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Dettaglio seduta n.81 del 15/10/96 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute (rinvio)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", comunico che sono stati distribuiti ai Consiglieri, prima dell'inizio della seduta odierna, i processi verbali delle adunanze consiliari del 28, 29 e 30 maggio, 4, 18 e 26 giugno, 2, 9, 16 e 23 luglio 1996, i quali verranno posti in votazione nel corso della prossima seduta.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Interpellanza n. 702 dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti relativa alle dimissioni dell'Assessore Vaglio


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori con il punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze".
Vedo che mancano moltissime persone. Ricordo che se i Consiglieri che interrogano non sono presenti, secondo la prassi, le interrogazioni e le interpellanze decadono. Siamo in ritardo di 40 minuti... Non è la prima volta che succede; certo, è la prima volta che faccio questo richiamo.
Passiamo dunque all'esame dell'interpellanza n. 702, presentata dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti, cui risponde l'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore regionale

Grazie, Presidente. Rispondo all'interpellanza che i colleghi di Rifondazione Comunista hanno presentato nel mese di luglio, su un problema di riperimetrazione delle Comunità montane.
l problema verte sull'esclusione del Comune di Avigliana dalla zona omogenea della Comunità montana Bassa Valle di Susa.
L'esclusione di questo Comune non può ritenersi frutto di un'arbitraria opzione burocratica, come viene riferito nell'interpellanza, essendo la logica conseguenza dell'applicazione di una normativa statale.
L'art. 28, comma secondo, della legge 8/6/1990, n. 142, stabilisce infatti tra le altre cose, che "dalle Comunità montane saranno comunque esclusi i Comuni con popolazione complessiva superiore ai 40.000 abitanti e i Comuni parzialmente montani nei quali la popolazione residente nel territorio montano sia inferiore al 15% della popolazione complessiva".
In forza di questa disposizione, la L.R. 18/6/1992, n. 28, proposta dall'allora Assessore Nerviani, nel delimitare le zone montane omogenee aveva già escluso Avigliana dalla zona omogenea costituita dai Comuni della Bassa Valle di Susa e della Valle Cenischia, esclusione che verrà tenuta ferma anche nel testo unico delle leggi sulla montagna che è stato presentato nel mese di agosto.
Questa esclusione, colleghi, si giustifica, allora come ora, in ragione del fatto che la popolazione montana del Comune di Avigliana, già classificato "parzialmente montano" con deliberazione n. 2995 del 26/3/1958 dalla Commissione Censuaria Centrale, a quanto si evince dai dati ufficiali, riferiti al 31/12/1994 e resi noti dall'UNCEM e da quelli relativi al tredicesimo censimento generale del 20/10/1991, risulta costituita da 27 abitanti su un totale di circa 11.000 abitanti, pari allo 0,27% della popolazione complessiva, percentuale ampiamente al di sotto di quella sufficiente, ai sensi del citato art. 28, ai fini dell'esclusione dalla Comunità montana.
Quanto, infine, alle riferite voci circa una presunta esclusione del Comune di Caselette dalla medesima Comunità montana, va ribadito che esse risultano del tutto prive di fondamento, posto che tanto la L.R. n. 28/92 quanto il citato testo unico delle leggi sulla montagna, non modificano al riguardo la situazione esistente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Grazie, signor Presidente. L'interpellanza n. 702, presentata dal Gruppo di Rifondazione Comunista, relativa alla richiesta delle dimissioni dell'Assessore alla montagna, Vaglio, non riguarda solo l'esclusione di un Comune dalla Valle di Susa, ma è anche di ordine politico. Infatti, mentre quindici mesi fa, all'inizio dell'attività politico-amministrativa dell'attuale Giunta regionale di centro-destra, si sbandierava con eccessiva enfasi politica, quasi trionfalistica, la delega esclusiva alla montagna, quindi la costituzione di un Assessorato alla montagna per il Piemonte (un avvenimento quasi unico nel nostro Paese), oggi ben poco o nulla è stato fatto per concretizzare le premesse iniziali di questo governo regionale, relative appunto alle tematiche montane, quindi anche all'inserimento di Comuni importanti in aree montane. Ma vi è di più e di più grave, politicamente.
L'ipotesi politica sbandierata e diffusa di una nuova legge sulla montagna per il suo sviluppo, le ipotesi fantasiose di accorpamenti, i commissariamenti, che tra l'altro potrebbero anche essere inficiati di incostituzionalità, hanno destato forti preoccupazioni, ansia e rabbia in tutte le popolazioni piemontesi residenti nelle Comunità montane, insieme ai Sindaci e ai Consiglieri comunali, provinciali e i Presidenti delle più importanti Comunità montane delle otto Province. Ecco quindi l'elemento politico fondamentale che ci ha spinti a chiedere fortemente le dimissioni dell'Assessore.
Prendo ancora lo spunto politico per ricordare che sarebbe un principio serio e di metodo, quando un Assessore si reca in visite istituzionali nelle varie località del Piemonte, quello di avvisare anche i Consiglieri di minoranza perché questa è una prassi che spesso non viene portata avanti. Grazie.


Argomento: Norme generali sui trasporti

Interpellanza n. 227 dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti relativa all'aumento dei costi del trasporto extra-urbano - Richiesta informazioni sul Protocollo d'intesa del 2/2/1995 e sul II Piano regionale dei trasporti


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza n. 227, presentata dai Consiglieri Chiezzi Moro, Papandrea e Simonetti, alla quale risponde l'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni

Con riferimento al primo punto, si deve innanzitutto precisare che l'ultimo adeguamento tariffario delle autolinee extra-urbane risale all'1/4/1993. Nel frattempo i costi di produzione dei servizi segnalano un incremento nell'ordine del 14%.
Si consideri inoltre che, ai sensi della legge n. 151/81 (che si riferisce al Fondo Nazionale Trasporti), le aziende possono beneficiare di contributi regionali in conto esercizio entro i limiti di copertura ricavi su costi stabiliti a livello ministeriale (il rapporto è pari al 38% per autolinee extraurbane); dalla elaborazione dei bilanci di previsione 1996 la differenza mancante fra i suddetti ricavi minimi e quelli effettivi è pari al 30%.
L'insieme di questi dati, integrato dalla variazione della quota regionale del Fondo per i trasporti, contenuta per il periodo 1993/1996 entro poco più del 5%, costituisce un quadro complessivo che giustifica la proposta di adeguamento delle tariffe extra-urbane del trasporto pubblico.
Peraltro, per rendere meno grave l'impatto sull'utenza, la Giunta regionale intende correggere l'aumento del 10% della proposta originaria entro il 7% introducendo i seguenti correttivi a favore degli utenti di cosiddetta "fascia debole" (che sarebbero i lavoratori dipendenti presso le aziende, i pensionati e gli handicappati, che avrebbero un abbattimento dell'abbonamento): introduzione di un abbonamento feriale mensile 42 corse con validità 5 giorni rispetto alle autolinee specifiche per operai introduzione di un abbonamento trimestrale con sconto del 10%, sia rispetto al predetto mensile 42 corse, sia rispetto al mensile limitato di cui al decreto della Giunta regionale n. 204-3896 del 30/11/1995.
Per quanto riguarda l'approvazione del Piano regionale dei trasporti e delle comunicazioni, si informa che, in base a quanto stabilito dall'art.
17 della L.R. n. 1/86, è stato convocato, in data 26 luglio u.s., il Comitato Regionale di Coordinamento dei Trasporti e della Viabilità; in tale sede è stato presentato ufficialmente il documento di Piano ed inoltre sono stati fissati degli incontri, che sono tuttora in corso. Questa mattina, fra l'altro, ho parlato con il rappresentante sindacale della CGIL, concordando, a breve, un altro incontro per procedere alla consultazione puntuale dei vari aspetti relativi al Piano stesso con i vari attori interessati.
In merito all'interpellanza, si fa presente che con i sindacati si sono tenuti numerosi incontri, sia per la predisposizione e verifica del II Piano regionale dei trasporti, sia per l'aumento delle tariffe di trasporto pubblico locale.
L'ultimo incontro si è tenuto il 26 settembre u.s. e ribadisco che un altro lo avremo ancora questa settimana.
Per completare quanto ho letto, devo dire che questa è una questione piuttosto difficile da risolvere, perché abbiamo le aziende che ricorrono al TAR per nostra inadempienza, in quanto abbiamo l'obbligo, almeno nella misura del 20% di ciò che manca dall'erogazione dello Stato, di coprire il disavanzo dei bilanci. E noi sappiamo che le aziende hanno dato un servizio alle comunità locali e alle Province - sono concessionarie - perché il trasporto è stato sempre considerato un servizio sociale.
Di converso le aziende in questo momento sono di fronte al rinnovo contrattuale e alla volontà di non rispettare gli accordi del 23/7/1993 da parte ministeriale. Sono stato anche a Roma e, in quella occasione, dopo aver cercato di contrattare a livello ministeriale le responsabilità o le competenze improprie della Regione, alla fine ho abbandonato la seduta dicendo che in quel momento non era l'Assessore che abbandonava la seduta ma era un sindacalista che non poteva accettare il non rispetto dell'accordo del 23/7/1993.
Fra l'altro, anche se mancano risorse di bilancio per il contratto dei lavoratori dipendenti, che poi incide nella decisione delle aziende di fare pressione per l'aumento delle tariffe (perché una cosa a vasi comunicanti vale l'altra), bisogna tenere presente che, in tutta questa fattispecie, se si osservasse il contratto che è previsto, almeno per un anno, o meglio per due anni, le aziende potrebbero avere ben ragione di fare dei calcoli precisi di tutto ciò che riguarda il disavanzo aziendale.
Altre soluzioni vedremo come affrontarle quando potremo attivare i cosiddetti contratti di servizio, anziché le concessioni, che determineranno un altro modo di gestire tutta la partita.
Eravamo arrivati - non è scritto nella risposta, perché è maturata nel frattempo - ad una concertazione con i sindacati al fine di non applicare l'aumento sin da adesso, o comunque di garantire la non applicazione dell'aumento nel 1997 e di mantenerci al livello del 7%. Ottenuto questo, o meglio: concertato questo, o meglio: dopo avere tentato di concertare questo con i sindacati, i sindacati ci chiedono di dividere in due questo 7% (quest'anno e l'anno venturo), non tenendo conto della necessità delle aziende del ripiano dei loro bilanci.
A breve potrò dare una risposta esauriente, in quanto ieri sera è stata ritirata, per l'ennesima volta, la deliberazione di Giunta; se si arriverà ad una concertazione, o comunque a poter deliberare, così come i sindacati ci chiedono, avremo chiuso la partita. Avremo cioè consumato anche questa brutta vicenda dell'aumento delle tariffe, che non è rapportata soltanto all'impegno che la Regione ha nei confronti delle autolinee del trasporto su gomma, ma anche a tutto quello che rappresenta il settore delle Ferrovie dello Stato, che hanno aumentato le loro tariffe in maniera piuttosto pesante e hanno detto alla Regione che questo riguarda una partita aziendale privata di cui la Regione non può e non deve interessarsi più di tanto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Vorrei far notare una cosa: questa interpellanza è del mese di ottobre ma dell'ottobre 1995! Mi pare che i quesiti che noi ponevamo in questa interpellanza fossero tali da poter giustificare una risposta "leggermente" più tempestiva. Non penso al tempo reale e alle cose di cui si parla spesso, visto le nuove tecnologie che abbiamo, ma un anno per rispondere ad un'interpellanza mi sembra realmente eccessivo! Soprattutto - ripeto - dati i problemi sollevati.
Oltretutto, questa interpellanza è diventata obsoleta, perché tratta un argomento che continua nel tempo a manifestarsi, cioè l'aumento delle tariffe dei trasporti; ma le questioni qui sollevate sono già superate cioè sono state prese altre decisioni, è nata nel frattempo "Formula", si sono verificate altre questioni che hanno modificato i quesiti.
Rimane comunque una politica di incremento delle tariffe, che è già avvenuta per quanto riguarda "Formula"; infatti, se si analizza questa soluzione (e noi lo abbiamo fatto quando si è discusso dell'introduzione di "Formula"), si vede che essa integra già in sé degli aumenti, cioè si sposta il terreno, non c'è un aumento diretto, ma, attraverso questo meccanismo, questa formula, ci sono degli aumenti di tariffe che - si diceva - avrebbero dovuto scongiurare, tra l'altro, successivi aumenti.
Quegli aumenti di cui si parla adesso, cioè, dovevano essere scongiurati introducendo "Formula". Invece, proprio attraverso "Formula" ci sono stati degli aumenti tariffari; poi ne sono arrivati altri, quindi "Formula" non li ha scongiurati, li ha semplicemente anticipati, sono stati la prima tranche degli aumenti delle tariffe.
Quando si danno queste spiegazioni, si fanno sempre i discorsi sui bilanci delle aziende, ecc., ma ci sono altri elementi da sottolineare.
Intanto, come il Governo adotti delle politiche molto rigide di previsione dell'inflazione, per quanto riguarda i dipendenti, che poi non rispetta infatti, mentre per quanto riguarda i dipendenti i contratti stentano ad essere siglati, proprio perché da parte della controparte, o pubblica o privata, non si va incontro neanche a quella che era l'inflazione programmata (si vuole stare al di sotto), per quanto riguarda le politiche delle tariffe si va allegramente al di sopra. L'unico elemento per controllare l'inflazione rimane il controllo, l'abbassamento dei salari; la gente, cioè, si ritrova con un potere d'acquisto ridotto e, in compenso, le tariffe aumentano significativamente, andando ben al di là dell'inflazione programmata stessa. I vari livelli di governo, dal governo centrale alle istituzioni locali, adottano quindi una politica di stimolo dell'inflazione attraverso questo meccanismo, per cui a pagare sono soprattutto quei redditi che non possono adeguarsi da soli, essendo vincolati da contratti.
Credo che dovremmo riprendere questi problemi; condivido, tra l'altro la proposta del sindacato di tentare perlomeno di diluire gli aumenti.
Penso che questi non solo dovrebbero essere diluiti, ma proprio non dovrebbero esserci più, al di sopra dell'inflazione programmata.
Il Governo e le Regioni dovrebbero intervenire in questa direzione perché non possono limitarsi a gestire, senza affrontare i problemi. Le Regioni amministrano le popolazioni, amministrano i problemi che le popolazioni hanno e quindi devono tenere conto non solo dei problemi di gestione economica, ma anche dei problemi delle famiglie nel tirare avanti.
Ritengo che, da questo punto di vista, siamo in una situazione sempre più drammatica. Il potere di acquisto delle famiglie è sempre più compresso e non si può continuare con la politica di contenere i salari, da una parte, e, dall'altra, aumentare le tariffe. E' una situazione insostenibile e le istituzioni stesse dovrebbero individuare altri modi per ripianare gli eventuali deficit delle aziende, sia intervenendo sui costi di gestione sia andando ad individuare altre forme di finanziamento che non siano l'aumento delle tariffe.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni

Le osservazioni del collega Papandrea sono le osservazioni opportune che vanno fatte da chi si interessa delle problematiche in genere, però non tengono conto delle competenze della Regione.
Il problema delle tariffe, e quindi il problema inflattivo, non riguarda l'Amministrazione regionale. Noi dobbiamo considerare l'Amministrazione regionale nei termini di chi interferisce per cercare di risolvere un problema con competenza di delibera, ma non certo con competenze decisionali, che spettano al Governo centrale. Per cui se il Governo centrale bloccasse le tariffe, noi dovremmo bloccare le tariffe.
Siccome il Governo centrale non blocca le tariffe, il problema inflattivo non può essere assegnato alla responsabilità della Regione, che non ha poteri di intervento per cercare di fermare il gravissimo problema dell'inflazione.
Riguardo ai tempi della risposta, sottolineo che è fuori tempo se si considera il tempo che è intercorso; bisogna però considerare che questa è una risposta positiva, nel senso che è una risposta concreta, credibile.
Non si fanno delle ipotesi, quando si è già percorso tutto l'iter burocratico che consente di dare una risposta. Se tutto questo lo colleghiamo al biglietto integrato della Città metropolitana, non è esatto affermare che l'integrazione avrebbe ovviato al problema delle tariffe nel territorio extra-Città metropolitana, perché il territorio extra-Città metropolitana dovrà attivare tutto ciò che è necessario per avere l'integrazione tariffaria anche nel resto del territorio della regione.
L'integrazione tariffaria non è soltanto l'integrazione sic et simpliciter della tariffa, è l'integrazione dei servizi in collaborazione e in concatenazione con quanto è dato nei servizi del trasporto dalle Ferrovie dello Stato. E' un problema complesso.
Oggi si è potuto dare questa risposta concreta, che deve essere recepita, se si fa politica in termini di correttezza di rapporto, come una risposta esaustiva. Fra l'altro, abbiamo anche programmato un incontro per questa settimana con i sindacati, per stabilire in piena concertazione quale dovrà essere la risoluzione.
Se poi andiamo a guardare dentro la cartella - vi ho guardato io e questo basta, non c'è bisogno che vi guardino gli altri - di volta in volta, di mese in mese, di risposte ne sono state approntate, anche se io mi sono rifiutato di dare conto e ragione in Consiglio, perché mi sembrava di non essere sufficientemente adeguato al bisogno che veniva espresso dall'interpellanza.


Argomento: Norme generali sui trasporti

Interpellanza n. 332 dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti relativa alla gestione delle linee di trasporto Torino-Varisella


PRESIDENTE

L'Assessore Masaracchio risponde ancora all'interpellanza n. 332 presentata dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni

Premesso che, a seguito della precaria situazione economico-finanziaria in cui da tempo si trova la Ditta Soffietti di Fiano, la Provincia di Torino, con l'apporto della Regione, ha avviato un'azione per sostituire l'attuale concessionaria con un'altra di maggiore affidabilità.
Nel merito dell'interpellanza si informa che gli uffici regionali, con lettera del 26/2/1996, hanno segnalato ai competenti Uffici della Provincia di Torino le presunte irregolarità nel rilascio dei titoli di viaggio e richiesto notizie in ordine alla soppressione del servizio Robassomero Lanzo al mercoledì.
L'Ente Provincia ha riferito che il servizio Robassomero-Lanzo è stato ripristinato con decorrenza 1/2/1996, mentre da parte della Ditta Soffietti sono state date assicurazioni sull'osservanza della normativa regionale prevista nel rilascio degli abbonamenti.
In più, devo dire che ieri sera è stata firmata in Giunta, dal Presidente, una delibera da me presentata che revoca taluni contributi impropriamente riscossi dalla Ditta Soffietti per pratiche amministrative che riguardano autobus. E' una ditta molto discutibile, per cui la risposta mi pare possa essere soddisfacente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Credo che quella degli utenti di questa linea sia un'odissea molto lunga perché purtroppo il caso non è ancora risolto.
Un gruppo di utenti si è rivolto a noi, e noi ci siamo occupati della questione: c'era da inorridire, sono successe cose assolutamente incredibili. Sono stati venduti due volte agli utenti gli abbonamenti illimitati. L'abbonamento illimitato è quello che permette di prendere il mezzo per un numero indeterminato di corse durante la giornata. La proprietà, invece, intendeva che questi abbonamenti valessero solo per una corsa di andata e ritorno, quindi chi lo utilizzava più volte era obbligato a comprare due abbonamenti. Sono stati introdotti, inoltre, degli abbonamenti non previsti da alcun regolamento, cioè degli abbonamenti inventati dalla proprietà che li ha adattati alle proprie esigenze e non alle esigenze degli utenti, negando anzi ad alcuni di loro (per esempio agli studenti), che in determinati periodi dell'anno non usufruivano del mezzo per tutto il mese, l'abbonamento settimanale, imponendo l'acquisto dell'abbonamento mensile o inventandone uno quindicinale.
Di questa realtà abbiamo mandato documentazione precisa insieme agli utenti. Alcuni di loro si sono presentati e hanno dimostrato di aver acquistato due volte l'abbonamento illimitato, hanno dimostrato come questo venisse timbrato invece di servire semplicemente da documento che accompagna il viaggio. Oltretutto, la gestione del servizio da parte della ditta avveniva in modo estremamente allegro: a volte invece di due pullman ne arrivava uno, spesso i pullman sbagliavano strada perché il personale era nuovo ed impreparato. Un giorno, poiché i pullman che dovevano essere adibiti a servizio di linea sono stati utilizzati per una gita - affittati per viaggi diversi - alcuni allievi hanno trovato davanti alla scuola i taxi, che li hanno portati a casa.
Non riesco a capire come mai questo atteggiamento continui: noi abbiamo denunciato tale situazione oltre un anno fa. E' vero che è soprattutto la Provincia ad occuparsi di questo aspetto specifico, ma non riesco a capire come mai, dopo un anno, questa ditta è ancora "in ballo" e continui a mantenere la gestione di queste linee.
Pertanto, sollecito l'Assessore a seguire l'atteggiamento di questa ditta; è vero che la Regione non ha più una gestione diretta in questo ambito, però è la Regione che eroga i finanziamenti alle ditte, quindi c'è da parte nostra un interesse a far sì che le cose vadano regolarmente.
Oltretutto, i lavoratori di questa ditta hanno dovuto ricorrere al tribunale varie volte, perché la ditta non versava loro i contributi e per un determinato periodo i contributi della Regione sono andati direttamente all'INPS in modo da compensare il mancato versamento.
Ho detto questo per spiegare che ci troviamo di fronte ad un'azienda assolutamente inaffidabile, che sarebbe da cancellare dall'elenco delle ditte che possono partecipare alle concessioni.


Argomento: Opere pubbliche - Viabilità

Interrogazione n. 308 dei Consiglieri Farassino, Dutto e Rosso relativa alla richiesta di intervento presso il Ministero dei Lavori Pubblici per la realizzazione del tratto finale della superstrada Torino-Pinerolo e la gestione della stessa da parte dell'ANAS


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 308 presentata dai Consiglieri Farassino, Dutto e Rosso.
Risponde l'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni

Rilascerò ai colleghi la corposa relazione in risposta all'interrogazione. Comunque assicuro loro che il problema dovrebbe considerarsi pressoché risolto dal rapporto avuto a livello di DI.CO.TER. a Roma (può riferire, se vuole, in tal senso anche il Presidente della Giunta che ha organizzato questo incontro). Tutte le pratiche di natura amministrativa sono state raccolte, saranno messe a punto, dopodich sapremo quando sarà possibile attivare i cantieri, ovviamente appena le pratiche saranno concluse.
Abbiamo anche prospettato la necessità che la realizzazione di tale opera non dovrà avere tempi lunghi. Mi pare di poter dire che il problema sia così stato risolto dopo l'intervento decisivo del Ministro Di Pietro che è venuto in Consiglio a dare una ragione alle nostre attese.
Consegnerei quindi la relazione in fotocopia, dopodiché le assicurazioni possono essere considerate come il superamento del problema: finalmente potremo realizzare quest'opera. Certo, i tempi sono quelli burocratici per attivare l'apertura dei cantieri, ma comunque il problema è stato risolto, anche perché c'è la credibile prospettiva di un autofinanziamento dell'opera.
La Regione mantiene l'impegno di un contributo a parte, così come è stato detto ufficialmente in altre occasioni.



PRESIDENTE

Questa è la Torino-Pinerolo, Assessore Masaracchio.
Assessore, vuole gentilmente riassumere?



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni

Lo stato dell'arte è che sono state raccolte tutte le pratiche amministrative, per cui avendo il dossier completo si attende l'autorizzazione ad aprire i cantieri; può essere un termine improprio comunque questa è la realtà. C'è la volontà di realizzarla insieme con la Provincia e con il Comune di Pinerolo: la Provincia e il Comune parteciperanno in quota parte anche se non in quantità rilevante. La Regione si rende disponibile a partecipare anch'essa, il resto sarà supportato dall'ANAS e dalla Concessionaria.



PRESIDENTE

E sul problema del casello?



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni

Tra Beinasco e Volvera ci sarebbe la possibilità di aprire un altro casello e l'ATIVA dovrebbe assumersi l'onere di trovare la compensazione attraverso la gestione per l'autofinanziamento dell'opera; ognuno fa la sua parte.
Do ora lettura della risposta scritta all'interrogazione: "Il completamento dell'autostrada Torino-Pinerolo si inserisce nel programma di completamento del Sistema Autostradale Tangenziale di Torino come Diramazione Autostradale Torino-Pinerolo, suddivisa in due tratti 'Drosso (Torino)-Orbassano' e 'Orbassano-Pinerolo'.
Detto programma fu definito con i Piani Stralcio Triennali 1985/1987 (che slittò di due anni in quanto solo con la legge finanziaria 1987 furono destinati fondi per la sua attuazione, a cui peraltro si ricorse per finanziare interventi collegati all'attuazione della legge speciale per il Campionato mondiale di calcio 'Italia '90') e 1991/1993 (i cui finanziamenti furono largamente utilizzati per l'attuazione degli interventi collegati alla legge speciale per le Manifestazioni 'Colombo '92') attuativi del Piano decennale della Grande Viabilità dello Stato ex art. 2 della legge n. 531/82.
Nell'ambito dei finanziamenti per i Campionati mondiali di calcio 'Italia '90', il Ministero del Tesoro autorizzò l'ANAS ad erogare all'ATIVA S.p.A. 30 miliardi per la realizzazione del primo tratto dell'anzidetta diramazione autostradale 'Drosso (Torino)-Orbassano', quale contributo dello Stato ex art. 5 della legge n. 531/82, secondo quanto definito con il Piano Stralcio Triennale 1985/1987. Mentre il secondo tratto 'Orbassano Pinerolo' fu realizzato per un primo tronco da Orbassano a Volvera in autofinanziamento sempre da ATIVA, nell'ambito delle Manifestazioni 'Colombo '92'.
Per il secondo tronco del secondo tratto del collegamento autostradale 'Orbassano-Pinerolo', non ricompreso nelle suddette leggi speciali, l'ATIVA seguì l'iter autorizzativo normale e, ottenuto il DEC/VIA favorevole sul progetto di massima n. 1956 del 9/8/1994, richiese alla DI.CO.TER., in data 14/2/1995, con nota prot. n. 2429, l'avvio della procedura di intesa sul progetto esecutivo redatto secondo le prescrizioni del Ministero dell'Ambiente, ex art. 81 del DPR n. 616/77, nel frattempo modificata con l'introduzione dell'istituto della Conferenza dei Servizi in caso di accertata non conformità agli Strumenti Urbanistici Comunali, in attuazione della legge n. 142/90 e degli artt. 2 e 3 del DPR n. 383/94.
La DI.CO.TER., con nota U.T. n. 141/95 del 12/4/1995, avviava formalmente presso la Regione Piemonte il procedimento di intesa ex art. 81 del DPR n. 616/77.
Nel frattempo, l'opera fu inclusa dal DL n. 118/95 nell'elenco degli interventi funzionali allo svolgimento dei Campionati mondiali di sci alpino del 1997 e dei Giochi del Mediterraneo di Bari, poi convertito in legge n. 235/95, giusta elenco delle opere di cui all'art. 3, commi secondo, lettera g), e 3 del citato DL.
Quindi l'ATIVA, in data 5/6/1995, con nota prot. n. 8157, richiese al Commissario straordinario di Governo la convocazione della Conferenza dei Servizi, prevista dall'art. 2 del DL n. 118/95, sul progetto esecutivo della 'Diramazione Autostradale Orbassano-Pinerolo II Tronco' del Sistema Autostradale Tangenziale di Torino e sul progetto esecutivo 'Barriera Esazione Pedaggi e Centro manutenzione di Beinasco'.
L'ATIVA ritenne di dover includere tra le opere per i Mondiali di sci alpino del 1997 e presentare alla Conferenza dei Servizi anche il progetto esecutivo della 'Barriera Esazione Pedaggi e Centro manutenzione di Beinasco', dovendo procedere alla realizzazione dell'opera in totale autofinanziamento, in quanto il DL n. 118/95 e poi la legge di conversione n. 235/95 non stanziavano alcun contributo statale per la realizzazione delle opere infrastrutturali a carico dell'ANAS e delle Società Concessionarie di Autostrade, non avendo, peraltro, il Ministero dell'Ambiente approvato nel DEC/VIA la barriera di esazione pedaggi di Airasca, prevista nel progetto di massima, del secondo tronco Orbassano Pinerolo, e prevedendo inoltre il DL n. 118/95, al comma secondo, lettera a), dell'art. 3, la prosecuzione dell'intervento con la trasformazione in tratto avente caratteristiche autostradali della SS n. 23 'del Sestriere' limitatamente alla tratta Pinerolo Porte (tangenziale di Pinerolo), in concessione ANAS alla stessa ATIVA, art. 3, comma terzo.
Quindi, entrambe le opere furono esaminate in sede di Conferenza dei Servizi convocata dal Commissario straordinario di Governo per i giorni 22 23/6/1995 e successivi, ma non ottennero il parere favorevole di tutti i Comuni interessati, in particolare di Volvera e di Beinasco e della Provincia di Torino.
La Regione, preso atto della conclusione negativa della Conferenza dei Servizi, portò a termine la procedura ordinaria relativa all'intesa ex art.
81 del DPR n. 616/77, avviata dalla DI.CO.TER. nell'aprile del 1995 per il 'Sistema Autostradale Tangenziale di Torino. Diramazione Autostradale Orbassano-Pinerolo. Secondo Tronco', sospesa per l'esame alla Conferenza dei Servizi per i Campionati mondiali di sci alpino del 1997, e con nota prot. n. 3759 del 9/8/1995 richiedeva alla DI.CO.TER. di convocare la Conferenza dei Servizi, ex art. 3 del DPR n. 383/94, avendo accertato, ex art. 2 dello stesso DPR, la non conformità con gli Strumenti Urbanistici dei Comuni di Volvera, Airasca, Piscina e Pinerolo e la conformità con lo Strumento Urbanistico del Comune di Scalenghe.
A seguito di ciò la DI.CO.TER., con nota prot. n. 820 del 18/12/1995 convocava la Conferenza dei Servizi presso il Ministero dei Lavori Pubblici per il 15/1/1996.
Per quanto riguarda il progetto esecutivo della 'Barriera di Esazione Pedaggi e Centro di Manutenzione di Beinasco', l'ATIVA, con nota 10/10/1995 prot. n. 14242, trasmise alla DI.CO.TER., all'ANAS, al Presidente della Giunta regionale ed alla Sovrintendenza per i Beni Ambientali Architettonici ed Archeologici del Piemonte, lo stralcio del progetto esecutivo, richiedendo alla DI.CO.TER. l'avvio della Procedura d'intesa, ex art. 81 del DPR n. 616/77.
La DI.CO.TER., titolare del procedimento, non diede però seguito con la trasmissione ufficiale del progetto e contestuale richiesta di avvio formale presso la Regione della Procedura, per cui da parte regionale non fu dato seguito all'istruttoria del progetto in tale ambito procedurale.
Nell'ambito della Conferenza dei Servizi convocata ex art. 3 del DPR n.
383/94 del 15/1/1996 tenutasi in Roma, la DI.CO.TER. richiese per la conclusione dell'intesa che fossero definite le fonti di finanziamento che, trattandosi di opera da realizzarsi in autofinanziamento da parte della Società Concessionaria, non poteva trovare copertura che con l'introduzione di un pedaggio sull'infrastruttura da realizzarsi, le cui revenienze, insieme a quelle già provenienti dal resto della rete in concessione ATIVA, fossero in grado di coprire i costi della realizzazione e della manutenzione della stessa.
In tale sede fu avanzata dai Comuni e dalla Provincia di Torino la richiesta di un intervento finanziario dell'ANAS a copertura del costo dell'opera per l'eliminazione della barriera di Beinasco, adducendo il fatto che con l'introduzione del pedaggio sulla tratta in esercizio, e comunque sul collegamento autostradale, se ne sarebbero ridotti gli effetti attrattivi sul traffico in attraversamento dei centri abitati sottesi vanificando in gran parte l'obiettivo per cui veniva realizzata l'infrastruttura.
Il rappresentante dell'ANAS alla Conferenza dei Servizi escluse la possibilità per l'Ente di sostenere l'onere finanziario della costruzione ribaltando agli Enti locali la richiesta di tale intervento finanziario a fronte dell'eliminazione del pedaggio, per cui, non potendosi trovare un punto di accordo, la Direzione della DI.CO.TER. dichiarò sospesa la Conferenza dei Servizi senza un nulla di fatto.
Per risolvere la controversia nata con gli Enti locali, nel dicembre del 1995 il Prefetto di Torino fu incaricato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri di ricercare soluzioni di unanime gradimento, salvaguardanti l'equilibrio finanziario della Società.
Fu quindi costituito un tavolo di concertazione con gli Enti locali ed un gruppo tecnico fra gli Uffici tecnici degli stessi Enti dell'ATIVA e dell'ANAS, coordinato dal Viceprefetto per proporre possibili soluzioni tecnico-economiche per superare l'impasse venutasi a creare con il pronunciamento negativo degli anzidetti Comuni e della Provincia di Torino cui si aggiunsero i Comuni di Orbassano e di Airasca.
Nel corso delle numerose riunioni che si tennero nei mesi di dicembre 1995 e gennaio 1996, furono proposte diverse soluzioni che comportavano tutte comunque un consistente concorso da parte degli Enti locali per diverse decine di miliardi (70) per sopperire ai mancati introiti non più derivanti dalla non costruzione della barriera di esazione pedaggio in Beinasco, comportanti comunque l'introduzione di una barriera in altra località sul primo tratto del secondo tronco Orbassano-Pinerolo, senza pervenire di fatto ad alcuna intesa, per cui la situazione è ancora, alla data odierna, congelata.
La Regione sostenne e sostiene che la barriera di esazione pedaggio di Beinasco è da considerarsi funzionale ed equamente compatibile con l'attuale equilibrio finanziario e di regime di esercizio del sistema tangenziale di Torino e che la sua non introduzione va considerata nell'ambito di una revisione generale del sistema tangenziale torinese e delle modalità finanziarie e modello di esercizio che attenga ad una diversa organizzazione dello stesso ed alla localizzazione delle attuali barriere.
A tale proposito, la Provincia di Torino ha affidato ad una Società specializzata (CSST), d'intesa con la Regione, uno studio per un nuovo modello di esercizio del sistema tangenziale torinese al fine di renderlo il più equo possibile con la finalità, anche attraverso la leva del pedaggio ed una diversa e più funzionale articolazione delle barriere, di modulare e controllare i flussi che in alcune ore sono ormai in saturazione con la formazione di code.
Sull'argomento era previsto un primo step, entro il mese di giugno sulle prime ipotesi dello studio, al fine di avere orientamenti più definiti, confortati da analisi scientifiche ed economiche. A questo proposito, in data 26/7/1996 si è appreso dall'Assessore Campia della Provincia di Torino che è stato concluso il previsto primo step di cui sopra e relativa prima fase dello studio che è stato ufficiosamente presentato al Consiglio provinciale. In quella sede si è deciso inoltre di programmare un seminario di lavoro per i mesi di settembre ed ottobre per pervenire alla fase conclusiva.
Circa, infine, la proposta avanzata dagli interroganti che l'ANAS si sostituisca all'ATIVA nel completamento dell'opera e nella gestione di tutta l'autostrada ridefinita come superstrada, la stessa contrasta con il fatto che l'opera è stata affidata dallo Stato ad un Concessionario con Decreto, quindi l'ANAS non può legittimamente sostituirsi allo stesso fintanto che il Concessionario non si dimostri inadempiente o fino allo scadere della concessione od alla rinuncia da parte del Concessionario medesimo.
Inoltre, le ben note difficoltà economiche del bilancio dell'ANAS e la cronica insufficienza di fondi attribuiti alla stessa da parte del Tesoro rendono assai poco fattibile in termini economici la proposta, laddove lo Stato non riesce a trovare neanche le risorse per un concorso finanziario sull'investimento, senza contare gli oneri manutentori.
Visto, peraltro, che non si riesce a pervenire ad una soluzione di comune gradimento in sede locale, i parlamentari pinerolesi hanno ritenuto di dover agire direttamente sul Ministro dei Lavori Pubblici per richiedere o un contributo statale, oppure altre soluzioni tramite la concedente ANAS restando ferma la posizione dei Comuni ricompresi nell'area metropolitana torinese (Beinasco ed Orbassano) e dei Comuni di Volvera ed Airasca e della Provincia di Torino avverso l'ipotesi della barriera di pedaggio a Beinasco e la richiesta di percorrenza delle tratte già realizzate in libero transito".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

La ringrazio, Assessore. Aspetteremo di avere tutta la documentazione.
Raccomandiamo di seguire il problema, non vorremmo che dopo tutte queste promesse i cantieri non venissero aperti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Considerata la comunicazione successiva all'incontro tenutosi con il Ministro, in parte anticipata dalla stampa, volevo capire cosa si è definito, in concreto, relativamente alla Torino-Pinerolo, per quanto riguarda il casello di Avigliana e per l'Asti-Cuneo.


Argomento: Viabilità

Comunicazioni della Giunta regionale in merito alla richiesta di intervento presso il Ministero dei Lavori Pubblici per la realizzazione del tratto finale della superstrada Torino-Pinerolo e la gestione della stessa da parte dell'ANAS


PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo, per alcune comunicazioni in merito al problema sollevato dall'interrogazione n. 308.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Nell'incontro con il Ministro Di Pietro avevamo segnalato la necessità di realizzare l'ultimo tratto, di 11 chilometri, da Airasca a Pinerolo.
Come promesso - e come nei patti - ci siamo visti a Roma, alla sede del Ministero dei Lavori Pubblici, con l'arch. Fontana, responsabile della DI.CO.TER., e con i rappresentanti della Società ATIVA. Dall'analisi del problema risulta che il tratto in oggetto - gli ultimi 11 chilometri - è privo di concessione; per i tratti precedenti, invece, anche in deroga ad una legge che si riferisce alle "Colombiadi" ed ai "Mondiali", l'aspetto tecnico-formale sembra essere superato. A parte alcuni chiarimenti che il Ministero si è riservato, non è più, questo, un elemento di discussione o di contendere.
Come i colleghi sapranno, l'ATIVA ha le concessioni per la tangenziale che scadranno nel 2005 - anche questo, elemento messo sul tavolo (avevo dimenticato di informare il Consiglio sulla presenza dell'Assessore della Provincia, Campia e, per l'ATIVA, del Presidente Caretta).
Le conclusioni alle quali si è addivenuti sono che, entro l'11 novembre, l'ATIVA presenterà un progetto di piano finanziario che tiene in considerazione le richieste che le Amministrazioni locali - Regione e Provincia - hanno fatto alla Società e al Ministero dei Lavori Pubblici: non insediare il casello a Beinasco per i "famosi" problemi di pedaggio ampiamente sviscerati.
L'ipotesi del progetto prevedeva il casello ad Airasca, ma il Ministero dei Beni Ambientali aveva espresso parere negativo. La soluzione intermedia, che sembra essere quella maggiormente percorribile, è la collocazione del casello a Volvera. Questo, secondo la Società autostradale, per un calcolo di flussi di traffico, non permetterebbe l'autofinanziamento degli 11 chilometri di cui si diceva.
Personalmente, e per come si è svolto l'incontro, posso con ragionevolezza pensare che l'ATIVA addiverrà, probabilmente, ad accettare la localizzazione del casello a Volvera e a realizzare gli ultimi 11 chilometri in autofinanziamento, ovvero con nessun tipo di contributo da parte dell'ANAS.
Quella espressa, naturalmente, è una mia personale deduzione; le due ipotesi di piano finanziario che l'ATIVA proporrà al Ministero dei Lavori Pubblici, ed in maniera più specifica all'arch. Fontana, responsabile della DI.CO.TER., prevederanno un progetto di autofinanziamento con casello a Beinasco e studi di flusso di traffico - che però, nel frattempo, sono cambiati, visto che quelli precedenti erano datati a due anni fa. C'è quindi un aggiornamento ed una nuova valutazione dei flussi di traffico con casello a Beinasco e con casello a Volvera.
Naturalmente, come Amministrazione - e in questo c'è totale accordo con la Provincia - riteniamo che l'ATIVA debba realizzare questo successivo tronco di autostrada; non dimentichiamo che è nella logica che la concessione venga data all'ATIVA - trattandosi di tratto finale di un'autostrada già in concessione alla stessa - ma, comunque, non è scritto da nessuna parte. Il fatto che l'ANAS sia disponibile a che venga data concessione all'ATIVA e che probabilmente può entrare in discussione il prolungamento delle concessioni sulla tangenziale, dovrebbe portare l'ATIVA a realizzare un piano finanziario in autofinanziamento per la realizzazione del tratto finale e con il posizionamento del casello a Volvera.
Questo è l'obiettivo che ci siamo posti; in questo ci sembra di avere una validissima sponda nel Ministero dei Lavori Pubblici.
Voglio aggiungere, poiché il discorso è stato affrontato anche in altri termini, che vi è la volontà di valutare il riordino del pedaggio sulla rete tangenziale di Torino. Elemento, questo, oggetto di ampia valutazione e discussione; il Ministero, ma soprattutto la DI.CO.TER., in particolare si è resa disponibile a recepire una Commissione mista tra Amministrazioni locali, Ministero dei Lavori Pubblici e, naturalmente, Società autostradale concessionaria della tangenziale, per fare questo genere di valutazioni in base anche ad un progetto e ad uno studio presentato dalla Provincia di Torino e realizzato da una società che prevede dei meccanismi di slittamento di tariffe secondo flussi di traffico e orari - fatto abbastanza innovativo, ma altrettanto complicato da realizzare. Rimane il fatto che dal Ministero dei Lavori Pubblici abbiamo avuto l'"ok" per intraprendere questi studi e valutazioni, per addivenire ad una razionalizzazione del pedaggio su tutta la rete legata alla tangenziale.
Si era pensato di poter discutere anche di Corso Marche, ma alla riunione non si è presentato alcun rappresentante del Comune. Di conseguenza, l'arch. Fontana ha ritenuto di stralciare l'argomento all'o.d.g. e di rimandarlo alla prossima seduta.



PRESIDENTE

Siccome consideriamo come una comunicazione della Giunta regionale questa integrazione del Presidente Ghigo, e data l'importanza dell'argomento, possiamo dare la parola a chi la richiede.
La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Intervengo per una breve constatazione, al di là della questione della Torino-Pinerolo e degli altri progetti discussi.
Mi pare, infatti, che la Regione non abbia fatto abbastanza presente al Ministero il problema della liberalizzazione della tangenziale. Siamo l'unica metropoli - insieme a Bologna, mi pare - con un sistema di gestione della tangenziale che comporta un intasamento dei Comuni dell'area metropolitana, dovuto al non utilizzo della tangenziale stessa.
Certo, se ne è discusso "incidentalmente" rispetto alla Torino Pinerolo, ma il problema, ormai ventennale - risultato di una gestione di lobby tra SATAP, ATIVA, ecc., per costruire nuove autostrade, tenendo le tariffe solo per poter gestire nuove concessioni - di fatto provoca una sfacelo in tutte le strade provinciali, statali e comunali dei Comuni interessati dalla tangenziale. Occorre porre rimedio in maniera concreta ed energica; non ha senso continuare a trattare nuovi pezzi di tangenziale o di autostrada senza risolvere questo nodo a monte.
Ritengo, invece, che non si abbia ben presente l'entità del problema perché anche lo studio della Provincia non propone un nuovo sistema di tariffazione, ma solo alcune soluzioni per risolvere il problema.
La Provincia deve studiare il problema e proporre una soluzione, ma la Regione deve, con la dovuta energia, porsi l'obiettivo di risolvere questo problema, innanzitutto ponendolo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bellion.



BELLION Marco

Mi pare che le comunicazioni del Presidente salutino la conclusione di questa vicenda, che si è trascinata da oltre un decennio e che ha visto penalizzare fin troppo l'area del Pinerolese e il suo conseguente sviluppo.
Il completamento degli ultimi 11 chilometri di questa autostrada, al di là della vicenda del casello - ben venga l'intervento del Ministro per bloccare tale vicenda - che ha rischiato di pizzicare la realtà in una discussione che andava ben oltre alla realtà del Pinerolese, che è quella del prolungamento delle concessioni o meno, del sistema della tangenziale e della liberalizzazione, significherà comunque una penalizzazione rispetto al Pinerolese.
Quindi, ben venga la conclusione, siamo disponibili a questo ulteriore sacrificio; l'importante è che i tempi siano reali anche alla luce di ci che nel Pinerolese si sta realizzando: le aree integrate con relativi finanziamenti comunitari che rischiano di non decollare se questa opera non verrà realizzata in un paio di anni.
Quindi, noi rimaniamo attenti a questa vicenda e chiediamo alla Giunta di fare la propria parte.
Non so se le comunicazioni dell'Assessore, rispetto ad un impegno finanziario della Regione, entrino o meno in gioco; rimane comunque aperto il problema della ferrovia. Non voglio aprire un nuovo capitolo, ma a fianco del completamento occorrerà anche rivedere la linea che accennava prima l'Assessore, cioè la Torino - Pinerolo - Torre Pellice, che è una delle linee a più alto traffico regionale dal punto di vista ferroviario e che nel II Piano regionale dei trasporti era bloccata o comunque non era previsto il raddoppio da tempo auspicato.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Rispondo prima al Consigliere Cavaliere. Devo constatare, e lo constato con piacere, che nel Ministero dei Lavori Pubblici si respira un'aria nuova. C'è un atteggiamento ben diverso. Naturalmente quando l'arch.
Fontana mi manderà il verbale della riunione, lo metterò a vostra disposizione.
Le considerazioni del Consigliere Cavaliere sui rapporti con le Società autostradali sono legittime ed assolutamente comprensibili, ma questa non è la sua posizione; è la posizione che questa Amministrazione ed il Ministero dei Lavori Pubblici sta tenendo nei confronti delle Società autostradali.
Anche in relazione all'intervento che lei ha fatto in occasione dell'incontro con il Ministro Di Pietro, volevo solo dirle che le cose si svolgono in maniera totalmente trasparente e chiara e che l'atteggiamento che il Presidente dell'ANAS e la stessa Giunta regionale del Piemonte hanno nei confronti delle concessionarie è preciso e chiaro. Non è interpretabile in altro modo, se non quello di voler raggiungere il risultato della realizzazione delle autostrade, che riteniamo necessarie per la viabilità del Piemonte.
Non è vero - altro elemento che mi permetto di contestare al Consigliere Cavaliere - che l'argomento del riordino delle tariffe sulla tangenziale di Torino è stato affrontato in maniera secondaria. Infatti abbiamo presentato ed ottenuto, da parte del Ministero, la costituzione di una Commissione presso la DI.CO.TER. per studiare il problema; lei stesso citava uno studio della Provincia di Torino, che propone quattro o cinque soluzioni, e mi sembra - giudicate da lei - nessuna risolutiva.
Il problema è quello della liberalizzazione della tangenziale di Torino per decongestionare il traffico nei Comuni della cintura. Vorrei ricordarle che oggi, in certe ore, abbiamo la tangenziale congestionata ed è quindi difficilmente immaginabile che possa sopportare ulteriore traffico.



CAVALIERE Pasquale

Non è vero.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Lei dice che non è vero. Io mi riferisco ai dati tecnici che mi fornisce l'Assessorato, poi se sono veri o meno è un altro elemento.
La liberalizzazione, considerando che la concessione scade nel 2005 e che la manutenzione di una tangenziale come quella di Torino ha dei costi che qualcuno deve comunque sostenere, è un discorso che abbiamo assolutamente a cuore, considerando anche che il togliere i caselli porta ad un decremento di occupazione piuttosto consistente.
Sono tutti elementi di cui bisogna tenere ampiamente conto, perché il casello di Santena, ad esempio, che è un casello - a detta di tutti completamente inutile, offre lavoro a 130 persone, e, se non si pensa prima alla loro ricollocazione, non si può togliere il casello e poi avere un problema occupazionale di 130 persone. Sono considerazioni che si devono fare per raggiungere un obiettivo di razionalizzazione.
Personalmente - lo dico in tutta sincerità - non so se si possa arrivare alla liberalizzazione della tangenziale di Torino; è estremamente difficile e sono convinto che non sia possibile.
Sicuramente è necessario arrivare ad una razionalizzazione, necessaria ed importante anche per i flussi di traffico.
Il Consigliere Bellion mi ha chiesto se la Regione prevede degli investimenti. No, sulla Torino-Pinerolo, la Regione, come l'ANAS, non ha previsto una lira; perciò se vogliamo concludere la Torino-Pinerolo dobbiamo concluderla in autofinanziamento, cioè la deve fare l'ATIVA.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Non voglio fare botta e risposta, però credo che la questione sollevata dal Presidente sia una novità. Per la prima volta, cioè, apprendiamo che la Regione, che in passato aveva espresso chiare posizioni sulla liberalizzazione della tangenziale, anche se difficoltosa, ha una posizione differente. Pensa ad una razionalizzazione e non più alla liberalizzazione quindi, questo non è un obiettivo.
Comunicheremo ai Sindaci, che conoscevano altre posizioni degli Enti pubblici rispetto al problema, le recenti posizioni della Giunta regionale e sarà una questione su cui discuteremo nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Mi sembra un'interpretazione un po' faziosa.



CAVALIERE Pasquale

Letterale.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Quando dico che ci stiamo pensando e vogliamo addivenire alla soluzione migliore, significa che la soluzione migliore sarà quella che risulterà dalle valutazioni che faremo.
L'obiettivo è sicuramente quello di razionalizzare. Mi sembra che anche la Provincia non abbia come obiettivo a priori - mi corregga se sbaglio quello della liberalizzazione della tangenziale.



CAVALIERE Pasquale

Ha quello come obiettivo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Se come Amministratore posso raggiungere l'obiettivo di non far pagare un servizio ai cittadini, non sono così stupido da non volerlo raggiungere! Il problema è che ci arriviamo.


Argomento: Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 411 dei Consiglieri Farassino, Rosso, Galli e Dutto relativa alle persone soggette a controllo all'Aeroporto di Caselle


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione n. 411 presentata dai Consiglieri Farassino, Rosso, Galli e Dutto.
Risponde il Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

In relazione all'oggetto di cui alla succitata interrogazione è stato interessato il Questore di Torino, il quale comunica quanto segue.
All'interno dell'Aerostazione esistono tre locali attualmente in uso alla Polizia di Stato: uno per il Capo Turno, uno per la Polizia Giudiziaria ed uno per il personale addetto al settore Arrivi internazionali.
La società di gestione aeroportuale ha assegnato un quarto ufficio, da destinarsi al Vicedirigente, che non è utilizzabile per mancanza di collegamento telefonico.
Vi è un solo locale per la temporanea accoglienza degli stranieri respinti.
Per la sala degli allarmi, inserita all'interno dell'Aerostazione, è in fase di studio una nuova collocazione delle apparecchiature ivi contenute al fine di rendere il servizio realmente operativo.
L'ufficio di Frontiera non dispone di apparecchio fotografico tipo Polaroid, da utilizzarsi in caso di respingimento, per poter scattare le tre fotografie da apporre sul modello "ICAO". Provvede, per questo, il Gabinetto regionale di Polizia Scientifica.
Già in data 6/4/1994, 23/12/1994 e 25/11/1995 il Dirigente l'Ufficio di Polizia di frontiera in questione inoltrò al Ministero dell'Interno formale richiesta per avere in dotazione un apparecchio fotografico, per il momento non ancora assegnato.



PRESIDENTE

Gli interroganti si dichiarano soddisfatti.


Argomento: Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 467 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea relativa al rischio di scontro ferroviario a Porta Nuova


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 467 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea.
Risponde l'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni

In merito alle osservazioni sollevate dai Consiglieri regionali con l'interpellanza in esame, relativamente ai fatti accaduti il 12 febbraio u.s. in prossimità della stazione di Torino Porta Nuova, dove due treni passeggeri hanno evitato in extremis la collisione, questo Assessorato ha richiesto alla Direzione regionale delle Ferrovie dello Stato - Servizio Produzione - notizie sia sulla dinamica dell'incidente che sulla "denunciata carenza", come viene asserito testualmente dagli interpellanti degli "standard di sicurezza resi assai precari dai lavori in atto".
Il Servizio Produzione, come sopra interpellato, ha precisato che i lavori in atto alla data dei fatti hanno riguardato opere di manutenzione straordinaria (rifacimento massicciata binari) che hanno costretto ad utilizzare, in quella tratta, un solo binario invece dei due esistenti.
L'osservazione fatta dalle Ferrovie a seguito dell'incidente, "che non ci sarebbe stato alcun pericolo", va riferita al fatto che nella tratta ad unico binario i mezzi viaggiavano a velocità ridottissima (max 30 km/h) per cui hanno escluso che si sarebbe potuto verificare una collisione. Hanno comunque confermato che si è trattato di errore umano e che è in atto un'inchiesta.
Tale errore ha però fatto sì che da quel momento venissero aumentate le misure precauzionali, tanto che le FS hanno assicurato che in futuro non si potranno più verificare situazioni del genere.
Le FS hanno altresì precisato che con l'entrata in funzione del nuovo impianto ACEI (Apparecchi Centrali Elettrici Idrodinamici), gli standard di sicurezza sono aumentati; infatti questa nuova apparecchiatura consente oltre all'automazione della circolazione dei treni e delle manovre, una più razionale utilizzazione dei binari e dei marciapiedi, nonché una maggiore ricettività della stazione di Porta Nuova dovuta alla riduzione dei tempi di ingresso e di uscita dei treni. Ad aumentare gli standard di sicurezza sta per essere completata, nel nodo ferroviario di Torino, l'installazione di un meccanismo denominato "blocco automatico banalizzato" che consentirà la lettura della segnaletica ferroviaria in entrambi i sensi di marcia di ogni binario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

La risposta dell'Assessore è per certi versi contraddittoria. Mi riferisco alla risposta di cui ha dato lettura, dicendo che non c'erano rischi perché i due treni, che per fortuna non hanno avuto la collisione potevano viaggiare al massimo a 30 km/h. Io credo che, se due treni che viaggiano a 30 km/h non riescono ad evitare, come è successo invece in questo caso, l'incidente, i rischi siano un po' più alti di quelli che valutano le Ferrovie; se due treni viaggiano contemporaneamente a 30 km/h penso che possa verificarsi già un bell'impatto. Mi pare, quindi, che chi ha dato questa risposta all'Assessore abbia banalizzato il problema.
D'altro canto, lo dimostra il fatto che successivamente sono state incrementate le misure. Prima si dice che non c'era alcun rischio, però poi si riconosce che il rischio c'era e si interviene per far sì che non possa più succedere quello che per caso e per fortuna non si è verificato, ma si è arrivati ad un attimo dal fatto che si verificasse. Credo quindi si sia riconosciuto, attraverso le misure prese successivamente, che invece i rischi c'erano.
Ritengo, questo, un problema generale; gli incidenti che si sono verificati a Torino in ambito ferroviario sono sempre stati legati a momenti di lavori in corso, a fasi di ristrutturazione, quindi c'è un problema che viene sottovalutato. Secondo me, lo dimostra anche l'incidente della scorsa settimana a Caselle, che - combinazione - ha le stesse caratteristiche, cioè ci sono dei lavori in corso e in quel momento c'è una concentrazione del rischio che viene sottovalutata. Bisogna prendere coscienza di questo fatto e cominciare a pensare che quando ci sono dei lavori c'è una situazione straordinaria che richiede misure straordinarie il che vuol dire che in quel periodo si deve programmare ed organizzare il traffico in modo diverso, si deve intervenire sulle caratteristiche del traffico stesso. Non si può fare finta che il problema non esiste! Solo perché ci sono altre priorità non si può semplicemente sperare che non si verifichino incidenti, che purtroppo quando accadono (lo abbiamo verificato sia a Porta Nuova che nelle vicinanze) spesso sono mortali o comunque sono incidenti di estrema gravità.
Contesto quindi il carattere burocratico e la contraddittorietà di questa risposta, che ovviamente non è da addebitare all'Assessore, ma a chi l'ha preparata. Non mi soddisfa perché cerca di dire, arrampicandosi sui vetri, che non c'era alcun problema.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza n. 474 dei Consiglieri Chiezzi e Simonetti relativa alla mancata assunzione della signora Laura N. presso una multinazionale in quanto presunta sieropositiva


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 474 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti.
Risponde l'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore al lavoro

E' innanzitutto opportuno far presente che l'argomento oggetto dell'interpellanza non rientra fra le competenze del mio Assessorato.
Ciò premesso, occorre precisare che la legge che regolamenta la materia è la n. 135 del 5/6/1990: "Programma di interventi urgenti per la prevenzione e la lotta contro l'AIDS".
L'accertamento dell'infezione è previsto all'art. 5, laddove si stabilisce che: "...Nessuno può essere sottoposto, senza il suo consenso ad analisi tendenti ad accertare l'infezione da HIV se non per motivi di necessità clinica nel suo interesse. Sono consentite analisi di accertamento di infezione da HIV, nell'ambito di programmi epidemiologici soltanto quando i campioni da analizzare siano stati resi anonimi con assoluta impossibilità di pervenire all'identificazione delle persone interessate" (terzo comma). "...L'accertata infezione da HIV non pu costituire motivo di discriminazione, in particolare per... l'accesso o il mantenimento di posti di lavoro" (quinto comma).
Sempre la stessa legge prevede altresì i divieti per i datori di lavoro, proibendo agli stessi di svolgere "...indagini volte ad accertare nei dipendenti, o in persone prese in considerazione per l'instaurazione di un rapporto di lavoro, l'esistenza di uno stato di sieropositività..." (art. 6, primo comma).
Al riguardo, però, è intervenuta la sentenza della Corte Costituzionale n. 218 del 23/5/1994, la quale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale del terzo e quinto comma del surrichiamato art. 5 della legge n. 135/90 "...nella parte in cui non prevede accertamenti dell'assenza di sieropositività all'infezione da HIV come condizione per l'espletamento di attività che comportano rischi per la salute di terzi".
Ne deriva, pertanto, che non avendo sufficienti elementi di conoscenza circa l'attività che la signora Laura N. avrebbe dovuto svolgere nella non meglio precisata "multinazionale delle elettrocomunicazioni", non si è in grado di poter inquadrare in quale fattispecie prevista dalla legge rientri il caso oggetto di interpellanza.
Altro problema è invece quello relativo alla possibilità di "procedere immediatamente all'offerta di un posto di lavoro in ambito regionale..." così come richiesto dagli interpellanti.
In proposito devo fare presente che, attualmente, le assunzioni di personale regionale avvengono attraverso pubblici concorsi, fatte salve le assunzioni obbligatorie previste dalla legge n. 482/68 (fra le quali per non è prevista la categoria "sieropositivi") e le chiamate nominative degli orfani delle vittime del terrorismo.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Ringrazio l'Assessore, ma non sono soddisfatta della risposta che ha dato. L'Assessore ha citato la legge n. 135/90 a cui noi, anche se non menzionandola esplicitamente, abbiamo fatto riferimento nella nostra interpellanza. Il concetto che abbiamo voluto sottolineare attraverso questa interpellanza è esattamente quello che l'Assessore ha chiarito ossia la violazione di legge rispetto alla legge n. 135/90 e quindi il superamento delle funzioni che, in teoria, il datore di lavoro ha effettuato con l'indagine svolta sullo stato di salute effettivo della dipendente.
Se non ho capito male, l'Assessore dice che in seguito, nel 1994, c'è stata una modifica, un annullamento della Corte Costituzionale proprio rispetto ai commi che fanno riferimento al fatto che il datore di lavoro non può svolgere un'indagine rispetto allo stato di salute di un suo dipendente. In teoria, con l'annullamento della Corte Costituzionale, la dignità lesa, a cui noi abbiamo fatto riferimento nella nostra interpellanza, in qualche modo non doveva essere menzionata. Comunque andremo a vedere la deliberazione della Corte Costituzionale che va ad annullare tali commi, sulla quale non mi trovo - almeno superficialmente d'accordo.
In ogni caso, l'Assessore non ha risposto alla domanda essenziale che avevamo posto, cioè se il datore di lavoro poteva svolgere un'indagine.
Certo non credo che la Corte Costituzionale abbia dichiarato che l'indagine svolta dal datore di lavoro, per motivi relativi all'attività lavorativa del dipendente, possa rendere pubblico lo stato di salute di un dipendente in questo caso particolare perché si tratta di una persona sieropositiva ciò potrebbe essere vincolante, per esempio, nei rapporti sociali ed interpersonali a livello dell'attività lavorativa, ma anche a livello della società e quindi della vita stessa della persona.
Quali iniziative di giustizia intende assumere l'Assessorato rispetto a questa persona? A questo punto non è stata data risposta dall'Assessore, il quale ha detto: "Noi non possiamo rispondere, non ci prendiamo in qualche modo l'onere di rispondere alle motivazioni che hanno portato la ditta a rendere pubblico lo stato di salute". Ripeto le parole dell'Assessore: "Altro ambito sono le dichiarazioni di una funzione di tipo regionale perché le assunzioni sono bloccate". Tuttavia, rispetto ad un tema come questo, che comunque lede - e noi l'abbiamo detto - la dignità di una persona nell'ambito lavorativo, ma anche sociale, sarebbe stato utile ricevere una risposta più consona, proprio perché, anche se la Corte Costituzionale annulla un ambito, non ne esclude un altro, quindi non è detto che il datore di lavoro doveva rendere pubblica la condizione del dipendente.


Argomento:

Sollecito risposta ad interrogazione


PRESIDENTE

Prima di dare la parola all'Assessore Masaracchio per la risposta all'interpellanza n. 491, devo ricordare, anche per rispetto da parte della Conferenza dei Capigruppo, che era stato deciso di discutere l'interpellanza n. 826, sollecitata dai Consiglieri Marengo e Vindigni relativa al Piano di attuazione ANAS per l'anno 1996 in Piemonte. Qui però, non vedo traccia di scrittura, per cui questo significa che gli uffici competenti non hanno predisposto la risposta.
Vicepresidente Majorino, lei non ne può nulla, però credo che quando ci sono delle sollecitazioni particolari da parte della Conferenza dei Capigruppo, bisogna, per quanto è possibile, rispondere.



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Mi impegno a farlo nel più breve tempo possibile.


Argomento: Lavoro - Movimenti migratori: argomenti non sopra specificati - Norme generali sui trasporti

Interpellanza n. 491 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea relativa alla necessità di trasporto per i dipendenti dello stabilimento "La Maggiora" di Chivasso


PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio per la risposta all'interpellanza n.
491 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea.



MASARACCHIO Antonino, Assessore al lavoro

La Provincia di Torino, competente in materia di trasporti, ai sensi della L.R. n. 1/96, con lettera datata 1/7/1996, pervenuta al Settore Trasporti in data 19/7/1996, circa il problema dei lavoratori dello stabilimento "La Maggiora" di Chivasso, occupati nel turno centrale (8-17) ha comunicato, in risposta alla nota regionale n. 4444 del 6/5/1996, che in data 5/12/1995 è stata tenuta apposita riunione presso la sede di Ivrea.
Dall'esito di detta riunione è emerso che sulla tratta interessata Ivrea-Chivasso esistono adeguate corse ferroviarie, sia per l'andata che per il ritorno, usufruibili dalle suddette maestranze.
Tale valutazione è stata accettata dai rappresentanti sindacali presenti alla riunione.
Faccio presente che questa interpellanza era stata già esaminata durante una precedente seduta di Consiglio e che è stata mantenuta appunto in attesa di queste risposte da parte della Provincia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

I lavoratori che hanno sollevato il problema (non so di preciso chi abbia trattato con la Provincia) sono lavoratori che hanno continuato a lavorare all'interno degli stessi capannoni e hanno cambiato "etichetta" sono passati cioè da lavoratori della "FIAT Lancia" a lavoratori de "La Maggiora". Questo cambiamento ha comportato loro un piccolo problema: mentre prima c'erano i pullman che li portavano nello stabilimento, ora non ci sono più. E' vero che se ci si dà da fare magari si riescono a trovare altri mezzi (ci sono i treni, forse i pullman di linea), ma tenendo conto della dislocazione della fabbrica, tenendo conto del fatto che la gente cerca di risparmiare un po' di tempo - si tratta di pendolari l'alternativa che si ritiene di considerare è quella del trasporto individuale, che è più costoso, ma permette sicuramente un grande risparmio di tempo (e, visto il numero di ore che si passano fuori casa, in genere è una questione a cui si tiene molto).
Quindi, la soluzione adottata non mi soddisfa, ma soprattutto non soddisfa i lavoratori, i quali avevano chiesto che, pur all'interno di un cambiamento, per cui smettevano di essere lavoratori della "Lancia" e diventavano lavoratori de "La Maggiora", venissero trattati nel modo in cui erano trattati precedentemente.
Purtroppo, molto spesso - come in questo caso - ciò non avviene e con le ristrutturazioni i lavoratori vedono peggiorare l'insieme delle loro condizioni materiali.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Papandrea.
Abbiamo dunque terminato la discussione delle interrogazioni e delle interpellanze.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 5) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico: a) Congedi Hanno chiesto congedo i Consiglieri D'Ambrosio e Farassino.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

d) Termine per la conclusione dei lavori della Commissione speciale per la revisione dello Statuto


PRESIDENTE

Comunico inoltre che, su richiesta motivata della Commissione speciale per la revisione dello Statuto e con l'assenso dell'Ufficio di Presidenza espresso in data 27 settembre u.s., il termine di sei mesi per la conclusione dei lavori della Commissione stessa e la presentazione della relazione al Consiglio decorre dalla data di insediamento della Commissione tecnica e cioè dal 19/9/1996.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. i seguenti provvedimenti: progetto di legge n. 226: "Devoluzione di quote di assegnazioni statali vincolate nonché ulteriori variazioni al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1996 e disposizioni finanziarie per gli anni 1997 e 1998".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.
Ordine del giorno n. 328 presentato dai Consiglieri Marengo, Manica Riggio, Bertoli e Riba relativo alla sciagura in prossimità dell'Aeroporto Torino-Caselle.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
Ordine del giorno n. 329 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro Papandrea, Simonetti e Cavaliere relativo alla sciagura in prossimità dell'Aeroporto Torino-Caselle.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
Ordine del giorno n. 330 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro Papandrea, Simonetti e Cavaliere relativo all'Alta Velocità.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto all'unanimità dei 37 Consiglieri presenti.
Ordine del giorno n. 331 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro Papandrea e Simonetti, che viene allegato alle comunicazioni del Presidente della Giunta regionale.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto all'unanimità dei 37 Consiglieri presenti.


Argomento: Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Comunicazioni della Giunta regionale in merito all'incidente aereo all'Aeroporto di Caselle


PRESIDENTE

Passiamo alle comunicazioni della Giunta regionale, di cui al punto 6) all'o.d.g.
La parola pertanto al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Com'è noto, martedì scorso alle ore 10,45 un aereo Cargo, tipo Antonof proveniente da un aeroporto situato nei pressi di Mosca, dopo aver attraversato la pista in fase di atterraggio, si è schiantato nella collina del Comune di S. Francesco al Campo, a circa 1.000 metri a nord del confine aeroportuale.
Quando l'incidente è occorso, l'aeroporto era operativo con alcune restrizioni, tutte però segnalate a mezzo di procedure standard aeronautiche; procedure che erano state tempestivamente pubblicate dalle autorità aeronautiche competenti sin dall'1/8/1996.
Dette restrizioni operative consistevano: nella chiusura notturna dell'Aeroporto nella sua apertura al traffico aereo nelle sole ore di diurna, con lunghezze di piste ridotte (pista di 3 chilometri e 600 metri in atterraggio, 450 metri in decollo rispetto alle normali condizioni operative) e con aiuti visuali, parzialmente disattivati.
Queste limitazioni si erano rese necessarie per poter eseguire alcuni lavori di ordinaria manutenzione che riguardavano la ripavimentazione di parte della pista e la sostituzione di parte degli aiuti visuali luminosi (luci di pista) che sono incassati nella pavimentazione stessa.
Dall'inizio dei lavori (12/8/1996) alla loro conclusione (14/10/1996) sull'aeroporto sono complessivamente atterrati e decollati 7.481 aeroplani compresi i B747 Cargo Alitalia.
Risulta che l'aereo in questione sia in grado di atterrare in soli 900 metri: al momento dell'incidente la lunghezza della pista per l'atterraggio era di 2.350 metri, più metri 300 di zona d'arresto.
Sulle cause dell'incidente, che ha provocato 4 morti e 15 feriti, sono in corso le Commissioni d'inchiesta della Magistratura e della Direzione Generale dell'Aviazione Civile.
Avuta notizia della tragedia, unitamente ad alcuni Assessori e Consiglieri, mi sono recato sul posto dell'incidente e successivamente all'Ospedale di Ciriè per la visita ai feriti, e quindi al Municipio di S.
Francesco al Campo per portare al Sindaco la solidarietà dell'Amministrazione regionale.
Sempre presso il Municipio di S. Francesco al Campo ho partecipato ad una riunione con i Sindaci ed Amministratori dei Comuni limitrofi allo scalo di Caselle, e quindi all'incontro con il Sottosegretario ai Trasporti, on.
Albertini, nel frattempo sopraggiunto.
Su quanto accaduto dovrà aprirsi un sereno, obiettivo ed approfondito dibattito per valutare le azioni da assumere per migliorare le condizioni di sicurezza e di vivibilità di quanti risiedono nelle aree adiacenti allo scalo aereo.
Tra le iniziative intraprese in questi giorni, l'Assessore Masaracchio ha sollecitato il Sottosegretario on. Albertini, affinché sia firmato dal Ministro il "protocollo di accordo" di cui la Regione Piemonte si era fatta promotrice nel novembre 1994 sul tema dell'inquinamento acustico interessando i Comuni limitrofi all'Aeroporto di Caselle; alla luce di quanto accaduto, tale "protocollo" andrà integrato ai problemi della sicurezza.
Alcune considerazioni susseguenti alla stesura di questa nota informativa al Consiglio regionale.
Noi ieri abbiamo convocato, presso la Giunta, il Sindaco di S.
Francesco al Campo, il quale ha posto un'ampia e dettagliata relazione sulla situazione venutasi a verificare; nel frattempo, abbiamo accolto i due ordini del giorno relativi alla seduta del Consiglio comunale di Caselle, tenutasi giovedì, e quella susseguente del Comune di S. Francesco al Campo, tenutasi invece venerdì sera, alla quale hanno partecipato alcuni Consiglieri qui presenti.
La considerazione che il Sindaco faceva è che emerga, in maniera specifica ed abbastanza incisiva da questi ordini del giorno, la richiesta della soppressione dei voli Cargo all'Aeroporto di Caselle.
A proposito di questa richiesta, che io ho preso in considerazione, ho detto al Sindaco che la Regione ritiene di non addivenire ad un sostegno perché la Regione Piemonte si è mossa in questi mesi proprio nell'ottica di incrementare il servizio Cargo all'Aeroporto di Caselle, in una diatriba e lotta con l'Aeroporto di Malpensa, con la società SAE (la società concessionaria del servizio aeroportuale dell'Aeroporto di Malpensa) e con tutte le considerazioni relative alla realizzazione di Malpensa 2000, che rischierebbero di rendere non più possibili le distribuzioni dei voli Cargo sugli aeroporti di tutto il nord Italia. Naturalmente non solo Caselle, ma anche Verona e addirittura Genova, perché l'obiettivo di Malpensa 2000 è in relazione agli investimenti che si stanno realizzando e naturalmente quello di gestire in toto tutto il trasporto del nord Italia per quanto concerne gli aspetti Cargo.
Questa noi non la riteniamo una scelta strategica accettabile sul nostro territorio e la Regione Piemonte sta ponendo questo tema in tutte le sedi, sia al Ministro dei Trasporti, Burlando, sia al Sottosegretario Albertini sia anche, nei più sani rapporti, alla Regione Lombardia, per intavolare un tavolo di discussione che preveda, anche in relazione alla realizzazione dei centri intermodali (che nel nostro territorio esistono e che sono: Tortona, Novara Boschetto, Torino), il sito che, a fronte di una decisione di questo genere, perderebbe tutte le opportunità di gestire delle merci legate al trasporto aereo.
Questa è la posizione strategica che la Regione assume nei confronti di questa indicazione, anche perché le competenze legate alla sicurezza sono competenze del Ministero dei Trasporti e non sono della Regione Piemonte.
Il Ministero dei Trasporti è responsabile degli aspetti legati alla sicurezza dei voli e, allo stato attuale delle cose, l'Aeroporto di Caselle e la sua gestione garantisce che tutti gli elementi legati alla sicurezza sono ampiamente coperti.
Ci siamo, invece, permessi di segnalare al Ministero della Difesa la richiesta mossa dal Comune di Caselle di sospendere i voli militari su Caselle, sull'abitato della zona, che voi sapete sono gli aerei dell'Alenia, tanto per intenderci.
Anche questa segnalazione l'abbiamo fatta in maniera soft, perché non dimentichiamo che stiamo portando avanti una lotta per mantenere l'occupazione dell'Alenia. L'azienda, dal punto di vista tecnologico, nel settore aerospaziale, è estremamente importante; spingere eccessivamente nel chiedere la sospensione dell'utilizzo di Caselle per questi voli potrebbe anche porre una sponda non da poco a chi già fa di tutto per togliere l'Alenia da Torino e dal Piemonte.
Per quanto riguarda le legittime considerazioni mosse dalla popolazione di S. Francesco al Campo circa l'inquinamento acustico, la mia nota già citava che ci siamo mossi presso il Ministero per rivedere questa convenzione e per ottenere che una quota delle tasse aeroportuali vengano destinate alla Regione per gestire i temi legati all'inquinamento acustico ed ambientale.
Ancora, la possibilità di realizzare un'altra pista non è presa in alcuna considerazione da parte della Regione, perché realizzare un'altra pista significherebbe spostare la stazione di Caselle. Infatti, per quanto riguarda l'aspetto urbanistico che la zona ha assunto nel corso di questi anni, la nuova pista sarebbe completamente disassata rispetto all'attuale stazione, per cui dal punto di vista logistico, avendo investito sulla realizzazione di questa stazione (in maniera particolare il Comune, la Regione credo abbia una percentuale nella Società SAGAT molto marginale) non credo sia una soluzione percorribile. I tecnici stessi dicono che piuttosto che fare un'altra pista è meglio trovare un nuovo sito per costruire un altro aeroporto. Ma voi potete bene immaginare che questa è una strada poco percorribile.
Ieri sera, in Giunta, abbiamo assunto l'iniziativa, che verrà veicolata in Commissione e spero molto in fretta in Consiglio, di promuovere un disegno di legge che dia la possibilità alla Regione di poter finanziare la ricostruzione di quelle due case che sono state danneggiate nel disastro aereo, con una nuova collocazione. Naturalmente questo disegno dovrebbe prevedere la disponibilità dei privati che hanno subìto il danno a concedere alla Regione la possibilità di riscuotere i danni dall'assicurazione.
Il nostro vuole essere un intervento per accelerare la possibilità di ricollocazione di queste due famiglie, ma chiaramente è un finanziamento che dovremo recuperare dalla polizza assicurativa che coprirà i danni provocati dall'aereo.
Le altre considerazioni che ci sentiamo di fare sono che, analizzando gli aspetti urbanistici dei Comuni che l'Assessorato all'urbanistica ha approfondito in questi giorni e che sta ancora approfondendo, non risultano esserci irregolarità dal punto di vista urbanistico, non ci sono abusi. A parte che sono i Sindaci che devono vigilare sugli abusi edilizi ed i Sindaci ci hanno confermato che non c'è alcun abuso edilizio. Per informazione generale, ricordo che la cascina che è stata abbattuta dall'aereo risale al 1820, non è una cascina che è stata realizzata in questi ultimi tempi: la stessa approvazione del Piano Regolatore di S.
Francesco al Campo, approvato dalla Regione Piemonte nel 1992, è avvenuta con un'attenta ed approfondita valutazione rispetto alle indicazioni del Ministero dei Trasporti riguardo ai coni di atterraggio e di decollo.
Perciò dall'analisi che abbiamo fatto, siccome su qualche organo di informazione è emerso qualche dubbio sugli aspetti urbanistici legati ai coni di atterraggio e di decollo, possiamo dire che per quanto concerne i due Comuni in oggetto non c'è alcuna considerazione negativa in questo senso.
Gli aspetti urbanistici sono assolutamente conformi alle specifiche del Piano Regolatore approvato dalla Regione.
Questo intervento di prima emergenza è avvenuto attraverso la Protezione Civile. In proposito, mi permetto di dire che ha agito in maniera assolutamente tempestiva e questa considerazione positiva vale anche per quanto concerne l'aspetto sanitario, dove la risposta - ed è giusto che in una sede come questa venga sottolineato e riconosciuto da parte di tutti - è stata eccellente, sia per la struttura di Ciriè sia per quanto riguarda i ricoverati alle Molinette e al S. Giovanni.
Il risultato del 118 è stato di grandissima efficienza, come quello dei Vigili del Fuoco e quello della Protezione Civile. Noi continueremo ad analizzare le opportunità e le possibilità di migliorare la sicurezza con il Ministero dei Trasporti, ma riteniamo che l'incidente debba essere ascritto a quella casualità che ogni tanto capita e non riteniamo che, allo stato attuale degli elementi che ci sono stati forniti, si possano riscontrare responsabilità oggettive, né dal punto di vista urbanistico n dal punto di vista dell'applicazione delle norme di sicurezza stabilite dal Ministero dei Trasporti da parte della Società che gestisce l'Aeroporto.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente. Su questa comunicazione, naturalmente, gli interventi dei colleghi sono sollecitati.
La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Ho partecipato l'altra sera all'assemblea degli abitanti di S.
Francesco al Campo. Avevo anche parlato precedentemente con una serie di lavoratori dell'Aeroporto, che conosco, per avere informazioni non solo giornalistiche rispetto alla vicenda.
Per questi motivi, sono estremamente insoddisfatto della comunicazione del Presidente, perché viene fuori, come al solito, che l'incidente è avvenuto perché il destino è cinico e baro. Non ci sono altre ragioni; c'è una concomitanza di fattori per cui si muore.
Io credo che non sia esattamente così; ci sono degli elementi da approfondire. Tra l'altro, c'è un'indagine in corso e credo che tutti dovremmo attendere il risultato dell'indagine per essere certi. Si possono introdurre, però, alcune valutazioni: per esempio, quando è avvenuto l'incidente, sulla pista c'erano dei lavori in corso ed era una giornata meteorologicamente non positiva. Non so se risulta vero o meno - sarebbe un elemento su cui indagare - che non si sono voluti anticipare i lavori di ristrutturazione per non farli coincidere con il periodo delle vacanze estive, periodo in cui c'è più movimentazione, ma la coincidenza tra evento meteorologico negativo e ristrutturazione è meno probabile. Sono i mesi in cui sicuramente il clima è migliore, quindi perlomeno uno dei due elementi che può avere influito sull'incidente non ci sarebbe stato.
Secondo: è un volo Cargo che ha avuto l'incidente. Gli abitanti di S.
Francesco al Campo sostengono che esiste, per loro, una differenza significativa tra i voli Cargo e gli altri voli. I voli Cargo - dicono e credo non raccontino frottole - sfiorano la testa, passano vicini alle case. Tutti, non uno, o comunque un numero notevole di voli Cargo ha questa caratteristica, mentre gli altri aerei no. Credo, allora, che il problema per i voli Cargo, perlomeno in questa fase in cui la pista è più corta esista. Sarà forse casuale, ma alcune compagnie scandinave hanno sospeso i voli Cargo su Torino da quando sono in corso i lavori. Autonomamente queste compagnie ritengono che non ci siano le condizioni di sicurezza sufficienti: essendo compagnie che volano con questo tipo di aerei, pu darsi che ne capiscano qualcosa, insomma, siano esperte nella materia.
Noi, rispetto alla richiesta dei Comuni limitrofi di sospendere i voli Cargo, siamo favorevoli (l'abbiamo scritto nel nostro ordine del giorno) come minimo fino a quando ci sono i lavori in corso. Visto, appunto, che già altre compagnie lo hanno fatto e che non casualmente - ecco il terzo elemento su cui riflettere - è stata una compagnia privata ad avere l'incidente.
Se consideriamo gli incidenti aerei che avvengono nel mondo, il 90% dei casi coinvolge aerei che sono stati acquistati da questo tipo di compagnie perché c'è un effetto evidente della liberalizzazione dei voli. La liberalizzazione dei voli ha portato ad un abbassamento degli standard di sicurezza, che solo i ciechi non vedono. Se si fa un'analisi statistica della situazione, certo, i voli costano meno, ma sono voli che provocano molti più incidenti, provocano morti e forse costano molto di più se consideriamo non il costo del viaggio in sé, ma la spesa in vite umane e i costi economici che gravano sulla collettività. Alla fine, il costo della liberalizzazione non è una riduzione dei costi dei trasporti, ma è un aumento, perché ci sono questi "piccoli problemini", che a volte si traducono in morti, feriti, orfani, come nel caso di Caselle.
Noi pensiamo che la richiesta del Comune di Caselle e degli altri Comuni, quindi anche del Comune di S. Francesco al Campo, che sono i più esposti, di sospendere i voli Cargo, vada accolta. Pertanto non ci deve essere una priorità dell'interesse economico rispetto ai problemi della sicurezza e della vita della gente. Questa è la stessa logica che ha portato all'allontanamento di quel Pretore che, coraggiosamente, aveva sospeso i voli dicendo che non c'era solo l'economia piemontese da salvaguardare, ma anche i problemi delle popolazioni locali che venivano inquinate acusticamente dall'aeroporto.
Non è giusto che la popolazione debba sopportare tutto; le case colpite dall'incidente non sono case di recente costruzione, ma esistevano prima della costruzione dell'aeroporto: le case sono rimaste dov'erano, è l'aeroporto che si è avvicinato ad esse. L'aeroporto si è progressivamente avvicinato alle case perché la politica dell'aeroporto era quella di avvicinarsi alle case.
Ed è per questo che le frasi del Presidente Ghigo non mi trovano per nulla soddisfatto, quando dice che "ci hanno detto che quelle case sono sicure", a parte poi il destino cinico e baro che dimostra il contrario.
Occorre fare delle scelte coraggiose: o si interviene sull'aeroporto o si interviene sulle case, proponendo che le case situate nel cono del decollo vengano spostate a spese della collettività e dell'azienda aeroporto. Però si deve trovare al più presto una soluzione di sicurezza. A S. Francesco al Campo la scuola è stata evitata per poco; probabilmente, se malauguratamente l'aereo avesse colpito la scuola, la nostra reazione sarebbe stata diversa. Per fortuna ciò non è avvenuto, anche perché il pilota ha cercato di ridurre al minimo il danno, ne aveva coscienza, quindi ha cercato di dirigersi verso una zona poco abitata. La possibilità di colpire una scuola comunque c'era e se ciò fosse successo probabilmente oggi saremmo un po' più preoccupati. Invece ci sono stati "solo quattro morti"; addirittura, nel dibattito, ho sentito un esponente leghista dire: "solo due erano dei nostri", frase che mi ha fatto inorridire.
Il rischio c'è ed è di questa natura e su questo occorre avere il coraggio di prendere dei provvedimenti, anche se ci hanno detto che quelle case sono sicure; l'incidente che si è verificato dimostra che non è così e quindi dobbiamo intervenire. Intervenire con coraggio significa nell'immediato, intervenire sull'aeroporto sospendendo i voli Cargo dopodiché intervenire sulla popolazione e toglierla dal rischio, a spese però della collettività, della Regione, dello Stato e anche dell'azienda aeroporto.
Concludo con due considerazioni. Gli ordini del giorno di questi Comuni sono ricchi di una serie di richieste sulle quali concordo: l'istituzione di una authority sulla sicurezza tramite la quale i Comuni interessati esercitano il ruolo di controllo; richieste di investimento sulla sicurezza da inserire in finanziaria; richiesta di intervento diretto della Regione sulle famiglie colpite più gravemente, sia in termini di lutti sia in termini economici - richiesta che noi abbiamo fatto nostra con un ordine del giorno.
Accogliamo positivamente il fatto che la Regione anticipi 2 miliardi e mezzo, però non pensiamo che questo provvedimento tampone basti nei confronti di chi è stato colpito. Bisogna avere una logica un po' più di prospettiva e risolvere il problema, perché non vorremmo ritrovarci, come spesso avviene, a ridiscutere tra un po' di tempo di eventi con le stesse caratteristiche.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

In riferimento all'incidente e a quanto esposto dal collega Papandrea anch'io ero presente venerdì sera all'assemblea aperta.
Caro collega Papandrea, tu parli di scelte coraggiose; penso sia la prima volta che, a seguito di una tragedia, una Giunta regionale si sia assunta l'impegno, l'obbligo, il coraggio di fare qualcosa di concreto e non di approfittare di quella circostanza per fare politica.
Il problema esiste, indipendentemente se riferito alla pista o ai piloti; quella sera si è detto addirittura che i piloti erano ubriachi, si sono dette tante cose dettate dall'esasperazione, dal dolore, per attenzione nell'avanzare valutazioni quando ci sono dei morti, quando ci sono delle perizie in corso o delle inchieste.
Come responsabili degli Enti locali è opportuno essere più coscienziosi in queste circostanze e cercare di non approfittarne politicamente per strumentalizzare il caso.
Bisogna fare dei programmi, degli studi di fattibilità sul cono di atterraggio, però, se vogliamo parlare seriamente, se vogliamo affrontare il problema, come è stato affrontato dalla Giunta, con coraggio cerchiamo di essere più concreti e realistici.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Ho ascoltato la seconda parte della relazione del Presidente e ho letto gli appunti che cortesemente mi ha dato, riguardo alla prima. Sono stata a Caselle con il Presidente della Giunta e con il Presidente del Consiglio e oggi ho sentito i due interventi che mi sembra possano rappresentare modi diversi di affrontare una questione importante e seria. Credo si debba Consigliere Scanderebech - proprio nello spirito di evitare nella maniera più assoluta le "speculazioni", prima di tutto puntualizzare che la Giunta muovendosi ha fatto il proprio dovere. Non mi sento di parlare di atto di coraggio, ma di atto di responsabilità e di dovere. Il Presidente è stato presente subito, vi è stata una delegazione del Consiglio regionale, ma questo è proprio il dovere del Consiglio.
Sulle questioni di merito è indubbio che l'Aeroporto di Caselle deve guardare, come tutti gli Aeroporti, alla problematica della sicurezza. E' altrettanto vero che gli abitanti della zona sono in un'oggettiva situazione di sofferenza e che in particolare gli abitanti di S. Francesco al Campo hanno vissuto questa vicenda drammatica, che poteva essere ancora più drammatica, come una sciagura annunciata.
Sono in corso - come tutti sappiamo - delle indagini da parte della Magistratura che, certo, devono fare il loro corso, così come l'indagine della Direzione Generale dell'Aviazione Civile. Sono scelte difficili.
Esaminando la situazione pare che le condizioni di sicurezza della pista ci fossero, nonostante i lavori in corso; comprendo la prudenza che trapelava dalle parole del Presidente, quando parlava della problematica dei voli militari. Esistono, tuttavia, questioni che a mio avviso non si possono liquidare, da parte della Regione Piemonte nel suo complesso, quale chiusura di un caso drammatico e molto difficile.
Della relazione del Presidente ho condiviso, sostanzialmente l'attenzione, la preoccupazione e ho avvertito un certo senso di responsabilità. Non mi sento di condividere la conclusione: non ci sono responsabilità, andiamo avanti.
In questo momento, si dovrebbe dire che non sono state accertate responsabilità dai tecnici competenti che si stanno muovendo.
Personalmente, concluderei con una decisione un po' diversa, con un'assunzione di responsabilità, Presidente. Proporrei l'impegno di un monitoraggio della situazione di Caselle; la problematica, per esempio dei Cargo, va seguita. Non dico che ci si debba assumere competenze che con molta probabilità non abbiamo, ma credo che il Consiglio debba assumersi la responsabilità politico-amministrativa di un monitoraggio su una situazione che era, comunque, a rischio annunciato, quanto meno rispetto alla drammatica posizione nella quale, oggettivamente, vivono le popolazioni residenti in quella zona.
Rispetto alla realtà dei Cargo, non credo di poter dire, in questo momento, come Consigliere regionale, "fermiamone i voli"; non ho un tale livello di esperienza e competenza; mi pongo però il problema. Credo che non solo la Giunta, ma il Consiglio regionale nel suo insieme dovrebbe esprimersi per un'attenzione politica rispetto a tutti quei comparti che hanno responsabilità di carattere tecnico. Penso alla SAGAT e alle attese risultanze da parte della Magistratura, penso alla Direzione Generale dell'Aviazione Civile.
In sostanza, sarei più tranquilla, Presidente, se volesse, a conclusione di questo dibattito, rassicurarci sul fatto che nelle varie competenze della Giunta regionale esiste un gruppo di lavoro, un Assessore una competenza che segue con speciale attenzione il monitoraggio di tutto ciò che si può chiamare "sicurezza dell'Aeroporto di Caselle" rispetto alle competenze sviluppate da altri.
Sviluppiamo il nostro ruolo di carattere politico, di governo del territorio.
Se venisse fuori, in qualche modo, questa assicurazione di carattere politico e di governo della nostra Regione, probabilmente questo dibattito potrebbe essere utile; non prenderemmo semplicemente atto di una sciagura di una fatalità. Credo si debba guardare a quella situazione con grandissima attenzione e seguire con un monitoraggio di carattere politico e di governo del territorio quanti hanno responsabilità diretta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertoli.



BERTOLI Gian Pietro

Quello in esame è problema molto importante; non credo che lo sviluppo di una Regione significativa come quella piemontese possa avere grandi prospettive senza un'adeguata infrastruttura aeroportuale, quale dovrebbe essere quella dell'Aeroporto di Torino, della capitale del Piemonte.
D'altra parte, è indubbio che l'aeroporto è collocato in un contesto tale da creare grosse difficoltà, grossi problemi, situazioni di disagio crescente, di insofferenza per le popolazioni che rendono complicato e difficile affrontare con spazio prospettico il problema.
Problema che però deve essere affrontato, sia per cercare di limitare i danni eventuali, le proteste in atto, sia per cercare di risolvere l'oggettiva situazione di sofferenza in cui si trova l'infrastruttura, con uno sguardo prospettico al futuro, per vedere se vi possono essere soluzioni per togliere l'aeroporto dal contesto difficile in cui è collocato o comunque migliorare la difficile convivenza tra collettività locali ed infrastrutture.
Per quanto riguarda l'immediato, penso che occorrerebbe in tempi rapidi pensare al trasferimento degli edifici ai margini della pista, della scuola elementare di S. Francesco al Campo, collocata in situazione di sofferenza proprio per la specificità della struttura, per i ragazzi e gli insegnanti che vi soggiornano, o almeno con interventi di insonorizzazione renderne meno problematico il funzionamento quotidiano.
C'è un'altra questione già accennata, in minima parte, dall'intervento del Presidente: l'inquinamento acustico. Vorrei sottolineare all'Assessore competente che il Parlamento nazionale ha approvato un anno or sono una legge quadro sull'inquinamento acustico, che prevedeva che le Regioni entro un anno, si dotassero di leggi attuative. L'anno è trascorso; la Regione Piemonte non ha fatto alcunché. Sarebbe opportuno qualche segnale in questa direzione.
Mi rendo conto che il problema è complesso, che mancano adempimenti anche da parte del Governo centrale; ma proprio perché pressato da questa contingenza il Piemonte dovrebbe farsi parte diligente, promotore di un'iniziativa volta ad assumere il problema dell'inquinamento acustico nel suo contesto più generale, con norme legislative.
Altra questione.
L'Aeroporto di Caselle è collocato in un contesto geografico difficile di rapporti tesi, di prospettiva incerta; una ricerca ampia, di apertura sul territorio, per trovare soluzioni in tempi anche lunghi e in spazi diversi dall'attuale, dovrebbe essere scandagliata nelle varie possibilità con studi e valutazioni ampie.
Eventuali soluzioni diverse potrebbero anche prendere in considerazione questa grande area per servitù militari di Lombardore, dove in quel contesto geografico molto ampio lo spazio non è precluso da costruzioni esistenti, che quindi potrebbe, in una prospettiva di lungo termine, essere presa in considerazione, anche soltanto ai fini di un corridoio di sorvolo.
Quello che comunque chiedo all'Amministrazione regionale è che faccia uno sforzo per cercare di pensare alla struttura aeroportuale del Piemonte in una situazione non di così grande sofferenza come quella attuale, che possa dare a questo aeroporto, a questa infrastruttura necessaria quelle potenzialità di cui ha bisogno una Regione come la nostra.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Sono abbastanza deluso dalla comunicazione del Presidente, perché credo non sia adeguata ai problemi che abbiamo, soprattutto ai problemi dello sviluppo delle nostre infrastrutture, del progresso del Piemonte, ecc.
Per quanto riguarda l'Aeroporto di Caselle potremmo semplicemente richiamare le necessità di collegamento, poi il resto, le sicurezze le guardino le persone a cui compete questo compito. Ma se la Regione individua Caselle come il punto di sviluppo della movimentazione aeroportuale, credo faccia un errore e, quindi, non consenta al Piemonte di svilupparsi.
Si possono fare tutti gli interventi che si vogliono sull'Aeroporto di Caselle, ma è un aeroporto chiuso in mezzo a tre centri abitati - poi possiamo dire quello che vogliamo, e di fesserie in questi giorni ne sono state dette tante.
Quando la Lombardia sviluppa il suo sistema, non pensa a Linate, ma a Malpensa, perché Linate è nelle condizioni non analoghe, ma simili a quelle di Caselle.
E' già stato detto da altri: quando nel 1953 fu inaugurato questo Aeroporto, aveva tutte le distanze di sicurezza; le ultime case nel territorio di Caselle costruite attorno agli anni 1960/1962/1964 ottennero tutte le autorizzazioni della legge a cui ancora si fa riferimento oggi (la legge n. 58/63). Successivamente, venne allungata la pista verso Caselle e S. Francesco al Campo, per cui le case, che erano a 300 metri di distanza dal limite aeroportuale e che per questo avevano avuto le autorizzazioni non sono più rientrate nel limite previsto.
Noi non siamo molto tifosi di un certo tipo di sviluppo edilizio e di deregulation edilizia, richiami e prospettive che ci vengono sempre date da parte di questa Giunta. Anche in questi casi bisognerebbe fare delle scelte: o si è per la deregulation edilizia e ci si assume delle responsabilità, oppure, anche in funzione di questi problemi, bisogna capire che occorre una legge edilizia adeguata ai nuovi problemi della nostra regione, vedasi anche l'alluvione.
Credo, inoltre, si debba dire qualcosa sul problema dell'incidente.
Questo incidente si situa nel contesto richiamato, cioè in un aeroporto che ha quel contesto; in un altro contesto quell'incidente si sarebbe svolto diversamente, perché di incidenti simili ne accadono.
E' stato affermato dalla stampa che Caselle dispone, a detta dell'Associazione dei piloti, delle migliori apparecchiature del nostro Paese. Probabilmente è vero; peccato che quel giorno queste fossero spente.
Tale problema viene sottaciuto: da agosto, da quando sono iniziati i lavori, il problema non è il chilometro in meno di pista. Il problema è che le apparecchiature elettroniche per i decolli e per gli atterraggi erano spente, funzionava l'atterraggio manuale a vista.
Ieri, ad esempio, un aereo postale non è atterrato perché c'erano meno di 2.500 metri di visibilità, mentre l'aereo in oggetto è atterrato con meno di 1.500 metri di visibilità. Questo è quanto è accaduto il giorno dell'incidente. Il giorno dopo, la stessa SAGAT in un comunicato ha detto: "Queste condizioni erano conosciute, le compagnie e i piloti le conoscevano. Stava a loro decidere se c'erano o meno le misure necessarie e quindi decidere o meno di atterrare".
Il problema di decidere se vi fossero le misure di sicurezza necessarie è attribuito, in questi casi, alle compagnie e se una compagnia, pressata dal mercato o da quant'altro, decide che le misure ci sono, questi sono i limiti entro cui si discute e si ragiona del problema.
Credo non si possa accettare a priori la solita tesi - e questo è avvenuto in maniera unanime cinque minuti dopo l'incidente - dell'errore del pilota, perché tanto è morto e i morti non parlano! Si dice che è un errore del pilota, così siamo tutti tranquilli, quasi sollevati, ma errore del pilota o no, quando quegli aerei cadono (e il 90% degli aerei cade nei paraggi delle piste), cadono sopra le case o per errore del pilota o per errore di qualcun altro. Questo è il problema.
La richiesta dei Comuni di sospendere gli atterraggi dei Cargo non è una richiesta campata in aria.
I Cargo abbisognano di condizioni di pista migliori degli altri aerei perché sono aerei con un decollo ed un atterraggio più difficile, e nelle attuali condizioni della pista di Caselle c'è minore sicurezza. Questo è il problema fondamentale.
Anche nei mesi precedenti si sono avuti diversi problemi. Più di una volta, aerei di quella natura non riuscivano a decollare proprio sopra S.
Francesco al Campo e rilasciavano migliaia e migliaia di litri di kerosene nei prati per potersi alleggerire e partire! E' successo più di una volta nei mesi scorsi! Se quell'incidente fosse accaduto in condizioni diverse l'aero avrebbe continuato, magari anche schiantandosi (non lo sappiamo) sui prati; invece lì ha dovuto continuare sul paese e mi pare anche abbastanza accertato che vi sia stata la capacità o la volontà del pilota di non dirigersi sul centro abitato.
Dopo tante cose, anche non belle, che sono state dette sul pilota bisogna dunque riconoscere - lo dimostrano i dati tecnici che è stato possibile acquisire - che ha cercato di evitare il centro abitato, la scuola, ecc. Questa è la verità dei fatti per come sono stati letti.
Credo quindi sia un errore, da parte della Regione Piemonte, se vuole sviluppare, anche in concorrenza con la Lombardia, il sistema aeroportuale assecondare la piccola "combriccola" della SAGAT! Perché la piccola combriccola della SAGAT - lo ripeto - legata agli "affarucci" della Camera di Commercio di Torino, di Salza company, agli "affarucci"....



PRESIDENTE

Non facciamo nomi.



CAVALIERE Pasquale

Io li faccio perché mi assumo sempre la responsabilità di quello che dico.
I Cargo sono stati presi non per una scelta strategica, per toglierli a Malpensa, perché si sapeva dall'inizio che sarebbero tornati a Malpensa che era un accordo temporaneo; sono stati presi in vista dei pochi miliardi di lavori di edilizia attorno all'aeroporto!



PEANO PIERGIORGIO



PRESIDENTE

Mi è stato chiesto di presiedere per un attimo i lavori del Consiglio.
Ci sono ancora degli interventi sull'incidente di Caselle? La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

La denuncia appena fatta dal collega Cavaliere non è certamente una questione leggera, quindi immagino costituisca un elemento di verbalizzazione che verrà segnalato a chi di dovere. In fondo, siamo in presenza di morti e di un disastro che ha richiamato problematiche complesse, per cui tutte le denunce devono essere adeguatamente assunte nelle Commissioni d'inchiesta.
Io non interverrei più sull'aspetto delle responsabilità partendo dal fatto che ci sono diverse Commissioni d'inchiesta; naturalmente sulle Commissioni d'inchiesta credo che abbiamo tutti qualche perplessità rispetto ai tempi ed all'utilizzabilità dei materiali prodotti da queste Commissioni, quindi bisognerà vigilare.
Mi premeva considerare...



PICCHIONI Rolando

Posso domandare alla cortesia del Consiglio di sospendere cinque minuti i lavori per invitare i Consiglieri di Forza Italia nel mio ufficio? Possiamo domandare questa cortesia?



RIBA Lido

Certamente.



PICCHIONI Rolando

Grazie.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12,20 riprende alle ore 12,45)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento: Varie

Sull'ordine dei lavori, in particolare in merito alla richiesta di sospensione della seduta da parte del Presidente del Consiglio in occasione della visita dell'on. Berlusconi a Palazzo Lascaris


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Per quanto mi risulta, la seduta è sospesa e non è stata ancora riaperta.



PRESIDENTE

La seduta è già ripresa.



CHIEZZI Giuseppe

No. Chiedo di parlare non appena sarà riaperta la seduta, che per adesso mi risulta sospesa.



PRESIDENTE

D'accordo. Allora possiamo interrompere la seduta e riprenderla tra breve.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, a seduta ripresa io chiedo di intervenire su questa proposta.



PRESIDENTE

Va bene. Allora riapro la seduta e faccio la proposta di aggiornarla alle ore 14,30.
Prego, Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Mi trovo di fronte ad una situazione imbarazzante e, per certi versi inaudita ed incredibile, nel senso che ciò di cui sono al corrente sono i fatti ai quali ho potuto assistere, e i fatti sono i seguenti.
Vi è stata, da parte del Presidente del Consiglio, una brusca rottura dei lavori, annunciando ope legis una sospensione dei lavori stessi senza alcuna motivazione, facendo seguire a questa dichiarazione di sospensione dei lavori l'invito ad una parte del Consiglio regionale - precisamente ai rappresentanti del Gruppo di Forza Italia - a seguirlo presso il suo ufficio. Con passo affrettato, finite queste parole, il Presidente Picchioni è scomparso dietro quella porta. Questo è il fatto che ha provocato in me e forse in qualcun altro un forte imbarazzo e un forte malumore. Perché si è comportato così il Presidente Picchioni? Ho provato, insieme ad altri, ad accertare il motivo di questo strano comportamento e, fuori dall'aula, sono venuto a sapere che il signor Silvio Berlusconi, Presidente di Forza Italia, si trovava nell'ufficio del Presidente del Consiglio. Se le cose stanno in questi termini, penso che questo comportamento sia gravemente lesivo della dignità del nostro lavoro perché il lavoro di un Consiglio regionale non deve dipendere dal passaggio o meno di Segretari nazionali dei partiti o di Presidenti nazionali di forze politiche, che accedono all'ufficio del Presidente del Consiglio in forme e modi a questo Consiglio ignoti, ma che nel momento in cui fanno questo ottengono da parte del Presidente del Consiglio una sospensione dei nostri lavori. Penso che questo sia un fatto gravissimo.
L'altro aspetto è il seguente, Presidente. Cosa avete fatto, lei, l'on.
Berlusconi e i Consiglieri di Forza Italia in questi venti minuti in cui vi siete riuniti nell'ufficio della Presidenza? Cosa vi siete detti? Chiedo che questo Consiglio venga informato dettagliatamente sugli argomenti che avete trattato, anche per un fatto: lei, Presidente, ha invitato solo una parte del Consiglio a questa riunione, il Gruppo di Forza Italia, però lei non fa parte del Gruppo di Forza Italia, lei è stato eletto nel Gruppo del CDU. Allora, lei era presente a questa riunione in veste istituzionale? Se era presente in veste istituzionale, informi il Consiglio di ciò che è accaduto. Era presente in veste politica? E allora perché gli altri Gruppi politici non hanno potuto assistere a questi lavori? Cosa avete deciso? Di cosa avete discusso? Tutto questo è gravemente imbarazzante e io esprimo la viva protesta del mio Gruppo per questo comportamento lesivo del nostro lavoro e della dignità dell'istituzione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Personalmente non mi sento di seguire queste preoccupazioni quando diventano eccessive. E' sopraggiunta una personalità della vita politica italiana; se si fosse saputo che l'on. Berlusconi sarebbe arrivato oggi forse avremmo potuto organizzare i lavori in modo da evitare di interrompere il Consiglio, questo sì. Non credo che sarebbe sorto alcun problema rispetto ad un Gruppo che intendeva incontrare il proprio esponente politico.
Viceversa, i lavori del Consiglio si sono sentiti un attimo turbati e io credo che questo non sia giusto. Non voglio fare drammi rispetto alle situazioni che si presentano, ma chiederei al Presidente di riunire comunque - questa è una mia richiesta personale - la Conferenza dei Capigruppo con l'ex Presidente del Consiglio Berlusconi, perché vorrei portargli la mia personale solidarietà politica rispetto alla vicenda della cimice. La ringrazio molto, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Io non condivido assolutamente i toni apocalittici usati dal collega Chiezzi; penso che quello che stiamo facendo adesso, discutendo sul nulla sia un'oziosa perdita di tempo.
Come diceva la Consigliera Spagnuolo, forse la cosa si sarebbe potuta organizzare in un altro modo; credo che nessun collega avrebbe avuto da ridire se un leader nazionale, di qualsiasi schieramento, avesse portato un brevissimo saluto, anche se estemporaneo, anche se non formale, al Consiglio regionale del Piemonte.
Il Presidente Picchioni ha chiesto al Consiglio di sospendere i lavori credo che questa sospensione sia stata assolutamente legittima. Credo abbia fatto bene il Presidente del Consiglio a ricevere l'ex Presidente del Consiglio italiano, che non è un signore, ma è un Presidente, perché gli spetta il titolo. Credo che questo sia giusto perché rappresenta ancora oggi - lo è stato in passato, il titolo gli spetta - un uomo che ha rivestito un incarico istituzionale importante in questa nazione.
Certo, se avessimo saputo di questo arrivo avremmo avuto modo di organizzarci in maniera diversa; comunque, se vogliamo incontrare l'on.
Berlusconi in sede di Capigruppo, incontriamolo pure. Personalmente non ho solidarietà particolari da esprimere, nel senso che siamo un po' tutti nella stessa barca in questo mondo di spie e controspie, quindi ci diamo una solidarietà globale, di corporazione politica, rifiutando questi metodi da stato di polizia.
Non vorrei, comunque, che si estremizzasse un discorso costruendolo sulla sabbia solo perché - per carità, la polemica politica va colta forse c'è stata una lieve anomalia nei lavori di questo Consiglio.
Aggiungo un'altra cosa. Sarebbe stato molto meno serio - lo si sarebbe potuto fare tranquillamente, senza drammi - se qualcuno, facendo finta di niente, si fosse alzato, se qualcun altro avesse chiesto la verifica del numero legale e la riunione fosse stata conseguentemente sospesa. A questo punto si sarebbe veramente preso per il naso tutto il Consiglio su un argomento importante.
La richiesta del Presidente Ghigo, rivolta al Presidente del Consiglio per la sospensione di una discussione delicata, alla quale credo tenesse in maniera particolare, come anche ad ascoltare l'intervento del collega Riba ha rappresentato un atto di grande sensibilità e di grande attenzione nei confronti dei problemi che si stavano dibattendo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Riba; ne ha facoltà.



RIBA Lido

Presidente, riprendo la parola perché quando lei ha ritenuto di interrompere il Consiglio stavo intervenendo sulla questione all'o.d.g.
A nome del mio Gruppo esprimo il fortissimo disagio per il comportamento che lei ha tenuto, Presidente; ce ne dispiace profondamente.
Ho anche sentito il mio Capogruppo, in questo momento assente perché non sta bene. Il fatto che il cittadino parlamentare Silvio Berlusconi o un altro parlamentare si trovi casualmente, per ragioni immagino personali, o non so di che genere, nel nostro territorio e che per la sua presenza si sospenda un Consiglio regionale è inaccettabile. Altro che sovranità del Parlamento Subalpino, se si sospende per sentire il signor Silvio Berlusconi o fosse anche un altro signore! Questo è lesivo dell'onorabilità del Consiglio. Protestiamo fermamente.
Oltretutto non è stato neanche consentito all'intervento in corso di essere concluso, cosa che si utilizzerebbe in qualsiasi circostanza, segno di una fretta che travolgeva qualsiasi regola di opportunità. Me ne darete atto, una regola di opportunità, se non vuole essere travolta clamorosamente, irritualmente, prevede di scusarsi eventualmente per una circostanza particolare, consentire che si concluda un intervento e poi comunicare le ragioni e rendere il Consiglio consapevole di ciò che sta avvenendo, perché qualcuno, in tutta buona fede, come me, ha pensato che magari fosse avvenuto un altro fatto grave per il Piemonte. Invece, questo è grave per il Consiglio. Che poi i colleghi di quel Gruppo e di quell'area ritengano di farsi i fatti propri, riunendosi, avendo naturalmente approfittato di una sospensione inopportuna, così come è stata espressa del Consiglio, per un incontro, devo presumere, di componente o di corrente di partito, si riconoscerà che anche questo è fatto particolarmente irrituale.
Se fosse arrivato il Segretario di qualsiasi altro Partito, il suo compreso, Presidente Picchioni, non so se si sarebbe utilizzata nei confronti del Consiglio regionale - non richiesta né decisa né consentita né praticata - una procedura di questo genere. Poteva anche essere un'occasione per un incontro ed un ragionamento; credo che avrebbe anche fatto piacere.
In questo caso, però, non si è saputo niente; è arrivato il collega Cavaliere, ha chiesto cosa fosse successo, hanno risposto che era arrivato Berlusconi. Tutti di là, è arrivato Berlusconi! La si potrebbe mettere in tante maniere: c'è stata comunque una lesione della prerogativa del Consiglio regionale.
Abbia pazienza, Presidente, lei sa che io apprezzo la sua ricorrente sensibilità intellettuale, culturale ed istituzionale e a maggior ragione mi dispiace di dover esprimere, a nome del mio Gruppo, queste considerazioni che mi sono tanto più dovute in quanto, tra l'altro, in quel momento stavo intervenendo su questioni di un certo rilievo per il Consiglio regionale e per la nostra Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Penso sia un onore per il Consiglio che il leader dell'opposizione parlamentare attualmente in carica sia venuto a far visita e che quindi bene abbia fatto il Presidente ad invitarlo. Credo, invece, sia stato sbagliato il modo in cui ciò è avvenuto, anche perché pensavo effettivamente che fosse successo qualcosa di grave, tant'è che un mio amico mi ha detto: "Forse hanno arrestato Berlusconi!", perché tutti quelli di Forza Italia sono andati via. Ho pensato veramente fosse accaduto qualcosa di grave! Il Presidente avrebbe fatto bene a far portare un saluto a tutto il Consiglio dall'ex Presidente del Consiglio, come normalmente per senso di ospitalità, si fa e non chiedere a se stesso l'autorizzazione ad interrompere il Consiglio, perché quando dice "Ho chiesto al Consiglio" chiede a se stesso, perché "l'Etat c'est moi", chiede sempre a se stesso convinto di averlo chiesto al Consiglio; questa convinzione è reale.



PRESIDENTE

Non ero io a presiedere la seduta in quel momento!



CAVALIERE Pasquale

Lei è sempre convinto di chiederlo al Consiglio, mentre lo chiede a se stesso! Credo, però, Presidente, a parte l'ironia, visto che tutti vogliamo un rispetto profondo dei ruoli e soprattutto delle istituzioni, che questa sia stata una procedura lesiva del senso e dell'onorabilità, come è stato ricordato, di questo Consiglio, un atto di piccola sudditanza poco consona alla nostra istituzione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Cavaliere.
La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

Grazie, Presidente. Collega Cavaliere, non è un atto di piccola sudditanza; è un atto di grande sudditanza. Concordo con gli interventi dei colleghi dell'opposizione perché non riesco a capire, dopo tutti i dibattiti sul federalismo, sull'autonomia della Regione Piemonte e quindi sull'importanza che questo Consiglio riveste attualmente, ma che in futuro rivestirà maggiormente, come sia possibile che arrivi un leader nazionale e subito si accantonino questi buoni propositi.
Mi chiedo anche se ci saremmo comportati allo stesso modo se fosse arrivato Umberto Bossi, però è arrivato Silvio Berlusconi... Possiamo anche accettare che i membri del Gruppo di Forza Italia volessero incontrarlo, è legittimo, magari il signor Silvio Berlusconi poteva avvisare un po' prima avremmo potuto organizzare un incontro con chi voleva parlare, magari anche portare la propria solidarietà - non è il mio caso.
Nel momento in cui il Presidente del Consiglio sospende i lavori del Consiglio regionale, è evidente che questo Consiglio diventa suddito di un membro del Parlamento. E' inutile che continuiamo a dire: "Viva il federalismo, viva la legittimità e l'autonomia di questo Consiglio", quando basta che arrivi chiunque a far visita per interrompere i nostri lavori.
Mi associo, quindi, a quanto richiesto dal Consigliere Chiezzi. Vorrei sapere di che cosa si è parlato in questa riunione e avere una relazione perché non ho avuto la possibilità, come tutti gli altri colleghi, di partecipare. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Grazie, Presidente. Credo che la cortesia e l'onestà a volte non paghino in questo Consiglio, perché lei, Presidente, avrebbe potuto benissimo alzarsi dalla sua sedia e sospendere il Consiglio senza chiedere niente a nessuno per motivi che poi probabilmente avrebbe potuto spiegare dopo e anche, qualora non fosse stato onesto, inventarli. Anche solo per un mal di pancia! Così come il Presidente Ghigo - anziché chiedere di voler ascoltare l'intervento del collega Lido Riba - avrebbe potuto assentarsi, assieme a tutto il suo Gruppo, perché qui tutti hanno diritto di parlare e nessuno ha l'obbligo di ascoltare! Come in tutte le assemblee democratiche.
Questa è la mia posizione. Io invece apprezzo l'onestà e la cortesia che lei ha voluto dimostrare in questo Consiglio chiedendo, in un momento particolare del Consiglio stesso, se si poteva sospendere la seduta.
Quante volte abbiamo convocato appositamente Consigli per leader nazionali non per membri del Governo. Leader nazionali che sono venuti qui, e io li ringrazio di essere venuti a portarci le loro esperienze e le loro volontà a livello parlamentare, senza che di costui ognuno di noi si sia detto suddito. I sudditi forse saranno quelli di Bossi, collega Rosso, non quelli di un membro del Parlamento libero nazionale! Come quelli che la maggior parte degli italiani vogliono in questo momento.
Faccio solo queste riflessioni.
La ringrazio, Presidente, di aver avuto la cortesia di chiedere al Consiglio se si potevano sospendere i lavori. Mi associo alla collega Spagnuolo, perché ritengo che nel momento in cui un leader nazionale viene in Piemonte noi dobbiamo usare non solo la cortesia, ma la doverosa cortesia di incontrarlo e magari di esprimere nei suoi confronti, a seconda dei casi, solidarietà o meno rispetto a quello che sta avvenendo, nella distinzione dei propri ruoli, nella distinzione delle proprie idee.
Chi invece vuole a tutti i costi che questo non si faccia - e io non lo condivido - forse pecca di antidemocrazia.
Non condivido per niente, quindi, questi atteggiamenti - in particolare, Chiezzi, il tuo. Posso dirti, collega Chiezzi, che se questa mattina fosse venuto qui Bertinotti, probabilmente il Presidente del Consiglio e il Presidente della Giunta, e magari tutti noi, avremmo ospitato un leader nazionale che io non condivido per niente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Molto brevemente. Credo che si potrebbe continuare ad ironizzare su questo fatto, così come si potrebbe dire all'amico Rosso che Berlusconi è padano. Quindi, voglio dire: non si preoccupi.
Ma, a parte queste considerazioni, io mi associo a quello che diceva il collega Riba, nel senso che mi pare giusto che il Consiglio può sospendere la propria attività per incontrare personaggi politici nazionali. Basta soltanto saperlo, che venga annunciato, non crolla assolutamente il mondo anzi, probabilmente, in alcuni momenti è opportuno.
Nel caso specifico, però, mi pare che la sospensione, sul piano del metodo, si sia rivelata errata. Era sufficiente comunicarlo, spiegare bene i motivi, programmarlo, far completare l'intervento del collega Riba questo mi pare essenziale - nel senso che l'avvenimento non era tale da imporre un'immediata interruzione.
Rilevo, dunque, che sul piano del metodo e sul piano del merito la conduzione non è stata impeccabile.



PRESIDENTE

Voglio solamente rispondere con molta serenità ed anche con molta fermezza a quello che è un atteggiamento assunto dalla Presidenza del Consiglio.
La Presidenza del Consiglio non era assolutamente a conoscenza del fatto che questa mattina l'On. Berlusconi sarebbe venuto in Consiglio. Per cui non potevamo né organizzare né confezionare né preordinare un intervento che per noi - almeno per quanto mi riguarda - era assolutamente inopinato, ed era inopinato anche per il Presidente Ghigo.
Avendo appreso che l'On. Berlusconi era a Torino per motivi personali e che voleva salutare i Presidenti della Giunta e del Consiglio, mi è stato richiesto dal Presidente Ghigo di chiedere all'assemblea se era possibile interrompere i lavori.
In quel momento non ero Presidente del Consiglio. Quando, interrompendo con il suo consenso il Consigliere Riba, ho chiesto al Consiglio se era possibile sospenderne i lavori, non ero Presidente dell'assemblea, in quel momento presieduta da qualcun altro. Il Consiglio ha dato la disponibilità al Presidente di turno, di interrompere i lavori.



(Interruzione fuori microfono della Consigliera Simonetti)



PRESIDENTE

L'abbiamo chiesto. Non mi formalizzo su queste cose, voi vi formalizzerete perché credo che questo sia forse l'elemento su cui qualcuno crea il discrimine fra l'onorabilità di un'assemblea e la lesione di tale onorabilità.
Detto questo, sono andato dall'altra parte per fare unicamente gli onori di casa, per ricevere, secondo quella che è una consuetudine e una prassi di questo Consiglio. Tutte le motivazioni politiche che sono sempre state portate in questo Consiglio e nei Consigli delle precedenti legislature sulle ragioni che attenevano alla vita dei partiti politici sono sempre state accolte senza alcuna verifica da parte di chicchessia perché questa era la prassi di gentilomismo che abbiamo tenuto in questo Consiglio.
Sempre, Consigliere Riba, sempre! Quando c'erano delle riunioni, quando c'erano dei congressi, quando c'erano delle necessità non abbiamo mai voluto verificare fino in fondo se questo era possibile o meno. Si è agito secondo un fair play che ci siamo sempre garantiti vicendevolmente e reciprocamente.
Ora, io credo che non il Presidente Berlusconi, non l'on. Berlusconi non il cittadino Berlusconi - come dice il signor Consigliere Chiezzi - ma il capo dell'opposizione di questo Paese, proprio perché capo dell'opposizione di questo Paese, meriti un riguardo in più. Proprio perch il discorso della libertà e del rispetto che ogni cittadino italiano, ed anche un ex Presidente del Consiglio ed anche un capo dell'opposizione merita, deve avere anche in questa sede il riscontro necessario e dovuto.
E se questa è una mia posizione politica, di questa posizione politica sono assolutamente responsabile e di questa posizione politica certamente potrò rendere conto davanti a tutti in qualunque occasione e in qualunque sede.
Detto questo, qualunque Segretario politico - caro Dutto, tu sei troppo giovane per poter istruire quello che è il vademecum dell'assemblea venisse in questo Consiglio, dall'On. Bossi all'On. Bertinotti, sarebbe ricevuto con la stessa attenzione, con la stessa educazione, con lo stesso fair play, con lo stesso rispetto che questa assemblea ha sempre riservato e ha fatto bene il Consigliere Montabone a ricordarlo - nei confronti degli uomini politici che si sono avvicendati in questa sala o nelle sale di Palazzo Lascaris. E devo ricordare anche, proprio perché c'è stato un brevissimo precedente, che quando ho chiesto al Consiglio l'interruzione alcuni mesi fa, perché la delegazione cinese potesse venire a fare un saluto in questo Consiglio, ci sono state, anche in quella occasione, delle rimostranze perché avevo interrotto i lavori del Consiglio.
Ma io credo che il rispetto nei confronti di tutti e della libertà di espressione nei confronti di tutti, e anche del Consigliere Riba, sia stata quella dimostrata dal Presidente Ghigo, che ha detto: "Io voglio ascoltare le osservazioni, le argomentazioni, le riflessioni del Consigliere Riba". E credo che questo non possa essere assolutamente considerato come una lesione all'assemblea di questo Consiglio allorché al suo interno vi è un significativo scambio di riflessioni e di opinioni diverse. Rinviando poi di mezz'ora non si fa una lesione a questo Consiglio.
La lesione della dignità di questo Consiglio avviene se qualcuno pu conculcare la libertà di espressione di un altro, Consigliere Riba, non se la cortesia di un Presidente domanda unicamente di rinviare a qualche minuto dopo la possibilità che lei possa svolgere tutto il suo intervento e che questo intervento possa essere ascoltato dalle massime rappresentanze del governo di questa Regione.
Credo che proprio sul discorso della trasparenza hanno ragione Ghiglia ed altri Consiglieri, quando dicono: "Poteva giocare con mille artifici". I mille artifici e i mille sotterfugi che mi possono anche competere per non dare oggetto ad una trasparenza! Io invece ho voluto dire le cose come sono, perché in queste cose non credo che assolutamente ci sia nemmeno il minimo accenno di una lesione a questa assemblea. Credo che questa assemblea, proprio nella trasparenza di questi fatti, che sono assolutamente normali, possa trovare il modo di comportarsi e di confrontarsi; se qualcuno l'ha presa come una lesione mi dispiace. Nelle mie intenzioni, nella correttezza della dinamica dei fatti non c'è stata assolutamente alcuna lesione né nei confronti dei partiti politici né nei confronti delle persone che qui sono rappresentate.
Dico questo con molta passione, però queste sono cose che non posso assolutamente accettare e pertanto le respingo.
Siccome c'è stata una proposta, da parte del Presidente del Patto dei Democratici, di poter incontrare l'on. Berlusconi, i Capigruppo interessati sono invitati e credo che questo possa essere anche un segno della democrazia e soprattutto della libertà di pensiero e di comportamento di questo Consiglio.
Ricordo che l'on. Berlusconi è anche disponibile a venire in aula.
La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Sono anch'io profondamente consapevole che la visita a questo Consiglio può essere un onore quando viene fatta nei modi adeguati. In questo caso si ammette, da parte di tutti, che c'è stato un elemento procedurale. Non voglio incolpare lei, Presidente, ho capito benissimo qual è la natura della circostanza; penso che lei avesse il diritto-dovere di esprimere considerazioni anche forti che riportassero degli elementi di equilibrio ma riconoscerà che avevo altrettanto il dovere di esprimere un punto di vista che certamente non è solo personale.
Ho voluto dire questo perché intendo incontrare l'On. Berlusconi, per non sarei stato sereno nel procedere in questo incontro senza questi elementi di chiarimento. A questo punto sarebbe bene che l'On. Berlusconi venisse in aula.



PRESIDENTE

Noi chiudiamo la seduta e invitiamo l'On. Berlusconi a venire in aula.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, evidentemente non c'è modo di parlare in quest'aula prendendo le decisioni del caso, perché le decisioni - vedo l'on.
Berlusconi che è già presente in aula - sono già state prese, così come lei ha fatto in precedenza, sospendendo la seduta senza dirci il perché ed apprendendolo nei corridoi.
Dopodiché lei, con arroganza, si è confermato come il Presidente che ha agito bene; questo non è il nostro parere.
C'era la proposta di riunirci come Capigruppo con l'on. Berlusconi.
Devo dire che lei questa proposta l'ha già qualificata come elemento di democrazia per chi avrebbe partecipato; questo non è da lei, perché la partecipazione o meno ad una Conferenza dei Capigruppo è un atto di scelta politica che, in questo caso, noi non avremmo compiuto.
Adesso io non so di fronte a quale procedura ci troviamo; Vedo l'on.
Berlusconi già in aula, introdotto non so da chi, con una decisione presa non so da chi, che subisco, ma, dato che questa è l'aula del Consiglio regionale del Piemonte, io di qui non mi muovo.
Non perché c'è Berlusconi; perché questa è l'aula del Consiglio regionale e mi riservo ogni altra iniziativa sulle procedure che vedo in essere.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,15)



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