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Dettaglio seduta n.92 del 03/12/96 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 5) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Farassino, Ferrero, Ghigo, Marengo e Racchelli.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Referendum abrogativo e consultivo

d) Esposizione dell'Ordinanza dell'Ufficio Centrale per il referendum della Corte Suprema di Cassazione


PRESIDENTE

Comunico che, in data 28/11/1996 ho ricevuto l'Ordinanza dell'Ufficio Centrale per il referendum della Corte Suprema di Cassazione depositata il 27/11/1996.
Con tale ordinanza si dichiara che tutte le richieste di referendum abrogativo di iniziativa regionale, depositate il 30 settembre u.s., sono conformi alle disposizioni di legge che stabilisce come sempre le denominazioni dei referendum: B/1 Concorsi unici: abolizione dei concorsi unici nazionali per il reclutamento del personale delle Amministrazioni pubbliche.
B/2 Ministero delle Risorse agricole, alimentari e forestali: soppressione del Ministero delle Risorse agricole, alimentari e forestali.
B/3 Dipartimento del turismo: soppressione del Dipartimento del Turismo e dello Spettacolo presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
B/4 Ministero della Sanità: soppressione del Ministero della Sanità.
B/5 Funzione statale di indirizzo e coordinamento: abolizione del potere statale di indirizzo e coordinamento dell'attività delle Regioni.
B/6 Poteri esteri delle Regioni: Abolizione dei limiti statali alle attività promozionali all'estero delle Regioni.
B/7 Rapporti delle Regioni con l'Unione Europea: abolizione dei limiti statali alla partecipazione delle Regioni alle attività dell'Unione Europea.
B/8 Controlli statali su atti amministrativi regionali: abolizione dell'attuale sistema dei controlli statali sugli atti amministrativi delle Regioni.
B/9 Segretari comunali e provinciali: abolizione dei Segretari comunali e provinciali.
B/10 Ministero dell'Industria, del Commercio e dell'Artigianato: soppressione del Ministero dell'Industria, del Commercio e dell'Artigianato.
B/11 Direttive sulle funzioni statali delegate alle Regioni: abolizione dei poteri di direttiva dello Stato sulle funzioni amministrative statali delegate alle Regioni.
B/12 Controlli regionali sugli atti amministrativi di Comuni e Province: abolizione parziale dell'attuale sistema dei controlli delle Regioni sugli atti amministrativi di Province e Comuni.
Copia integrale dell'Ordinanza è a disposizione presso la Segreteria del Consiglio regionale.


Argomento: Norme generali sui trasporti - Trasporti su ferro

Esame ordini del giorno n. 245 relativo al progetto di sistemazione della Ferrovia SATTI nella tratta Torino-Ceres e n. 355 relativo al collegamento ferroviario tra Valle di Lanzo, Canavese e città di Torino (connesse interrogazioni n. 382 e n. 732 sullo stesso argomento)


PRESIDENTE

Passiamo all'esame degli ordini del giorno n. 245 presentato dai Consiglieri Cavaliere e Montabone e n. 355 presentato dai Consiglieri Bertoli, Vindigni e Marengo ai quali sono collegate le interrogazioni n.
382 presentata dal Consigliere Vindigni e n. 732 presentata dai Consiglieri Vindigni e Bertoli, di cui al punto 25) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Cavaliere per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 245.



CAVALIERE Pasquale

Ci sono diversi ordini del giorno che credo possano essere accorpati in ogni caso il nostro ordine del giorno chiedeva che venisse mantenuto l'impegno, peraltro già anticipato questa mattina dall'Assessore Masaracchio, all'interramento del tratto ferroviario della Torino-Ceres per le priorità dovute all'importante collegamento aeroportuale, quindi all'importanza di questa linea ferroviaria minore.
Vi è poi un secondo ordine del giorno che riprende tutto il problema delle linee SATTI, quindi anche del tratto canavesano; vedremo poi se è il caso di raggruppare i due ordini del giorno. Questo secondo documento ha per oggetto il mantenimento, come linea di azione del nostro Ente dell'obiettivo che si era preposto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

L'ordine del giorno vuole sottolineare come il passaggio sul territorio di Caselle della linea ferroviaria Torino-Ceres non può essere condizionato in alcun modo da progetti che partano dal presupposto che troppi soldi si spenderebbero per fare una ferrovia interrata. Rispetto ad un'opera del genere - per chi conosce un pochino il territorio di Caselle - è impensabile che ci sia il passaggio della Torino-Ceres in sopraelevata, a meno che non si pensi ad un Caselle degli anni diecimila dove tutti volano sui dischi volanti e troveranno solo delle piazzuole per atterrare.
Chiedo che nell'esaminare tutte le soluzioni progettuali, che verranno proposte dall'Amministrazione comunale, non si parta dal presupposto del costo superiore che comporta quest'opera. Perché in questa occasione, come in altre occasioni, su opere pubbliche, anche stradali così come su opere di passaggio di Alta Velocità, credo si possa fare quasi tutto, ma trovando soluzioni tecniche che superino il problema dei costi.
Questo è quanto si prefigge l'ordine del giorno che ho firmato con il Consigliere Cavaliere.
Chiedo che il Consiglio voti questo ordine del giorno anche per dare maggiore forza all'Assessore - quando si andranno ad esaminare progetti dell'Amministrazione comunale - facendo in modo che le idee della Regione possano essere mantenute nei limiti della decenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertoli per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 355.



BERTOLI Gian Pietro

Il Piemonte è sempre stato all'avanguardia in Italia nella politica ferroviaria; le stesse vittorie franco-piemontesi di S. Martino e Solferino furono in parte anche il frutto della costruenda e costruita infrastruttura ferroviaria dello Stato sabaudo. Non è che con questa premessa io voglia valorizzare la seconda guerra, ancorché risorgimentale, ma voglio sottolineare il fatto che in Piemonte abbiamo sempre avuto una tradizione ferroviaria ed un'infrastruttura ferroviaria molto importante che, anche se in questi ultimi anni è stata sottovalutata, per il futuro, se opportunamente presa in considerazione e ammodernata, può costituire un'importante premessa per lo sviluppo della nostra regione.
Nel contesto più generale del problema della mobilità, esiste quello delle ferrovie secondarie; mi riferisco, in questo intervento, alla tratta della Torino-Ceres e della Canavesana che sono in concessione alla SATTI c'è poi il problema della tratte di Pinerolo e Chieri che potrebbero far parte di un unico discorso e costituire, insieme alle prime due, una "X" ferroviaria che, attraversando Torino, determinerebbe un primo importante sistema di ferrovia regionale nel nostro territorio.
La premessa, affinché questo discorso possa decollare, è che il passante ferroviario venga terminato, ma alcune cose credo debbano essere fatte fin da ora.
La prima questione che deve essere affrontata fin da ora - è già stata sottolineata da altri Consiglieri - è quella di dotare l'Aeroporto di Caselle di un collegamento ferroviario con la città di Torino e il suo hinterland.
L'altra questione, che è matura e che deve essere affrontata - ho già chiesto questa mattina privatamente all'Assessore Masaracchio a che punto erano giunti i lavori d'intesa con gli altri Enti - è la possibilità, fin dalla prossima primavera, di riuscire ad avere una linea metropolitana che partendo dal Canavese, attraversi Torino e arrivi fino a Chieri. A questo proposito, è stato firmato un protocollo d'intesa tra la SATTI, le Ferrovie dello Stato e gli Enti locali (Provincia e Comune di Torino, nonché il Comune di Chieri) che sono favorevoli a questo nuovo tipo di gestione.
Alle Ferrovie dello Stato la gestione del tratto Torino-Chieri costa circa 1.800 milioni l'anno; se questi chilometri fossero eserciti dalla SATTI il deficit annuale si abbatterebbe di oltre la metà e le perdite annuali da 1 miliardo e 800 milioni si ridurrebbero a 800 milioni. Si è dunque chiesto alla Regione Piemonte se intendeva contribuire a coprire il deficit che la SATTI avrebbe avuto nell'eventualità della gestione del servizio fino a Chieri.
Con l'ordine del giorno che abbiamo presentato sollecitiamo l'Assessorato non solo a fornire una risposta relativamente all'abbassamento del piano del ferro o alla sopraelevazione del piano del ferro a Caselle, ma l'attuazione di un fatto concreto che costituisca l'avvio di una ferrovia metropolitana regionale, in attesa di tutte le altre importanti risposte che dovrebbero venire successivamente.
Attendiamo dall'Assessore una risposta precisa anche a questo proposito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Sentiti i chiarimenti illustrativi del collega Montabone, che spiegano la volontà dell'ordine del giorno di affermare con certezza la necessità che il rifacimento deve avvenire attraverso l'interramento - cosa che non avevo capito dal testo - ho chiesto ai colleghi se potevo firmare anch'io l'ordine del giorno, i quali hanno dato l'assenso e di questo li ringrazio.
Firmo dunque l'ordine del giorno anche come rappresentante del Gruppo e annuncio il nostro voto favorevole.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni

Mi rivolgo a lei, signor Presidente, per ribadire quanto questa mattina è avvenuto in Consiglio con atteggiamenti di imputazione nei riguardi della Giunta, non dico dal tono dell'ordine del giorno, ma dopo tutto quello che abbiamo registrato, sia nel Consiglio del luglio scorso sia nel dibattito.
Non è stato un confronto in Commissione, ma un vero e proprio dibattito traducendo la Commissione in termini di quota consiliare; atteggiamenti politici che addebitano a questa Giunta l'inadempienza sulla risoluzione.
Se dobbiamo ripeterci continuamente, sperando nell'occasione di non avere detto poi nelle repliche che io o non so niente o non capisco niente o comunque non sono capace di gestire il problema, debbo tuttavia dire che in effetti, quando nell'ordine del giorno dei Consiglieri Cavaliere e Montabone è detto: "La Regione Piemonte si era fatta garante di un accordo tra Ferrovia, Stato...", non risulta dagli atti che la Regione si sia fatta garante. Che il Presidente Brizio, a suo tempo, abbia partecipato a dibattiti anche esterni al Consiglio regionale e in quell'occasione abbia espresso proprie valutazioni, proprie opinioni, ragion per cui abbiamo fatto una ricerca anche presso le Amministrazioni locali per vedere se esistesse qualche atto amministrativo che denunciasse la presa di posizione della Regione - che è sempre la Regione, non c'è la Regione ieri, la Regione oggi e la Regione domani - con la quale si sia fatta garante di un procedimento tale da portare alla risoluzione dell'interramento, a me non consta. Se poi questo significa che non sono all'altezza del mio compito amministrativo, pazienza, ne prendo atto, ma il fatto è che questo non è che non consti all'Assessore Masaracchio; non consta agli uffici competenti.
Abbiamo creato un dossier e lo abbiamo trasmesso a chi ne aveva fatto esplicita richiesta. Penso che il Presidente della II Commissione, Mancuso abbia ricevuto questi documenti e li abbia trasmessi o li abbia messi a disposizione. Quindi, per quanto anch'io concordi con la necessità di interrare la Torino-Ceres, non capisco come ci si possa impegnare in tal senso, tranne che il Consiglio, al di là di un ordine del giorno, non incentivi un'azione consiliare tale da supplire ad una carenza della Giunta ove ci fosse - e con un atto amministrativo si decida di trovare gli 80 o i 100 miliardi per l'interramento.
In questo caso andremo alla ricerca del progetto, che non esiste, in quanto i fondi che avrebbero dovuto dare spazio a quegli 80 miliardi furono spesi per i Campionati mondiali di calcio, come accade spesso in Italia.
Quando avremo questo progetto, che non è soltanto quello prospettatomi informalmente da alcuni amministratori locali da me sollecitati, per sapere poi che si potrebbe avere un progetto che non costi 80 miliardi, ma 40 quando ci saranno gli atti amministrativi, lo vedremo. Che poi la Giunta debba deliberare di spendere di proprio 100 miliardi per l'interramento, al di là di quanto non siano le competenze finanziarie ed amministrative del Governo centrale che deve risolvere questo problema, deliberiamo. Questo è un atto di assunzione di responsabilità: dirottiamo 100 miliardi da un capitolo di bilancio ad un altro e troviamo la soluzione.
Nulla osta da parte del Consigliere Masaracchio a che ci sia una partecipazione di questo genere, ma sul piano amministrativo, come Assessore, non posso impegnarmi.
Riguardo all'ordine del giorno, per quanto questo faccia parte della premessa, alla fine dice che "impegna la Giunta regionale a dare seguito a precedenti intese", che però non ci sono, ci sono soltanto degli incontri perché un'intesa vera e propria è quando si apre la Conferenza dei servizi.
Non è mai stata aperta una Conferenza dei servizi, non c'è mai stato un rapporto ufficiale di tipo amministrativo per arrivare a dire: "oggi ci sono intese, atti amministrativi" e tutto ciò di cui bisogna avere contezza per poter procedere sul piano amministrativo.
Sull'ordine del giorno del collega Bertoli ho riquadrato un po' l'orientamento fra le tante cose che vengono chieste, come se l'Assessore avesse delle facoltà umane superiori rispetto a quelle dei colleghi Consiglieri o dei cittadini, che comunque hanno l'interesse a partecipare attivamente al discorso degli 800 milioni che potrebbero essere spesi per incentivare il collegamento, il prolungamento di un chilometro, della Torino-Caselle nell'ambito della linea ferrata Ceres per i contratti e per le convenzioni che si potrebbero incentivare con la SATTI. Ripeto: fa parte di una progettualità del Piano regionale dei trasporti dentro cui, allo stato attuale, l'Amministrazione regionale - non la Giunta - non è in condizioni di dare assicurazione. Se ci sono assicurazioni, non dico gratuite, ma facili a darsi, benissimo: che si venga a risolvere questo problema, anche perché se non si fa la sopraelevata, non potendo fare l'interrata, se non si fa l'interrata, non potendo fare la sopraelevata (perché pare disturbi l'ambiente, pare non si possa e non si debba fare mercato di spazi convenzionali per le attività commerciali, cosa che in un primo momento sembrava essere anche negli interessi del Comune di Caselle) certamente non si può chiudere tutta la linea. Se si introducono due o tre caselli che permettono la velocizzazione dei treni e quindi una quantità maggiore di tutto ciò che deve essere trasportato a Caselle, per lo sviluppo in quella zona, quindi di tutto ciò che la ferrovia deve comunque fare nell'ambito delle strutture e della viabilità per i trasporti, si blocca tutto, il paese si spacca in due.
Non ci si può lamentare che i caselli sono ostativi al percorso da una parte all'altra del paese, perché se non si dovesse fare, nè la sopraelevata nè l'interrata, il paese sarebbe bloccato in due e bisognerebbe trovare un altro modo di ricongiungimento, come avviene con le tangenziali. Infatti, quando si è inurbato il territorio, con insediamenti abitativi o industriali, alla fine siamo sempre alla rincorsa di una nuova tangenziale, di un nuovo collegamento, e voi sapete che sono tutte opere e strutture che dovrebbero essere realizzate anzitutto dagli Enti locali del territorio, partendo dalla Provincia e finendo con i Comuni. Poi subentrano tutte le competenze della Regione per quanto ci è consentito e noi sappiamo quanto si sta soffrendo per lo stralcio di quei 148 miliardi che ci sono stati assegnati, dei 600 miliardi che dovevano essere dati e non sapremo fino a che punto riusciamo a recuperare tutti i ribassi d'asta, quali altre risorse ci darà l'ANAS - che comunque ha avuto un forte abbattimento che ci penalizzerà - quanto i ribassi d'asta potrebbero essere incentivati per poter fare delle cose che le Ferrovie non vorranno fare per quel 17% in meno di abbattimento di risorse dallo Stato verso le FS: alla fine è un serpente che si morde la coda o un cane che si rincorre.
Pertanto, anche nell'ambito dell'ordine del giorno presentato dai Consiglieri Bertoli, Vindigni e Marengo, quando è detto "sia messo a punto un modello di esercizio che ottimizzi l'uso delle ferrovie concesse": d'accordo; "sia predisposto un progetto che riduca al minimo l'impatto delle ferrovie con i centri urbani attraversati a partire da quello di Caselle": d'accordo; "sia predisposto un progetto di retificazione della Canavesana": d'accordo; "siano reperite ulteriori risorse per l'attuazione dei progetti sopraddetti": d'accordo.
Vedremo dove reperire i fondi per poter attivare tutto questo.



PRESIDENTE

Per quanto concerne l'ordine del giorno presentato dai Consiglieri Montabone, Cavaliere e Chiezzi, pare che l'Assessore abbia dato un parere negativo.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni

No. Ho dato un parere positivo all'ordine del giorno dei Consiglieri Bertoli, Vindigni e Marengo e un parere non negativo...



PRESIDENTE

Mi dica sì o no.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni

A me non consta che ci siano precedenti intese. Se ci sono, vengano fuori, dopodiché non la Giunta, ma il Consiglio potrà dire di sì o di no.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Occorre fare delle precisazioni perché forse non si comprende del tutto il problema, nel senso che la divisione del paese in due c'è già.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni

Consigliere Cavaliere, se vogliamo fare dei dibattiti in questo modo non li facciamo più. Io non parlo più e allora si voti e si vada avanti.



PRESIDENTE

Lei deve rispondere al Consiglio, non è che deve non rispondere.
Lo so che lei è abituato a rispondere a sé stesso, ma cerchiamo di essere non solo autoreferenziali.



CAVALIERE Pasquale

Questo dato c'è ed è già abbastanza grave, dopodiché l'ordine del giorno non chiede l'intervento finanziario della Regione: chiede alla Giunta di adoperarsi perché sia raggiunto l'obiettivo tecnico più credibile e più serio. Tra l'altro, voglio riportare l'attenzione al dibattito che abbiamo fatto in questa sede sull'aeroporto, perché questa ferrovia è di collegamento aeroportuale e se la Giunta non riesce a fare anche un ragionamento con la SAGAT sulle infrastrutture territoriali atte a far diventare quella struttura usufruibile, seria e che dia anche un qualche beneficio e non solo danni alle comunità locali, credo che questo sia un compito della Regione.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno che recitava "la Regione Piemonte si era fatta garante di un accordo", io preciserei "di un'intesa" perché di ciò si trattava, di un'intesa fatta non fuori dalla Regione, ma all'interno della Regione, dal suo Presidente con il Comune e la SATTI.
L'impegno è di riferirsi nella propria azione a quell'obiettivo, che non vuol dire impegno finanziario della Regione, ma che l'Assessorato e la Giunta saranno impegnati a verificare come raggiungere quell'obiettivo.



PRESIDENTE

A me pare che i due ordini del giorno siano compatibili, per cui potrebbero essere votati tutti e due.
Pongo pertanto in votazione l'ordine del giorno n. 245 presentato dai Consiglieri Cavaliere, Montabone e Chiezzi, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte preso atto dei progetti di sistemazione della Ferrovia SATTI nella tratta Torino-Ceres per risolvere gli annosi problemi di attraversamento degli agglomerati urbani interessati dalla ferrovia stessa considerato che la Regione Piemonte si era fatta garante di un'intesa tra Ferrovia SATTI e Comuni che prevedeva, in particolare, l'interramento dell'asse ferroviario nel Comune di Caselle Torinese la SATTI ha recentemente proposto una soluzione di attraversamento nel Comune di Caselle che prevederebbe la sopraelevazione dell'asse ferroviario nel tratto urbano impegna la Giunta regionale a dare seguito alle precedenti intese riconsiderando con la società SATTI le attuali soluzioni progettuali e ad attivarsi affinché sia completato nel più breve tempo possibile l'importante collegamento ferroviario con la stazione aeroportuale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
Pongo ora in votazione l'ordine del giorno n. 355 presentato dai Consiglieri Bertoli, Vindigni e Marengo, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte rilevata la crescente importanza dell'Aeroporto di Torino-Caselle per l'economia regionale ed il ruolo dinamico che tale infrastruttura esercita nei confronti del territorio canavesano constatato che il Comune di Torino continua nelle sue politiche di riqualificazione urbana, anche volte alla diminuzione dell'uso dell'auto nella città di Torino e all'incentivazione del trasporto pubblico considerato che, in questo quadro, le ferrovie Torino-Ceres e Canavesana possono assumere il carattere di una linea di collegamento rapido ad alta frequenza tra la Valle Lanzo, il Canavese e la città di Torino rilevato il pessimo livello tecnologico di tali infrastrutture considerato che sono in corso interventi di miglioramento delle stesse finanziati dalla legge n. 910 del 1986 che, tuttavia, non soddisfano le esigenze della popolazione locale ed in particolare degli abitanti di Caselle ritenuto che i progetti di ristrutturazione debbano essere modificati ed integrati in modo da: contribuire al miglioramento della qualità della vita nei centri urbani attraversati a partire da quello di Caselle poterli inserire congiuntamente nel passante ferroviario torinese provvedendo in particolare ad elettrificare la linea canavesana invita la Giunta regionale ad attivarsi presso il Ministero dei Trasporti, la concessionaria dei lavori, la società di gestione SATTI affinché: sia messo a punto un modello di esercizio che ottimizzi l'uso delle ferrovie concesse sia predisposto un progetto che riduca al minimo l'impatto delle ferrovie con i centri urbani attraversati a partire da quello di Caselle sia predisposto un progetto di elettrificazione della Canavesana siano reperite ulteriori risorse per l'attuazione dei progetti sopraddetti".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
Naturalmente si intendono discusse le connesse interrogazioni n. 382 e n. 732.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Esame ordine del giorno n. 356 relativo ai termini scaduti per il progetto di legge di riforma costituzionale


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 356 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti, di cui al punto 35) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il 25/9/1996 il Consiglio regionale approvò l'ordine del giorno n. 305, nel quale dava mandato alla competente VIII Commissione consiliare di discutere ed approvare entro il mese di ottobre 1996 un ampio progetto di legge di riforma della Costituzione. I termini concessi alla Commissione per espletare il mandato sono scaduti e la Commissione consiliare riunitasi successivamente alla scadenza dei termini, su sollecitazione del sottoscritto che proponeva vista la scadenza dei termini - la necessità di tornare in Consiglio regionale con una relazione e di chiedere al Consiglio regionale se i lavori della Commissione potevano continuare e su quali contenuti - se gli stessi o altri - la Commissione rimase contraria a questa richiesta di procedura da me formulata.
Penso che un delegato non possa in alcun modo decidere l'estensione della delega; quando la delega o il mandato è chiaro, la Commissione che ha ricevuto questo mandato deve rispettare lo stesso e l'VIII Commissione non penso possa decidere essa se, scaduti i termini concessi dal Consiglio essa possa continuare a lavorare su quei contenuti o meno: deve obbligatoriamente riferire, per correttezza e rispetto al Consiglio, lo stato dell'arte e richiedere un nuovo pronunciamento al Consiglio.
Quando posi questa questione vi erano anche delle differenti valutazioni sul percorso della Commissione da parte del mio Gruppo rispetto forse alla maggioranza degli altri Gruppi.
Oggi, dal punto di vista politico, il mio Gruppo esprime sui lavori di questa Commissione posizioni non dissimili da quella degli altri Gruppi.
Noi siamo favorevoli e convinti che è bene che la Commissione continui a lavorare. E' bene che in tempo utile i progetti di riforma della Costituzione siano esaminati e vengano inviati in Consiglio. Quindi non c'è più alcun contrasto di carattere politico che poteva essere uno degli elementi che portava la maggioranza della Commissione a contrastare una linea di rispetto del mandato e richiesta di nuovo mandato.
Ma non per questo, signor Presidente, mi sembra il caso di non continuare a sollevare questa questione, perché la questione il mio Gruppo la sollevava non per motivi politici, cioè non la sollevava strumentalmente in quanto poteva avere opinioni contrarie alla continuazione dei lavori in VIII Commissione. Non lo facemmo per questo e la riprova è che continuiamo a richiedere il rispetto delle procedure, pur condividendo la necessità che l'VIII Commissione lavori, perché il rispetto delle procedure è l'ambiente che ci consente di lavorare e quindi tutte le volte che, viceversa, le regole non le rispettiamo, penso che la sofferenza dei nostri rapporti possa procurare danni alle istituzioni.
Quindi chiederei, signor Presidente, che il Presidente dell'VIII Commissione svolga in pochi minuti una relazione in cui rappresenta lo stato dei lavori e che immediatamente dopo il Consiglio regionale formalizzi un nuovo mandato alla Commissione, in modo che si rispettino le regole che ci siamo dati.
Se viene accettato un percorso di questo genere, è chiaro che il mio ordine del giorno viene ritirato perché assorbito in una procedura che in questo momento il Consiglio responsabilmente si dà.



PRESIDENTE

La parola al Presidente dell'VIII Commissione, Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Ringrazio il Consigliere Chiezzi per aver dato l'opportunità di riferire, sia pure brevemente, al Consiglio sull'attività dell'VIII Commissione in merito all'ordine del giorno n. 3205, votato dal Consiglio all'inizio del mese di ottobre, che dava mandato all'VIII Commissione di analizzare la questione della riforma costituzionale con riferimento alla forma dello Stato in senso federalista.
Come voi ricordate, in quelle settimane il dibattito prese quota nel Paese un dibattito tuttora aperto, e prese quota in relazione alla votazione da parte di un ramo del Parlamento della legge istitutiva della Commissione Bicamerale. Si pensava che la Commissione Bicamerale sarebbe stata approvata dal secondo ramo del Parlamento entro la fine di ottobre e si riteneva di poter arrivare a quell'importante appuntamento con la posizione della Regione Piemonte in merito alla riforma dello Stato in senso federalista.
E' noto a tutti voi che questo appuntamento è saltato; il confronto politico su come concludere la vicenda della Bicamerale è tuttora aperto.
Tutto ciò però non è stato, ai fini del nostro lavoro, un fatto negativo perché ha consentito di acquisire alla Commissione in maniera formale due importanti provvedimenti: una proposta di legge presentata dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale e un disegno di legge approvato dalla Giunta regionale sulla scorta delle intese raggiunte in sede nazionale. A questi due provvedimenti si affiancherà una terza proposta di legge annunziata dal Gruppo di Rifondazione Comunista, che anzi è già arrivata come informa il Capogruppo Chiezzi, e che presumo sarà assegnata alla Commissione nelle prossime ore.
Pertanto la Commissione, dopo una fase piuttosto incerta, potrà avviare i propri lavori in maniera precisa secondo un calendario che ci siamo dati nell'ultima seduta, che prevede di destinare due sedute di Commissione all'esame del disegno di legge predisposto dalla Giunta regionale e almeno una terza seduta all'esame delle proposte di legge predisposte dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio e dal Gruppo di Rifondazione Comunista o eventuali altre proposte di legge che perverranno.
Se nella prossima Conferenza dei Presidenti delle Commissioni si calendarizzeranno i lavori delle Commissioni di dicembre, che come voi sapete costituiscono sempre un passaggio delicato in quanto il mese di dicembre è dedicato essenzialmente all'approvazione del bilancio, in maniera tale da poter consentire all'VIII Commissione di svolgere i propri lavori se non nella giornata canonica del mercoledì, almeno in uno spazio ben preciso e rispettato, ritengo che entro metà gennaio la Commissione potrà concludere i propri lavori rassegnando al Consiglio gli atti che dovranno essere oggetto di votazione. Naturalmente, se a livello nazionale dovessero emergere delle decisioni politiche che anticipano la formazione della Commissione Bicamerale, vedremo di organizzare i lavori in maniera tale da corrispondere alle scadenze che scaturiranno a livello nazionale.
Per quanto riguarda la proposta di ridefinire il mandato del Consiglio all'VIII Commissione anche in termini temporali, io ovviamente la condivido. Se il Gruppo di Rifondazione Comunista ritiene la mia relazione sufficiente per allontanare le preoccupazioni che aveva giustamente espresso in Commissione il Consigliere Chiezzi, potremo - tra oggi pomeriggio e domani mattina - valutare di predisporre un testo di ordine del giorno da presentare al Consiglio.



PRESIDENTE

Credo che il Presidente dell'VIII Commissione, Consigliere Vindigni abbia già risposto all'impegnativa del Consigliere Chiezzi che richiedeva "con urgenza al Presidente dell'VIII Commissione una relazione al Consiglio sul lavoro svolto per le necessarie future determinazioni", per cui possiamo ritenerlo esaurito.
Si potrebbe invece dare mandato al "Presidente del Consiglio, udita la relazione del Presidente dell'VIII Commissione, ad approvare entro il mese di - febbraio? - un ampio progetto di legge di riforma della Costituzione".
Ha chiesto la parola il Consigliere Montabone; ne ha facoltà.



MONTABONE Renato

In linea di principio, se si seguisse soltanto l'intervento che ha fatto il Consigliere Chiezzi, noi oggi dovremmo prendere atto che la Commissione non ha ancora esaurito i suoi lavori e giusta è l'osservazione che il Consigliere Chiezzi ha sollevato chiedendo al Presidente dell'VIII Commissione di relazionare in merito, cosa che è testé avvenuta. Ed io, che ho seguito i lavori della Commissione, dico che la sua relazione è stata puntuale e soddisfacente e quindi do per scontato che quanto richiesto dal Consigliere Chiezzi si sia già svolto oggi in aula.
Voglio però ricordare che c'erano dei presupposti nel momento in cui noi abbiamo votato questo ordine del giorno che sono stati quelli che ha già ricordato il Presidente della Commissione, Vindigni, cioè la presenza di una Commissione Bicamerale che sembrava dover partire nell'immediato così noi nell'immediato avevamo l'assoluta necessità di far pervenire alla Bicamerale una proposta che potesse essere tenuta in considerazione dalla Bicamerale stessa. Oggi questi presupposti sembrano slittare nel tempo e quindi io ritengo che non sia assolutamente necessario fissare con un ordine del giorno o con una deliberazione consiliare degli ulteriori tempi.
La Commissione è abbastanza consapevole che il suo lavoro lo dovrà svolgere prima che la Bicamerale parta con i suoi lavori e quindi, a mio avviso avendo la Commissione stessa le competenze necessarie dal punto di vista istituzionale per discutere questa materia, ritengo che sia in questo momento assurdo fissare un'ulteriore data. La data potrebbe essere nel tempo spostata troppo in là come potrebbe essere troppo ravvicinata. Il lavoro di una Commissione deve tenere conto di quanto è stato richiesto dal Consiglio regionale, ma altrettanto deve tenere conto di quello che succede a livello nazionale per poter fare un lavoro che scaturisca con degli effetti positivi.
Ribadisco quindi che non ritengo opportuno fissare ulteriormente delle date in un ordine del giorno, anzi inviterei il Presidente Vindigni e la Commissione a continuare a lavorare su questo tema tenendo conto di tempi che non sono soltanto i nostri, ma che ci vengono dettati da altri e, a seconda di quei tempi, chiudere i lavori su questo tema o meno.



PRESIDENTE

Ci sono allora due proposte: una che stabilisce come limite il mese di febbraio e l'altra, invece, di non dare un limite temporale ai lavori della Commissione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Faccio una terza proposta: un mandato del Consiglio alla Commissione che rafforza il tema. Senza un mandato, ogni convocazione della Commissione andrebbe discussa tra Presidente e Vicepresidente per decidere quali temi inserire all'o.d.g. Quindi, di volta in volta, ogni Consigliere potrebbe sollevare il problema dell'o.d.g. Se, invece, la Commissione ha un mandato specifico di svolgere un lavoro, la Commissione è più forte, ha un cammino cui dare un'osservanza di merito, poiché deriva dal Consiglio.
Mantengo quindi il mandato del Consiglio, perché è un indirizzo forte per la Commissione. Si potrebbe assegnare un termine (entro il 31, ecc.) ed aggiungere le parole: "....e in ogni caso in tempi compatibili con la presentazione del lavoro alla Bicamerale".



PRESIDENTE

Pongo dunque in votazione l'ordine del giorno n. 356 con la modifica proposta dal Consigliere Chiezzi: "Il Consiglio regionale del Piemonte ricordato l'ordine del giorno n. 305 approvato nell'adunanza consiliare del 25/9/1996, nel quale, ritenendo '...che una profonda riforma dello Stato e delle istituzioni in senso federalista è assolutamente necessaria per completare la modernizzazione del Sistema Italia' e considerando 'la necessità di imprimere una forte accelerazione al processo di riforma dello Stato', il Consiglio dava mandato 'alla competente Commissione consiliare di discutere ed approvare entro il prossimo mese di ottobre un ampio progetto di legge di riforma della Costituzione' considerato che il termine assegnato alla Commissione è scaduto udita la relazione del Presidente dell'VIII Commissione sul lavoro svolto e in corso, stante l'assegnazione per l'esame di tre progetti di legge al Parlamento di modifica costituzionale impegna l'VIII Commissione a concludere i propri lavori entro febbraio 1997 e in ogni caso in tempi compatibili con la presentazione del lavoro alla Bicamerale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.


Argomento: Trasporti su ferro - Viabilità

Esame ordini del giorno n. 325 e n. 330 relativi all'Alta Velocità (connesse interrogazioni n. 630, n. 638, n. 639, n. 675 e n. 870)


PRESIDENTE

Passiamo all'esame degli ordini del giorno n. 325 presentato dai Consiglieri Salerno, Griffini, Mancuso, Minervini, Casoni e Ghiglia e n.
330 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea, Simonetti e Cavaliere, ai quali sono collegate le interrogazioni n. 630, n. 638, n.
639, n. 675 e n. 870, di cui al punto 26) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Per attinenza al tema, al telegiornale regionale stamane ho sentito che il Presidente della Giunta, Ghigo, ha rilasciato una dichiarazione in merito a certe decisioni prese. Poiché non ho sentito queste dichiarazioni, ho solo sentito la coda del discorso del Presidente Ghigo, volevo sapere se la Giunta regionale può, prima di discutere i due ordini del giorno, aggiornare, oltre che la televisione di Stato, anche questo Consiglio sulle novità che l'iniziativa della Giunta ha su questo tema. Correttezza vorrebbe che, quando in giornata di Consiglio si rilasciano dichiarazioni al resto del mondo, anche il Consiglio, che del resto del mondo fa parte, venisse informato. Questo lo chiedo non in astratto, ma perché può darsi che le notizie che ha fornito il Presidente Ghigo corrispondano ad alcune delle cose scritte in questi due ordini del giorno, o nell'uno o nell'altro.



PRESIDENTE

Va bene. Interpello la Giunta: Assessore Masaracchio, lei è a conoscenza delle dichiarazioni del Presidente Ghigo, del loro tenore?



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni

Quando sono a conoscenza di qualcosa e chiedo chiarimenti, dico quali sono i punti sui quali è necessario che ci siano chiarimenti. Perch un'affermazione del Presidente Ghigo sull'Alta Velocità non può essere fuori da quanto è accaduto in Consiglio regionale con un ampio dibattito.
Abbiamo anche espresso un voto su tutta la materia; novità penso non ce ne siano, tranne tutto ciò che concerne un'ipotetica linea - dico ipotetica perché si dovrà verificare la fattibilità di quanto è stato richiesto nell'ambito del progetto generale dell'Alta Velocità, che dal territorio alessandrino colleghi con la Liguria e quindi con Genova. Se si mantiene la direttrice Torino-Milano, senza risolvere il problema della Valle di Susa affinché le merci dal sud arrivino al nord passando per il Piemonte e andando verso Milano per la direttrice nord-est, con una realizzazione che pare più compatibile per la forza politica che la Liguria sta dimostrando nei confronti di autorità superiori alle stesse autorità governative centrali, cioè da Genova a Milano, io ho posto, in occasione della riunione con i 28 Sindaci dell'alessandrino, che, se questo dovesse accadere avremmo lo smistamento delle merci attraverso la Liguria verso Milano e quindi il Piemonte sarebbe del tutto tagliato fuori. Se questo è nella logica delle opportunità richieste dai Gruppi di Rifondazione Comunista e dei Verdi, di non avere il Piemonte "intersecato" (il termine si cala perché mi riferisco a loro), benissimo, avremo raggiunto lo scopo. Se invece, lo scopo è quello dell'ampio dibattito in Consiglio regionale, per il quale il Consiglio ha votato, per chiedere delucidazioni in merito quando il tutto è ancora sul monte Olimpo per le realizzazioni che dovranno essere attivate in modo da avere, dopo la Conferenza dei servizi l'apertura dei cantieri, mi pare che si faccia mestiere in Consiglio di tutto ciò che è il mestiere dell'esterno, con dibattiti e conferenze.
Stando a queste considerazioni, il Presidente Ghigo avrà affermato presumo, non ho ascoltato l'intervista del Presidente Ghigo, che ha tutto il titolo di farla senza informare la Giunta di quello che va dicendo in giro per le competenze che sono nell'ambito di quanto comunque è concertato che per quanto riguarda gli interessi del Piemonte poniamo come prioritario l'interesse Torino-Milano. Indipendentemente dagli altri valori.



PRESIDENTE

Va bene, Assessore. Il Consigliere Chiezzi voleva solo sapere se la Giunta è al corrente della dichiarazione del Presidente Ghigo.



MASARACCHIO Antonino, Assessore e alle comunicazioni

E io ho risposto come ho capito di dover rispondere, Presidente.



PRESIDENTE

Procediamo con l'illustrazione degli ordini del giorno.
La parola al Consigliere Salerno per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 325.



SALERNO Roberto

Grazie, Presidente. L'ordine del giorno non vuole solo ritornare sulla validità del progetto dell'Alta Velocità, indipendentemente dal continuare a chiamarla Alta Velocità; come sappiamo, si tratta di dotare il sistema ferroviario italiano di una necessaria quanto indispensabile linea ferroviaria, in quanto non più assorbibile il traffico futuro delle attuali linee ferroviarie.
L'ordine del giorno da me presentato riguarda soprattutto la successione, come Amministratore delegato delle FS, del nuovo Amministratore, nella persona del dottor Cimoli. Poiché ritengo che il progetto stia accusando notevoli ritardi, anche nella sua fase di definizione, ritenevo essenziale un impegno da parte della Giunta e del Consiglio regionale ad invitare in Piemonte, e a Torino principalmente, il nuovo Amministratore delegato delle Ferrovie. Questo per poter fare nuovamente il punto finale di tale progetto e dare eventualmente un impulso conclusivo a tutte le questioni che sono ancora sul tappeto.
Vorrei ricordare, stante la situazione di grave crisi economica del Piemonte, che la validità e la valenza del progetto non è solo di rilanciare l'economia o l'occupazione, ma sta nel fatto di essere una linea ferrovia europea - non italiana. Rischiamo di diventare un ramo secco nonostante i mille sforzi per entrare nell'Unione Europea - se non cerchiamo di dotarci di un minimo di continuità con le linee ferroviarie moderne, tecnologicamente avanzate, che stanno percorrendo tutta l'Europa.
Personalmente, ho letto l'ordine del giorno di Rifondazione Comunista sul quale vengono fatte considerazioni che nulla hanno a che fare, secondo me, con la progettazione e la validità dell'impianto. Non è certamente un paragone da farsi quello con il tunnel della Manica o il TGV che lo attraversa; siamo su altri tipi di percorrenze, su altri tipi di obiettivi.
Nonostante la rinuncia della SNCF francese alla linea Parigi-Strasburgo citata nell'ordine del giorno - la Francia è attraversata abbondantemente da ogni tipo di linea: praticamente, si va ovunque, in Francia con il TGV.
Non produrre l'ulteriore linea non ha grande significato. In Italia non ne abbiamo ancora neanche una; ne abbiamo assolutamente bisogno. Chiedo che la Giunta e il Consiglio regionale invitino a Torino il nuovo amministratore delegato, dottor Cimoli, per fare il punto conclusivo di una situazione da sbloccare, che sta arrivando ad una crisi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 330.



PAPANDREA Rocco

Abbiamo presentato l'ordine del giorno per riaprire la discussione sulla velocizzazione del traffico ferroviario nella nostra regione, a partire dal verificarsi di una serie di fatti che a nostro avviso pongono in discussione, concretamente e al di là delle risoluzioni che troveremo quanto finora è stato discusso.
Se si analizzano le scelte dei Governi e della Commissione europea sull'Alta Velocità, ci si rende conto che, nei fatti, il progetto della Torino-Lione è rinviato sine die. Non è un nostro auspicio, è un fatto: non è stato finanziato, non ci sono state decisioni in questo senso. Noi riteniamo che questa decisione non sia assolutamente malvagia, perch permette di riconsiderare globalmente il progetto.
Tra l'altro, ho letto che la Francia non è attraversata da moltissime linee di TGV; c'è poco più di un migliaio di chilometri ad Alta Velocità.
Ci sono progetti faraonici su cui, però, si stanno operando dei tagli. Le ferrovie francesi, al momento della presentazione dei progetti per la linea Parigi-Londra, avevano ipotizzato un traffico che alla luce dei fatti si è dimostrato folle: prevedevano molto più del doppio dei passeggeri che effettivamente hanno utilizzato quelle linee - prima dell'incidente delle ultime due settimane, di cui forse sarete venuti a conoscenza e che probabilmente e purtroppo, avrà ripercussioni ancora più negative. La Corte dei Conti francese ha valutato l'antieconomicità dell'opera relativamente all'effettivo utilizzo; i calcoli effettuati erano irrealistici.
A suo tempo, come Gruppo, avevamo affermato che un'operazione simile era in atto anche da parte delle Ferrovie dello Stato italiano; anche in questo caso, per giustificare un'opera dai costi faraonici, si facevano previsioni sovradimensionate, con l'unico scopo di giustificare opere che non hanno certamente l'utilità e di cui non si sente la necessità che si vorrebbe dimostrare. Questo prima dell'incidente avvenuto nel tunnel ripeto - che avrà sicuramente effetti negativi su quel tipo di traffico.
Ritengo inoltre che sarebbe utile, da parte nostra, analizzare i fatti ed approfondirli; il tunnel sotto la Manica si è dimostrato un fallimento dal punto di vista economico: la società che l'ha costruito è fallimentare le banche non sanno come affrontare l'enorme buco finanziario. Fallimento dimostrato, purtroppo, dai fatti, dal punto di vista progettuale; era stato assicurato che il progetto era sicuro, che non era possibile che la galleria si incendiasse: purtroppo non è stato così, quanto non doveva accadere, quanto era stato escluso dai progettisti si è realizzato. Ora, si dovranno spendere altre centinaia di miliardi per ripristinare il tunnel e non si conoscono nemmeno i tempi nei quali potrà essere ripristinato.
Il Gruppo di Rifondazione Comunista è preoccupato che si ripeta un qualcosa del genere con la galleria prevista sotto il Frejus; i 54 chilometri di ferrovia sotterranea ci appaiono, dal punto di vista progettuale, un'avventura con caratteristiche simili. Pensiamo sarebbe utile che noi riflettessimo, prima di dire "avanti tutta", su quanto avviene e si pensassero soluzioni diverse, alternative, per velocizzare realmente e non solo sulla carta il traffico ferroviario. Pensiamo si debba, a partire da questi fatti, andare ad una riconsiderazione.
Ultima riflessione dell'ordine del giorno. All'estero, proprio sulla base della serie di considerazioni espresse in precedenza, c'è una rivalutazione della tecnologia pendolare. Si pensa che, in fondo, su determinati tipi di morfologia è più efficace ed utile, e meno costoso l'utilizzo di una tecnologia di cui, "casualmente", le aziende del nostro Paese sono detentrici. Tra l'altro, la Germania, nonostante sia all'avanguardia dal punto di vista tecnologico, non ha in itinere alcun progetto TGV. All'estero, quindi, viene apprezzato un tipo di tecnologia che l'Italia possiede ed esporta; la FIAT ed altre aziende hanno vinto commesse in Inghilterra e in Portogallo: non comprendiamo il motivo per cui in Italia questo valore non venga sufficientemente preso in considerazione e non si pensi maggiormente a linee sulle quali coloro che detengono la tecnologia del TGV pensano di orientarsi. Perché non siamo noi i primi a pensare studi alternativi che eviterebbero l'intervento previsto con il TGV ma non la velocizzazione ferroviaria? Perché non si inizia a pensare che sulla Torino-Lione si possa fare altro? In ogni caso, oltre a pensare ad affrontare la velocizzazione della Torino-Lione con un utilizzo di tecnologia diversa da quella prevista finora, pensavamo si potesse avere una considerazione, in genere, delle scelte assunte sull'Alta Velocità anche nelle altre due linee; si pensi ad una velocizzazione dell'insieme della rete ferroviaria regionale. Noi pensiamo che fare scelte di questo genere da una parte libera risorse per fare altri interventi e, dall'altra, quelle risorse investite in campo ferroviario potrebbero avere una ricaduta occupazionale più importante che non queste opere che sono sì molto costose e faraoniche, ma poi la ricaduta occupazionale non è eccezionale, mentre una diffusione delle opere porterebbe più occupazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Mi consenta di dire, preliminarmente - avendo discusso di questo argomento in diverse occasioni appropriate dove i Gruppi avevano espresso i loro orientamenti generali - che ci troviamo di fronte a delle necessità delle sollecitazioni a reintervenire sull'argomento. Mi sembra che questo modo di affrontare un tema così complessivo, in una maniera un po' "casuale" come quella di ordine del giorno, non ci consenta di dare il rilievo che la materia dovrebbe avere: comunque gli ordini del giorno sono proposti ed è doveroso esprimersi in merito.
Sull'ordine del giorno presentato dal Gruppo di Alleanza Nazionale condivido gli argomenti riportati, in quanto riprendono degli atti deliberativi del Consiglio regionale. Quello che mi sembra particolare è che un Gruppo della maggioranza solleciti la Giunta - naturalmente della maggioranza - ad un'iniziativa che peraltro rappresenta un dato di impegno assodato e conferito da parte del Consiglio regionale alla Giunta. Mi sembra che sia un richiamo nei confronti della Giunta. Se un Gruppo della maggioranza, rispetto ad un tema già deliberato, sollecita la maggioranza a fare una cosa, mi dà la sensazione che sia un richiamo. Naturalmente è una mia interpretazione.
Presidente, dato che gli ordini del giorno ci sommergono in questo Consiglio, lei stesso ha osservato in qualche occasione che la riproposizione dei lavori attraverso questa metodologia ci sta creando qualche "affanno". Mi sembra ridondante la sollecitazione di un Gruppo della maggioranza nei confronti della Giunta per qualcosa su cui la maggioranza del Consiglio, compreso il nostro Gruppo, è d'accordo.
Sottolineo che ho voluto rilevare questo aspetto non per dissentire dall'opportunità che si riprendano i contatti, anzi non si dovrebbero mai interrompere, e gli atti di impegno da parte della Regione per la realizzazione di un'opera che rappresenta un periodo storico di lavoro del nostro Consiglio regionale.
Il nostro Gruppo, salvo le dissociazioni che sono sempre possibili su materie di questo genere, si asterrà.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno presentato dai colleghi di Rifondazione Comunista vorrei far osservare quanto segue. Ci sono degli elementi sui quali, ovviamente, c'è convergenza che mi sembra improbabile non riscontrare quando si propone di fare la Cuneo-Ventimiglia o la Cuneo Cavallermaggiore - Mortara - Milano; secondo me, essendo un'opera di rilievo deve essere posta sotto un profilo strategico con un maggiore rafforzamento di indirizzo e non come elemento che si inserisce in termini così come sono proposti, di alternativa.
Questa naturalmente è la nostra lettura, dato che conosciamo le altre posizioni. Lo stesso collega Papandrea (tra l'altro, conoscitore notevole delle problematiche del trasporto) sulle questioni tecniche, sulle quali io non mi addentro, segnala delle contraddizioni sicuramente rilevanti ai fini di chi deve tenerne conto per valutare le strategie. Il Gruppo del PDS ha espresso, in ripetute occasioni, la propria adesione al progetto dei trasporti ad Alta Velocità.
Ho partecipato, recentemente, ad una riunione dei Gruppi socialisti delle Regioni che fanno parte del famoso progetto "4 motori"; non so quanti Consiglieri siano a conoscenza di questo progetto, ma so che la Regione Piemonte partecipa a queste riunioni, è il quinto motore di scorta. Si tratta di un progetto di tipo europeo, riguardo al quale ci sono molte sollecitazioni. So bene che c'è una discussione in corso nel territorio di Alessandria, sulla tratta del novarese, ma devo segnalare che sono discussioni nel merito delle tipologie di attuazione che non riguardano l'adesione alla strategia.
Naturalmente, discorsi nel merito non potranno che essercene molti fin tanto che non si definirà un indirizzo tecnico.
Sono a conoscenza, per quanto riguarda la Valle di Susa, del dibattito sulla costruzione o meno del famoso tunnel di base; sui termini che richiamava il Consigliere Papandrea anche il nostro Gruppo ha un discorso da fare, doverosamente aperto, come impone la discussione di carattere tecnico sulle scelte politiche che in questo momento non competono a noi nel senso di dire quale deve essere la tecnologia, ma dovremmo avere più informazioni per poi decidere.
Voteremo comunque contro l'ordine del giorno, pur condividendone alcune parti, perché è la riproposizione di un tema di opposizione alla strategia dell'Alta Velocità nel quadro di un decoroso ed importante potenziamento del sistema trasportistico tradizionale, sul quale, invece, siamo tutti d'accordo. In altra occasione sarei lieto di poter votare anche una parte di queste proposte, ove venissero stralciate, riguardanti un discorso sull'Alta Velocità e non poste come alternativa. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Signor Presidente, ci asterremo sui due ordini del giorno, perch entrambi presentano un grande limite: traggono spunto da alcune vicende recenti di cronaca, da constatazioni di fatti che stanno capitando o che sono accaduti, per avere una conferma delle posizioni che sembra siano state espresse da parte di questi Gruppi in modo automatico.
Questo automatismo per noi non conduce ad alcuna riflessione utile.
D'altronde, la stessa maggioranza, così come l'Assessore, non ha mai creato occasioni utili per una riflessione attenta, anche se il problema è stato sollevato diverse volte e abbiamo addirittura dedicato qualche seduta del Consiglio regionale all'Alta Velocità. Sono state sedute abbastanza inconcludenti, perché oltre alla distribuzione di tutto il materiale delle sedute precedenti, in realtà, non è seguito assolutamente nulla. Non mi pare che in altre sedi, nelle quali la riflessione sarebbe stata più utile ed attenta, come le Commissioni, ci siano state comunicazioni del Presidente del Consiglio, del Presidente della Giunta o dell'Assessore.
L'Assessore ai trasporti, Masaracchio, continua a trattare questo tema secondo noi, con grande semplicità e con grande leggerezza. Continua a mancare un ruolo di governo del problema dell'Alta Velocità da parte della Regione.
Il collega Salerno, con questo ordine del giorno, tende a spostare le responsabilità alle Ferrovie dello Stato. Fa bene, e capisco dal suo punto di vista che non può spostare le responsabilità al suo Assessore, ma credo ci sia anche una responsabilità della Giunta e dell'Assessore che segue questa materia, perché continua ad essere seguita con un metodo di non governo del problema.
Credo che chi ha avuto contatti con gli amministratori comunali, sia sulla tratta Torino-Milano sia sulla tratta Torino-Lione, non può che trarne la conclusione che la Regione sia sostanzialmente assente. Magari partecipa a qualche riunione, fa qualche affermazione di principio, ma gli Enti locali si trovano soli nei confronti dell'Alta Velocità.
Il problema sollevato più volte dal Consiglio è che la Regione dovrebbe farsi carico delle esigenze delle Amministrazioni comunali; le esigenze dei Comuni dell'Alta Valle di Susa o dei Comuni interessati dalla tratta Torino Milano non sono esigenze banali.
Se c'è un diffuso dissenso su questo tema è perché non è stato gestito politicamente, perché il problema viene soltanto gestito dalle Ferrovie dello Stato o dall'ATAV, che è una società per azioni.
I Comuni e noi stessi, come centro-sinistra, diverse volte, in diverse occasioni abbiamo posto questo problema: la Regione deve farsi interprete delle esigenze. In questo senso ha ragione il collega di Rifondazione Comunista: le questioni emerse in Francia e la riflessione sull'Alta Velocità francese non sono questioni irrilevanti. Non sono questioni irrilevanti per una riflessione sul tema, non per farne derivare una condanna: "non se ne fa assolutamente nulla". Ma occorre una sede istituzionale, che non può che essere la sede regionale, per dare risposte a questi problemi.
Anch'io ho la sensazione che il progetto dell'Alta Velocità sia sovradimensionato rispetto alle esigenze, perché i dati di riferimento sono antichi e la situazione economica era diversa, però non sono in grado di dire in che misura e se questo progetto vada ancora bene.
Tutti, e il mio Gruppo in modo particolare, sentiamo l'esigenza di un conforto che non sia basato soltanto sulla cronaca, su sensazioni o su articoli di giornali. Dovrebbe essere un conforto basato più sui riferimenti di carattere tecnico, che non debbono provenire dall'ATAV, che è interessata alla realizzazione del progetto. Sono elementi che devono provenire da riferimenti più tecnici e il più possibile neutrali. Soltanto così si potrà dire di essere favorevoli all'Alta Velocità, perché se continueremo ad affrontare il problema in questa maniera, credo che l'Assessore Masaracchio e il Presidente Ghigo tra non molto potranno avere la "tessera" magari dei Verdi per aver favorito l'opposizione all'Alta Velocità. Se il tema non viene affrontato in termini seri, l'atteggiamento inconcludente della Giunta regionale è un atteggiamento favorevole a chi non vuole l'Alta Velocità.
Noi continuiamo ad essere favorevoli al progetto, qualcuno lo chiama "di velocizzazione"; l'esigenza di dotare il Piemonte di infrastrutture moderne, che favoriscano enormemente la mobilità con gli altri Paesi dell'Europa, c'è. Se, però, il tema non viene affrontato in termini seri avremo un blocco politico; da una parte ci sono i Verdi, Rifondazione Comunista e dall'altra parte ci sono Alleanza Nazionale e Forza Italia, ed il problema non viene gestito seriamente.
Constato che dalla Giunta Brizio in poi il tema non è più stato affrontato seriamente. E' stato costituito in Comitato degli amministratori, che non mi pare porti a qualche conclusione, se non il solito scontro, le solite posizioni. Penso alla Torino-Lione, ma si continuano a ripetere sempre le vecchie e note posizioni e nessun passo avanti viene fatto. Questo atteggiamento è pericoloso, perché la proposta del collegamento Milano-Genova è un problema vero, ma se pensiamo anche alla questione dei collegamenti aerei, credo si stia vivendo una situazione in cui il Piemonte rischia un isolamento in termini maggiori rispetto al passato. Deve esserci la convinzione dell'importanza di questi temi, che non devono essere affrontati da un Assessore che può avere più o meno la conoscenza o più o meno la voglia di affrontarli, ma devono essere affrontati con una convinzione generale da parte dell'esecutivo.
Altrimenti, credo che, al di là delle dichiarazioni di principio, gli atteggiamenti concreti siano atteggiamenti di contrarietà a modernizzare il nostro territorio, con una perfetta coincidenza con posizioni più di tipo silvo-pastorale, che noi non condividiamo, perché il discorso dell'Alta Velocità ci interessa, ma con un ragionamento serio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Credo che nell'ordine del giorno, che ho firmato anch'io, non siano stati messi a posteriori dei rafforzativi ad un'ipotesi preconcetta.
Credo, invece, che i fatti come si stanno svolgendo, le esperienze anche europee sull'argomento, stiano portando a considerazioni diverse. Gli altri Paesi, soprattutto quelli che hanno sperimentato prima di altri queste tecnologie, le stanno riconsiderando.
Non penso sia un punto secondario o irrilevante rispetto all'oggetto del nostro discutere; non è irrilevante soprattutto per questo strano sviluppo del nostro Paese, che arriva sempre vent'anni dopo gli altri a scegliere soluzioni che per gli altri Paesi sono già diventate obsolete oppure ne è stata verificata l'incongruenza. Mi riferisco alle affermazioni del collega Riba: non si può fare una distinzione tecnica ed una politica cioè dire "siamo per l'Alta Velocità" e poi i problemi tecnici li devono risolvere i tecnici, perché se a priori, invece di affermare "siamo per una velocizzazione del nostro trasporto ferroviario", si dice "siamo per l'Alta Velocità", si entra in una scelta tecnica. Ed è quello che si è fatto con certe prese di posizione politiche, cioè si è scelta preventivamente ed ideologicamente l'alta velocità ferroviaria.
Bisogna fare una scelta, nel senso che per quanto riguarda la Valle di Susa non ci sono alternative al tunnel di base. Se quella è la scelta tecnologica bisogna dire che "è il tunnel di base". Cosa che non è assolutamente credibile ed è il tallone d'Achille di tutta l'infrastruttura, anche perché non credo che il Presidente della Giunta possa protestare, come ha fatto quando il Ministro dell'Ambiente ha dichiarato che per quanto riguarda la valutazione di impatto ambientale della Valle di Susa, cioè la procedura del VIA, applicherà la legge, cioè applicherà la valutazione di impatto ambientale che, come sapete, prevede anche opzioni alternative (l'applicazione pedestre della valutazione di impatto ambientale).
Quando un Ministro dice che applicherà la legge io non credo che il Presidente della Giunta possa protestare e dire "questo ci potrebbe far saltare il progetto di Alta Velocità". Credo che le questioni si stiano in parte riconsiderando a livello nazionale, proprio per i recenti avvenimenti, contemporanei alle riflessioni degli altri Paesi europei, e siamo fiduciosi che sarà possibile, forse, non compiere lo scempio completo.
Per la nostra Regione rimane aperto ancora un problema, su cui nessuno ha ancora avuto il coraggio di confrontarsi seriamente e cioè le opere che vengono proposte ad alto impatto ambientale, come la Cuneo-Nizza, il Mercantour, il passaggio in Valle di Susa dell'Alta Velocità: sono alternative, per certi versi, anche rispetto ai flussi che propongono. Non si può, rispetto a questa alternatività, essere protagonisti della proposta complessiva di tutte le ipotesi.
Credo che bisognerà fare delle scelte, chi le sposa tutte credo che poi rischi di perderle tutte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Grazie, signor Presidente, intervengo brevemente sull'Alta Velocità che per quanto concerne il Piemonte riguarda la Torino-Lione e la Genova Milano. Soprattutto mi soffermerò su quest'ultimo tratto, che interessa il 45% di percorrenza nella provincia di Alessandria e cioè il Novese nella pregiata zona del Gavi, del Tortonese e dell'Alessandrino.
L'Alta Velocità è un tema molto sentito in questo momento a Novi Ligure e nel Tortonese. E' nettissima da sempre la contrarietà politica di Rifondazione Comunista a tutto l'assurdo progetto, definito strategico ideato da Necci a livello nazionale e promosso a livello piemontese dalla FIAT e presieduto da Pininfarina, cioè da un forte e potente gruppo economico.
E' quanto meno sconcertante constatare che la fase di Tangentopoli non è servita alla moralità del Paese, perché la progettazione continua ad essere viva ed attuale nonostante le notevoli contrarietà, i forti dissensi e le preoccupazioni delle popolazioni interessate. C'è stato anche un notevole pronunciamento dei Sindaci. In questi giorni ho partecipato a moltissime iniziative del "Comitato del No", cito solo Castelnuovo Scrivia Tortona, Merella frazione di Novi Ligure ed Alessandria. Ma è anche clamoroso constatare che nessun progetto è stato discusso nelle competenti Commissioni parlamentari. In particolare, mi sembra assurdo continuare con lo spreco di migliaia di miliardi: voglio ricordare che il costo della Milano Genova-viene calcolato tra gli 11 e i 13 mila miliardi.
Occorre decidere di bloccare ogni ulteriore ricerca, ogni attività legata ai progetti di Alta Velocità con l'uso del TGV, quali ad esempio le ispezioni del terreno che avvengono già in Valle di Susa e in Valle Scrivia, per verificare le possibilità di costruzione del tunnel e di altri accorgimenti costosissimi. Non si vede perché si debba continuare a spendere miliardi per lavori inutili per finanziare assurde ricerche pagando profumate parcelle a studi professionali e società varie e si lascia lacunoso e molto scadente l'insieme dei trasporti regionali.
Voglio ricordare il precario collegamento che esiste tra Novi e Torino tra Novi e Milano, tra Alessandria, Cuneo e Vercelli, Mortara; è un'assurdità per un'Italia e per un Regione che sta per entrare in Europa.
I recenti e drammatici fatti alluvionali dimostrano che ci sono modi molto più utili e necessari per spendere le poche risorse disponibili.
Vorrei anche ricordare il difficilissimo stato idrogeologico del territorio piemontese ed alessandrino con pericolosissime frane e la grave pericolosità di molte strade provinciali, specialmente nella percorrenza dei fine settimana e di eventuali emergenze. Inoltre vorrei anche sottolineare, come ho già fatto prima, la carenza dei servizi ferroviari il forte ritardo della politica dei trasporti, sia per il trasporto dei passeggeri che delle merci; sarà affrontato con i Paesi più evoluti dell'Europa.
Concludo con un'importante considerazione politica. Pochi mesi fa una larghissima ed arrogante maggioranza si è espressa in Consiglio regionale a favore dell'Alta Velocità e non solo una maggioranza che appoggia l'on.
Ghigo. Voglio ricordare che solo Rifondazione Comunista e il Consigliere dei Verdi Democratici avevano votato contro i progetti dell'Alta Velocità e questo io l'ho rimarcato in tutti gli interventi che ho fatto. Ho partecipato a tutte le iniziative che sono state fatte ed erano affollatissime ed erano tutte contrarie all'Alta Velocità. Quindi concludo dicendo che bisogna spendere diversamente le poche risorse che ci sono per progettare una diversa tecnologia per velocizzare i trasporti (per esempio del tipo Pendolino) e per fare diventare il servizio dei trasporti piemontesi, che è uno dei più carenti, finalmente efficiente e all'avanguardia, altrimenti correremo dei forti rischi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, come Lega Nord avevamo già esposto la nostra posizione relativamente all'Alta Velocità in un precedente ordine del giorno, vado comunque a riassumerla brevemente.
In linea generale noi siamo favorevoli alla realizzazione delle linee ad Alta Velocità progettate, soprattutto in quanto consideriamo che questi progetti non riguardino vere linee ad Alta Velocità, cioè linee come quelle realizzate per il TGV francese dove i treni corrono ad oltre 300 km/h, ma dove possono correre solo treni costruiti appositamente per quelle linee e dove questi treni essendo progettati e costruiti per correre esclusivamente su linee ad Alta Velocità, quando si trovano su linee normali viaggiano come gli altri treni, cioè come dei lumaconi.
Eravamo in linea generale favorevoli alla realizzazione delle strutture piemontesi in quanto si trattava di quadruplicamenti veloci, cioè di linee dove poteva correre qualsiasi tipo di treno, sia quelli del tipo TGV a velocità ridotta (200/220 km/h) e i Pendolini, ma anche i normali treni viaggiatori e i treni merci. Questa rimane la nostra posizione. Vediamo come indispensabile per il futuro sviluppo dell'economia del Piemonte la realizzazione di queste linee, probabilmente con delle modifiche sostanziali di tracciato; in particolare, la linea Genova-Milano secondo noi deve avere un'interconnessione su Alessandria con le linee attuali.
Riteniamo che la realizzazione di queste infrastrutture possa dare lavoro alle industrie e alla manodopera del Piemonte, lavoro che difficilmente in questo periodo congiunturale potrebbe trovare altri sbocchi.
Questa nostra posizione era però subordinata ad una questione ben precisa, cioè al non abbandono da parte delle FS di tutte le altre linee non abbandono inteso anche come adeguamento, modernizzazione di tutta la rete piemontese. Cosa che invece non sembra le FS stiano facendo.
Per adattare questa nostra posizione ai due ordini del giorno, potrei dare un'interpretazione in generale positiva. Sull'ordine del giorno presentato da Alleanza Nazionale il nostro giudizio è positivo per cui voteremo a favore; per quanto riguarda invece l'ordine del giorno presentato da Rifondazione Comunista chiedo ai presentatori di porlo in votazione per parti separate in quanto sugli ultimi tre punti saremmo disposti a votare a favore, mentre non potendo votare a favore di tutto il resto dell'ordine del giorno, ci asterremo sulle altre parti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Ha ragione il Consigliere Riba quando sottolinea e critica l'estemporaneità con la quale stiamo discutendo il tema dell'Alta Velocità.
Mi pare che esistano le condizioni per aggiornare la discussione che facemmo l'8/2/1996, quasi dieci mesi fa, perché in questo periodo sono successe tante cose. Intanto, è in corso di verifica molto critica la convenzione fatta tra Ferrovie dello Stato e TAV per la realizzazione dell'intero sistema dell'Alta Velocità. E' stata data via libera esclusivamente alla tratta Roma-Napoli, ma tutte le altre tratte sono in corso di verifica in quanto la convenzione fatta, che era stata - sia detto per inciso - fortemente criticata sulle pagine de Il Sole 24 Ore dal professor Zambrini nel 1992/1993, quando cioè era stata stipulata, mi pare che sia oggi sottoposta ad una verifica di cui ancora non si conoscono i risultati.
In secondo luogo, la Banca Europea degli Investimenti, che è l'organo al quale si ricorre per il finanziamento di queste opere, è molto attenta nella verifica dei progetti che ad essa vengono presentati e ha introdotto di recente, tra i criteri di valutazione, la sovrastima dei traffici perch tutti i più recenti progetti di grandi infrastrutture che hanno interessato l'Europa, alla luce della concreta realizzazione di esercizio, si sono rivelati insufficienti, anzi sovrastimati, e questa sovrastima ha portato ovviamente a ridurre gli incassi e quindi a far saltare il quadro economico.
In terzo luogo, sarebbe interessante conoscere i risultati della missione affidata dal Governo francese all'ex Presidente della Società nazionale delle Ferrovie, che deve rivedere lo sviluppo della rete francese di Alta Velocità nel tempo e nello spazio. E' chiaro che alla luce delle risultanze di tale missione si potrà appurare quanto il Governo francese ritenga concretamente possibile la realizzazione non solo della Montmélian Saint Jean de Maurienne, ma soprattutto la propria partecipazione finanziaria al finanziamento del tunnel di base. Si aggiunga a ciò il rapporto della Corte dei Conti francese sui conti delle ferrovie transalpine, il cui deficit di bilancio è oggi stimato attorno agli 80.000 miliardi proprio perché hanno puntato eccessivamente sullo sviluppo della rete TGV; inoltre la rivalutazione da parte francese, ma non solo, della tecnologia italiana e, in ultimo, la freddezza che mi sembra di registrare a livello comunitario sul programma di sviluppo della rete europea dell'Alta Velocità che - sia detto per inciso - fu studiato e messo a punto in un momento in cui la lobby francese alla Direzione generale VII, quella dei Trasporti, contava moltissimo.
Proprio perché in questi mesi sono successi questi fatti nuovi, occorre aggiornare il giudizio della Regione Piemonte, la quale Regione - ne parlavamo stamane a proposito di un'opera minore - tende ad avere nei confronti di questi progetti di infrastrutture un atteggiamento che è già eufemistico definire di tipo notarile, quando a mio parere il vero aggettivo che potrebbe qualificare il comportamento della Giunta regionale rispetto a questi progetti è quello della più assoluta subordinazione.
Subordinazione che si accompagna peraltro ad una confusione di tipo istituzionale notevole, tant'è che l'Assessore Masaracchio, quando parliamo di queste infrastrutture, dà risposte molto vaghe e denunzia un imbarazzo che ha dovuto, in talune occasioni, trasformare in prese di posizioni pubbliche, come quando ha dovuto protestare con il Presidente Ghigo perch non era stato invitato all'incontro che si è tenuto quest'estate, dedicato proprio allo sviluppo del progetto della Torino-Lione.
In questa situazione di confusione istituzionale non si capisce cosa facciano l'Assessore Masaracchio e il Presidente Ghigo rispetto a scelte che a questo punto non si sa più chi le assuma. Ha ragione il collega Saitta, ci si deve basare esclusivamente sulle notizie dei giornali.
Nell'augurarmi che si creino le condizioni per una discussione approfondita, preceduta da una relazione della Giunta, sui due ordini del giorno, per quanto riguarda quello presentato dal Gruppo di Alleanza Nazionale, convengo con la necessità di aggiornare le intese tra Regione e FS, come avvenne già nel 1993 e ancora nel gennaio 1996, al fine di verificare se l'attuale Amministratore delegato, Cimoli, sia impegnato ad attuare quanto previsto dal protocollo d'intesa stipulato fra Ministero dei Trasporti, FS e Regione nel gennaio 1993. Il punto di riferimento è questo è opportuno, dunque, che, essendo cambiata la realtà in sede di FS, si chieda all'attuale Amministratore delegato se conferma o meno quegli impegni. Questa verifica deve essere fatta perché nel gennaio 1996 sono state inserite alcune modifiche a quel protocollo in maniera surrettizia modifiche cioè che scaturivano da un'intesa di ordine politico, mai suffragata e sostenuta da atti amministrativi. Facciamo quindi il punto della situazione con il nuovo Amministratore delegato.
Pur convenendo su tale necessità, la vedo poco suffragata rispetto ad alcune finalità - io ne ho indicata una che mi pare dia pregnanza all'incontro - e mi ritrovo nel giudizio che ha espresso il nostro Vicecapogruppo.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno di Rifondazione Comunista, devo dire che, nelle motivazioni contenute in premessa, ritrovo puntualmente molte delle cose che ho detto nel mio intervento dell'8/2/1996.
L'attenzione che si doveva porre alla tecnologia italiana del Pendolino prima di prendere decisioni di tipo definitivo, in quell'intervento era espressa in maniera chiara e puntuale, e l'attenzione che avevo sottolineato alla Giunta mi pare trovi conferma autorevole proprio nelle posizioni assunte dalle Ferrovie francesi, che ritengono la tecnologia italiana quella da scegliere per l'espansione della rete. E' una scelta di grande valore se si pensa allo sciovinismo francese, all'attenzione con la quale i francesi in genere difendono i propri interessi nazionali; nel momento in cui devono espandere la loro rete in territori più complessi rispetto a quelli della Piana del Rodano, devono misurarsi con il costo degli investimenti, sia in termini di infrastrutture che di materiale rotabile e, avendo avuto il pungolo della Corte dei Conti, dicono: va bene e avendo 80 mila miliardi di deficit, dicono: se vogliamo espandere nel nostro territorio francese l'Alta Velocità dobbiamo ricorrere alla tecnica italiana.
Se qualcuno ha la compiacenza o si prende "il mal di pancia" di leggere il mio intervento del febbraio scorso, vedrà che queste cose erano già anticipate. Per questo non posso che guardare con soddisfazione al fatto che queste tesi sono riprese dal Gruppo di Rifondazione Comunista. Ritengo però, che quell'ordine del giorno sia strumentale, caro collega Chiezzi voi volete piantare una bandierina! Questi argomenti sono argomenti forti per aprire seriamente una discussione sull'evoluzione dell'Alta Velocità anche alla luce del lavoro che è stato fatto in questo anno, comprese le carenze della Giunta regionale. Anziché piantare la bandierina per dire: abbiamo la possibilità di differenziarci, uscendo dall'isolamento, come peraltro sta avvenendo, collegandoci con quanto sostengono i francesi perché non avete creato le condizioni per una discussione vera costringendo la Giunta e il Presidente Ghigo, soprattutto, perché è lui che ha seguito questa vicenda, a dire come stanno le cose, facendo fare alla Giunta regionale una parte più autorevole rispetto a quella che sinora ha fatto? Io a questo gioco non ci sto, per me sarebbe molto semplice aggregarmi all'ordine del giorno di Rifondazione Comunista dicendo: quelle cose le avevo dette io per tempo e mi fa piacere prenderne la ragione. A questo gioco strumentale non ci sto, pertanto su questa posizione mi astengo e mi auguro che si possa quanto prima affrontare una seria discussione in Consiglio per evitare che le discussioni si facciano solo in camera caritates. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Penso anch'io che i due ordini del giorno inneschino una discussione che dovrebbe essere più approfondita. Devo dire peraltro che l'ordine del giorno del collega Salerno ed altri è opportuno rispetto alla presentazione dell'ordine del giorno dei Gruppi Rifondazione Comunista e Verdi. Laddove c'è la presentazione di un ordine del giorno, è impensabile che la discussione si esaurisca solo attraverso una bocciatura di quell'ordine del giorno e non si contrappongano, per motivazioni anche di carattere temporale...



(Interruzioni)



MONTABONE Renato

No, no. Il tuo documento porta il n. 330 e il suo il n. 325...



(Interruzioni)



MONTABONE Renato

Non importa, allora è la stessa motivazione, c'è la stessa motivazione che funziona. Funziona ugualmente in quanto il fatto che il Consigliere Salerno e il suo Gruppo presentano un ordine del giorno, con il quale intendono sottolineare che ci sono state delle novità sull'evoluzione del collegamento veloce fra le Regioni d'Europa - così io incomincerei a chiamarle - è una posizione che probabilmente dà fastidio a qualcuno perché dà fastidio la richiesta di riprendere il discorso, e io ritengo assolutamente legittimo che ci siano due ordini del giorno. Ciò non toglie che la discussione che si svolge intorno a due ordini del giorno non pu essere una discussione completa.
Dico questo perché ho sempre apprezzato coloro che, come principio hanno contestato il collegamento veloce fra le Regioni d'Europa, siano esse state previste su rotaia o siano esse state previste attraverso autostrada.
Ricordo, essendo valsusino di nascita e di residenza, quali e quante sono state le contestazioni rispetto alla volontà di sbocco della regione Piemonte e della Valle di Susa verso il nord Europa, e se andiamo indietro rispetto alla storia delle nostre valli e del Piemonte, le medesime contestazioni (certo un po' più ridotte) avvennero nel momento in cui si costruì la galleria ferroviaria del Frejus. Le nostre popolazioni di montagna contestarono profondamente anche la prima linea ferroviaria che collegava la Francia all'Italia attraverso il Moncenisio. Probabilmente anche dal punto di vista ambientale, anche quella era una soluzione che provocava dei danni.
Ritengo assolutamente legittimo che chi non crede nel collegamento europeo, attraverso la velocizzazione del collegamento stesso, dica no al collegamento veloce; non lo chiamo neanche Alta Velocità.
Caro Chiezzi, le bandierine una volta si piantavano quando si arrivava per primi sulle montagne; adesso tu sei arrivato in un posto, hai voluto piantare la tua bandierina, ma per fare questo hai dovuto togliere quelle tre o quattro che c'erano già. Questo non è valido! Non sta nelle regole del gioco. Quindi la tua bandierina, secondo le regole, viene presa e rigettata da dove veniva.
Il collega Salerno ci chiede di riverificare con le Ferrovie dello Stato, alla luce degli aggiornamenti avuti, quello che è lo stato dell'arte.
Personalmente, come ritengo fossero legittimi coloro che dicevano "no" alle autostrade, "no" al tunnel ferroviario del Frejus, "no" all'Alta Velocità, ritengo siano altrettanto legittimi... I funzionari devono stare zitti, altrimenti possono anche uscire! Anche se fanno il tifo, non siamo in curva!) Credo sia altrettanto legittimo che ci sia invece chi crede che il collegamento veloce con il nord, il sud e l'est dell'Europa siano grandi opportunità per una regione che può diventare cardine rispetto a questi collegamenti.
Credo altresì che si debba tenere in considerazione un'altra cosa quanto è bene per il Piemonte è probabile possa nuocere alle popolazioni locali; credo che il danno per queste popolazioni debba essere ridotto il più possibile.
E' impensabile che in questi momenti, così come si usavano nella discussione precedente sulla sopraelevata su Caselle, si pongano come argomentazioni dizioni come "opera faraonica troppo costosa". E' già stato detto in un ordine del giorno della scorsa legislatura molto chiaramente che non importa quanto costerà, ma dovrà provocare meno danno possibile alle popolazioni locali.
Ha ragione il collega Riba quando sostiene che quella di oggi non pu essere una discussione con la quale entrare nel merito della progettazione delle linee di collegamento veloce; non è nostro compito: noi dobbiamo esprimere quelle che sono le volontà o meno di collegamento veloce con il resto dell'Europa. Ad altri, ai tecnici, spetterà il compito di far sì che questo si risolva nel miglior modo possibile e con il minor danno.
Il nostro Gruppo voterà a favore dell'ordine del giorno dei colleghi di Alleanza Nazionale, perché credo che alla luce delle novità emerse vada ripreso in mano il dialogo con le Ferrovie dello Stato, con il Ministero dei Lavori Pubblici, con il Ministero dei Trasporti. Non si può lasciar cadere tutto quanto è stato detto negli anni scorsi; dibattiti che dalla maggioranza di questo Consiglio non mi sembra siano stati stravolti, anche nella pur minima discussione di oggi. Sono state espresse delle volontà; è importante che queste vengano, da parte dell'esecutivo, tradotte in realizzazione attraverso i contatti del caso.
Chiudo in questi termini; l'ordine del giorno di Rifondazione Comunista è chiaramente una bandierina da rigettare, collega Chiezzi. Con il primo capoverso del documento si vede chiaramente che lei, collega, vuol mettere una bandierina che si basa sul presupposto delle illegalità che potrebbero nascere attorno ad una costruzione del genere. Non si può partire da un presupposto del genere; è impensabile che tutte le sue argomentazioni collega Chiezzi, partano dal fatto che se si realizza qualcosa attorno ad esso ci debba essere il losco e l'illegale.
Per questi motivi, letto il primo capoverso del suo ordine del giorno non ho proseguito oltre; e non lo voterò: è il suo modo di fare politica ed io non lo condivido per niente.
In precedenza eravamo d'accordo che, costasse quel che costasse, la sopraelevata di Caselle non avrebbe dovuto essere costruita perché avrebbe procurato danno. Costi quel che costi! Se costava di più, la si sarebbe interrata: ora, con questo ordine del giorno, lei dice esattamente l'opposto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeli.



ANGELI Mario

Grazie, signor Presidente. Vi confesso che mi trovo in difficoltà; non per il tema affrontato, ma per la discussione che stiamo facendo. Molto sovente si discute del nulla; questo quanto stiamo facendo: stiamo discutendo del nulla. I due ordini del giorno presentati sono del tutto inutili; credo sarebbe opportuno ritirarli ed affrontare un ragionamento più approfondito sulle nuove tematiche che stanno avanzando in Europa e all'interno del nostro Paese.
Molto modestamente, credo sia difficile dire "no" all'Alta Velocità se questa va avanti in Europa, perlomeno per la famosa "T": Venezia - Vienna Budapest, Milano - Torino - Lione - Parigi e Verona - Roma - Napoli.
Ulteriore considerazione è se questo tipo di Alta Velocità sarà alla francese oppure sotto forma di velocizzazione del traffico, sia merci sia viaggiatori, punto che maggiormente interessa i nostri porti, per entrare in Europa più velocemente.
Su tutte queste cose, riusciamo tutti assieme a fare il punto della situazione, a verificare come stanno le cose a livello europeo? A verificare quali sono gli interessi della nostra regione? L'Alta Velocità da Genova a Milano non ha alcun senso: 120 km circa e l'Alta Velocità potrebbe far risparmiare al massimo 15 minuti. Il porto di Genova movimenta circa 800 mila container all'anno; la previsione è, entro due anni, di ben 2 milioni di container per i porti liguri, ovvero, oltre a Genova, Savona e La Spezia, che hanno alti fondali. Ci sarà necessità di un terzo valico per poter inviare queste merci verso l'Europa.
Abbiamo parlato, nei giorni scorsi, degli interporti, necessari se c'è merce da movimentare; diversamente è inutile costituire delle società che non serviranno a nulla. Il Piemonte è attraversato dalla Genova-Milano per 52 km; il discorso degli interporti potrebbe essere ragionato in termini completamente diversi, con possibilità di ricaduta occupazionale sul basso Piemonte; zona nella quale, a detta di alcuni interventi di questa mattina in merito alla discussione della situazione dell'ILVA, c'è stata una caduta di occupazione pazzesca.
Anziché discutere se parlare con Tizio, Caio e Sempronio, credo che la Giunta abbia il dovere di sentire tutti quelli che devono essere sentiti dal Ministero, dal nuovo Presidente delle FS, dal Presidente della TAV e da quanti più possano essere sentiti, per avere in futuro, prima in Commissione e poi in Consiglio regionale, una discussione approfondita sull'argomento, in modo da capire che cosa vogliamo fare.
Agendo in questo modo il Consigliere Chiezzi mette una bandierina, il Consigliere Salerno mette un'altra bandierina, a me non interessano le bandierine, a me interessa fare un qualcosa di utile per la nostra Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Non è la prima volta che in questo Consiglio regionale parliamo di Alta Velocità. Da molti anni - più di cinque - chi avesse voglia di documentarsi, prima di parlare, potrebbe trovare lo sviluppo coerente della linea che il Gruppo di Rifondazione Comunista, da quando è nato, ha tenuto su questo tema.
E' uno sviluppo riconoscibile che ha sempre avuto una netta opposizione fin dall'inizio al progetto di Alta Velocità com'era costruito. Se poi qualcuno avesse voglia, anche percorrendo le nostre valli, noterebbe che Rifondazione Comunista, sia come Gruppo sia come forza politica, ha partecipato ed organizzato direttamente convegni contro questa vicenda in accordo con altre Associazioni ambientaliste, Comuni e via dicendo.
Per noi, quindi, l'ordine del giorno che abbiamo presentato non è che una piccola pietra di una costruzione che dura da anni e della quale siamo direttamente responsabili. Se poi qualcuno - come il Consigliere Vindigni scopre di condividere le cose qui scritte, perché magari le ha dette anche lui, allora le voti, non capisco perché conclude non votando, ma la coerenza del collega Vindigni su questo tema vacilla già da tempo...



(Interruzione fuori microfono del Consigliere Vindigni)



CHIEZZI Giuseppe

...vacilla già dal giorno in cui lei ha detto quelle cose che dice di ritrovare anche scritte qui e votò, insieme alla maggioranza straboccante l'altro ordine del giorno e non quello di Rifondazione comunista.
Quindi noi non abbiamo bandierine qui, le uniche bandiere che ci interessano sono quelle dell'Italia e poi la bandiera rossa, ma delle altre bandierine non ce ne importa niente.
Questo ordine del giorno, che ha suscitato tanti nervosismi probabilmente non è la causa di questo nervosismo, la causa di questo nervosismo è il progetto di TAV. Progetto sul quale anche Alleanza Nazionale accede; io non avevo mai colto, almeno in questo Consiglio regionale, da parte di Alleanza Nazionale un'adesione così netta e sicura a questo progetto, ma se sbaglio non voglio fare di questo una polemica politica.
Il nervosismo che avete tutti quanti su un progetto, contro il quale noi ci siamo sempre opposti, può darsi che derivi dal fatto che state capendo, tutti insieme, che questo progetto è irrealizzabile ed è una chimera. Vi state accorgendo che cominciando dall'input europeo sta crollando tutto attorno al progetto di Alta Velocità: è un progetto fasullo.
Noi abbiamo detto, anche quando pareva non fasullo, che era un progetto inutile da un certo punto di vista in poi; almeno da un anno a questa parte abbiamo aggiunto al fasullo anche irrealizzabile, forse già due anni fa abbiamo detto che non ci sarebbero state le risorse né pubbliche né private per realizzarlo.
Il nostro ordine del giorno comunque è lineare per chi ha seguito la formazione delle opinioni e degli ordini del giorno di Rifondazione Comunista.
Consigliere Montabone per quanto riguarda poi l'incipit di questo ordine del giorno non è un presupposto - la prima frase scritta nel documento - è una realtà, descrive una realtà. Lei, Consigliere Montabone dice che leggendo la descrizione di questa realtà gli sono girate le viscere per cui non ha più letto il resto dell'ordine del giorno e vota contro solo per quella frase. Però quella prima frase in quest'aula io l'ho ripetuta quando il Ministro Di Pietro è venuto qui. Non è un presupposto, è una descrizione, la realtà può non piacere, può non piacere che la si descriva, però corrisponde ad una realtà di fatto accertata in base alla quale molti dei grandi investimenti in infrastrutture è stato accertato che non derivavano dalla necessità di quelle infrastrutture, ma derivavano dalla necessità di individuare giganteschi investimenti unitari sui quali è possibile facilmente determinare una politica di tangenti: questa è stata la verità emersa in questi anni. Il sottoscritto disse da questi banchi al Ministro Di Pietro: "Caro Ministro, stia attento, lei ricorda che...". Il nostro ordine del giorno ha un aspetto unitario, perché corrisponde ad uno sviluppo coerente e costituisce un programma di governo tutto intero queste due pagine sono molto di più di quanto la Giunta Ghigo abbia scritto sull'Alta Velocità. Quindi per noi è un programma di governo e, come tale ha certe coerenze e non può essere ritagliato. Noi non vogliamo mettere insieme a Montabone la bandierina in Valle di Susa per fare una cosa, poi andare a Fossano con il Consigliere Riba e tutti insieme andare a cena con i Sindaci del Fossanese a dire che tutti insieme vogliamo la linea Cuneo Fossano.
Noi quelle cose non le facciamo, perché noi in questo ordine del giorno diciamo che, a nostro giudizio, la linea Cuneo-Fossano si fa se fa parte di un progetto che prevede investimenti prioritari, qui e non là.
Noi ringraziamo i colleghi perché approvano questo intendimento, ma non possiamo accedere alla loro richiesta di separare questo ordine del giorno perché per noi è una cosa seria, è una politica che prevede i sì e i no dove vogliamo mettere i soldi e dove non li vogliamo mettere. Questo modo di agire non può sposarsi con una politica che mette i soldi là dove si accende una lampadina: andiamo a Fossano, viva Fossano e così via.
Noi chiediamo che questo ordine del giorno rimanga - poi sentiremo il collega Cavaliere cosa ne pensa in merito - integro. Chi lo approva approva una politica, chi non lo approva farà un'altra politica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Intervengo raramente sulle questioni che non riguardano le Commissioni che seguo per una questione di competenza e conoscenza. Debbo dire, per che l'Alta Velocità è uno dei progetti fondamentali sui quali si va a costruire lo sviluppo del Piemonte.
Complessivamente, però, non mi piace come si sta svolgendo il dibattito questa sera. Non mi piace perché innanzitutto ha una caratterizzazione ideologica e di schieramento che non va nella direzione corretta. Noi non possiamo discutere una questione di così importante rilievo assumendo un atteggiamento di tipo ideologico. Non mi piace perché stiamo discutendo la questione in assenza di quella che è la massima autorità responsabile rispetto a questo tipo di progetto,; mi perdoni, Assessore Masaracchio, ma ritengo che la figura più altamente responsabile su un progetto di così grande rilievo sia inevitabilmente il Presidente della Giunta. Inoltre, non mi piace perché c'è il rischio che poi - come è stato già detto altre volte dal collega Riba - mentre noi stiamo semplicemente nemmeno a fare la cassa di risonanza delle cose che poi vengono discusse, il Presidente della Giunta fa la sua dichiarazione davanti alla televisione; praticamente stiamo discutendo senza avere come referente il Presidente della Giunta.
E' vero che sulla questione dell'Alta Velocità ci sono degli elementi di novità ed è innegabile che questi elementi ci siano. Debbo dire - mi scusi, Consigliere Salerno - che trovo abbastanza strano, un po' superfluo che un Partito di maggioranza dica al Presidente della Giunta e all'Assessore: guardate, c'è un nuovo Direttore delle Ferrovie dello Stato incontriamolo, ecc.; mi sembra che debba essere nella naturalità delle cose. Lo trovo abbastanza superfluo.
Voglio fare una proposta e vediamo se può essere accettata. Mi collego a quanto ha detto il collega Angeli; sposo la sua proposta e la rendo un po' più esplicita. Chiedo che il dibattito venga rinviato e con una proposizione, che deve essere fatta dalla Giunta in prima persona, nella sua figura e nella sua massima espressione, perché sia aggiornato quanto abbiamo discusso dieci mesi fa alla luce dei nuovi elementi che sono in possesso non tanto nostro, ma delle massime autorità che guidano il Piemonte in questo momento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni

Se mi consente, signor Presidente, non entro nel merito del dibattito perché mi parrebbe pleonastico, inutile, sovrabbondante in tutti gli aspetti, anche se potrei essere tirato per il collo dentro agli argomenti per esprimere le mie valutazioni personali, perché indipendentemente dal fatto che ciascuno abbia da assolvere ad una carica, ad una nomina, ad un impegno, per problemi di questa natura, se si è dentro al sociale in termini integrali, si ha anche un'opinione personale.
Io di opinioni personali ne ho sentite tante, ben camuffate dentro ad impostazioni politiche rese note.
Ribadisco soltanto, come se fossero i titoli di un discorso, le cose dello stato dell'arte. Abbiamo fatto un dibattito in Consiglio regionale ed il Consiglio si è espresso a maggioranza.
Nel frattempo, sono stati attivati tutti quegli strumenti che avrebbero potuto rendere concreta l'azione annosa delle altre Giunte, fino ad arrivare a questa, molte volte inconcludente ed inutile, tranne che non si considerino atti concreti le deliberazioni votate, che non sono tanto di più o di meno degli ordini del giorno, quando non ci sono impegni diretti di investimento concreto dell'Amministrazione regionale. A volte la deliberazione è soltanto un ordine del giorno o una presa d'atto, così come molte leggi sul piano delle competenze regionali non sono altro che dei regolamenti su leggi che comunque noi non possiamo avere a disposizione per fare politica diretta e facciamo così una politica di riflesso dalla politica nazionale.
Lo stato dell'arte delle cose è questo: si sono attivati i Comitati che erano previsti, è già stata presentata dalla Giunta in Consiglio - l'avremo in questi giorni perché passerà dalla Commissione competente - la deliberazione della cosiddetta task force che è stata chiesta ufficialmente a conclusione del dibattito, che dovrebbe dare quanto meno l'opportunità alla Regione Piemonte di sopperire al fatto di non fare parte della Commissione intergovernativa.
Avevamo chiesto di far parte della Commissione intergovernativa sollecitando anche la vicina Rhône-Alpes per avere titolo diretto di partecipazione. Ci hanno risposto di no, allora abbiamo trovato i cosiddetti escamotage, quindi i Comitati di concertazione per vedere come risolvere i problemi dei rapporti con i vari Comuni, che non sono tutti Comuni del territorio che l'Alta Velocità dovrebbe attraversare. Ci sono tutti i Comuni della Valle di Susa, ma il problema riguarda il traforo che dovrebbe essere realizzato a pie' o in alto al monte. Si vedrà dalle valutazioni di impatto ambientale; quando il Ministro responsabilmente dice che sarà applicata la regola della legge, dice una cosa che gli è dovuta.
Questo non significa che le valutazioni di impatto ambientale alla fine determineranno una valutazione negativa. Potrebbero anche determinare una valutazione positiva, quindi state sereni perché noi faremo il nostro dovere, ed è dovere del Ministro dell'Ecologia e dell'Ambiente stabilire attraverso il processo che si chiama VIA, come risolvere il problema degli impatti ambientali.
L'altro problema riguarda la Torino-Milano. Qui, il punto nodale molto critico è Chivasso, ma non rappresenta tanto di più quanto del coinvolgimento nel territorio di collegamento con nuovi centri o delle opportunità di spesa per risolvere problemi anche di natura urbanistica che incidono sulle attività delle viabilità e dei trasporti.
C'è poi il Comune di Novara che ha detto ufficialmente in molte occasioni di non essere contro l'Alta Velocità, ma che diverse problematiche si sono presentate per tutta la tratta di Alta Velocità, o comunque di ferrovia che porta il peso dell'Alta Velocità, tali da essere o dentro un percorso o al limite di un altro percorso per abbattere taluni condomini, per evitare che l'impatto sia enorme. C'è anche una nuova proposta, ma non so fino a che punto l'Amministrazione comunale di Novara potrà assumersene l'onere diretto, stravolgendo quanto si è deciso in precedenza, di bypassare del tutto Novara per poi andare verso Milano, e quindi attendere nei decenni a venire che Novara, con il suo Piano Regolatore, abbia i collegamenti utili con l'Alta Velocità. Alta Velocità che non è quella delle persone; quando ci sarà l'Alta Velocità, o quella che noi chiamiamo Alta Velocità solo perché i binari consentono o consentirebbero un'Alta Velocità, avrà nel tempo anche un grande flusso di persone, ma l'Alta Velocità per il momento riguarda le merci. Il problema si incentra dunque per le attività economiche del territorio.
Ricordo ancora che ci troviamo di fronte ad atti amministrativi che valgono quello che possono valere, e a nulla di fatto per quanto riguarda la cantierizzazione dell'Alta Velocità, perché non dipende da noi. Non abbiamo potuto attivare la Conferenza dei servizi, ancorquando il Presidente della Giunta l'abbia chiesto perentoriamente per la fine del mese di ottobre; vedremo se a gennaio potrà essere indetta. Quando ci sarà la Conferenza dei servizi, sapremo quale sarà il destino della realizzazione dell'Alta Velocità. Se all'interno di tutto questo c'è l'interesse forte di dibattere ancora sull'Alta Velocità, avviene indipendentemente dal fatto di non avere titolo di risolvere il problema come autorità della Regione, tranne che non si diventi mallevadori di mille altre situazioni. Se fosse una sola, quella della Valle di Susa, allora noi potremmo assumerci l'impegno di dire che l'Alta Velocità non passa dalla Valle di Susa, ma da Genova, salendo per Alessandria, e che comunque un collegamento fra Torino e Milano ci sarà.
Ma tutti gli altri Comuni potrebbero presentarci mille altre occasioni finora sconosciute, ragion per cui non hanno ancora deliberato l'adesione o sono soltanto due i Comuni che si impongono, con la loro pressione, per determinate risoluzioni che sono anche opportune nel territorio? Sono Chivasso e Novara.
Di fronte a queste cose il dibattito inscenato per dire che il Presidente della Giunta non è accorto, che la Giunta non è preparata, che non sappiamo quali rapporti avere con la TAV o con Italfer, mi pare del tutto fuori dal mondo, in quanto le nostre cose sono tutte esercitate in piena regola.
D'altro canto, non sono mancate le riunioni ufficiali indette dalla Giunta per pervenire ad una risoluzione, nell'incontro che prefigura un accordo. Quindi, non so quale altro tipo di risposta debba o possa dare. Io sto fermo a quanto dibattuto in Consiglio regionale e a quanto in Consiglio regionale votato a larghissima maggioranza per l'attivazione dell'Alta Velocità. L'abbiamo voluta tutti tranne Rifondazione Comunista e i Verdi.
Il testo dell'ordine del giorno del collega Salerno non è che sia fuori dal mondo o contro la Giunta o per sfrugugliare nei confronti dell'Assessore. Il Consigliere Salerno, sapendo che la Conferenza dei servizi non viene attivata, non certo per colpa della Regione, che non sono attivati tutti quei rapporti in quanto noi non siamo dentro alla Conferenza intergovernativa che decide tutte queste cose, sollecita un minimo di presenza per ribadire quanto è stato a larghissima maggioranza votato dal Consiglio regionale. Quindi è un gesto di cortesia e di suffragio nei confronti della Giunta, onde non far pensare che comunque il Consiglio nella sua maggioranza, o in una parte della propria maggioranza, sia sordo a questi problemi.
Il resto è soltanto cercare di stare sempre all'erta sui problemi nel tentativo di attendersi che magari l'Alta Velocità non venga realizzata. Io non ci credo che l'Alta Velocità non venga realizzata: d'altro canto quando a conclusione dell'ordine del giorno presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea, Simonetti e Cavaliere si dice al punto 2) "impegna la Giunta...", va benissimo, ma questo è già nei progetti e nei programmi. Non è che non facendo l'Alta Velocità si attivi tutto ciò: facendo partire l'Alta Velocità si attiva, ma non da parte della Regione bensì dagli investimenti che l'Alta Velocità ha previsto per queste cose.
Non posso essere d'accordo sul primo punto dove dice "accantonare le scelte sin qui adottate rispetto al progetto dell'Alta Velocità nei tratti Torino-Lione, Torino-Milano e Milano-Genova che prevedono l'uso del treno TGV". Questo è fuori da ogni argomento che ha impegnato fin qui la maggioranza di questo Consiglio e quindi tutta la Giunta che dice "sì" all'Alta Velocità.



PRESIDENTE

Mi pare che la proposta del Consigliere Angeli, suffragata anche dal Consigliere Riggio, non sia stata accolta da parte dei Consiglieri proponenti l'ordine del giorno. Per cui mi dispiace, Consigliere Angeli: anch'io ero su questa linea, però vedo che non abbiamo avuto fortuna.
La parola al Consigliere Salerno per dichiarazione di voto.



SALERNO Roberto

Una dichiarazione di voto brevissima. L'ordine del giorno di Alleanza Nazionale non è entrato nel merito del progetto di Alta Velocità perché è già stato superato ampiamente dalla discussione, le scelte sono state fatte non solo a livello nazionale, ma a livello europeo verso il quale noi tendiamo con ogni tipo di sacrificio.
L'ordine del giorno trova stimolo politico in un fatto nuovo che è rappresentato dal ricambio al vertice delle Ferrovie dello Stato dell'Amministratore delegato. Se bruciamo i tempi e arriviamo giusti nella Conferenza dei servizi, la tratta Torino-Milano potrebbe aprire i cantieri nel 1997. Bisogna assolutamente che questo succeda, altrimenti questo ritardo potrebbe essere compromettente al massimo non per un fatto di validità, che non è più in discussione, ma per il fatto che cominciamo ad essere dei chiacchieroni inconcludenti. Quindi, in questa direzione è stato il nostro ordine del giorno.



PRESIDENTE

Mi pare che non ci siano altre dichiarazioni di voto.
Pongo pertanto in votazione l'ordine del giorno n. 325, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte premesso che il Piemonte è da considerarsi la Regione italiana con la più significativa concentrazione di gruppi industriali di dimensione e significato non solo regionale, ma nazionale che attorno a questi grandi gruppi economici si sono ulteriormente sviluppati interi settori produttivi indotti con un'alta presenza di PMI che l'attuale persistente contrazione produttiva costituisce per le citate caratteristiche del comparto piemontese un fenomeno di particolare gravità sia sotto il profilo economico che occupazionale, tale da richiedere interventi ed attenzioni assolutamente prioritarie da parte non solo del governo regionale, ma anche del Governo centrale e di tutte le istituzioni coinvolte in qualsivoglia processo di sviluppo del Paese che in questo scenario socio-economico è da considerarsi di vitale importanza l'attuale processo di sviluppo delle grandi reti di comunicazione ferroviaria ad Alta Velocità sia sotto il profilo occupazionale sia su quello di 'induzione' economica che tuttora il progetto Alta Velocità che ha in Piemonte il più significativo tratto di raccordo tra il nord Europa ed il resto del Paese sta accusando preoccupanti ritardi nella definizione conclusiva del progetto e nella fissazione della riunione della Conferenza conclusiva dei servizi preso atto della recentissima nomina da parte del Ministro dei Trasporti del nuovo Amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato nella persona del dottor Cimoli della rilevanza amministrativa che la citata carica riveste nella strategia operativa delle Ferrovie dello Stato impegna la Giunta regionale del Piemonte a richiedere con grande sollecitudine un incontro con il nuovo Amministratore delegato delle FS allo scopo: di utilmente confrontarne gli intendimenti operativi in riferimento alla realizzazione della tratta ad Alta Velocità piemontese ed alle relative deleghe di incarico ricevute per tale progetto di sollecitare allo stesso, ove ve ne fosse la necessità, un impulso conclusivo e definitivo a tutta la fase progettuale che accusa ormai preoccupanti e gravi ritardi procedurali".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 21 voti favorevoli, 4 contrari e 11 astensioni.
Pongo ora in votazione l'ordine del giorno n. 330, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerato che l'inchiesta che recentemente ha coinvolto l'Amministratore delegato delle FS Lorenzo Necci ha fatto emergere come intorno alla scelta dell'Alta Velocità si sia sviluppato un sistema di clientele e di copertura di interessi che poco hanno a che fare con l'interesse pubblico, e che ha visto la creazione di centinaia di società controllate dalle FS il rapporto annuale della Corte dei Conti francese critica le modalità di costruzione della linea nord del TGV operate dalla SNCF - l'impresa pubblica che gestisce le ferrovie statali francesi - ed in particolare il fatto che il traffico interno sulla linea in questione sia stato nel 1994 inferiore del 50% rispetto alle previsioni della SNCF, la quale ha inoltre diviso per tre le previsioni del traffico sotto la Manica nel 1997 (6,2 milioni di passeggeri invece dei 18,2 previsti al momento di avvio dei lavori) la Corte accusa la SNCF di aver coscientemente sovrastimato le previsioni di traffico per poter giustificare l'enorme investimento la SNCF e le Regioni interessate hanno abbandonato il progetto di una nuova linea ad Alta Velocità basata sull'utilizzo del TGV nel tratto Parigi Strasburgo ed optato per una modernizzazione e velocizzazione della linea che usa la tecnologia pendolare (come il Pendolino italiano), in quanto più adatta alle caratteristiche morfologiche del terreno questa scelta si inserisce all'interno di un più generale ripensamento da parte dell'Ente ferroviario nazionale francese a proposito del TGV e ad una rivalutazione della tecnologia pendolare scelte analoghe sono state già espresse da altri Paesi europei (Gran Bretagna, Portogallo, ecc.) tutti questi fatti dimostrano quanto sia stato pretestuoso il dibattito sviluppatosi nel nostro Paese e nel nostro Consiglio regionale a partire dall'assunto che l'unico modo per essere moderni e per velocizzare le linee di trasporto ferroviario sia puntare esclusivamente sull'utilizzo della tecnologia TGV, nettamente più costosa e negativa in termini di impatto ambientale i fatti dimostrano invece che sono possibili scelte diverse economicamente più vantaggiose ed ecologicamente più compatibili, per velocizzare il trasporto su rotaia, e che per le caratteristiche del nostro territorio la scelta della teconologia pendolare è di gran lunga più efficace rispetto allo scopo di migliorare il servizio; in particolare, la tecnologia pendolare che è nata e si è sviluppata nel nostro Paese e che inspiegabilmente, non viene sufficientemente valorizzata la scelta della tecnologia pendolare va anche incontro alle esigenze espresse dalle comunità locali - in particolare quelle della Valle di Susa e renderebbe superflua quell'opera faraonica che è il tunnel di 54 km sotto le Alpi impegna la Giunta regionale ad accantonare le scelte sin qui adottate rispetto al progetto dell'Alta Velocità nei tratti Torino-Lione, Torino-Milano e Milano-Genova che prevedono l'uso del treno TGV ad approntare, per l'ammodernamento e la velocizzazione di questi tratti nuovi progetti basati sull'uso della tecnologia pendolare, più economica e di minor impatto ambientale, nonché più consona alle esigenze espresse dalle popolazioni a prevedere, oltre al potenziamento della Cuneo-Ventimiglia e del raddoppio della Cuneo-Fossano, il potenziamento del collegamento tra Cuneo e il Piemonte sud con la Lombardia attraverso la linea Cuneo Cavallermaggiore - Mortara - Milano ad attivarsi per potenziare la linea Novara-Domodossola, per migliorare i collegamenti con la Svizzera ad elaborare contestualmente progetti di ammodernamento dell'intero sistema dei trasporti ferroviari piemontesi, con particolare attenzione per le tratte a forte traffico pendolare".
E' stato richiesto l'appello nominale.
Si proceda pertanto alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI' 5 Consiglieri hanno risposto NO 30 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'ordine del giorno è respinto.


Argomento: Linee elettriche

Esame ordine del giorno n. 82 relativo alla soluzione ENEL per il progetto dell'elettrodotto a 380 Kw (Moncenisio-Piossasco) - Necessità di verificarne i potenziali danni alla salute


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 82 presentato dai Consiglieri Rosso, Cavaliere, Spagnuolo, Chiezzi, Saitta e Marengo, di cui al punto 27) all'o.d.g., il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte premesso che l'ENEL S.p.A. ha presentato una nuova soluzione progettuale per l'elettrodotto a 380 Kw che dovrebbe collegare le stazioni elettriche tra Moncenisio e Piossasco tale elettrodotto dovrebbe interessare i Comuni di Moncenisio, Venaus Novalesa, Mompantero, Bussoleno, Chianocco, Bruzolo, Condove, Sant'Antonino di Susa, Vaie, Chiusa di S. Michele, Valgioie, Giaveno, Avigliana, Trana e Piossasco constatato che quest'opera comporterebbe grave danno paesaggistico ambientale derivante dalla presenza di tralicci di notevoli dimensioni e relative tesate, in località di rilevante interesse che la zona della Valle di Susa, con caratteristiche geomorfologiche particolari, già è interessata da opere pubbliche che ne hanno compromesso l'equilibrio (autostrada) e progetti altrettanto discutibili (Alta Velocità) che sono stati scientificamente accertati preoccupanti danni alla salute delle popolazioni interessate procurati dall'esposizione ai campi magnetici delle linee ad alta tensione considerato che la Regione Piemonte, in relazione al passato progetto, aveva già evidenziato l'insufficienza della documentazione progettuale presentata dall'ENEL e che tale insufficienza è ancora presente non esiste una rappresentazione generale circa il quadro di coordinamento e di trasporto di energia elettrica tra le regioni transalpine e soprattutto non è definito rispetto allo scenario piemontese un quadro globale delle infrastrutture di trasporto dell'energia, allo stato di fatto o in programmazione a breve e lungo periodo esprime la necessità che vengono verificati i pericoli di danni alla salute delle popolazioni interessate e richiede che vengano sospese tutte le determinazioni in merito in attesa di tali approfondimenti".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 13 voti favorevoli e 21 astensioni.


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Esame ordine del giorno n. 307 relativo alla legge finanziaria 1997 - Tagli consistenti dei trasferimenti pubblici alle Regioni


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 307 presentato dai Consiglieri Rosso, Farassino, Dutto e Bellingeri, di cui al punto 28) dell'o.d.g.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte premesso che: la legge finanziaria 1997 allo studio del Governo Prodi prevede tagli consistenti dei trasferimenti pubblici alle Regioni il cosiddetto 'federalismo fiscale' proposto si sostanzia essenzialmente per le Regioni, in un'audizione IRPEF dell'1% e per l'introduzione dell'IPAR o IREP (il nome definitivo è ancora incerto), imposta destinata ad assorbire: tassa della salute, ICIAP e contributi sanitari il Piemonte, nonostante la grave crisi economica in atto, occupa la seconda posizione nella 'speciale' classifica nazionale delle Regioni produttrici di gettito fiscale i trasferimenti pubblici alla nostra regione si caratterizzano per un sostanziale e congruo squilibrio negativo a fronte delle imposte versate dai piemontesi nelle casse dello Stato impegna il Presidente della Giunta regionale del Piemonte ad attivarsi nei confronti del Governo affinché la legge finanziaria per l'anno 1997 non comporti per la nostra Regione, già ampiamente penalizzata, un'ulteriore riduzione delle risorse finanziarie disponibili allo sviluppo economico occupazionale, in favore di politiche nazionali assistenzialiste improduttive e demagogiche".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 21 voti favorevoli e 11 astensioni.


Argomento: Informazione

Esame ordini del giorno n. 342 relativo alla diffusione delle informazioni delle attività del Consiglio regionale alla RAI e n. 353 relativo alla Convenzione RAI-Regioni


PRESIDENTE

Passiamo all'esame degli ordini del giorno n. 342 presentato dai Consiglieri Cavaliere e Ferraris e n. 353 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti, di cui al punto 29) dell'o.d.g.
In merito all'informazione RAI posso dire che per quanto concerne il programma Dalle 20 alle 20, che è un programma pentasettimanale, tre di queste trasmissioni comportano argomenti di carattere nazionale e sono quindi gestiti dalla struttura centrale di Roma, mentre le altre due trasmissioni sono invece di competenza regionale e vengono gestite dalle strutture periferiche della RAI. Su questo c'è stato un pronunciamento da parte dei Consigli regionali e un'assicurazione da parte del Direttore del TGR, Rizzo Nervo, il quale, sulla base anche di tante considerazioni e di tante proteste che sono venute dall'interno della RAI e da parte del Consiglio regionale del Piemonte, ha assicurato che lo spazio denominato Dalle 20 alle 20 per due giorni settimanali sarà gestito autonomamente dalle sedi regionali periferiche con giornalisti e strutture delle sedi regionali periferiche, sulla base delle indicazioni che i Consigli e il sistema complessivo delle Regioni e delle autonomie vorrà indicare. Per cui in parte questo è stato superato.
Se valgono ancora gli ordini del giorno, li pongo in votazione.
La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

L'ordine del giorno, almeno quello a mia firma, non è più valido perch faceva riferimento a quel precedente accordo RAI-Regioni che affidava la gestione del programma ad una struttura esterna della RAI e la prerogativa alle Giunte. Se dava la prerogativa alle Giunte, questa prerogativa rimane?



PRESIDENTE

Rimane in parte: per due giorni alla settimana.



CAVALIERE Pasquale

Allora l'ordine del giorno ha ancora senso.



PRESIDENTE

Pongo dunque in votazione l'ordine del giorno n. 342 presentato dai Consiglieri Cavaliere e Ferraris, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte nel considerare fondamentale ed importante che si sviluppi una diffusa informazione delle attività del Consiglio regionale e che il servizio radiotelevisivo pubblico (RAI) debba svolgere in questo senso un ruolo decisivo constatato che la recente convenzione tra le Regioni e la RAI, per attivare un servizio di informazione sulle attività delle Regioni, non parrebbe adeguata ai livelli di informazione necessaria e non garantirebbe la pluralità del Consiglio regionale auspica una riconsiderazione di tale convenzione in modo che venga favorita la massima pluralità e promossa l'informazione sull'attività legislativa del Consiglio regionale con l'intento di avvicinare i cittadini alle attività dell'istituzione Regione".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
Pongo ora in votazione l'ordine del giorno n. 353 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerato che la convenzione siglata fra la RAI ed il Cinsedo (Centro interregionale studi e documentazione, organismo della Conferenza dei Presidenti delle Regioni) per la messa in onda del programma 'Dalle 20 alle 20' è stata parzialmente sospesa in seguito alle pressioni dei sindacati interni dei giornalisti, poiché la seconda parte della trasmissione, quella appunto sospesa, sarebbe materialmente controllata dalle Regioni e non dalle redazioni regionali della RAI tale controllo è oltretutto esercitato non dalla collegialità dei Consigli, bensì dalle Giunte regionali, espressione della maggioranza in merito alla convenzione tra la RAI e la Regione Piemonte sono state espresse dalla Giunta regionale, in tempi successivi, posizioni radicalmente diverse ritenuto inopportuno dilatare a dismisura il ruolo della Conferenza dei Presidenti delle Regioni ricordando che è unanimemente riconosciuta la necessità di migliorare il rapporto tra istituzioni e cittadini anche offrendo un qualificato servizio informativo sulla vita istituzionale e politica delle Regioni attraverso il servizio pubblico, con la garanzia di mantenere le responsabilità dell'informazione ai giornalisti RAI impegna la Giunta regionale a comunicare al Consiglio la propria posizione rispetto alla convenzione e al programma televisivo in oggetto a proporre una ridefinizione della convenzione tale da garantire un'informazione giornalistica RAI corretta sull'attività di tutte le forze politiche operanti nei Consigli regionali".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame ordine del giorno n. 347 relativo alle determinazioni sui rifiuti radioattivi


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 347 presentato dai Consiglieri Griffini, Bertoli, Suino, Manica, Saitta, Spagnuolo, Galli, Ferrero Racchelli, Dutto, Leo, Burzi, Riggio, Salerno, Bortolin, Moro, Rubatto Rossi e Casari, di cui al punto 30) all'o.d.g.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Premessa.
Il Piano Energetico Nazionale del 1988, nel confermare l'abbandono del Progetto Unificato Nucleare unitamente ad una sospensione per cinque anni di nuove realizzazioni nucleari, precisava che le attività relative al ciclo del combustibile nucleare venivano private di qualsiasi prospettiva di sviluppo, ma evidenziava nel contempo 'l'esigenza di un'attività di proporzioni non trascurabili legata al condizionamento e alla sistemazione delle scorie radioattive derivanti dalle pregresse attività produttive e sperimentali svolte in particolare nei centri ENEA e di iniziative per la soluzione dei problemi connessi al trattamento e smaltimento dei rifiuti a bassa e media attività che continueranno ad essere prodotti da attività non energetiche'.
Nel contempo si confermava la decisione di 'affidare ad un unico centro di controllo' quei compiti relativi alla radioprotezione e al trattamento e condizionamento dei rifiuti radioattivi e, più in generale, le azioni relative allo smantellamento degli impianti esistenti, come confermato oggi dal DL n. 230/95 che pone in capo all'ANPA quelle competenze già della DISP ENEA.
Il 26/7/1990 il CIPE approvava il Piano quinquennale dell'ENEA dove, al paragrafo 3.1, si affermava che 'caduta per il momento la possibilità di realizzare in Italia un impianto industriale per il ritrattamento del combustibile nucleare proveniente dalle centrali in esercizio, si pone con urgenza per l'ENEA l'esigenza di procedere al condizionamento e alla sistemazione delle scorie radioattive derivanti dalle pregresse attività produttive e sperimentali nei propri centri di Saluggia, Trisaia e Casaccia e di definire e porre in atto un programma di declassamento e di chiusura degli impianti esistenti (EUREX e ITREC). Mentre il trattamento di rifiuti liquidi e solidi a media e bassa attività, che sarà basato su processi tecnologie ed impianti definiti, non pone particolari problemi, per i rifiuti liquidi ad alta attività l'urgenza di trovare una soluzione specifica deriva dalla cancellazione di ipotesi di impianti industriali nel cui ambito sarebbero state trattate anche le quantità relativamente piccole prodotte dalle ricerche ENEA'.
Il quadro complessivo della situazione dei rifiuti detenuti dall'ENEA e delle azioni in corso per la loro sistemazione è descritto nei documenti del Programma triennale vigente (1993/1995), approvato dal CIPE nel novembre 1993; in particolare, al paragrafo 2.3.2.6, è descritto l'insieme delle azioni programmate dall'ENEA per la gestione dei rifiuti custoditi nei suoi centri e per lo smantellamento dei propri impianti ed è indicata anche una stima dei costi associati. Al paragrafo 6.3, inoltre, si evidenzia che le risorse finanziarie necessarie per portare a termine le attività esposte nel paragrafo 2.3.2.6 non sono reperibili nell'ambito del contributo ordinario dello Stato, nell'importo attualmente previsto, per cui si rende necessario o uno stanziamento mirato a questa specifica motivazione o l'inserimento dell'argomento sistemazione rifiuti radioattivi tra quelli in oggetto di un Accordo di programma, da realizzarsi con il Ministero dell'Industria sui temi del nucleare da fissione e con il Ministero dell'Ambiente.
Elementi più puntuali sono forniti nei corrispondenti documenti di Piano annuale. In particolare, il Piano annuale 1993 individua al paragrafo 1.2 le azioni prioritarie che l'ENEA comunque assicura, ma espone altresì le limitazioni sulle attività possibili che derivano dalle ridotte risorse finanziarie assegnate all'Ente.
Infatti, in applicazione dell'art. 5, punto 6), della legge di riforma del 1991, che ha limitato il contributo ordinario dello Stato all'ENEA alla copertura delle sole spese di funzionamento, si sarebbe dovuto, a partire dal 1994, provvedere al finanziamento delle attività programmatiche attraverso apposite norme di legge, peraltro ad oggi non ancora definite unitamente alla stipula di Accordi di programma tra ENEA e Ministeri individuati dalla stessa legge di riforma (art. 2, comma secondo) come strumento di finalizzazione e finanziamento dell'attività dell'Ente.
Successivamente con la proposta di Piano triennale 1996/1998, l'ENEA individua le azioni da avviare per la disattivazione degli impianti, per il trattamento dei rifiuti liquidi a bassa ed alta attività, per la cessione dei materiali nucleari e per l'approntamento di 'strutture di stoccaggio e deposito per i materiali nucleari non alienabili in attesa di una loro sistemazione in apposito sito nazionale'.
Pertanto considerato quanto rappresentato in narrativa in ordine alle determinazioni programmatiche dell'ENEA e ai necessari interventi conseguenti, di stretta competenza governativa, finalizzati a risolvere, in modo definitivo e in termini di assoluta sicurezza, il problema del trattamento e del confinamento dei rifiuti radioattivi e degli elementi di combustibile irraggiato proveniente dalle pregresse attività nucleari italiane atteso che la legge di riforma dell'ENEA, n. 282/91, prevede la possibilità di stipulare Accordi di programma con i Ministeri competenti per l'espletamento di quelle attività in cui rientrano anche gli interventi che attengono agli impianti nucleari, alla radioprotezione, alle salvaguardie da applicare alle materie fissili e speciali e a quant'altro ricompreso nell'argomento di cui trattasi, anche prevedendo il finanziamento di programmi di ricerca con appositi provvedimenti legislativi verificato che l'ENEA sta avviando alcune iniziative e trattative internazionali per il trasferimento all'estero degli elementi di combustibile già di provenienza estera, mentre per gli altri elementi è previsto lo stoccaggio provvisorio a secco presso gli attuali impianti e il successivo trasferimento al sito nazionale di raccolta quando sarà individuato considerato che per l'individuazione del sito nazionale di smaltimento dei rifiuti radioattivi l'ENEA ha attivato una specifica 'task force' interdipartimentale per le analisi e ricerche propedeutiche alla qualificazione dei siti possibili il Consiglio regionale del Piemonte evidenzia come il 'parco nucleare' piemontese costituito dal triangolo dei Comuni di Trino (VC), Saluggia (VC) e Bosco Marengo (AL) debba essere oggetto di uno specifico piano di settore, mirato alla progressiva disattivazione degli impianti del ciclo del combustibile, alla messa in sicurezza delle materie risultanti dalle operazioni di decommissioning e al loro definitivo allontanamento, per ragioni di tutela generale e in base ai principi di radioprotezione e sicurezza sanciti dal DL n. 230/95 come per gli impianti del Comprensorio nucleare di Saluggia, con ci intendendo le attività di stoccaggio presenti presso gli impianti EUREX dell'ENEA e Avogadro della FIAT Aviazione, debba essere prevista la revoca della licenza di esercizio, unitamente alla progettazione delle misure finalizzate alla disattivazione degli impianti e all'allontanamento dei rifiuti radioattivi e degli elementi di combustibile irraggiato, in attesa dell'individuazione del sito nazionale sottolinea la necessità che l'ANPA vigili sullo stato degli impianti e che il Ministero dell'Industria, insieme all'Agenzia nazionale, non autorizzi completamenti di attività e nuove attività di trattamento e/o stoccaggio provvisorio o definitivo, rispetto a quelle attualmente esercitate presso gli impianti situati nei tre Comuni sopra citati chiede che l'ENEA, previa verifica dell'ANPA, stipuli con i Ministeri dell'Industria e dell'Ambiente uno specifico Accordo di programma finalizzato a definire modalità, strumenti e risorse finanziarie necessarie per la disattivazione progressiva e totale degli impianti e dei depositi di materie nucleari, rifiuti ed elementi di combustibile fresco ed irraggiato localizzati presso l'ENEA a Saluggia e la FN a Bosco Marengo, garantendo modalità operazionali ed interventi caratterizzati da massima sicurezza ed allineati alle norme unificate europee che il Governo provveda urgentemente ad individuare il sito o i siti dedicati al confinamento definitivo, in condizioni di massima sicurezza dei rifiuti radioattivi di seconda e terza categoria e degli elementi di combustibile provenienti dalle pregresse attività nucleari italiane che Governo e Parlamento si impegnino nella definizione di specifici provvedimenti legislativi per il reperimento, in via prioritaria, delle necessarie risorse finanziarie impegna la Giunta a comunicare agli Enti, agli operatori e alle Amministrazioni centrali competenti le presenti determinazioni e a promuovere le azioni necessarie al perseguimento degli obiettivi in esse contenuti, anche avvalendosi, ove occorresse, dei servizi delle Agenzie per l'Ambiente, nazionale e regionale, nel quadro degli accordi convenzionali in essere e di quelli in via di perfezionamento".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.


Argomento: Agricoltura: argomenti non sopra specificati

Esame ordine del giorno n. 359 relativo all'importazione di riso dall'Egitto


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'ordine del giorno n. 359, presentato dai Consiglieri Dutto, Rosso e Bellingeri, di cui al punto 32) dell'o.d.g.
La parola al Consigliere Rosso per l'illustrazione.



ROSSO Roberto

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, desidero brevemente chiarire i motivi per i quali abbiamo presentato questo ordine del giorno.
Abbiamo preso spunto da una richiesta dell'Egitto di aumentare l'attuale contingente annuo da 32.000 tonnellate di esportazione a 475.000 tonnellate, a beneficio di dazio zero, di importazione in Europa.
Il problema è che la risicoltura di tutta la Val Padana è un settore già in crisi e se questa richiesta dell'Egitto fosse accolta, subirebbe un altro colpo notevole e metterebbe ulteriormente in crisi i produttori più di quanto non siano attualmente.



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte premesso che: siamo a conoscenza della richiesta avanzata dall'Egitto, nell'ambito della commercializzazione e della promozione delle vendite all'estero di alcuni prodotti agricoli (frutticoltura, ortocoltura, cereali), tra cui principalmente il riso, richiesta mirante ad ottenere l'aumento dell'attuale contingente annuo di riso da 32.000 tonnellate a 475.000 tonnellate con il beneficio a dazio zero il settore Riso, già gravemente danneggiato dagli accordi GATT, e le continue concessioni che la Commissione Europea accorda ai Paesi terzi (come l'Egitto produttore di riso di tipo Japonica già ampiamente eccedentario in Comunità), richiederà un forte dispendio di energia e di denaro per attuare il ricorso all'intervento il 60% delle importazioni di riso in Comunità gode ormai, a vario titolo di agevolazioni tariffarie e che oltre il 40% del totale importato entra a dazio zero ritenendo che: quest'ultima concessione, sia per 475.000 tonnellate che per 32.000 o per qualunque altro quantitativo di riso, rappresenti un ulteriore terribile colpo per mettere in ginocchio uno dei primari settori produttivi della Val Padana impegna il Presidente della Giunta regionale del Piemonte ad attivarsi presso il Governo invitando di Commissario Europeo competente ad opporsi fermamente a qualunque trattativa mirante a concedere qualsivoglia ulteriore agevolazione per l'importazione di riso in Comunità in quanto il settore è ormai al collasso".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 28 voti favorevoli e 4 astensioni.


Argomento: Istituti Pubblici di Assistenza e beneficenza - II. PP. A. B.

Esame ordine del giorno n. 313 relativo al declino socio-economico della montagna piemontese


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 313 presentato dai Consiglieri Vaglio, Botta, Toselli, Montabone e Ghiglia, di cui al punto 33) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Riba; ne ha facoltà.



RIBA Lido

Opino, colleghi, nel senso che se si vuole discutere nel merito di questa situazione allora abbiate pazienza, ma l'Assessore stesso, essendo membro della Giunta, può motivare una discussione che parta dalla Commissione. Sono argomenti che possono essere condivisi benissimo dalla Commissione e dal Consiglio ove si faccia luogo ad un ragionamento che collochi le ragioni, i contributi e le valutazioni di tutti. Il documento se si vuole, noi lo votiamo, ma messo così mi sembra del tutto pleonastico.
Messo così è superficiale, perché le politiche della montagna non si risolvono certo con quei 150 o 200 miliardi, e vedo che l'Assessore Vaglio è d'accordo.
Sono perplesso sull'inseguimento di questi ordini del giorno che alla fine non esprimono concretamente le nostre politiche. Mi sembra particolarmente riduttivo che questi territori rischino il tracollo perch non ci sono i soldi o perché, come direbbe ad esempio il Polo, invece i soldi ci sono, così come i trasferimenti assistenziali, ma non ci sono le energie imprenditive.
Se vogliamo discutere, sarei per non sacrificare tale argomento in quattro righe di un ordine del giorno, che andrà a finire sicuramente in una sede di valutazione assolutamente esigua quanto è l'argomentazione proposta.
Io suggerirei di ritirare il documento e di fare una discussione in Commissione o in Consiglio. Se, viceversa, viene mantenuto, ovviamente lo votiamo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore al coordinamento politiche per la montagna

Ringrazio il collega Riba per l'intervento estremamente competente saggio e pacato. Devo dire che questo nostro ordine del giorno è stato presentato l'1 ottobre, quando esisteva - e tuttora sussiste - un grande allarme per una grave dimenticanza da parte degli estensori della finanziaria, in ordine al finanziamento della legge n. 97, in ordine alla soppressione della possibilità dei Comuni al di sotto dei 5.000 abitanti di accedere alla Cassa Depositi e Prestiti, come in passato; esisteva ed esiste un allarme - e ieri l'episodio di Cuneo ha dimostrato ampiamente per la Tesoreria Unica.
Non lo ritengo un ordine del giorno approssimativo, ma necessario per sottolineare un disagio, un'apprensione dovuta al timore che le politiche nazionali per la montagna siano disattese. Vuole solo essere un richiamo molto pacato e responsabile, così come lo è stato l'intervento del Presidente della III Commissione, Riba.
E' per questo che non credo - Consigliere Riba - sia il caso di ritirarlo, ma sia invece il caso di sottoscriverlo tutti, di mandarlo a Roma a segnalare all'Intergruppo montagna del Parlamento che qualche Regione ancora lo sostiene.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Grazie, Presidente. Sono d'accordo su quanto ha affermato poc'anzi il Presidente della III Commissione. Non si può relegare ad una generica discussione, senza entrare nel merito della questione montagna. Anche perché in questi sedici mesi la Giunta regionale non ha privilegiato tale discorso. Noi, che tutti i giorni siamo in collegamento con le popolazioni delle zone svantaggiate del Piemonte, sentiamo continuamente critiche e possiamo anche dire che la qualità della vita in questi mesi è peggiorata.
Un argomento così importante non può essere non discusso ed approvato genericamente.
Mi associo, quindi, a quanto ha detto il collega Riba e ritengo che ben altra dovrebbe essere la discussione su questo argomento.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, pongo in votazione l'ordine del giorno il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte ricordato lo stato di grave declino socio-economico della montagna piemontese ove solo più le Amministrazione comunali e le Comunità montane si oppongono con qualche successo, sebbene con mezzi finanziari insufficienti, al degrado ambientale e alla crisi economica conseguente allo spopolamento di quelle aree ricordata inoltre la pressante necessità di intervento nelle zone montane per ripristinare l'equilibrio idrogeologico-forestale al fine di ridurre i rischi di alluvione nei fondivalle e nelle pianure sottolineato che le politiche regionali per lo sviluppo dell'economia montana da sole non possono bastare alla soluzione di problemi strutturali considerata l'entità del taglio ai trasferimenti agli Enti locali prevista dalla manovra finanziaria per il 1997 approvata dal Consiglio dei Ministri il 27/9/1996 considerato inoltre che a tutt'oggi non si ha certezza circa il rifinanziamento della legge 31/1/1994, n. 97 'Nuove disposizioni per le zone montane' richiedono con forza che la manovra finanziaria 1997 non preveda riduzione dei trasferimenti a Comuni o Comunità montane richiedono inoltre che la manovra stessa preveda per il 1997 un finanziamento della legge n.
97/94 di importo non inferiore a quello previsto per il 1996 incarica il Presidente del Consiglio ed il Presidente della Giunta di intervenire presso le Presidenze dei due rami del Parlamento e la Presidenza del Consiglio dei Ministri per segnalare la contrarietà del Consiglio regionale del Piemonte a manovre che penalizzano gli enti montani".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 31 voti favorevoli e 1 astensione.


Argomento: Spettacoli: teatro, musica, cinema, danza

Esame ordine del giorno n. 354 relativo alla pubblicità nel foyer del Teatro Stabile


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 354, presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti, di cui al punto 34) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Dato che abbiamo sollevato dei problemi, chiedo se ci sono delle risposte agli stessi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore alla cultura ed istruzione

Anch'io penso sia una variante, comunque sono sempre disponibile, come è stranoto, al dialogo a qualsiasi livello. Mi sono informato personalmente: pare che i volantini fossero stati messi in un bar vicino e che gli avventori, andando a teatro... Questa è la versione che mi è stata fornita. Io non ho assistito a quello spettacolo di teatro, potrei impegnarmi ad andare a più spettacoli di teatro possibile e verificare...
Non ho altri modi per verificare. Si sa che io ho sempre difeso in tutte le sedi la libertà di espressione, prendendo un "sacco di botte" anche per questo e nel contempo ritengo non ci sia un'attività di vigilanza della Giunta possibile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Al di là delle battute e dell'atmosfera da fine del pic-nic che si è instaurato in questo Consiglio - lasciatemelo dire; per colpa anche mia che già due ore fa dicevo che ero "in flebo" dopo una giornata di interrogazioni e ordini del giorno...



PRESIDENTE

Io, purtroppo, del pic-nic non me ne sono accorto!



GHIGLIA Agostino

Neanch'io, perché essendo a dieta non avrei comunque potuto parteciparvi! Devo dire che di fronte alla volgarità e alla violenza di questo ordine del giorno non è possibile non reagire. Essendo un ordine del giorno in cui viene menzionata una persona, forse sarebbe il caso di optare per una seduta segreta; non si possono attaccare in questo modo, pubblicamente, dei singoli. Credo sia uno dei casi in cui sia possibile richiedere la seduta segreta - sarà il Presidente a decidere su questa eventualità.
La volgarità, la villania, la faziosità, l'ottusità, la stupidità l'arroganza, di questo ordine del giorno travalica, supera ogni confine e limite accettabile, di buon gusto, di dibattito politico, di bôn ton, di rapporto addirittura interpersonale: cosa sulla quale non si deve mai transigere, soprattutto all'interno di quest'aula. Chi dimostra un livello culturale e di educazione personale e politica così basso da presentare ordini del giorno di livello così sub-politico, puramente e volgarmente provocatorio, a mio avviso dovrebbe almeno avere l'educazione di chiedere una seduta segreta per rispetto alle persone che vengono menzionate in tale ordine del giorno.
Ordine del giorno nel quale, peraltro, si fanno una serie di considerazioni assolutamente false, gratuite, tendenziose ed inaccettabili.
Chi ha detto che nel foyer del teatro erano in distribuzione i cartoncini? Attenzione, sulle parole non si scherza: sono pietre. I cartoncini sono "in distribuzione" nel momento in cui qualcuno, materialmente, li distribuisce diversamente, occorre scrivere - forse i colleghi di Rifondazione Comunista dovrebbero fare un po' più di attenzione alle forme - che erano in esposizione. Distribuire significa altra cosa; forse vi siete confusi con qualche volantinaggio di fronte a qualche ente presso il quale li praticate; distribuire ed esporre sono verbi diversi, con significati diversi. La vostra è un'affermazione assolutamente fasulla: nel foyer del teatro nessuno distribuiva nulla, tanto meno i cartoncini di un convegno.
Il fatto che ci sia una candidatura sponsorizzata da Alleanza Nazionale mi fa dire, con orgoglio, che noi rivendichiamo, per l'antico principio dello spoil-system che ho citato nella prima seduta di questo Consiglio regionale, la trasparenza delle nostre scelte quando candidiamo delle persone, avendo il coraggio di indicare l'area culturale e politica di appartenenza e non nascondendole dietro un'anonima autocandidatura, che poi peraltro - deriva comunque da accordi politici legittimissimi contrattazione politiche, altrettanto legittime, ma che non hanno nulla di "auto", ma tutto di "candidatura", condivisa poi con i metodi legittimi che il voto democratico, in un'aula, in un consesso, richiedono.
E' singolare che si trovi un nesso tra un nomina e un cartoncino; fatto abbastanza risibile, caso mai non bastassero tutti gli aggettivi che ho usato prima: "è evidente il nesso tra la neo nomina della Lamberti..." neanche usare un "signora" o "signorina"...! Capisco che lo stile l'educazione, il bon ton non appartengono a tutti, ma insomma! Qualche regola di civile convivenza occorrerebbe anche impararla. C'è una scuola dell'obbligo che dura otto anni: qualcosa si dovrebbe pure imparare "membro del Consiglio di amministrazione del teatro e l'apparizione nel foyer del cartoncino informativo della Lamberti Presidente di Excalibur..." dizione che poi, tra l'altro (non so chi l'abbia steso) abbastanza confusa nella formulazione.
Personalmente, non riesco a vedere alcun nesso tra una persona umana ed un pezzo di carta, ma nella fantasia cripto-comunista di Rifondazione probabilmente anche questa frase è piena di significati che a me, per fortuna, rimangono reconditi.
Devo anche dire che se anche i cartoncini pubblicizzanti un convegno culturale com'è scritto dopo, "Sul fascista Bottai", fossero stati esposti in qualunque teatro, cosa non vera peraltro, ma anche fosse vero, non mi sarei assolutamente scandalizzato, come non mi scandalizzo quando vado in un qualunque teatro e trovo una qualsiasi pubblicità di un avvenimento culturale. Se ci fosse stato - che ne so? - l'abbraccio tra Bertinotti e il boia Fidel Castro in un avvenimento culturale o teatrale non mi sarei scandalizzato di trovare questa pièce esposta in un teatro, perché avrei visto nel teatro la degna casa dove una pantomima grottesca si sarebbe potuta realizzare. Ma non mi sarei scandalizzato, perché per me la cultura è cultura e quindi merita di essere diffusa in tutti gli ambienti.
Vado a concludere, perché io sono sempre rispettoso dei tempi e dell'educazione, a differenza di altri. E sull'educazione, noi di Alleanza Nazionale non siamo disposti a transigere. "...Un'iniziativa personale": il tutto parte, ovviamente, da affermazioni false, che voi dovete dimostrare.
E' impossibile che il nome di qualsiasi cittadino venga irriso, buttato sulla pubblica piazza e venga infangato sulla base di illazioni faziose.
Questo è indegno di un convivere civile. "...Chi abbia deciso...": non lo so, perché nessuno li ha collocati; "...esprimere... indignazione per l'utilizzo di una struttura pubblica...": esprimere indignazione, a chi? A colui che è andato a teatro, che di certo non sa se ci sono i cartoncini dell'Excalibur piuttosto che del Circolo Gramsci? Non credo sia il caso.
"...A richiedere le dimissioni della neo Consigliera evidentemente inadatta a ricoprire un ruolo finalizzato al conseguimento dell'interesse pubblico".
Ecco che finalmente, anche qui, viene fuori nella sua espressione massima e più completa tutta l'ottusità mentale della sinistra comunista. Uno non è inadatto perché ha provato di esserlo sul campo, perché ha dimostrato di non saper amministrare, perché ha dimostrato di non essere all'altezza dei doveri imposti da una carica, ma inadatto in quanto fa parte di un'altra fazione, in quanto è il nemico. Questa è la vecchia concezione adottata grazie al cielo, in epoche ormai uccise dalla storia, dai commissari del popolo, non certo del vivere civile in un Consiglio regionale democratico e democraticamente eletto dove, con trasparenza, le persone vengono elette a rappresentare la Regione in tutti i consessi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Credo che l'educazione, la qualità, lo stile dell'intervento del Consigliere Ghiglia si commenti da solo, e dimostra quanto noi spesso affermiamo come al di là del tentativo camaleontico di trasformarsi, lo stile continua a ricollegarsi al fascismo.
Le notizie che noi abbiamo riportato e che parlano di distribuzione di questo materiale le abbiamo tratte da articoli comparsi sui giornali, tra l'altro in rassegne distribuite a tutti i Consiglieri (articoli del 7 novembre e del 9 novembre), dove ad una lettera della signorina Lamberti il giornalista risponde che lui ha parlato di distribuzione, non che i cartoncini erano lì casualmente.
Quindi la fonte non è solo nostra, è anche una notizia pubblicata su un giornale cittadino a larga diffusione.
Probabilmente abbiamo voluto nominare la signorina Lamberti solo per cognome perché, come tutti sanno, il fatto che non siano stati citati i suoi dati anagrafici ha favorito l'equivoco per cui è stata nominata a ricoprire quell'incarico. Probabilmente quando si trattava di eleggerla era comodo non qualificarla fino in fondo; adesso noi commettiamo questa scortesia. Noi riteniamo che quando si arriva a ricoprire questi incarichi probabilmente la cosa migliore è di non utilizzarli per fare propaganda ad iniziative che sono di parte. Questo lo avevamo sottolineato e volevamo avere il parere della Giunta; ci pare che l'Assessore Leo continui ad avere lo stesso atteggiamento nei confronti sia della signorina Lamberti sia del circolo Excalibur - di cui abbiamo discusso nel Consiglio precedente pertanto pensiamo che l'ordine del giorno mantenga una sua validità e chiediamo che venga votato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mancuso.



MANCUSO Gianni

Intervengo per affermare che è evidente che i colleghi di Rifondazioni Comunista, a modo loro, esplicano il ruolo di opposizione, ma c'è modo e modo di esprimere il ruolo di oppositore, evidentemente questo è lo stile del Gruppo di Rifondazione Comunista. Una cosa è certa: quest'anno e in questa legislatura batteranno tutti i record di presentazioni di interrogazioni, interpellanze e ordini del giorno. Probabilmente loro sono felici di tale atteggiamento, non so però quanto questo possa essere una ricchezza per questo Consiglio regionale.
Certo, si evince il cattivo gusto della persecuzione sistematica con i loro atti e nelle loro dichiarazioni nei confronti di alcune persone ed in particolare della citata signorina Lamberti.
Quindi questo volere a senso unico continuamente dare addosso ad una persona che ha l'unico torto di rivestire la carica di Presidente di un circolo culturale - non allineato con una certa tendenza - evidentemente si commenta da solo e certamente non fa onore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Non sono particolarmente affezionato o appassionato né a questo ordine del giorno né a tanti altri dei quali ho già detto che non possono sostituire adeguatamente l'intensità di un dibattito che dovrebbe svolgersi attorno a tante questioni, come comunque è consuetudine in questo Consiglio.
Naturalmente non conosco la signorina Lamberti e neanche i fatti quindi ne prescindo totalmente.
Ho però ascoltato l'intervento particolarmente motivato del collega Ghiglia, il quale richiamava elementi di correttezza, che esposti in questo modo condivido totalmente.
Elementi di correttezza necessari, perché una città nel suo completo deve trovare nei propri referenti istituzionali e politici, anche nel profondo contrasto, un reciproco accreditamento nella correttezza.
Mi è sembrato, invece, del tutto fuori luogo - e mi ha profondamente sorpreso - che, partendo da una questione che aveva il suo merito per quanto riguarda la signorina Lamberti, l'Excalibur ecc., si sia trovato modo di dire "il boia Fidel Castro".
Questa è una caduta di stile particolarmente sorprendente. Non è corretto in questo Consiglio regionale sentire insultata una persona che per tanta gente è ancora un punto di riferimento - forse lo è anche per me inoltre è stato riconosciuto, con tutta la drammaticità che riguarda il personaggio e la storia di quel mondo, dal Papa e da tanti altri.
Vede, Consigliere Ghiglia, questo smentisce drasticamente quello che io invece avevo apprezzato nel suo richiamo agli elementi di stile ai quali credo, il nostro Gruppo si è sempre riferito anche quando ci si riferisce a questioni sulle quali siamo profondamente contrari e a personaggi rispetto ai quali abbiamo delle profonde avversioni, ma non siamo mai arrivati ad usare argomenti di questo genere, neanche quando discutiamo di questioni molto controverse della storia e rispetto alle quali esiste una cultura una tradizione ed una posizione.



PRESIDENTE

Devo dire che non è stato nel suo intercalare, ma in una battuta.



RIBA Lido

Voglio mettere anch'io un puntino, perché se il Presidente del Gruppo di Alleanza Nazionale, che non è persona irresponsabile né che si lascia andare, usa, sia pure in un intercalare, un'espressione di questo tipo assume un atteggiamento che non è nella tradizione che parte di noi condivide e a cui si attiene.
Vorrei che l'ordine del giorno fosse ritirato in quanto sarebbe utile per mantenere un clima di correttezza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Io, aderendo all'invito del collega Riba, ritiro l'espressione "boia Fidel Castro" sostituendola con l'espressione "campione dei diritti umani e civili del suo Paese, come da motivazioni dell'embargo ONU".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Nemmeno io avevo particolare interesse a questo ed anche ad altri degli ordini del giorno che sono stati esaminati. Il commento più intelligente espresso oggi si riferiva ad un ordine del giorno precedente, su un tema da me svolto in occasione della discussione dell'ordine del giorno sulle droghe, con una tesi che condivido, anche se la soluzione è molto difficile. Troppo spesso, al di là del concetto delle bandierine, questo Consiglio si occupa in maniera assolutamente vana, per quanto le procedure lo permettano, di cose che esulano dal mandato che gli elettori ci hanno dato.
Credo che su questo ci debba essere una riflessione complessa e completa, anche se le soluzioni sono difficili da trovare.
C'è chi, come me, vede con attenzione o segue con attenzione le evoluzioni politiche di alcune parti che oggi svolgono un ruolo fondamentale nella politica nazionale; certamente il PDS è una di queste.
Nelle battute che anch'io oggi ho fatto, che credo rimangano tali l'utilizzo di parole come "liberale", che a me è particolarmente cara e che a voi oggi sembra lo sia - ogni tanto c'è lo sforzo di cercare di capire che le parole sono pietre, sia quelle positive che quelle negative, e hanno un'intensità, un significato e non sono indifferenti. Per esempio l'attenzione garantista che oggi il PDS sembra avere, con alcune posizioni che ha espresso in merito alla separazione delle carriere e con una maggiore attenzione ad un diverso rapporto con la Magistratura, è degna di interesse. Ho seguito con molta attenzione l'intervento del Presidente Violante, all'apertura dell'anno accademico della scuola di applicazione: un discorso inimmaginabile alcuni anni fa, detto da lui, ma ciò nondimeno di minore interesse. Quando escono ordini del giorno che in alcuni punti sollecitano l'attenzione dei Consiglieri regionali, indipendentemente dalle parti, una l'ha citata prima il Consigliere Montabone nell'ordine del giorno sull'Alta Velocità, dove al primo capoverso era chiara ed evidente la cultura del sospetto che, legittimamente ma in maniera continua, alcune parti politiche usano, e anche molte volte in quest'aula sono state usate giustamente questo ha sollecitato l'attenzione e l'indignazione - come mi è parso di capire - del Consigliere Montabone.
Nel secondo ordine del giorno, quello che ha suscitato l'emozione alta peraltro da me condivisa - del Consigliere Ghiglia, era chiaramente diffamata una persona che questo Consiglio regionale ha legittimamente nominato. Pur condividendo l'inutilità complessiva, anche se non vedo le soluzioni che questo Consiglio dibatta, credo che davvero le parti che vogliono essere seriamente credibili in un loro processo di avvicinamento che a me personalmente interessa moltissimo, alla cultura liberale e al garantismo, non possano più che tanto distrarsi. Quando poi si parlasse di Fidel Castro, credo che anch'io non avrei difficoltà a farlo, ma spero non sia in quest'aula perché penso che il Piemonte abbia delle urgenze diverse dall'esprimere un giudizio fortemente negativo sulla persona, fortemente negativo su chi l'ha vissuto come punto di riferimento, fortemente negativo su chi lo vede ancora e fortemente negativo su chi avendo un ruolo pubblico ed essendo eletto (non il Papa che ha altre esigenze e motivazioni, quindi può ricevere chi ritiene opportuno) - lo so, collega Moro, che si è parlato di tante cose che hanno poco a che fare con l'ordine del giorno, questa volta dovete avere anche voi un attimo di liberale pazienza, e se non l'avete, amen - credo che molto più grave sia quello che il Sindaco Rutelli ha fatto, e non ho visto, in questo caso, nessuna posizione di dissociazione da chi, come Sindaco, ha ricevuto un capo di Stato che è legittimamente criticato da molti.
Quindi, il processo alla cultura liberale è un processo difficile, ma deve essere fatto da tutti con molto rispetto sempre per tutte le parti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore alla cultura ed istruzione

Prima ho fatto un intervento molto soft, perché condivido quello che ha detto il Consigliere Riba; lo condivido nel senso che forse questo ordine del giorno anche per un garbo umano, che credo vada sempre... Ho mille limiti e tutti lo sanno, non ho quello di essere aggressivo verso le persone, e so che la persona nominata ha anche sofferto di un certo clima.
Venendo invece alle vicende oggettive, a due riferimenti che sono stati fatti, alla nomina per raggiro o al fatto del pluralismo culturale, mi permetto di dire in maniera molto pacata, serena e pacifica, che il Sindaco Castellani ha dichiarato pubblicamente in Consiglio comunale e alla stampa che, nel momento in cui si votava, sapeva benissimo che si votava, anche perché il curriculum era stato depositato da tempo, anche perché era stato l'unico candidato che si era presentato pubblicamente, che ci si sia regolati con norme di assoluta correttezza e che abbiamo ragionato - lo rivendico - come Assessori dei vari Enti e con molte forze consiliari con un atteggiamento di assoluta positività, e mi pare che già i primi passi del Presidente dello Stabile lo denotino.



PRESIDENTE

Assessore, lei non deve dare una spiegazione su questo. Deve solamente dire se accetta o meno questo ordine del giorno. Le spiegazioni di merito sono già state date in altre occasioni.



LEO Giampiero, Assessore alla cultura ed istruzione

Per quanto riguarda l'ordine del giorno, ripeto quello che ha detto Stampa Sera , in un suo articolo, parlando di un mio sostegno a "Hiroshima mon amour". Diceva: "l'Assessore, se ritiene che alcune cose siano sacrosante, le fa anche se possono dispiacere a certe parti politiche".
Ritengo di volermi comportare così sempre, cioè di giudicare nel merito nel massimo pluralismo e nella massima apertura, cercando di trovare delle soluzioni oggettivamente corrette.
Mi permetto di dire che in questo lavoro molti Gruppi consiliari - l'ho detto pubblicamente in dibattito e lo voglio ribadire - non solo tutti quelli della maggioranza, ma penso ad esempio agli interventi del Gruppo PDS, sono sempre stati migliorativi nell'affinare i criteri, nell'aprire e nel dialogare con tutti. Credo che questo sia un valore indispensabile.
In Consiglio comunale di Torino molte forze politiche di maggioranza e di opposizione hanno preso come riferimento l'atteggiamento di pluralismo della Regione nel rapportarsi, dopodiché - io non volevo intervenire prima mi scuso per averlo fatto poi due volte - mi dispiaceva sia il dato umano che il dato politico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Mi sono distratto un attimo perché sono andato fuori e non ho capito bene se l'Assessore Leo ha incontrato Fidel Castro...



LEO Giampiero, Assessore alla cultura ed istruzione

L'ho incontrato, ma tanti anni fa. Ho incontrato più volte il Papa che non Fidel Castro.



CAVALIERE Pasquale

Basta che non faccia incontrare Berlusconi con il Papa. Volevo dire che in effetti un po' di pasticci sulla nomina comunale, a leggere i giornali ci sono stati. Questo non ha reso del tutto chiaro il percorso di questa nomina; dopodiché mi astengo su questo ordine del giorno, perché credo che la nomina sia del tutto legittima da parte di chi l'ha prodotta e preferisco la Lamberti a Mondino.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione l'ordine del giorno il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerato che la sera del 6 novembre u.s. il Teatro Stabile di Torino ha inaugurato la nuova stagione del Carignano portando in scena 'Pélleas e Mélisande', primo evento da quando sono stati nominati Presidente dello Stabile il dottor Re Rebaudengo e nel Consiglio di amministrazione (con l'ormai noto raggiro) Manuela Lamberti, 'sponsorizzata' da Alleanza Nazionale e Presidente del Circolo culturale di destra Excalibur nel foyer del Teatro erano in distribuzione cartoncini che informano di una manifestazione organizzata dal Circolo Excalibur e presentata dalla stessa Lamberti su Giuseppe Bottai la manifestazione fa parte di un ciclo di conferenze organizzate da Excalibur cui l'Assessorato alla cultura avrebbe contribuito con fondi regionali è evidente il nesso tra la neo nomina della Lamberti membro del Consiglio di amministrazione del Teatro e l'apparizione nel foyer del cartoncino informativo della Lamberti, Presidente di Excalibur fare pubblicità nel foyer del Teatro ad una manifestazione sul fascista Bottai, sponsorizzando un'iniziativa personale, non solo è stato un gesto estremamente scorretto ed irriguardoso verso l'istituto teatrale, il nuovo staff che lo dirige ed i soci azionisti (fra cui CRT e S. Paolo), ma neppure risponde agli intenti della nuova gestione di voler 'restituire il teatro ai giovani... ricondurlo al centro del dibattito culturale...
organizzare progetti attorno ai quali chiamare a lavorare persone portatrici di diverse culture...', anzi, getta un'ombra preoccupante sul suo futuro preoccupato dall'evenienza che gli allestimenti dello Stabile possano in futuro divenire occasioni promozionali di attività private, sfruttando così doppiamente i contributi regionali impegna il Presidente della Giunta regionale: ad accertare chi abbia deciso di collocare i cartoncini di Excalibur nel foyer del Teatro, se sia stato il neo Presidente o la neo Consigliera Lamberti e se sia stato richiesto il relativo permesso alla Direzione di sala ad esprimere al neo Presidente dello Stabile la più viva indignazione per l'utilizzo di una struttura pubblica per sponsorizzare un'iniziativa privata di una componente del Consiglio di amministrazione a richiedere le dimissioni della neo Consigliera, evidentemente inadatta a ricoprire un ruolo finalizzato al conseguimento dell'interesse pubblico".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 3 voti favorevoli, 25 contrari e 8 astensioni.


Argomento: Viabilità

Esame ordine del giorno n. 368 relativo alle modifiche alla Strada Statale n. 11 Padana Superiore


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 368 presentato dai Consiglieri Rosso, Dutto, Farassino e Bellingeri, di cui al punto 39) all'o.d.g., il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte premesso che: abbiamo appreso dal giornale bisettimanale La Sesia che, in data 12/11/1996 con titolo in prima pagina 'Si continua a morire fra Vercelli e Novara', riportava il tragico incidente stradale in cui perdeva la vita un ragazzo di 23 anni, denunciando ancora una volta, in attesa della prossima vittima, l'arteria-killer che unisce Vercelli a Novara negli ultimi due anni, nel tratto suindicato della SS n. 11 Padana Superiore, si calcolano ormai ben oltre un centinaio di incidenti, alcuni purtroppo mortali, con considerevole numero di feriti e di danni alle cose la strettezza della sezione stradale, la sinuosità del tracciato che presenta in alcuni punti (vedi la zona della località Orfengo) curve e controcurve quasi a 90 gradi, la totale mancanza di piazzuole o aree di parcheggio, la viscidità del fondo stradale, soprattutto nel periodo tra ottobre ed aprile, che rende ingovernabili gli automezzi anche procedendo a velocità limitatissima, rappresentano sicuramente un pericolo costante per chi viaggia su questa statale, ormai sinistramente conosciuta come la strada della morte considerato che: la maggior parte di questi incidenti coinvolge persone, come purtroppo la giovane vittima, che frequentano e ben conoscono questa strada che il traffico su questo tratto di strada rimane sempre intenso anche tra il venerdì e la domenica per la presenza di due bowling e discoteche che attraggono tantissimi giovani delle zone limitrofe e non che lo stesso Presidente della Regione, Enzo Ghigo, incontrando recentemente i rappresentanti delle Province di Vercelli, Biella, Novara e Verbania, aveva definito prioritaria la sistemazione di questa statale impegna il Presidente della Giunta regionale del Piemonte ad attivarsi presso l'ANAS - Compartimento di Torino affinché: sia allargata la sezione stradale della SS n. 11 sicuramente al di sotto delle misure previste per queste vie di intensa comunicazione siano smussati i punti di curva più accentuati, portando le opportune variazioni al tracciato e prevedendo una più appropriata bitumazione antisdrucciolevole colà dove il fondo stradale è particolarmente viscido come nella zona di Orfengo siano previste opportune aree di parcheggio e di sosta per emergenza".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 32 voti favorevoli e 2 astensioni.


Argomento: Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Esame ordini del giorno n. 369 relativo al sistema aeroportuale piemontese e n. 379 relativo al sistema integrato aeroportuale piemontese Torino Cuneo - Biella (rinvio in Commissione)


PRESIDENTE

Esaminiamo ora gli ordini del giorno n. 369 presentato dai Consiglieri Dutto, Casoni, Rosso, Rossi, Riba, Peano e Toselli e n. 379 presentato dai Consiglieri Pichetto, Peano e Bortolin, di cui al punto 40) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni

Signor Presidente, gli ordini del giorno sono superati dai fatti, in quanto si sono avute delle riunioni per cui è stato attivato un processo di controllo delle varie progettualità, perché si possa ottenere dal Ministro competente che oltre a Roma e Milano venga considerata la struttura, nel Piemonte, dei nostri aeroporti, struttura da non sottovalutare. Per cui è già tutto attivato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Sono completamente d'accordo nel merito. Sulla forma sono completamente in disaccordo. Il pensare che un discorso come l'Aeroporto di Levaldigi e l'Aeroporto di Biella sia liquidato dietro la presentazione di un ordine del giorno che sembra interessare soltanto tre Consiglieri è veramente una diminutio rispetto al problema. Non sono più d'accordo ad approvare ordini del giorno che vengono portati in questo modo; non siamo i Consiglieri dell'area che sta sotto casa nostra. Siamo Consiglieri regionali e pertanto in una logica dove si intravedono possibilità di miglioramento, di finanziamento, del secondo aeroporto del Piemonte, che può essere Levaldigi; una funzione diversificata rispetto ad un terzo aeroporto, che può essere quello di Biella; veramente bisogna fare un discorso più serio e più sereno rispetto a queste due presunzioni.
Non può essere dettato soltanto dall'esigenza di piantare bandierine da parte di Consiglieri regionali - lo dico in generale - che pensano di tutelare il proprio orticello, perché non è giusto. Non è la prima volta che faccio questo discorso. I colleghi che hanno firmato questo ordine del giorno sono tre miei carissimi amici, ma non ritengo giusto che sia fatto in questo modo.
Chiedo di rinviare questo ordine del giorno, che lo si riporti in Commissione, che si faccia una discussione seria una volta per tutte sul secondo aeroporto del nostro Piemonte, che si decida quale deve essere la collaborazione fra il primo aeroporto, il secondo ed eventualmente anche il terzo, per definire una volta per tutte questo problema che non va risolto in questi termini.



PRESIDENTE

Siccome i Consiglieri Pichetto, Peano e Bortolin non sono presenti l'ordine del giorno vive.
L'ordine del giorno presentato dal Consigliere Dutto ed altri, lo mettiamo in discussione? La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

Sono d'accordo con il Consigliere Montabone di rimandare in Commissione.



PRESIDENTE

Gli ordini del giorno sono pertanto rinviati in Commissione.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno n. 370 relativo allo stato di agitazione dei lavoratori della formazione professionale (rinvio in Commissione)


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 370 presentato dai Consiglieri Marengo, Foco e Papandrea, di cui al punto 41) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore alla formazione professionale

L'ordine del giorno è inaccettabile, in quanto presuppone che la Giunta regionale, non attivando, non ha provveduto e così via di seguito. Il che non è esatto in quanto l'applicazione della legge n. 63 è in atto, tant'è vero che esiste un organismo che si chiama Segretariato della Formazione attraverso cui, avendo dato le direttive per tutto il pacchetto del 1996 si è determinato come attribuire la realizzazione dei corsi dentro cui ci sono le aliquote che compensano tutta l'attività amministrativa oltre che quella dei docenti.
Nella legge n. 63, oltretutto, è già previsto che gli enti siano privatizzati, se può essere considerato come un termine che ci induce a capire che cosa si vuole con la legge n. 63, cioè a dire il consorziamento degli enti in modo che ci sia una competitività concreta nell'ambito di direttive.
Per quanto riguarda il 1996 la Giunta ha accolto, attraverso una concertazione, di riconoscere l'onere di circa 6 miliardi per il contratto di lavoro che si aggancia a quanto precedentemente alla legge n. 63 era stato concertato.
Per quanto riguarda il 1997 e di conseguenza anche il 1998, la Giunta dovrà trovare con una legge che non sia una legge che dia la possibilità di ricavare le risorse dalla formazione perché questo non è consentito dalla legge n. 63, ma con una legge a latere di trovare altre risorse, cioè a dire altri 6 miliardi per il 1997 e altri 6 miliardi per il 1998, al fine di soddisfare esigenze dei dipendenti che sono invece da addebitare alle aziende. Nell'ambito di questo contesto non è detto che i consorzi della formazione non abbiano le risorse per poter attivare tutto ciò che è necessario.
Per quanto riguarda il coordinamento nazionale degli Assessori regionali di farsi carico dei costi contrattuali, devo dire che anzitutto le altre Regioni non hanno la legge n. 63, nelle altre Regioni ci sono aspetti diversi rispetto alla Regione Piemonte. Ad esempio, la Regione Sicilia, dove è stato firmato questo contratto che comunque è un contratto privatistico che non coinvolge la pubblica amministrazione regionale, ha 5.400 dipendenti da mettere in mobilità e quindi da sistemare, per cui c'è una ragione. Noi ne abbiamo 144 e si è stabilito che ove si riesca a consorziare gli enti (ancora non sappiamo se ci riusciremo perché non dipende dalla volontà della Regione, bensì dalla volontà delle Province dei Comuni e dei privati che devono dare ragione al consorziamento), queste 144 unità saranno stipendiate ancora dalla Regione. Nel caso in cui non si dovesse riuscire ad attivare i consorzi, i 144 dipendenti degli enti della formazione diretta saranno messi in mobilità all'interno dell'Amministrazione regionale. Quindi non esistono i presupposti per i quali c'è un'agitazione in atto, che invece riguarda gli enti dai quali dipendono e non certamente la Regione che non ha responsabilità dirette in merito.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Foco.



FOCO Andrea

Signor Presidente, l'intervento dell'Assessore richiede sicuramente un approfondimento di questo ordine del giorno e non ritengo che n l'attenzione del Consiglio né l'ora aiutino ad una riflessione che invece mi pare effettivamente necessaria. Non ritengo che il Consiglio regionale di fronte all'agitazione del personale della formazione professionale e di fronte ad una proclamazione di sciopero possa con superficialità affrontare questo tema. Quindi non mi sento di entrare nel merito dell'ordine del giorno non solo per l'illustrazione, ma anche del chiarimento di alcuni passaggi di questo documento. Per quanto ci riguarda, come presentatori dell'ordine del giorno, abbiamo ritenuto importante richiamare comunque l'attenzione del Consiglio regionale su questo problema, e la cosa mi pare sia stata fatta, mentre per l'approfondimento e per la discussione riteniamo che essi possano avvenire in Commissione. Quindi, siccome mi pare che anche l'Assessore sia d'accordo, se il Presidente acconsente potremmo proseguire la nostra discussione in Commissione.



MASARACCHIO Antonino, Assessore alla formazione professionale

D'accordo.



PRESIDENTE

Mi pare che la richiesta del Consigliere Foco sia da accogliere visto anche il ritmo dei lavori e d'altra parte i chiarimenti forniti dall'Assessore meritano un'attenzione ed un approfondimento ulteriori.
Pertanto questo ordine del giorno viene riportato all'esame della Commissione.


Argomento: Petizioni

Petizione popolare per la trasformazione e la ristrutturazione dell'ex Ospedale Eremo di Pecetto in residenza per anziani


PRESIDENTE

Passiamo quindi all'esame della petizione popolare, di cui al punto 42) all'o.d.g.
La IV Commissione ha preso atto dell'interruzione delle trattative tra Giunta regionale e Opera Diocesana per l'acquisto dell'ex Ospedale Eremo di Pecetto; si riserva di seguire gli ulteriori sviluppi degli adempimenti conseguenti alla realizzazione del progetto suindicato avviato dall'Opera Diocesana.
Noi non dobbiamo fare altro che prenderne atto.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio è convocato per domani mattina alle ore 9,30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18,40)



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