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Dettaglio seduta n.95 del 08/09/20 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

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Argomento:


GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori iniziano alle ore 09.34 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENTE

In merito allo svolgimento delle interrogazioni ed interpellanze, come recita l'articolo 100 del Regolamento, iniziamo con l'esame delle interrogazioni ed interpellanze pervenute.
Oggi, si provvederà a rispondere alle interrogazioni e alle interpellanze come segue: interpellanza n. 302 presentata dal Consigliere Alberto Avetta, risponderà l'Assessore Marco Gabusi; interrogazione indifferibile e urgente n. 317 presentata dal Vicepresidente Domenico Rossi, risponderà il Vicepresidente Fabio Carosso; interrogazione indifferibile e urgente n. 304 presentata dal Presidente Daniele Valle risponderà l'Assessore Marco Gabusi; interrogazione indifferibile e urgente n. 315 presentata dalla Consigliera Francesca Frediani, risponderà l'Assessore Marco Gabusi; interrogazione indifferibile e urgente n. 357 presentata dal Presidente Jean Sacco, risponderà l'Assessore Marco Gabusi interrogazione indifferibile e urgente n. 358 presentata dal Vicepresidente Domenico Rossi, risponderà l'Assessore Matteo Marnati e interrogazione indifferibile e urgente n. 209 presentata dal Consigliere Alberto Avetta risponderà l'Assessore Maurizio Marrone.
Prego fin d'ora i Consiglieri e gli Assessori di attenersi rigorosamente ai tempi e ricordo che è espressa volontà, come sempre, della Presidenza l'invio delle risposte tramite posta elettronica agli interroganti.


Argomento: Trasporti pubblici

Interpellanza n. 302 presentata da Avetta, inerente a "Trasporto pubblico conurbazione di Ivrea - taglio al servizio"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interpellanza n. 302 presentata dal Consigliere Avetta.
Ricordo che per le interpellanze è prevista l'illustrazione da parte dell'interpellante per cinque minuti, la risposta dell'Assessore per cinque minuti e la replica, se richiesta, dall'interpellante, per altri cinque minuti.
Illustra l'interpellanza il Consigliere Alberto Avetta; prego Consigliere, ne ha la facoltà per cinque minuti.



AVETTA Alberto

Grazie Presidente. Buongiorno a tutti e buongiorno, Assessore.
Userò meno dei cinque minuti di cui dispongo, perché questa interpellanza è risalente nel tempo e riguarda un problema specifico che l'Assessore conosce bene e che ha avuto modo di affrontare. Riguarda il taglio del 30% che quest'estate, in particolare nel mese di giugno, i sindacati confederali dei trasporti stimavano sulla conurbazione di Ivrea.
La questione è stata affrontata a suo tempo, ma adesso ascolteremo le parole dell'Assessore. Tuttavia, è, a nostro avviso, indicativa di quelle avvisaglie che andremo ad affrontare nei prossimi giorni, quindi ci consente anche di fare (ed è questo che chiedo in aggiunta all'Assessore) il punto sia sulla questione specifica sia su qualche anticipazione rispetto alle considerazioni e agli approfondimenti che faremo in Commissione trasporti mercoledì mattina. È, infatti, evidente che la questione s'inserisce in piena sintonia nel punto relativo, con la riapertura delle scuole, alla gestione del trasporto pubblico, che andrà affrontata con grande determinazione e puntualità per evitare quei disagi che le associazioni sindacali evidenziavano già durante la fase estiva (la fase post-COVID, post-prima emergenza).
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Alberto Avetta per l'illustrazione.
Per conto della Giunta, si è reso disponibile alla risposta l'Assessore Marco Gabusi.
Prego Assessore, ne ha la facoltà per cinque minuti.



GABUSI Marco, Assessore ai trasporti

Buongiorno a tutti; grazie, Consigliere.
Come bene ha illustrato, i tempi del trasporto pubblico si evolvono quotidianamente e ormai non seguono più i tempi delle nostre interrogazioni.
Le domande, gli aumenti e le riduzioni dell'offerta sono stati, durante l'emergenza, durante la fase più cruciale dell'emergenza, in riduzione mentre oggi, seguendo naturalmente i flussi della vita quotidiana che avranno un'impennata il 14 settembre, sono costantemente in aumento.
Eviterei di spiegare al Consigliere Avetta tutta la parte che mi è stata preparata nella risposta riguardante i contratti della conurbazione di Ivrea, che il collega conosce meglio di me. Dal 2017, l'Agenzia gestisce la conurbazione di Ivrea per un totale di circa 2 milioni e 100 mila euro di cui un milione e 900 mila a carico dell'Agenzia e 200 mila a carico del Comune di Ivrea. L'offerta è stata rimodulata, come in tutto il Piemonte scendendo fino al 20% nella fase dell'emergenza, ripartendo, dal 4 maggio al 50 e arrivando oggi a un 90% dei servizi su scala piemontese.
Gli ultimi dati, purtroppo, confermano che l'attività non è ancora ripresa a pieno regime, ma è anche corretto che sia così rispetto al fatto che non c'era la scuola, c'è tanto smart working e c'è un po' di timore dovuto a tutte le statistiche, i sondaggi e le previsioni anche relativamente al 2021 e in parte al 2022 in tema di trasporto pubblico e di altri momenti di socialità del nostro Paese. Pertanto, correttamente l'offerta non è ancora ripresa al 100%, perché evidentemente abbiamo molti meno utenti del servizio pubblico.
Dopodiché, ho colto con favore e ho anche partecipato a un incontro riguardante il tema della conurbazione di Ivrea e l'opportunità di svolgere in quel territorio un approfondimento legato non solo ai servizi, ma anche al materiale rotabile con cui si svolgono quei servizi, particolarmente vetusto per tutta una serie di contingenze e motivi. Ne ero a conoscenza ma posso dire anche nel dettaglio quanto è stato fatto quest'estate dall'Agenzia della mobilità nella persona della sua Presidente, Licia Nigrogno, quando ha incontrato il Comune, l'Agenzia e i sindacati per provare a concordare un metodo di ripartenza. Credo che quello sia il Tavolo auspicato e richiesto nell'interrogazione, che è già presente e opera sul territorio.
Noi vogliamo tornare ai servizi pieni, vogliamo tornare al 100% dei servizi. Naturalmente, dobbiamo farlo, e sarà un po' il filo comune della giornata di oggi, ma anche delle mie dichiarazioni dei giorni scorsi, nel rispetto del conto economico e di un trasporto pubblico che sia certamente capillare, ma anche economicamente sostenibile.
Ci siamo resi conto in questa fase, ma anche nella fase immediatamente successiva all'emergenza, che purtroppo, per tanti motivi che ho elencato prima, ci sono corse che viaggiano sostanzialmente vuote. Non possiamo permetterci assolutamente questo tipo di investimento in un momento in cui è vero che le norme sono variegate, è vero che il Governo sta probabilmente assumendo decisioni e valutazioni che ad oggi non è dato sapere quali siano, anche in tema di Recovery plan e Recovery fund, ma oggi abbiamo il grosso tema, che è affrontato certamente anche su Ivrea, del trasporto scolastico.
Noi non soltanto diciamo che l'obiettivo è di tornare al 100% dei servizi su gomma, ma abbiamo anche detto alle Agenzie di trasporto a GTT in particolare, e a tutte quelle piemontesi, che dal 14 settembre ci aspettiamo che tutte le linee in difficoltà vengano rinforzate che, grazie all'intesa con il Governo e ai 200 milioni messi a disposizione di tutte le Regioni italiane, siamo in grado di coprire quei servizi aggiuntivi che le aziende, da martedì scorso, da quando sono uscite le nuove linee guida stanno pianificando per evitare o limitare i disagi che ci potrebbero essere dal 14 settembre. Questo riguarda conurbazione di Ivrea, ma riguarda anche tutto il Piemonte.
Per questo motivo credo che la situazione all'Assessorato e all'Agenzia sia molto presente come una delle più importanti da seguire sul territorio piemontese, devo anche dire, però, onestamente, che è una di quelle anche già maggiormente attenzionate e lo dimostra la presenza in almeno due o tre riunioni della Presidente dell'Agenzia, che ha cercato anche di recuperare alcuni passi falsi, che spesso capitano nella fretta di organizzare i servizi, che c'erano stati nel corso dell'estate.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Gabusi per la risposta.
La parola al Consigliere Avetta, per la replica.



AVETTA Alberto

Grazie, Presidente.
Vorrei ringraziare l'Assessore per la puntuale illustrazione e anche per la sua disponibilità rispetto al confronto con i territori, in questo caso, con alcuni soggetti e portatori d'interesse della conurbazione d'Ivrea.
Ricordo all'Assessore che oggi trattiamo il tema dell'emergenza, per per quell'area c'è un progetto, proposto dagli stessi sindacati confederali che hanno sollevato la questione sui trasporti, che l'Assessore conosce bene perché lo segue insieme all'Assessore Marnati, di elettrificazione completa per l'utilizzo di mezzi a emissione bassissima o emissione zero: di fatto, utilizzo di mezzi elettrici. Anche su questo aspetto, sollecito l'Assessore affinché, nell'affrontare l'emergenza, non dimentichi la prospettiva e le azioni di carattere strategico; credo che quella sia una conurbazione - lo ribadiamo, ma l'Assessore conosce bene la vicenda - che si presterebbe bene a una sperimentazione molto interessante.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Avetta.


Argomento: Parchi e riserve

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 317 presentata da Rossi, inerente a "Riqualificazione dell'area Casone-Montelame nel Parco del Ticino"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 317.
Ricordo che per le interrogazioni indifferibili e urgenti è prevista l'illustrazione da parte dell'interrogante per 2 minuti e la risposta dell'Assessore per 3 minuti; non è prevista replica.
La parola al Consigliere Rossi, per l'illustrazione.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Avendo soltanto due minuti cerco di illustrarla celermente.
L'interrogazione riguarda Casone-Montelame situato nel Parco del Ticino, si tratta di un'area acquisita nel 2002 dall'Ente Parco del Ticino e del Lago Maggiore che ha partecipato a un'asta giudiziaria. È un vasto territorio di circa 220 ettari, di cui 160 a bosco e il resto a prati permanenti, aree di pertinenza più 3 corpi di fabbrica. Il Casone-Montelame è un ambiente di alto pregio naturalistico, costituito da riserve naturali speciali, area di conservazione agricola, boschi, rogge e brughiere il tutto confinato in un'ansa del fiume Ticino.
A seguito dell'acquisizione l'Ente ha lavorato per le opportune forme di gestione di utilizzo dell'area e il Consiglio direttivo aveva individuato un progetto di partenariato pubblico-privato, che però non è andato a buon fine. Questo ha reso evidente ancora la necessità di riqualificazione; si era identificata una possibile destinazione come centro di salvaguardia e valorizzazione delle razze autoctone italiane a rischio estinzione: sarebbe l'unico Centro in Italia.
In data 10 maggio 2017, il Consiglio d'Amministrazione dell'Ente deliberò l'approvazione degli indirizzi per la definizione di un progetto di utilizzo dell'area con la finalità di conservazione e miglioramento della biodiversità in agricoltura (razze d'interesse zootecnico). Il Progetto, già sottoposto a verifica di sostenibilità, prevede di utilizzare strutture e terreni della tenuta Cascina Montelame di proprietà dell'Ente Parco, per realizzare un centro riconosciuto a livello nazionale e internazionale. Oltre alla salvaguardia delle razze più rare nel Centro potranno essere realizzate attività di studio e ricerca mediante convenzione collaborazioni con l'Università.
Il Centro potrà anche aderire alla rete europea di SAVE Foundation di aziende pubbliche e private per la salvaguardia delle razze e varietà autoctone. Rilevato che l'Italia non ha attualmente un sito destinato a questo scopo, nonostante le raccomandazioni di UE e FAO e anche le "Linee Guida per la Conservazione della Biodiversità in Agricoltura", sottolineato che il centro sarebbe il primo esempio in Italia di questo tipo interroghiamo la Giunta per sapere se la Regione intenda confermare il proprio interesse alla riqualificazione dell'area del Casone Montelame indicando tempi e azioni necessarie alla realizzazione progetto; se la Regione Piemonte intende favorire l'iter per la realizzazione di un centro di salvaguardia e valorizzazione delle razze autoctone italiana a rischio istituzione, primo in Italia e quali tempi sono previsti per il recupero e il riutilizzo del Casone Montelame.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rossi.
La parola al Vicepresidente Fabio Carosso.



CAROSSO Fabio, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Vorrei dire al collega Rossi che ha presentato una interrogazione molto importante e interessante, anzi sarà oggetto di spunto per capire quante strutture di questo tipo abbiamo all'interno dei nostri parchi; siamo ricchi di grandi potenzialità e, quindi, la ringrazio. Questa sua interrogazione mi serve per andare a vedere altre situazioni, per monitorarle, perché abbiamo necessità di capire cosa fare di queste strutture che la Regione ha un po' sparse in tutto il suo territorio.
In merito all'interrogazione, sono state acquisite le necessarie formazioni dall'Ente di gestione delle aree naturali protette il Ticino e del Lago Maggiore, competente per territorio.
In riferimento ai contenuti nella nota pervenuta al citato Ente che, come sapete, è insediato da poco e quindi ha iniziato a prendere coscienza e conoscenza di tutte le problematiche del suo territorio solo in questi mesi. Tuttavia, rifacendo la storia di questa situazione, con deliberazione del Consiglio del 2017 sono stati approvati gli indirizzi per l'utilizzo dell'area Casone-Montelame, con finalità di conservazione e miglioramento della biodiversità in agricoltura; è stabilito di verificare la proposta di utilizzare l'aria di Casone-Montelame per la realizzazione di un centro per la salvaguardia e la valorizzazione delle razze autoctone italiane a rischio di estinzione; nonché, di verificare l'individuazione di un soggetto gestore e di una serie di attività a sostegno del progetto.
Con deliberazione dirigenziale del 2018 è stato affidato lo studio di fattibilità per la realizzazione del Centro razze; studio approvato con deliberazione del maggio 2019 con cui, inoltre, il Consiglio Direttivo dell'Ente ha fornito le indicazioni per dare avvio all'attività collegata al maneggio di cavalli, da realizzare quale primo step del progetto complessivo ed è stato stabilito di procedere con l'avviso di ricerca del potenziale gestore.
Con successiva deliberazione del 2019 è stata avviata la procedura di ricerca di un potenziale gestore, o gestore e partner, di attività di allevamento presso la cascina Casone-Montelame; una procedura conclusasi in data 29/5/2019, con una sola manifestazione di interesse.
Con successiva deliberazione del Consiglio del 13 giugno 2019, il Consiglio approva gli indirizzi per la gestione della tenuta Montelame.
Allo stato attuale, non è stata conclusa la procedura di affidamento dell'operatore economico che ne ha manifestato l'interesse.
Con successiva deliberazione del 6 settembre 2019 è stata assunta una determina a contrarre, per l'esecuzione di interventi di manutenzione e sistemazione di alcuni locali, anche nell'ipotesi di realizzare il Centro razze in parola. Si è proceduto all'esecuzione di lavori di manutenzione delle strutture mediante lavori sulle coperture. Sono stati ultimati nel gennaio 2020, e collaudati a maggio 2020, per un importo di 225 mila euro.
Tutto ciò premesso, l'Ente di gestione delle aree protette Ticino-Lago Maggiore ha comunicato che sono in corso approfondite valutazioni circa il permanere dell'opportunità di procedere con l'attuazione dello specifico progetto di realizzazione del succitato Centro ed è stato inoltre segnalato, in tempi recenti, che sono state proposte allo stesso Ente anche con il sostegno del Comune di Pombia, alcune iniziative volte alla valorizzazione del comprensorio. Pertanto, l'Ente in parola ritiene doveroso dedicare la necessaria attenzione anche a eventuali soluzioni alternative, al fine di individuare l'utilizzo migliore per un importante complesso territoriale immobiliare, non dimenticando il vincolo di adeguare l'azione amministrativa alle finalità delle aree protette, individuate dall'articolo 7 della legge regionale 29/6/2009 n. 19.
In linea generale, in merito al quesito posto - se la Regione Piemonte intende favorire l'iter per la realizzazione di un centro di salvaguardia e valorizzazione delle razze autoctone italiane a rischio estinzione, il primo in Italia - la Direzione Agricoltura ha comunicato quanto segue: il proposto Centro di salvaguardia e valorizzazione delle razze autoctone italiane a rischio di estinzione potrebbe essere un Centro di conservazione, ex sito, ma avendo una valenza nazionale dovrebbe essere sostenuto nell'ambito delle risorse finanziarie della legge 194/2015.
Attualmente, la Regione, pur avendo una base normativa specifica, non dispone di risorse finanziarie proprie dedicate al sostegno di questa iniziativa.
In anni recenti, l'attività di caratterizzazione e conservazione delle varietà vegetali autoctone sono state finanziate con fondi comunitari e con l'operazione 10.2 del PSR 14/2020. Analogamente, si sono sostenute iniziative di caratterizzazione e conservazione di varietà autoctone sia agricole sia orticole, nonché la razza cunicola grigia di Carmagnola mediante specifiche risorse assegnate alla Regione, sul fondo per la tutela delle biodiversità di interesse agricolo alimentare della legge 194/2015.
Fatta salva la positiva volontà dell'Ente di gestione delle aree naturali protette del Ticino e del lago Maggiore nel procedere con iniziative in parola, la Direzione Agricoltura verificherà, in sede ministeriale, la possibilità di avvalersi delle risorse della legge 194/2015, per avviare e sostenere il proposto Centro di salvaguardia e valorizzazione delle razze autoctone italiane a rischio estinzione.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Vicepresidente Carosso per la risposta.
Visto che non c'è l'obbligo di stare in Aula, se non per l'interrogante e per colui che dà la risposta, chiedo a tutti coloro che non sono interessati di uscire dall'Aula, perché il brusìo non permette di sentire le risposte.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 304 presentata da Valle, inerente a "Concessione contributi per la realizzazione di lavori inerenti a strade, cimiteri, Municipi e illuminazione pubblica, ai sensi della legge regionale 18/84"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 304.
La parola al Consigliere Valle per l'illustrazione.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Comincio con il rilevare - lo dico a lei, ma alla presenza del Vicepresidente e l'Assessore per i rapporti con il Consiglio - che questa è un'interrogazione di giugno e, secondo il Regolamento, la risposta doveva arrivare entro quindici giorni. Alziamo tutti le braccia, però facciamo uno sforzo, perché mi riesce sempre più difficile intuire la differenza tra i diversi tipi di interrogazione, visto che in aula la risposta è "a caso" (mettiamola così). Ognuno risponde quando vuole e come vuole.
Sono due le questioni che mi interessa approfondire con questa interrogazione, in parte legata al bando sulla legge 18.
Approfitto per rilevare due questioni.
Primo, dalla graduatoria emersa dal bando è evidente come, al di là di tutti i criteri inseriti, il criterio della dimensione dei Comuni sia risultato essere, per il numero di punteggio attribuito, quello determinante, nella misura in cui praticamente tutti gli assegnatari risultano i titolari di dieci punti per i Comuni compresi tra i mille e i tremila abitanti.
Lo dico perché mi interesserebbe capire se in futuro abbiamo intenzione di ragionare meglio sui criteri con cui andiamo ad attribuire queste risorse e se abbiamo intenzione di mettere in competizione le Amministrazioni locali sulla qualità e sul livello di definizione dei progetti, non soltanto sulla dimensione del loro Comune. Diversamente competizione non si sviluppa.
Il secondo punto emerso in questa vicenda, che è stato anche oggetto di un mio accesso agli atti (su cui, peraltro, mi è arrivata solo parziale risposta fino adesso: e anche lì, sui tempi ci sarebbe da dire), è relativo al fatto che si attribuiva un punteggio prevalente a chi avesse un maggior livello di definizione nella progettazione, quindi chi aveva un progetto esecutivo e poi definitivo.
Molti Comuni (bastava una ricerca empirica su chi aveva pubblicato questi atti sul sito del Comune) si presentavano avendo la progettazione esecutiva, ma poi in realtà avevano delibere che impegnavano a realizzare in futuro la progettazione esecutiva o, comunque, altri artifizi di carattere amministrativo che non corrispondevano effettivamente a una progettazione esecutiva vera.
Allora, poiché abbiamo letto anche di polemiche sugli organi di stampa in questo senso, ci interessava sapere se alcune Amministrazioni avessero presentato ricorso al TAR avverso questa graduatoria.
Nell'interrogazione c'è anche una serie di domande rispetto al numero di progetti suddivisi per provincia, e di carattere informativo sull'andamento del bando.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Daniele Valle per l'illustrazione.
Per conto della Giunta si è reso disponibile alla risposta l'Assessore Marco Gabusi. Prego, Assessore, ne ha facoltà per tre minuti.
La parola all'Assessore Gabusi per la risposta.



GABUSI Marco, Assessore alle opere pubbliche

Grazie, Presidente.
In generale, sulla legge n. 18 credo ci sia stato un grosso sforzo da parte del Consiglio regionale e dell'Amministrazione per finanziare nuovamente la legge. Il mio impegno e il mio mandato è stato trovare, non solo a parole ma anche nei fatti, il modo per semplificare e velocizzare.
Naturalmente è un processo che tutti auspichiamo e che tutti esortiamo, ma nei fatti ha, evidentemente, sul piatto della bilancia dei più e dei meno.
Ipotizzare di semplificare e velocizzare, ma tenere in conto tutto e analizzare tutte le pratiche è praticamente impossibile ed è il motivo per cui, probabilmente, in buona parte dei casi, non si riesce a sburocratizzare.
Noi abbiamo fatto un bando che, come spesso capita, non è diverso dagli altri ed è stato pubblicato per quindici giorni. La differenza è che invece di impiegarci tre mesi nella definizione della graduatoria, ci abbiamo impiegato una settimana perché ci siamo posti il problema di fare domande semplici e, soprattutto, ci tengo a ribadirlo, di responsabilizzare i Comuni, i tecnici comunali e i pubblici ufficiali che nello svolgimento delle loro funzioni hanno sottoscritto, certificato e dichiarato un punteggio nel bando. Questo ci fa stare molto tranquilli perché c'è un'assunzione di responsabilità che non vuol dire che qualcuno abbia sbagliato (io immagino sbagliato, spero non barato. Chi l'ha fatto, se ne assume la responsabilità come in tutti gli atti pubblici e atti amministrativi).
Detto ciò noi, a posteriori, stiamo facendo una verifica che non ha inficiato i tempi del bando e non ha inficiato i tempi di esecuzione dei lavori che dovevano partire entro quattro mesi, quindi entro ottobre partiranno. Certo, non ci siamo lavati le mani rispetto ad una verifica che stiamo svolgendo e che svolgiamo.
Al momento non mi risulta, ma non escludo che ce ne saranno, ricorsi al TAR. Sui criteri mi sembra strano leggere una domanda rispetto ai Comuni piccoli, grandi e medi perché c'è un ordine del giorno approvato all'unanimità dal Consiglio che mi esortava, mi invitava - direi mi obbligava - a tenere in considerazione e a privilegiare i Comuni più piccoli. È da lì che si parte. Non da una volontà dell'Assessore Gabusi o dell'amministrazione regionale, ma da un ordine del giorno approvato quanto mi risulta all'unanimità, e che mi invitava a tenere in considerazione e a privilegiare i Comuni più piccoli.
Ci tengo a fornire invece, gli aspetti più numerici, non solo per rispetto dell'interrogante, ma per dovizia di particolari. I Comuni finanziati nella provincia di Alessandria sono 35 per un importo di 1.026,660 euro e 25 nella Sezione B per 1.224,000 euro. Asti ha 28 Comuni finanziati nella Sezione A per un importo di 818.000 euro e 21 nella Sezione B per 1.311,000 euro. Biella ha otto Comuni finanziati nella Sezione A per un importo di 398.000 euro e 10 nella sezione B per un importo di 587.000 euro. Cuneo ha 50 Comuni finanziati nella Sezione A per un importo di 2.092,000 e 23 nella Sezione B per un importo di 1.400,000 euro. Novara ha sei Comuni finanziati nella Sezione A per un importo di 251.500 euro e nove nella sezione B per 525.200 euro. Torino ha 17 Comuni finanziati nella Sezione A per un importo di 666.609 euro e 19 nella Sezione B per un importo di 959.604 euro, il VCO ha 10 Comuni finanziati dalla Sezione A per un importo di 334.600 euro e sette nella Sezione B per un importo di 392.318 euro. Vercelli ha 20 Comuni finanziati nella Sezione A per un importo di 872.000 euro e otto nella Sezione B per 320.000 euro.
L'unico Comune superiore a tre mila abitanti che ha ricevuto finanziamenti è nella Sezione B, perché non poteva stare nella Sezione A ed è il Comune di San Salvatore Monferrato che ha 4.212 abitanti.
I Comuni esclusi sono cinque: 1 in provincia di Biella, 1 in provincia di Novara, 1 nella provincia di Torino, 1 nella provincia del VCO e 1 nella provincia di Vercelli nella sezione A e sono 16 nella sezione B: 1 in provincia di Alessandria, 3 in provincia di Asti, 1 in provincia di Biella 1 in provincia di Cuneo, 1 in provincia Novara, 7 in provincia Torino, 1 nella provincia VCO e 1 in provincia di Vercelli.
Questi i numeri, gli altri criteri credo siano abbastanza semplici e abbastanza usati. Sono il criterio del cofinanziamento e il criterio del livello di progettazione e, a parità, il fatto che si sia deciso di scegliere, molto spesso applicato, si sia deciso di privilegiare l'importo richiesto più basso che ha l'obiettivo di finanziare il maggior numero di Comuni possibili, mi sembra che non sia la prima volta che venga utilizzato in Piemonte e in Italia nel corso degli anni. Sono i criteri più abituali e forse i più semplici da valutare.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Marco Gabusi per la risposta.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici - Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 315 presentata da Frediani, inerente a "Verifica del rispetto delle prescrizioni regionali della delibera CIPE n. 19-2015 NLTL"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 315.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione. Ne ha facoltà per due minuti.
FREDIANI Francesca (fuori microfono) Risponde l'Assessore Marnati?



PRESIDENTE

Ho letto l'elenco di chi interroga e chi risponde, magari non ha seguito.



FREDIANI Francesca

Nelle premesse dell'interrogazione facciamo un rapido riassunto dei documenti, per incorniciare meglio la questione. Partiamo dal parere 2647 del 16 febbraio 2018 della Commissione tecnica di verifica dell'impatto ambientale, in merito al progetto di variante, in ottemperanza alla prescrizione 235 della delibera CIPE 19/2015. Parliamo ovviamente della nuova linea Torino-Lione.
A pagina 113 del documento la Commissione tecnica sottolinea che "le prescrizioni della delibera CIPE 19/2015, dalla n. 71 alla n. 233, non sono state valutate all'interno del presente parere, in quanto non di competenza del Ministero dell'Ambiente". Le prescrizioni imposte dalla Regione Piemonte vanno dalla 71 alla 184 dell'allegato 1 della delibera n. 19 inerente l'approvazione del progetto definitivo. Le stesse prescrizioni della Regione Piemonte derivano da quelle espresse nella DGR del 29 settembre 2014, n. 12358, in cui il parere positivo di compatibilità ambientale era condizionato all'attuazione di tutti gli approfondimenti e le prescrizioni dettagliati in premessa.
C'è poi la deliberazione del 2 febbraio 2018, n. 176445, che è l'espressione di competenza regionale ai fini della pronuncia di compatibilità ambientale di competenza statale e della positiva intesa sulla localizzazione sul progetto di variante. Dice che "non è contenuta alcuna dettagliata verifica di ottemperanza delle prescrizioni regionali ovvero dalla 74 alla 184 contenute nella delibera 19/2015". Il ruolo dell'autorità competente non può intendersi esaurito semplicemente con l'emanazione dell'atto finale di compatibilità e delle eventuali prescrizioni, ma deve necessariamente intendersi esteso anche alla successiva fase, inerente la verifica di ottemperanza delle prescrizioni che vengono impartite.
Nei provvedimenti sottoposti alle procedure di VIA, la presenza delle prescrizioni nell'atto autorizzativo finale risulta determinante nell'assicurare la compatibilità ambientale dell'opera. Quindi, si tratta ovviamente di aspetti importantissimi per l'esecuzione dell'opera e per l'impatto sul territorio. Non abbiamo trovato, però, nessun documento regionale che contenga la verifica di ottemperanza alle prescrizioni dalla 71 alla 184, quindi quelle che sarebbero proprio di competenza regionale.
Si evince come la Regione avrebbe dovuto eseguire tale verifica di ottemperanza, almeno per quello che riguarda la competenza regionale.
Per cui questa interrogazione, che faticosamente vado a concludere nel rumore generale dell'Aula e con la fatica.



PRESIDENTE

Consigliera, le chiedo scusa. Proceda.



FREDIANI Francesca

Sì, io procedo, ma è faticoso, tra la mascherina e il non riuscire a sentire nemmeno la mia voce.
Quindi, l'interrogazione è rivolta a sapere con certezza se sia la Regione Piemonte l'autorità competente alla verifica del rispetto delle prescrizioni dalla 71 alla 184 e, in caso di risposta affermativa, in quale documento sia contenuta questa dettagliata verifica delle prescrizioni in oggetto. Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Frediani per l'illustrazione, pur con tante difficoltà.
Per conto della Giunta si è reso disponibile alla risposta l'Assessore Gabusi, che ha facoltà di intervenire per 3 minuti.



GABUSI Marco, Assessore alle opere pubbliche

Grazie. Dopo aver registrato la delusione della Consigliera Frediani per la mancata risposta dell'Assessore Marnati, provo a rispondere a questa interrogazione, che è stata complicata nella comunicazione, ma non banale nel chiarimento che cercherò di dare. La Consigliera Frediani dice una cosa corretta: dalla 71 alla 184 sono prescrizioni che ha richiesto la Regione Piemonte nel procedimento, quindi non so se il termine corretto sia "di competenza". Forse la competenza è fuorviante rispetto alla seconda parte del ragionamento che stiamo facendo. Sono prescrizioni che la Regione Piemonte ha chiesto di inserire nel procedimento autorizzativo, quindi certamente sono quelle che ha voluto fortemente la Regione Piemonte.
In punta di diritto, ma comunque in un procedimento che ha una serie di aspetti anche giuridici importanti, quelle prescrizioni sono esattamente come le altre, cioè sono in capo al MATTM, e il MATTM - che evidentemente potrebbe o dovrebbe attivare la Regione se volesse avvalersene, ed avrebbe anche un suo senso logico avendole richieste - non ha mai fatto questo passaggio. Quindi, sostanzialmente alla domanda che pone la Consigliera Frediani, cioè se è la Regione titolare della verifica di quelle prescrizioni, devo rispondere no. La Regione è quella che ha richiesto quelle prescrizioni, ma nel procedimento della Commissione tecnica nazionale, pur avendo un ruolo, non è lei che è stata delegata dal Ministero dell'Ambiente alla verifica.
Però, conclusa la parte di diritto che era giusto enunciare, che è quella che fa fede e che bene ha citato la Consigliera perché è quella su cui dobbiamo basarci considerato che non siamo né al bar né in un consesso di una Pro loco ma siamo in un Ente istituzionale, noi evidentemente avendo un ruolo in quel procedimento sia come Direzione Ambiente sia come Direzione Opere Pubbliche e per senso di responsabilità abbiamo verificato e continuiamo a verificare quelle prescrizioni. Naturalmente la domanda è: siamo noi? No. Quindi, non c'è, di fatto, un documento che elenca il rispetto di quelle prescrizioni, perché sarebbe un documento impugnabile senza avere uno scopo.
Quello che è sempre stato fatto, ad oggi, dagli Uffici sostanzialmente è la verifica di quelle prescrizioni e, all'interno di quel consesso e della Commissione Tecnica nazionale, l'esplicitazione, nel caso ve ne fossero, di non rispetto di quelle prescrizioni.
Al momento, la Commissione tecnica nazionale da qualche mese a questa parte ha cambiato i suoi componenti, quindi c'è anche una difficoltà non di rapporti, ma comprendete bene che fra COVID e l'estate non si è ripartiti ma oggi la situazione è questa. Per cui, da un lato, c'è il fatto che la Regione ha svolto bene il suo compito sia prima, mettendo delle prescrizioni, sia adesso e lo sta facendo all'interno dell'alveo che è quello della Commissione tecnica nazionale, ma di certo non è lei che era stata incaricata e né ha il diritto di controllare e fare ottemperare le prescrizioni.
Spero di essere stato chiaro, seppur l'argomento non è semplicissimo.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Gabusi per la risposta.


Argomento: Contributi alle attività produttive

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 357 presentata da Sacco, inerente a "Problemi di accesso al microcredito della Regione Piemonte"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 357.
La parola al Consigliere Sacco per l'illustrazione.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Ho voluto sottoporre al Consiglio quest'interrogazione riguardante i problemi di accesso al microcredito in Piemonte.
Ricordo che all'articolo 33 della legge regionale 30/2009 viene istituito il Fondo di garanzia per l'accesso al credito a favore dell'imprenditoria femminile e giovanile e il Fondo di garanzia per il microcredito. In questi anni, sono stati versati diversi fondi su tale capitolo ed è stato istituito un ulteriore capitolo di entrata, il capitolo 29810, denominato "Trasferimento di fondi da parte del Gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle per la partecipazione al fondo di garanzia per il microcredito". Nella passata consiliatura, i miei colleghi hanno versato quasi mezzo milione di euro; soldi che avrebbero potuto tenere magari per acquistare un appartamento e, invece, hanno deciso di devolvere per le persone più in difficoltà che vogliono affacciarsi al mondo imprenditoriale.
Al di là del contenuto dell'interrogazione, che spiega nel dettaglio i vari passaggi, voglio sottolineare alcuni aspetti. Questa misura era partita molto bene, aveva dato accesso al credito a tantissime persone stiamo parlando di persone che non sono bancabili, quindi una banca non avrebbe mai dato loro dei soldi per iniziare la propria impresa. La sopravvivenza media delle imprese, passati i tre anni, quando si pu iniziare a vedere se un'impresa cammina da sola, è del 75%, quindi di imprese che continuano a produrre reddito e ricchezza in Piemonte. La maggior parte è riuscita a restituire quanto era stato concesso dalla banca senza intaccare il fondo del microcredito.
È, però, stato sempre più difficile accedere al microcredito e questo l'ho potuto verificare seguendo alcune persone che hanno cercato di accedervi negli anni passati, fino ad arrivare a un fermo di questa misura.
Ci sono più di tre milioni di euro bloccati su questo fondo, che, con il coefficiente di moltiplicazione (mi pare fosse pari a tre) garantito dai protocolli siglati con le banche che garantiscono l'accesso alla misura consentiva un'erogazione di fondi vicina ai 10 milioni di euro. Si tratta di un gravissimo danno per il tessuto produttivo della nostra regione soprattutto per quel principio di solidarietà che cerca di dare alle persone non abbienti la possibilità di camminare con le proprie gambe.
In data 18 settembre 2019 (mi viene in mente il Consigliere Valle che parlava della sua interrogazione inevasa da giugno; beh, io posso dire che è un anno che aspetto) avevo chiesto espressamente in III Commissione un'informativa da parte dell'Assessore competente sullo stato dell'arte del fondo, delle erogazioni effettuate e delle eventuali problematiche sorte nelle diverse fasi della procedura, ma non ho ancora ottenuto alcun riscontro.
Per questo motivo, oggi porto la questione in Consiglio regionale.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Sean Sacco per l'illustrazione.
Per conto della Giunta, si è reso disponibile alla risposta l'Assessore Marco Gabusi.
Prego, Assessore, ne ha la facoltà per tre minuti.



GABUSI Marco, Assessore regionale

Grazie, cercherò di leggere senza fare grossi errori.
Il Fondo regionale di garanzia per il microcredito si è attivato nel 2009, ancor prima che il microcredito fosse attivato come strumento statale di aiuto a favore di soggetti non bancabili che volessero autoimpiegarsi in una microimpresa o in un'attività professionale. Quindi, si può dire che la Regione Piemonte ha creduto in questo strumento in tempi non sospetti, per permettere ad imprese formate da soggetti non bancabili di accedere al credito.
Nel 2009, il microcredito è stato concepito come uno strumento che si basava su due step. Il primo: un accompagnamento all'attivazione dell'impresa e dell'attività professionale tramite volontari di enti no profit (il costo dei loro servizi era a carico di fondazioni bancarie) e associazioni datoriali (il costo dei loro servizi era a carico degli utenti). Il secondo step: la costituzione dell'impresa, che veniva aiutata ad accedere al fondo regionale di garanzia per ottenere un finanziamento massimo di 25 mila euro, garantito nella misura dell'80% dal fondo regionale.
Sul Fondo regionale di garanzia per il microcredito si sono rilevate criticità di promozione e gestione che hanno portato ad un quasi azzeramento delle domande nell'anno 2018 e a molte difficoltà con le imprese e i titolari di partita IVA. Molte imprese non hanno rendicontato le spese finanziate, non hanno più voluto rapportarsi con gli enti no profit e molti soggetti beneficiari hanno sospeso la restituzione dei ratei. Qualcuno non ha restituito neanche una rata.
Infine, l'avvio delle attività del programma MIP (Mettersi In Proprio) dell'anno 2016 è stato la causa principale della crisi del Fondo regionale per il microcredito, per le seguenti cause: i servizi di accompagnamento propedeutici alla costituzione delle imprese offerte dal programma MIP erano e sono di migliore qualità per i tutor e i consulenti specialistici coinvolti; il lavoro è svolto a tempo pieno, non a titolo di volontariato come degli enti no profit del microcredito e questo ha fatto la differenza per l'impegno profuso, per la qualità e la solidità delle imprese attivate la presenza capillare dei 192 sportelli e dei 442 tutor (nel microcredito era ed è coinvolta soprattutto la professionalità di una sola signora della Fondazione Don Mario Operti e di due sole associazioni datoriali: Confcommercio, tramite Ascom, con maggior coinvolgimento, e CNA Piemonte).
Sul coinvolgimento delle associazioni datoriali c'è stata molta resistenza da parte degli utenti del microcredito, che hanno considerato il loro intervento molto costoso, come servizio, rispetto ad altri consulenti (nel programma MIP, i servizi sono gratuiti per gli utenti) e gli utenti che si rivolgevano al microcredito erano soprattutto persone con alle spalle gravi problemi di liquidità o situazioni di vulnerabilità. Molti di loro credevano che, aiutandoli ad aprire un'attività, quest'ultima potesse risolvere i loro problemi di pura sopravvivenza e di liquidità, ma questo non era possibile in quanto prima che un'impresa remuneri in modo adeguato un imprenditore deve trascorrere almeno un anno.
Infine, la gestione del Fondo regionale per il microcredito è stata influenzata negativamente anche dall'emanazione del decreto del MEF del 17 ottobre 2014, che ha disciplinato il microcredito a norma del comma 5 del predetto articolo 111 del Testo unico bancario. L'articolo 3 del predetto decreto prevede i servizi di assistenza e monitoraggio regolati con apposite convenzioni tra le banche ed i soggetti erogatori dei predetti servizi; soggetti individuati dalle banche in un apposito elenco.
La Regione Piemonte e Finpiemonte sono stati informati che i servizi di assistenza forniti nell'ambito del fondo regionale non erano in linea con quelli previsti dal citato articolo 3, quindi non erano più propensi a finanziare le imprese e i lavoratori autonomi.
Per le ragioni sopra esposte, lo strumento del Fondo regionale di garanzia per il microcredito è stato temporaneamente sospeso nell'aprile 2019, tenuto conto che si volevano raccordare in modo adeguato le misure di politiche attive del lavoro a sostegno della creazione d'impresa del lavoro autonomo (MIP) con il Fondo di garanzia per il microcredito, per rendere lo strumento più efficace.
L'emergenza COVID e la crisi di molte microimprese e di lavoratori autonomi per la chiusura delle attività hanno creato l'impossibilità per alcuni imprenditori e lavoratori autonomi di accedere ai fondi messi a disposizione dal Governo, per le loro difficoltà a esibire un merito creditizio alle banche, hanno spinto la Giunta regionale ad attivare lo strumento del microcredito, destinandolo a microimprese già esistenti e attive da meno di cinque anni, in forma giuridica di Società di persone e Società cooperative e di produzione di lavoro, incluse le Società Cooperative sociali, le Società a responsabilità limitata e semplificata ditte individuali, titolari di partita IVA, soggetti resi non bancabili dall'attuale situazione emergenziale che non hanno la possibilità di fornire alle istituzioni bancarie una garanzia reale, né una valida garanzia personale da parte di terzi per lo sviluppo e il rafforzamento dell'attività imprenditoriale e di lavoro autonomo.
Il limite massimo di finanziamento è sempre pari a 25 mila euro e il limite minimo è di 3.000 euro e sarà garantito all'80% dal Fondo di garanzia predetto a costo zero. Il fondo opera come una garanzia sostitutiva, per cui gli Istituti di credito non propano richiedere ulteriori garanzie al soggetto beneficiario. Il finanziamento dev'essere impostato a rate mensili all'istituto di credito nel termine massimo di 48 mesi, di cui 3 di preammortamento, per i finanziamenti d'importo inferiore o pari a 10 mila euro e nel termine massimo di 72 mesi, di cui 6 di preammortamento, per i finanziamenti d'importo superiore e comunque entro il limite di 25 mila euro. Il fondo attualmente ha una dotazione pari a 3.200.000 euro, con un moltiplicatore di garanzie pari a 3, cioè 3.200.000 garantiscono 9.600.000, quindi le risorse destinate al Fondo dal Movimento Cinque Stelle sono comprese nelle attuali risorse; non sono andate perse e saranno rimesse a disposizione dei soggetti sopra citati.
L'Ufficio regionale preposto e Finpiemonte stanno predisponendo il bando e l'allegato tecnico per rilevare la non bancabilità dei soggetti richiedenti la modulistica e, quindi, al più presto le domande saranno attivate, tenendo conto che Finpiemonte e CSI sono già attualmente coinvolti nell'attivare molte misure del Riparti Piemonte. Comunque, il bando del microcredito sta per raggiungere il traguardo dell'attivazione dopo aver valutato tutti gli ultimi Decreti convertiti in legge che hanno già costretto Finpiemonte a sospendere i bandi attivati per adeguarsi alla normativa statale.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Gabusi, per la risposta.


Argomento: Beni ambientali - tutela del paesaggio (poteri cautelari, vincoli - Valutazione impatto ambientale

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 358 presentata da Rossi, inerente a "Procedure di VIA del Polo logistico sito nel Comune di Trecate"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 358.
La parola al Consigliere Rossi, per l'illustrazione.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Sul territorio del Comune di Trecate, lungo la Strada Provinciale SP11 si è insediato un Polo logistico che prevede uno stabilimento di 62.285 metri quadrati, di cui 60.000 di depositi e 2.000 circa di uffici collocati in un'area di circa 150 mila metri quadrati; l'insediamento è reso possibile da una Variante parziale al Piano Regolatore votata dal Consiglio comunale il 23 febbraio 2016. La stessa Variante al Piano Regolatore amplia fino a 160 mila metri quadri la superficie utile realizzabile per l'area in oggetto.
Il cantiere per la realizzazione si è sostanzialmente concluso e nello scorso mese di marzo è iniziata l'attività nel primo, Gruppo Kering proprietario di diverse griffe, mentre per il secondo bisognerà aspettare il 2021. Il progetto iniziale della società Logistic prevedeva anche la realizzazione di un terzo edificio, che però dovrà essere realizzato nel Comune di Novara.
Qual è il problema per il quale arriviamo all'interrogazione Presidente? Nella procedura di VIA istruita dalla Provincia di Novara, si evidenzia che all'interno della sintesi non tecnica dello studio d'impatto ambientale, la Società proponente, al fine di consentire all'Amministrazione comunale di mitigare l'impatto che il progetto avrà sul territorio comunale, ha provveduto a erogare nei confronti del Comune il versamento della somma di 600.000 euro; nel medesimo documento, la suddetta cifra viene indicata come "elemento che contribuisce a mitigare l'impatto ambientale" rendendolo da "significativo" a "lieve", nello specifico si pu leggere nel documento: "Riconoscendo l'entità delle compensazioni di carattere economico già corrisposte dalla società proponente si ritiene che il giudizio complessivo dell'interferenza relativo alla realizzazione dell'opera sulla matrice 'Ambiente idrico' possa spostarsi da una scala di rilevanza significativa a una scala di rilevanza lieve". E più avanti si può ancora leggere che, sempre per lo stesso motivo, "Si ritiene che il giudizio complessivo dell'interferenza relativo alla realizzazione dell'opera sulla matrice 'paesaggio flora e fauna'." - quindi, prima era relativo all'ambiente idrico ora al paesaggio flora e fauna - ".possa confermarsi su una scala di rilevanza positiva".
Considerato che quota parte della citata somma corrisposta dal costruttore al Comune sarebbe riconducibile a oneri di urbanizzazione (realizzazione di pista ciclabile, aree verdi, eccetera) ritenuto che sia pericoloso, Presidente, andare a quantificare e a mitigare gli impatti ambientali attraverso erogazione di somme economiche - si rischia di creare un precedente -dal nostro punto di vista è importante perché vuol dire che faccio meno opere di mitigazione, perché ti pago dei soldi, per dirla in soldoni; dicevo, ritenuto questo, s'interroga l'Assessore regionale competente per sapere se, trattandosi di una procedura in corso, tali oneri possano essere finalizzati a una compensazione sull'impatto ambientale che il Polo logistico potrà avere nel tempo, perché non sono ancora valutabili in termini economici e se per una situazione di questo genere sono previste delle sanzioni.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rossi.
La parola all'Assessore Marnati.



MARNATI Matteo, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Il procedimento di Variante parziale non prevede il coinvolgimento di questo Ente, ma soltanto della Provincia, in questo caso, di Novara; i termini per eventuali impugnazioni da parte della Regione sono ampiamente scaduti.
È attualmente in corso un procedimento di VIA di competenza provinciale, che vede coinvolte, ciascuna per la propria materia, Regione Piemonte, Provincia di Novara e Comune di Trecate per valutare l'impatto ambientale derivanti dai pozzi geotermici, dall'impianto dei pannelli solari, dall'espansione urbana e dai parcheggi a uso pubblico, già in precedenza dichiarati dal Comune "sotto soglia".
Si fa presente che il procedimento di VIA è stato appena avviato con la pubblicazione da parte del proponente degli atti previsti e che l'istruttoria vera e propria dev'essere ancora svolta dagli Uffici regionali, per la parte di propria competenza, nell'ambito del procedimento provinciale.
La Regione parteciperà al procedimento con riferimento alla categoria progettuale (allegato 4, parte 2) del Decreto legislativo n. 152 del 2006 (punto 7, lettera a) per essere precisi, Progetti di sviluppo di zone industriali e produttive con una superficie interessata superiore ai 40 ettari. Il nucleo centrale dell'organo tecnico regionale ha individuato nella Direzione Ambiente energia e territorio, Settore pianificazione urbanistica area Nord-Est, la struttura competente per l'espressione del parere regionale.
Nel citato parere verranno convogliati contributi pervenuti dalle varie Direzioni regionali coinvolte, in ordine tecnico, nonché da ARPA Piemonte sui vari temi ambientali interferiti dalle opere in progetto anche in termini di mitigazione e compensazioni ambientali.
Il parere regionale verrà poi trasmesso alla Provincia di Novara autorità competente per l'intero procedimento di VIA, che lo utilizzerà per la definizione del provvedimento unico, di cui all'articolo 27 bis del decreto legislativo n. 152 del 2006.
Infine, eventuali sanzioni, ex articolo 28 del decreto legislativo 152/2006, potranno essere irrogate solo in caso di inottemperanza alle prescrizioni che gli Enti predisporranno a mitigazione dell'impatto ambientale.
Gliela giro via e-mail.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Marnati per la risposta.


Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 209 presentata da Avetta, inerente a "Modifica dello Statuto della Fondazione dello Storico Carnevale di Ivrea"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 209.
La parola al Consigliere Avetta per l'illustrazione.



AVETTA Alberto

Grazie, Presidente.
È un'interrogazione che finalmente riceve una risposta, seppure molto tardiva. Riguarda un tema che a prima vista potrebbe apparire leggero perché parliamo di Carnevale, ma che al contrario, come spesso accade su molte cose che ci fanno ridere, in realtà è argomento molto serio.
Il Carnevale di Ivrea è un patrimonio culturale, sociale e identitario dalla città di Ivrea, ma, se posso dirlo, anche di tutta questa nostra Regione. Oltre a essere una manifestazione che muove molta e buona economia locale, è anche una manifestazione che si richiama a principi importanti quali quelli della libertà e della democrazia.
Storicamente, negli anni, il Comune di Ivrea ha fatto propri questi valori della manifestazione, dando luogo a una virtuosa sinergia tra pubblico e privato nella gestione della manifestazione. Proprio per consolidare questa sinergia virtuosa è stata addirittura costituita una fondazione, la Fondazione dello Storico Carnevale di Ivrea, che, pur essendo un ente di diritto privato, in realtà, avendo soci pubblici risponde alle regole degli Enti pubblici che, di fatto, si occupano di organizzare una manifestazione.
Lo statuto della Fondazione ha sempre previsto, fin dall'inizio, un Consiglio di Amministrazione, che è espressione sia del Comune sia di tutte quelle componenti associative, storiche e folcloristiche che da sempre contribuiscono a far vivere l'evento. Lo scorso anno, il Consiglio di Amministrazione della Fondazione ha proposto alcune modifiche statutarie che hanno destato molte perplessità in città. È avvenuto qualche mese fa e nel momento in cui è nata la discussione abbiamo sollevato la questione questione che è stata sollevata anche in Consiglio Comunale di Ivrea.
Ha destato particolari perplessità sia in città sia tra le componenti associative, in particolare su due temi: l'aumento dei membri del Consiglio di Amministrazione da cinque a sette (tra questi solo più uno e non due nominati, scelti dalle componenti, quindi con una riduzione molto evidente della possibilità di incidere sulla gestione della Fondazione da parte dei componenti storico e folcloristici, mettendo in discussione, a nostro avviso, quella virtuosa sinergia a cui ho fatto riferimento prima) e l'eliminazione dell'obbligo di rendicontazione, da parte della Fondazione ogni anno al Consiglio comunale, in modo da favorire un corretto dibattito pubblico su quella che è una gestione completamente pubblica e fatta anche di fondi pubblici (anche la Regione contribuisce, da sempre, in modo significativo alla realizzazione di quella manifestazione). Queste modifiche sono apparse, a nostro avviso e di molti, del tutto inopportune e anche lesive dei principi generali a cui dovrebbe ispirarsi questa Fondazione costituita da soci pubblici.
Per queste ragioni, anche alla luce delle funzioni che la Regione svolge, abbiamo chiesto a che punto sia il procedimento di valutazione delle modifiche dello Statuto da parte degli Uffici regionali.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Avetta per l'illustrazione e per conto della Giunta si è reso disponibile alla risposta l'Assessore Maurizio Marrone.
Prego, Assessore, ne ha la facoltà per tre minuti.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Ringrazio anche il Consigliere Avetta perché dà l'opportunità di fare chiarezza su un tema già sollecitato dal Consigliere Cane, anche se informalmente, che riguarda il Carnevale di Ivrea.
Il procedimento al quale si riferisce l'interrogazione era stato aperto presso il Settore Contratti Persone Giuridiche, Usi civici ed Espropri trattandosi dell'iscrizione di modifiche statutarie nel Registro regionale delle persone giuridiche e private, che presuppone una preventiva verifica della loro conformità alla legge.
Lo scorso 9 gennaio era stato contattato il Presidente della Fondazione per segnalare che le modifiche statutarie non avrebbero potuto essere iscritte nel Registro, comportando l'aumento del numero dei membri dell'organo di amministrazione da cinque a sette, in contrasto con l'articolo 6, comma 5, della legge 30 luglio 2010, n. 122, il quale prevede che un organismo pubblico, ancorché di diritto privato (quale è senz'altro la Fondazione Carnevale di Ivrea) non possa avere più di cinque amministratori. A seguito di questa segnalazione informale, che costituisce prassi consolidata del Settore scrivente in casi del genere, il Presidente della Fondazione si era detto intenzionato a un incontro, il quale però non è mai avvenuto.
Di conseguenza, il Settore competente, con nota protocollata del 2 luglio 2020, ha formalizzato la comunicazione, alla Fondazione dell'impossibilità di accogliere l'istanza di iscrizione delle modifiche statutarie. A questa comunicazione non sono seguiti ulteriori atti da parte della Fondazione.
Infine, quanto ai dubbi riguardanti le modifiche statutarie sollevati nell'interrogazione, i medesimi attengono ad aspetti sui quali non abbiamo titolo a sindacare, trattandosi di scelte rientranti nell'autonomia negoziale di un Ente di diritto privato, sicché ogni considerazione circa la loro adeguatezza od opportunità, alla luce della realtà organizzativa delle finalità della Fondazione, sconfinerebbe inevitabilmente nel merito.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Maurizio Marrone per la risposta.
Nel ringraziare il Presidente Stefano Allasia per la delega dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 10.37 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta inizia alle ore 12.41)



PRESIDENTE

Buongiorno.
Per verificare le presenze, ai soli fini dell'appello comunico che sono in congedo i Consiglieri Caucino, Cirio, Gagliasso, Icardi, Leone, Tronzano e Zambaia.
Il numero legale è 23.



(Il Presidente Allasia procede all'appello nominale e constata la presenza del numero legale)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
È arrivato l'Assessore Tronzano, che non è più in congedo.
Adesso verifichiamo qual è il numero legale.
Auguro il bentornato al Consigliere Poggio.



(Applausi dai banchi dei Consiglieri)



PRESIDENTE

So che in questi mesi ci ha sempre seguito.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Poggio; ne ha facoltà.



POGGIO Giovanni Battista

Grazie per essermi stati vicino in questi tre, quattro mesi, veramente brutti. È stato un travaglio di due mesi in terapia intensiva, quindi il COVID l'ho preso veramente bene.
Grazie al vostro supporto morale, mi sto riprendendo bene e spero di continuare ed essere presente il più possibile ai vari Consigli.
Grazie ancora e buon lavoro.



PRESIDENTE

Grazie a lei e buon lavoro.
Ricordo che il numero legale rimane sempre 23.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Presidente, non so se ha chiesto se ci sono interventi sull'o.d,g o sul numero legale. Quando ci arriverà chiederò di intervenire sull'o.d.g. .



PRESIDENTE

Va bene.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Presidente, d'intesa con il mio Capogruppo, chiedo la possibilità di ottenere oggi un'informativa dalla Giunta. Spiego la ragione e anche l'oggetto.
La ragione è la campagna elettorale in corso, le elezioni del 20 e 21 settembre. In provincia ci sono tanti Comuni della nostra regione che andranno al voto per il rinnovo del Consiglio comunale e per l'elezione del Sindaco. Anche nella provincia da cui provengo alcuni Comuni andranno al voto e il più grande, uno dei sette centri zona, è il Comune di Valenza.
Presidente, io non sono preoccupato per il fatto che il Presidente e gli Assessori di questa Giunta partecipino alla campagna elettorale, devo dire la verità non mi preoccupa per nulla anzi, per certi versi li invito a partecipare alla campagna elettorale perché risulta un vantaggio per la parte politica a cui appartengo, per cui questo non è il punto. Il punto sono le questioni che vengono poste durante la campagna elettorale e il metodo che mi inducono a chiedere un'informativa, alla luce di ciò che è avvenuto ieri a Valenza con la presenza pomeridiana dell'Assessore Icardi.
Questa Giunta, così tanto assente sui problemi dei piemontesi e assente in Consiglio regionale, risulta molto attiva in campagna elettorale. I giornali riportano le dichiarazioni dell'Assessore che, con il candidato Sindaco del centrodestra, ha visitato la struttura ospedaliera della città di Valenza. Su questo lascio a voi i commenti, cioè vi chiedo se è corretto, da un punto di vista istituzionale, visitare, in quanto Assessore, con un candidato a Sindaco, una struttura ospedaliera a pochi giorni dal voto. Io non mi esprimo.
Tuttavia chiedo un'informativa su ciò che l'Assessore ha dichiarato e cioè che verrà meno il progetto per la realizzazione della Casa della Salute e che si aprirà un punto di primo intervento nell'ex Ospedale Mauriziano, con un futuro per la struttura stessa diverso dall'attuale.
Chiedo in aula i costi di questa operazione, perché la Giunta intende disinvestire sui servizi territoriali e chiedo a che punto è il contenzioso tra la Fondazione Mauriziano e la Regione Piemonte. E, dato che un punto di primo intervento porta appresso anche la modifica della deliberazione 1 600, chiedo alla Giunta un'informativa sulle loro volontà di modifica della deliberazione 1-600, visto che si è trattato di un argomento della campagna elettorale 2019. È passato più di un anno, ma tra le ragioni per cui diciamo che questa Giunta è ferma, c'è anche l'intenzione di modificare la legge n. 1/600, che resta sempre e soltanto un'intenzione. Per cui per "bonificare" il dibattito e il confronto politico da parole che sembrano soltanto bolle che scoppiano, chiedo alla Giunta di entrare nel merito con un'informativa sulle questioni che ho posto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Chiedo l'iscrizione all'o.d.g. di due ordini del giorno, il n. 401 e il n. 402, che sono già stati caricati. L'ordine del giorno n. 401 riguarda il fatto di garantire che la concessione di patrocini gratuiti ed onerosi della Regione Piemonte, del Consiglio regionale e degli organismi consultivi sia riconosciuta esclusivamente ad iniziative e manifestazioni istituzionali e culturali di Enti pubblici e privati che assicurino la totale accessibilità di spazi e luoghi alle persone con disabilità.
L'ordine del giorno n. 402 ha come oggetto "La Giunta allochi a bilancio le necessarie coperture finanziarie per completare la graduatoria degli assegni di studio per il pagamento delle spese di iscrizione e frequenza voucher scuola valevoli per le scuole paritarie, assicurando così una reale e realmente garantita libertà di educazione".
Inoltre, Presidente, come in parte discusso nella Conferenza dei capigruppo, sono a richiedere un'informativa del Presidente o dell'Assessore delegato in merito alla questione del TUB (Tribunale dei Brevetti) e rispetto all'assegnazione invece dell'Istituto Italiano dell'intelligenza artificiale a Torino. Vorrei capire che cosa ha fatto la Regione Piemonte, come intende muoversi su questa assegnazione torinese perché vorremmo che fosse il più possibile condivisa anche dalla Regione Piemonte, essendo un'opportunità che parte subito, a differenza del TUB che, invece, ha un percorso di un certo tipo.
Con la Segreteria del Presidente Cirio avevamo inteso di richiedere questa integrazione come informativa, affinché si possa o commentare che cosa è successo o prendere informazioni da parte del Consiglio su che cosa intende fare la Regione Piemonte su una partita che sembra essere stata giocata solo dalla Città di Torino. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiamparino; ne ha facoltà.



CHIAMPARINO Sergio

Era solo per segnalare la presenza. Non ho risposto all'appello, e mi scuso.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Volevo intervenire sull'ordine dei lavori, considerato che avevo chiesto nella riunione dei Capigruppo che ci fosse un'alternanza negli ordini del giorno, mentre il primo ordine del giorno del Gruppo Movimento 5 Stelle è al punto 12) all'o.d.g, dopo cospicui ordini del giorno anche delle altre forze di opposizione.
Considerato che l'ordine del giorno al punto 12) verte sulla collaborazione tra le USCA e le istituzioni scolastiche, che è un argomento che può essere collegato senza nessun tipo di problema all'informativa che ci darà l'Assessore Chiorino sulla scuola, spero che si possa discutere successivamente, considerata anche l'urgenza del tema. Potremmo in questo modo discuterne oggi, visto che l'apertura delle scuole è imminente e necessitiamo un parere del Consiglio regionale su questo ordine del giorno.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Disabato, anche se è già intervenuto il suo Capogruppo. Ne ha facoltà.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Volevo cogliere l'occasione della presenza dell'Assessora Chiorino per chiedere un'informativa. Oggi si parlerà di ripartenza delle scuole e personalmente ritengo importante affrontare anche il tema della ripartenza dei servizi erogati dall'Ente del Diritto allo Studio Universitario, in quanto prima della pausa molti nodi erano rimasti irrisolti o comunque meriterebbero un approfondimento proprio nella sede del Consiglio regionale.
Per iniziare parlerei della situazione delle residenze universitarie.
Sarebbe interessante capire, a causa dell'emergenza COVID, quanti posti verranno persi all'interno delle residenze e come la Regione ha intenzione di ovviare, tramite l'Ente del Diritto allo Studio universitario, a questa riduzione per motivi di contingentamento.
C'è poi il tema del ripristino delle Aule studio e dei servizi mensa sul quale vorremmo sapere a che punto siamo. Inoltre c'era il nodo da sciogliere sui criteri COVID, cioè quei criteri per l'accesso alle borse di studio per quegli studenti che hanno avuto difficoltà nel raggiungere i crediti universitari formativi utili per il conseguimento dei benefici.
Vi è poi la situazione dei tirocini, che è un altro tema che avevamo sollevato e che non abbiamo ben compreso se sia stato risolto, perché molti studenti e molte studentesse non hanno potuto prendere parte ai tirocini formativi, che sono attività che si svolgono in presenza. La Regione si era presa l'impegno di affrontare la problematica per fare in modo che non si perdesse il diritto alla borsa di studio per non aver partecipato a queste attività che per molti corsi di studio sono obbligatorie. Dal momento che la scadenza è imminente e i tirocini sono ancora in corso, volevamo sapere se sia stata garantita la continuità agli studi per quegli studenti che sono stati impossibilitati a svolgere tali tirocini.
Inoltre, c'era la questione dell'acquisto del materiale informatico, in merito al quale volevamo sapere se ci sono dei fondi stanziati, perché da quello che abbiamo appreso dai media ci sono, però sono fondi sottratti ad altri capitoli di bilancio dell'Ente del Diritto allo Studio Universitario.
Volevamo capire se fosse possibile portare avanti tale progetto senza andare ad inficiare altri capitoli destinati ad altro, ad esempio le mense.
Vorremmo, quindi inoltre, sapere se la Regione si farà parte attiva nel finanziare il materiale informatico per i borsisti e capire anche se la platea verrà ampliata, perché da quanto è stato affermato sempre sui giornali, la platea era piuttosto ridotta. Questo è un beneficio che se va garantito, va garantito al più ampio numero di studenti e studentesse possibile.
Per cui, oltre a questa informativa, quando sarà possibile vorremmo sapere a che punto siamo con la ripartenza dei servizi per il diritto allo studio universitario. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente. Purtroppo, come sa, da Regolamento potrò fare solo una richiesta di inversione o di nuovi punti all'o.d.g., altrimenti sarei stato tentato di chiedere cosa stava succedendo nei pressi di Biella, viste le parole infuocate che abbiamo continuato a leggere nelle ultime settimane e vista la ridda che continua a esistere su un territorio in cui un'Assessora dà dell'assenteista a un'altra Assessora e l'altra risponde di essere stata asfaltata. Ma, purtroppo, non posso richiedere le comunicazioni anche perché mi pare che l'Assessora competente non sia presente.
Invece, circa le richieste del Consigliere Magliano, faccio presente che al punto 16) dell'o.d.g. è iscritto l'ordine del giorno 400, "Esaurire le graduatorie legate al contributo regionale al voucher scolastico 2020/2021 al fine di garantire il diritto allo studio a tutti gli idonei".
Presidente, lei sa bene cosa è successo a inizio agosto: purtroppo, il nostro Consiglio stava chiudendo i lavori di Commissione, come sa è arrivata una mail a 45 mila famiglie che in questo momento sono escluse dal voucher ed è stato detto loro non tanto di essere idonei, ma che avrebbero preso il contributo entro quest'anno. Poi, è arrivata una replica, una smentita: è arrivata una seconda mail alle famiglie che diceva che la mail precedente era sbagliata.
Noi abbiamo provato a dare una soluzione alla Giunta, all'Assessore Tronzano in particolare prima che all'Assessore Chiorino, dicendo che saremmo stati disponibili, in questa seduta di ripresa del Consiglio addirittura a votare una variazione di bilancio per far sì che tutta la graduatoria venisse esaurita. Non c'è stata data risposta; immagino che il tutto sia stato preso semplicemente come un errore materiale da parte di qualche dirigente o funzionario.
Noi non siamo soliti scaricare sulle strutture queste responsabilità che sono tutte politiche, pertanto abbiamo presentato un nuovo ordine del giorno. La proposta è molto semplice: stiamo per iniziare la seduta con le comunicazioni sulla cosiddetta ripresa, a partire anche dall'anno scolastico, ma avevamo richiesto la presenza del Presidente Cirio e dell'Assessore Icardi per parlare di tutto quello che riguarda le nostre competenze. A questo proposito, le chiedo di attrarre alla discussione collegata al COVID, alla ripresa e ovviamente alla ripresa dell'anno scolastico, il punto 16), quindi l'ordine del giorno n. 400 a mia prima firma. Essendoci un ordine del giorno analogo, che parla di un'altra parte della stessa legge, sempre riguardante i voucher, chiedo che i due ordini del giorno possano essere attratti e votati alla fine della discussione così come previsto dal Regolamento.
La ringrazio. Non so se vuole mettere ai voti la proposta o se possiamo considerarla di per sé, visto che è oggetto anche di comunicazioni, dentro quello che prevede il Regolamento: alla fine di una discussione e di un'informativa c'è sempre la possibilità da parte dei Consiglieri di depositare degli ordini del giorno e, in questo caso, anche votarli.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Domenico

Presidente, era solo per confermare la presenza. Non avevo partecipato all'appello.
Grazie.



PRESIDENTE

Va bene, l'avevo segnata, ma così rimane a verbale.
Comunico che è presente anche l'Assessore Marnati Matteo.
Possiamo procedere; l'appello è stato completato.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie.
Per chiedere l'attrazione dell'ordine del giorno n. 403 a quello del Consigliere Grimaldi. L'ho depositato: ieri non funzionavano molto bene i sistemi informatici.
Grazie.



PRESIDENTE

Ci sono altre richieste? In merito alla prima richiesta, del Consigliere Ravetti, sulla modifica della delibera e dell'informativa della Giunta, è presente la Giunta e, se vuole, può intervenire.
C'è, poi, la richiesta del Consigliere Magliano: l'inserimento è già stato discusso alla Conferenza dei Capigruppo, comunque la mettiamo a verbale con la richiesta della comunicazione sul Tribunale dei Brevetti.
L'inserimento degli ordini del giorno era già stato visto alla Conferenza dei Capigruppo.
Se l'Aula acconsente, possiamo inserire gli ordini del giorno 401 e 402 al fondo dei punti riguardanti gli ordini del giorno.
Il Consigliere Sacco ha chiesto la trattazione dell'ordine del giorno iscritto al punto 13). Effettivamente, come Gruppo Movimento 5 Stelle è stato penalizzato, nell'elenco. Se nessuno è contrario, possiamo anche volgarmente farlo salire nell'elenco.
Prego, Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Solo per precisare che, poiché è un ordine del giorno che tratta il tema "scuola e rientro", come diceva anche il Consigliere Grimaldi si potrebbe attrarre alla discussione.



PRESIDENTE

Sì, possiamo attrarlo alla fine della discussione.



FREDIANI Francesca

È una procedura accettabile, grazie.



PRESIDENTE

Sì, va bene.
Sempre sulla richiesta del Movimento 5 Stelle, della Consigliera Disabato, riguardante la comunicazione della Giunta sui tirocini e il diritto allo studio, la Giunta è presente.
Possiamo, quindi, collegare l'ordine del giorno del Consigliere Grimaldi, il n. 400, alle comunicazioni della Giunta.
La parola al Consigliere Magliano.



MAGLIANO Silvio

Presidente, solo per capire se ha accolto la proposta del Consigliere Grimaldi di collegare anche l'ordine del giorno n. 402 di cui le ho parlato adesso, perché sullo stesso tema. Il Regolamento lo prevede, pertanto l'ordine del giorno 402 va agganciato.



PRESIDENTE

Non ho il testo. Se è sullo stesso tema, possiamo inserire l'ordine del giorno n. 402.



MAGLIANO Silvio

Sì. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Inseriamo, pertanto, l'ordine del giorno n. 402 del Consigliere Magliano e l'ordine del giorno n. 403 della Consigliera Frediani. Adesso ne diamo la copia all'Assessore.
Ci sono altre richieste? La parola al Consigliere Gallo.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Non ho capito l'esito della richiesta del Gruppo del Partito Democratico per bocca del collega Ravetti, perché per noi è dirimente capire, in questa sede e in questo momento, come intende rispondere la Giunta. Discutiamo e chiediamo da un anno di poter conoscere strategie investimenti, risorse e priorità di questa Giunta sul tema sanità, poich non riusciamo ad avere un quadro complessivo di strategie che sussistono ma di cui il Consiglio regionale non viene mai informato.
Quindi, chiediamo con insistenza di avere oggi un'informativa più complessiva, altrimenti parliamo di pezzi legati a momenti della vita politica del nostro territorio e crediamo non sia opportuno.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Gallo.
Se non ci sono altre richieste d'intervento, l'o.d.g. è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.
La parola al Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Presidente, devo prendere atto che la Giunta si rifiuta di dare l'informativa su ciò che abbiamo chiesto?



PRESIDENTE

Sì, prenda atto, perché non c'è alcuna richiesta da parte della Giunta d'intervenire e io devo proseguire sull'ordine dei lavori.



RAVETTI Domenico

Assolutamente, sì, Presidente.
Io le chiedo scusa, mancherò di rispetto nei suoi confronti e davvero non voglio e me ne rendo conto, però credo che da un punto di vista politico e istituzionale sia molto grave, perché, nel pieno di una campagna elettorale sono state offerte precise prospettive; io chiedo alla Giunta di esprimersi in quest'Aula rispetto alla programmazione della Regione Piemonte, che non può essere piegata alle ragioni di una campagna elettorale.
Prendo atto che i pochi componenti della Giunta presenti si rifiutano di dare informative; almeno diteci che ce le darete in Commissione chiedeteci di depositare un question time; semplicemente, avete fatto campagna elettorale, raccontando a quella città di progetti di cui voi non avete nemmeno idea di come poterli realizzare. Questo è il punto! Dopodiché, davvero, non è un problema se andate a far campagna elettorale nelle città, anzi vi invito ad andarci sempre più, perché ogni volta che andrete lì a fare quello che è successo in questi giorni sarà un punto di vantaggio per noi.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola all'Assessore Marrone.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio regionale

Grazie, Presidente.
Come richiesto dal collega Ravetti, sicuramente, le richieste di informative vengono sempre prese in carico, portate alla conoscenza dell'Assessore competente ed evase rispetto alla programmazione dei lavori.
Finito questo nostro intervento, inizierà appunto un'informativa dell'Assessore Chiorino che era stata richiesta. Ieri, in IV Commissione avete audito l'Assessore Icardi, quindi proprio l'Assessore alla sanità, di cui parla lei, per tutta la mattinata ed era stato richiesto nella Conferenza dei Capigruppo di venerdì scorso. Sinceramente, non credo si possa dire che questa Giunta si sottragga al confronto; intendiamoci possiamo anche inventarci un'App e io posso fare da rider e mettermi l'Assessore Icardi nello zaino e portarlo dove più le aggrada, per battute a parte - la mancata risposta dava per scontato, da parte mia sapete che lo faccio -una presa in carico della richiesta e di affrontarla insieme al diretto interessato che, in questa seduta, è congedato, ma ieri si è sottoposto al confronto con il Consiglio nella sede opportuna, ovvero la Commissione sanità.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Marrone.
Non ci sono altri interventi.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g. "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali del 17/06/2020 e del 18/06/2020.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Caucino, Cirio, Gagliasso, Icardi, Leone e Zambaia.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Impugnativa


PRESIDENTE

Il Consiglio dei Ministri ha esaminato, in data 7 agosto 2020, la seguente Legge regionale e ha deliberato l'impugnativa della Legge n. 9 luglio 2020, n. 15, "Misure urgenti di adeguamento della legislazione regionale - Collegato".
La disposizione della legge regionale in esame, all'articolo n. 75, si pone in contrasto con i principi fondamentali, sanciti dall'articolo 30 commi 1 e 2, del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, posti a tutela della libera concorrenza, di non discriminazione e par condicio, e valevoli per qualsivoglia procedura di scelta del contraente, per gli appalti e per le concessioni di beni e servizi, sopra e sotto soglia; si pone inoltre in contrasto con i principi dell'ordinamento dell'Unione Europea.
La parola al Consigliere Gallo, sulle Comunicazioni.



GALLO Raffaele

Scusi, Presidente, non ho capito il numero della legge che è stata impugnata.



PRESIDENTE

Il Collegato della Legge n. 15 del 9 luglio 2020, "Misure urgenti di adeguamento della legislazione regionale - Collegato". È stato impugnato l'articolo n. 75.



GALLO Raffaele

Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi, sulle Comunicazioni.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Intervengo, ai sensi del Regolamento, sulle sue Comunicazioni, perch non ho capito bene cosa sta per succedere. Nel senso che, prima abbiamo votato l'ordine dei lavori e, come sapete, ci siamo lasciati in Conferenza dei Capigruppo, chiedendo e ottenendo le Comunicazioni da parte del Presidente Cirio e degli Assessori Icardi e Chiorino, sulla ripartenza; sia sui temi che riguardano specificamente le competenze in campo istituzionale, sanitario sul COVID e, ovviamente, tutte le nostre deleghe sulla programmazione scolastica e, quindi, anche la parola dell'Assessora Chiorino su tutto questo.
Mi pare di comprendere, e non è la prima volta che succede, perché da quando siamo immersi in questa pandemia, più volte, il Presidente Cirio si è scusato della sua assenza e poi più volte ha annunciato la ripresa; il Riparti Piemonte per lui non c'è mai stato, praticamente non è quasi mai in Aula e ogni volta che si dice che sarà presente per darci delle informative vediamo una sedia vuota. In questo caso, non c'è solo la sua assenza, ma anche quella dell'Assessore Icardi, che dovrà pur supportare l'Assessora Chiorino su tutto il tema sanitario di cui, credo, è bene che i cittadini piemontesi sappiano qualcosa. Ci sono delle linee guida. Ieri a malapena abbiamo discusso del ruolo dei pediatri e dei medici di base, ma c'è tutto il tema dei Dipartimenti, degli hot spot e, soprattutto, di quelle che saranno le pratiche, di comune accordo con il mondo scolastico, da mettere in campo.
Il punto è molto più semplice: se decidiamo, nella Conferenza dei Capigruppo, che il Presidente e l'Assessore Icardi, insieme all'Assessora Chiorino, daranno le comunicazioni sul punto, e poi scopriamo che entrambi sono assenti, non so cosa stiamo per fare fra dieci minuti. O la polemica la faccio adesso o lo facciamo fra poco, ma in generale non capisco bene qual è la programmazione dei lavori. Immagino che ci sarà l'Assessora Chiorino che riferirà solo sulla parte scolastica, quindi daremo per fatta quella che è stata la comunicazione in Conferenza dei Capigruppo, cioè di che cosa la Regione ha previsto per la ripartenza, a partire dalle comunicazioni del Presidente Cirio e dell'Assessore Icardi.
Se lo vuole spiegare a noi, per capire bene qual è stata la comunicazione e il dialogo con la Giunta e se ha degli aggiornamenti.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Diverse cose si potevano dire alla riapertura dei lavori del Consiglio regionale, penso che avesse in mente anche il Consigliere Sacco di chiedere come mai diventa una punizione quella di non lavorare e di guadagnare lo stesso in Consiglio.
Al di là di questo volevo sottolineare, non solo perché lei è una persona corretta, ma perché lo prevede anche il Regolamento, che è stata comunicata l'impugnativa del Governo rispetto all'articolo 75 del cosiddetto Collegato o Omnibus, così come meglio lo si voglia chiamare.
Era per rimarcare questo fatto e per rimarcare che, spesse volte, le opposizioni in Commissione e in Aula fanno il loro lavoro, che è quello spesso, di opporsi a ciò che propone la maggioranza, cercando, dal loro punto di vista (soggettivo chiaramente) di migliorare i provvedimenti.
Spesse volte le opposizioni dicono che un articolo o una parte di un provvedimento è palesemente in contrasto con le competenze riservate alle Regioni e con le norme nazionali. In questa legislatura abbiamo visto che praticamente quasi sempre, quando le opposizioni dicono una cosa del genere, ci prendono, ci azzeccano. Anche in questo caso.
Chiaramente non posso pretendere che la Giunta regionale e la maggioranza di questo Consiglio si affidino all'autorevole parere delle opposizioni per verificare la conformità alla Costituzione dei provvedimenti che portano in Commissione e in Aula, ma sottolineiamo che quando ci è stato permesso di andare sul merito, l'abbiamo sempre fatto.
Quando abbiamo fatto dell'ostruzionismo c'erano buone ragioni e su quello spesse volte, a partire dal famoso referendum sul Papetellum, abbiamo sempre avuto ragione.



PRESIDENTE

Grazie.
Ci sono altri interventi sulle Comunicazioni? Alla Conferenza dei Capigruppo era stata richiesta, da parte di alcuni Gruppi consiliari un'informativa che poc'anzi si svolgerà, da parte della Giunta.
Com'è stato richiesto, abbiamo fatto espressa richiesta della presenza del Presidente Cirio, che non è presente, ma abbiamo l'Assessore Chiorino qui presente per relazionarci, per cui possiamo tranquillamente svolgerla.
C'era la richiesta di poter avere l'Assessore Icardi, ma l'Assessore Icardi è in una conferenza a Roma, perciò non è in vacanza, come sapete, per cui non è che quelli non presenti non stanno svolgendo, come Assessori, la loro funzione. I Consiglieri che sono in congedo sapete benissimo che hanno una decurtazione, perciò non si può neanche accusarli di prendere lo stipendio inutilmente.
Se non ci sono altre richieste di intervento, possiamo proseguire con l'ordine dei lavori.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Ripresa dell'anno scolastico e dei servizi educativi"


PRESIDENTE

Nella scorsa Conferenza dei Capigruppo sono state richieste comunicazioni della Giunta sulla ripresa dell'anno scolastico e dei servizi educativi.
Do la parola all'Assessore Chiorino per le comunicazioni.
Prego, Assessore.



CHIORINO Elena, Assessore all'istruzione

Buongiorno a tutti e grazie Presidente.
La riapertura delle scuole del Piemonte è tema su cui si sta concentrando l'attenzione di tutta la Giunta regionale, con in prima linea gli Assessori ovviamente più direttamente coinvolti, a partire dall'Assessorato all'istruzione insieme all'Assessorato alla sanità, a quello trasporti e con il coordinamento del Presidente Cirio; Assessorati con i quali ci si confronta sui vari temi che si intersecano nell'ambito della necessità della riapertura delle scuole in sicurezza, con un costante dialogo, anche e soprattutto, con il sistema della scuola ed, evidenzio della formazione professionale.
Nell'ambito della mia informativa farò un passaggio anche specifico sulla formazione professionale ed evidenzio che ci sarà anche un passaggio sulle scuole paritarie.
Dal 14 settembre è la data, da calendario scolastico, in cui si prevede l'apertura delle scuole e l'obiettivo, come dicevo, è imprescindibile, cioè lavorare per la riapertura, una riapertura che consenta anche ai ragazzi di essere fisicamente in aula, perché riteniamo e siamo profondamente convinti che la scuola debba essere un momento di confronto e di apprendimento che deve essere svolto nell'aula scolastica. Si sta lavorando in questi termini, sapendo bene che è un obiettivo che tocca da vicino tutte le famiglie, che coinvolge tutto un sistema e che interessa un numero importantissimo di persone. Ci vede assolutamente in prima linea sia perch amministratori sia perché anche genitori, quindi dall'altra parte, ben consapevoli di tutti i passaggi e le delicatezze per la famiglia, per i bambini, per gli studenti e, dall'altra parte, per i docenti.
Si presta pertanto la massima scrupolosità a ogni situazione e ad ogni criticità, ben consapevoli che sia un momento delicatissimo anche per tutto il mondo della scuola che oggi, finalmente, riprende l'attività didattica in presenza. Tutti auspichiamo che la didattica a distanza sia eventualmente considerata per quello che può essere un momento integrativo e di supporto, ma non di certo il momento sostanziale dell'apprendimento e dell'istruzione di un ragazzo.
Siamo ben consapevoli che la riapertura delle scuole implica una gestione dei servizi sul territorio che deve essere integrata al massimo e deve ritrovare fin da subito un giusto equilibrio tra la sostenibilità dell'erogazione dei vari servizi e tutte le misure di prevenzione per il contenimento del virus. Quindi, oltre alle misure di prevenzione collettive e individuali previste da mettere in atto nel contesto scolastico, c'è bisogno di una forte collaborazione, anche attiva di famiglie e studenti che dovranno attenersi, comunque, a quelle che sono sostanzialmente le nuove regole, quelle a cui man mano ci siamo abituati in questo periodo, ma nel contesto di una responsabilità condivisa e collettiva.
Nell'ambito di questo, ricordo che c'era stata una precedente informativa al Consiglio regionale del 4 agosto che è agli atti e che ovviamente, è a disposizione. Sulla base di quello e nell'intento di lavorare alla riapertura in modo coordinato, la Regione Piemonte continua ad essere in costante e diretto confronto anche a livello interistituzionale con tutti gli attori coinvolti.
Il 2 settembre scorso si è svolto un incontro con il Presidente Cirio l'Assessore alla Sanità, l'Assessore ai Trasporti, l'Assessore alla Ricerca e la sottoscritta, con il Direttore dell'Ufficio scolastico regionale del Piemonte, il Prefetto Palomba e con i rappresentanti delle Autonomie Locali proprio per fare tutti insieme il punto della situazione e per valutare quali ulteriori iniziative fosse necessario eventualmente attuare.
Gli ambiti sono trasversali tra loro e, in questi mesi, si è concentrata l'attenzione, ognuno tramite ovviamente le proprie competenze su quattro punti in particolare, ovvero: le strutture, la sicurezza l'organico delle scuole e il trasporto.
Relativamente agli edifici scolastici e la gestione degli spazi. Il rientro in aula degli studenti e l'adozione del necessario distanziamento fisico hanno rappresentato una delle principali criticità, in quanto richiedono un'armonizzazione con il tempo-scuola, con le dotazioni organiche di personale e con gli spazi della scuola. Nell'ultima riunione del Tavolo regionale di coordinamento che si è svolto il 26 agosto scorso sono stati esaminati i dati aggiornati del monitoraggio per l'adeguamento delle strutture scolastiche e delle esigenze logistiche derivanti dalle indicazioni del Comitato tecnico-scientifico.
Ricordo, come avevo già detto nell'informativa del 4 agosto, che il Tavolo regionale di coordinamento è l'organismo che viene preposto a decidere sulle questioni inerenti la ripresa dell'attività scolastica ed è costituito dall'Ufficio scolastico regionale Piemonte, ai sensi del decreto ministeriale n. 39 del 26 giugno 2010. La Regione partecipa al medesimo Tavolo con l'Assessorato all'Istruzione, l'Assessorato ai Trasporti e l'Assessorato alla Sanità. Gli altri componenti sono UPI, ANCI, Città di Torino, Città metropolitana, Agenzia Mobilità Piemonte e i rappresentanti delle associazioni delle scuole paritarie del terzo settore e delle tematiche sulla disabilità, rappresentanti sindacali del mondo della scuola, dei genitori e degli studenti.
Compito del tavolo regionale, attraverso quello che è stato un confronto costante e che continua ad essere un confronto costante, è quello di monitorare le variazioni poste in essere dalle Conferenze dei Servizi a livello territoriale e dai diversi attori coinvolti nell'organizzazione delle attività scolastiche, anche al fine di rilevare eventuali elementi di criticità non risolti a livello locale e addivenire ad una soluzione.
Per riprendere sul monitoraggio del 26 agosto, la situazione alla data è la seguente: risultano ancora presenti criticità di spazio per circa 430 classi che coinvolgono 1.200 studenti su una popolazione di circa 520 mila alunni della scuola statale e, di conseguenza, che rappresenta in proporzione lo 0,2% del totale. Rispetto ai dati del primo monitoraggio le criticità sono in corso di soluzione.
Durante l'incontro, gli Enti locali rappresentati dai referenti regionali di ANCI e UPI, nonché dagli Assessori del Comune di Torino e di Città metropolitana, hanno confermato l'evoluzione positiva delle necessità emerse in origine, assicurando che, allo stato attuale, non vi sono criticità irrisolvibili.
Sono state avviate molte collaborazioni per l'individuazione e il reperimento di locali da utilizzare come spazi scolastici. Ad esempio, la Diocesi Torino ha messo a disposizione degli istituti scolastici spazi ecclesiali per poter svolgere le lezioni rispettando il distanziamento così come tante altre realtà si sono date disponibili a mettere a disposizione degli spazi.
All'incontro hanno partecipato i rappresentanti della Protezione Civile e dell'Agenzia del Demanio che hanno dichiarato piena disponibilità a supportare le scuole nella risoluzione delle criticità.
Per quanto riguarda la dotazione dell'organico delle scuole, in data 3 settembre 2020 il Direttore dell'Ufficio scolastico regionale, il Dottor Manca, ha ripartito agli ambiti territoriali il contingente di personale docente e ATA aggiuntivo, determinato sulla base di un budget di 112.679 euro finalizzato alla stipula di contratti a tempo determinato del personale docente e ATA, relativi al periodo 14 settembre 2020 - 11 giugno 2021, ovvero inizio e termine delle lezioni come da calendario scolastico regionale.
L'Assessorato è stato coinvolto, rispetto alla proposta di finalizzare questo budget, all'assunzione di docenti di scuola dell'infanzia primaria e secondaria di I° grado, nonché di personale ATA appartenente alla figura professionale di collaboratore scolastico.
In questo modo è possibile soddisfare per la quasi totalità la richiesta di organico delle scuole dell'infanzia e primarie e, per poco meno del 70%, le richieste di organico della scuola secondaria di primo grado e per il 50% le richieste di personale ATA, sul quale poi l'Ufficio scolastico regionale sta intervenendo con un'ulteriore iniziativa di assunzione.
Per quanto riguarda l'apertura in sicurezza, va segnalato che, con il decreto del 21 agosto, le modalità con cui si preveda eventualmente la chiusura o della classe o della scuola in caso di contagio - ma auspichiamo tutti che non avvenga - sono state lasciate dal decreto del Governo alla singola valutazione in capo ai Dipartimenti di prevenzione delle ASL, sulle quali l'Assessore Icardi ha già provveduto a definire i vari referenti facendo in modo che ci sia un coordinatore come punto di riferimento per avere la garanzia di un costante e unico dialogo.
Evidenzio, tra l'altro, che è prevista l'attuazione di un canale COVID dedicato sia a scuola e famiglia sia un canale con i Dipartimenti di prevenzione che permettano una pronta risposta alle richieste delle scuole.
Su questo si prevede che il referente del Dipartimento e il suo sostituto perché questo è quanto previsto - siano in grado di interfacciarsi con tutti i referenti scolastici COVID-19 che, invece, vengono individuati dai presidi sul lato scuole, quindi indicati poi dalle singole autonomie didattiche o dalle varie scuole. Per tutti questi passaggi sono ancora in corso continui incontri tra il Presidente Cirio e i vari Assessori competenti e i vari attori istituzionali coinvolti, al fine del massimo coordinamento possibile, così come della massima informazione possibile sia alle famiglie, agli studenti e ai docenti da una parte sia nel dialogo della scuola con i Dipartimenti di prevenzione delle nostre ASL.
Sul tema dell'apertura delle scuole in sicurezza, sempre nel corso dell'incontro avvenuto il 2 settembre scorso è stata proposta dalla Regione Piemonte che la misurazione della temperatura oltre da parte delle famiglie, quindi a casa - così come previsto dagli indirizzi definiti a livello nazionale per la gestione in sicurezza delle scuole - sia effettuata anche all'ingresso degli istituti scolastici e delle agenzie formative. A tal fine la Giunta ha previsto uno stanziamento di 500 mila euro.
Venerdì 4 settembre con il Direttore dell'Ufficio scolastico regionale Dottor Manca, ho anche incontrato i rappresentanti delle organizzazioni sindacali del comparto scuola per un confronto fattivo sulla proposta che la Giunta sta elaborando per l'acquisto di rilevatori di temperatura a favore delle 543 autonomie scolastiche, delle oltre 700 scuole paritarie e delle 27 agenzie formative accreditate che assolvono l'obbligo scolastico.
Su questo evidenzio che lo stanziamento è per tutti, che la Regione non ha intenzione di lasciare indietro nessuno, proprio nella convinzione che sia fondamentale affiancarle anche con questa iniziativa nella complessità dell'approccio della riapertura in sicurezza. In tale incontro sono state recepite alcune proposte delle rappresentanze sindacali, sulle quali sono in corso vari approfondimenti per cercare di individuare quale possa essere la soluzione migliore. C'è anche un Tavolo aperto a livello nazionale nell'ambito della IX Commissione della Conferenza delle Regioni.
Per quanto riguarda il trasporto pubblico, la riapertura delle scuole è anche strettamente collegata al tema del trasporto scolastico, pensando alle migliaia di studenti e non solo che ogni giorno usufruiranno del trasporto pubblico locale per raggiungere la scuola di riferimento. La Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome in data 31 agosto 2020 ha definito le linee guida per il trasporto pubblico in sicurezza sanitaria, dando finalmente maggiori certezze ad operatori ed utenti e definendo anche alcune specifiche indicazioni per il trasporto scolastico.
In sintesi, per tutti i mezzi di trasporto locale, compresi quelli ferroviari, sono previste misure che consentono una capienza pari all'80 privilegiando i posti a sedere e rispettando precise regole per ridurre al massimo i rischi di contagio. Sono state, inoltre, definite indicazioni specifiche per il trasporto scolastico. La mascherina sarà obbligatoria ed è inoltre prevista la sanificazione degli ambienti ed un adeguato ricambio di aria. Fermo restando l'utilizzo dei dispositivi di protezione individuale e le misure di prevenzione connesse alla sanificazione dei mezzi, alla costante aerazione del mezzo, nonché alla preventiva misurazione della temperatura, sarà poi consentita la capienza massima del mezzo di trasporto scolastico dedicato nel caso in cui la permanenza degli alunni sul mezzo nella predetta modalità di riempimento non sia superiore ai 15 minuti. Siamo in attesa anche di un'ulteriore definizione del termine di "congiunti" per andare poi ad individuare esattamente, anche nell'ambito di quello, gli eventuali gruppi di lavoro che potranno crearsi.
Per quanto riguarda, invece, nel dettaglio i nidi e le scuole dell'infanzia - quindi parliamo dello 0-6 anni - con un'ulteriore precisazione per l'apertura ordinaria dei servizi 0-3 anni, farei un passaggio su quelli che sono stati i riferimenti normativi fondamentali sui quali ci siamo mossi. C'era già il Decreto Ministeriale n. 39 dello scorso 26 giugno 2020 che conteneva due paragrafi recanti "Linee metodologiche per l'infanzia", quindi "Educazione e cura per i piccoli" e "Misure di prevenzione e sicurezza".
Sulla scorta delle indicazioni nazionali, in data 14 luglio la Direzione Istruzione, Formazione e Lavoro ha inviato a tutti i soggetti istituzionali una lettera contenente le prime indicazioni regionali sulla riapertura dei servizi scolastici ed educativi. Nello specifico, dei servizi per la prima infanzia 0-3 anni, il primo dato rilevante che emergeva già nelle prime indicazioni è che il rapporto educatore-bimbi non sarà più quello speciale 1 a 5 previsto nella fase transitoria dei centri estivi, bensì quello ordinario, come risultante dalla capacità ricettiva definita nel titolo autorizzativo.
Nella lettera sopracitata si annunciava altresì come fosse in corso la valutazione tra Regioni per un documento per declinare in modo più specifico la riapertura dei servizi 0-6. Tale documento è stato poi discusso venerdì 31 luglio in sede di Conferenza delle Regioni e Conferenza unificata. La base della discussione è costituita da un testo intitolato "Documento di indirizzo ed orientamento per la ripresa delle attività in presenza dei servizi educativi e delle scuole dell'infanzia", i cui aspetti salienti sono, in primis, il rapporto ordinario educatore-bimbi. Questo lo specifico: nei servizi per la prima infanzia il rapporto educatore-bimbi viene determinato 1:10 per gli asili nido, con la legge 3/73; 1:8 per i micronidi, con la DGR del 2013 (se ci sono quattro lattanti è prevista la figura educativa aggiuntiva); 1:10 per i centri di custodia oraria, secondo la DGR; fino a 5 bambini contemporaneamente per nido di famiglia, con la DGR del 2018 e 1:10 per la sezione primavera con la DGR 2008. Per la scuola dell'infanzia, la classe è composta tra 18 e 26 bambini.
Il documento di cui si è discusso il 31 vedeva anche, come argomenti la riorganizzazione di tutti gli spazi disponibili e la valorizzazione degli spazi esterni, attività strutturate in gruppi e sezioni senza intersezione di attività tra bambini appartenenti a gruppi e sezioni diverse, garantendo la stabilità dei gruppi e sezioni, l'unicità di rapporto tra gruppi e sezioni e adulti di riferimento a cui gli stessi sono affidati. Attenzioni particolari per le fasi, poi, di accoglienza e di ricongiungimento date le esigenze particolari dei piccolissimi, la previsione dell'accompagnamento genitoriale con specifiche cautele e particolare attenzione alla registrazione delle presenze e loro conservazione, possibilità di individuare ulteriori figure professionali e di prevedere eventuali deroghe per le sostituzioni e di assegnare dotazioni organiche aggiuntive nei limiti delle risorse disponibili.
La Conferenza delle Regioni, in quella sede, si è espressa favorevolmente sul documento che ho sintetizzato per punti, precisando che l'uso dei dispositivi per il personale, perché in questo caso - lo ricordiamo - i bambini sono sempre esclusi dal loro uso, sia oggetto di una valutazione successiva basata sull'andamento della curva epidemica e che il Protocollo di sicurezza, per omogeneità, sia quello a livello nazionale.
Quanto elaborato nella Conferenza delle Regioni è stato accolto con decreto ministeriale del 3 agosto 2020, che reca in allegato il succitato documento di indirizzo e orientamento, poi discusso e sottoscritto dalle parti sociali il successivo 6 agosto. Proprio in quello stesso 6 agosto l'Assessore e il Direttore all'istruzione hanno indirizzato ai Comuni una lettera a firma congiunta, dando indicazione del 31 agosto come data a partire dalla quale riprendere l'attività ordinaria dei servizi educativi zero-tre anni.
Il DPCM del successivo 7 agosto ha prorogato fino al 7 settembre le attività ludico-ricreative e di educazione non formale e attività sperimentali e di educazione all'aperto, proprie di una fase ancora emergenziale e non ordinaria. Il DM 80 del 3 agosto 2020 ha, poi, approvato il documento di indirizzo e orientamento per la ripresa delle attività in presenza dei servizi educativi e della scuola dell'infanzia e, sulla base di questo documento, con il DPCR 88 del 27 agosto 2020, la Regione Piemonte ha ufficializzato quanto anticipato con la precedente lettera, per cui la riapertura dei servizi educativi 0-3 anni al 31 agosto 2020, coerentemente con l'indicazione data il 7, con la lettera del 6 agosto.
Tengo, poi, particolarmente a fare un passaggio su quelli che sono stati gli impegni sulla prima infanzia da parte della Regione. Sono stati infatti 434 i Comuni piemontesi che hanno beneficiato della misura straordinaria dei 15 milioni di euro, voluta dalla Regione per sostenere il comparto dello 0-6. I Comuni piemontesi in cui sono presenti strutture sia pubbliche che private nella fascia 0-2 anni e scuole dell'infanzia paritarie private nella fascia 3-6 erano stati coinvolti in una rilevazione specifica per ottenere il dato preciso sul numero dei bambini frequentanti al 31 gennaio scorso. Questo ci consentiva di essere precisi e puntuali, ma direi che su questo il Consiglio è abbondantemente informato, perché ne avevamo discusso insieme proprio in Commissione. Con quella rilevazione sono risultati 22.135 i bambini tra zero e due anni inseriti nei nidi del Piemonte, 26.312 quelli tra tre e sei anni nelle scuole dell'infanzia paritarie e private.
Questi numeri hanno, poi, permesso di assegnare le varie quote sulla base delle risorse disponibili. Anche su questo c'era stato un passaggio in Commissione, difatti rispetto alla prima ipotesi, che era appunto stata una base di partenza, ma senza ancora la rilevazione precisa, si prevedevano 10 milioni per lo 0-2 e cinque milioni per la faccia 3-6. Una variazione era poi stata approvata con DGR successiva, che ha permesso, con una valutazione fatta con tutte le parti in sede di Commissione, di equilibrare meglio le risorse. Di conseguenza, sono stati effettivamente destinati 8.854.000 euro per i servizi 0-2 anni e 6.146.000 euro per i servizi 3-6 anni.
Con l'assegnazione, i singoli Comuni potevano scegliere in autonomia se rimborsare le rette alle famiglie che non hanno potuto usufruire dei servizi o, in alternativa, se intervenire a favore delle strutture per i mancati introiti. Su questo, mi è giunta in realtà molto poco, ma qualche segnalazione che in questo momento non ancora tutta la procedura pare arrivata a conclusione. Su questo, sono comunque in atto delle verifiche a campione, ma dall'altra parte mi sento anche di evidenziare che è stato dato tempo fino alla fine dell'anno ai Comuni per relazionare in merito proprio perché si capiva che, nell'ambito dell'emergenza COVID, anche i Comuni fossero particolarmente in difficoltà. Ciò non toglie che stiamo facendo delle verifiche a campione per andare ad individuare se ci siano invece, altre situazioni sulle quali evidentemente faremo ulteriori approfondimenti.
Con ulteriore determina, la Regione Piemonte è venuta incontro anche alle esigenze delle scuole paritarie assegnando un'ulteriore somma di 3.850.000 euro ai Comuni e alle scuole paritarie non convenzionate.
Infine, con la DGR 4 del 28 luglio 2020, la Regione Piemonte ha approvato gli obiettivi di intervento da attuare da parte dei servizi educativi 0-2, per l'annualità 2020 in riferimento alle risorse ministeriali e regionali provenienti dal Piano d'azione nazionale di cui all'articolo 12 del decreto legislativo 65/2017.
Per le problematiche legate all'emergenza COVID e per sostenere economicamente i servizi, la Regione, nella programmazione 2020, ha previsto la possibilità di realizzare anche alcune tipologie di interventi strutturali in immobili di proprietà pubblica.
Le risorse ministeriali stanziate con il decreto ministeriale 53 del 30 giugno 2020 sono pari a 16.342.000 euro, a cui è stato associato il cofinanziamento regionale pari a 4.700.000 euro.
Le attività finanziabili con le risorse di cui al Piano d'Azione 2020 sono: gli interventi di manutenzione straordinaria e messa in sicurezza meccanica in caso di incendio, risparmio energetico e fruibilità di stabili in immobili di proprietà pubblica ospitanti servizi educativi autorizzati al funzionamento, sostegno al costo di gestione dei servizi a titolarità pubblica e privata con l'obiettivo di consolidare la rete dei servizi educativi per l'infanzia, di favorire il pieno utilizzo dei posti esistenti anche per ridurre la partecipazione economica delle famiglie alle spese di funzionamento dei servizi, nonché per realizzare le indicazioni prescritte nelle linee guida, di cui appunto il Decreto Ministeriale n. 39 del 26 giugno 2020 nell'ambito dell'emergenza COVID; sostegno ai costi per la gestione e il potenziamento dei servizi di Sezione Primavera, al fine di poter progressivamente superare, così come previsto dal Decreto Legislativo n. 65, gli anticipi all'iscrizione della scuola dell'infanzia; sostegno ai costi di gestione, per favorire l'accesso ai servizi educativi dei bambini diversamente abili, ovviamente, anche per opere strutturali e riduzione delle tariffe praticate dai titolari di servizio, per l'accesso ai servizi educativi per l'infanzia.
In base a quanto stabilito con DGR n. 1743 del 2020, è stata avviata un'apposita rilevazione informatica, cui hanno partecipato i Comuni piemontesi con servizi educativi 0-2 anni presenti sul loro territorio.
Sulla base degli esiti di tale rilevazione, gli Uffici stanno predisponendo il provvedimento di riparto delle risorse ministeriali e della quota di cofinanziamento regionale tra i 343 Comuni che hanno inserito e trasmesso correttamente i dati richiesti, indicando in particolare il numero dei minori frequentanti al 31 gennaio 2020, per un totale complessivo di 21.707 bambini.
C'è poi la parte sulla Formazione Professionale e su questo c'è da dire che, con Deliberazione del Consiglio dei Ministri del 31 gennaio 2020 veniva dichiarato lo stato di emergenza COVID. La disposizione, unitamente all'ordinanza contingibile e urgente n. 1 del 23 febbraio 2020 del Ministero della Salute, assunta d'intesa con il Presidente della Regione Piemonte, prevedeva tra l'altro la sospensione di molte attività, compresa la frequenza dei corsi di Formazione Professionale.
L'Amministrazione regionale ha immediatamente avviato un'analisi sugli effetti sociali ed economici che la sospensione alla frequenza dei corsi di Formazione Professionale avrebbe portato la nostra Regione, consapevoli anche che la policy di questo Assessorato è quella di correlare la formazione professionale agli effettivi bisogni del sistema economico e produttivo del territorio piemontese e si è ritenuto di adottare tempestivamente misure che rispondessero ai bisogni dei cittadini e del sistema delle imprese piemontesi, compatibili con le necessarie misure di tutela e salvaguardia della salute.
Sulla base di questi presupposti si è lavorato per dare garanzia di continuità ai servizi formativi, all'orientamento del lavoro, affinché i soggetti interessati potessero continuare a beneficiarne. Questo percorso è stato governato mediante un costante dialogo con gli attori del sistema della Formazione Professionale, nonché con quelli del sistema produttivo.
A seguito della fase di analisi e condivisione e, quindi, di un modello di gestione dei servizi, il 13 marzo, la Giunta regionale ha dato mandato alla Direzione Istruzione e Formazione lavoro di adottare gli atti e i provvedimenti necessari per fornire le opportune indicazioni agli operatori del sistema regionale, ai cittadini e all'impresa in materia d'Istruzione.
A seguito del mandato, sono stati adottati, nel corso dei successivi mesi e fino ad agosto, cinque atti contenenti misure di carattere organizzativo, di prevenzione e di protezione finalizzati a disciplinare modalità e condizioni per la prosecuzione a distanza, in modalità sincrona e asincrona, dell'attività di competenza della Direzione. Le indicazioni fornite negli atti adottati sono state improntate alla massima flessibilità, al fine di garantire la continuità dei servizi, per non creare eccessive difficoltà e per favorire gli utenti di maggiore debolezza e povertà privi di strumenti informatici adeguati o con connessione difficoltosa della rete.
Si è inoltre posta grande attenzione affinché il sistema regionale degli operatori della formazione del lavoro regionale potesse proseguire nella gestione dei servizi nel pieno rispetto delle condizioni di sicurezza che venivano richieste man mano e grazie a queste disposizioni è stato possibile assicurare ai cittadini piemontesi la continuità dei servizi di Formazione, orientamento e accompagnamento al lavoro già programmati per l'anno 2020, coinvolgendo circa 100 mila persone tra giovani e adulti, con prevalenza di persone inattive, quasi interamente rappresentate da studenti, giovani (under 25) e con un grado d'istruzione medio-basso.
Tali provvedimenti, oltre a depotenziare i devastanti effetti del lockdown a livello sociale ed educativo, soprattutto per i soggetti più deboli (giovani, disoccupati, svantaggiati, diversamente abili) hanno inoltre contribuito al contenimento in Piemonte della perdita del valore aggiunto causato dal blocco produttivo, seguito alle misure che hanno decretato il lockdown. In valore assoluto, si tratta di circa 3,8 miliardi euro per mese di lockdown, il 13,5% dei 28 miliardi complessivi di tutte le Regioni del Nord e l'8% del dato Italia (47,6 miliardi) corrispondente a un valore pro capite di 874 euro contro i 788 della media italiana.
A livello operativo, al fine di salvaguardare i Servizi di Formazione professionale, orientamento, politica attiva del lavoro e diritto allo studio, sono stati innanzitutto adeguati gli atti regionali di programmazione in corso di attuazione, individuando nuove modalità operative compatibili con le misure sanitarie e di tutela della salute pubblica, consentendo, laddove oggettivamente possibile, nel rispetto dei vincoli regolamentari, modalità flessibili di erogazione della formazione a distanza e di realizzazione degli interventi di apprendistato, dei servizi al lavoro tirocini extracurricolari e di orientamento e diritto allo studio, sospendendo tutti i termini perentori e ordinatori previsti dai bandi e avvisi pubblici e dai provvedimenti in materia di accreditamento e di tirocini extracurricolari, consentendo inoltre l'immediata ripresa dell'attività in corso, l'avvio di nuove attività, la corretta tracciabilità e il conseguente riconoscimento economico delle attività realizzate a distanza e anche degli esami finali.
Si è quindi deciso di adottare grande flessibilità gestionale, maggiore rispetto ad altre Regioni, ma necessarie per salvaguardare situazioni di oggettiva difficoltà e sono state fornite agli operatori, ai cittadini e alle imprese ulteriori indicazioni in merito alla possibilità di erogare fino al 50% della Formazione a distanza in modalità asincrona; di realizzare project working in sostituzione dello stage aziendale o della pratica di laboratorio, di derogare in merito agli esami finali e alla composizione delle Commissioni esaminatrici all'utilizzo delle prove standard presenti nel repertorio regionale e adottare nuove prove standard denominate "COVID-19", con modalità semplificate per tutti i corsi finanziati o riconosciuti da Regione Piemonte e Città Metropolitana di Torino. Sono stati inoltre prorogati i termini di chiusura dell'anno formativo al 31 ottobre 2020, consentendo di portare a termine nel miglior modo possibile i servizi a vantaggio sia degli allievi sia del sistema delle agenzie.
A seguito del miglioramento del quadro emergenziale e del dibattito scientifico propedeutico i provvedimenti nazionali che hanno successivamente consentito la graduale riapertura delle attività dall'inizio di giugno, la Presidenza regionale ha autorizzato la ripresa delle lezioni in laboratorio e degli stage curricolari, anticipando le aperture previste dal DPCM dell'11 giugno, consentendo così il completamento e la conclusione delle attività formative.
Il Decreto del Presidente della Giunta n. 72 del 29 giugno, confermato dal Decreto n. 85 del 10 agosto, ha poi consentito di riattivare anche la formazione teorica in aula, rimandando alle linee guida nazionali sulle misure di sicurezza per l'erogazione della formazione in presenza.
Contestualmente, la Direzione ha emanato una determina, un'ultima determina, del 6 agosto 2020 che, a causa del permanere delle limitazioni conseguenti alla pandemia da COVID, rinvia al rispetto delle regole sul distanziamento sociale previste dalle apposite linee guida nazionali e stabilisce un periodo transitorio, dal 16 ottobre 2020 fino al 31 dicembre 2021, nel quale le attività di formazione, orientamento, politiche attive del lavoro e diritto allo studio possono ancora essere attuate con modalità a distanza, anche in assenza di specifiche disposizioni nei rispettivi bandi e avvisi pubblici.
Dal 1° febbraio 2021 le suddette attività dovranno, salvo - e speriamo di no - ulteriori sviluppi, tornare a essere realizzati in conformità agli standard regionali o a quanto previsto dal relativo bando e avviso pubblico.
Al contempo, si fissa il termine entro cui gli operatori, che nel periodo emergenziale hanno potuto operare anche se privi di specifico accreditamento, debbono ottenere l'accreditamento per l'erogazione della FAD. Con tale disposizione si intende, quindi, stimolare e accompagnare il sistema formativo, nel suo complesso, a un salto di livello qualitativo nelle modalità di erogazione della formazione, al passo con la trasformazione dei processi produttivi e la domanda di formazione delle imprese.
Il processo regolativo descritto si è potuto sviluppare anche grazie al confronto continuo con le associazioni di rappresentanza degli operatori del sistema formativo regionale ed è proprio a partire dalle difficoltà da questi segnalate che si sono progressivamente individuate soluzioni che in qualche caso hanno condizionato le scelte adottate anche a livello nazionale. Giova segnalare, in particolare, i provvedimenti normativi nazionali che hanno riconosciuto la validità dell'anno formativo dei percorsi di FP per l'assolvimento del diritto-dovere di istruzione e formazione dei percorsi ITS e IFTS, pur in deroga ai LEP definiti dalle norme di riferimento.
Inoltre, la partecipazione al confronto tra la IX Commissione della Conferenza delle Regioni e le strutture nazionali, quali ANPAL, e con il rapporto FSE per il Piemonte, ha consentito di assicurare la tracciabilità delle attività a distanza in funzione della rendicontazione e, quindi, in coerenza con le indicazioni di adempimenti regolamentari richiesti dall'Unione europea.
Anche qui, come negli altri sistemi formativi regionali, non è stato possibile individuare soluzioni ottimali per ogni criticità, in particolare per quelle tipologie di attività la cui natura limita o impedisce l'erogazione a distanza, come nel caso della formazione pratica o degli stage aziendali, per quei profili caratterizzati da competenze e abilità acquisibili esclusivamente in contesti laboratoriali. Mi riferisco, ad esempio, ai termoidraulici, ai meccanici e ai parrucchieri. Queste difficoltà hanno riguardato, in particolare, la formazione regolamentata ovvero i corsi regionali obbligatori per l'esercizio di attività imprenditoriali o per lo svolgimento di determinate professioni definite da normative di settore, dagli OS agli assistenti alla poltrona odontoiatrica ai titolari di imprese di manutenzione del verde, a estetiste, a responsabili di officina e così via.
Per garantire l'operatività al sistema della formazione professionale sono stati redatti tutti gli atti necessari per la ripartenza dei corsi.
Per quanto riguarda l'obbligo di istruzione, con determina dirigenziale n.
517 del 1° settembre 2020 sono stati approvati gli elenchi di tutti i corsi ammissibili, con i relativi allegati di autorizzazione, a seguito dell'approvazione dell'atto di indirizzo triennale e del relativo bando per un importo complessivo di oltre 95 milioni di euro da assegnare alle Agenzie Formative Accreditate.
Con determinazione dirigenziale n. 397 del 19 giugno 2020 era stato approvato il bando per il finanziamento dei percorsi FTS per l'anno formativo 2020/2021 che è in fase di valutazione.
Con determinazione dirigenziale n. 328 del 19 maggio 2020 è stato approvato il bando per il finanziamento dei percorsi ITS 2020/2022 (perch nell'ambito degli UTS parliamo del biennio), nel quale, ai fini dell'assegnazione di un punteggio di priorità, sono stati inviti individuate cinque aree tematiche, tra le quali una legata alla presenza di tematiche 4.0 all'interno del progetto formativo. Le domande sono state presentate entro il 4 di settembre e sono alle prossime valutazioni per l'apertura dei corsi in autunno.
In corso di approvazione anche l'altra grande tematica della formazione professionale, ovvero la direttiva mercato del lavoro che finanzia corsi per persone disoccupate, creando le competenze per entrare e rientrare nel mondo del lavoro.
Nell'ambito delle azioni di sistema si può dire che, in sintesi, le misure di prevenzione e di protezione adottate a livello nazionale, che fanno riferimento alla Scheda Formazione Professionale presentate nelle linee guida per la riapertura delle attività economiche, produttive e ricreative del 6 agosto 2020 e adottate in Conferenza delle Regioni unitamente alle disposizioni della Direzione FL sopra richiamata per l'organizzazione e l'erogazione dell'attività a distanza e in presenza hanno rappresentato e costituiscono ancora, in analogia a quanto avviene per l'istruzione, un quadro operativo adeguato e ritenuto funzionale alla salvaguardia e alla prosecuzione dei servizi formativi di orientamento diritto allo studio e politica attiva del lavoro.
Alle misure organizzative, di prevenzione e di protezione si aggiungeranno le azioni di sistema che l'Assessorato intende attivare entro la fine di quest'anno. La prima, per sostenere la domanda di un settore quello della formazione professionale, trascurato dalle misure adottate a livello nazionale a sostegno delle scuole statali; la seconda, per recuperare il gap di formazione degli adolescenti e dei giovani determinati dal lockdown e a contrastare una deprivazione che rischia di essere, non solo educativa, ma anche socio-relazionale.
È prevista, poi, una misura per l'adeguamento strutturale e organizzativo delle Agenzie Formative, quale fattore strategico per la ripresa a seguito della fase emergenziale COVID. Si intendere riconoscere contributi per un valore complessivo compreso tra i tre e i cinque milioni di euro, commisurati alle spese straordinarie e impreviste sostenute dalle Agenzie Formative, in primis le Agenzie accreditate per il diritto e dovere di istruzione e formazione, relativi ad aspetti strutturali, quindi la gestione degli spazi, degli arredi e la garanzia del distanziamento sociale; tecnologici, quindi piattaforme per la formazione a distanza, la sicurezza informatica e i dispositivi per gli allievi e organizzativi quindi il cambiamento dei modelli organizzativi interni e formazione del personale sulle tecnologie digitali per la didattica.
Una seconda misura per il contrasto della povertà educativa, aumentata per effetto del lockdown, intende contribuire, sempre con un valore compreso tra i tre e i cinque milioni di euro, alla riduzione del tasso di dispersione scolastica e formativa, attraverso azioni di prevenzione degli abbandoni scolastici. La misura sosterrà la realizzazione di progetti rivolti a studenti dai dodici ai diciotto anni di età non compiuti iscritti alla scuola secondaria di primo grado, al biennio dei percorsi di istruzione secondaria di secondo grado e dei percorsi di FP; di recupero relazionale e inclusione sociale; di recupero e di riallenamento degli apprendimenti scolastico-formativi e potenziamento delle soft skills e delle competenze digitali; il recupero delle esperienze di tirocinio aziendale, quindi mediante i tirocini extra curricolari post qualifica e diploma di FP, laddove non sia stato possibile effettuare il tirocinio previsto per effetto del lockdown, quindi nei casi che ho prima elencato prima in modo esauriente.
Su queste nuove misure è aperto poi un confronto con i rappresentanti delle Agenzie formative proprio con l'intento di sostenerle concretamente in questo percorso. I temi aperti sono molteplici, dalle regole operative per affrontare con maggiore flessibilità il periodo dell'emergenza all'interlocuzione con le ASL per la gestione dei casi critici; dal Patto di corresponsabilità con le famiglie, alla valutazione di nuove soluzioni per la gestione durante l'anno formativo delle assenze, del recupero e della formazione a distanza.
L'azione politica dell'Amministrazione si è quindi realizzata in coerenza con le disposizioni di legge affinché il Piemonte non rischiasse il blocco dei servizi della formazione professionale, dell'orientamento e del lavoro. Le misure già adottate e le nuove azioni previste nel prossimo autunno sono emblematiche di una policy che ha inteso affrontare la difficile situazione di crisi, con una visione volta sia al superamento delle limitazioni intrinseche alla difficile congiuntura sia anche al rilancio dei programmi di innovazione che possano favorire la vita sociale dei cittadini e lo sviluppo economico del territorio.
Con quest'ottica, in una prospettiva di medio e lungo periodo l'Amministrazione intende inoltre intervenire anche sul piano legislativo al fine di innovare l'attuale ordinamento regionale sulle politiche della formazione e del lavoro (sappiamo tutti che abbiamo delle leggi che nel tempo sono diventate un po' obsolete e a cui è bene mettere mano).
Si ritiene necessario adottare una strategia articolata su più fronti per favorire e accompagnare lo sviluppo della nostra Regione, ponendo al centro dell'azione il cittadino e le competenze richieste dal sistema economico produttivo. I sistemi formativi del lavoro dovranno sempre più allinearsi ai processi di innovazione tecnologica e produttiva, nonché di organizzazione del lavoro, proprio per rispondere a quello che si auspica sempre più un preciso incrocio domanda e offerta, che è quello che consente l'attività lavorativa da una parte e lo sviluppo dell'azienda dall'altro.
Grazie.



PRESIDENTE

Proseguiamo il dibattito.
Ha chiesto intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Sarò breve perché so che abbiamo esigenze di ricambio d'aria, quindi se non sbaglio la seduta si interromperà tra mezz'ora.



PRESIDENTE

Alle 12.30.



FREDIANI Francesca

Sarò brevissima, anche per dare tempo ai colleghi di intervenire.
Siamo tutti consapevoli del fatto che il tema scuola dopo e direi anche durante una pandemia è un tema difficilissimo da affrontare e richiede il massimo impegno e massima collaborazione da parte di più soggetti.
Purtroppo devo dire che, in questi ultimi mesi, non abbiamo sempre visto il clima ideale per gestire alcune problematiche. Abbiamo visto attacchi politici e non politici, anzi piuttosto personali, indirizzati verso il Ministro dell'istruzione da parte della forza politica all'opposizione di Governo. Abbiamo visto dibattiti piuttosto accesi rispetto alle modalità di riapertura e, molto spesso, anche un gioco allo scaricabarile che sicuramente non fa bene a una ripartenza il più possibile serena e in sicurezza.
Al di là di questo, a un settimana dall'apertura delle scuole - anzi alcune scuole hanno già riaperto per i corsi di recupero - ci sono ancora alcuni punti che non sono completamente chiari. A mano a mano che si verificheranno le diverse situazioni ci si troverà ad affrontare nuovi problemi e quindi, al di là di quello che prevedono i decreti e al di là di quello che è scritto sulla carta, bisognerà essere anche abbastanza flessibili da poter affrontare tutti gli imprevisti. In questi giorni leggo, all'interno delle varie chat scolastiche in cui sono inserita domande molto pratiche e molto banali. Ad esempio se un mattino dovesse mancare un docente, quello che si fa normalmente in molte scuole è dividere i ragazzi nelle classi: questo sarà consentito? Non sarà consentito? Su alcuni aspetti molto pratici con i quali sicuramente ci si dovrà confrontare ancora non c'è piena chiarezza.
Ci sono, ovviamente, alcune visioni anche diverse rispetto alla responsabilità. La responsabilità, per esempio, di mandare a scuola uno studente che ha una temperatura che supera il limite di attenzione. Su questo punto, ad esempio, abbiamo visto che la Giunta, come ha detto anche l'Assessora poca fa nella sua relazione, ha disposto l'acquisto di termoscanner. Per carità, dotare gli istituti di materiale sanitario è assolutamente legittimo e può essere anche giustificabile in un momento come questo, tuttavia non vorremmo che la dotazione dei termoscanner contribuisse poi a un gioco di suddivisione o, meglio, di scarico di responsabilità rispetto a chi dovrà rilevare la temperatura, azione che sappiamo essere demandata alle famiglie a casa. Nel momento in cui lo studente esce di casa dovrà già aver misurato la temperatura. Non abbiamo ancora capito se la temperatura dovrà essere poi segnalata sul diario con sottoscrizione da parte del genitore, quindi anche su questo c'è ancora un po' di incertezza. Nel momento in cui si arriva a scuola trovo piuttosto difficile che ci si metta a misurare la temperatura a tutti gli studenti all'ingresso. Immagino che questo termoscanner sia tenuto nel caso in cui si manifestassero dei sintomi in uno studente.
Nell'atto di indirizzo che ho depositato noi chiediamo che, oltre al referente scolastico, oltre all'interazione con il Dipartimento di Prevenzione dell'ASL, si possa anche prevedere un coinvolgimento delle USCA che sono quelle unità che abbiamo visto negli ultimi mesi quando il calo dei contagi è diventato più evidente, anche se ora purtroppo abbiamo visto una ripresa dopo le vacanze estive. Le USCA, secondo quanto riportato da alcune fonti giornalistiche, in questo momento sono, passatemi il termine disoccupate, nel senso che sono meno impegnate sul territorio. Per questo abbiamo immaginato che possano essere coinvolte, in qualche modo, nella gestione e nel monitoraggio di quanto avviene negli istituti scolastici. Ed è questo l'oggetto dell'atto di indirizzo che abbiamo depositato.
Sentivo prima nel lungo intervento dell'Assessora a parlare del Patto di corresponsabilità con le famiglie. Sicuramente il Patto di corresponsabilità è lo strumento fondamentale, anche per cercare di evitare la dispersione scolastica che deve essere un obiettivo primario delle Amministrazioni pubbliche.
Parliamo sempre di priorità e credo che abbiamo adesso un modo ben preciso di dimostrare che la scuola è una nostra priorità e abbiamo anche un modo ben preciso per far sapere che l'Ente Regione fa la propria parte in questo patto di corresponsabilità. La dispersione scolastica, infatti molto spesso deriva anche dall'impossibilità delle famiglie di mantenere i figli a scuola, perché la scuola costa, così come costano tanto i libri, il materiale e le attività. Il fatto di avere delle famiglie che non possano permettersi la scuola - per dirla in sintesi e in modo piuttosto chiaro - e che avrebbero diritto ad un sostegno da parte della Regione e non lo possono avere perché mancano i fondi, è un qualcosa che dovrebbe toglierci il sonno. Non possiamo annunciare una battaglia contro la dispersione scolastica e poi sapere che ci sono delle famiglie che sono in difficoltà economiche e che soddisfano tutti i requisiti per poter accedere al sostegno e ai voucher della Regione e non possono accedere perché non ci sono fondi sufficienti.
Credo che un primo forte segnale sarebbe quello di andare a sostenere proprio quelle famiglie. Quindi, al di là di qualsiasi discorso su progetti, sui soft skill, sulla digitalizzazione e sull'interazione con il mondo del lavoro, partiamo dalla cosa più semplice. La cosa più semplice è che ci sono delle famiglie che hanno diritto ai voucher e che sono rimaste escluse. Tra l'altro, sono anche state beffate da una comunicazione che le ha illuse, dicendo loro che avrebbero ricevuto questi fondi e alcuni addirittura li hanno già in parte spesi. Questo fatto grida vendetta: non possiamo assolutamente pensare di fare un passo in più in qualsiasi altra direzione, senza prima aver risolto questa questione, perché non saremmo credibili. Qualsiasi altro discorso sulla dispersione scolastica, sulla vicinanza alle famiglie e sulla corresponsabilità non sarebbe assolutamente credibile. Per cui bisogna, prima di tutto, risolvere questa situazione attuale, che è di piena competenza regionale e va assolutamente risolta.
Un'ultima cosa rispetto alla formazione. Mi fa piacere che si intenda mettere mano alla revisione del sistema della formazione, perch effettivamente è un sistema rispetto al quale vanno fatti dei ragionamenti e degli aggiornamenti rispetto alla situazione attuale. Voglio solo ricordare - sarà che è una categoria a cui ho appartenuto per molti anni che i docenti della formazione sono i docenti meno tutelati sul nostro territorio. Questi docenti molto spesso non hanno neanche diritto alla malattia e nel momento in cui uno di loro non potrà erogare le lezioni o sarà sospeso o dovrà mettersi in malattia, mi chiedo se si è pensato già ad una misura di sostegno che possa intervenire in quel caso, cioè se si verifichino delle problematiche durante l'anno scolastico anche nell'ambito della formazione. Concludo per non sottrarre altro tempo. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Si conferma la regola che quando uno inizia dicendo "interverrò per poco tempo", in realtà non è così. A parte le battute, fatemi fare una battuta un po' amara, perché stiamo parlando della riapertura dell'anno scolastico, di un momento fondamentale per le famiglie, per il Piemonte e per l'Italia intera e l'Aula mezza vuota così come i banchi della Giunta vuoti lasciano un po' perplessi.
E' un dibattito e una discussione che abbiamo voluto in quest'Aula come opposizioni, perché tra qualche giorno finalmente arriveremo al punto di svolta, per il quale abbiamo lavorato tutti, ognuno per le proprie competenze e ai propri livelli istituzionali e nei propri ruoli per permettere la ripartenza dell'anno scolastico e della scuola e quindi tornare ad una nuova normalità dopo il lockdown e restituire ai nostri ragazzi, ai nostri bambini, alle famiglie tutte una nuova normalità e un ritorno ad una socialità che in questo mesi è mancata. È mancata molto ed è mancata non solo per la propria crescita scolastica nel senso più stretto del termine, ma è mancata e mancherà per la crescita della persona e del ragazzo in sé. Quindi, spiace vedere i banchi vuoti della maggioranza e della Giunta regionale.
Ho ascoltato con attenzione la relazione tecnica dell'Assessore Chiorino sulle norme e sulle misure relative alla scuola, per la propria competenza, e alla formazione professionale sulla quale interverrà il mio collega Rossi successivamente. È emersa in tutta la sua chiarezza la mancanza di quello che abbiamo chiesto come opposizione, cioè l'intervento del Presidente Cirio o anche dell'Assessore Icardi, perché inevitabilmente l'apertura della scuola si intreccia con dei temi fondamentali e trasversali che il Presidente Cirio poteva incarnare, in qualità di Presidente, facendo una relazione trasversale alle competenze relative alla sanità e alla scuola.
Per cui facciamo una discussione un po' zoppa, non per mancanza di elementi nella relazione dell'Assessore, che è stata dettagliata e tecnica ma perché i grandi temi che le famiglie si pongono in questi giorni, i grandi temi all'attenzione dei ragazzi e delle scuole sono legati all'organizzazione scolastica, rispetto alla quale però i dati forniti dall'Assessore ci dicono che ci sono delle lacune e delle questioni ancora da affrontare. Le conosciamo, perché sono al centro del dibattito pubblico da settimane e tutti i livelli istituzionali, compreso quello nazionale stanno lavorando per risolverle. Direi che alcune criticità, in particolare sugli spazi, sono sostanzialmente risolte, mentre c'è da lavorare sul tema degli organici.
Però il grande tema che rimane e rispetto al quale dobbiamo cercare di dare delle risposte è il tema di che cosa succede nel caso in cui un ragazzo o un bambino dovesse ammalarsi o che oggi è ammalato e tra 4-5 giorni dovrà andare a scuola. Qual è la responsabilità delle famiglie, qual è il ruolo delle famiglie e qual è il ruolo dei pediatri e dei medici di medicina generale? Quali sono i protocolli che mettiamo in campo per evitare una cosa fondamentale, cioè lo stop and go, che è quello che potrebbe succedere nelle prossime settimane. Cioè si riparte, si inizia in sicurezza con tutte le misure che abbiamo messo in campo, con la massima corresponsabilità, nel senso positivo del termine, delle istituzioni, delle scuole, delle famiglie e dei ragazzi, ma poi ci ritroviamo tra 3-4 settimane a chiudere delle classi, a metterne in quarantena altre. Un ragazzo che ha la febbre quali protocolli deve seguire e quali sono i meccanismi? Questo è il vero grande tema che oggi mette in ansia le nostre famiglie, alle quali dobbiamo dare delle risposte. Pertanto, non me ne voglia l'Assessore Chiorino, ma era necessario un intervento dell'Assessore Icardi in questa sede, che ieri ha dato degli elementi, ma ancora troppo generici rispetto al tempo che stiamo vivendo. Domani è mercoledì, mancano pochi giorni all'apertura e ancora non sappiamo (e questa è una scelta della Regione Piemonte rispetto alla quale chiederei un approfondimento) come diceva la collega Frediani, chi, dove e come misuriamo la febbre. Se decidiamo che la febbre si misura all'ingresso delle scuole, io credo che 500 mila euro per acquistare il termoscanner o il misuratore della febbre per (ce l'ha detto lei) 543 istituti, 700 scuole paritarie e 40 agenzie formative, per un numero di studenti che conosciamo, evidentemente non bastano.
E allora, non è solo la questione dello stanziamento delle risorse e della definizione di un processo, di capire se lo fa il personale della scuola e in che modalità, con quali meccanismi, ma è anche capire - ammesso che si voglia fare - se si stanziano maggiori risorse, come si fa in quattro giorni a dotare i nostri istituti, i nostri plessi scolastici del materiale necessario per svolgere quella funzione.
Sono stati trattati tanti temi, ma ci sono dei temi aperti rispetto ai quali dobbiamo dare delle risposte oggi, perché le famiglie si devono organizzare e devono essere in grado di fare le loro scelte, con l'obiettivo di far partire l'anno scolastico in sicurezza per i nostri ragazzi, per far tornare le nostre famiglie a una nuova normalità e permettere a tutti non solo di iniziare un anno scolastico, ma di proseguirlo, di andare avanti, di poterlo completare e poter affrontare quello che potrà avvenire tra ottobre, novembre, dicembre con l'arrivo dell'influenza e dei mesi più freddi, che metterà ovviamente a dura prova il sistema nel suo complesso e anche la necessità di capire come muoversi rispetto alle malattie stagionali che ci saranno, soprattutto nei bambini.
Rispetto alla scuola dell'infanzia, non aggiungo molto altro, ma anche lì - servirà un Protocollo specifico per i pediatri, ai quali non si può chiedere una certificazione o un tampone continuo. I bambini sono quelli che hanno con più frequenza la febbre legata a tante altre questioni, quindi anche difficili da distinguere. Anche su quel tema, le risposte, poiché gli asili nido e le scuole materne stanno aprendo o sono aperte, dovranno accelerare.
Credo che il tema sia talmente complesso nella sua diversificazione nella sua programmazione e gestione da non essere assolutamente un terreno di scontro politico o di dibattito acceso come conosciamo su altri temi.
Dobbiamo lavorare tutti insieme per fare in modo che funzioni tutto al meglio. Alcune risposte, però, la Giunta le deve dare e le deve dare adesso, perché il tempo ormai è scaduto.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Gallo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Il Coronavirus ha sicuramente travolto il mondo e la società italiana e ha costretto, per la prima volta, la scuola a una chiusura e a una modalità di lavoro che, se in parte ha offerto una risposta parziale nell'emergenza tutti noi abbiamo giudicato una modalità che non può essere considerata positiva.
Per la prima volta, tantissimi docenti sono entrati nelle case dei propri alunni, hanno potuto vedere i ragazzi e le ragazze nel loro ambiente familiare, dentro le complessità delle condizioni materiali, affettive e socio-economiche. In troppi casi, questa complessità si è esplicitata nella mancanza di connessione e di strumenti, ma qualcosa di inedito è pur successo, Assessora, perché la scuola è tornata in primo piano; possiamo dire tutti insieme che l'abbiamo riscoperta, molti usano il termine "ci è mancata" e l'abbiamo cercata rivalutando il suo fondamentale ruolo di presidio di democrazia.
Mentre noi facevamo parte anche di quelle mobilitazioni che chiedevano al Governo la massima attenzione sul tema della ripresa, lei purtroppo Assessora - ha passato il tempo più al tiro al piccione che a svolgere quello che è il giusto compito delle Regioni, cioè dare tutti gli strumenti necessari affinché quella ripartenza avvenga in sicurezza.
Guardi, non sono io a dirglielo e come lei sa le parole dell'Assessora Caucino di solito non sono le mie parole, ma quando l'ha attaccata dandole dell'assenteista non tanto in Giunta, ma nelle riunioni di coordinamento io mi sono chiesto: "Ma di cosa sta parlando l'Assessora Caucino?". Mentre lei ci faceva la relazione sulla ripartenza della scuola, attaccando la Ministra Azzolina, ho scoperto che tre giorni prima c'era un Tavolo, tra l'altro nazionale, a Torino e l'Assessora Caucino ha detto una cosa di cui io non ero a conoscenza (ci dica lei se è vero). Ci ha detto che lei spesso è affaccendata in altre situazioni (questo non lo sapevo), come nel caso del Tavolo regionale per la scuola del 18 luglio con il Ministro Azzolina con il Piemonte come unica Regione non rappresentata al Tavolo stesso. Non è un leader dell'opposizione a dirlo: è l'Assessora Caucino.
Purtroppo, i social ci danno tante risposte. Io, la prima cosa che ho pensato è che l'Assessora Chiorino si occupa anche di attività produttive che ci sono tantissime vertenze, quindi se non era presente di sicuro ci sarà stato un motivo. In realtà, lei - Assessora Chiorino - non era in una vertenza a Roma, ma era alle caserme di Salussola e Cavaglià con l'onorevole Wanda Ferro e con l'onorevole Delmastro. Subito dopo è andata anche a visitare le caserme dei carabinieri biellesi e così tutto il giorno, fino alla festa di tesseramento di Fratelli d'Italia. È legittimo: spero che abbia mandato qualcuno al Tavolo e che l'Assessora Caucino dica una clamorosa balla quando afferma che il Piemonte era l'unica Regione non rappresentata, tra l'altro nel giorno in cui la stessa Ministra ha dichiarato: "Basta dubbi, riapertura il 14 settembre per tutti".
Vi ricordo che potevamo fare due cosse : aiutare la scuola a riaprire in sicurezza (e poi parlerò un attimo della sanità) e scegliere il calendario scolastico.
Quindi, la Ministra Azzolina, questa "sciagurata" che non fa niente come dice Chiorino, che dovrebbe dimettersi, perché non ne ha azzeccata una, doveva indicare alle Regioni soltanto la data (il 14 settembre) per tutti e noi ci abbiamo messo quasi un mese per ribadire quello che Azzolina aveva detto a Torino davanti alle Regioni, dove la nostra Regione non era presente, ma vabbè, chiudiamo questa parentesi.
Insomma, lei doveva mettere in condizione questo sistema di riaprire in sicurezza; se ho capito bene, l'unica cosa che abbiamo fatto è stabilire una data, che tra l'altro era già nota a tutti, poi, siamo entrati nella discussione sui termoscanner come se fosse l'unico oggetto di discussione poi parlerò di quelli che, secondo me, sono il vero oggetto di discussione tra l'altro, con una boutade che è incomprensibile. Gallo si chiedeva se bastano 500 mila euro. Devo dire la verità a me poco importa se 500 mila euro bastano per comprare uno, due o tre termoscanner, ma cosa stiamo dicendo? Abbiamo detto alle Scuole piemontesi che da lunedì devono arrivare un'ora prima? Avete sentito? Abbiamo detto questo alle famiglie? Facciamo un'ipotesi, solo per capire, perché l'Assessora non l'ha smentito e neanche Cirio: abbiamo stabilito 500 mila euro per misurare nelle scuole, se si trova un accordo. Ma immaginate che cosa succederà; lunedì prossimo succederà che con una sola "pistola misura temperatura" si farà passare 400 studenti, creando un assembramento e rischiando ancora di più di quello che si deve rischiare! Diciamo tutto il contrario delle indicazioni dell'Istituto Nazionale! E per fare che cosa? Quanto tempo impiegheranno? Fate un po' il calcolo e facciamo finta che impieghino 10 secondi, invece che un minuto, come da Protocollo, perché sappiamo benissimo non ci si mette un minuto; stabiliamo 10 secondi che per 400 studenti sono circa un'ora. Io non ho capito: l'Assessora Chiorino ci sta dicendo che da lunedì i ragazzi faranno un'ora e dieci minuti di coda? Che andranno scaglionati? Non ho capito, non lo comprendo! È l'unica cosa che facciamo e non l'ho capita! Del resto, invece, ci sarebbe tanto altro su cui discutere.
Le dico quali sono le sue competenze? Assessora, lei si è rifugiata dietro alla gaffe, al disservizio, al funzionario da punire, perché ha inviato un'e-mail che non doveva inviare; ma stiamo scherzando? 45 mila famiglie piemontesi chiedono un contributo per il diritto allo studio scolastico, per i trasporti, per comprare i libri di testo e noi archiviamo questa vicenda con una battuta, dicendo che si sono sbagliati a mandare le e-mail? Ma state scherzando? Ritornate qui a parlarmi di bazooka e "Riparti Piemonte"! Ma dove sono i vostri 400 milioni o gli 800 milioni? Avete sparato "balle" e numeri, senza avere niente in tasca e niente in campo! Cavoli! La ripartenza non parte da quei 10 o 15 milioni in più da mettere esattamente sul diritto allo studio scolastico! Assessora Chiorino, noi saremmo stati con lei, anche con posizioni diverse, come io il collega Magliano, perché in questo caso non ce ne frega niente di capire qual è la graduatoria da esaurire per prima, perché vanno esaurite entrambe! Perch la legge dice questo e perché gli idonei non beneficiari, oggi, soprattutto dopo il COVID, non devono più esistere: tutti devono avere quei voucher! Soprattutto, oggi e soprattutto, ora! Per quello che vi chiediamo di farla diventare, come abbiamo fatto sul diritto allo studio universitario, una materia imprescindibile, un automatismo, una misura che ci dice che quei codici, quell'ex UPB, quei capitoli di bilancio devono diventare permanenti, devono essere esattamente un capitolo di spese obbligatorie.
Raffaele Gallo diceva una cosa giustissima: chiedevamo al Presidente Cirio e all'Assessore Icardi di esserci, per capire cosa succede esattamente, perché a noi è chiarissimo cosa succederà; la Regione è già pronta a fare quello che ha fatto sei mesi fa, quando ha scaricato la responsabilità su tutti: medici di base, ospedalieri e, ovviamente, il Ministro che in quel caso era Speranza. Dopodiché c'era quello che dovevamo fare noi. Sapete, questi fanno quelli dell'autonomia differenziata, ma in realtà le cose che devono fare loro non le fanno quasi mai o, se le fanno le fanno male.
Presidente, le dico a cosa sarebbe stato utile questa Comunicazione: dirci esattamente che cosa succede. Lo dicono i protocolli che dicono che se un ragazzo ha 37,5 di febbre, deve stare a casa e dobbiamo responsabilizzare le famiglie. Poi ci sono due casi: facciamo finta che la febbre si è alzata a scuola, la misurano e mettono il ragazzo in una stanza. Che cosa succede per i tamponi? Ovviamente, sono condizionati al ruolo del pediatra e lì i pediatri e i medici di medicina generale, i medici di base saranno il vero oggetto della discussione e vedrete che la responsabilità si scaricherà su di loro. Ma è il nostro sistema che dev'essere pronto! Che cosa voglio dire? Test rapidi, test a tappeto. Ma noi siamo la Regione che ne ha fatti meno di tutti rispetto alla popolazione, ma non negli ultimi sei mesi, anche nell'ultima settimana. Allora ciò che ci spaventa di più, Presidente, è il vostro futuro. La parola "futuro": "faremo", "individueremo", faremo gli hotspot. Mancano pochissimi giorni manca meno di una settimana e che cosa succede? Vogliamo solo capirlo! Perché da quello che dicono i protocolli (cosa che non ha detto, Assessora Chiorino) ci vuole il primo tampone, ma poi se è negativo, dopo due giorni se ne deve fare un altro. E se è positivo ne devono rifare almeno altri due, per vedere se i sintomi sono davvero scomparsi e se si può ritornare a scuola. E poi? E poi c'è il contact raising, c'è il tracciamento. Lei non ci ha detto nulla di questo, perché giustamente non è la sua responsabilità, ma questo tipo di informativa serviva a quello! Dove arriva il tracciamento? L'Istituto dice che arriva almeno alle persone più prossime, tant'è vero che dicevamo al Presidente del Consiglio che se uno dei nostri figli sta a casa, non prevediamo una stanza virtuale anche noi per evitare il contagio? Ecco perché l'altra cosa che deve definire una Regione è esattamente il perimetro. Perché il Ministero stabilisce quello che è il perimetro minimo ma come hanno dimostrato il Veneto e la Toscana sui tamponi, le Regioni hanno un'autonomia per andare oltre quel perimetro: al fratello, al fratello che va nella classe a fianco, oppure che va in un altro Istituto lo si fa o no il tampone? Alla nonna che ha visto tre giorni prima lo si fa o no il tampone? A tutta la classe lo si fa o no?



PRESIDENTE

La invito a concludere.



GRIMALDI Marco

Termino, Presidente.
Il problema è tutto nostro - non dico vostro - in questa Comunicazione non c'è niente, se non la ripetizione di quanto detto dal Ministero. Avete passato tre mesi a insultare il Ministero e avete passato una mattinata a dire quanto il Ministero ha proposto, ma quasi niente di quello che il Piemonte avrebbe dovuto fare per mettere in sicurezza il ritorno di quegli alunni.
Adesso credo che dovremmo chiudere la seduta proprio per il COVID e per le regole che ci siamo dati.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, abbiamo sforato.
Grazie per gli interventi ed essendo oramai superate le 12.30, come concordato interrompiamo la seduta.
La seduta riprenderà alle 14 con il question time, successivamente ci sarà mezzora di sanificazione e poi riprenderanno i lavori d'Aula.



(La seduta è sospesa alle ore 12.33)



(La seduta riprende alle ore 14.06)



GAVAZZA GIANLUCA



PRESIDENTE

Buon giorno a tutte e a tutti.
Per delega del Presidente Stefano Allasia, dichiaro aperti i lavori delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento. Iniziamo con le interrogazioni pervenute. Ad oggi, si provvederà a rispondere alle interrogazioni come segue: interrogazione n.
387, presentata dal Consigliere Magliano Silvio, cui risponderà l'Assessore Maurizio Marrone; interrogazione n. 388 presentata dalla Consigliera Monica Canalis, cui risponderà l'Assessore Maurizio Marrone interrogazione n. 389 presentata dal Presidente Domenico Rossi, cui risponderà l'Assessore Maurizio Marrone; interrogazione n. 390, presentata dalla Consigliera Francesca Frediani, cui risponderà l'Assessore Marco Gabusi; interrogazione n. 391 presentata dal Presidente Sacco, cui risponderà l'Assessore Marco Gabusi; interrogazione 393, presentata dal Presidente Marco Grimaldi, cui risponderà l'Assessore Maurizio Marrone interrogazione n. 392 presentata dal Consigliere Ivano Martinetti, cui risponderà l'Assessore Marco Gabusi; interrogazione n. 394 presentata dal Consigliere Maurizio Marello, cui risponderà l'Assessore Marco Gabusi.
Prego i Consiglieri e gli Assessori di attenersi rigorosamente ai tempi; ed è volontà della Presidenza l'invio delle risposte per posta elettronica agli interroganti.
Ricordo che per gli interroganti ci sono tre minuti a disposizione per l'illustrazione mentre i componenti della Giunta hanno cinque minuti a disposizione per la risposta. Ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento sulle interrogazioni a risposta immediata non sono previste repliche.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 387 presentata dal Consigliere Magliano, inerente a "Casa della Salute Valdese, niente cure odontoiatriche da cinque mesi. A quando la ripresa?"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 387.
La parola al Consigliere Magliano per l'illustrazione.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Si tratta di un tema sollevato prima della pausa estiva; tema che era stato portato a onor della cronaca, proprio perché, come sapete, l'ospedale Valdese di Torino è diventato, dopo una chiusura di cinque anni, una Casa della Salute, nella più ampia ristrutturazione dei servizi ai cittadini dal punto di vista sanitario, non più un ospedale, ma un poliambulatorio dotato di Centro Prelievi, un ambulatorio infermieristico, uno Sportello dei servizi sociali, Rete oncologica specialistica, Chirurgia ed altri servizi.
A causa dell'epidemia COVID 19, le prestazioni odontoiatriche presso la Casa Valdese sono state sospese, dai primi di marzo 2020 - com'era giusto che fosse.
Dagli inizi di maggio, la Regione Piemonte ha reso possibile la riapertura dell'odontoiatrie sia private sia pubbliche, con l'utilizzo delle procedure e delle protezioni adeguate, con la disinfezione della stanza tra un paziente e l'altro, con la svestizione e la vestizione del personale addetto.
Alla fine di maggio le ASL di Pinerolo e di Rivoli hanno ricominciato le prestazioni di cure odontoiatriche, con tempi più lunghi dedicati a ciascun paziente, a cause delle necessarie disinfezioni prima e dopo la visita.
Ad oggi non sono state recuperate le visite non effettuate durante il periodo di lockdown, ma, chiamando il numero dedicato alla prenotazione non è possibile programmare una visita nei prossimi mesi: difficile ipotizzare una ripresa prima dell'autunno Altre realtà analoghe, quali Pinerolo e Rivoli, funzionano a pieno regime già dalla fine di maggio; nell'Asl Città di Torino, sembra che il problema della riapertura delle prestazioni odontoiatriche non riguardi soltanto Casa Salute Valdese, ma anche le strutture di Corso Corsica, Corso Toscana, Via Monginevro e Via Montanaro.
Il tema politico è semplice; sappiamo bene che questo tipo di prestazione, fatta in questa tipologia di struttura, è richiesta da persone che non hanno disponibilità economiche per curarsi da un dentista privato.
Quando uscì la notizia, il Direttore, Picco, disse: "Dobbiamo garantire la sicurezza sia dei nostri medici sia dei nostri pazienti". Il problema però, è che, come vi ho detto, a Pinerolo e a Rivoli sono ripartite queste prestazioni.
S'interroga la Giunta per sapere quando riprenderanno le cure odontoiatriche, ad oggi ancora sospese, nell'ASL Città di Torino, in particolare nella Casa della Salute Valdese di Via Silvio Pellico. Anche perché, ci sembra assurdo che a Pinerolo si sia riaperto, a Rivoli si sia riaperto, e ad oggi è tutto fermo su un tema che oggettivamente rischia di fare, non dico un favore, al sistema privatistico, alle professioni odontoiatriche private, proprio perché le persone non si rivolgono a quei soggetti perché non hanno disponibilità economiche.
Posto il tema la risposta di Picco fu "Dobbiamo farlo in sicurezza". Dopo un mese, passate le vacanze estive, non è ancora ripartito nulla. Che cosa sarà di questo servizio? Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Marrone per la risposta.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Riporterò al Consigliere interrogante e a tutta l'Aula la risposta che mi è stata inoltrata dall'Assessore alla sanità Luigi Icardi, a sua volta redatta dalla Direzione generale dell'ASL Città di Torino.
In riferimento all'interrogazione in oggetto, si comunica che sono in corso le operazioni di sanificazione delle apparecchiature degli studi odontoiatrici.
Si tratta di una disciplina ad altissimo rischio di aereosolizzazione che richiede dei focus sulla sicurezza degli operatori e dei pazienti molto più attenti rispetto ad altre discipline.
Per la ripartenza dell'attività odontoiatrica territoriale è indispensabile l'adozione delle seguenti misure, secondo le linee guida predisposte dal Servizio Prevenzione Rischio Infetrtivo aziendale, redatte secondo le ultime linee di indirizzo delle Associazioni Nazionali di Odontoiatria: 1. Flussaggio quotidiano per almeno 5-10 minuti, nonostante l'assenza di pazienti 2. Interventi di bonifica ripetuti, a cura dell'Ingegneria Clinica, su ogni riunito, subito prima della ripresa dell'attività 3. Nuovi campionamenti microbiologici, a cura della Microbiologia e Virologia, in concomitanza della riapertura, dopo gli interventi di bonifica.
Se tutti gli accertamenti previsti per garantire l'apertura in sicurezza saranno rispettati ed avranno esito favorevole, è prevista per lunedì 14 settembre l'apertura delle seguenti sedi ambulatoriali per le prestazioni odontoiatriche: Corso Corsica Via Monginevro Corso Toscana Via del Ridotto Via Cavezzale Nelle settimane successive apriranno le altre due sedi di via Pacchiotti e Valdese.
Certo che l'obiettivo di garantire le cure debba sempre essere unito alla sicurezza del paziente e degli operatori, colgo l'occasione per porgere cordiali saluti.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Presidi socio-assistenziali pubblici e privati

Interrogazione a risposta immediata n. 388, presentata dalla Consigliera Canalis inerente a "Mancati inserimenti in convenzione delle RSA piemontesi"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 388.
La parola alla Consigliera Canalis per l'illustrazione.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Questo è un tema urgente e grave. Al 31 dicembre 2019 risultavano fonte: sito della Regione Piemonte - 29.595 posti letto accreditati nelle Residenze Sanitarie Assistenziali - che di qui in poi chiamerò RSA - del Piemonte. Quindi, quasi 30.000 persone ospitate in queste strutture in convenzione con le dodici ASL piemontesi. Questo, facendo riferimento ad una popolazione totale con più di 65 anni, in Piemonte, di 1.100.000 persone. Si stima che ci siano più di 30.000 persone malate, perlopiù anziani non autosufficienti in lista d'attesa per accedere alle RSA piemontesi in regime di convenzione.
Perché dicevo in apertura che siamo di fronte ad una situazione molto urgente e grave? Perché tra il mese di marzo e il mese di giugno 2020, ben 2500 posti letto sono usciti dalle convenzioni con le ASL, per decesso delle persone che occupavano quei posti letto, o per il COVID o per altre patologie. E queste convenzioni, salvo pochissimi casi, non sono state sostituite; le ASL non hanno attivato nuove convenzioni. Questo sta arrecando un danno molto serio, in primo luogo alle famiglie piemontesi e a questi malati che necessiterebbero, soprattutto per le patologie più gravi di una adeguata assistenza.
E poi, un danno anche alle strutture delle RSA, la cui sostenibilità finanziaria è messa a rischio. Ricordiamo che la legge prevede che la sostenibilità finanziaria sussista in caso di una saturazione del 95% dei posti letto delle RSA; oggi, le RSA piemontesi sono piene, in media soltanto al 70%.
Sappiamo che sono stati attivati alcuni strumenti di confronto tra la Giunta regionale, in particolare l'Assessore Icardi e l'Assessore Caucino con gli Enti gestori delle RSA, ed è stato attivato un Osservatorio regionale delle RSA, ma da un lato abbiamo l'impressione che questo organismo sia orientato principalmente a monitorare i contagi e non a risolvere urgenze come queste, o a ripensare al modello delle RSA, che ha dimostrato alcune carenze durante l'epidemia che si è abbattuta anche sulla nostra Regione.
D'altro lato, è già stato negato un rimborso per le spese extra che le RSA hanno sostenuto in questi mesi; e questo aggrava ulteriormente la situazione finanziaria di queste strutture, che, se andassero a chiudere impedirebbero ad altre persone di potervi trovare accoglienza.
Quindi, chiediamo alla Giunta regionale di spiegare quando intenda riattivare queste convenzioni, tenendo conto che in base alla spesa storica piemontese per i ricoveri in RSA, che è di 250 milioni di euro, le ASL piemontesi in questi mesi hanno risparmiato decine di milioni di euro, che non vorremmo - ma lo temiamo - fossero utilizzate per altre finalità diverse dall'inserimento di queste persone in queste strutture. I malati in particolare gli anziani non autosufficienti, devono essere in cima ai nostri pensieri e alle priorità dell'agenda politica regionale; non possiamo tardare ulteriormente, visto che un Protocollo sanitario per l'inserimento nelle RSA esiste ormai da metà maggio: prevede un tampone una quarantena di 14 giorni e un secondo tampone.
Quindi non vediamo reali, ragionevoli, giustificabili ulteriori ritardi per l'attivazione di queste convenzioni.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Monica Canalis per l'illustrazione.
Per conto della Giunta si è reso disponibile a rispondere l'Assessore Maurizio Marrone.
Prego, Assessore, ne ha facoltà per cinque minuti.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore regionale

L'emergenza epidemiologica da COVID-19 dei mesi scorsi ha comportato una temporanea revisione delle procedure di inserimento degli ospiti nelle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA), allo scopo di dare la massima attenzione alla prevenzione e al contenimento dell'infezione.
Durante il periodo di emergenza dovuta al COVID-19 è innegabile la difficoltà nell'inserire persone non autosufficienti nelle RSA, in coerenza con le disposizioni ministeriali dell'Istituto Superiore di Sanità.
Peraltro, le Aziende Sanitarie Locali hanno, comunque, continuato a prendere in carico anziani non autosufficienti, sia con progetti di residenzialità temporanea sia residenzialità non temporanea, detta impropriamente definitiva. Attualmente le RSA possono inserire nuovi ospiti previo rispetto delle prescrizioni previste nelle linee guida nazionali (tampone, isolamento, ecc).
Se confrontati i dati dei primi otto mesi dell'anno 2019 con i primi otto mesi del 2020 ne risulta quanto segue: dal 1° gennaio 2019 al 7 settembre 2019 complessivamente numero 6.808 nuove prese in carico di cui 2.549 temporanee e 4.259 non temporanee. Dal 1° gennaio al 7 settembre 2020 complessivamente 5.779 nuove prese in carico di cui 2.188 temporanee e 3.591 non temporanee.
Quanto sopra è oggetto di monitoraggio anche in relazione alle situazioni epidemiologiche che si potrà prospettare nei prossimi mesi e i bisogni della popolazione anziana.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Maurizio Marrone per la risposta.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 389 presentata da Rossi Domenico inerente a "Valutazione dei Direttori generali delle ASL. Quali criteri? "


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 389.
La parola al Consigliere Rossi per l'illustrazione. Ne ha facoltà per tre minuti.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Come lei ha già annunciato nel darmi la parola torno su una questione che in questi giorni abbiamo, purtroppo, letto sui media in maniera che ha anche un po' umiliato la nostra Regione e che riguarda la valutazione dei Direttori generali delle ASL.
Premesso che, secondo una serie di norme nazionali che adesso non richiamo ma che sono scritte nel question time, le Regioni nominano i Direttori generali esclusivamente tra coloro che sono iscritti a un elenco nazionale e alla nomina di ciascun Direttore vengono assegnati degli obiettivi che riguardano obiettivi di salute, funzionamento dei servizi con riferimento alle relative risorse e obiettivi di trasparenza alla gestione del bilancio con diversi canoni valutativi. Secondo quanto definito da un accordo Stato-Regioni in Conferenza permanente i Direttori sono anche valutati su obiettivi che sono indicati all'interno dell'atto di nomina.
Quindi vengono valutati sul raggiungimento degli obiettivi di salute, sulla garanzia dei Livelli Essenziali di Assistenza, sugli obblighi in materia di trasparenza e su tutti gli ulteriori adempimenti previsti dalla legge.
In Regione Piemonte la maggior parte dei contratti dei Direttori generali in carica scade a maggio 2021. Cosa è successo? Che con il COVID 19, la pandemia, ha messo sotto stress il nostro sistema sanitario che ha dovuto chiaramente gestire un sistema di emergenza straordinario. In alcuni territori si è creato un ottimo sistema di collaborazione tra le diverse istituzioni presenti. In altri, invece, durante la gestione, questa collaborazione istituzionale è venuta a mancare e la Giunta ha dovuto rimediare attraverso la nomina di alcuni commissari. In particolare, per quanto riguarda il territorio dell'ASL di Vercelli, sono stati diversi gli attacchi pubblici ricevuti dal Direttore generale dell'ASL da parte del Sindaco di Borgosesia, nonché parlamentare e Segretario provinciale di Vercelli della Lega Nord che, tra le altre cose, in una diretta Facebook dei primi giorni di aprile 2020, ha dichiarato: "Un minuto dopo la fine di questa emergenza Chiara Serpieri andrà casa. Ve lo prometto. E non scherzo..".
Prendo atto che nei mesi scorsi l'Assessore aveva annunciato una verifica degli incarichi dei Direttori generali, con particolare attenzione alle realtà caratterizzate da un maggiore disavanzo rispetto all'anno precedente, anticipando la possibilità di una risoluzione prematura del contratto per i casi più gravi. Tradotto significa che chi ha fatto troppo disavanzo non ha rispettato gli obiettivi, quindi si potrebbe valutare di mandarlo a casa.
Appreso che nelle scorse settimane si è dimesso il Direttore generale dell'ASL TO 4, secondo quanto invece diffuso dei giornali la dottoressa Chiara Serpieri, attualmente Direttore dell'ASL di Vercelli, non dovrebbe più svolgere il suo incarico presso la sede attuale, ma sarebbe stata spostata e trasferita all'ASL di Biella. Ipotesi successivamente smentita anche per l'intervento di diversi rappresentanti politici biellesi, anche Consiglieri e Assessori regionali che, pur appartenendo alla stessa coalizione politica e, in alcuni casi, pur facendo parte dello stesso organo collegiale che ha il compito di nominare o revocare i Direttori, non hanno esitato a rendere pubblico un conflitto sulle nomine e sugli spostamenti dei Direttori generale e su cui è dovuto intervenire il Presidente stesso.
Vado a concludere, Presidente. Ritenuto che la valutazione dei Direttori generali e dei commissari deve essere fatta dalla Giunta e deve fondarsi sulla verifica del raggiungimento degli obiettivi assegnati e non deve essere lasciata alle valutazioni dei referenti di Partito territoriale e che al centro di una scelta della Giunta non ci deve essere la volontà di accontentare questo o quell'altro capobastone, ma debbano esserci le competenze delle persone che noi andiamo a scegliere per il bene dei cittadini e non le logiche di potere, si interroga l'Assessore competente per conoscere quali criteri di valutazione e quali motivazioni sono alla base delle scelte della Giunta impegnata in questa fase di verifica dall'operato dei Direttori generali delle Aziende Sanitarie regionali.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Domenico Rossi per l'illustrazione.
Per conto della Giunta si è reso disponibile alla risposta l'Assessore Maurizio Marrone. Prego Assessore ne ha la facoltà per cinque minuti.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore regionale

I Direttori Generali delle Aziende Sanitarie Regionali sottoposti in questo periodo della cosiddetta verifica di metà mandato, sono stati nominati nel periodo giugno-luglio 2018 in seguito alla selezione conseguente all'avviso pubblico indetto con DGR del 13 febbraio 2018.
Ai sensi dell'articolo 2, comma 2 del decreto legislativo n.171 del 2016 all'atto della nomina di ciascun Direttore generale, la Regione ha assegnato a ciascuno degli specifici obiettivi di salute di funzionamento dei servizi, con riferimento alle relative risorse, nonché obiettivi di trasparenza. Tali obiettivi si sono sostanziati, esemplificativamente, nel governo dei tempi d'attesa in relazione all'erogazione delle prestazioni nelle attività di sostegno, nell'attivazione del Centro Unificato Prenotazioni regionale, nell'attuazione degli interventi necessari alla luce delle previsioni e della programmazione regionale in materia di sanità digitale (per esempio dematerializzazione di ricette e di prescrizioni nell'attuazione delle disposizioni previste dal Piano regionale cronicità in adempimenti legati alla trasparenza.
Inoltre, a seconda della tipologia dell'Azienda Sanitaria (ASL, ASO o AO) venivano assegnati obiettivi connessi all'operatività delle Case della Salute, all'attuazione del Piano regionale di prevenzione, allo sviluppo delle funzioni di committenza delle ASL ed altresì obiettivi attinenti all'efficientamento dal punto di vista dell'equilibrio economico finanziario e all'elaborazione di proposte per la revisione della rete ospedaliera ed al conseguimento del pareggio di bilancio.
A norma del comma 4 dello stesso articolo 2 del decreto legislativo n.
171/2016, trascorsi 24 mesi dalla nomina di ciascun Direttore generale, la Regione entro 90 giorni, sentito il parere del Sindaco o della Conferenza dei Sindaci, ovvero per le Aziende Ospedaliere della Conferenza per la programmazione sanitaria e socio-sanitaria regionale di quell'articolo 2 comma 2 bis del decreto legislativo n. 502/92, verifica i risultati aziendali conseguiti e il raggiungimento degli obiettivi suddetti e, in caso di esito negativo, dichiara, previa contestazione, nel rispetto del principio del contraddittorio, la decadenza immediata dall'incarico con risoluzione del relativo contratto. In caso di valutazione positiva procede invece alla conferma con provvedimento motivato a verifica.
Si precisa, infine, che la valutazione di cui sopra non riguarda neppure minimamente l'anno 2020, cioè il periodo di emergenza COVID.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Marrone per la risposta.


Argomento: Trasporti pubblici

Interrogazione a risposta immediata n. 390 presentata da Frediani, inerente a "Trasporto pubblico locale - quali azioni ha intrapreso la Regione Piemonte per garantire il trasporto e la sicurezza degli studenti"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 390.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione, per tre minuti.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente e buongiorno, Assessore. Questa volta siamo qui a parlare di trasporto studenti che, in teoria, sarebbe un argomento meno complicato dal punto di vista dei riferimenti, però molto complesso dal punto di vista dell'impatto sulla realtà.
Il 14 settembre riapriranno le scuole ed ovviamente uno dei problemi che si dovranno affrontare sarà proprio quello legato alla mobilità degli studenti, considerando anche che probabilmente alcune scuole avranno orari diversificati. Per cui è un problema che riguarda soprattutto le aree extra urbane, perché nelle aree urbane bene o male con i mezzi pubblici si riescono sempre a coprire tutte le fasce orarie. Sulle aree extraurbane immagino che sia un pochino più complicato.
Il Governo, con la Conferenza unificata delle Regioni, Comuni e Province all'unanimità, ha stabilito le linee guida per l'uso dei servizi di trasporto per gli studenti, stabilendo un riempimento all'80% che dovrebbe garantire il giusto ricambio di aria nei mezzi di trasporto con tempi di percorrenza superiori ai 15 minuti. Il tema del riempimento è un nodo abbastanza centrale, perché bisogna capire poi come sarà gestito soprattutto su quei pullman che sono adibiti soltanto al trasporto studenti e dove, da quanto mi viene segnalato, alcune ditte pensano di conteggiare anche i posti in piedi, che io credo non dovrebbero essere conteggiati, se parliamo di un autobus adibito a trasporto studenti. Comunque questo è un tema su cui spero vorrà fare chiarezza anche lei.
In alcune tratte mi risulta che gli studenti addirittura debbano interrompere il tragitto, scendere dal pullman e poi risalire. Faccio un esempio che conosco, perché è un esempio locale: il pullman che porta gli studenti verso il liceo di Bussoleno e il liceo di Susa, da quanto mi risulta, interrompe il percorso a Bussoleno, fa scendere tutti gli studenti e poi li fa risalire. Questo almeno fino al periodo pre-pandemia. Una situazione come questa trovo che sia poco sicura dal punto di vista dell'igiene e della sanificazione, quindi immagino che problemi come questo siano diffusi sul territorio con tante variabili. La situazione è sicuramente complessa.
Nella legge di bilancio del Governo è stato previsto uno stanziamento di 200 milioni per le Regioni e 150 per Comuni e Province per i servizi aggiuntivi di trasporto ritenuti indispensabili per l'avvio dell'anno scolastico. Ho visto adesso uscire una notizia Ansa del Ministro De Micheli che parlava di risorse aggiuntive. Tutto questo per dire che manca una settimana all'apertura dalla scuola e vorremmo capire come si sia organizzato il servizio e come la Regione abbia pensato di intervenire magari dettando anche delle linee guida per garantire la massima sicurezza agli studenti, che poi è il nodo centrale che sta a cuore a tutti noi credo.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Frediani per l'illustrazione.
Per conto della Giunta si è reso disponibile alla risposta l'Assessore Gabusi.
Prego, Assessore, ne ha la facoltà per 5 minuti.



GABUSI Marco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente e grazie Consigliera.
Questo è un argomento un po' più semplice, anche se nei mesi passati se n'è dibattuto molto. Abbiamo posto il tema come Conferenza delle Regioni da maggio, da quando si cominciava a vedere la luce in fondo al tunnel e quando per tutti il traguardo dell'inizio della scuola al 14 settembre sembrava quello più importante da rispettare.
Ci sono stati vari momenti, anche di crisi forte nei rapporti istituzionali quando il CTS fino a pochi giorni prima di lunedì 31 agosto sembrava non volesse aprire a misure superiori al'80%. Noi abbiamo sempre detto che non siamo sanitari, non siamo epidemiologi e non siamo virologi e pertanto non siamo in grado di fare queste valutazioni. Certo è che di conseguenza al 50% ci andava una misura economico-finanziaria importante che comunque sapevamo che non sarebbe bastata per garantire il servizio a tutti, perché certi servizi anche con i soldi non si possono implementare penso soprattutto a quello ferroviario e, in buona parte, come sta succedendo, anche a quello su gomma - perché è necessario il materiale per farlo e i dipendenti per effettuarlo.
Un po' tardivamente probabilmente, il 31 agosto siamo riusciti ad arrivare a questa definizione, annunciata nei giorni precedenti, dell'80 che nelle ultime ore ha visto una difficoltà a far percepire che il servizio ferroviario andasse omologato agli altri e che quindi anche sui treni ci andasse l'80%, ma anche questo è stato ottenuto. In ultimo, c'è la parte delle risorse; non ho ancora letto l'ultima notizia Ansa, ma sostanzialmente ancora oggi è un tema che mette un po' in apprensione molte aziende del trasporto pubblico. Personalmente tengo a memoria e faccio fede all'impegno politico, anche se scritto in maniera un po' diversa perché non si poteva far diversamente. Sostanzialmente oggi ci sono solo 200 milioni di euro disponibili (parlo dei soldi destinati alle Regioni) che sono quelli di cassa da cui attingere per il ristoro della mancata bigliettazione, quindi su quei 900 che abbiamo già assegnati della mancata bigliettazione. Questo preoccupa un po' le aziende, perché devo dire che si immaginava una misura ulteriore, che però ci è stata garantita dal Governo nella prossima legge di bilancio. Quindi, non vedo perché non dobbiamo far conto su quei 300 milioni che ci sono stati garantiti.
Cosa abbiamo fatto? Lunedì sera alle 21 abbiamo avuto la conferma delle linee guida, seppur adottate ieri nel DPCM, abbiamo inviato, come Agenzia della mobilità, che in questi mesi è stata fondamentale grazie alla sua Presidente e al suo Direttore anche per l'opera di pianificazione effettuata (devo dire che da maggio ad agosto la Presidente Licia Nigrogno e tutti gli Uffici hanno lavorato stilando questionari per le aziende, per gli orari della scuola con le Direzioni scolastiche, senza mai poter arrivare all'ultima fase perché non si conosceva il punto di approdo, se era l'80 o il 50%; come sempre, in Italia, la finalizzazione si fa all'ultimo momento) le linee guida a tutte le agenzie di trasporto piemontesi. Sostanzialmente, abbiamo detto: "Cara agenzia, queste sono le misure. Indipendentemente da quello che si prevede nel mondo e anche nel mondo dei trasporti, cioè un calo strutturato e strutturale nei prossimi mesi e nei prossimi anni di trasporto pubblico, basati su queste capienze e sulle utenze che avevi negli anni passati, individua le linee a rischio di sovraffollamento, a rischio di non poter salire sui mezzi e indica i servizi sostitutivi integrativi che tu pensi di porre in atto. Fin dove riesci a farlo con le tue forze, quindi con i mezzi del TPL, bene: ce lo indichi e noi siamo in grado, con quei famosi soldi, di darti copertura. Diversamente, attingi tranquillamente ai bus turistici, agli NCC o ai taxi (al servizio che più si confà alla realtà territoriale)".
Adesso, stiamo definendo tariffe omogenee affinché non ci sia nessuno che possa "fregare" un altro rispetto al noleggio del bus turistico, ma anche qui diciamo che fino a dicembre-gennaio siamo in grado di avere una copertura certa.
Pertanto, il nostro messaggio chiaro è: non preoccupiamoci, per una volta, almeno in questa fase, dei soldi; preoccupiamoci di non lasciare a piedi nessuno, sapendo che non è banale e non è scontato, perché tutti gli anni, all'inizio della scuola, ci sono fenomeni per cui le iscrizioni sono cambiate rispetto all'anno precedente, quindi magari la scuola che aveva tanti utenti non li ha più, ci sono quelli che vanno a scuola in motorino o in bici e quindi andremo a regime probabilmente a ottobre.
Noi non chiudiamo la porta: non è che chi ha svolto le osservazioni a settembre o entro il 14 settembre poi non può più integrare il servizio.
L'importante è, con l'aiuto - forse l'unico aiuto che ci dà - del referendum, con qualche giorno di stop, tararci man mano e continuare ad aggiornare il servizio in funzione dell'utenza che avremo a bordo.
Questo è quello che abbiamo fatto immediatamente. Devo dire che fortunatamente tutte le domande, al di là che piacciano le risposte, sulla capienza le abbiamo fatte quasi tutte in conferenza, quindi posso dire che l'80% rappresenta le persone in piedi e sedute. Se il mezzo prevede 50 posti a sedere e 30 in piedi, ne abbiamo 80, il che significa che possono salire 64 persone: tutte sedute e qualcuna in più in piedi.
È ancora da chiarire (riguarda quasi tutte le domande, ma non tutte) se il mezzo di noleggio, come sarebbe logico, che va a supporto e fa la corsa bis, tris, quello che è, ma che è omologato solo per i posti a sedere, pu essere utilizzato per tutti i posti a sedere, per analogia, o solo per l'80% dei posti. È una finezza, ma non banale, e su questo ci chiariremo perché credo sia logico: è meglio scriverlo.
Devo dire che abbiamo lavorato tanto, tutti, in maniera collaborativa.
Abbiamo finalizzato, stiamo finalizzando in questi giorni; penso a GTT, che sta presentando un Piano (abbiamo avuto due riunioni in Prefettura e oggi dovrebbe presentare il Piano definitivo) con la serie di bus in più che integrano il servizio, ma soprattutto siamo qua per continuare a farlo anche nei prossimi mesi e nelle prossime settimane sperando che sia un momento transitorio che ci consenta di uscire da questa situazione.
Certamente, la cosa più importante oggi è non lasciare a piedi nessuno e correre ai ripari nel momento in cui dovessimo farlo.
Rispetto a situazioni puntuali come quella di Bussoleno, sinceramente non ho ben capito come mai scendono e salgono, ma magari la segnaliamo all'Agenzia. Lei ha dei canali preferenziali! Comunque, credo che vadano valutati, perché a volte ci sono delle situazioni assurde che, per coinvolgono noi come Istituzione, quindi è giusto segnalarle.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Marco Gabusi per la risposta.


Argomento: Trasporti su gomma - Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 391 presentata da Sacco, inerente a "Evitare tagli al servizio di trasporto pubblico locale - Quali azioni la Giunta intende mettere in atto per garantire un servizio efficiente"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 391.
Illustra l'interrogazione il Consigliere Sacco.
Prego, Consigliere, ne ha la facoltà per tre minuti.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Porto all'attenzione del Consiglio quest'interrogazione su sollecitazione di diversi utenti, preoccupati per quanto riguarda il servizio del trasporto sia su ferro che su gomma.
Ai sensi della legge regionale 1/2000, la Regione Piemonte gestisce i servizi di trasporto pubblico locale, quindi - come ben sappiamo - si tratta di una competenza regionale. Inoltre, sempre nella legge regionale 1/2000 leggiamo che gli scopi sono quelli di tutelare la salute dei cittadini e migliorare la sicurezza della circolazione. Sono obiettivi che riteniamo nelle esclusive competenze della Regione sul trasporto pubblico locale, su cui ci si aspetta che si intervenga in modo più preciso puntuale e celere in caso di problematiche.
Da mesi, ci troviamo in un'emergenza storica derivante dalla diffusione del COVID-19, che ha messo a dura prova cittadini, Istituzioni e imprese ma è anche vero che da mesi viene chiesto un intervento concreto da parte della Regione Piemonte sul tema del trasporto pubblico. Infatti, non solo le aziende hanno subito un contraccolpo importante derivante dal graduale abbandono dell'uso del TPL (c'è stato un graduale abbandono per paura dell'infezione), ma anche i pendolari e gli studenti hanno visto ridursi sempre più il già insufficiente servizio del trasporto ferroviario e su gomma.
Occorre anche dire che in questo periodo le aziende di trasporto hanno usufruito di ammortizzatori sociali per i propri dipendenti a causa del periodo del lockdown, ottenendo alcuni risparmi sui costi di produzione considerando (cosa fondamentale) che i contratti in servizio non hanno subito una riduzione dei compensi nonostante il minor servizio erogato.
Questo non era certo trascurabile poiché non parliamo del 2% previsto dal contratto di servizio.
Inoltre, ci sono stati diversi interventi da parte del Governo. Le risorse non mancano, infatti avrei voluto aggiungere a questa interrogazione l'ultima decisione del Consiglio dei Ministri che consente alle Regioni un'anticipazione di cassa di 300 milioni di euro per arrivare a coprire la destinazione sul TPL fino ad un totale di risorse in più di un miliardo e 200 milioni. Parlo a livello nazionale, ma è una cifra considerevole anche per il Piemonte, considerando che abbiamo avuto le segnalazioni da parte degli utenti e che ci risulta siano sospesi i servizi ferroviari delle linee Cavallermaggiore-Bra, Saluzzo-Savigliano, con una forte riduzione del servizio sulla linea Asti-Acqui (riduzione di 14 treni), Alessandria-Chivasso (riduzione di 3 corse, tra cui quella fondamentale delle ore 6.36 per gli studenti), Alessandria-Novara Allessandria-Acqui-Savona, Asti-Alessandria, Alessandria-Voghera (con la riduzione di 16 corse), Alessandria-Arquata (con la riduzione di 4 corse).
Il contratto di servizio con Trenitalia non ha subìto riduzioni di compenso e nonostante ciò abbiamo avuto una riduzione del servizio, che è ancora vigente, su alcune segnalazioni per quanto riguarda il basso Piemonte, che ho voluto riportare all'interno dell'interrogazione.
Per questo motivo chiediamo quali azioni s'intendano intraprendere e quale sia la strategia o il programma d'intervento, affinché il servizio ferroviario e anche il servizio su gomma tornino a essere eserciti al 100 e, considerate le limitazioni per quanto riguarda il carico massimo, anche potenziato per garantire la sicurezza e la qualità a pendolari e studenti.



PRESIDENTE

Grazie, collega Sacco.
La parola all'Assessore Gabusi, per la risposta.



GABUSI Marco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Cerco d'inquadrare il fenomeno, altrimenti rischiamo di raccontare una storia che non è e con il massimo rispetto per il Governo, i numeri facciamo presto farli diventare grossi, ma bisogna anche raccontare la verità in maniera trasparente.
Intanto, dei 1,2 miliardi 900 milioni sono per i mancati introiti da bigliettazione che, secondo tutte le Regioni, buona parte delle forze politiche e credo anche del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, se potesse parlare senza il vincolo del MEF, che però abbiamo tutti e che credo serva a tutti per fare ragionamenti reali e non quelli che ci piacerebbe fare, che sono più voli pindarici che altro, dicevo, 900 milioni di euro sono probabilmente quello che serve per compensare la mancate bigliettazione dei mesi di marzo, aprile e un pezzo di maggio. Se chiedete a tutti i trasportatori, compresa Trenitalia, vi accorgerete che quella riduzione è certamente ancora presente da metà maggio a giugno, luglio agosto e se chiedete quanti oggi hanno rinnovato gli abbonamenti per il trasporto vi accorgerete che i numeri sono molto più bassi dell'anno scorso, senza neanche parlare di abbonamenti trimestrali o annuali. Questo non per colpa di qualcuno o di altri, ma per colpa della situazione che stiamo vivendo.
In questo momento, quindi, le risorse non sono quelle; le risorse cui attingere sono a malapena sufficienti per coprire i primi mesi dell'anno con i servizi integrativi, ma detto ciò, non è quello che ci spaventa.
È anche vero e ho riconosciuto alla Ministra De Micheli, in alcune conferenze, una capacità di prevedere i numeri degli utenti, che purtroppo sono molto più bassi di quelli che noi vorremmo e di quelli che ci aspettiamo: forse, per la paura, forse per lo smart working o per altro, ad oggi, siamo al 40% di utenti ed è stimato che con la ripresa dell'anno scolastico si arrivi, ad esempio, sul trasporto ferroviario a 100 mila viaggiatori/giorno a fronte dei 155 mila dell'anno scorso.
In questo quadro, noi siamo all'84% dei servizi; le corse citate dal Consigliere Sacco, in parte, sono vere e, in parte, noi andremo ad aggiungere su tutto il territorio piemontese rispetto al quadro che ha fatto Trenitalia, proprio perché c'è un dialogo continuo e costante e perché implementiamo le corse in funzione dei servizi di cui abbiamo bisogno con altre 40 corse.
Quindi, ci sono certamente delle riduzioni di servizio, per mancanza di utenza, che non sono esattamente quelle citate da Sacco, non perché non abbia detto una cosa vera, ma perché, come abbiamo fatto periodicamente (ogni settimana o quindici giorni), abbiamo implementato e continuiamo a implementare le corse sulle linee in base all'utenza. Certo è che un trasporto pubblico non può funzionare con 10/12/15 utenti sui treni, come non può funzionare con 2 o 3 utenti sui pullman.
Ho incontrato ieri i Sindaci di Cavallermaggiore e Bra per spiegare (cosa che tra l'altro i Sindaci capiscono molto bene) qual è il sogno e cos'è, invece, quello che possiamo permetterci rispetto ai soldi che abbiamo in bilancio. E non si tratta neanche di tenere la schiena dritta con Trenitalia, perché Trenitalia può avere responsabilità, ma non ha responsabilità di un servizio che è sovrastimato e che di fatto prevedeva un contratto ponte di 4 anni, con una cifra per i primi 3 anni e con una cifra di circa 30 milioni per l'ultimo anno. Certamente, tutti erano a conoscenza di questo fatto, certamente tutti sapevano che quell'ultimo anno non era sostenibile dal bilancio della Regione Piemonte. Tutti sanno perch era quasi obbligatorio revocare quel contratto. Il contenzioso non vede Trenitalia "cattiva" e la Regione "brava", ma vede una situazione di difficoltà che un Giudice valuterà e dirà qual è la giusta via di mezzo di un contratto che tutti sapevano non essere sostenibile in quei termini altrimenti si sarebbe fatto un contratto decennale, con una cifra costante e soprattutto sostenibile dal bilancio regionale.
In questo scenario, dicevo che i Sindaci capiscono molto bene che dove ci sono 18/12/13 passeggeri non possiamo garantire un servizio ferroviario soprattutto se è diesel, soprattutto se per fare il servizio s'impiega quasi lo stesso tempo per andare a fare rifornimento di gasolio al Lingotto e, quindi, è obiettivo ed è oggettivo rispetto al numero delle frequenze storiche, perché non tengo ancora conto delle previsioni dei sondaggi delle statistiche, dei censimenti e dei riferimenti che vede ancora un calo del 20% per il prossimo anno, perché bastano i numeri dell'anno scorso per dire che alcune linee sono assolutamente sovradimensionate per l'utenza.
Come abbiamo detto ieri ai Sindaci, che hanno capito, pur magari preferendo un'altra strada, dobbiamo garantire a tutti il diritto alla mobilità, dobbiamo garantire a tutti il trasporto pubblico, quando però il trasporto pubblico porta una sola persona, probabilmente, facciamo fatica a definirlo trasporto pubblico e, soprattutto, dobbiamo garantire, come facciamo a tutti, un prezzo aderente alla realtà. Tutti conosciamo bene la differenza tra il costo del servizio ferroviario e quello del servizio su gomma, tutti sappiamo bene che la situazione del bilancio regionale è trasparente e lo conoscete meglio di me, quindi noi pensiamo e riteniamo che la vera tutela del trasporto pubblico sia quella di non continuare con proroghe o con soluzioni transitorie, ma quella di dare un contratto di servizio ferroviario duraturo che possa traguardare 10 anni. Si deve consentire alle tante linee ferroviarie che avrebbero bisogno d'investimenti in materiale rotabile e penso alla Torino-Milano, alla Torino-Cuneo, che hanno utenza, che sono giustamente da implementare, che sono da migliorare come materiale rotabile, di avere una prospettiva in cui il gestore possa fare investimenti, ma oggi manca questa possibilità, per mantenere, non un privilegio, ma una situazione molto onerosa per il sistema pubblico, di non garantire il giusto servizio a coloro che invece lo utilizzano - e lo utilizzano in tanti - e che oggi viaggiano su treni che hanno oltre vent'anni. Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Gabusi per la risposta.


Argomento: Psichiatria

Interrogazione a risposta immediata n. 393 presentata da Grimaldi, inerente a "Quale futuro per il servizio psichiatrico dell'Ospedale Mauriziano ora chiuso?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 393.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
L'oggetto della vicenda dovrebbe essere almeno conosciuta anche dall'Assessore Marrone, perché in parte ne abbiamo già discusso in Aula.
Come l'Assessore sa, il servizio psichiatrico di diagnosi e cura dell'Ospedale Mauriziano è uno dei più conosciuti del nostro territorio. È stato chiuso, come tanti altri servizi, il 28 marzo scorso, nel periodo del lockdown, per far spazio a sedici posti letto per pazienti COVID.
Di per sé è una vicenda che all'inizio non ci ha insospettito o spaventato, perché pensavamo fosse una scelta finalmente emergenziale però, di fatto, da quella data il reparto non ha più aperto ed è fortissimo il timore di un trasferimento dell'offerta sulle strutture del Martini dell'Amedeo di Savoia o del San Giovanni Bosco. Peccato che questa decisione sia stata avallata dalla Regione, la cui responsabilità oggettiva è evidente anche dalle recenti prese di posizione in Consiglio regionale in cui almeno non abbiamo avuto nessun'altra risposta da parte dell'Assessore Icardi, anche quando siamo intervenuti di nuovo sul tema.
Tra l'altro, non abbiamo notizie che questi posti siano stati reinseriti in una programmazione.
È del tutto un'ipotesi quella che venga trasferita l'offerta tout court, perché, in realtà, non c'è nessun disegno che porti quei posti in altri luoghi. Oltretutto, questa allarmante situazione sembra essere condivisa anche dai reparti psichiatrici degli ospedali di Vercelli e di Casale Monferrato.
Come denunciano moltissimi utenti del servizio, anche attraverso prese di posizioni nette a mezzo stampa e una petizione on line contraria al provvedimento che ha registrato numerosissime sottoscrizione, la chiusura del servizio psichiatrico di diagnosi e cura dell'ASL di Torino storicamente collocato nell'Ospedale Mauriziano, appare l'ennesimo attacco alla salute mentale del territorio. Per molti lavoratori del settore e per molti utenti e famiglie, l'emergenza COVID è parsa l'occasione per attuare una politica di smantellamento dell'impianto dell'assistenza psichiatrica di comunità, con pazienti, famiglie e operatori che hanno visto cancellare dall'oggi al domani un riferimento per le emergenze psichiatriche.
Ad oggi, se venisse confermato questo taglio, il 20% del totale dei posti a disposizione dell'ASL verrebbe meno, oltre che un punto di riferimento importante per questo territorio vasto.
Il mancato provvedimento di riapertura dei servizi mette anche in ginocchio un'intera area, riducendo le cure a mera collocazione fisica dei malati in luoghi di ricovero senza la continuità degli interventi durante le crisi acute. Per questo, molti paventano la volontà di aprire a un privato, che tra l'altro non svolgerebbe comunque le funzioni che svolge oggi il Mauriziano.
Vado alla conclusione perché ho finito il tempo: chiedo all'Assessore quali siano i piani della Giunta in merito al futuro del reparto di Psichiatria dell'Ospedale Mauriziano di Torino.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Grimaldi per l'illustrazione e per conto della Giunta si è reso disponibile alla risposta l'Assessore Marrone.
Prego, Assessore, ne ha la facoltà per cinque minuti.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Ecco la risposta che mi è stata inoltrata dall'Assessorato alla sanità.
L'Azienda Ospedaliera Ordine Mauriziano si limitava a ospitare da anni il reparto di Psichiatria, gestito da personale dell'ASL Città di Torino nell'ambito del Dipartimento di Salute Mentale. Nel periodo di emergenza COVID è stato necessario liberare il maggior numero possibile di spazi all'interno del presidio ospedaliero e ancora ad oggi il numero di posti letto è decisamente ridotto per poter garantire il distanziamento sociali: le camere da tre letti sono diventate, infatti, da due letti. Pertanto, al momento non è possibile ridestinare la Psichiatria al reparto in uso in precedenza.
Sul territorio torinese, e anche nell'aria Torino Sud nella quale insiste il Mauriziano, sono già presenti altri due SPDC: Molinette e Ospedale Martini. In ogni caso, anche se si ripristinasse al Mauriziano il servizio Psichiatrico di diagnosi e cura, tale reparto, per garantire il distanziamento sociale dei degenti, non potrebbe accogliere più di dodici posti letto; peraltro, il reparto necessiterebbe strutturalmente di una serie di lavori indispensabili. Nelle SPDC vengono di norma colti i pazienti con patologie psichiatriche e non persone senza fissa dimora o migranti, né con problematiche di tipo meramente psicologico.
Al fine di garantire il trattamento a eventuali pazienti con problematiche psichiatriche presso il DEA reparti di degenza, l'Azienda Ospedaliera Mauriziano ha proceduto alla stipula di una convenzione per l'effettuazione di consulenze psichiatriche da parte degli specialisti del Dipartimento di Salute Mentale dell'ASL.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Marrone per la risposta.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 392 presentata da Martinetti inerente a "Quali azioni ha intrapreso questa Giunta per il riavvio dell'importante collegamento ferroviario tra Asti e Alba"


PRESIDENTE

Interrogazione a risposta immediata n. 394 presentata da Marello, inerente a "Riattivazione delle tratte ferroviarie Bra-Cavallermaggiore - Alba Asti Nizza e altre corse sospese in provincia di Cuneo e Biella"



PRESIDENTE

Esaminiamo ora congiuntamente le interrogazioni a risposta immediata n.
392, presentata da Martinetti, e la n. 394 presentata da Marello concernenti lo stesso argomento.
La parola al Consigliere Martinetti per l'illustrazione dell'interrogazione n. 392.



MARTINETTI Ivano

Grazie, Presidente.
Parliamo della linea ferroviaria Alba-Asti, che collega il territorio cuneese con quello astigiano e con quello alessandrino; una tratta ferroviaria che negli anni ha subìto tutta una serie di vicissitudini che vado velocemente a riassumere.
Nell'88è stato sospeso il tratto tra Castagnole delle Lanze e Asti, a causa di cedimenti franosi che sono stati poi ripristinati con un viadotto che è costato circa 40 miliardi delle vecchie lire.
Nel 2010 viene sospeso il servizio tra Alba e Castagnole delle Lanze sempre per dei cedimenti dovuti alla galleria Ghersi; per arrivare poi al 2012, con la sospensione completa del servizio.
Attualmente, questo servizio ferroviario serve solo alcune tratte, ma ha lasciato un enorme vuoto nelle località di corridoio tra la zona di Alba e di attirare Asti. Aree che, a nostro giudizio, risulterebbero molto più competitive se il servizio fosse ripristinato.
I tempi di viaggio del servizio ferroviario sono potenzialmente inferiori ai tempi che attualmente impiegano gli autobus sostitutivi. I tempi di percorrenza su questa tratta lunga circa 34 chilometri, secondo i nostri calcoli risulterebbero minori di circa venti minuti per tratta se effettuata con i treni. Il servizio sostitutivo si muove su strade che prestano qualche problema proprio per le condizioni stradali. Di recente infatti, si sono verificati anche alcuni pericolosi incidenti nell'area tra Neive e Alba e soprattutto in un caso si è sfiorata una tragedia nella zona vicino Barbaresco. Attualmente l'unico vero problema è la galleria Ghersi (una galleria lunga circa un chilometro), mentre il resto della tratta ci risulta in buone condizioni, necessitando solo di qualche manutenzione ordinaria.
Parte dell'area in cui passa questo tratto ferroviario è stata dichiarata patrimonio dell'UNESCO ed insistono molteplici progetti di valorizzazione per il turismo e per tutti i territori. Nel 2016 viene registrata dagli Uffici della Regione Piemonte la comunicazione della raccolta di quasi 2.500 firme in cui si chiede la riattivazione di questa tratta.
Con una delibera è stato approvato dalla Regione Piemonte il Protocollo d'intesa per la riattivazione di questa tratta e un Protocollo d'intesa che riassumo velocemente, in cui la Regione ed i Comuni territorialmente interessati concordano sulla necessità di ripristinare il servizio ferroviario sulla linea ferroviaria Alba, Castagnole delle Lanze, Asti e Cantalupo. Di recente abbiamo appreso da fonti stampa che il Comune di Nizza Monferrato, che è stato uno dei sottoscrittori nel 2017 del Protocollo d'intesa per la riattivazione, con una delibera di Giunta esattamente la n. 78 del 14 agosto, è completamente contrario al Protocollo d'intesa che aveva firmato in precedenza.
Faccio ancora una precisazione visto che oggi è stata tirata in ballo diverse volte la Ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli. Di recente in un'intervista ha annunciato forti investimenti sulle infrastrutture ferroviarie per rinnovo e ripristino di assi ferroviari fondamentali per il territorio. Noi crediamo che questa tratta abbia le caratteristiche che corrispondono agli investimenti che anche il Governo vuole fare, per cui chiediamo, alla luce di queste promesse, quale sia l'impegno che la Regione intende intraprendere per ripristinare il servizio.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Martinetti per l'illustrazione e procediamo con l'illustrazione dell'interrogazione n. 394 del Consigliere Maurizio Marello.
Prego, Consigliere, ha facoltà di illustrarla per tre minuti.



MARELLO Maurizio

Grazie, Presidente.
Portando avanti e ampliando il discorso che ha fatto poc'anzi il collega Martinetti volevo ricordare all'Assessore che non più di un anno fa, quando in quest'aula venne presentato proprio dal Presidente Cirio, che saluto, il programma elettorale della sua Giunta, venne usato uno slogan molto noto: "Un'altra velocità per il Piemonte". Si sottolineò molto l'esigenza di rafforzare il cosiddetto Piemonte 2, cioè le altre Province del Piemonte diverse dalla Città Metropolitana di Torino, dal punto di vista dei servizi, con particolare riferimento alle aree interne, alle aree rurali insomma a tutte quelle aree che sono tradizionalmente, e non potrebbe essere diversamente, molto meno servite.
Provenendo dalla provincia di Cuneo non potevo che felicitarmi di questo orientamento e pensavo che tutto questo si traducesse in politiche effettive, soprattutto con riferimento al trasporto pubblico, al trasporto su gomma e al trasporto su ferro, scongiurando così quelli che erano stati i tagli del passato, in modo particolare i tagli dell'epoca della Giunta presieduta dal Presidente Cota che, come è stato ricordato, nel 2012 ebbe a sopprimere parecchie tratte ferroviarie.
Invece, a distanza di un anno, alla fine di agosto, abbiamo letto sui giornali una serie di notizie che non sono proprio in linea con il programma elettorale. Confermata la sospensione della tratta Bra Cavallermaggiore, già sospesa durante il COVID e linea sulla quale in passato erano stati fatti importanti investimenti. Sulla linea Cuneo-Torino viene tagliata la prima e l'ultima corsa, così come sulla linea Fossano Torino si taglia la prima e l'ultima corsa giornaliera, sulla linea Mondovì Ceva soppressione di corse sia in direzione Fossano che in direzione Torino; sulla linea Bra-Torino soppresso il primo e l'ultimo treno; sulla linea Cuneo-Ventimiglia, che già era ridotta all'osso, viene ulteriormente sacrificata. Queste le linee in provincia di Cuneo.
Poi c'è la Provincia di Alessandria già ricordata in precedenza con molti tagli, quella di Biella dove c'è una riduzione forte di collegamenti addirittura nel week-end del 40-50%, l'Asti-Acqui Terme. Infine, ciliegina sulla torta, la ripresa di un cavallo di battaglia dell'Assessore Gabusi quando era Presidente della Provincia di Asti, condiviso anche dall'allora europarlamentare Alberto Cirio e condiviso attualmente dal Vicepresidente Carosso: trasformare la linea Alba-Asti-Nizza Monferrato in una bella pista ciclabile.
Tutto questo mi pare che non risponda all'esigenza di dare al Piemonte soprattutto a quella parte del Piemonte meno servita dai servizi pubblici quelle esigenze che la nostra terra ha. Esigenze di servizio, ma anche esigenze di sviluppo.
La mia domanda è quella che hanno fatto anche i Consiglieri Martinetti e Sacco, cioè capire, qualora ci fosse, il suo progetto, Assessore, per quanto riguarda il trasporto pubblico perché, a dirla proprio tutta, da questi dati mi pare che lei più che da Assessore regionale ai trasporti si stia atteggiando da commissario liquidatore del servizio di trasporto ferroviario del Piemonte.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Maurizio Marello per l'illustrazione.
Per conto della Giunta si è reso disponibile per la risposta l'Assessore Marco Gabusi.
Prego, Assessore, ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



GABUSI Marco, Assessore ai trasporti

Ho già fatto in precedenza le considerazioni sulla situazione che viviamo e l'ultima battuta del consigliere Marello sul 'commissario liquidatore', cosa che non voglio fare, non mi stupisce, ma nemmeno mi trova impreparato. Il commissario liquidatore arriva quando prima qualcuno non ha tenuto i conti in ordine, quasi sempre, e quindi la riflessione va fatta non a casa mia ma a casa di qualcun altro.
Il Consigliere Marello ha riconosciuto a me e al Presidente Cirio una coerenza di fondo, quando (io sicuramente, magari il Presidente come europarlamentare un po' di più) avremmo avuto interessi diversi, avremmo avuto interessi a evidenziare una difficoltà della Regione a erogare servizi e invece abbiamo pensato, come amministratori locali quali siamo in animo (io lo ero anche soprattutto nei fatti, come Sindaco di Canelli perché le mie prime dichiarazioni arrivano come Sindaco di Canelli, prima che Presidente della Provincia), quello che noi pensavamo essere realisticamente il futuro del nostro territorio. Questo casualmente perché nel 2014 e 2015 mai più immaginavo di ricoprire questo ruolo. Oggi siamo qua a provare a immaginare, in un contesto complicato come quello del trasporto pubblico piemontese, qual è lo scenario migliore per il nostro Piemonte.
Io vengo dipinto, perché è più facile, è semplicistico, ma capita a me capita a tutti quelli che fanno politica, per tanti versi, come quello che vuole affossare i treni perché è "amico dei pullman"; poi, rispetto ai pullman, si viene definiti come "quelli che vogliono fare le gare": ognuno ha la sua! Io non mi spavento e neanche mi preoccupo. Dico, però, che per cinque anni ci hanno raccontato che quella linea andava riaperta, ci hanno convocati in varie riunioni e io, in una riunione, avevo detto "Va benissimo, siamo tutti per prediligere il trasporto ferroviario, ma ci si dica con che fondi e quando".
In una riunione dell'allora Sindaco Marello, ad Alba, dopo tre mesi in cui ci era stato garantito che i fondi c'erano, ci è stato detto che lo studio non era uno studio di fattibilità, ma era una tesi di laurea che non aveva valore scientifico. Lo abbiamo ripreso, il Comune di Alba ha fatto fare uno studio di fattibilità sulla frana (su questo, ognuno ne ha, a casa sua, da vedere che credo basti a far passare cinque o sei Consigli regionali!). Evidentemente, chi ha detto per cinque anni di voler riaprire la linea non ha emanato un atto effettivo, se non un Protocollo d'intesa ma Protocolli d'intesa siamo capaci a farne tutti.
Oggi, alcuni giornali scrivono "Ci vanno 50 milioni di euro per ripristinare la tratta e per elettrificarla, ma non sono mai stati chiesti a Rfi". Io, che voglio essere davvero onestissimo, non credo sia mancata la volontà di chiederli, ma gli elementi di base per chiederli, perché dallo studio pubblicato nel 2018 sul sito dell'Agenzia della mobilità, quindi io non ho influito neanche un po' (quello è e quello rimane), si capisce chiaramente come quella tratta costi tre milioni di euro all'anno in più rispetto al servizio su gomma.
Al di là delle valutazioni ambientali, che sono tutte corrette, ma che purtroppo non ci consentono di firmare un contratto con Trenitalia e che ci vedono già in difficoltà con Trenitalia, quei tre milioni di euro in più noi non li abbiamo. Non li abbiamo! E difficile pensare di chiedere un investimento a Rfi, che, tra l'altro, va a competere con altri investimenti sul nostro territorio che ne hanno bisogno, dove i treni passano e dove c'è utenza (ne potrei citare tanti: porta Susa, Porta Nuova, Novara Boschetto penso anche all'elettrificazione della Biella-Novara, tanto per dirne una).
Si tratta di investimenti che oggi hanno poco utenza, che avrebbero un costo maggiore, ma soprattutto che non hanno la copertura in nessuna prospettiva di bilancio (forse oggi nel Recovery plan; non lo so, lo dite voi, io devo ancora vederlo), non hanno nessuna copertura e tutti, tutti hanno gestito il Fondo nazionale del trasporto pubblico che, negli ultimi 10 anni, non è aumentato. Oggi, tutti, tutti i partiti, tutte le coalizioni, a parte il Movimento 5 Stelle, hanno governato la Regione Piemonte e non hanno messo un milione in più rispetto ai 55 presenti, per il trasporto pubblico.
Pertanto, non credo sia una mancata volontà, perché nessuno di noi pu dire di essere contro il trasporto ferroviario. Oggettivamente, mancano le disponibilità economiche per implementare quel servizio e non bastano uno o due milioni, ma ne servono svariate decine.
Ritengo che penalizzare altri territori per inserire nel contratto di programma Rfi un investimento che sappiamo poi non avrà mai, o non avrà, in prospettiva, in meno di sette-otto-dieci anni, le gambe per andare avanti vuol dire fare una politica di parte, fare una politica che rischia di essere come quella della Saluzzo-Savigliano: una linea che ci costa tanto tempo e soldi per andare a fare gasolio da Savigliano al Lingotto, quanto di servizio erogato sul territorio.
Io non voglio fare il commissario liquidatore, io voglio tenere i piedi per terra e confrontarmi con i territori, che forse oggi non sono maturati perché l'abbiamo detto loro io, l'Assessore Carosso e il Presidente Cirio ma sono maturati perché sono molto più evoluti di me e di noi, perché hanno visto che, per cinque anni, qualcuno che ci credeva (io non metto in dubbio la buonafede) non è riuscito a fare niente su quella linea. Niente! L'abbiamo detto tante volte io e il Presidente Cirio: non stiamo mettendo sullo stesso piano le bici e il treno; qui, stiamo mettendo sullo stesso piano le rotaie e le bici, perché oggi il treno non c'è e non c'è prospettiva che ci sia o che ci sarà. Noi crediamo che quei sedimi adibiti e censiti sui Piani regolatori alla viabilità debbano tornare ad avere un loro ruolo per come sono stati pensati, con un'evoluzione che in molti Paesi c'è stata e che anche noi, prendendo atto del fatto che è complicato e non c'è prospettiva sulla riattivazione del servizio ferroviario dobbiamo immaginarci. Questo serve anche a evitare tagli sulle altre linee perché se noi non andiamo a sperperare denaro dove purtroppo non ce n'è bisogno, consolidiamo il servizio sugli altri territori.
Quanto affermato dal Consigliere Marello corrisponde in parte al vero.
Dico la stessa cosa che ho detto al Consigliere Sacco prima: alcune corse sono ripristinate, non tutte, ma noi oggi dobbiamo partire dal presupposto che siamo al 40% e domani arriveremo al 70% di utenti rispetto allo storico, è evidente che non possiamo permettercelo. Ci sarà un grosso tema credo - più importante: la tenuta delle nostre imprese di trasporto perché con questo tipo di bigliettazione e quando finiranno, giocoforza gli aiuti di Stato per la mancata bigliettazione, avremo centinaia di aziende, in Italia, che non saranno in grado di erogare un servizio pubblico, perché mancherà l'utenza, mancherà la bigliettazione e forse dovremo fare tagli più pesanti di questi.
Questo, non è il problema oggi odierno; il problema, oggi, è far partire i servizi che il 14 settembre dovranno partire e implementarli secondo l'utenza e soprattutto non fare i commissari liquidatori dei trasporti della Regione Piemonte, ma dare una prospettiva che, dati alla mano e contratti di servizio alla mano, purtroppo nessuno è riuscito a dare negli ultimi sette-otto anni.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Marco Gabusi per la risposta.
Nel ringraziare il Presidente Stefano Allasia per la delega, dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
Dopo l'areazione del locale, alle ore 15.45, il Presidente riaprirà la seduta.
Grazie a tutti. Prego, ora, di sgombrare l'aula. Usciamo tutti con i distanziamenti, veloci, in modo da permettere la mezz'ora di areazione.
Grazie.



(Alle ore 15.13 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta è sospesa)



(La seduta inizia alle ore 15.47)


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Ripresa dell'anno scolastico e dei servizi educativi" (seguito)


PRESIDENTE

Questa mattina l'Assessore Chiorino ha svolto la comunicazione sulla ripresa dell'anno scolastico e dei servizi educativi e sulle graduatorie legate al contributo regionale e al voucher scolastico 2020-2021, ed era iniziato il dibattito.
Ha ora la parola il Consigliere Magliano, che ha facoltà di intervenire.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore dell'opportunità di entrare un po' più nel merito di quello che sta accadendo. Non torno su alcune posizioni prese in Aula dai miei colleghi rispetto al ritorno in classe, sapendo che ci sono tutta una serie di incognite che hanno a che fare non solo con i nostri bimbi e con i ragazzi, ma anche con quello che potrebbe succedere nel caso in cui ci fossero dei casi COVID e che cosa vorrebbe dire poi per i genitori e per le famiglie rispetto al loro ambito lavorativo.
Certo è che stiamo assistendo ad una serie di balletti da parte di tanti soggetti all'interno del mondo della scuola che, di fatto, fanno un po' emergere una fatica a rendersi conto che durante la piena emergenza ci sono state categorie lavorative che non si sono tirate indietro. Su questo dovremmo fare un lavoro comune e forse avere più coscienza di quello che ci è chiesto.
C'è un dato, però, Presidente, che volevo affrontare alla luce dell'informativa, perché quando il mio Gruppo ha chiesto questa informativa, ha fatto un focus su tutto quello che la Regione Piemonte ha provato a mettere in campo sul mondo delle scuole paritarie. Sappiamo che la misura 0-6 anni, che è stata condivisa dall'Assessora per provare a mettere questi 15 milioni nelle disponibilità delle scuole paritarie soprattutto sulla fascia 0-6 anni (quindi, nidi e materne) è una misura che è stata accolta con favore anche dalle opposizioni. Anzi, devo dare atto all'Assessora che dopo un approfondimento sul numero di bimbi nella fascia 0-2 anni e nella fascia 3-6 anni, si è provato anche a rimodulare affinch ci fosse la possibilità di dare una risposta concreta. Risposta che voleva dire un rimborso alle famiglie, per chi aveva sostenuto le scuole nonostante il servizio non fosse stato erogato, oppure un sostegno alle scuole.
C'è, però, un dato che, da una parte, dice di un'incapacità di alcuni Comuni, soprattutto alcuni Comuni importanti (penso al Comune di Torino) di erogare velocemente queste risorse. Mi sono permesso di interloquire con l'Assessora per chiedere quando le risorse del Comune di Torino sono state erogate e mi è stato comunicato che il 3 luglio è arrivato il primo milione e mezzo e il 28 luglio il secondo milione e mezzo, che erano le cifre dovute. Questi soldi sono rimasti nelle casse del Comune, il quale penso ne abbia tratto anche un vantaggio dal punto di vista degli interessi su queste risorse che sono ancora nelle Tesorerie. Su questo sarà poi mia cura chiedere conto del fatto che questi soldi invece dovevano arrivare il prima possibile a quelle scuole, dovevano arrivare il prima possibile a quei nidi e a quelle materne, proprio perché quei nidi e quelle materne non vivono di una ricchezza finanziaria che possa permettere loro, anche alla luce di quello è successo con il COVID, di star tranquilli dal punto di vista degli stipendi, dell'utenza e degli affitti.
Su questo ho provato a fare alcune segnalazioni - e l'Assessora me ne può dare atto - di alcuni Comuni che per erogare i soldi che la Regione aveva deciso di dare a queste realtà, partendo solo dal numero di bimbi hanno iniziato ad interpretare questa misura per chiedere più informazioni per chiedere di avere della documentazione in più, per mettere dei paletti o dei vincoli che non dovevano mettere. Su questo, però, a mio giudizio avremmo potuto e avreste dovuto vigilare di più e meglio, proprio perch l'intendimento vostro era quello di sostenere le scuole paritarie, le scuole della fascia 0-6 anni, in modo tale da dare un respiro a chi cerca sempre di riuscire a chiudere il bilancio con un po' di utile per poter fare degli investimenti necessari a garantire un servizio d'eccellenza.
Poi ci sono Comuni (penso al Comune di Torino) che, ad un certo punto hanno deciso, com'è stato dichiarato sui giornali, che agli asili comunali non dava questo tipo di integrazione prevista dalla Regione e la ripartiva sulle scuole materne. Peccato che ha deciso in autonomia di fare questo tagliando fuori i baby parking e i nidi famiglia, come se i baby parking e i nidi famiglia non facessero parte di un sistema di sostegno alla conciliazione lavoro-famiglia che è alla base di una cultura democratica che permette al papà e alla mamma di avere la stessa possibilità di lavoro.
Per carità, abbiamo lasciato autonomia ai Comuni però, a mio giudizio non c'è niente di più sbagliato dell'affermare un principio e poi non controllare come queste risorse - che sono risorse dei piemontesi - siano andate a cadere e ad essere imputate rispetto ai Comuni. Su questo, secondo me, una maggiore attenzione era necessario porla. Infatti, su questo ha ragione il collega Grimaldi: noi ripartiremo, se ripartiremo, da un concetto di sostegno a chi manda i figli a scuola, a chi sceglie di conciliare lavoro e famiglia, a chi prova, da questo punto di vista, ad inventare un'altra modalità di affronto di questo periodo della vita dei propri figli, però con le istituzioni che lo sostengono.
Quindi, da qui mi piacerebbe - e lo ridico all'Assessora, visto che alcuni Comuni sono palesemente in ritardo e tante scuole e realtà della fascia 0-6 anni stanno nascendo. (Però se interloquisco con l'Assessora, i colleghi. Piuttosto mi fermo.) Per cui io le chiederei, Assessora, se fosse possibile o in sede ANCI o attraverso il fatto di alcuni ritardi così palesi e manifesti, visto che arriva il grido da parte delle scuole FISM di poter intervenire e capire quanto ci metteranno, perché penso che sia inaccettabile che come Istituzione regionale mettere 15 milioni e sentire che un'Assessora dica "C'è un visto di Ragioneria che manca". Quei soldi sono da un mese e più nelle casse del Comune di Torino e su questo mi chiedo: hanno maturato interessi? E quegli interessi di chi sono? Forse sono di quelle scuole che lei, Assessora, voleva aiutare. Questo è il primo dato. Quindi, su questo vi chiedo una verifica.
Come hanno detto i miei colleghi, non c'è l'Assessore alla sanità. Lo dico perché sabato mattina ho partecipato alla prima Assemblea post-COVID dei gestori delle scuole paritarie fascia 0-6 anni FISM, che giustamente facevano notare come il Governo garantisce a chi torna dalle vacanze il tampone o un test sierologico. Per cui da questo punto di vista c'è tutta la tutela possibile ed immaginabile affinché il virus non si diffonda.
Dall'altra parte, però, abbiamo tanti volontari che, come l'Assessore sa sono quelli che permettono alle scuole di fascia 0-6 anni spesso di poter avere una gestione più efficace e più efficiente. Sono volontari che il tampone piuttosto che il test sierologico, invece, devono pagarselo e il Presidente Cirio in quella sede ha detto che avrebbe parlato con l'Assessore Icardi per garantire che ci fosse questo tipo di profilassi anche per i volontari che prestano la loro attività gratuita all'interno del comparto 0-6 anni.
Lo dico anche a lei, perché forse potrebbe essere oggetto di una riunione di Giunta. Fa un po' specie che il nostro Paese giustamente si tuteli nei confronti di chi è andato a fare le vacanze fuori dal territorio nazionale e poi faccia pagare il tampone a queste persone che stanno permettendo lo svolgimento di tante attività. Questo lo dico, sperando di non creare troppe polemiche, perché iniziamo a vedere che il modello paritario e il modello della scuola gestita dal privato sociale e non solo riesce a garantire alcuni servizi che lo Stato, i nidi comunali e le scuole comunali non riescono a garantire, forse perché ingessati, forse perché ci sono logiche sindacali che non permettono di dare tutto quello che viene dato nel mondo paritario, però questo è un dato del quale non possiamo non tenere conto.
L'altro tema (è la seconda parte del mio intervento, perché la ripartenza riguarda anche questo elemento) è che abbiamo un problema sui voucher. In quest'Aula ho posto più volte il tema del voucher frequenza cioè del sostegno alla libertà all'educazione: ho presentato circa sei atti, in questo anno circa di legislatura per sostenere che, a mio giudizio, ci sarebbe stato un problema. Questa è la prima volta, in assoluto, da quando c'è il nuovo sistema di voucher in cui il Buono scuola cosiddetto, a suo tempo, quando nacque questa legge - non copre tutta la graduatoria.
Abbiamo presentato un ordine del giorno per coprire almeno quella graduatoria, perché sarebbe la prima volta che le Scuole paritarie, ma soprattutto le famiglie, non riescono ad avere questo tipo di sostegno; la volontà di sostenere la libertà di educazione in quest'Aula è solo affermata e non attuata attraverso azioni concrete! Oltre a questo, c'è anche il problema che riguarda quando stanzierete le risorse. Assessora, ricevo segnalazioni da parte di mamme e papà che l'anno scorso a luglio avevano già acquisito il voucher e la scuola era già stata in grado di acquisire queste risorse. Quindi, il centrosinistra statalista, cattivo che non è a favore della libertà dell'educazione, a luglio aveva già sostenuto il sistema paritario piemontese. Oggi assistiamo al "balletto" sul vostro sito, per cui a un certo punto nelle FAQ (le domande che i genitori leggevano per capire quando arrivava questo PIN) era scritto che il PIN sarebbe arrivato il 31 agosto. Esce un articolo sul giornale e il 31 agosto diventa 7 settembre. Ad oggi il PIN non è arrivato! Solo che chi ha aggiornato il sito, perché doveva stare dietro all'informazione giornalistica, si è dimenticato che c'era un'altra domanda che scadeva entro il termine 31 agosto; e io non so i suoi Uffici come siano coordinati da questo punto di vista. Perché, l'altra domanda è "Da quando posso spendere questo voucher?". C'era scritto 31 agosto e poi è diventato 7 settembre.
Questa mattina (se vuole le mando gli screenshot) invece, giustamente è stato aggiornato il sito: quindi, il 7 settembre arriva il PIN, ma da quando può essere speso? Il 7 settembre: ma ad oggi, in questo momento, non è ancora arrivato il PIN.
Assessora, sa cosa significa questo, anche se penso che se ne renda conto? Ci sono alcune Scuole che la retta alle famiglie la chiedono a fine settembre e altre, invece, l'hanno già chiesta e quelle sono le stesse scuole che hanno vissuto una fibrillazione enorme dovuta al COVID, perch non tutti sono stati in grado di pagare l'ultima rata del Liceo, della Scuola elementare o della Scuola media dei propri figli. Affermate il principio della libertà dell'educazione, ma poi, di fatto, state affamando un sistema. Perché, se a luglio dell'anno scorso le scuole potevano già avere queste risorse, ad oggi, le famiglie non sono in grado di destinare queste risorse alle Scuole e le Scuole chiedono giustamente la retta alle famiglie.
C'è un altro dato. Prima della pausa estiva, ho chiamato la sua Segreteria per sapere quando, a seguito della graduatoria, queste risorse potevano essere spese. Mi è stato detto "entro qualche giorno", ma non è stato così. Mi sorge un dubbio: che avere speso 130 milioni in bonus, di fatto, ha inchiodato la Tesoreria della Regione e io vorrei capire se aver dato quella risposta a tutte quelle partite IVA ha fatto sì che oggi voi non abbiate le risorse per pagare quei voucher. Su questo e mi auguro che lei possa, da questo punto, di vista dare conto e rispondere alle domande che le stiamo facendo quest'oggi, se questo è il problema e quante volte quel sito cambierà: 31 agosto, 7 settembre, diventerà il 14 settembre? diventerà 21 settembre? Perché, le assicuro che le Scuole paritarie stanno aspettando questo tipo di voucher, perché spesso quelle famiglie, alla luce di quello che è capitato in questo Paese nel 2020, non sono in grado di fornire subito la retta.
In conclusione, al di là del balletto stucchevole di come cambiate le date, per andare dietro ai giornali e ai giornalisti che smascherano le tempistiche e le lungaggini, vorrei capire esattamente quando questi voucher potranno essere utilizzati; se lei è certa di poter dire una data in questa sede che non venga cambiata dopodomani sulle comunicazioni ufficiali della Regione e se avrete voglia e tempo di capire come i Comuni hanno usato quella misura, non in termini di rendicontazione a dicembre, ma se qualcuno si è permesso alla luce di una vostra intuizione, cioè di sostenere lo "0-6", di mettere altre regole, chiedere documenti in più che non è necessario chiedere, anche alla luce il fatto (questo lo devo dire per amore di verità) che, come sapete, in quest'Aula abbiamo festeggiato perché il Governo aveva raddoppiato i fondi per le Scuole paritarie, ma ad oggi quel raddoppio non c'è, perché il Ministero competente non ancora sbloccato quelle risorse.
Quindi, sembra che sul tema libertà dell'educazione sul sistema paritario un po' tutte le componenti politiche facciano fatica a riconoscerne l'importanza che non è legata solo ed esclusivamente a quelle Scuole, ma è legata a tutte quelle famiglie che decidono di scegliere per i propri figli un percorso educativo, per tutte quelle famiglie che di fatto fanno sì che il nostro sistema pubblico possa reggere, perché come ben sapete il 30% delle scuole che si paventava chiudesse, avesse chiuso veramente evitando di fare ulteriori sforzi, avrebbe reso impossibile la riapertura di tutte le nostre scuole, perché non saremmo in grado di accogliere quel numero così importante di ragazzi.
Dunque, il mio obiettivo di capire se c'è la vigilanza su questa spesa di 15 milioni, in che modo la state facendo, se siete certi che i Comuni stiano dando queste risorse e poi quando pensate di erogare le risorse legate al Bonus di frequenza e se, come abbiamo scritto nell'ordine del giorno, che riguarda sia il voucher scuola, sia anche i voucher legati alla frequenza, se pensate di far ripartire il sistema spendendo risorse e denaro di questa Regione, non solo per gli imprenditori di oggi, ma per gli imprenditori di domani, che sono i ragazzi che frequentano queste scuole.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Comincio questo mio intervento dicendo che questa discussione va inquadrata nell'epoca che stiamo vivendo, dove all'inizio l'incertezza genera stress, che poi può diventare ansia, e devo dire che il COVID ha reso molto più incerto il futuro, anche a breve termine, in un'epoca storica in cui già, sul lungo periodo, eravamo caratterizzati rispetto al passato da un'incertezza sulle sorti del futuro. Dopo decenni in cui il futuro era caratterizzato da un segno positivo, dove si attendeva un miglioramento della vita individuale e collettiva, negli ultimi decenni questo è andato in crisi e quindi abbiamo assistito a un aumento dei sentimenti di angoscia e di ansia tra i cittadini. Situazione che la pandemia da COVID ha peggiorato, perché ha reso incerti anche i giorni immediatamente vicini a noi e non solo quelli del lungo periodo.
Dico questo perché credo che, oggi, il primo compito delle Istituzioni quindi anche il nostro, sia di provare a ridurre il più possibile l'incertezza. Non è eliminabile del tutto questa incertezza, ma è nostro compito ridurla; come è anche nostro compito essere consapevoli che questa incertezza non si può ridurre solamente andando a definire delle procedure corrette, come si sta cercando di fare a livello governativo e a livello regionale (con lo sforzo di tutti, questo è innegabile), ma non possiamo immaginare - essendo anche in ritardo su queste procedure - che quando le avremo definite questo non avrà risolto il problema. Servono almeno altre due questioni: una cultura della salute capace di rinnovarsi e di adattarsi al tempo che stiamo vivendo (e questo è nostro compito e non mi sembra stiamo facendo molto in questo senso) e generare fiducia tra i diversi attori e tra i cittadini e le istituzioni.
Faccio un esempio: non basta dare il messaggio "Dovete mettere la mascherina e mantenere il distanziamento sociale", dobbiamo trovare il modo di dare il messaggio. Collaboriamo e fidatevi, perché diversamente, in un clima di incertezza che genera ansia, anche la procedura corretta troverà sempre il modo per non essere applicata: c'è un caso particolare, ci sarà il genitore che non la applica bene o il genitore dell'amico che non è contento di come è stata misurata la febbre.
Pertanto, non la risolveremo solamente con una buona procedura.
Dico questo perché credo che la Regione su questo ambito (investire nella promozione di una cultura della salute idonea e adatta ai giorni che stiamo vivendo e generare fiducia tra le diverse parti) stia facendo troppo poco. Un'Istituzione più vicino al cittadino rispetto all'Istituzione nazionale può fare di più.
Entrando nel merito di alcune questioni che volevo affrontare in questo mio intervento, una riguarda, in particolare, la formazione professionale argomento toccato anche dall'Assessora Chiorino questa stamattina.
Nel gioco delle parti, che ci sta in politica, molto spesso questa Giunta, anche l'Assessora Chiorino in queste settimane, ci ha abituato a segnare molti falli verso il Governo (forse lo diceva anche prima il Consigliere Grimaldi quando parlava di un tiro al piccione, se non ricordo male), tuttavia c'è un "ma". Il "ma" è che la Costituzione ci assegna competenze concorrenti, come la tutela della salute, e alcune in maniera esclusiva, come la formazione professionale. Sulla formazione professionale, quindi, abbiamo poco da chiedere al Governo e tutto da chiedere a noi stessi.
Cosa è stato fatto e cosa sta facendo la Regione per questo ambito? Nel suo intervento, l'Assessora ha fatto un lungo elenco, ma per colpa di queste mascherine non tutti i passaggi sono stati molto chiari, perché è difficile comunicare con la bocca nascosta (questo vale per tutti, quindi non so se poi la relazione dell'Assessora può essere messa a disposizione).
C'è un fatto ancora in premessa e poi entro nel merito di alcune domande.
Il 24 agosto abbiamo chiesto la disponibilità per una Commissione urgente - IV, III e VI Commissione - perché volevamo fare il punto con gli Assessori competenti Icardi e Chiorino, proprio su quello che stava accadendo in Piemonte. Mentre l'Assessore Icardi ha dato disponibilità almeno il Presidente Stecco lo ha comunicato rispondendo alla nostra richiesta, non abbiamo ricevuto disponibilità dall'Assessora Chiorino.
Lo sottolineo perché, da un lato, questa richiesta era urgente e voleva essere affrontata in Commissione, perché sappiamo benissimo che il dibattito in Aula ha una dimensione più politica e più generale rispetto a un dibattito in Commissione, dove si può entrare nel merito di alcune questioni, e, dall'altra - mi dispiace dirlo, ma purtroppo in questo primo anno è già avvenuto - non è la prima volta che facciamo fatica a ricevere una disponibilità dall'Assessora, per quanto riguarda la presenza in Commissione da questo punto di vista.
Tornando alla formazione professionale, il primo punto, Presidente, è ricordare a tutti noi che i corsi di formazione professionale - tutti, ma in particolare oggi mi vorrei soffermare su quei corsi che servono all'assolvimento dell'obbligo e del diritto e dovere all'istruzione, con il quale il sistema della formazione adempia anche a quello che è un diritto dovere costituzionale - sono corsi che vengono erogati con bandi che stabiliscono risorse certe, per cui un corso si fa dopo che è stato approvato un certo budget.
È evidente che chi lavora con risorse contingentate, spesso privato sociale no-profit, oggi non deve far rientrare tutti gli investimenti necessari al COVID dentro quelle risorse contingentate; cosa difficile e che sicuramente ha bisogno di un sostegno da parte della Regione, così come tante altre categorie l'hanno ricevuto.
Faccio un esempio per capirci: le Agenzie di Formazione Professionale non hanno il personale ATA. Ormai, la quasi totalità di questi luoghi appalta il servizio di pulizie all'esterno a cooperative, come succede qui nella nostra Istituzione. È evidente che quel lavoro pre-COVID aveva un costo e una certa frequenza, oggi ne avrà un altro.
Sui famosi banchi monoposto, dubito che tra quelli acquistati dal Governo rientrino anche i Centri di Formazione Professionale. Fino a che non verrò smentito, immagino che quei banchi non arriveranno alla formazione personale, eppure anche loro hanno i ragazzi di 14-15 e 16 anni che dovranno distanziare, quindi saranno acquisti che dovranno essere fatti.
Per i termoscanner ringrazio l'Assessora che ha specificato finalmente, che valgono anche per i CFP, perché nella comunicazione dei giorni precedenti, ancora quello fino al 2 settembre, non era chiarissimo che erano anche per la formazione professionale; invece oggi l'Assessora lo ha specificato e quindi su questo ci siamo chiariti.
Il Consigliere Grimaldi chiedeva cosa succederà nei prossimi giorni.
Credo che dopo lunedì non succederà nulla, cioè lunedì avremo le scuole senza il Termoscanner, per quanto prima il Presidente Cirio ci diceva, sia pure in maniera informale, che sono contributi che non andranno a bando, ma sono stati già assegnati (magari nella replica ci spiegheranno meglio i tempi), ma dubito che lunedì ci saranno i termoscanner nella formazione professionale e nelle scuole, al netto di un accordo nelle scuole su chi deve farlo e chi non deve farlo, ma ce lo diranno dopo, perché stamattina probabilmente c'è stato un incontro in tal senso.
Mascherine. Le mascherine, che nelle scuole saranno fornite ai ragazzi e ai bambini, nei CFP dovranno essere fornite, ma anche qui, chi le compra? Bisognerà che le comprino.
Aspetto importantissimo, che riguarda la povertà educativa di cui abbiamo parlato e che ha parlato anche l'Assessora questa mattina, è la questione dei device per la DAD, la Didattica A Distanza. Se io vivo in una famiglia con tre o quattro figli, non andiamo a scuola perché dobbiamo fare la DAD, siamo nella stessa stanza e non c'è un Wi-Fi o solo il telefonino è evidente che la mia capacità di seguire la lezione rispetto a una situazione in cui ho la mia stanza, il Wi-Fi, la fibra, il computer o il tablet, è diversa.
Da questo punto di vista, quindi, l'investimento che dobbiamo fare nel sistema della formazione professionale sulla DAD è anche superiore ad altre istituzioni scolastiche, proprio perché c'è una differenza dal punto di vista della povertà educativa. Diversamente, metteremo in conto di perdere sempre di più una fascia più debole della popolazione scolastica. Così come serve, Assessore, che questo sistema riceva indicazioni chiare di come relazionarsi con le Aziende Sanitarie Locali perché ci sono situazioni dove o la famiglia o il medico di base non sono presenti. Penso ai tanti minori non accompagnati che sono sul territorio italiano da poco o che stanno regolarizzando la posizione e che potrebbero ammalarsi. Da questo punto di vista, credo sia importante creare una connessione chiara anche sui rapporti con le ASL.
Su alcune cose l'Assessore è già intervenuta, sulla questione del valore atteso l'ha detto nella relazione e non torno. Ho accolto con piacere il fatto che lei, Assessore, abbia fatto riferimento a due contributi, se non ho capito male. L'Assessore ha parlato tra i tre e i cinque milioni: una somma per le spese straordinarie legate al COVID e l'altra per combattere la povertà educativa e abbassare il tasso di dispersione. C'è molta differenza tra tre e cinque milioni - magari ho capito male - ma io vorrei capire con lei, Assessore, se questi contributi, quando saranno messi in campo, con che forma e con quale entità, se tre o cinque milioni; se può entrare più nel merito, sul tipo di spesa ma, soprattutto, sui tempi per la rendicontazione.
Grazie e buon lavoro.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rossi.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Canalis, ne ha facoltà.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Vorrei, a mia volta, ringraziare l'Assessore per la lunga relazione che ha svolto oggi in Aula che era quanto mai necessaria visto che mancano pochissimi giorni all'inizio della scuola e anche all'inizio dei corsi di formazione professionale. Ed è proprio su quest'ultimo tema che vorrei concentrare la mia attenzione per rimarcare, come hanno fatto alcuni colleghi che, mentre la scuola è una competenza prevalentemente statale, la formazione professionale è una competenza esclusiva della Regione. Ho trovato a dir poco stucchevole che l'Assessore abbia ripetuto, anche in quest'Aula, i continui, superficiali e direi anche irresponsabili attacchi al Governo che ha fatto in questi mesi, non soltanto sui giornali ma anche sui canali social. Dire che il settore della formazione professionale è stato trascurato dallo Stato non è soltanto poco utile in una fase in cui la collaborazione tra i livelli istituzionali dovrebbe stare veramente a cuore a tutti, ma è anche scorretto. Non è lo Stato che si deve occupare della formazione professionale ma è, in maniera esclusiva, la Regione. In particolare, questo dovrebbe essere molto chiaro ad una Giunta che perlomeno a parole, ha scelto l'autonomia come cifra distintiva della propria agenda politica. Su questa materia, sulla formazione professionale c'è la possibilità di esercitare già oggi, senza ulteriore negoziazione con lo Stato, una vera e propria autonomia. Non è accettabile che anche in Consiglio, quindi nel momento più alto della nostra attività politica vengano addebitati ad altri delle colpe che, invece, eventualmente spettano soltanto alla nostra istituzione. Questo mi premeva dirlo in apertura.
Devo dire che anche rispetto al costante dialogo con gli attori della formazione professionale noi non ci sentiamo di confermare le parole dell'Assessore. Attenzione: incontrare i tecnici è una cosa, ma incontrare l'Assessore, cioè la rappresentante politica, è un'altra. Purtroppo l'Assessore non ha partecipato spesso agli incontri con gli attori della formazione professionale in Piemonte che sono costituiti addirittura da 34 Agenzie e rappresentano 30 mila studenti tra l'obbligo di istruzione e i corsi che derivano dalla direttiva mercato del lavoro e coinvolgono ben 2.500 lavoratori. Non stiamo parlando di numeri piccoli, ma stiamo parlando di un'eccellenza della nostra regione, della seconda voce di bilancio della nostra istituzione che, se viene trascurata, è trascurata magari da chi siede lì e non dallo Stato italiano.
Tra l'altro anche sui termoscanner vorrei fare chiarezza. Oggi l'Assessore ha detto che sono rilevatori di temperatura e meno male che si è corretta perché i termoscanner sono una cosa, i rilevatori di temperatura sono un'altra. I costi sono molto diversi.
Sicuramente se si fosse pensato di comprare i termoscanner non si sarebbero raggiunte tutte le scuole statali, figuriamoci le paritarie e le Agenzie di formazione professionale. Tuttavia io mi chiedo se fosse sensato e opportuno mettere a bilancio 500 mila euro per una spesa di questo genere, senza confrontarsi preventivamente con tutti gli attori che poi dovrebbero misurare questa temperatura, in tutte le articolazioni statali paritarie e della formazione professionale. Se, da un lato, abbiamo visto che nella scuola statale non ci sono le figure e non c'è neanche l'organizzazione per procedere a misurare la temperatura (non ci sono neanche i protocolli), nelle Agenzie formative, di fatto, si è già proceduto da molto tempo a comprare i rilevatori di temperatura. Bravi perché siete di nuovo usciti sui giornali e avete guadagnato il vostro titolo quotidiano, ma i soldi dei piemontese spendiamoli per ciò che serve veramente. Ad un certo punto qualcuno, noi in primis, ve ne chiederemo conto, soprattutto in una fase in cui, invece, le Agenzie di formazione professionale avrebbero bisogno di molte altre cose, di un'assistenza vera sull'individuazione degli spazi logistici, un'assistenza che è stata data alle scuole statali e che, invece, è mancata a queste Agenzie che quindi hanno dovuto trovare delle soluzioni in totale autonomia e in totale solitudine.
Si è parlato di una cifra molto interessante per far fronte alle spese straordinarie sostenute da questi enti tra i tre e cinque milioni di euro: ci pare veramente una buona notizia che noi sosterremo con forza e di cui vi ringraziamo, ma sono importanti anche i tempi. Sono importanti i tempi perché è da inizio marzo che queste realtà si sono fatte carico di spese extra per la digitalizzazione e per i device. Purtroppo un ragazzo su tre era sprovvisto degli strumenti necessari a seguire le lezioni a distanza e quindi le spese che ci sono adesso per la sanificazione e per i dispositivi di protezione sono già state sostenute, quindi anche questo aiuto da parte della Regione non potrà arrivare in tempi troppo lunghi.
L'altro aspetto su cui vorrei chiedere all'Assessore e alla sua struttura di manifestare una particolare vicinanza nei confronti di queste Agenzie formative è quello dell'interlocuzione con le ASL.
Purtroppo, già nel test di questi giorni (l'effettuazione dei sierologici per il personale docente) abbiamo assistito ad una grande eterogeneità di trattamento per le agenzie formative a seconda dell'ASL.
Poiché non ci saranno soltanto i docenti, ma anche gli studenti, e - come dicevo - i numeri sono consistenti, sarà importante che non soltanto l'Assessorato all'istruzione, ma anche l'Assessorato alla sanità diano davvero delle direttive omogenee alle ASL piemontesi e soprattutto si faccia attenzione a non trascurare gli enti di formazione professionale che hanno numeri significativi, ma decisamente inferiori rispetto a quelli delle scuole statali. Essendoci tantissimi studenti che probabilmente avranno bisogno di assistenza, il rischio è che le ASL prestino attenzione alle scuole statali e un po' meno alla formazione professionale. Su questo vi chiediamo di parlare, di coordinare le ASL affinché ci sia uguale attenzione anche per questi organismi.
Infine, in merito ai fondi per il contrasto alla povertà educativa, si tratta di un tema su cui il Piemonte, tutte le forze politiche del Piemonte, ha lavorato molto bene in questi anni (pensiamo che nel 2004 la dispersione scolastica era al 22,8% e nel 2016 al 10,2%, quindi quasi in linea con gli obiettivi europei). Su questo, non si può arretrare e anche il mancato finanziamento completo delle domande per il voucher scuola non va in tale direzione.
Pertanto, bene indicare tra tre e cinque milioni per contrastare la povertà educativa, ma se questo fa il paio, in modo contraddittorio, con il mancato finanziamento integrale del voucher scuola è chiaro che noi ravvisiamo qualcosa che stona e che non torna.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Due puntualizzazioni in merito alla discussione cui ho assistito più che altro questa mattina, che mi è parsa un po' surreale.
Voglio fare questo monito: non bisogna assolutamente scaricare sulle Regioni e su questa Regione le mancanze del Governo. Oggi, abbiamo letto su tutti i quotidiani italiani dichiarazioni di autorevoli esponenti, uno su tutti Delrio, il quale afferma che il Governo è in ritardo rispetto all'apertura delle scuole e della politica da adottare sulle scuole. Ci sono stati sei mesi di stop e avevano tutto il tempo per organizzarsi! Parlano di 60.000 professori in meno, quindi c'è anche un'emergenza di personale importantissima.
L'ha detto bene la collega Canalis: la scuola statale è una competenza statale. Noi - ci mancherebbe - vorremmo ancora più competenze, ma fino a quando non è competenza nostra, quello che compete a Regione Piemonte lo fa in maniera precisa e puntuale, però molto è competenza statale e le cronache politiche di tutti i giorni e le notizie che ci arrivano da questo Governo non sono ben auguranti.
Consideriamo il Ministro Azzolina totalmente inadeguata. Abbiamo visto che l'unica soluzione, l'unica "genialata" che è stata in grado di partorire in questi giorni, in questi mesi, è quella follia, quella barzelletta, perché è diventata una barzelletta nazionale e internazionale dei banchi con le rotelle per il distanziamento. È diventata una barzelletta di tutta Italia la storia dei banchi con le rotelle! Quindi non scarichiamo responsabilità che sono statali e di questo Governo inadeguato, di questa Ministra totalmente inadeguata sulla Regione Piemonte, quando responsabilità non ne ha e sta lavorando per dare risposte ai nostri studenti e per far riaprire le scuole in maniera sicura.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Preioni.
Se non ci sono altre richieste d'intervento, lascerei la parola all'Assessore Chiorino per la replica.
Prego, Assessore.



CHIORINO Elena, Assessore all'istruzione

Grazie, Presidente.
Ringrazio per i vari interventi che sono seguiti all'informativa.
L'attenzione alle scuole paritarie che è stata evidenziata dagli interventi è massima anche per questa Giunta, così come lo è per la formazione. Nell'ambito delle scuole, come diceva anche il Consigliere Preioni, evidentemente c'è stato un passaggio di cui già rendevo noto nell'informativa che ho svolto il 4 agosto, sul quale è stato scaricato tutto, da parte dei vari atti del Governo, nell'ambito dell'Ufficio scolastico regionale, in prima battuta, e sui Presidi e sui Sindaci, in seconda battuta. Questo, vuol dire che c'è stata un'opera da parte della Regione di coordinamento e di supporto e i numeri e i dati forniti nell'informativa vanno esattamente in quella direzione.
Per quanto riguarda la formazione, si sta preparando la ripartenza coordinata dall'Assessorato attraverso degli incontri (non ho guardato l'agenda, quindi ne cito semplicemente due a memoria): quello di fine luglio e quello del 17 agosto; l'ultimo, con il Direttore dell'Assessorato è di lunedì mattina, quindi di ieri mattina, rispetto al quale ci si trova tutti assolutamente allineati e concordi sulle modalità di riapertura.
In merito alla cifra (tra tre e cinque milioni) sono convinta anch'io che il gap che ho dato in questo momento è ancora ampio e concordo con voi ma la questione è proprio l'approfondimento ulteriore con le agenzie formative per riuscire a definire al meglio l'utilizzo di quei fondi e la rispettiva allocazione. Questo, proprio perché il dialogo c'è, è costante e si sta andando nella direzione del massimo supporto.
Grazie.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi, sull'ordine dei lavori.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Ovviamente, sta nel diritto dell'Assessora replicare o meno alle domande poste.
Invece, sul suo ruolo - Presidente - noi abbiamo chiesto l'attrazione alla fine di questa discussione, di tre ordini del giorno che immagino verranno votati. I tre relatori di questi ordini del giorno hanno ovviamente messo al centro delle loro relazioni e delle loro analisi l'illustrazione dell'Assessora e ci aspettavamo nella replica, come minimo un accenno. Si parla della ripartenza scolastica e non c'è un accenno alle 45 mila famiglie che oggi sono escluse dal voucher.
Probabilmente l'Assessora ha pensato che la discussione successiva dei tre ordini del giorno debba ancora esistere, quindi se lei vuole adesso io il Consigliere Magliano e la Consigliera Frediani possiamo prendere la parola e reillustrare i documenti e aspettare che l'Assessora Chiorino ritorni in Aula per interloquire con lei. Altrimenti chiediamo una sospensione per discutere con i Capigruppo di maggioranza, perché non credo che la vicenda successa ad inizio agosto di quella mail che è arrivata a migliaia di piemontesi in cui gli si dava il contributo per poi toglierlo qualche ora dopo per disguidi tecnici - così almeno è stato detto - si voglia archiviare con una votazione nel silenzio in cui diciamo a quei 45 mila piemontesi: "Scusate, ci siamo sbagliati, non avrete nessun contributo". E' così che vogliamo chiudere questa discussione? Possiamo almeno sapere cosa pensa l'Assessora Chiorino, che adesso è uscita? Possiamo almeno reillustrare i tre documenti? Ci dica lei, Presidente, come vuole affrontare il tema. Grazie.



PRESIDENTE

Stiamo esaminando gli ordini del giorno, pertanto proseguirei con il dibattito sugli ordini del giorno.
Ha chiesto la parola il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Forse mi sono distratto qualche secondo: non c'è più l'Assessora Chiorino.



PRESIDENTE

La Giunta è ben rappresentata.



GALLO Raffaele

Per carità!



PRESIDENTE

Prosegua, siamo sull'ordine dei lavori, però proseguiamo, perché se dobbiamo fare ricreazione, lo dite e la facciamo. Prego, prosegua.



GALLO Raffaele

Sono rimasto un po' perplesso dalla chiusura della discussione articolata che abbiamo fatto di tutta la giornata. Rispetto alla quasi totalità dei temi sollevati non c'è stato alcun tipo di risposta né di interlocuzione né di informativa. Chiudiamo qua la discussione in questo modo un po' surreale, a prescindere dagli ordini del giorno. Rimangono per quanto ci riguarda sul tappeto tutti i problemi e i temi sollevati e manca un giorno in meno all'apertura della scuola. Quindi, auspichiamo che nei prossimi giorni a questo punto, com'è costume di questa maggioranza e di questa Giunta, avremo le informative dai giornali, a mezzo stampa, ma che in qualche direzione si risolvano i problemi aperti che, è vero, in molti casi non riguardano direttamente la Regione, ma il Governo e la collaborazione Governo-Regione. In altri casi, ad esempio il termo-scanner è una scelta totalmente regionale, rispetto alla quale aspettiamo una decisione e anche le procedure di coordinamento con i pediatri, i medici di Medicina generale e quant'altro, che è una questione che va coordinata dalla Regione Piemonte. E non mi sembrano questioni di secondaria importanza rispetto alla quotidianità che vivranno le famiglie e ai tanti dubbi che ci sono oggi a tre giorni dall'inizio della scuola. Grazie.



PRESIDENTE

Sempre sull'ordine lavori ha chiesto la parola il Consigliere Magliano ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Scusi, Presidente, chiedo a lei una cosa che non ho capito. Queste scene le vedevo quando giocavo al campetto, cioè che uno porta via il pallone e va via e quindi non si può fare la partita. Guardi che la ricreazione non la stiamo facendo noi.



PRESIDENTE

Io non ho mai giocato a calcio.



MAGLIANO Silvio

Io so solo che è la prima volta, in quest'Aula di sicuro ma anche nell'esperienza in altre istituzioni, in cui si fanno domande precise.
Forse la ricreazione la sta facendo la Giunta. Io ho solo chiesto quando le famiglie potranno usare i voucher. Non era difficile dire "Forse entro il 14" oppure confrontarsi con l'Assessore al bilancio e magari ci si fermava un attimo, dicendo "Guardate, abbiamo speso tutti i soldi con i bonus e la Tesoreria è inchiodata e non riusciamo a pagare i voucher". Magari non è così, ma mi chiedo a cosa serva un'informativa, se poi a domande precise (e sicuramente non polemiche) non si risponde. Volevamo solo sapere quando i voucher sulla libertà di educazione potranno essere utilizzati. Nessuna risposta.
Come monitoreremo i soldi che la Regione ha dato giustamente ai Comuni sulla fascia 0-6? Lo dico ai colleghi di maggioranza: quando monitoreremo se i Comuni non hanno fatto i test a loro? Sono domande precise.
Se oggi il tema è rispondere così scarnamente senza entrare nel merito dicendo che la libertà di educazione è importante e non facendo nulla dicendo che il comparto 0-6 per noi è fondamentale e mettendo queste risorse e non monitorandole e poi fuggendo dall'Aula così, io prendo atto che questo è plasticamente il modo con cui state affrontando il problema dell'istruzione di vostra competenza, non quella dello Stato. Lo Stato ha dei problemi e non mi sentirete mai parlare bene dell'Azzolina in quest'Aula. Ci mancherebbe! Però almeno su quello di cui dovete occuparvi voi, mi auguravo di avere almeno una data. Una data! A luglio dell'anno scorso abbiamo pagato i voucher. Oggi sulle scuole paritarie usciamo dal dibattito di più ore e chi ci ascolta non sa quando potrà usare il voucher per le scuole dei propri figli, anzi dovrà anticiparlo personalmente. E' la prima volta dopo 6 anni di utilizzo di questa legge.
Adesso, Presidente, se vogliamo entriamo nel merito degli ordini del giorno che erano anche una possibilità di interlocuzione con la Giunta. Li metteremo o non li metteremo? Li metteremo tutti o in parte? Riusciremo a coprire tutta una graduatoria o parte di una graduatoria? Così è fuggire come è stato fatto fisicamente da quest'Aula da parte di un membro della Giunta. Non penso che uno fugga portando via la borsa, i libri e tutto il resto. Magari tornerà e chiedo scusa.



PRESIDENTE

Si è assentata momentaneamente.
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Presidente, davvero non mi interessa se l'Assessora Chiorino adesso è occupata in un impegno istituzionale, come quello che potrebbe essere una crisi aziendale. Non so se è con l'onorevole Del Mastro a vedere una caserma dei Carabinieri o se è semplicemente una pausa fisiologica. Di sicuro, non presento l'ordine del giorno in sua assenza dopo che non ha replicato a nessuna delle richieste fatte. È come se io adesso chiedessi: "Allora, il termoscanner lo usiamo per la fascia 0-6 anni o anche per gli altri?". Lei non mi risponde e poi esce dall'Aula e io riprendo la parola sui voucher? Non credo proprio. Adesso aspettiamo 10 minuti oppure si contatti la collega e riprendiamo la discussione senza nessun problema e nessuna volontà dilatoria di non fare questa parte di discussione. Grazie.



PRESIDENTE

Il problema è che non sapendo le tempistiche.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Se vogliamo, possiamo anche passare al punto successivo dell'o.d.g.
come normalmente che si può fare, oppure se i Capigruppo si avvicinano interrompiamo la seduta un paio di minuti per capire come proseguire.
La parola al Consigliere Gallo.



GALLO Raffaele

Sospendiamo pure e facciamo una Capigruppo volante, ma ribadisco che dobbiamo concludere questo punto all'o.d.g. che si conclude con votazione degli ordini del giorno.
Vedo che l'Assessora ha lasciato la giacca, quindi presumo tornerà; è normale che gli ordini del giorno si discutano, soprattutto sulla conclusione di una informativa così importante, alla presenza dell'Assessore; quindi, sospendiamo per qualche minuto e attendiamo per poi andare avanti con il Consiglio regionale, dopo aver concluso questo punto all'o.d.g.



PRESIDENTE

Chiamo i Capigruppo per concordare il prosieguo dei lavori.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.37, riprende alle ore 16.41)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Si è convenuto di sospendere il punto 2) all'o.d.g. fino al rientro dell'Assessore Chiorino.


Argomento: Industria - Commercio - Artigianato: argomenti non sopra specificati

Comunicazione della Giunta regionale inerente a "Tribunale Unificato dei Brevetti "


PRESIDENTE

L'Assessore Marrone è disponibile a rendere la comunicazione della Giunta regionale in merito a "Tribunale Unificato dei Brevetti ".
Prego, Assessore.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio regionale

Grazie, Presidente.
Intanto, tengo a rispondere alla richiesta del Consigliere Magliano riportando la risposta fornita, in primis, dall'Assessore Marnati competente per materia, che ci fa arrivare questa nota.
Il sostegno alla proposta di candidatura della Città di Torino, come sede permanente del Tribunale Unificato dei Brevetti, da parte della Regione Piemonte è stato tempestivo e si è manifestato al più alto livello Istituzionale. Lo scorso 22 ottobre 2019, in occasione della visita del Presidente del Consiglio, professor Giuseppe Conte, il Presidente Alberto Cirio gli ha infatti consegnato un articolato dossier contenente, tra le altre richieste e proposte, anche una sintesi delle ragioni che depongono a favore della candidatura del capoluogo piemontese.
A tale atto formale hanno fatto seguito, nei mesi successivi interlocuzioni politiche e istituzionali a sostegno della candidatura che però, come sappiamo, non hanno poi avuto esito felice.
Mi limito ad aggiungere di mio solo un dettaglio, più da torinese che da Assessore, di vero rammarico sul fatto che il capoluogo piemontese abbia perso questa grande opportunità perché, secondo uno studio anglosassone (mi sembra della Fit Consulting), è vero che parlava dell'ipotesi londinese però prevedeva una potenziale ricaduta di maggior guadagno per gli studi professionali che insistono lì sulla capitale inglese, che si stimava tra i 600 milioni e addirittura i 2.200 milioni in più perché, ricordiamo, è un'Istituzione europea.
Ho ritenuto politicamente comprensibile, ma inopportuno, che ci sia stata la contestuale comunicazione a Torino della sede dell'Istituto italiano per l'Intelligenza Artificiale, perché ritengo che non sia stato del tutto corretto e anche logicamente conseguente mettere in relazione le due ipotesi.
Ritengo che Torino avesse assolutamente diritto a quella indicazione per l'avanguardia che ha sempre rivestito nell'ambito industriale produttivo e anche delle nuove tecnologie. C'è anche da dire che è stata subito venduta - e io lo auspico da torinese prima ancora che da attivista politico eletto nelle Istituzioni - che le ricadute promesse in termini di assunzioni e di budget annuale siano mantenute, perché su altri capitoli faccio l'esempio di Torino Crisi Complessa, in realtà, rispetto alla cifra inizialmente prospettata, che erano 150 milioni (e devo dire che questo TUB, il dossier di cui faceva riferimento l'Assessore Marnati della sua comunicazione rientrava proprio tra i vari progetti collegati a Torino Crisi Complessa), purtroppo, in realtà, al momento ne sono stati confermati 20 milioni, che è una quota davvero bassa rispetto a una tranche promessa di 50, che però non è ancora integralmente pervenuta.
Sappiamo anche che le speranze della stessa Milano non sono poi così altissime nel panorama europeo. Da italiano, per carità, tiferò sempre per una città italiana rispetto a una città di un altro Paese dell'Unione, per peccato per Torino, perché sarebbe stata sicuramente una grande opportunità.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Marrone.
Ci sono richieste di intervento? Prego, Consigliere Magliano.



MAGLIANO Silvio

Ringrazio l'Assessore Marrone, anche perché questa informativa doveva essere inizialmente data dal Presidente, poi è stato comunicato che tutta una serie di Assessori si sarebbero resi disponibili e alla fine meno male che Marrone ha dato la sua disponibilità a rispondere.
Sarebbe opportuno e interessante approfondire e capire - lo dico ai membri della Giunta presenti, che in parte potrebbero avere un interesse sul tema - la tipologia di dossier che abbiamo consegnato. Non le nego Assessore - è stato anche oggetto di discussione sui giornali - che mi è sembrato che non proprio tutte le Istituzioni volessero con forza presentare la candidatura di Torino; forse c'era qualcuno che si augurava che il TUB andasse a Milano, anche perché sappiamo che poi ci sono i Tribunali locali, per cui il TUB si occupa principalmente del tema farmaceutico e poi su altre categorie. Il punto A e il punto C, ad esempio ricadono su altre tipologie di settori.
Certo è, come diceva l'Assessore, che non è affatto detto che la Francia e la Germania accettino questo criterio; di fatto, Londra ha lasciato questa tipologia di istituzione, ma il Trattato, come previsto prevede che queste competenze arrivino sui due Tribunali che vi sono già quindi bisognerebbe aprire una trattativa per ricostituirne un terzo.
A me spiace, devo dirlo con franchezza, che quando tutta la classe dirigente, o buona parte della classe dirigente della nostra Regione supera i confini piemontesi, invece che lavorare per il proprio Piemonte e per Torino, indipendentemente dalle appartenenze politiche, si divide.
Sappiamo che sulla Lombardia è stato fatto un pressing importante da parte della Lega nord; sappiamo che su Milano è stato fatto un ragionamento importante da parte del Partito Democratico e che lì sono in grado di lavorare insieme e di raggiungere obiettivi, pur sapendo, come dice l'Assessore Marrone, che non è detto che Milano possa raggiungere questo obiettivo.
Altro tema - e questo, lo dico già adesso, mi piacerebbe approfondirlo di più e meglio - e cosa accadrà all'Istituto Italiano sull'Intelligenza Artificiale assegnato a Torino. C'è un budget di 80 milioni; c'è tutta una serie di opportunità da sfruttare, ma mi piacerebbe capire che cosa Regione Piemonte intende fare, perché da questo punto di vista non possiamo che ringraziare pubblicamente - devo dire con grande efficacia - don Luca Peyron e l'Arcivescovo, perché su questo hanno giocato una partita mettendosi subito al centro del dibattito.
Per questo non possiamo che ringraziare, ma, dall'altra parte, capire adesso cosa intende fare anche la Regione Piemonte e l'Assessore Marnati oltre a dire tutta la gioia e la contentezza di una partita che oggettivamente ha portato a casa Torino. É poco. Su questo, la Regione Piemonte ha fatto poco o poco si è interessata, ma da adesso in poi cosa farà? Mi piacerebbe, con il Presidente di Commissione competente, anche alla luce dell'atto presentato dal collega Valle, che su questo tema si è espresso con un atto documento assolutamente preciso e puntuale e che trova l'assegnazione a Torino di questo istituto, come Regione come vogliamo, questa volta sì, non differenziarci tra Regione e Comune. Trovare soluzioni per pensare dove sarà la sede, con che partnership iniziare a lavorare, come far diventare questo istituto un volano di opportunità sia per le nostre Università e non solo perché, come sapete, l'intelligenza artificiale si occupa di una marea di settori. Potrebbe essere, quindi, uno sviluppo sempre che anche su questo le forze politiche non pensino di dividersi perché non si riesce ad attribuirne una paternità.
Oggi Torino ha questa chance e mi auguro, quanto prima, di poter affrontare in Commissione il percorso che ci vedrà sfruttare fino in fondo questo istituto che parte con ottanta milioni, ma potrebbe generarne molti altri. Ricordo che parte di questa attività riguardano anche l'Assessore Tronzano. Sarà secondo me interessante capire come sfruttare questa chance e come raggiungere il maggior numero di imprenditori, di scienziati e anche, perché no, di sociologi. Sappiamo che il tema dell'intelligenza artificiale pone un grande quesito sull'utilizzo delle macchine, con che modalità e con che opportunità. Tema che, peraltro, è stato più volte all'ordine del giorno della discussione di questi giorni sui giornali.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giaccone; ne ha facoltà.



GIACCONE Mario

Grazie, Presidente.
Su questo tema mi permetto di fare due brevi considerazioni; questo stesso argomento era stato oggetto di una mia mozione, la n. 104, ad ottobre 2019. Per certi versi si era già in ritardo, ed è questa la recriminazione anche nei confronti della Giunta e del Governo di questa Regione, rispetto ai tempi con il quali si stavano muovendo in Lombardia: già il 29 giugno, come ricordato in quella mozione, il Presidente della Giunta regionale della Lombardia, Attilio Fontana, insieme al Sindaco di Milano, Beppe Sala, avevano guidato una delegazione che incontrava a Roma il Ministro degli esteri Enzo Moavero Milanesi, presentando già all'epoca un dossier sollecitando un impegno del Governo a favore di Milano.
È questa la recriminazione: il fatto che, in quell'occasione, la Giunta locale, forse anche per effetto di essersi insediata da un tempo non lungo non abbia preso immediatamente in considerazione, in maniera drastica l'importanza della segnalazione.
La seconda recriminazione, se mi permette e concludo, è che erano numerosi gli elementi per i quali Torino avrebbe potuto vantare, anche nei confronti di Milano, una circostanza di vantaggio. Ne ricordo solo alcuni perché li avevo ricordati all'epoca e, tra l'altro, avevano rilevato l'accoglimento della larga parte di questo emiciclo. Torino vanta una storica tradizione in brevetti, il primo ufficio italiano di brevetti e marchi è nato a Torino. Torino è un'importante area di brevettazione, hanno sede i più importanti studi nazionali di brevetti e ha il miglior Tribunale civile d'Italia riconosciuto anche a livello internazionale. Per giunta, in quel momento Torino era stata riconosciuta come area complessa di crisi e quindi l'assegnazione di quel sostegno da parte del Governo e l'eventuale e conseguente assegnazione di un così importante aspetto della vita economica europea, avrebbe potuto essere significativo. Torino è già è sede di altre importanti organizzazioni sovranazionali come l'Agenzia europea della formazione e l'organizzazione internazionale del lavoro e così via, e quindi sarebbero stati numerosi gli elementi che sostenevano la nostra candidatura, anche nei confronti di quella milanese.
Le due recriminazioni che faccio era: abbiamo cercato noi, come Gruppo e poi come opposizione, ma a quel punto si era unita anche la maggioranza di essere solleciti nell'individuare e nel sottolineare alla Giunta l'importanza di questo aspetto. Avevamo le caratteristiche per farlo.
Peccato che non si sia arrivati all'obiettivo che buona parte di quest'Aula auspicava.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie.
Vuole replicare Assessore? Scusi, Consigliere Valle, non l'avevo vista.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valle; ne ha facoltà.



VALLE Daniele

Grazie,Presidente.
Solo per una puntualizzazione velocissima. Ovviamente il tema del Tribunale dei brevetti si porta dietro, stante le cronache e gli annunci stessi del Governo, il tema dell'istituto nazionale sull'intelligenza artificiale che, invece, risulterebbe assegnato alla nostra città. Non so se pecco di realpolitik, ma dissento dalle considerazioni dell'Assessore Marrone. È vero che è in un contesto di compensazione e di contrattazione ma questo significa, per la nostra città, l'assegnazione di qualcosa di certo, invece di una candidatura che deve concretizzarsi e deve vedersela con dei competitor importanti perché non solo ci sono altre città candidate, ma ci sono le altre due città che hanno già parte del Tribunale dei brevetti, cioè Parigi e Berlino, che si sono candidate a ospitare le attività che erano a Londra e quindi a non aprire una terza sede. In realtà è questa la candidatura più ambiziosa e più difficile da sconfiggere perch non aprendosi una terza sede in territorio europeo, questo comporterebbe evidentemente un grandissimo risparmio. È una partita dagli esiti tutti da definire, come ci ha già insegnato quello che era capitato per l'Agenzia europea del farmaco.
In questo caso la nostra città, per quanto in una logica di compensazione politica a cui però non mi dichiaro estraneo, significa un investimento certo da parte del Governo su un settore che non solo ci vede assolutamente ben posizionato per le caratteristiche della nostra città per le istituzioni che già operano in questo ambito, a partire dal Politecnico e dall'Università degli Studi, ma è anche una prospettiva di sviluppo interessantissima e che noi oggi forse non siamo ancora in grado di percepire in tutta la sua complessità.
Tutto il regime dei dati, della loro gestione e della loro trattazione è un campo che stiamo cominciando ad esplorare adesso e dove alcune entità private nel mondo oggi sono molto più avanti degli Stati e della ricerca sia per le risorse economiche di cui dispongono sia per le risorse tecnologiche che hanno a disposizione e rispetto alle quali però gli Stati non possono restare tagliati fuori.
C'è una questione di tutela delle libertà fondamentali dei cittadini della gestione dei loro dati e delle scelte che i cittadini fanno a seconda di come sono sollecitati da chi detiene quei dati e da come sono gestiti che rende la presenza del pubblico, nel campo dello studio dell'intelligenza artificiale e della trattazione dei dati, qualche cosa di estremamente attuale e di estremamente importante forse, senza rischiare di essere troppo ambiziosi, per il futuro stesso e le democrazie per come le conosciamo.
In questo, mi sento di spendere, se non in questo Consiglio, l'affido alla sensibilità della Conferenza dei Capigruppo e del Presidente dell'Aula (il Presidente dell'Aula: mi sto affidando la sua sensibilità, Presidente che notoriamente è tantissima) affinché al più presto, anche se ormai abbiamo un impegno informale, però pubblico, del Governo in questo senso quest'Aula possa esprimere il suo apprezzamento e interesse a portare questa risorsa importante nella città capoluogo, possibilmente discutendo l'ordine del giorno n. 384 o documento analogo che questa maggioranza vorrà presentare.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, lo potremo affrontare nella prossima Conferenza dei Capigruppo così cercheremo di trovare la sintesi sulla discussione.
Chiedo alla Giunta se c'è una replica. Non c'è, pertanto chiudiamo il punto sull'informativa della Giunta.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Ripresa dell'anno scolastico e dei servizi educativi " (seguito) (Atti di indirizzo collegati)


PRESIDENTE

Tornando all'informativa della Giunta regionale sulla ripresa dell'anno scolastico e dei servizi educativi, eravamo fermi alla presentazione degli ordini del giorno.
. Ordine del giorno n. 400 "Esaurire le graduatorie legate al contributo regionale al voucher scolastico 2020/2021, al fine di garantire il diritto allo studio a tutti gli idonei" presentato da Grimaldi, Giaccone Magliano, Rossi.
. Ordine del giorno n. 402 "La Giunta allochi a bilancio le necessarie coperture finanziarie per completare la graduatoria degli assegni di studio per il pagamento delle spese di iscrizione e frequenza ("Voucher Scuola" valevoli per le Scuole Paritarie), assicurando così una reale e realmente garantita libertà di educazione" presentato da Magliano Giaccone, Valle.
. Ordine del giorno n. 403 "Copertura totale graduatorie Voucher per il diritto allo studio anno scolastico 2020/21", presentato da Frediani Bertola, Sacco, Valle.
Procediamo con la discussione e l'illustrazione da parte del Consigliere Grimaldi dell'ordine del giorno n. 400: "Esaurire le graduatorie legate al contributo regionale al voucher scolastico 2020/2021 al fine di garantire il diritto allo studio a tutti gli idonei".
Prego, Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Assessora, la vicenda la conosce bene. Come lei sa, abbiamo avuto un dibattito molto simile a luglio e, come può immaginare, non avevamo la palla di cristallo, ma sapevamo benissimo che i numeri dei voucher sarebbero aumentati. Forse, non ci aspettavamo il 54,4% in più delle richieste, ma di certo avevamo ipotizzato di mettere a bilancio 15 milioni di euro. È esattamente la cifra necessaria per far scorrere la graduatoria e arrivare alle 90.585 (se sono ancora questi i dati) di persone idonee che hanno concorso a questa graduatoria. Rispetto a 58.648 (se i dati della Regione Piemonte sono corretti, perché abbiamo letto queste cifre nei suoi comunicati istituzionali), è chiaro che ci sarebbe bisogno (qui c'è l'Assessore Tronzano) di qualcosa in più della richiesta che noi le facciamo da tempo di far diventare i capitoli spesa obbligatoria, perch (mi metto nei panni dell'Assessore Tronzano) qualsiasi Assessore al bilancio sa benissimo che i fondi di riserva, le risorse che utilizziamo per le spese obbligatorie, ma non previste, viaggiano (credo, Assessore non ricordo bene la cifra) solitamente sotto i 10 milioni di euro: otto milioni di euro, quattro milioni di euro.
Come può immaginare, la nostra richiesta non è di attingere a quelle risorse; l'appello che facciamo a tutti voi in un ordine del giorno che abbiamo scritto ex novo è di addivenire a un bilancio di assestamento con delle risorse aggiuntive per far scorrere quella graduatoria.
Noi auspichiamo di chiudere un'altra vicenda: quella dell'errore commesso durante l'estate (non ci è stato ancora chiarito in che modo è successo), quando è arrivata una mail a migliaia di piemontesi in cui veniva comunicato che erano beneficiari di un voucher. Stiamo parlando di persone che mandano i loro ragazzi nelle scuole piemontesi, che hanno un ISEE spesso inferiore a 20.000 euro (queste sono più o meno le cifre su cui si assestano le richieste). Ricordo che spesso non arriviamo neanche a 10.000 euro di ISEE e, in questo caso, con le nostre risorse si rischia di arrivare a 7.000-8.000 euro di ISEE dei beneficiari. Stiamo parlando di persone che dignitosamente - lo ripeto - hanno subito più di altri la crisi e chiedono per i propri figli un contributo straordinario per i libri di testo, i trasporti e quelle spese che rischiano di essere motivo di discrimine negli studi.
Io non so che appello altro possiamo fare alla maggioranza: se volete possiamo definire una cifra diversa dall'esaurimento totale e arrivare almeno alla soglia di povertà relativa, ma - ripeto - facciamo un altro appello, un ennesimo appello, dicendo che se abbiamo trovato le risorse per il "Riparti Piemonte" perché consideriamo importante dare un segnale alle famiglie piemontesi, sul tema dell'istruzione - su cui, concordiamo con l'Assessore, c'è un investimento collettivo - dimostriamo che tutta l'Aula sa convergere e trovare, in tempo utile, nelle prossime settimane, il modo di modificare il nostro bilancio.
È un impegno, un ordine del giorno, ma, come vi abbiamo già annunciato noi siamo disponibili ad aprire e chiudere un bilancio di assestamento in 24 ore, senza un emendamento ostruzionistico e senza ulteriori indugi.
Spero che questa disponibilità venga ripagata almeno con l'inizio di un'interlocuzione che non c'è stata, purtroppo, nella discussione di questa mattina.
Grazie.



PRESIDENTE

Passiamo all'ordine del giorno n. 402, a prima firma Magliano: "La Giunta allochi a bilancio le necessarie coperture finanziarie per completare la graduatoria degli assegni di studio per il pagamento delle spese di iscrizione e frequenza ("Voucher Scuola" valevoli per le Scuole Paritarie), assicurando così una reale e realmente garantita libertà di educazione".
La parola al Consigliere Magliano per l'illustrazione.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Con quest'ordine del giorno, ho provato a porre un tema che ho affrontato precedentemente: il tema della libertà di educazione.
Penso che prima o poi vi prenderò per noia, per stanchezza, per sfinimento: basta che la smettiate di prendere in giro chi continua a pensare che in questa maggioranza c'è un sostegno reale e concreto alla libertà di educazione e al sistema pubblico, il sistema voluto da Berlinguer.
Si tratta di un ordine del giorno importante, che chiede fondamentalmente di scorrere una graduatoria che non è la graduatoria di cui parlava il collega Grimaldi, ma è una graduatoria che vede, per la prima volta, circa 500 persone idonee, che però non ricevono il contributo.
Stiamo parlando di risorse infinitesimali rispetto alla richiesta che faceva il Presidente Grimaldi. Come leggete, nel "Rilevato che" risultano accolte per l'anno in corso 3705 domande di contributi per l'iscrizione e frequenza, contro i 2928 dello scorso anno.
In quest'Aula ho provato più volte a dirvi che questo sarebbe accaduto e forse bisognava mettere mano almeno alla dotazione di questo fondo quindi raddoppiarlo (4 milioni in più) oppure ragionare su un aumento dell'ISEE. Tra l'altro - questo è giusto ricordarlo - stiamo assistendo (se queste scuole reggeranno) ad un aumento dell'attenzione da parte delle famiglie verso il modello paritario che riesce a garantire dei servizi in più, in questa fase di emergenza COVID e questo succede nel comparto 0-6 anni.
La mia domanda è: visto che abbiamo 3705 domande di iscrizione di persone e nuclei familiari che sono ritenuti idonei e lo assegnate solo a 3164, e l'importo complessivo è 4.523.520 euro, chiedo se fosse possibile provare a colmare questo gap. Poi, per carità, lo boccerete e nel prossimo assestamento di bilancio lo metterete. Tanto è una battaglia che continuer a fare, perché è stata oggetto di programmi elettorali di tantissimi colleghi presenti in quest'Aula e di tante forze. Penso ad esempio Forza Italia. Ultimamente ho sentito interventi da parte di parlamentari di Forza Italia che dicono che su questo non faranno un passo indietro, mentre sono all'opposizione a Roma. Sarebbe importante che facessero un passo avanti i loro rappresentanti in quest'Aula, e parlo dei Consiglieri regionali.
Infatti, chiedo questa impegnativa al Presidente della Giunta e alla Giunta regionale di "allocare in occasione del primo assestamento utile di bilancio." - quindi non vi sto chiedendo di farlo adesso - ". le risorse finanziarie aggiuntive necessarie a garantire l'esaurimento delle graduatorie e dunque l'assegnazione della somma dovuta a tutti gli aventi diritto ad un assegno di studio finalizzato alla parziale copertura delle spese di iscrizione e frequenza presso le scuole paritarie.". Questa evidentemente era la finalità della legge. Io mi auguro che almeno questo lo facciate; non vi sto dicendo di metterli oggi, ma auspico che nel primo assestamento di bilancio voi possiate trovare queste risorse. Non so se l'Assessore l'ha calcolato, ma non stiamo parlando di grandi cifre, perch sono circa 550 nuclei familiari per l'ammontare del contributo, che varia in base alla tipologia ed essendo tutti questi in ultima fascia, sapete esattamente che è ridotto, perché è a scalare in base all'ISEE.
Per cui, visto che è un auspicio politico, mi auguro che la maggioranza possa accogliere questo mio auspicio e non si nasconda dietro l'astensione come ha fatto tutte le volte sui miei atti legati alla libertà di educazione, perché almeno noi questo segnale possiamo darlo. Sono critico (l'ho detto prima) sul fatto che il raddoppio delle risorse per le scuole paritarie non è ancora arrivato dal Governo. C'è il problema del voucher che in questo momento è in ritardo e magari, entrando nel merito di questo atto, l'Assessore potrà fornirmi delucidazioni rispetto a quei 3 milioni e 350 mila di cui le parlavo prima sul sistema 0-6 anni, se avesse voglia di fare questa specifica. Ma almeno datemi la possibilità di sperare che prenderete in considerazione questo fatto, perché sarebbe la prima volta della storia in cui il buono scuola e il voucher legato alle scuole paritarie non trova la sua totale capienza. E questa è un'azione portata avanti dal centrodestra che, in teoria, nei suoi valori la libertà di educazione ce l'ha scritta almeno nei primi 2 o 3 punti del suo manifesto politico. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie. Passiamo all'illustrazione dell'ordine del giorno n. 403.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
In realtà l'ho già illustrato parzialmente durante l'intervento dopo le comunicazioni dell'Assessora e anche i colleghi Grimaldi e Magliano hanno ampiamente parlato delle motivazioni che hanno portato a presentare questi atti di indirizzo. Credo che dopo quanto successo, quindi dopo l'invio delle comunicazioni alle famiglie e dopo la cocente delusione delle stesse nell'apprendere che si è trattato di un errore, il minimo per porre un rimedio sia quello di garantire risorse adeguate. Lo sarebbe già normalmente, perché nel momento in cui una famiglia risulta idonea al ricevimento del voucher, quei fondi devono essere garantiti. Non possiamo pensare di lasciare sole queste persone di fronte ad un diritto che deve essere garantito, in primis, dalla Regione, che è l'Ente che regola la distribuzione di questi fondi.
Per cui noi chiediamo già normalmente ogni anno, in fase di bilancio di incrementare le risorse e di estendere il più possibile il ventaglio degli aventi diritto, ma quest'anno lo chiediamo con un pochino più di forza, proprio perché c'è stato questo episodio che sicuramente non ha contribuito ad aumentare la credibilità della Regione. Pertanto crediamo sia doveroso prendere questo impegno e garantire la copertura per poi porre le basi per evitare che in futuro si ripresentino delle situazioni simili.



PRESIDENTE

Grazie.
Gli ordini del giorno sono stati illustrati.
Possiamo ora passare alla discussione generale e ricordo a tutti di collegarsi alla piattaforma per le votazioni.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marello; ne ha facoltà.



MARELLO Maurizio

Grazie, Presidente.
Volevo fare alcune brevi considerazioni che peraltro sono collegate anche al dibattito che c'è stato sulle comunicazioni relative alla riapertura della scuola. Sono considerazioni che già i miei colleghi del Gruppo del Partito Democratico che sono intervenuti hanno fatto, ma le vorrei riprendere nello specifico di un atto concreto qual è quello del sostegno alle famiglie attraverso i voucher, attraverso il sostegno alle iscrizioni alle paritarie, perché è questo che dà l'idea del fatto che si facciano o meno delle politiche.
Nel nostro Paese, non solo in questa Regione, quando trattiamo di grandi temi complessi ed articolati (la scuola, la sanità) che toccano per lo più le famiglie, i ragazzi, che toccano dei beni e degli interessi che non sono materiali, ma sono anche immateriali - perché la formazione, la cultura e la crescita dei ragazzi non si misura nell'immediato - sappiamo che la politica purtroppo vuole misurare tutto nell'immediato.
Si fa ciò che porta consenso non tra una settimana, ma ciò che porta consenso domani mattina; quello che porta consenso tra una settimana alla politica, purtroppo, non dico non interessi più, ma non interessa quasi più. Quindi, è comprensibile che attorno alla scuola si facciano molti discorsi, non solo oggi, per la verità ricchi di principi, ricchi di valori e di suggestioni, ma nel concreto troviamo dei vuoti, perché non troviamo misure consequenziali.
Credo che la vicenda sui voucher sia emblematica di tutto questo perché in questa Regione fino all'anno scorso, come diceva prima il collega Grimaldi, avevamo circa poco più di 50 mila richieste; e si poteva anche intuire che con il COVID queste richieste sarebbero pressoché raddoppiate.
Sostanzialmente, sono stati previsti gli stessi finanziamenti rispetto al passato e a oggi circa 40 mila famiglie piemontesi hanno fatto domanda, ma non riescono a beneficiare di un sostegno per i libri di scuola, per i trasporti e per tutto quello che è già stato detto, per i loro figli.
Servono circa 15 milioni di euro se si vogliono esaudire tutte le richieste. Non sono pochi, ma questa Amministrazione regionale ha dimostrato che, quando i soldi li vuole trovare, nonostante la difficoltà delle casse della Regione, magari facendo leva sui finanziamenti di Finpiemonte, questi soldi li trova e li ha trovati. Nell'arco di poche settimane, si sono trovati quasi 130 milioni di euro per finanziare i bonus alle varie categorie che avevano subito dei danni nel periodo del lockdown.
Ricordo che l'Amministrazione Cirio era partita probabilmente con l'idea di dare qualche contributo ai parrucchieri e ai ristoratori, poi si è ritrovata, ovviamente, con tutte le altre categorie economiche che lamentavano anche loro dei danni e, quindi, con un fare anche, direi, "un po' agitato" si sono soddisfatte queste richieste, che sono anche legittime, perché sappiamo che il lockdown ha pesantemente influito sulla vita delle nostre aziende. Dopodiché, si tratta di discutere se tutti questi contributi e il modo in cui sono stati elargiti contribuiranno realmente alla ripartenza del Piemonte, ma questo è un altro discorso: prendiamo il buono di quello che è stato fatto. Il buono è che è stata data una mano alle aziende in difficoltà, per compensare i mancati introiti dei mesi del "tutto chiuso".
Questo significa che quando c'è la volontà politica, ed è questa la prima espressione che voglio sottolineare, la "volontà politica" di fare qualche cosa, nonostante le difficoltà, che sono oggettive quell'obiettivo, in qualche modo, la politica riesce a raggiungerlo.
Ripeto, quando c'è la volontà politica. Mi rendo conto che forse il Bonus Piemonte per le aziende, per i ristoratori, per i parrucchieri, per i negozi di abbigliamento, per i tatuatori risponde maggiormente a quelle esigenze della politica odierna che dicevo: soddisfare il consenso di domani e non quello di dopodomani o quello della settimana prossima corrisponde a questa esigenza più di quanto non corrisponda, invece l'investimento di 15 milioni di euro per i libri o per il trasporto dei nostri ragazzi, proprio perché l'investimento sulla scuola ha tempi lunghi e contenuti non immediatamente percepibili. Credo, però, che qui stia il senso delle scelte politiche e delle priorità e credo che da questa parte dell'emiciclo sia sempre stata chiara la priorità che intendevamo e intendiamo dare al tema della scuola.
Quindi, è con forza che invitiamo, in questo momento, l'Amministrazione Cirio a prendere una decisione per trovare gli strumenti e i mezzi per andare incontro a queste necessità che riguardano 40 mila famiglie: una gran bella città (una città di 40 mila persone), con l'obiettivo, come dicevo, di aiutare i nostri ragazzi con un contributo economico, Penso che questi siano soldi spesi non con spirito assistenzialistico, ma in un'ottica di ripartenza e di rilancio. Sappiamo che tutto ciò che investiamo sulle nuove generazioni, specie nella formazione, ha un ritorno lungo, ma sicuro.
Quindi, mi permetto di sollecitare l'approvazione di questi ordini del giorno, che credo siano significativi per la nostra Regione, e mi permetto di chiedere alla Giunta - e concludo - di rivedere le proprie priorità politiche, poiché penso che nei prossimi mesi noi attraverseremo un periodo non dico più difficile, ma, dal punto di vista economico, sicuramente complicato - e speriamo non lo sia anche dal punto di vista sanitario.
Poiché le risorse non sono infinite e poiché molte le avete già spese come Regione Piemonte, l'ordine delle priorità sarà ancora più serrato, le scelte saranno ancora più complicate; dovremo mettere avanti a tutto non la ricerca del consenso, ma la ricerca del bene per i nostri cittadini.
Iniziamo a farlo sin dall'approvazione questi provvedimenti.



PRESIDENTE

Grazie.
Se non ci sono altri interventi, dichiaro conclusa la discussione generale.
Chiedo alla Giunta il parere.
La parola all'Assessore Tronzano.



TRONZANO Andrea, Assessore alle finanze

Grazie, Presidente.
Il discorso che i Consiglieri hanno fatto è molto importante idealmente condivisibile, però io parto dalla questione relativa ai voucher.
Nel luglio 2019 esaurimmo tutte le richieste fatte dalle famiglie recentemente - questo quanto mi risulta, pur non essendo stato presente in Commissione - c'è stata una richiesta da parte della Commissione stessa di prorogare le scadenze causa COVID. Conseguentemente, abbiamo portato la data di presentazione dell'ISEE (vado sempre a memoria) al 30 giugno quindi, per forza di cose, abbiamo fatto slittare il pagamento. Certamente (ed è qui il vulnus, il tema politico vero), da quanto mi risulta, le domande ammesse sono 87 mila. Di queste possiamo finanziarne 40 mila circa il 55%. Il restante lo potremmo e vorremmo finanziare, ma cuba 13 milioni di euro, come è stato ricordato e detto.



(Commenti del Consigliere Grimaldi)



TRONZANO Andrea, Assessore alle finanze

Tredici milioni il voucher B; il voucher A è soltanto il 6%, e mi pare siano 250 mila euro. Quindi non è il tema del voucher A, ma è il tema del voucher B, che certamente a noi politicamente interessa, ma oggi l'Assessore al bilancio non è in grado di dire alla sua maggioranza: "Approvate l'ordine del giorno Magliano, Grimaldi e Frediani", perché non siamo in grado di poterlo garantire al 100%.
Cosa volevo però dire al Consiglio? Che vorrei portare immediatamente in Aula, dopo la parifica della Corte dei Conti (se avverrà e quando avverrà, dovrebbe essere il 23 settembre), il Rendiconto e l'Assestamento di Bilancio, che prende atto del Rendiconto e aggiunge una cosa importante per il territorio piemontese, che sono gli FSC derivanti dall'Accordo Provenzano. L'accordo con lo Stato - adesso l'ho detto male, l'ho detto molto volgarmente - prevedeva che, a fronte di alcune spese di cui si gravava la Regione al posto dello Stato, lo Stato dava un bonus in FSC proprio alla Regione Piemonte. Questo bonus è di circa - vado a memoria 100 milioni di euro. Naturalmente, queste risorse devono essere immediatamente appostate in bilancio, quindi volevo approntare velocemente l'assestamento tecnico perché dovremo essere rapidi nel rendicontare immediatamente per poter ricevere subito.
Questo non significa che non ci sia la disponibilità politica, ma vuol dire che ci sarà, successivamente a questo, una variazione di bilancio più politica, all'interno della quale dovremmo verificare che cosa abbiamo in pancia, perché lo Stato ci ha garantito circa 140 milioni di compensazioni di minori entrate, ma le minori entrate per noi sono circa 250 milioni di euro quest'anno. È una cifra importante, ma noi - quest'anno l'abbiamo fatto, nel 2019, è vogliano farlo anche nel 2020, 2021, 2022 e a proseguire vogliamo mantenere la riduzione del disavanzo, come è stato fatto dalle Giunte precedenti, dobbiamo comunque fare molta attenzione a che i conti non ci scappino, soprattutto perché c'è stata un'emergenza enorme, che è quella che tutti conosciamo.
Vi chiedo scusa, dal punto di vista tecnico e pratico, se da Assessore al bilancio dico alla mia maggioranza che quello che oggi dobbiamo fare è l'astensione. Oggi non sono in grado di garantire questo tipo di copertura.
possibile che nell'ambito della discussione, anche a seguito di alcune proposte arrivate sia dal Consigliere Grimaldi sia dal Consigliere Magliano, si possa valutare, però certamente capiamo tutti, per favore, che ovunque ti giri in questo momento tu hai delle priorità a 360 gradi.
Ovunque. Anche lo Stato, senza polemica alcuna, in quanto Assessore a livello istituzionale ritengo che sia giusto garantire una leale collaborazione (cosa che in questo momento non vedo, soprattutto sul Recovery Fund, da parte dello Stato) fa partite di giro su certi capitoli.
Dobbiamo essere consapevoli della dimensione del problema che stiamo vivendo oggi: 500 milioni di rate, 9 miliardi e mezzo di debiti non è semplice.
Questo per dirvi il motivo dell'astensione che, insieme all'Assessore Chiorino, abbiamo deciso di chiedere all'Aula, proprio perché vorremmo affrontare l'argomento - molto, molto, molto importante politicamente (e anche il Presidente Cirio lo sente moltissimo il tema) - con cognizione di causa. Oggi non possiamo promettervelo, per cui vi chiediamo un'attesa, che non sarà infinita naturalmente, ma sarà di qualche settimana, se non di un mese/ un mese e mezzo (il rendiconto e l'assestamento prima di fine ottobre), a meno che l'Aula non decida di fare una cosa rapida tecnicamente e poi passare alla variazione di bilancio che ho in testa di fare, che è invece questione politica per poi prevedere il bilancio preventivo 2021 sperando di poterlo fare entro il 31 dicembre.
Questo è quanto e grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Se non vi sono richieste di intervento, indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 400, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Passiamo al successivo ordine del giorno, il n. 402, a prima firma Magliano.
Stanno digitando il titolo della votazione.
La votazione è aperta.
Sospendiamo un attimo la votazione.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Per evitare che il Consigliere Magliano o la Consigliera Frediani non votino i propri ordini del giorno, visto che non c'è il numero legale chiedo la verifica.



PRESIDENTE

Il numero legale c'era nella precedente votazione, perché la maggioranza era 23 Consiglieri e hanno votato tutti.



GRIMALDI Marco

Chiedo la verifica, se è possibile.
Ai sensi del Regolamento, prima di una votazione, posso chiedere la verifica del numero legale.



PRESIDENTE

Le ricordo che eravamo in votazione. In via del tutto eccezionale abbiamo sospeso la votazione pensando che sollevasse una questione tecnica.
Aspettiamo solo la digitalizzazione del titolo.
La verifica del numero legale è aperta.
Ricordo che il numero legale è 23.
Indìco la votazione nominale sulla verifica del numero legale.
Il numero legale è presente.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giaccone; ne ha facoltà



GIACCONE Mario

Ero connesso, ma non mi compariva la chat e non ho potuto votare.
Il mio voto è favorevole.



PRESIDENTE

Si riferiva alla votazione dell'ordine del giorno n. 400? Va bene. Lo inseriamo.
Torniamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 402. Aspettiamo solo un attimo che venga digitato il titolo del testo dell'ordine del giorno con parere della Giunta di astensione, che si rimette all'Aula Se non vi sono richieste di intervento, indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 402, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Canalis; ne ha facoltà.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Volevo mettere agli atti che il mio voto era favorevole.
Grazie.



PRESIDENTE

Il suo voto era stato registrato.
Mancavano i voti del Consigliere Gallo e del Consigliere Marello.



GALLO Raffaele

Il mio voto è favorevole.



MARELLO Maurizio

Anche il mio voto è favorevole. Pensavo di averlo inviato. Ma nella votazione precedente ho inviato?



PRESIDENTE

Si, nella votazione precedente mancava solo il voto del Consigliere Giaccone.
Se non vi sono richieste di intervento, indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 403, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Con questa votazione, abbiamo concluso la discussione sugli ordini del giorno collegati alle comunicazioni della Giunta.
Possiamo passare al successivo punto all'o.d.g.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Questa mattina ho chiesto di attrarre alla discussione anche l'ordine del giorno n. 395 "Collaborazione tra le USCA e le istituzioni scolastiche".



PRESIDENTE

L'ordine del giorno n. 395 lo lasciamo fuori dalle comunicazioni perché è riferito ad altro argomento non collegato direttamente alle comunicazioni Per questo, è stato.



(Commenti della Consigliera Frediani)



PRESIDENTE

Perché non è strettamente connesso all'intervento della Giunta di oggi e alle comunicazioni?



(Commenti della Consigliera Frediani)



PRESIDENTE

Non voglio entrare nelle questioni; se vuole, lo si può mettere in discussione. Non c'è stata la discussione, perché era al di fuori delle comunicazioni, ma se vuole possiamo tranquillamente affrontarlo subito.
Prego, Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Probabilmente, questa mattina non ci siamo capiti, però già il titolo "Collaborazione tra le USCA e le Istituzioni scolastiche" - è motivo per cui questa mattina avevo chiesto di attrarlo ancora prima di quello relativo ai voucher. È stata la prima richiesta d'inserimento nell'ordine dei lavori che abbiamo presentato e non avevo colto ostilità da parte dell'Aula, quindi davo per scontato che fosse stato collegato.



PRESIDENTE

Se vuole intervenire adesso, lo mettiamo in discussione subito.



FREDIANI Francesca

Se l'Aula acconsente, nel senso che davo per scontato che fosse.



PRESIDENTE

L'Aula acconsente.
Procediamo con l'ordine del giorno n. 395: "Collaborazione tra le USCA e le Istituzioni scolastiche".
Prego, Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Questa mattina ho anticipato in parte il contenuto, quindi che, per agevolare l'attività di tutte le persone coinvolte dal punto di vista sanitario nella ripresa delle attività scolastiche, noi consideriamo opportuno valutare il coinvolgimento delle USCA che, in questo momento (speriamo che la situazione rimanga per molto tempo tranquilla), non sono particolarmente occupate. Questo è un rilievo fatto qualche tempo fa anche da diversi organi di stampa, quindi il fatto che le USCA siano state istituite e costituiscano una presenza capillare sul territorio, ma che al momento non abbiano un'attività particolarmente impegnativa da seguire. Noi crediamo che, avendo - le USCA - delle competenze significative dal punto di vista sanitario, si potrebbe immaginare di supportare il personale incaricato, all'interno delle scuole, di monitorare la situazione e anche il Dipartimento di prevenzione proprio con i componenti di tali USCA.
In sintesi, la nostra richiesta è di valutare le modalità e capire se si possano coinvolgere queste realtà in modo da potenziare ulteriormente il monitoraggio e magari definire dei percorsi più precisi e meglio strutturati nel momento in cui si verifichino dei casi positivi, anche per avere dei riferimenti più certi sui territori.
Sappiamo che gli USCA sono un riferimento riconosciuto e stabile sul territorio; il fatto di dare la consapevolezza alle Istituzioni scolastiche di poter contare su queste realtà ci sembra qualcosa di assolutamente positivo.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Martinetti.



MARTINETTI Ivano

Grazie, Presidente.
Credo che la votazione non sia andata a buon fine, comunque il mio voto era favorevole sull'ordine del giorno della Consigliera.



PRESIDENTE

Riguardo all'ultimo ordine del giorno, tutti hanno votato.



MARTINETTI Ivano

A me dava errore.



PRESIDENTE

No, c'era.



MARTINETTI Ivano

Grazie.



PRESIDENTE

In ogni caso, controlliamo, comunque rimane a verbale che ha votato a favore.
Se non ci sono altri interventi sull'ordine del giorno n. 395 chiederei il parere della Giunta.



TRONZANO Andrea, Assessore regionale

Consigliera Frediani, le chiedo se è possibile sospendere l'ordine del girono e riparlarne quando ci sarà l'Assessore competente, quindi nel prossimo Consiglio, per non dare pareri negativi senza aver consultato l'Assessore.



PRESIDENTE

La Consigliera acconsente, pertanto l'ordine del giorno viene sospeso e discusso nel prossimo Consiglio.


Argomento: Telecomunicazioni

Esame ordine del giorno n. 137 presentato da Marello, Avetta, Valle Canalis, Rossi e Sarno, inerente a "Difficoltà di ricezione dei Canali RAI in Alta Langa"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 137, di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Marello per l'illustrazione.



MARELLO Maurizio

Grazie, Presidente.
È con una certa emozione che mi accingo a presentare quest'ordine del giorno, che ebbi a presentare il 3 dicembre 2019, ma senza affanno siamo arrivati a questa discussione. Senza affanno, perché questo è un argomento sempre di attualità, purtroppo.
Do lettura dell'ordine del giorno, perché è veramente breve.
Il titolo è: "Difficoltà di ricezione canali RAI in alta Langa. Il Consiglio regionale, premesso che si registrano con sempre maggiore frequenza difficoltà nella ricezione dei canali televisivi della RAI in Alta Langa, in particolare il disservizio riguarda il terzo canale televisivo e il telegiornale regionale, impegna la Giunta ad attivarsi presso ogni competente sede per risolvere il problema che crea disagio a moltissimi cittadini piemontesi, che, pur pagando il canone, non sono messi in condizione di usufruire con regolarità dei servizi televisivi RAI".
Nei mesi che sono trascorsi, devo dire che sono arrivati consensi rispetto a quest'ordine del giorno, purtroppo (dico purtroppo, perché si tratta di un disservizio), anche da altri territori. Mi sono giunte segnalazioni di mancata ricezione dei canali RAI dai territori montani del Cuneese e, da ultimo, proprio questa mattina tramite il collega Valle, da un Sindaco delle Valli di Lanzo (Val Grande, Valle di Ala e Valle di Viù) quindi chiedo di poter apportare una modifica a quest'ordine del giorno e parlare di "Difficoltà di ricezione dei canali RAI in Alta Langa e in altri territori montani del Piemonte". Chiedo se sia possibile aggiungere questa dicitura.
La questione è molto semplice, ma ne approfitto per fare una riflessione, perché non è un problema presente da oggi, ma purtroppo c'è da anni e continua ad esserci. È evidente che non c'è una responsabilità della Regione, difatti si chiede semplicemente alla Regione di attivarsi in questo caso presso la RAI, in modo tale che ci possano essere ripetitori sufficienti per poter raggiungere questi luoghi. E' altresì chiaro che siamo in presenza di un disservizio, a fronte ovviamente anche del pagamento del canone, che oggi, tra l'altro, è diventato un automatismo e non si può neanche più parlare di evasione da questo punto di vista, perch lo paghiamo con le bollette della luce. Per cui abbiamo persone che pagano il canone e poi non riescono a vedere i canali RAI. A volte succede a tutti, ma in particolare parliamo di Rai 3, pertanto ne consegue anche una carenza di informazione di quelle che sono le attività tipicamente piemontesi e quindi anche di questo Consiglio regionale e della Giunta.
La riflessione è questa. Noi giustamente in questa Assemblea parliamo spesso di montagna e del fatto che la montagna non si deve spopolare, del fatto che i giovani devono rimanere o devono ritornare. Però mi pare che se si spopola, non dobbiamo stupirci, soprattutto se nel 2020 nei nostri territori di collina o delle Langhe piuttosto che montani non si riesce a vedere la televisione. Non parlo della connessione che oggi dovrebbe essere, come qualcuno autorevolmente ha detto, addirittura una sorta di diritto soggettivo, un po' come cento anni fa era la luce elettrica nelle case, che arrivò prima in città e più tardi nelle campagne. Oggi credo che l'argomento sia identico per quanto riguarda la connessione. Se in questi territori non c'è la possibilità di avere dei collegamenti, possiamo fare tutte le politiche di sostegno alle zone montane e alle zone collinari che vogliamo, ma non possiamo pretendere che poi i nostri giovani si possano fermare e investire le proprie vite in questi territori.
Per cui mi auguro che questo ordine del giorno possa trovare l'unanime consenso di questa assise, perché credo sia un argomento assolutamente trasversale che non richiama identità politiche e che, nello stesso tempo effettivamente la Giunta regionale possa attivarsi al più presto, affinch questa situazione che si perpetua da molti anni si interrompa, in modo tale che i nostri concittadini di queste aree (e sono tante) montane e collinari possano godere degli stessi servizi, in questo caso televisivi e radiotelevisivi, dei quali possiamo godere noi che abitiamo in zone maggiormente urbanizzate. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marin; ne ha facoltà.



MARIN Valter

Grazie, Presidente.
Chiedo al presentatore dell'ordine del giorno, Consigliere Marello siccome è specificata "Alta Langa", se accetta un'integrazione più generica per tutte le aree montane piemontesi, perché saremmo favorevoli a votarlo.



PRESIDENTE

Sì, ha già chiesto la modifica sia sull'oggetto sia sul contenuto.
Non essendoci altre richieste in discussione generale, possiamo passare alla votazione dell'ordine del giorno n. 137, con le modifiche proposte dal presentatore.
Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 137, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Il Presidente Salizzoni dichiara di aver votato favorevolmente.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Esame ordine del giorno n. 386 presentato da Nicco e Bongioanni, inerente a "Ospedale Unico Asl To5 - richiesta di aggiornamento dello studio per la localizzazione fatta nel 2016 dal "Gruppo di Studio di edilizia sanitaria"


PRESIDENTE

Passiamo all'ordine del giorno n. 386 presentato dal Consigliere Nicco che ha facoltà di illustrarlo.



NICCO Davide

Grazie, Presidente. Porto all'attenzione di questo Consiglio regionale la questione dell'Ospedale Unico.



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Nicco, sull'ordine dei lavori aveva chiesto la parola il Presidente Gallo.
La parola al Consigliere Gallo.



GALLO Raffaele

Presidente, dato che il tema è molto importante, era solo per chiedere se si poteva rinviare la discussione di questo ordine del giorno all'inizio del prossimo Consiglio, iniziando i lavori con questo tema e non per rinviare sine die la discussione. Siccome sono le ore 17,55 ed è un argomento rilevante, forse valeva la pena l'illustrare l'ordine del giorno nella prossima seduta, ma valuti il primo firmatario.



PRESIDENTE

Penso che potremmo proseguire; abbiamo incominciato alle 15.45.
Prego.



NICCO Davide

Faccio presente che avevo già chiesto l'anticipo un mese e mezzo fa rinunciando per il quieto vivere di quest'Aula.
Porto all'attenzione di quest'Aula la questione dell'Ospedale Unico dell'ASL TO 5; provo a riassumere molto brevemente, in grandi termini qual è il problema.
Nel novembre 2015, è stato sottoscritto un Protocollo d'intesa, tra i Comuni e codesta Regione, con il quale venivano fissati i parametri, tra cui i criteri d'individuazione dell'area sui quali dirò due parole dopo.
Nell'aprile 2016, un gruppo di lavoro tecnico della Regione effettu uno studio di approfondimento per individuare le aree maggiormente idonee.
Nell'ottobre 2016, con DGR la Giunta regionale ha identificato l'area dopodiché dal 2016 al 2019 nulla più è stato fatto rispetto a questo progetto, mentre soltanto nel 2019 fu approvato uno studio di fattibilità peraltro senza la prescritta procedura di VAS.
Rispetto all'aprile 2016, cioè il periodo in cui i tecnici hanno effettuato lo studio sulla base del quale la Giunta regionale ha scelto l'area idonea, che insiste sul terreno di Moncalieri, sono passati ormai 4 anni e, quindi, ritengo sia opportuno, anzi, forse anche doveroso, che da parte di codesta Giunta, prima di confermare quest'area, verificare che tutti i criteri d'individuazione, studiati ormai 4 anni orsono, siano aggiornati.
Faccio presente, prima di arrivare alla conclusione, cioè alla richiesta, che con questa mozione, anzitutto non metto in discussione il fatto che l'Ospedale Unico serva all'ASL TO 5, perché gli attuali tre ospedali (Chieri, Moncalieri, Carmagnola) per motivi diversi, hanno delle criticità che li rendono meno efficienti, e forse anche più costosi di quanto sarebbe, invece, un Ospedale unico baricentrico all'area.
Nel frattempo, faccio ancora presente, che l'Assessorato alla Sanità di questa Regione ha commissionato un approfondimento dell'area per quanto riguarda le caratteristiche idrogeologiche. Un approfondimento che dovrebbe concludersi circa nel mese di dicembre 2020; quindi, siamo in questo momento, in una fase di standby della procedura in attesa dell'elaborazione di questo studio.
Questo ordine del giorno, che non entra nel merito, né critica la vecchia scelta e nemmeno propone nulla rispetto a una nuova localizzazione si limita a chiedere che la Giunta usi questi tre/quattro mesi di standby e di sospensione per approfondire anche le altre caratteristiche, cioè gli altri criteri d'individuazione che erano già stati approfonditi, ma 4 anni fa, quindi le caratteristiche potrebbero essere cambiate. E mi riferisco alla baricentricità dell'Area, anche rispetto alla popolazione all'accessibilità sia per quanto riguarda la viabilità su gomma che su ferro; alla possibilità di fare arrivare l'elisoccorso; alla rete infrastrutturale dei servizi sul territorio; alla rete di trasporto pubblico, alla compatibilità ambientale, nonché alla compatibilità idrogeologica che, come ho detto prima, è verificata in questi mesi.
Chiedo, quindi, un impegno da parte della Giunta di approfondire ulteriormente, in attesa dell'approfondimento idrogeologico, anche queste caratteristiche, per verificare se lo studio di fattibilità, sulla base della quale 4 anni fa è stata fatta una scelta, sia ancora realistico e corrispondente alla realtà dei fatti o se, invece, qualcosa sia mutato e quindi si debba mutare anche la conclusione finale.



PRESIDENTE

Grazie.
È aperta la discussione generale.
La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Indubbiamente, questo è un argomento importante, per un territorio, che è il territorio dal quale proviene sia il Consigliere Nicco che il sottoscritto, chiaramente per tutta la Regione, giacché si tratta della realizzazione di un nuovo presidio sanitario.
Tuttavia, dobbiamo subito, come dico spesso, parlare dell'"elefante che c'è nella stanza". Nel senso che - non è un segreto di Stato - c'è una campagna elettorale in corso; il 20 settembre si vota nel Comune di Moncalieri ed è inevitabile che questo argomento diventi terreno di discussione, di scontro e anche di propaganda politica, legittima propaganda politica.
Questo è un punto, però, perché è assai più difficile fare delle attente valutazioni sul merito di una questione in un periodo come questo dove legittimamente un argomento del genere, un argomento importante come quello di un ospedale, può essere usato come grimaldello da chi amministrava il Comune. quindi da chi vuole farsi riconfermare alla guida di un Comune così importante come Moncalieri (non è importante soltanto perché ci sono nato e perché ci vivo, ma perché è uno dei Comuni più grandi del Piemonte) ed è importante anche per chi fa opposizione, cercando di proporre un'alternativa di governo e di amministrazione della città e per chi, come noi, in questo consesso, si occupa di questioni regionali e la sanità è la questione principe che affrontiamo in Consiglio regionale.
Ritengo sia importante rilevare questo e facendolo voglio smontare subito un argomento di propaganda, certamente non usato dal Consigliere Nicco, anche perché il Consigliere Nicco non proviene da Moncalieri, quello che viene usato un po' più dalle mie parti, nella mia città, non dalla parte politica che rappresento, ma dal centrosinistra: quello di cui si parla non è il nuovo Ospedale di Moncalieri, ma è l'Ospedale Unico dell'ASL TO 5, che è un territorio non da 50 mila abitanti, come il Comune di Moncalieri, ma da 300 mila abitanti, quindi piuttosto esteso, perché arriva fino al confine con la Provincia di Cuneo.
Primo elemento, perché se parliamo dell'Ospedale nuovo di Moncalieri, a chiunque di noi si dovesse chiedere: "Vuoi un ospedale nuovo nella tua città?", la risposta sarebbe: "Sì", perché tutti lo vogliamo. Per cui, è l'ospedale unico di un territorio da 300 mila abitanti.
Non torniamo sull'argomento della scelta, ormai appurata, perché non è più argomento di discussione se serva o no un ospedale unico; è importante si deve fare e deve essere fatto nel modo e nel posto migliore. Lo dico e rivendico una scelta politica proprio sul merito della questione, non solo una scelta di comunicazione operata dalla forza politica che rappresentavo già ai tempi in cui si è iniziato a parlare della questione sui vari territori, giacché anche la forza politica che rappresento ha dei Consiglieri comunali sul territorio e a maggior ragione qui in Consiglio regionale. Era il dire: non si deve fare lì o si deve fare là, perch magari può esserci una forza politica che ha un peso maggiore in un'area piuttosto che in un'altra, dove magari in un'area ha dei Sindaci. Guarda caso, in un'area che si contrappone magari ci sono Sindaci di un'altra parte politica e allora diventa la sfida del campanile.
Noi non abbiamo mai voluto partecipare a questa sfida. Nessuno di noi si è permesso di dire: "Si deve fare nel mio Comune perché io sono di quel Comune lì". Nessuno. Si è detto: "Sì, va fatto nel modo giusto e soprattutto nel posto giusto", perché ospedali fatti nel posto sbagliato ne abbiamo già visti troppi nella nostra Regione, come è stato detto più volte.
I criteri che già noi - ragionando con colleghi, tecnici e nostri rappresentanti sul territorio parevano di buonsenso - avevamo individuato erano quelli di una baricentricità rispetto sia alla popolazione sia al territorio; la raggiungibilità con mezzi privati, soprattutto con mezzi pubblici, e, criterio importante, la qualità del suolo, sia proprio relativamente al tenersi fuori da qualsiasi rischio idrogeologico, giacch purtroppo questo territorio è un territorio delicato (abbiamo avuto alluvioni nei secoli, negli anni, anche negli ultimi decenni a partire dal '94, poi l'alluvione del 2000 e la più recente del novembre 2016), sia proprio di suolo nell'area di cui si sta parlando. Nell'area prescelta per realizzare quell'ospedale se ne è già consumato tanto, perché su quel suolo Moncalieri ha realizzato anni fa un record europeo di maggior numero di superficie di centri commerciali per cittadino in Europa. Il Comune dove sono nato e vivo ha questo record europeo; forse negli anni qualcuno l'ha battuto, ma per un po' di anni l'ha detenuto proprio su quella zona aumentando le cubature su quella zona.
C'è un fatto da rilevare: si voleva operare questa scelta. La Giunta regionale ha scelto per l'"area Cenasco" (o come la vogliamo chiamare) e noi da subito abbiamo criticato i criteri con i quali era stata operata quella scelta, giacché dopo diversi mesi di parecchia insistenza, che mi ero dovuto piazzare fisicamente davanti all'Assessorato alla sanità per avere i documenti che avevo chiesto mesi prima, abbiamo visto che l'analisi fatta dalla tre strutture regionali era su una "griglietta" in Excel. Non pareva uno studio così approfondito e non si teneva conto di tutta una serie di questioni.
Ci sono due fatti: primo, l'area prescelta è un'area agricola di proprietà di privati, quindi suolo non pubblico e agricolo; secondo, la questione idrogeologica. Non voglio partecipare alla discussione sull'alluvione del 2016 (quell'area era allagata o non era allagata, non ne parliamo), ma dico oggettivamente - ed è un fatto oggettivo che ricordo benissimo - che quell'area, la sera del 24 novembre 2016, l'area in cui secondo quanto deciso, ci dovrebbe essere l'ospedale unico dell'ASL TO5 non era raggiungibile se non con mezzi anfibi. Non era raggiungibile con le automobili; si raggiungeva con dei mezzi anfibi o con l'elicottero.
Invito tutti a riflettere in una condizione in cui già serve un ospedale che copre un bacino di 300 mila persone, immaginiamo una situazione in cui, oltre all'emergenza, c'è un'alluvione, ci possono essere persone da soccorrere, persone ferite, e l'ospedale non è raggiungibile con mezzi normali.
Questo problema ce lo vogliamo porre oppure no? Il problema c'è. Poi sono state sollevate delle questioni ed è stato detto: sì, ma si fanno dei lavori, vasche di laminazione, eccetera eccetera, ma la questione c'è.
Ripeto, da parte mia non si fa nessuna azione di lobbying territoriale seppure legittima, per altre aree; certamente esistono altre aree che possono avere le caratteristiche che, non solo noi come idea di buonsenso avevamo identificato, ma anche la Regione Piemonte nelle sue deliberazioni ha identificato come criteri secondo i quali individuare quell'area. Al di là delle campagne elettorali, magari parliamone anche fuori delle campagne elettorali, aspettiamo il 6 ottobre, però tutti noi a livello regionale giacché siamo noi i legislatori e pianificatori di questioni come questa rimettiamoci un attimo intorno al tavolo spogliandoci delle lobby territoriali e delle posizioni di partito e cerchiamo di ragionare nuovamente su una scelta che è così importante per un territorio, perch quell'ospedale serve, ma deve essere fatto in modo veloce, nel modo giusto e, possibilmente, nel posto giusto.



PRESIDENTE

Grazie.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il Consigliere Gallo ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Mi aspettavo che chiudesse la seduta. Poiché la seduta è stata convocata fino alle 18, mi aspettavo che, terminata la relazione del Consigliere Bertola, si concludessero i lavori della giornata. Chiedo di chiudere i lavori del Consiglio.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Esame ordine del giorno n. 386 presentato da Nicco e Bongioanni, inerente a "Ospedale Unico Asl To5 - richiesta di aggiornamento dello studio per la localizzazione fatta nel 2016 dal "Gruppo di Studio di edilizia sanitaria" (seguito)


PRESIDENTE

La ringrazio per il sollecito ma dato che, come ho detto, abbiamo iniziato alle 18.45 e la relazione del Consigliere Bertola non era una relazione, ma una discussione generale, possiamo tranquillamente continuare con l'intervento del Consigliere Salizzoni ed, eventualmente, sospendere il provvedimento e riaggiornarci.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Salizzoni; ne ha facoltà.



SALIZZONI Mauro

Io avevo già presentato un question time in proposito. Mi spiace che un argomento di questa importanza venga discusso in "zona Cesarini" perch richiedebbe una discussione ampia e approfondita.
Ho letto a fondo l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Nicco con il quale mi complimento per la precisione e per la dovizia di dati presentati, alcuni dei quali onestamente non conoscevo.
Si sta parlando di un'opera da 250 milioni e da 424 posti letto, quindi non è un'opera da poco soprattutto in una regione come la nostra che ha sempre meno posti letto e che vede un Parco della Salute arrancare faticosamente e forse arrivare a raggiungere i suoi 1040 posti letto fra sei-sette anni (queste sono le previsioni). Intanto abbiamo visto come nell'ultima situazione creata dal COVID questa carenza di posti letto abbia influito, e non poco.
Posso darvi le ultime dalle Molinette: alle Molinette sta aumentando il numero di pazienti che si rivolgono al pronto soccorso per questioni legate alla pandemia, sino ad ora presi e spediti all'Amedeo di Savoia. C'è il timore che, a giorni, l'Amedeo di Savoia non possa più accogliere pazienti.
Le Molinette, in quel caso, per fare 50 posti letto per pazienti COVID deve chiuderne 100 perché i distanziamenti vanno rispettati. La camera da quattro letti diventa da due, non è più pensabile concepire le corsie come purtroppo, ancora ci sono. Questo, quindi, deve far riflettere come non si debba assolutamente far nulla per rallentare o, comunque, perché le decisioni in ambito sanitario ospedaliero siano rimandate.
Il mio intervento voleva essere molto più lungo, tuttavia mi rendo conto che l'ora è quella che è e, ripeto, siamo in "zona Cesarini".
Tuttavia voglio dire alcune cose. La localizzazione non può essere condizionata dal colore politico di questa o quella amministrazione. È un ospedale che serve alla popolazione e quindi la questione va ampiamente discussa. Ricordo anche che, se non sbaglio - il Consigliere Nicco pu correggermi - ci sono dei carotaggi in corso, non so se siano già iniziati se siano finiti o se siano in corso. Mi pare siano stati richiesti 16 carotaggi, questo è quello che aveva detto l'Assessore Icardi che peraltro, esprimeva come dire dei dubbi dal punto di vista idrogeoligico su quell'area. Ritengo che sia giusto, anzi, giustissimo, fare degli approfondimenti quanto più ampi in proposito, proprio perché non dobbiamo vedere altre strutture ospedaliere in cui si scivola o si allagano o comunque, non essere collocate nel posto corretto. Ritengo, da quello che ho letto, da quanto ne so e da quanto in tutti questi anni ho discusso, che quella localizzazione vada verificata certamente come chiede il Consigliere Nicco e come chiede anche il Consigliere Bertola, ma non sia così scorretta anche perché è stata scelta dal punto di vista della baricentricità, almeno questo era uno dei criteri che erano stati posti (ferrovia, autostrada movicentro). Penso di non aggiungere altro, se non il fatto che occorra discuterne ancora.
Tuttavia c'è un punto molto importante del quale mi pare che nessuno si sia occupato sino ad ora, che la scelta del sito del nuovo ospedale non pu prescindere dal rapporto con il futuro Parco della Salute. Nel senso che l'ospedale di Moncalieri-Trofarello intercetterebbe un'utenza che ora gravita sulle Molinette, scegliere un altro sito potrebbe avere come conseguenza che molti cittadini dell'area moncalierese e nichelinese finirebbero con il far riferimento al Parco della Salute e che quindi potrebbe finire con l'essere sottostimato in numero di posti letto. Questo credo che sia un tema che, comunque, debba entrare nella discussione che va proseguita ed è un tema importante. Sono passati i tempi in cui si diceva che i posti letto sono troppi, dimenticandoci che la Francia ne ha l'8% in più e la Germania il 9% in più. I posti letto servono, eccome, l'abbiamo soprattutto visto in una situazione come quella che abbiamo affrontato recentemente.
Auspico che questa discussione continui, riprenda se non in quest'aula almeno in Commissione, nella I nella IV, ma deve essere approfondita. Non possiamo liquidarla in pochi minuti, proprio alla fine di una seduta consiliare.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Marrone.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio regionale

Se posso esprimere anche la mia opinione sull'ordine dei lavori vorrei ricordare che questo ordine del giorno è stato già rinviato in diverse occasioni e la discussione, come correttamente ricordava lei, Presidente, è iniziata ampiamente prima delle ore 18.00.
Sinceramente, anche se l'Assessore Icardi non è presente, mi sono assicurato che mi desse gli elementi di risposta e di parere che sono in nostro possesso e sono di accoglimento.
Come Giunta noi siamo pronti ad andare all'approvazione, senza dover rinviare la discussione ancora una volta.
Questo sull'ordine dei lavori rispetto alla decisione che prenderà la Presidenza.



PRESIDENTE

Grazie.
Ricordo solo che, ai sensi dell'articolo 88 del Regolamento, il rinvio in Commissione è previsto per le leggi e l'attività legislativa. Tuttavia se c'è una discussione da approfondire in Commissione, penso che non ci siano problemi da parte dei Presidenti di Commissione.
Voleva intervenire il Consigliere Gallo sull'ordine dei lavori? Possiamo chiudere?



(Commenti del Consigliere Gallo)



PRESIDENTE

Adesso? Altrimenti rinviamo al punto. Se vuole trattarlo adesso, le do la parola.



GALLO Raffaele

No, non ho capito cosa intende fare lei.



PRESIDENTE

Rinviare la discussione.



GALLO Raffaele

Allora mi iscrivo per martedì mattina. Grazie.



PRESIDENTE

Va bene, era già iscritto; ce ne sono altri e non avremmo concluso sicuramente questa sera.
Grazie e buona serata.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 18.17)



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