Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.7 del 11/07/95 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Casari e Farassino.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame ordine del giorno n. 1 relativo al Poliambulatorio di Volpiano


PRESIDENTE

In merito al punto 14) all'o.d.g. esaminiamo l'ordine del giorno n. 1 presentato dal Consigliere Chiezzi relativo al Poliambulatorio di Volpiano.
La parola all'Assessore D'Ambrosio.
D'AMBROSIO, Assessore alla sanità Ho avuto assicurazione che appena il collegio arbitrale pronuncerà il lodo sulla controversia con la ditta SACET di Roma, ditta che aveva iniziato i lavori poi sospesi perché era stato chiesto un aumento in corso d'opera, i lavori interrotti saranno ripresi, cosicché il Poliambulatorio potrà essere ultimato, anche perché, lo comunico con piacere, i fondi necessari sono completamente disponibili.
Sono particolarmente lieto di tutto ciò anche perché - conoscendo bene la zona - ritengo particolarmente utile l'ottimale funzionamento di un Poliambulatorio in Volpiano.
Quindi, essendo disponibili i fondi, e dovendo a breve concludersi l'arbitrato, previsto dapprima entro il 30 giugno u.s. e poi rinviato entro il 30 luglio p.v., i lavori saranno ripresi ed ultimati. Speriamo che il tutto si svolga quanto prima.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Ringrazio l'Assessore per l'informazione. Voteremo l'ordine del giorno ma tenga presente che a settembre richiederò notizie sulla vicenda per sapere se l'arbitrato è stato concluso e i lavori ripresi.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione l'ordine del giorno il cui testo recita: "Premesso che da oltre dieci anni a Volpiano, in Piazza Cavour, è prevista la costruzione di un poliambulatorio nell'ambito di una distrettualizzazione di cui fruirebbero anche i Comuni di Leinì e San Benigno che tale progetto prevedeva all'epoca un costo di 3 miliardi di lire che tale opera è stata solo in parte finanziata dalla Regione in quanto la ditta che si era aggiudicata l'appalto è fallita subito dopo l'inizio dei lavori considerato che sono passati dieci anni dall'approvazione del progetto e due anni dall'inizio dei lavori attualmente fermi che tale situazione di stallo determina un gravissimo spreco di denaro pubblico che un gruppo di abitanti di Volpiano, Leinì e San Benigno hanno deciso di intraprendere una raccolta di firme da presentare alla Regione per accelerare la ripresa e il completamento dei lavori e l'avvio delle attività di specialistica ambulatoriale il Consiglio regionale del Piemonte impegna il Presidente e la Giunta regionale a garantire alle popolazioni interessate la rimozione della situazione di stallo, ad assicurare i finanziamenti necessari affinché i lavori per il completamento dell'opera si concludano e il servizio possa essere finalmente avviato".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame ordine del giorno n. 5 relativo alla deliberazione CIPE del 13/3/1995 in ordine ai criteri di assegnazione degli alloggi di edilizia sovvenzionata e determinazione canoni. Necessità di rivederne le disposizioni


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 5, di cui al punto 15) all'o.d.g., presentato dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea.
La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Grazie, Presidente, colleghe e colleghi. Dell'ordine del giorno, che è molto esplicito e della cui questione penso siano tutti abbastanza informati, sottolineo solo un aspetto. Sulla vicenda dei canoni delle case dell'ATC le posizioni, anche in quest'aula, furono variegate in occasione dell'approvazione della legge regionale di riforma dei canoni. Questo ordine del giorno forse può unificare su un problema posizioni politiche che non sono ancora ad oggi coincidenti né tra maggioranza e minoranza n all'interno della minoranza.
Il problema è il seguente: se il Consiglio regionale richiede in ogni modo che il Governo ritiri la deliberazione CIPE che dava indicazioni di nuovi criteri per il calcolo dei canoni e riveda completamente tutta la materia.
L'ordine del giorno, nella parte dispositiva, si limita a richiedere al Consiglio regionale di pronunciarsi sulla richiesta al Governo di non dare corso alla deliberazione del CIPE, ma a ridiscutere l'insieme della materia dei canoni di edilizia popolare partendo da zero.
Rimangono salve le nostre posizioni differenti sulla legge e su tante altre questioni; però l'ordine del giorno è centrato su questo tema, cioè se chiedere o meno al Governo di non dare corso alla deliberazione CIPE che aumenterebbe i canoni delle Agenzie Territoriali della Casa.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio.
MASARACCHIO, Assessore regionale E' puntuale la richiesta del collega Chiezzi che è stato presente alla riunione con i sindacati e con le rappresentanze degli inquilini. In quella sede, abbiamo concordato che la Regione potrà attivare tutto ciò che è necessario anzitutto per salvaguardare le prerogative della legge regionale, da poco votata in Consiglio, e per evitare che venga bocciata dal Commissario del Governo e dagli organi di controllo. La qual cosa potrebbe incidere negativamente nei nostri confronti perché bocciata quella legge, per iniziativa anche del Consigliere Chiezzi, avremmo quasi l'imposizione o l'obbligo, come tante altre Regioni italiane, di subire il deliberato del Comitato nazionale che presiede tali attività.
L'Assessorato ha assunto questo formale impegno; nel frattempo, è stato assunto un altro impegno, quello di costituire un comitato permanente, un osservatorio per stabilire quali dovranno essere le risorse regionali da attribuire all'iniziativa per l'assegnazione delle case, per il controllo delle stesse, e quindi per il risanamento degli ambienti. Tutto il resto è stato discusso in quella sede, e il Consigliere Chiezzi ne ha preso atto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera che interviene in qualità di Consigliere.
CAVALLERA Prendo la parola in qualità di Consigliere per dovere, vista l'assenza del collega Majorino. Quindi, esprimo un'opinione personale, che tiene conto delle considerazioni del collega Chiezzi.
Credo che l'ordine del giorno forse potrebbe essere formulato in modo più puntuale. Tale documento esprime delle esigenze sulle quali non si pu non convenire, però bisogna anche concordare tutti insieme cosa intendiamo per canone sociale, in quale modo si vogliono garantire gli equilibri di gestione degli Istituti delle Case Popolari o degli altri Enti gestori, e come vogliamo gestire la vicenda della nostra legge regionale che, a detta delle organizzazioni rappresentative degli inquilini, rappresenta un punto più avanzato rispetto alla deliberazione nazionale del CIPE.
Confesso di aver letto l'ordine del giorno in questo momento e quindi di essere combattuto tra due esigenze, da un lato di non sollevare in questa sede questo problema e dall'altro l'esigenza di intervenire con precisazioni, con puntualizzazioni, cioè con una discussione anche più approfondita.
Quindi non so se sia possibile creare un momento di confronto in modo articolato, mi appello al collega Chiezzi. Vi è tutta la disponibilità manifestata dall'Assessore competente, dalla Giunta; sui contenuti c'è una sostanziale convergenza. Se si trovasse una diversa articolazione eventualmente con l'apporto degli uffici del settore regionale, che poi sono anche i nostri consulenti in materia, potremmo formulare un ordine del giorno che potrebbe essere di riferimento anche per tutte le altre Regioni.
Non vorrei essere frainteso, si solleva un problema fondato, è da discutere eventualmente la formulazione specifica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galli.
GALLI La mia sarà una dichiarazione di voto a nome del Gruppo della Lega Nord su questo punto che pone in oggetto una questione di rilevante impatto sociale, una questione complessa e molto variegata. La richiesta di esprimere un parere negativo nei confronti della deliberazione CIPE, senza un'approfondita discussione a livello di Commissione, è quanto meno eccessiva. Pertanto la Lega Nord si astiene da questa votazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto.
CHIEZZI Colgo l'invito del collega Cavallera, che mi è sembrato disponibile alla sostanza che interessa questo ordine del giorno.
L'ordine del giorno inizia con una premessa sulla quale qualche divisione tra noi potrebbe esserci. Ricordiamo che la prima divisione tra noi è che, ad esempio, il Gruppo di Rifondazione Comunista considera iniqua la legge regionale di riforma dei canoni, su questo non siamo d'accordo, ma mettiamo da parte questo problema.
La premessa può avere sfumature sul canone sociale sul quale possiamo trovare delle posizioni che mediare diventerebbe difficile, però l'urgenza di un pronunciamento del Consiglio regionale sul tema relativo all'incremento dei canoni, come verrebbero determinati dalla deliberazione CIPE che sono uno sproposito rispetto ai canoni di edilizia privata, mi sembra che sia un tema sul quale tutti possono convenire, a patto Presidente, di aver letto l'ordine del giorno. Io non posso pensare di presentarmi in quest'aula con i colleghi che non hanno letto ordini del giorno in loro mani da alcune settimane; do per scontato che l'ordine del giorno venga letto.
Propongo, se questo è il modo per approvare il documento, di stralciare tutta la parte in premessa, di iniziare dalla parte "...considerato che la deliberazione" e si dice solo cos'è la deliberazione e poi il Consiglio regionale esprime un giudizio negativo e chiede al Governo - cosa che hanno fatto altre Regioni - il ritiro della deliberazione, "...ritiene che la caratteristica della deliberazione CIPE scavalchi competenze ed attribuzioni proprie delle Regioni - punto che ho visto su tutti i giornali e dà mandato al Presidente della Giunta regionale di provvedere affinch gli Enti gestori di ERP non diano corso agli aumenti dei canoni previsti dalla deliberazione succitata".
Mi sembra che in questo modo noi tagliamo la parte politica che ci pu dividere, rimane il giudizio negativo sulla deliberazione CIPE che io chiedo venga espresso oggi perché la deliberazione è diventata operante e noi dobbiamo, se lo riteniamo, dar voce al Governo affinché lo stesso non attui quella deliberazione, ma riprenda il discorso dei canoni dall'inizio.
Se i colleghi sono d'accordo il Gruppo di Rifondazione Comunista rinuncia a tutta la parte in premessa e lascia solo l'ossatura di questo ordine del giorno sul quale mi sembra ci sia un larghissimo consenso nel Paese. Nel caso contrario l'ordine del giorno rimane nella stesura iniziale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Majorino.
MAJORINO, Assessore all'edilizia residenziale Mi sono assentato qualche minuto, insieme all'Assessore Gallarini, per esaminare un problema di carattere istituzionale. Se ho capito bene è stato introdotto l'argomento dell'ordine del giorno relativo alla deliberazione CIPE.
Intendo riferire al Consiglio regionale che mi ero già fatto carico poche ore dopo avere ricevuto la delega all'edilizia pubblica residenziale di ricevere una delegazione che aveva chiesto un incontro su questa problematica. A questo incontro era presente anche il Consigliere Chiezzi e a nome della Giunta dissi che responsabilmente ci saremmo fatti carico di questa situazione anomala, per usare un eufemismo, facendo riferimento ad una legge regionale, entrata in vigore il 20/4/1995.
In definitiva l'inquilinato - riferisco le impressioni che avevo ricavato dalle parole dettemi dalla delegazione quel sabato mattina della scorsa settimana - magari anche obtorto collo, aveva accettato le risultanze e il deciso della legge regionale.
Mi ero reso conto che c'era indubbiamente un qualche cosa di profondamente anomalo tra la legge regionale, entrata in vigore il 20/4/1995, e la deliberazione CIPE che innovava l'intera materia attraverso un esame, prima facie non tanto sotto il profilo dell'accesso all'edilizia pubblica sovvenzionata, ma in relazione agli aumenti: l'anomalia avrebbe dovuto incidere sulla legge regionale.
Io avevo espresso, in allora e lo ribadisco oggi, che l'intendimento della Giunta è di difendere ad oltranza, in tutte le sedi, la legge regionale entrata in vigore il 20/4/1995; innanzitutto nella sede più naturale, che è quella di un'intesa, di concerto con le altre Regioni dobbiamo ancora approfondire e sentire gli Assessori delle altre Regioni interessate - ai fini di valutare l'azione politica nei confronti del Governo, soggetto che in definitiva ha emanato la deliberazione CIPE.
Questo in particolare verrà fatto - questa è la ferma intenzione della Giunta - con particolare riguardo all'incidenza della deliberazione CIPE sulla legge regionale, visto che la Regione Piemonte era stata adempiente a questa regola dell'aggiornamento dei canoni e della revisione delle normative in materia di accesso. Questa strada verrà seguita a tempi brevi.
La delegazione l'ho ricevuta l'altro sabato, la deliberazione CIPE è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 27/5/1995.
Ho appurato, in veste di Assessore competente in materia, che la questione stride: sotto il profilo strettamente politico questa deliberazione CIPE pretende di incidere sulla legge regionale entrata in vigore 40 giorni prima.
Apro una parentesi sull'ACNA. Quando - come ricordano i Consiglieri che erano presenti nell'aula di Palazzo Lascaris circa tre anni fa - vennero bruciate tutte le vie politiche, venne seguita la via giurisdizionale.
Infatti non solo la Giunta regionale, ma anche i Gruppi consiliari presenti in quel momento in Consiglio regionale, scelsero - bruciate tutte le spiagge politiche - la via giurisdizionale. Si aprì un contenzioso fra la Regione Piemonte e la Regione Liguria davanti al Tribunale amministrativo ligure per impedire - questo lo si ottenne in maniera soddisfacente, come è noto, e vittoriosamente - che il Re-Sol proseguisse la sua costruzione.
Infatti oggi la situazione - abbiamo visto prima - è ancora fluida, però il blocco avvenne in seguito ad un'iniziativa.
Anche su questa materia - ai fini di difendere ad oltranza la nostra legge regionale, la n. 46/95 - proprio ieri è stata deliberata dalla Giunta l'iniziativa di assumere un parere sia da parte di un esperto sia da parte degli uffici del competente servizio legale della Giunta, ai fini di valutare - su impulso del sottoscritto Assessore - la possibilità, qualora quella sede politica non sia sufficiente per impedire l'incidenza della deliberazione CIPE sulla legge regionale, di scegliere la via giurisdizionale, che può essere quella o di un conflitto di attribuzioni da farsi valere davanti alla Corte Costituzionale - perché indubbiamente la deliberazione CIPE, proprio attraverso un esame anche sommario della stessa invade la sfera delle competenze regionali - oppure, in via alternativa attraverso un ricorso al competente Tribunale amministrativo (che dovrebbe essere quello del Lazio, visto che la deliberazione CIPE nasce a livello governativo). Oppure, infine, il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica che è anche competente in materia.
Ho motivo di ritenere che una delle tre vie verrà seguita - dopo i dovuti approfondimenti - non dico ad horas, ma sarà questione di pochissimi giorni perché essendo la deliberazione CIPE pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 27/5/1995 i termini per questa eventuale strada giurisdizionale, che è sicuramente una strada giurisdizionale istituzionale e corretta, verranno seguiti.
Questo è l'atteggiamento della Giunta, che attuerà l'una o l'altra via ai fini di porre rimedio a questa situazione anomala che si è venuta a creare.
CHIEZZI Quindi siete favorevoli all'ordine del giorno? MAJORINO, Assessore all'edilizia residenziale Io ero già favorevole senza averlo letto nel dettaglio. Ribadisco che l'atteggiamento della Giunta sarà quello che, con la dovuta chiarezza, ho riferito. Siccome avevo letto le conclusioni dell'ordine del giorno penso che sia persino superato. Questo ordine del giorno, come in generale tutti gli ordini del giorno, tende ad impegnare la Giunta ad un qualche cosa, ma a questo punto non ha più ragion d'essere in quanto la Giunta ha già dichiarato di assumere questo impegno sia in sede politica che in sede giurisdizionale.
CHIEZZI Ho proposto di votare da "considerato" in avanti, per togliere la parte che può dare modo di...



PRESIDENTE

Signor Assessore, possiamo accogliere la proposta del Consigliere Chiezzi di votare l'ordine del giorno dalla parola "considerato" in avanti? La parola al Consigliere Grasso.
GRASSO L'ordine del giorno presentato dal Consigliere Chiezzi, eliminando la prima parte, lascia comunque sempre all'ultimo capoverso le seguenti parole: "dà mandato al Presidente della Giunta regionale di provvedere affinché gli Enti gestori di ERP (Comuni e ATC del Piemonte) non diano corso agli aumenti dei canoni previsti dalla deliberazione succitata", che considero lesive della legge nazionale che è stata approvata. Il dire al Presidente di non dare corso affinché non si proceda agli aumenti deliberati da una legge dello Stato, va contro la normativa vigente.
Pertanto io, a titolo personale, ritengo di non poter approvare un deliberato del genere.



PRESIDENTE

Possiamo, Assessore, dare una risposta conclusiva? MAJORINO, Assessore all'edilizia residenziale Mi pare che la risposta che ho dato sia esaustiva, nel senso che supera persino la volontà politica espressa nell'ordine del giorno: ho chiaramente detto "sede politica e sede giurisdizionale".
Sottolineo che la stessa Giunta è andata oltre, intende difendere la legge vigente - e nell'ordine del giorno non è scritto. Non si pu pretendere che la Giunta accetti un ordine del giorno nel quale non si dice che la legge vigente, colpita dalla deliberazione CIPE, non debba essere difesa.
C'è poi l'altro punto - mi pare sia stato evidenziato nell'ultimo intervento - laddove si dice: "di provvedere affinché gli Enti gestori si ribellino alla legge" e non diano corso agli aumenti. No, il passaggio intermedio è l'intervento politico della Giunta - nelle sedi che ho detto prima - per impedire che questi aumenti - come presumibilmente ci sarebbero applicando la deliberazione CIPE - vengano attuati, ma impegnandoci ad influire sugli Enti gestori affinché si ribellino ad un provvedimento eccessivo che, bene o male, esiste, ma che noi cercheremo, con il doppio binario che ho annunciato, di fare caducare.
La Giunta, quindi, è anche disposta ad accettare l'ordine del giorno a condizione che venga eliminato il punto 3), dove si pretende che la Giunta ordini agli Enti gestori di ribellarsi alla deliberazione CIPE e che venga sostituito con un invito alla Giunta a difendere la legge. Non vedo al momento cosa si possa fare oltre a questo. Se poi ci saranno delle proposte migliorative ad avviso di qualche Gruppo consiliare, a cominciare dal Gruppo consiliare che fa capo al Consigliere Chiezzi, per apportare ulteriori modifiche alla legge vigente, questo verrà esaminato e non è da escludere che venga poi rigettato. Mi pare, però, che impegnare la Giunta con il punto 3) - dire agli Enti gestori di ribellarsi senza inserire la difesa della legge - è pretendere un po' troppo sul piano politico ed istituzionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Grazie, Presidente. Solo pochi minuti, anche perché il dibattito, come ha visto, si è sviluppato su un ordine del giorno che non era a mente di tutti i Consiglieri.
Colleghi e, soprattutto, Assessore, che avrà a che fare con gli inquilini delle case popolari, ribadisco che ho cercato di fare il possibile per giungere ad un pronunciamento unitario del Consiglio regionale affinché il Governo non desse corso alla deliberazione CIPE che aumenterebbe in modo spropositato i canoni dell'edilizia popolare scavalcando le Regioni. Questo è stato un elemento che ha sollevato in tutti i quartieri popolari grandissima preoccupazione ed è un elemento sul quale speravo potessimo essere uniti. Occorre dire al Governo che quella deliberazione CIPE ha dei parametri di calcolo dei canoni iniqui che vanno respinti: questo è il senso dell'ordine del giorno.
Altri problemi sono sul tappeto, ma io non ho voluto toccarli per non dividerci di fronte al problema principale che è quello che la deliberazione CIPE è sbagliata e che le Regioni - collega Grasso dovrebbero essere obbligate a legiferare sulla base della deliberazione CIPE, cosa che la Regione Piemonte ha già fatto. Quindi, su questo punto ovvero che i criteri della deliberazione CIPE sono sbagliati, potevamo trovare un'unità e rivolgerci alla popolazione interessata almeno in modo unitario.
Purtroppo verifico che così non è; dire questo non vi basta, voi volete aggiungere - ad esempio - che la legge varata dalla Regione Piemonte sui canoni, che aumenta i canoni anch'essa in modo iniquo, anche se meno iniquo della deliberazione CIPE, ci sta bene. Questo non potete chiedercelo. Noi agli inquilini delle case popolari - in modo che poi si sappia quello che succede qui e quello che scriveremo nei volantini negli istituti - diremo che abbiamo provato a far pronunciare il Consiglio regionale contro la deliberazione CIPE e ci siamo riusciti, oppure diremo che abbiamo provato a far pronunciare il Consiglio contro la deliberazione CIPE e per varie ragioni non ci siamo riusciti. Ognuno andrà nel quartiere a raccontare le proprie ragioni. Quindi, se la posizione della Giunta rimane questa l'ordine del giorno vive dall'inizio alla fine e va posto ai voti.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere, per questo riassunto finale.
Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 5, il cui testo recita: "Premesso che: in data 27/5/1995 sulla Gazzetta Ufficiale è stata pubblicata la deliberazione del CIPE del 13/3/1995, che riformula e sostituisce quella del 13/11/1981, concernente i criteri per l'assegnazione degli alloggi di edilizia sovvenzionata e la determinazione dei rispettivi canoni tale deliberazione di fatto abolisce il canone sociale e propone aumenti degli affitti estremamente pesanti la questione tocca direttamente centinaia di migliaia di famiglie assegnatarie di alloggi pubblici, per lo più appartenenti alle fasce sociali più deboli (pensionati, famiglie monoreddito, disoccupati, famiglie di nuova formazione) aggravando la loro già precaria condizione economica tale deliberazione coinvolge l'assetto normativo dei canoni arrogandosi competenze non proprie e scavalcando prerogative e compiti della Regione salvaguardati dalla stessa Costituzione tale deliberazione è in contrasto con ogni orientamento teso a riformare l'ERP e gli Enti gestori affinché si rilanci questo importante settore utilizzando i fondi ex Gescal giacenti presso la Cassa Depositi e Prestiti ed avviando programmi di sviluppo dell'edilizia sovvenzionata a canone sociale già l'applicazione dei cosiddetti 'Patti in deroga' nel mercato privato dei fitti, oltre ad aver colpito duramente le condizioni degli inquilini, ha determinato un incremento del 2,5% dell'inflazione e l'applicazione della succitata deliberazione del CIPE causerebbe un'ulteriore impennata inflazionistica considerato che: la deliberazione del CIPE del 13/3/1995 propone linee opposte a quelle inserite nella legge quadro per l'edilizia pubblica che l'VIII Commissione Ambiente - Lavori pubblici della Camera dei Deputati ha recentemente approvato e che attende la discussione in aula il Consiglio regionale del Piemonte esprime un giudizio negativo nei confronti della deliberazione CIPE succitata e: chiede al Governo il ritiro della deliberazione e, come espresso unanimemente dalla Commissione parlamentare competente in data 1/6/1995 che non emani alcun decreto attuativo della deliberazione stessa attendendo l'applicazione della legge quadro sull'ERP e la riforma degli Enti gestori dell'Edilizia Residenziale Pubblica ritiene che le caratteristiche della deliberazione CIPE, in particolare in materia di canoni, scavalchino competenze ed attribuzioni proprie della Regione a tal punto da rendere necessario ed urgente lo studio e la presentazione di un'istanza alla Corte Costituzionale perch dichiari illegittimo l'art. 5 della suddetta deliberazione dà mandato al Presidente della Giunta regionale di provvedere affinché gli Enti gestori di ERP (Comuni e ATC del Piemonte) non diano corso agli aumenti dei canoni previsti dalla deliberazione succitata".
Come richiesto, si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 56 hanno risposto SI' 20 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si sono astenuti 34 Consiglieri.
L'ordine del giorno è respinto.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame ordine del giorno n. 10 relativo al Centro Polifunzionale di stoccaggio e trattamento di rifiuti industriali da insediarsi a Mereta di Isola del Cantone (GE)


PRESIDENTE

Il punto 16) all'o.d.g. prevede l'esame dell'ordine del giorno n. 10 presentato dai Consiglieri Cavallera, Griffini, Angeli, Ferraris Bellingeri, Foco e Moro.
La parola al Consigliere Angeli per l'illustrazione.
ANGELI Si tratta di una situazione che va avanti da parecchi anni e sulla questione c'è già una presa di posizione della precedente Giunta. E' un ordine del giorno che, date le sue caratteristiche, dovrebbe essere collegato con quello sull'ACNA.
Ricordo che l'Appennino ligure-piemontese rappresenta lo spartiacque.
Qualcuno ha detto che stiamo diventando una discarica.
No: il sud Piemonte è una discarica! Per quanto riguarda la Valle Scrivia, partendo da Busalla e facendo un excursus sul torrente Scrivia, da cui attingono acqua circa 300.000 abitanti (per quel riguarda la situazione acquedottistica della nostra zona, addirittura anche Alessandria prende acqua dalle falde dello Scrivia), la situazione locale è stata, a suo tempo, caratterizzata dalla presenza della IPLOM; dalla dislocazione della futura discarica di rifiuti tossici e nocivi a Casella (sopra Busalla); da una serie di società petrolifere che stanno lavorando addirittura sul greto del torrente. Siamo quindi continuamente in una condizione a rischio; la stessa cosa vale per l'ACNA di Cengio.
Relativamente alla nostra situazione, il Ministero dell'Ambiente ha dato un parere favorevole, non valutando compiutamente le osservazioni pertinenti e i progetti presentati alla sua attenzione.
Poiché siamo in una condizione abnorme, chiedo alla Giunta - come peraltro essa ha già fatto in precedenza, tant'è che l'Assessore Cavallera è un firmatario di questo ordine del giorno - di prendere al più presto contatti con la Regione Liguria; ciò al fine di risolvere la questione una volta per tutte.
Non ci dobbiamo più limitare a contatti estemporanei solo quando la Liguria ci porta la sua immondizia (essendo una regione a carattere turistico, le sue coste devono essere pulite). Non dobbiamo neanche nasconderci come lo struzzo, con la testa sotto la terra, per dire che non ci sono rifiuti tossici e nocivi.
I rifiuti tossici e nocivi ci sono, e la loro localizzazione non deve più avvenire a strapiombo sui torrenti dai quali si attingono acque alimentari indispensabili per la nostra zona; poiché non vi sono molte fonti alternative, dobbiamo cercare di difendere quelle che ci sono.
Prego la Giunta regionale e l'Assessore Cavallera di contattare al più presto la Regione Liguria per definire, una volta per tutte, non solo la situazione della Valle Scrivia, ma anche il futuro di questi siti e il futuro dei rifiuti tossici e nocivi che vi sono.
Dobbiamo cercare di produrne di meno, ma i rifiuti ci saranno sempre e comunque: occorre trovare soluzioni compatibili con l'ambiente.



PRESIDENTE

Consigliere Angeli, mi pare che questa mattina l'Assessore Cavallera abbia già dato una risposta in sede di discussione sull'ACNA, che possiamo ritenere valida ed estensibile anche a questo ordine del giorno.
Pongo dunque in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte preso atto del parere espresso dal Ministero dell'Ambiente in data 14/4/1995, con il quale viene favorevolmente valutata la compatibilità ambientale del proposto 'Centro Polifunzionale di stoccaggio e trattamento di rifiuti industriali' da realizzarsi in località Mereta di Isola del Cantone (GE) preso atto delle critiche formulate dalla Provincia di Alessandria e dai Comuni della Valle Scrivia sullo studio di impatto ambientale sotto il profilo idrogeologico, trasportistico e della salvaguardia delle risorse idropotabili della Valle Scrivia considerato, in particolare alla luce di tali insufficienti approfondimenti, come la localizzazione su di un ampio terrazzo fluviale sul lato destro del torrente Scrivia ad una quota di circa 30 metri al di sopra dell'alveo, risulta non accettabile poiché il progetto determina rischi che potrebbero essere valutati in modo puntuale nelle loro gravi conseguenze in relazione agli incidenti, avvenuti negli scorsi anni, che avevano interessato il corso dello Scrivia con l'immissione nelle acque del torrente di sostanze tossiche e nocive impegna la Giunta regionale ad intraprendere ogni iniziativa verso il Ministero dell'Ambiente affinché riesamini le proprie decisioni e verso la Regione Liguria affinché non autorizzi l'insediamento di questa attività che risulta incompatibile con l'ambiente e crea grande allarme fra gli abitanti della Valle Scrivia".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 56 Consiglieri presenti.


Argomento: Spettacoli: teatro, musica, cinema, danza

Esame ordine del giorno n. 11 relativo al Teatro Stabile di Torino. Grave stato di crisi. Richiesta dimissioni del Presidente


PRESIDENTE

Il punto 17) all'o.d.g. prevede l'esame dell'ordine del giorno n. 11 presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti.
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.
CHIEZZI La cronaca di queste ultime settimane ci ha informato che all'interno del Consiglio di amministrazione del Teatro Stabile è in atto una grave crisi. Tale crisi ha avuto come elemento visibile le dimissioni di tre componenti del Consiglio di amministrazione e la non partecipazione, per sfiducia nella situazione sopravvenuta, da parte di un quarto componente.
Questo fatto evidente (le dimissioni dei tre Consiglieri e la non partecipazione di un altro) è stato in realtà un effetto provocato da un comportamento tenuto dal Presidente del Teatro Stabile. Il signor Mondino infatti, un bel giorno, in modo estemporaneo, all'interno di non so quali altre dichiarazioni, in quanto Presidente del Teatro Stabile, ha sentito il bisogno di aggiungere a tutte le proprie competenze e prerogative la sua nuova adesione ad un partito politico, precisando anche in quali forme aderiva: senza che nessuno glielo chiedesse, si è autoqualificato "afascista".
Io faccio questa osservazione: un Presidente del Teatro Stabile faccia il Presidente del Teatro Stabile. Perché disturba la collettività con i suoi problemi personali, con la politica; se li risolva come crede! Perch deve, in quanto Presidente del Teatro Stabile, esternare un'appartenenza politica diversa da quella che sino a quel giorno tutti presumevano che avesse? Da un lato, c'è un disagio che deriva da una dichiarazione che è impropria ed è incongrua rispetto al suo ruolo. Il Presidente del Teatro Stabile faccia quello, e la politica se la faccia in separata sede.
L'altra osservazione è: perché ha fatto questo? Non pensando ad atti compiuti da persona sprovveduta o incidentali, evidentemente un motivo c'è.
Il motivo, però, a questo punto, per il modo in cui l'esternazione è stata fatta, può essere interpretato da ciascuno di noi nel modo che crede. Come venga interpretato non è un bel modo, perché nulla ha a che fare con la trasparenza, con la correttezza degli atti.
"Sono Presidente del Teatro Stabile ed oggi aderisco ad un partito" è un'esternazione che non ha nulla a che fare con la funzione istituzionale della Presidenza che si svolge in quel momento. Secondo il Partito di Rifondazione Comunista è un atto improprio che, legittimamente, pu provocare negli altri membri del Consiglio di amministrazione un disturbo un allarme, una situazione all'interno della quale alcuni membri del Consiglio di amministrazione possono dire: "Non mi ci ritrovo più; c'è un Presidente del Teatro Stabile che si mette ad esternare e fare politica in questi modi".
L'ordine del giorno segnala in primo luogo che così stando le cose (tre dimessi più uno che non c'è) il Presidente Mondino non è in grado di fare il Presidente. Giusta o sbagliata che sia questa situazione, è inabilitato a svolgere le proprie funzioni che sono quelle di eseguire i deliberati del Consiglio di amministrazione; dato che il Consiglio di amministrazione non è in grado di agire il Presidente è inabilitato. Bisogna quindi prendere atto del fatto che in conseguenza di un comportamento censurabile da parte del Presidente, si è creata, all'interno del Consiglio di amministrazione del Teatro Stabile, una situazione di ingovernabilità. L'ordine del giorno sostanzialmente dice che si prende atto di questa ingovernabilità, che non fa del bene né al Teatro Stabile né a tutti gli utenti del settore del Teatro né all'immagine della città e della regione, quindi è necessario rimuovere questa situazione. In che modo? L'ordine del giorno propone (in modo onorevole per tutti), visto che il Presidente Mondino ha avuto l'idea di rendere pubblico un pronunciamento che non era dovuto in nessun modo per la sua carica - mettendo in crisi il Consiglio di amministrazione - di chiedere le dimissioni del Presidente Mondino perché vi è una giusta causa.
Se questo viene richiesto - auspico che il Presidente Mondino accetti si evita di proseguire l'impasse, l'impossibilità di governo del Teatro Stabile, anche se so che il Teatro Stabile, avendo l'assemblea dei soci approvato il bilancio preventivo presentato dal Revisore dei conti, ha fiato a sufficienza per passare l'estate e l'autunno. Il calendario è stato approvato e quindi non ci sono particolari urgenze nel funzionamento di merito. L'urgenza è quella di mantenere in carica un Presidente che il Presidente non può fare e non può fare il Presidente in forza di proprie iniziative che nulla avevano a che fare con la carica di Presidente! Quindi è legittimo da parte nostra richiedere le dimissioni.
Invece il Presidente Mondino è attaccato a questa sedia, sedia che oramai è senza alcun appoggio pratico perché è diventata una cosa virtuale una Presidenza virtuale, ma se lui tiene a continuare a fare il Presidente virtuale, notiamo che l'ordine del giorno dice: "verifichiamo se questa virtualità può essere rimossa attraverso iniziative di carattere amministrativo-legale, mettiamo in campo tutte le nostre conoscenze per vedere se è possibile revocare l'incarico".
L'ordine del giorno non dice un'altra cosa che invece dico io a voce che è quella di invitare gli organi di governo ad approntare un nuovo Statuto per il Teatro Stabile di Torino. Sto per concludere, signor Presidente del Consiglio, tra l'altro lei si è anche occupato di questa questione.



PRESIDENTE

Non mi sono occupato di questa questione in questo frangente.
CHIEZZI Non in questo frangente, mi riferivo al passato, ma penso che continui almeno dal punto di vista culturale, ad occuparsene.
Dicevo di approntare in tempi rapidi uno Statuto con un occhio di riguardo anche a questi avvenimenti; nello Statuto deve essere possibile anche prevedere un modo d'essere del Teatro Stabile, ciò per evitare che persone che assumono la carica di Presidente possano fare il bello e il cattivo tempo ed esternare qualsiasi tipo di opinione politica nell'esercizio delle loro funzioni, creando i danni che Mondino ha creato al Teatro Stabile.



PRESIDENTE

Mi permetta soltanto una precisazione, Consigliere Chiezzi, per una migliore comprensione del testo. Al primo comma dell'ordine del giorno è scritto: "ostentato la propria personale adesione al Partito Alleanza Nazionale sentendo il bisogno di aggiungere al proprio curriculum politico la neo qualifica di persona afascista"; questo "afascista" non è forse un "a" privativo? CHIEZZI Bisognerebbe chiederlo a Mondino, io non posso interpretare il suo pensiero. Prendo atto che si è dichiarato "afascista", cosa voglia dire non lo so, né mi interessa chiederglielo. In greco l'alfa è privativo, ma questo è italiano ed è italiano di Mondino, che forse è un tipo di italiano!



PRESIDENTE

Va bene, ma questo significa forse recuperare una minore drammaticità.
CHIEZZI Io non posso interpretare l'italiano di Mondino; non era un giudizio di valore, è un'attribuzione di responsabilità. Io rispondo delle cose che dico, non di quelle che dice Mondino!



PRESIDENTE

Volevo semplicemente capire se anche lei ha inteso come ho inteso io.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rosso; ne ha facoltà.
ROSSO Signor Presidente, signori Consiglieri, la Lega Nord si associa ai firmatari di questo ordine del giorno che richiede le dimissioni del Presidente del Teatro Stabile per le sue esternazioni inopportune dichiarazioni tipiche di chi vuole tenere un piede in due scarpe per potersi schierare con il vincente. Questi sono comportamenti inaccettabili che la Lega Nord condanna fermamente.
D'altro canto, la Lega Nord ha già conosciuto simili personaggi, ora appartenenti ad altri Gruppi politici, che ci hanno però consentito di accumulare una grande esperienza nell'individuare i personaggi ballerini come questo Mondino.
Richiediamo le dimissioni in maniera particolare per l'inefficienza dimostrata dal Presidente Mondino nel promuovere la cultura piemontese e a tal proposito, Assessore Leo, lei aveva promesso un interesse particolare per il patrimonio culturale piemontese: bene, iniziamo dal teatro. Chiedo quindi alla maggioranza di dimostrare questi buoni propositi approvando questo ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.
GHIGLIA Signor Presidente, cari colleghi, nell'esprimere il voto contrario di Alleanza Nazionale su questo ordine del giorno vorrei fare alcune considerazioni. Fortunatamente ci si è messi d'accordo sul valore della "a" prima del termine "fascista", perché mi sembra l'unica interpretazione logica e letterale che si potesse dare, quindi significa "non fascista", ma non importa, questa è un'interpretazione che diamo e che è corretta, e su questo siamo d'accordo. Non siamo però d'accordo su tutto il resto: in primo luogo perché non si può confondere la "giusta causa", che è un termine giuridico, con la "corretta motivazione", che è un termine personale, morale, politico, che non ha niente a che vedere né con la legge né con lo Statuto del Teatro Stabile che prevede proprio che per giusta causa possano essere revocati degli amministratori. La giusta causa semmai, non può - ed è ovvio - essere ricercata nella posizione politica assunta dal Presidente del Teatro Stabile, perché in Italia, visto che questa mattina abbiamo richiamato la Costituzione, esiste ancora la libertà di opinione.
La libertà di opinione è sancita e garantita dalla nostra Costituzione quindi riteniamo che ogni cittadino italiano, e anche non italiano, abbia nel nostro Paese la possibilità di esprimersi liberamente. Non solo, ma in Italia la Costituzione garantisce la libera espressione delle proprie convinzioni politiche, religiose, ecc., ma voi la Costituzione la conoscete certo meglio di me, quindi è inutile che mi ripeta su queste cose. Non capisco perché Mondino debba essere l'unico italiano a non godere di pari diritti rispetto a tutti gli altri. E' di tutta evidenza che non è certo giusta causa il fatto di dichiarare liberamente le proprie idee politiche.
Questo discorso ci potrebbe portare lontano; infatti, avevo addirittura presentato un esposto contro il Sindaco Castellani quando, in occasione delle ultime elezioni, aveva invitato i cittadini a votare Pichetto. Gli avevo detto: "Ma tu, che sei rappresentante di tutti i torinesi, non puoi dire che appoggi una parte, perché con la tua posizione potresti forzare ed indirizzare il voto".
Nessuno ebbe nulla da ridire quando il Presidente del Teatro Stabile e tutti i Presidenti degli enti culturali in Italia, e non solo culturali portarono in giro la tessera del PDS o di quello che si chiamava Partito Socialista. Se qualcuno dichiara di aderire al PDS è giusto e corretto; se invece dichiara di aderire ad Alleanza Nazionale è una giusta causa per essere rimosso.
La giusta causa semmai esisteva per rimuovere i componenti del Consiglio di amministrazione che, arrecando grave danno al Teatro e - se mi consentite - anche alle stesse buste paga dei lavoratori del Teatro Stabile, hanno disertato ripetutamente le convocazioni del Consiglio di amministrazione che doveva approvare il bilancio. Questa è una giusta causa di esclusione, perché non è ammissibile che, a fronte di una presa di posizione politica del Presidente del Teatro, i componenti del Consiglio di amministrazione di nomina politica e partitica non si presentino per l'approvazione, non di una linea politica, ma di un bilancio; bilancio, tra l'altro, in pareggio.
Questo denota l'ulteriore gravità di comportamento dei Consiglieri nel Consiglio di amministrazione. Quindi, si trattava di un ottimo bilancio perché sfido tutti gli enti a portare un bilancio in pareggio, ma ancora di più il Teatro Stabile di Torino che è il teatro che ha più abbonati rispetto a tutti gli altri enti cugini d'Italia.
Quindi, non solo ha un ottimo bilancio, ma ha dimostrato di avere attuato un'ottima gestione. Semmai la giusta causa ci sarebbe stata se ci fosse stata una grave perdita nel bilancio, ci sarebbe stata se il Teatro Stabile non avesse più abbonati. Credo proprio che non sia una causa il fatto di appartenere ad un gruppo politico.
Per quanto riguarda il Vicepresidente del Teatro Stabile la faccenda è ancora più grave, perché questa persona è un anno esatto che non si presenta alle riunioni del Consiglio di amministrazione. Allora che cosa ci va a fare? Ci va a prendere il gettone o l'indennità? La giusta causa è anche per rimuovere il Vicepresidente del Teatro Stabile che, nonostante venga pagato con i soldi di tutta la comunità e con le tasse dei cittadini non si presenta mai ai Consigli di amministrazione. E' come se un Consigliere regionale non venisse mai in aula e prendesse l'indennità a fine mese.
Questa semmai è una giusta causa di rimozione e di revoca. Per queste precisazioni ritengo non solo di esprimere, ovviamente a nome del Gruppo di Alleanza Nazionale, il nostro voto contrario, ma anche di avere dimostrato non l'assoluta inutilità - perché gli ordini del giorno sono tutti utili ma l'assoluta mancanza di qualsiasi tipo di fondamento giuridico e di buon senso.
La Presidenza del Teatro Stabile è inattaccabile, salvo volerla attaccare sulla propria libertà di opinione. Credo che nessuno in quest'aula voglia attaccare la libertà di opinione altrui, perch altrimenti le lezioni sulla Costituzione e la democrazia sarebbero altri a doverle dare.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.
BORTOLIN Grazie, Presidente. Il nostro Gruppo si asterrà sull'ordine del giorno.
Riteniamo certamente corretto difendere la libertà di opinione riteniamo però altrettanto corretto censurare l'ostentazione inutile da parte di una persona che riveste un incarico importante e delicato, quale Presidente del Teatro Stabile di Torino. Quindi, da questo punto di vista concordiamo con una parte dello spirito dell'ordine del giorno.
Non condividiamo la conclusione a cui giunge l'ordine del giorno presentato dai colleghi di Rifondazione Comunista. Chiediamo però al Presidente del Consiglio, ma anche all'Assessore competente, un ulteriore approfondimento - nella I Commissione competente - sul disagio che si evidenzia nel momento in cui quattro componenti su sette del Consiglio non partecipano alle riunioni.
Quindi, è necessario un incontro con il Consiglio di amministrazione e con i nuovi Consiglieri che faranno parte della Commissione Cultura, per ripercorrere la storia del Teatro e la situazione attuale, non soltanto il disagio, ma anche i programmi in positivo che vengono portati avanti. Tutto ciò per esaminare la questione con calma, con correttezza perché si tratta di parlare di persone individuali, e quindi di esprimere dei giudizi soprattutto quello che a noi interessa è garantire un Consiglio di amministrazione capace di gestire il Teatro in modo positivo ed utile per il nostro Piemonte.
Non entro nel merito delle questioni aperte, ma ritengo che la possibilità di discuterne in Commissione consenta a tutti noi di arrivare a conclusioni corrette, fornendo un contributo al Teatro, al Comune, alla Provincia e agli Enti cogestori del Teatro Stabile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.
CAVALIERE Vorrei motivare la mia astensione sull'ordine del giorno. Credo che le dimissioni di Mondino siano da chiedere non per quello che ha dichiarato di essere oggi, ma per quello che è stato fino a ieri. Nel senso che grida vendetta il fatto che negli ultimi due-tre anni ci sia ancora Mondino al Teatro Stabile, così come all'ATIVA c'è ancora Caletta, così come alla SITAF c'è ancora Froio e quant'altri.
Credo che il problema sia quello di avere una classe politica lottizzata, nominata da diversi partiti, che ancora permane in questi enti.
Questo è il vero scandalo, anche perché adesso siamo ritornati per cui si resta tutti al nostro posto. Che poi questi nuovi personaggi se li riprenda il Consigliere Ghiglia, visto che ne stanno arrivando parecchi, credo sia un problema loro.
Questo è il motivo della mia astensione. Credo che siano ben altre le ragioni perché debba essere fatto un ragionamento su tutti questi enti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.
SAITTA Anche il Gruppo dei Popolari si astiene su questo ordine del giorno.
Concordiamo su alcune precisazioni evidenziate negli ultimi interventi.
Obiettivamente il comportamento del Presidente del Teatro Stabile non è stato utile per lo stesso. Complessivamente il comportamento del Presidente ha danneggiato l'immagine del Teatro, quindi c'è un problema di inopportunità. Noi non concordiamo sul fatto che si debbano chiedere le dimissioni di un Presidente per le sue valutazioni politiche, è inopportuno quello che ha fatto, come è inopportuno il comportamento di qualunque altro incaricato degli Enti pubblici che, svolgendo un ruolo di carattere istituzionale, incomincia a fare dichiarazioni politiche: non è quello il suo compito.
In ogni caso è stata danneggiata l'immagine dell'ente e credo che occorra fare una verifica sul funzionamento del Teatro Stabile. Se da questa verifica, come è stato richiesto in Commissione, dovesse emergere una responsabilità personale del Presidente per ciò che ha fatto, per ci che non hanno fatto lui e gli altri componenti del Consiglio di amministrazione, credo che il Consiglio regionale, e tutti gli altri enti abbiano tutto il diritto di chiedere le dimissioni.
Credo debba introdursi negli enti, in Regione, in Provincia e in Comune qualche criterio di revoca dei propri rappresentanti. Non conosco, per la verità, il funzionamento e gli strumenti che abbiamo a disposizione, ma qualche strumento di revoca deve essere introdotto, ma dopo che gli enti abbiano stabilito gli obiettivi che vogliono raggiungere attraverso i propri rappresentanti, che vanno definiti in modo chiaro, affinché coloro chi noi eleggiamo siano coerenti con l'incarico che noi affidiamo loro. Non può essere una persona qualunque a rivestire la carica di Presidente del Teatro.
Se noi abbiamo la forza, la capacità di definire in modo preciso e in modo coerente gli obiettivi che i nostri rappresentanti debbono perseguire e rispettare, nel momento in cui questi non vengono rispettati abbiamo il dovere di chiedere le dimissioni. Quindi qualche meccanismo di revoca bisogna introdurlo.
Questo ragionamento è ancora più opportuno nel momento in cui dobbiamo procedere alla nomina, credo nelle prossime sedute, di rappresentanti in altri enti. Questo criterio della revoca va introdotto, non per questioni di omogeneità politica, non per questioni di appartenenza politica, ma per questioni di funzionalità rispetto agli obiettivi dell'Amministrazione regionale.
Concludo il mio intervento esprimendo un voto di astensione su questo ordine del giorno, criticando e sottolineando come l'atteggiamento del Presidente sia stato inopportuno, non doveva assolutamente farlo, così come non deve assolutamente farlo chi ha delle responsabilità nel momento in cui viene eletto dalle istituzioni.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Leo.
LEO, Assessore alla cultura Essendo un ordine del giorno potrei anche non intervenire, ma sono contento di cogliere l'occasione per riferire al Consiglio regionale. Mi sembra molto opportuno quanto diceva la Consigliera Bortolin; se ci fossero state le Commissioni funzionanti avrei chiesto al Presidente di riferire immediatamente alla Commissione. Non essendosi ancora insediate le Commissioni ciò non è stato possibile, ma devo dire - non è presente in questo momento il Presidente Ghigo, ma ci sono i colleghi Assessori - che ho dal primo giorno tormentato e coinvolto la Giunta informandola costantemente dello stato dell'arte, ho partecipato a continue riunioni con l'Assessore alla cultura del Comune di Torino, l'Assessore Perone, con il Sindaco Castellani e con l'Assessore Giuliano della Provincia, oltre che con i rappresentanti delle banche.
Ci tengo a dire che ogni posizione assunta dall'assemblea dei soci è stata presa all'unanimità e con grande serenità. Abbiamo anche prodotto un documento scritto affinché non ci fossero equivoci. Proprio questa mattina l'Assessore Perone alla conferenza stampa del Teatro Stabile emblematicamente ha parlato anche a nome dell'Assessore Giuliano e mio proprio per dimostrare che i tre enti pubblici, Comune, Provincia e Regione e contemporaneamente anche le banche, si sono mossi in assoluta consonanza.
Questo mi sembra molto importante anche rispetto al riferimento del ruolo delle istituzioni, al prestigio dell'istituzione, e alla responsabilità del buon funzionamento di tutto l'ente pubblico e degli enti delegati. Il ragionamento del Consigliere Saitta, di una forma di rapporto fiduciario, mi sembra assolutamente opportuno e sensato. Vorrei funzionasse anche per altri enti, penso al comparto sanitario, penso ad enti culturali dove più di una volta gli Assessori provinciali, comunali e regionali sono intervenuti in veste di pacieri, di forza delle nazioni unite per difficoltà - non politiche - che ci sono state all'interno degli enti. Anzi hanno apportato un contributo alle Commissioni, quindi per prima cosa concordo sull'opportunità.
Qual è stato allora l'atteggiamento, il percorso della Giunta regionale? Il Consigliere Saitta ed altri hanno parlato di inopportunità, ho scritto una lettera al Presidente dello Stabile usando quei termini, non l'ho inviata ai Consiglieri perché non sarebbe stato corretto, però l'ho scritta a tutti i soci rapportandomi al ragionamento sulla delicatezza del ruolo, sull'opportunità, ecc.
Detto questo ho anche messo per inciso quello che non è stato esplicitato, ovvero che una ragione politica non può assolutamente essere un metro di giudizio sull'opportunità o meno di una Presidenza di un ente.
Altrimenti sulle UU.SS.LL. o su altri enti si scatenerebbero questioni assolutamente inopportune. I tre Assessori (comunale, provinciale e regionale) hanno ribadito continuamente che l'unica preoccupazione era il buon funzionamento dell'ente, la correttezza dell'amministrazione e la preoccupazione rispetto allo stato di tensione.
Per questa ragione ricordo che lo Statuto attuale non dà alcuna possibilità all'assemblea dei soci di effettuare interventi autoritativi verificato legalmente dagli uffici legali dei tre enti.
Seconda questione. Abbiamo come assemblea dei soci assunto la responsabilità di chiedere ai Consiglieri dimissionari, con grande garbo con grande attenzione, di ritirare le dimissioni spiegando anche che avremmo portato all'approvazione dei Consigli il nuovo Statuto. Mi permetto di ricordare che la Commissione nella sua completezza aveva avanzato delle osservazioni, aveva chiesto una sospensione, aveva valutato se fosse stato opportuno sospenderlo e quindi non era andata avanti questa modifica. Ci ritroveremo il 24 luglio, i tre Assessori e i due rappresentanti delle banche, per discutere sulla modifica dello Statuto. Domani vedrò il Presidente della Giunta e nella prossima riunione di Giunta riferirò; mi permetto, però, di sottolineare che abbiamo costantemente seguito con grande attenzione, non con superficialità, questa vicenda.
Il Presidente Mondino è rappresentante del Comune di Torino, non è rappresentante della Regione Piemonte, ha un rapporto fiduciario con il Comune di Torino. L'assemblea dei soci ha esaminato il bilancio. In base alla relazione dei Revisori dei conti, è un bilancio in pareggio, gli abbonati sono aumentati; questa mattina la conferenza stampa sul programma ha suscitato grandi entusiasmi. Io ho espresso a Divago e Bonbon i miei personali complimenti per un programma assolutamente ricco, e come qualcuno ha ricordato - lo stesso Consigliere Chiezzi - non vi sono oggi ragioni giuridiche di disfunzionalità.
Il ragionamento sulla sostituzione dei membri e sulla modifica dello Statuto lo consegniamo all'intero Consiglio regionale nella sua autorevolezza; nessuno ha pensato, come qualche giornale ha ipotizzato, di far colpi di mano e sostituire i rappresentanti, ci tengo a dirlo. Io conosco le regole del gioco e, per quello che mi compete, intendo rispettarle.
La competenza delle nomine è del Consiglio regionale, che valuterà con la sua autorevolezza. L'assemblea dei soci si è assunta le sue responsabilità. Non vi è stata neanche una virgola, fino ad oggi, ma pu darsi che vi sia domani, di valutazione diversa da parte dei soci. La nostra preoccupazione essenziale, come molti hanno auspicato, è stata di verificare l'autorevolezza dello Stabile, da cui la prima lettera; il suo buon funzionamento, da cui la verifica sul bilancio e sul programma, e il prestigio di questo ente.
In questo senso mi sento di dire che la Giunta regionale ne ha discusso in tutte le riunioni tenute finora. Ci sono state diverse riunioni dell'assemblea dei soci, quindi è stata prestata la massima attenzione a questo importantissimo argomento. Auspico che al più presto vengano convocate le Commissioni.
Per quello che mi riguarda sarà il secondo argomento; il primo vorrei che fosse, entro la settimana, la deliberazione sul diritto allo studio per non far perdere le borse di studio agli studenti. Quindi trasmetterò tutti i dati ai Consiglieri, in particolare al Consigliere Chiezzi che li ha sollecitati.
Ringrazio i colleghi.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione l'ordine del giorno n. 11, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale preso atto della grave crisi in atto nel Consiglio di amministrazione del Teatro Stabile di Torino, crisi provocata da una evidente incongrua iniziativa del Presidente del Teatro Stabile, Giorgio Mondino, con la quale ha inopinatamente ostentato la propria personale adesione al Partito Alleanza Nazionale, sentendo il bisogno di aggiungere al proprio curriculum politico la neo qualifica di persona 'afascista' rilevata l'indubbia inopportunità di tale esternazione, che non attiene in alcun modo alle responsabilità che deve esercitare il Presidente del Teatro Stabile rilevato che tale dichiarazione si presta ad illazioni ed interpretazioni che nulla hanno a che fare con la trasparenza dei comportamenti che devono essere propri del Presidente del Teatro Stabile preso atto che in conseguenza di tale iniziativa quattro componenti su sette del Consiglio di amministrazione hanno dichiarato con i fatti la propria sfiducia a tale modo di esercitare l'incarico di Presidente preso atto dell'impossibilità di funzionamento del Consiglio di amministrazione e del venir meno, di conseguenza, della possibilità del Presidente di esercitare le prerogative e funzioni proprie quali presiedere il Consiglio di amministrazione e dare esecuzione alle decisioni dello stesso rilevata l'assoluta priorità di consentire al Teatro Stabile di svolgere con pienezza di poteri e responsabilità le importanti funzioni culturali fissate nello Statuto ritenuto che ogni ulteriore indugio nell'attuale situazione recherebbe incalcolabili danni all'immagine del Teatro Stabile e della comunità piemontese invita la Giunta regionale in prima istanza ad esplicitare la richiesta di dimissioni da parte del Presidente del Teatro Stabile, perché non in grado di svolgere le funzioni di Presidente in seconda istanza, qualora vi fosse l'indisponibilità a tale responsabile atto, a verificare la possibilità di revoca dell'incarico di Presidente per giungere ad una nuova nomina dei vertici del Teatro Stabile".
Come richiesto, si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 57 hanno risposto SI' 9 Consiglieri hanno risposto NO 25 Consiglieri si sono astenuti 23 Consiglieri.
L'ordine del giorno è respinto.


Argomento: Statuto - Regolamento

Esame proposta di deliberazione n. 26: "Modificazioni del Regolamento interno del Consiglio regionale" (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della proposta di deliberazione recante "Modificazioni del Regolamento interno del Consiglio regionale".
La parola al Consigliere Burzi.
BURZI Avremmo bisogno, se la Presidenza consente, di dieci minuti di sospensione, perché sono emersi fatti nuovi inerenti le Commissioni.
Siccome ci terremmo molto che l'operatività del Consiglio fosse la più efficace e veloce possibile, chiederemmo un'interruzione di dieci minuti.



PRESIDENTE

D'accordo.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16,50 riprende alle ore 17,30)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
L'interruzione è stata lunga, ma il tempo residuo sarà molto breve. Mi pare di poter dire che non è stato raggiunto alcun accordo per la modifica del Regolamento interno del Consiglio regionale e pertanto rimane lo status quo, nel senso che le Commissioni permanenti rimangono sei e devono essere convocate al più presto possibile per il loro insediamento, ai sensi dell'art. 23 del Regolamento, e per l'elezione del Presidente e del Vicepresidente.
Pertanto l'Ufficio di Presidenza riterrebbe opportuno di convocare nel giorno di giovedì 13 luglio - questo funge da comunicazione formale presso la Sala Morando, con il seguente calendario: I Commissione alle ore 11 II Commissione alle ore 11,15 III Commissione alle ore 11,30 IV Commissione alle ore 11,45 V Commissione alle ore 12 VI Commissione alle ore 12,15 Commissione speciale legge n. 142 alle ore 12,30.
Prego di essere tutti presenti perché dobbiamo insediare le Commissioni ed iniziare il lavoro legislativo.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17,35)



< torna indietro