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Dettaglio seduta n.108 del 20/07/72 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE OBERTO


Argomento: Assistenza farmaceutica (organizzazione, servizi ecc.

Estensione dell'Assistenza Farmaceutica ed Integrativa ai titolari di Pensione della Gestione Speciale Coltivatori diretti


PRESIDENTE

La seduta è aperta. La parola al Presidente della I Commissione Garabello.



GARABELLO Enzo

La I Commissione ha dovuto, al di là dell'esame specifico di questi provvedimenti, anche prendere posizione, per la prima volta, rispetto ai compiti che lo Statuto prevede per essa in termini pratici, ed intende fare mio tramite un paio di precisazioni sul modo in cui si debba operare d'ora innanzi, salvo diverso avviso del Consiglio, da parte sua in rapporto a progetti di legge che non chiamino in causa la sua diretta competenza.
Mi corre anzitutto l'obbligo di far presente come in questo momento la Commissione I esprima il suo parere in via finanziaria, direi, al di fuori di una strettissima norma, perché bilancio 1972 della Regione Piemonte approvato esclusivamente dal Consiglio Regionale, non è ancora formalmente legge della Regione, per cui, volendo, si sarebbe potuto anche prescindere dall'esame formale da parte della Commissione stessa. Diciamo questo soltanto per una riserva, per uno scrupolo, in quanto potrebbe darsi, per dannata ipotesi, che il bilancio subisse delle modifiche in sede di approvazione tutoria e pertanto le decisioni di oggi potrebbero anche dover essere modificate.
Una seconda precisazione riguarda i compiti formali che la Commissione deve svolgere in proposito. Anzitutto, i componenti la I Commissione permanente, all'unanimità, ritengono che assolutamente non sia loro compito entrare nel merito dei progetti di legge approntati per l'aula da altre Commissioni ma essa debba limitarsi esclusivamente ad una verifica, quando vi sarà un piano regionale, della loro corrispondenza con tale piano, come previsto dallo Statuto, e per ora, come anche in allora, della corrispondenza con gli stanziamenti nel bilancio della Regione. Pertanto, i Consiglieri che fanno parte della I Commissione, mentre danno questo parere, sono in una posizione diversa, anche a titolo personale, circa la valutazione di merito dei provvedimenti stessi: possono non approvarli da un punto di vista politico, tecnico, o altro, ma nella verifica finanziaria, nella revisione dal punto di vista contabile, molto probabilmente dovranno decidere in maniera conforme, dato che si tratta essenzialmente di una operazione di tipo contabile.
Fatte queste due precisazioni, debbo dire che per quanto riguarda i progetti di legge discussi questa mattina, il complesso delle tre leggi proposte dalla Giunta, che comportano una spesa annua, per il 1972, di 860 milioni, di cui è prevista l'imputazione al capitolo 1018 del bilancio relativo al fondo comune per le spese correnti, è verificato all'unanimità dalla I Commissione.
La stessa conferma vi è per quanto riguarda la proposta di legge n. 26 presentata dal collega Ferraris ed altri, dal punto di vista della sua corrispondenza con il bilancio, in cui è prevista l'attribuzione all'art.
1018. Debbo dire, anche per dare una risposta su un argomento lasciato in sospeso questa mattina dall'intervento del collega Beltrami, relatore di maggioranza, che vi è stata una breve discussione in merito alle previsioni di spesa per i successivi esercizi finanziari relativamente al progetto presentato dalla minoranza. Ci si è accorti che effettivamente (e questo è stato anche confermato dal relatore di minoranza) la previsione di spesa di 2500 milioni è una previsione di larga massima, in quanto a tutt'oggi, per seguire la logica prevista nella proposta di legge stessa, non vi è sufficiente chiarificazione numerica delle entità relative.
La Commissione, comunque, dal suo punto di vista, accertata questa situazione, non è entrata nel merito e lascia quindi alla responsabilità del Consiglio Regionale di approvare questo provvedimento, oppure il gruppo degli altri provvedimenti, sulla base delle considerazioni generali che negli stessi provvedimenti sono previste.
Confermo, comunque, che dal punto di vista del bilancio vi è capienza per tutti i provvedimenti che sono stati questa mattina discussi.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola eventualmente ai relatori, pregherei l'Assessore Armella di voler esprimere il punto di vista della Giunta.



ARMELLA Angelo, Assessore alla sanità

Devo anzitutto ringraziare la Commissione dell'approfondito esame che ha fatto di questa materia, ed in particolare specificatamente il relatore collega Beltrami, il quale, in termini appropriati e con una valutazione molto meditata ed esauriente, ne ha esaminato tutti gli aspetti ed ha tratto validi argomenti a sostegno e conforto della posizione che la Giunta ha assunto con la presentazione dei tre progetti di legge per l'assistenza farmaceutica.
Gli argomenti che sono stati qui trattati hanno investito tutta la tematica del problema. In particolare, l'attenzione è stata richiamata come già era avvenuto in Commissione, ma in misura ancora più incidente, su alcuni punti su cui è necessario, a mio parere, fare delle precisazioni.
Un problema che si è presentato anzitutto è quello della estensione dell'assistenza, secondo i progetti proposti dalla Giunta, alle varie categorie dei coltivatori, esercenti e artigiani. Si pone il quesito se ci si debba limitare a farne beneficiare i pensionati o non si debba invece estendere il beneficio a tutti gli iscritti alle varie categorie. A questo punto occorre esaminare la situazione attuale, per vedere come sia in effetti più proficuo agire.
La situazione attuale è che in questa materia, dove le leggi hanno disposto l'estensione facoltativa, le varie categorie non hanno atteso che intervenisse lo Stato o intervenisse la Regione: hanno già provveduto largamente, in misura diversa a seconda delle situazioni economiche e a seconda delle situazioni locali, misura che varia da un 50 % a un 70 in qualche caso, come nel caso di esercenti, fino ad un 95 %.
La situazione si è però andata man mano aggravando con l'aumentare del numero dei pensionati, in particolare per i coltivatori diretti, e via via che il costo dei medicinali si è fatto più incisivo e soprattutto l'estensione di questa assistenza si è fatta più necessaria. Un intervento di questo genere, pertanto, è un intervento necessariamente integrativo per il quale si deve tener conto delle leggi esistenti, dalla legge del '54 per i coltivatori, fino alle ultime modifiche e all'intervento del "decretone", come peraltro il collega Menozzi ha messo chiaramente in luce.
Non è peraltro senza significato far riferimento all'ordine della spesa.
Noi abbiamo fatto richiamo all'art. 1018 del bilancio, articolo che, dopo le modifiche apportate a seguito della discussione in Consiglio Regionale è risultato, ai limiti, di una somma di 3 miliardi e 110 milioni. Un prelievo di un miliardo (860 milioni per il primo anno, ma poi il prossimo anno un miliardo e 700-800 milioni) costituisce già un impegno rilevante.
E' vero che si può dare una assistenza più generalizzata e provvedere per altri oneri a mezzo di mutui: bisogna peraltro considerare che, se si vuole agire con una certa urgenza e dare operatività immediata, ci si deve attenere ad un quadro di leggi esistenti, quello che ha consentito di presentare il bilancio, di discuterlo e di approvarlo; come per altro si è visto che hanno fatto altre Regioni, non ultima (e direi, citiamola per prima portando questo faro di luce) l'Emilia-Romagna.



BELTRAMI Vittorio

La Toscana.



ARMELLA Angelo

Assessore alla Sanità. Per l'Emilia-Romagna abbiamo visto che il bilancio è stato impostato nello stesso modo, con le stesse indicazioni di legge e persino proprio con un fondo per l'attività del Consiglio, in una misura non molto dissimile dalla nostra (mi pare ammonti a quattro miliardi circa per le spese correnti).



RASCHIO Luciano

La diversità non sta nella misura ma nella destinazione dei fondi.



ARMELLA Angelo, Assessore alla sanità

Basterebbe leggerlo con una certa attenzione per vedere che la rispondenza è puntuale, anche al di là di affermazioni che possono essere fatte a titolo polemico ma che non sono convalidate dall'esame obiettivo dei dati, in quanto tali immodificabili.
Si vuole, con un provvedimento di questo genere, intervenire efficacemente. A questo punto, si pone ancora il quesito: vale la spesa intervenire per tutti i pensionati? o intervenire per la categoria genericamente intesa dei coltivatori, degli esercenti e degli artigiani? In una misura che gli stessi oppositori ammettono non poter essere completa al cento per cento, ma, per le considerazioni che essi pure fanno, deve necessariamente essere limitata al 20-30-40 %, a seconda delle diverse posizioni che si sono assunte? Certo, la legge della Toscana, cui si è fatto ripetutamente riferimento, in Commissione e qui, ha indicato una integrazione nella misura del 30 %; 30% generalizzato, che forse, nelle intenzioni dei presentatori della legge e di coloro che l'hanno approvata equivale ad una cifra che può ritenersi sufficiente, forse inferiore a quella che finirà con il versare la nostra Regione, è chiaro che, entrando soltanto in una indicazione di percentuale, si fanno anche altre scelte: una scelta fu infatti quella di attribuire la residua disponibilità di spesa, il 70 %, ai Comuni, alle Province, alle stesse Casse Mutue (per quanto poi si dica che le Casse Mutue integrano soltanto nella misura del 25 %e quella pari allo sconto sui medicinali disposto dal "decretone") impegnando ad intervenire altri enti, sul cui sollecito adempimento non si può invero contare (non vi è certo una legge che possa imporre ad un Comune o ad una Provincia una erogazione di spesa non compresa nel suo bilancio non deliberata dal rispettivo Consiglio).
Ovviamente, con scelte di questo genere, la possibilità di operare immediatamente viene in pratica ad essere allontanata, anzi addirittura ad essere preclusa. Intanto, devono deliberare tutti i Consigli comunali ed i Consigli provinciali della Regione.
Perché a queste deliberazioni si addivenga, è necessario che questi Enti abbiano già previsto nei bilanci - quei bilanci che sono stati fatti come la legge impone, nei mesi di ottobre, novembre o dicembre al più tardi dell'anno precedente - la relativa indicazione di spesa, o quanto meno abbiano disponibilità di fondi nel settore delle spese facoltative. Chi conosce la situazione dei Comuni, grandi e piccoli, chi sa quali oneri specialmente negli ultimi tempi sono piombati addosso ai Comuni soprattutto per l'ultimo provvedimento, quello del riassetto, si rende conto di come sia improbabile che questa possibilità ci sia, si aggiunga che i Comuni hanno, fra i tanti problemi, anche quello di vedersi i bilanci approvati. Lo stesso vale per le Province. Molti di questi Enti hanno il bilancio in spareggio, sottoposto quindi alla approvazione della Commissione centrale, la quale Commissione non potrà, tagliando, che incidere sulle spese facoltative, e, fra queste, in primo piano, quella per l'assistenza farmaceutica.
Fare una scelta di questo genere significa quindi spostare nel tempo e rendere certamente molto aleatoria, difficile, la conclusione di una operazione quale quella che ci si propone. Non si tratta, quindi dell'ironia sulle possibilità dei Comuni - come qualcuno, non argutamente ha detto - ma di valutare realisticamente una situazione che noi tutti dovremmo conoscere. Nulla vieta di introdurre i Comuni, non tanto per la loro partecipazione finanziaria quanto per altri motivi, per farli partecipi del meccanismo di distribuzione della somma. Non si può, per dire che la partecipazione, in oggi, dei Comuni e delle Province è opportuna al fine di garantire la possibilità di applicazione, immediata o per lo meno prossima, della legge.
Quando si elencano nella relazione fatta dal collega Ferraris le Province ed i Comuni che hanno già deliberato qualche cosa in tal senso, si indica proprio nella loro limitatezza, poiché il numero è limitatissimo contenuto in due righe, quanto sia difficile una estensione da parte dei Comuni di una tale delibera. E scorrendo questo elenco si vede che non vi sono compresi Comuni rurali se non in piccolissima misura: non è certo rurale il Comune di Nichelino, né quello di Ovada se non in parte, n quello di Valenza. Fra le Province, poi, si indica quella di Cuneo, che stanzia a questo proposito 40 milioni avendo 47 mila iscritti attivi negli elenchi dei Coltivatori diretti. Quindi il numero dei Coltivatori diretti è ancora maggiore... Con tale cifra, quindi, vi è possibilità di intervenire con una somma inferiore a mille lire per iscritto.
Ciò significa, in sostanza, che, al di là di affermazioni di principio di un lodevole intento di sopperire ad una carenza qual è quella della mancanza di assistenza farmaceutica, nella realtà effettiva delle cose non si riesce ad operare di conseguenza.
Quindi, la scelta delle Casse Mutue è stata fatta per motivi realistici ed anche perché si ritiene che nel caso specifico siano più idonee le Casse Mutue che non i Comuni. Vediamo i motivi di questa preferenza.
Le Casse Mutue rappresentano oggi una struttura esistente, e soprattutto la struttura che eroga quella assistenza. Qui va dato riconoscimento al Presidente della Giunta di aver puntualizzato questa situazione: dell'opportunità di avviarsi verso un indirizzo che possa consentire in effetti anche la legittimità degli interventi, in relazione alle istituzioni, agli Enti, locali e non, cui la legge ha affidato questo compito. Il discorso del Consigliere Viglione a questo proposito certamente opportuno e sotto certi aspetti pregevole per l'esame del quadro generale su cui si deve intervenire per l'assistenza sanitaria, non ha tenuto conto di un fatto: che la competenza attuale, checché ne dica l'art.
117 della Costituzione, della nostra possibilità di legiferare è in relazione ai trasferimenti dei poteri effettuati in forza dell'art. 17 della 281 del '70 attraverso i decreti delegati. E attraverso i decreti delegati noi abbiamo visto che, proprio in previsione della riforma sanitaria, le Mutue sono state sottratte alla nostra attività legislativa.
Tutto il sistema mutualistico, tutto il sistema assistenziale è ancora impostato attraverso le Mutue, che non sono soggette all'attività della Amministrazione regionale e non sono soggette neppure alla possibilità di intervento legislativo dell'Amministrazione regionale.
A questo punto, l'Amministrazione regionale certamente può disporre di somme che abbia tra le sue disponibilità destinato alle spese facoltative: è una facoltà che deve utilizzare, considerata questa grossa carenza e l'esigenza di categorie, diciamo così, meritorie, e considerato il suo intento di portare ad una parità effettiva di redditi e di assistenza delle categorie particolari. Ma questa scelta che fa deve pure tener conto del sistema sul quale si regge attualmente la struttura previdenziale e assistenziale del nostro Paese. Altrimenti, si rischia di cadere in illegittimità e in definitiva già abbiamo visto per ragioni pratiche la inopportunità di scegliere diversamente.
E' il caso di chiederci a questo punto se, agendo in questo modo si è nel giusto. In questo modo si arriva ad una specie di discriminazione dicendo: chi è con la riforma è contro le mutue, di conseguenza - il sillogismo ormai è entrato nei canoni del nostro parlare - per essere con la riforma si è contro le Mutue e pertanto si dà ai Comuni. Ciò non dimostra affatto che per essere con la riforma bisogna dare ai Comuni. In primo luogo, per essere con la riforma bisogna essere logici e razionali bisogna cioè trovare un sistema che renda effettivamente questa assistenza possibile, rapida, il che non avverrebbe affidandola ai Comuni anziché alle Mutue; e poi non è detto che riforma significhi soltanto Comuni: quando si parla di unità sanitarie locali si intende certamente una ripartizione del territorio ai fini assistenziali, ma una ripartizione che non corrisponda esattamente a tutte le circoscrizioni comunali (ci sono circoscrizioni comunali di Comuni estremamente piccoli che dovranno essere unite a quelle di altri Comuni per formare il territorio dell'unità sanitaria locale, e ci sono Comuni molto grandi, come quello di Torino, che dovrebbero essere almeno nelle intenzioni dei progetti di riforma, anche se questi non hanno assunto dignità di progetti di legge, almeno sinora, spezzati per consentire un'assistenza più proficua; non si può pertanto dire in quei casi che il Comune corrisponde necessariamente all'unità sanitaria locale e quindi dovremo servirci di altri sistemi). So bene che è stato proposto il consorzio tra Comuni: i Comuni delle valli montane, delle Langhe indubbiamente dovrebbero essere consorziati. Ma noi sappiamo cosa significhi consorziare dei Comuni: significa che ogni Comune deliberi sulla propria disponibilità a consorziarsi, che questa delibera sia approvata, e poi, arrivati a questo punto, costituire gli organi per reggere l'attività consorziale. Anche ammettendo la massima buona volontà, chi ha fatto già queste esperienze nell'ambito delle Amministrazioni provinciali sa che anche in materia sanitaria il proporre consorzi tra i Comuni o nei Comuni così come avvenuto, ad esempio, per l'assistenza scolastica e via via, è estremamente oneroso e difficoltoso, e non sempre è possibile arrivare in porto in un lasso di tempo ragionevole.
In una situazione di questo genere, indubbiamente, non è da dirsi che si viaggia con la riforma non attribuendo alle Mutue: anzi, si viaggia contro la riforma, perché non si riesce arrivare a questo risultato di parificazioni che noi intendiamo conseguire con questi progetti di legge.
E' invece andare verso la riforma estendere l'assistenza farmaceutica a coloro che ancora non l'hanno avuta, andare verso la riforma è anche interessarsi della riabilitazione, e non senza significato è stata contemplata nei progetti di legge anche quella cosiddetta assistenza, che i coltivatori chiamano "assegno integrativo", che riguarda proprio la parte della riabilitazione ed in certo qual modo, parzialmente, anche la parte della prevenzione.
Pare pertanto a noi che la scelta da fare sia una scelta razionale e nell'ordine della riforma. Ancora qualche parola sul punto "spesa".
Indubbiamente, mi ha colpito l'osservazione fatta dal collega Beltrami in ordine al costo della erogazione. Il progetto della Giunta è estremamente semplice, e dice che l'erogazione non dovrebbe andare oltre la cifra prevista: perché è affidata alle Casse Mutue il conteggio relativo alla ripartizione, e queste saranno molto attente a non eccedere in spese burocratiche, perché ne farebbero le spese i loro assistiti, di cui hanno l'effettivo controllo. Secondo, nell'altro progetto però si dice che, se c'è da costituire un fondo, con una amministrazione di questo fondo, una rappresentanza di maggioranza e minoranze, degli organi elettivi via via scendendo per gradi, essendo questo fondo ripartito con sistema piramidale altrettanto si dovrebbe fare fino al livello dell'erogazione, cioè del piccolo Comune. E' chiarissimo che questo comporta certamente oneri di misura ben maggiore.
Ma veniamo pure al costo effettivo, cioè all'importo che si dovrebbe spendere. Devo dare un chiarimento al Consigliere Ferraris ed anche al Consigliere Viglione. Il conteggio fatto dalla Giunta è in relazione alle indicazioni date dalle stesse categorie, ed anche ai costi che altre categorie con assistenza diretta sostengono: non siamo alle 17.000 lire dell'Inam, ma alle 10.000 che gli stessi coltivatori che hanno beneficiato attraverso l'attività finora spesa laddove c'è stata la estensione dell'assistenza farmaceutica, hanno riconosciuto corrispondenti alle necessità attuali. Devo dire che gli stessi commercianti ed artigiani, in particolare questi ultimi, hanno dato indicazioni non molto distanti da questo importo. Certo, non si tratta di quella assistenza indiretta che ha dato luogo agli sprechi messi chiaramente in luce dal Consigliere Viglione: si tratta di una assistenza data a rimborso, e quindi con un interno controllo di organi democraticamente eletti quali sono quelli dirigenziali delle mutue. Certamente, così facendo non c'è parificazione assoluta con le altre categorie, ma si compie un passo avanti certamente importante, non solo, ma si pone già in moto un meccanismo di una certa contenutezza, tale da evitare sprechi eccessivi.
Invece, per quanto riguarda il progetto presentato dai Consiglieri Ferraris ed altri, noi abbiamo visto come, ad un esame effettivo dei costi non si sappia quale sarebbe l'onere in concreto per la Regione. Calcolato che gli attivi sono 906.000 (225.000 commercianti, 300.000 artigiani 380.000 coltivatori), anche con un calcolo limitato al 40 % medio, si arriva ad una spesa, con l'integrativa, di 5 miliardi 280 milioni l'anno senza l'integrativa di 4 miliardi 224 milioni. Quindi, se è vero, come ha fatto rilevare il Presidente della I Commissione, che per quest'anno ci sarebbe nel bilancio attuale 1972 la copertura, non è altrettanto vero che ci sarebbe in relazione al bilancio futuro, prese per base le indicazioni di quest'anno. Cioè in definitiva, coloro che ci vogliono parlare costantemente di un esame generale programmatorio, di un assetto del bilancio diverso eccetera, già fin da questo momento e con questa proposta si contraddicono, perché finiscono con il proporre una spesa il cui onere è difficile ora poter calcolare ma che certamente è di gran lunga superiore a quello indicato di due miliardi e mezzo, all'incirca, grosso modo, la metà di quella che già fin da adesso si prevede essere la spesa effettiva.
Le Casse Mutue hanno accolto positivamente questa proposta. Bisogna rettificare alcuni dati portati qui stamattina, cioè o dati di alcune Province che sono in effetti rimaste indietro in passato per non aver fatto la scelta dell'assistenza facoltativa. E' verissimo, li ho forniti anch'io questi dati, raccolti, d'altronde, dalle categorie interessate - che in provincia di Alessandria i Comuni interessati inizialmente erano 17, ma è bastata la notizia che il progetto di legge veniva presentato al Consiglio perché da 17 si passasse subito a 30; la Provincia di Asti non aveva neppure una Cassa Mutua che erogasse l'assistenza facoltativa ai pensionati, ma è stata sufficiente la notizia perché al 12 luglio fossero già state effettuate trenta assemblee, ed altre novanta assemblee già sono state fissate.



MENOZZI Stanislao

Sono cento alla data di ieri sera.



ARMELLA Angelo, Assessore alla sanità

Tutti i giorni se ne aggiungono: è una corsa.
La Provincia di Cuneo ha esteso a tutti i Comuni l'assistenza farmaceutica: rimanevano scoperti soltanto i Comuni di Castiglione Tinella e di Cervere, se anche questo è un dato che non è stato superato la Provincia di Novara, che aveva 45 Comuni su 165, ha ancora deliberato e attuato al 1 gennaio '72 per 71 Comuni l'assistenza e attualmente sono in corso le altre assemblee la Provincia di Torino, nel '71, su 315 Comuni ne aveva già 312 in cui l'assistenza farmaceutica era stata deliberata; attualmente, è stata attuata in tutti i Comuni, con la sola eccezione di Riva di Chieri, almeno secondo i dati che abbiamo già da qualche giorno la Provincia di Vercelli, nell'anno 1971, aveva già 89 Comuni su 169 e il 1° gennaio '72 da questa cifra si saliva già a 132 Comuni.
Ciò vuol dire che le categorie interessate hanno accolto con favore questa proposta. Non so, se avessimo adottato e usato un altro criterio quali sarebbero state le conseguenze e se per molto tempo di questo provvedimento non si sarebbe continuato a parlare senza realizzare alcunché.
Una situazione di questo genere ci permette, mi pare, di trarre conclusioni favorevoli e di affermare che, ad un esame obiettivo della situazione, fatto con rigore sotto ogni riguardo e sotto ogni aspetto questi tre scarni provvedimenti, composti di pochi articoli semplici tenuti distinti anche per una ragione, come ha detto il Presidente Calleri di estetica di bilancio, danno in effetti la possibilità di ritenere che si tratti di una proposta suscettibile di far conseguire il risultato obiettivo che il Consiglio si deve proporre.
Il Gruppo socialista ha indicato la sua volontà di astensione: ciò vuol dire che non ritiene negativo questo provvedimento. Certo, questo non è la riforma sanitaria, come è stato dai rappresentanti di questo Gruppo fatto presente, ma è, nei limiti delle possibilità della Regione, un atto politico di rilevantissima importanza, avviato proprio nel quadro della riforma, in quello che dev'essere lo spirito della riforma: dare a tutte le categorie un'assistenza il più possibilmente unificata per tutti. Anche nelle dichiarazioni del Governo questi principi sono stati espressi, al di là di specificazioni concrete che richiederanno necessariamente studio discussione e verifica, anche in relazione alla spesa, da parte del Parlamento.
Qualcuno ha detto: con 3600 miliardi si sarebbero potute costituire le unità locali via via e i 2300 miliardi dati alle Mutue sono stati buttati via, mentre con tali somme si sarebbe potuto benissimo fare la riforma. In prosieguo di tempo vorrò approfondire come questi dati siano stati messi assieme, perché non mi risulta che alcuno abbia mai detto, né sia risultato dagli studi a suo tempo effettuati a cura del Ministero, che la riforma sanitaria sarebbe costata meno di quello che è stato erogato attraverso le forme in cui l'erogazione è avvenuta: per quanto ne so, tutti hanno detto che la riforma sarebbe costata di più, in relazione agli aumenti di reddito del Paese ed anche alle possibilità che il Paese avrebbe avuto di assegnare una parte del reddito nazionale a questa assistenza sanitaria per tutti nessuno è mai venuto a sostenere che con quelle cifre si sarebbe potuta fare la riforma sanitaria. Certamente, si potrà cercare di evitare sprechi si potrà addivenire ad una nazionalizzazione del sistema che consenta una più oculata erogazione dei fondi; ma non si può non tenere conto che una assistenza necessariamente costa e che il suo perfezionamento ed ampliamento comporta una spesa maggiore, non certo minore.
La Giunta è convinta che l'efficacia dei suoi progetti non si sia sminuita da alcuna critica, comunque, da alcuna di quelle che qui sono state avanzate, e ne raccomanda pertanto la approvazione al Consiglio.



PRESIDENTE

I relatori hanno qualche cosa da aggiungere? Ha facoltà di parlare il Consigliere Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, relatore

Poco o Mente, in quanto, avendo aderito ai progetti della Giunta, di fatto dovremmo ripetere le dichiarazioni conclusive che ha fatto test l'Assessore Armella.
Noi ribadiamo il giudizio di stamane, vale a dire che riteniamo, in termini squisitamente realistici, che nel quadro complesso del tipo di assistenza oggi erogata nei confronti delle categorie autonome, questi progetti siano oggi i più calzanti, atti ad incidere, a far raggiungere qualche risultato concreto, anche se è forte in ognuno di noi la tentazione di demolire per provocare qualche cosa di veramente interessante ed innovativo nelle strutture assistenziali dello Stato. Oggi noi con queste leggi proponiamo un tentativo di perfezionare lo stato di operatività delle strutture esistenti. Nella sostanza, le differenze fra i due progetti sono state adeguatamente illustrate.
Il progetto della Giunta propone l'assistenza farmaceutica ed integrativa, l'altro, dei Colleghi di opposizione, prevede la sola assistenza farmaceutica, anche se ritengo che essi non abbiano difficoltà come già hanno dichiarato, ad aderire alla proposta in associazione all'estensione a quella integrativa. Il problema è legato all'assistenza indiretta o meno, è altresì legato alle strutture, alle dimensioni operative degli interventi ed alla stessa scelta che le Casse Mutue malattia hanno a suo tempo effettuato in materia.
Quanto ai canali di erogazione, già sono state spese sufficienti parole in materia. Noi riteniamo che l'art. 1, in cui si dice che si affida la assistenza alle Casse Mutue laddove queste hanno già deliberato di effettuarla, possa essere interpretato in termini squisitamente positivi vale a dire che consente spazio e respiro alle Casse Mutue che di volta in volta prenderanno decisioni in tal senso; e, a quanto è stato detto dall'Assessore Armella, preceduto dal collega Menozzi stamane, già si sta verificando un processo di accelerazione in tale direzione.
La stessa legge finanziaria, come abbiamo già detto ripetutamente questa mattina, prevede la possibilità per la Regione di operare su leggi entro schemi vigenti. Le proposte della Giunta si innestano decisamente su questi canali e su questo tipo d'intervento.
La previsione del costo è su tutta la massa dei pensionati: non è stata fatta semplicemente sui pensionati che attualmente fruiscono dell'assistenza, ma sui pensionati che in quanto tali fruiscono già dell'assegno di pensione. Quindi, la previsione di costo nei progetti della Giunta è già stata fatta con una certa larghezza, e, direi, in termini di relativa discrezione e comunque accessibili. Le Mutue, oggi, in quanto alla spesa di erogazione, è stato constatato che costano l'1½ % circa del costo della gestione in sé della complessa materia. Quanto al progetto dei Colleghi di opposizione, abbiamo calcolato che il primo stanziamento per l'anno in corso, di 720 milioni, di fatto comporta una ventina di milioni da spendersi per l'impianto delle strutture e dei canali di assistenza spesa che si eviterebbe affidandosi a questi canali tradizionali di erogazione. La Toscana, ampiamente citata in materia, non poteva prevedere la utilizzazione delle Mutue avendo stabilito un intervento a favore dei coltivatori diretti, che, come si sa, in Toscana non fruivano dell'assistenza farmaceutica ed integrativa.
Ecco, oggi le cose sono come sono e la struttura assistenziale italiana è quella che è. C'è la tentazione in ognuno di noi di affrontare il grosso discorso della riforma sanitaria, del sistema mutualistico che sta scoppiando, di questi grossi carrozzoni che occorre abolire, ma noi siamo chiamati ad operare, ripeto ancora, entro le strutture esistenti. Ritengo che i progetti della Giunta in questo settore e per questa direzione costituiscano una soluzione ottimale.
Quanto ai costi, stamane io mi ero permesso di dare delle indicazioni corrispondenti a semplici calcoli aritmetici: cioè, i progetti, gli uni e gli altri, della maggioranza e dell'opposizione, così come erano stati proposti, erano sopportabili per quanto attiene al bilancio in corso del 1972, si rivelavano complessi e difficili per quanto attiene al bilancio degli anni successivi. Avendo individuato in circa un milione di persone tra attivi e pensionati, numero delle persone che dovevano essere assistite attraverso questi interventi, ci si è accorti che nella peggiore delle ipotesi i due miliardi e 500 milioni di spesa prevista per un tipo di intervento al 100 % dei pensionati e al 50 e 35 %, a seconda delle zone montane o meno, per gli altri lavoratori attivi, avrebbe provocato un impegno di spesa da parte della Regione di 5 miliardi e 280 milioni e nella migliore delle ipotesi questo costo sarebbe diminuito di circa un miliardo.
Per cui, resistendo alla tentazione di buttarsi a capofitto in questo settore, che pure ha esigenze notevoli, alla luce di tutte le esigenze e dell'impostazione programmatica della Regione, noi riteniamo di ribadire quanto gia detto stamane, che è opportuno aderire in tutto, di fatto, ai progetti della Giunta regionale, perché sono quelli che, oggi, alla luce realistica delle valutazioni della complessa materia assistenziale consentono veramente di avvicinarsi attivamente alle necessità delle categorie per le quali i progetti di legge sono proposti.



PRESIDENTE

Il Consigliere Ferraris ha qualche precisazione da fare, come relatore?



FERRARIS Bruno, relatore

Farò brevi considerazioni ulteriori, senza ripetere cose già dette e scritte.
Dobbiamo constatare che, al termine del confronto che avevamo sollecitato, le posizioni sono rimaste purtroppo tali e quali erano. Ai Colleghi Menozzi, della Democrazia Cristiana, e Gerini non ho nulla da aggiungere a quanto nel suo intervento ha già praticamente replicato il compagno Besate. Farò alcune osservazioni, invece, in margine a quanto detto dall'Assessore e ancora ora dal relatore di maggioranza.
Mentre negli interventi e del collega Menozzi e di Gerini non si è respinta l'esigenza di ampliare il ventaglio degli assistiti, anzi, si è fatto un auspicio in tal senso, sia pure al condizionale, per un intervento del Governo (so benissimo che c'è stata una richiesta di Bonomi ad Andreotti perché sia ridotto il lasso di tempo per raggiungere la parità prevista per il 1975, ma, a dire il vero, conto, più che sugli accordi o sulle sollecitazioni tra amici, pur autorevoli come possono essere Bonomi e Andreotti, sulla iniziativa diretta delle categorie ed anche sul sostegno che poteva dare, in forma anche più decisa, ma comunque dà in ogni caso la nostra Regione con l'approvare questa legge), l'Assessore ed anche il relatore di maggioranza hanno a questo punto contestato questa possibilità sul piano delle cifre ed hanno anche tentato di dimostrare come le cifre previste per il 1973 sulla proposta di Legge n. 26 fossero inadeguate. Ho detto in Commissione Bilancio, e non ho alcuna difficoltà a ripetere qui che non giuro sulla congruità di quelle cifre, anzi, riconosco che quasi sicuramente sono al di sotto del necessario. Però, se questo è vero nella logica del progetto di Legge n. 26, dico fin d'ora che vale anche per i tre progetti della Giunta, se davvero si terrà fede alle intenzioni espresse (a meno, cioè, che si tratti di un impegno puramente propagandistico, perch per la verità, l'art. 1 parla di "integrazione", non di "copertura") dalla Giunta, di coprire al 100 % le prestazioni farmaceutiche e integrative per i pensionati delle tre categorie, in considerazione della osservazione contenuta nell'intervento del Consigliere Menozzi, che riflette la realtà e che d'altronde si ricava dalla realtà, noi un altr'anno avremo un numero di pensionati assai maggiore, non per lo scatto dell'anno ma proprio perch esistono trenta-quaranta-cinquantamila pensionati che oggi non figurano per cui i 1740 milioni dello stanziamento previsto non saranno adeguati (a questo proposito desidererei poi avere da chi concluderà il dibattito una precisazione ed una assicurazione). Quindi, andremo comunque, come già qualcuno ha detto, ad un impegno di risorse notevolmente maggiore del previsto, approvando la proposta della maggioranza (e lo stesso sarebbe stato ovviamente anche nel caso di accettazione della nostra proposta).
Sarebbe stato importante cogliere l'occasione di un intervento di questo tipo per innovare qualcosa, inventando noi, o magari prendendo esempio dalla Toscana, visto che se ne è parlato tanto, come ha già anche detto l'Assessore alla Sanità, Armella, di come si poteva intervenire in questo settore, a sostegno di aspirazioni e di rivendicazioni che riconosciamo tutti sacrosante, e nello stesso tempo muoversi in una direzione che non fosse opposta al sistema, che tutti diciamo - è stato ribadito ancora da parte dei Colleghi della maggioranza in questa sede essere quella del superamento del sistema mutualistico, quella dell'avvio del servizio sanitario nazionale e delle unità sanitarie locali.
Si è fatta una questione di tempi. Ebbene, noi dobbiamo dire, intanto che se si fosse partiti subito, da marzo già avremmo fatto molta strada.
Nella nostra proposta di legge abbiamo previsto due fasi: l'assistenza ai pensionati subito e quella agli attivi, sia pure nella misura indicata, per il 1° dicembre '73, proprio per la consapevolezza che mettere in movimento un certo meccanismo comporta anche determinati tempi tecnici, tempi utili però, a suscitare un dibattito, a mobilitare e impegnare energie, quelle dei Comuni, ed anche a mobilitare, sì, le stesse Casse Mutue che volessero collaborare a questa soluzione più elevata e più adeguata del problema.
Comunque, credo non ci resti altro che passare all'esame degli articoli e quindi alla discussione degli emendamenti, riservandoci di precisare in sede di dichiarazione di voto l'atteggiamento del nostro Gruppo sulle proposte di legge della Giunta.



PRESIDENTE

E' terminata la discussione di carattere generale.
Il Regolamento nulla dice a proposito della metodologia da seguire per l'approvazione di queste leggi.
Mia intenzione sarebbe di seguire questa strada: approvare, o non approvare articolo per articolo, il testo del disegno di legge di cui ci occupiamo: prima di mettere in votazione l'intero disegno di legge, dare la parola a coloro che la chiedono per dichiarazione di voto, impinge, attiene proprio alla valutazione finale, che potrebbe essere diversa a seconda del corso delle approvazioni e delle disapprovazioni dei singoli articoli che saranno messi in discussione.
Concorda il Consiglio che, non essendoci regolamentazione, ci regoliamo in questi termini? Pregherei di informare i Colleghi della II Commissione, impegnati nella prosecuzione dei loro lavori, che entriamo in votazione.
Dò lettura del testo del disegno di legge regionale n. 33 "Estensione dell'assistenza farmaceutica ed integrativa di titolari di pensione della gestione speciale Coltivatori diretti": Articolo 1 "La Regione Piemonte integra l'assistenza sanitaria a favore dei titolari di pensione ex Coltivatori Diretti e dei loro famigliari a carico assistiti, a norma della legge 27/5/1967, n. 369, dalle Casse Mutue provinciali di malattia per i Coltivatori Diretti della Regione contribuendo alle spese per l'erogazione dell'assistenza farmaceutica nonché di quella integrativa relativa a cure balneo-termali ed idropiniche ortofoniche, occhiali, protesi acustiche, dentarie, ortopediche e presidi terapeutici, sempre che le Casse Mutue comunali abbiano deliberato di estendere tali provvidenze ai propri assistiti".
All'art. 1 di questa legge sono proposti degli emendamenti aggiuntivi ed un emendamento soppressivo.
Emendamento aggiuntivo da parte dei Consiglieri Carmen Fabbris Ferraris e Viglione: dopo le parole "e presidi terapeutici", alla terz'ultima riga dell'art. 1 del testo distribuito, aggiungere: "Alle coltivatrici dirette, alle lavoratrici artigiane e alle lavoratrici esercenti attività commerciali è corrisposto, in caso di parto, o di aborto spontaneo o terapeutico, un assegno di L. 50.000 integrativo dell'assegno di natalità previsto dalla legge statale 30 dicembre '71 n. 1204".
Dovrei qui fare una precisazione, come Presidente, puramente formale senza entrare nel merito: mi sembra che questo emendamento, così com'è formulato, non possa comunque essere recepito nel testo perché i disegni di legge essendo tre, e ciascuno avvisando la eventuale approvazione, in ordine ai Coltivatori diretti, in ordine agli Artigiani eccetera l'emendamento dovrebbe quanto meno essere fatto in triplice distinta formulazione.
Per il merito, la Giunta vuol esporre il suo punto di vista?



ARMELLA Angelo, Assessore alla sanità

Nel sistema che abbiamo studiato ed esaminato noi abbiamo pensato di dare l'assistenza sanitaria a questi pensionati contribuendo alle spese previste da queste particolari norme di legge, e non con integrazione di altra assistenza che effettivamente c'è, che potrà essere frutto di esame particolare ma che in questa sede ci pare non possa trovare applicazione.
Pertanto, la Giunta è contraria.



PRESIDENTE

Volevo considerare questo emendamento limitato per adesso all'argomento di cui ci occupiamo, cioè alla legge relativa ai Coltivatori diretti enucleando le altre due formulazioni, chi dei firmatari vuole eventualmente illustrare?



FABBRIS Pierina

Mi pare che l'emendamento non abbia bisogno di particolare illustrazione. Desidero semplicemente dire che noi l'abbiamo proposto dal momento che nel progetto che qui stiamo esaminando è prevista anche l'assistenza integrativa. Dal momento che per l'assistenza integrativa c'è una legge apposita, cui fa riferimento questa legge, di tutela della maternità, che peraltro solo in parte va incontro alle necessità delle lavoratrici autonome, ci è parso giusto integrare queste provvidenze con l'assegno che noi proponiamo nell'emendamento.
Questo per quanto riguarda il merito. Per la forma, ci riserviamo di presentare gli altri due emendamenti per gli altri due progetti.



PRESIDENTE

Se nessun altro chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, secondo la regolamentazione che abbiamo convenuto di darci nella precedente riunione, l'emendamento che è stato proposto dai Consiglieri Fabbris, Ferraris e Viglione.
Pregherei vivissimamente i Consiglieri di mantenere durante la votazione il proprio posto, in modo che vi sia la possibilità di recepire con chiarezza il risultato del voto.
Chi approva l'emendamento proposto dai Consiglieri Fabbris, Ferraris e Viglione è pregato di alzare la mano. L'emendamento non è accolto.



BERTI Antonio

L'avete proposto e votate contro. Bell'esempio di consequenzialità!



PRESIDENTE

C'è un'altra proposta di emendamento all'art. 1, un emendamento aggiuntivo richiesto ancora dai Consiglieri Ferraris, Besate, Raschio Viglione: aggiungere, dopo la parola "Regione" - praticamente alla sesta linea del testo, la dizione: ". e dei Coltivatori diretti in attività e loro famigliari a carico iscritti alle Casse Mutue malattia di cui alla Legge 1136 del 22 gennaio '54".
Qual è il parere della Giunta su questa proposta di emendamento aggiuntivo?



ARMELLA Angelo,Assessore alla sanità

Il testo di legge è sufficientemente chiaro e indica le categorie (pensionati ecc.) cui va questa assistenza. Pertanto, ulteriori precisazioni o estensioni, se questa è l'intenzione, non trovano posto in questo quadro, per tutte le ragioni che sono state lungamente esposte nel dibattito.
Per queste ragioni la Giunta è contraria all'emendamento.



PRESIDENTE

Qualcuno dei proponenti intende illustrare l'emendamento? Ha facolta di parlare il Consigliere Ferraris.



FERRARIS Bruno

Con questo emendamento il Gruppo comunista intende compiere ancora un ulteriore sforzo per il miglioramento della legge: è l'emendamento che riguarda il primo importante punto sul quale ci siamo trovati divisi in Commissione ed anche qui in Consiglio, e si riferisce alla estensione delle prestazioni ai Coltivatori diretti in attività.



PRESIDENTE

Qualche altro Consigliere chiede di parlare in merito? Allora, porrei in votazione l'emendamento proposto dai Consiglieri Ferraris, Besate Raschio e Viglione. Chi l'approva è pregato di alzare la mano.
L'emendamento non è accolto.
C'è ancora un emendamento soppressivo presentato dai Consiglieri Ferraris, Besate, Raschio e Viglione: sopprimere le ultime tre righe dell'art. 1 troncando pertanto l'articolo medesimo alle parole "e presidi terapeutici" e sostituendo la virgola che segue con un punto.
Ha facoltà di parlare il Consigliere Ferraris.



FERRARIS Bruno

Questo emendamento, che, se ci verrà dato un chiarimento, potrebbe anche essere ritirato, è stato da noi proposto proprio per la preoccupazione, che del resto io ho prospettato nel corso della relazione che i provvedimenti che ci avviamo oggi ad adottare valgano soltanto per quelle Casse Mutue che hanno deliberato, per cui ne sarebbero escluse quelle che in questo momento ancora non l'hanno fatto, e le tre Casse Mutue provinciali, non ricordo più se di Asti o Novara, dei Commercianti (ne riparleremo a proposito della terza proposta di legge).
A me pare che si potrebbero benissimo sopprimere le ultime due righe senza nulla modificare della impostazione del primo articolo né creare problemi di interpretazione: non ne risulterebbe minimamente alterata la vostra concezione.



PRESIDENTE

La Giunta vuole esprimere il proprio parere?



ARMELLA Angelo, Assessore alla sanità

A titolo di chiarimento interpretativo, dirò, che questo "abbiano deliberato" va inteso per tutte le Mutue che hanno deliberato e che delibereranno l'estensione. Le ultime tre righe sono state aggiunte al testo unicamente per affermare che hanno diritto a questa assistenza gli iscritti a quelle Casse Mutue (pensionati) le quali abbiano provveduto come la legge vuole, ad estendere ai propri assistiti l'assistenza farmaceutica.



FERRARIS Bruno

La sua precisazione è abbastanza convincente, però credo che sarebbe meglio scrivere: "abbiano deliberato o che delibereranno", perché con la dizione proposta c'è il rischio che un certo numero di Casse Mutue rimangano tagliate fuori.



PRESIDENTE

Abbiano al momento dell'applicazione, evidentemente: è un termine di presenza.



ARMELLA Angelo, Assessore alla sanità

Se un dubbio resta, sarà bene chiarirlo, modificando il testo. Allora "Sempre che le Casse Mutue comunali deliberino...".



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

No, "abbiano deliberato o deliberino entro il 1972". Perché questo riguarda il '72.



PRESIDENTE

Mi occorre la formalizzazione dell'emendamento. Chi lo propone, la Giunta stessa? Ha facoltà di parlare il Presidente della Giunta.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Io direi the basterebbe aggiungere: "abbiano deliberato entro l'anno 1972 di estendere tali provvidenze ai propri assistiti". Delibereranno tutte, siatene certi. Ma si deve fissare un termine.



BELTRAMI Vittorio, relatore

Io sarei d'avviso di mantenere inalterato il testo proposto originariamente, perché non può che essere interpretato in senso positivo.
Dicendo "abbiano deliberato" lasciamo di fatto aperta la possibilità di stabilire la deliberazione: in effetti, il provvedimento di legge dà luogo all'inizio di un modo di accelerazione per tutte quelle Casse che ancora non vi abbiano provveduto, a mettersi in regola nei termini deliberati.



FERRARIS Bruno, relatore

Io insisterei per: "che abbiano deliberato o che deliberino", senza alcuna data. E' una garanzia che ci diamo reciprocamente. Perché so bene quel che poi capita al momento di applicare le leggi: interpretazioni e impegni assunti in questa sede non hanno alcun valore.



PRESIDENTE

Allora, formalizziamo questo emendamento? Anzitutto, da chi viene presentato, dalla Giunta?



CALLERI Edoardo

Presidente della Giunta Regionale. La Giunta lo fa proprio, perché mi pare che si tratti qui di interpretare correttamente la legge.
Effettivamente, la dizione "abbiano deliberato" può lasciare il dubbio che la legge si possa applicare solo a quelle Mutue che l'abbiano deliberato in passato, mentre l'aggiunta "o che deliberano" lascia aperta, con lo spirito al quale si è riferito il collega Beltrami, la possibilità di estendere la validità di essa a Tutte le Casse Mutue che si apprestino a prendere la deliberazione, e quindi l'interpretazione risulta più chiara.
La Giunta, dunque, propone l'emendamento aggiuntivo: "Sempre che le Casse Mutue comunali abbiano deliberato o deliberino di estendere tali provvidenze ai propri assistiti".



PRESIDENTE

Il testo proposto dalla Giunta è dunque in questi termini: "Sempre che le Casse Mutue comunali abbiano deliberato o deliberino di estendere tali provvidenze ai propri assistiti". Essendo il testo proposto dalla Giunta non c'è bisogno che della votazione complessiva.
Allora, per appello nominale votiamo l'art. 1 che ho letto, integrato rispetto all'originale, con la espressione "o che deliberino".



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

L'articolo 1 è approvato con il seguente esito: presenti e votanti n. 43 hanno risposto sì n. 43 Consiglieri Dò lettura dell'articolo 2 "Gli interventi della Regione previsti dalla presente legge decorrono dal 1° luglio 1972 e cesseranno allorché lo Stato, con proprio provvedimento, stabilirà analoghe provvidenze a favore dei soggetti indicati all'articolo precedente".
Non ho proposte di emendamento. Se nessuno chiede la parola metterei senz'altro in votazione l'art. 2 nel testo letto or ora.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

L'articolo 2 è approvato con il seguente esito: presenti e votanti n. 43 hanno risposto sì n. 43 Consiglieri Dò lettura dell'articolo 3 "La Giunta regionale si avvale, ai sensi dell'art. 68 dello Statuto e senza onere alcuno per il bilancio regionale, degli Uffici della Cassa Mutua provinciale di malattia di Torino per ripartire il contributo fra le singole Casse Mutue provinciali di malattia, sulla base del numero dei titolari di pensione alle stesse iscritti e tenuto conto del costo delle prestazioni sostenute nell'anno precedente da ciascuna di esse per l'erogazione dell'assistenza prevista dall'art. 1 a favore dei pensionati".
All'art. 3 ci sono alcune proposte di emendamento. Una è di emendamento soppressivo, presentata dai Consiglieri Ferraris, Besate, Raschio Viglione: sopprimere l'intero art. 3 e sostituirlo con il seguente testo: "Alla erogazione dell'assistenza farmaceutica e integrativa sono delegati, ai sensi dell'art. 68 dello Statuto, i Comuni e i consorzi dei Comuni o le comunità montane, che vi provvedono in misura e con le modalità di cui agli articoli 3 bis e 3 ter.
I Comuni o i Consorzi di comuni, le Comunità montane e le Amministrazioni provinciali possono integrare con proprie autonome deliberazioni le somme erogate dalla Regione, al fine di assicurare possibilmente l'intera copertura delle spese relative all'assistenza per tutti i lavoratori autonomi".
Questo emendamento, che è contemporaneamente soppressivo e sostitutivo è legato, però, nella dizione, ad altre proposte che fanno parte di successivi emendamenti, sempre presentati dai Consiglieri Ferraris, Besate Raschio e Viglione, che pertanto debbo leggere non per metterli in votazione contestualmente ma per portarli a conoscenza del Consiglio essendo richiamati in questo primo emendamento.
Il nuovo articolo proposto al 3 bis recita: "La Regione contribuisce alle spese delle prestazioni di cui all'art. 1 nella misura del .100 % a favore degli ex Coltivatori, pensionati e famigliari a carico, del 50 % a favore dei Coltivatori diretti e loro famigliari a carico residenti nei territori montani classificati ai sensi della Legge 25 luglio '52 n. 991 del 35 % a favore dei Coltivatori diretti e loro famigliari a carico residenti nei restanti Comuni della Regione. Le prestazioni farmaceutiche ed integrative sono erogate in forma diretta. La prescrizione dei medicinali viene eseguita da parte dei sanitari su apposito libretto ricettario istituito dalla Regione. E' ammessa la prescrizione di tutti i medicinali compresi nel prontuario dell'Inam".
Quello al 3 ter: "Ciascun Comune, o consorzio di Comuni, o Comunità montana, previa deliberazione consiliare, provvede alla costituzione di una Commissione avente sede presso il Comune medesimo, con il compito di provvedere: a) all'aggiornamento degli elenchi agli aventi diritto all'assistenza in base alle Leggi 22 novembre '54 n. 1136 e 29 maggio '67 n. 369 fornite dagli enti mutualistici b) al rilascio del ricettario agli assistiti c) al controllo dei documenti di spesa.
La Commissione, presieduta dal Sindaco o da un suo delegato, è composta da Consiglieri della maggioranza e della minoranza e dalle rappresentanze delle organizzazioni professionali di categoria. Ai lavori della Commissione partecipano inoltre l'ufficiale sanitario del Comune ed un rappresentante della Cassa Mutua comunale".
E' chiaro che se non dovesse passare il primo emendamento decadrebbero consequenzialmente gli altri che ne sono la logica continuazione. La Giunta a questo proposito vuole esprimere il proprio parere?



ARMELLA Angelo, Assessore alla sanità

La Giunta è ovviamente contraria, per tutto quanto è stato detto nel dibattito.



FERRARIS Bruno

Vale tutto il discorso fin qui fatto.



PRESIDENTE

Allora, metto in votazione per alzata di mano l'emendamento soppressivo e sostitutivo, da me letto per primo. Chi lo approva è pregato di alzare la mano. L'emendamento non è passato. Conseguentemente, non metto in votazione gli altri due emendamenti di cui ho dato lettura, che sono coordinati all'emendamento ora caduto.
C'è un altro emendamento, non accolto dalla Giunta. Ha facoltà di parlare il Consigliere Ferraris.



FERRARIS Bruno

Anche questo emendamento traduce una osservazione già fatta nella relazione scritta e nel mio intervento orale. Mi pare, come ho già detto un assurdo giuridico, comunque una definizione del tutto impropria richiamare a questo punto l'art. 68 dello Statuto, che recita testualmente come ognuno sa, che "la Giunta si serve degli uffici degli Enti locali ecc.
ecc.", in quanto ciò comporta una parificazione delle Casse Mutue, enti di diritto pubblico, con gli Enti locali, Comuni, Province, Consorzi di Comuni e Comunità montane, mentre a me pare proprio che le une non abbiano niente a che fare con le altre.
Anche in questo caso non si tratta di un emendamento che stravolga l'impostazione della Giunta: si invita la Giunta e la maggioranza a considerare se non ci sia un altro richiamo allo Statuto per adire a questa erogazione o elargizione di fondi, che a me pare del tutto impropria se collocata in forza di quell'articolo. Desidererei, quindi, che la Giunta dicesse qualcosa di più che un semplice: contraria.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Presidente della Giunta.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Credo che l'interrogativo che si è posto il Consigliere Ferraris, che probabilmente non è solo suo ma di tanti altri, meriti una risposta, anche perché è stato lungamente meditato dalla Giunta in sede di elaborazione e di preparazione del disegno di legge.
E' ormai prassi consolidata e affermata quella di ritenere Enti locali non soltanto le Province, i Comuni, i Consorzi di Comuni e in generale gli Enti locali territoriali, ma anche tutti quegli Enti che, o per la dimensione territoriale, o per avere dei compiti specifici collegati con una circoscrizione territoriale, siano articolazioni della pubblica amministrazione.
In realtà è difficile sostenere che queste Casse Mutue non siano una articolazione riconosciuta dalla pubblica amministrazione, atteso che oltre tutto, sono organismi elettivi a livello locale, sia pure nell'ambito delle categorie. Il riconoscimento loro attribuito di enti di diritto pubblico non sarebbe certo sufficiente a farli considerare Enti locali ai quali riferirsi per valersi dei loro uffici ai sensi dell'art. 118 della Costituzione; essi possono però essere compresi nel novero degli "Enti locali" (e noi abbiamo chiesto a livello nazionale ai competenti Ministeri il riconoscimento di tale qualifica) per la loro obiettiva collocazione di carattere territoriale.
In questo quadro, si è ritenuto opportuno nella legge fare riferimento all'art. 68 dello Statuto proprio perché l'autorizzazione ad avvalersi di questi uffici fosse non confortata da una generica possibilità che la Costituzione peraltro dà, ma trovasse anche un suo punto di riferimento nelle norme statutarie della Regione. In sé e per sé, il riferimento potrebbe anche non essere messo, perché nulla esso aggiunge al potere della Regione di avvalersi degli Enti locali: si è voluto semplicemente far richiamo ad un articolo statutario. Siccome si è sempre visto come gli organi di controllo preferiscano che vi sia anche un riferimento specifico non solo a norme costituzionali ma a leggi o regolamenti aventi forza di legge, la Giunta ha ritenuto opportuno aggiungere questo riferimento, che è indubbiamente ad abundantiam. Dato che esso nulla modifica del contenuto suggerisce di mantenere questa sua dizione, non per un criterio di carattere generale ma per un criterio prudenziale, di maggior tranquillità anche ad evitare che possano sorgere equivoci sulla possibilità di avvalersi o meno di questi uffici in riferimento allo Statuto.



PRESIDENTE

Dovrei fare un richiamo al Regolamento, non in particolare diretto a lei, Consigliere Ferraris, ma a tutti o Consiglieri. Non è ammesso, per il Regolamento che ci siamo dato, intervenire se non brevissimamente altrimenti il dialogo si protrarrà all'infinito.



FERRARIS Bruno

Brevissimamente.
A mio avviso, con il richiamo a quell'articolo, si apre una strada pericolosa e si creano dei precedenti comunque compromettenti. Se occorre far riferimento ad un articolo dello Statuto - non ho nulla in contrario a che lo si faccia - sarebbe molto più opportuno il richiamo agli artt. 4 o 6, che riguardano genericamente l'intervento della Regione a favore e delle categorie e dell'assistenza. Del resto, nel nostro progetto di legge, che pure, servendosi dei Comuni, avrebbe comportato un richiamo, non l'avevamo fatto per non introdurre già il discorso delle deleghe, ancora tutto da affrontare, ma ci eravamo riferiti appunto agli articoli 4 e 6. E' una questione prevalentemente formale, ma anche un po' sostanziale indipendentemente dal merito dell'articolo, su cui noi non concordiamo.



PRESIDENTE

L'emendamento viene dunque mantenuto. Mettiamo pertanto in votazione anzitutto l'emendamento subordinato che chiede la soppressione dell'inciso "a sensi dell'art. 68 dello Statuto", presentato ed illustrato, che la Giunta non accoglie per le ragioni che sono state esposte dal Presidente.
Chi approva questo emendamento subordinato è pregato di alzare la mano.
L'emendamento non è accolto.
Pongo in votazione per appello nominale l'intero art. 3 nel testo che è stato letto.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

L'articolo 3 è approvato con il seguente esito: presenti e votanti n. 44 hanno risposto si n. 29 Consiglieri hanno risposto no n. 15 Consiglieri Dò lettura dell'articolo 4 "Le singole Casse Mutue provinciali di malattia per i Coltivatori diretti del Piemonte, nel limite della disponibilità derivante dal riparto del contributo regionale, sostengono l'onere finanziario relativo all'assistenza farmaceutica ed integrativa, erogata per competenza dalle Casse Mutue comunali, secondo quanto previsto dalle Leggi 29 maggio 1967 n. 369, e 22/11/1954, n. 1136, e loro successive modificazioni.
Le Casse Mutue provinciali tengono una contabilità separata per l'assistenza farmaceutica ed integrativa erogata ai Pensionati della Provincia. I rendiconti consuntivi annuali sono sottoposti all'approvazione della Giunta Regionale".
A proposito dell'art. 4, c'è un emendamento sostitutivo all'ultimo comma a firma Ferraris, Besate, Raschio, Viglione: "Sostituire all'ultima riga dell'ultimo comma le parole 'della Giunta Regionale' con le parole 'del Consiglio Regionale'".
Ha facoltà di parlare il Consigliere Ferraris.



FERRARIS Bruno

A me pare che correttezza voglia che il rendiconto sull'utilizzo dei fondi che daremo alle Mutue passi al vaglio del Consiglio. E' l'unico modo che esso ha, una volta approvata questa legge, di controllare la spendita da parte delle Casse Mutue, che, come si è detto, non sono sottoposte al controllo della Regione. Mi pare pertanto sia cosa più che logica.



PRESIDENTE

Qual è il parere della Giunta in proposito?



ARMELLA Angelo, Assessore alla sanità

Un emendamento di questo genere violerebbe chiari disposti di legge e di Statuto, perché si tratta di attività meramente amministrativa ed esecutiva, che non investe né la potestà legislativa del Consiglio n quella regolamentare né quella di provvedimenti generali di natura amministrativa che sono demandati al Consiglio. E' chiaro, peraltro, che i rendiconti troveranno poi gli opportuni riferimenti nel conto consuntivo che verrà all'approvazione del Consiglio, come per legge e per Statuto occorre fare.
La Giunta è pertanto contraria all'emendamento.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

Vorrei far rilevare all'Assessore che si tratta di una contabilità praticamente a parte, che non risulta nel consuntivo. Si dice infatti: "I rendiconti consuntivi annuali sono sottoposti all'approvazione della Giunta Regionale", non si dice che vengono immessi poi nel rendiconto generale di bilancio. Si fa dunque un rendiconto a parte, il primo rendiconto a parte di quelle gestioni famose che sono state da tutti condannate in sede statale e che oggi vediamo rispuntare; come, per esempio, sono state criticate spesso le gestioni statali che erano fuori del controllo della Corte dei Conti e del Parlamento. Diciamo pure, se si vuole, che il rendiconto va esclusivamente alla Giunta, però sia chiaro che si tratta di gestioni fuori controllo. E staremo a sentire cosa diranno in proposito i liberali, che hanno sempre mosso aspre critiche a questo sistema.



PRESIDENTE

Pongo in votazione per alzata di mano l'emendamento sostitutivo all'ultimo comma proposto dai Consiglieri Ferraris, Besate, Raschio e Viglione, non accolto dalla Giunta. Chi approva è pregato di alzare la mano. L'emendamento non è accolto.
Pongo in votazione nel suo contesto l'art. 4 della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

L'articolo è approvato con il seguente esito: presenti e votanti n. 44 hanno risposto si n. 28 consiglieri hanno risposto no n. 16 consiglieri Dò lettura dell'articolo 5 "All'onere derivante dall'attuazione della presente legge si provvede per l'esercizio finanziario 1972, mediante prelevamento della somma di L.
750.000.000 dal fondo speciale di cui al Capitolo 1018 dello stato di previsione delle spese per l'esercizio medesimo; e, per gli esercizi finanziari successivi, con uno stanziamento annuo di L. 1.500 milioni, da iscrivere in apposito Capitolo di spesa dei relativi Bilanci".
Vi è, a proposito di questo art. 5 la proposta di un emendamento sostitutivo a firma del Consigliere Garabello, che recita: "All'onere di 750 milioni derivante dall'attuazione della presente legge per l'anno finanziario 1972 si provvede mediante la corrispondente riduzione dello stanziamento di cui al cap. 1018 del bilancio di previsione per l'anno finanziario medesimo.
Il Presidente della Giunta Regionale è autorizzato ad apportare con proprio decreto le variazioni di bilancio occorrenti per l'attuazione della presente legge.
A decorrere dall'esercizio finanziario 1973 è autorizzata la iscrizione della somma annua di 1500 milioni in apposito capitolo del bilancio preventivo annuale della Regione".
Il presentatore chiede di illustrare l'emendamento?



GARABELLO Enzo

Si tratta di un emendamento di pura natura tecnica, suggerito dagli Uffici della Giunta per avere armonia nelle imputazioni di bilancio con formule che si ripetano in tutti i disegni di legge. Per cui non vi è alcuna differenza di contenuti e anche la Commissione Bilancio, che lo ha esaminato, ha ritenuto di dare il proprio assenso.



PRESIDENTE

La Giunta a proposito di questo emendamento cosa dice?



ARMELLA Angelo, Assessore alla sanità

Conforme.



PRESIDENTE

Dunque, l'emendamento è accolto dalla Giunta. Lo pongo allora in votazione per appello nominale, trattandosi del nuovo art. 5 che integra le norme di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

L'art. 5 è approvato con il seguente esito: presenti e votanti n. 45 hanno risposto si n. 45 Consiglieri Dò lettura dell'articolo 6 "La presente Legge è dichiarata urgente ed entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione, ai sensi del 6° comma dell'art. 45 dello Statuto".
Ci sono in proposito osservazioni? Si proceda allora alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

L'art. 6 è approvato con il seguente esito presenti e votanti n. 45 hanno risposto si n. 45 Consiglieri Devo ora dare la parola a chi la chieda per le brevi dichiarazioni di voto, prima di mettere in votazione l'intero testo del disegno di legge.
Chiede di parlare il Consigliere Viglione. Ne ha facoltà.



VIGLIONE Aldo

Immagino che queste dichiarazioni comprendano anche gli altri due progetti di legge che si identificano nel loro scopo. Vorrei saperlo perché se facciamo tre dichiarazioni distinte sullo stesso argomento.



PRESIDENTE

Io personalmente accetto la proposta, bisogna che il Consiglio sia unanime perché ci potrebbero essere delle difformità sull'una e sull'altra legge.



VIGLIONE Aldo

Comunque dirò brevemente che sia la riunione informale, come qualche Consigliere giustamente ha preteso dalla I Commissione, sia le dichiarazioni rese successivamente, ci hanno convinti vieppiù a mantenere fermo il nostro intendimento di astenersi su queste leggi.
Non vorremmo ripetere quanto abbiamo già detto stamane, cioè i tre motivi che ci hanno indotti a prendere questa decisione, il primo dei quali è relativo alla scelta; si tratta di una somma che può essere classificata tra le più importanti che la Regione estrarrà dal suo bilancio (non molto elevato, perché si compendia, in tutte le voci, in 48 miliardi) e che andrà a favore di un problema importante, quello della salute, che aveva trovato sempre, negli o.d.g. e nelle mozioni votate dal Consiglio, il concetto della globalità degli interventi. Oggi invece assistiamo alla settorializzazione di questo intervento. Ripetiamo: riteniamo giusto che le categorie che non hanno mai beneficiato o hanno beneficiato in maniera minore della farmaceutica, debbano trovare da parte della Regione dei provvedimenti, però pensiamo che gli stessi si debbano inserire in quella graziosa strada che il Consiglio pareva avere imboccato, con tutte le sue decisioni, in questi ultimi due anni. Invece si è seguita una strada diversa.
E poi vorremmo ancora informare il Consiglio, se è possibile e se ha voglia di udire, (cosa che non mi sembra oggi) che la spesa indicata non è che una spesa presunta, non ha alcuna base tecnica o scientifica di esatta individuazione e da alcuni elenchi tratti dai pubblici uffici presuntivamente viene classificata come tale.
Io vorrei fare una dichiarazione affinché il Presidente, che in questo momento è così sorridente, lo sia un po' meno nel momento in cui gli ricorderò le parole che ho detto oggi: la cifra di due miliardi circa per il 1973 non sarà sufficiente forse neanche per provvedere in piccola parte ai bisogni scaturiti da questa legge. L'importo che viene individuato oggi è puramente presunto, non ha alcun carattere di vera attendibilità e neanche di avvicinamento ai dati reali sui quali avrebbe dovuto lavorare il Consiglio. Se ne parlava in Commissione, tra l'imprecisione più assoluta e si è finito con l'affermazione salomonica del Consigliere Garabello che sarebbe venuto in Consiglio riportando esattamente le parole delle parti.
Mi ricorda quel film americano in cui il giudice riassume per i giurati quello che è stato l'arco della causa, affinché i giurati giudichino. Ma mentre il Presidente del film quanto meno ha la deposizione dei testi; dei fatti obiettivi da riferire al collegio giudicante, oggi (non parliamo dei Consiglieri che avrebbero dovuto averci mano, oppure degli assessori presenti e quindi più informati delle vicende) non abbiamo che vaghe indicazioni che possono spostare l'arco di questo intervento da due a quattro miliardi per il 1973. E quindi l'intervento non è che non sia giusto nei confronti delle categorie che non beneficiano dell'integrazione farmaceutica, ma potrebbe spostare talmente l'asse della spesa che il Consiglio, se ne fosse stato a conoscenza, avrebbe potuto decidere diversamente una globalità di intervento di 4 miliardi nel settore più vasto della sanità e dell'assistenza avrebbe dato forse risultati migliori di quanto ne dia l'incidenza sui medicinali.
E' prima di tutto la scelta che ci lascia assai dubbiosi, noi avremmo fatto forse delle scelte di fondo diverse, ce n'erano parecchie, a cominciare dagli interventi globali di natura preventiva, alle attrezzature ospedaliere per prepararle ambulatorialmente poiché gli ospedali oggi ambulatorialmente non assolvono a nessuna funzione, ma domani saranno chiamati ad assolvere funzioni importanti; è noto che l'ospedale non ha soltanto la proprietà curativa, ma deve avere anche quella preventiva, di cernita rispetto a chi si presenta per essere ricoverato, deve costituire un filtro che protegge la società da eventuali spese inutili; quanti vengano ricoverati per 15/20 giorni per esami senza che alla fine non venga riscontrata ad essi nessuna malattia tanto valeva l'avessero fatto ambulatorialmente, con ben minore spesa delle 18.000 lire giornaliere quindici giorni a 18.000 lire giornaliere fanno circa 300.000 lire, con esami di ambulatorio e di laboratorio invece si spendono 10.000 lire.
Occorre la prefigurazione di quella che avrebbe dovuto essere la riforma sanitaria o anche soltanto di quello che poteva essere il problema dell'inquinamento rispetto alla salute, quindi prefigurando un piano generale a beneficio anche dei coltivatori. Se il Consiglio avesse conosciuto l'ammontare di questa spesa nella sua reale entità probabilmente si sarebbe comportato diversamente.
Questo noi lo diciamo convinti, coerenti con quanto abbiamo sempre sostenuto in questa sede. Le nostre dichiarazioni non sono sottrazione di responsabilità, noi non riteniamo che il Consiglio nell'incertezza non debba mai prendere posizione, perché non si saprebbe mai dove si va a finire, quando si comincia a formare una Regione democratica partecipativa, decentrata nei suoi poteri alla periferia; evidentemente occorrono strumenti nuovi i quali costituiscono un incerto dell'attività ma allora non dovremmo mai far niente perché siamo sempre incerti rispetto alla spesa. Noi diciamo che la legge, così com'è, anche quella dei comunisti, è di per sé un atto di coraggio e come tale va valutato, non è che si dica no, però, se si conoscesse più approfonditamente, in modo più realistico la spesa, il Consiglio sarebbe in condizioni di decidere diversamente.
Queste incertezze ci lasciano un po' sgomenti e per questi motivi di scelta dichiariamo la nostra astensione, non per sottrarci alle responsabilità, anzi se le vogliamo avere, perché se vogliamo creare una Regione dobbiamo pure correre dei rischi, ma anche i rischi vanno valutati più approfonditamente e mi pare di aver colto anche nelle dichiarazioni di molti Consiglieri questo dubbio che io voglio con queste mie parole esternare al Consiglio.



PRESIDENTE

Qualcun altro chiede di parlare? Il Consigliere Carazzoni, ne ha facoltà.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, signori Consiglieri, il Gruppo del MSI annuncia voto favorevole al disegno di legge ed anticipa in questa sede che eguale atteggiamento terrà a fronte dei due disegni di legge che verranno successivamente esaminati e che sono stati predisposti dalla Giunta Regionale per estendere l'assistenza farmaceutica ed integrativa ai titolari di pensione della gestione speciale coltivatori diretti, artigiani ed esercenti attività commerciali.
Questo voto favorevole più che al merito dei progetti medesimi, che sono senz'altro perfettibili, come d'altra parte si riconosce dalla maggioranza, è indirizzato al principio riconosciuto e condiviso anche dalla nostra parte di compiere in carenza dello Stato, un doveroso atto di giustizia nei confronti di categorie di lavoratori che ne sono altamente meritevoli.
E' certo auspicabile - e noi lo vogliamo sottolineare, come già da altre parti è stato fatto - che a questo intervento regionale faccia seguito l'intervento dello Stato. Ma al di là di questi nostri voti sinceramente augurali, noi abbiamo fondati motivi di perplessità sulla sollecita attuazione e direi sulla seria attuazione della riforma sanitaria, per cui nel frattempo noi pensiamo che la Regione non possa e non debba sottrarsi all'obbligo, anche statutario, ma soprattutto morale di riguardare con pronta sensibilità le legittime rivendicazioni dei pensionati coltivatori diretti, artigiani e commercianti.
Certo i tre disegni di legge che qui valutiamo globalmente, non mancano di suscitare in noi talune perplessità e in particolare anche noi riconosciamo che sarebbe stato preferibile estendere l'intervento della Regione non ai soli pensionati, ma a tutti i lavoratori autonomi. Però, se vogliamo porci sul piano della concretezza, del realismo, dobbiamo riconoscere la validità, almeno temporanea, di questa iniziativa.
La considerazione che facciamo deve rappresentare un riconoscimento da parte nostra verso quello che potrebbe essere definito un primo passo della Regione per affermare una tangibile presenza della Regione stessa nei delicati settori della salute e della sicurezza sociale. Saranno gli eventi futuri a dimostrare se nel concedere questa fiducia noi abbiamo peccato di ingenuità e di ottimismo, ma al momento crediamo di dover fare credito di questa fiduciosa attesa nei confronti delle iniziative legislative della Giunta Regionale.
E' con queste considerazioni che noi motiviamo e sostanziamo il voto favorevole che il MSI darà a questo disegno di legge a quelli che saranno successivamente presi in esame.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Il nostro gruppo prese l'iniziativa di presentare una proposta di legge per la estensione dell'assistenza farmaceutica, dopo di avere ponderato bene tutti i pro e i contro: il "contro" era costituito dall'assunzione di un provvedimento che, come affermava Viglione, ha carattere di settorialità, quando invece esiste l'esigenza di operare in rapporto a indirizzi organici unitari. Ciò vale tanto per questa questione quanto per tutte le altre che attengono alle attività della Regione, concetti che abbiamo sul bilancio, il "contro" stava ancora nella possibilità (che qui si realizza) di affidare la gestione del servizio ad Enti che naturalmente non sono compresi in indirizzi ormai largamente acquisiti che propongono per quanto riguarda la gestione della politica sanitaria, di affidarla ad un unico ente: il Comune.
I "pro" che abbiamo invece valutato quando - mi si consenta di sottolinearlo - per primi abbiamo presentato la proposta di legge, sono: situazione di ingiustizia di categorie che nella gran parte hanno subito le condizioni di degradazione e di crisi dei settori in cui operano particolarmente quelle dell'agricoltura e dell'artigianato; la necessità che la Regione, con una sua iniziativa, spingesse il Governo a varare la riforma sanitaria. Credo vada valutato positivamente il fatto che tutte le Regioni hanno preso dei provvedimenti in questo senso e il carattere di provvisorietà che ogni Regione ha teso a dare a questo intervento è anche e soprattutto una pressione nei confronti dello Stato e del Parlamento affinché la riforma sanitaria sia attuata più rapidamente, perché questo è un compito dello Stato, come dice la Costituzione. Un altro "pro" era, per quanto riguarda la gestione del servizio di seguire indirizzi di carattere innovativo rispetto al passato, che servissero di indicazione per la futura riforma sanitaria.
In questo senso abbiamo varato la proposta di legge che ha avuto il noto iter e che oggi ci vede qui ad approvare alcuni articoli della definitiva proposta di legge della Giunta e ad opporci ad altri.
Permangono dei forti contrasti sulla misura e sulle categorie interessate. La nostra proposta va al di là dei pensionati e chiede, senza incidere molto sul bilancio, di intervenire anche a favore di coltivatori diretti, artigiani, commercianti non in pensione abitanti (come è stato già spiegato stamattina) in zone che per la loro depressione fanno si che sì debba intervenire per certe categorie, anche se in attività.
Vi sono poi altre questioni di merito, ma il contrasto più importante verte sulla gestione del servizio. La decisione che la maggioranza approvando le proposte della Giunta, si accinge ad assumere, secondo noi è fortemente contraddittoria con le linee di impostazione della riforma sanitaria che non sono solo comuniste, ma sono acquisite dalla gran parte delle forze politiche delle categorie produttive e degli operatori sanitari.
Credo che abbastanza disinvoltamente si possa affermare, come ha fatto l'Assessore alla Sanità, che non è detto (non so se sono le parole esatte) debbano essere i Comuni a gestire e non credo nemmeno valga il ragionamento successivamente espresso dal Presidente della Giunta, circa il fatto di considerare Enti locali, sia pure con tutti i limiti che ha voluto precisare le mutue dei coltivatori diretti e altri Enti di questo tipo. Io credo che, proprio in relazione ai principi ispiratori della riforma sanitaria, il concetto vada visto in un altro modo; per dirla con una frase molto sintetica, poiché si tende ad andare verso l'unificazione delle prestazioni sanitarie e cioè a unificare i momenti della prevenzione, della cura, della riabilitazione, si postula che l'ente gestore sia uno solo e che questo sia il Comune, organismo elettivo e rappresentativo di tutta la comunità. Naturalmente il Comune gestisce e istruisce poi le unità sanitarie locali che si avvalgono della partecipazione, a tutti i livelli delle masse interessate. E in quanto qui si parla di servizi sanitari e di prestazioni di servizi, è chiaro che a questo fine non può essere considerata la mutua dei coltivatori diretti un Ente locale; l'ente erogatore è esclusivamente il Comune.
Ecco perché noi abbiamo voluto, nella proposta di legge, anticipare alcuni elementi della futura riforma sanitaria per quanto riguarda la gestione, affidando ai Comuni il compito di gestire il servizio, in ossequio del resto, alla tanto conclamata delega agli Enti locali che qui è stato più volte affermata.
Considerati perciò i "pro" e i "contro" e il ruolo da noi svolto in questa materia, annunciamo per questa e per le altre due proposte di legge la nostra astensione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Fassino.



FASSINO Giuseppe

A nome del Gruppo liberale dichiaro che voteremo a favore di questo progetto di legge. Le ragioni sono già state in precedenza esposte dal collega Gerini. Il fine che si propone è da noi pienamente condiviso in quanto si rivolge a categorie che sono state fino ad oggi trattate non molto bene, per cui riteniamo sia indispensabile intervenire.
Se poi, nel campo specifico dovessimo spiegare le ragioni obiettive per le quali votiamo a favore di questa legge, anche a seguito del dibattito che si è svolto e dei due sistemi contrastanti emersi dal dibattito per perseguire lo stesso fine, dovremmo affermare che al di là di ogni altra considerazione di carattere o di interesse politico, è certamente più vicino al nostro modo di considerare il problema quello che vuole fare delle attuali mutue lo strumento primario attraverso il quale si attua l'assistenza farmaceutica. Dette mutue infatti, a nostro avviso, sono già per legge gli unici organismi erogatori dell'assistenza sanitaria alle sopra indicate categorie ed hanno pertanto meglio dei comuni la capacità di organizzarsi per somministrare ai propri iscritti l'assistenza farmaceutica, soprattutto scongiurando (ciò è molto importante e già l'aveva rilevato l'Assessore Armella nel suo intervento) quegli appesantimenti burocratici e quelle frammentarietà di interventi assistenziali che tornerebbero, a tutto danno delle categorie assistite.
Anche per questa ragione, oltre che per i fini che ho citato prima, il Gruppo liberale voterà a favore di questa proposta di legge e delle due successive.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Bianchi, ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, non ripeto concetti ampiamente illustrati dal relatore di maggioranza e dai colleghi che sono intervenuti nel dibattito e faccio anche richiamo a tutti i chiarimenti che sono stati forniti nel corso della votazione sugli articoli di questa legge. Preciso anch'io che il mio intervento si riferisce anche gli altri due progetti di legge in ordine ai quali quindi non farò più formalmente una dichiarazione di voto.
La Regione dunque, attraverso questi primi provvedimenti legislativi va prendendo possesso effettivo dell'esercizio delle sue funzioni e delle materie che sono attribuite alla sua competenza e lo fa, in questo caso compiendo un atto che è insieme integrativo e di supplenza.
Il mio gruppo voterà naturalmente a favore, con il compiacimento che gli deriva dall'assunzione di responsabilità verso alcune grandi categorie di lavoratori autonomi e verso la parte di esse socialmente meno protetta e dotata, come si usa dire, di potere contrattuale. Lo fa nella consapevolezza peraltro dei limiti quantitativi che queste leggi comportano, mentre esse sono pur sempre onerose per il bilancio regionale.
Lo fa consapevole dell'esigenza che, provvedendo lo Stato, agli adempimenti che gli fanno carico, possa la Regione esercitare le proprie funzioni in materia di agricoltura, di artigianato, di commercio nel modo più efficace al fine di assicurare condizioni di base e strumenti di sviluppo civile ed economico quali queste categorie si attendono e così come sono prefigurate nella Costituzione e nel nostro Statuto.



PRESIDENTE

Qualcun altro chiede di parlare? Il Consigliere Conti, ne ha facoltà.



CONTI Domenico

Vorrei parlare nella mia condizione di membro della IV Commissione.
Naturalmente voterò a favore di questo provvedimento, per le ragioni che dirò in seguito, tuttavia non posso nascondere alcune perplessità circa i criteri seguiti per determinare l'entità dell'intervento, perplessità rispetto all'incertezza dell'obiettivo reale prefissato: vogliamo raggiungere, con questo intervento, l'assistenza farmaceutica integrativa gratuita, o che cosa? Perplessità per l'incertezza dell'effettivo risultato; disagio rispetto alla mancanza di indicazione circa i criteri di controllo relativi all'esito, alla valutazione dell'esito dell'intervento ancora disagio per il fatto che è una iniziativa che viene finanziata necessariamente ricorrendo al fondo della Regione, mentre avrebbe dovuto invece, in presenza di una riforma sanitaria, essere finanziata nell'ambito della riforma sanitaria.
In ogni modo io do senz'altro e volentieri il mio voto positivo, prima di tutto per le categorie che sono oggetto di questo intervento e segnatamente trattandosi del fatto che sono dei pensionati; per la breve durata che mi auguro abbia questo tipo di intervento, mi sembra ragionevolmente prevedibile una riforma che sistemi tutta la materia (una riforma nazionale naturalmente). Dò anche voto positivo nella presunzione di un vantaggio effettivo a favore delle categorie per cui il provvedimento viene assunto e poi ancora per la fiducia che voglio riporre nella Giunta circa la verifica degli esiti dell'intervento e degli eventuali aggiustamenti a questo proposito.



PRESIDENTE

Nessun altro chiede di parlare? Pongo ai voti l'intero testo del disegno di legge n. 33 per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Il disegno di legge n. 35 presentato dalla Giunta Regionale il 19-6 1972 è approvato con il seguente esito: presenti e votanti n. 44 hanno risposto sì n. 30 Consiglieri si sono astenuti n. 14 Consiglieri Il disegno di legge n. 33 presentato dalla Giunta regionale il 19-6 1972 è approvato.
Passiamo al disegno di legge regionale n. 34 presentato dalla Giunta in data 20-6-1972 relativo all'estensione dell'assistenza farmaceutica ed integrativa ai titolari di pensioni della gestione speciale artigiani.
I signori Consiglieri si sono resi conto del tempo che richiede la meccanica di questa votazione articolo per articolo, quindi nelle dichiarazioni se possono condensare credo che sia a vantaggio di tutti.
La parola al Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Signor Presidente, lei mi aveva detto che al termine avremmo fatto una conferenza dei capigruppo per coordinare i lavori, anche in relazione ad una richiesta dei liberali.



PRESIDENTE

Dopo che fossero approvate queste leggi che sono nel contesto.



BERTI Antonio

Le quattro leggi sui trasporti?



PRESIDENTE

No, queste due farmaceutiche. Subito dopo faremo la riunione dei Capigruppo.
Penso che i relatori non abbiano praticamente più nulla da aggiungere.
La parola al Consigliere Ferraris.



FERRARIS Bruno, relatore

Non ho nessuna intenzione di ripetere la discussione fatta sulla precedente legge, per questa e per l'altra che seguirà. Va da sé che per noi quelle argomentazioni sono valide per tutte e tre. Mi limito a dire che la modifica apportata dal Consiglio nel suo insieme all'art. 1 della precedente legge, deve essere ripetuta all'art. 1 delle proposte di legge 34 e 35. Idem credo sosterrà il collega Garabello per il penultimo articolo. Formalizziamo, quindi questa modifica.



PRESIDENTE

La Giunta mi pare che avesse già fatto le dichiarazioni comprensive anche di questi due emendamenti, quindi sono confermate.
Qualcun altro chiede di parlare su questo argomento? No. Allora metterei anzitutto in votazione l'emendamento proposto dal gruppo consiliare comunista nel testo che era stato letto già in precedenza. Il testo primitivo doveva essere considerato scisso. Ogni singolo disegno recita così: "Alle coltivatrici dirette (che non interessa più) alle lavoratrici artigiane, alle lavoratrici esercenti di attività commerciali".
Per la prima parte era stato non accolto l'emendamento, la Giunta si era fin da allora dichiarata contraria all'entità complessiva degli emendamenti, tuttavia dobbiamo mettere in votazione, poiché l'emendamento viene mantenuto, l'accettazione o meno dell'emendamento relativo a questo disegno di legge quale presentato dal gruppo dei Consigliai comunisti.
Chi approva è pregato di alzare la mano: 15.
L'emendamento non è accolto.
Se nessuno chiede la parola, metterei in votazione articolo per articolo.
Dò lettura dell'art. 1: "La Regione Piemonte integra l'assistenza sanitaria a favore dei titolari di pensione ed artigiani e dei loro familiari a carico assistiti, a norma della legge 27-2-1963 n. 260, delle Casse Mutue provinciali di malattia per gli artigiani della regione (qui vedono scritto Regione con la maiuscola, ma deve intendersi con la "T" minuscola perché non si riferisce all'ente ma al territorio) contribuendo alle spese per l'erogazione dell'assistenza farmaceutica, nonché di quella integrativa relativa a cure balneotermali ed idropiniche, ortofoniche occhiali, protesi acustiche, dentarie, ortopediche e presidi terapeutici sempreché le Casse Mutue medesime ne abbiano deliberato o deliberi l'erogazione ai propri assistiti".
Siccome questo emendamento è proposto dalla Giunta, l'articolo viene posto in votazione nel testo che ho letto.
Procediamo all'appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

L'art. 1 è approvato con il seguente esito: presenti e votanti n. 41 hanno risposto si n. 41 Consiglieri.
Dò lettura dell'art. 2: "Gli interventi della Regione previsti dalla presente legge decorrono dal 1° luglio 1972 e cesseranno allorché lo Stato, con proprio provvedimento, stabilirà analoghe provvidenze a favore dei soggetti indicati all'articolo precedente".
Nessuno chiede di parlare? Lo mettiamo in votazione con appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

L'art. 2 è approvato con il seguente esito: presenti e votanti n. 42 hanno risposto si n. 42 Consiglieri.
Dò lettura dell'art. 3: "La Giunta regionale si avvale, ai sensi dell'art. 68 dello Statuto e senza onere alcuno per il bilancio regionale, degli uffici della Cassa mutua provinciale di malattia per artigiani di Torino per ripartire il contributo fra le singole Casse mutue provinciali di malattia, tenuto conto delle situazioni economiche locali nonché del costo delle prestazioni sostenute nell'anno precedente da ciascuna di esse per l'erogazione dell'assistenza prevista all'art. 1 a favore dei pensionati".
Qualcuno chiede di parlare? Io non ho proposte di emendamento.
Nessuno chiedendo di parlare pongo l'articolo in votazione mediante appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

L'art. 3 è approvato con il seguente esito: presenti e votanti n. 45 hanno risposto si n. 30 Consiglieri hanno risposto no n. 15 Consiglieri.
Dò lettura dell'art. 4: "Le singole Casse mutue provinciali di malattia per gli artigiani del Piemonte, nel limite della disponibilità derivante dal riparto del contributo regionale, sostengono l'onere finanziario relativo all'assistenza farmaceutica ed integrativa erogata e finanziata secondo le norme della legge 29.12.56 n. 1533 e della legge 27.2.1963 n. 260 e loro successive modificazioni.
Le Casse Mutue provinciali tengono una contabilità separata per l'assistenza farmaceutica ed integrativa erogata ai pensionati della Provincia. (togliamo la "p" maiuscola per farla diventare minuscola anche qui come correzione materiale).
I rendiconti consuntivi annuali sono sottoposti alla approvazione della Giunta Regionale".
Qualcuno chiede di parlare? Nessuno? Allora mettiamo in votazione l'art. 4 per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

L'art. 4 è approvato con il seguente esito: presenti e votanti n. 46 hanno risposto si n. 30 Consiglieri hanno risposto no n. 16 Consiglieri All'art. 5 c'è la proposta dell'emendamento sostitutivo in conformità di quanto era avvenuto già anche per l'altro disegno di legge. Lo leggo subito, evitandomi così di leggere il testo dell'art. 5 quale i Consiglieri hanno dinnanzi agli occhi: "All'onere di 85 milioni, derivante dall'attuazione della presente legge per l'anno finanziario 1972, si provvede mediante la corrispondente riduzione dello stanziamento di cui al cap. 1018 del bilancio di previsione per l'anno finanziario medesimo.
Il Presidente della Giunta Regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le variazioni di bilancio occorrenti per l'attuazione della presente legge.
A decorrere dall'anno 1973, all'onere annuo di 170 milioni si provvede con l'iscrizione di apposito capitolo nel bilancio preventivo della Regione".
L'emendamento sostitutivo è presentato dal Consigliere Garabello, non dissente e vi aderisce il Presidente della Commissione.
La Giunta fa proprio questo emendamento sostitutivo?



ARMELLA Angelo, Assessore alla sanità

Sì.



PRESIDENTE

Allora pongo in votazione l'emendamento sostitutivo dell'intero art. 5 nel testo letto, per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

L'articolo 5 è approvato con il seguente esito: presenti e votanti n. 45 hanno risposto si n. 45 Consiglieri Dò lettura dell'art. 6: "La presente legge è dichiarata urgente ed entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione, ai sensi del 6° comma dell'art. 45 dello Statuto".
Nessuno chiedendo di parlare pongo in votazione per appello nominale l'art. 6.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

L'articolo 6 è approvato con il seguente esito: presenti e votanti n. 43 hanno risposto sì n. 43 Consiglieri Dichiarazioni di voto? Valgono quelle fatte per la precedente? Nessuno chiedendo la parola pongo in votazione l'intero disegno di legge regionale n. 34 presentata dalla Giunta il 20.6.72.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Il disegno di Legge n. 34 è approvato con il seguente esito: presenti e votanti n. 47 hanno risposto si n. 30 Consiglieri si sono astenuti n. 17 Consiglieri Passiamo al disegno di Legge n. 35 presentato dalla Giunta Regionale il 20.6.72. Nessuno chiede di parlare? Nessuno.
Dò lettura dell'art. 1: "La Regione Piemonte integra l'assistenza sanitaria a favore dei titolari di pensione ed esercenti attività Commerciali e dei loro familiari a carico assistiti, a norma della legge 22.7.1966 n. 613, dalle Casse Mutue provinciali di malattia per gli esercenti attività commerciali della Regione, contribuendo alle spese per l'erogazione dell'assistenza farmaceutica, nonché di quella integrativa relativa a cure balneotermali ed idoropiniche, ortofoniche, occhiali, protesi acustiche, dentarie ortopediche e presidi terapeutici, sempre che le Casse Mutue medesime abbiano deliberato di estendere tali provvidenze ai propri assistiti".
All'art. 1 si intende aggiunto, come è avvenuto per gli altri due disegni "abbiamo deliberato o deliberino di estendere tali provvidenze".
L'art. 1 viene quindi posto in votazione in questo testo integrato a richiesta della Giunta.
Procediamo all'appello nominale, salvo che ci siano richieste di parola.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

L'articolo 1 è stato approvato con il seguente esito: presenti e votanti n. 45 hanno risposto si n. 45 Consiglieri Dò lettura dell'art. 2: "Gli interventi della Regione previsti dalla presente legge decorrono dal 1° luglio 1972 e cesseranno allorché lo Stato, con proprio provvedimento, stabilirà analoghe provvidenze a favore dei soggetti indicati all'articolo precedente".
Qualcuno chiede di parlare? Nessuno. Passiamo alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

L'art. 2 è approvato con il seguente esito: presenti e votanti n. 45 hanno risposto si n. 45 Consiglieri Dò lettura dell'art. 3: "La Giunta Regionale si avvale, ai sensi dell'art. 68 dello Statuto e senza onere alcuno per il bilancio regionale, degli Uffici della Cassa mutua provinciale di malattia per gli esercenti attività commerciali di Torino per ripartire il contributo fra le singole Casse provinciali di malattia, tenuto conto delle situazioni economiche locali, nonché del costo delle prestazioni sostenute nell'anno precedente da ciascuna di esse per l'erogazione dell'assistenza prevista all'art. 1 a favore dei pensionati".
Qualcuno chiede di parlare? Nessuno. Lo pongo in votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

L'art. 3 è approvato con il seguente esito: presenti e votanti n. 45 hanno risposto si n. 29 Consiglieri hanno risposto no n. 16 Consiglieri Dà lettura dell'art. 4: "Le singole Casse Mutue provinciali di malattia per gli esercenti attività commerciali del Piemonte, nel limite della disponibilità derivante dal riparto del contributo regionale, sostengono l'onere finanziario relativo all'assistenza farmaceutica ed integrativa, erogata e finanziata secondo quanto previsto dalle Leggi 27.11.1960 n. 1397 e 22 luglio 1966 n.
613 e loro successive modificazioni.
Le Casse mutue provinciali tengono una contabilità separata per l'assistenza farmaceutica ed integrativa erogata ai pensionati della Provincia. I rendiconti consuntivi annuali sono sottoposti all'approvazione della Giunta Regionale".
Anche qui prego i Consiglieri prendere nota che quel "Provincia" scritto con la "p" maiuscola deve intendersi invece con la "p" minuscola per evitare delle confusioni con l'Ente Provincia.
Ci sono delle richieste di parola? Nessuno? Pongo in votazione l'art. 4 per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

L'articolo 4 è approvato con il seguente esito: presenti e votanti n. 45 hanno risposto si n. 29 Consiglieri hanno risposto no n. 16 Consiglieri All'art. 5 c'è un emendamento sostitutivo, presentato dal Consigliere Garabello, accettato dalla Giunta Regionale e con l'assenso del Presidente della Commissione, che recita: "All'onere di 25 milioni derivante dall'attuazione della presente legge per l'anno 1972 si provvede mediante la corrispondente riduzione dello stanziamento di cui al cap. 1018 del bilancio di previsione per l'anno finanziario medesimo.
Il Presidente della Giunta Regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le variazioni di bilancio occorrenti per l'attuazione della presente legge.
A decorrere dall'anno 1973 all'onere annuo di 70 milioni si provvede con l'iscrizione di apposito capitolo nel bilancio preventivo della Regione".
Nessuno chiedendo di parlare metto in votazione l'articolo sostitutivo nei termini testé letti.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

L'articolo 5 è approvato con il seguente esito: presenti e votanti n. 45 hanno risposto si n. 45 Consiglieri Dó lettura dell'art. 6: "La presente legge è dichiarata urgente ed entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione, ai sensi del 6° comma dell'art. 45 dello Statuto".
Nessuno chiedendo di parlare pongo in votazione l'articolo per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

L'articolo 6 è approvato con il seguente esito: presenti e votanti n. 46 hanno risposto si n. 46 Consiglieri.
Dobbiamo passare alla votazione definitiva nel testo integrale del disegno di legge, salvo che vi siano richieste di dichiarazioni di voto.
Nessuno chiedendo di parlare, valgono semmai quelle fatte in precedenza.
Passiamo alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

L'intero testo di legge è approvato con il seguente esito: Presenti e votanti n. 46 hanno risposto si n. 29 Consiglieri si sono astenuti n. 17 Consiglieri Con l'approvazione di questo terzo disegno di legge decade naturalmente la proposta di legge regionale n. 26 presentata dai Consiglieri Ferraris Besate, Raschio, Revelli, Fabbris, Lo Turco, Sanlorenzo, Giovana in data 7.6.1972 per la "contraddizione che non consente".
Desidero sottolineare però l'importanza del voto del Consiglio Regionale, con l'approvazione di questa legge, anche se vi sono stati dei contrasti, anche se vi sono state delle dissonanze di metodo, di sistema nella sostanza però il Consiglio ha apprezzato queste prime leggi che vanno veramente in una direzione notevolmente rilevante sotto il profilo sociale.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza del Consigliere Viglione e altri sui licenziamenti alla ditta Nebiolo


PRESIDENTE

Sospenderei un momento la riunione per incontrarmi con i Capigruppo e per determinare con loro il corso dei lavori.
La parola al Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Prima di sospendere vorrei rivolgerle una preghiera. E' presente una delegazione di operai della Nebiolo che attende una risposta dell'Assessore Visone che mi risulta sarebbe in grado di darla. Se volessimo dare la precedenza a questo potremmo rapidamente informare i lavoratori che attendono e poi fare la riunione con i Capigruppo.



PRESIDENTE

Io non ho nessuna difficoltà a fare questo, ma mi assumo una responsabilità che vorrei non fosse poi altre volte invocata. Manco dei due Vicepresidenti, queste decisioni non crederei mai opportuno di prenderle personalmente come Presidente dell'assemblea, ma sempre sentendo il parere dell'Ufficio di presidenza perché si tratta di inserirci con una prassi che non è codificata dal nostro Regolamento. La eccezionalità del caso mi mette in condizione di dire di sì a questa richiesta, vorrei però che proprio non costituisse un precedente invocabile.
L'Assessore Visone è in grado di rispondere.
L'interrogazione è stata presentata dai Consiglieri Viglione, Besate Lo Turco e prego un Segretario di volerla leggere.



GERINI Armando, Segretario

Dà lettura della seguente interrogazione: "I sottoscritti Consiglieri Regionali interpellano il Presidente della Giunta e l'Assessore ai problemi del lavoro per sapere se sono a conoscenza di un gravissimo episodio accaduto alla Nebiolo di Torino dove la direzione ha licenziato due operai ed un impiegato in seguito ad episodi di carattere sindacale, con ulteriore minaccia per decine di altri dipendenti Chiedono pertanto di conoscere quali iniziative intendano assumere per ottenere la revoca dei provvedimenti adottati e la garanzia ai dipendenti dell'esercizio dei diritti garantiti dalla Costituzione e dallo Statuto dei lavoratori. F.to Besate, Lo Turco"



PRESIDENTE

I presentatori hanno bisogno di illustrarla? Mi pare che sia estremamente chiara.



BESATE Piero

Vorrei svolgere una brevissima illustrazione perché il testo dell'interpellanza è sintetico e ho bisogno di chiarire al Consiglio che si tratta di un episodio che si inserisce in una vertenza normalissima circa l'applicazione di accordi aziendali intervenuti nel 1971. Nel corso di questa vertenza la Nebiolo ha preteso che tutti gli operai lavorassero al massimo della curva di cottimo, mentre tutti gli operai lavorano già al di sopra del minimo della curva di cottimo, come previsto dall'accordo.
L'imposizione della direzione ha portato a forme di lotta perfettamente legali in quanto gli operai si sono posti al lavoro al minimo della curva di cottimo stabilita con l'accordo. Nessuno può obbligarli ad andare oltre.
In altre parole, la direzione ha inteso intervenire pesantemente in una vertenza che ha visto coinvolta, per la prima volta, la massa degli impiegati, i quali non avevano potuto fruire mai, per una politica discriminatoria della direzione, dei benefici ottenuti, conquistati dagli operai. Era una politica paternalistica di divisione delle maestranze che andava a rotoli e si scontrava con la nuova realtà aziendale.
Va detto che nel frattempo l'azienda ha incontrato grosse difficoltà (così risulterebbero dalle dichiarazioni della direzione) a seguito di mancanza di liquido, mentre in realtà la produzione complessiva e le vendite non sono affatto diminuite, ma hanno tendenza all'aumento. Nello stesso tempo il Gruppo Nebiolo si è ramificato e presenta caratteristiche assai particolari: così troviamo la Meccanica a Sommariva, in provincia di Cuneo, le Fonderie subalpine a Bastia di Mondovì, la Pivano ad Alessandria la Omer in provincia di Brescia che produce tagliacarte, la SIME a Borgomanero, la Asme a Genova, la Nebital a Genova. Sembra (lo pongo come dubitativo) che parte di queste aziende e alcune altre abbiano non solo lavorazioni nel campo Nebiolo, ma abbiano interessi che si estenderebbero oltre asportando lavorazioni estremamente produttive dalla società. E' così evidente, che la stessa potrebbe trovarsi in difficoltà col suo bilancio.
Sarebbe bene vedere quali interessi incrociati ci sono tra queste varie ditte per dare un giudizio complessivo sulla situazione della Nebiolo.
E' in questo quadro che si inserisce l'intervento repressivo della direzione, intervento che tra l'altro, come è stato affermato dalla stessa azienda, ha come obiettivo di avere qualche cosa da scambiare contro la forma di lotta ingaggiata dai lavoratori. Il Consiglio Regionale deve preoccuparsi dei diritti dei cittadini lavoratori sanciti dalla legge 300 del maggio 1970 (il così detto Statuto dei Lavoratori) tanto più che i licenziati sono membri del Consiglio di fabbrica il cui riconoscimento fu appunto ottenuto con la lotta dei lavoratori della Nebiolo nel 1971. E' contro queste conquiste di contrattazione, di partecipazione, di potere degli operai nella fabbrica che si scatena la repressione della Nebiolo; e deve tanto più preoccuparsi la Regione, in vista delle lotte dell'autunno e del modo di ristrutturazione con il quale la direzione intende affrontare i problemi dell'azienda.
Per questo attendiamo di sentire la risposta della Giunta alla nostra interpellanza.



PRESIDENTE

La parola per la risposta all'Assessore Visone.



VISONE Carlo, Assessore al lavoro

Signor Presidente, prima di leggere la risposta, vorrei fare una precisazione al Consigliere Besate.
L'interrogazione alla quale devo rispondere è stata frutto di un incontro avvenuto tra alcuni Consiglieri, chi vi parla ed i rappresentanti della Nebiolo, i quali ultimi hanno chiesto che al Consiglio Regionale venisse denunciata la situazione esistente alla Nebiolo, ma hanno escluso la necessità, per ora, di un intervento diretto dell'Assessorato in quanto la loro lotta va avanti e pensano di essere in grado di condurla senza l'intermediazione della Regione.
Da circa un mese, presso la Nebiolo di Torino si va svolgendo una vertenza sindacale originata dal malcontento degli impiegati che sono stati esclusi dai miglioramenti economici ottenuti dagli operai con l'accordo del marzo 1971. La vertenza sindacale è ovviamente sfociata in manifestazioni di sciopero cui hanno partecipato tutti gli impiegati ed un gruppo di operai. Attualmente continuano a scioperare gli impiegati, mentre gli operai lavorano al minimo di rendimento, 120. Come purtroppo sempre accade nel corso degli scioperi si sono verificati fatti che l'azienda ha ritenuto rivestissero la giusta causa di licenziamento, (frasi ingiuriose ed altro) e pertanto ha proceduto a licenziare, per motivi disciplinari, tre dipendenti, due operai e un impiegato, che rivestivano la qualifica di rappresentanti sindacali nell'azienda. Detti licenziamenti sono stati impugnati dai lavoratori, a norma della Legge n. 300 dello Statuto dei lavoratori e 264 sui licenziamenti individuali e per i quali si è instaurata la prevista procedura. Di detti licenziamenti, esaurita la procedura, è stato investito il pretore che a giorni pronuncerà sentenza in merito.
Per quanto riguarda gli operai che stanno lavorando al minimo garantito, l'azienda invia loro lettere di scarso rendimento, unitamente ad altre lettere che vengono fatte recapitare a delegati, operai e impiegati per disturbo di attività produttive negli uffici. Della vertenza non sono stati interessati né l'ufficio provinciale del lavoro, né l'ufficio regionale e pertanto i rapporti, peraltro informali, continuano tra maestranze e direzione aziendale.
Ai fini di una ripresa delle trattative tra le parti, sembra che l'azienda desideri la dichiarazione da parte sindacale di riconoscimento di illegalità della forma di sciopero in atto; a ciò ovviamente si oppongono i sindacati perché non solo la ritengono illegittima, ma considerano provocatoria e ricattatoria l'iniziativa della ditta stessa volta altresì ad ottenere da parte sindacale un ritiro delle richieste di perequazione tra impiegati ed operai.
E' più che chiaro che a questo punto, ritenendo entrambe le parti di trovarsi nel giusto, la vertenza in atto è destinata a proseguire e ad acuirsi almeno fino a quando da parte aziendale non si voglia ammorbidire l'atteggiamento attualmente intransigente di proseguire in questo modo fino alla vigilia delle ferie, sperando forse in un qualche cedimento da parte dei lavoratori. Ciò ovviamente, se dovesse rispondere a verità, sarebbe decisamente da condannarsi, come pure sarebbe da condannarsi l'intenzione dell'azienda (sempre se dovesse risultare vero) di volersi predisporre negativamente fin da adesso alle richieste di miglioramento conseguente al rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro.
La .Giunta Regionale comunque, dichiara sin d'ora la propria disponibilità nel caso in cui le parti interessate alla vertenza in corso chiedessero la sua mediazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Besate per dichiararsi o meno soddisfatto.



BESATE Piero

La risposta della Giunta tramite l'Assessore Visone puntualizza, se ce ne fosse ancora bisogno, i termini della vertenza in atto. Noi ci dichiariamo soddisfatti della risposta, soprattutto là dove la Giunta dice di essere disposta ad intervenire nella vertenza e dove pronuncia un giudizio negativo sull'atteggiamento della direzione della Nebiolo se gli elementi che l'Assessore Visone ha puntualizzato risultano corrispondenti a verità.
Noi quindi ci dichiariamo soddisfatti e prendiamo atto della disponibilità della Giunta ad intervenire nella vertenza, qualora ne fosse richiesta.


Argomento:

Interpellanza del Consigliere Viglione e altri sui licenziamenti alla ditta Nebiolo

Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Sospendo brevemente i lavori per riunire i Capigruppo.
Voglio però sfatare la voce che è corsa che domani non ci sia seduta di Consiglio, evidentemente, stante l'ora non credo che stasera possiamo esaurire i lavori, quindi la voce che è corsa, che poteva anche essere una legittima aspirazione, è priva, allo stato delle cose, di fondamento.
La seduta è sospesa.



(La seduta sospesa alle ore 19,40, riprende alle ore 20,10)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Desidero informare i signori Consiglieri che nella riunione dai Capigruppo si è venuti nella determinazione di sospendere questa sera i lavori riprendendoli domani mattina alle 9,30 precise. Le interrogazioni e interpellanze verranno discusse eventualmente dopo che sia stato portato all'esame dei Consiglieri il disegno di Legge 22, 23, 24 e 25 in materia di concessione di contributi nel settore degli autoservizi di linea, in relazione al fatto che i Consiglieri liberali sono impegnati per il Consiglio nazionale a Roma e debbono ad una certa ora allontanarsi dall'aula. Devo però invitare formalmente i relatori ad essere presenti alle 9,30 perché a quell'ora si incominciano i lavori.
Prego i Consiglieri che sono fuori dell'aula di informarsi di questa notizia perché solitamente si va alle 10-10 e un quarto e allora tutto il piano di lavoro subisce dei ritardi.
La seduta è tolta e rinviata alle 9,30 di domani mattina.



(La seduta ha termine alle ore 20,15)



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