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Dettaglio seduta n.97 del 17/12/96 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute (rinvio)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", comunico che sono stati distributi ai Consiglieri, prima dell'inizio della seduta odierna, i processi verbali delle adunanze consiliari del 17, 24 e 25 settembre, 15, 22 e 29 ottobre 1996, i quali verranno posti in votazione nel corso della prossima seduta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 5) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Cavaliere, Deorsola e Farassino.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Convoco immediatamente la Conferenza dei Capigruppo.



PEANO PIERGIORGIO


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interpellanza n. 767 dei Consiglieri Chiezzi e Simonetti relativa alla Casa di riposo "La Quiete" di Cantavenna (AL)


PRESIDENTE

In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interpellanza n. 767, alla quale risponde l'Assessore Goglio.



GOGLIO Giuseppe, Assessore alle politiche per gli anziani

Dalle informazioni assunte dall'USL competente per territorio per la funzione di vigilanza e da una visita ispettiva effettuata il 17/9/1996 risulta quanto segue.
La struttura, in possesso di titolo autorizzativo per anziani autosufficienti, è occupata da 37 persone anziane, di cui 5 non autosufficienti.
Durante il sopralluogo il responsabile della struttura dichiarava la propria volontà di provvedere agli adeguamenti per la costruzione di un nucleo RAF per il sopravvenuto peggioramento in corso di ricovero in struttura delle condizioni degli ospiti a causa del naturale processo di invecchiamento.
La struttura è, comunque, apparsa alla Commissione in una buona condizione generale: gli ospiti, ivi compresi i 5 allettati, risultavano in buono stato igienico e la Commissione non ha riscontrato situazioni di particolare rilevanza tali da determinare provvedimenti.
Il personale risulta sufficiente come numero rispetto ai parametri regionali. Non tutto quello preposto all'assistenza degli ospiti è in possesso delle qualifiche di ADEST, ma, già prima del sopralluogo, la struttura ha provveduto ad inviare 2 operatori al corso di riqualificazione dell'USL n. 21 che è iniziato il 10/10/1996.
Per quanto riguarda l'attività di vigilanza sulla struttura di Cantavenna, si informa che, agli atti di questo Assessorato, risulta una visita ispettiva effettuata dall'USL n. 76 in data 7/12/1992, oltre a due visite ispettive compiute dal NAS di Alessandria in data 13/8/1992 e 27/4/1994 che non hanno riscontrato carenze nella struttura e che unitamente all'assenza di esposti o di semplici segnalazioni in ordine ad un eventuale mal funzionamento della struttura stessa, non hanno creato i presupposti perché questo Assessorato potesse sollecitare l'USL a compiere ulteriori verifiche.
Sono a disposizione dei Consiglieri interpellanti le copie dei verbali dei sopralluoghi effettuati e la corrispondenza intercorsa fra l'Assessorato e l'USL.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, non siamo completamente soddisfatti della risposta fornita dall'Assessore perché - in seguito valuteremo meglio la risposta scritta, che chiedo all'Assessore di farci pervenire unitamente ai verbali dei sopralluoghi effettuati l'interpellanza è stata sollecitata da una questione ben precisa, cioè il numero dei non autosufficienti nell'ambito delle persone ricoverate nella Casa di riposo. A noi risultava, infatti, che il numero degli anziani non autosufficienti fosse compreso fra 15 e 20; la presenza, in una Casa di riposo di circa 40 persone, di cui oltre la metà non autosufficienti assistite da 2 infermieri professionali e da altre persone assunte con funzioni molto generiche (il lavaggio dei panni, ecc.) determinava gravi carenze, per cui si richiedeva a personale non in grado e non competente di svolgere funzioni di assistenza.
L'Assessore sostiene che le persone non autosufficienti sono 5 e che la Casa di riposo si trova in situazioni igieniche ed organizzative abbastanza buone.
Vorremo sapere, sulla base dei verbali che l'Assessore fornirà, come è stato effettuato il controllo, visto e considerato che, anche se ad oggi la situazione organizzativa è in "buone condizioni", nel periodo in cui è stata formulata l'interpellanza la Casa di riposo di certo non si trovava in ottime o buone condizioni igieniche ed organizzative, come ha detto poc'anzi l'Assessore.
Sono stati effettuati tre controlli che non hanno accertato carenze eclatanti, però l'ultimo controllo è stato effettuato a distanza di quasi due anni da quello precedente.
Si ribadisce dunque una questione fondamentale di cui l'Assessore dovrebbe farsi carico, che è quella del controllo; occorre fissare dei termini entro i quali le UU.SS.LL. dovranno effettuare controlli precisi sulle Case di riposo gestite da privati.


Argomento: Industria - Commercio - Artigianato: argomenti non sopra specificati - Lavoro - Movimenti migratori: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 770 dei Consiglieri Rosso e Farassino relativa alla cessione del gruppo GFT ed eventuali ripercussioni sulla crisi occupazionale della Regione


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 770, presentata dai Consiglieri Rosso e Farassino, alla quale risponde l'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore al lavoro

Nonostante la sfavorevole congiuntura del settore dell'abbigliamento il gruppo GFT ha consolidato quest'anno il fatturato del 1995, anno nel quale le esportazioni hanno rappresentato circa l'80% del giro d'affari con un peso dell'area statunitense e canadese di poco inferiore al 40%.
La presenza del gruppo torinese sui mercati esteri verrà rafforzata da una decisa strategia di penetrazione nei mercati emergenti con particolare riferimento ai Paesi dell'estremo Oriente (Cina, Corea, ecc.).
Mentre per il 1996 la situazione è sostanzialmente positiva, le previsioni di mercato per il 1997 presentano purtroppo motivi di particolare preoccupazione.
Nell'incontro avuto con i rappresentanti dell'azienda il 18 ottobre scorso, questi hanno rappresentato una situazione di mercato dell'abbigliamento "made in Italy" particolarmente deficitaria, con un calo dei consumi dell'ordine del 20-25%.
Questa produzione portante degli stabilimenti GFT Italia, vanta, sia nel settore uomo che donna, marchi di notevole prestigio quali: Armani Ungaro e Valentino. Inoltre sono stati ultimamente acquisiti i marchi Cerutti e Chiara Boni.
Per quanto concerne il settore donna, dove è stato perso il marchio Montanà, l'azienda è orientata a rafforzare la propria presenza nel segmento bridge (fascia media) del mercato, attraverso il potenziamento del marchio femminile Sahzà.
A causa della situazione sopra rappresentata, calo di mercato e perdita del marchio Montanà, l'azienda intende richiedere l'intervento della cassa integrazione ordinaria, scelta questa non indifferente che allontana le preoccupazioni, emerse in questi ultimi mesi, sul futuro produttivo degli stabilimenti GFT.
Sul piano occupazionale, ricordiamo ancora che, in seguito alla consistente ristrutturazione attualmente in corso, il gruppo ha perso in Piemonte in questi ultimi anni circa 1.000 addetti e gli attuali 3.000 dipendenti del gruppo GFT Italia sono così articolati: TABELLA (vedi allegato) Per quanto riguarda i mutamenti intervenuti nell'assetto proprietario ogni valutazione comparativa in merito alle diverse alternative di acquisto è, oggi, superata dal fatto che una delle ipotesi, a suo tempo prospettata è diventata realtà. A questo proposito rammentiamo la recente nomina a Presidente del GFT del dottor Paolo Sabatini, che è l'Amministratore delegato della Gemina, società proprietaria del GFT.
Sul piano più generale ricordiamo che i più recenti dati ISTAT sull'occupazione, tratti dalle rilevazioni trimestrali sulle forze di lavoro, e relativi al luglio scorso, segnalano per il Piemonte una crescita di 31.000 unità lavorative rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. L'incremento si concentra nel terziario, dove presumibilmente i servizi alle imprese e i servizi vari sono i comparti più dinamici, mentre il dato dell'industria si mantiene stazionario.
Va però segnalato che nel primo semestre di quest'anno le procedure di assunzione al lavoro registrate dal Collocamento risultano in decisa flessione rispetto all'anno precedente (-12,4% in Piemonte, pari a 13.750 avviamenti in meno), un calo che interessa principalmente l'industria ( 19%), ma che tocca anche, sia pure in misura contenuta, le altre attività ( 4,4%).
Ci troviamo in sostanza di fronte ad una situazione di rallentamento dell'economia, confermato ormai da varie fonti, dalle indagini congiunturali della Federpiemonte, come dai dati relativi alla produzione e ai consumi elettrici, che però sembra per ora non intaccare i livelli occupazionali, che hanno subìto già una drastica riduzione tra il 1992 e il 1994.
I dati citati, peraltro, non sono disaggregabili per comparto di attività all'interno dei macro-settori e non consentono quindi un approfondimento sulle industrie tessili e dell'abbigliamento. Alcune indicazioni più puntuali ci giungono dalla dinamica del ricorso alla cassa integrazione, oltre che dalle indagini previsionali della Federpiemonte.
In particolare, nei primi sei mesi dell'anno le ore di CIG complessivamente autorizzate dall'INPS hanno registrato una concentrazione del 46% in Piemonte, che si concentrerà però in provincia di Torino e che interessa principalmente il settore meccanico: le industrie dell'abbigliamento seguono il trend generale, mentre nel tessile si segnala un deciso incremento delle ore richieste dalle imprese, che salgono nel giro di un anno da 652.000 a 1.050.000.
Dalle indagini della Federpiemonte relative al terzo trimestre 1996 inoltre, il tessile e l'abbigliamento sono due dei settori più critici, in un quadro generale che è comunque improntato al pessimismo.
Va inoltre segnalato che, secondo le banche dati INPS, tra il 1990 e il 1994 l'abbigliamento è il settore produttivo piemontese contrassegnato dalla maggiore contrazione occupazionale, in termini proporzionali, con una perdita di oltre 7.000 posti di lavoro (-25%), e che anche il tessile ha registrato una flessione consistente (-5.200 addetti, -11%).
La svalutazione strisciante della lira negli ultimi due anni ha indubbiamente favorito il rilancio di un settore particolarmente orientato all'export, ma il riassestamento in corso della divisa nazionale e la presenza di specifici focolai di crisi fanno prevedere un nuovo aggravamento della situazione che le indagini congiunturali della Associazione di categoria sembrano prefigurare.
L'impegno dell'Assessorato, espressosi anche con il finanziamento nel 1996 di 19 corsi di formazione e riqualificazione professionale interessanti circa 200 dipendenti della GFT, sarà quello di continuare a seguire l'evoluzione della situazione produttiva ed occupazionale del gruppo in stretto rapporto con gli Enti locali, l'azienda, le associazioni imprenditoriali e sindacali, tenendo peraltro conto che in questa fase le problematiche del gruppo formano oggetto di confronto tra l'azienda e le Organizzazioni sindacali dei dipendenti, che di volta in volta sono stati contattati sullo stesso tavolo di concertazione dall'Assessorato e da me personalmente per ovviare a problemi che comunque, in un certo momento di questa evoluzione critica del GFT, potessero essere risolti con l'avviamento - caso unico in Piemonte nella storia delle concertazioni sindacali, non accade in nessun altra Regione d'Italia - da parte della stessa azienda di personale già qualificato che non aveva nemmeno bisogno di riqualificazione ad altre attività parallele collaboratrici della stessa GFT. Questa risoluzione in quel momento ci sembrava risolutiva; oggi invece, mi pare che non sia stata capace di contenere tutto il momento critico in cui il GFT si sta muovendo.
Per queste ragioni ad oggi, invece, mi pare non sia stata una risoluzione capace di contenere tutto il momento critico in cui il gruppo GFT si sta muovendo. Per queste ragioni prevediamo, entro il prossimo mese di novembre, due incontri; il primo di questi sarà con i rappresentanti del GFT e le Province ed i Comuni sedi degli stabilimenti piemontesi, mentre il secondo si svolgerà sempre con la partecipazione degli Enti locali interessati e con le Organizzazioni sindacali dei lavoratori.
Nell'ambito di tutti i problemi che investono l'alta moda - e il GFT fornisce all'alta moda tanta produzione - si spera che nella liberalizzazione del mercato unico, del mercato globale, dei rapporti con altri Paesi, questo settore, che ha una capacità di primato nell'ambito delle attività piemontesi - non fosse altro che per tutto ciò che in termini di prototipi produce il nostro ente strumentale che è Texilia di Biella - potrà, nel senso migliore della nostra attesa, costituire motivo di nuovi incentivi da parte dell'Amministrazione regionale, sempre attraverso la formazione ove naturalmente venga richiesta questa attività a supplemento delle difficoltà del GFT.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Possiamo dirci soddisfatti della risposta e gradiremmo essere tenuti al corrente dell'evoluzione della situazione e quindi dell'esito dei due incontri che l'Assessore ha preannunciato. Raccomandiamo l'attenzione sull'evolversi della situazione in modo da ridurre al minimo i problemi occupazionali che stanno scaturendo.


Argomento: Assistenza e sicurezza sociale: argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 786 della Consigliera Manica relativa alla deliberazione su "Decisione in ordine alla L.R. n. 62/95 e successive modificazioni. Esercizio delle funzioni socio-assistenziali"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 786, presentata dalla Consigliera Manica, alla quale risponde l'Assessore Goglio.



GOGLIO Giuseppe, Assessore all'assistenza e servizi

In riferimento alle problematiche poste nell'interpellanza in oggetto in merito alla specifica situazione dell'ex USL 51 di Novara e, in linea generale, relativamente all'assetto istituzionale per l'esercizio delle funzioni socio-assistenziali in corso di definizione sul territorio regionale, in attuazione della L.R. n. 62/95, si comunicano i seguenti elementi informativi.
A) Attività regionale nell'ambito del processo di ridefinizione delle modalità gestionali dei servizi socio-assistenziali.
Com'è noto, il quadro normativo delineatosi a livello nazionale a partire dal 1990 (legge n. 142/90, legge n. 111/91, DL n. 517/93) ha indotto, a livello regionale, una ridefinizione dell'organizzazione gestionale delle funzioni e dei servizi socio-assistenziali: tale processo di ridefinizione, nei limiti di cui alla normativa regionale rappresentata dalle LL.RR. n. 62/95 e n. 94/95, nonché dalle LL.RR. n. 8/95 e n. 10/95 implica una competenza decisionale primaria dei Comuni, titolari delle funzioni amministrative e gestionali in materia di servizi sociali (legge n. 142/90, art. 9).
In tale contesto, la competenza regionale si colloca sul piano della programmazione dei servizi, della determinazione degli obiettivi generali e della conseguente ripartizione delle risorse finalizzate all'omogeneo conseguimento di tali obiettivi su tutto il territorio (legge n. 142/90 art. 3).
Ciò premesso, l'Assessorato all'assistenza, nell'ambito del processo che vede le Amministrazioni comunali fortemente impegnate nell'individuazione delle modalità organizzative per la gestione delle funzioni e dei servizi socio-assistenziali fra quelle di cui all'art. 13 della L.R. n. 62/95, ha fornito la completa disponibilità nell'attività di supporto tecnico-giuridico, di verifica e monitoraggio delle scelte in fase di adozione su tutto il territorio regionale.
L'attività si è svolta prevalentemente attraverso: la predisposizione di schemi-tipo di atti costitutivi delle forme associative di cui alla legge n. 142/90 (Consorzi, convenzioni fra Enti locali), nonché di disciplinare-tipo per il convenzionamento fra le UU.SS.LL. e gli enti gestori dei servizi socio-assistenziali il monitoraggio costante dell'evoluzione delle prospettive gestionali sul territorio, nonché la consulenza ed il supporto giuridico-amministrativo per la predisposizione degli strumenti tecnici ed organizzativi necessari per dare operatività alle scelte gestionali in corso di adozione frequenti incontri sul territorio ed in sede con le Amministrazioni locali e con gli amministratori delle UU.SS.LL., finalizzati all'approfondimento delle problematiche connesse al futuro assetto gestionale dei servizi socio-assistenziali.
L'attività dell'Assessorato è attualmente concentrata sull'individuazione di strumenti idonei a garantire la continuità delle attività socio-assistenziali sul territorio, in caso di mancata definizione, da parte dei Comuni, delle modalità gestionali nei termini previsti dalla L.R. n. 94/95 (31/12/1996): in questo ambito, la fonte giuridica deriva dalla stessa L.R. n. 62/95, art. 13, comma quarto, e consiste nella gestione obbligatoria da parte degli enti citati (UU.SS.LL.
o Comune capoluogo di Provincia, o Comunità montana, o Consorzi o convenzioni fra Comuni costituiti negli ambiti territoriali delle ex UU.SS.LL.) delle attività socio-assistenziali a rilievo sanitario relative all'handicap ed agli anziani non autosufficienti, nonché delle attività relativi alla tutela materno-infantile e dell'età evolutiva.
B) Situazione dell'ex USL 51 di Novara.
Nell'ambito del quadro regionale relativo alle prospettive gestionali dei servizi socio-assistenziali (che si trasmette in allegato), la situazione dell'ex USL 51 di Novara desta numerose preoccupazioni in quanto: si tratta di una zona ad alta densità di popolazione (n. 129.328 abitanti), con una rete di servizi socio-assistenziali consolidata su tutto il territorio, che nel corso degli anni ha visto un forte sviluppo verso l'assunzione della gestione in forma diretta dei servizi stessi, sia a livello di base che integrativo si tratta dell'Associazione di Comuni che ad oggi conta la pianta organica più consistente su tutto il territorio regionale, con n. 124 dipendenti assunti in ruolo.
Nel corso dell'ultimo biennio sono state numerose le sollecitazioni dell'Assessorato per una tempestiva individuazione, da parte dei Comuni facenti capo all'ex USL 51, della modalità gestionale delle attività socio assistenziali ritenuta maggiormente adeguata alle esigenze della realtà locale, con richieste di informazioni in merito alle soluzioni prospettate con inviti a partecipare ad incontri e con la completa disponibilità a fornire il supporto tecnico e giuridico necessario.
Purtroppo, le notizie pervenute da codesta zona sono state piuttosto scarse, fatta eccezione per l'orientamento del Comune di Novara verso la gestione diretta dei servizi stessi (come risulta dalla proposta di deliberazione citata nell'interpellanza).
Le note dell'Assessorato, in data 30/5/1995, 26/7/1995, 19/4/1996 e 5/6/1995, non hanno avuto riscontro (richieste di informazioni in merito alle modalità gestionali prescelte).
L'incontro presso l'Assessorato fissato per il giorno 26/6/1996, con invito esteso a tutti i Sindaci dei Comuni dell'ex USL 51, ha visto unicamente la presenza dell'Assessore ai servizi sociali del Comune di Novara, unitamente ai dirigenti del Comune stesso e del Servizio socio assistenziale dell'ex USL.
Nel corso dell'incontro è emerso l'orientamento dell'Assessorato ai servizi sociali del Comune di Novara per l'assunzione della gestione diretta dei servizi socio-assistenziali, in attuazione dell'art. 13 della L.R. n. 62/95; è stata inoltre sollecitata, da parte del presente Assessorato, la convocazione in tempi ristretti dell'assemblea dell'Associazione dei Comuni per discutere sul futuro assetto organizzativo dei servizi socio-assistenziali, alla luce delle intenzioni manifestate dall'Assessorato ai servizi sociali del Comune di Novara.
Una nuova comunicazione del presente Assessorato a tutti i Comuni dell'ex USL 51 (18/7/1996), nel ricordare l'approssimarsi della scadenza della fase transitoria per la gestione in capo all'USL delle attività socio assistenziali, proponeva un incontro in loco su iniziativa dei Comuni stessi e ribadiva la completa disponibilità a fornire la consulenza tecnica necessaria, previa individuazione, a livello locale, della scelta relativa all'assetto gestionale.
A tale comunicazione seguiva la risposta del Sindaco di Vespolate nella sua qualità di Presidente dell'assemblea dell'Associazione dei Comuni (24/7/1996), per evidenziare che, relativamente alla scelta gestionale era in corso di attivazione "una necessaria fase di studio e di concertazione".
Da colloqui telefonici con il Servizio socio-assistenziale dell'ex USL si è appreso che la suddetta assemblea era stata convocata per il giorno 29/7/1996.
L'Assessorato non era a conoscenza dell'intenzione delle Amministrazioni comunali dell'ex USL 51 di affidare l'incarico di studio e di ricerca sulla tematica in questione all'ente citato nell'interpellanza da informazioni assunte successivamente presso gli enti interessati (ex USL 51 e Comune di Novara) è emerso che la decisione in merito dell'affidamento veniva assunta nel corso della predetta assemblea e che il Comune di Novara veniva delegato a procedere all'incarico, con proprio atto, nonché alla nomina di una Commissione tecnica composta da rappresentanti dell'ex USL 51 (dirigente del SSA), del Comune di Novara, del sindacato, del volontariato e della cooperazione sociale.
Fermo restando che non è competenza dell'Assessorato regionale interferire nel merito delle procedure degli strumenti adottati a livello delle autonomie locali per quanto concerne l'approfondimento delle questioni tecnico-giuridiche connesse alle forme gestionali di servizi pubblici locali di loro competenza, si fa presente che l'attività dell'Assessorato, in ordine alla specifica situazione dell'ex USL 51 di Novara, è attualmente finalizzata a sollecitare: la conclusione, in tempi brevi, della fase di studio e di ricerca attivata la definizione della modalità gestionale, tenendo conto degli adempimenti connessi alla collocazione del personale in ruolo sulla pianta organica dell'ex USL nelle piante organiche comunali.
In caso di mancata adozione, da parte dei Comuni dell'ex USL 51, delle necessarie decisioni in merito all'assetto gestionale dei servizi socio assistenziali entro il termine del 31/12/1996, in attuazione della L.R. n.
62/95, si richiama la disposizione di cui all'art. 13, comma quarto, della legge stessa in base alla quale - come anzi detto al punto A) - per le attività socio-assistenziali a rilievo sanitario e per quelle relative alla tutela materno-infantile e all'età evolutiva, gli enti gestori saranno necessariamente i seguenti: a) il Comune di Novara, capoluogo di Provincia, potrà optare per l'assunzione della gestione diretta delle suddette attività o per la delega all'USL 13 b) gli altri Comuni dovranno conferire la delega all'USL 13.
Per le restanti attività socio-assistenziali non rientranti fra quelle sopra citate (ad esempio, assistenza domiciliare, assistenza economica ecc.), i singoli Comuni potranno optare per la gestione in forma diretta o per la delega all'USL.
Gli uffici dell'Assessorato sono a disposizione per ogni ulteriore chiarimento e/o informazione ritenuta utile in merito all'argomento in questione o, in generale, in merito alla tematica dell'assetto istituzionale dei servizi socio-assistenziali.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Chiedo all'Assessore se cortesemente può farmi avere copia scritta della risposta testé letta.
Rispetto a quanto letto dall'Assessore, siamo a conoscenza di ulteriori novità intervenute nella vicenda relativa ai Comuni del bacino dell'ex USL 51 per quanto riguarda il socio-assistenziale (c'è stato anche un incontro presso l'Assessorato nei giorni scorsi).
L'elemento di preoccupazione che tutti abbiamo rispetto a questa realtà, ma che si può estendere anche ad altre realtà del Piemonte, è una sorta di situazione vertenziale determinatasi tra Comuni grandi e piccoli nella gestione ed applicazione delle previsioni contenute nella L.R. n.
62/95 e delle relative tre opzioni sul passaggio di gestione: all'USL, al Consorzio, ai Comuni. Si aprono cioè situazioni vertenziali e conflittuali in una serie di realtà che necessita l'intermediazione e l'intervento di tavolo regionale. Mi riferisco in particolare ad alcune realtà fra le più significative, laddove c'è un livello di servizi socio-assistenziali di ordine medio-alto (anche se non si può parlare di completa sufficienza dei servizi socio-assistenziali, poiché i bisogni superano sempre il livello di servizi che noi, anche se pregevolmente, riusciamo ad erogare).
E' chiara a tutti la necessità di interventi regionali che costituiscano un momento di colloquio, di concertazione e che rimettano intorno ad un tavolo Comuni grandi, Comuni piccoli e la stessa Azienda Sanitaria Locale, al fine di trovare la soluzione più idonea. Ricordo che la modifica alla L.R. n. 62/95, approvata da poco in aula, protrae di tre mesi i termini per eventuali forme di consorziamento; per quanto riguarda le piante organiche e la loro possibilità di definizione un tavolo di concertazione sarebbe altrettanto utile, ma non sarebbe sufficiente qualora non riuscissimo a comporre le situazioni più complesse per quanto nelle competenze e nei poteri regionali, e a fare in modo che l'elemento prioritario del dibattere di Comuni piccoli e grandi ed Aziende Sanitarie Locali non ruoti semplicemente sull'assegnazione di personale ad una pianta organica piuttosto che ad un'altra, ma sull'integrazione funzionale dei servizi e l'erogazione unitaria dell'assistenza.
Occorre un forte ruolo regionale che rimetta al centro della discussione l'obiettivo ritenuto fondamentale e non obiettivi importanti ma eccentrici rispetto ai bisogni dei cittadini che stanno invece prendendo il sopravvento.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Interpellanza n. 813 dei Consiglieri Chiezzi e Moro relativa all'aggressione ad un guardiaparco presso il Parco naturale Capanne di Marcarolo


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 813 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Moro.
Risponde l'Assessore Angeleri.



ANGELERI Antonello, Assessore ai parchi naturali

In riferimento all'interpellanza urgente presentata dai Consiglieri Chiezzi e Moro relativa ad un episodio di aggressione nei confronti di un guardiaparco del Parco naturale delle Capanne di Marcarolo in Provincia di Alessandria si forniscono i seguenti elementi di risposta.
Con riferimento al primo quesito si comunica che il numero del personale di vigilanza attualmente in servizio presso il Parco (tre guardiaparco) appare suscettibile di incremento, sia in rapporto all'estensione che alla configurazione dello stesso.
L'attuale situazione, peraltro, trova il proprio fondamento nel mancato decollo del Parco, che sebbene sia stato uno dei primi Parchi ad essere istituito (1979), ha iniziato ad essere operativo solamente nei primi anni '90.
Tale ritardo, risoltosi nel 1992 attraverso l'istituzione di un apposito Ente di gestione, ha comportato il fatto che le prime autorizzazioni ad assumere siano state rilasciate, su richiesta dell'Ente solo nel 1993 (delle quali una per tre posti di guardiaparco e per il personale amministrativo ad aprile ed una seconda per quattro guardiaparco ad ottobre) ed i primi dipendenti sono quindi stati assunti nel 1994.
La tempistica seguita ha comportato l'applicazione in capo a tale Ente come già fatto rilevare in precedenti occasioni, della disciplina prevista dalla legge n. 537/93 di blocco delle assunzioni non autorizzate prima dell'agosto 1993 (vale a dire, nel nostro caso, blocco delle quattro assunzioni di guardiaparco autorizzate nel mese di ottobre) fino alla rideterminazione delle dotazioni organiche dell'Ente, che - come il Consigliere Moro sa - potrà avvenire solo dopo il recepimento da parte anche della Regione Piemonte dei disposti di cui al DL n. 29 del 1993.
Quanto alla ridefinizione della pianta organica dell'Ente ed alla possibilità di procedere a nuove assunzioni, si ricorda che fino all'approvazione della legge di riorganizzazione della Regione non è possibile procedere all'approvazione delle piante organiche degli Enti di gestione dei Parchi e delle Riserve naturali e, pertanto, fino a quel momento l'Ente non può assumere nuovo personale, fatta salva la possibilità di coprire il turn over relativo al personale di ruolo oggi in servizio e fatte salve ulteriori possibilità che potranno essere previste da leggi future.
E' però ammissibile l'assunzione di personale a tempo determinato, se il Parco lo riterrà opportuno, mediante specifici progetti finalizzati ovvero l'utilizzo di personale disoccupato nell'ambito dei lavori socialmente utili.
Inoltre, si ricorda come la vigilanza sulle aree protette possa essere svolta anche dagli Agenti di Polizia Locale, Urbana e Rurale, dalle guardie provinciali di caccia e pesca, dal Corpo Forestale dello Stato, previe le opportune intese con i rispettivi Enti di appartenenza.
Quanto alle "presunte" lacune di organizzazione, strutture e mezzi, si precisa che le risorse finanziarie assegnate all'Ente per le spese di gestione sono passate dai 50 milioni del 1992 ai 193 milioni attribuiti nell'anno in corso (più precisamente: 50 milioni nel 1992; 70 milioni nel 1993; 100 milioni nel 1994; 122 nel 1995 e 193 nel 1996) con un aumento pari al 400 per cento rispetto al finanziamento iniziale; è stato uno dei Parchi più seguiti da questa Amministrazione regionale.
Inoltre, sono stati assegnati nel 1996 - dato importante per gli investimenti - 230 milioni relativi al primo programma triennale per l'ambiente, per la realizzazione della sede e 431 milioni circa nell'ambito dei finanziamenti, di cui al Regolamento CEE n. 2081/93, Obiettivo B, per la realizzazione di sei specifici progetti presentati dall'Ente Parco.
Mi sembra che ci sia stata un'attenzione considerevole da parte della Regione Piemonte nei confronti di questa area protetta, di questo Ente di gestione. E' opportuno sottolineare l'autonomia dell'Ente di gestione e pregarlo di sollecitare eventuali mancanze o fornire suggerimenti per risolvere i problemi sottolineati nell'interpellanza presentata dai Consiglieri Chiezzi e Moro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

L'interpellanza urgente in discussione risale al 16 settembre scorso e riguarda un fatto gravissimo avvenuto nel Parco Capanne di Marcarolo: l'aggressione ad un guardiaparco.
Il fatto che la risposta venga data quattro mesi dopo non è certamente positivo. L'aggressione e le percosse subìte dal guardiaparco non sembrano avere altra spiegazione - almeno così mi è stato riferito - che non la grave carenza di personale nell'immenso territorio di questo Parco regionale, 8.250 ettari.
Ricordo all'Assessore che già in altra interpellanza urgente, risalente addirittura al 12 febbraio di quest'anno, si segnalava l'anomala situazione organizzativa del Parco, che, come ricordato dall'Assessore, dispone di un Direttore di VIII livello, due Capi Servizio e tre Guardiaparco: organico assolutamente insufficiente per un territorio dalle dimensioni sopradescritte. Tramite l'interpellanza si richiedevano ragguagli circa le intenzioni politiche della Giunta; la risposta dell'Assessore Vaglio, del 29 maggio, non forniva sufficienti spiegazioni in merito. L'unico atto formale era una deliberazione che determinava lo spostamento della sede amministrativa del Parco presso il Comune di Bosio.
L'odierna carente risposta dell'Assessore Angeleri non dice alcunch sul grave episodio oggetto dell'interpellanza e su come si intende procedere per assicurare condizioni di sicurezza ed incolumità al personale ricordo che l'aggressione è avvenuta essenzialmente per mancanza di guardiaparco.
Considero invece importanti i finanziamenti destinati al Parco - quindi l'occhio di riguardo dell'Assessorato - ma mi considero insoddisfatto perché il motivo dell'interpellanza era essenzialmente volta ad assicurare la sicurezza e l'incolumità delle guardie che vi lavorano.
Chiedo comunque che mi venga fornita la risposta scritta.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. i seguenti provvedimenti: progetto di legge n. 253: "Bilancio di previsione per l'anno finanziario 1997".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto con 34 voti favorevoli (non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri).
Progetto di legge n. 259: "Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio per l'anno finanziario 1997 e per gli Enti dipendenti dalla Regione".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti.
Progetto di legge n. 256: "Nuova determinazione del gettone di presenza da riconoscere ai componenti della CTU, del CROP e della Commissione regionale per i beni culturali ed ambientali".
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Intervengo per segnalare al Presidente e a tutti i colleghi che in occasione dell'ultimo adeguamento del gettone di presenza - mi sembra per l'organismo del Co.Re.S.A. - la Giunta ed il Presidente Ghigo avevano assicurato che si sarebbe trattato dell'ultimo provvedimento di adeguamento a "foglia di carciofo" per questi Enti; si convenne tutti insieme di non procedere più ad adeguamenti dei gettoni di presenza fin tanto che la Giunta non avesse presentato un programma in tal senso.
Mi sembra strano giungere oggi, anche sotto la forma dell'iscrizione all'o.d.g., quindi senza una normale procedura, ad un provvedimento che contraddice un impegno assunto in aula dalla Giunta.
Chiedevo lumi su tale modo di procedere.



PRESIDENTE

Mi pareva che l'Assessore Majorino avesse dato delle rassicurazioni in merito.
La parola all'Assessore Gallarini.



GALLARINI Pierluigi, Assessore al personale e sua organizzazione

Penso valga la pena precisare quanto avvenuto in Commissione ieri pomeriggio, alle 14,30.
In effetti, quanto richiamato dal Consigliere Chiezzi è reale: mi pare sia stato il Vicepresidente della Giunta ad assumersi l'impegno richiamato dal collega. Ieri, in Commissione, è stata avanzata una proposta con la quale si chiedeva alla Giunta l'impegno di presentarsi in I Commissione dopo le consultazioni di gennaio, con un quadro completo, al fine di poter procedere, intanto, relativamente ai tre organismi della CTU, del CROP e della Commissione regionale per i beni culturali ed ambientali.
La proposta è nata da un membro della Commissione, che l'ha fatta propria; personalmente ho assunto l'impegno come Giunta, visto che ero il solo Assessore presente in Commissione, e ho ritrasmesso l'impegno al Presidente, e soprattutto al Vicepresidente Majorino. Nella seduta del 13 o 14 gennaio il Vicepresidente Majorino verrà in Giunta con l'intero quadro delle altre situazioni, così come aveva promesso. Si è ritenuto nel frattempo, vista l'importanza della questione, di dare il "via libera" relativamente ai tre organismi di cui sopra.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Scusi, Presidente, questo impegno che valore ha, nel momento in cui quello precedente viene oggi contraddetto?



PRESIDENTE

Si è trattato di una dichiarazione formale da parte dell'Assessore.



CHIEZZI Giuseppe

Ma anche allora si era trattato di dichiarazione, resa non in Commissione, bensì in aula, quindi in una sede più importante dichiarazione che è stata contraddetta.



PRESIDENTE

Mi pare che adesso la situazione sia stata maggiormente formalizzata.



CHIEZZI Giuseppe

Mi pare però imbarazzante procedere; siamo ancora nel periodo precedente il Natale e dunque non si capisce quale urgenza vi sia a privilegiare tre Enti, con l'aumento del gettone di presenza, quando si era deciso e garantito in aula che prima di assumere qualsiasi decisione in merito si sarebbero definiti i criteri e che la Giunta avrebbe presentato un documento. Ora, invece, si vuole forzare una questione sulla quale non c'erano elementi di contrasto, che nascono però adesso: l'impegno assunto in Commissione vale meno di quello preso in quest'aula, che non è stato garantito. Chiederei che si soprassedesse; in caso contrario, chiedo che la votazione dell'iscrizione all'o.d.g. avvenga per appello nominale. Stiamo approntando un atto che contraddice una decisione precedentemente assunta.



PRESIDENTE

Mi pare che la Giunta rimanga dello stesso parere; pongo quindi in votazione l'iscrizione all'o.d.g. del progetto di legge n. 256 per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI' 26 Consiglieri hanno risposto NO 4 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri.
Il provvedimento non è iscritto.
Progetto di legge n. 59: "Delimitazione degli ambiti territoriali ottimali per l'organizzazione del servizio idrico e disciplina delle forme e dei modi di cooperazione tra gli Enti locali ai sensi della legge 5/1/1994, n. 36. Indirizzo e coordinamento dei soggetti istituzionali in materia di risorse idriche".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto con 40 voti favorevoli e 4 contrari.


Argomento: Bilanci preventivi

Esame progetto di legge n. 253: "Bilancio di previsione per l'anno finanziario 1997"


PRESIDENTE

Esaminiamo pertanto il progetto di legge n. 253, testé iscritto all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Pichetto, che ha facoltà di intervenire.



PICHETTO FRATIN Gilberto, relatore

La I Commissione ha esaminato il disegno di legge n. 253, predisposto dalla Giunta regionale e relativo al bilancio per l'esercizio 1997.
Questo bilancio viene adottato nel momento in cui è ancora aperta la discussione sulla legge finanziaria statale, che prevede, fra l'altro, il mutamento dei meccanismi di funzionamento della Regione, a partire dall'esercizio 1998.
Per le Regioni, il 1997 si caratterizza come un anno di transizione tra la riforma dettata dalla legge n. 549 e la nuova legge finanziaria.
Il bilancio di previsione per il 1997 è stato formulato in termini molto prudenziali, accantonando la cosiddetta parte di risorse libere ai fondi globali.
La parte di bilancio rigida è dunque in discussione oggi; la parte relativa alle risorse libere sarà oggetto di apposita legge finanziaria già depositata in Commissione.
Lasciando ai Commissari la lettura della restante parte della relazione vorrei solo fare alcune considerazioni di ordine numerico.
Il bilancio pareggia su 22.117 miliardi, dei quali 11.000 sono partite di giro, quindi irrilevanti ai fini della valutazione sostanziale.
Rimangono 11.170 miliardi, dei quali 610 sono l'importo della spesa libera.
Ma dei 610 miliardi di spesa libera, 350 miliardi sono a mutuo, di conseguenza la disponibilità libera politica dell'Amministrazione regionale su un bilancio della Regione Piemonte è di 260 miliardi, pari al 2,32%.
Questo era già stato sottolineato negli anni precedenti e va valutato in tutto il suo significato, affinché possa essere svolto un ruolo politico da parte di tutte le Amministrazioni, di questa e di altre Amministrazioni che potranno esserci.
Concludo e lascio il resto alla lettura della relazione da parte dei Consiglieri.



PRESIDENTE

E' aperta la discussione generale.
La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Grazie, signor Presidente. Colleghi e colleghi, abbiamo esaminato attentamente il bilancio per l'anno finanziario 1997, pur non potendo ancora esprimere valutazioni politiche essendo il documento diviso in due parti. Piuttosto di entrare in esercizio provvisorio, ritengo logica la strada intrapresa, già tentata nel 1995, magari con maggiore chiarezza e comprensione di quanta prestata l'anno scorso da parte dei membri del Consiglio.
Nell'analizzare il bilancio, pur con tutte le riserve e le perplessità che esprimeremo in sede di dichiarazione di voto, abbiamo presentato quattro emendamenti che non hanno alcuna finalità di impedirne il funzionamento, ma anzi - principalmente il primo, che prevede l'inserimento di una serie di capitoli all'interno della tabella 1) - di dare la possibilità all'esecutivo di operare celermente anche di fronte ad eventuali non dico emergenze, ma interventi sollecitati da altri Enti principalmente Comuni e Province.
Il primo emendamento è suddiviso in quattro filoni: il primo riguarda principalmente il lavoro (dal capitolo n. 11045 al capitolo n. 11178); il secondo l'assistenza (dal capitolo n. 11892 al capitolo n. 12155); il terzo (capitoli n. 11810 e n. 11820) interventi sulla cultura, principalmente sulle funzioni del Teatro Regio; il quarto (capitoli n. 15310 e n. 15320) il sistema dell'ecologia nel suo complesso. Filoni che abbiamo chiesto venissero inseriti all'interno dell'elenco n. 1) per dare facoltà alla Giunta di operare in tempo reale, prelevando dal fondo di riserva e riservandosi di reintegrarlo, se lo riterrà opportuno e il Consiglio lo consentirà. Questo il primo emendamento.
Il secondo emendamento riguarda il tetto di spesa che riteniamo di inserire relativamente a tutti i provvedimenti di investimento; sarebbe assurdo arrivare al 28/29 novembre ed assumere 600/700/800 deliberazioni per non andare in economia. Basterebbe che gli uffici si organizzassero entro il 30 settembre; con due mesi di margine la Giunta potrebbe provvedere ad eventuali ritocchi e ripensamenti di affinamento dei provvedimenti che saranno assunti il 28/29 novembre.
Il terzo emendamento riguarda il tetto di spesa relativo al personale.
Visto che l'Assessore sia in Commissione sia pubblicamente ha enunciato che con la legge sul riordino del personale ci sarebbe un risparmio attestato fra i 3 e i 5 miliardi, ritengo vi sia sufficiente disponibilità iscritta nel bilancio rigido per quanto riguarda il personale.
Abbiamo poi presentato un quarto emendamento, che non vuole essere ostruzionistico, ma soltanto logico. Vista la possibilità della Giunta regionale di operare con la più ampia libertà, quindi senza passaggi in Commissione e in Consiglio, relativamente ad alcuni provvedimenti, si richiede di esserne tempestivamente informati. Diversamente, provvedimenti e deliberazioni - che comunque vengono trasmessi ai Capigruppo confluiscono in un calderone difficilmente controllabile.
Si richiede dunque alla Giunta l'impegno di dare immediata comunicazione alle Commissioni competenti, di modo che possano fare le valutazioni del caso sui provvedimenti riguardanti i prelievi dal fondo di riserva.
Credo che il nostro atteggiamento di correttezza potrebbe essere apprezzato da parte dell'esecutivo; vogliamo soltanto che alcune cose siano assolutamente chiare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Alcune nostre considerazioni sul bilancio sono già state mosse dal Consigliere Miglietti del PDS; si tratta di considerazioni che sostanzialmente condividiamo, così come quasi tutti gli emendamenti che egli ha illustrato.
Indubbiamente, ci troviamo di fronte ad un bilancio in cui la prevalenza di spese rigide è netta: ci sono sia spese il cui finanziamento arriva dall'Unione Europea o dallo Stato con destinazione vincolata, sia spese che affrontano una serie di capitoli, quali quelli del personale, la cui flessibilità è scarsa. Ci sembra però che il documento non si esaurisca soltanto in questo.
Ci troviamo di fronte a scelte parziali relativamente alle quali abbiamo presentato una serie di emendamenti che spostano voci da un capitolo all'altro del bilancio; riteniamo infatti che si tratti di un bilancio non così rigido come l'Assessore tende a rilevare.
Indubbiamente è stato fatto un passo avanti rispetto al modo caotico con cui è stato presentato il bilancio un anno fa; fatto che poteva essere imputato all'inesperienza, anche se non tutti i componenti della Giunta ricoprivano la carica di Assessore per la prima volta.
Tuttavia, c'è un elemento che voglio sottolineare, ovvero la non presentazione dell'altra parte di bilancio, quella su cui, poi, vengono attuate le scelte; ciò rende in qualche modo difficile e non trasparente la lettura del bilancio stesso.
Anche se con tempi di discussione opportunamente separati per permettere al provvedimento di passare entro i termini previsti dalla legge, si poteva, nonostante il vincolo derivante dalla legge finanziaria nazionale, accompagnare il documento presentato con indicazioni politiche sulle scelte che si intenderanno compiere al momento della presentazione della successiva - diciamo così - legge finanziaria regionale, sulla quale sono iscritti i fondi a disposizione dei singoli Assessorati e della Giunta.
Ci troviamo dunque a discutere un pezzo di bilancio - comunque assai significativo, poiché si tratta di cifre di notevole entità - relativamente al buio, quasi si trattasse di un documento meramente e puramente tecnico non accompagnato da alcuna visione d'insieme - che ci verrà fornita successivamente.
Questo rende difficile la lettura; sarebbe stata opportuna un'analisi delle varie voci inserite per capire quanto realmente funzionino e si proiettino nel tempo, oppure per iniziare ad agire al fine di modificarle.
Personalmente, ho letto attentamente tutte le voci. Ve ne sono alcune assai strane, altre fisse, dovute a leggi di venticinque-trent'anni fa, oppure a provvedimenti di natura statale: occorre iniziare ad interrogarsi sull'opportunità di intervenire o se lasciare che tutto continui in questo modo. Non intendo fare alcun elenco, però ci sono voci legate a leggi che sono ormai sicuramente superate.
Sarebbe stato necessario un documento maggiormente approfondito accompagnato, se non dalla presentazione puntuale, cifra per cifra, del bilancio di tipo finanziario, almeno da alcune indicazioni utili ad un discorso più generale sull'intero provvedimento.
Analizzando alcune voci di bilancio, ci siamo resi conto che non si tratta di bilancio rigido. Vi faccio un esempio: sul capitolo relativo alle consulenze sono iscritti 6 miliardi; pur essendovi residui per ben 9,5 miliardi ne vengono reinseriti 6. Si poteva aspettare; come per altre voci si potevano azzerare i 6 miliardi e ridiscuterne. Si tratta dunque di una scelta, non di voce rigida: si vuole mantenere la scelta pregressa, fatta nel passato, e non ridiscuterne. Al di là dell'opportunità di tagliare questa spesa per privilegiare capitoli più urgenti, faccio un altro esempio. Si prevedono molte consulenze all'IPLA e contemporaneamente si discute se e in che misura l'IPLA dovrà continuare a sopravvivere - cioè se e in che misura dovrà confluire nell'ARPA. E non si tratta di futuro ipotetico, ma di una scelta che avverrà sicuramente nel prossimo anno scelta che modificherà questo capitolo di bilancio. Di conseguenza, tra gli emendamenti che abbiamo presentato, ve n'è uno che propone una drastica riduzione di questo capitolo.
Abbiamo poi presentato un emendamento su una voce analoga, riguardante le spese del Consiglio relativamente a consulenze ed iniziative esterne notevolmente incrementata rispetto al passato. Riteniamo che tale incremento vada ridotto e finalizzato. Negli emendamenti abbiamo indicato le spese opportune dal nostro punto di vista.
Altro emendamento è relativo ai veicoli in uso della Regione prevedendo la riduzione sia del denaro per l'acquisto di nuovi veicoli - su cui esiste un pregresso nella voce in capitolo - sia relativamente alle spese di gestione. Riteniamo infatti, in un bilancio in cui la parte rigida non è altissima, che questa sia una delle voci su cui si possa "sfrondare".
Pensiamo anche che gli Assessori che vivono a Torino possano spostarsi a piedi e valutare che uso fare delle automobili - d'altronde, da Piazza Castello a Via Alfieri e più comodo per tutti venire a piedi. In sostanza ci sembra giusto intervenire con riduzioni non del bilancio in generale, ma di finalità del bilancio.
Relativamente all'artigianato, per esempio, una cifra assai consistente rispetto alla dimensione dell'Assessorato (6,1 miliardi) viene data alle Camere di Commercio per il mantenimento e la gestione degli Albi.
Probabilmente, anche su questo punto l'Assessore ci dirà "ho già cercato di ridurre all'osso"; secondo noi, il Consiglio chiederà di "strozzare" ancora di più: 6 miliardi e 100 milioni all'anno alle Camere di Commercio per tenere gli Albi degli artigiani è cifra decisamente alta.
Quanto risparmiato potrebbe essere dato direttamente agli artigiani: un modo sicuramente più utile all'economia di questa Regione.
Abbiamo quindi presentato una serie di emendamenti che tendono a dimostrare come questo bilancio non abbia una sua vera rigidità: probabilmente, potevamo fare molto di più di quanto è stato fatto cercheremo, in futuro, di migliorare sia in fase consuntiva sia soprattutto, in fase di preparazione di bilancio.
Ancora due parole sul denaro che a nostro avviso andrebbe imputato ad altri capitoli; per parte nostra cerchiamo di dare delle indicazioni che vadano a favore dell'occupazione, dei giovani, dell'handicap e, come ricordavo prima, degli artigiani.
Abbiamo presentato un emendamento sull'incremento del capitolo che prevede interventi di manutenzione sugli asili nido, ritenendo si possa tagliare sui 5 miliardi previsti per le scuole materne private.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Signor Presidente e colleghi, intervengo per esprimere il disagio nell'esporre un'opinione politica sul disegno di legge n. 253 "Bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 1997". Disagio che deriva anche dal disinteresse complessivo con cui il Consiglio e la Giunta seguono il dibattito su questo importante documento; disagio che deriva anche dall'impossibilità di esprimere una valutazione politica - com'è giusto che avvenga da parte del Consiglio - vista la scissione in due parti del bilancio da parte della Giunta: parte rigida e parte relativa alle risorse libere.
Scissione che può sembrare, apparentemente, un fatto puramente tecnico; in realtà non è così: come già qualche collega ha rilevato, il nesso c'è, il nesso è forte.
In ogni caso, anche un bilancio tecnico, con tutti i suoi limiti, non può trascurare le scelte politiche che intende compiere la Giunta regionale il prossimo anno e i due successivi.
Dalla lettura della relazione - giustamente preparata dai tecnici - si rilevano solo dei numeri; non solo non c'è alcuna tensione ideale politica non c'è mai in bilanci di questo tipo - ma manca completamente e totalmente qualsiasi indicazione su come intende muoversi la Giunta, in attesa magari di definire meglio le risorse per il prossimo anno. Compiamo un gesto e una liturgia puramente formale; sostanzialmente, pur in modo diverso, si consente un "esercizio provvisorio".
Quella che manca è la parte politica: un'indicazione anche solo sommaria da parte del Presidente della Giunta e degli Assessori sugli obiettivi che si vogliono raggiungere mi pare essenziale, anche se le risorse non sono chiare e definite. Ognuno di noi può esprimere parere positivo o negativo ma non so che valore abbia un giudizio di questo tipo.
Ho assistito ad alcune riunioni della Commissione in cui si è approfondito il significato di qualche capitolo; siamo comunque ad un esame fra il tecnico e l'amministrativo, non certo di tipo politico: le risposte date da alcuni Assessori, penso all'Assessore Masaracchio o altri, sono state rituali e formali.
Dato che la Giunta ha compiuto la scelta di non pronunciare alcuna valutazione politica, esprimiamo un giudizio di astensione sul documento.
Concordiamo evidentemente sugli emendamenti presentati dal collega Miglietti, perché servono sicuramente all'istituzione Regione per meglio operare, anche se con il disagio di impegnare quattrini senza l'ombra di alcuna scelta politica, senza alcuna indicazione politica.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gallarini.



GALLARINI Pierluigi, Assessore al bilancio

Condivido l'imbarazzo del Consigliere Saitta: di fronte a questo atto fondamentale la partecipazione dovrebbe essere molto più sentita.
Venendo alle considerazioni relative al disegno di legge, ho ascoltato con attenzione gli interventi in Commissione delle sedute scorse, e quelli fatti in aula, oggi, dai colleghi Miglietti, Papandrea e Saitta. Senza percorrere cronologicamente le varie considerazioni, credo si possa iniziare con una riflessione relativamente alle parole del collega Saitta secondo il quale sdoppiare il bilancio - così com'è stato fatto l'anno scorso - in parte tecnica e parte cosiddetta politica finanziaria rappresenterebbe una scelta sostanzialmente analoga a quella dell'esercizio provvisorio. Probabilmente, l'affermazione è condivisibile in termini assoluti, ma non in termini politici: l'esercizio provvisorio, infatti anche se dal punto di vista pratico presenta le stesse caratteristiche del bilancio tecnico, rappresenta sicuramente un procedere per inerzia, con pilota automatico, dando la sensazione di un'assenza di governo.
A fronte di una legge finanziaria nazionale non ancora approvata non potevamo partire ieri; non saremmo riusciti ad evitare l'esercizio provvisorio. Quindi, se dal punto di vista contabile, ragionieristico posso condividere l'affermazione del collega Saitta, non concordo dal punto di vista politico, perché l'esercizio provvisorio avrebbe dato l'idea di un procedere con pilota automatico, in assenza di un governo in grado di gestire le questioni.
La scelta di sdoppiare il bilancio in due parti, invece, è stata una scelta voluta: riteniamo fosse la sola politicamente percorribile, vista l'impossibilità di prospettare contestualmente anche il disegno di legge sui 200 miliardi circa di cui parlava il relatore Pichetto, che rappresentano l'infima percentuale del 2,37%. Non so se valga la pena spendere il nostro tempo a discutere intorno a questa miseria! Varrebbe probabilmente la pena spendere il nostro tempo nel proporre con insistenza da parte delle Regioni, dei disegni di legge che costringano il Parlamento centrale romano a prestare attenzione alle richieste, provenienti dalla base, di rapporti diversi nell'articolazione centro-periferia.
Questa, probabilmente, l'azione politica che apporterebbe un'incisività sicuramente più forte, più pressante e costante nel tempo da parte dell'istituto Regione. Regione che certo rivendica tale ruolo, ma troppo spesso in modo episodico e contingente; in seguito, tutto procede con il solito trend. Ovviamente, il Governo centrale ne approfitta per rimpinguare e distribuire a piene mani federalismi verbali, ma dal punto di vista sostanziale non esiste una virgola di concretezza che vada nella direzione rivendicata dagli istituti regionali.
Detto questo, ricordo che come Giunta abbiamo già approvato e presentato al Consiglio anche il disegno di legge sulla parte politica e finanziaria.
Ci troviamo oggi ad esaminare soltanto il primo scorporo - tecnico o prevalentemente tecnico - del cosiddetto bilancio rigido o, meglio semirigido, poiché in effetti ci sono voci che consentono qualche margine di manovra; inoltre, anche se era difficile arrivare a risultati diversi sotto questo aspetto, condivido il fatto che, probabilmente, nello scorporo della rigidità di spesa dalla facoltatività della stessa, si siano usati parametri non perfettamente omogenei nei vari settori ed Assessorati. Fatto inevitabile; nel momento della sintesi, sia tecnica sia politica, in sede di Assessorato al bilancio, si raccolgono i dati dei vari settori dai quali non si può pretendere un'assoluta omogeneità di parametri di qualità e di proposta. Nonostante questo, la I Commissione ha già avuto modo di conoscere scelte politiche, che, pur non essendo anticipabili ad oggi, sono frutto dell'impegno della Giunta, nei limiti delle normative conosciute.
La legge finanziaria nazionale definitiva non la si conosceva ancora ma se andrà in porto così come sembrerebbe, di certo non verranno stravolte quanto meno quelle che erano le linee di indirizzo sulle quali si poteva contare alcuni giorni fa, quando è giunta a termine la redazione della seconda parte del bilancio; disegno di legge che in realtà ricalca le scelte politiche attuate dall'Amministrazione nel 1996.
Con questo bilancio si è inteso privilegiare alcuni settori, quali il turismo, la cultura, e più in generale l'indotto della cultura, con tutto quel che comporta: scelta politica forte, ribadita nel bilancio 1997. Pur senza incrementi rispetto al bilancio preventivo 1996, occorre rilevare che a fronte della diminuzione di non poche voci del bilancio 1997, il mantenere costante la sottolineatura sulla cultura e sull'indotto culturale è a maggior ragione una scelta politica ancora più forte di quella del 1996, nell'ambito di una cornice finanziaria che sicuramente dava più spazio rispetto a quella prevista per il 1997. Questa la prima scelta.
La seconda. Nei giorni scorsi la notizia è passata pressoch inosservata, ma mentre altri Enti come Provincia e Comune di Torino stanno partendo sulla strada dei BOR, la Regione Piemonte ci è già arrivata.
Certo, con un primo tassello di quello che sarà il mosaico complessivo dei 400 miliardi che si propongono sul capitolo investimenti del 1997: 18,2 miliardi sono poca cosa, ma hanno fatto da "apripista" rispetto ad un nuovo modo di reperire le risorse per gli investimenti; il fatto di essere arrivati ad un tasso del 6,1% è sicuramente un risultato incoraggiante.
Qualche anno fa, quando la Lega per la prima volta parlò dei cosiddetti



BOC - che divennero BOR per le Regioni e che stanno diventando BOP per le

Province - difficilmente si poteva afferrare quali sarebbero stati i grossi benefici che un modo del genere di procedere avrebbe portato. Per quanto riguarda la nostra Regione, il primo e più evidente beneficio già traducibile dal punto di vista numerico-finanziario, è relativo al tasso del 6,1%. Oggi, i tassi ordinari sui mutui con istituti bancari si aggirano tra l'8 e il 9%; il 6,1% rappresenta quindi due punti percentuali di risparmio.
Ovviamente, questi due punti percentuali, a parità di risorse investite, si traducono in un aumento del 30% di quello che è l'investimento: è un margine notevolissimo, a fronte delle ristrettezze degli Enti locali e delle Regioni in particolare. Paradossalmente, infatti Comuni e Province hanno fonti di finanziamento autonome superiori a quelle delle Regioni; a queste ultime sono state date, in questi ultimi anni, solo deleghe di riscossione di balzelli impopolari, tipo la sovrattassa sul metano o l'ipotizzata sovrattassa sulla benzina, che per la verità nessuna Regione ha ancora applicato.
Quest'anno siamo arrivati a dicembre, ma il Settore bilancio dal punto di vista della struttura tecnica ha compiuto grossissimi sforzi per sperimentare questa strada. Addirittura, posso dire senza timore di smentita, che avuto più merito la Regione nel fornire consulenza all'Istituto Bancario S. Paolo, che sperimentava questa strada, che la stessa banca nel fornire consulenza alla Regione. Dico questo senza volontà di primogeniture; in realtà, c'è stata collaborazione che alla fine ha reso tutti soddisfatti; ribadisco però le capacità tecniche della Regione nel fornire supporto all'Istituto CREDIOP, che ha fatto da apripista rispetto ai BOR.
Manca, purtroppo, la seconda parte. Obbligazioni per 18,2 miliardi devono obbligatoriamente portare ad un grosso ritorno dal punto di vista della responsabilizzazione politica dell'ente che emette le obbligazioni.
Il cittadino che sottoscrive le mille lire di obbligazione deve poter individuare il rapporto tra prelievo e finalizzazione. Nel nostro caso, ad esempio, il Museo delle Scienze Naturali, con i suoi 11 miliardi di investimento, rappresenta la scelta dal peso specifico maggiore all'interno dei 18 miliardi. Abbiamo scartato, all'inizio del 1996, l'ipotesi di andare ad imbarcarci in avventure sulla sanità, tipo l'ospedale di Asti o quello di Biella, come pure si pensava in un primo tempo. I BOR presuppongono strade certe, sicure; le leve di comando devono essere nelle mani dell'Ente Regione: passando attraverso terzi si corre il rischio di pagare politicamente responsabilità politico-amministrative di altri.
Necessariamente, quindi, abbiamo dovuto restringere il campo per andare come si suol dire, sul sicuro.
Abbiamo pertanto scelto il Museo delle Scienze Naturali e fatto due acquisizioni patrimoniali per uffici della Regione. Pur non avendo smagliature rispetto ad altri enti o ad altre bardature amministrative questo ha però impedito di raggiungere il risultato politico più grosso quello di cui parlavamo prima.
Avendo aperto la strada con questi 18 miliardi, che ormai sono una realtà sicuramente chi gestirà il settore e la politica del bilancio nel corso del 1997 sarà in grado di ampliare il ventaglio di intervento, ponendosi come risultato due obiettivi fondamentali.
Il primo obiettivo è di mettere in campo e suscitare investimenti del 30% in più rispetto a quelli che otterremmo se procedessimo con gli istituti bancari a tassi tradizionali.
Il secondo obiettivo è quello di dare finalmente alla popolazione della Regione Piemonte la possibilità di sottoscrivere obbligazioni per 100/150 miliardi, quindi per cifre consistenti. La Regione si responsabilizza sul raggiungimento degli obiettivi: se si sbaglia è giusto che politicamente si paghi.
Il sottoscrittore vorrà vedere, alla fine dell'impegno, qual è stato il grado di bontà della gestione, qual è stato il perseguimento dell'obiettivo alla luce dei tempi, dei modi, della mancanza di perizie suppletive di variante e così via. Questo il salto di qualità per quanto riguarda i BOR.
Penso che queste mie considerazioni di carattere generale - anche politiche - non siano certamente esaustive; penso che il Presidente e i colleghi intenderanno integrarle.
Per quanto riguarda gli emendamenti, ho avuto modo di leggere solo i quattro presentati dal Consigliere Miglietti; quelli preannunciati dal Consigliere Papandrea probabilmente verranno consegnati successivamente.
Sul primo emendamento - avremo modo di esaminarlo in concreto successivamente - siamo d'accordo a sottolineare alcuni capitoli per quanto riguarda il lavoro, per quanto riguarda Comuni e Province, ambiente ed ecologia, quindi settori che necessitano di particolari snellezze ed agibilità nelle procedure dal 2 di gennaio in poi.
Per quanto riguarda il limite temporale del 30 settembre - ne ho parlato in Giunta ieri sera, visto l'emergere della questione in Commissione - la Giunta nel suo complesso è restìa ad accogliere un termine così drastico. Seguendo l'iter normale, entro febbraio il Commissario di Governo dovrebbe apporre il visto al bilancio, che quindi sarà gestibile fino al famoso 30 novembre, che secondo la nostra legge di contabilità rappresenta il termine ultimo entro il quale impegnare.
Per quanto riguarda l'assestamento di bilancio è pressoché impossibile arrivarvi prima di luglio - anche se l'anno scorso ci siamo riusciti; in genere vi si arriva a settembre. Certo è che arrivando a luglio si perviene ad un assestamento agibile a fine agosto/primi di settembre.
Il Consigliere Miglietti questa mattina chiedeva di valutare - mi riservo di parlarne, quando arriveremo al caso concreto, al Presidente e ai colleghi di Giunta - se tra il 30 novembre e il 30 settembre non sia ragionevolmente ipotizzabile una data che sia di stimolo nei confronti dell'impegno degli investimenti. Noi condividiamo lo spirito dell'emendamento, che va nella direzione di avvicinare il bilancio virtuale a quello reale al fine di non avere discrasie fra quanto appare e quanto è realmente. Riterremmo più opportuna un'ipotesi intermedia - sicuramente arriveremo a tale punto di sintesi - diversamente, la terremo comunque presente come raccomandazione politica, senza tradurla praticamente in norma.
Terzo emendamento, relativo al "Tetto spesa personale sufficiente...": 180 miliardi e 50 milioni. La Giunta è contraria ad accogliere questo emendamento in quanto non vorremmo legarci le mani, visto che siamo alla vigilia dell'approvazione del disegno di legge n. 42. Tale legge di riorganizzazione del personale consentirà di mettere in moto tutta una serie di concorsi, alcuni dei quali arriveranno ad espletamento già nel corso del 1997. Non riteniamo opportuno costruirci una gabbia con una cifra fissa, anche se il Consigliere Miglietti ha precisato che eventuali miglioramenti contrattuali sarebbero comunque recepibili; vedo solo svantaggi nel recepimento di un tetto massimo.
L'ultimo emendamento, relativo all'informazione, è accoglibile sia per la trasparenza sia per la funzionalità. Già immediatamente, se si volesse per ogni prelievo dal fondo del quale parlava il Consigliere Miglietti, la Giunta potrebbe darne comunicazione non solo al Consiglio, ma anche alle Commissioni competenti: si perverrebbe ad un'utile e corretta fotografia dinamica di quanto accade in Regione.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 Ha chiesto la parola il Consigliere Miglietti; ne ha facoltà.



MIGLIETTI Franco

Innanzitutto desidero rilevare che le considerazioni dell'Assessore Gallarini denotano, da una parte, un cambiamento di mentalità e dall'altra, la non volontà di darsi dei limiti entro i quali operare. Siamo quindi insoddisfatti, come Gruppo, del provvedimento in discussione, anche se condivido il fatto che sia stato diviso in due. Come ho già detto l'anno scorso, sia in fase di dichiarazioni sul bilancio rigido, sia in fase di dichiarazioni sul bilancio politico, continua ad aleggiare una sottovalutazione: anche il bilancio rigido deve essere assunto come documento politico! Quindi, non è ineluttabile, come accadrebbe per l'esercizio provvisorio, poiché carica maggioranza e Giunta di tutte le responsabilità previste all'interno del documento, votato dal Consiglio regionale; provvedimento che quindi condivido per l'assunzione piena della responsabilità dell'operare.
La cosa che mi sorprende è che anche nel Comune più impreparato - con tutto il rispetto per il Comune di 300/400 abitanti, dove a volte ho assistito a sedute di bilancio altamente qualificate - si sia lasciata la responsabilità delle dichiarazioni e delle risposte esclusivamente all'Assessore al bilancio - con tutto il rispetto che ho sempre portato agli Assessori al bilancio: sono in pochi ad intendersene, a conoscere il significato di un'azione politica svolta tramite l'essenziale. Se non vi fosse azione politica tramite il bilancio, la stessa sarebbe soltanto fatta di parole. Tramite le poste di bilancio è rappresentato il senso alto della funzione politica.
Il fatto che la Giunta non abbia investito il Presidente Ghigo della facoltà di predisporre una relazione introduttiva al bilancio rigido - che come sostiene il collega Papandrea, non è un bilancio tecnico, ma un bilancio politico comunque sia, poiché da esso scaturiranno quelle conseguenze che saranno oggetto delle variazioni di bilancio che approveremo il 30 novembre - ed il fatto che lo stesso Presidente - che continua a godere della mia simpatia - non si sia sentito in dovere di esplicitare in termini politici l'orientamento della maggioranza, è assolutamente inopportuno. Non basta l'affermazione dell'Assessore Gallarini, secondo la quale sono state mantenute le poste di bilancio per quanto riguarda la cultura e i fondi strutturali; si sarebbe dovuto entrare in una relazione che spaziasse ad ampio raggio.
Diversamente, mi chiedo il motivo dell'enorme sforzo sopportato dal Presidente del Consiglio regionale nel mettere in piedi gli Stati Generali se poi, anno dopo anno, in occasione del più alto consesso, quello dell'approvazione del bilancio di previsione dell'anno finanziario, non si sia sentito da alcuna parte il dovere di rendere un'ampia relazione.
Relazione che tocchi il sistema dell'occupazione, dell'assistenza, della sanità, dei trasporti, della viabilità, visto l'arco di competenza della Regione; una relazione totalmente politica e - mi augurerei - altamente motivata e finalizzata.
Il mio augurio è che almeno al momento dell'approvazione della consistente variazione di bilancio - la più ampia, nella quale si metteranno le poste nei capitoli predestinati - vi sia una presa di coscienza da parte del Presidente della Giunta regionale, a nome della Giunta stessa e della maggioranza. Altrimenti, il nostro atteggiamento, in quell'occasione, sarà sicuramente ben diverso da quello odierno; noi abbiamo cercato di dare un contributo collaborativo e fattivo, proprio per non essere accusati di utilizzare, in una fase delicata come l'attuale sistemi di ostruzionismo, ai quali personalmente sono sempre stato profondamente contrario. Credo che ognuno debba far valere le proprie ragioni pubblicamente, senza andare a nocumento delle responsabilità verso la comunità; certamente, comunque, il nostro atteggiamento sarà ben diverso da quello che stiamo mettendo in campo, oggi, su questo bilancio.
Chiedo quindi alla Giunta e al suo Presidente di essere molto più precisi e solleciti nell'ambito del prossimo provvedimento di bilancio.
Il fatto che mi scandalizza, Assessore - anche se lei ha dato spiegazioni che ritengo valide - è che si porti ad avanzo di amministrazione il 20% delle risorse destinate a questo bilancio: lo ritengo assolutamente scandaloso. Vi possono essere tutte le ragioni, anche di non responsabilità diretta dell'esecutivo, ma i 1.800 miliardi che vengono portati ad avanzo di amministrazione e di fondi reimpostati credo siano cosa assolutamente insostenibile. Nel Comune di Collegno - 50.000 abitanti - ci siamo impegnati e abbiamo operato fino all'ultimo giorno affinché la percentuale fosse al di sotto dell'1% - che riteniamo fisiologico. Tutto ciò che va oltre l'1% è inefficienza.
Per il prossimo anno chiedo che si mettano in moto meccanismi che non consentano di andare oltre l'1% di avanzo di amministrazione: diversamente si sarà trattato di cattiva gestione, di non razionale visione delle competenze di ogni Assessore e del Presidente della Giunta.
La raccomandazione che facciamo è in questa direzione; credo sia un alto sollecito, assolutamente non ostruzionistico. Badate, colleghi: 2.000 miliardi di avanzo di amministrazione nell'economia piemontese, con tutto l'indotto che può produrre, rappresentano un danno incalcolabile, che credo debba essere rimarcato.
Chiedo una maggiore attenzione nella gestione dei fondi a nostra disposizione da parte dell'esecutivo.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, si proceda alla votazione dell'art. 1 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 voti favorevoli 30 voti contrari 15 astensioni 2 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 1) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: il capitolo 11045 è aumentato sino a L. 800.000.000, cui si fa fronte con la diminuzione del capitolo 10520 da L. 1.800.000.000 a L. 1.500.000.000, e del capitolo 10530 da L. 750.000.000 a L. 250.000.000.
La parola al Consigliere Papandrea per l'illustrazione.



PAPANDREA Rocco

Ricordo che si tratta del capitolo che individua come finalità la legge sull'occupazione giovanile e taglia contemporaneamente sul parco macchine riducendo di 500 milioni la relativa voce di spesa, tenendo conto dei circa 300 milioni residuali dall'anno scorso. Quindi la competenza non è di 750 milioni, ma di 1 miliardo e 100 milioni. Vi sono inoltre altri 300 milioni di riduzione sull'uso macchine; riteniamo infatti più opportuno un taglio sulla spesa di acquisto delle macchine che non sull'uso, relativamente al quale la riduzione è minore, poiché ci rendiamo conto che parte delle macchine viene usata dai dipendenti per motivi di lavoro. Non era comunque l'uso delle macchine da parte dei dipendenti ad ispirare l'emendamento, ma quello che ne fanno i politici.
Proponiamo dunque innanzitutto un taglio sugli acquisti delle automobili; con la pur minore riduzione sull'uso, ci rendiamo conto che la Regione avrà un parco macchine da utilizzare in modo meno flessibile - e con un controllo più approfondito.
Invece, la voce che vogliamo inserire - pensiamo che l'Assessorato lo farà successivamente - è quella sull'occupazione giovanile, per ribadire come anche nella nostra Regione ci sia un'emergenza occupazionale che va privilegiata rispetto ad altre voci di bilancio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gallarini.



GALLARINI Pierluigi, Assessore al bilancio

Sia questo che altri emendamenti sostanzialmente tendono a spostare risorse al settore lavoro; è per questo motivo che farei una considerazione riassuntiva.
Per quanto riguarda il settore lavoro, nel disegno di legge n. 260, già arrivato in Commissione, ma non ancora in aula, abbiamo proposto alcune ripartizioni finanziarie. Per quanto riguarda l'occupazione giovanile, c'è un capitolo che prevede 300 milioni, ma, soprattutto, un grosso fondo di 5 miliardi circa in più rispetto al 1996. Sicuramente la cifra è insufficiente, ma rappresenta comunque un'attenzione ed una sottolineatura in quella direzione. Oggi non sono possibili gli spostamenti proposti perché scombussolerebbero la parte di bilancio in discussione.
Quando arriveremo alla discussione del bilancio cosiddetto politico cioè alla legge finanziaria di accompagnamento, e ai 5 miliardi onnicomprensivi per interventi nel settore lavoro stanziati in più rispetto al 1996, valuteremo più attentamente alcune voci specifiche. Nel frattempo la Giunta può anche sintonizzarsi su qualche suggerimento, che potrà eventualmente essere accolto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Nel dichiarare che intendiamo mantenere l'emendamento, intervengo per dichiarazione di voto e per una richiesta al Presidente del Consiglio.
Dato che su questo bilancio non è che non ci siano osservazioni da fare osservazioni che potrebbero essere anche molto argomentate - e dato che al momento si ritiene di poter procedere con una celerità che non è scontata, chiederei l'attenzione della Giunta sulle poche cose che abbiamo deciso di dire - potremmo anche aumentare il volume... Il fatto che sul problema dei giovani il Presidente Ghigo non si preoccupi di essere in aula a discutere il nostro emendamento, pur essendo una sua competenza, mi imbarazza un po'.



PRESIDENTE

Ha chiesto il permesso di assentarsi.



CHIEZZI Giuseppe

Possiamo aspettare che ritorni. Tra l'altro, Presidente, il collega Papandrea mi faceva osservare che l'emendamento in discussione dovrebbe seguire un emendamento precedente che forse per un errore di trasposizione viene prima.



PRESIDENTE

Li abbiamo messi in ordine di capitolo.



CHIEZZI Giuseppe

Di capitolo di arrivo.



PRESIDENTE

Capitolo di bilancio: 11045, 11060, 11090, mentre voi avevate iniziato dal 11090, invertendo l'ordine della presentazione. Forse avevate un ordine logico, noi ci siamo attenuti ai capitoli di bilancio.



CHIEZZI Giuseppe

Ho capito, il prelievo dal 10210 e 10220 viene successivamente.



PRESIDENTE

Noi abbiamo preso i capitoli che si dovrebbero incrementare.



CHIEZZI Giuseppe

Di arrivo, non di partenza.



PRESIDENTE

E' arrivato il Presidente Ghigo.
Consigliere Chiezzi, vuole informare il Presidente?



CHIEZZI Giuseppe

Non so se tocca a me informarlo, c'è una Giunta.



PRESIDENTE

Consigliere, può ripetere quanto stava dicendo poc'anzi?



CHIEZZI Giuseppe

Abbiamo proposto al Presidente Ghigo un incremento nel settore dei giovani. L'Assessore ha già dato una sua risposta, ma io avrei piacere di sentire la sua voce.



PRESIDENTE

Prego, Presidente Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Ero assente e me ne scuso.
Come avrete notato, la cifra destinata a bilancio sulla voce dei giovani è superiore rispetto a quella dell'anno passato.
La considerazione che mi preme fare è che noi abbiamo inteso impostare il bilancio un po' "a bocce ferme". Tutte le provenienze dai tributi che la Regione riscuote nel corso dell'anno, in questo momento difficili da stabilire nella loro esattezza, in sede di variazione di bilancio verranno indirizzate nel settore della cultura, mantenendo l'impegno che la Giunta ha assunto nello sviluppare la politica culturale della Regione, e nel settore delle politiche giovanili. Perciò mi impegno, in relazione alla considerazione del Consigliere Chiezzi, che particolare sensibilità nell'attribuire quote di ulteriore disponibilità - che ci saranno sicuramente - andrà nella direzione delle politiche giovanili, nei confronti delle quali abbiamo alcuni programmi che credo presto potremo presentare in Commissione per riceverne - mi auguro - un ampio consenso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Vorrei evidenziare al Presidente che, in primo luogo, non stiamo parlando della politica generale dei giovani - su cui siamo ovviamente d'accordo - ma che intendiamo intervenire con una sottolineatura su una legge relativa all'occupazione giovanile. Si tratta di un problema molto significativo; sono convinto che i giovani cerchino prima di tutto stabilità e lavoro, cui fanno seguito tutte le altre esigenze.
In secondo luogo, per poter finanziare tali politiche, crediamo che lo stesso Presidente sia sensibile alle economie che suggeriamo, per esempio quella sull'uso degli automezzi. Se vogliamo fare del 1997 un anno straordinario sul problema-occupazione, visti i problemi della nostra Regione, credo che occorrono anche misure che abbiano un impatto psicologico e di emergenza.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 1) per appello nominale, come richiesto dai proponenti.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 hanno risposto SI' 18 Consiglieri hanno risposto NO 29 Consiglieri L'emendamento è respinto.
2) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: il capitolo 11060 è aumentato sino a L. 100.000.000, cui si fa fronte con la diminuzione del capitolo 10930 da L. 700.000.000 a L. 600.000.000.
I presentatori hanno già illustrato l'emendamento.
La parola all'Assessore Gallarini.



GALLARINI Pierluigi, Assessore al bilancio

Non possiamo accogliere l'emendamento per le motivazioni già evidenziate.



PRESIDENTE

Pongo quindi in votazione tale emendamento per appello nominale, come richiesto dai proponenti.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 hanno risposto SI' 18 Consiglieri hanno risposto NO 29 Consiglieri L'emendamento è respinto.
3) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: il capitolo 11090 è aumentato sino a L. 600.000.000, cui si provvede con la diminuzione del capitolo 10220 da L. 3.400.000.000 a L. 2.800.000.000.
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, i nostri emendamenti, come si può capire, non intendono mutare le destinazioni di spesa che questo bilancio prevede a livello zero le nostre modificazioni partono dall'analisi delle previsioni di spesa che contengono cifre positive, che non ci sembra corrispondano ai criteri indicati dalla Giunta - che presiedono la decisione di prevedere capitoli di spesa.
In particolare, relativamente al capitolo di spesa 10220, che chiediamo di ridurre di 600 milioni, abbiamo avuto difficoltà a comprendere le ragioni in base alle quali, visto che stiamo parlando di un bilancio cosiddetto rigido, si prevede un incremento di circa 1 miliardo, pur avendo incrementato di circa 1 miliardo un analogo capitolo di spese postali e telefoniche.
Relativamente a questi capitoli di spesa, l'Assessore ha detto riferirsi all'Ufficio di Presidenza, esprimendo in quell'occasione fiducia sterminata nelle valutazioni dell'Ufficio stesso.
Come i colleghi possono ben capire, noi non condividiamo tale fiducia nell'Ufficio di Presidenza, verso il quale - anzi - nutriamo sempre maggiore sfiducia man mano che passa il tempo (non solo non ha conquistato una fiducia che non gli abbiamo dato, ma perde quella poca che poteva conquistare). Abbiamo chiesto lumi per un po' di riunioni, nell'ultima delle quali - io non ero presente - il collega Papandrea dice di aver sentito smozzicare rachitiche ragioni, da parte non so di chi sull'illustrazione del motivo in base al quale questo capitolo riferito all'Ufficio di Presidenza è stato aumentato. Ricordo che si tratta, in realtà, di un capitolo di rimborsi per onorari, consulenze, convegni indagini conoscitive, studi e ricerche, cioè quanto di più fluttuante volitivo e discrezionale esista nel mondo della pubblica amministrazione.
La prima cosa che mi sarebbe piaciuto sentire in quest'aula, intanto sarebbe stato il motivo di un aumento così sostanzioso, in modo da formarsi un'opinione. Non so se questo accadrà; spero accada e che di conseguenza si possano modificare alcune proposte: entrando nell'ambito delle scelte politiche - politica per politica - invece di spendere un miliardo in più in convegni si potrebbe spendere un miliardo in più per l'occupazione e per il salario dei lavoratori in cassa integrazione.
Il nostro emendamento, quindi, nasce intanto da una carenza di informazione e dalla sensazione che si tratti di spesa politica, di bilancio politico. L'Ufficio di Presidenza richiede di poter spendere 2 miliardi in più per convegni ed incarichi: è una decisione da prendersi a gennaio, insieme a tutte le altre. Se invece decidiamo fatti politici allora chiediamo che si discutano anche altri fatti politici, per esempio priviliegiare - invece dei convegni dell'Ufficio di Presidenza - i lavoratori in cassa integrazione e in mobilità.
Questo il senso dell'emendamento, che parte da una critica ad un incremento di spesa che ci pare tutta politica. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gallarini.



GALLARINI Pierluigi, Assessore al bilancio

Rispondo al collega per una certa parte; successivamente, se il Presidente del Consiglio riterrà, potrà rispondere a nome dell'Ufficio di Presidenza.
In Commissione, in effetti, abbiamo fatto presente quanto detto dal Consigliere Chiezzi, ma abbiamo anche ribadito che essendo rispettosissimi come al solito, delle scelte dell'Ufficio di Presidenza, le abbiamo recepite ed inserite in bilancio; nella sua autonomia, l'Ufficio di Presidenza avrà sicuramente proprie giustificazioni.
Il capitolo 11090, invece, riguarda - come mi diceva il dottor Lesca confesso che non lo ricordavo - un disegno di legge di modifica della legge n. 28 per quanto riguarda i cantieri di lavoro, che è all'esame della competente Commissione consiliare relativamente al merito e della I Commissione relativamente alla parte finanziaria. Quando il disegno di legge, votato dal Consiglio regionale, sarà tradotto in legge, avrà modo in sede di assestamento di bilancio, di ricevere l'attenzione della Giunta.
Infatti, come diceva in precedenza il Presidente Ghigo relativamente all'assestamento di bilancio, anche quest'anno non rappresenterà un semplice assestamento tecnico, ma conterrà anche manovre di natura politica.



PAPANDREA Rocco

Non mi sembra così, la legge n. 28 è un'altra legge.



PRESIDENTE

Cerchiamo di seguire un ordine metodologico: prima si fanno gli interventi, poi risponde l'Assessore.
Consigliere, le spese dell'Ufficio di Presidenza non sono state ipotizzate per questione di grandeur: sono spese per l'organizzazione di convegni, congressi ed altre manifestazioni del Consiglio regionale, spese per iniziative di conoscenza e diffusione dell'attività regionale delle scuole, spese per iniziative sulle tematiche femminili per l'attività della Consulta femminile regionale e per l'attività della Consulta delle elette spese per iniziative sulle tematiche per l'unificazione europea e per l'attività della Consulta regionale per i problemi dell'unificazione, spese per iniziative sulle tematiche costituzionali e per l'attività del Comitato regionale per l'affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione repubblicana, spese per il Comitato regionale per il servizio radiotelevisivo, spese per il Centro studi e documentazione per l'autonomia locale e attività dei Comuni, spese per iniziative sulle tematiche giovanile e per l'attività della Consulta regionale dei giovani spese per l'attività regionale collegata al cinquantesimo anniversario della Repubblica e della Costituzione nel venticinquesimo anniversario dello Statuto della Regione Piemonte (500 milioni), spese per l'adesione e la partecipazione a convegni, congressi, manifestazioni ed iniziative anche di carattere umanitario, per l'Osservatorio sull'usura, spese per il progetto degli Stati Generali del Piemonte (aumentate di L. 100 milioni rispetto all'anno scorso). Questo quanto al capitolo 10220.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, non c'è stata alcuna risposta: il problema posto era relativo a scelte politiche contenute in un bilancio che non è politico. Il Presidente del Consiglio ha illustrato voci tutte squisitamente politiche che quindi non dovrebbero essere contenute in questo bilancio, ma in quello che verrà presentato a gennaio - magari moltiplicate per dieci, soprattutto alcune di quelle lette, che magari ora sono divise per dieci: è tutta politica quella che lei ci ha elencato.
Ora, il problema non è che noi diciamo "no" a quella politica; ci avevate assicurato che politica oggi non se ne sarebbe fatta. Se non se ne deve fare, non se ne fa: tutto lì. In questo senso, non c'è stata risposta.
Anzi, a dire il vero, c'è stata una risposta che conferma che l'Ufficio di Presidenza, evidentemente, si sente un po' in cassaforte, al sicuro da ogni tipo di attacco. Noi cerchiamo di rompere questo isolamento aulico ed olimpico dell'Ufficio di Presidenza; l'Ufficio di Presidenza, però, si sta comportando male, perché un bilancio tecnico impone scelte politiche: su molte di esse ci potrà essere l'accordo del nostro Gruppo e su altre no: è scelta politica. Non si capisce come mai siamo costretti, oggi, a discutere di scelte politiche solo per alcuni capitoli, e in particolare per due capitoli relativi alle spese dell'Ufficio di Presidenza.
Confermiamo la validità del nostro emendamento.



PRESIDENTE

Le posso solamente dire che io non ho imposto nulla; abbiamo approvato il bilancio e l'abbiamo trasmesso all'Assessore. L'impostazione del bilancio, tecnica o politica, non compete all'Ufficio di Presidenza.



CHIEZZI Giuseppe

Bene, allora la palla passa all'Assessore.
Assessore, visto che le indicazioni dell'Ufficio di Presidenza sono politiche, cosa ci dice, lei, che ci ha assicurato di aver messo tutti gli zeri al posto giusto? Se l'Assessore se n'è accorto solo adesso, prenda provvedimenti.



GALLARINI Pierluigi, Assessore al bilancio

Io non mi sono accorto solo adesso di alcunché, e così l'intera Giunta.
Le cifre del bilancio fanno parte del minimo di ossigeno che consente di partire il 2 gennaio; non posso che ribadire la scelta fatta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Voteremo contro l'emendamento, pur condividendo la proposta di destinazione dei fondi, perché non condividiamo la scelta dei capitoli dai quali vengono prelevati.
Il capitolo 11090 lo abbiamo inserito anche noi nell'elenco proposto con il nostro emendamento; con l'operazione di finanziamento del capitolo 11090 siamo quindi totalmente concordi. Non concordiamo, invece, sul fondo dal quale vengono prelevati - anche perché su moltissime di quelle leggi cui il fondo si riferisce abbiamo aderito con convinzione.
Sarebbe stato meglio non finanziare il capitolo in discussione essendoci riferimenti precisi a leggi assunte dal Consiglio regionale quello proposto non può essere e non è un bilancio totalmente tecnico: c'è una parte di risvolto politico sul quale abbiamo già mosso tutte le nostre critiche. Non ci sentiamo di andare a svilire quel fondo; condividiamo invece sicuramente l'aumento del capitolo 11090.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Con molto imbarazzo intervengo in questa discussione di bilancio - mi riservo comunque di intervenire in sede di dichiarazione politica finale.
Non avrei nemmeno voluto intervenire su questo emendamento se non per mettere in evidenza una questione di carattere generale, quasi teorica ed astratta, che l'emendamento del Gruppo di Rifondazione Comunista ritengo volesse mettere in evidenza: il fatto che questa è la prova del nove Assessore Gallarini, che il bilancio presentato è a metà tra un bilancio politico, e quindi flessibile, ed un bilancio meramente tecnico. Questo il problema che si vuole mettere in evidenza, che non riguarda soltanto questo emendamento e quindi queste voci relative all'Ufficio di Presidenza.
Ho seguito tutta una serie di relazioni in Commissione; in numerose circostanze - non in una sola - è stato detto che questa voce ha "x" fondi che sono l'anticipazione di una scelta di carattere politico.
Non voteremo a favore dell'emendamento perché le voci di bilancio da cui sono tratti i fondi che si intendono spostare, fatta eccezione per gli Stati Generali, sono voci in qualche modo tradizionali della spesa; per non ci convince nemmeno la sua risposta, Assessore Gallarini, secondo la quale si tratterebbe di "un po' di ossigeno".



(Brusìo in aula)



SPAGNUOLO Carla

Questa è la peggior discussione di bilancio cui io abbia assistito, per il disinteresse collettivo e totale - mi sia permesso per una volta di dirlo - non dico della Giunta, ma dell'intera maggioranza. Che almeno si possa parlare! Ed è l'unica dichiarazione di voto che farò.
Sto solo cercando di riflettere se sia meglio oggi o se fosse meglio il passato, anche se, magari, c'era più tensione. Ad ogni modo, la politica è morta e oggi ne abbiamo una prova, in negativo.
Detto questo, ci asterremo sull'emendamento per le ragioni che ho già cercato di illustrare; le voci di bilancio sono assolutamente tradizionali e mettono in risalto il fatto che la scelta fatta è a metà tra un bilancio di tipo tecnico e un bilancio di tipo politico.
La risposta dell'Assessore Gallarini, "diamo un po' di ossigeno", è la riprova dell'imbarazzo ad esprimerci complessivamente. Il bilancio viene presentato come uno strumento di carattere tecnico, ma nella realtà c'è tutta una serie di "boccate di ossigeno" che non si sa perché vengono date in questo caso, credo, persino all'insaputa dell'Ufficio di Presidenza che ha presentato un documento completamente recepito.
Personalmente, sono sempre stata favorevole all'autonomia dell'Ufficio di Presidenza e quindi al fatto che le cifre proposte vengano recepite - ma questo è ancora un altro ordine di problemi. Rispetto all'emendamento proposto, però, ci avete dato la riprova di un provvedimento a metà: un po' di ossigeno di qua, un po' di ossigeno di là, a qualcuno niente ossigeno.
Devo anche dire, e con questo vi eviterò la dichiarazione di voto finale - tanto quanto volevo dire l'ho già detto - che mi stupisco che nessuno della maggioranza, fatta eccezione per la Giunta, sia intervenuto.
E' utile, allora, discutere? E' utile che noi si venga in Consiglio? Chi siamo? Perché siamo qui? Riflettiamo insieme.
Il nostro voto sarà di astensione.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione l'emendamento n. 3).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli, 40 contrari e 2 astensioni.
4) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: il capitolo 11100 è aumentato fino alla cifra di L. 3.000.000.000, cui si fa fronte con una diminuzione di analoga entità del capitolo 10870.
La parola al Consigliere Papandrea per l'illustrazione.



PAPANDREA Rocco

Si tratta di finanziamento per lavori socialmente utili. Le ragioni per cui lo abbiamo presentato sono evidenti e già illustrate. Il capitolo da cui vengono prelevati i fondi è quello delle consulenze della Giunta (capitolo 10870) su cui c'era un residuo passivo di L. 7.534.000.000 quindi la competenza arriva a 13 miliardi: riducendolo di 3 miliardi arriviamo a 10 miliardi.
Tenendo conto che non sono stati spesi né i 6 miliardi dell'anno scorso né l'intera cifra precedente, ci rendiamo conto che in parte ciò sia dovuto a ritardi di pagamento, ma anche al fatto che tale spesa sia stata sovradimensionata. In ogni caso, data l'emergenza occupazionale che ricordavo prima e il problema dei lavori socialmente utili - che ritengo debbano sempre più essere incrementati e finalizzati a divenire lavori socialmente necessari e quindi con uno sbocco molto più stringente pensiamo che questa voce vada immediatamente presa in considerazione, anche se sappiamo che nella fase successiva di bilancio ci sarà uno stanziamento da parte della Giunta.
Questo il nostro emendamento più consistente sulle voci relative all'occupazione; riteniamo infatti di dover evidenziare, con uno stanziamento, l'esigenza di dare lavoro ai disoccupati. Se la Giunta è intenzionata ad attuare degli stanziamenti, a noi va benissimo: pensiamo comunque che i 3 miliardi da noi proposti possano essere dati in aggiunta cercando di fare del 1997 un anno in cui effettivamente mettiamo al centro della nostra politica la lotta contro la disoccupazione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gallarini.



GALLARINI Pierluigi, Assessore al bilancio

Le mie considerazioni ripetono in parte quelle già esposte dal Consigliere Papandrea. Ho notato che, giustamente, il Consigliere Papandrea ha letto anche l'altro disegno di legge relativo al bilancio.
La Giunta non accoglie l'emendamento proposto, ma ribadisce il fatto che 2 miliardi e mezzo nel disegno di legge n. 60 - come ha detto il Consigliere Papandrea - sono finalizzati al capitolo 11100 relativo ai cantieri di lavoro.
Mi faceva notare il dottor Lesca che il residuo passivo citato dal Consigliere Papandrea è presunto: sarà solo il conto consuntivo a valutarlo esattamente, in funzione di cifre non ancora erogate, ma già impegnate.
La Giunta, quindi, non accoglie l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 4).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 12 voti favorevoli, 27 contrari e 1 astensione.
5) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: il capitolo 11176 è aumentato fino a L. 500.000.000, cui si fa fronte con una diminuzione di analoga entità del capitolo 10880.
La parola al Consigliere Papandrea per l'illustrazione.



PAPANDREA Rocco

Si tratta del capitolo cui faceva riferimento il dottor Lesca.
Come Gruppo, già in questa parte di bilancio, volevamo lanciare dei segnali e sottolineare che il bilancio presentato non è affatto rigido.
Ricordo che l'anno scorso, quando si trattava di reperire denaro per il finanziamento di una legge, si giustificava il prelievo con le spese elettorali; già l'anno scorso si presentavano come elementi rigidi di bilancio.
Dopo ci si è resi conto che il bilancio non era così rigido: lo si accreditava di una dotazione, che in qualche modo fungeva da pozzetto cui accedere. Noi proponiamo, prima che questo pozzetto venga utilizzato da altri in altro modo, di utilizzarlo per incrementare il finanziamento della legge n. 28 relativa ai soggetti particolarmente svantaggiati e in particolare ai portatori di handicap.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Credo si dovrebbe insistere, anche da parte dei Gruppi di maggioranza affinché venga accettato l'emendamento, anche incrementandone la cifra perché si tratta di investimento estremamente importante, che fa risparmiare notevoli risorse all'intera collettività. L'inserimento lavorativo di questi soggetti richiede un enorme sforzo, ma anche per merito del lavoro svolto da una serie di Amministrazioni locali - Province e Comuni - si è costruita una rete tale che permette, con sufficiente tranquillità, di arrivare ad inserimenti lavorativi che diventano un risparmio per la collettività. Quando un handicappato svolge tranquillamente il proprio lavoro si guadagna da solo la propria "pagnotta" e quindi non è in carico all'assistenza.
Si dovrebbe avere maggiore accortezza relativamente all'inserimento lavorativo di questi soggetti, al loro diritto ad una casa e all'abbattimento delle barriere architettoniche. Diversamente, le grandissime potenzialità dei portatori di handicap vengono impedite per l'insensibilità di coloro nel pieno delle facoltà mentali e motorie.
Invito il Presidente della Giunta a far proprio questo emendamento e a votarlo. Successivamente, nel bilancio definitivo vedremo se sarà il caso di aumentarne ancora la cifra.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gallarini.



GALLARINI Pierluigi, Assessore al bilancio

Ne stavo parlando adesso con il Presidente; in effetti, potremmo non accogliere l'emendamento dal punto di vista formale, ma accoglierlo nella sostanza. Così come scritto provocherebbe modifiche nel tabulato; potremmo invece, visto che 300 milioni sono già destinati con il disegno di legge n.
260, accogliere la proposta di stanziarne altri 200, per arrivare ai 500 richiesti nell'emendamento, inserendo il capitolo n. 11176 nell'elenco dei capitoli dai quali è possibile prelevare.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 5) viene pertanto ritirato.
6) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: il capitolo 11910 è incrementato da L. 17.500.000.000 a L.
22.500.000.000, cui si fa fronte con una diminuzione di analoga entità dal capitolo 11265.
La parola alla Consigliera Simonetti per l'illustrazione.



SIMONETTI Laura

Grazie, Presidente. Partendo dal presupposto che non reputiamo il bilancio così rigido come vorrebbe sembrare, l'emendamento presentato fa riferimento a capitoli che presumono flessibilità di scelta politica.
Rifacendoci alla passata battaglia del nostro Gruppo relativamente alla legge sulle scuole materne - che tutti ricordano - consideriamo eccessivi i 5 miliardi stanziati a bilancio e comunque non rientranti, anche se dipendono da legge approvata dal Consiglio regionale, in ambito di spese fisse, ma in ambito di scelta politica. Sul territorio piemontese è forte la carenza di asili nido; in tal senso, abbiamo ritenuto fosse più utile alla popolazione un investimento sostanzioso in quella direzione.
Inoltre, sono notevoli le carenze di investimenti pubblici nell'ambito della prevenzione dell'abbandono scolastico. In tal senso, chiediamo all'Assessore Leo un riassunto degli investimenti sulle scuole pubbliche e in particolar modo sulle scuole materne pubbliche, che a oggi non è ancora pervenuto.
Inoltre, relativamente agli asili nido e alle scuole materne pubbliche che hanno forte necessità di investimenti sia strutturali sia organizzativi, ricordiamo che la lacuna più grave è rappresentata dalla riduzione degli orari di apertura del servizio, che stimola e indirizza parte delle popolazione verso le strutture private.
Riteniamo che i 5 miliardi investiti nel settore non siano un investimento politico di cui deve farsi carico questo Ente pubblico riteniamo invece che i 5 miliardi potrebbero in parte risolvere le gravi lacune in tema di aperture di nuovi asili nido, che gravano soprattutto sulle grandi aree metropolitane e sulle grandi città della Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Condividiamo la richiesta che venga implementato il capitolo 11910 per le ragioni sostenute dalla Consigliera Simonetti, ma anche per un'altra ragione, che dovrebbe essere presa in considerazione da parte dell'Assessorato competente: probabilmente, la richiesta della collega non attiene a questo capitolo, ma al capitolo del supporto agli Enti locali per le spese d'investimento. La messa a norma di un asilo nido, così come per le scuole materne, ma principalmente sugli asili nido, carico totale degli Enti locali, è enorme e a volte al di là delle possibilità degli stessi Enti locali, che spesso sopportano sforzi non indifferenti per mantenere in piedi tali strutture.
Ci asterremo con rammarico sull'emendamento, essendoci astenuti sulla legge alla quale vengono richiesti questi fondi.
Raccomandiamo agli Assessori competenti di valutare le due ragioni, sia quella sostenuta dalla Consigliera Simonetti, sia quelle che riguardano il sistema della messa a norma degli edifici.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore all'edilizia scolastica

Alcune semplici considerazioni. Faccio innanzitutto presente alla collega Simonetti di aver portato, in sede di Commissione, tutti i dati sulla distribuzione dei fondi alle scuole del Piemonte - e ricordo anche di aver evidenziato che il principale comparto era Cuneo - i criteri seguiti i meccanismi applicati, ecc. Tant'è che ricordo che alcuni colleghi addirittura mi dissero: "Va bene non essere torinocentrici, ma non esageriamo!". Intervennero le Consigliere Bortolin e Spagnuolo e mi pare anche il collega Miglietti, che mi chiesero di non penalizzare Torino e provincia.
Ricordo di aver portato in Commissione - ringrazio il Consigliere Miglietti ed altri che fanno cenno di ricordare - tutti i dati; mi permetto dunque di smentire l'affermazione secondo la quale non avrei relazionato sui bisogni e sulle necessità.
Aggiungo che abbiamo proposto - proprio noi, come Regione Piemonte - un documento e promosso iniziative verso il Governo, che ci ha destinato 23 miliardi anziché gli 8 inizialmente ipotizzati, a fronte, comunque, della necessità di 400 miliardi. Ricordo addirittura le cifre che ho fornito in Commissione.
Quindi, non solo non mi ero astenuto dal seguire la vicenda, ma l'ho seguita con attenzione! Anzi, con il mio solito difetto di riempire la Commissione di informazioni avevo tenuto al corrente la stessa delle trattative con l'ANCI e con l'URPP circa la suddivisione dei fondi. Alla fine, si era trovato un criterio comune che stabiliva i parametri delle destinazioni ai Comuni e alle Province, alle scuole materne e alle scuole superiori e si era anche dato sostegno alla richiesta della Giunta verso il Governo nazionale di incrementare questi fondi.
Raccolgo invece la considerazione del Consigliere Miglietti, che oltre alla necessità, comune, di chiedere uno sforzo al Governo, fa la stessa richiesta alla Regione.
Ribadisco quindi alla Consigliera Simonetti - non sulla parte politica alla quale risponderà l'Assessore Gallarini - che c'era stata totale attenzione; al Consigliere Miglietti che dice: "A fronte di questa grande necessità non devono esserci soltanto richieste allo Stato, in quanto anche la Regione deve dare un segnale di aumento di investimenti", segnalo di aver già informato l'Assessore Gallarini di questa necessità. Credo che un segnale ci sarà senz'altro.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti per dichiarazione di voto.



MIGLIETTI Franco

Grazie, Presidente. Credo che la risposta dell'Assessore sia soddisfacente. Noi non muteremo il nostro voto di astensione sull'emendamento. Prendo atto, comunque, del recepimento della necessità di un ulteriore sforzo da parte della Regione, principalmente relativamente ai fondi per la messa a norma degli edifici. Non soltanto si rischia di non avere quel poco che c'è, ma anche di cancellarlo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 6) per appello nominale, come richiesto dal Consigliere Chiezzi.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 hanno risposto SI' 4 Consiglieri hanno risposto NO 31 Consiglieri si sono astenuti 10 Consiglieri L'emendamento è respinto.
7) Emendamento presentato dai Consiglieri Moro, Papandrea e Chiezzi: il capitolo 13900 è incrementato della somma di L. 1 miliardo e 300 milioni cui si fa fronte con una riduzione di L. 700.000.000 dal capitolo 10210 e L. 600.000.000 dal capitolo 10220.
La parola al Consigliere Moro per l'illustrazione.



MORO Francesco

Grazie, Presidente. Il presentare da parte della Giunta il bilancio di previsione per l'anno 1997 in ritardo e con troppi zeri, cioè con voci non quantificate, è certamente un fatto politico grave ed inconcepibile. Credo sia un gesto politico-amministrativo molto pericoloso, perché dimentica risorse finanziarie importanti su argomenti vitali e decisivi come, ad esempio, lo sviluppo socio-economico occupazionale delle 44 Comunità montane piemontesi. Sono zone territoriali svantaggiate e spesso dimenticate dal potere centrale, ma anche dalla Giunta regionale di centro destra; aree montane con parchi, boschi, paesaggi turistici, zone emarginate, ma decisive ed essenziali per un vero sviluppo socio-economico e produttivo.
Dal bilancio di previsione non si rileva assolutamente una linea di politica montana regionale che garantisca ai vari livelli gli interessi delle zone montane e mancano le linee di un ruolo centrale della Regione Piemonte nella politica comunitaria sulla materia montana, relativa anche ai finanziamenti CEE.
L'emendamento comunista è volto a proporre al Consiglio regionale una nuova cultura montana per evitare gravi riduzioni di finanziamenti e per progettare potenziamenti finanziari verso queste Comunità.
Come Gruppo rivendichiamo un maggior impegno politico ed amministrativo, quindi una maggiore presenza in bilancio e sensibilità della Regione - quindi anche del Consiglio regionale - per l'importantissima questione delle Comunità montane piemontesi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gallarini.



GALLARINI Pierluigi, Assessore al bilancio

La Giunta non accoglie l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 7).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli, 29 contrari e 9 astensioni.
8) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: il capitolo 14540 è incrementato a L. 300.000.000 cui si fa fronte con una diminuzione di analoga entità dal capitolo 14470.
9) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: il capitolo 14580 è incrementato a L. 100.000.000 cui si fa fronte con una diminuzione di analoga entità dal capitolo 14470.
10) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: il capitolo 14590 è incrementato a L. 100.000.000 cui si fa fronte con una diminuzione di analoga entità dal capitolo 14470.
La parola al Consigliere Papandrea per l'illustrazione.



PAPANDREA Rocco

Affronteremo la politica sugli artigiani in fase successiva, quando esamineremo l'altra parte di bilancio e valuteremo meglio l'aspetto delle cifre. Quelle indicate nell'emendamento sono tese a lanciare un messaggio a dare una prima indicazione: da una parte, le intendiamo come un'aggiunta a quanto emergerà nel momento in cui si discuterà la parte finanziaria dall'altra, intendiamo sottolineare un particolare aspetto. Sulla voce indicata nell'emendamento, che chiediamo venga diminuita - può darsi che l'Assessore lo faccia già di propria iniziativa - riteniamo necessario uno sforzo di alleggerimento delle spese destinate ad aspetti burocratici e una maggiore finalizzazione delle stesse a favore degli artigiani, secondo politiche dall'efficacia più diretta dal punto di vista sia economico sia occupazionale.
Le diminuzioni che proponiamo al capitolo sono ragionevoli; riteniamo occorra tentare una contrattazione più dura, per far sì che determinati nostri finanziamenti non vengano destinati a strutture che già ricevono denaro da più parti.
Tra l'altro, credo che un governo di centro-destra dovrebbe concordare con un'indicazione di snellimento degli apparati e di aumento della spesa diretta sui beneficiari.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Voteremo a favore dei tre emendamenti, non tanto per il capitolo di provenienza (14470), la cui diminuzione credo ponga comunque qualche problema - che sarà la Giunta a dover risolvere - quanto piuttosto perch siamo assolutamente d'accordo sull'incremento dei capitoli 14540, 14580 e 14590.
In un momento congiunturale come l'attuale occorrono fondi; quelli destinati - essendo cifre modeste - sicuramente non saranno sufficienti a superare il momento di grave difficoltà di un settore, quello dell'artigianato, che normalmente pesa meno sulla collettività piemontese.
Voteremo a favore degli emendamenti, augurandoci che nel prossimo disegno di legge, prettamente politico, si tenga conto delle nostre indicazioni e si incrementino ulteriormente i tre capitoli relativi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Viglietta.



VIGLIETTA Matteo, Assessore al commercio e artigianato

L'emendamento proposto di decurtare il capitolo 14470, relativo alle spese obbligatorie per la tenuta degli Albi degli artigiani presso le Camere di Commercio, fa riferimento ad una convenzione firmata quest'anno.
Convenzione che, confrontata con quella di altre Regioni, sicuramente ci pone - come trattativa nei confronti di questo servizio - nelle condizioni di poter affermare che siamo coloro che hanno ottenuto le condizioni migliori a livello italiano. Pertanto, i 6,1 miliardi sono da considerarsi spese obbligatorie.
All'interno della convenzione abbiamo sottoscritto uno storno di circa 1/3 (corrispondente a 1,5 miliardi: a regime i 6,1 miliardi diventeranno in realtà solo 4,5 miliardi) destinato alla promozione dell'artigianato nei prossimi anni. Questo per andare incontro agli indirizzi riferiti ai capitoli 14580 e 14590. In sostanza, quindi, 1,5 miliardi vengono stornati dai 6,1 conferiti alle Camere di Commercio che verranno gestiti insieme alle stesse e destinati alla promozione dell'artigianato. Con ciò riteniamo di essere andati incontro ai compiti specifici dei due capitoli successivi che si riferivano - appunto - alla promozione e al sostegno dell'artigianato.
Per quanto riguarda il capitolo 14580, nel bilancio flessibile abbiamo già previsto una quota che si avvicina (220 milioni) a quella che si intendeva stornare. Personalmente, sono convinto che in sede di bilancio flessibile questa quota possa essere ancora rivista e quindi eventualmente incrementata; tuttavia, la cosa importante, dal mio punto di vista, è che con - speriamo - l'approvazione della parte finanziaria del bilancio - che porteremo in aula verso la metà di gennaio, quando scadranno i termini per l'approvazione da parte dell'Unione Europea, che ha mosso alcune osservazioni proprio sulla compatibilità degli interventi e sulla percentuale di contributo sia in conto capitale sia in conto interessi, e alle cui indicazioni dovremo adeguarci - tale quota verrà sicuramente ricompresa e riconsiderata all'interno del Testo Unico, dove le manovre possibili e l'intervento a sostegno dell'artigianato saranno sicuramente più pregnanti ed incisivi.
Da parte della Giunta regionale verrà destinato un fondo specifico particolare proprio per l'inizio dell'applicazione del Testo Unico, con tutte le nuove incombenze e i nuovi settori in cui lo stesso ci permetterà di intervenire.
I tre emendamenti non possono quindi essere accolti non nello spirito ma perché relativamente al primo troviamo spazio già nel bilancio flessibile - vedremo semmai di adeguarlo; gli altri due verranno ricompresi nel Testo Unico. Inoltre - e soprattutto - diminuendo il capitolo 14470 verrebbe a mancare un impegno di spesa obbligatoria iscritta solo quest'anno e che sicuramente darà ottimi risultati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea per dichiarazione di voto.



PAPANDREA Rocco

Ho colto la disponibilità dell'Assessore ad intervenire sul capitolo di spesa per 300 milioni. Chiederei, se possibile, di trovare anche per questo capitolo una formulazione analoga a quella escogitata in precedenza per l'inserimento dei lavoratori portatori di handicap. Rinviare l'art. 7, ad esempio, potrebbe essere una soluzione tecnica adeguata.
Sulla gestione degli Albi, le considerazioni fatte dall'Assessore circa lo storno di 1,5 miliardi confermano che forse potevamo fare di più; sarebbe meglio che questi fondi fossero gestiti in qualche modo anche dalla Regione e non solo dalle Camere di Commercio Valuteremo meglio in seguito la convenzione; le parole dell'Assessore però confermano che 6,1 miliardi per la gestione degli Albi è una cifra eccessiva.
In particolare, mi interessava la risposta dell'Assessore circa la possibilità di individuare già oggi un'indicazione dell'incremento fino a 300 milioni a favore degli artigiani, con una modifica dell'art. 7.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Viglietta.



VIGLIETTA Matteo, Assessore al commercio e artigianato

Dal punto di vista tecnico, oggi diventerebbe difficile cercare un capitolo dal quale attingere gli 80 milioni mancanti. C'è comunque l'impegno da parte della Giunta ad adeguare il capitolo dai 220 milioni previsti ai 300 che ritroveremo nella parte flessibile del bilancio, che seguirà a breve (ai primi di gennaio).



PRESIDENTE

L'Assessore ha riaffermato il proprio parere.
Pongo in votazione l'emendamento n. 8).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 13 voti favorevoli, 24 contrari e 1 astensione.
Pongo in votazione l'emendamento n. 9).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 13 voti favorevoli, 24 contrari e 1 astensione.
Pongo in votazione l'emendamento n. 10).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 13 voti favorevoli, 24 contrari e 1 astensione.
Si proceda alla votazione dell'art. 2 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 24 voti contrari 12 astensioni 1 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 24 voti contrari 12 astensioni 1 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 24 voti contrari 12 astensioni 1 L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 24 voti contrari 12 astensioni 1 L'art. 5 è approvato.
ART. 6 Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Vorrei una spiegazione. Rifacendomi a quanto detto in precedenza dall'Assessore relativamente ai tassi cui vengono stipulati i mutui, leggo al terzo comma dell'art. 6 che "saranno stipulati ad un tasso massimo del 12% annuo, oneri fiscali esclusi". Volevo capire come si inserisce questa previsione di legge con il commento a voce dell'Assessore. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gallarini.



GALLARINI Pierluigi, Assessore al bilancio

Innanzitutto, quando mi riferivo al tasso del 6,1% stavo parlando dei BOR. Riferendomi a mutui "normali", ha ragione il Consigliere Chiezzi parlavo di un tasso compreso dall'8 al 9%. Il 12% è inserito come limite massimo, prudenziale, non per voler vedere nero ad ogni costo. Meglio mettere il 12% anziché il 10%: sicuramente, è un tetto che tranquillizza maggiormente, anche se, ovviamente, ci auguriamo di stare molto al di sotto di quel limite massimo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Allora, scrivere il 14% è ancora meglio: alla tranquillità non c'è limite. Lo scostamento dal 9% al 12% è forte: mi sembra giusto essere prudenti, ma non eccessivamente.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione l'art. 6 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 28 voti contrari 13 astensioni 2 L'art. 6 è approvato.
ART. 7 11) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglietti, Foco, Spagnuolo Saitta, Papandrea, Marengo e Dutto: all'elenco dei capitoli di cui all'art. 7 sono aggiunti i seguenti capitoli: (11045), (11090), (11100), (11130), (11140), (11176), (11178), (11892) (11894), (11910), 11920), (11930), (11960), (11970), (11975), (12000) (12010), (12090), (12155, 11810), (11820), (15310), 15620).
La parola al Consigliere Miglietti per l'illustrazione.



MIGLIETTI Franco

Grazie, signor Presidente. Credo che i capitoli contenuti nell'emendamento siano stati illustrati ampiamente sia nel primo intervento sia durante la discussione di altri emendamenti.
Sarebbe utile sapere se vi sono ulteriori pronunciamenti da parte dell'Assessore Gallarini, in modo da conoscere esattamente cosa ha intenzione di assumere e quanto intende respingere la maggioranza: potremmo così anche noi regolarci in sede di votazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gallarini.



GALLARINI Pierluigi, Assessore al bilancio

I numeri dei capitoli sono quelli indicati dall'emendamento relativamente al capitolo 11176 abbiamo preso l'impegno, in precedenza, sui 200 milioni dell'handicap - come dall'emendamento proposto dal Gruppo Rifondazione Comunista.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 11).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 43 Consiglieri presenti.
12) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglietti, Spagnuolo, Saitta Foco, Marengo, Dutto e Papandrea: all'art. 7 è aggiunto il seguente comma: "3. I provvedimenti adottati dalla Giunta regionale per il prelievo dal fondo di riserva per le spese obbligatorie devono essere comunicati tempestivamente al Consiglio regionale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 43 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione dell'art. 7 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 voti favorevoli 38 voti contrari 4 astensioni 2 L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 voti favorevoli 30 voti contrari 15 astensioni 2 L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 voti favorevoli 30 voti contrari 15 astensioni 2 L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 voti favorevoli 30 voti contrari 15 astensioni 2 L'art. 10 è approvato.
ART. 11 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 voti favorevoli 30 voti contrari 15 astensioni 2 L'art. 11 è approvato.
ART. 12 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 voti favorevoli 30 voti contrari 15 astensioni 2 L'art. 12 è approvato.
13) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglietti, Foco, Spagnuolo Saitta, Marengo e Dutto che prevede il seguente nuovo articolo: "Art. 12 bis Per l'anno 1997 le somme iscritte nei capitoli relativi a spese di personale, a qualsiasi titolo assunte dall'Amministrazione regionale, sono inderogabilmente fissate in L. 180.050.000.000, salvo incrementi previsti dai contratti collettivi nazionali di lavoro".
La parola al Consigliere Miglietti per l'illustrazione.



MIGLIETTI Franco

Credo di averlo già illustrato, ma repetita juvant.
L'Assessore e la Giunta nel presentare il dispositivo finale della legge sulla ristrutturazione del personale avevano annunciato un risparmio che si avvicinava ai 7 miliardi; successivamente, per una serie di altre ragioni - che verificheremo quando si conosceranno - il risparmio si dovrebbe assestare sui 3/4 miliardi.
Riteniamo che un volano di 3/4 miliardi - e certamente durante l'anno vi sarà anche il turn over fisiologico interno a qualsiasi ente principalmente per un ente che ha 3.500 dipendenti - permetta tranquillamente qualsiasi manovra di riorganizzazione, razionalizzazione e qualificazione del personale. Riteniamo dunque sufficiente questo tetto di spesa, fatti salvi - come abbiamo scritto nell'emendamento - eventuali interventi esterni alla spesa afferita per il 1996.
Questo il senso dell'emendamento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gallarini.



GALLARINI Pierluigi, Assessore al bilancio

Le ripeto anch'io le considerazioni fatte in precedenza. Comprendiamo il senso dell'emendamento, ma riteniamo opportuno non precostituirci una cornice di ristrettezza all'interno della quale trovarci costretti. Nel caso in cui, per vicende che non sappiamo (concorsi avviati, che andranno in porto nel 1997), si dovesse sfondare questo tetto, dovremmo addirittura venire in Consiglio con un disegno di legge aggiuntivo. Riteniamo quindi di non doverci porre il limite proposto; d'altra parte, non è che non accogliendo l'emendamento si sia a ruota libera: il personale è una di quelle voci sulle quali, ovviamente, i fondi sono finalizzatissimi; tutto è regolamentato alla lira e alla virgola. Riteniamo però opportuno, nel non accogliere l'emendamento, non precostituire una cornice all'interno della quale potremmo avere delle difficoltà.
Per quanto riguarda invece i risparmi ipotizzati, di cui parlava il collega Miglietti, come abbiamo detto in Commissione e ribadito anche recentemente, c'è stata una diminuzione di quel risparmio in virtù del fatto, ad esempio, che attraverso la contrattazione o comunque il colloquio con le Organizzazioni sindacali, sulle ottave qualifiche esiste oggi un'ipotesi che ne prevede alcune decine (106 per l'esattezza) in più ovviamente queste assorbono circa 1,2 miliardi, che vengono sottratti a quelli enunciati in un primo tempo, quando non erano previste queste cifre.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione l'emendamento testé discusso, aggiuntivo dell'art. 12 bis.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 14 voti favorevoli, 29 contrari e 4 astensioni.
ART. 13 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 29 voti contrari 14 astensioni 2 L'art. 13 è approvato.
ART. 14 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 29 voti contrari 14 astensioni 2 L'art. 14 è approvato.
ART. 15 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 29 voti contrari 14 astensioni 2 L'art. 15 è approvato.
ART. 16 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 29 voti contrari 14 astensioni 2 L'art. 16 è approvato.
ART. 17 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 29 voti contrari 14 astensioni 2 L'art. 17 è approvato.
ART. 18 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 29 voti contrari 14 astensioni 2 L'art. 18 è approvato.
ART. 19 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 29 voti contrari 14 astensioni 2 L'art. 19 è approvato.
ART. 20 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 29 voti contrari 14 astensioni 2 L'art. 20 è approvato.
ART. 21 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 29 voti contrari 14 astensioni 2 L'art. 21 è approvato.
ART. 22 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 29 voti contrari 14 astensioni 2 L'art. 22 è approvato.
ART. 23 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 29 voti contrari 14 astensioni 2 L'art. 23 è approvato.
ART. 24 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 29 voti contrari 14 astensioni 2 L'art. 24 è approvato.
ART. 25 Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Questo articolo chiude una serie di articoli mirati a conferire finanziamenti ad organismi specifici (IRES, CSI e via dicendo), vista l'obbligatorietà di consentire loro di funzionare. Viceversa, l'art. 25 costituisce una scelta politica assoluta. Infatti, la legge che istituiva le scuole materne non prevedeva obbligatoriamente alcuna decisione in merito; al contrario, in questo bilancio "rigido" si è inserito a forza questo finanziamento. Non si capisce bene se questo inserimento a forza derivi da una sicurezza o da un'insicurezza della maggioranza. Se la maggioranza è sicura di se stessa non si capisce perché una scelta così importante non venga inserita nel bilancio politico, con tutta la discussione politica che ne conseguirebbe. Sembra quasi che abbiate avuto fretta e qualche timore a posporre questa decisione in sede politica, quasi facendola passare un po' di nascosto con un mezzo sotterfugio. Mi risulta diversamente da come aveva detto l'Assessore - che non vi sia alcun obbligo di legge sulla materia. Esiste la facoltà di deciderla in sede di legge finanziaria? Come mai avete scelto questa strada? Per soffocare il dibattito, per lasciarlo in un angolo, per annegarlo nelle scelte obbligatorie? Perché non avete messo questa scelta sullo stesso piano di tutte le altre? Qual è la politica per il 1997? Come Gruppo abbiamo presentato degli emendamenti, ma ci stupiamo di non essere stati seguiti in quest'aula - almeno dal punto di vista del rispetto formale - e quindi di verificare, purtroppo, un'indifferenza alla chiarezza dei rapporti politici, che l'art. 25 opacizza di sicuro.
Con questa breve dichiarazione di voto abbiamo voluto segnalare quante bugie, rispetto a quanto riferito dall'Assessore, avete scritto in questo bilancio. Quella dell'art. 25 è una delle più grosse.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Non ripeterò quanto già detto, anche se alcune decisioni, a partire dall'art. 19, fanno sì che debba ripetere alcuni concetti.
Il fatto di aver inserito la protezione civile, il fondo di riserva per la reimpostazione dei fondi statali vincolati, l'utilizzo dell'avanzo finanziario, le variazioni compensative e, nell'art. 25, il contributo per il funzionamento delle scuole materne autonome, impedisce una sufficiente chiarezza nei comportamenti.
Ci siamo astenuti sull'emendamento presentato dal Gruppo Rifondazione Comunista, perché essendoci astenuti sulla legge sulle scuole materne non eravamo d'accordo che i fondi proposti fossero tolti per essere devoluti ad un altro articolo. Trattandosi ora di articolo di bilancio, votando contro il bilancio dovremmo votare contro questo articolo, ma essendo quest'ultimo così evidenziato qualcuno potrebbe sottintendere che abbiamo votato contro il finanziamento.
Mi pare cosa che non sta in piedi. Votare contro il bilancio è un atteggiamento politico responsabile, ma votare contro un articolo...; forse ha ragione il Consigliere Chiezzi: non c'è sicurezza da parte di chi ha presentato il provvedimento, che viene evidenziato in un articolo di bilancio per coprirsi le spalle.
Non condivido questo modo di organizzare un bilancio. Il bilancio deve essere politicamente chiaro e corretto sotto il profilo amministrativo daremo quindi voto contrario.
Relativamente alla protezione civile, ad esempio, non capisco perch sia stata evidenziata in un articolo, quando poteva essere inserita tranquillamente, senza evidenziazione precostituita. Oltretutto non condivido la cifra di 500 milioni: avremmo voluto dibattere, con una relazione politica, su quanto si voleva ottenere dalla riorganizzazione complessiva della protezione civile.
Per questo motivo, continueremo a votare contro tutti gli articoli.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Indubbiamente l'art. 25 "Contributi per il funzionamento delle scuole materne autonome" dimostra come l'assunto dal quale siamo partiti, che quello in discussione è un bilancio tecnico, non sia assolutamente vero vengono compiute scelte di grande valore politico, tra l'altro emerse nel dibattito sui singoli emendamenti. Si tratta, evidentemente, del finanziamento di una scelta politica compiuta dal Consiglio regionale quest'anno, confermata per il 1997. Come Gruppo concordiamo sulla proposta avendo sostenuto la legge. Rileviamo però, dal punto di vista del metodo una forte contraddizione rispetto alle dichiarazioni fatte.
Se vale il principio di indicare in questa fase gli stanziamenti che permettano l'applicazione delle leggi approvate dal Consiglio regionale, si poteva suggerire lo stesso ragionamento, ad esempio, per quanto riguarda la legge sulla famiglia, per la quale lo scorso anno abbiamo previsto 5 miliardi, con un emendamento suggerito dal centro-sinistra poi approvato da tutti, che qui non compaiono, oppure avremmo potuto indicare dei fondi relativi al problema della tossicodipendenza - per citare questioni che interessano il Partito Popolare.
Questo tipo di comportamento crea evidentemente un imbarazzo; voteremo a favore dell'art. 25, rilevando però le contraddizioni di un metodo che non accettiamo completamente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Anch'io non entro nel merito dell'articolo, però noto una stranezza: per le scuole materne autonome si crea un articolo apposta, per molte altre poste di bilancio altrettanto degne non si fa la stessa scelta.
Vorrei capirne il motivo, che chiedo all'Assessore.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gallarini.



GALLARINI Pierluigi, Assessore al bilancio

Innanzitutto ritengo doverosa una spiegazione tecnica suggerita dai funzionari, relativamente al fatto che nella legge di finanziamento delle scuole materne autonome è contenuta la norma secondo la quale la stessa si finanza con legge di bilancio; cogliamo l'occasione per inserirla.
Relativamente alla contraddizione apparente della quale hanno parlato i Consiglieri Chiezzi, Saitta e Papandrea faccio presente i motivi di tale inserimento in legge di bilancio.
Non è per paura, collega Chiezzi; ricordo che la legge è stata votata nel 1996 - la mia è spiegazione politica, non tecnica - dopodiché, nello stesso anno, l'Assessorato non è riuscito ad imputare la spesa sul bilancio e ad erogare i fondi, che andranno in economia e che ci ritroveremo come avanzo di amministrazione.
Diversa è la situazione del disegno di legge sulla famiglia; se è vero che nel 1996 abbiamo stanziato 5 miliardi, Consigliere Saitta, è altrettanto vero che la legge ad oggi non c'è ancora - anche se ciò ci dispiace. Dunque, l'anno 1997 avrà tutto lo spazio per finanziare la cifra che il Consiglio riterrà sulla legge per la famiglia; i 5 miliardi, di cui dicevo, andranno in economia e ce li ritroveremo in avanzo di amministrazione prima dell'assestamento di bilancio. Nel caso in discussione, i 5 miliardi sono già sulla legge approvata nel 1996; soltanto che non vengono erogati nello stesso anno, ma nel 1997.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Intervengo solo per far presente che l'Assessore ha detto chiaramente che la legge sulle scuole materne prevede che il finanziamento avvenga con legge di bilancio.
Ora, quella in discussione non è la legge di bilancio, intendendo in tal senso le scelte politiche del 1997: in realtà l'avete presentata come una leggina da "far fuori" in pochi minuti, "tanto sono tutti zeri".
E' davvero stridente, Assessore, sentirle dire che la legge sosteneva la necessità di discutere il bilancio prima di qualsiasi finanziamento.
Noi, in questa sede, non abbiamo assolutamente discusso di bilancio, a parte le polemiche che abbiamo sollevato come Gruppo.
Al di là della polemica politica, dovrebbe sempre unirci la limpidezza delle cose che facciamo: questa in discussione, limpida non è! E' una scelta evidentemente politica che state anticipando; ma dato che avete la maggioranza e non avete - sostiene l'Assessore - alcun problema di insicurezza del futuro, perché costringerci in una polemica brutta, di questo genere, sulla correttezza o meno? A gennaio, nel discutere sulle scuole materne presentavate i vostri 5 miliardi, noi dicevamo di no e tanti saluti! Perché invelenire questi rapporti, portando una scelta nel luogo e nel momento sbagliato? E' questo che ci stupisce, Presidente del Consiglio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gallarini.



GALLARINI Pierluigi, Assessore al bilancio

Un'ulteriore breve precisazione.
Questi 5 miliardi sono, in sostanza, una reimpostazione; sono i 5 miliardi che già avevamo messo nel 1996 e che non siamo riusciti ad impegnare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Il fatto è politico: come mai, fatta una legge, non avete speso il denaro previsto? Discutiamo dunque se rimetterli: è tutta politica, questa! Il fatto che lei ci dica che i soldi non sono stati erogati è elemento che andrebbe indagato e discusso. L'opposizione, che era contraria alla legge potrebbe chiedere di diminuire il finanziamento, potrebbe chiedere spiegazioni. Vede, Assessore Gallarini, che si tratta di fatto politico: ogni sua parola me lo conferma.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Assessore Gallarini, questo è un altro esempio della discrezionalità contenuta nel documento di bilancio; non c'è soltanto l'esempio precedente altri comparivano nel bilancio dell'Assessore alla cultura, anche se la scelta della cultura è stata rivendicata come prioritaria: anche in questa circostanza ci troviamo a metà tra un bilancio tecnico ed un bilancio di carattere politico: di qui tutto il nostro disagio.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione dell'art. 25 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 51 voti favorevoli 35 voti contrari 14 astensioni 2 L'art. 25 è approvato.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione del Consigliere regionale Paolo Ferraris, scomparso il 2 dicembre 1996


PRESIDENTE

Sospendiamo l'esame del bilancio ed invitiamo la famiglia Ferraris ad entrare in aula per la commemorazione del collega Paolo Ferraris.



(La famiglia del Consigliere regionale Paolo Ferraris entra in aula)



PRESIDENTE

Nel pomeriggio del 2 dicembre 1996, come tutti sapete, Paolo Ferraris ci ha lasciati.
Era nato a Casale Monferrato l'1 marzo 1947. Laureato in Economia e Commercio, funzionario del Comune di Alessandria; dal 1975 Consigliere comunale a Casale Monferrato per la DC, Assessore comunale e Vicesindaco nel 1988. E' stato Segretario provinciale della DC di Alessandria dal 1982 al 1987. Eletto Consigliere regionale nel 1990, nella circoscrizione di Alessandria, è diventato Assessore regionale al bilancio nel giugno del 1994. E' stato rieletto in Consiglio regionale, quota proporzionale, nella circoscrizione di Alessandria con 4.196 voti di preferenza.
La morte di un amico crea un grande vuoto; non si tratta solo del vuoto di un'assenza, è piuttosto l'impressione che una parte di noi stessi sia senza riflesso, senza eco ed anche senza critica.
Perché con Paolo si è percorso insieme un tratto di vita, si sono condivisi spazi, luoghi ed esperienze, si è intrecciato il dialogo controverso, ma esaltante della politica. Chi ha frequentato Paolo ha avuto il piacere di scoprire nella sua persona doti forse rare per un politico.
In lui c'era la consapevolezza moderna, quasi inscritta nel suo carattere sul ruolo che la teoria, la politica delle idee, quella alta per intenderci, deve svolgere: in essa la "letteratura" non si deve mai separare dall'effettualità dell'agire politico.
Stupivano in lui, cioè, quella compresenza felice di un carattere astratto a tratti romantico, con la capacità di ricostituire un rapporto diretto tra teoria ed azione, esperienza e capacità conoscitiva.
Paolo era solito dire che sognava ed operava concretamente per una Regione "leggera"; in questo aggettivo c'era una metafora che esprime la sua concezione del rapporto che il politico deve avere con il mondo concezione che egli ci ha lasciato con il proprio esempio di amministratore.
Si è fermato a ragionare, a meditare a lungo sulla necessità di una maggiore programmazione, unita ad una minor gestione diretta sull'indifferibilità di una riforma dell'organizzazione regionale, che evolvesse dal pesante modello piramidale attuale ad un modello stellare sulla creazione del Fondo d'investimento per il Piemonte, "un meccanismo di finanziamento-ritorno-reinvestimento per progetti finalizzati allo sviluppo della nostra terra".
Nel periodo in cui ha ricoperto la carica di Assessore regionale ha varato la legge di programmazione dell'Ente: "uno strumento agile pluralista, rispettoso della molteplicità dei soggetti in campo". Paolo aveva quindi "una straordinaria capacità di lavoro" - come dice il Presidente Brizio - "sia sotto il profilo della quantità che della qualità".
Capacità di lavoro che aveva sviluppato in maniera egregia al Gruppo del suo partito, come osservatore acuto della realtà politica del Paese dei problemi sempre più complessi, dei suoi passaggi sempre più tormentati e drammatici, come ragionatore accorto sulle soluzioni da suggerire e da apportare.
Non aveva abbagli ideologici, non conosceva quelle verità mai sfiorate dal dubbio. I suoi discorsi sul bilancio erano dei veri e propri breviari laici, da cui emergeva il beneficio del dubbio che proveniva dalla sua cultura politica, ma anche dalla sua formazione personale.
Tra di noi si è anche avverato il momento del distacco. Le vicende nazionali del 1994/1995 non sono passate senza conseguenze. Ma l'accanimento dei fatti non ha interrotto un sodalizio di stima e di affetto né l'itinerario di una lunga amicizia più forte degli sbandamenti politici.
Oggi, non meno vividi, non meno immateriali tra i tanti ricordi rimangono la sua ultima fatica di legislatore, il progetto di legge "Provvedimenti per la tutela e lo sviluppo dei territori e dell'economia collinare" nonché l'ispirazione degli Stati Generali, un testamento di amore e di profetica intelligenza per la terra piemontese di cui evocava uno spazio, un destino, una rinascita, che doveva estendersi alle persone alle cose, ai costumi.
C'era in lui una bellezza nel credere, così forte da vincere l'atavica prudenza della nostra gente, portata più all'opera che al mito, più all'opinione che all'invenzione.
Caro Paolo, in questo giorno in cui ti riconsegniamo a quest'aula, i ricordi personali segnano di più, ma non per questo non possiamo non ricordare come, anche nei momenti più brutti e dolorosi, hai saputo affrontare coraggiosamente la malattia con una forza d'animo da antico stoico.
Tutti abbiamo osservato come non ti siano mai venute meno quella capacità di fare il salto cristiano dal dono al compito, quella tua modulazione esistenziale che ti ha permesso di contemplare il tuo dramma personale come dal di fuori e di dissolverlo nel rapporto con gli altri con un quasi sacrale silenzio.
Molte memorie, molti fili s'intrecciano in questo momento: ma quale filo tirare di fronte all'alta cauzione morale che tu ci hai lasciato? La tua testimonianza, che è stata una bandiera di vita, il coraggio magnifico dei tuoi ultimi giorni capace di capovolgere ogni domanda in risposta: "E' perché E'", dice il poeta.
Che la terra ti sia leggera, Paolo! E che tu possa accompagnare la tua carissima famiglia nel cammino della vita con quell'amore che ti è stato dato prima, con una pietosa ed impossibile speranza e poi con il conforto dolcissimo di un affetto tanto forte quanto crudele è stato il male che ti ha rapito.



(I presenti, in piedi, osservano un minuto di silenzio - Successivamente il Presidente del Consiglio regionale, Picchioni, consegna un mazzo di fiori ai familiari del Consigliere Paolo Ferraris)



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15,45 riprende alle ore 16,10)


Argomento: Bilanci preventivi

Esame progetto di legge n. 253: "Bilancio di previsione per l'anno finanziario 1997" (seguito)


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Prosegue l'esame dell'articolato del progetto di legge n. 253.
14) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglietti, Foco, Spagnuolo Saitta, Papandrea, Marengo e Dutto che prevede il seguente nuovo articolo: "Art. 25 bis Per l'anno finanziario 1997 gli impegni su fondi finanziati da entrate libere della Regione e che riguardino spese per nuovi investimenti sono effettuati solo fino alla data del 30 settembre".
La parola all'Assessore Gallarini.



GALLARINI Pierluigi, Assessore al bilancio

Ho avuto modo di approfondire la questione all'interno della Giunta, ma per i forti timori emersi tornerei a quanto si diceva prima: raccogliamo la raccomandazione politica, ma non ce la sentiamo di inserire una data fissa.
Ho provato a verificare la possibilità del 30 ottobre, ma purtroppo devo dire di no.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento, non accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 18 voti favorevoli e 30 contrari.
ART. 26 Ha chiesto la parola il Consigliere Miglietti; ne ha facoltà.



MIGLIETTI Franco

Presidente, prima di passare alla votazione dell'art. 26, vorrei fare un'ulteriore raccomandazione alla Giunta.
Credo che uno dei problemi che riguardano i bilanci degli Enti pubblici sia, in termini generali, quello del monitoraggio della spesa. Non stiamo a presentare un emendamento in questa direzione, visto che è stato respinto l'emendamento che vincolava la Giunta, e quindi l'intera struttura burocratica, a produrre i documenti relativi agli investimenti entro il 30 settembre - verificheremo se sarà possibile inserire tale termine nel disegno di legge n. 260. Riterremmo però utile che l'Assessore competente in accordo con la Giunta, proponesse un sistema di monitoraggio per la progressione della spesa e ci rendesse edotti su come intende svolgere questo monitoraggio.
Continuo a sostenere che portare 1.900 e più miliardi come avanzo di amministrazione sia - non voglio né sono abituato ad usare parole eclatanti assolutamente inconcepibile, se non anche un tantino vergognoso - lo dico sottovoce. Di conseguenza, sollecito la Giunta e l'Assessore competente a trovare un sistema di monitoraggio - da dibattere a livello di I Commissione, competente per merito - su come poter ovviare al problema di dover adottare il 29 novembre una serie di provvedimenti che il 30 novembre sarebbero improponibili. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gallarini.



GALLARINI Pierluigi, Assessore al bilancio

Raccolgo l'invito: ci impegneremo a proporre, già in sede di Commissione sul disegno di legge n. 260, un modo per poter ovviare a quanto fatto presente dal Consigliere Miglietti.



PRESIDENTE

Si proceda quindi alla votazione dell'art. 26 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 voti favorevoli 30 voti contrari 15 astensioni 2 L'art. 26 è approvato.
Passiamo alle dichirazioni di voto sull'intero testo della legge.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Prima osservazione. Segnaliamo un motivo di insoddisfazione dovuto alla mancanza di qualsiasi forma di dialogo con la maggioranza consiliare. Ci siamo relativamente impegnati a discutere questo bilancio, con tutti i limiti che presenta, segnalando alcuni problemi di coerenza interna, di scelte già contenute e discutibili.
Segnaliamo con dispiacere che l'interlocuzione sulle nostre proposte è stata unicamente quella, con l'Assessore e il Presidente, relativa ai giovani. Questo è un elemento di povertà per tutti, innanzitutto per noi elemento di povertà che deploriamo perché pensiamo che la critica non sia cosa che nasce in un luogo e nello stesso finisce: ci piacerebbe intenderla come messaggio, ricevere l'altro punto di vista in cambio. La politica cresce in questo modo, non con vaticini da una parte e una Giunta che amministrativamente il più delle volte ci risponde di no (qualche volta di sì, perché ha documenti di bilancio da far approvare).
Segnaliamo con dispiacere come - nonostante i toni a volte emessi in forma e con contenuti un po' alti proprio per ottenere una reazione e quindi un dialogo - il mancato confronto su un documento come il bilancio sia fatto da segnalare più di altre questioni: il bilancio dovrebbe essere il luogo principe del confronto. Da questo punto di vista, c'è assoluta assenza di dialogo, di punti di vista che fanno crescere tutti noi, al di là delle opinioni. Tutto questo è mancato su fatti non di poco rilievo, ad esempio, su come proseguire il cammino di una legge importante e discussa quale quella sulle scuole materne - ma anche su una serie di altre questioni.
Il merito. Il merito di questo bilancio è ricco di forti contraddizioni: moltissime voci sono azzerate coerentemente con l'impostazione proposta, però rispetto a molte altre voci vi sono asimmetrie notevoli. Ci dispiace che, almeno su alcune, non vi sia stata per noi la possibilità di correggerle - e non per portare a casa un punto ma perché la correttezza e la chiarezza di rapporti aiuta a polemizzare là dove è importante farlo.
Sul metodo le polemiche sono meno importanti ed anche spiacevoli, perch creano contrasti di carattere più etico che politico. Mi prende in giro Assessore. Se mi dice che il bilancio è fatto in un certo modo, nel verificare che non è così mi sento in parte preso in giro. Non è una gran politica questa.
Riconoscere qualche piccola correzione poteva facilitare il compito. Ma così non è stato: rimane dunque questo elemento di sofferenza.
Ulteriore osservazione. Il modo di procedere della Giunta regionale non era obbligato: segnalare il fatto che, tanto per cambiare, la Regione Piemonte non affronta l'appuntamento del bilancio con la messa in campo di tutte le risorse della propria politica non è sufficiente. Come non è sufficiente dire che si è stati costretti ad agire in questo modo perché la legge finanziaria non era stata ancora approvata. Non lo è tuttora, eppure qualche giorno fa voi avete ugualmente presentato il bilancio vero. La vostra giustificazione poteva contare solo in minima parte: continuiamo a segnalare il fatto che la Giunta è stata incapace di giungere all'appuntamento del bilancio con un documento complessivo; documento che poteva anche contenere qualche punto interrogativo, ma non solo dubbi.
Il fatto che non abbiate scelto la gestione per dodicesimi non vi fa moltissimo onore; l'Assessore Gallarini sostiene che non è, quello, un modo di governare: forse dimentica che quei dodicesimi sono il risultato delle vostre scelte di governo. Non si tratta di qualche apparato burocratico che impone il meccanismo automatico: i dodicesimi sono opera vostra. Pertanto o ritenete che il bilancio dello scorso anno fosse una schifezza - come pare sostenga l'Assessore Gallarini - oppure ammettete che la gestione in dodicesimi è una gestione politica. Potevate scegliere la strada dei dodicesimi, sostenendo di operare su un buon bilancio, sino all'approvazione del successivo. Una tale abiura del vostro bilancio non vi rafforza molto politicamente.
Dal punto di vista dell'opposizione rimane comunque il compito di segnalare che, ancora una volta, la Giunta regionale manca ad un appuntamento importante.
Questi i motivi che confermano il nostro voto negativo al bilancio.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Intervengo molto brevemente per ringraziare come Consigliera di opposizione l'Assessore Gallarini per l'imbarazzo che mi è sembrato ogni tanto nutrire sul modo di procedere complessivo di questa discussione, che non aiuta nessuno; non aiuta la maggioranza e non aiuta la minoranza a fare opposizione.
Avremmo potuto non richiedere la parola, ma non credo ai riti, e proprio per questo motivo penso debba essere sottolineato il fatto che questa è stata, sia da parte della maggioranza, ma, mi permetto di dire, da parte dell'intero Consiglio, un'occasione mancata. A mio avviso, maggioranza e Giunta hanno operato una scelta a metà. Ma questo l'abbiamo già detto.
Non è stato scelto un intervento consequenziale; in alcuni casi si è trattato e si è parlato di scelte obbligatorie di annualità - così come l'Assessore ha voluto presentarle - e in larga parte di valutazione di cifre che rispondevano a rigidità derivanti da leggi e provvedimenti nazionali e locali. Abbiamo notato che si tratta di un bilancio che preannuncia delle scelte, quindi un documento in parte di natura politica l'Assessore non ha potuto né voluto - di questo lo ringrazio - dare interpretazioni non corrette. In molti casi ha affermato trattarsi di anticipazioni di scelte politiche.
Un'occasione sprecata, dicevo. Non c'è stato vero dibattito politico perché né la maggioranza né l'opposizione hanno svolto il loro compito fino in fondo. E questo non è utile ad alcuno. Vedete, si può fare opposizione in tanti modi; in modo spiacevole, confondendo piani e livelli di discorso come sovente è avvenuto, e ce ne siamo rammaricati. Non è il nostro caso: noi abbiamo sempre privilegiato, nella nostra vita politica e nel nostro lavoro in Consiglio regionale, soltanto il piano della politica. Crediamo peraltro, che si possa fare opposizione con proposte che possano far fare bella figura al Piemonte. In alcuni casi, abbiamo fatto proposte, che sono state accolte; oggi ci siamo limitati a ragionare su alcuni emendamenti presentati da altra parte dell'opposizione e abbiamo concorso a presentarne altri.
Ringrazio il collega Miglietti che ha illustrato alcuni temi importanti il lavoro, i giovani; per parte nostra, ci siamo limitati a rappresentare alcuni punti, anche se avremmo potuto muoverci in maniera diversa.
L'opposizione può presentare proposte non condivisibili, che possono anche essere sbagliate, ma che devono comunque essere rispettate.
Potremmo parlare di giornata storta, di una delle ultime sedute in aula: ogni alibi è plausibile per dire che si potrebbe lavorare meglio, che forse non è proprio, complessivamente, colpa nostra.
Quando l'opposizione avanza sue proposte è dovere proprio dell'etica politica, darvi risposta, ma non soltanto da parte di chi è obbligato a rispondere in qualche modo, in questo caso in particolare dall'Assessore al bilancio, che si è caricato dell'onere di dare una serie di risposte che non erano prettamente di sua competenza. L'etica della politica dovrebbe suggerire che le risposte devono arrivare dal Consiglio in generale.
Mi auguro che le sollecitazioni, che mi permetto di fare come persona appassionata della politica, possano trovare riscontro in un futuro appuntamento, che potrebbe essere quello del bilancio - chiamiamolo così discrezionale, flessibile, politico; di quel pezzo che rimane di valutazioni politiche da parte della Giunta.
Abbiamo abdicato a possibilità che ci venivano offerte; affermiamo spesso che compito prioritario della Regione è quello della programmazione probabilmente, l'importante occasione del dibattito sul bilancio dovrebbe far emergere le ragioni che stanno alla base della programmazione. Le ragioni della programmazione non sono appannaggio di chi governa, nel momento in cui governa; le ragioni della programmazione, e quindi del governo del territorio, dovrebbero essere appannaggio del confronto.
Oggettivamente questo non c'è stato.
Personalmente, apprezzo molto tutti i colleghi, naturalmente anche quelli appartenenti alla maggioranza, e avrei voluto sentire da parte loro proposte alternative alle nostre, se ritenute non congrue, non utili.
Credo non faccia bene a nessuno consumare dei riti; lo dico sommessamente e come sempre in maniera responsabile, per quanto ne sono capace: lo dico prima di tutto a me stessa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Signor Presidente, colleghe e colleghi Consiglieri, credo che in una qualsiasi azienda, per parlare in termini pragmatici ed operativi al di là degli articoli di legge e delle poste segnate in bilancio, i soci, ovvero coloro che concorrono alla formazione del capitale dell'azienda, abbiano bisogno di contenuti. Ogni articolo di legge e ogni posta di bilancio ha bisogno di una serie di contenuti per far capire la bontà della gestione di chi sta amministrando. E, proprio per il ruolo di minoranza che noi rivestiamo, sarebbe stato molto più agevole e più semplice se relativamente ad argomenti che andrò ad elencare, avessimo potuto comprendere dalla relazione presentata cosa c'è nella mente di chi oggi sta amministrando.
Faccio una piccola premessa: leggevo l'altro giorno su un giornale di cui non ricordo più la testata - quindi non ricordo nemmeno se fosse vicino o contrario alla mia parte politica - che sulla base di un sondaggio (dando ai sondaggi il valore che ormai abbiamo capito avere, la non scientificità specialmente di quelli riportati superficialmente sui giornali) è stata data la sufficienza al governo regionale.
Mi sono confrontato, chiacchierando con l'uno e con l'altro, sul significato di questa sufficienza al lavoro del governo regionale. Essere sufficienti è, secondo il mio modesto parere, una negatività - lo dico ricollegandomi ad una persona che di politica ne sapeva molto e che diceva che "il potere logora chi non ce l'ha".
La sufficienza data ad un governo è giudizio negativo, nonostante - di questo do atto al Presidente della Giunta ed anche a parte degli Assessori i grandi sforzi di immagine fatti in quest'anno e mezzo. Grande sforzo di immagine: presenza, partecipazione a convegni, apprezzata da più parti. Di questo bisogna dare atto alla Giunta. In altri momenti, i rappresentanti del governo regionale sono stati totalmente latitanti - anche perché non si sapeva se sarebbero durati in carica più di tre, sei mesi o meno di un anno: qualcuno dei presenti potrebbe forse essere buon testimone di quanto dico.
Renderebbe molto più agevole il nostro compito di minoranza sapere cosa pensa il governo regionale della situazione in cui ci troviamo oggi, magari con una critica anche al Governo nazionale; cosa pensa di quanto è stato fatto, di ciò che si sta facendo o di ciò che si farà, per esempio, per quanto riguarda i nostri rapporti con l'Europa; cosa pensa sulle grandi opere; cosa vuole ottenere dalle nostre partecipate - vista anche la voce di bilancio per il loro rifinanziamento; quali le valutazioni e quali strumenti sulla disoccupazione oppure sul sostegno all'occupazione. Cosa è stato fatto, ad esempio, di tutti gli ingenti fondi arrivati dallo Stato per quanto riguarda gli interventi sulle calamità naturali; come intende muoversi in generale sull'ecologia, sul Piano dei rifiuti, sul trattamento delle acque.
E' vero che, pur a pezzettini, si ragiona e ci si confronta nelle diverse Commissioni competenti, ma una relazione da parte del governo di questa Regione che precedesse l'approvazione del bilancio finanziario per l'anno 1997 - visto che l'abbiamo già richiesta l'anno scorso - mi pareva cosa ineludibile.
Dulcis in fundo: la ristrutturazione del personale. Perché non si deve dire niente su una vicenda che da almeno quattordici mesi sta bollendo e ribollendo in pentola? Anche i 3.500 dipendenti della Regione avrebbero potuto sentire in merito - non dall'Assessore che ce ne parla tutte le volte che ci troviamo - qualche valutazione del Presidente della Giunta. Ho letto alcune dichiarazioni rese al termine di alcuni incontri sindacali con le quali il Presidente si è assunto alcune responsabilità nel merito sarebbe stato da noi gradito sapere se quelle responsabilità e quegli impegni assunti erano stati modificati, oppure se erano andati avanti nell'iter previsto.
Il Presidente della Giunta, a nome della Giunta e della maggioranza avrebbe dovuto esporre una certa valutazione.
Di tutto ciò non si è parlato.
L'Assessore competente avrebbe dovuto dimostrare gratitudine al Gruppo che ha firmato quell'emendamento che riporta la data del 30 settembre ed essere grati al Governo Prodi per essere riusciti - i Gruppi di maggioranza faranno le proprie valutazioni - a strappare il tasso del 6,5 (probabilmente se si fosse entrati maggiormente in profondità nella trattativa, cercando altre strade, si poteva contenere ancor di più quel 6,5% sull'indebitamento).
Un altro invito che rivolgo alla maggioranza è di perseguire il massimo risparmio sugli interessi. Io sono stato un assertore del fatto che il peggio che potesse succedere all'Ulivo era di vincere le elezioni. L'ho detto pubblicamente, in campagna elettorale, andando a cercare voti per l'Ulivo. Chiunque si fosse trovato nelle condizioni di governare avrebbe soltanto dovuto soffrire; infatti tutti insieme, quelli che sono oggi all'interno dell'Ulivo, stanno soffrendo...



(Voci in aula)



MIGLIETTI Franco

Voi di danni ne avete già fatti abbastanza: è meglio che ve ne stiate un po' in panchina; il popolo italiano, giustamente, vi ha mandato in panchina: continuate a starci. Adesso al governo c'è l'Ulivo, che si sta leccando le ferite per ciò che ha trovato: quarant'anni di quel tipo di governo lasciano profonde ferite.
Consigliere Saitta, dovreste guardare un po' all'interno del vostro Gruppo Consigliere Pichetto, se guardi in casa tua avresti sicuramente qualcosa da dire a qualcuno dei tuoi.



PRESIDENTE

Consigliere Miglietti, non cerchi il dialogo a tutti i costi.



MIGLIETTI Franco

Non cerco il dialogo con nessuno, basta che mi lascino parlare.
Credo che si debba ringraziare il Governo Prodi, allargato al sostegno fino ad oggi - di Rifondazione Comunista. Mi auguro che questo partito continui a sostenere il governo: se riusciremo a stare al governo fino alla scadenza, anche la Regione Piemonte, sia a livello di riforme istituzionali sia a livello di debito pubblico, ne trarrà vantaggio.
Invito il Presidente della Giunta a rispondere, eventualmente pubblicamente, e ad esprimere le proprie considerazioni in merito alla seconda parte del vero bilancio di previsione per il 1997.
E' chiaro che il nostro voto sarà totalmente contrario, e quindi a voi i nostri migliori auguri.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Intervengo particolarmente volentieri in questo preciso momento perché, con enorme soddisfazione, come diceva il Consigliere Saitta, i democristiani vengono di nuovo citati in questa sala. Si vede che c'è un ritorno al buonsenso: le massime si citano a volte in modo anche sbagliato comunque cominciano a ritornare.
A parte le battute, devo dire che a me non dispiace l'interlocuzione perché è segno di vivacità. Quella vivacità che, come hanno già detto altri, era praticamente scomparsa.
Sembrava che il bilancio che stiamo discutendo, un bilancio di previsione, dovesse essere necessariamente un bilancio scontato. Gran parte degli interventi che mi hanno preceduto nella discussione e nelle dichiarazioni di voto hanno sottolineato il fatto che, quasi con un sotterfugio, questo bilancio sia stato presentato come un bilancio tecnico e non politico.
Partirei dai dati forniti dal relatore Pichetto; su 11.170 miliardi non è pensabile parlare di bilancio tecnico, né mai c'è stato un bilancio soltanto tecnico: i bilanci sono prevalentemente politici.
Dov'è il momento politico, l'espressione della volontà politica, in un bilancio come questo? E' nelle leggi che via via si sono approvate nel tempo - non mi sto riferendo solo a questa legislatura, ma a tutte le legislature regionali - leggi che oggi ci obbligano ad individuare spese rigide.
Quella in discussione oggi è la parte di bilancio rigida; rigida perch la discussione politica negli anni - ed anche in quest'anno e mezzo - la si è fatta sui singoli provvedimenti.
Parleremo successivamente, in un'altra seduta postnatalizia, dei 610 miliardi liberi - peraltro è stato detto che una parte, 350 milioni, è già vincolata a mutuo. Parleremo quindi di una disponibilità di 260 miliardi che percentualmente, rispetto agli 11.170 miliardi provenienti da tutti i trasferimenti dello Stato, comprese le partite di giro, danno l'1,6% e non il 2,32% com'è stato affermato questa mattina.
Questa la prima considerazione di carattere politico.
Nel momento in cui tutte le Regioni chiedono autonomia, nel momento in cui - ho fatto anch'io brevi esperienze come Sindaco di una piccola cittadina piemontese - da anni gli Enti locali chiedono autonomia anche impositiva - quindi non che lo Stato trasferisca loro denaro da spendere come credono, ma di poter imporre sul loro territorio imposte e tasse - è irrisorio, inaccettabile, non moderno che la Regione Piemonte possa - e ne discuteremo dopo le vacanze natalizie - discutere delle proprie volontà sulla base di 260 miliardi di disponibilità. E' impensabile. Rimarcher questo fatto in tutte le discussioni sui provvedimenti di carattere finanziario che verranno in aula.
Su questa questione occorre riflettere attentamente, anche perché ci stiamo accingendo, in varie Commissioni, a parlare di proposta di modifica del Titolo V della Costituzione da un lato e di modifica dello Statuto regionale dall'altro. Ebbene, il punto principale da tenere in considerazione è che l'autonomia non verrà mai se le Regioni non sono indipendenti dallo Stato centrale dal punto di vista finanziario: certo con dei vincoli, con delle competenze specifiche, ma in grado di spendere i loro quattrini come le esigenze del momento necessitano.
Vorrei fare una seconda considerazione. Dove sta la valutazione politica di questo bilancio? Secondo me, è troppo poco politico. Mi fa piacere che sia stato sottolineato in un articolo apposito l'intervento peraltro già discusso in quest'aula, non è un'invenzione - che la Regione ha voluto fare rispetto alle scuole materne autonome. Ritengo che di provvedimenti come questo, dopo un anno e mezzo di gestione, avrebbero dovuto essercene stati altri. Purtroppo non ci sono stati. Se sfogliamo il librone del bilancio per vedere quali sono le leggi a cui facciamo riferimento per attribuire le quote del nostro bilancio, verifichiamo che esse risalgono agli anni 1975/1980. Ebbene, in un momento in cui si discute di cambiamenti sostanziali per il futuro delle Regioni non appare motivato pretendere di giudicare inattuali le vecchie leggi e rivederle senza averle criticate dal punto di vista politico.
Mi piacerebbe verificare quali sono stati, negli anni, i bilanci regionali che hanno modificato, completamente azzerato o riproposto leggi più attuali in alcuni settori determinanti. Forse quello che si faceva vent'anni fa per l'agricoltura lo si deve fare necessariamente ancora adesso? Forse si deve fare di più, si devono fare altre cose. Le nostre leggi non sono datate anch'esse nel tempo? Ho l'impressione, come spesso avviene in qualche Comune della nostra regione, che i bilanci si riproducano senza grandi volontà politiche di cambiamento e senza tenere conto delle reali esigenze del momento.
Certo, questo è un bilancio anche politico. Il fatto stesso che alcuni colleghi della minoranza abbiano proposto delle modifiche alle cifre sta a significare che in questa parte di bilancio, pur essendo rigida e quindi sostenuta da leggi precedentemente approvate, c'è la possibilità di incrementare alcuni capitoli e di diminuirne altri, il che significa stare dietro a quelle che sono le volontà politiche.
Questo bilancio sarà rigido - lo considero rigido perché condizionato da leggi precedenti, purtroppo poche sono le leggi attuali (questa è una critica) - ma non è un bilancio tecnico: è un bilancio politico.
Non sono intervenuto nella discussione generale perché le mie esperienze mi portano a dire, se non in casi particolari che peraltro sono stati anche approvati dall'Assessore Gallarini, che quando si discutono i bilanci bisognerebbe sempre proporre da dove prelevare l'aumento. In alcuni casi è stato fatto: vedi, ad esempio, la legge sulle scuole materne: si propongono aumenti sui capitoli riguardanti gli asili nido per sottrarli dalle scuole materne. Molto spesso, invece, si propongono aumenti su alcune materie e non si propongono le detrazioni da altre. Quindi, nel merito dei singoli capitoli non ho voluto intervenire.
Mi scuso per considerazioni che possono apparire un po' qualunquistiche: mi sentivo di doverle fare, per rimarcare la distinzione dibattuta stamane e oggi pomeriggio, fra bilancio rigido e bilancio tecnico dalla valenza politica.
Annuncio il voto favorevole del Gruppo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Signor Presidente, colleghi, il dibattito sugli emendamenti ha fatto emergere come l'affermazione dell'Assessore Gallarini, dalla quale siamo partiti, sia una mezza verità. Come confermato poco fa anche dal collega Montabone, questo bilancio, che vorrebbe essere meramente tecnico, contiene invece scelte importanti, assolutamente non irrilevanti.
Confesso di non aver mai seguito questa materia in Consiglio regionale, ma il dibattito mi ha messo nelle condizioni di considerare come in effetti questo sia stato un mezzo inganno. Le scelte sono state compiute con una manovra di ordine tattico: si comincia a fare questa parte del bilancio, si comincia ad impegnare qualcosa, poi si discuterà l'altra parte, ma la parte più importante è già definita... Non mi sembra molto corretto anticipare parti importanti del bilancio vero e proprio.
In ogni caso, credo che la prima considerazione da fare sia che la Regione complessivamente vive oggi una situazione finanziaria ottima. Ritengo che questo sia merito non tanto della manovra di bilancio dello scorso anno o dell'attuale manovra di bilancio, quanto delle precedenti amministrazioni che, compiendo un'operazione rigorosa, ha permesso oggi di fare scelte importanti e di avere risorse non secondarie.
Risultato ottenuto per il grande rigore dal punto di vista economico non soltanto dall'Assessore Ferraris, ma da tutta la Giunta che partecipò a quella scelta. Sicuramente fu un'operazione politica di grande rigore che bisogna continuare e sulla quale non bisogna mollare.
Aver presentato il bilancio così come ha fatto l'attuale Giunta denota minore tensione a continuare quell'operazione di grande risanamento dal punto di vista economico. Ciò risalta chiaramente: il bilancio viene presentato come una massa informe; ogni tanto, da qualche espressione, da qualche giudizio, emerge la condivisione dell'Assessore - che sicuramente ha partecipato alla stesura del documento - sull'entità di alcuni capitoli.
Non è certamente un bilancio puramente ragionieristico.
Ritengo che l'operazione del passato vada continuata con rigore e senso di responsabilità, e con la consapevolezza che l'autonomia - se ci sarà un giorno - dal punto di vista finanziario non significherà moltiplicazione di risorse: l'autonomia finanziaria, per forza di cose, imporrà scelte regionali molto più oculate soprattutto dal lato delle entrate. Bisogna tenerne conto! Non credo a quanto sostiene il collega Montabone sull'autonomia: è un vecchio cliché quello che egli ripropone. L'autonomia non risolve i problemi, semmai li moltiplica e richiede una classe politica più capace e più competente dell'attuale. Una politica di bilancio, che dovrà essere basata in grande misura sulle entrate, richiede un'oculatezza oggi assente è molto più semplice e facile - chiunque farebbe la stessa operazione concentrare l'attenzione sulla quantità che sulle caratteristiche delle spese che si vogliono compiere.
Concludo con una dichiarazione di voto contrario. Inizialmente, avevo dichiarato che il mio voto sarebbe stato di astensione, ma il dibattito mi ha convinto, invece, che non si può che esprimere un giudizio di contrarietà; questa operazione, seppure intesa in modo errato, minimale avrebbe potuto essere l'occasione per qualche riflessione sulle spese correnti. Una maggiore quantità di risorse libere non si ottiene soltanto con un incremento dei trasferimenti statali, ma soprattutto con una riduzione delle spese correnti. Avere impostato e slegato i due momenti dimostra come questa Giunta non abbia assolutamente la capacità o la volontà di ridurre le spese correnti. Per arrivare a questo occorre che la Regione funzioni perfettamente e che le risorse siano utilizzate al meglio.
Ma credo che nessuno sia in grado di fare questa operazione. Anche sulla parte di bilancio oggi in discussione era possibile effettuare qualche operazione più seria, non soltanto di incremento rispetto al passato, ma anche di riflessione più attenta su tutti i capitoli di bilancio.
Le risorse libere - confermo questa opinione - aumentano e potranno aumentare se si riducono le spese correnti. Occorre preparare questa fase in ogni caso, credo che le scelte - ma anche le non scelte - che vengono compiute attraverso il bilancio, per forza di cose, già in questa fase debbano essere collegate ad un Piano regionale di sviluppo.
Ho la sensazione - in questo anno e mezzo di esperienza - che questa Giunta ritenga il Piano regionale di sviluppo e i Piani di settore, da quello dei trasporti a quello sull'ambiente, degli atti puramente formali. Ho questa sensazione anche perché questi atti fondamentali non si citano neppure.
Il bilancio, in fondo, è l'attuazione di Piani di settore. Anche per questa parte, Assessore. Ignorarli totalmente - nessuno ha citato questi documenti - non programmare la loro presentazione è indice di grandissima debolezza: vuol dire considerare il bilancio come una somma di richieste dei diversi settori. Non collegare il bilancio - anche questa parte - ad esempio al Piano territoriale, al Piano della viabilità, è segno di mediocrità.
Non vorrei esagerare con questo giudizio, ma emerge chiaramente dai non interventi degli Assessori la mediocrità politica nella gestione economica di questo bilancio.
Credo non si possa neppure dire - e concludo - che il bilancio mobilitando risorse enormi per la Regione Piemonte, dovrebbe essere collegato strettamente ad un'analisi attenta della situazione economica della nostra Regione. In fondo, confermiamo le scelte dello scorso anno (cultura, ecc.), mentre la situazione cambia di anno in anno. Si può dire che si può aver sbagliato o meno, ma comunque la situazione cambia.
La situazione di crisi del Piemonte è diversa rispetto al passato, per cui le risorse che si hanno a disposizione devono consentire di intervenire su quei settori nei quali si individuano necessità di carattere collettivo: è questa la gestione politica del bilancio, soltanto questa. Qualunque altra operazione è tra il ragionieristico e tra il "mettiamoci d'accordo tra Assessori su cosa fare".
Questo il motivo per cui il nostro voto sarà sicuramente contrario: la mediocrità nelle non scelte. Mediocrità confermata anche quest'anno da parte della Giunta nel gestire questa nostra Regione e nella sottovalutazione della scarsa incidenza che le scelte della Regione hanno sulla comunità piemontese nel suo complesso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, vorrei brevemente intervenire partendo da una considerazione che è stata il tema degli ultimi interventi.
Cos'è questo bilancio? E' un atto tecnico o uno strumento politico? Innanzitutto è un documento politico, perché presentato da una Giunta politica, sorretta da una maggioranza politica; quindi, qualsiasi scelta qualsiasi valenza minima o massima che si possa interpretare o valutare, è comunque una scelta politica, con la valenza di un documento politico. La scelta tecnica, al limite, è l'atto d'urgenza, l'ultimo articolo della legge di bilancio. L'urgenza si può considerare come un atto di ordine tecnico, anche se si potrebbe dire che, in fondo, la legge prevede anche soluzioni diverse, ad esempio, l'esercizio provvisorio fino a che il bilancio Quindi, il bilancio presentato è un documento politico, pur con la serie di vincoli imposti dalla legge precedente. In fondo, cos'è il bilancio? E' una congettura su un periodo predeterminato, che qualcuno ha deciso di far durare dall'1 gennaio al 31 dicembre. Ad esempio, il calendario della Juventus non è dall'1 gennaio al 31 dicembre, ma dall'1 luglio al 30 giugno, quindi ha predeterminato i dodici mesi in modo diverso. Alcune società impostano addirittura il calendario su sedici mesi. Si tratta di predeterminare un certo periodo. Questa congettura si basa su un meccanismo di determinazione dei fatti e degli atti compiuti durante l'anno.
Allora, il confronto su un bilancio di previsione di questo tipo tralascia - al di là dei 610 miliardi di parte libera dati dai 260 ordinari di parte libera, cioè dei fondi disponibili, e dai 350 di disponibilità prevista da questa legge a contrarre mutui - la parte discrezionale del Consiglio regionale (non della Giunta) di legiferare nel corso del 1997 o di approvare atti di impegno su precedenti leggi, approvate nel corso del 1996. Si tratta, forse, della parte più immediata e rilevante, maggiormente spendibile in sede di vendibilità esterna; nel contempo, però, questo bilancio determina la ripartizione di 10.400 miliardi su 1.800 capitoli, su una struttura predeterminata da leggi precedenti.
E' allora giusto chiedersi il motivo dei 1.900 miliardi di avanzo di amministrazione, per la loro valenza sia politica sia di rappresentazione.
La valenza politica potrebbe essere una manifesta incapacità a svolgere la funzione politico-amministrativa; la valenza tecnica, se si va a vedere, è dovuta al fatto che meccanismi messi in atto, legislativi, del Consiglio regionale, quindi leggi di questa Regione o leggi dello Stato, impongono una serie di procedure che determinano quasi sempre l'attività vera e propria, l'espletamento e il completamento procedurale a fine esercizio.
Sovente basta lo slittamento di pochissimi giorni per cadere oltre l'esercizio, quindi fare nel 1996 ciò che si doveva fare nel 1995 e fare nel 1997 quello che si doveva fare nel 1996.
La motivazione dei residui è la stessa cosa; noi vediamo quasi sempre residui passivi, non ricordiamo di andare a vedere i residui attivi né di vedere se il Presidente Prodi, da Roma, ci invia la quota che noi andiamo ad iscrivere ai residui attivi. L'importo a memoria non lo ricordo, ma siamo probabilmente oltre i 1.000 miliardi. Quindi, il dato 1.900 miliardi letto a sé stante, ha un significato nefasto, perché andrebbe ad individuare un'incapacità assoluta di gestione: erano 1.850 miliardi nell'esercizio 1995 e 1.700/1.800 miliardi nell'esercizio 1994. Cifre dalla valenza non più solo politica, ma dovuta alla rappresentazione tecnica di determinati valori. Su questo do ragione ai colleghi che hanno citato la necessità del monitoraggio, del controllo periodico, mensile, dello stato di attuazione della politica regionale. Il fatto che tecnicamente il controllo avvenga attraverso delle somme è irrilevante, ma occorre verificare il motivo per cui la Regione paga sei, tre o un mese dopo, ed inoltre perché determinate leggi e procedure non riescano ad attivarsi.
Il momento più opportuno di tale controllo, forse, non è nemmeno il bilancio di previsione, ma il conto consuntivo, perché è in tale occasione che si può giudicare l'operato dell'amministrazione. Il momento della previsione dovrebbe essere soprattutto un momento programmatorio, di discussione delle intenzioni future.
Quali intenzioni ha questa Amministrazione per il futuro? In ordine politico, quella di mantenere tutti gli impegni che Amministrazioni precedenti hanno assunto con leggi per annualità diverse. E' un principio di continuità che va rispettato ed è importante, anche se il monitoraggio e una valutazione più analitica della spesa vincolata potrebbe portare a scelte politiche di modifica di questi impegni.
Mi pare che il collega Montabone abbia osservato che è necessario rivisitare una serie di leggi che vengono comunque sempre finanziate e che forse abbisognano di alcune correzioni. Questo potrebbe permetterci di riorganizzare il flusso della spesa, di riclassificare - anche come maquillage - l'impostazione del bilancio e, di conseguenza, di lucrare creando degli avanzi che possono essere iscritti sulla parte libera del bilancio e rendere possibili nuove scelte di carattere politico.
Questo tipo di impostazione, così come il dividere i due momenti, è sicuramente merito dell'Amministrazione. Qualcuno ha parlato di annacquamento: se annacquamento si voleva fare si sarebbe prodotto un corpo unico attraverso il quale, discutendo di cose minute, si potevano far passare anche provvedimenti importanti. Invece, tra un mese questo Consiglio sarà chiamato a discutere delle libere scelte politiche, alle quali si potrà anche dire "no", senza ledere alcun impegno ed alcun diritto eventualmente già acquisito.
Con questo chiudo, dichiarando il voto favorevole del mio Gruppo.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Grazie, signor Presidente. Non si può non tenere conto, anche nel momento dell'approvazione del bilancio, di un avvenimento che l'ha detta lunga, invece, sulle innovazioni con cui questa Giunta e questa maggioranza volevano contrassegnare la loro legislatura. Con la presentazione dei referendum, che io voglio ricordare, si è infatti voluto dare corpo all'esigenza, oggi moderna, che le Regioni siano sempre meno Enti passacarte, Enti-pagatori, con vincoli di spesa che arrivano al 90% del suo bilancio, di modo che le scelte politiche siano sempre meno limitate ed esigue. Noi non abbiamo voluto che il Ministro all'Industria e al Lavoro fosse un Ministro romano, ma che fosse ancorato all'attività e alla realtà regionale, con molte più deleghe di intervento e non un marziano che, di tanto in tanto, si occupa dell'economia, del sociale e del territorio.
Questo la dice lunga sulla nostra volontà di giungere ad una Regione più autonoma, più capace di spendere, più capace di dare indirizzi.
Vorrei citare la Consigliera Spagnuolo, che ha affermato che questo è stato un Consiglio disinteressato: non è affatto vero, il bilancio è passato attraverso due settimane di lavoro in ogni Commissione e si è anche discusso sul singolo milione, sul singolo capitolo. Ero presente in quasi tutte le Commissioni: tutti, Assessore alla sanità, all'industria e al commercio, hanno compiuto un'analisi precisa e dettagliata su ogni singolo capitolo di questo bilancio; direi che l'interesse è stato pieno. C'è stata l'adesione della maggioranza in ogni Commissione e in ogni controrisposta alle obiezioni della minoranza.
Non mi è sembrato nemmeno pertinente l'intervento del Consigliere Saitta, laddove diceva che non c'è aggancio con i grandi Piani della Regione. Non è vero: stiamo arrivando ad un Piano territoriale dei trasporti dopo dieci anni di assenza totale, e stiamo quasi per arrivare alla discussione finale del Piano sanitario regionale. Se non sono questi i grandi Piani caratterizzanti una Giunta e una maggioranza, mi chiedo quali siano, visto che i grandi progetti ci passano un po' sopra la testa, come l'Alta Velocità e altri grandi interventi sui quali la Regione effettivamente non potrebbe, e forse nemmeno vorrebbe, avere un'ingerenza così piena.
Siamo davanti ad un bilancio che rispecchia scelte oltretutto non di poco conto perché, collega Saitta, la cultura non è questione di poco conto.
L'aumento dello stanziamento per l'Ente al diritto allo studio universitario, da 10 a 34 miliardi, mi pare indichi una scelta precisa anche se poi si vuole rimproverare all'Assessore Leo di badare meglio agli orari notturni dei collegi universitari... Le scelte di questa Giunta sono state tutte pertinenti e di grande civiltà: il diritto allo studio e alla cultura sono grandi scelte. Vorremmo che le spinte alla riforma della Costituzione portassero effettivamente la Regione ad essere volano e non semplicemente un esecutore. Con ciò concludo, approvando pienamente il preventivo di bilancio 1997 a nome del Gruppo Alleanza Nazionale.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 51 hanno risposto SI' 32 Consiglieri hanno risposto NO 18 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere La legge è approvata.


Argomento: Esercizi provvisori

Esame progetto di legge n. 259: "Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio per l'anno finanziario 1997 per gli Enti dipendenti dalla Regione"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 259, precedentemente iscritto all'o.d.g.
Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 27 voti contrari 16 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 27 voti contrari 16 L'art. 2 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI' 27 Consiglieri hanno risposto NO 16 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Esame progetto di legge n. 59: "Delimitazione degli ambiti territoriali ottimali per l'organizzazione del servizio idrico e disciplina delle forme e dei modi di cooperazione tra gli Enti locali ai sensi della legge 5/1/1994, n. 36. Indirizzo e coordinamento dei soggetti istituzionali in materia di risorse idriche"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 59, precedentemente iscritto all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Questa legge è stata licenziata appena questa mattina con modifiche introdotte ancora nell'ultima riunione; si tratta di una legge complessa come tutti i colleghi sanno, sulla quale abbiamo già predisposto proposte emendative. Non ci sembra sia una legge che meriti uno spazio angusto di esame e di discussione, sia per gli emendamenti che abbiamo già presentato sia per le riflessioni che vorremmo fare in relazione alle modifiche introdotte stamane. Chiederemmo al Presidente del Consiglio di avere del tempo a disposizione per riflettere, sia su queste modifiche e sul complesso della legge, sia sulla collocazione nostra sull'insieme degli emendamenti che abbiamo presentato o di futuri emendamenti.
Pertanto, dato che la legge merita la massima attenzione, chiederei in primo luogo di non discuterla oggi visto che è stata licenziata stamane con un testo nuovo; come Gruppo chiediamo la necessaria riflessione su un testo di legge in parte nuovo e di discuterlo domani con tutto il tempo a disposizione.



PRESIDENTE

L'Assessore si è reso disponibile a discutere la legge domani pomeriggio; tutti i Consiglieri avranno così il tempo necessario per poterla verificare.
Si potrebbe però, quanto meno, illustrare la relazione, dopodich rinviamo a domani pomeriggio la discussione generale.
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla pianificazione e gestione delle risorse idriche

Vorrei ricordare ai colleghi che vi è la scadenza del 31 dicembre e quindi ribadisco la necessità di iniziare quanto meno l'esame di questa legge con la relazione, in modo da avere il tempo per riflettere e domani pomeriggio svolgiamo la discussione generale.



PRESIDENTE

Ha pertanto la parola il relatore, Consigliere Riba.



RIBA Lido, relatore

Come Presidente della competente Commissione consiliare ho accettato l'incarico di svolgere la relazione di presentazione del progetto di legge anche perché desideravo dare atto ai colleghi della Commissione, ma in primo luogo all'Assessore, delle modalità, che considero opportune e pregevoli, seguite nel definire il complicato testo della legge Galli attraverso un lavoro della Commissione che partiva dalla presentazione di oltre ottocento osservazioni da parte dell'utenza piemontese sul testo originale e di pervenire ad un testo che, fatti salvi alcuni emendamenti che saranno oggetto della discussione, ha realizzato una convergenza non motivata da intenzioni unanimistiche, che proprio non ho colto, ma da un lavoro che ha consentito di mettere a punto una risposta considerata adeguata a tutti gli interrogativi e a tutte le osservazioni che erano state poste in sede di consultazione.
Vorrei anche dare atto, signor Presidente del Consiglio e signor Assessore Cavallera nonché signor Presidente della Giunta, della grande collaborazione che i funzionari sia dell'Assessorato che del Consiglio, per quanto riguarda la Commissione, hanno dato alla costituzione anche giuridica oltreché tecnica di questa impostazione di legge.
Non leggerò la relazione tecnica che accompagna il provvedimento di legge, affidandolo alla lettura dei colleghi e vorrei invece rilevare alcune questioni significative che possono essere oggetto di rilievo ai fini della discussione.
Il primo punto di osservazione è che si tratta, applicando la legge Galli, di definire una procedura tecnico-giuridica finalizzata a governare un complesso di risorse correnti di oltre 1.000 miliardi all'anno, nel settore della distribuzione dell'acqua e della depurazione. Adesso sono 600 sulla base di costi medi di 600/700/1.000 lire; se i costi fossero quelli inglesi o quelli tedeschi, che sono superiori di cinque o sei volte, non sarebbe una ricca prospettiva; ma c'è una quantità di investimenti e questa legge fa da supporto ad una prospettiva di investimenti nell'ordine di 2.000 miliardi nel giro di un decennio.
Una massa di risorse di questo genere è destinata a caratterizzare significativamente l'economia delle risorse idriche.
Il primo punto posto alla riflessione politica della Commissione certamente anche della Giunta proponente - era inerente il carattere democratico ed evolutivo del processo economico da costituire con una massa di risorse di questo genere. Si parte da una situazione di 769 gestori esistenti in Piemonte - molti di meno per quanto riguarda la depurazione dell'acqua; una massa di operatori di questo genere costituisce certamente un elemento di farragine e conseguentemente di diseconomia.
E' altrettanto vero che queste gestioni ereditate dalla storia molto spesso contengono elementi di know how, di professionalità, di formazione di caratteristiche di impresa da salvaguardare. Tutta la Commissione e la Giunta si sono trovati d'accordo nella necessità di compiere uno sforzo piemontese perché questo complesso economico-operativo, costruito attraverso l'applicazione della legge Galli, avesse in sé i caratteri della razionalità, della competizione, ma anche, contemporaneamente, di un sistema di democrazia economica - consentitemi il termine - nella quale fosse offerta agli operatori esistenti l'opportunità di evolversi, di associarsi, di trasformarsi, al fine di costituire un gruppo di aziende efficienti.
Da questo punto di vista si è attuata la scelta di concedere cinque anni di tempo alle Autorità d'ambito per promuovere l'organizzazione razionale del sistema, pervenendo ad un unico gestore per ogni ambito.
Anche in questo caso la questione è di qualche rilievo: molti gestori chiedono sostanzialmente una situazione da status quo, altri l'eliminazione tout court con la sostituzione di operatori professionali attraverso modalità di appalto.
Si è scelto un sistema che da un lato salvaguarda quanto esistente, per cinque anni; se concedessimo più tempo non difenderemo più l'interesse dell'utenza, perché la farraginosità tenderebbe ad autoriprodursi e a conservarsi a danno della razionalità e dei costi.
C'era da risolvere un problema riguardante la connessione tra l'interesse collettivo e le aspettative dei territori montani, in relazione ad una premessa storica - normalmente riconosciuta almeno nella nostra regione - per la quale l'acqua è un bene della montagna, il cui prelievo deve dare luogo ad un corrispettivo a favore del territorio e delle comunità economiche e sociali che producono questa risorsa.
La questione è stata sistemata in modo ottimo; mi sembra si sia fatto un buon lavoro, che potrebbe essere anche l'antesignano di una proposta di ordine più generale, prevedendo che il 5% degli incassi totali dalla distribuzione e dalla depurazione dell'acqua ritornino alla montagna per investimenti nel campo della gestione idrogeologica (minimo del 3%). Il che comporterà il trasferimento di un importo di circa 20 miliardi per ora, ma percentualmente evolvibile, il che - lo dico per tutti i Consiglieri porta al raddoppio del fondo per la legge sulla montagna che in Piemonte avevamo già costituito, destinando il 20% delle risorse della sovrattassa sul metano.
Vorrei aggiungere un'annotazione di carattere personale. Si poteva anche stabilire una percentuale del 5%, si poteva anche stabilire di più ma si è preferito cercare di costituire le premesse economiche per una politica di ricostruzione sociale e produttiva della montagna. Politica che deve andare di pari passo con il recupero e la ricostruzione delle periferie del Piemonte. Nulla vieterà di aumentare il trasferimento se constateremo che si tratta di spesa che si evolve nell'interesse generale.
Abbiamo ulteriormente definito la strategia di scelta della montagna prevedendo che nell'Autorità d'ambito i territori delle Comunità montane siano rappresentate dai Presidenti delle Comunità montane stesse.
L'altra questione significativa riguarda le modalità di costituzione dell'Autorità d'ambito. E' stata risolta con una norma semplificatoria, ma secondo me moderna, costituendo l'Autorità d'ambito attraverso l'Assemblea dei Sindaci, il che è una forma snella, riconosciuta anche dalla legge n.
142.
Infine due sottolineature. Si tratta di posizioni costituite attraverso tre mesi di lavoro in Commissione, che peraltro non sono stati eccessivi considerato il risultato cui si è convenuti. Una riguardava l'inserimento delle finalità che leggo testualmente nell'articolo: "Nell'ambito dell'applicazione della presente legge la Regione promuove lo sviluppo dell'occupazione, della formazione professionale, nonché delle conoscenze e delle informazioni nel settore dell'economia ambientale e della tutela dell'ambiente con particolare riferimento agli aspetti idrogeologici ed idropotabili".
Questo perché al centro di un dibattito come questo non può non esserci la questione dell'economia ambientale. Quando si muovono quantità di risorse quali quelle per la legge Galli, per la legge sui rifiuti, si determina uno spazio di impresa, di investimenti e di creazione di rete di professionalità che possono costituire un'evoluzione significativa dal punto di vista occupazionale e culturale della Regione Piemonte in direzione del consolidamento di una cultura e di un'economia dell'ambiente.
Naturalmente è una norma di indirizzo, ma è significativo che possa essere una premessa cui richiamarsi.
L'ultima annotazione che volevo sottoporre ai colleghi è l'inserimento di una norma anti-trust. Anche questa è un'indicazione di principio: si affida alla Giunta regionale il compito di vigilare sull'applicazione delle norme nazionali anti-trust e di vigilare affinché non si costituiscano situazioni di monopolio o di oligopolio tra i gestori. Se esistono gestori dotati di risorse e di capacità tecnica, nonché di un organico mastodontico, o si hanno norme di legge che impediscono la formazione di monopoli o di oligopoli, altrimenti il gestore prevale nettamente sull'Authority, che a quel punto non controlla più niente. L'esperienza delle ferrovie, dell'ENEL, delle telecomunicazioni, della distribuzione del metano e quant'altro sta a dimostrare che i concessionari sono diventati soggetti di gran lunga prevalenti rispetto alle stesse Authority politiche.
Se non si ha una norma che consenta di intervenire in qualsiasi momento gli elementi della concorrenza fanno presto a regredire a favore della costituzione degli oligopoli, per cui il grosso interesse dell'utenza piemontese rischierebbe di esserne profondamente pregiudicato attraverso meccanismi che nel tempo diventerebbero irreversibili.
Questi sono stati a grandi linee gli elementi aggiuntivi che si possono considerare il contributo della Regione Piemonte all'applicazione della legge Galli che, in quanto tale, era una norma di riordinamento del sistema delle distribuzioni idropotabili con l'idea di trasformare le numerose gestioni occasionali plurime in una situazione di servizio a rete.
Proprio partendo dalla costituzione di un servizio a rete in tempi moderni si è cercato di inserire tutti gli elementi di razionalità e di salvaguardia che possono rendere questo servizio, perlomeno ad oggi attrezzato per corrispondere nel modo migliore ai bisogni della popolazione per gli anni in cui si dovrà consolidare ed utilizzare questo nuovo sistema.



PRESIDENTE

La parola al co-relatore, Consigliere Galli.



GALLI Daniele, relatore

Sarò brevissimo, anche perché il collega è stato globale nell'esame del testo di legge.
Vorrei citare un passo contenuto nell'art. 1 che in realtà racchiude in s lo spirito del testo di legge: "...una politica generale di governo delle risorse idriche mirata alla loro tutela, riqualificazione e corretta utilizzazione, secondo principi di solidarietà, di salvaguardia" - io aggiungerei "di sussidiarietà" per le deleghe che si danno agli Enti locali "delle aspettative e dei diritti delle generazioni future, di rinnovo e risparmio delle risorse e di uso multiplo delle stesse con priorità, ecc.".
Lo spirito della legge, come emerge chiaramente da queste parole, considera la fonte idrica non più come sprecabile, ma vuole riutilizzarla, chiudendo il famoso ciclo che parte dalla captazione dell'acqua all'utilizzo, al ricondizionamento con la depurazione e la rimessa in circolo della stessa.
Dalla legge emergono degli aspetti molto interessanti, come ha citato il Consigliere Riba. Si tratta delle ricadute negli ambiti montani, come gli investimenti dovuti a quella che è la tassa aggiuntiva rispetto a quella di ordinaria gestione dei singoli ambiti che andranno poi a gestire la distribuzione dell'acqua ad uso potabile ed industriale. Ovviamente abbiamo anche un discorso di ricaduta come occupazione e formazione professionale che in questo periodo è importantissimo.
Inoltre penso che questa legge vada di pari passo, nell'ambito pubblico e privato, con la possibilità di affidare ad Enti sia pubblici che privati la gestione effettiva della distribuzione idrica, al fine di ottimizzare e rendere concorrenziali queste gestioni in modo che da ambito ad ambito si possa verificare qual è la migliore capacità imprenditoriale nel ridurre i costi di gestione e nel gestire le risorse esistenti.
Questa è una legge di struttura che serve a porre in atto il Piano direttore regionale delle acque che ne è una conseguenza diretta ed è stato più volte richiamato. Grazie.



PRESIDENTE

L'esame del progetto di legge n. 59 riprenderà domani pomeriggio.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La Conferenza dei Capigruppo è convocata domani alle ore 11,30.
Il Consiglio è convocato domani pomeriggio alle ore 14.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17,45)



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