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Dettaglio seduta n.74 del 11/09/96 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Interrogazioni ed interpellanze (rinvio)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Bentornati a tutti. Ci accingiamo al lavoro con rinnovata alacrità.
Stamani non esaminiamo, secondo quanto convenuto nella sede dei Capigruppo, il punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze".


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Botta, Cavallera Ferraris, Majorino, Mancuso, Montabone e Peano.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

Iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno relativo al Museo della deportazione


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Chiedo all'aula di iscrivere un ulteriore ordine del giorno - vedremo se discuterlo o meno - che insieme ad altri colleghi ho presentato; tale documento è relativo alla proposta di istituire un Museo della deportazione nella Caserma di Via Asti in Torino.
Il testo è già stato presentato anche al Comune di Torino. Le firme apposte sono quelle dei colleghi che hanno partecipato al viaggio, così come è successo al Comune di Torino, in cui hanno firmato, in prima istanza, i colleghi Consiglieri comunali.
Chiederei all'aula di iscrivere questo ordine del giorno nella seduta di oggi. Grazie.



PRESIDENTE

Se non vi sono obiezioni, possiamo iscriverlo.
Per l'iscrizione occorrono 40 voti.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 281 relativo alla crisi dell'Olivetti


PRESIDENTE

Se il Consiglio è d'accordo, iscriviamo anche l'ordine del giorno n. 281 a firma dei Consiglieri Marengo, Cavaliere, Ferraris, Spagnuolo, Bertoli e Deorsola relativo alla Olivetti.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.
Informo i Consiglieri che è in previsione un altro ordine del giorno sulla manifestazione del 15 di settembre; quando avremo il testo a disposizione ne darò contezza all'assemblea.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Comunicazioni della Giunta regionale in merito alla mozione votata ed approvata dal Consiglio comunale di Torino sulla liberalizzazione della droga


PRESIDENTE

Prima di passare al punto 5) all'o.d.g., l'Assessore D'Ambrosio intende svolgere una comunicazione importante in merito alla mozione votata ed approvata dal Consiglio comunale di Torino sulla liberalizzazione della droga.
La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, signor Presidente e cortesi colleghi, premetto anzitutto per chi volesse fare polemica - e non deve essercene secondo me su una notizia del genere - che né l'Assessore D'Ambrosio né alcun componente della Giunta vuole imbavagliare in alcun modo la stampa.
Mi corre l'obbligo però, come Assessore alla sanità di questa Regione di protestare con fermezza nei confronti di chi diffonde notizie stampa che ingenerano false aspettative da parte dei tossicodipendenti e giustificatissime proteste nei confronti del sottoscritto che è responsabile della programmazione e della gestione della sanità piemontese.
Nell'ambito della propria autonomia il Consiglio comunale di Torino pu approvare legittimamente qualsiasi mozione, ma, come si evince dal titolo riportato in prima pagina da La Stampa di Torino, "Torino, eroina nelle UU.SS.LL. ai drogati", senza alcun punto interrogativo, sembrerebbe che il Comune di Torino abbia voluto dare, con siffatta mozione, avvio ad una sperimentazione in tema di liberalizzazione della droga coinvolgendo il sistema sanitario regionale. Così non può e non deve, a parere mio, essere.
Non può perché osta l'attuale normativa in vigore, non deve perch l'Assessorato da me diretto, e la stessa Giunta regionale, non ritengono che questo drammatico problema possa essere risolto in questo modo.
Oggi, più che mai, sento la necessità di esprimere con fermezza e determinazione il mio personale pensiero che non è assolutamente retorico: la cultura o la pseudo cultura della droga si combatte con la cultura della prevenzione e della solidarietà nei confronti di quei cittadini che si sono trovati, per molteplici motivazioni personali e sociali, chiusi in un vicolo che io vorrei non fosse cieco.
Mentre a questi cittadini va, come detto, la massima attenzione e comprensione, dura deve essere invece la repressione dei trafficanti e degli spacciatori da parte dello Stato.
Mi permetto di aggiungere e di suggerire sommessamente, ma con estrema convinzione, che quando gli organi di stampa affrontano questo delicato problema sarebbe auspicabile, data la complessità e l'articolazione della problematica stessa, e per un dovuto rispetto nei confronti dei tossicodipendenti e delle loro famiglie, usare la massima cautela nel divulgare determinate proposte. Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore per la sua comunicazione.
Su tale comunicazione, ai sensi del Regolamento, si può intervenire.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Ringrazio l'Assessore per la comunicazione svolta, anche se non condivido né il tono né soprattutto il merito che si riferisce ad una sorta di disappunto, quasi di carattere istituzionale, che l'Assessore ha espresso che, a mio modo di vedere, non ha luogo di esistere. Nel senso che l'Assessore protesta per come è stata data una notizia, per le aspettative che ha generato e per le proteste di cui pare sia stato oggetto l'Assessore.
Questa forma di protesta dell'Assessore è da rigettare in modo netto leggendo gli articoli, e soprattutto facendo mente a quanto è successo in un'altra istituzione, non c'era alcun motivo per cui protestare. Può essere successo qualcosa che l'Assessore non condivide, questa è la seconda parte del suo discorso, in cui dice che secondo lui quella non è la strada da seguire. Queste sono questioni politiche, opinabili, di scelte, di valori di morale, di cultura su cui c'è una divisione in campo, divisione anche di carattere trasversale, rispetto a maggioranze, minoranze e Partiti. Ma questo è un aspetto sul quale l'Assessore doveva manifestare il suo disaccordo con la decisione del Consiglio comunale di Torino, ma rispettare le decisioni che il Consiglio comunale di Torino aveva preso. Mentre invece, mi sembra che ci sia stata una protesta contro una decisione del Consiglio comunale: è gravissimo protestare contro una decisione.
L'Assessore può dire che non condivide una decisione, ma protestare perch i giornali danno notizia di una decisione del Consiglio comunale di Torino dimostra una visione dei rapporti democratici molto preoccupante. Si vuole forse imbavagliare un Consiglio comunale?



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Credo che il chiarimento, che sicuramente l'Assessore D'Ambrosio fornirà, in quanto ha richiesto nuovamente la parola, non sarà un chiarimento, ma sarà il ripetere le stesse cose che ha detto prima, perch uno può anche dire rape e l'altro può anche capire patate, ma se uno dice rape e l'altro capisce patate, non è colpa di chi dice rape, è colpa di chi capisce patate.
L'Assessore D'Ambrosio ha detto tutt'altra cosa da quella che ha capito il Consigliere Chiezzi. Perché l'Assessore D'ambrosio ha fatto una protesta nei confronti di un'affermazione che, indipendentemente dalle posizioni nostre sul problema droga, è un'affermazione oggettivamente falsa comparsa, senza punti interrogativi, su un importante quotidiano nazionale.
Nessuno vuole imbavagliare il Consiglio comunale di Torino, meno che mai l'Assessore D'Ambrosio. L'ordine del giorno del Consiglio comunale di Torino contiene delle argomentazioni sulle quali non mi pronuncio, ma che un giornale nazionale titoli che da oggi le UU.SS.LL. "potrebbero" distribuire eroina senza porre neanche in dubbio il fatto ed accertarsene comunque spetterebbe eventualmente una logica più ampia di programmazione nazionale, regionale - è oggettivamente falso: è una notizia che non ha senso, perché non ha alcun riferimento alla realtà.
Non credo, almeno da quello che ho capito, che l'Assessore D'ambrosio abbia inteso imbavagliare alcuno, ha semplicemente inteso ribadire che per quanto riguarda il responsabile principale della programmazione della sanità in Piemonte quella non è la linea e che quindi il titolo sul giornale non ha alcun aggancio con la realtà.
Prescindo da ogni considerazione di merito sulla mozione, proprio perché non voglio fare un dibattito politico sul pro e contro. Dico semplicemente che è legittimo, a mio avviso, che anche il Consiglio regionale si difenda a fronte delle notizie false sul titolo, perch l'articolo è tutt'altra cosa.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Grazie, Presidente. Noi crediamo che su un tema importante come quello della lotta alle tossicodipendenze e dalle notizie che la stampa ha riportato questa mattina, al di là del titolo abbastanza stigmatizzato dall'Assessore, valga la pena porsi il problema come Consiglio regionale.
Vi è la necessità - come sostiene il Presidente del Consiglio comunale di Torino - di approfondire seriamente il problema della diffusione, dello spaccio e dell'utilizzo dell'eroina, ma anche delle droghe leggere. Il Piemonte - perché no - può essere anche un laboratorio di sperimentazione in questo campo, una novità rispetto al resto del Paese, può assumere anche provvedimenti e decisioni che possono sembrare, se viste in modo superficiale, "rivoluzionarie" come le definisce il giornale.
La comunicazione dell'Assessore la recepiamo senza giudicarla, senza chiosarla ed ascolteremo in sede di IV Commissione - da qui una sollecitazione - i rappresentanti del Comune di Torino che si sono posti il problema, per trovare insieme una via per condurre in modo più efficace la lotta contro le tossicodipendenze.
Ricordo che questo Consiglio regionale più volte in modo ampio e diffuso ha discusso tale problema, che colpisce in modo particolare il Piemonte e non soltanto Torino; è una realtà che esiste anche nelle province piemontesi.
Il Consiglio regionale si è posto il problema, ne ha discusso e ha anche adottato provvedimenti per andare incontro alla necessità della prevenzione delle tossicodipendenze, della lotta contro lo spaccio, ma anche della prevenzione e della lotta contro le malattie che derivano dall'uso di stupefacenti.
La proposta che avanzo è di fare un approfondimento serio a livello di Commissione competente per poi tornare in aula e discutere in modo diffuso ma altrettanto serio e meditato, il problema.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Presidente, l'Assessore ha voluto puntualizzare la posizione della Regione e del suo Assessorato rispetto a questo titolo che obiettivamente qualche equivoco lo crea, anche se leggendo l'occhiello e il sottotitolo si capisce meglio.
Ho voluto fare una precisazione che mi sembra abbastanza utile.
Si tratta di una mozione che ha assunto il Consiglio comunale di Torino; personalmente non la condividiamo per il contenuto, ma, al di là delle questioni di merito, credo che si debbano definire le modalità sul come affrontare il problema tossicodipendenza. Ciò potrebbe essere oggetto come ha detto la collega Bortolin -- di un approfondimento da parte del Consiglio regionale. Si scelga qual è la metodologia più utile, se a livello di Consiglio o a livello di Commissione, ma credo che se non condividiamo questa posizione dobbiamo spiegare bene i motivi. Credo che ci siano i motivi per spiegare perché questa non è una metodologia utile per risolvere il problema della tossicodipendenza, però, al di là di battute che possiamo fare o di precisazioni utili, un approfondimento mi pare utile ed importante e questo è il suggerimento che ci sentiamo di dare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Grazie, Presidente, pur comprendendo ed apprezzando l'intenzione dell'Assessore, credo sia stata espressa in forma sbagliata, nel senso che se si intendeva richiamare una forzatura, che può esserci stata da parte della stampa nazionale riguardo ad un ordine del giorno del Consiglio comunale del capoluogo, credo che la forma migliore sarebbe stata quella di scrivere al giornale, cioè di richiamare il fatto che il titolo forzava un po' l'oggetto della questione con gli eventuali ed evidenti fraintendimenti che possono esserci.
Ho guardato adesso, insieme agli altri colleghi, ed in effetti il titolo può sembrare una forzatura, però è corretto nel senso di ciò che vi è scritto; "L'eroina di Stato ai drogati. Torino pronta all'esperimento" può essere una forzatura, ma si tratta di un ordine del giorno che richiama la necessità della liberalizzazione. Poi da lì si è aperto il dibattito.
Nella forma in cui lei ha effettuato questa comunicazione, Assessore pur comprendendo le intenzioni, per forza di cose lei ha dovuto esprimere e non poteva essere altrimenti, una sua collocazione rispetto al problema.
Quindi non credo che questa comunicazione sia stata efficace rispetto al problema principale da lei posto. Credo che la forma sia stata un po' sbagliata.



PRESIDENTE

Forse è meglio farle in aula le comunicazioni.
La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Credo che si debba invece - e quando dico invece alludo all'ultimo intervento del collega Cavaliere - apprezzare la comunicazione dell'Assessore D'Ambrosio, perché il tema - e questo è stato convenuto anche dai colleghi Bortolin e Saitta - era ed è se questo titolo oggi letto da uno qualunque di noi potesse generare equivoci. Credo sia facilmente convenibile da parte di tutti che il titolo genera equivoci: questo è quanto fondamentalmente ha detto l'Assessore e rappresenta il cuore della comunicazione. E' importante che avvenga qui, e la forma è corretta, perch da qui probabilmente l'enfasi alla risposta, alla lamentela, alla puntualizzazione su un tema così importante per quanto attiene alla notizia, avrebbe e avrà - mi auguro - un'enfasi maggiore di quanto invece comunicazioni più tradizionali, quali una semplice lamentela indirizzata al Direttore, probabilmente avrebbero avuto. Credo che sia anche la sede corretta, come ha ricordato la Consigliera Bortolin che in questo Consiglio su tale tema si è più volte confrontata. Personalmente penso che sarebbe opportuno che ci si confrontasse di nuovo. Non credo che la sede più idonea sia solamente quella della Commissione: credo che la modalità più idonea sia semplicemente quella della consultazione, ma sui tempi e sulla modalità credo si debba confrontare perché è uno di quei classici temi trasversali importantissimi, dove le posizioni politiche dei singoli sono obiettivamente materia di discussione.
Non penso sia sufficiente definirsi proibizionisti o antiproibizionisti, ma credo sia questione di conoscenza del problema.
Penso che molti di noi, io per primo, siamo soltanto parzialmente a conoscenza di questo argomento.
Io ho una figlia di 15 anni e sono terrorizzato da quello che mi racconta. E' un piccolissimo frammento di una realtà che purtroppo è enorme, non è facilmente riconducibile per dogmi, non sarà facilmente risolubile; anche a me piacerebbe che questo Consiglio diventasse non un laboratorio, perché laboratorio è un termine che per quanto mi riguarda ha una matrice ideologica in cui non mi riconosco, ma una bottega di artigiani nella quale i Consiglieri regionali credo possano e debbano essere artigiani efficaci ed efficienti per dibattere urgentemente su un problema che esiste, onore al Consiglio comunale che l'ha affrontato; reprimenda per il fatto di averlo discusso, se qualcuno avesse voglia di andarlo a verificare, come tempistica alle ore 0,15 di notte, cosa che lascia molto perplessi sui modi, sulle volontà e sugli obiettivi che il Consiglio comunale si poneva nel discutere questo tema in una riconvocazione (basta guardare i verbali). Ma credo, nel merito, che sarebbe opportuno che il Consiglio regionale trovasse i tempi e i modi per discuterne. Su questo mi associo integralmente, al di là delle posizioni, a quanto alcuni colleghi anche della minoranza, hanno detto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Molto brevemente. Ringrazio tutti gli intervenuti e ringrazio anche il Consigliere Chiezzi il quale però ha interpretato male quanto io ho detto e dico questo senza alcuna volontà polemica. Il titolo in prima pagina del quotidiano La Stampa: "Torino. Eroina distribuita nelle UU.SS.LL." ha ingenerato una serie di proteste che, caro collega, non può immaginare. Non solo, ma rischiamo che Torino richiami un numero elevatissimo di tossicodipendenti, attratti dai facili miraggi cui il titolo del giornale dà adito.
Il problema invece va trattato approfonditamente. E' mia intenzione discutere in IV Commissione e poi in Consiglio sia delle tossicodipendenze sia dell'alcoldipendenze, sia dell'AIDS.


Argomento: Referendum abrogativo e consultivo

Presentazione da parte della Giunta regionale di proposte di deliberazione contenenti dodici richieste di indizione di referendum popolari abrogativi ai sensi dell'art. 75 della Costituzione


PRESIDENTE

Desidero comunicare che in data 10/9/1996 la Giunta regionale ha presentato proposte di deliberazione contenenti dodici richieste di indizione di referendum popolari abrogativi, ai sensi dell'art. 75 della Costituzione, con i seguenti quesiti: razionalizzazione dell'organizzazione delle Amministrazioni pubbliche e revisione della disciplina in materia di pubblico impiego, a norma dell'art. 2 della legge 23/10/1992 n. 421 riordinamento delle competenze regionali e statali in materia agricola e forestale ed istituzione del Ministero delle Risorse Agricole Alimentari e Forestali riordino delle funzioni in materia di turismo, spettacolo e sport limitatamente agli artt. 1, 2 e 3, comma primo costituzione del Ministero della Sanità norme sull'ordinamento regionale e sull'organizzazione della Pubblica Amministrazione attuazione della delega di cui all'art. 1 della legge 22/7/1975 n. 382 abrogazione dell'art. 4, commi primo e secondo attuazione della delega di cui all'art. 1 della legge 22/7/1975 n. 382 abrogazione dell'art. 4, comma secondo attuazione della delega di cui all'art. 1 della legge 22/7/1975 n. 382 abrogazione dell'art. 4, comma primo, e art. 6 e norme generali sulla partecipazione dell'Italia al processo normativo comunitario e sulle procedure di esecuzione degli obblighi comunitari revisione dei controlli dello Stato sugli atti amministrativi delle Regioni, ai sensi dell'art. 2, comma primo, lettera h), della legge 23/10/1992 n. 421 modificazioni allo stato giuridico e all'ordinamento della carriera dei Segretari comunali e provinciali mutamento della denominazione del Ministero delle Corporazioni attuazione della delega dell'art. 1 della legge 22/7/1975 n. 382.
Quanto sopra comunico ai sensi dell'art. 87 del Regolamento interno del Consiglio regionale. Tali proposte di deliberazione si intendono iscritte all'o.d.g. del Consiglio, ai sensi del comma primo del predetto art. 87 e saranno discusse nelle sedute consiliari del 24 e 25 settembre p.v. come convenuto in sede di Conferenza dei Capigruppo.
Il comma primo dell'art. 87 del Regolamento recita: "La Giunta o un quarto dei Consiglieri assegnati alla Regione possono proporre di richiedere un referendum, ai sensi dell'art. 75 della Costituzione. In tal caso il Presidente iscrive la proposta all'o.d.g.
della seduta successiva alla presentazione".


Argomento: Organizzazione turistica

Esame progetto di legge n. 100: "Organizzazione dell'attività di promozione, accoglienza e informazione turistica in Piemonte"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 100, di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Casoni.



CASONI William, relatore

Cari colleghi, non vorrei dilungarmi sulla prima parte della mia relazione - che credo sia stata distribuita - che analizza l'iter delle Aziende di promozione turistica nella scorsa legislatura, ma partire dai lineamenti-guida che hanno ispirato il disegno di legge n. 100. Momenti fondanti che suddividerei in tre parti.
Primo. La capacità di coinvolgere e rendere compartecipi allo sviluppo del turismo tutti i soggetti pubblici, in particolare le Province e le Camere di Commercio, che in questi anni hanno assunto un ruolo sempre più attivo, e gli operatori turistici privati, che sono i più diretti interessati allo sviluppo del turismo nella nostra Regione.
Secondo. La creazione di una struttura tecnico-operativa a livello regionale, che non solo realizzi la sintesi delle proposte provenienti dalle varie aree dei diversi segmenti turistici, ma sappia anche porsi come momento specialistico di analisi e di raccordo tra l'offerta turistica locale e la domanda dei mercati esterni, nazionale ed internazionale e che di conseguenza attui tutte le azioni necessarie allo sviluppo e al potenziamento del turismo piemontese.
Terzo. La definizione degli ambiti territoriali nei quali opereranno le nuove aziende a livello locale, assicurando, nei rispettivi territori, lo svolgimento delle funzioni di informazione, accoglienza e promozione locale e l'organizzazione di coordinamento degli Uffici informazione e accoglienza turistica situati nel territorio.
Non esaminerò nemmeno l'articolato, poiché credo che la mole di emendamenti presentata sul provvedimento ci permetterà, nel corso della discussione, di analizzare uno ad uno questi articoli.
Vorrei segnalare che l'iter del disegno di legge è iniziato in III Commissione nello scorso mese di gennaio. Mese di serrato confronto, che ha portato il testo iniziale a recepire numerose modifiche determinate sia dall'esito delle consultazioni effettuate sia dagli apporti della minoranza, che pur sostenendo il progetto di legge n. 100, a firma Lido Riba, che non risulta né ritirato né unificato con il presente disegno di legge, ha portato un significativo contributo al lavoro della Commissione.
Da segnalare, nel corso delle consultazioni, l'apprezzamento generale dello sforzo per una radicale revisione del sistema turistico regionale, la quasi totale adesione all'idea di istituire un'unica agenzia regionale dotata di personale di alto livello tecnico-turistico, con compiti di promozione esterna, coordinamento e sintesi del lavoro delle agenzie locali.
E' prevista la costituzione, inoltre, di un Osservatorio permanente per il monitoraggio dell'andamento turistico e sull'operatività della presente legge.
Avere oggi a disposizione dati aggiornati, informazioni sulle varie iniziative, incidenza sul pubblico delle iniziative pubblicitarie è condizione basilare per poter programmare una promozione turistica effettivamente mirata.
Anche le Province e le Camere di Commercio con questo provvedimento assumono un importante ruolo, che nella passata legislazione era del tutto inesistente.
Con la costituzione delle agenzie di ambito locale esse diventano un importante perno nella nuova forma di organizzazione turistica scambiandosi sinergicamente, con l'Agenzia regionale, flussi informativi indirizzi di marketing, dati statistici e molte altre importanti informazioni.
Altro importantantissimo compito delegato alle Agenzie locali è quello di diffondere la cultura dell'accoglienza e dell'ospitalità; è questo un compito non da poco. Una popolazione di operatori accoglienti, ospitali preparati al turismo sono di per sé fortissimo volano promozionale del territorio. Anche in questo senso in passato è stato fatto molto poco.
Altro compito importante delle agenzie locali è quello di favorire la formazione di pacchetti turistici integrati tra gli operatori locali.
Che senso ha - mi chiedo - alle soglie del Duemila, offrire al potenziale turista un solo hotel o magari un solo ristorante? Si pu muovere - continuo a chiedermi - un turista da Bologna, da Milano, da Parigi, attratto da un singolo prodotto? Ad esempio, ciascuno di noi quando programma una vacanza vorrebbe essere informato sui mezzi di trasporto per raggiungere località diverse, sugli alberghi proposti ai diversi livelli di qualità e di prezzo, sulle escursioni possibili, sulla natura o sulla cultura circostante, sugli impianti sportivi, sulla cucina e quant'altro. Ecco quindi l'importanza di fornire pacchetti turistici integrati in grado di offrire al potenziale turista un'immagine complessiva.
Credo che il lavoro che oggi viene presentato all'aula attraverso il disegno di legge n. 100 sia la migliore sintesi tra il ruolo di indirizzo e controllo che spetta all'Ente pubblico ed il ruolo organizzativo - tecnico professionale - specialistico che anche il settore privato può apportare.
Cari colleghi, è terminato il tempo in cui fare turismo significava stampare depliant formato A4 ripiegati in tre parti, da inviare ad improbabili e poco aggiornati indirizzari o fare la pubblicità della festa della città o del paese su quotidiani o periodici locali, oppure offrire località con le medesime caratteristiche turistiche della stessa regione o della stessa provincia, che si ostacolavano vicendevolmente in consentitemi l'espressione - una guerra tra poveri.
Fare turismo oggi, e credo di avere una qualche competenza nel settore avendovi lavorato per circa vent'anni, significa preparare cataloghi suddivisi non per località, ma per segmento turistico. Per esempio, non cento diversi depliant di cento località montane, ma un catalogo di duecento pagine preparato da specialisti che potrebbe per esempio intitolarsi "Montagna Piemonte", che potrebbe, a sua volta, diventare un marchio turistico.
A questo proposito mi permetto un suggerimento all'Assessore: il marchio "Montagna Piemonte" potrebbe essere abbinato a tutte le manifestazioni pubblicitarie concernenti i Campionati mondiali di sci, sia promozionali sia pubblicitarie. Così si potrebbe parlare per le feste popolari, e creare cataloghi per le terme, per l'enogastronomia, per i castelli, per le residenze sabaude e quant'altro può offrire il Piemonte.
Questi cataloghi integrabili fra loro e formulati con moduli a pacchetto turistico andrebbero poi collocati sul mercato turistico nazionale ed internazionale, attraverso precisi accordi con le associazioni di categoria, degli agenti di viaggio, delle compagnie aeree, delle centrali mondiali di autonoleggio e dei maggiori tour operator internazionali specializzati nei relativi segmenti e di tutte le altre centrali commerciali a carattere turistico.
Per fare questo sarà necessario saper trasformare i cataloghi cartacei in video-cataloghi, oppure in cataloghi informatici da inserire nelle centrali di prenotazione di alcuni colossi che gestiscono i sistemi informatici di tutte le compagnie aeree e di tutte le centrali di autonoleggio - come l'Amadeus - collegati informaticamente con tutte le agenzie di viaggio al mondo in grado di emettere un biglietto aereo.
Un cliente che entra in un'agenzia di viaggi di Washington o di Zurigo o di Napoli deve avere la possibilità di conoscere le offerte turistiche della Regione Piemonte o attraverso il catalogo cartaceo, per esempio in Italia, o attraverso un video-catalogo, per esempio in Europa, o attraverso una "stampata" di computer in tutto il resto del mondo ove esista un'agenzia di viaggi che disponga di sistemi informatici.
Anche la strada delle sponsorizzazioni di eventi e manifestazioni nazionali ed internazionali a livello televisivo è da rafforzare.
Pubblicitariamente, vale di più una puntata del Festivalbar o il ritiro di una squadra di calcio di serie A che uno spot di centinaia di estemporanee ed improvvisate iniziative piemontesi con chiare connotazioni turistiche.
Sono questi, cari colleghi, le nuove frontiere del mercato turistico internazionale con il quale dobbiamo confrontarci. Il marketing turistico una programmazione chiara, attraente, segmentata e modulare, gli accordi con le grandi centrali turistiche mondiali europee e nazionali, il passaggio dal volantino al catalogo, al video, al computer, ai sistemi informatici, le sponsorizzazioni e le campagne pubblicitarie mirate e vincenti.
Credo che con l'approvazione di questa legge si possa compiere un primo e decisivo passo in direzione di questa frontiera, raggiungibile solo attivando una forte sinergia tra il settore pubblico e il settore privato.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Casoni.
La parola all'Assessore Angeleri.



ANGELERI Antonello, Assessore al turismo

Ringrazio il relatore Casoni per aver illustrato così ampiamente il lavoro svolto da tutta la Commissione con grande attenzione proprio perch tutti quanti sapevamo quanto fosse importante rivalutare tale materia che all'unanimità abbiamo voluto rivedere.
I suggerimenti del Consigliere Casoni in ordine alla materia promozionale sono suggerimenti utili che potranno vedere luce nei programmi futuri di questo Consiglio regionale. Il lavoro svolto in Commissione è quindi, anche frutto dei suggerimenti, della collaborazione costruttiva delle opposizioni.
Rispetto a quanto è stato detto in Commissione devo aggiungere alcune cose.
Abbiamo voluto lavorare ulteriormente al miglioramento dei rapporti con tutti gli Enti che dovranno in qualche modo governare la promozione turistica del Piemonte. L'abbiamo voluto fare sottolineando il ruolo fondamentale non solo della Regione Piemonte, delegata in materia di turismo dalla legge n. 616, ma anche l'importanza degli Enti locali, delle Province e della collaborazione delle Camere di Commercio, anche a seguito della recente normativa. In questo senso abbiamo voluto rivalutare con attenzione alcuni articoli, in particolare l'art. 1 relativo alle funzioni di questa legge, cioè quando si riferisce alla promozione, all'accoglienza all'informazione turistica in Piemonte e quando si riferisce alla delega di tutte queste attività. Ebbene, a questo articolo abbiamo voluto porre maggiore attenzione, un'attenzione che peraltro era già stata valutata all'interno della Commissione, ma abbiamo voluto metterlo per iscritto, per chiarire i rapporti che devono vedere una rinnovata promozione turistica attraverso la collaborazione degli Enti pubblici di cui parlavo, Regione Province, Comuni e Camere di Commercio, ma anche delle realtà che ci auguriamo essere tante a livello privato, quindi i consorzi, le realtà addette al sistema turistico (mi riferisco agli albergatori, alle agenzie di viaggio, ai tour operator, a tutti coloro che sono attivamente interessati a collaborare ad uno sviluppo in termini di incoming del "prodotto Piemonte" in generale. In questa direzione siamo andati delineando un articolo successivo all'art. 1 che, nell'ambito delle attività di promozione e accoglienza e informazione turistica disciplinasse meglio le funzioni della Regione e conseguentemente quello delle Province e delle Camere di Commercio.
Dò lettura di questi ulteriori suggerimenti che vorrei si potessero valutare: "Nell'ambito di queste attività la Regione dovrebbe svolgere funzioni di indirizzo e coordinamento, predisporre i programmi pluriennali ed annuali di cui all'art. successivo" - articolo che parla di tutta la programmazione dell'attività - "organizzare l'attività dell'Osservatorio turistico" - un altro aspetto fondamentale ed innovativo all'interno di questa legge - "verificare i risultati degli interventi di promozione verificare i risultati degli interventi di accoglienza, di informazione e soprattutto, vigilare su quella che è l'organizzazione generale di tipo turistico, promuovere la costituzione dell'Agenzia per la Promozione Turistica del Piemonte, riconoscere le Agenzie di Accoglienza e Promozione Turistica Locali, effettuare gli interventi di sostegno dell'organizzazione turistica, nonché delle attività di pubblicità e propaganda turistica e di commercializzazione del prodotto turistico".
Questo, per quanto riguarda la funzione regionale.
Per quanto riguarda le Province, queste sono un elemento indispensabile che deve in qualche modo partecipare alla formazione dei programmi enunciati nei successivi articoli. Esse devono concorrere alla costituzione dell'Agenzia per la Promozione Turistica del Piemonte, sono uno dei tre soggetti attivi: promuovono la costituzione delle Agenzie di Accoglienza e di Promozione Turistica Locali e vigilano sull'attività delle Agenzie stesse; assicurano la partecipazione dei Comuni - altro elemento sottolineato in Commissione con particolare attenzione dal Consigliere Dutto nel mese di luglio - e delle Comunità montane nell'attività di accoglienza e promozione turistica locale, in particolare per quanto concerne la valorizzazione delle risorse e delle capacità di attrazione e di ricettività dei rispettivi territori.
In questa legge, che vede la partecipazione di più realtà, quindi non solo quella regionale, c'è un altro soggetto fondamentale: le Camere di Commercio, le quali, insieme alle Comunità montane ed ai Comuni, nei limiti e secondo le modalità previste dalla legge, partecipano alla formazione dei programmi, concorrono alla costituzione dell'Agenzia di Promozione Turistica del Piemonte e delle Agenzie di Accoglienza e di Promozione Turistica Locale e concorrono nelle attività di accoglienza, di informazione e promozione turistica locale.
Mi sembra che questo sia un segnale di attenzione da parte della Regione, che deve essere riconosciuto come tale da tutto il Consiglio regionale.
E' una modifica che, mi auguro, possa portare quella serenità nella collaborazione che auspichiamo e che deve esserci. Questo è importante per il futuro anche economico della nostra Regione, che avrà probabilmente problemi di diversificazione.
Sicuramente la materia del turismo è uno degli aspetti importanti.
Puntiamo molto su questa riforma; mi auguro che ci possa essere - e lo chiedo al Presidente del Consiglio - rispetto alla discussione, ancora una pausa per poter lavorare con i rappresentanti della Commissione e per definire, nella linea che abbiamo appena enunciato, l'articolo principale della presente legge, che darà l'indicazione di massima a tutta la legge.



PRESIDENTE

Mi pare che il Consiglio abbia recepito gli elementi di novità presenti nelle dichiarazioni dell'Assessore. Per cui potremmo accogliere l'invito a dare maggiore spazio a tutti i Consiglieri di modo che possano approntare ed approfondire le novità che nelle dichiarazioni sono contenute.
Pertanto se nulla osta potremmo sospendere l'esame del progetto di legge e ritornare all'approvazione dell'ordine del giorno sul caso Priebke già calendarizzato come primo punto all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cavaliere; ne ha facoltà.



CAVALIERE Pasquale

Se ho ben capito si tratterebbe di svolgere degli incontri mentre continua lo svolgimento del Consiglio. Sono d'accordo sulla proposta avanzata dall'Assessore Angeleri, ma chiederei che si facesse questo lavoro durante la sospensione del Consiglio.



PRESIDENTE

Se l'Assessore è d'accordo, sono d'accordo anch'io. Teniamo presente affinché non ci siano delle sovrapposizioni, che abbiamo anche la Commissione Nomine, che sarà un lavoro di pura routine.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 285 relativo alla riforma dello Stato in senso regionalista e federalista


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. l'ordine del giorno n. 285 presentato dai Consiglieri Picchioni, Foco, Minervini, Benso e Scanderebech relativo alla riforma dello Stato in senso regionalista e federalista.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.


Argomento: Resistenza

Esame ordine del giorno n. 280 relativo alla sentenza del Tribunale militare di Roma con cui è stata derubricata l'accusa di strage nei confronti di Priebke


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 280 presentato dai Consiglieri Picchioni, Ghigo, Foco, Deorsola, Ferraris, Gallarini, Marengo Montabone, Rosso, Rubatto, Spagnuolo, Chiezzi, Benso, Peano, Saitta, Leo Dutto e Riba relativo al caso Priebke.
La parola al Consigliere Foco.



FOCO Andrea

La mia non è un'illustrazione dell'ordine del giorno, perché ritengo che non ne abbia bisogno, in quanto è il frutto della riunione straordinaria del 5 agosto dei Capigruppo consiliari con il Comitato per i valori della Resistenza. A questa riunione hanno partecipato anche il Presidente della Giunta e vari Assessori.
L'Ufficio di Presidenza ha ritenuto doveroso di aderire a questa riunione di fronte alla richiesta presentata da alcuni Capigruppo - ricordo i Capigruppo Spagnuolo e Chiezzi.
Si è trattato di una riunione estremamente importante e significativa alla fine della quale unanimemente è stato votato l'ordine del giorno che ora viene sottoposto al Consiglio regionale su richiesta unanime avvenuta in quella sede. Si è ritenuto che quella riunione particolare, speciale e significativa, avesse un valore ancora maggiore se il Consiglio regionale all'apertura dei lavori di settembre, li avesse iniziati approvando questo ordine del giorno, quindi dandogli tutto il significato e la valenza che questo gesto può avere.
Nella riunione dei Capigruppo si è ottemperato ad un aspetto formale cioè quello della firma dell'ordine del giorno e della presentazione a tutto il Consiglio.
Quindi, l'ordine del giorno è firmato non solo dalla stragrande maggioranza dei Capigruppo presenti alla riunione del 5 agosto, ma anche da una serie di Consiglieri che hanno voluto aggiungere la loro firma.
C'è un aspetto formale che dobbiamo rispettare: l'ordine del giorno ha bisogno di una premessa, la più sintetica possibile, che non vada a toccare la formulazione del testo. Questa potrebbe essere: "Il Consiglio regionale del Piemonte, fa proprio l'ordine del giorno approvato il 5/8/1996...", e segue ovviamente il testo di quell'ordine del giorno.
A noi è parso che questo fosse il modo più corretto per sottoporre alla discussione del Consiglio regionale l'ordine del giorno, e di avere in questo modo interpretato lo spirito e la volontà della riunione del 5 agosto.
Nella riunione del 5 agosto - e lo trovate nella parte finale dell'ordine del giorno - si è voluto rimarcare la necessità che ai pronunciamenti e all'impegno politico faccia seguito un impegno concreto e che, quindi, quella che è già una lunga tradizione da parte del Comitato e del Consiglio - cioè i viaggi di studio e di conoscenza sui luoghi della Resistenza in Italia e all'estero di visita ai lager - trovi una congrua e consistente presenza finanziaria nel bilancio del Consiglio regionale per poter effettivamente rafforzare questo momento di studio, di memoria e di conoscenza.
Questa parte dell'o.d.g. ha voluto essere particolarmente rimarcata perché la preoccupazione dei membri del Comitato è che si parla tanto, e in modo non sufficiente però nella pratica si fa poco. Quindi, nell'ordine del giorno c'è anche questo impegno che ci pare significativo ed importante.



PRESIDENTE

La parola il Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ho chiesto la parola sull'ordine del giorno perché lo condivido, ma non l'ho firmato e su questo ordine del giorno il Gruppo di Alleanza Nazionale si asterrà. Perché lo condividiamo, ma non l'abbiamo firmato e ci asteniamo? Per un semplice motivo. Perché ci sembra che questo ordine del giorno sia improprio. Noi non ci sentiamo, in buona sostanza, di giudicare un Tribunale, perché non è nostro compito. Un Consiglio regionale, a nostro avviso, non può e non deve in alcun modo interferire sulla decisione di un Tribunale legalmente costituito, indipendentemente dalle decisioni che questo Tribunale ha assunto.
Vorrei soltanto ricordare al Consiglio regionale che, durante il processo Priebke, fu sollevata la presunta incompetenza del Tribunale Militare a trattare il caso. Vorrei anche ricordare che la Cassazione aveva invece ritenuto che il Tribunale Militare fosse completamente ed assolutamente competente e capace a trattare il caso Priebke.
Gli elementi basilari della cultura giuridica di uno Stato di diritto ci insegnano - al di là della divisione e dell'indipendenza dei poteri, e questa direi che è storia antica - che le decisioni prese da un Tribunale si possono soltanto contestare in un altro Tribunale di grado sovraordinato, ma che le decisioni di un Tribunale non possono - e, a mio avviso, a nostro avviso, non debbono - essere discussi da altri organi che in materia penale o civile non hanno alcuna competenza.
Allora, se ci si fosse limitati ad un giudizio morale sulla sentenza senza citare l'atteggiamento del Tribunale di Roma, noi saremmo stati concordi. Ma chi si definisce garantista - e noi lo siamo - ritiene che le sentenze dei Tribunali vadano accettate da un punto di vista giuridico e legale e non possano essere contestate da organi diversi. Non è questa la sede. Se i giudici del Tribunale Militare hanno sbagliato ci saranno ulteriori Tribunali che potranno trattare il caso Priebke, condannarlo tenerlo in galera tutta la vita, e anche per le vite successive, come probabilmente merita. Ma nel momento in cui un Tribunale stabilisce una cosa, noi leggiamo le altre iniziative come una grave e indebita interferenza all'indipendenza della Magistratura, all'indipendenza e alla libertà di giudizio dell'organo giudiziario, qualunque esso sia.
Ripeto: il richiamo al Tribunale, a presunti errori di questo Tribunale, mi sembra assolutamente improprio.
Come d'altra parte mi è sembrato assolutamente improprio, e fuori luogo, l'intervento del Ministro della Giustizia anche se l'arresto è stato confermato dalla Cassazione, che però si è dichiarata incompetente passando la palla alla Corte Costituzionale.
Ora, questo marasma giuridico-giudiziario, dettato probabilmente più dallo sdegno sacrosanto per il ricordo dell'eccidio del terribile crimine compiuto tanti anni fa, che dai principi giuridici di uno Stato di diritto mi sembra che non possa essere condiviso.
Se non può essere condiviso questo, tanto meno, a nostro avviso, pu essere condiviso questo ordine del giorno che prende posizione non su un principio morale, non sulla condanna umana e storica - ho detto e ribadisco nei confronti di un atto gravissimo, inumano, anti-umano, ma prende posizione nei confronti della decisione di un Tribunale.
Dal punto di vista esclusivamente giuridico e sostanziale, non vi è alcuna differenza rispetto a coloro i quali condannavano le decisioni dei giudici di Milano o tentavano di interferire nell'attività del pool "Mani pulite". Io non dico assolutamente che ci sia una riserva mentale da parte di tutti i colleghi che hanno firmato l'ordine del giorno, perché so benissimo che l'hanno firmato in buona fede sulla base di un giudizio morale, ma l'interferenza con la Magistratura è sempre un'interferenza con la Magistratura: di qualsiasi tipo, in qualsiasi momento, in qualsiasi settore! Se qualcuno ritiene che i giudici abbiano sbagliato, se qualcuno ritiene ancora più gravemente, come è stato detto su tanti giornali, che i giudici avevano deciso prima, senza fare il processo, li denunci, perch anche un giudice può essere denunciato nella sede propria e chiamato a rispondere per i propri atteggiamenti, ma dei giudici che hanno emesso una sentenza - giuridicamente discutibile, ma legalmente inoppugnabile - non possono essere censurati da un Consiglio regionale.
A questo proposito, chiederei al Presidente del Consiglio una doverosa precisazione sull'ordine del giorno dove vengono citati i Presidenti dei Gruppi consiliari. Visto che io non l'ho firmato; visto che il Gruppo di Alleanza Nazionale si astiene, vorrei che fossero precisati i Gruppi consiliari.
Invito il Consiglio a riflettere - poi, per carità di Dio, non sono i nostri voti che cambiano la sostanza. Se l'accenno al Tribunale e all'operato dei giudici venisse tolto e se da parte del Consiglio regionale vi fosse una condanna morale, senza menzionare il Tribunale di Roma Alleanza Nazionale non avrebbe alcuna difficoltà ad aderire a questo ordine del giorno.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ghiglia. Le comunico peraltro che allegato all'ordine del giorno sulla sentenza del Tribunale di Roma è allegata la firma dei Consiglieri Picchioni, Ghigo, Foco, Deorsola, Ferraris Gallarini, Marengo, Montabone, Rosso, Rubatto, Spagnuolo, Chiezzi, Benso Peano, Saitta, Leo, Dutto e Riba. Per cui si deduce che non può essere naturalmente la presenza totalitaria di tutti i Presidenti dei Gruppi.



(Intervento fuori microfono del Consigliere Ghiglia)



PRESIDENTE

E' allegato all'ordine del giorno.



FOCO Andrea

Si tratta di un allegato, proprio perché fosse chiaro il quadro dei firmatari sia della riunione del 5 agosto sia della successiva riunione dei Capigruppo.



PRESIDENTE

E' stata fatta una proposta da parte del Consigliere Ghiglia.
Su tale proposta, il primo firmatario o gli altri firmatari dell'ordine del giorno intendono intervenire? Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Credo, e sono certo, che l'attenzione del Consiglio su quanto ha detto il Consigliere Ghiglia ci sarà. Non avevo letto l'ordine del giorno. Il 5 agosto ero - come peraltro gli esiti della mia tinta fanno intendere - in tutt'altra cosa affaccendato, ma ho ovviamente seguito non l'attività dei Capigruppo, del Comitato, ma ciò che il caso Priebke ha provocato, per parecchi giorni, sulla stampa non soltanto italiana.
Quindi il merito è conosciuto; non era conosciuta, almeno non da me l'attività di una parte dei Consiglieri in questa fase.
Anch'io sono perplesso su alcuni aspetti della forma e per questo invito tutti a riflettere, non necessariamente convenendo integralmente su quanto detto dal Consigliere Ghiglia.
Dico questo facendo un esempio che due anni fa mi colpì molto, su come alcuni magistrati appartenenti al pool di "Mani pulite" - siamo nel luglio 1994 - commentarono, attraverso i media, una decisione dell'allora Governo Berlusconi su quello che passò alla storia come il famoso decreto di custodia cautelare Biondi.
La mia posizione allora era, e non è cambiata per nulla, che legittime sono tutte le opinioni ma i magistrati facciano i magistrati, i politici facciano i politici, coloro che hanno compiti esecutivi governino. La confusione dei ruoli, in più amplificata non sempre in maniera solo casualmente strumentale dai media, causa sconcerto, causa distacco da parte dell'opinione pubblica nella fiducia nelle istituzioni, il cui ripristino credo sia uno dei compiti che tutti gli amministratori, tutti coloro che si occupano di politica, dovrebbero favorire.
Pertanto condivido integralmente tutti gli obiettivi che l'ordine del giorno si pone; ovviamente vi parlo a titolo personale. La sentenza non mi piace, comprendo i rischi che una facile prescrittibilità, come qui scritta, possa generare sia in senso culturale sia in senso giuridico, in fasi successive e l'esempio della Bosnia, e non solo quello mi sembra significativo; però sono perplesso su un commento negativo, non politico ma quasi tecnico, che eventualmente il Consiglio regionale potrebbe prendere in merito ad una sentenza che, come tutte le sentenze, merita rispetto merita non necessariamente condivisione, ma merita conoscenza delle motivazioni giuridiche, non conoscendo i presupposti giuridici sui quali i magistrati hanno preso o non hanno preso delle decisioni; credo non competa un giudizio quasi tecnico, non politico, sull'operato di questo o quel magistrato indipendentemente dal fatto che questa sentenza possa o non possa piacere politicamente.
Quindi anch'io inviterei il Consiglio a riflettere non sugli obiettivi che sono totalmente condivisibili, non sull'analisi dei rischi che sono assolutamente chiari, ma sulla prima parte dove forse la formulazione pu porre oggi il Consiglio regionale, in questo caso, nelle condizioni di creare una premessa e un precedente che forse va al di là - mi pare di interpretare - della volontà di coloro che hanno steso questo documento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Foco.



FOCO Andrea

Riguardo alle osservazioni svolte dai Consiglieri Ghiglia e Burzi mi pare ovvio ribadire che il Consiglio è sovrano, per cui ogni verifica modifica o precisazione è non solo possibile, ma legittima, però questo è il testo che è all'o.d.g. del Consiglio regionale. Ritengo di dover svolgere due osservazioni che non vogliono solo essere formali, ma di sostanza. Innanzitutto c'è stata una riunione straordinaria il 5 agosto in un momento particolarmente caldo, non solo per quanto riguardava il clima ma per quello che questa sentenza aveva scatenato nel Paese. Addirittura abbiamo pensato ad una riunione straordinaria del Consiglio regionale, di indire un Consiglio regionale aperto, ma ci siamo resi conto del periodo, e quindi che alcune assenze avrebbero potuto sminuire l'importanza e avere dei significati che poi nella realtà non avevano. Ma non è stata sicuramente una diminutio la riunione pubblica della rappresentanza del Consiglio attraverso i suoi Capigruppo e l'organismo che con legge regionale segue queste problematiche: questa sala era piena e ha discusso a lungo con impegno.
Nessuno voleva sostituirsi ad un tribunale o cambiare la sentenza, ma è impossibile pensare di ragionare, di esprimere giudizi politici, morali facendo finta che non ci sia stata questa sentenza o non sia mai stata pronunciata. Questo è il dato che è emerso anche nella discussione, perch erano presenti, tra i membri del Comitato difesa valori della Resistenza giuristi e avvocati: qualunque giudizio si esprimesse era comunque un giudizio nei confronti della sentenza del Tribunale.
Non voglio portarvi via altro tempo, per cui concludo che non c'è stata volontà, da parte dei presenti, di volersi sostituire ad altri, ma non potevamo in quel momento non ragionare e non fare emergere i rischi che una sentenza come questa poteva scatenare non solo rivolta al passato, ma soprattutto tenendo conto della situazione internazionale dei nostri giorni.
Queste sono le ragioni che mi fanno dire, di fronte al Consiglio regionale, che è sovrano, come primo firmatario, di confermare l'ordine del giorno come è emerso nella giornata del 5 agosto.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte fa proprio l'ordine del giorno stilato al termine della riunione del 5/8/1996 dai Presidenti dei Gruppi consiliari, dal Presidente della Giunta regionale dai componenti dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale e dal Comitato per i valori della Resistenza ed i principi della Costituzione repubblicana della Regione Piemonte.
'I Presidenti dei Gruppi consiliari, il Presidente della Giunta regionale, componenti dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale ed il Comitato per i valori della Resistenza ed i principi della Costituzione repubblicana della Regione Piemonte, straordinariamente riuniti il 5/8/1996, ritengono che la sentenza dell'1/8/1996 con cui il Tribunale militare di Roma ha derubricato l'accusa di strage, nei confronti di Erich Piebke, uno degli assassini delle Fosse Ardeatine, in imputazione di omicidio plurimo distorce palesemente i fatti storicamente accertati.
Il travisamento della verità ha permesso di rendere prescrittibile un delitto contro l'umanità che non può mai essere prescritto né dalle norme morali né da quelle giuridiche.
Questa sentenza, alla luce di quanto è avvenuto in questi ultimi anni nella vicina Bosnia e di quanto avviene ancora nel mondo, rischia di essere paravento giuridico dei tanti crimini contro l'umanità e pretestuosa giustificazione, presente e futura, per i responsabili materiali dei delitti e per i loro mandanti.
L'esito di questo processo rafforza più che mai il dovere di non dimenticare.
I Presidenti dei Gruppi ed il Comitato, interpretando il senso di dignità civile del popolo piemontese si impegnano a proseguire ulteriormente e con più incisività, il proprio lavoro per fare riflettere soprattutto i giovani sui valori scaturiti dalla Resistenza che hanno sconfitto la barbarie del nazismo e del fascismo, hanno costituito la base della Costituzione repubblicana, e pertanto richiedono al Consiglio regionale di mettere a disposizione nuove straordinarie risorse per le iniziative legate allo studio ed alle visite ai campi di sterminio ed ai luoghi più significativi della Resistenza in Italia, alla conoscenza della storia del genocidio ebraico ad opera del nazifascismo ed alle celebrazioni per il cinquantenario della Costituzione'".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 28 voti favorevoli e 9 astensioni.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Esame ordine del giorno n. 285 relativo alla riforma dello Stato in senso regionalista e federalista


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 285, presentato dai Consiglieri Picchioni, Foco, Minervini, Benso e Scanderebech, precedentemente iscritto all'o.d.g., il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerato il forte impegno in senso regionalista e federalista assunto unanimemente dalla Conferenza dei Presidenti dei Consigli rilevando come ogni iniziativa secessionista, di fatto, porti discredito al confronto democratico in atto per giungere alla trasformazione dello Stato italiano in senso federalista e regionalista, da un lato ridicolizzando e banalizzando il significato di valori e principi; da altro lato sminuendo la credibilità dello stesso progetto di costruire una nuova unità sulla base di diversità che interagiscono in modo solidale ed autonomo; da altro lato ancora alimentando la cultura della disgregazione, della diffidenza e del sospetto che costituiscono l'anticamera del conflitto e della violenza ricordando i propri documenti incentrati sulla valorizzazione delle realtà locali e sulla necessità di procedere ad una trasformazione dello Stato in senso federalista e regionalista rilevato come i più urgenti problemi del Paese riguardino la necessità di riequilibrare lo sviluppo delle diverse aree e Regioni anche e soprattutto nel quadro di un pieno inserimento del Paese nella realtà europea sottolineato quanto sia necessario un impegno dei Consigli regionali per far crescere la cultura della solidarietà e della sussidiarietà e, insieme quella del vero federalismo che non può significare disgregazione, ma diverso modo di aggregazione; constatando che le provocazioni secessioniste traggono maggior forza dal rilievo attribuito loro dai media in un momento nel quale sarebbe necessario ribadire come federalismo e regionalismo non siano stati estranei alla stessa storia dello Stato italiano e, a maggior ragione, non lo siano oggi chiede ai Presidenti di Camera e Senato e a tutti i Gruppi parlamentari il massimo impegno per avviare subito la riforma dello Stato in senso regionalista e federalista considerando che l'unità nazionale costituisce un valore fondamentale e non può rappresentare solo una solenne affermazione di principio, ma deve trovare riscontro ed attuazione in comportamenti e politiche che garantiscano a tutti i cittadini il pieno godimento dei diritti e pari opportunità, in tutte le zone del Paese, di sviluppo formazione, progresso civile ed economico".
Si tratta di un ordine del giorno redatto ieri a Cadia alla Conferenza dei Presidenti dei Consigli, che ha ottenuto il consenso di tutti i Presidenti dei Consigli regionali d'Italia, nonostante presenze etniche diverse come la Sudtirolen Wolkspartei, creando anche alcune tensioni suscitate soprattutto dal rappresentante della Valle d'Aosta.
La parola all'Assessore Gallarini, che interviene in qualità di Consigliere.



GALLARINI Pier Luigi

Siamo d'accordo sulla sostanza dell'ordine del giorno e quindi lo voteremo. C'era però qualche passaggio sul quale vorremmo fare qualche considerazione, pur non intendendo inficiare il lavoro unitario che ha portato alla stesura del documento.
Ad esempio, relativamente al punto "rilevando come ogni iniziativa secessionista di fatto porti discredito...", riterremmo opportuno sostituire la parola "discredito" con "difficoltà"; più oltre "...al confronto democratico in atto per giungere alla trasformazione dello Stato italiano in senso federalista e regionalista da un lato..." proponiamo la cancellazione dei termini "ridicolizzando e banalizzando il significato di valori e principi", per riprendere con la frase "sminuendo la credibilità del progetto..." fino a "...la cultura della disgregazione, della differenza e del sospetto", cancellando "che costituiscono l'anticamera del conflitto e della violenza...". Inoltre, alla seconda pagina, dopo la frase "chiede..." proporremmo prima "dei Presidenti del Senato e della Camera" "il Presidente della Repubblica", che ci sembrerebbe dovuto.
Questa è la nostra proposta; se non comporta alterazioni rispetto al lavoro svolto, ci parrebbe maggiormente responsabilizzante.



PRESIDENTE

Ricordo soltanto che questo ordine del giorno è stato il risultato di infiniti compromessi; comunque, modificarne termini che non vorrei definire conflittuali, ma un po' arbitrari, non comporta da parte mia alcuna difficoltà.



GALLARINI Pier Luigi

Lascio alla decisione del Presidente la facoltà di sacrificare la nostra proposta sull'altare dell'unità raggiunta. Noi, comunque, voteremo favorevolmente in ogni caso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Ho letto l'ordine del giorno, risultato delle mediazioni di ieri dei vari Presidenti dei Consigli regionali, e lo voteremo. Credo però che relativamente a documenti di questo tipo, sia opportuno precisare la terminologia - soprattutto nel momento in cui alcune Regioni esprimono la volontà di proporre alla Corte Costituzionale, al Parlamento e ai cittadini, una serie di referendum.
I referendum proposti, valutando l'accezione classica del termine "federalismo", non sono federalistici; semmai, sono regionalistici, di decentramento amministrativo di funzioni: questo non è federalismo. Ma è questo il termine sul quale, secondo me, ci potrebbero essere le più significative differenze. Il federalismo è una cosa sola: Stati nazionali che si riuniscono, delegando ad una Confederazione determinati poteri.
Stati dotati di un'autonomia assai più pregnante di quella che oggi non solo chiedono alcune Regioni, ma che chiedono soprattutto i cittadini, i quali si accontenterebbero, con una visione di molto minor profilo, ma di maggiore buon senso, di uno Stato efficiente, di una Pubblica Amministrazione funzionante, di sportelli che sappiano dare risposte in tempi umani, di uno Stato non eccessivamente oppressivo dal punto di vista fiscale.
Visto che il documento in esame è stato oggetto di mediazioni sicuramente faticose, ne apprezzo lo spirito e lo condivido. Vorrei per che d'ora innanzi (proprio perché qualcuno vuole estremizzare il gioco mettendosi a fare il piccolo tamburino padano in camicia verde raccogliendo ampolle, facendo cose strane, che non so se definire folcloristiche, provocatorie o clownistiche, teatrali, oppure reali, oppure gravi, oppure pericolose, oppure atti di ribellione nei confronti di uno Stato) si precisasse molto bene il significato dei termini, perché non vogliamo quello che qualcuno vorrebbe ottenere alzando il prezzo. Noi vogliamo quello che abbiamo detto di volere, non solo in questo Consiglio: il decentramento delle funzioni, una maggiore autonomia decisionale, una maggiore responsabilità in capo alle Regioni e una minore responsabilità allo Stato centrale. Non vogliamo creare lo Stato "Regione Piemonte" o peggio ancora, lo Stato piemontese, il Regno tanto meno.
Se non vogliamo questo, i termini hanno un loro peso. Se fino a ieri la nostra terminologia poteva essere un po' vaga, perché dall'idea si trasponeva in un nome, anche se il nome era improprio, da oggi riterrei più opportuno precisare bene le linee di demarcazione, per precisare esattamente la nostra volontà...



PRESIDENTE

Ed è quello che faremo al seminario di Vinadio.



GHIGLIA Agostino

Sì, però io l'ho detto in merito a questo ordine del giorno che parla di federalismo e di regionalismo, che sono due cose assolutamente opposte.
Tanto vale dire Nazione e Regione come dire Regione e Stato federale: sono due cose che non hanno tra loro alcuna comunanza. Se non che si può dire che un esercito è sempre un esercito anche se uno è un soldato tedesco e l'altro è un soldato polacco, ma sono due cose assolutamente diverse.



PRESIDENTE

C'è il principio di sussidiarietà.



GHIGLIA Agostino

Sì, però non è il federalismo.



PRESIDENTE

Adesso non è il momento di discutere su questo. Ne discuteremo...



GHIGLIA Agostino

No, Presidente. Vorrei precisare la nostra posizione, visto che dobbiamo votare a favore. Questa volta, però, votiamo a favore di un principio che riteniamo espresso in maniera non propria.



PRESIDENTE

Una puntualizzazione semantica su questi termini è più che opportuna infatti, il discorso di Vinadio è puntato anche ad una precisazione dei termini. L'indicazione che lei ha sollevato mi pare comunque più che opportuna. Vedremo poi il perché del regionalismo e il perché del federalismo. La ringrazio comunque per il contributo.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Sollevo osservazioni su questa proposta.
Innanzitutto i rapporti tra i lavori che si svolgono all'interno della Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali ed i lavori del nostro Consiglio regionale. La Conferenza dei Presidenti è un'istituzione di coordinamento ad alto contenuto di immagine e propositivo; i Consigli sappiamo, sono una delle strutture della Regione. La proposta che viene deriva da un lavoro svolto a livello di Conferenza dei Presidenti; un lavoro faticoso e lungo di mediazione che giunge alla nostra attenzione sottoscritto da tutto l'Ufficio di Presidenza di questo Consiglio regionale. Penso che questo documento debba essere proposto come documento di lavoro ai Gruppi del Consiglio regionale del Piemonte per trovare in questa sede e con le nostre forze ed idee le mediazioni o comunque le discussioni capaci di produrre un pronunciamento del nostro Consiglio, che è un'altra cosa rispetto al pronunciamento dei Presidenti dei Consigli regionali, e può giungere ad un'altra mediazione.
La mia osservazione è che bisognerebbe cercare in Consiglio, sui temi affrontati dai Presidenti dei Consigli, la possibilità di approvare un documento che può essere, sic et simpliciter, il documento dei Presidenti dei Consigli, oppure no. Direi che la trasposizione secca di quanto hanno votato con mille fatiche i Presidenti dei Consigli all'interno del nostro Consiglio regionale è una delle strade, ma non è una strada obbligata.
Preferirei seguire la strada di un confronto tra noi per vedere sui temi della riforma dello Stato, dell'iniziativa della Lega, a quale mediazione giungere. Questa è la prima richiesta.
Se, viceversa, si ritiene che il documento dei Presidenti dei Consigli debba essere votato così o con poche modifiche, allora rilevo che i contenuti di questo ordine del giorno, dal punto di vista del Gruppo di Rifondazione Comunista, sono non condivisibili per quanto riguarda il persistente equivoco sul federalismo e regionalismo, che non può essere in questa forma da noi accettato. Rilevo inoltre un atteggiamento, verso i problemi posti dalle attività secessionistiche della Lega, inadeguato a quello che il Gruppo ritiene potrebbe fare un'istituzione.
Se l'ordine del giorno viene lasciato alla nostra attenzione, noi non lo voteremo e ci asterremo. L'auspicio è, viceversa, di poter lavorare su questi temi in questo Consiglio, acquisendo anche il documento dei Presidenti dei Consigli. Grazie.



PRESIDENTE

La proposta di mettere all'o.d.g. questo ordine del giorno era chiaramente in funzione dell'appuntamento del 15 settembre. E' per questo motivo che la Conferenza dei Presidenti dei Consigli ieri mattina ha dedicato parecchie ore a stilare un documento che poi ha avuto l'unanimità dei consensi. Ci sono dei testi a margine di questo ordine del giorno che possono essere molto più dirompenti dell'attuale che, comunque, è sempre il frutto di una mediazione. Non vorrei che in ciò si realizzasse una meccanica trasposizione alla vostra attenzione e mi piacerebbe che ci fosse il contributo di tutti. Il problema del 15 settembre ci pone nella situazione oggi di prendere una posizione che, come vedete, è depurata da ogni conflittualità, per significare soprattutto un richiamo molto forte ai Presidenti della Camera e del Senato, perché la riforma dello Stato - lo so che il Gruppo di Rifondazione Comunista non è d'accordo su questo punto non si svolga o non si traduca in una parodia, ma effettivamente possa avere degli adempimenti puntuali, precisi e risolutivi di questa grande tematica che coinvolge non solamente in maniera dialettica e culturale, ma forse anche con qualcosa di più, l'intera sensibilità del Paese.
Per questo motivo, sia pure con urgenza - condivido quanto ha detto il Consigliere Chiezzi prima - mi sono riproposto di porre in Consiglio alla vostra attenzione tale documento. Questa è la sola la ragione per cui malgrado tutte le cose che sono state rilevate, insisterei per porre in votazione l'ordine del giorno.
Ha chiesto la parola il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonino

Signor Presidente, credo sia estremamente utile che prima della provocazione molto amplificata del 15 settembre il Consiglio regionale del Piemonte e tutti i Consigli regionali d'Italia esprimano una posizione.
Quindi, l'ordine del giorno mi pare condivisibile; un testo concordato da parte di tutti i Consigli regionali evidentemente ha un significato maggiore della presa di posizione di ogni singolo Consiglio. Tuttavia credo che, al di là dell'ordine del giorno, il Consiglio debba, perlomeno attraverso gli interventi, se non attraverso ulteriori precisazioni, magari con un ordine del giorno specifico da parte del Consiglio regionale del Piemonte, entrare un po' più nel merito della provocazione del 15 settembre. Credo si debba in qualche maniera rilevare come la concezione della Padania divulgata con insistenza - lo abbiamo già detto in diverse occasioni - sia estremamente offensiva della tradizione del Piemonte, della cultura piemontese, della cultura politica, sociale ed economica del Piemonte e come venga proposto un modello molto autarchico, ancora più centralista perché vuole spianare le differenze che esistono nel nord Italia.
Credo che una precisazione occorra farla con forza, non saprei se con la presentazione di un ordine del giorno o in altre occasioni.
Le concezioni inesistenti, fantasiose della Padania possono essere soltanto contrastate se da parte di ogni Regione c'è una specifica rivendicazione della propria tradizione, del proprio ruolo: l'Italia è fatta da una sommatoria di tradizioni. Penso dunque che questa riflessione vada fatta, così come credo che la Regione Piemonte, il Presidente della Giunta regionale, l'Assessore debbano impegnarsi - al di là di questa provocazione - a far rispettare le leggi della Regione Piemonte.
Noi abbiamo presentato un'interrogazione che probabilmente non sarà discussa oggi, ma vorrei sapere se nei confronti dell'atteggiamento di Bossi - c'è quasi una sorta di timore di andare controcorrente - stanno facendo rispettare ad esempio le leggi sui Parchi per quanto riguarda il Po e il Pian del Re. E' giunta infatti la notizia, riportata dai giornali dell'assurda costruzione ad hoc di una pista in cemento al Pian del Re.
Tali informazioni, se sono vere, devono essere seguite con attenzione da parte del Presidente per vigilare sul piano dell'edilizia; è una competenza della Regione. Il Parco è un bene di tutti. Sarei curioso di sapere se questa strada viene seguita anche da parte della Lega oppure se ha il timore di contrastare un possibile o potenziale alleato.
Mi pare quindi inopportuno discutere di queste cose in occasione dell'ordine del giorno che condividiamo, ma crediamo che una risposta da parte del Presidente del Consiglio, che ci garantisca che questo bene è un bene di tutti e che anche Bossi rispetti le leggi, debba essere data.
Tuttavia per quanto riguarda l'ordine del giorno il nostro voto è favorevole; mi paiono utili le iniziative che il Presidente del Consiglio ha assunto anche per i prossimi appuntamenti.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Intervengo per comunicare al Consiglio regionale, in relazione ad alcuni aspetti evidenziati dal Consigliere Saitta, qual è stato l'atteggiamento della Giunta nei confronti di questi aspetti.
Premetto che notizie certe, se non di carattere giornalistico, su eventuali costruzioni di piattaforme o su situazioni del genere, a noi non sono giunte. Comunque, nell'ambito dell'ultima seduta di Giunta, avendo la Giunta regionale (di conseguenza il governo regionale) competenza sull'area come parco naturale, ci siamo posti il problema e quindi ci siamo chiesti che tipo di iniziative avessimo dovuto eventualmente assumere nel caso in cui quelle notizie fossero risultate vere.
Abbiamo concordato, anche in relazione ad un approfondimento fatto dal punto di vista legislativo, di fare una nota di segnalazione al Prefetto di Cuneo, il quale è, per sua funzione, responsabile di autorizzazioni e di temi legati all'ordine pubblico, segnalando in maniera esplicita e chiara quelle che sono le competenze di un parco, quelle che sono le considerazioni di tutela e di riservatezza che una struttura come quella deve soddisfare.
Perciò, come iniziativa, abbiamo assunto quella di segnalare la situazione al Prefetto di Cuneo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

Grazie, Presidente. Vorrei rispondere al Consigliere Saitta. Sono anche a conoscenza che il Consigliere Cavaliere aveva presentato un'interrogazione sulla pista in cemento e di altri problemi del Parco.
Evidentemente i giornalisti hanno ricamato su questa vicenda; non abbiamo alcuna intenzione di fare piste in cemento, l'elicottero pu atterrare senza la pista di cemento: smentisco tali notizie.
Inoltre, per quanto riguarda il Consigliere Cavaliere, che può avere delle preoccupazioni ambientaliste, abbiamo predisposto un servizio per cui, finita la manifestazione, i nostri militanti raccoglieranno e lasceranno tutti i ponti, tutte le postazioni pulite così come le abbiamo trovate. Questa era una precisazione dovuta.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno abbiamo avuto già occasione in Consigli passati di parlare di federalismo. Già il Consigliere Chiezzi aveva, insieme a me, espresso alcuni dubbi sul fatto che le forze politiche con la parola federalismo intendessero tutte il vero federalismo fiscale e politico. Invece molto probabilmente le forze politiche che si dicono favorevoli al federalismo intendono qualcos'altro, cioè regionalismo un'autonomia più marcata delle Regioni, dei Comuni, delle Province.
A me sembra che tutte le forze politiche, eccetto Rifondazione Comunista che con tutta onestà esprime la sua posizione, dicano ai mass media ed in ogni occasione di essere federalisti, perché in questo momento conviene dire di essere federalisti, così come molti leader, molti membri della DC fino a pochi anni fa dicevano di andare a messa tutti i giorni perché sapevano che era utile per poter prendere voti. Adesso i partiti dicono di essere federalisti perché sanno che la gente vuole il federalismo.
A me sembra che nei fatti né il Governo Prodi né l'ex governo Berlusconi (che noi abbiamo lasciato) avessero intenzione di fare il federalismo come lo intendiamo noi.
A me sembra che, al di là di progetti di decentrare alcune "tassine" alle Regioni, giusto per dare il contentino, e alcune deleghe e alcune competenze, non ci sia alcun progetto di creare in Italia un vero Stato federale.
Ed è per questo, ed è solo per questo motivo che la Lega Nord farà questa manifestazione venerdì, sabato e domenica. E' - ripeto - una manifestazione, perché molti hanno detto in proposito buffonate.
Voi ne avete fatte tante di manifestazioni in passato; tutti i partiti fanno manifestazioni. Non vedo perché tutta questa polemica. Noi pacificamente - come dice Bossi - vogliamo far vedere che non sono solo "sparate" della Lega quelle della Padania, ma che il popolo padano sarà presente sul Po, e ci saranno centinaia di migliaia di persone, se non milioni, a votare per la Padania.
Quindi, boccio completamente questo ordine del giorno; la Lega non parteciperà alla votazione, usciremo dall'aula, anche perché la Lega insieme a tutto il popolo padano, darà una risposta domenica quando ci sarà la costituzione della Repubblica federale padana.



(Il Gruppo Lega Nord per l'indipendenza della Padania abbandona l'aula)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Non voglio entrare nel merito di un dibattito molto più ampio sul federalismo e secessione; ne avremo tempo. Dico semplicemente che il 15 settembre, in un totale disordine di idee e di cultura, sarà un giorno in cui qualcuno tenterà di mettere contro degli italiani ad altri italiani.
Siamo arrivati ad un punto...



ROSSO Roberto

Fatti furbo!



SALERNO Roberto

Ecco il "fatti furbo". Siamo arrivati al punto, tra battute, leggerezze e superficialità, di permettere che qualcuno cerchi di mettere degli italiani contro altri italiani. Lo abbiamo fatto con la mollezza che, in tutti questi anni, ci ha caratterizzato.
Mi limiterò ad invitare semplicemente, per non entrare in dibattito su questi temi, il Presidente della Giunta regionale, proprio dietro le precisazioni del Consigliere Saitta, a predisporre un comunicato stampa chiaro che dica che sui parchi, sul Po e su tutte le zone dove ci sarà questa festa - non ho ben capito in quanti termini la volete chiamare, la secessione, la festa dei popoli pagani indipendentisti, la lotta di liberazione della Padania, le Camicie Verdi, la Guardia Nazionale - tutti rispettino le leggi che esistono in questa Regione così come esistono in tutto il territorio nazionale.
Sulle riforme istituzionali ormai non ci piove sopra, ci sono dei tempi ristretti, le vogliamo tutti, ci vogliamo arrivare in fretta, ma sul rispetto della legge credo si debba fare chiarezza.
Invito quindi il Presidente della Giunta Regionale ad emettere un comunicato stampa nel quale si chiarisca che le leggi in questa Regione devono essere rispettate, folclore o non folclore, serio o non serio.
Poi le mie considerazioni su questo Partito, che secondo me non è più un partito democratico, ma è un istigatore al disordine pubblico ed alla violenza, le esporrò nei prossimi giorni quando ne discuteremo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Sarò telegrafico.
Credo che quanto ha detto il Presidente del Consiglio nella presentazione e nell'illustrazione dell'ordine del giorno di nuovo meriti di essere ripuntualizzato.
C'è nella richiesta, che è a termine di questo ordine del giorno, che è stato anche detto - è stato oggetto di una mediazione (io ho partecipato una sola volta come ospite ad una riunione dei Presidenti del Consiglio e quindi posso ben immaginare la difficoltà tecnica di ottenere un documento che, altrimenti di per sé, sarebbe obiettivamente povero se non fosse il frutto appunto di una faticosa mediazione), la sottolineatura dell'urgenza di richiedere che il Governo intervenga in senso federalista. Io la percepisco con chiarezza, perché il timore, dopo i primi cento, centoventi o centotrenta giorni del Governo Prodi che, in tale direzione non si voglia andare, è da molti di noi, certamente da me, percepito.
Quindi, pur condividendo totalmente quanto ha detto il collega Gallarini che probabilmente alcune parti del documento, se le potessimo avere elaborate nell'autonomia solo di questo Consiglio regionale probabilmente, avremmo fatto, ci si passi la presunzione, "di meglio" o "di più", se mediazione deve essere, la mediazione deve essere rispettata anche quando se ne vedono dei frutti pur non così ricchi. Ma l'urgenza c'è. Devo dire che anch'io non considero ridicolo quanto sta avvenendo, perché, pur nella totale disistima verso il leader della Lega, credo che al di là di tutto, anche soltanto il libro che ha pubblicato in cui, con molta tranquillità, si dichiara oggi colpevole di ciò di cui noi come parte politica l'accusammo due anni fa, non possa che testimoniare della "serietà" del leader, non estensibile però ai temi che sotto questo discorso "secessionista" stanno.
E' vero che per federalismo ciascuno di noi, e l'abbiamo detto nel dibattito, intende tante cose. Non è questo il momento di riprenderlo, se non dicendo una cosa: il federalismo nasce da Foedus. Foedus vuol dire patto, vuol dire unione ed è implicito che chi era, come me, è e rimane federalista anche dopo domenica 15 settembre, non può vedere la secessione come una forma di risposta. Però se c'è gente che oggi lo vede, è interessante e indispensabile che il politico colga, e soprattutto l'amministratore, quali siano le istanze che muovono tanta gente oggi non a chiedere la secessione, perché non è questo che chiedono, ma chiedere le risposte che non sono arrivate e che a noi pare tuttora il Governo Prodi non sia intenzionato o non possa o non voglia o non sappia dare.
E' utile che avvenga il dibattito e probabilmente anche il seminario di Vinadio, in tal senso, un minimo di cultura lo darà a noi tutti, ulteriore ce n'è sempre bisogno, per capire le posizioni di tutti.
Spero e credo che il popolo della Lega, che non è affatto un popolo non democratico, né più né meno di coloro che hanno votato per gli altri movimenti politici, comprenda che forse oggi, grazie ai loro sforzi, grazie ai loro "istrionismi", non certo grazie a ciò che Bossi ha fatto solamente per distruggere (non esiste infatti nessun documento della Lega che proponga né in senso centrale né in senso regionale, una mediazione, una soluzione federalista), ma ciò che nella Lega non ha fatto se non sollecitando nel loro modo dei temi, credo che possa e debba diventare invece argomento nuovamente del Consiglio regionale e dell'esecutivo.
Nessuna preoccupazione dal punto di vista dell'ordine. Il generale Federici, che credo fosse qui a Torino negli ultimissimi giorni per il giuramento delle reclute dell'Arma dei Carabinieri, si è detto assolutamente tranquillo. E che tutti debbano rispettare le leggi non è una novità e non attiene soltanto a domenica 15 settembre, ma deve valere evidentemente per tutti i 365 giorni dell'anno.
Il punto importante dell'ordine del giorno è l'urgenza in cui si richiede che ciò che ha fatto parte delle promesse di questo Governo venga oggi attuato. Quindi è importante, secondo me, pur costruttivamente sulle forme della mediazione, votarlo.



PRESIDENTE

Ringrazio per tutte le riflessioni con cui avete contribuito al dibattito, le riprenderemo certamente in maniera più compiuta a Vinadio appuntamento al quale ricordo ancora che tutti i Consiglieri sono invitati.
Pregherei di non farsi seguire da accompagnatori, altrimenti potrebbero esserci valutazioni di ordine parapolitico che in questo momento è assolutamente opportuno evitare.
Pongo ora in votazione l'ordine del giorno n. 285, il cui testo modificato recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerato il forte impegno in senso regionalista e federalista assunto unanimemente dalla Conferenza dei Presidenti dei Consigli rilevando come ogni iniziativa secessionista, di fatto, porti difficoltà al confronto democratico in atto per giungere alla trasformazione dello Stato italiano in senso federalista e regionalista, da un lato, da altro lato sminuendo la credibilità dello stesso progetto di costruire una nuova unità sulla base di diversità che interagiscano in modo solidale ed autonomo; da un altro lato ancora alimentando la cultura della disgregazione, della diffidenza e del sospetto ricordando i propri documenti incentrati sulla valorizzazione delle realtà locali e sulla necessità di procedere ad una trasformazione dello Stato in senso federalista e regionalista rilevato come i più urgenti problemi del Paese riguardino la necessità di riequilibrare lo sviluppo delle diverse aree e Regioni anche e soprattutto nel quadro di un pieno inserimento del Paese nella realtà europea sottolineato quanto sia necessario un impegno dei Consigli regionali per far crescere la cultura della solidarietà e della sussidiarietà e, insieme quella del vero federalismo che non può significare disgregazione, ma diverso modo di aggregazione constatando che le provocazioni secessioniste traggono maggior forza dal rilievo attribuito loro dai media in un momento nel quale sarebbe necessario ribadire come federalismo e regionalismo non siano stati estranei alla stessa storia dello Stato italiano e, a maggior ragione, non lo siano oggi chiede al Presidente della Repubblica Italiana, al Presidente di Camera e Senato e a tutti i Gruppi parlamentari il massimo impegno per avviare subito la riforma dello Stato in senso regionalista e federalista considerando che l'unità nazionale costituisce un valore fondamentale e non pu rappresentare solo una solenne affermazione di principio, ma deve trovare riscontro ed attuazione in comportamenti e politiche che garantiscano a tutti i cittadini il pieno godimento dei diritti e pari opportunità, in tutte le zone del Paese, di sviluppo, formazione, progresso civile ed economico".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 27 voti favorevoli e 4 astensioni.


Argomento: Economato e Servizi di tesoreria

Esame proposta di deliberazione n. 334: "Adozione del nuovo 'Regolamento per il servizio di cassa economale'"


PRESIDENTE

In attesa che l'Assessore al turismo ritorni in aula (ma probabilmente riprenderemo la discussione sulla legge del turismo alle ore 14,30) e in attesa che pure la signora Casari rientri in aula per il punto 6) all'o.d.g., possiamo procedere al punto 9) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 334.
In Commissione tale proposta di deliberazione ha ottenuto voti favorevoli dai Gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, CDU, Federalisti e Liberaldemocratici; non hanno partecipato al voto i Gruppi PDS e Rifondazione Comunista.
Se non vi sono interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 25 voti favorevoli e 13 astensioni.


Argomento: Cooperazione - Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Esame progetto di legge n. 174: "Modifiche alla L.R. 9/6/1994 n. 18: 'Norme di attuazione della legge 8/11/1991 n. 381 - Disciplina delle cooperative sociali'"


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 6) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 174.
Relatrice è la Consigliera Casari, che ha facoltà di intervenire.



CASARI Raimonda, relatrice

Dò per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "Con L.R. 9/6/1994 n. 18 'Norme di attuazione della legge 8/11/1991 n.
381 - Disciplina delle cooperative sociali', al Titolo IV, sono state definite forme articolate di interventi a sostegno della cooperazione sociale piemontese: si tratta di contributi per la realizzazione di progetti di sviluppo biennali realizzati da cooperative iscritte alla sez.
8 dell'Albo regionale, finalizzati all'incremento occupazionale di persone svantaggiate; di finanziamenti a tasso agevolato per la realizzazione di investimenti produttivi e di contribuzioni, corrispondenti al 50% degli oneri previdenziali assistenziali versati, per l'inserimento e la continuità lavorativa di persone svantaggiate.
Ai sensi della medesima normativa, al fine di consentire la concessione dei finanziamenti a tasso agevolato indicati all'art. 16, è previsto che la Giunta regionale affidi a Finpiemonte S.p.A. la gestione di un fondo di rotazione.
I contributi relativi agli artt. 14 e 19 sono divenuti operanti con l'entrata in vigore della legge, mentre sono ancora da stipulare le convenzioni con Finpiemonte, per i finanziamenti a tasso agevolato e per la gestione del fondo di garanzia previsto all'art. 15.
Di conseguenza, dovendo dare piena attuazione a tutte le agevolazioni previste, è emersa la necessità di maggiormente caratterizzare e differenziare i contributi per la realizzazione di progetti di sviluppo (da concedersi alle sole cooperative sociali di tipo B, che forniscono opportunità di lavoro per le persone svantaggiate) dalla possibilità di investimenti a tasso agevolato, al fine di non rendere concorrenziali fra di loro le due tipologie di finanziamento.
Ugualmente è opportuno prevedere forme specifiche di sostegno per la cooperazione sociale che non si prefigurino quali duplicazioni di altre incentivazioni regionali previste dalla legislazione a favore dell'impresa e della cooperazione in genere.
Pertanto, in coerenza con le considerazioni suesposte, si rende necessario provvedere alla parziale modifica ed integrazione del Titolo IV della L.R. n. 18/94.
L'art. 14 'Contributi per la realizzazione di progetti di sviluppo' resta invariato e il contributo andrà sempre più caratterizzandosi quale iniziale forma di sostegno per le cooperative di nuova costituzione o per l'avvio di nuovi settori produttivi; inoltre, trattandosi di liberalità 'a fondo perduto' rimane vincolato all'assunzione di almeno una persona svantaggiata.
L'art. 16 'Finanziamenti a tasso agevolato' è completamente riformulato per incentivare l'accesso al credito agevolato ed assume la specifica caratteristica delle finalità cui è destinato. L'ipotesi che avvalora la nuova formulazione è che, se si vuole sostenere la cooperazione sociale nel suo divenire impresa, perdendo ogni residua caratteristica di ente assistenziale, occorre sganciare la concessione di finanziamenti agevolati da meccanismi che la collegano all'obbligo di nuove assunzioni, nella convinzione che gli incrementi occupazionali siano la conseguenza della capacità di sviluppo della cooperativa e non debbano costituire da volano per predisporre iniziative di investimento.
L'art. 18 'Servizi di assistenza' aggancia le spese di avviamento al solo progetto di sviluppo ex art. 14, riconoscendo invece la necessità di rimborsare parte delle spese di assistenza tecnico-gestionale, sia per i progetti di sviluppo, sia per le proposte di investimenti a tasso agevolato. Inoltre, per non vincolare e limitare la possibilità di scelta delle cooperative ai soli consorzi sociali, viene data facoltà di reperire sul mercato, in generale, l'assistenza tecnica necessaria.
L'art. 19 'Interventi regionali per l'inserimento e la continuità lavorativa delle persone svantaggiate' prevede per un massimo di due anni il rimborso, pari al 50%, degli oneri previdenziali assistenziali versati per la continuità lavorativa di persone non più svantaggiate ai sensi della legge n. 381/91 e di alcune categorie di persone svantaggiate non contemplate dalla legge stessa. Tali interventi, volti a tutelare il diritto al lavoro delle persone svantaggiate, hanno un carattere limitato nel tempo e sono mirati per particolari categorie di soggetti svantaggiati.
La legge n. 381/91 individua, all'art. 4, le persone svantaggiate tra cui: '...i condannati ammessi alle misure alternative alla detenzione previste dagli artt. 47, 47 bis, 47 ter e 48 della legge 26/7/1975 n. 354 come modificati dalla legge 10/10/1986, n. 663'. Malgrado appaia evidente la volontà del legislatore di favorire l'inserimento lavorativo della popolazione carceraria considerandola soggetto debole sul mercato del lavoro, il citato art. 4 non considera persone svantaggiate né i detenuti che non potendo usufruire di benefici o di misure alternative per accedere al lavoro all'esterno dell'Istituto penitenziario possono prestare la loro opera all'interno dell'Istituto, né quei detenuti ed internati che potrebbero accedere al lavoro all'esterno sulla base dell'art. 21 legge n.
354/75 come modificato dalla legge n. 663/86.
Non si conoscono le motivazioni che hanno portato all'esclusione di queste categorie dall'elenco dei soggetti svantaggiati indicati dalla legge n. 381/91.
La Regione Piemonte, ritenendo ingiustificata questa esclusione, si è fatta promotrice di un sollecito inoltrato al Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale per una modifica della legge in tal senso.
Sulla base di quanto sopra esposto e coerentemente con il citato sollecito di modifica, si ritiene opportuno che, in attesa di un auspicabile ampliamento delle categorie di persone svantaggiate previste dalla legge n. 381/91, la Regione Piemonte ammetta a fruire dei benefici previsti dal comma primo dell'art. 19, la cui assegnazione non è vincolata alle persone svantaggiate individuate dalla legge n. 381/91, le cooperative sociali che abbiano assunto con rapporto di lavoro a tempo indeterminato come soci lavoratori o come lavoratori dipendenti i soggetti appartenenti alle predette due categorie e precisamente i detenuti che non usufruiscono di benefici o misure alternative e i detenuti ammessi al lavoro all'esterno ex art. 21 legge n. 354/75 e successive modifiche".



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gallarini, che interviene in qualità di Consigliere.



GALLARINI Pier Luigi

Abbiamo partecipato alla discussione che c'è stata in Commissione relativamente a questa questione. Ci sono ancora un paio di punti sui quali si stanno affinando interpretazioni sulla riproposizione di qualche termine già contenuto nella legge attuale e la possibilità, invece, di andare a qualche modifica.
Chiederemmo, pertanto, se il Consiglio è d'accordo, di rinviarlo alla prossima seduta.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

A questo proposito noi gradiremmo sentire l'opinione dell'Assessore competente.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Goglio.



GOGLIO Giuseppe, Assessore all'assistenza

In Commissione erano state avanzate delle richieste che noi ritenevamo non accettabili, abbiamo detto però che ci saremmo riservati di valutare una strada alternativa per accogliere parzialmente tali richieste come per esempio quella sui finanziamenti. Non abbiamo ancora terminato, stavamo valutando il relativo panorama generale. Credevo che tale progetto di legge non giungesse in Consiglio oggi, altrimenti avrei accelerato i tempi.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Voglio solo ricordare al Consiglio che questa proposta è passata in Commissione per due o tre volte, sospesa, rinviata, riproposta con emendamenti poi ritirati; frutto di un'opposizione da parte di una forza politica di maggioranza che non bene abbiamo compreso e che non è mai stata chiarita nemmeno in Commissione. La nostra preoccupazione, trattandosi di un provvedimento necessario, urgente ed indispensabile per avviare pienamente l'attività delle cooperative sociali, fa sì che questa ennesima richiesta di rinvio, non di nuovo chiarita perché di tempi necessari per l'approfondimento e per il chiarimento ne abbiamo lasciato parecchio, crei in noi una certa perplessità e anche preoccupazione; preoccupazione soprattutto di ordine politico. Non vorremmo che la stessa parte politica di maggioranza intendesse prendere ulteriore tempo per lanciare un messaggio negativo nei confronti dell'intervento che la Regione, la Giunta sta facendo per quanto riguarda la cooperazione sociale.
Esprimiamo la nostra forte preoccupazione e contrarietà sul fatto che argomenti di questo tipo siano oggetto di attacchi più o meno palesi nei confronti dei vari Assessori all'interno della maggioranza stessa.
Da questo punto di vista siamo dispiaciuti e contrari a che si vada ad un ennesimo rinvio.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Accolgo le considerazioni della Consigliera Bortolin. Vorrei comunque ricordare che nella Conferenza dei Capigruppo questo punto non era stato messo all'o.d.g.; questo non lo dico per una puerile giustificazione, ma perché è verità.
Come Presidente della Giunta mi posso impegnare, se la Conferenza dei Capigruppo accetterà questa mia richiesta, di inserire tassativamente nella seduta del giorno 17 settembre, questo punto all'o.d.g. garantendo che la Giunta troverà sicuramente la soluzione definitiva a questo argomento.



PRESIDENTE

Credo che la proposta del Presidente della Giunta possa essere accolta pertanto inseriamo questo punto all'o.d.g. della seduta del 17 settembre.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Esame progetto di legge n. 202: "Modifiche alla L.R. 9/1/1987, n. 3 'Disciplina relativa all'impiego di nuove metodiche terapeutiche e diagnostiche nell'ambiente ospedaliero'"


PRESIDENTE

Passiamo infine al punto 7) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 202.
La parola alla relatrice, Consigliera Casari.



CASARI Raimonda, relatrice

Egregi Consiglieri, il presente disegno di legge, concernente modifiche alla L.R. 9/1/1987 n. 3, è finalizzato all'adeguamento della misura del compenso corrisposto ai membri della Commissione consultiva regionale rendendolo congruo rispetto all'effettivo impegno professionale apportato dagli stessi nell'esame delle proposte di sperimentazione clinica.
Non solo il mancato aggiornamento dell'indennità fissata nel lontano 1976 ha reso inadeguato il suo ammontare, ma soprattutto l'attuale fervore del dibattito sulle tematiche etico-sanitarie comporta un'indubbia maggior rilevanza del ruolo istituzionale della Commissione e, conseguentemente, un maggior coinvolgimento ed impegno dei suoi membri.
La proposta è formulata in due articoli.
All'art. 1 si prevede la corresponsione, ad ogni componente, di un'indennità di partecipazione alle riunioni della Commissione consultiva regionale il cui importo è fissato in L. 100 mila per ciascuna seduta restando fermo quanto previsto dagli artt. 2 e 3 della L.R. n. 33/76.
L'art. 2, con il quale viene inserito un nuovo articolo (art. 8 bis) attiene alla previsione degli oneri finanziari derivanti dall'applicazione della L.R. n. 3/87.



PRESIDENTE

Questo progetto di legge è stato licenziato dalla Commissione competente con i voti favorevoli dei Gruppi Forza Italia, CCD, Partito Popolare Italiano, Patto dei Democratici e Alleanza Nazionale; si è astenuto il Gruppo dei Verdi.
Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 31 astensioni 5 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 31 astensioni 5 L'art. 2 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI' 35 Consiglieri si sono astenuti 5 Consiglieri La legge è approvata.
I lavori del Consiglio riprenderanno oggi pomeriggio.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12,30)



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