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Dettaglio seduta n.83 del 22/10/96 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati - Viabilità

Interrogazione n. 363 del Consigliere Rubatto relativa al problema parcheggi in prossimità degli ospedali torinesi


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g. "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interrogazione n. 363, presentata dal Consigliere Rubatto, cui risponde l'Assessore Masaracchio.
MASARACCHIO, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni Sul primo ed ultimo quesito formulato dall'interrogante, non si hanno elementi tecnici di competenza da fornire per la risposta.
Al fine, comunque, di ottenere informazioni sui provvedimenti che la civica Amministrazione competente di Torino ha inteso o intenderà assumere, sono state richieste informazioni al Comune di Torino.
Il Comune di Torino, in data 25/7/1996, mentre non ha dato risposta alle informazioni richieste sul primo e terzo quesito dell'interrogazione, ha invece comunicato quanto segue per quanto riguarda il secondo quesito: che è operante dal dicembre 1995 presso il CTO un nuovo parcheggio per trecentocinquanta posti auto, mentre per l'Ospedale Molinette è prevista la realizzazione di un nuovo parcheggio interno per mille posti auto di cui settecento a rotazione con accesso da Piazza Polonia, mentre nel Deposito Nizza ATM di Piazza Carducci è prevista la realizzazione di un nuovo parcheggio per circa cinquecento posti auto che inoltre l'Assessore all'assetto urbano del Comune di Torino ha avviato un Piano Particolareggiato nella zona Lingotto-Ospedali al fine di trovare soluzioni adeguate ai diversi problemi di accessibilità e parcheggio presenti nell'area.
A questo proposito, con particolare riferimento all'area degli ospedali, il Servizio Viabilità ha in atto, con la competente Ripartizione del Comune di Torino, contatti tecnici per impostare una revisione del Piano Urbano Parcheggi tendente ad esaminare la possibilità di estendere i benefici della legge n. 122/89 ai parcheggi di iniziativa comunale non ricompresi nell'originario programma approvato dal Consiglio comunale e dalla Regione.
Al momento è in corso di esame un'iniziativa per la realizzazione del parcheggio misto a rotazione all'interno dell'area dell'Ospedale Molinette.
Il collega interrogante si renderà conto che questa è una risposta datata e che, allo stato attuale delle cose, essendo stato deliberato dal Consiglio l'intervento economico-finanziario, il Comune di Torino, più di quanto non sia per gli altri Comuni del territorio piemontese, avrà tutto quello che è necessario per poter attivare i cantieri per i parcheggi, così com'è previsto e programmato anzitempo dall'attività amministrativa del Comune.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.
RUBATTO Ringrazio l'Assessore per la risposta, che senz'altro non avrebbe potuto essere diversa: la competenza dei parcheggi è del Comune di Torino.
Sono però accaduti dei casi di estrema gravità: auto fermate, multate o spostate, perché le famiglie accompagnavano i malati in un ospedale o in un altro. Questi sono atti di estrema gravità, che io stigmatizzo dal Consiglio regionale, e per i quali chiedo al Comune di Torino di risponderne. D'altronde, esiste uno Statuto regionale; il Comune di Torino avrebbe dovuto rispondere.
In definitiva, quello che ha detto l'Assessore è soddisfacente; questo è evidente, perché l'Assessore non poteva dire diversamente, se il Comune di Torino non interviene e non spiega i motivi per cui sono successi quei fatti. I parcheggi di fronte agli ospedali pongono difficoltà tremende basta vedere i casi Molinette, CTO e Regina Margherita.
Chiedo che il Comune di Torino risponda su questi avvenimenti stigmatizzati da molti giornali. Chiedo inoltre che la Regione Piemonte ossia l'Assessorato competente, segua i lavori nei vari parcheggi di fronte agli ospedali, perché è molto utile che vi siano delle zone dove le famiglie che accompagnano i malati possano sostare con la loro auto.


Argomento: Norme generali sui trasporti

Interpellanza n. 493 dei Consiglieri Bellion e Suino relativa all'aumentato transito di veicoli sulla SS n. 589 con conseguente pericolo per i pedoni


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 493, presentata dai Consiglieri Bellion e Suino, cui risponde ancora l'Assessore Masaracchio.
MASARACCHIO, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni Trattasi di una situazione assai diffusa sul territorio regionale, causata da improvvide e incontrollate urbanizzazioni di carattere terziario e produttivo, purtroppo sancite dai PRGC, con i quali sono state previste ampie aree di trasformazione urbanistica appoggiate sui collegamenti viari statali di primo livello, con la conseguenza di ridurre gli stessi ad assi di servizio alle urbanizzazioni comunali, vanificandone e stravolgendone il ruolo per il quale sono stati concepiti.
Ciò comporta la richiesta di continui onerosi adeguamenti della viabilità statale, alle volte non più tecnicamente nemmeno realizzabili per la mancanza fisica degli spazi necessari, non essendo stati neppure rispettati i pur minimi arretramenti previsti dalle fasce di rispetto stradali della normativa ante nuovo Codice della strada, avendo ammesso la legge urbanistica la deroga alle medesime nelle aree oggetto di urbanizzazione.
Oppure la richiesta di importanti varianti, con conseguente ulteriore sottrazione di cospicue aree all'agricoltura bene primario, sia ai fini produttivi che ambientali di tutela del territorio, foriere di ulteriori future compromissioni territoriali, dai costi realizzativi ormai molto elevati.
La SS n. 589 nel tratto ricadente nei territori di Pinerolo, Roletto e Frossasco è un tipico esempio di tale situazione.
Tuttavia, il Piano regionale dei trasporti e delle comunicazioni non evidenzia nell'arco in questione particolari criticità, sia a livello di flusso di traffico che di incidentalità ricorrente.
Si tratta evidentemente, come già detto, di una situazione puntuale più volte ricorrente sulla rete regionale di II livello funzionale, dovuta a fenomeni di intensa urbanizzazione che il modello di simulazione adottato non rileva, anche perché la filosofia del Piano intende affrontare tali situazioni in modo innovativo rispetto al passato, attribuendo specializzazioni funzionali agli archi che compongono la rete di interesse regionale, proprio in relazione alla situazione territoriale ed alla compatibilità in analisi costi benefici fra interventi strutturali ed interventi di specializzazione funzionale, in una situazione di scarsità di risorse, sia economiche che ambientali, ancora disponibili.
Per tali situazioni, il Piano suggerisce, infatti, soluzioni di attrezzatura dell'asse stradale di tipo urbano, per adeguare lo stesso al ruolo principale, cui deve ormai assolvere, in un contesto completamente modificato rispetto alla situazione iniziale, laddove poi in particolare la funzionalità dell'arteria risponde, appunto, principalmente a flussi di traffico di tipo locale o a breve medio raggio, quali appunto quelli delle rete funzionale di II livello regionale di cui l'arco in questione fa parte.
Trattasi di interventi complementari per il conseguimento di maggiori livelli di sicurezza, rivolti in particolare alle varie utenze non automobilistiche. E cioè all'introduzione lungo la strada di: arredi urbani atti a separare e disciplinare i diversi flussi di traffico delle varie utenze, quali marciapiedi, piste ciclabili, controviali parcheggi pubblici o pertinenziali mitigatori della velocità ed interventi per la razionalizzazione degli innesti, quali semaforizzazione degli incroci secondari e rotonde di interscambio negli incroci principali di interventi, infine, di specializzazione funzionale, quali l'attrezzatura della strada per il trasporto pubblico di linea, con la creazione delle adeguate piazzole per la fermata dei mezzi pubblici integrate con piccoli parcheggi per auto, motociclette, motorini e biciclette.
Tutti interventi, tra l'altro, oggetto dei Piani Urbani di Traffico introdotti dall'art. 36 del Nuovo Codice della Strada.
I marciapiedi, le piste ciclabili ed i semafori, non sono evidentemente di competenza dell'ANAS, ma dei Comuni, nell'ambito della realizzazione delle necessarie opere di urbanizzazione, da realizzarsi con i relativi oneri previsti dalla legge urbanistica, con il concorso eventuale anche dei privati, soprattutto per quanto riguarda la realizzazione dei parcheggi pertinenziali e con i proventi delle multe per tutte quelle altre opere materia di Piano Urbano del Traffico, insieme ai parcheggi pubblici ed alle piazzole di sosta per i mezzi di linea di trasporto pubblico.
Allo stato attuale della suddivisione delle competenze regionali e della gestione dei relativi capitoli di spesa, trattandosi di opere di interesse comunale, gli stessi, alla luce della legislazione regionale vigente, sono assistiti da contributo regionale in conto capitale o in conto interesse dalle LL.RR. n. 28/75, n. 49/76, n. 73/78 e n. 18/84, gestite dall'Assessorato regionale OO.PP. Difesa Suolo.
Perciò, l'unica richiesta di contributo a conoscenza dell'Assessorato ai trasporti e comunicazioni, rivolta alla Regione dal Comune di Frossasco per la realizzazione di marciapiedi lungo la SS n. 589 e la semaforizzazione di un incrocio tra una strada comunale e la SS n. 589, è stata per competenza inoltrata all'Assessorato OO.PP. Difesa Suolo, Settore OO.PP. Difesa Suolo, segnalando la gravità del problema in termini di sicurezza e la conseguente necessità di un contributo regionale sulla L.R.
n. 18/84.
All'ANAS ed alla Provincia di Torino è stato analogamente segnalato il problema, chiedendo ai due Enti di predisporre un progetto di intervento per la regolamentazione degli incroci tra le strade provinciali e la statale, mediante la realizzazione di rotonde opportunamente dimensionate come ormai consuetudine consolidata in tutti i Paesi del nord Europa e nella confinante Francia per la soluzione di analoghi problemi, con risultati largamente positivi.
I due Enti stanno lavorando sul tema ed hanno già predisposto i progetti per la sistemazione in tal senso degli incroci delle strade provinciali Riva di Pinerolo - Roletto e Frossasco - Piscina con la SS n. 589 all'esame dei competenti Settori regionali per le prescritte autorizzazioni e dei Comuni interessati.
L'Assessorato ai trasporti e comunicazioni, tramite i propri uffici, sta seguendo la questione ed eserciterà, qualora necessario, l'attività di coordinamento di sua competenza.
Ai colleghi che hanno presentato l'interpellanza dico che ho voluto articolare così la risposta anche in seguito alla mia partecipazione ad un Convengo, indetto ad Orta dalla Provincia di Novara, sul tema dell'arredo urbano in funzione del traffico di attraversamento di taluni centri (non pochi) in Piemonte (alcuni dei quali potrebbero essere progetti-pilota) dove erano presenti specialisti di alto livello, sia francesi che svizzeri.
In quell'occasione ho deciso (anche a titolo personale, come Consigliere regionale, e non tanto come Assessore) di costituire un tavolo di lavoro al fine di poter stabilire, nell'ambito di ciascun Comune, a che cosa debba servire l'arredo urbano, in vista della funzionalità del trasporto attraverso una più razionale viabilità, prendendo come esempio quanto è stato già fatto. A questo proposito, vedremo anche come poter organizzare una Conferenza regionale di alto livello o interregionale, chiamando a parteciparvi la Svizzera e la Francia, magari con la presenza del Ministro competente, ma ciò ovviamente quando avremo esaurito l'attività di questo tavolo di lavoro. Quanto detto, anche in funzione di tutta un'attività che dovrebbe essere promossa dalle Amministrazioni provinciali, coinvolgendo i Comuni affinché in tutto il territorio il progetto della viabilità per i trasporti sia compatibile con i Piani urbanistici comunali, non soltanto per quanto riguarda gli svincoli e la liberalizzazione di talune situazioni nel territorio, ma anche per quello che riguarda gli specifici insediamenti.
Poiché le risorse non sono molte e che comunque dovrebbero essere razionalizzate per una migliore destinazione, secondo me è arrivato il momento che i Comuni, nell'ambito della specificità di ciascun territorio e di quanto prevedono i singoli esercizi finanziari, indicendo una sorta di Conferenza dei Comuni, comprendano che vi è la necessità di una viabilità funzionale non soltanto per la mobilità di qualunque genere, ma anche per gli insediamenti.
Non tutti dovrebbero aspirare ad avere un insediamento di tipo artigianale non tutti un insediamento di tipo commerciale o industriale: ciascuno, per quota parte, a seconda delle prerogative del proprio territorio e della propria economia, deve accollarsi il compito di provvedere agli insediamenti per lo sviluppo dell'economia (compatibilmente con tutto l'esistente). Purtroppo, così com'è stato delineato anche da questa relazione, che vi prego di considerare come una vera e propria comunicazione, accade che, una volta realizzate nuove vie, nuove strade, i Comuni danno licenze di inurbamento nella zona, creando un disagio non soltanto di natura pratica, ma anche esistenziale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bellion.
BELLION Ringrazio l'Assessore per avere così esaurientemente risposto a questa interpellanza, che voleva più che altro evidenziare una situazione di disagio che si era venuta a creare su quel tratto specifico della SS n. 589 e che aveva visto il decesso di parecchie persone investite dai mezzi che quotidianamente, circolano molto numerosi su questa strada.
La situazione è sicuramente generalizzabile. L'Assessore evidenziava la mancanza, negli anni passati e nei periodi trascorsi, di connessione fra nuove strade ed opere di urbanizzazione primaria o secondaria che, lungo queste arterie, man mano si sono venute a creare; questo è sicuramente un caso anomalo.
La SS n. 589 ha scontato, Assessore, in questi anni i ritardi nel dotare il Pinerolese di una viabilità degna di questo nome, e questi ritardi non riguardano soltanto la viabilità, ma in questo caso anche le aree attrezzate, le aree industriali ed artigianali, che avrebbero potuto soddisfare le esigenze occupazionali di quel determinato territorio.
Per vent'anni si è discusso sulla localizzazione di queste aree e soprattutto sulla localizzazione del potenziale miglioramento della viabilità. Questa è stata la premessa e la concausa che ha fatto sì che su questa arteria si sia creata questa situazione; di lì ne derivava la richiesta dei Comuni all'ANAS, che - devo dire - in questi anni è stato abbastanza latitante rispetto a quel tratto di viabilità.
Nonostante il fatto che la mia interpellanza sia abbastanza datata (non ricordo, ma penso che risalga a febbraio o marzo), in questi mesi - e mi compiaccio della disponibilità dell'Assessorato - si sta andando verso una soluzione positiva che soddisfa, da una parte, le giuste esigenze della popolazione insediatasi in quell'area nel corso di questi ultimi anni e dall'altra, le esigenze degli automobilisti che percorrono questa strada.
Spero che, con la conclusione dell'Autostrada Torino-Pinerolo, che già l'altra settimana il Presidente ricordava avviata ad una rapida soluzione come credo noi tutti auspichiamo, anche queste situazioni possano trovare sollievo: un primo passo è certamente l'eliminazione dei pericoli e delle cause di incidenti, con cui le popolazioni del luogo hanno convissuto tutti questi anni.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio.
MASARACCHIO, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni Visto che le richieste, tutte giustificate, da parte dei Comuni per poter incontrare l'Assessorato al fine di risolvere rapporti con l'ANAS o chi altri ha competenza sono tante, comunico al Consiglio che ho concordato con l'ANAS un appuntamento mensile. Di conseguenza, basterà raggiungere l'Assessorato e far sapere che vi è bisogno di qualche incontro - per tutta la mattinata, fosse necessario anche per tutta la giornata - con il responsabile dell'ANAS, onde evitare che, tra un'interrogazione ed un'interpellanza, le cose vadano a finire nelle lentezze, non dico della burocrazia, ma di ciò che la politica comporta.
In quell'occasione, carta alla mano, l'ANAS dovrà dare una risposta precisa ed inequivocabile, in modo da poter consentire all'Assessorato di intervenire per le proprie competenze.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interpellanza n. 468 dei Consiglieri Chiezzi e Simonetti relativa al Poliambulatorio di Via Montanaro, Torino


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 468 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti.
La parola alla Consigliera Simonetti per l'illustrazione.
SIMONETTI Colleghe e colleghi, questa interpellanza è datata 13/2/1996. Fa riferimento ad una situazione un po' particolare rispetto ad un Poliambulatorio sito in un territorio che raccoglie i quartieri Barriera di Milano, Falchera, Regio Parco e Rebaudengo. Si tratta di quartieri che hanno una densità di popolazione ed anche delle caratteristiche particolari.
Il problema sta nel fatto che il Poliambulatorio di Via Montanaro, che fa riferimento all'ex USL n. 6, ora USL n. 4 di Torino, in base ai nostri accertamenti rispondeva ad un bacino di utenza di oltre 100 mila abitanti su un territorio che riprendeva delle caratteristiche particolari. Questa struttura era dotata di laboratori di analisi chimiche, presso i quali ogni giorno venivano fatti oltre duecento esami ematochimici, non solo rispetto all'affluenza dei cittadini della zona Torino nord (zona di riferimento) ma anche di tutti quei Comuni limitrofi, considerando il fatto che tale USL si trova in una zona periferica della città. Oltre agli interventi urgenti che già per legge si prevedono essere svolti dallo stesso Poliambulatorio.
In questa struttura sanitaria, che era quindi il Poliambulatorio, venivano eseguiti gli esami ematochimici: dovevano essere eseguiti entro quattro giorni dalla prenotazione dell'utente e gli esiti forniti entro otto giorni. Questo garantiva, rispetto all'utenza e ai cittadini che si rivolgevano a tale struttura sanitaria per la prenotazione e gli esiti degli esami, una certa soddisfazione ed anche una rapida integrazione ed interazione con gli stessi medici.
Rispetto a questa premessa, che abbiamo reputato importante, oltre al fatto in sé rilevante, e anche a dove tale problema veniva situato (nonché i problemi stessi che ne conseguivano), è certo che dall'1/1/1996 il Laboratorio di Analisi di Via Montanaro n. 60 è stato trasferito presso l'Ospedale S. Giovanni Bosco.
Un primo elemento è dato dalle motivazioni che vogliamo sentire dall'Assessore rispetto a questa forma di trasferimento, considerato il fatto che riprende proprio solo grossolanamente i due punti: da un lato, la presenza di numerosi cittadini che si rivolgevano a tale struttura sanitaria, dall'altro, la soddisfazione rispetto a questa forma di integrazione in questa struttura sanitaria rispetto agli esiti che venivano forniti entro un breve lasso di tempo.
Come secondo elemento, ho chiesto l'illustrazione all'Assessore perch spero di avere delle risposte chiare in base a tutti gli elementi che sono stati chiesti nell'interpellanza.
Rispetto e conseguentemente a questo trasferimento si è avuto un peggioramento del servizio; per esempio, i tempi di attesa sono arrivati a 20-25 giorni e il ritiro dei referti è avvenuto entro 8 giorni solo fino al mese di dicembre, quindi fino a quando funzionava il Poliambulatorio di Via Montanaro.
Un altro punto è quello di chiedere all'Assessore se sia a conoscenza del giudizio espresso dagli stessi operatori sanitari e medici che lavorano all'interno del Poliambulatorio, considerato che lo stesso trasferimento dei servizi ha diminuito in parte, se non quasi del tutto, la loro funzione. E ancora, quali iniziative si intende assumere per ridare fiducia alla popolazione, all'utenza, che fino a dicembre risultava soddisfatta di questa prestazione sanitaria, considerato il peggioramento del servizio con questo trasferimento.
Rispetto a questa situazione, che reputo grave, anche se ormai l'interpellanza risale a febbraio, richiedo delle informazioni specifiche relativamente all'andamento dei fatti, così come avvenuti, e quindi relativamente allo smantellamento del Poliambulatorio, e quali altre eventuali conseguenze ed iniziative sono state prese all'Assessorato in tal senso.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.
D'AMBROSIO, Assessore alla sanità Cortesi Consiglieri, la collega Simonetti ha svolto la sua illustrazione ma io ripeto i motivi dell'interpellanza presentata dal Gruppo di Rifondazione Comunista.
Gli interpellanti, Consiglieri Chiezzi e Simonetti, chiedono le motivazioni per le quali dall'1/1/1996 il Laboratorio di analisi ematochimiche del Poliambulatorio di Via Montanaro n. 60, Torino, è stato trasferito presso l'Ospedale S. Giovanni Bosco, ipotizzando - ed inizialmente è stata una realtà - un peggioramento del servizio quale conseguenza del provvedimento e se si preveda un ritorno del servizio nella struttura poliambulatoriale di Via Montanaro.
Le motivazioni che hanno portato alla decisione di chiudere il Laboratorio di Analisi sono state dettate dalla constatazione della vetustà delle apparecchiature utilizzate in Via Montanaro n. 60 e per dare una maggiore sicurezza agli operatori sul posto di lavoro e dalla valutazione che il potenziamento delle altre due sedi di Laboratorio Analisi presenti nell'Azienda (quella del Dispensario di igiene sociale di Lungo Dora Savona e l'Ospedale S. Giovanni Bosco), attraverso anche l'acquisizione di personale qualificato proveniente dai laboratori di Via Montanaro, ha permesso un miglioramento dell'efficienza ed un aumento del livello di qualità del servizio offerto dalle altre due sedi di laboratorio. In Via Montanaro continua (e questo è importantissimo che si sappia) ad essere in funzione il punto prelievi e consegna dei referti.
Durante la fase di trasferimento si sono verificati, così come è evidenziato nell'interpellanza, aumenti in sovraccarico sul sistema informatizzato di gestione dell'attività del laboratorio dell'Ospedale S.
Giovanni Bosco, ritardando temporaneamente l'attività stessa. Tale disguido è stato ad oggi totalmente risolto ed al momento il tempo d'attesa è tornato di gran lunga inferiore a quello del passato, perché da circa 20 giorni l'accesso al prelievo è diretto, senza prenotazioni. Quindi, il risultato del prelievo stesso, viene dato, per gli esami di routine, entro 4 giorni dal prelievo fatto, come ribadivo senza alcuna prenotazione.
E' pertanto ovvio che non si ritiene necessario proporre ai dirigenti della USL 4 un ritorno nel Laboratorio di analisi ematochimiche nella struttura poliambulatoriale di Via Montanaro n. 60.



PRESIDENTE

La Consigliera Simonetti intende replicare? Se possibile, una breve replica: soddisfatta o no.
SIMONETTI Solo due osservazioni rispetto alla risposta fornita dall'Assessore.
Di per sé, in base a quanto ha risposto l'Assessore, il fatto, in qualche modo, è stato ripristinato, per cui il funzionamento del Poliambulatorio di Via Montanaro è nella norma ed assicura un certo servizio. Le prestazioni che sono state trasferite al S. Giovanni Bosco offrono alla popolazione e all'utenza un certo servizio, anche in tempi brevi, rispetto alla prenotazione e al ritiro immediato dei referti e così via.
Solo due osservazioni. Una rispetto alla metodologia che è stata seguita per trasferire la maggior parte delle funzioni dal Poliambulatorio di Via Montanaro n. 60 ad un altro ospedale.
Su questo non sono soddisfatta nel senso che, anche se ad oggi, passati ormai sette-otto mesi, la situazione è stata ripristinata, rimane il fatto che, per circa sei mesi, la popolazione non ha potuto usufruire dei servizi. Se nel Poliambulatorio di Via Montanaro n. 60 si agiva in condizioni di insicurezza per gli operatori, per i medici, in una situazione in cui le apparecchiature erano obsolete, le strade erano due: o investire direttamente nel Poliambulatorio attraverso apparecchiature oppure fare la scelta di trasferire le funzioni.
Prima di trasferire le funzioni da un poliambulatorio ad un altro, bisogna essere in grado di offrire, nell'altra struttura, un servizio all'utenza che sia almeno pari o comunque possa soddisfare la stessa utenza nei tempi in cui l'utenza veniva soddisfatta presso il Poliambulatorio. Creare invece una condizione di sostituzione quasi a supporto rispetto a carenze organizzative e strutturali che esistevano nel Poliambulatorio di Via Montanaro ha creato condizioni di insicurezza e di instabilità per la stessa popolazione che doveva rivolgersi ad un servizio. Questa è la prima osservazione.
Seconda osservazione. I medici e gli operatori si erano lamentati per la mancanza di qualificazione rispetto all'intervento che loro, anche e nuovamente, ponevano nel poliambulatorio come nel nuovo ospedale nel quale erano stati trasferiti. Non mi sembra che questa situazione sia stata, in qualche modo, risollevata perlomeno rispetto al personale che vi opera.



PRESIDENTE

L'interpellanza è discussa; mi pare di capire che l'interpellante non sia soddisfatta.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Richiesta del Consigliere Cavaliere di una comunicazione da parte della Giunta regionale sull'attuale situazione della maggioranza


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cavaliere; ne ha facoltà.
CAVALIERE Signor Presidente, credo opportuno, per le notizie apprese dagli organi di informazione, di chiedere al Presidente della Giunta una comunicazione sullo stato della maggioranza, avendo appreso che, all'interno dei Gruppi politici che hanno espresso l'attuale maggioranza, si sono formate nuove aggregazioni che hanno rinnovato l'appoggio alla Giunta e alla maggioranza di cui facevano parte, ma hanno anche precisato nuove posizioni politiche che modificano, almeno da quello che possiamo capire, la situazione.
Quindi, volevamo sapere, dal Presidente della Giunta, qualcosa in merito a questa situazione.



PRESIDENTE

Lascio alla sensibilità del Presidente della Giunta, però riterrei di parlarne dopo l'esame delle interrogazioni e delle interpellanze, se il Presidente intende rispondere.



(Intervento fuori microfono del Presidente della Giunta, Ghigo)



PRESIDENTE

Infatti, io stavo dicendo di proseguire nell'esame delle interrogazioni e delle interpellanze; poi, quando i diretti interessati possono essere presenti, possiamo inserire questo punto all'o.d.g. Adesso terminiamo questa discussione.
Il Presidente Ghigo intende comunque rispondere alla sua domanda Consigliere Cavaliere.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 477 dei Consiglieri Chiezzi e Simonetti relativa al sistema elettronico di prenotazione presso l'Ospedale Molinette di Torino


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interpellanza n. 477 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti.
L'interpellante intende illustrare l'interpellanza? Non è obbligatorio.
SIMONETTI Brevemente, giusto perché si tratta delle Molinette, un ospedale che, come è noto, riceve una forte affluenza.
Due dati che appaiono nell'interpellanza.
L'Ospedale Molinette riceve ogni giorno oltre 15.000 persone, tra cui più di 5.000 dipendenti e 2.000 degenti, oltre a tutti coloro che, di per s quotidianamente, vivono e si aggirano nell'area ospedaliera.
Questa interpellanza vuole sottolineare la disorganizzazione soprattutto del reparto di prenotazione delle Molinette gestito elettronicamente che ha determinato solo una parziale informatizzazione.
Per cui si chiede con precisione quali siano le motivazioni della parziale informatizzazione del sistema di prenotazione delle Molinette che ha un'affluenza molto ampia a livello regionale e che ha causato anche dei disappunti, oltre che delle incomprensioni relativamente ad un ospedale che diventa cardine nella realtà piemontese e all'incredibile problema organizzativo, che si riflette anche sull'utenza sanitaria.
Si richiede pertanto quali iniziative intenda assumere l'Assessorato per la soluzione di questo problema, dal momento che non le ha ancora realizzate da febbraio - data dell'interpellanza - ad oggi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.
D'AMBROSIO, Assessore alla sanità Cortesi colleghi, l'interpellanza è stata già illustrata dalla Consigliera Simonetti. Io approfitto solamente per una brevissima replica per quanto riguarda il Poliambulatorio di Via Montanaro per dire che in realtà per tutte le innovazioni, almeno nella loro fase iniziale, si verificano momenti di difficoltà, ma posso assicurare che comunque non c'è stato un periodo lungo di inefficienza, o quanto meno di minus da parte del Laboratorio ematochimico che era stato trasferito al S. Giovanni Bosco. So che attualmente i sanitari sono pienamente soddisfatti della loro nuova sistemazione nel Poliambulatorio di Lungo Dora Savona e del S. Giovanni Bosco stesso.
Torno all'interpellanza n. 477. I Consiglieri Chiezzi e Simonetti chiedono informazioni in merito all'informatizzazione dell'Azienda ospedaliera S.
Giovanni Battista di Torino, e più in generale della Regione Piemonte nel suo complesso.
Per quanto concerne le Molinette, sono in possesso dei dati fornitimi dal Direttore generale, che mi premurerò di porgere ai Consiglieri interpellanti con una dettagliata relazione.
Attualmente sono prenotabili, presso il Centro prenotazioni Molinette di Corso Bramante n. 84/A, con orario continuato - 8,30/17 - tutti i giorni sabato e festivi esclusi, le prestazioni elencate nella relazione fornitami dal dottor Carnevali.
Il sistema di prenotazioni informatizzato attualmente in uso presso l'Azienda ospedaliera S. Giovanni Battista è stato acquisito mediante una convenzione con la Regione Piemonte, che ha provveduto a finanziare la realizzazione del prodotto applicativo nell'intento di creare un CUP centralizzato della città di Torino.
Il sistema è basato su terminali in collegamento remoto con la sede del CSI Piemonte per il sistema informativo di Torino ed è utilizzato per effettuare circa 11.000 prenotazioni al mese.
Il miglioramento dell'accessibilità e della fruibilità delle prestazioni da parte dell'utente-cliente è uno degli obiettivi che l'Azienda ospedaliera si è prefissata già per il 1996. Prova ne è che con la collaborazione del CSI-Piemonte è in fase di definizione il progetto di un nuovo centro di prenotazione basato sul potenziamento dell'attuale struttura dei centri unificati di prenotazione situati in Corso Bramante e sull'attivazione della prenotazione telefonica, e, inoltre, sulla distribuzione ed informatizzazione delle segreterie di Dipartimento.
Con il potenziamento e la distribuzione dei punti di prenotazione si intende rendere molto più snello l'accesso alle prestazioni. Presso la sede di Corso Bramante, telefonicamente, saranno prenotabili, principalmente, i primi accessi, i "controlli"; le seconde visite ovvero le prestazioni necessarie, individuate a seguito di prima visita o accesso, saranno invece direttamente prenotabili presso le segreterie dipartimentali interne dell'Azienda ospedaliera - indicate nella nota che farò avere ai Consiglieri interpellanti.
Per quanto riguarda il pagamento del ticket, verrà mantenuta l'attuale convenzione con l'Istituto S. Paolo di Torino, per cui è possibile pagare il ticket in qualunque agenzia sul territorio.
Verranno altresì mantenuti i cosiddetti "Punti gialli", ed eventualmente potenziati, per il pagamento diretto presso l'Azienda ospedaliera.
Il completamento del progetto sopradescritto renderà realmente pratico l'accesso agli ambulatori dei servizi. L'utente, con in mano l'impegnativa potrà prenotare comodamente, per telefono, la prestazione ed andare a pagare il relativo ticket presso l'Agenzia S. Paolo più vicina.
Il progetto diventerà completamente esecutivo nel primo trimestre del 1997 così mi assicura il Direttore generale delle Molinette, dottor Carnevali.
L'altro importante tassello che completa il quadro in merito alla fruibilità dei servizi dell'Azienda ospedaliera riguarda il Centro prelievi. E' quasi ultimata la ristrutturazione dell'attuale sede degli ambulatori all'ingresso di Corso Bramante. In tali locali verrà strutturato un Centro prelievi unitario che servirà prioritariamente i Laboratori di chimica clinica e di microbiologia e successivamente anche gli altri Laboratori (diabetologia, ematologia, ecc).
La sua collocazione in prossimità dell'ingresso principale potrà determinare sostanziali benefici sulla distribuzione dei flussi di attività interna, alleggerendo la condizione di ingorgo attuale di percorsi oggettivamente complessi per l'utenza.
L'accesso al Centro prelievi potrà avvenire senza prenotazione. In tale sede potranno essere sbrigate tutte le pratiche amministrative, oltre ovviamente, all'effettuazione del prelievo e il ritiro dei referti.
Allo scopo di rendere il sistema estremamente chiaro e pratico sia il Centro prelievi sia il Centro di prenotazione di Corso Bramante verranno dotati di sistemi per la gestione delle code, basati su visori a led luminosi. Tutto questo, mi assicura il Direttore generale, entro il primo trimestre 1997.
Gli interpellanti chiedono altresì quali iniziative si intendono porre in atto per realizzare una rete elettronica (informatizzata) di prenotazioni che investa l'intera organizzazione sanitaria e in quali tempi si intenda effettuarla. Nell'arco del triennio 1996/1998 dovranno rendersi possibili in maniera diffusa le prenotazioni informatizzate degli studi dei medici. A tale proposito ieri sera ho avuto una lunga riunione con le rappresentanze sindacali dei medici di medicina generale, tra l'altro, per trattare il tema dell'informatizzazione degli ambulatori dei medici di base. Vi assicuro che siamo a buon punto per definire la convenzione in toto, come Azienda regionale, ma soprattutto per quanto riguarda l'informatizzazione di tali studi medici, ancorché uno dei tre sindacati abbia espresso delle perplessità: alcuni medici, che hanno esercitato per molti anni in un determinato modo, hanno difficoltà ad utilizzare un personal computer.
Esperienze di altri colleghi, invece, sostengono che una volta che si è entrati nel meccanismo, la cosa è molto semplice. Comunico, in tal senso che sono in corso alcune sperimentazioni di informatizzazione degli studi di alcuni medici di medicina generale avviate da Aziende e UU.SS.LL., e precisamente dalla n. 1 di Torino, dalla n. 18 di Alba, dalla n. 21 di Casale, dalla n. 7 di Chivasso e dalla n. 9 di Ivrea. Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.
SIMONETTI Intervengo brevemente per far presente che, rispetto ai problemi posti l'Assessore ha dato risposte in parte soddisfacenti, ma che fanno spesso riferimento alle "buone intenzioni".
Su alcuni punti, in riferimento soprattutto al Centro di prenotazione - non al Centro prelievi - in qualche modo fotografa la realtà attuale. Cito alcune frasi dell'Assessore: "Alcuni 'Punti gialli' andranno potenziati" "Ci sarà un Centro prenotazioni automatico su assicurazione del Commissario Carnevali a partire dal primo trimestre del 1997".
Il nostro Gruppo, per esprimere soddisfazione o insoddisfazione rispetto all'andamento delle prenotazioni alle Molinette, aspetterà la fine del primo trimestre del 1997.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza n. 511 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea relativa alla minaccia di chiusura della ILP


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 511 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea.
Risponde l'Assessore Masaracchio.
MASARACCHIO, Assessore al lavoro Rispetto all'interpellanza n. 511 relativa alla minaccia di chiusura della ILP, sono in grado di precisare che, nei contatti intercorsi, il cav. Riva ed i suoi collaboratori hanno escluso la chiusura dello stabilimento ILP (ILVA Laminati Piani di Torino).
Com'è noto, da tempo la stessa ILVA, ancora a gestione pubblica, aveva avanzato l'ipotesi della chiusura dello stabilimento, incontrando, altre all'ovvia e rigida opposizione dei lavoratori e delle Organizzazioni sindacali, anche la resistenza della FIAT Auto, per cui lo stabilimento di Torino lavora quasi totalmente raggiungendo livelli di qualità molto elevati nella produzione di acciaio per stampaggio profondo particolarmente impiegato nella produzione delle scocche auto.
La crescita di qualità della produzione dello stabilimento di Novi Ligure e la necessità di saturare quell'impianto, sovradimensionato rispetto all'attuale domanda di laminati, ha fatto sì che lo stabilimento di Torino tornasse ad essere messo in discussione.
La decisione a cui si sarebbe pervenuti da parte dell'ILP-Riva, non sarebbe però quella della chiusura dello stabilimento, ma della sua trasformazione in un centro di servizi per il cliente che comprenderebbe tutte le lavorazioni post-laminazione, preverniciatura, taglio a misura confezionamento e preparazione a livello di fornitura just in time di materiale pronto per entrare nel ciclo di lavorazione FIAT.
Tale scelta corrisponde ad un'esigenza reale della FIAT stessa e dovrebbe dare una parziale certezza di continuità allo stabilimento che subirebbe però, la grave perdita di tutta l'area di laminazione a freddo e relativa manodopera.
L'ILP-Riva non si è sbilanciata nei rapporti con la Regione e non ha comunicato cifre circa i livelli occupazionali, ma un rapido conto delle lavorazioni che permarrebbero più quelle che potrebbero eventualmente aggiungersi fa prevedere un organico a regime di non più di 200 lavoratori con una perdita di circa 100/150 posti di lavoro, da gestire nel tempo, sia con ammortizzatori sociali sia con uscite incentivate. Pur non essendo finora riusciti ad ottenere un impegno formale, le affermazioni fatte dalla Direzione generale ILVA di Genova vanno nella direzione di evitare licenziamenti. Ci auguriamo che queste affermazioni trovino riscontro, in modo da evitare almeno conseguenze traumatiche sui lavoratori.
Ad onor del vero occorre dire, anche se questo non annulla la nostra preoccupazione e la serietà del problema, che questa ipotesi di ridimensionamento e riqualificazione dello stabilimento sito a Bonafous non rappresenta altro che la ripresa integrale e la riproposizione nell'attuale contesto di un vecchio progetto precedente la privatizzazione.
Una sola ipotesi potrebbe ancora salvare gli impianti e l'integrità del ciclo produttivo e dell'occupazione nello stabilimento ILP di Torino: qualora la domanda di autoveicoli registrasse una tale crescita da incrementare del 50-60% la domanda di nastro per stampaggio profondo degli stabilimenti piemontesi; in tal caso lo stabilimento sarebbe praticamente costretto a proseguire nell'attività di laminazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.
PAPANDREA Questa risposta burocratica dell'Assessore conferma pienamente le preoccupazioni che abbiamo espresso, perché da una parte ci sono delle vaghe promesse e dall'altra alcune certezze, cioè si dice che l'ex ILVA l'ILP, chiude e passa ad altro. Non si dice che si mantiene in vita, si dice che chiuderà, però si dice che ci sono dei progetti per fare altre cose. Credo che, purtroppo per i lavoratori, la prima prospettiva sia certa, la seconda molto meno.
Dalle ultime parole dell'Assessore, pare che l'unica cosa che potrebbe scongiurare questa eventualità sarebbe un forte incremento della produzione automobilistica a Torino. Chiunque si interessi della produzione automobilistica a Torino, sa che, invece di avere un forte incremento stiamo assistendo al fenomeno contrario; non solo, ma di nuovo aumenta la cassa integrazione in FIAT, assumendo una tale entità da rendere attuale il problema della sopravvivenza di alcune delle unità produttive nell'area torinese.
Quindi non solo non avremo quell'aumento, ma si va nella direzione opposta cosa che rende anche l'altro progetto, quello successivo alla chiusura dell'ILP, che è legato alla FIAT, estremamente aleatorio ed improbabile.
Un aspetto che mi lascia stupito è il fatto che la proprietà tratti la Regione con notevole sufficienza, da quello che capisco, perché non fornisce dati certi. Non capisco perché la Regione accetti questo tipo di trattamento da parte di Riva, che - ricordo - quello che sta facendo in Piemonte lo sta facendo anche altrove; la credibilità di questo Riva non è molto alta. Abbiamo visto quello che è successo a Taranto nelle scorse settimane: anche lì un impianto estremamente moderno, così come quello di Novi Ligure o di Torino, viene minacciato da parte di questo padrone che evidentemente, nel momento in cui ha partecipato alla privatizzazione dell'ex ILVA, ed è stato appunto il soggetto che ha acquisito questi stabilimenti, non aveva alcuna intenzione di mantenerli in vita.
Le istituzioni, il Governo in primis, ma anche noi, hanno un ruolo rispetto a queste aziende. L'ILVA è una delle prime aziende privatizzate; ci avevano detto che privatizzando sarebbe andata meglio, che quella era la bacchetta magica per risolvere i problemi di questa azienda. Si tratta di aziende efficienti, moderne, che sono state privatizzate e il privato, invece di renderle più competitive, le sta smantellando: magari smantellandole prende i miliardi che la CEE dà in questi casi.
C'è anche un interesse evidente a fare questa cosa, a ridurre le quote abbiamo visto il caso diverso, ma su questo aspetto uguale, delle Acciaierie Ferrero.
Ci troviamo di fronte a privati che al momento della privatizzazione si erano assunti degli impegni, impegni che non mantengono: credo che questo problema riguardi anche il Governo. Il Governo non può stare a guardare, le istituzioni non possono stare a guardare; dopo aver privatizzato dicendo che c'erano garanzie, non ci si può limitare a constatare che queste garanzie non vengono rispettate. Succede esattamente il contrario di quanto era previsto. Tra l'altro in Piemonte, purtroppo, l'esperienza della privatizzazione è abbastanza tragica; abbiamo l'ILVA, ora ILP, abbiamo la Morteo ed una serie di aziende che, una volta privatizzate - ed erano aziende che funzionavano, che avevano anche mercato - invece trovano in questi privati dei padroni estremamente avventuristi che portano alla chiusura, con disastro per l'economia nazionale e soprattutto per i lavoratori, che sono poi quelli che pagano il risultato di queste politiche.
Continuiamo a dire "privatizziamo tutto", come fosse la panacea per risolvere i mali, mentre le prove concrete vanno in direzione opposta.
Credo che se si tornasse indietro nel tempo, l'elenco potrebbe essere lunghissimo. Come minimo, dovremmo porci dei dubbi su questa politica delle privatizzazioni, che si continua a portare avanti, ma - ripeto - credo che ci voglia di più; le istituzioni si devono far sentire con maggiore forza proprio perché, a mio avviso, hanno delle responsabilità, si sono assunte delle responsabilità nel momento in cui la privatizzazione è avvenuta.
Concludo dicendo che sono esterrefatto dal comportamento nei confronti della Regione, per quanto riguarda Riva, ma sono anche esterrefatto dal fatto che la Regione incassi silenziosamente senza farsi sentire. Se questo è il modo per dare più voce alle istituzioni, anche quelle regionali decentrate, credo che l'esempio sia pessimo.
Da parte dell'Assessorato e del governo di questa Regione, che è la Regione del nord più esposta sul fronte occupazionale, semplicemente fare i notai dei cimiteri, del numero dei posti di lavoro soppressi, non può essere accettato. Occorre sicuramente una svolta nella politica. Credo che quando affronteremo il dibattito in Consiglio regionale dedicato all'occupazione questi temi li potremo approfondire meglio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio.
MASARACCHIO, Assessore al lavoro Non entro nel merito delle valutazioni politiche, che potrei anche condividere, ma ciascuno assolve al proprio impegno politico così come si conviene nell'ambito del dibattito politico e della partecipazione anche a livello governativo.
Non è affatto vero che la Regione incassa. La Regione non ha poteri coercitivi di nessuna natura nei confronti di coloro i quali tengono rapporti a livello nazionale e a livello europeo, nell'ambito della CECA anche per quanto riguarda l'acciaio. Noi siamo condizionati non solo per quello che riguarda il latte - abbiamo visto quello che è accaduto l'altro ieri a Torino - ma anche per la chimica, l'aerospaziale e l'acciaio. Non a caso rammento che la Regione Piemonte, con piglio e con autorità politica non certamente amministrativa, si è comportata così come si doveva non soltanto per l'ILVA, correndo subito al capezzale di quello che stava accadendo; oltretutto, trattati come siamo stati trattati persino dal Prefetto di quella provincia, che ha voluto specificare che il rapporto era quasi fiduciario con chi gestisce la condizione di quella situazione di attività di produzione dell'acciaio.
Quindi non è affatto vero che la Regione incassa. La Regione istruisce le pratiche e si comporta come di dovere. Mi attendo che Rifondazione Comunista voti favorevolmente il referendum sulla regionalizzazione della partita dell'industria, per quanto riguarda le attività dirette che la Regione può esercitare nei confronti della produzione industriale.
Per quanto riguarda la richiesta pressante fatta al Ministro competente di consultare la Regione sulla questione ILVA - che non è soltanto di natura specifica regionale piemontese, ma anche ligure - farò un'altra richiesta magari mi farò aiutare da qualche deputato di Rifondazione Comunista.


Argomento: Norme generali sui trasporti

Interpellanza n. 492 dei Consiglieri Chiezzi, Moro e Papandrea relativa alla soppressione del servizio ferroviario sulla linea Casale-Vercelli nel periodo luglio-agosto


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 492, presentata dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Papandrea, alla quale risponde l'Assessore Masaracchio.
MASARACCHIO, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni In merito ai quesiti posti dall'interpellanza in oggetto, si fa presente che, in data 4/12/1995 e 18/1/1996, i rappresentanti della Regione Piemonte, delle Ferrovie dello Stato e di tutte le Province piemontesi si sono riuniti presso l'Assessorato ai trasporti per discutere sul "Progetto orario FS 1996/1997".
La Direzione Regionale Trasporto Locale delle FS S.p.A., secondo le direttive del Contratto di Servizio stipulato tra FS S.p.A. e Ministero dei Trasporti, ha comunicato che ha dovuto ridurre l'offerta complessiva di treni/km del trasporto locale per il 1996. In alternativa alla soppressione di un certo numero di treni della rete regionale, per tutto l'arco dell'anno, si è preferito sopprimere un certo numero di corse limitatamente ai periodi di bassa frequentazione.
Fermo restando il servizio attuale come da orario ufficiale, gli interventi proposti si concretizzano con: 1) la razionalizzazione del servizio sull'intera rete regionale il sabato (confermando i treni per studenti) e nei giorni festivi 2) la programmazione di soli autoservizi sostitutivi, appositamente studiati, nel periodo 1 luglio - 31 agosto 1996, per dieci linee a domanda estiva molto debole 3) la sperimentazione di servizi integrati fra treni ed autoservizi già esistenti, per l'intero orario oppure limitata a specificate corse in fasce con domanda debole.
Nel particolare dell'interpellanza, la Direzione Regionale Trasporto Locale delle FS ha avuto un incontro, il 9 febbraio c.a., a Casale Monferrato presso l'Amministrazione provinciale di Alessandria, con i rappresentanti dell'utenza pendolare.
Le critiche mosse dai rappresentanti dei pendolari alle FS S.p.A. sono le stesse di quelle illustrate dall'interpellanza in esame.
Da detto incontro, secondo quanto comunicato dalle FS, è emerso che a seguito di approfondito esame sotto l'aspetto economico, comparando costi e frequentazioni, il costo della produzione del trasporto effettuato con treno, di composizione minima, nell'ambito del contratto di servizio fra la Società FS e il Ministro, è rimborsato con L. 10.598 al km.
Tale valore non comprende, peraltro, il costo di mantenimento dell'infrastruttura.
Sulla linea Vercelli-Casale, la cui lunghezza è di km 23, è prevista la circolazione di dodici coppie di treni per complessivi 552 treni/chilometro che, sulla base del valore indicato al precedente capoverso, sommano un costo complessivo di L. 5.850.000/giorno.
Lo stesso servizio svolto con bus ai costi attuali per le FS risulta di L.
1.570.000/giorno.
Durante lo scorso mese di luglio si è rilevata su tale linea, nei giorni dal lunedì al venerdì, una frequenza media giornaliera di 150 persone con punte massime di 30 viaggiatori sul treno 4626 in partenza da Casale alle ore 7,16 e di 21 persone sul treno 4635 in partenza da Vercelli alle ore 18,10.
Gli introiti da traffico originati su tale linea sono stimati di L.
350.000/giorno.
Indipendentemente dai risultati economici espressi, che pur tuttavia sono elementi condizionanti delle scelte complessive di qualsiasi società, è comunque condivisibile il parere che i dati di frequentazione rilevati su tale linea non possano costituire valori che giustifichino in qualsiasi periodo una scelta incondizionata di trasporto su ferro, metodo peraltro adottato per altre linee della Regione.
Per ogni buon fine, le FS hanno assicurato di ritenere ingiustificati timori e disagi poiché gli autoservizi non saranno improvvisati bensì programmati e previsti nell'orario ufficiale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.
PAPANDREA Anche in questo caso l'Assessore conferma i contenuti dell'interpellanza cioè che ci troviamo di fronte ad una politica di riduzione del servizio giustificata dal fatto che c'erano due alternative: sopprimere per un periodo dell'anno una serie di treni oppure concentrare questi in un periodo dell'anno.
Come al solito, sentiamo fare dei discorsi di natura economica, di natura del servizio, non riflettendo sufficientemente che proprio le politiche di attacco alla qualità del servizio sono una delle cause che fanno sì che la gente usi meno tali mezzi di trasporto. Da una parte, è evidente che nelle piccole linee la redditività è minore, perché il volume del traffico è inferiore, però anche quegli utenti hanno diritto, in un Paese civile e moderno, di poter utilizzare i mezzi ferroviari per spostarsi, tenendo anche conto di tutta una serie di considerazioni che ogni tanto facciamo rispetto a cosa vuol dire "utilizzo di mezzi alternativi" da un punto di vista di spreco, di danno ecologico per il Paese e non solo. Dall'altra parte, viene confermata la politica dei tagli. Questi discorsi economici emergono sempre quando si parla delle piccole linee ed invece non entrano in considerazione quando si parla di altri progetti.
Torno al discorso dell'Alta Velocità. L'Alta Velocità è un pozzo in cui si "buttano" risorse a danno dell'insieme della rete ferroviaria, dell'insieme del servizio. Credo che tutti i fatti lo confermino; mentre i progetti sull'Alta Velocità vengono spinti sentiamo che questa o quell'altra linea vengono penalizzate. Tra l'altro, avviene che questi sforzi, queste risorse nell'Alta Velocità vengono realmente buttate via. Per esempio, la linea Torino-Lione ormai è diventata una linea che forse non si realizzerà mai perché né l'Unione Europea né lo Stato francese sono più disposti ad andare in quella direzione; noi invece facciamo finta di nulla e continuiamo ad arricchire coloro che fanno gli studi (mi riferisco ai professionisti).
Questi studi vengono finanziati ed eseguiti, pur sapendo che ormai questa linea non si realizzerà oppure chissà quando si realizzerà, ma sicuramente non lo sarà in tempi prevedibili. Ebbene, in questo caso il problema economico e delle risorse non esiste, si può continuare a spendere soldi mentre nei confronti dei cittadini che si trovano in situazioni più disagiate, proprio perché sulle piccole linee già si viaggia male, si va a ridurre ulteriormente il servizio, soprattutto nel periodo estivo, e chi vuole utilizzare il servizio pubblico si trova di fronte ad una vera e propria Odissea e magari alla fine ci rinuncia per cui prende la macchina a danno quindi sia del singolo che della collettività. Alla fine si giustifica questo utilizzo del servizio privato per andare ulteriormente a tagliare il servizio pubblico.
Credo che su questa politica si debba riflettere globalmente, riconsiderare le scelte che sono state fatte in precedenza, in particolare per quanto riguarda l'Alta Velocità, e prendere le risorse che si risparmiano introducendo altri sistemi per velocizzare le linee ed investirle sulle linee regionali, i cosiddetti tratti secondari, andandoli a potenziare e dare quindi la possibilità al servizio di essere effettivamente efficiente.


Argomento: Trasporti su ferro

Interpellanza n. 551 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea relativa ai ritardi sulla linea ferroviaria Aosta-Chivasso


PRESIDENTE

L'Assessore Masaracchio risponde ancora all'interpellanza n. 551 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea.
MASARACCHIO, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni Ne approfitto per fare una dichiarazione. Fra i tanti consultati per il Piano regionale dei trasporti, sono state ascoltate anche le Ferrovie dello Stato; se io non fossi Assessore, ma un semplice Consigliere, direi che il rapporto delle FS con l'Assessorato è stato quanto meno arrogante.
In ogni caso, spero che questa affermazione non susciti tanto scandalo in più, perché altrettanto arrogante sono stato io nei loro confronti nel definire quali possono essere le priorità amministrative del territorio nel caso in cui la Regione, una volta per tutte, avendo competenze specifiche possa costruirsi altre ferrovie, dicendo all'azienda di farsi i fatti suoi per il patrimonio che ha e non sappiamo quanto di questo patrimonio sarà afferito alla competenza della Regione. Per cui quella azienda, che è più di quanto si possa immaginare, una vera e propria azienda, dice che gli affari loro non sono affari nostri, che il trasporto non è più un servizio sociale per cui la lettura di quei costi significava dare ragione agli interpellanti. Quindi siamo non dico impotenti, ma non abbiamo il potere di intervenire per risolvere i problemi che vengono sollevati.
Per quanto riguarda - questa è una considerazione del tutto personale - la questione della spesa per l'Alta Velocità da destinare al potenziamento delle ferrovie minori, non è competenza nostra e non credo che, nel caso in cui non si facesse più l'Alta Velocità, chi dovrebbe spendere per l'Alta Velocità poi mantenga le risorse per le ferrovie minori in modo da avere una razionalizzazione nel territorio della struttura dei trasporti e della viabilità.
Noi abbiamo il compito di risolvere il problema dell'integrazione, che non è, come erroneamente si è pensato per quanto ha riguardato la Città metropolitana, l'integrazione del costo del biglietto, ma l'integrazione del servizio, per cui con l'integrazione del servizio vedremo quanto si saprà risolvere nell'ambito dei problemi dei trasporti che determinano un disagio agli utenti e quindi al nostro assetto sociale di lavoratori soprattutto di lavoratori pendolari.
Entro ora nel merito dell'interpellanza n. 551. Gli elementi di risposta lo ribadisco - non sono di oggi, sono datati; io ero pronto fin dai mesi scorsi, quasi nell'ambito di un mese e mezzo dalle interrogazioni ed interpellanze, ma le vicende del Consiglio sono tali per cui alla fine i ritardi sembrano addirittura storici, ma non è così. Per ogni interpellanza ed interrogazione c'è una data, quindi non sono in ritardo nemmeno per questa risposta.
Vi do lettura della risposta scritta all'interpellanza.
"In merito agli argomenti sollevati dall'interpellanza in esame, dalla quale emerge anche che i lavori di modernizzazione si rendono indispensabili per la scarsa sicurezza attuale della linea, si fa presente che questo Assessorato ha evidenziato il problema in argomento alla Direzione regionale Trasporto Locale delle FS.
La Direzione medesima con nota del 6/8/1996 ha comunicato che: l'attuale sistema, 'blocco FS', offre buone garanzie di sicurezza il ritardo nell'affidamento dei lavori per il Controllo Centralizzato del Traffico non è imputabile alla Società FS (il progetto è definito da tempo e gli stanziamenti sono disponibili)" - vuol dire che stanno maturando gli interessi! - "bensì alla nuova normativa dell'Unione Europea che prevede gare d'appalto internazionali il cui iter è lungo e complesso".
Eccoci serviti!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.
PAPANDREA Comincio dalle considerazioni che ha fatto l'Assessore all'inizio del suo intervento. Continua a lasciarmi esterrefatto, perché le sue affermazioni sono relativamente pesanti; ha detto che le Ferrovie dello Stato non vogliono che si metta il becco nei loro affari. Ora, che gestiscano le Ferrovie in modo non del tutto perfetto ce ne siamo accorti per il fatto che il Presidente delle FS è in galera per i noti motivi, che ci sia quindi questo tipo di interpretazione da parte delle Ferrovie dei propri affari come affari privati è una cosa purtroppo nota! Potevamo accorgercene anche prima che i giudici intervenissero, perché se l'atteggiamento è quello a cui ha fatto riferimento l'Assessore Masaracchio (atteggiamento arrogante mancanza di risposte, espressioni come "sono fatti nostri"), avrebbe richiesto già prima un po' più di allarme, tenendo conto che si trattava anche se Necci e soci la consideravano un fatto loro, di un'azienda pubblica. E' bene quindi che il pubblico abbia un'attenzione maggiore nella gestione di queste aziende e non semplicemente accettare certe risposte.
Di fronte poi all'arroganza dell'azienda, spero che non si risponda con arroganza da parte dell'Assessorato, ma con fermezza e determinazione perché non ritengo che ad un atteggiamento scorretto debba corrisponderne uno del medesimo tipo. Occorre essere fermi e può darsi che l'Assessore intendesse questo quando ha detto "con altrettanta arroganza". A mio avviso, questo va precisato: occorre fermezza nel ricordare a questa azienda anche i suoi doveri, visto che l'azienda stessa non si fa scrupolo di rivendicare i propri diritti nel momento in cui chiede gli aumenti delle tariffe.
Un'altra considerazione dell'Assessore ha riguardato i ritardi delle interrogazioni e delle interpellanze. I ritardi veri sono altri, sono quelli dei treni. La risposta scheletrica che è stata data dalle Ferrovie dello Stato ci dice che tutto va bene. Nei fatti però non è vero: i ritardi c'erano e ci sono. La scorsa settimana su quella linea, per almeno due o tre giorni, i treni pendolari sono arrivati con ritardo anche molto consistente alla stazione di Torino. I lavori continuano a non farsi, i problemi sono quelli che ci vengono resi noti di volta in volta con il perché e il percome questi ritardi ci sono, però questi ritardi continuano sono ormai un fatto normale; sarebbe meglio, a questo punto, cambiare gli orari, adeguarli ai ritardi, renderli veritieri e non fingere che ci siano degli orari che poi non vengono rispettati.
Per quanto riguarda l'ultima questione che ricordava l'Assessore, gli utenti si sono visti premiare con l'abbonamento "Formula" e si sono sentiti dire: "Sarà tutto più efficiente e più integrato. Pagate!". Effettivamente quest'ultima parte è avvenuta, purtroppo però il servizio mantiene le carenze di sempre, e credo che questo fatto diventi sempre più intollerabile, anche perché i più colpiti sono coloro che hanno più bisogno di puntualità, cioè i pendolari che si devono recare al lavoro e che hanno oltre al danno di passare più tempo del necessario sul treno, anche un danno economico, perché o devono prolungare la giornata lavorativa o hanno una perdita di salario.
Può darsi che questo alle Ferrovie non interessi molto; invece sono problemi di cui un servizio dovrebbe tenere conto, e credo che, se c'è un settore delle Ferrovie che deve avere un occhio di attenzione, è proprio quello dei pendolari, innanzitutto per il tipo di utenza ed inoltre perch è l'utenza quantitativamente più numerosa delle Ferrovie. Quindi, dovrebbe essere trattata meglio e con più attenzione delle altre.


Argomento: Formazione professionale

Interrogazioni n. 784 della Consigliera Spagnuolo e n. 789 del Consigliere Cavaliere relative all'istituzione di corsi prelavorativi per handicappati intellettivi - Esame ordine del giorno n. 282


PRESIDENTE

Esaminiamo ora congiuntamente le interrogazioni n. 784, presentata dalla Consigliera Spagnuolo e n. 789, presentata dal Consigliere Cavaliere.
La parola alla Consigliera Spagnuolo per l'illustrazione.
SPAGNUOLO Abbiamo presentato questa interrogazione, che riguarda il finanziamento dei Piani dei corsi di formazione per il Comune di Torino 1996/1997, perch risultavano ancora mancanti i primi anni dei corsi prelavorativi.
E' una questione abbastanza delicata, perché riguarda parecchie centinaia di insufficienti mentali lievi, dei quali circa 500 hanno un regolare posto di lavoro. In sostanza, non si comprendevano le motivazioni di questa carenza che, proprio nel momento in cui si affronta il problema delle fasce più deboli, chiediamo alla Giunta di colmare al più presto.
Sappiamo che c'è - e ne abbiamo anche parlato verbalmente - una qualche attenzione alla questione. Bisognerebbe cercare al più presto di ripianarla. In questo spirito attendo la risposta dell'Assessore.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio.
MASARACCHIO, Assessore alla formazione professionale In relazione alle interrogazioni di cui all'oggetto già esposto dalla collega Spagnuolo, si precisa che l'art. 12 della L.R. n. 63/95 cita: "Nessun ente pubblico o privato può vantare verso la Regione posizioni di privilegio o preferenza per l'attuazione di politica regionale di formazione professionale"; ponendo così tutto il sistema della formazione professionale piemontese (Agenzie Formative, art. 11, lettere a), b) e c) della medesima legge e Imprese), per la prima volta, in un regime di concorrenza: tutti gli operatori aventi titolo hanno gli stessi diritti.
Si fa presente, inoltre, che in ottemperanza alla sopra citata legge regionale, il 5/2/1996 è stata deliberata la prima direttiva annuale per l'attuazione delle attività formative. Tale direttiva norma dettagliatamente, tra gli altri, i criteri di priorità per la valutazione dei progetti in sede di istruttoria ex ante e le risorse disponibili per le diverse tipologie di azione previste.
Il sistema di valutazione (punto 6 della direttiva), messo a punto in collaborazione con un gruppo di esperti dell'Università di Padova, ha individuato più criteri di valutazione raggruppati in cinque principali classi a cui sono stati assegnati dei punteggi massimi. E' previsto che per ogni singolo Ente presentatore (Agenzia Formativa) e per ogni singolo corso, vengano valutate le attività pregresse (che fanno parte della storicità), le strutture, la progettazione didattica, le priorità in ordine ai fabbisogni formativi e alle situazioni di particolare svantaggio sociale e l'eventuale innovatività di ogni singolo progetto.
Le risorse disponibili sono state riportate e dettagliate nell'allegato 1) alla direttiva di cui sopra, che è a disposizione dei Consiglieri ove occorresse un'informazione più diretta sulle direttive, che per la prossima tornata biennale saranno, non dico rivedute e corrette, ma comunque ripuntualizzate. Esse sono state ripartite per tipologia di azione, per classi di operatori e suddivise per provincia. Le tipologie di azione sono definite dal quadro comunitario di sostegno che prevede, tra le altre azioni formative rivolte a persone portatrici di handicap (obiettivo 3 asse 3, sub-asse 2); le risorse disponibili, suddivise come descritto sopra, sono state parametrate con preciso riferimento alle somme spese e rendicontate negli esercizi precedenti, pertanto alle azioni formative rivolte a persone portatrici di handicap sono state destinate risorse pari a quelle dell'anno formativo 1995/1996 di L. 9.938.000.000.
A seguito della presentazione delle domande (scadenza 18/4/1996) gli uffici competenti hanno provveduto, in fase di istruttoria, alla valutazione dei progetti seguendo i criteri oggettivi sopra descritti. Ad ogni progetto o corso sono stati assegnati dei punteggi e infine, per ogni tipologia di azione e per ogni provincia, sono state stilate delle graduatorie in ordine ai punteggi ottenuti dai singoli corsi.
I corsi prelavorativi del Comune di Torino sono stati approvati, ma il loro punteggio non era tale da poter rientrare tra i progetti sia approvati sia finanziabili, in quanto la forte concorrenza e l'alta richiesta per la tipologia di azione in questione non hanno permesso il totale finanziamento della domanda. La causa principale a cui imputare il basso punteggio ottenuto in sede di valutazione da questi corsi, è da ricercarsi nello scarso livello di progettazione presentato dal Comune di Torino.
In ogni modo, rendendosi conto che le novità apportate dalla L.R. n. 63/95 sono state molteplici e che alla data odierna si sono evidenziate alcune situazioni che si possono definire difficili sia per le aspettative degli utenti, sia per il personale delle Agenzie Formative, si è ritenuto adottare un'opportuna misura di accompagnamento alla trasformazione in atto del tutto straordinaria e possibilmente non ripetibile.
Mediante incontri con le Agenzie Formative, per verificare le situazioni più difficili, si è provveduto a recuperare e in parte a finanziare alcuni corsi di particolare interesse regionale per un importo complessivo di circa L. 1 miliardo e 900 milioni.
Il Comune di Torino ha così ottenuto il recupero dei tre corsi prelavorativi di cui all'oggetto e il finanziamento degli stessi.
Ad adiuvandum è anche vero che quando si assegnano le risorse, gli uffici facendo tesoro di ciò che si è speso negli anni precedenti, hanno determinato la quantità delle risorse; cosa errata! Io l'ho scoperto strada facendo, e quindi mi sono detto che la valutazione deve essere fatta in maniera tale da determinare ex ante le risorse per coprire tutto il fabbisogno.
Quindi, in tutta questa casistica che disciplina un nuovo rapporto con le Agenzie Formative che, una volta privatizzate, entrano in concorrenza, è subentrato anche il fatto che taluni enti o agenzie di formazione, facendo tesoro dell'esperienza acquisita in altri tempi, scandalizzando qualche mio collega Consigliere nel passato - era una vera e propria porcilaia anziché attendere alle direttive...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

MASARACCHIO, Assessore alla formazione professionale



PRESIDENTE

Sì, porcilaia, cioè dove i porci mangiano. Io voglio che il rapporto sia così come mi comanda la mia qualità politica e il mio essere in questa Giunta.
Taluni enti nel passato, grazie a pressioni politiche, ottenevano quello che magari non era ottenibile. Sull'attendibilità dei progetti e dei programmi presentati in questa tornata biennale, non tenendo conto delle direttive che il segretariato della formazione si è dato - e nel segretariato della formazione vi sono tutte le componenti sociali - e delle consultazioni a latere, anche degli Enti locali (Provincia e Comune), hanno ribadito concettualmente la presentazione dei ricorsi così come l'avevo fatta io.
Dopo aver riscontrato che il diritto questa volta era effettivo e concreto si sono recuperate a latere, in altra quota del bilancio, delle risorse anche attraverso i residui provenienti da corsi non attivati. Questo miliardo e 900 milioni ha consentito di far rientrare il Comune di Torino questa volta a pieno titolo, con tre progetti, con tre corsi, altamente qualificanti per lo stesso Comune.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.
SPAGNUOLO Non entro nel merito delle dichiarazioni generali dell'Assessore circa le forzature che, in qualche modo, avrebbe riscontrato, in quanto non ne ho gli elementi; ne prendo atto, ma potrà essere eventualmente valutato.
Se non ho capito male, a seguito di questa nostra interrogazione e dell'interrogazione che l'altro Gruppo (i Verdi, se non sbaglio) ha presentato, sono stati recuperati 1.900 milioni e quindi finanziati nuovamente tre corsi prelavorativi, utilizzando dei residui di bilancio. Da questo punto di vista, direi che l'interrogazione da noi presentata ha avuto un risultato, e ne sono lieta. Sull'insieme delle dichiarazioni che l'Assessore ha fatto non ho elementi di valutazione; credo che comunque una valutazione dovrebbe essere pur fatta, perché l'Assessore ha fatto una dichiarazione, con un suo linguaggio colorito, abbastanza "delicata". Per carità, per il passato io non ho mai seguito direttamente questo settore per cui non sono in grado di esprimere giudizi; credo comunque che una valutazione di tipo generale debba essere fatta.
Per quello che riguarda questa interrogazione, mi dichiaro soddisfatta perché l'obiettivo che avevamo posto, quello che il Comune di Torino potesse attivare questi corsi prelavorativi, è stato, anche se tardivamente o parzialmente, raggiunto.
Alla cortesia dell'Assessore chiedo sin d'ora la risposta scritta e, se fosse possibile, anche il resoconto stenografico delle sue dichiarazioni.
Ringrazio molto.
FOCO Presidente, potrei avere la parola?



PRESIDENTE

In quale veste, Consigliere Foco? Non essendo firmatario di nessuna delle due interrogazioni, non ha diritto di intervenire.
FOCO Intendo semplicemente richiamare l'attenzione sulle dichiarazioni fatte dall'Assessore in questa sede, data la loro gravità.
Mi pare che queste affermazioni impongano la necessità di un'ulteriore verifica, per cui chiederò il verbale delle dichiarazioni dell'Assessore.
Volevo solo rimarcare questo.



PRESIDENTE

Va bene.
Ha chiesto la parola la Consigliera Simonetti; ne ha facoltà.
SIMONETTI Pongo all'Assessore Masaracchio delle domande rispetto alle sue risposte.
La prima è una domanda di tipo "tecnico", nel senso che non ho ben capito perché i corsi del Comune di Torino sono stati bocciati. Non avevano i requisiti? A questo proposito l'Assessore ha detto che erano stati bocciati perché tra gli elementi non riscontrati vi era la scarsa progettualità delle proposte presentate, per cui i 9 miliardi sono stati utilizzati diversamente, finanziando altri corsi. Inoltre ha detto che dai residui di bilancio sono stati ricavati 1.900 milioni per assicurare tre corsi del Comune di Torino.
Vorrei capire quali sono state le motivazioni che hanno spinto in questa direzione. Si tratta di una motivazione legata ad un investimento politico per l'importanza che riveste il Comune di Torino, per cui sono stati finanziati tutti i corsi? Poiché questi corsi erano stati bocciati, quali corsi sono stati finanziati e sulla base di quale criterio? Questa era la prima domanda, anche solo per avere chiara l'impostazione.
Inoltre, se mi permette, l'Assessore ha fatto delle dichiarazioni molto gravi rispetto alla gestione precedente di questi fondi. Nelle sue affermazioni ha utilizzato un termine a me sconosciuto: "porcilaia". Vorrei capire il modo di gestire precedente e come oggi si sia trasformata questa "porcilaia".
I "porci" - uso semplicemente i termini dell'Assessore, non termini propri che gestivano questi fondi, oggi dove sono? I funzionari o coloro che gestivano precedentemente i fondi destinati a queste attività e quindi al finanziamento di corsi per handicappati, oggi dove sono andati a finire? Sono spariti nel nulla? Sono stati trasferiti? Assessore, visto che ha fatto delle dichiarazioni molto gravi rispetto alla gestione precedente sia un po' più preciso. Grazie.



PRESIDENTE

Devo solamente ricordare che allegato a queste interrogazioni c'è anche l'ordine del giorno n. 282, di cui al punto 29) all'o.d.g., a firma dei Consiglieri Chiezzi, Simonetti, Papandrea, Moro, Cavaliere, Peano e Spagnuolo. Di conseguenza, la parola è a tutti i Consiglieri che desiderano prenderla.
Prego, Consigliere Foco.
FOCO Signor Presidente, colleghi, prima ero intervenuto per fare una semplice segnalazione, ma ora essendoci un ordine del giorno al quale possiamo collegarci intendo svolgere alcune considerazioni.
L'Assessore farà sicuramente ulteriori riflessioni, però le gravi affermazioni che ha fatto in questa sede su come venivano assegnati i finanziamenti e i contributi della formazione professionale implicano che l'Assessore è in possesso o a conoscenza di dati e cifre che sicuramente fornirà nel corso della sua replica.
Già nella precedente legislatura, in Commissione, ricordo che, come opposizione, fermammo una deliberazione presentata dall'allora Assessore Cerchio, per sanare una serie di deficit riscontrati nel bilancio dei corsi di alcuni Enti. Noi ritenemmo non corretta quella procedura. Quella deliberazione, approvata dalla Giunta per essere portata all'attenzione della Commissione, scomparve; successivamente noi richiedemmo, senza ottenere risposta, di sapere che fine avesse fatto. Ora ci troviamo - e questo ci fa piacere - di fronte al fatto che l'Assessore Masaracchio ha probabilmente ritrovato questa nostra segnalazione ed è andato a rivedere come era stata composta e predisposta quella deliberazione; con ogni probabilità ha riscontrato irregolarità che ora noi aspettiamo di conoscere le risultanze. Altrimenti, non è permesso; non è pensabile che un Assessore, cogliendo l'occasione di un'interpellanza e di un'interrogazione momento sicuramente importante e significativo di dialogo tra Consiglio e Giunta - butti lì una "sparata". Se la mia memoria non è in difficoltà, mi pare che non sia la prima volta che ci troviamo di fronte a delle "sparate" fatte nei confronti del funzionamento della formazione professionale o di altri responsabili dei molti Assessorati a cui sovrintende, ma delle quali non abbiamo saputo più niente in questa sede consiliare.
In sostanza, il mio è un richiamo alla sua responsabilità. Ma le mie ovviamente, sono illazioni. Sicuramente adesso lei, in questa sede, ci farà l'elenco delle inadempienze e delle scorrettezze, perché "porcilaie" nel Consiglio regionale non sono ammesse o, almeno, chi le trova, deve cercare responsabilmente di ripulirle sino in fondo, con chiarezza, alla luce del sole.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio.
MASARACCHIO, Assessore alla formazione professionale Per quanto riguarda l'ordine del giorno, mi riservo cinque minuti per leggerlo attentamente, anche per non essere sprovveduto così come sono quando, parlando con i colleghi Consiglieri, nell'ufficialità uso espressioni che comunque uso anche quando non si è in ufficialità, di modo che menare scandalo in questo momento significa fare dibattito consiliare.
Benissimo, ci sto.
Per quanto riguarda tutto quello che è avvenuto nel passato, chiedo alla Regione Piemonte, e quindi ai Consiglieri che sono stati rieletti in Consiglio, per quale motivo ci siamo dati la legge n. 63. Ci siamo dati la legge n. 63 perché in essa è previsto il segretariato della formazione, che consente di avere, da una parte, una concertazione e, dall'altra, delle direttive ben precise e cogenti, in modo da non consentire a nessuno di andare fuori dai binari. Penso che "andare fuori dai binari" sia un'espressione compatibile con la dignità del Consiglio! Detto questo, per quanto riguarda l'informazione di ciò che accade nella formazione per il progetto del biennio precedente, fornirò a tutti i colleghi Consiglieri l'elenco delle pratiche presso la Procura della Repubblica, riguardanti appunto la formazione professionale. Dopodiché vi renderete conto che aver detto quello che ho detto è ben poca cosa.
Perché accadeva quello che è accaduto? Non certo per responsabilità politiche dei colleghi che mi hanno preceduto, nella maniera più assoluta.
Io non sono migliore e più capace degli altri, è che in questo momento ho uno strumento operativo che altri non avevano. Il segretariato della formazione prima non esisteva, per cui qualunque Consigliere che mi abbia preceduto non ha una responsabilità politica diretta. Ciò sempre che non si voglia intendere che il modo di gestire la formazione del passato attraverso gli enti convenzionati, attraverso la diretta e quel po' di privato che poteva intervenire nella formazione - non fosse anche determinato da pressioni politiche. Certo, queste pressioni non mancano allo stato attuale delle cose, ma di esse si può tenere conto, sempre che la progettazione non rientri nel budget del finanziamento che non consente di essere pescati. Un esempio ne è il Comune di Torino che, avendo avuto i progetti approvati, avrebbe dovuto ricevere il finanziamento. Ma i 9 miliardi e rotti per il finanziamento di quell'asse non consentivano di pescare il Comune di Torino. Quindi, il Comune di Torino ha presentato dei progetti approvabili, ma non collocati in graduatoria in modo tale da consentire di essere pescati in testa né a mezza strada, preceduti da altri che avevano più titolo ad ottenere i finanziamenti, in quanto avevano istruito le pratiche dei corsi in maniera più adeguata alle direttive.
Ho detto che qualche ente di formazione o qualche ente di amministrazione pubblica non ha creduto opportuno istruire le pratiche come le direttive comandano, ma affidandosi a come venivano istruite prima. Prima, quando le pratiche venivano istruite come adesso, magari passavano scavalcando altri che avevano più titolo, ed ecco che qui c'era non dico la manovrino politica, non dico il racket di tipo politico, ma una qualche attenzione diversa.
Scandalizzatevi pure quanto vi pare e piace; è giusto che io riprenda l'espressione e dica: "Chiedo scusa al Consiglio, me ne rendo conto, ma siccome io sono sanguigno, e di questo me ne faccio torto e non vanto, è capitato ancora che abbia fatto delle dichiarazioni". E in più vi dico che da quando sono stato nominato Assessore ho avuto modo di verificare quanto avessero sofferto i miei colleghi predecessori; l'ho detto anche in un dibattito pubblico: "Saluto i miei poveri colleghi Consiglieri e Assessori che mi hanno preceduto".
Ho anche chiesto all'Assessorato al personale e agli uffici competenti di aprire dei processi di certificazione di qualità. Uno è stato aperto con una sola seduta presso i trasporti, ma poi non se ne è fatto più nulla.
Adesso siamo di fronte alla legge per il riordino e il riassetto del personale. Vedremo nel dibattito cosa verrà fuori - al di là del salvataggio di qualche posto a qualche dirigente - sulla realtà dei fatti su come la struttura burocratica deve funzionare.
Di recente ho scritto al dirigente del Settore della formazione invitandolo a firmare anch'egli la lettera che io indirizzavo all'Assessore al personale, chiedendo una certificazione di qualità a proposito dell'organizzazione della formazione, per venire a capo di tutta quella conflittualità che sta tormentando tutto il settore della formazione.
Vi fornirò tutte le pratiche esistenti presso la Procura della Repubblica capirete che cosa accadeva nel passato, non certo per volontà politica ed amministrativa, ma perché le cose erano contrattate in un certo modo.
La legge n. 63, che è una legge della Regione, disciplina questa materia e dà a me la capacità di operare meglio al suo interno, e non perché sia più bravo degli altri. Inoltre, attendo che una certificazione di qualità sia fatta presso il settore della formazione, per venire a capo di tutta la struttura in modo da essere tranquilli e non avere i "missili" della Procura della Repubblica che vanno e che vengono, sia nell'ambito dell'Assessorato sia in casa dei dipendenti sia presso le aziende, molte delle quali sono private.
Spero di essere stato esauriente. Vi chiedo scusa; cercherò di essere più attento, non vi darò più estro di attaccare l'Assessorato al lavoro e alla formazione professionale.



PRESIDENTE

Vorrei sapere dall'Assessore, in merito all'ordine del giorno che è stato presentato, qual è il parere della maggioranza e della Giunta.
Ha chiesto la parola la Consigliera Simonetti; ne ha facoltà.
SIMONETTI Intervengo semplicemente per sapere alcune cose dall'Assessore.
Prima avevo fatto un intervento in cui richiedevo determinate precisazioni rispetto ad un intervento e a dichiarazioni gravissime dell'Assessore.
Ora, l'Assessore - ho chiesto la parola prima di votare l'ordine del giorno risponde ancora, nel suo secondo intervento, dicendo di aver ricevuto delle pressioni politiche, ancora oggi, oltre che in passato, per determinati progetti.
Dato che l'Assessore ha fatto pubblicamente questo tipo di dichiarazioni e ha affermato testualmente questa frase, vorrei capire, insieme al mio Gruppo, di quale tipo di pressioni politiche si tratta, da chi sono state fatte e rispetto a quali progetti.



PRESIDENTE

Queste sono dichiarazioni che ha fatto l'Assessore. In una successiva seduta, l'Assessore vorrà documentare le sue dichiarazioni, perché credo che adesso non ci possa essere un gioco di rimbalzo continuativo su quanto si afferma.



(Intervento fuori microfono della Consigliera Simonetti)



PRESIDENTE

Scusate, esiste una procedura: seguiamola. L'Assessore ha parlato. Lei Consigliera Simonetti, non potrebbe più rispondere; potrebbe solamente fare una dichiarazione di voto.
L'Assessore è responsabile di quanto ha detto. Lo sollecitiamo a fornire delle spiegazioni alle richieste della Consigliera Simonetti nella prossima seduta.



(Intervento fuori microfono della Consigliera Simonetti)



PRESIDENTE

No, guardi, non è che adesso risponde lui e poi ancora lei, ecc.



(Intervento fuori microfono della Consigliera Simonetti)



PRESIDENTE

No! Non è che io scelga: c'è una procedura.
Consigliera Simonetti: c'è una procedura. Abbia pazienza! MASARACCHIO, Assessore alla formazione professionale Presidente, se vuole, posso anche rispondere.



PRESIDENTE

No, Assessore, lei non risponde; risponderà la prossima volta.



(Intervento fuori microfono della Consigliera Simonetti)



PRESIDENTE

No. E' il Presidente del Consiglio che valuta se la procedura è seguita o meno.
L'Assessore farà le dichiarazioni che dovrà fare in merito all'ordine del giorno e in tale contesto potrà trovare lo spazio e le motivazioni per rispondere anche alla sua richiesta.
Vorrei però sapere se l'Assessore ritiene questo ordine del giorno accettabile oppure no da parte della Giunta.
MASARACCHIO, Assessore alla formazione professionale Presidente, per favore ne dia lettura.



PRESIDENTE

Va bene. Do lettura dell'ordine del giorno: "Il Consiglio regionale del Piemonte deplora il fatto che il Piano corsi 1996/1997 della formazione professionale non abbia approvato nessuno dei primi anni dei corsi prelavorativi (ad eccezione del primo anno autorizzato per il Centro di formazione professionale 'Ratti' di Ch'ieri) presentati dalla Città di Torino, che a tutt'oggi ha già ricevuto oltre quaranta pre-iscrizioni considerato che si tratta di giovani handicappati intellettivi lievi, con buona autonomia e capacità lavorativa, sui quali bisogna investire in formazione per favorire e preparare il loro inserimento lavorativo considerato inoltre che i corsi prelavorativi svolgono il duplice ruolo di: a) assicurare il diritto alla prosecuzione degli studi anche agli handicappati intellettivi dopo la scuola dell'obbligo b) sviluppare concretamente le capacità potenziali del giovane in modo da accertarne l'effettiva possibilità di avviamento al lavoro con esperienze di tirocinio realizzate direttamente in azienda atteso che le assunzioni di handicappati intellettivi (si tratta di circa 500 se si considerano gli ultimi dieci anni, solo per il Comune di Torino) hanno dato ottimi risultati e che escluderli dalla formazione professionale equivale a far ricadere sulla collettività il peso del loro mantenimento, a vita, in assistenza. Ci pare che anche da un punto di vista meramente economico, che non dovrebbe mai essere decisivo quando si parla di persone, investire oggi nella preparazione formativa convenga in ogni caso verificato che in Parlamento si sta discutendo di elevare la scuola dell'obbligo a 16 anni e che da tempo sono in preparazione Accordi di programma tra Provveditorato ed Istituzioni per assicurare ai giovani, dopo la scuola dell'obbligo, le opportunità formative più idonee, tanto più se presentano degli handicap impegna con urgenza la Giunta regionale a presentare un provvedimento che autorizzi anche fuori dal Piano corsi, come già è stato fatto - l'avvio regolare in autunno dei primi anni dei corsi prelavorativi per handicappati intellettivi iscritti nei Centri di formazione professionale del Comune di Torino".
Ha chiesto la parola la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.
SPAGNUOLO Un brevissimo intervento, che vale anche da dichiarazione di voto.
L'interrogazione che noi abbiamo presentato, e che è stata discussa, ha evidentemente sollevato una questione reale. L'Assessore ha riconosciuto che la questione era reale; infatti si è dato da fare per vedere in che misura recuperare una carenza grave.
L'ordine del giorno riprende, in maniera molto più sistematica, tutta la vicenda rispetto alla quale ci sembra che il documento da noi presentato sia esaustivo. Proprio su una delle fasce in assoluto più deboli della popolazione è indispensabile dare risposte di tipo organico, che vadano al di là di quello che l'Assessore ha individuato, rincorrendo in qualche modo il problema.
Questo è il discorso legato ai corsi prelavorativi per handicappati, ed è una questione. Voteremo, ovviamente, l'ordine del giorno che andava ad approfondire la questione già posta anche dalle interrogazioni e controlleremo che, nella prospettiva, tutto questo avvenga.
Nel fare questa dichiarazione di voto, credo tuttavia che il Consiglio non possa permettersi di far passare sotto silenzio non soltanto la dichiarazione un po' estemporanea che l'Assessore ha fatto nel discutere l'interrogazione che il nostro Gruppo, insieme ad altri, ha presentato, ma nemmeno il suo più articolato intervento successivo.
Nel momento in cui si dice che il settore della formazione professionale in generale (la questione sollevata è questa) - non ho capito che ci fosse un riferimento particolare a corsi specifici - è un settore in base al quale gli Assessori che lo hanno preceduto sono stati, praticamente come lui "messi in croce" da tutta una serie di irregolarità, forzature, vicende che sono oggetto di indagine - così ho capito dalle parole dell'Assessore alla Procura della Repubblica, allora io penso che (anche se non in questa sede, oggi) su questo argomento, considerata l'autorevolezza formale di chi ha fatto queste dichiarazioni, debba essere fatta luce.
Chiedo all'Assessore di impegnarsi a fornire una nota per un approfondimento in merito, di modo che il Consiglio possa capire di che cosa si tratta, quali possono essere le ipotetiche responsabilità e in che misura, rispetto a queste dichiarazioni generiche, il Consiglio stesso si possa o si debba attestare. La ringrazio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Foco.
FOCO Intervengo per dichiarazione di voto sull'ordine del giorno, chiedendo, pur fuori tempo, se può essere aggiunta la nostra firma.
La nostra adesione, come Gruppo, a questo ordine del giorno è senza riserve, nel senso che riteniamo che tale documento affronti un problema quanto mai importante e vitale e lo faccia in termini e modi corretti distinguendo il ruolo della formazione professionale da quello dell'assistenza. I corsi prelavorativi, infatti, hanno un ruolo ed una funzione proprio come premessa alla possibilità di occupazione e di lavoro.
Non posso però, signor Presidente, nel momento in cui dichiaro il nostro voto favorevole e la firma a questo ordine del giorno, non richiamarmi alla discussione sviluppatasi in quest'aula sulla formazione professionale.
Anzi, mentre dalla replica dell'Assessore mi sarei atteso parole più chiare e più precise, a parere mio e del mio Gruppo, la replica dell'Assessore è addirittura ancora più preoccupante dell'emotiva ed estemporanea esternazione precedente.
Le dichiarazioni rese sono, effettivamente, di gravità ancora maggiore rispetto a quanto avevo capito precedentemente: abbiamo addirittura l'espressione "pressioni politiche precise a cui l'Assessore è stato posto". Tra l'altro, non vorrei che ogni volta che a nostro parere ovviamente a "nostro" parere - richiamiamo l'attenzione dell'aula su determinate affermazioni - proprio perché intendiamo valorizzare il ruolo del Consiglio e la sua funzione - il nostro agire venga considerato strumentalizzazione o turbamento. Siamo turbati e preoccupati per la sostanza delle cose, non perché vengono sollevate in quest'aula. Anzi. Noi vorremmo però che avvenissero con la necessaria ed indispensabile documentazione.
A suo tempo, tra l'altro, presentammo delle interrogazioni e delle interpellanze relativamente all'uso dei fondi per i corsi CEE, che venivano utilizzati per la riconversione industriale. Su questo terreno, siccome non abbiamo problemi ad entrare nel merito in modo più approfondito richiediamo formalmente al Presidente e all'Assessore che quest'aula, se si ritiene anche attraverso una fase preparatoria della Commissione competente, ridiscuta queste tematiche con una documentazione che ci permetta non di "rincorrere le farfalle" o di prendere atto dell'aspetto terminale del processo. Il momento di arrivo alla Procura della Repubblica lo ritengo terminale e non sostitutivo del ruolo del Consiglio regionale.
Non penso che in questa sede sia già il caso di richiedere l'apertura di una Commissione d'indagine o d'inchiesta: sarà il dibattito e la discussione che avverrà in Consiglio che ci permetterà eventualmente di andare in quella direzione.
Torno a ripetere, però, che ognuno deve svolgere il proprio ruolo; il ruolo del politico è di non delegare ad altri la soluzione di problemi che - dopo aver sentito l'Assessore - a nostro parere sono di gravità assoluta.



PRESIDENTE

Faccio mie le preoccupazioni dei Consiglieri Simonetti e Foco affinch l'Assessore possa, in una prossima seduta, dare tutte le spiegazioni che la gravità delle affermazioni fatte poc'anzi merita. Pertanto, Assessore, la preghiamo, in una delle prossime sedute, di voler calendarizzare questa risposta, in modo che il Consiglio ne sia edotto.
Vorrei conoscere, al riguardo, il parere della Giunta.
La parola all'Assessore Masaracchio.
MASARACCHIO, Assessore alla formazione professionale Ne approfitto, signor Presidente, per dire che per quanto riguarda la documentazione - come avevo già detto - fornirò ai colleghi Consiglieri l'elenco delle pratiche che si trovano altrove, fuori dall'ufficio, per indagini che partono dalla Finanza e finiscono con l'intervento del Procuratore della Repubblica.
Naturalmente tutto questo non accade per responsabilità dei funzionari, ma di chi gestisce la formazione - a buon intenditor, poche parole... Inoltre ritengo che chi riveste responsabilità maggiori sono le cosiddette attività aziendali nella formazione.
In ogni caso, fornirò l'elenco e da quest'ultimo vedrete che in effetti vi sono alcuni problemi.
Per quanto riguarda, invece, altre cose relative alla struttura della formazione, è certo che la congerie di tutte le attività che nella formazione devono essere controllate direttamente - esiste anche un Servizio ispettivo - è tale che, data la struttura, venga a costituirsi un momento di pesantezza, per cui, alla fine, qualche rappresentante della Pubblica Amministrazione deve pur rispondere, magari in positivo, di ciò di cui si vuol sapere nell'ambito della formazione.
Momenti di pesantezza e gravità sono nell'ordine naturale delle cose perché queste cose esistono; che il Consiglio ne abbia avuto risposta e contezza con il modo in cui l'ho comunicato, mi pare sia estremamente positivo. Ribadirò, quindi, esattamente quanto già detto, in modo che non ci siano più equivoci.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno - già superato nei fatti - c'è da tenere presente che quando si parla di preiscrizione gli Enti di formazione, ancorquando abbiano la necessità di preiscrivere, poiché in caso contrario non si possono poi attivare i corsi, non possono accampare il diritto ad avere autorizzazione e finanziamento - sempre che non rientri nell'ambito delle Direttive e quindi soddisfi quanto queste ultime prescrivono - solo perché ci sono state le pre-iscrizioni. Occorre infatti dire a chi si prescrive - non è il caso specifico per il quale siamo intervenuti, gli handicappati, ma vi sono molte altre fasce di categorie di utenti della cosiddetta attività post-scolastica - che tenga in buon conto che la preiscrizione non è motivo valido per avere un punteggio superiore al momento del finanziamento dei corsi.
Non si può fare della confusione se non si conoscono esattamente i termini dell'attività amministrativa che disciplina la formazione professionale.
Ad ogni modo, siccome l'ordine del giorno è probante e dice che in effetti occorre anche attendere a quella fascia che è, fra quelle deboli, la più delicata - tant'è che si sprecano molti convegni e dibattiti sulle fasce deboli degli handicappati: l'ultimo si è svolto la settimana scorsa - è giusto che la Giunta, l'Assessorato, nell'ambito dell'attribuzione delle risorse, tenga in buon conto che ci sono queste fasce deboli che vanno salvaguardate, nel buon diritto di quanto prescritto attraverso la formazione professionale e nella speranza che la stessa sia attivata in maniera tale da poter attivare anche l'avviamento al lavoro. Diversamente si tratterebbe unicamente di formazione e di creare attese e speranze a tanta povera gente che in effetti, alla fine, viene formata così come pu essere formata in un Centro di formazione professionale che magari, a volte, non è del tutto all'altezza del compito da svolgere. In un tal caso si è soltanto fatta della bassa demagogia, al di là delle parole o delle espressioni estemporanee o sprovvedute dell'Assessore.
In tutto questo contesto, se volete aprire un dibattito sulla formazione penso che il Consiglio regionale ne abbia titolo.



PRESIDENTE

Voglio sapere se accetta l'ordine del giorno, perché l'ha detto in maniera... Scusi, Assessore, non ero riuscito a cogliere l'esplicitazione del suo consenso.
Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione l'ordine del giorno n. 282, di cui ho dato lettura poc'anzi.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 47 Consiglieri presenti.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 5) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Ha chiesto congedo il Consigliere Farassino.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Richiesta di chiarimenti nei confronti della Presidenza del Consiglio da parte dei Consiglieri Chiezzi e Cavaliere


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.
CHIEZZI Signor Presidente, a nome del Gruppo di Rifondazione Comunista, richiediamo tre comunicazioni da parte sua a tutta l'assemblea.
La prima, relativa alle notizie stampa, circa l'annuncio che lei avrebbe dato sulla fondazione di un nuovo partito, il Partito Popolare Europeo abbandonando quindi il partito CDU che l'aveva portato ad essere eletto Consigliere regionale.
Le chiedo conferma per capire i reali contenuti di queste notizie giornalistiche e le eventuali conseguenze sull'assetto politico dei Gruppi consiliari, fatto che interessa la nostra vita comune.
La seconda comunicazione che desidereremmo sentire è quella relativa alla notizia giornalistica, sempre da lei annunciata, di voler bonificare da apparecchi di informazione occulti il Palazzo Lascaris. Le ho scritto, a nome del Gruppo, una lettera in questo senso; non avendo ricevuto alcuna risposta, gradirei una sua comunicazione in aula.
Terzo desiderio di comunicazione è quello relativo alle notizie giornalistiche in forza delle quali lei ha annunciato, come Presidente del Consiglio regionale e come Vicepresidente del Castello di Rivoli, la necessità di cambiare l'organizzazione direttiva del Museo di Rivoli e anche di innovare le scelte relative all'attività specifica dell'Ente.
Questa sua dichiarazione interessa la politica della Regione. Il Gruppo non aveva mente locale su questo suo doppio incarico: essendo incarico che concentra in una stessa persona il soggetto finanziatore (lei, come Consigliere regionale, finanzia il Museo di Rivoli) e il soggetto finanziato (come Vicepresidente del Museo di Rivoli lei è finanziato da se stesso, quindi dal Consiglio regionale). Le esprimiamo anche la nostra opinione sulla - per adesso - inopportunità politica di mantenere in capo ad una stessa persona le funzioni di controllore e di controllato finanziatore e finanziato. In sostanza, c'è un conflitto, un'anomalia di interessi che, dal punto di vista politico, andrebbe risolto. Ci riserviamo, comunque, di verificare altre forme di incompatibilità nello svolgimento, da parte di una stessa persona, di due funzioni che prevedono che questa stessa persona si finanzi e poi utilizzi il proprio finanziamento.
In ultimo avremmo un'altra richiesta: iscrivere all'o.d.g., oggi, subito dopo la discussione su queste comunicazioni, un ordine del giorno che abbiamo testé presentato circa i comportamenti tenuti dal Presidente del Consiglio regionale durante i lavori della scorsa seduta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.
CAVALIERE Avevo già chiesto prima, quando erano in corso delle riunioni che non facevano procedere al meglio lo svolgimento del Consiglio regionale, se il Presidente della Giunta intendesse comunicare al Consiglio circa lo stato di salute della Giunta e della maggioranza, avendo appreso, ancorché non formalizzato in questo Consiglio, della nascita tra i partiti che sostenevano, e credo sostengano, l'attuale maggioranza, di una nuova formazione politica che, per quel che abbiamo potuto apprendere, ha anche espresso delle accentuazioni sulla linea politica e sul rapporto all'interno del centro e della destra di questa maggioranza.
Vorrei sapere se ci sono delle novità e se questa maggioranza si sente di poter proseguire il proprio mandato.
Oggi abbiamo anche appreso, ancorché non formalizzato, dell'uscita dal Gruppo di Forza Italia di un Consigliere. Su tutte queste cose pensiamo sia opportuna una comunicazione del Presidente Ghigo, sulla quale evidentemente ci riserviamo di esprimere un nostro commento.



PRESIDENTE

Per quanto concerne il Presidente Ghigo, lascerò poi a lui la parola.
Per quanto riguarda la prima domanda del Consigliere Chiezzi, relativamente alla fondazione del Partito Popolare Europeo e alle conseguenze sugli assetti dei Gruppi consiliari, posso dire solamente a lui e a tutto il Consiglio che sarà mia premura, nella prossima riunione del Consiglio quando gli atti saranno formalizzati, fornire tutte le spiegazioni, le più ampie ed esaustive possibili, in merito a questo passaggio politico, ove si dovesse formalizzare, come probabilmente si formalizzerà. Per cui non c'è assolutamente alcuna reticenza ed alcuna difficoltà nel dare al Consiglio le notizie che il Consiglio certamente ha tutto il diritto di chiedere.
Per quanto concerne la seconda richiesta, la bonifica a Palazzo Lascaris ho detto chiaramente che avrei proposto questo argomento all'Ufficio di Presidenza; non abbiamo assolutamente preso decisioni. Ovviamente anche la sua lettera sarà oggetto di considerazione e di riflessione da parte dell'Ufficio di Presidenza e non ci sono assolutamente ostacoli a verificare nel merito la questione. Per cui anche su questo le daremo le risposte del caso e soprattutto le risposte che mi auguro siano assolutamente pertinenti.
Per quanto concerne, invece, il problema del Castello di Rivoli, posto che le incompatibilità si siano verificate nella scorsa legislatura in termini assolutamente probanti dall'allora Assessore Enrico Nerviani e che non esistano assolutamente incompatibilità di questo genere, né il conflitto di interessi che lei ha citato, io ho accettato allora la Vicepresidenza del Castello di Rivoli. Lo hanno fatto anche altri Consiglieri nel passato, per cui se vogliamo fare un approfondimento, facciamolo pure.
Per quanto concerne il merito della questione, è già stato oggetto di un dibattito organizzato dalla Presidenza e dal Comitato culturale del Castello di Rivoli. Presenti i vari operatori culturali della città, ho espresso le mie idee. Penso che un Presidente, anche se è Vicepresidente del Castello di Rivoli, non può essere "chiuso in casa e muto in piazza" anzi deve dire le cose che crede, perché siamo nell'istituzione non soltanto per svolgere funzioni puramente esornative.
Le cose che ho detto le ho esposte davanti a duecento persone; poi sono state riprese dalla stampa in un'intervista che mi ha riguardato. E' una delle tante voci che esistono in questa città e in questa regione su questioni di ordine culturale.
Credo che questo non abbia leso la maestà e le prerogative di nessuno, per anche su questo, se lei ritiene, sono disposto a venire in Commissione Cultura a precisare - oppure anche qui, se vuole, visto che l'argomento è molto importante - tutte le posizioni che lei ritiene debbano essere chiarite, per quanto mi concerne.
Per quanto riguarda il Presidente Ghigo, gli darei la parola. Prego Presidente.
GHIGO, Presidente della Giunta regionale In relazione alle richieste del Consigliere Cavaliere, il quale chiede delucidazioni sullo stato di salute di questa Giunta, posso dire che questa mattina ho attentamente "auscultato" lo stato di salute della Giunta e non ho riscontrato neanche una "linea di febbre": godiamo di assoluta buona salute.
Non sono a mia conoscenza, come Presidente della Giunta regionale, atti formali nei confronti dei quali devo esprimere opinioni o pareri.
Sottolineo che la nostra è una maggioranza forte e compatta, che ha intenzione, in questa sua configurazione, di governare questa Regione per il resto della legislatura.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Sulla prima richiesta di comunicazione attendiamo la prossima riunione del Consiglio per conoscere le conseguenza di questi passaggi politici innovativi.
Per quanta riguarda invece la bonifica del Palazzo, dico a tutti i colleghi, ai quali non ho inviato la lettera, che il Gruppo di Rifondazione Comunista ritiene che sia compito della Regione avviare delle iniziative proprie, ma estemporanee, mentre deve assegnare, in modo completo ed esaustivo, agli organi dello Stato tutto ciò che riguarda la vigilanza e la "pulizia" di questi settori.
La nostra proposta è che il Consiglio regionale, l'Ufficio di Presidenza si attivi solamente per richiedere allo Stato di intervenire per fare ci che lo Stato deve fare in questa materia, evitando nostre iniziative di supplenza in un'attività che lo Stato deve garantire.
Per quanto riguarda la terza comunicazione, penso che sarebbe opportuno che lei, Presidente, si esprimesse in aula in merito alla questione del Castello di Rivoli, per la rilevanza che ha.
Rimango un po' perplesso sui problemi di inopportunità e/o di incompatibilità tra le due funzioni, che non mi sembra possano essere risolte con un richiamo al passato, bensì - semmai - con argomenti convincenti nel presente. Non trovo argomenti convincenti che ci dicano con sicurezza, che una stessa persona possa esercitare la doppia funzione di finanziatore e finanziato. Questo mi sembra che non sia nelle cose.
Invito il Presidente a riflettere.
Per quanto riguarda il Gruppo di Rifondazione Comunista, verificheremo la normativa in materia: se così è, sarebbe una cosa da evitare.



PRESIDENTE

Lei, Consigliere Chiezzi, sa benissimo che nel passato - vale anche il passato per illustrare il presente - certe sue iniziative o sollecitazioni sono state seguite - non credo che lei ricordi solamente le cose che le convengono - ed accolte.
Su questo argomento mi riservo certamente di essere coerente con la linea che ho assunto quando sono stato nominato da Assessore a Vicepresidente del Castello di Rivoli.
La parola al Consigliere Cavaliere.
CAVALIERE Volevo semplicemente commentare la situazione.
Penso che si stia proponendo la solita e classica ipocrisia politica: quando vi sono dei reali sommovimenti politici, si dice che tutto va bene che non sta succedendo niente. Non è così. Questo Consiglio regionale oggi è un po' distratto, anche perché ci sono state varie riunioni su questo tema.
Sulla metafora del "malato", vorrei osservare che la temperatura sarà ottimale, ma questo avviene anche quando il malato sta subendo una trasfusione di sangue.
Non credo che tutto sia riconducibile alla dialettica interna nel CDU; da quello che abbiamo potuto apprendere, vi è senz'altro questo problema, ma vi sono anche delle accentuazioni sulla linea politica.
Vedo che il Consigliere Ghiglia mostra tranquillità; io, al suo posto sarei meno tranquillo.


Argomento: Agricoltura: argomenti non sopra specificati

Esame progetto di legge n. 145: "Semplificazione delle procedure per l'esercizio delle funzioni riguardanti l'assistenza agli utenti di motori agricoli"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 145, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Relatrice è la Consigliera Cotto, che ha facoltà di intervenire.
COTTO, relatrice Do per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri, recita: "Illustre Presidente, egregi Consiglieri, le funzioni di assistenza agli utenti dei motori agricoli, già svolte dall'Ente nazionale UMA, sono state delegate alla Regione con il DPR n. 616/77. La L.R. n. 19/78 disciplin l'esercizio di tali funzioni, nonché procedure e metodologie per l'esercizio delle competenze anche avvalendosi delle strutture e del personale delle ex sezioni UMA trasferite alle Regioni.
Le funzioni riguardano in particolare: il conferimento della qualifica di utente di motore agricolo l'iscrizione e scarico di macchine, motori e rimorchi agricoli il rilascio di un'attestazione di titolarietà di azienda agricola e di proprietà di macchine agricole, necessarie per la circolazione stradale.
Gli utenti di motori agricoli prelevano carburante agricolo agevolato mediante buoni rilasciati dagli uffici provinciali UMA. Sono coinvolti circa 105.000 utenti piemontesi per un impatto stimabile in circa 185 miliardi all'anno. Gli agricoltori usufruiscono di uno sconto pari al 70 sul prezzo dell'imposta di fabbricazione per il gasolio e del 45% su quello per la benzina. Inoltre viene corrisposta l'IVA al 10% rispetto al 19 dell'imposta dovuta per i prodotti petroliferi non impiegati in agricoltura.
Con deliberazione della Giunta regionale nel 1979 sono state disposte le prime modalità organizzative del servizio. Nell'anno 1986, al fine di sopperire al divario tra carico di lavoro ed organico del personale, oltre a confermare il ricorso alla collaborazione degli enti convenzionati, è stata introdotta l'informatizzazione del servizio pervenendo all'emissione dei buoni con mezzi informatici. E' stato un importante intervento, il primo in Italia di informatizzazione completa del servizio UMA.
Un'ulteriore razionalizzazione del servizio è stata disciplinata con la DGR n. 33-3186 del 20/11/1985 con l'obiettivo di fornire il buono agli utenti di motori agricoli in tempi più brevi. Le modificazioni hanno riguardato la semplificazione delle procedure, con l'introduzione di una dichiarazione annuale semplificata e la migliore organizzazione degli Uffici UMA attraverso una completa meccanizzazione delle procedure.
Con la proposta di legge in esame si riconducono ad un testo organico i precedenti dispositivi e si propone un'ulteriore semplificazione delle procedure che consenta direttamente agli Uffici UMA l'approvazione dei consumi e l'autorizzazione delle assegnazioni di carburante agricolo agevolato agli utenti di motori agricoli che lavorano per conto proprio e presentano variazioni al momento della verifica annuale. Le assegnazioni sono infatti ammesse sulla base di tabelle di aggregazioni di consumi medi unitari approvate dalla Giunta regionale.
Compito della Giunta regionale sarà quello di gestire funzioni a carattere generale quali il rilascio di pareri sull'esercizio dei depositi di carburante agricolo agevolato, l'aggiornamento delle tabelle provinciali dei consumi medi unitari, l'aggregazione degli stessi e la verifica dell'applicazione di detti parametri. Si tratta di compiti definiti nel corso dei lavori della III Commissione che ha conseguentemente deliberato di sopprimere il Comitato provinciale per la distribuzione dei prodotti petroliferi per l'agricoltura originariamente previsto nella proposta di legge della Giunta regionale".



PRESIDENTE

In Commissione tale progetto di legge ha ottenuto voti favorevoli dai Gruppi CDU, AN, Federalisti liberali, Forza Italia e Patto dei Democratici si sono astenuti i Gruppi PDS e Rifondazione Comunista.
Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 voti favorevoli 38 astensioni 3 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 voti favorevoli 38 astensioni 3 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 voti favorevoli 38 astensioni 3 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 voti favorevoli 38 astensioni 3 L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 voti favorevoli 38 astensioni 3 L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 voti favorevoli 38 astensioni 3 L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 voti favorevoli 38 astensioni 3 L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 voti favorevoli 38 astensioni 3 L'art. 8 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 49 hanno risposto SI' 46 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri La legge è approvata.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO


Argomento: Bilancio pluriennale - Parchi e riserve

Esame progetto di legge n. 220: "Bilancio pluriennale 1996/1997/1998 dell'Ente di gestione del Parco regionale La Mandria e dei Parchi e delle Riserve naturali delle Valli di Lanzo" (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 220, di cui al punto 7) all'o.d.g.
In sede di Commissione il progetto di legge ha ottenuto voti favorevoli dai Gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, CDU e Pensionati; si sono astenuti i Gruppi PDS, Lega Nord per l'indipendenza della Padania, PPI e Verdi democratici; non ha partecipato al voto il Gruppo Rifondazione Comunista.
Relatore è il Consigliere Pichetto, che ha facoltà di intervenire.
PICHETTO, relatore Do per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri, recita: "La I Commissione ha esaminato il disegno di legge n. 220 predisposto dalla Giunta regionale e relativo all'approvazione del bilancio pluriennale per gli anni 1996/1997/1998 dell'Ente di gestione del Parco regionale La Mandria e dei Parchi e delle Riserve naturali delle Valli di Lanzo.
Il bilancio pluriennale 1996/1998 è stato predisposto tenendo conto del condizionamento indotto dai seguenti nuovi elementi: a) la consistente riduzione delle entrate relative alle attività conclusesi nel 1994/1995, dell'allevamento di selvaggina e dell'allevamento bovino b) l'incertezza dei contributi regionali per la gestione degli immobili e la gestione agro-forestale della tenuta 'I laghi' c) l'incertezza sugli introiti derivanti dagli immobili di Borgo Castello rapportata al possibile scorporo dei beni patrimoniali della gestione dell'Ente.
In termini di investimento, grazie alla gestione dei contributi regionali vincolati, si constata un notevole sforzo economico destinato alla manutenzione del patrimonio immobiliare ed alla sua trasformazione a nobili destinazioni.
In questa prospettiva si vuole incentivare la fruizione attraverso linee precise di programmazione orientate a valorizzare l'aspetto pedagogico scolastico, storico-museale, naturalistico e di turismo sportivo.
Nel bilancio pluriennale, inoltre, si intende prevedere la possibilità di finanziare i seguenti piani: a) piano del verde: salubrità del verde, metodi di manutenzione, metodi di fruizione, analisi agronomico-forestale, coltivazioni, piani di rimboschimento, impianti di arboreti ed arbusteti da seme b) piano idrogeologico: sicurezza idrogeologica, prospettive dopo i danni alluvionali, analisi della situazione del bacino, risanamento degli scarichi c) piano del traffico: studio, regolamentazione ed analisi dei veicoli in accesso alle aree.
In riferimento alle spese per il personale, tenuto conto della carenza di personale in atto e considerato che la situazione sarà resa ancora più gravosa dai pensionamenti e dalle mobilità che vengono attuati nel corso dell'anno 1996, si è ritenuto di prevedere, nel biennio 1997/1998, la copertura dei posti che, sulla base dell'analisi dei carichi di lavoro sono ritenuti indispensabili per lo svolgimento delle attività dell'Ente.
La I Commissione ha approvato a maggioranza il disegno di legge n. 220 e lo rassegna all'aula auspicandone una sollecita approvazione trattandosi di specifico adempimento al disposto della L.R. 29/12/1981 n. 55 (Norme di contabilità regionale)".



PRESIDENTE

E' quindi aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.
CHIEZZI Colleghe e colleghi Consiglieri, il relatore Pichetto ha dato per letta questa relazione sul tema del bilancio, però il Parco de La Mandria richiederebbe, a mio avviso, un'illustrazione dei contenuti politici legati all'approvazione del bilancio pluriennale, che non so se siano stato concordati tra la Giunta regionale e le strutture del Consiglio. Non so se il Presidente della Commissione Ambiente o l'Assessore competente siano in grado, su uno dei più importanti parchi regionali dei quali approviamo un bilancio pluriennale, di spendere in Consiglio qualche dettagliata annotazione sulle politiche che per tre anni vengono consegnate, attraverso questo bilancio pluriennale, all'azienda del Parco La Mandria.
Questa non è semplicemente l'approvazione di carattere burocratico di alcune cifre, ma l'illustrazione di come si evolverà l'attività del Parco La Mandria, il più importante della nostra Regione. Chiedo quindi che prima di passare all'esame della legge ci sia questa relazione o da parte dell'Assessore o del Presidente della Commissione competente o anche del Presidente Pichetto, se ha avuto il mandato e le informazioni necessarie a sostenere i due fronti, non solo quello della regolarità dei bilanci, ma anche dello sviluppo politico che si intende dare a questo parco.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Angeleri.
ANGELERI, Assessore ai parchi naturali In Commissione abbiamo avuto modo di dibattere l'argomento, che poi è stato portato all'attenzione della I Commissione che si occupa specificamente di bilancio.
Il Consigliere Chiezzi aveva anche richiesto, nella seduta del Consiglio regionale di qualche settimana fa, che ai Consiglieri fosse data l'opportunità di verificare il lavoro che il Consiglio di amministrazione dell'Ente Parco de La Mandria stava portando avanti. Prontamente - ma era già nel calendario del Presidente Griffini - è stata convocata una Commissione sul posto, che proprio venerdì 25 p.v. inviterà tutti i Consiglieri a verificare questa progettualità.
Al di là quindi dell'approvazione che noi oggi in qualche modo dobbiamo nei confronti dell'autonomia di un Ente di gestione che abbiamo nominato all'interno di questo Consiglio, mi pare che quella sia la più democratica opportunità per i Consiglieri per rendersi conto della progettualità e del lavoro che l'Ente Parco La Mandria sta portando avanti all'interno dell'unico parco di proprietà regionale, quindi rispettando quelle che sono le indicazioni e le richieste anche del Consigliere Chiezzi.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertoli.
BERTOLI Signor Presidente, ho chiesto di intervenire anche se di elementi su cui intervenire non ce ne sono molti.
In quest'aula è stato citato, forse molto più autorevolmente, Luigi XIV io, più popolarmente, dico che questo è un provvedimento che mette il carro davanti ai buoi. Si tratta, come è già stato fatto osservare, di un provvedimento importante, che riguarda uno dei parchi più importanti del Piemonte, il suo bilancio pluriennale per gli anni 1996/1997/1998 e che coinvolge contributi per una cifra di oltre 20 miliardi, quindi un provvedimento di notevole rilevanza.
Bene, questo disegno di legge lo si assume senza che in Commissione ci sia stata un discussione approfondita su una relazione adeguata dell'Assessore senza che sia stato discusso il Piano socio-economico (il Piano socio economico de La Mandria non esiste), senza che sia stato aggiornato il Piano d'area, perché la seconda variante al Piano d'area è incagliata da qualche parte.
Io non sono un patito della programmazione, ma in questo caso non è stato valutato alcunché a priori (la stessa visita, da cui non so quanto potremo ricavare di utile, se non la constatazione di alcune cose de visu, è programmata per il dopo approvazione).
Resta il fatto che ci si propone di approvare questo provvedimento senza un contorno in cui collocarlo, senza una valutazione qualitativa a cui fare riferimento. Quindi, si decide senza sapere, senza poter entrare nel merito di una valutazione qualitativa d'indirizzo.
Leggendo il Piano triennale, si evidenziano delle questioni importanti da finanziare; si parla di copertura dei tetti da rifare, ed è evidente che i tetti delle costruzioni devono essere riparati. Si constata che nel Parco de La Mandria non c'è una rete fognaria ed un impianto di depurazione, e questo è veramente il massimo in un parco di questa importanza. Quindi, non si può che constatare che alcuni di questi interventi sono estremamente urgenti.
In questo caso, parafrasando si può dire: "c'è la casa che va a fuoco, e quando la casa va a fuoco si interviene per spegnere l'incendio". Il problema di un programma preventivo viene dopo. Analogamente per cosa intervenire non ci è stato illustrato, non è stato scritto da nessuna parte, emerge solo l'urgenza di alcuni interventi.
Per cui il nostro voto sarà di astensione; al riguardo non interverrò più in sede di dichiarazione di voto. Gli interventi sono estremamente urgenti: riparare i tetti e provvedere alla rete fognaria e alla depurazione. Per vorrei fare un richiamo al Presidente del Consiglio, che è attento alle questioni culturali, e all'Assessore perché il Piano socio-economico de La Mandria venga avviato e sia disincagliata la nave del Piano d'area, che è da qualche parte in attesa di potersi rimuovere.
Astensione, quindi, come sollecitazione affinché vadano in porto questi due importantissimi provvedimenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.
MORO Credo che sia incredibile procedere all'approvazione di questo bilancio così com'è stato presentato, senza un'adeguata discussione sul Piano del Parco de La Mandria, un parco importantissimo, il più importante di proprietà della Regione Piemonte, un parco che ha a bilancio 20 miliardi.
Credo che innanzitutto tutta la politica dei parchi, ampiamente enfatizzata dall'Assessorato e dall'Assessore in ogni sua presentazione, non venga discussa in modo corretto.
Volevo dire ancora di più; siccome venerdì si va a visitare questo parco chiedo, anche per l'importanza che riveste la tematica, se non sia possibile sospendere la discussione, visitarlo e poi discutere e procedere all'approvazione la prossima seduta. Anche perché non sarebbe corretto, a mio avviso, data la grande importanza - nel bilancio pluriennale si parla di piano del verde, piano idrogeologico, piano del traffico e tutta una serie di valutazione e di contributi di primissimo piano, contributi CEE non discuterne ed approvarlo così, alla "chetichella".
Credo invece che sarebbe più corretto, serio ed onesto politicamente non approvarlo oggi. Dopo la visita che si farà - e si deve fare in modo serio e corretto - si potrà procedere alla discussione e quindi all'approvazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.
CAVALIERE Sono d'accordo con le cose che proponeva il collega Moro, anche perch credo che, per le questioni che poneva il collega Bertoli, occorrerebbe - e dopo la visita semmai sarà opportuno farlo - un aggiornamento sul parco e sui vari progetti che, per le sue potenzialità, lo stesso ha in essere.
Vorrei anche capire dall'Assessore a che punto è nel Piano - e credo che anche l'Assessore Leo sarà interessato alla valorizzazione di dimore reali il progetto.
Mentre il Parco de La Mandria è impegnato e ha un progetto per la valorizzazione, Presidente Picchioni, degli arredi della dimora reale, noi continuiamo a prendere gli arredi - che non è vero che sono nostri, come dice il Presidente Picchioni, perché ho un elenco dei beni artistici acquisiti e provenienti dall'alloggio dei Medici del Vascello, e gli arredi sono dei Medici del Vascello e non di Palazzo Lascaris.
Quindi, mentre facciamo i progetti per ricostruire anche gli arredi delle dimore reali, che sono stati oggetto nel passato di varie traversie, mi stupisce che il Presidente del Consiglio, così sensibile a questi problemi e alle inaccessibilità kafkiane dei castelli, renda invece il Castello di Venaria o partecipi a renderlo un colabrodo, dal quale scompaiono le opere d'arte per andare ad abbellire, in maniera incongruente, altri palazzi.



PRESIDENTE

Il Consigliere Moro ha chiesto di sospendere la discussione.
CAVALIERE Volevo solo sollecitarla ad una risposta, perché lei ha sempre sostenuto che gli arredi provenienti da La Mandria, e nottetempo portati a Palazzo Lascaris, fossero di proprietà...



PRESIDENTE

Le darò tutte le risposte.
CAVALIERE No, non mi deve dare tutte le risposte. Io ho fatto un'affermazione dicendo che nessuno di questi arredi era di Palazzo Lascaris.



PRESIDENTE

Le darò la risposta che so io. Le farò l'elenco analitico, le darò una risposta relativamente agli arredi che sono de La Mandria. Sono gli arredi di questo Palazzo e gli arredi di Palazzo Reale che appartengono al Demanio dello Stato.
CAVALIERE Quindi, lei mi conferma che ha portato qui arredi de La Mandria?



PRESIDENTE

Sono arredi che erano depositati alla Mandria.
CAVALIERE No, non che erano depositati alla Mandria, ma che sono della Mandria.



PRESIDENTE

Le darò delle risposte, non mi forzi delle risposte estemporanee. Le dar la risposta e tutte le coordinate culturali perché quegli arredi possono stare qui e non là. Poi naturalmente sulla cultura ognuno ha la libertà di giudizio; non andiamo a fare la filologia.
La parola all'Assessore Angeleri.
ANGELERI, Assessore ai parchi naturali Mi pare che la richiesta del Consigliere Moro sia accoglibile; d'altronde penso che il fatto di approvare il bilancio triennale del Parco regionale de La Mandria la settimana prossima non sposti assolutamente niente.
Mi sembra solo un po' curioso - perdonatemi l'annotazione - che nei confronti di un parco, la cui autonomia penso sia cosa primaria a cui far riferimento, vi sia una richiesta di maggiore conoscenza, sia pur legittima. Non vorrei che questa fosse invece scambiata per un'ingerenza ingerenza che questa Amministrazione regionale ovviamente non condivide. Ma se è solamente una richiesta di maggiore conoscenza, che mi sembra più che legittima, sicuramente da parte nostra sarà esaudita.
Prego dunque il Presidente Picchioni, dopo che avremo fatto il sopralluogo al Parco regionale de La Mandria, di rimettere questo provvedimento all'o.d.g. di martedì prossimo per l'approvazione.



PRESIDENTE

La richiesta è stata accolta, per cui rinviamo l'approvazione del provvedimento a martedì prossimo; in questo modo avremo anche l'occasione per rispondere al Consigliere Cavaliere.


Argomento: Patrimonio culturale regionale (linguistico, etnologico, folcloristico, storia locale) - Formazione professionale

Esame progetti di legge n. 121 e n. 134: "Modifiche ed integrazioni alla L.R. n. 24/90 'Tutela del patrimonio storico e culturale delle Società di Mutuo Soccorso'" (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dei progetti di legge n. 121 e n. 134, di cui al punto 9) all'o.d.g.
I relatori, Consiglieri Benso e Foco, danno per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri, recita: "La Repubblica italiana, in attuazione degli artt. 2, 3 e 18 della Costituzione, sostiene e valorizza il diritto delle cittadine e dei cittadini a partecipare alla vita politica, economica, sociale, religiosa e culturale del Paese attraverso libere forme associative, organizzazioni di volontariato ed organizzazioni di cooperazione sociale.
E' in questo contesto che possiamo collocare le Società di Mutuo Soccorso che nella L.R. 9/4/1990, n. 24 'Tutela del patrimonio storico e culturale delle Società di Mutuo Soccorso' hanno trovato il riconoscimento dei valori storici, sociali e culturali che sono alla base della loro stessa attività.
Le Società di Mutuo Soccorso, riconosciute ai sensi della legge 15/4/1886 n. 3818 'Costituzione legale delle Società di Mutuo Soccorso' rappresentano una componente fondamentale della storia sociale piemontese: molte di esse, nate nel secolo scorso e comunque anteriormente alla prima guerra mondiale, sono tuttora in attività svolgendo ancora oggi un'importante funzione di aggregazione sociale, solidarietà umana e diffusione culturale da valorizzare e diffondere soprattutto fra le giovani generazioni, quali modelli moralmente e socialmente positivi.
E' soprattutto nei piccoli Comuni del Piemonte che le sedi di questi sodalizi rappresentano quasi sempre l'unico centro di incontro in cui trovano ospitalità le associazioni sportive, le Pro Loco, i gruppi teatrali, musicali e culturali in genere.
Le Società di Mutuo Soccorso rappresentano ancora oggi una presenza viva intessendo una vera e propria rete di relazioni sociali anche tra le varie generazioni, in realtà dove in molti casi è scomparso qualsiasi punto occasione o momento di aggregazione sociale.
Pertanto alla luce di un passato di efficienza e partecipazione e di un lavoro volontario di migliaia di persone, testimoniato dalla quantità sul territorio piemontese di sedi sociali, è necessario oggi più che mai difendere ed aiutare in modo più incisivo lo sviluppo e la trasformazione di questi sodalizi per adeguare la loro attività alle istanze sociali attuali.
Dal 1990 ad oggi infatti numerosissime sono state le richieste di contributi pervenute per il recupero e l'utilizzo sociale degli immobili e degli arredi di proprietà delle Società di Mutuo Soccorso; purtroppo per l'intervento regionale si è dimostrato insufficiente.
Sono state conseguentemente predisposte alcune modifiche alla L.R. n. 24/90 cominciando dal titolo, in cui è stata introdotta anche la promozione dei valori storici, sociali e culturali (art. 1).
E' stato previsto un aggiornamento delle finalità alla situazione attuale (art. 2).
Con l'art. 3 sono stati ampliati i casi in cui è possibile erogare contributi in conto capitale, eliminando i limiti massimi di erogazione previsti, ed è stata prevista la possibilità di erogare anche contributi nel pagamento degli interessi su prestiti per interventi di costruzione ristrutturazione e manutenzione straordinaria.
E' stato riscritto l'art. 3 per ampliare ed adeguare alle attività di fatto svolte e programmate dal Centro Studi e Documentazione delle Società di Mutuo Soccorso (art. 4).
Sono stati modificati i termini di presentazione delle domande dal 30 gennaio al 31 marzo e sono state estese le modalità già previste per la presentazione delle domande di contributo in conto capitale anche alle richieste di contributi per interessi su mutui (art. 5).
La definizione delle modalità di erogazione dei contributi in conto interessi è stata demandata alla Giunta regionale per adeguarla alla specifica normativa generale del settore (art. 6).
E' stato infine integrato l'articolo finanziario prevedendo l'istituzione di un apposito capitolo di bilancio per i contributi in conto interessi".
La Commissione ha licenziato il testo con i voti favorevoli dei Gruppi PDS CDU, Forza Italia, Partito Popolare e Pensionati; si è astenuto il Gruppo Rifondazione Comunista.
Ha chiesto la parola il Consigliere Foco; ne ha facoltà.
FOCO Stamane siamo stati informati che dalla Provincia di Alessandria è pervenuta l'accettazione pressoché totale della proposta di legge del Consiglio regionale.
A suo tempo, la Provincia di Alessandria aveva fatto una proposta di legge riguardante le Società di Mutuo Soccorso; tale testo, come i Consiglieri sanno, non può essere modificato.
La Commissione ha esaminato le proposte di legge n. 121 e n. 134, che costituiscono il testo unificato. Alla Provincia di Alessandria, informata ufficialmente dal Consiglio che la Commissione aveva licenziato un testo di legge unificato, veniva chiesto se intendeva mantenere il proprio o ritirarlo.
La Provincia di Alessandria ha risposto che non vi sono problemi per quanto riguarda il testo che le è stato sottoposto, ma fa notare come due proposte contenute nel suo non sono state accolte: quella di consentire a Comuni e Province di poter, a loro volta, contribuire all'abbattimento del tasso di sconto che verrebbe fatto sul prestito bancario.
Il secondo rilievo che ci viene fatto è che Comuni, Province e Regione predispongano insieme un Piano regionale per quanto riguarda gli interventi a livello provinciale delle Società di Mutuo Soccorso. Era un atto dovuto sul quale dovevamo informare il Consiglio.
I relatori non hanno avuto tempo di accordarsi, per quanto riguarda la possibilità di proporre emendamenti. Da parte mia non ci sarebbero problemi ad accoglierli.



PRESIDENTE

Possiamo allora sospendere l'esame dei progetti di legge, che riprenderemo oggi pomeriggio.


Argomento: Delega di funzioni regionali agli enti locali - Viabilità

Esame progetto di legge n. 125: "Norme per la classificazione delle strade provinciali, comunali e vicinali di uso pubblico. Delega alle Province e ai Comuni"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 125, di cui al punto 10) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Grasso, che ha facoltà di intervenire.
GRASSO, relatore Do per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri, recita: "Il nuovo Codice della Strada, approvato con DL 30/4/1992, n. 285 individua due diverse classificazioni delle strade: la prima riferita alle caratteristiche funzionali, tecniche e costruttive (art. 2, comma secondo) la seconda rispondente ad esigenze di carattere amministrativo (art. 2 comma quinto).
La competenza a classificare le strade sotto il profilo funzionale spetta agli Enti proprietari: Stato, Regioni, Province e Comuni (art. 13, comma quinto), i quali devono classificare la loro rete entro un anno dall'emanazione di apposite norme generali da parte del Ministero dei Lavori Pubblici.
La competenza a classificare le strade sotto il profilo amministrativo e con riferimento all'uso ed alle tipologie dei collegamenti svolti è stabilita in capo allo Stato per le strade statali ed alle Regioni per le restanti strade regionali, provinciali, comunali e vicinali di uso pubblico (art. 2, comma ottavo).
La medesima ripartizione di competenza viene proposta dal Codice per l'eventuale declassificazione nell'ipotesi che la strada non corrisponda più all'uso o alla tipologia di collegamento iniziale.
Il presente disegno di legge si colloca in questo secondo ambito di competenza, riferito alla classificazione di fini amministrativi.
L'esperienza acquisita nella gestione diretta suggerisce, infatti l'opportunità di mantenere la competenza sulla classificazione delle strade regionali e di delegare alle Province ed ai Comuni la classificazione e la declassificazione delle strade provinciali e comunali, al fine di una più efficiente ed adeguata rispondenza alle necessità ed alle esigenze degli Enti locali.
Si è constatato che le richieste di classificazione pervenute alla Regione dall'entrata in vigore del Codice riguardano esclusivamente infrastrutture di interesse locale, inserite in ambito urbano; tali richieste hanno quasi sempre una valenza di tipo urbanistico e di destinazione d'uso anziché di tipo trasportistico o di accessibilità, quindi si riferiscono ad una rete sicuramente non di interesse regionale, ma locale-urbano.
Inoltre, la somma dei tempi burocratici tra i vari Enti e dei tempi previsti dal Codice e dal Regolamento attuativo allungano notevolmente l'esecutività del provvedimento regionale di classificazione con flussi negativi sull'azione amministrativa dei Comuni e delle Province.
Coerentemente con detta impostazione si ritiene altresì utile delegare ai medesimi Enti la competenza, ora in capo alla Regione ai sensi dell'art.
30, comma quinto, del Codice, relativa al riparto delle spese riferite alla costruzione o riparazione delle opere di sostegno lungo le strade provinciali e comunali realizzate a scopo promiscuo e cioè sia per difendere e sostenere i fondi adiacenti sia al fine della stabilità e della conservazione della strada.
Il disegno di legge si propone quindi i seguenti obiettivi: affidamento della delega di adozione dei provvedimenti di classificazione e declassificazione di strade provinciali, comunali e vicinali di uso pubblico riduzione dei tempi di approvazione dei provvedimenti di classificazione e declassificazione di strade provinciali, comunali e vicinali di uso pubblico.
Il testo si compone di quattro articoli. Nel primo sono puntualmente individuate le funzioni delegate; in sostanza si ripristina la procedura in vigore prima dell'approvazione del nuovo Codice.
L'art. 2 fornisce le direttive per l'esercizio della delega e norma l'intervento sostitutivo della Regione in caso di inerzia degli Enti delegati ad addivenire alle intese, nell'ipotesi in cui la strada o il tronco di strada, da classificare o declassificare, interessi più realtà locali.
L'art. 3 dispone le modalità di pubblicazione e di ricorso contro i provvedimenti di classificazione o declassificazione. Il contenuto più significativo riguarda l'individuazione di un termine - trenta giorni successivo alla pubblicazione in cui gli interessati possono fare ricorso.
L'invio alla Regione per la pubblicazione sul BUR dei provvedimenti emanati dagli Enti delegati consente altresì agli uffici regionali di avere conoscenza della situazione complessiva della rete stradale del Piemonte.
L'ultimo articolo disciplina la fase transitoria stabilendo l'invio agli Enti delegati delle pratiche giacenti, non concluse alla data in vigore della legge.
Non sono previsti trasferimenti finanziari di attuazione della delega in quanto i procedimenti individuati non comportano alcun onere aggiuntivo alle Province e ai Comuni; non si introducono nuove procedure, ma semplificando le stesse vengono a ridursi i costi, anche in termini di personale.
La II Commissione ha esaminato in sede referente il testo del progetto di legge avendo, preliminarmente, consultato, direttamente o tramite le loro Associazioni, le Province e i Comuni, così come prescritto dallo Statuto per i progetti di legge che conferiscono deleghe di funzioni. Le osservazioni pervenute dalla comunità hanno permesso alla Commissione di affinare il testo del progetto di legge, oggi all'approvazione di quest'aula.
Ne auspico il licenziamento con il più ampio voto favorevole".
Vorrei solo fare un piccolo riassunto per informare i Consiglieri che non erano presenti in Commissione.
Andiamo a formulare questa nuova legge, che va comunque ad intervenire e a regolamentare quello che il Codice della Strada chiede di regolamentare.
Il Codice della Strada indica due tipi di classificazione delle strade: la prima relativa alle caratteristiche funzionali, tecniche e costruttive; la seconda rispondente ad esigenze di carattere amministrativo. Noi andiamo a regolamentare le esigenze di carattere amministrativo.
La legge si propone due obiettivi: l'affidamento della delega di adozione dei provvedimenti di classificazione e declassificazione di strade provinciali, comunali e vicinali di uso pubblico con un obiettivo secondario, ma non meno importante, che è la riduzione dei tempi di approvazione dei provvedimenti di classificazione e declassificazione di strade provinciali, comunali e vicinali di uso pubblico.
Il testo è stato esaminato in sede referente e ha avuto la votazione di maggioranza. Grazie.



PRESIDENTE

Se non vi sono interventi, possiamo passare alla votazione del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 38 astensioni 4 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 38 astensioni 4 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 38 astensioni 4 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 38 astensioni 4 L'art. 4 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 49 hanno risposto SI' 45 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Assestamento di bilancio

Esame progetto di legge n. 222: "Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1996 di Enti strumentali della Regione (Ente per il diritto allo studio universitario ed Enti di gestione di aree protette)"


PRESIDENTE

Passiamo infine all'esame del progetto di legge n. 222, di cui al punto 8) all'o.d.g.
Ricordo che in Commissione tale progetto di legge ha ottenuto i voti favorevoli dei Gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e CDU; si sono astenuti i Gruppi PDS, Lega Nord per l'indipendenza della Padania, Partito Popolare e Verdi Democratici; non hanno partecipato al voto i Gruppi Patto dei Democratici e Rifondazione Comunista.
Relatore è il Consigliere Pichetto, che ha facoltà di intervenire.
PICHETTO, relatore Do per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri, recita: "La I Commissione ha esaminato il disegno di legge n. 222 predisposto dalla Giunta regionale e relativo all'approvazione dell'assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1996 dell'Ente per il diritto allo studio universitario e di alcuni Enti Parco.
In riferimento all'Ente per il diritto allo studio universitario, e secondo quanto dispone l'art. 34 della L.R. 18/3/1992, n. 16, si è ritenuto di apportare alcune modifiche al bilancio di previsione dell'Ente in conseguenza delle nuove disposizioni legislative adottate dalla Regione Piemonte con legge 1/8/1996, n. 53.
Gli artt. 3 e 4 della citata L.R. n. 53/96, oltre a determinare l'importo della tassa per il diritto allo studio universitario in L. 170.000 delegano l'Ente alla riscossione degli importi che dovranno essere versati dagli studenti all'atto dell'iscrizione e che dovranno essere destinati al pagamento di borse di studio o prestiti d'onore. In virtù di tali disposizioni si è provveduto ad aumentare la previsione, in termini di competenza, del capitolo n. 1480 'Borse di studio' fino a L.
14.210.000.000.
Gli introiti della tassa di abilitazione all'esercizio professionale, il cui ammontare viene stabilito dalla L.R. n. 53/96 in L. 174.000 con effetto dall'1/1/1997, sono destinati agli interventi per l'attuazione del diritto allo studio universitario.
Pertanto, al fine di poter incassare le somme previste, si è resa necessaria l'istituzione dei capitoli dell'entrata n. 215 'Tassa di abilitazione all'esercizio professionale'.
Per quanto riguarda la spesa, per fare fronte al versamento del contributo previdenziale a carico dell'Ente per collaborazioni professionali e di lavoro autonomo (art. 2, comma ventiseiesimo, legge n. 335/95), è stato altresì istituito il capitolo n. 1175.
Il disegno di legge prevede altresì l'assestamento ai bilanci di previsione per l'anno finanziario 1996 di numero cinque Enti Parco.
La I Commissione ha approvato a maggioranza il disegno di legge n. 222 e lo rassegna all'aula auspicandone una sollecita approvazione trattandosi di specifico adempimento al disposto della L.R. 29/12/1981 n. 55 (Norme di contabilità regionale)".



PRESIDENTE

Se non vi sono interventi, possiamo passare alla votazione del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 voti favorevoli 24 astensioni 17 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 voti favorevoli 24 astensioni 17 L'art. 2 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 52 hanno risposto SI' 31 Consiglieri si sono astenuti 21 Consiglieri La legge è approvata.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,20)



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