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Dettaglio seduta n.82 del 15/10/96 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 5) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Farassino, Ferraris, Ferrero, Marengo e Pichetto.


Argomento: Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Comunicazioni della Giunta regionale in merito all'incidente aereo all'Aeroporto di Caselle - Esame ordini del giorno n. 328 e n. 329 (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo la discussione sulle comunicazioni della Giunta in merito all'incidente aereo all'Aeroporto di Caselle, di cui al punto 6/a) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Volevo fare qualche considerazione sulla vicenda. L'intervento di merito sulla questione dell'incidente l'ha fatto il collega Bertoli, e lo richiamo integralmente.
Volevo invece sottoporre al Consiglio e al Presidente Ghigo qualche considerazione sulla situazione aeroportuale del Piemonte, visto che anche l'intervento del Presidente è stato un po' di merito, rispetto alle prospettive della situazione aeroportuale.
Tra l'altro, siamo in presenza non tanto di un ordine del giorno, ma di un'iniziativa della popolazione del Comune di S. Francesco al Campo e di altri Comuni, che chiedono la sospensione del transito dei Cargo e dei trasporti merci pesanti.
E' quindi una riconsiderazione della situazione dell'Aeroporto di Caselle e delle strategie aeroportuali e trasportistiche del Piemonte.
Un punto fermo è che la situazione aeroportuale del Piemonte è drammaticamente esigua. Non è una colpa sua, Presidente, sono le situazioni che abbiamo ereditato.
Torino ha una popolazione leggermente superiore a quella di Lione l'Aeroporto di Torino ha un traffico che non arriva neanche al 50% del traffico nell'Aeroporto di Lione. Si può dire che Lione ha un hinterland ma questa è la realtà, e Torino è il capoluogo del Piemonte, con 4 milioni e mezzo di individui. Evidentemente c'è un deficit di politiche aeroportuali visibile ed enorme; magari le colpe non sono da imputare ad una parte sola, perché le cose non succedono mai per caso.
Il problema, invece, è che contemporaneamente abbiamo un avvio di fortissime politiche aeroportuali in Lombardia con il sistema aeroportuale milanese, anzi lombardo, che è composto dai due maxi aeroporti di Linate e Malpensa, e da quello molto aggressivo di Bergamo.
D'altra parte, il nord-est dispone del sistema aeroportuale (a parte il piccolo Aeroporto di Udine) di Treviso, Venezia e Verona, e rispetto a questa situazione abbiamo ancora Nizza che costituisce un competitore molto aggressivo della politica aeroportuale del Piemonte.
Con quel piccolo Aeroporto di Caselle ho l'impressione che, se non si interviene e se non si mette in campo una forte politica aerotrasportistica, il problema sarà sicuramente nocivo per il futuro del Piemonte. Quindi, da questo punto di vista, noi non saremmo favorevoli a ridurre l'atterraggio dei Cargo in questa fase.
Non cito neanche il problema di Levaldigi, perché sarebbe provinciale ma tocco invece il problema di Torino per fare una domanda: vorrei sapere rispetto a queste situazioni complessive, come la Regione intende intervenire. E il problema non è neanche da richiamare in termini di responsabilità a carico della Regione, perché c'è anche la SAGAT e soprattutto il Comune di Torino; però, anche se riguarda il Comune di Torino, è una cosa che deve servire a tutto l'impianto economico ed infrastrutturale del Piemonte.
Giorni fa, ad Alba, il Ministro Burlando ha fatto la seguente affermazione: "L'Italia ha un deficit di infrastrutture rispetto alla Germania di 500 mila miliardi tra aeroporti, autostrade, ferrovie, porti, interporti e quant'altro. Ed è chiaro che se non si mette mano a questo deficit evidentemente bisognerà mettere mano all'inflazione o alla svalutazione per poter avere degli altri elementi di competizione". Quindi, si tratta di grossi intrecci.
E' chiaro che abbiamo all'o.d.g. la vicenda del Cargo russo; le inchieste metteranno in evidenza quali sono le percentuali (probabilmente non ce n'è una sola) di colpa della società aeroportuale che mantiene il volo guidato chiuso, e tutte le circostanze. Ma per noi è un richiamo, ed apprezzo che ci sia questa preoccupazione nella discussione del Consiglio regionale.
Abbiamo un problema che non può essere procrastinato, perché non affrontare in modo determinato il problema delle strutture aeroportuali significa non mettere il Piemonte nella competizione del sud Europa e del nord dell'Italia.
Proponiamo un ordine del giorno, che è stato distribuito e che quindi non illustro. Mi pare che un depotenziamento dell'aeroporto in questa fase senza una strategia complessiva, significhi in qualche maniera un elemento di abdicazione rispetto alla necessità di costruire una forte politica attorno all'aeroporto, che sarà decisa e verificata, viste le compatibilità e stabilità d'intesa con tutte le parti in causa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Casoni.



CASONI William

Grazie, Presidente. Intendo anch'io intervenire in merito all'incidente dell'Aeroporto di Caselle. Non intendo soffermarmi su quanto successo a livello di cronaca, ma vedere in prospettiva quello che potrebbe essere un effettivo sistema di sviluppo degli aeroporti piemontesi.
Concordo con quanto detto dal Consigliere Riba; la nostra è l'unica regione del nord Italia in cui manchi un sistema aeroportuale regionale. In Lombardia, oltre agli aeroporti controllati dalla SEA, Linate e Malpensa, è emergente l'Aeroporto di Bergamo che ha assorbito, forse, i voli che Linate e Malpensa non volevano. Si tratta, ad esempio, del traffico charter, di quello postale, di voli notturni.
Stessa cosa succede nel Veneto: Verona, Treviso e Mestre si suddividono, a seconda delle specializzazioni, mercati charter, voli di linea e voli istituzionali, diciamo voli di Stato.
Il Lazio ha un proprio sistema aeroportuale (Ciampino e Fiumicino) addirittura ha un proprio sistema aeroportuale la Campania, che riesce ad alternare i voli su più aeroporti della regione.
L'obiettivo, al di là delle situazioni contingenti, dovrebbe essere quello di una seria politica di sistema aeroportuale regionale; è assurdo che quando Caselle chiude, gli aerei atterrino a Bergamo, com'è successo la scorsa settimana.
Dal mio punto di vista occorrerebbe una riflessione su queste problematiche; probabilmente non arriveremo mai a competere con Malpensa 2000, ma dobbiamo arrivare ad avere un sistema regionale che ci permetta di distribuire, ad esempio, il carico dei voli postali su aeroporti minori meglio collegati con le singole zone di destinazione dei prodotti. Dobbiamo riuscire a suddividere il carico aeroportuale del Piemonte su più aeroporti. E' un discorso di prospettiva da approfondire in un discorso più ampio; intendo solo invitare l'intero Consiglio a riflettere sulla questione, al di là dell'evento contingente. Non possiamo rimanere l'unica regione industrializzata, l'unica grande regione italiana senza un sistema aeroportuale riconosciuto a livello europeo.
Se chiamiamo "Civilavia" ci diranno che l'unico aeroporto riconosciuto è Caselle, mentre per tutte le altre regioni daranno indicazioni sull'aeroporto principale e su altri sistemi aeroportuali. Tutto ci influisce sul traffico dei voli postali, dei voli charter, di quelli notturni e dei voli Cargo minori. Non è vero che esistono voli Cargo soltanto con aerei di grosse dimensioni; esiste un sistema di aerei Cargo di limitate dimensioni. Tutto il traffico confluisce su un aeroporto che probabilmente, in prospettiva, non avrà la possibilità, seppur ampliandolo di usufruire di certe reti.
Cerchiamo dunque di lavorare su un progetto che permetta anche al Piemonte di avere un proprio sistema aeroportuale regionale, tentando di fare una minima concorrenza al discorso di Malpensa 2000 e del sistema aeroportuale lombardo, che secondo me è molto più all'avanguardia del nostro. Dobbiamo lavorare in questo senso, se non vogliamo farci sorpassare in una logica di struttura e distribuzione del traffico aereo.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Più che rispondere vorrei trarre alcune considerazioni in relazione agli interventi di alcuni Consiglieri, mi riferisco principalmente all'ultimo intervento del Consigliere Riba. Non posso che condividere appieno le valutazioni del collega sulla situazione infrastrutturale della nostra regione, tant'è vero che nell'incontro con il Ministro dei Lavori Pubblici e il Sottosegretario ai trasporti abbiamo mosso le stesse considerazioni. Vi è un deficit di investimenti in infrastrutture assolutamente endemico, risultato di una politica poco attenta al rilancio della nostra regione. Obiettivo che noi, invece come governo regionale, vogliamo perseguire non certo nell'ottica di una selvaggia cementificazione - come qualcuno può pensare - ma in quella di dotare di strutture moderne la nostra regione, per un suo giusto inserimento nel contesto europeo.
Il discorso delle infrastrutture aeroportuali piemontesi è reso ancora più attuale dalla situazione di Malpensa 2000, che diverrà l'aeroporto intercontinentale del sud Europa. L'Unione Europea ha stanziato finanziamenti enormi per un aeroporto che ha limiti obiettivi, per esempio di carattere infrastrutturale; per quanto riguarda il Piemonte, non è assolutamente collegato con alcun anello autostradale - cosa diversa è invece per la Lombardia.
Come ho già avuto modo di dire, se una città come Torino può accettare che i voli intercontinentali partano da Malpensa, non può però accettare che quest'ultima riduca quel trasporto internazionale di cui l'Aeroporto di Torino si sta dotando. Forse non tutti di voi sanno che a giorni una nuova Compagnia, chiamata Air One, doterà la nostra città di altri tre voli giornalieri per Roma, oltre a collegamenti diretti con Catania e Palermo e qualche altra città del sud. In sostanza, è previsto, per la fine dell'anno, un incremento del 10-15% circa delle tratte coperte dalle compagnie presenti all'Aeroporto di Caselle, per il quale sosteniamo quindi un accentuato sviluppo dal punto di vista del trasporto passeggeri. Inoltre anche se mi rendo conto che dopo l'incidente la mia affermazione pu essere interpretata come non contingente - sosteniamo altrettanto saldamente il mantenimento dei Cargo. La battaglia che l'Alitalia e l'Aeroporto della Malpensa stanno combattendo per defraudarci di questa opportunità è enorme.
Sarebbe comodo fare della facile polemica in considerazione del fatto che la SAGAT è una società nella quale la maggioranza azionaria è del Comune...



CAVALIERE Pasquale

Della Camera di Commercio...



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Della Camera di Commercio e del Comune di Torino: gli investimenti SAGAT per recepire i Cargo sono stati assai consistenti, se non vi fosse sviluppo in questo senso andrebbero completamente persi.
D'altro canto, come Regione Piemonte, ci stiamo muovendo, coinvolgendo la SAGAT, per trovare un assetto organico dei vari aeroporti piemontesi.
Dal Consigliere Riba non è stato citato - per non essere tacciato di provincialismo - l'Aeroporto di Levaldigi, anche se avremo a breve un incontro con i responsabili di quell'aeroporto, del quale, invece, la Regione Piemonte è azionista - con risultati finanziari negativi. Sostenere l'aeroporto costa parecchio all'Amministrazione regionale; nella gestione di questo aeroporto vorremmo coinvolgere anche la SAGAT, in modo da creare un sistema integrato aeroportuale piemontese, al fine di ottimizzare le risorse. Può darsi che i Cargo possano, domani, atterrare a Levaldigi stiamo valutando la questione e chiedendo alla SAGAT di assumersi impegni specifici.
Per quanto riguarda l'importanza della Regione nel valutare e seguire attentamente tutti i passi che attraverso il Ministero verranno fatti per una maggior sicurezza dell'Aeroporto di Caselle, mi sento di poter raccogliere il suggerimento della Consigliera Spagnuolo e di dare incarico ad un dirigente della Regione Piemonte, dalle specifiche competenze sul settore aeroportuale, l'ing. Iacopino, di seguire - cosa che del resto ha già fatto per quanto riguarda la convenzione di cui faccio menzione nella nota letta in precedenza, legata all'inquinamento acustico - attraverso un monitoraggio attento, tutti i passi che dovranno essere intrapresi in relazione al fatto avvenuto la scorsa settimana a Caselle.
Mi faccio personalmente carico, come Regione, di seguire con attenzione le iniziative del Ministero dei Trasporti nei confronti dell'Aeroporto di Caselle. Faccio presente che il Sottosegretario Albertini ha promesso di recarsi, entro la settimana, nuovamente all'Aeroporto di Caselle - o al Comune di S. Francesco al Campo - per assumere a livello di Governo e di Ministero le iniziative atte a tutelare maggiormente i cittadini della zona di Caselle e di S. Francesco al Campo.



PRESIDENTE

Passiamo all'esame degli ordini del giorno n. 328, a firma dei Consiglieri Marengo, Manica, Riggio, Bertoli e Riba, e n. 329, a firma dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea, Simonetti e Cavaliere, iscritti all'o.d.g. nel corso della seduta di questa mattina.
La parola al Consigliere Papandrea per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 329.



PAPANDREA Rocco

Intervengo brevemente per ricordare, visto che è trascorso un certo lasso di tempo, i contenuti del nostro documento.
In questo ordine del giorno, da una parte, sollecitiamo quell'intervento che mi pare la Giunta intenda attuare con una legge apposita a sostegno delle famiglie; dall'altra, accogliamo praticamente in modo integrale le richieste giunte dai Comuni, in primo luogo l'esigenza di bloccare per questa fase il volo dei Cargo.
Infatti, pensiamo che tra l'incidente e l'attuale situazione dell'aeroporto vi sia uno stretto rapporto. Ovviamente bisogna attendere il risultato delle indagini, perché se emergesse tale rapporto, sarebbe grave se domani trapelasse che noi ci siamo opposti a qualcosa che invece era necessario. Tra l'altro, credo che i Comuni interessati presenteranno un esposto in Magistratura, così come hanno annunciato, e probabilmente il problema sarà risolto dalla Magistratura stessa; in ogni caso, credo che noi dovremmo assumerci degli impegni.
Per questo motivo, poiché diamo importanza e rilievo alla scelta di chiedere il blocco immediato dei voli Cargo, ci asterremo dalla votazione dell'altro ordine del giorno, non contenente questo tipo di richieste.



PRESIDENTE

Il suo Gruppo, Consigliere Papandrea, ha presentato anche un'interpellanza sempre in merito all'aeroporto. La consideriamo assorbita dal suo ordine del giorno?



PAPANDREA Rocco

Il problema è che vengono poste delle questioni legate anche alle indagini in corso.



PRESIDENTE

Allora la rinviamo come discussione.
Sull'ordine del giorno n. 328 la parola all'Assessore Gallarini, che interviene in qualità di Consigliere.



GALLARINI Pier Luigi

Presidente e colleghi, intervengo brevemente. Come Gruppo, non abbiamo inteso sottoscrivere l'ordine del giorno a firma del Consigliere Marengo ed altri, non perché non lo condividiamo, ma perché intendiamo astenerci su di esso, in quanto, avendo ascoltato questa mattina le dichiarazioni del Presidente della Giunta, Ghigo, riteniamo che quella sia la strada nella quale riconoscerci.
Ci riconosciamo nella strada del disegno di legge che la Giunta presenterà nei prossimi giorni, con una copertura adeguata di circa 2 miliardi, destinata ad anticipare i fondi per la rilocalizzazione degli edifici residenziali e di uso agricolo. Semplicemente, ci sembra questo il percorso operativo nel quale riconoscerci.



PRESIDENTE

Il Consigliere Cavaliere ha presentato alcuni emendamenti all'ordine del giorno n. 328: 1) al punto 2), sopprimere le parole "(es. studio di una diversa collocazione della pista)" ed aggiungere le parole "affinché venga verificata la possibilità di uno sviluppo di più poli aeroportuali piemontesi in coerenza con la proiezione europea della nostra regione".
Consigliere Riba, lo accetta?



RIBA Lido

Sì.



PRESIDENTE

Il secondo emendamento recita: 2) al punto 6, dopo le parole "di tutti gli aerei militari", aggiungere le parole "e di sottoporre ad una verifica tecnico-politica il proseguimento dello scalo all'Aeroporto di Caselle degli aerei Cargo".



RIBA Lido

Questo non lo accettiamo.



PRESIDENTE

Il Consigliere Cavaliere ha chiesto la parola per l'illustrazione di tali emendamenti; ne ha facoltà.



CAVALIERE Pasquale

Volevo illustrare i miei emendamenti in parte anche per confutare le considerazioni del Presidente Ghigo, che contengono aspetti contraddittori.
Quando dice: "Noi stiamo studiando. Pensate che non lo stiamo facendo? Stiamo vedendo per i Cargo a Levaldigi...", i fatti sono due: o non c'è alcun tipo di problema, e allora non ha senso alcuna verifica di questa natura, oppure i problemi esistono. Se i problemi esistono, devono essere verificati; questo è il punto.
Torno a ripetere che, per quanto riguarda i Cargo, vi è un ulteriore problema specifico rispetto al normale transito aeroportuale di Caselle pista incuneata in mezzo a tre paesi. Gli aerei Cargo hanno più difficoltà degli altri a decollare e ad atterrare; questo è un problema primario rispetto a quelli provocati dal rumore, ma vi assicuro che se qualcuno si trovasse là, dove stanno circa 20 mila persone, nel momento in cui decolla o atterra un Cargo, sperimenterebbe una condizione veramente invivibile. A prescindere da chi abbia commesso l'errore e da cosa sia dipeso questo incidente, il 90% degli incidenti si verifica nelle fasi di decollo e di atterraggio degli aerei e questo è un problema grave. Questo, per quanto concerne il secondo emendamento.
Relativamente al primo emendamento, l'aspetto fondamentale è che il Presidente Ghigo, quando dice che si vuole sviluppare Caselle per competere con Malpensa, fa della demagogia. In realtà, Caselle non può diventare competitivo, poi si può sostenere quello che si vuole, ma porsi in questo contesto con un'ottica limitata significa non andare verso quello sviluppo che si sostiene di volere per il Piemonte.
Rimanere nell'ottica limitata di chi attualmente gestisce l'Aeroporto di Caselle è un aspetto non secondario, e a questo proposito evidenzio una questione che reputo vergognosa. Gli Enti pubblici, malgrado posseggano la maggioranza delle azioni della SAGAT, non ne esercitano la gestione, che è assegnata alla Consorteria della Camera di Commercio. Questo purtroppo, porta ad una gestione economica di piccolo cabotaggio - tale è la cultura di questa piccola Consorteria - e non porta, invece, ad una politica di sviluppo aeroportuale nei siti idonei, facendo anche dei sacrifici, ma sviluppando questa direzione.
Per quanto riguarda i Cargo, è falso dire che vi è la possibilità che restino a Torino. E' falso perché sono stati portati a Torino strumentalmente dall'Alitalia rispetto a Malpensa e sono stati congeniali solo ad una serie di piccole operazioni non strategiche.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, intervengo sulla procedura da lei proposta, che mi lascia dei dubbi. Siamo in presenza di un ordine del giorno firmato da alcuni Consiglieri: se altri colleghi presentano osservazioni emendative accettate dai colleghi firmatari dell'ordine del giorno, queste vengono incorporate automaticamente. Se i colleghi non le accettano, non possono secondo me - essere messe in votazione, nel senso che l'ordine del giorno vive di propria natura.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Abbiamo bisogno di un momento di consultazione.



PRESIDENTE

D'accordo.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15,45 riprende alle ore 15,50)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Manteniamo il testo originale dell'ordine del giorno n. 328.



PRESIDENTE

Se non ci sono dichiarazioni di voto, pongo in votazione tale ordine del giorno.



(Intervento fuori microfono del Consigliere Cavaliere)



PRESIDENTE

I firmatari dell'ordine del giorno mantengono il testo presentato.



CAVALIERE Pasquale

Per quanto riguarda il Regolamento?



PRESIDENTE

E' necessario presentare un altro ordine del giorno, perché se il proponente non accetta le modifiche, queste non possono essere messe in votazione.



CAVALIERE Pasquale

Posso avere solo alcuni minuti per mettere a punto alcune parti dell'altro ordine del giorno a firma del Consigliere Chiezzi?



PRESIDENTE

Sì. Nel frattempo, possiamo procedere con la votazione dell'ordine del giorno n. 328 sottoscritto dai Consiglieri Marengo, Manica, Riggio, Bertoli e Riba.
Do lettura di tale ordine del giorno: "Il Consiglio regionale del Piemonte a seguito del grave incidente aereo verificatosi il giorno 9/10/1996 presso l'Aeroporto 'Città di Torino' di Caselle Torinese, nel Comune di S.
Francesco al Campo nell'esprimere il cordoglio per le vittime della tragedia e la più profonda solidarietà ai loro familiari e a tutte le persone coinvolte, a vario titolo, nell'incidente aereo considerato che l'incidente ripropone con drammaticità il problema, già più volte evidenziato dalle Amministrazioni locali, della sicurezza dei voli, degli aeromobili e dei centri abitati circostanti la pista e tutta la struttura aeroportuale che anche recentemente sono stati richiesti al Ministero dei Trasporti specifici interventi atti ad incrementare la potenzialità aeroportuale, ma che tali interventi devono garantire una migliore e più sicura utilizzazione dell'Aerostazione merci e passeggeri ed offrire a tutti gli abitanti dei Comuni interessati indispensabili garanzie di vivibilità e sicurezza impegna il Presidente e la Giunta regionale: 1) ad adottare un immediato provvedimento normativo per affrontare le prime emergenze e coprire i danni materiali subìti dalle comunità e dalle famiglie 2) a chiedere l'inserimento nella nuova Legge Finanziaria di un apposito emendamento per un adeguato finanziamento da concedere ad un Comitato (composto da Regione Piemonte, Provincia e Comune di Torino, Comuni di Caselle, S. Francesco al Campo, S. Maurizio Canavese e SAGAT) al fine di realizzare uno studio per l'utilizzo coerente dell'infrastruttura aeroportuale ricercando soluzioni anche diverse dall'attuale (es. studio di una diversa collocazione della pista) 3) a richiedere al Ministero dei Trasporti l'immediata firma degli accordi già in precedenza concordati (vedasi accordo tra i soggetti - ad esclusione del Ministero e Civilavia del 1994) e l'immediata messa in atto di tutti i provvedimenti necessari a limitare e mitigare l'inquinamento acustico ed atmosferico 4) a richiedere al Ministero dei Trasporti l'impegno a dare corso a tutte le azioni atte ad impedire l'uso dell'aerostazione alle compagnie ed agli aeromobili privi delle necessarie garanzie di sicurezza 5) ad aprire un tavolo permanente per individuare gli strumenti che garantendo la vivibilità delle popolazioni coinvolte, possano garantire l'efficienza e lo sviluppo dello scalo piemontese nell'ambito del sistema aeroportuale nazionale 6) a decidere il divieto di sorvolo del centro abitato di tutti gli aerei militari".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 10 voti favorevoli e 25 astensioni.
Passiamo ora all'ordine del giorno n. 329, che è stato, nel frattempo integrato con le modifiche proposte dal Consigliere Cavaliere.
Do lettura dell'ordine del giorno così modificato: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerato che: la caduta del Cargo russo, avvenuta l'8/10/1996, su alcune abitazioni del Comune di S. Francesco al Campo, ha provocato la morte di quattro persone e il ferimento di altre quindici, nonché gravi danni a numerose abitazioni la tragedia ha fatto violentemente riemergere il gravissimo problema della sicurezza dei voli - in particolare dei Cargo - acutizzato dalle condizioni della pista i lavori di manutenzione della stessa sono inspiegabilmente iniziati solo ad agosto, per cui hanno finito per coincidere con un periodo dell'anno in cui le condizioni meteorologiche sono generalmente negative, e ciò aggrava ulteriormente i problemi di sicurezza, tanto che alcune compagnie aeree, ad esempio quelle scandinave, avevano sospeso i voli Cargo sospettando che: la scelta del periodo in cui iniziare i lavori sia stata subordinata a ragioni economiche e non tecniche, ossia alla volontà di non incidere sui voli del turismo estivo, sebbene in estate i problemi meteorologici siano di gran lunga minori ricordato che: in ogni caso i voli Cargo sono stati una costante causa di problemi per le popolazioni dei Comuni limitrofi l'aeroporto la deregulation in atto nel settore aeronautico, con l'entrata nel settore di operatori che offrono minori garanzie di sicurezza, determina maggiori rischi di incidenti e morte ritenuto che: la Regione Piemonte ha precise responsabilità sia circa la sicurezza dell'aeroporto e dei voli, sia sulla salute e la sicurezza dei cittadini di Comuni limitrofi, considerando anche che essa, con il Comune e la Provincia di Torino, figura tra gli azionisti di maggioranza della società che gestisce l'Aeroporto, la SAGAT impegna la Giunta regionale ad intervenire immediatamente sulla società SAGAT affinché si sospendano i voli degli aerei Cargo in attesa delle conclusioni dell'inchiesta ad approntare un intervento immediato, direttamente o attraverso la SAGAT, a copertura dei danni materiali subìti dalla comunità e dalle famiglie coinvolte nell'evento, in attesa che vengano individuate le responsabilità ad approfondire soluzioni integrate per lo sviluppo del sistema aeroportuale piemontese non esclusivamente incentrate sul polo di Caselle a creare una Commissione d'inchiesta per accertare: quali effetti hanno sulla sicurezza dell'aeroporto i lavori di manutenzione della pista le ragioni dei ritardi di tali lavori se nei contratti di appalto con le ditte che gestiscono la manutenzione siano previsti i tempi di attuazione dei lavori ed eventuali penalità in caso di ritardo le modalità delle gare di appalto dei lavori sulla pista quante e quali ditte abbiano partecipato alla gara decide inoltre di accogliere e fare proprie le richieste espresse nelle deliberazioni dei Consigli comunali di Caselle del 9/10/1996 e di S. Francesco al Campo dell'11/10/1996 e di partecipare con il proprio gonfalone e con una delegazione ufficiale alla manifestazione di sabato 19 ottobre, alle ore 9 indetta dal Comune di Caselle e dagli altri Comuni circostanti l'aeroporto".



RIBA Lido

Presidente, intervengo per chiedere se è possibile votare l'ordine del giorno per parti separate, semplicemente perché la parte relativa ai Cargo non la possiamo votare; il resto va bene.



PRESIDENTE

Mi indichi la frase che desidera sia messa in votazione separatamente.



RIBA Lido

La frase è la seguente: "ad intervenire immediatamente sulla società SAGAT affinché si sospendano i voli degli aerei Cargo in attesa delle conclusioni dell'inchiesta".



PRESIDENTE

Pongo quindi in votazione l'intero ordine del giorno tranne la frase letta poc'anzi dal Consigliere Riba.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 16 voti favorevoli e 27 astensioni.
Pongo ora in votazione la frase: "ad intervenire immediatamente sulla società SAGAT affinché si sospendano i voli degli aerei Cargo in attesa delle conclusioni dell'inchiesta".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinta con 5 voti favorevoli, 14 contrari e 21 astensioni.



RIBA Lido

Scusi, Presidente, vorrei sapere se astenersi significa condividere in parte. Quindi significa che, sulla questione della sospensione dei Cargo il Gruppo Forza Italia ed altri condividono in parte.
Io credo che questo, da domani, naturalmente sarà utilizzato da Malpensa.



(L'Assessore Gallarini fa cenno di voler intervenire, in qualità di Consigliere)



RIBA Lido

No, no, non c'è niente da aggiungere. Non avete fatto passare un nostro ordine del giorno - senza che ci fosse una logica in questo - con questi argomenti: "Faremo un'altra cosa noi". Ma se è così, significa allora che il Consiglio non serve a niente, perché farete delle cose voi! Il Presidente Ghigo dice di condividere una serie di cose, i testi lo ripetono e voi vi astenete. E' un problema di interpretazione.



PRESIDENTE

Consigliere Riba, avrà - e avrete - l'occasione per riprendere questo discorso.
L'argomento è chiuso.


Argomento: Statuto - Regolamento

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale in merito al Seminario indetto dalla Commissione speciale per lo Statuto


PRESIDENTE

Desidero ricordare che sabato mattina, presso questa sala, alle ore 9,30, si terrà il Seminario indetto dalla Commissione speciale per lo Statuto, con la partecipazione del prof. Comba, del prof. Porro e del prof.
Petroni. Il tema sarà "Unione Europea e Regione Piemonte", in previsione della revisione dello Statuto, in una prospettiva europea.
Tutti i Consiglieri sono invitati a partecipare.


Argomento: Calamità naturali

Comunicazioni della Giunta regionale in merito all'alluvione nel Cuneese e nell'Albese - Esame ordini del giorno n. 299, n. 331 e n. 332 (seguito)


PRESIDENTE

In merito alla questione dell'alluvione nel Cuneese e nell'Albese è stato presentato l'ordine del giorno n. 332, a firma dei Consiglieri Toselli, Gallarini, Vaglio, Ghiglia, Spagnuolo, Bellion, Casoni, Griffini Montabone, Dutto, Peano, Riba, Viglietta, Rossi e Deorsola. Propongo di iscrivere all'o.d.g. tale ordine del giorno.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti.
Riprendiamo la discussione.
La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Il mio intervento sarà breve, perché mi sembra che in quest'aula stiamo ripetendo, non voglio dire un rito, perché questo non è affatto un rito, ma un copione che in qualche modo abbiamo già visto.
Assessore, probabilmente stiamo ripetendo un copione, ma non siamo nella condizione di adottare dei comportamenti diversi; questo sia da parte di chi, pro tempore, appartiene alla maggioranza sia da parte di chi, pro tempore, sta all'opposizione.
Oggi parliamo di questi eventi estremamente complessi, ne abbiamo parlato un anno fa, ma anche nel passato, perché la questione dei fiumi (in particolare quella del Tanaro, ma anche di tutti gli altri fiumi che stanno creando gravissimi problemi anche a fronte di un cambiamento del clima) si è posta da tempo. Bisogna anche dire che si tratta di questioni che noi non stiamo affrontando da cinque anni a questa parte, anzi direi che la situazione complessiva si va via via aggravando.
Mi rifaccio alle ultime considerazioni del collega Riba, che pone degli interrogativi sollevati anche da interventi precedenti. Il collega Riba non pone domande in maniera aprioristica: si pone un interrogativo che noi tutti dovremmo porci. Ovvero, come Regione, finiamo per essere un crocevia dal quale osserviamo gli eventi che sono capitati, ci dichiariamo sostanzialmente poco capaci di poterli affrontare davvero, ci lamentiamo delle responsabilità o della non corretta gestione o della non utilità così come faceva osservare prima il collega che è intervenuto dicendo che il Magistrato per il Po, probabilmente, per le sue competenze, ha funzioni adeguate per un tratto che non riguarda il Piemonte e poco adeguate invece, per la realtà fluviale che riguarda il Piemonte.
Io mi chiedo - ne parlavo questa mattina con alcuni colleghi del Consiglio (colleghi di opposizione, ma anche di maggioranza) - e lo chiedo anche all'Assessore, se eventualmente non potessimo fare una proposta di carattere un po' più generale, ma che in qualche modo - e non voglio ancora dire come - risolva alla radice questa serie di questioni che si assommano.
Mi chiedo, Assessore, se come Regione Piemonte non potremmo fare studiando la situazione nel merito, una sorta di proposta di legge al Parlamento, magari sottoscritta dai vari Gruppi consiliari, dopo averla approfondita, che affronti la questione. La voglio chiamare, in maniera un po' esemplificativa, una legge sul Tanaro (anche se non è corretto e sufficiente che sia solo una legge sul Tanaro) che dovrebbe riguardare oltre tutta la problematica fluviale del Tanaro, anche i problemi del Maira e delle altre realtà fluviali interessate. Se noi non abbiamo poteri veri risorse di carattere speciale, facoltà di intervento (anche di carattere speciale sotto il profilo economico, geologico, di tutela del territorio di competenze e anche di non sovrapposizione di competenze), ho la sensazione che, pur con buona volontà di tutti - cosa che io voglio dare assolutamente per scontata - noi il prossimo anno saremo qui a riparlarne.
Io mi domando se, eventualmente approfondendo questa questione, il Consiglio regionale non possa fare una proposta di legge al Parlamento con la quale richiedere, a fronte di un'incapacità o impossibilità sostanziale di affrontare questa correlazione di eventi, di poter avere delle competenze di ordine speciale, una sorta di delega per materia e per territorio: una legge speciale che affronti questa questione, anche avendo finanziamenti adeguati. Altrimenti, anziché anticipare una problematica, di cui sono già informata grazie agli interventi accurati ed approfonditi dei Consiglieri che mi hanno preceduto, ci troveremmo invece in presenza di condizioni che non ci consentiranno con ogni probabilità di poter affrontare questo problema, non dico in via preventiva, ma nemmeno di poterlo rincorrere sufficientemente. Noi siamo ormai da anni nella situazione di rincorrere un problema, un fenomeno.
Mi chiedo, dunque, perché non si possa studiare una proposta di legge nazionale, in quanto si tratta di una materia per la quale non abbiamo le competenze sufficienti. Se noi avessimo le competenze sufficienti, allora potremmo individuare anche responsabilità maggiori. Ma a fronte di una carenza di competenze, visto che non possiamo assumerci le responsabilità per affrontare questi problemi, noi dobbiamo imparare ad assumerle altrimenti continueremo ad inseguire, a volte in maniera più grave, a volte in maniera meno grave (auspichiamoci meno grave) questa situazione di crisi.
Nell'arco di un anno, pur avendo avuto una certa unità, in questo caso credo di emergenza, pronta ad affrontare, ad esaminare, a monitorare permanentemente il problema, la situazione è andata oltre le nostre possibilità. Se ci sono altri colleghi interessati, magari anche con il supporto tecnico della Giunta ed un approfondimento dei vari Gruppi cercherei di lavorare in questa direzione. Altrimenti, rimaniamo con un problema di frammentazione di competenze e di conflittualità, perché la questione del Magistrato per il Po la risentiamo permanentemente. Dovremmo invece superare questa impasse magari con un ragionamento di assunzione di responsabilità che solo una legislazione speciale ci potrebbe garantire.
Così potremmo incominciare a programmare in questa direzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Grazie, Presidente. Dobbiamo incominciare a vedere la questione delle precipitazioni atmosferiche in maniera diversa rispetto al passato, e non confrontare più lo stato dei fiumi e torrenti con la situazione esistente trenta o quarant'anni fa. Se noi facciamo questo confronto, andiamo fuori strada e non comprendiamo la realtà della situazione odierna.
Intanto, non possiamo più parlare di precipitazioni eccezionali, nel senso che si stanno ripetendo dal 1992, ma anche dagli anni precedenti cioè incominciano ad essere consuete e determinate da una serie di cofattori. Ne sono stati detti molti e credo che non ci sia tanto da aggiungere rispetto al dibattito che c'è stato nel nostro Paese, non solo in Piemonte, in seguito all'alluvione del 1994, che ha colpito in particolare la nostra regione.
Anche oggi pomeriggio si è parlato dell'abbandono della montagna e di un certo tipo di agricoltura. Abbiamo a monte l'abbandono della montagna che quando era coltivata in un certo modo aveva una grande capacità di ritenzione delle precipitazioni - come diceva prima il collega Peano: la manutenzione dell'uomo che abitava sulla montagna - ed un certo tipo di agricoltura, non solo l'estensività di questa agricoltura, ma soprattutto la tipologia dell'agricoltura. Giuliano Cannata, uno dei maggiori esperti di queste questioni, diceva che, siccome l'agricoltore costa alla collettività per tutto il sistema dei finanziamenti, di cui giova o non giova, converrebbe perlomeno fargli coltivare cosa serve: cosa serve anche al territorio. Ad esempio, proprio in questi giorni, i terreni di tutta la pianura del Tanaro sono nudi, perché si è raccolto il mais e si sta piantando il grano. In passato non era così, le colture non erano di questo tipo, avevano altre caratteristiche. Sono a fondamento di queste inondazioni l'abbandono della montagna e di una certa agricoltura, quindi non un problema specifico, ma una serie di fattori ed anche una condizione generale diversa del pianeta. Lo diceva la collega Spagnuolo: il microclima è mutato in Europa ed è mutato in Italia; non abbiamo più le stagioni come si configuravano una volta, con il "freddo-freddo" in inverno ed il "caldo caldo" in estate. Abbiamo una stratificazione, le stagioni quasi si assomigliano (in quest'aula fa sempre caldo!).
Non si può dire semplicemente, come si dice in queste occasioni, anche a seguito di questo ultimo evento, e di norma è accettabile lo si dica al bar, che il problema è il disalveo dei torrenti e dei fiumi; certo esiste in parte, anche questo problema, ma è da considerare in maniera diversa rispetto al passato, da come avveniva in passato la pulizia dei fiumi.
Anzi, possiamo dire con certezza che certi disalvei avvenuti recentemente sono dannosi per il flusso del torrente, perché vanno fatti in un certo modo altrimenti sono dannosi. Non deve avvenire come vorrebbe qualcuno: siccome l'acqua invade la ditta, prende la draga e toglie. No, deve avvenire in modo diverso per poter essere efficace ed efficiente.
In questo, il Magistrato per il Po non funziona, non solo perché sta a Parma, ma soprattutto perché non parla con l'altro "inquilino" di Parma che è l'Autorità di bacino. Questo è il problema maggiore: due Enti che hanno l'autorità di decidere e non si parlano tecnicamente e politicamente per cui l'uno non sa cosa fa l'altro. Tant'è che nel 1994 l'Autorità di bacino aveva ampiamente dimostrato, e anticipato con analisi e studi l'evento, e il Magistrato per il Po, invece, con i propri interventi andava in altra direzione.
Se i problemi sono di questa natura, occorre prendere, in termini generali, coscienza della complessità della questione e cercare di intervenire, anche per le competenze che ha la Regione, all'altezza della situazione. Intervenire all'altezza della situazione vuol dire che dopo l'evento del 1994, ed il succedersi di altri avvenimenti, dobbiamo veramente porci il problema della legge urbanistica della Regione Piemonte.
Invece di fare passi approssimativi (come ha fatto la Giunta), contrari alle effettive dinamiche del territorio, bisognerebbe fare un grande ripensamento sull'attualità, su cosa dobbiamo modificare nell'urbanistica della nostra Regione.
Su questo tema, Presidente, la invito a tenere un seminario; visto che ci sono seminari su tutto, alla fine della legislatura prenderemo il diploma! Faccia un seminario su questa questione, si apra un dibattito sullo stato del suolo della nostra regione, un dibattito sull'urbanistica.
Facciamoci aiutare dagli esperti, anche nazionali, a studiare il problema dico nazionali perché il Po è un fiume europeo, perché le Alpi sono montagne europee. La nostra regione si inserisce in un certo contesto e varrebbe la pena di non fare studiare queste problematiche solo dagli esperti di Bardonecchia! Noi siamo intervenuti con i pochi strumenti, ma preveggenti, della vecchia legge Astengo, l'art. 9 bis; l'Assessore Cavallera, fino ad ora, ha applicato, limitatamente, l'art. 9 bis. Ma questo non basta. Dobbiamo pensare a come si rappresenta adesso il territorio, a cosa dobbiamo fare in futuro.
Così anche per la montagna: incominciamo ad immaginare veramente i progetti che dobbiamo incentrare e costruire per la montagna. In altre regioni, forse anche con una certa autonomia, ad esempio in Trentino, si è riusciti a realizzare attorno alla montagna addirittura un'industria un'occupazione, un utilizzo diverso. Un'industria, in questo senso, della forestazione.
Credo che alcune cose possiamo farle anche noi. Credo si debba intervenire, da parte nostra, nel cercare di capire la condizione generale del territorio e cercare di fare i passi necessari per contemplarla in atti generali di governo del territorio, altrimenti ci ridurremo, evento dopo evento, oltre a chiedere il risarcimento dei danni - cosa del tutto ovvia a dire che bisogna pulire gli alvei dei torrenti. Cosa che è da fare in alcune zone, ma che è da non fare in altre. In alcune zone del Po, infatti il livello è al di sotto; bisogna stare attenti, perché è un problema complesso, a non cadere nel solito tranello della risposta semplice ai problemi complessi, perché esistono ancora problemi strutturali.
Ad Alessandria - lo dico perché l'Assessore Cavallera ne è a conoscenza, essendo di quelle parti - l'autostrada e la ferrovia sono responsabili, più di ogni altra cosa, dei problemi che la città ha avuto e che continuerà ad avere. Questo è il problema risaputo, studiato e fotografato: certo, non si propone di togliere l'autostrada, ma riflettiamo su questo quando andiamo a costruire l'Asti-Cuneo, perché rischiamo di fare gli stessi errori se non immaginiamo il governo del nostro territorio in modo diverso da come è stato fatto negli anni '60. Negli anni '60 era forse comprensibile, per la cultura che vi era nel territorio; oggi questo non è più accettabile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Anche noi pensiamo che si debba fare una valutazione che vada al di là dell'intervento di emergenza che c'è stato, che probabilmente, anche a causa delle ripetute esperienze in questo campo, è stato relativamente efficace. Il problema sta esattamente in quello che dicevo prima: siamo di fronte a ripetuti interventi. Non c'è più l'eccezionalità; nella nostra regione gli eventi alluvionali stanno diventando un avvenimento banale e ripetitivo, cioè un avvenimento che avviene, ovviamente non in periodo di siccità o quando piove poco, ma quando piove abbastanza. C'è l'elemento del perpetuarsi, della ripetizione.
Credo si faccia difficoltà a ricordare gli eventi alluvionali avvenuti nella nostra regione negli ultimi quattro anni, perché sono numerosi e hanno colpito vastissime zone. Noi pensiamo che occorra fare un salto di qualità nell'affrontare il problema; bisogna fare un salto di qualità nella comprensione, nell'individuare le cause, che sono indubbiamente molteplici (non è una sola); un insieme di cause che gli interventi che mi hanno preceduto hanno adeguatamente rilevato. Di fronte a questo, però, continua ad esserci un intervento di tipo emergenziale, si tratta di una nuova emergenza; noi pensiamo, invece, che il problema sia quello di superare questo tipo di mentalità e andare verso un intervento vasto e strutturale sul territorio piemontese.
Ed è su questo che individuiamo le carenze: è incomprensibile, non accettabile - proprio perché la realtà è questa - che le possibilità di intervento non siano state sfruttate tutte ed ai vari livelli, non solo per quanto riguarda le competenze del Magistrato per il Po, ma anche la stessa Regione. La Regione è più efficace nell'intervento a tampone nell'intervento veloce, ma meno in questo tipo di politica strutturale.
Credo che questo sia dovuto anche alla mentalità delle forze politiche di questo Consiglio, perché si continua a pensare che i problemi del Piemonte non siano questi, ma altri. Sentire che il problema è quello di accelerare nuove opere pubbliche con certe caratteristiche, mi fa rizzare i capelli tenendo conto che in queste zone non solo non ci sono nuove autostrade e nuove ferrovie, ma non ci sono neppure più quelle vecchie. Quello che già esiste viene messo a rischio e ogni volta costa moltissimo ripristinarlo.
E' vero che molto può il Governo e meno può la Regione, però non possiamo dire al governo centrale che questa è l'emergenza numero uno.
Quando viene in Consiglio il Ministro Di Pietro non dobbiamo dirgli che l'emergenza è l'intervento sul territorio; si sono dette invece altre cose si fanno altre scelte e le fanno gli amministratori piemontesi, non gli amministratori romani.
Temo che nei prossimi anni, se non si cominciano ad affrontare i problemi in questo modo, ci troveremo di fronte ad una ripetizione. Pu darsi che le precipitazioni abbondanti si ripeteranno, quindi bisogna affrontare il problema con una nuova mentalità, adeguata alla situazione.
Le carenze sono su questo terreno; non basterà avere una protezione civile efficiente perché il problema si risolverà quando la protezione civile interverrà poco, quando non sarà costretta a ripetere gli interventi. Ma per ottenere questo occorre fare una politica sul territorio adeguata per evitare che si ripetano questi eventi. Per questo occorre anche invertire le priorità e mettere al centro le risorse che la Regione ha direttamente e quelle che in qualche modo può attivare. Se non si agisce in questo modo, rischiamo che tutte le altre infrastrutture vengano fatte ma poi spazzate via, come è già successo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla pianificazione e gestione delle risorse idriche

Devo precisare che l'atteggiamento della Regione su questa materia è da "interventista"; a volte spaventa solamente l'insieme delle cose da fare.
Sono perfettamente d'accordo con i colleghi che mi hanno preceduto, che l'insieme dei mutamenti socio-economici avvenuti sul territorio hanno portato alle conseguenze che non sto a ripetere. E' chiaro che il territorio è abbandonato e quindi bisogna organizzare il tutto: da un lato vedere se si può garantire un presidio e, dall'altro, svolgere un'attività di manutenzione sufficiente a garantire la sicurezza, il deflusso e a prevenire i dissesti.
Quando il Ministro Di Pietro è venuto in Consiglio, gli abbiamo presentato un elenco di appunti; vi leggo solo i titoli delle cose dette dal sottoscritto, che troveranno riscontro nei documenti firmati e, come ha chiesto il Ministro, consegnati a tutti i Consiglieri.
I vari punti sono i seguenti: legge n. 183, procedure diverse per la pianificazione, più semplificate Autorità di bacino, Piano stralcio delle fasce fluviali, accelerazione delle procedure tecnico-amministrative concernenti l'esecuzione dei lavori ed applicazione di deroghe, competenze sui corsi d'acqua.
Quindi, la lingua batte dove il dente duole. So perfettamente che bisogna agire presto, facendo nell'immediato ciò che è possibile fare. Sono anche d'accordo con coloro che dicono che bisogna agire in un quadro, non bisogna perdere di vista il disegno, altrimenti si vanno a fare interventi come in qualche caso è successo - solo perché se la gente vede la ruspa che scava sta tranquilla.
Dobbiamo cercare di spiegare ai nostri concittadini che il pregresso in termini negativi, è rilevante e quindi bisogna avere un minimo di tempo per poter correre ai ripari ed imboccare una strada diversa.
Quindi nel momento in cui si richiama la protezione civile si chiede una protezione civile efficiente. E' chiaro che devono andare avanti tutte quelle iniziative che possono far cambiare la situazione; l'Autorità di bacino è forse troppo stratosferica, nel senso che ha privilegiato il momento della pianificazione senza pensare alla verifica dell'attuazione di questi Piani. Il Magistrato per il Po, anziché porsi in un'ottica di braccio operativo, manageriale, efficiente, in grado di garantire il coordinamento lungo le aste fluviali, è intervenuto qua e là secondo i contraccolpi che gli eventi in qualche modo imponevano.
Per quanto riguarda la Regione, devo dirvi che il primo obiettivo che mi sono posto, nel momento in cui ho accettato la delega da parte del Presidente, è stato quello del coordinamento. In questo anno ho passato parecchio tempo a riunire delle persone intorno al tavolo per discutere perché i problemi sono notevoli, si tratta di un insieme di interventi che devono essere portati avanti contemporaneamente. Si devono svolgere gli interventi urgenti, si devono fare le pianificazioni e raccordarle con quelle urbanistiche di livello comunale. Sono tutte cose non facilmente conciliabili, come qualcuno diceva prima, però oggi occorre concentrarsi sulle carte, poi, in futuro, vedremo la realtà.
I Piani stralcio delle opere li abbiamo (Piano stralcio 45); abbiamo un documento che se fosse attuato in tempi rapidissimi, a meno che i tecnici non abbiano clamorosamente sbagliato le quote, dovrebbe garantire un minimo di sicurezza o comunque una situazione migliore.
Abbiamo il Piano delle fasce fluviali che deve essere definitivamente adottato dall'Autorità di bacino, che suscita preoccupazione, ma in quest'aula il Ministro Di Pietro ha detto che a novembre tornerà per un incontro anche con gli Enti locali e le forze sociali proprio per approfondire, sia dal lato normativo sia dal lato dell'impatto con la realtà, la fascia di deflusso, la fascia che deve essere contenuta entro gli argini e quindi il contemperamento delle esigenze dell'esistente rispetto a quella del deflusso delle acque.
Vi è inoltre la pianificazione urbanistica comunale, nella quale adesso, non in modo timido, sono state introdotte alcune limitazioni, ma si è in qualche modo portata avanti su tutto il bacino padano una strategia di approccio al problema che in tempi medi ha dato qualche risultato.
Da questo dibattito traggo non le conseguenze della celebrazione di un rituale che si ripete in certe occasioni, ma la tappa di un processo che sarà lungo. Intanto, il Parlamento ha previsto un Piano quinquennale quindi l'obiettivo finale lo si potrà raggiungere in questi termini - anche se, sul fronte degli Enti locali, vi è maggiore duttilità e disponibilità ad intervenire in modo più incisivo. Il Sindaco, nella sua persona, incarna tutta una serie di valenze operative, urbanistiche, di lavori pubblici ecc.; probabilmente questo meccanismo andrebbe ripetuto anche ai livelli superiori.
Quando facevo riferimento alle competenze, non lo facevo di certo per "scaricare il barile", ma per ricordare che, quando ci si confronta intorno ad un tavolo, non lo si fa per perdere tempo nel chiacchierare: vi sono responsabilità istituzionali che, fin quando non verranno cambiate dai nostri rappresentanti in Parlamento, siamo tenuti a rispettare.
L'esperienza ci può comunque indurre a dare linee di indirizzo di riforma.
Come Assessorato avevamo pensato alla possibilità, nel periodo di magra invernale, di predisporre un testo unico sulla difesa del suolo, proprio per tentare, attraverso la legislazione regionale - restando invariato il quadro costituzionale - il massimo possibile per avere, a livello locale tutte le leve di governo del territorio.
Questo è quanto intendevo replicare alle costruttive critiche e sollecitazioni dei colleghi. Sono stati presentati degli ordini del giorno la cui approvazione lascio ai Gruppi consiliari. Ulteriori implicazioni di ordine finanziario saranno trattate nel provvedimento successivo.
Per garantire la massima assunzione di responsabilità e il massimo raccordo tra Stato e Regione, è stata costituita, con un'ordinanza della Protezione Civile, una Conferenza dei servizi. Le responsabilità assunte dalle nostre strutture tecniche a livello regionale sono massime; i progetti di ripristino dell'ANAS o gli interventi che richiedono l'implicazione dei vari soggetti autorizzatori, si risolvono nell'ambito della segreteria tecnica del gruppo di lavoro della Conferenza dei servizi costituita a Torino, cui faceva riferimento il Consigliere Peano. In questo quadro, l'obiettivo finale sarà certamente quello di avere il massimo trasferimento di competenze alle Regioni; naturalmente, sarebbe altamente inopportuno il disimpegno dello Stato, il quale, pur cedendo delle competenze, deve modificare determinate impostazioni.
E' bene che il Consiglio sappia che in riferimento al prossimo triennio sono stati stanziati, per la difesa del suolo, per l'Autorità di bacino del fiume Po, 100 miliardi. Cifra nella quale deve rientrare la manutenzione le opere idrauliche, di bonifica, di depurazione e di approvvigionamento idropotabile.
In precedenza si accennava allo scarso entusiasmo a parlare di difesa del suolo in situazioni di normalità. E' vero: se ne parla molto solo in concomitanza di eventi calamitosi, ma questo discorso vale anche per il Parlamento. Nella Finanziaria di quest'anno gli stanziamenti per la difesa del suolo sono decisamente poco significativi, anzi, nettamente insufficienti.
Quando a fine anno il collega Gallarini presenterà il conto consuntivo constateremo che l'ammontare dei fondi ordinari per la difesa del suolo stanziati come Regione Piemonte sarà superiore dell'intero stanziamento statale per tutto il bacino padano. Pur non volendo trarre conclusioni avventate, "a occhio", dalle cifre che per un motivo o per l'altro sono state movimentate, la realtà dovrebbe essere questa.
Occorre cambiare senso di marcia.
Come diceva qualche collega, bisogna scegliere le priorità; indirizzare gli investimenti in un senso piuttosto che in un altro può portare a conseguenze inimmaginabili.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
In ordine cronologico dovremmo porre in votazione l'ordine del giorno n. 331, presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea, Simonetti Bertoli e Suino, iscritto all'o.d.g. nel corso della seduta di questa mattina.
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla pianificazione e gestione delle risorse idriche

Per quanto riguarda la parte dispositiva, non ho alcun problema ad accettarla; relativamente alle premesse, la parte relativa alle valutazioni ragionieristiche qualche volta può trarre in inganno.
I fondi della legge n. 54 - 10/14 miliardi - non sono ancora stati impegnati perché, avendo assegnato i fondi di cui alle leggi n. 22/95 e n.
35/95, quale prelievo nazionale, si era in attesa di capire se erano in previsione fondi per l'alluvione del Verbano Cusio Ossola o se occorreva in extremis, intervenire con risorse nostre. E' un'attesa puramente tattica.
Quindi, per la parte dispositiva dell'ordine del giorno non ho alcun problema; potrebbe dare fastidio, a livello personale, il punto successivo cui ho appena accennato. Al limite, si potrebbe votare il documento per parti separate.



PRESIDENTE

D'accordo.
Pongo pertanto in votazione l'intero ordine del giorno escluso l'ultimo capoverso del primo paragrafo: "Il Consiglio regionale del Piemonte premesso che in seguito alle precipitazioni atmosferiche antecedenti alla giornata dell'8/10/1996 il sud del Piemonte è stato nuovamente colpito da un evento alluvionale simile a quello tragico del novembre 1994 le Province di Cuneo, Alessandria ed Asti hanno subìto nuovi pesanti danni; in particolare la Provincia di Cuneo, secondo quanto riportato dai giornali, ha avuto, in seguito al disastro, 19 strade interrotte, 22 strade chiuse, 28 ponti chiusi, 4 ponti crollati, 9 località isolate, 2 sono state le vite umane perse tale nuovo drammatico evento evidenzia, se ancora ve ne fosse bisogno l'estrema vulnerabilità del territorio piemontese e i ritardi nell'approntare adeguate difese spondali e di golena e nel predisporre i ripristini territoriali nelle aree più dissestate e fragili queste inerzie negli interventi sono dimostrate dalla lentezza con cui vengono impiegate le risorse destinate alla messa in sicurezza degli ambiti fluviali; risulta infatti che su 1.500 miliardi a disposizione del Magistrato per il Po per tutto il bacino siano state utilizzate, per l'emergenza 1994, un terzo delle risorse allo stato attuale l'Autorità di bacino ha solo predisposto i progetti preliminari degli argini golenali a difesa dei centri abitati e che pertanto i tempi di esecuzione saranno lunghi con rischi di incorrere in nuove esondazioni impegna la Giunta regionale ad intraprendere il massimo sforzo per vincere tutte le inerzie che impediscono di impegnare e poi spendere tutte le risorse stanziate regionalmente, a vario titolo, in favore della protezione civile dell'informazione e del soccorso ad intraprendere il massimo sforzo affinché anche le risorse stanziate dal Governo e a disposizione dell'Autorità di bacino e del Magistrato per il Po siano al più presto impegnate e spese nelle opere di ripristino dei territori colpiti nell'alluvione 1994 e in quello dell'8/10/1996 a concertare con l'Autorità di bacino lo snellimento di tutte le procedure per arrivare, celermente, dopo i progetti preliminari, ai progetti definitivi, esecutivi e quindi alle gare di appalto relative all'esecuzione degli argini golenali e spondali secondo i progetti di difesa dei territori colpiti".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti.
Pongo ora in votazione l'ultimo capoverso del primo paragrafo, che recita: "- anche la Giunta regionale risulta essere in grave ritardo per quanto attiene alla spesa per una serie di interventi, a vario titolo, concernenti prevenzione, previsione, soccorso, addestramento di protezione civile; come si evince dal bilancio di gestione per l'anno finanziario 1996 monitoraggio impegni, da cui emerge che su di un totale di 4 miliardi e 14 milioni stanziati ne sono stati impegnati 375 e ne sono stati spesi 19,8;".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 14 voti favorevoli e 21 astensioni.
Pongo ora in votazione l'ordine del giorno n. 332, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte preso atto della comunicazione della Giunta regionale, in merito agli eventi alluvionali del 7/8/9 ottobre che hanno interessato la Provincia di Cuneo e la fascia del Tanaro delle Province di Alessandria ed Asti considerato che si sono registrati gravi danni (in corso di accertamento) alle infrastrutture, alle attività agricole, all'edilizia pubblica e privata, con crollo di ponti, frane e smottamenti sulle strade e nei versanti accertata la necessità di accelerare gli interventi di regimazione idraulica soprattutto nei tratti principali e più pericolosi così come previsti dai Piano stralcio di bacini valutato quanto convenuto tra la Giunta Regionale e il Dipartimento della Protezione Civile circa l'attuazione di ulteriori interventi di somma urgenza per il disalveo e la sistemazione idrogeologica impegna la Giunta regionale a: chiedere al Governo che dopo la dichiarazione dello stato di emergenza siano stanziate le necessarie risorse per il ripristino delle strade, delle ferrovie, delle opere pubbliche, dell'edilizia e delle attività produttive chiedere al Ministero dei Lavori Pubblici e al Dipartimento della Protezione Civile di prevedere modalità straordinarie sia per l'esecuzione accelerata dei disalvei sia per ogni altra opera di regimazione idraulica prevista nei Piani stralcio di bacini e già finanziata nei programmi di cui alle leggi n. 22/95 e n. 35/95 e successive integrazioni coordinare l'operatività degli Enti locali e del Magistrato per il Po nell'ambito dell'Autorità di bacino per attuare tutti gli ulteriori interventi necessari al governo del territorio sia dal punto di vista strutturale che della pianificazione urbanistica rafforzare la struttura tecnica regionale, in stretto rapporto con gli Enti locali, preposta alla difesa del suolo e alla protezione dai rischi naturali concorrere al sostegno finanziario dell'opera di ricostruzione sulla base delle disponibilità di bilancio".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 36 voti favorevoli e 5 astensioni.
Pongo infine in votazione l'ordine del giorno n. 299, presentato dai Consiglieri Galli, Gallarini, Grasso, Racchelli, Pichetto, Burzi e Toselli il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte preoccupato per i notevoli danni causati dall'ulteriore nubifragio abbattutosi nell'alta provincia novarese, che nello specifico ha interessato i territori dei Comuni di Ameno, Armeno Gozzano e zone limitrofe, durante la nottata dell'11-12/8/1996 tenuto conto che il gruppo montagnoso del Mottarone era già stato precedentemente interessato nei giorni 7-8/7/1996 da un gravissimo e luttuoso evento alluvionale, e dei nuovi danni subìti dall'ultimo evento dagli edifici residenziali, dalle attività artigianali, industriali e commerciali, dall'ambiente, dalle urbanizzazioni e dalle infrastrutture viarie comunali e provinciali valutata l'esistenza di una situazione di reale pericolo per la viabilità e la sicurezza dei cittadini, che si potrebbe riproporre in forma drammatica in occasione di un nuovo violento evento meteorico, stante la precaria situazione dell'alveo del torrente Pescone e del Fiume Agogna constatato che per il Comune di Armeno la Giunta regionale ha prontamente con verbale n. 097 del 2/8/1996 e con i provvedimenti n. 73704 e n. 73347 provveduto a pianificare interventi di ripristino, resisi non sufficienti dopo l'evento alluvionale dell'11-12/8/1996 impegna il Presidente della Giunta regionale a richiedere al Governo l'estensione dei provvedimenti di cui all'ordinanza n. 2456 del Dipartimento della Protezione Civile (relativa agli eventi del 7-8/7/1996) anche al territorio dei Comuni colpiti dall'evento alluvionale dell'11-12/8/1996".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. i seguenti documenti: ordine del giorno n. 327 presentato dai Consiglieri Dutto, Rosso e Bellingeri relativo ai danni al sistema ferroviario nel Cuneese causati dall'evento alluvionale ordine del giorno n. 326 presentato dai Consiglieri Dutto, Rosso e Bellingeri relativo al progetto autostradale Asti-Cuneo, tratto Cuneo Massimini.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Sono iscritti all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti.


Argomento: Calamità naturali - Trasporti su ferro

Esame ordine del giorno n. 327 relativo ai danni al sistema ferroviario nel Cuneese causati dall'evento alluvionale


PRESIDENTE

Passiamo quindi all'esame dell'ordine del giorno n. 327, testé iscritto all'o.d.g.
La parola al Consigliere Dutto per l'illustrazione.



DUTTO Claudio

Sarò brevissimo. Questo ordine del giorno nasce dal timore che le FS approfittino del crollo del ponte sulla Cuneo-Mondovì per chiudere definitivamente la linea.
Faccio notare che la linea ferroviaria Cuneo-Mondovì è considerata una linea secondaria dalle FS, una linea da cui le stesse non hanno un profitto. E' stata una linea già soggetta a parecchi tagli e, durante l'estate, chiusa al traffico; i treni sono stati sostituiti con autobus.
Ad una diretta richiesta rivolta ai dirigenti delle FS per un impegno alla ricostruzione del ponte e alla riapertura della linea, questi hanno risposto in modo estremamente vago, dicendo che non dipendeva da loro, ma da decisioni che sarebbero state prese in altre sedi.
Con l'ordine del giorno intendo pertanto porre questo specifico problema. La linea Cuneo-Mondovì deve essere ricostruita e deve continuare a svolgere il prezioso servizio ferroviario alternativo a quello stradale fra le città di Cuneo e Mondovì.
Per la linea Cuneo-Ventimiglia non dovrebbero esserci questi problemi in quanto pare che le FS siano intenzionate a ripristinarla nel più breve tempo possibile, non appena il torrente Vermenagna sia reimmesso nel suo corso, in quanto il Vermenagna ha cambiato letto, cioè è uscito dal corso che aveva in precedenza e sta ora correndo lungo la ferrovia, che è diventato il suo argine. Pertanto invito tutta l'assemblea a porre l'attenzione su questo pericolo.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Per esprimere consenso su questo ordine del giorno e di conseguenza come Giunta, esprimere parere favorevole all'ordine del giorno n. 150.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 327, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte premesso che: a distanza di nemmeno due anni dalla drammatica e devastante alluvione del novembre 1994, che colpì le province di Cuneo, Asti e Alessandria nella giornata dell'8/10/1996 un nuovo evento alluvionale ha colpito l'alto e basso Cuneese importando gravissimi danni al sistema viario e ferroviario i fatti calamitosi di cui sopra hanno causato: a) il crollo del ponte ferroviario sito nel Comune di Cuneo, località Borgo Gesso, che interessa la linea ferroviaria Cuneo-Mondovì: b) il blocco della linea ferroviaria Cuneo-Ventimiglia, in prossimità del Comune di Robilante.
Tutto ciò premesso impegna il Presidente della Giunta regionale e la Giunta regionale a porre in essere tutti quegli atti utili e necessari affinché le Ferrovie dello Stato provvedano all'immediata riattivazione della linea ferroviaria Cuneo-Ventimiglia alla ricostruzione, nel più breve tempo possibile, del ponte ferroviario di Cuneo che collega la suddetta città con quella di Mondovì a porre in essere, pro tempore, un servizio ferroviario sostitutivo che colleghi la città di Cuneo con quella di Mondovì, via Fossano".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.


Argomento: Calamità naturali - Trasporti su ferro - Viabilità

Esame ordine del giorno n. 326 relativo al progetto autostradale Asti Cuneo, tratto Cuneo-Massimini


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 326, iscritto poc'anzi all'o.d.g., il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte premesso che: la drammatica alluvione che ha colpito in data 8/10/1996 l'alto e basso Cuneese ha comportato il blocco del sistema stradale e ferroviario fra Cuneo e Mondovì gli eventi calamitosi di cui sopra hanno portato alla luce, nuovamente nella sua drammaticità, l'insopprimibile ed improcrastinabile esigenza di provvedere, nel più breve tempo possibile, a porre in essere tutte quelle opere viarie, utili e necessarie, al fine di collegare la città di Cuneo con la rete autostradale esistente risulta necessario che venga dato inizio alla costruzione delle opere autostradali della c.d. Asti-Cuneo nel tratto 'Cuneo-Massimini', il quale se fosse stato già realizzato avrebbe assicurato, ad oggi, l'unico vero e rapido collegamento della città di Cuneo con Mondovì, Torino, Asti e Savona.
Tutto ciò premesso impegna il Presidente della Giunta regionale e la Giunta regionale a porre in essere tutti quegli atti utili e necessari affinché sia data priorità alla realizzazione delle opere previste dall'attuale progetto autostradale denominato 'Cuneo-Massimini', abbandonando qualsiasi altra ipotesi di tracciato".
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Illustro brevemente anche questo documento. Faccio notare che con questa alluvione, oltre all'interruzione della ferrovia fra Cuneo e Mondovì, la strada statale è stata chiusa in quanto il ponte di Pianfei era inagibile. L'itinerario alternativo era altrettanto chiuso in quanto era crollato il ponte di Magliano; percorrendo delle stradine da Cuneo a Mondovì ci si trovava di fronte a zone allagate ed alluvionate, pertanto per raggiungere Mondovì da Cuneo e viceversa bisognava fare il giro da Fossano, utilizzando l'autostrada Torino-Savona, unico collegamento rimasto in piedi per Mondovì.
Questa situazione va a sottolineare la gravissima carenza delle infrastrutture stradali fra Cuneo e Mondovì, nonché fra Cuneo e l'intera rete autostradale e viaria nazionale.
Con questo ordine del giorno vado a sottolineare la necessità, nel quadro di opere già previste, cioè del collegamento Cuneo-Asti, di dare priorità anche a quel tratto da Cuneo a Massimini, che consente di collegare Cuneo con Asti e Cuneo con Torino, ma anche Cuneo con Mondovì e la Liguria.
Purtroppo questa opera, nella scalettatura naturalmente prevista per la realizzazione del collegamento fra Cuneo ed Asti, è prevista in coda. Io invece chiedo che venga realizzata congiuntamente alle altre opere, cioè al tratto fra Asti e Marene.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Al di là dello spirito dell'ordine del giorno, che non può che essere condiviso, mi permetto solo di sottolineare che, in relazione all'impegno che la Giunta si assumerebbe nel sottoscrivere tale documento, ritengo di chiedere e di esprimere il parere di astensione, da parte della Giunta.
Questo in relazione al fatto che la definizione del tracciato del collegamento autostradale fra la Torino-Savona e la città di Cuneo, che è chiaramente tra le priorità che noi stiamo valutando con il Ministero dei Lavori Pubblici, non ha ancora raggiunto una fase di definizione, sia per quanto riguarda i tracciati sia per quanto riguarda le concessioni.
Di conseguenza, ritengo che, condividendo nella sostanza la necessità del collegamento autostradale fra la Torino-Savona e Cuneo, sia oggi prematuro impegnarsi su un tracciato piuttosto che su un altro.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno di cui ho già dato lettura.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 3 voti favorevoli, 9 contrari e 25 astensioni.


Argomento: Bilanci preventivi

Esame progetto di legge n. 226 : "Devoluzione di quote di assegnazioni statali vincolate nonché ulteriori variazioni al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1996 e disposizioni finanziarie per gli anni 1997 e 1998"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 226, iscritto all'o.d.g.
nel corso della seduta di questa mattina, licenziato dalla Commissione con 31 voti favorevoli.
Relatore è il Consigliere Montabone, che ha facoltà di intervenire.



MONTABONE Renato, relatore

Do per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la I Commissione ha esaminato il disegno di legge n. 226 predisposto dalla Giunta regionale e relativo alla devoluzione di quote di assegnazioni statali vincolate nonché ulteriori variazioni al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1996 e disposizioni finanziarie per gli anni 1997 e 1998.
Il presente disegno di legge si propone, in via principale, di rendere spendibili quote di assegnazioni statali che gli ultimi consuntivi hanno riproposto come economie di spesa che, come disposto dall'art. 67 della legge di contabilità regionale, debbono essere riscritte in apposito capitolo del bilancio per l'anno successivo.
La ripetizione della riproposizione quali economie ha evidenziato l'esistenza di difficoltà che non consentono l'utilizzazione dell'assegnazione statale secondo le originarie finalità.
Le economie per le quali si propone una diversa utilizzazione assommano complessivamente a poco più di 8 miliardi, come indicato dalle tabelle A/1 e A/2 collegate all'art. 1.
L'art. 2 del disegno di legge apporta anche le variazioni necessarie per adeguare le previsioni di spesa relative al diritto allo studio nell'ambito universitario, per 4 miliardi e 125 milioni, nonché variazioni compensative di importo contenuto, variazioni che sono indicate nell'allegato B.
L'art. 3 dà copertura all'Accordo di programma con le Amministrazioni locali di Cuneo e con l'ANAS per il finanziamento della tangenziale est ovest di Cuneo.
La spesa presunta in complessive L. 39 miliardi è suddivisa tra il 1997 e il 1998 rispettivamente per 20 e 19 miliardi.
Nel corso dell'esame in Commissione la Giunta ha presentato un emendamento aggiuntivo, volto a reperire i mezzi finanziari per fronteggiare i recenti eventi alluvionali verificatisi sul territorio piemontese.
Le risorse vengono individuate, attraverso l'art. 4, mediante l'utilizzo delle somme assegnate ai sensi della legge 9/11/1987, n. 470 e non impegnate per carenza di domande.
L'art. 5 dispone lo storno della somma di L. 9 miliardi e 500 milioni dal capitolo 20950 al capitolo 22260 del bilancio di previsione per l'anno in corso. L'operazione è resa possibile al fine di impiegare le somme assegnate dalla legge 15/10/1981, n. 590 e dalla legge 14/2/1992, n. 185 e non più utilizzabili per carenza di domande.
Nello stesso senso opera l'art. 6, con riferimento alle sovvenzioni alle aziende agricole.
L'art. 7 riguarda somme non utilizzabili per carenza di domande sul Regolamento CEE n. 797/1985, che vengono devolute sul Regolamento CEE n.
2328/1991.
I restanti articoli sono relativi, rispettivamente: l'art. 8, al completamento del finanziamento delle istanze pervenute nel corso del 1995 per i presidi socio-assistenziali l'art. 9, alla trasformazione del contributo per l'acquisto di mezzi per sgombero neve da conto capitale a conto interessi l'art. 10, per questioni tecniche, allo slittamento al 1997 del finanziamento previsto dal FIP per il turismo. Tra le altre variazioni inserite nell'allegato B, possono essere segnalate quelle relative: all'incremento del fondo di riserva per le spese obbligatorie, per fronteggiare anche eventuali ulteriori fabbisogni derivanti dai recentissimi eventi alluvionali; all'aumento del capitolo n. 25000 per le strade provinciali; all'incremento del capitolo 23600 per poter effettuare la manutenzione della funivia del Mottarone l'art. 11 introduce la dichiarazione d'urgenza".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Grazie, signor Presidente. All'interno di questo disegno di legge di variazione anche abbastanza corposa del bilancio, noi in termini generali condividiamo l'operazione, ma esprimeremo il nostro voto di astensione perché ancora una volta quello che continuiamo a richiedere, che su variazione di bilancio così sostanziose ci dovrebbe essere da parte del Presidente della Giunta e dell'Assessore competente una delucidazione più completa, all'interno del programma che è preposto all'approvazione del bilancio dell'esercizio finanziario, non avviene.
Vi è però una richiesta che vorrei fare per quanto riguarda un intervento, non eccezionalmente corposo, ma mentre siamo nell'argomento credo valga la pena di porlo all'Assessore alla cultura. Delucido un attimo questa mia richiesta.
L'altro giorno, come VI Commissione, siamo stati a visitare le opere di ristrutturazione del Teatro Regio. Da parte della Sovrintendente è stato evidenziato un intervento, che almeno personalmente, ma credo anche il Gruppo in Commissione lo ritenga come un momento assolutamente significativo, di decentramento dell'attività del Regio, proprio in occasione di questa fermata per i lavori. Un decentramento in alcuni teatri della regione Piemonte, non li elenco tutti; la situazione è che alcuni teatri sono assolutamente agibili, di buona qualità, altri avrebbero bisogno di alcuni interventi di restauro, specialmente il teatro di Asti che attualmente è chiuso. Vorrei capire se è possibile, da parte della Regione Piemonte, intervenire per ridare alla città di Asti questo ottimo manufatto.
All'interno del Teatro Regio vi sono alcuni adattamenti ancora da assumere che potrebbero essere eseguiti prima dell'inaugurazione della stagione teatrale; non si tratta di una grande cifra. I palchi possono contenere sei persone, ma al di là delle prime due che usufruiscono delle prime due sedie, per le altre quattro è un problema anche di agibilità e di comodità nell'ascolto e quindi del godimento dello spettacolo.
Chiederei all'Assessore Leo e all'Assessore Gallarini se possono sentire il Sovrintendente e, se è possibile, senza variazione di bilancio provvedere ad un'assegnazione affinché venga completata l'opera.
Per quanto riguarda il complesso della variazione, noi siamo abbastanza d'accordo sui recuperi degli anni passati e sulle devoluzioni che sono state assegnate nei diversi capitoli, ma sicuramente non vi è stata quell'attenzione richiesta su una serie di rilievi da noi fatti.
Per questa ragione non ci sentiamo di votare contro, ma sicuramente il nostro voto non sarà totalmente favorevole, sarà un voto di astensione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore alla cultura ed istruzione

Mi rivolgo alla sottolineatura del Consigliere Miglietti sulla vicenda dei teatri.
Del teatro di Asti ne avevamo parlato anche in Commissione; avete perfettamente ragione, è una questione molto importante, delicata anche dal punto di vista giuridico, però c'è l'intenzione della Giunta di intervenire. Anzi, quando mi sono recato ad Asti ho prospettato all'Assessore Laiolo il nostro desiderio di intervenire.
Per quanto riguarda il Teatro Regio, siccome io, per cavalleria, mi sono sempre seduto dietro e ho sempre visto a metà - scusate la battuta mi sembra un'ottima idea. Fra l'altro, mi permetto di far rilevare ai colleghi quanto avevo concordato in VI Commissione; capisco che il giudizio non può che essere complessivo, però ci terrei che notaste che quanto è stato chiesto - con piacere il Consigliere Miglietti annuisce - sulle varie vicende è tutto contenuto e possiamo volentieri, sperando che non sia considerato interesse privato in atto d'ufficio perché ci "sediamo sopra" accogliere anche questa richiesta.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 31 voti contrari 5 astensioni 7 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 31 voti contrari 5 astensioni 7 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 31 voti contrari 5 astensioni 7 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 31 voti contrari 5 astensioni 7 L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 31 voti contrari 5 astensioni 7 L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 31 voti contrari 5 astensioni 7 L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 31 voti contrari 5 astensioni 7 L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 31 voti contrari 5 astensioni 7 L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 31 voti contrari 5 astensioni 7 L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 31 voti contrari 5 astensioni 7 L'art. 10 è approvato.
ART. 11 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 31 voti contrari 5 astensioni 7 L'art. 11 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 hanno risposto SI' 31 Consiglieri hanno risposto NO 5 Consiglieri si sono astenuti 10 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Artigianato

Esame progetto di legge n. 216: "Modifiche alla L.R. 11/8/1994, n. 30 'Interventi regionali per lo sviluppo e la qualificazione del settore artigiano'"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 216, di cui al punto 8) all'o.d.g.
E' relatore il Consigliere Toselli, che ha facoltà di intervenire.



TOSELLI Francesco, relatore

Do per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "Illustre Presidente, egregi Consiglieri, in attesa di vedere attuata la riforma del sistema creditizio agevolato mediante l'approvazione del Testo Unico in materia di artigianato, attualmente all'esame della VII Commissione, si propone con la proposta di legge in esame una modificazione tecnica della L.R. n. 30/94.
Si tratta di una modificazione, apportata all'articolo riferito ai contributi regionali per le strutture collettive di garanzia, volta a sopprimere un automatismo che attribuisce annualmente un contributo fisso pari al 3% della garanzia prestata dal sistema dei Confidi alle imprese artigiane.
Con il testo proposto, tale automatismo decade per essere sostituito da un intervento annuale, con un tetto fissato al 3%, calibrato sulle reali esigenze dei Confidi, in coerenza anche all'andamento del prelievo da parte delle aziende artigiane che desiderano effettuare investimenti di qualificazione e ristrutturazione delle proprie aziende con le risorse del fondo rotativo.
Nel corso dell'attività istruttoria svolta dalla Commissione si è inoltre ritenuto di aggiungere al testo una precisazione secondo la quale verranno privilegiate le operazioni di garanzia a breve e medio termine".



PRESIDENTE

Se non vi sono Consiglieri che intendono intervenire, possiamo procedere alla votazione dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 39 astensioni 4 L'art. 1 è approvato.
Emendamento presentato dall'Assessore Viglietta che prevede il seguente nuovo articolo: "Art. 2 - Dichiarazione di urgenza.
1. La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'art. 45 dello Statuto ed entra in vigore nel giorno della pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 39 voti favorevoli e 4 astensioni.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 hanno risposto SI' 42 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Commercio

Esame progetto di legge n. 225: "Modifica alla L.R. 11/4/1995, n. 57 'Interventi regionali per lo sviluppo del terziario commerciale', così come modificata dalla L.R. 24/10/1995, n. 73"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora il progetto di legge n. 225, di cui al punto 11) all'o.d.g.
E' relatore il Consigliere Toselli, che ha facoltà di intervenire.



TOSELLI Francesco, relatore

Do per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "Illustre Presidente, egregi Consiglieri, la proposta di legge in esame approvata all'unanimità dalla VII Commissione, è un provvedimento meramente tecnico che eleva il contributo in conto capitale volto a favorire la realizzazione di investimenti rivolti all'ammodernamento ed alla riorganizzazione delle strutture commerciali.
L'aumento apportato, anche a seguito di specifici ordini del giorno approvati dal Consiglio regionale, consiste in cinque punti percentuali: infatti si stabilisce il limite massimo erogabile al 15% dell'importo di finanziamento.
E' significativo che, a partire dall'11/4/1995, data in cui venne approvata la legge n. 57, per ben due volte si sia posto mano all'importo di finanziamento erogabile fissato, in un primo tempo, al 2%, elevato ad ottobre 1995, con legge n. 73, al 10%, ed oggi, come si è detto, al 15%.
Le modifiche che si sono succedute sono da ascrivere alla volontà della Regione di intervenire in modo costruttivo e rapido in un settore in forte crisi, che necessita sicuramente di interventi organici".



PRESIDENTE

Se non vi sono Consiglieri che intendono intervenire, si proceda alla votazione del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 voti favorevoli 38 astensioni 3 L'art. 1 è approvato.
Emendamento presentato dall'Assessore Viglietta che prevede il seguente nuovo articolo: "Art. 2 - Dichiarazione di urgenza.
1. La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'art. 45 dello Statuto ed entra in vigore nel giorno della pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 38 voti favorevoli e 3 astensioni.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI' 40 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g. (seguito)


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. della seduta odierna l'ordine del giorno n. 333 presentato dalle Consigliere Ferrero, Manica, Simonetti Cotto, Spagnuolo, Minervini e Casari, relativo alla situazione delle donne in Afghanistan.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.


Argomento: Varie

Richiesta esame ordine del giorno n. 324 relativo all'aumento delle tasse sulla casa - ICI


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Salerno; ne ha facoltà.



SALERNO Roberto

Desidero richiamare la sua attenzione, signor Presidente sull'opportunità di esaminare l'ordine del giorno sull'aumento delle tasse sulla casa. Non dico che abbia la precedenza, ma visto che in questo periodo si sta discutendo la Legge Finanziaria e le sue modifiche e visto anche il grande interesse di tantissime famiglie italiane, ritengo che una presa di posizione da parte del Consiglio regionale, oggi, su questa questione, sarebbe opportuna.
Mi rimetto comunque alla volontà del Consiglio.



PRESIDENTE

Va bene.


Argomento: Edilizia scolastica

Esame proposta di deliberazione n. 346: "Legge 11/1/1996, n. 23 Interventi per l'edilizia scolastica - Piano generale triennale e Piano annuale 1996 relativo al triennio 1996/1998"


PRESIDENTE

Passiamo prima all'esame della proposta di deliberazione n. 346, di cui al punto 14) all'o.d.g.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 36 voti favorevoli e 4 astensioni.
Pongo ora in votazione l'immediata esecutività di tale deliberazione, ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 36 voti favorevoli e 4 astensioni.


Argomento: Varie

Esame ordine del giorno n. 324 relativo all'aumento delle tasse sulla casa - ICI


PRESIDENTE

Passiamo dunque all'esame dell'ordine del giorno n. 324, presentato dai Consiglieri Salerno, Griffini, Mancuso, Minervini, Casoni e Ghiglia, di cui al punto 28) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Salerno per l'illustrazione.



SALERNO Roberto

Questo ordine del giorno chiede di trasmettere con urgenza un messaggio alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, affinché gli aumenti, sia pure in qualche maniera modificati o in corso di modificazione, dell'ICI o delle imposte dirette che si pagano attraverso il Modello 740, siano stralciati almeno per quanto riguarda la prima casa.
Riteniamo infatti che fra i tanti provvedimenti discutibili di questa Finanziaria, nella quale noi troviamo grandi punti di scontro, questo sia il più iniquo e il più vessatorio perché riguarda un patrimonio che almeno per il 50% delle famiglie italiane non rappresenta né maggior reddito n maggior patrimonio. Riteniamo questa proposta del Governo vessatoria iniqua e direi quasi illegittima. Oltretutto non si considera nemmeno l'indice di maggiore capacità contributiva, visto che l'art. 53 della Costituzione dice che "tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva".
Credo che il numero dei Consiglieri presenti in aula sia abbastanza rappresentativo affinché l'approvazione di questo documento sia qualificante di ciò che l'ordine del giorno specifica e cioè di andare contro una disposizione della Legge Finanziaria che fra tutte quante non solo è la più impopolare, perché colpisce - come ho detto - il 50% delle famiglie italiane, ma è la più iniqua e vessatoria che in questi ultimi dieci anni abbiamo visto da parte di un Ministro delle Finanze discutibilissimo e forse nemmeno tanto capace.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Il Gruppo PDS non partecipa alla votazione di questo ordine del giorno che riteniamo tutto sommato propagandistico e superato nei fatti.



(Commenti del Consigliere Salerno)



RIBA Lido

Va benissimo, ci sono anche tante altre cose; se assumessimo questo criterio potremmo metterci qui tutti i giorni a dire quel che non va e quel che va...



(Commenti del Consigliere Salerno)



RIBA Lido

Sto dicendo che è un documento superato, che è in atto una discussione generalizzata.
Noi non partecipiamo alla votazione di questo ordine del giorno, di carattere strumentale.
Devo però chiederle una cosa, signor Presidente. Dato che si sta per approvare anche questo ordine del giorno - perlomeno penso che la maggioranza lo approverà - chiedo che non si sciolga la seduta senza prima aver esaminato l'ordine del giorno sulle quote latte, perché riguarda più di 1.500 aziende piemontesi.



PRESIDENTE

Senz'altro.
La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Il fatto che quando qualcosa non piace debba essere definito strumentale non sto neanche a commentarlo, anzi, proprio perché lo hanno già detto tutti, proprio perché sembra che tutti quelli che lo hanno proposto, quindi anche la maggioranza di governo, abbiano avuto la consapevolezza che si è trattato di una mossa improvvida, proprio perch siamo tutti convinti che si possa tornare indietro e modificarla, non vedo a questo punto perché sarebbe strumentale votare un ordine del giorno che invita il Governo a rivedere una posizione particolarmente iniqua e vessatoria. Lo ritengo un fatto assolutamente normale e doveroso.
Capisco ci sia chi, secondo il posto in cui si trova, deve indossare una giacca diversa; lo capisco, fa parte del gioco politico. Lo capisco meno quando si tratta di una norma così vessatoria ed antipopolare che va a gravare e toccare soprattutto quelle categorie più deboli e disagiate che qualcuno, tendenzialmente o culturalmente, dovrebbe trovarsi a difendere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Condivido le preoccupazioni espresse in questo ordine del giorno dai colleghi di Alleanza Nazionale. In effetti questo tipo di posizione ha creato i problemi e le reazioni che abbiamo visto da parte di tutte le forze politiche, comprese quelle di cui fanno parte alcuni rappresentanti del Governo che hanno votato questa proposta. Mi pare che, in qualche maniera, si sia corso ai ripari; in questo momento presso la competente Commissione della Camera è in corso una correzione della manovra soprattutto per la parte relativa all'imposizione sulla casa.
Io mi astengo sull'ordine del giorno, non perché non condivido questa preoccupazione, ma per il fatto che come forze politiche noi abbiamo un compito in più, che non è soltanto quello di dare voce ad una giusta preoccupazione di masse della popolazione, ma è quello di pensare a sistemi diversi per una manovra più completa.
Se ci limitiamo ad indicare le difficoltà dell'applicazione della Finanziaria, momento per momento, non solo sul fronte delle entrate, ma anche su quello delle spese, significa protestare su tutto.
Mi rendo conto che il problema esiste e richiede una soluzione tuttavia, mi pare che la proposta del Governo vada nella direzione giusta.
Condivido le preoccupazioni espresse dal Consiglio; mi asterrò dal votare favorevolmente perché mi pare di rilevare una preoccupazione di ordine tattico, assolutamente inopportuna. Personalmente, mi interessa maggiormente la soluzione del problema: dal mio punto di vista, il Governo si sta comportando bene, così come le forze di maggioranza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

Intervengo per una brevissima dichiarazione.
Mi pare venga condivisa da amplissima parte delle forze politiche la considerazione che un'ulteriore tassazione sugli immobili e sulla casa è iniqua. E questo mi pare dato acquisito.
Credo che l'ordine del giorno in esame sia un po' "timido"; concordo nel ribadire che sulla prima casa non deve esserci tassazione, ma a mio avviso il problema è più complessivo: è la tassazione sugli immobili che deve essere rivista, in generale.
Chiederei quindi di valutare, senza voler, con questo, trascinare la discussione, se non sia il caso di chiedere un diverso atteggiamento da parte del Governo sul problema "imposizione fiscale sugli immobili".
Nell'ordine del giorno questo concetto traspare, ma in realtà quello che il Governo potrebbe - pare di no - introdurre con la tassazione sulla casa è un'imposizione di tipo patrimoniale, che però non viene esplicitata.
Sarebbe opportuno dirlo espressamente, diversamente, non mi pare corretto ottenerla in modo trasversale.
Ripeto: è tutta la tassazione sugli immobili che deve essere rivista profondamente. Occorre rilanciare il settore immobiliare, favorire la proprietà della prima e magari anche della seconda e terza casa. In buona sostanza, un tempo possedere alcuni alloggi era come avere, oggi, una quota di uno strumento più moderno qual è un fondo immobiliare.
Questa è la mia preoccupazione; parlo a titolo personale e non come Capogruppo e non voglio coinvolgere il voto dei colleghi di partito.
Ritenendo che l'intero sistema di tassazione sugli immobili debba essere rivisto, il mio voto sull'ordine del giorno sarà di astensione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Anche dagli interventi dei Consiglieri Deorsola e Saitta si può evincere che il problema della manovra complessiva della Finanziaria dovrebbe essere affrontato in termini generali e occorrerebbe conoscerlo in modo approfondito.
Problema catasto: l'ICI non gioca, in tutti i Comuni e nelle tasche di tutti i cittadini, allo stesso modo. Bisognerebbe fare un dibattito per valutare con cosa sostituire questa tassa, considerata vessatoria. Da ricerche fatte, il gettito dell'ICI del Comune di Collegno, sulla stessa metratura e sullo stesso parametro di accatastamento, ricava il 50% di quanto ricava Moncalieri, il 40% di quanto ricava Rivoli, il 30% di quanto ricava Grugliasco. Il che comporta un problema di riordino interno della tassa, che proviene dalla Legge Finanziaria del 1991 o 1992 (non ricordo esattamente quando l'ICI è stata introdotta per la prima volta).
Vi sono dei correttivi da apportare, che abbiamo invocato, come Lega delle Autonomie Locali e come ANCI.
Alloggi sfitti. Mentre in precedenza era impossibile manovrare sulle diverse categorie di alloggi, in questa Finanziaria - che credo verrà profondamente modificata - mi auguro rimanga il principio - visto che sotto il 4 per mille sarà molto difficile andare, diversamente si vanificherebbe l'intera manovra che si è consolidata nel finanziamento delle autonomie locali, principalmente dei Comuni - per il quale è possibile differenziare l'aliquota delle case sfitte alle prime o seconde case.
Credo si tratterebbe di una prova di equità. Tutto ciò senza entrare nel merito di quanto diceva prima il Consigliere Deorsola, secondo il quale occorrerebbe rivedere se una tassa che riguarda gli immobili sia del tutto legittima. Ritengo che dovremmo dedicare alla materia un dibattito molto ampio, per valutare anche con cosa sostituirla. Bisogna anche imparare l'abbiamo detto quando eravamo in minoranza, lo andiamo dicendo anche adesso che siamo in maggioranza - che quando si riducono delle risorse si dovrebbe anche tentare di dire in che modo compensarle da altra parte.
In questi anni ho sentito sostenere con forza, anche dalla mia parte politica, che bisogna incidere fortemente sull'evasione fiscale: ne sono assolutamente convinto. Mi auguro che l'attuale Governo, se durerà due o tre anni, sia in grado di preparare il terreno affinché si possa veramente incidere in modo definitivo - cosa mai attuata da alcuno, probabilmente perché non era congeniale al tipo di potere precedente - sull'evasione fiscale. Ciò al fine anche di permettere, a quel punto, di diminuire il carico fiscale in termini generali, recuperando l'evasione.
Chi ha fatto l'amministratore - non soltanto dello Stato, personalmente mi sono accontentato di amministrare un piccolo Comune - sa che non è possibile iscrivere a bilancio un qualcosa di incerto; si possono fare soltanto delle presunzioni di evasione fiscale, che non è possibile iscrivere sino a quando non è a ruolo.
Problema che si trova di fronte anche il Governo. Abbiamo sentito parlare di 50 mila miliardi di evasione sull'IVA, di 40/50 mila miliardi di evasione sull'IRPEF: se riuscissimo a colpire l'intera evasione fiscale non vi sarebbe diseconomia nella quadratura del bilancio. Diversamente continuiamo ad aggravare il debito pubblico; siamo arrivati, credo, a 2 milioni e 400 mila miliardi, che costano allo Stato italiano, e quindi alle tasche di tutti i cittadini, ben 240 mila miliardi l'anno.
La manovra in discussione mi pare non sia di 62 mila miliardi, ma di 84 mila miliardi. Se è vero che si supererà il tasso d'interesse di un punto ognuno di questi ultimi equivarrà a 22.500 miliardi. Il che significa che una volta conclusasi la manovra, con tutti i correttivi ai quali sicuramente anche noi contribuiremo, a livello sia della Camera sia del Senato, per ritornare alle aspirazioni sentite da tutte le parti, ovvero ad una manovra mirata in modo più preciso e più puntuale, probabilmente anche questa parte relativa all'ICI sarà rivista e corretta. Se l'operazione riuscirà ad andare in porto e verrà approvata la Finanziaria, la manovra sarà di 82 mila miliardi; 82 mila miliardi è la parte minima indispensabile per transitare in Europa.
Qualcuno dice che in Europa è necessario andare; qualcun'altro dice di no, che potevamo aspettare ancora qualche anno. Io credo che chiunque, in queste condizioni, avesse avuto - come ha avuto l'Ulivo - il compito di governare, uno dei primi problemi che doveva affrontare - e chiunque fosse stato avrebbe dovuto affrontare questo problema - era la condizione essenziale per l'Italia, di rimanere in Europa. Guai a noi se dovessimo uscire dall'Europa.
Abbiamo visto altri Paesi in cui l'inflazione ha superato le due cifre in modo vistoso ed estremamente pesante. Mi auguro che il Parlamento sappia riportare nella sua giusta collocazione tutte le esigenze che abbiamo sentito per quanto riguarda la modifica della Finanziaria, ma comunque che questa Finanziaria vada in porto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Brevemente. Credo che la posizione di Rifondazione Comunista rispetto alla Finanziaria e rispetto ad aspetti antipopolari sulla Finanziaria sia nota; oltre all'ICI, ci siamo battuti perché sulla sanità e sulle pensioni non fossero inserite altre tasse che erano state ventilate. Ci siamo battuti anche perché non ci fosse la tassazione della prima casa; questo risultato rende parzialmente superfluo l'ordine del giorno.
Oltre che per questo motivo, mi astengo perché ritengo che il problema sia più complesso, e non soltanto "prima casa".
Il Consigliere Deorsola in parte aveva ragione, anche se le mie riflessioni vanno in direzione opposta, perché credo che tra una prima casa di 1.500 miliardi ed altre due case, una di abitazione qui e l'altra magari al proprio paese d'origine, forse vale la pena di salvare chi ha le due case che non chi ha una villa "prima casa", ma con un determinato valore.
Riteniamo che anche rispetto alla prima casa si debba distinguere, per condividiamo la preoccupazione di non andare a colpire i redditi di chi è già stato sufficientemente spremuto in questi anni.
Ci asteniamo, quindi, perché riteniamo che l'ordine del giorno sia superfluo, in quanto probabilmente nella Finanziaria questo aspetto non ci sarà.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione l'ordine del giorno n. 324, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte premesso che: è in corso l'elaborazione definitiva della Legge Finanziaria per il 1997 nel cui testo sono contenuti e disposti aumenti sia delle rendite catastali immobiliari che delle aliquote ICI sugli immobili con effetto a decorrere dai prossimi adempimenti fiscali che tali aumenti arrivano in un momento già altamente negativo per l'intero settore immobiliare sul quale già da alcuni anni si è abbattuta una profonda crisi di mercato sia di nuova costruzione che di compravendita che per circa il 50% dei casi l'immobile è rappresentato dalla cosiddetta 'prima casa' che per la maggior parte delle famiglie italiane non è indicativa nè di maggior capacità contributiva nè di maggior patrimonio personale, ma rappresenta un bene spesso conseguito attraverso duri sacrifici che vanno dal risparmio forzato all'assunzione di prestiti od alla contrazione di pesanti mutui ipotecari che tutto ciò premesso, per milioni di famiglie italiane non è sostenibile in questo momento congiunturale di crisi economica, di crisi occupazionale e di recessione generale una ulteriore contribuzione rappresentata dal pesante e vessatorio aumento di tassazione fiscale sulla prima casa che viene stimato oggi con una soglia minima di partenza di circa L. 200.000 per immobile che è oltretutto palesemente inutile ed illusorio operare minori aumenti di rendite catastali ai fini IRPEF così come annunciati se poi si intende spostare ai Comuni con l'aumento dell'ICI la compensazione del minor gettito fiscale realizzato impegna il Presidente del Consiglio regionale e il Presidente della Giunta regionale a trasmettere con urgenza tale ordine del giorno al Presidente del Consiglio dei Ministri affinché l'aumento di tassazione degli immobili venga, almeno per la prima casa, stralciato dalla Finanziaria 1997".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 24 voti favorevoli e 5 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 7 Consiglieri).


Argomento: Zootecnia

Esame ordini del giorno n. 320 e n. 322 relativi al prelievo di corresponsabilità quote latte


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 320, presentato dai Consiglieri Toselli, Casoni, Ghiglia, Montabone, Cotto, Casari e Salerno, e dell'ordine del giorno n. 322, presentato dai Consiglieri Marengo, Riba e Bellion, di cui al punto 24) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Toselli.



TOSELLI Francesco

Sulla spinosa questione delle quote latte è importante fare alcune considerazioni.
Gran parte delle incertezze attuali derivano dalla cattiva autogestione del mercato da parte dell'UNALAT (che rappresenta tutte le Associazioni produttori) nei primi anni della gestione delle quote. Per paura di dichiarare la produzione di latte eventualmente tassabile, i produttori hanno dichiarato meno di quanto effettivamente prodotto; questo ha causato una richiesta di quota inferiore all'Unione Europea.
La quota attualmente assegnata, a cui si sono aggiunti 9 milioni di quintali trattati lo scorso anno dal Ministero e pagati 3.000 miliardi all'Unione Europea, copre appena il 65% del fabbisogno nazionale.
A fronte di questa situazione e con una sempre maggiore richiesta di prodotto gli allevatori in molti casi non hanno tenuto in considerazione le quote, producendo secondo comodo.
Fino ad oggi non è mai stato applicato il superprelievo sanzionatorio e di fatto le multe sono sempre state pagate dallo Stato. In pratica l'Unione Europea scalava all'Italia dai contributi destinati all'agricoltura l'importo delle multe, impoverendo quindi tutto il settore agricolo a favore degli allevatori.
La situazione si è incancrenita con la cattiva gestione dell'AIMA che è arrivata al punto di emanare il proprio bollettino per regolamentare le produzioni a fine campagna.
Nel bollettino di fine campagna l'AIMA ha applicato, come si diceva da tempo, un forte taglio sulla quota B ai produttori per stare nel tetto dei 99 milioni di quintali assegnati all'Unione Europea, non toccando la quota A e sollevando enormi polemiche e centinaia di ricorsi.
A fine settembre l'AIMA ha fatto la compensazione nazionale compensando zone a forte produzione (nord Italia) con le zone a bassa produzione che producono meno della quota assegnata (sud Italia).
Nonostante la compensazione, l'Italia deve pagare all'Unione Europea ben 400 miliardi su un totale di 800 a livello europeo (il 50%).
Nell'ambito della compensazione, al Piemonte è stato compensato tutto il taglio della quota B più il 12% della quota C (di fatto una quota non esistente). Chi in questo momento è coinvolto nella vicenda ha quindi intenzionalmente prodotto più della sua quota, non curandosi dei bollettini e della regolamentazione, così come da tempo è predicato da qualche forza politica e da alcuni falsi profeti che hanno corso le campagne invitando a violare la legge e sostenendo che comunque non si sarebbe pagato mai un soldo di multa.
Al momento attuale, per la prima volta da quando esistono le quote, il Ministero è intenzionato a far pagare ai produttori che hanno splafonato il superprelievo, che di fatto si attua come una trattenuta da parte dei caseifici che, invece di versare i soldi dovuti per la produzione agli agricoltori, li versano all'AIMA.
In Piemonte ci sono circa 7.800 produttori, di questi 1.800 sono inclusi nell'elenco delle sanzioni da applicare, in molti casi per piccoli importi, in alcuni con importi per centinaia di milioni.
Il primo dato che emerge è che si tratta di una minoranza a confronto della maggioranza che ha rispettato la legge.
L'altro dato è che comunque bisogna evitare che queste aziende chiudano i battenti pur facendo capire che la legge deve essere rispettata, pena le sanzioni previste.
Di qui l'ordine del giorno. Penso che le richieste siano chiare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Se i Consiglieri hanno dato una scorsa ai due ordini del giorno, li avranno trovati molto difformi, al di là del riferimento al problema comune. Ho già capito che la maggioranza voterà il proprio ordine del giorno e che non servirà assolutamente a niente, perché con quell'ordine del giorno ne arriveranno 150 e li metteranno tutti da una parte, perché è un ordine del giorno superato dai fatti.
La Coldiretti non chiede più questo; ho parlato con Micolini ancora questa mattina, perché il Vicepresidente Gottero era negli States e non ho potuto sapere da lui. Mi ha detto che ha già cambiato posizione.
In questa partita possiamo decidere se fare una cosa come quella di prima, dove mandiamo un ordine del giorno per dire che devono togliere l'ICI e toglieranno l'ICI, ma se vogliamo che il Consiglio regionale del Piemonte assuma una funzione forte in relazione al precedente che abbiamo già opportunamente costituito con la richiesta del superamento del Ministero dell'Agricoltura, la prima cosa che dobbiamo fare è che la gestione delle quote latte passi alle Regioni.
La nostra Regione ha appena il 10% della quota nazionale, contro il 43 della Lombardia, il 15% dell'Emilia e il 17% del Veneto.
Dopodiché dobbiamo prevedere che i coltivatori possano non pagare, ma non sulla base del fatto che devono o non devono, perché quello fa parte di regolamenti comunitari. L'unico argomento vero che può avere cittadinanza in un dibattito generale è che i coltivatori non possono pagare perch nessun settore può pagare il 12% di quello che incassa in un anno, se è un settore produttivo. Se è un settore terziario può darsi. I redditi industriali sono del 2-3%, poi le industrie dichiarano quasi sempre le perdite ai fini del versamento dei redditi, però, ammesso che si guadagni il 2-3%, l'agricoltura non guadagna di più e non si può assolutamente defalcare il 10% in un solo anno.
Le soluzioni sono un po' complesse, ma possono essere trovate, secondo me, soltanto assumendo la questione a livello dei Presidenti delle Regioni.
Non voglio non valorizzare il ruolo del settore; la questione, però, è tale che il settore da solo non riesce - e lo ha già dimostrato - a superare un'impasse di questa dimensione. Se i Presidenti dei Consigli regionali, e comunque quello del Piemonte, affrontano la questione con il Governo Prodi fornendo alcune ipotesi di soluzione, può darsi che vada in porto qualcosa.
Altrimenti esprimiamo ordini del giorno di solidarietà, di ipotesi che poi sappiamo non avere alcuna originalità, perché sono quei documenti che affluiscono in maniera massiccia presso il Governo.
D'altra parte, il Governo potrà essere indotto a trattare su queste cose se si trova di fronte una richiesta di trattativa da parte delle Presidenze delle Giunte, che pongono fortemente il problema.
Volevo solo rilevare questo: capisco che in un ordine del giorno unitario non si può fare una critica alla Giunta, ma mi sembra che nel dibattito generale, sotto questo punto di vista, non sia emersa una posizione da parte della Regione.
Ritengo che questa sia una situazione nella quale la Regione deve essere più presente con una propria autonoma posizione e, quindi, come Consiglio regionale, mi sembrerebbe ragionevole una puntualizzazione e una sollecitazione in questo senso.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Questo problema, che è indubbiamente grave perché non si limita solo al discorso dei 63 miliardi, proviene da lontano ed è andato in batteria in questi ultimi tempi.
Siccome il Piemonte ha sfondato per 84.491 tonnellate, gli è stata affibbiata la multa di 63 miliardi. Le regioni maggiormente chiamate in causa sono: il Piemonte, per 63 miliardi; la Lombardia, per 184; il Veneto per 77 e l'Emilia Romagna per 76 miliardi.
In Piemonte vi sono 7.800 produttori di latte: 1.800 sono quelli che hanno superato la quota e 6.000 sono quelli in regola.
Per quanto riguarda la posizione della Giunta, devo fare presente che fin dal mese di giugno, anticipando la questione, in relazione ad una richiesta presentata da "Nuova agricoltura" (che è il periodico della Confederazione Italiana Agricoltori), avevo detto che si trattava di un problema nazionale, perché di questa questione ne abbiamo approfonditamente discusso il 26 settembre a Roma, ed ho a mie mani gli atti.
Consigliere Riba, se vuole leggo tutte le risposte che ha dato il suo Ministro e le prese di posizione del suo Sottosegretario.



RIBA Lido

Io voglio sapere le battaglie che ha fatto il mio Assessore.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Se vuole sapere le battaglie che ha fatto il suo Assessore, io le evidenzio, ma personalmente vorrei sapere quali sono le battaglie che sono state fatte in sede nazionale, per altre questioni, da altri Assessori.
C'è un documento predisposto dal Comitato regionale degli Assessori dove ci siamo unificati ed abbiamo unificato la posizione espressa al Ministro.
Consigliere Riba, se vuole sapere che cosa ha detto il suo Assessore io lo leggo.



RIBA Lido

Io voglio sapere cosa ha detto ai produttori piemontesi nelle assemblee avute con migliaia di persone.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Lei gioca due pesi e due misure: una la gioca nelle assemblee, quindi qui, e l'altra a livello nazionale.
Voglio chiarire una cosa: mi sta bene la proposta che lei ha fatto perché dovrebbe essere richiamata nella nuova legge dell'AIMA che viene delegata alla Regione, ma parlando chiaramente, sulle multe attuali, quelle di oggi e quelle che verranno, la posizione qual è? Paga lo Stato, non paga la Regione; è inutile fare la magnificenza al Presidente Ghigo o a qualsiasi altro Presidente della Regione, perché tanto la Regione non ha i soldi! Abbiamo posto questo problema e il Ministro dell'Agricoltura ha preso posizioni molto rigide, dicendo che comunque avrebbe interessato Prodi. Noi siamo per una posizione da prendere da parte del Presidente della Regione conché però il problema finanziario attuale non cada sulle spalle della Regione. Altrimenti c'è buon gioco a dire: "Ecco la Regione che non soddisfa i produttori agricoli!", perché la Regione fino a questo momento non ha responsabilità.
E' un problema di cui abbiamo già discusso; lei dice che è superato quello della casa ed è superato quello del latte. Comunque sia, non è superato il discorso di dover pagare 63 miliardi.
Per quanto riguarda i 63 miliardi, noi insistiamo che il 50% lo paghi lo Stato e che l'altro 50% venga dilazionato; chiediamo che a questa gente vengano concessi dei finanziamenti a tasso agevolato, che non superi il 4%.
Insistiamo anche - e qui il Ministro lo esclude - che venga ricontrattata la quota latte a livello europeo, perché non è adeguata a quella a noi assegnata.
Se andiamo ad una soluzione di questo genere, ci sta bene, e troviamo anche posizioni unitarie. Se invece il discorso è quello di far cadere tramite il federalismo o il decentramento, una responsabilità di questi fatti sulla Regione Piemonte, questo non è accettabile. Diciamo innanzitutto chi deve pagare le multe, poi siamo disponibili a che la Regione sia l'Ente che provvede alla gestione delle quote latte. Su questo aspetto possiamo anche concordare.
Se invece la situazione è di altra natura... E' così, perché c'è anche un sospetto; io questo non lo volevo dire, ma ora lo dico. La posizione dell'attuale Governo; anche il Ministro dice di avere vergogna di assumere degli atteggiamenti, perché lui ha difficoltà, quindi dice: "Continuo affermando che proprio in mattinata ho cercato di difendere nelle sedi tecniche, che stanno lavorando alla predisposizione della Legge Finanziaria, cifre irrisorie di 5/10 miliardi per appostazione di bilancio", che ritiene intoccabili, incontrando grosse e motivate difficoltà, perciò avverte il peso della propria coscienza, non solo di parlamentare e di temporaneo Ministro, ma anche di cittadino, della somma di 1.000 miliardi che lo Stato, e quindi tutti i cittadini devono pagare per ognuno dei quattro anni di sfondamento. Poi dice che gli sono pervenute proposte anche ufficiose, reiterate, anche ieri sera, di falsi portavoce al Governo, della proposta che sia lo Stato, dopo dodici anni di scandalo, a farsi carico del 50% della spesa delle quote latte. Quando gli si dice che oggi non è possibile legiferare perché c'è un clima di incertezze e gli si chiede di bloccare il sistema, suggerendo di non pagare - perché la UEGIA trattiene gli introiti - e di aspettare la sentenza della Corte Costituzionale che probabilmente darà ragione a chi propone il ricorso, non ci si rende conto che l'Unione Europea non sarà disposta a stare a guardare e a concedere altro tempo.
Questa è la posizione del Governo.
Ho anche un sospetto: se andiamo a vedere politicamente le Regioni più significative che devono pagare la multa, quindi il Piemonte, la Lombardia il Veneto, l'Emilia Romagna, ve ne è una sola che ha una determinata impostazione politica, le altre ne hanno un'altra. Penso che questa intransigenza derivi anche da posizioni diverse.
Quindi riaffermiamo il contenuto dell'ordine del giorno presentato dalla maggioranza, perché riteniamo che sia la via giusta per uscirne.
Siamo disposti - inviterò anche il Presidente della Giunta - a fare un intervento presso il Governo Prodi, affinché si giunga a questa soluzione.
L'altra soluzione dovrebbe venire dal disegno di legge, oggi pendente, del Ministro; ci sono già state due o tre riunioni per discutere le nuove caratteristiche dell'AIMA. Quello che oggi ci interessa, per le multe di quest'anno e per le multe a venire, è che ovviamente ci sia una posizione chiara e che non si scarichi sulla Regione il problema, di cui deve farsi carico lo Stato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Sono ulteriormente convinto del fatto che l'ordine del giorno sul quale insiste l'Assessore, considerandolo l'ultima frontiera dell'unica battaglia che si sentirebbe di fare questa Regione, ci porterà in un vicolo cieco ed anche sbagliato.
Quando si dice di far pagare il 50% allo Stato, vuol dire che facciamo pagare il 50% di una multa di 3 milioni, quindi un milione e mezzo, per chi deve pagare 600 milioni di multa, pur potendone risparmiare 300 fallisce lo stesso.
Questa proposta risale, per di più, a qualcos'altro (altro che mercato delle quote latte!), ma visto che l'Assessore sta spiegando, spieghi! Sapete bene che, a seguito degli errori dell'AIMA - spero che siano stati fatti in buona fede - ci sono state aziende senza mucche che hanno avuto delle quote altissime ed aziende con tante mucche che non hanno assolutamente le quote. Quindi, il diritto a produrre latte è diventato un oggetto di contrattazione: se uno ha la produzione, compra spesso le quote per poi accorgersi che, per avere le mucche, l'anno successivo si devono affittare le quote. Ecco che cosa succede: grandi pasticci.
Questa è una situazione che ha colpito tutte le giovani aziende del Piemonte che si sono date da fare per mettersi in condizione di produrre e sottostare poi a questi mercati delle quote. Il fatto che non si metta in discussione questo aspetto, Assessore, significa andare diritti di fronte al fatto che, se lo rispettano, devono pagare anche le multe. Io l'ho anche scritto; se andate avanti così, pagheranno fino all'ultimo centesimo.
Questa è la mia opinione, espressa con qualche modesto titolo di competenza per il lavoro svolto e per la quotidianità con cui seguo questi problemi.
Noi abbiamo proposto di trovare una soluzione che non danneggi la zootecnia piemontese nei rapporti con lo Stato.
Mi permetto di sottolineare - vorrei essere profeta sfortunato - che se si va a dire ai produttori zootecnici "prima avete pagato 3 mila miliardi adesso pagatene ancora 600" (specialmente in un settore già molto debilitato dalla crisi della mucca pazza, per la quale praticamente la zootecnia da carne è in ginocchio) costoro dovranno pagare, ma ci accuseranno di aver favorito i produttori di latte che abbiamo già risarcito. Facendoli pagare faremmo fallire cinquecento aziende, se non addirittura un migliaio.
Quando queste aziende non saranno più in grado di pagare il debito perché anche con il mutuo non lo potranno pagare, allora ci sarà qualcuno che dirà "piantala, vendimi quel poco di quote che hai e io ti lascio continuare a produrre, le quote diventano mie, i debiti te li pago e tu diventi un mio dipendente". In altre parole, la famosa soccida, che ha già rovinato la zootecnia da carne, rovinerà anche quella da latte.
Non è un discorso facile da affrontare, perché dietro questo scaricabarile ("il tuo Ministro, il mio Ministro") c'è un caravanserraglio difficile da gestire.
Sottolineo che noi abbiamo anche votato per l'abolizione del Ministero dell'Agricoltura, l'unico modo, secondo me, che possa consentire una soluzione sopportabile per i produttori, nel quadro, tra l'altro, della stabilizzazione di ciò che producono. Le multe del 1995 ammontano a 63 miliardi; quelle in arrivo, del 1996, saranno pari a oltre 100 miliardi.
Bisogna saperle queste cose, Assessore: i produttori di latte pagheranno nuovamente la metà, così falliranno in due anni anziché in uno. Questo problema non si risolve più se non nel quadro di un azzeramento dell'AIMA nazionale e della sua regionalizzazione...
Il problema di chi paga, visto che 63 miliardi sono pari al 12% del ricavo lordo, è grave: nessuno può pagare così tanto, altrimenti fallisce.
Lei, Assessore, sa bene che lo Stato non li prende perché se una ditta fallisce, perché la fai fallire, dopo che è fallita i soldi non si riscuotono. Perché allora l'INPS ha 60 mila miliardi di crediti e non li riscuote? Parlo con un po' di competenza di questi argomenti, certo che sono esperto in materia. Sto dicendo che l'INPS non riscuote 60 mila miliardi perché fa fallire le aziende, non riscuotendo comunque niente.



(Voci in aula)



RIBA Lido

Non sto dicendo che lo Stato li deve pagare, sto semplicemente dicendo che coloro i quali hanno 5 milioni di multa li possono pagare, quelli che ne hanno 50 bisogna vedere, quelli che ne hanno 500 è un'altra cosa. Non si può mettere una percentuale fissa.
Ultima considerazione. In questo quadro, deve andare avanti l'istanza federalista, ben sostenuta anche dal Presidente Ghigo quando ha illustrato i referendum, dicendo che questa materia deve passare alle Regioni altrimenti è un disastro. Nel momento in cui questa competenza passa alle Regioni troviamo una soluzione definitiva per il pregresso, una soluzione definitiva una tantum su un pregresso. Una volta azzerate le gestioni nazionali, ha un senso che l'AIMA e tutto il resto vengano passati alle Regioni, altrimenti, stando così le cose, paga lo Stato, oppure paghiamo noi. So bene che la Regione non può pagare, ma so altrettanto che non possono pagare i produttori e so che, continuando così, finirà per non poter pagare neanche lo Stato. Quindi pagheranno i produttori, perciò li faremo fallire.
Non bisogna metterli contro lo Stato, ma fare allo Stato una proposta che ci consenta di uscire da questa situazione.
Spero di essere stato chiaro: la soluzione una tantum nel quadro della riorganizzazione del sistema di riparto delle quote fra le Regioni ha un senso; invece, la sistemazione per quest'anno, quando abbiamo già in arrivo i 100 miliardi di multa per l'anno prossimo, non ha alcun senso, perché fra pochi mesi saremmo nuovamente qui a domandarci chi pagherà.
Ho detto quello che ritengo si possa fare; dopodiché, se la maggioranza esprime altre opinioni, ne prendiamo atto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Volevo solo fare notare un aspetto: c'è stato il problema della mucca pazza. Sono state fatte pressioni e richieste a livello regionale e nazionale. Vorrei sapere cosa ha fatto il livello nazionale. Tanto per intenderci: la questione dell'IVA.
Collega Riba, è venuto anche il tuo Sottosegretario. Scusa, non offenderti!



(Interruzione fuori microfono del Consigliere Riba)



PRESIDENTE

Consigliere Riba, lei è uomo di mondo. Perché si scandalizza di queste cose? Siamo ad un livello dialettico. Lei questa mattina mi ha accusato di eccesso di zelo e di ansia. Adesso si scandalizza perché qualcuno ha un eccesso di zelo e di ansia. Prendiamo tutti un "Valium", se è possibile!



TOSELLI Francesco

Chiedo la parola, signor Presidente.



PRESIDENTE

Lei domanda la parola per che cosa? Per dichiarazione di voto? Perch lei ha già parlato.



TOSELLI Francesco

Sì, per dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

Dichiarazione di voto a nome di Forza Italia.



TOSELLI Francesco

Debbo dire che questo confronto è stato indubbiamente, oltre che chiarificatorio, anche piacevole e simpatico.



PRESIDENTE

Con Riba è sempre simpatico!



TOSELLI Francesco

L'ordine del giorno della maggioranza rimane indubbiamente tale e quale, perché, secondo noi, è l'unico modo per uscire dalla questione.
Anche perché nella nostra regione ci sono 8.000 produttori che sono a posto e 2.000 che invece non lo sono.



PRESIDENTE

Consigliere Riba, lei è Presidente di Commissione, pertanto sa benissimo quali sono le regole. Non le può ricordare solo al Presidente dell'assemblea!



TOSELLI Francesco

Il problema è il 50%; 50% da far pagare allo Stato e 50% da rateizzare ai produttori ci sembra la soluzione più idonea.
Quindi, l'ordine del giorno indubbiamente rimane tale e quale, non viene assolutamente variato.



PRESIDENTE

Se non ci sono altre dichiarazioni di voto, pongo in votazione l'ordine del giorno n. 320, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerata la grave situazione venutasi a creare in molte aziende agricole a seguito dell'applicazione del prelievo di corresponsabilità dovuto allo splafonamento dalla quota latte assegnata che questo prelievo graverebbe a carico dei produttori piemontesi per la somma complessiva di 63 miliardi e che conseguentemente costringerebbe molte aziende agricole alla bancarotta o alla cessazione dell'attività produttiva che allo splafonamento dalla quota assegnata ai produttori si è pervenuti anche per le numerose inadempienze e ritardi dell'AIMA nella gestione del problema, ponendo i produttori in condizioni di incertezza sulla quota personale che solo recentemente il Ministro per le Risorse Agricole Alimentari e Forestali ha deciso di fare pesare interamente sui produttori con una priorità di compensazione che carica principalmente sui produttori del nord Italia le eccedenze prodotte che dopo anni di inerzia e di norme applicative non corrette ora si richiede ai produttori l'intero ammontare della tassa da versare all'Unione Europea che il problema delle quote latte esiste da anni e non è mai stato affrontato seriamente dai Governi che si sono succeduti nel tempo, con una gestione dell'AIMA che ha creato confusione ed incertezza, contribuendo ad insinuare, assommata all'azione di alcune parti in causa, nei produttori l'idea che mai si sarebbe arrivati al pagamento delle multe in presenza di splafonamenti tutto ciò premesso chiede che il governo regionale si attivi presso il Governo nazionale affinch provveda, almeno per l'anno 1996, al pagamento del 50% della tassa di corresponsabilità da versare all'Unione Europea che una volta assorbito il 50% della tassa di corresponsabilità, il Governo renda possibile la rateizzazione del restante importo che il Governo provveda a rinegoziare in sede comunitaria la quota complessiva spettante al nostro Paese, sulla base della produzione e dei consumi nazionali che si addivenga ad una legislazione e gestione delle quote chiara e coerente in modo tale da evitare il protrarsi di questa situazione".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 23 voti favorevoli e 11 contrari.
Pongo ora in votazione l'ordine del giorno n. 322, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte con riferimento alla richiesta di restituzione di 63 miliardi (su un ricavo lordo globale attorno ai 600 miliardi) a carico dei produttori di latte piemontesi a titolo di penali per consegne in supero rispetto alle quote assegnate dall'AIMA per la stagione 1995/1996 richiamato il fatto che nessun settore economico - e tanto meno la zootecnia già pesantemente colpita dal crollo del mercato delle carni potrebbe sopravvivere ad una perdita del 10% degli incassi per cui, a prescindere da ogni altra considerazione di merito, si deve prendere atto che i produttori piemontesi non possono - se non a prezzo di incalcolabile tracollo - versare le penali richieste rilevato inoltre: che la gestione delle quote latte è storicamente avvenuta con criteri discutibili ed approssimativi, con forme esasperate di centralizzazione ed esautorazione delle Regioni, senza sensibilità ed attenzione allo sforzo in atto da parte di molte aziende giovani per raggiungere l'equilibrio economico, creando, anzi, rendite aggiuntive prodotte dal mercato delle vendite e dell'affittanza delle quote ritenuto, anche in coerenza con il voto espresso a favore del referendum per l'abolizione del Ministero dell'Agricoltura, che non possa essere ulteriormente procrastinata l'attribuzione alle Regioni delle competenze di gestione delle quote latte constatata l'inspiegabile assenza della Giunta regionale nel dibattito in corso per la ricerca di soluzioni alla crisi in atto da almeno due settimane afferma l'interesse della Regione alla definizione di una soluzione che: non produca danni ai produttori di latte piemontesi risolva in via definitiva l'assetto delle 'quote' permettendo ai produttori di regolarizzare attraverso procedure sopportabili le situazioni anomale prendendo a riferimento le produzioni conferite fino all'anno 1994/1995, per le quali non erano stati richiesti versamenti di penali eviti ogni forma di speculazione e costituzione di rendite ai danni dei produttori veri con il commercio e l'affittanza di quote tuttora in esubero rispetto alle capacità produttive di alcune aziende assicuri alla Regione il ruolo che le è assegnato dal DPR n. 616/77 in materia di agricoltura e, specificatamente, nella gestione delle quote latte invita quindi la Giunta regionale ad aprire una trattativa con il Governo centrale al fine di ottenere: la sospensione in via preliminare delle multe in questione il mantenimento, da parte del Governo, delle forme di intervento disposte negli scorsi anni il riequilibrio a favore dell'Italia delle autorizzazioni di produzione da parte della CEE e l'avvio di un programma di abbandono volontario pluriennale con assegnazione delle nuove quote disponibili prioritariamente alle aziende con giovani e dunque suscettibili di sviluppo, entro limiti da stabilire in rapporto al numero degli addetti misure di sanatoria, anche con versamento di contribuzione da parte dei produttori multati, nel quadro di una situazione definitiva delle situazioni di difformità tra quote autorizzate e conferimenti a partire dalla campagna in corso".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 12 voti favorevoli, 20 contrari e 1 astensione.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19,15)



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