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Dettaglio seduta n.103 del 13/07/72 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE OBERTO


Argomento:

Interpellanze e interrogazioni (rinvio)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Interpellanza del 28 giugno '72 del Consigliere Viglione "Richiesta di incontro con la direzione della Ferrero per divergenze sorte nelle lotte per i rinnovi contrattuali". Dovrebbe rispondere l'Assessore Visone, ma non c'è.



VIGLIONE Aldo

Io vorrei chiedere una cosa: se i Consiglieri non sono presenti in aula quando viene discussa la loro interpellanza, questa decade, però se la Giunta non è presente e non risponde, che cosa succede?



PRESIDENTE

Se c'è un legittimo impedimento...



VIGLIONE Aldo

E' una norma che ha chiaramente le caratteristiche della illegittimità costituzionale per diversità di posizione.



PRESIDENTE

Non facciamo delle tragedie per cose estremamente semplici. L'Assessore Visone, come l'Assessore Gandolfi, sono impegnati per la registrazione del servizio radiotelevisivo, quindi è un impedimento legittimo. Se il Consiglio nulla oppone, il tempo che solitamente impieghiamo all'inizio della seduta mattutina, lo impiegheremo all'inizio di quella pomeridiana quando saranno presenti e daremo corso alle interrogazioni. Va bene?



VIGLIONE Aldo

Va bene, però bisognerebbe mettere nel regolamento una norma in cui si dica che se la Giunta non risponde nei termini stabiliti ci sarà - la censura, il richiamo, la radiazione, la Sostituzione, mettiamo qualche cosa. Ripeto, è statutariamente illegittima, la posizione è diversa fra i Consiglieri e la Giunta.



PRESIDENTE

Al momento della discussione del regolamento esamineremo anche questa questione.
Interrogazione del Consigliere Menozzi del 28.6.72 "Intervento presso il Governo italiano circa restrizioni doganali sulla importazione di vini dall'Italia".
Diamo atto che l'Assessore che dovrebbe rispondere intende dare la risposta completa entro otto giorni e che il Consigliere interpellante concorda.


Argomento:

Approvazione verbali sedute precedenti


PRESIDENTE

Passiamo all'approvazione dei verbali delle sedute precedenti.
Prego il Consigliere Segretario di volerne dare lettura.



GERINI Armando, Segretario

Dà lettura dei processi verbali delle adunanze: antimeridiane e pomeridiane del 6 e del 7 luglio 1972.



PRESIDENTE

Ci sono delle osservazioni sui processi verbali che sono stati test letti dal Consigliere Gerini? Qualcuno chiede di parlare in proposito? Nessuno. Allora considerati approvati all'unanimità e senza osservazioni i processi verbali testé letti.


Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo il Consigliere Lo Turco e l'Assessore Chiabrando.


Argomento:

Documenti - Annuncio e assegnazione a emissioni


PRESIDENTE

Informo il Consiglio che il 6 luglio '72 la Giunta ha presentato il progetto di Legge n. 37 relativo al servizio di tesoreria della Regione Piemonte. Nella stessa giornata del 6 luglio il disegno di legge è stato assegnato alla I Commissione per l'esame in sede referente. Oggi il Consiglio è chiamato a deliberare sulla richiesta di procedura di urgenza.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio


PRESIDENTE

Delegazione di coltivatori del Monferrato. Il sindaco di Camino ha comunicato che una delegazione di coltivatori del Monferrato chiede per oggi un colloquio con gli Assessori alla Sanità e all'Agricoltura per discutere circa i provvedimenti contro le azioni diserbanti nelle risaie.
Il Presidente ha pregato la delegazione di essere puntuale, in modo che possa presenziare all'incontro.
L'11 luglio l'Ufficio di Presidenza si è incontrato con una rappresentanza del Consorzio nazionale risicoltori che ha esposto i problemi della categoria. Debbono essere perfezionate talune informazioni che sono state richieste per precisare meglio i termini del rapporto.
Il Comune di Grugliasco ha trasmesso un documento elaborato da quell'amministrazione, sulla situazione economica della città, documento che intende costituire un contributo alla conoscenza dei problemi dell'area metropolitana.
Qualcuno ha da chiedere la parola sulle comunicazioni testé fatte dal Presidente? Nessuno.


Argomento:

Interrogazioni (annuncio)


PRESIDENTE

Prego il Consigliere Segretario di voler leggere le interrogazioni pervenute.



GERINI Armando, Segretario

Dà lettura delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.


Argomento: Economato e Servizi di tesoreria

Deliberazioni del Consiglio Regionale sulla procedura abbreviata per l'esame del disegno di legge sull'istituzione del servizio di Tesoreria della Regione


PRESIDENTE

Passiamo al punto quarto dell'o.d.g. "Deliberazione del Consiglio Regionale ai sensi degli artt. 44 comma III dello Statuto e 11, II stralcio di regolamento, circa l'adozione di una procedura abbreviata per l'esame del progetto di Legge n. 37 di iniziativa della Giunta Regionale sull'istituzione del servizio di tesoreria della Regione".
Ricordo che l'art. 44 comma III dello Statuto recita: "In caso di urgenza la Giunta o il Consigliere proponente possono sempre chiedere al Consiglio che venga fissata una procedura abbreviata per l'esame e l'approvazione di un progetto di legge". Mentre l'art. 11 del II stralcio di regolamento prevede che "le relazioni delle Commissioni devono essere presentate al Consiglio nel termine massimo di 30 giorni, prorogabili dal Presidente del Consiglio fino a 60. Il termine di 30 giorni sarà ridotto a 15 per i progetti di legge di cui il Consiglio abbia deliberato l'urgenza.
All'atto della presentazione di un progetto di legge ed anche successivamente la Giunta Regionale o il proponente possono chiedere al Consiglio che si fissi il termine d'urgenza o un termine speciale".
Se non vi è richiesta di interventi per illustrare le richieste di procedura abbreviata, porrei ai voti, per alzata di mano, la proposta di fissare per l'esame del progetto di Legge n. 37 di iniziativa della Giunta Regionale sul "Servizio di tesoreria della Regione Piemonte".
Ci sono richieste di intervento? Consigliere Berti, ha facoltà di parlare.



BERTI Antonio

La procedura d'urgenza per questa legge che cosa vuol dire, che viene in Consiglio a metà di agosto?



PRESIDENTE

Io ritengo che oggi stesso possano essere già avviati gli incontri della Commissione per esaminarla e può darsi che nella prossima riunione del 20 o 21 possa essere portata.



BERTI Antonio

La Commissione ha già deciso di riunirsi oggi?



PRESIDENTE

Io ho avuto degli accenni in questo senso.



BERTI Antonio

E' una procedura talmente d'urgenza che non consente nemmeno di leggere il progetto di legge. Noi siamo per la procedura di urgenza, ma secondo i termini stabiliti dallo Statuto, per cui ci sono i 15 giorni e poi si va al primo Consiglio cioè a settembre. Se la Giunta non ha provveduto prima sono fatti suoi, imparerà a presentare le proposte di legge a tempo opportuno.



PRESIDENTE

Chiederei ad un rappresentante della Giunta, al Vicepresidente Cardinali di esprimersi in proposito.



CARDINALI Giulio, Vice Presidente della Giunta Regionale

Mi pare che possiamo essere d'accordo.



PRESIDENTE

L'Assessore Paganelli vuole fare delle ulteriori precisazioni?



PAGANELLI Ettore, Assessore al bilancio

La Giunta insiste per la richiesta d'urgenza, poi si vedrà in Commissione, se non è possibile proseguire l'iter nel tempo enunciato dal Presidente del Consiglio, di rinviarla. Mi sembra che sia un'impostazione corretta questa. Noi insistiamo per il mantenimento di dichiarazione d'urgenza, poi in sede di Commissione si vedrà.



PRESIDENTE

Allora arriviamo a questa formula di consentire l'urgenza e poi in sede di Commissione...



BERTI Antonio

Sì, ma che non si arrivi ad un punto tale da produrre in pochi giorni una chiusura.



PRESIDENTE

Va bene. Altri chiedono di parlare? Il Consigliere Garabello, ne ha facoltà.



GARABELLO Enzo

Vorrei solo precisare che in vista della discussione di questo argomento, io ho convocato per l'inizio del pomeriggio, la I Commissione per vedere se esistevano le possibilità di aderire alla richiesta della Giunta, perché di per sé il documento è estremamente modesto dal punto di vista del numero di articoli e dell'argomento, ma bisogna vedere se non esistono delle difficoltà obiettive. Se lei crede, nel pomeriggio si potrebbe dare anche il parere della I Commissione.



PRESIDENTE

Intanto compiamo l'atto formale dell'approvazione della proposta a carattere di urgenza al provvedimento.
Chi approva è pregato di alzare la mano. E' approvata all'unanimità.


Argomento:

Interrogazioni (rinvio)


PRESIDENTE

Ci sono due interrogazioni: una del Consigliere Calsolaro "Insediamento dei Consigli di Amministrazione degli enti ospedalieri"; una dei Consiglieri Calsolaro e Nesi relativa alla "Nomina della commissione d'inchiesta in ordine ai gravissimi fatti del Colorificio IPCA di Ciriè".



ARMELLA Angelo, Assessore alla sanità

Per la prima interrogazione attendo la documentazione che dovrebbe giungermi fra una decina di minuti.
Per la seconda, occorre accertare dei fatti che non è stato possibile accertare ancora essendo pervenuta solo due giorni fa.



PRESIDENTE

La prima vediamo di aggiornarla al pomeriggio, come abbiamo fatto per le altre, in modo che arrivi la documentazione.
La seconda va aggiornata, come da richiesta dell'Assessore.



NESI Nerio

Aggiornata a quando, signor Assessore?



ARMELLA Angelo, Assessore alla sanità

Il tempo di accertare gli elementi. Sono state fatte delle inchieste dall'Ispettorato del Lavoro, denuncia alla Magistratura, ecc. Occorrerà una settimana di tempo.



NESI Nerio

Desidererei però che fosse entro questa sessione.



PRESIDENTE

Aggiorniamole tutte e due alle riunioni del 20 e 21?



NESI Nerio

Purché in quel momento l'Assessore non venga a dire che la aggiorniamo a novembre.



PRESIDENTE

D'accordo.
Mi vedo costretto a sospendere la seduta per 10 minuti.
La seduta è sospesa.



(La seduta sospesa alle ore 10,15, riprende alle ore 10,45)


Argomento: Varie

Secondo anniversario della seduta di insediamento del Consiglio Regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta. Signor Presidente della Giunta, Signori Consiglieri, esattamente due anni ad oggi in questa stessa aula, nella quale spiccavano i gonfaloni dei Comuni Medaglia d'Oro della Resistenza e quelli delle sei province piemontesi, presenti tutti i Consiglieri eletti per la I legislatura, con la partecipazione delle più alte Autorità regionali, si dava inizio ai lavori della nostra assemblea.
Chi ha oggi l'alto onore e la consapevole responsabilità della presidenza di questo consesso, ebbe allora in sorte di presiedere la prima riunione e di rivolgere brevi parole per sottolineare l'importanza storica della seduta, rammentando e sottolineando quanto aveva detto l'On. Meuccio Ruini, Presidente della Commissione dei 75: "L'istituzione della Regione è l'innovazione più profonda introdotta dalla Costituzione".
E aggiungevo: "La Regione sarà quello che noi vorremo e faremo, tutti insieme, signori Consiglieri, con l'apporto delle nostre idee e delle nostre competenze, nei consensi e nei dissensi che sono inevitabili e propri di ogni dialogo democratico, che trova la sua sintesi nell'espressione antica della "concordia discorde"; ed altresì con l'apporto delle idee e delle competenze degli altri organismi democratici operanti anche capillarmente in tutto l'arco regionale, che dovranno essere consultati e sentiti, e nella auspicata collaborazione di quello strumento sempre utile, anche quando è critico, che è la stampa, espressione di libertà".
Il Presidente della Giunta ed io abbiamo avuto occasione in una recente seduta, di riassumere alcuni dati relativi al lavoro svolto in questi due anni, e non è il caso di riassumerli tutti oggi.
Mi sembra però opportuno sottolineare una concomitanza che può essere non senza significato: proprio nella coincidenza del biennio di vita, oggi il Consiglio Regionale vota, dopo una ampia discussione, come solitamente è stato fatto, anche su piani dialetticamente critici, talora peraltro in spirito di collaborazione, il proprio bilancio, che è l'atto più importante, nel quadro di una concreta realizzazione, dopo quello dello Statuto, sul piano di manifestazione della volontà politica.
E' attraverso allo strumento del bilancio che si possono porre le basi degli atti legislativi, che costituiscono l'essenza della nostra attività che è prima di legislatori che di amministratori: atti legislativi che per buoni ch'essi siano resterebbero - nella grande maggioranza dei casi inerti manifestazioni di volontà, ove non fossero ancorati, per l'attuazione, alla realtà di precisa impostazione del bilancio.
L'avere la Giunta, e per essa il suo Presidente, avvertita l'esigenza di aggiornare ad oggi le risposte alle richieste avanzate dalle varie parti del Consiglio per porre nel bilancio le possibilità attuative di talune delle istanze formulate, è certamente prova della volontà di fare tutti insieme le cose nel modo migliore e responsabile.
Mi auguro che questi tre anni che impegneranno la seconda parte del corso della nostra attività, siano tali da soddisfare le attese delle popolazioni sul piano legislativo, come su quello amministrativo da esercitarsi mediante le deleghe in modo da avvicinare sempre di più tra di loro l'amministrazione e gli amministratori, anche attraverso all'istituto della consultazione, già largamente sperimentato; e che dovrà essere affinato, valendoci dell'esperienza che si è venuta via via facendo, per renderlo sempre più utile e responsabile...
Si assume così l'impegno per la radicale rinnovazione dello Stato, e nella riaffermata unità dello stesso.
Una estrema chiarezza di rapporti con il potere centrale non potrà infatti che favorire la nostra attività dalla quale le popolazioni piemontesi, che secondo i recenti risultati del censimento sono costituite da quattro milioni 434 mila 802 persone, attendendo le linee per dare il via ad un nuovo corso di azione, in una programmazione chiara e lungimirante, vincendo le resistenze che vi si oppongono.
Una ventina di proposte di legge sono in cantiere, all'esame e allo studio attento delle Commissioni; alcune di notevole rilievo sociale verranno al nostro Consiglio quanto prima.
E' un'intelaiatura che al di là delle argomentazioni meramente polemiche, attestano del buon lavoro che si va facendo.
Se la "concordia discorde", che si è manifestata in questo primo scorcio di vita del Consiglio, continuerà ad animare l'azione nostra, se si supereranno altresì motivi di incertezze e di perplessità, se avremo anche il coraggio di un po' di fantasia, sono certo, signori Consiglieri, che potremo consegnare ai nostri successori una Regione che ha posto valide fondamenta per la prosperità ed il benessere dei piemontesi tutti; di nascita e di adozione, in spirito di piena giustizia sociale.
Tutto ciò dipenderà da tutti e da ciascuno di noi, e dal grado di quella partecipazione concreta e responsabile dei piemontesi, nella quale crediamo e sulla quale contiamo, ritenendola fondamentale espressione di democrazia nel responsabile esercizio delle civiche libertà.


Argomento: Bilanci preventivi

Bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 1972 (seguito)


PRESIDENTE

Passerei al quinto punto dell'o.d.g. "Bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 1972" seguito dalla discussione, dando la parola al Presidente della Giunta.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Signor Presidente del Consiglio, signori Consiglieri, credo di dovere innanzi tutto associarmi alle nobili ed elevate parole con le quali Ella Signor Presidente del Consiglio, ha oggi qui ricordato la data che risale a due anni fa, nella quale questo Consiglio Regionale è stato insediato, in una manifestazione di cui tutti quanti ci ricordiamo e che è stata ricca diciamolo pure sinceramente - per ciascuno di noi, anche di commoventi sentimenti, proprio perché ciascuno di noi si sentiva partecipe di una particolare svolta storica nella vita delle nostre istituzioni. E ciascuno di noi si sentiva in qualche modo impegnato, al di là di quelle che sarebbero state le linee politiche, gli schieramenti e le alleanze, ad essere protagonista di un'attività che era ancora tutta da scoprire ma che ognuno nel proprio intimo sentiva essere un'attività di particolare rilevanza ed importanza. Un'attività, signor Presidente del Consiglio e signori Consiglieri, che ha trovato lungo il proprio cammino molte difficoltà, ha trovato sicuramente e trova ostacoli di resistenze, di vischiosità di cui tutti quanti ci dobbiamo fare carico, ma che in ciascuno di noi riflette comunque una volontà che in realtà è espressa dalla nostra presenza qui, dalla scelta di essere qui ad operare perché la nostra Regione, come Ella ha detto signor Presidente, possa rappresentare qualche cosa di nuovo, di esemplare nella vita istituzionale del nostro Stato.
Credo che non si sarebbe potuto meglio di così iniziare oggi, nel ricordo di una data così significativa per la vita della nostra istituzione regionale, la conclusione di un dibattito che è stato di particolare interesse, molto impegnativo, rispetto al quale la Giunta si è collocata in una posizione interlocutoria, che io prego i signori Consiglieri di considerare come una posizione di meditazione, di attenta valutazione rispetto a tutte quante le argomentazioni, gli interventi e gli approfondimenti che in questa sede sono stati da ciascuno e da tutti gli intervenuti portati alla valutazione del bilancio.
Credo che mi sia consentito innanzi tutto - e chi mi conosce sa che non brucio incenso di una facile retorica - di ringraziare tutti i signori Consiglieri che hanno preso la parola sull'argomento del bilancio e che hanno recato un loro contributo. Il mio è un ringraziamento schietto cordiale e sincero, è un ringraziamento che va allo sforzo che tutti hanno fatto nell'approfondire un documento che non è certamente né superficiale né di facile valutazione; è un documento che imposta una valutazione non soltanto su un ventaglio di problemi, ma che ci impone l'esigenza di approfondire problemi di carattere giuridico e di carattere formale, in riferimento ad una tecnica legislativa che esce certamente dall'esperienza nostra che proviene da esperienze di carattere amministrativo, fatte a livello di Enti locali.
E' stato quindi, credo - per lo meno io rifletto la mia personale posizione e la attribuisco a ciascuno dei signori Consiglieri - uno sforzo per adeguare anche la nostra mentalità, vorrei dire la nostra cultura politica ad un'impostazione di bilancio che riflette le posizioni relative alle leggi sulla contabilità generale dello Stato e sull'amministrazione del patrimonio dello Stato. Un salto di qualità rispetto alle nostre esperienze, che comporta un approfondimento concettuale di rilevante interesse.
Io devo sottolineare che tutta questa nostra discussione è stata interessante, elevata e approfondita; e proprio per questo, al di là dei contenuti critici, al di là delle tesi polemiche, al di là, se volete delle asprezze di carattere polemico che sempre sono presenti in ogni dibattito politico, ritengo che questa nostra discussione sia stata positiva, concreta e costruttiva. Io spero che la mia replica, che è stata oggetto di alcuni giorni di meditazione e di approfondimento anche con i colleghi della Giunta, possa essere considerata altrettanto costruttiva.
Mi consentirete di ringraziare, oltre i colleghi Consiglieri che sono intervenuti, e con particolare sentimento di ammirazione e di affetto l'Assessore al patrimonio e al bilancio collega Paganelli per l'apporto che egli ha dato all'elaborazione di questo documento, di ringraziare i membri della Commissione Bilancio, il suo Presidente, i suoi Commissari ed in particolare il relatore, collega Dotti; e di ringraziare anche il Ragioniere generale della Regione prof. Gaboardi per il contributo che egli ha dato alla stesura, all'approfondimento di questo documento che io ritegno sia fondamentale non soltanto per la vita della nostra Regione poiché ci è stato richiesto per l'esattezza, la chiarezza, la trasparenza dell'impostazione, da altre Regioni che si trovano in difficoltà per quanto riguarda l'elaborazione di un bilancio collegato alla attività legislativa ed amministrativa della Regione, dell'istituto regionale.
Dicevo che mi auguro sinceramente che la mia replica possa essere giudicata costruttiva, derivando essa da un'attenta meditazione, da una seria analisi di tutti gli interventi e di tutte le argomentazioni che sono state qui svolte a favore o contro il bilancio che la Giunta ha presentato al Consiglio. Un bilancio, signor Presidente del Consiglio, che come Ella ha voluto sottolineare all'inizio del dibattito, rappresenta un fatto di peculiare importanza nella vita dell'istituto regionale, essendo il primo documento finanziario che la Regione redige dopo l'avvenuto trasferimento delle funzioni amministrative e quindi della potestà legislativa da parte dello Stato alla Regione. E' un documento senza dubbio emblematico, un documento che ha un grande rilievo politico ed istituzionale e che la Giunta ha pensato e redatto avendo ben presente la costruzione del modello di istituto regionale che la Costituzione ha inteso prefigurare.
Debbo subito dire che una delle prime argomentazioni che qui è stata portata nei confronti del bilancio, è stata quella di considerare questo documento come una mera trasposizione contabile delle spese dello Stato a livello regionale. Esso è stato considerato un documento contabile certamente puntuale, ma sempre documento contabile, con una pignola elencazione di leggi e di stanziamenti; e non è stato invece colto ciò che esso in realtà ha voluto essere ed è cioè un modo di collegare e di raccordare l'attività complessiva dal punto di vista legislativo che la Regione ha di fronte con le sue funzioni amministrative, con la sua possibilità di intervento operativo. Stupisce che questo non sia stato colto nella sua essenzialità. Questo bilancio è infatti un primo bilancio regionale - e possiamo dirlo con un certo orgoglio - in cui si è operato il raccordo ed il collegamento tra l'attività legislativa della Regione e le sue funzioni amministrative, superando non poche difficoltà di carattere tecnico e giuridico e nel quale si è risolto un problema arduo e difficile quello del collegamento appunto. Si è superato anche lo schema critico e afunzionale che è stato adoperato da quasi tutte le altre Regioni, per non dire da tutte, le quali si sono limitate, sotto la spinta di un attivismo anche leggermente maldestro sotto questo profilo, a presentare un bilancio in cui le imputazioni di entrata e le imputazioni di spesa non erano state collegate a delle precise disposizioni di carattere legislativo.
Noi abbiamo invece pensato che questo raccordo dovesse subito essere operato e le ragioni sono molto semplici ed io le esporrò, se mi consentite, molto rapidamente. Queste ragioni riguardano innanzi tutto il problema di riferire il bilancio ad un quadro esatto della legislatura vigente, nelle materie di competenza della Regione, un quadro al quale potersi riferire complessivamente, come Consiglio Regionale, per operare le modificazioni, le integrazioni e le innovazioni che in relazione alle leggi di cui alle materie di competenza regionale, in seno a questo Consiglio si vogliono operare.
Noi crediamo ed abbiamo creduto in sede di discussione a livello di Giunta che accelerare quanto più fosse possibile l'avvio dell'attività legislativa della Regione, elaborando e vogliamo sottolinearlo - in assenza delle leggi cornice, un chiaro quadro di riferimento legislativo quale quello che noi ci siamo sforzati di fornire nel nostro bilancio, potesse costituire, rappresentare una scelta politica ben precisa della quale non credo sia qui il caso di sottolineare l'importanza.
Questa è una prima valutazione in ordine alla scelta che abbiamo operato. Una seconda valutazione è che questo bilancio consente intanto, in questo raccordo, in questo collegamento di garantire la continuità della funzione di carattere amministrativo dopo il trasferimento delle competenze dello Stato alla Regione, superando almeno (io non sono così ottimista da dire superando "totalmente") in gran parte le strozzature, gli intralci, le incertezze giuridiche che sono l'aspetto più preoccupante, che derivano dall'approssimazione, dal pressapochismo di cui si è resa colpevole l'amministrazione centrale nell'elaborazione dei decreti delegati, così come sono stati elaborati, un'approssimazione e un pressapochismo che creano ogni giorno, a ciascuno di noi che opera nell'interno dell'amministrazione, delle preoccupazioni di carattere giuridico, delle preoccupazioni anche di validità degli atti che noi facciamo che non sono certamente senza grande rilevanza e senza una precisa valutazione del modo veramente approssimativo con cui questi decreti delegati sono stati approntati. Fretta, pressapochismo sono dei pessimi consiglieri ed io credo che noi dobbiamo fare attenzione a non lasciare che la Regione si imbarchi lungo questa strada perché è una strada che i cittadini del nostro Paese certamente contesterebbero con grande virulenza e non senza certe ragioni.
Una valutazione che noi abbiamo fatto è che in definitiva a questo tipo di trappola di carattere giuridico, di carattere operativo, non si sfugga certo con le lamentazioni, con le proteste che, sappiamo bene, si scontrano con un certo muro di gomma.
La Giunta ha creduto che a questo tipo di trappola si possa sfuggire soltanto supplendo con la serietà dell'impegno, andando a ricercare tutte le soluzioni che possono garantire alla Regione certezza di diritto chiarezza delle fonti e trasparenza delle proprie funzioni.
Queste sono le due prime ragioni, alle quali si aggiunge una terza ragione, per cui noi abbiamo cercato questo raccordo in sede di bilancio tra le leggi e le funzioni amministrative. Questo raccordo consente di rendere immediatamente operativo intanto l'intervento regionale, evitando i ritardi nella spesa, ritardi che porterebbero fatalmente all'aumento e quindi alla ripetizione di una tradizione del bilancio del nostro Stato all'aumento dicevo ed all'accumulo di ingenti residui passivi.
La quarta ragione è che esso permette un adeguato approfondimento, con questo collegamento tra le premesse necessarie, premesse conoscitive per l'elaborazione di legge di delega dell'esercizio delle funzioni amministrative agli Enti locali ed il contenuto di questa delega. Si tratta di legge e io desidero qui oggi annunciarlo come un impegno preciso della Giunta, che la stessa si ripropone di sottoporre all'esame ed all'approvazione del Consiglio entro l'anno 1972. Devo dire che in questo Consiglio regionale si è da ogni parte avanzata la proposta di elaborare rapidamente questa legge.
Noi abbiamo parlato nella relazione di riferimento all'art. 118 della Costituzione, parlando di Province, di Comuni e di altri Enti locali. Da parte di taluni settori di questo Consiglio si è insistito in modo particolare sulla necessità dei comprensori, lo ho detto altrove e lo ripeto qui, che purtroppo la Costituzione non ci consente, da un punto di vista formale, di parlare tanto di comprensori quanto piuttosto di circondari; ma il problema è forse soltanto di carattere nominalistico.
Certamente si è manifestata in questo Consiglio - e la Giunta non, può che sottolineare con compiacimento questa tendenza e questo indirizzo - la volontà di elaborare rapidamente, di indirizzarsi rapidamente verso la costruzione di quella che altrove è stata istituzionalmente chiamata una Regione indiretta, una Regione cioè che amministra attraverso gli Enti locali, attraverso delle istanze di carattere istituzionale che allargano ampliano la sfera delle autonomie locali e consentono una più viva, una più attenta, una più sollecita partecipazione dei cittadini alla vita delle pubbliche istituzioni.
Ebbene, io credo che il bilancio così come noi lo abbiamo formulato rappresenti in realtà, abbia in realtà questo significato di carattere particolare e che è proprio quello di avere fatto una scelta di campo, la scelta cioè di una Regione che non si vuole inaridire in un'accentuazione di un centralismo burocratico, sia pure a livello regionale, ma che si apre a questa sollecitazione della partecipazione, del pluralismo istituzionale in questo caso certo e non burocratico degli enti locali comunque articolati alla vita, alla scelta, alle decisioni della pubblica amministrazione.
Queste sono le quattro scelte fondamentali che sono alla base del tipo di bilancio che noi abbiamo presentato e del raccordo, del collegamento che in esso si trova tra la potestà e le funzioni legislative che sono proprie dell'istituto regionale e le sue funzioni di carattere amministrativo.
Potremmo dire che in definitiva il nostro bilancio, che non a caso ci è stato chiesto, (anche se noi non abbiamo queste debolezze di primi della classe) per poterne vedere gli indirizzi, realizza ed attua talune indispensabili e fondamentali premesse, per dare corpo agli strumenti operativi della Regione, in armonia e coerenza con le scelte già delineate in sede statuaria.
Questo bilancio si colloca, signor Presidente, signori Consiglieri, in quella fase costituente aperta verso il futuro, così com'era stata definita nelle dichiarazioni programmatiche, che avevo avuto l'onore di rendere qui nella seduta del 15 aprile del 1971 e che avevo indicato come momento caratterizzante della nostra esperienza regionale, momento delicato di passaggio, nel quale dalla nostra volontà politica e dalle nostre scelte poteva dipendere davvero se la Regione sarebbe stata o meno quel grande decisivo fatto nuovo legislativo ed amministrativo del nostro ordinamento statuale. Certo in questo bilancio la Giunta, colleghi socialisti, non ha preteso né poteva ragionevolmente pretendere di indicare tutti gli strumenti operativi della Regione, di delineare tutti i contenuti programmatici, di concludere, in definitiva, la complessa e laboriosa fase costituente. Un'ambizione di questo genere sarebbe stata del tutto fuori della realtà ed il perseguirla non avrebbe certo servito a conferire credibilità all'istituto regionale, il quale, a nostro avviso, può avere tanto maggiore successo quanto più sarà capace di affondare le proprie radici nella concretezza delle scelte, nella chiarezza dei propositi, ma soprattutto nella realizzabilità degli obiettivi.
Questa a me pare che debba essere la fantasia che veramente occorre dr.
Nesi, per fare della Regione un grosso fatto positivo, fantasia che sa ergersi sulla realtà per trasformarla, fantasia che non disdegna il lavoro metodico e la paziente cura anche di quelli che possono apparire o che appaiono i modesti particolari della pubblica amministrazione, quella fantasia che il nostro torinese Filippo Burzio definiva della quotidiana operosità che lentamente è pure capace di modificare il destino degli uomini e delle cose, in contrapposizione a quell'affannosa che si sforza e che si attarda dietro alle nuvole di presunti grandi disegni puntualmente irrealizzabili e quindi penosamente frustranti.
E' quindi a questo tipo di attività che noi ci riferiamo. Ed è per questo che non ci appare né giusto né obiettivo il motivo conduttore della critica che il Gruppo socialista ha rivolto a questo bilancio, motivo conduttore secondo il quale questo documento rivelerebbe una visione burocratica della Regione, sarebbe una mera registrazione in sede regionale delle spese già in passato effettuate in Piemonte dallo Stato.
Sia il Consigliere Nesi che il Consigliere Simonelli hanno incentrato su questa argomentazione i loro interventi, che per altro verso sono stati ricchi di spunti stimolanti, ai quali io ritegno utile dare una doverosa ed esauriente risposta anche per dimostrare la coerenza politica e programmatica della Giunta.
Con questo bilancio - hanno sostenuto i Consiglieri socialisti - la Giunta ha dimostrato di avere rinunciato a qualsiasi collegamento con la politica di piano, sia per quanto riguarda alcuni strumenti di intervento (ad esempio l'Ente regionale dei trasporti) sia per quanto riguarda l'indagine preliminare all'elaborazione del piano (ad esempio l'individuazione del sistema della localizzazione dei grandi complessi industriali, indispensabile per attuare la politica della contrattazione programmatica), sia infine per quanto riguarda l'analisi dei livelli di occupazione, lo studio dei fenomeni migratori, lo studio della situazione finanziaria degli enti locali.
In queste condizioni, ha soggiunto il dr. Nesi, l'affermazione della Giunta di voler collocare la Regione alla guida dello sviluppo del Piemonte appare non solo incoerente, ma soprattutto contraddittoria.
Devo subito dire che è perfettamente vero che nel bilancio non si trovano specificatamente i contenuti ed i lineamenti di una politica di programmazione, ma ciò non significa affatto che la Giunta abbia rinunciato a quei contenuti, dettagliatamente indicati, fra l'altro, nelle dichiarazioni programmatiche da me rese al Consiglio quando ancora facevano parte della Giunta i Consiglieri del Gruppo Socialista. Più semplicemente la Giunta non ha ritenuto di richiamare, in sede di bilancio, tutti i contenuti di ricerche e di analisi, parendole sufficiente l'indicazione di stanziamenti per questi e per altri studi di ricerca. L'indicazione specifica delle ricerche e degli studi ai quali si è riferito il collega Simonelli, è contenuta d'altronde nel documento con il quale la Giunta ha accompagnato il rapporto preliminare dell'IRES presentandolo al Consiglio.
L'unica diversità, rispetto alle indicazioni programmatiche ricordate dai Consiglieri Nesi e Simonelli, riguarda l'Ente regionale dei trasporti.
Devo in proposito dichiarare che la Giunta, essendosi manifestate nel suo interno, motivate perplessità a seguito di un'approfondita analisi sui costi di gestione, ha ritenuto opportuno soprassedere ad una precisa indicazione in quella direzione, reputando comunque utile un ulteriore esame del problema prima di assumere impegni che potrebbero anche rivelarsi finanziariamente insostenibili.
Quanto all'affermazione di voler collocare l'istituto regionale alla guida del processo di sviluppo del Piemonte e di avere operato nel bilancio in questa direzione, la Giunta ritiene di poter responsabilmente riaffermare questo concetto.
Al dr. Nesi l'affermazione è apparsa contradditoria e magari anche un po' presuntuosa, in relazione alla limitatezza della somma disponibile e stanziata in bilancio. E la sua tesi, non ho difficoltà ad ammetterlo, è senz'altro vera, se riferita agli aspetti quantitativi dello sviluppo. Ma essa non è più assolutamente vera se il riferimento è fatto invece in direzione degli aspetti qualitativi dello sviluppo. Qualità innanzi tutto in senso politico, attraverso la concreta proposta di estensione e di ampliamento del pluralismo istituzionale che questo tipo di bilancio proprio per la sua impostazione, accelera e rende operativa; qualità in senso sociale per l'incremento degli investimenti e dei consumi sociali che questo bilancio propone rispetto a quanto precedentemente speso dallo Stato in Piemonte, in ordine alle materie trasferite; qualità infide, nel senso del riequilibrio territoriale e settoriale, per correggere nei tempi brevi i guasti e le strozzature dello sviluppo spontaneo e successivamente per prevenirle ed eliminarli.
Nella concezione della Giunta la programmazione regionale pu consentire alla Regione di collocarsi alla guida dello sviluppo solo se si propone l'obiettivo, di modificare l'attualità del meccanismo di sviluppo e non certo - ed in questo concordo con il Consigliere Nesi - se si propone l'obiettivo di rappresentarne un'alternativa di carattere quantitativo.
Queste valutazioni che per parte della Giunta insistono sulla qualità dello sviluppo, la Giunta ha voluto riconfermarle nel bilancio, in coerenza con le indicazioni programmatiche dell'aprile del 1971 che erano state appunto articolate sul pluralismo istituzionale delle autonomie locali sulla programmazione come metodo, per qualificare lo sviluppo e per superare organicamente gli squilibri territoriali e settoriali. Ed infine sull'ecologia come obiettivo nel quale realizzare il superamento del più vistoso degli squilibri oggi esistenti, squilibrio cioè tra l'uomo e l'ambiente.
Il collega Simonelli ha inoltre proposto un problema che era già stato oggetto di attento studio da parte della Giunta in sede di redazione di bilancio e che anche a seguito delle indicazioni espresse dalla Ragioneria dello Stato, ha trovato soluzione nel senso di un'articolazione di bilancio in cui ad ogni imputazione di spesa fa obbligatoriamente riscontro un provvedimento legislativo vigente.
Questa è la ragione per cui, in ossequio alla legge ed al regolamento sulla contabilità generale dello Stato, molte iniziative programmatiche che la Giunta si proponeva di portare col bilancio ad un'approvazione o almeno ad una conoscenza preliminare da parte del Consiglio, non hanno potuto trovare specifiche indicazioni in apposite imputazioni di spesa, appunto perché non ancora perfezionate con leggi.
Simonelli ha attribuito questa mancata imputazione a carenze di volontà politica da parte della Giunta e ad una sua presunta svolta programmatica e non invece alle ragioni giuridiche formali alle quali in realtà la Giunta ha ritenuto doveroso attenersi ai sensi di legge. Questo lo dico perché mi pare importante per tutti approfondire questo problema. L'art. 127 del regolamento sulla contabilità generale dello Stato, prescrive infatti che nello stato di previsione del bilancio debbono essere iscritte quelle spese che il Governo è autorizzato a fare nel corso dell'anno per provvedere ai pubblici servizi ed agli obblighi assunti dallo Stato; ed il secondo comma dell'art. 129 del regolamento stesso, prescrive che tra le spese effettive devono essere distinte con apposite indicazioni le spese fisse, ossia quelle derivanti da leggi organiche e da impegni permanenti che hanno scadenze determinate.
Dal combinato disposto di questi due articoli del regolamento, discende l'obbligo che ogni imputazione di spesa sia esplicitamente riferita ad un provvedimento legislativo; sola eccezione le spese effettive aventi carattere organico, cioè di funzionamento dell'amministrazione, le quali tuttavia vanno tenute in bilancio distinte da quelle il cui stanziamento deve essere invece riferito alle specifiche leggi che l'autorizzano. Questa impostazione è peraltro la sola coerente alla logica del rapporto tra organo legislativo al quale compete costituzionalmente la responsabilità di decidere la spesa e organo esecutivo, che può operare solo nell'ambito e nei limiti giuridici e finanziari ai quali è autorizzato dall'organo legislativo.
Il bilancio della nostra Regione, a somiglianza del bilancio dello Stato, alle cui norme esso deve uniformarsi, e a differenza dal bilancio degli Enti locali, è un bilancio contabile, solo parzialmente un bilancio programmatico, nei limiti cioè destinati ad aumenti o diminuzioni di stanziamenti relativi a leggi già in vigore. Io mi auguro che il collega Simonelli voglia riesaminare questo aspetto giuridico formale del bilancio regionale, alla luce dei chiarimenti che ho fornito, percorrendo egli stesso, d'altra parte, un itinerario concettuale che personalmente ho dovuto percorrere anch'io partendo dalle sue stesse posizioni. Io mi sono dovuto arrendere all'evidenza non solo per la validità delle argomentazioni che mi sono state sottoposte, ma anche per evitare di correre il rischio che da una errata impostazione del bilancio potessero sorgere motivi di illegittimità tali da compromettere la concedibilità del visto che l'autorità di Governo deve pur dare al nostro disegno di legge. E' riprova di ciò, d'altronde, il fatto che gli stanziamenti per la Finanziaria regionale e per gli enti di sviluppo sono stati cancellati, nella stesura definitiva del bilancio, dopo esservi stati precedentemente inseriti.
La Giunta, in sostanza, non ha, nella impostazione del presente bilancio, modificato nulla delle fondamentali linee del disegno programmatico che, particolarmente in riferimento alle autonomie locali alla programmazione articolata per progetti, agli strumenti di gestione della programmazione, erano state esposte nelle dichiarazioni programmatiche da me rese nell'aprile del 1971 ed approvate anche dal Gruppo socialista. I Consiglieri socialisti sanno bene, d'altronde, che la rottura della collaborazione a livello di Giunta regionale non è avvenuta su problemi di contenuto programmatico ma è stata determinata da un nostro giudizio fortemente critico rispetto alla linea generale di schieramento del Partito socialista italiano a livelli di Enti locali in sede regionale linea che noi abbiamo criticato come non chiara nella delimitazione, che reputiamo fisiologicamente necessaria in regimi democratici, tra l'area della maggioranza e l'area dell'opposizione. Ma ciò non ha mai significato l'abbiamo detto e lo riaffermiamo, - che la Giunta e la sua maggioranza intendessero modificare le linee programmatiche da me esposte al Consiglio nell'aprile 1971 e che io stesso ho dichiarato riconfermate all'atto della costituzione della presente Giunta. Mi sembra doveroso rinnovare oggi questa riconferma, dopo che da parte dei Colleghi socialisti è stata espressa una critica fondata sulla presunzione che l'attuale Giunta abbia modificato il programma. Chiarezza politica, realtà e coerenza verso .il Consiglio mi impongono di assicurare che ciò non risponda affatto né alle intenzioni della Giunta né, al di là delle intenzioni stesse, agli atti desumibili dal documento di bilancio che noi abbiamo presentato.
A questo proposito, devo particolarmente ringraziare i Consiglieri Rossotto e Zanone per la concretezza e il realismo dei loro interventi e per il positivo atteggiamento espresso in ordine al bilancio. Io condivido l'accentuazione dell'attività legislativa proposta dal Consigliere Rossotto e sono d'accordo con Zanone sulla necessità di non indulgere né alle tentazioni assembleari né a quelle presidenziali.
Non entro, per ora, nel contenuto delle proposte che sono state formulate, ad esempio, dal collega Zanone, in ordine al problema degli asili-nido, in ordine al problema dell'ecologia. Mi voglio, se mi è consentito, attenere soltanto a queste valutazioni di carattere istituzionale ricordandogli che l'esperienza storica insegna, quanto all'assemblearismo e al presidenzialismo, che queste sono in realtà due facce di una stessa medaglia, che è quella di una distorta interpretazione del sistema rappresentativo. Comunque, non è certo a questo modello che noi ci riferiamo e guardiamo, né d'altronde è questo il modello di articolazione istituzionale della Regione così come è stato prefigurato dalla Costituzione, così come qui il Consigliere Zanone ci ha voluto ricordare.
Mi sia permesso tuttavia di fare una digressione che forse potrà sembrare lunga ma che mi sembra necessaria nel momento in cui la Regione si avvia al suo decollo e nel momento in cui mi pare quindi che le idee in proposito debbano essere sufficientemente chiare per la operatività della Regione, per la sua credibilità e perché non si verifichino dei paralizzanti conflitti di attribuzione fra i suoi organi istituzionali.
Devo cogliere dunque qui l'occasione per poter rispondere - anche perch sono stato chiamato in causa durante la discussione sul bilancio - alle tesi che il Consigliere Vecchione ha ritenuto di dover svolgere in ordine a questo problema.
Il Consigliere Vecchione ha portato qui una serie di argomentazioni secondo le quali le funzioni amministrative trasferite dallo Stato alla Regione e già prima esercitate dagli organi centrali e periferici dello Stato sarebbero attribuzioni del Consiglio Regionale e non della Giunta, e le funzioni amministrative delegate dallo Stato alla Regione sarebbero parimenti attribuzioni del Consiglio e non del Presidente della Giunta Regionale. Secondo il collega Vecchione, nella Costituzione italiana vi sarebbero, in sostanze, norme (cito quasi letteralmente ciò che egli ha detto) che, correttamente interpretate, indurrebbero a ritenere che il Consiglio è l'organo della Regione che esercita le potestà amministrative.
Fra queste norme, il collega Vecchione ha citato l'art. 118 della Costituzione, che attribuisce alla Regione le funzioni amministrative nelle materie per le quali la Regione ha competenza legislativa. In tale attribuzione, sostiene Vecchione, il costituente si è riferito all'ente nel suo complesso quale ente rappresentativo dell'intera collettività regionale, e quindi è impossibile interpretare tale norma nel senso che essa potrebbe anche riferirsi alla sola Giunta o al solo Presidente.
Seconda norma citata dal Consigliere Vecchione, il terzo comma dell'art.
118, che prevede che l'esercizio delle funzioni amministrative regionali si eserciti di norma mediante la delega agli Enti locali. Poiché la delega rappresenta un modo di spogliarsi delle funzioni amministrative, è evidente, secondo Vecchione, che questa non può che competere all'organo che rappresenta l'intera collettività regionale, cioè il Consiglio Regionale. Se è il Consiglio che delega l'esercizio delle funzioni amministrative, è evidente che sono di sua competenza, altrimenti ci troveremmo di fronte ad caso singolare ed abnorme che un organo si spoglia di funzioni che non ha.
Altro argomento, il secondo comma dell'art. 121, che stabilisce le attribuzioni del Consiglio indicandole nella potestà legislativa e regolamentare e nelle altre funzioni conferitegli dalla Costituzione e dalle leggi. Tra queste ultime funzioni vi sarebbero appunto quelle amministrative di cui all'art. 118.
Altro punto, art. 121 terzo comma, che definisce la Giunta come l'organo esecutivo, e quindi, dice Vecchione, non deliberativo della Regione. La consistenza di questa differenza, per la realtà, sfugge a chiunque abbia approfondito le proprie conoscenze di diritto amministrativo. Ancora, Vecchione cita l'art. 125, che rimanda al Consiglio Regionale il riesame dei provvedimenti amministrativi sui quali la legge consente il controllo di merito.
Infine, l'art. 126, ultimo comma della Costituzione, in cui si stabilisce che la gestione commissariale provvede all'ordinaria amministrazione di competenza della Giunta. Finalmente questa Costituzione parla di ordinaria competenza della Giunta! - e agli atti improrogabili da sottoporre alla ratifica del nuovo Consiglio. Naturalmente, ordinaria amministrazione, secondo Vecchione, è concetto ben diverso da quello di attività amministrative ed è per questo che la gestione commissariale opera senza necessità di ratifica.
Le argomentazioni del collega Vecchione rivelano una singolare e - mi consenta di dire, per la stima che credo di dovergli - anche voluta mancanza di conoscenza dei principi generali del diritto amministrativo unita ad una certa attitudine a manipolare con una certa estrosità quegli strumenti della logica aristotelico-scolastica che si chiamano sillogismi piegandoli alle conclusioni alle quali ovviamente interessa pervenire.
Il sillogismo è un'arma pericolosa, caro collega Vecchione. Da alcuni secoli se ne fa un uso sempre più discreto, e Marx probabilmente la biasimerebbe, anzi la sgriderebbe, per averne lei fatto un uso, anzi, un abuso così marcato e così poco marxista. Tanto più riferendosi a leggi, e dopo averci detto qui, solo qualche settimana fa, che in definitiva le leggi altro non sono che la codificazione di precisi rapporti di forza affermazione, questa, che, come ella ben comprende, già di per s compromette in una qualche misura, anche se non si vuol essere eccessivamente portati a fare il processo alle intenzioni, la credibilità della logica dei suoi sillogismi.
In sostanza, la logica del collega Vecchione è questa: le funzioni amministrative sono costituzionalmente attribuite all'organo rappresentativo dell'intera collettività regionale; questo organo non pu essere che il Consiglio; dunque, le funzioni amministrative spettano al Consiglio.
Si tratta di una logica, collega Vecchione, che parte dall'erronea premessa che il Consiglio Regionale sia costituzionalmente l'organo rappresentativo dell'intera collettività regionale. Questo la Costituzione non lo dice, né può dirlo, né per il Parlamento nei confronti della Collettività nazionale né per il Consiglio Regionale nei confronti della collettività regionale.



BERTI Antonio

Sarebbe la Giunta, allora, l'organo rappresentativo?



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

No, non esiste organo rappresentativo della collettività.



BERTI Antonio

Se non è il Consiglio Regionale, qual è allora, non esistendo un organo ancora più ampio?



MARCHESOTTI Domenico

Ma è chiaro, è il presidente, lui solo, che pretende di rappresentare la collettività regionale.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Vi inviterei ad ascoltare con calma i ragionamenti. Faccio presente ai colleghi Berti e Marchesotti che io ho seguito con estrema attenzione l'intero intervento del Consigliere Vecchione, l'ho riletto e approfondito non l'ho interrotto mentre lo svolgeva. Ritegno quindi di poter chiedere al Consigliere Berti come al Consigliere Marchesotti di avere la cortesia l'amabilità, la comprensione di ascoltare il mio intervento senza interrompermi.



BERTI Antonio

Deve evitare, però, le inflessioni ironiche, altrimenti gliele ricambieremo.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Le inflessioni ironiche ci possono anche essere allorquando...



BERTI Antonio

A sentir lei, è più rappresentativo il Presidente della Regione di una assemblea di cinquanta Consiglieri. Questo risponde a canoni fondamentali di legge?



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Io non ho affatto affermato questo. Se avrà la bontà di lasciarmi continuare, si renderà conto che io sostengo qualcosa di assai diverso.
Dicevo che si parte da una logica che contiene in sé una erronea premessa: quella che il Consiglio Regionale sia costituzionalmente l'organo rappresentativo dell'intera collettività regionale. Questo, dicevo, non vale per il Parlamento nei confronti della collettività nazionale e non vale per il Consiglio Regionale nei confronti della collettività regionale.
Se io volessi - e richiamo qui quanto ho detto sopra spregiudicatamente approfittare dei sillogismi e delle premesse logiche del Consigliere Vecchione, potrei giungere tranquillamente a dimostrare che spettando le funzioni amministrative all'organo rappresentativo della Regione, ed essendo tale organo identificato dall'art. 121 della Costituzione nel Presidente della Giunta, le funzioni amministrative spettano al Presidente della Giunta. Ma ciò non sarebbe né vero n costituzionalmente corretto, come non sono né vere ne costituzionalmente corrette le argomentazioni del Consigliere Vecchione. La realtà, invece, è un'altra, ed è che le attribuzioni di ogni singolo organo della Regione sono anzitutto quelle direttamente desumibili dalle norme costituzionali che espressamente le stabiliscono. Esse sono definite dall'art. 121 della Costituzione e dagli altri articoli della Costituzione ai quali l'art. 121 si richiama.
Il suddetto art. 121 recita testualmente, a proposito del Consiglio Regionale: "Il Consiglio Regionale esercita le potestà legislative e regolamentari attribuite alla Regione e le altre funzioni conferitegli dalla Costituzione e dalle leggi". A questo proposito è necessaria una attenta valutazione del termine "conferitegli", perché con esso appare evidente che il costituente abbia inteso inequivocabilmente indicare che le altre funzioni di cui parla appunto l'art. 121 devono essere dalla Costituzione e dalle leggi attribuite esplicitamente al Consiglio Regionale. Questo si evince non solo dalla formulazione letterale, che ha già di per sé un suo valore, ma soprattutto risponde ad una coerente formulazione giuridica, essendo un principio generale di diritto amministrativo il carattere inderogabile delle competenze attribuite agli organi della pubblica amministrazione, per cui, salvo i casi previsti dalla legge, non è consentito di avocarne né di delegarne l'esercizio, essendo ogni organo portatore di specifiche competenze e perciò l'unico qualificato a provvedervi nelle corrispondenti materie.
Coerentemente al disposto dell'art. 121 sopra ricordato, la Costituzione stessa attribuisce espressamente al Consiglio Regionale le seguenti altre funzioni: all'art. 121, la formulazione di proposte di legge alla Camera art. 122, elezione del Presidente del Consiglio e dell'Ufficio di Presidenza, nonché la elezione del Presidente e dei membri della Giunta art. 123, la deliberazione dello Statuto art. 125, il riesame delle deliberazioni sulle quali sia stato negativo il giudizio di merito da parte dell'organo di controllo statale art. 126, la sostituzione, su invito del Governo, della Giunta e del Presidente quando abbiano compiuto violazioni di legge, nonché la ratifica degli atti di straordinaria amministrazione assunti dalla gestione commissariale art. 127, la dichiarazione di urgenza di leggi regionali e l'approvazione a maggioranza assoluta di leggi regionali rinviate dal Governo art. 132, parere sulla fusione di Regioni esistenti e sulla creazione di nuove Regioni, nonché parere sul passaggio da una Regione a un'altra di Province e di Comuni art. 83, infine, la elezione di tre delegati che partecipano alla elezione del Presidente della Repubblica.
Tutte queste attribuzioni sono esattamente "le altre funzioni amministrative" la cui deliberazione è demandata dalla Costituzione al Consiglio Regionale. Oltre a queste funzioni, attribuite direttamente dalla Costituzione, vi sono poi, in armonia con il disposto costituzionale dell'art. 121, altre funzioni amministrative che sono espressamente attribuite al Consiglio Regionale dalle leggi dello Stato, ad esempio dalla legge elettorale (art. 17-18) che attribuisce al Consiglio la convalida, la sostituzione, la dichiarazione di decadenza dei Consiglieri Regionali dalla legge Scelba (artt. 55 e 56), che attribuisce al Consiglio la elezione degli esperti affettivi e supplenti nel Comitato di controllo e nelle sue sezioni, e (art. 65) la determinazione del numero e delle qualifiche dei funzionari di cui si reputa necessario il comando, quindi (art. 70) la espressione del parere sul trasferimento degli uffici dallo Stato alla Regione.
Consegue, sia dalla dizione letterale dell'art. 121 che dalla interpretazione giuridica, che tutte le funzioni che la Costituzione e le leggi non attribuiscono espressamente al Consiglio Regionale, sono, per il principio generale di diritto amministrativo sopra ricordato, di competenza degli altri organi della Regione. Ovviamente, le competenze legislative e regolamentari attribuite alla Regione fanno eccezione, proprio perch l'art. 121 indica come potestà proprie, non delegabili, cioè, e non avocabili, queste potestà al Consiglio Regionale. Questa impostazione si evince non solo dall'accennato principio di diritto amministrativo, ma anche da un principio fondamentale del diritto costituzionale, sul quale desidero richiamare l'attenzione dei signori Consiglieri ed in particolare del mio autorevole contraddittore. Principio costituzionale moderno articolato sulla distinzione dei poteri tra organi legislativo, esecutivo e giurisdizionale. Questa distinzione di poteri comporta che la natura di certi poteri, come ad esempio quello legislativo, sia costituzionalmente cioè senza l'esigenza di più esplicite indicazioni, propria dell'organo detentore della potestà legislativa, e comporta altresì che, per quanto attiene alle funzioni amministrative, il detentore di tale potere sia naturalmente, tranne le eccezioni che siano espressamente stabilite dalla Costituzione e dalle leggi, l'organo esecutivo.
Proprio in base a questo principio della divisione dei poteri tra i diversi organi legislativo, esecutivo e giurisdizionale, la Costituzione attribuisce, all'art. 126, alla gestione commissariale, che Ella Consigliere Vecchione, ha citato, la responsabilità di provvedere all'ordinaria amministrazione di competenza della Giunta, senza peraltro avere essa mai accennato in alcun articolo precedente al 126 ad altre competenze della Giunta che non fossero quelle stabilite dall'art. 121 cioè le competenze di carattere esecutivo. Il disposto poi dell'art. 125 della Costituzione, che rinvia al riesame del Consiglio le deliberazioni di carattere amministrativo sulle quali sia stato negativo il giudizio di merito da parte dell'organo statale di controllo, non significa affatto come lei sostiene, che tutte le funzioni amministrative siano, per logica conseguenza, di competenza del Consiglio Regionale; significa invece, ed è questo il senso del riesame, e cioè dell'esaminare di nuovo, che esse devono considerarsi attribuite alla competenza del Consiglio; devono cioè considerarsi attribuite alla competenza del Consiglio tutte le deliberazioni di cui la legge, alla quale si rimanda la Costituzione ammetta l'esercizio del controllo di merito. Cioè, è evidente che su tutte le deliberazioni che devono essere rinviate all'esame del Consiglio tocca al Consiglio prendere la primitiva deliberazione.
Quindi, oltre alle funzioni previste dalla Costituzione e dalle leggi così come ho già ricordato, debbono essere logicamente considerate attribuite alla competenza specifica del Consiglio tutte le deliberazioni per le quali è previsto dalla legge il controllo di merito, cioè, per concretizzare, tutte le deliberazioni che sono esplicitamente elencate nell'art. 46 della Legge Scelba. E' evidente che se esse possono essere sottoposte al riesame del Consiglio sono deliberazioni che devono passare all'esame del Consiglio stesso.
Per avvalorare la tesi che tutte le funzioni amministrative sono di competenza del Consiglio Regionale, il collega Vecchione afferma invece che "se spetta al Consiglio delegare l'esercizio delle funzioni amministrative regionali agli Enti locali, è evidente che si tratta di funzioni proprie altrimenti si verificherebbe il caso di un organo che si spoglia di funzioni che non ha". A conforto dei Colleghi Consiglieri, informo che è questo l'ultimo punto che desidero toccare delle argomentazioni svolte dal collega Vecchione nel suo intervento, che a me è parso doveroso collocare anche per non apparire inadempiente, in questa mia replica. Si tratta di un ragionamento sottile, ma non per questo meno errato. Infatti, spetta anzitutto al Consiglio la delega dell'esercizio delle funzioni amministrative degli Enti locali, perché la delega stessa deve esser data per legge, e siccome il potere legislativo è potere proprio del Consiglio è evidente che tocca al Consiglio conferire questa delega. L'organo legislativo della Regione è il Consiglio, ed è questo che dà la delega proprio in quanto organo legislativo, non perché sia detentore delle funzioni amministrative di cui al comma 1 dell'art. 118. Se il ragionamento di Vecchione fosse valido, si arriverebbe, ad esempio, al paradosso che il detentore delle funzioni amministrative statali è il Parlamento, e non invece l'Esecutivo o il Governo, in quanto proprio al comma 2 dello stesso art. 118 si dice che lo Stato può con legge delegare alla Regione altre funzioni amministrative, e siccome la legge la può fare solo il Parlamento ne conseguirebbe che è il Parlamento il detentore di queste funzioni amministrative.



VECCHIONE Mario

Veramente, io ho parlato a nome del Gruppo comunista, non ho esposto concetti solo miei personali.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Comunque, sono dichiarazioni che ha fatto lei.



VECCHIONE Mario

Non ci tengo ad essere di continuo citato personalmente.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Se crede, potrà far cancellare dal mio intervento le citazioni che le dispiacciono, io non mi oppongo.
E' sfuggito evidentemente al Consigliere che ha parlato in nome del Gruppo comunista che nell'ordinamento costituzionale italiano l'organo esecutivo al quale sono, per il principio della divisione dei poteri conferite le funzioni amministrative, esercita le stesse rispondendone politicamente all'organo legislativo, dal quale ha ricevuto il mandato di fiducia o l'investitura elettiva, per eseguirne le leggi e le deliberazioni. Tale rapporto di responsabilità può essere modificato solo in quanto la Costituzione lo preveda. E' il caso, appunto, per le Regioni dell'art. 118, terzo comma, in cui si prevede il trasferimento dell'esercizio delle funzioni amministrative dalle Regioni agli Enti locali, e solo in quanto l'organo verso il quale l'Esecutivo è responsabile lo decida, attribuendo l'esercizio e la responsabilità delle stesse funzioni amministrative ad altro organo esecutivo, ed in questo caso agli Enti locali.
Riassumendo, sia per il principio generale della distinzione costituzionale dei poteri, sia per il principio di diritto amministrativo sul carattere inderogabile delle competenze attribuite agli organi della pubblica amministrazione, appare chiaramente che dalla Costituzione sono definite di spettanza del Consiglio tutte quelle funzioni amministrative che ad esso sono esplicitamente conferite dalla Costituzione e dalle leggi.
Rendendomi conto che questo argomento riesce particolarmente pesante vi faccio grazia di alcune cartelle, riservandole per altra occasione, e passo, per evitare delle polemiche che non sono mai fondate su basi di razionalità ma hanno un grosso contenuto politico, ad argomenti più decisamente riferentisi al bilancio ed ai suoi significati.
Noi abbiamo comunque collegato questo tipo di intervento sull'articolazione istituzionale della Regione. Lo abbiamo collegato all'inizio e lo colleghiamo in sede di replica, perché riteniamo che una corretta costruzione dell'istituto regionale e degli organi regionali sia fondamentale rispetto al tipo di rapporto nuovo che la Regione può avere con i cittadini e al tipo di creatività che attraverso questa articolazione regionale può avere l'espansione dell'autonomia locale ma soprattutto in riferimento a quel modello di sviluppo al quale noi ci vogliamo attenere in realtà fondato sulla qualità, sulla diversificazione della qualità del meccanismo di sviluppo. A questa diversificazione concorre, e non poco quella articolazione pluralistica di autonomie locali che significa proprio il modo reale e concreto di partecipazione dei cittadini alla vita delle comunità locali, alle decisioni che si assumono rispetto alle linee generali di sviluppo. E' proprio a questo tipo di sviluppo che noi vogliamo guardare, puntando anzitutto sulla sua qualità, sull'estensione degli spazi di democrazia, attraverso il rafforzamento delle autonomie locali l'estensione e il miglioramento dei servizi collettivi, il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, il riequilibrio territoriale e settoriale, la piena occupazione.
La Giunta ha ritenuto che ai fini di predisporre tutti gli strumenti per il conseguimento di questi obiettivi dovessero essere valutati con attenzione tutti i suggerimenti che in ordine all'impostazione di bilancio sono pervenuti dal dibattito della scorsa settimana. Tenendo presente che il bilancio, così come ho cercato di dimostrare, non ha la possibilità giuridica di recepire imputazioni di spesa che non trovino riferimento in apposite leggi già approvate o in corso di approvazione, e tenendo quindi presente che i suggerimenti che sono, stati qui formulati trovano una loro non possibilità di accoglimento non nella non volontà della Giunta ma soltanto nel limite di carattere giuridico che proprio questo tipo di impostazione di bilancio propone.
Se mi è consentito, vorrei rapidamente, nei limiti in cui è possibile argomento per argomento, dire qual è la posizione che la Giunta prende in ordine a talune delle argomentazioni che sono state qui portate.
Innanzitutto, parlerò della tutela della salute. I Consiglieri Viglione, Lo Turco, Simonelli, Nesi, e, nel suo intervento finale, Berti hanno richiamato l'attenzione sul problema della medicina preventiva e della tutela dell'igiene nell'ambiente di lavoro, anche in riferimento all'art. 6 del nostro Statuto Regionale nonché relativamente alla medicina scolastica.
La Giunta, dopo aver approfondito ulteriormente le possibilità di intervento in relazione alle leggi vigenti ed alla riserva da parte dello Stato circa la normativa dell'igiene nell'ambiente di lavoro, pensa di poter comunque avviare concrete iniziative tramite gli Uffici dei Medici provinciali, e attraverso questi di potersi valere della collaborazione di laboratori scientifici a livello ospedaliero ed universitario. A questo scopo fa propria la richiesta di aumento degli stanziamenti e propone di elevare la somma fissata per l'art. 418 da 50 a 500 milioni, anche ai fini di costituire, o avviare a costituzione, un istituto di prevenzione, per il quale la Giunta si riserva ovviamente di sottoporre al Consiglio precise indicazioni e conseguenti risposte. La Giunta propone inoltre di elevare lo stanziamento per l'art. 452, relativo alla medicina scolastica, da 80 a 200 milioni.
Per quanto riguarda i problemi più generali della riforma sanitaria, ai quali si è riferito il collega Viglione, e del potenziamento dei laboratori di igiene e profilassi, di cui ha parlato il collega Bono, e alla normativa relativa alla rimozione delle cause di malattia, richiamata da Berti, la Giunta, pur condividendo le indicazioni, fa presente che tali questioni devono essere oggetto di determinazione legislativa e quindi le loro proposte non possono trovare ora accoglimento nel dispositivo del bilancio.
Tutela e salvaguardia dell'ambiente. Zanone, Fonio, Bono e Calsolaro hanno avanzato obiezioni, preoccupazioni, proposte che in realtà avevano già trovato accoglimento nel bilancio, anche se per una loro completa attuazione occorrono nuovi strumenti legislativi. I 300 milioni stanziati consentono l'adozione di interventi specifici, certo insufficienti ma correlati alla capacità di spesa, che si restringe praticamente a pochi mesi. Aumentare lo stanziamento, a parte i necessari provvedimenti di carattere legislativo, avrebbe, come credo convengano i colleghi Zanone e Fonio, un valore meramente simbolico, che andrebbe a discapito della serietà dell'impostazione di bilancio, alla quale credo dobbiamo tutti tenere. La salvaguardia degli ambienti caratteristici, di architettura povera, ma estremamente dignitosa ed equilibrata, ai quali si è riferito il collega Calsolaro costituisce un problema del quale la Giunta si fa responsabilmente carico e per il quale si propone interventi organici sollecitando fin d'ora tutti i suggerimenti che Calsolaro vorrà fare in proposito pervenire.
Per quanto riguarda i problemi relativi agli inquinamenti da acque luride, voglio assicurare al Consigliere Bono che i progetti di fognature nuove devono prevedere congrui impianti di depurazione, per essere tecnicamente approvati. La Giunta non ha poi affatto proceduto ad una semplice collocazione burocratica degli stanziamenti. Nel settore di queste infrastrutture primarie, acquedotti e fognature, ha raddoppiato gli stanziamenti rispetto a quelli programmati dallo Stato. Ciò dovrebbe comportare, se si riuscirà ad abbreviare, come noi auspichiamo, i tempi tecnici, la realizzazione dei programmi in un periodo di tempo dimezzato rispetto al periodo di tempo previsto dallo Stato. Ogni nostro sforzo evidentemente si indirizza in questo senso.
Simonelli Claudio, Fonio, Nesi, ed anche, se non vado errato, il collega Zanone hanno poi ricordato il problema dei parchi naturali, ed i colleghi socialisti in particolare il problema del parco della Mandria. Io desidero dire che questo tipo di intervento e la possibilità di acquisire questo bene al patrimonio della Regione sono già stati valutati in contatti avvenuti con la proprietà; contatti, evidentemente, di carattere interlocutorio, non potendosi da parte nostra valutare un impegno finanziario di tale portata al di fuori di un quadro programmatico più ampio e precisato di quello che sia il quadro programmatico di cui disponiamo.
Istruzione professionale. I colleghi Revelli, Soldano e Conti hanno avanzato proposte e formulato valutazioni di ampio respiro, in gran parte riconducibili tuttavia ad interventi di carattere legislativo non collocabili in bilancio. Revelli ha chiesto una legge organica sulla istruzione professionale, ma ha anche chiesto un aumento di stanziamenti per il trasporto gratuito, per i buoni libro e per i contributi ai consorzi provinciali per l'istruzione tecnica. La Giunta ha valutato attentamente il problema, e non ritiene di poter aderire alla richiesta, soprattutto per non pregiudicare futuri interventi di innovazione legislativa che quasi certamente articoleranno un tipo diverso di politica nel settore. La collega Soldano ha opportunamente sottolineato l'importanza del garantire la continuità delle funzioni fin qui esercitate dagli organi dello Stato in attesa di valutare con i necessari approfondimenti i criteri per una nuova legislazione. La Giunta si è appunto mossa in questa direzione, ben conscia della delicatezza del problema e delle implicazioni di carattere culturale, sociale e formativo ad esso connesse.
Implicazioni che il Consigliere Conti ha estesamente evidenziato nel suo approfondito ed elevato intervento, che costituirà oggetto di attenta meditazione da parte della Giunta per la elaborazione di una moderna ed adeguata programmazione. Particolarmente stimolante è parsa alla Giunta la proposta di Conti relativa alla costituzione di un Ente regionale per lo sviluppo pedagogico e formativo. Circa l'aumento degli stanziamenti per le scuole materne non statali e per i patronati, debbo ripetere al Consigliere Conti quanto ho già detto al Consigliere Revelli, anche in considerazione del fatto che lo stanziamento riguarderebbe un limitato arco temporale e potrebbe trovare, ove insufficiente, in ogni caso un pronto adeguamento nel prossimo bilancio.
Artigianato e piccole industrie. Benzi e Raschio hanno rilevato l'esigenza di un più ampio intervento in questi fondamentali settori della vita economica e sociale della Regione. La Giunta è perfettamente concorde e la proposta di costituzione di un Ente di sviluppo dell'artigianato mira appunto a creare le premesse perché esso assuma un suo più marcato ruolo autonomo e non di supporto, come ha giustamente affermato Raschio, alle grandi aziende industriali. Le proposte per creare iniziative di credito di esercizio da concedere alle aziende artigiane sono accettate dalla Giunta la quale si propone di presentare un disegno di legge per regolare la materia, anche attraverso convenzioni con le Camere di Commercio e le Casse di Risparmio. Oggetto, d'altronde, di iniziativa legislativa saranno tutte le proposte formulate ed altre che la Giunta intende avanzare essa stessa per lo sviluppo del settore, al fine di irrobustirne le strutture. In sede di discussione dei disegni di legge potranno essere meglio e più adeguatamente valutate le proposte di nuovi stanziamenti o di riduzione di quelli annunciati ma non attribuiti relativi all'ente di sviluppo per l'artigianato.
Merita di essere ribadita qui la valutazione del collega Benzi circa il carattere di transizione dal punto di vista finanziario del presente bilancio. Proprio da questa transitorietà e dalla sua durata occorre trarre partito per un inventario di osservazioni sulle concrete possibilità di intervento, sulle modalità, sulle procedure. La macchina amministrativa è molto complessa: per garantire buoni e validi interventi occorre conoscerne bene il meccanismo, apprenderne tutti i particolari. La Giunta ritiene di dover anche sottolineare realisticamente questi aspetti, che non sono certamente secondari per il buon andamento dell'attività legislativa ed amministrativa della Regione.
Urbanistica, politica della casa, viabilità, trasporti. I consiglieri Rivalta, Fonio, Curci, Simonelli sono intervenuti, ovviamente da diverse angolature, su problemi di questo settore, criticando l'impostazione data dalla Giunta al bilancio senza precisi riferimenti, non avendo, secondo la esatta affermazione di Rivalta; preso la Giunta coscienza del piano. Su questa impostazione la Giunta non ha che da ribadire quanto ha già affermato sia in ordine alla programmazione come metodo sia in ordine ai suoi strumenti di attuazione e di gestione. La Giunta ribadisce comunque l'esigenza di predisporre provvedimenti legislativi per l'intervento nel settore della casa, sia per le opere di urbanizzazione primaria, sia per la costituzione di un fondo di rotazione rivolto a sanare la situazione delle abitazioni disagevoli e igienicamente inidonee. Si tratta, comunque, di collocare gli interventi in un quadro giuridico e legislativo che non lasci adito ad eventuali possibili dubbi in ordine soprattutto alla competenza legislativa regionale.
Circa gli interventi a sostegno della viabilità provinciale, credo di poter assicurare al Consigliere Curci che sarà cura della Giunta intervenire prontamente per un rapido impiego degli stanziamenti che vorrei sottolineare, sono stati anch'essi raddoppiati rispetto agli stanziamenti precedentemente fatti dallo Stato.
In ordine al problema dei trasporti, la Giunta ribadisce la propria volontà di intervenire con i provvedimenti legislativi già all'esame delle Commissioni per questo settore, alleviando nella crisi in atto con interventi organici collegati alla politica di piano. Il collega Gandolfi ha sottolineato come i disegni di legge presentati vadano collocati in questo quadro di passaggio, di transizione, destinato a garantire la più ampia libertà di scelta per ogni futura determinazione, nella quale desidero qui ribadire, non è pregiudizialmente escluso l'ente di sviluppo regionale dei trasporti, ma, come ho detto all'inizio del mio intervento attese le valutazioni che sono state fatte, si ritiene necessario da parte della Giunta un più approfondito esame.
Problemi dell'assistenza. L'ampia trattazione svolta dalla collega Fabbris va molto al di là dell'ambito temporale del bilancio, e, come per tutte le altre materie di cui hanno trattato i Consiglieri del Gruppo comunista, l'impostazione va inquadrata in una prospettiva di medio termine e in una cornice programmatica coerente alle future indicazioni della programmazione. Per questo bilancio, cura e preoccupazione della Giunta è in questo come in molti altri settori, di assicurare, nella continuità delle funzioni attribuite prima allo Stato e adesso alla Regione, un ventaglio di interventi che si muovano nella direzione di un diverso e più organico approccio alla materia, riservandosi la Giunta stessa di studiare a fondo i provvedimenti atti a segnare una svolta nel modo di concepire e di gestire l'assistenza sociale. Il passaggio dagli indirizzi generali alla concretezza legislativa non è né facile né privo di insospettate resistenze e difficoltà. Ne è prova, collega Zanone, l'elaborazione della legge per gli asili-nido, che non sempre trova nei Comuni quegli interlocutori pronti ed accondiscendenti che noi avremmo desiderato e sperato di poter trovare per la più pronta e facile elaborazione della legge stessa. Comprendiamo d'altronde perfettamente che i Comuni, oberati di tanti oneri, obbligatori per la loro attività istituzionale, dal punto di vista di questo intervento si sentano sovraccaricati di altre incombenze che, per quanto concernano iniziative assolutamente necessarie, sono indubbiamente piuttosto pesanti dal lato finanziario.
Questa che nella legge dello Stato è chiamata legge regionale, ma che a ben guardare l'ultimo comma dell'art. 117 della Costituzione, non potrebbe essere definita che norma di attuazione, deve richiamarci ad una attenta considerazione dei problemi relativi agli interventi di questo genere soprattutto per quanto riguarda il carico di carattere finanziario che i Comuni si devono evidentemente addossare per la loro parte. Riaffermo comunque qui, come mi pare abbia già fatto altre volte la dott.ssa Vietti nella sua qualità di assessore, la disponibilità piena della Regione a stanziare una congrua cifra sia per quanto riguarda il contributo per la costruzione degli asili stessi sia per quanto riguarda il contributo che la legge stessa prevede per la loro gestione.
Problemi dell'agricoltura. I Consiglieri Menozzi e Ferraris hanno evidenziato una serie di problemi volti a qualificare l'intervento regionale in questo rilevante settore della nostra economia. La Giunta presenterà a breve scadenza un disegno di legge per il rifinanziamento relativamente agli articoli 8-9-11-13-14-16 e 17 del Piano verde, in attesa delle determinazioni che sul piano creditizio il Governo nazionale dovrà pur assumere. Le richieste di ulteriori stanziamenti rispetto a quelli già effettuati sono, a giudizio della Giunta, non realistici, proprio a causa della limitatezza del tempo disponibile per la spesa e del rischio che così si avrebbe di immobilizzare cospicue somme impedendo il finanziamento di iniziative in settori per cui si è da ogni parte richiesto l'intervento della Regione, che dovranno concretarsi in apposite leggi da finanziare con il fondo globale, sia con quello per le spese correnti che con quello per le spese di investimento.
Per il turismo, la Giunta propone di inserire un nuovo stanziamento art. 133, per iniziative di propaganda turistica, in accoglimento delle proposte pervenute da numerosi Consiglieri.
La Giunta, nel rispetto delle impostazioni di bilancio, che ritiene vada osservato per consentirne l'approvazione, senza rilievi di illegittimità da parte del Governo, ha cercato con ogni sforzo di accogliere, per quanto possibile, i suggerimenti e le richieste emersi dal dibattito, rinviando ai necessari successivi disegni di legge quanto per ora non è trasformabile nemmeno per memoria in impegno di spesa.
Come ho detto, questo è ancora un bilancio costituente, non un bilancio programmatico: è un bilancio di fondazione della finanza e dell'operatività regionale e non un bilancio di programmazione. Non per questo esso è un bilancio meno importante e meno impegnato. Non è, Consigliere Sanlorenzo un bilancio contraddittorio, un bilancio non chiaro: costituisce, anzi, una scelta decisiva, che, se perseguita con coerente fermezza, com'è nelle intenzioni della Giunta, dischiude davvero alla Regione spazi di nuova autonomia, di antiburocraticismo, di anticentralismo di articolazione pluralistica che hanno sostanziato fin dalla redazione dello Statuto il nostro impegno regionalista.
Certo, noi siamo ancora ai primi passi, e per questo dobbiamo muoverci con realismo, avendo ben chiara la consapevolezza che in questa stagione consentitemi di dirlo, di giovinezza regionale, ogni errore può gravemente compromettere la salute di un organismo ancora fragile, così come ogni passo più lungo della gamba può provocare delle disfunzioni irreparabili.
Dobbiamo anche dirci con franchezza che nel corpo istituzionale italiano nell'establishement sociale, culturale, politico, economico, le Regioni ben al di là degli atteggiamenti ufficiali, peraltro assai tiepidi, non sono mai state, non sono e non saranno probabilmente per molto tempo ancora un fatto scontato, un avvenimento apprezzato, una presenza inequivocabile.
Ci piaccia o no, esse sono considerate, forse anche senza determinazione ma quasi con una reazione istintiva, come una sorta di corpo estraneo intorno al quale, dopo il primo momento di stupore (mi pare che si chiami così proprio anche la reazione dei tessuti) si mobilitano rapidamente tutti gli anticorpi. Ho parlato altra volta del coraggio di tempi lunghi, di paziente fermezza. Anche a questo si è riferito l'intervento del collega Capogruppo della Democrazia Cristiana, Bianchi. Ebbene, questi tempi lunghi, questa paziente fermezza non possono non articolarsi, attraverso il bilancio, in precise determinazioni di fermezza da parte degli organi regionali: fermezza nel perseguire i loro obiettivi, fermezza nell'approfondire tutte le implicazioni relative alle leggi che esse Regioni debbono applicare, fermezza nel volere con chiarezza che l'istituto regionale si affermi, con un disegno realistico, realizzabile, con una volontà ferma, con la concretezza dei propositi e in uno spirito collaborativo tra le diverse forze politiche presenti in Consiglio Regionale.
Spirito collaborativo che non vuole evidentemente dire che non ci debbano essere contrapposizioni sui contenuti e sulle linee programmatiche che non vi debbano essere contrapposizioni in una valutazione delle priorità e quindi in una programmazione di carattere generale; ma che vuol dire che l'approfondimento dei problemi, al di là delle decisioni che si andranno assumendo, deve partire da basi di valutazione che siano realistiche, che consentano, perché è nell'interesse di tutte le forze politiche, che questa grande riforma regionale abbia successo, si affermi nel nostro Paese.
Certo, di fronte ai 16.000 miliardi del bilancio nazionale, le poche centinaia di miliardi che sono attribuite alle Regioni appaiono ben modesta cosa in rapporto alla grande svolta che noi sentiamo che le Regioni significano nel corpo istituzionale italiano. Ma lo spazio, colleghi Consiglieri, ce lo dobbiamo conquistare noi, a poco a poco: uno spazio che per essere conquistato presume obiettivi chiari, basi di partenza precise serietà, concretezza e realismo; non grandi enunciazioni romantiche, ma la fantasia e la concretezza del lavoro di tutti i giorni.
Io credo che, forse anche per il carattere peculiare della nostra cultura piemontese, per il senso realistico, che non ha certo mai distolto questa cultura dai grandi sogni, dalle grandi realizzazioni, noi possiamo essere coloro che nell'ambito delle Regioni italiane realizzeranno con maggior prontezza questo grande disegno di riforma regionale. La Giunta ha l'ambizione di fare questa proposta al Consiglio ed ha la convinzione di avere per prima tra le Regioni italiane presentato un bilancio in cui sia stato rispecchiato in modo chiaro ed evidente il raccordo ed il collegamento tra le funzioni legislative, tra la legislazione vigente e le funzioni amministrative della Regione. Nella carenza delle leggi quadro ci sembra, e lo riaffermiamo, che questo sforzo che la Giunta ha fatto sia utile per dar modo ai Consiglieri regionali, alla Regione stessa, di valutare i propri interventi nella direzione della modificazione, della integrazione e della innovazione legislativa. Non vi è altra fantasia possibile: vi è invece la realtà, la concretezza, l'operosità di tutti.
Rinnovo il mio ringraziamento a lei, signor Presidente, a tutti i colleghi Consiglieri per l'apporto critico e costruttivo che intervenendo hanno dato alla Giunta ai fini di una elaborazione del bilancio il più possibile rispondente agli interessi dello sviluppo e della crescita della nostra Regione, che si collocasse in questa fase transitoria e di passaggio già come un punto fermo per l'acquisizione di ulteriori spazi di crescita economica, di democrazia politica, di autonomia e di pluralismo degli Enti locali. In questo ringraziamento accomuno, naturalmente, tutti i colleghi della Giunta, che hanno collaborato all'articolazione di questo bilancio nonché gli Uffici che hanno dato la loro fervida cooperazione.
Signor Presidente del Consiglio, a conclusione del dibattito su questo bilancio, riaffermando come la Giunta abbia esaminato con grande interesse ed abbia cercato nella misura in cui era possibile di accogliere le proposte qui formulate, mi permetto di ricordare ancora ai signori Consiglieri come nelle valutazioni del nostro bilancio noi dobbiamo riferirci alle norme generali sulla contabilità e sull'amministrazione dello Stato, e come quindi la non accettazione da parte della Giunta di parte delle proposte formulate non debba essere da essi considerata una opposizione ad esse in quanto tali per il loro contenuto ma semplicemente come un limite giuridico e formale che la Giunta non ritiene prudente valicare proprio perché questo bilancio possa essere approvato dal Governo senza che vi siano riscontrati vizi di legittimità. Grazie.



PRESIDENTE

Dobbiamo ora decidere sui metodi di lavoro da seguire. La logica vorrebbe che si passasse all'esame articolo per articolo, rinviando al termine le dichiarazioni di voto, ma potrebbe anche essere opportuno invece, che qualche Consigliere che ne avesse interesse intervenisse ora sulla replica del Presidente della Giunta e successivamente si passasse all'esame e votazione della legge articolo per articolo. Come si preferisce fare?



BERTI Antonio

Ma si continuerebbe adesso o si rinvierebbe al pomeriggio?



PRESIDENTE

Penserei di utilizzare ancora una buona mezz'ora.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

La Giunta sarebbe senz'altro favorevole al rinvio del proseguimento ad oggi pomeriggio.



PRESIDENTE

Siccome normalmente noi lavoriamo almeno fino alle 13, a meno che ci siano proposte in contrario direi, pur sospendendo questa discussione, di passare ad esaminare qualche mozione.



BERTI Antonio

Io chiedo di sospendere la seduta perché dovremmo tenere adesso una riunione di gruppo.



PRESIDENTE

Pregherei però vivissimamente i colleghi del Consiglio di essere puntuali alle ore 16, in modo che si possa recuperare un po' del tempo perduto. La seduta è sospesa e rinviata alle ore 16.



(La seduta ha termine alle ore 12,30)



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