo; di dotare le scuole di moderni strumenti che rendano più efficace e più attraente lo studio, e, in via sperimentale, di tecnologie più avanzate. Il progetto propone altresì una revisione delle forme di intervento sul mercato dei libri di testo.
Alla luce della previsione legislativa e del piano programmatico, il bilancio della Regione risente anche in questa materia di quell'automatica trasposizione Stato-Regione che il Gruppo socialista ha interpretato, in occasione della discussione sul bilancio, come manifestazione di rinuncia all'autonomia legislativa della Regione e come conseguenza di una concezione di tipo burocratico decentrativo in netto contrasto con lo spirito della riforma regionale.
La legge 31 ottobre 1966, n. 942, contenente norme per il finanziamento del piano di sviluppo della scuola, richiamata dal capitolo 256 del bilancio della Regione, fissa in L. 10.000 l'importo unitario annuo dei buoni-libro per gli allievi della scuola media: proprio nei limiti di questo importo è stato contenuto l'impegno spesa della Regione.
Siamo peraltro perfettamente convinti che il problema relativo ai libri di testo non possa essere risolto con l'assunzione di un impegno totale sulla spesa: che, per la sola provincia di Torino, a quanto si dice assumerebbe la grandezza di due miliardi e mezzo; ma che esso debba invece essere affrontato sul piano della riforma della scuola e dell'edilizia scolastica.
Esistono tuttavia dei problemi di passaggio che la norma di trasferimento delle funzioni pone a carico della Regione.
In questa prospettiva, e nei limiti in cui essa può operare, il Gruppo socialista propone che la Regione - come affermazione ed assunzione di una chiara scelta politica, e nel quadro di un impegno che ne qualifichi l'attività nel settore - aumenti, la previsione di spesa, sia per il numero che per il singolo importo delle contribuzioni, nella misura del 50 per cento, prelevando la somma occorrente dal fondo di riserva previsto dal capitolo 1018 del bilancio, in modo da realizzare, con un onere finanziario aggiuntivo rispetto a quello dello Stato, una più larga generalizzazione dell'assegnazione dei buoni libro, con lo scopo di facilitare l'acquisto di libri di testo agli alunni capaci e meritevoli di disagiate condizioni economiche frequentanti le scuole medie inferiori statali.
Si tratta di una proposta suscettibile di modificazioni ed aperta ai contributi di ogni parte politica.
E' stata anche avanzata la possibilità di provvedere in merito con la dotazione di ulteriori somme alle casse scolastiche, per l'ipotesi in cui la proposta del Gruppo socialista debba passare attraverso l'approvazione di una legge regionale.
Il Gruppo socialista non ritiene di doversi irrigidire sulla forma dell'intervento, ma sulla sua sostanza. I socialisti ritengono che l'impegno che le amministrazioni rappresentative degli interessi della collettività ripongono nei problemi della scuola e del diritto allo studio dia la misura della rispondenza degli enti elettivi ai bisogni dei cittadini.
In questo quadro la mozione socialista, sulla quale si auspica la convergenza di ogni parte politica, non fa che interpretare correttamente la nonna costituzionale e lo spirito con cui le Regioni hanno rivendicato a sé la competenza dell'assistenza scolastica.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Revelli. Ne ha facoltà.



REVELLI Francesco

Mi scuso preventivamente con i colleghi, data l'ora tarda, se protrarr di qualche minuto la durata della seduta con il mio intervento: ma l'argomento è molto importante.
Bene hanno fatto i compagni del Gruppo socialista a presentare questa mozione, sulla quale noi concordiamo sostanzialmente. L'aumento vertiginoso, verificatosi in questi ultimi tempi, in particolare in connessione con l'apertura del nuovo anno scolastico, del prezzo dei libri ha salassato non poco i bilanci familiari, soprattutto quelli dei lavoratori. Tale situazione è ancora più grave se vista nel quadro di altri provvedimenti che sono stati adottati a vari livelli nelle scuole, come quello che denunciavamo in un'interpellanza presentata questa mattina, e cioè della chiusura delle iscrizioni all'Università, fatto estremamente grave perché molti dei giovani che ritardano fino al 31 dicembre ad iscriversi per la prosecuzione dei corsi sono figli di lavoratori.
La questione del pagamento dei buoni-libro non va certamente disgiunta da un problema più generale che qui è stato più volte evocato (ed anche dalle considerazioni generali che abbiamo già, fatto prima in merito alla legge testé approvata, quando ricordammo l'impegno della Giunta a presentare una legge organica sull'ordinamento del diritto allo studio stante pure la limitatezza dei poteri che ci sono stati trasferiti con il decreto delegato) ossia quello dell'intreccio preciso tra i problemi del diritto allo studio in senso stretto (e quindi del rincaro dei libri, del rincaro del corredo scolastico, a livello soprattutto della scuola dell'obbligo) e dell'edilizia scolastica, dei problemi della formazione professionale e più in generale il rapporto che si istituisce fra tutta la scuola e i problemi della formazione della forza-lavoro. E' vero che i poteri della Regione sono limitati, è vero anche, per rifarmi subito a quanto ha detto il collega Calsolaro, che il fatto di passare attraverso le casse scolastiche è una scelta estremamente pericolosa, perché le nostre competenze sulle casse scolastiche sono state volutamente limitate nel decreto delegato - e cioè la Regione interviene soltanto per una minima parte, mentre il potere decisionale rimane all'interno della scuola dell'istituto, e quindi anche del preside - ed anche perché sarebbe, a nostro avviso, un disperdere, parcellizzando enormemente, lo sforzo di intervento della Regione.
Noi riteniamo che la richiesta che hanno fatto con la loro mozione i Consiglieri socialisti debba essere soddisfatta in due tempi, tenendo conto del movimento che si è creato sulla questione del caro-libri, del fatto che a tutt'oggi vi sono profonde disfunzioni nel meccanismo di assegnazione di questi buoni libro (per esempio il Provveditorato non si assume tutti i compiti che la Regione ha ad esso affidato, malgrado i numerosi interventi dell'Assessore, e che quindi per tutta una serie di commercianti si pone il problema di incassare i denari ancora dei buoni-libro dell'anno scorso, per un ammontare complessivo di centinaia di milioni) ed anche del fatto che spesso, come già da noi denunciato nell'intervento specifico sul bilancio del '72, i buoni-libro non vengono che ad incrementare scelte estremamente speculative. Per l'immediato, c'è da affrontare la situazione del diritto allo studio di per se stessa (ci proponiamo di farlo con una leggina specifica, da applicare al bilancio del '73), ossia si deve affrontane la necessità che si stanzino quei fondi che erano stati negati nel bilancio del '72.
In secondo luogo, occorre prevedere per il bilancio '73, una somma più adeguata per far fronte a queste necessità, ed intanto porre mano alla legge organica sul diritto allo studio, sulla base di alcuni criteri generali che noi vogliamo richiamare, che presuppongono l'approvazione della legge generale delle deleghe, il sottoporre gli stessi patronati scolastici ed i loro consorzi al controllo rispettivamente dei Comuni e dei Consigli Provinciali; e dare avvio, attraverso questo ampio decentramento ad una politica che tenga conto non soltanto dei libri ma anche di nuovi strumenti, come le biblioteche di classe, le biblioteche degli enti locali ed altri nuovi mezzi di insegnamento (non si trascuri di considerare che ci sarà nei prossimi anni un'enorme speculazione - ne parleremo prossimamente in Consiglio anche a proposito della Rai-TV - sulle videocassette e su altre apparecchiature di cui in Commissione, proprio con i colleghi Conti e Besate, stiamo esaminando le possibili conseguenze positive ma anche i gravissimi pericoli).
Quindi, l'impegno che con questa mozione noi chiediamo venga richiesto alla Giunta è che essa accetti questo criterio: in primo luogo, portare in approvazione al più presto possibile una legge organica sul diritto allo studio e sui criteri da seguire, che qui non mi dilungo ad indicare poich avremo modo di farlo in Commissione; in secondo luogo, che, come intervento immediato, si predisponga una leggina per soddisfare la serie di domande di rimborso che stanno arrivando alla Giunta, e tenendo conto che il principio generale cui vogliamo ispirarci e che la Regione non debba pagare i libri a tutti in modo indifferenziato, ma che debba, oltre che contribuire finanziariamente, instaurare una politica giusta nei confronti dei Comuni alcuni dei quali soltanto - per lo più quelli le cui Giunte si ispirano alle forze popolari - sono riusciti, a costo di grossi sacrifici, a colmare l'inadempienza del Governo. Non riteniamo che la Regione debba fare da cassa di compensazione per ogni evenienza, ma che debba spingere anche altre Amministrazioni, ad esempio il Comune di Torino, che non stanzia una sola lira per i libri degli alunni della scuola dell'obbligo, ad assumersi adeguati impegni al riguardo.
Va da sé che la nostra stessa legge organica, come i nostri interventi non possono non essere accompagnati, in un dibattito più ampio, più vasto che ci sarà anche sul bilancio, da precise sollecitazioni verso il Governo per la riforma generale della scuola e quindi per precise prese di posizione e differenziazioni dei poteri in merito al diritto allo studio affidandone la competenza alle Regioni; così come la Giunta ha intrapreso unitariamente a tutte le altre Regioni, un'azione sull'edilizia scolastica.



PRESIDENTE

Ha chiesto ancora di parlare Consigliere Rossotto. Ne ha facoltà.



ROSSOTTO Carlo Felice

Ringrazio i colleghi del Gruppo socialista per aver portato questo argomento, così importante, all'attenzione del Consiglio Regionale.
Da più parti è stato fatto rilevare, all'inizio di questo anno scolastico, l'inadeguatezza di mezzi per affrontare il problema, ma è d'altronde evidente la lacuna esistente in proposito nel nostro ordinamento: mentre a tutti gli alunni delle scuole elementari sono garantiti, indipendentemente dalla condizione sociale ed economica della loro famiglia, i libri occorrenti per lo studio, quando si passa alla scuola media si costringono le famiglie, attraverso l'obbligo della prosecuzione degli studi fino al compimento del quattordicesimo anno, ad accollarsi la spesa relativa, divenuta assai più gravosa, senza eccezione per quelle il cui bilancio, alimentato unicamente dal lavoro personale del capofamiglia, è assai modesto.
Mi pare che già dagli interventi fin qui svolti sia emerso che per affrontare questo vasto problema si debba operare non in un settore soltanto: oltre una regolamentazione che freni l'andazzo del continuo mutamento dei testi scolastici, che impedisce molte volte il riutilizzo nella stessa famiglia dello stesso testo in archi di brevissimo tempo occorre impostare un sistema per cui gli enti pubblici possano venire in aiuto veramente di coloro che hanno la necessita economica di tale aiuto.
Qualcuno ha proposto di favorire i "meritevoli e bisognosi": io direi invece che occorre aiutare coloro le cui famiglie non sarebbero in grado di sopportare, senza grave sacrificio, le spese conseguenti ad un obbligo che la collettività ha inteso imporre, indipendentemente dal fatto che si tratti di alunni meritevoli. Se imposto è l'obbligo di studiare, questo intervento è necessario indipendentemente dal fatto che uno sia in grado di studiare con maggiore o minor profitto.
Il mio Gruppo politico dà piena adesione perché su questo problema si rifletta con la ferma intenzione non solo di giungere ad una soluzione, ma di escogitare i mezzi perché si tenda, come ha detto giustamente il collega Revelli, a migliorare un sistema che ha dato cattiva prova e si presta a forme di discriminazione che il potere pubblico non può favorire.
Il problema è stato evidenziato ad anno scolastico ormai iniziato, e forse dobbiamo farci colpa di non averlo affrontato prima in maniera da poter essere già pronti oggi. Quello che mi pare emerga da questa presa di coscienza e la gravità e complessità di tutti i problemi, presa di coscienza cui eravamo già stati sollecitati - per il nostro contatto quotidiano con la realtà, e per quello che le altre forze sociali, altri uomini hanno portato alla nostra intenzione. Ho i miei dubbi che in breve arco di tempo sia possibile predisporre una leggina che porti a qualche risultato concreto. Non fa difetto la volontà politica se vi dico che una tale leggina a me dà l'impressione di un palliativo: penso che, dopo che sono trascorsi dieci anni da che si è deciso nel nostro Paese di rendere obbligatoria la frequenza scolastica fino al compimento del quattordicesimo anno, per risolvere il corollario di questo obbligo che è stato imposto, e che darà i suoi frutti in senso di sviluppo sociale del Paese, si rende ora necessario uno studio più serio, che la Giunta questa sera deve impegnarsi ad affrontare concretamente in accordo con le forze politiche, per far sì che siano al più presto neutralizzati i fatti negativi che si sono evidenziati in questi giorni, indipendentemente dai fattori contingenti attuali, di riduzione dei posti di lavoro, di aumento del costo della vita.
Si tratta di un problema ampio, generale, che impegna uno studio serio e una chiara volontà di soluzione.
Rinnovo il ringraziamento a chi ha avuto la sensibilità di portare qui questo problema e con queste mie parole dò l'adesione politica all'intento di risolverlo nella maniera più concreta nell'interesse della collettività che qui rappresentiamo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Conti. Ne ha facoltà.



CONTI Domenico

A nome del mio Gruppo, mi associo al consenso già espresso nei confronti dell'iniziativa socialista di richiamare l'attenzione del Consiglio sull'urgenza di un intervento efficace da parte della Regione nel campo del diritto allo studio, in cui il problema specifico oggi allo studio ha una parte rilevantissima.
Abbiamo avvertito tutti i sintomi di crisi in molte famiglie all'inizio dell'attuale anno scolastico per questo forte rincaro dei libri di testo abbiamo anche ricevuto, come Commissione, presente anche l'Assessore, una delegazione di sindacalisti, di rappresentanti delle famiglie, che hanno sollecitato da parte della Regione un intervento nei limiti del possibile adeguato al problema del diritto allo studio.
A proposito del contenuto della mozione socialista, visto che lo stesso proponente che l'ha illustrata ha già ammesso la possibilità di differenziarsi rispetto alla proposta, farei questa osservazione: non vedo bene tanto un intervento nel campo dei buoni-scuola, nel campo dei libri quanto invece, nella misura in cui sia possibile, un intervento a favore delle casse scolastiche. Questo per due ordini di motivi: innanzitutto bisogna che su questo problema del diritto allo studio siano in primo luogo aiutate e favorite nella sensibilizzazione le stesse unità scolastiche operative; naturalmente non con una semplice erogazione da parte della Regione, ma con una presa di contatto effettiva in base ai problemi del diritto allo studio. Tutti sappiamo infatti che l'emarginazione a livello dei processi scolastici ha una duplice causa: i cosiddetti condizionamenti sociali, economici eccetera, il modo in cui vengono attuati i processi scolastici. Quindi, è necessario favorire con ogni mezzo la sensibilizzazione e l'efficacia del diritto allo studio all'interno delle stesse unità scolastiche operative: proprio perché, per esempio, si dia luogo all'acquisizione di biblioteche di classe, come già è stato richiesto, di strumentazioni didattiche moderne in grado di favorire un tipo di insegnamento-apprendimento che di per se stesso eviti l'incrementarsi, anzi venga a limitare, l'emarginazione dei processi scolastici.
Forse sarebbe opportuno un aiuto in questa direzione - è una proposta mia personale, che faccio, lasciando alla Giunta di valutarla - non come semplice elargizione ma come tipo di elargizione che dia luogo a contatti effettivi attraverso i quali penetrare la sostanza del problema, coordinare gli sforzi nella direzione del diritto allo studio.
Non oso pronunciarmi sulla cifra occorrente: evidentemente dovrebbe essere, in linea di principio, adeguata a produrre questi effetti, ma poiché non so quali possano essere le disponibilità ho qualche riserva per ciò che concerne l'entità indicata. Non ritengo che il problema non ne valga la pena, anzi. Ma su questo penso che la Giunta dovrà pronunciarsi.
Certo vi è necessita che la Giunta ed Consiglio Regionale esaminino al più presto il problema in modo organico, sotto tutti gli aspetti, e non soltanto a livello di provvedimenti che nella sostanza non fanno altro che ribaltare sul piano regionale e rendere operanti sul terreno le leggi nazionali, sia per individuare la linea che la Regione potrà seguire nei rapporti con il Parlamento, per la sollecitazione di provvedimenti vuoi legislativi vuoi esecutivi di intervento diretta a praticamente applicare questo diritto allo studio, e anche per avere una luce sufficiente a sviluppare, in base ai suoi effettivi poteri, un'azione coordinata e che sia veramente programmata agli effetti, diciamo, di rendere effettivo per tutti i cittadini questo diritto allo studio. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Visone, per conto della Giunta.



VISONE Carlo, Assessore all'istruzione

Signor Presidente, signori Consiglieri, il problema del diritto allo studio è un problema che preoccupa, penso, tutti i componenti questo Consiglio. La mozione non fa altro che mettere il dito su una piaga che si è tentato finora in qualche modo di alleviare, però ritengo che prima di tutto sia necessaria la richiesta da parte delle Regioni di una legge quadro sull'assistenza scolastica, per sapere effettivamente come, quando e dove muoversi, poiché il decreto delegato ha trasferito soltanto parzialmente alle Regioni le competenze su tutto questo settore. Mi è sembrato doveroso, sia pur brevissimamente, premettere questa considerazione.
Per quanto riguarda l'assegnazione dei buoni libro, mi permetto di domandare ai Consiglieri se conoscono l'entità della cifra che tale assegnazione comporta: si tratta in effetti di cifra non di poco conto rispetto alla possibilità del bilancio regionale, anche se modesta in rapporto alle esigenze ed alle richieste che vengono in relazione alla necessità di avere questi buoni-libro.
Comunque, il valore dei buoni-libro è regolato da una legge, la n. 942 del 30/10/'66, il cui art. 15 fissa in L. 10.000 il valore dei buoni-libro in favore degli alunni bisognosi della scuola media e in L. 15.000 all'art. 16, quelli in favore degli alunni bisognosi delle scuole secondarie superiori ed artistiche. Quindi, è un adempimento di legge che noi abbiamo dovuto recepire tale quale come valore. D'altra parte, il Ministero della Pubblica Istruzione, con sua lettera n. 970 del 16/1/'72 ha dato comunicazione alle Regioni delle somme assegnate in favore dell'assistenza scolastica ed interamente erogate sotto forma di buoni libro per l'anno scolastico '71-'72. L'Amministrazione regionale, non avendo, per il breve tempo a disposizione, la possibilità di indagare sulle necessità delle scuole e sulle loro esigenze, avendo a disposizione per ripartizione del fondo comune una somma assegnata a questo scopo che non permetteva una più ampia distribuzione, ha ritenuto di contenere e limitare l'assegnazione dei buoni stessi nella medesima misura dell'anno precedente demandando tale incarico ai Provveditori agli studi ai sensi dell'art. 14 del decreto delegato n. 3.
L'assegnazione è avvenuta nel seguente modo: buoni-libro da L. 10.000: n. 35.082, per un totale di 350 milioni e 820 mila lire, di cui 3282 alla Provincia di Alessandria, per l'importo di 32 milioni e 820 mila lire; 1.743 alla Provincia di Asti, per 17 milioni e 430 mila lire; 4.624 alla Provincia di Cuneo, per 46 milioni e 240 mila lire 3.798 alla Provincia di Novara, per 37 milioni e 980 mila lire, 18.766 alla Provincia di Torino, per 187 milioni e 660 mila lire; 2.869 alla Provincia di Vercelli, per 28 milioni e 690 mila lire buoni-libro da L. 15.000: oltre 10.600 (ometto per brevità la suddivisione), per un totale di circa 150 milioni.
Totale generale, fra buoni da 10.000 e buoni da 15.000, 45.692, per 509 milioni e 970 mila lire. Non è esatto, quindi, dire che i buoni sono tutti da 10.000, ma sono 35.082 da 10.000 e 10.612 da 15.000.
Ritengo pure che non sia passibile, allo stato attuale, aumentare lo stanziamento su due capitoli, il 256 e il 258; del bilancio in corso attraverso il capitolo 1.014, in quanto essi non sono contemplati fra le spese obbligatorie di cui all'elenco n. 1 allegato al bilancio stesso, e quindi non sono applicabili all'art. 4 della legge regionale 3/8/72 n. 2.
Rimane il prelievo del fondo di riserva del capitolo 1.016: ma conformemente al disposto dell'art. 6 della citata legge, occorre la predisposizione di un'apposita legge regionale per la necessaria variazione del bilancio; quindi questo atto comporta un impiego di tempo tale che nel momento in cui la legge in parola otterrà l'approvazione del Consiglio e il visto Commissario del Governo dell'anno scolastico saranno passati probabilmente alcuni mesi.
Non è - ripeto quanto ho già detto - che si sottovaluti l'importanza del problema, tanto è vero che ho già sottoposto al Presidente della Giunta una mia proposta di aumentare considerevolmente nel prossimo bilancio questo stanziamento. D'altra parte, il problema di come erogare queste ed altre somme che sono inserite in bilancio in una forma più nuova l'abbiamo già, come Giunta, allo studio: non dimentichiamo che noi eroghiamo altri 800 milioni sotto forma di borse di studio di 150 000 lire ciascuna.
Anche questo, in sostanza, è un problema aperto. So che in altre Regioni esso viene dibattuto, che si chiede l'abolizione di queste borse di studio ed il conglobamento del relativo importo nella cifra da destinare ai buoni-libro. E' indubbio che per provvedere di buoni-libro tutti i giovani delle scuole medie superiori occorrano cifre da 5 a 6 miliardi, in base a calcoli estremamente prudenziali, spesa che ritengo che allo stato attuale il bilancio della Regione non sia in grado di sopportare per un solo capitolo. Comunque, anche qui si tratta di un problema di scelta, se non altro di aumentare questi stanziamenti, evidentemente rinunciando a spese indubbiamente utili ma forse non necessarie come queste, secondo quanto è stato qui detto poco fa, e che io non ho alcuna difficoltà a sottolineare.
Ritengo pertanto che, allo stato attuale delle cose, non sia possibile accogliere la richiesta di aumentare per quest'anno l'importo dei buoni libro e lo stanziamento relativo, in quanto occorre prima fare una legge. E poi, abbiamo disponibilità alquanto modeste, siamo solo in grado di dare alcune decine di milioni alle casse scolastiche, evidentemente perch queste possano soddisfare le richieste che loro perverranno in questo senso. Tengo a precisare che fino a questo momento le richieste pervenute all'Assessorato da parte di persone che non hanno avuto i buoni-libro e chiedono alla Giunta il pagamento dei buoni stessi ammontano a cinque.
La Giunta accetta questa mozione come raccomandazione, soprattutto per l'impegno che dovremo affrontare tutti insieme per la formulazione del bilancio del prossimo anno. Disponibile, come ho già detto, per i casi di particolare necessità, nei limiti delle somme stanziate in bilancio, a contribuire alle casse scolastiche, affinché queste possano sopperire per i casi che a loro giudizio appariranno degni di considerazione particolare (noi sulle casse scolastiche non abbiamo facoltà di intervenire, per giudicare in qual modo distribuiscono i fondi di cui dispongono).



PRESIDENTE

L'argomento proposto all'attenzione del Consiglio da parte dei presentatori della mozione ha trovato unanime consenso da tutti i banchi tutti avendo confermato l'esigenza di affrontare il problema che è stato qui sollevato. La dichiarazione fatta dal rappresentante della Giunta che non è possibile rendere operativo per il 1972 il mandato conclusivo della mozione mi induce a chiedere ai sottoscrittori se la vogliono leggermente trasformare per fissare un impegno, che potrebbe essere fermo e deciso, in merito all'intenzione manifestata dal nostro Consiglio, soprattutto tenuto conto della dichiarazione fatta dall'Assessore che il tutto dovrebbe essere ancorato ad una legge che attualmente manca ed alla disponibilità non presente attualmente dei mezzi finanziari ai quali attingere.
Ha facoltà di parlare il Consigliere Nesi.



NESI Nerio

Non riteniamo di poter ritirare la nostra mozione e nemmeno trasformarla, salvo che altri Gruppi lo chiedano, perché le osservazioni dell'Assessore Visone, per quanto lodevoli per il loro impegno, intanto sono generiche per quanto riguarda la possibilità della Giunta di disporre dei fondi immediatamente (mi pare alcune decine di milioni) e contengono l'affermazione piuttosto provocatoria che finora sono pervenute solo cinque richieste.



MARCHESOTTI Domenico

Ne giungeranno a valanga fra pochi giorni, non dubiti, Assessore.



VISONE Carlo, Assessore all'istruzione

Certo, se vi darete da fare per organizzarne l'invio.



NESI Nerio

Se ci mettessimo ad organizzarle diventerebbero in breve cinquemila.
Non penso che l'Assessore Visone sia convinto che solo cinque siano in Piemonte le famiglie interessate al problema dei libri di testo.



VISONE Carlo, Assessore all'istruzione

Non si può far nulla senza una legge.



NESI Nerio

Noi non ritiriamo la mozione, dunque, ma preghiamo il Presidente di metterla ai voti. Anche perché, ripeto, le cifre che l'Assessore Visone ci ha indicato sono estremamente generiche.
Si tratta di fare una legge, lei dice: benissimo, la si appronti, la si faccia sottoscrivere da tutti i Gruppi - noi non vantiamo alcuna primogenitura in questa operazione - e la si porti alla prossima seduta del Consiglio Regionale.



PRESIDENTE

Non ho alcuna difficoltà a mettere in votazione la mozione naturalmente. Di fronte, però, alla dichiarazione della Giunta che non c'è una disponibilità finanziaria mi pare che essa possa avere un'efficacia molto relativa.
Chiede di parlare il Consigliere Revelli. Ne ha facoltà.



REVELLI Francesco

Desidero fare una breve postilla, in stile telegrafico, al mio intervento di poco fa. Siamo profondamente contrari a che si diano fondi alle casse scolastiche. Non si tratta di responsabilità che devono assumere i presidi, i professori o altri: questo è un tipo di intervento profondamente sbagliato ed erroneo.



PRESIDENTE

Mi pare che lei stia andando fuori tema: è ora da trattare sulla votazione della mozione.



REVELLI Francesco

No, perché mi richiamo proprio alla mozione. La mia richiesta è che per quanto residuato sul bilancio '72, si appronti urgentemente una leggina che ne consenta la spesa; a mio avviso, la cifra dovrà essere distribuita tra i Comuni, chiedendo ad essi, in particolare a quello di Torino, con un rapporto chiaro e politico, fra Regione e Comune di Torino, che stanzino essi pure qualche cosa a questo scopo, tenendo conto che nell'area di Torino vi è un buon numero di Comuni che spendono fino al 70 per cento del loro bilancio per supplire alle inadempienze del Governo; per il bilancio '73, si regolamentino le borse di studio, mantenendo ferme quelle che già ci sono, ma evitando di istituirne di nuove; si crei un fondo comune per quello che riguarda le medie superiori; e per la scuola dell'obbligo, si stanzino fondi adeguati, nella misura già da noi indicata in occasione dell'altro bilancio, portando cioè lo stanziamento per i buoni-libro ad un miliardo, e via dicendo; questi fondi non vengano più distribuiti tramite i soliti canali, ma, se non si sarà riuscito a varare una legge organica attraverso un'altra legge di spesa che unifichi tutte queste voci e dia questi denari ai Comuni invitandoli a coprire essi tutto il resto della spesa necessaria per supplire a quanto lo Stato non fa in merito all'obbligo scolastico; perché riteniamo che, anche sotto questo punto di vista, l'azione della Regione non debba essere di sostituirsi in toto ai Comuni che non fanno nulla (e di per sé non sarebbero in effetti tenuti a fare, perché la competenza è dello Stato). Anche le richieste che la Giunta riceverà in questi giorni di restituzione dell'importo dei libri Assessore, non saranno ispirate dalla pretesa che sia la Regione a pagare ma tenderanno ad invitare la Giunta ad iniziare un'azione politica ben chiara di pressione nei confronti dei Comuni e delle Province, ed a formulare al più presto la legge organica che deve consentire di distribuire i fondi e di distribuire le competenze con deleghe ben precise ivi comprese quelle per i patronati scolastici (non sto ora ad indicare come, ma l'abbiamo già notificato più volte all'Assessore, e lo ripeteremo in Commissione, di modo che queste competenze vadano delegate ai Comuni malgrado la limitatezza dei poteri concessi con decreto delegato).
Per l'immediato, dunque, si faccia la leggina che permetta di spendere i milioni di cui pare si può disporre, dandoli ai Comuni, in particolare come abbiamo già detto nell'intervento sul bilancio, a quei Comuni che hanno dimostrato particolare impegno in rapporto a questo problema; e si inviti il Comune di Torino a fare anch'esso il proprio dovere, tanto per incominciare. Per il '73, chiediamo che l'intervento sia di tutt'altro tipo e regolamenti tutte quelle voci comparse in bilancio che sono dispersive inutili, e soprattutto che non si da più una lira alle casse scolastiche.



PRESIDENTE

Chiede di parlare Consigliere Bianchi. Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Constato a nome del mio Gruppo, che l'iniziativa presa dal Gruppo socialista ha avuto degli effetti positivi in ordine al chiarimento di un problema di tanta importanza. Ma, data la tenacia. per non adottare il termine che è stato qui usato in altra discussione. con la quale si insiste.



NESI Nerio

La protervia è normalmente della maggioranza, non della minoranza.



BIANCHI Adriano

...per l'approvazione formale di una mozione sulla quale sono state date risposte ragionevoli, e mi sembra convincenti, poiché prevalgono i termini strettamente politici, noi non possiamo che attenerci a quelli ragionevoli amministrativi, e quindi votare contro la mozione, riaffermando però che siamo perfettamente favorevoli ad una soluzione.



REVELLI Francesco

Avete rifiutato sul bilancio '72 di dare i fondi.! Questa realtà la porteremo fuori di qui, la faremo conoscere alla gente!



BIANCHI Adriano

Se pensate che vi serva, fate pure, ma non sono questi termini del dibattito politico che ci possono preoccupare. Mi sembra che la discussione che si è tenuta in quest'aula abbia portato a chiarimenti e ad affermazioni di volontà e di disponibilità politica che non lasciano spazio a tipi di speculazione di questo genere.



PRESIDENTE

Pongo in votazione la mozione. Chi l'approva è pregato di alzare la mano.
La mozione non è approvata, avendo ottenuto 11 voti favorevoli contro 16 contrari; ma la sua non approvazione è stata accompagnata da dichiarazioni che mi sembra riconoscano la validità della sostanza del problema così come era stato proposto.
L'altra mozione, proposta dai Consiglieri Nesi e Calsolaro relativamente allo sciopero proclamato per i giorni 13 e 14 ottobre in ogni ordine di scuole, personale insegnante e non insegnante, è da considerarsi superata e quindi decaduta.
Resta invece ancora l'ordine del giorno a firma Calsolaro-Bono, che porteremo all'ordine del giorno della prossima riunione


Argomento:

Mozione del Consigliere Nesi e altri sui problema dei libri di testo nella scuola dell'obbligo

Argomento:

Interpellanze, interrogazioni e mozioni e ordini del giorno (annuncio)


PRESIDENTE

Mi consentano i colleghi alcuni adempimenti formali in mancanza dei quali non potrei convocare il Consiglio.
Debbo informare che vi sono interpellanze ed interrogazioni che dovrebbero essere lette e che, come è consuetudine, enuncio, riservandomi di farle pervenire ai singoli Consiglieri: innanzitutto, l'ordine del giorno Calsolaro proposto nella seduta odierna relativamente al problema che è stato oggetto della legge una mozione presentata dai Consiglieri Berti, Vecchione, Sanlorenzo relativa alle supposte manovre per rinviare il processo Valpreda e provvedimenti relativi interpellanza dei Consiglieri Garabello e Conti relativa al problema delle Vallere un'interpellanza urgente ancora dei Consiglieri Revelli, Rivalta Besate, Marchesotti, Sanlorenzo e Ferraris, con la quale essi chiedono alla Giunta di intervenire immediatamente presso il Rettorato dell'Ateneo torinese perché la data limite per le iscrizioni venga procrastinata al 31 dicembre '72, e di sollecitare la definizione da parte del Rettorato stesso di tutte le pratiche concernenti il presalario un'interrogazione dei Consiglieri Carazzoni e Curci che chiede risposta scritta riguardo a dichiarazioni fatte dal Sindaco di Biella, Borri Brunetto un'interrogazione Berti, Fabbris, Lo Turco, Vecchione per sapere in quali Ospedali della Regione e da quanto tempo siano preposti Commissari straordinari un'interpellanza dei Consiglieri Lo Turco e Revelli relativa ai problemi delle Cartiere Italiane Riunite Sartori un'interrogazione dei Consiglieri Zanone, Fassino, Gerini, Rossotto relativamente alla localizzazione degli interventi previsti dalla legge 22 ottobre '71 un'interrogazione all'Assessore al lavoro da parte del Consigliere Nesi per sapere quali iniziative egli intenda assumere al fine di eliminare il triste ed illecito fenomeno del lavoro e dello sfruttamento dei minori, che vengono abusivamente impiegati in lavori pericolosi un'interrogazione del Consigliere Viglione relativamente a problemi concernenti le linee Torino-Savona e Torino-Cuneo-Limone.
La documentazione relativa verrà trasmessa alla Giunta per essere portata se possibile in discussione nella prossima seduta del Consiglio fissata per il giorno 16 novembre alle ore 10 (non vi sarà seduta pomeridiana).


Argomento:

Interpellanze, interrogazioni e mozioni e ordini del giorno (annuncio)

Argomento:

Ordine del giorno della prossima seduta


PRESIDENTE

L'ordine del giorno reca per intanto i seguenti punti: 1) approvazione verbali sedute precedenti 2) interrogazioni ed interpellanze 3) comunicazioni del Presidente del Consiglio 4) Commissione consultiva per le nomine di cui all'art. 24 dello Statuto 5) discussione di mozioni ed ordini del giorno 6) nomina di un componente effettivo della Sezione decentrata di Biella del Comitato regionale di controllo.
In quell'occasione verranno anche presentati, come ho già annunciato questa mattina, i due volumi contenenti i lavori preparatori ed il dibattito del Consiglio Regionale per l'approvazione dello Statuto. La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 20,20)



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