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Dettaglio seduta n.102 del 03/11/20 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

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Argomento:


GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori iniziano alle ore 9.38 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENTE

Per delega del Presidente Stefano Allasia, dichiaro aperta la trattazione delle interrogazioni e delle interpellanze.
Oggi, la Giunta regionale si è resa disponibile, in modalità da remoto, a rispondere come segue: interrogazione indifferibile e urgente n. 418 presentata dal Consigliere Magliano, alla quale risponderà l'Assessore Protopapa; interrogazione indifferibile e urgente n. 417 presentata dal Consigliere Segretario Bertola, alla quale risponderà l'Assessore Protopapa; interrogazione indifferibile e urgente n. 471 presentata dalla Consigliera Frediani, alla quale risponderà l'Assessore Chiorino.
Ricordo che per le interrogazioni e interpellanze è prevista l'illustrazione da parte dell'interrogante per due minuti, la risposta dell'Assessore per tre minuti e non sono previste repliche.
Infine, ricordo agli Assessori che è espressa richiesta della Presidenza l'invio delle risposte tramite posta elettronica agli interroganti.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interrogazione indifferibile e urgente n. 418 presentata da Magliano inerente a "Case ATC di Corso Racconigi 25, urgono misure per la tutela dei proprietari privati di unità abitative"


PRESIDENTE

Iniziamo con l'esame dell'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 418.
La parola al Consigliere Magliano per l'illustrazione.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Grazie, Assessore, per la sua disponibilità a rispondere su una materia che penso non sia proprio una sua delega, quindi la ringrazio ulteriormente.
Mi sono già occupato di questa vicenda con un question time nei mesi scorsi ed è un problema relativo allo stabile di corso Racconigi 25, dove, come sapete (perché è stato oggetto di cronache giornalistiche) nel corso del 2018 ci si è resi conto che c'erano danni strutturali in questo immobile.
Lo stabile di corso Racconigi in questione comprende 350 appartamenti, 300 di proprietà di ATC, 282 dei quali erano locati, ma attualmente ne sono occupati circa la metà a causa dei trasferimenti, e cinquanta di proprietà di privati.
Il problema è proprio questo ed è il motivo per il quale mi rivolgo alla Regione: i proprietari, che sono i proprietari di questi muri, non sono riusciti a essere trasferiti in altri luoghi, come invece è capitato per coloro che affittavano ad ATC. Mi era stato detto che erano partite delle interlocuzioni con questi privati per trovare soluzioni di accomodamento.
Queste persone si sono trovate incolpevolmente ad avere acquistato un bene che aveva pesanti vizi, anche perché è stata prodotta una perizia che dice che queste persone stanno lì a loro rischio e pericolo, una perizia con la quale lavarsi un po' le mani anziché trovare una soluzione.
Allora, in quest'atto ho riportato quanto mi è stato detto dall'Assessore Caucino, cioè che, di questi cinquanta, trenta soggetti avevano avuto un'interlocuzione con Regione Piemonte. A quanto mi risulta, buona parte dei proprietari di questi immobili, cioè i soggetti che hanno acquistato questi immobili, non sono ancora stati contattati e non sanno quale sarà il loro futuro.
Noi siamo in queste condizioni preoccupanti, perché queste persone in questo momento vivono ancora in una struttura assolutamente pericolante e assolutamente insicura, oltre al fatto che l'aver svuotato questo immobile ha fatto sì che diventasse ricettacolo di degrado e di tutti coloro che vanno al mercato di corso Racconigi a vendere spesso merce rubata, per cui ci sono fenomeni di spaccio e oggettivamente ci sono fenomeni di microcriminalità.
Interrogo la Giunta e concludo, Presidente, con queste due domande. Dal momento che i colloqui tra ATC e i proprietari risultano attualmente ancora interrotti, chiedo a che punto siano le trattative con i proprietari privati delle unità immobiliari (circa una cinquantina), affinché sia garantita un'alternativa abitativa equivalente o una liquidazione agli investimenti fatti dai proprietari e se continuano, per la sicurezza delle persone che oggi vivono ancora lì, vista anche la relazione tecnica di vulnerabilità statica (febbraio 2019), le verifiche di stabilità strutturale sugli stabili interessati.
Chiedo che la Regione si faccia parte diligente rispetto ad ATC e che si trovi una soluzione per questi proprietari che, oggettivamente e in modo incolpevole, si trovano a vivere in appartamenti che hanno comprato in buona fede, ma dove oggi non possono più vivere.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Magliano.
La parola all'Assessore Protopapa per la risposta.



PROTOPAPA Marco, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Per quanto concerne le verifiche di stabilità degli stabili di corso Racconigi, l'Agenzia Territoriale per la Casa del Piemonte Centrale ha comunicato che fino al mese di gennaio 2019 l'attività è stata svolta da tecnici dell'Agenzia.
Con determinazione n. 249 del 26 febbraio 2019, sono stati incaricati dell'attività di monitoraggio i tecnici geometra Filia e geometra Bontà per il periodo di riferimento febbraio-luglio. A tal fine, il complesso è stato suddiviso in tre lotti: lotto 1 (corso Racconigi 25, con le relative scale, per un totale di 104 alloggi), affidato al geometra Bontà; lotti 2 e 3 (corso Racconigi 25, con le relative scale, per un totale di 200 alloggi), affidati al geometra Filia.
Con determina 996 del 6 agosto 2019, l'ATC ha prorogato gli incarichi a entrambi i geometri per l'attività di monitoraggio fino alla fine del 2019.
I passaggi di controllo sono stati effettuati con cadenza di trenta giorni circa, quindi ogni alloggio è stato controllato ogni trenta giorni.
Con determina n. 375 del 17 aprile 2020, ATC ha affidato al geometra Filia l'incarico di monitoraggio dei soli alloggi confinanti con il vano ascensore, ritenendo gli altri alloggi sufficientemente sicuri e, quindi non più necessitanti di sopralluoghi metodici, ma solo di verifiche in caso di perdite d'acqua dalle tubature idriche o di comparse di nuove fessurazioni. Tale attività è tuttora in corso.
L'ATC del Piemonte centrale ha comunicato che di tutta l'attività finora svolta sono disponibili, presso gli uffici, i report dei sopralluoghi, con foto e considerazioni dello stato riscontrato. In alcuni casi, su segnalazione dei tecnici, sono stati effettuati ulteriori controlli per maggiore approfondimento sullo stato delle strutture. Anche di questi controlli sono disponibili, se si vogliono, i relativi documenti.
Relativamente allo spostamento degli inquilini, ATC ha comunicato che sta procedendo sulla base delle priorità che erano state stabilite, ovvero privilegiando i trasferimenti dagli alloggi maggiormente a rischio (tipicamente quelli prossimi ai vani ascensori). A oggi risultano liberati 189 alloggi, a fronte di 350 totali.
Per i 161 alloggi abitati da altrettanti nuclei familiari che ancora risiedono in corso Racconigi, la situazione è la seguente: cinquantadue nuclei sono proprietari dell'unità abitativa; quarantaquattro nuclei sono in attesa di trasferimento nella nuova costruzione di via Fissata, che sarà pienamente disponibile entro fine febbraio; 26 nuclei hanno accettato gli alloggi di destinazione e i relativi lavori devono ancora partire; tredici nuclei hanno l'alloggio di destinazione già approntato e sono in attesa di stipula del contratto e successivo trasloco; undici nuclei hanno l'alloggio destinazione in fase di lavorazione; nove nuclei hanno già stipulato il contratto per il nuovo alloggio e sono in attesa di trasloco o di consegnare le chiavi del vecchio alloggio; cinque nuclei hanno accettato il trasferimento, ma devono ancora scegliere l'alloggio di destinazione; un nucleo ha un contratto di locazione non di edilizia sociale e presenta difficoltà nel trovare un accordo.
Per quanto riguarda, infine, gli alloggi di proprietà di privati, ATC, con deliberazione n. 86 del 9 settembre 2019, ha stabilito le linee guida per un'eventuale permuta. Allo stato attuale e tenendo conto delle difficoltà contingenti, sono in corso trattative, anche con legali di controparte, per addivenire a una soluzione, posto che l'obiettivo è lo svuotamento totale del complesso nel più breve tempo possibile. Ai proprietari è stato proposto un alloggio in permuta con altro di proprietà ATC ubicato nell'area metropolitana torinese. Alcuni condomini accetterebbero la permuta stessa e, in qualche caso, ATC ha anche già fatto visionare gli alloggi scelti.
Tuttavia non sono state concluse, al momento, delle permute.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Marco Protopapa per la risposta e proseguiamo con l'interrogazione indifferibile e urgente successiva.


Argomento: Caccia

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 417 presentata da Bertola, inerente a "Tipologie di esigenze ambientali, territoriali o faunistico- gestionali che consentirebbero la deroga al divieto d'immissione fauna selvatica dal 31 luglio fino alla chiusura della caccia"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 417.
La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere, per l'illustrazione; ne ha facoltà per due minuti.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Noi sappiamo chiaramente che l'articolo 8, comma 4 della legge n. 5/2018 la legge sull'attività venatoria della nostra Regione, recita: "È vietato immettere fauna selvatica sul territorio venabile dal 31 luglio al giorno di chiusura dell'attività venatoria alla piccola fauna stanziale".
L'omnibus approvato l'estate scorsa, purtroppo, ha effettuato una parziale modifica, poiché è stato aggiunto il comma 4 bis, che recita: "I comitati di gestione degli ATC e dei CA, per motivate esigenze ambientali territoriale o faunistico-gestionali, possono richiedere una deroga al divieto di cui al comma 4. La Giunta regionale definisce i criteri per il riconoscimento e adotta i relativi provvedimenti".
Successivamente, già il 31 luglio scorso la Giunta regionale ha definito alcune brevi disposizioni di prima attuazione da dare agli ATC e ai CA per definire quali erano le caratteristiche di queste richieste di deroga. Il 7 agosto, una settimana dopo, è stato autorizzato un primo elenco di richieste d'immissioni di fauna selvatica, pervenute da diversi ATC e CA.
Inoltre, un altro mese dopo, il 4 settembre, è stato autorizzato un secondo elenco di richieste di fauna selvatica, in deroga al comma 4. Nelle DGR che abbiamo letto non emerge nessun diniego da parte del settore deputato quindi tutte le richieste di deroga avanzate dai Presidenti di ATC e CA sono state ritenute valide. Ripeto, tutte.
Consideriamo anche la recente previsione normativa e l'assenza di una definizione di maggior dettaglio da parte della Giunta che individui quali siano le esigenze ambientali territoriali o faunistico- gestionali idonee per l'accoglimento della deroga che non sono definite in modo chiaro. Manca anche un raccordo tra il Settore infrastrutture, Territorio rurale Calamità naturali in Agricoltura, Caccia e Pesca e il Settore Biodiversità e aree naturali per la valutazione di quell'istanza (è chiaro che bisogna anche interessare il Settore Biodiversità).
Per tutti questi motivi, chiediamo alla Giunta regionale - chiedo oggi all'Assessore Protopapa, che ringrazio in anticipo per la risposta - quali siano le motivate esigenze ambientali territoriali o faunistico-gestionali che consentirebbero la deroga al divieto di immettere fauna selvatica sul territorio venabile dopo il 31 luglio di ogni anno.
Aggiungo, ma non è domanda dell'interrogazione, ma poiché siamo nel periodo e visto che siamo sull'argomento, che sostengo pienamente la richiesta del Tavolo "Animali e ambiente" di sospendere l'attività venatoria durante l'emergenza COVID.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Giorgio Bertola per l'illustrazione.
Per conto della Giunta, si è reso disponibile alla risposta l'Assessore Marco Protopapa.
Prego, Assessore, ha facoltà di intervenire per tre minuti.



PROTOPAPA Marco, Assessore alla caccia e pesca

Grazie, Presidente; buongiorno, Consigliere Bertola.
Faccio alcune premesse prima di arrivare alla sintetica risposta, che poi è quella che nasce dall'interrogazione.
La legge quadro n. 157 del 1992 non accenna a limiti temporali nell'immissione di fauna. Invece, per quanto riguarda la legge regionale n.
5 del 2018, come giustamente diceva il Consigliere, ci sono delle normative in cui si dispone che la Giunta regionale, con il proprio regolamento disciplini criteri e modalità d'immissione, cattura e destinazione della fauna selvatica a scopo di ripopolamento.
In attuazione di tale articolo, con decreto del Presidente della Giunta del 5 aprile 2019 è stato emanato un regolamento attuativo. I punti fondamentali di tale regolamento sono la competenza delle Province e della Città metropolitana, al fine che ci siano le autorizzazioni all'immissione di fauna sul territorio venabile, adibito alla caccia programmata richiesta dagli organismi di gestione degli ATC e dei CA. C'è un obbligo di preambientamento, mentre ci sono divieti d'immissione per le specie estranee alla fauna autoctona piemontese e alla fauna allevata all'estero.
Inoltre, sulla fauna selvatica sul territorio c'è il limite temporale compreso tra il 31 luglio e la data di chiusura, che non è ammessa a questo tipo d'immissione.
Per quanto riguarda quest'ultimo punto, con l'articolo 19 della legge regionale n. 15/2020 si è introdotta la deroga "per motivate esigenze ambientali, territoriali o faunistico-gestionali". Al fine di rendere da subito operativo l'ambito di applicazione della deroga prevista dalla legge, la Giunta regionale con la DGR del 31 luglio 2020 ha deliberato le disposizioni di prima attuazione.
Gli obiettivi previsti dalla legge regionale n. 5/2018 non hanno tenuto conto delle variabilità e delle modifiche che il nostro territorio ha subito negli ultimi anni. I blocchi di monocultura sono aumentati e sono sorte anche importanti problematiche fitosanitarie, che di per sé hanno inciso negativamente sulla popolazione della fauna selvatica. A ciò si deve anche aggiungere la pressoché totale mancanza di piani di gestione delle specie opportuniste in esubero.
Si sottolinea, infine, che la fitta rete di aree precluse all'attività venatoria permette la sopravvivenza a un discreto numero di soggetti immessi nonostante la forte pressione predatoria; tali soggetti saranno i futuri riproduttori. Proprio perché la legge quadro 157 non indica limiti temporali per le immissioni, la scelta del 31 ottobre come termine ultimo ha tenuto conto anche della situazione ambientale che fino a quel periodo permette ai soggetti immessi di rifugiarsi in siti con discreta copertura vegetazionale. Pertanto, in riferimento specifico al quesito posto nell'interrogazione, di seguito si riportano alcune delle principali motivazioni di esigenze ambientali, territoriali e faunistico-venatorie alla base delle deroghe al divieto di immettere fauna selvatica sul territorio venabile dopo il 31 luglio di ogni anno.
Primo punto. Riteniamo che il fenomeno della specializzazione dell'agricoltura comporta, in particolare in alcune aree di pianura, la creazione di situazioni meno idonee alla sopravvivenza dei capi di fauna immessi nei mesi estivi fino al mese di luglio. Sono questi i casi di particolari aree avocate alla risicoltura, ma anche le porzioni di territorio in cui prevale una monocoltura del mais. Le ragioni sono, per un verso, la scarsa protezione offerta da alcune colture e, per altro l'effettuazione di operazioni agronomiche in tali periodi.
Secondo punto: la presenza diffusa, nei periodi indicati, di specie opportuniste di animali in grado di limitare fortemente la sopravvivenza di animali immessi.
Un'altra motivazione è la maggiore disponibilità, in alcuni territori, di alimenti naturali nel periodo tardo estivo, quali ad esempio more, lamponi selvatici e cavallette, che sono in grado di favorire la sopravvivenza dei capi immessi.
Altra motivazione è l'indisponibilità di soggetti da immettere nelle quantità e caratteristiche più idonee a migliorarne la sopravvivenza.
Non ultimo, bisogna anche capire che ormai sono un dato di fatto gli elementi di variabilità climatica che rendono meno programmabili e prevedibili le situazioni ottimali per l'immissione degli animali, sicché è giusto ascoltare e valutare singolarmente le varie richieste.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 271 presentata da Frediani, inerente a "Situazione lavoratori Golden Palace"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 271.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Parliamo del Golden Palace, che è uno dei pochissimi hotel a cinque stelle della città di Torino, gestito da Allegro Italia.
L'interrogazione nasce dalla situazione particolare che si è creata nel dicembre 2019 quando, a seguito di un'indagine della Magistratura, ci fu un problema per i lavoratori, perché l'azienda Mover acquistò.



(Audio mancante o non comprensibile)



PRESIDENTE

Consigliera, mi permetta un'osservazione: provi a spegnere il video. In tal modo, magari la riceviamo meglio, perché non la sentiamo bene.



FREDIANI Francesca

Si sente male, oggi è una giornata un po' nuvolosa.
Ripeto quello che ho detto. La problematica dei lavoratori che fanno capo alla Golden Palace è esplosa nel dicembre 2019, quando ci fu un'indagine della magistratura e fu sequestrata l'azienda Mover, che aveva in appalto alcuni servizi del Golden Palace e faceva parte del Consorzio Oj Solution di cui era presidente Mario Burlò, che fu coinvolto nell'inchiesta.
Dal 1° febbraio i lavoratori sono stati internalizzati dal Golden Palace e dopo il passaggio in Golden Palace hanno percepito l'80% dello stipendio ma dal 1° marzo sono in cassa integrazione. È un'interrogazione datata, per cui a questo punto la situazione sarà probabilmente diversa, ma all'epoca dell'interrogazione, quindi a maggio, non avevano ancora percepito nulla.
L'azienda non aveva anticipato gli stipendi e i lavoratori non avevano ricevuto nemmeno il pagamento dei giorni che avevano lavorato a marzo. A questa situazione già piuttosto grave si sommava anche la pandemia, che stava raggiungendo delle dimensioni piuttosto preoccupanti già a maggio.
Adesso sono passati dei mesi. Immagino che l'Assessore si sia occupata di questi lavoratori e spero che, nel frattempo, la situazione si sia risolta.
Pertanto, chiediamo un aggiornamento in merito ai fatti che ho appena illustrato.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Frediani per l'illustrazione.
Per conto della Giunta, si è resa disponibile alla risposta l'Assessore Chiorino, che ha facoltà di intervenire per tre minuti.



CHIORINO Elena, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente. Le chiedo solo una conferma dell'audio prima di iniziare a parlare.



PRESIDENTE

La sentiamo in modo chiaro. Prosegua, grazie.



CHIORINO Elena, Assessore al lavoro

Buongiorno a tutti.
In realtà, qualche ulteriore sviluppo e qualche aggiornamento c'è stato anche rispetto al mese di maggio. C'è da premettere che né il sindacato n i lavoratori hanno mai presentato alcuna richiesta d'intervento alla Regione Piemonte, anche se come Assessorato siamo comunque sempre in contatto con le organizzazioni sindacali, che sono in attesa del pagamento degli stipendi o di acconti nel mese di ottobre. E ovviamente seguiamo tutta la vicenda, avendo, fin da subito, assicurato la disponibilità a intervenire su eventuale richiesta delle parti. Detto questo, per riprendere la questione senza ripetere quanto già ripreso, come cronistoria, dalla Consigliera Frediani, c'è da dire che i lavoratori sono stati poi internalizzati a partire dal 1° febbraio 2020, quindi confermo che, all'attualità, sono, a tutti gli effetti, dipendenti dell'azienda.
Da fonti sindacali, perché non c'è mai stata una richiesta d'intervento diretta da parte della Regione, ma, come dicevo, siamo in contatto, si era appreso che lo stipendio relativo al mese di febbraio era stato erogato all'80% e che i lavoratori erano poi stati posti in integrazione salariale attraverso il fondo d'integrazione salariale, il cosiddetto FIS, da marzo 2020.
Dopodiché, poiché l'azienda non ha anticipato il FIS e non aveva pagato le giornate lavorate nel mese di marzo, i lavoratori hanno poi dovuto affrontare - ahimè - il disagio economico derivante, causato anche dei ritardi dell'erogazione del FIS, che però ora risulta essere stato erogato a datare dal 5 giugno 2020. C'è poi stata un'ulteriore evoluzione per cui nell'ultima settimana di settembre 2020, l'azienda ha provveduto al pagamento del 50% degli stipendi spettanti, relativi al mese di marzo. A oggi, questi sono gli aggiornamenti.
Come ripeto, siamo in continuo contatto con le parti sindacali, avendo da subito dato la disponibilità a interventi diretti nel momento in cui questi siano eventualmente richiesti.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Elena Chiorino per la risposta.
Grazie a tutti e a tutte e, nel ringraziare il Presidente Stefano Allasia per la delega, dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.
A breve, il Presidente aprirà i lavori del Consiglio regionale.
Buon lavoro a tutti.



(Alle ore 10.04 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta inizia alle ore 10.07)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Ricordo a tutti i presenti alcune note tecniche per una migliore gestione della seduta.
Per confermare la propria presenza occorre tenere la telecamera attiva utilizzando gli appositi pulsanti rosso (disattivo) e nero (attivo).
Il pulsante del microfono va attivato solo quando si ottiene la parola diversamente, il microfono va tenuto spento.
Per chiedere la parola occorre prenotarsi per mezzo della chat.
Sia la presenza sia la votazione vanno confermate nella chat. Vi prego di prestare particolare attenzione a quest'adempimento.
I documenti relativi agli atti da esaminare nel corso della seduta sono caricati nel supporto informatico delle sedute istituzionali, accessibili dalla Intranet. Al fine di velocizzare la distribuzione virtuale dei documenti, tutti i Consiglieri sono stati dotati di VPN, attraverso la quale sarà possibile accedere agevolmente alla Intranet del Consiglio regionale, per visionare i documenti caricati sul supporto alle sedute istituzionali.
La seduta è trasmessa in streaming, pertanto tutto ciò che è inquadrato dalle telecamere personali è visibile online. Prego, inoltre, di silenziare i cellulari ed evitare rumori che possono disturbare la seduta.
Do via allo streaming e all'inizio dei lavori.
Comunico che, come stabilito in sede di Conferenza delle Presidenze dei Gruppi consiliari, la seduta si svolgerà mediante collegamento in videoconferenza. Per la gestione delle sedute si applicano le disposizioni della deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 160 del 29 ottobre 2020 a specificazione di quanto previsto dal Regolamento interno del Consiglio regionale.
Comunico che procederò all'appello nominale, sia ai fini della conferma dalla presenza, sia ai fini della votazione, chiamando prima i Gruppi di maggioranza e poi i Gruppi di minoranza.
Ai soli fini dell'appello nominale, comunico che sono in congedo Caucino Carosso, Cirio, Lanzo e Ricca.
Il numero legale è, pertanto, 24.
Procedo, quindi, all'appello nominale per l'identificazione dei partecipanti. Chiamerò anche gli Assessori esterni, all'esclusivo fine di consentire la rilevazione della loro presenza per il verbale. Chiedo di mantenere attiva la telecamera del proprio dispositivo, di rispondere all'appello in modo intelligibile e di confermare la presenza in chat.



(Il Presidente Allasia procede all'appello nominale e constata la presenza del numero legale)



PRESIDENTE

Risultano presenti 43 Consiglieri.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 55 del Regolamento interno del Consiglio regionale hanno chiesto congedo Carosso, Caucino, Cirio, Lanzo e Ricca.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione e chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Presidente, so che doveva intervenire anche il mio Capogruppo, che probabilmente non ha fatto in tempo a chiedere la parola. Se mi dà conferma della sua presenza, interverrei dopo di lui.
Volevo chiedere l'inserimento di un nuovo punto all'o.d.g., ma dopo l'intervento del mio Capogruppo.



PRESIDENTE

Il Presidente Gallo non risulta ancora presente, però.
Al momento non lo vedo collegato: probabilmente, avrà riscontrato qualche problema di collegamento.



ROSSI Domenico

Allora intervengo prima io.



PRESIDENTE

Prego, prego.



ROSSI Domenico

Noi chiederemmo, Presidente, l'iscrizione all'o.d.g. dell'odierna seduta dell'ordine del giorno n. 427, relativo alla richiesta di rinvio del referendum consultivo per l'istituzione del Comune di Gattinara mediante fusione dei Comuni di Gattinara e di Lenta, in provincia di Vercelli previsto per l'8 e il 9 novembre, per questioni di natura sanitaria.
Oltre all'inserimento - ma mi dica lei quando potrò farlo - ne chiederemmo anche la trattazione, ovviamente dopo il voto sul dimensionamento scolastico.



PRESIDENTE

Va bene, grazie.
Ha chiesto la parola il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Volevo solo capire se, come Ufficio di Presidenza, vi era l'intenzione di ricordare in qualche modo le vittime degli attentati di queste ultime ore a Vienna e a Nizza.
Vi chiedo se avevate immaginato, come Presidenza del Consiglio regionale di dedicare un minuto di raccoglimento per quello che sta capitando purtroppo in tutta Europa.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola il Consigliere Preioni.



GRIMALDI Marco

Scusi, Presidente, ma ho chiesto la parola prima.



PRESIDENTE

Sì, mi scusi.



GRIMALDI Marco

Presidente, intanto intervengo sull'ordine dei lavori: lei ha fatto delle comunicazioni e vorrei intervenire prima sulle sue comunicazioni e poi sull'ordine del giorno. Di solito, le due vicende sono separate: come possiamo fare? Perché lei nelle comunicazioni ha già dichiarato alcune indisponibilità e vorrei intervenire su questo.
Mi dica lei su cosa devo intervenire per prima, perché ho sia una richiesta d'inserimento di un nuovo punto all'o.d.g. sia una richiesta d'intervento sulle sue comunicazioni.
Mi dica lei cosa devo fare prima. Se vuole, faccio entrambe nello stesso intervento per semplificarle la vita.



GALLO Raffaello

Scusi, Presidente, se m'inserisco: mi sente?



PRESIDENTE

Collega Gallo, può solo farmi rispondere prima al collega Grimaldi?



GALLO Raffaele

Sì, era solo per annunciare la mia presenza. Mi ero scollegato per problemi di rete, solo per quello. Interverrò successivamente.
Prego, prego.



PRESIDENTE

Al momento, siamo sul punto relativo alle richieste di modifica dell'o.d.g.
Le comunicazioni avverranno successivamente.



GRIMALDI Marco

La ringrazio.
Ho sentito alcune assenze, ed essendo che né il Presidente Cirio né nessuno di noi è indispensabile allo sforzo produttivo del Paese, volevo solo capire se su questo potevamo intervenire. Perché ci attendevamo - e ci attendiamo ancora - le comunicazioni da parte del Presidente, quindi volevo capire se arriverà in mattinata.
In merito all'o.d.g. dell'odierna seduta, chiederei invece l'inserimento di un ordine del giorno che avremmo voluto affrontare all'interno della discussione generale relativa all'attivazione delle Brigate Ippocrate: come aveva promesso lo stesso Presidente Cirio dopo un intervento che avevo svolto mesi fa, dopo che le Brigate Henry Reeve sono andate via, avevamo condiviso tutti insieme che avremmo dovuto cogliere questa grande esperienza per chiedere all'Italia e all'Unione Europea lo stesso.
Nel frattempo, è arrivata la seconda ondata, ma non mi pare che siano stati attivati protocolli di solidarietà internazionale. Vorremmo quindi depositare un ordine del giorno avente a oggetto "Brigate europee Ippocrate" per chiedere al Ministro Speranza e al Commissario alla salute europeo di attivare da subito queste brigate internazionali europee.
Grazie.
In seguito, vorrei ancora intervenire dopo le sue comunicazioni per chiederle cosa ne è della richiesta, avanzata in Conferenza dei Capigruppo di comunicazioni del Presidente Cirio e dell'Assessore Icardi, che immagino, vista la sua presenza - non essendo stato presente ieri in Commissione sanità, a questo punto svolgerà le comunicazioni al posto del Presidente su tutto.
Vorrei solo scoprirlo da lei e capire se, in alternativa, il Vicepresidente Carosso farà le veci del Presidente Cirio.
Grazie.



PRESIDENTE

Per quanto concerne la richiesta d'inserimento all'o.d.g. del suo atto d'indirizzo, se lo invia provvederemo al relativo inserimento, perché non è ancora visibile.



GRIMALDI Marco

Certo, sarà mia cura farlo nei prossimi minuti.



PRESIDENTE

In merito alle comunicazioni, concludiamo prima la trattazione delle richieste di modifica dell'o.d.g. e poi procederemo in tal senso.
La Giunta è presente. Se vorrà intervenire.



GRIMALDI Marco

Ha ragione lei, Presidente. È solo che quando trattiamo prima l'inversione dei punti all'o.d.g. non sappiamo se le comunicazioni verranno date o meno perciò sarebbe utile anche ai Capigruppo. Perché - pongo un esempio potrebbero intervenire ancora i Presidenti di Gruppo Gallo e Giaccone, ma se lei ci dicesse che le comunicazioni saranno comunque fornite dagli Assessori Carosso e Icardi, magari eviteremmo di sprecare una richiesta d'inversione all'o.d.g. magari di Gallo (anzi, no, perché è già intervenuto Rossi) o di un altro Consigliere: è solo per disciplinare i nostri lavori.
Per intenderci, non sono intervenuto per farle perdere tempo.



PRESIDENTE

Attualmente, non ho nessuna richiesta d'intervento da parte della Giunta e non ho nessuna notizia a tale proposito. Se la Giunta intende intervenire può farlo quando vuole.
Se vi sono dei Gruppi che vogliono richiedere le comunicazioni della Giunta, possono farlo.
La parola al Consigliere Gallo.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Scusi, ma iniziamo male con i collegamenti internet; io mi sono scollegato e ho seguito soltanto una parte della discussione del collega Grimaldi e non ho sentito gli altri Capigruppo. So che è intervenuto il mio collega Rossi per l'iscrizione di un ordine del giorno importante, anche per le tempistiche alle quali è collegato.
Al di là di tutto questo e dei lavori dell'Aula già programmati in sede di Capigruppo, credo che le giornate che ci separano dalla Capigruppo a oggi la continua evoluzione della situazione sanitaria, nonché la continua evoluzione della dialettica Governo-Regioni di queste ore, c'imponga di chiedere, come opposizioni, assolutamente un'informativa alla Giunta sulla situazione sanitaria che, per intenderci, vede ospedali da campo allestiti davanti agli ospedali, una serie di COVID-hospital e di disdette di visite routinarie e standardizzate, una serie di problemi legati ai tamponi. I giornali ne danno evidenza quotidianamente, ormai da un mese.
Insomma, data la situazione epidemiologica, che vede il Piemonte quasi in lockdown, in zona rossa, credo che questo Consiglio regionale debba iniziare i suoi lavori con un'informativa della Giunta e con una discussione su questo tema, che è assolutamente prioritario rispetto al resto.
Il mio intervento è per chiedere un'informativa alla Giunta regionale sulla situazione sanitaria e, se è possibile, ma io non conosco le interlocuzioni tra il Presidente e il Governo italiano, in merito alle decisioni da assumere sul DPCM, eccetera; intendo un'informativa il più attuale possibile rispetto a questa situazione.
Nel frattempo, do la mia presenza, perché prima non ho risposto.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Preioni.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.



(Audio mancante o non comprensibile)



PRESIDENTE

Consigliere Preioni, forse le conviene disattivare il video, perché non la sentiamo.



PREIONI Alberto



PRESIDENTE

La seduta è unica.



PREIONI Alberto

Vorremmo anticipare in apertura della seduta pomeridiana la cosiddetta "mozione di sfiducia", perché, di fatto, non esiste una mozione di sfiducia di un incarico fiduciario.
Vorremmo trattare il prima possibile la mozione di sfiducia, come maggioranza; propongo in apertura della seduta pomeridiana, per evitare che non sia discussa oggi, perché noi abbiamo tutto l'interesse, tutta la tranquillità e tutta la coerenza per discuterne appena aperti i lavori pomeridiani, onde evitare che ci s'incarti su qualche ordine del giorno e di bloccarci.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Giaccone.



GIACCONE Mario

Grazie, Presidente.
Rinnovo anch'io, perché è stata già avanzata, sia dalla maggioranza sia dall'opposizione, la richiesta di un'informativa sulla situazione sanitaria, perché oggettivamente abbiamo riscontro dai numeri che la nostra regione è tra le due peggiori, sia per l'incremento del numero dei contagi sia per i ricoveri, sia per il numero dei contagi assoluti in relazione alla percentuale della popolazione. Rilevo soltanto questo, senza polemica perché da sempre su questo tema ci siamo sforzati, come opposizione, di essere collaborativi.
Sono contento che ci sia l'Assessore Icardi, ma rimango un po' perplesso perché, l'ultima volta (non molto tempo fa) che abbiamo sentito il Presidente relazionarci sull'argomento, ascoltandolo con attenzione, la situazione sembrava assolutamente non essere grave, anzi non solo non essere grave, ma sembrava essere ampiamente sotto controllo. Ora, nessun rimprovero, ma ci sono i fatti che, in questo momento, riportano i giornali di qualsiasi parte politica, perché i dati purtroppo sono oggettivi.
Ho piacere di ascoltare l'Assessore in relazione a questi temi, ripeto, non con un atteggiamento polemico, ma di collaborazione, però certo rimarco il fatto che, nell'ultima occasione nella quale abbiamo avuto modo di ascoltare la relazione della Giunta sul tema (in verità, in quel momento parlava il Presidente Cirio) il quadro era del tutto diverso da quello di cui leggiamo oggi sugli organi di comunicazione, eppure non si tratta di due mesi fa, ma di poco più di una settimana fa.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Sacco.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Anch'io volevo, insieme al mio Gruppo, unirmi alla richiesta di comunicazioni da parte del Presidente Cirio o, comunque, dell'Assessore Icardi. Penso che dovremmo discutere in Aula delle evoluzioni e di ciò che s'intende fare nei prossimi giorni e nelle prossime settimane. Purtroppo capiamo che in tantissime ASL si sta navigando a vista, in quanto non c'era nessuna programmazione che fosse in grado di gestire i numeri che abbiamo oggi.
Penso che dovremmo anticipare la discussione questa mattina in Aula e poi se ci sono da fare degli approfondimenti, li faremo in Conferenza dei Capigruppo dove, magari, possiamo scendere maggiormente nel dettaglio delle questioni.
Penso sia doveroso affrontare, insieme con tutti i colleghi Consiglieri, le problematiche che sta vivendo oggi la nostra regione e trovare il modo di rispondere nella maniera più celere possibile alle esigenze che stanno arrivando dai territori, considerando che viviamo un dramma sanitario che non è solamente legato al Coronavirus, ma anche a tutto ciò che stiamo rimandando e a tutti i presidi che stiamo chiudendo sottraendo al territorio importanti prestazioni sanitarie.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l'Assessore Tronzano; ne ha facoltà.



TRONZANO Andrea, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Solo per comunicare che è intenzione del Presidente Cirio, non appena ci sarà la possibilità concreta, di riferire in Conferenza dei Capigruppo. In questo momento sta interloquendo con il Governo per assumere decisioni importanti, ma è intenzione del Presidente convocare i Capigruppo nel primo pomeriggio. Per quanto attiene alle comunicazioni del Presidente senz'altro le farà nella Conferenza dei Capigruppo nel primo pomeriggio o appena possibile.
Questo era quello che volevo dire.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Potremmo pensare di farla dopo l'esame dei question time, così almeno proseguiamo con i nostri lavori. Appena avremo certezza, dopo le 14, se il Presidente Cirio è disponibile, potremmo convocare la Conferenza dei Capigruppo in modo da darci direttamente le comunicazioni.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Avessi saputo di un cambio dei lavori, avrei chiesto, come primo punto almeno un'informativa da parte dell'Assessore Icardi che, tra l'altro, è presente.
Io sono ben disponibile anche a discutere con il Presidente Cirio in Aula o nella Conferenza dei Capigruppo, ma non vorrei unire questa discussione solo ai nuovi DPCM, al possibile lockdown, o alle zone rosse. Abbiamo da poco superato l'indice Rt2, in questo momento, insieme alla Lombardia siamo fra le Regioni in questo momento più a rischio, non è che dobbiamo solo discutere di quali saranno i provvedimenti. Diamo per scontato che sia normale che da settimane sia saltato il contact tracing, che lo sforzo dei nostri ospedali non regge più; leggiamo che fra una settimana le terapie intensive saranno piene; leggiamo che, di fatto, il nostro sistema sta collassando e abbiamo visto l'esercito arrivare davanti ai nostri ospedali.
Presidente Allasia, ho presentato anche un question time sulla vicenda degli ospedali di Torino, sulla vicenda Oftalmico, OGR e Torino Esposizioni, ma è normale che nel weekend apprendiamo che sedici ospedali diventano COVID-hospital e noi non abbiamo ricevuto comunicazioni lunedì in Commissione sanità o oggi in Aula? Credo che sia importante perché, prima di dare il via libera a un ospedale da campo, a una tendopoli all'interno di un parcheggio, come quello di Torino Esposizioni, magari ci vuole una discussione fra noi.
L'Assessore Icardi è presente. Se capisco bene, il Consigliere Preioni non vede l'ora di votare la mozione di sfiducia (di votare non so come, ma immagino positivamente). Dopodiché, a parte questa discussione che faremo a inizio pomeriggio perché ce l'avete chiesta voi, prima di dimettere l'Assessore Icardi possiamo sentirlo per l'ultima volta? È possibile che prenda la parola in Aula per dirci qual è lo stato delle cose? Per dirci se, per esempio, dopo il lockdown, riusciremo a riprendere il contact tracing e se è normale che non si fanno neanche più i tamponi di negativizzazione? Lo sa, Presidente Allasia? Si dice direttamente di stare a casa perché non reggiamo l'urto.
Credo che questa mattinata non possa passare in cavalleria, siamo in un momento tremendo per la nostra storia. Ripeto, tremendo. Lo ricordo: in tutta Europa questa seconda ondata è peggiore della prima, per cui immagino che abbiamo delle strategie per le prossime settimane, a prescindere dall'accordo che si troverà con il Governo o a prescindere dalle ordinanze nuove.
Le chiedo, Presidente Allasia, di inserire l'informativa dell'Assessore Icardi al primo punto. È vero, la Giunta può farlo in qualsiasi momento, ma facciamo un appello affinché l'Assessore Icardi prenda subito la parola appena finiamo questo punto dell'ordine dei lavori.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Essendo andata via la connessione, ho perso una parte dell'intervento del Capogruppo Preioni, ma purtroppo sarà così per un po' di mesi e un po' per tutti con il Consiglio regionale online.
Forse non mi sono espresso bene io, ma l'hanno ripetuto bene i colleghi.
Ringrazio il Presidente Cirio perché a giorni alterni, quando decide lui informa la Conferenza dei Capigruppo e, quando decide di informarla, per noi è sempre motivo di attenzione per conoscere le decisioni che si assumono. Quando si è deciso di chiudere i centri commerciali - ormai dieci giorni fa, sembra un'altra epoca storica - era stata informata la Conferenza dei Capigruppo ancora prima della firma dell'ordinanza, quando si è deciso di portare, invece, le scuole superiori al 100% della didattica a distanza e a passare al 50% dei posti disponibili nel trasporto pubblico locale, non siamo stati informati e lo abbiamo letto dai giornali. Insomma secondo i momenti si decide se informare o no i Capigruppo, soprattutto le opposizioni o di apprenderlo dai giornali.
In seguito, ci viene sempre trasmesso tutto, anche le ordinanze e noi ringraziamo, perché evitiamo di scaricarle dal sito della Regione, per rileviamo che non si ha sempre una linea uguale secondo i momenti.
Ringrazio il Presidente Cirio se nel primo pomeriggio vorrà confrontarsi con noi in merito alle decisioni del DPCM e a quello che è stato condiviso col Governo, quindi capiremo se viene utilizzata l'autonomia tanto invocata da Cirio o si aspettano le decisioni centrali del Governo, e ben venga, ma la discussione che noi vogliamo fare questa mattina è un'altra.
La discussione che vogliamo fare - e sono contento che sia presente l'Assessore Icardi - è sulla situazione sanitaria. Noi dobbiamo capire, ma lo dobbiamo capire noi e i cittadini, qual è la reale situazione sanitaria in Piemonte dal punto di vista dell'organizzazione sanitaria. I tamponi sono in tilt, lo sappiamo e l'abbiamo denunciato noi per primi tre settimane fa e puntualmente è capitato. Poi c'è la situazione degli ospedali, sulla quale non c'è stata un'informativa nella riunione dei Capigruppo, ma abbiamo letto sui giornali che sono stati individuati sedici COVID hospital. Abbiamo visto delle foto del trasferimento di personale e abbiamo visto i militari in servizio davanti agli ospedali, con le prime tende da campo. Leggiamo che l'Ospedale Oftalmico è pronto solo parzialmente e c'è bisogno di posti letto. Vogliamo capire cosa s'intende fare per tutto quello che non è COVID, perché assolutamente non si pu bloccare tutto e bisogna continuare a fare tutte le attività sanitarie. Gli infermieri chiedono aiuto, i medici chiedono il lockdown, la gente - oggi è di nuovo sui giornali - chiede di essere liberata dagli isolamenti a seguito dei tamponi.
Insomma, sono due discussioni separate, perché che la situazione sia grave e che la curva epidemiologica sia difficile in tutto il Paese è sotto gli occhi di tutti. Il Governo sta affrontando il tema delle Regioni, ma noi vorremmo capire meglio come modificare questo tipo di organizzazione in Piemonte, che evidentemente non funziona, per i prossimi giorni e le prossime settimane e, soprattutto, per affrontare l'inverno, cui non siamo ancora arrivati. Oggi è solo il 3 novembre e questo preoccupa ancora di più.
Lo vogliamo fare in modo costruttivo, non vogliamo fare polemica politica fine a sé stessa, perché la situazione è complicatissima e ce ne rendiamo conto. Abbiamo cercato di evidenziare gli errori in questi mesi per poterli correggere e oggi siamo in una situazione difficilissima, però discutiamone almeno insieme e cerchiamo di capire in che direzione sta andando la Giunta per correggere queste situazioni. Nel dibattito consiliare, come in quello parlamentare, possono sempre emergere indicazioni e buone proposte anche dalle opposizioni. Lo spirito della richiesta d'informativa all'Assessore Icardi è questo. Un'altra cosa è l'informativa del Presidente Cirio nella riunione dei Capigruppo, che aspettiamo ovviamente con attenzione.
Sul tema della mozione di sfiducia, prendo atto che la Lega la vuole discutere subito, ma essendo a prima firma del Movimento 5 Stelle, mi rimetto a loro. È all'ordine dei lavori della giornata odierna.



PRESIDENTE

Se non vi sono altre richieste di modifica dell'o.d.g., possiamo iniziare a esaminare le richieste proposte.
C'è la richiesta d'inserimento da parte del Consigliere Rossi dell'ordine del giorno n. 427, inerente a "Rinvio del referendum consultivo per l'istituzione del Comune di Gattinara" e su questo si chiedeva l'urgenza perché le tempistiche sono strette. Non so se ci sia già stata una discussione fra i Capigruppo su questo, perché penso che interessi non solo un partito o una parte politica, ma penso che sia una questione territoriale.
C'era la richiesta d'inserimento del Consigliere Grimaldi dell'ordine del giorno sull'attivazione della Brigata Ippocrate, che non è ancora arrivato.



GRIMALDI Marco

Presidente, sto provando a caricarlo.



PRESIDENTE

C'è una richiesta pervenuta da più Capigruppo e dalle opposizioni sulle comunicazioni della Giunta sull'emergenza sanitaria. Su questo chiedo alla Giunta se è pronta, perché non è da inserire o no come punto all'o.d.g. Se è pronta e vuole svolgere la comunicazione, può farlo.
Non ho sentito il Governatore Cirio sull'orario, ma penso che possiamo darci un orario indicativo dopo i question time, così i Capigruppo dopo le 14, una volta finiti i question time, possono partecipare alla Conferenza dei Capigruppo con il Governatore sulle vicende dell'emergenza e del futuro della nostra Regione.
Non se si sia sentito, ma il Capogruppo Preioni ha chiesto, oltre alla discussione della mozione di sfiducia - ma quella mi sembra una cosa che sia d'interesse di tutti - anche l'inserimento dell'ordine del giorno "Attentato terroristico di Nizza del 29-10-2020". Tale atto non è ancora presente in piattaforma, perciò chiedo al collega Preioni di inserirlo, in modo che possiamo metterlo agli atti.
Queste sono le richieste. Se nessuno è contrario, possiamo dare per approvate le richieste di modifica. Non essendoci contrari, possiamo inserire gli ordini del giorno.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente alle iscrizioni all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Solo per ribadire che avevo chiesto non solo l'inserimento, ma anche la votazione sul dimensionamento, per la semplice motivazione - lo ripeto, per chi magari prima non era connesso - che il referendum a Gattinara è previsto l'8 novembre. Quindi, se non votiamo oggi il documento, poi è inutile.
Da questo punto di vista, anche se non si vuole inserirlo subito dopo il dimensionamento, m'interesserebbe capire dalla maggioranza - e chiederei comunque poi a un certo punto un voto su questo, cioè sull'inversione - se in giornata ritiene di esprimersi su questo. Se la maggioranza dice qualcosa, sarebbe utile, perché metterlo in fondo per poi non votarlo visto che si tratta dell'8 novembre, non ha alcun senso.



PRESIDENTE

Sì, Consigliere Rossi, assolutamente. Infatti, la questione era se ci fosse già un'intesa di massima fra le parti politiche di poterlo discutere subito o anche un momento prima della chiusura, perché se c'è un accordo, si pu approvare velocemente.



ROSSI Domenico

Allora sento il Presidente di IV Commissione Stecco.



PRESIDENTE

Sì, nel frattempo si può andare avanti ed eventualmente lo teniamo un momento in sospeso ma, appena c'è la possibilità, lo votiamo. Mi sembra che ci siano situazioni non dico più urgenti, perché il referendum nel frattempo va avanti, com'è successo anche nello scorso Consiglio regionale quando abbiamo votato, quasi alla fine, la richiesta di slittamento di concorsi pubblici, per cui nella giornata lo verificheremo. Per il resto se non ci sono contrari, possiamo considerarli inseriti. Quando la Giunta sarà pronta e vorrà intervenire, me lo richiederà. Nel frattempo proseguiamo con i nostri lavori.
L'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali del 29 luglio, 4 agosto e 8 settembre 2020.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)

Argomento:

b) Variazione composizione Commissioni consiliari


PRESIDENTE

Comunico che, con gli atti 27, 28, 29, 30 e 31 del 20 ottobre 2020 acquisite le indicazioni del Presidente del Gruppo consiliare Lega Salvini Piemonte, ho provveduto ad assegnare il Consigliere Cerutti alla III Commissione e i Consiglieri Alberto Preioni e Valter Marin alla IV Commissione permanente.
Nel contempo, do atto che il Consigliere Valter Marin non è più componente la I Commissione; che il Consigliere Alberto Preioni non è più componente la III e IV Commissione permanente; che il Consigliere Alessandro Secco non è più componente la I e III Commissione; che il Consigliere Andrea Cane non è più componente la V Commissione permanente e che il Consigliere Giovanni Battista Poggio non è più componente della Commissione permanente per la promozione della cultura, della legalità e del contrasto ai fenomeni mafiosi.


Argomento:

c) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

d) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e visibili sulla Intranet del Consiglio regionale alla sezione "Supporto sedute istituzionali-sedute di Aula" i processi verbali relativi alle sedute del 15, 24 e 29 settembre e 8 e 13 ottobre 2020.



PRESIDENTE

Mi hanno ricordato che nel conteggio delle presenze mi sono dimenticato degli Assessori esterni Gabusi, Marnati e Poggio Vittoria, che sono presenti e che ringrazio.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Potrei intervenire sulle sue comunicazioni, ma, in realtà, chiedo solo una precisazione sull'o.d.g.
Adesso, se capisco bene, l'Assessore alla sanità prenderà la parola per un'informativa e abbiamo approvato l'inserimento degli ordini del giorno e anche la richiesta del Consigliere Preioni di mettere la mozione di sfiducia dell'Assessore Icardi al primo punto del pomeriggio, giusto?



PRESIDENTE

Sì, sulla proposta che ho.



GRIMALDI Marco

Sì, sì, non c'è nessun.



PRESIDENTE

Nessuno era contrario. Ho visto l'Assessore Icardi che annuiva, quindi è presente e lo saluto, ed è pronto per l'informativa, per le sue comunicazioni.



GRIMALDI Marco

Anche noi lo salutiamo. Chissà se è l'ultima volta che lo fa da Assessore alla sanità.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Situazione sanitaria a seguito evoluzione pandemica da COVID-19"


PRESIDENTE

Se non vi sono ulteriori richieste d'intervento sulle comunicazioni lascerei la parola all'Assessore Icardi.
Prego, Assessore.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Eccomi, sì. Mi sentite, Presidente?



PRESIDENTE

Sì, Assessore.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Buongiorno a tutti.
Condivido le richieste che da più parti sono giunte, da parte della minoranza, ma anche dalla maggioranza, di informare il Consiglio sulla situazione sanitaria.
Ovviamente, non mi posso sostituire al Presidente su un'informativa più ampia che riguarda anche gli aspetti non accessori, ma legati alla crisi pandemica, alla pandemia in corso, dei quali parlerà più compiutamente il Presidente.
Devo fare subito una precisazione, prima di iniziare.
Vorrei distinguere tra i due livelli: c'è un lavoro importante di programmazione, fatto dalla Regione, dall'Assessorato e dagli Uffici, in collaborazione con i consulenti, con la task force che abbiamo voluto creare; poi c'è un livello esecutivo, un livello gestionale, che si attiva e oggi viene portato avanti dal DIRMEI, quella struttura che abbiamo voluto creare già alla fine della pandemia, nel mese di giugno, che, in sostanza assorbe tutte le funzioni dell'Unità di crisi ed è composta da tre commissari.
Arriveremo certamente a discutere compiutamente i temi più caldi che oggi ci vedono impegnati, come l'espandersi dei numeri della pandemia, numeri importanti che vi darò dopo; la risposta dei nostri ospedali, quindi la capacità di ricovero e la capacità di dare risposte sul territorio tamponi, contact tracing e quant'altro, ma permettetemi prima di fare, per capire qual è stato il lavoro fatto nei mesi passati, anche durante l'estate, una panoramica di quello che è successo, dei provvedimenti adottati e di quanto fatto, per poi entrare nel tema più specifico.
Intanto, una breve carrellata.
Se partiamo da quello che è successo prima ancora della prima fase (e parliamo del mese di febbraio), era già partita una mobilitazione preventiva, rispetto alla fatidica data del 23 febbraio, con il primo positivo rilevato nella nostra Regione. Pertanto, già prima erano state fatte alcune importante riunioni con i Direttori sanitari e con i Direttori generali, convocati d'urgenza. L'ultima di queste è stata proprio in data 21 febbraio, per analizzare la situazione e i possibili provvedimenti che il Piemonte avrebbe dovuto adottare dopo il primo caso di contagio in Lombardia.
La settimana precedente (addirittura il 14 febbraio), proprio in vista di queste problematiche, avevamo già predisposto un'azione importante come Assessorato alla sanità, coinvolgendo l'Ordine dei giornalisti del Piemonte, l'ASL Città di Torino e Federsanità Piemonte: avevamo organizzato un corso di formazione anche per stabilire i rapporti tra giornalisti, non dico per disciplinare, ma per dare delle corrette informazioni alla popolazione riguardo al coronavirus.
Con questo corso di formazione, organizzato insieme all'Ordine dei giornalisti, abbiamo individuato quelle corrette strategie informative per evitare la diffusione di panico e per offrire un elemento risolutivo alla lotta del contagio.
Il 22 febbraio (si è poi formalizzata il 23) abbiamo creato dal nulla (perché non esisteva) l'Unità di crisi: ne ho gestito in prima persona la formazione, mentre l'attività è stata gestita dall'allora primo Commissario straordinario Mario Raviolo. Come ripeto, l'intera organizzazione dell'Unità di crisi nasceva da zero - senza precedenti! - e ce la siamo inventata in quelle poche ore.
Sono stati fisicamente accentrati nell'Unità di crisi (oggi DIRMEI, che si trova in via Silvio Pellico, mentre in allora occupava la sede della Protezione civile di corso Marche) tutti i reparti operativi (maxiemergenza, degenza, coordinamento terapie intensive, pronto soccorso area flussi informatica, epidemiologia, centrali acquisti, particolarmente sotto stress proprio per la mancanza di dispositivi a livello mondiale risorse umane, distribuzione DPI, strutture, medicina territoriale eccetera) in modo da avere il pieno controllo della situazione, con una chiara definizione della catena di comando.
Fin dal primo giorno abbiamo proceduto non senza difficoltà alla comunicazione istituzionale, che è stata puntualmente assicurata dall'Assessorato e che ha centralizzato tale funzione nell'Unità di crisi: solo nella prima ondata sono stati ben 343 i comunicati stampa rilasciati dal 22 febbraio al 30 giugno, con una media di due o tre comunicati al giorno, proprio per spiegare come stava la situazione. Ci tengo a precisarlo, perché non ci siamo mai sottratti alla necessità e al dovere di comunicare in modo corretto quello che stava succedendo. Abbiamo registrato giornate addirittura con sei comunicati, con relativi bollettini di contagi, e una ventina di conferenze stampa, eccetera.
Ci si è immediatamente attivati per decongestionare le attività delle centrali uniche del 112 e del 118, che in quei momenti stavano registrando un pericolosissimo carico di lavoro: capite bene che quando si hanno delle liste di attesa e delle code sulle chiamate del 118, che possono essere anche gravi, il problema è serio. Nel giro di poche ore sono state decongestionate ed è stato creato il numero 800192020, tuttora attivo h24 che riceveva una media di 13.000 chiamate al giorno, a fronte di una media precedente di 7.000.
Questo numero è tuttora funzionante e dà risposte sul Coronavirus: è un servizio che, a oggi, ha risposto a oltre 100.750 telefonate, con un picco in fase acuta di 5.000 telefonate al giorno.
C'è poi il tema dei laboratori, che tratto velocemente per poi entrarvi meglio nel dettaglio. Ricordo bene che all'inizio della pandemia i laboratori abilitati alla microbiologia molecolare, che disponevano dei tecnici e dell'attrezzatura per farlo, erano due, entrambi a Torino: Amedeo di Savoia e Città della Salute (Molinette). Ebbene, sono passati da due a dodici, triplicando il numero degli esami allora possibili già nelle ultime settimane.
Oggi sono ventotto, con una potenzialità media di 12-13 mila tamponi al giorno, con punte di 16-17 mila, come abbiamo visto, non senza difficoltà questo dobbiamo dircelo! In merito al sistema di tracciamento dei dati, non c'era nulla. Lo ripeto ogni volta che si deve parlare della piattaforma COVID-19 creata dal CSI: non c'era una piattaforma regionale, non c'era una base dati condivisa e condivisibile su malattie infettive; c'erano due eroici medici e due infermieri che, a turno, telefonavano e raccoglievano su file Excel tutte le informazioni, che poi fornivano all'Unità di crisi.
Abbiamo attivato immediatamente il CSI, che ha lavorato giorno e notte in fase di piena emergenza per creare questa piattaforma COVID-19, e siamo passati da questa gestione molto artigianale (con dati scritti a mano) a un'operatività informatizzata, che, per la prima volta, consente uno scambio d'informazioni in tempo reale tra tutti i soggetti regionali impegnati nella pandemia.
Sono saliti a bordo tutti i medici, i Sindaci e prima ancora le Forze dell'ordine per tutte le attività di polizia giudiziaria (sono tuttora a bordo), i sanitari, le farmacie, i laboratori privati e tutti i soggetti interessati. Attualmente questa piattaforma gestisce 13 mila credenziali cioè 13 mila utenti giornalieri, e oltre un milione e 800 mila transazioni cioè tracciati record inseriti e visualizzati tutti i giorni. È un modello che certamente segna una svolta epocale nell'approccio della sanità piemontese, soprattutto in relazione alla digitalizzazione dei servizi anche dopo l'emergenza.
Questa piattaforma, che è costata tanti sacrifici oltre che tanto lavoro c'è già stata richiesta e l'abbiamo messa a disposizione anche delle altre Regioni (open source). Abbiamo tre Regioni che in questo momento si stanno attrezzando in tal senso. È una piattaforma che il Piemonte ha costituito durante l'Unità di crisi e che tuttora si sta implementando.
Oggi a bordo ci sono anche le RSA. C'è la possibilità per i medici di base di richiedere direttamente il tampone, ovvero fare la richiesta diretta senza più passare attraverso alcun filtro di SISP, USCA o di altri soggetti.
Abbiamo poi lavorato sulla telemedicina: sin dalle primissime fasi dell'emergenza si sono attivate modalità di ricette mediche via mail o telefono (ricette dematerializzate), anche perché l'emergenza COVID ha portato una serie di modifiche normative che hanno permesso di sbloccare tutta una serie di situazioni e di attivare per esempio, in maniera molto più significativa, il fascicolo elettronico sanitario e la ricetta dematerializzata, che oggi sono realtà utilizzabili.
Per quanto riguarda la fase ospedaliera, si è provveduto alla riconversione degli ospedali piemontesi per consentire di aumentare il numero di ricoveri. Si sono attivate due nuove strutture COVID: l'allora ospedale di Verduno, che oggi lavora invece in regime ordinario (già dall'ultima settimana di marzo) e l'area di assistenza sanitaria per la medio-alta intensità nelle Officine Grandi Riparazioni (OGR), allestita in dodici giorni (nella metà di aprile), con settantasei posti, escludendo la terapia intensiva, più due posti di terapia intensiva di sorveglianza, facilmente implementabile in caso di necessità.
Questi posti sono stati interamente trasferiti, dopo una serie di lavori importanti che erano necessari, perché non si potevano fare prima, presso l'Ospedale Oftalmico di Torino, in un'ala resa disponibile da un intenso lavoro della Città della Salute (Direttore generale Picco); in questo momento, sulla media e alta intensità di cure si lavora all'Oftalmico, cioè questi posti sono stati trasferiti interamente dall'Oftalmico.
Nessun piemontese è andato fuori regione per curarsi; uno sforzo gigantesco giova ricordarlo - grazie al raddoppio dei posti di terapia intensiva fino allora, numericamente, tra i più bassi d'Italia, e la triplicazione di quelli di terapia semintensiva, che ha permesso di curare in Piemonte tutti i piemontesi che ne hanno avuto bisogno. Questo devo ricordarlo, perché è d'obbligo il ringraziamento al personale sanitario che, oggi, con mio grande dispiacere, vedo attaccato sui social e sui giornali dai negazionisti. Voglio ringraziare il personale sanitario, perché è stanco perché ha passato un periodo sostenendo turni massacranti, che per continua a dedicarsi, davvero in modo esemplare, alla cura dei piemontesi.
Abbiamo realizzato dei protocolli farmacologici per la cura a domicilio: forse, la sfida e il tema più importanti che abbiamo di fronte.
Sul fronte del territorio, sono stati concordati piani farmacologici specifici, con risultati sperimentali molto incoraggianti, soprattutto per quanto riguarda l'idrossiclorochina, ma ne parleremo in dettaglio. Ad esempio, un progetto è stato predisposto in collaborazione con il Policlinico di Pavia, nell'area del Novarese, e un altro nell'Alessandrino in particolare nell'Ovadese (questo tutto piemontese) che si chiama "COVID a casa", che in allora prevedeva l'uso dell'idrossiclorochina, poi vietata per l'utilizzo off-label dall'AIFA. Oggi è presente un importante movimento che sta chiedendo all'AIFA la revisione di questo divieto: oltre 8.000, tra medici e sanitari, hanno fatto richiesta all'AIFA, attraverso una petizione, di rivedere questo protocollo.
Numerosi sono gli studi (mi pare più di cento) a favore dell'idrossiclorochina, che è uno strumento importante, per i risultati incoraggianti che ha dato in Piemonte, soprattutto se utilizzato nelle prime settantadue ore dalla comparsa dei sintomi. Ripeto, questa modalità ha dato risultati molto incoraggianti in Piemonte e domani, in IV Commissione, dovremmo audire il professor Magrini e la Direttrice del Comitato tecnico AIFA, proprio per trattare il tema dell'idrossiclorochina perché molti stanno spingendo per il suo riutilizzo.
Tuttavia, anche senza l'idrossiclorochina abbiamo realizzato un protocollo farmacologico e anche organizzativo, insieme ai sindacati dei medici di base, al professor Di Perri e ai Direttori di Distretto; un protocollo condiviso da tutti, che è stato inviato ai medici di base. Sono in corso incontri e videoconferenze, per sensibilizzare all'utilizzo di questi protocolli per la cura a domicilio delle persone. La vera risposta che possiamo dare è mantenere e incrementare questi servizi sul territorio.
Oggi, in Piemonte molti sono i ricoverati (ne parleremo più approfonditamente nei question time) che, forse, potrebbero essere curati a domicilio, anche in considerazione del fatto che, per i livelli di media e bassa intensità di cura, i protocolli e le cure che si ricevono in ospedale sono praticamente gli stessi che si possono compiere a domicilio, senza intasare le strutture ospedaliere. Quindi, c'è un intenso lavoro, proprio in questi giorni, di sensibilizzazione e d'implementazione di queste prassi, in sostanza, per fare utilizzare queste modalità di cura a domicilio, che trovano tra l'altro anche una conferma nel nuovo accordo siglato la scorsa settimana (ACN, accordo collettivo nazionale) con i medici di base, che è stato firmato dal 70% delle sigle sindacali dei medici di base e dal 100% di quelli dei pediatri di libera scelta. Ebbene questo protocollo vale erga omnes e prevede una serie di attività da parte dei medici di base, che stiamo organizzando. Questo è avvenuto alla fine della scorsa settimana, quindi è molto recente.
Sempre all'interno dell'Unità di crisi, ad aprile era già attivo il monitoraggio delle oltre 700 residenze sanitarie assistite, le RSA piemontesi, con un piano di assistenza affidato a un'area specifica di competenza, proprio perché è una popolazione particolarmente delicata. Oggi continuiamo ad avere quest'Unità che si dedica alle RSA, seguendo un piano di monitoraggio e di controllo molto serrati, che utilizza test rapidi ogni quindici giorni, sugli ospiti e sul personale delle strutture, per prevenire e isolare in tempo rapido i contagi, in una popolazione particolarmente delicata e particolarmente a rischio, che è quella che popola le RSA.
Per quanto riguarda l'emergenza relativa ai DPI (mascherine, eccetera) drammaticamente riscontrata a livello mondiale, il 16 aprile si poteva dire già parzialmente superata, con la distribuzione di cinque milioni mascherine piemontesi, grazie alla spasmodica attività degli Uffici acquisti dell'Unità di crisi e a una collaborazione con diversi gruppi industriali.
Ricordiamo la storia. Oggi questo problema non c'è, non solo perché abbiamo una produzione che, in allora, era concentrata per oltre il 90% nella Repubblica Popolare Cinese, mentre oggi si è corsi ai ripari e la produzione europea e italiana soddisfa le nostre esigenze; non solo, ma nelle nostre aziende abbiamo previsto, già nel mese di giugno e poi ribadita nel mese di luglio (in particolare, ricordo la nota del 16 luglio), l'obbligatorietà di dotarsi di sei mesi di scorte di DPI. Questo vale anche per i reagenti (quattro mesi) e di attrezzature per i laboratori per effettuare i tamponi. Non tutti sono riusciti a raggiungere questo livello, ma c'è un livello di ordini e di garanzie che copre la differenza tra la quota presente in magazzino e quella dei sei mesi prevista dalla direttiva regionale.
In seguito, si è passati ai test sierologici. Come ricordate, ad aprile è stato dato avvio ai piani di screening con test sierologici, a cominciare dal personale sanitario, dalle categorie dei lavoratori dei servizi essenziali, come le Forze dell'ordine e gli operatori sociali, i più esposti al contagio. Questi test sono stati rinnovati adesso, in autunno proprio per avere un riscontro epidemiologico d'incremento su queste categorie.
I test sierologici prevedevano, ovviamente, in caso di positività l'effettuazione di un tampone molecolare o antigenico. Una parte della Fase 2, quella che oggi possiamo chiamare Fase 2, è già stata affrontata durante la Fase 1. Contestualmente alla coda emergenziale della Fase 1 l'Assessorato ha organizzato la programmazione degli interventi in vista dalla Fase 2, mettendo in atto una serie di azioni per preparare la sanità regionale ad affrontare la seconda ondata della pandemia. Contrariamente a quello che ho sentito dire dal Consigliere Sacco, secondo cui le ASL navigano a vista, rispondo che è del tutto falso: c'è una programmazione e ci sono, addirittura, incontri giornalieri in videoconferenza con i Direttori, cioè con i rappresentanti non solo dell'Azienda, ma dell'Unità di crisi aziendale per fare il punto e per, giorno dopo giorno, monitorare e correggere eventuali problematiche che si creano all'interno delle Aziende Sanitarie Regionali.
La medicina territoriale di cui ho accennato prima e la riorganizzazione ospedaliera sono i due temi importanti che abbiamo voluto affrontare, anche attraverso la costituzione di due task force di esperti: la prima coordinata dal professor Ferruccio Fazio, è una riorganizzazione ospedaliera, mentre un altro gruppo, coordinato e presieduto dal dottor Giovanni Monchiero, opera per elaborare delle soluzioni razionalmente praticabili. Dal punto di vista ospedaliero, come voi sapete, c'è stato il DPCM che prevedeva l'aumento delle terapie intensive e l'aumento delle terapie subintensive, nonché dei lavori per rendere stabili, per rendere anche fisicamente non provvisori quei percorsi dei pronto soccorso con netta divisione tra "sporco" e "pulito", cioè tra percorsi infetti COVID e percorsi puliti, più le aree grigie. Percorsi previsti con uno stanziamento di oltre 100 milioni per la Regione Piemonte che, come sapete, è stato dettagliatamente realizzato con un piano piemontese, poi discusso con il Ministero e approvato in via definitiva il 22 luglio con decreto del Ministero della Sanità e registrato alla Corte dei Conti.
Tuttavia, abbiamo avuto la possibilità di intervenire su questi lavori soltanto il 9 ottobre, quando le nostre Aziende sono state dichiarate soggetto attuatore. Immediatamente sono partite le gare per l'acquisto e per la realizzazione dei lavori che, in questo momento, sono difficili da realizzare nei pronto soccorso e si continua con elementi provvisionali.
Cionondimeno, preliminarmente v'informo che, in questo momento, abbiamo ricevuto sessanta più quaranta ventilatori che sono in corso di revisione software, quindi 100 postazioni di terapia intensiva che, in queste ore stanno ampliando la nostra dotazione di terapie intensive. Abbiamo stanziato 21 milioni di euro, SCR ha già fatto la gara per ulteriori 150 posti, nell'attesa dei posti previsti dal piano Arcuri, che sono 299 e che verranno implementati poi a parte. Non abbiamo voluto aspettare Roma abbiamo anticipato noi dei soldi, per quanto possibile, per realizzare ulteriori 150 posti di terapia intensiva, oltre ai 100 che in questo momento si stanno installando nei vari ospedali del Piemonte.
Il 13 maggio viene siglato l'accordo integrativo con i medici di medicina generale per il tracciamento dei contagi. È un passaggio fondamentale, che segna una svolta strategica nella lotta alla pandemia, perché moltiplica capillarmente sul territorio la potenzialità di isolare il contagio.
Prima ho citato l'Accordo collettivo nazionale, ma vi ricordo l'accordo integrativo regionale, in cui abbiamo inserito una serie di attività del medico di base. Il medico di base isola i contatti stretti e il medico di base è pagato per queste attività che svolge; abbiamo messo svariati milioni su questo contratto integrativo. Per ogni prestazione, al medico di base forniamo i dispositivi di protezione individuale, che diversamente non era possibile fornire e, in caso di mancanza, è previsto il ristoro delle spese che il medico sostiene per l'acquisto in conto proprio. Abbiamo lavorato anche sul fronte territoriale.
Sapete bene del bonus al personale sanitario. La Regione Piemonte, oltre alle risorse stanziate dal Governo, ha implementato - con tutte le vicende d'interpretazione che voi conoscete dai media, che conosciamo tutti - il massimo possibile per il personale sanitario, cioè ha aggiunto il doppio di quello che lo Stato aveva stanziato, che era la cifra massima che le Regioni potevano mettere per il bonus sanitario ai medici e agli infermieri. Mi auguro che ce ne sia un altro, anche per altre professioni che, comunque, anche se non inquadrate nel Servizio Sanitario Regionale hanno dato un grande contributo. Mi riferisco, per esempio, agli universitari, ai volontari della Croce Rossa e delle ambulanze e ad altre figure professionali che sono state indispensabili e che sono indispensabili nella gestione sanitaria.
Sempre a maggio viene approvato il protocollo per la gestione dei test sierologici, mentre la prima settimana di giugno riprende il programma di screening oncologico "Prevenzione Serena": uno dei primi ritorni alla normalità dopo la prima fase della crisi. Man mano si riorganizzano con le ASL i piani per il recupero delle liste d'attesa che, purtroppo, oggi vediamo fortemente rallentate per la recrudescenza di questa pandemia, di questa seconda ondata molto più forte della prima.
Giugno è stato il mese in cui la programmazione della Fase 2 è entrata nel pieno dell'operatività. Prima con la costituzione, l'8 giugno, del DIRMEI Dipartimento Interaziendale delle Malattie ed Emergenze Infettive, che diventa il cuore, la vera unità di crisi di questa battaglia contro il COVID, sulla scorta dell'esperienza della prima Unità di crisi, ma questa è molto potenziata. Il 12 giugno vi è la presentazione del Piano straordinario per l'adeguamento di cui vi dicevo prima, definitivamente approvato dal Governo il 22 luglio. Un Piano che il Commissario Arcuri renderà eseguibile, come dicevo prima, a ottobre, ma noi ci siamo mossi prima e abbiamo iniziato a implementare le terapie intensive e abbiamo anche provveduto all'acquisto di molti caschi CPAP per le terapie subintensive.
Permettetemi di dire una parola sul contact tracing. Sul contact tracing ci sono dei provvedimenti di Giunta con allegati e importanti articolati su come dev'essere condotto. Tutto questo viene dallo studio dei nostri esperti e del Comitato scientifico del professor Vineis, dal professor Fazio e da tanti altri, e del Direttore della Prevenzione, il dottor Griglio, che hanno articolato questo sistema di contact tracing. Devo dire che questo sistema ha funzionato estremamente bene - poi vi leggerò tutti i vari rapporti - e non lo dico io che ha funzionato bene, perché è riuscito a coprire una cifra di contatti superiore certamente al 90%, ma vicina quasi al 100%.
Questi dati sono stati monitorati settimana per settimana dal Ministero e dall'Istituto Superiore di Sanità. Ogni settimana esce un report - che vi faccio vedere - di una trentina di pagine dove sono monitorati tutti i parametri e ogni singola Regione pubblica questo report monitorato dal Ministero. Nel report noi siamo rimasti fino alla fine dell'estate, fino oltre alla metà di settembre, una delle Regioni a basso rischio, proprio per effetto della capacità di tracciamento che è stata rilevata in Piemonte, quindi con dei tamponi appropriati e consequenziali; poi è partita l'ondata. Ma non devo dirlo io che il contact tracing in Piemonte ha funzionato fino alla fine di settembre, è certificato dall'Istituto Superiore di Sanità e dal Ministero sulla base di una serie di parametri importantissimi relativi a tutte le settimane. Questi sono documenti ufficiali che possono essere diffusi non solo a voi, ma anche alla popolazione o, meglio, diffusi ai Consiglieri, perché riguardano tutti i parametri, i tempi di risposta, i tempi d'attesa e tutto quello che la cabina di regia nazionale ha ritenuto di dover inserire all'interno di questo sistema di valutazione e di controllo. Risulta stabilmente - ripeto lo possiamo dimostrare - che il Piemonte è stata una Regione a basso rischio fino alla fine di settembre.
Contestualmente all'approvazione dei test antigenici rapidi da parte del Ministero, quest'estate il Piemonte, insieme al Veneto, ha voluto subito dotarsi di questi test rapidi, prima ancora di quelli che oggi la gestione commissariale di Arcuri ci sta fornendo. Abbiamo fatto una gara congiunta con il Veneto e ne abbiamo acquistati due milioni più il sesto quinto quindi due milioni e 400 mila test, di cui 600 mila per il DIRMEI e 400 mila per le Aziende sanitarie. Il primo milione è già arrivato - come dicevo, 600 mila e 400 mila - ed è già nei magazzini delle Aziende, che stanno utilizzando questi test per tutte quelle attività di screening già previste e deliberate dalla Giunta regionale, con priorità per le RSA, per le Forze dell'ordine e per altri servizi essenziali. Il resto arriva gradatamente. Nello specifico, si stanno utilizzando nei pronto soccorso proprio per avere rapidamente la risposta di fronte ad asintomatici o di fronte a persone che devono essere ricoverate, per gli screening nelle scuole, nelle RSA per anziani, per il personale sanitario e per le Forze dell'ordine, negli uffici giudiziari e nelle prefetture, cioè nei servizi essenziali.
Per effetto della circolare ministeriale - perché, come sapete, sia i test antigenici sia i test molecolari hanno comunque una percentuale di errore questi test risultano liberatori e risultano definitivi in caso di negatività - questo vale per le scuole e anche per la popolazione - e devono essere verificati con tampone molecolare in caso di positività. In ogni caso, quando c'è un positivo, certamente il trattamento è già diverso mentre il negativo può essere subito liberato.
Abbiamo anche fatto una delibera per l'utilizzo da parte dei privati.
Quello che vi ho detto adesso riguarda i test pubblici, cioè quelli che noi abbiamo acquistato come Regione, che abbiamo distribuito alle Aziende sanitarie e che sono utilizzati per le RSA e che sono, ovviamente gratuiti.
Sul libero mercato abbiamo anche disciplinato come possono essere utilizzati. Di conseguenza, abbiamo fatto un accordo con i farmacisti accordo che è scritto ed è agli atti dell'Assessorato - per fare i test rapidi. Abbiamo dato loro l'accesso sulla piattaforma COVID per registrarsi e nella DGR (di cui non ricordo la data esatta, ma è di venti giorni fa) è stato previsto che i test rapidi possono essere fatti dai farmacisti, da tutti i laboratori privati che già facevano il test molecolare, dai medici competenti e dai medici del lavoro all'interno di programmi effettuati volontariamente dalle singole aziende.
Per quanto riguarda i farmacisti, abbiamo dato l'autorizzazione a effettuarli e loro si sono detti disponibili a trovare degli infermieri ed eseguirli a domicilio, facendo pagare il costo del test più il costo del lavoro più i DPI e quello che è necessario. Pertanto, un costo compreso indicativamente tra i quaranta e i cinquanta euro. Per carenza di personale, le farmacie e l'associazione dei farmacisti non è riuscita a dotarsi di sufficiente personale infermieristico e questa possibilità di fare il test in farmacia è purtroppo rimasta al palo, non certo per responsabilità della Regione. Sicuramente ci attiveremo e ci stiamo attivando per soluzioni alternative rispetto al personale per far partire anche i test antigenici in farmacia.
Ribadisco ancora una volta la particolare attenzione che stiamo dedicando alle RSA, residenze per anziani. Del quantitativo dei due milioni e 400 mila, 700 mila sono già destinati per fare i test al personale e agli ospiti delle RSA ogni quindici giorni, per ospiti e dipendenti di ogni struttura, in maniera da isolare in modo tempestivo i positivi, visto che come dicevamo prima, sono quelli che rischiano di più. La consegna di questi test la facciamo attraverso il sistema della Protezione civile con il supporto operativo dei distretti, per cui è anche prevista l'organizzazione di una logistica di consegna.
Abbiamo chiuso l'accordo con i medici di medicina generale per dare a ogni medico la possibilità di effettuare, a spese del Sistema Sanitario Regionale, il test rapido, con facoltà di scelta: per chi ha i locali idonei o dei locali accessori, negli studi medici; oppure, per chi preferisce, nell'ambulatorio distrettuale messo a disposizione delle ASL per i medici di base, nelle Case della salute o negli ambulatori aggregati.
Dove preferiscono hanno la possibilità di farlo ed è prevista anche una remunerazione per il medico di base che esegue questi test.
Una parola sulla campagna antinfluenzale.
Ne abbiamo già parlato in qualche question time, ma è bene ricordare che già dal mese di aprile, come Regione avevamo chiesto al Governo la possibilità di fare un acquisto nazionale sulla base delle singole esigenze della Regione. Questa proposta non è stata accolta e non è andata in porto per cui ogni Regione si è attrezzata e ha fatto, come consuetudine, le gare per l'acquisto dei vaccini.
Rispetto alle 712 mila vaccinazioni antinfluenzali effettuate nel 2019 abbiamo comprato un milione e 100 mila dosi, quindi il 54% in più, tenendo come target tutta la popolazione. È chiaro che le Regioni le comprano per le categorie a rischio, cioè anziani ultrasessantacinquenni e i pazienti pluripatologi o immunodepressi. Per queste categorie, abbiamo implementato del 54%, ponendo così, come target, il 75% di copertura, un target molto ambizioso che difficilmente potrà essere raggiunto, tant'è che lo scorso anno la copertura non arrivava al 60%.
Nell'ipotesi di un incremento, ci siamo dotati di una dose elevata di vaccinazioni, con l'intento di allargare il più possibile la platea degli utilizzatori, sensibilizzando le persone a fare la vaccinazione, anche con lo scopo di differenziare, poi al pronto soccorso, le persone che arrivano con dei sintomi, perché l'influenza e il COVID hanno sintomi simili.
Pertanto, sapere che una persona è vaccinata e che probabilmente quei sintomi non sono sintomi dell'influenza, seppure ci siano le sindromi parainfluenzali, è certamente d'aiuto per i nostri medici in fase di ricovero.
Questa campagna ha preso l'avvio il 26 ottobre ed è, come ripeto, rivolta gratuitamente a tutte le persone con patologie previste, per cui la vaccinazione è un LEA, e abbiamo allargato la fascia dai sessantacinque scendendo fino ai sessant'anni, quindi tutti gli over sessanta, che in precedenza, con la fascia da sessanta a sessantacinque, negli anni precedenti avrebbe dovuto pagare la vaccinazione, adesso ce l'hanno gratis.
Un chiarimento sulle farmacie.
La Regione Piemonte, così come le altre Regioni, non è fornitrice delle farmacie per i vaccini. Le farmacie continuano ad acquistare i vaccini direttamente attraverso la loro rete di acquisti da Farmindustria attraverso i loro rappresentanti, che è un circuito completamente estraneo alla Regione Piemonte. Le farmacie li comprano e li vendono. A chi li vendono? A quei soggetti per i quali il vaccino non è un LEA, quindi persone, anche minori di sessantacinque (sessant'anni quest'anno) non a rischio, che possono liberamente andare in farmacia, acquistare il vaccino e farselo somministrare.
La Regione, in quest'attività, non c'entra nulla. Tuttavia, quest'anno proprio in relazione al fatto che un'enorme richiesta, a livello mondiale ha reso carenti le dosi sul libero mercato (le farmacie fanno fatica a trovare le dosi), in Conferenza Stato-Regioni si è trovato un accordo per destinare una percentuale, una percentuale minima, dell'1,5% delle dosi acquistate dalla Regione, alle farmacie, per andare incontro alle loro difficoltà di approvvigionamento in conto proprio. È una cosa in più diciamo che è un favore che noi facciamo alle farmacie nel dare loro ulteriori dosi. La quota che il Piemonte dovrebbe destinare alle farmacie è di 16.500 dosi, vale a dire l'1,5% delle dosi acquistate, e lo faremo in relazione al fatto che, molto difficilmente, le Regioni riusciranno a raggiungere quel target di copertura che ci siamo posti, cioè del 75%, per cui ci sarà lo spazio per donare o, meglio, per cedere alle farmacie (certamente non a titolo gratuito, ma secondo il sistema della distribuzione per conto) un quantitativo di dosi.
In questo momento, abbiamo ricevuto 400 mila dosi, tutte consegnate ai medici di base, che stanno vaccinando, più ulteriori 100 mila, arrivate venerdì e distribuite lunedì, ai medici di base e alle ASL per il personale sanitario. I medici di base stanno tutti vaccinando e, man mano che finiscono le dosi (lunedì ne riceveremo delle altre) integreremo, perch vadano avanti con le forniture.
In questo momento, non abbiamo ancora consegnato nulla alle farmacie perché ci hanno consegnato tutte confezioni da dieci che non possono essere vendute singolarmente. Le monodosi, che potremmo consegnare alle farmacie (quindi le prime 20 mila, perché ne daremo di più della quota minima dell'1,5) probabilmente lunedì prossimo saranno già a disposizione per essere distribuite.
Andando avanti con le vaccinazioni, vedremo le percentuali e le proiezioni.
Credo che potremo dare molto di più dell'1,5 alle farmacie. Daremo di più compatibilmente con le richieste dei soggetti a rischio che noi dobbiamo soddisfare prima.
Era giusto fare chiarezza, perché se le farmacie non trovano le vaccinazioni, la Regione va in soccorso, ma la Regione non è il fornitore ufficiale delle farmacie, per quanto riguarda le vaccinazioni antinfluenzali. L'anno scorso ne hanno vendute circa 50 mila dosi sul libero mercato; cercheremo di arrivare a questa cifra e forse anche qualcosa in più. Credo che sarà possibile proprio perché - ripeto ancora una volta - il target è 75%, che molto difficilmente sarà raggiunto.
A settembre 2020, oltre alla deliberazione dei contact tracing, oltre alla deliberazione del Piano regionale degli ospedali, abbiamo anche aggiornato il Piano pandemico, che abbiamo trovato molto vecchio, con aggiornamenti prima del 2010 (forse l'ultimo aggiornamento era del 2009). Pertanto, a settembre 2020, la Giunta regionale ha aggiornato un documento molto importante, che è il Piano per la programmazione della rete dei servizi sanitari regionali interessata, quindi comprende le dodici aree, i trentasette stabilimenti a gestione diretta ospedali, due ex sperimentazione gestionale, trentadue distretti e dipartimenti di prevenzione, ognuno con i propri compiti e con le proprie attività.
Questo è un allegato della deliberazione di Giunta che può essere facilmente reperito e consultabile da tutti i Consiglieri.
All'interno del Piano pandemico piemontese è stato previsto il numero dei posti letto disponibili per i ricoveri COVID ordinari che sono, per la precisione, 5.580 posti letto ordinari, una parte dei quali può essere utilizzata anche in terapia subintensiva. Poi ci sono i posti di terapia intensiva, che all'inizio della pandemia erano 327; ne abbiamo attivati ulteriori 287, arrivando a 614 posti in emergenza.
Il Piano Arcuri prevede che siano a finanziamento dello Stato - lo ripeto con quei 113 milioni con cui sono finanziati ulteriori 299 posti strutturali, che, sommati ai 327 e a quelli che vi ho già citato porteranno a una cifra più alta.
In questo momento, come dicevo prima, stiamo attivando ulteriori 100 posti: tutta l'attrezzatura è già in fase d'installazione nei vari ospedali ed è attualmente in corso una gara, il cui bando scadrà in questi giorni, per ulteriori 150 posti finanziati dalla Regione Piemonte, al di fuori del piano Arcuri. Quando arrivano quelli di Arcuri, vedremo come posizionarli e quanti di questi attivarne.
Nel dettaglio, il Piano straordinario degli interventi, approvato dalla Giunta con delibera del 12 giugno e inviato al Ministero della Salute prevede che siano finanziati interventi per oltre 113 milioni di euro: ottantacinque milioni per posti letto in terapia intensiva, venticinque milioni per ammodernamento dei pronto soccorso, con percorsi di sporco/pulito, tre milioni per tecnologie e arredi.
Per quanto riguarda i COVID hospital, nel piano pandemico ne erano inizialmente previsti quattro, ovviamente sulla base di numeri diversi da quelli che oggi stiamo vivendo: Borgosesia, Tortona, Saluzzo e Carmagnola più i posti letto delle ex Officine OGR, oggi interamente spostati nell'Ospedale Oftalmico, per un totale di 200 posti letto ordinari, 450 a bassa intensità e 100 in subintensiva. A questi si aggiungono i posti che si andranno via via a occupare negli ospedali convertiti a COVID hospital oltre a quelli nelle strutture allestite dall'esercito.
Come sapete, il DIRMEI, alla luce dell'incremento dei numeri della pandemia, ha ritenuto di integrare, con provvedimento dell'Unità di crisi a firma dei Commissari nell'Unità di crisi, questi ospedali COVID, uno per ogni quadrante previsto dalla Regione Piemonte. Anche questo era un passaggio previsto nel piano pandemico: al crescere dei numeri potevano essere identificati ulteriori ospedali, sulla base di valutazioni tecniche (e non certamente politiche) fatte dal personale all'interno dell'Unità di crisi.
Vi elenco questi ospedali, in modo che ne abbiate piena contezza: rispetto a quelli che vi ho citato, nell'area TO3 metà Ospedale San Luigi di Orbassano, che è utilizzato come COVID hospital, sempre con pronto soccorso aperto, Ospedale di Venaria e Ospedale di Giaveno. Nella TO4 Cuorgnè e Lanzo. Nella TO5 Carmagnola. All'interno di Torino, Ospedale Martini, con la chiusura del DEA. Ovviamente, quando si chiude un pronto soccorso, il 118 e tutta l'organizzazione provvede a dirottare le persone sugli altri pronto soccorso, facendo preventivamente quelle valutazioni tecniche di capacità operativa e di assorbimento dei pazienti che vengono da fuori.
Ripeto che non si tratta di valutazioni politiche, ma di valutazioni tecniche. Lo dico perché ho assistito alle riunioni e ho visto come vengono fatte queste valutazioni.
Dicevamo, Ospedale Martini di Torino e una parte del CTO, chiudendo la medicina del lavoro e l'ortopedia. Nel Cuneese, Saluzzo e Ceva. Ad Alessandria è stata messa a disposizione la clinica privata Salus e l'Ospedale di Tortona. Stiamo valutando insieme ai privati ulteriori espansioni di posti letto. Ad Asti l'Ospedale di Nizza Monferrato. A Novara la parte di Galliate, il COQ di Omegna (al 50%) e Borgosesia, con un PPI aperto e una piccola parte di posti che rimangono per la collocazione geografica di quest'ospedale.
Voglio sottolineare che queste non sono scelte dell'Assessorato, ma sono frutto di una programmazione che prevede determinati scenari e una crescita di misure che trovano la propria applicazione all'interno dell'Unità di crisi, che valuta ulteriori misure sempre secondo questi piani regionale e nazionali.
Per quanto riguarda il personale, ho letto tante imprecisioni sugli organi di stampa. Il personale sanitario lo abbiamo assunto nella massima capacità di assoluzione. Voglio precisare che ci sono documenti che attestano come l'Assessorato e la programmazione regionale abbiano chiesto alle Aziende Sanitarie di assumere senza limiti di spesa. Noi non abbiamo dato alle Aziende Sanitarie alcun limite di spesa sulle assunzioni di personale ritenuto necessario, e senza che questo potesse inficiare in alcun modo n gli obiettivi dei Direttori né quant'altro. Abbiamo detto loro: "Assumete assumente, assumete. Assumete tutto il personale che è necessario".
Infatti, sono stati assunti (o, meglio, contrattualizzati) 2.645 operatori aggiuntivi per il COVID su tutto il territorio regionale, 365 medici, 1.134 infermieri e altre 1.146 figure a supporto del sistema di gestione delle emergenze e del contact tracing. In questo momento abbiamo dei bandi aperti per tutte le professionalità e credo che sia uscito proprio oggi un ulteriore bando per infermieri per un periodo molto più lungo di contratto a tempo determinato (parliamo di tre anni). Vista la carenza d'infermieri che abbiamo, certamente anche dopo l'emergenza ci sarà la possibilità di utilizzarli.
In aggiunta a questi sono stati selezionati per la scuola 276 operatori che sono in corso di assunzione proprio per dare sostegno e consulenza sanitaria alle politiche sulla scuola. Adesso che una parte della scuola è già in didattica a distanza, certamente li potremo riconvertire su altre attività.
Abbiamo 437 unità di personale medico reclutate che lavorano nelle novanta USCA (unità speciali di continuità assistenziale) attive in questo momento in Piemonte. Inoltre, in aggiunta, abbiamo voluto un bando specifico, per assumere 70/80 medici a supporto del RSA, soprattutto quelle di dimensioni più piccole. Voi sapete che, superando un certo numero di posti, nelle RSA è obbligatorio il Direttore sanitario, ma in quelle più piccole la Direzione sanitaria non è obbligatoria. In questi casi, è opportuno avvalersi della consulenza medica: personale che paghiamo noi e che mettiamo a disposizione di queste strutture più piccole, e non mi riferisco solo alle RSA, ma anche ad altre comunità protette. Il conto che abbiamo fatto è di avere un consulente ogni 300 posti letto.
Tornando sulle USCA, oggi in Piemonte ne abbiamo attivate novanta. La normativa ne prevedeva una ogni cinquanta mila abitanti e, facendo un rapido calcolo, vedete che in Piemonte è ampiamente rispettata. In una prima applicazione delle USCA, si era preferito seguire l'organizzazione aziendale presente, cioè le ASL sono divise in Distretti, e si era pensato di creare un'USCA per ogni Distretto, quindi non erano novanta, ma di meno e più popolose. Dopo l'interlocuzione con il Ministero, è stato chiarito che era meglio averne in numero coerente con quanto previsto dal Decreto e così le USCA sono state ampliate a 90 (questo già nella fase estiva) e distribuite coerentemente su tutta la popolazione e su tutto il territorio piemontese. Sono medici di continuità assistenziale, che hanno seguito un corso di formazione di medicina generale e sono laureati in medicina e chirurgia, specialisti ambulatoriali e sono previsti dal decreto del 4 aprile, perché prima non esistevano; stanno lavorando bene e ci stanno dando una mano sulla parte di presa in carico e di controllo dei malati anche sul territorio.
Per quanto riguarda i tamponi e i laboratori, di cui si è occupato in modo proficuo il mio collega Marnati, come sapete, lo standard di produttività in fase pandemica è stato fissato per il Piemonte in 11.000 tamponi al giorno. Il Ministero, attraverso questo sistema di valutazione, dice che secondo il livello di rischio in cui ci troviamo, quindi in fase pandemica cioè in questo livello di rischio, dobbiamo garantire 11 mila tamponi al giorno. Prima non li facevamo, perché, anche in accordo con il Ministero si applicava una politica di appropriatezza: se ne facevano tanti ma non 11 mila, perché eravamo considerati a rischio basso. Queste sono valutazioni tecniche, ripeto, non valutazioni politiche: non le fa né l'Assessore e nemmeno la Giunta. Con il crescere dei numeri della pandemia, è cresciuto in modo significativo il numero dei tamponi effettuati e anche degli screening sulla popolazione a rischio. Nelle ultime settimane, siamo riusciti a rispettare la media settimanale, con punte giornaliere di 16-17 mila tamponi al giorno.
Dall'inizio della pandemia (scusatemi se lo ripeto ancora una volta) è stata potenziata in modo esponenziale la rete dei laboratori: da due siamo passati ai ventotto attuali. Tutti i laboratori pubblici delle ASL territoriali hanno la garanzia di approvvigionamento e di giacenza dei reagenti che va anche a mesi. Questo è l'unico approvvigionamento che è un po' più a rischio, proprio perché hanno una scadenza, hanno una durata limitata. Pertanto, nonostante quanto avete letto sui giornali, tutti hanno una giacenza ragionevole all'interno delle Aziende e hanno contrattualizzato la fornitura, con oneri contrattuali per il fornitore per avere questi reagenti in modo continuativo e per soddisfare la richiesta della Regione di avere garantita la fornitura di reagenti e tamponi, con una copertura di quattro mesi.
Per quanto riguarda la dotazione dei DPI, purtroppo, avete visto che nella prima fase è stata una tragedia, perché c'è stato un aggiotaggio a livello mondiale, per cui era molto difficile approvvigionarsi di mascherine, di camici e di quant'altro necessario. Abbiamo richiesto, già dal mese di giugno, e mi pare che l'ultima richiesta sia del 16 luglio, di garantire l'approvvigionamento per sei mesi per ogni Azienda. Oggi, abbiamo 230 milioni di pezzi, tra mascherine, camici, guanti, visiere, occhiali soprascarpe e gambali, di cui quarantuno milioni in giacenza nelle Aziende Sanitarie regionali; altri 19,5 milioni in giacenza presso i magazzini del DIRMEI (questa è una scorta già sufficiente per due mesi), ai quali si aggiungono più di cinque milioni di pezzi già distribuiti dal DIRMEI e altri 163 milioni di DPI sono contrattualizzati e in corso di approvvigionamento, quindi, siamo ragionevolmente tranquilli che saranno sufficienti. Naturalmente, di questi DPI una quota viene destinata anche ai medici di base per le attività che svolgeranno all'interno del contratto integrativo regionale, per la presa in carico dei pazienti a domicilio.
Per quanto riguarda le RSA (materia anche della mia collega Caucino), in particolare, per le visite dei parenti degli ospiti, si seguono le indicazioni nazionali. Sapete che il Governo, alla lettera i-b) del penultimo DCPM, ha delegato alle Direzioni delle strutture la facoltà di far entrare o non entrare i parenti degli ospiti all'interno delle strutture. Noi, come Regione, abbiamo dato delle indicazioni, che non sono linee guida, quindi non vincolati, ma sono un aiuto in caso si decida di fare entrare i parenti. Sono indicazioni utili per evitare il diffondersi del contagio, che non sono vincolanti, ma sono di aiuto, oltre a quelle già emanate dall'Istituto Superiore di Sanità; sono linee guida che tutti conoscono e che sono presenti sul sito dell'Istituto Superiore. Sono state incrementate, ripeto, le attività di monitoraggio, di verifica e di controllo delle 800 strutture presenti sul territorio.
Il Dipartimento Interaziendale DIRMEI ha elaborato un questionario per la stratificazione del rischio effettivo che è stato somministrato alle residenze per anziani, quindi ogni residenza è stata catalogata per vari livelli di rischio. L'analisi dei dati forniti ha permesso di stratificare le strutture su tre livelli (alto, medio, basso) e d'inviare risultanze alle ASL competenti per territorio, per predisporre con anticipo le azioni necessarie. In particolare, per le RSA che presentano un livello alto è prevista la realizzazione di tamponi a tutti gli operatori e l'intensificazione della vigilanza. Pertanto, il piano di cui vi dicevo relativo all'intervallo di quindici giorni, viene ulteriormente implementato in caso di alto rischio.
Attualmente, si stanno facendo corsi di formazione per le Direzioni sanitarie e per gli operatori socio-sanitari, ed è sempre attivo il tavolo di monitoraggio della Direzione Sanità e Welfare, che proprio ieri si è riunito, perché sono previste più riunioni all'interno della stessa settimana.
È stato definito un piano molto rigoroso per le scuole, con ventinove hot spot scolastici dedicati e con corsia preferenziale per gli studenti e gli operatori per effettuare i tamponi.
Con ordinanza della Regione Piemonte, è stato imposto agli istituti del territorio la verifica che le famiglie misurino effettivamente ai figli la temperatura. Questo è stato un provvedimento impugnato dal Governo con vittoria del Piemonte e che abbiamo ritenuto molto utile per il tracciamento. Infatti, sono stati riscontrati molti casi a scuola, che poi sono stati messi in isolamento, quindi è una misura che certamente ha funzionato bene.
Con un recente provvedimento, la Direzione Sanità ha rivisto anche la gestione dei casi positivi. In particolare, è stato disposto che non possano essere effettuati tamponi in assenza della prenotazione da parte del pediatra o del medico di libera scelta di medicina generale, mentre le misure da adottare in presenza di casi positivi sono rimodulate secondo le indicazioni date dal DIRMEI. Abbiamo previsto anche un'autocertificazione nel caso in cui il medico di base o il pediatra non fosse disponibile e il genitore può portare il figlio direttamente all'hot spot per fare il tampone.
Con il crescere della pandemia, questo sistema di tracciamento è stato modificato secondo indicazione dei tecnici (non lo dico tutte le volte, ma le indicazioni dei professionisti, degli esperti del Comitato scientifico sono sempre alla base delle decisioni assunte). Proprio per il numero elevato che non consentiva più una risposta immediata ed efficace, nel momento del tracciamento si è preferito applicare per le scuole la cosiddetta quarantena di coorte. In caso di positività del soggetto con tampone, la classe veniva messa in isolamento e in quarantena per il tempo necessario alla negativizzazione dei soggetti potenzialmente contagiati senza effettuare il tampone a tutta la classe. Sul contact tracing potremo entrare più nel dettaglio, perché le modifiche sono state significativamente apportate proprio durante le prime settimane di ottobre.
Un'altra direzione in cui si è andati a contrasto della pandemia, con un grande sforzo che si sta tuttora facendo, è sul fronte della digitalizzazione dei servizi sanitari.
In estate abbiamo autorizzato i servizi di televisita e ora anche di telemedicina per il monitoraggio dei pazienti cardiopatici (la televisita prima poteva essere eseguita, ma non aveva un quadro giuridico di sostegno). Per la telecardiologia, abbiamo i progetti, che stanno funzionando bene, di teledialisi che presto saranno ufficializzati con delibera di Giunta. Nei giorni scorsi, è stato inaugurato il nuovo portale di sanità digitale del Piemonte, che si chiama www.salutepiemonte.it, che può essere consultato e che permette al cittadino di consultare, stampare e archiviare referti medici e di fare tutta una serie di operazioni da casa senza doversi recare negli uffici delle ASL, senza andare agli sportelli.
Cito le cose più significative di questo nuovo servizio: scelta e revoca del medico di base, visualizzazione e modifica degli appuntamenti per le vaccinazioni anche per i figli, pagamenti dei ticket, vedere e stampare ricette per i farmaci (la dematerializzazione); visite ed esami da qualsiasi dispositivo, gestione delle deleghe a persone di fiducia per utilizzare il servizio online, autocertificare il diritto per l'esenzione al reddito e molte altre utili prestazioni che potete verificare sul sito.
Questo è un sistema che ci permette di fare una serie di attività e che concentra in un unico portale anche quelle già presenti prima sul web.
Abbiamo implementato i servizi che possono essere fruiti con grande sicurezza, perché l'accesso è previsto per gli utenti che hanno i servizi SPID, oppure con la carta d'identità elettronica o la carta nazionale dei servizi. Questo è un cambiamento molto importante ed epocale. Presto partirà anche una campagna di pubblicità di questi servizi perché più riusciamo a decongestionare gli uffici, meno assembramenti facciamo sicuramente migliore sarà la nostra lotta alla pandemia.
Questa carrellata di attività svolte - ce ne sono anche altre che probabilmente non ho citato - dimostrano che non solo l'Assessore l'attività di programmazione, ma tutti i tecnici, tutti i consulenti, tutti gli uomini e le donne, che sono tanti, che lavorano al DIRMEI contrariamente a quello che era ipotizzato da qualche Consigliere, hanno lavorato tanto, hanno fatto tanta programmazione che sta funzionando e che viene monitorata ogni giorno. Ogni giorno sono convocati Direttori generali, a volte Direttori di Distretto, in videoconferenze in cui si fa il punto e si attuano tutti i correttivi che devono essere applicati.
Sappiamo bene che sono emerse alcune criticità con questi numeri che poi v'illustrerò. Innanzitutto la necessità di modificare il contact tracing.
Il contact tracing, che ha funzionato bene nei mesi precedenti, è riuscito a tenere il controllo della quasi totalità dei soggetti, dei contatti stretti e dei contatti casuali. Voi tenete conto che, mediamente, per un soggetto positivo ci sono circa trenta contatti. Se però moltiplicate 2.000 2.500 persone per trenta, vedete che di fronte a questi numeri non è che il contact tracing non funzioni più, ma non riesce più a garantire quel numero superiore al 90% dei contatti che è la prima misura più efficace per il contenimento della pandemia. Certamente ci sono delle fasce che, purtroppo non riescono più a essere seguite dal contact tracing, ma sono state applicate le contromisure, tra cui vi era la modifica del contact tracing con le quarantene di coorte, anche senza tampone, per isolare, comunque, i soggetti che potevano portare il contagio in giro.
Vorrei farvi una relazione del SEREMI sull'andamento dei contagi, entriamo più nello specifico. Se volete fare una pausa o se volete fare altre domande, per me va bene, altrimenti posso continuare.
Mi sembra utile fare un focus sull'andamento dei contagi. Questa è una relazione che abbiamo chiesto al SEREMI, che si occupa di malattie infettive e che ci dà il quadro dell'andamento con tutti i grafici. Avremo anche una relazione sulla prospettiva di occupazione dei posti in ospedale.
Dalla riapertura di fine lockdown che, ricordo, è stata dal 4 maggio al 20 luglio, il quadro generale della trasmissione dell'impatto dell'infezione in Piemonte è rimasta a bassa criticità, con un'incidenza in costante riduzione delle nuove diagnosi. Fino al 20 luglio siamo andati in diminuzione.
I report del monitoraggio di Fase 2 hanno restituito per il Piemonte un Rt sotto o al limite della soglia, con un rischio sia per l'aumento di trasmissione sia per l'impatto COVID-19 sui servizi assistenziali e ospedali classificato basso e zero allerte riguardanti la capacità di risposta dei servizi territoriali. Questo mi piace sottolinearlo, perché è lo stesso Ministero che ci dice che non c'è pericolo per la capacità di risposta dei servizi territoriali. In altre parole, tutti questi report settimanali ci certificano che la nostra attività funziona bene.
Abbiamo l'Rt che passa da 0,58 (settimana dal 4 al 10 maggio) a 0,39 a 0,05, da giugno 0,5, a fine giugno 0,76, poi 0,88 e 0,98 dal 13 luglio al 19 luglio, quindi tutti con rischi bassi. Dal 20 luglio il numero dei nuovi casi è ripreso a salire con un andamento lento, di tipo lineare. Sulla ripresa dell'epidemia ha inciso in modo molto significativo la quota dei casi d'importazione, che ha raggiunto nella terza settimana di agosto la percentuale del 59% dei nuovi casi. Quindi, i casi che erano sostanzialmente quasi azzerati in Italia sono ripartiti soprattutto per casi da importazione, che poi sono gradatamente diminuiti all'aumentare del contagio interno, come percentuale, per cui dal 20 luglio la percentuale è stata del 59%, del 55% la settimana successiva, 144.
Poi vi consegnerò queste tabelle che potrete leggere e analizzare con vostro comodo.
Dal 20 luglio al 20 settembre gli indicatori del report di monitoraggio Fase 2 del Ministero hanno riportato un aumento dell'incidenza, a esclusione dell'ultima settimana di agosto, come dicevo, con un Rt sotto o al limite della soglia. Questo rappresenta un rischio sia per l'aumento di trasmissione sia per l'impatto di COVID sui servizi assistenziali, quindi sugli ospedali, classificato basso, barra una settimana o due moderato, e zero allerte riguardanti la capacità di risposta dei servizi territoriali.
Questo vale fino al 20 settembre, dal 20 luglio al 20 settembre. Non sto a leggervi tutti gli Rt, ma li potrete trovare nella relazione che eventualmente trasmetteremo a tutti i Consiglieri.
A partire da metà settembre si è osservata un'accelerazione, rilevata nella settimana dal 21 settembre al 27 settembre. Quest'accelerazione si è registrata nelle ultime quattro settimane: a partire dal 5 ottobre i casi sono raddoppiati di settimana in settimana. Gli ultimi quattro report del monitoraggio Fase 2 del Ministero hanno rilevato un Rt medio puntuale significativamente superiore alla soglia e la classificazione complessiva del rischio è passata da moderata a moderata con probabilità di progressione, fino ad alta con probabilità alta di progressione. Come sapete, sono quattro i livelli di rischio. Mentre il rischio sia per aumento di trasmissione sia per l'impatto COVID-19 sui servizi essenziali è rimasto uguale, ovvero rispettivamente moderato e basso.
Nella settimana dal 19 al 25 ottobre sono state segnalate allerte riguardanti la capacità di risposta dei servizi territoriali. Dal 19 al 25 ottobre sono state segnalate, lo ripeto, le prime allerte riguardanti la capacità di risposta dei servizi territoriali. Una riguarda la quota superiore al 5% dei tamponi positivi sul totale dei tamponi effettuati durante la settimana; l'altra riguarda la riduzione (-11,9%) rispetto al mese precedente del numero di casi confermati d'infezione nella Regione per la quale sia stata effettuata una regolare indagine epidemiologica con la ricerca dei contatti stretti. È quello che vi dicevo prima in termini più semplici.
Nell'ultima settimana si è assistito a un'accelerazione nell'evoluzione dell'epidemia, ormai entrata in una fase acuta, con un aumento progressivo del numero dei casi, con evidenze di criticità nei servizi territoriali, e aumenti del tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva, in area medica soprattutto, che rischiano di raggiungere valori critici nel prossimo mese.
Nell'ultima settimana in esame, la quota di occupazione dei posti letto ordinari e dei posti letto in terapia intensiva è cresciuta rispetto ai sette giorni precedenti, raggiungendo il valore rispettivamente del 25 e 13%. Abbiamo un Rt puntuale in quella settimana dell'1,3 e un Rt medio uguale, cioè 1,33. Pertanto, il trend è in aumento e la classificazione del rischio è ancora moderata, ma verso il rischio alto.
Ripeto che questi dati che vi sto enunciando sono tratti dal monitoraggio di Fase 2 fatto dal Ministero sulla base dei dati che tutte le Regioni settimanalmente devono fornire al Ministero riguardo tutta una serie d'indicatori molto articolata e complessa. Ovviamente non sto qui a leggerli e a descriverli, ma poi potremmo trasmetterli.
Dall'analisi dell'andamento del numero dei tamponi effettuati per settimana, emerge come in corrispondenza dell'aumento del numero dei casi durante l'estate, a partire dal 20 luglio, e successivamente nella seconda metà di settembre, sia cresciuto il numero dei tamponi effettuati ed è correlato al rischio. L'aumento del numero dei casi positivi ha amplificato il numero dei contatti da indagare, quindi dei test molecolari richiesti.
Ai test effettuati nell'ambito del contact tracing si sono aggiunti quelli delle attività di screening, necessari per monitorare tutta una serie di categorie, ovvero coloro che rientravano da viaggi, da Paesi stranieri insegnanti, operatori, ospiti delle RSA eccetera. Ho una serie di grafici che invierò, in modo da rendere più compiuta questa informativa.
Adesso volevo parlarvi dei posti occupati alla data di ieri nei nostri ospedali. Alla data di ieri, noi avevamo occupati 3.187 posti COVID, come dicevo prima, su una disponibilità totale di 5.580 in Piemonte, prevista dai nostri piani, che in ogni caso garantisce tutta la rete delle patologie tempo dipendenti, quindi ictus e infarti, e tutta la rete dell'oncologia con sacrificio delle attività in elezione, quindi interventi programmati (quelle attività differibili), mentre le urgenze e i tempo dipendenti sono garantiti con il numero di posti che vi ho detto.
L'incremento cui stiamo assistendo, incremento di ricoveri, è, di media, la settimana scorsa di 177 ordinari e dodici di subintensiva al giorno. Questo è l'incremento medio settimanale.
La curva dei contagi, come abbiamo detto, è esponenziale, mentre quella dei ricoveri in terapia intensiva ha un andamento lineare.
Negli ultimi giorni stiamo osservando il passaggio da una curva esponenziale a una curva logistica dell'incremento, cioè non si sta assistendo a un incremento, ma a una costanza dei numeri di ricoveri sia in terapia ordinaria sia in terapia intensiva.
Tuttavia, con questi numeri, il nostro sistema - ma nessun sistema sanitario al mondo - può dare una risposta durevole nel tempo con una costanza di ricoveri di questo tipo. Noi ricoveriamo circa sessantacinque persone ogni 100 mila abitanti, media regionale; siamo secondi, come numero di ricoveri, solo alla Valle d'Aosta e alla Liguria. Si fanno molti ricoveri, alcuni di questi potrebbero - io credo, noi crediamo, i tecnici lo ritengono - tranquillamente essere trattati a domicilio.
Come vi dicevo, la sfida è di mantenere a domicilio le persone con sintomatologia di bassa e media intensità di cura. Sono protocolli che abbiamo già diffuso ai medici di base (c'è anche l'accordo nazionale che supporta in questi termini). Il Veneto ha addirittura emanato un'ordinanza un po' ridondante rispetto all'accordo collettivo nazionale, che sottolinea che alcune cose devono essere fatte sul territorio. Noi abbiamo l'accordo con i medici, abbiamo l'accordo integrativo, si tratta di sensibilizzare e di procedere verso queste cure domiciliari.
Gli esempi in Piemonte li abbiamo. Cito quello più significativo, quello di Ovada, dove il progetto "COVID Home", ideato e condotto dalla dottoressa Varese, primario di oncologia, prevede che all'accesso al pronto soccorso (la sintetizzo molto, poi potrete trovare il protocollo anche tra gli atti che vi distribuirò) sia effettuata una serie di esami strumentali al paziente. Se il paziente necessita davvero di ricovero ospedaliero, viene ricoverato; gli altri vengono mandati a domicilio, presi in carico dal medico di base o dalle USCA, viene fornita la terapia e sono monitorati in costanza.
I dati di ricovero ci dicono che in queste realtà, dove si applica il protocollo, si ricovera il 50% in meno rispetto ad altre strutture. La vera sfida, insomma, è di far applicare questi protocolli che le attività, nella Regione del DIRMEI (siamo tra i primi in assoluto ad averlo realizzato) hanno messo in campo.
Contestualmente, si sta predisponendo, sempre secondo i piani regionali quella rete prevista, attraverso la collaborazione della Protezione civile di alberghi a bassa intensità di cura, per ospitare gli asintomatici che non possono andare a domicilio, ma che possono tranquillamente essere dimessi dagli ospedali. Come avrete visto, si stanno implementando i posti letto ospedalieri, da una parte, con strutture temporanee fornite dai militari, a fianco degli ospedali (sono messe, non a caso, proprio nelle immediate vicinanze degli ospedali, proprio perché è con lo stesso personale, con uno sforzo di cui ringrazio gli operatori sanitari, si possono gestire ulteriori posti); dall'altra, sta partendo la realizzazione di un ospedale, nel quinto padiglione di Torino, messo a disposizione dal Comune, al cui interno saranno posizionate delle tende con 500 posti letto di medio-bassa intensità. Tra qualche giorno sarà disponibile, proprio per aumentare i posti letto disponibili in terapia ordinaria.
La differenza rispetto alla prima ondata è che oggi abbiamo una pressione sui posti ordinari e molto meno sui posti di terapia intensiva, che pure stiamo ampliando. Con questi numeri, ripeto, non è possibile far fronte; ma non il Piemonte, non le Regioni d'Italia, perché nessun sistema sanitario al mondo può reggere con questo tasso di ricoveri e con questo incremento di contagi.
Questo è stato ribadito anche nelle conferenze cui ho partecipato, sulle quali magari il Presidente Cirio vi darà ulteriori informazioni, dei Presidenti di Regione con i Ministri Speranza e Boccia, con il dottor Arcuri e con i rappresentanti del Governo. Come ricordava giustamente e saggiamente il Presidente De Luca, la situazione nazionale si differenzia solo per qualche giorno di distanza. Siamo tutti più o meno nelle condizioni simili e arriveremo tutti, chi quattro o cinque giorni prima chi quattro o cinque giorni dopo, al medesimo stato di fatto, sia come pressione ospedaliera sia come percentuale dei contagi.
Per questo, mentre noi stiamo parlando, in queste ore si sta studiando un nuovo DPCM Governo-Regioni, con misure più restrittive, per dare risposte adeguate e non arrivare al punto di saturazione della nostra rete ospedaliera (la nostra, ma dico anche quella della Lombardia, della Campania e delle altre Regioni, perché è una condizione comune).
D'altronde, se le più nobili e le più preparate democrazie d'Europa (mi riferisco a Francia, Germania, Belgio e Inghilterra) oggi stanno chiudendo e sono in lockdown, è evidente che è una condizione comune che, chi un po' di più, chi un po' di meno, stiamo tutti affrontando con misure che devono essere adottate. Non so quali saranno quelle del Governo, ma quelle della Regione Piemonte, cioè il coprifuoco dopo le undici e la didattica a distanza per le scuole superiori, sono quelle che, probabilmente, saranno anche adottate dal Governo.
Siamo stati un po' precursori di queste misure, ma la necessità che siano adottate misure di contenimento (perché questi numeri non permettono a nessuna Regione di poter dare una risposta adeguata alla pandemia) è un fatto riconosciuto da tutti i Presidenti, che, con il Governo, stanno interloquendo proprio per andare verso una definizione diversa e soprattutto - lo sentivo ieri, mi permetto di anticiparlo - verso un puntuale e tempestivo ristoro di eventuali attività che dovessero essere danneggiate da queste ulteriori misure.
Questa è stata una richiesta pressoché unanime da parte delle Regioni perché misure più restrittive certamente necessitano di ristori, dal momento che il sistema socio-economico non può certamente essere sottoposto a ulteriore stress per la crisi già attuale. Io preferisco comunque occuparmi della parte sanitaria.
Ho un'ulteriore relazione sempre da parte dei nostri epidemiologi, che sulla base delle curve di contagio e della tendenza delle proiezioni (attraverso grafici molto precisi a sette giorni, perché proiezioni a tempi più lunghi sono fortemente inattendibili, dal momento che hanno degli intervalli di confidenza che non ci permettono di dar loro una significatività statistica), evidenziano quanto segue.
Gli ultimi dettagli di quest'analisi, che non starò qui a leggervi ma che illustrerò in estrema sintesi (eventualmente, distribuirò il relativo documento), studiando le relazioni fra le serie dei casi sintomatici cumulate e le serie dei posti letto occupati in terapia intensiva subintensiva e ricovero ordinario, evidenziano questa relazione: ogni 100 casi sintomatici in più si devono attendere a pochi giorni sedici ricoveri ordinari e un ricovero in UTI in aggiunta. Questo secondo valore è coerente, perché dalla serie di ricoveri ordinari si evince che a ogni 100 ricoveri ordinari possono corrispondere anche sei ricoveri in UTI.
In estrema sintesi, più 100 sintomatici, più sedici ricoveri ordinari. Più 100 ricoveri ordinari, più sedici posti in terapia intensiva. Questa è la relazione che è stata evidenziata dai dati in nostro possesso. Non vi posso illustrare verbalmente i grafici che ho sottomano, però vi posso sommariamente descrivere le parti più significative della relazione, che riguarda specificamente il fabbisogno di posti letto di ricovero ordinario e di terapia intensiva realizzato dal SEREMI.
Per entrare più nel dettaglio, l'andamento dei casi COVID-19 è un andamento crescente dal 20 luglio (questo l'abbiamo già detto), mentre l'andamento dei ricoveri ordinari mostra un trend crescente dal 17 agosto. Nella stessa data anche la serie dei posti letto occupati in terapia intensiva toccava il punto minimo: due letti occupati (siamo arrivati a soli due letti occupati in terapia intensiva COVID!).
Dobbiamo osservare che dal 14 settembre l'andamento generale epidemico si mostrava a crescita lenta, dovuto alla modalità di acquisizione dell'infezione. Infatti, i casi diagnosticati nel periodo estivo erano in frazione consistente a casi importati (59% del totale), ovvero a casi la cui esposizione era avvenuta altrove e non dovuta alla diffusione locale (qui c'è una tabellina che riprende i dati che sommariamente vi ho citato prima).
Dal 14 settembre è ripresa la diffusione dell'epidemia. A partire da quella data, sia l'andamento generale dei casi cumulati, sia l'andamento dei ricoveri hanno assunto la forma della crescita esponenziale. Per questo motivo, i modelli di previsione sono stimati utilizzando i dati a partire dal 14 settembre (al riguardo, vi posso trasmettere il grafico).
Al 30 ottobre il numero cumulato dei casi a partire dal 20 luglio è di 38.646, di cui 36.250 a partire dal 14 settembre.
L'analisi dell'andamento cumulato dei casi COVID totali si mostra quindi esponenziale, con un tempo di raddoppio pari a 6,9 giorni (attualmente è di 7,5). Secondo tale andamento, si prevede a tre giorni un incremento dei casi fra i 13 mila e i 16 mila, mentre il modello esponenziale calcola tenendo conto dei casi dal 20 luglio al 13 settembre. Il tempo di raddoppio di questo intervallo di tempo era di 8,9 giorni.
Non vorrei annoiarvi con dei dati tecnici, per cui vi lascerei la relazione dove potrete leggere direttamente questi andamenti.
Volevo tornare a quanto ci siamo detti prima. Delle curve ho già parlato dei posti anche, per cui credo di aver sommariamente toccato tutti i punti della relazione. Sono comunque disponibile a rispondere alle vostre domande, dal momento che questa è una carrellata di tutto quello che è stato fatto dall'Unità di crisi.
Forse è anche opportuno darvi un aggiornamento sull'Unità di crisi, su quella che oggi è l'organizzazione di via Silvio Pellico e su come stanno lavorando, facendo sempre un puntuale distinguo dall'attività di programmazione che l'Assessorato, gli uffici dell'Assessorato e la Giunta regionale fanno sulla base delle indicazioni fornite dalle task force, dal Comitato tecnico-scientifico e dagli esperti, trattandosi di materie squisitamente tecniche, fornendo degli indirizzi e delle linee guida di programmazione. C'è poi la fase esecutiva, quella che viene applicata dalle Aziende Sanitarie sulla base della supervisione e del controllo dell'Unità di crisi.
Abbiamo implementato la Direzione di sanità pubblica con un nuovo settore temporaneo e straordinario diretto dal dottor Zulian, che si occupa proprio dei rapporti con l'Unità di crisi; nello specifico, si occupa di fare in modo che dall'Unità di crisi siano applicate le disposizioni programmatorie della parte politica.
Oggi l'Unità di crisi - se volete, vi fornirò il relativo schema - si suddivide in tre aree principali: c'è una macro-area sanitaria, c'è un'area di Protezione civile gestita dal Commissario Coccolo. Ci sono tre commissari: un Commissario coordinatore, che è il Commissario Coccolo, e due Commissari specifici, uno sanitario, che è il dottor Manno, e un altro per l'area giuridico-amministrativa, che è il dottor Rinaudo.
All'interno della sfera di competenza del Commissario Vincenzo Coccolo c'è la Protezione civile e la comunicazione istituzionale, quindi c'è un'area di comunicazione istituzionale all'interno del DIRMEI.
Nell'area funzionale del dottor Rinaudo ci sono tutte le tematiche riguardanti l'organizzazione della scuola, tutto quello che riguarda la tutela della popolazione senza fissa dimora, l'area per gli stranieri.
Ripeto, a ognuna di queste aree c'è una persona incaricata. Per la scuola la dottoressa Bono. Per i senza fissa dimora, Antonella Caprioglio. Per gli stranieri, Manuela Ranghino, che coordina l'attività di quella sottoarea funzionale. Per la popolazione carceraria, la dottoressa Caprioglio; qui c'è un coordinamento legale, coordinato dalla dottoressa Laura Farina per la parte elettorale, per il coordinamento di quest'attività e la loro organizzazione, dal momento che andremo verso un periodo in cui si svolgeranno le elezioni.
Ovviamente, l'area più nutrita, quella più significativamente popolata che ha maggiore carico di lavoro e maggiore compiti, è l'area sanitaria. Qui abbiamo il dottor Emilpaolo Manno come Commissario e coordinatore di quest'area e come vicari il professor Giovanni Di Perri e la dottoressa Elide Azzan.
In aggiunta a questo, c'è un comitato di esperti che fanno parte del Comitato scientifico. Per ogni specifica tematica, sono convocati tutti o in parte secondo le competenze: Amoroso Antonio, Avanzi Giancarlo, Brusa Paola, De Giglio Franco, Dianziani Umberto, Ferruccio Fazio, Geuna Stefano Giustetto Guido, Ghigo Ezio, La Valle Giovanni, Monchiero Giovanni, Pira Enrico, Ricchiardi Lorenzo, Rinaudo Antonio e Vineis Paolo. Questo è l'ultimo elenco che può essere integrato per ogni giorno.
Tornando alla suddivisione dell'Unità di crisi nelle varie competenze e nelle varie aree funzionali, c'è una Direzione scientifica per il coordinamento dei rapporti con i consulenti scientifici, coordinata dal professor Di Perri, con quei consulenti che prima vi ho citato.
C'è un'area di coordinamento delle Direzioni sanitarie, con la dottoressa Elide Azzan. Un'area 118 e maxi-emergenza, coordinata dal dottor Mario Raviolo. C'è un'area per la sanità ospedaliera, coordinata dal dottor Sergio Livigni. Un coordinamento dei DEA e dei pronto soccorso, quindi uno specifico coordinamento dei pronto soccorso, coordinato da Gianalfonso Cibinel. Un'area di medicina territoriale e di domiciliarità e dei rapporti con i medici di base e i pediatri di libera scelta, che è coordinata dal dottor Gabriele Ghigo. Un'area di coordinamento dei SISP è coordinata da un Direttore SISP, il dottor Domenico Montù. Inoltre, c'è un'area di monitoraggio e vigilanza permanente e rapporto clinico-organizzativo delle RSA (di cui parlavamo prima), programma, formazione continua operatori e monitoraggio, coordinata dalla dottoressa Giuseppina Dassio. Poi c'è l'area dei laboratori, che coordina le attività dei laboratori, sia per quanto riguarda il numero dei tamponi, sia per le scorte dei reagenti e altre cose, che è il dottor Stefano Taraglio. L'area logistica, distribuzione e validazione dei dispositivi di protezione individuale comprende la dottoressa Rolle e il dottor Pavanelli. La centrale operativa e DIPS (coordinamento degli infermieri) è coordinata dal dottor Fabiano Zanchi.
L'unità di prevenzione e controlli ICA è del dottor Carlo Zotti. La sorveglianza sanitaria per i lavoratori - questo è anche importante per i lavoratori della sanità e non solo - è coordinata dalla dottoressa Teresa Emanuele. Il supporto medico-legale spetta al dottor Roberto Testi. La gestione flussi e attività informative SEREMI e SEPI compete alla dottoressa Pasqualini.
Ricordo che SEREMI è il Dipartimento che si occupa dei dati e anche dei rapporti e dell'invio al Ministero dei nostri dati e, quindi dell'interpretazione dei monitoraggi e dei report settimanali da parte del Ministero.
Ancora, abbiamo la gestione della piattaforma COVID regionale, che ha visto le modifiche e l'implementazione, durante l'estate, coordinata dalla dottoressa Fornero. Vi è un'area amministrativa e di risorse umane, quindi per la predisposizione di bandi specifici e di attività amministrativa e protocollazione all'interno del DIRMEI, coordinata dalla dottoressa Pagliassotto. Degli acquisti e dei rapporti con la Società di committenza SCR si occupa dottoressa Dall'Occo. Dei rapporti con il CSI-ICT l'ingegner Pensalfini e della verifica delle tecnologie biomediche e di tutto quello che dev'essere acquistato e installato, quindi, il visto, Tommaso Sabatini.
Quello che ho letto è, in sintesi, l'organizzazione che abbiamo creato per la gestione di questa emergenza.
Ovviamente, ci sono delle criticità, a cominciare dalle code per i tamponi e dal contact tracing, che non riesce più a fare oltre il 90% dei contatti che stiamo potenziando. Il DIRMEI sta lavorando per potenziare queste attività e per rendere il più possibile coerenti con i massimi valori raggiungibili rispetto alla nostra capacità di fare contact tracing.
Mi preme sottolineare, ancora una volta, che non si è lesinato sul personale; abbiamo assunto tutte le professionalità quanto più possibile senza limiti di spesa: 2.650 persone, più le USCA, più i consulenti per le RSA, più i consulenti per la scuola. Abbiamo bandi aperti per infermieri per OSS, per medici. Inoltre, il DIRMEI sta lavorando con l'Università per la contrattualizzazione degli specializzandi del quarto e quinto anno, ai sensi del decreto Calabria, ossia di tutti coloro che sono disponibili oggi sul mercato, con l'utilizzo anche degli specializzandi e di semplici laureati in medicina per attività con il supporto di tutor e di medici esperti per la collaborazione. Insomma, è una "chiamata alle armi" di tutto il personale disponibile, con i costi a carico del Servizio Sanitario, che stiamo effettuando insieme con il DIRMEI.
Credo di aver esposto una carrellata sufficientemente ampia. Per entrare in dettagli più specifici, aspetto le vostre domande e attendiamo tutti nel pomeriggio quello che il Presidente Cirio vorrà comunicarci rispetto alle novità emerse dalla Conferenza Stato-Regioni.
Presidente, per il momento mi fermerei qui e, nel cederle la parola, la ringrazio.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Grazie, Assessore Icardi.
È già stata fatta richiesta agli Uffici di acquisire i dati delle relazioni. Appena ci saranno le circolarizzeremo ai Capigruppo.
Oltre alle domande che poneva il Vicepresidente Salizzoni, adesso ci sarebbe il dibattito sulle comunicazioni dell'Assessore, ma vorrei farvi una proposta. C'è un problema sull'ordine del giorno del Consigliere Rossi sul referendum di Gattinara e c'è anche l'urgenza di discutere e approvare la deliberazione della Giunta, la n. 91, sugli atti d'indirizzo.
Sono le 12.30. Se i Capigruppo e l'Aula sono d'accordo, potremmo sospendere il dibattito sulle comunicazioni e riprenderlo, successivamente, nel pomeriggio, per esaminare la proposta di deliberazione n. 91 sulla definizione del Piano regionale di programmazione della rete scolastica ed eventualmente, se c'era anche un'intesa - io non so se il Consigliere Rossi abbia sentito i vari Capigruppo o direttamente il Consigliere Gallo, non so chi seguiva la questione - su quell'ordine del giorno, in modo tale che nel pomeriggio si potesse continuare la discussione sulle comunicazioni dell'Assessore Icardi.
Se qualcuno mi dice qualcosa, gliene sarei grato.



ROSSI Domenico

Scusi, Presidente.
Sono in attesa di un feedback dal Gruppo della Lega. Lei proceda.



PRESIDENTE

Sollecito anch'io il Gruppo.
Possiamo sospendere il dibattito sulle comunicazioni dell'Assessore Icardi? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Se non è un problema, chiederei di visionare l'ordine del giorno sul referendum di Gattinara.



PRESIDENTE

È l'ordine del giorno n. 427 e lo trova sulla piattaforma. È inserito in fondo. Non è stato inserito all'inizio dell'o.d.g., ma se c'è l'intesa lo si discute.



SACCO Sean

Mi prenoto per intervenire successivamente quando riprenderemo il dibattito sulle comunicazioni. che Poiché, com'è stato osservato, avrei detto delle falsità, penso di avere il diritto di replicare.



PRESIDENTE

Si, va bene.
Chiedevo se si poteva esaminare la deliberazione del Piano regionale di programmazione della rete scolastica, perché c'era un'urgenza contingente oppure apriamo il dibattito e poi, finito il dibattito.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Presidente, le ho scritto che mi prenoto per l'apertura del dibattito.
A dire la verità, se fossi interessato a fare polemiche, non vi farei fare quest'inversione, anche perché credo che il Piano di dimensionamento copiato e incollato dall'altro anno, in piena pandemia, sia un'assurdità.
Quegli spazi dovrebbero essere, in qualche modo, messi a disposizione del sistema, non tagliati per poi scoprire che non abbiamo spazi. È vero che stiamo parlando del 2021-2022 e speriamo che la pandemia sarà alle spalle ma non lo so, non ho nessuno strumento per dirlo.
Poiché l'Assessore Icardi ci ha dato delle basi concrete per votare la mozione di sfiducia e ha arricchito la nostra consapevolezza, possiamo unire il dibattito generale alla mozione di sfiducia. Per noi non è un problema. Vorrei capire se gli altri colleghi sono d'accordo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

È un po' complicato fare una discussione fra tre ore, dopo una relazione dettagliata e ampia come quella dell'Assessore Icardi di questa mattina che è durata un'ora e mezza e ha ripercorso le tappe del Sistema Sanitario Regionale e delle varie dinamiche dal 20 febbraio a oggi.
Se la Giunta non ha alcun modo diverso per organizzarsi rispetto alla delibera sul dimensionamento scolastico ne prendiamo atto, è una delibera importante che si deve fare.
Comunque, vorrei separare le due discussioni, cioè la discussione relativa a questa informativa, che non penso sia un'informativa difensiva rispetto a una mozione di sfiducia, quindi la terrei separata come discussione rispetto all'atto della mozione di sfiducia, che sarà trattata nel pomeriggio.
Se, invece, l'Assessore Icardi ha interpretato questa informativa come una difesa relativa alla mozione, ce lo dica anche la maggioranza, così possiamo unire le discussioni, ma io le terrei separate per due motivi.
Primo, perché crediamo che il momento storico che stiamo vivendo sia particolarmente complicato e ci sono una serie di cose che l'Assessore ha annunciato e ha ricordato, rispetto alle quali noi la pensiamo diversamente, come diremo chiaramente nella discussione. Tuttavia, ci sono dei temi aperti rispetto ai quali vorremmo fare una discussione franca e costruttiva per capire. A noi risultano ancora un po' di problemi aperti sul fatto che non è che stia funzionando tutto, ma abbiamo dovuto aspettare il novantesimo minuto per sentir dire dall'Assessore che ci sono dei problemi, quindi questi temi vorremmo discuterli nel merito delle questioni.
Non vorrei che la discussione, unita alla mozione di sfiducia, si trasformasse poi in una discussione veramente politica che non sta nel merito della questione.
Grazie.



PRESIDENTE

C'è un po' di divisione, nel senso che non mi sembra che ci sia l'accordo per proseguire sulla deliberazione relativa al Piano regionale di programmazione della rete scolastica, perciò faremo il dibattito.



GALLO Raffaele

Presidente, se la Giunta non ha modo di organizzarsi diversamente, facciamo la delibera.



PRESIDENTE

Non è una volontà della Presidenza del Consiglio, è una richiesta della Giunta.



GALLO Raffaele

Io l'ho detto a lei, di modo che lei parli con la Giunta. Pertanto, se c'è questa emergenza, la facciamo, dopodiché torneremo sul dibattito.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bongioanni; ne ha facoltà.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Sposando le parole del collega Gallo, direi di procedere con la delibera relativa alla rete scolastica, che è una delibera importante che dobbiamo assumere, già approvata in Commissione, poi proseguiamo con la discussione e, dopo un piccolo confronto con i colleghi di minoranza, magari unire le due discussioni com'è stato proposto.



PRESIDENTE

Volevo ricordare che abbiamo poco meno di un'ora, perché alle ore 13 si sospende per la pausa e, successivamente, ci saranno i question time.
Pertanto, proseguirei con la proposta di deliberazione n. 91.
L'Assessore Chiorino è presente? C'è qualcuno della Giunta? Altrimenti proseguiamo con i lavori.



TRONZANO Andrea, Assessore regionale

Presidente, l'Assessore Chiorino si sta collegando.



PRESIDENTE

Nel frattempo, anche se l'Assessore Carosso è in congedo, c'è anche l'input per proseguire il dibattito sull'ordine del giorno n. 427. Pertanto, come Giunta raccogliete le istanze dell'Assessore Carosso, in modo tale che si possa discutere del rinvio sul referendum consultivo per l'istituzione del Comune di Gattinara.
Quando vuole, l'Assessore Chiorino può intervenire.



TRONZANO Andrea, Assessore regionale

Presidente, le chiedo scusa.
Contrariamente a quanto ho detto prima, l'Assessore è ancora in collegamento con il Ministero, quindi chiede se sia possibile posticipare queste comunicazioni, per favore.



PRESIDENTE

Se sul rinvio del referendum abbiamo informative, procediamo, altrimenti incominciamo il dibattito.



GRIMALDI Marco

Però, Presidente, se lo iniziamo, non lo interrompiamo. Che questo sia chiaro, perché va bene essere leali e rispettosi, però non esageriamo.



TRONZANO Andrea, Assessore regionale

È giusto! Adesso verifico un attimo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Giaccone; ne ha facoltà.



GIACCONE Mario

Presidente, anche dal mio punto di vista, possiamo sospendere qualche minuto per aspettare l'Assessore Chiorino.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.41, riprende alle ore 12.48)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bongioanni; ne ha facoltà.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
L'Assessore Chiorino mi ha comunicato che è impegnata in una call per la chiusura scuole per le deroghe sulla disabilità e quindi non riesce a collegarsi. Chiedo scusa per l'intervento che ho fatto prima, per il tempo che ho fatto perdere.



PRESIDENTE

A questo punto, sospenderei la seduta, visto che mancano dieci minuti alle ore 13.



TRONZANO Andrea, Assessore regionale

Presidente, sta arrivando l'Assessore Carosso.



PRESIDENTE

Per la questione di Gattinara?



TRONZANO Andrea, Assessore regionale

Sì, esatto.



GALLO Raffaele

Scusi, Presidente. Posso intervenire?



PRESIDENTE

Prego.



GALLO Raffaele

Grazie.
Dato che al pomeriggio fra la Conferenza dei Capigruppo, l'informativa e la discussione, sarebbe utile fare una discussione unica senza interrompere non è che questa delibera la presenta l'Assessore Carosso in qualità di Vicepresidente e chiudiamo le votazioni di questa mattina? Oppure la rinviamo a martedì prossimo.



PRESIDENTE

Sarebbe stato logico chiudere.



GALLO Raffaele

È solo per non interrompere di nuovo la discussione al pomeriggio.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Carosso.



CAROSSO Fabio, Vicepresidente della Giunta regionale

Presidente, buongiorno. Non ho capito perché mi ha chiamato.



PRESIDENTE

Era riferito alla richiesta di rinvio del referendum consultivo per l'istituzione del Comune di Gattinara, se non ci deve dire nulla sulla proposta di deliberazione sul ridimensionamento scolastico.



CAROSSO Fabio, Vicepresidente della Giunta regionale

Sul ridimensionamento scolastico, non ho da dire nulla. Invece, per quanto riguarda il referendum, le posso accennare alcune cose.



PRESIDENTE

Prego.



CAROSSO Fabio, Vicepresidente della Giunta regionale

A seguito della richiesta che è pervenuta ai nostri Uffici e credo anche alle Prefetture di Torino e di Vercelli, abbiamo chiesto il parere al Comitato tecnico-scientifico, perché il rischio a causa COVID è naturalmente da valutare nei Comuni oggetto di referendum.
Considerato che anche in Sardegna ci sono, in questo weekend, ballottaggi la Prefettura mi dice: "Sta un po' a voi decidere". Ho sentito il Comitato tecnico-scientifico, che in giornata mi dovrebbe dare il parere, valutando la situazione COVID nel paese di Gattinara in questo momento, e dopo questo parere possiamo prendere una decisione, perché nessuno crede sia giusto assumere una decisione con un parere tecnico contrario.
Questa è la situazione.
Ho avvisato anche il Sindaco di Gattinara, facendogli presente che questa posizione non vuole essere una scelta politica da parte di nessuno, ma vuole essere una scelta tecnica che, chiaramente, trova coerenza con l'aspetto medico-sanitario.
Direi che, per quanto riguarda noi, è attesa proprio nella giornata questa risposta; magari durante il Consiglio mi arriva e posso comunicarvi la decisione. Credo che magari si potrebbe posticipare l'o.d.g. nel pomeriggio.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Prego, Consigliere Bongioanni.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Non vorrei diventasse una telenovela, però l'Assessore Chiorino mi ha confermato che è riuscita a liberarsi, quindi se vogliamo possiamo ancora sfruttare questo finale di mattinata.



PRESIDENTE

Se c'è l'Assessore Chiorino.



GALLO Raffaele

Mi scusi, Presidente Allasia, sono Gallo.



PRESIDENTE

Sì, prego.



GALLO Raffaele

Con piacere attendiamo l'Assessore Chiorino, ma non abusiamo neanche delle opposizioni. È mezz'ora che ci avete chiesto di sospendere il dibattito per fare questa delibera; cerchiamo di farla, altrimenti è meglio rinviarla.



PRESIDENTE

Quello sicuro.
Comunico che c'è la Conferenza Stato-Regioni alle ore 15.30, perciò penso che la Conferenza dei Capigruppo sarà da fare successivamente alla Conferenza Stato-Regioni, perché il Presidente Cirio partecipa alla Conferenza e avrà sicuramente delle comunicazioni.
Dopo i question time, comunicheremo il susseguirsi dei lavori, però finiti i question time potremmo continuare la discussione sulle comunicazioni dell'Assessore Icardi.
Io però continuo a non vedere collegata l'Assessore Chiorino.
Ah, eccola!


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Esame proposta di deliberazione n. 91, inerente a "D.lgs. 112/98. Atto d'indirizzo e criteri per la definizione del Piano regionale di programmazione della rete scolastica e del Piano regionale di programmazione dell'offerta formativa delle scuole secondarie di II grado. Anno scolastico 2021-2022"


PRESIDENTE

Esaminiamo la proposta di deliberazione n. 91, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Prego, Assessore Chiorino.



CHIORINO Elena, Assessore all'istruzione

Grazie, Presidente.
Chiedo scusa, ma ho avuto un problema di collegamento, perché non avevo l'audio. Adesso vi sento e chiedo scusa, anche perché in questo momento è in corso un incontro per capire come organizzare la scuola sul tema della disabilità e dei bisogni educativi speciali, quindi sono su due fronti.
Per quanto riguarda la deliberazione di cui parlare oggi, cioè l'atto d'indirizzo e i criteri per la definizione del Piano regionale di programmazione della rete scolastica e del Piano regionale di programmazione dell'offerta formativa delle scuole secondarie di secondo grado per l'anno scolastico 2021-2022, ha già avuto un passaggio in Commissione, quindi riprendo qui, evidenziando che sapevamo tutti che avevamo dei tempi stretti e che, purtroppo, è saltato il Consiglio della settimana scorsa.
Da parte mia, sono stati presentati due emendamenti che vanno a correggere le date, rispetto anche a quelle che avevo dato in Commissione allora.
Nel primo emendamento, considerata la data di approvazione dell'atto d'indirizzo in Consiglio regionale, le Province e la Città metropolitana avendo comunicato di non riuscire a completare le procedure previste entro la data del 23 novembre, abbiamo indicato come data, quindi in emendamento il 7 dicembre.
C'è poi un secondo emendamento che vede lo slittamento, per la scadenza dell'approvazione e trasmissione all'Ufficio Scolastico Regionale, dei Piani regionali da parte della Giunta, individuato al 22 gennaio 2020 anziché al 31 dicembre 2020. Si è lavorato a uno slittamento in accordo con tutti, con due emendamenti rispetto a quanto c'eravamo detti in Commissione, per i motivi che ho spiegato poc'anzi.
Per quanto riguarda l'atto d'indirizzo in sé, sono stati confermati i vari criteri e si è intervenuti per apportare modifiche nell'impostazione dell'atto d'indirizzo, cercando di rendere più chiara possibile la lettura e anche per agevolare l'attività di programmazione.
Per ogni tipologia d'intervento sono indicati gli atti e le varie analisi specifiche da svolgersi da parte delle istituzioni scolastiche, dei Comuni e delle Province.
Per l'anno scolastico 2020-2021, in merito all'articolazione della rete scolastica, sono indicati i punti di erogazione provvisoria degli organi congiuntivi e della situazione in cui si andrà a effettuare la programmazione oggetto dell'atto d'indirizzo, coincidente con l'avvio del '20-'21, dopo il periodo di lockdown, che vede Enti locali e Istituzioni particolarmente coinvolti, per me qui, invece, è un ambito di ordinarietà.
Viene rafforzata l'indicazione di realizzare la programmazione secondo un modello operativo basato sulla massima concertazione e collaborazione proprio perché è sempre dovuto, ma a maggior ragione dato il momento che stiamo vivendo e la delicatezza di tutta quella che è l'evoluzione dell'emergenza sanitaria.
Si evidenzia, quindi, che la programmazione dovrà essere il risultato di progettualità condivisa fra tutti gli attori e adeguatamente compiuta proprio per consentirne un agevole recepimento nel territorio.
Sono confermati gli obiettivi che ci siamo sempre detti, su cui si è sempre convenuto di avere massima attenzione, cioè mantenere il servizio nelle zone montane e marginali, ed è stata rafforzata l'indicazione generale di tenere in considerazione le opportunità di raccordo con il mondo del lavoro, dell'università, della formazione professionale e della formazione terziaria.
C'è il mantenimento in deroga delle piccole scuole in Comuni montani e marginali, sulla base di parametri specifici. In questo è stata semplificata la segnalazione da parte dei Comuni, proprio per cercare di andare anche nell'ottica di semplificazione e non di appesantimento ulteriore del lavoro dei Comuni.
L'istituzione di nuovi PES è prevista solo in caso di statizzazione e di scuole dell'infanzia paritaria che cessano il servizio. Pertanto, la progettazione dell'offerta - questo è un passaggio che giudico meritevole di ulteriore evidenza - deve tener conto della vocazione produttiva ed economica del territorio, per consentire una migliore occupabilità dei giovani. Questo per andare verso quello che riteniamo sia fondamentale e importante, ovvero centrare il più possibile l'incrocio della domanda con l'offerta, e, sulla base di questo, mettere a disposizione dei nostri ragazzi e dei nostri giovani un'adeguata formazione, che risponda proprio a queste esigenze e che dia, effettivamente, un impatto occupazionale positivo.
Viene poi data particolare attenzione alla disponibilità di spazi e delle risorse a disposizione per realizzare eventuali interventi edilizi. Viene sospesa per un'annualità la programmazione dei licei musicali e di coreutica e delle sezioni sportive, che richiedono, appunto, una programmazione particolarmente complessa anche rispetto ai dispositivi che abbiamo in questo momento legati al COVID. Al riguardo, abbiamo preferito ragionare in questi termini. L'individuazione dei codici ATECO, di conseguenza, e con un emendamento che era già stato approvato in Commissione per gli indirizzi di studio degli istituti professionali che prima non erano richiesti e oggi invece sì, vedono anche questi uno slittamento al 28 febbraio 2021.
Ho cercato di riassumere i punti salienti, ricordando i due emendamenti e di conseguenza, lo slittare delle due scadenze, in accordo con tutti gli attori coinvolti.
Presidente, direi che ho terminato. La ringrazio.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Chiedo se vi sono richiesta d'intervento in merito.
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Mi sente, Presidente?



PRESIDENTE

Sì.



GRIMALDI Marco

Indosso la giacca per rispetto, perché la camicia non basta, come se fossimo in aula.
Grazie, Presidente. Credo che sia assai strana questa discussione sul dimensionamento: è come se non tenesse conto di quello che è successo e di cui stiamo discutendo. È come se la relazione dell'Assessore Icardi e quella dell'Assessora Chiorino non fossero contestuali, cioè non rientrassero nello stesso periodo storico. Che cosa intendo? A me sembra che questo documento sia una sorta di copia-incolla di quello degli scorsi anni, anche nei criteri e nei metodi. Francamente, mi sembra un po' sconsiderato non porre al centro la numerosità degli allievi in classe, anche per le stesse fasce di rispetto per la formazione delle classi nei vari ordini di scuola.
In quest'anno scolastico, lo sdoppiamento delle classi per garantire, in qualche modo, il distanziamento interpersonale è stato proprio organizzato con un organico COVID, ovvero con un organico aggiuntivo considerato straordinario, di fatto extraorganico.
Si può pensare che questa soluzione debba rimanere attiva solo per quest'anno? Tra l'altro, rispetto alla relazione dell'Assessore Icardi, non abbiamo sentito nulla sull'ipotesi che l'epidemia sia, di fatto, un problema totalmente risolto il prossimo anno, e quindi che nella prossima estate ci sarà la fine di questo problema, per cui non ci sarà più bisogno di mantenere gli stessi spazi o addirittura di trovarne altri. Perch l'oggetto del dimensionamento è proprio quello: ridurre quei tipi di spazi che sono considerati "sprechi" in un periodo normale.
Presidente Allasia, dal momento che a mio avviso non c'è certezza sul futuro, anche nella migliore delle ipotesi, cioè che l'epidemia sia controllata entro la fine del prossimo anno, appare opportuno prevedere per i prossimi anni scolastici una prudenziale possibilità di stanziamento? Dico "prudenziale". Sarebbe opportuno o no pensare a una riduzione del numero di allievi per classe? Poi pensavo a un piano di dimensionamento straordinario, nuovo, innovativo.
Questa politica di gestione delle classi avrebbe anche il vantaggio di rendere la didattica più a misura di allievo, soprattutto dopo quello che è successo in queste ore. Insomma, mi sembra completamente fuori fuoco. Vale a dire, da una parte l'Assessora prende ogni giorno a bersaglio la Ministra Azzolina perché non fa il suo mestiere. Dall'altra, l'Assessora Chiorino ha una possibilità di battere un colpo sul dimensionamento e che cosa fa? Prende, copia e incolla quello della ex Assessora Pentenero dell'anno prima.
Personalmente, mi sembra tutto assai strano. Ovviamente, questo è un discorso che vale anche a carattere nazionale: dovrebbe tradursi in una contrattazione almeno a livello di Ministero e di Regioni, corredata anche da un adeguato investimento di risorse. Io ne sono certo, quindi se l'Assessora vorrà unirsi al nostro appello, di sicuro troveremo anche terreno fertile di dibattito politico.
Se questa strada risultasse non praticabile, per i costi del personale o perché diventa fondamentale accanto a una programmazione normale, si pu almeno prendere il tempo necessario per trovare degli spazi utili a una didattica che avrà, almeno per il prossimo anno, ancora dei contraccolpi? E speriamo che non sia solo a distanza, soprattutto a partire dalle elementari e dalle medie.
Presidente, capisco che ci sia l'urgenza da parte della maggioranza di votare quest'atto. Capisco che siamo arrivati, come al solito, agli sgoccioli. Però devo dire la verità: avete un'occasione straordinaria per non fare questo dimensionamento scolastico. Avreste un'occasione straordinaria per dire che arrivate in tempo per il 2021 a ripensare anche alle modalità di utilizzo delle nostre scuole, magari abbassando i numeri di allievi per classe.
Sinceramente, se andasse avanti così questa discussione, noi voteremo contro.
Mi piacerebbe anche sentire le parole di qualche Consigliere di maggioranza che ci spieghi perché è così importante andare avanti, tra l'altro su delle traiettorie che ogni giorno contrastate a livello nazionale, ma che poi quando avete un pochino di autonomia, non fate valere.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Vado sulla scia di quanto è stato già argomentato dal collega Grimaldi.
L'abbiamo fatto anche in Commissione: c'è un altro tema legato a questa deliberazione che va proprio in scia ad avere un documento che crediamo che, in questo momento, non risponda completamente alle esigenze dell'attualità. Il tema è quello della condivisione con gli attori istituzionali, con le associazioni, con i tavoli preposti alla discussione e alla formazione di questo Piano.
Seppure per noi sia, com'è stato detto, praticamente, un copia-incolla del vecchio Piano e della vecchia programmazione, il tema è che, se fossimo in una situazione normale, a questo punto avremmo votato a favore, ma non riusciamo, evidentemente, per questa ragione. Questa condivisione, anche solo con gli attori della scuola, che avevano esigenze particolari, non è soltanto, Assessore, ascoltare quanto viene richiesto, ma rispetto a queste richieste cogliere le esigenze nella programmazione di questo importante settore strategico della nostra società e della nostra regione e adattare le misure nazionali e le vecchie e passate misure alle considerazioni del momento e alla vita scolastica in questo momento difficile.
Questa è un'altra sottolineatura, rispetto a questa deliberazione, di una scarsa condivisione reale di questa deliberazione che, sì, è stata portata è stata mandata, ma poi le istanze sollevate in gran parte non sono state recepite.
Per questa ragione, non capiamo, un po' come stava dicendo il collega Grimaldi, come non si possa trovare uno slancio in più per adattare la scuola in questi momenti e, in particolare, alla programmazione rispetto all'emergenza Coronavirus, che è vero che fra qualche tempo speriamo non ci sia più, ma che causerà alcuni strascichi nella gestione scolastica dei prossimi anni.



PRESIDENTE

Grazie.
Se siamo d'accordo, voteremo i quattro emendamenti e proseguiremo il dibattito nel pomeriggio.
La seduta è unica, quindi non è prevista l'interruzione, però ditemi voi se c'è un accordo se proseguire o interrompere la seduta.
La parola all'Assessore Chiorino.



CHIORINO Elena, Assessore all'istruzione

Grazie, Presidente.
Se il dibattito dev'essere sul parametro delle classi, come mi pare che sia, evidenzio soltanto che è un dibattito che, purtroppo, non ci compete nel senso che il parametro delle classi viene dato dal Ministero. Di conseguenza, su quest'ambito posso anche trovarmi assolutamente d'accordo con quanto è stato detto negli interventi successivi al mio, ma questo è il tema del limite: il dimensionamento di cui stiamo parlando noi riguarda le presidenze, per intenderci, e non altro, in questi termini. Dopodiché, se il Ministero ci desse altri parametri per le classi, sarebbe opportuno riuscire a definire un qualcosa di diverso, ricordando anche che l'organico COVID è in essere per quest'anno scolastico 2020-2021, mentre io ho presentato un atto relativo al 2021-2022. Riterrei che questo era per dovere di chiarezza rispetto al tema che stiamo trattando e anche alle competenze rispetto agli interventi che mi hanno preceduta.
Sulla base di questo, se si potessero votare gli emendamenti, direi che potrebbe essere positivo, proprio per riuscire ad agevolare il lavoro di Province, Comuni e scuole in questo momento di difficoltà.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Vorrei precisare che ho scritto quella frase in chat, evidenziando che mi sembrava che l'orario concordato fossero le ore 13. Per le prossime volte o si decide che si va a ruota libera dalle ore 10 fino alle ore 18, 19 o quello che è, altrimenti, se si stabilisce un orario, si deve rispettare.
Normalmente, quando seguo le sedute di Consiglio sono seduta davanti al computer e questo faccio, non mi dedico ad altro, non guido, non esco, non mangio, quindi per me il fatto di avere degli orari è fondamentale e credo che lo sia anche per gli altri colleghi. Quindi, non si può poi dire "andiamo avanti", come se fosse indifferente stare seduti qui davanti andare a prendere i figli a scuola o fare pranzo.
Secondo me, dovremmo tenere degli orari fissi e rispettarli, anche se siamo in seduta da remoto. Lo smart working dev'essere fatto bene anche dai Consiglieri regionali.



PRESIDENTE

Grazie.
Se è riferito a me, io sono seduto, come lei e come tanti altri Consiglieri.



FREDIANI Francesca

È ovvio che non è riferito a lei, era riferito a tutti noi.



PRESIDENTE

Ogni Consigliere è responsabile di se stesso.
Com'è stato modificato, anzi stravolto, l'o.d.g. per volontà del Consiglio come permette di fare il Regolamento, allo stesso modo il Regolamento permette di proseguire il dibattito nell'orario prestabilito, dato che è una seduta unica che inizia alle 10 e finisce alle 18.
È prassi che si faccia una pausa tecnica di almeno un certo periodo, per permettere alla struttura di riprendere il lavoro per le interrogazioni a risposta immediata, però se c'è la volontà di proseguire, lo dicano tutti i Capigruppo, altrimenti chiudiamo per riprendere i lavori del Consiglio alle ore 14.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ruzzola; ne ha facoltà.



RUZZOLA Paolo

Da parte mia direi che, pur comprendendo tutti gli interventi che sono stati fatti, chi a favore e chi contro, e visto quello che ci siamo detti c'era l'esigenza e l'istanza di chiudere. E mi sembra anche che si potesse fare velocemente.
Se è una questione ancora di pochi minuti per, eventualmente, chiudere questa partita così oggi ripartiamo subito dal dibattito, per noi non c'è nulla in contrario. Anzi, credo che sarebbe auspicabile poter dedicare ancora qualche minuto per chiudere questo punto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Considerato che di tempo questa mattina ne abbiamo avuto, l'Assessore Icardi probabilmente è.



(Audio mancante o non comprensibile)



SACCO Sean

Poiché le interrogazioni a risposta immediata sono previste per le 14 bisogna organizzare i lavori. Non credo che ci siano le condizioni per andare avanti. Ritengo opportuno riprendere il dibattito in corso nel pomeriggio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Andrea

Grazie, Presidente.
Anch'io sottoscrivo le parole del collega Ruzzola. Da parte nostra, c'è la disponibilità di proseguire su questo provvedimento e di continuare nel pomeriggio con i punti successivi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bongioanni; ne ha facoltà.



BONGIOANNI Paolo

Mi unisco ai colleghi di maggioranza: chiudiamo, se è possibile, la votazione sul dimensionamento scolastico.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gallo, ma non riusciamo a sentirlo.
Consigliere Gallo, capisco che non riesce a collegarsi, ma le motivazioni per cui non riesce a collegarsi non prevedono di sospendere il Consiglio.
Avessimo continuato la discussione, forse avremmo già concluso.
Andiamo avanti e vediamo se riusciamo a concludere sui quattro emendamenti della deliberazione. Sicuramente non tratteremo i question time alle 14, ma successivamente. Daremo un'ora di pausa a tutti appena finito.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Ho sentito il Consigliere Gallo, il nostro Capogruppo, e intervengo a nome del Gruppo.
Siamo sulle stesse posizioni del Presidente del Gruppo del Movimento 5 Stelle e chiediamo di poter sospendere questo punto all'o.d.g., di rivederci nel pomeriggio, dopodiché avrete sicuramente modo, in una prossima Conferenza dei Capigruppo, di approfondire meglio l'organizzazione di queste sedute che tornano a essere da remoto. C'è bisogno probabilmente, di un ulteriore approfondimento sulla gestione che, come al solito, continua a essere ottima da parte del Presidente, ma per adesso sarebbe utile interrompere così la discussione.



PRESIDENTE

Passiamo all'esame degli emendamenti.
Emendamento rubricato n. 1) presentato da Riva Vercellotti.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Ha chiesto di intervenire il Consigliere Riva Vercellotti per l'illustrazione; ne ha facoltà.



RIVA VERCELLOTTI Carlo

Grazie, Presidente.
Solo per direi che darei per illustrato l'emendamento che ho presentato visto che ne abbiamo già parlato in Commissione e l'avevamo concordato con l'Assessore.
Ne approfitto per comunicare che sugli altri emendamenti, come Gruppo siamo favorevoli, perché si tratta di spostare i termini semplicemente di qualche settimana per consentire al sistema delle Autonomie locali, ai Presidi, ai Consigli d'istituto di poter deliberare in tempo utile.
Ne approfitto per ringraziare l'Assessore, perché ho apprezzato molto i contenuti innovativi di questo Piano, in particolare nel punto c) del Piano dell'offerta formativa, dove si chiarisce come, nel valutare l'incremento e le modifiche dell'offerta formativa, le Autonomie locali debbano documentare la possibilità di sbocchi occupazionali coerenti con la vocazione economica e produttiva del territorio. Questo è l'elemento fortemente innovativo che ha evidenziato l'Assessore e di cui siamo particolarmente orgogliosi come Gruppo di maggioranza, perché dà un taglio politico molto chiaro e molto netto al Piano.
Credo sia importante dare un segnale di rapidità, soprattutto per le scuole che devono iniziare a lavorare sulle nuove preiscrizioni per il prossimo anno scolastico. Non c'entra niente l'epidemia del COVID che stiamo vivendo in questi mesi, perché qui stiamo programmando il futuro dei prossimi anni scolastici. Il dimensionamento riguarda le presidenze e non le aule scolastiche, ma le presidenze che abbiamo in giro per il Piemonte.
Pertanto, darei per illustrato l'emendamento, con l'invito di proseguire nella votazione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Riva Vercellotti.
Emendamento rubricato n. 2) presentato da Frediani.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Semplicemente il mio emendamento, che mi sembra coincidere con un emendamento presentato dalla Giunta, è relativo al termine del 7 dicembre per cui va a correggere il termine di presentazione dei piani, per consentire agli Enti locali di avere il tempo di scriverli.
Mi pare che coincida con un emendamento della Giunta.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Emendamento rubricato n. 3) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 4) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Tali emendamenti sono già stati illustrati.
Se non vi sono ulteriori richieste d'intervento, passerei alla votazione degli emendamenti.
Iniziamo con l'emendamento n. 1).
La Giunta come si esprime sull'emendamento?



CHIORINO Elena, Assessore regionale

Il parere è favorevole.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 1) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Passiamo all'emendamento rubricato n. 2) presentato dalla Consigliera Frediani.
Il parere della Giunta?



CHIORINO Elena, Assessore regionale

Il parere è favorevole, perché mi pare preveda il termine del 7 dicembre come l'emendamento presentato dalla Giunta.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 2) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Passiamo all'emendamento rubricato n. 3) presentato dalla Giunta.



MARELLO Maurizio

Presidente?



PRESIDENTE

Prego, collega Marello.



MARELLO Maurizio

Ho avuto un problema. Sì, il voto.



PRESIDENTE

Favorevole.



MARELLO Maurizio

Sì, favorevole.
Grazie.



PRESIDENTE

Favorevole, grazie.
Il suo Gruppo è favorevole. Lo segniamo per il verbale.
Procediamo con la votazione dell'emendamento rubricato n.3).
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 3).
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 4).
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Passiamo alle note di coordinamento.
Con l'approvazione dell'emendamento 4), a pagina 18 dell'allegato A si sostituisce il termine "31 dicembre 2020" con "22 gennaio 2021", al fine di coordinare tale nuova scadenza con il testo della proposta di deliberazione.
Si propone al Consiglio regionale la seguente modifica di coordinamento: al quarto punto, elencato del dispositivo della proposta di deliberazione n.
91, le parole "31 dicembre 2020" sono sostituite dalle parole "22 gennaio 2021".
Ai sensi del comma 2 dell'articolo 90 del Regolamento interno, trattandosi di mera correzione di forma, il Consiglio delibera, con votazione palese dopo l'intervento non più di un oratore per ciascun Gruppo.
Chiedo, pertanto, se ci sono interventi.
Non essendovi richieste d'intervento, pongo in votazione la modifica di coordinamento illustrata.
Indìco la votazione per appello nominale sulla modifica di coordinamento della proposta di deliberazione n. 91.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Se non vi sono dichiarazioni di voto, metterei in votazione l'intero testo.
Indìco la votazione per appello nominale sulla proposta di deliberazione n.
91, il cui testo, come emendato, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Dopo questa votazione, possiamo sospendere i lavori fino alle ore 14.40 (ci concediamo un'ora di pausa), per poi riprendere con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno.
Se non vi sono richieste d'intervento, la seduta è sospesa fino alle ore 14.40.



CANALIS Monica

Quindi fino alle ore 14.40?



PRESIDENTE

Alle ore 14.40 ci sarà la trattazione delle interrogazione a risposta immediata. Come ho detto in precedenza, ci concediamo un'ora di pausa.
Grazie a tutti per la partecipazione e per la pazienza.
La seduta è sospesa.



(La seduta è sospesa alle ore 13.42)



GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori iniziano alle ore 14.45 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)



PRESIDENTE

Per delega del Presidente Stefano Allasia, dichiaro aperta la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale.
Oggi si provvederà a rispondere come segue: interrogazione a risposta immediata n. 470 presentata dal Consigliere Diego Sarno, cui risponderà l'Assessore Luigi Icardi; interrogazione a risposta immediata n. 471 presentata dal Consigliere Paolo Bongioanni, cui risponderà l'Assessore Vittoria Poggio; interrogazione a risposta immediata n. 472 presentata dal Consigliere Segretario Giorgio Bertola, cui risponderà l'Assessore Luigi Icardi; interrogazione a risposta immediata n. 473 presentata dalla Consigliera Monica Canalis, cui risponderà l'Assessore Luigi Icardi interrogazione a risposta immediata n. 474 presentata dal Consigliere Raffaele Gallo, cui risponderà l'Assessore Luigi Icardi; interrogazione a risposta immediata n. 475 presentata dalla Consigliera Francesca Frediani cui risponderà l'Assessore Vittoria Poggio; interrogazione a risposta immediata n. 476 presentata dal Consigliere Silvio Magliano, cui risponderà l'Assessore Vittoria Poggio; interrogazione a risposta immediata n. 477 presentata dal Consigliere Marco Grimaldi, cui risponderà l'Assessore Luigi Icardi.
Prego i Consiglieri e gli Assessori di attenersi rigorosamente i tempi. È volontà della Presidenza l'invio delle risposte tramite posta elettronica agli interroganti.
Ricordo che l'interrogante ha tre minuti a disposizione per l'illustrazione, mentre il componente della Giunta ne ha a disposizione cinque per la risposta.
Ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento, sulle interrogazioni a risposta immediata non sono previste repliche.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 470 presentata da Sarno, inerente a "Organizzazione tamponi, contact tracing e tamponi rapidi"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n.
470, presentata dal Consigliere Sarno, inerente a "Organizzazione tamponi contact tracing e tamponi rapidi".
Ha chiesto la parola il Consigliere Sarno per l'illustrazione; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Non vedo l'Assessore, ma credo sia presente.
Lo chiedo solo per verificare.



PRESIDENTE

Lo abbiamo visto collegato.
Prego, proceda.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Assessore, partiamo dai dati: da quando sostanzialmente è scoppiata l'epidemia, i tamponi in Lombardia sono stati tre milioni; in Veneto 2,35 milioni; in Emilia Romagna 1,6 milioni; nel Lazio 1,48 milioni; in Toscana 1,118 milioni; finalmente arriviamo in Piemonte, con 1,05 milioni. Questo è il primo dato.
Il secondo dato: in Piemonte rischiamo di arrivare a un lockdown selezionato, come da norme nazionali, quando in Veneto e in Emilia Romagna ci sono più contagiati. Forse perché - prima considerazione - i tamponi e il tracciamento non hanno particolarmente funzionato. Il contact tracing è saltato; i dati in questo momento ci dicono che non c'è un tracciamento costante.
Assessore, magari da quando è tornato dai suoi viaggi non ha ancora avuto la pazienza di guardare che cosa sta succedendo, ma per fare un esempio oggi ci sono persone che dalle 4.30 del mattino stanno ancora aspettando un tampone al pit stop - dalle 4.30 del mattino! - a volte senza neanche poter usufruire di un bagno.
La gestione dei tamponi si differenzia da ASL ad ASL: ci sono alcune ASL dove ai pit stop si va a fare il tampone solo se segnalati dal medico altre dove invece ci si può presentare senza alcuna segnalazione.
Arriviamo a un caso concreto (Presidente, ho concluso, pongo la domanda): nell'ASL TO5 i pit stop sono a Chieri e a Carmagnola; ad esempio, su Nichelino e Moncalieri con i Comuni intorno si arriva quasi a 150 mila abitanti e non ci sono luoghi per fare i tamponi e, quindi, bisogna spostarsi, con tutto quello che ne consegue in termini di difficoltà per gli spostamenti.
Il Sindaco di Nichelino, nelle ultime ventiquattro ore, ha trovato un'area ha organizzato la logistica, ha messo i bagni, ha fatto un sopralluogo con gli infermieri e ha organizzato un ufficio mobile e il gazebo; questo già da quarantotto ore. A oggi, però, la richiesta, dopo una sollecitazione del Presidente Cirio, che ha assicurato la partenza dei tamponi sul livello locale per i cittadini di Nichelino e Moncalieri, non è ancora arrivato l'okay! Assessore, le chiediamo davvero delle risposte a questa domanda, perch questa modalità di regia non c'è, non la vediamo e anche stamattina lei ha fatto un'informativa molto in difesa, e avremo modo oggi pomeriggio di discuterne. Allora, noi chiediamo: come ci organizziamo sui pit stop (le ore di coda non sono possibili) e come ci organizziamo sui tamponi e sul tracciamento? I cittadini non possono avere questa metodologia di tracciamento e questa metodologia di organizzazione dei tamponi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sarno, per l'illustrazione.
La parola all'Assessore Icardi per la risposta.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Ho letto la sua interrogazione, però devo dirle che (e alcune le ha anche citate) molte delle cose che lei sta riferendo non rispondono al vero, anzi sono totalmente false.
Lei ci dice: "Le modalità di gestione dello svolgimento dei tamponi sono in capo alle ASL, con inaccettabili diversità di modalità di accesso", ma a me non risulta questo. Inoltre, aggiunge: "Un'indicazione omologatrice della Giunta regionale produrrebbe una maggiore stabilità". Ebbene, c'è l'indicazione moderatrice della Giunta, c'è la circolare su come vanno fatti i tamponi, è scritto chi deve, chi non deve accedere e come. Se poi lei mi dice che qualcuno lo applica in modo difforme, me lo segnali e noi interveniamo, ma non è affatto vera quella serie d'informazioni e di notizie che lei ci ha comunicato.
Infine, sulle soluzioni prospettate dalla Giunta, lei scrive: "Mancano le direttive specifiche di applicazione, ossia le ASL e le farmacie non hanno ancora indicazioni chiare da parte della Regione sull'effettivo utilizzo mancano direttive specifiche". Questa è una colossale inesattezza: una delibera di Giunta disciplina quello che devono fare le farmacie, c'è un accordo sindacale con i rappresentanti delle farmacie che dice esattamente quello che devono fare. Non ci sono riusciti, perché non hanno trovato il personale, ma non si dica che non c'è l'accordo, che non c'è la direttiva e che non c'è la programmazione, perché quella c'è.
Dopodiché, la circolare sui tamponi, glielo dico, è già stata diramata a tutti e per darle maggiore forza la richiameremo in una specifica Giunta sulle modalità di effettuazione dei trasporti, in maniera che nessuno possa dire che non esiste quest'indicazione.
Non voglio negare che ci sono le code, perché quelle ci sono, purtroppo c'è molta gente che ripete i tamponi. Dalla scorsa settimana, i medici di base possono direttamente prenotare il tampone. Abbiamo lasciato l'accesso libero per un certo periodo, ma forse di quest'accesso c'è stato un abuso e questo crea le liste, perché le prenotazioni che sono effettuate per i tamponi non creerebbero code. Le assicuro che c'è gente, soprattutto nell'area da lei citata, che ha fatto sette, otto o dieci tamponi, perch ogni due o tre giorni si presenta per fare i tamponi. Questi gesti di irresponsabilità contribuiscono a fare le code; questi dobbiamo stopparli è un punto su cui lei ha perfettamente ragione.
Le indicazioni alle ASL in relazione alla rimodulazione del contact tracing, introducendo un maggior utilizzo dello strumento della quarantena e della quarantena di coorte, sono state date proprio allo scopo di alleggerire le attività dei SISP e consentire una maggiore focalizzazione sui soggetti sintomatici, sui casi positivi, quelli che magari fanno la coda. Se vuole, le cito anche il documento: nota n. protocollo 34687 del 27 ottobre 2020 e questa è soltanto l'ultima.
Abbiamo anche autorizzato l'utilizzo dei tamponi rapidi basati sulla ricerca dell'antigene, adottando su tutto il territorio regionale la nota tecnica delle metodiche analitiche di sanità pubblica DGR 02124 del 24 ottobre. Insomma, ci sono sia le direttive sia la programmazione, poi ci sono le difficoltà di applicazione da parte delle ASL. Se vuole, gliele posso anche girare, però se lei mi dice che l'applicazione non è uniforme me lo segnala e noi provvediamo, andiamo a vedere sul singolo caso specifico, ma non mi dica che non ci sono le indicazioni, perché quelle ci sono.
Ripeto, le indicazioni ci sono e sono atti scritti che sono stati inviati alle ASL in precedenza, poi le ho citato anche gli ultimi atti.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore, per la risposta.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta immediata n. 471 presentata da Bongioanni inerente a "Centri diurni disabili"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 471.
La parola al Consigliere Bongioanni per l'illustrazione.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
L'interrogazione verte sulle misure urgenti che devono essere adottate a sostegno delle famiglie che hanno in casa dei portatori di handicap o dei disabili.
Sono famiglie che si sono sempre appoggiati sui Centri diurni, che sono gli istituti frequentati appunto da persone con disabilità intellettive in situazione di gravità e che sono stati chiusi con l'avvento del COVID nella cosiddetta Fase 1.
Le famiglie si sono trovate in una situazione in cui hanno dovuto farsi carico della cura e dell'accudimento dei loro congiunti disabili, molte volte in solitudine, quindi in situazioni estremamente difficili.
Dopo due mesi d'isolamento in casa si è avviata la programmazioni della cosiddetta Fase 2 per predisporre un sostegno. I Centri diurni sono stati riaperti solo la metà di luglio, per dare un sostegno alle famiglie, ma con un aumento delle ristrettezze e delle misure di sicurezza assolutamente legittime, che hanno comportato però una serie di problematiche ulteriori verso queste persone.
La Regione ha previsto test sierologici e tamponi, ogni giorno controllo dello stato di salute prima dell'ingresso e poi all'uscita, distanze di sicurezza in tutti gli ambienti, mense incluse, gruppi piccoli con un massimo di cinque componenti, zone filtro per operatori e utenti adibite a mettere e togliere le mascherine, orari prolungati alla sera e nei fine settimana e nessuno scambio di oggetti.
Con una nota del 18 marzo l'Assessore competente diceva che, in questo momento di grave emergenza sanitaria, è indispensabile garantire misure compensative di assistenza domiciliare, là dove i servizi diurni e semi residenziali sono stati sospesi.
Consideriamo anche che siamo in un quadro epidemico che ha messo a dura prova le famiglie che devono riuscire a trovare una risposta alla gestione di anziani o figli non autosufficienti che a volte, come ho detto in apertura, hanno anche disturbi comportamentali che vanno a gravare sull'assistenza. L'assistenza da remoto, in questo caso, non è sufficiente prendiamone coscienza. Questi ragazzi hanno esigenze particolari: la socialità, le attività che svolgono in un centro sono fondamentali per la loro integrazione.
Poiché sono stato coinvolto da tanti genitori che hanno queste persone in casa, la domanda è quali sono le misure che sono state attivate in questa seconda ondata della crisi epidemica per tutelare e sostenere le famiglie con congiunti disabili nel rispetto e in osservazione delle normative vigenti.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Bongioanni per l'illustrazione.
Per conto della Giunta, si è resa disponibile alla risposta l'Assessore Vittoria Poggio.
Prego, Assessore, ne ha facoltà per cinque minuti.



POGGIO Vittoria, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Rispondo per conto dell'Assessore Chiara Caucino all'interrogazione proposta dal Consigliere Bongioanni.
Com'è noto, a seguito dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, con il decreto legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito nella legge n. 27 del 24 aprile 2020, è stata disposta la chiusura dei centri diurni.
Successivamente, il DPCM 26 aprile 2020 ha disposto la riapertura delle suddette strutture secondo i piani territoriali, adottati dalle Regioni assicurando attraverso eventuali specifici protocolli il rispetto delle disposizioni per la prevenzione dal contagio e la tutela della salute degli utenti e degli operatori, com'è stato già sottolineato dal Consigliere Bongioanni.
In ottemperanza a tale disposto normativo, con nota del 5 maggio 2020 protocollo n. 22122, l'Unità di crisi della Regione Piemonte ha fornito le indicazioni generali per la prevenzione del contagio da COVID-19 e quindi la tutela degli utenti e degli operatori dei centri diurni per le persone con disabilità necessarie per il riavvio delle attività semi residenziali.
Successivamente, in attuazione dell'articolo 9 del DPCM 17 maggio 2020 è stata adottata dalla Giunta regionale la deliberazione n. 38-1563 del 19 giugno 2020, con la quale è stato approvato il Piano territoriale regionale per la riattivazione delle strutture semiresidenziali e delle attività educative territoriali-domiciliari, ivi comprese quelle per persone con disabilità e minori con problematiche psico-socio-relazionali.
Con la successiva DGR n. 2-1821 del 5 agosto 2020 sono state approvate le "Linee d'indirizzo per le strutture residenziali e semiresidenziali per disabili minori, anziani, area dipendenze, di prevenzione e contrasto alla violenza nella fase di emergenza COVID-19", al fine di garantire la maggior tutela della salute degli ospiti delle strutture.
Considerato che le suddette disposizioni normative sono state adottate per garantire la massima tutela sanitaria sia delle persone con disabilità sia degli operatori presenti nelle strutture semiresidenziali, restano valide anche per questa nuova fase emergenziale.
Occorre ricordare, inoltre, che al fine di promuovere la riapertura delle attività a seguito dell'interruzione causata dalla pandemia da COVID-19 l'articolo 25 della legge regionale n. 13 del 29 maggio 2020 ha autorizzato uno stanziamento di euro 2.000.000,00 a favore degli enti gestori dei servizi socio-assistenziali che le impiegano per le strutture semiresidenziali, per disabili operanti sul territorio regionale.
Anche a livello ministeriale il DPCM 23 luglio 2020, "Definizioni dei criteri di priorità delle modalità di attribuzioni delle indennità agli enti gestori delle strutture semiresidenziali per persone con disabilità che, in conseguenza dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, devono affrontare gli oneri derivanti dall'adozione di sistemi di protezione del personale e degli utenti", ha destinato specifiche risorse alle Regioni.
Per la Regione Piemonte, il finanziamento ammonta a euro 2.880,000.
Con l'avvenuto incasso delle risorse nazionali e con l'assegnazione definitiva delle risorse regionali, è attualmente in fase di predisposizione un provvedimento deliberativo per l'assegnazione delle risorse complessive di euro 4.880,000 al fine di sostenere le attività dei Centri diurni garantendo la sicurezza sia degli ospiti sia degli operatori.
Vi ringrazio per l'attenzione e la risposta sarà inviata in via telematica.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Vittoria Poggio per la risposta.
Continuiamo con l'interrogazione successiva.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 472 presentata da Bertola, inerente a "Remunerazione dei servizi di mobilità dei medici di continuità assistenziale resi dagli operatori della Centrale Torino taxi"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
472.
La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione; ne ha facoltà per tre minuti.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Com'è noto da tempo, ma anche nei tempi ordinari, quindi diversi da quelli che stiamo attraversando, c'è una convenzione tra l'ASL Città di Torino e la Centrale Torino taxi, l'unica centrale rimasta, per garantire i servizi di mobilità ai medici di continuità assistenziale.
Con l'emergenza COVID la convenzione è stata estesa anche all'attività del progetto delle USCA. Durante il periodo di maggiore criticità della prima fase d'emergenza COVID, quindi durante la scorsa primavera, gli operatori che afferiscono alla Centrale Torino taxi hanno garantito questo servizio nonostante fossero impossibilitati a reperire la modulistica cartacea presso i loro uffici, chiusi per emergenza COVID. Questo perché la convenzione prevede che ci sia una modulistica specifica che l'operatore taxi compila e che poi serve per ricevere il rimborso di quelle prestazioni. Va detto che, al di là di quel supporto cartaceo sul quale segnare i servizi, la Centrale dei taxi di Torino dispone, comunque, di un programma informatizzato per la gestione delle chiamate e ha traccia di tutti i servizi effettuati.
Cos'è successo? È successo che alcuni operatori della Centrale Torino taxi non si sono visti remunerare il servizio che avevano effettuato, perché non avevano compilato la modulistica cartacea, per un aspetto puramente formale. Per alcuni addirittura, a quanto mi è stato riferito, si tratta di alcune centinaia di euro. Siamo un po' al paradosso, perché abbiamo giustamente riconosciuto e stiamo nuovamente per riconoscere dei bonus alle attività che non hanno potuto lavorare per colpa dell'emergenza COVID, ma in questo caso la Regione non paga chi ha lavorato, tra l'altro proprio chi ha effettuato un servizio così importante.
Chiaramente nell'interrogazione abbiamo voluto fare un riferimento al Codice dell'amministrazione digitale, che ha tra le sue finalità quella di promuovere e rendere effettivi i diritti di cittadinanza digitale e implementare la fruizione di servizi pubblici online e mobile oriented.
Questo è importante, perché qui siamo nel caso di una questione ridotta a una modulistica cartacea.
Pertanto, quello che chiediamo alla Giunta regionale e all'Assessore Icardi, che saluto e ringrazio in anticipo per la risposta, è di conoscere quali siano i provvedimenti adottati dall'Assessorato e dall'ASL Città di Torino per remunerare tutti i servizi resi dagli operatori della Centrale Torino taxi rispetto alla mobilità dei medici di continuità assistenziale e del servizio USCA, proprio perché qui non c'è l'ipotesi in cui uno può dire di aver effettuato dei servizi se non li ha fatti, ma la Centrale dei taxi ha tutta la tracciatura dei servizi. Quindi, quei servizi possono essere dimostrati.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Segretario Bertola per l'illustrazione.
Per conto della Giunta, si è reso disponibile alla risposta l'Assessore Icardi, che ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Abbiamo interpellato la Città di Torino sul tema. Oggi è a conoscenza dell'Assessorato che a Torino esiste il servizio di trasporto dei medici di continuità assistenziale svolto tramite accordo diretto tra le parti con gli operatori della Centrale Torino taxi, anziché con le auto di servizio.
Quindi, c'è una specifica convenzione.
Il servizio garantisce la mobilità e c'è un contratto tra l'ASL e la Centrale taxi. Il servizio garantisce la mobilità dei medici di continuità assistenziale su tutto il territorio di competenza e viene rendicontato mensilmente dalla Centrale Torino taxi alla struttura semplice di continuità assistenziale, il centro ISI dell'ASL stessa.
Quest'ultima effettua un controllo puntuale sul report prodotto rispetto alle corse e alle visite registrate dal gestionale della struttura semplice suddetta, in modo da garantire il controllo sulle prestazioni effettivamente dovute. Le fatture sono pagate a seguito della liquidazione effettuata da questa struttura di continuità assistenziale.
Nel caso di mancata corrispondenza tra il report riepilogativo e i giustificativi delle singole corse, il controllo da parte della struttura di continuità assistenziale spinge a verificare ulteriormente la sussistenza o meno delle condizioni per il pagamento. Pertanto, non è semplicemente la mancata compilazione di un modulo, ma è un effettivo controllo di merito.
Nel periodo di emergenza COVID l'attività dell'USCA è stata supportata anche tramite il ricorso alla Centrale taxi. In fase emergenziale, la relazione dell'attività effettuata ha richiesto tempi tecnici per organizzare in maniera organica la rilevazione dei flussi. Pertanto, non si esclude che in questo periodo eventuali corse effettuate non siano state rilevate nel gestionale della struttura semplice.
Al fine di trovare una soluzione condivisa per il riconoscimento delle attività effettivamente rese, l'Azienda è disponibile a rivalutare il periodo in questione per un ulteriore controllo più approfondito con i soggetti che vantano il credito. Di conseguenza, c'è la disponibilità dell'ASL a verificare, al di là delle pratiche e dei moduli, l'effettivo ammontare del debito, per cui può avvisare questi signori di rivolgersi alla struttura semplice di continuità assistenziale.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 473 presentata da Canalis, inerente a "Come viene monitorato l'operato del SISP delle ASL"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
473.
La parola alla Consigliera Canalis per l'illustrazione.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Il question time riguarda il SISP, cioè i Servizi di Igiene e Sanità Pubblica delle dodici ASL piemontesi e riguarda, in particolare, l'operato in relazione ai medici di medicina generale e ai pediatri di libera scelta durante questi mesi di estrema gravità della pandemia.
Cos'è accaduto nelle ultime settimane? Che i medici del territorio hanno correttamente inserito nella piattaforma informatica COVID, che è stata creata a inizio maggio, le segnalazioni dei pazienti da prendere in carico ma in moltissimi casi queste segnalazioni non sono state correttamente raccolte: i pazienti non sono stati contattati dai SISP per fare il tampone o per essere visitati a domicilio dalle nostre USCA.
I medici del territorio, dopo aver ulteriormente sollecitato i SISP con numerose mail, spesso rimaste senza risposta, e con numerose telefonate che hanno anche creato tempi molto lunghi d'attesa con grande perdita di tempo, hanno inviato i pazienti a fare il tampone nei vari pit stop creati nelle ASL. Questo ha aggravato il caos e le code che tutti abbiamo osservato.
Durante i mesi estivi, i SISP sono stati potenziati. In particolare, sono state aumentate le linee telefoniche, ma permane ancora oggi una forte carenza di medici e di figure professionali necessarie per far fronte alla grande mole di lavoro che devono affrontare.
Finora, infatti, non sono riusciti a dialogare correttamente con il territorio e a dare le risposte necessarie. È di ieri la circolare firmata da Zulian, Aimar, Griglio, Ruggeri e Ripa, che dà finalmente ai medici del territorio la possibilità di richiedere in maniera diretta il tampone sulla piattaforma COVID. Ieri è stata aggiunta una funzionalità e addirittura si dà possibilità ai medici di indicare il luogo in cui eseguire il tampone e la fascia oraria. Un'implementazione quanto mai utile e, soprattutto, molto attesa.
Questo potrebbe in parte alleviare il lavoro dei SISP, ma il mio question time rimane valido, perché avrei proprio bisogno di capire dall'Assessore in che termini è stato potenziato, o s'intende potenziare, il personale dei SIPS, che ha una funzione di prevenzione, quindi continuerà a essere determinante anche nella fase meno acuta della pandemia.
In particolare, la possibilità di prenotare i tamponi sulla piattaforma non risolve l'altro tema, cioè l'esecuzione dei tamponi a domicilio per quei pazienti che non possono recarsi nel pit stop e per i quali quindi necessariamente, c'è bisogno di una mediazione del SISP per fare il tampone.
Avrei proprio bisogno di questi dati per capire se l'Assessorato è riuscito a far fronte a queste grandi difficoltà.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Monica Canalis per l'illustrazione.
Per conto della Giunta, si è reso disponibile alla risposta l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore; ne ha la facoltà per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
In premessa, volevo ricordare che la modifica della piattaforma cui stiamo lavorando da oltre due settimane, per permettere ai medici di base di prenotare con un'agenda, scegliendo anche la sede dove effettuare il tampone, finalmente è andata in produzione e sta funzionando.
Perché prima era stata prevista la validazione della richiesta, del medico di base del tampone, da parte del SISP? Proprio perché ce l'avevano chiesto i medici di base durante le riunioni precedenti. Poiché il numero dei medici di base e pediatri di libera scelta si avvicina ai 4.000, mesi fa quando si studiò il sistema della possibilità di far richiedere ai medici di base il tampone, furono proprio i rappresentanti dei medici a dire: "Guardate che noi siamo 4.000. Se ognuno di noi richiede tre o quattro tamponi, superiamo largamente la potenzialità della Regione di fare i tamponi" e si mise questo blocco.
Oggi, anche con la possibilità di fare i test rapidi, questo blocco l'abbiamo rimosso chiedendo al medico la prenotazione. Per eliminare le code dovremmo, purtroppo, anche togliere l'accesso diretto senza prenotazione e senza motivazione, da parte dei cittadini, agli hot spot cosa che è la motivazione principale dell'intasamento.
Detto questo, visto che la procedura sta funzionando, tornando sul tema dei SISP. I SISP sono una risorsa sottoposta a grave stress in questo periodo.
Abbiamo chiesto più volte il potenziamento; le Aziende sanitarie, come ho già detto stamattina, non hanno limiti di spesa nell'assunzione di personale e anche nello spostamento di personale dove è necessario.
Quotidianamente, i SISP delle ASL hanno mandato di segnalare al Settore Prevenzione della Direzione Sanità, tramite il SEREMI, ogni situazione critica identificata a livello locale, riguardante focolai e nuove positività.
Settimanalmente, ogni SISP è in contatto riguardo al numero di setting, di focolai rilevati e del numero dei casi associati a catena di trasmissione non nota.
Riguardo alle catene di trasmissione non nota, sono proprio uno degli indicatori che noi inviamo al Ministero per la valutazione dello stato di rischio della Regione.
Tra gli indicatori che settimanalmente sono inviati al Ministero sono ricompresi molti di quelli relativi alle attività svolte dai SISP. Alcuni vanno in automatico dalla piattaforma COVID, altri devono essere inseriti.
Al mese di ottobre 2020 ogni indicatore risulta ancora sopra soglia: 1,8 per 10 mila abitanti, il numero di personale dedicato al contact tracing quindi ampiamente sopra la soglia prevista dal Ministero. Sempre sopra soglia risultano, anche se in riduzione, gli altri indicatori di resilienza delle attività del contact tracing, quali il tempo mediante tra insorgenza dei sintomi ed esecuzione del test e la quota sempre costante dei casi non associati a catena di trasmissione nota (20% circa), identificati nell'ambito dell'inchiesta epidemiologica eseguita proprio dai SISP, a fronte di una crescita esponenziale del numero dei nuovi casi.
La quota di casi identificati come contatti SISP, nell'ultima settimana di osservazione, dal 19 al 25 di questo mese, rappresenta il 33% dei casi totali della settimana: 3.875 su 11.554. La settimana precedente, i contatti di caso rappresentavano il 42% di tutte le nuove diagnosi.
In sostanza, sono in difficoltà, certamente, e ogni giorno - ripeto - c'è un monitoraggio diretto e una funzione dell'Unità di crisi che riguarda proprio i rapporti con il SISP, coordinata da un direttore SISP, che è il dottor Domenico Montù, che verifica, contatta e tiene sotto controllo le attività dei SISP.
Sulla dotazione del personale, ripeto ancora una volta, nessun limite è stato dato. L'Unità di crisi aziendale ha facoltà, rispetto alle difficoltà riscontrate, di implementare il personale e lo può fare in collaborazione con l'area di Unità di crisi, che ha bandi aperti. Lo può fare in varie forme, ma certamente, man mano che emergono criticità e indicatori che vanno sotto soglia, s'interviene anche a livello regionale.
Conosco bene la realtà dei SISP, ma quello che dobbiamo dirci francamente è che, negli ultimi vent'anni, le attività del Dipartimento di Prevenzione in particolare i SISP, sono sempre state quelle tagliate. Oggi, ricostruire in quattro e quattr'otto una medicina territoriale, è tutt'altro agevole però ci sono tutte le iniziative di programmazione, nonché di gestione, per sostenere l'attività dei SISP.
Grazie, signor Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi per la risposta.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 474 presentata da Gallo, inerente a "Necessità di chiarimenti circa la grave e preoccupante situazione delle liste d'attesa nella nostra regione, anche alla luce dell'ormai conclamata seconda ondata di contagi da COVID-19"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 474, presentata dal Consigliere Gallo, che la illustra; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Mi sente?



PRESIDENTE

Forte e chiaro.



GALLO Raffaele

Lo chiedo perché oggi non funziona il video.



PRESIDENTE

Se lo ritiene opportuno, anche per un miglior collegamento, lo tenga pure spento.



GALLO Raffaele

Sì, lo tengo spento, non riesco ad attivarlo.
Questa è un'interrogazione che vuole accendere da tempo l'attenzione su una questione collegata all'emergenza COVID, che, ahimè, si è incrementata come situazione e che ha imposto quelle misure - necessarie, mi rendo - assunte dalla Giunta domenica: mi riferisco alla decisione di chiudere dei pronto soccorso e di trasformare degli ospedali in COVID hospital, andando, di fatto, a restringere ulteriormente tutte le attività non COVID, che comunque il sistema sanitario deve poter continuare a garantire e presidiare.
Già nella prima fase dell'epidemia - a marzo, durante il lockdown - circa il 50% delle visite di controllo a livello nazionale era stato posticipato o annullato, così come tutte le procedure ambulatoriali e gli screening anche oncologici; ci sono stati circa 20.000 diagnosi in meno rispetto al medesimo periodo del 2019. Questo dato non vale, ovviamente, per quelle attività considerate, fra virgolette, salvavita, che sono assolutamente garantite anche in questa fase di pandemia.
Tuttavia, anche se non sono considerate salvavita, vi è tutta una serie di visite, di screening e d'interventi che impattano sulla domanda di salute dei nostri cittadini e sul diritto alla salute e all'assistenza medica previsto anche dalla nostra Costituzione.
Mentre nella prima fase della pandemia siamo stati tutti consapevoli del fatto che fosse capitata un po' all'improvviso, per cui abbiamo agito in emergenza, assumendo anche decisioni drastiche come quelle di chiudere dei reparti o di convertirli in reparti COVID, limitando quindi tutta una serie di altre visite mediche sanitarie, nella seconda fase della pandemia, cioè adesso, si stanno verificando le medesime situazioni: assistiamo cioè alla chiusura progressiva di alcuni reparti e alla loro trasformazione in reparti COVID, con il rinvio di una serie di visite.
Alla luce di quello che è stato deciso domenica relativamente ai sedici ospedali, ma anche considerato che si era ipotizzato un piano di lavoro perché non capitasse più ciò che era accaduto nella prima fase del lockdown, proprio per farsi trovare preparati a una seconda eventuale ondata (nella quale rientriamo in pieno, mi sembra evidente!), la domanda che pongo all'Assessore è come mai non ci sia stato un piano ad hoc per mantenere almeno alcuni ospedali hub autonomi rispetto alla conversione dei reparti in reparti COVID, permettendo loro di andare avanti con tutte le altre attività sanitarie.
Qual è il programma, il piano di lavoro o la programmazione che ha messo in campo (o che sta mettendo in campo) l'Assessorato per far fronte a questa situazione, che, ahimè, in questa seconda ondata rischia di essere ancora più grave rispetto alla prima fase del lockdown di marzo e aprile? Non possiamo permettercelo, perché ne pagheremmo tutti le conseguenze, in primis i cittadini piemontesi.
La domanda è volta a capire quali programmi erano stati messi in campo e quali si stanno mettendo in campo adesso per evitare di ritornare nella situazione di marzo.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Raffaele Gallo per l'illustrazione.
Per conto della Giunta, si è reso disponibile alla risposta l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Ho sentito le argomentazioni e le preoccupazioni del Consigliere Gallo, che sono anche le nostre.
Come sa bene e come abbiamo spiegato in Commissione, c'è stato un piano di lavoro articolato per il recupero delle prestazioni che sono state sospese durante la prima fase della pandemia, con consistenti risorse impiegate su questo piano, che è partito.
Si stava lavorando per il recupero, alcuni ospedali avevano addirittura azzerato i ritardi, ma purtroppo questa nuova pandemia inevitabilmente ci ha costretti - dico "inevitabilmente", ma spiegherò anche il perché - a ridurre le attività in elezione, le attività programmate, per far spazio (altrimenti non sarebbero gestibili) ai numeri dei nuovi contagiati che necessitano di ricovero in ospedale o di risorse di personale. Il recupero delle liste d'attesa e delle prestazioni anche non urgenti ma di elezione e di programma è anche una nostra grande preoccupazione.
A seguito della ripresa dell'emergenza pandemica nel mese di ottobre, con nota 2020-0164595 del 22 ottobre, rilasciata dall'Unità di crisi, che è l'organo gestionale, la Regione ha ribadito le attività improcrastinabili e non procrastinabili per quanto riguarda le prestazioni ambulatoriali e i ricoveri, quindi ha disciplinato esattamente i comportamenti da tenere.
Quanto sopra al fine di utilizzate tutto il personale per le attività di prevenzione territoriali e ospedalieri COVID correlate.
In tale contesto, sono state sospese le attività non urgenti programmate ma sono rimaste tutelate tutte le attività urgenti, tutta la rete per le patologie tempo-dipendenti, quali l'ictus e l'infarto, e tutta la rete dell'oncologia (queste sono rimaste completamente tutelate) e anche le visite in intramoenia, per cui è ancora possibile fare delle visite sull'attività programmate.
Per il recupero delle liste d'attesa relative alle prestazioni di specialistica ambulatoriale, screening oncologico e ricovero ospedaliero non erogate nel periodo dell'emergenza epidemica conseguente alla diffusione del virus, con nota del 5 giugno 2020, la Direzione Sanità ha trasmesso alle ASL indicazioni tecnico-operative per la ripresa delle attività sanitarie sospese, come dicevamo prima, o ridotte a seguito del lockdown, richiedendo l'adozione di un piano organizzativo aziendale per la ripresa dell'attività; quanto abbiamo illustrato in Commissione e in Consiglio. Sempre al fine di definire azioni di miglioramento specifiche per il recupero delle prestazioni ambulatoriali, nel mese di luglio si sono tenuti specifici incontri con le Direzioni aziendali proprio per determinare i dettagli operativi più particolareggiati.
Nel mese di settembre, è stato definito il Piano operativo regionale per il recupero delle liste d'attesa in ottemperanza al disposto del decreto legge n. 104 del 14 agosto 2020. Nel piano allegato alla DGR 2-1980 del 23 settembre sono dettagliati tutti i modelli organizzativi individuati, i tempi di realizzazione e la destinazione dei finanziamenti previsti dal citato decreto legge. Tra le misure definite dalle Aziende vi è l'incremento dell'utilizzo del personale interno, l'ulteriore utilizzo di strutture ambulatoriali, il reclutamento di personale attraverso nuove assunzioni, anche a tempo determinato o attraverso forme di lavoro autonomo e di collaborazione coordinata, e la possibilità di refertare visite, esami e prenotazioni specialistiche per i medici specializzandi. In particolare si prevede anche il ricorso a prestazioni aggiuntive e al reclutamento di personale mediante finanziamenti sopra citati. Il cronoprogramma di realizzazione del piano di monitoraggio regionale delle azioni è stato adottato e messo in atto dalle ASL.
Inoltre, nel mese di ottobre, come lei sa, la ripartenza dell'epidemia nonostante il personale incrementato, l'aumento dei posti letto e le maggiori capacità di risposta del nostro sistema sanitario, di fronte a un numero così crescente in modo esponenziale dei contagi c'impone, per tutelare la salute dei nostri cittadini, un nuovo stop alle attività elettive - ripeto - sempre avendo riguardo a tutelare tutte le patologie tempo-dipendenti, le urgenze, quelle così definite prestazioni di tipo U e B, nonché tutte le prestazioni oncologiche.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Icardi, per la risposta.


Argomento: Contributi alla cultura

Interrogazione a risposta immediata n. 475 presentata da Frediani, inerente a"Bandi regionali per il settore cultura"

Argomento: Contributi alla cultura

Interrogazione a risposta immediata n. 476 presentata da Magliano, inerente a"Bandi cultura, ora l'urgenza è assoluta: quali sono le tempistiche?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 475.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Buon pomeriggio, Assessore.
Ieri ha visto uscire un comunicato stampa dove si annunciava, finalmente l'avvio dei bandi. Questa interrogazione nasce da esigenze, più volte manifestate, dell'ambito dell'intero settore culturale piemontese, in particolar modo dall'ultimo presidio che si è svolto davanti al Consiglio regionale, durante il quale anche l'Assessore ha avuto modo d'interagire con i vari esponenti di tutto il settore. Vi era molta preoccupazione. Oggi siamo un po' rassicurati e adesso sentiremo dalla viva voce dell'Assessore se ne abbiamo ragione o meno, però il tempo stava passando e dei bandi ancora non c'era traccia. Si rischiava di andare oltre il termine previsto per poter, finalmente, consentire a tutte le realtà di fare un minimo di programmazione e, quindi, di aderire ai bandi; a questo si somma anche il problema dell'erogazione dei saldi per l'attività svolta nel 2019.
Sappiamo che il mondo della cultura ha vissuto, come molti altri settori economici, ovviamente, questa pandemia con grande sofferenza dovuta soprattutto al lockdown, alle limitazioni di presenza degli spettatori quindi è un settore in grande sofferenza e, tra l'altro, è un settore che presenta una varietà di contratti, di tipologie di lavoratori molto vasta molto ampia e molti soggetti alla precarietà, quindi la precarietà è un elemento piuttosto caratteristico di questo settore. D'altra parte, abbiamo capito ancora di più durante questa crisi sanitaria quanto la cultura abbia importanza nelle nostre vite e lo dimostra anche la forte emozione che suscita la scomparsa di alcuni personaggi molto importanti per il mondo culturale del nostro Paese e il 2020, in questo senso, è stato un anno piuttosto duro per tutti noi.
Leggevo che il collega Magliano ha presentato un'interrogazione sullo stesso tema, anche a dimostrazione del fatto di come questa preoccupazione sia piuttosto trasversale. Conosciamo anche la sensibilità dell'Assessore ma ho deciso di mantenere l'interrogazione, pur avendo letto il comunicato stampa ieri per avere proprio diretta conferma dalla viva voce dell'Assessore, quindi un'assicurazione ulteriore rispetto all'emissione se non sbaglio, nella giornata di domani, finalmente, dei bandi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani, per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Scusi, Presidente. Il collega Magliano chiedeva d'intervenire dopo di me non so se ha visto la chat.



PRESIDENTE

Quella dopo è la sua, Consigliere Magliano.



FREDIANI Francesca

Presidente, mi dicevano che ha lo stesso tema e che l'Assessore era già d'accordo.



PRESIDENTE

Assessore, facciamo illustrare anche l'interrogazione del Consigliere Magliano.
La parola al Consigliere Magliano per l'illustrazione dell'interrogazione a risposta immediata n. 476.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Le chiedo scusa per questo intervento irrituale, ma visto che il tema è lo stesso, come diceva la collega Frediani, mi permetto d'intervenire, così l'Assessora potrà dare un'unica risposta.
È evidente che noi eravamo fermi all'affermazione di settembre, quando si diceva che a breve sarebbero usciti i bandi legati al mondo della cultura che usciranno domani o dopodomani, com'è stato annunciato. Mi permetto una battuta: se basta un question time affinché la Giunta il giorno dopo metta in atto quello che chiedono i Consiglieri d'opposizione, allora ne produrremo molti di più.
A parte questo, ringrazio l'Assessora Poggio, perché è evidente che questo procrastinarsi della scelta forse era anche frutto di qualche collega di Giunta che, magari, crede un po' meno in un comparto che, invece l'Assessore ha difeso, poiché domani si esce con gli attesi bandi.
Chiedevo lumi sull'uscita dei bandi proprio perché abbiamo un settore intero che li aspetta. Oltre al bonus cultura, sappiamo che i bandi rappresentano la possibilità di programmare e di fare progetti più strutturati; non sono una misura assistenziale, ma sono una misura programmatica, per cui è bene che escano. A differenza dei detrattori del mondo della cultura, penso che nel periodo del coronavirus tanti di noi abbiano assistito a eventi culturali online, che ci hanno fatto compagnia durante il periodo del lockdown, hanno mantenuto famiglie, hanno mantenuto lavoratori. Spesso e volentieri rappresentano nuove forme di comunicazione e nuove forme di coesione sociale, perché è innegabile che tanti progetti culturali hanno tolto dalla strada ragazzi o hanno riportato alla vita persone che, magari, vivevano momenti di difficoltà e che, attraverso, la cultura, l'arte e il mondo dell'associazionismo, sono riusciti a ritrovare una seconda chance.
Presidente, ho concluso e non rubo ulteriore tempo, ma chiedo all'Assessore di dirci nella risposta anche qual è la dotazione economica. È vero che i bandi usciranno a breve, ma non vorrei che la dotazione economica fosse ridotta. Nella mia interrogazione interrogo l'Assessore per sapere quali sono le tempistiche certe per la pubblicazione dei bandi del settore cultura, legge n. 11. Certo è che anche la dotazione economica conta perché se noi usciamo con bandi a dotazione economica ridotta, questo rappresenterebbe un problema grosso. Vorrei capire se, da questo punto di vista, ci sarà la stessa dotazione dell'anno scorso, oppure una dotazione meno corposa.
Con questo avrei concluso. Mi aspetto poi il testo della risposta via e mail da parte dell'Assessore.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Silvio Magliano per l'illustrazione, che è andata a unirsi a quella della Consigliera Frediani.
Per conto della Giunta, si è resa disponibile alla risposta alle interrogazioni n. 475 e n. 476 l'Assessore Vittoria Poggio.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



POGGIO Vittoria, Assessore alla cultura

Grazie, Presidente.
Voglio sottolineare che ho raccolto con senso di responsabilità le interrogazioni a risposta immediata pervenute dalla Consigliera Frediani e dal Consigliere Magliano.
Voglio farvi veramente capire che anch'io conosco e sono stata a contatto con il mondo della cultura, con il Comitato emergenza cultura e con tutte le associazioni con le quali ho mantenuto un contatto costante, ben consapevole dell'importanza di questo comparto, soprattutto in un momento di grave difficoltà che voi capite e comprendete. Un comparto, una parte importante e un pilastro della nostra società che doveva essere sostenuto.
Vi posso confermare che, proprio in relazione alle vostre interrogazioni aventi lo stesso oggetto, come annunciato nella giornata di ieri a mezzo stampa, domani, mercoledì 4 novembre, sarà pubblicato sul BUR l'avviso di apertura dei bandi per enti e associazioni culturali del settore dello spettacolo dal vivo, del cinema, delle attività espositive, della divulgazione, dell'educazione culturale e degli ecomusei.
Preciso, inoltre, che per necessità tecnico-amministrative, i bandi legati al mondo bibliotecario e a quello archivistico saranno pubblicati il 12 novembre. Il bando dedicato all'editoria, previsto sempre all'interno della legge quadro 11/2018, sarà pubblicato sul BUR di giovedì 5 novembre e sarà aperto il 6 novembre.
Per quanto riguarda i saldi che riguardano la contribuzione a tutti questi enti, è in via di risoluzione. Da parte di alcuni enti manca ancora una rendicontazione, che è stata sollecitata, per cui anche su questo fronte stiamo risolvendo i problemi contingenti di riferimento ai vari enti e alle varie associazioni.
Voglio sottolineare che la Regione Piemonte, in questo momento estremamente complesso e difficile, lo sappiamo tutti, a causa della crisi pandemica vuole ribadire il sostegno e continuare a essere a fianco di tutti quegli operatori delle categorie economiche produttive. Lo dico sinceramente, e dovete credermi: per me e per tutta la Giunta, almeno per la maggior parte il mondo della cultura rappresenta un comparto strategico non solo per il presente, ma anche per il futuro della nostra Regione. Quando si parla di cultura, si parla di eccellenze e si parla di valorizzazione dei nostri territori.
Se volete, vi farò avere nel dettaglio le assegnazioni per settori vari per associazioni e quant'altro. Vi posso dire che quello che è stato stabilito in termini di assegnazione ai vari soggetti è confermato al 100%.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Poggio per la riposta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 477 presentata da Grimaldi, inerente a "Mancanza di piani per l'individuazione tempestiva di ospedali COVID"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
477.
Illustra l'interrogazione il Consigliere Marco Grimaldi; ne ha facoltà per tre minuti.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Questo weekend abbiamo appreso che sedici presidi ospedalieri sono stati trasformati in COVID-hospital, con l'obiettivo di destinare i pazienti COVID in strutture ospedaliere dedicate. Fra questi, tra l'altro, a Torino ricordo il Martini e il CTO, oltre ovviamente in provincia il San Luigi di Orbassano, e gli ospedali di Venaria, Giaveno, Cuorgnè, Lanzo e Carmagnola.
Arriviamo al punto: la scorsa settimana l'Assessore Icardi era interrogato sempre da me sul tema Oftalmico. Avevo chiesto all'Assessore se l'Oftalmico poteva reggere l'onda d'urto di questa seconda fase e chiedevo se fosse proprio il luogo giusto per svolgere i compiti delle OGR. Tra l'altro, già allora pensavo che il Martini potesse diventare un COVID hospital, ma per evitare che gli altri ospedali torinesi facessero solo emergenza e COVID.
Sono stato rassicurato dalle sue risposte, che in qualche modo erano delle risposte tranquillizzanti, anche sul carico antropico di quel luogo, ma anche sui posti letti che potevano aumentare.
Non so che cosa l'Assessore non sapesse martedì scorso, ma nel giro di una settimana abbiamo convertito altri sedici ospedali in COVID hospital, cosa che forse la scorsa settimana non si sapeva. In più, anziché utilizzare una struttura come l'Oval - già adatta a grandi eventi, con tutti i requisiti strutturali, a differenza di Torino Esposizioni - come avevamo ipotizzato noi e anche l'Ordine dei medici, per svolgere le stesse funzioni delle OGR dalle notizie di ieri apprendiamo che si utilizza - fatemelo dire - un luogo che viene utilizzato per l'archivio delle nostre schede elettorali quindi un parcheggio, che è quello di Torino Esposizioni, per fare un nuovo ospedale da campo.
Allora, la domanda è molto semplice: che cosa è successo per cui in una settimana tutte le nostre richieste, cioè l'Ospedale Martini come COVID hospital e utilizzare l'Oval, di fatto non erano prese in considerazione e non erano neanche auspicabili o non erano in qualche modo dentro le decisioni di questa Giunta? Che cosa è successo in una settimana che ha portato alla conversione di sedici ospedali e addirittura a ipotizzare - a questo punto, immagino - di lasciar perdere l'esperienza dell'Ospedale Oftalmico per andare in un ospedale da campo dentro un parcheggio, non utilizzando per l'ennesima volta una struttura come l'Oval e come l'Ospedale Maria Adelaide che, forse, potrebbero essere utili anche per il futuro? Davvero non capiamo più che cosa sta succedendo a livello torinese.
Immagino che l'Assessore non possa seguire proprio tutto, però ci dica esattamente che cosa è cambiato in questa settimana a Torino e come mai c'è stata questa evoluzione, tra l'altro senza che fosse definita in una strategia, almeno fino a una settimana fa, almeno fino alle parole che ci ha detto ancora la scorsa settimana sull'Ospedale Oftalmico.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.
Per conto della Giunta, si è reso disponibile alla risposta l'Assessore Icardi, che ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
In premessa, prima di leggere i dati più dettagliati, voglio solo ricordare che tutti i posti di assistenza che erano di medio-alta intensità delle OGR sono stati completamente trasferiti all'Ospedale Oftalmico con circa due mesi non di ritardo, ma di tempo necessario per fare dei lavori quest'estate. Quindi, le OGR con la stessa intensità di cura rivivono all'Ospedale Oftalmico.
Utilizzare altri ospedali, tipo il Maria Vittoria, è un'opzione che è stata presa in considerazione dal DIRMEI ed è stata valutata, ma sia l'impiantistica sia la logistica non sono state ritenute idonee per la realizzazione di letti di bassa intensità di cura come quelli che, a breve si realizzeranno presso il padiglione di Torino Esposizioni. E anche per quanto riguarda l'Oval, mi permetto di dire che si tratta di valutazioni tecniche, alle quali posso solo accedere, ma non posso andare a discutere perché tali valutazioni ci dicono che una soluzione è meglio dell'altra.
Sono valutazioni fatte dai tecnici e dai consulenti del DIRMEI.
Che cosa è cambiato non nell'ultima settimana, ma negli ultimi dieci giorni? È successo che il livello esponenziale dei contagi, come ho spiegato stamattina e su cui vi manderò la relazione, ha determinato numeri di ricovero, oltre che di contagio - così come l'innalzarsi dell'età dei contagiati, che ha incrementato ulteriormente la necessità di ricovero che hanno richiesto repentinamente l'adozione di quei provvedimenti inseriti nel piano pandemico che, inseriti nella programmazione, sono stati attuati dal DIRMEI. Gli ospedali inizialmente identificati come COVID hospital sono stati incrementati da ulteriori ospedali.
Nel dettaglio, la struttura sanitaria adatta a essere adibita a ospedale COVID deve possedere requisiti di spazi e d'impiantistica tali da consentire la definizione di aree e di percorsi dedicati, dove i pazienti possono essere curati adeguatamente, garantendo la sicurezza anche per gli operatori sanitari, ma in aree il più possibile aperte e, come mi dicono i tecnici, cercando di evitare la parcellizzazione in troppe strutture, che richiederebbero più personale. Questo per quanto riguarda la bassa intensità di cura. Peraltro, i pazienti COVID presentano diversi livelli di gravità e di complessità, come dicevo prima, e l'inserimento degli stessi negli ospedali COVID avviene tenendo presenti le capacità strutturali e tecnologiche dei medesimi. Pertanto, si prediligono spazi aperti, com'era prima l'OGR e come sarà il nuovo ospedale a bassa intensità di cura.
Con la DGR n. 71492 del giugno 2020, che ha approvato il piano di revisione degli ospedali, poi approvato il 22 luglio dal Ministero della Sanità e della Salute (il famoso articolo 2 del DL n. 34 di maggio lo prevedeva) sono stati individuati alcuni ospedali COVID, ma è stato anche previsto l'incremento di questi ospedali qualora le necessità di ricovero dettate dalla pandemia lo ritenessero necessario. E in questo senso il DIRMEI ha lavorato.
Inoltre, con successiva DGR n. 1979 del 23 settembre è stato approvato l'aggiornamento del Piano pandemico operativo COVID, che ha previsto ulteriori letti, in questo caso non ospedali ma percentuali di letti all'interno della rete ospedaliera territoriale piemontese, cercando, come lei sottolineava - ed è una cosa corretta - di salvaguardare il più possibile gli ospedali hub. Pertanto, i posti letto riprogrammati per questi ospedali, proprio in caso d'iperafflusso di pazienti per l'emergenza COVID (come sta succedendo) e in base all'andamento epidemiologico, sono stati definiti con l'attivazione fino al 40-50% dei posti letto nei presidi spoke e un 35-45% dei posti letto nei presidi hub, con una minore occupazione dei presidi hub; quindi, non totale pulizia degli hub, perch non avremmo la possibilità di farlo.
Successivamente, sono stati ribaditi gli ospedali di riferimento per l'emergenza, quelli già contenuti nel piano, in particolare Saluzzo Borgosesia, Carmagnola e Tortona, per le specifiche peculiarità; l'Amedeo di Savoia, che notoriamente lo era già fin dall'inizio, e in più l'Oftalmico di Torino, in seguito alla riconversione delle OGR. In tali ospedali può essere previsto un incremento progressivo di posti letto fino al completo utilizzo della struttura per pazienti COVID.
In relazione all'imponente carico di pazienti COVID che si sono presentati al pronto soccorso (anche oggi abbiamo un importante numero di pazienti presenti al pronto soccorso) nella seconda metà del mese ottobre sono stati ulteriormente individuati ospedali COVID, a supporto di quelli previsti nel piano e, come da previsione, nella rete regionale, al fine di garantire una compiuta risposta dei bisogni delle persone ricoverate.
Oggi, la necessità è di decongestionare gli ospedali, perché c'è una serie nutrita di persone che potrebbero essere spostate, a livelli di cura bassa in altri luoghi (alberghi assistiti o ospedali a bassa intensità di cura) che ci permettono di liberare i posti e dare una risposta adeguata.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi per la risposta.
Ringrazio tutti voi e, nel ringraziare il Presidente Stefano Allasia per la delega, dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
I lavori del Consiglio regionale riprenderanno alle ore 16.
Buon lavoro a tutti.



(Alle ore 15.55 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta riprende alle ore 16.05)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Situazione sanitaria a seguito evoluzione pandemica da COVID-19" (seguito)


PRESIDENTE

Avevamo sospeso il dibattito sulle comunicazioni dell'Assessore Icardi, che riprendiamo.
C'era già una serie di Consiglieri iscritti a parlare.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Grazie.
Intervenire in dieci minuti, dopo un'ora e mezza di relazione dell'Assessore Icardi, che è partito dall'inizio della pandemia, quindi dal mese di febbraio, andando a riepilogare tutti i fatti, gli atti compiuti e le diverse vicende, non è semplicissimo, però vado per punti, perché ci sono elementi dirimenti, toccati anche nella relazione dell'Assessore rispetto ai quali noi la pensiamo diversamente.
Parto dal primo.
Non è equivalente fare l'analisi di quello che è successo a febbraio, marzo e aprile rispetto a quello che sta capitando oggi. C'è una data, che secondo me è dirimente, che è un po' lo spartiacque tra la prima fase della pandemia e questa seconda ondata, che è il 4 maggio, data in cui siamo usciti dalla fase più emergenziale della prima ondata e, giorno dopo giorno, abbiamo rilevato un calo dei contagi, un calo dei positivi e una stabilizzazione verso lo zero della curva dei contagi da maggio, quindi dal 4 maggio, fino alla nuova emergenza conclamata adesso, ma che anche noi denunciavamo già da inizio ottobre, con il sistema dei tamponi che stava andando in tilt a meno di un mese dall'inizio della scuola, quindi con una crescita dell'accesso degli studenti e degli operatori della scuola al sistema dei tamponi. Una crisi del sistema sanitario conclamata adesso, ma che si era già manifestata, con chiari ed evidenti elementi di criticità all'inizio di ottobre.
Il tema vero che non ho sentito affrontare dall'Assessore, ma rispetto al quale vorrei aprire la discussione di oggi, per quello che possiamo fare in queste due ore, nell'attesa che si definisca meglio il quadro che sta emergendo a livello nazionale rispetto alle decisioni del Governo e anche della Regione Piemonte, è di capire, non tanto cosa è stato fatto a marzo e a aprile, ma come mai, dal 4 maggio a settembre, non sono state messe in campo tutte le correzioni che si dovevano fare per evitare che, oggi, si verificassero le stesse situazioni di marzo.
Perché dico le stesse situazioni? Una per tutte, di cui spesso discutiamo (ne abbiamo discusso con l'Assessore Icardi prima nel question time) è di nuovo il tema, che è diventato emergenziale, di tutto quello che sono gli interventi non COVID. Oggi, come a marzo, per far fronte alla crescita dei ricoveri nelle strutture ospedaliere (in questo caso in terapia subintensiva o in ricoveri ordinari; allora più in terapia intensiva) si stanno chiudendo reparti e limitando l'attività di tutte quelle azioni ambulatoriali, di screening o interventi non salvavita, ma necessari per la vita delle persone, rinviandoli, sine die, a dopo la fine della crisi sanitaria.
Un tema fondamentale è questo, per esempio: perché non si è fatto tesoro di quello che è successo a marzo e ad aprile per arrivare con un piano, non di abbattimento.
Sì, di abbattimento delle liste d'attesa di marzo e di aprile su cui si è lavorato, anche se sono il primo a dire, con onestà intellettuale, che non si può battere in un mese di lavoro, per quanto ci si organizzi. Non è tanto quello il tema. Il tema è come mai oggi ci ritroviamo con lo stesso problema di marzo, che allora era giustificabile perché era una cosa improvvisa e sconosciuta che abbiamo dovuto gestire, mentre oggi, a distanza ormai di nove mesi dall'inizio della pandemica, riteniamo sia un errore di programmazione organizzativa della nostra sanità regionale, che dipende proprio dalla gestione regionale e locale, non solo dalle scelte nazionali o dalla mancanza di finanziamenti nazionali (cosa che, peraltro non è assolutamente vero in questo periodo).
L'altro grande tema, che ha come spartiacque il 4 maggio, per intenderci e separare i due momenti, è quello dei tamponi. Ne abbiamo discusso tantissimo, ne abbiamo discusso anche nei question time di oggi, ed è legato a un problema di programmazione e organizzazione regionale, che quindi non dipende da altri, ma dalla gestione regionale che non ha saputo programmare le punte. Per intenderci, è evidente che sono stati potenziati ed è stato un lavoro positivo, da quel punto di vista, i ventotto laboratori di analisi rispetto ai due iniziali. Come ho detto, è un dato positivo.
D'altro canto, la modalità di accesso per fare i tamponi e la modalità per far pervenire, quindi, le provette nei laboratori per essere elaborate, è un chiaro segnale di disorganizzazione o di vuoto organizzativo o di non corretta organizzazione di una competenza regionale, che purtroppo impatta non solo sul livello di sanità e di servizio sanitario che offriamo, ma proprio sulla libertà e sulla vita delle persone. Perché molte persone leggiamo tutti i giorni notizie in tal senso sui giornali - sono bloccate in attesa dei tamponi, e conosciamo bene le code e le situazioni che si stanno verificando in questi giorni.
Il grande terzo tema, sul quale, però, non abbiamo un termine di riferimento rispetto alla prima fase della pandemia per giudicare se funziona meglio o peggio, è il tema dell'influenza.
Pongo un warning su questo: guardate che la prima fase della pandemia l'abbiamo gestito a marzo-aprile, fuori dal periodo influenzale. Attenzione lo stiamo ripetendo già da settimane e questa è l'occasione per muovere una critica costruttiva, se vogliamo, nell'ottica di segnalare dei problemi per risolverli nell'interesse collettivo - perché la nostra preoccupazione è che tra qualche settimana (diciamo a dicembre, magari ancora tra un mese o un mese e mezzo) ci troveremo con il picco dell'influenza, che non sarà abbattuto dalla maggior dose di vaccino antinfluenzale o, perlomeno, se sarà così, ne saremo contenti, ma dobbiamo sempre ragionare nello scenario peggiore! Già in condizioni normali gli ospedali molto spesso vanno in sofferenza per l'accesso ai pronto soccorso: ancora di più oggi, con la situazione che stiamo vivendo e che peggiorerà a dicembre-gennaio, evidentemente con il picco dell'influenza.
Attenzione: questo tema lo stiamo affrontando? Lo vogliamo affrontare? Io non credo che la risposta debba o possa essere l'allestimento di tende fuori dagli ospedali. Anche questo è un problema di programmazione della nostra gestione regionale, a prescindere dalle scelte nazionali. Perch anche qui, il fatto che oggi si allestiscano delle tende per decongestionare gli ospedali, riflette una mancata organizzazione rispetto a quello che si poteva fare nei mesi in cui la pandemia ci ha dato respiro.
Ho citato alcuni temi per non fare solo polemica politica, che in questa fase non è un nostro obiettivo. Noi a settembre e a ottobre abbiamo evidenziato gli errori, cercando anche di suggerire delle proposte. Una di queste è stata anche accettata: mi riferisco alla volontà di eliminare il SISP come mediatore tra i medici di medicina generale e la possibilità di registrarsi per far fare un tampone al proprio assistito, per velocizzare il sistema. La questione, emersa anche in un dibattito del gruppo di lavoro COVID, era stata sollevata dalle forze politiche di opposizione ma anche da quelle di maggioranza; era stata accolta e resa operativa da ieri, se non ricordo male. Aiuterà il sistema.
Oggi, però, vogliamo fare delle considerazioni sì politiche e sì di critica organizzativa, perché sono evidenti e sono sotto gli occhi di tutti alcune scelte sbagliate dal punto di vista organizzativo. Ma dobbiamo renderci conto della situazione pandemica in cui ci troviamo e tutti insieme quindi, dobbiamo remare per risolvere questi problemi e cercare di offrire la migliore risposta possibile al sistema piemontese e ai cittadini.
Non me ne voglia l'Assessore - vado verso la conclusione - ma nel suo intervento l'ho sentito far riferimento a "qualche errore" o a "qualche problema ancora da risolvere", al novantesimo minuto della sua informativa: meglio tardi che mai! Prima sembrava che tutto fosse perfettamente funzionante. Io stesso sono andato in confusione, un po' come quando il Presidente Cirio è venuto in Commissione a illustrarci, non più di due settimane fa, il quadro complessivo della sanità regionale. Anche in quel caso, il Presidente Cirio, che evidenziava un quadro assolutamente sotto controllo e assolutamente efficiente, avevo detto: "Guardate, non so se sto andando in confusione io, non so se vivo in un altro Piemonte o se viviamo nella stessa Regione!".
Attenzione, in modo sintetico voglio dire questo: alcune cose positive sono state fatte, ma sono stati commessi molti errori organizzativi. Su questi dobbiamo accendere un faro e dobbiamo correggerli, perché non c'è più tempo da perdere: i cittadini piemontesi attendono.
Ora, per tutti questi motivi che ho evidenziato non possiamo dire soltanto che è colpa di qualcun altro. Perché la gestione della sanità regionale è appunto, regionale, quindi compete alla macchina organizzativa dell'Assessorato, della sua Direzione e delle varie task force che avete messo in campo in queste settimane e in questi mesi di pandemia. Le questioni da affrontare sono tante e il tempo stringe, in particolare per l'emergenza che si sta vivendo legata alla congestione degli ospedali.
Ringrazio l'Assessore Icardi per la sua informativa, ma mi sembra che abbia bypassato i grandi problemi che sono sotto gli occhi di tutti, sono nella quotidianità di tutti i cittadini, e che hanno bisogno di una risposta. Mi sono permesso di evidenziarne tre e di attendere nella sua replica una risposta precisa e organizzativa per cercare di risolverli e di dare una risposta ai piemontesi.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Gallo.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Vorrei rassicurare l'Assessore Icardi che abbiamo ascoltato attentamente la sua relazione, ma anche la sua difesa rispetto alle critiche delle opposizioni e alle richieste di chiarimenti che da settimane poniamo, anche perché non siamo riusciti a confrontarci in Commissione sanità.
L'Assessore ci ha spiegato che avete lavorato tantissimo, che avete indetto tantissime conferenze stampa; si è arrivati addirittura a rilasciare sei comunicati al giorno! Insomma, ci ha fatto una lunghissima relazione sui numeri di sei mesi fa e su quelli di oggi.
Vorrei intanto fare una premessa generale: a noi è chiaro che questa seconda ondata è arrivata per tutti. Questo è un dato di fatto. Oggi l'intera Europa sta vivendo, di fatto, una seconda ondata, ancora più dura e severa di quella probabilmente immaginata. Basta ricordare che sono 16 mila i decessi in questa settimana in Europa: il doppio della settimana precedente.
Dico questo perché a noi è chiaro che gli ospedali si stanno riempiendo ovunque, dal Belgio fino alla Lombardia, dal Piemonte fino alla Calabria a seconda a che livello è l'ondata: sappiamo benissimo che siamo a quasi dieci giorni di distanza dai francesi.
Tuttavia, vorrei fossero chiare le radici della nostra critica, perché noi da settimane, settimane e settimane continuiamo a dire che cosa non ha funzionato nel nostro sistema. È chiaro che c'è stato un inedito, però un conto è dire che è stato un inedito a marzo, in parte anche ad aprile, ma basterebbe ascoltare la relazione dell'Assessore di questa mattina per convincersi che forse qualcosa non è stato colto fino in fondo. Si dice che il sistema piemontese a luglio, ad agosto, a settembre ha retto benissimo come se fosse un caso; ci è scappato ottobre, ma ottobre è stato esattamente il mese in cui è saltato in aria tutto quello che a settembre vi dicevamo già: si può dare per morta l'esperienza del contact tracing? Io credo di no. Peccato, però, che nella discussione pubblica dichiariamo da settimane che il contact tracing non ha retto. Eh, grazie al cavolo! Dicevamo da oltre un mese che la vicenda dei SISP sarebbe, in qualche modo esplosa; più di un mese fa vi dicevamo che era un imbuto inaccessibile.
Adesso, ascoltando l'Assessore Icardi, ho capito che si sono messi di mezzo i medici di base. Cioè, c'è sempre qualcun altro più importante dell'Assessorato alla sanità stesso.
Allora, vorrei che ci capissimo: com'è possibile che in Piemonte gli ospedalizzati sono in numero superiore rispetto altre regioni? Non si pu dire, da una parte, che il numero dei contagiati è meno di quello di altre Regioni, perché se siamo diventati una zona rossa è perché qualcosa non funziona. Per esempio, c'è il fatto che continuano ad arrivarci centinaia di segnalazioni; c'è il fatto che i tamponi non sono fatti neanche ai sintomatici, che le persone rimangono bloccate in casa. Se lasciamo alla buona fede o al buon impegno dei cittadini, è certo che qualcuno, a un certo punto, abbassa la soglia d'attenzione. Di sicuro, il fatto che se non c'è un sistema.
L'altra settimana ancora Alberto Cirio, nel suo show, ci diceva che l'importante è che li mettiamo in quarantena. Ma chi decide che quelli lì davvero sono stati in quarantena? Le USCA? E voi continuate a dirci che sono in novanta organicamente a lavorare in questo territorio? Ne è sicuro Assessore? Quando le chiedo se ne è sicuro, davvero le chiedo quanti casi conosce di persone che, grazie alle USCA, sono monitorate e che, grazie alle USCA, non sono finite nei pronto soccorso? Io ne conosco pochissime. Mentre di persone sintomatiche, che stanno male ne conosco tantissime, più della scorsa volta. Vi è chiaro? Quando noi dicevamo, qualche settimana fa (quando voi ci guardavate come se fossimo stati gli uccelli del malaugurio), che nelle prossime settimane avremmo rischiato di avere lo stesso numero di contagiati che abbiamo avuto da qui a marzo, voi ci guardavate come se stessimo mentendo, come se questa vicenda non fosse nelle nostre mani. Le chiedevo spiegazioni sulle OGR anche se non le ho mai rotto le scatole sulle OGR, e lei lo sa. Non ho mai pensato che fosse una scelta giusta, totalmente giusta, perché pensavo che potessero essere più idonei altri luoghi, ma di certo, e lo può dire di tutta l'opposizione, non abbiamo "massacrato" la Giunta sul fatto che non ci sembrava proprio la location migliore. E anche quando l'avete smantellata, abbiamo detto che l'importante non era tanto salvare i muri ma salvare l'organizzazione, capire che saremmo stati pronti qualora arrivasse una seconda ondata. Voi ci avete detto di stare tranquilli.
Poi, vi abbiamo detto: "Come? Individuate l'Oftalmico? Ma è un buco incastrato in una zona antropizzata, non ci sono abbastanza spazi". Voi avete risposto: "Tranquilli, è tutto a posto". Non sono passati neanche dieci giorni, mi ha appena risposto l'Assessore a un question time e, nel frattempo, abbiamo convertito altri sedici ospedali in COVID hospital, cosa che io e Salizzoni le dicevamo di fare due mesi fa. Dicevamo: prenda il Martini, ne faccia uno, altrimenti succede esattamente quello che è successo a marzo, cioè che tutti gli ospedali fanno emergenze e COVID, poi altro che liste d'attesa! Eppure, zitti per tutti questi mesi, anzi dicevate: esagerate! E poi in una domenica decide di convertirne sedici. E già lì è pazzesco. Poi nella sua relazione si dimentica di dirci che prevedete altri 500 posti a Torino Esposizioni. Per la precisione, non è a Torino Esposizioni, è in parcheggio di Torino Esposizioni, dove noi pensiamo di mettere i malati COVID! Posto che va bene, decidete voi: non è l'Oval, è un altro luogo, okay, ma la cosa grave è che, fino a qualche settimana fa, voi dicevate che non era necessario! Fino a qualche giorno fa, il Presidente Cirio diceva che dobbiamo continuare a evitare che si arrivi al lockdown, dobbiamo fare di tutto che non si chiuda. Ma quando la curva va a razzo, non rallenta per caso! Non rallenta! Allora, cosa continuate a fare la Giunta che porta addirittura la gente in piazza contro i provvedimenti del Governo! Che responsabilità avete? Lo dico anche da Consigliere regionale, ma non ci fanno una bella figura i Presidenti! Quelli che chiedono autonomia superpoteri, poi non sanno gestire i poteri ordinari! Vogliono essere autonomi nelle riaperture, poi quando bisogna chiudere non si assumono la responsabilità di dire che serve un lockdown adesso! Serve adesso per rallentare la curva, Presidente! Serve adesso una zona rossa, ma non perché ci divertiamo a chiudere gli esercizi dei commercianti! Non perché ci divertiamo a tornare alle autocertificazione ma perché abbiamo fallito! E una volta che abbiamo fallito sul contact tracing e sui tamponi, quando le persone aspettano cinque ore per un tampone, se non sei, se non otto in quegli hot spot e aspettano sei-sette giorni in casa, altro che ventiquattro ore! Fino all'altra settimana, avete continuato a dirci che rispondete in ventiquattro ore. Ma quali ventiquattro ore? Ormai, siamo arrivati al ventesimo giorno, non facciamo neanche più la negativizzazione dei pazienti, diciamo di uscire, tanto non riusciamo più a fare il tampone.
Vi chiedo già per il futuro, andiamo oltre il lockdown, ma una volta finito il lockdown questa Regione ritornerà ad avere il polso della situazione sui contatti? Torneremo a fare regolarmente i tamponi a tutti i sintomatici e agli asintomatici che hanno avuto altri contatti? Se non sappiamo fare quella vigilanza attiva, poi non lamentiamoci se siamo diversi dal Veneto dalla Toscana o dell'Emilia. È su questo che stiamo fallendo.
Guardi, Assessore, glielo dico anche rispetto alla discussione sulle sue dimissioni: lei faccia cosa vuole, noi glielo abbiamo già detto, a noi non interessa se va in smart working da qualche parte, l'importante è che qualcuno governi la situazione. Vogliamo sapere chi ha governato questa situazione. Chi ha deciso che prima non erano indispensabili quei sedici COVID hospital e in un weekend è stato, invece, deciso di farli? Chi aveva deciso che non era necessario avere un nuovo luogo come le OGR per poi scegliere l'Oftalmico, per poi scegliere in pochi giorni un parcheggio? Chi è che non è stato attento a quello che stava succedendo? Io non lo so, se non lo sapete voi! Mi rivolgo anche al Presidente Cirio, perché a non ci va neanche bene scaricare addosso le responsabilità. Troppo comoda questa discussione. Noi crediamo che ci siano delle responsabilità politiche e ci siano delle responsabilità amministrative, ma è bene soprattutto che voi vi chiariate rispetto a quello che sta per succedere. Se i Presidenti di Regione non hanno voglia di assumersi le loro responsabilità, non vi preoccupate arriva lo Stato, ma il punto è un altro. Noi siamo i leader dell'opposizione e vi chiediamo una cosa semplice: che cosa succede una volta che abbiamo rallentato la curva? Saremo di nuovo in grado di prendere in mano la gestione della sanità? Saremo di nuovo in grado di fare il contact tracing? Sapremo fare la vigilanza attiva? Diteci di sì, ma, soprattutto diteci come, perché non potete continuare a maledire la sorte, il fato, il destino che è cinico e baro. Se l'Emilia Romagna ci prende i nostri cari infermieri è per colpa nostra! Se due settimane fa annunciamo che ci sono i tamponi rapidi, ma in due settimane non succede niente, non è perché le opposizioni sono infami e perch continuano a fare il loro triste lavoro di uccelli del malaugurio! Guardate, siete voi che dovete smetterla di dire che va tutto bene, perch qui non sta andando bene per niente. Se il Piemonte è messo così male, un po' di responsabilità prendetevela anche voi! Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Questa mattina l'Assessore Icardi è stato alquanto esaustivo e anche certamente prolisso nell'elencarci la storia del COVID in Piemonte e delle varie misure che sono state adottate.
Questa mattina dissi che le nostre ASL stavano navigando a vista e l'Assessore Icardi mi rispose che stavo dicendo una cosa non vera perché è tutto programmato e tutto sotto controllo.



(Audio mancante o non comprensibile)



SACCO Sean

Sarebbe gravissimo se fosse così, ma io penso che sia molto più realistico quello che dichiarano i vari Direttori.
Mi sentite?



PRESIDENTE

C'è stato qualche secondo di vuoto, ma adesso la sentiamo.



SACCO Sean

Dicevo, penso che sia molto più attinente alla realtà quello che dichiarano sui giornali diversi Direttori generali. Stamattina ho letto che nell'ASL Cuneo 2 "vivono alla giornata". Vivere alla giornata vuol dire che si cerca di sopravvivere per arrivare alla fine della giornata, vuol dire non essere in grado di fronteggiare in maniera programmata questo tipo di situazione.
Quello che diceva il Consigliere Grimaldi è forse il problema fondamentale il problema principale che ci porta oggi a essere qui, a discutere su dati che ci rendono una delle peggiori Regioni d'Italia per quanto riguarda alcuni parametri. Ed è proprio il fatto che a marzo e ad aprire è stato chiesto un enorme sacrificio all'intero Paese che ci ha consentito di guadagnare una risorsa: il tempo. Il tempo era una risorsa fondamentale per riuscire a riorganizzare un minimo il sistema sanitario in attesa di una seconda ondata che, da quando esistono le pandemie, non spariscono in un paio di mesi.
Questi mesi, questo tempo che abbiamo potuto guadagnare con il sacrificio di milioni d'italiani, in Piemonte - certo, non solo in Piemonte, ma sicuramente anche da noi - non è stato gestito nel migliore dei modi. Tutto quello che chiedevamo come opposizioni era quale fosse il piano per riuscire a sgravare la pressione che si sarebbe creata sugli ospedali. Io stesso chiesi se erano già stati fatti degli accordi con quelli che potevano essere degli alberghi assistiti o delle strutture private per decongestionare i nostri ospedali che, considerando le previsioni che si erano fatte con un virus molto più diffuso sul territorio nazionale che ha potuto circolare abbastanza indisturbato in questi mesi, avrebbe portato a un aumento della pressione anche sui ricoveri non legati a esigenze di terapie intensive o subintensive.
Il grosso problema che avevamo avuto anche a marzo e ad aprile è che ci sono tante persone ricoverate che non possono essere mandate a casa perch non ci sono le condizioni nelle loro abitazioni o per altre motivazioni occupando un posto letto all'interno dell'ospedale. Su questo punto, adesso ho letto che alcuni si stanno muovendo alla buon'ora per cercare delle soluzioni alternative, ma si sa che quando il tempo è poco e si va di corsa le soluzioni non sono mai le migliori.
Queste attività andrebbero programmate non con un semplice piano pandemico che va bene se lo avessimo dovuto applicare nei mesi di marzo e aprile quando non ci si aspettava di certo questo tipo di ritorno, ma considerato che la maggior parte degli scienziati aveva evidenziato che, fino a che non avremmo avuto a disposizione il vaccino, avremmo dovuto convivere con questo virus, mi chiedo per quale motivo non si sia riusciti ad affrontare prima questo tipo di problematica e avere un minimo di programmazione. Non dico di fermare il virus o di avere una capacità infinita dei sistemi sanitari, ma semplicemente di non vivere alla giornata - e non sto usando parole mie - e di riuscire a gestire la seconda ondata con una maggiore ammortizzazione del sistema sanitario pubblico.
Poi mi permetto di dire una cosa: vi avranno anche inseriti fra i più bravi di tutti a gestire il contact tracing tra giugno e settembre o da maggio a settembre, però durante quel periodo i positivi in Piemonte che erano registrati erano mediamente sotto i 100 ogni giorno. Un conto è avere pochi casi, che sono facilmente gestibili, ma nel momento in cui il sistema è stato messo sotto pressione, si è impantanato con i tamponi, perché a un certo punto se ne processavano 5-6.000 al giorno anziché 11-12 mila. Questo ci ha portato a non avere una risposta chiara sull'andamento del virus giorno per giorno in Piemonte.
Con un andamento esponenziale dei contagi, è ovvio che ogni giorno che si perde e ogni ora che si perde, la si paga in termini di contagi. Il fatto di avere persone che devono aspettare dieci giorni, qualcuno addirittura venti giorni, per essere sottoposte al tampone, crea non solo enormi disagi dal punto di vista lavorativo e per le normali gestioni all'interno di una qualsiasi famiglia italiana, ma anche problematiche legate a un'effettiva fotografia della diffusione del virus all'interno della nostra Regione.
Tutte queste inerzie ci costeranno, perché dalle bozze che girano e da quello che leggiamo sui giornali siamo tra le Regioni che dovranno adottare le misure più restrittive.
Questo mi sembra certifichi il fallimento della gestione della seconda ondata in Piemonte, perché non va tutto bene, non andava tutto bene. Non è che, come giustamente dice il collega, facciamo gli uccelli del malaugurio oppure vogliamo portare "sfiga". Noi poniamo delle questioni, perché ci informiamo e abbiamo fiducia nella scienza e in quello che dicevano tantissimi esperti su quella che poteva essere la seconda ondata.
Dovevamo essere pronti e non siamo pronti, nonostante gli errori commessi nella prima ondata che possono anche essere accettabili, perché nessuno si aspettava una situazione del genere, una situazione nuova per tutti.
Difatti, la collaborazione è sempre stata massima, ma non si è riusciti a capitalizzare tutto il tempo che, con enorme sacrificio di tutti gli italiani, avevamo guadagnato.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato con molta attenzione l'intervento dell'Assessore Icardi, anche perché l'ultima informativa che abbiamo ricevuto è stata quella del Presidente Cirio in Commissione sedici giorni fa. In quell'informativa come ha già avuto modo di ricordare qualche collega, il Presidente Cirio ci ha, di fatto, rassicurati, dicendo che la situazione era sotto controllo.
Alle nostre tante domande ha risposto anche in maniera preparata, leggendo i documenti e dicendo: "Abbiamo preparato tutto, state tranquilli".
Se c'è una cosa, tra le tante, che abbiamo imparato in questa pandemia è che i dati si leggono analizzando una tendenza almeno di quindici giorni.
Difatti, quello che raccogliamo giorno dopo giorno non ci dice qualcosa sul presente, ma la cosa più importante che ci dice è come sarà fra quindici giorni. Se applichiamo questo ragionamento all'informativa che ci aveva fatto il Presidente Cirio, dobbiamo dire che, in quel momento, non tanto la persona del Presidente Ciro ma il sistema che con il Presidente Cirio doveva governare la pandemia in Piemonte non era in grado di leggere i dati che aveva a disposizione. Lo dico perché quindici giorni fa avrebbero dovuto dirci: "Attenzione che fra quindici giorni arriva il disastro" frase che credo rappresenti bene la situazione in cui siamo adesso.
Ho immaginato, quando parlava l'Assessore Icardi, che se un marziano fosse arrivato in Piemonte alcuni giorni fa, che cosa avrebbe trovato? Avrebbe trovato l'Ordine dei medici e i sindacati ospedalieri che chiedono il lockdown con una motivazione molto semplice, che quasi non ci spaventa più e questo forse è un problema: che fra tre-quattro giorni (non fra sei mesi) non saremo più in grado di accogliere i malati. È un'affermazione pesantissima, suffragata da un dato di realtà, che questo marziano avrebbe potuto vedere: l'esercito attorno agli ospedali che sta montando le tende.
Questo a riprova che quello che stanno dicendo i medici è vero.
Al di là della situazione un po' preoccupante di una società che, a differenza di marzo, in questo momento è concentrata ciascuno sul suo pezzettino (il commerciante che legittimamente guarda alla chiusura del commercio, l'insegnante o lo studente che guarda alla scuola, il medico che guarda alla situazione dell'ospedale) e nessuno o pochi provano a mettere insieme i pezzi e a collegarli fra di loro, questo forse dovrebbe essere il compito della politica.
Ma torniamo al nostro marziano, che avrebbe visto chiaramente una situazione, non dico apocalittica, ma molto preoccupante. Credo che avrebbe ascoltato volentieri l'informativa dell'Assessore Icardi per capire come mai stiamo vivendo tutto questo e mi sento di dire che questo marziano sarebbe rimasto molto deluso, perché nell'informativa dell'Assessore Icardi del perché siamo arrivati a questo punto, del che cosa non ha funzionato ma, soprattutto, del che cosa potremmo fare, non c'è stata traccia, se non in qualche passaggio poco sottolineato.
Questo è un problema - adesso lasciamo stare il marziano e torniamo a noi perché è evidente che quando l'Assessore comincia dicendo che ci sono due livelli, uno relativo alla programmazione, costituito dai gruppi di lavoro e li ha citati, un altro gestionale-esecutivo, costituito dal DIRMEI e dall'Unità di crisi, dov'è la Giunta, in questi livelli? La Giunta è a un livello superiore, gerarchicamente superiore, che risponde di quello che fanno i due livelli citati. È il livello che decide come si organizza il tutto; che decide come queste parti lavorano fra di loro; che verifica che quello che viene fatto funzioni e che cambia persone o organizzazione se questo non funziona.
Il problema è che di cosa deve fare la Giunta non si parla mai, di cosa dovrebbe fare la Giunta, che magari fa o che spesso non fa, ma noi non lo sappiamo. Infatti, si parla sempre di quello che dovrebbe fare il Governo di quello che non ha fatto il Governo, di quello che non hanno fatto i gruppi di lavoro, di quello che fa il DIRMEI, di quello che fa l'Unità di crisi, ma, la Giunta, a cosa serve in questa gestione della pandemia? Non si capisce o, almeno, nelle informative non si capisce. Per ogni cosa si chiede un parere tecnico, ma la scelta non si capisce mai di chi sia.
Credo che questa sia la cifra di come il Piemonte ha interpretato questa pandemia e sia uno dei problemi più importanti, Presidente, cioè un elenco di cose fatte, che anche oggi abbiamo riascoltato, in cui la preoccupazione maggiore sembra sempre quella di far capire che la responsabilità di quello che non funziona è di tutti, tranne che di chi governa il Piemonte.
Allora dico: molte responsabilità saranno anche di altri soggetti (dal Governo ai direttori e a chiunque), ma visto che il Piemonte è in un contesto di pandemia mondiale, nessuno nega che i contagi stanno avvenendo in tutta Europa, in tutta Italia e in tutte le Regioni, ma vogliamo dire che il Piemonte, nel contesto italiano, è una delle Regioni messe male? Non possiamo citare solamente il monitoraggio dell'Istituto Superiore di Sanità fino al 15 settembre; dobbiamo anche citarlo dal 15 settembre in avanti fino all'ultimo giorno della settimana scorsa, dove dice che il Piemonte è tra le tre Regioni peggiori d'Italia, dal punto vista della situazione sanitaria.
Da un'informativa dell'Assessore del Piemonte ci saremmo aspettati di capire le peculiarità del Piemonte, non l'elenco delle cose fatte. Perch noi siamo, nel contesto italiano, tra le Regioni con la situazione peggiore? Se non ce lo dice l'Assessore, chi ce lo deve dire? Perché noi abbiamo un tasso di ricoveri così alto? Come mai non funzionano le cose? Oggi questo non lo abbiamo sentito. Come mai la maggior parte degli operatori sanitari ci dice che questa seconda ondata la stanno vivendo come se la prima non fosse mai avvenuta? Guardate che è grave.
Voglio dire io una cosa positiva sui DPI: per fortuna, la differenza tra la prima ondata e la seconda c'è, quindi non è che noi non riconosciamo. Oggi sulla capacità di fare dei tamponi, sulla capacità laboratoriale e non quella organizzativa, è stato fatto tantissimo. Questo lo riconosciamo però possiamo dire che, su tanti aspetti, è come se non fosse successo nulla? Su questo, però, non abbiamo ascoltato nessuna parola dall'Assessore.
Presidente, tante cose sono già state dette, per cui faccio soltanto un passaggio veloce anch'io su alcuni aspetti su cui magari, nella replica l'Assessore potrà entrare di più nel merito.
Una delle frasi che proprio non possiamo accettare, ma non tanto noi Consiglieri di minoranza, quanto soprattutto gli operatori sanitari, è legata al fatto che, a un certo punto, l'Assessore dice che c'è una chiara catena di comando. Questo credo sia inaccettabile da sentire. Se c'è una cosa che in questi mesi ha caratterizzato la gestione del Piemonte - e basta parlare con qualsiasi persona che abbia un ruolo di responsabilità all'interno dalla sanità piemontese - è che non si capisce e non è chiaro chi decide che cosa.
È uno dei motivi per cui, alla prima ondata, alla prima crescita dei contagi, è crollato tutto. Farò l'esempio degli ospedali, ma solo come esempio: il 16 ho posto la questione al Presidente Cirio che mancava un cronoprogramma per i ricoveri in caso d'impennata di contagi, soprattutto per le terapie intensive.
Il Presidente Cirio, puntualmente, mi ha risposto dandomi anche a mano la DGR del 23 settembre e dicendo: "La legga, è tutto scritto qua". Forse il Presidente Cirio si è poi dimenticato, nei giorni successivi, di informarsi o di farsi raccontare che appena sono aumentati i contagi, appena sono arrivate le persone da ricoverare negli ospedali, quando i medici hanno provato ad applicare quello scritto nella famosa DGR che mi è stata consegnata a mano, semplicemente il sistema è saltato.
È vero che nessun sistema regge a questo numero di contagi. È vero Assessore, però è anche vero che lei non ci ha spiegato come mai il sistema non è crollato dopo un mese o due mesi, ma dopo una settimana. Quello che avete scritto in questi documenti è rimasto sulla carta perché poi nell'applicazione di questi documenti, nessuno capiva dove doveva mettere i malati, non si capiva la gerarchia di chi doveva decidere e i malati rimanevano negli ospedali dove venivano raccolti nel pronto soccorso. È il motivo per cui voi avete scritto che avremmo dovuto tutelare gli hub perché così avremmo potuto continuare a fare degli interventi e invece dopo una prima settimana di contagi, gli hub sono crollati.
Questo perché quello che avete scritto nei documenti non ha funzionato così come ancora oggi questi ospedali COVID non funzionano, perché magari mancano gli infermieri o i tamponi rapidi nelle farmacie. È vero Assessore, che qualcuno ha firmato un accordo, ma l'accordo l'ha firmato anche lei, ma chi è che deve sapere se in Piemonte ci sono gli infermieri o no? Può essere che noi firmiamo, annunciamo e poi le cose non accadono? Oggi ancora Federalberghi dice che non ci sono le condizioni per stare al capitolato della Regione.
Prima con le farmacie diciamo i tamponi e poi non si possono fare? Oggi Federalberghi dice che forse non ci sono le condizioni per fare i COVID hotel, però queste cose, se facciamo una programmazione e non scriviamo il libro dei sogni, dobbiamo valutarle prima. Così come la questione dei tamponi - e vado verso la fine, perché il Presidente mi ricorda che ci avviciniamo - non quelli rapidi, quelli normali, soltanto dopo il 15 ottobre siamo arrivati alla famosa soglia di cui ci parlate sempre ogni volta, ma se andate a vedere a settembre, noi facevamo 5/6.000 tamponi al giorno. Questo lo abbiamo messo anche in evidenza e ci avete detto che andava tutto bene.
Termino con due questioni.
Una è relativa ai vaccini (è stata toccata da qualcuno): guardate che ci arrivano segnalazioni che i vaccini in Piemonte, rispetto alle altre Regioni, sono erogati con molto ritardo e sul territorio non stanno arrivando le dosi. Allora mi chiedo: lei continua a dire, Assessore: "Abbiamo comprato per il 75%, ma ne faremo probabilmente di meno, quindi si libereranno". Ora, chi l'ha fatta questa verifica? Quando li liberate questi vaccini? Quand'è che abbiamo un punto sulle persone vaccinate? Guardate che l'influenza sta arrivando e con queste condizioni dei ricoveri sarà un disastro.
Qualche giorno fa ho scritto una lettera al Presidente Cirio, una lettera aperta, dicendo che servivano due cose: l'umiltà di riconoscere gli errori fatti e di ascoltare, e il coraggio delle scelte. Purtroppo oggi mi tocca dire adesso che, ancora una volta, ci troviamo di fronte a un'informativa dove non si riconoscono gli errori, dove non c'è nessuna umiltà e uno scaricabarile di responsabilità. Mentre siamo qui, ho letto un comunicato del Presidente Cirio, che dice che accetteremo il lockdown solo per un breve periodo e solo davanti a una prospettiva di fuoriuscita.
Guardate che la prospettiva di fuoruscita dipende dalla gestione del sistema sanitario, che è in capo alle Regioni! Non si può agire, come ha detto qualcuno, di lotte e di governo. A che cosa serve chiedere l'autonomia, come se fosse la cosa più importante del mondo? Per costituire una Commissione? No, credo di no. Semmai, per potersi assumere la responsabilità delle scelte, che, invece, in questo momento, visto che probabilmente hanno un costo in tema di popolarità, si stanno rigettando ma questo non è un buon governare, mi dispiace.
Ci auguriamo che almeno di fronte a questa seconda ondata, a questa recrudescenza, si capisca che in questa maniera il Piemonte non va lontano.
E visto che, probabilmente, dovremo convivere ancora per diversi mesi con questa situazione, con una curva che probabilmente farà su e giù, ci auguriamo che la Giunta cambi completamente rotta nella gestione della pandemia.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valle; ne ha facoltà.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Ci tenevo anch'io a intervenire dopo aver ascoltato la lunga relazione dell'Assessore Icardi; relazione che, francamente, non era quella che mi aspettavo, ma penso che valga per tutti i miei colleghi.
Quando si chiede un'informativa sullo stato attuale della pandemia soprattutto sulle prospettive dei prossimi giorni, anche alla luce dei provvedimenti che le Regioni e il Governo stanno contrattando insieme di adottare per cercare di mettere un freno ai contagi, ci s'immagina un'informativa che esprima il punto di come siamo messi oggi e soprattutto, di come saremo messi nel giro di una o due settimane in prospettiva; un'informativa che illustri la situazione dei nostri ospedali la situazione del personale sanitario, le politiche che si stanno mettendo in campo in materia di tracciamento e di screening della popolazione. Devo rilevare che, di tutto questo, c'è stato molto poco.
Abbiamo assistito a una mera difesa, probabilmente spostandosi già sul punto che il Capogruppo Preioni stava anticipando per il pomeriggio, quello della mozione di sfiducia, provando a ripercorre tutta l'attività degli ultimi otto mesi. È ovvio che non è questa la sede per affrontare una discussione su com'è stata affrontata l'epidemia in questi otto mesi: del resto, ci siamo dotati di uno strumento per farlo, che è la Commissione d'indagine, alla quale, peraltro, l'Assessore è spesso invitato, ma meno spesso è presente. È lì che possiamo compiutamente analizzare un arco di tempo complessivo, come ha provato a fare l'Assessore questa mattina evidenziando tutte le scelte e le complessità del caso.
È evidente che ci sarebbe tanto da dire su una ricostruzione, quella che abbiamo ascoltato, che, almeno per quello che sappiamo noi, per il momento ci appare decisamente parziale, fuorviante, con delle omissioni, con delle sottovalutazioni. Una ricostruzione estremamente di parte, ovviamente, come quella di un qualunque avvocato difensore che difende sé stesso.
Se dovessi esprimere una sintesi politica, mi pare che la linea difensiva molto debole, tra l'altro, sia quella di dire: "Noi non siamo né meglio n peggio delle altre Regioni".
Premesso che io avrei l'ambizione di fare meglio delle altre Regioni perlomeno me lo porrei come obiettivo - mi pare che questa idea si sia proprio abbandonata prima ancora di cominciare. Non capisco come il Piemonte possa assolvere alla sua gestione rispetto al fatto di essere più o meno in media con gli altri (posto che, in realtà, non è così). Ma andiamo a vederlo con qualche dato.
Noi non siamo in media con gli altri, nonostante questo sia il leitmotiv cui ormai siamo abituati da un po' di tempo. E, in ogni caso, anch'io trovo veramente fastidioso questo continuo tirare in mezzo i super consulenti, i responsabili, i commissari e una serie di figure di cui questa Giunta, con cadenza bisettimanale, si circonda, con un annuncio che riesce sempre un po' a deviare l'attenzione, proclamando un nuovo "super qualcosa" che ci difenderà dai nemici della galassia e, soprattutto, che confonde le acque proprio su quella catena di comando e su quelle responsabilità di cui si stava parlando poc'anzi; responsabilità che facciamo veramente fatica a ricostruire, perché queste mi sembrano tante operazioni di schermatura delle responsabilità e degli impegni che questa Giunta, invece, dovrebbe assumersi.
Perché il Piemonte non può dirsi in linea con gli altri? Era già capitato nella prima fase dell'epidemia, quando il Piemonte non conosceva focolai.
Nonostante questo, in pochi giorni e in poche settimane ha raggiunto le Regioni che all'inizio erano state colpite più duramente, mentre alcune di queste - facciamo pure l'esempio del Veneto, ma anche quello dell'Emilia Romagna - avevano saputo riprendere il controllo di una situazione che inizialmente le aveva ovviamente messe in crisi molto grave.
Il Piemonte, pur non avendo focolai di partenza, quindi partendo da una situazione privilegiata rispetto agli altri (ricordiamo anche le resistente ad assumere provvedimenti di contenimento a inizio epidemia), in poco tempo.
Proprio perché il suo sistema di tracciamento, il suo sistema di medicina territoriale e il suo sistema di analisi si sono rivelati assolutamente inadeguati all'epidemia che stava arrivando. Non parliamo, poi, dei dispositivi; problemi, questi, che con altra intensità hanno conosciuto le altre Regioni, ma non in maniera intensa come da noi. Parlate con i sindacati dei medici: persino in Lombardia negli ospedali i dispositivi non sono mai mancati! Le scene da terzo mondo che abbiamo visto noi, con i medici protetti da sacchi dell'immondizia, erano tutte piemontesi! E arriviamo alla seconda fase dell'epidemia, alla seconda ondata, dove di nuovo il caso piemontese è esploso. Proprio perché ad agosto i numeri si contavano sulle dita di una mano (parliamo di unità o di decine di casi al giorno rilevati nelle prime settimane di agosto, decine di casi in tutta la Regione, quindi pochissimi), avremmo dovuto tracciarli con assoluta efficacia e, soprattutto, avremmo dovuto limitare i contatti che ciascun positivo poteva avere. Invece, a fine agosto, quando già emergeva con chiarezza che il Piemonte, pur avendo lo stesso numero di positivi assoluti delle altre Regioni del Nord, faceva molti meno tamponi, doveva essere chiaro, evidentemente, che non stavamo tracciando adeguatamente il contagio.
La cosa è diventata evidente quando, nella seconda metà di settembre abbiamo cominciato a rilevare in Piemonte più positivi della Toscana, più positivi dell'Emilia Romagna, più positivi del Veneto, pur continuando a fare molti meno tamponi. Insomma, questa stupidaggine assoluta per cui il Piemonte stava seguendo una politica di appropriatezza del tampone, non raccontiamocela! In quel momento, evidentemente, nonostante da maggio questa Giunta avesse annunciato di essere in grado di fare 15 mila tamponi del giorno, non eravamo in grado di farli, tant'è vero che ancora adesso per arrivare a quelle cifre, per una sostanziale metà ci rivolgiamo al mercato privato, in particolare fuori regione, con ovvi ritardi rallentamenti, tamponi perduti, e questo fa parte dell'esperienza di ciascuno di noi.
Se avete un telefono e degli amici state solo raccogliendo segnalazioni di questo tipo: ho fatto un tampone, non ho la risposta da due settimane; ho fatto il tampone e l'hanno perso; ho fatto il tampone ed è dieci giorni che non so niente; sono positivo, non mi richiamano; sono passati due, tre quattro settimane e vorrei tornare a scuola o vorrei tornare a lavorare, ma nessuno mi sta cercando; mi sono presentato al drive in, ho fatto il tampone e lo hanno perso.
Questo è quanto cui stiamo assistendo sul territorio, perché quel sistema lì evidentemente ancora a settembre non era in grado di fornire risposte che doveva dare e adesso le riesce a dare con le fatiche che tutti quanti stiamo sicuramente registrando con le relazioni che ciascuno di noi ha sul territorio.
Non è soltanto il tema dei tamponi che vede il Piemonte clamorosamente indietro rispetto agli altri e che ci ha portato alla situazione attuale perché se ancora oggi, nei discorsi che si stanno facendo a livello di Conferenza Stato-Regioni, Piemonte e Lombardia sono le due Regioni maggiormente attenzionate e maggiormente indiziate di provvedimenti particolarmente restrittivi, evidentemente, un motivo ci sarà: è perché qui il virus si è diffuso diversamente e più intensamente che altrove, proprio perché non lo stavamo seguendo.
Al di là del sistema di tracciamento che - un po' mi vergogno anch'io, come diceva bene il collega Grimaldi - diamo già per morto, lo diamo già per spacciato e non sarebbe giusto vederla in questo modo, dovremmo invece ancora insistere per aumentare la nostra capacità di fare tamponi e aumentare la nostra capacità di fare tracciamento e di seguire il contagio perché questo, nonostante i numeri di oggi, è uno degli strumenti per riportare l'epidemia sotto controllo, soprattutto se lo abbinassimo a provvedimenti di chiusura, come quelli di cui ci sta parlando per ora sui giornali, di cui sapremo più tardi.
Questo, però, non è l'unico punto, perché nelle ultime due settimane non è un caso che il Piemonte conosca un tasso di ospedalizzazione tra i più alti tra le Regioni italiane. Anche questo è un segnale del fatto che, come seguiamo l'epidemia sul territorio, le attività delle USCA, le attività dei SISP, evidentemente, non stanno funzionando. Qualunque cittadino che, vi assicuro, sapendo come sono messi gli ospedali, conoscendo i rischi che si corrono, avrebbe tutta l'ambizione di restare a casa, ma se non si sente tutelato, non si sente curato e non si sente seguito, se non ha alternative, non può fare altro che andare in ospedale e non a torto (vorrei vedere ciascuno di voi nelle stesse condizioni), perché il cittadino ha bisogno che il sistema lo prenda in carico.
Continuare a raccontare fuori di qui una realtà che non esiste è inaccettabile. Ieri sera in una trasmissione televisiva con il collega Stecco si parlava di un'app con cui i pazienti torinesi malati di COVID paucisintomatici sarebbero seguiti a casa, ma io non ne conosco nessuno. Ho chiesto ad alcuni medici di base questa mattina, perché ho immaginato, ieri sera, di avere imparato qualcosa che non conoscevo, ma nessuno ha notizia di questa cosa.
Dieci giorni fa, dopo che noi lo avevamo detto abbondantemente un mese fa si è detto che i medici di base, finalmente, possono prescrivere il tampone senza passare dal SISP. Questo meccanismo i medici di base l'hanno visto attuato per la prima volta questa mattina - ripeto, questa mattina - e questa mattina il sistema è già in crash. Ai primi pazienti è arrivato l'sms, dopo che il medico di base ha caricato il nome sulla piattaforma e in tarda mattinata, questo sistema già non funzionava più. Questa situazione è una delle tante annunciate giorni e giorni fa.
Penso che un altro punto sul quale dovremmo riflettere è la gestione politica di questa pandemia, cioè il ricorso continuo ad annunci, che hanno uno scopo anche probabilmente condivisibile, che è quello di tranquillizzare, di dare la sensazione che la pandemia sia sotto controllo ma che poi non fanno altro che aumentare il caos.
Soltanto io ho ricevuto messaggi, scritti e vocali, di farmacisti che mi dicevano che cosa pensavano di noi, perché gli abbiamo mandato un sacco di persone che sarebbe stato meglio non si fossero recati in un esercizio pubblico a contatto con altre persone? Ecco, penso che tutti questi elementi (e chiudo con questo) ci dicano che la situazione è grave, che non dobbiamo continuare a sottovalutarla né ad affrontarla con annunci di attività che poi magari si faranno, ma che non sono ancora operative e che, in ogni caso, vedono il Piemonte oggi come un attenzionato speciale sul panorama nazionale.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Molto è già stato detto come osservazioni anche dei miei colleghi che mi hanno preceduto. Vorrei richiamare l'attenzione dell'Assessore sulla situazione dell'ASL TO3, perché mi pare che stia vivendo un momento di grande caos e confusione. Lo testimoniano numerose testimonianze dirette che ricevo quotidianamente, articoli di giornale e, forse, anche la mancanza di certezze, rispetto al Direttore generale può essere un'aggravante di questa situazione. Di conseguenza, se magari nella sua replica potesse darci qualche informazione in merito a questa nomina, si potrebbe contribuire un po' a rasserenare i lavoratori che si stanno impegnando all'interno delle strutture sanitarie con grande difficoltà.
Un altro tema sul quale vorrei portare l'attenzione dell'Assessore riguarda la scuola; nella sua relazione, l'Assessore ha presentato il modello di gestione nella scuola come un esempio non dico virtuoso, ma perlomeno accettabile. Ecco, credo che il grosso problema della scuola, in questo momento, sia direttamente legato alla tempistica relativa all'esito dei tamponi.
In questo momento, credo non sia tanto importante difendere la scuola in presenza (con questo, faccio anche una critica ad alcuni esponenti della mia stessa forza politica, che forse stanno difendendo in modo un po' troppo ideologico la scuola in presenza), ma credo importante, invece garantire intanto il diritto alla salute e questo dev'essere sempre al primo posto, per tutti, anche per gli studenti. Sembra banale e scontato dirlo, ma purtroppo non sempre lo è. Secondariamente, è importante difendere il diritto all'istruzione, che può avvenire anche attraverso la didattica a distanza.
È chiaro che forse avremmo dovuto prepararci meglio anche all'eventualità di un ritorno alla didattica a distanza, perché anche in questi mesi non si è fatto molto per cercare di garantire a tutti gli studenti l'accesso e anche la possibilità di essere dotati di dispositivi digitali. Questo è un altro tema che non dipende direttamente dall'Assessore, ma che sicuramente è stato trascurato in questi mesi.
In questo momento molte scuole stanno già chiudendo o hanno le classi praticamente vuote, perché può capitare, e capita spesso, che ci siano studenti positivi oppure con parenti positivi in casa che si trovano, di fatto, in quarantena, però anche nell'incertezza, perché non hanno avuto neanche modo di accedere al tampone. Molti studenti si trovano lì sospesi non potendo andare a scuola per timore di contagiare i compagni; d'altra parte, i compagni non sono nemmeno informati di questa situazione, quindi continuano a frequentare, vedere i compagni assenti, lo riferiscono magari anche a casa e quindi questo si ripercuote sulle altre famiglie. È un clima d'incertezza che porta a pensare che ci sia qualche situazione non troppo chiara, con tutti i timori annessi e connessi.
Nel momento in cui si riesce finalmente ad accedere al tampone - e vi assicuro che accedere al tampone, per uno studente, è veramente un'impresa epica, soprattutto in questi giorni - dopo c'è ancora tutto il tempo di ricezione dell'esito e intanto i giorni passano. Passano i giorni e, nel frattempo, magari altri compagni dimostrano di avere dei sintomi e le classi si svuotano. Tra l'altro, tutti questi studenti sono a casa e non hanno nemmeno la possibilità di usufruire della DAD, quindi sono studenti che si ritrovano chiusi in casa, isolati dai compagni e non hanno possibilità di seguire le lezioni perché per loro non è prevista la didattica a distanza. So di dire magari delle cose impopolari e controcorrente anche rispetto a molte posizioni della mia stessa forza politica, ma se serve uno stop anche per la scuola, bisogna farlo subito adesso. Ma non uno stop leggero, tentennante per non creare troppo scompiglio: bisogna essere decisi, mettere mano a queste situazioni e trovare soluzioni perché andare avanti così non è un bene neanche per gli studenti.
Bisogna riorganizzarsi meglio, tentare di fare respirare un po' i laboratori dove, tra l'altro, mancano anche i reagenti. L'Assessore Marnati ha fatto promesse e strapromesse, anche lui ha sempre avuto una visione piuttosto ottimistica rispetto a questo tema ma, nei fatti, i problemi dei laboratori continuano a presentarsi. I test rapidi pare non siano nemmeno disponibili; tutti gli altri test di cui abbiamo parlato in questi mesi, a partire da quelli salivari, per il momento sono ancora parole nel vento.
Tutto questo contribuisce a rendere la scuola invivibile. A questo punto mi chiedo se non sia meglio prendersi uno stop per un certo periodo e poi ripartire, ma ripartire bene, garantendo, tra l'altro, la didattica a distanza anche a quegli studenti che sono in quarantena e in isolamento cosa che, al momento, non è garantita da tutte le scuole.
L'ultimo punto su cui vorrei richiamare l'attenzione e che è già stato menzionato dai miei colleghi è quello relativo al vaccino antinfluenzale ma aggiungerei anche il tema del vaccino anti polmonite: non si trova. Ci sono tantissime persone che hanno problemi particolari e hanno bisogno di fare il vaccino per la polmonite, ma non riescono a trovarlo. Il medico curante al momento noi li chiama ancora, nelle farmacie è introvabile quindi anche rispetto a questo vorrei capire se possiamo avere qualche certezza in più.
Sul resto, sono già intervenuti i colleghi, quindi sottoscrivo tutto quanto già esposto.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Martinetti; ne ha facoltà.



MARTINETTI Ivano

Grazie, Presidente.
Vorrei partire dagli interventi che ho sentito poco fa, quelli dei miei colleghi che ho apprezzato e sottoscrivo. In particolare, credo che il Consigliere Sacco e il Consigliere Grimaldi abbiano posto l'accento su quello che è stato il vero problema per cui ci troviamo in questa situazione, cioè un serio problema di organizzazione, con il fattore tempo in primo piano, come ha detto il Consigliere Sacco. Tempo che, forse, non è stato utilizzato in maniera adeguata, pur avendone le possibilità.
Il Consigliere Sacco ha citato quello che è il grido di allarme che viene dal territorio da cui provengo io, dall'ASL Cuneo 2, in cui si dice che si sta vivendo alla giornata, ma rincaro la dose. C'è un'ANSA che è stata resa nota, a firma del dottor Cavalli - che mi risulta essere ricoverato segretario regionale del Coordinamento italiano medici ospedalieri, in cui si dice che avevano già chiesto a giugno, come sindacato, in vista di una possibile nuova ondata di contagi, di prevedere un adeguato piano di gestione della pandemia che tendesse a organizzare la gestione delle strutture sanitarie.
Il tempo. Abbiamo fatto un sacco di riunioni. Ne ricordo una con il Sindaco di Alba, il Sindaco di Bra, il Presidente dell'Unione dei Sindaci del nostro territorio, il Direttore generale dell'ASL, i dirigenti della formazione del nuovo ospedale che ha raccolto decine di milioni per l'ospedale di Verduno, per migliorare quello che deve essere un ospedale di eccellenza. In quella riunione ci sono venuti a spiegare che avevano il polso della situazione, che avrebbero prima occupato l'ospedale di Bra e poi, eventualmente, se ci fosse stata necessità, avrebbero occupato anche l'ospedale di Alba, che era già stato oggetto di un progetto da parte dell'ASL Cuneo 2 per adeguarlo alle esigenze, per accogliere i possibili contagiati, ribadendo come punto fermo che all'ospedale di Verduno sarebbero stati ricoverati solo i pazienti più gravi. Io sono stato l'unico in quella riunione a contestare questa decisione, che arrivava a ciel sereno: contestavo che in quella maniera si stava andando verso gli stessi errori che erano stati fatti a marzo, quando veramente c'era un'emergenza inaspettata.
In più occasioni ho riconosciuto all'Assessore Icardi il lavoro che si è dovuto affrontare essendo impreparati, non perché era impreparato l'Assessore, ma perché era impreparato il mondo a questa situazione. La Francia in questi giorni sta trasferendo addirittura i malati in Germania cioè la situazione è questa e la si deve spiegare tutti i giorni a coloro che ci attaccano, e attaccano anche me, su quello che non stiamo facendo per arginare la situazione.
In quella riunione ero l'unico a contestare quella scelta e mi è stato risposto di stare tranquillo, che era tutto a posto. Invece ci troviamo con un ospedale che per metà è occupato da malati COVID e per l'altra metà da altri pazienti. Siamo di nuovo andati verso quelli che, secondo me, erano gli errori fatti in un primo tempo. Mentre a marzo, veramente, si poteva pensare a un'emergenza, forse chiunque si poteva trovare impreparato, da lì in poi bisognava pensare a una sanità a doppio binario, perché era chiaro che si andava in quella direzione, così com'era chiaro che la curva sarebbe calata anche grazie al fatto che siamo stati chiusi in casa per più di due mesi. Poi c'è stata l'estate, la gente stava di più all'aperto e le scuole erano chiuse: era quasi normale e c'era da aspettarselo che la curva calasse. Ricordo in più di un'occasione le preoccupazioni e anche le chiacchiere che si facevano in cortile: il problema grosso era riferito a quella che sarebbe stata una successiva ondata, che nessuno si poteva immaginare di questa portata e con tale violenza, ma che non era totalmente inaspettata.
Ho sentito anch'io dall'Assessore Icardi un elenco di cose che sono state fatte, però se uno parla con le persone al di fuori di quello che è il nostro mondo, non trova nessun tipo di riscontro di tutto questo lavoro che è stato fatto. Ad esempio, sul problema dei tamponi non voglio ripetere quello che è già stato detto, ma io stesso conosco casi di persone che stanno aspettando a casa l'esito ed è già una settimana che hanno fatto il tampone. Quando arriverà l'esito, se sono positivi dovranno farsi altri dieci giorni d'isolamento. È un disagio che la gente ormai non riesce più a capire.
Inoltre, alcune delle cose che ci ha riferito l'Assessore Icardi mi sembrano un po' paradossali. Ho assistito prima alla risposta all'interrogazione del Consigliere Grimaldi e mi sembra che in quell'occasione sia stato detto che un ospedale - credo il Maria Adelaide non fosse adeguato per ricoverare i malati di COVID perché è fatto a stanze. Verduno è fatto esattamente così; l'ospedale di Verduno è fatto così, a stanzette, sono tutte stanzette.
Capisco che l'Assessore si debba difendere e che ci abbia messo anche tutto l'impegno possibile, però purtroppo i risultati non ci sono stati e non credo neanche che sia un vanto dire che nessuno è andato a curarsi fuori regione, anche perché fuori regione voleva dire andare in Lombardia, dove vi è una situazione ben peggiore della nostra.
Si è parlato di USCA, una ogni 50 mila abitanti, per cui nel mio territorio ce ne dovrebbero essere quattro. Io non so se ci sono o non ci sono, ma da quello che dicono i cittadini con cui parlo e che ci scrivono - ed è una situazione che succede a tutti i Consiglieri, compresi quelli di maggioranza - non credo che ci sia il riconoscimento di tutto questo grande lavoro che è stato fatto.
Pertanto, torno a dire che dobbiamo assolutamente cambiare passo. Posso anche capire che un Assessore non ascolti i consigli e i suggerimenti dei Consiglieri di opposizione considerandoli pretestuosi, ma quando il dottor Cavalli, che è il segretario del Coordinamento italiano dei medici ospedalieri - che non è di sicuro un grillino, ve lo garantisco - lancia un allarme di quel tipo, credo che dovrebbe essere ascoltato. Se non volete ascoltare noi, almeno ascoltate questi signori, che sono quelli veramente sul campo. Forse andavano ascoltati già prima, ma questa cosa non è stata fatta.
Ribadisco che è indispensabile ripensare agli errori fatti, perché è certo che sono stati fatti degli errori, altrimenti non saremmo a questi livelli.
Avremmo bisogno di una sanità che funzioni non solo per il COVID, ma anche per chi ha un incidente in auto o per chi viene colpito da un ictus. Tutte queste situazioni la gente non riesce più a capirle.
Ho letto anche il documento sulle liste d'attesa: nonostante gli sforzi che sono stati fatti, su cui ho qualche dubbio, d'ora in poi la situazione andrà sicuramente peggiorando e noi non ce lo possiamo permettere.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Disabato; ne ha facoltà.



DISABATO Sarah

Grazie, presidente.
In realtà, molte cose sono state già dette, quindi cercherò di non ripetermi. Chiedo anche scusa all'Assessore, perché sono un po' nervosa, in quanto ho assistito al discorso del suo capo di partito proprio ieri al Senato e mi viene da chiedermi se ci prendete in giro o se non vi parlate perché veramente è stato un teatrino a dir poco disgustoso. Ho visto il Senatore Salvini attaccare il Governo per aver chiesto di chiudere le scuole o per aver chiuso le scuole. Poi vedo il Presidente Cirio che giustamente - perché è da ammettere quando una decisione viene presa per il bene dei cittadini - chiude le scuole, perché stanno chiudendo da sole viste tutte le lungaggini e le vicissitudini legate ai tamponi e al tracciamento dei contagiati. Questo è da ammettere, invece noi assistiamo al contrario in Parlamento: un Salvini che attacca il Governo Conte, ma in Piemonte va tutto bene perché è il Presidente Cirio che chiude le scuole.
Noi lo diciamo da tanto tempo che bisogna assumersi le responsabilità ed essere grandi e responsabili in questo periodo di crisi sanitaria. Questa è la parte politica del mio intervento, perché poi mi sposterò sulla questione sanitaria.
Faccio un appello all'Assessore Icardi, ma anche a tutta la maggioranza: ci va responsabilità. Io ho deciso, e anche il mio Gruppo ha deciso, di essere responsabile in questo momento, cercando di limitare questi momenti di scontro politico, perché non sono accettabili. La stessa cosa vale per il fatto che il Governo è stato accusato per la questione della chiusura delle imprese. Siccome prima l'Assessore vi ha fatto cenno durante il suo intervento, mi verrebbe da dire che dovremmo parlare anche di tutti quegli imprenditori, di tutti quei lavoratori e partite IVA che rimangono chiusi in casa per giorni di quarantena perché non vengono effettuati i tamponi anche quelli di conferma o di verifica. Ci sarebbe da fare polemica a bizzeffe, ma cerchiamo di non farla né noi né in Parlamento.
Detto questo, i numeri odierni di tamponi sono un po' bassi, perché sono 10 11 mila tra ieri e oggi. Inoltre, con l'Assessore ho avuto la possibilità di confrontarmi e ho notato che vengono fatti soprattutto pochi tamponi sui nuovi casi. Questo, secondo me, è un grande limite perché, rispetto ai calcoli che si fanno tramite le tabelle nazionali, ci rendiamo conto che un quarto dei tamponi viene fatto sui nuovi casi. Questo limita tantissimo il tracciamento dei nuovi contagi e il contact tracing, per cui a mio avviso non soltanto il livello dei tamponi generale è basso, ma anche quello sui nuovi casi.
I numeri aggiornati a ieri parlano di 3.100 ricoveri ordinari e circa 200 in terapia intensiva. Sono numeri relativamente alti, che porteranno a un'assunzione di decisioni per quanto riguarda il futuro prossimo in termini di nuove chiusure e di nuove restrizioni per la nostra regione.
Noi dobbiamo interrogarci soprattutto su questi dati perché, come dicono i miei colleghi, sicuramente qualcosa non va. Mi soffermo soprattutto sul numero dei 3.100 ricoverati ordinari e mi chiedo come mai il Piemonte ne abbia così tanti. Che cosa succede? Perché le persone si riversano di nuovo negli ospedali com'è successo durante la prima ondata? Si fa in fretta a trovare la risposta. Noi ci dobbiamo mettere nelle condizioni di comprendere i piemontesi, i malati e di capire dov'è che s'inceppa il meccanismo. Ma partiamo dall'inizio.
Che cosa succede quando una persona inizia ad accusare dei sintomi (perch è là che interroghi, soprattutto se accusa sintomi o se ha il dubbio di essere stata a contatto con un positivo)? Chiama il medico di base. Quando lo trova subito, bene, la segnala direttamente al SISP, altrimenti passano dei giorni. Viene segnalate al SISP, il SISP dovrebbe comunicarle la presa in carico o, comunque, segnalarle quando verrà eseguito il tampone. Molti dicono, o comunque riferiscono, che il SISP non li ha mai contattati.
Di per sé, passano già dei giorni; la persona si aggrava o inizia ad accusare i primi sintomi o, addirittura, inizia ad autoisolarsi e quindi giustamente, rimane ferma nelle proprie attività. Magari il SISP non ti chiama e decidi di chiamarlo tu, perché dici: "Devo avere una risposta a quello che sta succedendo". Telefoni e ti rimanda al numero dell'ASL di riferimento. Comunicano, sempre i cittadini piemontesi, lungaggini delle telefonate, sempre se ti accettano la telefonata, perché a volte ti arriva direttamente il messaggio o ti comunicano subito che la chiamata non pu essere presa in carico.
Intanto, continua a passare del tempo e inizi a non farcela più.
Attenzione, tutto questo succede mentre una persona può essere anche sintomatica, per cui tu, che sei già malato, in più devi farti tutta questa trafila di telefonate. Stai male, ma devi passare la giornata al telefono.
Questo è quello che succede.
Inizia a balenarti nella testa che magari potresti rivolgerti a una delle farmacie per le quali il Presidente Cirio annunciò, la scorsa settimana a tutti quanti, la possibilità di fare i tamponi. Decidi di rivolgerti alla farmacia e la farmacia ti risponde che non c'è la piattaforma e non ci sono i tamponi. Decidi di rivolgerti al privato: bene, il privato - e questa è una soluzione di responsabilità che mi prendo, perché ho fatto diverse telefonate per verificare ti chiede: "Hai dei sintomi? Perché se hai dei sintomi, noi il tampone non te lo facciamo".
Ecco, a quel punto vorrei vedere quanti giorni sono passati e in che condizioni è la persona, perché ha passato tutte le giornate al telefono per cercare di reperire uno degli attori che dovrebbe riuscire a intercettare. Com'è che finisce in ospedale? Ci finisce così, Assessore, in ospedale, perché ha fatto tutta questa trafila, ha passato giornate al telefono, non è riuscita a ottenere il tampone e quindi, di per sé, non sa in che situazione è: magari sta male, si aggrava e, presa dal panico finisce in ospedale.
Questa è la situazione piemontese che viene denunciata da centinaia e centinaia di piemontesi, sempre ammesso e non concesso che non si voglia andare a fare le file in uno dei tanti hot spot, però anche lì passano giorni e giorni per ricevere l'esito del tampone e tu nel mentre ti sei isolato.
Dobbiamo metterci nella condizione di comprendere che questo sistema non è sostenibile. Questo ci porta veramente al collasso, perché quando non funziona tutta questa rete, che dovrebbe andare a supporto del cittadino a livello territoriale, a livello di risposte e dovrebbe rassicurare il cittadino, tutte queste persone si riversano negli ospedali. Ecco cosa succede, che si arriva a 3.100.
Siamo in una situazione drammatica e, ancora, cosa succede? Leggo un'intervista sul giornale del responsabile della sala operativa dell'Unità di crisi, che interpellato sul numero di questi 3.100 ricoveri, dice: "Giustamente serviranno delle strutture di supporto, serviranno nuovi posti letto, cercheremo di dedicare Lingotto Fiere per ricevere i malati tra dieci/dodici giorni o quando sarà". L'intervistatore gli chiede: "Bene, ma se per caso i posti in ospedale dovessero esaurirsi prima, che cosa succederà? Che cosa faremo?". Risposta: "Io non lo so, io spero che questo non succeda, in ogni caso ho un coniglio nel cappello, un jolly".
Assessore, le sembra normale che sul giornale sia rilasciata una dichiarazione del genere? Un cittadino piemontese che probabilmente ha sintomi e legge queste cose, cosa pensa? Sono veramente senza parole. Gliel'ho detto: ero anche un po' nervosa per quello che è successo ieri in Senato, però effettivamente uno s'innervosisce ulteriormente nel ricevere in continuazione le stesse segnalazioni e le stesse chiamate, così come a vedere che le cose non migliorano. La situazione è effettivamente quella che leggiamo in quell'intervista sul giornale: non sappiamo cosa succederà tra cinque giorni, perché i contagi crescono e i posti letto scarseggiano (perché sono ricoverate dalle 300 alle 400 persone al giorno, da 200 o 300 quanti sono dipende dalle giornate) ed effettivamente rischiamo di non arrivare al momento in cui abbiamo dei posti letto ulteriori da dedicare ai nostri cittadini.
Basterebbe andare un minimo alla base, un minimo alle telefonate che le ho segnalato prima, a quegli step che le ho segnalato prima, per intercettare effettivamente questi cittadini positivi, o malati, e dedicare loro subito l'attenzione che meritano, per evitare di farli sentire abbandonati.
Assessore, si metta nei panni di un anziano che deve fare questa trafila al telefono. Ci sono dei giovani che mi hanno detto che sembra un rebus, che è difficile. Mi hanno detto: "Non sappiamo a chi rivolgerci e non sappiamo dove andare". Immaginiamo un anziano che inizia a stare male, inizia ad accusare sintomi e deve stare tutto il giorno al telefono per capire che fine fare il suo tampone, se lo riceverà o che cosa succederà. Sono ben consapevole che c'è stato del lavoro alla base, che sono stati aumentati i posti letto, che è stato fatto tutto quello che si poteva fare, ma, come si vede, non basta.
Ancora, si denunciano quelle cose che all'inizio dovevano funzionare e non hanno funzionato; sembra quasi che sia passata l'estate e non sia cambiato effettivamente nulla perché, rapportato ai numeri che abbiamo adesso purtroppo quello che abbiamo fatto non basta.
Spero veramente di non assistere, tra qualche giorno, agli scenari descritti, perché sarebbe un disastro, ma soprattutto mi auguro che, oltre alle strutture, riusciremo ad adeguarle in tempi utili per la messa a disposizione del personale ulteriore, perché con i posti letto, ma senza il personale qualificato (che è quello che ci sta difendendo da questa pandemia in Piemonte, come in tutta Italia e in tutto il mondo) non riusciremo ad andare lontano.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Disabato.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato con attenzione la relazione dell'Assessore Icardi e mi permetto, da questo punto di vista, di fare alcune segnalazioni, porre alcuni temi e magari qualche proposta, perché è evidente che se siamo qui oggi, forse è importante per i piemontesi che anche ognuno di noi possa proporre qualcosa. Ormai assistiamo tutti a questo balletto tra Roma e Torino, in cui a Roma il centrodestra chiede le dimissioni dei Ministri qui alcune forze politiche chiedono la sfiducia di alcuni Assessori e, in una fase come questa, tanto vale il criterio romano per cui sarebbe assurdo, oggi, che qualcuno smettesse di fare il Ministro, ancorché abbia delle criticità nella gestione di quello che sta facendo, ma anche in questo caso mi sembra quantomeno strano pensare che si possa cambiare una macchina che evidentemente ha dei problemi, evidentemente ha lacune.
Non sarei così soddisfatto dell'operato, come invece è stato l'Assessore Icardi, perché è oggettivo che tanti di noi - penso tutti - abbiano ricevuto segnalazioni e problematiche, anche per questioni personali familiari o di conoscenti, che denunciavano le criticità di questo sistema.
Io non smetterò mai di pormi la domanda rispetto a quello che oggi si sta pensando sul nuovo punto nel quale costruire un nuovo spazio da 500 posti letto: la somma tra quello che si è speso e si è investito sulle OGR e quello che si spenderà per questo nuovo punto, forse avrebbe dato la possibilità, con una programmazione attenta e seria, di immaginare di ridare vita a uno degli ospedali che erano stati dismessi dalla Giunta precedente. Di alcuni di questi ospedali sulla base torinese si è parlato davvero molto anche nei giorni del primo lockdown.
Su quest'aspetto mi rimane un punto di domanda su come abbiamo deciso di andare in quella direzione piuttosto che immaginare di ridare vita a un presidio ospedaliero che, sì, a quel punto, poteva diventare il riferimento COVID per la prima fase della pandemia, ma anche per questa seconda ondata.
Tuttavia, sembra sempre che si cerchi una soluzione dell'ultimo minuto e che si gestiscano le emergenze una dopo l'altra invece che dare un senso a un'azione più strategica.
Veniamo, quindi, al tema dei tamponi, sul quale tutto quello che è stato raccontato dai miei colleghi è assolutamente vita quotidiana per tanti piemontesi, se non peggio.
Da questo punto di vista, mi preoccupo molto di come stiamo tenendo in casa persone che sono negative e non riusciamo a fare loro un tampone di controllo, non riusciamo a dare informazioni certe. Addirittura per un certo periodo alcuni mi hanno contattato per dirmi: "Guarda, ho fatto il tampone, ma il risultato dice che è indeterminato". Questa, infatti, è una delle altre situazioni che vivono i piemontesi: né negativo, né positivo ma indeterminato.
Noi stiamo lasciando ferme delle persone, spesso liberi professionisti, che se non possono uscire per lavorare - perché magari fanno mestieri che non possono essere svolti in smart working - perdono fatturato; parliamo, cioè di altre persone che rischiano di avere un problema economico ingente, di non poter mantenere le proprie famiglie, di non poter mantenere i propri dipendenti.
Da questo punto di vista, mi chiedo perché non si stia ragionando su un accreditamento immediato, veloce e importante, magari con tariffe e prezzi calmierati, rispetto a tanti poliambulatori che in questo momento stanno facendo una fortuna. Perché tanti si stanno recando a fare test rapidi in strutture che possono farli, ma che poi non garantiscono l'inserimento del risultato di quell'esame all'interno della piattaforma. E allora perché in questa fase non garantiamo subito a queste realtà, con prezzi calmierati di poter fare quello che in questo momento i SISP non sono in grado di garantire? La mia è una proposta, ma deciderò poi come comportarmi in Aula in base a come saranno accolti o meno i suggerimenti che arrivano dall'opposizione.
In questo momento, vi sono cittadini che non possono fidarsi del sistema perché mentre alcuni medici di famiglia stanno provando a reggere il colpo mi giungono voci che altri, invece, non iscrivono nemmeno i cittadini all'interno delle piattaforme, o c'è un gran pasticcio su come si può fare questo tipo di attività.
Da oggi si possono richiedere i tamponi. Bene, ma visto che tanti hanno bisogno di sapere con certezza se sono positivi o no e, soprattutto, nel caso del tampone di controllo, di ricevere l'esito in fretta, perché non ampliate la rete di convenzionamento anche con questi soggetti che fanno i test, e che fungano da azione suppletiva rispetto alle oggettive mancanze del nostro sistema? Sono mancanze perché c'è cattiva volontà? Penso di no.
Sono mancanze perché siamo sottonumerati? Assolutamente sì! Ci sono delle mancanze perché la catena di comando a volte rischia di essere pletorica e farraginosa? In parte è quello che stiamo vedendo.
Pertanto, chiedo a questa Giunta e all'Assessore di fare uno screening di tutti coloro che sono in grado di fare i test molecolari o di fare i test che permettano di dire se uno è positivo o se uno è negativizzato.
Accreditiamoli! Almeno eviteremo che i cittadini continuino a spendere soldi e soldi in strutture private, che, per carità, rendono un servizio e lo fanno più velocemente del pubblico, lo fanno anche in modo adeguato (se chiami ti rispondono al telefono!), ma, di fatto, stiamo spingendo nuovamente i cittadini a rivolgersi al privato.
Magari è una strategia politica, però, allora, dichiariamo che vogliamo continuare a far crescere i soggetti privati che in questo momento stanno dando una risposta che noi non riusciamo a dare nei tempi che i piemontesi chiedono. Oppure integriamoli, dando certezza a quelle persone che in questo momento vogliono sapere se sono negative, se sono negativizzate perché vogliono ricominciare a lavorare, perché magari non riescono a fare mestieri che si possono fare a casa.
C'è poi tutto il tema dei DPI. Per quello che riguarda il comparto pubblico di Regione Piemonte, l'Assessore ha fornito tutta una serie di dati che rivelano che, dal punto di vista dei DPI, siamo a posto. Io, però, continuo a ricevere segnalazioni secondo cui i DPI che sono stati forniti ai medici di base non sono sufficienti. Ricevo segnalazioni preoccupanti anche dal mondo del volontariato: mi riferisco, ad esempio, a quei soggetti che trasportano le persone in ospedale o che trasportano le infermiere a casa dei cittadini per fare i tamponi. Mi dicono che hanno finito i DPI.
L'Assessore in un question time della scorsa settimana aveva dichiarato che si sarebbe attivato un protocollo in tal senso. Pertanto, questi volontari che fanno da piloti e trasportano le nostre infermiere a fare i tamponi sotto casa, oltre a ricevere i DPI, sarebbero stati anche sottoposti gratuitamente ai tamponi. A che punto siamo? Non lo so.
Ci sono tutta una serie di questioni che, alla fine della fiera, tra il gioco del difendere a priori quello che si è fatto e, dall'altra parte attaccare comunque quello che si sta facendo, non hanno soluzioni.
La cosa che chiedo, però, almeno relativamente ai tamponi, è provare a dare una ratio a tutto questo e a coinvolgere all'interno del sistema i soggetti profit che in questo momento si stanno mettendo a disposizione dei cittadini piemontesi. Perché l'indeterminatezza dei procedimenti, oltre che l'indeterminatezza dei risultati, mette le persone in uno stato di angoscia.
Il fatto che ci siano persone sintomatiche che non riescono a parlare con il proprio medico di base, o che il medico di base li rimbalzi costantemente, al punto che si rivolgono prima all'ASL e poi al SISP senza ricevere alcuna risposta efficiente ed efficace, implica che prima o poi vadano a riempire i nostri pronto soccorso, e questo è oggettivamente un problema.
Altro tema: sarebbe importante dare risposte chiare sulla possibilità di ricevere il tampone velocemente per le persone fragili. E per "persone fragili" intendiamo certamente le persone con disabilità, ma anche le donne incinte. Da questo punto di vista, infatti, non disponiamo di canali preferenziali per queste categorie. Propongo quindi all'Assessore di rendere chiare le modalità di accesso ai tamponi per le donne incinte; in questo momento l'accademia scientifica sostiene che non vi siano delle conseguenze se una donna contrae il COVID ed è incinta, ma non sappiamo se questo dato sarà veritiero alla fine della pandemia, perché non abbiamo ancora dati clinici certi.
Altre due considerazioni e ho concluso, Presidente, sperando di non rubare troppo tempo. La prima riguarda il tema del trasporto pubblico. Non è strettamente connessa a ciò che diceva l'Assessore Icardi, ma è evidente che a molti di noi stanno arrivando segnalazioni in tal senso. Perché è vero che abbiamo ridotto sulla carta il numero dei passeggeri, ma i video che ci arrivano spesso da persone che devono prendere questi mezzi di trasporto per viaggiare dicono tutt'altro.
Infine, il grande tema della scuola e finisco veramente. Evitiamo di lasciare le persone, i ragazzi e le ragazze con disabilità da soli, creando delle classi-ghetto, perché questo sarebbe veramente assurdo e creerebbe un ulteriore problema per i loro familiari.
Concludo e mi scuso per aver usato qualche secondo in più.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Giaccone.



GIACCONE Mario

Grazie, Presidente.
Mi trovo a parlare alla fine del pomeriggio. Forse può essere utile, perch i punti che vorrei rapidamente sottolineare fanno un po' una sintesi di quelli che sono emersi nel corso di questa seduta pomeridiana; non è mia intenzione riassumerli all'Assessore, perché senz'altro li avrà sentiti, ma sono quelli che mi avevano già colpito nel momento in cui, questa mattina abbiamo intrapreso questa seduta d'Aula.
Cercherò di essere sintetico. Il primo tema è relativo ai tamponi. Siamo d'accordo che in questo momento sia uno degli elementi maggiormente stressati e di maggiore criticità; non voglio definirlo fuori controllo, ma è oggettivo che, in ogni passo che la catena del tampone prevede, ci siano delle criticità. Ci sono delle criticità nel momento dell'accesso al tampone stesso, perché sappiamo quali sono le code alle quali i cittadini sono sottoposti e quale sia il tempo che devono attendere per poterlo effettuare. Ci sono delle code nei tempi d'attesa tra il momento in cui tampone è stato finalmente effettuato e il momento in cui se ne ha oggettivamente riscontro finale. Inoltre, c'è un altro elemento che non è stato ancora sollevato, ma che a mio avviso è ugualmente delicato, che riguarda il controllo dei fiduciari a casa.
Qual è l'anello debole di questo percorso? Essendo le persone costrette a rimanere a casa nell'attesa del responso del tampone stesso, avendo delle necessità di lavoro, perché magari non lavorano in smart working, avendo delle necessità familiari, perché devono occuparsi dei figli, anche solo perché devono portarli a scuola o devono svolgere le loro necessità quotidiane, fanno sempre più fatica, nel momento in cui stanno aspettando il responso e, quindi, non sanno se sono positivi o negativi, a rispettare l'isolamento domestico fiduciario. In tal modo, corriamo il rischio di metterli in una situazione di oggettiva difficoltà e di stress per cui queste persone, anche se non dovrebbero, escono e, quindi, se sono positive diffondono ulteriormente il contagio.
Due sono gli ordini di problemi: uno è legato al disagio del lavoro e della gestione della famiglia, l'altro è legato alla possibilità di moltiplicazione del contagio per quelle persone che dovrebbero oggettivamente rimanere a casa.
Un secondo elemento che mi sento di sottolineare, come hanno fatto già altri colleghi nel corso di questa giornata e che emerge ancora adesso è l'oggettiva difficoltà d'individuare la catena di comando. L'Assessore ne ha parlato dicendo che era chiara, però è oggettivo che in questi mesi sia stata necessaria, nel corso del tempo, una continua correzione dei ruoli e delle responsabilità assegnate e, ogni volta, sono state introdotte delle personalità, dei leader, dei ruoli o dei gruppi di studio ulteriori per correggere il tiro. È chiaro che questo non ha giovato al coordinamento generale e neanche a un indirizzo preciso nella gestione generale della pandemia e dell'emergenza.
Un terzo elemento che a me lascia perplesso, ed è la domanda che faccio all'Assessore, ma temo che, suo malgrado, non riesca a darmi risposta.
Ammesso che su questi elementi, più o meno efficacemente, siamo intervenuti, il problema che questa mattina è emerso lampante ai miei occhi è come mai la Regione Piemonte, rispetto ad altre Regioni, abbia un tasso di contagi per popolazione, quindi non in numero assoluto, ma in proporzione, più elevato degli altri, ed è tra i due o tre tra i più elevati di tutta Italia.
Come mai i ricoveri in ospedale rispetto, di nuovo, alla popolazione piemontese è più alto rispetto a quello della maggior parte delle altre Regioni, anzi - anche in quel caso - è tra i primi due, in un caso contendendosi il triste primato con la Lombardia, nell'altro contendendo l'altrettanto triste primato con la Liguria? Come mai c'è quest'accelerazione così rapida delle ospedalizzazioni, probabilmente la più rapida in tutta la nostra Penisola? Insomma, come mai il trend di aumento dei casi da noi è così superiore rispetto a tutti gli altri? È proprio solo una casualità? È proprio solo che siamo i più sfortunati o c'è anche qualcosa che si è inceppato nel meccanismo e che ha effettivamente difettato, considerato che non eravamo proprio nelle medesime posizioni nelle graduatorie, nel primo periodo fra febbraio e i mesi successivi? Questo lo chiedo per sapere se l'Assessore ne ha un'idea, oppure se lo considera, come ha concluso (ma non voglio crederlo) il collega Grimaldi legato al "destino cinico e baro".
Il suggerimento che voglio dare, invece, è in termini positivi, perché in una recente riunione d'opposizione, della quale tutti siete al corrente, ci siamo dati come mandato quello di essere collaborativi, sferzando senz'altro la maggioranza, com'è nostro compito istituzionale, ma anche cercando di porgere elementi di contributo al miglioramento della situazione generale, come ha fatto già il collega Magliano poco prima di me.
In particolare, Assessore, temo che la comunicazione in tempi così delicati è particolarmente importante, ma è particolarmente importante che sia chiara e definita. Per quanto riguarda il tema dei tamponi rapidi, ho l'impressione che non ci sia stata una chiara comunicazione, trasmessa prima ai media e, poi, dai media ai cittadini, rispetto a quali siano i protocolli, quali siano le consequenzialità delle azioni e quali siano anche le conseguenze dei diversi esiti.
Faccio un esempio: ho verificato che tra gli stessi professionisti medici non fosse chiaro se i tamponi rapidi abbiano un valore per liberare le persone e, quindi, se l'esito dei tamponi rapidi è negativo (quindi, non positivo) possa valere come liberatoria rispetto alla possibilità di tornare alla vita normale.
Io so qual è, perché ho letto approfonditamente la DGR, però temo che quest'informazione non sia passata in maniera sufficientemente chiara trasparente ed efficace sia alla comunità dei professionisti - lo verifico sul territorio - sia rispetto ai cittadini.
È un invito, tra le mille preoccupazioni e le mille occupazioni che oggettivamente ha, a trasferire in maniera più semplice, logica e chiara possibile questo tipo d'informazione, proprio per rassicurare e condurre in maniera il più possibile logica il comportamento non solo dei cittadini, ma anche dei professionisti che sono preposti al contenimento del contagio.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Vicepresidente Salizzoni in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



SALIZZONI Mauro

Come voi sapete, sono ancora abbastanza nel giro e sono reduce da tutta una serie di visite agli ospedali torinesi, perché ho voluto verificare fino in fondo la storia dei letti che mancano. Non solo mancano, ma mancano in maniera drammatica, tant'è che in alcuni pronto soccorso ci sono dei codici rossi che sono in attesa di essere ricoverati.
Augurandoci che questa sera ci sia un lockdown di quelli veri, che duri quindici giorni, i cui risultati si possono vedere dopo quindici giorni penso che l'unica cosa fattiva che la Regione può fare sia quella di cercare di liberare, all'interno degli ospedali, quei letti che ancora sono considerati tra i malati medio e non gravi, ma non possono ancora essere mandati a casa, inviandoli in strutture alberghiere o, comunque, in strutture che se ne possono fare carico con un'assistenza adeguata.
Nel frattempo, come dice qualcuno, tirare la carretta per quindici giorni e aspettare gli effetti del lockdown, perché qui si rischia veramente di andare incontro a un disastro in una regione che, per di più, ha una struttura ospedaliera non adeguata. Ricordo a tutti che il capo della delegazione cinese, quando è venuto a fare visita in Italia e ha visitato un po' di ospedali - per fortuna non le Molinette - ha detto chiaramente che, con le nostre strutture, non saremmo stati in grado di far fronte alla pandemia in maniera adeguata.
Altri posti che ancora si possono liberare - voglio ricordarlo, ma forse a qualcuno dispiacerà - sono i posti delle strutture private. Abbiamo impedito l'attività privata dentro gli ospedali pubblici, ma non l'abbiamo impedita del tutto nelle cliniche private dove, in parte, si svolge ancora attività privata. Io credo che una parte di questa possa ancora essere sottratta.



(Audio mancante o non comprensibile)



SALIZZONI Mauro

La situazione non è disastrosa: è molto di più, è drammatica. Vi faccio solo presente che a forza di.



(Audio mancante o non comprensibile)



SALIZZONI Mauro

Si possono ricoverare i pazienti che siano di una gravità limitata o medio bassa, ma alcuni impianti che funzionano a base di ossigeno non possono essere installati perché troppo pericolosi, quindi bisogna tener conto anche di questo. Non possiamo pensare a giorni, ma dobbiamo pensare a ore.
È iniziata da poco la riunione sulla valutazione del DPCM. Mi auguro che questa valutazione sia estremamente severa e imponga a tutti noi veramente, di tornare a marzo-aprile, quando - ricordo - le cose andavano relativamente meglio (usare il termine "meglio" in questa situazione è un po' ridicolo, ma lo uso) nel momento i cui c'era praticamente una bolla.
Gli operatori sanitari cominciano ad ammalarsi, io ne conosco alcuni che sono in quarantena, sono positivi e non possono andare a lavorare, anche perché hanno dei sintomi. Il tragitto era casa-ospedale, ospedale-casa, ma nella misura in cui si perde questo tragitto e si ha una vita sociale e si consente, al di fuori degli ospedali, una vita sociale aperta, ecco che i rischi aumentano, ma questo deve valere per tutti, non soltanto per gli operatori sanitari. Faccio quest'appello proprio perché mi sono reso conto andando di persona.



(Audio mancante o non comprensibile)



SALIZZONI Mauro

In gran parte, vorrei dire che ne conosco almeno un 20% dei medici che ancora operano negli ospedali di Torino. La situazione rischia di arrivare a un punto di non ritorno e a Torino rischiamo situazioni simili a quelle che abbiamo visto a Bergamo in primavera.
Scusate il mio intervento tardivo, ma non ho saputo trattenermi.



PRESIDENTE

Se non vi sono altre richieste d'intervento, chiederei all'Assessore Icardi se vuole replicare.
Prego, Assessore.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Molto brevemente, Presidente.
Intanto voglio ringraziare quei Consiglieri di minoranza che hanno voluto sottolineare i problemi, senza cercare di fare polemiche. In particolare ne cito una per tutti. La Consigliera Disabato ha ricordato come in questi giorni assistiamo a dei balletti politici: da una parte, la minoranza parlamentare che accusa il Governo e ne chiede le dimissioni; dall'altra succede a parti invertite a livello regionale.
Siamo in un momento in cui sarebbe opportuno e giusto - qualcuno lo sta facendo e lo osservo da questi interventi con grande piacere - una fattiva collaborazione e un'evidenziazione dei problemi nel tentativo di risolverli.
Io non ho detto di essere soddisfatto di tutta la macchina e di tutto quello che sta succedendo, né ho fatto neanche un intervento difensivo come mi è stato attribuito. Ho specificato tutto quello che, a livello di programmazione e di gestione, è stato realizzato in questi mesi. Ho anche affermato che ci sono delle problematiche. Una è stata sottolineata prima ma partiamo da quelle che sono facilmente risolvibili.
Il tema delle vaccinazioni è stato toccato da più Consiglieri. In realtà anche quello è veramente un falso problema. Noi abbiamo consegnato 500 mila dosi, una parte alle ASL e oltre 400 mila ai medici di base. Molti le hanno ancora nei frigoriferi e non le hanno ancora fatte tutte. E man mano che finiscono, grazie alle consegne settimanali, le rinnoviamo e continuiamo a reintegrarle. Ai farmacisti le daremo la prossima settimana quando avremo le confezioni monodose, ma il tema dei vaccini antinfluenzali che mancano è veramente un'invenzione, al contrario di altri temi, come, ad esempio, i tamponi e il contact tracing, che rappresentano dei problemi veri, delle falle.
La Consigliera Disabato ha fatto l'esempio, lo ha citato anche il Consigliere Magliano e anche altri. È vero che ci sono dei problemi ed è vero che il contact tracing non riesce più a dare tutte quelle risposte che deve dare, tant'è che si è passati alle quarantene di coorte, cioè di gruppo, che possono essere liberalizzate anche senza i tamponi.
La Direzione di prevenzione, insieme con il Comitato scientifico, sta studiando e valutando queste modifiche già fatte, ma ce ne sono di ulteriori ancora da fare, proprio per dare una risposta al problema principale, che è anche una risposta a quello che chiedeva il Consigliere Giaccone: perché ci sono più ricoveri? Perché, come sempre, la medicina territoriale non dà le risposte adeguate nonostante il contratto COVID preveda pagamenti anche per i medici e nonostante tutta una serie d'iniziative e di protocolli. Oggi è uscita sui giornali la notizia: "Finalmente il protocollo territoriale". No finalmente un aggiornamento del protocollo territoriale, che era già stato in più versioni pubblicato dal mese di aprile, che raccoglie tutta una serie d'iniziative, da una parte il protocollo farmacologico e dall'altra parte il protocollo organizzativo, che prevede i ruoli delle USCA e dei medici di base.
È chiaro che né i SISP né le USCA da soli possono reggere l'urto di questi numeri di persone; se non c'è la collaborazione fattiva e l'organizzazione distrettuale con i medici di base, non regge. Pertanto, ci troviamo la gente in ospedale più che da altre parti, perché la nostra medicina territoriale era, forse, una delle più deboli. Sarà anche questo il motivo.
Pertanto, non è stato neanche possibile organizzarla al massimo nei mesi estivi. Questa è una delle risposte.
Perché più contagi? Io la risposta la lascio dare agli epidemiologi. La nostra Regione ha una serie di motivi di vulnus, come ad esempio un traffico giornaliero molto fitto e intenso di molti lavoratori verso la Lombardia.
Abbiamo un traffico incredibile dalla Francia e oggi la Francia è una paese in lockdown. Un cittadino francese della Regione del Rhône-Alpes (Regione rossa, con i contagi alle stelle) non può andare a Lione, non può andare a Parigi e non può muoversi liberamente in Francia, ma può prendere la macchina e venire comodamente al mercato in Italia, cosa che succede tutti i giorni. Abbiamo un traffico di cittadini francesi, oltre alle merci e oltre al traffico dovuto. Abbiamo già scritto al Ministro Di Maio, abbiamo già implorato qualche intervento sui confini, perché è impensabile che possiamo fare i controlli sulle autostrade e fermare a campione la gente.
Questo è uno dei temi. Da una parte, i contatti con la Lombardia e dall'altra il traffico con la Francia. Dall'altra parte ancora, come ho detto prima, il 59% dei contagi che hanno aperto la strada alla pandemia sono tutti contagi d'importazione. Poi c'è il trasporto pubblico e parzialmente anche la scuola o, meglio, l'intorno della scuola, per usare un termine matematico, perché il problema non è tanto all'interno, ma riguarda quello che succede intorno.
Ci sono tantissime concause e non so dirvi percentualmente - lo lascio dire agli epidemiologi - qual è l'apporto di ognuna di esse, ma è chiaro che abbiamo una situazione di particolare rischio rispetto ad altre Regioni italiane. Questo va detto.
Che poi il sistema dei tamponi presenti delle criticità, questo è vero.
Qualcuno ha ricordato: "Avete annunciato la modifica della procedura dei tamponi prescrivibili dai medici, ma solo stamattina è andata in funzione".
Esatto! Abbiamo dovuto organizzare gli incontri con i sindacati dei medici fare l'accordo, discuterlo, poi abbiamo dato incarico al CSI di fare le modifiche sulla piattaforma e sul software, ci hanno messo otto-nove giorni e ci sono voluti dieci giorni tecnici per applicare questa procedura.
Questa è la macchina che abbiamo. Noi facciamo tutta la programmazione chiediamo e facciamo, ma la macchina che oggi abbiamo è questa. La medicina territoriale che abbiamo (e non do la colpa a nessuno) e che nei decenni si è consolidata, è questa. Le risposte che possiamo avere sono queste.
Per quanto riguarda il personale, abbiamo assunto tutto l'assumibile, cioè 2.650 unità la scorsa settimana. L'organizzazione è stata data, perché è stato detto più volte ai Direttori che cosa fare, però la macchina è questa e i tempi di risposta sono questi. Cerchiamo di migliorarla al massimo delle nostre possibilità, con tutti i limiti che ci sono e che sono stati correttamente evidenziati anche dalla minoranza. Mi riferisco, in particolare, all'ultimo intervento Vicepresidente Salizzoni, che condivido pienamente.
Se non si adottano delle misure urgenti e più restrittive, rischiamo davvero di non dare risposte adeguate; liberare gli ospedali dalle medie e basse intensità di cura è la prima preoccupazione e lo stanno facendo. Si stanno facendo dei protocolli proprio per l'ingresso e per l'uscita dai reparti. Diversamente, non riusciamo a contrastare un crescente numero di contagi, il che poi porta, come ho spiegato in premessa, all'occupazione dei posti ospedalieri, unitamente a una scarsa risposta della medicina territoriale.
Mi spiace dover dire queste cose, ma il personale è stanco e si sta contagiando. Abbiamo tanti contagiati e purtroppo dobbiamo fare i conti anche con queste realtà. Addirittura nel reparto di un ospedale abbiamo avuto otto contagiati contemporaneamente, che ne hanno quasi pregiudicato il corretto funzionamento.
Stiamo prendendo gli specializzandi e non solo, anche quelli neolaureati e abilitati all'esercizio della professione. Stiamo facendo tutto quello che è possibile, ma cerchiamo di farlo con la massima serietà, senza fare ovviamente polemiche, pur riconoscendo i limiti di un'organizzazione che dovrebbe dare un certo tipo di risposte, ma che non riesce a dare, per tutta una serie di cause che avete anche illustrato bene, come il tampone che non si riesce a fare, ma, ripeto, è impensabile, con questi numeri, che SISP e USCA possano dare le risposte. Dobbiamo - e lo stiamo facendo avere la piena collaborazione della medicina territoriale, la collaborazione di tutti. Una forza, come 4.000 medici, in alcune aree del Piemonte sta funzionando, può davvero fare la differenza, per quanto riguarda la risposta territoriale e, quindi, una minore ospedalizzazione.
Ho ben presente i problemi, soprattutto li hanno ben presenti i tecnici e coloro che gestiscono, ma il richiamo fatto prima dalla Consigliera Disabato è di collaborazione. Voglio ricordare che anche il Presidente della Repubblica, nelle ultime esternazioni, lo ha fatto: collaborazione e non strumentalizzazione politica.
So che molti di voi lo fanno già spesso e vi ringrazio, perché molte segnalazioni sono a fin di bene per far riconoscere criticità e cercare di correggerle, ma vi assicuro che non è così facile. I problemi di tempi e le inerzie della macchina che stiamo gestendo sono davvero tanti, al di là dell'impegno degli operatori, che è sempre encomiabile, sotto tutti i punti di vista, perché sono stanchi, perché hanno vissuto una prima ondata pandemica, perché si stanno contagiando, nonostante tutti i DPI che ci sono. Le criticità non mancano, per cui la collaborazione e gli spunti di tutti sono davvero graditi e utili per i piemontesi.
Presidente, non voglio entrare nei dettagli tecnici, perché sarei di nuovo qui a parlare per due ore e non è il caso.
Ho sentito con attenzione tutte le criticità segnalate. Le porterò non solo in Giunta, ma anche al DIRMEI, per dare una testimonianza concreta e reale di quello che sta succedendo, anche se già lo sappiamo, per un ulteriore spunto a cercare di correggere le problematiche che oggi sono ben presenti sulla nostra gestione sanitaria piemontese.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

I Capigruppo mi dicano se c'è intesa per proseguire e votare la mozione n.
425 del Consigliere Sacco e altri, la cosiddetta mozione di sfiducia all'Assessore alla sanità.
Prego, Consigliere Preioni.



PREIONI Alberto

Grazie.
Mi auguro e spero ci possa essere questa condivisione, anche perché questa maggioranza si è dimostrata molto disponibile in un momento di assoluta emergenza, molto dettagliata e molto puntuale. Una velocità anche di questa maggioranza di inserire ordini del giorno che non è usuale per i tempi della politica e lo sappiamo benissimo, perché si tratta di una mozione di sfiducia nei confronti di un nostro Assessore, quindi spero si voglia e ci sia l'opportunità, nel giro di mezzora o un'ora, di esaurire quest'amplissima discussione.
Da parte nostra è così, ma spero che ci sia questa volontà anche da parte delle minoranze.
Grazie.



PRESIDENTE

Se non ci sono contrari, il Consigliere Sacco intende illustrarla?



ROSSI Domenico

Sull'ordine dei lavori anch'io, Presidente, prima della mozione.



GIACCONE Mario

Anch'io, Presidente, grazie. Prima dell'illustrazione, grazie.



PRESIDENTE

È sull'ordine dei lavori, Consigliere Sacco?



SACCO Sean

Sull'ordine dei lavori, sì.



PRESIDENTE

Prego, sull'ordine dei lavori.



SACCO Sean

Considerato che questa seduta di Consiglio non è proprio stata monopolizzata al 100% dalle opposizioni, questa stamattina siamo andati estremamente lunghi e abbiamo perso un sacco di tempo e non mi sembra il caso.



PRESIDENTE

Su cosa?



SACCO Sean

Abbiamo chiesto un'informativa che questa mattina è partita dall'anteguerra, mi scusi.



PRESIDENTE

Però è l'informativa, non è un problema tecnico.



SACCO Sean

È durata quasi due ore.



PRESIDENTE

Ho capito, ma è stato il Consiglio che ha chiesto l'informativa.



SACCO Sean

No, no.



PRESIDENTE

Pensavo ci fossero stati problemi di connessione, scusi.



SACCO Sean

No, no, assolutamente.
Consideriamo che è una mozione di sfiducia che andrebbe discussa con i tempi che merita una mozione di sfiducia, perché non è un atto campato per aria, ma ha delle fondamenta e dev'essere discussa in Consiglio regionale non in venti minuti, come pensano di fare i colleghi della maggioranza per levarsela di torno, perché non è questo l'approccio che abbiamo intenzione di dare a quest'atto.
Dal mio punto di vista, non ci sono le condizioni per fare un dibattito che possa essere pieno e utile all'Aula per questa mozione di sfiducia, che a questo punto dev'essere rinviata al prossimo al prossimo Consiglio, ma per questioni di tempi, perché non riusciamo a snocciolare la questione in venti minuti/mezz'ora. Non esiste.
Fra l'illustrazione e l'intervento dei colleghi, è chiaro che diventa un po' svilente affrontare l'argomento alla fine del Consiglio in pochi minuti.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi, sempre sull'ordine dei lavori.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Solo per ricordare, più che a lei, all'Aula, che avevo chiesto l'inserimento dell'ordine del giorno sul referendum di Gattinara, già dopo il voto sulla delibera sul dimensionamento. È intervenuto il Vicepresidente Carosso dicendo che oggi pomeriggio sarebbe arrivato un parere dal DIRMEI (non ho capito bene) sulla situazione dei Comuni.
Intanto volevo capire se questo parere è arrivato e se il Vicepresidente ci può aggiornare, ma, in ogni caso, il Consiglio, al di là del parere tecnico scientifico che la Giunta, legittimamente, richiede, credo si possa esprimere sulla questione.
Dai colleghi della maggioranza non ho ancora ricevuto feedback, ma a questo punto, Presidente, le rinnovo la proposta di discutere. Questo, sì, che lo possiamo fare in un quarto d'ora, perché l'8 novembre è fra cinque giorni.
Va bene il parere dei tecnici per la Giunta, ma la politica qualche responsabilità la può anche prendere. Su questo, volevo che decidessimo qualcosa.
Era in sospeso.



PRESIDENTE

Sì, grazie Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giaccone, sempre sull'ordine dei lavori.



GIACCONE Mario

Grazie, Presidente.
Mi riallaccio alle considerazioni del collega Sacco a proposito della mozione di sfiducia nei confronti dell'Assessore Icardi.
In proposito, ogni Gruppo dovrebbe avere la possibilità di esprimersi in maniera compiuta al riguardo e non ritengo che ci siano assolutamente i tempi perché questo possa avvenire in maniera lineare, chiara e trasparente. Mi sembra un argomento troppo delicato per essere sviscerato in venti minuti o in mezz'ora, considerato che sono già le 18.10, ora che avevamo inizialmente previsto come fine della seduta.
Sa che in genere non sono perentorio, ma stasera sarebbe veramente considererei fuori luogo votare in tempi così stretti una mozione così importante e delicata.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bongioanni, sempre sull'ordine dei lavori.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Non so se mi vedete o meno a video. Sembra che anche il computer sia stanco!



(Audio mancante o non comprensibile)



BONGIOANNI Paolo

La relazione dell'Assessore Icardi è stata importante, lunghissima e precisa. Ringrazio l'Assessore Icardi per il dettaglio delle informazioni che ci ha fornito, come tutti i colleghi che hanno partecipato al dibattito.
Tuttavia, proprio per l'importanza dell'argomento e per quanto la maggioranza evidenzi e sottolinei quanto è stato fatto, che ci ha portato in certi momenti a essere considerati come la migliore Regione nell'affrontare l'emergenza COVID, credo sia opportuno chiudere i lavori adesso e ripartire da dove ci siamo lasciati martedì prossimo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola il Vicepresidente della Giunta regionale Fabio Carosso; ne ha facoltà.



CAROSSO Fabio, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Volevo rispondere al Consigliere Rossi: giustamente, tutti aspettavano una risposta dal CTS, che mi è arrivata solo qualche minuto fa (è per quello che non avevo ancora chiesto di intervenire).
Dal CTS ci dicono che, vista la situazione epidemiologica e anche in virtù del DPCM che sarà varato a breve (dalle indiscrezioni, pare che ci sarà una chiusura magari non totale ma parziale in tutto il Piemonte), è consigliabile rinviare il referendum su Gattinara.
Sicuramente agiremo noi domani in tal senso, perché non credo sia il caso di andare a votazione domenica.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Se non vi sono ulteriori richieste d'intervento, sospendiamo il dibattito odierno, per riprenderlo nel prossimo Consiglio regionale. Ne discuteremo comunque nel corso della Conferenza dei Capigruppo, che si svolgerà domani alle ore 14.
Attendiamo la fine della Conferenza Stato-Regioni per svolgere una Conferenza dei Capigruppo con il Presidente Cirio. Appena perverranno notizie in merito, le comunicheremo a tutti i Presidenti dei Gruppi.
Detto questo, possiamo concludere i lavori dell'Assemblea. Auguro a tutti una buona serata e buon lavoro.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 18.15)



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