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Dettaglio seduta n.91 del 03/12/96 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 5) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Farassino e Racchelli.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 612 del Consigliere Cavaliere relativa al licenziamento di un dipendente della Ferrovia SATTI


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interrogazione n. 612 presentata dal Consigliere Cavaliere.
Risponde l'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore al lavoro

In relazione all'interrogazione del Consigliere Cavaliere sono state sentite l'Azienda e le Organizzazioni sindacali e pertanto in merito si possono fornire i seguenti elementi di risposta.
L'Azienda ha riferito, in relazione al licenziamento del signor Russo Giuseppe, che tale provvedimento disciplinare è stato adottato a causa della sua assenza arbitraria ed ingiustificata dal servizio protrattasi dal 16/5/1994 al 12 giugno dello stesso anno e pertanto è stato applicato nei suoi confronti quanto stabilito dal Regolamento allegato al RD 8/1/1931, n.
148 che nel caso in ispecie prevede il licenziamento quando un dipendente si assenta dal servizio in modo arbitrario per un periodo superiore ai 5 giorni.
Il signor Russo ha presentato contro tale provvedimento ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale, con contestuale istanza di sospensione del provvedimento stesso. Il TAR ha respinto la domanda di sospensiva e tuttora è pendente il ricorso.
Le Organizzazioni sindacali hanno espresso l'indicazione che l'Azienda avrebbe potuto ricomprendere il dipendente nei piani di esubero e ribadito in generale la necessità di un maggiore confronto fra società e sindacati necessario per un proficuo svolgimento dell'attività lavorativa all'interno dell'Azienda.
Trattandosi peraltro di una controversia relativa ad un rapporto di lavoro individuale, l'Amministrazione regionale non può esprimere valutazioni che sono di competenza degli organi a ciò preposti dalla legislazione vigente e dai contratti di lavoro, tanto più essendo in presenza di una controversia ancora pendente.
Più in generale, l'Assessorato al lavoro e industria della Regione ritiene che i rapporti azienda-dipendenti potrebbero migliorare se su queste problematiche venisse approfondito il dialogo con i sindacati.
A latere posso anche dire che durante l'incontro avuto con il Ministro Treu a Roma, in attesa di una disciplina diversa del mercato del lavoro regionale e quindi della delega che dovrebbe essere data alla Regione, si è chiesto da parte di questo Assessorato che alla concertazione si attribuisca un potere giuridico, onde evitare che la partecipazione dell'Assessorato al lavoro sia di mera presenza, cioè senza alcuna capacità di incidere nelle controversie di lavoro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Mi dichiaro soddisfatto della risposta.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazioni n. 644 del Consigliere Cavaliere e n. 648 dei Consiglieri Manica e Marengo relative al rinvenimento di una galleria in località Archia-Passo Falungo nel Comune di Trarego Viggiona


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare le interrogazioni n. 644 e n. 648, alle quali risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Le interrogazioni si riferiscono alle notizie relative al rinvenimento di una galleria scavata nella roccia sulle alture della sponda piemontese del Lago Maggiore, in località Archia-Passo Falungo nel Comune di Trarego Viggiona ai margini del Parco nazionale della Val Grande, utilizzata come possibile deposito di sostanze tossiche.
La notizia sembra provenire da una fonte individuata nel Consigliere provinciale del Verbano Cusio Ossola, Caretti, ed ampliata poi in un articolo de "La Stampa", edizione di Novara, del 12/6/1996.
Tali notizie hanno dato origine ad un sopralluogo della USL n. 14 di Verbania, effettuato il 24/6/1996, che ha accertato che la località in questione si trova a circa 1.400 metri di altezza e la galleria, sede del ritrovamento, è un cunicolo di circa 50 mt, utilizzato probabilmente nel 1962 dall'Università degli Studi di Milano per compiervi degli esperimenti di propagazione delle onde d'urto, per compiere i quali furono effettuate delle piccole esplosioni.
Il rinvenimento è consistito nel ritrovamento di esigue quantità di componenti di residui metallici di contenitori nonché di fanghi di substrato, il tutto classificato come rifiuti speciali.
Le analisi della componente organica, effettuate dalla USL sui campioni rinvenuti, non hanno evidenziato particolari forme di contaminazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Mi ritengo soddisfatto della risposta all'interrogazione n. 644.


Argomento:

Risposta scritta ad interrogazione


PRESIDENTE

Comunico che all'interrogazione n. 625 presentata dai Consiglieri Marengo e Foco, relativa alle dichiarazioni rilasciate dall'Assessore Masaracchio al giornale La Repubblica in merito ad un esposto della Federpiemonte, verrà inviata risposta scritta.


Argomento: Opere idrauliche ed acquedotti - Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Interrogazione n. 635 del Consigliere Peano, interpellanza n. 652 dei Consiglieri Chiezzi e Moro ed interrogazione n. 736 del Consigliere Cavaliere relative all'istanza per la concessione di derivazione dal fiume Tanaro di moduli medi 53,90


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare congiuntamente le interrogazioni n. 635 e n. 736 e l'interpellanza n. 652, alle quali risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore ai lavori pubblici e tutela del suolo

Grazie, Presidente. Le interrogazioni e le interpellanze si riferiscono al progetto presentato dalla Società "Centro Nord s.r.l.", con sede in Cuneo, per la captazione delle acque dal fiume Tanaro: i Consiglieri regionali interroganti intendono conoscere la posizione della Regione al riguardo.
Le problematiche proposte sono state oggetto di discussione durante la seduta della III Commissione dell'11/6/1996, nel corso della quale è stato dato atto dell'iniziativa assunta dalla Giunta regionale che con deliberazione n. 186-9432 del 4/6/1996 ha espresso formale opposizione avverso tale progetto di derivazione in considerazione del contrasto della medesima con i principi di razionale uso della risorsa idrica e di utilizzo prioritario della stessa ai fini potabili di cui alla legislazione vigente nonché per l'incongruenza con le linee di indirizzo della pianificazione regionale.
n data 12 giugno i funzionari dell'Assessorato hanno presenziato alla visita locale di istruttoria fissata dal Ministero dei Lavori Pubblici nel corso della quale le Amministrazioni locali hanno riconfermato le opposizioni presentate e hanno espresso apprezzamento per l'iniziativa assunta dalla Regione, rilevando nel contempo la gravità dell'assenza di una chiara presa di posizione dell'Autorità di bacino del fiume Po.
A tal proposito si segnala che i funzionari dell'Assessorato stanno attentamente seguendo i lavori di approfondimento della Sottocommissione del Comitato tecnico dell'Autorità di bacino, la quale, ai sensi dell'art.
3 del DL n. 275/93, è chiamata ad esprimersi in ordine alla compatibilità dell'utilizzazione con le previsioni del Piano di bacino e anche in attesa dell'approvazione dello stesso ai fini del controllo dell'equilibrio del bilancio idrico ed idrogeologico.
Qualora, nonostante le opposizioni e le iniziative intraprese per contrastare la realizzazione di tale progetto, il Ministero dei Lavori Pubblici ritenesse di non rigettare l'istanza, i competenti uffici regionali formuleranno le osservazioni tecniche sul progetto in sede di procedura e di valutazione di impatto ambientale le quali dovranno essere sottoposte alla richiesta di intervento della società istante.
In parole povere il parere della Regione è totalmente negativo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Intervengo per quanto concerne la parte riguardante la derivazione del fiume Tanaro. E' vero che, come avevo scritto nell'interpellanza, l'anno scorso la Società "Centro Nord s.r.l.", con sede in Cuneo, aveva presentato un progetto di captazione del fiume Tanaro per derivarlo in Liguria a scopi idroelettrici, per circa 170 milioni di metri cubi.
Tale progetto aveva creato apprensione in quelle zone, i Sindaci delle zone interessate avevano anche accusato il Magistrato per il Po e l'Autorità del bacino per avere espresso un parere favorevole ad un progetto che, oltretutto, riguardava aree anche al di fuori della competenza della Regione. Inoltre, ed è questo il senso dell'interpellanza avevamo chiesto quale fosse la posizione della Giunta regionale. Oggi è stata esposta dall'Assessore competente. Però noi non riteniamo ancora esaustiva la risposta, per cui su questo argomento, che tra l'altro aveva determinato anche apprensione tra le popolazioni, avevamo chiesto se si ritenevano fondate le accuse mosse dai Sindaci al Magistrato per il Po e all'Autorità di bacino sulle motivazioni che nell'interpellanza erano state mosse; non abbiamo avuto risposta.
Volevamo anche sapere se si considerava effettivamente scorretto l'atteggiamento della Regione Liguria verso il Piemonte, in relazione a questa derivazione e se gli impegni - che noi chiedevamo nell'interpellanza erano stati assunti; desideravamo ancora sapere se c'è stato un incontro tra le due Regioni su materie di questo genere, altrimenti non riteniamo corretto l'atteggiamento della Regione Piemonte.
C'era stata anche una presa di posizione da parte del Vicepresidente del Consiglio, Consigliere Foco, e del Consigliere Angeli, proprio perch la questione aveva destato enorme preoccupazione.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interpellanza n. 647 dei Consiglieri Chiezzi e Moro relativa al progetto di costruzione di un impianto di pretrattamento e stoccaggio rifiuti speciali a Basaluzzo (AL)


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 647 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Moro.
Risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Al fine di dare risposta ai quesiti posti dagli interpellanti, circa l'impianto di pretrattamento e stoccaggio di rifiuti speciali che la Società SESE avrebbe intenzione di costruire a Basaluzzo, località S.
Antonio, è stata interpellata la Provincia di Alessandria in quanto, come è noto, a seguito della L.R. n. 59/95 dal gennaio scorso l'esame dei progetti, la concessione di autorizzazioni e, se del caso, le sospensioni e le revoche sono state delegate a quel livello territoriale.
In proposito si riferisce pertanto: trattasi del progetto di un impianto di stoccaggio provvisorio e trattamento di rifiuti speciali (scorie e soluzioni saline, residui di fertilizzanti) in conto terzi le tecnologie di trattamento previste dal progetto sono la miscelazione e il confezionamento la Società richiedente, che ha presentato il progetto nel giugno scorso alla Provincia di Alessandria, non risulta iscritta, neanche in via provvisoria, all'Albo nazionale degli smaltitori di rifiuti (questo ovviamente al 20 settembre, data nella quale è stata redatta la risposta) lo stato di avanzamento dell'iter autorizzativo si è già concluso, nel senso che il progetto è stato bocciato in sede di conferenza istruttoria provinciale in data 6/8/1996 fra i motivi del rigetto vi è anche la carenza di documentazione in ordine alla destinazione dei rifiuti dopo il trattamento, nonché al volume della quantità trattata ed alla provenienza al progetto era allegato uno studio di compatibilità ambientale sottoscritto non da un geologo, ma da un ingegnere, per cui questo fatto si è tradotto in un ulteriore motivo di diniego (qui vi è l'antica diatriba sulle competenze professionali) l'Amministrazione comunale di Basaluzzo, oltre ad esprimere parere sfavorevole con delibera consiliare n. 32 del 5 luglio c.a, ha indetto una serie di pubbliche manifestazioni contro il progetto della Società SESE le valutazioni circa la localizzazione dell'impianto, dopo l'entrata in vigore della L.R. n. 59/95, appartengono, per delega, e come già precisato in apertura, alle Giunte provinciali della regione e non più alla Giunta regionale.
In sostanza, anche se brevemente, abbiamo fornito notizie sull'iter procedurale di questa pratica che abbiamo acquisito dalla Provincia di Alessandria, pratica che è sfociata in una non autorizzazione da parte della Provincia stessa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Grazie, signor Presidente. Ricordo a tutti che questa interpellanza è stata presentata il 7 giugno, quindi parecchio tempo fa. Molte cose chieste nell'interpellanza stessa sono già state vanificate dai fatti. Ricordo a tutti che questa interpellanza era stata presentata perché a Basaluzzo, in località S. Antonio, un'area industriale del Novese. Com'è stato ricordato dall'Assessore, la Società SESE avrebbe acquistato un'area per costruire un impianto di stoccaggio per il pretrattamento e stoccaggio dei rifiuti speciali. Questo fatto aveva determinato rabbia da parte della gente, che si era mobilitata con una serie di manifestazioni che erano culminate con la raccolta di firme e con una deliberazione del Comune che aveva determinato il "no" a questo progetto.
Volevo anche ricordare che questo tipo di impianto verrebbe costruito in una zona altamente a rischio e prospiciente a Bosco Marengo dove in questi giorni c'è mobilitazione contro l'ENEA, contro l'impianto polivalente di Bosco Marengo. Su questo non abbiamo avuto una risposta esaustiva: a che punto è questa pratica? Oltre a demandare la questione alla Provincia di Alessandria per competenza di delega, possiamo dare delle garanzie alle popolazioni interessate? Vorremmo sapere se la cosa è praticamente nell'alveo della tranquillità, oppure se i requisiti che avevamo chiesto nell'interpellanza sussistono tuttora e, quindi, rientrano in una casistica di pericolosità ambientale.
Voglio ricordare in quest'aula che la Valle Scrivia è tuttora ad altissimo rischio e che le popolazioni spesso si lamentano, anche in modo abbastanza forte verso la Regione, perché la sentono ancora troppo distante.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione n. 594 dei Consiglieri Rosso, Farassino, Bellingeri e Dutto relativa alla discarica nel Comune di Vinovo


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 594, presentata dai Consiglieri Rosso Farassino, Bellingeri e Dutto, cui risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Con l'interrogazione relativa alla discarica nel Comune di Vinovo i Consiglieri regionali interroganti intendono sapere: se non si ritiene opportuno riconsiderare la possibilità di una sospensione del completamento e dell'ampliamento della discarica di Vinovo se non si ritenga opportuno procedere alla sospensione o alla revoca dell'apertura della discarica fin tanto che non sarà fugato ogni dubbio sulla sicurezza ambientale della discarica tradizionale nel sito di Vinovo tra l'altro ricompreso nella zona di esondazione del torrente Chisola.
In proposito si riferisce quanto segue: l'area sulla quale insiste il sito di discarica di cui trattasi è stata individuata dal tecnico dell'Amministrazione di Vinovo e su tale indicazione si sono espressi favorevolmente sia i Comuni di Vinovo Candiolo e Nichelino sia l'USL di Nichelino come risulta dal verbale della conferenza del 14/7/1990, con una serie di prescrizioni e di garanzie come emerge sempre dalle conferenze, dove il sì o il no non è mai netto, ma si fa riferimento a particolari condizioni con DGR n. 224-26770 del 19/7/1993 è stato affidato un incarico al prof.
Otello del Grego (Dipartimento georisorse e territorio del Politecnico di Torino) per l'analisi dei contenuti progettuali posti a base dell'autorizzazione regionale (DGR n. 350-8516 del 2/8/1991), nonché per la verifica in situ delle condizioni di attuazione del progetto di discarica.
Di tale studio, allegato alla risposta scritta all'interrogazione, si richiamano qui le conclusioni, che attengono ai quesiti posti nell'interrogazione: "a conclusione degli esami e delle indagini illustrate ai punti precedenti, lo scrivente ritiene che la discarica di Vinovo non presenti aspetti sostanziali che possano mettere in dubbio la sua funzionalità... Infine, per quanto riguarda l'interazione della discarica con l'ambiente circostante (inondabilità dell'area, rischio di inquinamento di pozzi idropotabili), lo scrivente ritiene che tali rischi non sussistano o, per quanto attiene all'inondabilità dell'area, questa possa al più avere un carattere molto ridotto ed ampiamente sopportabile dalle strutture realizzate".
Infine la Provincia di Torino, a seguito di verifiche e controlli disposti nell'arco di tempo di ben cinque anni, espletati da vari organi non ha ravvisato elementi ostativi per la funzionalità dell'impianto o rischi di impatto ambientale e in data 29/5/1996 ne ha consentito l'attivazione.
Devo ancora precisare che le autorizzazioni sono quinquennali e al 31/12/1996 scade l'autorizzazione, per cui dovrà essere fatto un rinnovo.
Quindi, per quanto riguarda tutte le richieste e le sollecitazioni, venute in questo periodo da più parti, per una migliore difesa dell'impianto da ipotetici ed ipotizzabili esondazioni che comunque, da come si evince dalla relazione del prof. del Grego, al massimo potrebbero essere ipotetiche sommersioni per la tracimazione di piene, in quanto il corso d'acqua è abbastanza a distanza di sicurezza, la Provincia potrebbe, in sede di rinnovo, introdurre ulteriori prescrizioni che possano garantire nel tempo la sicurezza sotto questo profilo.
Quindi, questo è un ulteriore elemento che sono convinto che gli uffici dell'Amministrazione provinciale, in sede di rinnovo dell'autorizzazione introdurranno sempre nei limiti del volume originariamente autorizzato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Mi dichiaro soddisfatto della risposta.


Argomento: Sport - Tempo libero: argomenti non sopra specificati - Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Interpellanza n. 669 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea ed interrogazione n. 743 del Consigliere Cavaliere relative all'Autodromo di Lombardore


PRESIDENTE

Passiamo all'esame congiunto dell'interpellanza n. 669 e dell'interrogazione n. 743.
Risponde ad entrambe l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Con l'interpellanza e con l'interrogazione, riferite all'Autodromo di Lombardore già oggetto di numerose ordinanze sindacali fin dal 1991, i Consiglieri regionali vogliono sapere quali iniziative la Giunta intende assumere per garantire, nel Comune di Lombardore, il rispetto delle normative vigenti sull'inquinamento acustico.
La questione dell'inquinamento acustico derivante dall'attività della Società CALT, Circuito Automobilistico Lombardore Torino, è annosa.
Richiamato che il DPCM 1/3/1991 prevedeva che le imprese che non rispettavano i limiti ivi stabiliti dovevano presentare alla Regione un piano di risanamento, detta Società a settembre 1991 predispose una proposta di risanamento molto superficiale, da realizzare entro sei mesi salvo approvazione di variante al PRG del Comune di Lombardore con il riconoscimento a zona sportiva delle aree interessate all'intervento.
Alla nostra richiesta di integrazioni a tale proposta (che non poteva essere ritenuta piano di risanamento ai sensi del DPCM 1/3/1991) il nuovo Consiglio di amministrazione della CALT rispose di aver deliberato l'obbligo di dispositivi di silenziamento a tutti i mezzi che avrebbero utilizzato l'impianto, in modo da abbattere drasticamente le emissioni sonore, evidenziando inoltre che l'attività, per motivi tecnici, sarebbe stata svolta prevalentemente nel periodo primaverile/estivo, quando la vegetazione, nella quale è inserito l'impianto, aveva il massimo infogliamento, e pertanto non intendeva più procedere alla realizzazione del piano di risanamento, essendo venuto a mancare il presupposto del superamento dei limiti di rumorosità.
La Regione non poteva fare altro che prendere atto di quanto dichiarato dalla Società e segnalare, per competenza, al Comune che da quel momento l'attività della CALT doveva rispettare i limiti acustici di cui al DPCM 1/3/1991. A seguito di esposti e lamentele degli abitanti della zona prossima all'Autodromo, il Sindaco, a partire dal 1992, è più volte intervenuto richiedendo all'USL competente la valutazione dei livelli di rumorosità ed emanando ordinanze e diffide finalizzate a far cessare il disturbo.
In particolare, l'ordinanza n. 19 del 1994 è stata impugnata di fronte al TAR del Piemonte che ha ordinato la sospensione dell'esecuzione del provvedimento. Il Sindaco, con nota dell'1/9/1995 ha informato di ciò la Regione, la Provincia e l'USL richiedendo interventi per giungere ad una soluzione definitiva del problema. Il Servizio rilevazione e controllo acustico ed atmosferico si è informato contattando per le vie brevi l'ufficio legale, da cui è risultato che un nostro intervento al TAR ad adiuvandum del Comune sarebbe stato inammissibile e che restava al Sindaco la possibilità di impugnare la sospensiva davanti al Consiglio di Stato oppure di rifare un'altra ordinanza con maggiori motivazioni.
Il Comune ha imboccato questa seconda strada emanando la nuova ordinanza n. 13 del 29/5/1996, trasmessa al Ministero dell'Ambiente, al Prefetto, alla Regione e alla Provincia e per conoscenza ai Gruppi consiliari regionali "per quanto di loro competenza ai sensi della legge n.
447/95 e per quanto vorranno fare per giungere alla soluzione del problema".
Per quanto attiene alla questione posta dall'interpellanza si deve considerare che la ripartizione legislativa delle competenze in materia di inquinamento acustico già stabilita dalle precedenti norme (a partire dal DPR n. 616/77) non risulta modificata dalla legge quadro sull'inquinamento acustico n. 447/95, pertanto le azioni finalizzate alla soluzione del problema sono un preciso potere/dovere del Sindaco che lo sta giustamente esercitando pur con tutte le difficoltà connesse.
A sostegno dell'azione del Comune, questa Amministrazione regionale intende intervenire fattivamente con un'iniziativa che è stata programmata nelle prossime settimane che vedrà intorno al tavolo le Amministrazioni pubbliche interessate, anche alla luce dell'iniziativa che abbiamo in animo di intraprendere che deve portare alla predisposizione di un disegno di legge regionale sulle zonizzazioni da inquinamento acustico che i nostri uffici stanno redigendo sulla base anche di sperimentazioni e studi portati avanti con l'Amministrazione provinciale di Torino. Quindi ci troviamo di fronte ad una situazione che per quanto riguarda il pregresso ha avuto una serie di risposte su quanto è avvenuto finora, ma che, ovviamente condivido anch'io, deve trovare un'iniziativa più incisiva e coordinata tra i vari livelli di governo al fine di approntare strumenti e pianificazioni.
Ovviamente il raccordo con la pianificazione urbanistica, anche se opera nel medio-lungo termine, penso che possa essere utile per poter non dico risolvere, ma creare le premesse affinché dal punto di vista della pianificazione, al di là del rispetto delle norme tecniche sugli automezzi e il rispetto delle altre normative, si possa in qualche modo registrare un miglioramento della situazione in atto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Assessore, credo che ci sia un atteggiamento contraddittorio da parte della Giunta, perché vi è stata anche una presa di posizione dell'Assessore ai parchi che, su domanda specifica, ha detto che quell'impianto è compatibile con l'area protetta lì confinante. Lo so che lei non c'entra con questo, ma lei dovrebbe c'entrare con l'applicazione della legge n.
447.



(Interruzione dell'Assessore Cavallera)



CAVALIERE Pasquale

Ha detto che è compatibile; questo invece non pare, visto anche il sopralluogo dell'USL e i limiti di rumore: credo che questo non si possa dichiarare. Così come credo che siamo inadempienti - questo riguarda lei Assessore - sulla legge n. 447. Nel senso che proprio sulla competenza delle Regioni, all'art. 4, bisogna che la Regione stabilisca quali sono questi impianti, se hanno dei permessi limitati nel tempo oppure no. Chiedo che venga subito applicato, per quanto riguarda quella zona, questo decreto e si proceda a fare rispettare le norme.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Sono insoddisfatto della risposta anche per questo elemento, che, ammesse e non concesse le buone intenzioni dell'Assessore nulla ha detto sui tempi nei quali queste lodevoli iniziative, a suo giudizio, saranno assunte. Dato che la situazione si trascina dal 1991 e che sino ad oggi non ha avuto una risoluzione, per cortesia, l'Assessore ci può dire di questo tavolo in cui si vogliono riunire in tempi brevi tutti i soggetti al fine di trovare, su quel caso specifico, una soluzione, quando intende convocarlo e per quanto tempo pensa di farlo lavorare? In secondo luogo, relativamente alla zonizzazione che ha annunciato con un disegno di legge da parte della Giunta regionale, per cortesia, potrebbe dirci grosso modo in quale mese di questo anno o dell'anno successivo Assessore, ritiene di approvare in Giunta e consegnare al Consiglio? Altrimenti rimangono solo chiacchiere.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Chiedo un irrituale breve supplemento. Mi sembra che sia opportuno, da parte dell'Assessore, dire il più presto possibile. Capisco le esigenze dei colleghi e giustamente loro svolgono un'opera di controllo sull'operato della Giunta, però in questa fase preferisco fra breve venire a dire che abbiamo fatto, piuttosto che sparare un limite di tempo. Per quanto riguarda la convocazione, la questione ovviamente è fattibile in tempi rapidissimi. Per quanto riguarda invece il disegno di legge sono in corso anche coordinamenti a livello interregionale per poter avere la presentazione di un disegno di legge che abbia un certo spessore. Comunque garantisco il più presto possibile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Non ho letto l'interrogazione del collega Cavaliere, ma la nostra era precisa, chiedeva "quali iniziative intende assumere". Nel "quali" ovviamente c'è la descrizione delle iniziative con le date, altrimenti di cosa si parla? Sentita la risposta dell'Assessore, chiedo se l'interpellanza può vivere in attesa che l'Assessore gentilmente dica al Consiglio che l'iniziativa ha "questi" tempi, in modo che rimanga.
Io non ne chiedo più la discussione sino a che l'Assessore non avrà la cortesia di darci le date, fossero tre o sei mesi, ma mi sembra incredibile che l'Assessore non dica grosso modo a marzo, aprile o maggio del prossimo anno. Questo è non prendere impegni; io chiederei solo di mantenere vive sia l'interpellanza che l'interrogazione.



PRESIDENTE

L'Assessore si impegna a comunicare, per cui l'interpellanza e l'interrogazione vivono.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interpellanza n. 663 dei Consiglieri Chiezzi e Simonetti relativa ai rifiuti in provincia di Novara


PRESIDENTE

L'Assessore Cavallera risponde ancora all'interpellanza n. 663 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Con l'interpellanza i Consiglieri regionali Chiezzi e Simonetti segnalano il possibile afflusso di rifiuti extraregionali nel territorio della provincia di Novara e vogliono conoscere come si intenda intervenire affinché venga ristabilita una corretta applicazione della normativa regionale.
Effettivamente anche il Settore smaltimento rifiuti della Regione aveva raccolto segnalazioni di possibili arrivi di rifiuti di origine lombarda nel territorio della nostra Regione da sottoporre a processi di trattamento non ben definiti, finalizzati alla produzione di compost per l'agricoltura oppure di RDF.
Il Settore smaltimento rifiuti prima di tutto ha fatto una segnalazione al NOE di Torino (Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri) in data 13/5/1996, in considerazione degli aspetti interregionali della vicenda.
Immediatamente ci si è attivati anche nei confronti delle Province che sono titolari dell'attività di controllo, segnalando con lettera in data 26/4/1996 in modo particolare le proposte che potrebbero essere state fatte ad agricoltori ed operatori, relative all'utilizzo sul suolo agricolo di rifiuti organici non trattati o con elevata presenza di prodotti indesiderati a seguito dei trattamenti sopraindicati.
La Regione Piemonte, che da anni ha predisposto piani di intervento e di finanziamento della produzione di compost, autorizzando impianti e sostenendone la qualità, non può ammettere che materiale inidoneo venga spacciato come utile per l'agricoltura ed utilizzato sul terreno a seguito di grossolani trattamenti.
In realtà, tale materiale risulterebbe un rifiuto e non un compost, un ammendante o un fertilizzante, come potrebbero sostenere ditte di smaltimento rifiuti o di intermediazione commerciale che potrebbero proporne l'utilizzo.
Detta specifica comunicazione, avendo carattere preventivo, è stata inviata anche alle Organizzazioni professionali agricole regionali che sono state convocate sull'argomento.
Gli uffici stanno seguendo, nel continuo rapporto con le Province l'evolversi della situazione, mentre personalmente ho contattato il collega Assessore all'ambiente della Regione Lombardia, con il quale si è ipotizzato un quadro di cooperazione tra le due Regioni caratterizzate da problemi comuni, territoriali ed ambientali, che devono essere affrontati coordinando sia l'azione amministrativa sia l'azione di vigilanza.
In sostanza, si è agito subito sotto il profilo della repressione allertando il NOE dei Carabinieri che ha la sede a Torino ed allertando le Province per i servizi di vigilanza.
Si è poi ipotizzato, anche a seguito delle notizie riportate dai giornali che si tentasse di collocare del compost sui generis non conforme alla corretta composizione di questo fertilizzante o ammendante per l'agricoltura, e si sono allertate le Province affinché estendessero l'informativa ai Comuni, ma soprattutto ci si è rivolti alle Organizzazioni professionali agricole per un'informazione diffusa ai destinatari di questi prodotti. Si sono allertate le Province in ordine all'eventuale proposta di utilizzo di RDF sui generis, che poteva in qualche modo essere proposto.
Poi ovviamente si è adottata un'iniziativa con la Regione Lombardia alla quale abbiamo poi anche scritto una lettera formale richiamando ciascuno al proprio ruolo di programmazione, controllo e coordinamento, nel proprio ambito regionale.
Riteniamo, in conclusione, di aver prestato la massima attenzione a questa preoccupazione dei Consiglieri che è stata anche nostra fin dal mese di aprile. Abbiamo seguito la vicenda dal punto di vista delle notizie che si captavano qua e là perché oltre a questo tentativo di introdurre compost, RDF di un certo tipo, abbiamo registrato anche notizie giornalistiche che mettevano in risalto il fatto che qualche autocarro ribaltava il contenuto in province limitrofe alla Lombardia (si tratta di tre o quattro notizie che abbiamo recensito dai giornali). Ecco il perch della segnalazione al NOE dei Carabinieri in quanto essendo l'Arma dei Carabinieri molto ramificata sul territorio (al di là della specializzazione che può avere il NOE) poteva garantire un controllo sotto questo profilo.
Da quanto risulta ad oggi, la situazione sembra abbastanza contrastata però in questa materia di rifiuti la guardia non va mai abbassata, in conseguenza sia della continua produzione di rifiuti sia delle difficoltà che ci sono a casa nostra, come in quella d'altri. Bisogna approntare un adeguato numero di impianti o di iniziative che tendano ad un corretto riutilizzo o smaltimento dei rifiuti stessi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Assessore Cavallera, lei rimane nel vago, tranne nella conferma dei fatti. Effettivamente lei ha detto che questo problema esiste, però non è andato al di là di affermazioni generiche; ha detto "da notizie captate qua e là". Io capisco che un cittadino capti notizie qua e là, ma da un Assessore ho la speranza di saperne qualcosa di più, in modo più preciso mentre invece lei ha sfumato tutte le informazioni che ci ha fornito. Mi piacerebbe intanto conoscere cosa avete scritto al Nucleo dei Carabinieri ed avere una copia di questa informazione. Poi mi sarei atteso un risultato da questo rapporto con l'Arma dei Carabinieri. A seguito di questa segnalazione, l'Arma dei Carabinieri cosa vi ha risposto? Vi ha sollecitato a qualche forma di aiuto? Vi ha fatto delle segnalazioni precise? Qual è stato l'esito di questo rapporto con l'autorità predisposta ad accertare e reprimere questi commerci illeciti, queste vere e proprie frodi? Nulla è stato detto! Assessore, lei non ci ha detto dei luoghi: avete trovato dei luoghi? I giornali possono scrivere in generale, ma sono stati accertati luoghi fisici in cui questo materiale veniva trasferito e lavorato? Si parla di lavorazioni di cose, non di pensieri; quindi le cose viaggiano su dei mezzi che sono visibili, che si fermano; le lavorazioni avvengono all'interno di stabilimenti, di capannoni! Non ha fatto il nome di un luogo! Non ha fatto un nome di ditta! Non ha fatto il numero di una targa di camion! E' rimasto, da un lato, nel vago, dall'altro però conferma che questi traffici esistono. Mi rendo conto che bisogna agire - le istituzioni - in modo parallelo e convergente, ma lei non ci dà modo di capire se questi interventi paralleli e convergenti hanno sortito anche un solo risultato.
Lei è rimasto omissivo su questo al 100%! Ci dica, Assessore, per cortesia i risultati di questa che lei afferma essere una vostra lodevole iniziativa. In che cosa si è sostanziato questo elemento? Non si capisce assolutamente niente. Ci dica, per cortesia, anche nei rapporti con i Carabinieri, cosa state facendo, altrimenti noi rilanciamo notizie giornalistiche, e anche noi nelle nostre interpellanze non possiamo che aver captato qualcosa; ma l'Assessore, quando risponde in aula, ci dia il conforto di un'azione che è fattiva, che porta a casa dei risultati concreti. Se si limita anch'egli a rappresentare in termini generici una situazione non possiamo dichiararci soddisfatti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Io capisco le attese di informazione puntuale e precisa da parte della Giunta regionale. Confermo tutta l'attenzione a questo problema, per dobbiamo anche essere molto chiari nella suddivisione delle competenze. Le Province sono preposte all'attività di controllo e adesso avremo anche l'ARPA, quindi senz'altro dovremo orientare questa attività di controllo in stretto raccordo anche con le Forze dell'ordine per evitare zone di disattenzione oppure zone di duplicazione.
Quindi io credo di aver dimostrato che fin dal mese di aprile siamo intervenuti attivamente, seguendo attivamente la vicenda proprio perché la si approfondiva man mano che pervenivano notizie (d'altro canto raccogliamo sempre tutte le notizie che dobbiamo raccogliere). Ribadisco, quindi, che le notizie che ho dato sono precise: sino al mese di aprile abbiamo segnalato alle Forze dell'ordine questa situazione. Le Forze dell'ordine nel momento in cui compilano i verbali o compiono le denunce, demandano il tutto all'autorità giudiziaria, all'autorità competente a procedere. Tutto ciò che riceviamo, dunque, arriva in copia. Se un fatto è rilevante per la conoscenza di un problema, possiamo anche approfondirlo.
Il senso dell'interpellanza, dunque, è quello di capire se la Giunta regionale si è attivata su questo problema.
Per quanto riguarda, invece, il resoconto di un'attività di controllo sul territorio regionale da parte di tutti gli organi preposti a questo, è un'altra questione. Io posso anche raccogliere tutte le informazioni esistenti sul territorio regionale e metterle a disposizione dei colleghi ma mi sembrano due cose diverse, anche se l'auspicio o il desiderio dei Consiglieri di avere informazioni a tutto campo su ogni interpellanza è giusto.
Essendo considerato tra gli Assessori più gettonati, in ordine di interrogazioni ed interpellanze, ho fatto un calcolo e posso dire che le interrogazioni e le interpellanze che mi riguardano rappresentano il 25 del totale; capite che dobbiamo cercare di contemperare le risposte alle interrogazioni e alle interpellanze prioritarie, perché è giusto che i colleghi sappiano ciò che sta succedendo nella nostra regione, oltre ad essere un nostro compito statutario, ma tenete presente che vi sono molte esigenze in settori abbastanza assillati dall'agire quotidiano.
Quindi, le risposte che si danno sono di buona volontà; se ci sono ulteriori informazioni su specifici filoni, nulla questio, vengono date.
Prendo atto dell'insoddisfazione del Consigliere, nulla questio a fare un'informativa su cosa risulta dalle attività di controllo su tutto il territorio regionale, raccogliendolo dagli organi preposti e facendone anche una sintesi intelligibile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

E' possibile avere anche in forma scritta i resoconti delle indagini con i nominativi dei luoghi e delle ditte che sono state oggetto di indagine da parte dei Carabinieri? Nominativi che mi sembra non siano presenti in Assessorato... Allora, se li richiedete... Grazie.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza n. 553 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea relativa ai lavoratori della ex Philips


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 553, presentata dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea, alla quale risponde l'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore al lavoro

Nel merito delle questioni poste dagli interpellanti, si precisa che nessuna documentazione particolare è stata trasmessa dal Comune di Alpignano alla Regione Piemonte.
Pare opportuno, però, sottolineare come tale documentazione, per le competenze proprie del Comune, avrebbe potuto riguardare gli aspetti urbanistici e di concessione ed autorizzazione edilizia e non già altri impegni comunque non di pertinenza comunale riguardanti, ad esempio garanzie occupazionali.
Il meccanismo che aveva presieduto al riassorbimento delle eccedenze generate dalla chiusura dello stabilimento era quello di favorire la rilocalizzazione di piccole aziende nel comprensorio dello stabilimento incentivando contemporaneamente in modo congruo l'assorbimento di personale ex Philips; l'incentivazione era totalmente a carico della Philips stessa.
E' ovvio che dal momento dell'assunzione i lavoratori erano ad ogni effetto alle esclusive dipendenze delle nuove aziende e ne seguivano sotto ogni aspetto le sorti che potevano essere di sviluppo o di crisi.
Questi lavoratori, quindi, non hanno maturato particolari diritti alla stabilità del nuovo impiego e l'obiettivo della Philips era dichiaratamente quello di chiudere lo stabilimento in modo indolore, garantendo anche in modo oneroso l'impiego ai propri dipendenti.
In questa spiacevole vicenda né il Comune né la Regione possono far valere particolari "clausole di salvaguardia" ed in materia purtroppo anche il potere contrattuale delle Organizzazioni sindacali è molto debole.
Quando si è avviata l'operazione di risistemazione dei dipendenti e di rilocalizzazione delle aziende con l'avvio del Consorzio, creato dalla Philips, eravamo prima della crisi economica del 1993, ed ovviamente anche le prospettive delle imprese erano diverse, tant'è che nel luglio 1993 è stato stilato quell'accordo che adesso si ha tanta difficoltà a fare in modo che sia ancora atteso dalle controparti.
Le aziende collocate nell'ex stabilimento Philips hanno quindi attraversato la stessa difficoltà di molte altre piccole aziende in merito ad esempio, al calo di ordini con l'aggiuntiva difficoltà di una maggiore fragilità finanziaria dovuta ai costi della rilocalizzazione.
Non si tratta, quindi, di una situazione molto particolare, ma di una dolorosa "normale" vicenda di crisi di piccole aziende che può trovare risposta più che in improponibili azioni specifiche, nella politica attiva di sostegno alle piccole e medie imprese che la Regione, pur nella limitatezza di mezzi e competenze, sta conducendo.
In questo senso, la Regione ha dichiarato e ribadisce oggi ampia disponibilità ad esaminare specifiche difficoltà e problemi direttamente con le singole aziende per individuare se e quali forme di sostegno sono attivabili, ovviamente limitatamente a quelle di tipo industriale di nostra competenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Questa vicenda per certi aspetti può essere utile ed esemplare, lo diceva anche l'Assessore (tra l'altro, chiedo di poter acquisire la risposta scritta, in modo da farla conoscere agli interessati), il quale parlava di "tragica normalità di questa vicenda". Effettivamente, molte delle vicende a cui assistiamo hanno questa normalità: ci sono degli esuberi, c'è un'azienda che riduce il personale o che chiude, si fa un piano di ricollocazione, di trasferimento dei lavoratori, si crea magari un'area attrezzata per questo, si dà una serie di agevolazioni alle aziende per inserirsi all'interno di quest'area, si fa un accordo e si dice formalmente che si è risolto tutto, si è tutelato il posto di lavoro.
Poi, dopo qualche mese, il posto di lavoro che era tutelato va a farsi benedire, non c'è più, le aziende hanno delle difficoltà. Intanto, per tutte le azioni precedenti sono state fatte, spesso con oneri a carico della collettività. Questo è esemplare perché dimostra una certa incapacità, una vera e propria paralisi delle Amministrazioni di fronte al problema; le Amministrazioni fanno i notai, leggono delle risposte nelle quali c'è scritto che c'è poco da fare, che è la crisi, che così vanno i tempi, si tratta di cose che già abbiamo visto.
Il tasso di disoccupazione nel nostro Paese cresce gradualmente; questa zona della periferia di Torino è una delle aree in cui la disoccupazione più alta arriva al 14-15%, e si dice: cosa ci volete fare? Il problema è esattamente questo: cosa vogliamo fare? Vogliamo continuare a dare risposte di questo tipo o incominciare a pensare che occorre affrontare in modo diverso il problema della disoccupazione? Si comincia a prendere atto che le politiche attuali, che hanno tutte la caratteristica di favorire la ricollocazione, dicono che la ricollocazione è la bacchetta magica e lo sviluppo delle piccole e medie imprese è la soluzione. Successivamente quando verifichiamo i fatti, quando andiamo "oltre", vediamo che non è così.
L'intera politica svolta dalle Amministrazioni, però, presenta queste caratteristiche. E si spende un monte di denaro! Centinaia di miliardi: piani CEE, Regolamento n. 2081 e così via, adducendo che muovendosi in questo modo si avranno delle ricadute occupazionali. Poi, naturalmente, i bilanci dimostrano - come in questo caso - il contrario: che le ricadute occupazionali non ci sono e che si investe nella pura speranza che si sortiscano effetti. Manca qualsiasi capacità di analisi, manca una seria politica sull'occupazione.
Spero che prima o poi venga convocato il Consiglio sull'occupazione così come avevamo deciso e si possano affrontare tali problemi con maggiore organicità. La vicenda in oggetto, comunque, dimostra l'insufficienza delle politiche attivate, le quali vengono invece recepite e propagandate dalle stesse Amministrazioni, a partire dal Governo centrale, come politiche toccasana. A mio parere, invece, svariate situazioni ne dimostrano il totale fallimento e l'esigenza di una visione globale, diversa da quella applicata finora.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore al lavoro

Collega Papandrea, non parlerei di incapacità, ma di impossibilità degli Enti locali di intervenire concretamente nella concertazione di tutte le problematiche riguardanti il mercato del lavoro.
Per quanto riguarda le capacità della Giunta, esse sono la somma di quanto l'Amministrazione regionale - e quindi il Consiglio, che vota le deliberazioni - cioè la Regione in senso lato, riesce a fare; nello specifico, per quanto rappresentato dalle risorse amministrate nel mercato del lavoro, con provvedimenti che incidono sul piano del mantenimento quanto meno, dell'attività produttiva.
La concertazione è condotta dalle parti sociali; non è esatto addurre incapacità da parte di un Assessorato, anche perché nel momento in cui facciamo da notaio su situazioni che ci vengono "spiattellate" di volta in volta - e il giro è piuttosto concitato in questi ultimi tempi - la capacità dell'Assessorato è dimostrata dalla capacita dei dirigenti e dei dipendenti che in qualche modo dirigono la concertazione.
Per quanto riguarda il mercato del lavoro - ripeto - siamo in attesa che il Governo centrale, sulla base del disegno di legge Bassanini, dia competenze alla Regione. Il mercato del lavoro sarà quindi direttamente gestito dalla Regione, in piena concertazione con le parti sociali speriamo ci diano anche poteri giuridici di intervento ove il rapporto tra azienda e lavoratore sia non disciplinato e non corretto. Il resto è nelle cose, piuttosto dolorose, che ci angosciano, ma di cui la Regione Piemonte non potendo imprendere direttamente, ha responsabilità relative.
Piuttosto si attivino quanto necessario attraverso i sindacati, coloro i quali rappresentano direttamente, nella concertazione, il buon diritto dei lavoratori.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Probabilmente l'Assessore non ha ascoltato la mia risposta. Io parlavo proprio dell'impossibilità di cui dice l'Assessore; l'impossibilità è frutto delle politiche adottate, l'incapacità sta nel non rendersi conto che queste politiche sono fallite e che occorrono strumenti diversi, che facciano sì che l'Assessore non possa far altro che dirci di essere impossibilitato ad agire. Noi vogliamo che possa agire; se ci sono strumenti che lo impediscono occorre modificarli.
Ultima considerazione. Personalmente non sono convinto che con la bacchetta magica, ovvero in virtù del fatto che tali politiche vengano trasferite da Roma a Torino, rimanendo inalterate, si possa risolvere la questione: penso si tratti di problema un po' diverso, più complesso.


Argomento: Commemorazioni

Comunicazione del Presidente del Consiglio della scomparsa del Consigliere regionale Paolo Ferraris


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, alziamoci un attimo, per cortesia.
Credo che oggi non possiamo che registrare una grande, dolorosa e incolmabile assenza. Assenza incolmabile quando ogni uomo, ogni persona, ci lascia; un'assenza che è tanto più incolmabile quando un valoroso collega un carissimo amico ha chiuso la sua esperienza terrena in maniera così dolorosa, così crudele.
Noi lo vogliamo ricordare con tutto il nostro affetto e con tutto l'apprezzamento che gli dobbiamo come Consigliere sempre alacre, sempre presente, sempre intelligentemente attivo; come un Consigliere che ha saputo riservare nel suo cuore, nel tormento del suo spirito, gli attimi mortali che l'hanno accompagnato a questa improvvisa e crudelissima scomparsa.
Ti voglio ricordare, caro Paolo, con tutti i Consiglieri; ci mancherai per quanto hai fatto in questa legislatura, ci mancherai per quanto hai dato negli anni in cui noi abbiamo condiviso una comune esperienza politica.
Domani, se il Consiglio vorrà convenire, non sarà tenuta assemblea nel pomeriggio e tutti coloro che vogliono partecipare alle esequie si dovrebbero trovare - metteremo a disposizione i mezzi - alle ore 13, per essere a Casale alle ore 14,30.
La commemorazione ufficiale di questo Consiglio avverrà dopo aver concordato, con la famiglia, i particolari organizzativi del caso.
Prima di raccoglierci in un momento di suffragio pregherei il Presidente della Giunta di portare il saluto e le condoglianze dell'esecutivo della nostra Regione.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Anch'io voglio unirmi a questo momento di dolore, ricordando il collega Ferraris, ed unirmi al dolore della famiglia a nome di tutta la Giunta ricordando la lealtà, la capacità propositiva anche nel ruolo contrapposto che copriva all'interno di questo Consiglio Paolo Ferraris. Un ricordo e un dolore che esprimo a nome di tutta la Giunta.



(I presenti, in piedi, osservano un minuto di silenzio)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza n. 531 dei Consiglieri Rosso e Dutto relativa agli interventi a favore della ditta Morando Impianti


PRESIDENTE

Riprendiamo il punto 2) all'o.d.g. con l'esame dell'interpellanza n.
531 presentata dai Consiglieri Rosso e Dutto.
Risponde l'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore al lavoro

La Morando Impianti non può in alcun modo e sotto nessun profilo rientrare nella categoria artigianale, pur essendo un'industria di impiantistica per l'edilizia che costruisce il prodotto sulle esigenze del cliente.
Il fatto si rileva non per pignola puntualizzazione, ma perché ha comportato notevoli esigenze di progettazione che si è voluto, con modalità antieconomiche, affrontare esclusivamente all'interno dell'azienda. E' stata questa, assieme ad una gestione non proprio oculata, una concausa del presente forte deficit, gradualmente accumulatosi.
Circa i quesiti posti dagli interpellanti, si comunica che l'intervento della Regione Piemonte, unitamente ed in perfetta collaborazione con la Prefettura di Asti, ha permesso di sbloccare il problema della cassa integrazione.
Circa il futuro della Morando esistono "cordate" interessate al rilievo dell'azienda unicamente quando fossero maturate condizioni tali da evitare al momento dell'eventuale acquisizione, anche l'accollo degli ingenti passivi finanziari.
I nostri interventi sul sistema creditizio si sono concretizzati mediante sondaggi informali sulla disponibilità della banche a concedere finanze sotto qualunque forma alla Morando ed hanno dato esito totalmente negativo. Voi sapete che le banche chiedono la bancalità delle operazioni per cui hanno dichiaratamente detto che nel sociale vogliono entrarci poco o quasi niente.
Lo stesso tribunale fallimentare, ritenendo necessario un lasso di tempo utile a fare chiarezza sugli equilibri economici e le potenzialità di ripresa della Morando, ha ammesso la società all'amministrazione controllata e solo al termine della quale si saprà se si andrà ad un fallimento o ad un ritorno in bonis dell'attuale proprietà (ipotesi molto difficile) o più probabilmente ad un concordato preventivo con cessio bonorum.
Questa è un'ipotesi solo apparentemente negativa perché permetterebbe a chi ha già manifestato interesse verso la Morando di farsi nuovamente avanti in un contesto di maggiore chiarezza e con condizioni economiche meno onerose.
Certamente qualunque soluzione, che potrà rilevarsi utile ad assicurare la continuità produttiva della Morando, prevederà tagli occupazionali consistenti, anche se è prematuro prevederne oggi l'entità.
Gli uffici competenti dell'Assessorato seguono con estrema attenzione l'evolversi della situazione che è tra quelle sottoposte a monitoraggio continuativo con cadenza settimanale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

Mi dichiaro soddisfatto della risposta.


Argomento: Viabilità

Interpellanza n. 569 dei Consiglieri Manica, Bortolin, Riba e Vindigni relativa ai veicoli transitati nei primi otto mesi di apertura del nuovo tratto autostradale A26


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 569, presentata dai Consiglieri Manica, Bortolin, Riba e Vindigni, alla quale risponde ancora l'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e comunicazioni

Si tenga sempre presente che io ho pronte queste risposte già da un mese, qualcuna addirittura dall'ottobre del 1995, poi nel tempo si verifica anche un aggiornamento e non tutte le mie risposte hanno trovato udienza adeguata presso gli uffici per avere gli aggiornamenti di Consiglio in Consiglio.
In data 8/7/1996 è stata convocata presso il Servizio viabilità del Settore trasporti e pianificazione infrastrutture una riunione con i soggetti interessati: Prefetture del Verbano Cusio Ossola e di Novara Autostrada S.p.A. ANAS Ufficio Speciale per le autostrade di Genova, ANAS Direzione compartimentale del Piemonte, Provincia di Novara, Comuni di Arona, Meina, Lesa, Belgirate, Stresa, Baveno e Gravellona Toce.
Alla riunione non hanno partecipato le Prefetture del Verbano Cusio Ossola e di Novara e i Comuni di Meina, Belgirate, Stresa, Baveno e Gravellona Toce, presumibilmente a causa degli eventi alluvionali della notte del 7 luglio.
Sono stati comunque posti in discussione con i presenti i seguenti argomenti: 1) entità e possibili cause del fenomeno denunciato dai Comuni rivieraschi del Lago Maggiore e dall'Associazione degli Albergatori delle Province del Verbano Cusio Ossola e di Novara 2) possibili rimedi da adottarsi e da parte di quale istituzione od autorità competente.
Sul primo argomento di discussione, la Società Autostrade ha confermato che gli autocarri tendono a non percorrere il nuovo tratto in servizio nelle ore notturne, quando la SS n. 33, scarica del traffico locale, permette loro elevate medie di percorrenza risparmiando il pedaggio di L. 12.000 relativo al tratto Arona - Gravellona Toce.
Al fine di capire quindi meglio la dinamica dei flussi di traffico in uscita agli svincoli di Castelletto Ticino e di Arona, la Società si è impegnata a monitorare dette uscite con la posa di contaveicoli per individuarne anche le direzioni, se per il Lago Maggiore o per il Lago d'Orta, per avere un quadro della situazione e dell'entità del fenomeno basato su dati scientifici di rilevamento da fornire alle competenti Autorità per lo studio dei possibili interventi da adottare per ridurre l'evento.
Nel mese di agosto u.s. la Società Autostrade ha trasmesso le rilevazioni del traffico alle stazioni di Castelletto Ticino, Arona e Lago Maggiore e gli stessi sono stati trasmessi agli Enti ed Autorità interessate.
L'indagine relativa alla direzione del traffico in ingresso ed in uscita alle stazioni di Castelletto Ticino ed Arona, da effettuarsi con apposite apparecchiature contatraffico, sui rami di svincolo in corrispondenza della viabilità ordinaria, verrà effettuata dalla stessa Società Autostrade presumibilmente nel corso del mese di ottobre, in quanto il periodo estivo non è rappresentativo dell'andamento tipico annuale, con particolare riferimento al traffico dei veicoli pesanti.
Non appena conclusa detta campagna di rilevamento i dati saranno trasmessi agli Enti ed Autorità interessate in vista di una prossima riunione nella quale esaminare i possibili provvedimenti da adottarsi e le Autorità competenti.
Sul secondo argomento in discussione, relativo ai provvedimenti di inibizione al transito dei veicoli pesanti sulla SS n. 33, si è iniziato un dibattito per vedere quali misure siano possibili da parte degli Enti locali o dell'ANAS.
Si tratta di un dibattito ancora in corso, non è stato esaurito perch le parti hanno diversi problemi da risolvere soprattutto per dare adito alla concessionaria di poter rientrare in quanto le autostrade vengono costruite con l'impegno dell'autofinanziamento.
A tale proposito, il Servizio regionale viabilità ha chiesto al rappresentante il Compartimento ANAS di Torino - che si è impegnato in tal senso - di verificare se l'Ente avesse già provveduto alla consegna al Comune di Arona delle traverse interne delle SS.SS. n. 33 e n. 142 in quanto unico Comune con popolazione superiore ai 10.000 abitanti, a norma del nuovo Codice, poiché detto provvedimento avrebbe dato maggiore autorevolezza ad un'azione di limitazione al transito da parte del Comune.
Si sono però palesate altre difficoltà, perché se è pur vero che un provvedimento di inibizione al transito per il concentrico di Arona assunto dal Sindaco per motivi di sanità pubblica o pubblica incolumità suffragato da adeguate perizie degli Enti competenti sugli inquinanti e sul rumore potrebbe scoraggiare l'utenza a percorrere la SS n. 33, i veicoli pesanti si dirotterebbero molto probabilmente sulla SS n. 229 del Lago d'Orta ingenerando così analoghi ed ancor più gravi problemi sugli altri Comuni del bacino del Cusio, già soggetti ad una altrettanto pesante situazione.
Comunque, a tale proposito, il Comune di Arona ha annunciato l'inizio con la collaborazione della Provincia di Novara, di una campagna di monitoraggio degli inquinanti nell'ambito del concentrico urbano lungo le arterie più interessate dal traffico di scorrimento, mentre la Provincia di Novara ha assicurato la propria collaborazione per istituire delle posizioni di monitoraggio del traffico per quantificare i volumi di traffico, soprattutto pesante, che attraversa il centro urbano, nell'ambito di un'indagine O/D da realizzarsi da parte del Comune, in affiancamento a quella già avviata per il monitoraggio degli inquinanti.
Per cui, in prima conclusione, si è convenuto che del problema vanno interessate le Prefetture di Verbania e di Novara, che peraltro sono al corrente della problematica, essendo le uniche titolate ad assumere un provvedimento generalizzato sul territorio e comunque con la collaborazione fattiva delle Associazioni di categoria degli autotrasportatori.
Il problema è assai complesso per i risvolti di ordine pubblico che la sua adozione comporterebbe su territori così vasti, per un reale controllo sanzionatorio da parte della Polizia della strada, sulle strade extraurbane e delle Polizie locali dei Comuni, con presidi da attivarsi soprattutto nelle ore notturne, e di ordine economico per non penalizzare le utenze che hanno origine e destinazione nel comprensorio, assai ricco di presenze produttive industriali commerciali e turistiche.
Saranno quindi necessarie nuove riunioni, soprattutto con le Prefetture del Verbano Cusio Ossola e di Novara.
A tale proposito si comunica che la riunione convocata dal Prefetto del Verbano Cusio Ossola per il 12/7/1996, per esaminare i problemi della viabilità della Provincia del Verbano Cusio Ossola nel periodo estivo e gli eventuali provvedimenti da assumere per il periodo della stagione turistica estiva, con l'ANAS, la Società Autostrade, l'Assessorato ai trasporti della Regione, la Provincia, la Questura, il Comando Polizia della Strada, la Camera di Commercio e l'Associazione albergatori, del Verbano Cusio Ossola è stata annullata.
Gli uffici dell'Assessorato restano impegnati a seguire la vicenda per quelle che sono le proprie competenze di interferenza soprattutto con l'ordine delle Prefetture che dovrebbero intervenire presso i Comuni e le Amministrazioni locali per imporre delle ordinanze locali per ovviare in modo concreto a questo problema, che è diventato veramente enorme.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Ringrazio l'Assessore per la risposta, di cui vorrei il testo scritto.
Vorrei inoltre porre un'attenzione e una sollecitazione alla relazione già intrapresa dall'Assessore con i Comuni interessati e la Provincia per una verifica e un monitoraggio della situazione che riguarda i flussi del traffico e le problematiche relative agli inquinamenti, ma anche la collocazione dei caselli e la possibilità di accesso alla stessa autostrada. Siccome le problematiche sono più di una e di una certa complessità, e questa è un'arteria importante il cui utilizzo poteva essere di altrettanta importanza per sgravare dal traffico pesante le strade che costeggiano i due laghi - in particolare il Lago Maggiore, ma anche il Lago D'Orta - e poiché questo utilizzo non è avvenuto appieno in questi mesi e in questi anni di funzionamento dell'autostrada, vi sono alcuni problemi rilevati dai tecnici e dalle Amministrazioni interessate che devono essere attentamente verificati per poter ovviare insieme alla Società Autostrade alla situazione di scarso utilizzo di un'arteria quale questa e del permanere di una situazione di disagio e di intasamento delle arterie precedentemente ed unicamente utilizzate prima dell'apertura dell'autostrada stessa.
Quindi, è una sollecitazione ad un lavoro in questa direzione da seguire costantemente e con solerzia da parte della Regione.


Argomento: Organizzazione turistica

Interpellanza n. 657 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea relativa alla riduzione dei contributi al Parco Turistico del Canavese


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 657, presentata dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea, cui risponde l'Assessore Angeleri.



ANGELERI Antonello, Assessore al turismo

La Giunta regionale con deliberazione n. 9-9085 del 27/5/1996 ha approvato la proposta operativa di intervento per l'attuazione dei progetti integrati d'area di sviluppo turistico (Regolamento CEE n. 2081/93 DOC.U.P. 1994/1996, Obiettivo 2, Azione 2.4).
La proposta, come tale, prevede che la stessa sia sottoposta, e lo è stata, al Comitato di sorveglianza che sovrintende l'attuazione del DOC.U.P. 1994/1996, Obiettivo 2.
Per quanto riguarda il Progetto integrato d'area del Canavese (Parco Turistico del Canavese) la deliberazione della Giunta regionale propone il finanziamento di ventinove interventi, di cui venti di iniziativa pubblica per un totale di L. 5.041.000.000 di contribuzione pubblica e nove interventi di iniziativa privata per un totale di circa L. 904.000.000 di contribuzione pubblica.
La selezione degli interventi compresi nella proposta di finanziamento è avvenuta a seguito della verifica istruttoria svolta dal Gruppo tecnico di valutazione, composto da dirigenti e funzionari dell'Assessorato al turismo, sulla base dei criteri e dei relativi punteggi stabiliti dalla Giunta regionale con deliberazione n. 178-45010 del 18/4/1995, quindi della Giunta precedente.
I criteri di valutazione applicati considerano, per ogni intervento proposto: l'idoneità tecnico-funzionale, la copertura finanziaria da parte del proponente l'iniziativa - al fine di garantirne l'effettiva realizzazione - la congruità dei costi, l'idoneità gestionale, la fattibilità amministrativa ed urbanistica dell'opera, le ricadute economiche-occupazionali e, ovviamente, la coerenza dell'iniziativa con gli obiettivi generali e specifici del progetto integrato. Tutti questi requisiti dovevano peraltro essere posseduti e verificabili entro i tempi di conclusione dell'iter istruttorio.
Da sottolineare, infine, che le iniziative dovevano comunque essere annoverabili fra le tipologie turistiche o, quanto meno, svolgere nell'ambito considerato una prevalente funzione turistica.
A seguito delle risoluzioni a cui è giunto il Comitato di sorveglianza in merito all'assestamento del piano finanziario e alle ulteriori integrazioni di documentazione giunte nel frattempo agli uffici dell'Assessorato al turismo, è stato possibile anticipare il finanziamento ed alcuni interventi in più rispetto alla proposta iniziale.
Tra questi potranno essere ammessi al finanziamento, a seguito delle integrazioni di documentazione richieste, gli interventi proposti dal Comune di Alpette (Osservatorio astronomico), di Montalto Dora (sentiero dei cinque laghi - strada del Roncaso) e di Piverone (Centro accoglienza) per un totale di L. 313.500.000 di contribuzione aggiuntiva a favore del progetto integrato del Canavese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

L'Assessore ci ha informato dei criteri con i quali sono state esaminate le pratiche. Devo pensare che i venticinque-ventisei progetti che non sono stati approvati non avevano caratteristiche di idoneità.
L'Assessore non ci ha dato modo di capire per quali di questi criteri siano state rilevate delle carenze, cioè se la copertura finanziaria è per l'idoneità tecnico-funzionale, e di questo ci rammarichiamo.
Per quanto riguarda i tre progetti scartati citati nell'interpellanza vedo con soddisfazione che uno dei tre è stato poi inserito, quello relativo all'Osservatorio astronomico del Comune di Alpette. Mentre sugli altri due, citati esplicitamente nell'interpellanza, l'Assessore non ha detto nulla, e mi sarei aspettato che almeno l'Assessore illustrasse i motivi per cui sono stati scartati in seguito all'esame dei criteri che ha citato. Per cui anche questa interpellanza non ha una risposta completa.
L'Assessore segnala altri due interventi aggiunti (i sentieri di Montalto Dora e un intervento sul Lago di Viverone), però rimane aperta la questione della costruzione del ponte presentato dal Comune di Montalto Dora che è stato scartato, e quella relativa alle aree parcheggio del Comune di Rivarossa che sono state scartate.
Chiederei agli Assessori, ottenuta la risposta dagli uffici, di verificare se tutte le domande contenute nelle interpellanze hanno risposta.
Chiederei inoltre in merito a questa interpellanza se l'Assessore, per cortesia, può comunicarci i criteri in base ai quali sono stati esclusi dai finanziamenti il ponte di Montalto Dora e le aree parcheggio di Rivarossa.
Se questo è facilitato dal mantenimento pro forma in elenco dell'interpellanza, oppure se è sufficiente che l'Assessore ci informi con una comunicazione scritta fatta pervenire a stretto giro di posta presso la sede del Gruppo, lo valuti il Presidente del Consiglio. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Angeleri.



ANGELERI Antonello, Assessore al turismo

Io direi che se ai Consiglieri interpellanti va bene farei pervenire questo, che è un dettaglio di carattere prettamente tecnico, direttamente al Gruppo a breve giro di posta.


Argomento: Norme generali sui trasporti - Trasporti su ferro

Interrogazioni n. 382 del Consigliere Vindigni e n. 732 dei Consiglieri Vindigni e Bertoli relative ai finanziamenti alle linee ferroviarie Torino Ceres e Canavesana - Attraversamento di Caselle


PRESIDENTE

Esaminiamo ora le interrogazioni n. 382 e n. 732.
Mi pare che relativamente a questo argomento si sia già discusso in aula si sia ritornati in Commissione e adesso torniamo ancora in aula.
Togliamoci questo fondo di magazzino, possiamo dirlo? La parola all'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni

Dall'esame delle domande poste con le interrogazioni in oggetto emerge la richiesta di chiarimenti sulle iniziative prese dalla Regione Piemonte per quanto attiene alle problematiche poste in essere dalla Ferrovia Torino Ceres nell'abitato di Caselle.
A questo interrogativo viene data implicitamente risposta delle premesse delle interrogazioni medesime, in special modo dove viene asserito; "La Finanziaria 1987 ha destinato rilevanti risorse per il miglioramento delle ferrovie in concessione, assegnandone la gestione al Ministero dei Trasporti"; infatti successivamente, con il DM 2/10/1987 n. 109T il Ministero stesso ha definito le procedure per l'approvazione dei progetti da sottoporre al vaglio di una "Commissione" nominata dal medesimo e di cui le Regioni non ne fanno parte.
Quello che è mancato e che, ancora oggi, viene a mancare è proprio il coordinamento istituzionale al giusto livello nelle varie fasi di ammodernamento della linea ferroviaria, dovuto anche al mancato processo di delega alle Regioni delle funzioni amministrative previsto dal DPR n.
616/77.
Il Ministero dei Trasporti non solo non ha accolto le richieste della Regione per la gestione di quei finanziamenti previsti dalla Finanziaria 1987 e finalizzati al risanamento tecnico ed al contestuale passaggio delle competenze alle Regioni stesse, ma ha anche ritenuto di estrometterle totalmente dal processo di valutazione delle proposte progettuali.
La Regione è a conoscenza dei problemi territoriali derivanti dalla ferrovia Torino-Ceres ed in particolare di quello relativo all'attraversamento della stessa nell'abitato di Caselle Torinese, che non garantisce continuità territoriale all'interno dell'abitato.
Si sono fatte varie ipotesi progettuali per ovviare al problema accennato ipotesi che non hanno avuto esito positivo.
Il Comune di Caselle aveva proposto l'interramento della linea mediante la costruzione di una galleria superficiale con conseguente abbassamento del piano del ferro: tale soluzione non ha avuto seguito per l'eccessivo costo dell'opera e per problemi tecnici poco approfonditi.
La Società Impregilo, mandataria del Consorzio temporaneo di imprese titolare della concessione per la progettazione e costruzione dei lavori di cui alla legge n. 910/86 relativamente alla linea ferroviaria Torino-Ceres ha presentato in data 28 giugno u.s. al Presidente Ghigo e al Comune di Caselle una proposta di larga massima circa una soluzione per l'attraversamento della linea in questione nell'abitato di Caselle con una struttura sopraelevata.
Lo studio, già agli atti della II Commissione di questo Consiglio regionale, prevede la realizzazione di un manufatto della lunghezza di circa 1.200 metri che eleva il piano del ferro fino ad un'altezza di metri 4,5 dal piano stradale risolvendo l'attuale vincolo alla circolazione nella città.
Il costo di massima dell'intervento, escluse le finiture, è stimato in 25 miliardi.
Se tale proposta troverà il consenso del Comune di Caselle si procederà a redigere il relativo progetto di massima definendo meglio i costi, i particolari del progetto e le proposte di soluzione ai problemi ancora presenti (finanziamento, aree al di sotto la sopraelevata, ecc.).
Il Presidente Ghigo, nel caso la soluzione proposta trovi il consenso del Comune, ha assicurato un suo intervento presso il Ministero dei Trasporti per il finanziamento dell'opera.
Il Comune di Caselle, con nota del 23/9/1996, pervenuta l'8/10/1996 trasmessa anche al Ministero dei Trasporti, al Presidente della Provincia di Torino e all'Impregilo, nel ribadire che l'interramento della ferrovia rimane la soluzione ottimale, richiede una serie di dati e specifiche progettuali per poter esprimere un parere compiuto alla proposta di sopraelevazione.
A latere posso dirvi che sono stato informalmente avvicinato da amministratori locali i quali sostengono che potrebbe esserci - siamo in attesa che venga presentata questa proposta magari sotto forma di progetto di massima - una possibilità di interramento che effettivamente non costerebbe, come era stato dichiarato a suo tempo, circa 80 miliardi, ma intorno ai 40 miliardi. Senza assumermi alcun impegno perché non ne avevo i titoli né la competenza, ho detto che nel caso fosse riscontrabile una cosa del genere, allora certamente la Regione potrebbe intervenire pesantemente per risolvere il problema con l'interramento. Tale procedimento sarebbe la soluzione migliore onde evitare che in ogni caso, non facendo né l'una n l'altra cosa, si attivino dei caselli che, per la crescente frequenza dei treni e l'aumento della loro velocità dovuto al miglioramento della linea spezzerebbero in due quel territorio senza soluzione di continuità.
Ho una serie di altri appunti procuratimi dagli uffici competenti, che vorrei trasmettere per iscritto agli interroganti al fine di dimostrare che in ogni caso non è che ci siano delle incapacità o delle non competenze, ma sono problemi che non possono essere gestiti direttamente dalla Regione perché non ha competenze specifiche, tranne quelle di aggiungere qualche risorsa alle risorse altrui per rendere possibile la realizzazione di opere di così tanta importanza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Non sono per nulla soddisfatto della risposta dell'Assessore Masaracchio perché avendo presentato delle interrogazioni circostanziate e con delle domande precise ho riscontrato nell'informazione data dall'Assessore non solo una genericità ed una mancata risposta ai quesiti che ponevamo, in particolare ai punti 2), 3) e 4) dell'interrogazione presentata il 22/7/1996, ma anche un atteggiamento politicamente inaccettabile, cioè quello di un Assessore che si tira fuori rispetto a queste problematiche che sono essenziali per lo sviluppo del nostro territorio. E' un atteggiamento di tipo burocratico che fa a pugni con la tradizione di questa Regione. Devo ricordare alla Giunta, al Consiglio e all'Assessore Masaracchio che quando sul finire degli anni '70 la Regione Piemonte promosse lo studio di fattibilità per il passante ferroviario di Torino, lo fece non perché ciò fosse nelle proprie competenze, ma perch riteneva quest'opera fondamentale per la riorganizzazione dei trasporti dell'area torinese. E quest'opera fu avviata anche nell'indifferenza delle stesse Ferrovie, che solo alcuni anni dopo si convinsero della necessità di avere un nuovo passante ferroviario nell'area torinese.
Quindi l'Assessore, nel momento in cui dice "non è nostro compito, non sono state ancora trasferite dallo Stato alle Regioni competenze nel campo del trasporto locale, per cui stiamo a guardare", ci propone un comportamento che costituisce un notevole arretramento rispetto alle posizioni tenute in altri tempi dalla stessa Regione.
In particolare, quanto poi l'Assessore ci dice stride con le informazioni che noi abbiamo rispetto all'attività condotta dagli uffici ma anche dallo stesso Presidente della Giunta regionale che in tutti questi mesi ha promosso delle riunioni; quindi evidentemente qui c'è anche una scollatura di ordine politico che si traduce poi nella non-soluzione di questo problema e nel registrare un'evoluzione, lo sviluppo di una telenovela che ha portato il Presidente del Consiglio regionale a dire: "tiriamo fuori i fondi di magazzino". La questione della Canavesana, la questione della Torino-Ceres, non sono fondi di magazzino! Noi abbiamo all'o.d.g. del Consiglio una deliberazione che ha come oggetto la costituzione di un'Agenzia per la promozione di Torino e del Piemonte. La competizione fra i sistemi territoriali a livello continentale avviene proprio sull'efficienza di questi sistemi oltre che sulla qualità dell'istruzione e della formazione delle maestranze prodotte in questo territorio.
Proprio per questo, non continuare l'azione che è stata svolta negli anni '70, che portò la Regione a sollecitare il trasferimento delle ferrovie concesse dalla gestione governativa alla SATTI, proprio per avere una regia pubblica, coraggiosa, moderna e preveggente, di queste infrastrutture, mi pare che porti ad indebolire l'efficienza complessiva del sistema dell'area metropolitana torinese e quindi contraddire cose che poi si fanno nella stessa seduta di Consiglio.
Perché non ha senso proporre la costituzione di un'Agenzia per la promozione del Piemonte quando poi in questo stesso territorio che vogliamo promuovere accettiamo, nascondendoci dietro una concezione burocratica, che le infrastrutture di trasporto su ferro abbiano ancora caratteristiche tecnologiche decisamente superate, come per esempio nel caso della ferrovia Canavesana che non è nemmeno elettrificata! Non troviamo 800 milioni - dico 800 milioni! - per far proseguire i treni della Torino-Ceres fino a Trofarello-Chieri e non riusciamo ad essere interlocutori rispettati e riconosciuti da parte del Ministero dei Trasporti! Quindi qui c'è chiaramente un deficit di iniziativa politica, un deficit di credibilità di questa Giunta e di questo Assessore, che lo porta a rispondere in maniera generica alle nostre interrogazioni, che noi continuiamo a presentare non per pedanteria o per pignoleria, ma perché siamo convinti della necessità di dare una risposta precisa, una risposta moderna a questa esigenza che le popolazioni locali propongono.
Mi auguro che prima o poi questa Regione abbia un governo che sia in grado di rispondere alle esigenze che il territorio esprime in maniera meno burocratica e più pregnante.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Oltre a condividere le considerazioni del collega Vindigni, volevo segnalare che si è perso dell'altro tempo, nel senso che alcuni mesi fa noi avevamo già anticipato la discussione, dicendo che la soluzione sopraelevata al Comune di Caselle non era realistica. Ora anche l'Assessorato, prendendo atto dell'atteggiamento del Comune, ha considerato il fatto che questa ipotesi non funziona e pertanto abbiamo perso a questo punto oltre un anno attorno ad una soluzione che evidentemente non era funzionale.
Volevo aggiungere questa considerazione, riferendomi agli ordini del giorno che sono stati presentati, che chiedono invece di indirizzare l'impegno complessivo verso le Ferrovie SATTI perché sono un nodo importante della mobilità dall'area metropolitana torinese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Ho chiesto di parlare anche perché ci sono gli ordini del giorno da votare, al di là delle interrogazioni.
L'Assessore ha annunciato che sull'annosissimo problema della sistemazione e potenziamento della Torino-Ceres è allo studio una nuova ipotesi di interramento del tratto della ferrovia in corrispondenza dell'abitato di Caselle, ma non ha detto in modo preciso in cosa consista questo progetto, chi l'abbia commissionato, da chi sia stato redatto. Mi ha un po' stupito questo coniglio che improvvisamente l'Assessore ha tirato fuori dal cilindro: come è possibile che due progetti per la stessa opera (1-1,5 km) di via ferroviaria interrata passino improvvisamente dal costo di 80 miliardi al costo di 40 miliardi? Un po' di stupore lo genera, perch Caselle è sempre lì, la conoscenza del sottosuolo è sempre la medesima: come mai questa differenza gigantesca di investimento? Ha analizzato l'Assessore? Ha determinato qualche elemento di conforto? Perché non vorrei che si passasse da una fantasia ad un'altra. O la prima era fantasiosa e allora l'Assessore ci rassicuri, quindi la seconda è pertinente, o il dubbio che non si sappia in che condizioni progettuali siamo e si cambino un po' i numeri è un dubbio che rimane.
Vi è poi l'altro aspetto sul quale il Gruppo di Rifondazione Comunista segnala una propria continuità di azione che vede insoddisfatta anche oggi perché in tema di trasporto pubblico non si possono suonare tutte le campane nello stesso momento. Non si può, in altre parole, progettare uno sviluppo del sistema dei trasporti che non faccia anche i conti con le risorse, in particolare con le risorse pubbliche.
La nostra opinione è che la linea Torino-Ceres, e in particolare l'interramento - ai costi che costa! - del tratto su Caselle, si collega ad una visione dello sviluppo dei trasporti che per noi tende a rafforzare a livello provinciale tutte le linee su ferro esistenti. Quindi la Chieri Trofarello - Torino, la Torino - Caselle - Lanzo - Ceres, la Pont Canavese Rivarolo - Torino - Nichelino - Volvera - Pinerolo e il completamento del passante ferroviario i cui costi astronomici appesantiscono e piegano decisamente - irrigidendoli - gli interventi finanziari pubblici.
Queste sono le priorità. Se si ragionasse all'interno di queste priorità, come Regione Piemonte, non vi è dubbio che le decine di miliardi necessari per contribuire al rafforzamento della linea Torino-Ceres attraverso la scelta di realizzare sottoterra l'attraversamento di Caselle sarebbero una proposta politica con una possibilità di realizzarsi concretamente, perché le risorse economiche per fare fronte a questo progetto ci sono.
Se l'Assessore Masaracchio dice, viceversa, che il problema del finanziamento del sottopasso di Caselle è estraneo alle competenze regionali, in realtà dice che è estraneo alla volontà politica della Giunta regionale, perché non ci sono i finanziamenti a disposizione. Torno a segnalare a tutti quanti e anche alla pubblica opinione del Comune di Caselle che questo non è vero, che questa è una conseguenza di alcune scelte politiche confermate da questa Giunta regionale, di spendere cioè centinaia di miliardi in altre direzioni. E una delle altre direzioni è senz'altro quella di promettere la cifra di 100 miliardi (l'equivalente di due sottopassi e mezzo di Caselle) all'ormai fantomatico progetto del trenino di Torino, targato FIAT, e di acconsentire ad un prelievo straordinario, da parte dello Stato italiano, nel settore dell'Alta Velocità.
Noi non cavalchiamo il sottopasso di Caselle, demagogicamente, per dire sì a tutti, perché le risorse pubbliche sono limitate. Rifondazione Comunista dice sì al sottopasso di Caselle e trova anche le risorse per costruirlo, in quanto lo inserisce in un obiettivo di riorganizzazione dei trasporti in cui dice dei sì e dice dei no, quindi si assume delle responsabilità politiche chiare, pagandone i prezzi qui e là. Viceversa rimaniamo scettici di proposizioni che non tengono conto dei problemi di bilancio pubblico, delle risorse disponibili e, caso per caso, si collocano semplicemente in appoggio a questa o quella rivendicazione. Il Comune di Caselle avrebbe potuto risolvere questo problema subito, conche cambiasse la linea politica di questa Giunta regionale e forse non solo di questa.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio, per una breve replica.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni

Una breve replica per dire che a volte si vive vantandosi di luce riflessa, ma la luce riflessa non è sempre quella del bene, può essere anche quella del male. La Torino-Ceres è un problema che non è esploso con questa Giunta, ma risale a tant'altro, tant'è che il dibattito in sede di Commissione consiliare ha ampiamente dimostrato come i coniglietti dentro il cappello qualcuno li abbia prima di chi se li inventa, magari sfregando come faccio io, la lampada di Aladino per far venire fuori il demonietto! Al di là di queste affermazioni, ho detto al collega Vindigni che avrei prodotto anche altro materiale per non stare qui a dilungarci in quanto faccio memoria ai colleghi Consiglieri - di questo problema se ne è parlato il 16/7/1996 in Consiglio regionale e le risposte che potevano essere date (non che dovevano essere date) sono state date.
Sulle capacità dell'Amministrazione regionale, di questa Giunta vedremo alla fine chi avrà ragione nei confronti degli amministratori locali.
Io non ho detto che è stato presentato un altro progetto, ho detto che nella ridda delle proposte degli amministratori locali, hanno riferito a me, in maniera del tutto informale, che potrebbero esserci altri progetti da presentare, e attendiamo che siano presentati (ma non possiamo costringere la gente con il fucile in petto a presentarli), che prevederebbero una spesa non di 80, ma di 40 miliardi. Staremo a vedere. Se vogliamo tergiversare per aprire un dibattito sul Piano regionale dei trasporti e sulle competenze, ciascuno si tenga la propria intelligenza politica. Io tengo la mia, insieme alla mia capacità di essere persona responsabile.


Argomento: Industria (anche piccola e media) - Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza n. 608 dei Consiglieri Papandrea e Simonetti relativa alle Acciaierie Ferrero


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza n. 608 presentata dai Consiglieri Papandrea e Simonetti.
Risponde l'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore al lavoro

Prima di leggere la risposta all'interpellanza, desidero premettere che le condizioni che abbiamo dovuto attraversare nella vicenda delle Acciaierie Ferrero sono note a tutti, avendovi partecipato a tutti i livelli nella concertazione che si è tentato di fare anche a livello sindacale. Non mi si venga a dire che non si è fatto nulla, perché si sa benissimo quale è stata la triste vicenda delle Acciaierie Ferrero.
Nel merito delle osservazioni degli interpellanti, circa l'approvazione di una delibera il cui contenuto non corrisponde minimamente al titolo supponendo ci si riferisca all'approvazione del Piano delle aree per insediamenti produttivi occorrenti per la rilocalizzazione delle Acciaierie Ferrero S.p.A., si fa notare come il Piano mantenga le sue motivazioni, non essendo unicamente riferito alla rilocalizzazione dell'area fusoria delle Acciaierie Ferrero, il cui Gruppo svolge molteplici altre attività, alcune delle quali rilocalizzabili nella nuova area ed altre da avviare o implementare in attuazione dell'accordo sindacale recentemente stipulato non si configurerebbe quindi un'ipotesi di non validità della deliberazione anche perché l'espressione "ricollocazione delle Acciaierie Ferrero" non fa riferimento alla specifica area impiantistica, ma alla ragione sociale dell'azienda.
Le norme comunitarie vigenti, così come la relativa normativa applicativa nazionale, non vincola in alcun modo i fondi CEE erogati per le dimissioni ad uno specifico investimento, ma solo al reinvestimento in senso lato, obbligazione a cui, com'è noto agli stessi interpellanti Ferrero ha ottemperato compartecipando al rilievo di una nota finanziaria siderurgica, attualmente in amministrazione straordinaria.
Si fa presente comunque che le stesse Organizzazioni sindacali hanno ritenuto di raggiungere un accordo sindacale che tuteli l'occupazione esistente, evitando provvedimenti traumatici, non ritenendo nella fattispecie proponibile linee di comportamento tali da salvaguardare totalmente il potenziale occupazionale dell'impresa; va fra l'altro osservato che nella fase di trattativa precedente a questo accordo, la Regione non è stata assolutamente coinvolta e non è ovviamente suo costume interferire nella libertà contrattuale delle parti.
Per quanto ci consta, nessuno ha portato a nostra conoscenza, con dati ed elementi di fatto, il ritrovamento di fusti nell'area Cebrosa e comunque si rileva che esistono le autorità di vigilanza in materia, prima fra tutte l'Azienda sanitaria territoriale che è tenuta a compiere gli accertamenti del caso ed eventualmente prelevare campioni da sottoporre ad idonee analisi.
La Regione Piemonte non ha tra i suoi compiti quello di giudicare le aziende, ma può affermare di aver fatto tutto quanto in suo potere per la salvaguardia non solo dell'occupazione, ma del patrimonio industriale piemontese in uno dei comparti, quale quello siderurgico, che già maggiormente nella nostra Regione si sono depotenziati.
Certamente l'atteggiamento della Regione, che ha rimosso o contribuito a rimuovere tutte le difficoltà alla prosecuzione delle attività che il cav. Ferrero occupava, non può che essere di amarezza e di disappunto: riteniamo che complessivamente la vicenda Ferrero non sia tra quelle che accrescono la credibilità imprenditoriale nel nostro Paese.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Credo che la vicenda Ferrero abbia realmente dell'incredibile; vicenda che oltre a far sì che non aumenti la credibilità dell'imprenditoria privata, sicuramente contribuisce a diminuire quella delle istituzioni pubbliche, nonché di questa Regione, di questo Assessorato.
L'Assessorato non può continuare a dirci che farà qualcosa quando ne avrà le competenze: alla luce di quanto ha fatto finora, l'accrescimento delle competenze non può che preoccupare. Pur essendo favorevoli al decentramento, ci pare che le mani in cui finiranno le competenze non permettono di certo ai lavoratori di sentirsi tranquilli.
Anche la risposta di oggi ha carattere assolutamente burocratico l'Assessore fa come sempre: considera le crisi quali eventi meteorologici da subire, per i quali non si può fare niente. Gli imprenditori, di volta in volta, sono più o meno cattivi... e così via.
Non è vero che la Regione non si sia occupata del problema; all'inizio di quest'anno abbiamo portato una legge sullo scarico dei fumi industriali in II Commissione e poi in Consiglio, per favorire la ricollocazione delle Acciaierie Ferrero. Infatti, mediante la concessione di alcune deroghe, si permetteva alle stesse di avere il tempo di ricollocarsi.
Questo non è accaduto anni fa: ne abbiamo discusso tra febbraio ed aprile; in quel momento noi di Rifondazione Comunista denunciavamo l'uso strumentale della legge: "Guardate che la Ferrero vuole prendersi i soldi della CEE e chiudere e, nello stesso tempo, avviare una speculazione sulle aree!". Bene: la Ferrero ha ottenuto tutto questo: ha chiuso e si è intascata i soldi della CEE. Secondo l'Assessore c'è poco da fare; c'è un richiamo generico ad un reivestimento attuato attraverso una Finanziaria che controlla un'altra azienda siderurgica. Questo non è reinvestimento industriale: non sta né in cielo né in terra.
Tra l'altro, noi siamo molto preoccupati per i lavoratori presi dalla Ferrero; visti i precedenti, il destino di queste persone rischia di essere esattamente quello di prima, cioè che l'azienda chiuda - e prenda altri fondi dalla CEE.
Oltretutto, c'è stata una speculazione edilizia avallata dalle istituzioni, compresa la nostra, che avrebbe dovuto vincolare in qualche modo la destinazione di quelle aree. Non si possono permettere speculazioni che portano all'accumulo di decine di miliardi grazie ad atti dell'amministrazione pubblica. I terreni agricoli diventano ad uso industriale in virtù di un atto che lo permette. Se la zona dove sono le Acciaierie Ferrero passa da industriale a residenziale è in forza di atti pubblici che lo permettono. Atti comunali, avallati dalla Regione.
Si dice che la legge è questa e non si può fare altro; certo, intanto speculando loro si fanno i soldi - molti - e poi chiudono, licenziano e i lavoratori subiscono.
L'Assessore afferma che, comunque, l'occupazione è garantita. Falso: l'occupazione non è garantita per niente. I prepensionamenti riducono l'occupazione; si risolve il problema dei singoli lavoratori che non si ritrovano senza stipendio, ma l'occupazione non viene di certo garantita: sono perdite di posti di lavoro. L'Assessore dovrebbe saperlo, essendo Assessore al lavoro; si tratta di uno strumento che fa sì che la riduzione dei posti di lavoro non sia traumatica, ma sempre di riduzione di posti di lavoro si tratta. La salvaguardia dell'occupazione passa attraverso reali processi di ricollocazione e quindi senza perdita di posti di lavoro.
E - ripeto - questo è avvenuto con una serie di atti pubblici; la Regione ha continuato a trattare con Ferrero fino all'ultimo momento: quindi sapeva tutto questo. L'atteggiamento è quello che ricordavo in precedenza: come quando, al mattino, si guarda fuori dalla finestra per vedere se piove o c'è bel tempo. Purtroppo, lì è piovuto...: le cose sono andate male. Non possiamo continuare a far sì che la CEE dia decine di miliardi per arrivare alla perdita di posti lavoro. Il denaro della CEE, com'è detto nelle direttive, deve essere finalizzato magari a ridurre la quota di produzione specifica dell'azienda, ma utilizzato in altre attività industriali, non per andare a prendere una Finanziaria che controlla un'altra azienda decotta, destinata a far la stessa fine dell'altra.
Bisognerebbe che i fondi CEE non venissero dati ai banditi; si tratta di denaro frutto anche dei nostri contributi, che non devono essere destinati a politiche contro l'occupazione.
O si prende atto di questo, altrimenti si fa finta di niente e si è complici attivi di queste politiche.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore al lavoro

Se io pensassi che il collega Papandrea fosse totalmente informato direi che in questo caso lui attiva una propria presenza demagogica in Consiglio che potrebbe farmi pensare - visto che pensa dell'incapacità e del dolo dell'Assessore - di una sua irresponsabilità in quanto provocatore e persona del tutto inaffidabile.



CHIEZZI Giuseppe

Inaffidabile sarà lei!



MASARACCHIO Antonino, Assessore al lavoro

Certo, senza dubbio, io partecipo alla spartizione dei miliardi dell'azienda Ferrero! Ho voluto anche provocare per dire che qui nessuno...



PRESIDENTE

Dia, Assessore, una risposta nel merito.



CHIEZZI Giuseppe

Assessore, non dia del provocatore ad un Consigliere!



MASARACCHIO Antonino, Assessore al lavoro

Io mantengo la mia provocazione e do del provocatore al Consigliere poi faccia quello che le pare e piace.



PRESIDENTE

La replica non era consentita ed era solo per una questione...



MASARACCHIO Antonino, Assessore al lavoro

Perché non è consentita? E' consentita agli interpellanti che a volte replicano all'Assessore e l'Assessore non può ribadire concetti che sono fondamentali? Cioè dire che quel disegno di legge è stato voluto dal Consiglio regionale che lo ha votato proprio per evitare che l'azienda accaparrasse i soldi della Comunità europea dentro la quale dobbiamo entrare; questo Governo sta facendo di tutto per entrarci!



PRESIDENTE

Questa risposta, in base alla legge, era legittima, Assessore: lei ha dato la sua risposta.



PAPANDREA Rocco

Noi non lo abbiamo votato.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza n. 606 dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti relativa al taglio di 340 posti di lavoro all'ILVA ed alla SE.CO di Novi Ligure


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 606, presentata dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti, alla quale risponde l'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore al lavoro

La Regione ha seguito costantemente la situazione dell'ILP di Novi tramite contatti con la proprietà e la direzione del Gruppo avente sede a Genova.
Contestualmente ci si è rapportato ai vertici IRI e Ministero dell'Industria per verificare l'evolversi della situazione successiva alla privatizzazione.
Dalla verifica è però chiaramente emerso che l'unico impegno assunto da Riva al momento della privatizzazione era stato quello di non effettuare licenziamenti per un periodo di due anni dalla data della privatizzazione stessa, infatti le diminuzioni di organico avvengono attraverso dimissioni volontarie e mancato ricambio del turnover.
La Regione stessa ha espresso più volte la stessa preoccupazione degli interpellanti, ma il calo occupazionale è avvenuto senza il ricorso o licenziamento e tanto meno a chiusure di stabilimento, per cui i passi formali auspicati dagli interpellanti cozzano contro il fatto che formalmente nessun accordo è stato violato anche se la situazione e le prospettive appaiono molto incerte. Le stesse Organizzazioni sindacali hanno sempre denunciato la natura sostanziale dei problemi e mai hanno rilevato violazioni formali.
Le "messe in mobilità" difatti riguardano la SE.CO che, pur operando nella stabilimento, è giuridicamente autonoma dal Gruppo Riva e registra eccedenze dovute alla riassunzione in gestione diretta ILP di funzioni produttive (magazzino spedizioni) che prima erano state decentrate.
Il fenomeno più preoccupante però è quello riguardante la saturazione degli impianti di Novi Ligure e particolarmente della ricottura continua che potrebbe subire, proprio per le sue caratteristiche tecnologiche, danno permanente da una continua situazione di basso utilizzo dell'impianto progettato per il funzionamento a ciclo continuo con saturazione maggiore all'80%.
Purtroppo il Gruppo ILP-Riva ha registrato una grave flessione degli ordini, sia per crisi di mercato sia per una politica dei prezzi al rialzo per riequilibrare la gestione economica, ma non accettata del tutto dai principali clienti che hanno reagito tagliando gli ordini.
E' questa una situazione a cui l'ILP sta cercando di porre rimedio attraverso un dialogo con la committenza che ha già portato alcuni recuperi di volumi produttivi.
Questa conduzione strategica dell'azienda ha portato ad una situazione comunque grave: pur senza licenziamenti all'interno dell'ILVA l'occupazione cala a livelli preoccupanti per la stessa funzionalità nello stabilimento nell'indotto la situazione occupazionale è ovviamente ancora più critica mentre in relazione ad irregolari recuperi di ordini si fa un ricorso certamente esagerato ed inaccettabile, in tale contesto, al lavoro straordinario.
Coerentemente con l'ordine del giorno del Consiglio regionale del 15/7/1996 si è provveduto a richiedere un incontro con i Ministeri dell'Industria e del Lavoro anche se si trascinano da tempo in sede governativa difficili trattative riguardanti l'intero gruppo in cui si presentano purtroppo situazioni ancora più critiche di Novi Ligure.
La situazione comunque è oggetto di continuo monitoraggio da parte della Regione che ha già avuto modo di intervenire più volte anche direttamente con incontri tenuti dall'Assessorato e dai suoi collaboratori sia in sede regionale sia direttamente sul posto, e di attivarsi informalmente sui Ministeri competenti, segnalando tra l'altro anche la scarsa disponibilità della Direzione al dialogo anche con le istituzioni.
Per quello che mi risulta allo stato attuale delle cose tutto sta peggiorando in maniera assai pesante e non sappiamo quali potrebbero essere gli effetti devastanti anche presso questa azienda, ma il problema è a livello ministeriale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Questa interpellanza è stata presentata esattamente il 21/5/1996, sei mesi fa. L'oggetto dell'interpellanza è la drammatica situazione economico occupazionale del Novese e della Valla Scrivia ed è relativa al taglio padronale assurdo della dirigenza dell'ILVA di Novi Ligure. Una proprietà quella dell'ILVA, arrogante ed antisindacale che pretendeva di licenziare unilateralmente 340 persone, sia all'ILVA che alla SE.CO - ditta quest'ultima appaltatrice degli imballaggi.
Ho ascoltato le affermazioni dell'Assessore - non vorrei che per le critiche che farò venissi tacciato di essere un provocatore - che sono lungi dall'essere positive. Innanzitutto l'attuale situazione dell'ILVA è sempre critica e pericolosa. Si è riacceso quel clima di tensione contro la proprietà: i lavoratori hanno scioperato l'altra settimana due ore a fine turno, mentre i 116 cassaintegrati attuali hanno attuato un blocco stradale davanti ai cancelli.
La manifestazione è risultata spontanea, è cominciata a mezzogiorno e si è conclusa dopo mezz'ora dall'arrivo degli agenti della Questura.
Ovviamente vi è una situazione di grossa difficoltà.
In data 8 marzo, il Gruppo di Rifondazione Comunista present un'interpellanza per chiedere sia cosa rimaneva del polo siderurgico torinese-piemontese sia sulla responsabilità dei governi centrali e regionali che hanno portato alla privatizzazione selvaggia della siderurgia in Piemonte.
Vi sono state giornate di mobilitazione, vi è stata la totale solidarietà della città di Novi, dei Sindaci del Novese, di tutti i lavoratori di altri stabilimenti che sono a rischio occupazionale e produttivo dell'area della Valle Scrivia che, come ho già detto altre volte, è tra le più colpite della provincia di Alessandria.
Al termine di quei giorni, quindi sei messi fa, si giunse ad una soluzione definita non positiva ed accettata con rabbia e disappunto dai lavoratori: vi furono trasferimenti a Genova e molti lavoratori finirono in cassa integrazione. La Regione Piemonte era rappresentata da lei Assessore, e dall'Assessore Cavallera, e non ha certamente dato una positiva impressione ai lavoratori interessati che ne hanno criticato il comportamento e la rapida presenza in loco.
Allo stato attuale della situazione, chiedo, perché non ho capito i fini, che cosa intende fare l'Assessore e come intende risolvere la difficile e drammatica situazione di Novi, sia dell'ILVA che della SE.CO.
Con rammarico devo ricordare all'Ufficio di Presidenza che il mio Gruppo aveva chiesto la convocazione di un Consiglio straordinario a Novi o nell'Alessandrino, a cui è stato risposto negativamente, mentre invece andava fatto per la delicatissima situazione dell'intera area Novese e della Valle Scrivia, in quanto ne era stato convocato uno ad Alba per la Valle Bormida e per la Ferrero e uno ad Ivrea per l'Olivetti.



PRESIDENTE

Vorrei solo precisare al Consigliere Moro che per la Ferrero non si è svolto alcun Consiglio aperto ad Alba. Il Consiglio regionale ad Alba si riferiva alla questione dell'ACNA e della Valle Bormida.



MORO Francesco

Ho citato la Valle Scrivia perché lei sa benissimo che è una delle zone più drammatiche. Non ho citato l'Acquese con il 13% di disoccupazione (le terme e il termalismo sono in una situazione drammatica), non cito l'Alessandrino e nemmeno il Tortonese.
Quindi, secondo me, c'era un'esigenza politica molto seria, perché la situazione di Novi è drammatica. Volevo rimarcare questo fatto, chiedendo se esistono Piemonti diversi, cioè se nella nostra realtà così drammatica che lei conosce, forse non sarebbe giusto fare un'autocritica e dire che realmente stiamo sottovalutando una parte importante del Piemonte, cioè quella dell'Alessandrino, che non sto a ricordare che è stata anche toccata da una drammatica alluvione.


Argomento: Formazione professionale

Interpellanza n. 576 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea relativa alla formazione professionale: circolare sull'eccedenza del personale


PRESIDENTE

L'Assessore Masaracchio risponde ancora all'interpellanza n. 576 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea.



MASARACCHIO Antonino, Assessore alla formazione professionale

Il Comune di Torino ha da tempo previsto il passaggio dei Centri di formazione professionale di sua gestione in Società consortili miste che hanno il compito di assumere la responsabilità della gestione delle attività formative.
Questa Amministrazione è a conoscenza da tempo di tale progetto nei confronti del quale non può che prendere atto, considerata l'autonomia dell'Amministrazione comunale nell'ambito delle proprie scelte.
Da parte della Regione Piemonte l'attività di formazione gestita dal Comune di Torino rientra nella fattispecie degli interventi programmabili sulla base delle direttive regionali in ottemperanza all'art. 11 della L.R.
n. 63/95.
Anche negli scorsi anni formativi, sulla base della precedente legge sulla formazione professionale (L.R. n. 8/80), il Consiglio regionale ha approvato i piani di formazione annuale nell'ambito dei quali erano compresi anche quelli riferiti al Comune di Torino in quanto ente gestore di formazione.
L'Amministrazione comunale doveva garantire, ai sensi di legge, per lo svolgimento delle attività finanziate, il personale necessario sia per la formazione che per l'amministrazione oltre l'idoneità dei locali e delle relative attrezzature.
Sulla base delle attività finanziate, la Regione Piemonte ha erogato al Comune di Torino, come a tutti gli altri enti gestori, le risorse necessarie allo svolgimento di dette attività.
Eventuali esuberi di personale lamentati dall'Amministrazione comunale possono risalire ad errate valutazioni o provvedimenti amministrativi probabilmente risalenti agli anni precedenti, che non hanno tenuto conto dei parametri di finanziamento adottati dalla Regione Piemonte nei confronti degli enti gestori.
In presenza di questa situazione gli esuberi del personale sono da sempre stati finanziati con risorse a carico dell'Amministrazione comunale.
Da parte della Regione, nel corso del 1996, è stata data attuazione alla nuova legge regionale sulla formazione professionale, e nel contesto delle attività programmate sono state deliberate le due direttive annuali la prima relativa al piano corsi rivolta ai disoccupati e la seconda relativa agli interventi sugli occupati ed alle iniziative di formazione continua.
La programmazione regionale deve, in tale ambito, tenere conto delle nuove regole stabilite dai Regolamenti comunitari e delle determinazioni scaturite dai Comitati di sorveglianza. Queste regole prevedono nuovi criteri di valutazione, sia ex ante che in itinere che ex post, delle attività finanziate e per essere in linea con queste nuove logiche le agenzie formative devono essere in grado di essere competitive, sia sul versante della qualità della formazione erogata che sul versante dei costi della stessa.
Per quanto concerne le categorie di utenza interessate a percorsi formativi, lo stesso programma operativo approvato dall'Unione Europea prevede interventi rivolti alle categorie di soggetti particolarmente deboli della nostra società, comprendendo tra questi, oltre ai tradizionali interventi rivolti ai giovani in uscita dalla scuola dell'obbligo ed ai soggetti portatori di handicap, anche interventi formativi rivolti agli immigrati, ai nomadi, ai detenuti e ai tossicodipendenti; inoltre sono previste risorse destinate al superamento della purtroppo ormai tradizionale emergenza occupazionale, rivolte da un lato ai disoccupati, ai lavoratori iscritti alle liste di mobilità, ai CIGS strutturali, ai disoccupati con titolo di studio inadeguato alle nuove esigenze del mercato del lavoro ed alla promozione delle pari opportunità uomo-donna sul mercato del lavoro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

L'interpellanza è datata 7 maggio. Visti i tempi fulminei con cui si risponde, molti dei punti in questione sono notevolmente modificati.
Infatti, come avevamo sottolineato nell'interpellanza, la dubbia legittimità dell'azione che stava avviando il Comune si è poi verificata per cui lo CSEA attualmente non gestisce, come era previsto da quella deliberazione, la formazione professionale del Comune, ma il TAR ha impugnato quella deliberazione, che non è stata applicata.
Non so se l'Assessore conosce questi fatti, ma al di là che sono fatti che riguardano il Comune, hanno una certa rilevanza, trattandosi della fetta più grossa della formazione nella nostra Regione.
Questo ha creato non pochi problemi, quindi seguire la questione con maggiore attenzione sarebbe stato utile, perché ad un certo punto si è creata nella formazione professionale una serie di nuovi problemi.
Nell'interpellanza sottolineavamo i problemi esistenti in quel momento anche legati ad un'affermazione di un responsabile del Comune, che ha poi rimangiato le dichiarazioni sulle eccedenze dicendo che si trattava di un errore.
Però tutta l'operazione è saltata. Questo ha creato una serie di problemi. Non si sa che fine farà la formazione, perché non si capisce bene, anche dati i tempi che ha l'Amministrazione comunale di Torino, se riuscirà o meno a condurre in porto un'operazione di appalto a livello europeo, sulla quale ci stiamo opponendo.
C'è, quindi, una situazione di incertezza che ha determinato nuovi problemi oggetto di una serie di interpellanze e ordini del giorno presentati sia dal nostro Gruppo che da altri.
Nella scorsa settimana e in quella corrente c'è agitazione nel settore della formazione perché anche questa vicenda ha creato una serie di problemi per cui l'avvio dei corsi del nuovo anno è stato abbastanza difficile. Avvengono dei fatti per cui sono stati finanziati i corsi che non hanno avuto iscritti, mentre invece i corsi che avevano molti iscritti non sono stati finanziati. E' una vicenda su cui torneremo se ci saranno risposte un po' più sollecite di quelle che ha avuto questa interpellanza.
Sono problemi che poi hanno delle ripercussioni significative sia sull'utenza che sugli addetti e visto che la Regione è Ente erogatore di finanziamenti nei confronti della formazione, specie quando si tratta di pezzi così significativi, una maggiore attenzione a seguire le vicende, a capirne le dinamiche sarebbe utile più di quanto ci pare sia avvenuto finora e in particolare rispetto ai problemi che avevamo sollevato e che ripeto, ormai hanno tutto un altro sviluppo proprio perché le cose che abbiamo sollevato su questo argomento sono risultate perlomeno valide avevano un fondamento, quindi tutta l'operazione CEA non è andata in porto.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interpellanza n. 596 dei Consiglieri Chiezzi e Simonetti relativa alla prevenzione e cura delle malattie senili - Centri diurni per i malati del morbo di Alzheimer


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interpellanza n. 596 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti.
Risponde l'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente, cortesi colleghi. L'invecchiamento progressivo della popolazione italiana sta cambiando radicalmente le caratteristiche dei soggetti che necessitano di interventi sanitari ed assistenziali: non sono più pochi i longevi, bensì rappresentano un segmento rilevante della popolazione.
In Piemonte attualmente gli ultrasessantacinquenni sono circa 750.000 unità, pari al 17,5% della popolazione totale. Le proiezioni demografiche nel 1998 danno 830.000 piemontesi con età superiore ai 65 anni (20% della popolazione totale).
Di conseguenza la questione anziani, sia a livello sanitario che a livello sociale, non può più essere considerata marginale. Ed è anche per questo che nel Piano Sanitario Regionale per quanto attiene alla tutela della salute degli anziani è stato programmato un apposito progetto.
Il progetto anziani 1996/1998.
Il progetto basato su una moderna cultura gerontologica assume i seguenti elementi per la politica piemontese in questo settore: la conoscenza del contesto di riferimento sia sul versante della condizione anziana, in termini epidemiologici, sia sul monitoraggio dei servizi esistenti, sia sull'allocazione delle risorse disponibili (scheda di valutazione multimensionale dell'anziano >75 anni) l'affermazione del sistema a rete, quale modello organizzativo di maggiore efficacia per correlare le caratteristiche della domanda a quelle dell'offerta lo sviluppo della rete dei servizi che prevede il potenziamento delle prestazioni territoriali, in particolare domiciliari, il proseguimento della riqualificazione del personale in servizio e dell'adeguamento strutturale delle residenze per anziani, la razionalizzazione e l'unificazione dei servizi di assistenza e cura domiciliare la formazione professionale specifica degli operatori sanitari e socio assistenziali del settore.
Costituisce risultato strategico l'attuazione del progetto obiettivo per la tutela della salute degli anziani approvato dal Parlamento il 30/1/1992, attraverso la realizzazione di specifici obiettivi operativi da parte delle Aziende Sanitarie Regionali e degli Enti gestori dei servizi socio-assistenziali.
Potenziamento delle attività dell'Osservatorio regionale costituito dall'Assessore alla sanità e dall'Assessore all'assistenza sulla condizione anziana con particolare riferimento all'approfondimento delle caratteristiche della domanda e all'esigenza di valutare e verificare gli interventi nel settore. L'Osservatorio vede coinvolti gli Assessorati alla sanità e all'assistenza. Annualmente fornisce alla Giunta regionale un profilo epidemiologico e socio-demografico della situazione e un resoconto sui servizi attivati e/o sviluppati dalle Aziende Sanitarie e dai Servizi socio-assistenziali.
Costituzione in tutte le ASL dell'unità di Valutazione Geriatrica con la presenza obbligatoria dello specialista geriatra con funzioni di Presidente. La complessità del problema anziani e le numerose variabili che caratterizzano la domanda di intervento rendono necessaria la correlazione della risposta al grado di complessità del problema. E' indispensabile che il filtro tra domanda ed offerta di servizi sia il più qualificato possibile. L'unità di Valutazione Geriatrica è un organismo tecnico che individua le professionalità necessarie e le modalità di coordinamento con gli Enti gestori dei servizi socio-assistenziali.
Individuazione di un Centro di Riferimento Regionale che sviluppi la formazione del personale sanitario in maniera specifica per i problemi dell'anziano cronico o non autosufficiente. Con successivo atto, la Giunta regionale individua il Centro di riferimento stesso prevedendone compiti ed organizzazione.
Realizzazione del modello a rete dei servizi per gli anziani.
Il modello è costituito da tre diversi livelli di complessità degli interventi: 1) primo livello di interventi costituito dai servizi di assistenza e di cura domiciliare 2) secondo livello di interventi costituito dall'assistenza residenziale funzionalmente collegata con l'ospedale e da quella semiresidenziale (con particolare riferimento al centro diurno integrato - day hospital geriatrico) 3) terzo livello di interventi costituito dall'unità operativa di geriatria dell'ospedale per acuti e dall'unità operativa di lungodegenza post-acuzie dell'ospedale per post-acuti.
Gli interpellanti chiedevano: 1) quali programmi di screening e di prevenzione delle patologie croniche associate alla non autosufficienza che colpiscono gli anziani sono stati avviati o sono previsti e in quali tempi 2) se la Giunta e l'Assessore intendono, a supporto degli interventi domiciliari, realizzare centri sanitari diurni per i malati del morbo di Alzheimer, così come rivendicato dall'AIMA - sezione di Torino - e dal CSA Comitato per la difesa dei diritti degli assistiti - di avere funzionante, a Torino, almeno un centro diurno per ciascuna delle quattro USL cittadine.
1) Le principali patologie che interessano i soggetti anziani possono essere ricondotte all'interno di cinque categorie: malattie cardiovascolari, malattie cerebrovascolari, diabete, nefropatie croniche e infine, artropatie cronico-degenerative.
Per ogni singola categoria suevidenziata è stata avviata o sono previsti programmi di screening e di prevenzione e progetti specifici che intendiamo realizzare nell'ambito temporale di validità del nuovo Piano Sanitario Regionale.
Più nel dettaglio, per quanto concerne le patologie cardiovascolari si è provveduto a sviluppare le attività di prevenzione secondaria, ad esempio gli interventi di emodinamica sono passati dai 10 mila del 1993 a più di 11 mila per il 1995, così come gli interventi di chirurgia vascolare sono passati dai circa 1.000 del 1991 a più di 1.700 nel 1995. Quello che faremo nel prossimo futuro come prevenzione primaria (quella cioè che interviene sui fattori di rischio) e come prevenzione secondaria (prevenzione delle complicanze) consiste in: a) coordinare gli screening e gli interventi di educazione sanitaria in ambito regionale, sul modello di quanto è stato fatto per l'oncologia b) attivazione di due nuovi centri per emodinamica, al S. Luigi di Orbassano e all'IRCCS di Veruno c) incremento nelle unità operative di cardiologia degli ospedali.
Per quanto riguarda le malattie cerebrovascolari abbiamo previsto l'istituzione di un registro dell'ictus, le stroke-units (centri di terapia subintensiva dell'ictus in grado di evitare le complicazioni che conducono all'invalidità permanente), centri per la prevenzione primaria e secondaria delle malattie cerebrovascolari.
Per i diabetici sono stati istituiti i servizi di diabetologia in ogni Azienda USL (così come previsto dalla legge n. 115/87) ed è stato portato avanti il tesseramento previsto dal DM 7/1/1988 n. 23. Abbiamo previsto l'individuazione dei centri diabetologici ospedalieri collegati con i servizi diabetologici territoriali (previsto dalla L.R. n. 40/89), a breve dovrebbero iniziare il Centro di Novara (Ospedale Maggiore), l'Ospedale di Cuneo (S. Croce) e l'Ospedale dell'Azienda USL 14 di Verbania.
Per le nefropatie croniche la situazione attuale si può definire buona.
Il Piemonte è l'unica Regione dov'è presente il Registro europeo dei donatori. La nostra Regione è dotata di 22 unità operative di nefrologia e dialisi ed è riuscita a raggiungere il pieno trattamento dialitico l'anno scorso (119 casi nel 1995); sono inoltre in funzione 30 ambulatori di dialisi ad assistenza limitata ed altri 5 dovrebbero essere attivati entro due o tre mesi (Settimo, Carignano, Mondovì, Collegno e Pinerolo).
Per il futuro si intende potenziare lo sviluppo degli interventi preventivi e di diagnosi precoce, soprattutto per le patologie emergenti (nefroangioscherosi, nefropatie diabetiche, nefropatie autoimmuni) e prevedere anche l'Unità operativa di Nefrologia e Dialisi in ognuna delle Aziende USL.
Altra patologia, tra quelle che attengono più strettamente all'anziano è l'artropatia cronico-degenerativa per la quale è prevista una unità operativa di recupero e riabilitazione funzionale in ogni Azienda USL.
2) Malati di morbo di Alzheimer.
Il piano affronta anche il problema delle malattie degenerative del sistema nervoso centrale di cui la demenza è la più diffusa, con una prevalenza calcolata, a seconda delle statistiche, fra il 6 e il 10% degli ultrasessantacinquenni. La demenza, pur avendo un'incidenza correlata con l'età, può colpire soggetti anche "giovani" (40-50 anni) con un'incidenza del 2% di casi.
La complessità di detta patologia, la diversità dei bisogni dei pazienti nelle varie fasi della malattia, portano come conseguenza che la risposta non può essere univoca, ma come giustamente prevede il Progetto Obiettivo Tutela della Salute degli Anziani, occorrono interventi in rete integrati, flessibili, che hanno come referente e coordinatore l'Unità di Valutazione Geriatrica inteso come strumento di valutazione del bisogno espresso e di indirizzo mirato alla risposta assistenziale più idonea.
Pertanto, la creazione di centri diurni sanitari rappresenterà un'importante possibilità di risposta alle esigenze del malato e dell'assistente (anche familiare) dei pazienti da inserire nella rete dei servizi (medico di famiglia, day hospital, Assistenza domiciliare integrata, Ospedalizzazione Domiciliare, Residenze Sanitarie Assistenziali).
A prescindere dalle giuste rivendicazioni delle associazioni cui facevo riferimento e che sono state citate nell'interpellanza, cioè l'AIMA (Associazione Italiana Malati di Alzheimer) e del CSA (Comitato per la difesa dei diritti dell'assistito), nel Piano Sanitario Regionale viene indicato come obiettivo prioritario la realizzazione di almeno un centro diurno per questa particolare fascia di utenza, in ogni ASL e nelle RSA con più di 60 posti letto.
Per quanto attiene all'area torinese sono stati individuati dai Commissari delle quattro Aziende Sanitarie gli spazi idonei ad ospitare detti centri diurni: USL n. 1: presso l'Istituto Carlo Alberto USL n. 2: presso la RSA di Via Paolo Braccini, che come sapete è stata inaugurata l'11/11/1996 e che entro fine anno avrà tutti i 76 posti letto occupati USL n. 3: presso la RSA di Via Valgioie USL n. 4: presso la scuola di Via Schio nei pressi dell'Ospedale Luigi Einaudi; in proposito debbo dirvi che è stato aggiudicato l'appalto il 26 u.s. per cui entro un mese da tale data partiranno i lavori per far sì che si possa avere quanto prima questo centro diurno per malati del morbo di Alzheimer.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Prendo atto dei continui buoni auspici e buoni propositi che l'Assessore D'Ambrosio esprime rispetto alle individuazioni di alcuni problemi che noi poniamo nelle nostre interpellanze.
Parto da una considerazione generale. Quando l'Assessore D'Ambrosio dice che l'invecchiamento della popolazione, quindi lo stato di salute della popolazione piemontese, implica un intervento significativo su questo tema, mi viene da sorridere perché il Piano Sanitario Regionale non si apre con una relazione sullo stato di salute della popolazione e mi viene ancor più da sorridere quando vedo negli articoli del Piano che la relazione sullo stato di salute della popolazione verrà redatta e trasmessa al Consiglio regionale dopo l'attuazione del Piano Sanitario Regionale. Questo mi sembra un po' illogico rispetto alle prospettive che un Piano Sanitario Regionale deve dare, intervenendo quindi sul territorio piemontese.
Venendo al merito della questione (non riprendo le considerazioni sul tipo di malattia che noi abbiamo per oggetto nella nostra interpellanza) riprendo solo alcune osservazioni dell'Assessore.
L'Assessore cita fra le varie ipotesi (colgo intanto l'occasione per chiedere copia della risposta scritta per studiarla meglio) l'individuazione di un centro regionale di riferimento su questo tema come è già avvenuto per l'oncologia, però non dice - se non mi è sfuggito - qual è la proposta o l'individuazione del centro regionale o della struttura al quale fa riferimento su questo problema. Ha parlato di realizzazione di modelli a rete, di potenziamento delle attività di osservatorio; ha detto che in tutte le prossime Aziende Sanitarie Locali ci saranno delle Unità di Valutazione Geriatrica con presenza di personale medico competente. Va tutto benissimo, però mi sembra un libro dei sogni, peraltro condivisibile un insieme di contenuti condivisibilissimi, un insieme di buoni propositi e buoni auspici che però non ci portano ad un punto comune. Vorrei capire che cosa è stato fatto in tal senso fino ad oggi.
Mi vanno benissimo le proposte di programmazione in tal senso da parte dall'Assessorato, però dire che queste questioni sono affrontate, a mio avviso piuttosto genericamente, nel Piano Sanitario Regionale e che il tutto verrà potenziato nell'ambito di due anni, mi sembra francamente un po' poco. Anche su questo versante l'Assessorato dovrebbe assumere impegni più precisi.
In questo senso ci dovrebbe essere più legame (ne approfitto per sollecitare un dibattito generale del Consiglio) con i servizi socio assistenziali.
Il dibattito svoltosi in Consiglio e in Commissione rispetto all'unitarietà necessaria tra sanità ed assistenza in questo caso riguarda problemi reali, cioè è visibile questa necessaria unitarietà rispetto al potenziamento per esempio delle RSA. Abbiamo avuto degli esempi in Piemonte che rispondono anche a carenze di programmazione: penso a Via Braccini che è stata anni ed anni ad aspettare un appalto, poi finalmente è riuscita a sbloccarsi anche attraverso la collaborazione con il Comune di Torino.
Penso ancora all'USL n. 4 rispetto alla quale l'Assessore ha detto che è appena stato aggiudicato l'appalto, quindi passeranno ancora diversi mesi, se non anni.
L'ultima considerazione sulla quale vi è la nostra insoddisfazione è quella di stabilire che in tutte le Aziende Sanitarie Locali ci saranno dei servizi attivati rispetto alle Unità geriatriche. Se questo - Assessore risponde al fatto che in alcuni reparti ospedalieri gli ultimi tre letti del reparto saranno destinati al morbo di Alzheimer o comunque a malati di salute mentale, non è quello che io mi aspetto rispetto ad una programmazione generale a proposito di una malattia sempre più gravosamente diffusa nella nostra Regione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE DEORSOLA


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interpellanza n. 607 dei Consiglieri Riggio, Suino, Manica e Bortolin relativa alle carenze organiche nelle Aziende Sanitarie Regionali


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 607 presentata dai Consiglieri Riggio, Suino, Manica e Bortolin.
La parola al Consigliere Riggio per l'illustrazione.



RIGGIO Angelino

Prima o poi dovremo risolvere il fatto che le interpellanze urgenti si discutono a sei mesi di distanza dalla loro presentazione. Credo sia un problema istituzionale; quando ero Sindaco a Nichelino le interpellanze venivano discusse al primo Consiglio utile, sempre. E' una cosa che dovremo risolvere.
L'interpellanza, dunque, risente di una stagionatura notevole. In ogni caso, ha una sua validità perché evidenzia tre aspetti sui quali vale ancora la pena di ragionare. Innanzitutto, viene richiamata la precarietà istituzionale, la situazione difficile che si è venuta a creare, e che speriamo venga risolta al più presto, con la nomina dei Direttori. La Giunta, cioè, si è resa responsabile di una situazione di difficoltà a livello di struttura tecnica territoriale, parlo dei Direttori che via via sono stati supplenti, Commissari e così via. Questo sicuramente non ha fatto bene dal punto di vista strategico e quindi non ha fatto bene dal punto di vista della situazione del personale.
La seconda situazione che viene richiamata dall'interpellanza - e qui l'Assessore ha poca responsabilità, ma siccome siamo in Conferenza Stato Regione è bene che in qualche modo si intervenga - è che i nostri Commissari, futuri Direttori, hanno sulla carta grandi possibilità e potenzialità manageriali. Di fatto, possono esplicare questa loro managerialità in gran parte soltanto nei confronti del personale e scarsamente per quello che riguarda le scelte dei manager veri e propri. In IV Commissione richiamavo, per esempio, i lunghissimi tempi che ci vogliono per le gare di appalto e in generale il quadro normativo è così vincolistico da rendere veramente difficile l'operatività manageriale.
L'interpellanza interessa soprattutto perché c'è il rischio che l'eccesso di possibilità manageriale, che si può esplicare soltanto rispetto al personale, finisca per generare una conflittualità fra la direzione delle Aziende Sanitarie ed il personale stesso. Abbiamo avuto segnali piuttosto sconcertanti alle Molinette, ma un po' da tutte le situazioni, e badate che se perdiamo un clima di lavoro concorde all'interno delle varie Aziende Sanitarie e si dovesse instaurare una situazione di tipo conflittuale, chi ne farebbe le spese sarebbero gli utenti, i pazienti, i clienti malati.
Ultima questione: l'interpellanza nasceva in seguito alla vicinanza del piano ferie, che avrebbe creato - e di fatto ha creato, e l'Assessore lo sa una situazione di disservizio diffusa e generalizzata. Questa situazione di disservizio non ha soltanto fatto lavorare molto male il personale, per un lungo periodo, ma ha screditato notevolmente l'operatività del settore pubblico nei confronti del privato. E qui richiamo una polemica a proposito dell'apertura dei servizi al privato, cosa che noi non contestiamo, perch è prevista dalla legge, perché è una facoltà in più, ma che deve avvenire tenendo conto che la competizione va fatta ad armi pari. Non si può mettere in difficoltà la struttura pubblica e poi aprire al privato; non si pu fare questo senza verificare la nostra capacità di vigilanza e controllo.
Da ultimo - lasciatemelo dire - non si può aprire al privato senza fare un monitoraggio preciso rispetto alla questione del consumismo farmaceutico. Mi sono preso il gusto - Assessore - di portare oggi in Consiglio regionale una testimonianza. Una mia assistita (di cui ovviamente taccio il nome, così come taccio il nome della struttura privata presso la quale si è rivolta) tornata da me questa mattina, dopo una visita fisiatrica per una cervicomialgia, con un'indicazione di questo genere: "Il fisiatra consultato consiglia: 12 manipolazioni cervicali, 12 manipolazioni dorsali, 12 manipolazioni lombari, 12 meccanoterapia, 12 rieducazione funzionali, 12 rieducazione funzionali-cervicali-dorsali, 12 rieducazione funzionari-lombari, 12 ultrasuono terapia cervicali". E non sto a parlare di un cardiologo che opera in una grossa struttura privata di Torino che per ogni paziente che dovesse malauguratamente rivolgersi a lui per un dolore toracico, prescrive inevitabilmente e sempre un ecocardiogramma, un holter, ecc.: una quantità di esami spaventosa.
Il privato ha una logica diversa dalla nostra, il privato è un fortissimo induttore di spesa e l'aumento delle analisi, delle prestazioni, sappiamo non fa soltanto male all'economia generale dello Stato, all'economica generale della sanità pubblica, ma fa male anche ai pazienti. Dobbiamo dunque, stabilire un meccanismo di vigilanza.
E qui torno al discorso dell'interpellanza: non dobbiamo intervenire tanto e soltanto sulle strutture; la questione fondamentale sulla quale occorre intervenire è la nostra risorsa umana. Chiedo una particolare attenzione a questo principio e mi dispiaccio di discutere di un'interpellanza così stagionata.
Per diminuire il tempo di latenza spaventoso fra il momento in cui viene presentata un'interpellanza e il momento in cui si ha una risposta mi sono autolimitato e in generale cerco di risolvere le questioni direttamente in Commissione; faccio comunque una preghiera alla Presidenza del Consiglio, così come ai Capigruppo, affinché la questione venga affrontata. In questo modo, rischia di diventare una vera e propria emergenza democratica.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Per quanto riguarda le interpellanze discusse in aula dopo sei-sette mesi, che quindi non hanno più la validità che avevano nell'immediato, sono pienamente d'accordo con voi, ma sono i lavori del Consiglio che portano a questo e io sono stato sempre disponibile, così come, quando presentate l'interpellanza in Commissione, rispondo sollecitamente.
Il collega Riggio ovviamente ha spaziato oltre il tema dell'interpellanza; bene ha fatto. Debbo quindi rispondere anche ad alcune osservazioni che esulano dall'interpellanza stessa, che riguarda le carenze di organico nelle varie UU.SS.LL.
Sarò brevissimo, per quanto riguarda le carenze organiche. Carenze organiche che indubbiamente ci sono state e ci sono, carenze organiche che ci è permesso di risanare e che porteranno a non avere più la situazione che si è avuta negli anni passati, nei mesi estivi, quando interi reparti venivano chiusi. Sottolineo, però, e non per farmene alcun motivo di plauso, che durante la scorsa estate le cose sono andate sicuramente meglio che in precedenza, perché i vari Commissari sono stati sollecitati a provvedere per tempo a che non si verificassero situazioni anomale, come è già successo. Certo, non tutto è andato bene, ma si è andati meglio che nel passato.
Il Consigliere Riggio sottolineava ed attribuiva la colpa alla Giunta per quanto riguarda la nomina dei Direttori generali. E' una storia così lunga che è conosciuta da tutta Italia perché si è verificata in modo particolare.
Debbo dirvi che l'attuale Giunta non ha colpa per questi fatti n voglio addossarne alla precedente; quanto è successo è noto a tutti. Nel momento in cui mi sono accorto che i Direttori generali supplenti - il più anziano tra sanitario ed amministrativo - in effetti non potevano più dare l'apporto che dovevano all'Azienda della quale erano responsabili, ho provveduto, in attesa della sentenza del Consiglio di Stato, a nominare i Commissari anche per ricostituire la terna iniziale. Per la verità, nella maggior parte delle UU.SS.LL., delle Aziende, le situazioni sono andate sostanzialmente in modo diverso anche perché a questi Commissari ho dato degli obiettivi, anche se in modo improprio perché non ce n'era la possibilità, che per la maggior parte sono stati perseguiti; in alcuni casi, addirittura, i Commissari sono andati oltre gli obiettivi posti.
Per quanto riguarda l'apertura al privato, vorrei ribadire in questa sede che personalmente l'Assessore D'Ambrosio non ha svenduto né svende così com'è stato titolato da alcuni quotidiani locali, la sanità al privato né potrebbe farlo: questo lo dico per qualche Consigliere che sarebbe pronto ad intervenire in tal senso.
Però, di fronte a situazioni di attesa che variavano da 120 a 200 giorni per esami strumentali, si doveva prendere una decisione. Decisione che è stata presa, in modo non definitivo, ancorché sia i DD.LL. n. 502 e n. 517 - come il collega Riggio ha sottolineato - sia la Finanziaria sia il Piano Sanitario Nazionale ci mettevano in condizioni di poter addirittura aprire completamente al privato. La Regione Piemonte ha approvato una deliberazione a termine - se il monitoraggio non sarà sufficiente sarà necessario procrastinarlo di due mesi - per abbattere queste liste di attesa. Nel frattempo - risultato che mi aspettavo - c'è stato uno stimolo particolare a che i Commissari si attivassero ulteriormente per far sì che queste liste d'attesa venissero abbattute, e di molto.
Collega Riggio, le farò avere la deliberazione della USL n. 9 di Ivrea che, utilizzando i propri operatori, sia medici sia paramedici, nelle ore oltre il normale orario di lavoro, prevede l'effettuazione di esami di laboratorio e di diagnostica, conferendo incentivi al personale e facendo corrispondere il ticket, come di competenza, ai cittadini. Dal primo monitoraggio che verrà effettuato dopo un mese, cioè il 12 dicembre vedremo come sono andate le cose.
La ringrazio, collega, perché mi dice cose che io sento e per le quali mi sono già mosso. Per quanto riguarda l'induzione della spesa, occorre innanzitutto fare un ragionamento molto chiaro con i medici ospedalieri con gli specialisti ambulatoriali, perché sono induttori di spesa, perch non possono mettere il medico di medicina generale nelle condizioni di doversi contrapporre e di essere in situazione di conflittualità con il paziente, che si è recato dallo specialista. Questi medici devono sapere ho emanato una circolare in tal senso e provvederemo con chi disattende in assoluto: il Direttore generale dovrà pur intervenire - che fanno parte del Sistema Sanitario Nazionale...



(Interruzione del collega Riggio)



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Guardi, collega Riggio, che anche i medici specialisti ambulatoriali prescrivono tante terapie e tanti farmaci dei quali molte volte potrebbero fare a meno. In tal senso, vi è tutto il mio impegno affinché le cose possano andare diversamente.
Ritornando all'interpellanza, spero che quanto prima gli organici siano completati - e questo ci è permesso.
C'è solamente da aggiungere che per l'assunzione del personale la compatibilità finanziaria è un vincolo generale, nel senso che le Aziende Sanitarie non hanno titolo a richiedere ulteriori finanziamenti finalizzati a garantire gli oneri di personale neo assunto.
Questo vincolo deve essere ribadito in quanto i Commissari sono tenuti a programmare l'utilizzo delle risorse finanziarie, considerando anche nuove eventuali assunzioni dopo aver provveduto alla definizione dei carichi di lavoro - cosa che è stata fatta - e definito il Piano di organizzazione dell'Azienda, come stanno attualmente per la verità facendo già la ASL 8 di Chieri, l'Azienda ospedaliera S. Anna ed altri che sono già partiti con i concorsi. Si può pertanto affermare che il vincolo finanziario è un parametro per dosare le assunzioni a copertura della pianta organica rideterminata nel tempo, senza scompensare la gestione finanziaria che trova il finanziamento dei costi di gestione sulla base della quota capitaria nel caso delle ASL e della valorizzazione delle prestazioni erogate nel caso delle Aziende ospedaliere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Devo dare atto all'Assessore che nel dibattito in Commissione molte delle cose dette qui erano state preannunziate, per cui erano note; abbiamo discusso questa interpellanza con questo vizio, di cui parlavo.
Un'ultima cosa mi interessa rimarcare. E' vero che i Commissari hanno provveduto per il periodo estivo, ma i disastri ci sono stati lo stesso - e dico disastri e non disagi.
Molto spesso i Commissari hanno provveduto - a parte li limite di attività strategica di cui parlavo, di capacità progettuale di lungo periodo che era limitata dalla loro scadenza naturale - ma il più delle volte hanno provveduto con degli appalti. Sarebbe importante fare una ricognizione su questi appalti a cooperative, perché di fatto rischiano di reintrodurre nel mercato del lavoro sanitario un mercato nero che non vorremmo assolutamente.
Ultima cosa. Molte delle assunzioni si stanno facendo in questo periodo avvengono nell'area ospedaliera.
Questo è in contraddizione con la strategia dichiarata nel Piano che è quella della deospedalizzazione. Sarebbe opportuno fare una ricognizione anche su questo; ovviamente, si rimanda al dibattito in IV Commissione per gli sviluppi.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Propongo infine di iscrivere all'o.d.g. della seduta odierna l'ordine del giorno relativo alla criminalità in Valle di Susa.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Poiché non si sono raggiunti i 40 voti richiesti per l'iscrizione, l'ordine del giorno verrà inserito nell'o.d.g. della prossima seduta, ovvero domani con la procedura normale.
Prima di chiudere la seduta devo informare i Consiglieri che presso la I Commissione sono a disposizione le copie integrali del bilancio 1997 per i Commissari della stessa Commissione; presso le altre sette Commissioni sono a disposizione alcune copie per gli altri Consiglieri; se non fossero sufficienti, ovviamente verranno predisposte. Ricordo inoltre che una copia del bilancio è già comunque depositata presso ogni Gruppo consiliare.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.00)



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