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Dettaglio seduta n.80 del 25/09/96 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Botta e Scanderebech.


Argomento: Referendum abrogativo e consultivo

Esame proposta di deliberazione n. 356: "Richiesta di indizione di referendum popolare abrogativo, ex art. 75 della Costituzione e legge 25/5/1970 n. 352 e s.m., relativo al RD 9/8/1943 n. 718, D. luogotenenziale 23/2/1946 n. 223, legge 7/6/1951 n. 434, legge 15/12/1960 n. 1483, legge 26/9/1966 n. 792, legge 5/10/1991 n. 317, legge 12/10/1966 n. 842, legge 12/8/1982 n. 576 e DPR 4/3/1983 n. 315" modificata con proposta di deliberazione n. 376: "Richiesta di indizione di referendum popolare abrogativo, ex art. 75 della Costituzione e legge 25/5/1970 n. 352 e s.m. relativo al RD 9/8/1943 n. 718, D. luogotenenziale 23/2/1946 n. 223, legge 4/1/1951 n. 2, legge 7/6/1951 n. 434, legge 15/12/1960 n. 1483, legge 26/9/1966 n. 792, legge 5/10/1991 n. 317, legge 12/10/1966 n. 842, legge 12/8/1982 n. 576 e DPR 4/3/1983 n. 315" (seguito)


PRESIDENTE

Comunico innanzitutto che la VII Commissione, convocata per le ore 13,30, è rinviata, visti i lavori d'aula.
I nostri lavori erano stati sospesi ieri all'esame della proposta di deliberazione n. 356, di cui al punto 7) all'o.d.g., relativa alla richiesta di indizione di referendum popolare concernente l'abolizione del Ministero dell'Industria.
A questa deliberazione era stato presentato un emendamento in quanto che i disegni di legge che accompagnavano l'abolizione del Ministero dell'Industria non facevano menzione alla legge 4/1/1951 n. 2 riferentesi a "Variante ai ruoli organici dell'Amministrazione centrale del Ministero dell'Industria e del Commercio e del Corpo delle Miniere presso il Ministero stesso".
Questo è stato inserito ed è oggetto appunto di un emendamento.
Ci sono dichiarazioni su questo provvedimento? Non essendovi richieste di parola, si proceda alla votazione per appello nominale della deliberazione come modificata dalla proposta di deliberazione n. 376, integrata dai nomi dei Consiglieri Sergio Deorsola (delegato effettivo) e Carla Spagnuolo (delegata supplente).
L'esito della votazione è il seguente: presenti 45 votanti 44 hanno risposto SI' 37 Consiglieri hanno risposto NO 6 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere La deliberazione è approvata.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. i seguenti documenti: ordine del giorno n. 303 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro Papandrea, Simonetti, Marengo e Spagnuolo relativo alle rivendicazioni delle Organizzazioni sindacali dei metalmeccanici per il rinnovo contrattuale.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.
Ordine del giorno n. 305 presentato dai Consiglieri Marengo, Cotto Gallarini, Ghiglia, Deorsola e Spagnuolo relativo alla riforma dello Stato e delle istituzioni in senso federalista.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.
Mozione n. 304 presentata dai Consiglieri Rosso, Farassino, Dutto Bellingeri e Rubatto relativa alla proposta di legge al Parlamento per inserire in fase di revisione costituzionale il referendum propositivo.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritta all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.
Proposta di deliberazione n. 336: "Programma triennale 1994/1996 per la tutela ambientale, deliberazione CIPE 21/12/1993. Variazione dell'allegato A2, settore di intervento gestione rifiuti - Bonifiche tabella C del documento di programma regionale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritta all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.
Ordine del giorno n. 306 presentato dai Consiglieri Rosso, Farassino Dutto e Bellingeri relativo alla Festa per la autodeterminazione dei popoli della Padania. Perquisizioni nelle sedi del movimento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.


Argomento: Referendum abrogativo e consultivo

Esame proposta di deliberazione n. 360: "Richiesta di indizione di referendum popolare abrogativo, ex art. 75 della Costituzione e legge 25/5/1970 n. 352 e s.m., relativo alla legge 13/3/1958 n. 296 recante 'Costituzione del Ministero della Sanità'" modificata con proposta di deliberazione n. 377: "Richiesta di indizione di referendum popolare abrogativo, ex art. 75 della Costituzione e legge 25/5/1970 n. 352 e s.m. relativo alla legge 13/3/1958 n. 296 recante 'Costituzione del Ministero della Sanità' e DL 30/6/1993 n. 266" (seguito)


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 360, di cui al punto 11) all'o.d.g.
E' stato presentato un emendamento in quanto la proposta di referendum citava soltanto la legge 13/3/1958 n. 296 "Costituzione del Ministero della Sanità" e non il DL 30/6/1993 n. 266 "Riordino del Ministero della Sanità a norma dell'art. 1, comma primo, lettera h), della legge 23/10/1992 n. 421".
Non essendovi richieste di parola, si proceda alla votazione per appello nominale della deliberazione come modificata dalla proposta di deliberazione n. 377, integrata dai nomi dei Consiglieri Sergio Deorsola e Carla Spagnuolo.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 50 votanti 48 hanno risposto SI' 41 Consiglieri hanno risposto NO 7 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri La deliberazione è approvata.


Argomento: Referendum abrogativo e consultivo

Esame proposta di deliberazione n. 362: "Richiesta di indizione di referendum popolare abrogativo, ex art. 75 della Costituzione e legge 25/5/1970 n. 352 e s.m., relativo al DL 13/10/1992 n. 40 recante 'Revisione dei controlli dello Stato sugli atti amministrativi delle Regioni, ai sensi dell'art. 2, comma primo, lettera h), della legge 23/10/1992 n. 421'" modificata con proposta di deliberazione n. 374: "Richiesta di indizione di referendum popolare abrogativo, ex art. 75 della Costituzione e legge 25/5/1970 n. 352 e s.m., relativo al DL 13/2/1993 n. 40 recante 'Revisione dei controlli dello Stato sugli atti amministrativi delle Regioni, ai sensi dell'art. 2, comma primo, lettera h), della legge 23/10/1992 n. 421'" (seguito)


PRESIDENTE

Esaminiamo ora la proposta di deliberazione n. 362, di cui al punto 13) all'o.d.g.
E' stato presentato un emendamento in quanto nel quesito non erano citate le parole "e successive modificazioni".
Non essendovi richieste di parola, si proceda alla votazione per appello nominale della deliberazione come modificata dalla proposta di deliberazione n. 374, integrata dai nomi dei Consiglieri Sergio Deorsola e Carla Spagnuolo.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 50 votanti 48 hanno risposto SI' 41 Consiglieri hanno risposto NO 6 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri La deliberazione è approvata.


Argomento: Referendum abrogativo e consultivo

Esame proposta di deliberazione n. 379: "Richiesta di indizione di referendum popolare abrogativo, ex art. 75 della Costituzione e legge 25/5/1970 n. 352 e s.m., relativo alla legge 8/6/1990 n. 142 'Ordinamento delle Autonomie locali'"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 379, di cui al punto 16 bis) all'o.d.g. Si tratta di un referendum aggiuntivo rispetto a quelli tradizionali La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Questo è il referendum nuovo, quello dell'accordo nazionale: la novità in tema referendario.
Chiederei una spiegazione, perché, come si sa, non partecipando a queste associazioni di idee e leggendo solo il quesito, non sempre si riesce a capire il merito del problema. Con questa abrogazione, tra le altre cose, chiediamo che vengano abrogate le possibilità che i Consiglieri comunali chiedano un controllo sugli appalti? E questo che chiediamo? Chiediamo che d'ora in poi i Consiglieri comunali non possano chiedere agli organi di controllo la verifica degli appalti; è questo, tra le altre cose quanto chiediamo?



PRESIDENTE

Mi pare di sì.
L'art. 45 della legge recita: "Deliberazioni soggette al controllo preventivo di legittimità.
Sono soggette al controllo preventivo di legittimità le deliberazioni che la legge riserva ai Consigli comunali e provinciali nonché quelle che i Consigli e le Giunte intendono di propria iniziativa sottoporre al Comitato.
Le deliberazioni di competenza della Giunta nelle materie sottoelencate sono sottoposte al controllo nei limiti delle illegittimità denunciate quando un terzo dei Consiglieri provinciali o un terzo dei Consiglieri nei Comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti, ovvero un quinto dei Consiglieri dei Comuni con popolazione sino a 15.000 abitanti ne facciano richiesta scritta e motivata con l'indicazione delle norme violate entro 10 giorni dall'affissione all'Albo pretorio". E' proprio quello che lei dice Consigliere.



CHIEZZI Giuseppe

Sono stupefatto della coincidenza dei fatti che in queste settimane vengono alla luce, proprio in materia di appalti e contratti da un lato, e di questa provvida iniziativa che consente di togliere anche i controlli dei Consiglieri comunali su atti che vediamo in Italia non sono avvenuti e non stanno avvenendo secondo regole di buona amministrazione.
Complimenti davvero: un bell'accordo!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Intervengo solo per porre un quesito sul quesito.
L'obiettivo che si voleva raggiungere con l'art. 24 della legge n. 142 era finalizzato a diversificare gli atti del Consiglio comunale e della Giunta, al fine di semplificare le procedure: non tutte le deliberazioni si era deciso - ha senso mandarle al controllo del Comitato regionale di controllo, ma soltanto una parte. Però si lasciò questa norma di un terzo dei Consiglieri comunali proprio per consentire, quando i Consiglieri lo ritenevano, di fare verificare la legittimità di alcuni atti della Giunta su questioni importanti.
La norma aveva un senso e ha un senso in termini di trasparenza, perch consente ai Consigli di svolgere un ruolo di controllo.
Se poi consideriamo che il ruolo dei Consiglieri comunali, con la legge n. 142, si è ridotto notevolmente (perché il Consiglio decide soltanto su alcuni atti di carattere generale - soltanto su pochissimi atti - e c'è sostanzialmente una crisi dei Consiglieri comunali sotto questo aspetto) ridurre, eliminare questo potere (che è un ruolo di controllo) vuol dire pressoché cancellare il ruolo dei Consiglieri comunali! Quindi, io ritengo che questa proposta sia estremamente pericolosa cioè se questa possibilità non viene più garantita alla fine i Consiglieri comunali non hanno più un ruolo di controllo, vuol dire ridurre notevolmente il mandato per il quale sono stati eletti.
Ritengo che questa soppressione che si propone faccia parte di una concezione non democratica della politica locale, nel senso che tende ad accentrare totalmente e completamente i compiti dell'Amministrazione comunale in capo al Sindaco e in capo alla Giunta: Giunta nominata dal Sindaco. Quindi, è una concezione autoritaria che noi non condividiamo.
Noi siamo oggi del parere che semmai sia il caso di rivedere i compiti del Consiglio comunale. Io spero che il Ministro Napolitano ci ripensi. I compiti del Consiglio vanno rivisti, altrimenti quella che è anche una classica palestra di formazione della classe dirigente - il Consiglio comunale - viene a mancare. Di questo dobbiamo preoccuparci. Non possiamo lasciarci prendere da questo fondamentalismo referendario - come dicevo ieri - tanto per fare qualcosa. Questi sono temi di grandissima importanza! Così come credo che anche l'idea di eliminare la figura del Segretario e il suo ruolo sia un grandissimo errore. E' pericoloso anche per gli stessi amministratori comunali. Ripensiamoci! Noi intraprendiamo una strada che tende ad eliminare quel poco di trasparenza che è garantito attraverso i Consiglieri comunali.
Terzo aspetto: accentuiamo una pericolosa riduzione di ruolo del Consiglio comunale a vantaggio del Sindaco. Il Consiglio comunale deve avere un ruolo: questa proposta lo riduce completamente. Per cui, chiedo quali sono le motivazioni reali di questo referendum. A me sembra di riduzione della trasparenza e dei controlli in generale, e mi sembra anche che questa proposta vada in controtendenza rispetto alla situazione che stiamo vivendo. Vorrei dei chiarimenti anche dalle forze politiche che hanno esperienza nei Consigli comunali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Alle cose che sono già state dette dai colleghi Chiezzi e Saitta volevo aggiungere che se è vero che strumenti quali il Commissario di Governo quali i Co.Re.Co. sono strumenti in parte, o forse in gran parte, da modificare, è anche vero che non si possono eliminare. Non si può eliminare una funzione di controllo di legittimità degli atti.
In queste settimane e in questi giorni dove si sta di nuovo discutendo ed è già stato accennato da altri colleghi, del ruolo della politica rispetto alla degenerazione e al riemergere di forme generalizzate di corruzione, si è detto che la politica deve riprendere un proprio spazio di proposta e di modifica dei meccanismi amministrativi che generano questi fenomeni. La maggior parte degli esperti - credo che questo emergerà anche dalla Commissione speciale a cui il Presidente Violante proprio ieri ha deciso di dare corso - non potrà (non potranno gli esperti e come hanno già fatto) che confermare che servono degli strumenti di controllo della legittimità degli atti, perché se questo non avviene assegniamo la politica alla Magistratura.
Questo è il fatto vero, nel senso che rispetto ad una verifica di correttezza amministrativa l'unica verifica che potrà essere fatta è solo più quella della Magistratura. E questo non funziona. Questo vuol dire assegnare ad altri compiti il funzionamento della macchina amministrativa! Queste sono le grandi perplessità non sull'abrogazione in sé di quello strumento, tra l'altro di nomina politica che quindi dovrebbe modificarsi ma sulla filosofia che vi sta dietro, perché dai proponenti non viene detto: "Togliamo questo..."; ha anche un senso il dire: "La Regione deve poi essere federalista con gli enti inferiori". Ma non si dice: "Togliamo questo per studiare un'altra forma più moderna e più adeguata per svolgere questo"; ma: "Togliamo questo perché non ci devono essere", perché si dice esplicitamente anche per la questione del Commissario di Governo. E' vero che è una figura anomala incongrua con l'attività legislativa della Regione, ma non con l'attività amministrativa. Credo quindi che questa tendenza, questa filosofia, di dire: "Questi controlli non ci devono essere" è completamente sbagliata e non adeguata a quelli che sono i problemi di riforma della Pubblica Amministrazione della nostra Regione.
Questi controlli servono e devono essere più moderni, più efficienti e più concreti.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Voglio fare due commenti di carattere generale su questo referendum.
Voglio ricordare che sono referendum abrogativi, perciò noi, nella proposizione abrogativa del referendum, chiaramente, proponiamo di abrogare un certo punto.



(Interruzione del Consigliere Cavaliere)



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

I referendum hanno questo scopo. Applicando e proponendo dei referendum noi proponiamo l'abrogazione di certe norme; poi lei sa che nel momento in cui questi referendum avessero il consenso di carattere popolare dovrebbe essere il Parlamento a stabilire le norme attuative dell'abrogazione.
Perciò noi non abbiamo il compito di proporre: io posso fare questo esercizio in senso filosofico generale, ma non è compito dei proponenti proporre poi l'applicazione nuova di una norma abrogata.
Per quanto concerne gli aspetti di carattere generale, a cui faceva riferimento il Consigliere Saitta, relativi alla situazione attuale, prima di tutto, per coerenza, nell'ottica di un principio di decentramento, come Regione abbiamo chiesto l'abrogazione dell'art. 40: è ovvio che anche per Comuni e Province riteniamo che sia giusto chiedere l'abolizione di certi controlli che, comunque, sul bilancio rimangono. Oltretutto, per specificare bene anche l'oggetto di quello che il Consigliere Chiezzi chiama "accordo", questo referendum viene da noi appoggiato come "Consigli regionali" su specifica richiesta dei rappresentanti nazionali dell'ANCI e dell'UPI, nel senso che non è una cosa che ci siamo inventati noi, ma è frutto di una discussione e di una valutazione con i rappresentanti nazionali dei Comuni e delle Province e credo che questo sia un fatto non di poca importanza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Sicuramente l'ANCI e la Lega delle Autonomie hanno una posizione di revisione della legge n. 142 e anche delle modalità di svolgimento dei controlli, ma non credo che l'ANCI e la Lega delle Autonomie siano d'accordo nel sopprimere questa parte della legge n. 142; immagino che abbiano una proposta di tipo diverso. Noi esprimiamo pertanto un giudizio su questo referendum abrogativo, non tanto sulle proposte alternative che sicuramente ANCI, Lega e UPI fanno.
In termine di dichiarazione di voto mi pare di rilevare che, essendo un referendum abrogativo, l'intenzione della maggioranza e di chi lo voterà sia di eliminare un ruolo di controllo su atti generali. Un ruolo di controllo da parte di un organo amministrativo. Rilevo che se questo ruolo di controllo sugli appalti, sui contributi, sui rimborsi, sulle assunzioni ecc., non può più essere esercitato - ha ragione il collega Chiezzi - i Consiglieri comunali di opposizione lo eserciteranno ricorrendo alla Magistratura. Sicuramente sarà così. E' evidente che il legislatore definendo le procedure dei controlli, ha sicuramente ritenuto importante un controllo di tipo amministrativo, antecedente ad un eventuale ricorso alla Magistratura. Per cui noi siamo totalmente contrari, perché verrebbe eliminato totalmente, se questo referendum dovesse passare, un ruolo di controllo.
Stupisce che questo Consiglio regionale si metta in una posizione di controtendenza e stupisce, soprattutto, che da parte dei sostenitori di questo referendum non sia emersa, non emerga da parte di chi voterà a favore, la posizione alternativa.
Noi non possiamo limitarci a dire "cassiamo questa norma"; eliminare in questo caso vuol dire andare contro la trasparenza e questo ci sembra estremamente negativo. In ogni caso - lo ripeto - è un referendum che riduce il ruolo dei Consiglieri comunali. Evidentemente, per quello che noi possiamo, come piccola minoranza, faremo di tutto per far conoscere che da parte delle forze politiche favorevoli a questo referendum c'è una volontà di ridurre un ruolo che viene garantito attualmente dalla legge.



PRESIDENTE

Vorrei solo ricordare al Consigliere Saitta che l'alternativa non è solo la Magistratura; sono gli istituti dell'interrogazione dell'interpellanza, della mozione e dell'ordine del giorno, come anche organi di controllo.
La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Mi fa una po' specie che proprio chi ha avuto un ruolo di Sindaco quindi una grande esperienza nel merito, proprio nell'applicazione della legge n. 81, quindi con tutta la rivoluzione che le leggi n. 142 e la n. 81 hanno portato all'interno dei Consigli comunali, tenga questa posizione per mantenere in piedi sia i Co.Re.Co. sia il Commissario di Governo. Ritengo che se dovesse passare questo referendum, obbligatoriamente nella revisione delle leggi n. 81 e n. 142, si dovranno dare questi compiti al Consiglio comunale e quindi rinforzare quello che è stato fino ad oggi, quasi annullato, il ruolo del Consiglio comunale, per affidargli quei controlli che sono propri di un Consiglio comunale. Mi pare assurdo che il Consigliere comunale si debba soltanto avvalere di una prerogativa che hanno i Capigruppo, perché le delibere di Giunta vengono inviate ai Capigruppo e quindi ai Gruppi consiliari perché si avvalgano del diritto di presentare ricorso al Co.Re.Co. Mi pare veramente un assurdo. Non è possibile che la democrazia sia basata su un sistema democratico della rappresentanza popolare per essere sottoposta ad un sistema burocratico.
Credo che ci debba essere uno strumento all'interno del Consiglio comunale che possa impedire, se ci sono, eventuali abusi da parte del Sindaco e della Giunta. Questo è quello che noi pensiamo sotto il profilo della modifica, cioè della soppressione dei Co.Re.Co. e della modifica delle leggi n. 81 e n. 142. Se non sarà così vuol dire che lasciamo tutta l'organizzazione di un centralismo dello Stato; credo che Saitta ed altri Sindaci che sono qui presenti siano stati, almeno centinaia di volte presso il Co.Re.Co. a reclamare il loro diritto al fatto che non si entrasse nel giudizio di merito, ma soltanto sul giudizio di legittimità.
Il Co.Re.Co. normalmente...



(Commento da parte di un Consigliere)



MIGLIETTI Franco

No, il merito lo deve controllare il Consiglio comunale; la legittimità è nella logica interna dell'organizzazione. Il segretario comunale di oggi che impedisce, a volte anche surrettiziamente, di passare degli atti che avvengono sulla piena responsabilità assunta dalla Giunta e dichiarata al Consiglio comunale, voglio capire se deve rimanere ancora all'interno di questo sistema! Si deve trovare un sistema che risponda ad una più ampia democrazia nella garanzia del non abuso. Credo che sia questo il compito a cui vengono chiamati i legislatori con la proposta di questo referendum.
Sarà il legislatore a trovare quelle forme democratiche che impediscano l'abuso autarchico e monocratico che stanno subendo oggi il Sindaco e la Giunta da lui nominata; non dal Consiglio comunale, perché la Giunta è nominata dal Sindaco e non più dal Consiglio comunale. Prima, forse per un lapsus, hai detto "eletta dal Consiglio comunale". No! Dal Sindaco. Allora bisogna che il Consiglio comunale riprenda le sue funzioni, altrimenti lo svilimento dei Consigli comunali lo stiamo vedendo in tutti i Comuni, a partire dal Comune di Torino fino al Comune di Chianocco.
Bisogna far riprendere al Consiglio comunale il suo ruolo, che è quello dell'indirizzo e del controllo in piena autonomia e in piena democrazia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galli.



GALLI Daniele

Nel dare il mio voto favorevole a questo referendum volevo specificare che vi sono tanti e tali controlli sugli atti dell'Amministrazione e sulla formalizzazione di un appalto che passano indubbiamente attraverso il parere di conformità dei singoli funzionari relativamente alla pratica, che non mi spaventerei tanto di quello che viene palesemente detto, ovvero che ci può essere un continuo abuso o una continua influenza politica nello scegliere determinate forme di appalto da parte della Giunta.
L'azione politica da parte della Giunta è più che legittima, perch questa ha un suo programma che deve portare avanti. Penso che sia difficile trovare la continuità o la volontà dei funzionari di andare a legittimare quello che può essere un abuso fatto da parte di un'Amministrazione comunale; poi, nell'ambito di quello che verrà fatto a livello di Stato nel cercare di correggere questa legge o formalizzare un correttivo, questo è tutto un altro discorso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Credo che non ci si intenda o si faccia finta di non intendersi. Sul fatto che questi strumenti siano da modernizzare, da cambiare, da sburocratizzare, da rendere più vicini alle realtà amministrative corrispondenti, siamo tutti concordi. La proposta di abrogazione dei Co.Re.Co., del Commissario di Governo, ecc., nelle motivazioni date dai proponenti, va però in tutt'altra direzione.
In quest'aula, oltre al collega Miglietti, il quale ha detto che occorrono comunque degli strumenti di verifica, non ho sentito dire da parte dei proponenti cosa vogliono sostituire, perché quello del referendum è un meccanismo abbastanza definito. Quando si va a modificare la legge, ad esempio, per annullare il percorso del referendum, bisogna modificare la legge dentro i desiderata, anche giuridici, richiamati dal referendum, ma se i desiderata sono quelli di togliere completamente quella funzione, non gli strumenti con cui avviene, voglio capire: questo non è stato spiegato.
E' stato detto: "No, gli strumenti esistono, c'è l'interrogazione c'è...". Voglio fare un esempio concreto, così ci capiamo. Non lo si prenda, però, come una provocazione perché non è assolutamente questa la mia intenzione, se non di fare proprio un esempio concreto: l'appalto per la nuova aula del Consiglio regionale. Io presentai un'interrogazione perché ritenevo illegittimo quell'appalto. Dopo aver cercato la delibera per settimane (questo a proposito della trasparenza), presento l'interrogazione; a distanza di tre mesi l'Assessore mi risponde: "No, caro Consigliere, per noi quell'appalto è legittimissimo". Se però io rimango ancora convinto che quell'appalto non sia legittimo - e non nel merito perché il merito lo decide chi ha le competenze per farlo, la Giunta decide se fare o non fare, se spendere 30 miliardi, e comprare un palazzo nuovo se ristrutturare od altro - se sono ancora intimamente convinto che sia illegittimo, per le leggi sugli appalti, per le procedure, a chi mi rivolgo? Devo andare alla Magistratura. E' questo il punto. Io credo invece, che debbano esserci degli strumenti di verifica degli atti amministrativi per stabilire se sono congrui con le leggi: questo sì che serve. Vogliamo togliere i Commissari di Governo? Va benissimo, ma ci deve essere un organismo che verifichi la congruità degli atti, altrimenti vi può essere un giudizio politico della Giunta o dei Consiglieri, che è sempre nel merito dei problemi, di come sceglie. Questa è la mia grande obiezione a queste proposte.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, si proceda alla votazione per appello nominale della deliberazione testé discussa, integrata con i nomi dei Consiglieri Sergio Deorsola e Carla Spagnuolo.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 52 votanti 49 hanno risposto SI' 43 Consiglieri hanno risposto NO 6 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri La deliberazione è approvata.
Ringrazio il Consiglio per tutta la collaborazione che ha dato in questo lavoro, che non è stato facile, ma che comunque è giunto a buon termine.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Esame ordini del giorno n. 305 e n. 308 relativi alla riforma dello Stato e delle istituzioni in senso federalista - Presentazione pregiudiziale di non passaggio all'esame dell'ordine del giorno n. 305


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'ordine del giorno n. 305 presentato dai Consiglieri Marengo, Cotto, Gallarini, Ghiglia, Deorsola e Spagnuolo precedentemente iscritto all'o.d.g.
Io proporrei il seguente emendamento: dopo le parole "dà mandato" sopprimere le parole "alla Commissione speciale per la revisione dello Statuto", e sostituire con le parole "alle Commissioni competenti in accordo con la Commissione speciale per la revisione dello Statuto", poich le Commissioni competenti sono le Commissioni istituzionali. Dato che la Commissione dello Statuto non riguarda assolutamente il problema del federalismo o perlomeno lo riguarda di riflesso, in seconda battuta propongo questo emendamento; anche perché la Commissione Statuto non ha potere referente né potere redigente.
La parola all'Assessore Gallarini, che, quale firmatario dell'ordine del giorno, interviene in qualità di Consigliere.



GALLARINI Pier Luigi

Sulla proposta del Presidente vorrei che se ne parlasse un momento tra coloro che hanno firmato il testo iniziale che è ancora a nostre mani.
Semplicemente perché è un testo che è stato proposto all'inizio in un certo modo, poi avevamo concordato alcuni emendamenti, e quindi l'abbiamo firmato. E' necessario parlarne tra coloro che lo hanno firmato, anche perché la questione è sottile e delicata, cioè esiste l'VIII Commissione Affari istituzionali, ed è una cosa; esiste la Commissione speciale per la revisione dello Statuto, che è un'altra cosa.
Almeno per quanto ci riguarda vorremmo discutere questa proposta in una breve sospensione dei lavori fra coloro che hanno firmato l'ordine del giorno per calibrare esattamente le cose perché si tratta di un passaggio particolarmente delicato.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 13,30 riprende alle ore 14,25)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Torniamo all'esame dell'ordine del giorno relativo alla riforma dello Stato e delle istituzioni in senso federalista.
Prima della sospensione avevo proposto un emendamento.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, care colleghe e cari colleghi, in via preliminare sollevo un problema e formulo una proposta, come primo approccio a questa iniziativa.
In merito a questo documento il nostro Gruppo non è stato contattato da alcun Gruppo consiliare, quindi non abbiamo potuto partecipare alla discussione in merito ad un ordine del giorno di questo tipo e che cosa chiedere: siamo stati emarginati. Adesso ci viene consegnato un ordine del giorno che per i contenuti che esprime diciamo che è di livello primario non parla di settori di lavoro, di piccole cose da fare, parla dell'Italia che vogliamo, attraverso una proposta di redazione della riforma del patto costituzionale. Non è un problema da poco.
La prima richiesta a valenza puramente politica è quella di chiedere ai sottoscrittori e all'aula, visto il modo con cui è stato compilato l'ordine del giorno, emarginando la mia forza politica, e visti i contenuti di eccezionale rilevanza che ha questo ordine del giorno, di poter disporre di un congruo tempo come Gruppo per esaminare le complesse materie qui contenute ed esprimere poi compiutamente un parere perché si parla di riforma della Costituzione.
Chiedo alla cortesia dei colleghi di consentire ad un Gruppo che non ha partecipato a questa idea, di formarsi un'opinione in qualche giorno e di discutere tale questione nella prossima seduta del Consiglio regionale.
Questo non è un intervento, Presidente, se lei acconsente; è una richiesta preliminare, veda lei se il Regolamento può aiutarci, è una considerazione: per cortesia, se possiamo anche noi su questo tema riflettere su quanto si propone ed eventualmente riflettere su quanto potrebbe proporre un Gruppo che non condivide tutto quello che è scritto in questo documento.



PRESIDENTE

Rimetto la sua proposta di rinviare l'esame di questo ordine del giorno ad uno dei firmatari.
Prego, Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Ritengo di poter dire, con pacatezza, che probabilmente il collega Chiezzi era impegnato ieri sul lavoro dei referendum ed è per questo motivo che non è stato coinvolto; non vi sono state ragioni di altro tipo, almeno per quel che ci riguarda.
Ha un senso l'ordine del giorno se approvato oggi, cioè a dire nell'ambito delle sedute che hanno trattato dei referendum. Se richiede mezz'ora di tempo per essere approfondito è un discorso, ma ritardarlo probabilmente non avrebbe più quell'efficacia e quell'incisività che avrebbe invece oggi, visto che da due giorni il Consiglio è impegnato su questi argomenti. L'ordine del giorno è pertinente, è un tassello di questo grosso mosaico che ha impegnato il Consiglio per due giorni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Farassino.



FARASSINO Giuseppe

Signor Presidente, due parole per dire che questo ordine del giorno è un'altra manciata di coriandoli che si butta a beneficio di chi li vuole raccogliere. Io penso che non si debbano buttare troppi coriandoli in quanto perdiamo anche del tempo e il tempo è denaro per tutti, perché siamo tutti concordi, chi più chi meno, nello stabilire che la Commissione Bicamerale, che ha il compito di studiare una riforma della Costituzione, è qualche cosa di nebuloso e di nullafacente.
Ero presente e il primo atto del Parlamento nel 1992 è stato proprio quello di istituire la Commissione Bicamerale composta da eminenti costituzionalisti che oggi, al 1996, non ha ancora prodotto nulla di positivo.
Ora, che si pensi di discutere ed approvare in un mese un ampio progetto di legge di riforma della Costituzione, mi sembra una cosa oltreché presuntuosa anche un po' una grande bolla di sapone.
Poi si dice: "Di predisporre in tempi celeri un progetto di autoriforma della Regione"; ma cosa significa "autoriforma"? Mi sembra che un Ente locale anche importante, come la Regione, non possa autoriformarsi. Facendo che cosa? Delegando agli Enti locali inferiori, quindi Province e Comuni moltissime competenze? Certo, lo potrebbe anche fare, ma credo che le riforme debbano venire dal basso, cioè che prima si debbano riformare i Comuni, le Province, quindi la Regione, quindi lo Stato. La Regione quindi, delega tutte le sue competenze agli Enti locali inferiori secondo il principio di sussidiarietà. I problemi e l'esubero di personale dove lo mettiamo? Creiamo migliaia di disoccupati, tanto per fare una battuta.
Quindi, questo mi sembra soltanto un agitare un foglio, tanto per dire che si vuole andare nella direzione del federalismo.
Ci sta provando Bassanini a portarci nella direzione del federalismo tentando magari di convincere Di Pietro che forse 6 mila miliardi per la tratta ferroviaria Salerno-Reggio Calabria sono un po' troppi, e che quindi il minimo che può fare è di non privare l'autostrada Torino-Savona degli 84 miliardi che servono per il raddoppio. Cose di questo tipo non rappresentano il federalismo.
Riteniamo questa proposta oltreché inutile anche provocatoria verso chi nel federalismo crede fermamente.
Altra cosa sono le proposte semplici che portiamo avanti in questo nostro consesso noi della Lega, come ad esempio la nostra proposta di ordine del giorno che dà mandato, o vorrebbe dare mandato, al Consiglio di fare una proposta elementare: quella di preparare una proposta di legge che possa venire approvata dalle due Camere in doppia seduta, tanto per sblindare l'art. 75 della Costituzione.
I padri costituenti, nostri illustri predecessori, per caso o per disattenzione hanno dimenticato una cosa importante, cioè di inserire nell'art. 75 della Costituzione la possibilità del referendum consultivo in aggiunta a quello abrogativo.
Non è agendo sull'art. 138 della Costituzione che si può fare qualcosa.
Parte tutto dall'art. 75. Se fosse immessa - e questa è la nostra proposta di legge che abbiamo presentato - nell'art. 75 la possibilità di un referendum consultivo, si saprebbe se la gente vuole il federalismo o non lo vuole. Noi diciamo che il federalismo ormai è inutile. Siamo stati tra i primi che hanno proposto il federalismo, beccandoci dei pazzi, degli intolleranti, degli egoisti.
Oggi tutti parlano di federalismo e ci fa piacere, ma è inutile partire con certe riforme o con tentativi di riforme dell'art. 138 se non si chiede prima al popolo se vuole il federalismo o meno. La domanda è semplice: sì o no. Se è sì, allora entra in ballo l'art. 138.
Vorrei ancora aggiungere che la modifica dell'art. 75 non sarebbe una riduzione o un cambio, quindi una mutilazione di un articolo della Costituzione italiana, ma sarebbe un'integrazione, e se positivamente passasse, le due Camere potrebbero fare una proposta di legge che consenta di eleggere un'assemblea Costituente, ossia di eleggere un numero di persone che vada, in base alla volontà del popolo, a cambiare la Costituzione in modo da renderla federalista.
Tutti questi ordini del giorno, anche se apprezzabili, secondo noi sono solo manciate di coriandoli, che non creano né danno né beneficio, ma solo un po' di perdita di tempo, ma evidentemente in quest'aula il tempo è denaro per pochi.
Dichiariamo pertanto la nostra astensione.



PRESIDENTE

Con questo intervento mi pare di avere capito che l'on. Farassino abbia anche illustrato l'ordine del giorno sul referendum propositivo.
La richiesta del Consigliere Chiezzi è stata respinta da uno dei firmatari dell'ordine del giorno. Mi pare che il Consigliere Gallarini si sia espresso in merito. Quindi, la consideriamo come una pregiudiziale. Se il Consigliere Chiezzi vuole intervenire nel merito dell'ordine del giorno ne ha la facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, la ringrazio e ringrazio il Consigliere Gallarini anche se mi dispiace della risposta che ha dato, anche probabilmente a nome di tutti gli altri firmatari, che non sono intervenuti.
Colleghi, bisogna tenere conto che su questi problemi nell'aula si apre un problema politico piuttosto serio sul piano della democrazia e del rispetto dei Gruppi, anche di quelli minori, soprattutto quando una maggioranza, che straripa nuovamente, si impossessa di quest'aula in modo visibilmente arrogante.
Mi sembra indubitabile che, su un tema di questo genere, scaricare in Consiglio regionale un ordine del giorno con questi contenuti, all'insaputa di alcuni Gruppi, e rispondere "no" alla richiesta di questi di poter valutare le complesse materie qui trattate, secondo un punto di vista di Gruppo - visto che siamo emarginati - significa impossessarsi dell'aula con la forza dei numeri, al di là di ogni ragionevole richiesta di poter svolgere in quest'aula il lavoro al meglio delle proprie forze.
E non potete pensare che il meglio delle forze del Gruppo di Rifondazione Comunista sia, nel giro di pochi minuti, prendere atto dei temi, così come sono stati trattati all'interno di una maggioranza larghissima - dalla quale non siamo stati chiamati nemmeno ad assistere ai lavori. Non potete pensare che noi possiamo fare tutto questo in pochi minuti.
Questa è una costruzione dei tempi di lavoro del Gruppo che chiedo ai colleghi di valutare seriamente, perché queste cose possono succedere, a turno, a molti dei Gruppi presenti, non appena si trovano incantonati in pochi in un'aula di questo Consiglio.
Quindi, non so se il Consigliere Gallarini ha parlato a nome di tutti.
Su questa vicenda il nostro Gruppo si impegna - se voi volete andare avanti con tutte le nostre forze, per portare in quest'aula gli argomenti che troveremo alla rinfusa - perché non abbiamo tempo di sistemarli in una nostra proposta - chiedendo tutto il tempo necessario per fare questo e indurendo i nostri rapporti. Ci sembrava quasi un diritto politico, di fronte a questi argomenti, chiedere una settimana di tempo. Non viene concessa perché siete in tanti? Va bene, andate avanti, noi faremo la nostra battaglia. Abbiamo anche ricevuto una documentazione, da parte del Consiglio regionale, sul federalismo, e quindi poiché non possiamo chiarirci le idee in questa settimana proveremo ad esporre questi argomenti in aula, visto che l'ordine del giorno alla seconda riga recita: "una profonda riforma dello Stato e delle istituzioni in senso federalista è assolutamente necessaria" e visto che nessuno ha spiegato in cosa consista il senso federalista.
Questo documento, che serve per chiarire le idee, dice: "L'attuale dibattito sulla revisione costituzionale della nostra forma di Stato in senso federale deve essere affrontato in modo consapevole" questo è tratto dalla documentazione data dal Consiglio regionale, mi chiedo se questo è il modo per far pronunciare il Consiglio regionale e consenta di individuare, in modo consapevole, questa forma di Stato - "con il corretto approccio sistematico e il debito approfondimento storico comparatistico. In particolare, l'approfondimento comparatistico assume un ruolo importante nel tentativo di rivisitazione dell'ordinamento giuridico.
Occorre infatti volgere uno sguardo attento e ragionato alle diverse forme di Stato vigenti, alle loro assonanze e dissonanze con il nostro ordinamento. Per plasmare e tradurre in Italia la più consona revisione costituzionale, sarebbe però assolutamente riduttivo tenere conto delle sole costruzioni teoriche, ragionando esclusivamente per similitudine.
Questa pubblicazione si propone non solo di fare semplicemente riflettere sulle costruzioni dottrinarie, ma vorrebbe dimostrare come le definizioni dei grandi sistemi giuridici siano semplicemente 'astrazioni classificatorie che sfumano l'una nell'altra e che si riferiscono in realtà ad ordinamenti concreti tra i quali intercorrono differenze, ma non censure rigidamente separate'.
Infatti le diverse condizioni storiche vissute hanno necessariamente condotto a forme di Stato tra di loro non sovrapponibili.
Bisogna allora ricordare quanto sia importante il peso della storia nella definizione delle forme di Stato, continuando a riservare il giusto posto alle tradizioni.
Pertanto, non si può tenere conto solo delle costruzioni, dei pensieri giuridici e politici, bensì tentare di tradurre il momento storico passato che continua a volgersi".
Da queste parole emerge con sostanza di argomenti, con professionalità che su questo tema in effetti scrivere poche e generiche parole non corrisponde ad un modo approfondito di riuscire a dipanare questa materia.
"D'altronde" - aggiunge il documento - "la materia risulta alquanto articolata, già la stessa definizione di federalismo è controversa e non univoca, tanto che William H. Stewart ha dedicato un suo studio alle definizioni esistenti di federalismo identificandone ben 497. Non solo, il federalismo in quanto ideologia filosofico-politica si traduce poi nello Stato Federale, che è invece uno dei modelli di organizzazione complessa della forma di Stato. Anche lo Stato federale, in verità, si manifesta variamente, infatti può tanto essere 'conseguenza di un movimento centripeto' quanto 'relazione di un movimento centrifugo'. In linea di principio, nella prima ipotesi si avrà una Confederazione di Stati (ossia una pluralità di Stati che conferiscono ad un'autorità politica centrale poteri tesi alla cura di interessi particolari comuni) che si uniscono per dare vita ad un ordinamento ad essi sovrapposto.
Nella seconda ipotesi, invece, lo Stato federale tende a superare la forma dello Stato unitario, rigidamente accentrato o decentrato (Stato regionale) composto da un solo popolo, un solo territorio ed un solo ordinamento giuridico.
Si viene a profilare, quindi, accanto al federalismo per 'unire i diversi', un federalismo per 'dividere gli uniti', per 'tenere insieme chi altrimenti si dividerebbe'".
Capite, colleghi, che anche solo dalla lettura di questa premessa c'è molta materia per riflettere qualora si intenda scrivere un ordine del giorno sul federalismo, e quindi è necessario anche del tempo. Limitarsi come dice anche solo questa premessa, ad una citazione generica, non consentirebbe di individuare alcun percorso. Forse uno dei difetti di questo ordine del giorno, può essere anche proprio il pregio che ha consentito di unire un così largo consenso di forze, dal fatto che non dite un bel niente. Federalismo, detto in questo modo, è un po' di acqua fresca a cui tutti si possono abbeverare, ma il nostro Gruppo non intende seguire una strada di questo genere. Intende produrre eventualmente un ordine del giorno che possa anche entrare in una contraddizione dialettica con l'ipotesi del federalismo, ma portando argomenti che esigerebbero tempo per un approfondimento.
Il documento continua: "Le principali tipologie di sistema di distribuzione 'federalista' dei poteri politici tra i soggetti istituzionali possono essere così schematizzati:" - a questo punto, vi chiedo, rispetto agli schemi che vi leggeremo, come collocate questo ordine del giorno: "a) l'Unione Confederale di Stati. Questa è una pluralità di Stati che conferisce ad una autorità politica centrale una serie di poteri per la cura di alcuni interessi comuni particolari, di solito concernenti la difesa e la politica estera, ma talvolta anche materie economiche. Le decisioni dell'autorità centrale vincolano gli Stati membri e valgono verso l'esterno, come decisioni di tutt'essi, ma, salvo casi assolutamente eccezionali, norme e comandi dell'autorità centrale non penetrano negli ordinamenti statuali a vincolare direttamente i singoli individui ad essi soggetti. Il documento giuridico che dà vita all'unione non di rado ne proclama la 'perpetuità' o la 'indissolubilità'; ma anche in questi casi la dottrina prevalente, ravvissando nel documento un 'trattato internazionale', afferma ciò nonostante il diritto dello Stato al recesso dall'Unione".
Interrompo la lettura del documento perché il tempo è scaduto, ma lascio ad altri colleghi il compito di continuare ad illustrare questi pensieri.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Vorrei precisare che il nostro Gruppo non intendeva usare queste forme di intervento, ma in seguito alla nostra richiesta - che mi sembrava più che legittima di fronte ad un argomento importantissimo come la riforma della Costituzione - di poter dare un contributo politico, quindi chiedendo anche una forma di confronto politico con le altre forze politiche che hanno elaborato questo testo, ma vi è stata una risposta di rifiuto.
Prendiamo atto, dunque, che a parte della minoranza, al Gruppo di Rifondazione Comunista, è stata rifiutata la richiesta di poter dare un contributo politico su un tema di grande rilevanza.
Rispetto alle questioni che aveva già introdotto il nostro Capogruppo Chiezzi, le questioni del federalismo, che abbiamo discusso tante, per me troppe, volte, senza poi arrivare a contributi concreti, riteniamo che questa poteva essere l'occasione per realizzare un confronto vero, unico attraverso l'approvazione di un ordine del giorno, da cui chiaramente Rifondazione Comunista è stata emarginata. Va benissimo; nel momento in cui non ci si coinvolge per poter discutere od approvare un ordine del giorno allora noi utilizziamo gli strumenti che per regolamento ci consentono perlomeno di farci sentire come forza politica in quest'aula.
Dopo l'Unione Confederale di Stati vi è la tipologia dell'Organizzazione Sovranazionale di Stati.
"In questa figura i tratti sono analoghi a quelli dell'Unione Confederale. Le materie assegnate alla competenza dell'autorità centrale sono peraltro di solito di natura economico-sociale e non hanno a che fare con la difesa. Qualche volta la robustezza e l'articolazione istituzionale dell'autorità centrale sono ragguardevoli e maggiori che nell'Unione Confederale e le norme e comandi raggiungono immediatamente, all'interno dei singoli ordinamenti statali, gli individui".
La terza tipologia è quella dello Stato federale.
"In esso l'autorità centrale possiede le dimensioni di un vero e proprio Stato-apparato, in quanto le appartengono tutti i tipi di funzioni legislative che le spettano, giudiziarie ed amministrative che non possono mancare ad uno Stato. Anche le materie affidate alla competenza dell'autorità centrale, sebbene più o meno limitate nel numero, oltre ad includere sempre la politica estera e la difesa, spaziano in altri compiti e non sono così particolari e circoscritte come nelle precedenti figure.
L'autorità centrale stabilisce nella sua opera norme e comandi che vincolano direttamente gli individui e può imporre e riscuotere direttamente da loro tributi. Include in sé un organo che ha il potere di interpretare autoritariamente la 'Costituzione federale' e dunque, tra l'altro, la ripartizione dei poteri tra l'autorità o Stato 'centrale' e gli 'Stati membri', le rispettive 'sfere' di competenza. La modificazione formale della 'Costituzione federale' richiede in qualche modo l'assenso degli Stati membri, talvolta per vari punti, come l'atto costitutivo delle figure precedenti, l'unanimità dei loro consensi; spesso soltanto un dato quorum di essi. Il recesso dall'unione del singolo Stato membro, anche se non esplicitamente vietato, è escluso, a meno che la Costituzione federale eccezionalmente non lo permetta".
L'ultima definizione che viene alla luce rispetto al federalismo, su cui tanto si è dibattuto (è uscita anche sui giornali rispetto alle ultime vicende di riforma istituzionale a livello nazionale), è quella dello Stato regionale.
"In questo Stato sono i poteri delle Regioni ad essere enumerati e limitati a materie particolari. La loro stabile pertinenza alle Regioni e il loro rispetto sono comunque garantiti dalla Costituzione 'rigida' dello Stato. I poteri delle Regioni possono essere talvolta assai vasti; non includono peraltro mai o quasi mai poteri giurisdizionali. Le Regioni, come tali, non partecipano di solito al procedimento di revisione della Costituzione statale" - come è invece scritto nell'ordine del giorno presentato - "la cui interpretazione spetta, anche qui, ad un organo dell'autorità centrale, lo Stato. Alla Regione non è riconosciuto il diritto di separarsi dallo Stato. Questi sistemi 'federalisti' di distribuzione dei poteri sono presenti in genere sia fra gli ordinamenti dell'epoca liberale, sia tra gli ordinamenti contemporanei di democrazia sociale. Ma in concreto si tratta, presso gli uni e presso gli altri, di cose diverse".
Sulla questione del federalismo, sul concetto di federalismo e in generale sui sistemi federali, in questo testo non si poteva che riprendere le diverse voci delle enciclopedie che affrontano la complessità di questi argomenti.
Procederemo ora ad un'analisi, una riflessione sull'argomento, seppur organizzata in malo modo dal nostro Gruppo, perché i tempi che avevamo richiesto non ci sono stati concessi, ma mi piacerebbe che dopo il nostro intervento i firmatari dell'ordine del giorno esprimessero come ed in quale modo intendano - leggo testualmente l'ordine del giorno - "realizzare presentare un ampio progetto di riforma della Costituzione entro il mese di ottobre". Su una questione così nodale come la riforma della Costituzione non riprendo le polemiche che hanno investito credo tutti i Gruppi e le forze politiche che sono presenti in un Consiglio regionale, sono presenti perché hanno avuto il mandato per essere presenti, secondo la forza che compete loro, che il mandato popolare ha dato loro - chiedo in quale modo si potrebbe procedere a realizzare questo ampio progetto di riforma della Costituzione in pochi giorni: nemmeno un mese, perché siamo alla fine di settembre ed entro un mese si procederebbe alla riforma costituzionale senza riprendere poi tutte le questioni enunciate che riguardano un tema di grande rilievo, che anche in quest'aula ha avuto grande rilievo prendendo una o più sedute del Consiglio regionale, cioè la questione del federalismo. Ma sulla questione del federalismo, in poche righe, si definisce qual è il senso federalista a cui si fa riferimento in questo ordine del giorno e di seguito vengono auspicati alla Commissione Bicamerale che sarà istituzionalizzata, e via di seguito alle Commissioni speciali, dei ruoli e dei compiti di cui quest'aula può farsi portavoce solo attraverso le forze politiche che hanno presentato tale ordine del giorno.
Oltre alla risposta che segna, e non riprendo quello che è stato detto dal mio Capogruppo, un'arroganza che ormai sfocia in tutti i lati e i sensi di quest'aula, sarebbe utile sapere se tutte le forze politiche che hanno presentato questo ordine del giorno rifiutano un confronto con Rifondazione Comunista.
Inizierei ad informare quest'aula, se già non lo fosse, perché ha già letto questo documento, sulle varie nozioni di federalismo che sono state date dalle enciclopedie e dalle varie forme che si possono definire di Stato federalista più in generale.
Ora, nell'ambito del federalismo possono esserci varie funzioni.
Abbiamo, come primo elemento, quello del federalismo nelle prospettive della vecchia e della nuova scienza del diritto: quindi questa può essere una branca attraverso la quale viene definito il senso federalista a cui noi vogliamo fare riferimento.
In questo caso il federalismo viene definito "il termine con cui si sol designare la tendenza, presente come fenomeno abbastanza diffuso nella storia moderna, ad organizzare ordinamenti politico-giuridici ripartendo i poteri di comando dello Stato tra Enti politici: un apparato di governo centrale e una pluralità di apparati di governo periferici, l'uno e gli altri sovrapposti allo strato delle semplici autorità amministrative municipali o locali".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Luciano

Intervengo molto brevemente a questo punto della discussione in quanto vorrei spiegare al collega Chiezzi perché non è stato coinvolto nella discussione sull'ordine del giorno. E lo faccio ovviamente non in termini di giustificazione, ma solo per chiarire, dato che qui sono state mosse delle accuse pesanti, e cioè che si vorrebbe emarginare qualche Gruppo.
Prego il collega Chiezzi e gli altri Consiglieri del Gruppo di Rifondazione Comunista ed altri Consiglieri qui presenti che hanno fatto in questi giorni la loro giusta, dal loro punto di vista, battaglia rispetto alla discussione sui referendum, di credere al perché non è stato coinvolto.
Non è stato coinvolto perché io credo che sarebbe stato quasi offensivo nei confronti del Gruppo di Rifondazione Comunista andargli a chiedere un'adesione su un ordine del giorno che fa del federalismo la sua bandiera avendo sentito, non nei corridoi, ma in precedenti discussioni in questo Consiglio, quali sono le posizioni di Rifondazione Comunista rispetto al federalismo.
Mi pare che se noi avessimo fatto questa operazione, davvero - ripeto sarebbe stato quasi offensivo. Quindi, non c'è alcuna volontà di emarginazione di un Gruppo. C'è il fatto che ci sono dei Gruppi di maggioranza e di opposizione che condividono alcune scelte sui temi delle riforme istituzionali che hanno convenuto su un ordine del giorno che per noi è condizione politica rispetto all'accompagnamento dei referendum, in quanto - peraltro affermazioni già fatte ieri in occasione della discussione generale sui referendum - contiene delle proposte che non vengono discusse nel merito oggi in questo Consiglio, ma che vengono demandate alle Commissioni consiliari nelle quali ciascun Gruppo avrà la possibilità, nel merito delle proposte, di ribadire la propria opinione. La data del 30 ottobre, Consigliera Simonetti, è unicamente perché alla Bicamerale i tempi per consegnare proposte di legge, come stabilito dalla Commissione Bicamerale (la quale credo tutti l'abbiamo votata, quelli che sono nella maggioranza di Governo nazionale), i tempi sono quelli del 30 ottobre per avere la possibilità di incidere e quindi di poter presentare appunto proposte che poi vengano discusse nella Commissione Bicamerale.
Quindi, questo è il motivo. Sapendo che quando si dice - come qui viene sottolineato - "ampia discussione sulla Costituzione", peraltro non si parte dall'anno zero, per ciò che riguarda i Consigli regionali: esistono già delle proposte elaborate anche nella precedente legislatura da parte di tutte le forze politiche rispetto alle quali ovviamente bisognerà rielaborare e riverificare allo stato attuale della discussione e delle scelte politiche, ma esiste già questo materiale.



PRESIDENTE

Anche al Titolo V della Costituzione, che è stato approvato ieri dall'Ufficio di Presidenza.



MARENGO Luciano

Esatto. Ho voluto intervenire solo per spiegare il motivo per il quale il Gruppo di Rifondazione Comunista non è stato coinvolto in questa discussione. Dopo ci sarà un ordine del giorno che ha sottoscritto Rifondazione Comunista, il sottoscritto e la Consigliera Spagnuolo che credo non sia stato - giustamente, probabilmente - posto all'attenzione di altri Gruppi consiliari i quali poi decideranno se votarlo o meno. Ma non è che ci sia stata discussione sull'ordine del giorno sul contratto dei metalmeccanici, ad esempio: è stato presentato, io l'ho letto, l'ho firmato. Punto. Cioè vorrei che ritornassimo alla chiarezza delle posizioni dei rapporti, fermo restando che poi ciascuno può fare la sua scelta legittima, basta che ci sia chiarezza dei rapporti politici.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Signor Presidente, credo che sia un grave errore politico ignorare una forza politica come quella di Rifondazione Comunista, che a livello di Piemonte supera il 10% e che quindi è in grado, anche come forza di governo, di avere un suo ruolo importante non solo per quanto concerne i lavoratori, ma anche per quanto concerne proprio il peso politico di governo di questa Regione e di questo Paese.
Credo sia grave il non avere tenuto conto di questo Gruppo, soprattutto in una tematica così importante come è il federalismo o il regionalismo, in quanto non a tutti è chiara questa tematica: ma non solo in questo Consiglio, io mi riferisco anche alla nostra regione, dove spesso e volentieri tra la gente si parla, si discute. Oggi è la tematica principale nel dibattito politico! Credo che questa tematica avrebbe dovuto essere vista da tutti i Gruppi in Consiglio regionale espressi e il nostro è uno dei Gruppi più numerosi. Non essendo stata fatta questa valutazione, ma essendo entrati in una scorrettezza politica, che è anche un'arroganza di potere, credo che queste considerazioni, e soprattutto queste valutazioni andavano prese in un'altra maniera e per arrivare a porre in discussione un ordine del giorno così importante su una tematica decisiva, sicuramente andava fatto in un altro modo coinvolgendo una forza importante come la nostra.
Credo quindi che si sia andati verso una forma di scorrettezza. Credo che con questo dibattito e con i dibattiti che succederanno se non ci sarà il coinvolgimento di tutte le forze espresse in questo Consiglio (che poi sono le forze della società, sono le forze importanti di questa Regione) assai difficilmente si arriverà ad un chiarimento di volontà di intenti e soprattutto di realizzazioni nei vari campi. Teniamo anche conto che la gente è arrabbiata, che la situazione economico-politica si va deteriorando e teniamo conto che è in atto una finanziaria che si dice che ci deve portare in Europa e che comunque sia porterà dei sacrifici e che - non ultimo - vede impegnato il nostro partito anche a fare la sua parte, sempre che questo sia possibile farlo in un'ottica di correttezza e di serietà dei problemi di questo Paese.
Tornando ai problemi del federalismo, problemi importanti che comunque sia a volte sono più di enunciazione politica, partitica ed elettoralistica che di contenuti, volevo dire alcune cose.
Federalismo, dunque: ma in che tempi? I tempi non possono illudere la gente. Dobbiamo spiegarlo con l'eventuale passaggio ad uno Stato federale che non potrà essere immediato. Il federalismo dovrà essere accolto, dovrà essere realizzato, ma sarà un percorso abbastanza lungo. Chi conosce il federalismo non può pretendere che si faccia in due giorni, come succede in un decreto legge. Quindi ecco l'importanza e la valutazione di essere cauti e soprattutto di discutere e di valutare attentamente queste considerazioni e queste prospettive di Stato, di decentramento, che a mio avviso sono molto, molto complesse.
Quindi, non può essere una demagogia e non si possono prendere in giro i cittadini. La gente non deve essere ingannata; non si può far credere che processi lunghissimi in altri Paesi da noi avvengano in un soffio. Siamo seri: dobbiamo essere anche certi che il momento è difficile, non solo in una prospettiva diversa, ma soprattutto nella prospettiva che queste tematiche vanno chiarite a tutti i livelli, quindi con serietà per coinvolgere, anche e soprattutto, tutte le forze politiche a parità di rappresentanza.
Ma per arrivare ancora a discutere di federalismo rilevo che, come giustamente dice questo testo, in discussione presso tutti i Consigli regionali, comprendente scritti di illustri ed eminenti tecnici, "il termine federalismo è anche usato per designare quella corrente di pensiero che ritiene essere l'organizzazione federalistica degli Stati un'esigenza essenziale per la realizzazione del buon governo di tutte le società complesse nonché addirittura l'unica soluzione finale valida del problema della pacifica convivenza sulla terra dei vari popoli ordinati in Stati distinti". Poi è chiaro che bisogna fare anche una valutazione di questo termine ed è una valutazione che non è che venga a fagiolo oggi.
Sull'esigenza di decentrare questo Stato burocratico accentratore si può anche fare un'analisi, come ha fatto l'illustre tecnico che ha elaborato questo testo, che parte anche dall'antichità.
"Nell'antichità e durante il Medioevo il fenomeno della ripartizione di poteri pubblici di comando tra varie formazioni politiche in diversi modi collegate tra loro non mancò di certo; ed anzi il Medioevo europeo fu un insigne esempio di organizzazione politico-giuridica per centri di potere plurimi, variamente coordinati tra di loro attraverso la distribuzione di distinte sfere di competenza (o come si diceva di giurisdizione) e il gioco di limitate e parziali subordinazioni gerarchiche (Impero e Chiesa ai vertici; regni e principati; dentro questi ultimi, autorità feudali, città autonome, enti ecclesiastici immuni e via dicendo). Applicare tuttavia l'aggettivo 'federalistico' a queste forme passate di divisione organizzativa dei poteri politici tra entità di governo distinte non pu farsi senza il grave pericolo di perdere, sotto le analogie che pure esistono, il senso dell'irripetibile peculiarità del 'federalismo moderno' o, per meglio dire, del 'federalismo' senz'altro. Questo è un fenomeno storico connesso strettamente con la figura dell'ente politico Stato, una figura tutta moderna che ha le sue origini nella storia europea post medievale. I più rilevanti aspetti della sua realtà, sia sotto il profilo degli sviluppi degli istituti che lo caratterizzano sia sotto il profilo delle questioni dottrinali cui ha dato luogo, non si possono addirittura comprendere fuori dal contesto della storia dello Stato occidentale nel corso degli ultimi due secoli".
Questa è un'analisi anche storica di questa tematica che via via ha avuto una serie di sussulti durante la storia, per arrivare ad essere di attualità oggi non solo nel nostro Paese, ma in Europa. Dato che questo Paese sta per entrare in Europa, anche come tematica istituzionale è importante verificare e soprattutto analizzare questi trattati, giustamente inclusi nell'allegato al fascicolo "Federalismo e regionalismo" nella documentazione che è stata presentata a tutti i Consiglieri regionali.
"D'altra parte, per comprendere a fondo il significato del fenomeno storico 'federalismo', anche solo da un punto di vista che voglia essere rigorosamente giuridico, i complessi schemi concettuali elaborati dalla scienza del diritto del XIX e della prima metà del XX secolo in ordine alla natura dello Stato federale e delle più o meno contigue figure della Confederazione di Stati, delle Organizzazioni sovranazionali di Stati dello Stato regionale, ecc., mentre certamente sono per alcuni lati d'aiuto, per altri possono riuscire gravemente svianti e in ogni caso non bastano. Questa scienza del diritto ha posto efficacemente in luce la maggior forza del vincolo che lega nello Stato federale l'apparato centrale e quelli periferici rispetto al nesso che corre tra autorità centrali e Stati membri nelle confederazioni e nelle organizzazioni sovranazionali, ed ha parimenti utilmente illustrato la maggiore subordinazione delle Regioni allo Stato nello Stato regionale rispetto al rapporto che stringe i cosiddetti Stati membri allo Stato centrale nello Stato federale. Ma essa ha per lo più tentato di fondare la distinzione tra quelle varie figure classificatorie soprattutto utilizzando un concetto dogmatico di 'sovranità' come potere originario, assoluto ed illimitato di comando che sarebbe caratteristico dell'Ente Stato e in base al quale, attraverso la ricerca della sua diversa collocazione nel sistema di ciascuna figura, si potrebbero identificare i precisi tratti qualitativi differenzianti di tutte esse. Il concetto dogmatico di sovranità non è, se preso alla lettera, una rivendicazione uniforme e costante delle classi politiche che hanno fondato e governano gli Stati dell'epoca moderna; ed anzi, a parere di chi scrive, non fu forse mai rivendicazione effettiva di alcuna di quelle classi politiche. Sul piano della realistica descrizione del fenomeno storico-giuridico 'Stato', e dei sottotipi 'Stato federale' 'regionale', 'Confederazione' ed 'organizzazione sovranazionale di Stati' il concetto non può dunque servire per un'intelligente trattazione della materia (anche se, in epoca di diffusa 'giurisprudenza dei concetti' esso poté senza dubbio talvolta servire, per impulso alla dottrina, a promuovere utili sviluppi nell'interpretazione ed applicazione del dato normativo di questo o quel sistema: per esempio con il favorire, nell'ambito di un sistema federale o confederale, l'espandersi dei poteri delle autorità centrali a spese delle periferiche o viceversa. Occorre appena ricordare che il giudizio sulla positività o meno di siffatte utilizzazioni pratiche del concetto non può che essere un giudizio storico di natura, in ultima analisi, etico-politica)".
Trattandosi di una materia così delicata e difficile, evidentemente bisognerà studiarla nel suo naturale stato giuridico, ma soprattutto vedere di utilizzarla nel nostro Paese e nella nostra Regione con la dovuta serietà che i cittadini richiedono urgentemente da questa Regione e dallo Stato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Volevo partire proprio dall'ordine del giorno che ha richiamato il Consigliere Marengo, che abbiamo presentato ieri e che riguarda lo sciopero nazionale dei metalmeccanici che avverrà il 27 settembre, cioè tra due giorni, e che noi pensiamo abbia elementi di urgenza imposti dal fatto che lo sciopero avviene tra due giorni. Oltre alla gente che è scesa in piazza il 15 settembre, c'è altra gente che è scesa in piazza in questi anni e ci sarà gente che scenderà in piazza dopodomani. Per costoro non c'è l'attenzione che trovano altri: il malcontento che esprimono non trova risonanza adeguata. I metalmeccanici scioperano perché due anni fa hanno rinnovato il contratto e hanno avuto degli aumenti salariali che erano basati su un'ipotesi del 6% di inflazione in due anni; sapete tutti che nel 1995 l'inflazione è stata del 5,8%, quindi nell'arco dei due anni abbiamo avuto circa il 4% in più dell'inflazione programmata. Tra l'altro, il Governo era una delle parti in causa, perché uno dei tre firmatari dell'accordo del 23 luglio, che offriva il quadro entro cui siglare i contratti. Ora, giunti al rinnovo del contratto, i metalmeccanici sentono dire che questo recupero del 4%, che secondo l'accordo del 23 luglio doveva essere automatico, non c'è più, diventa un'ipotesi. Diventa la misura della differenza tra inflazione reale ed inflazione programmata, ma non garantisce un automatismo, cioè non fa sì che ci sia quel recupero automatico del salario. Invece noi riteniamo di sì, e appunto per questo visto anche che le istituzioni sono state una parte in causa e che varie volte hanno richiamato l'importanza e la positività di quell'accordo, su cui noi invece abbiamo espresso delle perplessità, riteniamo che su questa parte debba trovare applicazione.
Che c'entra questo con il federalismo? Io credo che c'entri, perché non penso che il malessere che esprime la popolazione in questo momento, nel nostro Paese, dipenda dal fatto che in questi anni si senta improvvisamente il bisogno di riforme istituzionali. Certo, c'è un problema di inefficienza della macchina statale che tutti viviamo; chiunque abbia a che fare con le istituzioni, a partire dalla Regione per arrivare alla Sanità, vede che esiste un meccanismo di questo tipo. Però sicuramente dietro al malcontento che serpeggia nel Paese ci sono problemi reali; c'è il problema che non si riesce più ad arrivare a fine mese, perché c'è il taglio dei salari! E questa vicenda ne è la dimostrazione. C'è soprattutto un problema abnorme di disoccupazione, una mancanza di sicurezza.
Abbiamo una disoccupazione crescente, quasi 3 milioni di disoccupati, e siamo uno dei Paesi europei con il massimo livello di disoccupazione. Ci sono aree del Paese in cui la disoccupazione è del 40%.
La gente vive con insicurezza, perché oltre tutto chi ha la fortuna di avere un'occupazione, si ritrova lavori a tempo parziale e precari. Abbiamo un esempio qui in Regione, dove si assume solo più per sei mesi, non si assume più a tempo indeterminato, e questo sta avvenendo dappertutto.
In questo modo la gente non riesce più neanche a programmare la vita. I giovani come possono pensare di sposarsi quando hanno un lavoro che, dopo sei mesi, termina? Queste sono le ragioni del malcontento. Però noi non rispondiamo a queste ragioni; noi non abbiamo delle politiche sull'occupazione, anzi stiamo facendo esattamente l'opposto. Da quattro/cinque anni ogni autunno arriva una stangata sui lavoratori e sulle masse popolari che viene effettuata perché c'è il problema dell'Europa, c'è il problema di Maastricht, c'è il problema delle riforme da attuare.
Si è detto varie volte: se non facciamo quest'ultima ed ennesima legge finanziaria, ci saranno difficoltà ad entrare nel patto di Maastricht, e quindi ci sarà il problema che il nord tende a dividersi. Quindi, le cose non sono così scollegate.
Le politiche che sono state portate avanti in tutto questo periodo, non solo in Italia, sono politiche che hanno da una parte peggiorato il problema dell'occupazione, perché ovunque in Europa l'applicazione di questi criteri ha portato ad un fortissimo aumento della disoccupazione, e l'Italia è il Paese - tra i quattro principali - che ha il tasso di disoccupazione più alto, ma non è nettamente superiore a quello della Francia (è solo di uno o due punti in più).
In Francia un anno fa c'è stato un grande movimento sociale proprio in risposta a questi problemi, e nei giorni scorsi c'è stato anche in Germania, con varie manifestazioni e centinaia di migliaia di lavoratori che sono scesi in piazza in difesa dello Stato sociale.
L'altro aspetto è questo: invece di migliorare lo Stato sociale, le istituzioni e il loro funzionamento, assistiamo al loro smantellamento sistematico. Lo abbiamo visto con le pensioni: i lavoratori si vedono allungata la vita lavorativa. Per chi lavora nell'industria non bastano più 35 anni di lavoro, ma deve arrivare a 40 per poter andare in pensione, e con una pensione minore.
Si assiste ai tagli sulla sanità, che portano al fatto che i cittadini devono pagare sempre di più, tant'è vero che si parla di sanità pubblica perché è gestita dal pubblico, ma sicuramente non è pubblica nel senso che non costa.
Sono questi i problemi che andrebbero affrontati e a questi problemi si dà una risposta falsa, perché si continua a dire, da alcuni anni, che la risposta sta nelle riforme istituzionali. Di riforme istituzionali o costituzionali ne abbiamo già fatte, abbiamo modificato il sistema elettorale alla Camera e alla Regione, però la Regione con la nuova riforma elettorale funziona esattamente come prima. Lo Stato italiano, con la nuova riforma elettorale, funziona esattamente come prima, non si vede la differenza tra la prima e la seconda Repubblica, perché non si vede una diversa politica sociale. La politica sociale continua a gravare sulla gente.
Credo che dovremmo stare attenti, perché vi sono stati movimenti a cui hanno partecipato milioni di persone - io stesso vi ho partecipato.
Nell'ottobre di due anni fa ci sono stati degli scioperi generali in cui 5 milioni di persone sono scese in piazza in difesa della pensione. Eppure la pensione è stata tagliata ugualmente, e si è andati nella direzione opposta.
Evidentemente non è gente che ha diritto ad essere ascoltata, per cui le loro rivendicazioni non sono considerate con la stessa attenzione rivolta ai problemi posti invece da chi parla di riforme istituzionali.
Pensiamo a cosa è successo per 15 giorni a settembre sui mass media, il peso che hanno avuto nei mass media determinate posizioni e pensiamo a quello che, invece, hanno i metalmeccanici in questi giorni; eppure i metalmeccanici non sono pochi! Quindi, ci mettiamo su una strada pericolosa perché ai disoccupati di Napoli e di Nichelino cosa diciamo? Che una volta che ci sarà lo Stato federale troveranno il posto di lavoro? Io non credo, proprio perché la strada con cui si sta andando verso le riforme istituzionali è una strada di attacco alle condizioni sociali e, parallelamente, allo Stato sociale.
Le cose che sentiamo prospettare intorno al federalismo creano la visione di uno Stato meno solidale, in cui l'aspetto sociale dello Stato che pure ha una grandissima importanza nella prima parte della Costituzione viene sempre più negato e abbandonato.
Credo che, invece, se non facciamo quel tipo di Stato, rischiamo veramente di trovarci di fronte a grandissimi problemi e anche ad esplosioni; ne abbiamo già avute, ma rischiamo di averne ulteriori. Non si può andare avanti così! Riguardo a questa finanziaria sentiamo dire che, per fare i passi necessari nella direzione di entrare in Europa e per attuare le riforme istituzionali, bisogna fare ulteriori tagli alle pensioni.
Sentiamo dire che, dopo aver allungato la vita lavorativa, si taglia anche la pensione, in più interveniamo sullo stesso meccanismo della riforma di un anno fa per lavoratori che dovevano andare in pensione a dicembre, e magari ora rischiano di doverci andare sette/otto mesi dopo o addirittura un anno dopo.
Questi lavoratori ad un certo punto si lamenteranno e ancora più grave potrà essere la reazione dei disoccupati.
Credo che se continuiamo a parlare esclusivamente di altro, così come stiamo facendo, le crisi Olivetti, le crisi FIAT ed altre, che si ritengono marginali, ad un certo punto determineranno dei problemi gravi e anche in forma inattesa, perché un Paese come il nostro non può andare avanti con 3 milioni di disoccupati, e pensiamo che ora siamo alla fine di una fase espansiva e all'inizio di una fase recessiva.
Se si aggrava la situazione, credo che sicuramente avremo dei problemi e non credo che si potrà dire alla gente "facciamo il federalismo" e con la "bacchetta magica" del federalismo risolviamo i problemi dell'evasione fiscale e tutto il resto! Quando il mio Gruppo pone questi problemi è anche per questo motivo perché ci sembra che il dibattito sia tutto su una strada sbagliata. Invece di affrontare i problemi che sono al fondo della protesta che c'è nel Paese, si discute di un argomento che c'entra sì, ma molto poco!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Signor Presidente, volevo intervenire sull'ordine del giorno, e mi rivolgo ai proponenti.
Il Consiglio si è diviso sulla valutazione dei referendum, ma non credo che si sia diviso sulla volontà di addivenire ad una struttura federalista dello Stato e delle Amministrazioni locali.
Credo che negli interventi di ieri e di oggi ci sia stata da parte della Lega, come di Rifondazione Comunista e di altri Gruppi, la consapevolezza ed anche, nonostante Vinadio, la confusione su cosa effettivamente si debba fare, ma vi era e vi è la consapevolezza comune di fare qualcosa.
Personalmente credo che un ordine del giorno possa dare forza alla nostra Regione e alla nostra ragione se cerca di superare la divisione contingente ed esprime in modo preciso, alto e concreto la volontà, anche della Regione Piemonte, di addivenire a profonde, serie ed immediate riforme. Questo credo che debba fare l'ordine del giorno di oggi, se ha senso un'operazione politica. Altre operazioni politiche non si capiscono essendo comunque l'ordine del giorno un documento di natura politica, che vede come firmatari il Polo e parte dell'Ulivo, penso richiamando alcuni aspetti della riforma federale e federalista dello Stato.
Negli ultimi giorni ho letto poco i giornali ma, se ben ricordo, prima delle elezioni sull'ipotesi di Governo Maccanico - quel Governo che doveva avere come Ministro anche Necci, se non ricordo male - quella stessa ipotesi naufragò proprio sul tipo di riforme istituzionali da fare; vi era un'accentuazione diversa da parte del Polo, in particolare da parte di Alleanza Nazionale, ma non solo, rispetto ad altre forze politiche che fecero naufragare quell'ipotesi di accordo politico momentaneo per la trasformazione immediata.
Da allora vi sono stati molti dibattiti; tuttavia, non mi pare che le posizioni politiche in campo siano mutate. E' evidente che una riforma profonda, generale e federalista dello Stato non potrà essere fatta da una semplice maggioranza politica; è del tutto chiaro che ci dovranno essere le ampie convergenze che sono necessarie per le riforme che devono avere l'investitura e l'autorevolezza di ampie convergenze e maggioranze. E' pur vero che al momento non esistono, anche se può darsi che vi siano stati degli avvicinamenti.
Questo è ciò che registro. Trovo delle assonanze incomprensibili e credo che, anziché andare ad unire delle cose incomprensibili, si dovrebbe fare un processo, almeno nella giornata odierna, diverso, quello di raccogliere il senso positivo del dibattito di questi due giorni per trasformarlo in una manifestazione d'intenti del Consiglio regionale del Piemonte rispetto agli obiettivi da raggiungere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Presidente, non intervengo per esprimere disappunto circa il fatto che il Gruppo dei Popolari non è stato coinvolto nella preparazione di questo ordine del giorno, che sarebbe poca cosa, ma intervengo nel merito, per offrire un contributo qui in Consiglio, che mi sembra la sede più idonea per esprimere una posizione.
Ritengo che un ordine del giorno, essendo un atto non amministrativo ma politico, abbia il compito di tentare di unire, di ridurre le distanze.
L'ordine del giorno ha questo significato, nel senso che, malgrado sui refendum abbiamo registrato delle divergenze, può rappresentare lo strumento politico per tentare di unire posizioni diverse, per fare qualche passo in più, come Consiglio regionale, attorno a questo obiettivo condiviso da più parti - credo dalla maggioranza del Consiglio - di costruire uno Stato federale. Di conseguenza, penso che questo ordine del giorno dovrebbe tenere meglio conto delle diverse sensibilità politiche che esistono rispetto a questo tema.
Noi concordiamo in tante parti di questo ordine del giorno; certamente concordiamo laddove vi è un giudizio positivo sul disegno di legge Bassanini, perché - lo dicevo ieri e lo ripeto - tale disegno di legge prospetta un trasferimento di funzioni a Regioni ed Enti locali con una metodologia nuova rispetto al passato, quindi rappresenta un grandissimo passo avanti anche dal punto di vista metodologico, individuando i criteri sui quali poi il Governo, attraverso i decreti delegati, dovrà operare concretamente i trasferimenti.
Si può obiettare sui tempi molto lunghi (di qualche anno) che vengono indicati ma, dal punto di vista metodologico, mi pare che il disegno di legge Bassanini vada bene. Non concordiamo nel giudizio positivo sul procedimento politico di tipo referendario. Mi pare di aver già spiegato i motivi per cui non condividiamo l'affermazione in cui si dice: "esprime il proprio assenso alle procedure referendarie adottate dalle Regioni, tese ad ottenere in tempi certi quella necessaria autonomia, atta a definire forme di autogoverno responsabile del territorio"; non la condividiamo perché non crediamo che la strada da seguire sia questa. La strada è quella del massimo d'intesa possibile, perché la Bicamerale - è stato detto - potrà avere risultati positivi soltanto se vi sarà una larga maggioranza. Ci probabilmente, significa che le posizioni che ogni forza politica ha non sono posizioni che bisogna imporre ad altri e che sarà pertanto necessaria una mediazione, richiedendo la Bicamerale un consenso ampio, non soltanto della metà più uno.
Crediamo che quella sia la sede per costruire uno Stato federale; non crediamo invece nella procedura referendaria.
Non è stato rilevato, ma credo che a nessuno sfugga il fatto che un modello federale rispetto ad un altro non è indifferente rispetto alla forma di governo. E' chiaro che il modello federale è funzionale ad una determinata forma di governo. La nostra convinzione è che un modello di governo di tipo presidenzialista sia un modello incompatibile con il federalismo. La Francia lo dimostra: laddove c'è un forte potere centrale i poteri locali e tutti gli altri poteri periferici sono ridotti. Invece laddove non c'è un governo non presidenzialista, il sistema federale è più sviluppato; penso al sistema tedesco, per parlare dell'Europa, anche se obiettivamente in America la situazione è diversa, ma in Europa un sistema non di tipo presidenzialista favorisce uno sviluppo delle autonomie.
Centralismo ed autonomia sono due concezioni che contrastano tra di loro, quindi per forza di cose immagino che la strada della Bicamerale sia quella di trovare un punto di equilibrio tra queste due esigenze. Di conseguenza, non possiamo limitarci ad affermare genericamente l'esigenza di "federalismo" senza discutere attorno alla forma di Stato. Non immagino che noi, Regione, riusciremo a definire un progetto di revisione della Costituzione nella parte che interessa le Regioni senza parlare dell'ordinamento dello Stato; a questo proposito, probabilmente qualche riflessione può essere fatta anche in questa sede per dare un contributo.
A dire "federalismo" ci troviamo tutti d'accordo; se dobbiamo definire i criteri, le linee che deve avere il federalismo, credo che su questo ci possiamo anche dividere, ma può essere utile un chiarimento, perch perlomeno usciamo da un equivoco generale su questo termine. Quindi c'è questo giudizio negativo sulla parte relativa al referendum.
Per quanto riguarda poi la seconda parte che è più di tipo locale, più regionale, mi sembra che si pecchi di ottimismo, nel senso che un mese per disegnare un progetto di legge di riforma della Costituzione è veramente poco e dico che siete bravi. E se qualcuno pensa di farlo io dico che qui ci sono sicuramente competenze giuridiche e certezze invidiabili e per questo il Piemonte diventerebbe un esempio per tutta l'Italia: ci copieranno e verranno a chiederci la consulenza. Mi sembra una semplificazione dire che in un mese possiamo fare un progetto di legge di riforma della Costituzione che non sia un progetto di legge copiato, io credo che ha un senso se riusciamo a costruire noi qualcosa sulla base della nostra esperienza. Quindi, questo tempo deve essere rivisto allungato, mantenerlo così non ha molto senso.
Sempre nella seconda parte del documento si fa riferimento alla "predisposizione in tempi celeri di un progetto di autoriforma della Regione incardinata sul conferimento agli Enti locali delle funzioni di gestione amministrativa riservando alla Regione esclusivi compiti di legislazione, programmazione ed alta amministrazione". Questa mi pare un'affermazione sicuramente condivisibile: che la Regione deve autoriformarsi per trasferire deleghe e competenze è necessario (noi abbiamo sempre detto, come Ulivo, di trasferire anche risorse e personale).
Mi pare che questa sia la conferma di una posizione critica che abbiamo sempre avuto come opposizione di centro-sinistra, come Ulivo, nei confronti della maggioranza. Si pongono però due osservazioni. Queste affermazioni possono anche essere scritte nell'ordine del giorno, però credo che una forza di minoranza non possa non rilevare come questa Regione, questa maggioranza, abbia proceduto in questi mesi in senso inverso. Quindi è positivo che oggi ci si accorga della necessità di autorganizzarsi per trasferire deleghe, ma tutte, tutte! Le decisioni assunte da questo governo regionale sono andate in senso contrario rispetto a questo obiettivo, per cui temo che questa sia un'affermazione di tipo generico, a meno che qui ci sia una sorta di mea culpa generale. Da parte, ad esempio, dell'Assessore Vaglio che non avrebbe dovuto fare quella proposta di legge sulla montagna che è centralista e lesiva delle autonomie locali; venga qui a dire "ho sbagliato, ritiro tutto". Allora io capisco che questo ordine del giorno lo può votare anche l'Assessore Vaglio, il quale non può dichiarare sui giornali, perché stride con questa impostazione, "se non passa questo disegno di legge mi dimetto". Probabilmente farebbe bene a dimettersi perché risolverebbe qualche problema, ma stride con affermazioni di questo tipo! Così come in occasione della discussione sulle APT: io credo che nessuno possa dire che la proposta sulle APT sia una proposta che tende a trasferire competenze e funzioni agli Enti locali. Abbiamo fatto una battaglia enorme, tutti quanti come Ulivo, con posizioni diverse, è vero collega Riba, ma in realtà questa è stata un'altra legge che ha tolto alle Province e ha trasferito alla Regione! E' questo il federalismo che intendiamo? Noi abbiamo sempre pensato come Ulivo ad un federalismo delle Regioni e degli Enti locali, è il punto di equilibrio; qui viene immaginato e viene praticato soprattutto una sorta di federalismo esclusivamente regionale, che non è il modello di federalismo che noi come Ulivo abbiamo sempre proposto. Non per nulla l'abbiamo contestato.
Così quando parliamo di urbanistica, guardate tutte le Regioni, anche quelle del Polo, hanno fatto un adeguamento, una revisione delle loro leggi urbanistiche sulla base della legge n. 142 "Ordinamento delle Autonomie locali", laddove hanno trasferito il ruolo di esame dei Piani Regolatori alle Province che è l'unica modalità per eliminare un centralismo regionale che ha bloccato e sta paralizzando le autonomie! Lo hanno fatto tutte le Regioni: Emilia, Toscana e Friuli, mi pare anche la Lombardia, che adesso detta come dobbiamo comportarci! Su questo non c'è neppure una proposta, non c'è una proposta! Neppure un'idea! Ho la sensazione che si voglia tenere centralizzato un potere regionale, per cui l'affermazione che noi facciamo come Popolari che questa maggioranza è caratterizzata da una sorta di centralismo regionale, secondo noi è un fatto vero, tra l'altro anche confermato dal fatto che si vuole proporre un'autoriforma della Regione.
Concludo con un'ultima brevissima considerazione. La proposta che noi facciamo - e presentiamo un ordine del giorno che in qualche maniera pu servire per tentare di unire - è di questo tipo: oltre ad alcune premesse di giudizio condivisibili sull'operato di Bassanini e sulla Bicamerale che dovrà concludere i lavori entro il tempo previsto, noi crediamo che il lavoro, non quello impossibile, ma quello possibile, per le competenze e le capacità che esistono in questo Consiglio regionale si articoli in tre punti.
Primo: le Commissioni consiliari vengano convocate per fare un esame puntuale del progetto di legge Bassanini, per definire un documento conclusivo del Consiglio regionale e non della Giunta da inviare al Governo e da affidare ai parlamentari piemontesi. Questo è il documento che pu servire poi al Governo per fare i decreti delegati, ma ragioniamo sulla proposta Bassanini, cioè su un percorso già definito e che ha un senso.
Secondo punto: l'impegno, che noi chiediamo al Consiglio regionale, di convocare una seduta apposita del Consiglio per definire un documento dopo un dibattito che definisca e puntualizzi gli elementi caratterizzanti di una proposta di federalismo da sviluppare poi nella Commissione. E' chiaro che la Commissione non può costruire un progetto di riforma per la parte dell'ordinamento regionale se non ha alcuni indirizzi sui quali muoversi.
Se questi non vengono dettati dal Consiglio cosa facciamo? Ci mettiamo lì ad esprimere ognuno le proprie posizioni? Se si fa un lavoro di sintesi sugli obiettivi io credo che la Commissione che dovrà poi fare il progetto avrà un lavoro facilitato per poter poi ritornare in Consiglio ed approvare il testo.
Terzo punto, e concludo: credo che la Giunta debba disporre in tempi brevi un disegno di legge per trasferire agli Enti locali deleghe e risorse al fine di cancellare l'attuale centralismo.
Questa è la proposta che noi facciamo e che consegniamo come ordine del giorno.



PRESIDENTE

Lo faccia pervenire all'Ufficio di Presidenza.
Per quanto concerne il punto che lei ha discusso, cioè il termine del 30 ottobre, sappia che l'Ufficio di Presidenza ha licenziato ieri la modifica del Titolo V della Costituzione, che non è onnicomprensivo della riforma dello Stato, però è una parte certamente importante. Oltre a questo ci sarebbe la possibilità di riprendere la proposta di legge votata nella scorsa legislatura, emendarla in quelle parti che sono emendabili e riuscire a portarla alla Commissione Bicamerale entro il 30 ottobre.
Per quanto concerne invece la Commissione circa i lavori sul progetto Bassanini, non ci sono assolutamente difficoltà, sempre però rispettando le priorità temporali che ho detto prima.
La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, noi svolgeremo tre dichiarazioni di voto, perché il Gruppo su questo ordine del giorno prende delle strade leggermente variegate.
Come Consigliere io esprimo voto sfavorevole a questo ordine del giorno per vari motivi di ordine politico e di contenuti.
Di ordine politico. Ringrazio il collega Marengo per l'attenzione che oggi ha voluto riservare ad un'iniziativa del Gruppo di Rifondazione Comunista. Lo ringrazio anche per il rispetto che ha espresso verso le posizioni politiche di questo Gruppo, ricordando che in tema di federalismo gli interventi svolti da tutto il Gruppo, nell'arco del tempo su questo tema, sono state espressioni molto nette sia sul piano semantico, sia sul piano dei contenuti e sia sul piano della prospettiva.
Lo ringrazio ancora per non aver avuto iniziative tendenti a prendere in considerazione ordini del giorno che contenessero ipotesi di soluzioni federaliste nell'ambito dello Stato italiano - perché conosceva la situazione - quindi lo ringrazio anche per il rispetto avuto.
Ma l'ordine del giorno non trattava soltanto di questo, ha avuto anche una coda di trattative e chiedeva una sospensione del Consiglio regionale tra le forze che lo hanno ideato. L'ordine del giorno contiene anche degli aspetti che con il federalismo non hanno nulla a che vedere, ma hanno a che vedere con le attività istituzionali dei Gruppi. Su questo aspetto mi rammarico - proprio per quella chiarezza di rapporti politici che il Consigliere Marengo invocava e sulla quale sono d'accordo - perché i temi e i contenuti nel "dà mandato", e anche "nell'auspica" e "nel chiede" sono temi, relativi al "dà mandato" addirittura istituzionali; dispiace che l'accordo che è intervenuto fra tanti Gruppi del Consiglio abbia dimenticato un'informazione, un colloquio, una discussione, un incontro con il nostro Gruppo.
Dico questo per chiarezza politica. Poi si sa che negli ordini del giorno ci si sceglie gli alleati, ad esempio il Gruppo di Rifondazione Comunista, visto che è stato citato, aveva predisposto un ordine del giorno sullo sciopero dei metalmeccanici e ha chiesto - se erano d'accordo a sottoscriverlo - ai seguenti Gruppi: il Patto dei Democratici ha risposto di sì, il PDS ha risposto di sì, il Gruppo del PPI e i Verdi hanno detto di sì pur senza firmare l'ordine del giorno. Siccome è un'iniziativa politica legata ad uno sciopero, come Gruppo, ci siamo assunti la responsabilità di non chiedere la firma ad Alleanza Nazionale. Certo, perché scegliamo gli alleati e scegliamo i Gruppi con i quali confrontarci, sapendo che poi un confronto avviene in quest'aula. Verifichiamo, per chiarezza di rapporti politici, che alcuni Gruppi di minoranza hanno convenuto, con altri Gruppi di maggioranza, di assumere comportamenti ed iniziative diverse, in base ad accordi che ci hanno escluso, un po' a ragion veduta e un po', secondo me impropriamente.
Per i motivi che ho qui detto, esprimo un parere sfavorevole e voterò a titolo personale contro questo ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Io non mi dissocio nei contenuti con quanto detto dal Consigliere Chiezzi, ma nella votazione sì e non prenderò parte a tale votazione. Non prenderò parte al voto per ragioni che ho già esposto: non posso aderire a questo ordine del giorno. Se poi lo leggiamo nello specifico ci sono altre ragioni: già nelle prime considerazioni che vengono fatte, quelle che determinano la necessità della riforma delle istituzioni, la collegano alla necessità di entrare nella moneta unica europea, voluta dal trattato di Maastricht e questo è un elemento che ci trova totalmente contrari. Noi siamo tra quelli che riteniamo che Maastricht vada superato. E' vera la considerazione che viene fatta che in qualche modo sono collegate le nostre vicissitudini e lo svuotamento di potere che attualmente hanno le istituzioni dei singoli Paesi e il modo come si è venuta a configurare l'Unione Europea con il trattato di Maastricht. Noi siamo tra quelli che pensano che non bisogna subire le pressioni, in particolare della Banca centrale tedesca e della Germania, che vogliono imporre - nonostante si stia levando in Europa una protesta crescente contro il trattato di Maastricht - che quel trattato resti tale e quale ed imporre i ritmi. Noi crediamo che la strada debba essere diversa, cioè di negare e ridiscutere il trattato di Maastricht globalmente.
Questo è già un elemento che mi porta a non aderire a questo ordine del giorno che dà un giudizio del trattato di Maastricht implicitamente favorevole. Noi pensiamo che il trattato di Maastricht abbia rappresentato una delle più profonde riforme nel nostro Paese. Nel nostro Paese il problema della sovranità popolare si è modificata negli ultimi anni; è vero che lo Stato non ha più i poteri che aveva precedentemente, ma il problema si pone discutendo di come si è configurata l'Europa e del come superiamo questo modo di fare. Infatti non si parla del fatto che il problema viene in qualche modo determinato da questi processi generali, ma non si affronta. Se realmente si vuole recuperare il potere popolare è necessario ridiscutere l'Europa. Ridiscutere l'Europa così come è avvenuta, in cui i cittadini e i popoli abbiano voce: l'Europa che stiamo facendo è un'Europa delle grandi multinazionali, delle grandi istituzioni finanziarie, ma non è sicuramente l'Europa dei popoli, non è l'Europa in cui i popoli e i cittadini hanno un potere.
Una delle riforme che dovremmo andare a chiedere è che il Governo si faccia portavoce di una revisione dei trattati europei in cui almeno l'unica istituzione popolare, eletta in modo popolare, acquisisca finalmente potere. La scorsa settimana il Parlamento ha approvato un documento firmato a larghissima maggioranza sulla riduzione dell'orario di lavoro - 32 ore settimanali - nei Paesi europei. Tale documento rimarrà lettera morta, mentre invece tutte le direttive imposte da Commissioni, che non sono legittimate da nessuno, vengono imposte ed impongono drammi e tagli alle famiglie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Differenzio la mia dichiarazione di voto e abbandonerò l'aula, assieme alla compagna Simonetti, al momento del voto, per le ragioni seguenti.
Il trattato di Maastricht, fondamentale per entrare in Europa, è assolutamente iniquo e dimentica un problema importante del nostro Paese ovvero la disoccupazione.
Vorremmo quindi che il nostro Paese si interessasse ai reali problemi che ci affliggono, in primo luogo del lavoro e della disoccupazione, dei lavoratori, dei pensionati, ecc., invece di essere preoccupato di entrare a far parte di un ristretto numero di grandi potenze economiche (tra l'altro noi non lo siamo neppure).
Portate avanti una linea politica essenzialmente capitalistica e di destra, dimenticando che un processo di riforme dello Stato e delle istituzioni deve partire da un'analisi dei veri problemi che affliggono Stato ed istituzioni.
Diversamente, invece, si tende a portare avanti un discorso di potere che non tiene conto - come dicevo prima - delle reali esigenze del Paese solo per apparire come i primi della classe, senza averne né titolo n capacità. E' un modo di affrontare le questioni che dimostra superficialità, ma anche arroganza, perché spesso e volentieri non si procede con la dovuta correttezza. Prova ne è il fatto che io, per esempio ho presentato diverse interrogazioni su problemi urgenti della mia provincia, ma non solo, e non ho ancora avuto risposta. Non ho ancora capito con quali priorità si stende il calendario dei lavori consiliari.
E' per tutte queste questioni, ma soprattutto per il fatto che oggi non abbiamo potuto analizzare ed approfondire alcune tematiche istituzionali importanti, che io e la compagna Simonetti, ma con la serietà del caso abbandoneremo l'aula al momento del voto.



(I Consiglieri Moro e Simonetti abbandonano l'aula)



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione l'ordine del giorno n. 305, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte ritenuto che una profonda riforma dello Stato e delle istituzioni in senso federalista è assolutamente necesssaria per completare la modernizzazione del Sistema Italia avviata con le operazioni di risanamento economico finanziario necessarie a far sì che l'Italia possa partecipare a pieno titolo alla prossima fase dell'integrazione europea secondo le determinazioni del trattato di Maastricht considerata la necessità di imprimere una forte accelerazione al processo di riforma dello Stato e delle istituzioni nel senso sopra indicato anche al fine di conseguire un profondo snellimento delle strutture della Pubblica Amministrazione per renderla adeguata alla sfida della globalizzazione che impegna l'Italia intera e in particolare la nostra Regione viste le proposte presentate dal Governo, quelle in discussione al Parlamento e quelle presentate dalle Regioni e dagli Enti locali nell'esprimere il proprio assenso sia alle iniziative in sede legislativa disegno di legge Bassanini) volte a garantire tempi certi per l'attuazione delle necessarie riforme anche a Costituzione invariata dell'organizzazione dello Stato e della Pubblica Amministrazione, sia a quelle referendarie adottate delle Regioni come strumenti tesi ad ottenere in tempi certi quella necessaria autonomia atta a definire forme di autogoverno responsabile del territorio dà mandato a) alla competente Commissione consiliare di discutere ed approvare entro il prossimo mese di ottobre un ampio progetto di legge di riforma della Costituzione b) alla Commissione speciale per la revisione dello Statuto di predisporre in tempi celeri un progetto di autoriforma della Regione incardinata sul conferimento agli Enti locali delle funzioni di gestione amministrativa riservando alla Regione esclusivi compiti di legislazione, programmazione ed alta amministrazione auspica l'impegno dei Gruppi parlamentari ad adottare nel 'collegato' alla prossima legge finanziaria tutte le misure di riforma istituzionale di snellimento delle procedure possibili a Costituzione invariata apportando le eventuali necessarie correzioni ai progetti di legge già all'esame del Parlamento presentati dal Ministro per le Regioni e per la Funzione Pubblica chiede che ogni sforzo venga compiuto affinché l'istituenda Commissione Bicamerale proceda in tempi strettissimi alla definizione di un progetto di riforma della seconda parte della Costituzione atta ad istituire il riordino in senso federale della Repubblica acquisendo quale base di discussione i numerosi materiali già elaborati dal Fronte regionalista e dalle forze politiche sia in riferimento alla 'Forma Stato' che alla 'Forma di Governo'".
Come richiesto, si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 50 votanti 49 hanno risposto SI' 42 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenni 6 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'ordine del giorno è approvato.



(I Consiglieri Moro e Simonetti rientrano in aula)



PRESIDENTE

Connesso all'ordine del giorno testé votato è stato presentato l'ordine del giorno n. 308 dai Consiglieri Saitta, Cavaliere e Chiezzi.
Ha chiesto la parola la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.
Invito i Consiglieri della maggioranza ad ascoltare, per cortesia.
Prego, Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

La ringrazio, Presidente. Siamo in questo momento all'esame dell'ordine del giorno che ha come primo firmatario il Consigliere Saitta.
Noi crediamo che questo ordine del giorno rappresenti un bilancio e anche una sorta di calendario di appuntamenti di approfondimento politico ed anche istituzionale su questi temi.
Quindi, è evidente che si rifà al disegno di legge presentato da Bassanini che certamente dovrà essere approfondito, si rifà all'importanza delle procedure in corso per la costituzione della Bicamerale e su entrambi questi punti il dibattito ha trovato delle convergenze, quindi sono elementi di partenza e di approfondimento conoscitivo che non possono non vederci favorevoli.
L'ordine del giorno disegna poi una serie di impegni da parte della Giunta e del Consiglio. Io voglio riferirmi al primo e chiederei ai firmatari, in particolare al Consigliere Saitta che è il primo firmatario ma poi anche agli altri, di cambiare un minimo la dicitura perché qui si impegnerebbero le Commissioni consiliari ad avviare un esame puntuale del disegno di legge Bassanini. Io credo che le Commissioni, come momento istituzionale, possano mettere all'o.d.g. dei propri lavori un approfondimento di tipo politico-istituzionale, ma non tanto un esame puntuale, perché questo credo che sulla base di un disegno di legge non sia nemmeno possibile né percorribile.
Per cui su questo punto io chiederei - seppure con questo po' di distrazione, che è scontato alla fine di un lungo dibattito che ci ha visto molto impegnati - di cambiare questa dizione.
Quindi, le Commissioni consiliari si possono impegnare ad avviare un approfondimento sul disegno di legge Bassanini.



PRESIDENTE

Consigliera Spagnuolo, vuole precisare in che modo o fino a che punto si emenda il primo comma?



SPAGNUOLO Carla

Io proporrei - non so se Saitta e gli altri colleghi concordano, perch poi devono essere d'accordo loro: "impegna le Commissioni consiliari ad avviare un approfondimento sul disegno di legge Bassanini".
Mi sembra che su questo ci sia un'intesa, quindi mi esprimerei in questo senso.
Vi è poi il secondo punto: "impegna il Presidente del Consiglio a convocare un'apposita seduta del Consiglio per definire gli elementi caratterizzanti di una proposta di federalismo da sviluppare nella Commissione competente".
Questo punto si richiama anche a quanto è stato detto nell'ordine del giorno precedentemente votato, se lo si vuole riprecisare e penso che lo si possa anche riprecisare.
E' evidente che bisognerebbe partire da quanto è stato approvato fino a questo momento, però dato che l'impegno riguarda il Presidente del Consiglio su questo credo che il Presidente stesso eventualmente possa esprimersi.



PRESIDENTE

Dopo rispondo.



SPAGNUOLO Carla

Quindi, sulla base di questa modifica, ritengo che questo documento per quello che ci riguarda, possa essere esaminato con un voto favorevole.



PRESIDENTE

Suggerirei un emendamento di questo tipo al secondo comma: "...il Presidente del Consiglio regionale a convocare immediatamente la Commissione competente per esaminare, con gli aggiornamenti del caso, la proposta di legge votata dal Consiglio regionale nella scorsa legislatura sul federalismo e congiuntamente la riforma del Titolo V approvata dai Presidenti dei Consigli regionali di tutta Italia" che dovrebbero giungere alla Commissione Bicamerale entro il 30 ottobre. Ci sono quindi dei riferimenti molto precisi. D'altra parte, questo mi pare che fosse stato oggetto della discussione e della trattazione di ieri. Potrebbe essere un elemento...



(Intervento fuori microfono del Consigliere Cavaliere)



PRESIDENTE

Questo ordine del giorno impegna il Presidente del Consiglio, quindi io do una risposta. L'altro ordine del giorno non mi chiama in causa. Do una risposta tecnica proprio per favorire ed accelerare la discussione e la trattazione di questo argomento.
Sul terzo punto invece è il governo della Regione che deve rispondere.
La parola al Consigliere Gallarini, che interviene in qualità di Consigliere..



GALLARINI Pier Luigi

Abbiamo avuto modo di vederlo pochi minuti fa, ma noi siamo intenzionati ad astenerci su questo ordine del giorno.
Perché? Abbiamo firmato e votato un ordine del giorno precedente. Il disegno di legge Bassanini, con tutto il rispetto, è un disegno di legge.
Quindi, non sappiamo ancora quali saranno le evoluzioni o le involuzioni.
Abbiamo la sensazione che ci si avvii verso un imbuto di intasamento; per cui alla fine non so cosa riusciremo a fare. Quindi, esprimo apprezzamento nei confronti di questa iniziativa, però è un disegno di legge, quindi suscettibile, ad ogni refolo di vento, di essere modificato, cambiato stravolto. Avventurarci anche sui disegni di legge mi sembra effettivamente un percorso che probabilmente ci porterà ad un intasamento che condurrà all'inoperatività assoluta. Solo questo, dopodiché rispettosamente ci asteniamo.



PRESIDENTE

Vi astenete su tutto l'ordine del giorno o per parti separate?



GALLARINI Pier Luigi

Su tutto l'ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola la Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Anch'io vorrei dichiarare l'astensione del mio Gruppo su questo ordine del giorno, ma non perché ne abbiamo già votato un altro, che riteniamo sia sufficientemente onnicomprensivo di tutte le posizioni che ineriscono al dibattito in oggetto.
Vorrei anche dire però che mi sembra un po' improprio il fatto che delle Commissioni di un Consiglio regionale vadano a disaminare un disegno di legge governativo, perché quella è una competenza anche del Parlamento nazionale.
Non vorrei ribaltare il centralismo romano. Non vorrei che noi, che reclamiamo autonomia e decentramento di funzioni e funzioni proprie andassimo addirittura a sostituirci a quelli che sono i parlamentari nazionali in quello che è il normale e il regolare iter di una legge! Da questo punto di vista, non ci sentiamo di aderire a questo ordine del giorno e pertanto ci asterremo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio, che interviene in qualità di Consigliere.



VAGLIO Roberto

Sull'ordine del giorno, che vede come primo firmatario il collega Saitta, esprimo, a nome del mio Gruppo, voto ampiamente contrario.
Ampiamente contrario perché in primo luogo - come già giustamente ricordato dal collega Gallarini - sui disegni di legge non si possono certamente impegnare i governi regionali e i Consigli regionali.
Disegni di legge di questo tipo e con queste intenzioni ne abbiamo già visti più d'uno e non sappiamo neanche se è il caso di augurarci che questo sia quello definitivo, perché sarebbe molto riduttivo.
In secondo luogo, perché in tutto il testo dell'ordine del giorno non rilevo né la volontà né tantomeno i richiami al federalismo né alla sussidiarietà; devo mio malgrado sottolineare che anche la presentazione dell'ordine del giorno ha peccato di diplomazia, se così mi è consentito dire. Io comprendo che il collega Saitta, Sindaco per molti anni del Comune di Rivoli, abbia spesso ricevuto sollecitazioni da parte delle minoranze a rassegnare le dimissioni. Questo non significa che sia buona norma, da parte delle minoranze, utilizzare metodi del genere.
Lamento che spesso, quando commentiamo leggi, disegni di legge e testi unici, ne parliamo per sentito dire, perché purtroppo il tempo e gli impegni non ci consentono di approfondirli. Questo argomento non solo noi l'abbiamo approfondito, ma ne abbiamo fatto motivo di una presenza politica e di una lotta politica più che decennale; ovviamente non accettiamo se non consigli da parte dei colleghi, e sul testo e sullo spirito di questo ordine del giorno presentato sono profondamente contrario. Devo sottolineare d'altra parte che le forze che presentano e sottoscrivono questo ordine del giorno sono le stesse forze che ci hanno tenuto impegnati in questi due giorni dichiarandosi apertamente ostili e contrarie all'ordine del giorno, presentato dalla quasi unanimità del Consiglio regionale, sul federalismo e sui referendum che del federalismo vogliono farsi veicolo. Quindi, il voto dei federalisti liberaldemocratici sarà negativo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Credo che le cose che diceva poc'anzi il collega Vaglio non siano fondate, nel senso che abbiamo richiamato con l'ordine del giorno la necessità che fossero riprese le istanze di tutti, cioè la volontà che è emersa in modo generale sulla profonda riforma federalista dello Stato, e che valesse la pena di non lasciare come elemento divisorio la questione dei referendum, parziale per stessa ammissione dei proponenti che hanno detto che non è un percorso istituzionale, ma è una provocazione, mentre questo ordine del giorno tende a riprendere quelli che saranno i passaggi istituzionali dei prossimi mesi. I proponenti accettano lo spirito delle modifiche proposte dal Presidente Picchioni e quindi crediamo che sia un ordine del giorno che raccoglie unitariamente lo spirito del dibattito.



MINERVINI MARTA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Il Gruppo di Rifondazione Comunista ha sottoscritto questo ordine del giorno con il primo firmatario, Consigliere Saitta, che a nome di tutti ha stilato, nel tempo brevissimo che il comportamento dall'aula ci ha concesso, un testo che corrisponde alla necessità di parlare di cose che si possono fare, di reali attività che possono avere un orizzonte regionale. Certo, è un testo che abbiamo elaborato in modo molto rapido e quindi penso che con un po' più di tempo a disposizione poteva avere anche migliori argomentazioni, ma ai colleghi, né a Saitta né al sottoscritto né a Cavaliere né ad altri componenti del mio Gruppo, è stato dato modo di riuscire a confezionare un prodotto migliore. E' un prodotto che riporta la discussione su temi di stretta competenza regionale, che non impone alcun grandioso programma sul quale impegnare i colleghi, a differenza di quanto fatto nell'ordine del giorno precedente. Io mi chiedo Presidente pro tempore, se in materia di riforma della casa comune della Costituzione - e mi riferisco anche al Vicepresidente Deorsola - non valga la pena, su argomenti di quel calibro (riforma della Costituzione) che addirittura sul Regolamento non si preveda una norma che dia la garanzia ai colleghi di avere almeno 24 ore di tempo per pensarci sopra. Su argomenti come questo, la Costituzione e la sua riforma, occorre mettere una garanzia per tutti, in modo da non trovarsi di fronte ad argomenti da affrontare a tamburo battente, e che quindi ci sia, nel Regolamento, la previsione che argomenti strategici - la casa comune, l'Italia di domani - possano essere presentati consentendo 24 ore di tempo ai colleghi per pensarci.
Noi siamo soddisfatti innanzitutto di avere avuto un'interlocuzione a sinistra con il PPI e con i Verdi, interlocuzione che non ha portato a scrivere l'ordine del giorno di Rifondazione Comunista, ma a scrivere un ordine del giorno sul quale ci ritroviamo come percorso, sul quale non stiamo a guardare anche le virgole, le parole giuste e le parole sbagliate ma sul quale concordiamo come tipo di attività, a dimostrazione anche della concretezza del nostro comportamento.
Non ci fa paura in sé la parola federalismo, anche se tutti sanno che noi non la condividiamo, ma all'interno di rapporti corretti e di attività corrette, pur conservando la nostra opinione e pensando alle riforme della Costituzione e al regionalismo anziché al federalismo, noi vogliamo anche dimostrare che, se a sinistra esistono rapporti corretti, il modo per fare tratti di strada insieme, pur nella differenza delle idee, si può trovare.
Siamo anche soddisfatti che questo ordine del giorno sia valutato in modo diverso all'interno di quest'aula, non segnando più straripanti maggioranze che sono sempre a copertura, forse, di grandi confusioni e di grandi ipocrisie.
Per questo motivo, io esprimo a nome del Gruppo intanto il consenso sulle aggiunte, anche se non sono di Rifondazione Comunista, non corrispondono al nostro spirito e sono da noi variamente criticabili, ma noi le accettiamo, perché siamo nell'ambito di un percorso istituzionale che, sin dall'inizio, ha visto il Gruppo di Rifondazione Comunista partecipare con i propri argomenti, non sempre vincenti, ad un ordine del giorno che ci incammina sulla strada delle riforme. Questo ci fa piacere.
Accettiamo anche, come firmatari, la proposta integrativa del patto del Presidente del Consiglio, che mi sembra corrisponda al clima che noi auspichiamo, nella differenza delle posizioni di agire, mancato in precedenza sull'altro ordine del giorno, che ha visto l'altra maggioranza impadronirsi di quest'aula in modo arrogante e confinare il nostro Gruppo in una posizione che non pensavamo di tenere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Luciano

L'ordine del giorno proposto, come primo firmatario, dal Consigliere Saitta mi pare fissi un calendario di lavori assolutamente utile, anche rispetto alla discussione e alle scelte compiute in quest'aula durante il dibattito di queste due giornate.
Siamo di fronte ad una serietà di problemi, rispetto ai quali viene indicato un percorso di lavoro ed io, nonostante gli steccati politici che ancora il Consigliere Chiezzi ha teso ad alzare, voterò a favore di questo ordine del giorno, sulla base anche degli emendamenti proposti, che mi pare anche il Consigliere Cavaliere nel suo intervento abbia sostanzialmente accolto nello spirito.
Quindi, il mio Gruppo voterà a favore dell'ordine del giorno.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

Grazie, Presidente. Desideravo fare alcune precisazioni su questo ordine del giorno che, per alcune parti, non trovo incompatibile con quello che abbiamo approvato prima.
Con le puntualizzazioni che sono state fornite dal Presidente dell'assemblea e chiedendo, fin d'ora, la votazione per parti separate ritengo che se l'impegno è quello di approfondire il disegno di legge Bassanini - e l'impegno riguarda le Commissioni per avviare un approfondimento del disegno di legge Bassanini e riguarda il Presidente del Consiglio di convocare la Commissione competente per l'esame della proposta di legge approvata la scorsa legislatura e per l'esame della proposta di riforma del Titolo V della Costituzione approvata ieri dall'Ufficio di Presidenza, sulla base di quello che è stato un comune sentire della Conferenza dei Presidenti delle assemblee regionali - il nostro Gruppo su questi due punti è favorevole, perché si tratta di un approfondimento che riteniamo utile nel dibattito complessivo.
Mentre ci asterremo sull'ulteriore impegno per la Giunta regionale "a disporre in tempi brevi un disegno di legge per trasferire...", cioè l'ultimo punto.



PRESIDENTE

E' stata quindi richiesta dal Consigliere Deorsola la votazione per parti separate dell'ordine del giorno n. 308, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte preso atto del disegno di legge Bassanini che prospetta il conferimento di funzioni alle Regioni ed Enti locali a Costituzione invariata con un metodo nuovo rispetto alle operazioni di trasferimento di funzioni già realizzato in passato delle procedure in corso per la costituzione della Commissione Bicamerale che dovrà concludere i propri lavori per la revisione della seconda parte della Costituzione entro il 30/4/1997 impegna la Commissione consiliare ad avviare un approfondimento del disegno di legge Bassanini il Presidente del Consiglio regionale a far convocare la Commissione consiliare competente per l'esame della proposta di legge della passata legislatura in tema di federalismo e la proposta di legge di riforma del Titolo V della Costituzione proposte dall'Ufficio di Presidenza la Giunta regionale a disporre in tempi brevi un disegno di legge per trasferire agli Enti locali deleghe e risorse al fine di cancellare l'attuale centralismo regionale".
Come richiesto dal Consigliere Chiezzi ed altri, si proceda alla votazione per appello nominale della prima parte dell'ordine del giorno dall'inizio fino alle parole "proposte dall'Ufficio di Presidenza".
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 53 hanno risposto SI' 31 Consiglieri si sono astenuti 22 Consiglieri La prima parte dell'ordine del giorno è approvata.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale della seconda parte dell'ordine del giorno, dalle parole "la Giunta regionale" fino alla fine.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 53 hanno risposto SI' 22 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 30 Consiglieri La seconda parte dell'ordine del giorno è respinta.


Argomento: Referendum abrogativo e consultivo

Esame mozione n. 304 relativa alla proposta di legge al Parlamento che prevede l'inserimento in fase di revisione costituzionale del referendum propositivo


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della mozione n. 304, precedentemente iscritta all'o.d.g., presentata dai Consiglieri Rosso, Farassino, Dutto, Bellingeri e Rubatto, che è già stata illustrata stamane.
Do lettura del testo di tale mozione: "Premesso che: il Parlamento ha recentemente approvato in prima lettura l'istituzione della Commissione Bicamerale, con la specifica missione di redigere una nuova carta costituzionale per la sua seconda parte considerato che: altre Nazioni (Svizzera e Canada) del consesso civile attuano anche referendum di tipo propositivo al fine di restituire al popolo il diritto di intervenire direttamente nelle scelte del proprio Stato tutto ciò premesso, diventa ineludibile ed improcrastinabile, nell'ambito dell'attuale contesto referendario sul quale è chiamato a pronunciarsi questo Consiglio regionale, la necessità di restituire in forma propositiva sia indirizzando il legislatore che obbligandolo a recepirne la volontà il Consiglio regionale del Piemonte si impegna, con la presente mozione, ad adottare una proposta di legge al Parlamento con la quale si chieda alle Camere di procedere alle necessarie revisioni per inserire nell'ordinamento costituzionale lo strumento del referendum propositivo".
La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Vorrei ringraziare i colleghi della Lega per aver presentato questa mozione urgente, che trova d'accordo il Gruppo di Alleanza Nazionale. Da circa trent'anni la "Destra tradizionale" italiana propone, fra le riforme dello Stato, proprio il referendum propositivo, affinché i cittadini possano essere chiamati ad esprimersi direttamente, non con le derive plebiscitarie - peraltro, in quanto plebiscitarie, non sarebbero un reato ma questo l'ho già detto ieri - ma in maniera trasparente, chiara e non leiguleistica su quesiti netti e precisi che possono coinvolgere il futuro dello Stato e il loro futuro di cittadini.
Credo sempre che dalle consultazioni popolari, in quanto espressioni di democrazia diretta, non possa mai venire nulla di cattivo, perché le persone sanno sempre quello che votano e se non lo vogliono votare, non vanno neanche a votarlo, non solo votano contro.
A questo proposito, aderendo alla proposta di mozione della Lega Nord vorrei però fare una precisazione. E' chiaro che la visione con la quale la Lega presenta questa mozione è una visione opposta alla nostra, perché lo spirito che si evince - legittimo, da parte della Lega - è quello, domani di chiamare ad un grande plebiscito tutti i popoli cosiddetti del nord e magari anche tutti gli italiani (chissà, delle sorprese potrebbero addirittura arrivare dalla Sicilia o dal Trentino, ma credo che non sarebbe molto conveniente).
Noi non temiamo mai alcun tipo di consultazione diretta, perché quando il popolo si esprime abbiamo il dovere di prenderne atto e di comportarci di conseguenza. Questa è la prima regola della democrazia. E la democrazia è tanto più democrazia quanto più è democrazia diretta, e non può mai sfociare in deriva; la deriva è un termine "politichesiano" per rendere immaginifico e reale un pericolo che in realtà non esiste. E' chiaro che noi non condivideremo mai un proposito finalizzato ad un'eventuale o possibile secessione di parti della nostra Nazione rispetto ad altre parti dello Stato italiano.
Detto questo, credo che comunque l'iniziativa sia una buona iniziativa che tutti i cittadini italiani abbiano un gran bisogno di referendum propositivi proprio perché immediati, di facile comprensione e più diretti a modificare - senza possibilità a posteriori di modifiche da parte dei Parlamenti, di modifiche o di attendismi più o meno di comodo - la società e la sua evoluzione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gallarini, che interviene in qualità di Consigliere, per dichiarazione di voto.



GALLARINI Pier Luigi

Intervengo molto sinteticamente, in quanto alcune ragioni sono già state esposte. Noi votiamo questa mozione perché riteniamo che il referendum propositivo sia finalmente da introdurre.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deorsola per dichiarazione di voto.



DEORSOLA Sergio

Anche il nostro Gruppo esprimerà parere favorevole a questa mozione.
Inserire la possibilità di sentire la volontà dei cittadini riteniamo che possa rappresentare uno strumento di democrazia opportuno. Non crediamo che sia uno strumento dirompente; è uno strumento che dovrà essere utilizzato con molta discrezione, cioè con molta attenzione, però riteniamo che sia uno strumento utile.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione la mozione n.
304 di cui ho dato lettura poc'anzi.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La mozione è approvata con 31 voti favorevoli e 12 contrari.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno n. 303 relativa alle rivendicazioni delle Organizzazioni sindacali dei metalmeccanici per il rinnovo contrattuale


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'ordine del giorno n. 303 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea, Simonetti, Marengo e Spagnuolo precedentemente iscritto all'o.d.g.
La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Durante la scorsa primavera sono stati rinnovati vari accordi sia nel settore pubblico sia nel settore privato (ricordo l'accordo tra i chimici e quello tra i bancari), in cui si dava giustamente l'interpretazione che con il secondo biennio dei contratti occorresse inserire in busta paga nell'aumento, la sfasatura tra quella che è stata l'inflazione programmata e quella reale (si tratta di circa 90 mila lire in questo caso). Ebbene per la prima volta, con il contratto dei metalmeccanici, ci siamo trovati di fronte alla Confindustria che ha assunto un atteggiamento diverso.
L'argomento forte portato dalla Confindustria è che l'attuale situazione economica non dà più i margini che aveva dato in precedenza, ma sostanzialmente dietro a questo c'è una negazione dell'accordo. Tra l'altro, quello del 23 luglio è un accordo che io non ho sostenuto, per nel momento in cui la scala mobile veniva definitivamente cancellata nell'accordo del 23 luglio si diceva "c'è questo nuovo meccanismo che tutela i lavoratori".
Visto poi che le istituzioni sono una delle parti che hanno siglato questo accordo, occorre che le istituzioni facciano sentire la loro voce non solo per un'esigenza di solidarietà, ma anche proprio per ribadire i contenuti dell'accordo. Teniamo conto che avendo siglato già dei contratti in modo implicito le istituzioni hanno già detto questo. Ricordo che tutti i sindacati, non solo CGIL, CISL e UIL, ma anche la CISNAL ed altri, hanno dato lo stesso tipo di interpretazione che diamo noi e chiedono che l'accordo del 23 luglio venga applicato integralmente perché ci sono state delle parti di quell'accordo, come l'eliminazione della scala mobile, che erano negative per i lavoratori, mentre queste parti erano di tutela e oggi la Confindustria non le vuole applicare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Chiedo ai colleghi di Rifondazione Comunista se sono disponibili a far votare questo ordine del giorno per parti separate. La parte riguardante l'invito allo sciopero noi non ci sentiamo di condividerla, ma condividiamo tutta l'altra parte sul rispetto dei patti del 23 luglio e sull'impegno alla Giunta. Se ci fosse questa disponibilità, da parte del nostro Gruppo ci sarebbe un'adesione anche perché...



PAPANDREA Rocco

La CISNAL ha dichiarato di aderire allo sciopero.



GHIGLIA Agostino

La CISNAL può dichiarare quello che vuole; la mia è una posizione politica e non sindacale. Noi non abbiamo questa sinergia con il sindacato noi non siamo la stessa cosa e quindi ribadiamo il nostro concetto e la nostra visione politica.



PRESIDENTE

I presentatori dell'ordine del giorno accolgono la richiesta di votazione per parti separati.
Pongo quindi in votazione l'ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerando le legittime rivendicazioni delle Organizzazioni sindacali dei metalmeccanici per il rinnovo contrattuale tendenti al recupero della differenza tra l'inflazione programmata e l'inflazione reale dal 1994 al 1996 assolutamente ingiustificata la scelta operata da Confindustria e Federmeccanica di respingere tali rivendicazioni, sostenendo arbitrariamente, tra l'altro, che l'accordo del 23/7/1993 costituisce soltanto un'indicazione di metodo senza determinare alcun obbligo per le imprese che la posizione di Federmeccanica punta ad una riduzione dei salari, con gravi ripercussioni sui consumi primari e sull'intero quadro economico sociale esprimendo piena solidarietà allo sciopero prossimo ed alle manifestazioni del 27 settembre, considerandole un'occasione per dire 'no' alla distribuzione dei diritti sociali e contrattuali nel nostro Paese impegna la Giunta regionale ad attivarsi, anche presso le sedi governative, per una rapida risoluzione del rinnovo del Contratto dei metalmeccanici, dichiarando altresì che la richiesta dei lavoratori è perfettamente in linea con gli obiettivi del Dpef".
Pongo in votazione l'intero testo dell'ordine del giorno, ad esclusione del periodo compreso tra la parola "esprimendo" e le parole "nel nostro Paese".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 44 Consiglieri presenti.
Pongo ora in votazione il periodo compreso tra la parola "esprimendo" e le parole "nel nostro Paese".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinta con 19 voti favorevoli e 25 astensioni.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame ordini del giorno n. 259 e n. 269 relativi agli interventi di edilizia residenziale pubblica previsti in Via Pietro Cossa a Torino (connesse interrogazioni n. 713, n. 721, n. 722 e n. 727) - (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame contestuale degli ordini del giorno n. 259 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti, e n. 269 presentato dai Consiglieri Deorsola, Benso, Toselli, Ghiglia, Scanderebech Vaglio, Rubatto e Cotto, di cui al punto 28) all'o.d.g.
Sullo stesso argomento sono stante presentate le interrogazioni n. 713 del Consigliere Rubatto, n. 721 del Consigliere Cavaliere, n. 722 dei Consiglieri Deorsola, Montabone, Vaglio ed altri e n. 727 dei Consiglieri Deorsola, Cotto e Casari.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Svolgerò un breve intervento perché l'ordine del giorno è chiarissimo.
I colleghi, in gran numero, sono anche stati direttamente interessati dal problema perché c'è stata un'audizione, da parte della Commissione competente, di gruppi di abitanti.
L'ordine del giorno invita a risolvere un problema di cui si pu prendere atto con un semplice sopralluogo in quel sito; invita il Presidente della Giunta regionale a chiedere al Comune di Torino di trovare un'altra soluzione per la costruzione di alloggi che si intenderebbero utilizzare in Via Pietro Cossa, in un'area assolutamente inidonea, già congestionata di case e priva di servizi, in un'area di malessere sociale elevato con una situazione difficile che verrebbe aggravata dall'inserimento, all'interno di una piccola area che oggi è adibita a servizi, in particolare a parcheggi, di ulteriori abitanti in una zona in cui numerosi residenti vivono già oggi male, perché privi di servizi locali, privi di trasporti.
Si richiede che la Regione Piemonte si muova nei confronti del Comune di Torino, affinché si realizzino gli alloggi in un'area diversa.
Attenzione: la Giunta regionale deve predisporre gli atti che consentano alla Città di Torino di non perdere i finanziamenti, ma di poterli collocare in altro sito.
Andando un po' a memoria, ricordo che durante gli incontri avvenuti in II Commissione, nella quale ho avuto colloqui con gli Assessori Corsico e Viano, avevo esposto loro anche l'opinione del Gruppo, ovvero la necessità di non realizzare gli alloggi. I due Assessori mi hanno risposto che il problema del Comune di Torino è soprattutto di non perdere i finanziamenti di edilizia economica e popolare e che come amministrazione della Città di Torino avrebbero anche utilizzato altre strade ed altre ipotesi di realizzazione purché la Regione Piemonte assumesse tecnicamente i provvedimenti amministrativi - deliberazioni - che consentissero di trasferire il finanziamento dall'area di Via Pietro Cossa in altra area.
Dato che le leggi regionali prevedono per l'universo di questi finanziamenti delle scadenze - progetti ed entro dieci mesi inizio lavori bisogna semplicemente che la Regione Piemonte, o modificando una leggina od assumendo un provvedimento deliberativo, preveda che i finanziamenti già assegnati alla Città di Torino e localizzati nell'area di Via Pietro Cossa possano essere utilizzati in via eccezionale in altra area.
Senza questo provvedimento la situazione è di stallo; il Comune di Torino sostiene - giustamente, da questo punto di vista - di non potersi permettere di perdere i finanziamenti, anche se dovrebbe realizzare il relativo intervento in un'area ad alta tensione sociale. La Regione pu staccare questa spina.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

Riteniamo che le richieste del Comitato spontaneo debbano essere condivise - così come le condividiamo - così come l'esigenza indifferibile di riqualificare tutta l'area dei quartieri E27-E28, che erano stati progettati e costruiti con determinate aspettative e previsioni, che ad oggi non risultano ancora attese.
Riteniamo inoltre che debba essere approfondita la richiesta del Comitato spontaneo di realizzare comunque questi edifici - ed anche noi riteniamo che non si debbano perdere i finanziamenti. Risulterebbe però che tali edifici - e questo è quanto valuterà e verificherà il Presidente e la Giunta - possano essere realizzati in siti diversi, che addirittura sarebbero già stati individuati dal Comitato spontaneo.
Pertanto, chiediamo di verificare se esiste il sito adatto ad una rilocalizzazione e di esperire le necessarie verifiche sia presso il Comune di Torino sia presso l'ATC, per avere un'informativa, che potrà essere oggetto di approfondimento o in aula o in Commissione, su tutta la complessa vicenda che ha visto anche episodi di grave tensione sociale con l'intervento - non voglio riprendere vecchie polemiche - della forza pubblica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Grazie, signor Presidente. Non sto a ribadire i concetti espressi dal collega Deorsola, vorrei solo porre l'accento su due punti. Il primo. Credo che la Regione abbia il dovere di intervenire di fronte a richieste legittime, portate avanti da cittadini che vivono in una zona già sufficientemente degradata per vedersi ancora togliere, addirittura, l'aria nel vero senso della parola - da due enormi torri. Li mureremmo vivi in un'area già degradata e assediata da tanti altri problemi quali prostituzione, spaccio, microcriminalità diffusa a livelli insopportabili.
Il secondo dato, pur senza voler ribadire vecchie polemiche, che peraltro ho sollevato anche in Comune, a Torino, con una certa durezza: credo sia doveroso accogliere l'invito contenuto nell'altro ordine del giorno, che comunque queste situazioni da parte della forza pubblica non possono mai essere risolte con la forza. La Polizia deve tutelare i cittadini, soprattutto quelli che protestano legittimamente, e deve tollerarli molto di più, soprattutto - questo l'ho già detto in altra sede quando la stessa forza pubblica tollera molto di più e molto peggio parte di cittadini neanche regolari in altre zone della città! Quindi, credo che questo sia un punto fermo ed importante da ribadire.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Non vorrei che si facesse una tempesta in un bicchiere d'acqua, ma vorrei porre un quesito.
Nel corso dell'audizione avvenuta sulla situazione abitativa nella città di Torino, il Presidente dell'Istituto Case Popolari, a precisa domanda attinente l'appalto della "torre" contestata, ha detto che questo appalto era avvenuto, ma che era sopraggiunto un accordo fra Ente appaltante, Istituto Case Popolari ed impresa aggiudicataria, in base al quale, congiuntamente e concordemente, il contratto era stato rescisso.
Purtroppo, a questa audizione non ha partecipato l'Assessore Botta e non abbiamo potuto chiedere la sua opinione.
La domanda che io pongo e che potrebbe essere dirimente rispetto all'evoluzione del problema è la seguente: a seguito dell'avvenuta rescissione del contratto, i finanziamenti sono ancora disponibili oppure sono tornati nella disponibilità del Ministero dei Lavori Pubblici e del CER? E' chiaro che se i finanziamenti sono ancora disponibili, non essendoci più il vincolo del contratto in corso, si può anche discutere una diversa soluzione e in sede di audizione l'Assessore Viano ha confermato il fatto che il Comune di Torino aveva studiato anche altre alternative. Se invece i finanziamenti non fossero disponibili, perché non sono stati impegnati nei termini fissati dal CER, evidentemente non ci sono i soldi e non si fa nemmeno la casa.
Ma chi è che sa rispondere a questa mia elementare domanda?



PRESIDENTE

Speriamo di poter dare una elementare risposta; solamente che adesso l'Assessore Botta non c'è: cerchiamo di metterci in contatto con gli uffici e con l'Assessore che è a Roma.
La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pier Luigi

La mia è un'interrogazione e non sono presenti né l'Assessore Botta n il Presidente della Giunta; comunque l'argomento riguarda anche l'ordine del giorno che ho firmato.
L'interrogazione voleva mettere in risalto la richiesta legittima dei cittadini che abitano in quella zona. Richiesta legittima del Comitato che si vede togliere un terreno sul quale era prevista un'area verde. In quella zona non ci sarebbe più un verde pubblico, quando sappiamo benissimo che in Torino zone ed aree verdi ce ne sono pochissime! Si creerebbe una nuova ghettizzazione. Fare due "torri" con centinaia di alloggi sarebbe una nuova ghettizzazione.
Io chiedevo appunto che la Regione intervenisse per sospendere la realizzazione di queste "torri". Sospendere la realizzazione di queste "torri" significa, come è già stato detto da altri colleghi, trasferire questo contributo affinché l'ATC possa realizzare questa opera in altra zona.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Credo che gli altri colleghi abbiano già inquadrato bene il problema.
Io volevo fare un'ulteriore considerazione, che è oggetto in questi mesi e credo che lo sarà anche nei prossimi mesi - di una riflessione da parte del Consiglio comunale di Torino.
Questo intervento, anche se è precedente alla definizione del nuovo Piano Regolatore di Torino, si inserirebbe però in un momento in cui c'è un ripensamento generale su quelle che sono state le determinazioni del nuovo Piano Regolatore di Torino. Dopo la sua avvenuta approvazione, con molta enfasi, da parte un po' di tutti, perché avrebbe garantito un rilancio dell'economia attorno all'edilizia, si è visto - e su questo sono concordi tutti: gli operatori economici, come altri - che in effetti quell'impianto per una città come Torino, che aveva quindici anni fa 1.200.000 abitanti e che oggi ne ha 930.000, è forse da graduare, da ripensare in alcune sue parti.
Credo che anche questo intervento, piccolo rispetto alla grande questione del Piano Regolatore, ma significativo per una zona, vada ripensato anche in questo senso.
Presidente, volevo fare un richiamo al collega Ghiglia, nel senso che ha condotto in Consiglio comunale a Torino una giusta battaglia, a mio parere, sulla questione di Via Pietro Cossa. Battaglia che io condivido e che, per quanto è di mia competenza, ho combattuto anch'io in questo Ente.
Abbiamo tante "Vie Pietro Cossa" nella regione! Nel senso che abbiamo tante situazioni di sbagliato sviluppo edilizio che fa vivere male le persone e su cui bisogna intervenire. Pertanto, se portassimo questo problema nell'ambito della discussione (che si sta facendo, anzi: che non si sta facendo!) sulla riforma della legge urbanistica regionale, credo che sarebbe più appropriato.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Majorino.



MAJORINO Gaetano, Assessore all'edilizia residenziale

Prima di tutto: all'invito - che si legge nell'ordine del giorno presentato dal Gruppo Rifondazione Comunista - rivolto alla Giunta, anzi al suo Presidente, di non usare la forza pubblica non dico per risolvere, ma con riferimento alla questione delle due "torri", io desidero affermare che la forza pubblica non è mai stata chiamata dalla Giunta regionale per la questione Via Pietro Cossa. La responsabilità, presumibilmente, ricade sugli organi dell'ATC che sono gli organi gestionali. Comunque, tengo ad affermare che - né nel caso di Via Pietro Cossa né in altre occasioni - la Giunta regionale, in quanto tale, pensa o penserà di mandare mai a chiamare la forza pubblica per risolvere questioni del genere! Piuttosto è rilevante la domanda - semplice, ma secca - formulata dal Consigliere Vindigni, cioè prima di esaminare le soluzioni che vengono proposte con l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Chiezzi ed altri e con l'ordine del giorno di pochi giorni successivi dei Consiglieri di maggioranza, va considerata la necessità di verificare se, in seguito alla rescissione del contratto di appalto (rescissione operata presumibilmente per motivi più che validi a base della rescissione dall'allora Commissario dell'ATC), si siano o non si siano persi i finanziamenti.
Questa è una risposta di carattere tecnico che sicuramente l'Assessore Botta verificherà nei prossimi giorni, direi già da domani, anche perch come lo stesso Consigliere Vindigni ben sa in questa materia (CER finanziamenti concessi, revocati e revocandi) non è che esista una norma di legge precisa, esiste soprattutto una prassi all'interno del CER. Quindi questo andrà verificato, perché è chiaro che se il finanziamento, ahimé e purtroppo si è perso in seguito alla rescissione del contratto, il problema per ora rimane congelato, rimane risolto perché è passata sulla nostra testa la soluzione, anche se non è che faccia eccessivo piacere, sotto ogni profilo, il fatto di avere perso dei finanziamenti per costruire case di edilizia residenziale pubblica. Quindi, salvo questo accertamento, che sicuramente la Giunta e per essa l'Assessore Botta farà a tempi brevissimi da domani e dopodomani, la Commissione competente sarà informata tempestivamente.
In ogni caso, non è accettabile l'ordine del giorno del Consigliere Chiezzi ed altri, in quanto pare più preciso, puntuale e corretto l'ordine del giorno firmato dai Consiglieri di maggioranza; non perché questo vada bene e l'altro no, ma perché si chiede alla Giunta - con l'ordine del giorno dei Consiglieri di maggioranza - di esperire le necessarie ed opportune verifiche presso il Comune di Torino per accertare se e quali possibilità di rilocalizzazione ci siano.
In conclusione, dopo aver accertato se il finanziamento è rimasto e se quindi, essendo rimasto, sia trasferibile in quanto tale presso altra località, è certo che la Giunta si farà carico, dopo aver chiesto l'informativa principale - e ci sono altre rilocalizzazioni - di caldeggiarne l'accoglimento. Dopodiché il resto che si chiede, e che viene accolto, è la posizione dell'ATC come Ente appaltante nei confronti della ditta appaltatrice. Ci si muove, nella sostanza, per sbloccare la situazione e per far sì che presso l'insediamento già esistente non vengano costruite le altre due torri. Però ci si muove sulla scia della via che è stata indicata e che sarebbe stata, se non ci fosse un ordine dal giorno firmato dai Consiglieri della maggioranza, la risposta che avremmo comunque dato, sostanzialmente identica a quella dell'ordine del giorno della maggioranza, all'ordine del giorno del Consigliere Chiezzi.



PRESIDENTE

Non siamo riusciti a raggiungere l'Assessore Botta per poter rispondere alla domanda del Consigliere Vindigni, anche se voci di corridoio dicono che il problema è di localizzazione e non di finanziamento. Però non mi assumo assolutamente la responsabilità, sono solamente notizie che ho avuto in via breve.
Rinviamo pertanto la discussione perché non abbiamo potuto avere la risposta da parte dell'Assessore e dei suoi funzionari circa la disponibilità dei finanziamenti, ove queste due torri venissero rilocalizzate in altra parte della città.
Siccome credo che la prossima settimana non ci sarà Consiglio, perch l'1 p.v. c'è la visita del Ministro Di Pietro, passiamo all'esame dei punti successivi.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti idrici - Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame proposta di deliberazione n. 336: "Programma triennale 1994/1996 per la tutela ambientale, deliberazione CIPE 21/12/1993. Variazione dell'allegato A2, settore di intervento gestione rifiuti - Bonifiche tabella C del documento di programma regionale"


PRESIDENTE

Passiamo pertanto all'esame della proposta di deliberazione n. 336 precedentemente iscritta all'o.d.g.
In sede di Commissione hanno espresso voto favorevole i Gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, PDS, Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania e Verdi; non ha partecipato al voto il Gruppo Rifondazione Comunista.
Si richiede l'immediata esecutività.
Non essendovi interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 38 voti favorevoli e 4 astensioni.
Pongo in votazione l'immediata esecutività della deliberazione, ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva con 38 voti favorevoli e 4 astensioni.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame progetto di legge n. 203: "Modifiche alla L.R. 4/7/1984 n. 30 'Istituzione del Consiglio regionale di Sanità ed Assistenza' così come modificata ed integrata dalla L.R. 13/3/1985 n. 20'"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 203, di cui al punto 17) all'o.d.g.
Relatrice è la Consigliera Cotto, che ha facoltà di intervenire.



COTTO Mariangela, relatrice

Do per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "Egregi Consiglieri, la presente proposta di legge, in attesa di una successiva globale revisione delle funzioni del Co.Re.S.A., tende ad aggiornare le disposizioni della L.R. n. 30 del 4/7/1984 come modificata dalle LL.RR. 13/3/1985 n. 20 e 17/9/1987 n. 46 con le varie norme statali e regionali succedutesi nel tempo.
Inoltre viene aggiornata la misura dell'indennità di presenza dei componenti essendo il compenso attuale non remunerativo nei confronti sia del tempo impiegato sia della professionalità che viene impiegata nell'istruttoria delle varie pratiche.
La proposta è composta da sette articoli che modificano sei articoli su dodici del testo di legge ed istituiscono il nuovo art. 11 bis.
L'art. 1 modifica il testo originario dell'art. 1 della legge integrandolo con un comma in cui si precisa che la consulenza del Co.Re.S.A. viene attribuita anche al fine di garantire l'attuazione degli indirizzi programmatici della Regione nei campi della tutela della salute dell'assistenza sociale e del coordinamento delle attività sanitarie e assistenziali.
L'art. 2 modifica l'art. 2 originario precisando al primo comma che il Co.Re.S.A. deve essere sentito obbligatoriamente anche per la definizione delle tariffe delle prestazioni erogate dalle Aziende sanitarie e dalle istituzioni sanitarie pubbliche e private e per l'approvazione del progetto definitivo di case o istituti di cura medico-chirurgica o di assistenza ostetrica e delle Residenze sanitarie assistenziali.
Le definizioni di 'UU.SS.SS.LL.' vengono modificate in Aziende regionali sanitarie. Inoltre viene esteso il parere del Co.Re.S.A.
all'apertura e al mantenimento in esercizio delle Residenze sanitarie assistenziali.
Al secondo comma viene precisato che il Co.Re.S.A. esprime pareri quando è espressamente richiesto da normative regionali.
L'art. 3 adegua l'originario art. 3 già modificato dalla legge 13/3/1985 n. 20, alla modifica apportata all'art. 4, dalla L.R. 12/7/1994 n. 23, art. 10.
Inoltre il terzo comma del testo originario viene adeguato alla normativa del DL 30/12/1992 n. 502 e successive modifiche, sostituendo tra le cause di incompatibilità la nomina a Direttore generale delle Aziende sanitarie regionali e loro delegati alla nomina a membro 'dei Comitati di gestione delle UU.SS.SS.LL.'.
L'art. 4 modifica il secondo comma dell'art. 5 prevedendo la figura del Vicepresidente di sezione, che non esisteva, in modo che si possa provvedere al funzionamento della sezione in caso di assenza del Presidente di sezione. Viene stralciato l'ultimo periodo del suddetto secondo comma.
L'art. 5 modifica il settimo comma dell'art. 6 per quanto riguarda la composizione dell'Ufficio di Presidenza che viene allargata ai Vicepresidenti di sezione. A seguito della previsione della figura del Vicepresidente di sezione è stato stralciato il quinto comma del vecchio testo dell'art. 6.
L'art. 6 modifica il testo dell'art. 11 fissando per i componenti un'indennità di presenza di L. 100 mila per ogni partecipazione alle riunioni delle strutture dell'organo.
L'indennità di cui sopra viene aumentata del 50% per il Presidente.
L'ultimo comma disciplina il rimborso delle spese per i componenti che per partecipare alla seduta debbono recarsi in Comune diverso da quello di residenza.
L'art. 7 istituisce l'art. 11 bis che riguarda il finanziamento della spesa dovuta al funzionamento dell'organo".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. C'è discussione perché questo progetto di legge tra le altre cose, modifica anche il gettone di presenza per il Co.Re.S.A.
Sul merito della necessità di adeguare il gettone del Co.Re.S.A. noi siamo come Gruppo, d'accordo. Però assistiamo ad uno stillicidio di aggiornamenti di gettoni per Commissioni senza un quadro di priorità generale. Questo quadro è necessario formularlo, perché, essendo le risorse regionali limitate, rischiamo, sfogliando la margherita, che i più attenti giungano in modo individuale ad avere l'aggiornamento del gettone ed i meno attenti o quelli che ci pensano poco, pur avendo pari diritti a livello di importanza della Commissione, arrivino per ultimi e trovino il secchio vuoto. Non ci sembra il modo di procedere.
Dato che non è la prima volta che vengono adeguati i gettoni di Commissione, noi abbiamo chiesto in Commissione, essendo d'accordo sull'adeguamento del Co.Re.S.A., di tenere fermo questo adeguamento, di avere dalla Giunta regionale l'elenco delle priorità delle Commissioni, in ordine all'aggiornamento del gettone, e procedere a sfogliare la margherita secondo quell'elenco di priorità.
Colleghi, sappiamo che quando ci siamo tolto il dente dolente gli altri si possono anche non curare, finché non fanno male. Il fatto di liberare il Co.Re.S.A. da questa insufficiente determinazione dei gettoni toglie un problema, dopodiché, chissà quando se ne parlerà, non essendoci più alcuno stimolo per la Giunta regionale di risolvere questo problema.
Chiedo ancora di sospendere l'esame di questo provvedimento, di rinviarlo di una settimana; la prossima settimana la Giunta si potrà presentare con una relazione che indicherà delle priorità e potremo votarlo in quell'occasione. Non credo che succeda nulla, con tutto il tempo che si è aspettato. La prossima settimana potremo votarlo non dico con un elenco delle priorità, ma con un documento che dica, per categorie di lavoro, le priorità o comunque i criteri con cui d'ora innanzi la Giunta intende agire, cioè il livello di documento da presentare come propedeutico a questa votazione. Veda la Giunta e la maggioranza a che punto di definizione portarlo, ma io chiedo comunque un punto di definizione, perch così impegniamo la Giunta a fare comunque qualcosa; sarà tanto o sarà poco ma faccia qualcosa, ci dica qualche parola.
La prossima settimana noi voteremo a favore del provvedimento e senza discuterlo, ma in presenza di un documento scritto che ci dia un orientamento sul futuro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Ho chiesto la parola, signor Presidente, per fare una considerazione ed anche una comunicazione.
L'intervento del collega Chiezzi ripete parte di una discussione che è avvenuta in una seduta della I Commissione, proprio nella seduta in cui si è esaminato questo provvedimento. Io in quell'occasione ho chiuso la seduta impegnandomi a fornire ai membri della Commissione i ragguagli e i documenti che ci permettessero di avere un quadro dettagliato di questi Comitati e Commissioni. Devo dire peraltro che giovedì scorso, durante la seduta della I Commissione, è stata distribuita una prima parte di questi fascicoli e chi non l'avesse può ritirarla ora... Non è stato un sabotaggio, Presidente.



PRESIDENTE

Lo so; è una prassi, non solamente sua.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Ho provveduto a far distribuire copia del materiale che era stato raccolto durante la passata legislatura, mi pare nel mese di febbraio o marzo, proprio a seguito di una discussione su questo argomento. Su questo bisogna fare una riflessione: è vero che, per quanto riguarda l'importanza delle varie Commissioni e Comitati, forse è bene innestare non solo la questione "gettone" - e qui c'è la mia considerazione, oltre alla comunicazione - ma anche valutare l'opportunità di mantenere una miriade così lunga (non le ho contate, non so se sono cinquanta, ottanta o cento non so se qualche collega ha provveduto a farlo) di Commissioni e Comitati alcuni dei quali adottano nomi anche di folclore, abbastanza strani, e non si sa bene quale sia la loro funzione. Probabilmente hanno avuto una funzione, anche importante, nei vent'anni passati, ma ritengo necessario ed è un impegno della I Commissione, discuterne in merito; naturalmente competerà anche all'Amministrazione ed alla Giunta fare le opportune valutazioni e proposte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Pur condividendo in larga misura le considerazioni del collega Chiezzi credo che nulla osti a votare oggi il provvedimento sull'adeguamento del Co.Re.S.A., di cui tutti riconosciamo la necessità. Vorrei per riallacciarmi a quanto diceva il Consigliere Pichetto, perché anche a noi preme il discorso della revisione, della razionalizzazione e della constatazione di esistenza attuale della pletora di Commissioni, Comitati ed Enti che in qualche modo hanno un rapporto con l'Amministrazione regionale, quando addirittura non vengono nominati dall'Amministrazione stessa. Come Gruppo ho inviato personalmente un paio di settimane fa una lettera, sollecitando per l'ennesima volta la Giunta regionale alla realizzazione di questa opera, che è un'opera di primaria importanza proprio in vista e a favore di quella sburocratizzazione, di quell'alleggerimento di tutta l'organizzazione regionale che è un punto qualificante di questa maggioranza.
Ritengo anche che il problema non sia più ulteriormente procrastinabile, perché questi Enti non ci costano solo perché ci costano anche se poco, ma ci costano anche quando non producono, ci costano per il fatto stesso di esistere. Quindi, non solo rischiano di essere improduttivi, perché poi non si riuniscono, perché magari talvolta il gettone è troppo basso, ma sono addirittura dannosi perché non producono e danneggiano per il fatto stesso di esistere; sono previsti da una legge non sono stati eliminati, non sono stati risistemati, non sono stati riconsiderati e di conseguenza sono un vero e proprio peso morto.
Vorrei allora sollecitare con forza, proprio in questa sede, visto che se ne offre l'occasione, la Giunta ad intraprendere questa opera di revisione, non più procrastinabile. Il Presidente, come al solito, mi offre un termine più colto di quello che userei io normalmente riguardo a questo argomento; in ogni caso, penso sia veramente importante affrontarlo.
Chiedo dunque che il provvedimento venga votato questa sera.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Le considerazioni espresse dal collega Chiezzi, e anche quanto detto nei successivi interventi dai colleghi Pichetto e Ghiglia, sono state oggetto di ampia discussione anche all'interno della Commissione; si è discusso forse in due sedute. La Commissione ha poi deciso, a larghissima maggioranza, con un ampio consenso, di andare avanti e proporre all'approvazione, quindi dare priorità a questo provvedimento.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Spiace, signor Presidente, che questo disegno di legge così importante che ha visto la Commissione impegnata per ben due sedute, sia un po' svilito e sia riportato all'attenzione del Consiglio solo sulla parte che riguarda l'indennità ed il rimborso delle spese. Vorrei invece ricordare al Presidente e al Consiglio che si tratta di una proposta di modifica che nel merito affida al Consiglio Regionale di Sanità ed Assistenza ruoli e compiti che sono di tutto riguardo e sono molto importanti nel supporto che il Co.Re.S.A. potrà dare, dopo l'approvazione di questo disegno di legge alla Giunta per tutta una serie di impegni. Vorrei ricordare, ad esempio che questo disegno di legge inserisce il parere obbligatorio da parte del Co.Re.S.A. in ordine alla formazione del Piano socio-sanitario; inserisce cioè, il parere obbligatorio in una serie di altri importanti momenti deliberativi e di scelte programmatiche, ma non solo, da parte della Giunta e del Consiglio regionale, in materia di sanità ed assistenza. Ciò rende questo Comitato un organo consultivo - ripeto - di tutto riguardo e di molta importanza. A questo proposito, in Commissione abbiamo chiesto, e mi pare la Giunta abbia accolto, di poter ascoltare periodicamente il Consiglio Regionale di Sanità ed Assistenza del Piemonte, per poter sentire, ad esempio, tutta la parte che viene condotta all'interno del Co.Re.S.A. che riguarda ricerche, analisi e proposte sulla prevenzione, e anche altri servizi della nostra Regione. Capisco che siamo stanchi e la disattenzione è tanta, però poi non lamentiamoci se i problemi della sanità ci assillano e non siamo capaci di governarli adeguatamente e lasciamo molte volte, anche da parte della maggioranza, l'Assessore o la Giunta abbastanza soli. Direi che da questo punto di vista da parte dell'opposizione c'è attenzione e voglia di mantenere attenzione.
Concludo dicendo che per una parte di poco rilievo - riconosciamo a persone che hanno conoscenze tecniche e scientifiche importanti e che assolvono ad un ruolo importante nella nostra Regione un'indennità di 100 mila lire, se non ricordo male, per ogni presenza - non è il caso di rinviare un provvedimento del genere.
Voglio solo ricordare che in Commissione abbiamo sollecitato la Giunta e mi pare che alcune cose siano state fatte - a rivedere complessivamente i rimborsi che noi diamo ai membri delle varie Commissioni, comprese le Consulte ed altri organi che abbiamo istituito per legge, affinché in questo quadro venga inserito il provvedimento, per quanto riguarda la parte di rimborso spese, che noi stiamo approvando. Credo che le 100 mila lire non saranno assolutamente diminuite da un provvedimento generale della Regione per quanto riguarda i rimborsi, ma in questo caso può inquadrarsi benissimo.
Per questa ragione, noi siamo perché questo disegno di legge venga votato subito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Toselli.



TOSELLI Francesco

Sono d'accordo su questo disegno di legge, però vorrei riprendere brevemente alcune considerazioni del collega Ghiglia.
Desideravo avvisare la Presidenza della Giunta che, diversi mesi orsono, ho presentato un'interrogazione proprio per rivedere l'assetto generale di queste Commissioni, in quanto ritengo sia utile - ed era già stato oggetto di un mio intervento in aula - prevedere eventualmente anche la soppressione di alcune di esse, che mi paiono addirittura esagerate.
Faccio quindi nuovamente la richiesta: se cortesemente questa interrogazione può essere portata in aula. Grazie.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 35 astensioni 4 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 35 astensioni 4 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 35 astensioni 4 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 35 astensioni 4 L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 35 astensioni 4 L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 35 astensioni 4 L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 35 astensioni 4 L'art. 7 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 51 hanno risposto SI' 37 Consiglieri hanno risposto NO 9 Consiglieri si sono astenuti 5 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Esame progetto di legge n. 218: "Sottoscrizione del primo aumento di capitale della Finpiemonte S.p.A."


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del progetto di legge n. 218, di cui al punto 18) all'o.d.g.
Relatrice è la Consigliera Ferrero, che ha facoltà di intervenire.



FERRERO Caterina, relatrice

Do per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "La I Commissione ha esaminato il disegno di legge n. 218 predisposto dalla Giunta regionale e relativo a 'Sottoscrizione del primo aumento di capitale della Finpiemonte S.p.A.'.
L'Assemblea straordinaria della Finpiemonte S.p.A. dell'11 aprile u.s.
ha approvato il primo aumento di capitale della società, da L. 20 miliardi a L. 80 miliardi, mediante emissione di n. 600.000 nuove azioni del valore nominale unitario di L. 100.000 cadauna.
Tale consistente aumento di capitale è stato proposto dal Consiglio di amministrazione della società all'assemblea degli azionisti in conseguenza della situazione finanziaria della società, la quale sarà chiamata, fin da oggi e nel prossimo futuro, a sostenere una serie di impegni e di iniziative di grande rilevanza per il futuro assetto economico del Piemonte.
In particolare, la Finpiemonte a tutt'oggi ha impegnato in investimenti per attività istituzionali circa 63 miliardi di lire e dispone di risorse non impegnate in iniziative per un totale di 4 miliardi e 200 milioni. Di questi, circa 3 miliardi e 700 milioni sono già destinati ad impegni deliberativi su specifiche iniziative, per cui risulta una disponibilità effettiva di appena 460 milioni.
E' evidente che tale liquidità è appena sufficiente per la normale gestione della società, e che è precluso a Finpiemonte qualsiasi ulteriore investimento, in assenza di un consistente apporto di capitali.
A fronte di ciò vi sono le iniziative previste a breve-medio termine gran parte delle quali rientrano nel Regolamento n. 2081 dell'Unione Europea, per un importo di circa 17 miliardi, così suddiviso: Moncalieri - associaz. in partecip.: 4.000 milioni Bioindustry - aum. cap. soc.: 2.970 milioni Montanaro tapiform - recupero immobili: 1.900 milioni Chivasso - Polo Integrato di Sviluppo: 1.500 milioni Pinerolo - Polo Integrato di Sviluppo: 1.500 milioni: Evironment Park - aum. cap. soc.: 2.240 milioni Pista - associaz. in partecip.: 1.000 milioni Santhià - associaz. in partecip.: 940 milioni Fergat - recupero immobili: 500 milioni



CIM - aum. cap. soc.: 400 milioni

Gattinara - associaz. in partecip.: 60 milioni Totale: 17.010 milioni.
Tali considerazioni, e in particolare la necessità della presenza di Finpiemonte per attivare i finanziamenti di cui al Regolamento n. 2081 hanno motivato il voto favorevole della Regione, in sede di assemblea.
Le modalità deliberate per l'aumento del capitale sono le seguenti: 30/9/1996: termine per l'esercizio del diritto di opzione e della sottoscrizione con versamento decimi 30/9/1997: scadenza versamento quattro decimi 30/9/1998: scadenza versamento ultimi tre decimi.
Poiché la Regione detiene il 50,5% del capitale sociale della Finpiemonte al fine di mantenere la propria quota dovrà provvedere ad acquistare n.
303.000 azioni per un valore di L. 30 miliardi e 300 milioni, di cui: L. 9 miliardi e 90 milioni entro il 30/9/1996 L. 12 miliardi e 120 milioni entro il 30/9/1997 L. 9 miliardi e 90 milioni entro il 30/9/1998.
Con il presente disegno di legge, si autorizza la sottoscrizione fino a n. 303.000 azioni dell'aumento di capitale in questione e si propone l'istituzione, nello stato di previsione della spesa per l'esercizio 1996 di un capitolo di bilancio, con la denominazione 'Oneri relativi alla sottoscrizione di nuove azioni del primo aumento di capitale della Società Finpiemonte', con lo stanziamento di L. 9 miliardi e 90 milioni, cui si provvede mediante riduzione di pari importo, in termini di competenza e di cassa, dello stanziamento di cui al cap. 27170 del bilancio 1996.
Alla copertura finanziaria delle residue quote, pari a L. 12 miliardi e 120 milioni per l'anno 1997 e a L. 9 miliardi e 90 milioni per l'anno 1988 a liberazione totale delle azioni sottoscritte, si provvederà nel seguente modo: a) per la quota dell'anno 1997, mediante utilizzazione di una disponibilità di L. 12 miliardi e 120 milioni delle risorse indicate nella tabella 1/2 approvata con la L.R. 1/3/1996 n. 10, con riferimento al settore 'Personale, Patrimonio, Bilancio e Finanze', che viene conseguentemente ridotto per un pari ammontare b) per la quota dell'anno 1988, pari a L. 9 miliardi e 90 milioni, mediante utilizzazione di una disponibilità di pari ammontare dello stanziamento del cap. 27170 indicato nel bilancio pluriennale 1996/1998, tranche 1998.
La I Commissione consiliare nella seduta del 19 settembre ha licenziato il disegno di legge a maggioranza dei Consiglieri presenti ed all'unanimità dei votanti e lo rassegna all'aula auspicandone l'approvazione".



PRESIDENTE

Comunico che in Commissione hanno espresso voto favorevole i Gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, PDS, Patto dei Democratici e Pensionati non hanno partecipato alla votazione i Gruppi Lega Nord e Rifondazione Comunista.
La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Non entro nel merito di tutto il provvedimento, anticipo semplicemente che il nostro sarà un voto di astensione.
Non possiamo essere contrari all'aumento di capitale, perché la non sottoscrizione dell'aumento di capitale porterebbe la Regione ad essere in minoranza nella Finpiemonte. Questo è l'unico motivo di non opposizione.
Invece, rispetto all'utilizzo dell'aumento di capitale, abbiamo tutta una serie di perplessità, che in Commissione non erano state manifestate solo da noi, che ci portano appunto non ad un voto favorevole, ma ad un voto di astensione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Durante il dibattito in Commissione su questo provvedimento avevamo preannunciato il nostro voto favorevole; voto che riconfermiamo in quest'aula, perché si tratta di un provvedimento in sé importante: evidentemente è, in qualche modo, una tipica "delibera volano", quanto meno nelle aspettative della Regione.
La Regione assume questo provvedimento principalmente perché esiste la Finanziaria regionale, ma soprattutto perché vi è l'aspettativa che questi impegni finanziari considerevoli possano valorizzare i vari parchi tecnologici e tutti gli altri progetti, quindi essere da volano all'occupazione.
In Commissione abbiamo ascoltato i vari interventi di illustrazione sia da parte della Giunta che, soprattutto, da parte del Direttore di Finpiemonte e dei suoi tecnici. Secondo noi, è importante che le iniziative ricollegate a Finpiemonte vengano affrontate nel loro insieme, soprattutto esaminando la validità di tutti i progetti, non soltanto di quelli ricompresi nel provvedimento che qui viene rifinanziato.
Per tale motivo, abbiamo chiesto alla Giunta regionale di esprimere un parere politico su Finpiemonte, sulla sua attività, nonché sulla rispondenza delle sue iniziative rispetto ai programmi e agli intendimenti della Giunta.
Da parte degli Assessori è stata espressa la disponibilità a tornare in Commissione - un approfondimento si può fare benissimo anche in quella sede per una valutazione di natura politico-programmtica da parte dell'esecutivo rispetto a questa Finanziaria.
Ho preso la parola in aula per ritornare su questa richiesta e per sottolineare l'esigenza di un dibattito politico sul ruolo di Finpiemonte così come degli altri nostri Enti strumentali, ma riteniamo che Finpiemonte sia abbastanza preminente da questo punto di vista; quindi, noi dovremo valutare ed avere soprattutto una valutazione da parte dell'esecutivo del rapporto costi-benefici. Indubbiamente i progetti sono tanti; già nella scorsa legislatura fu svolto un dibattito su Finpiemonte nel corso del quale erano state evidenziate delle priorità che Finpiemonte stessa si era data. Da alcune di queste priorità Finpiemonte è tornata indietro; alcuni progetti non solo non sono più stati finanziati, ma addirittura non sono assolutamente lievitati. Oggi la Finanziaria si sta misurando in maniera particolare sulla questione dei cosiddetti "parchi tecnologici", ma io credo che per l'esposizione, voglio dire anche in termini di personale e di professionalità che dentro Finpiemonte ci sono e del ruolo che a queste professionalità viene dato, sia indispensabile un giudizio politico da parte della Giunta. Cerchiamo però di non andare troppo oltre perché, tra una cosa e l'altra, è passato ormai un anno e mezzo di questa legislatura se un qualche correttivo deve essere fatto, ed auspichiamo che possa produrre qualche risultato, credo che questo debba intervenire nell'arco di poche settimane perché poi i tempi corrono, arriveremo a più di metà della legislatura e magari non saranno ancora state fatte delle scelte un po' decisive.
In questo senso, mi permetto, non di sollecitarlo, ma di puntualizzare questo aspetto che ritengo importante perché dato che noi ci apprestiamo in questo Paese, giorno dopo giorno, a fare dei sacrifici, ad operare dei tagli, ad entrare anche nel merito delle grandi strutture dello Stato (penso a tutto il dibattito che in questi giorni opportunamente si sta facendo sui "grand commis" dello Stato, li voglio chiamare così), credo che tutta la progettualità dei nostri Enti strumentali e anche quella caratteristica di impresa e di ruolo privato che in qualche modo noi vogliamo sollecitare debbano essere sottoposte ad un confronto e ad un esame politico, ed eventualmente, laddove è necessario, vengano fatti dei tagli.
Perché vedete, colleghi, io sto seguendo con attenzione da parecchio tempo tutta una serie di relazioni che ci vengono presentate dai nostri Enti strumentali, da parte dei loro Presidenti e dei loro dirigenti, e sento dire ormai da troppo tempo (io ho almeno in mente quattro momenti di relazione nell'arco di questi sei/sette anni di mia presenza alla Regione Piemonte) che "su alcuni progetti si continuerà, su altri si recederà" però poi vedo che la situazione è sostanzialmente sempre allo stesso punto sempre un po' cristallizzata. Credo che si debba invece intraprendere una stagione di scelte.
Noi non ci sottraiamo al confronto, anche a dare dei contributi, ad esprimere delle valutazioni, in un ruolo di opposizione o di minoranza che però cerca di dare il suo contributo, anche di stimolo (cerchiamo di dimostrarlo sempre in quest'aula), però riteniamo che delle decisioni e delle valutazioni un po' definitive debbano essere assunte.



PRESIDENTE

La Consigliera Spagnuolo ha sollecitato un'esigenza molto sentita di avere in Commissione una relazione approfondita anche perché c'è una scadenza delle nomine della Finpiemonte, una società che è un po' il braccio temporale oltre che finanziario della Regione stessa, per cui credo che questa raccomandazione possa essere raccolta.
La parola alla Consigliera Ferrero.



FERRERO Caterina

Desidero innanzitutto ribadire a nome del Gruppo di Forza Italia il voto favorevole a questo provvedimento. Anche noi consideriamo utile, come discorso propedeutico ad eventuali successive decisioni che nell'ambito degli investimenti della Regione Piemonte dovranno essere prese, un intervento da parte della Giunta, come richiesto in Commissione sostanzialmente all'unanimità; una relazione sullo stato attuale dei progetti in corso e delle scelte su alcuni di questi, anche perché come diceva la Consigliera Spagnuolo non è soltanto un problema di progetti in corso di realizzazione, ma è anche un problema più importante di scelte ben mirate nei confronti degli Enti strumentali che in questo e in precedenti periodi hanno, alcuni di essi perlomeno, dimostrato dei grossi deficit.
Ritengo quindi che sarebbe utile per tutti i Consiglieri, e della Commissione e di quelli interessati, avere un quadro in questo senso tenendo comunque presente che il provvedimento già a monte ha avuto una valutazione di questo tipo sulla base delle scelte che poi sono state fatte.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Majorino.



MAJORINO Gaetano, Assessore agli enti strumentali

Confermo alla collega Spagnuolo, ma anche a tutto il Consiglio l'impegno della Giunta a tempi brevi di fare un'approfondita comunicazione non solo sulla Finpiemonte, ma su tutti gli Enti strumentali, proponendo sia pure di larga massima per tutti e con particolare riguardo alla Finpiemonte, le opinioni della Giunta.
Giustamente il Presidente Picchioni ha ricordato che si aggiunge un motivo di più per fare questa comunicazione e questa valutazione perché è vicino il rinnovo, quindi sarà poi, in un certo senso, la conclusione del dibattito in Commissione o eventualmente, occorrendo, poi anche in aula (ma penso che in Commissione ci siano più gli addetti ai lavori che seguono gli Enti strumentali; non ho comunque niente in contrario a trasferire in un secondo tempo il dibattito in aula), quindi le risultanze della comunicazione e soprattutto delle valutazioni potranno essere lo scheletrato del programma che la Giunta regionale additerà ai nuovi amministratori di Finpiemonte.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 voti favorevoli 35 astensioni 6 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 voti favorevoli 35 astensioni 6 L'art. 2 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI' 36 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Università

Esame progetto di legge n. 217: "Inquadramento del personale presso l'Ente per il diritto allo studio universitario di cui alla L.R. 18/3/1992 n. 16"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 19) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 217.
In sede di Commissione hanno espresso voto favorevole i Gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, PDS, Lega Nord Piemont e Pensionati; non ha partecipato alla votazione il Gruppo Rifondazione Comunista.
Relatore è il Consigliere Rubatto, che ha facoltà di intervenire.



RUBATTO Pier Luigi, relatore

Do per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "Illustre Presidente, signori Consiglieri, la I Commissione ha esaminato il disegno di legge n. 217 predisposto dalla Giunta regionale e recante 'Inquadramento del personale presso l'Ente per il diritto allo studio universitario di cui alla L.R. 18/3/1992 n. 16'.
La L.R. 18/3/1992 n. 16, di istituzione dell'Ente regionale per il diritto allo studio universitario, prevede all'art. 37 la prima e provvisoria dotazione di personale. Infatti, all'atto della costituzione dell'Ente veniva assegnato, ex lege, il personale in servizio presso il Comune di Torino addetto ai servizi relativi al diritto allo studio universitario ed il personale dell'Opera Universitaria dell'ISEF di Torino che, ai sensi dell'art. 39 della stessa legge, veniva soppressa.
La legge regionale rinviava poi ad un provvedimento legislativo la definizione degli uffici e della pianta organica.
Il DL 3/2/1993 n. 29, successivo alla L.R. n. 16/92, all'art. 31 ha previsto la delegificazione della materia relativa, appunto, alla definizione degli uffici e delle piante organiche.
Conseguentemente, per la definizione della pianta organica e degli uffici si è provveduto con atto amministrativo della Giunta regionale.
Peraltro, ai fini dell'inquadramento nel ruolo organico dell'Ente del personale della disciolta Opera Universitaria dell'ISEF di Torino, si rende necessaria l'adozione del presente provvedimento legislativo poich l'attribuzione dello stato giuridico e quindi del corrispondente livello economico del dipendente regionale al predetto personale, così come previsto dalla L.R. n. 16/92, avrebbe comportato, sic et simpliciter, una diminuzione stipendiale.
L'art. 1 del presente disegno di legge prevede, quindi, l'inquadramento del personale della disciolta Opera Universitaria dell'ISEF e l'attribuzione della differenza economica tra il vecchio ed il nuovo inquadramento quale maturato economico pensionabile e non riassorbibile anche ai fini della tredicesima mensilità.
La disposizione di cui all'art. 2 prevede al comma primo l'inquadramento nel ruolo organico dell'Ente del personale del Comune di Torino che, ai sensi dell'art. 37 della L.R. n. 16/92, presta servizio presso l'Ente ed al comma secondo la conservazione del livello economico differenziato a coloro che abbiano conseguito tale beneficio presso il Comune di Torino e ciò al fine di non intaccare il numero dei livelli economici differenziati attribuibili dall'Ente in base al contratto.
L'art. 3 (Norma finanziaria) stabilisce che agli oneri conseguenti all'applicazione della presente legge si farà fronte con gli stanziamenti iscritti nel bilancio dell'Ente.
La dichiarazione d'urgenza prevista all'art. 4 si rende opportuna poiché, successivamente all'adozione del provvedimento deliberativo della Giunta regionale di approvazione della pianta organica, l'Ente avrebbe dovuto contestualmente procedere all'inquadramento nel proprio ruolo organico del personale in servizio.
La I Commissione consiliare nella seduta del 19 settembre u.s. ha licenziato il disegno di legge a maggioranza dei Consiglieri presenti ed all'unanimità dei votanti e lo rassegna all'aula auspicandone l'approvazione".



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 voti favorevoli 40 astensioni 1 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 voti favorevoli 40 astensioni 1 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 voti favorevoli 40 astensioni 1 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 voti favorevoli 40 astensioni 1 L'art. 4 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI' 43 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere La legge è approvata.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Esame progetto di legge n. 199: "Integrazione della L.R. 16/12/1977 n. 63 'Partecipazione della Regione Piemonte alla Società Consortile Centro Agro Alimentare Torino S.p.A.'"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora il progetto di legge n. 199, di cui al punto 20) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Salerno, che ha facoltà di intervenire.



SALERNO Roberto, relatore

Do per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "Illustre Presidente, egregi Consiglieri, la I Commissione ha esaminato il disegno di legge n. 199 predisposto dalla Giunta regionale e relativo a 'Integrazione della L.R. 16/12/1987 n. 63 'Partecipazione della Regione Piemonte alla Società Consortile Centro Agro-Alimentare Torino S.p.A.)'.
Attraverso la legge n. 63 del 1987 la Regione Piemonte ha assunto una partecipazione finanziaria nella Società consortile per azioni CAAT e con il disegno di legge n. 199 la Giunta intende integrare tale legge al fine di consentire alla Società consortile CAAT di accedere ai previsti finanziamenti bancari.
Per accedere ai finanziamenti occorre che la Giunta regionale provveda a prestare idonee garanzie fideiussorie a favore della società e tale impegno avviene in proporzione alla quota di partecipazione al capitale sociale e nei limiti degli stanziamenti di bilancio determinati annualmente dalle leggi di approvazione dei bilanci stessi.
La I Commissione consiliare nella seduta del 19 settembre ha licenziato il disegno di legge a maggioranza dei Consiglieri presenti e lo rassegna all'aula auspicandone l'approvazione".



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 favorevoli 35 astensioni 5 L'art. 1 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI' 37 Consiglieri si sono astenuti 5 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 318: "Piano dei corsi per massofisioterapisti e massaggiatori sportivi. Anno scolastico 1996/1997"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della proposta di deliberazione n. 318, di cui al punto 21) all'o.d.g.
La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Intervengo per annunciare il nostro voto favorevole e chiedere l'impegno, oltreché per quanto scritto in deliberazione, della Giunta e degli Assessori al rispetto della parte che abbiamo modificato nella deliberazione stessa.
Si tratta dell'approvazione di una deliberazione che avvia i corsi per massofioterapisti e massaggiatori sportivi.
E' un corso che dovrà andare ad esaurimento - questo è l'impegno che abbiamo richiesto da parte della Giunta - non appena sarà stipulata la convenzione con l'Università per la formazione di questi operatori paramedici sanitari, per fare in modo che anche la parte di specializzazione (massofisioterapia e massaggiatori sportivi) sia inserita nell'ambito della convenzione come un'ulteriore specializzazione dei terapisti della riabilitazione.
Questo è un impegno che richiediamo alla Giunta nel momento in cui sta discutendo la convenzione con l'Università (mi pare si possa trovare facilmente un accordo), perché non vogliamo che nella nostra regione rispetto ad altre regioni e rispetto al resto dell'Europa, vi siano operatori sanitari non completamente o non opportunamente formati rispetto alle necessità che si stanno evidenziando, o meglio, anche il settore che riguarda la massofisioterapia e i massaggiatori deve avere una formazione complessiva - così come hanno detto i rappresentanti della categoria e soprattutto dei terapisti della riabilitazione - con questa specializzazione ulteriore.
Con il collega Montabone - mi spiace che sia assente, ma credo che anche lui possa concordare - abbiamo visitato il Centro di Medicina Sportiva del Comune di Torino. Crediamo che il Centro meriti, da parte dell'Assessorato alla sanità, ma anche dell'Assessorato allo sport un'attenzione particolare come momento ed esempio di sperimentazione di che cosa, insieme allo sport, insieme alla pratica sportiva, si può fare per la prevenzione delle malformazioni nell'età evolutiva nei ragazzi e nei bambini.
Crediamo che quel Centro, insieme al problema della formazione e dei tecnici, ma anche per ciò che lì avviene e per ciò che stanno facendo possa essere preso d'esempio per poter sostenere, come Regione, questa sperimentazione e far sì che nel resto del Piemonte si segua ciò che lì si sta facendo: un'alta specializzazione nel campo dell'avvio alla pratica sportiva, ma un'alta specializzazione nella prevenzione delle malformazioni o delle malattie per quanto riguarda i bambini e i ragazzi.
Con queste puntualizzazioni e con le correzioni che sono state apportate alla deliberazione il nostro Gruppo vota a favore.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 32 voti favorevoli e 6 astensioni.


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 349: "Criteri prioritari e linee di programmazione per il riparto dei fondi in conto capitale 1995/1996 in materia di sanità"


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 22) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 349.
La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, l'intervento sarà molto breve vorrei solo precisare le motivazioni che anche in Commissione ci hanno portato a dare il nostro voto contrario alla proposta di deliberazione.
Abbiamo fatto delle considerazioni generali sui fondi che ancora sono immobili nell'ambito delle politiche sanitarie, che ammontano a centinaia di miliardi, partendo dai fondi di conto capitale dell'ex art. 20 arrivando poi ai fondi stanziati per l'AIDS ed ancora ai fondi che sono stati accumulati negli anni scorsi per i progetti a fondo di investimento occupazione, che sono circa 70/80 miliardi.
Per come sono state gestite queste operazioni, rispetto ai fondi per le politiche sanitarie, abbiamo espresso i nostri dubbi in riferimento a quest'anno di Giunta, ma anche in riferimento agli anni precedenti, perch ritardi troppo forti impediscono e hanno impedito, con ritardi biblici, la costruzione di ospedali e la ristrutturazione di strutture ospedaliere - e di questo spesso ne abbiamo parlato in Commissione.
Recentemente abbiamo letto una deliberazione della USL n. 12 di Biella che aveva per oggetto la richiesta di diversa utilizzazione di oltre 3,5 miliardi, già erogati il 27/1/1993 dalla Regione Piemonte, quindi oltre sei anni e mezzo fa, per destinarli diversamente (acquisto di un'apparecchiatura TAC). Vista e considerata la situazione in cui versa l'Ospedale di Biella, vista l'esigenza di un acceleratore lineare proprio per questa forte carenza di struttura rispetto ai malati di tumore che sono costretti a rivolgersi in altre Regioni - in questo caso la Regione Lombardia - facendo riferimento ai dati che spesso l'Assessore ci porta (anche in occasione del Piano sanitario rispetto alla mobilità passiva e quindi a tutti quegli utenti sanitari che si rivolgono ad altre Regioni perché nella nostra Regione non trovano un punto di riferimento forte) riteniamo ancora largamente insufficiente e carente la disponibilità di fondi - e che poi non è una disponibilità effettiva perché in questo momento sono stati impegnati i fondi del primo triennio della Finanziaria del 1988, quindi non ancora distribuiti. Questi ritardi biblici portano a carenze sul piano dei bisogni sanitari.
Alcune situazioni che, come rappresentante del mio Gruppo, mi sono sembrate un po' spiacevoli rispetto ad alcune proposte pervenute in Commissione (spostamento di miliardi da una destinazione all'altra, mancata ristrutturazione di ospedali, come se si trattasse di qualche cento lire su richiesta, cambio di numeri sulle deliberazioni in modo un po' superficiale, senza avere come base delle proposte) ci lasciano assai perplessi per questo modo di agire nelle Commissioni da parte di tutte le forze politiche.
Invece, il nostro voto è contrario sul piano di riparto, perché sono troppo pochi 63 miliardi sulla base delle esigenze e anche sulla base dei numerosi miliardi che ancora sono accantonati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Noi, invece, esprimiamo apprezzamento per questa deliberazione perch attraverso la definizione di criteri che sono molto semplici, chiari e soprattutto trasparenti, crea un meccanismo immediatamente verificabile rispetto alle richieste di finanziamento. Questa deliberazione, tra l'altro, risponde alla richiesta di finanziamento delle iniziative per la psichiatria (10 miliardi); ci sono però alcune piccole note da fare a margine, per allargare un po' il discorso.
A proposito dei 3 miliardi per il Laboratorio di Sanità Pubblica di Omegna - l'ho fatto in Commissione e lo faccio adesso pubblicamente in aula chiedo che al più presto si faccia un dibattito per conoscere qual è lo stato dei nostri Laboratori di Sanità Pubblica e qual è il loro grado di copertura dal punto di vista dei controlli. Non possiamo inseguire i problemi ed accorgerci di essi solo dopo che sono scoppiati; dobbiamo sapere qual è la quantità, la qualità, la capacità di intervenire, e per questo chiediamo un dibattito sull'ARPA.
Seconda questione. Noi abbiamo chiesto - e ringraziamo l'Assessorato per avere aderito alla nostra richiesta - che il fondo di accantonamento anziché 8 miliardi e 421 milioni, fosse portato a 5 miliardi e 421 milioni.
La cifra ci sembrava eccessiva, in quanto superava abbondantemente il 10 della cifra complessivamente disponibile. Siamo soddisfatti del fatto che i 3 miliardi che sono stati messi in mobilità siano stati destinati per l'acquisizione di grandi strutture, perché abbiamo piacere che il Piemonte garantisca una migliore qualità del Servizio Sanitario che verrà erogato e che mantenga alcuni livelli di eccellenza che, se non vengono continuamente sostenuti ed alimentati, rischiano di essere sorpassati.
Faccio un esempio abbastanza specifico. In un colloquio personale che ho avuto con l'Assessore D'Ambrosio, sono stato a sollecitare l'acquisizione dello SQUID. Non voglio annoiare i signori Consiglieri, dico solo che si tratta di un'apparecchiatura molto sofisticata e fondamentale non soltanto per i malati talassemici, ma per tutta una serie di altre patologie (gli scopi per i quali può essere utilizzata sono molteplici); mi limito a parlare semplicemente dei malati talassemici, che a centinaia sono costretti periodicamente a fare dei viaggi in Germania, caricandosi di spese personali abbastanza consistenti, in quanto questo tipo di apparecchiatura non invasiva in Italia non è disponibile. Acquisire un'apparecchiatura come lo SQUID, naturalmente verificando gli orientamenti nazionali fra i vari centri per la talassemia, significa decidere se il nostro import-export di sanità ci darà una bilancia commerciale favorevole oppure no. Si tratta, dunque, di una cosa di grande importanza.
Un'ultima raccomandazione, molto importante, considerando che siamo in fase di discussione del Piano socio-sanitario regionale. Per motivi di urgenza, a cui noi abbiamo aderito, abbiamo fatto la discussione sull'ex art. 20 e ora facciamo questa discussione al di fuori e indipendentemente dal Piano socio-sanitario regionale. Noi chiediamo - e sarebbe giusto dire: pretendiamo - che invece la programmazione, per quello che riguarda la spesa in conto capitale, abbia un grosso peso all'interno di quella che è la programmazione generale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio per la replica.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Debbo chiarire per tutti, non solo per la Consigliera Simonetti, che in realtà la Regione Piemonte non solo ha utilizzato tutti i fondi dell'ex art. 20 sia per quanto riguarda l'edilizia sanitaria ospedaliera che per quanto riguarda le RSA, ma ha sforato il tetto dei 640 miliardi che le erano stati attribuiti di ben 8 miliardi, per cui ha chiesto questo ulteriore finanziamento da parte dello Stato. Lo ribadisco anche per la stampa, locale e nazionale, che fa riferimento alle situazioni del Piemonte e riporta impropriamente quello che le parti politiche dichiarano.
Ripeto in questa sede, che penso sia la sede istituzionale più idonea che tutti i fondi dell'ex art. 20 della legge n. 67/88 sono stati utilizzati dalla Regione Piemonte, quindi tra i mesi di novembre e gennaio p.v. partiranno tutti i lavori che attengono appunto all'ex art. 20, così com'è stato fatto per la legge n. 135/90 sull'AIDS.
Per quanto riguarda la deliberazione su cui stiamo discutendo, in realtà abbiamo a disposizione in conto capitale 63,421 miliardi: 22,850 miliardi provengono da una deliberazione CIPE del 13/3/1995 e 40,571 miliardi da una deliberazione CIPE del 24/4/1996. Si è ritenuto così preventivare l'attribuzione di questi fondi in conto capitale. Com'è stato evidenziato, 3 miliardi sono già stati assegnati all'Azienda regionale USL n. 14 di Verbania, per lavori di completamento del Laboratorio di Sanità Pubblica di Omegna; 10 miliardi per interventi nel campo dell'assistenza psichiatrica; 8 miliardi per acquisizioni di grandi attrezzature (TAC Risonanza magnetica, ecc.); 37 miliardi sono stati destinati per interventi edilizi finalizzati al mantenimento del patrimonio immobiliare; 5,421 miliardi per accantonamento, per riequilibrare eventuali oscillazioni sui diversi fondi alla luce della verifica puntuale degli interventi in fase di assegnazione e per fare fronte ad eventuali interventi indifferibili ed urgenti - vi assicuro, ce ne sono.
Per quanto riguarda il Laboratorio di Sanità Pubblica, stiamo già procedendo ad una verifica, anche perché - come lei sa, Consigliere Riggio passerebbe all'ARPA, per cui si dovrà fare senz'altro la discussione sull'ARPA; ho parlato con il collega Cavallera, e la faremo quanto prima.
A proposito dell'attrezzatura SQUID citata, Consigliere Riggio, debbo dire che lei mi "ruba" sempre quello che io ho già deciso da sei mesi; se vuole, può chiederlo al Direttore generale del Regina Margherita.
E' comunque una proposta utilissima, perché purtroppo in Piemonte ci sono oltre 350 bambini talassemici. Con questa attrezzatura risolveremmo alcuni problemi sia ai bimbi che alle famiglie, molte volte costrette a recarsi all'estero.
Potremmo anche agire positivamente su quella famosa mobilità, per la quale ribadisco in questa sede che la Regione Piemonte presenta una mobilità passiva di 238 miliardi, controbilanciata da una mobilità attiva di circa 160 miliardi. E' però necessario - in quanto siamo l'unica Regione del nord con una mobilità passiva - riuscire ad avere una mobilità attiva.
Possiamo farlo: ne abbiamo le attrezzature e le professionalità.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 31 voti favorevoli e 3 contrari.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 345: "Spostamento del Comune di Sestriere dall'ambito territoriale dell'Azienda regionale USL 5 di Collegno a quello dell'Azienda regionale USL 10 di Pinerolo, ex art. 2, commi terzo e quarto, della L.R. n. 39/94"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della proposta di deliberazione n. 345, di cui al punto 23) all'o.d.g.
In Commissione hanno espresso voto favorevole i Gruppi Forza Italia PDS, Alleanza Nazionale, CDU, Pensionati, CCD, Partito Popolare e Federalisti liberaldemocratici; si è astenuto il Gruppo Rifondazione Comunista.
La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore al coordinamento politiche per la montagna

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, si tratta di una situazione un po' particolare. Su richiesta del Comune di Sestriere si è innescata la procedura per spostare il suddetto Comune dall'USL della Valle di Susa all'USL di Pinerolo.
Vista la legge n. 142/90, vista la legge n. 97/94, relativa alla montagna, e la L.R. n. 72 dell'anno scorso, il problema si è posto: Sestriere, che è all'interno della Comunità montana Valle di Susa, chiede il passaggio ad un'altra USL che è di competenza di altre Comunità montane.
Le leggi che ho citato definiscono la Comunità montana come Ente locale con competenza e con capacità di azione su molte questioni, attinenti alla sanità e soprattutto al settore socio-assistenziale.
Per risolvere questo problema la Giunta ha ovviamente ritenuto di acconsentire alla richiesta del Comune di Sestriere, fermo restando che nel prossimo disegno di legge che è stato presentato in III Commissione aggiungeremo un emendamento in cui prendiamo atto della volontà del Comune di Sestriere di fare parte di altra USL e quindi ovviamente di avere riferimento ad altra area geografica. Proporremo quindi lo spostamento del Comune di Sestriere dalla Valle di Susa alla Valle Chisone.
Oltre a questo, devo segnalare la disponibilità dell'Assessore alla sanità di prendere in esame le questioni sollevate dagli altri Comuni dell'altissima Valle di Susa in merito all'emergenza. E' prossima la soluzione del problema con l'apertura di un poliambulatorio ad Oulx, e quindi riteniamo di risolvere i problemi in questo senso, fermo restando che la considerazione della Giunta nei confronti dell'Ente locale Comunità montana è tale per cui provvederemo d'ufficio alla presentazione dell'emendamento di cui dicevo sopra.



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione la proposta di deliberazione n. 345, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 31 voti favorevoli e 3 astensioni.


Argomento: Agricoltura: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 324: "L.R. 22/4/1980 n. 27, art. 12 Determinazione dimensioni minime per riconoscimento Associazioni dei produttori agricoli - Quinquennio 1996/2000"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 324, di cui al punto 24) all'o.d.g.
In Commissione hanno espresso voto favorevole i Gruppi Forza Italia CDU, Alleanza Nazionale, Patto dei Democratici, PDS, Verdi e Federalisti liberaldemocratici; non ha partecipato al voto il Gruppo Rifondazione Comunista.
La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Signor Presidente, la proposta di deliberazione n. 324 riguarda la L.R.
n. 27 del 22/4/1980, art. 12, che cito testualmente: "Determinazione dimensioni minime per riconoscimento Associazioni dei produttori agricoli Quinquennio 1996/2000". Tale deliberazione è stata approvata in III Commissione all'unanimità, come lei ha detto, con la riserva di Rifondazione Comunista.
Noi comunisti ci asterremo anche se la predetta deliberazione è un atto amministrativo praticamente dovuto perché è un'applicazione meccanica delle norme comunitarie europee in materia agricola. Nonostante questo, facciamo notare all'Assessorato competente che le dimensioni minime delle aziende agricole potrebbero essere ulteriormente ponderate in relazione alle effettive esigenze agrarie del Piemonte e del suo sviluppo socio-economico produttivo, specie in questo difficile momento politico, economico e produttivo di profonda crisi.
Ribadisco quindi l'invito a ponderare bene le esigenze di aziende minime.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 32 voti favorevoli e 4 astensioni.


Argomento: Circoscrizioni comunali

Esame proposta di deliberazione n. 352: "Richiesta di distacco della frazione Revigliasco dal Comune di Moncalieri e sua aggregazione al Comune di Pecetto"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della proposta di deliberazione n. 352, di cui al punto 25) all'o.d.g.
Si tratta di una deliberazione che la Commissione approva dando parere negativo, con i voti favorevoli di Forza Italia, AN, PDS, si è astenuto il Gruppo di Rifondazione Comunista.
La parola all'Assessore Majorino.



MAJORINO Gaetano, Assessore agli enti locali

Il senso della deliberazione è in questi termini: non dare corso alla proposta di qualche centinaio (quindi uno scarsissimo numero) di residenti nella frazione di Moncalieri, i quali chiedono il distacco da Moncalieri a Pecetto, sostenendo che il Comune di Moncalieri non si occupa dei loro interessi. Il Comune di Moncalieri ha contestato questa affermazione e ha sostenuto che ben può continuare ad interessarsi della frazione di Revigliasco, nella quale vi sono 4 mila abitanti, dei quali solo 400 sono stati interpellati dal Comitato spontaneo formato da un centinaio di persone. Il Comune di Pecetto non si è nemmeno pronunciato, quindi l'istruttoria ha concluso per il rigetto di tale richiesta.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 34 voti favorevoli, 1 contrario e 5 astensioni.


Argomento: Ricerca scientifica (Istituti regionali di studi e ricerche)

Esame proposta di deliberazione n. 319: "Adesione della Regione Piemonte all'ISAIDAT (Istituto Subalpino per l'Analisi e l'Insegnamento del Diritto delle Attività Transnazionali)"


PRESIDENTE

Esaminiamo infine la proposta di deliberazione n. 319, di cui al punto 26) all'o.d.g.
Non essendovi interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 33 voti favorevoli e 4 astensioni.


Argomento: Referendum abrogativo e consultivo

Richiesta iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 312 relativo ai referendum abrogativi


PRESIDENTE

Il Consigliere Cavaliere chiede notizie sull'ordine del giorno n. 312 da lui presentato.
La Presidenza ritiene che tale ordine del giorno, almeno per la parte finale, non sia ricevibile, accettabile.
Se il Consigliere Cavaliere ritiene, lo posso leggere: "Il Consiglio regionale del Piemonte constatato che il Piemonte stesso risulta aver approvato per primo i testi dei referendum abrogativi tesi a sviluppare dei concreti ed immediati provvedimenti di riforma federalista dello Stato considerato che da tale primato deriverà l'essere la Regione Piemonte capofila per tutti gli adempimenti conseguenti all'iniziativa referendaria esprime viva soddisfazione per l'operato del Presidente del Consiglio che ha reso possibile questo importante traguardo ringrazia" - è questa a mio parere la parte non proponibile - "fortemente l'iniziativa e i consigli che il Presidente della Giunta regionale lombarda, Formigoni, ha proferito per la riuscita dell'importante e necessaria iniziativa delle Regioni".
Questo è il testo dell'ordine del giorno e a noi pare che la parte finale non sia nello spirito con il quale sono scritti normalmente i vari ordini del giorno.
In ogni caso, manca il numero legale per l'iscrizione del documento.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
Ricordo che la riunione dei Capigruppo è convocata per venerdì alle ore 9.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18,45)



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