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Dettaglio seduta n.72 del 30/07/96 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Bertoli e Rosso.


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.) - Caccia

Esame testo unificato progetti di legge n. 87, n. 101 e n. 111: "Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio"


PRESIDENTE

Esaminiamo il testo unificato dei progetti di legge n. 87, n. 101 e n.
111, di cui al punto 12) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Riba.



RIBA Lido, relatore

Grazie, Presidente.
Allegata alla proposta unificata del testo di legge vi è una relazione che considero esaustiva degli elementi di riferimento ai testi di legge nazionali da cui si è originata la formulazione del testo di legge regionale e tutti i riferimenti alle modalità e problemi incontrati nella composizione del testo legislativo.
Mi limiterò, poiché mi sembra preferibile anche ai fini della discussione, alla sottolineatura degli elementi salienti rispetto alla composizione della legge, ad alcuni richiami che svolgerò seguendo la traccia del testo di legge.
Vorrei mettere in evidenza, innanzitutto, l'evoluzione in senso ambientalista del concetto e della disciplina tecnico-giuridica della caccia.
Proveniamo da una situazione storica antica, in cui la caccia, da elemento di pratica comune per la creazione del sostentamento, era diventata privilegio di classi particolari. Vorrei richiamare, con una battuta, la canzone del cantastorie genovese degli anni '70 che racconta di un giovane condannato a morte perché aveva rubato tre cervi nel parco del re, vendendoli per denaro - come ricorda il collega Griffini. Non si trattava, evidentemente, di un problema di prelievo di fauna omeoterma quanto dell'offesa di un diritto che era diventato status symbol e segno di distinzione.
Ancora nel 1939, anno della prima regolamentazione della caccia, vi era praticamente il riconoscimento del diritto di caccia senza condizionamenti né rispetto agli interessi dell'agricoltura né a quelli della cultura ambientale. Quest'ultima mi risulta non fosse nemmeno abbozzata e gli interessi dell'agricoltura erano elementi valutati ancora in subordine rispetto a quelli di determinate classi che potevano permettersi di cacciare. Si trattava quindi ancora del riconoscimento di un privilegio.
Arriviamo al 1977. Trent'anni dopo la promozione della prima norma di regolamentazione della caccia, con la legge n. 968 del 27/12/1977 interviene una cultura di ispirazione europea che prevede la protezione delle specie in via di estinzione: si introducono le prime normative di regolamentazione e si riducono a sessantotto le specie considerate cacciabili.
Nonostante l'accostamento tra il testo del 1972 e quello del 1977 quindici anni dopo si arriva ad un testo di legge nazionale che introduce anche per i livelli di notevole consenso ricevuto dalla legge, tutti i concetti oggi attuali, sui quali lavorare al fine di una rivisitazione regionale.
Con la legge del 1992 la caccia viene totalmente subordinata al primato dell'interesse ambientale. Tant'è che la legge si chiama "Legge per la protezione della fauna e normativa di prelievo", subordinando quest'ultimo a tutta una serie di condizioni - che non sto qui a richiamare per non annoiare un'assemblea che in parte si deve ancora comporre.
Voglio invece passare alle problematiche che la legge n. 157 segnalava al fine dell'adozione del testo regionale. La caccia deve avvenire in forma esclusivamente programmata, con una forte limitazione del periodo in cui è possibile praticarla e della mobilità dei cacciatori, con una ripartizione del territorio che soltanto in parte e in misura non superiore al 60% viene riservato alla caccia vagante. Vi sono poi ulteriori limitazioni e suddivisioni per aree territoriali; una parte significativa, il 20% del territorio, viene destinato a zone di ripopolamento. Occorre poi aggiungere l'introduzione dei parchi. Una parte viene poi destinata a zona di caccia considerata pertinenza dell'attività agricola.
In questa legge sono affermati tre principi. Il primo: la priorità assoluta è la protezione dall'ambiente e della fauna considerata patrimonio pubblico indisponibile. Il secondo: si introduce un interesse dell'agricoltore, come soggetto che utilizza il territorio per produrre elementi di reddito sul quale investire la propria professionalità. Il terzo: il diritto, contemperato all'interno di questo quadro normativo dei cacciatori - per quanto riguarda il Piemonte, quarantamila cittadini - ad esercitare la caccia come pratica sportiva, ma rigorosamente vincolata da precise normative.
C'è un principio generale, signor Presidente e colleghi Consiglieri che credo ci abbia visti tutti concordi nel costruire questo progetto di legge: nel tempo, il patrimonio faunistico si è significativamente depauperato. Non è oggi di alcuna utilità e porterebbe solo a sterili divisioni l'analisi delle cause che hanno portato al depauperamento: il prelievo, l'attività agricola, le condizioni ambientali che in generale hanno portato all'indebolimento dello stesso vigore della fauna rispetto alla sua resistenza a variazioni ambientali significative, quali quelle intervenute in questi anni.
Elementi che lascerei ad una discussione teorica che proseguirà. A noi interessa invece affermare che ai fini di tutela dell'interesse collettivo dobbiamo pensare ad un aumento della presenza faunistica sul territorio regionale. Solo questo consente un arricchimento dell'ambiente in quanto tale e l'esercizio dell'attività venatoria in termini che non siano conflittuali con la tutela di questo interesse generale; consente inoltre all'agricoltura un minimo di partecipazione all'operazione economica complessiva che definiamo come esercizio dell'attività venatoria.
Questo problema della costruzione di una condizione che producesse maggiore disponibilità faunistica è stato un po' il filo conduttore di tutta la regolamentazione. E' del tutto evidente che il prelievo è possibile nella misura in cui c'è la disponibilità. In questo senso si sono introdotti degli elementi che bisogna realisticamente riconoscere come fortemente riduttivi dell'attività venatoria; fortemente riduttivi perch l'attività del cacciatore viene ridotta in termini di quantità di giorni in termini di numero di specie, in termini di territori ai quali poter accedere. C'è però - mi si passi un'espressione che mutuo dall'attualità politica - uno scambio, che non è un compromesso, è un'intesa politica: pace in cambio di territori. Ovvero definizione delle garanzie stabilizzazione di un progetto di attività venatoria ambientalmente compatibile, culturalmente accettato, regionalmente protetto, in cambio delle limitazioni che, a questo punto, credo siano le ultime che la Regione deve introdurre.
In questo senso, la Regione attua con questa proposta di legge una limitazione che io considero drastica e che oggettivamente è drastica: l'aumento dei giorni di silenzio venatorio (previsti in due a livello nazionale) da due a quattro e la riduzione dei giorni di disponibilità per la caccia da cinque a tre. Questa limitazione ha creato naturalmente una serie di interrogativi rispetto ai quali bisogna dare una risposta illustrativa. Volendosi accettare una limitazione ulteriore rispetto a quella che finora era stata operante in Regione come accoglimento di una componente culturale significativa dei soggetti che la legge nazionale riconosce come partecipi dell'organizzazione dell'attività venatoria (l'area della cultura ambientale), si è cercato di tutelare la caccia nei giorni di sabato e domenica, che normalmente gli sportivi hanno a disposizione per l'espletamento delle attività sportive.
Difendo questa scelta, signor Presidente e colleghi, non per una convinzione personale, e vorrei che fosse chiaro a tutti i colleghi che io non sono mai stato un cacciatore, ma ho seguito questo settore come ognuno di voi è chiamato a seguirne altri, con la stessa oggettività con la quale si devono seguire tutti quei settori che riguardano la definizione del lavoro della Regione cercando di organizzarlo secondo un massimo di equilibrio tra gli interessi generali e gli interessi particolari.
Considero tuttavia, a fronte della riduzione da cinque a tre giorni positivo l'avere mantenuto il sabato e la domenica. Riconosco che l'area ambientalista ha accettato questo con un notevole sacrificio rispetto ad una posizione iniziale che richiedeva invece il silenzio venatorio proprio in quelle giornate, considerandolo elemento di conflitto con il diritto alla fruizione della natura che, evidentemente, è limitato proprio in quei giorni. Questa è una delle prime e più significative limitazioni.
L'altra limitazione riguarda il numero delle specie cacciabili. Abbiamo ridotto la possibilità di prelievo di alcune specie: quattro specie in tutto rispetto a quelle permesse ancora lo scorso anno; tra queste, per alcune potrebbero risultare disponibili (da censimenti) in quantità tale da consentirne il prelievo.
Abbiamo introdotto un altro grosso elemento di razionalizzazione, che richiamo come importante, ed è quello dei censimenti obbligatori. E' una normativa che era rifiutata non tanto dai cacciatori di oggi, ma dalla cultura storica del prelievo che veniva definito in termini di carniere e di giornate; oggi introduciamo un principio, peraltro previsto dalla legge n. 157, per cui il prelievo è subordinato all'effettiva disponibilità di materiale venabile e questa disponibilità non può essere che misurata attraverso dei censimenti. Certamente è difficile censire, come prevediamo nella legge, anche le specie migratorie, tant'è che vengono concessi tre anni di tempo per organizzare questa operazione. L'una e l'altra cosa sono elementi di razionalità: l'introduzione dei censimenti e la disponibilità di tre anni a favore della Regione per introdurre questa pratica.
Nel momento in cui possiamo tranquillamente o approssimativamente censire le risorse del firmamento, non è possibile affermare che non è censibile il numero delle quaglie o il numero delle lepri, naturalmente con gli elementi di approssimazione che la situazione richiede. E soltanto dopo che saranno effettuati questi censimenti sarà possibile - e secondo me sarà opportuno - introdurre ulteriori riduzioni o introdurre alcuni ampliamenti che saranno supportati da operazioni del tutto razionali.
Questo per quanto riguarda i capisaldi dell'intesa giuridica tra cultura ambientalista e interessi venatori, secondo un principio, un approdo che io non considero un compromesso. Non c'è compromesso, nessuno ha rinunciato a posizioni al fine di trovare soltanto un'intesa. Io considero che qui si sia formata una cultura consistente, considerevole nella quale i presupposti e i riferimenti culturali principali, le filosofie principali si trovano tutte contenute, con le limitazioni che evidentemente la stessa situazione impone, perché è riconosciuto da tutti che il materiale faunistico è limitato e che le situazioni, che sono determinate da elementi per noi poco controllabili come le situazioni ambientali, agiscono a prescindere dal nostro sforzo. Tutti qui sanno almeno quelli che seguono il settore - che, per quanto noi proteggiamo la fauna migratoria, in altri Paesi ci sono forti prelievi, che le cicogne nel Sudan vengono ammazzate per mangiare (così come i cervi sono venduti per denaro), per cui ritorneranno meno esemplari. Alcune specie devono evidentemente essere protette di più. Rifiuto quel concetto che rozzamente qualcuno introduce: "noi qui le proteggiamo e poi in Africa le mangiano".
In Africa le mangiano perché hanno fame; noi qui le proteggiamo perché non abbiamo bisogno di utilizzarle per mangiare. Che ragionamenti! Anche nell'Amazzonia abbattono le foreste perché ci sono dei problemi: ripiantiamole nella Pianura Padana e avremo riequilibrato il territorio a livello mondiale! Nel momento in cui i cacciatori si sono ridotti a 40.000 in Piemonte (forse di meno), quindi un numero che rappresenta meno dell'1% della popolazione, non mi pare e non è parso a nessuno che questa presenza dovesse essere oggetto di accanimento culturale, che facesse parte di una cultura animalista che non era prevista, che non era tutelata dalla legge n. 157 e che non è stata qui particolarmente richiamata.
Il territorio di caccia è stato razionalmente suddiviso in ventuno ambiti territoriali e in diciassette Comprensori alpini; in ognuno di questi opera un Consiglio di amministrazione formato da ambientalisti cacciatori, rappresentanti degli agricoltori e degli Enti locali. Io credo che questo Consiglio, questo insieme giuridico-culturale-sociale, sia un soggetto collettivo che potrà sicuramente costruire gradualmente quegli elementi di una cultura comune della difesa del territorio e dell'organizzazione dei prelievi venatori. E' un'istituzione complessiva che si deve strutturare.
Si è poi fatto un altro lavoro, particolarmente perseguito - voglio sottolinearlo - in sede di Commissione dal collega Cavaliere, che era quello che potremmo definire "obiettivo chiarezza", cioè eliminare tutte quelle forme di autorizzazione surrettizia alla caccia che derivavano da attività di prelievo nelle aziende venatorie e a fini di controllo.
E' stata costruita per questi obiettivi una categoria di operatori agenti venatori e guardie ecologiche che cominciano a costituire un organico di operatori dell'ambiente.
Un altro punto, che mi pare di dover sottolineare, che si è prodotto, è un'idea di organico ambientale. L'economia ambientale è un fatto nuovo. Noi ne parliamo spesso per quanto riguarda i rifiuti, l'acqua, la legge Galli però anche per quanto riguarda la gestione dei parchi, del patrimonio faunistico, del patrimonio e dell'ambiente naturale, questo è un settore nel quale si possono creare opportunità intelligenti e moderne di occupazione, che evidentemente costano e rispetto alle quali vanno destinate delle risorse perché hanno come corrispettivo la produzione di una risorsa collettiva fondamentale come quella del miglioramento dell'ambiente. Su questo punto mi pare ci sia stata condivisione.
Operare all'interno di queste limitazioni significa da parte dell'area dei cacciatori assumere delle regole più restrittive; però, nello stesso tempo, significa anche inserirsi, dopo gli anni della legge del 1939 e della legge del 1977, in un progetto che va considerato come la fase iniziale di un'impostazione nuova, nella quale il prelievo venatorio, a determinate condizioni, è comunque garantito.
In questa legge è stata mantenuta - c'era molto allarme su questo - la possibilità di caccia per quelle specie che consideriamo nocive (le volpi i corvi, le gazze). Non è che da un punto di vista venatorio abbiano significativo interesse, ma introducono un concetto del controllo delle popolazioni nocive come elemento necessario sia per l'equilibrio ecologico faunistico sia per la difesa e il ripristino di condizioni di fruibilità del territorio da parte degli agricoltori.
E' stata data una risposta alla questione del surplus di cinghiali: se ne potranno prelevare cinque all'anno per ogni cacciatore, e non più due.
Sono vietate tassativamente le immissioni e gli allevamenti a scopo di ripopolamento. Non è tutto: consente agli uffici e in modo particolare all'Assessore Viglietta un'impostazione, un impianto, una cultura di riferimento che, se ci sarà saggezza, credo che potrà essere una materia che si evolve sulla base delle verifiche. Soprattutto la Regione assume il compito di svolgere un'autorevole politica di promozione della cultura ambientale (formazione di corsi, creazione di un fondo, istituzione di un servizio di vigilanza da parte della Regione, creazione di un Osservatorio).
Anche la Regione, cioè, deve immaginare un ampliamento del proprio servizio, della propria funzione, che non è soltanto repressiva o di vigilanza, ma è anche quella di formazione di una cultura ambientale più diffusa, che consenta di usufruire di questo patrimonio che si va producendo, anche da un punto di vista concettuale e legislativo, con la formazione della nuova legge.
Ripeto, il sacrificio imposto ai cacciatori è stato già riscontrato e ha dato luogo ad un'area significativa, ed anche motivata, di richiami, di proposte e di proteste.
Alcuni elementi possono essere corretti o perfezionati anche nel corso dei lavori della seduta di oggi, sia in un senso che nell'altro. Una cosa di cui però mi faccio garante (e vorrei che mi fosse in qualche maniera consentito), siccome il lavoro della Commissione si è concluso con un'intesa sull'accettabilità, al di là della qualità dell'approvazione e del livello di consenso, della proposta, è che qualsiasi eventuale limitata, circoscritta, puramente funzionale e non strutturale modifica non sia disposta né accettata in termini di maggioranza, ma soltanto con l'eventuale unanimità che c'è stata in sede di Commissione, altrimenti vanificheremmo un approdo molto faticoso.
Ripeto per il Presidente. Siccome in Commissione si è pervenuti ad un testo che tutti hanno considerato portatore di qualche limite, ma più ancora portatore di approdi significativi di alcune convergenze delle diverse filosofie in campo, oggi è bene che l'aula non si arroghi di modificare questo impianto, a meno che non sia disposto all'unanimità di quanti hanno lavorato su questo filone per elementi di pura correzione. Non manca al Consiglio regionale la sua sovranità su questa materia, perch fatte le verifiche, si restringano i campi o si modifichino le tecniche.
Questo è un elemento da verificare. Gli impianti li abbiamo.
Prima di concludere, vorrei ancora richiamare la composizione dell'interesse dell'agricoltura. Le aziende faunistico-venatorie, che non sono i settori a luci rosse della caccia, ma un'area di espansione dell'attività agricola, sono state considerate compatibili con il principio generale, quindi l'interesse dell'agricoltore a produrre selvaggina attraverso tutta una serie di condizionamenti, metodologie e controlli veterinari, è stato riconosciuto tale in questa legge. Ritengo pertanto che l'interesse dell'agricoltura - al quale sono personalmente, come sapete del tutto sensibile - sia contemperato dal punto di vista della concessione di un'opportunità economica sia pure compatibile con l'interesse generale e dal punto di vista del controllo delle specie nocive.
Voglio ancora esprimere, sul piano personale, un elemento - per quanto sia possibile in questo lavoro - di soddisfazione, nel senso che il lungo lavoro compiuto lo scorso anno e che ci aveva consentito di determinare gli elementi principali della caccia programmata, cioè gli ambiti territoriali e i comprensori alpini, è stato recepito in una condizione di continuità e non di revoca o di contraddizione rispetto al lavoro svolto.
Di questo sono personalmente contento, ma credo di poterlo essere anche interpretando i sentimenti di tutti coloro che hanno operato nella scorsa legislatura, perché si era svolto un lavoro parziale, ma non negativo, un lavoro dal quale è stato possibile partire per un'evoluzione che ci ha consentito di arrivare ad un risultato complessivamente più condiviso.
Termino sollecitando l'approvazione di un articolato che è scaturito da un percorso istruttorio, che ha cercato i punti di contatto tra approcci culturalmente e direi persino filosoficamente distanti, ma si connota come estremamente equilibrato ed in sintonia con le più recenti modalità di approccio all'attività venatoria nell'ecosistema e con la dovuta attenzione alle economie interessate.
Mi si consenta ancora di ringraziare non formalmente, ma molto sentitamente, a nome personale, e credo di poterlo fare anche a nome di tutta la Commissione, per l'intelligente contributo dato e per il lavoro svolto nel corso di ben dodici riunioni quest'anno, ma ventidue nello scorso anno, i funzionari sia dell'Assessorato che della Commissione, senza la cui disponibilità e competenza - e qualche volta anche con l'apporto di contributi non solo tecnici, ma di segnalazioni, di elementi qualitativamente utili - forse non avremmo potuto approdare alla presentazione di questo testo unificato di proposta di legge per la regolamentazione della caccia.
Grazie, Presidente e colleghi, spero che la legge possa trovare la vostra approvazione.



PRESIDENTE

La ringrazio in modo particolare, Consigliere Riba, per la sua relazione che credo il Consiglio abbia, se non condiviso, largamente apprezzato.
Voglio anch'io unirmi nel ringraziamento ai funzionari dell'Assessorato e del Consiglio per il lavoro di supporto, assolutamente intelligente e appassionato, con cui hanno condiviso le sue, e spero anche le nostre fatiche di oggi.
Passiamo alla discussione di ordine generale.
La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Signore Presidente, in quest'aula del Consiglio regionale oggi è in discussione, ad oltranza, l'importante disegno di legge sulla caccia che consta di ben 61 articoli, la cui relazione è stata ampiamente illustrata dal Presidente della Commissione, Consigliere Riba.
La maggioranza di centro-destra, che con grande difficoltà ed incapacità politico-amministrativa governa da oltre un anno la Regione Piemonte, sta per approvare una nuova legge relativa alla tutela della fauna e dell'esercizio venatorio; legge non certamente positiva.
Già in sede di Commissione competente è apparso evidente e chiaro il disegno politico della nuova legge venatoria che porta inevitabilmente a discriminare alcune forme di caccia e rischia di permettere l'attività venatoria a chi può accedere alle strutture private, aziende faunistiche e agroturistiche e venatorie; non soddisfa in materia di ambiente e in materia ecologica.
Dall'analisi sui contenuti politico-tecnici degli articolati predisposti e divulgati già dagli organi di stampa su scala regionale anche con enfasi di eccessivo ottimismo - si può certamente affermare che la nuova normativa sulla caccia scontenterà tutti i soggetti interessati al provvedimento legislativo, dai cacciatori, ai contadini, agli ecologisti e agli ambientalisti.
In generale c'è critica, scontento, grande insoddisfazione con diverse diversificate motivazioni politico-tecniche.
Certamente molte sono le novità inserite, alcune anche importanti anche se non del tutto positive, come il censimento delle specie cacciabili, il servizio di vigilanza affidato anche a guardie ecologiche e volontarie - questo non gradito dai cacciatori - un calendario venatorio fisso che prevede il divieto di cacciare il sabato in montagna (è auspicabile oltre i 1.500 metri di altimetria come era già previsto) determinare in solo tre giorni il permesso venatorio nelle aree di pianura in modo indifferenziato sul territorio regionale, ignorando le differenze territoriali delle otto province piemontesi.
E' evidente che lo spinoso e delicato tema caccia da sempre include importantissimi interessi economici, politici ed ambientali. E' poco chiara, ad esempio, la suddivisione delle province in zone. Ad esempio Alessandria è suddivisa in quattro zone cacciabili dove l'accesso è possibile solo con il pagamento di una somma per zona; in tal caso si favorisce il bracconaggio, anche perché il cacciatore in regola con le vigenti disposizioni legislative paga anche tasse di concessione ed il tesserino regionale.
Ma soprattutto deve essere tutelato il contadino e risarcito immediatamente dagli eventuali danni subìti, non solo dagli animali cacciabili, quali ad esempio il cinghiale, ma anche dalla spregiudicatezza ed inciviltà di comportamento di certi cacciatori, per la verità un'esigua minoranza; inoltre vanno sveltite le procedure burocratiche per il pagamento.
Importanti poi sono i piani di prelievo selettivo, soprattutto per le quattro specie più pregiate (camoscio, cervo, muflone e capriolo) che tengono conto del sesso e dell'età della popolazione considerata, per evitare dannosi squilibri.
Bisognerà evitare furberie ed applicare severamente le norme previste.
Bisognerà poi seguire attentamente la tematica dei piani di prelievo numerici per coturnice, pernice bianca, gallo forcello, lepre variabile storno e pernice rossa. E' anche previsto che ogni animale subito dopo l'abbattimento dovrà essere contrassegnato da un marchio inamovibile e portato al più vicino centro di controllo per la verifica; in questo caso occorre la massima serietà del cacciatore.
All'attività venatoria in zona alpina potranno accedere solo i cacciatori muniti di apposita abilitazione e regolarmente ammessi nella rispettiva zona. E' una questione importante da osservare perché spesso per accedervi, si cercano anche le vie meno legali e corrette.
Come Gruppo di Rifondazione Comunista diamo un parere sostanzialmente negativo sui contenuti della proposta di legge regionale venatoria ritenendo la caccia una tematica delicata ed importante per ogni società civile che deve essere regolata in modo più corretto, per soddisfare le giuste ed eque esigenze di tutti i soggetti interessati salvaguardando le specie cacciabili, l'ambiente, l'agricoltura.
Tutto ciò non è predisposto a sufficienza nella stesura della proposta di legge in discussione oggi, per cui come comunisti noi ci asterremo sul testo di legge discusso oggi in quest'aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Toselli.



TOSELLI Francesco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il lavoro che è stato svolto in Commissione è stato di notevole importanza. Ci siamo trovati inizialmente con tre proposte di legge, dove si faceva difficoltà a trovare sostanzialmente un accordo di massima per cercare di unificare i testi.
Devo dire che l'apporto dei colleghi Consiglieri del PDS e anche dello stesso Consigliere Cavaliere, sono stati davvero marcati in senso positivo e si è riusciti ad unificare un testo normativo su una legge di indubbia difficoltà.
Una legge certamente apprezzabile e buona nei suoi contenuti finalmente innovativa che tutela il settore ambientale al quale noi tutti siamo molto attenti.
Per quanto riguarda le consultazioni, ci sono stati dei punti salienti che sono stati tenuti in considerazione ed inseriti in questo progetto di legge. Il lavoro svolto è stato indubbiamente molto, ma secondo me la componente essenziale è stata la collaborazione fattiva nell'interesse non soltanto di una o due forze politiche, ma della Regione Piemonte stessa e quindi dei cacciatori e di tutto l'indotto che ruota attorno a questa legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Griffini.



GRIFFINI Massimo

Io non posso che condividere quanto detto dal relatore Consigliere Riba. Si tratta di una legge nata dopo tantissime riunioni della Sottocommissione caccia, ha avuto la partecipazione di parecchi Consiglieri, ha avuto anche momenti e toni abbastanza duri, però si giunti ad una legge molto buona. Il fatto che questa legge venga criticata da tutte le parti - come diceva prima il Consigliere Moro - secondo me vuol dire che è una legge giusta, perché se fosse criticata solo dagli ambientalisti o solo dai cacciatori questo dimostrerebbe che la legge è completamente sbilanciata in un senso. Però il Consigliere Moro faceva parte della Sottocommissione. Io ricordo chi ha fatto pressione per modificarla in qualche modo. Il tempo l'abbiamo avuto, abbiamo discusso, in certi momenti anche aspramente, però abbiamo trovato un accordo e non mi è sembrato che in quel momento il Consigliere Moro avesse qualcosa da ridire.
Probabilmente ci ha ripensato e si è accorto che c'è qualcosa che non funziona o forse ha dimenticato di presentare degli emendamenti in Commissione.
Comunque io spero che questa legge sia un inizio. Si tratta di una legge che ha come base la protezione e la tutela della fauna e nel contesto comprende anche l'esercizio venatorio. Ritengo che tutti dobbiamo votarla anche il collega Cavaliere visto quanto è stato ascoltato il suo pensiero e quanto abbiano influito i suoi emendamenti. Pertanto invito tutti a votarla perché è veramente una buona legge. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio, che interviene in qualità di Consigliere.



VAGLIO Roberto

Ringrazio l'Assessore Viglietta, il Presidente e i componenti della III Commissione per essere finalmente riusciti a completare l'operazione di recepimento della legge n. 157 che tanta parte dell'ultimo anno della passata legislatura aveva occupato.
Allora, come Presidente della III Commissione, avevo gestito, in un clima decisamente meno sereno, i lavori del gruppo di lavoro prima e della Commissione poi per arrivare alla confezione di una legge che poi non ebbe in chiusura di legislatura, la possibilità di essere approvata. Invece, in questo inizio di legislatura, la volontà concorde delle forze politiche presenti in questo Consiglio ha portato finalmente ad un risultato positivo dal punto di vista legislativo.
Devo però sottolineare che vi è stato un cambiamento di filosofia. Ad un'impostazione che aveva scelto una certa linea, una certa difesa di principi, è stata privilegiata la scelta dell'accordo preventivo tra le forze politiche che ha portato ovviamente a stemperare quelli che erano i caratteri del passato disegno di legge che non fu approvato.
Se da un lato è positivo il recepimento della legge n. 157, quindi l'avvio anche del Piemonte sulla strada dell'unificazione, qualche problema l'ha sollevato la scelta delle specie cacciabili, le giornate in cui è affettuabile la caccia, il privilegiare una caccia organizzata, una caccia di riserva alla libera caccia tradizionale nelle nostre campagne e nelle nostre colline. Ovviamente era necessario procedere a questa scelta che non pochi malumori ha sollevato. Volutamente non ho partecipato al gruppo di lavoro proprio perché portatore delle istanze della vecchia legge, per devo dire che apprezzo moltissimo il lavoro svolto dall'Assessore Viglietta.
Esprimo una certa preoccupazione nel momento in cui la legge ha recepito così tante, così vaste e così importanti modifiche proposte dai colleghi Verdi Democratici.
La mia è un'impostazione decisamente più pragmatica. Credo decisamente di più nella gestione affidata alle forze organizzate sul territorio, agli agricoltori, ai cacciatori, e decisamente di meno a coloro che dalle Università di Torino e dalle Associazioni vanno ad insegnare ai residenti come deve essere gestito il loro territorio. E' comunque una mia impostazione personale che non ha alcun effetto, alcun riverbero sulla posizione politica del mio Gruppo.
Consentitemi pertanto di rinnovare i miei complimenti a chi ha lavorato alla confezione di questa legge e di attendere con impazienza il procedere sull'articolato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Relativamente al testo di legge che è uscito dal lavoro del sottogruppo della Commissione vorrei esprimere le ragioni - mi si consenta, non è ironia - della nostra insoddisfazione.
Innanzitutto vorrei partire da una considerazione di ordine politico generale e cioè che noi - dico noi per intendere gli ambientalisti - siamo contro l'esercizio venatorio perché la riteniamo una pratica anacronistica che dovrebbe essere superata dalla nostra società, in quanto non ha alcun senso storico, sociale e materiale. Secondo noi si tratta della reminiscenza di una tradizione che però non ha più senso con l'attualità con una cultura e una filosofia differente di come si possono considerare gli essere viventi in senso lato.
Purtuttavia esiste una legge nazionale che ne regola l'attività e dunque ci siamo approcciati al gruppo di lavoro per cercare di mettere all'interno di questa legge dei principi di buon senso e di equità per far sì che l'attività venatoria almeno non sia considerata, come è stata negli anni passati, una pratica disordinata, per certi versi anche extra legem.
Proprio sulla caccia, cosa che deve essere un fatto culturale, può avvenire ciò che non è consentito in tutte le altre attività dell'uomo. Guai a toccare, nel nostro Paese, la proprietà privata! Nell'attività venatoria questa violazione e tante altre sono consentite nel nostro Paese.
Occorrerebbe cercare di immettere in questa legge degli elementi che non limitassero l'attività venatoria, ma perlomeno cercassero di legare al territorio colui che espleta questa attività, in modo che possa esprimerla con una conoscenza del territorio e non essere un elemento, anche, di devastazione del territorio. Quindi immettere dei principi che perlomeno leghino questa attività agli elementi territoriali.
Molti di questi principi sono stati accettati in un rapporto dialettico, ma non l'applicazione pratica di questi principi. Ad esempio sul ripopolamento, che è una grande questione, abbiamo fatto lunghe discussioni in Commissione per dire che l'attività venatoria potrebbe diventare una regolamentazione della fauna autoctona esistente: questa è una delle grandi scommesse che non ha voluto fare questa legge. Quindi non immettendo fauna non autoctona, non facendo diventare l'attività venatoria quello che abbiamo definito il "pronto caccia", che si compra, si immette e si spara. Un po' come al supermercato.
Questo principio è stato accettato, ma poi vanificato con tutti gli articoli applicativi. Consentitemi il dissenso con l'equilibrata relazione del collega Riba sul rapporto con l'agricoltura. E' arrivato anche a me il fax della Coldiretti che dice "bravi per i cinghiali e gli altri animali nocivi...". Io avrei desiderato che perlomeno i rappresentanti degli agricoltori avessero partecipato a quel gruppo di lavoro, per capire una volta per tutte quello che succede. Avrei voluto che il Consigliere Montabone partecipasse al gruppo di lavoro, così una volta per tutte avrebbe compreso qual è il problema del cinghiale nella nostra regione e nella nostra provincia. Non serve fare solo il polverone sugli ambientalisti e sui cinghiali.
Fin quando nei confronti di certi animali, cosiddetti nocivi (io credo che siano nocivi gli uomini per loro più che loro per gli uomini), c'è l'interesse venatorio, si innesca un moto perpetuo, per cui questi animali sono sempre in sovrannumero e i cacciatori si fanno alfieri degli agricoltori e gli agricoltori si fanno sempre turlupinare dai cacciatori seguendoli in questi luoghi comuni che poco hanno a che fare con la realtà dei fatti.
Gli agricoltori si sono complimentati per il provvedimento sui cinghiali, ma gli agricoltori devono sapere che è stato assunto su nostra richiesta e i cacciatori non erano disponibili. Qualcuno si chiederà come è possibile: abbiamo chiesto noi che i capi cacciabili fossero non uno ma cinque e in un certo modo fosse liberalizzata la caccia al cinghiale. I cacciatori non volevano e com'è che non volevano se tutti i giorni lamentano la presenza di troppi cinghiali? Perché in realtà i cinghiali comportano un interesse venabile e allora è utile dire che stanno distruggendo l'agricoltura: così ogni tanto si fanno le cacce di selezione e anziché cacciare due mesi all'anno si caccia tutto l'anno e via di seguito. Questo riguarda tutte le specie di ungulati che vengono immessi in zone dove non ci sono mai stati.
Parliamo dei danni che gli ungulati fanno in Valle di Susa: Consigliere Montabone, quegli animali in Valle di Susa storicamente non c'erano, sono stati immessi.
Adesso pare che nella provincia di Alessandria stia per comparire il lupo: il lupo va dietro agli ungulati, perché sono stati immessi dei daini che non ci sono mai stati in quella zona, quindi dall'Appennino discende il lupo che segue gli ungulati. Fra poco avremo gli ungulati in sovrannumero nella provincia di Alessandria e la potente Associazione dei cacciatori della provincia di Alessandria chiederà di aprire altre giornate di caccia per i danni agli agricoltori, quindi avremo la caccia al lupo, alla volpe ecc.
L'altra cosa che ci vede totalmente contrari è la costituzione delle aziende agrituristico-venatorie. Le aziende agrituristico-venatorie, dal punto di vista etico, sono inaccettabili anche dai cacciatori più sensibili. Penso sia inaccettabile il supermercato della selvaggina, come avviene per la pesca, per cui uno entra, paga 5.000 lire, getta il filo in acqua e tira fuori qualcosa: lì sarà la stessa cosa. Ci saranno i fagiani allevati che si differenzieranno pochissimo da una gallina, ai quali si sparerà e il totale si pagherà alla cassa.
Far passare questa pratica come aiuto all'agricoltura significa fare del male all'agricoltura, perché l'agricoltore, dopo aver preso i soldi dall'Unione Europea per l'incolto, sull'incolto costruisce l'azienda agrituristico-venatoria: non credo che questo sia un buon segno per l'agricoltura piemontese. E' ancora una questione aperta se queste aziende agrituristico-venatorie corrispondano allo spirito della legge n. 157, una brutta legge perché permette ancora l'uccellagione in Italia e una serie di attività inaccettabili, che la nostra legge, in maniera inequivocabile dovrebbe vietare in montagna.
Pur apprezzando che siano stati assunti dei principi avremmo preferito e l'ho detto molte volte all'Assessore - che si tenessero i loro principi e cedessero l'applicazione nostra. Mentre, pur apprezzando che ci sono questi principi, dobbiamo dare un giudizio negativo per ragioni soprattutto etico-politiche, nel senso che non possiamo approvare una legge che prevede l'esercizio venatorio perché potremmo stabilire che in Piemonte non si caccia e così assecondare il volere della stragrande maggioranza dei cittadini piemontesi che così si sono espressi con il referendum nazionale che in Piemonte ricevette sia il numero valido degli elettori che la maggioranza degli assensi all'abolizione della caccia. Ma il problema dell'allora referendum nazionale mi fa porre un altro problema di cui si è poco parlato e che la Giunta ed anche il Presidente Picchioni fanno finta che non esiste, ed è appunto quello del referendum regionale: che questa legge non cancelli i quesiti referendabili del 1988, così come ha riconosciuto due mesi fa la Corte d'Appello di Torino, a cui è ricorso il Comitato promotore. Il referendum resta in vita perché né la modifica del 1988, né la legge nazionale n. 157, né questa legge recepiscono quelli, che in gran parte non vengono acquisiti.
I punti del referendum qualificanti erano sei: il divieto della caccia alla domenica, gli abbattimenti solo nei periodi di caccia, ecc. La Giunta su sentenza della Corte d'Appello, ha deciso di ricorrere alla Corte Costituzionale. Pertanto l'Assessore Majorino, che ha assunto questa decisione quando era all'opposizione, diceva che il referendum si doveva fare e che bisognava rispettare il volere dei cittadini. Adesso, invece che è in maggioranza, ha cambiato idea e dice che il referendum non si deve fare perché è subentrata la legge nazionale che allora non c'era. Ma la legge nazionale dice che le Regioni possono modificare: non ampliare il carniere, semmai ridurlo, togliere il giorno della domenica in base alla legge n. 157; possono limitare il carniere, come in parte abbiamo anche fatto con la nostra legge. Ciò significa che il referendum è in vita.
Questo è il problema su cui torneremo nelle prossime settimane: riguarda la democrazia di questo Consiglio regionale ed è anche uno dei principali motivi del nostro voto contrario alla legge.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 34 votanti 33 voti favorevoli 25 voti contrari 2 astensioni 6 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 34 votanti 33 voti favorevoli 26 astensioni 7 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 votanti 43 voti favorevoli 35 voti contrari 1 astensioni 7 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 3 è appro vato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 votanti 43 voti favorevoli 35 voti contrari 1 astensioni 7 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 votanti 42 voti favorevoli 35 voti contrari 3 astensioni 4 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 votanti 42 voti favorevoli 35 voti contrari 3 astensioni 4 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 votanti 42 voti favorevoli 35 voti contrari 3 astensioni 4 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 votanti 42 voti favorevoli 34 voti contrari 1 astensioni 7 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 votanti 42 voti favorevoli 34 voti contrari 1 astensioni 7 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 votanti 40 voti favorevoli 32 voti contrari 4 astensioni 4 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 10 è approvato.
ART. 11 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 votanti 40 voti favorevoli 32 voti contrari 4 astensioni 4 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 11 è approvato.
ART. 12 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 votanti 40 voti favorevoli 32 voti contrari 4 astensioni 4 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 12 è approvato.
ART. 13 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 votanti 40 voti favorevoli 32 voti contrari 4 astensioni 4 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 13 è approvato.
ART. 14 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 votanti 40 voti favorevoli 32 voti contrari 4 astensioni 4 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 14 è approvato.
ART. 15 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 votanti 43 voti favorevoli 34 voti contrari 2 astensioni 7 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 15 è approvato.
ART. 16 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 votanti 42 voti favorevoli 34 voti contrari 4 astensioni 4 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 16 è approvato.
ART. 17 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 votanti 2 voti favorevoli 34 voti contrari 4 astensioni 4 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 17 è approvato.
ART. 18 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 votanti 42 voti favorevoli 34 voti contrari 4 astensioni 4 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 18 è approvato.
ART. 19 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 votanti 42 voti favorevoli 34 voti contrari 4 astensioni 4 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 19 è approvato.
ART. 20 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 votanti 43 voti favorevoli 35 voti contrari 4 astensioni 4 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 20 è approvato.
ART. 21 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 votanti 42 voti favorevoli 33 voti contrari 5 astensioni 4 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 21 è approvato.
ART. 22 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 45 votanti 44 voti favorevoli 35 voti contrari 4 astensioni 5 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 22 è approvato.
ART. 23 1) Emendamento presentato dal Consigliere Montabone: al comma primo, sostituire le parole "può rilasciare" con la parola "rilascia".
La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Si tratta semplicemente di un aggiornamento della nostra legge rispetto alle leggi vigenti, è un aggiustamento tecnico del quale peraltro ho parlato con alcuni colleghi che sono più sensibili a questo argomento.
Infatti, in passato la legge n. 968, all'art. 19, diceva: "Le Regioni possono regolamentare ed autorizzare gli allevamenti di animali appartenenti alla fauna autoctona a scopo amatoriale". Ora, la legge n. 157 dell'11/2/1992, all'art. 17, dice: "Le Regioni autorizzano regolamentandolo", quindi scrivere "può" è una cosa che non ha più senso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Penso che vada bene trattandosi di una correzione tecnica, se non ci sono obiezioni da parte di altri colleghi.
Mantengo comunque, signor Presidente, la posizione che avevo espresso all'inizio della discussione e cioè che gli emendamenti possono essere accolti se accettati da tutti.



PRESIDENTE

Le ho chiesto un parere tecnico.



RIBA Lido

Sempre su questo punto vorrei che lei desse lettura del comma secondo perché non sono certo che il testo a sue mani sia quello giusto.



PRESIDENTE

Dunque: "Le attività di cui al comma primo possono essere svolte esclusivamente su soggetti appartenenti alle famiglie degli emberizidi, dei ploceidi e dei fringillidi propriamente detti".



RIBA Lido

Per una questione tecnica bisognerebbe aggiungere "turdidi e anatidi".
Ci sono alcuni emendamenti del Consigliere Montabone su questo articolo che potrebbero essere accolti.



PRESIDENTE

L'emendamento da lei suggerito è stato formalizzato per iscritto oppure no?



RIBA Lido

Lo formalizzo perché credevo che fosse tra gli emendamenti di Montabone e invece non c'è.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Viglietta.



VIGLIETTA Matteo, Assessore alla caccia e pesca

Chiedo una breve sospensione del Consiglio per concordare gli emendamenti sull'art. 23.
Si tratta di una mera questione tecnica sulla quale ritengo si possa trovare un punto d'incontro senza discuterne in aula.



PRESIDENTE

D'accordo.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11,20, riprende alle ore 12)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Pongo in votazione l'emendamento n. 1) come modificato: al comma primo, sostituire le parole "può rilasciare" con le parole "rilascia previo controllo".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 27 voti favorevoli, 1 contrario e 5 astensioni.
2) Emendamento presentato dal Consigliere Montabone: al comma primo, dopo la parola "selvatica", aggiungere le parole "omeoterma sottoposta a processo di domesticazione".
La parola al Consigliere Montabone per l'illustrazione.



MONTABONE Renato

Vorrei illustrare questo e tutti gli emendamenti successivi che avevo cercato di portare all'attenzione di questo Consiglio.
Tutti questi emendamenti si basano su norme legislative che, a mio modo di vedere, andrebbero rispettate. Dopo la riunione che si è fatta, credo che il relatore dirà che non sono accettabili, e io rispetto le posizioni degli altri.
Qualora questi emendamenti non venissero accettati, dichiaro il mio voto contrario a questo articolo, lasciando liberi tutti i componenti del mio Gruppo a votare secondo le loro coscienze.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 2).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 9 voti favorevoli, 27 contrari e 3 astensioni.
3) Emendamento presentato dal Consigliere Montabone: al comma secondo, dopo la parola "soggetti", sostituire da "appartenenti" a "detti" con "di fauna omeoterma, uccelli e mammiferi, con esclusione del cinghiale, purché ne sia nota la provenienza e comprovata l'origine da idonea documentazione. Dovrà altresì essere garantito il benessere psicofisico degli animali allevati".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli, 29 contrari e 3 astensioni.
4) Emendamento presentato dal Consigliere Montabone: il punto 3) viene così sostituito: "Gli animali allevati dovranno essere contrassegnati in conformità alla specie (tatuaggi numerati indelebili o marche auricolari o anelli chiusi inamovibili o fascette alari inamovibili o microchips). Sui contrassegni devono essere riportati l'anno di nascita, il numero progressivo, la matricola o il numero dell'autorizzazione dell'allevatore dalla cui codifica si possa risalire al possessore ed all'allevatore".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli, 29 contrari e 3 astensioni.
5) Emendamento presentato dal Consigliere Montabone: al punto 4) sostituire le parole "sugli anelli inamovibili" con le parole "sui contrassegni".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli, 29 contrari e 3 astensioni.
6) Emendamento presentato dal Consigliere Montabone: al punto 5) sostituire da "avifaunistici" fino a "articolo e" con "fauna omeoterma".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli, 29 contrari e 3 astensioni.
7) Emendamento presentato dal Consigliere Montabone: al punto 5) sostituire da "anello" fino a "identificazione" con "contrassegno".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli, 29 contrari e 3 astensioni.
8) Emendamento presentato dal Consigliere Montabone: al punto 5) aggiungere le parole "Le specie di fauna autoctona già iscritte o successivamente inserite negli allegati I e II del Cites della convenzione di Washington andranno sottoposte anche ai vincoli della legge n. 150/92 e successive modificazioni".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli, 29 contrari e 3 astensioni.
9) Emendamento presentato dal Consigliere Montabone: al punto 6) sostituire le parole "nelle mostre ornitologiche" con le parole "nelle manifestazioni didattiche, nelle rassegne, nelle mostre".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 41 voti favorevoli, 1 contrario e 1 astensione.
10) Emendamento presentato dal Consigliere Montabone: al punto 7) sopprimere le parole "ai soggetti mutati ed".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 41 voti favorevoli e 2 contrari.
Prima di passare alla votazione dell'art. 23, il Consigliere Montabone intende svolgere la propria dichiarazione di voto. Prego, Consigliere.



MONTABONE Renato

Intervengo soltanto per esprimere il mio voto contrario a questo articolo, perché alla fine, non avendo accettato gli emendamenti che avevo sottoposto all'attenzione del Consiglio, si verificherà tranquillamente che, rispetto alle normative CEE e a tutte le leggi vigenti, in questo momento, delle altre Regioni, questa attività si svolgerà soltanto ed esclusivamente nelle altre Regioni; questi animali verranno usati lo stesso per mostre, ecc.: l'unica cosa è che non potremo produrli noi nella nostra Regione. Di conseguenza, esprimo il mio voto contrario.



PRESIDENTE

Non essendovi altri emendamenti, si proceda alla votazione dell'art. 23 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 voti favorevoli 32 voti contrari 5 astensioni 7 L'art. 23 è approvato.
ART. 24 11) Emendamento presentato dai Consiglieri Dutto, Rubatto e Farassino: al comma secondo, si abroghi interamente la lettera n): "un esperto in tipica fauna alpina" al comma quarto, si abroghi la sola lettera "n)".
La parola al Consigliere Dutto per l'illustrazione.



DUTTO Claudio

Innanzitutto l'esperto in tipica fauna alpina non ha appositi Albi ed è una figura vaga. Secondo noi, è un doppione del punto precedente, cioè dei rappresentanti designati dagli organi di gestione dei comparti alpini.
Visto che questo organismo è già pletorico, riteniamo inutile una poltrona in più.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento n. 11).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli, 34 contrari e 1 astensione.
Si proceda alla votazione dell'art. 24 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 48 voti favorevoli 41 voti contrari 1 astensioni 6 L'art. 24 è approvato.
ART. 25 12) Emendamento presentato dai Consiglieri Viglietta, Cavaliere, Griffini Rossi, Moro, Angeli, Montabone, Deorsola, Riba e Rubatto: al comma secondo, lettera f), le parole "degli agenti provinciali di vigilanza venatoria" sono sostituite con le parole "delle guardie delle Province".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 43 voti favorevoli e 3 contrari.
Si proceda alla votazione dell'art. 25 come emendato, per alzata di mano ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 48 voti favorevoli 36 voti contrari 2 astensioni 10 L'art. 25 è approvato.
ART. 26 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 48 voti favorevoli 36 voti contrari 2 astensioni 10 L'art. 26 è approvato.
ART. 27 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 48 voti favorevoli 36 voti contrari 2 astensioni 10 L'art. 27 è approvato.
ART. 28 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 48 voti favorevoli 36 voti contrari 2 astensioni 10 L'art. 28 è approvato.
ART. 29 13) Emendamento presentato dai Consiglieri Viglietta, Cavaliere, Griffini Rossi, Moro, Angeli, Montabone, Deorsola, Riba e Rubatto: al comma secondo, le parole "guardie venatorie dipendenti delle Province" sono sostituite con le parole "dalle guardie delle Province".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 42 voti favorevoli e 1 contrario.
14) Emendamento presentato dai Consiglieri Dutto, Farassino e Rubatto: alla fine del comma secondo aggiungere le parole "e dai cacciatori iscritti all'ATC o al CA, autorizzati dai rispettivi Comitati di gestione nominativamente segnalati all'Amministrazione provinciale competente".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 3 voti favorevoli e 42 contrari.
Si proceda alla votazione dell'art. 29 come emendato, per alzata di mano ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 51 voti favorevoli 41 voti contrari 6 astensioni 4 L'art. 29 è approvato.
ART. 30 15) Emendamento presentato dai Consiglieri Dutto, Farassino e Rubatto: al comma undicesimo, sostituire le parole "1 aprile" con le parole "31 agosto".
La parola al Consigliere Dutto per l'illustrazione.



DUTTO Claudio

Molto brevemente. Abbiamo appreso che alcune specie (quali, ad esempio il fagiano) sarebbero ancora troppo giovani se venissero immesse anteriormente all'1 aprile. Pertanto verrebbero immediatamente predate da altre specie. La data dell'1 aprile è un errore tecnico: immettere certe specie di selvaggina anteriormente all'1 aprile, significa ucciderle significa darle in pasto ai predatori.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 15).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 3 voti favorevoli e 44 contrari.
16) Emendamento presentato dai Consiglieri Riba, Viglietta e Cavaliere: al comma secondo, sostituire le parole "agenti venatori dipendenti dalla Provincia" con le parole "guardie delle Province".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 46 voti favorevoli e 2 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 30 come emendato, per alzata di mano ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 50 voti favorevoli 40 voti contrari 6 astensioni 4 L'art. 30 è approvato.
ART. 31 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 50 voti favorevoli 40 voti contrari 6 astensioni 4 L'art. 31 è approvato.
ART. 32 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 50 voti favorevoli 40 voti contrari 6 astensioni 4 L'art. 32 è approvato.
ART. 33 17/a) Emendamento presentato dai Consiglieri Dutto, Farassino e Rubatto: al comma secondo, dopo le parole "fauna selvatica, viva o morta" aggiungere le parole "o parti di essa".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 43 voti favorevoli, 2 contrari e 5 astensioni (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
17/b) Emendamento presentato dai Consiglieri Dutto, Farassino e Rubatto: al comma secondo, dopo le parole "ad una destinazione" aggiungere la parola "preferibilmente".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 3 voti favorevoli e 44 contrari (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
Si proceda alla votazione dell'art. 33 come emendato, per alzata di mano ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 50 votanti 49 voti favorevoli 41 voti contrari 4 astensioni 4 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 33 è approvato.
ART. 34 18) Emendamento presentato dai Consiglieri Dutto, Farassino e Rubatto: al comma decimo, dopo le parole "la detenzione di ogni tipo di animale" aggiungere le parole "o parte di esso".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 43 voti favorevoli, 4 contrari e 5 astensioni (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
Si proceda alla votazione dell'art. 34 come emendato, per alzata di mano ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 53 votanti 52 voti favorevoli 44 voti contrari 4 astensioni 4 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 34 approvato.
ART. 35 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 53 votanti 52 voti favorevoli 44 voti contrari 4 astensioni 4 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 35 approvato.
ART. 36 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 53 votanti 52 voti favorevoli 44 voti contrari 4 astensioni 4 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 36 approvato.
ART. 37 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 53 votanti 52 voti favorevoli 44 voti contrari 4 astensioni 4 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 37 approvato.
ART. 38 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 53 votanti 52 voti favorevoli 44 voti contrari 4 astensioni 4 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 38 approvato.
ART. 39 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 53 votanti 52 voti favorevoli 44 voti contrari 4 astensioni 4 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 39 approvato.
ART. 40 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 53 votanti 52 voti favorevoli 44 voti contrari 4 astensioni 4 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 40 approvato.
ART. 41 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 53 votanti 52 voti favorevoli 44 voti contrari 4 astensioni 4 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 41 approvato.
ART. 42 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 53 votanti 52 voti favorevoli 44 voti contrar 4 astensioni 4 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 42 approvato.
ART. 43 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 53 votanti 52 voti favorevoli 44 voti contrari 4 astensioni 4 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 43 approvato.
ART. 44 19/a) Emendamento presentato dai Consiglieri Dutto, Farassino e Rubatto: alla fine del comma primo, lettera a), dopo le parole "minilepre (Silvilagus floridamus)", aggiungere le parole "gallinella d'acqua (Gallinula chloropus) e storno (Sturnus vulgaris)".
La parola al Consigliere Dutto per l'illustrazione.



DUTTO Claudio

Volevo solo far notare che sono specie abbastanza comuni e che nelle province di Novara e Vercelli sono quelle che vengono cacciate maggiormente, specialmente la gallinella d'acqua. Vietando la caccia a queste specie di fatto si vieta la caccia in determinate zone dove questi animali sono gli unici rimasti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio, che interviene in qualità di Consigliere.



VAGLIO Roberto

Non entro nel merito dell'emendamento presentato dai colleghi per quanto riguarda la gallinella d'acqua. La scelta di escluderla segue una logica stringente. Lo storno, purtroppo, è presente in modo più che cospicuo tanto da arrecare notevolissimi danni alle colture quando è concentrato. Per cui, sottolineando la logica di questa richiesta, e non potendo che condividerla - personalmente e non come Gruppo - su questo emendamento non parteciperò alla votazione.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento testé discusso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 3 voti favorevoli, 29 contrari e 5 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri).
19/b) Emendamento presentato dai Consiglieri Dutto, Farassino e Rubatto: alla fine del comma primo, lettera d), aggiungere le parole "ed il colombo torraiolo secondo piani di abbattimento richiesti dalle Province che ne ravvisino la necessità per la tutela dei raccolti".
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Vorrei far notare che questo per certi agricoltori sarebbe un disastro.
E' già stato inserito? Non risulta. Se è possibile, inseriamolo anche qui. A maggior ragione lo ribadiamo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

No, perché inseriremmo delle nuove specie cacciabili. Quello che è realizzabile con i piani di abbattimento e con i controlli è già stato inserito. Questo è un caso in cui si può già procedere. L'inserimento di altre specie altera la quantità di specie cacciabili. Non siamo d'accordo.



PRESIDENTE

Il relatore e l'Assessore sono contrari.
Pongo pertanto in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 3 voti favorevoli, 26 contrari e 4 astensioni (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
19/c) Emendamento presentato dai Consiglieri Dutto, Farassino e Rubatto: al comma secondo, dopo le parole "Giunta regionale", aggiungere le parole "per motivate ragioni".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 30 voti favorevoli, 1 contrario e 7 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri).
20) Emendamento presentato dal Consigliere Griffini, Ferrero e Salerno: al comma terzo, dopo le parole "dagli organismi di gestione degli ATC e CA", aggiungere le parole "per la specie volpe l'esercizio venatorio sarà consentito dal 1998".
La parola al Consigliere Griffini.



GRIFFINI Massimo

Per questo emendamento non chiedo voti alla maggioranza e lascio libero il mio Gruppo. Mi esprimo a titolo personale.
Secondo me, l'abbattimento della volpe potrebbe provocare dei gravi danni in quanto la volpe al 95% si nutre non di selvaggina, ma di topi serpenti e frutta (questo lo si capisce analizzando le feci delle volpi e facendo le autopsie ai capi abbattuti). Attualmente l'unico predatore del topo (non il topolino di campagna, ma il topo veramente grosso: ci sono topi che raggiungono il peso di otto etti) è la volpe. Se si dice che la volpe mangia la selvaggina ovviamente abbiamo un calo - come ha ricordato il collega Riba prima - di selvaggina. Se la curva della selvaggina è calante dovrebbe essere calante anche il numero delle volpi, perché a differenza degli uomini meno ha da mangiare e meno figli fa. Pertanto, se diminuisce la selvaggina dovrebbero diminuire le volpi; se le volpi sono in aumento vuol dire che il loro cibo non è la selvaggina o lo è in minima parte.
In alcune zone del nord Italia si rischia di abbattere indiscriminatamente le volpi che sono più o meno sane e dove la rabbia non è presente. Se ricordate, qualche anno fa sono state trovate delle volpi affette da rabbia, sono stati vaccinati tutti i cani e da quel momento le volpi sono risultate sane e non si sa come mai dopo aver speso miliardi per fare vaccinare i cani a spese dello Stato (con vaccini che fra le altre cose hanno fatto morire anche parecchi cani) non se ne sono più trovate malate di rabbia. Noi liberiamo una fascia di zona dalle volpi che delimitano un territorio; ci ritroveremo poi, mancando queste volpi, ad avere le volpi che sono in questo momento al di là delle Alpi le quali trovando il territorio libero, scenderanno e ci porteranno la rabbia direttamente in casa.
Ognuno è libero di votare come vuole secondo coscienza, però chiedo di pensarci bene perché potrebbe essere un problema gravissimo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 20).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 24 voti favorevoli, 15 contrari e 5 astensioni (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
Si proceda alla votazione dell'art. 44 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
C'è una richiesta di sospensione per verificare se l'approvazione degli emendamenti relativi all'art. 44 possa comportare la ridefinizione dell'articolo stesso.
L'esame dell'art. 44 è pertanto sospeso.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

Data l'ora possiamo sospendere la seduta. I lavori riprenderanno nel pomeriggio.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12,40)



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