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Dettaglio seduta n.99 del 20/12/96 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 5) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Bellion, Goglio Majorino, Manica e Pichetto.


Argomento: Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Esame progetto di legge n. 59: "Delimitazione degli ambiti territoriali ottimali per l'organizzazione del servizio idrico integrato e disciplina delle forme e dei modi di cooperazione tra gli Enti locali ai sensi della legge 5/1/1994 n. 36 e successive modifiche ed integrazioni. Indirizzo e coordinamento dei soggetti istituzionali in materia di risorse idriche" (seguito) - Esame ordine del giorno n. 397


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori con la prosecuzione dell'esame dell'articolato del progetto di legge n. 59.
ART. 3 1) Emendamento presentato dal Consigliere Montabone: sostituire le parole dopo "I Comuni" con "appartenenti all'ambito" e sopprimere le parole "non appartenenti a Comunità montane, le Comunità montane e".
Lo ritira o lo mantiene?



MONTABONE Renato

Lo ritiro.



PRESIDENTE

L'emendamento viene pertanto ritirato.
2) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Papandrea: al comma primo sono cancellate le parole "non appartenenti a Comunità montane" è aggiunto il seguente comma secondo: "Le Comunità montane rappresentano i Comuni che deliberano in tal senso".
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla pianificazione e gestione delle risorse idriche

La questione della rappresentanza nell'Autorità d'ambito è molto particolare, tanto più in una Regione come la nostra, che conta 1.209 Comuni. In merito, vi sono varie scuole di pensiero; per esempio, vi sono coloro che dicono "affidiamo tale funzione alla Provincia". Noi invece come credo l'intero Consiglio, riteniamo di assegnare un ruolo agli Enti locali, intendendo con tale dizione una definizione complessiva di Enti locali: guardiamo quindi alle Province, alle Comunità montane e ai Comuni.
Questo il primo punto.
Dal punto di vista pratico, occorre anche creare condizioni di operatività; riteniamo, con gli emendamenti presentati, di proporre quanto segue: partecipazione di tutti i Comuni alla fase costitutiva delle Autorità d'ambito; dopodiché, adozione di forme di semplificazione dal punto di vista della rappresentanza. In ciò ci soccorre la legge n. 142 e la legge sulla montagna, che assegnano funzioni alle Comunità montane; noi per analogia, ci richiamiamo a quelle normative.
Per quanto riguarda i Comuni non montani, vi è un emendamento che attraverso convenzione e direttive che dovranno essere emanate successivamente cui gli Enti locali dovranno attenersi, orienta nella direzione di forme di aggregazione territoriale per aree omogenee.
Non concordiamo sull'emendamento, non perché non ci si ponga il problema, ma perché vi è la logica, qui riassunta, sulla quale ieri in Commissione abbiamo discusso a lungo.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Andrea

Ci sembra che quanto detto dall'Assessore e la soluzione trovata possa anche andare bene, anche se si tenta di mettere sullo stesso piano Comuni appartenenti alle Comunità montane e gli altri solo in un secondo momento: noi pensavamo che questa parità dovesse esserci già nella fase iniziale dell'atto costitutivo e che valesse per tutti lo stesso percorso, senza separazione tra Comuni montani e gli altri. Ci pareva fosse più logico vista la soluzione individuata per i momenti successivi, mettere tutti i Comuni sullo stesso piano, tanto più che, essendo il primo momento dalle caratteristiche assembleari, non credo proprio che la presenza dei Comuni montani in modo diretto e non in modo delegato possa in qualche modo sconvolgere le caratteristiche dell'assemblea, che sarà comunque numerosa e significativa. D'altro canto, nel nostro emendamento diamo la possibilità ai Comuni delle Comunità montane di una loro decisione autonoma, già in questo primo momento, di organizzarsi in forma collettiva in quanto Comunità montana e non in quanto singola.
Ci pare un discorso logico: essendo stata individuata una soluzione crediamo che questa debba valere per tutti senza alcuna separazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

In realtà non viene data ai Comuni montani effettiva possibilità di rappresentarsi; infatti, uno degli obiettivi era di creare un'assemblea che non fosse così vasta come partecipazione e numero al punto di renderla praticamente inefficace e pletorica e di non riuscire a deliberare in modo conveniente. Abbiamo la fortuna che i Comuni montani hanno già una rappresentanza nella Comunità montana, che interpreta la peculiarità e la particolarità della situazione del Comune montano, quindi abbiamo ritenuto di individuare correttamente nel Presidente della Comunità montana la giusta e adeguata rappresentanza dei Comuni montani.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Essendo stato la causa di una sospensione del Consiglio che ha portato ad una riunione non breve della Commissione di ieri, credo di dover intanto scusarmi per il mio atteggiamento in aula l'altro giorno ed inoltre ringraziare coloro che hanno dedicato un po' del loro tempo a questa particolarità dell'attuazione della legge Galli. Ringrazio inoltre l'Assessore e i funzionari che hanno collaborato con la Commissione per il miglioramento in particolare dell'art. 6.
La soluzione non è ottimale, però si intravede una seria volontà politica di attuare quei principi che io ed altri colleghi abbiamo richiamato in aula mercoledì scorso.
Credo che questa impostazione possa essere utile per questo tipo di servizio e per altri dei quali dovremo discutere in quest'aula successivamente. Non è più pensabile che le singole unità territoriali, il singolo ente locale, possano fare fronte alle esigenze presenti sul territorio da soli. In fondo con questa piccola formula attuiamo anche quanto è previsto nella legge n. 142, cioè un invito ai Comuni ad organizzarsi per territori omogenei per risolvere alcuni problemi che da soli non riuscirebbero a risolvere.
Poi esamineremo l'emendamento che l'Assessore presenterà all'art. 6, ma credo che un passo avanti rispetto al problema che abbiamo dibattuto mercoledì scorso si sia fatto. Di questo mi ritengo assolutamente soddisfatto, perché anche se ancora non abbiamo la parità perfetta fra i Comuni montani e i Comuni non montani, ci stiamo avvicinando molto. E' solo questione di tempo: attraverso questa legge si esprime una volontà ben precisa.
Ringrazio inoltre il Gruppo di Rifondazione Comunista, che ha collaborato alla stesura della legge e che in aula ha creduto con me che la riunione della Commissione dovesse essere fatta ulteriormente per modificare le parti che non andavano ancora bene. Ho presente inoltre lo sforzo fatto dai colleghi Peano, Riba ed altri. Mi sembra che questa sia una volontà quasi unitaria per migliorare l'attuazione della legge Galli.
Un grazie quindi all'Assessore che ha accettato i nostri consigli.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Grazie, Presidente, poi non interverrò più.
Vorrei dare conto dell'ultimo pezzo del percorso che ci ha portato sulla base dei problemi sorti in aula, ad approfondire alcuni aspetti dell'impostazione della legge regionale che garantisce l'attuazione della legge Galli.
In sostanza, per la Regione si sta ponendo il problema impegnativo nonché operativo, di configurare il processo di emancipazione delle istituzioni dalle fasi gestionali dirette e, nello stesso tempo, di elaborare un'impostazione di rapporti tra le Authority, che stanno diventando le istituzioni, e i gestori, che sono i soggetti tecnici attuatori.
Di fronte ad una situazione istituzionale variegata e per certi versi ancora condizionata dalla presenza di una notevole quantità di Comuni non unificati, se non per la parte di competenza della Comunità montana, in forme intermedie di rappresentanza, nella prima fase di applicazione di questa nuova impostazione ci siamo ripetutamente trovati di fronte al problema che ha posto il collega Montabone in maniera più - mi si passi l'espressione - rumorosa ai fini di seguire un percorso che evolveva verso la fase finale. In effetti la cosa è stata opportuna perché ci ha consentito perlomeno di rispondere alle istanze poste dai compagni di Rifondazione Comunista, e cioè un approdo che secondo me è utile sul piano più generale: far intervenire i Comuni direttamente, dando loro la possibilità di essere effettivamente presenti attraverso un meccanismo riassuntivo dei loro numeri. Altrimenti, a Torino, trecento persone non costituiscono un congresso o un'assemblea dotata di effettivi poteri.
Affermare, con questa legge, che gli Enti locali, i Comuni, non rappresentati dalle Comunità montane, definiranno tra di loro una forma di rappresentanza unitaria, senza imporre come, indica un percorso che dovrà essere realizzato d'intesa tra Enti locali, Province, Regione, sapendo che andare più in là significa precipitare le cose sul piano applicativo della legge n. 142.
Sotto un altro profilo c'era il problema, ripetutamente posto sul piano politico più generale da Rifondazione Comunista, di come fare in modo che non ci fossero dubbi rispetto alla volontà di mantenere in essere le gestioni esistenti, una parte delle quali sono anche costituite dalle Aziende municipali che non possono avere un futuro nell'ordinamento dei gestori; diversamente, può avvenire che un Comune diventi immediatamente imprenditore, suscitando analoghe aspirazioni da parte di tutti gli altri.
Nello stesso tempo abbiamo firmato, come relatori, alcune modifiche che rendono più esplicita la determinazione di mantenere nel periodo transitorio di cinque anni tutte le gestioni attualmente esistenti, ivi compresi, per citarli specificamente, gli acquedotti di Torino e di Vercelli, che avevano rappresentato un grosso elemento di preoccupazione per la CISPEL regionale.
Mi pare che la legge nelle condizioni possibili abbia raggiunto oggi il massimo di razionalità e non ha seguito - lo voglio dire anche per darne atto all'Assessore e alla Giunta - criteri di impostazione politico partitica, ma criteri ispirati al tentativo di dare attuazione a questi indirizzi della legge n. 142 prefigurando anche un'ulteriore evoluzione dell'ordinamento istituzionale. Da questo punto di vista ritengo che la legge così impostata possa mantenere tutta la sua validità anche in quel quadro di riforme istituzionali che stiamo proponendo come Regione, perch configura un'impostazione capace di mantenere tutta la sua razionalità, a prescindere dalla contingenza in cui viene approvata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galli.



GALLI Daniele

Volevo precisare solo alcuni punti.
Nell'analisi effettuata ieri in Commissione, si è preso in considerazione il problema della rappresentanza democratica con i grandi numeri.
E' stata analizzata e risolta l'esigenza di creare nei Comuni non appartenenti alle Comunità montane un'organizzazione che li potesse raggruppare e, tutto sommato, rappresentare in forma decisionale valida.
Nell'ambito della legge, si è richiamata ancora l'entità del contributo destinato alle Comunità montane, evidenziando che il 3% è il contributo minimo e che pertanto ogni realtà si sarebbe successivamente adeguata alle esigenze del proprio territorio montano (quindi, grande flessibilità).
Si è evidenziato che le realtà pubbliche possono, in maniera molto semplice, riconvertirsi e quindi partecipare alla gestione degli Ambiti, e ciò è una tutela per le realtà esistenti.
Nello stesso tempo, si è maggiormente evidenziata anche la tematica dell'antitrust, per evitare che ci fossero degli accaparramenti di gestione degli Ambiti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Peano.



PEANO Piergiorgio

Mi limiterò a fare un'ultima e brevissima riflessione sulla legge annunciando che anche noi non faremo ulteriori interventi durante la mattinata, se non le dichiarazioni di voto sugli emendamenti.
La giornata di ieri è stata produttiva, pur con le sue fatiche, e direi che è stata importante per raggiungere un risultato. Abbiamo tutti perdonato il collega Montabone, che il giorno precedente, un po' da monello, ci aveva costretto a prolungare i lavori, ma - ripeto - la mattinata in Commissione è stata veramente produttiva.
Complessivamente, si è raggiunta una legge a cui noi daremo il nostro voto positivo, anche se rimangono i tanti dubbi che avevamo espresso nella riflessione iniziale.
Abbiamo raggiunto una buona autonomia del territorio, e questo è stato un lavoro importante; una sua autonomia per riuscire ad organizzare il tutto compresa l'Autorità d'ambito.
Tuttavia non mettiamo in dubbio che rimarranno due grossissime difficoltà. La prima è che la morfologia, la geografia del nostro territorio impediranno in modo assoluto di poter raggiungere un servizio integrato per tutto il territorio piemontese. Pensate alla grande pianura con i tanti casolari sparsi: sarà impossibile riuscire a fare impianti di fognatura e depurazione per tutti, perché il nostro territorio è così.
Pensate al territorio montano. Ieri, ad esempio, ricordavo un Comune con le sue cento borgate. Come sarà possibile riuscire a creare un servizio integrato per queste cento borgate? La geografia, la morfologia del nostro territorio hanno queste peculiarità, che però sono anche difficoltà, per riuscire a creare un servizio che possa intendersi integrato per tutto il territorio piemontese.
Questo sarà un aspetto che l'Autorità d'ambito dovrà verificare e che sarà di difficile attuazione. Oggi depuriamo l'80% del territorio? Benissimo riusciremo a raggiungere l'82-83%, ma non andremo oltre perché non riusciremo a creare impianti di depurazione per tutta la campagna e tutta la montagna, e sono migliaia le persone che abitano in queste situazioni.
La legge aveva la sua logicità, andava fatta, la approviamo, per rendiamoci conto che sarà impossibile riuscire a portarla a compimento per tutta la comunità piemontese.
Secondo aspetto. Sui soggetti gestori è inutile che ci nascondiamo.
Anche se speriamo che alcuni degli attuali soggetti riescano a riconvertirsi, ad accorparsi, a diventare grandi soggetti loro stessi comunque ci sarà un regime di monopolio. Avremo sei grandi soggetti per tutto il territorio piemontese e i criteri di appalto per questi porteranno inevitabilmente ad escluderne molti. Quando si tratta di grandi dimensioni poche ditte riescono ad organizzarsi e a partecipare. Di conseguenza, ci sarà un regime di monopolio.
Queste due grandi difficoltà mettiamole in conto: una, il territorio l'altra, i soggetti gestori. Come ho detto, noi votiamo a favore di questa legge, ma rimangono questi due aspetti che saranno insuperabili.
Ieri, al termine della Commissione, con il Presidente Riba - che ringrazio per l'attenzione che ha prestato a questa legge, per far convergere al voto positivo tutte le forze politiche - si è parlato dell'accerchiamento politico dei piccoli Comuni, che si è evidenziato qualche giorno fa, al riguardo della Tesoreria unica, e che si evidenzia oggi con questa legge. Vorremmo mettere in evidenza che, purtroppo, questa è una cultura politica.
Comunque, il nostro voto sarà positivo. Non faremo ulteriori interventi. Sugli emendamenti esprimeremo il nostro voto.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione l'emendamento test discusso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli e 34 astensioni.
3) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Papandrea: dopo le parole "di ciascun ambito territoriale ottimale", aggiungere la seguente frase: "nel pieno rispetto delle priorità legate agli approvvigionamenti per fini potabili ed alla tutela degli ambienti acquatici con particolari riferimenti ai deflussi minimi vitali nei corsi d'acqua naturali".
La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Credo che l'emendamento si illustri da sé, quindi non ritengo necessario intervenire.
Vorrei conoscere il parere della Giunta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla pianificazione e gestione delle risorse idriche

Desidererei, a questo punto, fare un intervento onnicomprensivo per l'art. 3, che riguarda tre emendamenti, dicendo che su questo vi è un parere contrario, mentre su quello successivo il parere è favorevole.
Inoltre, abbiamo presentato la riformulazione di un emendamento che il Gruppo di Rifondazione Comunista aveva presentato per l'art. 5, che noi invece proporremmo di introdurre all'art. 3, comma primo, lettera g).
La motivazione del non accoglimento di questo emendamento è che noi riteniamo che i principi e le finalità delle normative di carattere ambientale sono richiamati intanto nell'art. 1 e poi sono ampiamente contenuti nella legge Galli. E' chiaro che si condivide il richiamo costante ad un approccio di tipo ambientale, con particolare riferimento agli acquiferi; però in sostanza si vuole mantenere un minimo di organicità attraverso questo riferimento, soprattutto all'art. 1 che contiene i principi, e all'art. 3 che, in sostanza, disciplina l'esercizio in forma associata delle funzioni relative al servizio idrico.
Comunque, proprio per dimostrare che articolo per articolo si sono valutate le proposte in modo organico, ho fatto questa premessa perché non venisse travisato il giudizio negativo su questo articolo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 3).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 3 voti favorevoli, 22 contrari e 10 astensioni.
4) Emendamento presentato dai Consiglieri Riba, Cavallera, Papandrea e Galli: al comma primo, lettera g), dopo la parola "servizio", vengono aggiunte le parole "anche mediante verifica costante del programma di attuazione delle politiche di risparmio idrico ai sensi dell'art. 5 della legge n.
36/94".
Questo emendamento riprende i contenuti di un emendamento che sarà formulato per l'art. 5 a firma dei Consiglieri Chiezzi, Moro e Papandrea.
Pongo dunque in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 34 voti favorevoli e 1 astensione.
5) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Papandrea: è aggiunto il seguente comma: "2. Nell'esercizio delle funzioni di cui al comma primo, gli Enti locali di ciascun ambito territoriale ottimale si attengono alle direttive ed agli indirizzi regionali e della pianificazione di bacino in materia di uso tutela, riqualificazione e risparmio delle risorse idriche e di qualità del servizio idrico integrato".
Tale emendamento è accolto dalla Giunta; lo pongo dunque in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 34 voti favorevoli e 1 astensione.
Si proceda alla votazione dell'art. 3 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 31 astensioni 5 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 6) Emendamento presentato dal Consigliere Montabone: sostituire le parole "non appartenenti alle Comunità montane" con "dell'ambito".
Tale emendamento è ritirato.
7) Emendamento presentato dai Consiglieri Riba, Galli e Cavallera: al comma secondo, sostituire le parole "gli Enti locali" con le parole "i Comuni, ivi compresi quelli appartenenti a Comunità montane, le Comunità montane e le Province".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 35 voti favorevoli e 2 astensioni.
8) Emendamento presentato dai Consiglieri Peano e Riba: al comma quinto, dopo le parole "Giunta regionale", aggiungere le parole "sentita la competente Commissione consiliare" e le parole "30 giorni" sono sostituite con le parole "60 giorni".
La parola al Consigliere Peano.



PEANO Piergiorgio

E' molto semplice l'illustrazione: i 30 giorni diventano 60 se è accolta la prima parte dell'emendamento, perché se deve essere sentita la Commissione consiliare permanente è opportuno consentire il tempo necessario alla Commissione stessa per esprimersi.
"Sentita la competente Commissione consiliare": qui sta il punto nodale di questo emendamento, perché riteniamo giusto e necessario che il tutto venga opportunamente rivisto e discusso dalla Commissione e successivamente dal Consiglio stesso, per verificare l'operato della Giunta. Questo per una maggiore tranquillità da parte dei componenti la Commissione stessa.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 34 voti favorevoli e 3 astensioni.
9) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Papandrea: al comma sesto, dopo le parole "territorio dell'ambito", aggiungere le parole "che istituirà apposito ufficio".
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla pianificazione e gestione delle risorse idriche

Noi riteniamo che questa facoltà di organizzarsi rientri nell'ampio potere di autorganizzazione che viene dato all'Autorità d'ambito; quindi inviterei a ritirare l'emendamento.
Non c'è una questione politica. Secondo me c'è solo il riconoscimento all'Autorità d'ambito della possibilità di autorganizzarsi; la nostra potrebbe anche sembrare un'invasione di campo. Personalmente consiglierei l'astensione.
Vi è una potestà ampia di autorganizzazione, quindi si organizzerà l'autorità d'ambito secondo le modalità della legge. Prefigurare una cosa anziché un'altra credo che a questo punto sia una fuga in avanti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Assessore, non è una fuga in avanti, perché il rischio che questa Autorità d'ambito nasca in modo un po' sfrangiato e anche dal punto di vista logistico non ben individuato esiste. Sappiamo come vanno le cose: la legge la istituisce, è presso la Provincia, chissà dov'è, magari ci mettono un anno ad individuare gli uffici. Se in legge noi indichiamo come primo atto che l'Autorità d'ambito istituisce un ufficio, ci sarà il reperimento di un luogo a ciò dedicato all'interno della massa degli uffici esistenti.
Ci sembra proprio una cautela e una chiarezza poi per gli utenti di questo servizio dire in legge che bisogna istituire un ufficio, altrimenti si rischia che nell'ambito della Provincia si debba correre di qui e di là e di non avere un riferimento anche logistico.
Invito quindi l'Assessore a riflettere; non è un'impuntatura, ma è per chiarire che dopo questa legge esisterà l'ufficio Autorità d'ambito.



PRESIDENTE

Si potrebbero scrivere, dopo le parole "residente nel territorio dell'ambito ove non diversamente stabilito nella convenzione", le parole "che si doterà di idonee strutture". Non credo che sia un grosso problema.
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla pianificazione e gestione delle risorse idriche

Ne abbiamo discusso anche in Commissione. Qui parliamo di cooperazione tra gli Enti locali e quindi le soluzioni devono essere trovate a quel livello.
Nel momento in cui noi facciamo una previsione finanziaria all'interno della legge che interviene una tantum, qualcuno potrebbe dire che se la Regione istituisce l'ufficio deve anche dare la dovuta copertura. Non ci sono ragioni sostanziali per dire no a questa proposta, ma io ritengo che rientri nel potere di autorganizzazione. Abbiamo snellito la legge proprio perché molte parti politiche in Commissione chiedevano di non prevedere questo aspetto. Comunque, io lascio ai Gruppi di valutare se accettare o meno questo emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Desidero esprimere un apprezzamento alla proposta del collega Chiezzi.
Non si aggiunge nulla alla legge, quanto meno però si istituisce un luogo di riferimento (pensiamo solo alla corrispondenza o ad altre cose del genere). Si tratta di una semplificazione.



PRESIDENTE

E' il principio di sussidiarietà, Assessore. I Gruppi accolgono lo spirito dell'emendamento che pongo quindi in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 43 voti favorevoli e 3 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 4 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 38 astensioni 7 L'art. 4 è approvato.
ART. 5 10) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Papandrea: al comma secondo, lettera b), dopo le parole "le forme di gestione" aggiungere le parole "pubbliche, o a prevalente capitale pubblico locale".
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla pianificazione e gestione delle risorse idriche

Questa è una posizione diametralmente opposta alla filosofia della legge Galli che fa operare i soggetti siano essi pubblici o privati per il raggiungimento delle finalità della legge. Quindi il giudizio della Giunta è contrario.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli, 35 contrari e 3 astensioni.
11) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Papandrea: al comma terzo, dopo le parole "l'Autorità d'ambito individua tra gli Enti locali", aggiungere le parole "o tra i Consorzi di funzioni".
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla pianificazione e gestione delle risorse idriche

Noi siamo per non accogliere questo emendamento intanto perché vi è la previsione di individuare, ad esempio, tra gli Enti locali il soggetto oppure vi è la previsione di istituire il soggetto cui demandare queste funzioni, per cui il consorzio di funzioni rientra a pieno titolo tra le possibilità. Dato che la legge vuole essere una norma astratta di principio che poi deve essere attuata, riteniamo che la proposta che viene fatta con l'emendamento è un "di cui" che rientra nella possibilità di istituire il Consorzio di funzioni.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli e 32 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 5, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 33 voti contrari 4 astensioni 3 L'art. 5 è approvato.
ART. 6 12) Emendamento presentato dai Consiglieri Riba, Galli e Cavallera: al comma primo, la lettera a) viene sostituita dalla seguente: "a) dai Sindaci dei Comuni non appartenenti a Comunità montane, secondo forme di rappresentanza unitaria per gruppi di Comuni contigui costituenti aree territoriali omogenee stabilite nella convenzione di cui all'art. 4 o loro delegati".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 31 voti favorevoli, 4 contrari e 3 astensioni.
Il Consigliere Montabone ritira gli emendamenti presentati al comma primo lettere a) e b), analoghi a quelli presentati agli artt. 3 e 4.
13) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Papandrea: al comma terzo, dopo le parole "determinando tali quote in base alla popolazione", aggiungere le parole "all'estensione del territorio all'altitudine dei Comuni".
La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Per il nostro Gruppo questo è un emendamento importante; se possibile vorremmo che ci fosse un'ulteriore riflessione, in quanto riguarda il potere delle Autorità d'ambito. Nella legge c'è un riferimento alla popolazione. Noi con questo emendamento diamo delle indicazioni generali nella legge si dice genericamente "territori" e poi "popolazione". E' chiaro che il criterio della popolazione, per esempio nel caso delle Autorità d'ambito di Torino, fa sì che il Comune di Torino diventi il principale soggetto, addirittura oltre la Provincia stessa; inoltre insieme ai Comuni limitrofi dell'Area metropolitana di Torino, avrebbero il potere decisionale.
Nel dibattito abbiamo già sottolineato come l'acqua sia un bene pubblico collettivo, ma viene raccolta in determinati luoghi; con questa legge in un certo senso c'è una sorta di espropriazione dei Comuni montani.
Quindi con questo emendamento volevamo sottolineare che nel Regolamento attuativo, che si stilerà per capire come determinare i diritti di voto dei Comuni, ci sono dei criteri correttivi rispetto a quelli della popolazione che danno potere maggiore, potere in termini di percentuale di diritti di voto, ai Comuni delle Comunità montane. Fissiamo appunto due criteri: l'estensione territoriale - normalmente i Comuni montani hanno una consistente estensione - e l'altitudine, che ovviamente si commenta da sola.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla pianificazione e gestione delle risorse idriche

Innanzitutto in Commissione già vi è stata l'estensione al territorio quindi varie parti politiche lo avevano già fatto presente; il testo contiene il riferimento al territorio, vale a dire a tutte le varie valenze del territorio, ossia alle condizioni orografiche, altimetriche geologiche, climatiche, ecc. Per questa ragione proporrei un voto di astensione delle parti politiche che possono riconoscersi in questa impostazione perché il riferimento all'altimetria è già possibile all'interno della nozione territorio.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli e 27 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 6 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 23 voti contrari 4 astensioni 5 L'art. 6 è approvato.
ART. 7 14/a) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Papandrea: al comma primo, la lettera b) è soppressa.
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla pianificazione e gestione delle risorse idriche

Su questa partita desidererei fare qualche precisazione. Innanzitutto il testo, così come è formulato oggi, è una costante nel tempo. Già la precedente Giunta regionale aveva presentato una proposta di questo tipo sono andato a fare una ricognizione perché alcune notizie giornalistiche mettevano in risalto come se questa proposta fosse una formulazione dell'ultima ora. Invece è proprio un'impostazione che era nata dal meditare come attuare correttamente il discorso della concessione o del consorzio oppure della società mista.
In sostanza, bisogna anche raccogliere quelle che sono le richieste di chiarimenti, poi parlerò dell'emendamento in specifico. Colgo l'occasione per annunciare che vi è la necessità di specificare meglio il destino delle aziende speciali che nella filosofia della legge Galli devono trasformarsi in aziende speciali a livello sovracomunale da un punto di vista giuridico.
Non vi è alcuna finalità né velleità di comprimere realtà efficienti ed efficaci presenti sul territorio, dico che a mio avviso non si pu accogliere l'inserimento della lettera c) in questa posizione proprio perché a regime le forme previste sono la concessione, il consorzio o la società mista. Mentre è chiaro che bisogna specificare meglio il percorso di salvaguardia delle aziende speciali esistenti, che avranno solamente l'onere della sovracomunalità, ma non dimentichiamo la grossa scelta di questo disegno di legge che prevede la pluralità di gestioni all'interno dell'ambito. Il testo rispetto alle previsioni iniziali è migliorato.
Riassumendo vi è un giudizio di contrarietà agli emendamenti che sono stati presentati, ma in previsione dell'emendamento specificativo e di interpretazione sulle aziende speciali che già ho annunciato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Personalmente, ritengo che se non si effettua una scelta netta solo per le aziende consortili occorre inserire anche quanto riportato dalla lettera c). E' chiaro che devono diventare aziende sovracomunali, tant'è vero che la legge non lo impedisce; tali aziende possono convenzionarsi con altri Comuni e svolgere un'azione su un territorio più ampio. Ritengo che oltre allo sforzo tradottosi nell'emendamento annunciato successivo, si debba anche a questo punto dell'articolato ritrovarvi un riferimento: ci deve essere la possibilità per le aziende di tipo speciale di convenzionarsi con altre per una comune azione sul territorio. Diversamente, una volta superata la norma transitoria il problema si riproporrà.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 3 voti favorevoli, 22 contrari e 2 astensioni.
14/b) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Papandrea: aggiungere la lettera: "c)...della legge n. 142/90".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 3 voti favorevoli, 31 contrari e 2 astensioni.
15) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Papandrea: al comma secondo, dopo le parole "le Autorità d'ambito", aggiungere la frase: "affidano la gestione del servizio idrico integrato nella forma prevista dalla legge n. 142/90 come integrata dall'art. 12 della legge 23/12/1992, n. 498"; sono quindi soppresse le parole "ad una pluralità di soggetti".
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla pianificazione e gestione delle risorse idriche

E' chiaro il collegamento a quanto detto per le forme di gestione: nell'emendamento vi è una lampante indicazione a favore della scelta pubblicistica, mentre per noi, come abbiamo detto in precedenza, la ratio di fondo è quella del Consorzio, della concessione e della società mista.
La proposta dell'emendamento è una contrapposizione di fondo, un punto di vista diametralmente opposto rispetto alla filosofia che sorregge la legge Galli.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 3 voti favorevoli, 20 contrari e 8 astensioni.
16) Emendamento presentato dai Consiglieri Riba, Galli e Cavallera: al comma terzo, dopo le parole "gli organismi di gestione esistenti" aggiungere le parole "ivi comprese le aziende speciali di cui all'art. 22 comma terzo, lettera c), della legge n. 142/90".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 30 voti favorevoli e 2 astensioni.
17) Emendamento presentato dai Consiglieri Riba, Galli e Cavallera: comma quarto, dopo le parole "non pervengano alla gestione", aggiungere la parola "sovracomunale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 30 voti favorevoli e 2 astensioni.
18) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Papandrea: al comma quarto, dopo le parole "entro i cinque anni", è soppressa la parola "pervengano" che viene sostituita dalla parola "provvedano".
La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Emendamento presentato dopo aver letto il vocabolario; "provvedano" è un termine più forte di "pervengano".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Le Amministrazioni provinciali hanno chiesto, tutte assieme tassativamente, di dire "pervengano". Il termine "provvedano" era già nel testo iniziale!



PRESIDENTE

Dunque, le Amministrazioni provinciali sono diventate l'Accademia della Crusca: ho capito! La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Volevo solo sapere se abbiamo il dizionario Policarpo-Petrocchi: ci potrebbe aiutare: questo "pervengano" è un po' strano.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla pianificazione e gestione delle risorse idriche

Personalmente, lascerei il testo così com'è per ragioni di rapporto istituzionale visto che vi è stata una puntualizzazione su questa materia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Insisto e mi appello al principio di sussidiarietà, il quale dice che il compito di scrivere le leggi spetta alle Regioni, non alle Province.
Quindi, le Province suggeriscano, chiedano, ma per il principio di sussidiarietà non può essere accettato in modo acritico un suggerimento così com'è stato proposto.
La parola "provvedano" è chiara ed esplicita, la parola "pervengano" è più sfumata e ha più significati che non c'entrano nulla con questo atto inoltre la parola "provvedano" è significativa di questo provvedimento.
Pertanto, tra le due parole è senz'altro più chiara, esplicita e comprensibile per tutti quella che esisteva già prima della legge che non quella suggerita dalle Province.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla pianificazione e gestione delle risorse idriche

Voglio riportare il senso della discussione, dopodiché si deciderà. Era sembrato che con il termine "pervengano" si potesse prefigurare un certo percorso dinamico, mentre con il "provvedano" al limite si potrebbe provvedere al termine del periodo. Non per dare ascolto a questo o a quell'altro - è chiaro che il Consiglio è sovrano - però, dato che si è fatto riferimento ai vocabolari, ogni Gruppo può valutare cosa fare.



PRESIDENTE

Io posso solamente aggiungere una postilla. Mi pare che in "provvedano" esista chiaramente un atto volitivo, in "pervengano" esiste invece un'azione intransitiva. Io concordo con "provvedano".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 29 voti favorevoli e 6 astensioni.
19) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Papandrea: al comma sesto, dopo le parole "e adotta ogni iniziativa", aggiungere le parole "e verifica".
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla pianificazione e gestione delle risorse idriche

Si tratta di una proposta di riformulazione. Propongo che venga approvata questa riformulazione sotto forma di "svolge verifiche".



PRESIDENTE

D'accordo. L'emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Papandrea è pertanto ritirato.
20) Emendamento presentato dai Consiglieri Riba, Galli e Cavallera: il comma quinto è così modificato: dopo la parola "antitrust", vengono aggiunte le parole "svolge verifiche".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 21 voti favorevoli e 1 astensione.
Si proceda alla votazione dell'art. 7 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 28 voti contrari 4 astensioni 1 L'art. 7 è approvato.
ART. 8 21) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Papandrea: al comma primo, dopo le parole "la tariffa d'ambito", aggiungere le parole "deve tendere, in modo equilibrato, all'unicità in ogni ambito territoriale ottimale".
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla pianificazione e gestione delle risorse idriche

Come abbiamo ampiamente discusso ieri in Commissione, il fatto di tendere all'unicità è già la ratio della legge Galli. Oltretutto si tratta di un terreno sul quale ci si deve avventurare avendo ben presente che le disposizioni per le tariffe promanano da atti governativi. Nel caso particolare il Ministro Di Pietro era riuscito a far approvare, dopo un lungo iter, il provvedimento sul metodo tariffario, che è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale nel mese di settembre. Per cui questa formulazione secondo noi è già nelle cose, quindi proponiamo di non accoglierla altrimenti dovremo rimettere in discussione tutte le articolazioni del metodo tariffario, che sono in varie direzioni, con il rischio di citare una cosa e di non citarne un'altra.



PRESIDENTE

L'emendamento viene ritirato dai proponenti.
22) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Papandrea: al comma primo, dopo le parole "nell'intero ambito ottimale", aggiungere la frase "in ogni ambito territoriale deve essere calcolato un consumo medio pro capite ottimale, al quale corrisponde la tariffa d'ambito per i consumi domestici. In presenza di consumi medi pro capite inferiori alla media la tariffa sarà ridotta in modo proporzionale al risparmio conseguito".
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla pianificazione e gestione delle risorse idriche

Intanto richiamo il fatto che all'art. 3 abbiamo introdotto il riferimento al risparmio come norma fondamentale alla quale devono essere ispirate le gestioni delle funzioni associate.
Come ho già detto ieri in Commissione, ritengo che ci siano delle difficoltà, anche dal punto di vista tecnico, a simulare un'operazione di questo genere, anche se da un punto di vista di principio certamente si tratta di una questione che ha una finalità importante. Finora, di solito nell'ambito dei servizi pubblici c'è stato il ricorso alla penalizzazione di certi comportamenti attraverso l'appesantimento delle tariffe e così via.
Quindi, dal punto di vista tecnico non accolgo l'emendamento, nel senso che non sarebbe poi applicabile, anche se riconosco che si tratta di un problema sul quale cimentarsi. Probabilmente bisogna intervenire sul provvedimento delle tariffe, aprendo un confronto con la Commissione di Alta Vigilanza della Galli per vedere come si può riorientarlo in questa direzione con un meccanismo che di fatto dia una garanzia; infatti introdotto in modo episodico, non ha alcun senso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Gli esperti di questioni idrauliche ci hanno fatto sapere - fornendoci dei dati - che non mettono in discussione l'opportunità del risparmio, dei consumi e delle altre cose, ma che bisogna tenere conto della situazione del Piemonte rispetto, per esempio, a quella degli Stati Uniti, dove vi è una situazione disastrosa dal punto di vista della disponibilità di risorse.
In Piemonte produciamo 16 miliardi di metri cubi d'acqua all'anno: per l'uso idropotabile ne consumiamo circa 600 milioni; circa 4 miliardi (ma solo in parte, perché vanno nelle falde) vengono utilizzati per l'irrigazione; i restanti 12 miliardi li mandiamo a confluire nel Po creando la necessità di alzare gli argini.
Poiché l'acqua è una risorsa, la situazione è estremamente complessa.
Se teniamo conto che praticamente non consumiamo acqua per la produzione di energia idroelettrica - in compenso, però, importiamo il 50% del nostro fabbisogno di energia idroelettrica dalla Francia - nasce il problema di configurare un'economia dell'acqua, di cui l'applicazione della legge Galli può costituire il primo spunto. Successivamente ci sarà il problema delle bonifiche - so che a questo proposito l'Assessore Bodo sta preparando una legge - dell'uso irriguo, dell'uso idroelettrico e quindi ci sarà un lavoro interessante da fare in Piemonte sul fronte dell'acqua.
Ciò non implica alcuna obiezione sul problema del risparmio, caso mai il problema di avere ben presente quanto non stiamo utilizzando delle risorse che abbiamo in Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galli.



GALLI Daniele

Vorrei integrare il discorso con delle considerazioni igienico sanitarie.
Se non si hanno dei parametri, certi, del consumo ottimale per una famiglia, pro capite, è difficilmente fattibile un discorso di ottimizzazione del consumo.
In assenza di questi dati, credo che l'emendamento proposto non possa essere accettato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Le considerazioni del Consigliere Riba sono vere, però gli ricordo che per esempio, si sta discutendo di fare la diga di Combanera. Un conto è parlare della situazione generale, altro conto è guardare alla gente che deve ricevere l'acqua, perché ci sono problemi di questo tipo.
Il problema del risparmio è un problema vero, serio, che ha varie sfaccettature. Questa è semplicemente una, e forse anche non la più importante (intervenire sugli acquedotti è senz'altro la parte più importante).
Riteniamo necessario cominciare ad avere una politica di educazione al risparmio, fatte salve le cose che ha detto il Consigliere Galli.
Ovviamente siamo d'accordo sul fatto che ci sia un consumo necessario, per secondo noi introdurre un'educazione al risparmio, e non solo nei confronti dei gestori, ma di tutti i cittadini, è una questione importante, che ci sembra stia nell'ambito della legge.
Su questa questione specifica, oltre all'emendamento, presenteremo anche un ordine del giorno, che afferma le stesse cose. Secondo noi, è importante introdurre il concetto che anche i cittadini debbano cominciare ad avere un approccio alla risorsa e trovare delle soluzioni che in qualche modo incentivino questo risparmio.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 3 voti favorevoli, 21 contrari e 7 astensioni.
23) Emendamento presentato dai Consiglieri Riba, Marengo e Bertoli: al comma quarto, la parola "3%" è sostituita con la parola "5%".
24) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Papandrea: al comma quarto, dopo le parole "non inferiore al", le parole "la percentuale 3%" sono sostituite con le parole "la percentuale 5%".
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla pianificazione e gestione delle risorse idriche

Ne abbiamo discusso ampiamente ieri: il problema non è tanto il livello della percentuale, ma è comprendere e spiegare all'esterno la portata di questa svolta.
In sostanza, noi affermiamo il principio che una quota della tariffa deve andare alle Comunità montane, cioè a quelle zone nelle quali sono necessari e prevedibili interventi di sistemazione idrogeologica avente la finalità di tutela delle zone in cui avvengono le captazioni.
Credo che la formulazione intelligente sortita dalla Commissione "non inferiore a" possa consentire alle Autorità d'ambito di definire il livello migliore per le varie realtà (ieri si è fatta anche una serie di ipotesi).
Inoltre devo dire che, anche se questa non è una sovratariffa l'identificazione di un costo al quale fare riferimento alla fine si ripercuote comunque sulla tariffa e sull'utenza, quindi bisogna trovare dei punti di equilibrio.
Non dimentichiamo che occorrerà anche verificare quale sarà l'effetto pratico di una svolta di questo tipo, per cui invito il Consiglio a valutare il principio in sé e a rimandare ad osservatorio in funzione, a meccanismo avviato l'eventuale ripensamento su questa materia, se del caso.
Tuttavia credo che il ripensamento non sarà necessario, perché si dà autonomia agli ambiti di identificare livelli di costo e quindi parti di tariffa idonee alle varie necessità. Semmai il Consiglio tassativamente prevede comunque una quota che va in quella direzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Inizialmente noi avevamo condiviso questo accenno aperto del 3% in su in seguito, però, abbiamo fatto delle considerazioni che partivano da come si è svolto il dibattito in quest'aula: quando si parlava di questo problema, si diceva che il 3% in su non veniva preso in considerazione. Di conseguenza, ci siamo posti il problema.
Tenendo conto anche della composizione che avranno le Autorità d'ambito, i cui diritti di voto dei fruitori incideranno pesantemente, la tendenza sarà quella a tenersi al 3%, ed è per questo che abbiamo presentato questa correzione. Pensiamo che, a questo punto, sia meglio - e su questo voglio sentire la risposta che darà l'Assessore - mettere una forbice in cui c'è il punto iniziale e il punto finale (e non un punto solo). Astrattamente è meglio dire "anche fino al 25%", però dicendo dal 3 al 5% o dal 3% al 6% si dà un'indicazione chiara, mentre dicendo dal 3% in su credo che si dia solo il 3%.
Noi potremmo ritirare gli emendamenti se si introduce una forbice anche in alto, che comunque è prevista nella legge ed è un riferimento preciso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Peano.



PEANO Piergiorgio

Era per sostenere la posizione che Papandrea ha espresso nel suo intervento. Il non inferiore al 3% l'abbiamo determinato nella seduta della Commissione, però ripensando al fatto che per alcuni ambiti può essere una cifra non oltremodo rilevante, il 4% potrebbe risultare più opportuno per i territori montani di alcune realtà piemontesi. Sarebbe importante mettere "non inferiore al 4%".
Per cui proporremmo la dizione che Papandrea ha presentato con il suo emendamento e voteremo a favore di questo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Questo è un argomento estremamente delicato che si è dibattuto a lungo anche ieri, in Commissione. Credo che vadano tenute in considerazione alcune cose fondamentali. Quel 3% è un punto percentuale, vuol dire 6 miliardi, lo pagano gli utenti: pagandolo gli utenti, e con l'attuazione di una legge che già aumenterà notevolmente le tariffe dell'acqua, vorrei che si riflettesse rispetto al fatto che in alcuni ambiti alcune Comunità montane avranno delle risorse superiori alle loro capacità di spesa. In altri ambiti, effettivamente, per esempio quello del Cuneese, può darsi che ci siano delle diversità rispetto a questo fatto.
Quando si impone un minimo, successivamente si può verificare che cosa succede all'interno degli ambiti stessi. Penso, per esempio, all'ambito torinese, dove quasi il 50% dell'utenza non è montana e quindi non vi sarà alcun tipo di ritorno. Saranno quelli che pagheranno delle risorse su cui ogni punto percentuale varrà 6 miliardi.
Siccome non possiamo neanche andare a toccare le fasce più deboli, che poi sono quelle che pagheranno l'acqua, penso che bisognerà riflettere un momentino rispetto a questi punti percentuali in aumento, perché non vorrei che anche questa fosse una bandierina. Quindi noi, proprio per queste considerazioni, siamo dell'avviso che bisogna mantenere quel 3% che, io ritengo, la Commissione abbia giudicato un parametro di partenza equo, che poi successivamente potrà essere rivisto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio, che interviene in qualità di Consigliere.



VAGLIO Roberto

Credo di preludere ad un intervento del Presidente della Commissione che con buona probabilità ricalcherà il mio. Comunque mi sentivo di dire una cosa importante, a mio parere: con questa definizione dell'almeno il 3 della tariffa a favore delle Comunità montane per interventi di manutenzione idraulica noi abbiamo ottenuto il riconoscimento di un principio per cui ci stavamo battendo dalla prima stesura del testo di applicazione della legge Galli, che non era mai stato riconosciuto, che aveva avuto delle difficoltà enormi ad essere riconosciuto.
Su questo devo dire due cose: la prima è che le Comunità montane attraverso la legge nazionale n. 97/94, sono perfettamente in grado di gestire queste risorse per effettuare lavori di manutenzione delle fonti delle sorgenti, per fare lavori di manutenzione idraulico-forestale che consentano la sanità delle sorgenti stesse.
Secondo. Come ha ricordato il collega Montabone, in provincia di Torino ben più del 90% della popolazione, attualmente, non è residente in montagna. Ricordo che buona parte degli utenti, anche di Comunità montana oggi stanno utilizzando acqua proveniente da pozzi. Mi riferisco a tutta la bassa Valle di Susa, a tutto il basso Pinerolese, a parte della Valle Pellice. Ebbene, su questi dovrà ricadere un aggravio di tariffa che risponde ad un concetto difficile da digerire per chi non vive il problema.
Per cui credo che quanto riportato in legge sia un enorme successo ed ogni tentativo di alzare il prezzo sia qualunquista e populista e non possa portare alcun beneficio né agli enti montani né alle popolazioni della montagna.
Invito quindi caldamente i colleghi presentatori a ritirare gli emendamenti, perché non possono che annacquare la validità e l'efficacia della legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Presidente, il Gruppo PDS, facendosi carico di esprimere nella sede della Commissione gli elementi della nostra sensibilità e cultura nei confronti della montagna, a cui si richiamava l'Assessore Vaglio, aveva proposto al testo di legge l'emendamento in Commissione. Nessuno si arroga la paternità di emendamenti, perché sono stati considerati dei contributi al dibattito, per proporre il 3%, per proporre un importo non inferiore.
Per la verità, noi avevamo lasciato il 3 o il 5, come importo non inferiore; però bisogna dire che rispetto a questo 3, 5 o 10% perch naturalmente se le questioni sono del dire "più uno", nella nostra posizione di forza di opposizione noi aggiungeremmo un altro "più uno" a qualsiasi tipo di proposta tanto per dire che noi l'abbiamo votata - se dipendeva da noi arrivavamo su. Perché dico questo? Perché il 3% non agisce in maniera indifferenziata a favore di tutti i territori montani.
Voglio che su questo punto, visto che è delicato, il Consiglio prenda delle decisioni non a maggioranza.
Presidente, la questione è questa: del principio ha parlato l'Assessore Vaglio. Per quanto riguarda la misura bisogna sapere che questi fondi diventano elementi aggiuntivi e non sostitutivi al costo dell'acqua, perch i costi sono rigidi e previsti dalla tariffa e quindi se passiamo dal 3 al 5% aumentiamo la tariffa del 2%. Bisogna soltanto stabilire se ci vanno bene le autostrade, le ferrovie e quant'altro, perché anche questo è popolo, anche questi sono costi.
In questa situazione, una volta che si saprà in maniera massiccia che abbiamo trasferito fondi oltre la misura considerata ragionevole, secondo me, non so se avremo fatto l'interesse della generalità del territorio.
Questo è un problema perché significa il 2% in più sul costo dell'acqua che graverà, insieme alle altre tariffe, su tutti i consumi.
Seconda questione: la proposta dice dal 3 al 5%. Bisogna sapere che siccome negli ambiti della distribuzione dell'acqua non sono previste forme di compensazione solidaristica, ogni ambito verserà alla sua montagna ci che ricava dalla sua distribuzione e siccome Torino ricaverà dalla sua distribuzione 350/400 miliardi all'anno darà alla sua montagna dai 6 ai 9 miliardi. Il che vuol dire che le Comunità montane di Torino avranno un miliardo a testa. Se questo miliardo non soddisfa (sono cifre che io non so come valutare) possiamo sicuramente dire che bisogna passare al 5% per dire che da questo miliardo dobbiamo arrivare ad 1,6/1,7 miliardi, ma io, che non credo di essere uno che nei confronti della montagna abbia dimostrato non dico qualche scetticismo, ma anche limitazioni di competenza - scusate la presunzione - non ritengo che oggi un trasferimento massiccio di soldi sia tutto ciò di cui ha bisogno. Io credo che ci sia bisogno di un massiccio trasferimento di funzioni, di strategie, di elementi di crescita della capacità delle Comunità montane, e i soldi vanno utilizzati in quella prospettiva.
Viceversa nell'ambito cuneese, dove il ricavo complessivo dalla distribuzione dell'acqua sarà grosso modo un quinto di quello di Torino, a fronte di un territorio montano superiore del 30%, noi trasferiremmo soltanto un quinto. Allora a quel punto l'ambito cuneese, avendo un "non meno del 3%" per arrivare a trasferire le somme di Torino, dovrà mettere esattamente l'11% - i conti li abbiamo già fatti.
Se pensiamo poi all'ambito del Monferrato che ha una sola Comunità montana, quella della Langa astigiana, questa potrebbe ricevere 2 miliardi.
Non dobbiamo appiattire questa situazione in una percentuale unica sottraendo agli ambiti la competenza di decidere. Non vorrei che indicando delle cifre che apparentemente suonano bene, andassimo a creare una situazione di pesante disparità tra le Comunità montane, con situazioni che a quel punto sarà estremamente difficile considerare razionali.
Dopodiché la proposta del 4% noi la votiamo, però proponiamo contemporaneamente il 5%. Questo è quanto, proprio perché sia chiaro che su questo punto lo sforzo è stato fatto. Credevo che non se ne riparlasse, ne avevamo discusso in Commissione, ci sembrava di aver fornito degli elementi razionali sulla base del fatto che un punto percentuale - lo ricordava Montabone - significa 6 miliardi e sulla base del fatto che il 2% delle tariffe è esattamente ciò che il Governo evita di fare su tutte le tariffe che attualmente sono in discussione. Se lo vogliamo fare con quella motivazione lo facciamo, ma sia chiaro che nessuno ha la primogenitura di questo, caso mai la vogliamo per noi perché siamo stati i primi a proporre la percentuale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, mi sembra che ci sia qualche sensibilità di troppo perché qui non è un problema di primogenitura. Siamo in aula e discutiamo cose su cui ci siamo confrontati in Commissione. Ricordo al collega Riba che ieri in Commissione era stato accettato l'emendamento che proponeva il 4% senza che succedesse nulla, poi si sono fatti altri ragionamenti e si è tornati al 3%, quindi non è che ci siano Bibbie o vaticinii da parte di qualcuno né territori che non possono essere discussi da qualche estraneo perché mi sembra che qui dentro le bandierine le pianti qualcun altro! Siamo Consiglieri regionali di tutta la Regione Piemonte, va bene! E non c'è nessuno che possa impedire né ridicolizzare interventi perché si ritiene depositario di verità territoriali! Non ci sono depositari di verità territoriali. Il 3% non è una verità, è una proposta.
Quindi, la parte che rende difficile e forse anche artificiosamente contrastata questa discussione, a mio modo di vedere, è l'interpretazione che si dà sugli effetti di questo 3% e sulle sue ragioni. Alcuni colleghi dicono che questo 3% è un regalo che si fa alla montagna, non deriva da costi - quelli indicati dalla legge Galli - relativi alla gestione del servizio, è un di più; quindi rilevano con preoccupazione, che può essere preoccupazione di tutti, che più si eleva questo minimo, più occorre incrementare la tariffa, cioè questo 3% è estraneo ai costi di gestione.
Io penso che non sia così perché se è così, allora facciamo tutti la corsa: chi vuole tariffe care lo sposterà al 15%, chi non vuole tariffe care lo sposta a zero; ma sta in questi termini il problema? A mio parere non sta in questi termini perché la legge Galli dice, all'art. 13, che la tariffa è determinata da tante cose (sulla tariffa si indica l'8% e questo lo paghiamo tutti), però la tariffa - dice la legge Galli - è in funzione oltre che delle opere, dei costi di gestione, della remunerazione del capitale e anche dei costi di gestione delle aree di salvaguardia. In questo costo di gestione, le aree di salvaguardia per eccellenza sono tutte le zone montane complessivamente intese. E quando in questa legge si dice di portare in montagna il 3% della tariffa o il 10 o quel che si decide di fare, è perché, a mio modo di vedere, si individua in quel numero - una volta che si sono fatti dei conti - la quantità di denaro necessario per i costi di gestione delle aree di salvaguardia, che in montagna vuol dire opere di riassetto idrogeologico.
Allora, se la discussione è così impostata, il problema non è su chi arriva prima a dire al contribuente "io ho chiesto una lira in meno dell'altro", ma è quanto valgono all'interno del costo di gestione del servizio gli interventi in montagna. Qui la discussione è solo politica non è né strumentale né altro! Chi propone che il 3% possa essere elevato come contributo minimo non pensa ad un regalino da fare alla montagna a danno dei contribuenti della pianura, ma pensa alla necessità che il costo per gli interventi di gestione del servizio idrico abbiano una congrua quantità di risorse dedicate alla salvaguardia delle aree e quindi al riassetto idrogeologico che occorre effettuare in montagna.
Pertanto, per come l'ho vista dopo la discussione di ieri, non è che io abbia grandi idee consolidate nel tempo, ma sentendo ed apprezzando tutti gli argomenti e preoccupandomi di tutti gli argomenti che sono stati portati, non parliamo di populismo, ma stiamo riflettendo su quale quota della tariffa sia dovuta agli interventi in montagna, non per regalarle qualcosa, ma perché sono gli interventi necessari a raccogliere e distribuire l'acqua! Da questo punto di vista noi sveleniamo questo clima, per cui sembra che ci sia uno che scavalca un altro che vive in montagna per arrivare prima e dire ai montanari: "Ecco, vi abbiamo dato una lira in più", ma non è così! Si verifichi invece se questo 3%, che ieri era del 4% ad una certa ora del pomeriggio, sia congruo o meno: discutiamo pacatamente su questo.
Il Gruppo Rifondazione Comunista ritiene che la gestione corretta delle aree montane abbia bisogno di giuste risorse. Avevamo presentato due emendamenti, 4% e 5%. Non siamo legati alla forma dei due emendamenti; il Consigliere Papandrea prima proponeva di mettere dal 3%, al 4%, al 5%, il Consigliere Riba propone l'11%, ma ragioniamo, non litighiamo animosamente su questioni che non sono animose, almeno da parte dei proponenti, n strumentalmente né demagogicamente. Il problema della tariffa non nasce da questo 3%, nasce da tante altre cose, dalla grandezza degli ambiti, dalla politica dei privati, dalla remunerazione dei capitali, dagli investimenti che si fanno.
Ho fatto questo intervento per dire che se qualcuno vuole strumentalizzare si accomodi pure, se qualcuno vuole impedire che i territori vengano trattati a livello di argomenti se lo scordi. Qui non ci sono primogeniture o frontiere alla base delle valli che non permettano a chiunque dei 60 Consiglieri di fare dei ragionamenti. Il nostro non è un ragionamento né demagogico né populista, si tratta di un ragionamento sostenuto dal fatto che ci sembra che la gestione delle aree di salvaguardia della montagna, previste dalla legge Galli, sia una gestione da prevedere più rilevante rispetto alla percentuale del 3%.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertoli.



BERTOLI Gian Pietro

Nel mio intervento non dirò cose nuove perché praticamente quasi tutti gli aspetti che intendo richiamare sono già stati evidenziati in quest'aula da interventi precedenti.
Il primo aspetto - che secondo noi è abbastanza importante - è che questa legge riconosce che la manutenzione idraulica della montagna è uno degli aspetti rilevanti, anche rispetto alla determinazione dei costi della tariffa.
Il secondo aspetto è che la percentuale, che si riconosce dare alle Comunità montane per questa manutenzione (3% o 4% o 5%), non è un numero magico che moltiplica le risorse. No, è un numero che sottrae da una parte e indirizza verso un'altra, quindi deve essere tenuto ben presente in una valutazione equilibrata e complessiva.
Qui introdurrei una considerazione che non è ancora stata fatta: noi stabiliamo, con questa legge, una cifra che deve essere data alle Comunità montane per mantenere i territori alpini. Chi garantisce che le risorse che vengono date alle Comunità montane, vengano usate utilmente per lo scopo per le quali sono state indicate? Chi controlla direttamente? Quando la cifra viene erogata alle Comunità montane, l'uso più o meno improprio e più o meno oculato della risorsa, in una certa misura sfugge al controllo regionale, mentre credo che sia bene, anche per ottenere risultati nella direzione che ci siamo prefissati, che è quella di intervenire in modo più appropriato possibile per mantenere e curare l'assetto idrogeologico dei territori montani, stabilire dei limiti sotto i quali non si andrà comunque. Dei limiti fissi, il 4%-5%, per cui comunque questa cifra deve essere data. Ma riteniamo che sia meglio lasciare che gli ambiti, valutata l'opportunità di incidere più o meno radicalmente sul loro territorio e anche la capacità operativa delle Comunità montane di intervenire appropriatamente, usino della loro possibilità discrezionale per incentivare chi fa meglio ed eventualmente non favorire chi su questa direzione, che noi riteniamo molto importante, invece non si muove con sufficiente determinazione. Avremmo preferito che la legge, così come in altri aspetti, fosse il meno dirigistica possibile, lasciasse al senso di responsabilità e alla capacità autonoma dell'ambito di decidere.
Comunque non vogliamo che il nostro Gruppo possa essere, magari anche in modo strumentale, additato come quello che non crede nella scelta di volere che le montagne siano sentite e vissute come il luogo dove la manutenzione idraulica deve essere fatta con più attenzione che altrove come luogo dove si crea la risorsa acqua e quindi da considerare con l'attenzione dovuta. Per evitare il rischio di essere considerati possibili nemici di questa politica, abbiamo presentato l'emendamento. Cioè proponiamo che il limite inferiore sia del 5%. E' chiaro che se l'aula valutasse il problema coralmente potremmo, con altri, assumere anche una posizione diversa a questo proposito.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla pianificazione e gestione delle risorse idriche

E' una questione che deve essere affrontata.
Prima di tutto dobbiamo avere la consapevolezza che stiamo producendo innovazioni; sono d'accordo che questo intervento di salvaguardia dei territori montani sia importante, laddove ci sono captazioni in senso lato che rientrano nei costi; però noi ci preoccupiamo anche, con un apposito comma, di far sì che in ogni ambito si valuti un intervento per il quale fissiamo un limite percentuale al di sotto del quale non si deve andare.
Credo che questa sia la portata della norma che stiamo votando, cioè noi stiamo producendo innovazione e sono convinto che, a fronte di questa norma, altre Regioni che hanno fatto la semplice delimitazione d'ambito quando metteranno mano ad un discorso di questo genere andranno ad individuare norme simili.
Questo, a mio avviso, è il commento politico a questa proposta.
Per quanto riguarda i livelli percentuali, invito i colleghi veramente a ritirare questi emendamenti, nel senso che noi andiamo ad individuare un livello minimo sotto il quale non si può scendere; poi, se è vero che nelle tariffe dobbiamo riferirci ai costi, allora sarà poi l'analisi, ambito per ambito, a stabilire qual è il giusto livello. Sono contrario a stabilire un limite massimo proprio perché bisogna andare non a identificare un regalino, per la montagna, nulla di tutto questo, lo ha detto bene il collega Vaglio nel suo intervento, si tratta di una svolta per intervenire nella difesa del suolo in modo integrato. Ogni volta che trattiamo un argomento sulla difesa del suolo, esamineremo il problema nel suo complesso. Quindi non si tratta solo della tariffa che finanzia la difesa del suolo; la difesa del suolo deve essere portata avanti all'interno dei Piani di bacino, con i piani regionali, con tutti quelli che sono gli interventi ai vari livelli di governo.
Credo sarebbe sbagliato dividerci adesso su una percentuale piuttosto che un'altra, anche perché le percentuali proposte nell'emendamento sono già contemplate nella norma base.
Personalmente, propongo di non accogliere questi emendamenti; sarebbe il caso, al limite, di astenersi: c'è infatti una contrarietà tecnica in quanto gli emendamenti sono già compresi nella norma base. Invito i proponenti, visto che tutti condividiamo le finalità dell'articolato, a ritirare gli emendamenti. Sarebbe il miglior regalo per la montagna presentare un unico volto del Consiglio.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 23).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 14 voti favorevoli e 24 astensioni (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
Pongo in votazione l'emendamento n. 24).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 14 voti favorevoli e 24 astensioni (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
25) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Papandrea: al comma quarto, dopo le parole "non inferiore al" è soppressa "la percentuale 3%" e viene sostituita con "la percentuale 4%".
L'emendamento non è accolto dalla Giunta; lo pongo pertanto in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 14 voti favorevoli e 23 astensioni (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
26) Emendamento presentato dai Consiglieri Riba, Galli e Cavallera: al termine del comma quarto vengono aggiunte le parole "e delle relative attività di sistemazione idrogeologica del territorio".
Il Consigliere Chiezzi ritira un suo analogo emendamento.
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla pianificazione e gestione delle risorse idriche

Si tratta della proposta di una riformulazione relativa alle attività di sistemazione idrogeologiche; spero venga accolta.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 33 voti favorevoli e 2 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 8 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 30 voti contrari 2 astensioni 2 L'art. 8 è approvato.
ART. 9 27) Emendamenti presentati dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Papandrea: al comma terzo, sono soppresse le parole "emanati dalla Giunta regionale" dopo le parole "e degli indirizzi", aggiungere le parole "di cui all'art.
3, comma secondo, della presente legge" come già emendato.
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla pianificazione e gestione delle risorse idriche

Vorrei invitare i colleghi di Rifondazione Comunista, visto che si è accolto il discorso "della Giunta, sentita la Commissione" a ritirare eventualmente il loro emendamento.



PRESIDENTE

Il Gruppo di Rifondazione Comunista ritira l'emendamento.
28) Emendamento presentato dai Consiglieri Peano e Riba: al termine del comma terzo, dopo le parole "Giunta regionale", aggiungere le parole "sentita la Commissione consiliare competente".
Pongo in votazione l'emendamento, accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 31 voti favorevoli e 2 astensioni.
29) Emendamento presentato dai Consiglieri Peano e Riba: al comma sesto, sostituire le parole "60 giorni" con "120 giorni".
Pongo in votazione l'emendamento, accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 31 voti favorevoli e 2 astensioni.
30) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Papandrea: al comma sesto, dopo le parole "fino all'eventuale scioglimento del Consorzio medesimo", aggiungere le parole "che dovrà in ogni caso attenersi a quanto disposto dall'art. 7, comma quarto, della presente legge".
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla pianificazione e gestione delle risorse idriche

Come saprete, dovrà senz'altro essere emanato un provvedimento di scioglimento del Consorzio nell'ambito del Regolamento attuativo della legge Galli, che compete al Ministero, così come in quella stessa sede dovranno essere emanate precise direttive di rilievo nazionale, per tutti gli atti obbligatori del Consorzio. Fatto di cui avevamo sentito parlare in un incontro svoltosi presso il Ministero dei Lavori Pubblici qualche mese fa.
In sostanza, ci limitiamo a prendere atto della situazione giuridica così com'è, senza poter risolvere in questa sede una serie di questioni che saranno conseguenti alla presa di posizione ministeriale che noi abbiamo sollecitato, e sollecitiamo a maggior ragione con la formulazione contenuta nell'articolo. Non è possibile trattare solo l'aspetto che attiene alla gestione, senza domandarsi di che tipo di consorzio si tratta. Ci sono tante e tali problematiche e sfaccettature del problema che ci inducono a non accogliere l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Visto che ogni tanto discutiamo di federalismo e di autonomia, si potrebbe almeno arrivare a dire "anche se non abbiamo l'autorità di scioglimento del Consorzio, abbiamo senz'altro quella di imporre il rispetto della legge che stiamo emanando".
Può essere superfluo, ma secondo me ricordare tutto quanto è previsto in legge significa affermare dei poteri che tentiamo di rivendicare; per almeno noi dovremmo dirlo che li vogliamo e che non vogliamo questa cosa strana, questa Repubblica dentro il Piemonte che può fare quello che le pare.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 11 voti favorevoli e 23 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 9 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 35 voti contrari 2 astensioni 1 L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 35 voti contrari 2 astensioni 1 L'art. 10 è approvato.
ART. 11 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 35 voti contrari 2 astensioni 1 L'art. 11 è approvato.
ART. 12 31) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Papandrea: al comma sesto, dopo le parole "al risanamento", aggiungere le parole "al risparmio".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 35 voti favorevoli e 2 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 12 come emendato, per alzata di mano ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 31 astensioni 5 L'art. 12 è approvato.
ART. 13 32) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Papandrea: è aggiunto il seguente comma: "Il Presidente della Conferenza regionale delle risorse idriche relazionerà annualmente al Consiglio regionale in merito allo stato di avanzamento dell'applicazione della legge regionale e all'espletamento dei dettami nazionali sui contenuti relativi all'uso razionale delle risorse idriche nella Regione".
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla pianificazione e gestione delle risorse idriche

La Giunta non accoglie l'emendamento per due considerazioni. In primo luogo, è già prevista una relazione all'art. 11, comma quarto; inoltre è la Giunta regionale che deve riferire annualmente al Consiglio.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 3 voti favorevoli e 33 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 13 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 33 voti contrari 3 L'art. 13 è approvato.
ART. 14 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 33 voti contrari 3 L'art. 14 è approvato.
ART. 15 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 33 voti contrari 3 L'art. 15 è approvato.
Passiamo alle dichiarazioni di voto sull'intero testo della legge.
La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Grazie, Presidente. Dopo un'ampia discussione ormai i giochi politici sono fatti. La proposta di legge n. 59 sta per essere approvata dal centro destra e da altre forze dell'opposizione. Sicuramente ci sarà solo il voto contrario di Rifondazione Comunista.
E' inutile dire che sarà una norma giuridica peggiorativa, in perfetto stile con la filosofia capitalistica del profitto. Infatti i soggetti privati investono solo per i propri interessi e non certamente per quelli della collettività con le fasce più deboli.
Inoltre, la legge prevede il superamento delle gestioni in economia e restringe il concetto di servizio integrato. Quindi la proposta di legge n.
59 è fortemente involutiva, retriva, peggiorativa: favorirà solo gli interessi dei soggetti privati nelle notevoli risorse che questo provvedimento di legge prevede.
Comunque è chiaro che noi comunisti ci impegneremo a combattere e ad avversare le gravi speculazioni e i danni ai cittadini piemontesi che questa legge procurerà. Apprezziamo però i miglioramenti apportati a questa legge, soprattutto da parte dei nostri emendamenti e vigileremo sulla loro applicazione.
Per questi concetti politici e per le considerazioni fatte dal nostro Capogruppo e dal collega Papandrea, noi voteremo contro questa legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Grazie, signor Presidente. La maggiore novità di questa legge è l'introduzione della razionalizzazione del comparto. Il meccanismo per la determinazione delle tariffe è la risultante di un'analisi di costi e ricavi che prevede essa stessa un meccanismo di riduzione qualora un certo abbassamento del consumo e un certo risparmio produca in effetti una risultante a costi e ricavi più bassa. Si tratta di una razionalizzazione per i mille piccoli e piccolissimi acquedotti e le mille competenze che sugli stessi si ripercuotono. Finalmente si individua un'autorità ed un ambito, il quale diventa il vero servizio che a questo punto è più funzionale, più identificato. Anche l'autorità ha un meccanismo di rappresentanza che credo sia un'innovazione rispetto alle altre leggi di recepimento della legge Galli nazionale, che hanno delegato direttamente alle Province, tralasciando ed escludendo i Comuni e le Comunità montane.
La Regione Piemonte invece opera in questo senso con un meccanismo che equipara per aree omogenee la rappresentanza, che così viene data anche ai Comuni con le Comunità montane.
In sostanza, si tratta di una legge che premia il lavoro di questo Consiglio e credo che sia anche un giusto obiettivo conseguire quell'inquadramento e quella riqualificazione dei maggiori servizi pubblici.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertoli.



BERTOLI Gian Pietro

Nella discussione generale su questa legge noi abbiamo già anticipato che il nostro atteggiamento sarebbe stato positivo e che il nostro voto si sarebbe aggiunto a quello della maggioranza per promuovere il provvedimento, che riteniamo sia una tra le leggi più importanti che caratterizzeranno questa legislatura.
Ciò pur rendendoci conto che questa legge è soltanto il primo passo necessario ed importantissimo, per costruire con gli altri Enti un sistema della gestione integrata delle acque civili più razionale e tale da far ritornare le nostre acque - per dirla con il poeta - chiare, fresche e dolci.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Credo anch'io che oggi si faccia un passo avanti. Quella che stiamo approvando è una legge importante, che ci permette di riorganizzare in qualche modo un settore che, credo non solo in Piemonte, ma in tutta Italia, è decisamente mal organizzato.
Questa legge certamente avrà dei pro e dei contro, e non credo che sia una legge perfetta, come ho già detto in un intervento precedente. Penso però che quello che due giorni fa sembrava un intervento che poteva soltanto ritardare l'attuazione della legge stessa ci abbia permesso alcune riflessioni - fatte da tutti - che l'hanno migliorata.
Sono convinto che, come per altre leggi, anche gli obiettivi che si prefigge siano da verificare, cioè molto probabilmente anche per questa legge, man mano che si troverà la sua attuazione, dovremo verificare se gli obiettivi che ci siamo prefissi oggi in quest'aula approvandola si realizzeranno. Rivolgo allora una preghiera all'Assessore per il costante monitoraggio di quello che succederà sul territorio piemontese con l'applicazione di questa legge.
Un altro obiettivo credo sia stato quasi del tutto raggiunto: da un lato, far sì che non ci fossero differenziazioni fra Comuni montani e Comuni non montani e, dall'altro - obiettivo che andrà verificato - il fatto che anche i Comuni non montani necessariamente dovranno darsi un'organizzazione per questo tipo di servizio, che servirà anche ad altri servizi ai quali ci troveremo di fronte con varie leggi in quest'aula consiliare.
E' allora con soddisfazione che voglio ringraziare tutti coloro che hanno posto maggiore attenzione alla legge che stiamo per votare e un ringraziamento alla Giunta, in particolare all'Assessore e ai suoi funzionari, perché hanno saputo aiutarci nel trovare una definizione come quella che abbiamo trovato oggi. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeli.



ANGELI Mario

Avevo già dichiarato in precedenza che avremmo dato voto favorevole a questa legge.
Ritengo che questi due giorni (anzi tre: abbiamo lavorato anche in Commissione) abbiano ulteriormente approfondito quelle che erano le tematiche più importanti della legge di applicazione della legge Galli. E' quindi con soddisfazione che voto favorevolmente questa legge.
Voglio ripetere anch'io le raccomandazioni rispetto alla struttura che faceva il Consigliere Montabone, perché si tratta di una legge che sarà di difficilissima applicazione, per tutti i ragionamenti che sono stati fatti nei confronti dei piccoli Comuni, delle piccole gestioni, delle piccole derivazioni e di quant'altro.
Credo che abbiamo dato un carico di lavoro non di poco conto ai funzionari dell'Assessorato e credo anche che, come Consiglieri regionali dovremo porre tutta l'attenzione necessaria affinché si arrivi effettivamente ad una regolamentazione di questo inferno di varie e differenti gestioni all'interno della nostra regione.
E' con viva soddisfazione che approveremo questa legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galli.



GALLI Daniele

Il voto è senz'altro positivo sull'intera legge. E' una legge estremamente equilibrata, che tiene conto dei principi di sussidiarietà, di delega, di rappresentatività delle Amministrazioni locali e dei territori montani. E' una legge che dà un ritorno molto forte a livello di occupazione, di formazione professionale, di mantenimento del territorio montano e miglioramento dello stesso.
E' una legge che avrà un iter applicativo, speriamo, il meno difficile possibile; all'inizio ovviamente vi sarà qualche difficoltà, perché è una legge totalmente innovativa.
Penso che la legge rappresenti in toto lo spirito dell'estensore della legge nazionale. Pertanto, il nostro non può che essere un voto favorevole.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI' 38 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri La legge è approvata.
Annesso alla legge è stato presentato l'ordine del giorno n. 397 a firma dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti.
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla pianificazione e gestione delle risorse idriche

Con una buona dose di temerarietà la Giunta accoglie questo ordine del giorno, con tutte le complicazioni di impiantare un sistema volto in questa direzione.



PRESIDENTE

Pongo pertanto in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte premesso che il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato il disegno di legge n.
59: 'Delimitazione degli ambiti territoriali ottimali per l'organizzazione del servizio idrico integrato e disciplina delle forme e dei modi di cooperazione tra gli Enti locali ai sensi della legge 5/1/1994, n. 36 e successive modifiche ed integrazioni. Indirizzo e coordinamento dei soggetti istituzionali in materia di risorse idriche' l'art. 8 del disegno di legge ne disciplina gli aspetti tariffari che si riverberano sulla vita materiale di tutti i cittadini a tal proposito, anche in relazione ai dettami della legge n. 36/94, la Regione deve promuovere una politica di risparmio delle risorse idriche impegna la Giunta regionale a predisporre ogni possibile iniziativa affinché in ogni ambito territoriale, l'Autorità, tramite i propri gestori, predisponga il calcolo del consumo medio pro capite ottimale al quale corrisponde la tariffa d'ambito per i consumi domestici. In presenza di consumi medi pro capite inferiori alla media la tariffa sarà ridotta in modo proporzionale al risparmio conseguito".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 43 Consiglieri presenti.


Argomento: Opere igienico-sanitarie

Iscrizione ed esame proposta di deliberazione n. 411: "Modifica del Regolamento di attuazione della L.R. 21/3/1984, n. 18 'Legge generale in materia di opere e lavori pubblici', promulgato con decreto del Presidente della Giunta regionale 29/4/1985, n. 3791"


PRESIDENTE

Propongo l'iscrizione all'o.d.g. della proposta di deliberazione n.
411.
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore ai lavori pubblici e tutela del suolo

L'altro giorno il collega Montabone chiedeva come mai si allungavano i tempi: sotto il profilo di questa deliberazione l'allungamento dei tempi può diventare provvidenziale, perché possiamo proporre al Consiglio una deliberazione che è urgente, che è pervenuta al Settore Opere Pubbliche dal CROP e anche dalla Sanità.
In sostanza, si tende ad individuare delle modalità più articolate per poter istruire in tempi certi tutta quella massa di progetti, che sono fermi all'Assessorato alla sanità, di opere che non erano passate formalmente all'approvazione del CROP.
La Giunta è dell'idea che occorre dare un impulso notevole, con modalità straordinarie; quindi il provvedimento è improntato in questa direzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, intendo questa illustrazione sulla necessità di inserire questo punto all'o.d.g., fatta dall'Assessore Cavallera, allo stesso modo in cui ho inteso l'illustrazione delle scuse dell'Assessore Masaracchio l'altro giorno, con lo stesso obiettivo e la stessa larghezza di manica. Ho capito che a fronte di un ritardo della Giunta regionale, su una materia complessa sulla quale avrebbe dovuto deliberare per tempo, la Giunta chiedendo scusa al Consiglio e ai colleghi, inserisce in fretta e furia un provvedimento in zona Cesarini.
Votiamo anche noi per questo inserimento, viste e udite le parole chiare ed esplicite dell'Assessore Cavallera in materia.



PRESIDENTE

Pongo pertanto in votazione l'iscrizione all'o.d.g. della proposta di deliberazione n. 411.
L'iscrizione è approvata all'unanimità dei 42 Consiglieri presenti.
Passiamo dunque all'esame del dispositivo della proposta di deliberazione n. 411.
I Consiglieri Mancuso, Cavallera e Galli hanno presentato il seguente emendamento: l'art. 1 dell'allegato alla PDCR n. 411 è così modificato: alla lettera f) del comma terzo dell'art. 28 del Regolamento di attuazione della L.R. n. 18/84 sono soppresse le parole: "segnalare le irregolarità riscontrate e formulare in sede consultiva le seguenti proposte al Presidente della Giunta regionale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 40 voti favorevoli e 3 astensioni.
Pongo pertanto in votazione la deliberazione come emendata, il cui testo verrà trascritto sul processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 32 voti favorevoli e 3 astensioni.
Pongo in votazione l'immediata esecutività della deliberazione, ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
Porgo gli auguri più cari a tutti voi e il ringraziamento per questa mattinata di lavoro dedicata a questa legge, molto importante, che è stata varata, e per tutto il lavoro che ha impegnato, lo voglio solamente ricordare, ben 69 sedute del Consiglio nell'anno 1996.
Sopra ci sarà la consegna dei distintivi d'oro a tutti i Dirigenti del Settore Opere Pubbliche, Geologico e Difesa dell'assetto idrogeologico.
Preghiamo pertanto tutti i Consiglieri, che intendono, di partecipare; sarà un atto di omaggio e di congratulazione per quanti si sono operati.
Confermo che oggi pomeriggio non si terrà più la riunione della III Commissione, mentre rimangono confermate in Sala Morando le consultazioni della IV Commissione.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12,30)



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