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Dettaglio seduta n.86 del 29/10/96 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g. "Approvazione verbali precedenti sedute", non essendovi osservazioni, i processi verbali delle adunanze consiliari del 28, 29 e 30 maggio 1996, 4, 18 e 26 giugno 1996, 2, 9, 16 e 23 luglio 1996 si intendono approvati.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 5) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Botta, Farassino Ferraris, Ghigo, Masaracchio e Peano.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Bilancio pluriennale - Parchi e riserve

Esame progetto di legge n. 220: "Bilancio pluriennale per gli anni 1996/1997/1998 dell'Ente di gestione del Parco regionale La Mandria e dei Parchi e delle Riserve naturali delle Valli di Lanzo" (seguito)


PRESIDENTE

Il punto 6) all'o.d.g. prevede l'esame del progetto di legge n. 220, di cui era già stata svolta la relazione nella scorsa seduta consiliare. Il Consiglio aveva deciso di sospendere la discussione per permettere alla Commissione di incontrare il Consiglio di amministrazione del Parco La Mandria e visitare il Parco stesso.
Questo è avvenuto, quindi possiamo passare alla discussione del provvedimento, che in Commissione ha ottenuto voti favorevoli dai Gruppi Forza Italia, AN, CDU e Pensionati; si sono astenuti i Gruppi PDS, Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania, PPI e Verdi Democratici; non ha partecipato alla votazione il Gruppo Rifondazione Comunista.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Venerdì scorso abbiamo effettuato un sopralluogo parziale al Parco de La Mandria e abbiamo visitato l'ultima acquisizione della Regione, cioè la tenuta Bonomi Bolchini, visitando soprattutto la parte del parco adiacente alla tenuta dei laghi e l'edificio che si affaccia su uno di questi.
Durante il sopralluogo abbiamo potuto osservare questi beni, come vengono attualmente utilizzati e il loro stato di manutenzione; abbiamo avuto modo anche di parlare in generale dell'attività del parco, acquisendo una serie di utili informazioni.
Ho potuto verificare, anche rispetto a quest'ultimo bene di proprietà della Regione Piemonte, che la gestione, cominciando dalla Regione Piemonte per giungere all'Ente Parco, è del tutto inadeguata a quello che si potrebbe definire il comportamento del "buon padre di famiglia". Infatti questi beni che sono stati acquisiti (beni sia di carattere naturale sia prodotti dalle attività dell'uomo, cioè gli edifici) sono in uno stato di scarsa attenzione da parte della Regione e dell'Ente Parco.
Le parti naturali sono, se ho ben capito, interdette all'utilizzo e sono abbandonate a se stesse. Non mi pare di aver visto opere di manutenzione rilevanti né sulla vegetazione né sulla viabilità. Quindi, c'è una grande estensione a parco sulla quale non si interviene in alcun modo e questo non mi sembra una corretta gestione.
Per quanto riguarda la Villa, eccezionale per la storia, anche curiosa per alcune soluzioni architettoniche, fa veramente impressione visitarla in quanto ci si accorge che le risorse - oggi destinate alla manutenzione di quell'immobile - sono insufficienti a garantirne un buon stato di manutenzione e un buon stato di conservazione degli oggetti (mobili e arredi) in questo edificio allocati.
Quando si vede un patrimonio storico come la Villa - consegnato ai rigori di questo primo autunno - dove all'interno c'è freddo e umidità, e chiedendo notizie sulla gestione del riscaldamento ci si sente rispondere che quest'inverno, nei momenti di freddo, vengono assicurati 8 gradi centigradi, fa dispiacere. Fa dispiacere vedere molti tessuti, tappeti poltrone e divani già umidi e sofferenti: ci si chiede come sia possibile un comportamento pubblico di questo genere.
Vedendo questa situazione e pensando che tutta quella mobilia quell'arredo resterà tutto l'inverno all'umido con 8 gradi centigradi sappiamo per certo che la prossima estate quel patrimonio sarà degradato sarà rovinato, in tutto o in parte.
Assessore, di fronte ad una situazione di questo genere, verrebbe in mente di predisporre un progetto politico sulla tenuta. Progetto politico vuol dire decidere se questa proprietà, che abbiamo acquisito, vogliamo tenerla secondo le regole del buon padre di famiglia e darci degli obiettivi di tutela, di armonizzazione, di utilizzo.
Anche solo l'idea che non ci siano risorse per tenere un edificio di questo genere ad una temperatura tale da non permettere quest'inverno il degrado di tutti questi arredi, mi sembrerebbe una decisione minima. Ma ci sono poi le decisioni più importanti, quelle dell'apertura di questo "pezzo" alla fruizione, totale o parziale, da parte del pubblico; un progetto, se si vuole, di area naturale, assoluta, che però, ci nonostante, abbisogna di interventi e così via.
Quindi io denuncio lo stato di assoluto degrado di questo bene, costato più di un anno fa (se non sbaglio) 18 miliardi alle casse pubbliche, alla Regione Piemonte e, ad occhi di un visitatore che non conosce tutto, ma cerca di stare attento a quello che vede, in uno stato di diffuso abbandono.
Mi chiedo se, di fronte a comportamenti così noncuranti di un bene, non vi siano provvedimenti da assumere di vario tipo. In quest'aula sollecito provvedimenti progettuali, con valenza amministrativa e quindi provvedimenti che accompagnino idee di utilizzo e manutenzione di questi beni a provvedimenti di finanziamento di questi obiettivi, primo fra tutti quello di riscaldare quest'inverno questo edificio, tenendolo almeno a 15 gradi centigradi, spendendo i 100/150/200 milioni in più che questo comporterà, ma salvando molti milioni di beni. Poi si tratta di fare un progetto di utilizzo, che adesso è ridotto a pochi eletti che, mi dicono riescono ad organizzare una visita a questo bene a 20.000 lire a "cranio" situazione del tutto sproporzionata rispetto alle valenze eccezionali che ha questo compendio.
Capite, colleghi, che di fronte a queste ancora superficiali osservazioni, ma che spero abbiano dato il quadro di un'insufficienza di intervento pubblico, il Gruppo di Rifondazione Comunista non può approvare un progetto come quello presentato dall'Assessore, che rientra nel quadro che ho appena descritto. Non è un progetto di sviluppo che affronta questi nodi, ma è un progetto "tran-tran", che tiene a 8 gradi centigradi questo bene e che non fa alcun riferimento specifico all'apertura di questa parte del parco. Per non parlare della politica generale del Parco de La Mandria che a questo punto abbisognerebbe di un approfondimento specifico.
Quindi, noi voteremo contro questa situazione. Chiediamo all'Assessore con calma, di illustrare in Commissione un progetto, se ritiene, secondo le linee che ho cercato di delineare. Sarebbe forse utile effettuare (a seguito o subito prima, se l'Assessore lo ritiene) un ulteriore approfondimento anche in loco e avere un incontro come Commissione, magari con l'intero Consiglio di amministrazione del Parco, dal quale sapere dalle voci di tutti i componenti, quali siano i problemi e i progetti perché mi sembra che abbiamo un tesoro a portata di mano, ma che lo lasciamo degradare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Vorrei rispondere al Consigliere Chiezzi, dicendo che, proprio perch la tenuta La Mandria è un tesoro, bisognerebbe invece approvare la legge che, con i pochi fondi a disposizione, in ogni caso, avrà sicuramente il risultato di tamponare una situazione che concordo nel pensare sia insufficiente, ma non è certo disapprovando il testo di legge che si va in una direzione, perlomeno, di salvataggio.
Anch'io propongo che venga in qualche modo interessato l'Assessore affinché, tramite una convocazione della dirigenza dell'Ente Parco La Mandria, si arrivi a concertare un progetto ben più ampio e diverso, al fine di inserire la tenuta La Mandria (Villa Bonomi Bolchini compresa) in una forma di convenzionamento.
Con i fondi pubblici molto esigui e scarsi è impensabile arrivare ad impiegare centinaia di milioni per il riscaldamento. Con i problemi di bilancio che abbiamo, secondo me bisogna andare verso forme di convenzionamenti di tipo privato, che non stabiliscano dei diritti duraturi dei privati su La Mandria, ma che in qualche modo riservino ore o luoghi o certi periodi dell'anno per alcune attività. Sto parlando, per esempio delle grandi catene alberghiere di alto livello, dell'organizzazione di eventi importanti. Con una convenzione di questo tipo, probabilmente è possibile risanare un bilancio e trovare i fondi necessari alla conservazione corretta del patrimonio che, anch'io sono d'accordo, è di grande valore.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertoli.



BERTOLI Gian Pietro

Su questo disegno di legge noi continuiamo ad avere la stessa impostazione che abbiamo espresso la settimana scorsa, cioè che su alcune singole questioni non si può non convenire, ma che manca un disegno generale. Cercherò di spiegarmi.
Ho già detto la volta scorsa che quando i tetti sono rotti, è necessario ripararli; che se in un parco di questa natura e di questa rilevanza mancano le fognature e l'impianto di depurazione, bisogna provvedere. Direi di più.
L'Assessore all'agricoltura, durante la visita al Parco de La Mandria ha detto che quanto prima verrà promosso un centro per l'allevamento delle mucche di razza piemontese, e anche questo va bene. E' poi previsto il museo per l'agricoltura, e come si fa a non convenire? Quanto prima ci sarà l'apertura di un Centro per la formazione professionale, Formont; altre iniziative sono in atto in questo complesso, alcune allestite dagli stessi dipendenti, con molta buona volontà, quale un museo naturalistico etnografico. Ma tutte queste iniziative che nascono, alcune in modo spontaneo, altre di grande rilevanza, come quelle promosse dagli Assessorati, non si muovono in un contesto organico, cioè non c'è un progetto che le organizza, non c'è un piano che le indirizza e quindi non hanno quella valenza che dovrebbero avere, non producono quei risultati che dovrebbero produrre e in alcuni casi trascurano o contraddicono la stessa iniziativa.
L'intervento del Consigliere Chiezzi ha messo in evidenza la trascuratezza e l'abbandono di questa preziosa Villa. Ma direi di più: alcune volte ci sono iniziative contraddittorie, perché sono prese in tempi diversi le une dalle altre e senza conoscersi le une con le altre. Faccio riferimento all'iniziativa del Formont, che prevede appunto l'istituzione di una scuola all'interno di un'ala del Castello de La Mandria. Questo edificio aveva una scuola, successivamente chiusa per mille vicende; in questa ex scuola sono stati collocati - credo - degli alloggi, mentre dove c'erano gli alloggi sono stati sistemati i locali della nuova scuola.
Quindi, dove c'era la scuola, ci sono gli alloggi e dove c'erano gli alloggi si fa la scuola. Perché? Credo che nessuno si sia posto il problema e allora io lo pongo al Consiglio regionale, osservando che quando la Mandria nacque, così come la conosciamo noi, con questa dimensione e soprattutto con queste strutture, nacque come un mondo chiuso con una sua anima, dove un re vincitore si rinchiuse con, forse, le uniche due cose che apprezzava: la natura e la bella Rosin. Lo stesso marchese Medici del Vascello, che poi acquistò la proprietà, gestì tale territorio come un mondo a se, con una sua economia chiusa, un'economia curtense, direi, la stessa società era gerarchizzata, da come è stato detto. Quindi la Mandria reale e la Mandria marchionale avevano un'idea che governava il territorio.
Da quando, invece, questa proprietà è stata acquisita dalla Regione il governo complessivo del territorio è venuto meno; nascono e proliferano delle iniziative sporadiche che devono essere, a mio avviso, recuperate in un'idea. Cioè la Mandria è ancora oggi un mosaico prezioso, ma non esiste un disegno. Questo disegno deve essere costruito, così come altri hanno anche chiesto, e mi rivolgo all'Assessore perché provveda a recuperare questa importante strategia per un patrimonio rilevante della Regione predisponendo, tra l'altro, quegli strumenti che la legge istitutiva stessa prevede. Cioè il Piano socio-economico dell'area e la seconda variante al Piano d'area.
Sollecito, quindi, l'Assessore a farsi parte dirigente affinché questa carenza di indirizzo, questo progetto di carattere generale venga finalmente dato alla Mandria e a tutti i suoi organismi, in modo da produrre il massimo dei risultati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Brevemente, Presidente, perché abbiamo anche altri argomenti.
Occorrerebbe fare, al di là della delibera oggetto di questa discussione, un ragionamento - così come ci invitava il collega Chiezzi sulla gestione complessiva della nuova tenuta, sulla quale non c'è un progetto di gestione ed attualmente la stessa gestione è un po' discutibile. Il fatto che qualcuno la usi attraverso procedimenti e processi poco istituzionali non credo vada bene. Ma, al di là della nuova tenuta, vi è da fare un ragionamento complessivo sul parco. Del parco, già il collega Bertoli diceva l'importanza e i passaggi avuti, ma il parco è una risorsa poco sfruttata, o comunque sfruttata al minimo delle sue potenzialità. Non esiste un museo; il collega Bertoli ricordava che i dipendenti hanno istituito un piccolo museo; non esiste una valorizzazione complessiva, anzi, vi sono forme di gestione, passate e presenti abbastanza discutibili, perché il fatto che all'interno del Parco de La Mandria decine di dipendenti e non dipendenti affittino alloggi a prezzi veramente ridicoli, lo trovo molto discutibile. Credo sia una situazione che non ha ragione d'essere. E mi pare, Assessore Angeleri, che siano stati rinnovati, anzi siano stati pattuiti nuovi contratti di affitto per il futuro e che lei abbia favorito tale operazione. Considero anche questo fatto molto discutibile.
C'è, inoltre, la questione dei danni causati dai cinghiali. Vi sono degli affittuari che pagano alla Mandria 20/30 milioni per i terreni e ricevono 40/50 milioni per i danni causati dai cinghiali.
Relativamente alla questione posta dal collega Chiezzi sui mobili della Villa Bonomi Bolchini tenuti ad una temperatura di 8 gradi - il prossimo anno saranno rovinati - ritengo non si possa rispondere come ha fatto il Presidente Picchioni, e cioè portando qui i mobili, nelle sue calde stanze.
Il Presidente, l'altra settimana, ha detto che la cultura è soggettiva e discutibile, ma non credo sia problema di "gusto culturale" tenere un Luigi XVI qui, a Palazzo Lascaris, piuttosto che al Castello della Mandria. Credo invece sia questione di opportunità istituzionale.
Se vi sono oggetti di Palazzo Lascaris è giusto che siano qui, e che vengano recuperati e valorizzati. Se invece mobili ed altri oggetti d'arte sono delle tenute e delle residenze sabaude della Mandria devono essere recuperate là, con progetti di recupero e valorizzazione, come credo sia stato enunciato anche nel progetto generale di recupero delle residenze sabaude.
Invece, mi risulta che la scorsa settimana il Presidente Ghigo abbia trafugato un tappeto! Uso questi termini, Presidente, non per amore del significato corrente, ma per sottolineare un comportamento poco istituzionale, un comportamento "un po' in famiglia".
Inoltre, mi immagino la scena: arrivano tre-quattro auto blu da cui scendono il Presidente del Consiglio e il Presidente della Giunta regionale per scegliere i tappeti.



PRESIDENTE

Non si preoccupi di queste scene, che non ho mai perpetuato e favorito assolutamente.



CAVALIERE Pasquale

E' una scena...



PRESIDENTE

Surrealista!



CAVALIERE Pasquale

Sì, surrealista.
Presidente, pur togliendo gli aspetti di colore, il problema esiste.



PRESIDENTE

Le risponderò, Consigliere. Penso infatti che lei abbia posto un giusto problema.



CAVALIERE Pasquale

Il provvedimento non affronta queste tematiche, che invece sono da considerare. Non si tratta di un parco qualsiasi, ma di un parco importante: dobbiamo costruire un ragionamento.
Abbiamo fatto il sopralluogo e mi pare che ci si sia lasciati con l'intesa di un'audizione del Comitato di gestione; vorremmo, in quell'occasione e in quelle successive, che si affrontasse la questione, ma non come intende lei, Assessore, che dice: "Facciamo un bel villaggio turistico!"



ANGELERI Antonello, Assessore ai parchi naturali

Io non ho mai detto questo! Ripeto: non ho mai detto questo e non è mia intenzione né quella della Giunta costruire alcun villaggio turistico in nessun parco del Piemonte!



CAVALIERE Pasquale

Io prevengo, Assessore; quando riscontro certe nomine relativamente a chi deve stilare il progetto di fruizione dei parchi, mi si drizzano le orecchie e mi chiedo cosa si intenda fare! Il problema è un altro: quando si decide di cambiare l'organizzazione di un certo Ente - e sarà certamente da cambiare - occorre dibatterne per capire in quale direzione andare. Che tipo di incarico è stato affidato ai consulenti per stilare i progetti di fruizione dei parchi del Piemonte? Quale indicazione è stata data? Indicazione che certo non è frutto di un dibattito del Consiglio. Spero che tali indirizzi siano seri, ma non li conosco!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Grazie, signor Presidente.
E' doveroso discutere oggi del progetto di legge n. 220 "Bilancio pluriennale per gli anni 1996/1997/1998 dell'Ente di gestione del Parco regionale La Mandria", il più importante parco di proprietà dell'Ente Regione.
Com'è già stato ricordato dal nostro Capogruppo, questa discussione politica è stata posticipata di una settimana nel calendario dei lavori del Consiglio e ha permesso alla V Commissione un'approfondita visita all'interessante parte del parco, all'ambiente naturale, con l'ausilio dei responsabili dell'Ente stesso.
Dall'analisi analitica del documento contabile del bilancio pluriennale emerge però la totale insufficienza delle risorse finanziarie per obiettivi concreti di sviluppo o promozione turistica e di serie prospettive dell'immenso patrimonio ambientale - turistico - agricolo in cui vivono liberamente o in modo semibrado diverse specie di animali selvatici e domestici, in quello che costituisce il più significativo relitto di foresta planiziale.
Ma anche importanti strutture come il Borgo Castello, la costruzione reale della zona dei laghi ed altre, comprese le cascine, vanno riconsiderate e migliorate notevolmente.
Alcune di queste strutture sono già in grave decadimento edilizio forse per incuria, per non precisi obiettivi dell'esecutivo regionale, per non parlare degli immobili, tutti d'epoca dei secoli scorsi e quindi di immenso valore, che necessitano di una doverosa conservazione ed utilizzazione futura.
Necessitano quindi, nel bilancio pluriennale, maggiori finanziamenti ed incentivi della Regione tramite l'Assessorato competente, con l'aiuto di altri Enti pubblici quali l'Università, Facoltà di Agraria, di Veterinaria ecc., delle Associazioni ambientaliste e dei volontari, per un migliore e razionale utilizzo del parco regionale. Bisogna mirare a rendere sempre più fruibile al pubblico l'immenso e costoso patrimonio naturale, storico ambientale, animale e faunistico, che ne apprezza già il valore ambientale con la continua presenza di migliaia di visitatori settimanali.
Occorrerebbe inoltre prevedere investimenti per il rilancio del parco anche a livello agrituristico-ristoratore con l'utilizzo di giovani a livello occupazionale.
Deve però preoccupare, oltre la decadenza delle strutture, la parte ambientale del parco, soprattutto per i prossimi decenni, perché se ciò non fosse compreso, e le cifre a bilancio pluriennale danno molte preoccupazioni in questo senso, si potrebbe anche arrivare a livelli irrecuperabili dell'intero patrimonio naturale, che sarebbe davvero dannoso per la Regione, sia economicamente sia per gli squilibri ecologici del decadimento ambientale.
Termino con un ulteriore e pressante invito alla Giunta regionale e all'Assessore competente, affinché si attivino maggiormente con progetti e finanziamenti relativi anche alle direttive comunitarie per dare veramente un concreto sviluppo a questo meraviglioso ed importante parco della Regione Piemonte.
Per cui, com'è già stato espresso dal nostro Capogruppo, voteremo contro il progetto di legge della Giunta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Angeleri.



ANGELERI Antonello, Assessore ai parchi naturali

Colleghi Consiglieri, vorrei rassicurare il Consiglio, e in prima persona il Consigliere Chiezzi, sul futuro dei parchi naturali e su quello in particolare, dell'unico di proprietà regionale: La Mandria.
Da quando questa Giunta si è insediata sono stati fatti, anche per iscritto, inviti al Parco de La Mandria - e ad altri parchi - a valutare con maggiore attenzione quanto poteva rappresentare un ritorno economico che noi stiamo ricercando non solo attraverso il bilancio regionale.
Il sistema previsto, sottolineato anche in questo dibattito sicuramente una prima marginale occasione a mio avviso da approfondire evidenzia le storture di un meccanismo che non può più reggere. In questo senso, possiamo fare un esempio: i 200 milioni che il Consigliere Chiezzi destinerebbe nei confronti della Villa Bonomi Bolchini, affinch correttamente non deperiscano gli arredi che hanno sicuramente un alto valore, sono 200 milioni che noi sottrarremmo ad un'altra realtà. E' evidente che noi dobbiamo tracciare - e sono d'accordo che questo lo si possa fare anche insieme - delle nuove linee per far sopravvivere da una parte tutto quello che è tutela ambientale, tutela delle aree protette della Regione, ma dall'altra parte cercare di valorizzarle come veniva richiamato attraverso una proposta che sia comunque eco-compatibile. Questo è stato l'incarico affidato ai docenti universitari, docenti di pianificazione territoriale che si occupano specificamente di tutela ambientale e stanno lavorando attraverso un'indicazione di questa Giunta regionale; stanno valutando tecnicamente le proposte di fattibilità in questa direzione.
Non mi si può sollecitare a fare delle proposte e a dare delle indicazioni, quando questa Giunta regionale si impegna, come si sta impegnando in questa direzione. Non è vero che non esiste un disegno complessivo; esistono delle attente valutazioni di studio di fattibilità concreto anche da un punto di vista tecnico, non proposte solamente di indirizzo politico (che molto spesso poi non hanno una fattibilità concreta). Posso prendere l'impegno entro la fine dell'anno a portarle all'interno della Commissione competente e valutarle insieme; non si pu dire che improvvisamente non sono più legittime, perché qualcuno chiede che prima si deve dibattere in Consiglio.
Io vorrei dibattere su proposte ed indicazioni attraverso, ad esempio gli interventi dell'opposizione che oggi, però, non sono arrivate.
A me farebbe piacere capire quali sono le indicazioni di una parte di questo Consiglio che, tra l'altro, si è sempre impegnata particolarmente sulla tutela ambientale. Da parte nostra le proposte stanno per arrivare e ritengo siano proposte estremamente concrete e fattibili. Le discuteremo in Commissione e in questo Consiglio; cercheremo di capire quale potrà essere la linea migliore per continuare la tutela del nostro ambiente, ma anche quale futuro questa tutela potrà avere. E' inutile nascondere le difficoltà economiche che non solo la nostra Regione dovrà avere, ma anche tutti gli Enti locali. Pertanto, se siamo amministratori responsabili, dobbiamo pensare un tantino prima a quello che sarà il futuro di queste aree protette.
Rispondendo al Consigliere Bertoli dico che c'è un disegno complessivo su tutte le aree protette; esiste un disegno sul migliore utilizzo di un bene e di un grande patrimonio, come l'ha definito il Consigliere Chiezzi che è il Parco regionale de La Mandria, l'unico di proprietà della Regione Piemonte.
Queste proposte le presenterò all'interno della Commissione entro la fine dell'anno: quella di oggi è stata un'occasione per dibattere del futuro delle aree protette attraverso l'approvazione, io auspico, del bilancio pluriennale del Parco de La Mandria. E' stata un'occasione la visita ad una parte del Parco de La Mandria; sarà un'occasione quella dell'audizione che si svolgerà all'interno della V Commissione, ma dopo questi appuntamenti sarà un'occasione anche la proposta complessiva che tiene conto - e vorrei rassicurare il Consigliere Moro in questo senso anche degli aspetti occupazionali che il Consigliere richiamava, attraverso una valutazione che è anche di tipo economico di quello che può essere il ritorno del migliore utilizzo del Parco regionale de La Mandria.
Vorrei, con queste parole, aver rassicurato il Consiglio che la Giunta regionale assolutamente non è assente verso tale tema. La Giunta regionale responsabilmente ha voluto che ci fossero uno studio ed un'analisi di fattibilità tecniche, perché le proposte di tipo politico potessero essere concretizzate attraverso un dibattito democratico all'interno della Commissione e di questo Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti per dichiarazione di voto.



MIGLIETTI Franco

Credo che sia concesso, nella dichiarazione di voto, fare alcune considerazioni sulle dichiarazioni dell'Assessore. Credo che questa Giunta dalle parole dell'Assessore, abbia preso una brutta piega, da noi sempre contestata, ma riscontrata in qualsiasi Amministrazione pubblica che deve affrontare una serie di problemi. Cercherò di essere più chiaro.
Quando si affidano degli incarichi per ottenere un risultato dovrebbero essere preceduti da un dibattito consiliare, come sarebbe doveroso da parte di chiunque amministri; mi stupisco che questo non venga richiesto a gran voce da parte della maggioranza; certo che se la maggioranza è bloccata sui numeri, allora... E' successo anche a me, quando ero Consigliere di maggioranza in un Comune, di andare lì e alzare la mano perché non bisognava mettere in discussione l'operato dell'esecutivo; ma non credo che sia un metodo corretto per quanto riguarda la valorizzazione di tutte le potenzialità che vi sono all'interno di un consesso che rappresenta la collettività piemontese. Per cui il problema sta sempre nel manico.
Quando un professionista viene incaricato, la prima cosa che chiede è che cosa si vuole, visto che si paga, perché chi paga comanda. Non mascheriamoci dietro alle fantasie! "Dimmi che cosa vuoi", ci viene domandato. Ma non si può rispondere: "Tu dimmi cosa è possibile e poi io ti dirò che cosa voglio", perché vuol dire sminuire quella che è la facoltà anzi il dovere, di chi viene eletto dal popolo a dare l'input. Così facendo si abdica al proprio compito istituzionale e lo si consegna in mano ai tecnici. Badate, i tecnici saranno tutti bravissimi, ma fanno tutti parte di correnti di pensiero. Abbiamo visto alcune nefandezze di accostamento tra il moderno e l'antico nelle bellissime città medievali o rinascimentali o barocche, che fanno ancora rabbrividire oggi; ma una volta che un manufatto è stato costruito più nessuno è in grado di toccarlo. Mi chiedo il perché si continui su questa strada. Non sarebbe opportuno dire che abbiamo intenzione di fare un piano che riguardi l'utilizzo dei parchi naturali della Regione Piemonte e confrontarci? La Mandria, il Parco del Gran Paradiso, il Gran Bosco di Salbertrand, confrontiamoci, magari in Commissione. Potrebbe essere questo un metodo corretto, rispettoso della democrazia e rispettoso di quelle che sono le competenze di ognuno.
Un volta raccolte le opinioni da parte della maggioranza e della minoranza, senza distinzione di ruoli, apportando ognuno le proprie esperienze, le proprie capacità, alla fine, selezionando con le competenze della Giunta, perché in questo caso la distinzione di ruoli ci vuole, si dice quali sono le cose opportune, e si affida l'incarico ai professionisti. Altrimenti succede che l'unico che affida gli incarichi ai professionisti - non credo che la Giunta vada ad occuparsi dei parchi - è l'Assessore ai parchi. Con tutta la stima che nutro verso l'Assessore ai parchi avrei preferito che avesse seguito un'altra strada. Stesso discorso vale sui giovani, sul socio-assistenziale, sulla sanità e per tutte quelle che sono le competenze acclarate alla deputazione legislativa del Consiglio regionale.
Assessore, se lei lo ha fatto per quanto riguarda la legge sullo sport che ci ha visti convinti, anzi riteniamo che possa dare degli ottimi risultati, potrebbe seguire la stessa strada per quanto riguarda l'utilizzo di questi beni che vanno ben al di là di una legge come quella per l'impiantistica sportiva; sono dei patrimoni incommensurabili, non rinnovabili, guai a noi lasciarli depauperare. Mi pare una cosa molto intelligente visitarli, assumere delle informazioni, fare un dibattito ed affidare l'incarico con degli obiettivi precisi. Quando il danno è fatto diventa, a volte, assolutamente irrecuperabile.
Noi su questo provvedimento ci asterremo, come ha già detto il Consigliere Bertoli. Credo che le risorse siano scarse come ha già detto qualcuno, ma sappiamo benissimo che il nostro Paese sta attraversando un momento difficile; comunque non siamo del tutto convinti sull'iter seguito.
Riteniamo, pertanto, che il provvedimento debba essere preceduto da questo orientamento di tipo generale, specialmente quando si devono assegnare degli incarichi per il riutilizzo di beni della comunità.



PRESIDENTE

Intervengo per una spiegazione al Consigliere Cavaliere.
Non mi voglio addentrare assolutamente sulla questione della Mandria perché dovrei uscire da questo seggio ed andare nei banchi dei Consiglieri.
Certamente è un tema estremamente affascinante e suggestivo e - per quanto ho sentito - i suggerimenti, le perorazioni, gli inviti ad essere estremamente attenti alla delicatezza dell'assunto meritano la migliore attenzione possibile.
Voglio rispondere solamente al Consigliere Cavaliere per quanto è stato oggetto dei suoi rilievi.
Innanzitutto i mobili del Palazzo Lascaris provengono parte dal Demanio dello Stato, parte da Palazzo Lascaris e parte dalla tenuta della Mandria.
Se poi noi vogliamo pensare di ricostruire filologicamente gli arredi che sono oggi, o almeno fino ad ieri, stati depositati alla Mandria potremmo vedere che alcuni arredi, di chiara fattura settecentesca, non hanno nulla a che fare con una Palazzina di caccia dell'800. Per cui bisognerebbe risalire il cammino del tempo per vedere come sono finiti là arredi che ovviamente non erano, non sono adatti alle funzioni di una Palazzina di caccia (arredata con il gusto discutibile dell'epoca della Bela Rosin).
Inoltre credo sia compito di ogni Amministrazione recuperare i beni mobili, specialmente quando vediamo che le interperie, il degrado, hanno fatto man bassa. Non parlo di altro perché potrei anche domandarmi allorch questo palazzo è stato ristrutturato, dove sono finiti determinati arredi i marmi preziosi, determinate suppellettili.



CAVALIERE Pasquale

Sono stati salvati da altri.



PRESIDENTE

Dico semplicemente che il problema del depauperamento di Palazzo Lascaris è venuto per ragioni di stile, di gusto dell'epoca degli anni scorsi. Non si sono trovati i pezzi portati via da Palazzo Lascaris, che risultano da una documentazione fotografica.
Il fatto che un'Amministrazione si interessi del restauro, del recupero, della riabilitazione artistica di quei mobili o di quegli arredi che andrebbero inevitabilmente perduti, credo sia un titolo di merito. Poi si può anche dire che il giorno in cui le suppellettili della Palazzina Bonomi Bolchini (a parte che non è stato preso nulla da tale palazzina o dalla Palazzina di caccia perché lì esistono solo trofei di caccia) saranno recuperati, potranno ritornare nella loro sede di origine. Infine, non ci sono state né macchine blu né di altro colore. Questa pittura surrealistica per cui gli Assessori e i Presidenti si avvicendano nelle tenute della Mandria per cercare di fare, come le truppe napoleoniche, razzia di beni e suppellettili, non esiste assolutamente. Anche se qualcuno forse è portato ad indulgere in certe immaginazioni per cui quanto sopra fa parte del bottino di guerra.
Questo assolutamente non esiste.
La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto.



CHIEZZI Giuseppe

Dalle dichiarazioni del Presidente prendo atto che da parte degli Assessori e dei Consiglieri regionali non è stata effettuata alcuna razzia.
Volevo chiederle: siamo sicuri che razzie non siano state fatte?



PRESIDENTE

Da parte di chi, scusi?



CHIEZZI Giuseppe

Da parte di altri. Non pretendo una risposta subito, però, per togliere ogni dubbio di razzie da parte di chiunque, non sarebbe possibile disporre degli inventari di questi mobili, arredi vari della Mandria, e chiedere all'Assessore che verifichi dove siano tutti questi beni? Queste voci che girano mi disturbano un tantino; vorrei essere sicuro che quando incontro qualcuno per la strada che mi dice: "Sapessi quante cose sono scomparse dalla Mandria e finite a casa di..." - adesso sappiamo per certo non a casa degli Assessori - io possa rispondere di consultare l'inventario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Condivido in parte sia le cose dette dall'Assessore che quelle dette dal Presidente.
Credo sia sempre più opportuno un dibattito, che non è condizionante ma dal quale anche l'Assessore deve trarre delle indicazioni.
Sulla questione del gusto storico, credo che...



ANGELERI Antonello, Assessore ai parchi naturali

Scusi, Consigliere Cavaliere, mi permetto di interromperla per dire che il dibattito si è svolto l'anno scorso, nel momento in cui mi sono recato insieme ad altri Assessori, in Commissione per illustrare quelle che erano le indicazioni in materia di parchi.
Dal dibattito svolto in Commissione abbiamo tratto le indicazioni per dare un segnale ben preciso, da parte della Giunta, per giungere ad affidare degli incarichi. Non ci siamo inventati nulla.



CAVALIERE Pasquale

Abbiamo un'altra concezione del dibattito, evidentemente.
Inoltre, Presidente, la visita con le auto blu c'è stata all'inizio della legislatura, ma non ha importanza se si è andati con le biciclette o in autobus. L'importante è cosa si è fatto.
L'Ente pubblico deve innanzitutto recuperare dei beni e poi vedere come sistemarli.
Credo - e in questo l'Assessore Leo potrebbe essere d'aiuto - che vi sia un progetto sul recupero delle residenze sabaude e dei relativi arredi.
Tale recupero dovrebbe rimettere a posto, per quanto possibile l'esistente, perché sappiamo tutti che ci sono state delle sovrapposizioni.
Per quanto riguarda ciò che abbiamo prelevato dalla Mandria, vorrei leggere brevemente, perché così si capisce che non sono gli arredi dell'800 di dubbio gusto della Bela Rosin...



PRESIDENTE

Non le abbiamo prese quelle.



CAVALIERE Pasquale

Infatti abbiamo preso: arazzo del '500/600 raffigurante scena biblica con cornice non d'epoca laccata e dorata; arazzo del '500/600 raffigurante scena biblica con cornice; tavolino rettangolare laccato e dorato con piano a specchio in stile barocco; tavolino rettangolare con piano in marmo stile Luigi XIV; consolle da centro scolpita e dorata barocca del '700 piemontese stile Luigi XIV con piano in marmo verde; due lampioncini barocco dorato con teste di puttino del '600; arazzo francese del '500 raffigurante scena biblica; arazzo francese del '700 raffigurante scena di caccia; credenza doppio corpo barocca del '600 con portine e cassetti in noce finemente intagliate e scolpite; armadio barocco del '600 con tre cassetti e due ante in noce finemente scolpite; armadio barocco del '700 con due ante e due cassetti in castagno e noce; poltrona barocca in noce naturale e schienale imbottito epoca metà '700. Potrei continuare l'elenco ancora per quattro pagine, però mi fermo qui.
Credo che queste cose non debbano far parte dell'arredo dell'Ufficio del Presidente del Consiglio - probabilmente se ci fosse un Presidente del Consiglio con meno gusto, li farebbe deperire - dovremmo invece fare un progetto di ricostruzione degli arredi.



PRESIDENTE

Questo significa il recupero per poi trovare la loro sistemazione filologicamente corretta, perché queste erano in un deposito. Consideri come contenitore La Mandria, erano in un deposito di suppellettili di incerta origine e di incerta provenienza. Incerta non nel senso che potevano essere trafugate, ma incerta come origine storica della loro allocazione, perché ditemi se i due lampioni del '700, che sono allocati nell'androne sottostante, possono essere adattabili alla Mandria! Se vogliamo fare un recupero culturale corretto, dobbiamo vedere se tra i corni di caccia e i corni degli stambecchi ci devono essere anche due lampioni del '700! Non essendovi altri interventi, possiamo procedere alla votazione del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 20 voti contrari 3 astensioni 14 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 20 voti contrari 3 astensioni 14 L'art. 2 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI' 26 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 15 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento:

Iscrizione ed esame ordini del giorno n. 344, n. 345, n. 346 e n. 348 relativi alla soppressione degli assegni di studio agli allievi delle scuole di formazione professionale sanitaria


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. i seguenti documenti relativi alla soppressione degli assegni di studio agli allievi delle scuole di formazione professionale sanitaria: ordine del giorno n. 344 a firma dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti ordine del giorno n. 345 a firma dei Consiglieri Marengo, Manica, Riggio Saitta e Bortolin ordine del giorno n. 346 a firma del Consigliere Cavaliere ordine del giorno n. 348 a firma dei Consiglieri Montabone, Rosso Casoni, Cavaliere, Ghiglia, Benso, Casari e Rubatto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, il nostro ordine del giorno dovrebbe essere il primo ad essere messo in votazione perché l'abbiamo presentato per primo.



PRESIDENTE

D'accordo, ma ora siamo ancora in fase di iscrizione.
Chi è favorevole all'iscrizione degli ordini del giorno che ho elencato è pregato di alzare la mano.
Sono iscritti all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti.
Passiamo pertanto all'esame di tali ordini del giorno.
La parola alla Consigliera Simonetti per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 344.



SIMONETTI Laura

Sulla questione abbiamo presentato questo ordine del giorno e la manifestazione di questa mattina ci ha dimostrato come il problema venga vissuto e sentito da molti giovani allievi infermieri.
Come Gruppo, abbiamo considerato con piacere e abbiamo anche sostenuto la manifestazione che ha portato gli studenti davanti al Consiglio regionale per renderlo partecipe, e in qualche modo stimolarlo, alla discussione e ad una presa di posizione sul problema.
In una circolare, che è stata fornita e spedita dall'Assessorato, nella veste dell'Assessore D'Ambrosio, a tutte le scuole e in tutte le sedi dove erano presenti gli allievi infermieri, è stato fatto riferimento ad una legge (n. 63) con una difficile ed ambigua interpretazione. Abbiamo ritenuto - e nel nostro ordine del giorno lo abbiamo precisato - in qualche modo pretestuoso ed ambiguo il riferimento legislativo ad una legge che risale ad un anno e mezzo fa, quindi della precedente Giunta, della precedente maggioranza.
Non entro nel merito dell'interpretazione della legge; sta di fatto che la legge, se in qualche modo impediva determinate situazioni - e in questo caso, com'è stato dichiarato dall'Assessore e dall'Assessorato nella circolare, impediva l'erogazione dell'assegno di studio per gli allievi infermieri - le doveva impedire da un anno e mezzo a questa parte, cioè da quando è entrata in vigore la legge, ovvero dall'aprile 1995. Nonostante tutto, si è proceduto per un anno e mezzo ad erogare l'assegno. E' strano che, a distanza di un anno e mezzo - con incredibile ritardo, dunque - ci si accorga solo oggi della situazione, quindi di come la legge in qualche modo, a parere degli uffici legislativi, non possa più oggi assicurare l'erogazione dell'assegno di studio.
In particolare sollecitiamo un altro problema, relativo anche alla circolare. Nella circolare si dice genericamente come le precedenti questioni sono state sanate, ma non si dice esplicitamente se l'Assessore ha richiesto il rimborso della parte erogata rispetto all'assegno del settembre dell'anno scolastico 1996/1997.
Queste questioni, però, ci sembrano superate, nel senso che la discussione che oggi si è realizzata con l'audizione di una delegazione di allievi infermieri, in qualche modo ha determinato il superamento di alcune questioni. Più avanti l'Assessore o la maggioranza avranno modo di esplicitare la loro posizione rispetto a questo.
Mi limito solo a fare alcune puntualizzazioni e a riassumere il nostro ordine del giorno, che parte da una premessa, quella che la Regione Piemonte spende pochissimo per la formazione professionale: lo 0,09% della spesa sanitaria (non arriviamo neanche a spendere lo 0,1% della spesa sanitaria). A partire da questa considerazione importante, ci sembrava giusto sollecitare immediatamente la questione del ripristino dell'assegno di studio.
E' pretestuoso, a nostro parere, dire che i fondi non ci sono, anche perché tutto è determinato da una scelta di priorità politica su cosa investire, e questo conseguentemente al fatto che spendiamo pochissimo per la formazione professionale.
Ben più ampio era il secondo punto che volevamo sollecitare nell'ordine del giorno e che credo si distingua da altri: oltre al problema di revocare la circolare che aboliva l'assegno di studio erogato agli allievi infermieri per gli anni 1996/1997 e 1997/1998, anche quello di presentare in Consiglio, per affrontare più da vicino tutto il problema e il settore degli allievi infermieri, una proposta di adeguamento dell'assegno di studio per gli allievi del primo e del secondo anno ed un contratto di formazione lavoro per gli allievi del terzo anno. Questa proposta era già stata presentata nella scorsa legislatura dal Gruppo di Rifondazione Comunista e non era stata accettata. Oggi riproponiamo un problema che riteniamo fondamentale, quindi chiediamo che si parta dal ripristino immediato dell'erogazione dell'assegno di studio dato agli allievi infermieri, ma che si affronti la questione con più serietà.
Chiedo cortesemente all'Assessore di ascoltare, perché credo che in questo momento, visto che abbiamo utilizzato tre ore della nostra mattinata e dei lavori d'aula per questo argomento, debba esserci un interessamento al problema, indipendentemente dal fatto che stia intervenendo un esponente di Rifondazione Comunista. Volevamo, dunque, sollecitare in modo più ampio il problema che era già stato sollecitato nella scorsa legislatura chiedere che si prenda atto di un problema che investe migliaia e migliaia di giovani, che per scelta hanno deciso di fare gli allievi professionali e che ad oggi sostituiscono, per la maggior parte, l'organico mancante degli infermieri professionali, utilizzando quindi parte del proprio tempo per prestare un'attività lavorativa. Prima erano retribuiti con poco perché quella che si dava loro era una forma di elemosina, e adesso questo atto di richiesta di soppressione dell'assegno di studio è grave.
Ripristinare questo assegno, dunque, ma anche affrontare il problema degli allievi infermieri in modo un po' più serio per ristabilire un clima più sereno.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 345.



MANICA Giuliana

Ritengo che all'attenzione di questo Consiglio il problema debba essere posto sotto un duplice aspetto: l'aspetto della scelta e della decisione di ordine politico-amministrativo e l'aspetto dei riferimenti legislativi che hanno ispirato la circolare. La circolare n. 4808/59 del 16/10/1996, a firma dell'Assessore regionale alla sanità, che con decorrenza immediata afferma che non possono più essere erogati gli assegni di studio, per quanto riguarda le attività di formazione degli infermieri professionali, e per quanto riguarda queste importanti scuole, a nostro avviso sollecita la ripresa della discussione.
E' a noi tutti noto che la situazione esistente sta per essere modificata in modo che i percorsi formativi di queste scuole siano assimilabili a momenti formativi di tipo parauniversitario, così come la formazione in questo campo è da lungo tempo in Europa. Questo ci è assolutamente noto ed è talmente vero che nel DL n. 502 del 1992 tutto questo viene recepito nei termini di una modifica della struttura dei corsi a livello nazionale, sottolineando, però, all'art. 6, comma terzo, come tale modifica debba avvenire a decorrere dal 1994, fatto salvo che i corsi in essere devono essere continuati e completati nel modo in cui sono iniziati. Gli iter in corso, cioè, debbono essere portati a compimento.
Devo poi dire che la legge n. 63 del 1995, che questa Regione ha votato, legge di grande importanza sulla formazione professionale, agli artt. 17 e 18 - fondamentali - indica come la programmazione sulla formazione professionale sia di ordine triennale e come si approvi un progetto di ordine triennale più complessivo. Si devono prevedere all'interno di quel progetto le indicazioni che la Giunta assume rispetto ai corsi, alla loro importanza, varietà ed attivazione. Tali indicazioni della Giunta devono essere assunte entro il 31 gennaio dell'anno in corso ed essere comunicate ben prima dell'1 settembre, cioè al momento dell'inizio dei corsi e delle scuole.
Rispetto a questo quadro generale, sia nazionale che regionale, noi riteniamo che la disposizione sia stata erroneamente assunta ad anno scolastico già iniziato. Ricordiamo che la legge n. 63 del 1995, che dà queste disposizioni sui piani triennali, sul loro recepimento, ed indica le date del 31 gennaio in modo che entro l'1 settembre tutto debba essere predisposto in termini adeguati, è una legge votata ed approvata circa un anno e mezzo fa, ma che noi troviamo applicata con una circolare del 16/10/1996, non solo ad anno scolastico già iniziato, ma addirittura in alcuni casi con un'erogazione del presalario, in alcune scuole già effettuata, per il primo mese. In questo modo, c'è un'interruzione oggettiva della programmazione triennale di quei corsi che la stessa Regione - la Giunta non poteva non esserne consapevole - avviava, non solo nel 1994/1995, ma addirittura nel 1995/1996, come gli artt. 17 e 18 della L.R. n. 63/95 indicano. Riteniamo quindi che il riferimento alla legge regionale in questi termini, così come al DL n. 502, sia fatto, dal punto di vista normativo, secondo un'interpretazione impropria. Il DL n. 502 prescrive che i corsi devono essere portati a compimento e la legge n. 63 del 1995 indica, agli artt. 17 e 18, la programmazione. Se in un articolo di questa legge viene abrogata la normativa precedente del 1980, questo avviene perché quel testo corrispondeva ad una volontà di semplificazione della legislazione precedente.
Per quanto riguarda le questioni relative al presalario, è del tutto evidente che tali questioni non devono essere contenute nell'articolato della legge, ma devono essere demandate a deliberazioni della Giunta, anno per anno, anche perché, come sappiamo, il presalario può variare, come anche l'assegno di studio. Pertanto, non è questione che deve essere normata in termini di legge, ma da demandare annualmente a provvedimenti che la Giunta regionale assume anno scolastico per anno scolastico.
Questo è quanto noi sosteniamo in merito ad una materia così complessa complicata e delicata, che la stessa legislazione nazionale ci indica essere in una fase di passaggio. Noi riteniamo essere quelli illustrati i riferimenti normativi e di ordine legislativo. Pertanto, ci pare che la circolare in oggetto non abbia tenuto conto di ciò che la legislazione ci consentiva e ci indicava.
C'è poi una scelta di ordine politico-amministrativo. Come possiamo dal punto di vista della scelta politica ed amministrativa della Giunta pensare, ad anno scolastico iniziato, di cambiare le condizioni a studenti che spesso hanno fatto questa scelta - e parliamo di un corso che implica anche un'attività lavorativa - sulla base anche di situazioni individuali e familiari di ordine particolare.
Dobbiamo ricordare che i corsisti non solo svolgono un'attività di supporto all'interno dei reparti ospedalieri - penso come il terzo anno sia quasi interamente di pratica, che si svolge prevalentemente nei reparti ma anche che attraverso di loro noi spesso abbiamo coperto, a volte non del tutto propriamente, carenze di organico all'interno di importanti realtà ospedaliere della Regione.
La scelta di iscriversi a questo tipo di scuola, però, è stata fatta dagli studenti anche sulla base del tipo di organizzazione e di contributo economico che veniva erogato per il triennio.
Molti di loro, come ci hanno spiegato nelle riunioni che abbiamo avuto nel corso della giornata, qualora questo trattamento e questa realtà si dovesse interrompere, anche se arrivati all'ultimo anno, a pochissimo dal prendere il diploma, non sarebbero in condizioni materiali ed economiche di diplomarsi, pur avendo frequentato i corsi, proficuamente, per quasi tre anni.
Parallelamente a questa realtà, abbiamo organici di infermieri professionali non particolarmente guarniti; si tratta, infatti, di un particolare tipo di figura, fondamentale all'interno delle strutture ospedaliere, di cui gli ospedali del Piemonte e le Aziende sanitarie hanno particolarmente bisogno.
Al di là delle divergenti interpretazioni dei riferimenti legislativi che sento in quest'aula - e noi siamo convinti della nostra interpretazione emerge l'indicazione di una scelta di ordine politico-amministrativo in direzione del mantenimento dei corsi, fino a loro esaurimento, così come sono, reperendo risorse finanziarie adeguate per poter finanziare anche le erogazioni monetarie agli studenti.
Indipendentemente dalle nostre reciproche interpretazioni legislative sia del DL n. 502 sia della legge n. 63/95 - concludo - una scelta politico amministrativa a mio avviso non può che andare in direzione della conclusione di questi corsi così come sono, alle condizioni in cui erano con il finanziamento il più adeguato possibile.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere, che illustra l'ordine del giorno n.
346.



CAVALIERE Pasquale

Ricordo innanzitutto che il mio ordine del giorno è stato ripreso dall'Assessore D'Ambrosio.
Voglio solo dire che, al di là delle vicende e delle interpretazioni della legge n. 63, credo vi sia un problema relativo alla poca valorizzazione di questo tipo di iniziativa.
Il corso professionale per allievi infermieri è una delle poche iniziative a livello regionale - ma anche nazionale - che risponde, per una serie di motivi, in modo abbastanza efficace al problema della disoccupazione. Permettono infatti, con salari comunque minimi, di poter fare della formazione e di avere un immediato sbocco lavorativo. Una forma di presalario, molto in uso nei Paesi nord europei e poco in uso da noi, è presente solo in questa forma. Certamente, il problema è stato sottovalutato.
Quello che conta, adesso, è la volontà di superare il problema e di mantenere questa prerogativa, anche in riferimento al ragionamento fatto con la delegazione dei corsisti.
Personalmente, sono favorevole a votare l'ordine del giorno con il dispositivo definito come impegno di tutti i Capigruppo, comunicato alla delegazione dei corsisti stamani, che in sostanza impegna la Giunta a ripristinare quanto prima il presalario e le precedenti forme dei corsi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone, che illustra l'ordine del giorno n.
348.



MONTABONE Renato

Sono volentieri primo firmatario di questo ordine del giorno, che scaturisce dalle riflessioni che stamani abbiamo potuto fare sia alla presenza dei rappresentanti degli studenti sia, in una riunione successiva dei Capigruppo consiliari.
Mi è parso di capire, questa mattina, che c'era una situazione che oltre che essere verificata doveva essere risolta perlomeno sullo stato dell'arte e cioè della situazione attuale.
Non è possibile, infatti, che ragazzi che si sono iscritti ad un corso avendo in testa determinate garanzie che la Regione fino a poco tempo fa ha potuto dar loro, vedano di colpo, quasi come una retroattività della legge venir meno determinate prerogative, anche se di minime risorse, che per per studenti, hanno il loro significato.
Voglio ribadire che, a mio modo di vedere, l'Assessore nell'inviare la circolare non ha certamente fatto cosa illegale - per usare un termine soft. Ha soltanto attuato ed interpretato una legge, credo con i suoi uffici, nel modo giusto. Questo però ha inciso notevolmente sull'andamento dell'organizzazione della formazione professionale degli infermieri, che non può non essere considerato.
Mi sembra di capire che l'ordine del giorno voglia in qualche modo far riesaminare la situazione da parte dell'Assessorato, impegnando l'Assessore stesso, entro l'8 novembre, a proporre una possibile soluzione, che veda rilegittimata la possibilità dei ragazzi a frequentare i corsi di formazione professionale sanitaria per gli anni 1996/1997/1998/1999 con caratteristiche uguali a quelle relative ai corsi precedentemente svolti.
Non entro nel merito del fatto che, in seguito, questi ragazzi debbano o non debbano godere - questo eventualmente sarà oggetto di discussione in altro momento, per esempio quando discuteremo il bilancio della Regione Piemonte - delle stesse indicazioni di volontà politica.
Credo però che in questo momento per risolvere il problema occorra puntare ad una norma transitoria che in qualche modo ridia tranquillità agli studenti della formazione professionale sanitaria.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Grazie, signor Presidente. Io ho firmato con i colleghi Montabone Cavaliere, Benso ed altri, questo ordine del giorno per tentare di ovviare ad una situazione oggettivamente ingiusta, e credo anche insostenibile, che si è venuta a creare in seguito ad una circolare dell'Assessorato alla sanità. Devo però dire che mi sfugge la genesi di questa protesta, mi sfuggono i tempi, anche se ovviamente non mi sfuggono le motivazioni.
Questa protesta, che nasce in maniera un po' troppo indotta ed organizzata, deve avere delle altre radici, radici un po' più lontane, che forse vanno a nascere nella terra più o meno fertile della legge n. 63/95 che bisognerebbe chiamare legge n. 63 del 13/4/1995, legge approvata da una maggioranza assolutamente diversa da quella che attualmente governa la Regione Piemonte. Questo, secondo me, è importante nella genesi della protesta; è importante perché questa legge andava ad abrogare, quindi senza tema di smentita o di interpretazioni che non quelle letterali, altre leggi che prevedevano questo tipo di presalario. Quella legge aboliva quelle forme di presalario.
Certo, la comunicazione dell'Assessorato la potremmo considerare intempestiva, ma io so, perché oggi l'Assessore lo ha dichiarato, che la comunicazione, la circolare, non nasce il giorno 16/10/1996, ma nasce da un lungo lavoro preparatorio e soprattutto da molti avvisi sin dall'anno passato. Quindi anche la sua costruzione è stata lunga, non è stata improvvisa e - vorrei dire - fuori dal cappello del mago, è stata costruita nel tempo. Ne approfitto per chiedere all'Assessore D'Ambrosio, che sicuramente si appunterà queste cose, se e quando i Direttori delle scuole di formazione professionale erano stati informati che da quest'anno non sarebbero più stati dati agli studenti gli assegni. Voglio sapere se ci sono delle lettere, voglio sapere se ci sono delle comunicazioni formali voglio sapere esattamente chi era informato di questa situazione e quando è stato informato di questa situazione per la prima volta.
A quanto mi risulta erano in molti a sapere e non vorrei che qualche lettera fosse rimasta, in maniera più o meno colposa, se non colpevole, in qualche cassetto, in modo tale che questa maggioranza e nello specifico l'Assessore D'Ambrosio si trovasse artatamente, con una costruzione voluta in qualche tipo di difficoltà. Se queste lettere ci sono, e se ci sono dei responsabili dell'invio di queste lettere, io chiederei che queste responsabilità venissero accertate, anche attraverso una legittima, se del caso, indagine amministrativa, perché se esiste una responsabilità politica esiste anche, in base alle nostre leggi, una responsabilità amministrativa.
Vorrei andare un po' più a fondo per capire meglio se questa legge era una sconosciuta che si è trovata a nascere un bel giorno o se è stata una sconosciuta perché qualcuno ha fatto finta di non conoscerla. Comprendo, ma non posso accettare, il fatto che questa mattina ci si sia dovuti dividere pur nell'aderire ad un impegno di risolvere positivamente la situazione drammatica in cui si sono venuti a trovare gli allievi dei corsi di formazione professionale della sanità. Non riesco a capire perché ci si sia divisi un po' sulle premesse; taluni non volevano fare il richiamo alla legge che obbligava l'Assessore D'Ambrosio ad agire in un certo modo.
Questa legge esiste, questa è una legge abrogativa: l'ufficio legale che è il solo parere legale su cui un Assessorato si deve basare, nel dare eventualmente un'interpretazione o nel prendere una determinata decisione ha sostenuto che questa legge era abrogativa delle leggi precedenti e che quindi non si sarebbe potuto operare diversamente, salvo poi addivenire all'ipotesi, alla quale siamo addivenuti tutti, di una modifica della legge medesima per poter permettere a questi allievi di fronteggiare la situazione: da un giorno all'altro si sono trovati drammaticamente di fronte ad una realtà anche molto disallineata, per cui alcuni credevano di avere ancora il diritto, altri si sono visti addirittura negare l'accesso al pasto, situazioni che nei singoli ospedali si sono trovati a fronteggiare.
Credo che sia opportuno rimarcare - ed è per questo che il nostro ordine del giorno contiene anche un riferimento alla legge - che in base a quella legge non c'era la possibilità di un comportamento diverso da parte dell'Assessorato.
Voglio ringraziare l'Assessore D'Ambrosio per aver accettato immediatamente non solo un franco e coraggioso dibattito con gli studenti che protestavano per i loro sacrosanti diritti, perché non è da tutti e non capita sempre, ma voglio anche ringraziarlo per la tempestività, di cui credo dobbiamo essergli tutti grati, con cui ha deciso di assumersi l'onere notevole di studiare una via di uscita positiva a questa vertenza, che metteva in discussione non tanto dei diritti acquisiti, perché già questa mattina ho detto che purtroppo nella nostra nazione a causa dello sfacelo economico i diritti acquisiti non sono neanche più quelli alla pensione, ma comunque una vertenza che interessava quanto meno delle aspettative e delle attese legittime nei confronti di quegli studenti che avevano fatto una scelta di vita scegliendo i corsi di formazione professionale della Regione Piemonte. Allora credo che l'Assessore D'Ambrosio abbia fatto bene, avendo voluto anche segnare una data precisa entro la quale la Giunta si impegna a trovare una soluzione positiva per le legittime attese e preoccupazioni degli studenti dei corsi di formazione professionale, abbia fatto non solo bene, ma particolarmente bene. Però questo è un merito che va ascritto non soltanto a chi ha tentato, anche questa volta cambiandosi la giacca, di cavalcare, non troppo responsabilmente, un certo tipo di protesta, ma anche a questa maggioranza che con tempestività e immediatezza ha saputo trovare delle soluzioni concrete ad un problema drammatico.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Intervengo su quanto ha detto il Consigliere Ghiglia. Io sono sempre molto imbarazzato nel sentire cose importanti, come ha detto il Consigliere Ghiglia, cioè allusioni che a volte facciamo in quest'aula. Quando un nostro collega ha un malessere lo evidenzia - il Consigliere Cavaliere lo fa centinaia di volte; adesso lo ha manifestato il Consigliere Ghiglia, con accuse pesanti e io chiederei una reazione a questo. Il Consigliere Ghiglia dice "Attenzione, vediamo un po' che non sia rimasto nei cassetti...
magari faceva comodo a qualcuno una cosa".
Chiederei che la Giunta o qualche Assessore quando sente richieste, che non sono nemmeno allusioni, come quelle del Consigliere Ghiglia intervenisse e dicesse se tali allusioni corrispondono a verità o meno.
Cioè vorrei che questi problemi venissero affrontati. Ci sono colleghi che pongono problemi spinosi, una volta può fare piacere, una volta dispiacere; come Consiglio regionale quando sentiamo queste cose dobbiamo chiedere, a chi di dovere, di rispondere o di attrezzarsi a rispondere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Volevo annotare quanto è successo oggi riguardo a questo ordine di giorno. Ho fatto un po' da spola tra i Capigruppo, che si sono riuniti, e i ragazzi in strada che giustamente avanzavano dei diritti. A me sembra, da quando sono qui in Consiglio regionale, di leggere che per la prima volta si è assunto un impegno preciso, chiaro ed univoco da parte di tutti.
Devo ancora una volta sottolineare che ad ogni problema si cerca sempre lo strumento idoneo per strumentalizzare. Anche questa mattina, purtroppo ho dovuto assistere ad una serie di "suggerimenti" fatti da colleghi ai ragazzi in strada; ho sentito la seguente frase: "Guardate, se l'Assessore lo volesse basterebbe mettere una firma e voi in 24 ore avreste i soldi".
Questa è una cosa grave. Queste cose non vanno dette soprattutto a dei giovani che sono venuti qui a protestare giustamente. Noi siamo dei Consiglieri regionali, dobbiamo assumerci delle responsabilità, così come oggi univocamente, da parte di tutti, si sono fatti dei discorsi propositivi, giungendo ad un ordine del giorno univoco, che in qualche modo ci fa onore. E' una cosa che in qualità di Consigliere mi soddisfa molto.
Al contrario non sono affatto contento né soddisfatto di quanto ho sentito dire ai ragazzi mentre gli altri colleghi si riunivano per risolvere il problema: qualcuno di noi è andato a strumentalizzare questi giovani.
Questa è una cosa che mi auguro non succeda più, soprattutto quando abbiamo a che fare con dei giovani che oggi democraticamente, liberamente hanno dimostrato e hanno manifestato grande civiltà e senso di responsabilità.
Ci tenevo a sottolineare queste cose e a ringraziare tutti i colleghi e l'Assessore per il traguardo raggiunto.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Volevo solo precisare che non ho fatto alcuna allusione. Ho chiesto delle cose in maniera chiara, netta, inequivocabile.
Quando l'Assessore sarà pronto risponderà, io non pretendo assolutamente che prenda impegni a rispondermi - preferisco l'impegno di sostanza che si è assunto con l'ordine del giorno - né che dia delle risposte affrettate. Ho posto delle domande ben chiare, io non alludo mai questo è un costume che forse appartiene a qualcun altro, difficilmente a noi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Luciano

Intervengo per dichiarazione di voto.
Innanzitutto non c'è un ordine del giorno unitario in questo Consiglio ci sono diversi ordini del giorno. Questo perché si parte da interpretazioni e giudizi diversi rispetto al fatto se ci sono stati o meno impedimenti legislativi per continuare ad assegnare il presalario agli studenti. Continuo a ribadire che non ci sono impedimenti legislativi tanto meno da parte della legge n. 63. Tale legge venne approvata nell'altra legislatura, tra l'altro, da parte di alcuni Consiglieri, che allora erano già presenti nel Consiglio regionale e che oggi fanno parte della maggioranza, ma che allora erano in maggioranza, ma anche all'opposizione, penso ad esempio all'attuale Assessore alla formazione professionale, l'Assessore Masaracchio che da Consigliere votò a favore della legge n. 63. Dico questo per un discorso di carattere generale ovviamente, non rispetto al fatto specifico di un giudizio complessivo.
Ritornando alla legge n. 63, questa è una legge che ha attuato una scelta politica di liberalizzazione - per usare un termine abusato in questi tempi dalle forze che oggi governano la Regione - della formazione professionale, di privatizzazione della formazione professionale. Per questo motivo anche l'Assessore Masaracchio allora l'aveva votata, insieme ad altri che oggi siedono nei banchi della maggioranza e che anche allora sedevano nei banchi della maggioranza.
Questa legge non è mai stata attuata, anzi, ci siamo trovati di fronte alla richiesta di due leggi di proroga, per non fare i consorzi per la privatizzazione della formazione professionale - vorrei che i Consiglieri della maggioranza stessero ben a sentire - che era l'elemento portante e qualificante di quella legge: l'Assessore alla formazione professionale ha chiesto due proroghe su questo. Non capisco, se c'erano stati problemi su questo, perché non si è chiesto lo stesso trattamento? Il problema vero è un altro, è che le interpretazioni di carattere legale intanto cambiano con il passare degli anni, per cui le interpretazioni di carattere legale vanno sempre valutate dal punto di vista politico anche rispetto alle scelte che dobbiamo fare.
Quindi, ritengo che questa legge non impedisca di erogare il presalario cosa che peraltro con la legge si fa - perché ad esempio ai disoccupati permanenti, che frequentano i corsi finanziati con il Fondo sociale europeo, il presalario viene pagato regolarmente.
Nel caso specifico, bastava utilizzare le risorse. Certo, bisognava mettere a disposizione delle risorse che non sono quelle del capitolo della sanità, perché questo che non è possibile.
Credo che la Giunta abbia fatto altre scelte, spostando i fondi che dovevano andare al presalario su altri capitoli e spendendoli in altra direzione. Questo è avvenuto, tant'è che si sono risparmiati 6 miliardi che sono andati in altre direzioni. Adesso spero che, dopo l'impegno di oggi si trovino queste risorse, ma questo era già possibile, dato che la legge n. 63 parla di programmazione triennale - come già ricordava la Consigliera Manica. Bastava collegare alla programmazione triennale dei corsi la deliberazione di stanziamento del presalario e tutto era risolto, non c'erano problemi di impedimento da parte della legge n. 63, che ovviamente ha abrogato la precedente legge n. 8/80 che regolava tutta la formazione professionale. E' evidente che una nuova legge comporta l'abrogazione di tutte le precedenti, che avrebbero impedito l'attuazione complessiva della legge, ma su questo capitolo specifico questo era possibile.
Per questo chiedo di votare per parti separate l'ordine del giorno della maggioranza e della Giunta, nel senso che, sull'ultimo punto riguardante l'impegno, sono d'accordo; peraltro è ciò che abbiamo sottoscritto e consegnato agli studenti poc'anzi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pier Luigi

Grazie, Presidente. Quello che è importante di tutta questa vicenda è che questa mattina tutti i Capigruppo hanno firmato l'impegno che si addivenga ad un'immediata proposta di legge, ad una deliberazione per dare nuovamente il presalario agli studenti dei corsi di infermieri.
E' una cosa importante, perché senza andare a vedere altri fatti o altre soluzioni, questi studenti ne hanno il diritto. Non è un diritto acquisito, è un diritto che devono avere, è un riconoscimento per quanto fanno anche al servizio dei malati negli ospedali.
L'Assessore alla sanità ha dovuto applicare una legge, e l'ha applicata con serietà, e questa mattina si è comportato con serietà nel presentare un ordine del giorno che, spero, sia unitario.
Personalmente, quando ho qualcosa da dire nei confronti dell'Assessore alla sanità, sono sempre il primo a farlo, anche perché mi interesso dei problemi degli anziani, e girando gli ospedali devo forzatamente sostenere o meno le iniziative dell'Assessorato alla sanità.
Questa mattina l'Assessore alla sanità si è comportato seriamente, e seriamente ha presentato questo ordine del giorno, e seriamente ci ha detto che entro otto-dieci giorni porterà questo progetto di legge.
Lo ringrazio, così come ringrazio tutti gli studenti che, con pazienza hanno atteso questo risultato, nella speranza che sia un risultato unitario e che tutti i Gruppi e i Consiglieri votino un ordine del giorno unitario perché potrebbe ancora esserci un ordine del giorno unitario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grasso.



GRASSO Luciano

Intervengo per riferire che questa mattina si è esaminato un problema al di là della valutazione di eventuali responsabilità politiche presenti e passate - nel suo contingente, nella sua tematica particolare, e si è concordato che era meritevole di risoluzione.
L'Assessore si è dichiarato disponibile, così come gli altri Gruppi consiliari della maggioranza, a trovare le possibilità tecniche per finanziare il presalario agli studenti.
E' una somma non di lieve entità, per cui se la coperta viene tirata da una parte si dovrà comunque accorciare dall'altra: la cosa rientra comunque sempre nelle difficoltà oggettive della gestione.
Non siamo del tutto convinti su quanto detto dal Consigliere Marengo perché discendendo tutto dalla legge n. 63, la quale prevedeva l'abrogazione di questi corsi, se fosse stato automatico finanziare i presalari, nella riunione che l'Assessore ha fatto con gli operatori del settore, il problema sarebbe subito diventato di opinione pubblica, e subito sarebbe balzato sui tavoli di concertazione.
Il caso sarebbe stato subito oggetto di discussione, mentre il problema diventa tale solo oggi, in seguito ad una manifestazione pubblica davanti al Consiglio, in giornata di Consiglio: ci siamo trovati di fronte ad un fatto contingente da affrontare.
Queste sono le nostre perplessità. Diciamo che abbiamo comunque operato, trattando l'argomento nella sua specificità, senza andare in maniera retroattiva ad esaminare le responsabilità politiche. Per cui ho firmato l'ordine del giorno in appoggio all'Assessore D'Ambrosio per portare a compimento questa opera, che riteniamo positiva.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Per quanto riguarda l'ordine del giorno, il primo firmatario è stato il Consigliere Cavaliere.
E' chiaro che qualche cosa non è andata come sarebbe dovuta andare soprattutto perché molte volte sono gli uffici amministrativi che si inseriscono e danno delle sollecitazioni e delle risposte talvolta in tempi non opportuni.
Comunque per quanto riguarda le responsabilità, senz'altro, così come ha sottolineato il Capogruppo Ghiglia, mi attiverò ed in proposito riferir in Consiglio.
E' chiaro che sull'interpretazione della legge n. 63 si aprirà un contenzioso, Consigliere Marengo, perché ci sono legali che dicono una cosa e legali che ne dicono un'altra. Per quanto riguarda i pareri legali conosco le difficoltà che si incontrano, perché le ho già affrontate nella nomina dei Commissari e dei Direttori generali.
Comunque è chiaro che quella circolare non l'ho fatta a cuor leggero, e poi dovete sapere che nell'ottobre dell'anno scorso ci riunimmo negli uffici dell'Assessorato regionale all'assistenza - io, il collega Goglio e l'Assessore Migliasso del Comune di Torino, alla presenza dei responsabili delle scuole professionali - e in quella sede si disse che quello sarebbe stato l'ultimo anno in cui questo contributo avrebbe dovuto essere erogato.
Sulle circolari bisognerà vedere ed indagare. Comunque, ringrazio i colleghi che, tra le altre cose, hanno recepito quello che era il motivo della circolare. Sta di fatto che non c'era una normativa che mi poteva mettere in condizioni di non farla. Adesso, penso con l'assenso del Consiglio in toto, potremmo dare a questi ragazzi questa indennità di studio (questo presalario, come vogliamo chiamarlo), che indubbiamente non costituisce un onere eccessivo, ma che comunque per la Regione comporta una spesa di 9/9,5 miliardi.
Spero entro l'8 novembre, così come da impegni assunti, di portare in Consiglio le proposte che la Giunta, mi auguro, riesca a preparare in tempi brevissimi.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame dei singoli ordini del giorno.
Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 344, presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte appreso con vivo stupore che l'Assessore alla sanità, con una circolare del 16 u.s., ha soppresso gli assegni di studio, i contributi per i libri ed altri benefici economici agli allievi delle scuole di formazione professionale sanitaria a decorrere dall'anno formativo 1996/1997 considera pretestuosa la principale motivazione del provvedimento secondo la quale la L.R. n. 63/95, che disciplina le attività di formazione e/o orientamento professionale, ha abrogato le norme della L.R. n. 8/80 e conseguentemente annullato le disposizioni relative all'erogazione dei benefici economici a favore degli allievi, poiché finora la legge n. 63/95 non ha impedito che gli assegni di studio fossero regolarmente erogati per tutto l'anno formativo 1995/1996 e per il mese di settembre dell'anno 1996/1997 considera inoltre inaccettabile la seconda motivazione riguardante '...recenti disposizioni restrittive in materia di finanza sanitaria' rammentando che il servizio sanitario regionale continua a distinguersi negativamente da quasi tutti gli altri per le scarse risorse destinate alla formazione e all'aggiornamento professionale degli operatori sottolinea il ruolo importante che impropriamente è assegnato agli allievi durante il tirocinio del secondo e terzo anno nell'organizzazione e nel funzionamento dei servizi ospedalieri; un ruolo di sostituzione delle figure professionali i cui organici sono maggiormente carenti (ad esempio,.
infermieri professionali), particolarmente impegnativo per i turni, il lavoro notturno e festivo registra il rilevante e positivo mutamento intervenuto nella composizione dell'insieme degli allievi rispetto al recente passato (età media più elevata e la quasi totalità in possesso del diploma di scuola media superiore), che, se da un lato permette un approccio didattico più efficace, dall'altro richiede piena comprensione delle nuove esigenze formative, professionali e di reddito degli allievi, molti dei quali hanno scelto la scuola di formazione professionale sanitaria per ottenere l'assegno di studio e sul quale fanno affidamento ritiene, contrariamente all'Assessore alla sanità, che l'attività teorica e di tirocinio degli allievi debba essere pienamente riconosciuta e valorizzata, sino a considerarla - per coloro che frequentano il terzo anno una vera e propria attività da regolarsi mediante un contratto di formazione e lavoro impegna la Giunta regionale a revocare la circolare assessorile e a riprendere la regolare erogazione dell'assegno di studio, dei contributi per i libri e degli altri benefici economici per tutto l'anno formativo 1996/1997 a presentare al Consiglio regionale, entro il 31/12/1996, una proposta di adeguamento dell'assegno di studio per gli allievi del primo e del secondo anno, e di un contratto di formazione e lavoro per coloro che frequentano il terzo anno in corso".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 14 voti favorevoli e 26 astensioni.
In merito all'ordine del giorno n. 345, presentato dai Consiglieri Marengo, Manica, Riggio, Saitta e Bortolin, ha chiesto la parola la Consigliera Simonetti; ne ha facoltà.



SIMONETTI Laura

Presidente, noi chiederemmo se possiamo votare questo ordine del giorno per parti separate: da "premesso" fino ad "oggetto" e da "il Consiglio regionale" fino al termine del testo.



PRESIDENTE

I proponenti sono d'accordo.
Vi do lettura dell'ordine del giorno n. 345: "Premesso che la circolare n. 4808/59 del 16/10/1996 dell'Assessorato regionale alla sanità, avente per oggetto 'Soppressione degli assegni di studio per gli allievi delle scuole di formazione professionale sanitaria' stabilisce che 'con decorrenza immediata non possono più essere erogati gli assegni di studio, i contributi per i libri ed altri eventuali benefici economici a favore degli allievi frequentanti qualsiasi anno di corso, a decorrere dall'anno formativo 1996/1997 riferendo questa decisione alla L.R. n. 63/95 posto che: questa disposizione è stata assunta ad anno scolastico iniziato interrompe una programmazione triennale dei corsi avviati dalla Regione stessa per gli anni 1994/1995, 1995/1996 fa riferimento in modo assolutamente improprio alla L.R. n. 63/95 determina gravi conseguenze per gli studenti e per l'organizzazione stessa delle scuole in oggetto il Consiglio regionale del Piemonte impegna la Giunta regionale a ritirare immediatamente la circolare in oggetto, a completare e a finanziare adeguatamente la programmazione triennale come da artt. 17 e 18 della L.R. 63/95 e da art. 6, comma terzo, del DL n. 502/92".
Pongo in votazione la prima parte dell'ordine del giorno, dalla parola "Premesso" alle parole "in oggetto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La prima parte è respinta con 15 voti favorevoli e 25 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri).
Pongo in votazione la seconda parte dell'ordine del giorno, dalle parole "il Consiglio regionale del Piemonte" fino al termine del testo.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La seconda parte è respinta con 17 voti favorevoli e 25 astensioni.
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 346, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte preso atto della circolare dell'Assessore alla sanità del 16/10/1996 prot. n. 4808/59, nella quale veniva dichiarata la soppressione degli assegni di studio agli allievi delle scuole di formazione sanitaria considerato che in passato la Giunta regionale, valutata la necessità e l'utilità di avviare corsi professionali per operatori sanitari con inizio degli anni scolastici 1994/1995 e 1995/1996 che termineranno negli anni 1996/1997 e 1997/1998, si è resa garante della programmazione dei corsi considerato altresì che la Regione Piemonte dovrebbe garantire l'iter formativo e gli istituti precedentemente previsti impegna la Giunta regionale a rimuovere tutti gli ostacoli anche legislativi per il termine dei corsi in oggetto con le precedenti prerogative".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 26 voti favorevoli e 11 contrari (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri).
Pongo infine in votazione l'ordine del giorno n. 348, presentato dai Consiglieri Montabone, Rosso, Casoni, Cavaliere, Ghiglia, Benso, Casari e Rubatto, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte vista la circolare dell'Assessore alla sanità del 16/10/1996, prot. n.
4808/59, che, con riferimento alla L.R. n. 63/95, prendeva atto della soppressione degli assegni di studio agli allievi delle scuole di formazione professionale sanitaria considerato che in passato la Giunta regionale, valutata la necessità e l'utilità di avviare corsi professionali per operatori sanitari con inizio degli anni scolastici 1994/1995 e 1995/1996 che termineranno definitivamente negli anni 1996/1997 e 1997/1998, si è resa garante dei corsi considerato altresì che la Regione Piemonte ha tuttora interesse a garantire l'iter formativo e gli istituti precedentemente previsti impegna la Giunta regionale a presentare al Consiglio regionale per l'approvazione entro il giorno 8/11/1996, tutti gli idonei provvedimenti, anche di natura legislativa, atti a consentire l'ultimazione dei corsi di formazione professionale sanitaria per gli anni formativi 1996/1997 e 1997/1998 con caratteristiche uguali a quelle relative ai corsi precedentemente svolti".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 30 voti favorevoli e 12 contrari (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri).


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. i seguenti provvedimenti: ordine del giorno n. 347, a firma dei Consiglieri Griffini, Bertoli Suino, Manica, Saitta, Spagnuolo, Galli, Ferrero, Racchelli, Moro, Dutto Rubatto, Leo, Rossi, Casari, Burzi, Riggio, Salerno e Bortolin, relativo ai rifiuti radioattivi.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti.
Ordine del giorno n. 342, a firma dei Consiglieri Cavaliere e Ferraris relativo alla RAI.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti.
Progetto di legge n. 212: "Disposizioni in materia di piccole derivazioni di acqua pubblica".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti.
Ordine del giorno n. 343, presentato dal Gruppo di Rifondazione Comunista, relativo ai fondi non spesi dall'Assessorato alla sanità.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Non è iscritto poiché non ha raggiunto i 40 voti richiesti dal Regolamento.


Argomento:

Sull'ordine del lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Simonetti; ne ha facoltà.



SIMONETTI Laura

Chiedo un chiarimento al Presidente del Consiglio, perché sono una nuova eletta e non riesco a comprendere queste vie procedurali. Nel momento in cui una questione posta in un ordine del giorno non piace alla maggioranza e la maggioranza continua a non volere l'iscrizione di tale documento, l'ordine del giorno non verrà mai iscritto e discusso?



PRESIDENTE

Basta presentarlo per iscritto.
Per quanto concerne invece gli ordini del giorno n. 293, n. 295, n. 297 e n. 334, relativi al problema della tossicodipendenza, sono iscritti al punto 1) dell'o.d.g. della prossima seduta di Consiglio.
Comunico intanto che il Consiglio non sarà convocato martedì prossimo 5 novembre. Lo stesso giorno è convocata, alle ore 11, la Conferenza dei Capigruppo e in quella sede stabiliremo la convocazione del prossimo Consiglio.


Argomento: Immigrazione

Esame proposta di deliberazione n. 383: "Programma 1996 degli interventi a favore degli immigrati extracomunitari, di cui alla L.R. 8/11/1989, n. 64"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 383, di cui al punto 6 bis) all'o.d.g.
In Commissione hanno espresso voto favorevole i Gruppi Forza Italia Alleanza Nazionale e Lega Nord per l'indipendenza della Padania; ha espresso voto contrario il Gruppo di Rifondazione Comunista; non hanno partecipato al voto i Gruppi PDS e Patto dei Democratici.
Non essendovi interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 30 voti favorevoli e 2 contrari.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame proposta di deliberazione n. 340: "Legge 24/12/1993, n. 560. Ulteriore integrazione al piano di vendita degli alloggi di edilizia residenziale pubblica siti nelle province di Biella e Vercelli"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 340, di cui al punto 7) all'o.d.g.
In Commissione hanno espresso voto favorevole i Gruppi Forza Italia CDU, CCD, Alleanza Nazionale, Federalisti Liberal Democratici, PDS, Lega Nord per l'indipendenza della Padania, Partito Popolare e Patto dei Democratici.
Non essendovi interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 30 voti favorevoli e 2 astensioni.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame proposta di deliberazione n. 342: "Legge 24/12/1993, n. 560. Ulteriore integrazione al piano di vendita degli alloggi di edilizia residenziale pubblica siti nella provincia di Torino"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 342, di cui al punto 9) all'o.d.g.
In Commissione hanno espresso voto favorevole i Gruppi Forza Italia CDU, CCD, Alleanza Nazionale, Federalisti Liberal Democratici, PDS, Lega Nord per l'indipendenza della Padania, Partito Popolare e Patto dei Democratici.
Non essendovi interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 29 voti favorevoli e 2 astensioni.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame proposta di deliberazione n. 341: "Legge 24/12/1993, n. 560. Ulteriore integrazione al piano di vendita degli alloggi di edilizia residenziale pubblica siti nella provincia di Cuneo"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora la proposta di deliberazione n. 341, di cui al punto 8) all'o.d.g.
Non essendovi interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 30 voti favorevoli e 2 astensioni.


Argomento: Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Esame progetto di legge n. 212: "Disposizioni in materia di piccole derivazioni di acqua pubblica"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora il progetto di legge n. 212, precedentemente iscritto all'o.d.g.
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla pianificazione e gestione delle risorse idriche

Si tratta di un provvedimento volto a dare ordine al lavoro delle Province, che sono incaricate del rinnovo di queste piccole derivazioni.
C'è una scadenza generalizzata, per la stragrande maggioranza, a gennaio 1997. Occorre per tempo disporre questa legge di proroga di cinque o dieci anni, perché la proroga in molti casi è puramente formale. Quindi, poich il Consiglio non si riunisce il 5 novembre, se i colleghi vogliono discutere tale argomento, è disponibile anche il relatore Galli, il quale può intervenire eventualmente sul provvedimento. Ho spiegato solo le ragioni di una certa urgenza.



PRESIDENTE

La parola al relatore, Consigliere Galli.



GALLI Daniele, relatore

Do per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "Illustre Presidente, egregi Consiglieri, sempre più crescente è la consapevolezza dell'importanza di una corretta regolamentazione degli usi delle acque pubbliche al fine di dare attuazione, nell'ordinamento giuridico vigente, ai criteri di governo di una risorsa che ha acquistato nel contesto socio-economico del Paese, un ruolo strategico e determinante.
La recente legislazione nazionale di settore ha infatti enunciato innovativi principi di salvaguardia ed utilizzazione della risorsa idrica secondo criteri di solidarietà e di risparmio della medesima, nel rispetto del diritto delle generazioni future a fruire di un integro patrimonio ambientale.
Si pone pertanto la necessità di adattare la puntuale disciplina delle utilizzazioni alle mutate esigenze ed a tal fine, con il presente disegno di legge, si sono voluti tradurre operativamente nella disciplina dei procedimenti amministrativi concernenti le piccole derivazioni di acqua pubblica alcuni dei summenzionati principi, ponendo le condizioni per l'esercizio di un'efficace gestione delle acque pubbliche.
L'art. 1 affronta un primo problema riguardante l'imminente scadenza gennaio 1997 - della maggior parte delle utenze che hanno usufruito dal 1940 delle proroghe del termine di durata della concessione di piccola derivazione.
La legge 8/1/1952, n. 42, infatti, per ovviare alla situazione di incertezza creatasi nell'immediato dopoguerra, prorogò di quindici anni la durata delle utenze di acqua pubblica aventi per oggetto piccole derivazioni già scadute dopo il 10/6/1940 o che fossero venute a scadere entro cinque anni dalla sua entrata in vigore; con un susseguirsi di provvedimenti normativi nazionali e regionali, per ultima la L.R.
12/4/1988, n. 16, venne successivamente prorogato il termine di scadenza delle predette utilizzazioni, la quasi totalità delle quali scadrà il 31/1/1997.
Per poter consentire alle Province, alle quali sono state subdelegate dall'1/5/1995 le relative funzioni amministrative, di far fronte agli adempimenti istruttori dovuti allo scadere del predetto differimento di termini, si è accordata un'ulteriore proroga alle predette utilizzazioni non più generalizzata, bensì graduata nel tempo in considerazione dell'impatto del prelievo.
Le Amministrazioni provinciali, ancora in una fase di prima organizzazione delle strutture alle quali è demandato l'esercizio delle funzioni subdelegate, anziché affrontare la trattazione congiunta di un ingente numero di istruttorie di rinnovi di concessioni, stimate in circa duemilacinquecento, procederanno tra dieci anni agli adempimenti connessi alle derivazioni a solo uso irriguo, igienico-sanitario e per l'abbeveraggio del bestiame, la cui portata massima è inferiore a 50 litri/secondo o, in assenza di indicazione della medesima, per l'irrigazione di una superficie inferiore a 50 ettari (parametro modificato a seguito delle consultazioni che hanno avuto luogo in III Commissione) mentre tratteranno fra cinque anni i rinnovi diversi dai precedenti che per la loro maggior significatività, necessitano di una più prossima definizione.
L'art. 2 precisa le modalità della succitata proroga; in particolare è prevista la necessità di presentazione della domanda di rinnovo entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge; il termine di scadenza è stato posto in questi termini dalla Commissione al fine di perseguire la certezza di rapporti giuridici pendenti, sottoponendo ad una verifica di attualità l'interesse di coloro che sono in possesso da tempi remoti di un titolo legittimante l'uso dell'acqua, spesso risalente a fine '800 ed inizio '900.
Il beneficio della proroga trova applicazione anche per le utenze riconosciute o ancora da riconoscere ai sensi dell'art. 2, lettere a) e b) e dell'art. 3 del Testo Unico n. 1775/1933 in considerazione del fatto che le medesime sono equiparate a tutti gli effetti alle concessioni di derivazione.
Il comma quarto prevede la possibilità di estendere l'istruttoria di rinnovo ad altre concessioni, qualora vi siano ragioni di connessione funzionali con la prima che non ne consentono una trattazione disgiunta quali, ad esempio, la comunione delle opere di presa e di adduzione.
Con la disposizione dell'art. 3 si è voluto consentire ai soggetti interessati la possibilità di ottenere, su motivata richiesta provvedimenti di rinnovo di concessioni di derivazione d'acqua pubblica prima della naturale scadenza delle medesime o, in pendenza della proroga di cui all'art. 1, sottoponendosi alla disciplina nazionale e regionale vigente in materia di rinnovazione della concessione.
Tale previsione tiene in considerazione l'esigenza degli utenti di acque pubbliche di godere di un titolo giuridico che ne consenta l'utilizzazione per un lasso di tempo certo, e non di prossima scadenza, ai fini di poter accedere, in particolare per le derivazioni ad uso idroelettrico, ai finanziamenti comunitari, nazionali e regionali previsti in caso di interventi volti all'ammodernamento degli impianti.
In ottemperanza ai principi di semplificazione dell'azione amministrativa, con la previsione dell'art. 4, si è limitata la pubblicazione degli atti finali adottati dalle Province nell'esercizio delle funzioni subdelegate in materia di utilizzazioni delle acque, sul solo Bollettino Ufficiale della regione Piemonte e non anche, come previsto dal Testo Unico n. 1775/1933, sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica e sul Foglio degli Annunci Legali della Provincia, in conformità a quanto previsto per gli atti della Regione dalla L.R. 24/11/1975, n. 55.
Al fine di dotare le Autorità competenti di operativi e reali strumenti di dissuasione di azioni dannose alla salvaguardia di beni fondamentali della collettività, l'art. 5 norma la non infrequente fattispecie della sanatoria delle utenze abusive, riaffermando il principio generale sancito dall'art. 2 del Testo Unico n. 1775/1933 secondo il quale l'utilizzazione di acqua pubblica è consentita soltanto in presenza di regolare titolo.
Il summenzionato principio trova applicazione anche in pendenza del procedimento istruttorio volto al rilascio della concessione in sanatoria ad eccezione del caso in cui la derivazione illegittimamente in atto risponda a particolari ragioni di interesse pubblico generale e non vi sia un palese contrasto con acquisiti diritti di terzi.
In tali ipotesi, a seguito di una circoscritta verifica atta ad accertare i predetti presupposti, l'Amministrazione procedente all'istruttoria dell'istanza in sanatoria potrà espressamente consentire la prosecuzione del prelievo stabilendo prescrizioni e modalità che garantiscano le necessarie cautele disponendo il versamento di congrua cauzione nonché del relativo canone demaniale.
Con la disposizione dell'art. 6 si è voluto dare significatività alle sanzioni amministrative previste dal Testo Unico n. 1775/1933, attualmente consistenti nel pagamento di una somma di denaro da L. 20.000 a L.
1.000.000, con la possibilità del pagamento in misura ridotta, ai sensi dell'art. 16 della legge n. 689/81, dell'esigua somma di L. 40.000.
L'innalzamento dell'importo delle sanzioni previste per le violazioni alla disciplina dell'uso delle acque si rende necessario al fine di dare concreta attuazione ai principi di corretto e razionale uso di una risorsa considerata strategica per lo sviluppo socio-economico dalla legislazione vigente ed in particolare dalla legge n. 36/94".
E' un intervento importante e deve essere estremamente puntuale, anche perché deve mettere ordine, come ha accennato l'Assessore, alla deregulation nel campo delle acque che servono essenzialmente all'irrigazione e ad altri scopi: l'abbeveraggio delle bestie, ecc.
Nell'ambito di questo disegno di legge sono stati introdotti dei concetti estremamente validi: prima di tutto, una chiara definizione delle piccole utenze e, in secondo luogo, all'art. 2 è stata introdotta la possibilità di poter arrivare ad un esatto monitoraggio della captazione delle acque, ed è stato allo stesso tempo definito il discorso della messa in regola di tutti i fruitori che portavano avanti in maniera abbastanza fraudolenta l'utilizzo di acque pubbliche. Pertanto, mediante un procedimento di sanatoria, potranno regolarizzare la propria posizione.
Questa normativa è un atto dovuto, pertanto invito i colleghi a dare un voto favorevole.



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 28 astensioni 2 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 28 astensioni 2 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 28 astensioni 2 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 28 astensioni 2 L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 28 astensioni 2 L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 28 astensioni 2 L'art. 6 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI' 38 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Calamità naturali

Esame ordine del giorno n. 278 relativo agli eventi calamitosi del luglio 1996. Danni occorsi alle Province del Verbano Cusio Ossola e di Novara. Necessità di rivedere l'aliquota IVA relativa agli interventi di ricostruzione


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 278, a firma dei Consiglieri Gallarini, Marengo, Montabone, Ferraris, Spagnuolo, Mancuso, Casari Farassino, Rubatto, Chiezzi, Vaglio e Cavaliere, di cui al punto 11) all'o.d.g.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte preoccupato per i danni causati nelle Province del Verbano Cusio Ossola e di Novara dagli eventi calamitosi del luglio del corrente anno consapevole che tali danni hanno colpito anche investimenti fatti in previsione della stagione turistica e che, pertanto, al danno alle opere si aggiunge il mancato guadagno ritenuto necessario intervenire efficacemente al fine di non pregiudicare in maniera irreparabile, le condizioni economiche delle zone danneggiate richiede al Governo di prevedere, in aggiunta alle misure di sostegno finanziario già avviate l'applicazione dell'aliquota IVA nella misura del 4% per tutti gli interventi di ripristino e ricostruzione realizzati nelle zone colpite dagli eventi calamitosi del luglio 1996".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati - Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Esame ordini del giorno n. 294 e n. 239 relativi all'eccessivo peso degli zainetti degli studenti


PRESIDENTE

Passiamo all'esame degli ordini del giorno n. 294, a firma dei Consiglieri Ghiglia, Casoni, Griffini, Minervini, Salerno e Mancuso, e n.
239, a firma dei Consiglieri Rosso, Dutto e Bellingeri, relativi all'eccessivo peso degli zainetti degli studenti, di cui al punto 13) all'o.d.g.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione l'ordine del giorno n. 294, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte visto che con l'inizio del nuovo anno scolastico non si sono registrati, ad oggi, significativi cambiamenti a livello di disposizioni operative delle competenti autorità scolastiche riguardo all'ormai annoso problema dell'eccessivo peso degli zainetti degli studenti considerato che nei mesi scorsi l'Assessorato regionale alla sanità ha prodotto uno studio specifico sulla materia, inviato all'allora Ministro della Pubblica Istruzione, dottor Lombardi, e a tutti i Provveditori agli Studi del Piemonte, da cui si evince con chiarezza ed ampia documentazione scientifica il rischio di danni anche rilevanti per la salute dei bambini e dei ragazzi, costretti a portare da casa a scuola e viceversa zaini di peso eccessivo, come ampiamente riportato dagli organi di stampa nazionali e locali registrate altre iniziative sviluppatesi un po' ovunque negli ultimi tempi che in vari modi hanno ripreso la tematica così prodotta impegna il Governo nazionale e, in particolar modo, il Ministro della Pubblica Istruzione Luigi Berlinguer, nonché i Provveditori agli Studi della Regione Piemonte, ad adottare tutti quei provvedimenti possibili, di diversa natura, tali da scongiurare pericoli per la salute degli studenti".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 21 voti favorevoli e 11 astensioni.
Pongo ora in votazione l'ordine del giorno n. 239, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerato che l'attuale strutturazione del sistema scolastico (articolazione degli orari di lezione con scarso tempo dedicato all'attività motoria, peso dei supporti didattici - libri, quaderni, ecc.
che gli alunni devono quotidianamente trasportare), può provocare danni alla colonna vertebrale e al complesso muscolare ed articolare nel periodo di età compreso fra i sei e i quattordici anni, periodo nel quale l'accrescimento psico-fisico è più incisivo accertato che esperti in campo medico e scientifico hanno chiaramente sostenuto che un carico improprio gravante su un soggetto in età evolutiva e congenitamente predisposto può rappresentare causa scatenante al manifestarsi di una deformità scoliotica ingravescente e che risulta evidente l'efficacia di un'azione preventiva di individuazione precoce delle deformità scheletriche al fine di intervenire, tempestivamente, con opportuni provvedimenti per correggere ed arrestarne l'evoluzione ritenuto che tra le misure di azione preventiva e quale primo intervento, a salvaguardia dell'igiene e della salute dei ragazzi in età scolare, possa efficacemente rientrare il contenimento del peso degli zaini o delle cartelle scolastiche considerato che pur non esistendo un peso ideale per lo zaino o la cartella scolastica, lo stesso dovrebbe essere contenuto 15% del peso corporeo dello scolaro, come attestato da esperti medico-scientifici ritenuto pertanto di dover adottare tale criterio di massima per la salvaguardia dell'igiene e della salute dei ragazzi e delle ragazze in età scolare tutto ciò premesso invita i Sindaci piemontesi ad emanare ordinanze con le quali dispongono che: a) per la tutela della salute dei ragazzi e delle ragazze frequentanti le scuole elementari e medie e per la prevenzione dei danni alla colonna vertebrale, il peso degli zaini scolastici e delle cartelle non dovrà superare quello del 15% del peso corporeo individuale b) gli insegnanti dovranno organizzarsi, concordando unitariamente affinché sia data attuazione al disposto di cui sopra".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 23 voti favorevoli e 12 astensioni.


Argomento: Trasporti su ferro

Esame ordine del giorno n. 245 relativo al progetto di sistemazione della Ferrovia SATTI nella tratta Torino-Ceres (connesse interrogazioni n. 382 e n. 732 sullo stesso argomento) - (rinvio)


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 245, presentato dai Consiglieri Cavaliere e Montabone, di cui al punto 14) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Bertoli.



BERTOLI Gian Pietro

Sono d'accordo a rinviare per discuterne.


Argomento: Varie

Esame ordine del giorno n. 306 relativo alla festa per l'autodeterminazione dei popoli della Padania. Perquisizioni nelle sedi del Movimento


PRESIDENTE

Passiamo pertanto all'esame dell'ordine del giorno n. 306, presentato dai Consiglieri Rosso, Farassino, Dutto e Bellingeri, di cui al punto 15) all'o.d.g.
Non essendovi interventi, pongo in votazione tale ordine del giorno, il testo recita: "Premesso che: nei giorni 13, 14 e 15 settembre 1996 si è svolta la 'Festa per l'autodeterminazione dei popoli della Padania' organizzata dalla Lega Nord a seguito di tali manifestazioni civili, democratiche e composte che hanno coinvolto più di un milione di cittadini, lo Stato italiano con fare repressivo ed antidemocratico, da regime di polizia, ha effettuato, addì 18 settembre 1996, perquisizioni a tappeto nelle sedi del Movimento che noi abbiamo l'onore di rappresentare in queste azioni è da ravvisare un atteggiamento provocatorio ed intimidatorio degno della peggiore tradizione fascista, lesivo della libertà di associazione nei confronti di parlamentari e militanti leghisti e di cittadini che palesemente manifestano la loro volontà di non condividere leggi vessatorie, inique e liberticide dello Stato italiano.
Constatato che: tale determinazione non è mai stata messa in atto nemmeno nei confronti della criminalità organizzata che ha sostituito lo Stato di diritto in quattro regioni del sud Italia.
Tutto ciò premesso, il Consiglio regionale impegna il Presidente e la Giunta regionale ad esprimere avanti al Governo italiano la più viva e profonda condanna di quegli atti polizieschi che hanno violato i più elementari principi democratici e i diritti stessi dell'uomo".
La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

Grazie, Presidente. Noi abbiamo presentato tale ordine del giorno a seguito delle perquisizioni avvenute nella sede federale della Lega Nord a Milano in Via Bellerio. Perquisizioni che noi consideriamo come un atteggiamento provocatorio ed intimidatorio nei confronti della Lega, in quanto è stato perquisito l'ufficio di un parlamentare senza autorizzazione e sono state picchiate delle persone in maniera molto dura. Chi ha visto le immagini ha potuto vedere che l'ex Ministro degli Interni, Maroni, è stato picchiato, ancora quando era a terra, con ginocchiate al volto. Ebbene molti dicono che è la Lega a volersene infischiare della Costituzione, in questo caso mi sembra che siano state le forze dell'ordine che, malmenando i nostri parlamentari, non hanno fatto fare sicuramente una bella figura alla polizia italiana. Quindi noi vogliamo impegnare il Presidente della Giunta regionale ad esprimere davanti al Governo italiano la più viva e profonda condanna di questi atti polizieschi, che hanno effettivamente violato i principi democratici più elementari.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione l'ordine del giorno di cui ho dato testé lettura.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 3 voti favorevoli e 14 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 10 Consiglieri).


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Esame ordine del giorno n. 229 relativo al Servizio di emergenza sanitaria 118 (rinvio in Commissione)


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 229 presentato dai Consiglieri Casari, Cotto, Ghiglia, Burzi, Deorsola, Montabone e Rossi, di cui al punto 16) all'o.d.g.
La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Signor Presidente, intervengo per dichiarare la nostra non partecipazione al voto di questo ordine del giorno, perché riteniamo inopportuno e demagogico presentare in Consiglio regionale un argomento del genere, con le richieste contenute nei sei punti dell'ordine del giorno stesso. E' una materia che è necessario ed indispensabile discutere con tutta tranquillità all'interno degli organi che il Consiglio regionale ha ad esempio le Commissioni, con l'opportunità e la possibilità di discuterne ampiamente, di sentire ad esempio i diretti responsabili del Servizio di emergenza della nostra Regione, il parere dell'Assessore, l'impegno della Giunta in questa direzione e addivenire ad una conclusione. Anche per quanto riguarda i corsi per infermieri professionali, ricordiamo alla Giunta e al Consiglio che esiste la Commissione competente, organo che pu ascoltare, discutere e supportare nelle decisioni la Giunta e pu consentire al Consiglio regionale stesso una discussione più serena e proficua su questi argomenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Credo che l'intervento della collega Bortolin sia estremamente significativo rispetto ad un problema come quello del soccorso tramite 118.
Condivido il fatto che andrebbe approfondito.
Per quanto mi riguarda sono disponibile, se i colleghi che hanno firmato con me questo ordine del giorno lo sono, a ritirarlo, a patto che ci sia l'impegno di una discussione globale del Servizio in Commissione che permetta delle conoscenze maggiori agli stessi firmatari di questo ordine del giorno e altresì ci sia l'impegno a discutere in aula un tema che è di estrema importanza per il soccorso nella nostra regione. Credo che non si possa "liquidare" l'importanza dello stesso ordine del giorno con una votazione, fatta a quest'ora e in queste condizioni in aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pier Luigi

Pur essendo favorevole a questo ordine del giorno chiedo anch'io che venga portato in Commissione per una discussione più tranquilla, anche più opportuna, sui problemi del Servizio di emergenza 118. Oltretutto in Commissione si sta discutendo il Piano sanitario regionale, che potrebbe essere un'occasione per discutere anche questo ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Chiedo ai colleghi che hanno presentato l'ordine del giorno di ritirarlo, poiché si tratta di un documento che propone interventi di sostanza e di dettaglio sull'organizzazione dei servizi di emergenza.
Quindi proporrei una discussione, così come ha detto la collega Bortolin più approfondita della materia nelle sedi opportune che sono quelle della IV Commissione e del Consiglio.
Debbo precisare che il Piemonte, con tutte le carenze che ancora ci sono, ha la migliore emergenza d'Italia; questo è stato riconosciuto in sede romana.



PRESIDENTE

Allora rinviamo la discussione dell'argomento alla Commissione competente.


Argomento: Varie

Esame ordine del giorno n. 311 relativo all'apertura di una casa da gioco nella città di Acqui Terme


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 311, presentato dai Consiglieri Rosso, Farassino, Dutto e Bellingeri, di cui al punto 19) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Rosso per l'illustrazione.



ROSSO Roberto

La casa da gioco ad Acqui Terme ha già avuto il consenso sia del Comune di Acqui Terme che della Provincia di Alessandria ed è in questo momento all'esame del Parlamento.
Volevamo, con questo ordine del giorno, dare anche noi come Consiglio regionale il nostro consenso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Foco.



FOCO Andrea

Presidente, non so se c'è la sufficiente attenzione da parte del Consiglio su questo argomento. Siccome abbiamo già avuto dei pronunciamenti positivi, che io condivido, sia da parte del Consiglio comunale di Acqui Terme sia da parte della Provincia di Alessandria, chiederei un'attenzione anche da parte del Consiglio regionale. Con queste parole non voglio affermare che gli ordini del giorno di questo tipo devono per forza avere l'appoggio incondizionato di tutto il Consiglio regionale, però essendo stati approvati da livelli istituzionali democratici, chiederei un minimo di verifica. Sarebbe grave se, senza un'approfondita discussione, si rischiasse di non approvarli. Sarebbe un'indicazione negativa nei confronti dei due organismi che si sono espressi.
Sono d'accordo di passare alla votazione, richiamando, però, una maggiore attenzione da parte del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Griffini.



GRIFFINI Massimo

Volevo ricordare che già tre anni fa l'on. Martinat aveva fatto una proposta di legge per la casa da gioco ad Acqui Terme e sull'argomento si erano svolti svariati convegni. Perciò noi siamo favorevoli alla creazione di questa casa da gioco.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Non sono contrario all'approvazione di questo ordine del giorno, per approvarlo però vorrei delle ulteriori informazioni.
Vorrei sapere - e non so a chi chiederlo - se per esempio altre località abbiano fatto richiesta per avere una casa da gioco, se ci cono altre case da gioco in Piemonte; non si fa una proposta - non so se chiamarla di tipo turistico, ricettivo, economico - senza tenere conto di un piano generale nella nostra Regione.
Dico questo perché ci troviamo, ancora una volta, di fronte ad un ordine del giorno che per chi conosce bene la zona ha un'importanza rilevante, che però, se approvato, potrebbe mettere in difficoltà altre richieste di case da gioco che sono sul tavolo.
Quindi chiederei che venisse fatta un'indagine su altre località che hanno avanzato la stessa richiesta.



PRESIDENTE

Stresa.



MONTABONE Renato

Voi sapete che le autorizzazioni per le case da gioco non vengono date per ogni Regione in un numero rilevante, quindi sarebbe opportuno che se il Consiglio regionale vuol fare un discorso, non territorialmente limitato tenesse in considerazione tutto quello che c'è sul tavolo in merito a questo argomento.



PRESIDENTE

la parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Prima ancora di pronunciarmi sull'ordine del giorno n. 311, volevo ricordare brevemente la difficilissima situazione economica, produttiva ed occupazionale di Acqui Terme e zone limitrofe.
In questo contesto economico, occupazionale e produttivo, con l'importante settore termale in gravissima decadenza, anche per ricettibilità alberghiera, nonostante l'enorme potenzialità terapeutica e curativa, garantita da un ottimo fango (uno dei migliori d'Europa), la città termale, con la zona turistica e collinare, sono in profonda crisi anche per la mancanza dei trasporti ferroviari e dei collegamenti autostradali. In questa ottica, nel senso di un miglioramento e di un potenziamento delle terme, del termalismo e del turismo di Acqui, istituire una casa da gioco per fini esclusivamente di sviluppo economico, sociale della città, pur con tutte le contraddizioni e le preoccupazioni relative anche all'ordine pubblico, potrebbe essere una parziale e positiva soluzione, purché gli introiti vengano utilizzati in questo senso.
Però sono altre le soluzioni positive per la città. Sono il potenziamento vero dello sviluppo degli impianti termali, sono l'applicazione delle obiettivi CEE (2B e 5B), l'agriturismo per i paesi collinari e della Comunità montana della Valle Erro.
Bisogna quindi che la Regione Piemonte governi le realtà produttive ed occupazionali del Piemonte, privilegi le potenzialità come le terme e il termalismo di Acqui.
In conclusione, ritengo che l'apertura di una casa da gioco, pur con le contraddizioni che dicevo, va visto in un contesto più approfondito.
Ritengo che la Giunta si dovrebbe far carico per discuterne, per non arrivare ad una votazione che potrebbe essere anche prematura considerato il grande discorso di sviluppo delle terme di Acqui.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Io vorrei levare una voce contro le case da gioco in genere. Sono contrario alle lotterie, alle bische, perché credo che non ci siano solo degli aspetti positivi. Non voglio sollevare una questione contro la zona di Acqui Terme, il mio è un discorso generale sulle case da gioco.
Le case da gioco sono dei luoghi dove le persone vanno ad immaginare una speranza fondata sulla scommessa, sulla moltiplicazione della scommessa, sul fatto che si possa entrare con diecimila lire e uscire miliardari.
Non mi scandalizzo sul fatto che esistano, mi scandalizzo sul fatto che un consesso politico immagini lo sviluppo di una zona, dal punto di vista economico, occupazionale ed anche culturale, sulla base dell'apertura di una casa da gioco, che - ripeto - ha anche delle implicazioni negative perché attorno a queste speranze vi sono anche degli aspetti non positivi.
(ricordo i personaggi del gatto e la volpe nella storia di Pinocchio).
Bisognerebbe analizzare, ma questo è già stato fatto, tutti gli aspetti deteriori, attorno all'economia della zona, che porta una casa da gioco.
Pongo solo una mia obiezione di principio contraria in genere alle case da gioco, perché non credo che si debbano immaginare gli sviluppi economici di una zona attorno ad ipotesi del genere.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Ho sentito una richiesta di approfondimento da parte del collega Montabone. Qualora il Consiglio fosse d'accordo, personalmente sarei anche favorevole, perché una decisione di questo tipo merita di essere approfondita, anche in relazione alle interferenze che ci potrebbero essere con altri Comuni.
Personalmente, come Gruppo, non siamo portatori di questo khomeinismo verde - se il collega Cavaliere me lo permette - perché in tutto il mondo c'è questo tipo di realtà. Credo che non dobbiamo stupircene, attiene alla libertà organizzativa che le persone adulte intendono avere.
Credo anche che questo rappresenti una realtà di carattere economico che deve essere vagliata ed approfondita, ma rispetto alla quale queste questioni di principio non ci appartengono, ed è proprio soltanto su questo aspetto che, come Gruppo, abbiamo voluto esprimerci.



PRESIDENTE

Consigliere Rosso, vuole accedere all'invito di rinviare in Commissione l'ordine del giorno?



ROSSO Roberto

Presidente, il problema è che siccome al Parlamento è in discussione una legge per l'istituzione di nuove case da gioco, non vorrei che - com'è capitato in altri casi su altre materie - il rinvio in Commissione e il discuterne vada oltre ed Acqui Terme perda la possibilità di avere una casa da gioco.
Abbiamo una deliberazione del Consiglio comunale di Acqui e della Provincia di Alessandria. Pensavo che anche il Consiglio regionale potesse interessarsi in proposito.
Tra l'altro, Consigliere Cavaliere, l'economia di Acqui Terme evidentemente non si baserebbe solo sulla casa da gioco, è un aiuto, perch la città offre anche altre cose.
Quindi, proporrei di votare, perché è giusto che ci sia questa segnalazione di Acqui, e non vorrei che perdesse il cosiddetto treno.



PRESIDENTE

Pongo quindi in votazione l'ordine del giorno n. 311, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte premesso che sono all'esame del Parlamento disposizioni di legge che hanno lo scopo di istituire una disciplina legislativa in materia di apertura di case da gioco considerato che la città di Acqui Terme (AL) da analisi socio-economiche viene individuata come in grado di soddisfare i bisogni relativi al trasporto, soggiorno e svago derivanti dall'apertura di un'eventuale casa da gioco e che, in tal senso, si sono espressi anche gli organismi regionali di programmazione vista la richiesta, inviata al Consiglio comunale di Acqui Terme al Consiglio provinciale di Alessandria, nella quale si chiese che la Provincia di Alessandria facesse propria l'intenzione di segnalare la città di Acqui Terme come sede di eventuale casa da gioco, ed alla quale si allegò copia del proprio provvedimento assunto con deliberazione del Consiglio comunale n. 39 del 4/7/1995, avente ad oggetto: 'Presa d'atto della relazione della Commissione consiliare nominata con provvedimento C.C. n. 1/95 circa l'opportunità di aprire una casa da gioco ad Acqui Terme ed assunzioni conseguenti di determinazioni' la deliberazione n. 73 del 6/11/1995 del Consiglio provinciale di Alessandria, con la quale la Provincia di Alessandria si è pronunciata favorevolmente sull'opportunità che il Comune di Acqui Terme sia individuato quale sede di una casa da gioco per la Regione Piemonte e si è impegnata a concordare con l'Amministrazione comunale di Acqui Terme ogni utile iniziativa a supporto della proposta, ciò anche facendo seguito a quanto convenuto con la Regione Piemonte.
Tutto ciò premesso impegna il Presidente della Giunta regionale e la Giunta regionale a porre in essere e adottare, sollecitamente, tutti quei provvedimenti utili e necessari affinché la cita di Acqui Terme divenga una località sede di casa da gioco".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 23 voti favorevoli e 10 astensioni.


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Esame ordine del giorno n. 307 relativo alla legge finanziaria 1997 - Tagli consistenti dei trasferimenti pubblici alle Regioni


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 307, presentato dai Consiglieri Rosso, Farassino, Dutto e Bellingeri, di cui al punto 20) all'o.d.g.
Non essendovi interventi, pongo in votazione l'ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte premesso che: la legge finanziaria 1997 allo studio del Governo Prodi prevede tagli consistenti dei trasferimenti pubblici alle Regioni il cosiddetto 'federalismo fiscale' proposto si sostanzia essenzialmente per le Regioni, in un'addizionale IRPEF dell'1% e per l'introduzione dell'IPAR o IREP (il nome definitivo è ancora incerto), imposta destinata ad assorbire: tassa della salute, ICIAP e contributi sanitari il Piemonte, nonostante la grave crisi economica in atto, occupa la seconda posizione nella 'speciale' classifica nazionale delle Regioni produttrici di gettito fiscale i trasferimenti pubblici alla nostra Regione si caratterizzano per un sostanziale e congruo squilibrio negativo a fronte delle imposte versate dai piemontesi nelle casse dello Stato impegna il Presidente della Giunta regionale del Piemonte ad attivarsi nei confronti del Governo, affinché la legge finanziaria per l'anno 1997 non comporti per la nostra Regione, già ampiamente penalizzata, un'ulteriore riduzione delle risorse finanziarie disponibili allo sviluppo economico occupazionale, in favore di politiche nazionali assistenzialiste improduttive e demagogiche".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 18 voti favorevoli (non hanno partecipato alla votazione 8 Consiglieri). Quindi, la votazione non è valida per mancanza del numero legale.


Argomento: Petizioni - Sanita': argomenti non sopra specificati

Presa d'atto della petizione popolare: "Trasferimento a Strambino del Laboratorio di Sanità Pubblica"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 22) all'o.d.g. che si riferisce alla petizione popolare: "Trasferimento a Strambino del Laboratorio di Sanità Pubblica".
Leggo la lettera che ho ricevuto dal Presidente della IV Commissione Grasso: "Illustre Presidente, le comunico che la IV Commissione in data 2/10/1996, alla presenza dell'Assessore D'Ambrosio, ha effettuato l'audizione del signor Garetto, Sindaco di Strambino e primo firmatario della petizione all'oggetto.
La IV Commissione ha preso atto della richiesta avanzata dal signor Garetto, nel corso dell'audizione, affinché la Regione Piemonte si attivi nel più breve tempo possibile, a favorire l'avvio dei lavori di sistemazione dell'area dell'ex Manifattura di Strambino per la ricollocazione del Laboratorio di Sanità pubblica.
Ha preso atto altresì dell'informazione fornita dall'Assessore D'Ambrosio in ordine all'incontro fissato, a tempi brevi, tra l'Assessore regionale alla sanità, l'Assessore regionale all'ambiente ed il Direttore dell'ARPA per definire la diversa allocazione del Laboratorio di Sanità pubblica in questione, tenuto conto che i locali un tempo adibiti a tale uso saranno utilizzati dalla Casa protetta 'Saudino'".
Dobbiamo pertanto procedere alla presa d'atto di questa petizione popolare.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio prende atto all'unanimità dei 27 Consiglieri presenti.


Argomento: Petizioni - Psichiatria

Presa d'atto della petizione popolare: "Realizzazione di moderne e diversificate strutture per la cura ed il recupero dei malati mentali nonché sostegni alle famiglie accudenti"


PRESIDENTE

Passiamo infine al punto 21) all'o.d.g. relativo alla petizione popolare: "Realizzazione di moderne e diversificate strutture per la cura ed il recupero dei malati mentali, nonché sostegni alle famiglie accudenti".
Leggo la lettera pervenutami: "Illustre Presidente, le comunico che la IV Commissione ha ascoltato l'illustrazione del primo firmatario della petizione popolare all'oggetto 'Realizzazione di moderne e diversificate strutture per la cura ed il recupero dei malati mentali, nonché sostegni alle famiglie accudenti'.
Quindi, ha deciso di rinviare l'esame della petizione al momento della presentazione del documento propositivo finale del gruppo di lavoro assessorile sulla psichiatria, che è di prossima elaborazione".
Il Consiglio ne prende atto.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellan ze, mozioni e ordini del giorno pervenuti all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle 18,15)



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