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Dettaglio seduta n.104 del 13/07/72 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE OBERTO


Argomento: Bilanci preventivi

Bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 1972 (seguito)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Ho chiesto di parlare il Consigliere Berti ne ha facoltà.



BERTI Antonio

Signor Presidente, signori Consiglieri, la discussione sul bilancio come risulta anche dalle dichiarazioni del Presidente della Giunta, è andata al di là del merito puro e semplice del documento contabile soprattutto da parte nostra, ma anche da parte di altri gruppi ed ha sviluppato il quadro della situazione economica e politica del Paese, in particolare del Piemonte, entro il quale si colloca il bilancio.
Noi abbiamo in particolare sottolineato la drammaticità della situazione economica del Piemonte, in rapporto ai licenziamenti in atto in molte fabbriche ed abbiamo posto come esigenza primaria di questo dibattito, oltre alla definizione degli articoli di bilancio, anche la definizione delle iniziative che si intendono assumere per intervenire. La risposta del Presidente della Giunta, dal quale logicamente ci attendevamo una presa di posizione, ha ignorato completamente questo aspetto.
Noi abbiamo detto nei nostri vari interventi che parlare di sviluppo economico del Piemonte e di scelte al di là di iniziative contingenti in relazione ad aspetti che ormai coinvolgono migliaia di famiglie piemontesi interi settori quali quelli tessile e chimico, ignorando cioè questa realtà, voleva dire non fare niente di concreto per cambiare la situazione.
Rileviamo pertanto, come primo elemento di giudizio sulla replica del Presidente della Giunta, questa carenza di fondo. Quali sono dunque le iniziative che la Giunta intende assumere tempestivamente affinché non si produca nell'economia del Piemonte un vuoto così grande? Abbiamo chiesto dei pronunciamenti in ordine alle iniziative di carattere politico ed economico; abbiamo chiesto una conferenza tessile per una verifica della situazione, al fine di determinare iniziative tempestive e concrete per la formazione democratica del piano di sviluppo economico del Piemonte abbiamo chiesto interventi di carattere programmatorio per indicare le linee su cui si intende camminare.
Noi attribuiamo a questo silenzio un valore non secondario e credo che vada rilevato perché può sottintendere (al di là delle considerazioni umane che si possono fare su coloro che stanno per perdere il posto di lavoro) un'accettazione passiva della situazione e quindi l'accettazione di fatto della ristrutturazione attraverso la chiusura di molti stabilimenti. Del resto non è possibile nemmeno ignorare che molte fabbriche sono occupate e requisite dai sindaci, cioè che gli enti pubblici oggi sono impegnati in una grossa battaglia per la salvaguardia dei posti di lavoro. Noi quindi addebitiamo a questo silenzio un valore politico, ripeto, di non secondaria importanza.
Il Presidente della Giunta ha invece voluto soffermarsi, collegandosi al discorso introduttivo del Presidente del Consiglio, sulla Regione oggi a due anni dalla sua costituzione.
Devo dire subito che nessuno di noi sottovaluta le difficoltà che le Regioni incontrano per modificare strutture vecchie e arretrate, noi abbiamo più volte denunciato gli ostacoli che vengono dalle forze della burocrazia statale, molto forte, più forte in un sistema così arretrato.
Nessuno di noi sottovaluta il pressapochismo (uso le parole del Presidente della Giunta) degli alti funzionari ministeriali (peraltro gratificati recentemente dal governo in carica di consistenti aumenti di stipendio quasi per ricompensarli dei servizi che rendono allo Stato attraverso o ritardi che pongono al cammino delle Regioni) ma non possiamo in questa sede ed in dichiarazione di voto, alla fine di un dibattito che è stato così ampio, che ha investito anche questioni di carattere politico ignorare le responsabilità politiche, che sono le più importanti, da cui partire per valutare, la situazione. Ma né la relazione, né la replica del Presidente, evidentemente preoccupato di affrontare altre questioni su cui dirò qualcosa rapidamente, hanno ritenuto di sviluppare l'argomento. E noi diciamo con forza che i ritardi, gli ostacoli che si frappongono alla costituzione di un nuovo sistema di autonomie, vengono dalle resistenze di carattere burocratico, ma sono da addebitare essenzialmente alla svolta a destra che ha assunto la direzione politica del nostro Paese. Il Presidente della Giunta non poteva non valutare il fatto che il governo che si è costituito è un governo di centro con apertura a destra, come ha già dimostrato la nomina delle Commissioni. Stranamente si levano alti lamenti quando un parlamentare DC viene eletto coi voti del partito comunista e delle sinistre e lo si invita a dimettersi rapidamente, ma non si apre bocca sul fatto che altri esponenti della DC siano invece stati eletti col voto determinante dei fascisti e non gli si chiede di dimettersi. Come non valutare questo quadro politico e non capire che le resistenze al funzionamento della Regione fanno parte della ripulsa alle istanze rinnovatrici che vengono avanti nel nostro Paese? Dicevo prima che non può essere il Presidente della Regione piemontese a dolersi di una svolta a destra, avendo egli costituito un precedente quello che (ed è stato qui riconfermato stamattina) è rappresentato come un'incompatibilità non di programma con le forze del partito socialista, ma con l'atteggiamento del partito socialista per la presenza di questo in Giunte di tipo diverso. Il problema sarebbe ridotto - mi sembra l'avesse accennato Sanlorenzo nel suo intervento - alla questione di alcune Giunte piemontesi: Caluso, Nichelino, ecc. E' fare offesa, signor Calleri, alla nostra, ma mi consenta, anche alla sua intelligenza politica rispolverare tesi di questo tipo in un consesso in cui il dibattito vuole per lo meno proporsi, di essere ad un livello un pochino più alto; il problema non sta nelle Giunte di Caluso o di Nichelino, ma in una svolta reale a destra del Paese nel momento in cui grosse istanze avanzavano dal mondo del lavoro nel momento in cui si proponeva, anche con le Regioni, anche con gli Statuti Regionali, un modo nuovo di costruire la società. Questa è l'assenza di un'indicazione politica che occorre cogliere se si vuole veramente far camminare la Regione in un modo nuovo. In realtà questa svolta a destra è pericolosa nella nostra situazione di apertura di lotte per i contratti, lo abbiamo già sottolineato. Le considerazioni in questo senso, la baldanza con la quale la Confindustria ha fatto le note dichiarazioni circa la impossibilità, l'illegittimità addirittura delle richieste dei sindacati, il ricorso alla regolamentazione del diritto di sciopero, sono tutti elementi che contribuiscono a dare un quadro della situazione politica, certamente molto grave, molto pericoloso, contro cui dobbiamo batterci, noi che costituiamo una forza progressista e che vogliamo andare avanti, ma anche quelle forze che dichiarano di voler fare delle Regioni uno strumento nuovo. In realtà non si fa nessun passo avanti in questa direzione e quindi le dichiarazioni circa o ritardi nel funzionamento delle Regioni peccano di credibilità anche perché ripeto, non tengono conto di questo quadro politico che del resto vede poi gli stessi uomini, le stesse correnti e la stessa formula di Governo, governare qui e a Roma. E' chiaro che è un'unica politica che avanza e che pesa gravemente sulle Regioni, in particolare sulla nostra.
Noi ci auguriamo che le prossime lotte contrattuali, per la resistenza che ha già preannunciato la Confindustria e per la disponibilità del Governo (anche se molto ben nascosta nelle abili dichiarazioni del neo Presidente del Consiglio Andreotti) di collocarsi da quella parte e non da questa, non aprano nel nostro Paese una fase di tensione che certamente non giova a nessuno. Noi lo abbiamo sostenuto nelle nostre richieste per il bilancio che le scelte che andiamo a compiere in questo bilancio, i discorsi politici che facciamo, la collocazione della Regione stessa non hanno una funzione secondaria rispetto alle lotte che si apriranno nel prossimo settembre in Italia ed in Piemonte, dove la presenza di un complesso così grande come la Fiat e di altre aziende interessate al settore dell'industria e al rinnovo dei contratti, fanno della nostra regione un punto di aspro scontro (quando ci sia volontà di scontro) dove la presenza della classe operaia, così forte ed organizzata, ha una sua funzione precisa nel corso del rinnovamento e dell'emancipazione contemporanea della classe operaia e della società.
In questo quadro passa anche l'attacco alle Regioni. Nel suo intervento, offrendo lo spunto a considerazioni di questo tipo, il compagno Sanlorenzo ha detto come l'attacco alle Regioni si esplicita oggi con le riserve di carattere burocratico, per il tipo di decreto delegato, ma anche per il modo come il Parlamento, i Ministeri stanno preparando i bilanci; le cifre che sono state qui citate danno un esempio molto evidente della situazione.
Di fronte a questo attacco, anche se noi rileviamo che nonostante ci nel Paese avanza una presa di coscienza della presenza delle Regioni superiore al passato, le Regioni stesse hanno avuto momenti molto interessanti, la loro presa di posizione contro il fascismo è molto importante, testimonia della presenza a livello regionale di una volontà antifascista che si è espressa nelle numerose manifestazioni che sono state indette.
Le stesse riunioni dei presidenti delle Giunte a Bari, a cui la nostra Giunta ha ritenuto di non dover partecipare (evidentemente per non incrementare il turismo) e la riunione degli Uffici di Presidenza a Venezia (fatta invece per incrementare il turismo, come sostiene il Presidente della Giunta) in realtà testimoniano dell'esigenza delle Regioni di collocarsi a livello nazionale con iniziative unitarie. C'è una presenza a livello nazionale delle Regioni, non è l'Unione nazionale delle Regioni, è una esigenza politica.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Delle Province.



BERTI Antonio

In questo caso l'unità delle Regioni così come si sta evidenziando negli incontri tra Assessori (uno è avvenuto finalmente anche in Provincia di Torino l'altro giorno) dimostra che le Regioni di per sé hanno bisogno di questa unità per costituire un fronte che si opponga all'attacco antiregionalista.
Di fronte a questo il Presidente della Giunta, dottor Calleri, risponde me lo consenta - con un provincialistico ricorso al buon senso dei piemontesi; interessante questo richiamo al vecchio buon senso dei piemontesi, quando questi ultimi sono addirittura in minoranza oramai, per un tipo di politica che ha richiamato dal resto d'Italia forze attive molto presenti nella realtà del nostro Paese e della regione Piemonte. Di fronte all'ampiezza, alla complessità, alla drammaticità dell'attacco alle Regioni, alle questioni politiche che ciò richiama, il Presidente della Giunta ricorre al buon senso dei piemontesi, questi gentiluomini che costruiscono giorno per giorno il futuro, definendo "maldestro" il tentativo di altre Regioni che - noi diciamo - hanno operato come era giusto (e lo vedremo rapidamente) per costruirsi, a forza di braccia, non con il silenzio, lo spazio necessario per operare.
Signor Presidente, le altre Regioni, segnatamente quelle rosse, ma non soltanto queste, la Lombardia, la Puglia, il Veneto dove voi avete la maggioranza assoluta, hanno invece iniziato la lotta per aprirsi uno spazio e in questi due anni hanno costruito le linee su cui orientare organicamente le prime scelte. Lei potrà dire quello che vuole, ma il fatto che l'Emilia abbia stanziato due miliardi per l'artigianato, sono altrettanti atti concreti della volontà di non attendere futuri piani di sviluppo, di operare subito perché l'esigenza richiede un intervento immediato.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Solo che mancano le leggi.



BERTI Antonio

Le leggi si faranno. Nella realtà signor Presidente, in questi due anni nella Regione Piemonte si sono perse molte occasioni per preparare qualcosa, tant'è (l'ho letto l'altro giorno, i verbali servono anche a qualcosa) che le dichiarazioni dell'Assessore Gandolfi in risposta ad un'interpellanza di Raschio sul problema dell'ATA sono interessantissime. A fronte di questa risposta che non leggo, ma che leggerò quando discuteremo dei progetti presenti, che cosa viene fuori? Che il 18/5/71 sono in corso studi per questo, per quell'altro, per definire, perché vogliamo ricercare all'interno dei bacini di traffico ecc. Risultato: un anno dopo, primo impegno concreto delle Regioni in ordine alla trasformazione di vecchi modi di intervenire dello Stato: quattro leggi sui trasporti di cui, almeno due sono interventi che vanno nella stessa direzione dello Stato e rilanciano l'iniziativa privata favorendo addirittura la concentrazione di grosse aziende di trasporto.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Prendiamo atto di questa dichiarazione e la metteremo a confronto con altre successivamente rilasciate da lei nel programma cui ha fatto riferimento ed a quelle dell'Assessore, per dimostrare come le parole sono facili, occorrono gli atti per dimostrare la volontà di andare avanti.
Seicento lire contro 170 al km!!



BERTI Antonio

Questo è un altro discorso, lo svilupperemo discutendo delle proposte di legge. Ho voluto dire come questa volontà di modificare con la legislazione regionale il vecchio modo di operare, non la riscontriamo nel primo atto di carattere legislativo che avete presentato. Guarda caso soltanto nei trasporti, di cui il Consiglio Regionale non ha mai discusso.
Ho voluto dirlo perché è bene andare al concreto, al di là dei discorsi per vedere come si opera, poiché non si modifica un sistema con delle attestazioni di buona volontà, ma con degli atti concreti e non prendiamo spunto dalle leggi per i trasporti per affermare che in questa direzione non si va, ma si va in quella contraria.
Veda dr. Calleri, in realtà di maldestro qui c'è soltanto il tentativo che lei ha fatto stamattina di copiare il ridicolo tentativo di Andreotti di unire nello stesso abbraccio PLI e PSI, manovra che gli stessi socialisti hanno respinto, talmente era semplicistico e ridicolo.



CALLERI Edoardo,Presidente della Giunta Regionale

L'ha già fatto Brandt in Germania!!



BERTI Antonio

. ma sono questioni loro, risponderanno loro su questa cosa. La semplicità del suo discorso si ridurrebbe a questo: abbiamo fatto un programma DC - PSI, lo stesso programma andava bene per i liberali senza i socialisti, adesso va bene per i liberali e di nuovo per i socialisti.
L'essenza del discorso è questa, con quale chiarezza politica poi, io non faccio nessun commento, si commenta da sé.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Il problema è di sapere se questo programma va bene per i comunisti o no.



BERTI Antonio

Certamente, ma lei non l'ha detto questo.



CALLERI Edoardo

Presidente della Giunta Regionale. Lo dico adesso.



BERTI Antonio

Lei si è rivolto, con lo stesso programma, ai socialisti ed ai liberali. E' come dire che sono la stessa cosa.



RASCHIO Luciano

E' l'abbraccio della piovra!!!



BERTI Antonio

Lei si è rifatto al programma della Giunta di centro sinistra perché a suo giudizio, sullo sviluppo del meccanismo, socialisti e liberali hanno gli stessi punti di vista.
Se questo è un modo qualificato per affrontare politicamente le grosse questioni che ci stanno di fronte, padrone lei di affrontarle in questo modo, noi siamo soliti discutere, di linea politica, se mi consente, ad un livello un pochino più elevato, cioè con una visione.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Cosa vuole, io sono di Bricherasio, abbia pazienza!!



BERTI Antonio

Stavo per dirlo, mi ha tolto la parola di bocca! Volevo dire che l'esperienza di Bricherasio non è sufficiente per collocarsi a livello di un Ente regionale in cui il dibattito politico chiede molto più conto della realtà e del movimento delle forze politiche. Quindi il tentativo è maldestro, probabilmente furbo però, tenuto conto di una maggioranza che non è poi così sicura insomma e che potrebbe averle consigliato, in ultima analisi, di mettere ancora il piede in due scarpe: teniamo i liberali, ma non si sa mai, e se torniamo al centro sinistra? Teniamo buoni anche i socialisti, liberi loro di rendersi disponibili per operazioni di supporto alla politica D.C.
Questa è la risposta dr. Calleri. Lei può anche ridere, e fa bene, ma ciò non cancella il fatto.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Il riso fa buon sangue; è già più da Pinerolo, che da Bricherasio questo!!



BERTI Antonio

La sua risposta è il tentativo di fuorviare il discorso; con queste battute non cancella il fatto che lei ha completamente ignorato il quadro politico entro cui viviamo e nel momento in cui ha tentato appena di sfiorarlo, si è ricollegato a Caluso, a Nichelino ed ha offerto la mano a liberali e a socialisti. D'altra parte noi abbiamo anche chiesto di chiarire questa incertezza: la Giunta che intenzioni ha? Nel formulare una linea intende realizzarla con l'apporto determinante dei liberali in Giunta, o intende costruirla così come è adesso, o ha intenzione di riallacciare rapporti col PSI. Sono domande legittime, credo, che debbono avere una risposta, ma lei si è guardato bene dal darla.
Signor Presidente, il dibattito che lei giustamente ha definito ampio costruttivo, non ha affrontato soltanto il discorso di Vecchione, ha posto ben altre questioni e lei che ha dichiarato di voler costruttivamente rispondere aveva il dovere di rispondere anche a questo, perché lei mi insegna che qualsiasi scelta di bilancio, qualsiasi impostazione di programma ha bisogno delle forze politiche che la realizzino. Lei mi concederà che dal suo discorso si tragga la conclusione che ritiene di realizzare questo programma coi liberali e coi socialisti.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Certo.



BERTI Antonio

Benissimo, questo mi interessava sapere anche per conoscere la risposta dei diretti interessati.



ZANONE Valerio

Non provocarci così!



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Se c'è poi anche l'appoggio comunista ne siamo ben lieti.



BERTI Antonio

Signor Presidente la via per far avanzare le. Regioni è diversa - è stato più volte affermato e non soltanto da noi comunisti - è quella di scelte coraggiose e soprattutto il ricorso alla massima partecipazione e mobilitazione dei lavoratori e dei vari ceti sociali, specie in un momento in cui c'è difficoltà a rispondere a tutte le richieste. Non bisogna accettare passivamente il pressapochismo dei decreti delegati per costruire giorno per giorno una politica, no, la credibilità la si acquista, a nostro giudizio, estendendo al massimo l'istituto della partecipazione. Io so che lei pensa che occorre andare al confronto con la gente quando si pu offrire qualcosa di concreto, ma si va anche a questo confronto per costruire qualcosa di concreto e per discutere carenze, difficoltà. La credibilità si acquista ottenendo l'appoggio, anche nelle difficoltà, delle masse lavoratrici e dei ceti sociali interessati. Questa è la strada che noi riteniamo si debba percorrere, anche con scelte di bilancio che forse non corrispondono completamente a tutte le leggi esistenti, ma che colgono l'essenza di questa esigenza e spiega che le risolveremo con future leggi con il prossimo bilancio ecc. L'importante è cogliere questi grossi problemi, intanto perché ci sono e poi perché costituiscono l'avvio di un dibattito sul piano di sviluppo economico il più vero e democratico possibile.
Lei invece, dr. Calleri, si è trasformato in esperto in diritto amministrativo per confutare alcune nostre tesi sulle competenze dei vari organi del Consiglio.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Della Regione.



BERTI Antonio

In questo caso del Consiglio.
Ogni tanto lei prende qualche lapsus. In questo caso ha riconosciuto che non è Consiglio, ma Regione, è un'importante ammissione, ne prenderemo atto.



CALLERI Edoardo,Presidente della Giunta Regionale

No, non ci sono organi del Consiglio, ci sono organi della Regione. Il lapsus è suo, non mio.



BERTI Antonio

Prendo atto del lapsus che ho fatto. Vede come sono democratico?



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Me ne compiaccio.



BERTI Antonio

Di fronte a questo grosso problema politico che è quello della partecipazione, lei invece cosa fa? Si trasforma in esperto di diritto amministrativo, evidentemente costruito sulle esperienze di Bricherasio forse Moncalieri o giù di lì, per confutare alcune nostre tesi sulle competenze dei vari organi del Consiglio. E' singolare, è sintomatica la sua trasformazione; proprio lei che (ricordo la fase statutaria) ha sempre largamente snobbato i giuristi: "rompiscatole" li chiamava.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

E continuo!!



BERTI Antonio

Ora invece espone queste tesi giuridiche e le elabora e le sostiene direi che la maggior parte del suo intervento di replica l'ha già centrato su queste.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Mi avete provocato, ho risposto.



BERTI Antonio

Un'altra occasione lei l'ha colta nel bilancio per rispondere e non glielo rimprovero, ha fatto benissimo, ma è sintomatico, è corrispondente alla sua impostazione politica quella di rispondere in questo modo sulle tesi che abbiamo sostenuto con Vecchione e mi permetterò di dimostrarle rapidamente.
Lei espone queste tesi giuridiche per sostenere la validità dell'impostazione del bilancio partendo dal fatto che con la contabilità dello Stato è impossibile scontrarsi. Poi coglie tutte le altre tesi, c'è un rapporto dialettico tra l'una e l'altra risposta.
L'impostazione da lei data al bilancio, le stesse facoltà che riserva alla Giunta con tutta una serie di competenze, di atti amministrativi corrispondono alla visione che lei ha... Mi scusi se dico "lei" ma non c'è mai dato di sentire un Assessore esporre una sua ipotesi, lei parla sempre a nome di tutti, alcuni addirittura hanno sempre osservato il silenzio (questo non è affatto un giudizio); possibile che nessuno abbia delle idee un pochino contrastanti? Noi siamo perciò costretti a fare cenno a lei sempre.



CALLERI Edoardo

Presidente della Giunta 'Regionale. Siamo una Giunta omogenea.



BERTI Antonio

Omogenea, ha detto bene, come il verbanese e Cuneo!! Questa sua tesi è per dimostrare che il bilancio da lei impostato è valido e per dimostrare che le competenze amministrative anche in sede di bilancio in quanto sono della Giunta, sono voci che rientrano nelle competenze della stessa. Non entro nel merito della questione, lo faremo in occasione dell'approvazione di articoli.
In realtà io vorrei che lei si rendesse conto che il ricorso che fa alle leggi, in questo caso restringe la partecipazione perché non mi convincerà mai, (ripeto una tesi che ho già sostenuto altre volte) che ammesso e non concesso che le leggi le attribuiscano questa competenza, ci sia una legge che la costringe ad esercitare queste competenze senza la partecipazione del Consiglio e di altre forze. Chi può contestare il fatto che avendole attribuito la legge certe competenze lei debba fare la sua Giunta escludendo le forze del Consiglio? La competenza in ultima analisi può riguardare l'atto finale, la delibera, l'approvazione, il decreto, ma il decreto ha molto meno valore di imposizione di esercizio assolutistico del potere, quando arrivasse a conclusione di una fase partecipazionistica del Consiglio ed eventualmente di altre forze. Quindi è questione di buona volontà. Ma lei le tesi le assume per che cosa? Per escludere anche il Consiglio, non può essere diversamente considerato il fatto che (accenno ad uno solo) lei che si vanta che il Piemonte è la prima Regione ad avere presentato il bilancio organico in Italia (un po' di ritegno non guasterebbe neanche in questo Consiglio Regionale) dimentica di avere gestito questo esercizio provvisorio al di fuori di qualsiasi intervento di carattere preventivo da parte del Consiglio e oggi ha il coraggio di chiederci, di approvare l'art. 10 così com'è, senza averci chiamati a discuterne preventivamente. Lei vorrà prendere atto che le antidemocratiche Regioni che non hanno fatto un unico piano organico in questi due anni hanno tuttavia discusso in Consiglio, con le forze esterne, anche le gestioni speciali. Ecco un modo di servirsi democraticamente dei poteri conferiti. In ultima analisi saranno state quelle Giunte che hanno gestito l'esercizio provvisorio, ma lo hanno fatto con la partecipazione.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Anche De Gaulle lo faceva con la partecipazione, anche Napoleone!!



BERTI Antonio

Lei non è De Gaulle, e nemmeno Napoleone, quindi si calmi pure perch c'è parecchio.



CALLERI Edoardo

Presidente della Giunta Regionale. Per fortuna, anche perché sono morti!!



BERTI Antonio

Comunque, a prescindere da De Gaulle e da Napoleone, lo Statuto della Regione Piemonte contiene altri indirizzi e altre norme che dovrebbero essere osservati.
Lei noterà l'asprezza del mio intervento, anche perché non possiamo permetterci, in questa situazione politica, di accettare un giudizio sulla situazione della Regione e sul modo di intervenire, che non corrisponda alla realtà. I lavoratori piemontesi, quelli che lei dice che non credono nella Regione, devono sapere esattamente come stanno le cose. E noi crediamo che stiano così come abbiamo detto. Del resto come si spiegherebbe il vostro accanimento contro l'estensione delle funzioni delle Commissioni permanenti, in un momento in cui la Giunta è oberata di impegni? Posso anche prendere atto che alcuni non sono importanti, ma appunto per questo non sottovalutiamo l'esigenza del decentramento delle funzioni che consenta agli Assessori di potersi dedicare ad attività più importanti: così ad esempio l'Assessore alla Sanità invece di andare alla ricerca degli Enti originari (credo che non dorma nemmeno di notte) avrebbe un po' più di tempo per dirci che cosa pensa di fare per la riforma sanitaria, per creare un piano sanitario in Piemonte.
La questione è ancora aperta e non si risolve con interpretazioni più o meno esatte di certe leggi o sul corretto uso dei sillogismi, di fronte a noi sta la costituzione di una vera gestione democratica della Regione, per questo è del tutto negativo invocare la legge, ignorando lo Statuto, per esercitare in solitudine questo vostro potere.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Ce l'ha insegnato Vecchione, io non ho fatto che dire ciò che ha detto lui, che la Costituzione supera le leggi e lo Statuto.



BERTI Antonio

Prendo atto che lei incomincia ad imparare anche da Vecchione, cosa molto importante.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Io ho sempre imparato dai comunisti, io imparo da tutti.



BERTI Antonio

Infatti nella sua risposta lei ha confutato certe tesi del mio compagno Vecchione, ma non ha sostenuto una tesi a favore dei poteri dell'esecutivo.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Non ce n'era bisogno.



BERTI Antonio

Rileveremo successivamente queste cose, quando a risolvere certi conflitti di competenza non sarà lei Presidente della Giunta, parte interessata, ma saranno eventualmente altri organismi che possono dire una parola definitiva in merito. E' una questione di volontà politica e, come ha detto lei stamattina, di rapporti di forza che voi fate valere quando vi servono.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

L'ha detto Vecchione.



VIGLIONE Aldo

E' Colli che ha detto "vi metto dentro per un rapporto di forza".



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Sono rapporti tra Viglione e Colli, io non c'entro, io imparo da voi sempre.



BERTI Antonio

Da me sicuramente, dalla mia esperienza, dalla mia attività a contatto con la classe operaia lei può sempre imparare.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Certo, ma io lo riconosco.



BERTI Antonio

Io mi ricordo di essere riuscito una volta a convincerla di incontrarsi con gli operai alle Ferriere. Lei venne e, un po' timoroso, dico la verità mi chiese "non daranno mica il flit quando uscirò di qui?". Aveva una brutta concezione della classe operaia. In realtà, dopo un confronto molto aperto (c'era anche Lo Turco) una presenza molto attiva, intelligente, lei alla fine rivolgendosi a uno dei presenti, certo della sua parte politica gli disse, convinto: "Queste sono le cose che dobbiamo fare". Lei era sincero in quell'occasione, ma non l'ha più ripetuto dr. Calleri.



RASCHIO Luciano

Forse è un emotivo!!



BERTI Antonio

E' un'esperienza che io le ho consentito di fare e che lei ha apprezzato. Quando ho detto che da me queste esperienze le può imparare qualcuno ha sussurrato "immodesto" ma non c'è immodestia in questo, è un'esperienza diretta che ognuno di noi fa nel campo in cui si muove.
Il bilancio, signor Presidente, non è solo un documento contabile; lei ha impostato il suo discorso essenzialmente sul documento contabile, ma mi darà atto che noi non abbiamo detto che tutto quello che chiediamo deve essere scritto a bilancio. Personalmente nel mio intervento ho detto: sappiamo che il bilancio risponde alla contabilità dello Stato e che non si possono mettere se non quegli stanziamenti su cui già si è legiferato. Ma proprio per il tipo di dibattito che si è aperto, affermiamo che al di là delle leggi vigenti esiste una volontà politica che si esprime in impegni realizzabili entro il 1972, il che vuol dire mettere il moto dei meccanismi e può anche voler dire stanziare delle somme che non saranno spese tutte nel '72, l'importante è di mettere in movimento i meccanismi, poi i residui passivi certamente nel giro di qualche mese si affrontano. Io non sosterrei fino in fondo la tesi di non stanziare neanche una lira per certe cose perché non si penderanno tutte nel '72, l'importante è fare qualcosa.
E che la cosa non sia impossibile lo dimostra il fatto che in alcuni settori l'impegno c'è stato: in quelli della casa e dell'artigianato il Presidente della Giunta ha assunto l'impegno di intervenire. Ma non basta si tratta di vedere quando, come, con chi e quale somma si può mettere a disposizione. Io non ho motivo di dubitare della sua volontà, lo ha dichiarato e sono convinto che lo farà, ma l'esperienza dice che in altre situazioni l'impegno non è stato soddisfatto.
Noi chiediamo quindi impegni precisi, per questo abbiamo chiesto tre miliardi per il fondo di rotazione, per le opere primarie o secondarie abbiamo spiegato o motivi della nostra richiesta, siamo convinti che la somma è minima, ma abbiamo detto che era necessario anzitutto mettere in movimento il meccanismo. Era impossibile dare una risposta in questo senso? Riteniamo di no, l'importante è avere riconfermato che oltre il fondo globale non si va. Avere cioè respinto la nostra richiesta di attingere ad obbligazioni o mutui per una cifra di 16 o 17 miliardi.
Secondo noi si poteva, senza scriverlo a bilancio, integrare la relazione che lo accompagna con un impegno: fondo per la casa ecc., due tre, cinque miliardi, quello che è, tre miliardi se accogliete la nostra richiesta, salvo definire con legge la costituzione del fondo e il modo di impiegarlo. Per noi questo è un modo concreto di rispondere alle esigenze che abbiamo posto, altrimenti diventano impegni che forse per la complessità della situazione, quando non sia questione di volontà politica sono vani. I settori della casa, dell'artigianato sono immediatamente producenti perché possono contribuire a modificare certe situazioni. E così anche per quanto riguarda il diritto allo studio. Lei ha dato atto della validità delle richieste di Revelli, Conti e di altri Consiglieri, ma le ha respinte perché probabilmente in contrasto con future leggi organiche.
Teoricamente la cosa può anche avere un suo valore, ma noi diciamo: si pu contestare che la gratuità dei libri nella scuola dell'obbligo va contro una politica organica? Non avremmo fatto un atto concreto preannunciando per l'apertura del prossimo anno scolastico, a ottobre, un miliardo della Regione che con i contributi dei Comuni e delle Province poteva affrontare questo problema?



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Mancano tre mesi! E chi lo dice che non si possa fare sul bilancio prossimo?



BERTI Antonio

Chi lo dice? E' un punto interrogativo e il bilancio prossimo non andrà certamente come dice lo Statuto.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Questa sua critica è giusta, si porterà al bilancio prossimo, ma lei non può pretendere che per tre mesi mettiamo un miliardo che sappiamo di non poter assolutamente spendere.



BERTI Antonio

Noi pensiamo invece che la cosa sia possibile con una azione tempestiva che in settembre mobiliti le varie proposte. I Comuni, sapendo che la Regione ha un fondo di questo tipo possono anche anticipare dei soldi sapendo di poterli ricevere. Comunque prendo atto che nel prossimo bilancio questo si farà.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Certo che verrà visto.



BERTI Antonio

Io concludo perché sono andato molto al di là del tempo stabilito per la dichiarazione di voto, ma l'ampiezza del dibattito credo lo giustifichi.
Rileviamo che c'è silenzio sull'agricoltura quando era possibile intervenire subito, ma non aggiungo altro, abbiamo fatto delle richieste c'è stata una risposta.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Ci sarebbe il silenzio sull'agricoltura ? Abbiamo accolto una ad una tutte le richieste.



FERRARIS Bruno

Non è stata precisata la quantità.



BERTI Antonio

Mi dicono che Andreotti è passato per un voto.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

No, è passato con 163 contro 155.



MARCHESOTTI Domenico

Sono necessari 162 voti, è passato per un voto.



BERTI Antonio

E' una maggioranza veramente stabile! Quel Governo che Bianchi ha tanto vantato per la sua saldezza e per la sua volontà di scontrarsi!



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Brandt governa con meno voti.



BERTI Antonio

E' la stessa volontà di fare della prevenzione attraverso i medici provinciali dottor Calleri.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Era l'unico mezzo.



BERTI Antonio

Stanziare 500 milioni per i medici provinciali? Era molto meglio raccogliere la nostra voce: creiamo un fondo per la prevenzione e inglobiamo o soldi che lì sono stanziati.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Ci vogliono delle leggi.



BERTI Antonio

Certo, ma esprimiamo intanto la volontà di farlo e facciamo il fondo in ottobre.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Non si può.



BERTI Antonio

Ma come non si può, perché nelle altre Regioni lo fanno?



CALLERI Edoardo

Presidente della Giunta Regionale. Ne discuteremo dopo e vedrà che sarà d'accordo.



BERTI Antonio

Concludo dicendo che quello che Bianchi chiama panregionalismo di maniera o lamento fastidioso, è in realtà volontà di andare avanti, voglia di rinnovamento delle strutture.
Signor Presidente, noi siamo da questa parte, ogni altra strada, a nostro giudizio, non ha sbocchi, è rinuncia.
Ecco perché, al di là dell'accettazione di certe nostre richieste e di altri futuri atti che vorranno qui essere prodotti dalla Giunta, noi siamo contro questo bilancio e quindi annuncio il voto contrario del mio Gruppo.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Ciò di cui peraltro non avevamo dubbi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Giovana, ne ha facoltà.
Prego coloro che intervengono di attenersi alle norme regolamentari del tempo, perché qui siamo andati ai 55 minuti.



GIOVANA Mario

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, mi sono astenuto dall'intervenire nel dibattito che si è ora concluso, per due motivi fra loro strettamente connessi, dei quali ritengo doveroso, esprimendo il mio voto sul bilancio, dar conto al Consiglio.
Come credo sia informazione di ognuno in questa assemblea, in concomitanza con l'esame che il Consiglio ha condotto sulla materia all'o.d.g., si è aperta la fase congressuale del partito di cui nei due anni trascorsi - e che sono stati stamattina ricordati dal Presidente del Consiglio - ho tenuto, secondo le mie possibilità, la rappresentanza alla Regione Piemonte. Tale scadenza congressuale, nella volontà espressa dalla stragrande maggioranza dei militanti del partito, e volontà che è prevedibile troverà la sua sanzione nelle deliberazioni finali del congresso, prospetta un orientamento volto a considerare esaurita la funzione del partito ed a propugnare la continuità dell'impegno per la lotta democratica e socialista, nelle file del partito comunista italiano riconoscendo in esso non soltanto il più forte strumento d'azione della classe operaia organizzata per il raggiungimento dei suoi fini di trasformazione della società e dello Stato, ma altresì il più coerente e maturo interprete delle istanze fondamentali di cui si è sostanziata l'esperienza social-proletaria in anni di dure, spesso ingrate e comunque penso sempre generosamente combattute battaglie politiche.
In questo orientamento della stragrande maggioranza dei miei compagni di partito devo dichiarare di riconoscere, con ciò anticipare al Consiglio che quando esso si concreterà nei modi e nei tempi dovuti, la mia personale destinazione di militante sarà in quella direzione.
Le circostanze dunque, rendevano, mi sembra, inopportuno e potevano anche fare apparire in una luce di stonato puntiglio individuale, ogni pretesa di qualificare nel Consiglio posizioni di una componente politica su un punto poi così importante come il bilancio della Regione, quando le vicende di questa medesima componente, in sede nazionale, non conferivano sufficiente legittimità per esprimerne la ragione e soprattutto avendo mente ai presupposti di esaurimento del suo ruolo dai quali muove la scelta alla quale mi ricollego.
Rientra altresì nell'ambito delle valutazioni a questa scelta riferite la piena e puntuale corrispondenza del mio pensiero con le considerazioni critiche e le proposte costruttive avanzate nel merito del bilancio dai miei compagni del gruppo comunista, non meno di quanto io creda di avervi verificato una esemplarità di metodo che mi permetto di reputare torni a onore di ciascuno e di tutti i suoi componenti.
Questo dovevo al Consiglio per un debito di onestà e di chiarezza, così come mi sono sforzato di onestamente e chiaramente assolvere alle mie incombenze in questa assemblea avendo lo scrupolo di farmi attento sempre se non altro, come mi è toccato di dire il primo giorno che ho avuto l'onore di prendere la parola in questa assemblea, alla modestia delle mie risorse e alla dimensione quantitativa della rappresentanza affidatami senza tuttavia rinunciare in questi limiti, a svolgere, per quanto ne ero capace, i temi peculiari da cui scaturiva il senso del mio mandato.
Nell'associarmi quindi al voto contrario al bilancio, che ha test preannunciato il mio compagno e collega Berti a nome del gruppo comunista desidero che il Consiglio abbia corretta nozione del contesto ideale, e politico in cui questo voto si colloca e che al di là di formali adempimenti, cui provvederà non appena sarà lecito, mi vede partecipe intensamente con quanto spirito e quante energie mi lasciano trenta e più anni di militanza politica, del comune impegno dei compagni tra i quali già mi confondo in questo settore dell'aula consiliare.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Fassino, ne ha facoltà.



FASSINO Giuseppe

Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta colleghi Consiglieri, un programma, in un paese libero, diceva un economista celebre, e così in una Regione, non è una miniatura dell'avvenire, ma un veicolo per meglio entrarvi, percorrerlo, conoscerlo.
Ecco perché, come hanno fatto tanti Consiglieri e come hanno detto anche i miei colleghi di parte politica, l'assenza di una programmazione regionale (fino a ieri era allo stato larvale) e con essa il fatto che il bilancio per l'anno '72 venga approvato ad oltre la metà del suo decorso e l'urgenza di produrre comunque effetti di bilancio ed infine la dimensione e la rigidità della finanza regionale stessa, sono tutti elementi che insieme ad altri giustificano in notevole misura l'impostazione che è stata data al bilancio di previsione presentato all'esame, al dibattito ed al voto di questo Consiglio.
D'altra parte, il bilancio predisposto dalla Giunta aveva già subito alcune modificazioni nella Commissione della quale io faccio parte, sulla base delle indicazioni emerse durante la consultazione di associazioni di categoria, di sindacati, di Enti vari, mentre altre utili indicazioni sono poi venute dal dibattito stesso, come risulta dalle dichiarazioni del Presidente, e saranno recepite almeno in parte.
Ha fatto bene, a nostro avviso, il Presidente a sottolineare definendolo un salto di qualità - che le modalità di gestione del bilancio della Regione sono quelle dello Stato e non già quelle degli enti locali che hanno un bilancio programmatico, mentre la Regione, al pari dello Stato, deve acquisire tutte le spese correnti e manifestare dopo, la volontà politica per gli investimenti.
Ecco perché diventa per noi essenziale l'allestimento in tempo utile dei disegni di legge necessari per consentire la completa erogazione delle risorse non ancora assegnate. E' pur vero, tuttavia, che una saggia ed oculata politica della spesa diventa quasi impossibile senza una precisa conoscenza della realtà socio-economica-regionale, senza un'elencazione precisa dei bisogni, delle priorità, dei costi e dei benefici e senza un attento esame degli strumenti operativi da creare.
Da ciò nasce l'auspicio da parte nostra che, in futuro, tutti gli enti anche in quanto soggetti di delega - siano posti maggiormente in grado di contribuire alla composizione dei progetti programmatici in un quadro unitario che consenta loro poi di attenervisi strettamente nelle successive fasi di realizzazione. Ma nell'insieme, se anche per la finanza vale quanto si usava dire dell'economia e cioè che esistono due scuole, l'una che spiega in modo facile le cose difficili e l'altra che spiega in modo difficile le cose facili, ebbene, noi riconosciamo che la Giunta prima, il relatore Dotti poi, e stamani il Presidente nell'indubbiamente completa approfondita e circostanziata replica, hanno dimostrato che questo bilancio appartiene, a nostro avviso, alla prima scuola, non certamente alla seconda.
Ragioni temporali, infatti e vincoli di varia natura non permettevano di redigerlo in maniera più organica e sistematica di quanto non abbiano fatto. Semmai auguriamoci che il prossimo bilancio (molto prossimo perch se ne riparlerà in novembre) possa essere affiancato da un piano completo che gli oggetti di spesa possa illustrare con progetti che lo rendano effettivamente pubblico sotto ogni aspetto.
Se il concetto è giusto, allora certi Enti regionali "costituendi" verso i quali, come ha detto il collega Zanone, non esiste da parte nostra pregiudiziale alcuna, sia ben chiaro, non possono essere riconosciuti strumenti indispensabili "a priori" poiché la loro utilità e necessità dovrà risultare da precisi disegni programmatici nei quali, oltre agli scopi, sia possibile vedere i mezzi di cui potranno disporre, gli organici di personale, le forme e i costi di gestione, con quali strumenti di controllo democratico si potrà verificarne la correttezza e l'efficacia.
Al bando ogni pressapochismo, ha detto il Presidente stamani, serietà ed impegno siano invece alla base della nostra attività. Noi, da piemontesi convinti siamo lieti di concordare pienamente con lui in queste affermazioni...



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Tu sei di Busca come io sono di Bricherasio, siamo dei provinciali!!



FASSINO Giuseppe

Quindi nasce un gemellaggio diretto; "affinità elettive" dice l'amico Zanone. Berti protesta e scuote la testa, ma noi continuiamo.



BERTI Antonio

Noi invece siamo italiani.



FASSINO Giuseppe

Anche noi, prima italiani e poi piemontesi, consenticelo, non è un disonore il dichiararlo e noi lo dichiariamo molto apertamente, anzi aggiungerò vecchi piemontesi (anche se non siamo ancora vecchissimi).
Dicevo e ripeto che concordiamo con le affermazioni del Presidente e concordiamo anche sulla disponibilità dimostrata dalla Giunta a recepire ora e poi, alcune nostre istanze (in particolare rammentiamo al Presidente una richiesta fatta dal collega Zanone sull'aumento di fondi per le biblioteche, che nella replica è stata probabilmente dimenticata).
Riconosciamo che si tratta di un bilancio, che sia pur transitorio presenta numerosi aspetti positivi per quanto riguarda gli impegni in conto capitale come per i suoi effetti moltiplicatori. Si tratta, insomma, di un bilancio, il primo (e lo ripetiamo con una indubbia soddisfazione) che rappresenta un positivo impegno, una scelta di campo della Regione Piemonte, in decollo dal 1° aprile e aperta alle forze del lavoro, a tutte dico a tutti i cittadini che lavorano e non solo ad una parte di essi, non meno di certo di quanto lo siano altre Giunte a lei e alla sua parte, caro collega Berti, più congeniali. Il collega Berti, passando dal bilancio alla politica generale ha voluto, un po' diabolicamente come suo costume gettare il così detto sasso in piccionaia per provocare, anche da parte nostra, una risposta che noi, più angelicamente, non riteniamo tuttavia di dovergli dare ora. E di questo Berti ci vorrà scusare. Le possiamo invece confermare che il tanto deprecato governo è passato sì con pochissimi voti ma come si conviene in una vera democrazia ed in un libero Parlamento.
Questo è molto importante e noi liberali gli auguriamo buona navigazione.
Con questo chiudo per non rubare tempo ai colleghi che devono ancora prendere la parola, e dichiaro che il gruppo liberale voterà a favore del bilancio.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Vera, ne ha facoltà.



VERA Fernando

A nome del Gruppo Consiliare del PSD confermo il voto favorevole al bilancio di previsione confortati da quello che ci pare l'elemento più positivo della relazione che lo accompagna: l'impegno preso dalla Giunta di ancorare la politica di bilancio della Regione alla politica di piano e agli strumenti che verranno creati per la sua realizzazione. Non a caso parlo di "politica di bilancio" perché ci troviamo di fronte quest'anno come rilevava il collega e compagno Benzi, ad un bilancio di transizione quindi quando parlo di "politica di bilancio" mi riferisco non soltanto all'attività di quest'anno, ma a quello che è un impegno per l'attività dei prossimi anni. Sono perciò prematuri alcuni giudizi dati nel corso del dibattito per rilevare un'apparente contraddizione tra quello che è il bilancio di transizione e questo impegno di politica di piano, perch soltanto in una verifica concreta, nel prosieguo dell'attività di questo Consiglio, di questa Amministrazione Regionale, sarà possibile valutare l'impegno preso dalla Giunta.
Noi riteniamo, come del resto molti che sono intervenuti nel dibattito che il bilancio di previsione vada inquadrato nella vita politica, sociale ed economica del momento, sulla crisi della quale credo siamo tutti d'accordo, crisi che riguarda non solo l'economia nazionale, ma in modo particolare, date certe sue caratteristiche sulle quali non è il caso di tornare, la Regione Piemonte. Perciò riteniamo che il bilancio cada visto nel quadro politico del nostro paese che ha visto formarsi al vertice un governo di emergenza democratica (mi pare sia il termine corrente per definire il governo Andreotti) come già era avvenuto circa un anno fa per quanto riguardava la nostra Regione. Non avendo una specifica responsabilità in quella che è indubbiamente una pausa nella politica di centro sinistra che abbiamo sostenuto per molti anni, noi riteniamo di avere assolto, dando la nostra partecipazione ed il nostro appoggio a questo tipo di governo di necessità democratica (come nell'ambito regionale abbiamo dato la nostra partecipazione ed il nostro apporto ad una Giunta pure essa di necessita democratica) a una precisa responsabilità verso un programma che è pur sempre di centro sinistra, che è pur sempre di sviluppo e di progresso sociale e civile del Paese ed in particolare delle classi lavoratrici.
Quindi confermiamo il voto favorevole al bilancio di previsione ed in pari tempo riteniamo, come socialisti democratici, che il nostro voto sia una conferma dell'accettazione, determinata dalle circostanze del momento politico ed economico, di questa formula di necessità democratica con cui è nata ieri la Giunta, oggi il Governo Italiano e nello stesso tempo fiducia nel programma della Giunta che, ripeto, è un programma di centro sinistra e nella capacità di realizzazione dello stesso da parte degli uomini e delle forze che compongono la maggioranza.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Nesi. Ne ha facoltà.



NESI Nerio

Signor Presidente, signori Consiglieri, abbiamo ascoltato con molto interesse le risposte del Presidente della Giunta Regionale e desideriamo dire subito che abbiamo apprezzato il tono delle sue dichiarazioni e l'ampiezza delle argomentazioni che egli ha riservato alla problematica posta in essere dal Gruppo socialista.
Il Presidente della Regione ci ha richiamato alla necessità di adeguare la nostra cultura politica alle nuove esigenze che il processo regionalistico ha messo in moto, e ci ha anche ricordato, secondo quella che egli definisce la tradizione piemontese, la quotidiana operosità, che si scontra talvolta con i sogni del futuribile. Ha citato, a questo proposito, Filippo Burzio. Io vorrei citare qualcuno che non è piemontese ma che credo abbia avuto, nel suo periodo, e anche al di là del suo periodo, una importanza notevole nella nostra formazione: Gaetano Salvemini. Proprio in questi giorni mi è occorso di scorrere questo suo libretto, e forse è proprio il momento di parlarne. Salvemini scrive: "Vediamo i socialisti votare per i candidati giolittiani, i clericali votare per i massoni, e si forma e si consolida così la dittatura giolittiana, che si fonda assai più sulla punta delle penne burocratiche che sulle punte delle baionette. E quando sparirà la dittatura giolittiana un'altra se ne formerà (Salvemini scriveva questi concetti nel 1913-'14) così come la dlttatura giolittiana è venuta dopo la dittatura di Depretis e le cose andranno sempre così, anzi, peggioreranno via via, finche rimanga in piedi lo strumento necessario e sufficiente della dittatura: l'alta burocrazia, l'accentramento amministrativo".
Noi abbiamo accolto l'impostazione che, ha dato proprio in questo senso il Presidente della Regione, e ci siamo mossi, nell'esame di questo bilancio, con spirito critico, ma certamente, credo di poterlo dire, con intento costruttivo. Non abbiamo giocato al rialzo, non abbiamo dato valore determinante all'aumento di questa o quella voce di spesa, non perché non attribuiamo importanza alla modificazione della dimensione di certi stanziamenti, ma perché abbiamo ritenuto, e riteniamo, che un Partito come il nostro, che ha avuto nel Governo nazionale (e siamo certi avrà ancora sia pure nel lungo periodo) e nel Governo regionale le massime responsabilità del bilancio e della programmazione, debba qualificare la sua opposizione non in modo quantitativo ma in modo qualitativo, come il Presidente della Giunta ha riconosciuto, presentando non delle aggiunte ma delle alternative alla filosofia e alla politica del bilancio.
Per queste ragioni abbiamo indicato alcune scelte che abbiamo ritenuto qualificanti e sulle quali abbiamo dichiarato che avremmo verificato la volontà politica della maggioranza. Sono scelte che fanno parte del patrimonio del nostro partito, ma, al di là del nostro partito, della classe che noi rappresentiamo, e che noi indichiamo qui non provocatoriamente ma perché con queste scelte bisognerà fare i conti quando in futuro si dovrà tornare a fare i conti con il Partito socialista italiano. (I Governi non si reggono con un voto: io sono convinto che è segno di alta democrazia reggere i Governi con un voto, ma quando questi segni durano poco, perché in realtà sappiamo che i Governi che hanno una maggioranza così esigua non possono rimanere in carica per molto tempo siamo convinti che sarà così anche per il Governo Brandt in Germania.) Le scelte che abbiamo indicato sono note, ma vorrei riepilogarle, sia pur brevemente, per maggior chiarezza. Noi avevamo chiesto la creazione di strumenti per la prevenzione e la tutela della salute dei lavoratori nei luoghi di lavoro, la costituzione della Finanziaria regionale, dell'Ente di sviluppo agricolo, dell'Ente regionale dei trasporti. Abbiamo idee non chiare sull'Ente per lo sviluppo dell'artigianato, ma a proposito di questo ci rimettiamo a quello che insieme potremo concordare. Avevamo chiesto la creazione di un fondo di rotazione a favore della cooperazione per la costruzione di abitazioni economiche e popolari; avevamo chiesto interventi in agricoltura; avevamo chiesto, inoltre, contributi per l'acquisizione, in modo particolare, di centri di vendita, in accordo con i sindacati e con le categorie minori dei commercianti; avevamo chiesto, fatto emblematico l'acquisizione della tenuta della Mandria, della quale tanto si è già parlato, ed interventi per la pianificazione territoriale. Infine, quella famosa indagine per la programmazione regionale sulle quali non voglio ritornare perché già dissi nel mio intervento iniziale che non sono luoghi di dibattito accademico ma precise scelte di natura politica.
Nella sua replica il Presidente della Giunta ha richiamato le norme della contabilità dello Stato per motivare il mancato accoglimento dei provvedimenti proposti dal Gruppo socialista. Non abbiamo alcuna difficoltà a concordare con il Presidente Calleri sulla illegittimità di prevedere in bilancio stanziamenti di spese che non trovino fondamento in una norma sostanziale. Ma non è questo che il Gruppo socialista aveva proposto: le spese che ho elencato, infatti, non avrebbero dovuto costituire specifici stanziamenti ma essere l'elenco dei provvedimenti da finanziare con i fondi globali, ammontanti complessivamente a 6 miliardi e 800 milioni di lire.
Le norme vigenti - su questo vorrei richiamare in particolare l'attenzione del Presidente della Giunta e dell'Assessore al Bilancio - e la prassi del bilancio dello Stato danno ragione alla nostra impostazione.
Infatti, i fondi globali compresi nella previsione della spesa del Ministero del Tesoro comprendono, a partire dal bilancio '61-'62, gli elenchi dei provvedimenti da finanziare, che in precedenza erano allegati alla nota preliminare del bilancio. Del resto, la stessa natura dei fondi globali destinati a far fronte a spese dipendenti da provvedimenti legislativi non ancora emanati comporta la necessità dell'elenco dei provvedimenti da finanziare, altrimenti il fondo globale diventerebbe una riserva generale e non consentirebbe un impiego delle risorse inquadrate in una visione coordinata delle priorità. In questo sta la logica di piano alla quale si deve far riferimento anche in assenza del piano.
La previsione degli oneri alla cui copertura destinare i fondi globali è dunque da un lato una esigenza di corretto adeguamento alla prassi seguita dal bilancio dello Stato e dall'altro la traduzione in termini non giuridicamente ma politicamente vincolanti degli impegni programmatici della Giunta. A noi pare che non possa valere l'obiezione del Presidente della Giunta secondo cui l'elenco dei provvedimenti dovrebbe contenere soltanto disegni di legge già presentati, poiché nessuna norma del genere vige per i fondi globali del bilancio dello Stato. Tanto è vero che una proposta in tal senso - lei, signor Presidente, la ricorderà -, formulata da un Comitato di studio costituito nel '59 e presieduto dal sen. Paratore non ha ancora trovato accoglimento da parte del Parlamento della Repubblica.
Ciò premesso, noi dobbiamo dire che prendiamo atto che il Presidente della Giunta per alcune materie specifiche non ha fatto proprie soprattutto in materia di trasporti, le affermazioni apodittiche di qualche suo Assessore, in particolare dell'Assessore Gandolfi, ponendosi su una posizione di maggiore problematicità. Così come prendiamo atto che non è stata inutile la nostra battaglia sull'attuazione dell'art. 6 dello Statuto Regionale in materia di salute dei lavoratori, anche se il Presidente della Giunta non ha voluto darvi, facendo riferimento a specifici provvedimenti che riguarderebbero i Medici provinciali, quella carica politica che noi vogliamo essi abbiano.
Per le ragioni che ho sopra detto, cioè per il modo in cui ci poniamo di fronte a questo bilancio, noi non riteniamo di poter condividere l'impostazione dei compagni comunisti sulla politica di indebitamento.
Rispondiamo in questo senso alla domanda che ci ha posto il compagno e collega Berti. Riteniamo infatti che la Regione Piemonte non possa iniziare la sua attività impegnando delle somme che il sistema bancario, se da noi richiesto, distoglierebbe da altri impieghi in Enti pubblici che le potrebbero invece per la loro struttura già funzionante, impiegare realmente, pur senza poter riuscire, nei tre o quattro mesi effettivi di gestione che abbiamo di fronte (perché approviamo questo bilancio alla fine di luglio, in agosto normalmente non si dà avvio a nulla di concreto, e pertanto non rimangono che tre-quattro mesi prima della fine del '72) ad utilizzarle effettivamente. Noi riteniamo invece che dobbiamo spendere bene entro dicembre i 7 miliardi di cui disponiamo. Non possiamo dimenticare che dovremo ridiscutere alla fine dell'anno il bilancio per l'anno 1973. In quella sede potremo prevedere, e noi stessi socialisti proporremo, anche una ampia politica di deficit-spending; politica che è propria di tutti i partiti di sinistra. Su quello noi saremo d'accordo.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Anche di noi che siamo di destra



NESI Nerio

Ci accingiamo a presentare oggi un progetto di legge sulla costituzione della Società finanziaria di sviluppo, perché siamo convinti che la Regione Piemonte debba qualificarsi non soltanto perché assicura ai coltivatori diretti e ad altre categorie di lavoratori autonomi l'assistenza di cui hanno sacrosanto diritto, ma anche perché riesce a dare concretezza operativa a strumenti economici di cui si parla da anni, sui quali c'è pochissima chiarezza - credo di poterlo dire - in tutti i settori dell'arco politico italiano. Parliamo tanto di questi Enti - Ente finanziario, Ente di sviluppo, agricolo, Ente di sviluppo dei trasporti, Ente misterioso sull'artigianato - ma in realtà, se dovessimo fare adesso, qui, un dibattito serio su che cosa sono, su cosa vogliamo, ci troveremmo certamente in difficoltà. In questo modo crediamo che il nostro Gruppo possa dare un contributo, sia pure modesto, all'avvio a soluzione di quello che noi riteniamo uno dei problemi chiave della nostra Regione: la razionalizzazione della sua struttura industriale.
Questo è il problema fondamentale del Piemonte. Il rapporto tra le aree congestionate dell'hinterland torinese e la depressione delle province periferiche. Chiunque abbia dato uno sguardo ai primi risultati del recente censimento, che alcuni giornali hanno pubblicato proprio ieri o ieri l'altro, non può non essere d'accordo sulla necessità di una pianificazione territoriale che si ponga contemporaneamente l'obiettivo di frenare lo spopolamento di intere zone e di mettere ordine nel marasma del rapporto industria/Enti pubblici locali. Abbiamo avuto notizia in questi giorni che la Venchi Unica vuole impiantare un suo stabilimento nel Comune di Caselle con un insediamento di oltre un migliaio di dipendenti, e per questo il Comune di Caselle starebbe trattando sulla base di venti milioni. E' mai possibile che la Regione debba permettere che un insediamento di 1200 operai nel Comune di Caselle, in una zona dell'hinterland torinese, debba costituire per l'Ente pubblico Comune di Caselle un introito di venti milioni? E' sacrosanta allora la richiesta del Comune di Chivasso, che ha chiesto, ed ottenuto, con dura battaglia, un miliardo e mezzo. In questo la Giunta regionale, la Regione deve intervenire.
Queste sono le prime considerazioni che volevo fare, più direttamente legate al bilancio. Ma ce ne sono altre, quelle di ordine più strettamente politico, che è mio dovere fare.
Noi abbiamo l'impressione che il Presidente della Giunta tenda a guidare la maggioranza democristiana e la Giunta stessa, che è una espressione diretta della Democrazia Cristiana, come il comandante di un incrociatore che si diriga verso un mare non certamente tranquillo, come ha dimostrato la recentissima votazione al Senato. Allora, come insegnano a Livorno, tende a circondarsi di cacciatorpediniere di protezione. Ha già un cacciatorpediniere rispettabile, costituito dal Partito liberale, e in più qualche vecchio "Mas" di riserva. Ma il fianco sinistro è completamente scoperto. E allora che cosa fa il Presidente Calleri, al quale bisogna dar atto di essere un antesignano di questa politica andreottiana? Scopre la centralità e inventa la pentarchia. A questo proposito noi non possiamo che ripetere le parole pronunciate alla Camera dei Deputati ed al Senato da due illustri nostri rappresentanti, il Segretario del Partito, alla Camera, ha detto: "La pentarchia dei liberali e socialisti sotto l'ala protettiva della Democrazia Cristiana è una proposta politica che non stava in piedi e che in piedi non è restata neppure lo spazio di un mattino". Pietro Nenni ha fatto ieri al Senato delle considerazioni ancora più significative, che mi permetto di leggere brevemente: "Quello che fin dal primo momento ha bisogno di essere chiaro è che la svolta molle non ha nessuna possibilità di invischiarci e di invischiare quanti nel Paese hanno piena consapevolezza della posta in gioco, mentre la eventuale svolta dura, la svolta della maniera forte, evocatrice nel suo nome di ricordi antichi e recenti di lacrime e di sangue, troverebbe la pronta risposta di quanti per esperienza vissuta o riflessa, sanno il costo dei cedimenti alla forza".
Vorrei che fosse chiaro alla mente di tutti, al fine di evitare intorno al nostro prossimo Congresso un'atmosfera di suspence utile a creare degli alibi per adesso e per dopo, che il Congresso di ottobre del Partito socialista italiano non può cambiare, non cambierà questo giudizio. Bisogna che abbiamo tutti la onestà intellettuale di fare i nostri conti partendo da questo presupposto: la pentarchia non è possibile. E non soltanto perch non c'è alcun socialista che l'abbia prospettata o che la prospetti, ma soprattutto perché ogni politica, signor Presidente, ha una sua logica, che non consente arresti a metà strada, anche al di là della volontà degli uomini. Anche la politica degasperiana, che lei cita spesso, che pure si collocava in un clima di tensione morale e ideale non paragonabile a quello di oggi, ebbe delle conseguenze precise: sul piano istituzionale, la restaurazione del vecchio Stato centralista e burocratico, e il tentativo di creare un regime cambiando la legge elettorale, sul piano economico il mantenimento di tutti i vecchi squilibri di classe e di territorio, sul piano sociale la rottura dell'unità sindacale, lo scontro frontale con il movimento dei lavoratori, e infine, al momento della sua caduta verticale il rischio della guerra civile.
Il centrismo, o centralismo, di oggi, come lo si vuol chiamare proprio perché si presenta come una versione parodistica del centrismo degasperiano, però senza le motivazioni ideali, per quel tanto che De Gasperi comportava - e gli abbiamo sempre dato atto di questo - di autonomia politica (che non c'è, in questo tipo di centralismo), per carenza di consensi ideali nel Paese, non è, né sarà in grado di reggere a prove che possono presentarsi ancor più severe e più dure di quelle degli anni Cinquanta. Esso corre quindi il rischio che indicava Pietro Nenni: di essere costretto a cedere il passo a forze ben altrimenti decise a portare avanti una politica di reazione aperta, di terrorismo, nel Paese. Del resto, gli episodi di questi giorni alla Camera dei Deputati sono la testimonianza dello stato in cui versa questa maggioranza. Potremmo sorridere al pensiero che i fascisti, mentre votano sotto banco il candidato di maggioranza per la presidenza della Commissione Bilancio della Camera, contemporaneamente picchiano alcuni deputati democristiani, e questo palesemente; potremmo sorridere se questo episodio, il primo avvenuto a freddo nel Parlamento italiano, non ci ricordasse analoghi episodi degli anni che precedettero l'avvento del fascismo.
Noi nel precedente periodo centrista - anzi, comincio da allora considerammo essenziale per lo sviluppo della democrazia italiana il confronto fra Partito socialista italiano e la Democrazia Cristiana, nella quale riconoscemmo, come riconosciamo, una componente sociale, culturale e politica fondamentale per la società italiana. Non ci illudiamo: quando diciamo cattolici intendiamo democristiani, e diciamo quindi più correttamente democristiani. Questa nostra posizione non si è modificata di fronte ai fatti gravi che sono accaduti. Ma non è possibile ignorare i contrasti e minimizzare le divergenze. Oggi i contrasti esistono, le divergenze sono profonde. Non ci divide soltanto il Governo centrista nazionale, o quello centrista regionale: ci divide soprattutto la tendenza centrista che si sollecita e si incoraggia in tutte le sue forme e che sta raggiungendo gli effetti della discriminazione. Compito nostro è ostacolare questa tendenza, fronteggiarla, rovesciarla. E' un impegno, questo, che ci sforzeremo di assolvere, cercando di rafforzare o nostri legami con le forze e gli interessi che rappresentiamo e con tutti coloro, anche della Democrazia Cristiana, senza distinzioni, che muovono obiettivamente verso finalità democratiche e riformatrici.
Per queste ragioni, signor Presidente, signori Consiglieri, il Gruppo socialista darà voto contrario al bilancio presentato dalla Giunta.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Bianchi. Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, signori Consiglieri, innanzitutto un momento di attenzione rispettosa, senza commento politico, per delle dichiarazioni rese dal Consigliere Giovana.
Il Gruppo della Democrazia Cristiana, dopo la conclusione della discussione, ed in particolare, udita la replica del Presidente della Giunta, ampia, motivata, attenta ad ogni apporto critico e costruttivo venuto dal Consiglio, vede rafforzata la propria valutazione positiva ed i motivi che lo inducono ad esprimere voto favorevole al primo bilancio di previsione della Regione Piemonte.
Riprendiamo brevemente alcuni motivi di giustificazione di questo atteggiamento della Democrazia Cristiana.
Innanzitutto, la felice impostazione del bilancio, che consente una corretta ed immediata operatività, capace di realizzare il più ampio spazio di autonomia regionale, senza la presunzione di anticipare e contenere ogni formulazione programmatica che non trovi qui la sua sede propria ed ogni contenuto di programmazione che viene invece preparata, sollecitata, senza pregiudicarne peraltro le indicazioni. Poi, la constatazione che il bilancio, secondo lo spirito che lo ha informato, non rappresenta, né nei fatti, né nelle intenzioni, un momento di chiusura o di arroccamento e tanto meno l'inversione di una tendenza espressa dalle Giunte precedenti.
Vuol essere, anzi, credo, l'offerta, politicamente qualificata e consapevole di una piattaforma concreta, sdrammatizzante, posta al riparo dalle suggestioni polemiche derivanti dalla esasperazione politica e degli schieramenti, su cui costruire pazientemente più larghe collaborazioni, sia ai fini istituzionali sia ai fini della elaborazione programmatica, senza compromettere in operazioni trasformistiche, alle quali noi non ricorriamo né qui né fuori di qui. La centralità cui ci richiamiamo, con tutta l'aridità e l'insufficienza di una formula, storicamente oggi non pu avere, secondo me, che un significato: quello di respingere le rozze pressioni verso la semplificazione degli schieramenti politici fino alla soppressione di forze politiche che hanno un ruolo valido ed efficace da svolgere nel nostro Paese, quello di respingere la suggestione della radicalizzazione, al fondo della quale, sì, ci sono gli spettri dello scontro, delle linee di durezza, del tramonto delle istituzioni democratiche.
Infine, il bilancio, integrato con gli apporti del Consiglio, e con le modifiche così largamente accolte a nome della Giunta dal suo Presidente non per tatticismi, mi è sembrato (nessuno anche in repliche che hanno avuto momenti di durezza ha contestato questo aspetto), ma per sincera convinzione dell'opportunità di segnare un nuovo corso di rapporti fra le forze politiche che hanno interesse, o possono averlo, a sostenere questa politica delle istituzioni, un nuovo corso di rapporti anche con le opposizioni che sono, anche se per finalità lontane e divergenti egualmente interessate a ciò, offre una ulteriore prospettiva politica volta a conferire un contenuto nuovo alle autonomie locali ed una più incisiva caratterizzazione dell'istituto regionale come sede del potere legislativo, del potere di direzione e di impulso, attraverso il più esteso ricorso alla delega delle funzioni amministrative in favore degli enti locali.
Ed ancora, vedendo insieme il bilancio, la relazione ad esso allagata e le indicazioni che il Presidente della Giunta è venuto esponendoci, quasi passando attraverso tutti gli interventi che si sono susseguiti in questo interessante dibattito, noi vogliamo collocare questo momento decisivo dell'approvazione del primo bilancio della Regione al di sopra delle stesse funzioni e delle responsabilità di una Giunta che lo ha formulato e presentato, di una maggioranza che intende sostenerlo con convinzione.
Vogliamo far questo per collocarci non al livello di un atto amministrativo, ma al livello di una esigenza istituzionale, di un momento della fase costituente che è stato riconosciuto essere molto importante.
Da ultimo, perché il dibattito sulle competenze, sulla definizione dei ruoli dei vari organi non è espresso, e non può essere inteso, come implicita tendenza o come volontà di mortificare le istituzioni rappresentative attraverso una presunta sottrazione di competenze all'assemblea regionale o attraverso una riaffermazione puntigliosa di competenze presidenziali. Si tratta di qualificare le singole funzioni, di qualificare anche l'esercizio di quella impropria, chiamandola così sovranità popolare di cui è pur portatrice un'assemblea che ha un potere legislativo: qualificarla facendo le leggi e impedendo che sia distratta dal farle; qualificarla nella sua funzione di controllo sull'esercizio della funzione amministrativa, che ad essa, come tale, obiettivamente non compete, in una corretta visione costituzionale, come è stato detto, di distinzione dei poteri. Controllare l'applicazione delle leggi, dare e revocare la fiducia: tutte competenze queste, che appartengono all'assemblea, e conferiscono ad essa una somma di poteri tali da non consentire di sentirsi mortificata, ma anzi depositaria e rappresentante autentica della volontà popolare? Il richiamo fatto ad un accanimento che vi sarebbe contro l'estensione delle competenze alle Commissioni può essere, io credo, anche diversamente interpretato. Come ho già detto altre volte, io sono fermamente convinto che l'accentuazione dei rapporti diretti tra Giunta e Commissioni, che l'accumulo di potere nelle Commissioni comporta lo spostamento dei momenti decisionali da squisitamente politici quali devono essere a momenti di contrattazione che si possono svolgere all'oscuro mentre qui si deve essere al chiaro. Questo indirizzo se attuato porta sostanzialmente ad uno svuotamento, questo sì, dei poteri dell'assemblea e della sua sovranità facendo prevalere i momenti tecnici pur qualificati ma che diventano settoriali e che spezzano la visione, e le responsabilità unitarie che risiedono in un'assemblea. Io affermo che continuerò a battermi con forza affinché le Commissioni siano uno strumento operativo di lavoro, di controllo, di studio e di preparazione del lavoro dell'assemblea, ma non siano uno strumento per svuotarne e scavalcarne le funzioni.
Ritengo pertanto che attraverso questa discussione sul bilancio sia emerso un qualificato indirizzo anche di politica delle istituzioni, che assegna a ciascuna le proprie competenze. Ma così come abbiamo detto per lo Stato che il trasferimento del poteri di responsabilità politiche, alla periferia avrebbe dato maggior risalto, maggior incisività ai poteri essenziali che restavano sotto la sua giurisdizione, così per la Regione diciamo che il non appesantire l'assemblea regionale di specifiche funzioni amministrative, esaltando invece le sue funzioni legislative di controllo di impulso, il mettere in evidenza la sua funzione caratterizzante di depositaria della volontà popolare nel dare e nel revocare la fiducia e nel controllarne lo svolgimento dell'azione di Governo non può che costituire un passo avanti qualificante sulla via della chiarezza e della rispondenza delle costituzioni ai loro composti.
Mi sembra che attraverso questo dibattito, questa discussione che poteva apparire eminentemente tecnica, si siano avuti diversi chiarimenti di carattere politico e di carattere istituzionale. Vediamo così configurarsi una Regione che prende coscienza attraverso o suoi organi delle specifiche responsabilità e cerca anche di armonizzarli e di non ipotizzarli come momenti di scontro che portino ad indebolire il momento incisivo dell'azione complessiva regionale. Perché c'è bisogno di questa incisività dell'azione regionale: è facile ed anche doveroso, il richiamo alle difficoltà di questo periodo, alla attese, alle tensioni che ci sono in vari settori dell'economia, nelle fabbriche, in ambienti di lavoro. Io penso però che uno dei modi migliori per contribuire alla soluzione dei problemi generali sia quello di non spostarsi, quando si affronta un problema, a discutere di un altro anche se quest'altro appare più importante. Io credo che il dibattito sul bilancio, l'impostazione del bilancio, le soluzioni finali che abbiamo dato siano un contributo molto serio per la soluzione dei problemi sociali, politici ed umani esistenti della Regione.
Ma questo non vuol essere un modo per eludere o problemi che urgono e battono alle nostre porte. Già nelle modeste dichiarazioni fatte nel corso del dibattito abbiamo assunto ad esempio una nostra posizione in ordine alla situazione dell'occupazione dei tessili e degli interventi che la Regione è chiamata a fare nel settore. Concludo, sottolineando anche sotto questo profilo un motivo di fiducia nella Giunta ed un impegno di iniziativa anche da parte del Consiglio e del Gruppo che rappresento, con il dire che penso ci siano molte cose specifiche e concrete che possano essere fatte organizzando le risorse e stimolando gli interventi che sono realizzabili a livello regionale: penso al settore del credito, al settore del medio-credito. Ho confrontato in questi giorni - e verrà presto l'occasione di parlarne qui - i risultati dell'azione del medio-credito in Lombardia e in Piemonte: ci sono aspetti veramente significativi allarmanti sulle disfunzioni che certe istituzioni rivelano nella nostra Regione, che è sì seria, è sì concreta, ma rivela a volte qualche lentezza di riflessi che è bene sia rimossa. E una assemblea legislativa, e quindi politica, quindi, come la nostra, eserciterà pienamente queste funzioni. Di ciò anche il mio Gruppo ritiene di poter essere garante.
Ringrazio vivamente la Giunta, l'Assessore al Bilancio, il Presidente della Giunta e quanti funzionari, di alto e di minor livello, si sono applicati in questi giorni per consentirci un dibattito così qualificato attraverso il quale giungere ad una tappa tanto positiva del cammino della nostra Regione.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE OBERTO



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Conti. Ne ha facoltà



CONTI Domenico

Signor Presidente, signori Consiglieri vorrei, nell'associarmi alla dichiarazione di voto fatta dal capo del mio Gruppo, aggiungere alcune considerazioni e palesare alcune perplessità, che vorrei mi fossero dissipate, non certo in ordine al voto, sul quale condivido il punto di vista dell'avv. Bianchi, suscitate in me dalla risposta del Presidente della Giunta.
Innanzitutto, ringrazio il Presidente della Giunta e la Giunta per l'attenzione prestata e l'apprezzamento dato ai suggerimenti da me formulati.
Sono d'accordo sulle caratteristiche positive di agibilità del bilancio presentato, sia in ordine all'attività amministrativa che in ordine all'attività legislativa. Mi ha poi persuaso la valutazione, che del resto avevo anch'io espresso, di questo bilancio come bilancio di transizione verso la programmazione. Dico subito che avrei preferito un articolato delle norme di legge che precedono il bilancio diversamente concepito, nel quale, pur rispettando le norme vigenti, si fosse trovato il modo di superare rigidi schematismi operativi atti solo a bloccare quelle possibilità, quelle opportunità di collaborazione che, senza diminuire l'importanza della distinzione fra maggioranza e minoranza, e fuori da ogni tentativo trasformistico, facilitano il confronto delle posizioni e degli apporti in vista del sempre miglior soddisfacimento delle istanze della comunità regionale.
Spiego subito quali sono i motivi di perplessità cui ho accennato, in rapporto ai quali gradirei, se possibile, una rassicurazione.
Nel suo intervento, signor Presidente, non ho rivelato alcun richiamo alla strutturazione dei servizi e degli Uffici della Regione come strumento essenziale per una attività del nostro istituto basata sulla programmazione di settore. Neppure una parola ho colto, poi, circa la urgente necessità della organizzazione dell'informazione. Non mi riferisco alla diffusione di notizie sull'attività della Regione ma a quella informazione che è essenziale per l'operatività della Regione e dei suoi vari organi, della Giunta, del Consiglio, delle Commissioni, fondamentale, se vogliamo, per la stessa partecipazione. (Ricordo quanto ha fatto poco tempo fa la Regione Friuli Venezia Giulia con l'istituire un centro di informazione con accesso al pubblico, dove, praticamente, attraverso sistemi di raccolta e di elaborazione dei dati, si ha veramente una base conoscitiva in cui ciascuno può trovare gli elementi necessari per poter dare il proprio contributo per svolgere la funzione che gli è propria.) Ne ho sentito alcunché circa il favorire, in vista della risoluzione del problema dei comprensori, il costituirsi di consorzi fra i Comuni considerando i consorzi come soggetto di delega, visto che non abbiamo ancora potuto risolvere questo problema dei comprensori.
Avrei gradito, ancora, che fosse stata recepita nel bilancio, sia pure per memoria (sembra una formalità ma non lo è), la voce, in entrata e in uscita, per il Fondo sociale europeo, il che ci permetterebbe di tener presente l'argomento, estremamente importante sia per quanto riguarda i piani di formazione professionale connessi con le ristrutturazioni sia per quanto riguarda la formazione degli handicappati.
Sono rimasto un po' stupito perché non sono state accolte, anche se sono state considerate benevolmente, le proposte relative all'aumento di contributi su voci a bilancio per i patronati scolastici, naturalmente con l'impegno di riformare gli statuti, per la scuola materna non statale. Il rapporto preliminare dell'Ires ci fornisce dati circa questa scuola materna non statale: quindi, è possibile uno stanziamento in una visione di fabbisogni, anche se evidentemente lo stanziamento non sarà proporzionato a questi fabbisogni. Vorrei ancora sottolineare che sarebbe stato opportuno incrementare adeguatamente il Fondo per l'addestramento professionale, che potrebbe essere la voce più agibile per un potenziamento delle attività di formazione professionale della Regione. Tutti i dispositivi successivi si possono benissimo radicare su questa concezione, perché questa non è una voce particolare legata a qualche attività: la voce di entrata e la voce di uscita portano la dizione generica "Fondo per la formazione dei lavoratori".



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Curci. Ne ha facoltà.



CURCI Domenico

Signor Presidente, signori Consiglieri, nel nostro intervento in sede di discussione generale avevamo preannunciato i motivi, prevalentemente politici, che ci inducevano a dare voto contrario, pur riconoscendo la validità dell'impostazione del bilancio. Con soddisfazione abbiamo stamani rilevato, nel tono e negli argomenti usati nella replica dal Presidente della Giunta, la volontà di una più netta chiusura nei confronti delle sinistre. Ciò ci induce, facendo credito alla Giunta di tale volontà, a modificare parzialmente la nostra posizione. Per questi motivi dichiaro che il Gruppo del Movimento Sociale Italiano si asterrà.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Presidente della Giunta.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Signor Presidente, signori Consiglieri, non può, evidentemente, essere la mia, dopo le dichiarazioni rese dai diversi Presidenti dei Gruppi in questa sede, una replica: vuol essere semplicemente una puntualizzazione della posizione della Giunta in ordine al complesso di questa articolata approfondita, interessante e stimolante discussione che abbiamo fatto sul bilancio.
Credo che per la prima volta, al di là delle differenziazioni politiche, al di là degli schieramenti, si sia svolto un confronto, un approfondimento rispetto ai contenuti, che ha consentito, al di là delle forze che appoggiano la Giunta e al di là delle forze stesse che sono all'opposizione, di avviare un discorso sul nostro comune impegno di carattere regionalistico. E' questo, signor Presidente e signori Consiglieri, l'elemento che dobbiamo sostanzialmente cogliere dal dibattito che abbiamo fatto, che io voglio cogliere, come un auspicio per la nostra attività, soprattutto come una precisa scelta di campo rispetto a quello spazio che tutti quanti insieme noi, al di là delle nostre differenziazioni politiche, dobbiamo cercare di conquistare, nella battaglia diuturna, dura che ci impegna tutti insieme.
Mi duole che la posizione degli schieramenti politici finisca con il prevalere su queste valutazioni. Mi amareggiano le dichiarazioni che il Gruppo socialista ha fatto in relazione non tanto al dibattito di oggi ma ad uno schieramento di carattere nazionale; perché se è vero che sono fra coloro che a livello nazionale hanno più apertamente sostenuto la necessità di recuperare ad un disegno di politica democratica il Partito liberale, e anche vero che sostengo che in un disegno di politica democratica deve essere presente il Partito socialista. Tutti noi insieme dovremmo adoperarci per fare in modo che la politica degli schieramenti non prevalga sulla politica dei contenuti: solo così si crea una democrazia. Non mi illudevo certamente che fossero sufficienti le mie dichiarazioni, con le quali ho annunciato l'accoglimento per larga misura non soltanto delle indicazioni del Partito socialista ma anche delle indicazioni pervenute dal Partito comunista, così come delle indicazioni pervenute dal Consigliere Curci in ordine alla politica di carattere amministrativo.



VIGLIONE Aldo

Il serraglio si ingrossa.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

... nella misura in cui queste indicazioni possono essere utili alla operatività della nostra Regione, a fornire al Partito socialista italiano una occasione di collocarsi in modo originale, nuovo e diverso rispetto alla politica nazionale. Voglio però dire - e mi sia consentito qui farlo molto brevemente, ma con accenti che definirei emotivi nei confronti dell'istituto regionale, rispetto al quale anche personalmente mi sono collocato con una certa adesione - che occorre che tutte le forze politiche sappiano in ordine a questi problemi collocarsi anche in modo diverso da quelle che possono essere le tendenze di carattere nazionale. L'istituto regionale vivrà, avrà spazio, forza e vigore nella misura in cui le forze politiche sapranno liberarsi dalla tentazione centralistica, che pure ancor oggi hanno, nei confronti delle loro Direzioni nazionali di partito. E mi sia consentito ricordare che nel momento in cui io ho assunto una certa posizione non ho certo avuto con me la Direzione nazionale del Partito; ma ero così certo della validità della posizione da me scelta che ho saputo liberarmi da quella che potevo obiettivamente considerare una posizione di sopraffazione da parte della Direzione nazionale del Partito.
Tutti quanti insieme dobbiamo rompere le incrostazioni di cui le tendenze centralistiche anche a livello dei partiti cercano di rivestirci per proporre vie nuove a livello regionale; perché soltanto liberandoci da questo centralismo noi riusciremo a creare a livello regionale una forza una spinta che proprio per questo acquisterà quegli spazi nuovi di autonomia che tutti quanti noi insieme vogliamo.
Alla fine di questo dibattito mi è sembrato importante sottoporre, pur dopo le dichiarazioni di voto, sottoporre all'attenzione dei Signori Consiglieri queste considerazioni, che nascono dalla profonda consapevolezza che soltanto in questo modo, veramente, sapremo creare uno spazio nuovo di autonomia ed una essenzialità alla nostra comune esperienza di regionalisti. Grazie.


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Ordine del giorno sulla presentazione di disegni di legge per il 1972


PRESIDENTE

Dovremmo ora passare alla votazione della legge articolo per articolo per appello nominale.
Mi è però pervenuto il testo di un ordine del giorno che, a norma dell'art. 38 del nostro Regolamento, paragrafo quinto, deve essere votato prima del passaggio alla discussione degli articoli. Leggo pertanto il testo dell'ordine del giorno, che reca le firme Antonio Berti, Dino Sanlorenzo, Mario Giovana, Domenico Marchesotti.
Recita l'ordine del giorno: "Il Consiglio Regionale, udita la replica del Presidente della Giunta a conclusione del dibattito sul bilancio 1972 tenendo conto che alcuni impegni prospettati dal Presidente non hanno potuto trovare riscontro nella relazione allegata al bilancio 1972 in quanto risultato del confronto e del dibattito tra le forze del Consiglio impegna la Giunta a presentare entro novembre i disegni di legge relativi a: 1°) contributi della Regione per le spese di urbanizzazione in relazione alla legge 865 2°) fondo di rotazione per la costruzione di case con priorità per la eliminazione di abitazioni disagiate e malsane 3°) istituzione del credito di esercizio a favore dell'artigianato 4°) definizione dell'intervento finanziario della Regione per la costruzione e la gestione degli asili-nido 5°) definizione del rifinanziamento con fondo regionale degli interventi in agricoltura".
I presentatori dell'ordine del giorno hanno da aggiungere qualcosa a titolo illustrativo? La Giunta come si pronuncia in relazione alla presentazione dell'ordine del giorno?



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

La Giunta accoglie questo ordine del giorno, in quanto esso, in definitiva, non fa che ribadire le posizioni che essa stessa ha già ribadito, attraverso il discorso che ho avuto l'onore di pronunciare in Consiglio questa mattina.
Si tratta di interventi rispetto ai quali la Giunta, sia nella relazione di bilancio, sia nella mia replica, ha assunto precisi impegni, e che mi pare rientrino tutti nelle competenze e nelle attribuzioni specifiche della Regione, per cui non dovrebbero sorgere delicati problemi di competenza giuridica sul piano legislativo. Pertanto, noi non solo non abbiamo nulla da eccepire ma consideriamo questi indirizzi come facenti parte integrante del programma della Giunta e della maggioranza.



PRESIDENTE

Nessun altro chiede di parlare su questo ordine del giorno? Lo pongo allora in votazione. Chi lo approva è pregato di alzare la mano. L'ordine del giorno è approvato alla unanimità.


Argomento: Bilanci preventivi

Bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 1972 (seguito)


PRESIDENTE

Passiamo allora all'esame della legge, articolo per articolo. Prego o Colleghi Consiglieri di avere l'amabilità di non muoversi dall'aula durante la votazione, per rendere più agevole l'accertamento dei voti da parte dei Consiglieri Segretari. Do lettura dell'articolo 1: "E' approvato in L. 48.860.000.000, come dalla tabella n. 1, annessa alla presente legge, lo stato di previsione dell'entrata della Regione, per l'anno finanziario 1972.
Sono autorizzati, secondo le leggi in vigore, l'accertamento e la riscossione dei tributi istituiti dalla Regione, la riscossione nei confronti dello Stato delle quote di tributi erariali attribuiti alla Regione e il versamento, nella Cassa della Regione, delle somme e dei proventi dovuti per l'anno finanziario 1972".
Ci sono proposte di emendamento, di modifica? Niente? Allora pongo in votazione l'art. 1 per appello nominale. L'art. 1 è approvato con il seguente esito: presenti e votanti n. 47 hanno risposto sì n. 34 Consiglieri hanno risposto no n. 13 Consiglieri



BERTI Antonio

Vorrei fare una dichiarazione, anche se mi pare implicita: il "no" all'art. 1 del mio Gruppo è un "no" nel contesto di un "no" generale al bilancio, un "no" politico, insomma. Ci tengo a che ciò risulti chiaro perché è ovvio che non si può dir di no alle entrate.



PRESIDENTE

Do lettura all'articolo 2: "E' approvato in L. 48.860.000.000, come dallo stato di previsione di cui alla tabella n. 2 annessa alla presente legge, il totale generale delle spese della Regione, per l'anno finanziario 1972.
E' autorizzato il pagamento delle spese, in conformità allo stato di previsione di cui al precedente comma". Vi sono in proposito delle proposte? Chiede di parlare il Consigliere Dotti. Ne ha facoltà.



DOTTI Augusto, relatore

Poiché, approvando questo articolo, si approva la tabella n. 2, che è la tabella delle spese, nel dettaglio dei singoli capitoli, rubriche categorie, vorrei informare i Consiglieri che non fanno parte della Commissione per il Bilancio che questa, testé riunitasi, ha accolto all'unanimità alcune proposte di modificazioni di importo di stanziamento per alcuni articoli, così come la stessa replica del Presidente della Giunta aveva lasciato intendere. Precisamente: per il capitolo 418, "Spese di funzionamento degli uffici sanitari provinciali", lo stanziamento viene portato da 50 a 500 milioni (così come, d'altra parte, era già stato registrato in una nuova versione del bilancio, forse non ancora distribuita a tutti i Consiglieri ma di cui la Commissione aveva avuto copia); è stato incrementato lo stanziamento al capitolo 452, "Contributi ai Comuni e ad altri Enti locali territoriali per l'impianto e l'ampliamento dei servizi di medicina scolastica", da 80 a 200 milioni; è stato poi introdotto un nuovo capitolo di spesa, il 923, che copre una lacuna relativa alla propaganda turistica, sotto la denominazione: "Spese per lo svolgimento delle attività concernenti il turismo e la propaganda turistica", con stanziamento di 20 milioni; in conseguenza di queste aggiunte, per complessivi 590 milioni, nei tre capitoli citati, il fondo delle disponibilità residuali diminuisce di entità, passando da 3 miliardi e 700 milioni a 3 miliardi e 110 milioni.
Vorrei anche far presente al Consiglio che le numerose proposte dell'opposizione non erano mai state fatte in seno alla Commissione, che quindi non ha trovato neanche in quest'ultima occasione la possibilità di vagliarle ed eventualmente commentarle e presentarle al Consiglio stesso.
Nella mia qualità di relatore, che è come il notaio di quanto avviene nella Commissione, non posso non osservare che la fantasia della opposizione avrebbe potuto esercitarsi in seno alla Commissione stessa, ove si sarebbe potuto svolgere anche un dibattito più tecnico e più approfondito di quello che avviene in sede di Consiglio, se questo è e deve essere, come sostiene la stessa opposizione, il compito delle Commissioni ed in modo particolare della Commissione al Bilancio, che è sempre stata pronta a recepire qualsiasi istanza e qualsiasi dibattito.
Desidero anche far presente che è vero che i due fondi, sia per le spese correnti, di queste disponibilità residuali, sia per le spese di investimento, ammontano ancora a 3 miliardi circa, o qualcosa di più, per una parte sono già impegnati, specialmente nelle spese correnti, per progetti di legge che sono già avanti al Consiglio: esattamente, 900 milioni per coprire i deficit di esercizio delle imprese che esercitano il trasporto pubblico di linee in concessione e 850 milioni per l'assistenza farmaceutica ai pensionati coltivatori diretti, commercianti e artigiani; e qualora i tre progetti di legge che sono pure avanti il Consiglio sui trasporti fossero accolti, avremmo 400 milioni di spese di investimento per questo settore.
Vorrei anche far presente al Consigliere Conti, che lamentava un non adeguato stanziamento per i patronati scolastici, che la Commissione ha discusso questo argomento ed ha già incrementato i due capitoli di spesa il 244 e il 248, in misura che la Commissione riteneva congrua.
Concludo ribadendo che, se il dibattito nella Commissione è valido e rappresenta tutto il Consiglio, almeno queste variazioni avrebbero dovuto essere proposte e apportate in seno alla Commissione che è espressione di tutto il Consiglio. Grazie.



PRESIDENTE

La ringrazio dei suoi chiarimenti, indubbiamente utili, ma le faccio presente che a me occorre il testo preciso delle modifiche, perché, facendo la tabella parte integrante della legge, devo essere in grado di leggerla al Consiglio.
Il Consigliere Berti chiede di intervenire. Ne ha facoltà.



BERTI Antonio

Desidero dire che non possiamo essere d'accordo sulla dichiarazione del relatore della Commissione per il Bilancio. E' vero, come egli ha osservato, che la Commissione è la sede più idonea, per la presentazione delle proposte di modifica; però va tenuto presente che il dibattito fa sempre emergere aspetti nuovi, per cui emendamenti possono essere presentati anche all'ultimo minuto, nel corso della discussione, e la Commissione deve essere sempre disponibile per riunirsi e per eventualmente recepirli.
Noi nel corso del dibattito abbiamo presentato alcune richieste che precedentemente, in Commissione Bilancio, non erano state avanzate per il semplice fatto che alcuni Consiglieri, come quello che si è occupato dei problemi dell'agricoltura, ad esempio non sono membri della Commissione Bilancio e quindi non hanno potuto portare in quella sede le loro proposte.
Avendo noi presentato le nostre richieste anche in documenti scritti, la Commissione Bilancio nella riunione odierna avrebbe benissimo potuto recepirle o respingerle.
Non vorrei che si arrivasse a stabilire una prassi per cui le richieste avanzate in Consiglio e durante il dibattito non vengono recepite dalla Commissione: la Commissione deve essere sempre disponibile per recepirle.



PRESIDENTE

Chiede di parlare l'Assessore Paganelli. Ne ha facoltà.



PAGANELLI Ettore

Assessore al bilancio. Vorrei dare un chiarimento in merito alla questione che si sta dibattendo.
Nell'ultima seduta, se non vado errato, della Commissione, il vice presidente Sanlorenzo chiese specificamente se la Giunta fosse in grado di discutere in quel momento tutta una serie di proposte che il Gruppo comunista intendeva avanzare. L'accettazione di queste proposte avrebbe ovviamente fatto ritardare la discussione del bilancio, e pertanto fui io stesso in quella sede a dire, a nome della Giunta, che ritenevo più opportuno trasferire nel dibattito in aula le richieste dei comunisti.
Ho ritenuto mio dovere, per obiettività, fare questa precisazione.



PRESIDENTE

Mi si informa che vi è un nuovo testo del Bilancio, che contiene le variazioni che ad esso sono state apportate dalla Giunta. Evidentemente, è quello il testo su cui dovremo votare voce per voce. Naturalmente, bisogna che sia distribuito ai Consiglieri, perché essi ne abbiano conoscenza.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

La differenza sta solo in quelle modificazioni che abbiamo elencato, di cui è pertanto sufficiente dar lettura.



PRESIDENTE

Allora, prima di porre in votazione l'art. 2 per appello nominale preciso che per quattro capitoli l'impostazione di bilancio è diversa da quella che risulta nella tabella n. 2, allegata alla presente legge, e precisamente: al cap. 418 - "Spese di funzionamento degli Uffici sanitari provinciali" lo stanziamento è aumentato da 50 a 500 milioni al cap. 452 - "Contributi ai Comuni e ad altri Enti locali territoriali per l'impianto e l'ampliamento dei servizi di medicina scolastica", la cifra è stata modificata elevandola da 80 a 200 milioni si è introdotto il nuovo cap. 923 - "Spese per lo svolgimento delle attività concernenti il turismo e per la propaganda turistica", con assegnazione di 20 milioni La cifra di cui al cap. 1018 - "Quota della disponibilità residuale per il finanziamento di spese correnti mediante provvedimenti legislativi regionali" va considerata ridotta da 3 miliardi e 700 milioni a 3 miliardi e 110 milioni.
Queste varianti vanno considerate parte integrante della tabella sulla quale siete chiamati a votare in quanto allegata all'art. 2.
Chiede di parlare l'Assessore Paganelli. Ne ha facoltà.



PAGANELLI Ettore, Assessore al bilancio

Desidero dare un altro chiarimento. Poiché del bilancio vi sono state più edizioni, che si distinguono ovviamente dalla copertina, preciso che l'ultima, quella che recepisce queste quattro variazioni, è l'edizione con copertina grigia. Prego pertanto consegnare una copia della edizione con copertina grigia, successiva a quella con copertina verde, al Presidente del Consiglio, che finora non l'ha avuta.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Bono. Ne ha facoltà.



BONO Sereno

Vorrei proporre l'istituzione di un articolo aggiuntivo, n. 351.



PRESIDENTE

Siamo ormai giunti all'approvazione degli articoli: non è possibile riaprire la discussione.



BONO Sereno

Praticamente, stiamo ora parlando di emendamenti apportati al testo originario: se sono ammessi emendamenti portati da un gruppo di Consiglieri non vedo perché non potrebbero esserne accettati altri portati da altra parte.



PRESIDENTE

Siamo in sede di votazione sugli articoli così come sono proposti: si possono fare emendamenti in tema di articolo, non si possono più discutere singole impostazioni.



BONO Sereno

Ma approvando l'articolo 2 si investe praticamente tutto il capitolo della spesa. Se un Consigliere deve proporre una modifica per un determinato capitolo mi sembra questo il momento più indicato per farlo.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Presidente della Giunta.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

La Giunta è ovviamente contraria alla modificazione della tabella n. 2.



PRESIDENTE

Pongo quindi in votazione l'art. 2 con tutte le, precisazioni che sono state fatte.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

L'art. 2 è approvato con il seguente esito: presenti e votanti n. 48 hanno risposto sì n. 28 Consiglieri hanno risposto no n. 18 Consiglieri si sono astenuti n. 2 Consiglieri Do lettura dell'articolo 3: "E' approvato il quadro generale riassuntivo del bilancio per l'anno finanziario 1972, annesso alla presente legge".
Poiché nessuno chiede di intervenire, pongo in votazione l'art. 3.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

L'art. 3 è approvato con il seguente esito: presenti e votanti n. 47 hanno risposto sì n. 28 Consiglieri hanno risposto no n. 17 Consiglieri si sono astenuti n. 2 Consiglieri Do lettura dell'articolo 4: "Sono considerate spese obbligatorie e d'ordine, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 40 del R.D. 18 novembre 1923, n. 2440, quelle descritte nell'elenco n. 1, annesso allo stato di previsione della spesa.
Il Presidente della Giunta Regionale, su conforme deliberazione della Giunta, dispone con il proprio decreto il prelievo dal fondo di riserva, di cui al capitolo 1014, delle somme da iscrivere nei capitoli di spesa indicati nell'elenco di cui al precedente comma".
Nessuno chiede di parlare? Allora pongo in votazione l'art. 4.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

L'art. 4 è approvato con il seguente esito: presenti e votanti n. 47 hanno risposto sì n. 33 Consiglieri hanno risposto no n. 12 Consiglieri si sono astenuti n. 2 Consiglieri Do lettura dell'art. 5: "E' approvato l'elenco n. 2, annesso allo stato di previsione della spesa, dei capitoli relativi alla restituzione di somme avute in deposito o comunque introitate per conto di terzi.
Il Presidente della Giunta Regionale, su conforme deliberazione della Giunta, dispone con proprio decreto l'iscrizione, in corrispondenza con gli accertamenti delle entrate, delle somme occorrenti per la regolazione delle spese di cui al precedente comma".
Qualcuno chiede di parlare? Nessuno? Allora pongo in votazione l'art.
5.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

L'art. 5 è approvato con il seguente esito: presenti e votanti n. 47 hanno risposti sì n. 34 Consiglieri hanno risposto no n. 13 Consiglieri Do lettura dell'articolo 6: "Per provvedere ad eventuali deficienze nelle assegnazioni di bilancio che non riguardino le spese di cui ai precedenti articoli 4 e 5, il Presidente della Giunta Regionale, su conforme deliberazione della Giunta provvede con proprio decreto in conformità dell'articolo 42 del R.D. 18 novembre 1923, n. 2440, il prelievo di somme dal fondo di riserva per le spese impreviste, di cui al capitolo 1016, ed alla loro iscrizione nei capitoli da integrare od in capitoli nuovi.
I decreti del Presidente della Giunta Regionale che dispongono i prelievi dal fondo di cui al comma precedente sono pubblicati sul 'Bollettino Ufficiale' della Regione e sono presentati, entro 30 giorni dalla pubblicazione, al Consiglio per la convalida con legge regionale".
E' stato presentato, a firma Vecchione, Marchesotti e Sanlorenzo, un emendamento sostitutivo di tutto l'articolo, di cui do ora lettura: "Per provvedere ad eventuali deficienze nelle assegnazioni del bilancio che non riguardino le spese di cui ai precedenti articoli 4 e 5, il Consiglio Regionale provvede con legge, secondo la procedura d'urgenza di cui all'art. 11 secondo comma del regolamento delle Commissioni del Consiglio".
Qual è il parere della Giunta su questo emendamento?



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

La Giunta è ovviamente contraria e non può non rilevare l'ingenuità di una proposta di questo genere. E' evidente che noi ci dobbiamo riferire in ogni caso alla legge ed al regolamento generale sulla contabilità dello Stato e sul patrimonio dello Stato. Fra l'altro, abbiamo esattamente ripreso la legge stessa: all'art. 20 della Legge finanziaria regionale n.
281, se non vado errato, e precisamente al quarto comma, è fatto un riferimento preciso in proposito, per cui qualunque modificazione che venisse apportata rispetto a procedure che sono peraltro adottate in sede governativa, a livello nazionale, ci porrebbe evidentemente nella condizione di non rispettare principi generali desumibili dalle leggi dello Stato, alle quali noi ci dobbiamo riferire nella nostra attività legislativa.
La Giunta richiama all'attenzione dei proponenti questa argomentazione ai fini della valutazione della legittimità degli articoli stessi e li prega cordialmente di voler desistere dalla loro richiesta, atteso che si tratta di integrazione di stanziamenti di bilancio rispetto a spese che sono poi le spese di carattere straordinario in occasione, ad esempio, di calamità naturali o di situazioni simili, che anche la Giunta Comunale di Callianetto ha facoltà di fare per poi proporne la ratifica al Consiglio Comunale. Mi pare che voler avanzare un'articolazione diversa di un articolo proprio della legge dello Stato sia veramente ridurre il Consiglio Regionale e gli organi della Regione al di sotto di una articolazione che anche a livello di enti non di carattere legislativo e amministrativo ma esclusivamente di carattere amministrativo sono non solo accettate dalla prassi ma addirittura dalla legge.
Sono certo che i Colleghi proponenti vorranno rimeditare la posizione che hanno assunto alla luce di queste mie dichiarazioni. Comunque, sia chiaro che la Giunta è contraria.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Vecchione.



VECCHIONE Mario

Signor Presidente del Consiglio, signori Consiglieri, signor Presidente della Giunta, non intendo addentrarmi in un discorso sul tipo di quello che è stato portato avanti questa mattina dal Presidente della Giunta in opposizione ad una certa impostazione che noi riteniamo corrisponda alle norme costituzionali, alle norme dello Statuto e alle norme della Legge Scelba, in relazione ai poteri del Consiglio, quando, nel rispondere ai rilievi che erano stati fatti dal Gruppo Comunista nella seduta dell'8 giugno, si è involuto in una interpretazione di norme di carattere costituzionale, facendo di queste norme un puntello e imputando al Gruppo comunista di avere su questo puntello sostenuto una certa impostazione. Ho l'impressione che la lettura dell'intervento da me svolto, frutto della elaborazione del Gruppo sia stata fatta da parte del dott. Calleri in modo alquanto affrettato.



PRESIDENTE

Consigliere, lei sta allargando il tema ed io ho il dovere di richiamarla all'argomento. La discussione verte su una proposta di emendamento.



VECCHIONE Mario

E' mia intenzione parlare proprio in merito alla proposta di emendamento, rifacendomi al rapporto che esiste fra la legge del '23 sulla contabilità generale dello Stato e quello che noi riteniamo sia una concorrenza di legge che dà al Consiglio altri poteri. Come potrei legare altrimenti, questo discorso? So benissimo che vanno rispettate certe norme. Osservo però che il Presidente della Giunta ha replicato dopo le dichiarazioni di voto, mentre per regolamento dopo le dichiarazioni di voto non sono ammesse repliche.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

C'è stata anche una ampia dichiarazione di voto, ben più estesa di quanto il regolamento preveda, da parte del Presidente del Gruppo comunista.



VECCHIONE Mario

Prendo atto, allora, che non posso rispondere in questa sede.



PRESIDENTE

Consigliere Vecchione, non faccia dire cose che non sono state dette.
Io l'ho richiamato all'argomento, così come mi fa obbligo il Regolamento.
Se lei ritiene di poter brevissimamente far riferimento al dibattito che si è svolto per illustrare la ragione per cui questo emendamento viene mantenuto, o viene ritirato, nessuno le toglie la parola. Però, come Presidente dell'assemblea, io debbo invitarla a non uscire dal tema.



VECCHIONE Mario

L'emendamento viene mantenuto in quanto noi non riteniamo che la legge del '23 prevarichi sulla legge ordinaria che ha approvato lo Statuto: con la legge che accompagna il bilancio si scardina una norma statutaria quella dell'art. 22, che dà alla Commissione Programmazione e Bilancio del Consiglio una serie di poteri. Questa è la ragione per la quale noi riteniamo che, non avendo il Presidente della Giunta (stamattina ha detto che aveva), non avendo la Giunta (stamattina ha detto che aveva) o poteri per compiere atti amministrativi di qualsivoglia natura, questo è un articolo che attenta, per una certa via, allo Statuto. Ragion per cui, noi rivendichiamo che questa norma, in armonia sia con la Costituzione sia con la Legge Scelba e soprattutto con il nostro Statuto, sia emendata nel senso proposto, senza naturalmente farci illusioni sull'accoglimento di questo emendamento.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Mi pare che il riferimento al non farsi illusioni sia quanto mai appropriato.



PRESIDENTE

Ritengo di dover interpretare il Regolamento nella forma restrittiva ponendo in votazione per appello nominale questo emendamento, perché penso che l'emendamento debba seguire il corso della norma che si riferisce all'articolo che deve essere approvato.
Chiede di parlare il Consigliere Nesi. Ne ha facoltà.



NESI Nerio

Per dichiarazione di voto. Il Gruppo socialista non ritiene che siamo qui in un campo nel quale occorra una legge regionale. Noi siamo stati e siamo per la più ampia potenzialità del Consiglio Regionale, ma non pensiamo che si possa ritenere qualsiasi atto amministrativo di pertinenza del Consiglio Regionale in quanto tale. Ora, il voler fare al trasferimento di una somma che è globalmente di 200 milioni, su un bilancio di 50 miliardi, un atto del Consiglio Regionale ci sembra una extrapolazione anche inesatta dell'art. 22 dello Statuto Regionale, a parte la contestazione della legge 15 novembre 1923. Per queste ragioni il Gruppo socialista si asterrà sulla proposta di emendamento.



PRESIDENTE

Poniamo in votazione l'emendamento per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione sull'emendamento sostitutivo ha dato il seguente esito: presenti e votanti n. 45 hanno risposto sì n. 11 Consiglieri hanno risposto no n. 29 Consiglieri si sono astenuti n. 5 Consiglieri L'emendamento non è approvato.
Pongo ora in votazione l'art. 6 nel testo letto in precedenza.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

L'art. 6 è approvato con il seguente esito: presenti e votanti n. 44 hanno risposto sì n. 28 Consiglieri hanno risposto no n. 11 Consiglieri si sono astenuti n. 5 Consiglieri Signori Consiglieri, mi sono consultato con l'Ufficio di Presidenza dopo aver letto l'art. 44 dello Statuto della Regione, che prescrive: "La votazione sui singoli articoli e quella finale avvengono sempre per appello nominale". Non si parla qui della votazione sugli emendamenti ai singoli articoli, per cui l'Ufficio di Presidenza proporrebbe al Consiglio, siccome gli emendamenti sono ancora numerosi, di farli votare per alzata di mano anziché per appello nominale.
Ci sono opposizioni da parte di Consiglieri a questa proposta da parte dell'Ufficio di Presidenza? Poiché non vi è alcuna opposizione, si intende approvato questo criterio di votazione.
Do lettura dell'articolo 7: "Il Presidente della Giunta Regionale, su conforme deliberazione della Giunta, provvede con proprio decreto all'iscrizione, nei capitoli 26-28-90 e 94 dell'entrata, delle somme assegnate alla Regione dallo Stato in base alle leggi richiamate nei capitoli stessi, nonché all'iscrizione di dette somme nei corrispondenti capitoli di spesa in conformità alle loro specifiche destinazioni.
Con analoga procedura si provvede all'istituzione di nuovi capitoli di entrata per altre eventuali assegnazioni disposte dallo Stato a favore della Regione, nonché all'istituzione dei corrispondenti capitoli di spesa".
Ci sono due proposte di emendamento.
La prima è di un emendamento abrogativo dell'inciso: "Il Presidente della Giunta Regionale, su conforme deliberazione della Giunta, provvede con proprio decreto". e reca le firme dei Consiglieri Vecchione, Sanlorenzo e Marchesotti.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

E chi dovrebbe provvedere a fare il decreto? Il collega Consigliere Vecchione, suppongo.



PRESIDENTE

La parte soppressa andrebbe sostituita con le parole: "Il Consiglio Regionale provvede". Questo emendamento viene mantenuto?



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

La Giunta è ovviamente contraria



PRESIDENTE

Mettiamo intanto in votazione questo emendamento. Chi lo approva è pregato di alzare la mano. L'emendamento non è approvato.



BERTI Antonio

Un emendamento dovrebbe poter essere illustrato.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Nessuno ha chiesto la parola per farlo. Perciò, procediamo oltre.



MARCHESOTTI Domenico

Ma l'assemblea la presiede il Presidente del Consiglio o il Presidente della Giunta?



PRESIDENTE

L'Assemblea la presiedo io, e siccome nessuno in effetto aveva chiesto la parola, come penso i Consiglieri segretari possano confermare, dico che non resta altro da fare che proseguire.
C'è un altro emendamento, questo aggiuntivo, cioè che propone una frase da collocare a conclusione del testo, che recita: "I decreti del Presidente della Giunta Regionale, che dispongono le iscrizioni, vanno comunicati, o presentati, al Consiglio nel termine di trenta giorni".



SIMONELLI Claudio

Questo emendamento vale, pur nel mantenimento delle competenze, che ci sembrano innegabili, del Presidente della Giunta, a garantire che il Consiglio sia informato delle nuove iscrizioni apportate in bilancio, sia per l'entrata sia per la spesa: queste vanno comunicate, quindi, al Consiglio entro trenta giorni.
All'art. 6 si parla di una convalida in casi di urgenza: in questo caso, non essendoci convalida, ci dovrebbe essere almeno una comunicazione al Consiglio.



PRESIDENTE

La Giunta cosa pensa di questa proposta di emendamento?



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

E' contraria.



PRESIDENTE

Pongo allora in votazione per alzata di mano questo emendamento, a firma Nesi e Simonelli, al quale la Giunta è contraria. Chi lo approva è pregato di alzare la mano. L'emendamento aggiuntivo non è approvato.
Vi è poi ancora un altro emendamento, abrogativo in parte e poi sostitutivo, sempre a firma dei Consiglieri Vecchione, Sanlorenzo e Marchesotti, con il quale si propone di abrogare al secondo comma dell'art.
7 l'inciso "con analoga procedura". E' consequenziale, evidentemente, alla proposta di emendamento fatta in precedenza.
Chiede di parlare il Consigliere Vecchione. Ne ha facoltà.



VECCHIONE Mario

Dato che non ho parlato sul primo comma, vorrei almeno intervenire sul secondo.
Noi riteniamo che questo secondo comma rappresenti un altro modo attraverso il quale la Giunta, sia pure su parere che deve dare in via conforme al Presidente della Giunta, esautori non solo il Consiglio ma anche la Commissione permanente statutaria prevista dall'art. 22.
Nel primo comma, le sei voci dei capitoli 26-28-90-94 erano di una certa importanza e gravità, determinavano la necessità assoluta che queste imputazioni di spesa e questi modi di gestire il denaro pubblico passassero al controllo del Consiglio Regionale. Capisco benissimo che mi sia stato credo per la prima volta da quando faccio parte di questo consesso impedito di illustrare l'emendamento.
Il secondo comma presenta le stesse identiche caratteristiche del primo ed è un attentato specifico allo Statuto della nostra Regione. La giunta è legata soltanto all'art. 38 in materia di bilancio, può soltanto operare nel senso di stornare fondi da un capitolo all'altro. In questo caso, noi andiamo più in là: quando lo Stato farà degli stanziamenti, essa non solo istituirà dei capitoli in entrata, ma anche dei capitoli di spesa sottraendosi completamente al controllo del Consiglio Regionale.
Desidero richiamare i Consiglieri tutti a rendersi conto dei rischi ai quali ci esporremmo se votassimo in favore di questo articolo: favoriremmo o tentativi già in atto di smantellare passo passo lo Statuto, tentativi che, sono perfettamente d'accordo, si risolvono sul rapporto di forza, non sul piano di interpretazioni giuridiche. Si dica però veramente, come ha detto il Presidente della Giunta questa mattina, che il Consiglio Regionale non rappresenta nessuno: allora, se il Consiglio Regionale non rappresenta nessuno, e lei signor Presidente della Giunta rappresenta tutta la Regione a questo punto lei mi risponda su questa accusa che io le muovo in modo molto preciso, e si assuma le relative responsabilità.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Mi guarderò dall'usare parole grosse di accusa e anche dall'usare le espressioni che il Consigliere Vecchione si è permesso la volta scorsa rispetto a responsabilità penali. Credo che qui noi dobbiamo mantenerci sul piano della polemica di carattere politico. E allora devo dire che evidentemente il Consigliere Vecchione non ha la minima dimestichezza con i bilanci; perché qui la Giunta non fa assolutamente nulla se non iscrivere dei capitoli in entrata e dei capitoli in uscita, il che non vuol dire che sia automaticamente autorizzata a spendere anche una sola lira rispetto alla istituzione dei capitoli.
Se il Consigliere Vecchione approfondisse anche in questo modo un po' diverso da come ha fatto, la Costituzione, le leggi e lo Statuto probabilmente non ci farebbe più perdere del tempo con argomentazioni di questo genere, che non hanno oggettivamente alcuna rilevanza: qui si tratta semplicemente di una comunicazione che lo Stato fa alla Regione di averle assegnato dei fondi; con il che il Presidente della Giunta Regionale iscrive in speciali capitoli di bilancio la ricezione di questi fondi.
Siccome poi questi sono dati per particolari funzioni, il Presidente della Giunta Regionale li iscrive nel capitolo di uscita.
Per quanto attiene, poi, alle deliberazioni relative alla spendita di questo denaro, è altrettanto evidente che né il Presidente della Giunta Regionale né tanto meno la Giunta Regionale ha il benché minimo potere di prenderle. Quando ci si propone di intervenire, si deve per lo meno approfondire, prima di muovere accuse di attentato allo Statuto ed altre amenità di questo genere, i vari aspetti della questione.
La Giunta è pertanto contraria all'accoglimento dell'emendamento Vecchione, Sanlorenzo e Marchesotti.



PRESIDENTE

Nessun altro chiede di parlare? Allora, metterei in votazione contemporaneamente l'emendamento abrogativo e quello sostitutivo, per la loro evidente connessione, ad evitare di far due votazioni distinte.
D'accordo? Chi approva questo emendamento è pregato di alzare la mano. Gli emendamenti abrogativo e sostitutivo non sono accolti.
Passiamo allora alla votazione dell'art. 7 nel testo che è stato letto poco fa.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

L'art. 7 è approvato con il seguente esito: presenti e votanti n. 46 hanno risposto sì n. 29 Consiglieri hanno risposto no n. 17 Consiglieri Do lettura dell'articolo 8: "Il Presidente della Giunta Regionale, su conforme determinazione del Consiglio, provvede con proprio decreto alle variazioni di bilancio per il finanziamento del programma regionale di sviluppo, di cui al capitolo 1400 dello stato di previsione della spesa".
Qui si propone un emendamento aggiuntivo, sempre da parte dei Consiglieri Vecchione, Sanlorenzo e Marchesotti: si chiede cioè che, dopo le parole "Il Presidente della Giunta Regionale", si dica: "su deliberazione o su conforme determinazione del Consiglio".
La Giunta a proposito di questo emendamento aggiuntivo quale atteggiamento intende assumere? Chiede di parlare il Consigliere Vecchione.
Ne ha facoltà.



VECCHIONE Mario

Era sorto un dubbio interpretativo in ordine a questa norma, perché noi pensavamo che una iniziativa per la variazione potesse essere anche assunta in prima persona dal Consiglio Regionale. Quindi, accoppiavamo all'iniziativa del Presidente della Giunta, il quale chiede al Consiglio Regionale parere positivo, la possibilità che il Consiglio stesso si facesse promotore di una variazione di questo tipo.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

La Giunta a questo proposito non ha che da chiedere ai Consiglieri Vecchione e Marchesotti (mi duole che non sia presente il Vicepresidente Sanlorenzo, terzo firmatario) se mi sanno dire a chi deve essere comunicato lo stanziamento da parte dello Stato, e quindi come e in qual misura i Consiglieri potrebbero prendere l'iniziativa di proporre la deliberazione.
Quando mi si precisi questo io potrei anche tranquillamente accedere alla richiesta da essi avanzata.



VECCHIONE Mario

Qui ritorna il vecchio discorso del rapporto fra Giunta, Presidente della Giunta e Consiglio. Continuiamo a girare intorno a questo nodo.



PRESIDENTE

Comunque, poiché l'emendamento è mantenuto, lo poniamo in votazione.
Chi l'approva è pregato di alzare la mano. L'emendamento non è approvato.
Metto ora in votazione l'art. 8 nel testo che ho letto.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

L'art. 8 è approvato con il seguente esito: presenti e votanti n. 46 hanno risposto sì n. 33 Consiglieri hanno risposto no n. 12 Consiglieri si è astenuto n. 1 Consigliere Do lettura dell'articolo 9: "Il Presidente della Giunta Regionale, su conforme deliberazione della Giunta, provvede, con proprio decreto, alle variazioni di bilancio per gli interventi straordinari nei territori depressi, di cui al capitolo 1402 dello stato di previsione della spesa".
Ci sono a questo proposito due emendamenti.
Uno, a firma dei Consiglieri Vecchione, Sanlorenzo e Marchesotti, è per l'abrogazione dell'inciso "su conforme deliberazione della Giunta", da sostituire con l'inciso "su deliberazione o su conforme determinazione del Consiglio". Mi pare sia del tutto analogo a quello illustrato in precedenza. Comunque, se il Consigliere Vecchione ritiene di doverlo commentare.



VECCHIONE Mario

A parte l'illustrazione, precedente, non capisco la differenza fra l'art. 8 e l'art. 9: nell'art. 8, che abbiamo testé approvato, si diceva "su conforme determinazione del Consiglio"; al 9, invece, si legge "su conforme determinazione della Giunta". Vorrei dalla Giunta qualche chiarimento in proposito.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

I chiarimenti sono molto semplici. Uno è relativo al piano di sviluppo che, com'è noto, è dallo Statuto approvato per legge, e quindi è sembrato corretto alla Giunta proporre che anche l'inserimento delle spese relative oltre che quello delle entrate relative, venisse fatto dal Consiglio proprio perché è una legge del Consiglio che delibera in definitiva il piano di sviluppo; mi pare quindi che sia la iscrizione sia l'imputazione di spesa abbiano da essere deliberate dal Consiglio (la "determinazione" è corrispondente, sinonimo di "deliberazione"). L'articolo ora in esame invece riguarda semplicemente, come è facile arguire, la ricezione in bilancio degli eventuali stanziamenti relativi a leggi dello Stato per le aree depresse, sia in entrata sia nella corrispondente deliberazione di uscita, il che non vuol dire deliberazione di spesa di bilancio.
Noi riteniamo che il Consiglio non abbia motivo di nutrire preoccupazioni rispetto alle determinazioni che in proposito, comunque esso stesso, attraverso le leggi, deve prendere per le attribuzioni della spesa. Vorrei chiarire, anche facendo presenti le mie reazioni rispetto a questa strana posizione che viene assunta, che quel che il Presidente della Giunta fa è soltanto la registrazione in entrata e in uscita delle spese che qualunque legge dello Stato demanda al Ministro del Tesoro, senza peraltro che egli sia in effetti autorizzato a spendere quelle cifre in assenza di precise determinazioni di legge. Si tratta, in sostanza, di semplificare e sveltire le procedure.
Il Consiglio Regionale si sentirebbe menomato nelle sue prerogative, io penso, se noi venissimo qui a dire: badate, ci è stata comunicata dal Governo l'attribuzione di tot miliardi per le aree depresse, quindi autorizzateci ad inserire in bilancio il titolo 421, per citare un numero in entrata, e il titolo 1222 in uscita. Credo che questa sia veramente una questione di attribuzioni interne, di rapidità interna, che non riguardano assolutamente delle determinazioni o delle decisioni ma semplicemente la ricezione e l'imputazione di spesa.
Per quanto, invece, concerne il piano di sviluppo - per rispondere in modo estremamente chiaro al collega Vecchione - è evidente che anche l'imputazione di spesa comporta (poiché si tratta, in definitiva, di attuazione del piano di sviluppo, sul quale il Consiglio Regionale è chiamato a deliberare con legge, si tratta di una imputazione in entrata e in spesa) una precisa determinazione da parte del Consiglio Regionale.
Penso che questa mia dichiarazione valga in risposta all'accusa di antidemocraticità mossa dal collega Marchesotti. Un articolo riguarda decisioni, l'altro semplicemente registrazioni: ecco il motivo per cui uno è riferito a deliberazione del Consiglio, l'altro a determinazione della Giunta.



PRESIDENTE

La proposta di emendamento viene mantenuta? E' allora posta in votazione. Chi l'approva è pregato di alzare la mano. L'emendamento non è accolto.
C'è un altro emendamento aggiuntivo all'art. 9, a firma dei Consiglieri Simonelli e Nesi, che recita: "I decreti del Presidente della Giunta Regionale che dispongono le variazioni di bilancio per gli interventi straordinari nei territori depressi sono comunicati entro trenta giorni al Consiglio Regionale".
Qual è in merito il pensiero del Presidente della Giunta?



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Vorrei far notare ai Colleghi proponenti che i decreti del Presidente della Giunta Regionale sono immediatamente pubblicati sul "Bollettino Ufficiale" della Regione, e pertanto chi ne vuole prendere visione non ha che da prendersi cura di leggere i bollettini ufficiali.



VIGLIONE Aldo

Un mese dopo.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Qui è proposto che vengano comunicati trenta giorni dopo, e quindi mi pare che siamo perfettamente in regola. Pregherei pertanto i presentatori di ritirare, se possibile, questo emendamento.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Nesi.



NESI Nerio

Desidero solo far presente che all'art. 6 è scritto che "i decreti del Presidente della. Giunta Regionale che dispongono ecc. ecc. sono comunicati sul 'Bollettino Ufficiale' della Regione". Non vediamo la ragione per cui se sono pubblicati quelli riferiti all'art. 6, non debbano esserlo quelli riferiti all'art. 9.
Mentre concordiamo sulla valutazione che ha fatto adesso il Presidente della Giunta in ordine alla differenza fra l'art. 8 e l'art. 9, e quindi sulla inutilità di una approvazione, non siamo dello stesso avviso sulla comunicazione, perché la comunicazione non è una approvazione. E' vero che non c'è niente da approvare, si tratta di una pura e semplice trasposizione di cifre, e credo che il Presidente della Giunta abbia perfettamente fatto il suo dovere iscrivendole in un apposito capitolo, perché non decide niente. Ma un conto è la approvazione, un conto è la conoscenza: non comprendiamo perché in alcuni casi si disponga la conoscenza attraverso due mezzi, il "Bollettino Ufficiale" e la comunicazione al Consiglio, e in altri non si provveda attraverso nessuno dei due.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Mi corre l'obbligo di precisare al Consigliere Nesi che, mentre nell'un caso si tratta in sostanza di una effettiva determinazione, seppur nell'ambito di modeste cifre, per il sopperimento di spese straordinarie, e quindi di una deliberazione che nei Comuni verrebbe chiamata "deliberazione d'urgenza", che poi viene portata alla retifica della Giunta, nell'altro si tratta invece di una mera registrazione. Sta qui la differenza.



NESI Nerio

Ma in un caso si tratta di cifre minime, come lei ha detto giustamente nell'altro di cifre rilevanti, di eccezionale importanza.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Dottor Nesi, non possiamo dire, in una legge di approvazione del bilancio (la prego di confrontare anche le leggi di approvazione del bilancio nazionale) che il Ministero, o il Ministero del Tesoro comunica al Parlamento le variazioni di bilancio che è autorizzato a fare in relazione ai maggiori introiti o a maggiori uscite. Questa è anche una questione di estetica di bilancio. Non si tratta di non voler portare a conoscenza del Consiglio (il quale, poi, fra l'altro, sarà tenuto a stanziare queste cifre: noi le iscriviamo a bilancio, infatti, ma la decisione della spesa sarà il Consiglio a determinarla), ma di attenersi anche a certi criteri estetici. Non ho mai visto una legge di approvazione del bilancio in cui fosse detto: "Il Ministro del Tesoro porta a conoscenza del Parlamento la tal cosa"; la formula consueta è: "Il Ministro del Tesoro è autorizzato ad iscrivere in bilancio; in entrata ed in uscita, la tale spesa". E' proprio una questione di carattere estetico.
Pregherei quindi vivamente di ritirare l'emendamento: questo articolo infatti non comporta una decisione della Giunta, contempla semplicemente un atto contabile che il Consiglio autorizza il Presidente della Giunta a fare.



NESI Nerio

Per me il problema fondamentale è la conoscenza. Io chiedo che quando sono in questione stanziamenti di cifre così rilevanti come sono in genere quelle relative a.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Ma noi possiamo benissimo darne notizia al Consiglio senza che lo si debba precisare nella legge.



NESI Nerio

La pubblicazione sul "Bollettino Ufficiale" è automatica o no? Questo è il punto.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

E' automatica per l'art. 6.



NESI Nerio

Però, il Presidente della Giunta, rispondendo al Consigliere Viglione aveva detto inizialmente che la comunicazione sarebbe stata automatica.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

I decreti sono automatici, certo: non è automatica, invece, la comunicazione al Consiglio. E' chiaro che un decreto viene pubblicato sul "Bollettino Ufficiale" automaticamente.



NESI Nerio

Perché allora, nel caso dell'art. 6, è stata aggiunta la precisazione?



PRESIDENTE

Perché occorre la convalida con legge regionale.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Dico subito che l'abbiamo aggiunto lì perché abbiamo ripetuto esattamente la dizione dell'articolo della legge dello Stato, che recita: "I decreti relativi sono pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale".



NESI Nerio

Ritiriamo l'emendamento.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Marchesotti. Ne ha facoltà.



MARCHESOTTI Domenico

A me pare che, sia pure attraverso un dibattito abbastanza nervoso, con un contributo seria in questo senso dato dal Presidente della Giunta probabilmente incominciano a venir fuori o motivi reali e concreti per cui questi emendamenti sono stati presentati.



PRESIDENTE

Ma lei su quale emendamento parla adesso?



MARCHESOTTI Domenico

Sull'emendamento Nesi.



PRESIDENTE

E' stato ritirato, quindi non vi è più motivo di parlarne. Passiamo alla votazione sull'art. 9.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

L'art. 9 è approvato con il seguente esito: presenti e votanti n. 46 hanno risposto sì n. 33 Consiglieri hanno risposto no n. 12 Consiglieri si è astenuto n. 1 Consigliere Do lettura dell'articolo 10: "Sono confermate le previsioni di entrata e di spesa incluse nel piano di ripartizione dei fondi afferenti la gestione del primo trimestre 1972 approvato con deliberazione della Giunta Regionale in data 7 marzo '72 e per cui la Commissione di controllo ha consentito l'ulteriore corso il 31 marzo 1972".
Anche per questo articolo vi è un emendamento proposto dai Consiglieri Vecchione, Sanlorenzo, Marchesotti abrogativo dell'intero articolo.
Chiede di parlare il Consigliere Berti, ne ha facoltà.



BERTI Antonio

Vorrei farle osservare (è una questione di forma) che prima lei non ha dato, giustamente, la parola a Marchesotti perché al di fuori dell'emendamento.



PRESIDENTE

No, perché l'emendamento era stato ritirato.



BERTI Antonio

Esatto, lei ha agito nel rispetto del Regolamento. Volevo solo fare presente che noi non abbiamo fatto nessuna obiezione al fatto che il Presidente della Giunta ha preso la parola dopo le votazioni, in contrasto con il punto 7 art. 38 del Regolamento che recita "Dopo le dichiarazioni di voto che precedono una notazione non è ammessa nessun'altra richiesta di parola".
Noi abbiamo ascoltato senza fare alcuna opposizione, la pregheremmo di osservare lo stesso metro quando la cosa riguarda il nostro Gruppo.



PRESIDENTE

Io mi riservo di esaminare attentamente la questione, ma a prima impressione debbo dire che mi sembra che l'organo esecutivo, il Presidente della Giunta, un po' analogicamete con il governo abbia sempre facoltà di intervenire.



BERTI Antonio

Le sue opinioni sono molto interessanti, ma il Regolamento vale molto di più.



PRESIDENTE

Vedremo, il Regolamento non dice che il Presidente della Giunta non possa chiedere la parola.



BERTI Antonio

Dice solo che non deve parlare più nessuno. In merito all'emendamento che a me pare molto importante, vorrei esprimere alcune opinioni.
Anzitutto devo dire che la spinta a certi emendamenti viene anche dai termini usati per preparare questa legge. Il Presidente della Giunta ha parlato più volte di registrazione di corrispondenti voci di entrata e di uscita; il fatto però che si scriva "istituzione di corrispondenti capitoli di spesa" può indurre a pensare che si tratti di innovazioni vere e proprie. Se si fosse scritto, molto più chiaramente "registrazione dei corrispondenti capitoli" probabilmente non ci sarebbero stati emendamenti.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Non è colpa mia se si chiama "istituzione" ragionieristicamente.



BERTI Antonio

Noi pensiamo che "istituire" possa anche voler dire "iscrivere" nuove voci e quindi decidere nel merito.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

No, non vuol dire spendere.



BERTI Antonio

E' questione di interpretazione.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

No, non è questione di interpretazione.



BERTI Antonio

Comunque l'emendamento all'art. 10 credo esca da tutte le considerazioni che qui sono state fatte in ordine agli altri articoli perché si chiede (l'argomento l'ho già trattato nella dichiarazione di voto) di approvare, confermare le previsioni di entrata e di spesa. Ora come possiamo essere chiamati ad approvare previsioni di spesa delle gestioni speciali se non le abbiamo nemmeno viste? Noi saremmo chiamati soltanto a confermare una spesa, però qui è chiaramente detto confermare le previsioni. Ci si chiede di compiere un atto che precedentemente non abbiamo potuto verificare e quindi direi che la questione deve essere posta con legge apposita. Una legge per il consultivo per esempio si conferma, ma non ci si può chiedere con una legge che approva il bilancio di approvare anche le previsioni della gestione speciale.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Devo dire che le osservazioni fatte dal collega Berti sono estremamente pertinenti, rispetto alle quali mi rendo conto delle perplessità che possono sorgere, non relativamente alle previsioni di entrata perché quelle sono stabilite con le attribuzioni che lo Stato fa e che noi registriamo ma rispetto alle previsioni di spesa.
Nella prima stesura del disegno di legge di approvazione del bilancio la Giunta non aveva posto un articolo di questo genere, l'inserimento del quale è stato richiesto - come il collega Dotti forse vorrà confermare dalla Ragioneria generale dello Stato, per una semplice questione di equilibrio di bilancio. E' evidente che gli avanzi di amministrazione relativi al riparto di spese, non al bilancio della contabilità speciale devono essere assunti in bilancio; siccome ogni imputazione deve essere confermata da una legge, la Ragioneria generale dello Stato ha suggerito questo articolo. Io l'ho accettato e lo propongo all'approvazione del Consiglio, in quanto esso consente l'immediata utilizzazione degli avanzi di amministrazione relativi al riparto dei primi tre mesi del 1972, quindi consente una più rapida imputazione di spesa rispetto a queste cifre.
Vorrei soltanto avvertire il Consigliere Berti che ha sollevato questa obiezione, che non si tratta di approvare il come sono state spese queste cifre, perché il "come" viene approvato con una legge relativa all'approvazione del consuntivo ed è in quella sede che semmai si possono sollevare tutte le obiezioni relative, qui si tratta soltanto di recepire: 1) che è stata fatta un'imputazione o entrata del contributo che lo Stato ha dato; 2) che sono state spese certe cifre. Non si entra nel merito del consuntivo che dovrà essere approvato con legge e che comunque deve essere sottoposto non solo alla Commissione di controllo, ma anche alla Corte dei conti.
Quindi non si tratta di dare un'approvazione sul come sono state spese le somme, che tra l'altro la Giunta non ha alcuna difficoltà a presentare si tratta semplicemente di dire che l'eventuale avanzo di amministrazione relativo alla contabilità speciale, viene recepito in bilancio e trova lì la sua collocazione.
Io ho accettato, pur non avendolo proposto (il Consigliere Dotti lo sa) questo suggerimento della Ragioneria generale dello Stato, perché in questo modo possiamo utilizzare gli avanzi di amministrazione di questa contabilità speciale, già nel bilancio del 1972. Questo ritengo per doverosa correttezza, perché dobbiamo anche presentare i conti consuntivi del bilancio, per dire che con questo il Consiglio non approva il bilancio consuntivo, approva semplicemente la ricezione da parte, della Regione del contributo relativo alla contabilità speciale e le spese che possono essere fatte non in quanto approvazione, perché il Consiglio non ha da approvarle ma in quanto eventuale avanzo di amministrazione.
Per questo ritengo, ai fini della ricezione di questo avanzo di amministrazione, di doverlo recepire nella legge di approvazione del bilancio.



PRESIDENTE

Qualcun altro chiede di parlare? Consigliere Simonelli, ne ha facoltà.



SIMONELLI Claudio

Vorrei un chiarimento dal Presidente della Giunta. Abbiamo capito il discorso relativo al piano di riparto del primo trimestre del '72, ma dei piani di riparto del '70 e del '71 presumibilmente il primo certamente, ma anche il secondo, avranno altrettanti avanzi di amministrazione. Questo meccanismo che si è scelto con l'art. 10 non consente già di utilizzare nel bilancio '72 gli avanzi dei piani di riparto degli anni '70 e '71, o lo consente?



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

No.



SIMONELLI Claudio

Allora direi che rispetto ad una problematica che è comune e che riguarda tre piani di riparto: '70, '71 e primo trimestre '72.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Secondo semestre '70.



SIMONELLI Claudio

Secondo semestre '70, '71 e primo trimestre '72, forse sarebbe meglio lasciare l'impostazione della relazione, che diceva: nel bilancio '72 non c'è nessuna indicazione dei piani di riparto; quando verrà dato conto del consuntivo del terzo piano di riparto si potranno utilizzare tutti gli avanzi attribuendoli al bilancio al cui esercizio si possono riferire.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Mi pare che l'obiezione sollevata dal Consigliere Simonelli sia esatta.
E' evidente che per quanto riguarda il piano di riparto relativo al primo semestre del 1970, a tutto l'anno 1971, la Giunta deve presentare il consuntivo, anzi, credo che il collega Simonelli ricorderà come con legge regionale sia stato approvato il consuntivo del '70 che poi il Governo ha respinto non essendo stato esso approvato dalla Commissione.



SIMONELLI Claudio

Ebbi la ventura di presentarlo io.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Quindi, per quanto riguarda il primo semestre '70 e tutto l'anno 1971 il problema non esiste, gli eventuali avanzi di Amministrazione verranno portati nel bilancio successivo.
Esiste invece, dal momento che noi approviamo il bilancio 1972, che è un bilancio di tutto l'anno, la necessità di inglobare nel presente bilancio gli avanzi di Amministrazione del primo trimestre 1972.
Vorrei ricordare - ed è per questo che ho accettato di metterlo in bilancio - che noi abbiamo fatto delle imputazioni di spesa su questo riparto di cui una parte l'abbiamo attribuita a nove mesi, cioè dall'aprile al dicembre 1972, ma una parte l'abbiamo ancora finanziata con il contributo dello Stato dei primi tre mesi del 1972. Vorrei ricordare che oltre alla farmaceutica vi è anche il problema delle indennità; è chiaro che se non le recepiamo nel bilancio queste imputazioni di spesa rischiano di essere respinte.
Solo per questa ragione abbiamo accettato di inserire l'articolo in bilancio. Vorrei ricordare al Consiglio comunque, che per quanto attiene al conto consuntivo, esso deve essere deliberato con legge del Consiglio e che quindi in quella sede vi sarà, da parte dei signori Consiglieri, la possibilità di fare rilievi, critiche ecc. relativi alla gestione di questi tre mesi.
Io chiederei, poiché è stato appositamente richiesto dalla Ragioneria generale dello Stato e su queste attribuzioni noi abbiamo fatto delle imputazioni di spesa relative a disegni di legge di cui uno è stato approvato dal Consiglio, l'altro è all'approvazione (quello della farmaceutica), di volerlo approvare.



PRESIDENTE

Qualcun altro chiede di parlare? Il Consigliere Berti, ne ha facoltà.



BERTI Antonio

Voglio solo dichiarare che ritiriamo l'emendamento, ma votiamo contro l'articolo.



PRESIDENTE

L'emendamento è ritirato. Passiamo alla votazione dell'art. 10 nel testo che abbiamo letto.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

L'art. 10 è approvato con il seguente esito: presenti e votanti n. 45 hanno risposto sì n. 28 Consiglieri hanno risposto no n. 11 Consiglieri si sono astenuti n. 6 Consiglieri Do lettura dell'articolo 11: "La presente legge regionale è dichiarata urgente ed entra in vigore nel giorno della stia pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte".
Non ci sono emendamenti, penso che non ci siano neanche richieste di parola.
Pongo in votazione l'articolo 11.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

L'art. 11 è approvato con il seguente esito: presenti e votanti n. 46 hanno risposto sì n. 40 Consiglieri hanno risposto no n. 6 Consiglieri Si pone in votazione l'intera legge nel suo contesto.
La parola al Consigliere Garabello per dichiarazione di voto.



GARABELLO Enzo

Signor Presidente, parlo anche a nome del collega Conti per dire che il nostro voto finale sul bilancio è scontato, per consequenzialità con tutto il nostro comportamento e per la lealtà che ci è consueta. Abbiamo anzi cercato, con gli interventi dell'amico Conti, di dare apporti collaborativi, anche se critici, convinti che con l'approfondimento da noi auspicato può evidenziarsi quella volontà politica che porta all'avanzamento e al decollo della Regione, avanzamento e decollo che è nelle intenzioni di tutti.
Abbiamo apprezzato la preoccupazione del Presidente Calleri nella replica di stamane, di dare risposte positive alle sollecitazioni e alle proposte che provenivano particolarmente dal gruppo del PSI. Non ci fa velo neppure la strumentale e non determinante modifica della dichiarazione di voto del MSI.



CURCI Domenico

Avevamo qualche perplessità, adesso non l'abbiamo più.



GARABELLO Enzo

. alla quale, per la verità, avremmo preferito un'autorevole chiarificatrice risposta da parte della maggioranza.
Avanziamo invece le nostre riserve sull'impostazione politica dell'intervento del Presidente della Giunta dopo le dichiarazioni di voto dei gruppi, basata su una concezione pentagonale che non abbiamo mai accettato, come del resto non abbiamo mai accettato, né possiamo accettare l'impostazione regionalistica degli schieramenti politici sulla base di quella che noi riteniamo un'errata concezione dell'autonomia politica.
E credo che nessun amico della DC possa fare propria una linea del genere. Del resto riteniamo che la nostra sia la linea del partito della DC cui noi siamo fedeli, anche se combattiamo la nostra battaglia da posizioni di minoranza e che a maggior ragione vorremmo vedere rispettate da tutti coloro che portano, su designazione del partito, il peso di grosse responsabilità pubbliche.



PRESIDENTE

Nessun altro chiede di parlare? Poniamo allora in votazione l'intero testo del disegno di legge regionale per l'approvazione del bilancio di previsione per l'anno finanziario 1972, nella composizione degli undici articoli che sono stati singolarmente votati ed approvati.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Il disegno di legge del bilancio è approvato con il seguente esito: presenti e votanti n. 47 hanno risposto sì n. 28 Consiglieri hanno risposto no n. 17 Consiglieri si sono astenuti n. 2 Consiglieri


Argomento: Piani pluriennali

Primo esame del rapporto preliminare dell'IRES per il piano di sviluppo del Piemonte 1971-1975


PRESIDENTE

Darei la parola all'Assessore Paganelli per delle dichiarazioni che deve fare, poi decidiamo per i lavori di domani.



PAGANELLI Ettore

Assessore al bilancio. Signor Presidente, il punto successivo al bilancio mi pare sia quello della discussione relativa al rapporto preliminare dell'IRES.
Io devo comunicare al Consiglio che domani mattina a Roma si tiene la Commissione interregionale della programmazione, Commissione alla quale io partecipo in sostituzione del Presidente della Giunta Calleri. L'incontro avviene per due importanti questioni: l'assegnazione del, fondo per il primo anno relativo alla legge sulla montagna e la determinazione dei criteri relativi all'art. 9, cioè quello della distribuzione della somma per lo sviluppo del Piano regionale.
Già questa sera vi era una riunione a Roma di coloro che domani prenderanno parte a quell'incontro ed io, impedito dai lavori del Consiglio, mi sono fatto precedere dal prof. Gaboardi, ma è evidente che domattina devo partecipare a quella riunione e quindi non potrò essere presente alla discussione sul rapporto preliminare dell'IRES.
Io non sono un Assessore che parla molto, parlo quando è necessario.
Oggi il Capogruppo comunista ha fatto un appunto agli Assessori, che non mi pare del tutto esatto perché, almeno per quanto mi riguarda, al momento opportuno, se si tratta di materie di mia competenza, intervengo. Anche in questo caso avevo delle brevi dichiarazioni preliminari a questa discussione, in relazione sia al rapporto preliminare dell'IRES sia al documento della Giunta che ha accompagnato questo rapporto. Se il Consiglio avesse pazienza e se il Presidente mi concede la parola, farei queste dichiarazioni, altrimenti chiedo scusa, ma domani non le potrei fare. Non si tratta comunque di un impegno di una decina di minuti.


Argomento:

Primo esame del rapporto preliminare dell'IRES per il piano di sviluppo del Piemonte 1971-1975

Argomento:

Interpellanza e ordine del giorno (annuncio)


PRESIDENTE

Mi parrebbe opportuno.
Sono giunti un'interpellanza e un ordine del giorno: la prima a firma Viglione-Besate, relativamente ad un episodio accaduto alla Nebiolo. Lo comunico e la manderemo nella prossima seduta.
L'ordine del giorno è proposto dai Consiglieri Carazzoni e Curci, in relazione alla diffusione dell'uso degli stupefacenti con recenti luttuosi episodi connessi, che porteremo in una prossima seduta.



BESATE Piero

Prossima seduta non vuol dire quella di domani, vero?



PRESIDENTE

No, certamente, al 20.
Devo aggiungere che anche il collega Garabello è in grado di rispondere sul parere della I Commissione in merito alla legge sulla Tesoreria. Per penso che sia per domani mattina.



GARABELLO Enzo

Non prende più di un minuto.


Argomento: Piani pluriennali

Primo esame del rapporto preliminare dell'IRES per il piano di sviluppo del Piemonte 1971-1975 (seguito)


PRESIDENTE

Va bene.
La parola all'Assessore Paganelli.



PAGANELLI Ettore, Assessore al bilancio

Signor Presidente, signori Consiglieri, nel presentare al Consiglio Regionale il rapporto preliminare al piano di sviluppo del Piemonte 1970-75 predisposto dall'IRES, ed insieme ad esso un documento della Giunta di prime valutazioni ed osservazioni al riguardo, sembra di dover evidenziare come la Giunta abbia in tal modo adempiuto agli impegni che le derivano dall'o.d.g. approvato dal Consiglio Regionale il 18 maggio scorso. Questo costituisce la migliore testimonianza della volontà politica che anima la Giunta Regionale e che la rende pienamente impegnata nell'impostare l'avvio della politica di programmazione, un avvio che si presenta oggettivamente difficile per il suo stesso carattere innovativo e per l'esigenza di conciliare la necessaria speditezza e tempestività con l'altrettanto necessaria ponderatezza ed attenta riflessione.
Un ulteriore elemento di difficoltà deriva dalla stessa complessità di un sistema di programmazione democratico, che non sia cioè fortemente accentrato, ma si presenti articolato e si fondi sul concorso di una pluralità di volontà, a ciascuna delle quali deve essere garantita l'autonomia che le è propria e che discende dallo stesso carattere della Costituzione repubblicana.
Il superamento di queste difficoltà, porta all'esatto adempimento dello Statuto Regionale che, come si dice nel documento della Giunta, nel conferire alla programmazione una specifica valenza istituzionale, propone la politica di piano anzitutto come metodo di un'azione di Governo capace di conciliare le esigenze di democrazia e di partecipazione con quelle di efficienza e di razionalità.
Se questa deve essere l'impostazione con cui affrontare la costruzione di un processo di programmazione, il problema politico che si pone oggi alla nostra azione è rappresentato dal passaggio dal rapporto preliminare al piano di sviluppo.
In questa ottica la Giunta ha esaminato il lavoro dell'IRES, che rappresenta, a nostro giudizio, un'utile piattaforma di base e di confronto, specie se riceverà gli approfondimenti necessari sia in ordine alle previsioni temporali su di un arco più ampio, sia in riferimento a più analitiche articolazioni territoriali.
Al dibattito che oggi si apre e che nei prossimi mesi coinvolgerà la Comunità regionale, la Giunta ha ritenuto doveroso contribuire avanzando sin d'ora alcune prime indicazioni riguardo agli obiettivi del piano ed alle caratteristiche del sistema di programma regionale che si intende realizzare. Quanto agli obiettivi, essi sono rappresentati anzitutto dal raggiungimento della piena occupazione, inserendo in una strategia di lungo periodo l'azione immediata per fronteggiare le attuali difficoltà e dal conseguimento di una crescita della nostra Regione qualificata dal miglioramento del quadro di vita e cioè da un più elevato livello civile dei servizi e del sistema di relazioni sociali.
A questa prospettiva devono essere finalizzati gli interventi per il riequilibrio territoriale, come l'azione per la differenziazione produttiva, mirando ad attivare una molteplicità di fattori di sviluppo nel settore industriale e contemporaneamente nell'agricoltura e nel terziario e soprattutto una politica degli investimenti pubblici, indirizzata all'espansione dei servizi e dei beni collettivi e quindi dei consumi sociali.
Una linea di sviluppo così articolata richiede un adeguato sistema di gestione della programmazione che può fondarsi sull'azione della Regione attraverso la predisposizione di specifiche azioni programmatiche di settore, coordinate da quel programma pluriennale di attività e di spesa previsto dall'art. 74 dello Statuto; sul rapporto tra la Regione e gli Enti locali, sia attraverso un'ampia attribuzione di deleghe di funzioni, sia attraverso il coordinamento degli interventi e l'organizzazione della programmazione sub-regionale a livello di aree programma; sul rapporto tra la Regione, lo Stato e gli altri Enti pubblici mediante la realizzazione di progetti di intervento concordati sul rapporto tra la Regione e i centri di decisione imprenditoriali pubblici e privati, soprattutto per guidare le scelte di localizzazione industriale.
Questa impostazione dovrà trovare corrispondenti strumenti sul piano istituzionale ed operativo ed in questa linea si iscrive la stessa proposta avanzata dalla Giunta in sede di bilancio, relativa all'opportunità di istituzione della Finanziaria Regionale e di altri Enti di sviluppo. Al riguardo è opportuno sottolineare come la stessa successione di questa discussione a quella sul bilancio, non appaia in termini casuali ma rappresenti invece l'inizio di quella correlazione tra bilancio e programmazione che nei limiti in cui era possibile si è cercato di stabilire e che dovrà e potrà farsi sempre più stretta con il procedere dell'attività programmatoria.
Si impone infine una precisazione a proposito del documento presentato dalla Giunta. Come accennato, esso contiene alcune prime indicazioni di massima sulle linee lungo le quali far procedere la politica di piano.
Nell'avanzare queste prospettive la Giunta non intende peraltro in alcun modo limitare o precostituire il dibattito che si svilupperà in Consiglio nelle successive consultazioni, ma ha inteso fornire, pur nei limiti temporali di questo primo esame, il suo contributo di avvio.
Noi siamo aperti ed attenti alle valutazioni ed alle considerazioni che già in questa sede verranno avanzate, disponibili a recepire i contributi positivi che vi potranno emergere, ma abbiamo altresì ritenuto che il poter disporre di una prima dichiarazione di indirizzi da parte della Giunta costituisce un utile apporto al confronto sul quadro di analisi predisposto dall'IRES. In questo modo riteniamo di avere assolto, in questa fase compiutamente alle nostre responsabilità di organo di Governo della Regione e di avere contribuito ad avviare, in termini seri e concreti, questo momento significativo ed importante della vita della nostra Regione.


Argomento: Economato e Servizi di tesoreria

Sull'esame con procedura d'urgenza del D.D.L. sulla Tesoreria della Regione Piemonte


PRESIDENTE

Io darei ancora, se consentono, la parola al Presidente della I Commissione, Garabello.



GARABELLO Enzo

Signor Presidente, la Commissione si è riunita, presenti il Presidente della Giunta e l'Assessore ed ha, su richiesta del gruppo comunista e con l'immediata adesione della Giunta, deciso di soprassedere alla procedura d'urgenza del d.d.l. sulla Tesoreria della Regione Piemonte.
Pertanto la Commissione si metterà in condizione, subito dopo le ferie estive, di portare il provvedimento all'approvazione anche perché seduta stante sono già state trovate alcune intese generali che facilitano enormemente il compito.



PRESIDENTE

La Giunta ha preso atto della dichiarazione? Non insiste?



PAGANELLI Ettore, Assessore al bilancio

No.


Argomento:

Sull'esame con procedura d'urgenza del D.D.L. sulla Tesoreria della Regione Piemonte

Argomento:

Sull'ordine dei lavori della prossima seduta


PRESIDENTE

Domattina vi pregherei di essere puntuali alle 9,30 perché anche domani sarà una giornata piuttosto pesante: comincerei con interpellanze e interrogazioni, intanto in quanto ci siano gli interpellanti, gli interroganti e i rispondenti e poi darei inizio alla discussione sui problemi relativi all'IRES.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 20,40)



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