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Dettaglio seduta n.89 del 26/11/96 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute (rinvio)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) dell'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", comunico che sono stati distribuiti i processi verbali delle adunanze consiliari del 23, 29 e 30 luglio e 11 settembre 1996. Verranno posti in votazione nel corso della prossima seduta consiliare.


Argomento: Uso delle acque (regimazione, usi plurimi) - Difesa idrogeologica

Interpellanza n. 521 dei Consiglieri Chiezzi e Moro relativa all'arginatura del fiume Bormida


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interpellanza n. 521 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Moro, cui risponde l'Assessore Cavallera.
CAVALLERA, Assessore alla pianificazione e gestione delle risorse idriche Signor Presidente, colleghi Consiglieri, con l'interpellanza n. 521 i Consiglieri Chiezzi e Moro, con riferimento ad un esposto presentato alla Procura della Repubblica di Alessandria da cittadini residenti a Castelceriolo, circa i lavori di arginatura del Bormida, intendono approfondire quali siano le decisioni del Magistrato per il Po per l'area di Castelceriolo, se le scelte siano condivise dagli uffici regionali competenti ed infine se da tali scelte, come sostengono gli abitanti derivino dei rischi per la sicurezza dell'abitato.
A seguito dell'interpellanza, gli uffici regionali, con nota del 15/4/1996, prot. n. 654/ST, hanno chiesto dettagli circa le ipotesi di sistemazione idraulica del fiume Bormida nei territori dei Comuni di Alessandria e Castelceriolo, rispettivamente in sponda orografica sinistra e destra del corso d'acqua; a tutt'oggi il Magistrato per il Po non ha fornito delucidazioni specifiche, anche se poi dal 20 settembre (data di redazione di questa risposta) ad oggi sono intervenute novità di cui riferirò successivamente.
Tuttavia, attesa l'urgenza di fornire risposta all'interpellanza di cui all'oggetto, ad oggi si può fare riferimento agli strumenti di pianificazione adottati dal Comitato istituzionale di bacino del fiume Po nella seduta del 5/2/1996, in ordine alla delimitazione delle fasce fluviali. Come è noto, infatti, il predetto Comitato ha adottato il Piano stralcio delle fasce fluviali che interessa buona parte dei corsi d'acqua piemontesi, sostanzialmente dominanti il territorio regionale pianeggiante.
In questo ambito si collocano le ipotesi di sistemazione idraulica controllo delle piene, vincoli e procedure, come ad esempio è previsto nel territorio circostante il tratto d'alveo del fiume Bormida confluente nel fiume Tanaro attraverso le ipotesi di arginatura in destra e sinistra della confluenza Tanaro-Bormida (consegnerò agli interroganti il relativo stralcio di cartografia).
Di conseguenza, le preoccupazioni sorte tra i residenti di Castelceriolo troveranno risposta esauriente sulla base delle progettazioni preliminari per la sistemazione idraulica del fiume Bormida, nell'ambito delle previsioni del Piano stralcio delle fasce fluviali.
La Regione Piemonte, nell'aver condiviso le scelte pianificatorie a sostegno del Piano fasce, non ha inteso trascurare il prosieguo progettuale degli interventi, ancorché questi siano di stretta competenza del Magistrato per il Po. Pertanto, le iniziative sottoposte all'attenzione del Magistrato per il Po in termini di progetti da eseguire nel territorio di Castelceriolo saranno discusse con il predetto istituto e confrontate, per iniziativa regionale, con le popolazioni interessate.
Per quanto innanzi detto, la Giunta regionale è nelle condizioni idonee a garantire anche agli abitanti di Castelceriolo un tempestivo controllo tra le loro esigenze e le ipotesi di sistemazione idraulica definitiva nel loro territorio, al fine di assicurare le condizioni di sicurezza rendendole note tempestivamente.
Passo ora all'integrazione della risposta, riferendo sulle novità intervenute dal 20 settembre ad oggi.
Vi è stata l'iniziativa d'intesa tra la Regione Piemonte e il Dipartimento della Protezione Civile che ha portato all'emanazione di un'ordinanza della Protezione Civile, che è stata pubblicata nei giorni scorsi sulla Gazzetta Ufficiale. Tale ordinanza prevede l'accelerazione di lavori del Magistrato per il Po in alcuni tratti del corso del Tanaro e in particolare nella confluenza fra Tanaro e Bormida. L'ordinanza dispone altresì che entro 50 giorni dall'ordinanza stessa il Magistrato per il Po consegni i progetti alla Conferenza dei servizi per l'approvazione e che poi, nei successivi 15 giorni, questi interventi vengano affidati attraverso una procedura derogatoria. Derogatoria dal punto di vista burocratico, ma non della pubblicità degli affidamenti che viene garantita attraverso una pubblicazione anticipata per raccogliere le disponibilità eventuali delle imprese che vorranno concorrere. In questo senso è prevista una lettera specifica che scriveremo al Magistrato per il Po nei prossimi giorni, che tende a vincolare il Magistrato stesso ad incontri con le istituzioni locali (per istituzioni intendo i Comuni e, in questo caso anche le Circoscrizioni, visto che Alessandria è un Comune dotato di questi organismi rappresentativi) per spiegare in termini preliminari l'andamento di queste opere di difesa, in sostanza delle arginature, per poter raccogliere eventuali osservazioni preventivamente e non coinvolgendo le realtà locali a progetti definiti.
Ne abbiamo parlato ieri durante l'incontro con il Sottocomitato alluvione che era stato costituito d'intesa con il Consiglio (erano presenti i Consiglieri Riba e Rubatto) e abbiamo ribadito al Magistrato per il Po questa richiesta.
Ritengo, quindi, che l'interpellanza abbia messo in risalto una situazione delicata che richiede la nostra attenzione, ma ritengo anche che, grazie all'ordinanza recentemente emessa, in termini accettabili si potranno avere interventi che potrebbero migliorare notevolmente la sicurezza di questa importante zona.
Concludo facendo ancora un accenno al problema delle infrastrutture preesistenti, in particolare dell'autostrada Torino-Piacenza che attraversa questa zona di confluenza Tanaro-Bormida; abbiamo posto il problema della verifica idraulica, alla luce di questo attraversamento. Con ogni probabilità gli esperti concluderanno nel senso di chiedere un maggiore ampliamento del viadotto a scapito del terrapieno e l'occasione di questa discussione è proprio l'approvazione in sede tecnica della nuova tangenziale di Alessandria. A questo punto, quindi, si cerca di legare i due problemi che sono uniti: la nuova tangenziale, che passa proprio immediatamente a monte, nella zona di cui stiamo discutendo, correlata ovviamente alle possibilità di deflusso dell'autostrada Torino-Piacenza che costeggia proprio l'abitato di Castelceriolo.
Questo insieme di valutazioni, iniziative ed interventi potrà, in un arco di tempo realistico, migliorare la situazione in questa zona.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.
MORO Grazie, signor Presidente. L'interpellanza n. 521 è stata presentata da molti mesi, esattamente il 18 marzo, dal Gruppo di Rifondazione Comunista e riguarda l'arginatura del fiume Bormida, a cui solo oggi si dà discussione.
Ciò è grave perché nei giorni scorsi, per esempio, con il peggioramento atmosferico a causa delle piogge si è temuto per un'altra alluvione e la popolazione di Castelceriolo (frazione di Alessandria) e le cascine residenti lungo le rive del Bormida hanno parecchio sofferto e avuto paura.
Come diceva l'Assessore nella sua risposta, un numero elevato di cittadini residenti a Castelceriolo, attraverso una raccolta di firme, ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Alessandria per lo stato perdurante di grave pericolo che grava sulle cascine e sulle abitazioni nei pressi della strada comunale Grilla, nonché del centro abitato di Castelceriolo, in relazione alla mancata esecuzione dell'arginatura su entrambe le sponde del fiume Bormida.
Le piogge dei giorni scorsi propongono nell'estrema urgenza il problema dell'arginatura e gli abitanti di Castelceriolo sostengono che la decisione di costruire una sola arginatura sul fiume Bormida rientra in una precisa scelta tecnica del Magistrato per il Po, che danneggerebbe ulteriormente a loro avviso - il sobborgo alessandrino e getta nell'angoscia e nel rischio decine di famiglie di quella frazione.
La risposta dell'Assessore competente, quindi, non è ancora sufficiente. Chiedo, dunque, a che punto sono i lavori o le progettazioni di arginatura e ribadisco che il Magistrato per il Po è ancora troppo lento e latitante. Non sono sufficienti i summit con il Sottosegretario Barberi o con l'Assessore Cavallera; occorrono fatti concreti, subito.
Chiediamo dunque se l'Assessorato competente, la Protezione Civile regionale sono consci della serietà dell'argomento e dei reali rischi che incombono ancora sulle già provate e ora arrabbiatissime popolazioni alessandrine, già colpite dai tragici eventi alluvionali del novembre 1994.
Chiediamo che si intervenga subito e celermente per arrivare alla soluzione del problema. Ritengo che siamo ancora lontani da questo. Grazie.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interpellanza n. 571 dei Consiglieri Chiezzi e Moro relativa al progetto di discarica da insediare presso la Cava Elmit - Frazione di S. Martino di Trecate


PRESIDENTE

L'Assessore Cavallera risponde ancora all'interpellanza n. 571 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Moro.
CAVALLERA, Assessore all'ambiente L'interpellanza si riferisce al progetto di discarica da insediare presso la Cava Elmit, nella frazione di S. Martino, a Trecate, e in particolare i Consiglieri regionali, preoccupati che tale ipotesi possa realizzarsi in un territorio già fortemente appesantito dalla presenza di impianti di raffineria ed insediamenti produttivi chimico-estrattivi intendono sapere: se si intende intervenire per impedire un'ulteriore opera che rischierebbe, più di quanto già non lo sia, di compromettere definitivamente l'area in questione dal punto di vista ambientale accogliendo in tal modo le proteste dei cittadini e dell'Amministrazione comunale di Trecate se non sia urgente avviare un'iniziativa nei confronti del Consorzio per lo smaltimento dei rifiuti del basso Novarese per il rispetto della L.R. n.
59/95 quanto sia costato al Consorzio lo studio del prof. Borasi per l'individuazione del sito.
Dagli accertamenti esperiti dagli uffici del Settore smaltimento rifiuti e risanamento atmosferico risulta che non vi sia, allo stato attuale, alcun progetto del Consorzio smaltimento rifiuti basso Novarese di localizzare una discarica di prima categoria (cioè per rifiuti solidi urbani) in frazione S. Martino di Trecate, in quanto tale localizzazione è solamente una delle ipotesi ventilate dal Consorzio stesso fra i possibili siti di futura ubicazione della discarica.
Circa il secondo punto dell'interpellanza, è da segnalare che il Novarese, nel suo complesso, è per ora autosufficiente per quanto riguarda il settore dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani; il basso Novarese infatti, smaltisce a Barengo e il medio Novarese a Ghemme.
Vi è però una situazione che è seguita con attenzione per verificare l'insorgenza dei presupposti per l'esercizio del potere sostitutivo.
Circa i costi sostenuti per lo studio del prof. Borasi, non si hanno notizie, in quanto i Consorzi non sono tenuti a dare informazione all'Assessorato all'ambiente di tutte le loro attività. E' da segnalare tuttavia, che tutti gli atti sono soggetti al controllo da parte del Co.Re.Co.
Al di là di quest'ultima notizia, credo vada fatta qualche precisazione circa lo stato di adempimento o comunque il tasso di attivismo dei Consorzi.
La Giunta regionale ha rimesso in questi giorni al Consiglio il Piano aggiornato di smaltimento dei rifiuti; credo stia arrivando con le modifiche proposte dalla Giunta stessa per la discussione definitiva.
Personalmente mi sono dato un termine - dicembre - per fare una verifica di tutti i Consorzi esistenti sul territorio e, proprio in senso di responsabilizzazione, assumendo, come Giunta, le responsabilità che ci competono, anche prevedere eventuali interventi nei confronti di quelle realtà che possono sembrare meno impegnate ad affrontare le emergenze di loro competenza. Abbiamo sensibilizzato, ad esempio, le Province, nel senso che desideriamo ed intendiamo muoverci d'intesa con le Amministrazioni provinciali che hanno assunto maggiori responsabilità in questo campo, non solo per scelta nostra, certo per delega nostra, ma anche e soprattutto in ossequio alla legge n. 142 che assegna all'ente intermedio alcuni ruoli.
Vi è poi all'orizzonte il decreto legislativo cosiddetto Ronchi, molto importante perché avrà la funzione di essere normativa quadro per tutto il settore, e quindi anche dal testo definitivo si trarranno indicazioni precise in termini di sottolineatura di responsabilità principali dal punto di vista di governo.
Indipendentemente da tutto ciò, alla luce della L.R. n. 59/95 giustamente richiamata dagli interpellanti, desidereremmo fare un bilancio quasi di fine anno e prevedere o provvedere ad intervenire in quelle realtà che da un punto di vista amministrativo, da un punto di vista di iniziativa istituzionale, in questo settore possono apparire più ferme, meno impegnate o meno capaci di affrontare le emergenze. E' chiaro che si nominerebbe, in alternativa, un Commissario regionale. Gli esiti di questa verifica saranno ovviamente oggetto di discussione in sede di Consiglio ed anche le conseguenti risoluzioni. Non voglio anticipare nulla, perché la verifica definitiva è ancora da fare, qui ho solo preannunciato la volontà di fare queste verifiche, che sono correlate anche allo stimolo che portano avanti le Amministrazioni provinciali.
Ci sono Province che hanno segnalato molte iniziative: non abbiamo alcuna preclusione nel dar credito a quanto affermano, ma aspettiamo che nel giro di qualche tempo si cominci a vedere qualcosa di preciso.
E' certo che la Provincia di Novara ha dei problemi dal punto di vista dello smaltimento; problemi che a mio parere devono essere affrontati nella filosofia del Piano, della L.R. n. 59/95 ed anche in quella del decreto legislativo Ronchi. La discarica non deve essere la soluzione principale ma deve essere accolta all'interno di un sistema integrato di smaltimento rifiuti (raccolta differenziata, riduzione dei rifiuti) e quindi di scelte anche a livello sovraprovinciale, concertando magari più Province, per un inceneritore con recupero energetico. Questo, naturalmente, senza scegliere preventivamente un qualcosa piuttosto che un altro, poiché tutte le iniziative sono utili.
Proprio ieri, la Giunta regionale, sulla base di quell'avviso fatto verso le realtà locali, ha assegnato i pochi fondi stanziati in conseguenza della ecotassa, privilegiando interventi di raccolta differenziata e di stazioni di conferimento. Anche questo è un segnale; sono interessate un po' tutte le aziende locali, tra cui anche quelle novaresi, per cercare attraverso tutte le vie, di affrontare un problema che non ammette stasi.
La produzione dei rifiuti è costante e giornaliera: occorre prestare attenzione a queste problematiche, cercando di portare avanti iniziative che siano il più possibile risolutive.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Grazie, Presidente. La risposta dell'Assessore è stata ricca di parole ma povera di contenuti, per quanto riguarda il quesito posto dall'interpellanza.
Assessore, la Provincia di Novara non è tanto tranquilla dal punto di vista dello smaltimento dei rifiuti. Le discariche ci sono, ma hanno tempi di vita previsti molto brevi; la sua tranquillità non è condivisa dal Gruppo, dalle popolazioni e nemmeno dai Comuni, che sono stati interessati fantomaticamente da un'ipotesi di insediamento, nella Cava Elmit nell'area S. Martino, di una discarica. E' possibile che queste proteste siano campate in aria, come lei dice? E' possibile che non esista nulla? L'attività di conoscenza e di indagine che lei poteva svolgere è rimasta allo stato latente; lei ha dato una risposta sulla base degli atti, ma noi l'abbiamo informata e messa in allarme su una situazione che può darsi sia in evoluzione, ma che sicuramente ha contenuti di realtà. Non penso che i cittadini protestino e chiedano di conoscere le parcelle pagate per uno studio di insediamento di una discarica inesistente; non è possibile che l'Assessore risponda semplicemente: "Nulla risulta agli atti". Le interpellanze si presentano affinché l'Assessore si informi, risponda telefoni, chieda, anche ad un Consorzio, in via di cortesia istituzionale di poter conoscere dati che lo stesso non è obbligato a dare alla Regione Piemonte. Si tratta comunque di un livello istituzionale: il Consorzio è organismo di secondo livello! Il fatto che a Novara succeda questo e che in Regione Piemonte non si riesca a sapere alcunché è veramente spiacevole: non facciamo fronte ai nostri compiti.
La prego, Assessore, di svolgere un'attività che nelle risposte alle interpellanze tenga conto del merito politico che le stesse propongono. C'è allarme fra le popolazioni perché nella ex Cava Elmit si sta progettando una discarica; l'allarme non è di quattro persone, ma anche di livello istituzionale: l'Assessore venga a dirci qualcosa in merito, e non: "Non c'è nulla; non risulta nulla. Il Consorzio, per quel che c'è, non è obbligato a dirci alcunché". Non è il modo di rispondere in un rapporto proficuo all'interno di quest'aula! E' solo un modo di far passare delle carte e farle giungere a quest'aula; alle popolazioni non possiamo dare che una risposta: "L'Assessore non ha risposto niente; ha detto che non è vero".
Dato che probabilmente è vero che si sta progettando una discarica occorre trattare la questione per tempo. Diversamente, continuiamo a ripercorrere la stessa strada che ha impedito la risoluzione dello smaltimento in moltissimi casi; è la strada attraverso la quale le popolazioni sanno, ma non vengono informate, chiedono, ma ottengono risposte evasive, mentre il progetto va avanti ugualmente: quando poi si arriva al dunque, e partono i lavori, sappiamo bene cosa succede - così come in tutti questi anni. Le popolazioni insorgono, i lavori non cominciano, si adottano soluzioni di emergenza per cui i rifiuti, tali e quali, vengono trasferiti di qua e di là a decine e decine di chilometri con costi altissimi. E' la situazione di emergenza di fronte alla quale ci troviamo sempre.
Questo tipo di interpellanze vorrebbe aiutare il governo ad uscire dall'emergenza, avvertendo per tempo, sulla base di informazioni che abbiamo, di situazioni difficili, che dovrebbero essere affrontate in termini politici dall'Assessorato, almeno sotto forma di una risposta approfondita in quest'aula.
Tutto questo, viceversa, non avviene: ce ne dispiace.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici - Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interpellanza n. 516 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea relativa ad interventi in ERP in aree a rischio di esondazione


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 516, presentata dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea, alla quale risponde l'Assessore Botta.
BOTTA, Assessore all'urbanistica Con riferimento all'interpellanza n. 516 si comunica che il PEEP in argomento è stato adottato con deliberazione del Consiglio comunale n. 61 in data 15/4/1994, in ambito territoriale PdZ 10, ai sensi della legge n.
167/62 e s.m.i. ed ai sensi degli artt. 39, 40 e 41 della L.R. n. 56/77 e s.m.i., contestualmente alla variante specifica di PRGC, avvalendosi delle procedure previste dalle leggi n. 865/71 e n. 457/78.
La successiva localizzazione definitiva del sito d'intervento è stata effettuata con deliberazioni di Consiglio comunale nn. 160, 161, 162 e 163 in data 5/10/1994.
La riadozione del PEEP in argomento, con contestuale variante specifica al PRGC, è stata effettuata con deliberazione del Consiglio comunale n.
182, in data 18/12/1995.
Risultano rilasciate quattro concessioni edilizie, rispettivamente due in data 18/3/1996, per i lotti di intervento 3, 4 e 5, e altre due in data 28/3/1996, per i lotti 1, 2 e 6.
A seguito dell'interpellanza citata, con nota in data 30/5/1996, si è provveduto a chiedere all'Amministrazione comunale copia di tutti gli atti necessari per una verifica urbanistica sulla legittimità dell'intervento.
Nella medesima nota si rammentava la specifica competenza del Sindaco sull'esercizio dei poteri di vigilanza urbanistico-edilizia e sull'adozione dei conseguenti provvedimenti, a norma degli artt. 4 e seguenti della legge n. 47/85.
In data 18/6/1996 è stato effettuato un sopralluogo in loco e risultano in corso i lavori relativi ai lotti 1, 2, 3 e 6 del PEEP in esame.
Con nota dell'8/7/1996, a firma congiunta con l'Assessore Cavallera, ho provveduto ad informare l'Amministrazione comunale che, secondo quanto previsto dall'art. 7 ter della L.R. n. 38/78, a seguito dell'evento alluvionale del novembre 1994, il rilascio delle suddette concessioni avrebbe dovuto essere preceduto dal parere del Comitato Regionale Opere Pubbliche, che, nel caso di specie, non risulta sia stato acquisito.
In conseguenza di quanto rilevato, si invitava l'Amministrazione comunale ad adottare i necessari provvedimenti del caso, eventualmente anche cautelari, e si provvedeva a trasmettere il parere redatto dal Settore Prevenzione del Rischio Geologico, Meteorologico e Sismico in ordine alla vulnerabilità dell'area di intervento e alle condizioni per l'eventuale edificazione.
Con nota del 7/8/1996 il Sindaco pro tempore ha replicato alla nota regionale sopracitata, osservando che all'Amministrazione comunale non risulta che i servizi tecnici regionali abbiano individuato territori così come definiti dall'art. 7 ter della L.R. n. 38/78 e che, anche qualora lo abbiano fatto, nessuna comunicazione è mai pervenuta in tal senso al Comune.
Tuttavia, per un opportuno approfondimento dei problemi segnalati, il Sindaco, con la medesima nota di cui sopra, indirizzata a questo Assessorato, informava di avere affidato apposito incarico professionale ad esperti in materia, al fine di accertare l'esatta vulnerabilità dell'area di cui trattasi.
Con nota in data 12/9/1996 il mio Assessorato, Servizio Vigilanza Urbanistica, trasmetteva copia di quest'ultima nota comunale all'Assessore Cavallera, in qualità di Presidente del Comitato Regionale Opere Pubbliche ed al Responsabile del Settore Prevenzione Rischio Geologico, Meteorologico e Sismico, per quanto eventualmente di competenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Non uso ancora i minuti per dichiararmi soddisfatto o meno, perché la relazione dell'Assessore Botta è arrivata al 12 settembre di quest'anno.
Sono passati più di due mesi e la relazione si ferma a due mesi fa, cioè a quando ha spedito una lettera all'Assessore Cavallera.
Vorrei capire cosa ha fatto l'Assessore Cavallera di questa lettera prima di dichiararmi soddisfatto o meno, perché due mesi e mezzo sono passati e vorrei la conclusione di questa relazione.
L'Assessore Botta ha terminato dicendo: "Due mesi fa ho inviato una lettera in proposito all'Assessore Cavallera". E l'Assessore Cavallera cosa dice? CAVALLERA, Assessore ai lavori pubblici e tutela del suolo Mi riservo nella prossima seduta di fornire informazioni in merito.
CHIEZZI Quindi, l'interpellanza rimane in vita. Diamo per letta la relazione dell'Assessore Botta, però chiedo che nel corso della prossima seduta la risposta sia conclusa.


Argomento: Agricoltura: argomenti non sopra specificati - Parchi e riserve

Interrogazione n. 651 del Consigliere Cavaliere relativa al contratto di affitto dei lotti agricoli nel Parco regionale La Mandria - Situazione cinghiali


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 651 presentata dal Consigliere Cavaliere.
Risponde l'Assessore Angeleri.
ANGELERI, Assessore ai parchi naturali Con riferimento all'interrogazione in oggetto si ritiene preliminarmente opportuno delimitare i confini del problema sollevato infatti oltre alla questione cinghiali, sicuramente degna d'attenzione l'interrogante propone la necessità di intervenire "per porre termine alle modalità poco chiare con cui vengono stipulati i contratti d'affitto dei lotti agricoli di proprietà regionale inseriti nell'area protetta La Mandria".
Poiché da tale formulazione sembrano profilarsi dubbi di illegalità nella stipulazione dei contratti de quo, dopo aver assunto le debite informazioni presso l'Ente Parco, si comunica quanto segue.
La concessione degli appezzamenti di terreno è avvenuta a seguito di regolare gara, il cui avviso è stato pubblicato nell'Albo Pretorio dell'Ente, nonché nell'Albo Pretorio dei Comuni del Parco e Preparco adempiendo, quindi, alle formalità previste dalle leggi in materia. Ad aggiudicazione avvenuta sono stati stipulati regolari contratti nel rispetto dell'art. 45 della legge n. 203/82 sui contratti agrari, con l'assistenza delle rispettive associazioni di categoria. Tale iter contrattuale è senz'altro rispettoso di ciò che la legge richiede in sede di contrattazione, per cui non possono profilarsi dubbi circa "modalità poco chiare".
A titolo informativo vengono sotto indicati i contratti pendenti alla data odierna: 1) prati pascoli del Ponte Del Violino, per ha 21.00.00, in compartecipazione con la ditta Toselli Mauro per il 34% del prodotto con scadenza 11/11/1996 2) prati pascoli del Comprensorio agricolo cascina Peppinella per ha 138.50 in affitto alla ditta Giai Pierluigi per L. 50 milioni con scadenza 26/1/1997 3) prati pascoli "Brero" in affitto annuo alla ditta Carnino Natale per ha 5.50.00 al canone annuo di L. 225.000/ha e con scadenza 11/11/1997 4) prati pascoli fuori cinta in affitto triennale alla ditta Bedino per ha 5.05.11 al canone annuo di L. 301.000/ha e con scadenza 11/11/1997 5) prati pascoli "Vittoria" in affitto triennale alla ditta Fantolino per ha 42.00.00 al canone annuo di L. 416.000/ha e con scadenza 11/11/1997 6) prati pascoli "Fornaci" in affitto triennale alla ditta Ferrando per ha 10.60.00 al canone annuo di L. 355.000/ha e con scadenza 11/11/1997 7) prati pascoli "Bosco Brero" in affitto triennale alla ditta Baschiera per ha 3.50.00 al canone annuo di L. 241.000/ha e con scadenza 11/11/1998 8) prati pascoli "Lama Lunga" in affitto triennale alla ditta Carnino per ha 11.00.00 al canone annuo di L. 365.000/ha e con scadenza 11/11/1998 9) prati pascoli "del laghetto" in affitto triennale alla ditta Carnino per ha 11.00.00 al canone annuo di L. 385.000/ha e con scadenza 11/11/1998 10) prati pascoli "est str. Dell'Uno" in affitto triennale alla ditta Perotti per ha 7.00.00 al canone annuo di L. 100.000/ha e con scadenza 11/11/1998 11) prati pascoli "Pascolo uno" in affitto triennale alla ditta Perotti per ha 8.65.00 al canone annuo di L. 606.000/ha e con scadenza 11/11/1998 12) prati pascoli "Pascolo due" in affitto triennale alla ditta Perotti per ha 10.76.00 al canone annuo di L. 616.000/ha e con scadenza 11/11/1998 13) prati pascoli "Pian bruciato" in affitto triennale alla ditta Giai Pierluigi per ha 8.00.00 al canone annuo di L. 251.000/ha e con scadenza 11/11/1998 14) prati pascoli "Grangetta uno" in compartecipazione triennale con la ditta Toselli per ha 10.00.00 al 34% di compartecipazione al prodotto e con scadenza 11/11/1998 15) prati pascoli "Grangetta due" in compartecipazione triennale con la ditta Toselli per ha 12.00.00 al 34% di compartecipazione al prodotto e con scadenza 11/11/1998.
Con riguardo, invece, al problema dei risarcimenti per danni causati dai cinghiali alle coltivazioni agricole e ai pascoli insistenti nel territorio del Parco La Mandria, bisogna osservare che tale pratica risarcitoria è prevista dall'art. 35 della L.R. 22/3/1990 n. 12, recante: "Nuove norme in materia di aree protette", che rimanda all'art. 10 della L.R. n. 36/89.
Si tratta infatti, così come afferma lo stesso Consigliere Cavaliere di una procedura di garanzia per gli agricoltori che subiscono danni ad opera della fauna nei terreni che insistono sulle aree protette. Il riferimento agli agricoltori è esteso tanto ai proprietari terrieri che agli affittuari, siano essi titolari di un contratto di affitto o di un contratto di compartecipazione agraria.
Peraltro la possibilità o, meglio, l'opportunità di adottare clausole di salvaguardia in sede di stipulazione contrattuale è rimandata alla scelta dei contraenti; per cui nella specie l'Ente di gestione del Parco La Mandria, in qualità di libero contraente ed in omaggio al principio di autonomia contrattuale, potrà decidere di adottare tale sistema di autotutela, onde evitare l'anomalia a cui si fa cenno nell'interrogazione derivante dalla sproporzione esistente fra entrate certe provenienti dai canoni di affitto all'Ente di gestione ed uscite non quantificabili a priori, ma certamente elevate, a carico del bilancio regionale.
E' comunque evidente che la radicale soluzione del problema potrà aversi soltanto con una modifica dell'articolo in questione cui peraltro si procederà prossimamente in sede di una più generale sistemazione della disciplina normativa in tema di parchi ed aree protette.
Nella precedente seduta del Consiglio regionale in cui abbiamo parlato di parchi naturali abbiamo già evidenziato questo aspetto e comunicato in proposito.



PRESIDENTE

Consigliere Cavaliere, va bene così? D'accordo.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Interpellanza n. 552 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea relativa ai lavori di ristrutturazione in Via Palazzo di Città - Torino


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interpellanza n. 552 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea.
Risponde l'Assessore Majorino.
MAJORINO, Assessore all'edilizia residenziale L'interpellanza dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea riguarda i lavori di ristrutturazione in Via Palazzo di Città n. 12 - Torino.
Dopo avere ricordato le pessime condizioni in cui versa lo stabile di Via Palazzo di Città n. 12, i Consiglieri interpellano preoccupati sulle modalità con cui è condotta la ristrutturazione, finalmente avviata chiedono al Presidente della Giunta e all'Assessore competente di conoscere per quali ragioni i lavori di ristrutturazione sono stati avviati con ritardo, considerando anche che lo stabile in questione è attiguo al Municipio; se effettivamente gli interventi attuati pregiudicano le condizioni abitative dello stabile attiguo e, infine (penso sia questo il nocciolo dell'interpellanza che riguarda la Giunta), se non si ritenga opportuno intervenire, magari di concerto con il Comune e la Sovrintendenza, per fare chiarezza sulla ristrutturazione onde impedire gravi scempi di uno stabile collocato in un'area ad alta valenza storica culturale ed urbanistica.
Al riguardo devo rispondere rilevando che il nucleo antico di Torino, e quindi anche lo stabile in questione, non è compreso nelle zone soggette a tutela ambientale paesistica di cui alle leggi n. 487/39 e n. 431/85, cioè non è compreso nella tutela di cui alla legge Bottai e alla legge Galasso.
Alla Commissione regionale per i beni culturali ed ambientali, sezione decentrata di Torino, non risulta essere stato sottoposto il progetto in questione e, infine, non essendo materia tutelata dalle leggi che ho citato, pare che la materia possa non riguardare le competenze del Comune di Torino se l'immobile vincolato ai sensi della legge n. 1089/39 riguarda la Sovrintendenza ai beni ambientali ed architettonici. In buona sostanza non c'è alcuna competenza dell'Assessorato ai beni ambientali in quanto non c'è una tutela di quelle normative su questa zona e segnatamente sull'edificio in questione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Grazie, Presidente. Grazie all'Assessore Majorino per averci dato il piacere di risentire la sua voce in quest'aula. Forse non è stato preso in considerazione, nella sua risposta, il nocciolo importante, che è quello di segnalare che questi lavori di ristrutturazione pare abbiano ecceduto le regole. Gli esposti da cui noi abbiamo tratto riferimento parlavano di una sopraelevazione di 5 metri oltre il consentito. Su questo tema, che è il secondo punto della nostra interpellanza, preoccupati della modalità con cui è stata condotta la ristrutturazione - per cui il palazzo è stato sopraelevato con profonde modificazioni del suo aspetto e disagi, questo punto è di specifica competenza forse non dell'Assessore Majorino, ma dell'Assessore Botta - noi segnaliamo una violazione edilizia; sulle violazioni edilizie la Regione Piemonte interviene ai sensi della legge n.
56. Era questo il senso dell'interpellanza.
Sapevamo che non rientrava nella legge Galasso; non era questo il tipo di problema. C'è un vincolo paesistico oppure della Sovrintendenza che è stato violato. Qui pare sia stato violato un vincolo di regolamento edilizio, un vincolo relativo ad una concessione edilizia illegittima.
Sulle concessioni edilizie illegittime la Regione interviene sospendendo. L'Assessore Botta dice: "Ahi, ahi, ahi", ma lo fa! Deve farlo.
Quando si diceva: "se non ritengono opportuno intervenire, magari di concerto con il Comune", speravamo che voi aveste effettuato un accertamento con il Comune chiedendo se risulta che questa sopraelevazione abbia ecceduto la concessione edilizia. Se aveste detto che era tutto in regola, la cosa si chiudeva qui; invece la risposta ha solo coperto una parte dell'interpellanza, che era già da me acquisita: sapevo che non c'era un intervento regionale di quel tipo. Mi interrompo se il Presidente accetta che io possa interloquire con l'Assessore Botta.
BOTTA, Assessore alla pianificazione territoriale e dell'area metropolitana Mi riservo di fare una verifica, ma credo sia stato dato incarico agli uffici di chiedere, a mia firma, al Comune di Torino, come sempre avviene in questi casi, ricordando però al Comune che la competenza primaria della vigilanza urbanistica spetta al Sindaco. Se il Comune non risponde ci saranno dei solleciti, dopodiché ci saranno le ulteriori azioni che prevede la legge n. 47/85. Mi riservo, nella prossima seduta, di relazionare su questo punto.
CHIEZZI Posso continuare? Anche su questa interpellanza, per quanto mi riguarda, la risposta del Vicepresidente Majorino esaurisce un argomento; aspetto la conclusione dall'altro Assessore, nella prossima seduta, per dichiararmi soddisfatto o meno.


Argomento: Spettacoli: teatro, musica, cinema, danza

Interpellanze n. 924 dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti relativa agli "strani" finanziamenti al Circolo Excalibur e n. 878 relativa alle iniziative culturali, in particolare all'incontro dedicato a Bottai


PRESIDENTE

Esaminiamo ancora le interpellanze n. 924 e n. 878 presentate dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti, cui risponde l'Assessore Leo.
LEO, Assessore alla cultura ed istruzione Signor Presidente, colleghi Consiglieri, considero queste interpellanze molto importanti e le ho esaminate con gli uffici competenti, con tutta l'attenzione necessaria. Mi permetto quindi di dare una risposta, non solo la più precisa possibile, ma anche con responsabilità politica avendo esaminato nei dettagli tutta la procedura e la pratica.
Per quanto riguarda la prima parte dell'interpellanza n. 924, rispetto cioè al quantum, la risposta preparatami dagli uffici, e da loro precisamente sottoscritta, è che la Regione Piemonte ha deliberato, con due diversi atti, interventi a favore del Circolo Excalibur. Oltre a questi non ci sono altri contributi. Sono state presentate più richieste, almeno sei o sette; queste sono le uniche due che gli uffici mi hanno sottoposto con proposta di accoglimento. C'erano molte altre proposte di cui posso dare eventualmente notizia al Presidente della Commissione, Chiezzi, che peraltro è di casa presso gli uffici della Regione perché io ho dato disposizione, e credo che lo stesso Presidente Chiezzi l'abbia constatato che qualunque Consigliere - a maggior ragione se si tratta del Presidente della Commissione Cultura - abbia immediato accesso ai documenti dell'Assessorato, anche non rispettando, magari, norme e procedure di richiesta, proprio perché desidero che l'Assessorato sia il più trasparente possibile. Questo lo dico a riconoscimento del lavoro dei Consiglieri.
Quindi, rispetto alla L.R. n. 58/78, art. 7, su una spesa complessiva di L. 539.000.000 è stato attribuito un contributo di L. 35.000.000 per una serie di convegni dedicati a scrittori eretici del XX secolo, che ci pareva avessero un certo interesse: "Giornalisti maledetti" (Longanesi, Malaparte Guareschi e Prezzolini), "Lancio del manifesto", "Mito modernista", "Il rosso e il nero", ecc. In questa serie di convegni c'è stato anche il dibattito su Bottai, ma sotto il profilo - così ci è stato garantito e prendo atto della risposta dell'Assessore alla cultura della città di Torino, Perone - rigorosamente culturale, della parte di uomo di cultura.
Come ha risposto l'Assessore Perone pubblicamente, se vi fossero tralignamenti rispetto a violazioni di altre leggi, ovviamente ci sarebbe una censura da parte nostra, ma anche interventi di altri organi.
Il secondo contributo (Assegnazioni contributi per attività espositive anno 1996) è di L. 25.000.000 per un'iniziativa da realizzare in occasione sì, del decimo anniversario, ma assolutamente aperta al pubblico e che prevedeva un convegno sulla letteratura del fantastico (argomento fra l'altro appassionante e molto interessante) coordinato da De Turris, che è famoso, ed un concerto del complesso "La compagnia dell'Anello".
Successivamente, su nostro sollecito, ci è stata anche presentata un'integrazione di programma relativa ad una mostra di giovani disegnatori di temi fantasy.
Vengo agli altri dati richiesti dal Consigliere Chiezzi attraverso l'interpellanza n. 924 per ciò che attiene alla pratica relativa.
Sono effettivamente pervenuti due preventivi, mi scrivono gli uffici nella stessa data: il primo per un importo di L. 4.500.000 e il secondo pari a L. 61.000.000. Gli uffici affermano che "analizzando le voci di spesa risulta evidente che il secondo preventivo è sostitutivo del primo".
Questa è la frase ufficiale messa per iscritto dagli uffici che hanno quindi ritenuto di non dover assegnare un ulteriore numero di protocollo.
Mi rendo conto che anche su queste cose dovremmo esercitare maggiore attenzione e prendo l'impegno di farlo. Devo però far rilevare - e in particolare il Presidente della Commissione lo può verificare - quanto sia aumentato il lavoro dell'Assessorato in questo anno, con moltissime iniziative e ricevendo anche, più di una volta, delle integrazioni interloquendo (dico francamente gli uffici e non l'Assessore) con le organizzazioni, com'è successo, ad esempio, nel caso del Salone della Musica, dove i preventivi in itinere sono stati modificati per necessità di interlocuzione con gli uffici, cioè valutando che erano più congrui.
Per questa ragione, ripeto, non è stato assegnato un nuovo numero di protocollo.
Prendo comunque in grande considerazione il fatto che bisognerà attrezzare gli uffici con maggiore personale ed esercitare maggiore attenzione, in modo da essere ancora più ineccepibili; mi dicono, però, che questo è successo più volte.
Proseguo nella lettura della nota preparatami: "Appare inoltre chiara la buona fede degli uffici in quanto tutta la documentazione è stata consegnata in copia al Consigliere Chiezzi, esattamente come si trovava nella pratica". Su questo punto va detto che, se è vero e più che legittimo il diritto di accesso da parte di ogni Consigliere regionale a tutta la documentazione amministrativa presente negli uffici regionali, è altrettanto vero che, nel caso di specie, c'è tempestività nel fornire ogni forma di collaborazione anche fuori da eventuali procedure o prassi.
In merito all'erogazione del contributo di L. 25.000.000, inserito tra quelli previsti per attività espositive, va detto che l'iniziativa presentata, dedicata al fantastico, non si riduce ad una semplice celebrazione del decennale del Circolo. Infatti sono previsti un convegno e un concerto aperti al pubblico e gratuiti, e inoltre, da un'integrazione pervenutaci pochi giorni fa, ma da noi richiesta da tempo, è confermato l'allestimento di una mostra di giovani pittori e illustratori di temi fantasy. Quanto al fatto che i contributi siano suddivisi in due soluzioni (ripeto che sono state due proposte accolte su molte presentate), ci deriva dalla struttura del Settore promozione attività culturali. Nel caso del primo contributo, si tratta di materia di competenza del Servizio promozione attività culturali; nel caso del secondo, le competenze sono del Servizio Mostre: questo spiega la ragione delle due differenti erogazioni in due distinte deliberazioni.
Se questo voglia dire abbandonare la linea "antifascista e di difesa dei valori della Costituzione", mi permetto di dire: assolutamente no.
Proprio in questi giorni, credo sia noto, abbiamo aiutato l'Istituto Avogadro ad effettuare una ricerca sui giovani studenti dell'Avogadro morti durante la Resistenza. Mi permetto di dire che abbiamo addirittura incrementato, rispetto al passato, le iniziative a sostegno di questi fatti. Finanzieremo anche - lo annuncio al Presidente, arriverà poi la domanda - un film di giovani registi, sulla Resistenza nelle valli. Quindi non c'è assolutamente un abbandono.
C'è ancora un quesito che il Consigliere Chiezzi pone: "Se la Giunta regionale, visto che ha nominato il già Presidente dell'Excalibur, prima dell'attuale, come Presidente del Co.Re.Rat., e che ha nominato l'attuale Presidente dell'Excalibur a membro del Consiglio di amministrazione del Teatro Stabile, intenda continuare ad individuare tra i Presidenti futuri dell'Excalibur persone da nominare in importanti incarichi amministrativi di rilevanza istituzionale".
Io non sono in grado di leggere il futuro, posso solo dire che in passato un'organizzazione giovanile culturale come il "Movie Club", alla quale io ho dato fiducia quando ero Assessore alla gioventù, ha prodotto successivamente alcune persone egregie, come per esempio Stefano Della Casa fra l'altro sono nomine che mi permetto di dire che condivido - al Consiglio di amministrazione del Teatro Regio, altri al Museo del Cinema recentemente Barbera allo Stabile. Mi permetto di dire che, a riguardo di queste persone, segnatamente quelle che ho citato, la mia soddisfazione è che sono partite da un circolo culturale vivacissimo, il "Movie Club", che faceva bellissime rassegne di fantascienza, e sono cresciute (da Stefano Della Casa ad Alberto Barbera) fino ad assumere ruoli. Gli avrò portato bene, saranno stati bravi; non dico che qui si seguirà assolutamente la stessa sorte, dico soltanto che un po' di fiducia ai giovani, per quanto riguarda la cultura, la diamo.
Tornando però alla serietà e al rigore delle osservazioni formali fatte dal Consigliere Chiezzi, mi permetto di dire che da subito dar disposizioni di promuovere semmai meno iniziative, anche se mi dispiace per la città di Torino e la regione (pensate, per esempio, che l'art. 6 della legge n. 58/78 prevede 5/6.000 domande), ma di seguire con tutta la dovuta attenzione anche la parte procedurale.
Ringrazio comunque per avermi sottoposto questa questione che ha consentito di fare un lavoro anche di metodo negli uffici e ribadisco soprattutto sul piano culturale, che la linea di fedeltà ai valori della Costituzione è assoluta e convinta da parte di questo Assessorato che ha sponsorizzato recentemente un convegno di costituzionalisti proprio su questo tema e che ha avuto grande successo e gratitudine da parte di questi intellettuali e dell'Università.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la risposta dell'Assessore rende merito a questa nostra attività di verifica dei finanziamenti concessi al Circolo Excalibur che appare, con evidenza pubblica un'associazione che svolge una sorta di ruolo di incubatrice, incubatrice di importanti incarichi e progressioni di carriera per chi riesce a dirigerla per un periodo di tempo più o meno lungo. Quindi è un'associazione che ha questa particolarità: oltre a svolgere delle attività, chi ne diventa Presidente, per due volte consecutive, poco dopo accede ad importanti incarichi pubblici: la presidenza del Co.Re.Rat., con Ferdinando Ventriglia, il Consiglio di amministrazione del Teatro Stabile con Manuela Lamberti.
Occorre capire come sia capace un'associazione culturale di promuovere in questo modo concreto e fattivo i propri dirigenti ad importanti incarichi. Siamo andati ad individuare i soldi che la Regione Piemonte dà a Excalibur e abbiamo trovato due situazioni che ci hanno - una - incuriositi e preoccupati e - l'altra - francamente un po' sconcertati.
Nella prima deliberazione il Circolo Excalibur chiede un contributo per un'attività sugli scrittori eretici, presenta la scheda di contributo e chiede L. 40.500.000. Presenta tale domanda non agli uffici, ma all'Assessore Leo, presso la sua Segreteria particolare; questo è del tutto legittimo, ma è solo per spiegare il percorso. Dopo qualche giorno l'Assessore Leo fa protocollare la domanda agli uffici. Gli uffici compilano la scheda come tutte le altre migliaia di schede e la scheda compilata prevede la cifra di L. 40.500.000, come richiesta, mentre sappiamo che tra la richiesta ed il contributo c'è sempre un certo rapporto. Nel fascicolo, senza alcun protocollo, era inserito un preventivo, non più di L. 40.500.000, ma di L. 61.000.000; preventivo con la stessa data del precedente, ma non protocollato. Quindi un preventivo che dal punto di vista amministrativo è assolutamente inesistente. Nel primo preventivo, quello protocollato, c'era una firma "meditata" di Manuela Lamberti; nel secondo preventivo c'era una firma "frettolosa". Ho usato i termini "meditata" e "frettolosa" per non dire "leggibile" ed "illeggibile". Meditata, una, frettolosa, l'altra, entrambe con la stessa data.
Il primo ragionamento è questo: una proposta che presenta due preventivi in stessa data, che si differenziano l'uno dall'altro di 20.000.000, su un totale di 40, non gioca a favore della serietà della proposta; è una proposta ballerina, è una proposta che andrebbe scartata immediatamente. L'Assessore, invece di scartarla, sceglie, fra le due cifre, quella maggiore, cioè quella che non è nemmeno protocollata, quella che non dovrebbe neppure esistere, e con un tratto di penna cancella la primitiva cifra, quella nella scheda originale, e la sostituisce con la seconda. Poi dà il contributo (35.000.000) ovviamente commisurato alla seconda cifra, quella non protocollata, quella che non esiste. Capite che questo ha comportato l'immediata presentazione dell'interpellanza.
L'Assessore dice - se ho ben capito - che c'erano 6 mila domande. Non succeda più! Gli atti che esistono nella Pubblica Amministrazione hanno un protocollo; quelli che non hanno protocollo non esistono. Questo è un fatto grave. La risposta dell'Assessore, dunque, non ci soddisfa.
Il secondo punto è meno grave, da un lato, ma è più grave da un altro.
L'associazione Excalibur, cioè, cosa fa? Dopo dieci anni di attività fa una bella festa. Dice che è giusto, dopo dieci anni, che i soci dell'Excalibur autocelebrino il loro anniversario. Presenta, per tale autocelebrazione una proposta alla Regione Piemonte chiedendo soldi dei contribuenti dicendo che in occasione del decennale dell'associazione - Presidente del Consiglio, fosse stato il centennale! - vuole fare un concerto e, sempre in quel giorno, una conferenza sulla letteratura del fantastico. Nel preventivo non si parla di mostre di pittura o quant'altro. Queste sono le richieste di Excalibur e l'Assessore, di fronte ad una richiesta che è del tutto privata, che non ha alcun interesse regionale; l'articolo della legge cui si riferisce l'Assessore dice che la Regione Piemonte deve contribuire a finanziare iniziative di interesse regionale, ma non possiamo sostenere che la festa del decennale di Excalibur sia un'iniziativa regionale.
L'Assessore, invece, dà 25.000.000 ad Excalibur per fare la propria festa per fare un concerto e sentire una conferenza. Questo è veramente incredibile, l'ho detto prima all'Assessore, è da Corte dei Conti; i 25.000.000 non li deve pagare la collettività, perché non ho mai sentito una cosa simile per la festa di un decennale di un'associazione generalmente, quando c'è una festa si suona della musica, ma la musica dei simpatizzanti, degli aderenti ad Excalibur, in questo caso. Questo fatto è ancora più preoccupante e la risposta dell'Assessore è del tutto insoddisfacente.
Termino il mio intervento chiedendo all'Assessore se, in occasione del programma di attività del prossimo anno, il famoso libricino che si legge sempre poco, male e in fretta, potesse - e qui chiudo la polemica del Capogruppo e apro, invece, un rapporto istituzionale - portare in Commissione, in termini preventivi un po' anticipati, anche tre settimane una prima bozza, invitando tutti noi, in quella sede, a cercare di individuare - e invito l'Assessore a "darci gli occhiali giusti" - le zone che possono essere di interesse, in modo che l'Assessore si attrezzi e adegui gli uffici. Come opposizione, continueremo a controllare l'operato e io spero di non dover più assistere a finanziamenti di questo tipo. Grazie.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 5) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Farassino, Ferraris Goglio, Racchelli e Spagnuolo.



PRESIDENTE

b) Presentazione progetti di legge



PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Trattamento economico dei Consiglieri

Relazione del Presidente del Consiglio in merito all'iter delle gare d'appalto in materia di assicurazione ai Consiglieri regionali


PRESIDENTE

Informo il Consiglio che nelle date del 14 e 15 novembre 1996 il Consigliere Cavaliere richiedeva al Settore Amministrazione di acquisire copia della documentazione relativa alle gare d'appalto per le coperture assicurative riguardanti la responsabilità civile, amministrativa e contabile e quella concernente gli infortuni dei Consiglieri regionali.
In relazione a quanto emerso sugli organi di informazione in merito alla vicenda di dette gare d'appalto, pare indispensabile fornire elementi conoscitivi - seppur sintetici - che forniscano precisazioni e chiarimenti al riguardo.
Polizza infortuni (già operante dal 1986 ai sensi della L.R. n. 57 del 30/12/1981 e successive modificazioni).
Con provvedimento deliberativo n. 1161/95 del 7/12/1995 l'Ufficio di Presidenza autorizzava ad espletare, con il metodo della trattativa privata, una gara per l'affidamento - periodo dal 22/1/1996 al 21/1/1998 della copertura assicurativa cumulativa in questione, invitando le otto Compagnie assicurative iscritte (alla data del 7/12/1995) nell'elenco delle ditte (tenuto dal Settore Amministrazione). Con detta deliberazione si approvava, altresì, la lettera di invito con il relativo capitolato.
Con deliberazione n. 11/96 del 10/1/1996 l'Ufficio di Presidenza rinviava l'apertura delle sei buste pervenute dalle Compagnie assicurative a causa della necessità di una maggiore precisazione del capitolato per quanto atteneva all'eventuale applicazione delle franchigie (infatti il capitolato doveva intendersi senza applicazione di franchigie). Veniva pertanto concesso alle Compagnie un nuovo termine per la presentazione di eventuali offerte sostitutive delle precedenti con condizioni di assicurabilità prive di franchigie.
Con deliberazione n. 14/96 del 18/1/1996 l'Ufficio di Presidenza approvava i verbali relativi alla gara in questione rinviando, per l'aggiudicazione della gara stessa dopo l'acquisizione di uno specifico parere - a tal proposito richiesto - dal Settore Affari Giuridico Legislativi Legali e del Contenzioso Amministrativo della Regione Piemonte in merito a problemi concernenti l'interpretazione - rilevati dalle Compagnie assicurative invitate - delle modalità di offerta. Sia nella lettera di invito sia nel relativo capitolato, tale problema comportava la disomogeneità delle offerte.
Infatti alcune Compagnie esprimevano solo il premio annuale ed altre anche il premio biennale (elemento, quest'ultimo, chiaramente indicato nella lettera di invito e nel relativo capitolato come punto di riferimento per l'aggiudicazione della gara).
Con deliberazione successiva n. 103/96 del 13/2/1996 l'Ufficio di Presidenza riteneva di non aggiudicare la gara in oggetto, avvalendosi la facoltà prevista al paragrafo 4) del dispositivo della DUP n. 1161/95 del 7/12/1995 e riportata nella relativa lettera di invito (Prot. CR n. 20000 del 12/12/1995), il cui testo così recitava: "...l'Ufficio di Presidenza si riserva la facoltà di non procedere ad alcuna aggiudicazione".
Tale decisione dell'Ufficio di Presidenza era stata determinata in quanto il parere trasmesso dal Settore Affari Giuridico-Legislativi Legali e del Contenzioso Amministrativo della Regione Piemonte non rimuoveva i dubbi emersi in sede di gara che rimanevano pertanto irrisolti e si poteva ipotizzare la possibilità di apertura di un contenzioso da parte di più Compagnie assicurative partecipanti a detta gara.
Al fine di poter procedere con maggior chiarezza nella stipula del contratto assicurativo in questione, l'Ufficio di Presidenza decideva con deliberazione n. 321/96 del 29/4/1996 di avvalersi della consulenza (per gli effetti dell'art. 7, comma sesto, del DL n. 29/93) di un broker individuato nella ditta RIVA di Vassallo Olga e formalizzava l'incarico peraltro reso a titolo gratuito - con contratto Rep. n. 6269 del 20/5/1996.
La scelta ricedeva sul citato broker in quanto risultava, a quella data l'unico iscritto all'elenco di ditte (tenuto dal Settore Amministrazione).
Tale decisione seguiva in via analogica quanto deciso precedentemente dall'Ufficio di Presidenza (deliberazione n. 251/96 del 3/4/1996) per quanto concerne la consulenza nei riguardi di altra copertura assicurativa: la Responsabilità Amministrativa dei Consiglieri regionali.
A seguito di tale incarico l'Ufficio di Presidenza deliberava una nuova gara (DUP n. 337/96 dell'8/5/1996) da effettuarsi a trattativa privata (ai sensi dell'art. 31, lettera g), della L.R. 23/1/1984 n. 8 così come modificata dalla L.R. 30/3/1992 n. 18).
Alle dodici Compagnie iscritte (alla data dell'8/5/1996) nell'elenco delle ditte (tenuto dal Settore Amministrazione) veniva inviato, oltre alla regolare lettera di invito, il capitolato predisposto dal consulente incaricato che presentava differenti e più vantaggiose, per l'Amministrazione, condizioni di assicurabilità rispetto a quelle stabilite nella gara precedente.
Non appare pertanto fondata l'affermazione riportata da alcuni organi di stampa riguardante la coincidenza dei testi dei capitolati oggetto delle due gare.
La procedura relativa a tale gara - per la quale avevano presentato offerta n. 5 Compagnie - si concludeva con il provvedimento deliberativo n.
396/96 del 21/5/1996 contenente l'approvazione dell'allegato verbale Rep.
n. 6/96 CR e l'aggiudicazione alla Società Reale Mutua Assicurazioni (Agenzia Principale Torino Castello) che aveva presentato la migliore offerta.
La Società Reale Mutua offriva la copertura assicurativa in questione con un premio annuo pro capite, per ogni singolo Consigliere, stabilito in L. 830.000. Tale offerta risultava vantaggiosa per l'Amministrazione essendo il premio più conveniente rispetto al contratto precedentemente in vigore e stipulato con un'altra Società.
Assicurazione relativa alle perdite patrimoniali derivanti da Responsabilità Civile, Amministrativa e Contabile dei Consiglieri regionali.
Con deliberazione n. 251/96 del 3/4/1996 l'Ufficio di Presidenza decideva di stipulare una polizza assicurativa a favore dell'intero Consiglio regionale (60 Consiglieri regionali) per la copertura dei rischi conseguenti all'espletamento del mandato di Consigliere regionale (ai sensi dell'art. 4 della L.R. 17/8/1995, n. 69 che così recita: "L'Ufficio di Presidenza stipula a favore dei Consiglieri regionali assicurazioni contro i rischi conseguenti all'espletamento del mandato; alle relative convenzioni si applica il comma secondo dell'art. 3)". Lo stesso provvedimento prevedeva, altresì, di avvalersi, per la predisposizione di un capitolato nel settore specifico, della collaborazione del broker RIVA di Vassallo Olga con incarico a titolo gratuito.
Con deliberazione n. 678/96 del 12/9/1996 veniva approvato dall'Ufficio di Presidenza la lettera di invito e il capitolato di polizza (che prevedevano un'offerta a corpo e riguardante l'intero Consiglio regionale composto da n. 60 Consiglieri) e si procedeva altresì all'autorizzazione all'espletamento della gara in questione da svolgersi a trattativa privata (ai sensi dell'art. 31, lettera g), della L.R. 23/1/1984 n. 8 così come modificata dalla L.R. 30/3/1992 n. 18). Nella deliberazione in questione si individuavano infine n. 23 Società quale risultavano (alla data del 12/9/1996) nell'elenco delle ditte (tenuto dal Settore Amministrativo).
Fra le ventitré Società assicurative invitate rispondevano, come si evince dagli allegati verbali (Rep. n. 13/96 e Rep. n. 15/96 CR), le seguenti tre Compagnie: Nuova MAA Assicurazioni S.p.A. - Agenzia Generale di Cuneo, Generali Assicurazioni S.p.A. ed Assitalia Assicurazioni S.p.A.
Direzione Generale di Roma.
In data 8/10/1996 aveva luogo la prima seduta della Commissione di gara, la quale prendeva atto che il plico della Società Generali Assicurazioni non conteneva offerta, ma unicamente lettera di rinuncia; il plico della Società Nuova MAA Assicurazioni S.p.A. - Agenzia Generale di Cuneo presentava regolarmente tutti i documenti richiesti dalla lettera di invito, nonché l'offerta economica; il plico della Società Assitalia Assicurazioni S.p.A. - Direzione Generale di Roma conteneva anch'esso regolare documentazione e busta con offerta economica, ma la dichiarazione del legale rappresentante (prevista a corredo dell'offerta) conteneva un'attestazione sulla copertura assicurativa non contemplata nella lettera di invito e nel relativo capitolato d'appalto.
A tal proposito il Presidente della gara stabiliva: a) di richiedere - agli uffici competenti del Consiglio regionale ed al broker incaricato - un parere scritto sulla compatibilità dell'offerta della Società Assitalia con l'oggetto dell'assicurazione b) di presentare detti pareri all'Ufficio di Presidenza convocato per la seduta del 10/10/1996 alle ore 14,30 c) di aggiornare la seduta a venerdì 11/10/1996 alle ore 9 e consegnava le buste sigillate contenenti le offerte economiche al Segretario verbalizzante perché provvedesse a collocarle nella cassaforte del Settore Amministrazione.
Nella seduta sopracitata del 10/10/1996 l'Ufficio di Presidenza prendeva atto delle osservazioni formulate dall'Ufficio Contratti e dal broker in merito all'offerta presentata dall'Assitalia S.p.A. Da dette osservazioni si evinceva che la dichiarazione della ditta in questione risultava difforme dalla lettera di invito e limitativa della prestazione richiesta.
Il giorno 11/10/1996 si riuniva, quindi, la Commissione di gara nella quale il Presidente, dopo aver preso atto delle osservazioni sopra citate presentate dall'Ufficio Contratti e dal broker incaricato, dopo averne data lettura, riteneva, in relazione ai pareri espressi, non valida l'offerta presentata dall'Assitalia e allegava detti pareri al verbale Rep. n. 15/96 CR, per farne parte integrante. Incaricava inoltre il Segretario verbalizzante di provvedere alla restituzione alla Società in questione della busta sigillata contenente l'offerta economica. Il Presidente della gara procedeva quindi all'apertura dell'offerta della Nuova MAA Assicurazioni S.p.A. - Agenzia Generale di Cuneo e dava quindi lettura della stessa che richiedeva un premio imponibile annuo (al netto cioè di ogni onere accessorio e delle imposte) di L. 85.200.000. Detta offerta risultava valida in relazione a quanto stabilito al punto 4) della deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 678/96 del 12/9/1996.
Con deliberazione n. 828/96 del 23/10/1996 l'Ufficio di Presidenza approvava i due verbali relativi alla gara in questione ed affidava detto servizio di copertura assicurativa alla Nuova MAA Assicurazioni S.p.A.
Agenzia Generale di Cuneo per un periodo di anni uno. L'offerta economica di detta Compagnia assicurativa risultava senz'altro congrua rispetto alle garanzie richieste nel capitolato di polizza, come si evince dalla documentazione agli atti dell'Amministrazione.
La parola al Consigliere Cavaliere.
CAVALIERE Grazie, Presidente, comincio a credere e a convincermi, dopo qualche mese di esperienza in questo Consiglio regionale, di avere una concezione dell'impegno amministrativo diversa, forse, da questo Consiglio regionale.
Io interpreto le mie prerogative - che sono prerogative di controllo, di proposta e di iniziativa - come quelle che debbo, in coscienza, espletare mentre non credo di dover essere il "Consigliere del Principe", ma credo di dover essere un Consigliere regionale. E non accetto minimamente che mi si dica che non accetto il confronto democratico, perché credo che mi si possa dire di tutto meno che non accetto il confronto democratico: cioè che non accetto di discutere le mie opinioni con gli organi del Consiglio, della Giunta e con i colleghi Consiglieri.
Ho abbandonato la nota riunione dei Capigruppo per il semplice motivo che il Presidente Picchioni mi faceva fornire delle risposte da parte degli uffici, per le quali non avevo fatto alcuna domanda, mentre stavo ponendo ai colleghi Capigruppo delle questioni politiche.
Quali sono queste questioni politiche? Anzitutto la questione della polizza assicurativa, dove vi è stata e vi è, da parte mia, una questione di merito sulle caratteristiche della polizza stessa, perché non ritengo che si possa essere assicurati anche per danni al proprio Ente di apparenza, e così lo ritengono la gran parte delle Compagnie di assicurazione.
E questo è un merito politico, nel senso che ha dei significati, così come non comprendevo l'estensione della polizza ai colleghi della passata legislatura.
Poi, siccome succede sempre che le idee sbagliate camminano sulle gambe storte, ho avuto modo anche di accertarmi delle procedure di gara e di tutto ciò che il Presidente ha ripetuto anche oggi ho avuto modo di accertarmene dagli uffici, i quali con competenza e diligenza mi hanno illustrato tutta la procedura.
Dalla procedura ne ho dedotto - ed è questo un problema che non riguarda solo queste gare d'appalto, ma le nostre leggi regionali sugli appalti, gli appalti della Giunta e dell'intera Amministrazione - infatti le che forme di appalto usate dal nostro Ente sono tra le meno trasparenti in uso nella Pubblica Amministrazione, sono tra le più arcaiche e tra le più dispendiose e - ripeto - le meno trasparenti.
Ne faccio una questione politica, nel senso che ritengo non sia ammissibile che un Ente che è stato attraversato, come tantissimi altri Enti pubblici, da un fenomeno abbastanza pesante di corruzione di politici di amministratori e di funzionari non metta mano a queste procedure, che ancora ci siano i politici che aprono le buste, che ancora non si intenda procedere a quelle lievi modifiche che però permetterebbero di procedere in maniera più trasparente. Non c'è stato alcuno sdegno, da parte del Presidente del Consiglio, ad apprendere che l'appalto per la ristrutturazione dell'aula consiliare era illegittimo. L'ha appreso; non importa nulla. Badate, io non ho verificato attraverso le mie poche conoscenze tutti gli appalti della nostra Amministrazione, ne ho approfonditi solo alcuni.
Per quanto riguarda quelli dell'assicurazione, credo sia inammissibile sia totalmente illegittimo anche per le nostre normative vigenti dare una consulenza gratuita per chi predispone il capitolato di appalto, sapendo che questa consulenza non è gratuita. Ma chi predispone il contratto di appalto andrà poi a chiedere la percentuale ai vincitori della gara d'appalto. E' una cosa che non sta né in cielo né in terra, perch all'interlocutore al quale viene assegnato un appalto per la cifra di capitolato per la quale ha partecipato, a meno che questa clausola non sia inserita nel contratto, nessuno può chiedere alcunché. Pertanto ritengo del tutto illegittima quella procedura di appalto, così come ritengo illegittimo procedere pari pari alla stessa gara di appalto avendo precedentemente aperto le buste delle offerte di un'altra gara dello stesso genere. Questo ho detto e lo ripeto in ogni sede.
Non ho detto che questa è responsabilità di Picchioni, di Deorsola o di Foco. Ho detto che le nostre procedure di appalto sono stravecchie e non consone e questo produce il fatto - non faccio illazioni, ma constato - che attraverso certe procedure si possono favorire certe dinamiche. Io non posso, dalla mia funzione anche di controllo, non constatare che l'interlocutore gratuito preso come collaboratore predispone il capitolato e non posso non constatare che non vi sono state offerte diverse di interlocutori, ma una unica di quella persona, nei cui confronti non ho alcunché da imputare, ma non posso - ripeto - non constatare tutta una serie di aspetti che si sono verificati e anche la provenienza geografica del vincitore, del broker, ecc. Devo constatare queste cose, legarle alle procedure che ritengo non trasparenti e fare le mie considerazioni.
Questi argomenti erano oggetto di un'interrogazione, non li avevo ancora sollevati in riunione di Capigruppo e già mi si voleva dare la risposta. Credo ci sia, da un lato, una certa sottovalutazione e dall'altro, un "non saprei definire" che porta l'Ufficio di Presidenza intero a rivolgersi alla Magistratura, dicendo che sono state fatte delle illazioni sugli appalti che abbiamo fatto e "vedete se sono giuste". Io che sono stato più volte accusato di giustizialismo e di altre amenità di questo genere, sono un pochino allibito intanto perché sostengo che "tutti" gli appalti del nostro Ente sono fatti con procedure poco trasparenti, per cui immagino che domani il Presidente andrà a portare "tutti" gli appalti dal Procuratore della Repubblica. Ma questo è il compito della politica.
Dobbiamo avere altri elementi per dire che queste procedure non sono più consone ad un'Amministrazione moderna? Dobbiamo farcelo dire dalla Procura della Repubblica o è un compito della politica quello di cercare di rinnovare la Pubblica Amministrazione, sanare le storture della Pubblica Amministrazione? Nella Regione Piemonte tutto è rimasto come era. I funzionari corrotti vengono promossi, le procedure di gara rimangono quelle più arcaiche e meno trasparenti e si va dal Procuratore della Repubblica a dire "fanno illazioni" - che io dico sono constatazioni - "sul conto delle nostre procedure". Termino qui le considerazioni che volevo fare.
Noto una certa insofferenza quando viene criticato l'operato dell'Ufficio di Presidenza. Si può criticare la Giunta, si può litigare, ci si può abbassare i microfoni, ma, se si osa criticare l'Ufficio di Presidenza e il Presidente, si compie il reato di lesa maestà. Siccome siamo in una democrazia, mi permetto di criticare alcuni operati dell'Ufficio di Presidenza, perché, anche a partire dalla piccola questione della polizza assicurativa - mentre si spacca il capello in quattro su questioni a volte inutili ed insignificanti - si segue una procedura di questo tipo, con delle implicazioni politiche: non si pensa neanche di portarla all'attenzione dei Capigruppo. L'Ufficio di Presidenza poteva farlo.
Ritengo che l'Ufficio di Presidenza si stia avocando dei compiti politici ed anche amministrativi che non gli competono, a partire dagli Stati Generali, signor Presidente. Io non credo, ancorché questa legge sia stata votata da tutto il Consiglio regionale, che sia legittima per le competenze che attribuisce, soprattutto sulla spesa, e non solo sulla spesa: per le competenze che attribuisce a lei e all'Ufficio di Presidenza.
Volevo terminare dicendo che andremo con molta più chiarezza nel terzo millennio, ma nel Consiglio regionale una lettera con posta interna ci metterà ancora quindici giorni per arrivare a destinazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Grazie, Presidente. Inizio dal fatto al quale ho assistito, citato anche dal collega Cavaliere poco fa.
Nell'ultima riunione dei Capigruppo, alla presenza anche di certi funzionari, dopo poche parole dette dal Presidente Picchioni a proposito di questo appalto sulle assicurazioni, il Consigliere Cavaliere ha lanciato un'accusa grave e precisa. Usò poche parole in quella circostanza, ma se ricordo bene, spero di non sbagliare, disse: "l'appalto non è corretto".
Ora, secondo me, un appalto non corretto porta alla galera. Esagero, ma la conseguenza di un "appalto non corretto" è la galera. Quindi l'accusa era precisa e nessuno poteva non averla udita, soprattutto i soggetti ai quali era rivolta: l'Ufficio di Presidenza. Questa accusa era quindi esplicita, ma in quel momento è rimasta immotivata, cioè non circostanziata; è un'accusa che ha tenuto entro se stessa il merito, il contenuto di questa non correttezza, che non è stata in quel momento esplicitata e, se ho ben sentito, questa affermazione è stata accompagnata anche da commenti del tipo "ci saranno altre istituzioni che se ne occuperanno".
Questo fatto ha generato nel sottoscritto un grande imbarazzo. Un grande imbarazzo perché il mio Gruppo tiene a capire e conoscere per agire politicamente e contrastare la cattiva amministrazione o, peggio ancora l'illegalità. Ma in presenza di accuse che rimangono precise, ma non motivate, il nostro Gruppo non riesce ad agire sul merito di quanto viene denunciato per dare il proprio contributo ad una correttezza amministrativa; rimane quindi molto imbarazzato.
L'imbarazzo, per questo tipo di attacco, si accompagna all'imbarazzo per l'assenza di una reazione adeguata da parte degli interlocutori e dei soggetti di questo attacco. Io l'ho anche detto al Consigliere Cavaliere più volte in privato, ma se un collega mi attaccasse dicendo che faccio appalti non corretti o, come è successo altre volte, in altre sedi dicendomi che uso il mio Assessorato per politiche clientelari e via dicendo, io agisco con una denuncia per calunnia. La mia reazione, cioè, di fronte a cose del genere, che ho sentito dire in quest'ultima riunione dei Capigruppo, sarebbe adeguata; viceversa, rispetto ad un'accusa gravissima (appalto non corretto) non ho visto - non è la prima volta, purtroppo quella che io ritenevo un'adeguata reazione da parte di chi di dovere, di vario tipo, ma una reazione speravo di vederla. Ho visto, invece, un collega che lancia un'accusa precisa e grave (poi ho già detto "peccato che rimanga immotivata"), che non vede reazioni e abbandona la seduta; questo è un teatro di scena che ho abbandonato anch'io. L'ho abbandonato. Intanto è una recita che ho già visto più volte (mancanza di adeguata reazione) e poi presuppongo a quel punto che, pur senza esplicitarlo, il Consigliere Cavaliere abbia in mano degli elementi che sostanziano la propria accusa e in quel teatro, abbandonato da chi lancia un'accusa così grave, io non ci rimango un minuto di più, anche se non ho in tasca tutti gli elementi, ma solo perché non vedo un'adeguata reazione. Reazione adeguata che anch'io ho chiesto in quest'aula, perché a volte sono state fatte accuse gravissime che non hanno avuto - a mio avviso - risposte adeguate da parte della Giunta; sono quindi giunto ad alzarmi a richiedere delle risposte perch di fronte a tesi di questo genere, bisogna rispondere e il non rispondere crea un imbarazzo nell'istituzione. E' l'istituzione che "fa acqua" a quel punto, non siamo noi con le nostre polemiche politiche. Quindi, mi sono allontanato anch'io da quella riunione, molto imbarazzato per le accuse non adeguatamente contrastate. Ho poi saputo dai giornali dell'azione dell'Ufficio di Presidenza, che noi, come Gruppo, continuiamo a criticare puntualmente per atti gravi dal punto di vista della correttezza politica che l'Ufficio di Presidenza sta compiendo (c'è una serie di nostri ordini del giorno e ne produrremo altri nei prossimi giorni).
Questo per dire che non siamo teneri verso questo Ufficio di Presidenza, che - l'avevamo anche scritto - non ci rappresenta e di cui abbiamo anche chiesto azioni di scusa nei confronti del Consiglio regionale; però stiamo discutendo di un problema e non di tutto l'universo dei rapporti tra noi e l'Ufficio di Presidenza. L'Ufficio di Presidenza successivamente a questa riunione, è andato dal Magistrato, quindi ha avuto una reazione: di fronte a queste accuse è andato dal Magistrato. Io non so cosa abbia fatto l'Ufficio di Presidenza, non ce l'ha spiegato, ma penso sia andato a richiedere sostegno alla Magistratura per dimostrare la correttezza degli atti; questa penso sia la questione di fondo.
Questo atto è stato congruo, è stato esagerato? Io penso che la Magistratura sia un organismo concorrente alla Pubblica Amministrazione, ha la stessa finalità: la tutela dell'interesse pubblico. Dico sinceramente che se venissi attaccato in certi modi correrei dalla Magistratura a denunciare per calunnia - subito! - e quindi io non intervengo in questo merito, dico semmai che l'Ufficio di Presidenza ha aperto una strada su questa vicenda. Quindi, dal punto di vista della correttezza dell'appalto spero che la Magistratura faccia le verifiche che deve fare. Non so se anche il Consigliere Cavaliere sia già andato dalla Magistratura ad esporre, viceversa, le proprie ragioni.
Intendo sottolineare un aspetto sugli appalti.
Non so se gli appalti possiamo definirli non trasparenti. Gli appalti sono trasparenti - e aggiungo - purtroppo, perché guardando alcuni appalti anche fatti dall'Ufficio di Presidenza, la trasparenza c'è. A volte, quello che è criticabile è proprio l'atto che si compie, ma gli appalti in sé sono tutti trasparenti, perché si applicano le leggi dello Stato! Quello che non c'è nel sistema degli appalti per renderlo trasparente ai fini politici cioè per limitare il malaffare, le ruberie, le tangenti, sono altre cose che non stanno tanto nelle regole dell'appalto: fatta la legge, trovato l'inganno, le imprese se vogliono mettersi d'accordo lo possono fare con qualsiasi sistema d'appalto, non c'è santo! La Pubblica Amministrazione per rendere trasparente e quindi corretta questa gestione, dovrebbe fare una cosa molto semplice che in quest'aula ho chiesto da anni e che non è mai stata fatta, cioè la banca dati appalti, perché a posteriori, a cose avvenute, ad edifici costruiti, a costi sostenuti, a collaudi avvenuti, è difficile agire. Se la Pubblica Amministrazione avesse voluto (la L.R. n.
18 prevedeva l'obbligo di farlo), avrebbe potuto costituire una banca dati appalti! E dalla banca dati appalti un pubblico amministratore attento pu verificare l'andamento del mercato, quali sono le ditte che vincono le gare, in quali territori le vincono, con quali ribassi, con quali costi unitari di alcuni elementi di costo importanti, materia per materia, le strade, gli edifici, le scuole e via dicendo. Questo è un elemento che avevo anche segnalato all'allora Presidente della Commissione Antimafia on. Violante, quando era venuto a rendersi conto delle situazioni relative agli appalti. Questo è un elemento che sarebbe veramente utile e che contrasterebbe quello che adesso avviene! L'opacità di quanto avviene non sta nelle regole che si usano: le regole sono chiare, sono esplicite, sono articoli di legge! La trasparenza sta nel fatto che il mercato è libero o non è libero, è condizionato o meno, ci sono lobby, gruppi di pressione o peggio, addirittura delle scremature attraverso le tangenti.
Da questo punto di vista, direi che sugli appalti sarebbe bene affrontare di petto la questione centrale, che è quella relativa all'esito degli appalti, mentre un discorso generico sull'attuale legislazione degli appalti, che pure la Camera e il Senato stanno tentando di valutare, mi lascia personalmente molto scettico, nel senso che possiamo anche migliorare le procedure, ma la trasparenza non la otteniamo a priori! Se c'è del marciume all'interno dei lavori pubblici, possiamo fare le leggi che vogliamo, ma non lo fermiamo. Organizzando, invece, la banca dati appalti, questo si può correggere.
Altro fatto è la trasparenza degli appalti. Bisogna chiedersi quante trattative private si fanno, come sono svolte, perché si sceglie la trattativa privata, perché le medie delle offerte, ecc. Sono cose acquisibili? Quello che il mio Gruppo cerca di rendere al Consiglio è la trasparenza in quello che diciamo, perché per noi la trasparenza dell'accusa è anche quella di chiamare tutti i colleghi a darci una mano, se credono in quello che diciamo. Quando svolgiamo delle critiche, cerchiamo sempre di portarle fino all'ultima riga, a conoscenza di tutta l'aula per informare chi ne era all'oscuro o comunque per trovare un aiuto ed un consenso.
Chiedo che questo atteggiamento sia portato avanti da tutti, sia da parte di chi attacca - molte volte lo fa il nostro amico e collega Cavaliere - sia da parte di chi risponde. Sino ad ora, purtroppo, non è stato così. Ho assistito sovente ad accuse chiare, ma non circostanziate ad assenze di risposte e ricordo che, nel dubbio, ha ragione chi accusa.
Se, cioè, il Consigliere Cavaliere lancia un'accusa chiara e non gli viene data risposta, io penso che questo avvenga perché il Consigliere Cavaliere ha ragione, anche se poi mi rammarico di non conoscere tutti i particolari di quel tema, ma questo è un problema di rapporti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.
GHIGLIA Sinceramente sono un po' perplesso. Ho sentito dire cose gravi, poi ho sentito un altro intervento che tentava semplicemente di inseguire l'onda dello scandalismo e dello scoop, tanto per dire qualcosa e fare degli attacchi - come peraltro spesso avviene - immotivati, vacui. Quindi, non è tanto riguardo al secondo intervento che parlo, ma soprattutto riguardo al primo.
Sono stati posti dei problemi che ritengo seri. Premetto che un'assicurazione di questo tipo - questa è l'unica annotazione che faccio probabilmente doveva, dovrebbe o dovrà essere a totale carico dei Consiglieri. Ritengo, infatti, che, se è una garanzia che ciascuno di noi vuole darsi, deve essere a carico di chi si vuole garantire, come avviene per qualsiasi assicurazione, non soltanto pro quota, ma a totale carico, e ovviamente deve essere facoltativa, stabilendo eventualmente nuovi premi rispetto al numero dei Consiglieri che si vorranno assicurare. Il discorso della copertura assicurativa dell'automobile è diverso, per i noti motivi di servizio. Questi sono i due dati che mi permetto di suggerire. Quando è scoppiata la "querelle" non avevo ancora esaminato questa assicurazione poi, leggendo i giornali, mi sono potuto rendere conto meglio.
Penso che nessuno possa mettere in dubbio il diritto di chiunque neanche abbassando i microfoni o spegnendoli - di esprimere le proprie opinioni, anche dure, forti, contrastanti o vispolemiche. Credo, però, che su tali questioni, verso le quali anche noi, come Gruppo politico, siamo da sempre molto attenti e vigili, si debba andare con i piedi di piombo perché qui non siamo nell'ambito della polemica politica, ma siamo nell'ambito della correttezza dell'azione amministrativa e della legalità più che della legittimità, degli atti amministrativi che vengono assunti.
Questo è un territorio sul quale la polemica deve lasciare il posto all'assoluta razionalità e all'assoluta prova di ciò che si dice e sostiene. Fermo restando, quindi, il diritto di chiunque di opporsi - e non mi permetto di giudicare l'operato altrui, ma, visto che stiamo discutendo di procedure, di prese di posizione, di scelte, dico anch'io la mia secondo me, il metodo corretto per affrontare tale questione non è quello di gettare il sasso per scatenare un po' di movimento dell'acqua e poi non attendere nemmeno una spiegazione tecnica, che doveva arrivare, fare una conferenza stampa buttando lì constatazioni e considerazioni, in base a quanto letto sui giornali, gravi, molto gravi, che peraltro sono state ripetute in aula.
Io non posso accettare, e lo dico come Consigliere regionale attento a certe tematiche più che ad altre, che si dica che i funzionari corrotti in questa Regione vengono promossi, perché a questo punto sono costretto a chiedere la seduta segreta, a porte chiuse, sono costretto a chiedere i nomi dei funzionari corrotti - perché corrotto vuol dire condannato per corruzione - che sono stati promossi. Se ci sono dei corrotti promossi in questa Amministrazione io lo voglio sapere, voglio sapere se la legge permette loro di essere promossi e di fare carriera. Quindi, chiedo la seduta a porte chiuse, Presidente, valutiamo questo aspetto, perché è un fatto di una gravità incredibile. Io non posso ascoltare una cosa come questa - e lo dico molto garbatamente - senza spaventarmi, perché io sono un ansioso e voglio conoscere i fatti. Non voglio sentire considerazioni constatazioni, illazioni; io vorrei conoscere esattamente i fatti: nomi cognomi, date, oggetti, occasioni, perché non stiamo parlando di politica ma di correttezza dell'azione amministrativa, che è una situazione ben più pesante, grave e delicata. Non posso accettare di sentir parlare di procedure poco trasparenti; posso accettare di sentir parlare di procedure vecchie, che comunque si rifanno alle leggi dello Stato che sono in vigore (anche la Costituzione è vecchia e probabilmente non la riformeremo mai comunque ad essa ci adattiamo); possono dunque essere considerate vecchie ma non poco trasparenti. Perché per cambiare le leggi poco trasparenti c'è il Parlamento, c'è la possibilità, anche da parte del Consiglio regionale di fare delle proposte di legge al Parlamento.
Per questo motivo non comprendo e non accetto che un terreno così delicato sia oggetto di vispolemica; un terreno così delicato deve essere oggetto di constatazioni, illazioni, considerazioni di carattere tecnico e soprattutto deve essere supportato da dati oggettivi.
Non condivido quindi il metodo, cioè non posso condividere il fatto che, pur facendo delle considerazioni che possono anche essere legittime ogni volta si butti discredito - perché così è - sulle istituzioni sull'Ufficio di Presidenza, dal quale mi sento pienamente rappresentato, e non solo perché c'è un esponente di Alleanza Nazionale, o sul Presidente del Consiglio, dal quale mi sento pienamente rappresentato. Non posso accettare questo metodo; posso comprendere la polemica politica sugli Stati Generali: anch'io ogni tanto sono costretto - ahimè! - a farla, ma questa è politica, queste sono cose gravemente tecniche o tecnicamente gravi! Allora, non basta lanciare la pietra nello stagno; si deve, a mio avviso, per la nostra correttezza interna, procedere per dati oggettivi.
Non si può procedere per campagne scoopistiche o sensazionalistiche.
Questo, credo sia un dato da rifiutare.
C'è poi il discorso sulle assicurazioni, cui vorrei accennare. Una volta stabilito che la cosa potrebbe essere risolta con un'assicurazione facoltativa - chi vuole la fa, chi non vuole non la fa - se un'assicurazione decide di coprire ex Consiglieri o il pregresso di ex Consiglieri e i Consiglieri attuali, sono fatti suoi! L'assicurazione è un'impresa privata, che, come tale, si assume il rischio d'impresa; se ha deciso - faccio un esempio, che ovviamente non ha, e lo sottolineo quaranta volte, alcun riferimento personale nei confronti di alcuno - che va bene assicurare anche Alì Babà e i quaranta ergastolani del carcere dell'Asinara, per eventuali responsabilità che avessero nel passato, questo è rischio d'impresa: sono fatti dell'assicurazione.
Se vado a stipulare un'assicurazione sanitaria e mi presento tutto demolito, dicendo che ho avuto quindici trapianti e che ho tutti i mali del mondo, e l'assicurazione decide, sapendo tutto questo, di assicurarmi ugualmente, sono fatti suoi! Paga lei! Ci perde lei! Il pubblico - perch io mi preoccupo dei soldi pubblici - non ci perde una lira! E' rischio d'impresa di un'assicurazione: faccia lei! Se avesse, viceversa, ritenuto che la polizza stipulata dall'Ufficio di Presidenza non fosse conveniente - mi risulta che le assicurazioni solitamente non lavorano in perdita, visto quello che paghiamo sulle automobili e su tutto - non avrebbe dovuto stipulare alcuna polizza, non presentare alcuna offerta. Ma questi, secondo me, non sono fatti nostri.
Quello è rischio d'impresa: fatti loro! Se domani - ripeto - Totò Rjina chiedesse di assicurarsi per una possibile condanna, anche se è stato richiesto il rinvio a giudizio per 157 omicidi, e all'assicurazione va bene, sono fatti suoi: ne godranno figli e nipoti.
Concludendo, non è accettabile, su un terreno così delicato, un metodo a mio avviso scoopistico. Invito tutti i colleghi che parlano di procedure poco corrette e di procedure non trasparenti ad agire in maniera conseguente; anch'io, e tutti noi, vogliamo essere tutelati, ma non si pu pretendere che l'Ufficio di Presidenza o il Presidente del Consiglio fungano da pungiball, da sacco di allenamento dell'opposizione.
Diversamente, capovolgiamo quello che è il concetto del dibattito democratico; per cui - ed io l'opposizione l'ho fatta spesso, la faccio ancora - l'opposizione può dire tutto e nessuno può mai rispondere: questo è concetto di dibattito democratico assolutamente sbagliato ed errato.
Ritengo che chi si sente offeso e si sente chiamato in causa da considerazioni, constatazioni ed illazioni tanto gravi e tanto spesse nei confronti della propria immagine abbia il sacrosanto diritto di reagire.
Qui non si discute se l'Ufficio di Presidenza o il Presidente del Consiglio gestiscono bene o male l'aula, non si discute se gestiscono bene o male gli Stati Generali, non si discute se svolgono più o meno bene il loro ruolo: si va ad insinuare che non sono assolutamente neutri e corretti in procedimenti e in procedure tecniche. E questo, secondo me, è dato assolutamente inaccettabile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.
MONTABONE Grazie, Presidente. La mia non breve esperienza di carattere amministrativo negli Enti locali, e poi in Regione, mi ha fatto riflettere sui metodi - e non sto parlando solo di quelli di oggi - che spesso si sono usati per non far fare le cose che alcuni amministratori volevano fare. Uno dei metodi che parte dalla non condivisione di un argomento che si porta in discussione all'o.d.g. è la battaglia di tipo politico. Vale a dire che si portano in discussione tutte quelle motivazioni che mettono in evidenza dal punto di vista politico, la contrarietà ad un provvedimento che si sta discutendo, che poi scaturirà in una votazione. La battaglia di tipo politico, quindi, la si fa attraverso la discussione, attraverso le motivazioni nel concreto e nel merito e la si concretizza attraverso un voto, che, nel caso in cui non si condivida il provvedimento, sarà negativo.
Faccio questa premessa per dire che è assolutamente legittimo che un Consigliere condivida o meno un'iniziativa di carattere amministrativo; se non la condivide, la discute, dà le motivazioni di non condivisione e alla fine darà voto negativo al provvedimento. Questa è l'iniziativa politica.
L'iniziativa politica, se è democratica, deve anche tenere conto di quella che è la volontà della maggioranza di coloro che sono chiamati a discutere e a votare il provvedimento.
A me sembra quindi legittimo il fatto che un Consigliere possa dire: "Questa assicurazione mi piace o non mi piace; questa assicurazione la voglio fare o non la voglio fare; l'assicurazione poteva essere fatta in un modo anziché in un altro": questo è legittimo.
Quello che, invece, è più sottile è usare frasi ad effetto, e dicendo questo non mi riferisco soltanto all'effetto che si produce quando gli organi di stampa riportano sulle loro pagine di giornale e nelle trasmissioni televisive l'oggetto di una discussione come questa, ma l'effetto è quello che si può trasmettere in coloro che sono posti nella condizione di dover discutere un provvedimento e che devono far scaturire la loro volontà attraverso un voto.
Faccio un esempio. Se la questione dell'assicurazione fosse stata messa in votazione, rispetto ad una frase come quella che ha detto il collega Cavaliere: "l'appalto non è corretto", anche coloro che condividevano che l'assicurazione fosse assunta, non si sarebbero dovuti porre il problema che, se l'appalto non era corretto, votando in modo positivo anche loro partecipavano ad una scorrettezza? Il collega Chiezzi ha aggiunto qualche cosa nel suo intervento, cioè che all'affermazione del collega Cavaliere, che l'appalto non era corretto non ha visto reazioni di sorta. Questa è un'altra cosa inesatta. Mi dispiace che il collega Chiezzi non sia presente; infatti rispetto alla posizione assunta dal collega Cavaliere - che ha detto che l'appalto non era corretto e poi si è alzato ed è uscito senza sentire risposte di ogni sorta - anche il collega Chiezzi si è allineato, per non essere superato e scavalcato da una posizione eventualmente di spot pubblicitario nell'andarsene dalla sala per non sentire le considerazioni sulla correttezza o meno e sull'iter tecnico di questo appalto per l'assicurazione.
Se il Consigliere Chiezzi fosse rimasto avrebbe sentito delle reazioni non soltanto da parte di chi aveva assunto o proposto il provvedimento, ma anche da parte di chi stava discutendo in quel momento del provvedimento stesso, vale a dire i Capigruppo che erano presenti.
Questo sistema del dire o non dire "l'appalto è corretto o non è corretto", oppure frasi come quelle usate oggi in aula "forme le meno trasparenti per gli appalti sono quelle applicate dalla Regione Piemonte" il collega Cavaliere dovrebbe dirci quali sono quelle più trasparenti visto che spero e mi auguro che la Regione Piemonte applichi tutte le norme di legge di livello nazionale relative agli appalti - frasi come "la legge sugli Stati Generali è illegittima", oppure il mettere in rapporto alcuni incarichi professionali che la Giunta ha dato rispetto alla modifica della legge n. 56 con dei presupposti di illegittimità futura, tutte queste cose mettono i Consiglieri che devono votare quel provvedimento in seria difficoltà.
E non vi è solo questo, ma vi sono anche altre forme. Quando si tratta da mesi una legge e la si condivide quasi per intero e, qualora ci sia un Consigliere che voglia apportare un emendamento, gli si dice che non lo pu presentare altrimenti gli si catapultano altri cinquecento emendamenti questo è un altro metodo che limita l'espressione e la volontà dei Consiglieri in quest'aula e in tutte le aule dove devono svolgere la loro attività.
Quindi, io prego tutti i Consiglieri che, d'ora in avanti, svolgano appieno la loro attività politica, assumendosi tutte le responsabilità di quello che dicono, ma non solo; che non usino frasi ambigue che determinano la confusione e la limitazione dell'espressione di voto e di parola agli altri Consiglieri. Perché se mi si dice che gli appalti non sono corretti io ho delle enormi difficoltà ad approvare la legge che fa scaturire un appalto, ho delle limitazioni di carattere personale su questo.
Pongo un altro problema, quello della conduzione e della linearità degli interventi rispetto a questo Consiglio. Vi porto un esempio: quando si dice che non si condivide che l'assicurazione vada a coprire i danni che si sono procurati all'Ente di appartenenza, non si dice solo una frase.
Questa frase vorrebbe poter dire che chi stipula quell'assicurazione, lo fa per essere garantito per i danni che procurerà volontariamente all'Ente di apparenza. Come se non si sapesse che non tutti i danni procurati all'Ente di appartenenza sono procurati per la volontà di procurarli. Sarebbe interessante, per approfondire il dibattito su questa assicurazione verificare se i nostri Sindaci, che usufruiscono di questo tipo di assicurazione, pagata direttamente dai propri Comuni a garanzia della loro personale incolumità su eventuali sbagli, condividono l'inopportunità di stipulare un'assicurazione contro i danni procurati all'Ente di appartenenza. Chi deve svolgere queste funzioni le svolga ognuno nel proprio ambito: l'Ufficio di Presidenza, la Giunta e gli uffici, ognuno per quanto di propria competenza.
Una cosa detta dal collega Cavaliere è interessante: "in questa Regione ci sono ancora politici che aprono le buste". Credo che su questo bisognerà risolvere il problema, perché a me è capitato di dover aprire delle buste obbligato come Presidente di una Commissione, perché la legge lo impone.
Invece, con l'applicazione di altre leggi, che probabilmente riguardano i Comuni, è opportuno che siano i funzionari stessi ad aprire le buste, per sottrarre la politica da un'incombenza tipicamente tecnica. Forse sarebbe più opportuno che alcuni Consiglieri non esaurissero la loro funzione aizzando una caccia alle streghe soltanto per riuscire a fare degli spot pubblicitari sui giornali. Questa è l'unica giustificazione che io do agli atteggiamenti che si sono verificati in occasione, non tanto della discussione, quanto della presa d'atto di un provvedimento che, peraltro non era stato portato in discussione. In occasione della Conferenza dei Capigruppo se ne è parlato più di una volta, sapendo che è l'applicazione di una legge approvata dal Consiglio regionale.
Concludo dicendo che invito l'Ufficio di Presidenza, visto che mi è parso di capire dalle spiegazioni tecniche di questi giorni che questa polizza doveva essere una polizza a corpo, comprendente tutti i Consiglieri, a revocare questa delibera e a verificare altre opportunità nell'assoluta libertà dei Consiglieri regionali presi non questa volta come corpo, ma come singoli individui.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gallarini, che interviene in qualità di Consigliere.
GALLARINI Signor Presidente e Consiglieri, anche noi, come Gruppo, riteniamo di dover dire qualcosa relativamente al dibattito di questa mattina che, per la verità, era già stato sotto certi aspetti, anche se monco, visto che alcuni interessati se ne erano andati, anticipato nella Conferenza dei Capigruppo. Non sto a ripetere alcune considerazioni fatte dai colleghi Ghiglia e Montabone, che condivido, sia per il versante affrontato da Ghiglia che per il versante affrontato da Montabone, che, per la verità non è la prima volta che svolge in aula alcune considerazioni - più le sento, più me ne convinco - ragionevoli e condivisibili.
Nella Conferenza dei Capigruppo abbiamo già avuto modo di esprimere una valutazione, anche perché l'episodio delle assicurazioni non è il primo che si svolge in una certa direzione, ma l'ultimo in ordine di tempo. Ci auguriamo che, dato il taglio e i toni che presenta, sia effettivamente l'ultimo. E' l'ultimo, ma è stato preceduto, ad esempio, da una lunga telenovela sugli appalti relativamente all'aula consiliare, e se oggi siamo ancora in questa sala e non in aula, molto probabilmente ci sono delle ragioni.
Al di là di alcune considerazioni di fondo, ci sono due punti specifici citati da Cavaliere: il primo relativamente ai funzionari corrotti promossi; il secondo relativamente agli appalti non trasparenti. Penso che su questi argomenti occorra essere fermi e determinati. Sui funzionari penso che la Regione abbia una storia. Vorrei che enunciasse e citasse i nomi dei funzionari corrotti che sono stati promossi; diversamente, non si possono fare affermazioni gratuite di questo tipo. Ritengo sia doveroso, da parte dell'Amministrazione e dell'esecutivo, difendere i funzionari per quello che sono e per quello che danno alla nostra Regione. Non si possono fare impunemente affermazioni gratuite di tale gravità, e non sono meno gravi non solo nei confronti dell'Amministrazione, ma anche dell'Ufficio di Presidenza e della Giunta, perché esecutivo è l'uno relativamente al Consiglio ed esecutivo è l'altro relativamente alle materie di propria competenza. Né si può dire impunemente che la Regione continua o persiste nel fare appalti in modo non trasparente. Affermazioni di questo tipo devono essere supportate da prove, altrimenti non si possono e non si debbono fare. Sugli appalti non trasparenti, certo, intervengono gli esecutivi c'è l'Ufficio di Presidenza per la parte di sua competenza, ma anche i funzionari. E se il Consigliere Cavaliere non avesse abbandonato l'ultima riunione dei Capigruppo, avrebbe ottenuto, da parte dei funzionari, la dimostrazione circa la regolarità e la trasparenza delle procedure seguite, che d'altra parte sono state le stesse che abbiamo seguito anche come Giunta in tempi non sospetti - relativamente a Cavaliere visto che le assicurazioni in Giunta sono nate alcuni anni fa. Io facevo parte di quella Giunta: c'erano colleghi che oggi non ci sono più, ne sono subentrati altri, ma ci siamo assicurati per quelle considerazioni fatte in aula soprattutto dal collega Montabone.
Quindi, esponiamo due punti fondamentali, per non stare a tediare e ripetere considerazioni. Personalmente e anche come Gruppo abbiamo fiducia nell'Ufficio di Presidenza, ci sentiamo sicuramente rappresentati in Anna Benso e nel Presidente. Questa è un'affermazione che ha un valore molto profondo, perché l'Ufficio di Presidenza è molto composito, non è la trasposizione pura e secca di una maggioranza che governa la Regione. Noi ci sentiamo rappresentati al cento per cento all'interno di questo Ufficio di Presidenza, con quel che ne consegue sia dal punto di vista della collegialità istituzionale dell'Ufficio sia dal punto di vista delle persone che fisicamente siedono all'interno di quell'Ufficio. Questa era la prima considerazione.
La seconda, in sintesi: relativamente al personale noi rigettiamo nella forma più categorica l'affermazione secondo la quale all'interno dell'Ente ci sono funzionari corrotti che sono stati o sono promossi.
La terza questione: sugli appalti, mi sento di affermarne la trasparenza e la correttezza, a nome non solo della Giunta, per quel che ci riguarda, ma dell'Ufficio di Presidenza, per quel che abbiamo avuto modo di sperimentare in questo periodo e anche negli anni scorsi e per quanto riguarda i funzionari, perché poi gli appalti sono fatti dai funzionari.
Il collega Montabone diceva prima di aver presieduto diverse Commissioni di appalto ed aperto le buste perché la legge lo impone, sotto certi aspetti. Io, per diversi anni, ho presieduto molte gare d'appalto non ho mai aperto una busta semplicemente perché le faccio aprire dai funzionari, però non penso sia molto diverso. Se adesso si parte dal presupposto che aprire una busta (per valutare il contenuto della busta la devi pur aprire!) significa essere corrotti, concussi e non trasparenti allora penso che affermazioni di questo tipo siano di una superficialità tale - ma anche di una gravità profonda, questa volta sì - da non meritare commenti. Penso invece che meriterebbero un supporto di prove, che non ci sono, non ci sono state ed immagino non ci saranno, perché non ce ne possono essere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.
SALERNO Signor Presidente, la lettera che lei ha inviato a tutti noi Consiglieri proponendo il contratto di assicurazione, come lei potrà verificare presso i suoi uffici, è stata da me accettata. Io ho spedito indietro, approvandolo, il contratto di assicurazione. Credo, infatti, che il contratto di assicurazione, per come è stato inteso e proposto, sia un fatto civile, perché copre una responsabilità che non è di tipo politico come ha detto o pensato qualcuno, bensì quello che è considerato un rischio amministrativo, sempre che questo non sia commesso - è un principio dell'assicurazione - nel caso di dolo, volontà o colpa grave.
Detto ciò, sono non soltanto perplesso, ma indignato del clima da "caccia alle streghe" che si è instaurato. Per quale motivo poi? Per un contratto di assicurazione ai Consiglieri regionali del Piemonte! Con un volo pindarico, sia il Consigliere Chiezzi che il Consigliere Cavaliere hanno evocato appalti e tipi di trasparenza che mi ricordano davvero la criminalità organizzata e - ripeto - per cosa? Per questioni legate ad un contratto di assicurazione ai Consiglieri regionali del Piemonte! Bene ha fatto il Presidente - non è vero quindi che c'è stato silenzio rispetto alle accuse - e, debbo dire, anche con stile a portare tutta la documentazione alla Procura della Repubblica. E' una risposta più civile che evocare fantasmi di ogni genere, situazioni di tipo mafioso, che, se esistono, è bene dire nomi e cognomi, ma che in questo momento nulla hanno a che fare con un'operazione dell'Ufficio di Presidenza che io giudico civile. Quando sarà concluso l'iter di ciò che è in esame presso la Procura, io sarò d'accordo alla stipula di questo contratto di assicurazione.



PRESIDENTE

Ci sono altri Consiglieri che chiedono la parola? CAVALIERE Chiedo la parola.



PRESIDENTE

Per quale motivo? CAVALIERE Per fatto personale; sono stato tirato in ballo a più riprese per cui credo di dover fare delle precisazioni.



PRESIDENTE

Consigliere Cavaliere, mi scusi se l'anticipo, ma, ai sensi dell'art.
45 del Regolamento, io indìco la seduta segreta per le affermazioni che sono state fatte. Prima, però, voglio rispondere ad alcune sollecitazioni che sono venute dai vari interventi.
CAVALIERE Presidente, insisto nel chiedere la parola.



PRESIDENTE

Va bene, due battute. Non faccia però la replica agli altri perché lei ha già avuto modo di esporre le sue idee.
CAVALIERE Nessuna replica, Presidente.



PRESIDENTE

Per fatto personale, lei dice? CAVALIERE Credo di rientrare nel Regolamento se riprendo alcune osservazioni che taluni colleghi hanno effettuato.
Rimango convinto della mia premessa, cioè che abbiamo proprio concezioni diverse con molti colleghi.



PRESIDENTE

Consigliere Cavaliere, non faccia la controreplica! Se c'è un fatto personale, risponda al fatto personale; non faccia la controreplica, per cortesia! CAVALIERE Sto rispondendo, Presidente.



PRESIDENTE

No, non può rispondere! Non faccia la controreplica! Lei è un proceduralista insigne ed accanito, seguiamo quindi le procedure: lei ha fatto la sua dichiarazione, se ci sono dei fatti personali mi dica per quali...
CAVALIERE Lo sto dicendo.



PRESIDENTE

No, non faccia il contrappunto dialettico.
CAVALIERE Me lo vuole scrivere lei l'intervento?



PRESIDENTE

Non le voglio scrivere niente! Non le do la parola se non è un fatto personale! Abbia pazienza.
CAVALIERE Come fa a saperlo se non mi fa parlare?



PRESIDENTE

L'ho capito dall'incipit.
Allora, se c'è un fatto personale mi dica qual è il fatto personale.
CAVALIERE E' un fatto personale nel senso che ci sono più questioni riferite da più colleghi riguardanti il mio comportamento, riguardanti il concetto di legittimità che io ho dato alle cose, riguardanti altre questioni ancora.



PRESIDENTE

Consigliere Cavaliere, la questione della legittimità è un fatto opinabile, non è lesivo della sua onorabilità! CAVALIERE Presidente, non è la legittimità, sono tutti i giudizi attorno ai miei...



PRESIDENTE

Come ha fatto lei. Nessuno ha chiesto la parola per fatto personale sulla base dei giudizi che lei ha espresso; sono state fatte dichiarazioni politiche, è stato svolto un dibattito politico che lei deve accettare come tale.
CAVALIERE Non mi fa parlare, Presidente?



PRESIDENTE

No, non c'è un fatto personale! Se lei mi dice che c'è un fatto personale perché qualcuno l'ha offesa nella sua onorabilità e nella sua azione politica, va bene, e me lo dice, ma non perché c'è un fatto dialettico! CAVALIERE Alcuni colleghi hanno espresso, circa il mio comportamento apprezzamenti abbastanza...



PRESIDENTE

Lei li ha fatti nei miei confronti ed io non ne faccio un fatto personale! CAVALIERE Infatti lei parla!



PRESIDENTE

No, io parlo molto poco! CAVALIERE Nel senso che lei si darà la parola quando riterrà opportuno.



PRESIDENTE

Io parlo molto poco rispetto a quello che dovrei fare! Io non sono mai sceso tra i banchi dei Consiglieri, secondo vecchie tradizioni! Mai! E ho sempre fatto tre passi indietro rispetto a quello che avrei potuto dire e non credo che mi manchi la polemica, anche nei suoi confronti! CAVALIERE La faccia pure, io non ho problemi.



PRESIDENTE

Non tendiamo sempre ad allargare...
CAVALIERE Io non sto allargando.



PRESIDENTE

Adesso, se lei ha un fatto personale me lo dice, altrimenti io non le do la parola.
CAVALIERE Posso parlare?



PRESIDENTE

No, mi dica il fatto personale! Non mi prenda in giro! Non prenda in giro l'assemblea! CAVALIERE Io non sto prendendo in giro nessuno, Presidente!



PRESIDENTE

Allora mi dica il fatto personale, Consigliere Cavaliere.
CAVALIERE Il fatto personale è circa il mio comportamento e circa le dichiarazioni da me fatte in quest'aula ed altrove.



PRESIDENTE

Le ha già dette, le ha già spiegate e sono più che legittime. Sono legittime nell'ambito proprio dell'esercizio delle sue funzioni.
CAVALIERE Ma sono state fatte delle considerazioni successive, Presidente, per cui vorrei...



PRESIDENTE

Consigliere, non le do la parola. Se questo è il fatto personale non le do la parola, abbia pazienza.
CAVALIERE Io non sto più qui dentro, Presidente.



PRESIDENTE

Lei è padrone del proprio destino, dei propri atti e delle proprie parole. L'obiettivo lo ha raggiunto ancora una volta.
Io invece voglio dare alcune spiegazioni al Consiglio perché credo che il Consiglio, anche per il livello del dibattito che si è svolto, meriti alcune risposte.
Vede, Consigliere Chiezzi, si può rispondere con l'indignazione o si può rispondere con la trasparenza. Noi crediamo di aver risposto alcune volte con indignazione, che può essere stata valutata in maniera difforme che però rispondeva all'emotività del momento.
Abbiamo creduto invece in Ufficio di Presidenza di rispondere con la trasparenza. La ringrazio, Consigliere Chiezzi, perché lei ha voluto ricordare alcune frasi specifiche che nelle dichiarazioni di Cavaliere erano state assolutamente sottovalutate come l'accusa di "un appalto gravemente scorretto" sulla questione dei broker e che lui stesso si sarebbe rivolto poi ad altre sedi istituzionali come la Magistratura.
Quando ci è stata data la possibilità, immediatamente (perché non valeva la pena fare delle catilinarie in quel momento né noi potevamo andare alla ricerca di uno scontro fisico), cosa dovevamo fare? C'erano i funzionari che dovevano dare una risposta tecnica, burocratica, la più clinica possibile, però quando tale possibilità è stata loro concessa l'atteggiamento è stato quello denunciato da lei stesso.
Ci sono state reazioni. Lei se ne è andato via, ma ci sono state reazioni, nell'ambito di una trasparenza che noi ritenevamo e riteniamo ancora sia stata quella che dovevamo assolutamente assicurare e pertanto conseguire. Infatti, il Consigliere Marengo (credo che non sia un fatto personale), la Consigliera Spagnuolo ed altri Consiglieri della minoranza hanno sollecitato formalmente - questa è la reazione - l'Ufficio di Presidenza a prendere delle posizioni in proposito. Quindi ci sono state tutte le dovute reazioni.
Quando poi ho visto - il giorno appresso - che sulla stampa veniva data un'ampia comunicazione di fatti non denunciati, sia pure genericamente oppure di mormorii e di chiacchiericci che già nei giorni precedenti avevano metificamente invaso questi corridoi e queste aule, ho convocato subito l'Ufficio di Presidenza perché si facesse mente locale rispetto alle dichiarazioni assunte dal Consigliere Cavaliere, che sono delle dichiarazioni gravissime! Ha parlato di gravi irregolarità, quindi non potevano essere sottaciute né possono essere ridimensionate perché - è questo solo adesso - ci si nasconde dietro l'alibi che le procedure sono poco trasparenti, sono arcaiche e sono dispendiose! Non sono state queste le affermazioni del Consigliere Cavaliere, né in quell'aula né a livello di comunicazione pubblica, come una conferenza stampa. Sono state ben altre.
Pertanto, l'Ufficio di Presidenza - e ringrazio tutti i colleghi di tale Ufficio - si è sentito in dovere, anche per evitare tutta quella deriva di dubbi, di insinuazioni, di allusioni, di intimidazioni, per cui si potrebbe anche ricorrere ad un articolo del Codice, con cui non solamente i Consiglieri, ma anche gli stessi uffici vengono tenuti sotto una cappa di sospetti continui, di adire immediatamente la Magistratura e fare un esposto alla Procura della Repubblica, perché ancora oggi, in quest'aula con le affermazioni che abbiamo sentito, vale sempre il principio, non del dubbio, ma dell'accusa, per cui gli appalti sono stati illegittimi, i funzionari sono stati corrotti, la nostra azione è stata se non approssimativa, qualcosa di molto peggio. Abbiamo adito la Magistratura proprio perché questa è l'unica azione che potevamo prendere. Il problema allora, diventa di quell'istituto; per carità, ci sarà un'istruttoria in corso, si procede d'ufficio - Consigliere Chiezzi - perché se c'è la diffamazione, e la diffamazione c'è a livello stampa, si procede d'ufficio.
Non c'è bisogno di una denuncia particolare da parte di questo o di quel Consigliere; si produce d'ufficio. Ognuno si fa carico di quanto ha detto e dovrà rispondere nelle sedi opportune.
Per quanto concerne il problema più in generale, lei - Consigliere - ha annunciato parecchie volte nella scorsa legislatura la questione della banca dati appalti. Personalmente non ho alcuna difficoltà, credo che il Consiglio non abbia alcuna difficoltà, è un atto di trasparenza aggiuntiva.
Sono d'accordo con quanto lei ha detto sugli appalti, anche se non ne ho mai fatto uno in vita mia, ma cercare di trovare dei meccanismi più garantistici rispetto a quanto è successo nel passato credo possa essere oggetto anche di un voto da parte del Consiglio. Ricordo inoltre che, come Ufficio di Presidenza, si è pensato di applicare la legge n. 29 del 1993 per quanto concerne le gare di appalto, però la legge n. 29/93 deve essere prima ricevuta e adottata dal Consiglio. Solo successivamente si potrà dare adito alla legge n. 29/93, ma posso assicurare il Consiglio che non c'è, da parte di alcun Consigliere, di alcun rappresentante dell'Ufficio di Presidenza, alcuna volontà di andare su questo terreno minato e pertanto espletare dei compiti cui non so chi potrebbero ambire.
Mi sento comunque di assicurare il Consiglio dell'assoluta correttezza ed impeccabilità del Settore Amministrazione, per cui, al di là delle dichiarazioni e delle tortuosità, forse anche delle procedure, vale quanto i nostri uffici hanno detto, scritto e fatto. Voglio dare atto al Consiglio di quanto loro siano stati estremamente solerti, solleciti e soprattutto assolutamente corretti e trasparenti.
Riguardo al problema dei funzionari corrotti, voglio ricordare che è un diritto del Presidente fare la seduta segreta; probabilmente il Consigliere Cavaliere non rientrerà in aula per cui manca l'atto d'accusa. Voglio anche dire che, per quanto concerne la polizza assicurativa, prenderemo i provvedimenti conseguenti. Questa è una polizza a corpus e da parte dei Consiglieri potrebbero non esserci gli interessi che noi credevamo di dover soddisfare, perché - diciamolo una volta per sempre, anche a lei Consigliere Chiezzi - tutti i provvedimenti che prendiamo come Ufficio di Presidenza hanno un input esterno, tranne la legge sugli Stati Generali che è stata oggetto del mio discorso inaugurale, tutti gli altri provvedimenti, sia la legge sui Gruppi sia la legge sull'usura sia le altre leggi, sono state provocazioni corrette, positive, esterne, che in sede di Ufficio di Presidenza abbiamo accolto e recepito. Comunque, qualora se ne dovesse parlare, ne parleremo nella sede opportuna; l'Ufficio di Presidenza ha una prassi legislativa, deliberativa tale da avere tutte le coperture possibili ed immaginabili, non inventando o gestendo qualcosa al di fuori delle proprie competenze, facendo così una politica esorbitante o ridondante, ma seguendo pedissequamente quanto è stato fatto negli anni precedenti, non nell'ultima legislatura, dal 1990 in poi, ma dal 1976 daremo quindi una memoria storica tale che il Consiglio potrà fare i necessari ed opportuni confronti fra quanto noi facciamo e quanto è stato fatto nel passato. Questo lo volevo dire poiché ci sono delle valutazioni abbastanza difformi. So bene che l'Ufficio di Presidenza può essere un punto di forza, ma anche un punto di debolezza del Consiglio, so bene che l'Ufficio di Presidenza non è l'espressione totale del Consiglio; siamo stati eletti da una maggioranza, pertanto abbiamo i vincoli e i condizionamenti di tale maggioranza, perché è una coalizione e ognuno ha vie diverse, viene e proviene da cammini diversi. All'interno della maggioranza esiste comunque un rapporto dialettico, che è tra di noi, ma che esiste anche in Consiglio, affinché si trovi, al di là delle valutazioni di parte, il punto nodale di equilibrio, per cui l'istituzione non può essere oggetto degli umori dell'assemblea, ma deve essere una fonte di responsabilità che vale per tutti. Questo è il compito che dobbiamo tutelare. Ci possono essere provvedimenti che non funzionano o provvedimenti che funzionano, ci possono essere iniziative che possono piacere o che possono non piacere, ma questo cercando sempre, al di là delle leggi, il giusto equilibrio politico per cui l'istituzione nel suo complesso trovi una propria visibilità e una propria onorabilità complessiva; questo lo dobbiamo dire.
Consigliere Chiezzi e tutti i Consiglieri, dobbiamo fare uno sforzo come ha ricordato il collega Montabone - di alta soggettività politica dobbiamo trovare in questo Consiglio il confronto. Certo, lei sabato ha parlato degli Stati Generali e ha fatto delle critiche dure, provocatorie e forse anche opinabili, ma se queste discussioni avvenissero in Consiglio se su alcuni provvedimenti portassimo la nostra attenzione e tensione dialettica, politica, allora tutto questo coacervo di piccole grandi cose e di meschinità tattiche finirebbe per essere messo a margine, per non avere nessuna voce in capitolo.
Nella scorsa legislatura, quando avevamo un Consiglio certamente difficile, pletorico per le intelligenze che c'erano, vulnerabile per le sensibilità che si manifestavano, il discorso è sempre stato ad un livello di guardia per cui l'onorabilità complessiva del Consiglio veniva ad essere tutelata. Se cerchiamo di portare avanti questo discorso ed alzare il filo del nostro orizzonte, è per cercare di elevarci da queste cose, da queste miserie umane. Perché se non si cercasse sempre di trovare moralisticamente, nei nostri atti, qualcosa che può essere effettivamente disdicevole e disonorabile, non solamente per l'atto in se stesso ma per una vita politica, forse queste cose non accadrebbero così sovente come in questo anno e mezzo.
Forse io ho la mia colpa; però cerchiamo tutti quanti, amici, cerchiamo tutti quanti, colleghi, se non possiamo essere - direi - perfettamente innocenti, almeno di essere onorevolmente colpevoli. Ovvero, nell'ambito dell'esercizio delle nostre funzioni noi possiamo, noi dobbiamo fare uno sforzo, dobbiamo dare un contributo affinché l'istituzione, nel suo complesso, possa avere quella credibilità che la gente e il nostro mandato elettorale esigono.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13)



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