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Dettaglio seduta n.67 del 16/07/96 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interpellanza n. 386 dei Consiglieri Chiezzi, Papandrea e Simonetti relativa all'appalto per l'assistenza tutelare


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interpellanza n. 386 presentata dai Consiglieri Chiezzi Papandrea e Simonetti.
Risponde l'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente, cortesi colleghi, l'interpellanza n. 386 dei Consiglieri Chiezzi, Papandrea e Simonetti attiene ad una gara di appalto espletata nel maggio 1994 presso la Unità socio-sanitaria locale 61, ora Unità sanitaria locale 17, di Savigliano, per la gestione di assistenza tutelare ai disabili gravissimi ricoverati presso l'ex OP di Racconigi.
In seguito alla segnalazione del Consorzio interprovinciale lavoro programmazione formazione e sviluppo dell'11/12/1995 prot. n. 346, si è provveduto a richiedere chiarimenti in merito, prima all'allora Direttore generale supplente, dottor Franco Macagno, con nota prot. n. 312/49/773 del 19/1/1996, e in seguito al Direttore amministrativo, tuttora in carica dottoressa Eugenia Grillo.
I fatti: con deliberazione n. 1411 del 19/5/1994 l'ex Unità socio sanitaria locale 61, dopo l'espletamento di una gara d'appalto, aveva affidato la gestione del Servizio di assistenza tutelare di cui all'oggetto alla Cooperativa sociale "Chianoc", che aveva presentato un'offerta più conveniente economicamente, all'interno della quale era previsto che il servizio sarebbe stato espletato da operatori in possesso dei requisiti richiesti nel capitolato.
Poiché la nuova gestione del servizio comportava una sostituzione di coloro che in quel momento operavano presso tale struttura con nuovi operatori in possesso dei requisiti professionali indicati nel capitolato e offerti dalla Cooperativa risultata aggiudicataria della gara, gli psichiatri del reparto chiesero all'Amministrazione dell'ex Unità socio sanitaria locale 61 una sostituzione graduale degli operatori stessi, al fine di evitare scompensi e gravi danni psicologici agli utenti disabili della struttura.
Tale fase venne decisa per un periodo di tre mesi con deliberazione n.
1740 del 22/6/1994. Identica cosa sarebbe stata decisa per qualunque altra Cooperativa che fosse risultata aggiudicataria.
Durante questo periodo la Cooperativa "Chianoc" avrebbe dovuto sostituire il personale secondo il programma predisposto dai medici del Reparto di psichiatria. Poiché la suddetta Cooperativa non ha ottemperato a quanto dovuto nel termine prescritto, l'ex Unità socio-sanitaria locale 61 aveva attivato la procedura del Collegio arbitrale cui è stata demandata la controversia per risoluzione contrattuale per inadempimento.
Il Collegio arbitrale in data 28/7/1995 ha notificato il lodo arbitrale all'Unità sanitaria locale 17, subentrata all'ex Unità socio-sanitaria locale 61, che disponeva: "Dichiara risolto il rapporto de quo con effetto immediato; ne impone la prosecuzione di fatto alle condizioni economiche di contratto per almeno sei mesi dalla data di deposito del presente lodo e comunque fino alla sostituzione del contraente da parte dell'Unità sanitaria locale 17".
In ottemperanza a tale disposto l'Unità sanitaria locale 17 in data 3/11/1995 con deliberazione n. 5345 ha indetto una nuova gara a procedura aperta per l'affidamento del servizio, gara che si è conclusa in data 5/4/1996 con deliberazione di aggiudicazione n. 36 e che ha di nuovo visto vincitrice la Cooperativa "Chianoc", però questa volta in riunione d'impresa con la Cooperativa "Il Margine" che già svolge attività a Collegno. Questa volta, prima della sottoscrizione del contratto che è avvenuta proprio ieri 15/7/1997, è stato verificato che tutti gli operatori sono in possesso dei titoli professionali richiesti nel capitolato, quindi ad oggi a Racconigi la "Chianoc", unitamente alla Cooperativa "Il Margine" è la Cooperativa che svolge assistenza a questi malati psichiatrici a far data da ieri 15/7/1997.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Grazie, signor Presidente, colleghe e colleghi, il nostro Gruppo non è soddisfatto della risposta fornita dall'Assessore rispetto alla questione che avevamo posto, anzi si sono poste ulteriori questioni.
Il problema era quindi questo appalto, che sembrava avesse definito delle vincite non regolari, poiché la ditta che noi consideravamo, il Consorzio interprovinciale lavoro programmazione formazione e sviluppo aveva presentato una regolare documentazione e quindi una regolare domanda essendo a posto con i requisiti anche rispetto agli operatori professionali che erano richiesti per questo tipo di assistenza tutelare per i malati psichiatrici relativamente a questa questione.
In realtà questa ditta è arrivata seconda e la prima ditta vincitrice dell'appalto è stata la Cooperativa "Chianoc". La Cooperativa "Chianoc" non aveva i requisiti, o meglio, i requisiti dichiarati, per esempio rispetto al numero degli operatori che dovevano prestare servizio per l'assistenza tutelare. Mancava anche tutta una serie di altri requisiti che invece erano stati dichiarati per accedere al concorso, in questo caso reputo per vincere anche il concorso. Quindi si dimostrava, effettivamente, una negazione rispetto ai requisiti che erano stati presentati per accedere al concorso. Già di per sé avrei voluto avere delle risposte dall'Assessore sul come mai una ditta può vincere un appalto rispetto ad un'assistenza tutelare; quindi non per un'attività commerciale, ma un'attività di assistenza sanitaria verso dei malati psichici, per la quale mi sembra abbastanza grave definire che una ditta può fornire un'assistenza più conveniente di un'altra. O un'assistenza è reale, per cui i requisiti sono soddisfacenti rispetto al personale, rispetto alla formazione, alla professionalità degli operatori che si collocano in questa fase di assistenza, oppure se noi consideriamo la cosa dal punto di vista della convenienza anche economica o commerciale mi sembra alquanto ridicolo o comunque molto grave che una ditta venga definita più conveniente di un'altra.
Il problema sta nel fatto che questa ditta ha presentato una domanda irregolare, rispetto alla quale ha comunque vinto il concorso, e non ho sentito dall'Assessore quali sono stati i provvedimenti che l'Assessorato ha preso nei confronti della ditta; non solo, ma questa ditta, che era stata precedentemente presentata con una documentazione irregolare ed aveva vinto il concorso in maniera irregolare, fatto il nuovo bando di concorso e la nuova gara d'appalto vince un'altra volta. Questa mi sembra una cosa molto grave! L'Assessore non ha dato alcuna risposta sia rispetto alla gravità della situazione, sia rispetto al fatto di permettere una cosa di questo tipo. Da parte nostra, in base ad una lettura molto superficiale dei fatti, riteniamo la cosa gravissima, considerando che stiamo parlando di come viene gestita un'assistenza tutelare in una società civile.
Soprattutto vorrei sapere quali provvedimenti ha preso l'Assessorato.
Non siamo assolutamente soddisfatti e chiedo la documentazione scritta all'Assessore.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Consigliera Simonetti, che lei non sia soddisfatta delle mie risposte è cosa ormai abituale, per cui non mi soffermo su questo.
Invece è importante dire che quanto lei mi ha chiesto andava detto al precedente Assessore alla sanità, perché nel 1994 non c'era D'Ambrosio fino al 28/6/1995 non c'era D'Ambrosio. Ho sollecitato quanto nella vostra interpellanza è stato detto; ovviamente la ex Unità socio-sanitaria locale 61 (Unità sanitaria locale 17 attualmente) si è regolata di conseguenza nel senso che ha definito sollecitamente questo lodo arbitrale, e la "Chianoc" è stata esclusa proprio perché non aveva tutte le professionalità richieste (anche se alcuni operatori avevano le professionalità richieste).
Dopodiché è stato indetto un nuovo bando, e la cosa può sembrare strana, ma ha rivinto la "Chianoc" in riunione di impresa però con la Cooperativa "Il Margine", che già svolge attività in modo lodevole a Collegno, e questo mi rende abbastanza tranquillo.



PRESIDENTE

Vorrei solo ricordare che le interpellanze permettono ai Consiglieri di illustrare l'argomento prima della risposta dell'Assessore; poi hanno ancora eventuale diritto di replica.
Questo per ricordare la prassi. Naturalmente non voglio forzare nessuna presa di parola, ma vorrei ricordare ai Consiglieri che questa è la procedura prevista.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 418 dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti relativa all'Ospedale Molinette (Museo degli orrori)


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 418 presentata dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti.
Risponde ancora l'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

L'interpellanza n. 418 attiene alla situazione anomala che si era verificata alle Molinette, ma pare, da quanto il Direttore generale mi comunica ufficialmente, che sia stata riportata in modo esagerato dalla stampa.
Infatti, il Direttore generale delle Molinette mi comunica: "Va preliminarmente ridimensionata l'affermazione riportata nell'articolo di stampa che con enfasi macabra definisce 'sala degli orrori'" - si trattava di reperti anatomici depositati in un locale e per quanto riguarda i requisiti del locale, da quanto mi dice il Direttore generale sembra che tali requisiti ci siano - "il deposito in cui vengono temporaneamente conservati i campioni inviati dalle Divisioni chirurgiche ai Laboratori di Anatomia Patologica in attesa dell'espletamento delle analisi diagnostiche di routine come in uso in tutte le istituzioni analoghe e come prevede la normativa vigente".
A tale riguardo, nel documento viene precisato che la sala che funge da deposito è destinata solo ed unicamente all'attesa dell'eliminazione del materiale non più utile ai fini diagnostici, oppure della conservazione anche indefinitamente per un interesse scientifico o, eventualmente, da tenere a disposizione dell'autorità giudiziaria. Tale deposito è in contiguità con la sala settoria, completamente isolato ed inoltre non confinante con altri vani adibiti a laboratorio.
Per quanto riguarda il materiale esistente, viene precisato inoltre che esso viene depositato in appositi contenitori provvisti di formalina ermeticamente chiusi, classificati numericamente e smaltiti regolarmente quali rifiuti speciali secondo le norme di legge.
Nel locale vi è sufficiente aerazione assicurata da ampie finestre rivolte all'esterno, per cui risulta evidente che non può trattarsi in alcun modo di materiale infetto, come riportato erroneamente sul giornale.
Quanto alla citazione giornalistica del "museo" e delle sue condizioni di degrado, nella relazione viene aggiunto che esso è sito nel sottopiano utilizzato come archivio di materiale istologico con area dedicata alla raccolta di referti anatomo-patologici autoptici di valore storico conservati in appositi contenitori di vetro contenenti formalina e chiusi ermeticamente.
La struttura è di pertinenza esclusiva dell'Università degli Studi di Torino ed afferisce alla gestione dell'Azienda ospedaliera scrivente.
Rispetto al piano di ristrutturazione e di messa a norma di sicurezza dei sottopiani del padiglione di Anatomia Patologica, compresa la razionalizzazione delle sale settorie e delle sale mortuarie, viene precisato che l'Azienda, avendo disponibile soltanto la somma di L. 900 milioni, ha provveduto a richiedere all'Università degli Studi di Torino un'integrazione economica per la realizzazione del progetto esecutivo valutato in L. 1 miliardo e 200 milioni.
Il Consiglio di amministrazione dell'Università ha aderito alla richiesta, stanziando per l'opera di ristrutturazione del padiglione di Anatomia Patologica la somma di L. 1 miliardo e 200 milioni. Ciò garantirà all'Azienda ospedaliera di possedere un quadro finanziario certo e sufficiente per la realizzazione delle opere necessarie per la messa ad opera dei locali menzionati e di prevedere entro la fine del 1998, ambito temporale accettabile, la conclusione dei lavori.
In ultima analisi, la relazione conclude asserendo che nessuna indagine è stata approntata all'interno dell'ospedale, perché da tutti gli elementi acquisiti e dalla visione della documentazione sul caso, la situazione reale rappresentata dimostra la non fondatezza dei fatti riportati a mezzo stampa.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

L'interpellanza è datata 24 gennaio, per cui siamo ormai a distanza di sei mesi. Ovviamente non si possono nè affrontare nè risolvere le questioni in questo modo.
Sono in parte soddisfatta della risposta dell'Assessore, e in parte no.
Dico subito quali sono gli aspetti di cui non sono soddisfatta. La questione nodale è che, sebbene si possa dichiarare che la stampa abbia esagerato nell'evidenziare certi tipi di problemi, era stato dichiarato addirittura dal Direttore di Anatomia Patologica che questi resti anatomici potevano essere conservati, sotto forma di deposito in queste sale, al massimo per sei-otto settimane; questo significa al massimo per due mesi.
In realtà, lo stesso Direttore dichiarava - per cui aveva un ruolo di importanza all'interno di questo dipartimento sanitario delle Molinette come questi resti anatomici erano ormai depositati in quel luogo da anni.
Quindi, un problema di norme igieniche e di sicurezza - a cui si riferiva l'Assessore - dovrebbe esserci, altrimenti non riesco a capire come una cosa che dovrebbe avere un deposito di due mesi in realtà vi rimane per anni. Nel senso che o questi resti anatomici erano depositati da qualche mese (e in questo caso non avrebbero dovuto esserci questioni anche rispetto ad un eventuale "museo degli orrori delle Molinette" definito dalla stessa parte in questione), oppure non avrebbero dovuto esserci questioni in merito.
E' anche da discutere se le norme di sicurezza siano tutte rispettate.
Nel momento stesso in cui l'Assessore dice "ci sono stati degli investimenti finanziari rispetto alla messa a norma, alla messa in sicurezza di alcune sale in questione per lo smaltimento e deposito di resti anatomici che dovevano essere numerati e messi in ordine", significa che effettivamente la questione esiste. Esistono delle lacune in questo senso nell'ambito sanitario delle Molinette, che peraltro è un ospedale generale, anche di riferimento e di importanza per la sanità piemontese.



PRESIDENTE

Voglio informare i Consiglieri che alle ore 10,45, per ragioni di economia generale, termineremo il punto inerente le interrogazioni ed interpellanze e affronteremo il disegno di legge sull'assestamento di bilancio, in quanto l'Assessore nel pomeriggio si dovrà assentare.


Argomento: Difesa idrogeologica

Interrogazione n. 193 del Consigliere Cavaliere relativa alla manutenzione e disalveo dei fiumi regionali


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 193, presentata dal Consigliere Cavaliere, alla quale risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla pianificazione e gestione delle risorse idriche

A questa interrogazione, che risale ad ottobre, rispondiamo oggi.
Purtroppo vi è stato un po' di ritardo nella risposta, quindi sarà una risposta difficilmente comprensibile ad oggi. Certamente sarebbe stato più utile averla in precedenza. L'impegno degli uffici non ha permesso di rispondere prima.
Con l'interrogazione n. 193 il Consigliere Cavaliere vuole conoscere lo stato attuale dei fiumi e torrenti della regione, particolarmente in ordine alle opere di manutenzione e disalveo, anche in conseguenza delle esondazioni avvenute di numerosi torrenti e rii della Valle Belbo a seguito delle precipitazioni dell'autunno del 1995.
Occorre precisare che le competenze per la pulizia e la manutenzione degli alvei, per quanto attiene il territorio regionale, sono suddivise tra il Magistrato per il Po, per i corsi d'acqua classificati fino alla terza categoria, e la Regione Piemonte per i corsi d'acqua minori; i cosiddetti corsi non classificati in quanto in Piemonte la quarta e la quinta categoria non trovano riscontro.
Nel corso dell'evento alluvionale del novembre 1994, un'estesa fascia di bacini del sud Piemonte sono stati interessati da fenomeni di piena che hanno determinato forti erosioni e generalizzati dissesti negli alvei. I pericoli più gravi sono stati causati però dall'accumulo di materiale legnoso in corrispondenza di ponti ed altri manufatti trasversali all'alveo.
Le situazioni di maggior pericolo al riguardo sono state in buona parte prontamente rimosse dai Comuni interessati mediante l'utilizzo di fondi di prima emergenza disponibili da parte delle Prefetture. In seguito sono stati erogati dallo Stato e dalla Regione, ai sensi della legge n. 22/95 finanziamenti mirati all'eliminazione di pericoli specifici sia in sponda che per sovralluvionamento.
Riferendoci in particolare alla situazione della Valle Belbo, per quanto attiene il tratto di competenza del Magistrato per il Po, è stato eseguito uno svasamento e sono stati stanziati 1.429 milioni per lavori di pronto intervento atti a ristabilire le sezioni di deflusso.
Sulla base del Piano stralcio 45, approvato dall'Autorità di bacino tali somme sono state così ripartite: Cossano Belbo: 536 milioni S. Stefano Belbo: 357 milioni Rocchetta Belbo: 238 milioni Castino: 238 milioni Bosia: 60 milioni.
Per gli ambiti di competenza regionale la situazione di finanziamento e lo stato dei lavori, riferito ai Comuni interessati (devo precisare che questo check-up è un po' datato, da aprile ad oggi ci sono stati degli avanzamenti di lavori), è la seguente: Montezemolo: 120 milioni - opere eseguite Camerana: 48 milioni - opere eseguite Camerana: 240 milioni - opere da appaltare Mombarcaro: 75 milioni - probabilmente ad oggi i lavori sono iniziati Feisoglio: 100 milioni Cravanzana: 40 milioni Bosia: 300 milioni - progetto in corso di approvazione Borgomale: 192 milioni - in fase di appalto Castino: 190 milioni - lavori in corso Rocchetta Belbo: 58 milioni - in fase di appalto Cossano Belbo: 250 milioni - lavori appaltati.
Inoltre vi è un finanziamento di 6 miliardi 800 milioni per S. Stefano Belbo concesso in un'ottica di Comune capofila con il progetto in corso di ridefinizione.
Oltre a questi fondi sono state assegnate ai Comuni che avevano evidenziato situazioni di pericolo le provvidenze previste dal DL n.
154/95, convertito nella legge n. 265/95, art. 4, comma 1 ter, riguardante "Rimozione del materiale litoide dai corsi d'acqua per eliminare situazioni di effettivo pericolo".
Relativamente all'area del torrente Belbo, i finanziamenti assentiti risultano i seguenti: Bosia: 52 milioni Camerana: 17 milioni Camo: 3 milioni Feisoglio: 9 milioni Rocchetta Belbo: 12 milioni S. Benedetto Belbo: 4 milioni S. Stefano Belbo: 33 milioni.
Tali lavori dovevano concludersi entro il 31/12/1995. Dalla rilevazione effettuata al marzo 1996 risulta che i suddetti fondi sono stati utilizzati in parte, mentre le restanti somme sono in fase di utilizzo e si ritiene che entro il corrente anno dovrebbero essere totalmente utilizzate.
Per la sistemazione definitiva dell'asta del torrente Belbo e dei suoi affluenti minori sono stati assegnati dalla Regione Piemonte alla Comunità montana Alta Langa ulteriori finanziamenti per 2 miliardi, per i quali è in fase di approvazione il progetto entro il mese di luglio 1996, mentre l'asta principale è ricompresa nel Piano finanziario 1995/1999 di cui all'art. 7 della legge n. 35/95, gestito direttamente dal Magistrato per il Po.
In sostanza, noi abbiamo interventi specifici soggetti a progetto ed approvazione da parte del gruppo di lavoro - Conferenza dei servizi mentre il DL n. 154/95 aveva previsto degli interventi urgenti che sono stati approvati con una procedura derogatoria e che erano rivolti soprattutto alla rimozione dei cosiddetti sovralluvionamenti, oppure interventi di ricalibratura dell'alveo, anche collegati alla cosiddetta operazione "Castoro", che aveva portato avanti la Protezione Civile, che mirava a rimuovere i tronchi che erano rimasti in alveo dopo l'alluvione.
Proprio oggi i nostri rappresentanti si trovano presso il Comitato tecnico dell'Autorità di bacino per fare un'ulteriore verifica di questi interventi di emergenza, perché lo stanziamento, a livello nazionale, era di una cinquantina di miliardi. Il Magistrato per il Po ne ha usati due terzi, noi avevamo usato 5 o 6 miliardi, quindi teoricamente vi era ancora una piccola differenza. Noi abbiamo incaricato, dopo la visita del prof.
Barberi in Piemonte verso la fine di giugno, i Geni Civili di fare un rilievo. Questi hanno segnalato una serie di interventi, che oggi vengono rappresentati al Comitato tecnico dell'Autorità di bacino. Non sono grossi lavori; si tratta complessivamente di qualche miliardo che dovrebbe permettere di completare gli interventi dell'anno passato. E' certo, per che se parallelamente non compiremo tutti gli sforzi - e noi siamo orientati in questo senso sia dal punto di vista amministrativo sia, se è necessario, anche dal punto di vista legislativo - per attivare un sistema di manutenzione costante, i lavori poi alla fine si vanificano.
Domani è convocata l'Autorità di bacino a Roma, sotto la Presidenza del Ministro Di Pietro che ha messo all'ordine del giorno l'attuazione dell'art. 14 della legge n. 183, cioè la definitiva decisione, una volta per tutte, delle competenze sui fiumi. Voi sapete che oggi come oggi è certa la competenza laddove vi sono le opere idrauliche classificate mentre a rigore, per quanto riguarda le opere non classificate in base al Testo Unico n. 523 del 1904 e ad una serie di norme concatenate, la responsabilità di intervento competerebbe ai confinanti, ai cosiddetti frontisti. E' chiaro che, a fronte di situazioni di emergenza, si prevedono, come si sono previsti, interventi delle pubbliche autorità per ripristinare condizioni di deflusso.
Ribadisco ancora una volta che ben venga la convocazione di domani; mi auguro che il problema possa essere risolto al più presto per giungere a ricostruire - fu demolita la struttura dei Geni Civili vent'anni fa quando avvenne il passaggio alle Regioni, probabilmente non si fece chiarezza su questo comparto - una struttura di difesa del suolo anche operativa sia per la manutenzione ma anche, cosa importante, vista la situazione delicata del nostro territorio, per costruire ex novo un servizio che possa seguire questo comparto nei casi di situazioni rilevanti dal punto di vista meteorologico e geometeorologico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Grazie, Presidente. Nonostante l'interrogazione sia molto datata ricordo che si faceva riferimento ad un'area specifica: ritengo vi siano e lo abbiamo potuto rilevare anche durante il dibattito della scorsa settimana sull'evento alluvionale nel Verbano Cusio Ossola - numerosi luoghi comuni sul problema del disalveo dei fiumi e dei torrenti ed una profonda non conoscenza delle reali problematiche attorno alla questione.
Si dice a volte, ad esempio facendo riferimento al Po, che non vi è alcuna opera di disalveo, quando lungo tutta l'asta rileviamo esattamente il problema inverso: abbassamento totale dell'alveo.
Abbiamo inoltre una serie di difficoltà - come lei ha già detto relativamente alla manutenzione ordinaria. Parallelamente ad altri problemi elencati, non ha ricordato quello delle estrazioni, autorizzate e no.
Al di là di un chiarimento preciso in sede nazionale delle competenze regionali e degli altri Enti locali, chiederei che venga redatta una relazione, in sede di Commissione ambiente, sullo stato complessivo e generale dei corsi d'acqua superficiali della nostra Regione, contenente i dati delle estrazioni e della manutenzione dei luoghi in cui l'alveo è più alto e quindi dove vi è un sovralluvionamento e dove questo non sussiste in modo da poter ragionare con dati tecnici certi. Infatti - torno a ripeterlo - su questo argomento si fondano troppe teorie che non trovano riscontro alcuno nei fatti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla pianificazione e gestione delle risorse idriche

Concordo sulla comunicazione in Commissione, non appena verrà calendarizzata d'intesa con il Presidente della Commissione stessa.


Argomento: Lavoro - Movimenti migratori: argomenti non sopra specificati - Formazione professionale

Interpellanza n. 432 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea relativa al grado di partecipazione femminile ai corsi di formazione - Azione di pari opportunità


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 432, presentata dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea, alla quale risponde l'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore alla formazione professionale

Signor Presidente, avevo consegnato ai colleghi tutti i dati statistici relativi all'interpellanza. E' anche vero, però, che l'interpellanza chiedeva, nell'ambito delle attività delle politiche attive del lavoro quanto l'Assessorato stesse facendo per attendere alle richieste argomentate e strutturate da progetti della Commissione Pari Opportunità nonché delle Associazioni delle donne imprenditrici, che in qualche occasione hanno avuto la cortesia di invitarmi per esporre il caso della disoccupazione femminile, anche nell'ambito delle problematiche dell'imprenditoria.
A latere della mia trasmissione di documenti, devo precisare che con il Ministro Treu sono in corso trattative - se così si può dire - per una convenzione che attribuisca alla Regione Piemonte (c'è un pool di Regioni interessate in tal senso, capofila la Regione Toscana) poteri diversi di intervento nella gestione di tutto ciò che riguarda il mercato del lavoro.
Nella fattispecie ho avuto anche un incontro con i colleghi Assessori competenti in materia di lavoro e di attività imprenditoriali del Comune di Torino per vedere come a Torino, città con il più elevato numero di donne disoccupate, si possa ovviare al problema alla base, nella Circoscrizione di Collocamento e della massima occupazione - alias Ufficio di collocamento onde avere una lettura più esatta delle attese del mondo femminile, delle inoccupate e delle disoccupate.
L'Assessorato si sta muovendo in tal senso, tenuto conto che il problema è pesante e grave, e la cui risoluzione qualificherà le politiche attive del lavoro nella Regione Piemonte. Ho avuto un incontro con il Sottosegretario Montecchi e pare che entro la fine di luglio, o forse più probabilmente nei primi giorni del mese di settembre, avremo l'onore di esserne ospiti graditi in qualche località del Piemonte per affrontare, una volta per tutte, il problema dell'occupazione, dell'inoccupazione e della disoccupazione anche del mondo femminile.
Per quanto concerne il malloppo dei dati statistici, posso dare lettura esatta di tutte le carte in possesso dei colleghi Consiglieri interpellanti.
La ricerca è stata sviluppata estraendo gli allievi, maschi e femmine iscritti ai corsi nell'anno formativo 1995/1996, considerando sia il primo sia il secondo livello della convenzione quadro, circa l'80% del Piano corso programmato.
La ripartizione dei dati è riferita sia al comparto che all'agenzia formativa, nell'allegato 1) sotto forma di Comune, Provincia o Ente l'allegato 2) riporta i titoli di maschi e femmine con le percentuali risultanti.
Dai dati emerge sostanzialmente una situazione equilibrata tra maschi e femmine, riscontrabile sia nel capoluogo di Regione sia nelle altre Province (dato riferito alle disoccupate) fatta eccezione per Asti, dove il dato risulta addirittura in controtendenza e in favore delle iscritte femmine.
Sempre dai dati si evince che, ovviamente, i corsi destinati in particolare all'industria metalmeccanica sono esclusivo appannaggio dell'utenza maschile, anche se i corsi sono aperti ai due sessi.
Il riequilibrio si raggiunge con i corsi del settore terziario, con particolare riferimento all'amministrativo, all'informatico, ecc., oppure con il settore industria tessile ed abbigliamento.
Nell'ambito dell'iniziativa comunitaria sull'occupazione, il programma "NOW" ha lo scopo principale di promuovere pari opportunità per le donne attraverso il finanziamento di misure quali sistemi di formazione orientamento, informazione, riqualificazione professionale, assistenza alla ricerca di lavoro, di avvio alla creazione di impresa.
I progetti "NOW" sono caratterizzati anche da momenti di collaborazione transnazionale, per facilitare l'integrazione delle donne nelle aree meno sviluppate dell'Unione Europea.
La Regione Piemonte collabora con l'ISFOL, la struttura di supporto occupazione, raccordandosi con i promotori dei progetti regionali e multiregionali, al fine di valutare gli effetti della ricaduta dei progetti finanziati sul territorio.
A margine di questa dichiarazione devo anche dire, per quanto riguarda la formazione professionale, che dipende anche dall'utenza il fatto che vi siano più o meno iscritte nei corsi di formazione e quindi da tutto il sistema di formazione che è articolato, così come i colleghi Consiglieri sanno, in maniera tale da consentire l'accesso a chiunque voglia accedervi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Noi eravamo stati sollecitati dal Comune di Torino, dai Consiglieri comunali di Rifondazione Comunista, rispetto al dato che nei corsi di formazione c'è una netta prevalenza di partecipazione maschile, cosa che non corrisponde alle percentuali di iscritti alle liste di collocamento: sappiamo tutti che la disoccupazione femminile probabilmente è anche più alta di quella maschile. Tra l'altro, mi pare che dalle cose dette dall'Assessore, anche se in misura diversa e con l'eccezione della provincia di Asti, ciò venga confermato per l'insieme della Regione. Credo che leggendo i dati risulti un altro aspetto, e cioè che la partecipazione femminile è estremamente concentrata, mentre quella maschile è diffusa quindi partecipa ad una qualità di corsi molto più vasta. La partecipazione femminile invece si trova ad essere molto più concentrata ed è legata alle attività dell'abbigliamento o della ristorazione e soprattutto ai servizi amministrativi e di informatica gestionale, che si chiamano così, ma comprendono le persone che vanno a lavorare negli uffici. E' chiaro che questa concentrazione, secondo me, non aiuta il fatto che si arrivi ad uno sbocco professionale, perché non è che in questo settore ci sia una dinamica nelle assunzioni così forte da giustificare questa cosa. Quindi credo che il problema che abbiamo sollevato con l'interpellanza, cioè il fatto che non ci sia corrispondenza tra la realtà della disoccupazione e il modo in cui vengono fatti i corsi di formazione professionale, venga confermato.
Penso che occorrerebbe agire affinché tutti i soggetti che sono presenti sul mercato del lavoro e disoccupati vengano messi in condizione di poter partecipare al maggior numero possibile di corsi in modo che ci sia poi una possibilità di trovare occupazione, che a mio avviso da questi dati tende a essere limitata perché questa differenza nelle percentuali di disoccupati tra uomo e donna rischia di vedersi accentuata dalla realtà dei corsi di formazione professionale. Quindi spero che l'interpellanza che abbiamo presentato serva ad intervenire nella prossima fase sui corsi anche proprio per avere un'azione di promozione, di sollecitazione sui soggetti femminili, cioè sulle disoccupate, affinché possano partecipare all'insieme dei corsi e appunto tentare di ovviare ai problemi che accennavo prima.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interpellanza n. 452 dei Consiglieri Chiezzi e Simonetti relativa all'alta percentuale di parti cesarei nell'Ospedale di Borgomanero


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza n. 452 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti.
Risponde l'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente, cortesi colleghi, l'interpellanza n. 452 attiene all'ipotesi di alta percentuale di parti cesarei nell'Ospedale di Borgomanero. Gli interpellanti Consiglieri Chiezzi e Simonetti chiedono tra l'altro, quale sia stata la percentuale negli anni 1992, 1993, 1994 e 1995 di parti cesarei nell'Ospedale di Borgomanero, nell'Ospedale di Novara ed inoltre nell'Azienda S. Anna di Torino.
Debbo dire, innanzitutto, che la percentuale dei parti cesarei a Borgomanero e in Piemonte si avvicina moltissimo alla percentuale nazionale. La percentuale nazionale è del 24%. A mio personale modo di vedere le cose, il 24% è una percentuale alta, perché il parto è un fatto fisiologico. Tanto è vero che mi sono reso promotore della delibera del parto domiciliare; dietro il parto cesareo, ancorché fatto in strutture pubbliche, si possono prefigurare anomalie. Con il termine anomalie intendo parecchie cose.
Rispondendo all'interpellanza dei Consiglieri posso dire che a Borgomanero c'è stato un picco che andava oltre la media nazionale; è stata toccata la percentuale del 26,3% nel 1994, mentre nel 1992 è stata del 23,8%, nel 1993 del 23,5% e nel 1995 siamo scesi al 21,2%, percentuale che si pone assolutamente al di sotto della media nazionale.
Per quanto riguarda, invece, l'Ospedale Maggiore di Novara, vi sono due Divisioni: anche qui si riscontra una piccola differenza, perché nella I Divisione si hanno più parti cesarei che nella II.
Le percentuali sono queste: nel 1992 nella I Divisione il 22% e nella II Divisione il 17,3 nel 1993 nella I Divisione il 24% e nella II Divisione il 21 nel 1994 nella I Divisione il 26% e nella II Divisione il 19 nel 1995 nella I Divisione il 26% e nella II Divisione il 21%.
Le percentuali al S. Anna sono invece le seguenti: nel 1992 c'è stato un picco del 30,4 nel 1993 il 29,1 nel 1994 il 27,44 nel 1995 il 27,84%, quindi ancora al di sopra della media nazionale.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Grazie, sono abbastanza soddisfatta della risposta data dall'Assessore nel senso che riesco a captare in che termini, anche se generici l'Assessore pone la questione delle anomalie. E' chiaro che il parto è un fatto fisiologico, di conseguenza un alto numero di parti cesarei, in molti ospedali, può suscitare dei dubbi sulla gestione di tali reparti.
La risposta ha fornito dei dati precisi, come d'altronde l'interpellanza chiedeva, determinando delle valutazioni che poi il nostro Gruppo svolgerà dal punto di vista politico.
Vorrei capire qual è la percentuale di parti cesarei, all'interno del 24% a livello nazionale, sulla quale si vanno ad inglobare i parti di Borgomanero, ecc.
Un'altra questione che pongo è relativa al fatto che all'Ospedale di Novara ci sono due Divisioni; prima di tutto vorrei capire, per mia ignoranza, quali sono queste due Divisioni, e quindi la differenza che ha portato alla formazione di due, e se si è a conoscenza del perché in una Divisione si fanno più parti cesarei rispetto all'altra; se ci sono delle motivazioni che clinicamente possono essere attendibili, oppure se pu essere lasciato tutto all'interpretazione politica.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Il motivo dell'esistenza delle due Divisioni è dovuto al fatto che c'è un elevato numero di parti, ma soprattutto perché all'Ospedale di Novara vi sono due Ostetricie in rapporto al numero di partorienti e di utenti del reparto stesso, e ovviamente due Primari. E' chiaro che in una Divisione c'è un Primario che propende di più per l'intervento cesareo e in un'altra no.
Devo dire, a chiarimento di questa situazione che ho definito anomala che anche dal punto di vista strettamente legale la cosa va seguita con attenzione (e vi assicuro che la seguo con attenzione), perché anche a livello di retribuzione di DRG c'è una variazione notevole tra il parto cesareo e il parto naturale, eutocico. Per cui ho evidenziato la cosa ai Direttori generali, che se ne devono fare carico.
La media nazionale è sul 24% e teniamo presente che purtroppo ci sono degli ospedali in Italia dove addirittura si arriva al 79-80% di parti cesarei. Quindi, è un problema di cui tutta la sanità deve farsi carico per eliminare quelle che definisco "anomalie".


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta, Farassino, Ghigo e Riggio.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

d) Modifica del titolo della legge regionale: "Sottoscrizione del terzo aumento di capitale della Società consortile per azioni MIAC"


PRESIDENTE

A norma dell'art. 83, comma quarto, del Regolamento interno del Consiglio regionale, comunico che il titolo della legge regionale approvata il 9 luglio u.s. è stato corretto dagli uffici per mero coordinamento formale (per uniformarlo al titolo delle LL.RR. n. 3/91 e n. 33/94) e così recita: "Sottoscrizione del terzo aumento di capitale della Società consortile per azioni MIAC".
Se il Consiglio regionale non si oppone, tale modifica formale si intende approvata.


Argomento:

e) Distribuzione ai Consiglieri della relazione redatta dalla VII Commissione in seguito al sopralluogo alla Cava Cementir


PRESIDENTE

Comunico inoltre che sarà distribuita a tutti i Consiglieri la relazione che la VII Commissione ha redatto a seguito del sopralluogo alla Cava Cementir, come da mandato assegnato nell'ordine del giorno n. 101 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea, Foco e Angeli in data 10/1/1996 ed approvato dal Consiglio regionale il 25/1/1996.


Argomento: Assestamento di bilancio

Esame progetto di legge n. 200: "Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1996"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 4) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 200.
Tale progetto di legge in Commissione ha avuto il voto favorevole dei Gruppi Forza Italia, AN e CDU, il voto contrario dei Gruppi Partito democratico di sinistra, Rifondazione Comunista e Patto dei democratici mentre non ha partecipato al voto il Gruppo Lega per l'Indipendenza della Padania.
La parola al relatore, Consigliere Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, relatore

La I Commissione ha esaminato il disegno di legge n. 200 predisposto dalla Giunta e relativo all'assestamento di bilancio relativo all'esercizio finanziario 1996.
Lo scopo della legge di assestamento è quello di prendere atto del conto consuntivo 1995; quindi, la proposta di assestamento si basa su due documenti: il rendiconto 1995 della Regione con la determinazione dei risultati di gestione e la modifica contabile con l'equilibrio di assestamenti del bilancio 1996 a metà esercizio.
Il principale dato del rendiconto 1995 è l'ammontare dell'avanzo finanziario determinato in 215 miliardi di lire.
Tale avanzo finanzia in modo prioritario i capitoli sui quali sono riportate economie provenienti sia dai trasferimenti dello Stato sia dall'Unione Europea (economie che ammontano all'incirca a 1.991 miliardi di lire). La differenza è coperta da fondi regionali.
Tali risorse sono state recuperate con l'iscrizione fatta in entrata per L. 116 miliardi al cap. n. 2710 e che derivano dall'autorizzazione richiesta ma non stipulata, a contrarre mutui nell'anno 1995, ed è stata riportata quindi sul 1996.
La proposta di assestamento contiene inoltre una serie di variazioni che corrispondono a valutazioni e scelte di carattere politico fatte dall'Amministrazione regionale.
Le variazioni più rilevanti sono riferite al Fondo Investimenti Piemonte che di seguito illustrerò, e riguardano quindi il disegno di legge n. 201.
Per informazione, allegato alla relazione del disegno di legge, è stato fatto un quadro a grandi linee di quelle che sono le variazioni più rilevanti che riguardano la presa d'atto dell'avanzo 1995, l'addizionale sul gas metano che prevede 30 miliardi in più, il mutuo 1996 di 85 miliardi e il mutuo 1995, riportato al 1996, di 116 miliardi.
Le spese più significative previste in competenza riguardano fondi per: turismo (1 miliardo e mezzo) assistenza (3 miliardi e mezzo) cultura (3 miliardi e mezzo) lavoro, industria, formazione professionale (6 miliardi) commercio ed artigianato (6 miliardi) fondi globali (31 miliardi).
La posta nei fondi globali è la posta per finanziare nuove leggi proposte dal Consiglio nel corso dell'esercizio 1996. Inoltre c'è lo stanziamento di 35 miliardi a favore del FIP.
Se il Presidente permette illustro anche il disegno di legge n. 201 relativo proprio al FIP.
Con questo disegno di legge la Giunta fa due tipi di intervento. Un primo intervento è quello di anticipare i meccanismi della legge n. 43/94.
Tale legge prevedeva l'attuazione del FIP contemporanea al Piano di sviluppo, ma i meccanismi per redigere il Piano di sviluppo si stanno rivelando molto farraginosi sia nelle modalità che nei tempi.
Quindi, è stato varato questo disegno di legge da parte della Giunta che prevede un sistema più flessibile ai fini di anticipare, ancorché non snaturando, quella che è l'attuazione pratica del FIP.
E' una sperimentazione, ha una natura transitoria che potrà essere resa ordinaria a seguito di collaudo e sperimentazione che si farà proprio con questi dati.
Ciò non significa far venire meno quella che è la programmazione (in fondo, il FIP prevedeva proprio una fase di programmazione con il Piano regionale di sviluppo e successivamente il finanziamento di questi atti) ma significa invece essere in grado di adattare in modo tempestivo gli atti dell'Amministrazione a quelle che sono le esigenze del territorio.
Quindi, è un rafforzamento dell'intervento regionale che prevede, in particolare, due interventi specifici di finanziamento sia all'edilizia residenziale che all'imprenditoria giovanile, come anticipazione del Piano regionale di sviluppo.
Gli artt. 4 e 5 del presente disegno di legge dispongono la ripartizione dei fondi FIP 1996 non assegnati per 46,5 miliardi e l'integrazione di 24 miliardi, che permette quindi di portare il FIP all'80% delle entrate, così come previsto dalla legge n. 43 e un residuo di recupero di 11 miliardi relativi al FIP 1995.
Mi corre l'obbligo di fare una precisazione.
Successivamente al voto in I Commissione è stata data informazione, da parte della Giunta, degli emendamenti che modificavano alcune poste all'interno delle tabelle 4 e 5 relative al FIP.
La Commissione ha licenziato il disegno di legge base. In questa sede la Giunta presenta gli emendamenti che comunque nella sostanza sono stati discussi durante il dibattito in Commissione, e che sono già allegati al disegno di legge depositato in quest'aula.



PRESIDENTE

E' aperta la discussione generale.
La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Colleghe e colleghi Consiglieri, è piuttosto difficile, quando si parla di bilancio, farlo senza la presenza del Presidente della Giunta che per sue ragioni, assolutamente da me non sindacabili, ha deciso di non essere presente anche questa volta, e non si è sentito in dovere, visto che non l'aveva fatto nel momento del bilancio preventivo, di presentare una relazione al Consiglio che poteva anche essere illustrativa di quanto sto leggendo sulla rassegna stampa.
Mi rammarico di questo, perché ritengo che il bilancio abbia un'attinenza profonda con l'attività politico-amministrativa dell'Ente dal Presidente stesso governato.
Cercherò, pertanto, di fare alcuni commenti ai disegni di legge n. 200 e n. 201.
Anche in questo assestamento di bilancio, assolutamente non banale, ma di grande portata - viste le poste che vengono iscritte ad integrazione e a variazione del bilancio preventivo - noto che alcuni suggerimenti pervenuti dalla minoranza non sono stati recepiti ed è stato sottovalutato, in termini generali, quello che è il dibattito oggi in atto, specialmente in Piemonte, per quanto riguarda proprio l'occupazione. Non vi è da parte della Giunta alcuna relazione di merito, cioè questo bilancio pare che non abbia alcuna attinenza con quelle che sono le esigenze primarie e anche di emergenza che tutti riscontrano all'interno del Piemonte, provincia per provincia, con peculiarità assolutamente diverse. Non è stato approfondito questo discorso per cui assolutamente non se ne vede alcun riscontro neppure in questa fase di assestamento. Tale atteggiamento era forse giustificabile in fase di bilancio preventivo, perché da poco tempo si era insediata questa Giunta - anche se sette od otto mesi sono tanti, viste le critiche espresse nel dibattito sugli Stati Generali dallo stesso Presidente Ghigo nei confronti del Governo Prodi a meno di 60 giorni dal suo insediamento - ma credo che dopo sei-sette mesi la Giunta avrebbe potuto varare e proporre al Consiglio una serie di provvedimenti che andassero ad incidere sulle peculiarità, principalmente nel settore dell'occupazione della nostra Regione.
Non so cosa ne pensi l'Assessore Masaracchio che si trova di fronte quotidianamente, alla chiusura di stabilimenti di non poca rilevanza sotto il profilo occupazionale; l'ultimo è quello di Grugliasco, con la previsione di 130 espulsioni, senza dimenticare la vicenda della Mandelli e le prospettive dell'ILVA.
Non vedo, all'interno di questo, né in termini di relazione al Consiglio né in termini di poste di bilancio, una presa di posizione da parte della Giunta.
Credo che ciò sia una grave mancanza, anche di sensibilità, verso il Consiglio che con ordini del giorno, con prese di posizioni, continua a tenere vivo il dibattito proprio nell'ambito dell'occupazione.
Sottolineo che abbiamo presentato una serie di emendamenti al bilancio preventivo. Se è vera la dichiarazione fatta dal Presidente Ghigo, sempre nell'ambito degli Stati Generali e nel documento che il Presidente ha dato ai giornali, che il confronto è l'essenza della democrazia, non riesco a capire come anche in questa occasione si sia sottratto alle sue stesse dichiarazioni, probabilmente alle sue stesse volontà.
Stiamo per approvare la legge di bilancio - la legge n. 200 e il susseguente provvedimento n. 201 - che riporta una serie di poste anche all'interno del FIP (cosa che noi avevamo fatto rilevare nel momento del bilancio preventivo) e non vi è da parte della Giunta alcuna indicazione a giustificazione dell'operato che servirebbe non soltanto al Consiglio regionale, ma al mondo imprenditoriale, al mondo sindacale, a quello che è il sistema economico del Piemonte.
Di questo me ne rammarico e credo che sia da rimarcare in modo assolutamente negativo, al di là delle affermazioni di maggioranza blindata, di maggioranza assolutamente inattaccabile. Mi auguro che così sia e che all'interno di questa maggioranza vi sia grande consenso da parte dei Consiglieri che siedono in questo Consiglio, pur in assenza assoluta di riconoscimento della dovuta attenzione a quelle che sono le competenze del Consiglio regionale sull'operato della Giunta.
Da parte nostra vi è questo grande rammarico, denunciamo questo fatto come una mancata attenzione a questo alto consesso e da parte nostra vi sarà un voto negativo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Premettendo che anche il nostro voto sarà negativo, intendo fare alcune considerazioni.
La prima. Ritengo che bisognerebbe instaurare una prassi secondo la quale i momenti di discussione del bilancio non siano costituiti solamente da una serie di cifre; occorrerebbe andare oltre i numeri e valutarne le ricadute. Tra l'altro, ricordo che la scorsa settimana avevamo discusso, in sede di risposta ad una nostra interpellanza, sul contenuto di una lettera del Presidente Ghigo - del quale rimarco la mancata presenza in questo momento - inviata ai dirigenti, nella quale si sosteneva che la Giunta avrebbe instaurato una prassi nuova, consistente nel monitoraggio costante delle spese sostenute dalla Regione, per fare il punto della situazione affinché non si arrivasse a fine anno con un accumulo di spese da sistemare. Si sosteneva, quindi, che si sarebbe verificata l'efficienza dei dirigenti traendola da tali elementi. Credo che anche noi, come Consiglio regionale, dovremmo avere lo stesso tipo di atteggiamento nei confronti della Giunta e del suo Presidente: avere un monitoraggio delle spese sostenute, capirne le ricadute e quanto effettivamente è stato speso. Un bilancio consuntivo dovrebbe servire anche a questo.
Per parte nostra, abbiamo richiesto un monitoraggio che credo sia stato predisposto dagli uffici, anche se finora non ci è pervenuto e dunque non siamo in grado di esprimerci se non per sottolineare la gravità di questa mancanza. I Consiglieri e i Gruppi consiliari dovrebbero ricevere in modo costante informazioni di questo tipo.
Seconda considerazione. Ricorderete tutti il dibattito sul FIP in sede di discussione sul bilancio; ora si cercano di sanare gli effetti negativi di quanto all'epoca non è stato fatto. In Commissione sono state per me elemento di preoccupazione alcune dichiarazioni dell'Assessore al bilancio secondo le quali il FIP irrigidirebbe troppo il bilancio, ponendo limiti eccessivi. Sappiamo tutti che il FIP è stato introdotto con legge recente e ancora non ha avuto possibilità di verifica duratura: già la Giunta individua in questo istituto un elemento di ostacolo, di rigidezza che va eliminato e ciò mi preoccupa grandemente. Io credo, invece, che la fonte ispiratrice del FIP sia positiva: introdurre elementi di programmazione fa sì che, certamente, si creino ostacoli e limiti, ma permette anche di spendere con criteri di scelta basati sulla programmazione e non sulla distribuzione a pioggia di contributi. Una certa volontà di affossare la legge appena nata l'avevamo colta, come Gruppo, con preoccupazione già al momento della discussione preventiva del bilancio. Le dichiarazioni dell'Assessore al bilancio vanno nella stessa direzione.
I 30 miliardi, che fanno sì che l'assestamento di bilancio sia così corposo, provengono dalla tassa addizionale sul metano. Può darsi che il Consigliere Ferraris abbia doti di preveggenza superiori agli altri, ma ricordo che all'epoca aveva individuato la possibilità della cifra che adesso troviamo iscritta a bilancio: al momento della discussione del bilancio preventivo, il collega aveva sottolineato una probabile sottostima; e la serie di previsti tagli alle spese erano dovuti alla differenza di valutazione. Scopriamo adesso che dagli uffici arriva una valutazione più corrispondente a quella del Consigliere Ferraris.
Credo sia difficile discutere il bilancio giocando "a nascondino", con dati non certi, con denaro che in un primo momento non c'è e che riappare pochi mesi dopo. Se vogliamo affrontare un dibattito serio, occorre che tutti abbiano elementi chiari per inserirsi nella discussione, senza balletti od occultamenti di cifre, le quali, tra l'altro, avrebbero già permesso la sistemazione di una serie di cose cui si provvede, invece, solo oggi.
La Giunta, oggi, ci dice: "Guardate come siamo bravi! Guardate quante cose facciamo!". A mio parere, non sono "bravi" per niente: una più attenta valutazione della possibilità di entrata avrebbe già permesso di inserire queste cifre precedentemente.
Ultima considerazione. Individuo anch'io, nei limiti di questo assestamento, lo scarso peso attribuito al problema occupazionale. Eppure verifichiamo costantemente, Consiglio per Consiglio, con interpellanze ordini del giorno e quant'altro, l'allarmante dimensione del problema, al quale occorre assolutamente pensare in termini nuovi, facendolo diventare centrale nel governo del Piemonte, il problema "numero uno". Sul bilancio non c'è traccia di questo aspetto della realtà piemontese.
E' proprio per ovviare a tale mancanza che abbiamo presentato un emendamento che chiede di potenziare la cifra destinata ai lavori socialmente utili, pur essendo a conoscenza del taglio previsto a livello centrale.
Occorre chiedere allo Stato di modificare la sua posizione, ma nello stesso tempo tocca a noi lanciare un segnale preciso di assunzione del problema in quanto Regione, al fine di riuscire ad ottenere di ampliare gli interventi sui lavori socialmente utili e non di correre il rischio di vederli diminuire. Diversamente, nei prossimi mesi potremmo trovarci di fronte ad un ulteriore aggravamento di un problema che - ripeto - deve essere considerato il "numero uno" del Piemonte.
Per questi elementi, confermiamo anche in aula il giudizio negativo espresso in Commissione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Ferrero.



FERRERO Caterina

Grazie, Presidente. Innanzitutto volevo dire che una scelta fatta dalla Giunta generalmente può essere sempre vista secondo la faccia che si vuole mostrare e mi riferisco alle considerazioni che sono state fatte su questo disegno di legge, visto come un balletto di cifre fatto all'ultimo momento senza un minimo di criterio. Io, per esempio, potrei invece vedere questa scelta fatta dalla Giunta in senso forse un po' più positivo; la Giunta deve fare questa scelta come conseguenza del fatto che non è sempre così semplice, nel destinare i fondi del Fondo Investimento Piemonte, coprire determinate spese. Noi sappiamo che per poter fare in modo che sul territorio questi fondi possano essere stanziati e quindi possano coprire le esigenze che effettivamente il territorio richiedeva, è stato necessario, come sperimentazione, forse, questa ulteriore delibera della Giunta, che vede da una parte un assestamento dovuto anche ad accertamenti fatti su fondi statali che quindi hanno dovuto portare ad un adeguamento del bilancio e, dall'altra parte, appunto come si diceva, una decisione in termini di scelte della Giunta a livello di governo della Regione su come destinare questi fondi.
In questo caso io invece ritengo che la Giunta abbia fatto un grosso sforzo nel tentativo di tenere in considerazione gli ordini del giorno presentati nel momento dell'approvazione del bilancio precedente. Ricordo la parte sull'imprenditoria femminile, nell'imprenditoria giovanile e la parte sulla sanità e poi ulteriori aggiunte che sono state fatte, per esempio, in previsione della legge che probabilmente oggi approveremo sulle scuole materne. Per esempio, nell'ambito dell'edilizia residenziale è significativo il fatto che siano stati stanziati 25 miliardi a copertura di esigenze che i piccoli Comuni molto spesso hanno nell'ambito della ristrutturazione o comunque nell'individuazione di forme migliori di vita per coloro che abitano generalmente in alloggi con grandi necessità di manutenzione. Sono fondi piccoli, probabilmente irrisori, ma che per un piccolo Comune, se contiamo quello che può significare, sono comunque importanti.
Un'altra rilevazione che faccio, sempre nell'ambito delle esigenze degli Enti locali, è lo stanziamento di 13 miliardi che, per esempio, è stato fatto per la pianificazione delle risorse idriche; anche in questo caso prima esisteva un fondo statale che permetteva la copertura di spese per la creazione di acquedotti o di fognature; adesso questo finanziamento non è più possibile e la Regione si adopera con questo fondo per venire incontro alle esigenze dei Comuni interessati. Secondo me, con questo disegno di legge si sono date risposte che potrebbero dare un grosso respiro al problema.
Nell'ambito dell'imprenditoria ricordo l'ordine del giorno che era stato presentato anche da Consiglieri dell'opposizione in cui appunto si richiedevano dei contributi per queste iniziative e per tutto quello che riguarda l'imprenditoria giovanile.
A mio avviso, questo disegno di legge è da accogliere come una sensibilità da parte della Giunta nei confronti di esigenze che sono presenti sul territorio e che si vogliono risolvere, possibilmente, senza dover essere troppo sottomessi ai passaggi burocratici che si creano di volta in volta. Per cui accolgo favorevolmente questa decisione e preannuncio il voto favorevole di Forza Italia.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore all'industria

Di solito si dice "molto brevemente"; io spero di poter mantenere questa affermazione. Non è affatto vero che l'Assessorato all'industria e al lavoro non sia presente nelle attività economiche che devono supportare la crisi che è sempre latente nella Regione Piemonte e nella città di Torino, che rappresenta la struttura della Provincia di Torino. Le aziende a rischio, quando chiudono, possono avvalersi di un intervento di tutela da parte della Regione. Tant'è che mi era sembrato, quasi scherzando - ma amaramente scherzando - di suggerire anche ai sindacati di istituire un settore del patrocinio delle vertenze; vertenze di carattere sindacale per il rapporto con la crisi aziendale, perché poi nasce la disoccupazione o la messa in lista di mobilità dei lavoratori o la cassa integrazione guadagni speciale.
Per quanto riguarda tutto l'impianto degli interventi economici della Regione, sono di cofinanziamento di progetti che la Comunità Europea acconsente di sviluppare nelle aree a declino industriale. Voi sapete quali sono le difficoltà operative per il Regolamento CEE n. 2081; ci troviamo di fronte ad una presa di posizione degli istituti bancari che per la non bancalità di talune operazioni si ritirano e creano questo handicap della Regione. Noi non abbiamo titolo diretto di intervenire, anche perché non essendo una Regione a Statuto speciale non possiamo intervenire direttamente con risorse della Regione per aiutare le aziende a non chiudere o quelle che dichiarano di essere in crisi e minacciano la chiusura.
Vi ricordo solo il caso della Ferrero; noi viviamo quotidianamente una tragedia dentro la quale una Regione non a Statuto speciale non pu intervenire, tranne che per cercare di conciliare. Per quanto riguarda l'ILVA, che è stata citata opportunamente, vi dico che una mia presenza in quella situazione mi ha fatto trovare di fronte non dico all'arroganza del Prefetto, ma comunque alla sua categoricità, nel momento in cui mi ha comunicato, sic et simpliciter, non potendo io parlare con i dirigenti dell'ILVA, che lui aveva risolto tutti i problemi, tant'è che per prenderlo sottogamba, così come si conveniva in quell'occasione, ho fatto diramare subito un comunicato stampa dicendo "Prendo atto che il Prefetto ha risolto tutto", quando per la verità non aveva risolto un bel niente. Di fronte a questo, la politica della Regione Piemonte risulta fatta a chiacchiere attraverso le conferenze stampa. Non abbiamo potere di intervento; d'altro canto la Finpiemonte, che ha una propria dimensione, non avendo una holding di supporto, ha dei poteri limitati di intervento. Cito per esempio il Fondo di rotazione che è stato presentato agli imprenditori proprio l'altro ieri nella Sala delle conferenze della Camera di Commercio; presuppone un investimento piuttosto considerevole, ma richiede circa 100 miliardi di investimento dei privati che, certamente, non sono le aziende: i privati sono gli istituti bancari. Come ovviare a questo problema? Poi ci sono i PIS, i PIP, le aree attrezzate. Per tutte queste iniziative il bilancio della Regione, indipendentemente dagli assestamenti di cui si sta parlando oggi, investe fior di miliardi, dopodiché è la categoria degli imprenditori, la parte sociale degli imprenditori che deve dire alla parte politica che amministra queste cose difficili come si può progettare di comune accordo che l'economia piemontese sia suffragata ancora dalla grande industria (comunque dall'industria), in attesa che ci sia una riarticolazione nel territorio di una nuova economia che dia ragione soprattutto all'occupazione.
Volevo dire questo, perché tali considerazioni che riguardano l'Assessorato all'industria riflettono le considerazioni che interessano l'Assessorato al lavoro.
Per quanto riguarda le politiche attive del lavoro, non mi si venga a dire che questo Assessorato non le segue con stanziamenti adeguati.
Oltretutto il Consiglio regionale, proprio in ambito di dibattito sul bilancio, ha attribuito altri 6 miliardi all'Assessorato al lavoro per le politiche attive del lavoro di cui ho brevemente accennato questa mattina rispondendo ad un'interpellanza.
Gli sforzi sono tanti, vedremo come poter attivare, con la concertazione più completa e più razionale con le parti sociali, un intervento che possa ovviare a questa crisi latente del Piemonte, checche se ne pensi diversamente da parte degli opinionisti sull'economia della Regione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gallarini.



GALLARINI Pierluigi, Assessore al bilancio

Penso che dal dibattito, soprattutto dall'intervento dei Consiglieri Miglietti e Papandrea, sia emersa la necessità di una qualche precisazione.
Non sto a ripetere le varie assegnazioni fondamentali collocate all'interno dell'assestamento, perché già la collega Ferrero ha messo in evidenza molto bene quali sono i punti significativi che, all'interno delle maggiori entrate, hanno avuto collocazioni importanti, ad esempio l'edilizia, il recupero di edilizia residenziale, acquedotti e fognature per quanto riguarda i Comuni in sostituzione di mancati finanziamenti dal livello centrale.
Per quanto riguarda il grado di spesa rispetto all'impegnato, collega Papandrea, avevo annunciato in I Commissione che avremmo distribuito il monitoraggio all'1 luglio, cioè per la prima volta dal gennaio di quest'anno sostanzialmente ci siamo impegnati, come Settore Bilancio, a monitorare sui vari capitoli quanto viene speso mese per mese, sia in spesa corrente sia in conto capitale.
Oggi (la data dell'1 luglio significa sei dodicesimi rispetto all'esercizio finanziario) su alcuni capitoli siamo al 20-25% di impegnato su altri 40-45%. Il che significa che la struttura regionale tarda a mettersi in moto, c'è un'inerzia iniziale molto robusta. Questo è un dato che ci auguriamo possa essere alleviato con il disegno di legge n. 42 e con la ristrutturazione del personale, e quindi si possano ridurre i tempi di messa in moto della struttura regionale.
Questo è tradizionale e purtroppo, con amarezza, lo si constata, ma d'altra parte le cose stanno in questo modo, cioè abbiamo l'estrema necessità di velocizzare la messa in moto della struttura affinché si possa arrivare al 30 novembre dell'anno in corso ad impegnare sui capitoli di bilancio. Noi vorremmo portare avanti questo discorso e, se non ci sarò più io, chi mi sostituirà penso farà altrettanto, perché dal punto di vista della concettualità politica ci sembra un discorso valido.
Il termine del 30 novembre, che con una variazione alla legge di contabilità di quattro-cinque anni fa è stato anticipato rispetto a quanto era prima, cioè il 31 dicembre, riteniamo che addirittura debba essere anticipato, supponiamo al 30 settembre. Solo così siamo in grado di avvicinare il bilancio reale al bilancio teorico, per valutare in modo realistico gli impegni e gli investimenti, altrimenti questi impegni vengono fatti sulla carta e risultano relativi ad un certo esercizio finanziario, non si traducono nella realtà, rimangono residui e li ritroviamo l'anno successivo. Questo per quanto riguarda il monitoraggio.
Per quanto riguarda la preoccupazione del Consigliere Papandrea sul FIP, sotto certi aspetti possiamo essere preoccupati tutti, ma penso che in bilancio 1996, tra il bilancio preventivo e l'assestamento, la maggioranza e la Giunta siano d'accordo di collocare 121 miliardi sul FIP.
E' una cifra enorme, però non possiamo sottacere il fatto che l'80 sulle addizionali - cioè l'addizionale del gas metano che è l'unica praticata fino ad oggi - effettivamente rappresenta una gabbia un'ingessatura, rappresenta dei lacciuoli all'interno dei quali si creano altri vincoli oltre a quelli che già da Roma vengono trasferiti alle Regioni.
Quindi, penso sia doveroso cercare una soluzione che consenta di rendere meno rigida la gestione del bilancio. Questo non significa rinnegare il principio del FIP, anzi si può anticipare nei confronti degli investimenti, e poi pretendere la restituzione a tasso zero nella maggior parte dei casi, oppure addirittura di erogare a fondo perduto (come è pure previsto all'interno di alcune schede del FIP). Condividiamo questa impostazione, e ribadiamo la convinzione che questo sia un modo intelligente ed interessante attraverso il quale andare a coinvolgere gli altri Enti pubblici della nostra Regione per quanto riguarda il problema degli investimenti.
Semplicemente siamo alla ricerca di un'ipotesi di soluzione che consenta di snellire e rendere meno rigida l'impostazione regionale. Questo vale anche per il Fondo per la montagna.
Dopodiché si può svincolare rispetto all'80% e al limite destinare anche di più, destinare anche il 90% se le risorse e le scelte politiche lo consentiranno.
Certo, un conto è fare delle scelte in assoluta libertà di bilancio, un conto è inventarsi delle soluzioni per stare all'interno di una cornice e di una gabbia che ci siamo costruiti con le nostre stesse mani.
E' questo che ho considerato e criticato in Commissione, e che ribadisco oggi concettualmente, come un grosso limite dell'attuale impostazione formale non sostanziale.
Per quanto riguarda la questione dei 30 miliardi di entrate in più sulle addizionali, dicemmo, in sede di bilancio preventivo, che, in allora i dati delle ditte erogatrici - e non possiamo fare gli indovini - erano quelli che avevamo riproposto in aula con correttezza.
Il fatto che poi il conto consuntivo (e non poteva emergere prima) abbia messo in evidenza 15 miliardi in più di entrata sul 1995 - e quindi a trend costante questi 15 miliardi possono essere riprodotti anche sul 1996 e fare 30 - è un dato che allora non avevamo.
Penso che prudenza e responsabilità debbano suggerire nei bilanci di comportarsi con i dati dei quali si ha certezza, non quelli che a naso più o meno fine si potrebbero intuire, anche perché è ovvio che le addizionali sono un istituto di cosiddetta autonomia regionale - che poi autonomia non è, perché è una delega che lo Stato ha dato alle Regioni qualche anno fa per gestire dei provvedimenti impopolari. Questa è la verità: anzich gestirli a Roma, hanno delegato le Regioni affinché li gestissero loro. La legge è del 1993, e quindi, al 1995, aveva due anni di consolidato storico ed è troppo poco.
Man mano si accumulano gli anni di consolidamento e si ha anche un trend più significativo per quanto riguarda i consolidati e le proiezioni di bilancio.
Ritenevo doveroso fare queste semplici osservazioni.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 1) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea: incrementare di L. 5.000.000.000 il cap. 11090 riducendo dello 0,5% tutti gli altri capitoli di spesa corrente.
La parola al Consigliere Papandrea per l'illustrazione.



PAPANDREA Rocco

E' quello che avevo già annunciato nell'intervento precedente. Si tratta di aumentare la parte di spesa che può andare sulle politiche attive del lavoro, in particolare sui lavori socialmente utili.
Non abbiamo individuato una fonte precisa dove andarli a collocare, ma era per dare un segnale politico, riducendo tutte le altre in misura minima.



PRESIDENTE

E' stato richiesto l'appello nominale da parte del Gruppo Rifondazione Comunista.
Si proceda pertanto alla votazione dell'emendamento n. 1) per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 54 hanno risposto SI' 26 Consiglieri hanno risposto NO 28 Consiglieri L'emendamento è respinto.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Intervengo per chiedere una copia del verbale della votazione.



PRESIDENTE

Fate avere il verbale della votazione al Consigliere Chiezzi.
Emendamenti presentati dall'Assessore Leo: 2) trasferimento dal cap. 11250 (BSC) al cap. 11260 (PAC) di L. 750.000.000 3) trasferimento dal cap. 11250 (BSC) al cap. 11725 (PAC) di L. 500.000.000 4) trasferimento dal cap. 11750 (BSC) al cap. 11725 (PAC) di L. 350.000.000.
La parola all'Assessore Leo per l'illustrazione.



LEO Giampiero, Assessore alla cultura e istruzione

Illustro volentieri questi tre emendamenti che prevedono spostamenti interni da un capitolo all'altro del bilancio.
Tali emendamenti tengono fortemente conto dei suggerimenti espressi e delle valutazioni fatte nel dibattito in Commissione.
Già in una prima fase avevamo raccolto l'importante emendamento sui corsi di musica: lo stanziamento relativo è stato riportato alle quote dell'anno scorso e con questi emendamenti può venire ulteriormente implementato.
Ringrazio i Consiglieri che hanno suggerito questo aumento in sede di dibattito sul bilancio, in particolare la Consigliera Spagnuolo. Poi ci sono 750 milioni di sostegno all'handicap. Ringrazio i Consiglieri che avevano segnalato questa priorità in Commissione, in particolare la Consigliera Bortolin, perché in effetti è un settore molto delicato che in una prima fase forse non era stato abbastanza valutato.
Infine vengono accolti, rispetto al dibattito che c'era stato in Commissione, tutti i suggerimenti su iniziative culturali importanti, quali il Festival di Chieri che in una prima fase era rimasto fuori per ragioni burocratiche.
Mi permetto di aggiungere che gli spostamenti sono "interni" effettuati da un capitolo all'altro dello stesso Assessorato secondo le necessità quindi i fondi che abbiamo spostato non andrebbero a scoprire altre necessità emergenti o vitali.
Con questi tre emendamenti presentati si dà quindi sostanzialmente risposta a quasi tutti i suggerimenti emersi nel dibattito in Commissione.
Rimane ancora una piccola riserva economica per rapportarsi ad alcuni importanti disegni di legge sull'educazione che sono stati presentati in Commissione.
Ringrazio molto i Consiglieri della Commissione, in particolare le signore Consigliere che sono molto attente ai problemi di nostra pertinenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mancuso.



MANCUSO Gianni

Intendo rivolgere all'Assessore una raccomandazione per quanto riguarda il capitolo 11720 sui beni archivistici. Vista l'esistenza di lavori in corso, non sono ancora stati del tutto finanziati; pregherei l'Assessore di destinare una ventina di milioni in questa direzione perché si stanno facendo dei lavori di un certo pregio. Se l'Assessore mi assicura in questo senso, eviterei di formalizzare un emendamento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore alla cultura e istruzione

Ringrazio molto il Consigliere Mancuso per questa sottolineatura.
Proprio con questi emendamenti da me presentati si acquisiscono fondi per garantire anche interventi come quello testé evidenziato.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 2).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 53 voti favorevoli e 1 astensione.
Pongo in votazione l'emendamento n. 3).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 53 voti favorevoli e 1 astensione.
Pongo in votazione l'emendamento n. 4).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 53 voti favorevoli e 1 astensione.
5) Emendamento presentato dall'Assessore Gallarini: integrazione sul cap. 20404 in conto capitale per Villa Treves di L.
1.000.000.000 mediante riduzione del cap. 23600.
La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore alla cultura e istruzione

Illustro io l'emendamento perché in qualche modo collegato ai beni culturali.
Nella politica che sta cercando di seguire la Regione, ovvero di creare poli di eccellenza, come più volte raccomandato in Commissione, non solo a Torino, ma in tutta la Regione, si sta prevedendo di costruire (porterò il progetto in Commissione) un centro culturale a cavallo fra il Novarese e il Verbano Cusio Ossola.
Si prevede quindi un investimento per una ristrutturazione, in modo da poter arrivare ad avere Centri per mostre, ecc., di livello, non soltanto nel Torinese, di per sé abbastanza fornito, anche se la Provincia di Torino non va trascurata, ma un po' in tutta la Regione, in quella logica di territorializzazione degli interventi già presentata in Commissione.
Abbiamo scelto quella zona perché situata a cavallo di diverse Regioni sia di Paesi stranieri sia della Lomdardia. Si è quindi calcolato che possa essere un luogo abbastanza per questi interventi.
Quando saremo in possesso dei dettagli del progetto - per ora accantoniamo un miliardo su questo capitolo - ovviamente sarà mia cura portarlo in Commissione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Volevo chiedere all'Assessore Leo se la creazione di un altro centro di eccellenza sostituisce le iniziative dirette e le promozioni varie del suo stesso Assessorato. Abbiamo infatti tanti centri di eccellenza, ad esempio nella Provincia di Torino, finanziati dal nostro Assessorato, poi vediamo a lato, crescere iniziative contraddittorie con la creazione di questi poli, come il finanziamento diretto del personale, ecc. Avverrà quindi una sdoppiatura anche nel Verbano?



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Soltanto una domanda: le attuali condizioni della proprietà di Villa Treves e l'attuale destinazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore alla cultura e istruzione

Risposta al Consigliere Cavaliere. Raccolgo la sua raccomandazione, che francamente ritengo molto pertinente: auspico un dibattito sull'argomento anche per sviscerare i diversi orientamenti esistenti in materia.
Per ciò che riguarda quanto richiesto dal Consigliere Miglietti, la cifra è per ora iscritta in un fondo in conto capitale; per assoluta correttezza abbiamo indicato quale dovrebbe essere la destinazione, ma impiegheremo il denaro soltanto se ci sarà una convenzione con l'amministrazione pubblica locale - non con privati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Udita l'illustrazione dell'emendamento, che corrisponde, dal punto di vista generale, ad una scelta politica che tra l'altro il Gruppo condivide ovvero attuare forme di decentramento di attività ad alta qualità, al di fuori della zona centrale del Piemonte, attorno a Torino, rimane il fatto che le buone idee devono essere gestite in modo altrettanto egregio.
Gestione alla quale, essendo all'opposizione, non possiamo partecipare. Il nostro è dunque un "sì" vigilante.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 5).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 53 voti favorevoli e 1 astensione.
Si proceda alla votazione dell'art. 1 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 51 voti favorevoli 32 voti contrari 17 astensioni 2 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 51 voti favorevoli 32 voti contrari 17 astensioni 2 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 51 voti favorevoli 32 voti contrari 17 astensioni 2 L'art. 3 è approvato.
6) Emendamento presentato dall'Assessore Gallarini: dopo l'art. 3 è inserito il seguente articolo: "Art. 3 bis - Elenco spese obbligatorie.
1. L'elenco delle spese obbligatorie e d'ordine di cui all'art. 7 della L.R. n. 7/96 'Bilancio di previsione per l'anno finanziario 1996' è integrato con il cap. 13770".
La parola all'Assessore Gallarini.



GALLARINI Pierluigi, Assessore al bilancio

Si tratta di un emendamento prudente: molto probabilmente non basterà per l'IPLA, quanto inserito all'interno del capitolo delle consulenze.
Offriamo dunque l'opportunità di attingere a questo capitolo, nel caso si rendessero necessarie delle integrazioni.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 6).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 32 voti favorevoli, 18 contrari e 2 astensioni (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
ART. 4 7) Emendamento presentato dall'Assessore Gallarini: l'art. 4 è sostituito dal seguente: "Art. 4 - Variazioni compensative.
1. Per l'anno 1996 sono autorizzati storni compensativi con atto amministrativo tra i seguenti capitoli: (11540) -(11357;) (11430) - (11550) - (11555) - (11560) - 11353;) (11440)- (11355) (10740) - (10920)".
La parola all'Assessore Gallarini.



GALLARINI Pierluigi, Assessore al bilancio

Si tratta di accorpamento di emendamenti compensativi; non cambia assolutamente nulla: sono emendamenti tecnici.
Gli ultimi due capitoli - 10740 e 10920 - sono relativi alla Protezione civile.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 7).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 32 voti favorevoli, 4 contrari e 17 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 4 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 53 voti favorevoli 32 voti contrari 4 astensioni 17 L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 53 voti favorevoli 31 voti contrari 20 astensioni 2 L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 53 voti favorevoli 31 voti contrari 20 astensioni 2 L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 53 voti favorevoli 31 voti contrari 20 astensioni 2 L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 53 voti favorevoli 31 voti contrari 20 astensioni 2 L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 53 voti favorevoli 31 voti contrari 20 astensioni 2 L'art. 9 è approvato.
Passiamo alle dichiarazioni di voto.
La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Brevemente, perché non credo che le votazioni modifichino quanto detto inizialmente, quindi confermiamo il voto negativo. Volevo solo rilevare una questione che non avevo rilevato in un primo momento, ma che, secondo me l'andamento della discussione merita di sottolineare.
In Commissione, quando è stato presentato il progetto di legge n. 200 lo stesso giorno c'è stato detto che veviva modificata. Credo che anche in questo caso la Giunta sia arrivata con una serie di emendamenti di modifica dell'ultimo momento.
Non eravamo intervenuti nel momento specifico perché preferiamo farlo sulle singole votazioni. Come prassi, già in Commissione avevamo detto che ci sembra più serio discutere dell'assestamento quando si fa l'assestamento. Ma qui l'assestamento si modifica di volta in volta: sembra un terremoto che ha una serie di assestamenti successivi. Quando c'è la discussione sull'assestamento si discute di tutto, perché questo sicuramente non è un modo trasparente per affrontare i problemi.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 55 hanno risposto SI' 34 Consiglieri hanno risposto NO 9 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. i seguenti ordini del giorno: n. 258 a firma dei Consiglieri Chiezzi e Peano relativo al miglioramento dell'acustica nel Teatro Regio di Torino n. 259 a firma dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti relativo all'intervento di edilizia residenziale pubblica previsto in Via Pietro Cossa - Torino n. 260 a firma dei Consiglieri Chiezzi, Marengo, Montabone, Casari Dutto, Cavaliere, Rossi, Ferraris, Gallarini, Spagnuolo, Burzi, Ghiglia e Peano relativo a Torino sede dell'Authority per le telecomunicazioni Proposta al Governo n. 261 dei Consiglieri Chiezzi, Cavaliere, Montabone, Spagnuolo, Moro Cavallera, Gallarini, Angeli, Foco, Ferraris, Griffini, Marengo, Bellingeri e Peano relativo alla situazione occupazionale ILVA di Novi Ligure.
La parola al Consigliere Galli.



GALLI Daniele

Volevo precisare che l'ordine del giorno n. 259, che riguarda l'intervento di edilizia residenziale pubblica previsto in Via Pietro Cossa Torino, è in audizione alla II Commissione. Converrebbe aspettare che le audizioni siano ultimate con tutti i partecipanti ed eventualmente riproporlo in una prossima seduta del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Lo iscriviamo soltanto, poi non lo trattiamo.
Chi è favorevole all'iscrizione di tali ordini del giorno è pregato di alzare la mano.
Sono iscritti all'unanimità dei 49 Consiglieri presenti.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione del prof. Guido Quazza


PRESIDENTE

Dobbiamo ora procedere alla commemorazione del prof. Guido Quazza.
Invito i familiari del prof. Guido Quazza ad entrare in aula.



(I familiari del prof. Guido Quazza entrano in aula)



PRESIDENTE

Il Consiglio desidera oggi esprimere le sue condoglianze alla famiglia del prof. Guido Quazza, e ringrazia per la presenza della famiglia a questa commemorazione, che sarà tenuta dal Vicepresidente del Consiglio, prof.
Foco.
Devo altresì comunicare un messaggio pervenutomi dalla Presidente della Comunità Ebraica di Torino, Lia Montel Tagliacozzo: "Egregio Presidente, ringrazio sentitamente per essere stata invitata a presenziare alla commemorazione di Guido Quazza. Spiacente di non poter venire, desidero però esprimere il cordoglio della Comunità Ebraica di Torino per la perdita di una personalità così significativa nella lotta antifascista, nel campo della cultura, portatore di valori a tutt'oggi fondamentali".
Prego il Vicepresidente del Consiglio regionale, Foco, di prendere la parola.



FOCO Andrea

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, signori e signore, domenica 7 luglio è scomparso, all'età di 74 anni, Guido Quazza partigiano e storico.
Mio compito, stamane, è ricordare quest'uomo che tanto ha dato allo studio della storia contemporanea del nostro Paese.
Per la cultura italiana, in particolare per quella piemontese, la perdita di uno studioso come Guido Quazza è grave.
E' venuto infatti a mancare un uomo, che con il suo impegno civile culturale e didattico è stato di esempio per diverse generazioni di studenti che ora, dopo essersi negli anni laureati con lui, dalle cattedre universitarie a quelle altrettanto importanti degli altri ordini di scuole traducono, ogni giorno, i suoi insegnamenti trasmettendoli, a loro volta ad altri giovani. Ovvero tenendo accesa quella fiamma di cultura, quella volontà di sapere, quella metodologia scientifica applicata allo studio della storia che sono stati i punti qualificanti e significanti dell'attività accademica di Guido Quazza.
Nel ripercorrere alcune delle tappe della sua vita è possibile evidenziare le scelte di quest'uomo che ha fatto propri i valori fondamentali della democrazia.
Genovese di nascita, ma torinese d'adozione, Guido Quazza si diploma al liceo classico Cavour. Dopo l'8 settembre entra nella Resistenza nelle file della divisione autonoma De Vitis; poi, nel 1944, diventa comandante della Brigata Vitrani. La liberazione di Torino lo vede protagonista alla FIAT Mirafiori.
L'esperienza di partigiano combattente lo segna nel profondo e condiziona tutta la sua vita successiva.
Dopo la laurea in Lettere e Filosofia, nel 1948 inizia la carriera universitaria. Nel 1964 ottiene la cattedra di Storia contemporanea a Magistero, Facoltà di cui è eletto preside nel 1967; una carica che manterrà con indiscusso prestigio fino al 1994.
In parallelo alla sua attività accademica, Guido Quazza svolge un'intensa attività di ricercatore, dapprima come attento studioso di storia moderna, in particolare sui temi del riformismo sabaudo del '700 e della nascita dell'industria laniera in Piemonte tra il '700 e l'800 e poi come appassionato ricercatore di storia contemporanea, in particolare della Resistenza e degli anni della ricostruzione post bellica.
Questo impegno a largo spettro, teso nel suo complesso alla trasmissione, soprattutto ai giovani, dei valori libertari dell'antifascismo, travalica l'ambito universitario: così Guido Quazza diventa, oltre che educatore, organizzatore culturale.
Nel 1966 fonda a Torino il Circolo della Resistenza e poi nel 1972 il Comitato antifascista, mentre per anni, dopo essere succeduto a Ferruccio Parri, ricopre l'alta carica di Presidente dell'Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia.
Grazie a questo suo articolato impegno nasce così una vera scuola "storica" che, tra l'altro, "produce" la Rivista di Storia Contemporanea che, nata nel 1972, ha cessato, purtroppo, di esistere pochi mesi orsono.
Di Guido Quazza, oggi, ci rimane il ricordo del suo impegno non solo trasfuso nelle oltre 1.300 sue pubblicazioni, edite dal 1949 in poi, ma quanto ha saputo dare a generazioni di studenti che, nel tempo, hanno avuto la fortuna di essere suoi allievi.
Guido Quazza ha indicato una strada, ha creato una scuola: è stato, nel termine più alto, un maestro. Ha realizzato il suo impegno di vita affinch la memoria diventasse storia.
Voglio ricordare in questa sede la folla numerosa e commossa che pochi giorni fa nell'aula del Rettorato di Via Po ha dato l'addio a Guido Quazza.
Persone di ogni età, dai partigiani agli studenti, che hanno condiviso con lui, sia negli anni della Resistenza che in quelli successivi dell'impegno civile ed intellettuale, i suoi ideali. Hanno voluto con la loro commossa e partecipe presenza testimoniare che quanto Guido Quazza ha fatto, da partigiano, nei giorni della Resistenza e poi nel dopoguerra da uomo di cultura e in qualità di docente, non andrà disperso. Anzi, questo patrimonio verrà trasmesso ad altri, perché i valori di quest'uomo non sentono il fluire del tempo.
Signor Presidente, colleghi Consiglieri, desidero esprimere, anche a nome del Comitato per l'affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione repubblicana, ai familiari e agli amici di Guido Quazza le più sentite e partecipi condoglianze da parte dell'assemblea piemontese.
Con Guido Quazza - ripeto - scompare un grande maestro. Nostro compito è quello di cercare di non disperdere il suo prezioso insegnamento cercando di trasmetterlo alle generazioni più giovani.



(L'Ufficio di Presidenza porge le condoglianze ai famigliari di Guido Quazza)


Argomento: Organi, strumenti e procedure della programmazione - Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame progetto di legge n. 201: "Modifiche ed integrazioni alle LL.RR. 18/10/1994, n. 43 'Norme in materia di programmazione degli investimenti regionali' e 1/3/1996, n. 10 'Provvedimento generale di finanziamento per l'anno 1996 degli interventi previsti da leggi regionali nonch disposizioni finanziarie per l'anno 1997'"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 5) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 201.
Il relatore, Consigliere Pichetto, ha già svolto la sua relazione nel corso dell'esame del progetto di legge n. 200. In Commissione tale progetto di legge ha ottenuto la seguente votazione: favorevoli i Gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e CDU; contrari i Gruppi PDS, Rifondazione Comunista e Patto dei democratici; non ha partecipato al voto il Gruppo Lega per l'indipendenza della Padania.
Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 voti favorevoli 24 voti contrari 14 astensioni 3 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 voti favorevoli 28 voti contrari 13 astensioni 3 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 voti favorevoli 28 voti contrari 13 astensioni 3 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 1) Emendamento presentato dall'Assessore Gallarini: le disponibilità destinate al "Termalismo" sono ridotte di L. 2.100 milioni che vengono finalizzati al "Turismo".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 30 voti favorevoli, 15 contrari e 3 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 4 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 48 voti favorevoli 30 voti contrari 15 astensioni 3 L'art. 4 è approvato.
ART. 5 2) Emendamento presentato dall'Assessore Gallarini: al comma primo, dopo le parole "ai campi di intervento", sono soppresse le parole "di provenienza".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 32 voti favorevoli, 17 contrari e 3 astensioni.
3) Emendamento presentato dall'Assessore Gallarini: al comma primo, il campo di intervento "Termalismo" è sostituito da quello del "Turismo".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 32 voti favorevoli, 17 contrari e 3 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 5 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 52 voti favorevoli 32 voti contrari 17 astensioni 3 L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 52 voti favorevoli 32 voti contrari 17 astensioni 3 L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 52 voti favorevoli 32 voti contrari 17 astensioni 3 L'art. 7 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 54 hanno risposto SI' 32 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g. (seguito)


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. i seguenti ordini del giorno: n. 262 a firma dei Consiglieri Griffini, Casari, Galli, Angeleri, Angeli Mancuso, Rubatto, Moro, Peano, Cotto, Rosso, Benso e Racchelli relativo al nuovo prontuario farmaceutico n. 245 a firma dei Consiglieri Cavaliere e Montabone relativo al progetto di sistemazione della ferrovia SATTI nella tratta Torino-Ceres.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Sono iscritti all'unanimità dei 45 Consiglieri presenti.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO


Argomento: Comitato regionale e sue sezioni

Esame progetto di legge n. 193: "Modificazioni alla L.R. 22/9/1994, n. 40 'Nuove norme per il funzionamento del Comitato Regionale di Controllo'"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 193, di cui al punto 6) all'o.d.g., i cui relatori sono i Consiglieri Montabone e Spagnuolo.
La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato, relatore

Do per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "Signori Consiglieri, le modifiche alla L.R. 22/9/1994, n. 40 recante 'Norme per il funzionamento del Comitato Regionale di Controllo', intendono contribuire principalmente ad una maggiore efficacia dell'attività di controllo, ovvero sono conseguenti all'evoluzione di alcune tesi giurisprudenziali, nonché all'intervenuta disciplina statale.
Il disegno di legge è composto da cinque articoli, il primo dei quali sopprime il secondo periodo del comma primo dell'art. 18 della L.R. n.
40/94, in quanto viene successivamente riformulata all'art. 3 la disciplina specifica per il controllo sugli atti di bilancio.
Di particolare rilevanza la soppressione del terzo periodo del comma quarto dell'art. 18 della L.R. n. 40/94, con la quale si vuole ulteriormente ribadire, in forza dell'art. 6, comma secondo, della legge n.
412/91, nonché dell'art. 6 quater della legge n. 80/91, la piena validità degli atti trasmessi via fax, purché redatti, come già prescrive la normativa regionale, nelle forme di legge e, quindi, di cui risulti certa la provenienza.
Pertanto, i Comitati dovranno omettere di richiedere la trasmissione del medesimo atto nelle vie ordinarie, al fine di evitare inutili duplicazioni. Quanto sopra in base al citato comma secondo dell'art. 6 della legge n. 412/91, il quale ne prevede la trasmissione soltanto 'qualora dalle comunicazioni possano nascere diritti, doveri, legittime aspettative di terzi', situazione non ravvisabile all'interno di un'attività che incide su rapporti Co.Re.Co. - Ente controllato, attività peraltro non assimilabile ad un procedimento in senso stretto, ma costituente funzione.
L'art. 2 bis che si intende inserire nel contesto della L.R. n. 40/94 discende invece dalla giurisprudenza, ormai costante, del Consiglio di Stato il quale rileva come l'annullamento del Co.Re.Co. riguardi abitualmente un solo motivo; l'annullamento giurisdizionale della decisione negativa di controllo, se sufficiente da solo a rendere l'atto stesso esecutivo, potrebbe consentire l'efficacia di un provvedimento viziato all'origine da altre illegittimità, non eccepite a suo tempo.
Aderire alla tesi del Consiglio di Stato costituisce pertanto una scelta maggiormente garantistica a tutela del cittadino e del buon andamento della Pubblica Amministrazione.
Quanto sopra comporta la necessità per il legislatore regionale di definire con certezza i termini per la risottoposizione dell'atto al controllo che decorreranno dalla data di notifica della sentenza all'Ente interessato.
L'esigenza di eliminare l'erroneo riferimento al comma quinto dell'art.
45 della legge n. 142/90, giustifica la sostituzione del comma sesto dell'art. 18 della L.R. n. 40/94; si è colta tale occasione per riformulare il comma, onde chiarirne ulteriormente l'ambito di applicazione, ovvero la trasmissione degli atti, ex commi secondo e quarto, art. 45 citato.
L'art. 2 sostituisce il comma quinto dell'art. 21 della L.R. n. 40/94 ampliando i termini della sospensione feriale estiva, dal 5 al 23 agosto anziché dal 10 al 20 dello stesso mese, onde corrispondere ad esigenze organizzative dei Comitati che altrimenti inciderebbero negativamente sull'attività di controllo.
Con l'art. 3 si introduce la disciplina specifica per il controllo sugli atti di bilancio.
Il DL 25/2/1995, n. 77 (Ordinamento finanziario e contabile degli Enti locali) prescrive infatti all'art. 16 che con legge regionale vengano stabiliti i termini per l'invio all'Organo regionale di controllo delle deliberazioni di approvazione del bilancio, nonché quelli per l'eventuale richiesta di chiarimento.
La sostituzione dell'art. 26 della L.R. n. 40/94 vuole adempiere a quanto sopra, stabilendo in 20 giorni dall'adozione il termine massimo per l'inoltro al controllo delle suddette deliberazioni, in deroga ai 30 giorni previsti in via ordinaria per le altre (comma primo).
Ai sensi dell'art. 46 della legge n. 142/90 spettano al Comitato Regionale di Controllo 40 giorni per l'esame degli atti di approvazione del bilancio e del conto consuntivo. Qualora entro tale termine il Comitato richieda chiarimento o elementi integrativi di giudizio all'Ente quest'ultimo dovrà fornire la risposta entro 20 giorni dal ricevimento della richiesta (comma secondo). Anche in questa fase estremamente delicata dell'iter di controllo non si è ritenuto opportuno prevedere la conseguenza della decadenza dell'atto, in caso di inosservanza del predetto termine (comma terzo).
Le disposizioni già introdotte con l'art. 26 della L.R. n. 40/91 vengono riconfermate al comma quarto.
Le determinazioni da assumersi ai sensi dell'art. 16 del citato DL n.
77/95 sono state estese anche alle deliberazioni di approvazione del conto consuntivo, in quanto di natura e portata analoga a quelle di approvazione del bilancio; ambedue le fattispecie sono infatti previste dal comma ottavo dell'art. 46 della legge n. 142/90.
I termini come sopra illustrati sono stati determinati tenuto conto di quello ordinario previsto per l'approvazione del bilancio (31 ottobre) e quello finale relativo all'esercizio provvisorio (28 febbraio); essi potranno comportare un aggravio, non agli Enti controllati, per i quali non sono previste cause alcune di decadenza, bensì per gli organismi preposti al controllo che beneficeranno di un più breve lasso di tempo per ricevere gli atti. Idonee scelte organizzative dovranno pertanto garantire ai Comitati la piena funzionalità, in particolare nei predetti frangenti.
Con l'art. 4 recante la riformulazione dell'inciso di cui al comma settimo dell'art. 28 della L.R. n. 40/94, si intende ribadire, in occasione del ricevimento degli atti, la contestualità del rilascio della ricevuta anche a mezzo dell'apposizione di timbro e data.
Stante le esigenze dei Comitati di Controllo, la legge è dichiarata con l'art. 6, urgente ai sensi dell'art. 45 dello Statuto.
L'VIII Commissione dopo approfondito dibattito ha approvato il testo così come sopra illustrato e ne raccomanda una sollecita approvazione in aula".



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 Emendamento presentato dall'Assessore Majorino: il comma terzo dell'art. 1 è sostituito dal seguente: "3. Dopo il comma secondo dell'art. 18 della L.R. n. 40/94 è aggiunto il seguente: '2 bis. Nel caso di annullamento giurisdizionale della decisione negativa di controllo, per motivi diversi dalla tardività, i termini di cui ai commi primo e secondo ridecorrono dalla data della notifica della sentenza all'Ente interessato".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 38 voti favorevoli, 1 contrario e 4 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 1 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 38 voti contrari 1 astensioni 4 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 38 voti contrari 1 astensioni 4 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 38 voti contrari 1 astensioni 4 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 38 voti contrari 1 astensioni 4 L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 38 voti contrari 1 astensioni 4 L'art. 5 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 50 hanno risposto SI' 46 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 3 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Comunita' montane - Montagna

Esame testo unificato progetti di legge n. 173 e n. 197: "Sostituzione dell'art. 11 e del comma quarto dell'art. 21 della L.R. 9/10/1995, n. 72 'Provvedimenti per la salvaguardia del territorio e per lo sviluppo socio economico delle zone montane e modifiche alla L.R. 18/6/1992, n. 28 già modificata dalla L.R. 18/6/1992, n. 29"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 7) all'o.d.g. che prevede l'esame del testo unificato dei progetti di legge n. 173 e n. 197.
La parola al relatore, Consigliere Rossi.



ROSSI Giacomo, relatore

Illustre Presidente, egregi Consiglieri, la proposta di legge in esame è la risultante di due diversi disegni di legge assegnati alla III Commissione con l'identico intendimento di modificare la legge relativa ai provvedimenti per la salvaguardia del territorio e lo sviluppo socio economico delle zone montane.
Gli articoli oggetto di modificazioni sono quelli relativi agli interventi per l'uso dei pascoli ed al Fondo regionale per la montagna. Le modificazioni fondano su verificati oggettivi limiti di applicabilità delle disposizioni vigenti.
La modifica all'art. 11 abroga la previsione di contributi, concessi dalle Comunità montane, agli imprenditori agricoli singoli ed associati per l'acquisizione di quote latte da parte di aziende di montagna, premi per le vacche nutrici e per gli allevamenti ovicaprini, premi per la trasformazione del latte in formaggi tipici e per il pascolamento delle erbe.
Operata tale abrogazione permane e viene ribadito il dispositivo in base al quale la Giunta regionale, sentita la Conferenza delle Comunità montane, determina i criteri di uso dei pascoli abbandonati o non più convenientemente utilizzati. Il termine entro il quale la Giunta regionale è chiamata a determinare i criteri è fissato al 31/12/1996.
La nuova stesura dell'art. 21 comporta un'integrazione in base alla quale la quota residua del Fondo regionale per la montagna, non assegnata alle Comunità montane ed alle Associazioni degli Enti locali, può essere utilizzata, oltre che per il finanziamento dei progetti speciali integrati di cui alla legge n. 28/82, anche per azioni, di iniziativa della Giunta regionale, per la promozione, la salvaguardia del territorio e la valorizzazione delle risorse umane, culturali e delle attività economiche delle zone montane.
Tale modificazione consente alla Giunta regionale di finanziare, tra gli altri, gli interventi previsti dalla legge n. 72/95 riferiti alla promozione e commercializzazione dei prodotti agroalimentari ed alla valorizzazione della cultura della montagna piemontese.
La III Commissione ha espresso il proprio parere favorevole sulle modificazioni proposte e sull'opportunità di introdurre in legge la dichiarazione di urgenza ai sensi dell'art. 45 dello Statuto. Urgenza che giustifica ampiamente l'opportunità di approvare le modificazioni proposte pur essendo in atto la rivisitazione complessiva dei disposti legislativi inerenti la montagna.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Grazie, Presidente. Credo si debba valutare attentamente e seriamente la sostituzione dell'art. 11 relativo alla L.R. n. 72 "Provvedimenti per la salvaguardia del territorio e per lo sviluppo socio-economico delle zone montane".
Gli articoli in oggetto di modificazione sono quelli relativi agli interventi per l'uso dei pascoli e al Fondo regionale per la montagna.
Con la modifica all'art. 11 si abroga la previsione dei contributi concessi dalle Comunità montane agli imprenditori agricoli singoli od associati per l'acquisto di quote latte, e premi per la trasformazione del latte in formaggi tipici e per il pascolo delle erbe.
Con tale operazione politica si tenta di accentrare sulla Giunta i fondi e i determinati criteri con i quali entro il 31 dicembre la Giunta valuta l'uso dei pascoli abbandonati o non utilizzati.
Così pure i finanziamenti dei progetti speciali integrati della legge n. 28/82 vengono ora decisi dalla Giunta regionale per la promozione della salvaguardia del territorio e delle attività economiche.
Noi comunisti, invece, riteniamo che l'uso dei pascoli debba essere concesso alle cooperative agricole o ai contadini singoli od associati piemontesi per lo sviluppo certo della zootecnia, fissando anche per i finanziamenti criteri diversi da quelli che deciderà la Giunta.
Occorre fissare perciò criteri più corretti e puntuali mirati a favorire chi intende seriamente operare in campo agricolo.
Per cui essendo chiari gli obiettivi politici della maggioranza di centro-destra, del rafforzamento della Giunta nelle decisioni importanti sullo sviluppo socio-economico delle zone montane, il Gruppo di Rifondazione Comunista voterà contro questi provvedimenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bellion.



BELLION Marco

Grazie, Presidente. Abbiamo ritenuto di presentare un emendamento a questo specifico provvedimento, perché pur condividendone le finalità - e cioè quella di poter dare operatività alla legge stessa che va a modificare, la n. 72/95, prevedendone esplicitamente interventi mirati come la commercializzazione dei prodotti agroalimentari e la valorizzazione della cultura della montagna piemontese - riteniamo però che all'art. 2 si debba fare un po' di chiarezza rispetto alla vaghezza del provvedimento stesso.
Proprio per quanto osservato dal relatore Rossi, e cioè la rivisitazione della legge in seno al testo unico che l'Assessorato sta predisponendo e che la Commissione dovrà vedere prossimamente, riteniamo che questo provvedimento debba essere limitato esclusivamente all'esercizio finanziario 1996, proprio per la sua specificità. L'emendamento vuole risultati proprio in questo senso.
Ritengo quindi che la proposta della Giunta possa essere approvata esclusivamente a questa condizione e con un impegno preciso da parte della Giunta stessa e dell'Assessore a far sì che, in sede di rivisitazione del testo unico, vengano poi definite ulteriormente, anche sulla base delle esperienze che abbiamo potuto realizzare quest'anno, le quote di riparto agli attori che vengono evidenziati dalla legge stessa, cioè le Comunità montane, le organizzazioni professionali ed agricole e la Regione stessa.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore al coordinamento politiche per la montagna

Devo sottolineare con estrema soddisfazione il lavoro svolto in Commissione e la collaborazione che la stessa ha dato per il miglioramento del testo a suo tempo presentato.
Ricordo ai colleghi di Rifondazione Comunista, che hanno sollevato alcune preoccupazioni, che la legge n. 72 prevede sempre e comunque ad ogni azione una preventiva consultazione con la Conferenza dei Presidenti delle Comunità montane, Conferenza che il mio Assessorato e il Presidente della Giunta regionale ha convocato, con cadenza semestrale, e che convocherà prestissimo, a settembre, per valutare le ultime necessità di investimento.
Devo sottolineare che, proprio in sede di Conferenza, si è sottolineata l'opportunità di una regia regionale per rispondere ad emergenze, alle quali la legge n. 72 non consente di rispondere. Tra queste voglio segnalare la gravissima emergenza sui risorgenti focolai di infezione del patrimonio zootecnico regionale, molto limitati per nostra fortuna, ma che comunque possono avere una ricaduta economica negativa sugli allevatori.
Una grande operazione in questo senso è stata posta in essere dall'Assessorato all'agricoltura ed un'ulteriore azione la metterà in campo, una volta approvata la legge, l'Assessorato all'economia montana e foreste, attraverso la concessione di un contributo per la mancata monticazione, cosa d'altra parte richiesta ed attesa dalle Organizzazioni sindacali dell'agricoltura.
Devo dire inoltre che si è segnalata a più riprese la necessità di rinvigorire, di riformare e di rendere più idoneo ai tempi il Consorzio Formont per la formazione professionale in montagna.
Anche in questo caso dobbiamo dare una risposta rapida, quasi immediata, e il disegno di legge presentato ci mette in condizione di fare questo.
Vi è poi l'emendamento proposto dal PDS attraverso il Consigliere Bellion. Direi che, in un patto tra gentiluomini, la Giunta possa agevolmente accettare questo emendamento, fermo restando che il testo unico è pronto, verrà presentato in Giunta lunedì e, quindi, trasmesso al più presto alla III e all'VIII Commissione e al Consiglio regionale.
Ritengo si possa agevolmente accettare l'emendamento, fermo restando che il testo unico ha la necessità assoluta di essere approvato entro l'anno, perché qualora non fosse approvato le moratorie della legge n. 72 verrebbero a cessare il 31 dicembre, e la legge n. 28 verrebbe adottata così com'è stata approvata nel 1994.
Solo dietro a questa disponibilità, che da più parti del Consiglio è stata annunciata, ad esaminare ed a lavorare con alacrità sul testo unico la Giunta accetta l'emendamento proposto, e ringrazia ulteriormente il Consiglio per la collaborazione.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 37 voti contrari 4 astensioni 2 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 Emendamento presentato dai Consiglieri Vindigni, Bellion, Riba e Bertoli: alla terza riga del comma primo, dopo il n. 4, aggiungere "per l'anno 1996".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 45 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione dell'art. 2 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 voti favorevoli 41 voti contrari 4 astensioni 2 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 voti favorevoli 41 voti contrari 4 astensioni 2 L'art. 3 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 44 Consiglieri hanno risposto NO 4 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti all'Ufficio di Presidenza verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,05)



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