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Dettaglio seduta n.113 del 14/09/72 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE OBERTO


Argomento: Commercio

Problema dei prezzi in Piemonte (seguito della discussione)


PRESIDENTE

La seduta è aperta. Ha chiesto di parlare il Consigliere Fassino. Ne ha facoltà.



FASSINO Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri parlando per ultimo prima della replica dell'Assessore Borando, non potrò evitare di ripetere alcune argomentazioni già svolte da altri colleghi sulle quali concordo, e me ne scuso fin d'ora. E' un tema questo, sul quale in molti punti può esservi accordo generale, altri no.
Parlando di prezzi non posso evidentemente non sottolineare ancora una volta che le strutture per la commercializzazione dei prodotti agricoli sono arretrate. Su questo ripeto siamo tutti d'accordo. Lo stesso rapporto Ires per il piano di sviluppo '70-75 elenca tutta una serie di fattori negativi. Nel Rapporto, steso sulla base di ricerche effettuate non oggi ma quanto meno un anno fa, si legge, fra l'altro, che le produzioni vengono offerte in piccole partite frammentarie e disperse, eterogenee e non di rado anche di qualità marginale; che il numero di operatori per la raccolta delle varie partite è troppo elevato; che la cooperazione non ha in moltissimi, vorrei dire troppi, casi soddisfatto le aspettative, come dimostra la situazione critica di molte Cantine sociali, che è nota a tutti; che di rado le cooperative operano autonomamente per lo smercio dei prodotti, mentre il più delle volte preferiscono inserirsi nei canali normali che fanno capo ai commercianti; che il commercio al dettaglio presenta una considerevole polverizzazione dei punti di vendita; che i mercati all'ingrosso dei centri cittadini versano quasi tutti in condizioni di sensibile irrazionalità; (per gli ortofrutticoli, in Piemonte assommano a venticinque, tutti comunali, dei quali soltanto due sono sostanzialmente moderni); che i mercati del bestiame vanno soggetti ad oneri gravosi per la vetustà delle loro stesse attrezzature; che gli impianti per la macellazione, pubblici o privati che siano, sono deficitari e con attrezzature antiquate; che prevale tuttora la macellazione individuale anche nei grossi macelli; che nei settori ortofrutticoli i soli grossisti e commissionari iscritti negli albi piemontesi sono oltre 2300, senza contare tutti gli altri. Queste le osservazioni dell'Ires relativamente ad un periodo che non è quello in cui viviamo, ma anteriore di circa un anno Ecco la ragione che mi porta a rispondere al collega Fonio che non possiamo addebitare all'attuale Governo deficienze imputabili, se mai, a Governi che l'hanno preceduto e nei quali la sua parte politica era rappresentata in modo certamente non insignificante. In tali condizioni, dice il rapporto dell'Ires, non deve suscitare meraviglia il fatto che il prezzo dei prodotti aumenta nel passaggio dalla produzione al consumo in misura non di rado esagerata.
Quello che per noi è più grave, e lo è per tutti, è che il produttore e il consumatore, i due limiti estremi, risultano le due categorie sulle quali maggiormente si riversano con le conseguenze di queste deficienze per cui i necessari provvedimenti vanno adottati proprio nelle fasi di passaggio dall'ingrosso alla distribuzione. E mi pare che anche su questo tutti concordino.
Tra l'altro, il problema dei prezzi non può neppure riferirsi soltanto alle carenze strutturali della Regione o del Paese, dal momento che i prezzi al consumo sono aumentati molto di più dei prezzi all'ingrosso non solo in Italia ma anche in molti Paesi europei (Paesi Bassi, Germania Belgio, Francia); una statistica fatta dalla Camera di Commercio di Grenoble indica un aumento, fra l'agosto '71 e l'agosto '72, del 6,5 per cento sulla media dei prezzi.
D'altra parte, al di la delle carenze generali, c'è qualche cosa da approfondire e da risolvere, se è vero, come i dati statistici denunciano che per le stesse voci corrono notevoli differenze fra gli stessi capoluoghi di provincia piemontesi nei numeri indici dei prezzi al consumo.
Ma è difficile innestarci sul discorso delle statistiche, come ha spiegato il collega Beltrami in un intervento molto lucido e molto obiettivo, che abbiamo ascoltato tutti con molto piacere.
Comunque, poiché l'aumento del costo della vita è reale, sensibile, e minaccia soprattutto i redditi fissi - dei pensionati, dei lavoratori dipendenti -, è indubbio che una qualche seria iniziativa per il contenimento dei prezzi si rende inevitabile da parte dei pubblici poteri.
Anche perché un adeguamento del meccanismo della scala mobile - che, ne siamo tutti convinti, è ormai antiquato - non sembra riscuotere per il momento troppi consensi, sia per ragioni politiche ed economiche sia per la complessità attuale del problema; come anche lo stesso aumento degli assegni familiari, almeno per ora, per ragioni obiettive, appare poco probabile. Si tratta, insomma, di stabilire fra le iniziative possibili quali siano le più importanti, quelle non fittizie, non demagogiche, volte invece a realizzare qualcosa di concreto, anziché risolversi in vuote parole. Siamo d'accordo sulle richieste avanzate da commercianti, da consumatori, da produttori, come la liberalizzazione dei mercati all'ingrosso, l'immissione sul mercato di grandi partite di prodotti, il divieto, proposto proprio ieri da parte di alcuni Prefetti (ne danno comunicazione i giornali stamane), di macellare e importare bovini di peso inferiore ai 450 chilogrammi almeno per un periodo di tempo tale da permettere la ricostituzione del patrimonio nazionale di bestiame adulto.
Si risentono oggi certamente le conseguenze gravi dei troppi fallimenti di allevatori che abbiamo registrato negli anni precedenti. Ma se questi sono provvedimenti a lungo termine non dobbiamo neppure sottovalutare quei provvedimenti immediati che, pur apparentemente più modesti nella loro proporzione, a nostro avviso, sono altrettanto indispensabili, visto che per realizzare i primi occorre troppo tempo ed oggi è necessario invece bruciare un po' le tappe.
In quasi tutte le province - fra cui cito la mia, quella di Cuneo - è prevalsa giustamente la tendenza ad evitare quegli interventi traumatici che quasi tutti i Prefetti hanno proprio ieri riconosciuto inefficaci. Il collega Borando ha accennato nella sua relazione alle preannunciate riunioni dei sei Comitati provinciali dei prezzi. Il Comitato consultivo sui prezzi, allargato a tutte le categorie, si è riunito proprio ieri a Cuneo ed ha concordato - lo porto come esempio, a mio parere, molto valido un impegno con i macellai per cui, stabilito un minimo ed un massimo di prezzo, per tutto il mese di settembre non saranno operati aumenti di sorta sulle carni, mentre per i mesi successivi, quelli che si rendessero indispensabili dovrebbero essere prima discussi ed approvati dal Comitato stesso. E così sono stati stabiliti dei punti di vendita. Auguriamoci che possano essere efficaci e che gli accordi siano rispettati dalle varie parti.
Dovendo però ritornare ai vari problemi, non possiamo non dichiararci piuttosto scettici sulle iniziative di grande portata, quelle di cui la stampa ha dato comunicazione, e che non hanno sortito quei risultati che alcuni potevano sperare. Gli effetti, secondo noi, si possono - correggere soltanto risalendo alle cause ed educando i consumatori. Non bisogna dimenticare, infatti, che, malgrado le assicurazioni, le garanzie, le promesse di autodisciplina - la stessa autodisciplina cui alludevo prima a proposito di Cuneo, che mi auguro sia rispettata: di autocontrollo e di interventi dei commercianti e delle autorità -, non dobbiamo dimenticare che se la stabilizzazione interverrà come elemento moderatore, e auguriamoci che così sia, certamente essa non farà che ratificare gli aumenti che si sono verificati, per cui si avrà la stabilizzazione, ma purtroppo, ripeto, una stabilizzazione a livelli maggiorati. Credo che occorrerebbe poter operare miracoli per riuscire ad ottenere qualcosa di diverso, per poter far recedere il fenomeno accrescitivo, come tutti auspichiamo pur essendo tutti assolutamente convinti che sia impossibile.
In attesa che la legge 426 dell'11 giugno '71 possa produrre i suoi effetti, ossia soddisfare le esigenze per le quali fu voluta, riteniamo senz'altro più costruttive le iniziative che si possono ricavare da quegli studi approfonditi che andiamo compiendo e anche da quegli stessi elementi che, non dobbiamo negarlo, sono emersi stamane da questo dibattito, forse lungo ma indubbiamente utile e valido per i suggerimenti che sono stati dati dai colleghi in ordine ai provvedimenti che il nostro Assessore dovrà assumere.
Infine, pur pienamente convinto che all'origine dell'aumento dei prezzi stia il problema della riforma delle strutture fondiarie, caratterizzate dai fenomeni della frammentazione, della dispersione, della polverizzazione, da risolvere per evoluzione spontanea, anche se in forma associata, ritengo valga la pena ritentare l'esperimento delle cooperative di produzione e di consumo, onde evitare i passaggi intermedi. In questa direzione anche l'Ente regionale di sviluppo agricolo potrebbe svolgere, un ruolo molto importante. Se, infatti, il problema del costo della vita non può essere ignorato, ha ragione il Presidente dell'Unione Agricoltori quando dice che non ha senso controllare il prezzo dei prodotti agricoli se si lasciano poi lievitare tutti gli altri: si ingenera uno squilibrio nell'economia indubbiamente dannoso per tutti.
Da ultimo, non vanno sottovalutati gli interventi immediati. Quali potrebbero essere? Il collega Benzi ironizzava stamane, a ragione, su certe forme di propaganda televisiva, Io ritengo che una campagna educativa da parte dei giornali, che, è risaputo, formano l'opinione pubblica nel senso da essi voluto, tendente ad indirizzare i consumatori, che sono molto disorientati, verso determinati consumi, potrà essere utile. E in questo senso rivolgo un caldo appello ai giornalisti.
Per concludere, mi limiterò a sintetizzare quelli che noi riteniamo essere i tre tipi di intervento indispensabili: interventi a medio termine sulla rete distributiva nella fase di passaggio fra il commercio all'ingrosso e il commercio al minuto interventi a lungo termine per una maggiore razionalizzazione della grande rete distributiva, e cioè della produzione ai maggiori centri di consumo infine, interventi immediati cui accennavo dianzi nei confronti dei consumatori, con pubblicizzazione dei prodotti più convenienti per resa e per quotazione.
Queste, in sintesi, le nostre proposte. Pensiamo che l'Assessore vorrà tenerne conto, così come terrà conto delle proposte fatte dagli altri colleghi che hanno parlato stamane.



PRESIDENTE

L'Assessore Franzi desidera fare alcune precisazioni a nome della Giunta. Ne ha facoltà.



FRANZI Piero, Assessore all'agricoltura

Più che puntualizzare per conto della Giunta sul problema dei costi al consumo dei beni alimentari, dei costi, quindi, finali, vorrei soffermarmi brevemente, con considerazioni di carattere più che altro colloquiale, su quanto è stato detto nel corso di questa mattina ed anche di questo primo pomeriggio circa la posizione dell'agricoltura italiana nell'ambito della Comunità economica europea, e soprattutto sull'esigenza di una riforma delle strutture di carattere agricolo.
L'amico Fonio, con il suo cattivante fair play, ha puntato il dito su alcune conseguenze negative che, a suo dire, l'agricoltura italiana ha subito per avere l'Italia aderito alla Comunità europea. A me pare invece che nell'arco degli ultimi dieci anni l'agricoltura italiana abbia tratto grossi vantaggi dal suo inserimento in un più ampio mercato, che è quello dell'Europa dei Sei fino ad oggi e che sarà quello dell'Europa dei Dieci dal prossimo anno. Se i produttori italiani hanno risentito difficoltà di maggiore operatività con la Comunità europea, questo non è stato in conseguenza del trattato di Roma, ma piuttosto di una mancanza di organizzazione strutturale proprio sotto il profilo della commercializzazione dei prodotti. Ciò non sarebbe accaduto se noi fossimo riusciti in quest'ultimo decennio ad organizzare veramente i produttori attraverso l'autogoverno, le organizzazioni economiche, così come si tende a far sì che si realizzi in rapporto ad una delle direttive della comunità che dovrà essere definita nelle prossime settimane (anzi, la norma transitoria decisa dal Consiglio dei Ministri nel marzo 1972, che riguarda le tre direttive comunitarie pubblicate sulla "Gazzetta Ufficiale" del 23 aprile, rimanda proprio ad un successivo incontro dell'Esecutivo della CEE per definire le norme sulle quali devono essere strutturate le organizzazioni economiche dei produttori). Dobbiamo dunque adoperarci per organizzare nei prossimi anni i produttori in queste dimensioni, così che abbiano la possibilità e la capacità di arrivare anche al commercio semi ingrosso almeno sui mercati europei, sul mercato dei Sei, sul mercato dei Dieci, se vogliamo vedere risolto uno dei più grossi problemi che oggi angustiano l'economia agricola italiana.
Per quanto riguarda, poi, le strutture dell'agricoltura, occorrerebbe un discorso molto più ampio e più impegnativo, perché dovremmo riandare alla situazione post-seconda guerra mondiale, quando tutta l'economia italiana poggiava, direi quasi, su quel che era rimasto di economico, che era il settore primario. Dal 45 per cento della popolazione attiva impegnata in agricoltura siamo passati oggi, secondo le risultanze al 18 per cento. Ma è un 18 per cento di popolazione attiva o un 18 per cento di popolazione che di attivo ha sì e no l'8, il 9 o il 10 per cento? Sono convinto che la popolazione attiva in agricoltura si sia ridotta già oggi al 10 per cento. Quella direttiva comunitaria che favorisce l'esodo dal settore agricolo della popolazione anziana ha dunque per scopo principale di mettere più estesi appezzamenti di terreno a disposizione di quelli che sono rimasti in agricoltura, così da avere la possibilità di ristrutturare di dimensionare meglio le aziende, per far sì che anche i costi di produzione abbiano un loro contenimento.



RASCHIO Luciano

In termini realistici si vuol proprio liquidare da parte vostra la piccola proprietà.



FRANZI Piero, Assessore all'agricoltura

Affatto, tanto che proprio dalla mia parte politica, guarda caso, si è insistito perché la norma costituzionale, nello Statuto della Regione Piemonte, puntasse a valorizzare l'impresa coltivatrice diretta. Ora si è parlato di impresa, non di piccola proprietà: io mi rifiuto di tornare indietro nel tempo, di continuare a parlare di coltivazione diretta manuale quando i tempi economici, i tempi sociali, i tempi moderni richiedono invece che si parli di impresa. E impresa sappiamo cosa significa: è l'organizzazione di beni, di servizi e di strutture al servizio di una determinata persona, di una determinata famiglia. Chi ha competenza in tema di agricoltura e di strutture agricole sa che l'avvenire dell'agricoltura è proprio questo: strutturare le aziende su maggiori dimensioni superficiali grazie alle quali possa trovare equa remunerazione un imprenditore o una famiglia imprenditrice, che è poi la famiglia coltivatrice, non nella concezione del passato ma in una concezione molto più moderna.
Quindi, quando si parla di strutturazione, di riammodernamento dell'agricoltura, bisogna ovviamente tener presenti le direttive della Comunità, direttive che dovranno essere travasate nella legislazione italiana, direttive che anche noi a livello regionale dobbiamo osservare perché anche noi costituiamo un organo di diritto che fa le leggi, e quindi nel riassumere le nostre direttive, i nostri impegni, dobbiamo essere rispettosi delle norme di carattere comunitario.
Circa, poi, gli aspetti della concorrenzialità e della commercializzazione dei prodotti agricoli, fino a qualche tempo fa aveva un grosso significato una legge di carattere economico quella relativa alla domanda e all'offerta: più alta era l'offerta dei prodotti, più bassa la quotazione dei prezzi. Questa legge di mercato ha caratterizzato, vorrei dire, questi ultimi cinquant'anni, ma oggi essa comincia ad apparire superata; si comincia a delineare infatti una situazione disancorata da questa teoria della domanda e dell'offerta, che, quasi, si può considerare come condizionata dal profilo psicologico della pubblicità. La pubblicità nessuno l'ha mai considerata. Noi siamo anche condizionati, invece, dalla pubblicità. Vale quindi anche il sistema, per quanto riguarda proprio l'aspetto consumistico, e quindi che interessa più direttamente la produzione agricola, per le scelte che si dovranno fare, della pubblicizzazione dei prodotti. Noi oggi siamo preoccupati per la scarsità di carne, e quindi di proteine nobili, senza considerare un aspetto: che il consumo tende a determinati tipi di carne, e di tagli di carne dimenticando che ci sono parti secondarie di prodotto che, di equivalente valore nutritivo, possono benissimo entrare nell'alimentazione umana. Ma questo è un discorso che ha più un carattere commerciale che non un carattere agricolo: il carattere agricolo, che la Giunta ha presente, è quello di far sì che l'agricoltura piemontese si inquadri in quelle che sono le prospettive, in quelle che sono le linee, le indicazioni che derivano dalla Comunità europea. Forse saremo degli anticipatori, forse vogliamo essere più realisti di quel che le cose non ci richiedano, ma siamo convinti che, se non adottassimo le nostre decisioni inserendole nelle linee di una economia veramente più moderna, che possono essere quelle che ci vengono fornite dalle direttrici della comunità, noi effettivamente creeremmo grosse difficoltà all'economia agricola della nostra Regione.
Ben vengano, dunque, le norme comunitarie che, secondo gli impegni del Consiglio dei Ministri, dovrebbero essere attuate entro l'aprile 1973 direttive che noi dovremo attuare, ovviamente, creando dei supporti per i produttori, che noi vediamo attraverso l'ente di sviluppo. Il disegno di legge degli enti di sviluppo (sono già stati presentati alcuni abbozzi, che la Giunta sta esaminando, aggiungendovi proprie, indicazioni) dovranno servire proprio a questi scopi: dare una struttura moderna alle aziende elaborare i piani zonali di sviluppo, dare un supporto ai produttori agricoli per la commercializzazione dei prodotti, e soprattutto intervenire ove e quando manca l'iniziativa privata, l'iniziativa dei produttori.
Sulla base di queste prospettive, noi siamo convinti che si riuscirà ad avvicinare la produzione al consumo risolvendo un duplice impegno: aumentare i redditi della produzione, far sì che anche il produttore possa lucrare una parte di quel valore aggiunto che oggi va alla pletorica intermediazione che si verifica prima che il prodotto agricolo arrivi al consumo, e nel medesimo tempo allineare e pianificare i prezzi al consumo.
Difesa duplice, quindi della produzione, aggiornamento e ammodernamento del reddito agricolo e nel medesimo tempo contenimento dei costi alimentari.


Argomento: Commercio

Ordine del giorno sul problema dei prezzi in Piemonte


PRESIDENTE

La discussione generale è terminata, con la precisazione anche dell'Assessore Franzi. Pregherei il Consigliere Segretario di voler dare lettura di una mozione annunziata questa mattina dal Gruppo comunista e dal Gruppo socialista.



GERINI Armando, Segretario

"Il Consiglio Regionale del Piemonte sentite le comunicazioni della Giunta, dopo ampio dibattito sul problema dei prezzi in Piemonte esprime la sua viva preoccupazione per il pesante attacco che gli effetti cumulativi dei recenti aumenti dei prezzi e della crisi che colpisce alcuni importanti settori produttivi - tessile, chimico, agricolo portano ai livelli di vita e di occupazione delle masse popolari e dei lavoratori in particolare individua le cause fondamentali della continua ascesa dei prezzi, con particolare riferimento a quelli dei generi di largo e generale consumo, in fattori di carattere strutturale, sui quali sono venuti a cumularsi fenomeni speculativi di carattere contingente, in conseguenza negativi e incentivanti, determinati da recenti provvedimenti governativi in materia di prezzi amministrati (aumenti delle tariffe di servizi pubblici, prossima introduzione dell'Iva e difficoltà determinate dall'acuirsi della crisi monetaria italiana e internazionale) riconosce tra i nodi strutturali ancora irrisolti un peso particolare e determinante: 1) alla mancata soluzione dei problemi economici e sociali dell'agricoltura, aggravati dalle scelte della politica comunitaria tuttora ancorata alla politica del sostegno dei prezzi, anziché sulla riforma delle strutture produttive e sull'integrazione dei redditi alle aziende contadine, causa prima della grave situazione deficitaria della nostra bilancia agricola alimentare, con particolare riferimento al settore zootecnico 2) alla scarsa efficienza e produttività generale dell'attuale rete distributiva e dei mercati, generali all'ingrosso, interamente dominati anche per l'inadeguato sviluppo di forme e strutture associative fra piccoli e medi operatori commerciali, da pochi operatori in grado di predeterminare i prezzi a proprio esclusivo vantaggio.
Il Consiglio Regionale, nel respingere ogni tentativo di imputare l'attuale lievitazione dei prezzi agli esercenti operanti nella fase del commercio al dettaglio o alla contrattazione salariale, mentre riafferma l'esigenza di affrontare nel quadro di una concreta ed operante politica di programmazione economica democratica, nazionale e regionale, i problemi della ripresa economica e dell'espansione del mercato interno attraverso l'attuazione delle riforme di struttura, l'estensione e il controllo degli investimenti pubblici e privati rappresenta al Governo nazionale le richieste avanzate dal movimento sindacale democratico per a) la modifica della legge istitutiva dell'IVA, allo scopo di operare una consistente riduzione delle aliquote sui beni e servizi di prima necessita e sui generi di più largo e generale consumo b) la revoca degli aumenti delle tariffe telefoniche ed il blocco di tutte le tariffe dei servizi pubblici e degli altri prezzi amministrati, ed il blocco degli affitti c) la revisione della politica agricola comunitaria, con particolare riferimento alla sospensione da parte della CEE dei diritti di prelievo sui prodotti zootecnici provenienti dai Paesi terzi.
Il Consiglio Regionale, individuando altresì nella Regione stessa poteri, strumenti e competenze per un'efficace ed incisiva azione a breve medio e lungo termine, sui fattori strutturali e congiunturali che stanno alla base del rialzo dei prezzi e della conseguente ascesa del costo della vita, impegna il Presidente e la Giunta regionale: 1) a promuovere, attraverso l'AIMA e in accordo con il Comune di Torino e i principali Comuni della Regione, massicce importazioni di carne da immettere sul mercato mediante i macelli comunali, o consorzi dei macellai la cooperazione di consumo a prezzi concordati e di sicura concorrenza 2) favorire concretamente, attraverso opportune agevolazioni finanziarie e creditizie, lo sviluppo delle cooperazioni di consumo l'associazionismo e la cooperazione fra i produttori agricoli e i dettaglianti per gli acquisti collettivi 3) a predisporre un apposito provvedimento finanziario per concorrere alla costruzione dei centri di vendita che il Comune di Torino si è impegnato da tempo a mettere a disposizione della cooperazione di consumo e dei dettaglianti associati, e analoghe iniziative che venissero realizzate da altri Comuni della Regione 4) a coordinare, favorire e sostenere, anche con misure finanziarie, lo sviluppo del sistema delle vendite a prezzi concordati.
Richiamandosi ai documenti, voti e ordini del giorno già approvati in materia di riforma dell'apparato distributivo, di ristrutturazione dei mercati generali ed in materia di agricoltura, il Consiglio Regionale impegna altresì il Presidente e la Giunta Regionale: 1) a promuovere, attraverso appropriate forme di assistenza e consulenza tecnica e di coordinamento, la rapida elaborazione dei piani di adeguamento e sviluppo della rete distributiva da parte dei Comuni definendo i propri orientamenti in ordine alle attribuzioni di cui agli art. 26 e 27 della legge 426 dell'11 giugno '71 in modo coerente all'esigenza di contribuire ad avviare una riforma dell'apparato distributivo fondata sull'associazionismo dei dettaglianti e della cooperazione di consumo 2) a presentare precise proposte ed eventuali provvedimenti legislativi per la riorganizzazione e la ristrutturazione dei mercati generali all'ingrosso, con particolare riferimento ai mercati generali di Torino onde sottrarli all'imperante azione speculativa di ristrettissimi gruppi di operatori all'ingrosso 3) a definire i propri orientamenti in materia di politica agraria con particolare riferimento ai problemi dello sviluppo degli allevamenti e della produzione zootecnica, all'avvio dei piani zonali di sviluppo agricolo e per la promozione dell'associazionismo e della cooperazione agricola. Firmato: Bruno Ferraris, Berti, Bono, Luciano Raschio, Nerio Nesi, Fonio".



PRESIDENTE

La parola all'Assessore per la replica ed anche per esprimere il parere della Giunta in ordine alla mozione testé letta.



BORANDO Carlo, Assessore al Commercio

Ho preso visione della mozione, nella quale praticamente sono sintetizzati tutti i concetti che sono stati espressi stamattina da buona parte degli intervenuti. A nome della Giunta ringrazio tutti: e coloro che hanno approvato totalmente, come ha detto l'amico Beltrami, e coloro che hanno approvato solo in parte, con una certa obiettività, come ha fatto Ferraris; le stesse critiche mosse dall'amico Fonio, le incertezze del socialdemocratico Benzi, e così le attenzioni che ha avuto l'amico Fassino.
E' evidente che su argomenti di questo genere si può discutere all'infinito, soprattutto se si vuole sviluppare una critica che è una critica che può toccare noi, può toccare il Governo italiano, può toccare tutta la politica comunitaria impostata in questi anni. Ma è evidente che chi vuol essere al corrente delle statistiche, degli avvenimenti che si muovono anche fuori di casa nostra, deve necessariamente riconoscere che questi fenomeni non sono solo tipici mostri ma sono tipici di tutti i Paesi del Mercato Comune Europeo, vuoi in misura maggiore, vuoi in misura minore.
E' di ieri la notizia che la media delle statistiche di aumento del costo della vita in Germania, per il mercato alimentare, ha raggiunto il 5-5,5 per cento nel giro di un anno; e la Germania non è certamente un Paese in crisi, o lo è se lo si vede solo sotto questo aspetto.
La politica comunitaria ha certamente dei difetti, perché è un regime.
Bisognerebbe andare ad analizzare, ad esempio, la politica del Comecon invece di analizzare solamente quella del Mec, e si vedrebbe che probabilmente parecchi difetti ci stanno anche da quella parte. Perché se è vero, come è vero, che noi per calmierare i prezzi della nostra carne importiamo un notevole quantitativo di vitelli da ingrasso dall'Ungheria dalla Bulgaria, adesso un po' meno della Jugoslavia, ma soprattutto dai due Paesi che ho menzionato, delle due l'uno: o là la carne abbonda in maniera eccessiva, oppure là non la si mangia per mandarla fuori, o probabilmente la si vuol trasformare in moneta. Quindi, se approfondiamo il discorso troviamo pregi e difetti nell'uno e nell'altro sistema.



MARCHESOTTI Domenico

Mangiano solo caviale.



BORANDO Carlo, Assessore al Commercio

Eh, lo so, Paese fortunato e ricchissimo. Sarà. E quando si parla dei difetti che ha il nostro sistema, bisogna dire che una volta messici nell'ambito di una politica comunitaria, bisogna accettare anche gli aspetti negativi insieme a quelli positivi; infatti la difesa dei prezzi di alcune derrate agricole che la politica comunitaria ha fatto ha consentito in questi ultimi dieci-quindici anni di difendere le quotazioni dei prodotti ortofrutticoli della Sicilia, della Calabria e del nostro Meridione in modo che, se così non fosse stato certamente quei produttori non se la sarebbero cavata.
Così com'è anche vero che il prezzo del riso italiano, prodotto nella misura di otto milioni di quintali, e che interessa almeno cinque nostre province in particolare le due province piemontesi quali Vercelli e Novara certamente non avrebbe avuto una difesa che andasse al di là di un prezzo politico di intervento fissato dallo Stato italiano e che ha consentito ai risicoltori italiani di percepire il 20 per cento in più del prezzo fissato dal Governo.
Questo è uno degli altri aspetti positivi di questa politica tanto deprecata, per la quale per condannarla bisognerebbe conoscerne bene tutti gli aspetti, nell'uno e nell'altro senso, perché, torno a ripetere, ci sono certamente dei difetti in questo sistema, dovuti alle imposizioni del regime comunitario al quale chi vi aderisce deve necessariamente sottoporsi, ma è altrettanto vero che vi sono aspetti positivi.
Evidentemente non posso sviluppare un discorso lunghissimo su tutti gli argomenti che sono stati trattati qui, perché in definitiva il nostro compito è quello di predisporre un comportamento che consenta di ottenere dei risultati concreti per ciò che riguarda l'aumento dei prezzi nella nostra Regione.
Che cosa può fare la Regione in proposito? Intanto, non dimentichiamo che i poteri conferiti dallo Stato alla Regione sono l'aridissima dizione di quel decreto delegato dove parla di "fiere e mercati". Io la prima volta che l'ho letto mi son detto: mah, qui non so cosa riusciremo a fare come politica regionale in questo settore! Va beh, controlleremo le fiere. Poi allo stato delle cose, analizzandole tutte che non c'è nessuna fiera che la Regione Piemonte possa controllare.



BERTI Antonio

Ma se c'è solo questo a che serve un Assessorato apposito?



BORANDO Carlo, Assessore al Commercio

. tranne quelle poche fiere regionali che per iniziativa dei nostri Comuni e per quello che potremo fare noi siamo riusciti e andiamo ad imbastire: la Fiera interregionale di Arona, quella di Casale, domani quella di Cuneo, domenica quella regionale del bestiame ad Alessandria. Ma non è tutto qui: è un lavoro tipicamente burocratico.



BERTI Antonio

Chissà che pranzi luculliani!



BORANDO Carlo, Assessore al Commercio

Non posso neanche partecipare a tutti: ci alterniamo io, Franzi e Debenedetti, perché interessano ora l'agricoltura ora il turismo, ora le mostre vere e proprie.
Ma quando, poi abbiamo approfondito le nostre cognizioni, abbiamo visto che questa dotazione data alla Regione si è arricchita enormemente nel momento in cui ci hanno affibbiate le funzioni del controllo degli orari dei negozi, il che è una magnifica cosa, che ha "nobilitato" il lavoro della Regione in maniera che solo chi ha potuto consumare un'esperienza come il sottoscritto ha potuto capire di che cosa si tratta.
E' stata un'esperienza utile anche questa, perché nel dibattito che si è sviluppato inevitabilmente tra le categorie interessate - dei commercianti, degli ambulanti (Sanlorenzo ha provato a toccare la categoria degli ambulanti, e si è accorto che era un terreno che scottava come tutti gli altri) - ma che però ci ha consentito di far sviluppare tutta una serie di discorsi da parte della base che ci consente oggi di avere un patrimonio di esperienza ulteriore rispetto a quello che avremmo potuto avere Poi c'è invece la cosa veramente seria, o meglio la più seria: quella della legge sul commercio, la 426. In effetti, qui la Regione può svolgere un certo lavoro. Però, amici miei, è pur vero che, messe le cose come le ha messe Bruno Ferraris, nel suo intervento dove parlava di impegni di data di un anno fa, altri impegni di data di sei mesi fa, dico messa così sembrerebbe proprio che ci siano state inadempienze derivanti da negligenza.
Neanche lui lo pensa, che ci sia stata negligenza: forse lui avrebbe desiderato una maggior audacia, una maggior spinta, nell'essere più pronti o a essere pronti almeno oggi in un momento in cui il problema è esploso.
Non è che qui tutti siano pervasi dal sacro furore di modificare la struttura commerciale oggi come oggi, ma perché il mese di agosto è un'occasione propizia per far esplodere l'aumento dei prezzi e quindi diventa un problema di cui parlano tutti, tutti i giorni, almeno per un mese e mezzo, con l'augurio naturalmente che non se ne parli più solo perché il fenomeno si attenui.
Però, amici miei, noi quando parliamo di questo problema come di tanti altri invochiamo che cosa? La collaborazione della base, le consultazioni e l'impegno a sentire soprattutto quello che vorrebbero coloro che sono in basso.
I Comuni che cosa hanno fatto fino adesso? Voi sapete che abbiamo mandato almeno una decina di circolari, di sollecitazioni, di spinte, di rivendicazioni, oserei dire, da parte della Regione nei confronti di costoro. Non si sono mossi né si muovono. E' vero, si diceva stamattina che bisogna coordinare, che bisogna aiutarli, che bisogna fare le equipe di studio e via dicendo.



RASCHIO Luciano

Su che basi fai il processo ai Comuni? Parli come se fossero essi responsabili di questa situazione.



BORANDO Carlo

Assessore al Commercio. Infatti, sono responsabili, almeno per quanto riguarda lo studio dei piani di adeguamento e di sviluppo: sono responsabili almeno quanto noi, oserei anzi dire più di noi. Essi da un anno hanno il compito di formulare le Commissioni del commercio comunale e queste hanno il compito di studiare i piani urbanistici di sviluppo e di adeguamento e di presentarli alla Regione. E' vero, Ferraris, che forse sarà necessario un coordinamento nei confronti di questi Enti, ma ricordati che non è che questi non abbiano presentato i piani di adeguamento e di sviluppo perché sono negligenti - ce ne saranno di negligenti, ma molti non lo sono -: la verità è che si tratta di uno di quei problemi che sono così difficili da trattare che non sanno come affrontarlo, e aspettano che la Regione faccia la Carta commerciale, quella che invocava Ferraris, sulla quale si dice che i piani di adeguamento e di sviluppo devono essere fatti in questa e in quest'altra maniera. Cioè, allora la facciamo noi. Però, la legge dice che la devono fare i Comuni e il regolamento che segue la legge non dà alle Regioni delle potestà tali da poter imporre che devono essere fatti in una sola maniera: aderiscono se ne hanno voglia, ma se non vogliono possono non aderirvi. E' questo il punto. E desidero che il Consiglio prenda atto di questo, perché indubbiamente è una di quelle difficoltà per cui si ha, inevitabilmente, un ritardo nell'impostazione di questa materia.
Comunque, stamattina Ferraris faceva delle precise richieste. Le ho scritte qui, le ho segnate diligentemente. Chiedeva se esiste una equipe per lo studio di piani di adeguamento e di sviluppo. La risposta è: sì, in attesa di mettere insieme altri esperti, che hanno avuto anche la spinta da amici vostri, con i quali io ho parlato. L'equipe esiste perché una parte della Commissione regionale al Commercio, che peraltro è composta prevalentemente da esperti, sta studiando questo problema.
Se c'è un programma di coordinamento per questi piani di adeguamento e di sviluppo è proprio quello studio che stanno facendo questi signori in attesa di veder arrivare inviati dai Comuni i piani di adeguamento e di sviluppo. Vuol dire che, aspettando ancora un po', se Maometto non è venuto alla montagna, la montagna andrà a Maometto e cercheremo di metterli giù noi questi piani. Una cosa è certa e cioè che non è facile farli come è facile dirli. Bisogna uscire dell'equivoco, e l'equivoco sta appunto in questo: che noi prenderemo le iniziative nei confronti dei Comuni, la Commissione consiliare sarà tenuta al corrente e avrà il compito di trattarle queste cose, per toccare con mano quali e quante sono le difficoltà nei rapporti con i Comuni. E io desidero che ci sia anche tu amico mio, perché allora vedrai se non è vero che anche i Comuni hanno la loro responsabilità.
Quindi, sulla scorta di questi impegni, e evidente che in un tempo relativamente breve, oserei dire al massimo un mese, potremmo essere in grado di interessare il Consiglio Regionale, o per esso la Commissione consiliare, sulla impostazione che intendiamo dare per arrivare a quella famosa carta regionale di cui si parlava prima.
Per quanto riguarda invece il problema della mozione presentata, è evidente che io, a nome della Giunta, non posso accettare l'impostazione di una battaglia nei confronti della politica governativa per le ragioni che ho detto prima: perché non possiamo negare la validità di un sistema anche se in esso si possono rilevare quegli aspetti negativi che sono stati oggetto di critica; mentre invece tutto ciò che può dipendere dalla Regione Piemonte, e per essa dalla Giunta Regionale per la promozione di queste iniziative, siamo perfettamente d'accordo, io almeno, e ritengo di poter parlare a nome della Giunta, che possiamo assumere i seguenti impegni: 1) promuovere, in accordo con il Comune di Torino, e i principali altri Enti locali, azioni dirette ad ottenere tempestive importazioni ed immissioni sul mercato di quantitativi di carne utilizzando quelle strutture disponibili ed idonee a garantire la vendita a prezzi al consumo controllati. Spiegazione: noi non possiamo dire qui che sicuramente importeremo, non possiamo fare gli importatori: noi possiamo fare un'azione diretta nei confronti del Governo, e per esso nei confronti del Ministero del Commercio con l'estero, a considerare tutti coloro che vogliono fare importazione di carne e che abbiano i requisiti per ciò ad avere gli stessi diritti di quelli che hanno già. Perché la legge consente al signor Berti o al signor Lo Turco, per citare due persone che non fanno certamente gli importatori di carne, ma in quanto cittadini italiani, che ne abbiano i requisiti e le capacità, le condizioni di poterlo fare, di diventare importatori. Questi sono i concetti. Ora, è evidente, da qualcuno si sospetta che sono troppo poche queste licenze, che sono troppo rari coloro che hanno le caratteristiche "dell'importatore" quindi sotto questo aspetto indubbiamente noi faremmo cosa buona nel "liberalizzare" il concetto, degli aventi diritto all'importazione. In tal caso, i Comuni e gli enti locali potranno utilizzare tutti quegli strumenti, in proprio o attraverso le cooperative, attraverso dettaglianti associati, attraverso quelle altre forme che, restando nel campo del loro lavoro, riescono a importare, e quindi immettere sul mercato, a prezzi controllati, la merce importata.
2) A predisporre e a sottoporre al Consiglio Regionale tutti gli elementi di valutazione per quelle iniziative che richiedono un concreto concorso della Regione ai fini del coordinamento e dell'ammodernamento delle strutture commerciali e distributive, con particolare attenzione alle forme associate e di cooperazione capaci di ridurre gli onerosi ed eccessivi passaggi di intermediazione 3) a promuovere, attraverso appropriate forme di assistenza e consulenza tecnica e di coordinamento, la rapida elaborazione dei piani di adeguamento e di sviluppo della rete distributiva, è accettato in pieno, in sostanza, il concetto previsto dalla mozione, perché risponde alla verità alla realtà dei fatti 4) a presentare precise proposte di eventuali provvedimenti legislativi per la riorganizzazione e la ristrutturazione dei mercati generali all'ingrosso, con particolare riferimento ai Mercati generali di Torino onde sottrarli all'azione speculativa. Su questo c'è da dire a mio giudizio alcune cose. La nostra azione può essere indirizzata ad ammodernare quello che c'è, ad impiantare là dove non c'è, soprattutto ad arricchire i nostri mercati all'ingrosso non solo delle strutture tecniche, che pure sono necessarie (per esempio, sicuramente difettiamo di impianti di refrigerazione e di conservazione, tant'è che fallisce, o è fallito, il propugnato sistema di distribuzione della carne refrigerata, quella importata refrigerata, e la conservazione della frutta e verdura).
E' notizia di ieri che, essendo in atto una guerra fra consumatori dettaglianti e grossisti ai Mercati generali di Roma, è accaduto che prima gli altri tiravano la corda con i prezzi, adesso questi tirano la corda nel non comperare. Risultato: il quantitativo di carne portato al mercato è rimasto invenduto per un quinto, il quantitativo di merci ortofrutticolo portato sul mercato è rimasto invenduto per un ottavo. Va bene che come conseguenza, il quantitativo di merce ortofrutticola invenduta ha dovuto essere scartata: non c'è possibilità di conservazione in quei Mercati generali, come d'altronde accade qui. E la carne, se è carne refrigerata sia ben chiaro, almeno i tecnici, e non solo i tecnici ma anche i veterinari lo dicono, che quando la carne la si importa refrigerata deve essere tenuta refrigerata fino al momento in cui la si consegna alla massaia che la prende e va a casa e dopo un'ora o due la fa cuocere. Perch se la derefrigera e poi si pretende di congelarla ancora, evidentemente si falsa completamente il concetto di carne refrigerata, che pure è un ottimo alimento. Naturalmente, per fare questo sono necessarie quelle strutture di cui parlavo prima. Quindi, strutture e impianti, ma nei mercati all'ingrosso c'è bisogno soprattutto di quello che ho detto prima, e lo confermo: il controllo, il controllo pubblico, il controllo onesto. Perch non è poi neanche detto che i controlli pubblici non ci siano: già i Comuni hanno questo compito. Io non sono qui a dire che i Comuni non assolvono alle loro funzioni, ma indubbiamente, se il fenomeno si manifesta, o è perché questi controlli non sono fatti a dovere, o sono fatti in modo da non essere capaci di controllare completamente quel che deve essere controllato.
La verità è che in regime di libero mercato i prezzi devono essere stabiliti là, e invece vengono preconcordati, preordinati. E qui vi gioca il sistema del lato numero di grossisti, o di grossisti coalizzati, e così via. La nostra legislazione (in questa specie di ordine del giorno nella sua formulazione non è detto), ma io in una mia formuletta avevo proprio indicato che bisogna necessariamente fare una legislazione regionale perché la legge questo ce lo consente, che non sia contro la legge dello Stato in questo settore, perché non possiamo andare contro la legge dello Stato, ma penso che si possa fare molto anche senza andare contro la legge dello Stato nel formulare impostazioni e formule di controllo che ci consentano di ottenere i risultati sperati. Quindi, questo sarà oggetto di studio, di dibattito e di formulazione da parte della Giunta e del Consiglio Regionale, per naturalmente discutere e approvare una legge che ci consenta di manovrare i mercati in maniera diversa da come che è stato fino ad oggi.
Il punto 5 si collega un po' a quello che l'amico Franzi aveva detto prima: formulare in collaborazione con le categorie interessate proposte specifiche di politica agraria, raccordate alla programmazione regionale e ai piani di sviluppo, con particolare attenzione per i problemi della zootecnia e delle produzioni alimentari. Qui è evidente che il discorso si approfondirebbe e amplierebbe immensamente; mi pare che il Presidente della Giunta Regionale aveva proposto a suo tempo di fare un convegno ad hoc. E bisogna necessariamente testimoniare qui che anche nelle discussioni che avvengono nell'ambito dell'esecutivo il Presidente sembra particolarmente sensibile soprattutto per queste forme di carattere pratico che arricchendo il sistema della nostra economia nell'ambito dell'agricoltura possa dare buoni frutti anche nei successivi settori della distribuzione del commercio e soprattutto del consumo, perché è di tutta la comunità che consuma che noi dobbiamo in particolare avere riguardo.
Ritengo di avere concluso, non so se avendo soddisfatto o no coloro che sono intervenuti. Ma a me pare che, al di là delle parole, al di là della retorica, quel che conta sia l'impegno a tradurre in concreto, nel giro di un mese, un mese e mezzo (e adesso finalmente possiamo farlo) poich potendo legiferare, abbiamo in mano strumenti da sottoporre al Consiglio mediante impostazioni che possano poi diventare operanti e definitive.
Grazie.



PRESIDENTE

Sull'argomento in discussione viene presentato in questo momento quest'ordine del giorno, che reca le firme dei Consiglieri Adriano Bianchi Giuseppe Fassino, Germano Benzi: "Il Consiglio Regionale, in ordine al grave problema della lievitazione dei prezzi, udita la relazione della Giunta e dopo ampia discussione, prende atto degli impegni che la Giunta stessa ha assunto, anche in sede di replica, accogliendo larga parte delle sollecitazioni formulate nei vari interventi, e li approva".
Essendo stata però presentata la mozione in tempo precedente distaccata dall'ordine del giorno, a me incombe il dovere di mettere in votazione innanzitutto la mozione e poi eventualmente l'ordine del giorno.
Qualcuno chiede ancora di parlare sulla mozione? Il Consigliere Berti.
Ne ha facoltà.



BERTI Antonio

Devo premettere che non ho ben capito il senso dell'ordine del giorno anche perché bisognerebbe averne una copia per poterlo valutare attentamente. Cosa vuol dire che approva i contributi che sono venuti dal dibattito?



PRESIDENTE

Probabilmente, gli impegni che la Giunta stessa approva, quelli che derivano dalle dichiarazioni fatte dall'Assessore Franzi e dall'Assessore Borando. Il concetto è infatti: prenda atto degli impegni che la Giunta stessa ha assunto, anche in sede di replica, accogliendo larga parte delle sollecitazioni formulate nei vari interventi, e li approva. Gli impegni evidentemente.



BERTI Antonio

Secondo me, l'ordine del giorno dovrebbe contenere, precisati per iscritto specificatamente in altrettanti punti, gli impegni dichiarati a voce dall'Assessore; una volta che sia stato così formulato, vorrei avere poi modo di esaminare il testo scritto, per poterlo valutare compiutamente.
A prescindere da questa richiesta, desidero dire che gli interventi conclusivi degli Assessori hanno lasciato almeno in parte aperte molte questioni.
Non esprimo giudizi sull'intervento dell'Assessore all'Agricoltura, che a mio parere non ha arrecato alcun contributo alla discussione, essendo stata molto limitata e poco approfondita la sua risposta rispetto all'ampiezza e all'interesse del dibattito. Non credo possa essere considerata valida la tesi che della carne non bisogna limitarsi a mangiare il filetto ma bisogna saper sfruttare anche gli altri tagli: è una tesi non consona ad un Consiglio Regionale. Gli impegni e le questioni sono di ben altro livello, e sono state completamente eluse.
Più interessante, invece, direi, il discorso dell'Assessore Borando, il quale, a parte l'argomentazione polemica iniziale nei confronti di altri Paesi (la realtà è che la crisi c'è qui da noi, in questo momento, ed è questa crisi che ci troviamo a dover affrontare), ha svolto considerazioni apprezzabili, per di più con quel suo modo di esporre che gli attira simpatia. Noi avremmo preferito che a proposito dell'impegno qui dichiarato, e già di per sé di grande interesse, a preparare una legislazione, fosse anche meglio specificato, sia pure in linea di massima come si intenda intervenire. Comunque, ne prendiamo atto e lo consideriamo con un certo interesse, tanto più essendo stato precisato come da assolvere nell'arco di un mese, un mese e mezzo, con riserva di verificarne la pratica attuazione: può essere qualcosa di molto grosso e assegnare un ruolo preciso alla Regione, può anche essere invece qualcosa che lascia del tutto aperta la questione.
Tuttavia, vorrei far rilevare all'Assessore, il quale si è pronunciato in modo abbastanza critico nei confronti dei Comuni. Dico subito che noi non possiamo accettare la critica per le inadempienze, le responsabilità che si addebitano ai Comuni, se queste sono assunte, come a me è sembrato anche da parte dell'Assessore, quale argomento principale anche per eludere le più grosse responsabilità, di natura politica e governativa, che noi abbiamo proposto nel dibattito, e anche per giustificare ritardi della stessa Regione.



BORANDO Carlo, Assessore al Commercio

Escludo che sia questa l'interpretazione da dare a tali critiche.



BERTI Antonio

Queste inadempienze non vanno a nostra giustificazione, ad attenuazione delle nostre responsabilità, in questo caso del Governo regionale. Di esse possiamo prendere atto soltanto come sottolineatura del fatto che anche gli enti locali, che hanno poteri in materia di commercio (non vorrei qui aprire il discorso, tanto più che ci sono altri in grado di farlo meglio di me: il commercio non è un settore fine a se stesso, e quando si parla di commercio si parla di interventi nel campo dell'urbanistica, si parla di tutta una serie di interventi che possono consentire lo sviluppo della rete commerciale eccetera) e dispongono forse, fino ad oggi, più che la Regione di strumenti per intervenire, non hanno mai dimostrato fino ad oggi una grande sensibilità in questo senso. Qual è lo scopo di questa presa d'atto? Secondo me, compito della Regione non è solo approntare strumenti o atti legislativi attraverso i quali intervenire e per quanto riguarda la rete commerciale e per quanto riguarda il problema della impostazione eccetera cioè del rifornimento, e quindi intervenire nel campo dei mercati. (Accenno di sfuggita, dato che devo essere conciso in sede di dichiarazione di voto che un vasto settore di intervento è quello dei mercati generali, per esempio: in provincia di Torino ci sono tre grossi problemi relativi al mercato delle carni, al mercato dell'ortofrutta, alla Centrale dei latte tre grossi settori che dovrebbero essere completamente rivisti per poter disporre di strumenti che già ci sono. Ma avremo modo di riprendere questi temi, e si vedrà che per ognuno di questi settori, per restare alla Provincia di Torino, già si dispone di strumenti che oggi sono nelle mani degli speculatori e che potrebbero invece essere opportunamente rivisti e quindi esprimere una politica di tipo diverso). E' anche quello di promozione ed educazione. Secondo me, la Regione, se non vuole operare in coda agli avvenimenti ma precorrerli, attraverso dibattiti, conferenze sollecitazioni, deve, e può benissimo farlo, invitare determinate Province determinati Comuni a proporre delle iniziative.
Abbiamo in questo momento le risultanze delle prime esperienze: il Comune sta istituendo, in accordo con i sindacati e il movimento dei cittadini, dei punti di vendita a prezzi controllati. E' un avvio che ci consentirà, se, per esempio nel campo dell'agricoltura, che e strettamente collegato, progredisse il sistema dell'organizzazione volontaria dei coltivatori per il conferimento diretto ai punti di vendita, eliminando quella speculazione, quegli elementi intermedi di cui parlava Benzi, di cui hanno parlato altri, al di la delle grandi scelte politiche, che del resto poi condizionano tutto, di affrontare dei tentativi seri di intervenire sul mercato in modo concreto. Le esperienze che la città di Torino si appresta a compiere, quelle di Valenza, che Ferraris ha ricordato, possono essere assunte, a nostro giudizio, dalla Regione ad esempio per promuovere incontri con i Comuni ai quali prospettare una determinata linea di intervento. Non solo, ma ecco il terzo punto delle nostre proposte - la Regione, mentre promuove determinate iniziative, destina anche una parte dei suoi soldi (la richiesta era di cento milioni) per contributi che certamente non consentono di affrontare completamente il problema ma costituiscono incentivo ad intervenire.
Allora, veramente la Regione, oltre ad assumere l'iniziativa che le è propria di approntare strumenti legislativi e di intervento nei campi in cui è obbligata ad intervenire, esercita, secondo me, anche una funzione di promozione, proprio convocando i Comuni per invitarli a fare. Non raggiungeremo i risultati nel cento per cento dei casi, ma probabilmente qualcosa di concreto riusciremo ad ottenerlo.
Quindi, noi sosteniamo questa nostra mozione, in attesa di esaminare nella sua integrità il contenuto dell'ordine del giorno proposto successivamente dai Gruppi della maggioranza e di conoscere quali iniziative l'Assessore vorrà proporre alla Commissione - desidero dare atto all'Assessore Borando che egli non trascura mai di operare in collaborazione con la competente Commissione - per portare la Regione ad esercitare una nuova funzione in questo settore.



PRESIDENTE

Rileggerei l'ordine del giorno dato che è estremamente stringato: "Il Consiglio Regionale, in ordine al grave problema della lievitazione dei prezzi udita la relazione della Giunta e dopo ampia discussione prende atto degli impegni che la Giunta, e stessa ha assunto, anche in sede di replica, accogliendo larga parte delle sollecitazioni formulate nei vari interventi, e li approva".
Data la brevità, mi pare che la lettura potrebbe essere sufficiente: comunque, faremo approntare copie del testo, perché i Consiglieri ne possano prender visione.



BERTI Antonio

L'ordine del giorno deve valere per noi ma anche per l'esterno.
All'esterno che cosa si pubblica? Questo ordine del giorno o anche le relazioni? L'esterno ha bisogno di sapere quali sono gli impegni assunti in queste materia.



PRESIDENTE

Si faranno delle comunicazioni attraverso gli uffici stampa evidentemente. Comunque, io ho questo ordine del giorno, che non posso modificare di mia iniziativa.



BERTI Antonio

Chiederei una sospensione per vedere di concretizzare questo ordine del giorno.



PRESIDENTE

Non ho niente in contrario a concedere una sospensione. Vorrei soltanto far presente al Consiglio che siamo arrivati alle 17,30, che abbiamo ancora moltissimo lavoro da svolgere e che è già prevista una sospensione più tardi per una riunione dei Capigruppo, al fine di formulare l'ordine del giorno per il giorno 19.
Ha facoltà di parlare il Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Per quanto mi riguarda, pur senza essermi consultato con gli altri presentatori dell'ordine del giorno, credo di poter dire anche a loro nome che abbiamo inteso in esso assumere le dichiarazioni che nella fase finale l'Assessore ha formulato in termini espliciti, smettendo di improvvisare per seguire un testo scritto; immagino che non solo il testo stenografico ma anche un comunicato stampa conclusivo renderà pubblici questi punti nel loro letterale tenore, senza possibilità di equivoco. In ogni caso, non ho nulla in contrario, sentiti gli altri presentatori, preso atto degli impegni della Giunta che in tal modo suonano, a riportarli integralmente se questo sarà ritenuto opportuno.



PRESIDENTE

Gli altri presentatori dell'ordine del giorno sono di questo avviso? Allora, l'ordine del giorno dev'essere necessariamente integrato con i vari punti che sono stati letti dall'Assessore, e qui corre l'obbligo all'Assessore di volerli quanto meno rileggere.



BORANDO Carlo, Assessore al Commercio

Chiedo una sospensione della seduta di non più di dieci minuti.



PRESIDENTE

Torno a ripetere che dovremo fare una sospensione per la riunione fra i Capigruppo. Non vorrei che andando avanti fra una sospensione e l'altra...



BERTI Antonio

La sospensione, a norma di Regolamento, lei me la deve concedere. Se occorre, potremmo anche protrarre la seduta fino a domani, ma dovremo pur discuterlo questo punto.



PRESIDENTE

Non c'è bisogno di surriscaldarsi. Desideravo soltanto evitare che si finisse con l'arrivare ad un'ora in cui si sorvola per stanchezza anche su questioni di notevole rilevanza.



BERTI Antonio

Io sono pronto a rimanere qui anche fino a mezzanotte. Non siamo certo noi che disertiamo le sedute.



PRESIDENTE

Un po' tutti. Comunque, la seduta è sospesa per dieci minuti.



(La seduta sospesa alle ore 17,35, riprende alle ore 17,55)



PRESIDENTE

Allora, i presentatori della mozione concordano sull'ordine del giorno.



BERTI Antonio

Sì.



PRESIDENTE

La mozione quindi, è da considerarsi ritirata, da non mettere in votazione.
Leggo l'ordine del giorno presentato (poi se ne faranno copie che verranno distribuite): "Il Consiglio Regionale, in ordine al grave problema della lievitazione dei prezzi udita la relazione della Giunta e dopo ampia discussione, prende atto degli impegni che la Giunta stessa ha assunto in sede di replica accogliendo larga parte delle sollecitazioni formulate nei vari interventi impegni che sono stati così espressi: 1) promuovere, in accordo con il Comune di Torino ed i principali altri enti locali, azioni dirette ad ottenere tempestive importazioni ed immissioni sul mercato di quantitativi di carne, utilizzando quelle strutture disponibili ed idonee a garantire la vendita a prezzi al consumo controllati 2) predisporre e sottoporre al Consiglio Regionale tutti gli elementi di valutazione, per quelle iniziative che richiedono un concorso finanziario della Regione ai fini del coordinamento e dell'ammodernamento delle strutture commerciali e distributive, con particolare attenzione alle forme associate e di cooperazione capaci di ridurre gli onerosi ed eccessivi passaggi di intermediazione e con riguardo ai proposti centri di vendita controllata da assegnare a consorzi di dettaglianti ed alla cooperazione di consumo 3) promuovere attraverso appropriate forme di assistenza e consulenza tecnica e di coordinamento la rapida elaborazione dei piani di adeguamento e di sviluppo della rete distributiva da parte dei Comuni, definendo propri orientamenti in ordine alle attribuzioni di cui agli articoli 26 e 27 della legge 11 giugno '71 n. 426, in modo coerente all'esigenza di contribuire ad avviare una riforma dell'apparato distributivo 4) presentare precise proposte ed eventuali provvedimenti legislativi per la riorganizzazione e la ristrutturazione dei mercati generali all'ingrosso, con particolare riferimento ai Mercati generali di Torino onde sottrarli all'azione speculativa 5) formulare, in collaborazione con le categorie interessate, proposte specifiche di politica agraria, raccordate alla programmazione regionale ed ai piani zonali di sviluppo, con particolare attenzione per i problemi della zootecnia e delle produzioni alimentari, e li approva".
Prego provvedere sollecitamente all'approntamento di copie in maniera che prima di lasciare la seduta tutti i Consiglieri possano disporre del testo. Su questo documento mi pare sia stata raggiunta l'intesa, e quindi lo propongo alla votazione del Consiglio.
Ha facoltà di parlare il Consigliere Fonio, per dichiarazione di voto.



FONIO Mario

A nome del mio Gruppo, che ha chiesto che il Consiglio trattasse questo argomento, esprimo la soddisfazione per il modo ampio ed esauriente in cui si è svolto il dibattito, che ha portato, quel che più conta, a risultati concreti quali si rilevano dagli impegni assunti dalla Giunta e richiamati nell'ordine del giorno.
Il dibattito, ci ha portati a questi risultati passando dalle prime dichiarazioni, che avevamo qualificato un pochino evanescenti dell'Assessore al Commercio a questi concreti propositi di operatività da parte della Giunta. Esso è servito infatti anche ad effettuare un'indagine che dapprima era piuttosto superficiale, fino alle radici del male che noi le avevamo indicate.
In questo senso noi valutiamo positivamente anche le dichiarazioni dell'Assessore Franzi, che io ritengo abbia voluto, proprio sulla nostra sollecitazione, inserire la responsabilità della Giunta in materia di agricoltura in quella prospettiva che noi avevamo indicato in relazione alla soluzione del male del precipitoso rincaro della vita. La sua dichiarazione potrà essere stata piuttosto sommaria in relazione anche all'economia nel dibattito comunque, è proprio di fronte ai richiami fatti dall'Assessore che si concretizzano nel capitolo 5, per una politica agraria raccordata alla programmazione regionale, i piani zonali di sviluppo, (con particolare attenzione alle iniziative necessarie perché dal contesto dello sviluppo regionale della nostra Regione si possa rimediare anche a questa situazione) che noi accogliamo il risultato del dibattito in senso favorevole e ci compiacciamo di questo ordine del giorno, al quale daremo ovviamente voto favorevole.



PRESIDENTE

Nessun'altra dichiarazione di voto? Allora, pongo in votazione l'ordine del giorno nel testo formulato testé e da me letto. Chi l'approva è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità. Verrà copiato e distribuito.


Argomento:

Ordine del giorno sul problema dei prezzi in Piemonte

Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio


PRESIDENTE

Dovrei, a questo punto, informare il Consiglio che è stata presentata in data d'oggi una proposta di legge regionale firmata dai Consiglieri Calsolaro, Fonio, Nesi, Simonelli e Viglione, avente per oggetto: "Tutela del patrimonio linguistico e culturale". Il Presidente provvederà ad assegnarla alla Commissione permanente competente per materia perché la esamini in sede referente.
I Consiglieri Ferraris, Sereno Bono, Carmen Fabbris, Luciano Raschio Franco Revelli, Luigi Rivalta hanno pure in data d'oggi, presentato un progetto di legge avente per oggetto: "Norme per l'istituzione l'attività e il finanziamento delle comunità montane in attuazione della legge del Parlamento nazionale n. 1102 del 3 dicembre '71". Mi riservo di assegnare anche questa alla o alle competenti Commissioni consiliari per l'esame.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio

Argomento:

Approvazione verbali sedute precedenti


PRESIDENTE

Avevamo lasciato in sospeso il primo punto all'ordine del giorno, che è: "Approvazione verbali sedute precedenti", in maniera che i Consiglieri avessero il tempo di leggere i verbali. Vi sono osservazioni? Nessuno chiede di parlare? Allora, pongo in votazione i verbali delle sedute precedenti, come indicate nell'ordine del giorno. Chi approva è pregato di alzare la mano.
I verbali sono approvati all'unanimità.


Argomento: Economato e Servizi di tesoreria

Disegno di legge n. 37 sul servizio di tesoreria della Regione (rinvio)


PRESIDENTE

Debbo informare che il Presidente della I Commissione, Garabello, mi comunica che non è stato possibile alla sua Commissione concludere l'esame del disegno di legge n. 37 "Tesoreria della Regione", in quanto si è resa necessaria una ulteriore seduta con la partecipazione della Giunta, e pertanto il punto 6 dell'ordine del giorno viene aggiornato. Dovrei adesso riunire i Capigruppo.
Parere sullo schema di D.P.R. concernente, il decentramento di funzioni amministrative nel settore dei beni dello Stato.



FASSINO Giuseppe, relatore

Se permette, potrei svolgere la mia relazione sul punto 7, che non impegnerà più di tre minuti.



PRESIDENTE

Allora, se loro sono d'accordo, siccome la relazione del Consigliere Fassino sul punto n. 7 è brevissima, e conseguentemente penso che anche la votazione possa essere sollecita, acconsentirei ad ascoltarlo ora, in maniera che ci resti poi tempo per spaziare.
Ha facoltà di parlare il Consigliere Fassino per la relazione sullo schema di decreto del Presidente della Repubblica concernente il decentramento delle funzioni amministrative nel settore dei beni dello Stato.



FASSINO Giuseppe, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, mi scuso se ho sollecitato questa relazione che, ripeto, è brevissima, ma si tratta di una relazione che dorme da oltre un mese e che credo abbia superato di gran lunga i termini stabiliti e non per colpa nostra.
Voglio unicamente illustrare, con poche parole, ai colleghi, di che cosa si tratta.
Lo schema di decreto delegato in esame concerne il decentramento, come ha ben detto il Presidente, delle funzioni amministrative del settore dei beni dello Stato e si inserisce nel quadro generale di riordinamento dei servizi periferici dello Stato stesso.
Su questo schema di decreto ritengo di aver poco da dire, sia perché le osservazioni della Giunta sono state recepite dalla Commissione, sia perch la stessa Commissione ha approvato all'unanimità il nuovo testo che prevede la riformulazione degli artt. 3 - 5 - 6 - 7 - 8 - 16. Se, infatti, i beni di cui lo schema si occupa, sono dello Stato, non può essere negato che la loro utilizzazione può coinvolgere interesse la difesa dei quali spetta alla Regione e che di conseguenza noi dobbiamo rivendicare.
Volendo comunque essere sintetico come ho promesso, mi limito a dire senza ripetere in dettaglio le osservazioni scritte nella relazione che peraltro è stata distribuita, che gli articoli 3 - 5 - 6 - 7 - 8 sono stati riformulati dalla Commissione in modo da assicurare, in ordine ai beni dello Stato, la prelazione per l'acquisto, l'uso e la locazione dei beni indicati nello schema di decreto delegato alla Regione (nell'ordine) alla Provincia, al Comune in cui gli stessi si trovano, al fine della destinazione a servizi pubblici di loro rispettiva competenza.
Aggiungo soltanto che nello spirito del più ampio decentramento amministrativo previsto dall'art. 5 della Costituzione, richiamato peraltro all'art. 3 del punto 2 della legge 775 del 1970 ed al fine di mantenere snellendo le procedure, la destinazione a pubblico servizio di immobili di proprietà dello Stato, si è ritenuto di richiedere l'abolizione dei limiti di valore per la vendita a trattativa privata e per la permuta con enti pubblici.
Aggiungo ancora che la riformulazione di una parte dell'art. 5 che riguarda la Croce Rossa, e la riformulazione dell'art. 16, che aveva omesso la Regione, si basano su presunte (ai parere della Commissione almeno) violazioni di legge negli articoli che abbiamo rilevato.
E con ciò, se i colleghi mi dispensano dal leggere la lunga relazione velocemente come avevo promesso concludo e, come si suol dire, passo la parola.



PRESIDENTE

La discussione è aperta. Qualcuno chiede di parlare? La parola al Consigliere Garabello.



GARABELLO Enzo

Signor Presidente, solo per confermare il voto favorevole del mio gruppo e anche per cogliere l'occasione per ringraziare il collega Fassino che si è esercitato in una materia non particolarmente stimolante e con molta diligenza ha messo a punto una relazione che la Commissione all'unanimità ha approvata.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Paganelli.



PAGANELLI Ettore, Assessore al bilancio

Intervengo anch'io molto brevemente per dire che vi è pieno accordo tra le osservazioni che la Giunta aveva preliminarmente presentate e quelle contenute nella dettagliata relazione del collega Fassino. Conseguentemente la Giunta è favorevole alla relazione stessa ed alle proposte di emendamento degli articoli.



PRESIDENTE

E' sufficiente una presa d'atto o dobbiamo votare approvando la relazione?



RASCHIO Luciano

Bisogna votarla



PRESIDENTE

Si proceda allora alla votazione. Vi sono dichiarazioni di voto? Nessuna.
Chi approva la relazione è pregato di alzare la mano. E' approvata all'unanimità.


Argomento:

Disegno di legge n. 37 sul servizio di tesoreria della Regione (rinvio)

Argomento:

Interrogazioni, interpellanze e mozioni (annuncio)


PRESIDENTE

Pregherei i Consiglieri di non assentarsi perché penso che al massimo in venti minuti la riunione dei Capigruppo può esaurirsi e sarebbe mio proposito andare ancora avanti nell'esame di alcune delle mozioni che ci trasciniamo dietro da troppo tempo.
Penserei, anche perché loro abbiano una certa elasticità di movimenti di riprendere i lavori alle 18,30.
Ci sono alcune interrogazioni e mozioni che sono state presentate: dai Consiglieri Viglione-Fonio-Calsolaro-Nesi-Simonelli, con carattere d'urgenza; dai Consiglieri Berti-Revelli-Bono-Besate-Ferraris- Rivalta Raschio relativa ad alcuni aspetti Enel nella zona del cuneese; dei Consiglieri Zanone-Fassino-Gerini-Rossotto relativa a problemi del Comune di Druento; dai Consiglieri Zanone-Fassino-Gerini-Rossotto sulle iniziative per le riserve naturali dell'ambiente, secondo le proposte del piano di sviluppo regionale per procedere ad un'impostazione organica per l'acquisizione e tutela di aree da destinare; infine del Consigliere Nesi che interroga con urgenza circa le iniziative dirette ad evitare episodi come quelli che sarebbero avvenuti alla Fiat Mirafiori dove un funzionario del Ministero del Lavoro, di fronte al rifiuto dei rappresentanti della FLM FIOM e UIL a collaborare con lui, insieme all'esponente della CISL ha preferito compiere un sopralluogo.
Le diamo tutte integralmente per lette, se il Consiglio è d'accordo e verranno trasmesse insieme all'o.d.g. per la seduta del 19 c.m.
La seduta, sospesa alle ore 18,10, riprende alle ore 18,50)


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Mozioni dei Consiglieri Vecchione ed altri e Curci e Carazzoni sul fenomeno del diffondersi della droga


PRESIDENTE

Il punto 5) all'ordine del giorno viene aggiornato perché sono necessarie delle precisazioni che si spera di avere entro pochissimi giorni.
I Capigruppo hanno concordato di proseguire i lavori passando all'esame di alcune mozioni.
La prima è stata presentata il 24.7.72 dai Consiglieri Vecchione Giovana, Revelli alla quale penso di abbinare quella presentata il 13 luglio dai Consiglieri Curci e Carazzoni anche se assenti; l'identità della materia però è tale da giustificare una discussione complessiva.
Il Consigliere interrogante che credesse di illustrarla ha facoltà di farlo.
La parola al Consigliere Vecchione.



VECCHIONE Mario

Nel presentare la mozione in ordine al fenomeno della droga specialmente per il suo manifestarsi, nelle scuole e tra le giovani generazioni, non riteniamo di creare allarmismo in quanto nella nostra città, nella nostra regione siamo ben distanti dalle percentuali che sono state raggiunte ad esempio (come "La Stampa" stamattina scriveva in un articolo) in Florida dove giovani, gli studenti soggetti alla droga sono dal 70 per cento all'85 per cento.
In questi giorni il congresso nazionale di tossicomania che si tiene a Parigi sta cercando di dare delle indicazioni per arginare il fenomeno.
Nella mozione che si propone all'approvazione del Consiglio vi è un passo nel quale cerchiamo di toccare anche le ragioni di fondo che sono ragione di rinuncia ad un impegno civile sostanzialmente ad un impegno di vita per la collettività. Noi tendiamo ad arginare questo fenomeno cercando di andare alle origini, alle cause prime in cui lo stesso si presenta e quindi a costruire per i giovani una società, una scuola di tipo nuovo per arrivare ad una medicina preventiva nelle scuole e a toccare di qui quei problemi la cui soluzione si sollecita con l'unità sanitaria locale. Vi sono dei valori di fondo nei quali i giovani si devono riconoscere, che la società oggi non dà e che sono ormai espressi in forma fallimentare in una società dove altri valori si presentano ed originano quel fenomeno preoccupante, dell'uso della droga, fenomeno direi quasi che assume la forma della regolarità quando pensiamo che negli Stati Uniti d'America e nella Florida si ha l'85 per cento della popolazione studentesca drogata. A questo punto non è più un fenomeno da arginare, è una situazione che non si recupera più.
Perché proponiamo questa mozione all'approvazione del Consiglio? Perch da questo si muove una concezione della programmazione, dell'assistenza scolastica, dell'assistenza sanitaria e la Regione deve rivendicare anche su questo punto un suo autonomo intervento. Abbiamo quindi proposto che il Consiglio elabori un piano per portare a conoscenza della popolazione scolastica dei giovani, oltre ad adottare o sollecitare provvedimenti repressivi del commercio della droga, i fatti negativi che derivano dall'uso degli stupefacenti. Ma non basta, bisogna che diciamo anche che la scuola deve dire qualche cosa di positivo nei confronti delle nuove generazioni, altrimenti non faremo altro che delle paternali inutili.
La mozione, se il signor Presidente avrà la bontà di leggerla al Consiglio, è sufficientemente chiara per cui penso di non avere altro da dire per illustrarla.



PRESIDENTE

Loro consentono che anche l'altra mozione sia votata comprensivamente? Il testo è praticamente lo stesso, dovremmo fare due votazioni. Non vorrei trovarmi nella condizione che dopo aver detto sì alla sostanza della mozione che reca determinate firme, dicessimo stranamente no, sulla stessa identica materia, all'altra mozione che reca altre firme, sarebbe una contraddizione non logica. A meno di dichiarare che, votata la mozione che è stata messa all'o.d.g. come prima, l'altra viene praticamente assorbita...



FABBRIS Pierina

Perché sono assenti i presentatori.



PRESIDENTE

Quello è un problema da risolvere, non è prevista dal Regolamento l'assenza dei presentatori delle mozioni; comunque la riteniamo assorbita.
Dichiarerei di non metterla in votazione perché già sostanzialmente votata con la mozione precedente. Mi arrogo ad un'interpretazione regolamentare così, poi vedremo cosa succede.
L'Assessore Armella ha la parola per dire il pensiero della Giunta in proposito.



ARMELLA Angelo, Assessore alla sanità

In questa materia, che certamente presenta aspetti complessi, la Giunta propone una disamina del problema, senza arrivare ovviamente a delle conclusioni definitive.
E' molto difficile precisare e misurare quantitativamente il fenomeno della droga, per poter giungere all'indicazione delle più opportune misure di difesa. Per la nostra regione non esistono studi o dati di ricerca statistica precisi e anche a livello nazionale questa carenza è diffusamente avvertita. Tanto per fare un esempio, soltanto all'inizio del prossimo anno nel nostro Paese (a Milano in occasione dell'annunciato congresso nazionale che ha per tema "Droga e società italiana") si parlerà a livello nazionale del problema per la prima volta in un consesso ufficiale. Al contrario, sul piano internazionale esiste già una vasta letteratura specialistica che raccoglie dati di sperimentazione già compiuti, sempre a livello, internazionale, negli ambienti culturali più disparati. Le ragioni di questa carenza sul piano delle ricerche è da ricercarsi nell'alto numero dei settori interessati al problema: sociologico, psicopedagogico, giuridico, farmacologico, criminologico.
La recente espansione del fenomeno, d'altro canto, non può venire disancorata dagli accelerati cambiamenti intervenuti nel nostro sistema di vita. Mutamenti che hanno generato diversi modi e tempi di maturazione culturale, di rapporti e di contatti interfamiliari e associativi diversi e più lesivi di quelli di ieri. Da questo derivano carenze e stimoli che sospingono le personalità più immature e meno consapevoli di certi valori fondamentali a piegarsi all'incertezza e all'angoscia, in una fuga illusoria della realtà, che la droga sembra temporaneamente concedere.
Hashish, allucinogeni, psicofarmaci ed ogni intruglio dal quale si possa ricavare anche la semplice "impressione" dello stupefacente sono la droga dei più giovani, ragazzi che secondo alcune statistiche vanno dai 13 ai 24 anni. Oltre questa età, sempre secondo le statistiche, i consumatori abituali ormai assuefatti si servono della cocaina e di altre droghe così dette "forti". Fanno parte di questo gruppo quelle che danno una certa assuefazione e portano a sicuro sfacelo tanto del corpo quanto della mente.
Purtroppo anche nella nostra regione, soprattutto nelle grandi città anche se meno allarmisticamente che altrove, la diffusione di questi veicoli deleteri sembra essere in aumento. E' impossibile un censimento degli "intossicati", ma come per le "mini-droghe" anche per le "maxi droghe" si parla genericamente di "qualche migliaio", con un aumento rispetto al passato. Il prezzo della cocaina varia dalle 20 alle 30.000 lire al grammo, e questa droga, almeno nel campo degli stupefacenti "forti", sembra essere quella maggiormente consumata. Per procurarsi la polvere l'intossicato, quello incallito, non bada a mezzi illegali: di qui il legame dell'uso della droga con la prostituzione, il furto, la rapina.
Aggiungasi che spesso il consumatore è anche spacciatore. I canali di arrivo sono molteplici. I tutori della legge, pur nella carenza di uomini e mezzi, sono spesso in notevoli difficoltà non essendo sempre agevolati dalle procedure burocratiche. Squadra mobile, polizia tributaria e carabinieri hanno tutti speciali nuclei antidroga. La sezione narcotici della questura è da qualche tempo in attività: conta però di pochi uomini che occasionalmente sono adibiti anche ad altri incarichi. Le persone controllate sono state numerosissime, così come gli arresti per uso e detenzione di stupefacenti. La speciale sezione della Guardia di Finanza è stata costituita nel 1970, anch'essa senza grandi spiegamenti di forze.
Spesso si tratta di "squadre fantasma" perché l'identità dei suoi componenti, quasi .tutti giovani che si mimetizzano perfettamente nell'ambiente che devono setacciare, è tenuta rigorosamente segreta. In due soli anni di attività e con i pochi mezzi a disposizione, la squadra ha conseguito risultati notevoli. Numerosi sono stati i sequestri di polvere pasticche e flaconi. Anche i carabinieri hanno un nucleo antidroga.
Istituito nel settembre '71, ha esteso la sua attività a tutta l'Italia settentrionale, eseguendo numerose azioni.
Ne pochi, né tanti volonterosi uomini della legge sono tuttavia in grado di frenare un fenomeno non solo criminale, ma sociale. L'azione di prevenzione, a questo proposito, assume una vastità ampia e coordinata di informazione e di educazione. Oltre ai nuclei speciali di polizia è quindi necessaria anche e soprattutto l'azione di genitori ed educatori.
E' perciò indispensabile un'azione congiunta, oltreché del Ministero della Sanità e dell'Interno, anche del Ministero della P.I. In Francia, in coincidenza con l'inizio del prossimo anno scolastico, verrà distribuito un libretto che vorrebbe aiutare i genitori ad affrontare la critica situazione della scoperta del figlio che si droga, senza inutili drammi e dannosi scoraggiamenti. (E' di oggi la notizia di una madre che ha portato il proprio figlio all'ospedale di Genova dicendo che è drogato).
"Information sur la drogue à l'usages des parents" è il titolo della pubblicazione di cui sono in corso di distribuzione gratuita un milione di copie. Il libretto fa un quadro della tossicomania e delle sue cause elenca i diversi tipi di stupefacenti, fornisce elementi di dialogo con i figli, consigli pratici, indirizzi utili. A quanto si riferisce, la normativa impone che se il giovane è disposto a presentarsi spontaneamente ai servizi sanitari per chiedere una cura di disintossicazione, gli siano prospettati i vari vantaggi: l'anonimato, la gratuità delle cure l'immunità giudiziaria, la garanzia di non subire controlli.
Se invece è arrestato è l'autorità sanitaria che, d'accordo col Procuratore della Repubblica, lo sorveglia e lo controlla. La guida consiglia ai genitori di rinunciare ad ogni atteggiamento di condanna senza appello e ad ogni lezione di moralità. Ed aggiunge: "Occorre che i genitori mettano in guardia i figli sin dai 10-11 anni senza insistere troppo nei particolari e perfezionando l'informazione man mano che egli cresce. Sono stati troppo spesso mescolati confusamente i pericoli dell'hashish, delle anfetamine, degli allucinogeni e degli oppiacei che un giovane, provando per la prima volta la "marijuana" non vi troverà i terribili effetti denunciati e giungerà alla pericolosa conclusione che le altre droghe non siano più nocive. Sarà pronto quindi a tentare nuove altre esperienze".
La guida denuncia inoltre il pericolo della drammatizzazione: l'adolescente che fuma "hashish" ad intermittenza sarà forse tentato di spingersi più in là ma non rischia, in un primo tempo, lo sfacelo fisico.
Addirittura è ormai noto che dopo anni di repressione, proprio negli Stati Uniti talune personalità sono ora favorevoli alla libertà di vendita della "marijuana". Se si eliminano, dicono, il nome infamante di droga e le complicazioni giudiziarie per i fumatori d'erba, non sussisterà che una moda meno nociva di quella del tabacco. Queste affermazioni suscitano molte preoccupazioni, perplessità e riserve, soprattutto perché nel nostro Paese la diffusione del fenomeno non ha raggiunto i livelli nordamericani e quindi le terapie di cura del fenomeno stesso non possono essere così radicali all'estremo opposto.
Il problema in ogni caso ha assunto aspetti gravi anche in Italia, dove il numero dei drogati era largamente inferiore a quello della maggioranza degli altri Paesi. Per questo motivo sono state prese varie iniziative parlamentari, in attesa di un probabile schema di provvedimento da parte del Governo (che pare ormai giunto ad uno stadio di elaborazione avanzata da parte del Ministero della Sanità) miranti a prevedere e reprimere il traffico e lo smercio, sia delle sostanze stupefacenti sia delle psicodroghe. Al Senato è all'esame della Commissione Sanità una proposta di legge del sen. Torelli. Alla Camera, dopo il progetto di un gruppo di deputati (prima firmataria la on. Boffardi) sono allo studio altri progetti di legge. Alcune relazioni forniscono dati che provano quanto la situazione sia preoccupante: coloro i quali in Italia fanno uso della droga, sia essa leggera o forte, sarebbero alcune migliaia. Nella sola provincia di Milano supererebbero i 35.000.
L'allarmante situazione induce ad affrontare in termini nuovi e risolutivi tutto il problema tenendo conto delle moderne impostazioni cliniche e pedagogiche ed avendo riguardo principalmente al recupero sociale di chi usa gli stupefacenti ed alla repressione di chi invece ne fa oggetto di traffico illecito e di vendita al minuto. Un aspetto grave ed importante del fenomeno è dato dal fatto che gli istituti nazionali di assistenza malattie (INAM, ENPAS ecc.) rifiutano ogni forma di cura e di aiuto economico agli alcolizzati e a chi è intossicato da sostanze stupefacenti. Questo stato di cose non solo non consente di avere precisi dati statistici sul dilagare della tossicomania (gli assicurati INAM, ENPAS e delle altre mutue sono più di 40 milioni) ma determina anche una situazione drammatica: cioè che al di là delle soglie degli istituti psichiatrici, dove i tossicomani vengono ricoverati d'imperio, vivono (spesso in modo disumano) la maggior parte dei drogati.
Nel nostro Paese la legge che regola la produzione, la vendita, la detenzione per uso personale degli stupefacenti è, come è noto, quella del 1954. Si dice che è stata emanata a seguito di una precisa richiesta delle Nazioni Unite, sollecitate a loro volta dal Governo di Washington che, già a quell'epoca, avvertiva in maniera allarmante il problema dell'uso illecito della droga. Fino ad allora in Italia la materia era regolata solo dall'art. 446 del codice penale. Sebbene le nuove norme abbiano migliorato la legislazione (prevedendo tra l'altro che il drogato sia sottoposto a cure disintossicanti) non tengono conto dell'aspetto sociale del problema.
Sotto questa angolazione tre articoli di un progetto di legge presentato al Senato, cui si accennava, sono sintomatici. Primo: i Ministri della Sanità della P.I. e dell'Interno devono disporre di un piano annuale di educazione sanitaria onde prevenire qualsiasi forma di consumo illegittimo di stupefacenti. Secondo: in ogni regione debbono essere istituiti "centri per la prevenzione e cura delle tossicomanie" alle dipendenze degli Assessorati regionali alla sanità. Terzo: presso gli ospedali psichiatrici dei capoluoghi di provincia debbono essere creati "centri di consultazione d'urgenza" per il controllo, il trattamento terapeutico e la riabilitazione dei tossicomani. Lo stesso provvedimento prevede queste sanzioni: chi senza autorizzazione, acquisti, venda, esporti, importi, procuri ad altri o detenga per farne commercio sostanze stupefacenti è punito con la reclusione da 6 a 15 anni e con la multa da 5 a 50 milioni. Nel caso in cui le attività siano esperite in danno dei minori di anni 18, le pene vengono raddoppiate. Chi venda o consegni sostanze stupefacenti ai minori di anni 21 è punito con l'arresto da uno a tre anni e con l'ammenda da 500.000 a due milioni di lire. Chi induce altri all'uso di stupefacenti è punito con la reclusione da 6 a 15 anni e con la multa da 5 a 15 milioni. Nel progetto di legge si ricorda che recentemente il Congresso degli Stati Uniti ha stanziato oltre 50 miliardi di lire l'anno non per la cura o il recupero dei drogati, ma esclusivamente per la raccolta dei dati epidemiologici e per lo studio del problema.
Il problema della droga è tornato di primo piano nella nostra regione il 24 agosto dell'anno in corso per un fatto di cronaca abbastanza grave e singolare. Nell'Istituto di Fisiologia dell'Università di Torino, nella notte fra il 23 ed il 24 agosto furono rubate cento fiale di morfina.
Sull'episodio le autorità inquirenti stanno ancora svolgendo indagini, ma questo episodio ha riportato alla ribalta il problema in tutta la sua gravità.
La Giunta si è premurata di raccogliere anche gli elementi che sono già in corso presso gli uffici sanitari e presso il Provveditore agli studi.
Presso gli uffici sanitari si ha questa impressione e si fanno queste proposte (intendo dire l'ufficio del Medico Provinciale): "Si premette che le tossicosi da stupefacenti o da sostanze psicoattive sono in aumento anche nella provincia di Torino, anche se in misura inferiore ad altre province quali Roma e Milano. Come risulta da indagini svolte dall'ufficio in ambienti qualificati, al solo Centro di animazione delle Molinette sono stati ricoverati negli ultimi mesi, per fenomeni d'intossicazione acuta, 50 infermi. L'opera che le autorità sanitarie possono svolgere per prevenire e combattere tale diffusione va indirizzata secondo tre direttrici fondamentali: ricerca di soggetti con tare neuropsichiatriche costituzionali, inclini alla farmacodipendenza somatica e psichica; ricerca di soggetti caratterizzati da uno stato nevrotico con problematica conflittuale; azione di prevenzione e di educazione sanitaria nei confronti dei soggetti che non presentano, nemmeno inizialmente, farmacodipendenza e nei quali l'assunzione del farmaco si verifica di solito per cause occasionali (curiosità, noia, compiacenza, ecc.). Mentre l'azione verso le prime due categorie può e deve essere svolta prevalentemente in ambienti con personale specializzato, (Centri per la lotta contro la tossicosi da stupefacenti e da sostanze psicoattive), l'azione di prevenzione nei confronti dell'ultima categoria (i giovani) può e deve essere attuata con adeguata opera di propaganda e di educazione sanitaria da svolgersi prevalentemente nelle scuole. E' da tenere presente però che una propaganda male impostata e condotta in modo non corretto, può riuscire più dannosa che utile, per cui si prospetta l'opportunità di affidare ad un ristretto gruppo di esperti (uno psichiatra, uno psicologo, un igienista, un farmacologo, un docente di scuola media superiore, un preside di scuola media superiore, un rappresentante degli organi di polizia, un Medico provinciale) il compito di proporre un dettagliato piano di lavoro. La tossicosi da stupefacenti e da sostanze psicoattive rientra tra le malattie sociali alle quali sono estensibili le provvidenze del decreto del Presidente della Repubblica n. 249 del 1961".
Per completezza e per concludere devo riferire che in effetti i Provveditori agli studi hanno diramato a tutti i presidi degli istituti delle scuole di istruzione secondaria di primo e secondo grado, statali e non statali, una circolare che facendo il punto della situazione e rilevandone la gravità, indica alcuni suggerimenti per cui le autorità sanitarie dovrebbero essere a disposizione dei capi istituto per informare intanto i docenti, gli insegnanti e attraverso di loro opportuni incontri con le famiglie e aprire un dialogo con gli stessi allievi.
La circolare, abbastanza precisa nelle sue indicazioni, è piuttosto generica sul modo per arrivare a tanto, anche perché in definitiva affida questo incarico alle possibilità di collaborazione tra gli ufficiali sanitari dei Comuni e i Medici provinciali e noi sappiamo che in materia di questo genere la preparazione incide fortemente e finora nella larga maggioranza Medici provinciali da una parte e ufficiali sanitari dall'altra conoscono più la dimensione del fenomeno che non i mezzi di difesa.
Con questo la Giunta rileva l'opportunità di un'azione quale si propone nella mozione, pur ritenendo che le premesse possono essere viste sotto un'altra angolazione.
Per quanto riguarda l'adozione di misure necessarie nell'ambito dell'assistenza per un reale recupero di coloro che fanno uso di stupefacenti, accetta la raccomandazione di fare quanto è possibile e di relazionare su quanto riuscirà a fare, pur tenendo conto che con la legislazione attuale, cioè con la legge del 1954, è estremamente pericoloso agli stessi intossicati dichiararsi tali e soprattutto dire da chi hanno avuto la droga sottoponendosi così alle sanzioni gravissime che la legge comporta per avere detenuto, anche in piccola quantità, la droga. Tutto questo pone delle enormi difficoltà. E' noto che gli stessi medici (lo scrive il Seno Torelli nella relazione al suo progetto di legge presentato al Senato) sono molto restii a fare queste denunce e a portare a dei centri di cura i tossicomani.
Circa l'elaborazione di un programma da sottoporre al Consiglio per la propaganda, in particolare nelle scuole, diretto alla conoscenza e quindi alla prevenzione dei pericoli insiti nell'uso degli stupefacenti e degli allucinogeni, sarà ovviamente necessario prendere gli opportuni accordi coi Provveditori agli studi e con gli uffici sanitari affinché questo lavoro possa svolgersi con proficuità.
La frase: "Prima della riapertura della scuola" può essere intesa con quel senso di relatività di un'attività che anche se effettuata ad anno scolastico in corso purché sia fatta bene può dare dei risultati proficui mentre una preparazione affrettata potrebbe dare anche risultati dannosi.
Con queste premesse io lascio ai Gruppi consiliari l'opportunità di accogliere la mozione, modificando questa angolatura di visione che può non essere accolta dalla generalità dei Consiglieri in quanto sembra che riporti fenomeno esclusivamente ad un atteggiamento della società e a delle suggestioni che sarebbero giustificate dall'atteggiamento stesso. Certo sono da condannarsi i profitti che si ottengono a scapito della salute altrui e con nocumento gravissimo della personalità degli intossicati, ma è chiaro che il fenomeno è molto più complesso per essere contenuto, ridotto e in fondo limitato ad una valutazione che potrebbe suonare parziale o quanto meno settoriale.



PRESIDENTE

Nessun altro chiede di parlare sulla mozione? Consigliere Bianchi, ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Mi è consentito di parlare per dichiarazione di voto o posso parlare senza limitazioni? Non vorrei abusare.
Concordo con le considerazioni che l'Assessore Armella ha serenamente pacatamente svolto e lo ringrazio intanto per averci fornito una così ampia illustrazione che in termini obiettivi ci offre materia concreta e seria di meditazione. Anch'io, senza desiderio di polemica, rilevo, come ho già rilevato l'altra volta, nei contatti avuti con i presentatori della mozione testé illustrata, che alcuni punti sono motivo di dissenso. Mi sembra che ridurre il problema della droga in termini squisitamente polemici e politici sia un modo non capace di affrontarlo nei termini seri in cui va affrontato. Non è un'occasione per l'attacco ad una certa concezione o forma politica, è l'occasione per l'assunzione di una comune responsabilità. Noi sappiamo benissimo che l'attuale società, le attuali famiglie, ciascuno di noi e le istituzioni, anche quelle che difendiamo sono cariche di difetti che lasciano maglie aperte affinché questi ed altri gravi inconvenienti o malattie sociali o forme di criminalità abbiano spazio. Ma di qui a coinvolgerle totalmente in un giudizio negativo mi sembra eccessivo; se, al contrario, dovessimo ragionare facendone analoghe deduzioni, dovremmo dire che certi tipi di società estremamente autoritarie, dove gran parte delle libertà che ci sono care sono compresse (non mi riferisco per polemica al tipo di società che può essere visto benevolmente dai presentatori della mozione, ma ad altre di segno opposto) dovrebbero considerarsi eccellenti per il solo fatto che, proprio in virtù di poteri preventivi e repressivi che si esercitano innanzi tutto su una quantità di diritti, di possibilità personali, riescono poi ad ottenere risultati eccellenti anche in questo campo. E quindi, il problema è molto più complesso. E' certo che i paesi dove più ampie sono le libertà e dove quindi più ampio è il campo in cui si esercita la responsabilità personale soprattutto in tempi in cui per l'effetto di una sopravvalutazione degli aspetti materiali, del profitto, del guadagno, dell'importanza che si dà al denaro, sono più esposti a questo rischio, ma non possiamo coinvolgerli in un giudizio negativo di questo tipo, che comunque avrebbe un significato equivoco.
Per uscire di polemica e senza proporre delle alternative a questi due punti al terzo ed al quarto comma delle premesse, anche tolte le parti che suonavano più ostiche o meno comprensibili ai presentatori della mozione affermando ad esempio che il fenomeno trova radici in gravi carenze della società, delle istituzioni delle famiglie e soprattutto nel decadimento del principio della responsabilità personale che tende ad essere rifiutato con la spinta ad evasioni in comportamenti irrazionali e così via, mi sembra dopo le indicazioni che ci ha offerto l'Assessore alla Sanità, che il modo più concreto, serio, per affrontare l'argomento, sarebbe quello di limitare le premesse ai due primi punti e cioè "Il Consiglio Regionale del Piemonte preso atto del preoccupante diffondersi dell'uso di stupefacenti ecc.
considerato che tale fenomeno assume sempre più vaste proporzioni con particolare pericolo per le più giovani generazioni", rinunciando a formulare giudizi in una materia così complessa che affatica le più nobili istituzioni del mondo e che vede peraltro le responsabilità anche di grandi potenze, o di medie e piccole potenze le quali sono poi a volte i produttori, i fornitori, i corruttori attraverso tanti canali - quasi usati come uno strumento di guerra tossicologica.
Fermarsi ai due primi punti, lasciare che il giudizio conclusivo scaturisca da queste più ampie analisi e tener fermo l'impegno, quello che conta, del richiamo nei confronti della Giunta al quale ha già dato risposta l'Assessore in senso positivo.
Quindi il mio Gruppo voterebbe a favore dei primi due comma e dei comma che seguono alla dichiarazione di impegno della Giunta.



PRESIDENTE

Qualcun altro chiede di parlare? La parola al Consigliere Rossotto.



ROSSOTTO Carlo Felice

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ringrazio i proponenti di questa mozione per aver posto un argomento così grave, allarmante preoccupante, alla nostra attenzione. Quello che tempo fa la nostra generazione aveva conosciuto come un vizio legato a situazioni personali dove tutto era consentito dalla vita e quindi un vizio di gente al di fuori della normalità della vita quotidiana, oggi non è più un vizio, sta diventando malattia. E questo è il primo allarme perché vuol dire che il fenomeno ha assunto dimensioni tali da non poter più essere considerato soltanto un fatto collegato ad un problema morale del singolo.
A questo si riallaccia un deciso e ben più facile avvicinamento al fenomeno che ha conseguenze così chiaramente denunciate nell'esposizione e presentate dalla mozione, per la riduzione dei costi di queste sostanze che un tempo erano soltanto avvicinabili da persone dotate di una notevole capacità finanziaria e che oggi invece possono essere raggiunte da chiunque voglia farlo, proprio per le ridotte condizioni di costo.
Io concordo perfettamente con quanto è stato detto dal collega Bianchi perché non ritengo che il fenomeno possa essere collegato come condanna ad un certo sistema economico e sociale, perché se questo sistema produce benessere ed il fenomeno è collegato ad una certa situazione di benessere allora il problema è di vedere come dobbiamo operare perché il benessere non venga a decadere in queste forme. Ma è anche ben chiaro che la maggiore libertà che esiste in certi sistemi, che dovrebbero essere quelli dove maggiormente albergano queste forme, porta a dibattere questi problemi con la massima apertura e con la massima crudeltà delle situazioni, con la veridicità assoluta delle statistiche, forse a volte anche esaltate proprio per drammatizzare il problema, mentre altre situazioni dove le libertà, come ha detto chiaramente il collega Bianchi, possono essere conculcate indipendentemente dal segno che può avere questo vietare la parola, portano a non conoscere i fatti. Questo mi fa ricordare che quando ero giovane, i giornali non riportavano mai fatti di cronaca nera; non perché in quel periodo in Italia non capitassero fattacci, soltanto la stampa non ne parlava e il problema non era conosciuto.
Quindi, indipendentemente da ogni polemica, proprio per la gravità dell'argomento, mi pare che questa mozione accentri eccessivamente (e su questo riterrei opportuna una breve modifica, un apporto contributivo proprio per l'importanza classista di questa posizione) il problema sulla scuola. E' vero, noi abbiamo una scuola d'obbligo che arriva normalmente a compimento a 13/14 anni. Noi ci rifacciamo ad esperienze di Paesi dove l'obbligo scolastico o certe condizioni economiche hanno permesso una permanenza nella scuola a tutti i livelli, oltre i 14 anni, per cui si colpisce la totalità della gioventù.
Oggi la droga ha raggiunto bassi livelli di costo, si parla della droga dei poveri, di confezioni che hanno costi che possono essere raggiunti da tutti. I giornali, i rotocalchi continuano a collegare questi fenomeni ad un certo mondo che può rappresentare, nei confronti dei giovani male educati ad una certa forma di vita, come il sommo delle possibilità.
A me pare che collegando questa attività di propaganda e di prevenzione al settore della scuola, pensiamo soltanto a quei giovani che hanno qualche cosa di più dalla vita, che hanno la possibilità di proseguire gli studi oltre i 14 anni. Non bisogna limitare il discorso alla riapertura dell'anno scolastico, ma allargarlo a tutte le organizzazioni giovanili che esistono e in ogni caso in una generalità di propaganda rivolta al pubblico non soltanto in maniera canalistica sulle conseguenze dell'assuefarsi ad un certo vizio. Mi pare che il rimanere legati al settore della scuola ricalcando così delle esperienze che ci vengono dall'America dove il fenomeno è esteso per l'ampiezza del settore giovanile scolastico, o dalla Francia dove c'è un limite diverso dell'obbligatorietà dello studio limita la possibilità di una più ampia opera di prevenzione attraverso l'educazione, la responsabilizzazione di coloro che vivono insieme ai giovani, specialmente i familiari che appartenendo ad una generazione dove questo era considerato un vizio di pochissime persone che non avendo nulla da fare potevano anche dedicarsi a questo folle modo di godere la vita, non pensano che possa invece oggi essere facilmente a portata del loro figlio e che possa colpirlo.



PRESIDENTE

Nessun altro chiede di parlare? La parola ad uno dei presentatori della mozione.



VECCHIONE Mario

Signor Presidente, signori Consiglieri, volevo aggiungere soltanto, a quanto ho detto prima nell'illustrazione della mozione, che uno dei canali attraverso i quali la droga si diffonde appare anche essere quello degli ospedali, attraverso gli ospedali fuoriesce della droga che poi viene commerciata. Colgo l'occasione per sollecitare l'Assessore alla sanità ad una maggiore vigilanza da parte dei rappresentanti degli enti ospedalieri devono esserci delle bolle di carico e scarico molto precise della droga perché in quasi tutti gli ospedali cocaina o altri stupefacenti escono e non si trovano più.
Concordo con la delicatezza dell'intervento, questo è un intervento che deve andare non solo nella direzione dell'educazione del minore, ma soprattutto dell'educazione dell'adulto e quindi della famiglia e occorre in modo particolare scegliere il mezzo giusto, il che vuol dire sostanzialmente trovare delle persone che rappresentino una serie di esperienze, che lavorino in quelle Commissioni indicate dall'Assessore alla sanità e che ci diano, anche in considerazione dell'esperienza di altri Paesi, la chiave per risolvere il problema, quindi non necessariamente prima dell'inizio dell'anno scolastico.
Ciò che invece rilevo non sufficientemente sottolineato nella posizione della Giunta, è il fatto di non avere rivendicato in prima persona, come Regione, questo intervento; è proprio qui che sollecito la Regione, ad un'assunzione precisa dei mezzi, degli strumenti, della direzione degli organi che devono operare in questo settore; è il modo per distinguersi in questo tipo di attività per l'Assessorato.
Per quanto attiene invece al contenuto della mozione, il nostro gruppo non ha alcuna difficoltà a integrarla con quanto mi è pervenuto dal collega Bianchi nel senso di lasciare invariato il primo ed il secondo comma sostituire il terzo ed il quarto con questo che vi leggo e lasciare la parte dispositiva così com'è.
Al terzo e quarto comma si sostituisce il seguente: "Atteso che il fenomeno stesso trova radici in gravi carenze della società, delle istituzioni e delle famiglie e soprattutto nel decadimento del principio della responsabilità personale che tende ad essere rifiutato con la spinta ed evasioni, in comportamenti irrazionali; constatato che uno degli elementi più rilevanti di tale fenomeno è costituito dal commercio organizzato della droga che sfrutta condizioni di grave menomazione e debolezza umana e si realizza con azioni criminali di singoli e di gruppi tesi a trarne profitto calpestando ogni valore morale e sociale; impegna ecc.".



ARMELLA Angelo, Assessore alla sanità

"Alla riapertura dell'anno scolastico".



VECCHIONE Mario

Possiamo emendare "nel corso dell'anno scolastico".



PRESIDENTE

Nessun altro chiede di parlare? C'è bisogno di rileggere la proposta di mozione com'è stata completata? Non più? Allora la pongo in votazione. La proposta di mozione è approvata.
Debbo precisare che l'altro documento a firma Carazzoni-Curci resta assorbito anche per una ragione formale: non è una mozione, ma un ordine del giorno, quindi non lo pongo in votazione sotto questo profilo.


Argomento:

Mozioni dei Consiglieri Vecchione ed altri e Curci e Carazzoni sul fenomeno del diffondersi della droga

Argomento:

Mozioni (rinvio)


PRESIDENTE

La mozione presentata il 28.6.72 dai consiglieri Marchesotti-Vecchione Sanlorenzo andrà in discussione nella seduta del 19; quella presentata il 9.6.72 dai Consiglieri Rivalta-Vecchione-Berti-Giovana-Sanlorenzo è sospesa in attesa di precisazioni che potrebbero anche fare rinunciare a presentarla. Invece sono ritirate le mozioni del 19.4.72 dei Consiglieri Viglione-Simonelli-Calsolaro-Nesi; del 29.11.71 dei Consiglieri Besate Rivalta-Garabello-Conti-Marchesotti-Vera-Simonelli-Soldano-Giovana; del 18 novembre '71 'dei Consiglieri Fonio-Berti-Marchesotti-Rivalta-Giovana.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Mozione del Consigliere Zanone ed altri sull'assistenza ai minori


PRESIDENTE

Per la mozione 16.3.71 dei Consiglieri Zanone-Rotta-Fassino-Gerini le precisazioni richieste possono essere fornite penso nella riunione del 19.
L'Assessore Vietti mi dice che basta un minuto, quindi le do la parola.



VIETTI Anna Maria, Assessore alla sicurezza sociale

Mi pare che valga la pena di trattare questa mozione che è giunta alla discussione talmente tardi tanto che, non certo per colpa dei presentatori è parzialmente superata. Una parte del documento infatti, tratta dell'indagine sull'assistenza ai minori, argomento che ha registrato la conclusione delle necessità di indagine sugli asili nido e in fase di avanzato espletamento l'indagine conoscitiva sugli istituti educativo assistenziali. Si potrà ancora effettuare un'indagine conoscitiva sul numero e sulla localizzazione dei consultori materni e pediatrici.
Purtroppo in questo settore non abbiamo specifiche funzioni in quanto, come abbiamo più volte rilevato, non ci sono state trasferite le competenze dell'Opera Nazionale Maternità e Infanzia. Tale situazione non ci esime dal conoscere i problemi connessi con l'assistenza all'infanzia ed alla maternità, nella nostra Regione anche in prospettiva e nell'auspicio che queste competenze ci vengano trasferite.
Tuttavia, poiché la Giunta si è impegnata ad un dibattito generale sull'assistenza, che comprenderà anche i problemi dell'assistenza alla maternità ed all'infanzia, invito i presentatori della mozione a ritirare la stessa sia in considerazione del fatto che una parte di quanto richiesto è stato già espletato, sia per il fatto che gli altri argomenti potranno essere trattati nel dibattito generale, sui problemi assistenziali.



PRESIDENTE

Il Consigliere Fassino ha facoltà di parlare.



FASSINO Giuseppe

Telegraficamente. Prendiamo atto di quanto l'Assessore Vietti ha detto ritiriamo la mozione, rimandiamo tutto a quel dibattito che ci auguriamo possa permetterci di affrontare quella parte del problema che ancora deve essere affrontata nel modo più profondo possibile per poterla risolvere bene.


Argomento:

Mozione del Consigliere Zanone ed altri sull'assistenza ai minori

Argomento:

Ordine del giorno della prossima seduta


PRESIDENTE

Informo che il Consiglio è convocato presso il palazzo delle Segreterie, P.zza Castello, 205 per il giorno 19 settembre, cioè martedì (e non sarà invece convocato giovedì) alle ore 10 e non alle ore 9,30 come consuetudinariamente, con questo ordine del giorno: Approvazione verbali sedute precedenti Interrogazioni e interpellanze Comunicazioni del Presidente Progetto di legge concernente determinazione dell'indennità spettante ai membri del Consiglio e della Giunta Regionale Disegno di legge concernente il servizio di tesoreria della Regione Piemonte Esame e discussione delle mozioni (due di cui abbiamo parlato poc'anzi e una terza che è stata presentata nella seduta di oggi).
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19,40)



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