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Dettaglio seduta n.64 del 02/07/96 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento: Parchi e riserve

Interrogazione n. 355 del Consigliere Cavaliere relativa alla progettazione area Parco Colonnetti


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Iniziamo i nostri lavori con l'esame del punto 2) all'o.d.g.
"Interrogazioni ed interpellanze".
Esaminiamo l'interrogazione n. 355, presentata dal Consigliere Cavaliere, alla quale risponde l'Assessore Leo.
LEO, Assessore alla cultura e istruzione Cari colleghi, rispondo volentieri a questa interrogazione perché la giudico un argomento, per dire la verità, di grande importanza, di grande significato e credo anche che le attenzioni e la considerazione richiamate nell'interrogazione del Consigliere Cavaliere meritino, come ho cercato fra l'altro di dimostrare e di attivarmi nel periodo intercorso dall'interrogazione ad oggi, una grande attenzione.
Nel rispondere all'interrogazione mi rivolgo ovviamente a tutto il Consiglio, perché è una questione di una certa importanza; in particolare è una questione che in Commissione, rispetto alle varie informazioni, hanno seguito con grande attenzione il Consigliere Riggio e il Consigliere Miglietti. Al Presidente della Commissione, Chiezzi, ho anche offerto di portare in Commissione il piano, l'ipotesi, i ragionamenti ad oggi approdati sull'ipotesi di questo parco.
Tutte le interrogazioni sono importanti, ma questa la giudico particolarmente importante per le seguenti tre ragioni.
La prima ragione è perché dimostra - poi leggerò la risposta più articolata, più dettagliata, più tecnica - la volontà della Regione di dare una solidità, un prosieguo, una forza a questo grande progetto, a questa grande mostra appena reinaugurata, che è Experimenta, per ragioni che invero voi tutti conoscete: l'accordo con il Centro Europeo per la Formazione Professionale; l'accordo con il Comune per Villa Gualino; le difficoltà che ci sono a Villa Gualino per tutti i progetti di ristrutturazione e i lavori in corso; il fatto stesso che Experimenta sia cresciuta molto di importanza e di qualità e richieda spazi maggiori e soprattutto la necessità di una sede definitiva che possa essere fruibile che possa essere solida, che possa permettere di non disperdere, come ogni anno avviene, competenze tecniche, ricchezze tecniche e tecnologiche (tra l'altro è necessario che disponga anche di un grande parcheggio).
Questa è la prima ragione.
La seconda ragione è legata proprio alla riqualificazione della zona di Mirafiori sud - Nichelino. La richiesta di Experimenta in quella zona, in effetti, è arrivata e ci è pervenuta ufficialmente dal Consiglio di circoscrizione in varie fasi. Anche una serie di pubbliche assemblee molto partecipate sia nella circoscrizione, sia nelle parrocchie hanno elogiato pubblicamente questa scelta di fare Experimenta a Mirafiori dando un segno di speranza non a realtà di centro urbano, ma alla periferia, tant'è che all'ipotesi avanzata da una parte del Comune di ricollocarla eventualmente all'ex zoo noi abbiamo preferito la richiesta della Circoscrizione di andare a Mirafiori sia per recuperare la zona, sia per il respiro, sia per non intasare ulteriormente il centro, anche per ragioni di parcheggio.
La terza ragione - questa è una delle ragioni più propriamente posta all'attenzione dal Consigliere Cavaliere - è che noi vorremmo creare un grande polo di interesse culturale e generale in quell'area, che sarebbe non solo cittadino-regionale, ma anche ultraregionale. Per cui è stata avanzata anche l'ipotesi, discussa finora con l'Assessore Vernetti del Comune e con una serie di Comitati, di un parco antropologico. Ho incontrato la Giunta di Nichelino che è compartecipe della Commissione di lavoro che abbiamo insediato. Questo è quanto è avvenuto dal momento della presentazione dell'interrogazione ad oggi. Quindi, la risposta è aggiornata a questa mattina.
La nostra preoccupazione, giustamente segnalataci dal Consigliere Cavaliere, è che comunque l'intervento abbia alcuni requisiti. In primo luogo, qualsiasi intervento in quella zona nel parco non deve danneggiare o diminuire la fruizione del parco, ma semmai riqualificarlo e dargli un nuovo punto di forza e di attrattiva.
Il secondo requisito è che si faccia uno studio serio sull'impatto ambientale, sulla compatibilità dell'area del Parco, come giustamente richiamato dall'interrogazione.
La terza, sempre sottolineata opportunamente dall'interrogazione, è che un intervento globale non sia soltanto su Experimenta al Parco antropologico, ma su tutto il parco, cioè che si prenda l'occasione per fare una grande operazione di riqualificazione ambientale urbana, oltre che culturale.
Comunico infine che la Regione si è battuta perché venisse approvata l'ipotesi anche del Comitato del Parco, cioè dell'accesso da Via Onorato Vigliani e non dall'altra parte, ed è passata anche questa tesi. Credo di essere stato molto attento alle indicazioni del Consiglio e della Commissione nei ragionamenti fatti.
Ho risposto finora a braccio, perché è una questione che conosco molto bene, che ho seguito con attenzione e sulla quale ho fatto molti incontri.
Ora do anche lettura del dato scritto preparato dagli uffici, perch rimanga uno scritto, ma ho voluto esporre prima le cose più importanti per dire che non è una questione ordinaria, anche se non ve ne sono di ordinarie, ma è una questione giudicata molto importante dall'Assessorato dalla Giunta, dalla Commissione, dal Consiglio di circoscrizione, dal Comune di Nichelino, ecc.
Come vi ho già detto, dal 1985 la Regione Piemonte promuove ed organizza, nella stagione estiva, la divulgazione scientifica Experimenta.
Le varie edizioni della mostra sono state allestite nel Parco di Villa Gualino prospiciente l'omonimo compendio immobiliare di proprietà della Regione Piemonte.
Con protocollo d'intesa rep. n. 4344 del 28/10/1994 tra la Regione Piemonte e la Città di Torino, tale compendio immobiliare (Villa Gualino) veniva individuato come idonea sede per l'insediamento della Fondazione Europea per la Formazione.
Tenuto conto delle difficoltà organizzative derivanti dal contemporaneo svolgimento delle attività della Fondazione (adesso fra l'altro stanno facendo tanti lavori) e della mostra, è stato concordato con la Città di Torino, all'art. 7 del citato protocollo di intesa, di riaprire un'area idonea per il trasferimento della mostra Experimenta.
Con il medesimo articolo è stato stabilito l'impegno della Città di Torino a concorrere alle spese di insediamento della mostra stessa e ad attrezzare il territorio (è nell'interesse della Regione per il risparmio e per l'ampliamento, del Comune per la riqualificazione della zona).
Valutato che Experimenta si è consolidata negli anni come importante punto di riferimento per l'applicazione scientifica e didattica - credo che avrete visto anche gli articoli sul successo della nuova inaugurazione - in considerazione delle richieste pervenute da più parti, in particolare dal mondo scolastico, di rendere permanente la manifestazione, la Regione Piemonte ha ritenuto opportuno che il trasferimento della mostra da Villa Gualino all'area individuata dal Comune di Torino costituisse l'occasione per dare avvio all'insediamento definitivo di Experimenta, fra l'altro questo si collega al discorso di realizzare, anche con la collaborazione della Regione, un planetario riqualificando e recuperando il mausoleo della Bela Rosin, in stato di terribile abbandono. Abbiamo dialogato - uso un termine eufemistico - molto con le Sovrintendenze per ottenere il permesso perché si riteneva che non si dovesse toccare, ma in occasione di una visita per poco non è caduto un pezzo di mausoleo in testa non solo agli Assessori, ma anche al Sovrintendente, il che è stato elemento di persuasione! Sto scherzando ovviamente, perché tutta l'analisi è stata motivo di persuasione, però credo che conosciate questo monumento: è un peccato lasciarlo deperire.
La sistemazione di tale insediamento è da realizzarsi credo prudenzialmente dal 1998; l'ipotesi del Comune era del 1997, ma io credo prudenzialmente dal 1998, anche perché ho parlato con il Presidente di Villa Gualino, che sarebbe disposto a lasciarcela ancora per il 1998 quindi ce la facciamo appena.
La sistemazione di tale insediamento prevede: l'allestimento di un'area permanente, costituita in parte dai materiali acquisiti dalla Regione Piemonte nel corso di questi dieci anni e in parte da materiale di nuova acquisizione. La metodologia espositiva sarà ancora basata sull'interattività che si rifà a quel filone museale che ha nell'Exploratorium di San Francisco il suo esempio più significativo.
L'area permanente sarà suddivisa in sezioni, ciascuna relativa alle diverse branche della scienza e della tecnologia e comprenderà laboratori didattici per favorire una mirata fruizione della mostra da parte del pubblico scolastico, nonché strutture di sussidio, quali sale conferenze, sale cinematografiche anche speciali, teatro musicale, ecc.
l'allestimento di un'area dedicata a mostre temporanee di divulgazione scientifica al fine di rinnovare costantemente l'interesse e l'attenzione nei confronti dell'esposizione l'allestimento di superfici all'aperto per l'insediamento di impianti di grandi dimensioni (ad esempio "bici su filo", "paracadute", ecc.), di vasche/laghetti, di zone verdi ove installare impianti ludici per bambini e per la realizzazione di parcheggi auto.
Con la lettera prot. n. 732 del 27/7/1995 la Città di Torino confermava alla Regione Piemonte la propria disponibilità a consegnare entro il dicembre 1996 un'area urbanizzata e predisposta, nella zona dei Giardini Colonnetti, delimitata a nord da Via Onorato Vigliani, ad ovest da Strada delle Cacce, ad est da Via Artom e a sud da Strada Castello di Mirafiori.
A questo proposito con DGR n. 177-2316 del 16/10/1995 è stato affidato all'arch. Roberto Nivolo, che ha già compiuto nel corso di più di dieci anni studi e rilievi su tale zona per conto di Amministrazioni pubbliche in particolare del Comune, l'incarico per l'elaborazione di un progetto di massima per la localizzazione dell'insediamento definitivo della mostra nell'area suddetta.
Tengo a precisare che tale architetto, per questi dieci anni ha sempre a titolo gratuito, offerto alle varie Amministrazioni progetti, studi, ecc.
Il progetto di massima prevede due differenti ipotesi circa la posizione dell'insediamento: una vede l'ingresso della mostra posto su Via Onorato Vigliani con estensione dell'insediamento verso sud; l'altra vede l'ingresso su Strada Castello di Mirafiori con sviluppo verso nord sino alla Via Panetti.
Come sapete, il Comitato di circoscrizione e il Comitato del parco hanno preferito la prima ipotesi.
Sono pervenute richieste e sollecitazioni dalla popolazione residente nella zona affinché sia adottata la prima delle due ipotesi. Il Comune di Torino inizialmente preferiva la seconda ipotesi, ma dopo vari ragionamenti è arrivato alla conclusione di accettare l'ipotesi richiesta dalla zona e sponsorizzata dalla Regione.
Abbiamo raggiunto anche l'accordo per la costruzione del planetario.
Aggiungo che questi non sono soltanto impegni verbali, perché ci sono già i fondi approvati da tutta la Commissione: la Regione infatti ha già stanziato un miliardo per Villa Gualino per Experimenta.
In ogni caso preme sottolineare che l'insediamento, così come progettato, sarà in buona parte realizzato con strutture leggere e comunque tali da garantire il migliore impatto ed insediamento ambientale. Inoltre occorre ricordare che l'estensione dell'insediamento occupa circa un terzo dell'area. Pertanto la maggior parte degli spazi verdi del Parco resterebbero non recintati e a libera disposizione della popolazione.
E' molto importante - ripeto - che sia un progetto complessivo di valorizzazione, di sistemazione del parco.
La proposta del Comune di Torino di collocare la mostra Experimenta nel Parco Colonnetti fa parte di un grande progetto di riqualificazione dell'intero quartiere, richiesto - ripeto - ufficialmente dell'intero Consiglio di circoscrizione e da diverse assemblee nella zona.
Per quanto concerne l'intervento dell'Assessorato alla cultura della Regione Piemonte, sarà compiuto ogni sforzo affinché vi sia la massima integrazione di equilibrio nell'insieme delle iniziative previste e che nel contempo siano tenute nella più alta considerazione le aspettative della popolazione.
Quindi preferiamo qualche consultazione, qualche approfondimento in più piuttosto che fare cose affrettate o che non producono tutti gli effetti positivi.
Ringrazio ancora l'interrogante per la presentazione di questa interrogazione, che giudico molto importante. Mi dispiace che non sia presente il Consigliere Riggio, ma c'è il Consigliere Miglietti, che ha seguito, con molta attenzione e preparazione questa vicenda. Forse avrebbero preferito presentare un'interpellanza per poterne discutere di più e dare ulteriori contributi, ma io propongo, se la Commissione sarà d'accordo, di presentare il progetto in Commissione per poterlo studiare ulteriormente prima di fare passi operativi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.
CAVALIERE Ringrazio l'Assessore per la risposta. Volevo risottolineare che le motivazioni dell'interrogazione vertevano sul fatto che diversi interventi (Experimenta, l'allargamento del CUS, ecc.), possono qualificare l'area, ma nel contempo rischiano di non far realizzare un desiderio ed un'aspirazione del quartiere, che era la sistemazione di questa grande area, in questo momento priva di spazi verdi attrezzati, e che quindi bisognasse contemplare Experimenta ed altre iniziative all'interno di un contesto di costruzione di un parco urbano in quell'area. Ciò eviterebbe che sia Experimenta che le altre iniziative facessero sì che il parco diventasse un aspetto minimale del quartiere. Se, come mi pare, l'Assessore ha svolto la sua azione in questo senso, credo che vada bene e lo ringrazio.


Argomento: Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 402 dei Consiglieri Farassino, Dutto e Rosso relativa ai concorsi per l'immissione in ruolo di diverse categorie scolastiche


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interpellanza n. 402, presentata dai Consiglieri Farassino, Dutto e Rosso, alla quale risponde ancora l'Assessore Leo.
LEO, Assessore alla cultura e istruzione Con l'interpellanza urgente rivolta dai Consiglieri regionali sui concorsi per l'immissione in ruolo per insegnamento in scuole di ogni ordine e grado, si chiedono, per quanto di competenza, le seguenti informazioni: il numero dei candidati che hanno presentato domanda per essere ammessi ai concorsi delle scuole elementari, medie inferiori e medie superiori in codesta provincia; la regione di provenienza dei singoli candidati; la residenza al momento della domanda di ammissione ai concorsi risultato dei concorsi, di conseguenza, i vincitori di ogni singolo concorso.
Innanzitutto volevo precisare che questo argomento ovviamente non è una competenza dell'Assessore, come sicuramente i Consiglieri sanno, anche se è una questione assolutamente importante, delicata e significativa.
Posso soltanto trasmettere la risposta del Provveditorato che leggo rendendomi disponibile ad approfondire eventualmente il discorso in Commissione con eventuali ordini del giorno, con eventuali appelli.
Noi, come Assessorato, ci siamo attivati prontamente; dopo aver atteso a lungo una risposta, adesso però c'è tutto e do lettura della risposta ricevuta: "In risposta alla nota di codesto Assessorato prot. n. 4036 del 9 aprile u.s., si comunica che l'ultimo concorso per le scuole e gli istituti di istruzione secondaria di II grado, curato da questa Sovrintendenza, è stato il concorso per soli titoli indetto con DM 22/4/1993, conclusosi con la pubblicazione delle graduatorie provinciali permanenti nel mese di settembre 1993.
L'aggiornamento delle graduatorie predette viene ora curato dai singoli Provveditorati agli Studi, i quali stanno acquisendo le domande di nuovo inserimento e di aggiornamento, presentate dai docenti interessati entro il termine del 13 maggio p.v. ai sensi del recente DM 20/3/1996.
Le operazioni di nomina in ruolo (ora assunzione) dei vincitori sono sempre state effettuate dai competenti Provveditorati agli Studi.
Premesso quanto sopra, sulla base dei dati in possesso di questo Ufficio, relativi al concorso del 1993, si comunica che sono pervenute n.
3.640 istanze di partecipazione complessivamente per le sei province della Regione, suddivise in n. 2.376 per le classi di concorso della Tab. A (cattedre per docenti abilitati) e n. 1.264 per le classi della Tab. C (posti di insegnanti); le istanze relative alla provincia di Torino rappresentano circa il 37% del totale, quelle relative ad Asti l'8% e quelle relative ad Alessandria il 7%.
Tenuto conto della mancata informatizzazione della gestione del concorso suddetto, si è individuato un campione di n. 485 candidati della tabella A e di 143 candidati della tabella C delle province di Torino Alessandria ed Asti.
Dal campione considerato emerge che i candidati nati fuori Regione rappresentano il 64% nella provincia di Torino, il 41% nella provincia di Asti e il 43% nella provincia di Alessandria; i candidati residenti fuori regione sono il 44% nella provincia di Torino, il 28% nella provincia di Asti e il 35% nella provincia di Alessandria.
Il quadro realistico emerso dal campione considerato è comunque illustrato nei quadri allegati alla presente nota".
Darei quindi agli interroganti il quadro analitico della provenienza dalle varie regioni. Visto che la Calabria è in testa, non vorrei che ci fossero sospetti: non c'è alcuna interferenza dell'Assessore! La regione Calabria è quella che ha più presenze fuori regione, seguita da Campania Sicilia e Puglia.
Mi sono permesso di scherzare poiché la squadra di Catanzaro ha detto a Giochi senza frontiere di rappresentare l'Italia! Gli atti sono naturalmente a disposizione del Consiglio, con la totale disponibilità ad affrontare la questione in una discussione istruttoria perché non abbiamo - ripeto - competenza giuridica ed amministrativa nel settore per valutare forme di collaborazione con il Provveditorato agli Studi che, fra l'altro, stanno diventando sempre più intense. Sia con il Provveditore di Torino, prof.ssa Bertiglia, sia con il Sovrintendente agli Studi, il dialogo è diventato assai intenso; se la Commissione volesse, per esempio, ricevere il Sovrintendente o tutti gli otto Provveditori c'è completa disponibilità a lavorare.
Approfitto dell'interpellanza per comunicare all'intero Consiglio che l'ipotesi del nostro Assessorato di ottenere 20 miliardi per edilizia scolastica, anziché gli 8 previsti, è andata in porto; sulla base di una certa graduatoria li abbiamo offerti alle Province, le quali hanno accolto volentieri questa ipotesi, peraltro non torinocentrica perché stilata non in rapporto alla popolazione, ma alle esigenze, e quindi vede Torino alla pari con le altre province. Ciò a dimostrazione che la Regione ha prodotto un'ipotesi che ha trovato, nelle percentuali, la soddisfazione di tutte le province del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rosso.
ROSSO Grazie, Presidente. Sono soddisfatto della risposta dell'Assessore Leo perché conferma quanto sospettavamo: la metà dei candidati provengono da fuori regione Piemonte. Sarebbe opportuno, per trasmettere quell'identità che stiamo cercando di riscoprire - sabato scorso abbiamo aperto l'assemblea degli Stati Generali - che nelle scuole ci fossero insegnanti se non di origine piemontese, perlomeno residenti in Piemonte.
Accetto quindi di buon grado la proposta dell'Assessore Leo di portare l'argomento in Commissione; anche se non è proprio di competenza della Regione penso che il Consiglio debba riflettere sull'argomento: è inutile creare gli Stati Generali per riscoprire l'identità piemontese, se non riusciamo ad avere degli insegnanti che trasmettano questa identità, la cultura e la nostra storia. Grazie.


Argomento: Programmazione sportiva (impianti e attivita") - Tutela dagli inquinamenti idrici

Interpellanza n. 245 dei Consiglieri Chiezzi, Papandrea e Simonetti relativa all'installazione di un depuratore al Sestriere


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 245, presentata dai Consiglieri Chiezzi, Papandrea e Simonetti, alla quale risponde l'Assessore Botta.
BOTTA, Assessore all'urbanistica Signor Presidente e colleghi interroganti, sull'interpellanza in oggetto avevo già dato risposta, anche se l'argomento non è di stretta competenza regionale, dando mandato agli uffici di richiedere i dati relativi agli oneri di urbanizzazione. Purtroppo, a tutt'oggi, nonostante il Consigliere Chiezzi avesse auspicato che si riuscisse ad avere un'esauriente risposta in cinque minuti, via filo, da parte dei Comuni non c'è stata la prontezza desiderata. Abbiamo dovuto richiedere i dati in forma scritta e siamo tuttora in attesa di riceverli; mi riservo quindi di evadere ulteriormente la risposta all'interpellanza non appena possibile.



PRESIDENTE

Non essendoci elementi per la risposta, l'interpellanza rimane iscritta nell'apposito elenco.


Argomento: Incarichi e consulenze esterne - Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Interrogazione n. 393 del Consigliere Cavaliere relativa alle consulenze per modifiche alla legge regionale urbanistica


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 393, presentata dal Consigliere Cavaliere, alla quale risponde l'Assessore Botta.
BOTTA, Assessore all'urbanistica In data 15/1/1996 la Giunta regionale del Piemonte ha affidato incarico di consulenza per la predisposizione delle modifiche della L.R. 5/12/1977 n. 56 al prof. avv. Paolo Bonaccorsi dell'Università La Sapienza di Roma all'avv. Piero Golinelli, all'avv. Umberto Giardini, all'arch. Paolo Amirante e al prof. ing. arch. Franco Mellano del Politecnico di Torino.
I curricula vitae degli esperti incaricati sono depositati e visibili presso gli uffici dell'Assessorato all'urbanistica e garantiscono ampiamente circa le competenze disciplinari degli interessati, alcuni dei quali, come si vede, sono noti docenti universitari nella materia specifica e tutti risultano avere più volte prestato la loro opera presso istituzioni pubbliche a livello locale o a livello statale.
Si sottolinea peraltro come la decisione della Giunta regionale si ponga in una linea di assoluta continuità e coerenza con l'operato della Regione Piemonte fin dal 1977, cioè dalla data di formazione dell'attuale legge urbanistica. La formazione della stessa legge e tutte le precedenti revisioni parziali o puntuali furono infatti affidate a figure professionali assolutamente analoghe a quelle prescelte per l'attuale incarico: si citano, fra gli altri, gli ingegneri Vittorini, Todros e Gigli, gli architetti Abbate, Barbieri, Peano, Piazza, Vezzari, gli avvocati Predieri, Di Giovine, Santilli e Siniscalco, oltre all'avvocato Golinelli presente anche in questa Commissione.
Tutti i professionisti citati, al pari degli esperti scelti da questa Giunta, risultano essere stati ed essere tuttora "coinvolti nella gestione urbanistica corrente", per usare l'espressione contenuta nell'interrogazione.
E' infatti convinzione di questo Assessorato che, proprio dalla presenza di formazioni disciplinari diverse, di vaste competenze per ci che riguarda il sistema di pianificazione vigente in Italia, e soprattutto nel resto, dell'Europa, e di esperienze consolidate tanto nella formazione dei piani quanto nella loro gestione, derivino al gruppo designato gli strumenti necessari per portare a compimento, nel modo più completo ed approfondito possibile, l'incarico ricevuto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.
CAVALIERE Io avevo già avuto modo di esprimere sull'argomento, non solo attraverso l'interrogazione, alcune considerazioni. Credo che l'Assessore e la Giunta complessivamente, su questo importante argomento si stia comportando diversamente da quanto enuncia.
La legge urbanistica non è uno degli ultimi aspetti della nostra Regione, è una delle regole fondamentali di crescita del territorio e di governo dei suoi problemi, quindi credo che l'investitura di questi professionisti e lo stesso disegno di legge di modifica degli artt. 17, 21 e 22, siano provvedimenti abbastanza incoerenti - anzi per certi aspetti se vogliamo, sono anche coerenti - perché si sarebbe dovuto svolgere preventivamente un dibattito del Consiglio per chiarire e per capire su quali aspetti si vuole modificare la legge urbanistica. Solo dopo un ampio dibattito in questo Consiglio, ognuno assumendosi i propri ruoli e le proprie responsabilità, si sarebbe dovuto procedere. Invece si è intrapresa una strada diversa, che fa sì che intanto si siano scelti professionisti di una certa scuola, che io chiamo la "scuola" di Bardonecchia, per individuare una caratteristica di progetto e di disegno dell'urbanistica.
Infatti, la gran parte di questi professionisti - non c'è nulla di male - è consulente tecnico-legale degli imputati per la vicenda di Campo Smith a Bardonecchia, quindi per poter "consultare" su quell'argomento bisogna in qualche modo condividere certe scelte tecniche ed urbanistiche. Allora io dico che se quello vuole essere il modello di riferimento, (la "scuola" di Bardonecchia), c'è da essere molto perplessi.
MAJORINO, Vicepresidente della Giunta regionale Queste sono ingiurie gratuite ai consulenti! CAVALIERE Non sono ingiurie, sono considerazioni...
MAJORINO, Vicepresidente della Giunta regionale Rimarranno a verbale.
CAVALIERE Ma certo che rimarranno a verbale, io mi assumo sempre la responsabilità delle cose che dico! MAJORINO, Vicepresidente della Giunta regionale E potrà anche darsi che gli ingiuriati offriranno ampia facoltà di prova.
CAVALIERE Ma figuriamoci! Queste sono le mie considerazioni e credo che si sia giunti a ci perché su questo problema non si è voluto agire come si è dichiarato perché la Giunta ad ogni pie' sospinto dichiara di volere un confronto con l'opposizione sui grandi temi, mentre in realtà tale confronto non lo si esprime su un grande tema come questo.


Argomento: Norme generali sui trasporti

Interpellanza n. 466 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea relativa ai contributi alle Aziende di trasporto


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza n. 466 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea.
Risponde l'Assessore Masaracchio.
MASARACCHIO, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni Signor Presidente, intanto devo chiederle come mai questa interpellanza è tornata in Consiglio, perché è vero che gli interpellanti non sono stati soddisfatti dalla risposta che ho dato la scorsa seduta, ma è anche vero che io ho ribadito che quella era la risposta che potevo dare. Fra l'altro ho consegnato anche una fotocopia di quanto avevo letto, evidenziando il secondo capoverso dove era chiaro, volendoci leggere bene dentro, che cosa si stesse facendo a livello di Assessorato. Ad ogni modo questa mattina ho consegnato agli interpellanti un testo con altre motivazioni che ribadiscono, ampliandolo, il concetto di quel secondo capoverso.
Spero che questo non accada ancora una volta, perché il rapporto fra il Consiglio e gli Assessori deve essere un rapporto che abbia una propria dirittura di comportamento in quanto non è possibile che un Assessore sia trattato in questo modo dalla Presidenza del Consiglio.
"Con riferimento alla regolazione delle competenze a saldo dell'esercizio 1992 e successivi, ex Fondo Nazionale Trasporti, è in corso un procedimento di revisione ed aggiornamento normativo della L.R. n. 37/85 e relativa deliberazione attuativa del Consiglio regionale n. 658-2041 del 16/2/1984: i risultati di tale processo saranno prossimamente presentati presso la competente Commissione consiliare.
Per quanto riguarda il Piano finanziario di regolazione degli acconti 1994 è in corso la verifica dei bilanci di previsione 1996 aziendali, i cui risultati saranno recepiti sotto forma di deliberazione di Giunta relativa ai contributi in conto esercizio per l'anno in corso, con eventuale conguaglio rispetto agli attuali acconti erogati in via provvisoria.
Inoltre, con DGR n. 27-9463 del 5/6/1996 è stato approvato un adeguamento dei contributi in conto esercizio per il primo semestre 1996 che tiene conto della riduzione dell'orario di guida da 6,5 a 5,5 ore e dei relativi effetti sui costi economici regionali standardizzati di riferimento.
Tale correttivo deriva dalla sentenza della Corte Costituzionale n.
400/93 che di fatto determina le ore giornaliere di guida riconoscendo il 50% dei tempi accessori già previsti dalla legge n. 138/58. Si è ritenuto di quantificare tali tempi in 1 ora (15 minuti per turno, 15 minuti post turno e 30 minuti per i tempi intermedi) da scalare rispetto a 6,5 ore da contratto, definendo quindi in 5,5 ore giorno l'orario di guida effettivo ammissibile".
Tutto questo in base ad accordi intersindacali avvenuti in Assessorato precedentemente all'impegno che io mi sono assunto con questa Amministrazione e riverificato nell'ambito di tutto quanto si è concordato penosamente si è concordato - con le Aziende concessionarie per arrivare alla determinazione di queste liquidazioni.
Ho firmato ancora ieri un'altra deliberazione che assegna per il terzo trimestre del 1996 circa 99 miliardi. Il tutto nell'ambito di ciò che poi sarà comunque erogato con l'accensione di mutui decennali per quell'ulteriore 20% che dovremmo poter erogare, visto che le risorse finanziare della Regione non ci consentono di attingere alle risorse libere della stessa Regione.
Il problema sarà risolto, speriamo, da qui all'anno venturo quando le concessionarie non saranno più tali e si potrà procedere ai cosiddetti "contratti di servizio", in modo che le Aziende si assumano autonomamente tutta la responsabilità di avere una condizione che porti al pareggio del bilancio.



BENSO ANNA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.
PAPANDREA L'Assessore in questo caso ha ragione, perché aveva già risposto a questa interpellanza nella scorsa seduta e noi avevamo già espresso la nostra insoddisfazione. Devo dargli atto che questa mattina (non immaginava di dover dare una seconda risposta) mi ha dato una nuova nota informativa e di questo lo ringrazio.
Credo ci sia stato un errore perché la scorsa seduta doveva rispondere ad un'interpellanza sulla partecipazione femminile ai corsi di formazione ma si era detto impreparato per cui ha risposto a questa sulle Aziende di trasporto. Quindi, occorre che risponda a quella interpellanza alla quale non aveva dato risposta perché - ripeto - si era detto impreparato. Un errore può succedere, non c'è niente di grave: invece che questa, a cui l'Assessore ha risposto, è stata cancellata l'altra interpellanza.
In merito alla seconda risposta, visto che l'Assessore l'ha letta vorrei solo far notare l'aspetto legato alla sentenza della Corte Costituzionale che riduce a 5,5 ore le ore di guida. Credo che questa riduzione sia stata determinata da un criterio di maggiore sicurezza per chi utilizza questi mezzi. Penso però che sarebbe utile verificare quello che effettivamente avviene, nel senso che io ritengo che questa norma delle 5,5 ore venga ampiamente non rispettata. Finché non succede niente, va bene, però ogni tanto leggiamo sui giornali che purtroppo incidenti avvengono e magari sono anche gravi, ci vanno di mezzo vite umane. Quindi occorrerebbe che gli Enti competenti - in questo caso credo sia più competente la Provincia, ma può arrivare dalla Regione una sollecitazione in questo senso nei confronti della Provincia - verificassero come le ditte che ricevono concessioni applicano questo tipo di normativa, perché mi risulta, da discussioni con dipendenti di queste ditte, che siamo di fronte ad una situazione del tutto diversa, a quantità di ore straordinarie assolutamente incredibili, ad orari di servizio di anche 15 ore.
E' un problema da affrontare vista la delicatezza e l'importanza del tipo di lavoro, e visto soprattutto che, oltre alla loro sicurezza, ci va di mezzo la sicurezza di tante altre persone.


Argomento: Lavoro - Movimenti migratori: argomenti non sopra specificati - Norme generali sui trasporti

Interpellanza n. 491 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea relativa alla necessità di trasporto per i dipendenti de "La Maggiora" di Chivasso


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'interpellanza n. 491, presentata dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea, cui risponde ancora l'Assessore Masaracchio.
MASARACCHIO, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni In merito alle manifestate esigenze di istituzione di un servizio di pubblico trasporto sul percorso Ivrea-Chivasso, adeguato alle esigenze dei lavoratori dello Stabilimento "La Maggiora" di Chivasso, occupati nel turno centrale (8-17), si fa presente che la questione, con nota del Settore regionale trasporti n. 4444 del 6/5/1996, è stata posta all'Amministrazione provinciale di Torino, Autorità competente, ai sensi della L.R. 23/1/1986 n. 1.
Si è pertanto in attesa di specifiche valutazioni da parte del predetto Ente, che appena possibile verranno portate alla vostra attenzione.
Vi fornisco la fotocopia di questa risposta, a cui è allegata anche la nota del Settore all'Amministrazione provinciale dei trasporti di Torino per dare la documentazione completa di quanto abbiamo sollevato in riferimento all'interpellanza, che ci pare sia piuttosto opportuna.
Devo precisare, nella fattispecie, così come per la questione delle ferrovie, di volta in volta sollevata in Consiglio, che l'autorità della Regione è sempre molto relativa. Non mancano i tavoli di concertazione però le disattenzioni degli altri Enti sono tali che ci mettono in condizione di farci interpellare continuamente dai colleghi opportunamente, ma con scarso risultato dei nostri interventi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.
PAPANDREA Presentiamo delle interpellanze alle quali praticamente non viene data risposta, perché abbiamo sollecitato una risposta che non è venuta.
A questo punto chiedo che si ridiscuta nel momento in cui ci sarà una risposta vera, perché dire: "Abbiamo mandato richiesta alla Provincia, la quale ancora non ha risposto", non ha molto risultato.
Mi auguro che quando si risponderà, la risposta sia più consistente cioè che si entri nel merito delle questioni sollevate, e che non si dica semplicemente quante lettere gli uffici hanno spedito, perché questo svilisce il tipo di attività e di discussione dell'aula. Questa è la prima questione.
La seconda questione è che, visto che l'interpellanza è di parecchi mesi fa, occorrerebbe anche sollecitare, oltre al fatto che le risposte siano esaurienti ed entrino nel merito, una risoluzione dei problemi.
Si tratta di lavoratori che avevano questo servizio. Erano lavoratori della Lancia di Chivasso e, con il passaggio ad altra azienda, nell'arco di applicazione dell'accordo, si sono trovati a non avere più questo servizio.
Vanno a lavorare esattamente dove andavano a lavorare prima, è rimasto tutto uguale, è cambiata la ditta presso cui lavorano, ma la ditta si è collocata nell'area di Chivasso dove c'era la Lancia (dove loro lavoravano), e si sono trovati senza un servizio importante, perché si tratta di persone che, arrivando da Ivrea, non si recano facilmente al posto di lavoro.
Tra l'altro, oltre a tutta una serie di considerazioni dal punto di vista dell'inquinamento, se dovessero spostarsi con mezzi individuali sarebbe ancora più costoso. Oltre a questo, però, è importante l'elemento di costo per i lavoratori, che precedentemente potevano usufruire di un servizio, ed oggi non più.
Si tratta di ripristinare un servizio già esistente, e quindi non mi sembra così complesso intervenire nella vicenda.
Bisognerebbe sollecitare la Provincia a rispondere, e soprattutto a dare una risposta ai lavoratori, non tanto all'interpellanza di Rifondazione Comunista, esigendo il ripristino rapido di questo servizio.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio.
MASARACCHIO, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni Così come si risponde per iscritto alle interrogazioni ed interpellanze appena avrò le risposte mi farò carico di trasmetterle al Gruppo interpellante.
Una sollecitazione è datata 6 giugno. D'altro canto, se non acceleriamo i tempi - e qui ci vorrà tutta la collaborazione del Consiglio attraverso la competente Commissione - all'adozione del sistema nuovo dei contratti di servizio onde non rinnovare le concessioni o non essere condizionati dal loro rinnovo, l'altro determinato impegno che potrebbe prendere l'Assessore è che all'atto del rinnovo delle concessioni, ove fosse lontano il processo dei contratti di servizio, non le rinnoveremo.
Quando non rinnoveremo le concessioni, accadrà che i lavoratori non avranno alcun servizio, anche se le Province si dovessero appellare al non rinnovo delle concessioni. Quindi, la responsabilità è della Provincia, e la Provincia deve attendere a questa propria responsabilità.



PRESIDENTE

Siamo quindi d'accordo che appena dalla Provincia ci sarà la risposta avverrà risposta scritta. Quindi, la manteniamo.


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale

Interpellanza n. 473 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea relativa ai corsi di comunicazione per dirigenti regionali


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 473, presentata dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea, cui risponde l'Assessore Gallarini.
GALLARINI, Assessore al personale e sua organizzazione Signor Presidente, signori Consiglieri, relativamente all'interpellanza n. 473 del 14/2/1996, a firma dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea, si comunica quanto segue.
Affermando che i dirigenti svolgono un'attività ad alta visibilità verso l'esterno e di comunicazione sul versante interno, si intende che l'attività dei dirigenti (figura apicale dell'Ente cui spetta conseguire i risultati che l'Amministrazione si prefigge di raggiungere) è visibile dall'utenza esterna, poiché i prodotti finali di ciascuna attività regionale sono di competenza dei dirigenti. Ai dirigenti stessi inoltre spetta, attraverso processi di comunicazione interna, far conoscere ai propri collaboratori gli obiettivi da raggiungere in modo che ciascuno, a qualsiasi livello della scala gerarchica, operando nella consapevolezza e nella conoscenza degli scopi, possa ottimizzare la propria azione. Questo significa anche far crescere la capacità di ascolto dell'Ente.
L'intervento di fondazione on the job, servizio compreso nel costo per la formazione, è stato previsto, ma non attivato. Non si ritiene di poterlo considerare intervento volto ad una riforma del personale; molto più semplicemente esso costituirà, una volta attivato il necessario collegamento telematico - proprio ieri come Giunta abbiamo avviato la procedura di appalto per "Piemonte in rete", cioè la rete telematica per la nostra Regione - una sorta di assistenza ai dirigenti in materia di strategie e tecniche della comunicazione e di soluzione di eventuali problemi collegati alla materia.
In chiusura della giornata formativa infine - questo era un altro quesito posto dall'interpellanza - è stato previsto il saluto ai dirigenti da parte dell'on. Enzo Ghigo, quale Presidente della Regione, e quindi in funzione istituzionale.
Non sembra pertanto necessario dilungarsi oltre, dato che l'intervento non comportava lo svolgimento di alcuna funzione di docenza. E' stato un saluto portato dal Presidente della Giunta regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.
PAPANDREA La precisazione è utile, ma devo dire che io non avevo capito questo aspetto. Può darsi che io non riesca a leggere un volantino che annuncia un'iniziativa; però, all'interno della presentazione di questo corso di formazione, comparivano i nomi dei docenti, il tipo di dibattito che si sarebbe svolto e alle ore 17 era scritto: "Conclusioni", non c'era scritto: "Saluto", cosa del tutto legittima e che non avrebbe portato ad una nostra interpellanza, perché ci rendiamo conto che il Presidente della Regione pu portare il suo saluto a queste iniziative, all'inizio, alla fine o durante.
All'interno della presentazione del corso però - ripeto - come parte integrante della stessa c'erano le conclusioni e leggendo da profano questo volantino pensavo che le conclusioni della giornata di formazione fossero del Presidente Ghigo. Noi quindi ci siamo preoccupati perché il Presidente Ghigo ha già tante cose da fare e se deve seguire tutti questi corsi di formazione per fare le conclusioni non può fare quello per cui i cittadini del Piemonte lo hanno eletto, perciò anche se fa una cosa utile, la fa a discapito di altre che sono più funzionali al suo operato. Mi pare che comunque siano stati dei saluti.
C'è però un problema che emerge continuamente ed è il tipo di comunicazione che viene fatto. Noi ci siamo lamentati varie volte del modo non perfetto in cui avviene questa comunicazione, perché se l'Assessore leggesse il prospetto della giornata si renderebbe conto che potrebbe incorrere nello stesso errore in cui sono incorso io, cioè l'intervento del Presidente Ghigo apparirebbe come organico al corso di formazione. Credo quindi che ci sia un modo di informare, di dare la comunicazione che è sbagliato. Non so se anche questo è da addebitare a Garrone, comunque rilevo che la Giunta non sta spendendo bene i nostri soldi, se il tipo di comunicato che viene fatto non si capisce oppure fa interpretare cose diverse. Sarebbe stato molto semplice, normale, come avviene sempre, che il politico portasse i saluti e non facesse le conclusioni, perché chi conclude, normalmente - lo ripeto - partecipa in modo concreto. Ora non ho qui il volantino, però garantisco che questo volantino di presentazione della giornata aveva proprio queste caratteristiche.
Credo che, almeno in futuro, si dovrebbe evitare di dare questo tipo di informazione per dare invece un'informazione corretta, che permetta a chi la legge di capire come vanno le cose.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gallarini per una breve precisazione.
GALLARINI, Assessore al personale e sua organizzazione La precisazione è solo questa: penso che sia una consuetudine che eventualmente può anche modificarsi nella dicitura. Anch'io ad una giornata sul controllo di gestione ero previsto tra le conclusioni, mentre ovviamente si trattava di un saluto, e così è stato, perché di solito non è che si possa stare tutto il giorno ad ascoltare quanto avviene.
Riferirò pertanto nel senso di un adeguamento della dicitura alla realtà del saluto.


Argomento: Contratti ed appalti

Interpellanza n. 489 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea relativa agli appalti del servizio di pulizia immobili


PRESIDENTE

L'Assessore Gallarini risponde ancora all'interpellanza n. 489 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea.
GALLARINI, Assessore al patrimonio Signor Presidente, colleghi Consiglieri, l'oggetto è: "Appalto servizi di pulizia immobili regionali (lotti: Torino 'E'; Città di Asti; Cuneo 'A'). Interpellanza n. 489. Chiarimenti".
I chiarimenti sono molto sintetici e penso possano essere esaustivi.
In riferimento alle gare per l'affidamento dei servizi in oggetto (che torno a ripetere - erano: Lotti: 1) Torino E; 2) Città di Asti; 3) Cuneo A; quindi tre lotti), si precisa che, così come risulta dalle relazioni tecniche rese dal Servizio tecnico della Regione (quindi Servizio tecnico del Settore al patrimonio dell'Assessorato al patrimonio), le schede tecniche della Società IPAT (risultata aggiudicataria dei tre lotti interessati) erano le uniche che non presentassero determinazioni in contrasto con i diversi capitolati speciali d'appalto.
Questa è la ragione fondamentale che la dott.ssa Maria Grazia Ferreri ha dedotto (le schede tecniche erano le uniche che non presentassero determinazioni in contrasto con i diversi capitolati speciali d'appalto).
Si è pertanto ritenuto possibile, visto l'art. 16 del DL n. 157 del 1995, di chiedere alla Società IPAT chiarimenti in merito.
Si è altresì ritenuto, per le altre ditte partecipanti, che il contrasto con le previsioni dei capitolati d'appalto non fosse sanabile e in conseguenza si è proceduto all'esclusione dalla gara.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Grazie, Presidente. Care colleghe e cari colleghi, la risposta dell'Assessore non convince, perché, sulla base della documentazione che il nostro Gruppo ha richiesto, risulta che anche le schede dell'IPAT (che nell'interpellanza non abbiamo citato per carità di patria, per dire che abbiamo lavorato sui dati e non sui nomi - che non ci interessano) avessero delle imperfezioni, tant'è che ci sono lettere in cui si chiedono chiarimenti ed integrazioni alla ditta che poi è risultata assegnataria.
L'interpellanza segnala questo fatto: tutte le ditte avevano qualcosa che non va. Allora, l'impressione è: se tutte le ditte avevano qualcosa che non va, tutte le ditte vengono messe nelle stesse condizioni. Tanto più pensando al fatto che la scelta che avete fatto nell'aggiudicazione penalizza patrimonialmente la Regione, perché questa ditta ha fatto minori ribassi, e allora la questione diventa molto delicata. Si potrà dire: "Sì però nessuno ha protestato". Si può altrettanto dire: "Come mai nessuno ha protestato"? Può essere letta da tutte le parti; però rimane il fatto del danno patrimoniale, che avete aggiudicato ad una ditta che ha fatto prezzi maggiori. Una ditta è stata invitata a correggere la propria offerta perché non in capitolato; mentre avete respinto le offerte di altre ditte che avevano delle imperfezioni rispetto al capitolato. La vicenda rimane non chiarita.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gallarini per una breve replica.
GALLARINI, Assessore al patrimonio Solo una precisazione. Mi sembra di avere detto, seppure in modo sintetico, quali sono state le ragioni, secondo l'articolo di una legge ben precisa, in base alle quali i chiarimenti forniti alla IPAT sono stati ritenuti di un certo tipo e quindi l'offerta era da accettare e si è accettata.
Questo a giudizio tecnico del Settore, che io stimo ed apprezzo perch conosco da anni e sono a conoscenza con quale scrupolo e serietà lavora.
L'affermazione "il danno alla Regione" perché si sono rifiutate delle offerte più vantaggiose, penso debba essere rigettata nella forma più categorica. Le offerte non valgono in quanto offrono qualcosa di vantaggioso o meno alla Regione, ma in quanto, prima di tutto, regolari. E' poi vero che siamo alla ricerca di offerte regolari che offrono le migliori condizioni alla Regione, questo sì, ma la priorità assoluta è che siano regolari. Se l'ufficio ha ritenuto che regolari non fossero, ovviamente non possiamo considerare il contenuto di quella offerta e quindi non si pu dire che la Regione ha avuto un danno essendo andato l'appalto in un certo modo.
CHIEZZI Presidente, posso fare solo una brevissima replica?



PRESIDENTE

E' una richiesta irrituale.
Prego, Consigliere Chiezzi.



PRESIDENTE

CHIEZZI



PRESIDENTE

Grazie, Presidente.
Intervengo solo per leggere all'Assessore e al Consiglio due frasi: la Regione scrive alla ditta IPAT: "Dalla relazione tecnica prodotta si riscontra un errore nella determinazione delle ore semestrali relative all'edificio di Corso Dante... La qualifica degli addetti non risulta indicata specificatamente, ma verrà definita in relazione".
Quindi si riscontra un errore nella determinazione delle ore semestrali.
Un'altra ditta esclusa dice: "Il calendario di tutte le prestazioni periodiche risulta non rispettare i tempi massimi di realizzazione prescritti".
Non sono osservazioni così diverse.
Ci troviamo di fronte ad una questione su una ditta ed una questione su un'altra: una ha fatto un prezzo migliore, ma viene esclusa, in base a questa osservazione, l'altra, che ha fatto un prezzo peggiore, viene aggiudicata; qualche dubbio, Assessore, rimane.


Argomento:

Risposta scritta ad interrogazioni e interpellanze


PRESIDENTE

Comunico che è stata data risposta scritta da parte degli Assessori competenti alle seguenti interrogazioni ed interpellanze: interrogazione n. 505 del Consigliere Cavaliere relativa al Regolamento CEE n. 2078/92 - Programma regionale pluriennale - Istruzioni operative relative all'anno 1996 interpellanza n. 508 del Consigliere Marengo relativa alla crisi occupazionale alla ditta Superga interrogazione n. 530 del Consigliere Cavaliere relativa alla crisi occupazionale alla ditta Superga.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interpellanza n. 541 del Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti relativa all'autorizzazione per la costruzione di strutture destinate ad anziani autosufficienti


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 541, presentata dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti, alla quale risponde l'Assessore Goglio.
GOGLIO, Assessore all'assistenza Per quanto riguarda il primo punto, relativo all'autorizzazione alla partecipazione della Finpiemonte a progetti di costruzione di case di riposo, si precisa che questo Assessorato non è competente a fornire risposta in merito ne tanto meno a rilasciare la predetta autorizzazione.
Per quanto riguarda il punto 20, si precisa che l'attività di autorizzazione al funzionamento dei presidi socio-assistenziali fa parte dell'attività di vigilanza che la Regione ha delegato agli Enti locali prima con la L.R. 23/8/1982 n. 20 e poi con la L.R. 13/4/1995 n. 62, e che è attualmente esercitata tramite le UU.SS.LL.
L'Assessorato da anni ha avviato una procedura informatica relativa ai presidi socio-assitenziali autorizzati, dalla quale risulta che i presidi residenziali per anziani al 31/12/1995 sono in totale 770, di cui 50 ubicati in Torino e 720 fuori Torino.
Di questi, a Torino, risultano 37 presidi per persone anziane autosufficienti o parzialmente auto con un totale di 1.730 posti letto e 13 presidi per persone anziane non autosufficienti con un totale di 1.764 posti letto escluso il Cottolengo (che risulta avere un totale indistinto di 1.370 posti per adulti ed anziani).
Fuori Torino la situazione è la seguente: 340 strutture per anziani auto o parzialmente auto con un totale di 11.514 posti letto e 380 presidi per persone non autosufficienti con un totale di 22.367 posti letto.
Per quanto riguarda i finanziamenti erogati dalla Regione, si informa che solamente una piccola parte dei finanziamenti previsti dalla L.R. n.
22/90, per la costruzione e ristrutturazione di presidi socio assistenziali, sono stati destinati a strutture destinate esclusivamente ad anziani autosufficienti.
In particolare, nell'anno 1994, sono state finanziate 9 strutture, per un totale di L. 2.456.000.000, a fronte di una disponibilità complessiva di L. 18.220.000.000; nel 1995 sono state finanziate 3 strutture, per un totale di L. 1.027.000.000, a fronte di uno stanziamento complessivo di L.
15.000.000.000.
La restante parte dei finanziamenti è stata assegnata a strutture esclusivamente destinate ad anziani non autosufficienti e a strutture miste per anziani auto e non autosufficienti e che prevedessero, comunque, la possibilità di una successiva conversione in caso di necessità dei posti per autosufficienti in posti per non autosufficienti.
Per quanto attiene alla politica regionale delle autorizzazioni e dei finanziamenti, si precisa quanto segue: 1) l'art. 38 della Costituzione prevede che l'assistenza privata sia libera; da ciò discende che quando una struttura per soggetti autosufficienti possiede i requisiti strutturali e gestionali previsti dalla normativa vigente questa debba essere comunque autorizzata, anche se il territorio in cui è ubicata dispone già di un sufficiente numero di posti letto.
2) Diverso, evidentemente, è il problema del finanziamento regionale in favore di queste strutture. A questo proposito si rileva quanto segue: a) la Regione prima di assegnare un eventuale finanziamento per qualsiasi tipo di struttura, sia essa destinata ad anziani autosufficienti o non autosufficienti, acquisisce sempre il parere del soggetto delegato all'attività di vigilanza in ordine all'effettiva necessità della struttura sul territorio; se il parere è negativo il finanziamento non viene concesso b) i criteri per la programmazione degli interventi regionali per la realizzazione di strutture socio-assistenziali troveranno la loro naturale collocazione nel nuovo Piano socio-sanitario regionale, che è attualmente in via di predisposizione e terranno evidentemente conto della necessità di finanziare strutture che servano bacini di utenza sprovvisti di presidi socio-assistenziali.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.
SIMONETTI Attendo la risposta alla parte di interpellanza relativa al finanziamento della Finpiemonte che l'Assessore Goglio ha detto non essere di competenza del suo Assessorato. Aspetto che l'Assessorato di competenza se possibile - risponda alla rimanente parte, che considero nodale, visto che l'interpellanza si basava proprio su di essa.
Rispetto alle risposte fornite dall'Assessore per la parte di sua competenza sono perplessa relativamente al trattamento delle autorizzazioni delle case di cura.
Rispetto a queste ultime, infatti, l'Assessore fa riferimento all'art.
39 della Costituzione, che garantisce la libera assistenza privata.
L'interpellanza è rivolta all'Assessorato all'assistenza di Ente pubblico qual è la Regione Piemonte, e quindi mi sarei aspettata una risposta rispetto alla volontà di potenziare l'ambito pubblico, laddove devono essere forniti servizi socio-assistenziali e al territorio. Rispondere che comunque, considerato che la Costituzione tutela e garantisce i servizi di assistenza privata e che di conseguenza qualsiasi forma privata può e deve essere autorizzata - così è stato detto dall'Assessore - a svolgere tali funzioni, mi sembra vada contro normative vigenti e un buon senso che deve prevedere requisiti minimi funzionali e strutturali affinché queste strutture residenziali o che forniscono servizi di socio-assistenza possano svolgere la loro attività.
Tali strutture dovranno pur rispondere a requisiti strutturali e funzionali; non potranno - credo - per legge essere autorizzate comunque.
In tal senso, invece, la risposta dell'Assessore.
Rispetto ai finanziamenti la risposta dell'Assessore è stata molto vaga e non è entrata nel merito sollecitato con la nostra interpellanza. E' stato inoltre definito che l'attività di vigilanza e di controllo sia destinata alle UU.SS.LL. e direttamente agli Enti locali.
Attraverso l'interpellanza intendevo però avere informazioni più precise rispetto a chi opera i controlli: se è reale che vengono svolti dalle UU.SS.LL., ogni quanto tempo, se le UU.SS.LL. hanno realmente le potenzialità e le strutture per potervi sopperire, e in particolare rispetto alle case di cura private che svolgono funzioni socio assistenziali, quali siano le forme di controllo, visto che indebitamente vengono autorizzate senza assolvere a requisiti che per legge dovrebbero avere.


Argomento: Zootecnia - Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione n. 542 dei Consiglieri Bellion e Riba relativa al Morbo di Creutz-feldt-Jacob


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 542 presentata dai Consigliere Bellion e Riba.
Risponde l'Assessore Bodo.
BODO, Assessore all'agricoltura Rendo noto che le pressioni esercitate verso i livelli superiori hanno dato risultati inferiori rispetto alle aspettative. Infatti, si è ottenuto dall'Unione Europea l'attivazione dell'ammasso delle carni e dal Ministero delle Risorse agricole alimentari e forestali la promozione sulle reti RAI di una pubblicità forse di dubbia interpretazione, che sottolinea la severità dei controlli effettuati in Italia sulle carni bovine.
A livello regionale si è cercato di sdrammatizzare la situazione con le seguenti iniziative: si sono fatti diversi comunicati sulle principali testate per tranquillizzare i consumatori nei confronti della carne bovina prodotta soprattutto in Piemonte sono stati promossi incontri con numerosi giornalisti appartenenti alle principali testate nazionali e con esperti del comparto, organizzando un viaggio di studio nella zootecnia piemontese, in particolare visitando aziende agricole tipiche nella produzione di carne, al fine di sottolineare le garanzie che i nostri allevamenti forniscono sia dal punto di vista qualitativo che da quello igienico-sanitario è stata costituita, su iniziativa dell'Assessorato agricoltura ed in applicazione della legge n. 88/88, la Commissione paritetica interprofessionale per la filiera della carne, che riunisce i rappresentanti dei produttori, dei trasformatori e della cooperazione di produzione, trasformazione e commercializzazione.
Quest'ultima iniziativa è stata quella che ha caratterizzato questo primo periodo di emergenza "mucca pazza"; infatti, la Commissione paritetica, che si è già riunita parecchie volte per definire un accordo interprofessionale tra la produzione e la grande e piccola distribuzione di vitelli allevati, nel rispetto della L.R. n. 35/88 relativa alle carni bovine certificate, si pone come obiettivo immediato quello di affrontare e limitare i danni provocati dalla psicosi della BSE (Encefalopatia spongiforme bovina) e come obiettivo a lungo termine quello di fronteggiare tutte le emergenze prossime legate al prodotto carne, costituendo un fondo attivato dal pubblico e dal privato, da utilizzare sia a scopo pubblicitario, sia per ogni necessità futura.
Inoltre, i due Assessorati interessati, agricoltura e sanità, si sono impegnati in numerose iniziative di carattere tecnico-scientifico e divulgativo per chiarire i principali aspetti del problema BSE ed inquadrarlo nelle sue giuste dimensioni rispetto alle produzioni regionali.
Si è inoltre operato contemporaneamente per un deciso rilancio degli interventi a favore della L.R. n. 35/88, mirando ad eliminare qualsiasi tentativo di adesione di macellerie dettati da strumentalizzazione del momento contingente.
L'Assessorato alla sanità, da parte sua, ha proseguito l'attività di controllo negli allevamenti e nei macelli, accompagnandola con interventi di informazione e formazione rivolti agli allevatori ed agli operatori del comparto, mentre con circolare del 12/4/1996 ha richiamato l'attenzione degli amministratori e dei responsabili degli approvvigionamenti carnei, di centri di ristorazione collettiva che servono quelle comunità di interesse sociale più delicato, quali ospedali, scuole, ricoveri per anziani, a valutare attentamente la possibilità di inserire nei capitolati di acquisto la clausola che le carni bovine provengano esclusivamente da allevamenti aderenti alla L.R. n. 35/88.
Si è proceduto poi allo stanziamento di 1 miliardo per iniziative promo pubblicitarie ed altre iniziative indicate dal gruppo di lavoro; sono stati stanziati 6 miliardi per la concessione di prestiti agevolati della durata di sei mesi a tasso agevolato, legato al parere dell'Unione Europea.
Questi gli interventi a livello regionale; ovviamente, a livello nazionale abbiamo insistito presso il Ministero affinché renda praticabile il conferimento dell'ammasso delle carni, attraverso la regionalizzazione dei prezzi. Abbiamo insistito inoltre perché si proceda ad una riduzione dell'IVA dal 16% e pareva che tale richiesta fosse già recepita nel Consiglio dei Ministri il 7 giugno; ma purtroppo ciò non è avvenuto.
A livello nazionale è ancora previsto un premio di 340.000 lire per ogni capo allevato, mentre, per quanto riguarda la questione delle carni il Ministero ha emesso immediatamente il timbro sanitario di certificazione delle carni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bellion.
BELLION Mi pare che le pur varie iniziative intraprese fino ad oggi non abbiano purtroppo ottenuto - almeno rilevando il costante calo dei consumi, anche della nostra regione, di carne bovina - quei risultati che probabilmente tutti quanti auspicavano.
Credo quindi occorra insistere ulteriormente in questa direzione soprattutto nei confronti di quelle fasce di consumatori che, rivolgendosi alle grosse catene di distribuzione, probabilmente sono più a rischio dal punto di vista della disinformazione rispetto alla qualità che tutti riconosciamo alla carne piemontese.
Se ho capito bene gli interventi sono riassumibili, quindi, in investimenti intorno ai 7 miliardi: 1 miliardo per la promozione nei confronti dei consumatori e 6 miliardi - della deliberazione passata questa mattina in Commissione - per prestiti agevolati.
Leggevo però sulla Rassegna stampa del 26 giugno che la Regione Piemonte avrebbe stanziato 15 miliardi, quindi i conti non mi tornano e vorrei capire meglio come si spiega questa differenza, che è all'incirca di 8 miliardi: se finisce realmente nell'assicurazione dei bovini e degli ovini all'alpeggio e nel pagare i contributi per i capi malati ed abbattuti, come si leggeva su La Stampa - ripeto - del 26 giugno.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.
BODO, Assessore all'agricoltura In effetti le cose stanno in questi termini. Io ho limitato la risposta alla questione carne. Gli altri stanziamenti per interventi nel settore della zootecnia sono i seguenti: 350 milioni per l'assicurazione del bestiame portato all'alpeggio ed il pagamento di tutti i contributi arretrati (dal 1990 in avanti) per quanto riguarda l'abbattimento del bestiame infetto; contributi che in parte avevano già avuto e che devono essere liquidati. Si tratta di 8 miliardi per gli arretrati, più le ipotesi di 3 miliardi per eventuali abbattimenti per leucosi che si dovrebbero verificare in questo periodo, più quello che abbiamo stanziato...
BELLION E' già deliberato? BODO, Assessore all'agricoltura Sono già nei capitoli di spesa, quindi su quello paghiamo. Possiamo dire che l'intervento complessivo dell'Assessorato all'agricoltura per quanto riguarda il settore carne e latte è di 18 miliardi.


Argomento:

Sollecito risposta ad interrogazione


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.
SPAGNUOLO Vorrei fare una richiesta relativa alle interrogazioni.
In sede di Conferenza dei Capigruppo - e so che gliene hanno parlato avevo sollecitato al Presidente della Giunta la risposta all'interrogazione n. 686 relativa all'informazione (comunicati stampa). Mi avevano detto che questa mattina ci sarebbe stata la risposta, però il Presidente della Giunta non è presente. Dato che forse viene nel pomeriggio, volevo capire se era possibile avere la risposta nella seduta odierna, oppure se la rinviamo alla prossima seduta.



PRESIDENTE

Probabilmente la faremo la prossima volta; dobbiamo vedere la dinamica dei lavori. Verso l'una possiamo dirlo.
SPAGNUOLO Va bene, la ringrazio.


Argomento: Archivi - Resistenza

Interpellanza n. 597 dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti relativa alla situazione dell'Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza (ANCR)


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza n. 597 presentata dai Consiglieri Chiezzi Moro, Papandrea e Simonetti.
Risponde l'Assessore Leo.
LEO, Assessore alla cultura e istruzione Rispetto all'interpellanza n. 597 sulla situazione dell'Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza (fra l'altro, colgo l'occasione per fare i complimenti al nuovo Presidente, che è Giuseppe Fulcheri) l'attenzione della Regione Piemonte per il patrimonio e l'azione culturale dell'ANCR è testimoniata dalla L.R. n. 28/80 "Concessione di contributi annui agli Istituti storici della Resistenza in Piemonte e all'Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza".
Quindi, alla prima sollecitazione e considerazione dell'interpellanza su cosa si è fatto in passato rispondo che c'è stato questo riconoscimento.
Attraverso tale legge, il cui capitolo di spesa è stato progressivamente incrementato negli anni e che per il 1996 ammonta a L. 500 milioni (ho portato in Commissione queste cifre della previsione di bilancio e la Commissione le ha approvate), viene garantita l'attività ordinaria degli Istituti e dell'Archivio. Quest'ultimo disporrà per il presente anno di un contributo di circa 70 milioni.
Le notizie apparse sui quotidiani a proposito della situazione in cui versa o verserebbe l'Archivio possono aver indotto a ritenere che potesse esistere un disinteresse della Regione per tale realtà culturale. Va detto invece, ad onor del vero, che in una lettera del 9 maggio scorso inviata alla redazione torinese del quotidiano Repubblica, a firma della direttrice dell'Archivio, Paola Olivetti, si legge testualmente: "E' certo che per quanto ci riguarda le croniche difficoltà strutturali si sono assommate ai problemi dovuti alla scomparsa di Paolo Gobetti" - che fra l'altro è stato ricordato in una riunione molto importante alla Galleria d'Arte Moderna, a cui noi abbiamo partecipato - "ma vorrei precisare e sottolineare che gli Enti locali, e segnatamente la Regione Piemonte e la Città di Torino, hanno dimostrato molta attenzione e sensibilità ai problemi dell'Archivio, e la volontà precisa" - questa è la lettera della direttrice dell'Archivio - "ribadita in almeno due occasioni: un incontro l'8 marzo tra me" - la direttrice dell'Archivio - "e il Vicepresidente Rondolino con gli Assessori Perrone e Leo, e la serata dedicata a Paolo Gobetti, il 3 aprile, sempre con i due Assessori, per cercare di risolverli".
Aggiungo ancora che abbiamo avuto un incontro presso l'Assessorato alla cultura del Comune di Torino ragionando su queste cose e in quella occasione, anche se era una riunione non pubblica, la direttrice dell'Archivio ha detto: "Noi auspicheremmo che il Comune facesse almeno la metà, se non quanto fa la Regione", nel senso che la Regione è sempre stata molto attenta. Ha chiesto comunque ai due Enti, ringraziando la Regione per quanto aveva sempre fatto, maggiore disponibilità; se il Comune non potesse intervenire, io sono disponibile a percorrere anche questa via.
Vorrei dire comunque che il dialogo è estremamente positivo. Ho avuto una polemica - il Presidente Picchioni lo sa - con un professore universitario (credo di non poter fare il nome perché questa è una seduta pubblica) che mi chiedeva a titolo personale di finanziare una sua personale ricerca, ma mi sono rifiutato e lui mi ha scritto una lettera dicendo che se accettavo quella ricerca eravamo bravi e buoni, altrimenti eravamo cattivi, reazionari ed incapaci. Viceversa il complesso dei Comitati e l'Archivio hanno espresso parere opposto, cioè una grande sensibilità dell'Assessorato, ribadita pubblicamente - ripeto - con una lettera a Repubblica, ribadita durante la serata dedicata a Paolo Gobetti confermata in incontri ufficiali, per cui io affermo la mia assoluta attenzione (è uno degli argomenti che, per passione storica, seguo maggiormente).
Questa questione è all'attenzione precisa della Giunta e la volontà dell'Assessorato è stata manifestata dalle proposte approvate dalla Commissione e dal Consiglio.
Se si ritiene che vi siano ulteriori iniziative da intraprendere poiché questo è un argomento che mi interessa molto, sono disponibilissimo a discuterlo in sede di programma culturale per il prossimo anno in Commissione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Signor Presidente, care colleghe e cari colleghi, l'Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza è stato fondato dal figlio di Piero Gobetti ed è un patrimonio assolutamente eccezionale: 9.000 titoli video materiali originali come film, interviste, documentari, videocassette riproduzioni, registrazioni TV; 1.600 titoli tra film a soggetto cinegiornali, spezzoni amatoriali, materiale documentario non montato 8.000 monografie; 1.200 periodici; 3.000 dossier di ritagli e manifesti circa 20.000 fotografie. E' un patrimonio inestimabile. Ora l'Archivio è in difficoltà finanziarie: mi sembra che questo l'Assessore non l'abbia contraddetto, cioè esiste un problema. L'Assessore dice che non ci siamo dimenticati, la stessa Paola Olivetti ha ricordato l'impegno della Regione questo è vero, però rimane il fatto che l'Assessore conferma. Di fronte a questo occorre più che parole spendere impegni e risorse. Io sono legato a questo atteggiamento realistico, nel senso che se una difficoltà così grave mina la vita dell'Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza allora le parole devono essere seguite, Assessore Leo, dai fatti e se è vero che c'è un'insufficienza di sostegno dal punto di vista finanziario un po' di tutti (Stato, Comune, Regione), noi come Regione riflettiamo sul livello del nostro impegno.
Penso che di fronte ad un patrimonio di questo genere sia opportuno e necessario incrementare adeguatamente le risorse che impegniamo come Regione Piemonte, affiancandole con un'iniziativa sia nei confronti dello Stato, sia nei confronti di Province e di Comuni (compreso il Comune di Torino) affinché, tutti insieme, si trovino gli spazi che possono, a questo punto, essere anche piccoli e modesti finanziariamente, ma se il Piemonte e lo Stato concorrono, anche in modo corale, ad un sostegno di carattere finanziario, le cifre possono anche diventare modeste per tutti. Per bisogna che l'Assessore abbia un'azione a largo raggio, prima ovviamente dichiarando un proprio impegno e quindi non chiedendo sempre ad altri di fare quello che non facciamo noi, esprimendo una dichiarazione, una volontà che aggiunge un nostro impegno finanziario e chiede di discutere la situazione.
Abbiamo di fronte come Presidente dell'Archivio Giuseppe Fulcheri, che conosciamo tutti come uomo molto deciso, molto determinato, molto capace.
Quindi, facciamo leva sul nuovo Presidente. E' però una buona iniziativa nostra, visibile, immediata, per risollevare le sorti di questo Istituto che può fare bene in Italia.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Leo.
LEO, Assessore alla cultura e istruzione Voglio annunciare al Presidente della Commissione, Chiezzi, che ho già scritto al Presidente del Comitato, Fulcheri, per incontrarlo e per valutare insieme quali iniziative intraprendere.
Tengo solo a sottolineare, non per puntiglio o per polemica - che non c'è stata, perché l'interpellanza è stata discussa con molta correttezza che non è che chiediamo ad altri di fare quello che non facciamo noi.
La Regione Piemonte - e il Presidente della Commissione, Chiezzi, credo ce ne possa dare atto - ha fatto di più di qualsiasi altro Ente. Ha fatto tutto quello che era stato previsto, tutto quello che era stato chiesto fino all'emergenza.
Questo è stato ampiamente riconosciuto. Tra gli Enti la Regione è stata quella più vicina all'Istituto. Ci sono state iniziative anche pubbliche (la serata per Gobetti, alla quale ho partecipato volentieri e dove sono stato ringraziato pubblicamente come rappresentante della Regione per questa attenzione). Questo lo dico ad onore della Regione e della Commissione stessa che aveva sollecitato la questione in sede di bilancio di previsione.
Raccolgo la raccomandazione - non perché chiediamo ad altri di fare quello che non abbiamo fatto, noi abbiamo fatto più di altri, ma al meglio non c'è limite - di incontrare al più presto il Presidente Fulcheri, di prendere iniziative pubbliche e di sollecitare nei prossimi giorni lo Stato.
L'altro giorno in Commissione mi hanno tolto la parola, mentre stavo dicendo che avevo incontrato il Ministro Veltroni per vari argomenti.
Comunque raccolgo la raccomandazione e la giudico molto importante quindi, è un impegno a vedere la questione anche in bilancio di assestamento e a prendere le iniziative necessarie.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Lavoro - Movimenti migratori: argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 617 dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti ed interpellanza n. 512 del Consigliere Racchelli relative ai lavori socialmente utili


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 617, presentata dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti, cui risponde l'Assessore Masaracchio.
MASARACCHIO, Assessore al lavoro Gradirei rispondere anche all'interpellanza n. 512 del Consigliere Racchelli relativa allo stesso argomento.
Nella nostra Regione si è venuta a creare una situazione di grave tensione in relazione ai progetti di lavori socialmente utili previsti dalla legge n. 451/94 e dal DL 3/6/1996 n. 300 "Disposizioni urgenti in materia di lavori socialmente utili, di interventi a sostegno del reddito e nel settore previdenziale".
Infatti nel 1995 la quota del fondo per l'occupazione destinata al Piemonte era di L. 26 miliardi 290 milioni, mentre per il 1996 il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale ha comunicato - solo a metà aprile che al Piemonte sarebbero stati assegnati solo 3 miliardi 388 milioni.
La riduzione del fondo riguarda tutte le Regioni, ma la somma destinata al Piemonte è comunque del tutto insufficiente e non basta neppure a finanziare per la loro intera durata i progetti approvati nel primo quadrimestre dalla Commissione regionale per l'impiego. Solo questi richiederebbero un finanziamento di 15 miliardi circa e si stima che sarebbero necessari almeno 35/40 miliardi per finanziare i progetti organizzabili nel corso di tutto il 1996.
Tutto ciò sta determinando notevoli difficoltà sia agli Enti locali che non riescono a realizzare le opere previste, sia ai soggetti impegnati nei lavori socialmente utili, che vedono ridursi drasticamente le proprie possibilità di reddito e di impegno.
Ben consapevole della gravità della situazione, creatasi tra l'altro in un momento in cui i preoccupanti segnali di rallentamento della produzione rischiano di aggravare la già difficile situazione occupazionale del Piemonte, questo Assessorato è già intervenuto tempestivamente per cercare di porvi rimedio. E come è intervenuto? La Commissione regionale per l'impiego, della quale l'Assessore al lavoro è Vicepresidente, già il 21/5/1996 ha adottato una deliberazione che sottolinea la gravità della situazione e chiede che siano per lo meno lasciati al Piemonte i 6 miliardi non utilizzati nel 1995. Alcuni progetti non erano stati attivati per mancanza di soggetti.
Vi è stato anche un intervento del Presidente della Giunta regionale su impulso di questo Assessorato, che ha già sollecitato il Ministro del Lavoro con una lettera in cui si chiede con forza di aumentare la quota di riparto del fondo per l'occupazione, prevista per la Regione Piemonte in modo congruo alle sue esigenze.
Personalmente, nel corso dell'incontro della scorsa settimana con il Ministro, ho chiesto l'aumento dei fondi previsti per il Piemonte. Dico che il risultato non è stato del tutto positivo; vedremo fino a che punto la legge finanziaria darà ragione a questa richiesta, che non è pervenuta soltanto dal Piemonte, ma da tutte le altre Regioni.
E' stato promosso un coordinamento tra le Regioni e si è chiesto al Governo nazionale, oltre all'aumento dei fondi, di porre fine alla decretazione d'urgenza - siamo ormai alla tredicesima reiterazione del decreto legge sui lavori socialmente utili - e di stabilire norme chiare e decisive che consentano alle Regioni e agli Enti di programmare su una base di certezze finanziarie e normative e di prevedere uno specifico ruolo delle Regioni in materia.
A tutt'oggi dal Ministero non è arrivato alcun atto ufficiale circa l'aumento del fondo, ma occorre ricordare che la situazione occupazionale del Piemonte, le attuali tendenze di modificazione del mercato del lavoro e i prossimi mutamenti dell'assetto degli organismi ministeriali obbligano ad un notevole sforzo innovativo e, al tempo stesso, aprono nuovi spazi alla Regione per rafforzare il proprio ruolo programmatorio, promozionale e di indirizzo nell'ambito delle politiche attive del lavoro.
Stiamo perciò avviando un processo che coinvolge l'intera comunità valorizza le risorse esistenti, si sviluppa attraverso uno stretto rapporto tra il Ministero del Lavoro, gli enti Locali, i soggetti che rappresentano i datori di lavoro e i lavoratori, e si tradurrà concretamente nella modificazione della normativa in offerta di servizi e in sviluppo di capacità progettuali.
In questo quadro di più ampi interventi, di profonde revisioni normative che consentiranno di armonizzare tra di loro i diversi interventi sullo specifico problema dei lavori socialmente utili, questa Amministrazione ha predisposto azioni di ampia portata finalizzate a riqualificarle e ad evitare i rischi derivanti da un loro adeguato utilizzo, ad esempio, quando i lavori socialmente utili rappresentano unicamente soluzioni per recuperare risorse a basso costo o per tamponare situazioni di disoccupazione senza offrire prospettive concrete di reinserimento.
Oltre agli interventi sul particolare problema sollevato dalle interpellanze sono state perciò avviate numerose ed importanti iniziative mirate a sostenere gli Enti che organizzano lavori socialmente utili e ad orientare verso la realizzazione dei lavori socialmente utili intesi quali strumenti di politica attiva del lavoro e capaci cioè di favorire il reinserimento dei soggetti impegnati.
Per citare alcune fra le tante, si è avviata una stretta ed efficace collaborazione con l'Agenzia per l'impiego, l'Ufficio regionale del lavoro e della massima occupazione tesa ad individuare nuovi strumenti e ad offrire aiuto e consulenza agli Enti gestori di lavori socialmente utili.
Sono già stati realizzati numerosi incontri sul territorio e se ne prevedono altri.
Si sono avviate, in accordo con le Province e gli altri soggetti interessanti azioni che consentiranno di sviluppare maggiori capacità progettuali sul territorio.
Sono state predisposte azioni ed indirizzi per incentivare la realizzazione di lavori socialmente utili di qualità: collegare lavori socialmente utili e cantieri di lavoro a piani ed iniziative di sviluppo dell'occupazione; connetterli con altri interventi ed utilizzarli come strumenti che consentano la ricollocazione dei disoccupati, integrandoli cioè con azioni di formazione e di aiuto nella ricerca del lavoro o nella realizzazione di nuove iniziative imprenditoriali; differenziare gli interventi in funzione dei diversi bisogni e delle diverse caratteristiche dei soggetti impegnati in lavori socialmente utili.
Si sono reperite le risorse finanziarie che entro brevissimo tempo consentiranno di integrare cantieri e lavori socialmente utili con azioni di orientamento, consulenza, filtro di accompagnamento nella ricerca del lavoro che saranno capaci a favorire il collegamento tra domanda ed offerta di lavoro e di sviluppare, nei soggetti coinvolti, conoscenze, competenze ed abilità che ne favoriscano il reinserimento occupazionale.
Si sono avviate le procedure per la realizzazione dei cantieri di lavoro previsti dalla L.R. n. 55/84; sarà presto possibile per gli Enti locali utilizzare questo strumento, anch'esso riqualificato, con le iniziative descritte sopra, per ovviare, pur se parzialmente, ai problemi sollevati dal drastico taglio del fondo sull'occupazione operato dal Governo nazionale.
Al di là di queste considerazioni, che sono tutte pertinenti e comunque fanno parte del lavoro svolto fin qui dalla funzione, io posso assicurare che c'è da prevedere che il Ministro, in attesa della promulgazione di una legge apposita che dia alle Regioni un potere locale nell'amministrazione del mercato del lavoro regionale, possa consentirci una convenzione che metta in condizione direttamente la Regione di operare non così come è stato nel passato attraverso competenze delegate soltanto per prendere atto di risoluzioni che riguardano attività di finanziamento centrale, ma con delle risorse adeguate che consentano alla riorganizzazione di tutte le competenze del mercato del lavoro un'attività diretta della Regione con poteri locali che esprimano l'autonomia che si va chiedendo nella gestione di tutto il comparto dell'economia e del lavoro nel territorio della Regione.



PRESIDENTE

L'Assessore ha quindi risposto congiuntamente all'interpellanza n. 617 e all'interpellanza n. 512.
Per quanto riguarda l'interpellanza n. 512, ha la parola il Consigliere Racchelli.
RACCHELLI Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ringrazio l'Assessore per la risposta esauriente e complessiva che ha voluto dare.
Il problema delle politiche del lavoro è molto ampio e ha punte di crisi rappresentate in maggior parte da lavoratori in mobilità lunga e di età elevata, che non trovano un reimpiego, stante un mercato del lavoro praticamente inesistente per figure con queste caratteristiche.
Sono cosciente che la situazione economica di oggi, tale per cui c'è stata una riduzione da 23 a 6 miliardi dei fondi destinati alla Regione Piemonte per il sostegno di questi lavoratori in mobilità, è un punto di crisi che non ci permette ampi spazi di manovra, però questo è un problema importante e determinante per il loro futuro. Sono lavoratori che hanno tra i 48 e i 55 anni e che per la maggior parte hanno tre, quattro, cinque anni di lavoro ancora da portare avanti per poter ottenere i benefici della pensione.
Ritengo che un coordinamento tra le varie Agenzie per l'impiego l'Agenzia regionale del lavoro, l'INPS e l'INAIL, possa darci almeno la garanzia - questo è il motivo della richiesta dell'Osservatorio - circa un'armonizzazione dell'impiego di questi lavoratori, alcuni dei quali scaduto l'anno, non potranno essere reimpiegati perché esiste una regola per cui dopo un anno ci deve essere una rotazione, mentre con un altro anno di lavoro risolverebbero definitivamente i loro problemi.
Penso anche che la Regione Piemonte, attraverso l'Assessorato al lavoro, possa intervenire sul Governo centrale; è vero che è stato fatto anche in precedenza, però c'è bisogno di un intervento definito e marcato affinché la Regione prenda posizione a tutela di quei lavoratori che hanno versato trent'anni di contributi e che, per mancanza di possibilità di impiego, devono comunque ottenere un riconoscimento di quanto hanno versato fino ad ora, ed avere la possibilità di accedere alla pensione in proporzione ai loro versamenti. E' chiaro che non è una competenza regionale, però un intervento forte della Regione in Conferenza Stato Regioni verso il Governo centrale ci darebbe perlomeno la possibilità di intervenire su un tema che è fondamentale per lavoratori che fanno parte di una fascia sociale molto debole e che prospettive ottimistiche su una soluzione del problema dell'incertezza occupazionale non ce l'hanno senz'altro. Quindi, è necessario un intervento in questa direzione, che sensibilizzi il Governo a dare a questi lavoratori perlomeno il riconoscimento pensionistico sulla base di quanto fino ad oggi hanno potuto versare. Ci sembrerebbe una soluzione accettabile anche, perché è chiaro che, quando non si riesce ad ottenere il completamento di quello che è il riconoscimento pensionistico, occorre almeno avere la consapevolezza che quello che effettivamente è stato versato dai lavoratori stessi deve essere loro restituito.
Chiedo pertanto all'Assessore, che so molto attento a questa tematica un suo intervento in Conferenza Stato-Regioni su questo tema e su questa possibilità.



PRESIDENTE

Per quanto riguarda l'interpellanza n. 617 ha la parola il Consigliere Papandrea.
PAPANDREA La risposta dell'Assessore conferma la gravità della situazione che avevamo sottolineato con la nostra interpellanza.
Noi ci troviamo di fronte al fatto che i lavori socialmente utili attualmente in atto, quasi 200 progetti (oltre 180), tra poco non avranno più finanziamento. Come ha detto l'Assessore occorrerebbero 15,5 miliardi mentre sono stati erogati nemmeno 3,5 miliardi, per l'esattezza 3,380.
Saremo quindi, tra poco, in una situazione drammatica, perché tutti coloro che sono coinvolti in questi progetti, e sono molti (si tratta di migliaia di persone) rischiano di trovarsi senza reddito, in una situazione estremamente drammatica.
Tra l'altro, proprio in un convegno che si è tenuto alcuni mesi fa alla Camera di Commercio, tutte le cose che sono state dette dall'Assessore erano state dibattute ed annunciate. Se però i progetti rispetto al problema dei lavori socialmente utili non vengono finanziati, tutte quelle intenzioni decadono. La possibilità di un inserimento lavorativo in forma diversa, per far sì che molti disoccupati trovino una collocazione, ha come premessa che i lavori socialmente utili, quelli attualmente in atto, devono trovare un finanziamento. Oltretutto, proprio perché si tratta di un'esperienza che magari è partita lentamente, ma che una volta partita ha cominciato a dare dei risultati positivi sul terreno occupazionale frenando la disoccupazione, sarebbe importante rafforzarla. E' un indirizzo che andrebbe rafforzato, invece ci troviamo di fronte al fatto che, per una serie di ragioni, si va nella direzione opposta, che conferma l'impressione che noi abbiamo: di occupazione si parla molto, ma poi concretamente si fa poco, per cui i fondi sull'occupazione, soprattutto quelli che hanno dimostrato efficacia, anziché avere un ampliamento vengono tagliati.
Dobbiamo cercare di capire che cosa fare prima che la situazione precipiti maggiormente, perché una volta che questi finanziamenti non ci saranno più, se cioè vengono stanziati solo 3 miliardi e non troviamo una soluzione, rischiamo che i lavori del Consiglio non andranno più avanti perché i lavoratori verranno a manifestare qui davanti, dal momento che il nostro è il primo Ente al quale rivolgersi, visto che andare a Roma è più complesso. Quindi, come diceva già l'Assessore, dobbiamo essere preoccupati perché la nostra è una Regione dove il problema occupazionale è grave e in cui tutte le crisi che sono state affrontate in questo periodo non hanno trovato soluzione definitiva (dall'Alitalia alla Viberti e così via) e hanno generato ulteriormente fenomeni di disoccupazione, quindi siamo in una Regione che vive una situazione allarmante; buttare ulteriore benzina sul fuoco non serve.
Dobbiamo assolutamente trovare un modo per intervenire anche individuando soluzioni tampone. Potremmo, come Consiglio regionale, fare nostro l'ordine del giorno - sull'utilizzo dei 6 miliardi - che era stato approvato dalla Commissione regionale sull'impiego. Inoltre, fare in modo che tutti i miliardi che servono per portare a termine almeno i progetti che sono attualmente in atto, arrivino.
Noi - anche dando un'indicazione di tendenza - consideriamo questa esperienza come un'esperienza che ha avuto delle ricadute positive, quindi siamo per mantenerla e migliorarla, prima di tutto - come viene detto dallo stesso Assessore - cercando di portare a conclusione i progetti in atto.
Propongo - se l'Assessore e i vari Gruppi sono d'accordo - che su questo vi sia una presa di posizione unitaria del Consiglio.
Se gli uffici dell'Assessore preparano un ordine del giorno possiamo entro la fine della giornata, iscrivere e votare tale documento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio.
MASARACCHIO, Assessore al lavoro Dichiaro che concordo pienamente con quanto detto dal Consigliere Papandrea. C'è l'attesa che almeno 7 miliardi ci giungano. La settimana prossima ci sarà un incontro con il Sottosegretario Montecchi del Ministero del Lavoro, che dovrebbe monitorare la situazione in tutte le Regione d'Italia per capire se il Piemonte può rappresentare un riferimento preciso per l'attivazione dei lavori socialmente utili, onde ovviare alla presenza nelle liste di mobilità, di circa 32 mila persone.
Quindi speriamo che i lavori socialmente utili, che è tanto difficile attivare anche attraverso i Comuni, possano ovviare parzialmente ad un problema che è diventato pesantissimo nella Regione Piemonte.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 624 del Consigliere Cavaliere relativa alla ristrutturazione dell'aula consiliare di Palazzo Lascaris


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 624, presentata dal Consigliere Cavaliere, alla quale risponde l'Assessore Gallarini.
GALLARINI, Assessore al patrimonio In merito ai quesiti posti con l'interrogazione in oggetto, presentata dal Consigliere Cavaliere, si fa presente quanto segue.
Con DGR n. 255-37499 del 3/8/1994 la Giunta regionale ha approvato il progetto relativo alla ristrutturazione ed all'adeguamento alle norme di prevenzione incendi dell'aula consiliare di Palazzo Lascaris per l'importo di L. 1.814.501.298, di cui L. 1.442.661.650 per lavori a base d'asta.
I predetti lavori sono stati aggiudicati con DGR n. 304-3675 del 27/11/1995 per l'importo di L. 1.265.935.598 ed il relativo contratto con l'impresa aggiudicataria Zoppoli Pulcher S.p.A. di Torino è stato stipulato in data 15/12/1995.
I lavori sono stati consegnati in data 5/12/1995 sotto le riserve di legge, ai sensi dell'art. 337 della legge 20/3/1865 n. 2248, allegato F).
In corso d'opera, essendo emersa la necessità di eseguire interventi in parte modificativi e in parte aggiuntivi rispetto a quelli previsti nell'originario progetto, allo scopo di rendere più funzionale la sala consiliare e le aree ad essa adiacente, veniva predisposta una perizia suppletiva e di variante, approvata con deliberazione della Giunta regionale n. 180-5709 del 29/1/1996, ammontante a complessive L.
1.664.084.308, di cui L. 1.295.490.746 per effettivo incremento di spesa derivante dalla perizia e di L. 368.593.562 per integrazione al 19 dell'IVA sui lavori contrattuali e per le spese tecniche.
In data 15/1/1996 i lavori venivano sospesi in attesa dell'approvazione della perizia sopracitata e ripresi il 6/2/1996.
In relazione alla perizia, con l'interrogazione del 2/2/1996, il Consigliere Cavaliere chiedeva maggiori chiarimenti sulla tipologia delle nuove opere e sulla loro correlazione all'intervento principale.
Con nota del 9/2/1996, l'Assessorato competente, in considerazione dell'entità della spesa prevista dalla perizia, chiedeva che la stessa venisse sottoposta all'esame della Commissione di controllo sugli atti della Regione.
A seguito di tale circostanza i lavori venivano nuovamente sospesi a far data dal 23/2/1996.
La Commissione di controllo, con verbale n. 9/96, relativo alla seduta del 29/2/1996, invitava l'Amministrazione regionale a fornire chiarimenti sia in relazione ai concreti elementi conoscitivi circa l'ammissibilità della variante, sia in ordine all'esposto del 21/2/1996 avanzato dal Consigliere Cavaliere, circa la legittimità dell'atto deliberativo.
Ottenuti i chiarimenti richiesti, la Commissione, nella seduta del 13/3/1996, riteneva di annullare parzialmente la deliberazione n. 180-5709 del 29/1/1996 stralciando parte di alcuni interventi la cui natura, a giudizio della Commissione stessa, non rivestiva il carattere dell'imprevedibilità ed urgenza giustificativo degli atti di perizia.
L'importo corrispondente agli interventi oggetto dello stralcio risulta pari a L. 313.397.791.
In seguito a tale provvedimento veniva predisposto dalla Direzione lavori una rielaborazione dell'atto sopracitato, che veniva approvato con deliberazione n. 74-7982 del 16/4/1996, esecutiva ai sensi di legge.
Con la predetta deliberazione veniva altresì approvato lo schema di atto di sottomissione con il quale l'impresa Zoppoli Pulcher assumeva i lavori previsti nella perizia per il maggiore importo, rispetto a quello contrattuale, di L. 415.307.544, per l'esecuzione dei quali veniva concessa una proroga di 45 giorni.
Per effetto delle sospensioni dei lavori e della proroga, il termine per l'ultimazione dei lavori veniva spostato all'8/6/1996.
In data 3/6/1996 i lavori venivano nuovamente sospesi, in attesa della consegna in cantiere dei corpi illuminanti e delle poltrone per i Consiglieri ed il pubblico.
In ordine a quanto chiesto con l'interrogazione del 29/5/1996 si precisa che all'atto della presente nessuna procedura è stata posta in essere per l'appalto di ulteriori lavori.
I lavori, oggetto dell'appalto in corso, saranno ultimati presumibilmente, vista la consegna di quanto abbiamo detto prima, nel mese di settembre, in ragione della disponibilità dei corpi illuminanti che sono in fase di realizzazione.
E' in corso la fornitura dei banchi dei Consiglieri, al termine della quale si provvederà agli allacciamenti per la votazione ed agli impianti di microfoni. I costi sono quelli definiti nella perizia già approvata.
Per rendere agibile l'aula e l'accesso relativo, si ritiene di affidare all'Ufficio tecnico del Settore patrimonio - quindi non più al progettista esterno che finora ha operato anche in qualità di direttore dei lavori - la redazione di una perizia di minima che consenta l'utilizzo della struttura rinviando ad un più articolato successivo progetto la sistemazione delle sedi degli organi istituzionali, Palazzo Lascaris e Palazzo della sede regionale in Piazza Castello. Gli interventi di carattere generale relativamente all'adeguamento degli immobili di cui al DL n. 626, è un problema che esiste per tutti gli immobili della Regione e si provvederà in un secondo tempo.
Anche per tali successivi interventi - anche questa è una novità importante: cogliamo l'occasione per annunciarla, anche se presiederà sostanzialmente a comportamenti futuri dell'Assessorato al patrimonio - è intendimento della Giunta regionale, in applicazione delle disposizioni del DL n. 29/93, affidare la progettazione e la direzione degli interventi ai dirigenti tecnici della Regione.
Questo quanto previsto dal nuovo contratto della dirigenza, registrato poco tempo fa, che prevede fra l'altro una corresponsione di compensi in lire integrative rispetto allo stipendio ai dirigenti tecnici che partecipano a progettazioni e direzione lavori. Incentivo notevole che prima non era consentito: il nuovo contratto della dirigenza lo consente riteniamo sia un coinvolgimento quanto mai opportuno e gratificante per i dipendenti regionali che hanno competenze tecniche.
Per quanto attiene invece alla limitazione dei posti a sedere per il pubblico - ultima domanda posta dall'interrogazione del collega Cavaliere si fa presente che tale soluzione consentirà di creare spazio per sedici banchi, che verranno occupati da eventuali nuovi Consiglieri, oppure da personale al servizio dell'aula. La nuova legge elettorale regionale infatti, potrà anche avere l'effetto, nelle prossime legislature e se la legge rimarrà inalterata, che arrivi un numero di Consiglieri superiore ai 60 attuali, come già successo nella vicina Lombardia nella tornata dell'anno scorso. Si è dunque trattato, sostanzialmente, di predisposizione di spazio in funzione di questa eventualità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.
CAVALIERE L'Assessore ha confermato ampiamente le osservazioni contenute nella mia interrogazione. Voglio fare, però, un passo indietro; così come ho avuto modo di spiegare in precedenti interrogazioni, la forma di appalto decisa credo non abbia funzionato, e non funzioni, soprattutto dal punto di vista della trasparenza e della funzionalità.
Tra l'altro, mi permetto, Assessore, di sottolineare che quando il provvedimento della Commissione di controllo ha stralciato le opere suppletive dall'altrettanto suppletiva perizia, lei ebbe a dichiarare che si trattava di opere dalla spesa molto contenuta, inferiore ai 100 milioni.
Oggi ha confermato che la spesa suppletiva era di 313 milioni, quindi, come sottolineai allora, si tratta di opere assai più corpose di quelle evidenziate dalla previsione progettuale.
Tra l'altro questa errata previsione progettuale si evince dagli ulteriori lavori che verranno fatti attraverso le procedure che lei ha elencato, ma ulteriori lavori che, credo, saranno nell'ordine di almeno un paio di miliardi, i quali porteranno l'opera complessiva, a fronte di un miliardo e 800 milioni previsti, a circa 5/6 miliardi. Ora, se questa previsione progettuale non è errata, non so cos'altro possa intendersi.
Quando si è intervenuti non si sono considerati gli impianti accessori all'aula che, successivamente, si sono resi indispensabili per dover ristrutturare.
Credo però, al di là di questo, che sia del tutto evidente come da ci si possa evincere il fatto che vi è anche, oltre alla forma di appalto, un ricorso ad una direzione dei lavori che evidentemente non è adeguata ai compiti e ai problemi che abbiamo di fronte; un ricorso a vecchie logiche a vecchie direzioni lavori riproposte, ma che non hanno mai brillato per funzionalità.
Il ricorso alla professionalità dell'Ente credo sia giusta e nella direzione auspicata. Esistono professionalità e competenze interne che permettono di poter gestire appalti e direzioni lavori all'interno degli uffici tecnici della Regione.
E questo la dice abbastanza lunga sul ricorso abbondante alle consulenze esterne e ai ruoli tecnici esterni, che hanno gonfiato oltremodo la spesa del nostro Ente durante l'ultima legislatura.
Personalmente, rimango dell'opinione, Assessore, che questo appalto sia poco trasparente e poco funzionale; lo dimostrano i fatti, la vicenda; tra l'altro, i ritardi della consegna lavori non sono imputabili ai fermi per le verifiche di controllo, ma semplici ritardi, palesi e consistenti rispetto ai tempi determinati dalla stessa direzione lavori.
Questi i dati di fatto; occorrerebbe porvi in qualche modo rimedio.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.
CHIEZZI Grazie, Presidente.
Chiedo di poter intervenire sull'argomento, secondo due modalità.
L'una: se l'Assessore trasforma il suo intervento in una comunicazione permetterebbe a chi ritiene di poter intervenire; diversamente, ho tentato di presentare un'interrogazione sull'argomento, in questo momento.



PRESIDENTE

Lei si è già dato la risposta da solo con l'inoltro di un'interrogazione in questo momento. Ci sono delle procedure: le interrogazioni si devono registrare e, come lei sa, hanno scadenza cronologica.
CHIEZZI L'interrogazione non è accettata; allora chiedo se l'Assessore dichiara di aver svolto una comunicazione per consentirmi di parlare.
GALLARINI, Assessore al patrimonio Io ho risposto ad un'interrogazione.
CHIEZZI Però, nella prassi, Assessore Gallarini, sappiamo che l'Assessore pu dichiarare di aver svolto una comunicazione.



PRESIDENTE

Io non ho mai visto una cosa di questo genere.
CHIEZZI Io l'ho vista, ma comunque...



PRESIDENTE

La Presidenza non ha mai recepito che la risposta ad un'interrogazione si svolga in una comunicazione.
CHIEZZI E' successo svariate volte che la risposta alle interrogazioni sia stata data sotto forma di comunicazione, per consentire a chi non aveva il pezzo di carta... E' successo, però non è una questione vitale!



PRESIDENTE

Per me non ci sono questioni: se l'Assessore ritiene che si possa...
CHIEZZI E' successo: potete chiederlo agli uffici; era abbastanza una prassi.



PRESIDENTE

In seduta di Capigruppo viene verificata la possibilità di mutare l'interrogazione in una comunicazione.
CHIEZZI Io ricordo che sotto la Presidenza Viglione è successo diverse volte.



PRESIDENTE

Eh beh...! CHIEZZI Non ne faccio grandi questioni, perché i canali, intanto, ci sono.



PRESIDENTE

Siccome siamo già tacciati di essere irrituali perché do la parola dopo che qualcuno ha risposto, personalmente, credo si debba sempre verificare nell'economia del discorso, la possibilità di puntualizzare, però cerchiamo di tenere i binari delle procedure in maniera il più possibile conformi.
CHIEZZI Quindi, Presidente, posso parlare o no?



PRESIDENTE

Gli uffici dicono che un'interrogazione può essere mutata in comunicazione nella Conferenza dei Capigruppo.
CHIEZZI Presidente, mi dica solo se posso prendere la parola o no.



PRESIDENTE

Ho detto che gli uffici mi hanno riferito, sulla base di quanto lei ha oggi avanzato, che queste cose si possono fare. La presenti la prossima settimana, la inseriamo. Se lei me la sollecita nella Conferenza dei Capigruppo, possiamo anche iscriverla e darle tutta l'urgenza e la precedenza che lei ritenga opportune.
CHIEZZI Quindi, non posso parlare. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interpellanza n. 238 dei Consiglieri Chiezzi e Simonetti relativa all'ex USSL n. 48 di Cossato - Esposto del dipendente dottor Siragusa alla Procura Generale della Corte dei Conti in ordine ad asserite irregolarità


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 238 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti.
Risponde l'Assessore D'Ambrosio.
D'AMBROSIO, Assessore alla sanità Signor Presidente, colleghi Consiglieri, l'interpellanza presentata dal Gruppo di Rifondazione Comunista attiene a situazioni irregolari verificatesi nell'ex USSL n. 48 di Cossato, ora USL n. 12 di Biella.
La Regione è venuta a conoscenza dei fatti in oggetto quando in data 4/3/1994 pervenne all'Assessorato alla sanità una richiesta di intervento formulata dall'Amministratore straordinario dell'ex USSL n. 48 di Cossato.
Tale richiesta, di contenuto estremamente generico, sollecitava il Servizio Ispettivo Regionale ad accertare le procedure in atto riguardanti la gestione del personale.
L'Assessore alla sanità dispose pertanto un accertamento ispettivo con provvedimento n. 6 dell'1/6/1994 che venne concluso il 18/8/1994.
Come si rileva dalla relazione ispettiva, gli accertamenti, vista la molteplicità delle attività riconducibili alla nozione di "gestione del personale", furono finalizzati alla rilevazione e controllo delle presenze ed all'assolvimento del debito orario, consentendo tale verifica il contemporaneo riscontro delle modalità di gestione di vari istituti (plus orario, pronta disponibilità, libera professione, congedi, ecc.).
Inoltre le verifiche dovevano riguardare le situazioni in atto al momento del loro svolgimento e, attesa la quantità degli atti da esaminare venivano svolte a campione sulla base di criteri selettivi che garantissero comunque la completezza degli accertamenti. Pertanto furono esaminate le cartoline di presenza dell'intero anno 1993 e del primo semestre 1994.
La relazione conclusiva venne trasmessa all'Amministrazione dell'ex USSL n. 48 di Cossato, affinché questa provvedesse a regolarizzare le situazioni riscontrate non conformi alla normativa vigente. Inoltre con nota del 9/2/1995, prot. n. 11923/53/789, si invitava l'Amministrazione succitata ad estendere gli accertamenti provvedendo poi a fornire comunicazione dell'esito di tale verifica.
Il Direttore generale dell'Azienda sanitaria n. 12, Ente subentrato per competenza all'ex USSL n. 48, con nota del 22/2/1995, prot. n. 4489, nel riscontrare il sollecito dell'Assessorato alla sanità, dava atto che il ricontrollo delle cartoline di presenza era ancora in corso.
Le verifiche erano state effettuate a partire dall'anno 1990 fino al 1995 e in attesa di conoscerne l'esito, in via cautelativa, l'Azienda n. 12 di Biella aveva disposto di tenere in sospeso per tutto il personale, fino ad esaurimento di tali verifiche, tutti i compensi ancora da liquidare al personale nel periodo 1992/1994.
Se dall'accertamento delle cartoline di presenza dovesse emergere che la quantità di plus-orario che ciascuno era tenuto a rendere non corrisponde alla quantità resa, l'Amministrazione dell'Azienda n. 12 ha comunicato che provvederà alla trattenuta operando direttamente sui compensi ancora da liquidare.
Dalle risultanze sinora rese note a questo Assessorato si evince che non è stato attribuito al personale un plus-orario individuale superiore ai tetti stabiliti dal contratto e che non emergono carenze nella resa del plus-orario dovuto.
L'accertamento disposto dall'Azienda ha rivelato che in particolare il dottor Vannini, unico dirigente amministrativo dell'USSL n. 48, risulta essere sempre in attivo rispetto al debito orario e, a fine 1994, con un attivo di ore 19 e minuti 17 che restano a beneficio dell'Ente a fondo perduto. L'Azienda ha dichiarato di non aver pagato ore straordinarie al dottor Vannini.
Per quanto riguarda la dottoressa D'Ostuni, le verifiche a suo tempo effettuate avevano confermato che la stessa dal 1990 al 1994 aveva sempre reso integralmente il plus-orario attribuito; rimangono da liquidare alla stessa n. 50 ore di straordinario 1993 che sono state congelate sino alla conclusione dell'intero ricontrollo.
Il ricontrollo di allora delle cartoline aveva invece messo in evidenza due casi di non corretta applicazione dei permessi spettanti, ai sensi della legge n. 816/85, al personale che ricopre cariche di pubblico amministratore.
L'Amministratore dell'Azienda interessata ha fatto sapere di aver provveduto al recupero delle somme indebitamente elargite.
In merito ai certificati di malattia della dottoressa D'Ostuni, gli stessi furono prelevati nel febbraio 1994 dalla Guardia di Finanza e sottoposti al giudizio della Magistratura di Biella che, su richiesta motivata dal Sostituto Procuratore, ha disposto l'archiviazione con provvedimento del GIP in data 3/6/1994.
Tutte le cartoline di presenza e i riepiloghi di presenza, nonché i cedolini di stipendio dell'anno 1992 sia del dottor Vannini sia della dottoressa D'Ostuni, tramite la Guardia di Finanza sono già stati acquisiti dalla Magistratura Penale, vagliati ed archiviati.
Comunque, al fine di fugare ogni eventuale residuo dubbio, è stato disposto un ulteriore approfondimento della vicenda da parte del Servizio Ispettivo di questo Assessorato.
L'indagine comporta il riesame delle cartoline di presenza dal 1990 al 1995 e dei certificati di malattia esibiti dalla dottoressa D'Ostuni.
Tali accertamenti sono tuttora in corso e sarà premura di questo Assessorato farne conoscere l'esito finale.
Per quanto attiene invece la richiesta esplicitata nel quinto punto di detta interpellanza occorre al riguardo precisare che gli accordi a livello nazionale e, per le parti di competenza, gli accordi a livello regionale disciplinano puntualmente i limiti e le modalità di attribuzione del plus orario. Infatti la determinazione del plus-orario deve tenere conto dei tetti massimi per categoria fissati dagli artt. 61 e 127 del DPR n. 384/90 ovvero: n. 7 ore settimanali per il personale medico a tempo pieno n. 5 ore settimanali per il personale medico a tempo definito n. 7 ore settimanali per il personale laureato non medico del ruolo sanitario che effettua le prestazioni rilevabili e fatturabili ai sensi del Tariffario Unico Nazionale n. 3 ore settimanali per il personale tecnico sanitario con funzioni di riabilitazione, di vigilanza ed ispezione n. 2 ore settimanali per il personale infermieristico.
Tale accordo inoltre prevede che la proposta per l'individuazione del personale e l'attribuzione del plus-orario è demandata alla valutazione del Responsabile del Servizio competente ed approvata dall'Ufficio di Direzione, nell'ambito dei criteri precedentemente fissati dall'ufficio medesimo.
Il plus-orario, secondo le sopra richiamate disposizioni, viene concordato a livello aziendale con le Organizzazioni firmatarie dell'accordo e, una volta deliberato dall'Amministrazione, va ad integrarsi con il normale orario di lavoro.
Il plus-orario deliberato diviene debito orario nei piani di lavoro dell'équipe e deve essere verificato complessivamente attraverso i sistemi di controllo previsti per l'orario di servizio.
La Regione, in sede di intesa sindacale, ha fissato in via orientativa i sottoindicati obiettivi per l'assegnazione del plus-orario al personale sopra individuato e precisamente: a) assicurare il più ampio orario di funzionamento delle attività di sportello rivolte all'utenza sia per l'accettazione delle prestazioni che per la consegna dei referti b) assicurare la raccolta di elementi e dati necessari per la predisposizione degli indicatori regionali e locali c) partecipazione a metodologie di apprendimento volte all'evoluzione del sistema organizzazione e/o statistiche.
Nell'esaminare le deliberazioni dell'Ente in oggetto attinenti l'istituto delle incentivazioni, questa Amministrazione le ha ritenute conformi agli indirizzi forniti e di conseguenza ne ha consentito il corso.
L'interpellanza fa altresì riferimento alla situazione del dottor Siragusa. Debbo dire che c'è stato tutto un procedimento nei confronti del predetto dottor Siragusa, il quale era stato licenziato dall'Azienda il 31/12/1994, è stato reintegrato dal TAR Piemonte e ha ripreso servizio il 9/4/1996; l'Amministrazione non ha proposto ricorso al Consiglio di Stato.
Il licenziamento era avvenuto il 12/5/1994 con provvedimento n. 4452 per inosservanza del segreto d'ufficio, per inosservanza della riservatezza degli atti, per denigrazione dei superiori e per uso dell'ufficio a fini personali. Il TAR ha rigettato il ricorso per la genericità delle accuse stesse.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.
SIMONETTI Non sono soddisfatta, nel senso che l'Assessore ha fornito un'ampia relazione, che desidero avere in forma scritta, rispetto a tutta la normativa che regola il plus-orario e le ferie, che abbiamo sollecitato nell'interpellanza proprio perché si verificano in continuazione casi per cui in molte UU.SS.LL. tali normative vengono interpretate diversamente quindi, rischiano di essere soggette a cattive interpretazioni e ad un conseguente lavoro diverso e sbagliato degli stessi operatori.
L'interpellanza faceva riferimento al caso specifico di un operatore citato Siragusa - che aveva scoperto che alcuni dipendenti, soprattutto di alto livello, e quindi dirigenti dell'USL, non avrebbero effettuato il plus orario e avrebbero quindi percepito indebitamente alcuni milioni compensando il loro debito orario con le ferie.
A questo punto subentra una lunga fase di percorsi anche legislativi e di accertamenti che coinvolgono diversi dirigenti, a partire dal dottor Vannini e dalla dottoressa D'Ostuni i quali, preoccupati - sembra - di queste denunce, avrebbero inviato una circolare a tutti i Servizi per rammentare l'illegittimità dello scambio ora citato.
L'art. 9 del decreto definisce come il congedo ordinario sia irrinunciabile e non monetizzabile, per cui per legge è obbligatorio evidentemente rispetto ai fatti che il citato dottor Siragusa aveva esposto, le accuse erano basate dal punto di vista legislativo.
E' stata inoltrata poi dal dottor Siragusa una denuncia verso questi dirigenti dell'USL; in particolare, quindi, denunciando il fatto che questi dipendenti dell'USL avrebbero definito in modo irregolare il compensativo tra plus-orario e ferie, è stata allestita una Commissione di disciplina.
La Commissione di disciplina - e questa è un po' una barzelletta - era composta dagli stessi dirigenti oggetto della denuncia da parte dell'operatore citato.
La sentenza del TAR ha definito che le accuse, come citava prima l'Assessore, erano generiche e che quindi non potevano essere accolte rispetto al licenziamento del citato dottor Siragusa, ma in particolare definiva, riguardo alla Commissione di disciplina, come - cito testualmente "Al fine di garantire nell'interesse pubblico l'assoluta imparzialità dei giudizi non può partecipare al Consiglio di disciplina, in qualità di membro dell'organo giudicante, un funzionario che sia stato oggetto, da parte dell'incolpato, di acquisire le azioni in base alle quali si dovevano prendere delle vie disciplinari".
Invece in questo caso si è verificato esattamente il contrario, cioè si sono volte delle accuse da parte di un dipendente, accuse più che legittime, perché la stessa legge definisce che nel momento in cui si riscontrano illegalità o comunque delle norme legislative che non sono state applicate o delle irregolarità nell'ambito della dirigenza e degli operatori sanitari, la denuncia è lecita. In questo momento è stata istituita una Commissione di disciplina che doveva accertare il fatto quindi se fosse legittimo o meno - composta dagli stessi soggetti che erano stati denunciati per tali irregolarità.
A questo poi si sono succedute diverse altre fasi; c'è stato quindi il ricorso alla Magistratura. In sede di Magistratura questi ricorrenti sono stati sconfitti, perché accusati essi stessi di truffa all'USL. In realtà il dottor Siragusa si era avvalso semplicemente del diritto di aspettativa come Consigliere comunale e, in quanto tale, non aveva alcun obbligo di chiedere l'autorizzazione, perché per legge è tutelato e può richiedere l'autorizzazione assoluta a richiedere l'aspettativa senza in alcun modo giustificarlo.
C'è stato poi il ricorso al TAR, ulteriore sconfitta per questi dirigenti, perché è stato considerato dal TAR che il fatto non sussisteva e quindi, il dottor Siragusa doveva essere prosciolto. Ora sembra, secondo quanto ha detto l'Assessore, che non si faccia ricorso al TAR.
E' una buona informazione il fatto che siano state predisposte ulteriori indagini conoscitive rispetto all'Assessorato alla sanità, perch sono irregolarità dal punto di vista anche della struttura, e quindi del compensativo ferie, plus-orario, che hanno determinato l'esborso da parte del sistema sanitario di diverse somme di denaro.
Nello stesso tempo bisogna indagare sul fatto che molte di queste documentazioni e di questi accertamenti non sono più presenti, e quindi fanno riferimento ad un caso di malamministrazione, di cui qui sono citati anche gli stessi dirigenti coinvolti.
Richiedo quindi all'Assessore la documentazione scritta rispetto all'approfondimento sul problema delle ferie e del plus-orario.
Sollecito come questo fatto sia comunque da ricondurre al perseguimento perché questo si è verificato - di un dipendente che ha semplicemente fatto il proprio dovere, e mi chiedo a questo punto come vengano utilizzati i soldi pubblici, in questo caso amministrati direttamente dai dirigenti stessi dell'USL che, nel momento in cui vengono denunciati di fatti presumibilmente veri, continuano a presentare dei ricorsi, che costano e che vengono pagati dallo stesso sistema sanitario.
Quindi, mi chiedo se i dirigenti delle UU.SS.LL., in questo caso dell'ex USSL di Cossato, si abbracciano alle cause perse, e quindi non sia utile fare pagare i ricorsi ai dirigenti stessi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.
D'AMBROSIO, Assessore alla sanità Debbo doverosamente ricordare che tutto quanto è avvenuto - e questo non giustifica affatto che sia avvenuto - nel periodo 1992/1995.
Il mio dovere è quello di fare procedere sollecitamente la Commissione a verificare gli eventuali ulteriori illeciti che ci siano stati.


Argomento: Zootecnia

Comunicazioni della Giunta regionale in merito al Macello di None


PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta, Majorino, per una breve comunicazione.
MAJORINO, Vicepresidente della Giunta regionale Questa comunicazione riguarda il Macello di None. Intervengo per informare che la Giunta ha ulteriormente approfondito nei giorni scorsi, e ha concluso nella giornata di ieri, un ulteriore esame del piano finanziario per il risanamento del Macello di None.
Dopodiché proprio ieri ha impartito precise istruzioni, in quanto azionista di maggioranza alla Finpiemonte, affinché nel prossimo Consiglio di amministrazione, che si terrà in questa settimana, venga stanziata da parte della Finpiemonte una congrua somma nell'ambito di questo risanamento; stanziamento di congrua somma che porterà necessariamente la Finpiemonte ad una presenza, se l'operazione, come è auspicabile, andrà a buon fine, nel Consiglio di amministrazione.
Devo sottolineare che, a rigore di Statuto della Finpiemonte, non rientra tra i propri fini quello del salvataggio delle aziende in crisi.
Tuttavia dilatando gli scopi sociali - dato che si tratta di una questione importante di salvataggio, insieme all'azienda, anche di 130 posti di lavoro - si è operato in tal senso. Quindi, questa dilatazione si può fare ed è stata fatta.
Naturalmente, e questo va sottolineato, non sarà sufficiente l'apporto di Finpiemonte per il salvataggio del Macello di None, perché il passivo è di 50 miliardi; naturalmente, in questo piano di finanziamento e di risanamento, deve esserci anche la presenza attiva delle banche.
Naturalmente dopo di avere dato il necessario buon esempio da parte dell'Ente strumentale, di cui la Giunta è azionista di maggioranza, con questo stanziamento, si opererà presso il sistema bancario affinché, anche da parte di questo versante, si faccia il proprio dovere.
Questa è, in sintesi, la comunicazione.
Come dicevo i tempi non saranno lontani perché in settimana il Consiglio di amministrazione di Finpiemonte provvederà, così come richiesto dall'azionista di maggioranza.



PRESIDENTE

Sulla comunicazione del Vicepresidente della Giunta ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.
PAPANDREA Speriamo che questo intervento, che era stato sollecitato già da tempo con un pronunciamento del Consiglio, acceleri realmente la conclusione della questione.
E' positivo. Credo che ancora venerdì vi sia stato l'incontro di una delegazione di lavoratori con la Giunta appunto perché si concretizzasse operativamente l'impegno che era stato ventilato e promesso nel momento in cui quei lavoratori erano venuti in Consiglio.
Spero che adesso venga recepito rapidamente dalla Finpiemonte, perch mi pare che una parte delle banche avesse già dato una disponibilità di massima ad intervenire.
Quindi credo che se questo intervento verrà fatto rapidamente - io spero appunto che così avvenga - può darsi che, finalmente, questa vicenda si chiuda positivamente, cioè nel senso di salvaguardare sia questa entità produttiva, sia i posti di lavoro. Ben venga! Anche se bisogna vedere se alla fine, effettivamente tutto si concretizzerà. Speriamo che sia così.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Angeli, Casari, Cavallera Deorsola, Farassino, Ferrero, Ghigo, Griffini, Riggio e Saitta.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Zootecnia

Esame progetto di legge n. 156: "Proposta di legge al Parlamento del Consiglio regionale del Piemonte relativa a: 'Utilizzazione in agricoltura degli effluenti provenienti dagli allevamenti zootecnici'" (rinvio in Commissione)


PRESIDENTE

Il punto 4) all'o.d.g., relativo al progetto di legge n. 156, è rinviato in quanto l'Assessore Cavallera oggi è in congedo.
Su questo punto chiede la parola il Consigliere Bertoli; ne ha facoltà.
BERTOLI Grazie, Presidente.
Questa proposta di legge al Parlamento sul problema dell'utilizzazione in agricoltura degli effluenti provenienti dagli allevamenti zootecnici è sicuramente all'o.d.g. del Parlamento italiano e della nostra attività legislativa.
Colgo l'occasione per dire quanto segue.
Dal momento che rinviamo questo argomento che riguarda questioni molto importanti sia di agricoltura sia di ambiente, e dato che la Commissione Ambiente ha affrontato il problema, sarebbe utile che anche la Commissione Agricoltura valutasse la questione nel merito.
Quindi chiedo - visto che c'è l'opportunità di un rinvio - di passare rapidamente la questione anche all'esame della Commissione Agricoltura.



PRESIDENTE

Lo lasci valutare, così considereremo la sua richiesta.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Esame progetto di legge n. 170: "Adeguamento delle competenze trasferite alle Regioni in materia di parcheggi"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 5) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 170.
Su tale progetto di legge in Commissione hanno espresso voto favorevole i rappresentanti dei Gruppi di Forza Italia, Alleanza Nazionale, CDU e Lega Nord Piemonte per l'indipendenza della Padania.
La parola al relatore, Consigliere Mancuso.
MANCUSO, relatore Signor Presidente, colleghi Consiglieri, nel presentare questo disegno di legge occorre premettere un breve riassunto della normativa nazionale in cui si inquadra.
La legge 24/3/1989 n. 122 (Disposizioni in materia di parcheggi Programma triennale per le aree urbane maggiormente popolate, nonch modificazioni di alcune norme del Testo Unico sulla disciplina della circolazione stradale, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 15/6/1959, n. 393) era destinata a risolvere l'annoso problema dei parcheggi delle aree urbane maggiormente interessate da questo problema.
Questa legge prevedeva una serie di adempimenti per Comuni e Regioni aventi come obiettivo l'individuazione ed il finanziamento con il contributo dello Stato di una serie di parcheggi che per il Piemonte dovevano ubicarsi a Torino, Comune espressamente citato nell'art. 6 della legge, ed in alcuni Comuni che l'art. 3 chiedeva alla Regione di individuare. Cosa che il Consiglio regionale fece approvando la DCR n. 1130 12136 del 28/9/1989.
Detti Comuni dovevano dotarsi di un Programma Urbano dei Parcheggi.
Per la realizzazione degli anzidetti programmi la legge medesima prevede la concessione di contributi a favore degli interventi giudicati prioritari.
I contributi ammissibili per ciascun intervento sono determinati sulla base del numero dei parcheggi pubblici realizzati e di costi standard legati alla tipologia costruttiva, definiti dal Ministro per i Problemi delle aree urbane.
Il costo standard, cioè il costo ipotizzato per la realizzazione di un singolo posto auto, moto, ciclo, bus, costituisce la base per il calcolo del costo massimo ammissibile al finanziamento. Per tali costi indicati all'art. 4 del DM n. 41 del 1990, già sottostimati almeno per quanto riguarda le opere in sottosuolo, erano previsti al comma secondo dell'art.
4 della legge n. 122/89 degli aggiornamenti annuali da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri di concerto con il Ministero del Tesoro che non hanno mai avuto seguito. Da qui la necessità di prevedere la possibilità di adeguare periodicamente i costi standard.
Le erogazioni previste dalla legge n. 122/89 sono determinate secondo due modalità alternative: a favore dei Comuni che assumono direttamente la realizzazione e la gestione dei parcheggi in misura pari alla rata di ammortamento calcolata al 90% del tasso di mutui a tal fine concessi dalla Cassa Depositi e Prestiti oppure a favore dei soggetti cui i Comuni abbiano affidato in concessione la costruzione e la gestione dei parcheggi in misura pari al 4,2% per ogni semestre per la durata di quindici annualità della spesa massima ammissibile da erogarsi in dieci anni a seguito del mancato impegno dello Stato per gli anni 1989/1993.
A seguito dell'emanazione della legge 24/12/1993 n. 537 "Interventi correttivi di finanza pubblica" venne trasferita alle Regioni, a partire dall'1/1/1994, la competenza in materia di parcheggi disponendo il trasferimento dei relativi finanziamenti previa riduzione del 15%.
Oltre a questa riduzione, i finanziamenti previsti dalla legge n.
122/89 sono stati ulteriormente diminuiti per il mancato impegno da parte dello Stato della quasi totalità dei fondi relativi dal 1989 al 1993 decurtando così di cinque anni le annualità di erogazione dei contributi previste dalla legge n. 122/89 di quindici anni.
Come bene evidenziato nella relazione della Giunta regionale di presentazione del disegno di legge, il quadro economico-finanziario originariamente si è sostanzialmente modificato, per cui a seguito delle mutate condizioni, unitamente alle complesse procedure per l'erogazione dei contributi, pochi Comuni hanno sino ad oggi utilizzato i fondi disponibili la cui fattibilità economica si riduce con il trascorrere del tempo stante il lievitare dei costi di costruzione.
Attualmente, a seguito delle disposizioni dell'art. 3, comma primo, e connessa tabella B) della legge 28/12/1995 n. 549 "Misure di razionalizzazione della finanza pubblica", sono cessati i finanziamenti statali a favore delle Regioni a Statuto ordinario, intendendosi trasferite alla competenza regionale le relative funzioni e pertanto la Regione si trova a dover provvedere al finanziamento della legge n. 122/89 con fondi propri.
Con il quadro economico-normativo sopra descritto per poter garantire la fattibilità economica degli interventi inseriti nel Programma regionale già approvati in Piemonte per cui sono stati previsti contributi ammontanti globalmente a circa L. 184 miliardi per il Comune di Torino e 84 miliardi per i Comuni del Piemonte, si rende necessario provvedere agli impegni per i prossimi anni sui capitoli di bilancio regionale dei fondi necessari ed inoltre provvedere all'adeguamento delle procedure per l'erogazione dei fondi impegnati e parte dei quali già trasferiti alla Regione Piemonte attraverso l'approvazione di una legge che, attuando le trasferite competenze, semplifichi e renda operative le procedure in materia.
Onde evitare di azzerare i programmi già avviati e le azioni già intraprese a livello regionale, alla data di trasferimento delle competenze si è reso necessario mantenersi il più possibile vicini alle procedure previste nella legge n. 122/89.
Il disegno di legge proposto interviene quindi a rimuovere le strozzature che sino ad oggi hanno impedito l'attuazione del Programma dei parcheggi.
Riuscire a far decollare tale programma significa attivare nella Regione a partire da quest'anno 254 miliardi per la costruzione di 17.515 posti auto pubblici di cui solo 9.266 a Torino, il rimanente in 27 comuni con gravi carenze di parcheggi pubblici urbani.
Si ritiene che solo con l'applicazione di nuove regole, individuate sulla base dell'esperienza maturata in anni di fallimentare gestione della legge n. 122/89 ed in stretta rispondenza alle istanze di Comuni ed operatori del settore, sia possibile una reale attuazione delle finalità degli obiettivi di questa legge che, emanata per risolvere l'emergenza dovuta al traffico, inquinamento, mancanza di aree sosta, scarso utilizzo del mezzo pubblico nell'ambito delle aree urbane, non ha trovato a livello nazionale un'applicazione adeguata, per le non idoneità dei contributi finanziari e delle modalità di concessione degli stessi.
La II Commissione ha esaminato a fondo il provvedimento, inserendo anche modifiche sostanziali a seguito dell'esame, in sede consultiva presso la I Commissione dell'articolo finanziario ed ha infine approvato il disegno di legge con l'auspicio di un rapido e positivo esame da parte dell'aula.



PRESIDENTE

Non essendovi interventi, si proceda all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 30 astensioni 4 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 30 astensioni 4 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 30 astensioni 4 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 30 astensioni 4 L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 30 astensioni 4 L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 30 astensioni 4 L'art. 6 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 hanno risposto SI' 40 Consiglieri si sono astenuti 5 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame progetto di legge n. 140: "Modifiche alla L.R. 28/3/1995, n. 46 'Nuove norme per le assegnazioni e per la determinazione dei canoni degli alloggi di edilizia residenziale pubblica'" - Presentazione questione pregiudiziale sospensiva


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 140, di cui al punto 6) all'o.d.g.
La votazione...
CHIEZZI Presidente...



PRESIDENTE

Aspetti un attimo. Aspetti, lasci che finisca.
CHIEZZI Chiedo la parola.



PRESIDENTE

La votazione in Commissione ha avuto il seguente esito: hanno espresso voto favorevole i Gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e CCD; non hanno partecipato alla votazione i Gruppi PDS, Rifondazione Comunista, Patto dei Democratici e PPI.
Prego, Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Penso che alzare la mano per chiedere la parola, un Consigliere possa farlo in qualsiasi momento. Se lei deve anche dire: "Ora chi vuole, pu alzare la mano"! Per favore, quando alzo la mano, non mi dica scocciato: "Un momento".



PRESIDENTE

Siccome stavo finendo un pensiero...
CHIEZZI Prenda atto che c'è un Consigliere con la mano alzata.



PRESIDENTE

Siccome stavo finendo un pensiero...
CHIEZZI Ma dove finiamo qui?



PRESIDENTE

Anche lei: "Dove siamo"? CHIEZZI Io alzo la mano.



PRESIDENTE

Lei ha detto: "Presidente". Siccome stavo finendo un pensiero, mi permetta almeno di finire un pensiero! CHIEZZI Il contenzioso rimane aperto.
Grazie, Presidente, per avermi dato la parola.
Il contenzioso rimane aperto.



PRESIDENTE

Lo aggiunga agli altri.
CHIEZZI Pongo una questione pregiudiziale sospensiva che adesso motiverò.
Quando in Commissione abbiamo iniziato la discussione e l'esame di questa proposta di legge ho chiesto, a nome del Gruppo, di poter avere, in tempi anticipati rispetto alla conclusione dell'iter della legge, ragione dell'impatto che la legge precedente, quella che noi modifichiamo, ha avuto sull'insieme degli inquilini delle case pubbliche. Alcuni di voi ricorderanno che quando è stata modificata la legge precedente con la legge n. 46 erano emerse preoccupazioni di vario livello. Noi eravamo molto preoccupati, altri meno, comunque erano state sollevate preoccupazioni sull'impatto che quella legge avrebbe avuto sull'aumento degli affitti e sulle condizioni di vita di alcune fasce...



PRESIDENTE

Mi scusi un attimo, Consigliere Chiezzi. Posso? Alzo la mano io adesso.
Assessore Botta, siccome il Consigliere Chiezzi sta illustrando una richiesta di sospensiva, lei deve stare attento a quello che dice il Consigliere, perché io non posso rispondere in sua vece.
Prego, Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Stavo dicendo che durante l'approvazione della legge n. 46 erano state sollevate numerose preoccupazioni.
In Commissione avevo richiamato questo fatto e avevo detto che, anche per poter ragionare e confrontarsi, magari anche polemizzare, su dati di fatto precisi, volevamo conoscere il livello dell'impatto sociale che aveva prodotto l'incremento dei canoni. Questo al fine di dare a ciascun Gruppo la possibilità di fare le osservazioni che credeva. Noi continuiamo ad essere preoccupati del grave impatto sociale della vecchia legge, per possiamo anche sbagliarci, possiamo avere sbagliato alcune valutazioni. Per questo motivo chiedevamo di poter disporre di un'indagine che rendesse noto a tutto il Consiglio il livello di impatto sociale dei vecchi canoni. Mi sembra una questione assolutamente necessaria anche al fine di discutere questa legge.
Tenete presente, colleghi, che in assenza di questa documentazione ed illustrazione sugli esiti della vecchia legge, noi abbiamo presentato una serie di emendamenti che rimettono in discussione il modo in cui vengono determinati i canoni perché riteniamo che ci sia un problema di emergenza sociale legato al fatto che alcuni ceti a basso reddito, con pensioni sociali, in conseguenza della modifica della legge n. 46, hanno avuto un peggioramento delle proprie condizioni di vita che noi, con i nostri emendamenti, vogliamo correggere.
La questione pregiudiziale e sospensiva è questa: gradiremmo poter discutere queste modifiche in presenza di un'illustrazione dei risultati della legge che erano stati dichiarati da verificare persino da chi ha sostenuto la legge n. 46. Nel senso che di fronte alle polemiche e ai vari punti di vista si era anche detto: "Vedremo se l'impatto sarà di questo tipo, vedremo quante fasce sociali diventeranno morose in conseguenza non di cattivi comportamenti, ma di condizioni sociali che non hanno consentito di pagare".
Pertanto, un'illustrazione dello stato di attuazione della legge n. 46 prima di approvare una sua modifica, rientra anche nelle promesse che erano state fatte, non solo nelle richieste svolte in Commissione, perché con l'Assessore - spero di essere confortato dai colleghi presenti - si era convenuto che c'era tutto il tempo per illustrare la situazione pregressa però questo non è stato fatto neppure oggi, quindi chiedo di sospendere e rinviare di una settimana l'esame di questa legge in modo da poter avere quegli elementi che potranno poi suffragare le nostre proposte di emendamento.



PRESIDENTE

Sulla questione pregiudiziale sollevata dal Consigliere Chiezzi, pu parlare soltanto un oratore per Gruppo. Gradirei però avere subito il parere dell'Assessore Botta.
BOTTA, Assessore all'urbanistica Ritengo che non si possa accogliere questa proposta di sospensione in quanto non si tratta di incidere in modo determinante su un aumento degli affitti, ma semplicemente di adeguare la normativa vigente alla delibera CIPE prevista fin dal mese di maggio. Noi abbiamo introdotto questa serie di emendamenti per evitare che scattasse tutta una serie di conseguenze non ultima quella della decadenza dei Consigli di amministrazione delle ATC, cercando di rimodulare i criteri di calcolo aderendo il più possibile alla delibera CIPE, così come avevamo votato quell'ordine del giorno prima della pausa per le elezioni politiche nazionali.
Pertanto la Giunta ritiene che si debba procedere all'approvazione di questa legge. Tra l'altro, si tratta di modifiche sollecitate anche dai sindacati.



PRESIDENTE

Come ho detto prima, ai sensi dell'art. 63, secondo comma, del Regolamento interno, può parlare un Consigliere per ciascun Gruppo.
Nessuno chiede la parola? Il relatore, Consigliere Salerno, cosa dice? SALERNO Debbo dire che mi ripeterei perché alcune opportunità...



PRESIDENTE

Dica solamente se è d'accordo oppure no.
SALERNO No, non sono d'accordo, perché ci sono delle opportunità che il disegno di legge mette in campo in relazione agli aumenti o all'impatto degli affitti sugli inquilini.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione la questione pregiudiziale sospensiva proposta dal Consigliere Chiezzi.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinta con 2 voti favorevoli, 23 contrari e 11 astensioni.
Si proceda pertanto all'esame del progetto di legge n. 140.
La parola al relatore, Consigliere Salerno.
SALERNO, relatore Il disegno di legge n. 140 che modifica la L.R. n. 46/95 è importante (di qui anche il non accoglimento dell'istanza del Gruppo di Rifondazione Comunista) perché introduce dei meccanismi che sono in pratica positivi proprio dal punto di vista dei canoni e dell'impatto sociale della L.R. n.
46/95.
Il disegno di legge in esame introduce l'elemento importante della programmazione dell'ATC, laddove prevede che alcuni tipi di requisiti siano da introdursi solo in presenza di una programmazione a priori e non semplicemente sulla base di esigenze locali o finalità specifiche varie quindi sulla base di un programma precedentemente fatto.
Inoltre, come ha già detto l'Assessore Botta, c'è la spada di Damocle della delibera CIPE che introduce dei termini precisi e rigidi per il 1998 al fine di arrivare al riclassamento di tutti gli immobili che permetterà di ridefinire i nuovi canoni.
Poiché uno dei criteri della delibera CIPE è il pareggio costi-ricavi il disegno di legge introduce proprio un concetto di pareggio costi-ricavi.
Altra importante innovazione di questo disegno di legge - non illustro articolo per articolo per non sottrarre tempo al Consiglio - è quella di evitare che le assegnazioni provvisorie (che avvengono talvolta per situazioni di forza maggiore, difficili, quali sfratti immediati o crolli di alcuni edifici) vengano fatte in assenza di criteri e che secondo la legge n. 46/95, essendo non presenti al momento dell'assegnazione provvisoria, questa non poteva più essere convertita in assegnazione definitiva.
Il disegno di legge interviene a questo punto, prevedendo che la conversione in assegnazione definitiva avvenga sulla base di requisiti non presenti al momento dell'assegnazione provvisoria, ma che possono esservi al momento della domanda di conversione.
Altro fatto importante: l'adeguamento alle variazioni di reddito dei canoni. Precedentemente, tale aggiornamento avveniva su base biennale di aggiornamento del reddito, e quindi del canone; si è ora introdotta una cadenza successiva, ovvero entro l'anno successivo: da due anni si passa ad un anno. Il disegno di legge prevede addirittura che la variazione l'aggiornamento del canone sul reddito avvenga di mese in mese; si tratta di una protezione nel caso in cui vi sia un abbassamento del reddito con conseguente diminuzione del canone. Precedentemente, il riaggiornamento avveniva entro l'anno successivo, con il presente disegno di legge avverrebbe entro il mese successivo: una circostanza a favore degli inquilini.
Altro fatto importante che la legge n. 46/95 non aveva disciplinato esaurientemente era l'utilizzo del fondo sociale per le spese accessorie alle abitazioni, ovvero luce, acqua e riscaldamento. Alcune fasce deboli non potevano usufruire di tale fondo per una cattiva formulazione della legge; infatti, non vi era contemplato il criterio delle due pensioni integrate al minimo. Abbiamo quindi introdotto il criterio secondo il quale il nucleo familiare, qualora abbia complessivamente un reddito pari al doppio di una pensione integrata al minimo - come sappiamo, l'importo delle pensioni integrate al minimo ammonta a circa 700.000 lire - può accedere al contributo per le spese di riscaldamento, luce, acqua.
Ovviamente nell'iter seguito dalla legge ci sono state, da parte dell'ATC e del SUNIA diversi tipi di proposte in relazione ad eventuali modifiche; si è ritenuto di non accogliere quelle parti che riscrivevano la determinazione del canone sulla base di quanto il SUNIA prevedeva, e quindi di mantenere le attuali fasce: bassa, media e alta, dando l'ingresso minimo ai "famosi" 29.700.000 lire per quanto riguarda la fascia minima, che paga il 75% del canone previsto.
Non ho altro da aggiungere se non che il Gruppo si trova assolutamente in linea con il disegno di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.
PAPANDREA Il disegno di legge in esame poteva rappresentare, a nostro avviso questo il senso della pregiudiziale che avevamo posto - un momento di riflessione sia sulla deliberazione CIPE sia sulla legge che in buona sostanza anticipava questo tipo di deliberazione, contenente elementi che ci hanno visto contrari già un anno fa, poiché tendeva ad introdurre forti aumenti dei canoni di affitto di edilizia popolare.
Non abbiamo cambiato idea e riteniamo indispensabile un momento di riflessione, un bilancio minimo sull'applicazione della deliberazione CIPE che ha creato allarmismi. Per parte nostra siamo assolutamente contrari: sostanzialmente, con questa legge ci nascondiamo con una foglia di fico che ripropone buona parte di quanto previsto dalla deliberazione. Laddove non esiste ancora regolamentazione è soltanto perché la deliberazione non è ancora stata applicata: così è stato, per esempio, in molte Regioni, dove ci sono state mobilitazioni o, comunque, accesi momenti di discussione. Si è sicuramente creato un forte allarmismo.
Anche in Piemonte, pur essendo i "primi della classe" per essere stati fra i più rapidi nella normazione, ricordo che al momento dell'entrata in vigore si sono creati comitati ed iniziative varie, che in genere tendevano a porsi contro il CIPE, poiché molti credevano che gli aumenti di canone fossero dovuti alla deliberazione CIPE e non all'entrata in vigore della legge regionale. Penso ai Comuni di Ciriè, di Collegno, di Grugliasco, che hanno richiesto sia una revisione della deliberazione CIPE sia una revisione della legge.
Abbiamo quindi pensato fosse utile, ad un anno di distanza, un primo bilancio; non capiamo i motivi per cui non venga fatto: forse per reticenza, per non far emergere alcuni aspetti scottanti, nel momento in cui si va a ritoccare qui e là la legge n. 46/95, in modo certamente non sostanziale.
Relativamente alla proposta in atto abbiamo presentato una serie di emendamenti di sostanza, il cui esito influenzerà il nostro voto sull'intera legge. Uno di questi emendamenti, quello finale, chiede l'istituzione di un fondo sociale per i casi di morosità incolpevole argomento da approfondire dal nostro punto di vista: nel momento in cui il CIPE ha deciso aumenti dei canoni di affitto che colpiscono il potere d'acquisto delle famiglie, l'istituire un fondo sarebbe davvero importante.
Non si tratta di problema specifico, nostro, ma di livello nazionale: il CIPE ha provveduto al primo pezzo, l'aumento del canone; sul secondo si continua a discutere, ma non si è agito operativamente.
Introduciamo dunque un emendamento sia perché in Piemonte esiste già una legge sia come sollecitazione generale nei confronti del CIPE e del Governo, affinché si decida qualcosa in merito alla creazione di un fondo sociale che intervenga nei casi di morosità incolpevole.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 32 astensioni 11 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 27 astensioni 15 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 1) Emendamento presentato dai Consiglieri Ghiglia e Casoni: dopo il primo comma è inserito il seguente nuovo secondo comma: "2. Il terzo periodo della lettera b), del comma primo, dell'art. 3 della L.R. n. 46/95 è sostituito dal seguente: 'Sono considerati componenti del nucleo familiare anche persone non legate da vincoli di parentela o affinità, qualora, alla data della pubblicazione del bando, la convivenza istituita duri da almeno due anni abbia quale fine l'assistenza a persone anziane o non autosufficienti e sia dichiarata in forma pubblica con atto di notorietà sia da parte del concorrente sia da parte delle persone conviventi'".
La Giunta è favorevole all'emendamento.
La parola al Consigliere Papandrea.
PAPANDREA Avrei preferito che fosse illustrato in modo da capire meglio il senso perché mi sembra che restringa i criteri, che fissi delle griglie più ristrette. Ed è per questo che sono contrario, perché lo leggo così.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



PRESIDENTE

GHIGLIA



PRESIDENTE

Sinceramente io non sono così bravo da riuscire a spiegare meglio quanto è scritto più che chiaramente, dovrei essere un poeta. Credo che all'interpretazione letterale, chiara, evidente di quattro righe sia assolutamente inopportuno aggiungere altre considerazioni. Non sono un poeta.



PRESIDENTE

Un poeta ermetico.
Ci sono dichiarazioni di voto su questo emendamento? Pongo in votazione l'emendamento n. 1).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 29 voti favorevoli, 13 contrari e 3 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 3 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 voti favorevoli 29 voti contrari 15 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 voti favorevoli 30 astensioni 14 L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 voti favorevoli 30 astensioni 14 L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 voti favorevoli 30 astensioni 14 L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 voti favorevoli 30 astensioni 14 L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 voti favorevoli 30 astensioni 14 L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 voti favorevoli 30 astensioni 14 L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 voti favorevoli 30 astensioni 14 L'art. 10 è approvato.
ART. 11 2) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea Simonetti e Peano: al secondo comma, aggiungere alla fine del quinto comma della L.R. 46/95 la seguente frase: "fatta eccezione per coloro i quali risultano percettori di pensione sociale o reversibilità".
A questo emendamento è stato presentato un subemendamento - che peraltro deve essere votato per primo: 2 bis) Subemendamento presentato dai Consiglieri Ghiglia e Salerno: all'art. 11, comma secondo, dopo le parole "percettori di", aggiungere la parola "sola".
La Giunta si esprima sul subemendamento e sull'emendamento.
BOTTA, Assessore all'urbanistica La Giunta si esprime favorevolmente a questa proposta di subemendamento, restringendo il campo alla sola pensione sociale o di reversibilità. Chiaramente, la Giunta è favorevole.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Montabone; ne ha facoltà.
MONTABONE Con qualche difficoltà perché noi stiamo emendando una legge che fa riferimento alla legge n. 46. Portiamo alcuni emendamenti alla legge n. 46 che non abbiamo sotto mano, quindi è difficile riuscire a capire a che cosa si arriva con gli emendamenti proposti. Sarebbe utile che i proponenti degli emendamenti perlomeno illustrassero gli emendamenti stessi.
Detto questo, un'altra cosa che voglio dire è che sarebbe utile che la Giunta, certamente nella sua piena autonomia, prima di pronunciarsi a favore o contro dell'emendamento, stesse a sentire il dibattito sull'emendamento proposto. Perché, come in questo caso l'Assessore si è detto favorevole al subemendamento, e di conseguenza poi all'emendamento io per esempio mi chiedo se, quando si scrive: "pensione sociale o di reversibilità", si intende limitare a quelle fasce deboli, perché se così è questo emendamento non porta a questi risultati, perché quando si parla di "pensione sociale" certamente si ha un limite di tetto della pensione sociale, ma quando si parla di "reversibilità" è tutt'altra cosa, possono esserci delle pensioni di reversibilità che superano di gran lunga i tetti di quelli che sono i requisiti per essere inseriti nelle graduatorie per l'edilizia popolare.
Allora bisogna fare attenzione, altrimenti noi qui autorizziamo ad occupare alloggi di edilizia popolare persone che magari hanno reddito per pensioni di reversibilità, ma che sono milionarie. Io dico soltanto questo! Facciamo attenzione, perché andando a votare una legge come questa, questo è il rischio che si corre se non si hanno tutte le carte sotto mano e se non si hanno le illustrazioni della legge stessa. Dico questo anche se non mi intendo per niente di queste cose, ma, nella discussione fra colleghi si scambiano queste idee, come adesso con la collega Cotto, che ha rilevato questa incongruenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.
PAPANDREA Il senso dell'emendamento è quello di salvaguardare le fasce deboli siamo d'accordo di mettere la parola "sola", che era implicito per noi. Era rispetto alla mobilità forzata, per salvaguardare delle fasce particolari ovviamente sempre pagando in base al reddito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



PRESIDENTE

SALERNO



PRESIDENTE

Basterebbe aggiungere "sua reversibilità", dove c'è scritto "percettore di pensione sociale" aggiungere "o sua reversibilità". Mi stanno dicendo che non è possibile. Comunque sono d'accordo sul tetto minimo della pensione sociale, anche nel caso di reversibilità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galli.
GALLI Se ho ben capito l'emendamento riguarda delle fasce sociali di pensionati che hanno avuto in assegnazione l'alloggio precedentemente quando la famiglia era al completo. I figli, ovviamente, o fortunatamente hanno trovato lavoro, si sono staccati, di modo che adesso risulta che questa famiglia è dimensionalmente limitata ai due coniugi o a qualche familiare che può convivere con gli stessi, e si trova ad avere un appartamento sovradimensionato rispetto alle esigenze.
Si potrebbe, per un periodo che va formalizzato, autorizzare la permanenza e l'utilizzo di tale appartamento. Al di là del valore affettivo e di tutto quello che può essere una vita vissuta in un appartamento direi, siccome stiamo rivedendo l'ordinamento delle intere assegnazioni, di ottimizzarlo. Non si può lasciare queste fasce, per quanto deboli - anche se comunque vengono rialloggiate nell'ambito degli stessi alloggi di edilizia popolare - indifferentemente, senza porre un limite di tempo e senza nemmeno un adeguamento di canone, oltre a quello che potrebbe essere un anno o due; mi sembra non consono a quella che è l'intera visione della normativa di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.
MARENGO Intervengo per avanzare una richiesta alla Giunta e ovviamente a tutti i colleghi del Consiglio. Mi pare che stiamo discutendo con molta superficialità, perché mancano alcuni elementi di conoscenza per affrontare questioni che hanno invece un'incidenza sociale piuttosto forte.
Manca, da parte di molti colleghi, ad esempio la conoscenza della legge n. 46, per cui alcuni emendamenti si votano più per appartenenza politica che non per conoscenza approfondita di ciò che era la legge n. 46 e quindi delle modifiche che vengono apportate.
Non intendo in questo intervento dare dei giudizi di valore rispetto alle fasce sociali, anche se "pensione di reversibilità" o "pensione sociale" sono cose completamente diverse; ha perfettamente ragione il Consigliere Montabone da questo punto di vista.
Pertanto chiedo, poiché c'è un'incidenza sociale forte rispetto ad alcune fasce sociali già in grande difficoltà, che la legge ritorni in Commissione, che ci sia un esame approfondito anche degli emendamenti presentati, in modo da essere in grado di dare un giudizio più concreto e coerente rispetto agli obiettivi che la legge stessa vuole perseguire.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Botta.
BOTTA, Assessore all'urbanistica Capisco le ragioni illustrate dal Capogruppo del PDS, mi sento però di aderire a quello che diceva il Consigliere Montabone, cioè occorrerebbe che ci fosse un'illustrazione degli emendamenti più puntuale da parte dei presentatori. Colgo l'occasione per dire che sull'art. 11, sulla modifica che ha presentato il Gruppo di Rifondazione Comunista, dove si intende aggiungere "fatta eccezione per coloro i quali risultano percettori di pensione sociale o di reversibilità", che si tratta di un emendamento che va a modificare l'articolo che disciplina i cambi di alloggio. In modo particolare: "qualora gli interessati rifiutino la mobilità obbligatoria anche dopo l'eventuale rigetto dell'opposizione presentata dal Presidente dell'ATC, sono collocati d'ufficio nella fascia di canone più elevata".
Quindi, Consigliere Chiezzi, la ratio del suo emendamento è di introdurre un'eccezione per coloro che siano percettori di pensione sociale o di reversibilità. La posizione favorevole della Giunta era quella sul subemendamento che restringeva il campo ai soli percettori di pensioni sociali.



PRESIDENTE

Consigliere Salerno, sulla base della considerazione del Consigliere Marengo che cosa si sente di rispondere? SALERNO Respingo il fatto della leggerezza con la quale il Consigliere Marengo dice che abbiamo trattato questo argomento, perché il disegno di legge mi sembra in realtà migliorativo della legge n. 46/95, e in taluni casi era quanto si aspettava in situazioni estremamente difficili. Non parlo soltanto di questo, ma di molti altri aspetti toccati.



PRESIDENTE

Ma sull'opportunità di approfondire ulteriormente alcuni emendamenti in Commissione? SALERNO Adesso ci troviamo di fronte ad un problema specifico: si dice che la reversibilità può significare una pensione milionaria.
Ma se introduciamo un emendamento dove si specifica "in caso di reversibilità con valori integrati al minimo", eliminiamo questo problema.
Il problema dell'emendamento del Consigliere Chiezzi era di salvaguardare una fascia debole. Diamo alla reversibilità un valore integrato al minimo.



PRESIDENTE

Ci sarebbe un subemendamento al subemendamento: 2 ter) dopo la parola "reversibilità", aggiungere le parole "di pensione integrata al minimo".
La parola alla Consigliera Bortolin.
BORTOLIN Mi permetto di sostenere la richiesta formulata dal mio Capogruppo Marengo, aggiungendo che qui stiamo parlando di mobilità; ma che senso ha consentire la permanenza in alloggi sovradimensionati solo perché si è percettori di pensione sociale? Ma che razionalità c'è in questa norma che stiamo introducendo? Ma perché? Se percepisco la pensione sociale posso occupare un alloggio di cinque o sette stanze più servizi e mi posso mettere in una condizione di inamovibilità solo perché percettrice di pensione sociale? Che razionalità c'è nello stabilire una norma del genere? Aggiungo una personale considerazione a quelle del mio Capogruppo: a mio avviso, stiamo discutendo della modifica di una legge importante senza la necessaria conoscenza della materia. Non stiamo discutendo della decadenza dell'alloggio, ma della mobilità.
Francamente, da questo punto di vista, il rinvio in Commissione mi pare necessario e indispensabile, sia per la Giunta, prima di tutto, sia per il Consiglio, per evitare brutte figure!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.
PAPANDREA Credo che tutti quanti si rendano conto, leggendo l'articolo, di quanto noi intendevamo sottolineare: vi sono persone che hanno vissuto venti trent'anni nella stessa casa; quando parliamo di pensione di reversibilità ci riferiamo a vedove/i che si trovano ad abitare un alloggio grande, ma con il quale hanno legami affettivi. E' vero che "si comportano male" perché dovrebbero accettare la mobilità ed essere cittadini perfetti; ma parlando con queste persone ci si rende conto che spostarsi per loro è un dramma. Occorre affrontare il problema tenendo conto di tali questioni; e sono persone che non possono pagare il canone massimo, e che quindi si troverebbero in situazione di morosità.
Per parte nostra saremmo concordi con chi suggeriva, rispetto alla pensione di reversibilità, di fissare un limite pari al minimo INPS.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.
SALERNO Ritiro i due subemendamenti.



PRESIDENTE

Rimane dunque in vita l'emendamento presentato da Rifondazione Comunista, la cui dizione definitiva è: al secondo comma, aggiungere alla fine del quinto comma della L.R. n.
46/95 la seguente frase: "fatta eccezione per coloro i quali risultano percettori di sola pensione sociale o reversibilità integrata al minimo INPS".
La parola al Consigliere Montabone.
MONTABONE Abbiamo finalmente trovato la formula di accettazione. Pregherei per uno dei firmatari dell'emendamento di spiegarmi, non avendo sottomano la legge n. 46, a cosa si fa eccezione. Qualcuno si alzi in piedi e mi dica a cosa si fa l'eccezione. Leggo: "Fatta eccezione..." e in linea di massima mi va bene una formulazione che limiti i danni al minimo: ditemi però a cosa si fa eccezione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.
SPAGNUOLO Mi sembra molto difficile seguire la discussione; fatta eccezione per coloro che hanno seguito in Commissione il problema - riprendo le osservazioni del Consigliere Montabone - agli altri Consiglieri mancano chiaramente degli elementi; anche lo stato degli emendamenti pare ancora molto labile.
Mi sembra che sulla materia si sia arrivati in aula - non è drammatico perché il problema è assai delicato - senza aver approfondito più di tanto il merito e la filosofia della legge.
Mi permetto quindi di riproporre la questione del ritorno in Commissione; questo non perché debba vincere l'una o l'altra parte, ma perché una normativa così delicata, che tocca la vita di persone appartenenti alle fasce più deboli della società, dovrebbe essere più approfondita.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Grazie, Presidente. Forse qualche collega in più, a questo punto, ha compreso la ragione di merito in base alla quale il mio Gruppo aveva sollevato la richiesta di una sospensiva. In quella sede, infatti, avevamo dichiarato - e alcuni di voi possono verificarlo sul testo di emendamento presentato dal nostro Gruppo - che la modifica alla legge n. 46 può essere discussa se vengono resi noti ed esplicitati tutti gli addentellati alla legge n. 46 e, come noi avevamo chiesto, tutte le conseguenze che l'applicazione della legge n. 46 ha avuto quest'anno. Anche relativamente alla mobilità, Consigliere Montabone, ci può essere una spiegazione, che daremo nel momento in cui l'Assessore, come ha promesso di fare, presenterà una relazione in cui ci illustra le conseguenze della mobilità che la legge n. 46 ha prodotto finora. Quanti percettori di pensione sociale hanno ricevuto l'intimazione all'abbandono dell'alloggio, a che livello, con quali conseguenze, con quali assensi e dissensi.
Queste le considerazioni da fare, che l'Assessore ha rifiutato e che il Consiglio, a stragrande e straripante maggioranza, ha respinto.
Avete respinto a straripante maggioranza la richiesta di un Gruppo consiliare volta a chiedere all'Assessore quanto aveva promesso di fare. Le spiegazioni, Consigliere Montabone, non possono andare al di là di un certo livello, poiché all'inizio della discussione il Consiglio ha rifiutato di chiedere all'Assessore quanto l'Assessore aveva promesso di rendere e che non ha reso ad alcuno di noi, maggioranza od opposizione che fosse.



PRESIDENTE

Credo di poter raccogliere le diverse voci di questa assemblea.
Pregherei quindi la Giunta di accettare la sospensione della discussione della legge in corso e ai sensi dell'art. 81 del Regolamento di rinviare alla Commissione l'esame del testo dall'art. 11 in poi. Fino all'art. 10 è stato approvato, ma l'art. 11, che ha sollevato tutti questi dubbi di interpretazione, lo si potrebbe rinviare in Commissione entro la prossima settimana, per cui si potrebbe riportare in aula il testo così approfondito nella prossima seduta.
Ha chiesto la parola il Consigliere Montabone; ne ha facoltà.
MONTABONE Devo ulteriormente spiegare i miei interventi, perché io non sono intervenuto a favore della sospensione del dibattito! Questa legge è passata regolarmente in Commissione; non frequento questa Commissione, pur facendone parte, perché ne devo frequentare altre, ma so che si è dibattuto articolo per articolo. Non sto quindi facendo la discussione sull'articolato della legge che è passata in Commissione, ma sugli emendamenti che sono stati presentati. Allora, se la Giunta lo ritiene accetti pure la richiesta di sospensione; per quanto ci riguarda come Gruppo noi riteniamo di poter andare avanti nell'esame della legge, a patto che gli emendamenti che sono stati presentati oggi e che riguardano in particolare la modifica di una legge (la n. 46) che non abbiamo sottomano vengano illustrati con molta chiarezza.
Per esempio, sull'emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi c'è stata una discussione che ci ha portati all'accordo sulle parole, perch comunque lo inseriva in un contesto che garantiva certe logiche che emergevano dal dibattito consiliare, però non ci è stato detto, in riferimento alla legge n. 46, a che cosa Chiezzi voleva fare l'eccezione cioè non ci è stato detto cosa recitava la L.R. n. 46! Io sono dell'avviso che se non ci sono le spiegazioni agli emendamenti questi vengano bocciati. Se la Giunta lo ritiene, sospenda pure l'esame della legge, ma se viceversa ritiene che si possa procedere noi siamo favorevoli ad andare avanti.



PRESIDENTE

Io ho fatto una proposta sulla quale aspetto dei consensi. Se vuole che interrompiamo per un quarto d'ora o per mezz'ora, di modo che...
BOTTA, Assessore all'urbanistica Facciamo la pausa per il pranzo.



PRESIDENTE

Noi intendevamo concludere i lavori del Consiglio questa mattina, ma se non ci riusciamo, possiamo anche fare la pausa per il pranzo.
BORTOLIN A che cosa serve?



PRESIDENTE

Serve alla Giunta che deve fare mente locale sulla proposta che è venuta dal Consiglio e che io ho cercato di riassumere, per dire se è consenziente o meno. Allora diamo soltanto un quarto d'ora alla Giunta; i lavori riprenderanno alle ore 14.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 13,45 riprende alle ore 14)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola all'Assessore Botta.
BOTTA, Assessore all'urbanistica La Giunta ritiene necessario proseguire l'esame e la votazione del disegno di legge in aula, essendo stato sufficientemente discusso in Commissione.



PRESIDENTE

D'accordo. Siamo arrivati al punto in cui occorre mettere in votazione l'emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi.
Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto la Consigliera Bortolin ne ha facoltà.
BORTOLIN Signor Presidente, noi voteremo contro questo emendamento e vorrei attraverso questa dichiarazione di voto, specificare il perché.
Nel tentativo di fare giustizia, qualche volta esagerando, si rende una grave ingiustizia. Quello della mobilità è un istituto di difficile attuazione da parte degli ex IACP, ora Aziende Territoriali per la Casa.
E' noto che vi sono questioni forti di radicamento in determinate zone delle città o dei nostri Comuni del Piemonte da parte di persone che hanno ottenuto tanti anni fa l'assegnazione della casa. Vi sono questioni relative alla dimensione del nucleo familiare, prima numeroso e poi esiguo a causa dei figli che si allontanano o di coniugi che muoiono, per cui valutando e mettendo insieme tutte queste problematiche i gestori delle case devono procedere, d'intesa con gli assegnatari, alla designazione di alloggi più idonei al nucleo familiare che si presenta nel dato momento. E' chiaro che mettendo insieme queste valutazioni dal punto di vista dei sentimenti si può anche consentire, di fronte al sentimento di una persona che rimane sola o di un nucleo che diminuisce fortemente il numero al suo interno, di rimanere in un alloggio sovradimensionato. Così potrebbe essere se nelle città della nostra Regione non avessimo altri problemi quali quelli ad esempio di giovani coppie o di persone sole che ottengono un alloggio piccolo e che poi procreano, quindi hanno figli o aggiungono al proprio nucleo familiare altri parenti o semplicemente si sposano.
Da questo punto di vista, allora, cercando di fare giustizia accedendo a questi sentimenti o sentimentalismi, si rende grave ingiustizia a coloro che hanno problemi di sovraffollamento.
Voglio aggiungere un altro problema: trattandosi il più delle volte parlando di reversibilità e di pensione sociale, di persone anziane l'ingiustizia la si rende anche a loro per quanto riguarda la gestione della casa. Sappiamo infatti che queste persone hanno estrema difficoltà a mantenere efficiente l'abitazione dal punto di vista della pulizia e della gestione complessiva dell'alloggio. Convincere quindi queste persone a ridurre il numero delle camere a disposizione significa anche aiutarle a gestire meglio le proprie condizioni di vita.
Il problema può essere risolto, come è risolto da molte Aziende Territoriali per la Casa, con intelligenza: la mobilità non vuol dire lo spostamento da quartiere a quartiere, non vuol dire lo sradicamento, questo lo dovremmo sempre aborrire, mai attuarlo! Vuol dire lo spostamento nell'ambito ad esempio dello stesso caseggiato o del caseggiato a fianco permanendo la residenza nel luogo dove per tanti anni si è vissuto. Questo è il senso della mobilità, altrimenti sarebbe comunque, a parte l'eccezione, sempre una grave ingiustizia.
Nel proporre questo emendamento si perpetuano situazioni gravi di non gestione delle case popolari.
Per queste ragioni noi siamo contrari.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro per dichiarazione di voto.
MORO Signor Presidente, oggi discutendo in Consiglio regionale della modifica alla L.R. n. 46/95 "Nuove norme per le assegnazioni e la determinazione dei canoni di alloggio di edilizia residenziale pubblica" si è posto l'accento su uno dei più gravi ed urgenti problemi della gente soprattutto dei giovani. Dopo il lavoro, è certamente la casa la tematica più attuale ed urgente.
Questa discussione è un'importante occasione politica per ribadire la nostra netta opposizione all'aumento degli affitti delle case popolari proposto dalla Giunta regionale.
Siamo, come comunisti, per un rilancio qualitativo e quantitativo dell'edilizia residenziale pubblica, per il superamento dei patti in deroga, per l'utilizzo dei fondi Gescal, per l'abolizione dell'ICI sulla prima casa e per un forte sostegno alle cooperative di abitazione.
Con l'aumento degli affitti IACP, la Giunta regionale ha compiuto una scelta sciagurata, che penalizza pesantemente le famiglie più disagiate della nostra Regione, già penalizzate dalla forte crisi economica ed occupazionale.
Perché non si è pensato di prendere l'esempio della Regione Lazio circa gli aumenti dei canoni? Quell'Amministrazione ha approvato una legge che fissa criteri profondamente innovativi per la determinazione dei canoni, che vengono rapportati al reddito effettivo del nucleo familiare e non al valore dell'immobile.
L'innovazione radicale è netta: si passa dal considerare la casa come un fatto patrimoniale ad una concezione che la vede come strumento di soddisfazione di un bisogno primario e di un diritto costituzionalmente garantito.
Per tutte queste considerazioni politiche, quelle formulate anche dal nostro Capogruppo sulla sospensiva, e quelle sugli emendamenti presentati il Gruppo Rifondazione Comunista voterà contro questo progetto di legge.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 2) nel testo integrato, di cui ho già dato lettura.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli e 30 astensioni.
Si proceda alla votazione per alzata di mano dell'art. 11, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 22 voti contrari 3 astensioni 10 L'art. 11 è approvato.
3) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea Simonetti e Peano che prevede il seguente nuovo articolo: Art. 11 bis L'art. 18 della L.R. n. 46/95 è così sostituito: "Art. 18 1. Il canone di locazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica sociale è così determinato: a) il canone di locazione non può essere superiore a L. 15.000 mensili per alloggio qualora il reddito annuo complessivo del nucleo familiare sia costituito esclusivamente da pensione integrata al minimo INPS. Lo stesso canone si applica per gli assegnatari che risultano effettivamente disoccupati.
b) Il canone sociale non può essere superiore al 4% del reddito imponibile familiare qualora il reddito di tutti i componenti il nucleo non sia superiore a due pensioni integrate al minimo INPS o derivante esclusivamente da redditi percepiti ai seguenti titoli: trattamento di CIG, indennità di mobilità, indennità di disoccupazione sussidi assistenziali.
2. Il canone di locazione per le successive fasce di reddito si determina secondo quanto stabilito nella tabella sottoriportata ai punti C) D) E) F) e G): TABELLA (Vedi allegato) Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 3 voti favorevoli, 22 contrari e 9 astensioni.
4) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea Simonetti e Peano che prevede il seguente nuovo articolo in subordine: "Art. 11 bis al comma quarto dell'art. 18 della L.R. n. 46/95 le parole 'ultimazione dei lavori' sono sostituite dalle parole 'inizio dei lavori'".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 3 voti favorevoli, 22 contrari e 10 astensioni.
ART. 12 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 24 voti contrari 4 astensioni 11 L'art. 12 è approvato.
ART. 13 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 24 astensioni 15 L'art. 13 è approvato.
ART. 14 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 24 astensioni 15 L'art. 14 è approvato.
ART. 15 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 24 astensioni 15 L'art. 15 è approvato.
ART. 16 5) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea Simonetti e Peano: alla fine dell'art. 16 aggiungere un nuovo comma: "3. Al comma terzo dell'art. 31 della L.R. n. 46/95, dopo le parole 'grave malattia', aggiungere le parole 'o in stato di detenzione'".
5 bis) Subemendamento presentato dai Consiglieri Ghiglia e Salerno: dopo la parola "detenzione", aggiungere le parole "purché con sentenza non passata in giudicato".
La parola al Consigliere Papandrea per l'illustrazione dell'emendamento.
PAPANDREA Si tratta di aggiungere questo caso che abbiamo sottolineato, perch oltre a chi va in prigione ci sono le famiglie, e non è detto che le famiglie abbiano delle responsabilità sul fatto che sia successo un evento di questo genere.
Pensiamo che all'interno dei casi di eccezione possa essere compreso questo.
Per questo motivo, siamo contrari al subemendamento presentato da Alleanza Nazionale, perché non guardiamo il caso di chi va in galera più o meno giustamente. Può andarci giustamente, ma la famiglia non è colpevole cioè non si può estendere alla famiglia la colpevolezza di un singolo.
All'interno dell'individuazione di casi - anche se eccezionali - su cui fare eccezione, riteniamo si possa configurare questo tipo di persone.
Chi commette qualche reato e va in prigione spesso ha una famiglia, che non deve pagare le colpe che, in fondo, non sono sue. Chi ha commesso reati paga con la prigione se è colpevole, ma la famiglia non necessariamente deve avere una ricaduta.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.
SPAGNUOLO Volevo soltanto aggiungere una voce alla discussione di questo emendamento, perché è come dire "se quella famiglia è la famiglia di un colpevole, condannato in via definitiva da un tribunale, la puniamo!".
Mi sembra che il problema del singolo sia risolto già dalla giustizia nel senso che la giustizia dirà se quella persona è colpevole o meno; fare ricadere questa colpa anche sulla famiglia mi sembra veramente un concetto aberrante.
SALERNO Lo ritiro.



PRESIDENTE

Quindi il subemendamento presentato dai Consiglieri Ghiglia e Salerno è ritirato dai proponenti.
Pongo in votazione l'emendamento n. 5).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 16 voti favorevoli, 24 contrari e 1 astensione.
6) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea Simonetti e Peano: al comma terzo dell'art. 31 della L.R. n. 46/95 nella parte finale aggiungere la frase: "In detti casi il canone e gli oneri per servizi sono integrati di anno in anno dal fondo sociale in applicazione al Titolo III, art. 77, nella misura del 90% da imputarsi al capitolo 9001 dello stato di previsione della spesa del Ministero del Tesoro per l'anno finanziario medesimo".
La parola al Consigliere Papandrea.
PAPANDREA La dichiarazione l'avevo già fatta nel primo intervento, nella parte finale dell'illustrazione, ed era legata appunto al concetto che, quando si tratta di morosità incolpevole, non succeda quello che sta succedendo, cioè che si carichi la morosità ai più disagiati, perché accumulerebbero debiti che non riuscirebbero mai a pagare, non essendone assolutamente in condizione.
Occorre trovare un modo, non solo di recepire che sono incolpevoli, ma di evitare tutta questa trafila e la ricaduta della parte economica sull'ATC.
Oltretutto, alla luce del fatto che con la legge e con il CIPE si introducono consistenti aumenti, a noi sembra che all'interno dell'edilizia popolare il fatto che determinate persone, che si trovano ad essere in quella fascia per una situazione improvvisa, non siano in grado di poter pagare l'affitto (quindi si tratta di casi ben concreti e ben precisi) deve far sì che non avvenga quello che è avvenuto finora, ma che ci sia chi interviene per loro finché si trovano in questa situazione.
Poiché attualmente la tendenza è quella di fare pagare molto di più le famiglie, noi pensiamo invece che mantenere un criterio di difesa di determinate fasce sociali, che possano trovarsi in questa situazione anche improvvisamente, sia nello spirito dell'edilizia popolare, altrimenti la aboliamo e introduciamo il mercato, con tutto quello che ben conosciamo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone per dichiarazione di voto.
MONTABONE Capisco il buon principio che ispira il Gruppo di Rifondazione Comunista a presentare un emendamento di questo genere.
A parte che ho dei dubbi che sia legittimo un emendamento di questo genere, cioè di imputare a capitoli di spesa del Ministero del Tesoro le eventuali mancanze - anche se non volute - da parte di chi non paga un canone di affitto. Secondo me, ciò creerebbe anche delle disparità fra persone che sono comunque in difficoltà economiche e che invece di avere questo tipo di debiti, cioè dell'affitto, ne hanno altri.
A mio parere, per chi ha necessità è l'assistenza che ha il dovere di sostenerlo fino in fondo. Ma, come principio, non possiamo iscrivere su una legge come questa che chi non paga l'affitto sia sostenuto dal Ministero del Tesoro. Se così fosse, l'affitto diventerebbe l'ultimo dei pensieri di questa gente, perché chi è in difficoltà ha anche altri problemi, non solo questi. Ritengo invece che il pagare l'affitto debba essere, dal punto di vista del principio, un dovere di chi abita l'alloggio, anche se nella difficoltà generale. Quindi, sono per respingere questo emendamento.



PRESIDENTE

Se non vi sono altre dichiarazioni di voto, pongo in votazione l'emendamento n. 6).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 14 voti favorevoli e 26 contrari.
Si proceda alla votazione per alzata di mano dell'art. 16, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 26 voti contrari 4 astensioni 12 L'art. 16 è approvato.
ART. 17 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 26 voti contrari 4 astensioni 12 L'art. 17 è approvato.
ART. 18 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 26 voti contrari 4 astensioni 12 L'art. 18 è approvato.
ART. 19 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 26 voti contrari 4 astensioni 12 L'art. 19 è approvato.
Vi sono dichiarazioni di voto? Il Gruppo Rifondazione Comunista si era già espresso prima.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marengo; ne ha facoltà.
MARENGO Il nostro voto sarà un voto contrario a questa legge per i peggioramenti che sono stati portati in aula.
Io non so fino a che punto ci sia la consapevolezza di ciò che ha significato l'emendamento all'art. 3 in termini di conseguenze, nel senso che, per effetto di questo emendamento, centinaia di famiglie dovranno essere cacciate dalle case popolari! Allora, io credo che non possa che esserci un voto contrario rispetto ad un effetto devastante come quello che è stato qui introdotto con l'emendamento all'art. 3.
Noi assumeremo tutte le iniziative, anche pubbliche, per differenziarci da ciò che è avvenuto in quest'aula, che ha peggiorato la legge n. 46, che pure aveva già avuto delle grandi difficoltà di attuazione e di realizzazione.
Noi pensavamo, all'inizio, di astenerci su questa legge. Ma, visto come il Consiglio, molti Consiglieri hanno risposto - credo - senza sapere che cosa hanno votato in quest'aula, noi denunceremo la superficialità della maggioranza che ha accettato emendamenti come quello, appunto, all'art. 3!



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.
SPAGNUOLO Desidero esprimere, in maniera abbastanza netta, il dissenso rispetto a questo provvedimento. Un dissenso forte, perché questa è una legge di carattere peggiorativo rispetto alla situazione precedente, che creerà anche dei problemi in categorie di cittadini che sono poi quelli che noi con più forza, dovremmo tutelare e ai quali, con più senso di responsabilità, dovremmo guardare.
Dal punto di vista procedurale, avevo proposto al Consiglio (per la verità la mia proposta era stata riassunta dal Presidente del Consiglio) di riflettere ulteriormente, ma questo non si è voluto fare. E oggi si licenzia un provvedimento sul quale - lo voglio dire chiaro e forte - non si è ragionato abbastanza.
Licenziamo un provvedimento che può avere delle conseguenze rispetto alla vita dei cittadini che hanno più problemi, perché in quest'aula è prevalsa la logica del braccio di ferro, del dire: "Andiamo avanti perch comunque dobbiamo mostrare i muscoli".
A mio avviso e molto modestamente, quando ci sono dei problemi su queste questioni bisogna avere il senso di responsabilità di riflettere ancora un momento. Se si deve approfondire una questione, perché questa questione può comportare delle conseguenze, se c'è anche un singolo Consigliere che dice "Se voi esaminate bene la normativa previdenziale, ci che si propone può rappresentare un peggioramento", o l'Assessore ci informa - e l'Assessore telefona, ma va tutto bene siamo in regime...
BOTTA, Assessore all'urbanistica Venga in Commissione.
SPAGNUOLO Io non faccio parte di quella Commissione, io vengo in Consiglio a votare una legge! Io censuro, Assessore, la sua risposta. Non provoco nessuno. Io dal punto di vista politico censuro la sua risposta, perché lei non mi può dire "Consigliere, venga in Commissione", perché io faccio parte di cinque Commissioni, vengo tutti i giorni in questo Consiglio regionale vengo tutti i giorni in Commissione, partecipo a tutte le Commissioni, sia a quelle a cui sono iscritta, perché ne faccio parte, sia a quelle a cui partecipo come Capogruppo. Quindi lei non mi può dire "Venga in Commissione". Io invece le posso dire, Assessore, che lei non ha risposto con puntualità, con la competenza sufficiente, per cui non ha messo in condizione la Consigliera Spagnuolo, che non partecipa a quella Commissione, di poter avere le idee chiare sul provvedimento di legge che andiamo a licenziare.
Ritengo che questo sia molto grave, quindi il mio voto contrario è nel merito e per l'atteggiamento di questa Giunta e in particolare per l'atteggiamento dell'Assessore Botta.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, da parte del suo Gruppo è già intervenuto il Consigliere Moro. Mi rimetto alla sua onestà.
La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Io mi rimetto alla sua decisione. Il Consigliere Moro ha chiesto di fare una dichiarazione di voto su un emendamento; il testo letto dal Consigliere Moro era un testo che risultava più affine ad una dichiarazione di voto sull'intera legge che non sull'emendamento, questo è indubitabile.
Ma il Consigliere Moro ha chiesto di fare una dichiarazione su quell'emendamento. Se lei ritiene...



PRESIDENTE

No, siccome credevo di aver capito che si trattasse di una dichiarazione. Infatti mi ero un po' meravigliato...
CHIEZZI Anch'io sentendo il Consigliere Moro mi sono detto che si trattava di una dichiarazione che addirittura travalicava l'emendamento, ma forse è nel diritto del Consigliere Moro dire quello che pensa su un emendamento.
Come dichiarazione aggiuntiva - quindi non riprenderò gli aspetti di carattere generale già evidenziati dal Consigliere Moro - dirò solo poche cose.
Il dibattito è stato impoverito dalla decisione di tutto il Consiglio regionale, tranne Rifondazione Comunista, di respingere la nostra richiesta che chiedeva all'Assessore di essere coerente alla promesse fatte e di arricchire il confronto con la documentazione sull'impatto sociale della legge n. 46.
La legge n. 46 - già cattiva, peggiorativa ed antisociale, peggio della delibera CIPE, anch'essa antisociale - oggi è stata peggiorata per volontà del centro-destra, in particolare all'art. 3 che provocherà alcuni danni sociali aggiuntivi.
E' stata peggiorata la legge n. 46 e aggiungo che non è stata migliorata per l'opposizione o l'astensione di tutti i Gruppi consiliari tranne del Gruppo di Rifondazione Comunista e del Consigliere Peano.
E' particolarmente sgradevole notare il non miglioramento quando, come in occasione del nostro emendamento, cercavamo di tutelare le fasce più deboli che si dovessero trovare nella condizione di ricevere l'ordine di spostarsi di casa. Certo che di fronte a questo problema ci si può porre in termini tecnocratici, cioè di dire che se una persona da sola vive in tre stanze, quando potrebbe vivere in due, sarebbe giusto che si spostasse.
Certo che sarebbe giusto se si spostasse, ma tenuto conto delle conseguenze sociali su quel nucleo familiare.
Pertanto il nostro emendamento partiva dal presupposto che in una situazione di indigenza, prossima alla povertà, spesso associata a situazione di disagio sociale diffuso di età avanzata, e forse anche di genere, perché tantissime sono le donne, più degli uomini, a percepire una pensione minima, occorresse dare garanzie in presenza di una proposta di mobilità che mettesse in discussione le possibilità di vita di quel nucleo familiare; spostare un anziano, che vive con la pensione minima, da un luogo in un altro qualunque può voler dire farlo morire, perché può voler dire recidere quei piccoli legami che si è creato con il panettiere che gli fa credito, che gli fa lo sconto, con l'altro che l'aiuta a pulire e via dicendo, con le persone che gli consentono di vivere, vista l'indigenza.
Con l'emendamento volevamo dare la facoltà a chi è veramente in difficoltà di dire di no, ma non per dargli la facoltà di dire di no a spostarsi comunque, perché penso che nessuno di noi possa credere che le persone siano tutte persone che ragionano in termini non razionali. Nessuno si rifiuta di spostarsi - anche un anziano con la pensione minima nell'alloggio vicino, o nell'altra scala, o nell'altro isolato, non è questo il problema. Se un tipo di mobilità di questo genere viene proposta è lo stesso inquilino, l'assegnatario, ad accettare, ma se per caso il tipo di mobilità è di quartiere o di città, diventa un problema. Questo emendamento poneva il diritto di questo cittadino di dire di no, diritto sociale, diritto di vita o di morte: gli anziani muoiono se si spostano.
Quindi è un peccato che questa sensibilità non sia andata oltre alla sensibilità del Gruppo di Rifondazione Comunista, del Consigliere Peano e del Consigliere Cavaliere, che invece ha votato tutti i nostri emendamenti.
Ma c'è tempo per ragionare su queste questioni, perché la strada è ancora lunga.
Per questi motivi noi diamo un voto contrario a questa legge, sia per quello che ha recepito sia per quello che non ha recepito, ahimè, con una straripante maggioranza contraria.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.
GHIGLIA Intervengo per annunciare il voto favorevole di Alleanza Nazionale a queste proposte di modifica della legge n. 46. Ovviamente non condivido quelle che considero delle legittime bordate polemiche, dialettiche e delle preoccupazioni ultronee sui significati propri e precisi che da queste modifiche alla legge n. 46 sono emerse. Perché se una legge si valuta, e dopo averla valutata, la si vota per quello che essa palesemente attraverso i termini della lingua italiana esprime, allora noi facciamo un'opera corretta di legislatori. Se vogliamo cercare, in ogni legge, forse perché è fastidioso che le leggi possano essere migliorate, solo perch forse dà fastidio che sia portata finalmente a compimento un'approvazione decisamente, nettamente migliorativa della legge n. 46, ecco che noi sostituiamo al dovere legislativo l'esercizio esclusivo della distruzione di tutto ciò che una maggioranza fa e sceglie. Ovviamente questo non è uno spirito da noi condiviso.
Vorrei solo fare un riferimento ad un articolo, che è stato oggetto di critica, che è stato modificato rispetto alla legge n. 46.
Credo che la modifica che abbiamo proposto, e che è stata accolta dalla maggioranza, sia perfettamente in sintonia con le leggi sulla famiglia e sulle convivenze, che abbiamo presentato e portato avanti. Abbiamo infatti sostenuto, e coerentemente sosteniamo anche con questa modifica, che il modo migliore per garantire un'esistenza dignitosa agli anziani, agli handicappati, ai non autosufficienti, sia sostenere il loro nucleo familiare. Con la modifica proposta vogliamo continuare in coerenza con questo concetto; la famiglia, o la convivenza more uxorio, purché statuita all'anagrafe, devono poter essere il nucleo nel quale gli anziani e gli handicappati possano avere e vedere riconosciuta un'esistenza, un tenore di vita, un affetto dignitosi e non, semplicemente, un'assistenza fredda ed asettica da parte delle strutture pubbliche.
Questo era ed è lo spirito che ha mosso la presentazione dell'emendamento, e quindi la modifica dell'articolo.
Anch'io non posso partecipare ai lavori di tutte le Commissioni, ma ho l'accortezza di leggermi quanto da queste proviene, chiedendo ai colleghi Consiglieri che ne fanno parte di essere continuamente aggiornato sull'iter di tutte le leggi; riesco quindi ad arrivare in aula con un minimo di infarinatura che mi permette, con l'approfondimento doveroso da parte di ogni Consigliere e maggiormente da parte dei Capigruppo, quella conoscenza magari non troppo minimale delle leggi che stazionano in Commissione per diversi mesi e che vengono ampiamente dibattute, approfondite e poi votate.
Detto questo, ribadisco il voto favorevole di Alleanza Nazionale a questa importante modifica migliorativa della legge n. 46.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galli.
GALLI A nome del mio Gruppo, ribadisco il voto favorevole all'intera legge che reputiamo particolarmente innovativa e volta a dirimere dubbi di interpretazione su alcuni articoli della precedente normativa.
Al momento dell'applicazione si potranno valutare eventuali contraddizioni; la maggioranza può per ora prenderne atto.
Riteniamo dunque che si tratti di una legge valida e pertanto il nostro voto sarà favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.
DUTTO Intervengo solo per dire che, in considerazione di tutti gli emendamenti e subemendamenti passati in quest'aula in modo, secondo noi affrettato e superficiale, e che comunque non abbiamo potuto valutare con il dovuto approfondimento, non parteciperemo al voto sul testo definitivo della legge.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 45 votanti 44 hanno risposto SI' 27 Consiglieri hanno risposto NO 17 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere La legge è approvata.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. i seguenti provvedimenti: ordine del giorno n. 247 relativo ai fondi per il finanziamento di progetti di lavori socialmente utili decurtati dalla legge n. 541/94 e dal DL n. 300/96, presentato dai Consiglieri Ghiglia, Gallarini, Montabone Vaglio, Moro, Cavaliere, Bellingeri, Marengo e Botta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto all'unanimità dei 45 Consiglieri presenti.
Ordine del giorno n. 248 relativo alla manovrina finanziaria 1996 "La Regione Piemonte dice no ai tagli ai finanziamenti all'agricoltura", a firma dei Consiglieri Toselli, Gallarini, Racchelli, Ferrero, Benso Montabone, Cotto, Vaglio, Ghiglia, Rosso, Bellingeri e Dutto.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto all'unanimità dei 45 Consiglieri presenti.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 14,45)



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