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Dettaglio seduta n.223 del 10/01/23 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

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Argomento:


GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori iniziano alle ore 9.30 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENTE

Buongiorno e buon anno a tutti e a tutte.
Su incarico del Presidente Stefano Allasia, dichiaro aperta la trattazione delle interrogazioni ed interpellanze.
In merito allo svolgimento delle interrogazioni e interpellanze, come recitano gli articoli 99 e 100 del Regolamento, oggi si provvederà a rispondere come segue: interpellanza n. 1204 presentata dal Consigliere Magliano a cui risponderà l'Assessore Gabusi; interpellanza n. 1205 presentata dal Consigliere Magliano, cui risponderà l'Assessore Gabusi interpellanza n. 1206 presentata dal Consigliere Magliano, cui risponderà l'Assessore Gabusi; interpellanza n. 1245 presentata dal Consigliere Silvio Magliano, cui risponderà l'Assessore Gabusi; interrogazione ordinaria n.
1214 presentata dal Consigliere Rossi, cui risponderà l'Assessore Tronzano.
Chiedo agli Assessori che rispondono alle interrogazioni e alle interpellanze di disporre l'invio via mail delle risposte scritte agli interroganti e all'Ufficio Aula.
Ricordo agli interroganti che nel resoconto della seduta, che viene trasmesso via mail in visione tutti i Consiglieri intervenuti dall'Ufficio Resocontazione prima della pubblicazione e poi pubblicato integralmente in banca dati, è reperibile la trascrizione integrale di tutti gli interventi sia degli interroganti sia degli Assessori che rispondono.
Ricordo, inoltre, che per le interpellanze è prevista l'illustrazione da parte dell'interpellante per cinque minuti; la risposta del componente della Giunta per cinque minuti e la replica dell'interpellante per altri cinque minuti. Prego i Consiglieri e gli Assessori di attenersi rigorosamente ai tempi.


Argomento: Tutela del consumatore - Trasporti su ferro

Interpellanza n. 1204 presentata da Magliano, inerente a "Agenzia della Mobilità Piemontese. Concessione del Servizio Ferroviario Regionale treni veloci e regionali. Mancato coinvolgimento delle Associazioni dei Consumatori. Quali le motivazioni?"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo esaminando l'interpellanza n.
1204.
La parola al Consigliere Magliano per l'illustrazione.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente e ringrazio anche l'Assessore.
Mi scuso se alcuni temi sono già stati approfonditi in Commissione, ma le interpellanze vengono calendarizzate il prima possibile, anzi non posso che ringraziare perché oggi è proprio un'epifania di interpellanze.
Come risulta dal verbale dell'8 settembre 2022, pubblicato sul sito internet dell'Agenzia della Mobilità piemontese, quest'ultima ha deliberato di affidare la concessione del servizio ferroviario regionale "veloci e regionale" (periodo 01/07/2022-30/06/2032) a Trenitalia S.p.A. per una durata di dieci anni e di approvare il testo definitivo del contratto di servizio che regola la concessione del servizio ferroviario regionali veloci e regionali per il periodo di cui sopra, affidato a Trenitalia S.p.A.
Le associazioni dei consumatori iscritte all'elenco regionale, di cui all'articolo 6 della legge regionale n. 24/2009, hanno evidenziato, anche all'Autorità di Regolazione dei Trasporti (ART), in data 3 ottobre 2022, il mancato rispetto da parte dell'Agenzia della Mobilità piemontese nella procedura di quanto disposto dalla delibera dell'Autorità stessa, la n.
154/2019 - Allegato A - Misura 4.
Rilevato che l'Autorità di Regolazione dei Trasporti nel merito ha rilevato che la consultazione, per l'Agenzia della Mobilità piemontese, non risultava obbligatoria, ai sensi della Misura 4, in quanto il perimetro/volume di produzione dei primi è da ritenersi sostanzialmente invariato in relazione al fabbisogno dei beni strumentali. Infatti, la Misura 4 prevede che, qualora l'Ente affidante procede all'affidamento diretto al gestore uscente di un servizio avente medesimo volume di produzione e medesimo perimetro, non abbia l'obbligo della consultazione delle associazioni dei consumatori.
Nel quadro regolatorio vigente, però, la consultazione dei soggetti portatori di interesse non risulta esclusivamente richiamata dalla succitata Misura 4, ma è anche richiamata dall'allegato A della delibera n.
16/2018 dell'ART sulle condizioni minime dei servizi di qualità dei servizi ferroviari sottoposti ad obbligo di servizio pubblico; dalla Misura 1 Punto 5, la quale riporta che ulteriori indicatori di qualità e relativi livelli minimi, rispetto a quelli previsti nell'ambito della delibera n. 16/2018 sono affidati dagli enti affidanti di norma con il concorso di numerosi stakeholder attraverso apposite procedure di consultazione pubblica che precedono il bando di gara o la stipula dei contratti di servizio in caso di affidamento diretto.
Cito anche la Misura 3, che prevede la definizione del Piano di Accesso al Dato (PAD), proprio attraverso la consultazione degli stakeholder da esperire, anche in questo caso, prima della stipula del contratto di servizio. Inoltre, l'articolo 2, comma 461, della legge n. 244/2007 prevede, "al fine di tutelare i diritti dei consumatori e degli utenti dei servizi pubblici locali e di garantire la qualità, l'universalità e l'economicità delle relative prestazioni", il coinvolgimento delle associazioni dei consumatori da parte dell'ente affidante in relazione alla redazione di una Carta della qualità dei servizi da parte dell'impresa affidataria; la consultazione obbligatoria in sede di stipula dei Contratti di Servizio; la verifica periodica dell'adeguatezza alle esigenze della domanda dei parametri quantitativi e qualitativi del servizio erogato l'implementazione di un sistema di monitoraggio permanente del rispetto dei parametri fissati nei Contratti di Servizio e di quanto stabilito nelle Carte della qualità dei servizi e verifica del funzionamento dei servizi in sede di apposita sessione annuale.
Constatato che la citata delibera n. 154 richiama la legge n. 244 sia in relazione alla disciplina delle attività di verifica dell'ente affidante previste nell'ambito del sistema di monitoraggio del Contratto di servizio sia con riferimento alla specificazione delle condizioni di revisione contrattuale, da definire in relazione all'adeguatezza delle prestazioni qualitative del servizio erogato alle esigenze dell'utenza; il Prospetto 1 dell'Annesso 1 dell'Allegato A) della delibera n. 154, che disciplina il contenuto dei Contratti di servizio, prevede il rispetto di quanto prescritto dalla norma di legge citata nell'ambito della definizione dei contenuti qualitativi degli stessi, con riferimento a "Politiche della qualità, Carta dei servizi e modalità di coinvolgimento degli utenti" e "Diritti minimi degli utenti".
Considerato che la mancata consultazione delle associazioni dei consumatori, da parte dell'Agenzia della Mobilità piemontese, ha di fatto impedito loro di formulare osservazioni di merito ai contenuti del Contratto di servizio di che trattasi (consultazione invece avvenuta in occasione di precedenti gare ed affidamenti in ambito regionale) interpella - e concludo, Presidente -la Giunta regionale per conoscere quali siano state le motivazioni che hanno indotto l'Agenzia della Mobilità piemontese, al di là della non applicabilità degli indirizzi dell'Autorità di Regolazione dei Trasporti, a non coinvolgere le associazioni dei consumatori con le modalità e le finalità previste dalla legge n. 244/2007 al fine di recepirne i relativi contributi nell'ambito delle succitate tematiche contrattuali; per sapere se l'Agenzia della Mobilità piemontese intenda procedere o meno al coinvolgimento dell'associazione dei consumatori con le modalità e per le finalità previste dalla legge, al fine di recepirne i relativi contributi anche nell'ambito delle previste revisioni contrattuali e per conoscere quale sia il parere della Giunta in merito alle questioni esposte in narrativa che coinvolgono l'operato dell'Agenzia della Mobilità piemontese.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Presidente Magliano per l'illustrazione. La Giunta regionale ha chiesto di rispondere all'interpellanza delegando l'Assessore Marco Gabusi, che ha pertanto facoltà di intervenire per cinque minuti.



GABUSI Marco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Ringrazio il Consigliere Magliano, non solo per l'interrogazione, ma anche per l'esposizione corretta ed intellettualmente onesta. Lo dico, perché da un lato ha citato le deliberazioni ART e anche la risposta di ART ai consumatori che, in effetti dal punto di vista strettamente normativo, dice che il percorso è stato corretto, perché non era necessario.
D'altronde, credo che il tema sia un po' più ampio e che vada argomentato il motivo per il quale questo coinvolgimento, seppur non dovuto, non c'è stato, anche se ritengo sia legittimo e doveroso da parte dell'Agenzia e della Regione. Il coinvolgimento è mancato perché, vedendo le date, si potrà ben comprendere come l'urgenza e la fretta di avere un contratto tanto agognato e tanto complicato, leggendo anche le note di ART, abbiano determinato un'evoluzione nel corso dell'estate, quindi in mesi e in giorni in cui è stato abbastanza complicato approcciare un'interlocuzione che fosse efficace e che non fosse solo di facciata. I tempi e le richieste che noi facevamo all'Agenzia erano quelle di sottoscrivere un contratto che ci consentisse - non dimentichiamolo - di utilizzare gli oltre cento milioni del Fondo Sviluppo e Coesione, al fine dell'acquisto di materiale rotabile.
Quindi, un po' per le difficoltà storiche e croniche del servizio ferroviario piemontese e dei finanziamenti ad esso legati, un po' per la contingenza del momento, l'Agenzia non è riuscita a svolgere appieno questo ruolo, seppure ci siano state le interlocuzioni anche se a livello informale e dei confronti con le associazioni dei consumatori anche in questa sede, ma non puntualmente sull'oggetto del contratto.
La seconda domanda che giustamente pone il Consigliere Magliano è se questo argomento verrà trattato nuovamente o se possa essere recuperato. Su questo vi do rassicurazioni anche da parte dell'Agenzia della mobilità, che tra i suoi interessi ha l'intenzione di approcciare nuovamente questo argomento e questo confronto nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, anche alla luce delle note di ART, che ci impongono un approfondimento del Piano economico finanziario.
In questo caso, quindi, la valutazione della Giunta è positiva, nel senso che ci sono tanti aspetti da chiarire sul ruolo dell'Agenzia e non sulle persone o sull'operato dei singoli, ma sulle difficoltà storiche che hanno portato a scelte quasi inevitabili. Nel merito, credo che sia stato un risultato importante, che sta producendo i propri effetti e li produrrà nei prossimi anni: questo è un aspetto che va sottolineato.
Naturalmente, in un mondo ideale e perfetto avremmo dovuto avere più tempo e più possibilità di confrontarci con l'Associazione dei Consumatori, alla quale ho detto e dico anche oggi che ci saranno gli spazi per confrontarci per migliorare il contratto, se si potrà, considerando, però, che in Piemonte era atteso credo da quindici anni; questa firma, questo suggello ritengo sia importante, perché ci consente di vivere più serenamente.
Nessuno sottolinea lo scenario o il quadro che ci sarebbe stato nel momento in cui questo contratto non fosse stato firmato, perché credo ci sarebbe stata una riduzione dei servizi del 20-25%, con un'età media dei treni che avrebbe continuato ad aumentare: oggi l'età media è di 26 anni e, fra 3 anni, saremo a 14 anni; nel caso in cui non ci fosse stato questo investimento, saremmo arrivati a un'età media di 29 anni, con punte di quasi 50 anni su alcuni treni.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Magliano, per la replica.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Non possiamo che prendere atto del fatto che, com'è evidente a tutti, il rinnovo del contratto fosse necessario e urgente, anche alla luce delle prospettive che l'Assessore stava disegnando: se la Giunta non avesse fatto questo tipo di azione, saremmo stati ancora in proroga e, come sempre durante i periodi di proroga diventa complesso fare investimenti e mettere in campo tutte le migliorie necessarie per fornire un servizio di qualità.
Io mi auguro, però, viste le parole dell'Assessore in merito al coinvolgimento delle associazioni dei consumatori, almeno per quello che riguarda alcuni punti, a nostro giudizio, fondamentali - Carta della qualità dei servizi, politiche della qualità, modalità di coinvolgimento di utenti, diritti minimi degli utenti - alla luce della fretta e della velocità con cui si è voluto fare la sottoscrizione di contratto, si colga invece l'opportunità per coinvolgerli maggiormente.
Mai come oggi, oltre alla percezione della qualità del servizio, spesso legata a fatti o a micro fatti che intervengono nelle cronache dei nostri giornali, è importante che il consumatore sappia che i suoi rappresentanti hanno capacità e possibilità di dialogo, affinché qualcuno li ascolti. Mai come oggi ridare forza ai corpi intermedi rassicura anche la politica che alla fine, potrà chiedere all'utente, oltre ad avere un rapporto diretto di utilizzare al meglio i corpi intermedi, quali gli Enti di rappresentanza dei consumatori, proprio come luogo di concertazione e dibattito.
Pertanto, ringrazio l'Assessore, al quale chiedo di avere, entro la giornata o, se ce l'ha già, buona nota di ciò che ha riferito in Aula, al fine di poter comunicare con correttezza istituzionale quanto è stato riportato in Aula dall'Assessore.
Sapendo che affronteremo il tema nell'interpellanza successiva, concludo che mai come oggi la qualità del trasporto diventa fondamentale soprattutto per le persone con ridotta capacità motoria. Più noi riusciamo a rendere il trasporto pubblico accessibile, utile e fruibile a tutte le categorie di cittadini piemontesi e, a maggior ragione, a coloro che hanno una ridotta mobilità, meno utilizzeremo il mezzo privato; questo potrebbe andare nella direzione auspicata, in parte, di una riduzione delle emissioni, anche se, come Gruppo, non pensiamo che il problema sia solo l'utilizzo dell'auto privata.


Argomento: Viabilità - Trasporti pubblici

Interpellanza n. 1205 presentata da Magliano, inerente a "Mancato rispetto in Piemonte delle normative vigenti afferenti all'accessibilità alle infrastrutture, ai mezzi ed alle fermate del trasporto pubblico locale. Grave pregiudizio per le persone con disabilità"


PRESIDENTE

Grazie.
Proseguiamo i lavori del sindacato ispettivo, proponendo l'esame dell'interrogazione n. 1205.
La parola al Consigliere Magliano, per l'illustrazione.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
La Federazione delle Associazioni Nazionali dei disabili (FAND) del Piemonte, attraverso apposita nota del 6 ottobre 2022, ha evidenziato anche a questa Regione il fatto che moltissime persone con disabilità subiscono discriminazione, stante i gravi problemi tuttora presenti sul territorio piemontese afferenti all'accessibilità alle infrastrutture, ai mezzi e alle fermate del trasporto pubblico locale. In particolare, viene segnalato anzitutto, la mancanza o il malfunzionamento delle pedane o dei sollevatori per l'incarrozzamento dei disabili motori e la mancanza o il malfunzionamento dei dispositivi audiovisivi per le informazioni di viaggio.
Ne avevamo già parlato con l'Assessore, il quale su questo aveva preso una posizione molto netta e molto chiara rispetto ad alcuni autisti o conducenti che disattivavano il segnale. Inoltre, la maggior parte delle stazioni e delle fermate non risultano adeguatamente strutturate, oltre ad essere inaccessibili, presentano un pericolo non solo per le persone con disabilità.
Atteso che la mobilità delle persone con disabilità è garantita anche a livello mondiale; difatti la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dallo Stato italiano con legge n. 18 del 2009 all'articolo 4 prevede che "Gli Stati Parte si impegnano a garantire e promuovere la piena realizzazione di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali per tutte le persone con disabilità, senza discriminazioni di alcun tipo sulla base sulla disabilità".
A tal fine, gli Stati Parte si impegnano a promuovere percorsi e ausili per la mobilità dei disabili; più in particolare, l'articolo 20 della Convenzione citata stabilisce che gli Stati Parte devono adottare misure efficaci a garantire alle persone con disabilità la mobilità personale con la maggior autonomia possibile, provvedendo a facilitare la mobilità delle persone con disabilità nei modi e nei tempi da esse scelti e a costi accessibili, agevolando altresì l'accesso da parte delle persone con disabilità ad ausili per la mobilità, apparati e accessori, tecnologie di supporto, a forme di assistenza da parte di persone o animali e servizi di mediazione di qualità.
Rilevato che la legge n. 104/92 garantisce i diritti di libertà e autonomia delle persone con disabilità, promuovendo la sua piena integrazione nella società, anche attraverso la rimozione delle condizioni invalidanti che impediscono il raggiungimento della massima autonomia possibile. Qui poi cito - Presidente e Assessore - le norme di riferimento che avvalorano e rafforzano questo concetto; tra l'altro, mi fa piacere discutere questo tema alla presenza del Consigliere comunale Pino Iannò, che su questi temi si impegna fortemente anche in sede di Consiglio Comunale della Città di Torino. L'articolo 26 della legge medesima stabilisce che le Regioni disciplinino le modalità con le quali i Comuni dispongono gli interventi per consentire alle persone con disabilità la possibilità di muoversi liberamente sul territorio usufruendo, alle stesse condizioni degli altri cittadini, dei servizi di trasporto collettivo appositamente adattati o di servizi alternativi.
Tenuto conto del fatto che, ai sensi dell'articolo 2, comma 2, della legge regionale n. 1/2000, tutte le reti e i servizi in Piemonte devono essere progressivamente adeguati alle esigenze degli utenti con ridotta capacità motoria ed effettuati con materiale rotabile idoneo e che, ai sensi dell'articolo 10 della legge regionale n. 5/2016, la Regione Piemonte garantisce il diritto alla mobilità di ogni persona e opera per assicurare pari opportunità nel raggiungimento delle aree del territorio regionale e per rimuovere gli ostacoli che limitano l'accessibilità delle infrastrutture e dei servizi di trasporto, la Giunta regionale, in data 20 dicembre 2018, ha approvato il documento relativo agli elementi minimi per la fruizione e accessibilità dei Servizi di Trasporto Pubblico Locale Regionale a favore dei passeggeri con disabilità in Piemonte.
L'articolo 3 della legge regionale n. 3 del 12 febbraio 2019 "Promozione delle politiche a favore dei diritti delle persone con disabilità", in ambito di trasporti e mobilità, prevede quanto segue: "La Regione sviluppa linee d'azione per le politiche delle persone con disabilità, in sinergia con le istituzioni pubbliche e gli enti privati presenti sul territorio regionale, nonché con le associazioni a tutela delle persone con disabilità e le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative".
La Giunta regionale ha ancora in essere diversi Protocolli d'Intesa sottoscritti tra Regione Piemonte, Agenzia della Mobilità Piemontese e le Associazioni dei Disabili, finalizzati a proseguire la collaborazione tra Regione Piemonte, l'Agenzia della Mobilità Piemontese e le stesse Associazioni, al fine di favorire le iniziative più idonee a garantire alle persone con disabilità l'accesso ai servizi e alle infrastrutture del trasporto pubblico locale regionale.
Rilevato che la legge n. 67/2006 promuove la piena attuazione del principio di parità di trattamento e delle pari opportunità e dispone che non pu essere praticata alcuna discriminazione, neppure in forma indiretta, in pregiudizio delle persone con disabilità (in tema di trasporto con autobus tra l'altro, il Decreto legislativo n. 169/2014, all'articolo 8 e ss prevede sanzioni a carico del vettore per l'eventuale condotta discriminatoria in relazione alla mancata accessibilità dei mezzi di trasporto pubblico), interpello la Giunta regionale per conoscere quali azioni di controllo, di monitoraggio e di vigilanza sulla generalità dei servizi di trasporto pubblico di interesse locale e regionale, afferenti le tematiche succitate, siano state poste in essere in questa legislatura dalla Direzione Trasporti, ai sensi dei disposti dell'articolo 18 della legge regionale n. 1/2000; quale sia, per le persone disabili, il livello di accessibilità e fruibilità delle fermate del trasporto pubblico locale urbano ed extra urbano, articolato per singola provincia piemontese; per sapere se l'Assessore non ritenga necessario, quanto indispensabile attivare per le persone con disabilità, attraverso le strutture regionali competenti, un piano di monitoraggio conoscitivo del livello di accessibilità e fruibilità delle fermate del trasporto pubblico locale in Piemonte (urbano ed extraurbano) e per sapere se non ritenga utile attivare apposite misure atte a dar corso a un apposito Piano di Intervento temporale (con relativi finanziamenti regionali dedicati), al fine di assicurare alle persone con disabilità l'accessibilità e la fruibilità delle fermate del trasporto pubblico locale in Piemonte.
Grazie, Presidente, ho concluso.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Silvio Magliano per l'illustrazione; la Giunta ha chiesto di rispondere all'interpellanza delegando l'Assessore Marco Gabusi.
Prego, Assessore; ne ha la facoltà per cinque minuti.



GABUSI Marco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Ringrazio anche qui il collega Magliano, che ha utilizzato qualche secondo in più, per avermi agevolato il lavoro di spiegazione e di comprensione della domanda e dell'ulteriore risposta.
Dato che le domande sono tante, cerco di essere un po' schematico, per evitare di eluderne qualcuna o di non rispondere.
L'attività regionale di controllo è rivolta ad accertare l'efficacia e l'efficienza dei servizi di trasporto pubblico locale regionale e delle infrastrutture a loro supporto, l'utilizzo dei finanziamenti destinati ai servizi di trasporto pubblico e la realizzazione di programmi di investimento settoriali.
L'attività di controllo sui servizi di trasporto pubblico è stata avviata nell'annualità 2018 dal Settore Monitoraggio e Controllo e consiste nell'accertamento delle dotazioni tecnologiche di bordo dei mezzi adibiti al servizio trasporto pubblico locale; la verifica del loro funzionamento nonché il controllo delle condizioni di accessibilità e fruibilità delle fermate delle linee monitorate. L'attività è svolta nei confronti delle aziende esercenti dei servizi automobilistici pubblici di linea extra urbana, avendo origine e destinazione nei seguenti capoluoghi di Provincia: Alessandria, Asti, Cuneo, Torino, Verbania e Novara.
Le attività sono state espletate con rappresentanza delle associazioni facenti parte della FAND. Le risultanze - e questa è una delle domande poste - sono visibili e consultabili sul sito istituzionale della Regione Piemonte, nella pagina denominata "Controllo sui servizi infrastrutture di TPL".
Con le difficoltà che abbiamo avuto durante il COVID, che non devono essere una scusa, ma i controlli sono stati limitanti e limitativi, possiamo dire che nel corso del 2022, primo anno in cui abbiamo potuto fare conto su una mobilità ordinaria da parte dei nostri funzionari, sono stati eseguiti sopralluoghi e controlli su 220 fermate su 111 mezzi.
Sono numeri importanti; con il Piano di assunzioni di questi mesi, che ha portato un aumento del numero di personale (magari non ai fasti di vent'anni fa, ma a condizioni decorose) anche il settore potrà, non solo avendo un Dirigente dedicato, ma avendo personale in numero più importante aumentare questo lavoro.
Tengo a ribadire e a ricordare che finalmente, nel corso del 2022, siamo riusciti a dare una cadenza ordinaria e regolare agli incontri dell'Osservatorio, che si è riunito il 22 marzo, il 28 luglio e il 22 settembre, a seguito di segnalazioni pervenute dalla CPD, Consulta delle Persone con Disabilità, circa l'accessibilità delle stazioni piemontesi.
Abbiamo convenuto su un metodo di lavoro che ci consentisse di essere puntuali ed efficaci, con segnalazioni che ufficialmente non sono ancora arrivate nel dettaglio, ma che ci aspettiamo e che abbiamo richiesto, con cui poi poter lavorare nei confronti di RFI o del gestore del servizio, per affrontare puntualmente il tema.
Abbiamo un quadro complessivo che si sta muovendo e, per quanto lo scenario sia quello puntualmente descritto dal Consigliere Magliano, non abbiamo ancora ricevuto indicazioni, ma siamo qui apposta per farlo e i prossimi incontri ci consentiranno di approfondire ancora i temi.
Credo che sia importante dire altre due cose. Per quanto riguarda il piano di monitoraggio, nel corso del 2022 si è, di fatto, completata la sua elaborazione ed è in corso di definizione la pubblicazione del piano stesso. Mentre, sul tema degli investimenti, è d'obbligo e doveroso ribadire un aspetto. Noi abbiamo dovuto e voluto mettere in sicurezza il servizio di trasporto pubblico in Piemonte con investimenti importanti e storici perché, da quest'anno, è partito l'investimento di oltre 20 milioni di euro in più sul servizio ferroviario.
Credo che, dai prossimi mesi, potremo dedicarci insieme in quest'Aula a questi temi che sono altrettanto importanti, non dimenticandoci che, nel corso degli anni, seppur con investimenti molto residuali - ci tengo a sottolinearlo - che non corrispondono all'importanza del tema, sui capitoli della sicurezza stradale abbiamo finanziato nel 2020 e nel 2022, in collaborazione con gli Enti locali e con le Province, una somma molto bassa (sotto le 200 mila euro), per fermate di trasporto pubblico e per il loro miglioramento. Questo è un dettaglio e un'indicazione chiara di come vorremmo muoverci in futuro, sapendo che abbiamo ripreso partite che in questi anni erano state ferme (penso a quelle sui corsi di sicurezza stradale che il Consigliere Magliano conosce bene) e che, nei prossimi anni, anche con una situazione più stabile a livello finanziario, potremo ricominciare a programmare, proprio nel solco di quanto abbiamo detto in questa interpellanza.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Marco Gabusi per la risposta.
Ha chiesto di replicare all'Assessore il Consigliere Silvio Magliano.
Prego, Consigliere, ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore. Come l'Assessore ben sa, c'erano alcune richieste puntuali ed è evidente che quando chiediamo quale sia il livello di accessibilità e fruibilità delle fermate del trasporto pubblico locale urbano ed extraurbano, articolato per singola provincia piemontese, questo punto sarà importante da sviluppare.
Lo dico perché noi oggi viviamo nella condizione in cui le segnalazioni ci arrivano dal mondo associativo; tuttavia, mi auguro che, nelle policy che l'Assessore ha in mente, in teoria, ci sia un monitoraggio fatto dalla Regione e che quelli siano dei casi residuali per poca attenzione da parte del gestore, per impianti che si rompono in quella mattinata o strutture che non funzionano e che vengono segnalate in quella giornata.
Noi, in teoria, dobbiamo prevenire con un monitoraggio costante tutta questa tipologia di attività, sapendo che, dalle informazioni che noi abbiamo - e penso che siano anche nelle mani dell'Assessore - il vero tema non è solo esclusivamente quello che accade nei centri urbani, ma è sull'extraurbano in cui noi abbiamo un'accessibilità delle fermate che è spaventosa. È come se dicessimo alle persone con disabilità: "Se vivete fuori da un centro abitato, quale Torino o quali pochi altri capoluoghi di provincia, scordatevi di utilizzare il mezzo pubblico".
Mai, come oggi, Assessore, mi pare che, invece, sia fondamentale partire con una nuova stagione, al netto dei contratti chiusi. Ringraziando per queste maggiori risorse messe sul tavolo del trasporto pubblico locale invito a fare un ragionamento vero su che cosa vuol dire oggi essere trasportati o viaggiare attraverso il sistema pubblico.
I dati demografici e i dati epidemiologici dicono che noi avremo sempre più persone a ridotta mobilità, non per forza considerate con disabilità, ma sempre più a ridotta mobilità, perché fortunatamente il nostro sistema sanitario cura per più tempo persone e tutti gli ausili, la protesica o le nuove ricerche dal punto di vista sanitario permettono alle persone di potersi muovere, con fatica, ma per molto più tempo rispetto a quello che capitava 30-40 anni fa. Da questo punto di vista, diventa fondamentale e importante.
Penso che sia importante aprire una nuova stagione di investimenti sulle fermate del trasporto pubblico locale, anche coinvolgendo i Comuni e le amministrazioni, soprattutto nei territori più lontani dai centri abitati.
Attendo la documentazione dell'Assessore.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Silvio Magliano per la replica.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Viabilità

Interpellanza n. 1206 presentata da Magliano, inerente a "Mancata erogazione delle risorse economiche previste dalla l.r. 1/2000 destinate a garantire l'accessibilità, la fruizione e la sicurezza dei mezzi adibiti al trasporto pubblico locale e delle infrastrutture ad esso correlate da parte delle persone con disabilità. Chi sono i responsabili?"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interpellanza n. 1206.
Ha chiesto di illustrare l'interpellanza il Consigliere Silvio Magliano.
Prego, Consigliere, ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
La disposizione legislativa regionale del comma 2, dell'articolo 15 (Determinazione e ripartizione delle risorse) dalla legge regionale 4 gennaio 2000, n. 1, nella sua interezza, recita testualmente: "Una quota non inferiore al 3% delle risorse attribuite agli Enti locali per l'esercizio del trasporto pubblico locale deve essere destinata a garantire l'accessibilità, fruizione e sicurezza dei mezzi adibiti al trasporto pubblico locale e delle infrastrutture ad esso correlate da parte delle persone disabili, agli investimenti per le attrezzature di arredo delle linee e di controllo e monitoraggio dell'utenza e ad azioni di promozione e di informazione del trasporto pubblico locale, a decorrere dal 1 gennaio 2000".
Con la legge regionale 19 del 17 dicembre 2018, "Legge annuale di riordino dell'ordinamento regionale. Anno 20018", tre anni dopo la promulgazione della legge regionale n.1 del 27 gennaio 2015, è stato modificato il comma 2 dell'articolo 15 della legge regionale 1/2000 come segue. Dopo le parole: "Una quota non inferiore al 3% delle risorse attribuite agli enti locali per l'esercizio del trasporto pubblico locale deve essere destinata a" sono state aggiunte le parole: "garantire l'accessibilità, fruizione e sicurezza dei mezzi adibiti al trasporto pubblico locale e delle infrastrutture ad esso correlate da parte delle persone disabili". Si toglie quel 3% che, invece, era comunque un punto di riferimento economico importante.
Con l'interpellanza n. 1090/2022 presentata dal mio Gruppo consiliare, ben sapendo che non vi era stata nessuna destinazione ai circa nove milioni di euro annui previsti dalla disposizione legislativa regionale del comma 2 dell'articolo 15 (Determinazione e ripartizione di risorse) della legge regionale 4 gennaio 2000, n. 1, si poneva all'Assessore Gabusi un preciso problema politico di cui abbiamo discusso al fine di comprendere come questa Giunta regionale volesse affrontare e risolvere il problema dovuto alla non applicazione di una previsione di un dettato normativo regionale.
Abbiamo tolto il 3%, abbiamo detto che queste risorse dovevano andare per quelle finalità ma, alla fine è necessaria la spinta politica, anche rispetto al soggetto che si occupa di questo.
Atteso che i contenuti della risposta all'interpellanza di cui sopra esposti in data 12 luglio 2022 da parte dell'Assessore Gabusi, sono stati parziali e non risolutivi rispetto al tema posto (infatti ci eravamo detti di tornarci sopra con l'anno nuovo); rilevato che l'Assessore Gabusi nella risposta all'interpellanza ha dichiarato che: il passaggio delle funzioni all'Agenzia della Mobilità piemontese ha portato, cinque anni fa, ad eliminare quei capitoli del bilancio regionale di riferimento al dettato del comma 2, articolo 15 della legge regionale 1/2000; sul tema necessita intervenire puntualmente sulla legge regionale 1 del 2000.
Considerato che i due capitoli regionali di cui stiamo parlando (nell'interpellanza cito il numero dei capitoli) collegati al disposto normativo del comma 2, dell'articolo 15 legge regionale 1/2000, sono stati cancellati nel 2022 (proprio nel corso di questa legislatura e non al passaggio delle funzioni all'Agenzia della Mobilità piemontese); con la legge regionale n. 1/2015 del 27 gennaio 2015 "Provvedimenti per la riqualificazione della spesa regionale", sulla tematica afferente il trasporto pubblico locale, è stato ridefinito, in particolare, il ruolo e le funzioni dell'Agenzia della Mobilità Piemontese. L'Agenzia della Mobilità Piemontese è il consorzio (a cui la Regione Piemonte partecipa) costituito ai sensi dell'articolo 8 della legge regionale 1/2000 per l'esercizio in forma obbligatoriamente associata di tutte le funzioni trasferite o delegate, in materia di trasporto pubblico locale, degli enti soggetti di delega ex legge regionale 1/2000.
Lo Statuto dell'Agenzia della Mobilità Piemontese prevede, all'articolo 3 che il consorzio assuma tutte le funzioni trasferite o delegate in materia di trasporto pubblico locale, quindi anche questo tipo di attenzione.
A tal riguardo, interpello la Giunta regionale per sapere se la Regione Piemonte abbia assegnato le competenze di cui al comma 2 dell'articolo 15 della legge regionale 1/2000 all'Agenzia della Mobilità Piemontese.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Scusate, ma è in corso l'illustrazione delle interrogazioni e interpellanze. Chiedo gentilmente a tutti i presenti in Aula di accomodarsi sulle poltrone oppure di uscire dall'Aula. Grazie.
Prego, Consigliere Magliano; prosegua.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente, anche perché il tema non è affatto banale.
Come dicevo, interpello la Giunta regionale per sapere se siano stati realizzati gli interventi atti altresì a "garantire l'accessibilità fruizione e sicurezza dei mezzi adibiti al trasporto pubblico locale e delle infrastrutture ad esso correlate da parte delle persone disabili".
Infine, stante la situazione in essere, chiediamo alla Giunta come intenda affrontare e risolvere la problematica in tempi brevi.
Grazie, Presidente. Ho concluso.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Silvio Magliano per l'illustrazione.
La Giunta ha delegato a rispondere all'interpellanza l'Assessore Marco Gabusi.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



GABUSI Marco, Assessore ai trasporti

Rispondo al Consigliere Magliano in maniera molto sintetica, visto il momento e l'importanza della mattinata, senza eludere però le domande poste.
Ci siamo detti, ancora nel corso dell'ultima interrogazione, che la norma anche in questo caso con una sorta di "trucco", viene rispettata dal 2017 nel senso che, sebbene non ci siano più trasferimenti ai Comuni e alle Province (per cui, di fatto, quel 3% è il 3% di zero), l'accessibilità ai mezzi e alle fermate va garantita, al netto della norma e al netto di quel cavillo burocratico, che, come ho detto, dal 2017 non viene più rispettato (perché il trasferimento delle risorse è andato, appunto, all'Agenzia; ma non il trasferimento delle funzioni).
Rispondendo alla scorsa interrogazione, avevamo già ribadito che, non solo con quelle risorse che ho già citato nell'interrogazione precedente (cioè quei piccoli investimenti sulle fermate che abbiamo fatto nel 2020 e nel 2022), ma soprattutto con gli investimenti nei mezzi e nel materiale rotabile che per la prima volta in questa legislatura hanno coinvolto anche le misure dell'ambiente, si arriva oggi, insieme ai fondi del PNRR, a sfiorare 150 milioni di materiale rotabile nuovo (ad eccezione del servizio ferroviario, quindi ad eccezione dei 450 milioni investiti sul materiale rotabile ferroviario). In quella cifra, evidentemente - come sa bene il Consigliere Magliano - sono comprese implementazioni strutturali audiovisive e di segnalamento che assolvono al compito che si è assegnata la legge, ma soprattutto assolvono al compito connesso al buonsenso, che è quello di rendere maggiormente accessibile la strumentazione a disposizione e le fermate. Ecco perché non è così banale intervenire sulla norma.
Ma più che intervenire sulle norme, noi dovremmo intervenire sulle cifre a disposizione, comprendendo che, però, è cambiato lo scenario rispetto alla norma originaria, che prevedeva per l'appunto questo 3%. Oggi l'investimento è fatto direttamente dalle aziende che erogano il servizio che nei loro capitolati hanno l'obbligo, imposto dall'Agenzia e dalla Regione, di acquisire mezzi che siano moderni e che rispettino queste normative.
Credo, quindi, che nella sostanza e nella pratica ci sia stato un grosso investimento, i cui risultati si potranno vedere attraverso i mezzi che circoleranno in Piemonte e in parte anche sulle fermate; dall'altro lato credo altresì che si debba adeguare normativamente la legge, perché, di fatto, non è più attuata dal 2017. Su questo non ci siamo ancora adoperati ma potremo farlo nel corso di quest'anno, sapendo che l'urgenza, tra virgolette, non c'è, nel senso che l'urgenza è che gli investimenti vengano fatti, e su questo ci stiamo lavorando. Dopodiché, credo che sia corretto non tenere lì una norma che è inefficace ormai da sei anni.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Marco Gabusi per la risposta.
Ha chiesto di replicare il Consigliere Silvio Magliano.
Prego, Consigliere; ne ha facoltà per cinque minuti.



MAGLIANO Silvio

Non posso che rimarcare comunque, sebbene non sia una responsabilità di questa Giunta, che aver eliminato quel 3%, cioè il vincolo, senza se e senza ma, di destinare una percentuale di quelle risorse a quella finalità sia stata una scelta politica.
Guardo, comunque, alla parte positiva, sebbene, di fatto, sia stato un passo indietro. Noi oggi abbiamo i Consigli comunali delle città che iniziano a destinare una percentuale degli oneri di urbanizzazione definita da regolamento e con delibere di Consiglio comunale, a favore dell'accessibilità delle nostre città. Qui si è tolta questa percentuale.
Mi avvio velocemente alla conclusione, proprio per l'importanza della giornata.
Penso, Assessore, che mai come oggi sia necessario ed importante fare un ragionamento su come il controllo e il monitoraggio arrivino almeno a determinare una quantificazione economica su quante risorse destiniamo a questo tipo di sensibilità, proprio perché - e riprendo il concetto precedente - avremo sempre più, anche alla luce del dato demografico persone con ridotta accessibilità. Dunque, penso che sia necessario obbligare le aziende, cioè coloro che, da questo punto di vista, vogliono essere all'altezza di un trasporto pubblico moderno, a rendere il più possibile accessibile il trasporto pubblico e le reti del trasporto pubblico. È evidente che non possiamo, da questo punto di vista, lasciare lo stato dell'arte così com'è rispetto alla legge regionale. Inizierà quindi un lavoro in tal senso e su questo, come Gruppo consiliare porteremo certamente tutte le istanze che regolarmente riceviamo da coloro che vivono una ridotta mobilità, proprio perché ci pare importante che la Regione Piemonte possa definirsi una realtà completamente accessibile moderna ed inclusiva.
Attendo comunque, anche su questo, l'invio della risposta scritta dell'Assessore ai miei uffici.
Grazie, Presidente. Ho concluso.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Silvio Magliano per la replica.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Interpellanza n. 1245 presentata da Magliano, inerente a "Reparto Volo VVF Piemonte, a che punto è il progetto per la nuova sede?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interpellanza n. 1245, presentata dal Consigliere Silvio Magliano.
Ha chiesto di illustrare l'interpellanza il Consigliere Silvio Magliano.
Prego, collega; ne ha facoltà per cinque minuti.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Cercherò di essere brevissimo, perché è un tema che abbiamo già affrontato con l'Assessore.
Premesso che il decreto legislativo n. 139 dell'8 marzo 2006 stabilisce che "il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, è una struttura dello Stato ad ordinamento civile, incardinata nel Ministero dell'interno - Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, per mezzo del quale il Ministero dell'interno assicura, anche per la difesa civile, il servizio di soccorso pubblico e di prevenzione ed estinzione degli incendi su tutto il territorio nazionale, nonché lo svolgimento delle altre attività assegnate al Corpo nazionale dalle leggi e dai regolamenti secondo quanto previsto nel presente decreto legislativo".
Premesso, altresì, che l'attuale sede del Reparto Volo dei Vigili del Fuoco del Piemonte ad oggi occupa un sito non più idoneo - e questo l'abbiamo affrontato più volte - a soddisfare le esigenze tecnico, logistiche ed operative sia per le caratteristiche dimensionali che funzionali.
Tenuto conto che la possibilità di ampliamento dell'attuale sede è stata esclusa, poiché il terreno non è nella disponibilità del Corpo e la società di gestione aeroportuale ha in programma la costruzione di fabbricati nelle immediate adiacenze, che ne condizionerebbero l'operatività.
Rilevato che nel 2009 si sono tenuti i primi incontri, finalizzati a collocare il Reparto Volo di Torino sul sedime aeroportuale Aeritalia, alla presenza degli allora gestori dell'Aeroporto di Torino, al Comune di Torino, la Regione Piemonte e il Comune di Collegno. Da questi incontri era emerso un grande interesse da parte delle Amministrazioni pubbliche (Comune di Torino, Comune di Collegno e Regione Piemonte) - anche perché, grazie ad una partecipata, quella struttura in parte è anche nostra - per la realizzazione della nuova sede presso l'Aeroporto Aeritalia. Nel 2018 però, l'ex Direttore generale dei Vigili del Fuoco avviò le fasi di studio per la realizzazione del nuovo Reparto Volo e, solo dopo diversi mesi di studi di fattibilità sia nel sedime aeroportuale Sandro Pertini (quindi all'interno dall'Aeroporto di Caselle) sia nel territorio circostante (al di fuori del sedime aeroportuale sempre dell'Aeroporto Torino Caselle), ha prodotto una relazione tecnica con tre possibili soluzioni.
La soluzione più fattibile risultava essere l'ipotesi C, ossia la realizzazione all'interno dell'Aeroporto Aeritalia di Torino, ma il 9 aprile 2021 la Giunta regionale ha approvato l'ordine del giorno n. 548 "Impegno concreto per realizzare il progetto della nuova sede del Reparto Volo VVF del Piemonte. Collegato al disegno di legge n. 129 'Bilancio di previsione finanziario 2021-2023'" in cui si è impegnata "a farsi parte diligente - attivando ogni iniziativa politica anche a livello nazionale nonché valutando eventuali risorse finanziarie - affinché si porti a termine il progetto relativo alla collocazione del Reparto Volo dei Vigili del Fuoco del Piemonte presso l'Aeroporto di Torino-Aeritalia".
Preso atto che, nel 2021, il gruppo di lavoro ha provveduto ad esaminare con maggior grado di dettaglio le due soluzioni alternative di ricollocazione del Reparto Volo, delineate dal gruppo di lavoro istituito nel 2019 dalla Direzione regionale dei Vigili del Fuoco del Piemonte attraverso l'interlocuzione e l'acquisizione di dati e informazioni da ENAC, SAGAT e TNE e la consultazione della documentazione ufficiale aeronautica.
Con nota del 18/05/2021, il gruppo di lavoro, dopo un'attenta analisi, ha ritenuto che la soluzione più idonea per la ricollocazione del Reparto Volo dei Vigili del Fuoco del Piemonte sia quella relativa all'acquisizione (quindi all'acquisto) di una porzione di area agricola nel Comune di San Maurizio Canavese (pari a circa 25000 m2), da accludere all'Aeroporto internazionale di Torino Caselle, previa definizione di accordi con SAGAT ed ENAC.
Considerato che, dopo diverso tempo, un nuovo passo è stato fatto tuttavia, nonostante ci sia una nuova soluzione per la ricollocazione del Reparto Volo dei Vigili del Fuoco del Piemonte, da oltre un anno non si sa a che punto sia lo stato avanzamento del progetto. Pertanto, interpello per sapere se questa Giunta sia a conoscenza della nuova ricollocazione e se si stia continuando un confronto con la Direzione regionale dei Vigili del Fuoco, al fine di conoscere lo stato di avanzamento del progetto, che è quanto mai necessario ed opportuno, ancorché in quest'Aula discutemmo sull'opportunità o meno del suo ricollocamento.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Magliano per l'illustrazione. La Giunta ha chiesto di rispondere all'interpellanza delegando l'Assessore Gabusi, che ha pertanto facoltà di intervenire per cinque minuti.



GABUSI Marco, Assessore alle infrastrutture

Grazie, Presidente; userò pochi minuti per dire che con l'ordine del giorno n. 548 abbiamo sancito l'importanza per questo Consiglio di muoversi speditamente per la ricollocazione del Reparto Volo dei Vigili del Fuoco.
Credo che su questo ci sia unanimità di intenti e credo che anche il mandato da parte del Consiglio regionale all'Assessore e alla Giunta fosse quello di seguire passo passo l'evoluzione del percorso, che ormai era un po' datato e che aveva, come primo step, la definizione dell'area, che credo sia di competenza dei Vigili del Fuoco per vari motivi, e anche per l'efficacia degli interventi sui quali possiamo e dobbiamo dire poco, non solo per rispetto istituzionale, ma anche per rispetto della loro operatività. Anzi, posso dire che, nonostante ci siano stati mesi in cui c'è stato un avvicendamento dei Direttori regionali e anche del Comandante provinciale di Torino, le interlocuzioni e l'operatività sono andate avanti con la proprietà del terreno.
Credo che, nel giro di poche settimane, potrà essere presentato il progetto che si sta sviluppando. Per cui, rispetto alla fase di decantazione in cui vi era una comparazione tra le varie ipotesi, si sta procedendo speditamente - compatibilmente con il quadro amministrativo e burocratico del nostro Paese - per attuare l'intervento e per arrivare a definire l'acquisizione (o tramite accordo bonario o tramite esproprio) di quell'area, che verrà annessa funzionalmente all'Aeroporto di Torino, ma che, di fatto, sarà la nuova sede del Reparto Volo.
Se, da un lato, probabilmente lo scenario non è quello che si immaginava rispetto alla collocazione, devo dire che la Direzione regionale nonostante il cambio di Direzione, si è mossa per rispettare quell'impegno e, soprattutto, per rendere efficace il Reparto Volo nel più breve tempo possibile, compatibilmente con i lavori di acquisizione dell'area e dell'investimento necessario alla realizzazione dell'opera.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Gabusi per la risposta. Il Consigliere Magliano ha chiesto di replicare alla risposta; ne ha facoltà per cinque minuti.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Siamo venuti a conoscenza, come ha detto l'Assessore, che vi sono dei problemi legati all'esproprio. Ci auguriamo che, però, una volta superato l'impasse dell'acquisizione di questi 25.000 metri quadri, si possa procedere speditamente, perché abbiamo necessità, soprattutto con le calamità che spesso succedono nella nostra regione, di avere un Reparto Volo il più possibile sicuro e valorizzato.
Ringrazio l'Assessore per la risposta e attendiamo anche su questo una nota scritta.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Magliano per la replica. Chiedo gentilmente al pubblico e ai colleghi di accomodarsi nelle poltrone ed attendere che finisca la seduta delle interrogazioni. Ricordo che, per le interrogazioni ordinarie, non è prevista l'illustrazione da parte dell'interrogante mentre è prevista la risposta del componente della Giunta per cinque minuti e la replica dell'interrogante per cinque minuti. Prego i Consiglieri e gli Assessori di attenersi rigorosamente ai tempi.


Argomento: Cave e torbiere

Interrogazione n. 1214 presentata da Rossi, inerente a "Esplorazioni minerarie in Piemonte" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Concludiamo i lavori con l'interrogazione n. 1214.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Tronzano, che ha pertanto facoltà di intervenire per cinque minuti.



TRONZANO Andrea, Assessore alle attività estrattive

Ringrazio il Consigliere Rossi per l'interrogazione. Essendo molto lunga ed essendomi accordato con l'interrogante, preferirei non leggerla, anche vista l'attesa delle persone per la commemorazione di Angelo Burzi. Se il Presidente lo consente, consegno la risposta direttamente al Consigliere in modo che possa leggerla serenamente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola per la replica il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
In realtà, visto il contesto di questo momento, c'è un accordo con l'Assessore per prendere visione della risposta scritta all'interrogazione al massimo, potremo approfondire in Commissione o di nuovo in Aula.



PRESIDENTE

Grazie.
Nel ringraziare il Presidente Stefano Allasia per l'incarico, dichiaro chiusa la seduta delle interrogazioni ed interpellanze.
Alle ore 10.25 il Presidente aprirà la seduta del Consiglio regionale.
Grazie e buona salute a tutti e a tutte.



(Alle ore 10.18 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta inizia alle ore 10.40)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Comunico che sono in congedo i Consiglieri Cane, Cerutti, Marin, Marrone Ricca e Riva Vercellotti.
Il numero legale è pertanto 23.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione dell'ex Consigliere regionale, ingegner Angelo Burzi deceduto il 24 dicembre 2021


PRESIDENTE

Colleghi, è scomparso, il 24 dicembre 2021, all'età di 73 anni, Angelo Burzi, Assessore e Consigliere regionale dalla VI alla IX Legislatura. Nato a Torino il 23 agosto 1948, laureato in Ingegneria elettrotecnica, è stato dirigente d'azienda e imprenditore.
Tra i fondatori del Movimento Forza Italia in Piemonte, ne è stato coordinatore per la Provincia di Torino dal 1994 al 1995. Eletto nel 1995 in Consiglio regionale, è stato Capogruppo di Forza Italia sino al 1996 e quindi Presidente della Commissione speciale per la revisione dello Statuto regionale sino al maggio 1997, quando è diventato Assessore al Bilancio e al Personale.
Anche nella VII Legislatura ha svolto l'incarico di Assessore al Bilancio Personale, Legale e Società partecipate fino all'11 marzo 2002.
Nelle elezioni del 2005 è stato rieletto in Consiglio regionale; è stato Capogruppo di Forza Italia-PdL e componente delle Commissioni I, IV, VI VIII, Post-Olimpiadi, speciali e Commissioni d'indagine sul Mauriziano e sull'Associazione Grinzano-Cavour.
Nella IX Legislatura è stato eletto nella circoscrizione di Torino nella lista Il Popolo della Libertà.
Nel maggio 2012 ha costituito il Gruppo consiliare Progett'Azione, di cui è stato Presidente.
Terminata l'esperienza di Consigliere è rimasto attivo in politica senza ruoli ufficiali, collaborando a lungo con gli eletti, come l'ex Assessore al Bilancio, e attuale Ministro alla Transizione ecologica, Gilberto Pichetto Fratin, e creando un think tank, la Fondazione Magellano, un pensatoio per rilanciare Torino.
Coloro che hanno conosciuto Angelo Burzi, autentico liberale e persona dalle grandi intuizioni, e quelli con cui ha lavorato, lo ricordano per il suo impegno ininterrotto in difesa dei valori di uguaglianza e di giustizia sociale, quale esempio di etica, per la grande correttezza professionale che ha esercitato con chiarezza e passione nei momenti più rilevanti dell'attività politica, della vita consiliare e amministrativa della nostra Regione.
La sua estrema decisione, quella che non avremmo mai voluto prendesse, è stata coerente con il suo carattere forte, definitivo, non incline al compromesso.
Ai funerali, tenutisi il 30 dicembre 2021, hanno partecipato numerosi Consiglieri regionali, tanti esponenti politici, molti cittadini.
Alla moglie Giovanna e alle figlie Eleonora e Giulia desidero rinnovare, a nome di tutta l'Assemblea regionale e in particolare della Giunta e del Governatore Cirio, le più sentite condoglianze e i sensi della nostra più sincera vicinanza.
Invito i presenti a osservare un minuto di silenzio in memoria del già Assessore e Consigliere regionale Angelo Burzi.



(L'Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.45, riprende alle ore 11.01)


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Avevo visto l'Assessore Icardi, non so se sia ancora presente in Aula, ma nel caso in cui lo fosse ne approfitterei per chiedere un'informativa rispetto alla situazione dei pronto soccorso nella nostra regione, che pare essere piuttosto preoccupante. Abbiamo letto diversi articoli di giornale abbiamo visto diversi servizi televisivi e titoli che recitano "sanità ko" anche un'intervista al dottor Picco che dice che ormai è inevitabile rivolgersi ai privati Vorremmo, se è possibile, fare il punto della situazione con l'Assessore Icardi, considerando che ci troviamo, tra l'altro, in un periodo di picco influenzale, con il COVID che ancora rappresenta una questione non risolta nella nostra regione. Crediamo che sia arrivato il momento di avere le informazioni direttamente dall'Assessore, anche rispetto al funzionamento della guardia medica e al nuovo servizio che dovrebbe essere entrato in funzione sull'assistenza in remoto alle persone colpite dall'influenza che tra l'altro, quest'anno è piuttosto pesante.
Chiederei, se possibile, di avere questa informativa.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Anch'io intervengo sullo stesso tema. Ringrazio la collega, nel senso che non possiamo più, lo dico veramente senza polemica, alla Giunta, a lei Presidente e ai colleghi, leggere della situazione dei Pronto soccorso della nostra sanità solo sui giornali e apprendere dai mass media le proposte che vengono messe in campo da parte della Giunta o dai Direttori delle ASL. Il quadro che viene rappresentato è allarmante.
Sappiamo bene che c'è una carenza di medici, sappiamo bene che c'è un problema di turnover e come Gruppo, proprio oggi, abbiamo presentato un question time sul tema delle guardie mediche; altro tema che, in qualche modo, ha preoccupato i cittadini piemontesi che, se non trovano risposta nella guardia medica, è evidente che poi si rivolgono al pronto soccorso ancorché durante le vacanze in cui vi è stata un'assenza anche per i giusti e doverosi turni di vacanze natalizie da parte dei medici di base, dei medici di famiglia.
Vorremmo capire quando e se l'Assessore Icardi vorrà coinvolgere tutti noi in un ragionamento puntuale sulle cause e sugli effetti prodotti da questa fatica all'interno della nostra sanità, soprattutto quella da prima emergenza, perché poi ci sarebbe tutto l'altro capitolo legato, invece all'abbattimento delle liste d'attesa, anche rispetto a disposizioni ministeriali: quali sono le patologie e quali sono gli interventi sui quali abbattere le liste d'attesa e sui quali, invece, no.
Chiediamo dunque un'informativa sulla situazione dei Pronto soccorso e sul coinvolgimento dei privati all'interno di questo servizio e, come avevamo chiesto, un'attenzione massima all'utilizzo delle cooperative; soprattutto una valutazione in merito al fatto che chi lavora per queste cooperative abbia le caratteristiche idonee per lavorare all'interno dalla sanità regionale piemontese. Penso che non si possa aspettare altro tempo, proprio perché, come Consiglieri regionali, siamo deputati a occuparci di sanità al momento, vedo che se ne occupano molto di più, fortunatamente, i giornalisti che scrivono nella nostra regione piuttosto che quest'Aula.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Magliano.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Chiediamo l'inserimento all'interno dell'o.d.g. di un atto di indirizzo dal titolo "Assunzione di impegni per contrastare la crisi ambientale".
Riteniamo doveroso rimettere nuovamente al centro del dibattito dell'Aula questo tema con delle proposte, in particolare una proposta molto concreta che affronteremo speriamo il prima possibile all'interno di quest'Aula proprio per aiutare a coinvolgere la cittadinanza su questo tema fondamentale che riguarda il nostro futuro e, sostanzialmente, le nostre vite.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sarno.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi, ma è già intervenuto.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Non chiedo di intervenire per inserire un nuovo punto all'od.g., ma per chiedere un'inversione tra i punti già previsti all'o.d.g. È un comma diverso del Regolamento.



PRESIDENTE

Prego, Consigliere, ha facoltà di intervenire.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
La richiesta è di anticipare la mozione n. 838 avente ad oggetto: "Collegamento ferroviario Novara-Malpensa" che in questo momento è al punto 39) dell'o.d.g. Chiediamo che questa mozione venga discussa insieme all'ordine del giorno n. 721 del collega Bongioanni che riguarda la ferrovia Cuneo-Nizza, così parliamo delle infrastrutture.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rossi.
Ci sono altre richieste di modifica dell'attuale o.d.g? Ha chiesto di intervenire la Consigliera Zambaia; ne ha facoltà.



ZAMBAIA Sara

Grazie, Presidente.
Chiedo l'inserimento del mio ordine del giorno, che ho depositato nei primi giorni di dicembre, avente ad oggetto: "Azioni per garantire la libera concorrenza nel settore dell'autoriparazione".
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Zambaia.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ruzzola; ne ha facoltà.



RUZZOLA Paolo

Chiedo, se possibile, l'inserimento dell'ordine del giorno presentato ieri ad oggetto: "Istituzione di un tavolo regionale permanente in materia di cybersicurezza", a prima firma del Consigliere Lanzo.



PRESIDENTE

Ricordo che ci sono due richieste di informativa da parte della Giunta, una della Consigliera Frediani e l'altra del Consigliere Magliano. Il Presidente della Giunta è presente in Aula e chiedo se intende intervenire sull'informativa.
Definiremo poi le informative in sede di Conferenza dei Capigruppo.
Sono state inoltre avanzate tre richieste di iscrizione di nuovi punti all'o.d.g.: il Consigliere Sarno chiedeva l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 919, inerente a "Assunzione impegni per contrastare la crisi ambientale"; la collega Zambaia chiedeva l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 896, inerente a "Azioni per garantire la libera concorrenza nel settore dell'Autoriparazione"; il Consigliere Ruzzola chiedeva l'iscrizione dell'ordine del giorno n, 920, inerente a "Istituzione di un Tavolo Regionale permanente in materia di cybersicurezza".
Se non vi sono contrarietà, li intendo inseriti in calce all'attuale o.d.g.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani, sull'ordine dei lavori.



FREDIANI Francesca

Mi scusi, Presidente, ma per la seduta odierna abbiamo un o.d.g. che prevede, se non erro, solo atti di indirizzo.
Giuro di aver visto l'Assessore Icardi in aula: non so se il mio desiderio di vederlo in questi ultimi mesi mi ha portato ad avere delle visioni, per mi sembra di averlo visto! È possibile capire se sia ancora nei paraggi e chiedergli, per l'appunto, di fornire l'informativa richiesta, che mi sembra piuttosto urgente ed importante? Perché tutte queste richieste di informativa finiscono, poi, in una sorta di "buco nero" e non sappiamo più bene che fine facciano: in Commissione non ne abbiamo più notizia e l'Assessore Icardi lo vediamo molto raramente; in Consiglio; in questo momento, ad eccezione del Presidente Cirio che è ancora in aula e dell'Assessore Tronzano, vediamo i banchi della Giunta vuoti.
Mi sembra la giornata adatta per dedicare almeno dieci minuti - non dico tanto! - ad un'informativa su un tema che sta occupando tutte le prime pagine dei quotidiani. Dal momento che si presta molta attenzione a temi più mediatici, rilevo che questo è un tema che non solo interessa tutta la Regione e colpisce fortemente i cittadini e gli operatori, ma è un tema che occupa anche le prime pagine dei giornali, se vogliamo rimarcare questo risvolto che interessa particolarmente alcuni in quest'Aula.



PRESIDENTE

Grazie.
L'Assessore Icardi era presente. Attualmente non è in aula.
Chiedo se vi siano contrarietà all'iscrizione all'o.d.g. dei tre ordini del giorno, che avevo preannunciato, dei colleghi Sarno, Zambaia e Ruzzola.
Sono tre ordini del giorno distinti e possiamo inserirli in calce all'attuale elenco.



(L'Aula tacitamente acconsente)



PRESIDENTE

Il Consigliere Rossi aveva chiesto di anticipare la trattazione della mozione n. 838, inerente a "Collegamento ferroviario Novara-Malpensa" attualmente al punto 39) all'o.d.g., e di assorbire nella discussione anche l'ordine del giorno n. 721, inerente a "Ferrovia Cuneo Nizza". Anche su questa richiesta penso che non vi siano contrarietà.



(L'Aula tacitamente acconsente)



PRESIDENTE

L'o.d.g. è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali del 6 e 13 dicembre 2022.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico: a) Congedi Ai sensi dell'articolo 55 del Regolamento, hanno chiesto congedo Cane Marin, Marrone, Ricca e Riva Vercellotti.
b) Processi verbali precedenti sedute Sono a disposizione e visibili sulla Intranet del Consiglio regionale alla sezione "Supporto sedute istituzionali-sedute di Aula" i processi verbali relativi alle sedute del 20 e 22 dicembre 2022.


Argomento: Gruppi consiliari

c) Variazione denominazione Gruppo consiliare


PRESIDENTE

L'Ufficio di Presidenza, con delibera n. 280 del 22 dicembre 2022, ha preso atto che la Consigliera Francesca Frediani, componente del Gruppo Misto con la denominazione "Movimento 4 ottobre", varia la denominazione in "M4O Unione Popolare".


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

d) Variazione deleghe assessorili


PRESIDENTE

Con decreto n. 78 del 15 dicembre 2022, il Presidente della Giunta regionale, Alberto Cirio, ha stabilito di attribuire all'Assessore Elena Chiorino le funzioni relative alla valorizzazione del merito, con decorrenza dalla data dello stesso decreto.
Le funzioni complessivamente attribuite all'Assessore Chiorino sono pertanto: Istruzione e merito, Lavoro, Formazione professionale, Diritto allo studio universitario.
Risultano immodificate le funzioni attribuite agli altri Assessori in carica.



PRESIDENTE

e) Presentazione progetti di legge



PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

Se non vi sono richieste di intervento sulle mie comunicazioni, possiamo procedere con l'esame dei punti all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Sarno, sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Intervengo sulle sue comunicazioni, Presidente.
Visto che è la prima seduta consiliare dopo le festività, credo che la comunicazione che il Presidente ha fornito all'Aula circa la decisione del Presidente Cirio di attribuire una nuova delega all'Assessore Chiorino non debba passare inosservata. Credo sia doveroso, quantomeno da parte dell'Aula, rilasciare almeno un commento: se poi l'Aula deciderà di non avviare un dibattito in merito, ne prenderemo atto. Ma crediamo che oltre ad intervenire sui giornali, si debba anche dare qualche spiegazione, o maggiori informazioni, rispetto a questa scelta, visto che oggi c'è il Presidente Cirio in aula, cosa straordinaria negli ultimi anni, come diciamo sempre. Peraltro, speriamo di vederlo il più possibile presente in aula, proprio perché la scelta di attribuire la delega al merito all'Assessora Chiorino, che è l'Assessora all'istruzione, credo che rappresenti sia un dato politico, che un dato culturale. Il dato politico è che quando il Gruppo Fratelli d'Italia ordina, come sta sistematicamente capitando in quest'Aula, qualcuno deve rispondere. E il Presidente Cirio giustamente, risponde e si adegua alle richieste e agli ordini che il Gruppo Fratelli d'Italia impone a questa maggioranza: in questo senso, la delega al merito arriva da una scelta nazionale molto chiara.
Culturalmente, credo che sia un errore, non nel senso di non valutare o valorizzare il merito, ma nel senso che quella sia la cifra con cui animare la delega all'istruzione e all'università. Sono due concetti differenti e credo che sia un errore culturale dire agli studenti che il merito sia l'unico elemento in base al quale uno studente può continuare il proprio percorso di istruzione culturale. È un errore.
Si dovrebbe pensare, invece, a valorizzare il fatto che ci siano strumenti per trattenere gli studenti nel nostro Paese, non farli scappare all'estero; avere maggiore accessibilità alle scuole e alle università maggiore accessibilità economica e sociale.
Quando ci si presenta ai primi esami, guardando la scuola e il modello di istruzione superiore da dove si arriva, molte volte viene detto agli studenti - in tanti ci hanno scritto dopo questa scelta - che, se si arriva da un istituto professionale o da un istituto tecnico a frequentare la Facoltà di Lettere e Filosofia, non è adeguato, perché è considerato un percorso poco valorizzante. Anche il nuovo Ministro ha questa tendenza, e lo dico visto che è stato un mio docente all'Università.
Credo sia doveroso che quest'Aula almeno metta a fuoco questa scelta politica con la quale aumentiamo le differenze e non ricuciamo il Paese perché è una scelta che rende plastica la visione culturale dell'istruzione e dell'università che ha questa maggioranza, come il Governo. Crediamo che sia una scelta totalmente sbagliata.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GRAGLIA



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Accossato; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

Credo che la sollecitazione del collega Sarno sulla scelta del Presidente Cirio e della Giunta, di cui abbiamo letto nel periodo di sospensione delle attività consiliari, sia doverosa. Spiace che il Presidente Cirio, che era in Aula, non abbia ritenuto opportuno ascoltare le considerazioni dei Consiglieri su una scelta che è sua, presa, come la norma consente, in modo monocratico e della quale pertanto è pieno responsabile e titolare. Sarebbe opportuna ed utile una presentazione ed una valutazione rispetto a questa decisione.
Sento l'esigenza di capire se, accanto a questa ulteriore definizione e specificazione dell'attribuzione della delega, corrispondano anche nuovi impegni programmatici nell'ambito della delega all'istruzione e se la sottolineatura del merito voglia anche dire che ci saranno ulteriori disponibilità ed ulteriori impegni (penso al prossimo bilancio) nell'ambito del sostegno all'istruzione. Penso al tema dell'istruzione obbligatoria nel suo complesso, che da anni non vede soddisfatte tutte le richieste delle famiglie, degli studenti e delle studentesse, pur meritevoli e pur bisognosi e necessitanti di interventi di sostegno da parte della Regione.
Mi aspetto e spero di vedere in quest'Aula, nei prossimi dibattiti e nelle prossime proposte, ulteriori interventi ed impegni a sostegno del diritto allo studio.
Sottolineare l'accezione del merito è una scelta politica ideologica, che se non accompagnata da un impegno programmatico ed economico a sostegno del diritto allo studio, è sicuramente vuota, rimane soltanto una bandiera politica ideologica e non una scelta a sostegno di chi ne ha bisogno, del diritto allo studio, dell'ampliamento e miglioramento del livello dell'istruzione e della partecipazione allo studio dei nostri giovani.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Giaccone; ne ha facoltà.



GIACCONE Mario

Grazie, Presidente.
Sarò rapidissimo nell'esporre due considerazioni in relazione all'argomento che il collega ha introdotto. Non ci prenderete in contraddizione sulla questione del merito. Non stiamo dicendo che il merito non sia un elemento da prendere in considerazione, ma il problema sta a monte. Il problema sta nel momento in cui la corsa incomincia, perché i ragazzi, pur con il medesimo impegno e con le medesime qualità e caratteristiche personali ed individuali, sanno che quella corsa rappresentata dalla vita - che ha come traguardo l'impegno professionale e la realizzazione di sé stessi - non sarà uguale per tutti, perché già la linea di partenza non è la stessa.
Quello che avremmo gradito non era tanto che ci si soffermasse su un singolo elemento che caratterizza questo percorso, ma sull'elemento per noi fondamentale, che è quello dell'equità delle opportunità offerte a ciascuno. Il ragionamento dell'ascensore sociale funziona nel momento in cui una persona alla porta dell'ascensore, quanto meno, ci può arrivare. Il problema non è quanto impegno uno ci mette per poter schiacciare il bottone ed aprire quella porta, ma se può accedere oppure no al piano dal quale parte l'ascensore. Questo, secondo me, è uno degli elementi che differenzia il nostro modo di affrontare l'argomento e, in definitiva, anche di vedere quali sono le prospettive che diamo ai giovani rispetto alla loro vita futura.
La questione del diritto allo studio non riguarda solo l'ipotetica "possibilità di", ma anche se si può effettivamente partecipare a quella gara. Nel momento in cui questa equità farà in modo che, in qualunque parte della nostra Regione e in qualunque parte della città il giovane nasca e viva possa avere l'idea di avere le medesime opportunità e le medesime caratteristiche - certo, in relazione al suo massimo impegno e alle sue caratteristiche intellettuali e di volontà - allora sì che potremmo dire che abbiamo realizzato un mondo migliore, senza dover fare riferimento alla parte più competitiva, che presuppone il merito e il confronto fra vittoria e sconfitta di qualche partecipante alla corsa.
Quello che vogliamo è creare una società nella quale tutti i volenterosi e tutti i meritevoli abbiano la medesima opportunità. Questa è la puntualizzazione che, secondo me, era dovuta all'Aula, perché per noi non è un distinguo indifferente.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Diritti umani

Esame ordine del giorno n. 845 presentato da Allasia, Valle, Magliano Zambaia, Graglia e Accossato, inerente a "Sollecitazione al Governo affinché sostenga il Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 845, di cui al punto 3) all'o.d.g.
La parola al Vicepresidente Valle, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Quest'ordine del giorno arriva all'esito di un lavoro di confronto che abbiamo avuto in seno al Comitato per i diritti umani, con alcune delle realtà che sono lì rappresentate; purtroppo, la discussione in Aula arriva un po' in ritardo rispetto alle finalità iniziali: per questo abbiamo modificato il documento del quale trovate caricata on line una versione aggiornata.
Qual era l'obiettivo che si proponeva quest'ordine del giorno? Sicuramente sapete che esiste, perché è stato approvato dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, un trattato per la messa al bando e la proibizione delle armi nucleari, che ha raggiunto un discreto livello di consenso nella comunità internazionale: ormai è stato ratificato da 50 Stati membri e da diversi altri membri delle Nazioni Unite a titolo di osservatori; quindi nel complesso ci sono 84 sottoscrizioni.
Ovviamente, in questo momento, mancano alla sottoscrizione e alla ratifica tutti i Paesi non soltanto possessori e detentori di armi nucleari, ma anche tutti quei Paesi, tra cui anche l'Italia, ovviamente, che queste armi non le detengono, ma le ospitano sul loro territorio, all'interno di basi militari che fanno capo ad altri Stati nazionali o, come nel caso del nostro Paese, che fanno capo ad alleanze di carattere internazionale; nel nostro caso la NATO. Il trattato è un Trattato aperto, quindi è aperto alla sottoscrizione degli Stati che progressivamente vorranno aderire.
L'idea di quest'ordine del giorno nasceva dal fatto che ciclicamente si tengono conferenze per sospingere più Paesi ad aderire al percorso l'ultima di queste conferenze, che si è tenuta dal 21 al 23 giugno dell'anno appena trascorso, aveva previsto per la prima volta la possibilità di partecipare a queste Conferenze non soltanto agli Stati interessati alla sottoscrizione, che quindi non ospitano sul loro territorio armi nucleari, ma anche a Stati, come poteva essere l'Italia e come sono stati alcuni dei Paesi partecipanti- penso alla Svezia, alla Norvegia e mi pare anche alla Danimarca - che pur ritrovandosi in questa condizione erano comunque interessati a un dialogo positivo, nell'obiettivo di raggiungere una progressiva denuclearizzazione delle armi nel mondo.
L'ordine del giorno nasceva dall'intento di spingere l'Italia, un altro dei Paesi NATO che, quindi, poteva partecipare in questo status dimidiato, ma comunque interessante dal punto di vista diplomatico e della prospettiva a tendere, ai lavori di questa conferenza che si è tenuta appunto pochi mesi fa a Vienna.
L'Italia, purtroppo come la maggior parte dei Paesi della NATO, eccezion fatta per quei due che vi citavo poc'anzi, ha scelto, invece, di non partecipare, proprio perché anche all'interno dell'Alleanza atlantica è prevalente l'impostazione, che sicuramente si oppone alla proliferazione delle armi nucleari, ma che vede nel loro possesso e nella loro detenzione un efficace mezzo di deterrenza rispetto ad aggressioni di altri Paesi non aderenti a questo trattato che possono sviluppare questo tipo di armi in futuro.
Questa è la situazione in questo momento. Ovviamente, adesso l'ordine del giorno non si rivolge più alla partecipazione o alla non partecipazione alla Conferenza di Vienna, ma si impegna semplicemente, da una parte, a prendere in considerazione l'adesione a questo tipo di percorso nei prossimi appuntamenti che le Nazioni sottoscrittrici, le Nazioni Unite porteranno avanti e, dall'altra parte, a condividere con le Commissioni Esteri della Camera dei Deputati e del Senato l'impegno a promuovere azioni che portino l'Italia all'interno di questa discussione e, in generale, a tutte quelle relazioni diplomatiche e quegli avanzamenti nei rapporti tra Stati che possono pian piano bandire le armi nucleari dal consesso civile.
Penso che il tema sia di strettissima attualità. Nell'anno appena trascorso, tutto impegnato, per noi che lo osserviamo da relativamente vicino, sulla guerra in Ucraina, lo spettro del ricorso alla minaccia nucleare è stato costantemente sul tavolo ed è stato evocato. È stato evocato da entrambe le parti del conflitto, più volte minacciato dalla Russia, più volte paventato come eventuale ritorsione in caso di impiego di questo tipo di armi, ancorché tattiche e limitate, e tutti ci siamo fatti una cultura sulla tipologia di bombe nucleari che possono essere impiegate al momento, mi sento di dire "grazie al Cielo", ma anche grazie agli sforzi diplomatici della comunità internazionale, questo impiego è stato scongiurato, ma resta sul tavolo.
Gli analisti più attenti scommettono sulla razionalità degli attori della politica internazionale. Questa razionalità porta a escludere l'uso delle armi nucleari, non soltanto per gli effetti che avrebbero (non solo sulle popolazioni colpite, ma anche su quelle contigue, perché sapete che gli effetti delle armi nucleari si estendono per chilometri e chilometri), ma anche perché questo porterebbe a reazioni dalla parte avversa e soprattutto, porterebbero il primo utilizzatore delle armi nucleari sostanzialmente, a un vero e proprio bando dalla comunità internazionale definitivo e irreparabile. Basti pensare a cosa succede agli Stati come per esempio, la Corea del Nord, che non le hanno ancora impiegate contro qualcuno, ma che invece persistono, a differenza delle altre, con i test per lo sviluppo di questo tipo di armi, dal punto di vista missilistico e dal punto di vista delle testate, che rimangono ai margini della comunità internazionale, tagliate fuori da ogni tipo di relazione anche di carattere economico e non soltanto diplomatico.
Questa scommessa sulla razionalità, però, è pericolosa, perché la storia ci insegna che in realtà non sempre gli attori della politica internazionale si muovono in uno stato di completa razionalità; è un po' come quando parliamo di economia: è una finzione giuridica che ci sia una perfetta razionalità dell'attore, tanto dell'uomo economico, quanto dell'attore internazionale. Molto spesso, invece, la persistenza del fattore umano, le questioni legate all'ideologia, le questioni legate alla tenuta dei regimi all'interno dei confini nazionali sono elementi diversi che possono invece, farci percorrere una china che nessuno di noi desidererebbe venisse percorsa. Pertanto, torna di grandissima attualità il tornare a discutere sulla non proliferazione delle armi nucleari, ma addirittura sul loro bando e sulla loro estromissione dal consesso civile delle Nazioni.
Concludo con la battuta che dedicava alle armi nucleari Albert Einstein: "L'uomo ha inventato la bomba atomica, ma nessun topo al mondo costruirebbe una trappola per topi". Noi ormai l'abbiamo costruita; non ci resta che trovare tutti insieme le condizioni e la ragionevolezza per cominciare adesso a liberarcene.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Magliano.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Vorrei intervenire su questo atto; un atto che è frutto del lavoro del Comitato dei diritti umani che, come sa, Presidente, è composto anche da associazioni che da tempo si battono in modo importante, preciso e con costanza sul tema delle armi nucleari. Ha detto bene il Vicepresidente Valle quando parlava della questione della deterrenza: mai come oggi, le politiche della deterrenza sono nelle mani di Stati che, purtroppo rischiano di non vedere, accecati dal desiderio di potere, dal desiderio di allargamento e dal desiderio di sopraffazione di Stati ad essi vicini, il pericolo finale e definitivo dell'utilizzo di queste armi.
Durante il periodo della guerra, che purtroppo stiamo ancora vivendo spesso abbiamo letto il numero di testate nucleari che, in questo momento sono nelle disponibilità di Stati che le hanno prodotte e che sono anche posizionate su Stati che hanno bandito il nucleare, sia come forma di energia sia come forma di controffensiva e offensiva bellica.
Bene che si sia portato in Aula quest'atto; benissimo che sia stato sottoscritto da tutte le forze politiche, come frutto del lavoro nato in seno al Comitato dei diritti umani, ma ci auguriamo venga fatto sempre di più, anche con il prossimo documento, in questa Regione che negli anni si è ritagliata un ruolo importante (pensiamo a tutta la battaglia legata al Tibet e Solidarno??, ma sono anni evidentemente addietro), ponendo sempre attenzione a questi temi. Questa istituzione, in particolare, ha sempre avuto la massima attenzione sul tema dei diritti umani e dei diritti messi in discussione anche solo dalla presenza di questa tipologia di armi.
Il nostro voto, quindi, sarà favorevole e ci auguriamo che, sia in quest'Aula sia con il Comitato dei diritti umani, si possa continuare un lavoro di sensibilizzazione e di presa di posizione politica, come spesso abbiamo fatto, perché occorre che questo segnale parta delle istituzioni regionali.
Grazie, Presidente, ho concluso.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Magliano.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Accossato; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

Mi sembra doveroso intervenire, vista l'importanza dell'ordine del giorno e della mozione, peraltro frutto del lavoro della Commissione diritti umani una Commissione che connota positivamente, ormai da molte legislature, la nostra Regione e il nostro Consiglio regionale nella sua attività e nel suo impegno trasversale e unitario.
Credo sia doveroso sottolineare il voto favorevole del mio Gruppo, ma sarei anche per un impegno più forte rispetto al deliberato. La formulazione del farsi portavoce con il Governo per invitarlo a cercare modalità per aderire al percorso mi sembra frutto di una mediazione molto forte, di cui capisco le motivazioni; voglio però ricordare che in quest'Aula, nella legislatura passata, presentai un analogo ordine del giorno che fu votato (non ricordo nemmeno quale Governo ci fosse in quel momento, perché ne abbiamo cambiati frequentemente), in cui già allora si impegnava il Governo, qualunque fosse, a sottoscrivere. Purtroppo, e devo dire con grande rammarico, si sono succeduti Governi di tutte le tendenze politiche - di destra e di sinistra, praticamente tutte le forze politiche rappresentate in Parlamento con funzioni di Governo - ma la partecipazione dell'Italia, la sottoscrizione dell'Italia a questo trattato non è ancora avvenuta.
Diventa sempre più stringente che ciò avvenga e qualunque Governo lo farà sarà da riconoscere il suo impegno e il suo ruolo, perché questa comunità non può non ricordare come, in questo inizio di secolo, in momenti più complicati della vita politica internazionale, con confronti contrapposti che si opponevano, delle figure politiche completamente diverse su fronti politici opposti riuscirono (penso all'impegno di Reagan e Gorbaciov) a firmare accordi per la riduzione della presenza di armi nucleari.
Noi, invece, quarant'anni dopo, assistiamo all'incapacità di chi si trova su fronti opposti a dialogare e a concordare. Gli accordi vanno fatti tra chi la pensa in modo diverso, non tra chi la pensa allo stesso modo altrimenti non sono accordi. Questo è quello che dobbiamo chiedere oggi di fronte a una guerra che continua a impegnare l'Europa, la guerra Ucraina Russia, rispetto alla quale è davvero indispensabile che si arrivi a trovare la capacità di parlarsi, di dialogare e di trovare soluzioni.
Rispetto a fronti di guerra sempre più numerosi, anziché diminuire l'importanza che gli Stati sottoscrivano questo trattato e che ci siano azioni e prese di posizione forti rispetto al tema del nucleare diventa sempre più importante.
Invece - ahimè e ahinoi - abbiamo sentito parlare con troppa leggerezza anche da parte dell'opinione pubblica, di nucleare. Non so con quale aggettivazione, ma che sarebbe di un livello un po' più in basso e che quindi, non ci farebbe tanto male. È necessario, e spero che si riesca con questa sottoscrizione, non solo che la politica e i Governi prendano una posizione, ma che torni una sensibilità nell'opinione pubblica. La politica ha anche questo ruolo, quello di svolgere un'azione pedagogica di allerta e di indirizzo per tornare a sollecitare una partecipazione piena dei cittadini e una presa di posizione delle nostre comunità rispetto al tema.
Oggi, probabilmente, il parlarne viene visto un po' come "al lupo al lupo" quindi la preoccupazione sembra lontana. Credo che il nostro impegno di oggi, per quanto possa essere modesto, sollecitato dalla Commissione dei diritti umani e che l'Ufficio di Presidenza ha voluto sottoscrivere e portare oggi in discussione, possa svolgerà un'azione in questo senso.
Auspico - e credo che l'Ufficio di Presidenza vorrà, nelle sue forme, farlo con la Commissione dei diritti umani - che ci sia un'azione di informazione e di comunicazione rispetto all'approvazione e divulgazione, dando corso perché non finisce qui, non ci laveremo né la coscienza né le mani con l'approvazione di questo ordine del giorno - al proseguimento di questa sollecitazione e attenzione rispetto a questi temi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Accossato.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gallo; prego.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



PRESIDENTE

Il Consigliere Gallo rinuncia all'intervento.
Se non ci sono altre richieste di intervento sull'ordine dei lavori, metto in votazione l'ordine del giorno n. 845, così come modificato.
Ricordo che il numero legale è 24.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 845, il cui testo come modificato, verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)


Argomento: Diritti umani

Esame ordine del giorno n. 846 presentato da Allasia, Valle, Magliano Zambaia, Graglia e Accossato, inerente a "Sensibilizzare l'intitolazione nei Comuni piemontesi, di piazze dei diritti umani"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 846, di cui al punto 4) all'o.d.g.
La parola alla Consigliera Zambaia per l'illustrazione.



ZAMBAIA Sara

Grazie, Presidente.
Inviterei il Presidente a far diminuire il brusìo.



PRESIDENTE

Colleghi, scusate: lasciate intervenire la Consigliere Zambaia. C'è un brusìo fastidioso che non permette l'ascolto.



ZAMBAIA Sara

Grazie, Presidente.
Si tratta, anche in questo caso, di un ordine del giorno che nasce su impulso dell'attività del Comitato per i diritti umani e civili. Nella fattispecie, rientra proprio tra le proposte di attività, una delle tante che abbiamo proposto nell'arco del 2022 e che abbiamo scelto già qualche mese fa di concretizzare all'interno di questo ordine del giorno.
Si tratta di un documento che ha un unico grande obiettivo, cioè quello di cercare di rendere concreto l'ideale dei diritti umani. Come Comitato regionale per i diritti umani, infatti, noi ci occupiamo quotidianamente come lei ben sa, Presidente, dal momento che presiede il Comitato stesso dei diritti umani e civili, sia dentro che fuori da Palazzo Lascaris e con molteplici strumenti che abbiamo a nostra disposizione Tuttavia spesso c'è, all'interno della società, la tendenza a connotarli come un'entità astratta, anche se in verità stiamo parlando di diritti che possiamo considerare veramente tangibili, proprio perché riguardano la sfera più intima della vita delle persone, il destino dei popoli e delle nazioni, soprattutto se pensiamo a quante situazioni aperte ci sono in questo momento nel mondo tra guerre, conflitti etnici e vessazioni.
Pensiamo, ad esempio - per citare i casi di cronache più recenti - alla devastante condizione in cui si trovano le donne iraniane che stanno combattendo a gran voce, ma anche le donne dell'Afghanistan e le donne africane (giusto per citare i casi di cronaca più recenti).
Per questo motivo abbiamo scelto di racchiudere questo significato all'interno dell'ordine del giorno, cercando di mandare un messaggio agli Enti locali e cercando di concretizzare questo macro principio dei diritti umani e, soprattutto, tutto il grande lavoro che stiamo facendo non solo come Comitato regionale, ma come comunità mondiale. In tutto il mondo sono tantissime e quotidiane le manifestazioni, le prese di posizione su più livelli, anche generazionali, proprio per cercare di tutelare i diritti umani.
L'invito che noi facciamo con questo ordine del giorno è rivolto alle amministrazioni locali, nella fattispecie ai Sindaci, alle loro amministrazioni e agli Enti locali, di intitolare simbolicamente una piazza, una via, una parte del proprio paese o della propria città che amministrano ai diritti umani, in modo tale da poter focalizzare nel tempo anche in modo concreto e quindi non solo come entità astratta, questo grande concetto.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Zambaia.
È aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Brevemente, per ringraziare, anche a nome del Gruppo, del lavoro svolto su questo atto. È evidente che la toponomastica delle nostre città dice quali sono le personalità, i valori, le riorganizzazioni e i soggetti ai quali vale la pena dedicare un luogo fisico, ma anche un ricordo e una memoria.
Dedicare, nei nostri Comuni, le piazze ai diritti umani ha anche un valore educativo, un valore dal quale non possiamo sottrarci. Hanno fatto bene le colleghe che sono intervenute prima, come la Consigliera Accossato sull'atto precedente, a portare l'attenzione su quello che spesso è una anestetizzazione della coscienza civica su quello che accade nel mondo perché tanto è lontano da noi. Forse questa lontananza oggi si è sempre più ridotta, è meno vera sia dal punto di vista geopolitico sia dal punto di vista di ciò che ci riguarda. È innegabile che alcune violazioni dei diritti umani portano con sè un abominio e un'atrocità per il luogo e per lo Stato nel quale vengono commessi, ma poi portano conseguenze dal punto di vista planetario e mondiale e dal punto di vista sociale e giuridico economico.
Da questo punto di vista, siamo una Regione che non si è mai sottratta a chiamare le cose con il loro nome, a capire dove i regimi totalitari stavano sopraffacendo le popolazioni. Dunque, l'idea di impegnare le Amministrazioni ad inserire nella loro toponomastica anche le "piazze per i diritti umani" ci pare un ulteriore segnale forte, sia di monito per ci che è accaduto nella storia, sia di speranza affinché cessi ciò che sta accadendo nell'epoca in cui viviamo, e non accada mai più.
Questo ha la politica come compito; questo è uno dei nostri compiti. Per cui è importante questo lavoro che con la collega Zambaia, con il Presidente Allasia, con i membri dell'Ufficio di Presidenza e del Comitato dei diritti umani e con le associazioni si sta provando a fare, proprio per mettere al centro il motto sul quale è nata, ad esempio, l'Unione Europea i cui padri fondatori sostenevano che ciò che ci unisce è più forte di ci che ci divide.
Questo è un atto che ha questo sapore e siamo ben contenti che sia arrivato in Aula per essere votato.
Grazie, Presidente. Ho concluso.



PRESIDENTE

Grazie. Non essendovi ulteriori richieste di intervento in discussione generale e poiché la Giunta non intende intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale.
Ricordo che il numero legale è 24.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 846, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Esame ordine del giorno n. 914 presentato da Accossato, inerente a "Ristabilire il diritto dei cittadini piemontesi ad ottenere il passaporto in tempi ragionevoli" (rinvio trattazione)


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'ordine del giorno n. 914, presentato dalla Consigliera Accossato, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Chiedo alla prima firmataria, la Consigliera Accossato, se intende intervenire.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Vuole sospendere per due minuti?



ACCOSSATO Silvana

C'è interesse, almeno da parte mia, a portare all'attenzione del Consiglio regionale questo atto di indirizzo; peraltro, ne ho già parlato con alcuni colleghi.
È un ordine del giorno che prende atto di una situazione difficile e complicata, che da tempo ormai - sicuramente da più di un anno, per quanto a mia conoscenza - interessa i cittadini piemontesi (e probabilmente non solo loro), relativamente al rinnovo del passaporto e di altri documenti.
Se c'è la volontà dei colleghi di intervenire e di proporre integrazioni o modifiche, concedo ovviamente la piena disponibilità a sospenderne la trattazione e a riprenderla nel pomeriggio. Io però chiederei che oggi l'Aula si pronunci nel merito; poi ci potrà anche essere un parere contrario e, in tal caso, ne prenderò atto (ovviamente sono da sola, come Gruppo). Se però c'è la volontà di intervenire per proporre delle integrazioni o delle modifiche per ottenere comunque un risultato di attenzione su questo tema, ne chiedo la sospensione e la trattazione nella seduta pomeridiana. Mi dica anche lei, Presidente, cosa ne pensa.



PRESIDENTE

Va bene. Penso che non vi sia nessuna contrarietà a sospendere la trattazione dell'ordine del giorno n. 914 e a rinviarne l'esame appena ci saranno le condizioni per farlo, ma sicuramente nella sessione pomeridiana della seduta.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Esame ordine del giorno n. 473 presentato da Ricca, Gagliasso, Preioni Cerutti, Fava, Cane, Zambaia, Perugini e Marin, inerente a "Adesione alla definizione internazionale di antisemitismo" (rinvio trattazione)


PRESIDENTE

Esame ordine del giorno n. 729 presentato da Graglia, Biletta e Ruzzola inerente a "Adozione della definizione operativa di antisemitismo dell'IHRA e alla nuova strategia UE 2021-2030 per la prevenzione e la lotta contro tutte le forme di antisemitismo" (rinvio trattazione)



PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame degli ordini del giorno n. 473 e n. 729 che vertono sullo stesso argomento, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Poiché il collega Ricca non è presente in aula, chiedo al Vicepresidente Graglia se intende sospenderne la trattazione.



GRAGLIA Francesco

Grazie, Presidente.
Chiederei di rinviarne la trattazione nel pomeriggio, se è possibile.



PRESIDENTE

Va bene, sospendiamo la trattazione.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Esame ordine del giorno n. 696 presentato da Rossi, Salizzoni, Ravetti Marello, Frediani, Bertola, Valle, Sarno e Avetta, inerente a "Adesione della Regione al manifesto 'La salute nelle città: bene comune' e al Progetto C14+"


PRESIDENTE

Esame ordine del giorno n. 648 presentato da Magliano, inerente a "La Regione Piemonte aderisca al manifesto 'La salute nelle città: bene comune'"



PRESIDENTE

Esame ordine del giorno n. 633 presentato da Disabato, Martinetti, Sacco inerente a "La Regione Piemonte aderisca al progetto "'Cities Changing Diabetes'"



PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame degli ordini del giorno n. 696 e n. 648 che vertono sullo stesso argomento, di cui al punto 7) all'o.d.g.
Penso che il collega Rossi, primo firmatario, intenda illustrare l'ordine del giorno n. 696.
Prego, collega; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Si tratta di un ordine del giorno che richiede l'adesione della Regione Piemonte al manifesto "La salute nelle città: bene comune".
L'OMS ha dichiarato che le malattie croniche non trasmissibili sono responsabili dell'86% dei decessi e rappresentano un problema di salute pubblica con il quale si stanno confrontando e si dovranno confrontare i servizi sanitari e le società di tutto il mondo occidentale.
Le malattie croniche sono malattie a forte gradiente socio-economico quindi responsabili di molte diseguaglianze sanitarie presenti anche in Paesi e/o regioni a sviluppo economico avanzato e influiscono negativamente sul benessere della popolazione, soprattutto quella anziana, ma già dagli over 50 in su. Si tratta di patologie cardiovascolari, diabete, obesità alcuni tipi di tumori, ma anche malattie osteoarticolari. I maggiori fattori di rischio derivano da abitudini e stili di vita scorretti, tra i quali il fumo, il consumo inadeguato di alcol, la scorretta alimentazione ma anche la sedentarietà.
Anche l'ambiente, nella sua accezione più completa, è un determinante fondamentale per il benessere psicofisico. La metà della popolazione mondiale vive nelle città ed è proprio nella popolazione urbana che si osserva un significativo aumento delle malattie croniche, tanto che l'OMS ha parlato di una nuova epidemia urbana.
Sulla base di questo programma è stato sviluppato un impegno condiviso e collaborativo per tutti i settori della società: il coinvolgimento del settore sanitario per la prevenzione e la cura di queste malattie croniche non trasmissibili, rafforzando gli interventi che tengono in debito conto tutti i determinanti della salute, attraverso l'attuazione di adeguate politiche intersettoriali a livello nazionale, regionale e locale.
L'attuale quadro strategico dell'Unione europea in ambito di politiche di prevenzione per il contrasto alle malattie croniche non trasmissibili è rappresentato dal Piano nazionale della prevenzione 2014-2018 approvato con l'Accordo Stato-Regioni n. 156 nel 2014, che è già stato prorogato. In più un gruppo di esperti dell'Health City Institute, che è un'organizzazione indipendente, ha presentato il Manifesto "La Salute nelle città: bene comune" per migliorare proprio gli stili di vita e la salute dei cittadini.
Obiettivo del Manifesto è intraprendere azioni per migliorare la salute in Italia, partendo dalle città come luoghi di aggregazione delle esigenze dei cittadini in tema di salute e benessere, ispirandosi a dieci punti qualificanti.
Il primo è che ogni cittadino ha diritto ad una vita sana e integrata nel proprio contesto urbano; il secondo è assicurare un alto livello di alfabetizzazione e accessibilità all'informazione sanitaria per tutti i cittadini. Gli altri punti sono: inserire l'educazione sanitaria in tutti i programmi scolastici; incoraggiare gli stili di vita sani nei luoghi di lavoro, nelle grandi comunità e nelle famiglie; promuovere una cultura alimentare appropriata; ampliare e migliorare l'accesso alle pratiche sportive e motorie; sviluppare pratiche locali di trasporto urbano orientate alla creazione di una vita salutare; creare iniziative locali per promuovere l'adesione dei cittadini ai programmi di prevenzione primaria considerare la salute delle fasce più deboli e a rischio quale priorità per l'inclusione sociale nel contesto urbano; studiare e monitorare a livello urbano i determinanti della salute dei cittadini.
Inoltre, sempre per quanto riguarda il contrasto alle malattie croniche non trasmissibili e, in maniera specifica, per quanto riguarda il diabete di tipo 2, in forte crescita nelle realtà urbane, il gruppo di esperti, con il patrocinio di ANCI e in stretta collaborazione con le società scientifiche e le università italiane, ha promosso il Progetto C14+. Questo Progetto intende fornire nei prossimi anni alle amministrazioni cittadine e alle aziende sanitarie delle Città metropolitane italiane e dei maggiori capoluoghi di provincia informazioni e conoscenze per contrastare il diabete urbano e migliorare la qualità di vita delle persone con diabete.
ANCI, già nel 2020, ha proposto una riflessione compiuta e articolata sulla salute nelle città come bene comune, alla luce dei profondi cambiamenti che l'emergenza COVID ha determinato e determinerà nelle modalità di intervento degli amministratori locali.
L'articolo 9 della nostra legge statutaria regionale promuove e tutela il diritto alla salute delle persone e della comunità piemontese, ma anche l'Ufficio di Presidenza ha istituito nel 2015 gli "Stati generali dello sport" poi divenuti "dello sport e del benessere". Inoltre, in Piemonte è in vigore la legge sulla promozione e valorizzazione dell'invecchiamento attivo e abbiamo appena approvato un'altra legge sulle palestre della salute.
Tutto ciò premesso, con questo atto di indirizzo chiediamo che la Giunta aderisca al Manifesto "La salute nelle città: bene comune" e al Progetto C14+.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Magliano per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 648; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Il mio ordine del giorno ricalca quanto proposto dal collega Rossi. Mi preme, però, informare l'Aula - questo lo dico anche al collega Rossi - che un ordine del giorno simile a mia prima firma è stato collegato ad una legge di bilancio, come fece peraltro il Presidente Stecco con un ordine del giorno simile. Entrambi gli ordini del giorno vennero approvati come collegati al Bilancio per garantire l'adesione o per chiedere al nostro Assessore e alla Giunta di aderire al Manifesto.
Avendo approvato entrambi gli ordini del giorno, se oggi rivotiamo nella stessa direzione con cui l'Aula si è espressa su quegli ordini del giorno collegati al Bilancio è come se chiedessimo nuovamente o comunque cercassimo di capire se il nostro Assessore alla sanità abbia aderito, come hanno fatto altre Regioni.
Nel mio ordine del giorno cito alcune Regioni che hanno già aderito al Manifesto, ad esempio la Regione Marche. Lo ha fatto la Città di Torino mentre altre realtà istituzionali europee hanno predisposto una serie di atti in merito. Non sto ad illustrare i contenuti, perché i dieci punti sono già stati illustrati dal collega Rossi, che ringrazio.
Il dato che emerge è oggettivamente importante. Ricordo solo all'Aula che in questa Carta viene citato che l'86% dei decessi deriva da malattie croniche non trasmissibili e il 77% del carico dei malati e il 75% della spese sanitarie arrivano da malattie non trasmissibili che hanno a che fare con gli stili di vita. Come bene diceva il collega Rossi, spesso sono legati alla condizione economica dei soggetti che hanno questi stili di vita, perché un accesso al benessere nel senso più vero del termine diventa difficoltoso. Per cui, sviluppare politiche in questa direzione sarebbe sensato, anche perché ridurrebbe i costi sanitari, oltre a permettere una maggiore e diffusa qualità della vita.
Concludo, Presidente, sapendo che, rispetto ad un'ipotesi di sostegno da parte della Giunta ai due ordini del giorno, l'Assessore Icardi si è già espresso in maniera favorevole quando.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Scusi, Presidente Magliano. Chiedo a tutti coloro che sono in aula soprattutto a quelli che sono nell'emiciclo e non sono Consiglieri, di tenere un atteggiamento non dico decoroso, ma più rispettoso verso chi interviene. Faccio fatica io, che sono in una posizione privilegiata, a sentire il Presidente Magliano e non oso immaginare la fatica di chi deve poi verbalizzare.
Prego, Consigliere, prosegua.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
L'impegnativa recita: "Impegna il Presidente e la Giunta regionale ad aderire al Manifesto 'La salute nelle città: bene comune', al fine di predisporre anche in Piemonte, come già previsto nella Regione Marche, un piano che delinei i punti chiave e le azioni da mettere in campo a livello regionale per l'attuazione di politiche volte a tutelare e a migliorare gli stili di vita e lo stato di salute dei cittadini piemontesi".
Mi premeva solo ricordare il fatto che due ordini del giorno - uno presentato da me identico a questo e collegato al Bilancio e un altro presentato dal Presidente Stecco - hanno ricevuto parere favorevole ed erano collegati alla legge di bilancio.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Magliano.
Mi scuso con la Consigliera Disabato, in quanto non ho citato anche l'ordine del giorno n. 663 a sua firma, sulla stessa tematica; se vuole illustrarlo, prego.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Presidente, non si deve scusare, perché potevo segnalarlo io prima ricordavo bene che un ordine del giorno analogo fosse stato presentato, se non sbaglio, dal Consigliere Magliano, poi discusso e approvato durante la discussione di bilancio. Ricordo anche che il Consigliere Rossi aveva chiesto la calendarizzazione degli ordini del giorno, perché ne erano stati depositati diversi sullo stesso tema, cioè sull'adesione al manifesto della salute nelle città, che è un tema importante, perché è quanto mai urgente contrastare e pianificare azioni comuni per il contrasto alle malattie croniche. È necessario, inoltre, diffondere delle best practice ovviamente, estendendole a tutto il territorio piemontese, per l'identificazione delle possibili strategie d'intervento che possano essere utilizzate dai decisori che condividono scenari e priorità, ovviamente, di concerto con tutti gli attori del settore e anche con il mondo medico.
Questo manifesto è stato approvato in diverse città e in diverse realtà ed è chiaro che una situazione a macchia di leopardo in Piemonte non sarebbe auspicabile, perché in Città metropolitana, ad esempio, è stato approvato se non sbaglio, nel 2020 o nel 2019; anche la Città di Torino aveva preso atto dell'approvazione di questo manifesto e del recepimento dei contenuti volti a mettere in campo delle azioni per il contrasto alle malattie croniche, in particolare il diabete che coinvolge una larga fetta di popolazione.
Noi auspicavamo, quindi, di estendere l'adesione a questo manifesto anche a livello regionale, proprio per creare una strategia comune, per dare forza agli impegni contenuti all'interno di questo importante documento, dal contrasto alla sedentarietà, ai metodi e alle terapie per contrastare in modo concreto tutte le patologie croniche, come dicevo prima, con particolare attenzione al diabete e, quindi, dare come Regione una linea guida a livello territoriale sulle misure da adottare in modo comune.
Non so se l'Assessore abbia effettivamente dato già seguito a quest'ordine del giorno a prima firma del Consigliere Magliano che è stato approvato a suo tempo; in ogni caso, mi sembra giusto discutere anche gli ordini del giorno che sono stati depositati in periodi precedenti, per fare il punto della situazione su quanto è stato fatto e su quanto si può ancora fare per dare attuazione alle linee guida contenute nel manifesto della salute nelle città.



PRESIDENTE

Grazie.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Poiché non ci sono richieste d'intervento, prima di chiudere la discussione generale, chiedo il parere della Giunta sugli ordini del giorno n. 696 a prima firma Rossi, n. 648 a prima firma Magliano e n. 663 a prima firma Disabato.



GABUSI Marco, Assessore regionale

Il parere della Giunta regionale è favorevole sugli ordini del giorno n.
696, n. 648 e n. 663.



PRESIDENTE

Grazie.
Se non vi sono richieste d'intervento per dichiarazione di voto, procedo con la votazione degli ordini del giorno.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 696, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 648, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 663, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame ordine del giorno n. 752 presentato da Cane, Perugini, Marin Cerutti, Poggio, Gavazza, Stecco, Zambaia, Gagliasso, Demarchi e Leone inerente a "Promozione di attività ed iniziative di comunicazione per una cultura che condanni ogni forma di violenza nei confronti dei lavoratori della sanità"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 752, di cui al punto 8) all'o.d.g.
Il Consigliere Cane oggi è in congedo; chiedo se qualche Consigliere intende illustrarlo.
Prego, Consigliere Lanzo.



LANZO Riccardo

Grazie, Presidente.
Chiederei di rinviarlo alla seduta pomeridiana, quando il collega Cane sarà presente, avendoci anticipato la sua presenza nel pomeriggio.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Esame ordine del giorno n. 910 presentato da Magliano, inerente a "Decreti attuativi previsti dalla legge n. 81 del 2020"


PRESIDENTE

Procediamo dunque con l'esame dell'ordine del giorno n. 910, di cui al punto 9) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
È un ordine del giorno che parla di una patologia, l'emicrania.
Vado a leggere il dispositivo.
Premesso che, secondo i dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità l'emicrania rappresenta la terza patologia più frequente e la seconda più disabilitante, colpisce circa il 12% degli adulti in tutto il mondo con una prevalenza tre volte maggiore nelle donne e in Italia 6 milioni di persone ne soffrono e, di queste, 4 milioni sono donne, l'emicrania è una patologia ad alto impatto economico, sociale e lavorativo (come ben potete immaginare colleghi).
Il 12/8/2020 è entrata in vigore la legge n. 81 del 14 luglio 2020 "Disposizioni per riconoscimento della cefalea primaria cronica come malattia sociale" (pertanto, è una legge già votata dal Parlamento). Dato atto che il comma 2 della suddetta legge stabilisce che "Con decreto del Ministro della salute, da adottare entro 180 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, previa intesa sancita in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e di Bolzano, sono individuati, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, progetti finalizzati a sperimentare metodi innovativi di presa in carico delle persone affette da cefalea nelle forme di cui al comma 1, nonché i criteri e le modalità con cui le Regioni attuano i medesimi progetti".
Rilevato che, a oggi, non sono stati ancora emanati i decreti attuativi previsti dalla legge n. 81 del 14 luglio 2020; constatato che il 46% degli italiani con emicrania attende più di cinque anni per ricevere un trattamento efficace, tali ritardi provocano un significativo peggioramento della qualità della vita di queste persone, con ripercussioni sulla vita sociale, lavorativa e familiare.
Come ben si può immaginare, pensate all'attività lavorativa, al carico sociale o al carico familiare, anche perché, nelle percentuali di cui vi parlavo, questa patologia, purtroppo, impatta in modo più importante sul genere femminile.
Considerato che l'approvazione da parte del Senato, nel luglio 2020, del testo unificato del disegno di legge per il riconoscimento della cefalea cronica come malattia sociale invalidante ha rappresentato un primo importante passo, in assenza dei decreti attuativi, com'è ben chiaro all'Aula, non è possibile garantire un'adeguata e tempestiva presa in carico delle persone che soffrono di cefalea cronica. Con questo atto, si impegna il Presidente e la Giunta regionale a farsi promotore verso il Governo al fine di sollecitare l'emanazione dei decreti attuativi previsti dalla legge n. 81 del 14 luglio 2020.
La legge c'è già, dobbiamo solo, da questo punto di vista, sviluppare un'azione di pressione politica a questo nuovo Governo, affinché possa emanare i decreti attuativi, discutendo anche in Conferenza Stato-Regioni.
Mi sembra un atto che questa Giunta possa fare, come abbiamo chiesto, come Gruppo consiliare a suo tempo (che venne poi approvato), di sollecitare lo sblocco dei fondi per il 5 per mille, poi avvenuta per le soglie più basse.
Chiediamo che, da questo punto di vista, ci sia una sensibilità dell'Aula.
La legge c'è già, il Governo deve solo mettere mano ai decreti attuativi e discuterli in Conferenza Stato-Regioni.
A mio parere, è una battaglia di civiltà. Come Gruppo consiliare abbiamo avuto la possibilità di incontrare i rappresentanti delle Associazioni che si occupano di questo tema; per troppo tempo non si è voluto affrontare questa patologia, oggettivamente invalidante e che rende la vita assai più difficile di quella di tutti gli altri per chi ne è affetto.
Grazie, Presidente, ho concluso. Spero che l'Aula possa cogliere la finalità ultima di questo atto e quindi votare favorevolmente.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Prego, Consigliere Ruzzola.



RUZZOLA Paolo

Grazie, Presidente.
Le chiederei gentilmente di sospendere dieci minuti la seduta per mettere in campo un confronto fra i Capigruppo di maggioranza e di minoranza proprio per acquisire gli elementi per le votazioni.
Grazie.



PRESIDENTE

Va bene, se nessuno è contrario sospendiamo la seduta per qualche minuto.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.19, riprende alle ore 12.30)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Avevamo sospeso i lavori su richiesta del Consigliere Ruzzola.
L'ordine del giorno n. 910 era stato illustrato.
Non vi sono richieste di intervento in discussione generale e la Giunta non intende intervenire per esprimere il parere.
Ricordo che il numero legale è 24.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 910, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale.
Penso che ci siano le condizioni per sospendere la seduta e riprenderla dopo l'esame del question time, che sarà alle ore 14.
Ricordo a tutti che, dopo il question time, ci sarà la commemorazione dell'ex Consigliere Riba e riprenderemo la seduta dalla votazione dell'ordine del giorno n. 910.
La seduta è sospesa.



(La seduta è sospesa alle ore 12.33)



GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori proseguono alle ore 14.10 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)



PRESIDENTE

Per delega del Presidente Stefano Allasia, dichiaro aperta la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
In merito allo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, come recita l'articolo 100 del Regolamento, oggi si provvederà a rispondere come segue: interrogazione a risposta immediata n. 1264 presentata dal Consigliere Sean Sacco, cui risponderà l'Assessore Luigi Icardi interrogazione a risposta immediata n. 1266 presentata dal Consigliere Domenico Ravetti, cui risponderà l'Assessore Luigi Icardi; interrogazione a risposta immediata n. 1270 presentata dalla Consigliera Sarah Disabato, cui risponderà l'Assessore Luigi Icardi; interrogazione a risposta immediata n.
1271 presentata dal Consigliere Silvio Magliano, cui risponderà l'Assessore Luigi Icardi; interrogazione a risposta immediata n. 1265 presentata dal Consigliere Diego Sarno, cui risponderà l'Assessore Fabrizio Ricca interrogazione a risposta immediata n. 1269 presentata dalla Consigliera Silvana Accossato, cui risponderà l'Assessore Fabrizio Ricca interrogazione a risposta immediata n. 1267 presentata dal Consigliere Ivano Martinetti, cui risponderà l'Assessore Marco Gabusi; interrogazione a risposta immediata n. 1268 presentata dalla Consigliera Monica Canalis, cui risponderà l'Assessore Marco Gabusi.
Invito gli Assessori che rispondono alle interrogazioni a disporre l'invio delle risposte tramite posta elettronica agli interroganti e all'Ufficio Aula.
Ricordo agli interroganti che nel resoconto della seduta, trasmessa via mail in visione a tutti i Consiglieri intervenuti dall'Ufficio Resocontazione prima della pubblicazione e poi pubblicato integralmente in banca dati, è reperibile la trascrizione integrale di tutti gli interventi sia degli interroganti sia degli Assessori che rispondono.
Ricordo, inoltre, che l'interrogante ha tre minuti a disposizione per l'illustrazione, mentre il componente della Giunta ha a disposizione cinque minuti per la risposta e non sono previste repliche.
Invito gli Assessori e i Consiglieri ad attenersi rigorosamente ai tempi.


Argomento: Presidi privati di diagnosi e cura - Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1264 presentata da Sacco, inerente a "Chiusura Casa di Riposo di Asti. Cosa intende fare la Regione?"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1264.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione il Consigliere Sean Sacco.
Prego, collega; ne ha facoltà per tre minuti.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
La Casa di Riposo Città di Asti, di seguito semplicemente Maina, è stata oggetto di commissariamento con la delibera di Giunta Regionale n. 12-2964 del 29 febbraio 2016, a causa delle dimissioni del precedente Consiglio di Amministrazione e per la decisione del Comune di Asti e della Cassa di Risparmio di Asti.
In data 15/11/2016, con la deliberazione commissariale n. 53 è stato approvato il piano industriale 2017-2021, che doveva definire la linea strategica e operativa per il successivo quinquennio, al fine di ricondurre il Maina in una situazione di equilibrio finanziario, senza, nel contempo arrecare pregiudizio ai servizi e garantendo i livelli occupazionali della struttura.
Il Consigliere comunale Massimo Cerruti aveva presentato già nel 2017 una mozione con la quale si evidenziava la discrasia tra il piano industriale e il preventivo per l'anno 2017 relativamente al monte-rette: il preventivo per l'anno 2017 riportava, infatti, un valore pari a 7.065.300 euro, contro i 7.500.572 euro previsti dal piano industriale.
Per quanto riguarda i costi delle pulizie e i servizi infermieristici inoltre, nel piano industriale si individuava un costo annuo di 250.000 euro, mentre nel preventivo tale voce risultava pari a 730.000 euro.
Lo stesso piano industriale prevedeva un forte calo dell'avanzo a partire dal 2019-2020 per una riduzione delle rette conseguenti al ridimensionamento della struttura al termine dell'intervento straordinario di ristrutturazione, e un'invarianza strutturale dei costi operativi a causa della rigidità della spesa, non essendo possibile contenere le uscite per l'acquisto degli alimenti e dei servizi di pulizia e infermieristici in quanto i contratti non erano parametrati alle reali presenze.
La Casa di Riposo di Asti è l'IPAB più grande del Piemonte, la seconda in tutta Italia.
La Regione Piemonte, stando a quanto affermato dai sindacati, ha rifiutato di dialogare con tutti gli organi decisori nonostante mesi di richieste di interlocuzione. Inoltre, la Regione Piemonte, nonostante abbia a disposizione Assessori rappresentanti di quel territorio, ha disertato anche il più recente tavolo di crisi convocato dal Prefetto di Asti.
La chiusura al 31 dicembre 2022 vorrebbe dire lasciare senza lavoro più di 120 operatori sociosanitari, senza posto 120 ospiti della struttura e senza fissa dimora 35 persone che alloggiano nel dormitorio maschile come ospiti.
Inoltre, spostare in così poco tempo gli anziani ospiti potrebbe voler dire causare danni psicologici irreparabili, ma a oggi non sappiamo come verranno ricollocati i lavoratori e le lavoratrici dipendenti che non possono nemmeno usufruire di adeguati ammortizzatori sociali per via dei loro contratti.
Il ricollocamento degli ospiti della struttura non avverrà all'interno della città di Asti, ma saranno divisi in parte nel nord dell'Astigiano e in parte a sud, con conseguente disagio per le famiglie.
Alla luce della situazione testé illustrata, chiediamo alla Giunta regionale come intenda porvi rimedio.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Sean Sacco per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Rispondo in nome e per conto dell'Assessore Marrone, che non è potuto essere presente.
Come lei ha giustamente sottolineato, la situazione della Casa di Riposo Città di Asti è quella di una crisi che si protrae da molti anni, con gestione commissariale e quant'altro. Ma i punti su cui sarebbe opportuno focalizzarsi sono certamente la ricollocazione degli ospiti e il destino dei lavoratori che svolgono la loro attività presso la struttura.
Noi siamo stati convocati intorno al 20 dicembre dal Prefetto di Asti insieme all'Assessore Gabusi, qui presente, e al Vicepresidente Carosso che ci ha informati di una situazione molto difficile da sostenere, così come l'impossibilità, confermata dallo stesso Commissario, di far proseguire l'attività della struttura, per cui contestualmente ha rassegnato le sue dimissioni ed è partito un piano di emergenza per la ricollocazione di tutti gli ospiti.
Mi risulta che tutti i 150 ospiti della struttura siano stati ricollocati in altre strutture limitrofe. Le assicuro che in dieci giorni non è stata una cosa facile, ma si è riusciti a farla. Proprio domani, alle ore 10.30 si terrà un incontro con i sindacati in merito al destino degli operatori: in parte sono lavoratori somministrati, in parte sono dipendenti. Si sta cercando di trovare una soluzione, in collaborazione con la Prefettura e con i sindacati, per dare sostanzialmente un futuro anche ai lavoratori della struttura oggi chiusa.
Mi permetto di dire che, sentita la struttura, abbiamo confermato tutti i dati autorizzativi su tutti i posti letto presenti. Tuttavia, è fuori discussione che anni e anni di mancati investimenti hanno portato a una situazione non solo di debito della struttura, ma anche di carenze strutturali che necessitano di un'importantissima attività di ristrutturazione, che credo e spero nei prossimi periodi il Comune trattandosi di un'IPAB che è una struttura pubblica, voglia avviare.
Domani sarò collegato in video e ci saranno gli Assessori competenti per la definizione di un percorso che possa trovare, come mi auguro, una completa ricollocazione dei lavoratori dipendenti della struttura.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1266 presentata da Ravetti, inerente a "Chiarimenti in merito al futuro del servizio di neuropsichiatria dell'Ospedale infantile 'Cesare Arrigo' di Alessandria"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1266.
La parola al Consigliere Ravetti per l'illustrazione.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Assessore, in questi giorni ho letto le sue valutazioni anche in risposta ad alcune mie altrettante valutazioni rese pubbliche circa il futuro delle strutture ospedaliere pubbliche della provincia di Alessandria, in particolare quelle di Alessandria. Così come me, lei sa che è fondamentale tracciare a terra segni ben leggibili, che permettano a tutti di conoscere il presente e il futuro. Serve ai cittadini e serve agli operatori sanitari che lavorano all'interno delle strutture e, ovviamente, serve anche alle istituzioni.
In questa fase, c'è un'elaborazione progettuale che deve emergere con più chiarezza e prendo atto del fatto che lei abbia già detto che esiste questa elaborazione progettuale. Credo che la mia interrogazione rappresenti un'occasione per fare emergere alcuni spunti di quella elaborazione.
A causa del poco tempo che ho a disposizione le dico subito, Assessore anche se non c'entra con l'interrogazione - che dovremmo tutti insieme, io e lei per primi, aprire un dibattito pubblico rispetto alla trasformazione dell'Azienda ospedaliera alessandrina in un'ipotetica Azienda universitaria ospedaliera. Dovremmo insieme porre fine al fiume di parole riguardanti la realizzazione del nuovo Ospedale di Alessandria e dare certezze rispetto al presente e al futuro del cosiddetto "Ospedaletto", il quale, pur essendo uno dei 13 ospedali infantili del nostro Paese, è l'unico in Italia ubicato in una città non capoluogo di Regione. Avremo modo di riflettere e di analizzare in maniera più approfondita gli interventi necessari per la riqualificazione edilizia, ivi compreso l'impegno di spesa che, in quota parte, ha come sostegno una donazione di circa quattro milioni di euro.
Pertanto, torneremo sull'argomento.
Nello specifico, l'occasione oggi è per interrogarla sul presente e sul futuro dell'importante Servizio di Neuropsichiatria infantile presente all'interno dell'Ospedaletto.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Ravetti per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Icardi, che ha pertanto facoltà di intervenire per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore all'edilizia sanitaria

Grazie, Presidente.
In premessa do subito la disponibilità a discutere della futura Azienda Ospedaliera Universitaria del "Cesare Arrigo e Biagio" di Alessandria e anche sulla collocazione e sulle procedure per il nuovo Ospedale di Alessandria, considerato che, come lei ben sa (forse anche meglio di me) c'è la necessità di avere un nuovo ospedale ad Alessandria. È una necessità presente da tanti anni e credo che su questo nessuno possa dissentire.
Devo dire che mi hanno un po' stupito le sue preoccupazioni sull'Ospedaletto, perché non c'è alcuna intenzione da parte del sottoscritto né di annetterlo a un'altra struttura torinese né di ridurre o di comprimere le attività e i servizi che offre alla popolazione.
In verità, c'è il progetto di costituire una Rete pediatrica piemontese coordinata, i cui punti di riferimento ospedalieri non possono che essere l'Ospedale Regina Margherita di Torino e l'Ospedaletto infantile di Alessandria, che è e resterà saldamente incardinato presso l'Azienda Ospedaliera di Alessandria. Questo lo dico con molta chiarezza, perch organizzare una rete pediatrica non significa schiacciare le autonomie degli ospedali né tantomeno le esigenze della popolazione, ma significa coordinare le azioni, in modo da dare una risposta più efficiente e più efficace alla popolazione.
È e resterà l'Ospedaletto di Alessandria, legato all'Azienda Ospedaliera alessandrina con una serie di servizi e anche di interventi.
Lei ha citato la donazione che ha dato luogo a una gara di progettazione per circa quattro milioni di interventi, cui seguiranno ulteriori quattro milioni di potenziamento per le attività interne all'Ospedaletto. Pertanto c'è un'attenzione elevata rispetto all'Ospedaletto infantile di Alessandria, che certamente non verrà meno.
Facendo riferimento al quesito posto nell'interrogazione circa la struttura complessa di Neuropsichiatria infantile, preciso che la struttura è destinata a mantenere tale qualifica. Se è vero che di recente essa ha sofferto qualche criticità di personale medico (ahimè, tutta l'Italia sta soffrendo di questo), è altrettanto vero che il ricorso temporaneo a convenzioni con altre Aziende sanitarie (ahimè, a gettonisti) è limitato al mantenimento del servizio di pronta disponibilità. Sono garantite le attività ambulatoriali e i day hospital, mentre per i ricoveri è garantita la presa in carico di pazienti con problematiche neurologiche in capo alla struttura complessa di pediatria, in stretta collaborazione specialistica dei neuropsichiatri infantili, utilizzando i quattro posti letto, che rimangono quale dotazione della Neuropsichiatria infantile.
Come ho già detto, tale situazione è da intendersi quale momento di transizione, in attesa della piena ricostituzione dell'organico medico, a testimonianza della condivisione, specie nell'attuale fase storica, di un ruolo centrale di questo servizio, a tutela del benessere mentale dell'infanzia e dell'adolescenza. Ho voluto precisare questo, visto che l'interrogante l'ha chiesto.
Torno a ribadire il fatto che l'ospedale resterà oggetto di importanti interventi di riqualificazione e ristrutturazione e resterà in piena autonomia, dipendente dall'Azienda Sanitaria Ospedaliera. Cercheremo di coordinare, di fare una rete pediatrica piemontese, in modo da valorizzare le due strutture ospedaliere, che ho citato prima, e tutti i reparti coordinandoli per assicurare la maggiore qualità di servizio e la maggiore efficienza ai servizi per i nostri bambini.



PRESIDENTE

Grazie.
Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1270 presentata dalla Consigliera Disabato, che però non vedo presente in aula. Pertanto, passiamo all'esame dell'interrogazione successiva.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 1271 presentata da Magliano inerente a "Servizio di Continuità Assistenziale: visitati solo tre malati su 100. Cosa farà la Giunta in merito?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1271.
La parola al Consigliere Magliano per l'illustrazione.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Il Servizio di Continuità Assistenziale (ex Guardia medica), in caso di assenza del medico di famiglia, garantisce gratuitamente l'assistenza medica di base per situazioni non urgenti che rivestono carattere di non differibilità. La condizione di non differibilità è relativa a problemi che richiedono un intervento del medico e non possono essere rinviate all'orario di presa in carico del medico curante. Si tratta di una situazione diversa dalla "urgenza/emergenza" assicurata dal 118 evidentemente.
Il servizio è attivo sette giorni su sette, dalle ore 20 alle ore 8 del mattino successivo (il sabato e prefestivi anche dalle ore 10 alle ore 20 e domenica e festivi anche dalle ore 8 alle ore 20), i medici del servizio allertati dalla centrale unica armonizzata 116117 (numero europeo armonizzato, unico a livello regionale) effettuano le seguenti prestazioni: visite mediche; prescrizione di farmaci per le terapie d'urgenza o per un ciclo di massimo tre giorni; proposte di ricovero ospedaliero in caso necessità; rilascio di certificati di malattia, in caso di necessità, per un periodo massimo di tre giorni. Tuttavia, a noi risulta che quello rilasciato dalla guardia medica valga soltanto per un giorno; questo l'ho aggiunto, valuterà l'Assessore se includerlo nella risposta.
Il servizio è rivolto a tutta la popolazione di ogni fascia d'età ed è assicurato a tutti gli assistiti del Servizio sanitario Regione Piemonte.
Da fonti giornalistiche è emerso che in questo periodo di pausa natalizia il servizio di continuità assistenziale nel Torinese ha faticato a rispondere adeguatamente alle richieste di salute degli utenti, provocando un vero e proprio assalto ai Pronto soccorso.
Nelle giornate dalla vigilia dell'Epifania a sabato compreso sono giunte quasi 8.400 chiamate al numero unico regionale: richieste di visita per decessi in casa, telefonate d'aiuto, ricerca di un medico disponibile.
Considerato, inoltre, che più di 5.000 richieste d'aiuto sono state evase mediante consulti medici esclusivamente telefonici, che circa 3.000 persone sono state visitate in uno degli ambulatori della medicina di continuità con picchi di attesa elevati (alla vigilia dell'Epifania, alle ore 17 nella sede della guardia medica di via Farinelli vi erano 30 persone in coda e due ore d'attesa per un consulto terminato senza ricevere una visita), che tempi d'attesa simili si sono verificati anche in altre sedi e che delle 8.000 persone che necessitavano di un medico neanche 300 sono state visitate a casa (dato che corrisponde al 3% del totale).
Infine, a fronte di un numero di medici di guardia medica pressoch identico in proporzione alle dimensioni del territorio, le visite a domicilio del torinese corrispondono a un terzo di quelle che sono state effettuate ad Alessandria. Ricordo che il parametro utilizzato per assegnare personale è uguale ovunque nel Piemonte, un medico di servizio ogni 5.000 abitanti, ciononostante il numero dei medici in servizio nel Torinese è considerato insufficiente. Infatti, i cittadini prendono d'assalto sistema 118 e i Pronto soccorso, perché privi di orari di apertura e chiusura, i quali dovrebbero essere utilizzati esclusivamente per le emergenze riservate solo ai pazienti in fase acuta.
Tutto ciò premesso, si rendono necessari interventi strutturali per migliorare il servizio di continuità assistenziale reso alla popolazione.
Interrogo, quindi, l'Assessore, che ringrazio, per sapere quali misure intenda mettere in atto la Giunta regionale per garantire ai cittadini un servizio di continuità assistenziale pienamente funzionale ed efficiente.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola all'Assessore Icardi per la risposta.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Le criticità espresse dall'interrogante e anche rilevate da qualche articolo di giornale trovano in parte una motivazione da una ormai atavica situazione di carenza di personale e una relativa mancata programmazione che deriva proprio dalla mancanza di personale: i nostri bandi di concorso per guardia medica vanno deserti. Non posso "stampare" i medici, non li posso creare, purtroppo, e i bandi vanno deserti.
Di fronte a questa situazione, la risposta risulta estremamente inferiore rispetto alle necessità e al numero di abitanti (parametro abitanti/medico). Inoltre, a livello regionale, secondo le stime delle ultime ore, su 340 incarichi vacanti, ben 327 sono ancora inevasi. La situazione, quindi, è la seguente: abbiamo bandito i concorsi, abbiamo chiesto di partecipare agli incarichi, ma oltre il 90% di questi sono andati deserti.
Per quanto riguarda la città di Torino, l'Azienda sanitaria, per affrontare in modo adeguato la riorganizzazione attuata a seguito dell'attivazione del numero unico europeo (116117) - ricordo l'obbligo da parte di Regione Piemonte di adeguarsi al numero unico europeo e lo abbiamo fatto non senza difficoltà in tutte le Aziende sanitarie - ha convenzionato nuovi medici con tutte le forme contrattuali possibili, passando da un monte ore settimanali di 1.638 nel 2018 alle attuali 1.800 ore settimanali, pur con le difficoltà che ho citato prima; un monte ore condiviso anche con le organizzazioni sindacali. In aggiunta a tale risorsa, è stato costituito un pool di altri 20 medici reperibili, proprio per sopperire alle eventuali assenze dei medici titolari.
La Regione Piemonte, in aggiunta, con DGR del 29 dicembre 2021, n. 14-4467 prorogata con ulteriore DGR del 28 dicembre 2022, volta a introdurre misure necessarie a fronteggiare l'attuale carenza di medici, ha anche provveduto a inserire meccanismi di vicariamento di postazioni territoriali, qualora queste risultassero (come sono risultate) completamente scoperte.
Con l'introduzione, dicevo, del numero unico l'attività di tutto il sistema, compresa quella dei medici, è monitorata in modo puntuale dalla Regione. Ovviamente, ci sono dei software standardizzati molto puntuali che gestiscono il numero unico 116117, volti a introdurre quelle misure.
Qui va anche precisato che i professionisti che operano in continuità assistenziale sono medici convenzionati, quindi liberi professionisti, per cui la strategia di approccio al paziente è certamente una esclusività a carico esclusivo del professionista, secondo scienza e coscienza. Questo per quanto riguarda le altre osservazioni chi mi aveva posto.
Infine, occorre notare che, rispetto alle aree territoriali periferiche caratterizzate da maggiori distanze, nell'area cittadina i punti di erogazione sono maggiormente prossimi ai pazienti. Da questo derivano anche le diverse modalità organizzative in Piemonte.
Le difficoltà lei le conosce meglio di me, avendo letto i numeri: su 340 327 sono scoperti. Facciamo il possibile, con misure accessorie e compensative, per garantire il servizio che, come lei ha ricordato bene non è un servizio d'emergenza, ma è quel servizio di continuità degli ambulatori dei medici di medicina generale per le ore notturne.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi per la risposta.


Argomento: Sport - Tempo libero: argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 1265 presentata da Sarno, inerente a "Chiarimenti in merito alle seggiovie comunali Frais-Sausea e Chiomonte Frais"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1265.
La parola al Consigliere Sarno per l'illustrazione.
Prego, Consigliere; ne ha facoltà per tre minuti.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
La stazione sciistica del Pian del Frais venne individuata stazione olimpica di allenamento per le Olimpiadi del 2006, con uno stanziamento di 4.132.000 euro per la realizzazione, tra il 2007 e il 2010, di due seggiovie biposto.
La Fondazione Torino XX Marzo sembra interessata a fare un investimento sempre sulla stessa zona, per un importo di 3.500.000 euro, lavori che per non sono mai stati eseguiti e di cui non si vede la luce.
Nel Comune di Chiomonte ci sono impianti di risalita pubblici e privati. Le due seggiovie hanno avuto la prima apertura nell'inverno 2011, ma questa apertura ha funzionato un po' a singhiozzo e per anni alterni. Le due seggiovie sono ferme: una, da marzo 2018, l'altra da settembre 2017.
Il Comune di Chiomonte, a nostra informazione, dal 2018 non effettua gare d'appalto per la gestione degli impianti medesimi, però le amministrazioni comunali precedenti sono riuscite, seppure con grande difficoltà, ad aprire gli impianti stessi. Gli impianti privati sono stati gli unici a essere aperti durante le ultime stagioni invernali, mentre le seggiovie pubbliche sono rimaste chiuse negli ultimi quattro anni.
Gli impianti di risalita, come sappiamo Presidente, rappresentano una grande occasione per quell'area e un vero perno fondamentale del turismo montano e dello sviluppo economico e demografico, ovviamente locale. La situazione ormai, come dai dati che abbiamo citato, si protrae da lungo tempo e non sembra si stia facendo abbastanza per cambiare rotta nonostante il Consiglio comunale di Chiomonte sia stato interpellato, anche nell'ultimo periodo, con un'interrogazione depositata e presentata il 16-12 2022, cui però non c'è stata una sostanziale e vera risposta.
Ultimamente è stata presentata anche una mozione, una mozione abbastanza generale, su un impegno proprio per la stagione invernale 2022-2023 mozione che è stata bocciata.
Siamo qui per portare il tema nell'aula del Consiglio regionale, visto anche quello che sta capitando nelle nostre valli per la mancanza di neve quindi un comparto in difficoltà. Per queste ragioni, interroghiamo la Giunta, l'Assessore e il Presidente Cirio per sapere se la Regione è a conoscenza della situazione illustrata e, soprattutto, cosa intenda fare per contribuire a sbloccarla e se non reputi necessario, a questo punto, un intervento diretto al fine di superare l'annosa questione.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Diego Sarno per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Fabrizio Ricca.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



RICCA Fabrizio, Assessore allo sport

Grazie, Presidente.
Ringrazio il Consigliere Sarno per darci la possibilità di raccontare la situazione del Pian del Frais.
Ovviamente la Regione Piemonte è a conoscenza della complessa situazione della stazione sciistica del Pian del Frais in Valle Susa, con particolare riguardo alla prolungata inattività delle seggiovie "Frais-Sausea" e "Chiomonte-Frais", di proprietà del Comune di Chiomonte e alle difficoltà gestionali degli impianti di risalita di proprietà privata.
L'Amministrazione regionale, tuttavia, non è titolare di un potere sostitutivo nei confronti del Comune per la riattivazione delle seggiovie che potrà avere luogo soltanto mediante l'individuazione di un soggetto gestore, ai sensi della normativa vigente in materia di contratti pubblici.
L'Assessorato allo Sport, alla luce degli obiettivi di sostegno alla fruizione turistico-sportiva della montagna piemontese in sicurezza mediante gli sport invernali previsti dalla LR 2/2009, si impegna a convocare un tavolo di confronto con l'Amministrazione comunale e i proprietari degli impianti privati, atto a individuare soluzioni utili per consentire, in un orizzonte temporale ragionevole, la riapertura al pubblico della stazione sciistica e il regolare funzionamento degli impianti di risalita.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Fabrizio Ricca per la risposta.


Argomento: Fondi sanitari

Interrogazione a risposta immediata n. 1270 presentata da Disabato inerente a "Riparto dei fondi trasferiti dall'INAIL al Fondo Sanitario Nazionale per l'attività di compilazione e trasmissione, per via telematica, dei certificati medici di infortunio e malattia professionale di cui all'articolo 53 del DPR n. 1124 /1965, da parte dei medici e delle strutture sanitarie competenti del Servizio Sanitario Nazionale"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1270.
La parola la Consigliera Disabato per l'illustrazione.
Prego, Consigliera; ne ha facoltà per tre minuti.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Come citato nel titolo, l'articolo 1, comma 526, della legge 30 dicembre 2018, n. 145, prevede che l'Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL), a decorrere dal 1° gennaio 2019 trasferisca annualmente al Fondo Sanitario Nazionale l'importo di 25 milioni di euro, mediante versamento all'entrata del bilancio dello Stato e successiva riassegnazione alla spesa da ripartire tra le Regioni e le Province autonome, in sede di disposizione della proposta di riparto della quota indistinta delle risorse relative al fabbisogno standard nazionale.
Per gli anni successivi, dal 2019, tale importo è maggiorato del tasso di inflazione programmato dal Governo.
Il comma 527 dell'articolo 1 della legge sopra richiamata stabilisce che "quota parte dei trasferimenti dell'INAIL, di cui al comma 526 determinata con intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, in deroga a quanto disposto dal comma 2 dell'articolo 23 del decreto legislativo 25 maggio 2017, n. 75, implementa, per il personale dipendente del Servizio Sanitario Regionale, direttamente i fondi di ciascuna azienda o ente per la contrattazione decentrata integrativa".
In pratica si tratta di fondi che ogni anno vengono trasferiti alle Regioni e ripartiti tra le varie ASL, proprio per finanziare le operatività che abbiamo citato prima per la registrazione, la compilazione e la trasmissione, per via telematica, dei certificati medici di infortunio e malattia professionale di cui all'articolo 53 del decreto del Presidente della Repubblica n. 1124 del 1965. È una funzione estremamente importante soprattutto se parliamo di malattie professionali. È un tema che, in realtà, passa spesso in sordina, perché si parla tantissimo di infortuni sul lavoro e di incidenti, ma sulle malattie professionali ci sono dei fondi dedicati che vanno a finire direttamente alle Regioni e che vengono ripartiti tra le ASL.
Una considerazione prima di fare la richiesta all'Assessore. Nel corso della seduta del 25 maggio 2022, in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, si è ritenuto necessario dare attuazione ai citati commi, il 527 e il 528 dell'articolo 1 della legge 145/ 2018.
All'interno del documento "Intesa, ai sensi dell'articolo 1, comma 527 e 528 della legge n. 145 del 30 dicembre 2018, tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano concernente il riparto dei fondi trasferiti dall'INAIL al Fondo Sanitario Nazionale per l'attività di compilazione e trasmissione, per via telematica, dei certificati medici di infortunio e malattia professionale di cui all'articolo 53 del DPR n.
1124/1965, da parte dei medici e delle strutture sanitarie competenti del Servizio Sanitario Nazionale", le risorse trasferite annualmente al Fondo Sanitario Nazionale vengono effettivamente elargite dall'istituto INAIL ed assegnate a ciascuna Regione.
Noi vogliamo sapere, alla luce degli articoli citati e di questi commi come questi fondi siano stati destinati effettivamente alle Aziende Sanitarie Locali e ospedaliere piemontesi per conoscerne il riparto.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Disabato per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore; ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
A riscontro dell'interrogazione, richiamo la nota n. 30727 del 17 agosto 2022 che aveva a oggetto "Richiesta dati nell'ambito dei certificati medici ed infortunio e di malattia professionale, di cui all'articolo 53 del DPR 1124 del 1965 da parte dei medici e delle strutture sanitarie competenti del Servizio Sanitario Nazionale".
Il competente Settore regionale ha formalizzato la richiesta dati alla Direzione regionale Piemonte dell'INAIL circa il numero totale di certificazioni per infortuni e malattie professionali, di cui all'articolo 53 del citato DPR, per ogni singolo medico delle strutture sanitarie competenti e del servizio sanitario per gli anni 2019, 2020 e 2021. La quota per l'annualità del 2021 è accantonata con deliberazione della Giunta regionale 2-4147 del 24 novembre 2021. Tale deliberazione dà atto che la GSA, cioè il bilancio della sanità, con le quote ripartite per il 2021, è tenuta ad assicurare, tra l'altro, la quota proveniente dall'INAIL per finalizzazioni di cui all'articolo 1, commi 526 e 528 della legge 145/2018.
In data 25 ottobre 2022 è stata siglata, nelle more dell'istruttoria di riparto, l'intesa regionale con le organizzazioni sindacali della dirigenza area sanità che, al punto 5, definisce i criteri di riparto e l'utilizzo di quota parte dei fondi spettanti alla Regione Piemonte, così come trasferiti dall'INAIL, al Fondo Sanitario Nazionale come previsto precisamente all'articolo 1, commi 526 e 527 della legge n. 145 del 30 dicembre 2018.
Infine, come ultimo atto, è in corso di finalizzazione la richiesta di integrazione informativa della succitata nota 30-727 di agosto 2022 riguardante l'anno 2022, le cui risorse sono state impegnate a favore delle Aziende Sanitarie Regionali per le finalità della presente dissertazione con la determina dirigenziale n. 2707 del 29 dicembre 2022.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi per la risposta.


Argomento: Polizia rurale, urbana e locale

Interrogazione a risposta immediata n. 1269 presentata da Accossato inerente a "Costo calendario 2023 Polizia Locale Regione Piemonte"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1269.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione la Consigliera Silvana Accossato.
Prego, Consigliera; ha facoltà di intervenire per tre minuti.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Come abbiamo scritto nell'interrogazione, siamo venuti a conoscenza di un'iniziativa della Regione di un calendario dedicato e destinato alla Polizia locale con immagini che riguardano gli agenti e inviato al personale del corpo.
Ovviamente non possiamo che condividere gli apprezzamenti sul ruolo della Polizia locale per i nostri territori che sia il Presidente Cirio sia l'Assessore Fabrizio Ricca esprimono nel calendario. tuttavia, ci è sembrato opportuno avere ulteriori informazioni rispetto alla genesi di questa pubblicazione e nel merito dei costi che ha sostenuto l'Assessorato e la Regione Piemonte per la sua produzione e diffusione nei comandi di tutta la regione.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Accossato per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Fabrizio Ricca.
Prego, Assessore; ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



RICCA Fabrizio, Assessore alla polizia locale

Grazie, Presidente.
Ringrazio la Consigliera Accossato per darci la possibilità di raccontare sia la genesi sia l'iter per portare a compimento il calendario della Polizia locale della Regione Piemonte 2023.
Le fotografie sono state scattate da un fotografo in servizio presso il corpo di Polizia municipale della Città di Torino, messo a disposizione dallo stesso, quindi senza costi per la Regione.
Tutti i soggetti ritratti nelle fotografie sono operatori dei corpi di Polizia municipale delle città che hanno partecipato all'iniziativa e che naturalmente, non hanno percepito nessun compenso.
La progettazione e l'elaborazione grafica del calendario è stata curata da un dipendente della Regione. Inoltre, proprio allo scopo di minimizzare i costi, è stata fatta precisa scelta di limitare la stampa del calendario su supporto cartaceo a copie (250), distribuendo ai comandi e ai servizi di Polizia municipale piemontesi i file necessari per la stampa in autonomia delle copie cartacee che desiderano. In questo modo, non solo sono stati azzerati i costi di trasporto, ma si è anche evitato di stampare copie che potrebbero risultare eccedenza e che, di conseguenza, sarebbero destinate al macero.
Le copie su supporto cartaceo sono state stampate dal centro stampa regionale e, quindi, con personale e mezzi dell'Amministrazione, con l'unico costo aggiuntivo delle spirali di rilegatura dei calendari, pari ad 610,00 IVA inclusa (2,44 euro per calendario).



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Fabrizio Ricca per la risposta.


Argomento: Trasporti su gomma

Interrogazione a risposta immediata n. 1267 presentata da Martinetti inerente a "Aumento pedaggio su autostrada A33 Cuneo-Asti"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1267.
Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Martinetti, che illustra l'interrogazione in qualità di Consigliere regionale.
Prego, collega; ne ha facoltà per tre minuti.



MARTINETTI Ivano

Grazie, Presidente.
Ne approfitto anche per rinnovare gli auguri di buon anno a tutti i presenti.
Cominciamo l'anno con un'interrogazione all'Assessore Gabusi in merito all'aumento del pedaggio sull'autostrada A33 Cuneo-Asti.
L'attuale Governo, attraverso i decreti del Ministro delle infrastrutture e trasporti, Matteo Salvini, di concerto con il Ministro dell'Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, ha disposto un aumento del 4,30% al pedaggio dell'autostrada A33 Cuneo-Asti, in gestione ad Autostrada Asti Cuneo SpA.
Sul sito ufficiale di Autostrada Cuneo-Asti SpA, nella sezione "News", si riporta che dal 1° gennaio 2023 entreranno in vigore gli adeguamenti delle tariffe di pedaggio autostradale delle società concessionarie.
Come tutti sanno, ad oggi questa autostrada risulta ancora non completata essendo mancante il tratto Roddi-Verduno. Si tratta di nove chilometri, in merito ai quali ci siamo tutti assunti l'impegno di far terminare quanto prima.
Sulla vicenda è intervenuto prontamente il Presidente della Giunta regionale, Alberto Cirio, anche sollecitato da noi, che ha dichiarato a mezzo stampa di aver scritto alla società Asti-Cuneo per chiedere di congelare il rincaro almeno fino a quando non sarà completata la tratta Roddi-Verduno.
Credo, quindi, che sia inaccettabile l'aumento di un pedaggio su un'autostrada che ancora non è stata completata.
La domanda che rivolgiamo alla Giunta regionale è molto semplice: quali effetti ha sortito l'interlocuzione tra il Presidente della Giunta, Alberto Cirio, l'Assessore ai trasporti, Marco Gabusi, e la società Autostrada Asti Cuneo SpA? Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Segretario Ivano Martinetti per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Marco Gabusi.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



GABUSI Marco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente, e grazie, Consigliere Martinetti, anche per gli auguri di buon anno.
Se mi permette una battuta, è chiaro che la nostra interlocuzione non pu aver sortito effetti, considerato che la lettera credo sia datata 4 dicembre e in mezzo ci sono stati i giorni festivi.
È chiaro che gli effetti non si producono in così poco tempo, soprattutto commisurati a una contestualizzazione del fenomeno che deriva da un contratto che lega la società Asti-Cuneo al Ministero delle Infrastrutture dal 2019; parliamo, quindi, di un contratto che si sviluppa con il Ministro Toninelli, si conclude con la firma del Ministro De Micheli e ha, al suo interno, degli aumenti tariffari. Al momento, la lettera di risposta è l'unica nota con un'apertura di disponibilità a trovarci e a ragionare della società concessionaria Asti-Cuneo, che ci delinea il percorso, ovvero che quello è un contratto in vigore che prevede, addirittura, un doppio aumento: uno più composto, derivante dall'aumento dell'inflazione e dalla remunerazione degli investimenti; l'altro (quest'ultimo) tranciato e stoppato dall'ultimo decreto ministeriale del mese di dicembre. Orbene giusto per inquadrare il fenomeno, parliamo solo dell'aumento dell'inflazione e non di quello della remunerazione degli investimenti, e deriva appunto da una contrattualistica in corso.
Ha detto bene il Consigliere Martinetti, così come hanno scritto il Presidente Cirio e il sottoscritto, che questa è un'opera un po' diversa da tutte le altre, non perché risulta che l'opera non sia finita, seppur abbia ricevuto un'accelerazione in questi mesi e tra poche settimane credo che inaugureremo il tratto Roddi-Verduno, ma perché è attesa da anni ed evidentemente quel tronco mozzato non ci consente di usufruirne appieno.
La nostra richiesta rimane in vigore; ci confronteremo ancora con Autostrada Asti-Cuneo SpA, ma naturalmente non posso che rimarcare che per noi l'aspetto più importante è che si concluda velocemente.
L'interrogazione cade puntuale per ricordare che proprio ieri c'è stato il via libera da parte della Commissione ambiente del Ministero alla delibera nazionale sull'impatto ambientale, quindi siamo al penultimo step. Il Ministero della Cultura si dovrebbe esprimere nelle prossime settimane anche relativamente all'ultimo lotto (26A), che è il lotto di Verduno con il moncone di Cherasco. Proseguendo speditamente su questa partita, senza però dimenticare che gli aumenti rientrano, appunto, in questo contesto (ne parleremo ancora con la società concessionaria), riteniamo che sia più importante e maggiormente pregnante concludere l'opera velocemente, ed è quello che ci proponiamo di fare.
Devo altresì rilevare che anche rispetto alla determinazione della valutazione di impatto ambientale di ieri, il lavoro della Regione e di tutti i suoi uffici è stato importante, perché le prescrizioni che avevamo proposto sono state praticamente recepite in toto, avvalorando non tanto e non solo il nostro lavoro, ma anche quello dei nostri uffici.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Marco Gabusi per la risposta.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta immediata n. 1268 presentata da Canalis, inerente a "Il Buono Scelta Sociale è davvero accessibile a tutti?"


PRESIDENTE

Concludiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1268.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione la Consigliera Monica Canalis.
Prego, collega; ne ha facoltà per tre minuti.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Ho voluto depositare quest'interrogazione a risposta immediata urgente perché tra pochi giorni si aprirà la prima finestra per la presentazione delle domande riguardanti il nuovo buono "Scelta sociale"; un buono riservato ai piemontesi ultrasessantacinquenni non autosufficienti o alle persone con disabilità che si trovino in una condizione di non autosufficienza. Si tratta di un buono finanziato dal Fondo Sociale Europeo con circa 90 milioni di euro - quindi una somma molto elevata - che sarà accessibile soltanto in via telematica attraverso SPID o Carta d'Identità Elettronica (CIE) direttamente da parte dell'utente oppure di un suo familiare oppure del suo tutore (qualora la persona sia sotto tutela).
Siamo preoccupati, perché non essendo stata attivata una convenzione con i CAF della nostra Regione, temiamo che le persone in condizione di non autosufficienza che siano prive di reti familiari, quindi molto sole e più bisognose, oppure prive di un tutore perché ancora in grado di intendere e di volere e siano anche persone magari prive di strumenti informatici sia fisici sia cognitivi - quindi magari prive della necessaria autonomia digitale per munirsi di uno SPID o di una carta d'identità elettronica risultino escluse da questa nuova misura.
Teniamo anche presente che chi non presenta la domanda nella prima finestra possibile, che è quella che si aprirà tra pochi giorni e che si chiuderà al 31 marzo, potrà accedere soltanto nella seconda finestra, che si aprirà ad aprile. Pertanto, perderà le prime tre mensilità del Buono Scelta Sociale.
Ricordiamo che si tratta di 600 euro al mese per 24 mensilità, ma chi parte in ritardo con la seconda finestra perde le prime tre mensilità.
Siamo preoccupati per queste persone particolarmente sole, disagiate e prive di strumenti culturali e digitali. Pertanto, con l'interrogazione vorremmo capire se la Giunta regionale abbia previsto modalità alternative allo SPID e alla carta d'identità elettronica per accedere al nuovo buono domiciliarità finanziato dal Fondo Sociale Europeo, proprio per evitare l'esclusione di queste persone non autosufficienti più fragili, più sole e meno autonome sotto il profilo digitale.
L'urgenza del question time è dettata dal fatto che le domande si apriranno a breve, nel giro di pochi giorni, quindi l'interrogazione non era rinviabile alla settimana prossima.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Canalis per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Gabusi, che ha pertanto facoltà di intervenire per cinque minuti.



GABUSI Marco, Assessore regionale

Grazie, Consigliera Canalis.
Leggo quanto presentato e proposto dall'Assessore Marrone che, purtroppo non può essere presente.
L'interpellante ha già compiuto un importante passo avanti, perché dopo aver ripetuto per mesi che il Buono Scelta Sociale era solo un annuncio di fantasia, pur essendone già stato deliberato il finanziamento a giugno finalmente ha accettato che invece esiste.
Venendo ai quesiti, la domanda del voucher potrà essere presentata in piattaforma anche direttamente con lo SPID di un parente o congiunto o tutore, curatore o amministratore straordinario del non autosufficiente senza quindi costringerlo a farsi un suo SPID, qualora impossibilitato al passaggio del riconoscimento personale. Ed è comunque discriminatorio ritenere che la disabilità sia necessariamente anche un limite alla digitalizzazione.
Il bando partirà a fine gennaio, non a caso dopo l'apertura dei rinnovi ISEE 2023, ma ovviamente questo non significa che si chiuderà a gennaio perché le finestre per la domanda saranno trimestrali. Questi passaggi sono stati spiegati e ribaditi in numerose conferenze stampa e comunicati spiegati al tavolo regionale della disabilità dove siedono sindacati, enti gestori dei servizi socio-assistenziali, le federazioni e le consulte delle associazioni che si occupano di disabilità; praticamente tutti. Per non parlare dei numerosi eventi di presentazione già tenuti in diversi Consigli comunali e circoscrizionali di Torino e provincia.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Gabusi per la risposta.
Nel ringraziare il Presidente Stefano Allasia per l'incarico, dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
Alle ore 15.10 il Presidente aprirà la seduta del Consiglio regionale sospesa alle ore 12.30.
Grazie e buona salute a tutti e a tutte.



(Alle ore 14.58 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta riprende alle ore 15.13)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione dell'ex Consigliere e Assessore regionale Lido Riba deceduto il 14 luglio 2022


PRESIDENTE

Colleghi, è scomparso il 14 luglio 2022 all'età di 78 anni Lido Riba Assessore, Consigliere e Vicepresidente del Consiglio regionale dalla V alla VII Legislatura del Consiglio regionale.
Nato a Caraglio il 31 maggio 1944, è stato Presidente della Confcoltivatori, Consigliere comunale a Caraglio e a Pradleves, Consigliere della Comunità montana Valle Grana, Consigliere provinciale di Cuneo e Segretario provinciale del PCI (Partito Comunista Italiano).
Eletto nel 1990 in Consiglio regionale, è stato Vicecapogruppo del PCI-PDS fino al giugno 1994, quando è diventato Assessore all'Agricoltura e alla Montagna.
Nella VI Legislatura, è stato Presidente della III Commissione Agricoltura e componente delle Commissioni I, II, VI e VIII; dopo essere stato Vicepresidente del Gruppo DS nel giugno 1997, ne è diventato Presidente.
Rieletto in Consiglio regionale nel 2000, è stato eletto Vicepresidente del Consiglio regionale con delega al Comitato Resistenza e Costituzione.
Dal 2005, per 15 anni, è stato Presidente e l'anima dell'UNCEM piemontese per dieci anni è stato Presidente del Formont diventandone, dal 2020 Presidente onorario.
E sono proprio le "terre alte" il suo amore e per questo territorio ha sempre lavorato: un mondo a lui caro. Grande viaggiatore, aveva raccontato cinquant'anni della sua vita in una sorta di autobiografia nel libro "Un lungo viaggio", un libro in cui, mentre si racconta e racconta e tanti incontri della sua vita, dipinge un quadro di mezzo secolo di vita di provincia e di un'intera generazione di impegno politico e sociale.
Lido Riba, uno dei protagonisti della vita politica e sociale cuneese, si era definito "occitano per nascita e per cultura", un uomo innamorato della sua terra, in particolare di quelle eccezionali montagne cui ha dedicato con tanta passione, la sua vita e il suo lavoro.
Coloro che hanno conosciuto, come il sottoscritto, Lido Riba, ne hanno apprezzato le qualità umane e politiche, in particolare la dedizione e l'impegno con cui ha ricoperto i suoi incarichi istituzionali, nei momenti più rilevanti dell'attività consiliare e della vita amministrativa della nostra Regione.
Con il Consiglio regionale ha sempre mantenuto uno stretto rapporto sostenendo e partecipando attivamente alle iniziative dell'Associazione Consiglieri regionali già facenti parte del Consiglio regionale del Piemonte.
Ai funerali, tenutisi il 16 luglio scorso, hanno partecipato numerosi Consiglieri regionali ed esponenti politici, ma anche tanti cittadini caragliesi.
Alla moglie Luciana e ai figli Valeria ed Emiliano desidero rinnovare, a nome dell'Assemblea regionale e della Giunta regionale, le più sentite condoglianze e i sensi della nostra più sincera vicinanza.
Invito i presenti a osservare un minuto di silenzio in memoria del già Assessore, Consigliere e Vicepresidente del Consiglio regionale Lido Riba.
Grazie.



(L'Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.18, riprende alle ore 15.36)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Colleghi, chiedo di liberare l'emiciclo e di prendere posto.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Esame ordine del giorno n. 910 presentato da Magliano, inerente a "Decreti attuativi previsti dalla legge n. 81 del 14 luglio 2020" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame dell'ordine del giorno n. 910, di cui punto 9) all'o.d.g.
Posto in votazione nella mattinata odierna, la votazione è risultata non valida per mancanza del numero legale.
Pongo nuovamente in votazione l'ordine del giorno n. 910 del Consigliere Magliano.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 910, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)


Argomento: Questioni internazionali - Diritti umani

Esame ordine del giorno n. 473 presentato da Ricca, Gagliasso, Preioni Cerutti, Fava, Cane, Zambaia, Perugini e Marin, inerente a "Adesione alla definizione internazionale di antisemitismo"; ordine del giorno n. 729 presentato da Graglia, Biletta e Ruzzola, inerente a "Adozione della definizione operativa di antisemitismo dell'IHRA e alla nuova strategia UE 2021-2030 per la prevenzione e la lotta contro tutte le forme di antisemitismo"


PRESIDENTE

Nella seduta antimeridiana abbiamo sospeso alcuni ordini del giorno.
Per alternanza, inizierei con l'ordine del giorno n. 473, che era stato sospeso, del Consigliere Ricca, collegato all'ordine del giorno n. 729 del Consigliere Graglia.
La parola all'Assessore Ricca in qualità di Consigliere per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 473.



RICCA Fabrizio

Grazie, Presidente.
Numerosi episodi di antisemitismo continuano a verificarsi in Italia e recentemente, anche sul nostro territorio piemontese. Tali episodi mostrano i diversi volti dell'antisemitismo contemporaneo. Da un lato, un antisemitismo rivolto direttamente contro gli ebrei come tali; dall'altro un antisemitismo che nega e delegittima il diritto dello Stato di Israele all'esistenza.
L'International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA), organizzazione intergovernativa fondata nel 1998, con sede a Berlino, composta da 34 Stati membri, tra cui l'Italia, e sette Paesi osservatori, ha adottato a Bucarest, nel maggio 2016, una dichiarazione operativa contro l'antisemitismo, che rappresenta risposta chiara e non ambigua al vecchio e nuovo antisemitismo.
La definizione operativa di antisemitismo dell'IHRA è stata già adottata da Austria, Bulgaria, Canada, Francia, Germania, Israele, Lituania, Macedonia del Nord, Regno Unito, Romania e Stati Uniti. L'Italia ne ha adottato solo la prima parte, ma non ha ancora reso operativa la definizione nella sua interezza, con tutto quello che comporta in termini istituzionali.
Il 1° giugno 2017, il Parlamento europeo ha votato la risoluzione n.
2017/2692 sulla lotta contro l'antisemitismo, con un espresso invito: "Gli Stati membri, le istituzioni ed agenzie dell'Unione europea ad adottare e applicare la definizione operativa di antisemitismo utilizzata dall'Alleanza internazionale per la memoria dell'Olocausto (IHRA), al fine di sostenere le attività autorità giudiziaria e di contrasto nei loro sforzi volti a identificare e perseguire con maggiore efficienza ed efficacia le aggressioni antisemite e incoraggia gli Stati membri a seguire l'esempio del Regno Unito e dell'Austria in proposito".
Il Governo italiano, dopo avere adottato la prima parte il 14 gennaio del 2020, ha accolto la definizione nella sua interezza il 27 gennaio affidando a una Commissione il compito di svolgere una ricognizione sulle modalità di applicazione della definizione e uno scollamento nei vari ambiti istituzionali.
Accogliere in realtà non vuol dire adottare e, in mancanza di una posizione chiara che sia in linea con le indicazioni della Commissione europea, vi è il rischio di uno svuotamento della definizione sui punti cruciali e innovativi come la lotta al nuovo antisemitismo che si alimenta dalla demonizzazione di Israele.
Un esempio concreto è la decisione dell'UNESCO di qualificare i luoghi santi solo con i nomi islamici che avrebbe richiesto, per rispetto della verità storica e anche per la storia del cristianesimo, un atteggiamento più coerente e fermo.
Tale definizione è attualmente sotto attacco della propaganda legata al movimento Boycott, Divestment and Sanctions (BDS), come mostrato dal recente appello di intellettuali palestinesi e dalla lettera di supporto inviata al quotidiano Il Manifesto da esponenti della cultura italiana alcuni dei quali legati ai movimenti BDS.
Il report del Ministro israeliano della sicurezza pubblica e degli affari strategici, Gilad Erdan, presentato nel 2019 a Bruxelles, insieme all'inviato speciale Usa per il monitoraggio e la lotta all'antisemitismo Elan Carr, evidenzia lo stretto legame tra antisemitismo e le violenze ad esso collegate con il crescente sentimento di delegittimazione e boicottaggio dello Stato ebraico, con particolare riferimento al movimento Boycott, Divestment and Sanction (BDS), che ha presentato sin dalla sua nascita molteplici tendenze antisemite.
La Regione Piemonte, nel 2019, insieme all'organizzazione Maccabi World e all'Associazione Italia-Israele di Torino, ha lanciato un progetto nelle scuole di tutto il Piemonte per combattere il razzismo e il vecchio e nuovo antisemitismo.
Lo Stato di Israele, a dimostrazione della vicinanza della Regione Piemonte, in occasione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, nel dicembre del 2020 ha inviato un contingente di medici che ha prestato servizio presso l'Ospedale di Verduno. I legami di amicizia tra la nostra Regione e lo Stato di Israele sono stati contrassegnati in questi anni da uno sviluppo importante in vari settori della ricerca e delle applicazioni industriali, con grande beneficio per entrambi.
Tutto ciò premesso, si chiede alla Giunta di assumere iniziative per adottare integralmente la definizione operativa contro l'antisemitismo formulata dall'International Holocaust Remembrance Alliance, inclusi gli esempi quale parte integrante della definizione e promuoverne l'adozione presso le istituzioni locali; a ribadire il rifiuto della nostra Regione a ogni forma di antisemitismo che sotto false maschere, come l'antisionismo ha come finalità la messa in discussione dell'esistenza di Israele delegittimandone e demonizzandone l'esistenza; a fare riferimento, nelle interlocuzioni tra la Regione Piemonte e lo Stato di Israele, a Gerusalemme come capitale del suo Stato, in quanto simbolo unificante e non divisivo inclusivo e non emarginante di democrazia, di rispetto e di tutela della libertà di culto e dei diritti di ogni minoranza etnica e/o religiosa; a non finanziare in alcun modo organizzazioni che a vario titolo partecipino al boicottaggio contro lo Stato di Israele.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ricca.
La parola al Vicepresidente Graglia, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 729.



GRAGLIA Francesco

Grazie, Presidente.
Quest'ordine del giorno è uno sviluppo di quello appena illustrato dall'Assessore Ricca.
Premesso che gli attacchi terroristici che ormai avvengono quasi ogni giorno in Israele provocando vittime, lutti, distruzioni e sofferenze, è vicinissimo a noi, in Italia e in Europa e gravi episodi di antisemitismo impongono a ogni istituzione internazionale, a ogni governo, a ogni coscienza di impegnarsi a combattere le vecchie e nuove forme di antisemitismo, a sostenere le democrazie e contrastare il terrorismo restituendo la parola al diritto e ai valori democratici.
Considerato che la Regione Liguria è stata la prima istituzione italiana ad adottare la definizione operativa di antisemitismo dell'Alleanza Internazionale per la Memoria dell'Olocausto e questo impegno deve trovare oggi urgente implementazione ad ogni livello anche presso altre regioni italiane (questo è un ordine del giorno presentato più di un anno fa e nel frattempo molte altre Regioni italiane hanno approvato lo stesso documento).
Chiedo che il Consiglio regionale impegni il Presidente della Giunta regionale ad attivarsi nei confronti del Governo italiano affinché faccia propria e si renda promotore di un'azione politica e diplomatica alle Nazioni Unite, nell'Unione Europea e in ogni altra sede multilaterale e bilaterale per: . sostenere ogni iniziativa utile alla ripresa di un percorso negoziale fra le parti; avviare iniziative concrete per dare esecuzione agli impegni assunti dal Governo italiano con l'adozione della definizione operativa di antisemitismo dell'IHRA e alla nuova strategia dell'Unione Europea 2021-2030 per la prevenzione e la lotta contro tutte le forme di antisemitismo . assicurare, in forza e coerentemente agli impegni sopra detti, come anche richiesto nel recente appello firmato da molti parlamentari italiani di diversi schieramenti politici, che l'espressione del voto italiano nelle sedi internazionali, emendando la propria inescusabile prassi (in sede ONU dal 2015 ad oggi sono state adottate 123 risoluzioni contro Israele, quasi tutte con voto favorevole o astensione dell'Italia, l'ultima, chiamata "di Gerusalemme" soltanto pochi giorni fa e solo cinque contro Iran, otto contro Siria, nessuna contro Cuba, Venezuela e alti Paesi dittatoriali) . contrasti e censuri le nuove forme di antisemitismo volte a delegittimare e demonizzare lo Stato di Israele ed anzi, riconosca e tuteli il diritto di Stato di Israele di esistere in sicurezza, di autodeterminarsi, di difendersi e difendere la vita, l'incolumità e la libertà dei propri cittadini . ne ribadisca e ne difenda, erga omnes, il carattere di nazione libera e democratica e rifugga ora e per sempre dall'applicazione di doppi standard finalizzati a processare e reiteratamente condannare lo Stato di Israele a prescindere per isolarlo a livello internazionale ricordando che la delegittimazione dello Stato ebraico alimenta l'antisemitismo in tutto il mondo, offende e pregiudica la civiltà e il mondo libero . ottenere inoltre la completa destituzione e il disarmo di Hamas, di Hezbollah e di tutte le organizzazioni che si ispirano alla Jihad e al radicalismo islamico condannando tutti i movimenti che in Italia e in Europa sostengono queste organizzazioni condividendone le ideologie come il BDS . mettere in campo ogni iniziativa per impedire che Stati terzi armino finanzino, collaborino con le organizzazioni del terrore operanti in Medio Oriente . assicurare che, sempre in ottemperanza alla nuova strategia dell'Unione Europea per la prevenzione e la lotta contro ogni forma di antisemitismo, fondi dell'Unione Europea non siano indebitamente assegnati ad attività che incitano all'odio e alla violenza nei confronti degli Ebrei dello Stato di Israele . sostenere in ogni modo il percorso di pacificazione in corso in Medio Oriente con il rafforzamento e l'allargamento degli Accordi di Abramo . riconoscere Gerusalemme come capitale dello Stato di Israele.
Ritengo che solo il sostegno forte, pieno e incondizionato alle democrazie disincentiva il terrorismo, conduce al tavolo negoziale e può assicurare una pace duratura.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Graglia.
È aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marello; ne ha facoltà.



MARELLO Maurizio

Grazie, Presidente.
Volevo intervenire su questi due ordini del giorno che, magari soffermandosi sul titolo e a qualche passaggio, anche condivisibile potrebbero essere condivisi. Tuttavia, a mio parere, ci sono delle ambiguità in entrambi i documenti - in modo particolare nel secondo - che debbono essere evidenziate e sottolineate.
Partirei dalla definizione di antisemitismo, che è il pregiudizio, la paura o l'odio nei confronti dei Giudei, cioè degli Ebrei, a prescindere da dove essi si trovino: si possono trovare in Israele, si possono trovare in Europa (come si sono trovati massicciamente nel corso della Seconda Guerra Mondiale) e negli Stati Uniti, dove si trovano ancora.
L'antisemitismo ha però ben poco a che fare con Israele inteso come Paese inteso come Nazione, inteso come Stato dal punto di vista istituzionale.
Una cosa è la legittima critica che uno può rivolgere a uno Stato per il tipo di politica che fa, per le sue condotte, per le sue prese di posizione, un'altra è l'odio nei confronti del popolo che abita in quello Stato e che, magari, abita anche da altre parti, specie il popolo ebraico che ha conosciuto nella sua storia, purtroppo, il fenomeno reiterato della diaspora.
La mia sensazione è che questi due ordini del giorno, lungi dal creare come viene anche scritto, un clima di pacificazione, rischino, invece esattamente il contrario. Vedo alcune dichiarazioni, per essere molto chiaro, che non sono lontane da dichiarazioni, tanto per fare un esempio che l'ex Presidente degli Stati Uniti, Trump, ha fatto nei confronti di Israele.
Quando nella parte risolutiva degli ordini del giorno si dice di riconoscere che il Piemonte riconosca Gerusalemme come capitale nelle sue relazioni diplomatiche, non mi pare un atteggiamento dissimile da quando Trump voleva portare la delegazione della sua ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme. Non mi pare un atteggiamento dissimile da quello tenuto da un Ministro dell'attuale Governo che, qualche giorno fa, è andato a farsi una bella passeggiata sulla Spianata delle Moschee, suscitando, anche in questo caso, non pacificazione, ma violenze ed esasperazione.
Credo, quindi, che occorra tenere distinta la dimensione dell'antisemitismo, sulla quale non si può non essere d'accordo, perché è una piaga che continua a esistere (purtroppo, ancora nel 2023, la paura e l'odio nei confronti dei popoli non si limita ad un popolo solo, cioè al popolo ebraico, sebbene storicamente sia l'emblema di tutto questo, ma si estende anche ad altri popoli), con le dinamiche politiche e statuali che fanno riferimento a Israele.
Da questo punto di vista, voglio comunque ricordare che Israele ha diritto a vivere in pace. Ma Israele è uno Stato, mentre dall'altra parte abbiamo un popolo senza Stato.
Mi ritrovo di più in una dichiarazione molto chiara dell'ONU, ripetuta ormai da tanti anni senza aver raggiunto un concreto risultato: "L'esistenza di due popoli è l'esistenza di due Stati". Con questo ovviamente, non si giustifica - lungi da me dal farlo! - la violenza e il terrorismo, da chiunque provenga, compresa la parte palestinese. Però vanno tenuti distinti gli aspetti legati all'antiebraismo, all'antigiudaismo all'antisemitismo e a tutto ciò che è odio nei confronti di un popolo, sia come singoli sia come comunità, da quelle che sono, invece, le dinamiche di Stati, di politiche e di relazioni internazionali. Bisogna prestare grande attenzione, altrimenti si rischia di fare il gioco della violenza, ovvero di politicizzare ancora di più una vicenda che lo è ormai purtroppo dal dopoguerra e non accenna a diminuire neanche nei toni di violenza.
Pertanto, pur ravvisando alcuni passaggi anche condivisibili, entrambi gli ordini del giorno mi paiono intrisi da un lato di ambiguità, dall'altro di inesattezze, dall'altro ancora - consentitemi - di posizioni che hanno una loro matrice politica e nulla hanno invece a che vedere con l'antigiudaismo, con l'antisemitismo e, ovviamente, con la difesa dei diritti di tutti i popoli, compreso quello ebraico.



PRESIDENTE

Grazie.
Chiedo se vi siano ulteriori richieste di intervento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Vorrei ringraziare il collega Marello, perché ha già elaborato un pensiero in cui ci ritroviamo pienamente (sicuramente il sottoscritto, ma credo anche tutto il Gruppo), proprio nel merito della questione, richiamando chiaramente la posizione dell'ONU: c'è un diritto internazionale e poi c'è la propaganda.
Se mi permette un taglio leggermente più politico, Presidente, questi due documenti, più che degli atti d'indirizzo, sono delle provocazioni politiche che avrebbero senso qualora avessimo ancora la destra all'opposizione nel nostro Paese e, magari, Trump negli Stati Uniti e Bolsonaro in Brasile. Invece, per fortuna, negli Stati Uniti e in Brasile abbiamo visto un cambio di presidenza, e, con meno fortuna, in Italia abbiamo visto un cambio di Governo.
Perché dico questo? Perché basta andare a vedere le reazioni di quando l'allora Presidente Trump, in maniera unilaterale, decise di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele: in quell'occasione l'ONU (quindi non Domenico Rossi, non il Gruppo del Partito Democratico del Consiglio regionale) criticò la decisione unilaterale dell'allora Presidente degli Stati Uniti e il Papa (quindi, anche in questo caso, non il sottoscritto) chiese di lasciare le cose come stavano.
Perché l'ONU e il Papa si schierarono contro una decisione unilaterale? Perché, lungi dall'essere una proposta che guardava al percorso di pace quella era una proposta che faceva da cerino sulla paglia, un cerino acceso. Si trattava (e si tratta tuttora) di un tema divisivo che non aveva nulla a che fare con la ricerca di un clima di cooperazione e di pace, che non ha nulla a che fare con quanto previsto dal diritto internazionale e dalle risoluzioni ONU, ma serviva solamente ad alimentare quella contrapposizione feroce e radicale tra schieramenti che, nel momento in cui non viene fermata e rimesse in equilibrio, porta all'inasprimento del conflitto da un lato, e, dall'altro, a manifestazioni come quelle che abbiamo visto ancora ieri e l'altro ieri in Brasile, che peraltro avevamo già visto due anni fa a Capitol Hill, a Washington, dove l'estrema destra soffia sul fuoco invece di cercare un clima di cooperazione e di pace soprattutto in una situazione complessa come quella del conflitto israelo palestinese, che è diventato il paradigma dei conflitti complessi, che va avanti da decenni e che ha bisogno di tutto tranne che di benzina sul fuoco.
Orbene, se questo Consiglio deve occuparsi di questioni internazionali, lo faccia come ha fatto in altre occasioni (anche su proposta della maggioranza, che ci ha visti d'accordo), ovvero sui diritti umani, su una richiesta davvero di pace e non dando voce e prestandosi alla propaganda della destra estrema, che, con atti di questo tipo, non solo non sostiene la pace, ma alimenta un conflitto anche di natura culturale di cui non abbiamo bisogno in questa fase.
Dal nostro punto di vista, l'unica richiesta possibile, Presidente, è che gli ordini del giorno vengano ritirati.
Se a qualcuno interessa occuparsi in maniera costruttiva del conflitto israelo-palestinese, fermatevi e scriviamo insieme un documento; facciamolo insieme al Comitato dei diritti umani o scriviamolo come Ufficio di Presidenza - scegliete voi la strada migliore - ma ritirate queste provocazioni, che non sono atti d'indirizzo, ma provocazioni politiche.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Qui non c'è nessuna provocazione; qui non c'è Trump in aula.
Siamo in Piemonte, siamo a Torino, quindi non vedo né Trump né Bolsonaro non vedo reazionari di destra né facinorosi.
Sono due atti d'indirizzo chiari - chiarissimi! - che chiedono il riconoscimento dello Stato di Israele. Gli israeliani sono stati cacciati nella Seconda guerra mondiale, sono stati deportati, sono stati massacrati dal nazismo e sono morti a milioni. Siccome non avevano un posto dove andare, sono ritornati nella loro terra, in Israele.
Questi ordini del giorno dicono solo questo e non vogliono dire null'altro non vogliono scatenare nessun estremismo. Vuole affermare solo il sacrosanto diritto di questo popolo - che la storia ha martoriato e che ha sofferto innegabilmente più di tutti gli altri popoli al mondo - di esistere, di avere una propria capitale e un territorio libero, tranquillo e sereno, senza il terrorismo e senza la minaccia continua dell'estremismo islamico.



PRESIDENTE

Chiedo se ci sono altre richieste d'intervento.
Ha chiesto la parola la Consigliera Accossato; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
I colleghi Marello e Rossi sono già entrati nel merito degli argomenti portati all'attenzione da questi due ordini del giorno e condivido le loro affermazioni. È un dibattito su un tema molto importante che dal dopoguerra riguarda il nostro mondo, cioè il conflitto israelo-palestinese, che è ancora aperto e di cui non si trova soluzione. Per questo vale la pena affrontarlo e discuterne in Aula.
Condivido le affermazioni dei colleghi rispetto alle modalità con cui i colleghi di maggioranza portano alla nostra attenzione questa questione. È un modo, se non provocatorio, sicuramente superficiale di trattare un tema che riguarda le controversie internazionali in atto da decenni e rispetto al quale, peraltro, il nostro Paese, nella a volte rimpianta Prima Repubblica, ha sempre avuto particolare attenzione, equilibrio e senso dello Stato nell'affrontarlo, con una grande capacità di mediazione internazionale. Dovremmo ricordarlo, soprattutto chi fa riferimento a esponenti politici di quel passato.
Dicevo che è, se non provocatorio, quantomeno superficiale o tendenzioso.
Sono soddisfatta di sentire e di leggere, ancora una volta in quest'Aula la piena condanna dell'antisemitismo, senza se e senza ma, senza fraintendimenti, ma su questo bisogna anche fare chiarezza. O, meglio bisogna fare chiarezza nel senso che l'equiparazione ebraismo-Stato di Israele è superficiale e non corrisponde alla realtà dei fatti. Anche la dichiarazione che l'Alleanza per il ricordo della Shoah (IHRA), che qui viene richiamata più volte, ha fatto, nella sua definizione di antisemitismo sembrerebbe aver già fatto un primo errore, non ricordando che i semiti non sono soltanto le popolazioni che fanno riferimento all'ebraismo, ma sarebbero semiti anche i palestinesi.
Ed è forse anche questo uno dei motivi per cui in più di un'occasione l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha ritenuto di non avallare questo tipo di dichiarazione, perché mette in campo un'equiparazione tra ebraismo e Stato di Israele, tenendo fuori una parte importante di popolazioni semite, tra cui i palestinesi.
Detto questo, rispetto alla questione puntuale di questa dichiarazione torno all'aspetto più generale, cioè che con questi ordini del giorno non si vuole tener conto di una questione che, invece, i colleghi hanno ripreso, che è il conflitto e, comunque, la cacciata dei palestinesi dai loro territori. È un conflitto aperto, con azioni e interventi sicuramente pesanti cui vengono sottoposte ogni giorno le popolazioni palestinesi.
Pensiamo alla distruzione delle case e alle uccisioni. È chiaro che in un conflitto le vittime ci sono da entrambe le parti, ma non credo che il nostro scopo sia quello di sottolineare una parte rispetto all'altra, non è quello di accendere ancora di più una miccia in un conflitto che infiamma da troppi anni il palcoscenico internazionale.
Se, come Assemblea legislativa e come piemontesi, intendiamo fare la nostra parte, possiamo farlo, come su altri temi, con la Commissione dei diritti umani e ascoltando le parti. Credo che il nostro compito dovrebbe essere quello di perseguire accordi, risoluzioni pacifiche e soluzioni che tendano a quell'obiettivo che spesso ormai sembra messo in disparte, cioè due popoli e due Stati, ma quantomeno a un rispetto reciproco e a una condivisione di quel territorio tra le due popolazioni.
Pertanto, si dovrebbe puntare alla riconciliazione e non, come viene fatto in questi ordini del giorno, criminalizzare un movimento internazionale come il BDS, che non è un gruppo terroristico, ma un'organizzazione che comprende 170 associazioni nel mondo che provano a usare pacificamente come peraltro fu fatto nei confronti del Sudafrica per l'apartheid - il boicottaggio delle merci come strumento politico di dissuasione.
Lo so che c'è una certa reticenza ad accettare questo tipo di atteggiamento; non a caso, a Torino i manifesti di associazioni che si rifacevano alla richiesta di boicottaggio non sono stati affissi, è una questione di qualche giorno fa. Però voglio ricordare che anche 40 gruppi ebraici hanno sostenuto, anzi sostengono il BDS, quindi favoriscono queste politiche, che non hanno lo scopo di appoggiare gruppi terroristici assolutamente, non dev'essere questo - ma hanno lo scopo di smuovere la politica, affinché si arrivi alla riconciliazione.
Non so se è capitato ad altri colleghi di vedere in televisione (a volte anche in televisione si vedono cose interessanti) un servizio sull'attività di un borgo in provincia di Arezzo. Credo che dovremmo seguire l'esperienza di questo piccolissimo borgo, di questo progetto di educazione e di condivisione tra nemici. Il progetto si chiama "La Rondine". In questo luogo vengono ospitati giovani studenti di parti del mondo in conflitto tra di loro; come dire, sono nemici o potenziali nemici, perché i loro Stati li vogliono considerare tali.
Per esempio, abbiamo sentito un lungo intervento di una giovane israeliana e di un giovane palestinese che non vogliono considerarsi nemici e che stanno vivendo un'esperienza comunitaria insieme, rappresentando una goccia, un tassello in un percorso di riconciliazione e di convivenza pacifica. Credo che anche se un po' sfiduciati e anche se stanchi, pure noi, nel nostro Paese, da questo consesso dovremmo, invece, continuare a seguire e aiutare questo progetto e non, provocatoriamente, andare a "mettere le dita negli occhi" dicendo che Gerusalemme è la capitale di Israele, quando sappiamo che le Nazioni Unite (un consesso internazionale che ha favorito la nascita dello Stato di Israele) nel 1948 hanno definito però dei limiti, dei paletti, dei punti d'incontro per riuscire il più possibile a far convivere o a tenere insieme esperienze di storia, di tradizioni, di cultura e di politica diverse.
Raccolgo, quindi, anch'io l'invito del collega Rossi, un invito alla Commissione Diritti umani a chiamare qui un confronto, un incontro per lavorare in questo senso, ma personalmente non posso, ovviamente condividere e nemmeno votare questi ordini del giorno.



PRESIDENTE

Grazie.
Chiedo se vi siano altre richieste d'intervento in discussione generale sui due ordini del giorno n. 473 e n. 729. Se non ve ne sono, prima di chiudere la discussione generale, chiedo il parere della Giunta, se intende intervenire.
Se non intende intervenire, mettiamo in votazione i due ordini del giorno.
Prego, sull'ordine dei lavori.



RICCA Fabrizio

Vorrei chiedere la votazione per appello nominale per entrambi gli ordini del giorno.



PRESIDENTE

Va bene.
Procediamo con la votazione degli ordini del giorno.
Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 473, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 729, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Invito tutti i presenti in aula a non filmare o fare foto: è vietato.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Esame del giorno n. 914 presentato da Accossato, Bertola, Marello, Ruzzola Frediani, Fava, Biletta e Giaccone, inerente a "Ristabilire il diritto dei cittadini piemontesi a ottenere il passaporto in tempi ragionevoli"

Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Esame ordine del giorno n. 922 presentato da Ruzzola, Biletta, Fava inerente a "Ristabilire i diritto dei cittadini piemontesi ad ottenere passaporto, carte di identità, porto d'armi e documenti utili alla vita quotidiana dei cittadini"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 914, di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola alla Consigliera Accossato per l'illustrazione.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Passiamo dai grandi temi internazionali ai, potremmo anche dire quasi miseri, problemi molto locali.
Intanto, vorrei spiegare che questa mattina ho chiesto la sospensione del mio documento, perché ho interloquito in particolar modo con il Consigliere Ruzzola il quale mi ha chiesto d'intervenire con delle integrazioni e delle modifiche, per condividere complessivamente l'ordine del giorno, che è stato sottoscritto, appunto, anche da altri Consiglieri, sia di minoranza sia di maggioranza.
Il tema che ho posto all'attenzione, da cui sono partita, è quello del rilascio del passaporto, che è un documento di libertà, indispensabile per qualunque cittadino, ancorché certamente legato solo ad alcune situazioni di viaggio; per fortuna, abbiamo un'Europa unita che, quindi, ci risolve in parte la situazione, però il passaporto è sicuramente necessario per la Gran Bretagna da un anno a questa parte e per molte altre parti del mondo.
Per quanto riguarda il rilascio di questo documento nell'ultimo anno o anno e mezzo, sono a conoscenza di tali difficoltà rispetto, dovute credo alla riapertura degli uffici nella situazione post pandemica. È diventata una situazione molto difficile e complicata. Si può richiedere un appuntamento solo attraverso la procedura informatica, che andrebbe benissimo se non si trovassero appuntamenti per presentare la documentazione non prima di sei mesi, quando si riesce ad accedere al sito (si può anche accedere e poi non trovare disponibilità). Dopodiché, la presentazione della documentazione negli uffici preposti non corrisponde a un rilascio in tempi che pensavamo credibili quando i passaporti venivano gestiti manualmente. Di solito nell'arco di una ventina di giorni si aveva il passaporto a disposizione mentre oggi possono passare due o tre mesi per avere in mano il fatidico documento.
Stiamo parlando di tempi d'attesa che vanno dai sei ai nove mesi per avere il passaporto, se tutto più o meno funziona. Credo non sia una situazione degna di un paese civile: la libertà di movimento dei cittadini è garantita ad ampi livelli; peraltro, è una situazione che mette in difficoltà il cittadino, che normalmente non presuppone di dover aspettare così tanto per cui possano saltare anche viaggi e occasioni di lavoro.
Pur essendoci, come ho ribadito nell'interrogazione, una grande disponibilità da parte del personale, gentilezza e capacità di intervenire sulle eccezioni, non è possibile che il rilascio di un documento necessario e indispensabile, un diritto del cittadino, sia legato a particolari disponibilità, cioè a far emergere eccezioni o bisogni particolari. È un diritto che dev'essere garantito a tutti in tempi celeri.
I colleghi che ho citato prima (il collega Ruzzola, ma lo stesso Presidente Allasia nel corso di un confronto alla Conferenza dei Capigruppo) hanno detto che anche altri documenti importanti per i cittadini hanno ormai, a partire dalla crisi pandemica in poi, tempi d'attesa fuori da quelli ordinari per un iter amministrativo, per cui c'è stata la richiesta di un'integrazione (ma sarà il Consigliere Ruzzola a intervenire personalmente).
Dico già che tutto ciò che può aiutare a integrare e migliorare questo documento è da me assolutamente accettato e condiviso.
Spero che i colleghi possano sostenere l'ordine del giorno e il Presidente Cirio, che adesso è impegnato con i suoi Assessori, ci mancherebbe, mi ha già dichiarato una presa in carico della tematica con gli organi preposti.
Credo sia necessario smuovere e capire le ragioni oggettive di tali problematiche per superarle, non può essere soltanto un'attesa di tempi migliori, altrimenti non andiamo incontro alle legittime attese di migliaia di cittadini del Piemonte, ma non escludo che la situazione sia anche simile in altre parti d'Italia. Di questo, onestamente non sono a conoscenza. In Piemonte sicuramente, perché basta leggere, da buon piemontese, "Specchio dei Tempi" tutti i giorni per vedere che "un giorno sì e un giorno no" c'è la lettera di qualcuno che racconta la sua vicissitudine e la sua esperienza negativa sul rinnovo del passaporto.
Quello che possiamo fare, con l'ordine del giorno e con il supporto del Presidente del Consiglio e del Presidente della Giunta, è chiedere un'interlocuzione con gli organi periferici del Governo (Prefettura e Questura) per capire come risolvere il problema.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Accossato.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ruzzola; ne ha facoltà.



RUZZOLA Paolo

Grazie, Presidente.
Come già anticipato dalla collega, ci siamo confrontati perché abbiamo individuato, nell'ordine del giorno presentato dalla collega, una giusta sollecitazione. Se in un primo momento il documento poteva riguardare soltanto il passaporto, abbiamo ritenuto, perché credo che ognuno di noi abbia ricevuto sollecitazioni in tal senso, che sul territorio le problematiche sono diverse, a partire dal semplice rilascio della carta d'identità. I tempi di attesa sono arrivati a sei/otto/dieci mesi in alcuni Comuni, anche solo per avere l'appuntamento, che stanno mettendo in grave difficoltà il quotidiano vivere di ognuno di noi, il quotidiano vivere che può essere la vita lavorativa per gli spostamenti di cui parlavamo, o che può essere la vita affettiva, perché sappiamo che ci vogliono mesi, se non anni, per avere appuntamenti per prenotare, presso le istituzioni, un matrimonio.
Anche per altri documenti abbiamo ritardi che difficilmente possono essere comprensibili o, meglio, se possono essere comprensibili non sono giustificabili: parliamo del rilascio del porto d'armi. Oggi siamo a dodici mesi, mediamente, per il rinnovo di un porto d'armi, che se già potrebbe essere un periodo oltre ogni ragionevole tempo in situazioni normali, ma in questo momento, con la peste suina sul nostro territorio (quindi avremmo bisogno del numero massimo di cacciatori operativi per interventi straordinari richiesti), riducendo in modo importante le persone che potrebbero intervenire in tal senso si rischia di danneggiare gravemente il settore zootecnico.
Semplicemente abbiamo preso quest'ordine del giorno e lo abbiamo ampliato dicendo che è opportuno intervenire anche sul rilascio del porto d'armi piuttosto che sulle carte di identità, piuttosto che su tutti quei documenti indispensabili alla vita quotidiana di ognuno di noi.
Abbiamo emendato e concordato con la prima firmataria questo documento, che adesso consegno alla Presidenza.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Chiedo al Consigliere Ruzzola di consegnarci il documento.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Solo per sapere se è possibile votare il documento per parti separate.
Siamo più che favorevoli a un impegno per avere passaporti in tempi, non dico brevi, ma civili e decenti ma, per quanto mi riguarda, suscita in me assai minore interesse la questione del porto d'armi.
Se non si riesce a votare l'atto d'indirizzo per parti separate, da parte nostra non ci potrà essere una valutazione positiva.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marello; ne ha facoltà.



MARELLO Maurizio

Grazie, Presidente.
Questa mattina, quando l'ho letto, ho sottoscritto con grande convinzione l'ordine del giorno che ha presentato la collega Accossato. Con riferimento in particolare ai passaporti, ma non solo ai passaporti, la Pubblica Amministrazione italiana sta vivendo un momento molto, molto difficile.
Probabilmente i nodi stanno venendo definitivamente al pettine e, per una serie di carenze strutturali, materiali e di personale - tutto quello che volete - per avere dei documenti basilari si devono attendere dei mesi.
Con riferimento ai passaporti, in particolare, posso portare anche l'esperienza della provincia da cui provengo (la provincia di Cuneo). Negli ultimi anni, bisogna dare atto che la Questura e la Polizia si sono dotate anche di Uffici decentrati (mi viene in mente Ceva, Alba piuttosto che Bra qualche anno fa) proprio con lo scopo di facilitare e velocizzare l'accesso al passaporto, senza dover fare lunghi tragitti e lunghe code a Cuneo (com'è noto, la Provincia è "Granda", quindi le distanze sono significative). Si denuncia ormai da tutte le parti il fatto che per ottenere un passaporto occorrono dei mesi e non credo che tutto questo come forse è già stato detto, sia attribuibile al fatto che adesso, per andare in Gran Bretagna, ci vuole il passaporto mentre prima bastava la carta d'identità. Probabilmente questo è un problema, ma non è la causa primaria di questa situazione.
Convintamente mi sento di sostenere l'ordine del giorno, dopodiché credo anche che la celerità sia necessaria per qualsiasi tipo di documento per un cittadino che ha i requisiti e il diritto a ottenerlo. Penso che faccia parte di quell'efficienza della Pubblica Amministrazione che è basilare per il suo funzionamento da un lato e, dall'altro, dall'angolo visuale del cittadino, per esercitare quei diritti minimi che gli fanno capo.
Apprezzo l'iniziativa che ha preso la collega Accossato.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marello.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ruzzola; ne ha facoltà.



RUZZOLA Paolo

Rispetto all'intervento del collega Bertola avanzo una proposta se pu facilitare per un voto unanime. Di eliminarlo del tutto no, perché è un documento come tutti gli altri, mi sembra che chi ne ha diritto e dignità deve avere il porto d'armi nei tempi giusti come tutti gli altri.
Ho specificato in modo puntuale che in questo momento, con la questione dalla peste suina, poter contare su 20 o 30% di persone in più o in meno è una questione anche di sanità pubblica. Siamo in grave sofferenza di persone che possono intervenire, quindi anche questo è un elemento importante. Per chi non lo sapesse, la validità del porto d'armi da sei anni è passata a cinque, ma da cinque anni è fermo un anno per i rinnovi quindi abbiamo un numero importante di persone che sono in attesa.
La mia proposta è di toglierlo dal titolo e lasciarlo solo nel disposto interno. Se questo può rendere accettabile il testo, non avrei problemi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ruzzola.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giaccone; ne ha facoltà.



GIACCONE Mario

Presidente, se le persone coinvolte fossero disponibili a suddividere in due ordini del giorno, anche a testo sovrapponibile, con due contenuti separati, penso che risolveremmo il problema.



PRESIDENTE

Si sta cercando di fare così. Poiché non c'è un testo preciso, si sta cercando di fare questo in modo tale da effettuare le votazioni per parti separate.
Ha chiesto di intervenire, in conclusione, il Presidente Cirio; ne ha facoltà.



CIRIO Alberto, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Soltanto per segnalare, come ho già avuto modo di fare per le vie brevi questa mattina, l'opportunità di aver trattato questo tema. È un tema importante, che riguarda davvero tanti cittadini italiani e nello specifico piemontesi.
È vero che è un problema di tutte le Regioni perché le modalità di rilascio del passaporto seguono dei protocolli nazionali ma noi, che abbiamo la responsabilità di governare la nostra Regione e che abbiamo un rapporto diretto con i nostri cittadini, credo che abbiamo più volte constatato quanto davvero ci siano delle grandi difficoltà operative un po' in tutto il Piemonte. Non è un problema della grande città rispetto alla provincia ma è così un po' ovunque, con problematiche legate alle modalità d'iscrizione sul portale. Come ben si sa, il portale, quando non ti propone una data, devi ritornarci sopra e a volte ti propone date in luoghi lontanissimi rispetto a quelli di residenza. Una situazione che diventa davvero complicata, pur sapendo che le Questure di tutto il Piemonte stanno dando il massimo per riuscire a garantire il miglior servizio.
Credo che ci siano delle problematiche procedurali che vanno affrontate.
Per questa ragione, esprimo naturalmente parere favorevole della Giunta su quest'ordine del giorno e ringrazio la Consigliera Accossato per averlo presentato per prima.
Oggi ho sentito il Prefetto di Torino nella sua veste anche di coordinatore dei Prefetti piemontesi e mi ha annunciato la possibilità di valutare una riunione, che vorremmo convocare già nelle prossime settimane, di tutti i Prefetti del Piemonte mettendo all'ordine del giorno questo tema, in modo che si possano individuare, direttamente con le Questure, i correttivi.
Sarà mia cura invitare a questa riunione, in rappresentanza del Consiglio e, se il Presidente è d'accordo, la proponente, la Consigliera Accossato, e il Consigliere Ruzzola in modo che i documento non rimanga in un cassetto ma diventi un impegno operativo e concreto, perché davvero c'è tanta gente che rischia di vedersi non dico negato un diritto, ma veramente reso difficoltoso l'esercizio del proprio diritto, che sia un diritto a espatriare con l'utilizzo del passaporto o a ottenere altri documenti che spettano a ciascuno di noi.
Noi voteremo a favore e grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Cirio.
Scusate, mi rivolgo soprattutto ai proponenti e a chi è interessato (perch mi sembra che non tutti i Consiglieri siano interessati alla tematica): vi informo che l'attuale ordine del giorno della Consigliera Accossato modificato per trovare un'intesa politica dal Consigliere Ruzzola, non è possibile votarlo per parti separate, perché le premesse sono contestuali alle due richieste.
Le soluzioni possono essere due: o sospendiamo dieci minuti la seduta, i due proponenti trovano un'intesa e riscrivono totalmente l'ordine del giorno (ammesso che bastino dieci minuti), oppure rimangono due singoli atti d'indirizzo e si votano separatamente, uno della Consigliera Accossato, che citava solo ed esclusivamente la parte relativa ai passaporti, l'altro del collega Ruzzola, che all'interno della richiesta relativa ai passaporti citava anche le carte di identità, il porto d'armi e altri documenti utili.
Queste solo le soluzioni; sono aperto alle vostre considerazioni.
Ha chiesto la parola la Consigliera Accossato; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

Se ho ben capito, quello che ho presentato, che parla solo dei passaporti rimane un ordine del giorno separato; quello presentato dal collega Ruzzola, che per me poteva essere integrato, ma che poi taglierebbe fuori dalla disponibilità di voto alcuni Consiglieri, diventa un secondo ordine del giorno, su cui, ovviamente, chi vuole può aderire (personalmente sì). E si votano separatamente.



PRESIDENTE

Sì. Oppure si sospende la seduta per dieci minuti e si riscrive un testo unificato, in modo tale da procedere a votazioni per parti separate mantenendo un solo ordine del giorno.



ACCOSSATO Silvana

Sì, mantenendone uno.
Però per votarlo per parti separate bisogna inserire paragrafi diversi per i diversi punti.



PRESIDENTE

Sì, perché così com'è non è possibile.
Come volete.



ACCOSSATO Silvana

Il fatto è che si allungano troppo i tempi.
Personalmente non c'è...



PRESIDENTE

L'ordine del giorno del Consigliere Ruzzola dev'essere riscritto, perch era una riscrittura del suo. Perciò un minimo di tempo al Consigliere Ruzzola bisogna concederglielo per poterlo riscrivere e consegnare.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ruzzola; ne ha facoltà.



RUZZOLA Paolo

Se la Consigliera Accossato ritiene di porre in votazione il suo ordine del giorno così com'era, cioè com'è stato presentato, e noi facciamo nostro questo, perché a noi va benissimo, noi lo manteniamo.
Cioè non devo riscriverlo: questo testo a noi va benissimo. In pratica diventa questo l'atto d'indirizzo presentato da noi.



PRESIDENTE

Mantenendo quello attuale?



RUZZOLA Paolo

Sì, questo che abbiamo descritto.
In pratica, quello che abbiamo riscritto diventa l'ordine del giorno presentato dal sottoscritto e da altri.



PRESIDENTE

Se la riscrittura viene accettata dalla Consigliera Accossato, mettiamo in votazione quello attuale.



RUZZOLA Paolo

No. Se si vogliono fare due votazioni separate, si vota, se è possibile l'ordine del giorno della collega Accossato e quello nostro.



PRESIDENTE

Nella situazione attuale dev'essere sospesa la seduta, perché comunque il testo dev'essere messo a posto.
Pertanto, sospendiamo la seduta in modo tale da...
(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

O lasciamo i Consiglieri da soli che se lo preparino...
Però non mi sembra fattibile, perché i funzionari del Consiglio che attualmente stanno operando durante la seduta non possono supportarli.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

I due proponenti hanno trovato un'intesa per sottoporre i due atti d'indirizzo a votazioni separate.
Iniziamo con il porre in votazione l'ordine del giorno nel testo originale presentato dalla Consigliera Accossato, sul quale la Giunta esprime parere favorevole.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 914, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Passiamo ora all'ordine del giorno n. 922 presentato dal Consigliere Ruzzola, inerente a "Ristabilire il diritto dei cittadini piemontesi ad ottenere passaporto, carta d'identità, porto d'armi e documenti utili alla vita quotidiana dei cittadini". Su tale ordine del giorno il parere della Giunta è favorevole.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 922, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Esame mozione n. 882 presentata da Stecco, Cerutti, Poggio, Perugini Gagliasso, Marin, Mosca, Zambaia e Cane, inerente a "Problemi concernenti la revoca della Tessera Sanitaria ai dipendenti ed ex-dipendenti delle istituzioni europee residenti in Italia, e rilascio di una Tessera Sanitaria depotenziata con asterischi"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della mozione n. 882, di cui al punto 20) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Stecco per l'illustrazione; ne ha facoltà.



STECCO Alessandro

Grazie, Presidente.
Cercherò di essere breve, anche se è un tema molto importante che riguarda i dipendenti italiani che lavorano nelle istituzioni europee.
Premetto che la Commissione europea è in procinto di firmare un accordo con i Ministeri concernente la revoca della tessera sanitaria ordinaria dei dipendenti e degli ex dipendenti, anche quelli collocati in quiescenza, che fanno parte o hanno fatto parte delle istituzioni europee e il conseguente rilascio di una tessera sanitaria asteriscata depotenziata.
Per i dipendenti delle istituzioni europee sussiste una copertura sanitaria parziale puramente assicurativa, denominata Joint Sickness Insurance Scheme, stabilita da un Regolamento comunitario. Questa JSIS (che è l'acronimo) è una mera copertura assicurativa finanziaria a rimborso e copertura parziale, in particolare in casi di patologie costose e di lunga durata, limitata da massimali molto bassi. Ha natura integrativa, quindi complementare e sussidiaria e non offre prestazioni di natura sanitaria o medica, ma solo rimborsi.
Cos'è il Sistema Sanitario Nazionale? È, invece, un complesso di funzioni strutture e servizi, promozione, mantenimento e recupero della salute assicura prevenzione e tracciabilità, il fascicolo digitale con anamnesi esami, interventi, vaccinazioni, emergenza, trattamenti anche di patologie gravi. Il Sistema Sanitario Nazionale è anche coordinato con le attività e gli interventi di tutti gli organi, istituzioni e autorità che operano nel campo della salute.
Premesso che le previsioni di un Regolamento comunitario non possono prevalere sulle prescrizioni costituzionali di tutela della salute, il sistema costituzionale, però, può trasferire la gestione della tutela della salute dei propri cittadini a soggetti internazionali, ma permane l'implicito dovere di vigilanza da parte del Sistema Sanitario Nazionale che dovrà intervenire allorquando i suoi cittadini non risultino tutelati da suddette istituzioni.
La prevaricazione di questo sistema assicurativo JSIS sul Sistema Sanitario Nazionale rischia di creare inopportune differenze tra i cittadini dell'Unione Europea, creando un paradosso. Avremmo cioè alcuni cittadini italiani ed europei residenti in Italia esclusi in tutto o in parte da tutela costituzionale della salute.
Con l'approvazione di tale accordo, se non viene fermato, avremmo tre gruppi di diverse tutele della salute dentro la popolazione dei dipendenti delle istituzioni europee: avremmo un paradosso e una discriminazione verso altri cittadini italiani e non residenti in Italia che, solo perch funzionari della Commissione, sarebbero privati di diritti costituzionali avremmo un paradosso e una discriminazione verso i cittadini dell'Unione Europea di altri Stati membri residenti in Italia che usufruiscono sia della copertura JSIS, sia del loro sistema sanitario nazionale e locale.
Inoltre, questi problemi sarebbero accresciuti nella popolazione degli ex dipendenti in pensione che soffrono di patologie croniche, a volte anche gravi, che si trovano esclusi da una serie di possibili coperture sanitarie.
Questo fenomeno è stato segnalato per la prima volta dalla Regione Lombardia. Noi abbiamo nella nostra Regione parecchi dipendenti delle istituzioni europee che sono piemontesi, poi ci sono i dipendenti delle istituzioni europee. Queste persone, se questo non viene corretto, si trovano una tessera sanitaria depotenziata e, in caso di malattie gravi non hanno una copertura completa.
Il professor Salizzoni, che vedo attento al tema e che so essere molto attento al tema, sa quanto costa dal punto di vista economico un grosso intervento di trapianto di fegato o un grande intervento neurochirurgico.
Queste coperture parziali non coprono questi costi, come non coprono i costi trapiantologici o di grandi interventi.
Le persone che si trovano senza questa possibilità sono spaventate, perch se capita loro qualcosa o non stanno bene, in Italia non avrebbero più la copertura.
Questi sono i motivi per cui chiediamo di impegnare la Giunta regionale ad attivarsi verso le istituzioni europee e presso le istituzioni italiane per fermare questo iter e, in particolare a livello regionale, predisporre immediatamente un atto, attraverso la Direzione Sanità (come ha fatto la Regione Lombardia), per ridare immediatamente piena efficacia alle tessere sanitarie dei dipendenti delle istituzioni europee che, in questo caso sono piemontesi.
Chiedo che venga sancita, quindi approvata, un'intesa tra istituzioni europee e istituzioni italiane per tutelare il diritto costituzionale alla salute, assicurando una copertura sanitaria completa; ad esempio, la tessera sanitaria completa del sistema sanitario nazionale per i dipendenti e gli ex dipendenti delle istituzioni europee residenti in Italia, al pari di qualsiasi altro cittadino italiano residente in Italia.



PRESIDENTE

Grazie.
Chiedo se vi sono interventi in discussione generale sulla mozione n. 882.
Poiché non vi sono interventi, prima di chiudere la discussione generale chiedo il parere della Giunta regionale.



RICCA Fabrizio, Assessore regionale

Il parere della Giunta regionale è favorevole.



PRESIDENTE

Procediamo con la votazione della mozione.
Ricordo che il numero legale è 25.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 882, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Sia inserito a verbale che i Consiglieri Bongioanni, Leone e Ruzzola hanno espresso un voto favorevole.
Se non vi sono altri interventi, mi sembra che ci sia l'intesa di sospendere i lavori e procedere alla Conferenza dei Capigruppo in Sala A.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 16.51)



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