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Dettaglio seduta n.85 del 29/10/96 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO


Argomento: Varie

Sull'ordine dei lavori, in particolare in merito alla contestualità delle sedute di Consiglio con altri tipi di riunione


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Ho chiesto la parola poiché sono venuto a sapere - non so se la notizia corrisponda a verità - che è in atto una riunione degli Stati Generali convocata dal Presidente Picchioni.
Il Presidente del Consiglio non è presente in aula; sono le ore 10,20: la seduta inizia con grave ritardo - noi siamo stati puntuali - senza la presenza del Presidente, che ha convocato in orario di Consiglio regionale una seduta degli Stati Generali - così mi è stato detto nei corridoi perché le cose, qui, si vengono a sapere solo nei corridoi da Berlusconi in avanti.
Esprimo contrarietà a questo modo di procedere: riunioni degli Stati Generali in orario di Consiglio, assenza del Presidente, disinformazione dei Consiglieri, inizio dei lavori con tre quarti d'ora di ritardo.
Chiedo un chiarimento; non siamo disponibili, come Gruppo, a discutere le nostre interpellanze in questa situazione; aspettiamo l'arrivo del Presidente del Consiglio e sue spiegazioni.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, l'inizio della discussione delle interrogazioni e delle interpellanze è avvenuto nel momento in cui si è raggiunto il numero legale; diversamente, la seduta non poteva avere corso.
Relativamente alla domanda posta, non sono in grado di rispondere: vedrò di assumere informazioni in merito. Ritengo che la sua richiesta non suoni come una diminutio nei confronti dell'attuale Presidente della seduta, che è comunque Presidente vicario.



CHIEZZI Giuseppe

Io chiedo se è in corso una riunione degli Stati Generali!



PRESIDENTE

Le ricordo che sono titolato ad iniziare la seduta; sull'altra richiesta - ripeto - non sono in grado di rispondere. Vedrò di assumere informazioni, ma questo non impedisce l'inizio dei lavori del Consiglio.



(Interruzioni)



PRESIDENTE

Mi hanno informato che il Presidente Picchioni è impegnato in una riunione tecnica degli Stati Generali, con i funzionari: si tratta di una riunione di coordinamento con i funzionari, resasi necessaria stamani.
Questo - ripeto - non impedisce l'inizio dei nostri lavori. Non si tratta né di riunione di direttivo né di altro, ma di riunione del Comitato culturale, che normalmente presiede il Presidente e che non trova la presenza di altri membri del Consiglio. E' il Presidente Picchioni che ha ritenuto di convocare questa riunione, che purtroppo prosegue oltre il termine previsto.
La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Grazie, Presidente. Credo che la questione dei frequentanti i corsi professionali per infermieri, che ci vede interessati dalla manifestazione in atto sotto le nostre finestre, non sia una delle consueta manifestazioni che - come dire? - dobbiamo subire, ma sia la spia di un problema molto importante, che va affrontato subito.
Avendo letto sui giornali le determinazioni della Giunta, crediamo opportuno un chiarimento immediato con l'Assessore, in modo che venga approfondita la questione e si decida come affrontarla.
L'implicazione non è solo in ordine ad un'interpretazione legislativa abbiamo, nel contesto della disoccupazione della nostra Regione, uno strumento abbastanza valido: un presalario, anche se minimo, un'occupazione fattiva, possibilità di sbocco occupazionale. Se proprio occorre tagliare da qualche parte, quella dei corsi professionali penso sia la via meno opportuna nel contesto dei problemi della nostra Regione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Mi associo alla richiesta del Consigliere Cavaliere di avere eventualmente come Capigruppo e con l'Assessore, un incontro con una delegazione dei manifestanti.
Rispetto alla questione posta dal Consigliere Chiezzi, credo occorra mettere in evidenza una questione di ordine generale. Non credo assolutamente che la richiesta debba suonare come non opportunità della sua Presidenza - per carità.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliera.



SPAGNUOLO Carla

Credo sia stato posto un altro problema, di ordine generale: si è sempre detto che il Consiglio deve essere l'unica riunione convocata e che quindi non ci devono essere sovrapposizioni con altri tipi di riunioni: penso sia questo il senso dell'intervento del collega. Io stessa, nel passato, alla riunione dei Capigruppo, anzi, nel corso di una riunione di Consiglio, avevo posto questo tipo di problema: è una questione di carattere generale, di regola dei nostri lavori.



PRESIDENTE

Mi pare sia un'indicazione dello stesso Presidente del Consiglio Picchioni e dell'Ufficio di Presidenza, ribadita varie volte in sede di riunione con i Presidenti di Commissione quella secondo la quale non devono essere convocate riunioni in concomitanza con i lavori del Consiglio.
Mi è stato comunicato che la riunione degli Stati Generali si sta protraendo oltre il termine previsto. Il Presidente Picchioni, nella sua autonomia, deciderà il da farsi.
In ogni caso, comunque, sono d'accordo con le vostre osservazioni; il fatto di oggi non implica assolutamente variazioni all'impostazione generale di non convocare altre riunioni durante i lavori del Consiglio regionale.
La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Ne approfitto per riallacciarmi a quanto hanno detto il collega Chiezzi e la collega Spagnuolo: anche se le giustificazioni ci sono, quando c'è Consiglio sarebbe bene che non vi fossero altre riunioni. Inviterei tutti i Consiglieri e tutti i Capigruppo a farsi parte attiva perché anche le manifestazioni, possibilmente, non vengano fatte nel giorno del Consiglio perché indubbiamente non riusciamo a svolgere regolarmente il nostro lavoro. Nei limiti del possibile si può fare, perché una rappresentanza degli allievi delle scuole professionali può essere ricevuta in qualsiasi momento. La manifestazione la possono fare quando vogliono. E' auspicabile che si arrivi a questo tipo di comportamento.



PRESIDENTE

Assessore, non per interromperla, ma generalmente le manifestazioni sono spontanee, organizzate dagli interessati.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

No, sono manifestazioni organizzate 10 giorni prima, non sono spontanee. Proprio per lo stesso motivo per cui giustamente i Consiglieri Chiezzi e Spagnuolo facevano riferimento al fatto che i lavori del Consiglio non possono proseguire quando ci sono riunioni in concomitanza sarebbe auspicabile che anche per questi avvenimenti ci fossero delle regole, non dico altro.



PRESIDENTE

Assessore, anch'io lo auspicherei. I manifestanti sono a conoscenza che c'è seduta di Consiglio, quindi è occasione per fare anche notizia.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Per quanto riguarda la manifestazione di questa mattina vi debbo anzitutto dire che distinguo la mia posizione di politico da quella di Assessore.
So benissimo qual è la situazione economica del Piemonte, so benissimo che per 1.650 giovani, allievi delle scuole infermieristiche, il loro indennizzo, che varia dalle 220 mila lire alle 560 mila lire dell'ultimo anno, non è un granché, ma comunque sempre utilissimo anche perché in certo qual modo hanno programmato la loro esistenza immediata; mi sono trovato però, nell'assoluta impossibilità di fare diversamente.
In data 16/10/1996 ho comunicato ai Commissari delle Aziende Sanitarie Regionali, al Direttore generale dell'Azienda S. Giovanni Battista di Torino, ai Responsabili delle unità operative "Organizzazione e sviluppo delle risorse umane", ai Direttori delle scuole, all'Assessore ai servizi sociali - Rapporti con Aziende sanitarie del comune di Torino, dott.ssa Migliasso, all'Assessore all'istruzione del Comune di Novara, alla delegata FIDAS e al Presidente dell'Ordine Mauriziano che per l'anno scolastico 1996/1997 venivano soppressi gli assegni di studio agli allievi delle scuole di formazione professionale sanitaria; circa 1.650 persone, come vi dicevo. Questo perché mi trovavo in assenza assoluta di normativa, perch la L.R. n. 63 del 13/4/1995, ultima legge approvata dal Consiglio regionale nella precedente legislatura, all'art. 31 sopprimeva le LL.RR. n. 8/80, n.
49/80 e n. 10/88. All'art. 21 della L.R. n. 8/80 si istituiva l'erogazione di una speciale indennità di tirocinio.
In assenza di normativa regionale e statale non si poteva fare diversamente, anche perché partendo i diplomi universitari con quest'anno noi ci verremmo a trovare in una situazione di disparità di trattamento tra i giovani che si iscrivono al diploma universitario che debbono pagare le tasse e non hanno ovviamente nessun indennizzo ed i giovani che si iscrivono alle scuole professionali.
Inoltre la stessa Finanziaria ci mette in condizioni di non poter elargire i 12 miliardi e 200 milioni, perché l'importo totale è 6 miliardi e 100 milioni per quest'anno e 6 miliardi e 300 milioni per il 1997/1998.
E' chiaro che si è disponibili e c'è la possibilità di addivenire a qualche soluzione; inizialmente avevo pensato a borse di studio per bisognosi e meritevoli, però questo è riduttivo. C'è la possibilità di discuterne anche in Consiglio e vedere, a livello di Aziende USL, che cosa si può fare visto che tra le altre cose questi giovani, in effetti, lavorano nell'azienda in cui fanno anche apprendistato dal punto di vista teorico.
Questa è la situazione.



PRESIDENTE

Mi sto chiedendo se convenga, in questa fase, avuta l'informazione, non aprire la discussione in Consiglio, ma ricevere una delegazione. A questo punto, se siete d'accordo, essendo stata richiesta, mi pare dal Consigliere Cavaliere, una presenza dei Capigruppo a questo incontro e conoscendo anche la consistenza numerica di qualche gruppo, per dare la possibilità di poter seguire questo incontro, sospenderei temporaneamente i lavori del Consiglio. Ovviamente se i Capigruppo concordano.
La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Signor Presidente, concordo e propongo all'Assessore e al Presidente se dopo l'o.d.g. del Consiglio odierno si può comunque trattare la questione in Consiglio.



PRESIDENTE

Basta la presentazione di un ordine del giorno, che viene iscritto e quindi discusso.
Addirittura ce n'è già uno presentato.
La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Non sono assolutamente d'accordo su questo modo di procedere.
Sono d'accordo sul fatto che debba essere ricevuta una delegazione sono d'accordo sulla sospensione del Consiglio, non sono d'accordo sullo stravolgimento dell'o.d.g. dei nostri lavori in base a tutti gli accadimenti che avvengono; l'o.d.g. dei lavori è stato concordato alla Conferenza dei Capigruppo. Quindi se vogliamo discutere di questa questione oggi io chiedo che vengano riuniti i Capigruppo, che decidano come procedere sull'o.d.g. dei lavori, perché non credo che i nostri lavori debbano essere esclusivamente dettati da influenze e accadimenti esterni altrimenti non ha più senso fissare un o.d.g.



PRESIDENTE

Sono stato probabilmente frainteso quando ho detto che la possibilità di discussione avviene attraverso il meccanismo della presentazione di un ordine del giorno. L'iscrizione all'o.d.g. deve essere votata dal Consiglio con 40 voti favorevoli e successivamente il Consiglio nella sua autonomia può decidere se discuterlo o meno. Chiedo scusa se ogni tanto do per scontate alcune norme che sono quelle che regolano il nostro Consiglio. Do per scontato il rispetto di queste norme e non il superamento. D'altronde ho già da iscrivere degli ordini del giorno, tra i quali uno mi pare che riguardi questo problema.
Se siamo tutti d'accordo possiamo accogliere una delegazione.
I Capigruppo sono pregati di accomodarsi nella sala della III Commissione.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10,35 riprende alle ore 12,20)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta riprende.
In merito al punto 5) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Farassino, Ghigo Masaracchio, Peano e Vaglio.


Argomento:

b) Visita ufficiale presso il Consiglio regionale del Prefetto di Torino dottor Stelo


PRESIDENTE

Voglio ricordare che stamane il Prefetto di Torino - designato ad altro incarico - si è recato qui per rendere omaggio all'assemblea e per rivolgere un saluto, non solamente formale, ma un saluto affettuoso nei confronti di questa terra e di stima nei confronti degli amministratori.
Purtroppo non c'è stata la possibilità di poterlo ospitare in aula, vista la concomitanza della Conferenza dei Capigruppo. Gli rivolgiamo il nostro pensiero di stima e di rimpianto; è entrato in possesso della sua carica in concomitanza con i problemi del quartiere S. Salvario, ma egli si è contraddistinto proprio per aver assunto una posizione non solamente formale e burocratica, entrando nel vivo dei problemi delle situazioni torinesi e piemontesi.
Voglio solamente ricordare quanto il Prefetto Stelo ha fatto affinch la Conferenza intergovernativa del 29 marzo riuscisse nei migliore dei modi. Anche per questo credo che la nostra città abbia assunto, nell'ambito internazionale, una stima, un riconoscimento che prima forse era difficile attribuirle.
Per cui lo ringrazio per questa sua capacità di rappresentare lo Stato nei migliore dei modi e gli porgiamo gli auguri più fervidi per l'impegnativo lavoro, l'impegnativa responsabilità che lo accompagnerà nella sede romana.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Interpellanza n. 548 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea relativa al servizio di vigilanza lacuale e fluviale nell'estate 1996


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interpellanza n. 548 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea.
Risponde l'Assessore Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi, Assessore al personale e sua organizzazione

Con riferimento all'interpellanza di cui all'oggetto si comunica quanto segue.
In ordine alla richiesta relativa al potenziamento dell'organico del servizio "Navigazione interna e Porti" si precisa che gli uffici competenti destinano il personale ai Settori regionali; è poi competenza del Responsabile di Settore l'assegnazione dei dipendenti alle attività dei servizi in cui ciascun Settore si articola.
A seguito della richiesta di nuovo personale del Settore trasporti dall'estate 1995 ad oggi sono state assegnate complessivamente n. 11 unità appartenenti a diverse qualifiche funzionali.
Peraltro non si tralascia di segnalare che nel settore si sono verificate, per diverse cause, (collocamento a riposo, trasferimenti e distacchi) numerose cessazioni dal servizio.
A completamento del quadro informativo si precisa che in un primo momento la responsabilità del servizio "Navigazione interne e Porti" è stata attribuita con un incarico a tempo pieno "a scavalco" ad un dirigente già responsabile di altro servizio del Settore (purtroppo non sono infrequenti i casi di scavalco in una situazione che deve fare di necessità virtù).
Recentemente detto incarico è stato revocato essendo ormai in fase conclusiva la ricerca di professionalità per l'affidamento della responsabilità del servizio.
Al "potenziamento" delle imbarcazioni utilizzate per i servizi di polizia lacuale si fa presente che, a seguito delle richieste del Settore trasporti, è stata avviata la procedura per l'acquisto delle medesime.
Esistono procedure, concordate con le Organizzazioni sindacali attraverso le quali si reperiscono le professionalità interne che, nel caso in cui vedano più presenze, ovviamente contemplano una graduatoria alla fine della quale chi risulta primo in graduatoria va ad occupare il posto.
Non si è potuto fino ad ora procedere all'acquisto dei capi di vestiario per il personale regionale addetto al servizio di polizia lacuale, essendo in corso di predisposizione un regolamento in materia.
Anche in questo caso, purtroppo, si tratta di un regolamento piuttosto delicato e complesso; da mesi ci stiamo lavorando, siamo in dirittura di arrivo, allorquando ci sarà questo regolamento sarà possibile dare queste risposte.
Relativamente all'attribuzione della qualifica di Ufficiale di Polizia Giudiziaria si rende noto che attualmente la medesima, con competenza in materia di navigazione interna, è riconosciuta al Responsabile di Settore a tre dipendenti di ottava qualifica e a tre dipendenti di settima qualifica.
Si specifica che i provvedimenti di individuazione e riconoscimento di tale qualifica sono predisposti dallo stesso Settore Trasporti.
Per quanto riguarda il monte ore straordinari attribuito al Settore Trasporti, si fa presente che è assegnato un budget pari all'85% dello straordinario liquidato 1995, seguendo il criterio adottato per gli altri Settori regionali. Nella sostanza, si verifica che, a seguito dei contratti di lavoro, le retribuzioni aumentano; aumentando le retribuzioni, aumenta il costo unitario dell'ora straordinaria, in quanto segue il contratto, ed è una quota parte di esso.
E' ovvio quindi che man mano che il contratto viene adeguato, a parità di tetto disponibile per lo straordinario, diminuiscono le ore che si possono finanziare con il monte totale a disposizione.
Occorre precisare che il limite di spesa complessivo per il fondo del lavoro straordinario è stato fissato dal Contratto collettivo vigente nella somma pari allo stanziamento per straordinario per l'anno 1993, decurtato del 15%. A ciò si aggiunga che anche il Contratto per il biennio economico 1996/1997, nell'affermare la possibilità di travaso di risorse dal fondo per lavoro straordinario ad altri fondi del trattamento accessorio, rileva che alle esigenze sopravvenute si deve fare fronte mediante l'utilizzo di riposo compensativo o di tutti gli strumenti di articolazione dell'orario già previsti dal Contratto collettivo vigente.
Occorre sottolineare anche che queste difficoltà sono state un po' alleviate per il fatto che avendo avuto purtroppo l'alluvione nel 1994, sia per il 1995 che per il 1996, ed è già stato preannunciato per il 1997, ci sarà la possibilità di un maggiore straordinario in seguito all'alluvione.
Maggiore straordinario - che gli interpellanti, ma credo tutto il Consiglio ricorderà - che ci ha consentito, per quanto riguarda il 1995, di predisporre una deliberazione in sanatoria per circa 250 milioni. Ci consentirà analogo stanziamento, con analoga leggina, per quanto riguarda il 1996, e se l'annuncio che è stato fatto relativamente alla possibilità di avere in capo alla Regione Piemonte analoghe disponibilità anche per il 1997, anche in allora predisporremo il provvedimento amministrativo.
E' ovvio che queste possibilità sono aggiuntive e, in qualche modo alleviano quelle ristrettezze di cui parlavamo prima.
Questo, nel disciplinare l'orario di lavoro, sottolinea la possibilità di uso anche contemporaneo dei diversi sistemi di articolazione dell'orario, flessibilità, turnazione ed orario plurisettimanale.
In particolare, quest'ultima possibilità consente di programmare calendari di lavoro plurisettimanali, o anche annuali con orari superiori o inferiori a 36 ore settimanali nel rispetto del monte ore complessivo, in relazione al periodo di riferimento.
Gli straordinari effettuati nel 1995 di cui si chiede il pagamento essendo esaurito il fondo 1995, sono stati liquidati con lo stanziamento di cui alla legge regionale "Provvedimenti relativi agli eventi alluvionali anno 1994. Liquidazione prestazioni straordinarie 1995".
Questo è il primo provvedimento amministrativo adottato a suo tempo.
Il Settore ha predisposto un piano di vigilanza che, interessando tutto il personale assegnato, assicura per il 1996 la presenza sui Laghi Viverone e Orta. Si fa rilevare, peraltro, come questa soluzione debba essere ritenuta eccezionale. Eccezionalità che durerà ancora nel 1997, in base alla comunicazione che abbiamo avuto da Roma.
Per il 1997 si propongono le seguenti due alternative, alle quali si aggiunge quella ulteriore possibilità: si costituisce una struttura che si occupi di vigilanza, la si specializza e la si dota di strumenti di intervento adeguati si delega l'attività di vigilanza agli Enti locali: Province e Comuni.
Ovviamente questi sono provvedimenti di competenza dell'Assessorato ai trasporti e non dell'Assessorato al personale, che tutt'al più pu agevolare, ratificare o andare incontro all'esigenza del Settore trasporti.
Infine, per quanto concerne l'assunto collegato alla "garanzia che non si verifichino più incidenti come quelli del 1994", invocata nell'interpellanza, appare evidente che "tale garanzia" non può essere fornita per ovvi motivi indipendenti dalla nostra volontà e collegati alla casualità degli avvenimenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Il Gruppo non è soddisfatto della risposta, intanto perch l'interpellanza è datata aprile 1996. L'interpellanza è stata presentata per accertare le condizioni di svolgimento del servizio nell'estate del 1996.
La soddisfazione nostra è che non sia successo nulla di grave sul Lago di Viverone, comunque sia andato il servizio di vigilanza.
L'interpellanza - dopo il fatto drammatico del 1994 - tendeva a mettere in evidenza carenze di vario tipo del servizio di vigilanza lacuale: l'organico, i mezzi e anche il vestiario, perché vedere dei funzionari regionali rilasciare in mutande interviste alla Regione non era stato un grande avvenimento. Infatti sono senza divisa e lavorano con dei calzoni corti di loro approvvigionamento. Ad oggi il problema della divisa non è stato ancora risolto.
Per quanto riguarda il problema degli straordinari, cioè dell'organizzazione del personale, l'interpellanza metteva in luce l'Assessore lo sa benissimo e non è stato risolto - il fatto che questo servizio di vigilanza deve avvenire in modo assolutamente anomalo rispetto a tutti gli altri servizi regionali che si svolgono, salvo straordinarietà d'impegno, nell'orario contrattuale.
Il servizio di vigilanza sui Laghi di Viverone e d'Orta avviene sempre o dovrebbe avvenire sempre per lo più fuori del canonico orario di lavoro cioè dovrebbe avvenire la domenica, il sabato mattino e pomeriggio e tutti i giorni nei quali la Regione Piemonte, di solito, non ha impieghi di lavoro.
Questo era il problema politico che ci premeva l'Assessore affrontasse cioè quale struttura, l'ipotesi A e B o entrambe? A mesi di distanza dalla presentazione dell'interpellanza vengono solamente enunciate delle ipotesi mentre dal 1994 sarebbe stato necessario affrontare il problema della vigilanza, non appellandosi alla fortuna che nulla accada, ma predisponendo un rafforzamento del servizio che, di certo, non può impedire che accadano incidenti, ma può svolgere una benefica azione di prevenzione affinché i comportamenti dell'uomo siano il più possibile congrui rispetto alla pericolosità delle attività che si svolgono.
Tale potenziamento non c'è stato e l'Assessore accenna a due ipotesi che potevano essere enunciate in questi termini un'ora dopo l'incidente del 1994.
Mi sembra perciò che non si sia lavorato a sufficienza, e questo è il motivo dell'insoddisfazione. Mi attendo che la Giunta regionale, prima dell'estate 1997, si presenti in quest'aula con delle indicazioni di lavoro, di investimenti e di comportamento più congrue ad affrontare i problemi posti dall'interpellanza.


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche)

Interrogazione n. 575 del Consigliere Cavaliere relativa alla Consulta regionale per i beni e le attività culturali


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 575 presentata dal Consigliere Cavaliere.
Risponde l'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore alla cultura ed istruzione

Rispondo volentieri a questa interrogazione, che pone una questione evidenziata già sui giornali dal Centro Pannunzio, in maniera positivamente provocatoria, chiedendo che senso abbia questa Consulta.
L'interrogazione del Consigliere Cavaliere è assolutamente corretta perché richiama la legge che prevede che la Consulta si riunisca almeno sei volte all'anno, che entro il 31 marzo venga presentata una relazione sui beni e sulle attività culturali, ecc.
A questo proposito potrei dare due ordini di risposte. Ne do una tecnica e mi permetto, rivolgendomi a tutto il Consiglio, in particolare ai membri della VI Commissione, di darne una politico-culturale.
La risposta tecnica, in sostanza, potrebbe essere la seguente, anche se mi rendo conto che la questione posta dal Consigliere Cavaliere sia più importante della risposta tecnica in sé. La risposta tecnica predisposta dai miei uffici conferma quello che, non a caso, il Consigliere Cavaliere ha chiesto, ovvero: come mai le ultime riunioni della Consulta si perdono nella notte dei tempi? E' esattamente così: praticamente la Consulta non è mai stata riunita.
La legge dovrebbe essere applicata nella sua integrità e, dunque, la Consulta avrebbe dovuto, anche negli anni passati, riunirsi nel suo plenum.
Ciò non avviene, come giustamente si ricordava, da oltre dieci anni, per molte e svariate ragioni.
In questa legislatura, per un automatismo che ormai avviene da diverso tempo e probabilmente anche per una nostra carenza, il Consiglio regionale ha provveduto alle nomine di propria competenza, relative alla Consulta.
Non altrettanto, però, è avvenuto per l'individuazione e la designazione degli altri componenti. In sostanza, questa Consulta, che dovrebbe poter iniziare - ma questa è una risposta giuridica - ad operare con il plenum delle sue componenti, non può farlo, perché tutta una serie di soggetti non ha mai provveduto, nei dieci anni precedenti e neanche questa volta, alla nomina dei componenti di propria competenza. Di conseguenza, la Consulta sarebbe "monca" e non riunibile. E questa è la risposta tecnica.
Vorrei approfittare di questa interrogazione per dare anche una risposta politico-culturale, che vorrei collocare in quest'ottica. Poich ogni legge, quando nasce, ha una ratio, una logica, una motivazione, mi sono fatto spiegare qual era la ratio dell'inserimento di questa Consulta: le Regioni, essendo appena nate (era la I legislatura - 1978) e non avendo logicamente riconoscibilità né referenti sociali, avevano difficoltà a farsi riconoscere come interlocutori. Coloro che hanno seguito l'impostazione di questa legge vent'anni fa circa (ormai sono trascorsi vent'anni) mi spiegavano che in parte lo scopo, il significato della Consulta era quello di porsi come interlocutore, per dirla brutalmente avere qualcuno con cui interloquire, muovere un po' di gente e dire: "La Regione ha un ruolo".
E' inutile dire che il clima socio-culturale, politico, ma anche istituzionale, rispetto a quegli anni, è fortemente cambiato: oggi c'è un fortissimo rapporto dell'Assessorato - in questa Giunta, ma anche in quelle precedenti - con molte Associazioni; c'è un rapporto molto vivo e positivo con le Province. Prova ne è che ormai già con molte Province abbiamo concluso accordi di programma sulla cultura e sui beni culturali; c'è una Commissione cultura, la VI, che - lo dico senza piaggeria - è estremamente attenta ed attiva, fa molti incontri, ecc.; c'è un evento importantissimo come quello degli Stati Generali del Piemonte, che hanno mille volte più interlocutori di quei pochi che potrebbe avere questa Consulta.
Affermato - come dicevo peraltro prima - che è difficile riunire la Consulta giuridicamente, perché è comunque incompleta, non avendo tutti gli altri Enti provveduto alle nomine di propria competenza, e che oggi i referenti sono molti e molto di più, mi pare che sarebbe molto limitativo pensare di andare a parlare con venti persone nominate dai Gruppi consiliari, quando la Regione ha interlocuzione con tutti i Comuni del Piemonte, con le Province, con tutta una serie di realtà. Oggi la Commissione cultura - ripeto - svolge molto attivamente il suo ruolo andando a consultare ben altri soggetti sul territorio, quando esistono eventi di confronto e di raffronto come quelli che vi sono.
Comunque penso di interpretare la duplice valenza che l'interrogazione può avere: da una parte, denunciare il paradosso di una cosa che si lascia proseguire e, dall'altra, evidenziare che se una cosa non funziona più o non ha senso, oppure deve essere modificata. In questo senso noi siamo un pochino inadempienti, perché a suo tempo - come ricorderete - c'era stata un'ipotesi del Vicepresidente Majorino di rivedere il discorso delle Consulte. Io credo che potremo discutere in VI Commissione quale atteggiamento si vuole tenere; ovviamente sono disponibile a qualunque soluzione, non mi creerebbe alcuna difficoltà andare a discutere con questa Consulta, ma - ripeto - a parte l'impossibilità giuridica di convocarla regolarmente, sarebbe anche una diminutio rispetto alla realtà, agli interlocutori che vent'anni fa non esistevano e che oggi sono molto, molto più vasti.



CAVALIERE Pasquale

Quali sono gli Enti che non hanno integrato?



LEO Giampiero, Assessore alla cultura ed istruzione

I Comprensori, le Associazioni culturali, ecc. Lo farò verificare e porterò gli esiti in Commissione.



CAVALIERE Pasquale

Ma l'interrogazione è del 6/5/1996!



LEO Giampiero, Assessore alla cultura ed istruzione

Adesso non ho questi dati; sono disponibile a procurarmi la legge e a fornirli dettagliatamente.
Consigliere Cavaliere, pensavo che volesse una risposta...



CAVALIERE Pasquale

Pensava che volessi una risposta finta?



LEO Giampiero, Assessore alla cultura ed istruzione

Pensavo che volesse una risposta politico-culturale di prospettiva, sul significato dei rapporti fra la Consulta...



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

L'Assessore Leo ha detto che, siccome ci sono gli Stati Generali, la Consulta per i beni e le attività culturali non serve più e che, siccome la legge risale al 1978 (anche se poi modificata nel 1986), la Regione non aveva interlocutori, ma ora li ha! Credo che questa risposta sia molto grave, nel senso che se c'è una legge, questa deve essere rispettata. Se c'è una legge che dice che l'Assessore entro il 31 marzo di ogni anno deve fare una relazione sui beni e sulle attività culturali, la deve fare: è una legge che lo stabilisce.



LEO Giampiero, Assessore alla cultura ed istruzione

Ma la Consulta non è convocabile.



CAVALIERE Pasquale

Non è vero che non è convocabile, Assessore. Come si fa a dire una cosa del genere? Una Consulta che ha, mi pare, una ventina di membri, di cui una dozzina nominata dal Consiglio, non credo che... In ogni caso, Presidente siccome è sua competenza convocare la Consulta, dico che siete inadempienti rispetto ad una legge della Regione. Di questa inadempienza siete stati informati il 6/5/1996, per cui o abrogate la legge oppure convocate la Consulta. Questo è il problema dal punto di vista strettamente tecnico e giuridico.
Dal punto di vista politico, non so se questa Consulta sia idonea, se la conformazione sia adeguata, ma credo che vi siano tutte le condizioni politiche, sociali e culturali affinché esista un organismo consultivo in cui verificare alcune politiche culturali della nostra Regione. Non possono essere però gli Stati generali, che sono un'altra cosa. Secondo me, gli Stati Generali non serviranno a niente, ma questa è la mia opinione; sono comunque stati istituiti per un altro tipo di speculazione culturale.
Mentre l'attività dell'Assessorato - attività molto discutibile, Assessore Leo - alla cultura e all'attività culturale della nostra Regione continua a spendere l'80% delle proprie risorse nella provincia di Torino, continua ad allestire mostre personali frequentate da 6/7.000 persone che vengono pagate un miliardo; continua a finanziare questioni incredibili. Basterebbe prendere l'elenco degli ordini del giorno: mi risulta addirittura che ci sia un progetto sul carcere minorile, il Ferrante Aporti, che è stato presentato al Comune di Torino, e non è stato accettato; presentato invece, dall'Assessore alla cultura regionale viene finanziato. Siamo fuori da ogni logica e credo che questi tipi di attività debbano comunque essere verificati.
Per terminare, esiste questa Consulta; ritengo che l'Assessore abbia affermato delle cose false, perché non è vero che gli Enti non hanno integrato la Consulta; esiste, invece, la volontà politica di non convocarla. L'Assessore poteva proporre di abrogarla! Non l'ha fatto, non l'ha ancora fatto, e visto che comunque l'Assessore è sempre lei, anche se cambiano le Giunte, non l'ha fatto da diversi anni. Quindi credo ci sia una inadempienza molto grave.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore alla cultura ed istruzione

Che l'attività culturale dell'Assessorato sia molto discutibile è ovvio, in democrazia. Spero che anche il Consigliere Cavaliere ritenga dalla sua importantissima posizione, che anche i suoi punti di vista forse possono essere discutibili, ma credo che questo sia nelle regole della democrazia e come sempre, siccome non ho mai visto - ha ragione il Consigliere Cavaliere, sono vecchio di militanza politica - perché non esiste in questa terra, un Assessorato alla cultura o ai trasporti o alle politiche sociali che non sia, dalle opposizioni o dalle maggioranze discusso e discutibile. Mi stupirei se il mio Assessorato non fosse discutibile, sarebbe una cosa da regime, sarebbe incredibile. Quindi d'accordissimo che sia discutibile, sempre disposto a discuterlo anche pubblicamente, in dibattiti pubblici, sempre pronto a verificare e ad accogliere suggerimenti.
Rispetto ai suggerimenti, ritengo, dal mio punto di vista molto modesto, molto meno sicuro e certo e magari meno autorevole del Consigliere Cavaliere, che magari anche il Ministro Veltroni si sia sbagliato nel dire che la nostra è una Regione che sulla cultura è molto avanti, molto capace molto attenta. E così tutte le Associazioni che hanno scritto, ecc., ma tutto questo appartiene all'opinabile. Su una cosa ha ragione: avremmo dovuto proporre una modifica della legge; su questo ha perfettamente ragione. Quello che invece respingo, anche se ognuno ha le proprie idee sono le sue valutazioni sull'opera dell'Assessorato alla cultura, ma mi stupirei se ne facesse altre; se ne facesse altre sarei cioè sbigottito.
Accetto allora ben volentieri che faccia queste affermazioni, anzi devo pur dire che c'è un'opposizione feroce che contesta le scelte di questa Giunta di centro-destra.
Voglio solo sottolineare due cose: la prima è che non ho detto che gli Stati Generali sostituiscono questa Consulta; ho parlato del rapporto dell'Assessorato della Regione con le varie realtà, quando è nata questa proposta di legge. Ho preso così sul serio, Consigliere, la sua interrogazione che non ho affatto sottovalutato la parte politica e culturale che mi compete. Sono andato a vedere perché era nata la legge quale era il significato, quale era la volontà del legislatore; il fine è di aprire dei canali di rapporto fra la Regione, le Associazioni e la cosiddetta società civile. Quello che notavo è che non è un caso che negli ultimi dieci anni con le Giunte più diverse - sono solo due che faccio l'Assessore, non dieci, dodici, qui in Regione, non vorrei che adesso mi si desse un'eternità che non ho - la Consulta non sia mai stata convocata.
Evidentemente, le varie Amministrazioni hanno giudicato questa cosa non congrua. Facevo l'esempio degli Stati Generali per dire che oggi c'è un'interlocuzione molto forte con la Regione; non ho detto che debbono sostituire questo tipo di rapporti, ho detto anche che secondo me la VI Commissione fa un eccellente lavoro e ha rapporti molto più ampi di quelli previsti da questa Consulta, andando nelle Province, ecc. Comunque verificherò entro oggi - di questo il Consigliere Cavaliere ne ha assolutamente diritto - se gli uffici tecnici mi hanno dato un'informazione falsa, dicendo che dei soggetti non hanno nominato, mentre per la parte politica le responsabilità me le prendo tutte. Ho già chiesto che il dirigente del Settore mi raggiunga qui con l'elenco, per verificare se ho dato un'informazione falsa, in tal caso mi scuserò.



PRESIDENTE

Devo anche una risposta al Consigliere Cavaliere: la Consulta regionale per i beni e l'attività culturale è nominata con decreto del Presidente della Giunta regionale; essa è anche composta dall'Assessore ai beni e alle attività culturali che la presiede. Per cui il Presidente del Consiglio non c'entra, perché poi sempre secondo l'art. 2, si dice che la Consulta si riunisce almeno sei volte l'anno su convocazione del Presidente. E' solo per chiarire qual è l'esercizio rispettivo delle proprie competenze.
La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Credo debba essere il Presidente a richiamare l'applicazione delle leggi!



PRESIDENTE

Naturalmente questo è pervenuto all'Assessore.



CAVALIERE Pasquale

E' stato sollevato vari mesi fa, non riguarda solo questa questione. Lo faccio anche negli interessi degli Stati Generali, che ora vengono equiparati ad una Consulta.



PRESIDENTE

Lei non mi ha permesso di completare. Ieri abbiamo avuto un'esperienza sulla Consulta giovanile, che ci ha confermato quanto sia difficile, per questioni diverse, avere la partecipazione dei soggetti politici o culturali.



CAVALIERE Pasquale

Soprattutto, Presidente, quando non c'è la volontà politica di far diventare queste Commissioni, queste Consulte effettivamente degli organi in cui vengano verificate alcune politiche, dove ci si arricchisce dell'opinione anche della società.
Termino dicendo che le politiche sono discutibili e le opinioni sono di ciascuno quando si discutono. Allora, Assessore, cominci a rispondermi alle interrogazioni sulla mostra di Nespolo perché sono opinioni discutibili, ma io con lei non le posso discutere perché lei non risponde alle interrogazioni da mesi e mesi. Questo è il problema, è la sua politica...



PRESIDENTE

Quella sulla mostra di Nespolo cronologicamente è arrivata adesso.



CAVALIERE Pasquale

No, la seconda interrogazione. La prima è di quando è iniziata la mostra. Dopodiché, Assessore Leo, la sua scandalosa politica culturale non è discussa generalmente solo per la sua conduzione consociativa di questa politica. Questo fa sì che lei abbia poche critiche, ma guardi che questa politica nella società piemontese sta suscitando molto sconcerto.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interpellanza n. 674 dei Consiglieri Chiezzi e Simonetti relativa al dibattito sugli interventi socio-assistenziali


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interpellanza n. 674 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti.
Risponde l'Assessore Goglio.



GOGLIO Giuseppe, Assessore all'assistenza e servizi

In riferimento all'incontro svoltosi a Casale in data 6/6/1996 per esaminare, congiuntamente agli amministratori locali, i problemi connessi alla scelta delle modalità gestionali dei servizi socio-assistenziali che dovranno essere attivati dall'1/1/1997 nel territorio della ex USSL 76 di Casale Monferrato, si precisa quanto segue.
Scopo dell'incontro era quello di esaminare i problemi di carattere tecnico connessi alle diverse possibili scelte che i Comuni, ai sensi della L.R. 62/95, possono adottare per gestire i servizi socio-assistenziali.
Compito della Regione, in quella sede, è stato quindi quello di fornire ogni possibile chiarimento tecnico-giuridico per consentire ai Comuni stessi di compiere, in piena autonomia e consapevolezza, la scelta più confacente al proprio territorio.
L'Assessorato non ha semplicemente preso atto delle difficoltà esistenti, come si trova scritto sull'interpellanza, ma ha fornito ogni supporto di conoscenza e di consulenza per superare tali difficoltà.
E' evidente, comunque, che la scelta deve essere compiuta dai Comuni e che la Regione non può, in alcun modo, ledere l'autonomia dei Comuni medesimi.
L'interpellanza chiede di chi sono le responsabilità e le competenze per un'adeguata gestione dei servizi socio-assistenziali e quali iniziative si intendono assumere per risolvere le difficoltà esistenti.
A questo proposito si precisa che, anche ai sensi della legge n.
142/90, la competenza e la responsabilità della gestione dei servizi socio assistenziali sono attribuite ai Comuni, che possono esercitarla tramite le forme previste dalla L.R. n. 62/95.
Nella fattispecie, gli amministratori locali, alla data dell'incontro risultavano ancora incerti se attribuire la delega dei servizi socio assistenziali all'Azienda USL, oppure se gestire i servizi stessi tramite la costituzione di un Consorzio tra i Comuni dell'ex USSL 76.
Anche a seguito di quanto emerso nel corso dell'incontro e dei chiarimenti forniti dall'Assessorato e dopo un successivo incontro tra gli amministratori locali e il Commissario della USL, la situazione pare si sia sbloccata e le difficoltà siano in corso di superamento, essendosi orientati i Comuni verso una gestione dei servizi socio-assistenziali tramite delega all'Azienda USL locale.
Da parte sua, l'USL è attualmente impegnata nella predisposizione di una proposta programmatica relativa all'organizzazione gestionale ed economico-finanziaria dei servizi socio-assistenziali oggetto della delega proposta che verrà sottoposta all'attenzione degli Enti locali, discussa in sede di assemblea dell'Associazione dei Comuni e che, se concordata costituirà oggetto della convenzione che ciascun Comune stipulerà con la USL ai fini della formalizzazione della delega.
Per quanto attiene all'ultimo punto dell'interpellanza, si fa rilevare come non esistano, nella L.R. n. 62/95, ambiguità di competenze e di ruoli infatti si ribadisce che sia la legislazione nazionale, sia la L.R. n.
62/95 precisano che le competenze in materia di gestione dei servizi socio assistenziali sono assegnate ai Comuni. La pluralità di scelte sulle modalità gestionali previste dalla L.R. n. 62/95 non va vista come ambiguità, ma come chiara volontà di rispetto dell'autonomia dei Comuni nell'individuazione della forma organizzativa più opportuna per una tipologia di servizi strettamente correlati con le caratteristiche delle popolazioni locali.
La L.R. 62/95 esprime, comunque, chiaramente la volontà della Regione di incentivare la gestione in forma associativa, entro ambiti territoriali che, di norma, devono coincidere con il territorio delle preesistenti UU.SS.SS.LL.
Certo, la scelta che i Comuni sono chiamati a compiere non è facile e presenta problemi di ordine politico e di ordine tecnico; compito della Regione è quello di risolvere, in questa fase, i problemi di ordine tecnico legati alle possibili diverse scelte gestionali e ad un compito che la Regione in questo periodo sta svolgendo mediante una serie di incontri con le zone che non hanno ancora assunto decisioni di merito, per consentire loro di avere a disposizione tutti gli elementi tecnici necessari per compiere consapevolmente la loro scelta, nonché mediante una costante attività di supporto e di consulenza tecnico-giuridica agli Enti gestori dei servizi socio-assistenziali nella predisposizione degli atti necessari per la definizione delle nuove modalità gestionali.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, il Gruppo di Rifondazione Comunista non è soddisfatto in alcun modo della risposta fornita dall'Assessore, perché l'Assessore conferma esattamente le questioni che noi abbiamo posto nell'interpellanza.
Per quanto riguarda la questione che si è verificata in un dibattito sui servizi socio-assistenziali di Casale, l'Assessore (in veste di Assessore all'assistenza) si è presentato al dibattito e testualmente ha confermato come la Regione non debba risolvere - e lo conferma ancora oggi in questa sede - questo tipo di questioni, quando la gestione dei servizi socio-assistenziali sia e debba essere di diretta competenza dei Comuni.
Fermo restando che queste dichiarazioni lasciano intendere anche una non assunzione di responsabilità, ci chiediamo in quale veste l'Assessore all'assistenza si sia presentato all'incontro di Casale; considerando che tra le sue competenze non rientra soltanto il prendere atto, ma anche il mettere in atto talune iniziative, in quanto il dibattito sui servizi socio assistenziali di Casale, che definiva la riduzione dei distretti delle UU.SS.LL., era per loro una questione importante da risolvere. Insomma quali compiti ha l'Assessore Goglio in materia di assistenza? L'Assessore all'assistenza, nel momento in cui non interviene, non dà direttive precise rispetto a queste problematiche, ma prende atto della soluzione considerando e giustificando, anche oggi in questa sede, come le competenze siano in capo direttamente ai Comuni. Allora, mi chiedo che cosa ci vada a fare in questo tipo di dibattiti, in quale veste e quale tipo di iniziative proponga.
Secondo punto: noi abbiamo posto un problema che è quello dell'ambiguità della L.R. n. 62/95 rispetto alla gestione dei servizi socio assistenziali. Infatti la L.R. n. 62/95 è ambigua. Tra l'altro, su questo punto, avevamo presentato una proposta di deliberazione, insieme al Consigliere Cavaliere, relativa alla modifica della L.R. n. 62/95, anche in seguito alla denuncia di parecchie Associazioni che si occupano del settore dei servizi socio-assistenziali. La L.R. n. 62/95 definisce che i servizi socio-assistenziali sono direttamente in capo ai Comuni, ma che le funzioni socio-assistenziali di assistenza economica possono anche essere demandate alle UU.SS.LL. E questo, in qualche modo sembrava uno scaricabarile, per cui dal Comune si poteva ritornarlo all'USL; alla fine, nessuno era tutelato ed in grado, dal punto di vista normativo, di svolgere direttamente le funzioni socio-assistenziali.
Altro punto, Assessore. I dibattiti sui problemi socio-assistenziali pongono domande all'Assessorato che devono avere delle risposte. Mi consta che l'Assessorato non abbia competenze in merito alla risoluzione dei problemi in campo socio-assistenziale e delle problematiche relative al territorio, ma abbia compiti di direttiva.
A me sembra che questa direttiva, ad oggi, non ci sia, tant'è vero che sia in sede di Commissione sia oggi in Consiglio l'Assessore non ha portato alcun Piano di intervento serio o nel settore socio-assistenziale del territorio piemontese, ma una relazione di due o tre pagine.


Argomento: Difesa idrogeologica

Interpellanza n. 130 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea relativa alla manutenzione dei fiumi di competenza regionale


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 130, presentata dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea, alla quale risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Desidero innanzitutto fare una premessa.
Già in una precedente seduta di Commissione ed in altra occasione avevamo risposto ad interrogazioni - nel loro complesso - di questo tipo argomenti sempre di attualità, al di là del tempo che passa, e quindi è sempre opportuno fare ogni tanto il punto della situazione.
Nel merito specifico, per rispondere alle preoccupazioni proposte dai Consiglieri regionali nell'interpellanza, riferita al problema della manutenzione dei fiumi di competenza regionale e specificamente sui corsi d'acqua minori della Valle Belbo, occorre inquadrare la tematica nell'ambito delle iniziative in corso assunte dalla Regione Piemonte e di concerto con l'Autorità di bacino del fiume Po.
L'evento alluvionale verificatosi nel mese di novembre 1994 ha evidenziato la necessità di adottare una politica territoriale intesa alla pianificazione e programmazione degli interventi di manutenzione idraulica dei corsi d'acqua piemontesi, orientata ad un doveroso rispetto ambientale.
Di conseguenza, concrete iniziative avviate dalla Giunta regionale possono essere così riassunte: in un periodo precedente all'evento alluvionale del novembre 1994, la Regione Piemonte, in sede di Autorità di bacino del fiume Po, ha proposto l'utilizzo del 50% delle risorse messe a disposizione dalla legge n. 183/89 per l'anno 1996, nell'ambito del programma triennale 1994/1996, al fine di effettuare la manutenzione dei corsi d'acqua minori.
A dette risorse vanno aggiunte quelle già in fase di gestione, di cui alla legge n. 236/93, finalizzate alle attività manutentive della rete idrografica.
In seguito all'alluvione sono stati predisposti due programmi di interventi regionali per eliminare sovralluvionamenti di materiali lapidei e/o legnosi, conseguenti ai deflussi di piena, ai sensi e per gli effetti dell'art. 4, comma secondo, del DL n. 154/95. Agli uffici regionali detti interventi manutentivi risultano in avanzato stato di esecuzione.
Al di là di specifici programmi finalizzati alla manutenzione sono in corso interventi di riqualificazione dei corsi d'acqua minori, in considerazione degli eventi alluvionali 1993/1994 sulla base di risorse messe a disposizione con le leggi n. 471/94, n. 22/95 e n. 35/95.
Una consistente parte delle risorse che saranno messe a disposizione dalla Regione nel prossimo programma triennale 1997/1999 dalla legge n.
183/89 saranno finalizzate alla manutenzione idraulica della rete minore attraverso il coinvolgimento degli Enti locali. Analoghe azioni saranno assunte a breve dalla Giunta con i provvedimenti di programmazione degli interventi di cui alla L.R. n. 154/75.
Per quanto innanzi detto la situazione di disordine idrogeologico in Valle Belbo, cui fa riferimento l'interpellanza in oggetto, trova anch'essa soluzione nell'ambito dei programmi innanzi citati, la cui attuazione, di norma, viene demandata dalla Giunta regionale agli Enti locali.
In aggiunta alle considerazioni predisposte dagli uffici a supporto delle risposte che gli Assessori devono dare in aula, voglio fare ulteriori precisazioni.
Prima di tutto, voglio comunicare che, fortunatamente per la Valle Belbo, il Magistrato per il Po ha dato priorità, nelle progettazioni, a quanto riguarda questa Valle. Il gruppo di lavoro della Conferenza Stato Regioni, per l'approvazione dei progetti, ha dato il proprio assenso a quello relativo al nodo di Nizza. I termini sono quelli di un modulo di lavoro che dovrebbe essere esteso a tutto il territorio regionale: massima sinergia del Magistrato per il Po con gli Enti locali.
Come si fa presente nell'interpellanza, le competenze sono assai articolate e nelle more di un riordino delle competenze sui corsi d'acqua devono intervenire vari livelli di governo: il Magistrato per il Po, i programmi promossi dalla Regione, le Comunità montane che si avvalgono di fondi per la montagna a destinazione manutentiva idraulico-forestale di derivazione regionale e così via.
Questo è un fatto importante, che consentirà le opportune verifiche nei prossimi mesi, ad avvenuta approvazione che penso si realizzerà nei prossimi giorni; a livello tecnico, infatti, vi sono sempre colloqui precedenti che rendono l'approvazione abbastanza celere se non proprio formale. Nel prossimo mese ci sarà l'affidamento dei lavori; già dalle magre invernali dovremmo vedere i primi interventi del Magistrato per il Po in quella zona.
Per quanto riguarda gli altri interventi abbiamo concordato con il Sottosegretario Barberi, che sta seguendo l'intera partita attraverso le fasi, anche convulse, che seguono i vari eventi di piena, di predisporre ulteriori disalvei supportati dai finanziamenti dell'art. 4 della legge n.
154. Nell'incontro di venerdì, a Roma, si sono individuati ulteriori interventi - colgo l'occasione per ampliare il discorso a tutta la rete idrografica minore - e si è colta l'occasione per verificare, all'interno dei programmi del Magistrato per il Po, momenti e fasi di accelerazione.
Per quanto riguarda i disalvei, si tratta degli affluenti minori del Tanaro della provincia di Cuneo; per quanto riguarda i corsi d'acqua maggiori sono stati individuati come prioritari gli interventi di tutta la Valle Tanaro (ad esempio, nel tratto astigiano, Castello d'Annone, Isola d'Asti fino ad arrivare al tratto a valle di Alessandria).
Per concludere, ritengo occorra prefigurare il mantenimento ed il rafforzamento di questa scelta, indicata dalla Regione all'Autorità di bacino. I pochi o tanti fondi che saranno disponibili per la difesa del suolo devono considerare il grosso impegno relativo alla manutenzione.
Nel nostro caso, essendo una Regione caratterizzata da vasti e rilevanti dissesti, è chiaro che dobbiamo utilizzare le risorse che sono state allocate nel Piano Stralcio 45 per realizzare gli interventi strutturali, immediatamente seguiti da un percorso di manutenzione periodica che mantenga nel tempo questi interventi, altrimenti si rischierebbe di vanificarli. Ci sono interventi che essi stessi garantiscono il miglioramento del deflusso: pensiamo al rifacimento dei ponti e ad altre cose. Gli altri interventi, invece, di sistemazione, di ricalibratura degli alvei, di pulizia delle sponde, di difese spondali, se non sono seguiti da interventi di manutenzione continua perdono l'efficacia nel tempo.
Credo che la situazione attuale sia una situazione non soddisfacente che deve essere affrontata con un maggiore coinvolgimento degli Enti territoriali. L'impianto normativo, nelle more dell'attuazione dell'art. 14 della legge n. 183, resta ancora quello conosciuto: abbiamo il Testo Unico delle leggi idrauliche del 1904, il Testo Unico sulle acque del 1933, la legge n. 183 dei Regolamenti ministeriali che dovrebbero riordinare tutta questa materia, che non sono ancora stati emanati, però non voglio fare riferimento a queste situazioni per dire che ci sono delle difficoltà e in attesa faremo poi qualcosa. Si sta cercando di realizzare il massimo della concertazione possibile: pensiamo ad un intervento rilevante che era stato inserito nel Piano del post-alluvione, circa 80 miliardi suddivisi tra le Comunità montane per opere di ingegneria naturalistica per la pulizia dei vari rii minori che, venendo a valle, aggravano con il trasporto solido incontrollato la situazione che si rileva, a valle, con delle piene catastrofiche.
Per concludere, la Valle Belbo è la valle nella quale si è concentrata proprio per il carattere distruttivo degli eventi che si sono verificati l'attenzione per gli interventi strutturali; sono programmati e sono in corso interventi di manutenzione; credo che per essere a posto definitivamente occorrerà, al termine di questi anni di lavoro che abbiamo davanti, attivare in corso d'opera dei processi e dei programmi di manutenzione costanti, individuando soprattutto i soggetti Enti territoriali responsabili, andando al di là dell'attuale situazione che vede in sostanza oneri a carico dei frontisti che però, data la mutata realtà da un punto di vista sociale, sono di difficile attuazione. Anche se sappiamo che le autorità comunali fanno del loro meglio emanando ordinanze il sistema non tiene più: bisogna superarlo, probabilmente anche con delle riforme normative. Ancora ieri abbiamo avuto un incontro con i parlamentari piemontesi in Piazza Castello: erano presenti parlamentari di tutte le parti politiche e abbiamo convenuto che su questo tema ci si deve impegnare. Noi ad operare, avendo leve operative: quindi è chiaro che alla fine saremo giudicati sulla base di quello che saremo riusciti a fare nel periodo di nostra amministrazione. Ma anche sul piano legislativo occorrono delle norme moderne, efficaci ed efficienti, che possano consentire all'ente pubblico di operare con la massima sinergia, superando anche contrasti tra le varie branche dell'amministrazione.
Non voglio ripetere luoghi comuni, che non sono la mia caratteristica nel parlare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Dal giorno in cui abbiamo presentato questa interpellanza, il 21/9/1995, ad oggi abbiamo ancora assistito a diverse alluvioni, a fronte delle quali anche la risposta di oggi dell'Assessore appare sempre più inadeguata. Sembra che queste alluvioni la nutrano Assessore, invece di preoccuparla. Lei viene nutrito da questa acqua limacciosa che scende dai versanti e travolge tutto, perché pare ci si trovi bene tutto sommato, nel senso che l'acqua viene giù dal cielo scende, provoca disastri, e lei tranquillamente fa relazioni nelle quali come un buon impiegato, enumera e spiega, sulla base della situazione esistente che mai una volta appare né criticata né modificabile, il modo in cui ci si attiva per fare qualcosa; e vorrei vedere se così non fosse.
Quello che costerna, Assessore, è che lei da persona intelligente si rende ben conto che l'attività che sta svolgendo è assolutamente inadeguata a dare una soluzione di prospettiva al fenomeno delle alluvioni, ma lei questo non lo dice. Lei non dice che innanzitutto occorrerebbero risorse finanziarie di carattere straordinario e programmate per decenni, quindi almeno per quinquenni, o almeno per la legislatura, di gran lunga superiori a quelle che ci sono per affrontare seriamente questo problema. Lei dovrebbe dire che per ottenere questo ne deriva che il centro di una politica regionale di investimenti dovrebbe, invece di essere quello che è dentro al quale lei si nutre, essere ben altro, che capovolga alcune scelte di investimento e metta al centro degli investimenti regionali il problema del suolo sicuro: solo così un Assessore e una Giunta regionale sono in grado di dare fiducia, prospettiva e certezza alle popolazioni. Manca quella che si chiama la critica politica, l'analisi critica.
C'è un'attività routinaria che potrebbe svolgere un qualunque funzionario di VIII livello, che vedendo passare carte e leggi le gestisce secondo un comportamento di normale diligenza. La critica che noi svolgiamo all'insoddisfazione è proprio su questo approccio, che però è l'approccio di questo governo regionale. Lei è in perfetta sintonia con questo tran tran, che il nostro Gruppo a questo punto decide di smascherare, perch siamo preoccupati del prossimo evento atmosferico un po' superiore alle medie stagionali, che procurerà altri danni. Di fronte a tale eventualità noi riteniamo di denunciare apertamente una politica che non affronta i problemi per quello che sono e quindi condanna quelle popolazioni a subire autunno per autunno e primavera per primavera le alluvioni, senza una prospettiva di cambiamento. Ormai queste zone sono martoriate sempre di più; per affrontare questi temi ci vuole un cambiamento di scelta politica forse ci vuole un cambiamento di Giunta. Proviamo a lavorarci, Assessore.


Argomento: Calamità naturali - Difesa idrogeologica

Interrogazione n. 178 dei Consiglieri Dutto e Farassino relativa ai recenti eventi alluvionali - Necessità urgente di procedere ad opere di pulizia degli alvei al fine di evitare ulteriori danni nel territorio del Comune di Paesana


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 178, presentata dai Consiglieri Dutto e Farassino, alla quale risponde ancora l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla pianificazione e gestione delle risorse idriche

Con l'interrogazione specificatamente riferita alla situazione dei torrenti e rii che scorrono nel territorio del Comune di Paesana (CN), che dopo l'alluvione del novembre 1994 risultano parzialmente ostruiti, lungo il loro corso, da inerti, arbusti e piante, i Consiglieri Dutto e Farassino intendono conoscere quali provvedimenti siano stati adottati e lo stato dell'arte dei lavori.
Al fine di fornire un'adeguata risposta alla problematica proposta dagli interroganti occorre far riferimento alle iniziative regionali assunte o in corso, nell'ambito degli interventi di manutenzione lungo i corsi d'acqua di competenza regionale quali quelli in Comune di Paesana cui fa riferimento l'interrogazione.
Ancor prima degli eventi alluvionali sia del settembre 1993 che del novembre 1994, la Giunta regionale con propria deliberazione n. 71/32174 del 7/2/1994 assegnava alle Comunità montane ed ai Comuni risorse finanziarie di cui alla legge n. 236/93 specificatamente destinate alla manutenzione dei corsi d'acqua. In tale ambito è stato assegnato alla Comunità montana Valle Po un congruo finanziamento in gestione diretta di L. 744 milioni di cui 80 per i rii minori in Comune di Paesana.
Ad oggi risulta che la Comunità montana abbia provveduto alla consegna dei progetti relativi ai lavori di Pagno e Rifreddo mentre è in corso la redazione degli altri progetti tra i quali quello relativo agli interventi in Comune di Paesana. Il confronto tecnico tra i componenti il Consiglio di Comunità deve essere considerato luogo di decisione per far fronte alle priorità manutentorie sui corsi d'acqua dominanti il loro territorio.
Si ritiene che con le risorse già programmate dalla legge n. 183/89 e con le disponibilità del bilancio regionale per l'anno in corso sarà sottoposto alla Giunta regionale un programma di manutenzione idraulica per attenuare i rischi idrogeologici sul territorio piemontese.
In sostanza, noi partiamo da una situazione - quella che preoccupa sia l'Assessore che i Consiglieri che hanno parlato in precedenza - che deve prendere atto, da un punto di vista anche sociale, dell'"abbandono della montagna". In sostanza, da una situazione che prevedeva una manutenzione garantita dalle necessità di vita delle comunità che si approvvigionavano del legname lungo i corsi d'acqua, oggi questa situazione deve essere sostituita da una manutenzione totalmente programmata e totalmente promossa e gestita dagli Enti territoriali: Comuni, Comunità montane (queste ultime sono degli organismi che hanno tutte le caratteristiche per gestire questa partita).
Questa è una sensibilità che la Giunta regionale, anche precedente e con altre responsabilità assessorili, ha valutato come prioritaria tant'è che i tanti o pochi fondi che sono stati nel tempo disponibili sono stati indirizzati in questa direzione, sia con la legge n. 236, che era una specie di normativa per i lavori socialmente utili, sia per i fondi della montagna, gestiti dal collega Vaglio, sia con i fondi conseguenti all'alluvione - quegli 80 miliardi che non sono pochi. Capisco che qualche Consigliere chieda una maggiore disponibilità di fondi per la manutenzione del territorio, ma penso sia anche opportuno rendersi conto di quale sforzo fino ad ora è stato compiuto, avendo la sensazione comunque della inadeguatezza di questi sforzi rispetto ad una situazione che è cambiata su tutto il versante delle nostre valli.
Qualche intervento o una serie di interventi sono previsti; certamente sono io il primo a dichiararmi insoddisfatto rispetto alla massa degli interventi che devono essere previsti, ma i programmi vengono redatti in questa direzione. Se si verificano degli eventi catastrofici dobbiamo avere la capacità, come è emerso ieri nell'incontro con i parlamentari - qualche Consigliere era presente - di raccordare interventi straordinari interventi ordinari e nuove e maggiori attenzioni e risorse verso la manutenzione per raggiungere quel minimo di sicurezza per la quale stiamo lavorando.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Sono soddisfatto della risposta.



PRESIDENTE

I lavori del Consiglio riprenderanno oggi pomeriggio.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,30)



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