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Dettaglio seduta n.115 del 05/10/72 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE OBERTO


Argomento:

Interpellanze ed interrogazioni


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Signori Consiglieri, come ciascuno di loro può constatare guardando l'orologio, anche questa mattina cominciamo con mezz'ora di ritardo, dopo che avevamo tutti convenuto di spostare la nostra convocazione dalle 9,30 alle 10 proprio per poter essere puntuali alle 10 ad iniziare i nostri lavori. Se in aula ci sono gli interpellanti e i rispondenti, devo destinare un'ora di tempo alle interpellanze e interrogazioni e quindi arriviamo alle 11,30 a cominciare i lavori veri e propri. In una seduta abbastanza impegnativa come quella di oggi e per le comunicazioni che debbono essere fatte e per l'impostazione del programma di un quadrimestre e per le discussioni che debbono riferirsi a progetti di legge che dovranno trovare nella discussione la loro approvazione o la loro reiezione.
Vorranno perdonarmi se faccio questo richiamo, ma lo debbo fare per rispetto al Consiglio e per rispetto a coloro che in orario sono presenti.
Alla fine succede anche che qualcuno rinuncia per rimandare ad un'altra udienza, così si riaccumula di nuovo la lista delle interpellanze e delle interrogazioni e ad un certo momento si fa la critica al Consiglio che non funziona.
Interpellanza del 14 settembre 1972 "Richiesta di sospensione dei lavori da parte dell'Enel nella costruzione di dighe e impianti idroelettrici della Valle Gesso" dei Consiglieri Viglione, Berti, Revelli Bono e altri. L'Assessore Chiabrando dovrebbe rispondere.



CHIABRANDO Mauro, Assessore alla sistemazione idrogeologica e all'uso delle acque

Pregherei di dilazionare la mia risposta di un quarto d'ora perché devo parlare prima un momento con il Presidente della Giunta.


Argomento: Comuni - Comunita' montane: Statuti

Interpellanza del Consigliere Viglione sull'inclusione del Comune di Verzuolo nella Comunità montana della Valle Po


PRESIDENTE

Ci sarebbe un'interpellanza del Consigliere Viglione "Inclusione del comune di Verzuolo nella Comunità montana della Valle Po".
La parola all'Assessore Chiabrando per la risposta



CHIABRANDO Mauro, Assessore alla sistemazione idrogeologica

L'interpellanza presentata recita: "Interpella il Presidente della Giunta e l'Assessore Chiabrando per conoscere i motivi che hanno indotto il Comitato interassessorile della Regione ad includere il Comune di Verzuolo nella Comunità della Valle Po; chiede inoltre quale iniziativa intendono assumere per modificare questa assurda decisione che porta il Comune di Verzuolo in aree assai lontane e non legate da interessi socio-economici Il Comune di Verzuolo gravita infatti nell'ambito della Comunità del Varaita come è assai agevole constatare; chiede risposta nella prima seduta del Consiglio". Risposta che sono in grado di dare.
La legge sulla montagna stabilisce che le delimitazioni dei territori montani in zone omogenee devono essere adottate dalla Regione d'intesa con i comuni interessati. Il 21 marzo 1972 il Comitato interassessorile per la montagna ha sentito, in una riunione che ha avuto luogo presso la sede dell'Amministrazione Provinciale di Cuneo, le Amministrazioni comunali di tutti i Comuni della provincia compresi totalmente o in parte nei territori montani. In tale occasione è stata presentata la relazione (con le proposte di ripartizione dell'Azienda autonoma studi ed assistenza per la montagna della Camera di Commercio di Cuneo), che era stata preparata in una serie di riunioni promosse dalla stessa Azienda con i Consigli di valle e organismi consortili vari operanti nei territori montani. Nella riunione del 21 marzo, come negli altri incontri preliminari, l'Amministrazione Comunale di Verzuolo (rappresentata in quella riunione dall'Assessore Gagliano espressamente delegato dal Sindaco) si era pronunciata per l'inserimento del Comune nella zona montana della Valle Po, Bronda Infernotto. Devo precisare che in quell'occasione ci fu l'unanimità su questo tipo di ripartizione. Successivamente, ossia dopo che avevamo concordato la ripartizione, con deliberazione 29 maggio /2 il Consiglio Comunale di Verzuolo, maturata la convinzione che il Comune "trovi più logico inserimento nel contesto territoriale economico e sociale della Valle Varaita" deliberava di rivolgere istanza alla Regione affinch Verzuolo venisse compreso nella zona montana della Valle Varaita. Il Comitato ha esaminato l'istanza nella riunione del 28 giugno ed ha preso atto delle notizie fornite dall'Azienda Autonoma studi ed assistenza alla montagna di Cuneo ed in una recente riunione di 14 Comuni della costituenda Comunità montana della Valle Varaita si è discusso dell'eventuale inserimento di Verzuolo in tale Comunità, in quell'occasione solo due Comuni si sono dichiarati favorevoli all'inclusione di Verzuolo nella Comunità della Valle Varaita, mentre dieci si sono dichiarati contrari e 2 si sono astenuti.
Si è anche considerato che il Comune di Verzuolo fa parte da tempo dei Comprensorio di Bonifica Montana Alto Po. In base a tutto ciò il Comitato interassessorile ha concluso che Verzuolo dovesse far parte della zona montana omogenea delle Valli Po-Bronda Infernotto ed ha comunicato con lettera 31 luglio al Comune di Verzuolo tale orientamento. Non era una decisione, ma un orientamento perché il Comitato interassessorile non ha poteri, come il Consigliere Viglione sa.
Il Consiglio comunale di Verzuolo il 2 settembre ha nuovamente dibattuto il problema dando mandato al Sindaco di rendersi ufficialmente interprete dei sentimenti e delle rinnovate richieste del Consiglio Comunale presso la Giunta ed il Consiglio Regionale per l'inserimento di Verzuolo nella zona montana della Valle Varaita, inserimento richiesto dalla posizione geografica, dalle caratteristiche socioeconomiche ambientali del territorio, ecc.
Queste sono le posizioni e i punti di vista sull'argomento sollevato dall'interpellanza del collega Viglione. Comunque, di fronte alle ripetute richieste del Consiglio comunale di includere Verzuolo nella Valle Varaita il Comitato ritiene suo compito verificare la possibilità di una delimitazione della zona montana della Valle Varaita che comprenda anche il Comune di Verzuolo. A questo scopo ho già convocato per domani 6 ottobre presso il muncipio di Sampeyre, le Amministrazioni Comunali di tutta la Valle Varaita, compreso Verzuolo. Praticamente si porta avanti un supplemento di consultazione.
Mi preme comunque evidenziare che il Comitato interassessorile è disponibile per delle consultazioni integrative e questo lo dico per altri problemi che stanno venendo alla ribalta, ultimo quello di ieri della zona del biellese e della valle dell'Elvo, che in seguito alla proposta del Comitato interassessorile hanno avuto delle osservazioni da fare e hanno richiesto un'ulteriore consultazione che io ho senz'altro accordato per lunedì prossimo.
E' ovvio comunque che le proposte di zonizzazione che la Giunta trasmetterà prossimamente al Consiglio, nell'ambito del disegno di legge regionale sulla costituzione e funzionamento delle Comunità montane dovranno essere dibattute e verificate in Consiglio Regionale (anche attraverso le Commissioni consiliari) al quale spetta tra l'altro di tradurre in legge la delimitazione delle zone montane omogenee mediando tra criteri di unità territoriale economica sociale contemplati nella legge e le volontà espresse dai Comuni interessati per raggiungere quella che la legge chiama intesa, termine discusso e discutibile e comunque che deve essere, secondo noi, raggiunto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere interpellante.



VIGLIONE Aldo

Mi ritengo soddisfatto della risposta che ha dato l'Assessore anche perché ha preso in considerazione l'opportunità di un supplemento di consultazioni. La prima consultazione non era stata approfondita, per quanto riguarda Verzuolo, per il semplice fatto che poi vi fu una deliberazione del Consiglio comunale che dette ragione alla tesi dianzi esposta e cioè che Verzuolo è il fondo della Valle Varaita e non può essere certamente incluso nella Comunità montana della Valle Po. L'Assessore, che conosce perfettamente i luoghi perché abita nelle vicinanze, sa che Verzuolo per arrivare alla Valle Po deve attraversare tutto Saluzzo, andare cioè a 30 Km, di distanza, quando invece è esattamente nella posizione geografica di fondo valle della Valle Varaita. Quindi non potrà mai essere neanche storicamente legato alla Valle Po, sotto nessun aspetto.
Ringrazio e spero che le consultazioni di domani diano risultati positivi.


Argomento:

Interpellanze e interrogazioni (Rinvio)


PRESIDENTE

Il Consigliere Zanone (che è assente, ha chiesto congedo e lo comunicherò successivamente) ha chiesto che l'interpellanza del 14.9.72 relativa all'"Acquisizione a tutela di aree da destinare a parchi e riserve naturali" venga rinviata ad una successiva riunione.
C'è un'interrogazione del Consigliere Nesi del 13.7.72 alla quale dovrebbe rispondere l'Assessore Armella, che ha chiesto congedo per una leggera indisposizione, quindi resta ancora in calendario.
Ce n'è un'altra sempre del Consigliere Nesi, alla quale dovrebbe rispondere l'Assessore Cardinali che non vedo, pertanto resta ancora in calendario.
Una terza del Consigliere Nesi "Iniziative per garantire i livelli di occupazione per i 200 dipendenti sospesi dalla Farmitalia di Settimo" alla quale è disponibile per la risposta l'Assessore Visone, ma non c'è l'interrogante; pertanto l'interrogazione, a norma di Regolamento è decaduta.
Altra interrogazione, sempre del Consigliere Nesi "Incompatibilità dei funzionari del Ministero del Lavoro ed i rappresentanti sindacali durante i sopralluoghi alla Fiat Mirafiori". L'Assessore Visone sarebbe disponibile per la risposta, il Consigliere interrogante non c'è e l'interrogazione si intende decaduta.
Interrogazione Zanone-Gerini-Fassino-Rossotto del 14.9.72 "Concessione credito agevolato al comune di Druento e alle piccole e medie imprese per installazione di impianti di depurazione" alla quale deve rispondere l'Assessore Chiabrando. Rispettosamente vorrei dire che quando ci sono delle interrogazioni o interpellanze a firma plurima (qui addirittura dell'intero gruppo) normalmente si dovrebbe essere in grado di poterle passare anche con l'assenza di uno dei Consiglieri.



FASSINO Giuseppe

Vorrei precisare che il collega Zanone mi aveva pregato, avendo trattato direttamente il problema, di chiedere eccezionalmente oggi il rinvio della risposta. Se è possibile, ringrazio la presidenza, se non è possibile prenderò atto della risposta stessa.



PRESIDENTE

Va bene.


Argomento: Pianificazione territoriale - Urbanistica: argomenti non sopra specificati - Opere idrauliche ed acquedotti

Interpellanza del Consigliere Viglione ed altri sulla costruzione di dighe ed impianti idroelettrici nella Valle Gesso da parte dell'Enel


PRESIDENTE

Si risponde allora da parte dell'Assessore Chiabrando all'interpellanza Viglione-Berti-Revelli-Bono.



CHIABRANDO Mauro, Assessore all'uso delle acque

Io risponderei parzialmente, se gli interpellanti accettano, in quanto prima di tutto il problema è molto complesso e nonostante io abbia già raccolto una voluminosa documentazione non ho avuto modo di approfondire la questione; in secondo luogo investe le competenze di diversi Assessori, non solo le mie, Assessori che non ho potuto interpellare in questi pochi giorni, per cui, anche d'accordo col Presidente, risponderei in questi termini per informazione dei colleghi.
L'interpellanza riguarda gli impianti dell'Enel nella Valle Gesso e chiede di intervenire per imporre l'immediata sospensione dei lavori, di convocare entro e non oltre il 30 settembre presso l'Amministrazione di Cuneo tutte le parti interessate, di riconsiderare il problema dei fabbisogni della produzione di energia elettrica, ecc.
In attesa di poter approfondire i vari aspetti della questione, io a nome della Giunta e del Presidente dichiarerei che siamo disponibili per portare avanti l'indagine con una riunione da convocare a Cuneo o in altra sede che sarà ritenuta idonea, presenti le parti interessate e semmai riportare in Consiglio le conclusioni raggiunte.
Chiederei perciò agli interpellanti se la risposta interlocutoria per ora, può essere ritenuta sufficiente, con l'impegno di proseguire nell'indagine e dare più in là una risposta definitiva.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Revelli per tutti gli interpellanti.



REVELLI Francesco

Io prendo atto di quanto ha detto l'Assessore e non entro nel merito.
Chiedo soltanto di fare pervenire la documentazione non solo ai Consiglieri interroganti, ma anche agli interessati, in particolar modo all'Amministrazione Provinciale di Cuneo, ai Comuni di Entracque e di Valdieri e alle associazioni "Italia nostra", "Pro Natura" ecc. che si sono occupate del problema.
Prendo atto del fatto che si vuole tenere la riunione che noi abbiamo richiesto, a Cuneo, presso l'Amministrazione provinciale; dovrebbe essere però fissata una data e se l'Assessore in brevissimo tempo la può fissare ne saremo lieti.
Il problema è di così vasta portata che spero non subisca la sorte di altre questioni riguardanti la provincia di Cuneo, come le chiusure di aziende ecc. che sono sempre state messe da una parte malgrado nozioni interpellanze e impegni precisi della Giunta.
Io mi dichiaro quindi parzialmente soddisfatto, prendo atto della risposta e attendo il più presto possibile la documentazione e la data della riunione che si dovrà tenere a Cuneo.



PRESIDENTE

Il punto all'ordine del giorno "Interpellanze e interrogazioni" è esaurito.


Argomento:

Approvazione verbali sedute precedenti


PRESIDENTE

Passiamo al punto: "Approvazione verbali delle sedute precedenti". I verbali delle sedute del 14 e del 19 settembre sono già stati distribuiti precedentemente (quello del 14 è stato distribuito nella seduta del 19 e quello del 19 recapitato a domicilio). C'è qualche osservazione da fare in merito a questi verbali? Si possono considerare approvati all'unanimità? Bene.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Comunicazioni del Presidente del Consiglio: programma dei lavori della sessione ordinaria d'autunno


PRESIDENTE

Passiamo al punto terzo: "Comunicazioni del Presidente: programma dei lavori della sessione ordinaria d'autunno (art. 8 comma IV del Regolamento)".
Vi sono anche altre comunicazioni che farò al termine.
Signor Presidente della Giunta, signori Consiglieri, nell'ultima tornata dei nostri lavori abbiamo, con logica sistematica, approvato due gruppi di leggi: il primo di essi comprende le leggi n. 3-4-5 che consentono di superare il vuoto assistenziale dei sistemi di previdenza ed assistenza in regime obbligatorio dei lavoratori autonomi pensionati (coltivatori diretti, artigiani e commercianti).
Il significato sociale di queste tre leggi - che comportano un impegno finanziario di 860 milioni per il 1972 di tutta evidenza ed è stato sottolineato nel corso del dibattito svoltosi in quest'aula.
il secondo gruppo di provvedimenti legislativi approvati è quello delle leggi nn. 6-7-8-9, le quali consentono che aspetti urgenti nel settore dei trasporti pubblici trovino soluzione con l'erogazione, per il 1972, di un miliardo e 480 milioni di lire. Si tratta interventi disposti a favore di enti ed aziende, pubblici e privati, che esercitano autoservizi di linea per viaggiatori. Queste leggi tendono ad ovviare a inconvenienti assai notevoli e costituiscono il preludio ad una politica dei trasporti che troverà collocazione nel quadro generale dell'assetto del territorio piemontese.
Ora ci prepariamo ad affrontare nella sessione autunnale altri lavori egualmente impegnativi. Mi sembra giusto indicarne le linee generali che con il Presidente della Giunta, i Capigruppo hanno concordato nella riunione del 26 settembre scorso.
Si tratta di un programma che costituisce un notevole impegno in relazione ai vari problemi che brevemente illustrerò; un impegno del Consiglio come tale, ma altresì di ogni singolo Consigliere, che deve sentirsi vincolato non solo alla presenza in aula, ma alla partecipazione atti, va al lavoro che si svolge nelle Commissioni (lavoro purtroppo ancora scarsamente conosciuto dai cittadini), sicché i provvedimenti legislativi siano frutto di meditate decisioni, pur nello scontro dialettico e politico che può verificarsi.
Ai sensi dell'art 8 del nostro Statuto, si sta esaminando, con l'Ufficio di Presidenza, il mode migliore per attuare l'informazione sull'attività degli organi consiliari, anche al fine di evitare giudizi frettolosi ed ingiusti come quelli espressi ad esempio, di recente relativamente ai provvedimenti sugli orari dei negozi, per i quali semmai vi fu da parte del Presidente della Giunta, nell'emettere i decreti un'interpretazione estensiva della norma legislativa nazionale regolante la materia. La mancata o insufficiente informazione ha portato singoli associazioni organi di stampa, ad alcuni giudizi negativi, del tutto ingiusti, di cui si raccolse l'eco anche in quest'aula.
L'informazione, con la consultazione, è un elemento fondamentale per la vita aperta della Regione e noi intendiamo dare applicazione a questo principio. Solo così i cittadini potranno conoscere concretamente gli impegni dei Consiglieri, il tempo che dedicano all'assolvimento dei loro compiti, l'esigenza di aggiornamenti conoscitivi cui debbono continuamente sottoporsi per svolgere il delicato lavoro legislativo che è peculiare compito dell'Assemblea Regionale.
Nella riunione della conferenza dei Capigruppo del 26 settembre si è proceduto ad una vera e propria programmazione dei lavori consiliari secondo quanto è previsto dal Regolamento che ci siamo dati all'inizio della nostra attività. In tale seduta il Presidente della Giunta ha tracciato un quadro particolarmente ricco ed impegnativo di disegni di legge che la Giunta intende rapidamente predisporre e presentare al Consiglio per l'approvazione, al fine di avviare a compimento la struttura portante degli organi regionali.
Si tratta infatti di tutto un sistema di leggi che dovrebbero realizzare da un lato l'autonomia funzionale e contabile del Consiglio Regionale; dall'altro dovrebbero costituire un supporto a diversi capitoli di spesa del bilancio, anche in seguito alle osservazioni che il Consiglio dei Ministri ha recentemente formulato e il Commissario di Governo trasmesso, in ordine al Bilancio preventivo per il 1972; leggi quindi che devono essere approvate prima dell'approvazione del Bilancio preventivo per il 1973.
Si tratta, infine, di un complesso di provvedimenti che potremmo definire "leggi programmatiche", ovvero da un lato di leggi la cui approvazione è espressamente demandata alle Regioni dalla legislazione statale, con la fissazione di precisi termini; dall'altro, di leggi che intendono concretamente realizzare strumenti d'azione per la Regione.
Tra le leggi attuative dell'autonomia del Consiglio, la Giunta si riserva di presentare nel mese di ottobre quella per le spese di contabilità del Consiglio, quella per i compensi per consulenza a favore del Consiglio Regionale, quella per il contributo ai Gruppi consiliari sono tutte leggi richieste dalla recente circolare Sullo per poter dare attuazione all'autonomia contabile del Consiglio.
Quella del contributo ai Gruppi consiliari è poi particolarmente urgente al fine di un'esatta definizione dei rapporti tra i servizi e gli uffici del Consiglio e i Gruppi stessi, e la Giunta si è impegnata a presentarla entro i primi di ottobre, onde permettere al Consiglio, se possibile, di approvarla già nella seduta del 12 ottobre. Un'altra legge che rientra in questo gruppo è quella relativa al personale del Consiglio che non potrà evidentemente essere formulata se non dopo l'approvazione della Legge generale sull'organico della Regione.
Tra le spese a sostegno dei capitoli di bilancio, oltre a quelle sul servizio di tesoreria, sulle indennità ai componenti del Comitato Regionale di controllo e sul fondo di previdenza e solidarietà per i Consiglieri (leggi queste in discussione già nella seduta odierna), la Giunta si riserva di presentare nella seconda metà di ottobre quella per le spese di rappresentanza della Giunta, per le spese di partecipazioni a Convegni, per l'assunzione di una partecipazione finanziaria della Regione all'IRES e infine quella relativa all'amministrazione del patrimonio regionale per tutto quanto attiene all'autorizzazione per acquisto, ripristino ecc. degli uffici.
Nell'ambito delle leggi che potremmo chiamare "programmatiche" e che sono senz'altro le più significative per l'attività della Regione, la Giunta ha già presentato quella per gli asili nido (che è attualmente all'esame della IV Commissione), presenterà quindi quella per l'istituzione di circondari (per ora al solo fine del decentramento dei controlli sugli atti degli Enti locali), quella sulle Comunità montane, le leggi per il rifinanziamento del Piano Verde (a proposito delle quali occorre per sentire anche il parere della C.E.E.), quella per i contributi per opere di urbanizzazione in attuazione della legge sulla casa e le tre leggi istitutive rispettivamente dell'Ente di sviluppo agricolo, dell'Ente per lo sviluppo dell'artigianato e della Finanziaria regionale. Tutte queste leggi dovrebbero essere presentate dalla Giunta entro il mese di ottobre.
Ad esse si aggiungono due grossi impegni: la legge per il Bilancio 1973, che la Giunta si ripromette, ove possibile, di presentare già nella prima metà di ottobre e quella per l'organico del personale, che verrà presentata entro la prima metà di novembre.
Si tratta - come i Consiglieri possono vedere - di impegni di notevole portata, sia per la Giunta, che deve predisporre i relativi progetti, sia per il Consiglio e prima ancora per le Commissioni che dovranno esaminarli e discuterli nel corso dei prossimi mesi.
La Giunta ha altresì comunicato di avere allo studio altri provvedimenti che non intende però presentare nel corso della presente sessione: si tratta in particolare delle leggi di delega di funzioni agli Enti locali. Sempre nel corso della presente sessione, la Giunta non reputa opportuno affrontare il problema del regolamento definitivo del Consiglio ritenendo utile un ulteriore periodo di sperimentazione sulla base dell'attuale regolamento; si ripromette altresì di presentare nel prossimo anno alcune proposte di modifiche statutarie.
Durante la conferenza dei Capigruppo si è sollevato anche il problema di quei progetti di legge di iniziativa consiliare che non sono ancora accompagnati da analoghi progetti di iniziativa della Giunta, con particolare riferimento ai due progetti del Gruppo comunista recanti: "Criteri genera h di delega agli Enti locali "e "Norme in materia di comprensori". Si è deciso che tali progetti verranno esaminati dalle Commissioni competenti in un dibattito che dovrà soprattutto servire di approfondimento della materia.
Ma oltre all'attività legislativa (che vedrà notevolmente impegnato il Consiglio e, prima, le Commissioni) esiste poi tutta un'attività a carattere più strettamente politico che il Consiglio affronterà nel corso della sessione. In particolare si è concordato nella conferenza dei capigruppo che l'assemblea affronti con appositi dibattiti i seguenti temi: i problemi dell'assistenza, con particolare riferimento all'assistenza agli anziani; la tutela dell'ambiente e gli inquinamenti; l'individuazione dei biotopi da salvare; la situazione universitaria in Piemonte. Per quest'ultimo argomento si è concordata in linea di massima la data del 12 ottobre per discuterne in Consiglio.
Come i signori Consiglieri ricorderanno, nel corso di diversi dibattiti, si era dato mandato alla Giunta di organizzare alcuni convegni su determinati temi. La Giunta si è ora dichiarata disposta ad organizzare entro il 1972 i convegni sui problemi dell'occupazione femminile, sul il 'artigianato e sull'agricoltura (questo ultimo non potrà comunque svolgersi prima della metà di dicembre), Per il primo semestre del prossima anno verranno organizzati inoltre il Convegno sui tessili, quello sulla piccola e media industria e quello sui rapporti tra programmazione e Mezzogiorno.
Oltre a tutti questi argomenti, il Consiglio - nel corso della sessione d'autunno - dovrà ancora esaminare la relazione della Commissione speciale d'indagine sulla situazione edilizia a Bardonecchia, la relazione della Commissione di Crescentino (che si ritiene pronta per la fine dell'anno) la relazione della Giunta delle elezioni (per cui si attende il rientro fra noi del Presidente della Giunta delle elezioni, Consigliere Giovana). Dovrà inoltre esaminare il disegno di legge n. 8 sull'iniziativa popolare e referendum, per il quale è in corso la consultazione di tutti gli enti locali del Piemonte e che si ritiene sia pronto per gli inizi di novembre nonché tutti quei progetti su cui le Commissioni si dichiarino pronte a riferire.
Infine si dovrà esprimere parere della Regione sul piano economico nazionale, parere che il Consiglio potrà forse essere in grado di discutere il 12 ottobre. Per quanto attiene al rapporto preliminare dell'IRES al piano di sviluppo regionale e al dibattito che su di esso si prevedeva di tenere in Consiglio entro il mese di novembre, allo stato attuale (dato anche il ritardo con cui, per ragioni tecniche, sono state avviate le consultazioni da parte della I Commissione). Non è possibile che si possa osservare tale data. L'esame del Rapporto terrà però impegnate le Commissioni per tutta fa sessione d'autunno, sia per le consultazioni che verranno condotte dalla I Commissione congiuntamente con le Commissioni via via competenti, sia per l'esame delle diverse parti del rapporto stesso.
Ricordo infine che il Consiglio dovrà effettuare anche alcune nomine quali ad esempio quella dei membri del Consiglio di Amministrazione dell'Istituto Autonomo Case Popolari di Torino e quella dei membri del Consiglio di Amministrazione dell'IRES.
Se riusciremo tutti insieme a condurre in porto questo complesso programma autunnale, gireremo la boa del 1973 con fa prospettiva di una felice - anche se non facile navigazione.


Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Dò notizia che hanno chiesto congedo i Consiglieri: Berti, Giovana Menozzi, Minucci, Vecchione, Zanone, Armella, Carazzoni.


Argomento:

Documenti - Assegnazione a Commissioni


PRESIDENTE

Sono state presentate proposte e disegni di legge che sono state assegnate alle Commissioni: proposta di legge "Istituzione del fondo di previdenza e di solidarietà per i Consiglieri regionali" presentata in data 19 settembre dai Consiglieri Bianchi-Berti-Viglione-Benzi-Rossotto assegnata alla I Commissione in data 22.9.72 disegno di legge "Determinazione indennità di presenza o rimborso spese dei componenti del Comitato regionale di controllo e delle sue sezioni decentrate" presentato in data 22.9.72 dalla Giunta Regionale e assegnato alla VIII Commissione in data 26.9 disegno di legge "Criteri generali per la costruzione, l'impianto, la gestione ed il controllo degli asili-nido comunali costruiti e gestiti con il concorso dello Stato di cui alla legge 6.12.71 n. 104 e con quello della Regione" presentato in data 25.9.72 dalla Giunta Regionale, assegnato alla IV Commissione in data 26.9.72 proposta di legge "Individuazione ed istituzione dei comprensori" presentata in data 27.9.72 dai Consiglieri Rivalta, Berti, Besate, Bono e altri assegnazione in data 22.9.72 alla II Commissione del progetto di legge "Norme per l'esercizio delle funzioni amministrative della Regione in materia urbanistica".


Argomento: Pianificazione territoriale - Urbanistica: argomenti non sopra specificati - Opere idrauliche ed acquedotti

Comunicazioni del Presidente del Consiglio


PRESIDENTE

Alla Presidenza sono pervenuti i seguenti documenti: l'Alleanza regionale dei contadini trasmette un documento con cui si richiedono provvedimenti contro i danni del maltempo il Consiglio dell'alta Valle del Cervo trasmette un documento sui problemi connessi agli adempimenti della legge sulla montagna i Sindaci di Entracque e di Valdieri inviano per conoscenza un esposto con cui fanno formalmente opposizione ai lavori complementari Enel in Val Gesso il Comitato di fabbrica Leumann chiede un incontro con le forze politiche interessate per discutere i problemi relativi alla ripresa di attività dell'azienda, incontro che è avvenuto a livello di Presidenza del Consiglio l'altro giorno e del Presidente della Giunta Regionale questa mattina il comune di Traversella trasmette un documento con cui si richiede l'immediata ripresa dell'attività nelle locali miniere della Cogne l'Associazione grossisti ortofrutticoli trasmette una relazione sui problemi dei mercati all'ingrosso la Provincia di Asti trasmette un ordine del giorno circa denunce contro lavoratori e sindacalisti per fatti connessi alle lotte operaie la Regione Umbria trasmette copia di una proposta di legge di iniziativa regionale per il finanziamento di interventi pubblici in materia di agricoltura le organizzazioni sindacali tessili inviano un comunicato sull'organizzazione del lavoro negli stabilimenti Vallesusa e sulla ristrutturazione della Montedison, documento di cui è stata inviata per conoscenza copia a tutti i capigruppo.
Aggiungo come comunicazione ancora, che si è svolta una riunione dei presidenti delle Commissioni permanenti, in data 28 settembre '72; è stato compilato un verbale relativo a quella seduta che è all'esame mio e del quale conto di riferire, dopo di averne parlato ancora con l'Ufficio di Presidenza, dettagliatamente in una prossima seduta.
L'ing. Cardinali chiede congedo, per motivi d'ufficio, in Sardegna.
Sulle comunicazioni c'è qualcuno che chiede di parlare? Il Consigliere Marchesotti, ne ha facoltà



MARCHESOTTI Domenico

Il Gruppo comunista prende atto che è stato fissato un nutrito programma di lavori per la sessione in corso e che per la prima volta, dopo due anni e mezzo di lavori del Consiglio, la maggioranza e la Giunta si sono impegnate a confrontarsi in modo organico con noi, fissando le questioni e i problemi per i prossimi mesi. Tutto ciò completa il quadro dei lavori delle Commissioni permanenti e dell'Ufficio di Presidenza, come il Presidente del Consiglio ha già detto.
Questo è certamente un risultato importante per raggiungere il quale il gruppo del partito comunista ha dato un contributo di metodo, e di merito decisivi e determinanti. Infatti, l'avere impegnato la maggioranza e la Giunta sulle leggi programmatiche quali asili nido, montagna, il finanziamento del piano verde, il contributo per opere di urbanizzazione organico del personale, Ente di sviluppo agricolo, Ente per l'artigianato Finanziaria regionale, criteri regionali per l'esercizio della delega agli enti locali, istituzione dei comprensori non è stato facile e non è di poca importanza.
Noi riteniamo che non solo si debba discutere nelle Commissioni e approfondire ogni argomento, ma per quanto riguarda i criteri generali di utilizzo della delega agli enti locali, per i comprensori e per la montagna, anche nel caso ove non vi fosse nei prossimi mesi un giudizio della Giunta che queste proposte di legge dalle Commissioni vengano portate alla discussione in Consiglio. Questo ci sembra logico, normale e coerente.
Inoltre devo rilevare che nella riunione dei capigruppo non vi è stata una nostra posizione favorevole alla proposta di modifiche allo Statuto.
La D.C. e la maggioranza possono, con la loro assenza, non far lavorare le Commissioni permanenti e quindi bloccare l'iter delle leggi ed i lavori del Consiglio, ma si assumono una grave responsabilità anche personale di ogni Consigliere che tale metodo adottasse e noi non mancheremmo di denunciare il fatto pubblicamente se fosse necessario.
Il nostro giudizio sul programma della sessione è quindi complessivamente positivo, tuttavia dobbiamo rilevare che la mole di lavoro è molto più grande e che il confronto tra i bisogni, i problemi urgenti e gli impegni mette in luce i ritardi, le carenze, la scarsa volontà della Giunta ad affrontare tutti i problemi sul tappeto che si trascinano da anni; è difficile affrontarli in tre mesi, ma vi sono anche qui delle precise grosse responsabilità politiche. Infatti dal programma mancano le leggi che regolano l'esercizio delle funzioni della Regione, le questioni riguardanti il commercio, la salute, la scuola e l'agricoltura, Una maggioranza diversa, più vicina ai bisogni dei lavoratori, dipendenti ed autonomi ed alle esigenze di riforma della società, avrebbe potuto e potrebbe affrontare con maggiore tempestività, con precisa volontà e capacità di scelta le grosse e gravi questioni che abbiamo di fronte e che non trovano ancora risposta nel programma dei lavori del Consiglio.
Questo è un impegno che come gruppo comunista abbiamo assunto in passato e ci assumiamo per portare avanti rapidamente i lavori del Consiglio strettamente legati alle questioni dei lavoratori.



PRESIDENTE

Qualcun altro chiede di par lare? Consigliere Bianchi, ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Una breve puntualizzazione signor Presidente.
Innanzi tutto il mio gruppo ritiene di dover sottolineare come il programma che è stato concordato su proposta della Giunta dello stesso Gruppo e degli altri gruppi presenti alla conferenza, è, come è stato sottolineato di grande momento e notevolmente impegnativo. Credo che qualsiasi intervento che in questo momento, anche di fronte all'opinione pubblica sia di sottovalutazione della dimensione, della mole e dell'importanza del lavoro che ci siamo impegnati a condurre a fondo, non renda un buon servizio all'istituto regionale. Credo che il caro amico e cordiale esponente del partito comunista che è intervenuto poc'anzi, il Consigliere Marchesotti, avrebbe dovuto resistere alla tentazione di dire per un lato che è d'accordo, approva questo programma perché così è stato fatto da chi rappresenta il suo gruppo in seno alla conferenza dei Presidenti, per subito dopo aggiungere che le cose da fare sono infinite altre e che un'altra maggioranza, un'altra linea politica avrebbe potuto affrontarle, quando si sa e si è riconosciuto che in questa fase si è affrontato con la massima larghezza, con la massima disponibilità il problema anche recependo tutte le sollecitazioni e le indicazioni che sono venute dalla stessa opposizione. Quindi direi che non è consentito di interpretare il suo intervento come una svalutazione indiretta di quanto è stato deciso.
Io penso che se sarà possibile condurre a termine un lavoro di questo genere la Regione Piemonte avrà fatto un enorme passo avanti dimostrandosi all'altezza dei compiti che le sono affidati.
Quanto poi al lavoro delle Commissioni ho già detto, per quanto compete alla responsabilità, pur modesta, che porto, che non è questione di fare lunghe riunioni e lunghi dibattiti e conversazioni in sede di Commissioni ma di organizzarne il lavoro in modo puntuale ed efficiente ai fini dell'attività testé programmata e assicuro che il mio gruppo non si sottrarrà, non si è sottratto agli impegni, anche gravosi, che il lavoro delle Commissioni comporta. Non ci saranno quindi sicuramente azioni di remora, di freno condotte per vie indirette. Se saremo contrari a proposte a soluzioni che non rientrano nella nostra linea politica lo diremo, così come abbiamo sempre fatto, in modo aperto, leale, sempre confrontandoci con gli altri gruppi.
Voglio però concludere in termini positivi ed ottimistici sottolineando che l'accordo raggiunto in sede di conferenza dei capigruppo è un fatto estremamente positivo che dovrà trovare la sua conferma nel modo con cui i lavori tesi a portare a conclusione gli argomenti posti all'ordine del giorno saranno condotti. Confido che il dialogo ed il confronto anche con l'opposizione continuerà ad essere nelle sedi del nostro lavoro, serio come è stato fino ad oggi.



PRESIDENTE

Qualcun altro chiede ancora di parlare? Il Presidente della Giunta ha da fare delle dichiarazioni? Nessuna, allora l'argomento è esaurito.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Discussione sugli annunciati licenziamenti alla fabbrica di confezioni Pirelli di Arona


PRESIDENTE

Passiamo al quarto punto "Discussione sugli annunciati licenziamenti alla fabbrica di confezioni Pirelli di Arona".
Devo avvertire il pubblico che non è possibile esprimere né dissensi n consensi, il pubblico deve stare ad ascoltare quello che i Consiglieri dicono, non hanno facoltà di intervenire e quindi prego di essere cortesemente rispettosi di questa norma regolamentare che io per primo devo rispettare.
Nella riunione dei capigruppo è stato accennato a questo delicato problema relativo alla minaccia di licenziamenti della fabbrica confezioni Pirelli di Arona e si è convenuto che oggi il Consiglio avrebbe esaminata la situazione sulla scorta di una relazione introduttiva della quale è stato incaricato l'Assessore al Lavoro Visone, che ha pertanto facoltà di parlare.



VISONE Carlo, Assessore al lavoro

Veramente pensavo di dover concludere signor Presidente.
I fatti sono estremamente chiari e purtroppo, anche se con altri nomi sono fatti di cui ci siamo già dovuti occupare in quest'aula altre volte.
La Giunta regionale è stata interessata al problema dell'Amministrazione comunale di Arona recentemente ed ha provveduto a convocare i rappresentanti della Pirelli per cercare di chiarire la situazione. Questo incontro non ha potuto aver luogo che nella giornata di ieri ed alla Giunta si è presentato il direttore dell'azienda aronese.
L'incontro ha avuto luogo alla presenza del Sindaco di Arona e durante le tre ore di colloquio l'ing. Minoli ha ribadito la posizione del gruppo Pirelli: l'azienda è venuta nella determinazione di chiudere quello stabilimento fin dall'anno scorso e la comunicazione era stata data ufficialmente a Novara il 17.11.71. Egli ha precisato come il gruppo Pirelli stia attraversando un periodo di gravi difficoltà, per cui sono venuti nella determinazione di chiudere tutte le attività collaterali alla produzione della gomma, fra queste lo stabilimento di Arona che, a detta della Pirelli, è in passività e non ha più possibilità di sbocco sul mercato per la produzione degli impermeabili. A suo dire sono stati fatti tentativi per incanalare la produzione nel campo delle confezioni, ma anche questa è fallita; c'è stato l'impegno da parte della società di trovare acquirenti per gestire in modo produttivo questo settore, ma senza esito la Pirelli ha soprattutto ribadito la volontà di chiudere lo stabilimento entro la fine dell'anno.
Da parte della Giunta regionale si è fatto presente come la Pirelli non possa far cessare questa attività senza impegnarsi in attività sostitutive per garantire il livello occupazionale in quella zona. Purtroppo devo dire che al di là di generiche affermazioni, la Pirelli non disponibile per attività sostitutive in quanto, a detta dell'ing. Minoli, lo stabilimento è stato creato per un certo tipo di lavorazione e non può essere messo a disposizione per la lavorazione della gomma decentrando parte della sua attività da Milano.
A nome della Giunta ho ribadito come la Regione Piemonte non possa rimanere indifferente a questo ulteriore attacco all'occupazione e preannuncio che saranno chiesti interventi al Ministero del Lavoro ed al Ministero dell'Industria affinché la Pirelli sia indotta a tornare sulle proprie decisioni o comunque ad impegnarsi a promuovere attività sostitutive nella zona. Già ieri ho cercato il ministro del Lavoro Coppo mi è stato impossibile trovarlo perché assente da Roma, oggi stesso cercherò di contattarlo unitamente all'on. Ferri per prospettargli l'urgenza di una convocazione a Roma dei dirigenti della Pirelli, della Regione Piemonte, dell'Amministrazione comunale di Arona e delle forze sindacali interessate per trovare una soluzione al problema.



PRESIDENTE

Sulla scorta delle comunicazioni fatte dall'Assessore la discussione è aperta. Chi chiede di parlare? Il Consigliere Sanlorenzo, ne ha facoltà.



SANLORENZO Dino

Signor Presidente, signori Coinsiglieri, noi ci troviamo qui, con scadenza quasi quotidiana (quotidiana per quanto riguarda le sedute del Consiglio, che si riunisce una volta alla settimana) a parlare di licenziamenti. Questa chiusura aziendale si manifesta come tutte le altre che abbiamo trattato si può dire sin dalla nascita della Regione.
Io vorrei che i colleghi resistessero alla tentazione di abituarsi quasi di adattarsi a queste discussioni, considerandole come un male che siamo costretti a subire ancora per tutto il tempo che ci separa dalla fine della legislatura, mentre noi ci occupiamo delle altre nostre cose; tutti sanno benissimo che non ci sono "altre cose", sono tutte le stesse cose. E se anche oggi possiamo affrontare questi fatti soltanto come cassa di risonanza di gravissimi problemi (forse più grave ancora c'è soltanto il problema di coloro che il lavoro non l'hanno mai avuto o non l'hanno), se possiamo solo dare uno sbocco politico, un elemento di sensibilizzazione di denuncia dei fatti, questo è il nostro dovere e caso mai dobbiamo trarre dalla successione ininterrotta degli stessi che interessa ormai quasi tutti i settori produttori, la consapevolezza che il dibattito per il piano regionale di sviluppo può essere una cosa seria solo se riusciamo a conquistarci una metodologia di controllo sui fatti che gia succedono senza demandare a un domani chissà quanto lontano la possibilità di intervenire.
Questa volta ci dobbiamo occupare di un protagonista dello sviluppo economico italiano, della S.p.A. Pirelli. Mancava, ci siamo occupati della Fiat, della Montedison, ci siamo occupati di grandi e di piccoli complessi ma questo grosso personaggio non era ancora comparso nel Consiglio Regionale del Piemonte, almeno sotto l'aspetto dei licenziamenti. Oggi arriva e fa il suo ingresso non perché abbia chiesto di fare iscrivere all'ordine del giorno del nostro Consiglio "Progettati licenziamenti della fabbrica di confezioni di Arona", no, sono stati i lavoratori di quella fabbrica che hanno indetto una manifestazione, che hanno fatto uno sciopero, sono state tutte le forze politiche (non faccio distinzioni) è stato il Comune di Arona che hanno dovuto muoversi tutti insieme per ottenere un primo risultato che è quello di porre all'attenzione del Consiglio Regionale, dell'opinione pubblica, della Stampa, il problema che Pirelli per conto suo invece avrebbe cercato di non porre mai. Perché ci che possiamo già trarre come conseguenza del modo di agire di tutti questi grandi protagonisti della vita economica del nostro Paese e che, tutto sommato, non chiedono pubblicità, non danno notizia di quello che fanno quando c'è da investire, da guadagnare, da impiantare un'azienda lo fanno vanno anche all'inaugurazione, pronunciamo parole di sicurezza circa le prospettive dell'azienda che stanno per impiantare, come ha fatto Pirelli nel '62. Quando le cose vanno male invece chiedono, prima di tutto, soldi allo Stato per integrare quelli che si sono persi nelle cose che si volevano fare, se lo Stato non li dà, si licenzia, ma tutto questo deve avvenire senza che nessuno ne discuta, i rapporti devono essere fra due entità del tutto distanti. C'è lo Stato, certo, il quale deve dare i soldi agli industriali quando sbagliano i loro programmi; ci sono gli operai certo, ci sono quando bisogna occuparli e quando bisogna licenziarli. I Comuni, le Regioni ci sono apposta per fare che cosa? Le urbanizzazioni per mettere in piedi le fabbriche; quando c'è da licenziare cosa c'entrano? Si tolgano dai piedi. E se c'è qualcuno a cui oggi dispiace che si discuta nel Consiglio Regionale di una vicenda del genere e la S.p.A. Pirelli, la quale in fondo potrebbe vederlo come un elemento pubblicitario questo dibattito una pubblicità gratuita, invece no, la Pirelli credo sia l'unica a cui in questo momento dispiaccia. Non è molto spaventata, è abituata a non rendere conto nemmeno ai capi di Stato, figuratevi un po'. Tuttavia è l'unica a cui dispiace ed è il primo dispiacere che le diamo. Io credo però che dobbiamo dargliene degli altri, perché inaccettabile il modo come la S.p.A. Pirelli convocata dalla Regione per rendere conto di quello che ha intenzione di fare, si sia comportata come ha fatto ieri, mandando all'appuntamento il direttore dell'azienda di Arona, come se fosse quello che ha impiantato lo stabilimento, che ha i capitali per farlo andare avanti, che ha deciso di licenziare. Ha mandato il funzionario dall'Assessore. Ma d'altra parte l'Assessore alla Regione Piemonte che cos'è? Che cosa sono queste Regioni? Per ventidue anni non ci sono state perché adesso le abbiamo messe in piedi? Per rompere le uova nel paniere. Dovevamo tenerle in serbo per un'altra quindicina d'anni, così adesso c'è anche l'Assessore al Lavoro prima c'era solo il sindaco che protestava o caso mai un ministro (ma con i ministri si trova sempre l'accordo) adesso c'è anche un assessore alla Regione. Ma dove andiamo a finire? Loro però mandano il funzionario a dire: noi il 31 dicembre, lo abbiamo già comunicato, licenziamo e chiudiamo senza appello.
Ma le cose non erano mica nate così. Quando nel '62 Pirelli arriva ad Arona a parlare dell'azienda di confezioni che c'è dal 1948, parla di uno stabilimento che dovrebbe essere l'orgoglio del settore e quando l'occupazione passa dai 200 del 1948 ai 470 dipendenti non è probabile che sia sempre stata in perdita, è più probabile che le cose siano andate diversamente. Anche perché, che io sappia, né Pirelli né gli altri fanno di professione ne i benefattori, ne i donatori di occasioni di lavoro, in generale (mi sbaglierò) quando fanno un'azienda la fanno per guadagnarci.
Comunque è interessante rilevare che per un certo numero di anni non vi sono problemi, i problemi nascono soltanto nel 1969, quando si cominciano a bloccare le assunzioni. Pare che aleggiata la tesi secondo cui l'azienda avrebbe voluto espandersi, ma non ha potuto perché non c'era manodopera che andava a lavorare, così adesso la causa di questa vicenda sarebbe dei lavoratori, non di quelli che lavorano, ma di quelli che non si sarebbero fatti trovare per andare a lavorare. Siamo sul piano del paradosso, io non posso giudicare diversamente una società che si presenti con delle argomentazioni di questo genere.
Nell'ottobre del '71 su un quotidiano appare la notizia della chiusura dello stabilimento e in un primo incontro, (non con Pirelli quello "dell'orgoglio dell'azienda", no, lui non si fa trovare, lui serviva per annunciare che l'azienda doveva essere l'orgoglio del settore. Quando invece bisogna comunicare che si chiude baracca manda gli altri) l'Ing.
Grandi, direttore del personale, comunica ai sindacati che al 31.12.72 al massimo l'azienda si chiude se non si troverà a vendere.
Questo un anno fa. Io inviterei i Consiglieri a riflettere su questa particolarità: in un Paese come il nostro dove non si riesce a programmare niente, dove basta fare un piano nazionale di 5/7 anni per essere costretti a farlo slittare (neanche gli anni si rispettano nei calendario, quando uno dice 1975 deve subito pensare al 1976, non parliamo di giorni o di settimane, ma di anni nella programmazione nazionale) l'unica cosa che fa paura è invece la possibilità di programmare i licenziamenti, l'azienda annuncia addirittura un anno prima che li licenzia e si sa che è assai problematico che lo slittamento al 31 non avvenga. Avverto anche questa curiosità, perché poi tutte le cose hanno un loro senso; negli ultimi tempi abbiamo dovuto assistere all'annuncio dei licenziamenti da parte della Montedison nel mese di agosto, durante le ferie estive; questi invece sono ancor più gentili, annunciano i licenziamenti per Capodanno; fanno sempre in modo da far coincidere le loro decisioni con i momenti di maggiore letizia e portano il loro tocco di grandi dirigenti di azienda italiana alla situazione economica del Paese e anche alla sensibilità dei lavoratori e della gente.
Il Governo (non questo, nemmeno quello precedente, ma quello precedente ancora) viene informato per tempo eppure o non riesce a trovare Pirelli, o non lo convoca, sta di fatto che i mesi passano, ci sono forse anche le elezioni di mezzo, c'è anche già la questione della Rossari &Varzi in provincia di Novara; Piccoli arriva, sì, una settimana prima del voto a giurare sul suo onore che la Rossari &Varzi sarà salvata quindici giorni prima che arrivino le lettere di licenziamento a duemila persone, ma se aggiunge anche la vicenda di Arona si intorbida tutto, è meglio lasciarla stare, tanto più che e al 31 dicembre, si fanno le elezioni e al 31 dicembre ci penseranno quelli che verranno dopo.
Adesso l'orgoglio è sparito, i licenziamenti sono annunciati, ma noi dobbiamo considerare inaccettabile prima di tutto la procedura che ho elencato. La Regione nel suo complesso (qui non c'entra niente la maggioranza) deve pronunciare oggi una dichiarazione di inaccettabilità di questa situazione, come abbiamo fatto per la Montedison. Non possono accettare una procedura del genere i lavoratori, i quali non hanno nessuna colpa, ovviamente, della situazione attuale; non la può accettare il Comune che nel momento in cui si discute un piano di sviluppo regionale non pu accettare una degradazione economica che non ha alle spalle soltanto la storia della Pirelli, ma che ha la Roger &Gallet sparita dalla circolazione senza colpo ferire, la Mattel che ha fatto la stessa fine, ma lì c'erano i padroni stranieri e si sa che quando i padroni sono stranieri non si può intervenire con la legislazione italiana, non si riesce ancora a trovare il modo, non c'è la volontà politica, parliamoci chiaro, di introdurre una legislazione che permetta un controllo su ciò che questa gente viene a fare e su ciò che vuole fare quando se ne va. Non la pu accettare la Regione nel momento in cui pone seriamente sul tappeto il problema della costruzione del vero primo piano di sviluppo e che dà l'avvio alla consultazione di tutti per avviare a promozione uno sviluppo equilibrato della Regione che deve partire prima di tutto dalla considerazione del fatto che se si incominciano a degradare le zone che dovrebbero svilupparsi, di che cosa discuteremo nelle prossime settimane e nei prossimi mesi? Non dovrebbe accettarla nemmeno il Governo che in fondo è stato prodigo di favori con questa gente, con la Pirelli poi in modo particolare. Come si può accettare che una procedura del genere sia instaurata su una società come la Pirelli che non è una piccola azienda che può nascere o morire nelle congiunture favorevoli o sfavorevoli, qui ci troviamo di fronte a uno dei protagonisti intanto di quella gigantesca operazione di disinvestimenti finanziari in Italia e industriali che ira portato 18.000 miliardi di lire negli ultimi dieci anni a sparire dal territorio nazionale per andare a finire nei fondi di investimento ad altissimo tasso di interesse americani che ha portato questi miliardi a imboscarsi puramente e semplicemente nelle banche di tutto il mondo; siamo di fronte ad un colosso di queste operazioni, che non le ha mai neanche nascoste, le ha fatte alla luce del sole. Siamo di fronte ad un complesso industriale molto patriottico perch con i soldi della nazionalizzazione che ha ottenuto ha espanso la sua attività, certo, ma fondamentalmente all'estero; siamo di fronte ad un complesso di assai rara sensibilità meridionalista: su 22 stabilimenti Pirelli in Italia ce n'è uno solo nel Mezzogiorno, ad Arcofelice in provincia di Napoli; siamo di fronte ad un complesso che ha parecchie cose da farsi perdonare e delle quali dovrebbe rispondere nei confronti del denaro pubblico dello Stato e di qualsiasi tipo di governo. Ma che cos'è la Pirelli oggi in Italia, nel mondo? E' un gruppo non solo italiano, ma internazionale, in Italia ha partecipazioni nelle Mediobanca, Montedison Fiat, Bastogi, Centrale, Cotonoficio Cantoni. In Italia suoi rappresentanti siedono nei consigli di amministrazione con il Gotha della finanza internazionale, sedia a sedia con chi governa l'Italia. Sul piano internazionale la Pirelli è tre volte più importante di quello che è sul piano interno, ha stabilimenti in Spagna, in Grecia, in Turchia; i soldi sono andati a finire lì invece che nel Mezzogiorno, materialmente li quelli della nazionalizzazione dell'industria elettrica, presi di li e portati in Spagna, in Turchia, in Grecia dove c'è la sicurezza, li ci sono i colonnelli fascisti, è più facile investire, gli operai stanno ancora più quieti, più buoni e quindi è più facile investire.



CURCI Domenico

E meno male che si tratta di...



SANLORENZO Dino

Stia zitto Curci per carità Curci che io in questo momento ho voglia di dirgliene quattro. L'unica cosa che lei può fare è tacere, tacere o sparire.



PRESIDENTE

Consigliere Sanlorenzo, non raccolga le interruzioni.



SANLORENZO Dino

Ha ragione, non le raccolgo più.
Dicevo in Grecia, in Turchia, in Inghilterra, in Belgio, in Germania in Francia, in Svezia, in Svizzera, nell'America latina e con l'accordo con la Dunlop è arrivata anche in Asia; la Pirelli è in tutte le parti del mondo. L'operaio Pirelli rende tre volte quello che costa, sulla base del rapporto fra produttività, salari e fatturato lordo.
E allora, c'è qualcuno che può affermare che un complesso di questo genere, che è presente in Italia e all'estero, non è capace di risolvere un problema di 300 operai della fabbrica confezioni di Arona al punto di venire a dire all'Assessore della Regione Piemonte, al Governo: noi abbiamo messo in piedi questa fabbrica di confezioni, adesso non ci rende più e la chiudiamo. E basta? No! Basta no! Basta no perché tu devi rispondere di fronte al Paese oltre che di fronte alla Regione di una cosa di questo genere, tu sei capace, se vuoi, di risolvere un problema di 300 operai nel complesso di quello che sei in Italia e nel mondo e non solo perché lo dice la Costituzione. Dovremmo ricordarcelo ogni tanto anche noi che c'è un articolo preciso che indica che la proprietà privata è libera, si, ma deve sottostare ai problemi dell'utilità sociale, della dignità, della libertà.
Ne abbiamo parlato anche nel nostro Statuto, perché non dobbiamo ricollegarci agli elementi anche ideali che ci hanno portati qui a condurre questa battaglia? Certo, noi siamo forti anche per questo, se non ci fosse questa retroterra statuale, se non ci fossero questi principi assegnati quale forza avremmo per condurre una battaglia per la quale abbiamo ancora troppo pochi strumenti? Quindi Pirelli deve rispondere, dobbiamo costringerlo, perché il problema politico che abbiamo noi, che ha lo Stato italiano è quello di riuscire a stabilire una trattativa con costoro, che li metta nella condizione di dover rispondere, che non siano liberi di fare tutto quello che vogliono. Non è facile, lo so anch'io che non è facile. Abbiamo visto l'ultima esperienza della Montedison, il Presidente della Giunta è andato a parlare con il Presidente Andreotti, ma io non so ancora bene adesso che cosa ha detto Andreotti, l'impressione mia è che abbia detto "vedremo". E badate, si trattava della Montedison che è un gruppo dove il capitale statale c'è, controlla quasi tutto, qui invece si tratta di un gruppo privato, è più complicata la vicenda, tuttavia, se si vuole, se si ha la volontà politica di ottenere questo, si riesce. Noi non dobbiamo considerare l'esito dell'incontro di ieri come qualcosa di definitivo, ma appena un approccio. Noi dobbiamo considerare che abbiamo di fronte due mesi e mezzo o tre per condurre la battaglia, non abbiamo i licenziamenti gia in atto, non abbiamo gli operai fuori della fabbrica, quindi, tutto sommato, è una condizione migliore delle altre per lottare.
Le dobbiamo vedere - ed è per questo che abbiamo proposto di dare un rilievo politico al dibattito - come una trattativa che non finirà certamente oggi con la Pirelli nel suo complesso, perché i suoi 22 stabilimenti sono concentrati in Piemonte e in Lombardia, quindi abbiamo un problema di rapporti di oggi, e di domani che sono determinanti, rapporti con la Fiat, con la Olivetti, con la Montedison, rapporti anche con le piccole e medie fabbriche, d'accordo, ma i quattro grandi protagonisti sono questi, se non riusciamo a elaborare come Regione un sistema di rapporti e a pretendere che lo Stato ci dia dei poteri per garantire che diventino efficaci, è evidente che tutta la programmazione regionale e nazionale nasce sulla sabbia.
Oggi abbiamo la forza politica se la vogliamo usare per esigere questo contatto e allora io chiedo quanto hanno gia chiesto i sindacati, la comunità di Arona, i lavoratori, il Consiglio di fabbrica, chiedo che la Giunta Regionale assuma l'impegno di costringere la direzione generale della Pirelli a rispondere, a illustrare, a spiegare i suoi intendimenti; è un impegno politico al quale chiedo che sia responsabilizzato prima di tutto il Presidente della Giunta, non perché l'Assessore Visone non debba fare tutto quello che deve fare, ma ancora una volta ripeto quanto ho già detto per la Montedison: abbiamo nella nostra Regione un esponente politico che è membro della direzione nazionale del partito di maggioranza, egli deve considerare la questione Pirelli non peri 300 operai soltanto, ma per tutte le implicazioni e il rilievo politico generale che ha nella programmazione regionale.
Noi dobbiamo ottenere questo confronto, dobbiamo far sedere Pirelli ad un tavolo per rendere conto di questi licenziamenti. Tra l'altro è un'azienda che ha un sistema commerciale di vendita in tutta Italia, che ha una produzione che viene smerciata prevalentemente sul piano nazionale e non all'estero, quindi doppiamente interessante, è un'azienda che ha fra i suoi clienti la Montecatini, l'Italsider, la Città del Vaticano, la Fiat l'INPS, l'Enel, tutta l'Italia, è impossibile che si possa semplicemente buttare all'aria un complesso industriale di questa natura che è moderno fra l'altro e, tutto sommato, recente. E' possibile che dobbiamo accettare che si debba chiudere, quello, in virtù del fatto che magari domani nasce qualcos'altro altrove? Prima di accettare una condanna simile dobbiamo svolgere tutte le azioni politiche, tutta la pressione politica indispensabile.
Infine dobbiamo prendere atto di qualcosa che si sta muovendo positivamente per dare consapevolezza sempre crescente, a tutti, dei termini del problema. Le maestranze della fabbrica di Arona non sono abituate a fare cortei e manifestazioni, eppure nel giro di tre giorni c'è stata manifestazione di grande contenuto civile, seria, organizzata diretta; c'è stato un Consiglio comunale aperto (mai successo prima nella storia di Arona) che ha visto la partecipazione non solo dei lavoratori, ma dei cittadini; c'è stato un dibattito appassionato e anche critico, certo anche critico e dirò perché; c'è stata la decisione presa a mezzanotte dal Consiglio comunale di Arona che è durata fino all'una e mezza, di fare subito la variante al piano regolatore perché la Pirelli, che non sa che cosa fare di 300 operai che vorrebbe licenziare, ha invece idee precise su che cosa fare del terreno su cui attualmente c'è l'azienda. Infatti il piano regolatore così com'era prevedeva la possibilità anche di edilizia abitativa, non "solo", "anche" di edilizia abitativa su quel terreno, Il quadro si completa: abbiamo fatto la speculazione prima, abbiamo messo in piedi la fabbrica, abbiamo guadagnato, abbiamo chiesto anche i soldi dello Stato (c'è stata la richiesta dell'intervento della Gepi) se poi va male del tutto la nostra tragedia sarà di fare una gigantesca speculazione edilizia su quei terreni; tutto sommato, noi non ci rimettiamo proprio niente.
Ebbene, io considero di grande importanza il fatto che il Consiglio comunale, che ha la maggioranza che ha, parliamoci chiaro, dove i comunisti sono ancora oggi non la parte fondamentale, abbia deciso una variante all'una di notte del piano regolatore per rendere quella zona industriale e per impedire che Pirelli possa speculare anche sulla pelle dei 300 licenziati. E badate che non è stato facile perché la Giunta comunale ha dovuto cancellare ciò che aveva fatto pochi mesi or sono quando, di fronte alle proposte del gruppo comunista che chiedeva di fare allora ciò che e stato fatto ieri, decise di agire come voleva, lasciando la possibilità mista industriale abitativa della zona. E' stato difficile, per quella Giunta, fare il contrario di quanto aveva deciso prima, ma l'ha fatto e ci dimostra che di fronte alla pressione dei problemi, all'oggettività delle questioni, si superano anche gli errori e si da anche un riconoscimento a coloro che lo avevano indicato per primi. Queste sono cose positive.
Oggi sono qui presenti i lavoratori della fabbrica di Arona, è la prima volta che vengono al Consiglio Regionale, è la prima volta che vengono alla Regione e credo che debbano tornare a casa con la sensazione che non solo non si è perso del tempo in questa seduta, ma che la Regione si va costruendo con la loro partecipazione; devono tornare a casa con la sensazione precisa che qui le parole che si useranno, gli impegni che si prenderanno per quello che possiamo fare dovranno corrispondere ai fatti susseguenti; dobbiamo costruire un rapporto fecondo, che duri tutti questi mesi, che abbia l'obiettivo prioritario intanto di fare slittare il termine del 31 dicembre, di respingere questa metodologia, di costringere Pirelli alla trattativa, di costruire assieme ai lavoratori, alla città, alla comunità di Arona un discorso che non sia localistico, che abbia la visione regionale che deve avere, che sia fortemente ancorato a questo problema che va risolto positivamente. Io credo che abbiamo messo in campo delle forze che possono vincere, anche se non dobbiamo farci delle illusioni, la battaglia sarà dura, difficile, i lavoratori lo sanno, lo sanno quelli della Leumann che da nove mesi occupano la fabbrica, lo sanno quelli della Caesar, quelli del C.V.S., lo sanno ormai quindicimila lavoratori del Piemonte che o sono licenziati, o sono sul punto di esserlo, quindi il discorso è grosso, la partita che abbiamo di fronte è enorme, non è una piccola questione Credo però che se lavoriamo con unità di intenti e con precisione di obiettivi coerenti, saremo in grado, anche su questo punto di condurre una battaglia vincente e quindi di creare le condizioni perch il nostro piano di sviluppo nasca bene, nasca seriamente e rappresenti un passo in avanti di tutto il discorso della costruzione della Regione e della programmazione regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Beltrami. Ne ha facoltà



BELTRAMI Vittorio

Signor Presidente, signori Consiglieri, non è ancora spenta la eco dell'ultimo dibattito sulla situazione occupazionale in alcune zone del Piemonte e già tensione politica e sensibilità umana, senso di solidarietà ci sospingono ad esprimere in quest'aula adesione ad ogni iniziativa volta a salvare un'azienda del Lago Maggiore: la Pirelli Confezioni di Arona.
Non starò a riproporre i temi che ha sollevato il Consigliere Vicepresidente Sanlorenzo, forse in qualche incertezza di carattere urbanistico, per non toccare temi di carattere politico, qui, quella sera ripetendo lo stesso discorso già fatto ad Arona, né intendo riproporre i temi che sollevammo la seduta scorsa, allorquando del problema era investita l'azienda Vallesusa. Si tratta di temi che hanno alle spalle un grosso argomento forse sottovalutato in questi grossi processi di modificazione delle strutture, degli insediamenti: la presenza dell'uomo con la sua carica umana, con i suoi problemi, con lo spazio che egli rivendica nella società, con il motivo di vita, con il diritto al lavoro che egli intende difendere e portare avanti nella sua presenza associativa.
Il mio intervento, che sarà telegrafico, e diretto a esprimere adesione a questo moto di popolo, a questa richiesta d'intervento della Regione.
Richiesta d'adesione come Novarese, in nome anche della parte politica che in quel territorio ha voluto che Borando, collega responsabilizzato nella Giunta Regionale, e chi ora vi sta parlando partecipassero l'altra sera ad una affollata conferenza cittadina in Arona. Non dichiarerò questa adesione con la ricchezza di fantasia, con la pennellata vivace di colori che il collega Sanlorenzo a volte riesce a conferire ad un disegno che talvolta tocca punte di vasta depressione; ma con certezza di essere al fianco di chi oggi è in difficoltà, coerentemente con tutta una presenza politica.
Sono rimasto profondamente impressionato l'altra sera, ad Arona, dalla serietà di due interventi svolti da due signore, due donne, dipendenti dell'azienda, con i quali si è aperto e chiuso il dibattito: erano espressione genuina di quelle maestranze alla ricerca del loro giusto spazio, rivendicazione del loro diritto al posto di lavoro, alla tranquillità del loro focolare domestico.
Ho parlato della memoria passatami dalle dipendenti della Pirelli Confezioni all'Assessore Visone: è un quadro che in prospettiva, anche semplicemente sotto l'aspetto potenziale, offre ricchezza di scelta sostegno a iniziative, propone il quadro della clientela, la presenza operativa, la dinamica e la possibilità di muoversi di una società. Quella dignitosa, seria presa di posizione ha consentito a noi di resistere in quella riunione alla facile tentazione di dare risposta ad una sterile e superficiale, provocatoria presa di posizione di altri gruppi politici dalla denuncia facile, pur non accorgendosi che quella denuncia, investendo il maggior partito, tocca da ultimo l'intera classe politica.
Ho avuto l'impressione che anche i colleghi del Partito comunista avvertissero un certo stato d'animo, e minacce in tal senso di spazzar via tutti, tutti i Gruppi e quei Gruppi stessi con noi e con loro. La solidarietà che io intendo portare qui è piena, totale, espressa con animo fraterno. Essa è rivolta a tutti i dipendenti della Pirelli Confezioni all'Amministrazione comunale di Arona, al Sindaco, che ne ha interpretato e ne interpreta le ansie e le attese. Di qui la richiesta al Governo della Regione, che in altri casi ha svolto un ruolo salvifico per aziende diversamente condannate, a spendere ogni migliore iniziativa, ogni proficuo intervento, perché anche la Pirelli Confezioni possa essere salvata.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Fonio. Ne ha facoltà.



FONIO Mario

Signor Presidente, colleghi, eccoci di nuovo a parlare di un'azienda che dichiara di chiudere i battenti, di altre centinaia di lavoratori che ad inverno incipiente vedono profilarsi lo spauracchio della perdita del posto di lavoro. Davvero, come è già stato ricordato, da che ci siamo insediati in quest'aula la nostra prima preoccupazione, al di là di tutti gli altri impegni istituzionali, è diventata quella di tentar di porre un argine al dilagare della disoccupazione, anche e soprattutto, direi, nella nostra Regione. Nessuno di noi, qui, ha mai trattato i problemi delle singole industrie in crisi, che sono stati oggetto delle nostre discussioni, con visione e spirito campanilistici. Più che mai, oggi, in un quadro generale già tanto compromesso, ogni nuovo episodio di aziende che non reggono più, o dicono di non poter più reggere, va visto con la crescente ansia di non veder compromessa questa nostra funzione programmatoria nella quale abbiamo sempre indicato l'essenza stessa della Regione. Di questo passo c'è da chiedersi, infatti, che cosa programmeremo su cosa imposteremo il nostro piano di sviluppo regionale.
In questa ottica, il caso specifico della Pirelli di Arona, oltre ad angosciarci in sé e per sé, per i 313 lavoratori che ad esso hanno legato il pane quotidiano, per le particolari caratteristiche che lo contraddistinguono e delle quali qui si è gia parlato, ci deve far considerare la situazione della provincia di Novara, e cioè di un'area considerata un tempo economicamente forte, che va trasformandosi in una delle zone depresse della Regione. Basterà ricordare i nomi delle aziende delle quali abbiamo dovuto occuparci qui e fuori di qui (da quelle minori tipo Panizza, Edilceramica, Cliffer, Vistarini, Nyco, Mattel, a quelle maggiori, come la Rhodiatoce, la Bemberg, la Rossari &Varzi, in tutti i suoi stabilimenti, da Borgomanero a Galliate a Trecate a Varallo Pombia) perché si avverta tutto il peso, anche di ordine generale, ripeto d'aggiungere adesso al gruppo un'azienda Pirelli, e proprio nella zona più colpita della nostra provincia. E' chiaro che, di questo passo, rischia di essere pregiudicato ogni nostro discorso, ogni nostra azione per il riequilibrio territoriale e per lo sviluppo economico della Regione.
E' palese che si fa sempre più urgente l'assunzione di concrete iniziative per il controllo delle localizzazioni degli impianti produttivi prima che il quadro sia troppo duramente compromesso. A nessuno pu sfuggire, infatti, che nell'ambito degli effetti negativi generali della recessione vi è anche quello peculiare di un ulteriore squilibrio all'interno della Regione, con aumento della disoccupazione nelle zone periferiche a fronte dell'ognora più dannoso congestionamento nell'area di Torino.
Questa e la considerazione di ordine generale che si impone alla nostra attenzione per i compiti che ci sono propri.
Ci sono poi gli aspetti particolari di questa ennesima dolorosa vicenda, che minaccia di produrre nuovi disoccupati. Il profilo, la carta d'identità della S.p.A. Pirelli, la sua attività, la sua potenza sono già stati ampiamente tratteggiati dal collega Sanlorenzo. Spesso abbiamo dovuto arrenderci di fronte al fatto della dipendenza dal capitale straniero di molte delle aziende operanti nel Novarese che erano entrate in crisi.
Questa volta, però, non si tratta né di smobilitazione decisa da stranieri né di nodi derivanti dall'arretratezza tecnologica che vengono al pettine né di piccola o media azienda in crisi per questione contingente di finanziamenti: qui si tratta della Pirelli, di uno dei colossi industriali italiani ed europei. Ragion per cui non ci si può sottrarre alle considerazioni che già altra volta abbiamo fatto sulla classe imprenditoriale del nostro Paese, incapace di evolversi e di raggiungere la naturale persuasione e volontà di cercare soluzione alla crisi che non sia la semplice ristrutturazione con facoltà di licenziare. Se uno spiraglio in questo senso non ci perviene da imprenditori che pretendono di essere all'avanguardia e che comunque hanno i loro bilanci tra i più imponenti in attivo, non si può dire che abbiamo una classe imprenditoriale all'altezza della situazione. Situazione che richiede invece proprio un salto qualitativo della classe imprenditoriale, non solo perché i profitti abbiano più propensione a trasformarsi in capitale applicato alla produzione ma perché accanto a più elevati investimenti e ad un più rapido sviluppo tecnologico si cerchi la soluzione di ogni problema congiunturale avendo ben presente la priorità del diritto al lavoro e addirittura l'utilità stessa, non fosse che ai fini della domanda interna, di non attaccare i livelli di benessere conseguiti dai lavoratori.
Non starò a ripetere quanto è già stato ricordato delle caratteristiche aziendali della Pirelli di Arona, i dati relativi alla sua produzione e alle sue vendite. Noi prendiamo atto di quanto fatto dal Consiglio comunale di Arona, e non abbiamo motivo di meravigliarcene, perché i socialisti vi sono presenti, ma se mai di trarne una logica considerazione, annullando anche quell'aspetto del piano regolatore che poteva fornire un'occasione di speculazione alla Società Pirelli.
Abbiamo ascoltato le dichiarazioni, piuttosto pessimistiche, del collega Assessore Visone, e siamo veramente amareggiati dal comportamento di un così grosso complesso industriale a fronte del grave problema occupazionale che sta provocando. Come sarebbe stato veramente mortificante e paradossale che lo stesso fosse riuscito anche ad effettuare speculazioni sull'area su cui oggi insiste lo stabilimento, sarebbe ugualmente paradossale e mortificante che la Pirelli non arrivasse nell'ambito del suo complesso, di tutte le sue possibilità, a trovare un'attività sostitutiva per uno stabilimento di trecento operai. Non trascurando l'unico particolare cui mi rifaccio della produzione: che anche per tutti gli industriali di gomma, quelli per la Marina, quelli per i Vigili del fuoco quelli per l'Enel, non è che per forza debba essere trattata la parte di abbigliamento, la sostanza che era subentrata alla prima impostazione degli indumenti impermeabilizzati.
In questa situazione, noi confidiamo sinceramente che, come già da parte di tutte le forze politiche si è auspicato in quella grandiosa dimostrazione che c'è stata in Arona, e come viene chiesto da parte dei Consiglieri, la Giunta farà tutto il possibile per agganciare direttamente Pirelli e per portare direttamente il discorso, anche attraverso il Governo, usando tutta la pressione politica di cui può essere capace la Regione. Ma accanto all'auspicio che tutto questo possa verificarsi, che questa vicenda possa concludersi in senso favorevole, in primo luogo per le famiglie dei lavoratori interessati, che sono quelli che più ci stanno a cuore, e poi per i nostri problemi regionali trattati in premessa, mi sembra giusto e doveroso concludere richiamando quanto ebbi già occasione di dire su questi argomenti, e cioè che bisogna sempre più individuare una strategia di difesa dell'occupazione industriale con una politica di intervento globale e non sporadico.
Noi pensiamo che la Regione possa pretendere non solo dal signor Pirelli ma dalle stesse organizzazioni imprenditoriali che il problema dell'occupazione sia assunto nella sua globalità, che la Regione possa indicare le aree di sviluppo dei posti di lavoro, che le sia possibile trovare misure in grado di ristrutturare l'offerta di lavoro e aumentare la mobilità della mano d'opera, che possa infine richiedere alle imprese di farle conoscere in anticipo i programmi di ristrutturazione, di trasferimento, di ampliamento, chiedendo il loro contributo alla difesa dell'occupazione. E' questa la prima condizione indispensabile per lavorare ad un piano di sviluppo su basi concrete e per garantire il sacrosanto diritto al lavoro delle nostre popolazioni.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Benzi. Ne ha facoltà.



BENZI Germano

Signor Presidente, signori Consiglieri, il mio intervento sarà molto breve, perché i colleghi che mi hanno preceduto hanno già sviscerato a fondo tutta la situazione.
Quello che più mi ha colpito nella relazione svolta dall'Assessore Visone e poi nell'intervento del collega Sanlorenzo è che già nel 1971 era stata dichiarata da questa azienda l'intenzione di licenziare trecento persone alla fine di quest'anno. Io mi domando: è possibile che si permetta ad una Pirelli di mettere in atto una decisione di chiusura prefigurata già due anni prima? In tutto questo tempo la Pirelli, con una perdita, penso dell'1,10 per cento sul fatturato, avrebbe dovuto riuscire o a cambiare le macchine, o a cambiare la produzione, o a creare un altro stabilimento. E' vergognoso che un'azienda di questa portata, un'azienda che per anni ha ricevuto migliaia di miliardi di sovvenzione da parte dello Stato italiano si permetta di mettere sul lastrico tanti suoi dipendenti. Io ritegno che la Regione ed anche lo Stato debbano intervenire perché una azienda come la Pirelli può benissimo trovare il modo di provvedere a sistemarli in qualche modo.
Altra considerazione; vorrei che l'Assessore chiedesse fermamente di poter esaminare i bilanci della Pirelli, per potersi render conto di quel che la Pirelli ha di perdita in questo tipo di lavorazione, per accertare se si tratti di bilanci effettivi o di bilanci addomesticati con manovre contabili al solo fine di alleggerirsi di persone che in questo momento non fanno comodo. Non si può, dopo aver sfruttato per anni le necessità economiche dei propri dipendenti per spillare soldi allo Stato, decidere improvvisamente di liberarsene. Posso capire che questo possa essere il comportamento di un piccolo industriale rimasto privo di mezzi; ma aziende che hanno migliaia di miliardi a disposizione non si possono permettere in alcun modo un trattamento simile. Sarebbe un primo cedimento che darebbe il via ad una frana inarrestabile, perché l'esempio della Pirelli sarebbe seguito da una catena di episodi consimili. Noi dobbiamo impedirlo, perch dobbiamo difendere la produzione piemontese, dobbiamo difendere gli operai piemontesi, altrimenti il nostro scopo come Regione sarebbe fallito.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Gandolfi. Ne ha facoltà.



GANDOLFI Aldo

Signor Presidente, signori Consiglieri, è già stato detto, ma devo ripeterlo, evidentemente, perché così richiede il tipo di responsabilità che le forze politiche qui rappresentate devono insieme assumersi, che inconcepibile che in un momento come questo una grande azienda del nostro Paese annunci dei licenziamenti, e per un notevole contingente di dipendenti. Le grandi aziende hanno alle spalle delle risorse, delle coperture finanziarie che rendono inconcepibile l'utilizzo di strumenti come i licenziamenti di massa per risolvere dei problemi che pare possono esserci effettivamente. E quindi tutto quel che si può fare deve essere fatto in questo momento per obbligare la Pirelli a rimeditare la sua decisione per dare una soluzione diversa a questo tipo di problemi.
Vorrei poi aggiungere, come valutazione del Partito repubblicano in merito a questi problemi, che veramente è non solo avvilente ma, alla lunga, improduttivo e dannoso che si continui ad affrontare qui, in sede locale (ormai è più d'un anno che siamo in questa situazione) problemi di questo genere avendo possibilità di intervento esclusivamente sulla singola azienda, grande o piccola che sia, che ci ritroviamo di fronte come interlocutrice in una vicenda di licenziamenti o di riduzione di posti di lavoro.
La situazione reale è che noi siamo ormai da due anni in una fase di ristagno dell'economia nazionale, che ha portato alla drammatica situazione di assenza quasi totale di nuovi investimenti produttivi nel Paese: pur disponendo l'economia nazionale di notevoli disponibilità finanziarie, il reddito nazionale è praticamente da due anni stazionario, per cui non permette la creazione di nuovi posti di lavoro. Questo, direi, è il problema fondamentale della vita economica e politica del Paese da due anni a questa parte. Se le forze politiche non riescono a livello nazionale a risolvere questi nodi, noi rischiamo veramente di trovarci di fronte ad uno stillicidio di situazioni di questo tipo, rispetto alle quali molto spesso al di là delle attestazioni di solidarietà e di tutti gli sforzi che possiamo fare per premere sulle singole aziende, noi non riusciamo a produrre risultati positivi. Il Governo, o il Parlamento, deve sforzarsi di fare un'analisi coraggiosa delle cause che hanno portato a questa situazione, e di avviare un meccanismo di sviluppo economico nuovo, che ci metta al riparo per sempre da queste situazioni. E' fuor di dubbio che, se lo sviluppo economico del Paese ci permettesse di riportarci a tassi di sviluppo sensibili, anche se non così clamorosi come quelli degli anni Cinquanta, problemi di crisi strutturali di settori interi dell'industria quali quelli che noi abbiamo di fronte, e che probabilmente ci troveremo di fronte ancora nei prossimi anni, avrebbero ben altra gravità e ci farebbero ritrovare in condizioni di possibilità di assorbimento di mano d'opera, di creazione di nuovi posti di lavoro del tutto compensativi, e senz'altro in condizioni di prospettarci questi problemi su altro piano di gravità e con ben altre possibilità di soluzione.
I dati che abbiamo di fronte - ripeto, non tanto per le grandi aziende che hanno un potenziale finanziario, una sicurezza finanziaria alle spalle ma per le piccole e medie aziende sono sempre più allarmanti. Il margine di autofinanziamento, i margini di redditività degli investimenti si sono ridotti drasticamente in questi anni, in una misura tale, ripeto, che, pure a fronte del notevole volume di risparmio, delle disponibilità di credito oggi presenti sul mercato, non esiste piccolo o medio imprenditore che abbia una possibilità concreta di rilanciare una politica di investimenti di creazione di nuovi posti di lavoro.
Questi mi sembra che siano i problemi che ci si presentano, al di la del doveroso, necessario e assolutamente indilazionabile intervento a favore dei lavoratori della Pirelli che oggi si trovano in queste condizioni; questo è il tipo di attenzione che noi dobbiamo avere alla situazione economica nazionale; questo è il tipo di sollecitazione, mi sembra, che noi dobbiamo riuscire a portare con estrema energia a livello nazionale. In altri termini, c'è un problema globale che dev'essere risolto in una prospettiva generale non solo dal Governo, dalle forze parlamentari ma anche dalle forze imprenditoriali, dalle forze sindacali; altrimenti ripeto, noi saremmo destinati a trovarci ancora per molti mesi di fronte a situazioni di questo genere. Dobbiamo, insomma, riuscire veramente a dare a questi casi una cornice diversa, che dev'essere una cornice di carattere economico generale.
Credo che se, prendendo spunto da questi episodi, non riuscissimo, al di là degli interventi che dovremo fare per dare una garanzia di lavoro ai lavoratori che si trovano oggi in queste condizioni drammatiche, al di là ripeto, di questi singoli episodi, a far sentire la necessità di un impegno, ormai improcrastinabile, per una soluzione globale di questi problemi a livello nazionale, noi rischieremmo veramente di ritrovarci in situazioni ancor più drammatiche nei prossimi mesi, e, soprattutto, nei casi non di grandi aziende come la Pirelli ma di piccole o medie aziende in condizioni di estrema difficoltà di intervento e di soluzione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Rossotto. Ne ha facoltà.



ROSSOTTO Carlo Felice

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, da tutti i banchi di questo Consiglio s'è parlato della necessità di dare forza politica all'azione della Regione Piemonte, e per essa della sua Giunta, per poter affrontare ancora una volta il problema della difesa del livello occupazionale di trecento persone che sono da noi amministrate nell'ambito del potere che ci è stato demandato dalla Costituzione. A questo appello il Gruppo liberale risponde impegnandosi, al pari degli altri Gruppi, a dare tutto il suo apporto di forza politica all'azione di responsabilizzazione e al tentativo di trovare soluzioni a questo ulteriore problema.
Bisogna però affrontare questa situazione con chiara coscienza di trovarsi, nella nostra azione politica, ad un certo momento, quando il problema diventa serio, di fronte a nodi economici. Tutte le questioni che abbiamo visto giungere, con il nostro appoggio politico, a parziale, o totale, soluzione hanno dovuto ad un certo momento conoscere una realtà economica, che abbiamo dovuto far presente a coloro che venivano a chiedere il nostro appoggio. Così è stato per il problema Caesar, per quello della Rossari &Varzi, di tutte quelle aziende che a mano a mano hanno costituito il doloroso rosario di questi ultimi anni di vita del Consiglio Regionale.
Una realtà di dissolvimento del mondo economico, del mondo produttivo hanno imposto a noi di prendere, nei limiti delle nostre forze, posizione con chiarezza e determinare azioni.
Esiste, nel nostro Paese, una situazione economica che deriva da crisi ricollegate a scelte errate che sono state compiute in precedenza. E mi pare che, come classe politica responsabile, noi non possiamo continuare ad ergerci soltanto a giudici di certe posizioni, ma dobbiamo renderci conto che a nostra volta dobbiamo essere giudicati per quello che con la nostra attività o passività abbiamo determinato o abbiamo permesso che si verificasse. Questo è il punto più serio: per onestà verso coloro che a noi si rivolgono per essere tutelati, dobbiamo anche muoverci questa prima autoaccusa. Non è la scelta della via più facile che può permettere a noi politici di acquistare credibilità nei confronti di coloro che chiedono il nostro appoggio e nei confronti di coloro con i quali dobbiamo responsabilizzarci. Dobbiamo riconoscere che su questi problemi abbiamo realmente continuato a parlare di favole senza renderci conto di una realtà in movimento. Perché non è neanche giustificabile, ad un certo momento, che noi possiamo riproporre le soluzioni migliori, ottimali, se tutti quanti in effetti, ci rendiamo conto che oltre non si poteva andare, che gia sono state adottate soluzioni che costano sacrifici a qualcuno, che costano sacrifici a coloro che si vedono esclusi dalla possibilità di un immediato reinserimento.
Il Governo nazionale ha approvato, nell'agosto di quest'anno, la Legge 464, quella che oggi permette in tanti casi drammatici l'avvio di un nuovo tipo di attività industriale. Essa, però, costringendo, per inconfutabili considerazioni di carattere prettamente economico, alcune componenti del mondo del lavoro a beneficiare di certi aiuti economici, crea un problema profondamente sentito, che potrebbe avere ripercussioni ben più gravi sotto l'aspetto morale, per il desiderio dell'uomo non solo di vedere lo spettro della miseria allontanarsi dalla sua famiglia, ma anche di vedere salvaguardata la sua dignità, che gli vieta di percepire la retribuzione non come un corrispettivo di un lavoro effettivamente svolto.
Si tratta di problemi che avevano dei nodi in precedenza, che non sono stati affrontati ma dilazionati. Il fatto che i licenziamenti, fissati con così drammatica determinazione per il 31 dicembre '72, fossero già preannunciati (l'ho sentito dire questa mattina, e ripetere poi dal collega Benzi) nel 1971, dimostra che questa situazione aveva dei nodi ben a monte nodi che sarebbe stato opportuno, ed è opportuno, affrontare con chiarezza.
Il nostro senso di responsabilità, prima che politica, morale, di cittadini scelti da altri cittadini per tutelare nelle opportune sedi i loro interessi, porta i componenti il Gruppo liberale a dare la piena adesione perché si operi ancora una volta con la massima energia per tutelare gli interessi di coloro che oggi vedono in pericolo il proprio posto di lavoro, e nel contempo a dire chiaramente che esistono dei problemi sui quali occorre fare i conti con situazioni economiche che erano state lasciate andare, ad un certo momento, a grave compromissione.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Lo Turco.



PRESIDENTE

LO TURCO Giorgio



PRESIDENTE

Signor Presidente, signori Consiglieri, desidero richiamare qui intervenendo per la diretta conoscenza che ho del travaglio che oggi investe tutto il Gruppo Pirelli, su una circostanza ben precisa: da molti anni a questa parte il mio partito è andato denunciando il pericolo che le fusioni fra grandi industrie italiane e straniere aprissero la strada ad una crisi il cui peso sarebbe caduto inevitabilmente sulle spalle dei lavoratori. A suo tempo hanno pagato i lavoratori della RIV-SKF, poi è toccato a quelli della Montedison-Montecatini, oggi viene alla ribalta la Pirelli-Dunlop. E alla base della odierna situazione c'è ancora una volta un matrimonio: appunto Pirelli - Dunlop. Lo diciamo con assoluta convinzione, per averlo toccato con mano.
Cito i fatti in modo telegrafico. Si incominciò nel 1969 a parlare di fusione Pirelli-Dunlop. La Dunlop, per investire capitali ed intervenire nel pacchetto della Pirelli, pose alcune condizioni, tra cui l'eliminazione di una serie di rami secchi. Fu anzitutto abbandonato a se stesso il settore della ricerca, e di ciò la Pirelli ha già pagato un prezzo ben alto: basti pensare al fatto che un milione e 800 mila coperture del vecchio cinturato sono state rimandate indietro poiché dopo seimila chilometri si sfasciavano; ciò proprio perché la ricerca non era più in grado di dare i risultati che la Pirelli si aspettava, avendo la Dunlop avocato a sé il problema della ricerca.
Il compagno Sanlorenzo ha già osservato poi che, pur disponendo di un capitale finanziario immenso, e di grosse possibilità di autofinanziamento grazie alle grandi banche che gravitano intorno, grazie ai denari avuti dallo Stato, che, oltre tutto, ha investito nel Mezzogiorno, ha una sola fabbrica nel Sud. Infatti una seconda, quella di Villafranca Tirrena, dopo averla montata e messa in produzione, ricevendo a tal fine i 40 miliardi della Cassa del Mezzogiorno, ed altri dalla Regione siciliana, la sta chiudendo, sta vendendo le macchine alla Turchia.
E' possibile che la Pirelli possa continuare ad operare in questo modo? La Pirelli da un anno ha bloccato le assunzioni, facendo esplodere una situazione di crisi in tutto il gruppo, riscontrabile anche a soli sette chilometri da Torino, a Settimo, alla AGA di Milano, in Lombardia (ove la maestranza è a trentadue ore di lavoro settimanali), alla SAPSA, ove si fabbricano materassi in gommapiuma (a ventiquattro ore), a Segnanino l'industria meccanica (ventiquattro).
Però - io qui posso annunciarlo, senza timore di svelare dei segreti c'è una differenza fra gli altri colossi industriali e la Pirelli: la Pirelli su queste cose dovrà fare i conti con i lavoratori. A differenza forse da altri settori, la Pirelli da tre anni è tenuta sotto il torchio di una lotta operaia continua ed incessante. Qui la contrattazione articolata sull'organizzazione del lavoro, sulle condizioni ambientali, sui tempi, sui ritmi, sull'organico è conquista acquisita, cui lavoratori non sono disposti a rinunciare. Su questo piano la Pirelli sa che dovrà misurarsi con i lavoratori del gruppo Pirelli.
Pertanto, posso annunciarlo fin da ora, sabato tutti i consigli di fabbrica del settore si riuniranno a Torino, per decidere l'azione da svolgere contro la Pirelli per la salvaguardia dell'occupazione. Sarà una lotta fra ciclopi: oggi, per la prima volta, forse, nella storia del movimento operaio, si sta verificando il fatto che in venticinquemila intervengono per salvare uno, si incomincia a pensare di entrare in campo per salvaguardare il posto di lavoro di un lavoratore. Il giorno 17 a Bologna si riuniranno i consigli di fabbrica di tutto il gruppo, per costringere Pirelli a venire a presentare i conti.
Su questo piano bisogna che noi anche come forza politica diciamo qual è il nostro punto di vista. Non possiamo considerare nemmeno dignitoso l'incontro già avvenuto con uno dei tanti dirigenti d'azienda - che diciamolo pure con molta franchezza, non sono che pedine manovrate a suo piacimento da un certo prof. Loriga: basti pensare a quaranta dirigenti d'azienda licenziati, a detta della Pirelli stessa, per incapacità a svolgere le mansioni che pure erano state loro affidate per tanti anni, e per le quali ricevevano stipendi favolosi, di due, tre, quattro milioni al mese; gente che ha mandato in malora delle aziende (la causa della crisi è dunque fondamentalmente di incapacità dirigenziale: l'Azienda Accessori Industriali di Settimo Torinese, tanto per fare un esempio, è stata rovinata proprio dall'incapacità tecnica di dirigere l'azienda).
Noi abbiamo fatto delle proposte alla Pirelli, e continuiamo a sostenerle, convinti della possibilità di trovare una soluzione. L'incontro con il dirigente della Pirelli di Arona non ha alcun valore e l'averlo accettato, come dicevamo, non è neanche dignitoso per chi ha condotto quella trattativa. Devono essere il prof. Loriga, Brambilla, Pirelli a venire al tavolo della discussione, ed esporre chiaramente i loro piani ed a prospettare una soluzione.
Quali possibilità vi possono essere per un rilancio dell'azienda? Una potrebbe essere questa: il settore della gomma comporta lavorazioni tutte sporchevoli, per cui ogni lavoratore ha in dotazione un abito di lavoro basterebbe trasformare la produzione di quell'azienda mettendola in grado di confezionare abiti da lavoro per tutto il gruppo Pirelli. Inoltre, una infinità di operazioni connesse allo stabilimento dei pneumatici (riparazioni, collaudi, recupero di lavorazioni difettose) potrebbero essere trasferite allo stabilimento di Arona, così da garantire anche qui l'occupazione.
Ripeto, l'incontro con qualsiasi dirigente non può avere alcun interesse per noi: a questo punto bisogna chiamare in causa la Pirelli nelle persone dei suoi più qualificati responsabili, ed a tal fine occorre che uno dei primi firmatari della convocazione (che qui non si tratta più di invitare, di interpellare sulla disponibilità di un incontro, sia ben chiaro: la Regione Piemonte ha diritto di convocare la Pirelli per un incontro in cui cercare la soluzione dei problemi) sia il Presidente della Giunta, dott. Calleri. Altra condizione è di stabilire un rapporto continuo fra Consiglio Regionale e realtà di Arona, perché se quei lavoratori perdono il posto di lavoro è compromessa l'economia di tutta la città e probabilmente anche di qualche comune limitrofo. Arona deve essere informata giorno per giorno di tutto quel che noi facciamo e diciamo, e di come ci muoviamo.
Se questo è l'intendimento del Consiglio Regionale, io penso che il Consiglio Regionale non si muoverà da solo, non dovrà condurre una battaglia isolata: avrà alle sue spalle un movimento possente ed avrà il conforto di trovare l'appoggio e la lotta organizzata dei lavoratori del gruppo Pirelli, che non intendono subire passivamente un attacco così grave all'occupazione, ormai avviata a scendere dal Piemonte fino alla Sicilia.
Se è vero quanto abbiamo detto, tutti i discorsi che abbiamo fatto, che nei nostri piani di sviluppo dobbiamo aver occhio anche ai problemi del Mezzogiorno, ecco, tutta l'Italia si sta mettendo in movimento: Pirelli deve capire che deve cominciare a render conto di ciò che intende fare. E dobbiamo fare pressioni, se queste iniziative verranno portate avanti, per ottenere la collaborazione delle altre Regioni perché tutte insieme si arrivi ad una legislatura che ponga un freno a queste manovre del grande capitale. Perché non è più possibile ammettere che i Montedison, o i Pirelli, o altri ancora, decidano della vita e del destino di tante famiglie.
Se questo è nel comune intendimento di tutti noi, bisogna che la convocazione parta, rinnovo la proposta, recando al primo posto la firma del Presidente della Giunta Calleri.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Curci.



CURCI Domenico

Signor Presidente, ho chiesto di parlare per sottolineare brevemente un aspetto della questione che mi pare non sia sufficientemente emerso dagli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto.
Lo stabilimento di Arona, a meno che non siano del tutto inesatte le informazioni che ho potuto raccogliere, non pare sia uno stabilimento che versi in difficili condizioni: pare anzi sia uno stabilimento che "tiri" come si suol dire. La decisione appare pertanto ancor più grave e da ricondurre ad uno di quei calcoli utilitaristici cui sono avvezzi certi grossi complessi per dirottare taluni capitali verso altre attività, altri settori o altre zone.
Il Consigliere Sanlorenzo ha parlato di stabilimenti in Spagna, in Grecia. Qui era caduta la mia interruzione, che egli non ha capito, o ha fatto finta di non capire. Io ho tentato di dire che l'attacco all'occupazione operaia italiana, il disinteresse per le sorti di trecento famiglie, viene in questo caso proprio da parte del Signor Leopoldo Pirelli, noto come uno degli industriali italiani "aperti a sinistra".
Questo dimostra la insensibilità di certo mondo imprenditoriale italiano nostro, che specula su certi svolgimenti della politica nazionale favorisce le aperture a sinistra, accoglie con giubilo l'avvento del Centro sinistra, ma poi dimostra il più grande disinteresse per la sorte proprio dei propri lavoratori.



PRESIDENTE

Qualcun altro chiede di parlare? La discussione sull'argomento, allora è chiusa. Se l'Assessore vuol fare ulteriori precisazioni...



VISONE Carlo, Assessore al lavoro

Signor Presidente, colleghi, chiedo scusa se all'inizio sono stato estremamente schematico; d'altronde, chi mi conosce sa che non sono solito a dilungarmi in chiacchiere.
Desidero fare alcune precisazioni. Ieri ho acconsentito a ricevere quel signore per un fatto semplicissimo: che ci tenevo ad essere informato sull'atteggiamento della controparte, cioè della Direzione della Pirelli.
Anche se la persona venuta da me non aveva certo alcuna possibilità di revocare o comunque di modificare di sua iniziativa decisioni prese ad alto livello. A nome della Giunta, io avevo convocato la Direzione generale della Pirelli: colui che era stato inviato in quel momento rappresentava la Direzione della Pirelli.
Io non ho certo detto a quel signore che mi accontentavo delle sue giustificazioni, e gli ho anche precisato che in Consiglio Regionale questa mattina avremmo parlato della questione dell'azienda di Arona. Per conto della Giunta, posso garantire che faremo tutto quanto è nelle nostre possibilità perché la decisione della Pirelli venga revocata o comunque modificata. Ricordo, a questo proposito, che il nostro impegno è purtroppo soltanto un impegno di ordine politico, in quanto la Regione non ha mezzi per ora per poter agire diversamente; comunque, è un impegno che ha già dato e sta dando i suoi frutti.
Il collega Sanlorenzo ha ricordato, tra i vari nomi di aziende di cui in questo Consiglio si è parlato per questioni inerenti l'occupazione, la Caesar: a questo proposito, devo comunicare che la questione Caesar sembra essersi conclusa positivamente ormai, con l'intervento della GEPI. Così dicasi per la Bona &Delleani. Per intervento della Giunta Regionale, la questione della Vistarini di Omegna ha trovato soluzione, anche se non del tutto positiva. Una soluzione è stata trovata anche per la Rossari Moda sia pure non quella che auspicavamo. Stiamo ora facendo pressioni perch l'occupazione della Rossari Moda venga mantenuta. Ancora ieri sera ho avuto contatti con la GEPI proprio su questa questione, ed altri ne avrò nei prossimi giorni.
Per il problema specifico di cui ci stiamo occupando, desidero, a nome della Giunta, assicurare i colleghi del Consiglio, e non solo loro, che la Giunta farà tutto quanto è nelle sue possibilità. Tra l'altro presenteremo richieste di incontri a più alto livello, con elementi più qualificati dell'azienda, chiedendo anche l'intervento del Governo - perché la questione venga riesaminata e soprattutto l'occupazione in quella zona venga salvaguardata.



PRESIDENTE

Mi sembra di poter sottolineare che i lavoratori della Pirelli di Arona non soltanto hanno avuto la manifestazione, pure importante ma in se stessa sterile, della solidarietà piena e completa del Consiglio Regionale, ma hanno potuto ascoltare l'espressione della volontà di questo Consiglio Regionale di impegnarsi per una realizzazione che si concluda in termini positivi e concreti.
Per quanto di mia competenza, assicuro il Consiglio che in giornata renderò edotto del dibattito che si è svolto questa mattina il Presidente della Società Pirelli, perché ne abbia diretta conoscenza come di volontà espressa dal Consiglio Regionale. Le dichiarazioni fatte dall'Assessore al lavoro, Visone, potranno trovare ulteriore conferma nella presa di posizione del Presidente della Giunta.
Mi sembra che si possa concludere responsabilmente il dibattito, nei limiti delle competenze e delle possibilità della Regione, riaffermando la decisa volontà di portare avanti il discorso in termini conclusivi nel modo migliore.


Argomento: Economato e Servizi di tesoreria

Disegno di legge concernente il servizio di tesoreria della Regione Piemonte


PRESIDENTE

Dovremmo ora passare al punto quinto dell'o.d.g.: "Disegno di legge concernente il servizio di Tesoreria della Regione Piemonte".
E' argomento che comporta una breve trattazione? Chi è relatore per questo disegno di legge?



RASCHIO Luciano

Dovrebbe essere il collega Garabello, signor Presidente, però è assente giustificato. Desidero quindi informare il Consiglio che abbiamo avuto ieri un incontro alla I Commissione, presente anche l'Assessore Paganelli, e dopo un approfondito esame abbiamo ritenuto opportuno ritirare momentaneamente questo progetto di legge perché la Giunta possa rimeditarlo alla luce di alcuni suggerimenti venuti in sede di dibattito presso la Commissione.



PRESIDENTE

Chiede di parlare l'Assessore Paganelli. Ne ha facoltà.



PAGANELLI Ettore, Assessore al bilancio

Confermo quanto è stato detto dal Consigliere Raschio. In effetti ieri, in sede di Commissione, è stata sollevata da parte di un Consigliere un'ulteriore proposta. A nome della Giunta, ho chiesto una dilazione del termine di presentazione in aula del disegno di legge, per esaminare la situazione che si determinerebbe con l'accoglimento di questa nuova proposta.



PRESIDENTE

Allora, se il Consiglio concorda, sospenderei la seduta e la rinvierei alle 16 del pomeriggio, dato che gli altri due argomenti comportano una votazione piuttosto lunga ed elaborata.
Devo informare i componenti della I Commissione che sono convocati qui per le 15,30, dovendo esprimere il parere statutario sul disegno di legge n. 46.



(La seduta ha termine alle ore 13,15)



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