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Dettaglio seduta n.61 del 18/06/96 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 67 dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti relativa alla riapertura del cantiere interno alle Molinette


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interpellanza n. 67 presentata dai Consiglieri Chiezzi, Moro Papandrea e Simonetti.
Risponde l'Assessore D'Ambrosio.
D'AMBROSIO, Assessore alla sanità In riferimento all'interpellanza in oggetto si comunica che: l'ex USSL 1/23 di Torino ha approvato con deliberazione n. 3562/66737/86 del 4/9/1986 il Progetto FIO 1986, relativo al piano generale di ristrutturazione, ampliamento, messa a norma ed umanizzazione dell'Ospedale Molinette - Dermatologico.
Il CROP ha dato l'approvazione tecnica del progetto con voto n. 133/1 del 16/9/1986.
La Regione ha approvato il progetto con deliberazione n. 1/7813 del 19/9/1986.
L'ex USSL 1/23 di Torino ha approvato con deliberazione n. 2027/66737/87 del 12/6/1987 la concessione in favore della Italtekna di Roma (IRI ITALSTAT).
Il Commissario prefettizio dell'ex USSL 1/23 di Torino ha sottoscritto la convenzione (sopra citata) il giorno 14/7/1987 e la stessa convenzione è stata registrata a Torino il 27/7/1987 n. 1116 APA.
Il progetto esecutivo relativo al primo lotto (Oncoematologia, Farmacia e Trapianti) è stato redatto dall'Italtekna S.p.A. in ottemperanza alla delibera del Comitato di Gestione U.S.S.L. TO VIII del 19/7/1988, con il seguente quadro economico: Opere edili ed affini: L. 17.309.214.005 Opere strutturali: L. 12.979.442.880 Impianti: L. 9.521.389.369.
A) Totale lavori a base d'asta: L. 39.810.046.254.
B) Somme a disposizione per: B1 - Imprevisti 5% su A: L. 1.990.502.313 B2 - Revisione prezzi su A: L. 2.786.703.237 C - Oneri concessione 13% su A: L. 5.175.306.013 D - IVA lavori 2% su A: L. 796.200.925 E - IVA 18% su C: L. 983.308.142.
F - Totale stanziamento: L. 51.542.066.884.
Conseguentemente all'ammontare del finanziamento, approvato dal CIPE in data 12/5/1988, per un primo lotto progettuale di L. 19.000.000.000, è stato redatto uno stralcio progettuale il cui quadro economico risultava: Importo a base d'asta: L. 14.457.375.900 Imprevisti 5% (a norma legge finanziaria): L. 722.868.800 Somme a disposizione dell'Amministrazione per Rev. Prezzi: L. 1.012.016.300.
Totale: L. 16.192.261.800.
Compensi concessionario: L. 2.104.994.000.
Totale: L. 18.297.255.800.
IVA su opere (2%): L. 323.845.200 IVA su compensi (18%): L. 378.899.000.
Totale I finanziamento CIPE: L. 19.000.000.000.
Sulla base del suddetto stralcio il CIPE ha erogato un primissimo finanziamento, pubblicato in data 21/6/1988 sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, di L. 5.380.000.000 (finanziamento di 5.380 ml. già richiesto a cura della Regione Piemonte alla BEI - Banca Europea degli Investimenti, come indicato appunto nelle modalità amministrative per accedere al finanziamento stesso), così ripartito: Importo opere appalto a base d'asta: L. 4.093.720.323 Imprevisti 5%: L. 204.686.016 Somme a disposizione 7%: L. 286.560.423.
Totale opere: L. 4.584.966.762.
Compensi concessionario: L. 596.045.679.
Totale: L. 5.181.012.441.
IVA su opere 2%: L. 91.699.335 IVA su compensi 18%: L. 107.288.224.
Totale generale: L. 5.380.000.000.
Il progetto principale e i due stralci succitati (19 miliardi e 5.380 ml.) sono stati approvati dal CROP nella seduta del 21/9/1988 prot. n.
223/CROP e con DPGR n. 368/89 del 12/1/1989.
La Società Italtekna, con nota n. 8296 del 23/12/1988, ha dato notizia all'USSL-TO8 dell'andamento della gara, nonché della registrazione del verbale di licitazione privata.
In particolare l'importo netto d'appalto in favore della Soc. Bonifati e SCIC-Associate, è pari a L. 12.418.028.207 più IVA (al netto del ribasso d'asta).
L'interpellanza dei colleghi di Rifondazione Comunista pone cinque quesiti, articolati in altrettanti punti che qui di seguito, ad uno ad uno svilupperò.
Punto 1: "Motivo per cui i lavori sono stati bloccati nel 1992, nel 1993 e infine per tre anni".
1a) Motivo per cui i lavori sono stati bloccati nel 1992: le somme relative al FIO 1986, tra i quali i 19 miliardi per il progetto delle Molinette, sono state iscritte, in termini di competenza di cassa dalla Giunta regionale con DGR n. 67-23928 in data 11/10/1988, pertanto alla data di esecutività della delibera erano interamente disponibili l'USSL sostiene però di aver avuto indicazioni diverse dall'allora responsabile del Settore Gestione Risorse Strumentali e Finanziarie dell'Assessorato dottor Vivinetto, il quale parrebbe ritenesse detti fondi non immediatamente erogabili non corrisponderebbe inoltre allo stato di cose quanto riportato nella lettera dell'Assessore Maccari, prot. n. 3560 del 20/12/1991, relativamente alla sospensione dei lavori per "esaurimento dei fondi". Ciò nonostante le sospensioni dei lavori sono motivate dall'USSL dal mancato finanziamento previsto.
1b) Motivo per cui i lavori sono stati bloccati nel 1993: nei primi mesi del 1993 l'Assessore alla sanità Maccari, per le note vicende giudiziarie, è sostituito dalla signora Vetrino, la quale al fine di utilizzare al meglio le risorse di conto capitale, nel passaggio al nuovo Servizio Sanitario Nazionale costituisce un gruppo di lavoro per risolvere i problemi delle "emergenze strutturali" degli Ospedali di Torino. Il lavoro del gruppo si è protratto per più mesi, ha comportato anche visite in loco e si è concluso con una proposta assunta in una deliberazione del Consiglio regionale nell'aprile 1994 e nelle conseguenti deliberazioni di Giunta del mese di agosto dello stesso anno. Nel caso specifico le Molinette hanno provveduto a far predisporre la progettazione più rispondente alle nuove esigenze del presidio, considerando l'insieme dei fondi disponibili in c/capitale, FIO 1986, art. 20 legge n. 67/88 e legge n. 135/90, nell'intento di valorizzarli al massimo.
Punto 2: "Per quale ragione tra il 1991 e il 1992 l'Italtekna, pur utilizzando 5 miliardi e 380 milioni, prima di essere liquidata sia riuscita soltanto a demolire il vecchio edificio".
Considerato quanto già enunciato in premessa l'USSL-TO8 con successivi atti deliberativi apporta delle variazioni al quadro economico a seguito della dichiarata necessità di realizzare delle opere "provvisionali ed urgenti", accessorie e preliminari alla realizzazione delle opere principali, non previste in contratto e pertanto aggiuntive all'appalto principale.
Tali opere, in sintesi, si riferiscono alla costruzione di n. 4 Padiglioni "in precario" per la sistemazione temporanea dei servizi precedentemente allocati nell'area interessati dall'intervento (es.
Farmacia e Lavanderia), ai sondaggi e alle trivellazioni per le indagini geognostiche, alla perizia suppletiva "...resasi opportuna...dalla convenienza ad eseguire in fondazione paratie in calcestruzzo armato in luogo dei pali trivellati originariamente previsti in progetto...". Dette opere aggiuntive gravano interamente sul finanziamento del primo stralcio (5.380 ml.) Il quadro economico del primo lotto progettuale finanziato per L.
19.000 ml. si modifica come riportato nel quadro seguente: A) Importi al lordo del ribasso d'asta.
Opere propedeutiche: L. 1.639.314.000 Completamento opere propedeutiche: L. 490.930.843 Costruzione Padiglione: L. 14.938.444.645.
Totale importo al lordo: L. 17.068.689.448.
Importo voci delle tariffe della manodopera non soggetta a ribasso: L. 32.182.484 Importo totale soggetto a ribasso: L. 17.036.507.004 Ribasso d'asta dell'11,51%: L. 1.960.901.955.
Importo totale netto lavori: L. 15.107.787.533.
Contratto AMES (IVA compresa): L. 53.550.000 Contratto IG (IVA compresa): L. 58.012.500 Compenso concessionario (13% di 17.068.689.488 più 53.550.000 più 58.012.500) L. 2.233.432.758 IVA 19% per concessionaria: L. 424.352.224 IVA 4% per lavori: L. 604.311.501 Imprevisti e revisione prezzi: L. 518.553.484.
Totale finanziamento: L. 19.000.000.000.
Al 31/3/1995 la situazione economica a consultivo del primo lotto progettuale di L. 19.000 ml. risulta essere il seguente: a) Erogazioni: I erogazione L. 55.380.000.000 II erogazione L. 2.307.612.000 Totale L. 7.687.612.000.
b) Somme spese (lavori, revisione prezzi, oneri concessione, IVA): L. 7.687.577.247.
c) Disponibilità residua sulle erogazioni: L. 34.753.
d) Spese ancora da sostenere e conseguenti ai lavori eseguiti con le erogazioni in punto "a": Accantonamento 0,5% infortuni: L. 28.732.320 IVA 10% su detto: L. 2.873.232 Saldo compensi concessionario: L. 10.293.208 IVA 19% su compensi concessionario: L. 1.955.710.
Totale: L. 43.854.470.
e) Disponibilità residua sul primo lotto progettuale finanziato: L. 19.000.000.000 L. 7.687.577.247 L. 43.854.470 Totale L. 11.268.568.283.
I lavori descritti sommariamente eseguiti al 15/6/1993, data dell'ultima sospensione, sono: opere propedeutiche (strutture prefabbricate, box, ristrutturazione stabulario, contenitore in c.l.s. calcestruzzi) per rifiuti, ribaltamento c.e. (cabina elettrica), chiusura finestre connettivo, sistemazioni stradali, smontaggio e recupero attrezzature) demolizione completa del Padiglione Lavanderia scavi generali e di fondazione reinterri diaframmi di contenimento scavo setti di diaframmi di fondazione micropali di contenimento connettivo e stabulario micropali di fondazione.
Vi leggo i dati contenuti nella copia del cronoprogramma delle opere eseguite fino al 15/6/1993 e periodi di sospensione dei lavori. Tale copia è allegata alla risposta che farò avere agli interpellanti.
Consegna lavori: 18/10/1988 Sospensione: 1/1/1990 - 22/5/1990 Sospensione: 14 giorni per pioggia (1991) Sospensione: 18/6/1991 - 9/2/1993 Sospensione: dal 15/6/1993.
Punto 3: "Quali dati ha acquisito l'inchiesta aperta nel 1993 dal Pubblico Ministero Corsi".
L'inchiesta è ancora in corso, per cui non ci è stato possibile acquisire documentazione.
Punto 4: "Quali siano state, in questa vicenda, le responsabilità della Regione e quali iniziative essa intenda assumere".
Premesso che l'attivazione del gruppo di lavoro delle "emergenze strutturali", di cui al punto "1b", ha permesso di fare il punto ed avere il quadro della situazione degli ospedali in Piemonte, si evidenzia che con nota protocollo n. 585 del 14/4/1994 la Regione Piemonte riconferma la disponibilità del finanziamento autorizzato in applicazione del FIO 1986 e con ulteriore nota n. 878 del 5/7/1994 veniva sollecitata l'USSL-TO8 ad inviare la documentazione e gli atti necessari per provvedere alla liquidazione dei fondi FIO.
Inoltre nel settembre 1995 il Ministero del Bilancio e della Programmazione Economica ha inviato il dottor Vincenzo Filippello componente del Nucleo Ispettivo Investimenti Pubblici, per constatare lo stato di realizzazione dell'opera ed ogni altra rilevazione utile, in verifica dell'attuazione del progetto FIO.
In quella occasione è stata fornita tutta la documentazione richiesta (di cui si allega alla presente solo copia dell'elenco e successive integrazioni fermo restando la disponibilità ovviamente, se richiesta dell'invio di copia degli atti medesimi).
Al momento ci sembra di poter escludere che vi siano state delle responsabilità della Regione; in ogni caso è ancora in corso l'istruttoria del Nucleo di Valutazione del Ministero del Bilancio. A prescindere dall'inchiesta penale in corso, a cura del dottor Corsi, qualora, dai risultati dovessero emergere specifici fatti a carico della Regione, sarà data opportuna informazione conoscenza e si attiveranno le verifiche che il caso richiederà.
Punto 5: "Se allo stato attuale delle cose si conoscono i costi e i tempi complessivi dei lavori da effettuarsi, e/o che cosa sia stato fatto per determinarli".
Preliminarmente va rilevato che le sospensioni dei lavori hanno aperto un contenzioso fra impresa, concessionaria e USSL, non ancora risolto che potrebbe anche portare ad un risarcimento di danni attualmente non ancora definitivamente calcolato e quindi a maggiori oneri finanziari non previsti.
Ciò detto, oltre alle determinazioni comprese nei punti precedenti allo stato attuale si conferma la scelta dell'Azienda Ospedaliera Molinette di realizzare un lotto funzionale limitato ai piani: seminterrato, terreno e rialzato, da destinare a centrali tecnologiche, centrale sterilizzazione ambulatori e day-hospital centralizzati.
Relativamente ai costi, il residuo effettivo FIO 1986, tenuto conto delle somme spese e di quelle obbligatoriamente da impegnare, ammonta a complessive L. 11.268.568.283; a queste si somma una quota del finanziamento ex art. 20 di L. 10.027.000.000; si ottiene così la disponibilità effettiva totale di L. 21.295.568.283 per il completamento del lotto funzionale.
Tale primo lotto funzionale prende in considerazione il completamento fino a totale agibilità dei tre piani fuori terra per una superficie complessiva di metri quadrati 13.339,8; la volumetria del lotto risulta essere di metri cubi 68.122,24 pari al 45% del volume totale.
I lavori del finanziamento FIO 1986 di L. 19 miliardi sono oggetto di appalto tuttora in corso. In considerazione di ciò (si ricava dalla documentazione dell'Azienda Ospedaliera Molinette) sono state poste a carico del residuo FIO 1986, ancora non speso, solo quelle categorie di lavori il cui costo, al netto del ribasso d'asta offerto in sede di gara contribuisce a raggiungere i 4/5 dell'importo contrattuale.
Il restante quinto dei lavori è da considerarsi oggetto di nuovo appalto.
Il nuovo appalto dovrà rispettare le procedure previste per la realizzazione del programma pluriennale del primo triennio ex art. 20, le modalità e i tempi della legge n. 492/93, atteso che il progetto esecutivo ottenga le autorizzazioni necessarie entro i termini fissati dalla legge n.
34 del 31/1/1996.
La conclusione dei lavori, relativi al lotto di 19 miliardi - così come mi è stato assicurato - sono previsti per il settembre del corrente anno.
Do copia di quanto letto ai colleghi di Rifondazione Comunista.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore per l'esauriente e puntuale risposta.
La parola alla Consigliera Simonetti.
SIMONETTI Leggeremo l'approfondita risposta fornita dall'Assessore, sicuramente molto nutrita dal punto di vista tecnico.
E' stata data lettura di tutti i numeri e della lunghissima storia del cantiere delle Molinette, iniziato nel 1986 e non ancora terminato.
Non ripeto tutti gli impegni che sono stati assunti durante la scorsa legislatura, ma è fondamentale lamentare la mancanza di un impegno, da parte della Giunta regionale, che non traspare nella relazione dell'Assessore.
Per quanto riguarda i motivi che hanno spinto al blocco completo del cantiere di lavoro delle Molinette, ormai iniziato da oltre dieci anni e per il quale sono stati stanziati dei soldi, le risposte, rispetto ai primi due anni, sono state pressoché sommarie. Chiaramente, per quei due anni questa Giunta non è responsabile, ma lo è a partire dal 22/4/1995.
L'Assessore ha spiegato le motivazioni che hanno spinto le precedenti Giunte a non continuare i lavori nel cantiere delle Molinette, lavori previsti da deliberazioni e da leggi regionali, ma non ha individuato le cause e i motivi per cui, a partire dal 1993 fino ad oggi, quindi nel successivo triennio, questi lavori non sono proseguiti, non ci sono state indicazioni sulle motivazioni politiche che ne hanno impedito lo sblocco.
La Giunta, e soprattutto l'Assessore, non possono che assumersi totalmente la grave responsabilità del blocco di un cantiere all'interno di un ospedale di grande rilevanza per la sanità piemontese, quale quello delle Molinette.
Si definisce come l'inchiesta sia in corso e come la Regione ora abbia istituito un gruppo di lavoro - se ho capito bene, poi leggerò meglio la relazione - per stabilire le emergenze strutturali nel campo della sanità piemontese.
Questo, a prima vista, risulta un po' poco. A questa Regione manca un piano di riorganizzazione della rete ospedaliera, quindi la volontà di potenziamento di alcuni ospedali rispetto ad altri. Urge un piano, uno studio di tutta la rete strutturale della sanità piemontese.
Sembra un po' una presa in giro l'istituzione di una semplice commissione di lavoro per affrontare questo grave problema e le gravi lacune che ormai da anni ci portiamo dietro, quando invece è necessario collegare le emergenze strutturali in un ambito di organizzazione complessiva della rete ospedaliera, soprattutto in considerazione del fatto che oggi le Molinette sono diventate un punto di riferimento fondamentale per la sanità piemontese.
Nella relazione si dice inoltre che l'inchiesta è ancora in corso e che potrebbe aprirsi un contenzioso con l'USL con possibili, e non previsti oneri finanziari per la Regione. In merito spero che l'Assessore ci dia ulteriori chiarimenti per evitare un aggravarsi della situazione che ormai va avanti da troppo tempo.
Si dice ancora che ad oggi si prevede di realizzare il lotto funzionale delle Molinette; però - se mi permette l'Assessore - queste sono solo delle ulteriori parole alle parole già dette da anni. Lo stanziamento previsto per il completamento del lotto funzionale è di 21 miliardi, ma questi soldi sono già stati stanziati.
Vorrei inoltre dei chiarimenti rispetto agli stanziamenti dei fondi ed a quale procedura legislativa di autorizzazione si garantisce la realizzazione di questi lavori. Vorrei quindi sapere dall'Assessore come e in che modo si possa riavviare un cantiere fermo ormai da dieci anni.
Le ultime notizie sono che dal luglio di quest'anno il Direttore generale delle Molinette, dottor Carnevali, aveva ordinato l'immediata riapertura di oltre 6.000 metri quadrati dell'ospedale.
La risposta fornita dall'Assessore non ci soddisfa: nella nostra interpellanza si chiedeva alla Giunta un preciso impegno politico per analizzare la situazione passata e procedere alla riapertura dei lavori.
Approfitto del fatto che stiamo discutendo delle Molinette, per sollecitare l'Assessore ad assumere delle iniziative. Come l'Assessore ben saprà ci sono già state molte proteste contro l'attuale Direttore generale delle Molinette, dottor Carnevali: c'è stata un'omissione ingiustificata del Direttore sanitario e del Direttore amministrativo, che, di conseguenza, priva l'Ospedale generale delle Molinette di funzioni essenziali per la tutela della salute pubblica e per l'amministrazione della gestione di questo grande punto di riferimento per la sanità piemontese.
Le Molinette sono state poste in mano ad un Direttore generale che non si è dimostrato capace e ha operato in assenza di collaboratori - che erano previsti - per gestire tutto il settore sanitario ed amministrativo. Saprà l'Assessore che si sono sviluppate notevoli proteste, soprattutto in riferimento alla mancanza di un gruppo di dirigenti che possa gestire insieme al Direttore generale, questo lotto che diventa quindi un grande punto di riferimento della sanità piemontese, soprattutto nel momento in cui l'assenza di una strategia adeguata rispetto alle strutture piemontesi in generale penalizza il settore rappresentato dalle Molinette, che è un ospedale ormai clinicizzato, che è diventato un polo per i trapianti, una sede regionale fornita di grandi attrezzature, un punto di riferimento importante per la nostra regione.
E' necessaria una direzione amministrativa e sanitaria valida e sperimentata in questo senso. E' insostenibile una situazione di questo tipo nel momento in cui ci sono ancora dei vincoli e delle inefficienze in questa struttura sanitaria, che già risente delle pecche, dei danni delle precedenti Giunte e che ancora oggi, per l'incapacità di un Direttore sanitario, che non si avvale degli altri funzionari, può in qualche modo dichiarare la sua inefficienza.
Io sollecito l'Assessore. Su questo argomento abbiamo presentato altre interpellanze; questo è un problema molto grave di cui sicuramente si parlerà nei prossimi giorni.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.
D'AMBROSIO, Assessore alla sanità Una precisazione soprattutto sul fatto che dal 10 aprile manca per le Molinette, ed è una cosa indubbiamente grave, il Direttore sanitario e il Direttore amministrativo che, come la Consigliera Simonetti sa, sono di nomina del Direttore generale.
In questi giorni abbiamo sollecitato, ripetute volte, il Direttore generale a provvedere a questa nomina; se entro questa settimana la terna non si ricostituisce, la Giunta prenderà i provvedimenti del caso.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita - Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 282 del Consigliere Racchelli relativa all'incidenza della spesa sanitaria sul bilancio regionale. Necessità di prevedere un Osservatorio regionale e nazionale dei costi su base europea per spese attrezzature ed apparecchiature


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 282 presentata dal Consigliere Racchelli.
Risponde l'Assessore D'Ambrosio.
D'AMBROSIO, Assessore alla sanità Grazie, Presidente. Cortesi colleghi, l'interrogazione del Consigliere Racchelli si incentra su due punti. Chiede se la Giunta non ritenga opportuno creare un Osservatorio regionale dei prezzi su base europea per gli acquisti delle apparecchiature, delle attrezzature tecniche e sanitarie e dei prodotti medicali a dotazione delle strutture ospedaliere e di laboratorio. Questo è il primo punto.
Il secondo è se la Giunta non ritenga opportuno promuovere in sede di Conferenza Stato-Regioni la creazione di un analogo Osservatorio a livello nazionale.
La legge 23/12/1994 n. 724 (Finanziaria 1995) prevede all'art. 6, comma secondo, che le Regioni possano attivare Osservatori di controllo dei prezzi di beni e servizi, con particolare attenzione alle attrezzature tecnico-medicali, ai farmaci ed al materiale diagnostico, al fine di ottenere un contenimento della spesa pubblica, come previsto dal primo comma dello stesso articolo.
La Regione Piemonte ha approvato con L.R. 21/11/1994 n. 54 l'istituzione dell'Osservatorio Regionale Prezzi e Tecnologie (OPT) nell'ambito del Settore Gestione Risorse Strumentali e Finanziarie dell'Assessorato alla sanità, quale strumento di trasparenza e mezzo di controllo della spesa pubblica.
La suddetta legge è stata pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte n. 48 del 30/11/1994 ed è entrata in vigore l'1/12/1994.
L'art. 3 della legge suindicata stabilisce che il sistema informativo OPT sia costituito dall'Osservatorio Prezzi (OP) e dall'Osservatorio Tecnologie (OT), dove l'OP è una banca dati delle trattative per l'acquisizione di beni, prodotti, servizi svolte e concluse dalle UU.SS.LL.
e l'OT è una banca dati delle varianti codificate e valorizzate dei beni e dei prodotti presenti sul mercato.
Il 16/1/1995 la Giunta regionale, con DGR n. 71-42564, ha approvato i criteri per il funzionamento dell'OPT.
In particolare, al punto 1) di tali criteri si stabilisce tra l'altro che l'Osservatorio ha il compito di rilevare l'andamento dei beni e servizi utilizzati dalle Aziende sanitarie ed ospedaliere.
L'OP costituisce pertanto la prima fase realizzativa di un sistema più ampio, da completarsi in fase successiva, che comprenderà anche l'Osservatorio delle Tecnologie e, come già ribadito, consiste in una banca dati delle trattative svolte e concluse dalle aziende per l'acquisizione di beni, prodotti, servizi e farmaci, divise in quattro archivi separati. Gli importi risultanti dalle trattative vengono posti in relazione con le caratteristiche quantitative e qualitative delle forniture, con i tempi di pagamento e le forme di acquisizione.
La Giunta regionale, con la deliberazione n. 43-7852 del 10/4/1996, ha approvato la costituzione del Comitato tecnico-scientifico che ha, fra i suoi compiti, quello di fornire proposte per la realizzazione dell'OP.
Inoltre, la Giunta regionale, con la deliberazione n. 77-8737 del 13/5/1996, ha approvato lo schema di convenzione con il CSI Piemonte che fornirà il supporto informatico per la gestione dell'OP stesso.
Si sta procedendo all'analisi organizzativa per la costituzione della banca dati ed è prevedibile che l'OP possa ricominciare ad essere operante per la fine del 1996.
Si concorda, infine, con la proposta di realizzare un Osservatorio Prezzi a livello nazionale, peraltro già previsto dalla legge 28/2/1990 n.
38, che non è stata però a tutt'oggi applicata.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
La parola al Consigliere Racchelli.
RACCHELLI Ringrazio l'Assessore per la risposta. Ho presentato l'interrogazione precedentemente alla deliberazione della Giunta del 16/1/1995, con la quale è stato realizzato il Regolamento esecutivo e il Piano attuativo della legge regionale, e prima del 10/4/1996, data in cui è stato costituito il Comitato tecnico-scientifico.
La mia interrogazione era una provocazione per far sì che la Giunta deliberasse in questa direzione, quindi credo che l'Osservatorio Prezzi l'Osservatorio scientifico-tecnico sull'acquisizione di beni da parte del settore sanitario, siano strumenti fondamentali per avere un monitoraggio corretto delle spese eseguite da tutte le UU.SS.LL. sul territorio regionale. Anche perché, fino a quando ho analizzato la situazione, c'era una grossa sperequazione sull'acquisto dei medicinali e sulle attrezzature da USL a USL. Credo che questo sia dato soprattutto dalla mancanza di un organo centrale che permetta un'ottimizzazione dei prezzi. Sono quindi soddisfatto e ringrazio l'Assessore e la Giunta nel suo complesso.


Argomento: Edilizia e norme tecnico-costruttive

Interpellanza n. 320 dei Consiglieri Chiezzi e Moro relativa alla SS n. 456 del Turchino dissestata


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interpellanza n. 320 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Moro.
Risponde l'Assessore Masaracchio.
MASARACCHIO, Assessore ai trasporti e comunicazioni Il Settore Trasporti ha previsto nel Piano regionale dei trasporti una ridefinizione per quanto riguarda l'assetto complessivo del tratto fra Ovada e il Confine con la Regione Piemonte sulla SS n. 456, nello specifico, interventi di consolidamento.
Inoltre, è prevista la definizione di un progetto sicurezza per la determinazione delle cause che producono un elevato tasso di incidentalità specialmente nel tratto tra Ovada e Molare e comprenderà necessariamente anche il tratto di cui all'oggetto.
L'ANAS, interpellata sulla situazione di pericolo della SS n. 456 nella tratta suindicata, ha dichiarato di avere predisposto una serie di interventi qui di seguito elencati: una perizia per lavori di somma urgenza per la rimozione di una frana che rappresenta un grave pericolo per la circolazione e che riprenderanno al più presto possibile, già consegnati alla ditta appaltatrice, ma tuttora fermi causa neve altre due perizie di lavori per il consolidamento delle scarpate in procinto di essere ammesse a gara d'appalto l'ANAS Compartimentale ha inoltre predisposto un progetto complessivo di intervento su tutto il tratto della SS n. 456 per ora solo a livello di progetto di massima all'esame presso la Direzione generale.
Per un ulteriore approfondimento della situazione è stata convocata il giorno 13/2/1996 una riunione di verifica con il Comune di Ovada e il Direttore del Compartimento ANAS di Torino per definire possibilmente le modalità e i tempi di intervento per una soluzione rapida dei problemi di sicurezza e di accessibilità sulla statale in oggetto.
Hanno partecipato alla riunione il Vicepresidente Daniele Boridi e l'Assessore Franco Carreva per la Provincia di Alessandria, il Sindaco di Ovada, Vincenzo Robbiano, l'ing. Postigioni e l'ing. Adamo per l'ANAS.
Nel corso della riunione sono state richieste all'ANAS ulteriori specificazioni sulla situazione di abbandono di alcuni cantieri di lavoro sulla SS n. 456 fermi da oltre un anno, come evidenziato dall'interpellanza.
L'ANAS ha riferito che tali segnalazioni non sono dei cantieri, ma sono delle recinzioni provvisorie di materiale franato sulla strada per segnalare il pericolo agli autoveicoli.
Nello specifico, l'ANAS ha esposto la situazione dei lavori in corso o di prossima attivazione sull'arco in oggetto: sono stati approntati due progetti connessi ai lavori di ripristino danni alluvionali 1994 che sono stati presentati in Conferenza dei Servizi regionale che appena approvati saranno appaltati. Si prevede che tali lavori possano essere verosimilmente appaltati e conclusi entro l'arco di sei mesi l'ANAS segnala che ripetutamente sono stati apposti segnali di pericolo e relativa segnaletica nei tratti di maggiore criticità (caduta dei massi ed altri pericoli) e ripetutamente tali segnali sono stati rimossi da atti vandalici tanto che è stato fatto oggetto di segnalazione all'autorità giudiziaria di competenza le varie situazioni di pericolo sull'arco considerato sono state attentamente analizzate dall'ANAS e si stanno approntando progetti di intervento singoli.
Per quanto riguarda la situazione di via Voltri, di concerto con la Provincia di Alessandria, il Sindaco di Ovada e l'ANAS, è stato analizzato il progetto approvato con DGR n. 154-13738 del 23/3/1992 ai sensi del DPR n. 616/77, e in particolare il tratto iniziale di via Voltri che prevedeva una soluzione progettuale per risolvere un punto di criticità e di pericolo sulla SS n. 456, in prossimità di un'area attrezzata a servizi scolastici.
Tale progetto è stato considerato valido dai convenuti e la Provincia di Alessandria si è impegnata a dare un supporto tecnico al Comune di Ovada di concerto con l'ANAS per aggiornare il progetto analizzato.
E' a disposizione degli interpellanti il verbale della riunione del 13/2/1996 sulla SS n. 456.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.
MORO Signor Presidente, in relazione all'interrogazione presentata da Rifondazione Comunista già da alcuni mesi, relativa ad un punto di criticità e pericolo lungo la SS n. 456, nel tratto da via Voltri al confine con la regione Liguria, si lamenta la tardiva risposta e la permanenza della gravità della situazione.
Si ringrazia l'Assessore competente di aver fatto pervenire la risposta scritta; si lamenta però la totale insoddisfazione: il grave problema di pericolo permane e nessuna iniziativa è stata avviata o ci pare stia per essere intrapresa a tempi brevissimi.
Prendiamo atto che nel Piano dei trasporti regionali vi sarà una ridefinizione dell'assetto complessivo del tratto stradale della SS n. 456 tra Ovada e il confine con la Liguria e che è previsto un progetto di ricerca delle cause dell'elevato tasso di incidenti, specialmente tra Ovada e Molare.
Nella risposta l'Assessore parlava anche dell'impegno dell'ANAS per la rimozione di una pericolosa frana, l'appaltatura di lavori per il consolidamento della scarpata e di un progetto complessivo di interventi su tutta la SS n. 456. Speriamo che questa soluzione, anche se parziale, venga attuata rapidamente.
Nella risposta si citano anche riunioni importanti già avvenute tra il Comune di Ovada, il Direttore del Compartimento ANAS di Torino e la Provincia di Alessandria anche per quanto riguarda la situazione di pericolo, sempre sulla SS n. 456, in prossimità di un'area attrezzata a servizi scolastici.
Purtroppo permane lo stato di estremo pericolo nonostante gli interventi. Oltre ad esprimere la nostra insoddisfazione, chiediamo quindi un ulteriore interessamento dell'Assessorato e dell'Assessore competente affinché tale situazione effettivamente termini.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio.
MASARACCHIO, Assessore ai trasporti e comunicazioni Desidero informare il Consiglio che la risposta all'interpellanza era pronta sin dal febbraio 1996; purtroppo - lo dico a tutte lettere l'accumularsi dei ritardi nella possibilità di interloquire in sede consiliare di volta in volta portano l'Assessore a leggere risposte superate dai tempi e non aggiornate.
Mi rendo conto che per oggi era attesa una mia dichiarazione aggiornata sui fatti; in ogni caso, è già stato ufficialmente denunciato dall'Assessorato il comportamento dell'ANAS relativamente all'impedimento dello sviluppo dei cantieri e conseguentemente degli investimenti, che oltretutto dovrebbero portare nuova linfa all'economia del territorio.
Così come detto dal Consigliere Moro, proprio per ovviare alla lentezza del Consiglio nel consentire agli Assessori risposte tempestive - per altri a volte si è sollecitati a rispondere da un giorno all'altro in casi di estrema urgenza - mi ero preoccupato di trasmettere per iscritto quanto riferito questa mattina, onde informare il Gruppo interpellante.
Prendo atto delle dichiarazioni testé fatte in contrapposizione dal collega Consigliere; mi attiverò affinché le cose siano riferibili con più certezza nei prossimi giorni, anche per via breve, al Gruppo.


Argomento: Norme generali sui trasporti

Interpellanza n. 321 dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti relativa ai disagi per i pendolari che gravitano sulla Stazione di Torino Porta Nuova


PRESIDENTE

L'Assessore Masaracchio risponde ancora all'interpellanza n. 321 presentata dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti.
MASARACCHIO, Assessore ai trasporti e comunicazioni Anche per questa interpellanza la risposta era pronta dal 7/2/1996.
Le premesse dell'interpellanza in esame trattano della situazione caotica venutasi a creare nella Stazione di Torino Porta Nuova, nonché dei ritardi che i treni accumulano nel tragitto fra Lingotto e Torino Porta Nuova.
In effetti, nei mesi di settembre/dicembre la capacità ricettiva di Torino Porta Nuova, già al limite della saturazione, si è ulteriormente ridotta a causa dell'esecuzione di lavori di potenziamento ed automazione determinando la necessità di attestare alcuni treni a Torino Lingotto o a Torino Porta Susa.
In futuro, comunque, il completamento del passante ferroviario comporterà l'affluenza di gran parte dei treni regionali alle succitate stazioni di interscambio, rendendo più fluida la capacità ricettiva di Torino Porta Nuova.
Per quanto attiene lo specifico dell'interpellanza, si fa presente che per la Stazione di Torino Porta Nuova non ci sono progetti di ristrutturazione in itinere; a dicembre, come accennato in premessa, sono stati ultimati alcuni lavori di ammodernamento impianti, opere previste dall'"Accordo di Programma Stato-Regione".
Dette opere sono consistite, in particolare, nella realizzazione di un dispositivo di manovra ACEI (Apparecchi Centrali Elettrici Idrodinamici) che consente di accelerare le operazioni di formazione degli itinerari e degli instradamenti dei treni, riducendo i tempi di ingresso e di uscita dalla stazione.
Il nuovo impianto ACEI, oltre all'automazione della circolazione dei treni e delle manovre, consentirà una più razionale utilizzazione dei binari e dei marciapiedi, nonché una maggiore ricettività della stazione stessa; per intanto, ha consentito altresì la realizzazione del blocco automatico (detto BA) nelle tratte Torino Porta Nuova - Torino Lingotto e Torino Porta Nuova - Quadrivio Zappata ed il completamento del blocco automatico dell'intera area del nodo di Torino.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.
PAPANDREA L'interpellanza è vecchia, ma il problema è sempre attuale: sul ritardo dei treni si potrebbe presentare un'interpellanza alla settimana. Ogni volta che se ne discute arrivano rassicurazioni da più parti; nonostante ciò le FS privilegiano un tipo di trasporto che danneggia i pendolari.
Durante i numerosi incontri, le FS si vantavano della notevole puntualità raggiunta; successivamente, da un'indagine più precisa, si rilevava che i ritardi erano sì relativamente e percentualmente pochi, ma tutti concentrati nelle fasce orarie dei pendolari. Il trasporto effettuato con carrozze vecchie e scomode continua ad essere quello dei pendolari anche in questo caso, la scelta è di privilegiare un altro tipo di infrastrutture, un altro tipo di spese. Nel momento in cui si avvieranno i lavori per l'Alta Velocità nelle linee, il calvario dei pendolari non solo non si ridurrà, ma tenderà ad aumentare notevolmente; si presenteranno nuove interpellanze, ma saremo sempre al punto di partenza: se non si metterà mano ad una revisione globale del modo di concepire il trasporto su rotaia, i problemi non si risolveranno mai.
Un'ultima cosa. Secondo i giornali, i pendolari ritengono che i vari enti si dimentichino della loro presenza; sbagliano: in occasione del pesante aumento delle tariffe, gli enti non li hanno dimenticati! Ripeto un concetto espresso altre volte, sul quale è necessario tornare a riflettere: i ritardi dei treni nonché le varie disfunzioni del servizio comportano un danno per i pendolari; occorrerebbe pensare ad una legge regionale che in questi casi preveda una formula di sconto applicata automaticamente il mese successivo. Se mi succede - e mi è successo - di salire sul treno dimenticando di timbrare il biglietto vengo multato; le FS non pagano mai niente, incassano soltanto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio.
MASARACCHIO, Assessore ai trasporti e comunicazioni Spero che i pendolari siano tranquillizzati dalle interpellanze, visto che l'Assessorato non è in condizione di farlo, anche perché i poteri diretti di gestione dell'intero comparto delle ferrovie non sono ancora stati trasferiti alla Regione. Quando avremo questi poteri vedremo come incidere e come gestire il tutto.
Per quanto riguarda osservazioni di natura polemica, ricordo che relativamente al supplemento Intercity si veniva rimborsati nel caso di ritardi sugli orari di percorrenza; successivamente, questa possibilità è stata abolita...



(Interruzioni del Consigliere Papandrea)



PRESIDENTE

MASARACCHIO, Assessore ai trasporti e comunicazioni



PRESIDENTE

Per quanto riguarda il supplemento degli Intercity le ferrovie avevano adottato questo sistema, successivamente ritrattato pesantemente, perché si sarebbe dovuto dimostrare che alla partenza il biglietto era stato prenotato.
Per denunciare che cosa? In ogni caso le Ferrovie fanno tutto quello che vogliono, in quanto non sono state messe in condizione di poter aumentare le loro tariffe.
L'1 agosto avremmo certamente l'aumento delle tariffe da parte delle Ferrovie dello Stato per cui i pendolari, quindi i cittadini, quindi anche gli Assessori, potranno appellarsi alla migliore gestione, visto che ci sarà un pagamento della tariffa adeguato a tutto ciò che le Ferrovie dicono di non poter adeguare perché non ci sono le risorse. Nell'ambito di questo concetto il collega Consigliere sa benissimo che il "Progetto Formula" avrebbe dovuto o dovrebbe ovviare a queste problematiche per razionalizzare i trasporti e quindi anche la spesa degli stessi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.
PAPANDREA Intervengo nuovamente in quanto l'Assessore in questa replica ha fatto delle nuove dichiarazioni.
L'Assessore dice in pratica che le disfunzioni sono dovute al fatto che non c'è stato l'aumento dei prezzi: mi sembra una dichiarazione pazzesca! Invece di preoccuparsi che le cose funzionino ci si nasconde dietro la frase: "se ci sarà l'aumento si trovano le risorse e funzionerà tutto". Noi sappiamo benissimo che queste frasi sono false perché l'aumento se ci sarà noi cercheremo di evitarlo - non porterà sicuramente ad un funzionamento migliore.
Da parte di chi amministra queste cose tale atteggiamento è grave, e verrebbe da dire "per fortuna che le competenze non vengono assegnate alla Regione", altro che federalismo.
Il problema si risolve aumentando del 10% il biglietto e la gente continua a pagare, come se non ci fossero già stati una serie di aumenti proprio in questo periodo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio.
MASARACCHIO, Assessore ai trasporti e comunicazioni Volevo solo avvisarvi dei miliardi dati in meno alle Ferrovie da parte del Governo Prodi.


Argomento: Calamità naturali - Norme generali sui trasporti

Interpellanza n. 323 dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti relativa all'isolamento in Alta Val Tanaro


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 323, presentata dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti alla quale risponde ancora l'Assessore Masaracchio.
MASARACCHIO, Assessore ai trasporti e comunicazioni In merito agli argomenti sollevati dall'interpellanza in esame, i cui contenuti sono già noti a questo Assessorato, è necessario premettere che le Regioni non hanno competenza, né diretta né indiretta, sul trasporto pubblico su ferrovia sia esso locale che interregionale.
Questo Assessorato si è adoperato, stabilendo contatti con gli Enti interessati, affinché detti problemi potessero essere risolti in modo tale da assolvere alle esigenze manifestate dai Comuni di Ormea, Garessio Priola, Ceva, Nucetto e dalla Comunità montana Alta Val Tanaro.
Il quesito fondamentale è il miglioramento degli attuali collegamenti sia ferroviari che automobilistici, sulla direttrice Ormea-Ceva.
Nell'ambito della Conferenza Orari, convocata dalla Regione il 18/1/1996, e in apposita riunione tenutasi presso le FS S.p.A. il 25/1/1996, alle quali hanno partecipato oltre alle FS anche la Provincia di Cuneo e l'Azienda Viani, concessionaria dell'autolinea Imperia - Ormea Mondovì - Cuneo, si è concordato di far transitare, in tempi brevi, dalla stazione ferroviaria di Ceva uno dei due autobus che l'Azienda Viani attualmente impiega per il trasporto degli studenti sul collegamento Mondovì - Ceva - Ormea.
Si fa presente che questa è una risposta datata 7/2/1996, adesso gli studenti hanno terminato la scuola, sono a casa, quindi il problema degli studenti non è superato, ma non è attuale.
Si è stabilito, inoltre, di definire sulla tratta Ceva-Ormea un programma di esercizio integrato, fra l'autolinea e il servizio ferroviario, al fine di ottimizzare l'utilizzo delle attuali risorse pubbliche e private impiegate nel collegamento.
Si è concordato, altresì, che il servizio su gomma sarà coordinato con l'orario estivo FS e sarà integrato con l'orario invernale. Per quanto riguarda l'orario estivo avremo altri "dolori", in quanto le FS impongono una loro linea di programma, dentro la quale non fanno entrare l'attività della Regione quanto meno sotto forma di suggerimento o di controllo.
Le FS, infine, accogliendo le proposte avanzate dai Comuni dell'Alta Val Tanaro, hanno accettato di far fermare i treni, sulla linea Ceva-Ormea in tutte le stazioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.
MORO L'interpellanza in discussione è stata presentata il 15/12/1995, cioè sei mesi fa. E' davvero un forte ritardo che mortifica la discussione e rafforza la delusione per il disimpegno dell'esecutivo regionale sui gravi episodi di incuranza verso importanti zone del Piemonte.
E' doveroso politicamente ricordare che le popolazioni dei centri dell'Alta Val Tanaro vivono da anni in una difficile situazione nell'ambito dei trasporti, di incredibile isolamento con il resto del Piemonte a prescindere dalle conseguenze dei drammatici eventi alluvionali del novembre 1994, che hanno ulteriormente accentuato l'isolamento per l'inadeguatezza e la notevole carenza dei trasporti ferroviari e su strada.
In particolare si chiede, con forte preoccupazione, al Presidente della Giunta regionale e all'Assessore competente, nonostante ci sia pervenuta una generica e burocratica risposta scritta, che approfondiscano meglio ed intervengano rapidamente su fatti gravi enunciati nell'interpellanza, in particolare sulla linea ferroviaria Bra-Ceva che, alla data della presentazione dell'istanza, era ferma da oltre un anno.
In particolare si chiede, con severità, se l'auspicato confronto con l'Azienda delle FS è avvenuta nell'ottica delle giuste richieste dei Sindaci della zona dell'Alta Val Tanaro, che chiedevano interventi per migliorare la delicata situazione dei trasporti su strada ferrata, in particolare sul tratto Ceva-Ormea che per le sei corse giornaliere i treni almeno fermassero in tutte le stazioni.
Parimenti, per quanto riguarda il carente servizio pubblico su strada si chiedeva ancora con forza se la Giunta intendeva affrontare ed appoggiare la proposta di istituire una corsa in partenza da Ceva alle ore 20, una fermata alla stazione di Cevoni di uno dei bus in trasporto alle 13,45 per gli utenti in arrivo da Torino alle 13,40; il posticipo alle 17,30 della corsa da Cuneo, che attualmente passa a Ceva alle 16,40.
A tuttora la cosa è ancora allo stato descritto.
Signori della Giunta, Presidente e Assessore competente, vi corre l'obbligo politico di svolgere l'importante impegno di governo per tutto il Piemonte, quindi anche per queste zone troppo spesso dimenticate.
Siamo molto insoddisfatti, soprattutto degli aspetti generici della risposta scritta; speriamo ancora in un diverso intervento regionale per l'esclusivo interesse non solo di queste zone, ma dell'intero Piemonte.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione n. 326 del Consigliere Mancuso relativa alla grave carenza di organico presso il Servizio di Igiene e Sanità dell'Azienda Sanitaria Regionale n. 13 di Novara


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 326 presentata dal Consigliere Mancuso.
Risponde l'Assessore D'Ambrosio.
D'AMBROSIO, Assessore alla sanità L'interrogazione in oggetto fa riferimento al mese di dicembre, la situazione ad oggi è cambiata.
L'organico medico del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica della ex USL n. 51 di Novara, ora confluita nell'Azienda Regionale USL n. 13, si compone di n. 1 posto di Dirigente, di n. 2 posti di medico di primo livello dirigenziale - fascia A (ex Coadiutore) e di n. 3 posti di medico primo livello dirigenziale - fascia B (ex Assistente Medico).
Il posto di Dirigente è attualmente scoperto, avendo il titolare ricevuto l'incarico di Direttore sanitario dell'Azienda (in data 25 marzo u.s.), mentre i due posti di posizione intermedia sono entrambi coperti uno da dipendente di ruolo, l'altro da dipendente che supplisce il titolare in aspettativa.
I tre posti di livello iniziale (ex Assistente) sono tutti coperti con incarico di otto mesi.
Si porta inoltre a conoscenza che l'Azienda USL n. 13, come le altre Aziende piemontesi, ha provveduto alla definizione dell'organigramma aziendale in base ai carichi di lavoro.
E' appunto in tale sede che l'Azienda ha potuto provvedere alla rideterminazione dell'organico in relazione alla mole ed alla tipologia di attività svolta dal Servizio. Tale documento, sottoposto all'approvazione regionale, costituisce necessario ed imprescindibile presupposto per poter procedere a successive assunzioni di personale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mancuso.
MANCUSO Mi ritengo soddisfatto della risposta.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione n. 354 del Consigliere Rubatto relativa a notizie di stampa in ordine a gravi ritardi del 118 nel garantire soccorsi nella zona di Sauze di Cesana (TO)


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 354, presentata dal Consigliere Rubatto, alla quale risponde ancora l'Assessore D'Ambrosio.



PRESIDENTE

D'AMBROSIO, Assessore alla sanità



PRESIDENTE

In merito all'interrogazione n. 354 presentata in data 4/1/1996 dal Consigliere Rubatto, relativa alle notizie di stampa comparse in data 2/1/1996 riguardanti il ritardato intervento di ambulanza su richiesta di un cittadino residente a Sauze di Cesana, si rileva quanto segue.
Dai riscontri e dalle registrazioni dell'intervento si evidenzia che: la richiesta di intervento è giunta alla Centrale "118" alle ore 19,44 dall'intervista svolta dal personale sanitario è risultato che la paziente era già stata visitata da un medico dieci minuti prima il personale sanitario della Centrale individuava quindi una patologia neurologica ed un codice di gravità (codice 1) contenuto al secondo livello (su 5 da 0 a 4) veniva quindi allertata l'associazione di volontariato competente per territorio (Croce Bianca di Susa) ed inviata un'ambulanza di base conseguentemente alla gravità individuata l'ambulanza allertata, l'unica rimasta disponibile per la concomitanza di altri interventi, giungeva in ritardo a causa di un incidente stradale avvenuto sulla statale per Sauze dove la Croce Bianca di Susa si è fermata per prestare soccorso ai feriti in considerazione della patologia individuata (codice 1 - non emergenza situazione differibile) non è stato autorizzato il trasporto presso l'Ospedale di Briançon.
Occorre segnalare che la Centrale Operativa del "118" non coordina attualmente il territorio comprendente la Valle di Susa; è casuale che la chiamata sia pervenuta al "118" e non alla USL 5 che garantisce l'attività di soccorso sanitario.
La Regione ha già approvato e finanziato, con deliberazione n. 75-2620 del 30/10/1995, il progetto di organizzazione dell'attività di emergenza sanitaria nella zona considerata. E' pertanto in fase di attuazione il posizionamento delle autoambulanze di soccorso avanzato (con medico ed infermiere a bordo) a Susa, Oulx, Avigliana e la conseguente presa in carico del coordinamento dell'attività da parte della Centrale Operativa del "118".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.
RUBATTO Ringrazio l'Assessore per le precisazioni.
Però, a parte il fatto che non mi intendo di codice uno, codice due che sono prettamente medici ed io non sono un medico, so che, purtroppo troppo spesso ambulanze e mezzi di soccorso arrivano in ritardo. Troppo spesso! E questo non è certo a causa del personale, ma per una disorganizzazione totale che c'è in questi servizi. Disorganizzazione che esiste sia a Torino che in ogni altro posto della nostra regione.
Con altre interrogazioni ho già chiesto l'istituzione di Commissioni d'inchiesta su ospedali, su interventi sanitari, ma non mi sono state date risposte. Ci sono interrogazioni ferme da mesi! Questa è una di quelle interrogazioni gravissime! Il Servizio sanitario deve arrivare in tempo sul posto dove è richiesto.
Inoltre vorrei sapere perché non si permette ai residenti della Valle di Susa di recarsi all'Ospedale di Briançon per le visite di emergenza e di urgenza. Questa è una richiesta che ho già avanzato più volte, ma senza ottenere risposta. Se i mezzi di emergenza non sono all'altezza della situazione, l'Assessore e la Giunta devono intervenire per portare avanti un servizio per tutti i cittadini, anziani e non anziani.
Pertanto non sono soddisfatto della risposta. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.
D'AMBROSIO, Assessore alla sanità Spero che il Consigliere Rubatto possa essere un poco meno insoddisfatto; non soddisfatto ovviamente.
Debbo dirle, Consigliere Rubatto, che, ancorché non ancora ottimale e quindi soggetta ad ulteriori miglioramenti, l'emergenza del Piemonte è riconosciuta, in ambito nazionale, come la migliore attualmente in Italia.
E' chiaro che dobbiamo ultimare quella che è la disposizione delle ambulanze medicalizzate su tutto il territorio; ne sono state previste 54 ne abbiamo circa il 50%, abbiamo quattro basi di Elisoccorso che, massimo in quindici minuti, raggiungono tutte le zone di loro competenza.
Colgo l'occasione per dire alla collega Simonetti che tra pochi giorni verrà presentato il piano di riorganizzazione della rete ospedaliera.
Inizieremo le consultazioni la settimana prossima, si deve solamente avere pazienza ancora per una settimana. Debbo inoltre ribadire che questa rete ospedaliera è stata così per dieci anni e nessuno, o pochi, ha mai sollevato non dico un grido, come viene fatto spesso di recente, ma una parola per evidenziarne le inefficienze.
Torno ancora al discorso di Susa. Nel momento in cui Susa assurgerà a dignità di ospedale sotto tutti i punti di vista, nel momento in cui, e questo si verificherà entro il mese settembre prossimo, a Oulx, ad Avigliana e a Susa ci sarà un'ambulanza medicalizzata, non vedo perché i cittadini della zona di Claviere, di Cesana e di altre zone debbano recarsi all'Ospedale di Briançon, che le assicuro, collega Rubatto, è una buona infermeria, dove, a differenza che in Italia, c'è una umanizzazione diversa, questo sì, ma, dal punto di vista professionale, i nostri operatori, non dico di Torino città, ma di Susa, di Avigliana e di Giaveno non hanno assolutamente niente da invidiare agli operatori di Briançon.
Quindi, il fatto di ricorrere e di chiedere alla Regione di andare a Briançon anche per situazioni non di emergenza, lo trovo assolutamente inopportuno. Grazie.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti idrici

Interrogazione n. 454 dei Consiglieri Farassino, Galli, Dutto e Bellingeri relativa all'inquinamento del torrente Sangone


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 454, presentata dai Consiglieri Farassino, Galli, Dutto e Bellingeri, alla quale risponde l'Assessore Cavallera.
CAVALLERA, Assessore all'ambiente Signor Presidente, colleghi Consiglieri, faccio presente che la risposta è datata 12 marzo, purtroppo i meccanismi assembleari sono tali per cui la risposta ci perviene solo oggi, 18 giugno.
Con riferimento alla notizia riportata dal bisettimanale Luna Nuova del 2/2/1996 relativa al divieto di pesca nel torrente Sangone nel tratto compreso tra la cascina Borgonomi di Sangano fino alla confluenza con il Po per elevata tossicità delle acque, i Consiglieri regionali Farassino Galli, Dutto e Bellingeri desiderano sapere: se il grado di inquinamento ed il livello della tossicità delle acque nel tratto orbassanese del Sangone sia veramente elevato se non si intenda intervenire presso gli Enti preposti affinché venga a cessare l'atteggiamento fatalista verso il degrado del Sangone, in alternativa all'inconcludente provvedimento ora adottato per il divieto di pesca, che penalizza solamente gli appassionati e le associazioni ittiche senza risolvere il problema.
Il Settore Pianificazione e Gestione delle Risorse Idriche di questo Assessorato regionale in proposito riferisce quanto segue: il provvedimento di divieto di pesca nel torrente Sangone, assunto dalla Provincia di Torino, è conseguente alle prime risultanze dello studio genotossicologico dei sedimenti di questo torrente condotto dal prof.
Giancarlo Ugazio del Dipartimento di Medicina ed Oncologia Sperimentale dell'Università di Torino insieme con la Sezione Biotossicologica del Laboratorio di Sanità Pubblica di Grugliasco. I risultati preliminari di questo studio sono stati presentati in un convegno tenutosi il 2/12/1995 a Torino Lingotto nell'ambito di Restructura '95.
La ricerca sperimentale parte dal presupposto che alcune sostanze inquinanti scaricate nei corsi d'acqua, quali idrocarburi, solventi pesticidi, ecc., presentando scarsa solubilità in acqua, vengano ad accumularsi nel sedimento fluviale inglobandosi in esso. A seconda della natura del sedimento sabbioso, ghiaioso, argilloso, l'inglobamento di queste sostanze tossiche è più o meno significativo e varia notevolmente anche la probabilità che l'inquinante venga riportato in soluzione ed entri in contatto con la fauna fluviale.
In due campagne sperimentali condotte nei mesi di maggio e di ottobre 1995 su sei stazioni sul Sangone, gli inquinanti organici estratti dal sedimento sono stati messi a contatto, secondo una metodica standardizzata con specifici microrganismi misurandone poi il grado di tossicità indotto.
I risultati di questa sperimentazione hanno fatto rilevare un progressivo aumento dello stato di tossicità dei sedimenti andando da monte a valle del Sangone, con particolare intensità a Nichelino.
A seguito di questi risultati la Provincia di Torino ha ritenuto di emettere il divieto di pesca a titolo precauzionale.
Gli stessi ricercatori affermano però che occorre approfondire la sperimentazione al fine di verificare le effettive possibilità che gli inquinanti trattenuti nel particolato vengano riportati in soluzione (solo in soluzione possono esplicare il loro potere tossico).
A parte questa attività sperimentale, vengono condotte dai Laboratori di Sanità Pubblica sistematiche campagne di rilevamento della qualità delle acque dei corpi idrici piemontesi coordinate dal Servizio Rilevamento e controllo della qualità dei corpi idrici di questo Settore. Per il Sangone si dispongono informazioni sui punti di prelievo situati a Sangano e a Moncalieri.
La qualità dell'acqua rilevata presenta valori dai parametri sempre entro i limiti previsti dal DL n. 130/92: "Attuazione della direttiva 78/659/CEE sulla qualità delle acque dolci che richiedono protezione o miglioramento per essere idonee alla vita dei pesci" per quanto riguarda i prelievi effettuati a Sangano, mentre a Moncalieri si sono riscontrati superamenti dei limiti previsti per l'ammoniaca, il rame e l'ossigeno disciolto. Si rileva inoltre una saltuaria presenza di inquinanti non previsti dal DL n. 130/92, quali gli idrocarburi.
Molteplici sono le cause a cui imputare questa situazione, a cominciare dal regime idrologico del torrente che, quando ha una scarsa portata favorisce l'accumulo degli inquinanti nel particolato, mentre nei periodi di piena, e quindi di maggior turbolenza delle acque, ne consente la dissoluzione.
Considerando che, da quanto risulta a questo Settore, tutti gli scarichi delle pubbliche fognature dei Comuni che vanno da Sangano, Bruino Orbassano, Beinasco, Nichelino, Moncalieri, risultano collegati al collettore consortile dell'Azienda "Po-Sangone", si può presumibilmente ipotizzare che la presenza delle punte di inquinamento rilevate nelle acque e nei sedimenti sia da imputarsi a fenomeni di abusivismo.
Conseguentemente, questa Amministrazione, cui compete la programmazione delle opere per la raccolta e depurazione delle acque reflue, non può che richiamare gli Enti preposti ad intensificare l'opera di vigilanza e controllo degli scarichi, auspicando anche che il Catasto provinciale degli scarichi diventi pienamente operativo, al fine di prevenire e reprimere le forme di inquinamento doloso.
Inoltre si è concordato con l'Assessorato regionale alla sanità di coordinare, nell'ambito dei rilevamenti effettuati per il censimento dei corpi idrici, le indagini in materia di tossicologia ambientale che le sezioni biologiche dei Laboratori di Sanità Pubblica condurranno d'ora in avanti.
A questo proposito, un'integrazione: questa campagna di censimento dei corpi idrici che viene attivata in queste settimane nell'ambito del Piano triennale dell'ambiente, dovrà poi portare, come abbiamo già precisato in occasione di precedenti discussioni, anche all'aggiornamento del Piano regionale di qualità delle acque. Quindi, la situazione è quella che è.
Siamo però impegnati in azioni che tendono, prima di tutto, a conoscere effettivamente quali sono gli inquinanti per risalire, possibilmente, alle cause e, comunque, per essere presi a base, per eventuali e necessari programmi di miglioramento di bonifica dei corpi idrici.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Cavallera.
I Consiglieri interroganti si ritengono soddisfatti della risposta.


Argomento: Cave e torbiere

Interpellanza n. 427 dei Consiglieri Manica e Bertoli relativa all'asportazione di materiale ghiaioso in Comune di Momo - Località Cascine Verrino


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interpellanza n. 427, presentata dai Consiglieri Manica e Bertoli, alla quale risponde ancora l'Assessore Cavallera.
CAVALLERA, Assessore alle cave e torbiere L'interpellanza dei Consiglieri regionali Giuliana Manica e Gian Pietro Bertoli, riferita ad una bonifica agraria che comporta l'asportazione a fini commerciali di materiale ghiaioso in Momo - località Cascina Vernino evidenzia una difficoltà da parte degli amministratori locali nella gestione dell'intervento a fronte di una supposta mancata risposta da parte del Settore Cave e Torbiere interessato al problema con nota del Comune di Momo prot. n. 5034 del 16/12/1994.
In particolare, gli interpellanti vogliono sapere se la Giunta regionale sia a conoscenza della situazione, se e quali verifiche siano state effettuate dai competenti organi regionali e, infine, quali interventi intendano assumere.
La nota n. 5034 del 16/12/1994, citata nell'interpellanza, è pervenuta al Servizio di Polizia Mineraria in data 20/12/1994.
Nella comunicazione il Sindaco, citando il verbale del Tecnico Comunale, senza peraltro inviarne copia, contestava alla ditta esercente la mancata comunicazione di inizio e la vicinanza degli scavi nei confronti della strada vicinale del Vernino. Nello stesso tempo, il Sindaco comunicava che l'Ufficio Tecnico Comunale stava procedendo ad una verifica per stabilire se la strada stessa fosse classificata come "comunale"; solo in questo caso, infatti, trova applicazione il disposto di cui all'art. 104 del DPR n. 128/59, in base al quale gli scavi a cielo aperto non devono essere condotti a distanze minori di m 20 da strade di uso pubblico.
La stessa nota prendeva atto, inoltre, che la ditta aveva provveduto nel periodo intercorso tra il 6/12/1994 ed il 16/12/1994, a dare comunicazione dell'inizio dei lavori nominando il direttore dei lavori, ai sensi degli artt. 6 e 28 del DPR n. 128/59. Nella nota nessun intervento di verifica o controllo è stato richiesto da parte del Sindaco; n successivamente è stata fornita alcuna informazione circa la classificazione della strada vicinale del Vernino.
Tuttavia, a seguito dell'interpellanza, il Settore Cave e Torbiere ha richiesto al Comune di Momo copia del verbale del Tecnico Comunale; quanto sopra è stato acquisito in data 21/2/1996.
Nel verbale, inviato solo all'Ufficio Comunale di Vigilanza e al Sindaco, il Tecnico Comunale ha segnalato all'Amministrazione del Comune la mancata segnalazione di inizio lavori e la vicinanza degli scavi alla strada del Vernino.
Per quanto concerne gli scavi, il Tecnico riferiva che in carenza di strumentazione idonea si era proceduto ad una valutazione a vista dalla quale si poteva desumere che gli scavi avevano raggiunto la profondità di circa 3 metri dal piano campagna. Per un'esatta verifica dell'entità degli scavi, il Tecnico suggeriva all'Amministrazione comunale di conferire incarico ad un professionista abilitato.
Risulta pertanto evidente che la nota del 16/12/1994, inviata alla Regione, non riportava tutte le informazioni contenute nel verbale del Tecnico Comunale.
Acquisite, pertanto, tutte le informazioni, in data 14/3/1996 i funzionari del servizio Cave e Polizia Mineraria hanno eseguito un sopralluogo congiunto, nel corso del quale hanno accertato quanto segue: i lavori proseguono secondo le prescrizioni tecniche previste dalla Commissione tecnico-consultiva e recepite nella deliberazione del Consiglio comunale n. 31 del 27/9/1994 la strada del Vernino non è classificata di uso pubblico, pertanto, ai sensi del DPR n. 128/59, non sussiste alcuna fascia di rispetto a tutela della stessa la ditta ha presentato istanza per eseguire scavi a distanza inferiore a 20 metri nei confronti della strada provinciale Agnallengo-Barengo-Fara.
Nei confronti della suddetta istanza l'Amministrazione provinciale di Novara ha già rilasciato il necessario nulla osta.
Stante la situazione sopradescritta, questa Amministrazione regionale ritiene di non aver provvedimenti specifici da assumere.
Se mi è consentita un'ulteriore valutazione, posso dire che negli ultimi nove-dieci mesi, da quando in cui sono Assessore con incarico alle cave, ogni volta che vi è stata un'esplicita richiesta di intervento, sia il nostro Servizio Polizia Mineraria - che peraltro ha dei compiti ben precisi, anche delegati dalla legge - sia il servizio Cave sono intervenuti.
Non sempre dai Comuni pervengono segnalazioni chiare. Nel momento in cui, come in questo caso, i Consiglieri si sono fatti parte diligente per segnalare una situazione da verificare, l'accertamento è stato fatto e con l'esito di cui si può prendere atto.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.
MANICA Ringrazio l'Assessore Cavallera per la risposta circostanziata.
Chiedo all'Assessore se è possibile avere il testo scritto della risposta all'interpellanza, perché dalla sua risposta si evidenzia come la Regione abbia fatto un accertamento ed eventualmente la necessità, da parte del Comune, di approfondire meglio la problematica ed i suoi rapporti con la Regione. Mi pare sia questo il punto fondamentale.
Ringrazio, dunque, l'Assessore.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento: Norme generali sui trasporti

Interpellanza n. 340 dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti relativa al progetto autostradale Cuneo-Nizza


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza n. 340 presentata dai Consiglieri Chiezzi Moro, Papandrea e Simonetti.
Risponde l'Assessore Masaracchio.
MASARACCHIO, Assessore ai trasporti e comunicazioni Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, del 15/4/1994 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 20/5/1995, n. 116, è stata nominata la composizione della delegazione italiana della Commissione intergovernativa italo-francese per il collegamento Cuneo-Nizza.
Tale decreto attribuisce alla suddetta Commissione il compito "di proseguire, a livello tecnico, gli studi e le consultazioni fra le parti nonché con i compiti di predisporre gli accordi franco-italiani per l'affidamento di un'unica concessione, della durata settantennale, per la costruzione e la gestione del nuovo Traforo di valico Stura-Tinèe, degli accessi autostradali e la ricostruzione del Traforo di Tenda, nonché di redigere i progetti preliminari e le procedure necessarie per l'individuazione del concessionario".
La Commissione avrebbe dovuto altresì predisporre i necessari atti del trattato franco-italiano e della gara di appalto internazionale entro e non oltre il 1995. Ma con il DPCM del 6/2/1996 viene prorogato al 31/12/1996 il termine assegnato alla Commissione per svolgere i propri compiti.
Attualmente, sul versante italiano, è in pieno svolgimento la prima delle consultazioni (fase a) previste sui progetti preliminari, il cui programma, sia per il versante francese che per quello italiano, è stato definito ed approvato nella riunione della Commissione del 16/10/1995 presso il Ministero degli Esteri.
Per il versante italiano si è ritenuto opportuno procedere attraverso tre fasi di consultazione: fase a): scelta del corridoio per la tratta Cuneo nord/Borgo S. Dalmazzo fase b): scelta del tracciato, per l'intero collegamento Cuneo nord/Vinadio, rispetto al quale sviluppare il progetto di massima e il relativo Studio di VIA fase c): valutazione degli elementi geologici-idrogeologici concernenti il traforo di base e la ricostruzione del Traforo di Tenda.
Per la consultazione sono stati predisposti i seguenti documenti: la condizione attuale dei collegamenti transfrontalieri: un collegamento franco-italiano a carattere comunitario e transeuropeo novembre 1995 documento illustrativo dei corridoi utilizzabili per il collegamento autostradale Cuneo-Nizza (tratta Cuneo nord/Borgo S. Dalmazzo) novembre 1995.
Per quanto riguarda la presunta inadempienza della procedura di VIA, è necessario specificare quanto segue: come è noto, la normativa italiana, riferibile al DPCM n. 377/88, prevede che la procedura per la Pronuncia di Compatibilità venga attivata con la pubblicazione, da parte del proponente, del progetto di massima corredato da uno SIA (Studio di Impatto Ambientale). Allo stato attuale l'attività della Commissione ha ancora un carattere preliminare in quanto incentrata sull'individuazione dei corridoi più compatibili ed a maggior grado di accettabilità da parte delle comunità locali.
L'obiettivo di procedere per una concessione unica, coinvolgente due Stati confinanti, ha messo in evidenza le grandi difficoltà che nascono dall'operare in condizioni di diritto non omogenee: Francia ed Italia non contemplano medesime procedure di definizione e di valutazione dei progetti.
Questo aspetto, non secondario, ha spinto la Commissione ad adottare un processo che, oltre a prevedere un avvicinamento delle fasi di progettazione adottate nei due Stati, introducesse, così come avviene nelle procedure francesi, delle preliminari fasi di consultazione su alcuni stadi della progettazione.
Le novità procedurali introdotte da questa nuova infrastruttura, in ordine sia alla natura e complessità dei problemi sollevati sia alla sua definizione di opera di interesse sovranazionale, hanno sollecitato il Ministero dell'Ambiente a ripensare il tipo di procedura attualmente in essere per le infrastrutture nazionali sottoposte a valutazione di impatto.
L'orientamento del Ministero è per un DPCM, specifico per le due maggiori opere previste nelle Alpi occidentali (Mercantour e Torino-Lione) che preveda successive fasi di definizione e valutazione degli elaborati progettuali di cui dovranno essere specificati contenuti e modalità di presentazione e di consultazione.
Tale revisione della procedura pare inserirsi coerentemente nel nuovo contesto che si sta definendo anche sul fronte della progettazione delle infrastrutture, la quale prevede tre diversi livelli di approfondimento e cioè: il progetto preliminare, il progetto di massima e il progetto esecutivo.
La procedura di VIA, così come prevista dal DPCM n. 337/88, verrà attivata quando la Commissione potrà disporre del progetto di massima e del relativo SIA. Date però le premesse, il progetto che verrà sottoposto alla valutazione della Commissione ministeriale sulla VIA, riguarderà solo il progetto che, alla fine delle valutazioni preliminari, risulterà essere presumibilmente, il più compatibile rispetto ai macro impatti e al quadro programmatico, nazionale e locale.
Circa la predisposizione di alternative di collegamento.
Prima ancora dell'istituzione della Commissione e in vista di un grande collegamento nel settore sud-occidentale delle Alpi, è parso utile verificare l'ipotesi di un'alternativa ferroviaria. Tale ipotesi è stata oggetto di uno studio commissionato dalla DRE-PACA alla SETEC International.
In sintesi, l'ipotesi ha preso in considerazione un'infrastruttura ferroviaria a doppio binario che potesse essere utilizzata da: treni tradizionali, passeggeri e merci, e da treni ad Alta Velocità da navette per il trasporto di veicoli (leggeri e pesanti).
Tale linea attraverserebbe, sul lato francese, la Valle del Var e della Tinèe; sul lato italiano, la Valle della Stura di Demonte; più problematica sarebbe la localizzazione nella Valle Gesso.
I problemi che tale ipotesi presenta sono: necessità di ampie superfici per la realizzazione delle piattaforme per il funzionamento delle navette impossibilità di operare per lotti funzionali e quindi richiesta di una grande disponibilità finanziaria iniziale (vincolo per la redditività dell'opera) non risolto adeguatamente il problema dell'accessibilità nelle valli attraversate, allo stato attuale, e quindi si attende una risoluzione ulteriore quanto meno sul piano degli intenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Signor Presidente, colleghi e colleghe, spero che i temi affrontati dall'Assessore - al quale chiedo di fornirci la risposta scritta - verranno trattati in occasione della discussione sul Piano regionale dei trasporti.
Inizio con qualche osservazione critica di totale insoddisfazione sulla risposta, rinviando argomenti più puntuali in sede di discussione sul Piano dei trasporti.
Assessore e colleghi, sui temi del collegamento dell'area sud del Piemonte, dove vi sono state iniziative anche da parte di colleghi Consiglieri regionali, sono dell'opinione che un progetto di sviluppo dell'area sud del Piemonte relativo al rafforzamento delle vie di comunicazione debba essere affrontato secondo coordinate e scelte generali di sviluppo.
Viceversa, si pensa in modo improprio a dare vita ad iniziative nell'area sud del Piemonte, partendo da due presupposti sbagliati. Il primo è che si possa ragionare solo su un'area: come se il Piemonte fosse una regione per la quale qualcuno o qualche gruppo d'interesse, di volta in volta, possa ritagliare un pezzo del territorio, sul quale fare un'analisi da cui derivino proposte di investimento: quindi, si mettono delle cifre una accanto all'altra, si arriva a 1.550 miliardi e si chiede che vengano investiti su quella parte del Piemonte. Questo, nel Piemonte sud. Qualche settimana dopo, magari risvegliandosi da un letargo di anni, ci si ricorda del Sempione, dato che gli ossolani chiedono il raddoppio del Sempione e la modifica delle gallerie; ci si ricorda quindi degli investimenti, ritenuti prioritari dalla Regione Piemonte fino a poco tempo fa. Nel contempo è nato il progetto Torino-Lione che richiede altrettanti grandi investimenti; non solo, qualcuno si ricorda del problema di Martigny e del Monte Bianco e qualcun altro del terzo valico appenninico verso Genova.
Come detto all'inizio, tratteremo tutti questi aspetti in sede di discussione del Piano dei trasporti: avanzare proposte in modo così scollegato da una politica piemontese di più ampio respiro ha tutti gli aspetti del velleitarismo o della facile propaganda.
Seconda osservazione negativa. Pur nell'ambito della propaganda verifichiamo che le proposte illustrate oggi dall'Assessore e le iniziative di questi giorni di altri colleghi Consiglieri regionali ricalcano vecchie proposte di sviluppo.
Si propongono nuove autostrade - che distruggeranno le valli - che non si sa neppure con quali risorse potranno essere costruite, quale potrà essere il ruolo degli investitori privati, quali i vincoli di tali investimenti, e quindi quale possibilità concreta di uno sbocco: si ritorna al vecchio, si continua con il vecchio.
La proposta di Rifondazione Comunista è di scardinare il coacervo di vecchi interessi che continuano ad immaginare, per il Piemonte, una via d'uscita attraverso autostrade e nuovi trafori. Dal nostro punto di vista è una strada sbagliata, inattuabile sul piano delle risorse finanziarie inefficace e dannosa per la collettività.
Viceversa, si continua in tale direzione. Evidentemente, permane la potente forza d'inerzia di interessi consolidati; forza capace di tessere rapporti con grandi soggetti economici e finanziari e di supportarli fino alle scelte dell'Unione Europea - così com'è avvenuto per la Torino-Lione.
Rifondazione Comunista non ci sta, chiunque lo proponga! O si cambiano le coordinate dello sviluppo o si individuano, anche per il Piemonte sud ragioni di investimento diverse da quelle puramente infrastrutturali legate all'incremento del traffico automobilistico, oppure Rifondazione Comunista continuerà le proprie battaglie in quest'aula - per quel che contano e per quanto sono sentite, cioè poco - e sul territorio, con le popolazioni, per discutere e proporre le nostre considerazioni. Il primo investimento intrastrutturale da effettuare è quello ferroviario a largo raggio. Si dovrebbe pensare non alle autostrade, ma alle ferrovie; intanto, le infrastrutture esistenti (la Cuneo-Nizza sia ferroviaria sia stradale) potrebbero costituire interventi di riferimento per il potenziamento dell'intera rete ferroviaria, e quindi anche di quella minore, che raggiunge i maggiori settori agricoli. E' da rilevare, infatti, che la maggior parte del trasporto su strada deriva proprio dall'insufficienza dell'area sud di rispondere con rete ferroviaria al trasporto merci (per quanto riguarda la frutticoltura, ad esempio). Complessivamente, quella che proponiamo è una visione diversa dello sviluppo.
Viceversa, ci troviamo purtroppo di fronte ad una sorta di pensiero unico, che viene di volta in volta portato avanti pro tempore da Assessori di diversa estrazione, di diverso orientamento culturale, di diversa appartenenza politica, di schieramento, ma nulla cambia.
Rifondazione Comunista tenta invece di proporre ragioni alternative ed antagoniste a vecchie coordinate di sviluppo.


Argomento:

Sollecito risposta ad interrogazioni ed interpellanze


PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Cavaliere; ne ha facoltà.
CAVALIERE Ci sono parecchie interrogazioni alle quali dovrebbe rispondere l'Assessore Gallarini, che però - ho letto - forse non farà più l'Assessore. Si potrebbe dare la precedenza alle sue risposte.



PRESIDENTE

Occorre dire che queste informazioni non vengono formalizzate secondo i riti consueti. Noi possiamo solamente prendere atto del rischio.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Interpellanza n. 375 dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti relativa alla Variante al PUP (Piano Urbano dei Parcheggi) del Comune di Mondovì


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza n. 375, presentata dai Consiglieri Chiezzi Moro, Papandrea e Simonetti, cui risponde l'Assessore Masaracchio.
MASARACCHIO, Assessore ai trasporti e comunicazioni Mi si consenta di rispondere molto brevemente a quanto ribadito dal Consigliere Chiezzi. Mi tolgo tanto di cappello su proposte di indirizzo politico diverse da quelle proposte da una qualunque Amministrazione. In occasione del dibattito sul Piano regionale dei trasporti - che dormiva nei cassetti da circa otto anni - perverremo al necessario confronto; una lettura aggiornata potrà dare ragione ad un'articolazione diversa dei trasporti e della viabilità, ad esempio del potenziamento delle ferrovie occorrerà inoltre verificare quali potranno essere le nostre competenze.
Comunque, ricordo che l'investimento previsto è di circa 30 mila miliardi.
Detto questo rispondo all'interpellanza n. 375. Premetto che anche questa risposta è pronta dal 28/3/1996: può darsi che non sia più così aggiornata relativamente a talune considerazioni fatte in controdeduzione.
In data 29/12/1989 venne presentato al Comune di Mondovì il PUP, la cui adozione venne approvata dal Consiglio comunale il 27/11/1989 - Verbale di deliberazione n. 363.
Nella relazione illustrativa si prevedono i seguenti parcheggi indicati sulla base dei criteri di priorità previsti dalla legge: 1) Area Quartiere 2) Area Piazza Beccaria 3) Area Ospedale 4) Area Via Carassone 5) Area Porta di Carassone 6) Piazzale Ellero.
Dall'estratto del dibattito consiliare riportato nel verbale di deliberazione citato risultano, oltre al Sindaco, i seguenti intervenuti: Assessore Botto, Consigliere Bruno, Consigliere Ferrua, Consigliere Mondino, Consigliere Pavarino, Consigliere Billò, Consigliere Tomatis Consigliere Berretta, on. Costa, Consigliere Martinetti, Consigliere Bertola, Assessore Ballauri, Assessore Rolfi.
Nessuno esprime pareri negativi sul parcheggio in Area Quartiere e il programma è approvato con 20 voti favorevoli e 2 astensioni (Bruno e Berretta), nessun contrario.
La Giunta regionale, con DGR n. 135-34961 del 30/1/1990, approva l'elenco dei progetti ammessi a fruire del contributo di cui alla legge n.
122/90 e tra questi, per il Comune di Mondovì, il parcheggio sito in "Area Quartiere", previa istruttoria dei progetti da parte dell'apposito gruppo di lavoro costituito presso l'Assessorato viabilità e trasporti, al fine di fornire formali ed ufficiali pareri per le determinazioni della Giunta composto da funzionari dei competenti Assessorati regionali all'urbanistica ed alla pianificazione territoriale (Settore beni ambientali e Settore parchi) e dalle Sovrintendenze archeologica e per i beni culturali ed ambientali del Piemonte.
Da parte del Comune di Mondovì non vengono approvate sostanziali variazioni sino al 25/6/1994, data in cui il Commissario Prefettizio, con verbale di deliberazione n. 115, adottò un provvedimento con i poteri previsti dall'art. 35 della legge n. 142/90 (competenza della Giunta) di variazione al PUP, sostituendo la localizzazione del sito "Area Quartiere Breo" con l'area "Ravanet-Breo", non prevista nel PUP precedentemente approvato.
In data 1/2/1995, l'Assessore Cappa Capogrande comunicava che le motivazioni che avevano indotto il Commissario Prefettizio alla variazione potevano essere ampiamente superate, come si relazionava nella variante a firma degli ing. Battaglia e Mulattieri, approvata dalla Giunta comunale il 10/2/1995, verbale di deliberazione n. 143, e il 20/2/1995 dal Consiglio comunale, verbale di deliberazione n. 14, con la quale si indicava come prioritaria l'"Area Quartiere".
Successivamente all'approvazione della citata deliberazione, sono giunte alla Regione Piemonte una serie di osservazioni a firma: Michele Baracco, Michelangelo Giusta, Ezio Tino, Michele Bertolino, Stefano Veglione, richiamantisi ai criteri di priorità previsti dal DL n. 41/90.
A seguito di tali osservazioni, il competente Settore regionale Trasporti e Pianificazione Infrastrutture ha effettuato, tramite il Servizio Viabilità, un sopralluogo per rendersi conto de visu dello stato dei fatti ed ha in più occasioni sentito l'Amministrazione in merito alle osservazioni pervenute.
A seguito dei colloqui intercorsi, l'Amministrazione comunale, con nota n. 1146 del 13/12/1995, a firma del Sindaco, confermava le scelte approvate dal Consiglio, appellandosi a quanto previsto dall'art. 3 del DM n. 41/90.
Ritenendo, con questo, di aver assolto alle funzioni previste dalla legge n. 122/89 (alquanto limitate) la Regione accoglieva la modifica al PUP approvata con la citata deliberazione consiliare ed inseriva nella DGR n. 347-5125 del 29/12/1995 il parcheggio in "Area Quartiere", onde consentire di attivare le procedure di finanziamento dello stesso.
Va infatti osservato che la legge n. 122/90 demanda alla Regione il compito fondamentale di individuare i Comuni, che devono dotarsi di PUP, ed all'interno di questi i progetti di attuazione che possono fruire del contributo di legge, mentre demanda la sua formazione ed approvazione rispettivamente alla Giunta ed al Consiglio comunale ed inoltre, nel caso espressamente previsto, di silenzio regionale circa l'approvazione del PUP medesimo, il Comune può procedere mediante l'istituto dell'auto approvazione.
Nell'ambito dei poteri delegati alle Regioni di controllo sugli atti degli Enti locali, la Regione ha evidente facoltà di intervento mediante espressa deliberazione di rigetto in casi di macroscopica e palese irregolarità, che non sembrano ricorrere nel caso dell'Area Quartiere, che oltre ad essere già destinata a parcheggio nel vigente Piano Regolatore non aveva sollevato obiezioni nella prima approvazione del PUP da parte del Consiglio comunale, né da parte della Commissione regionale dinanzi citata per cui una deliberazione regionale in tal senso non appare sufficientemente motivata.
Per maggiore chiarezza si rileva ancora che, anche in relazione alle specifiche competenze delegate alle Regioni in attuazione ai compiti di pianificazione e programmazione propri dell'Ente (art. 4 dello Statuto regionale) e in consonanza con la scelta espressa dalla Giunta regionale che intende favorire, ove possibile, il decentramento ed il trasferimento della competenza agli Enti locali, sulla base dell'analisi storica dei provvedimenti adottati e delle osservazioni pervenute ed attentamente valutate, si è ritenuto non sussistessero le condizioni per opporsi a quanto approvato dalla maggioranza del Consiglio comunale di Mondovì.
Comunque, tutti i progetti esecutivi dei parcheggi relativi ai PUP benché approvati, devono essere autorizzati ed approvati sottostando alle normative vigenti relative ai vari vincoli di carattere territoriale esistenti sulle zone oggetto di intervento.
Si osserva infine che la variazione al PUP approvata dal Commissario Prefettizio con verbale di deliberazione n. 115, appare viziata nella forma, in quanto l'approvazione dei programmi e loro varianti competono, ai sensi della legge n. 142/90 (art. 32, comma secondo, punto 6), ai Consiglio comunali e pertanto la deliberazione prefettizia non avrebbe potuto essere assunta con i poteri della Giunta.
Tutto ciò premesso, entrando nel merito dell'interpellanza, si osserva che non può dirsi illegittima la richiesta di finanziamento di un parcheggio, in più occasioni già approvato da due Consigli comunali, una Commissione regionale ed una Giunta regionale nell'arco di cinque anni.
Per quanto riguarda le competenze regionali, si ritiene che entrambe le opzioni, "Area Ravanet" ed "Area Quartiere", abbiano una loro congruenza rispetto ai criteri di legge e si è ritenuto quindi di demandare all'Amministrazione locale la scelta della soluzione più idonea nell'interesse della città, alla quale l'Amministrazione civica è chiamata a rispondere.
Per quanto riguarda le modalità di realizzazione esse dovranno rispettare le prescrizioni di legge che verranno puntualmente verificate all'atto di ciascuna delle venti semestralità con cui verrà effettuata l'erogazione del contributo così come stabilito nell'art. 7 del DM n.
41/90.
Spero che gli interpellanti siano soddisfatti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Gli interpellanti non sono soddisfatti della risposta dell'Assessore.
Assessore del quale gli interpellanti avevano già chiesto la mobilità in quanto tale, ma non l'abbiamo ottenuta e adesso gradiremmo almeno la mobilità di alcune deleghe dell'Assessore per sollevarlo da una pletora di incombenze che avevamo, fin dall'inizio, considerato eccessivo in capo ad una sola persona, per quanto capace; i tempi forse diventano maturi per questo tipo di problema.
Sulla risposta noi continuiamo a sollevare l'eccezione che per il caso in questione non sia applicabile l'art. 2 del DM 14/2/1990 n. 41 perché non sono né parcheggi finalizzati a ridurre l'afflusso dei veicoli privati nei centri urbani, né parcheggi situati fuori dal centro storico, né parcheggi finalizzati ad agevolare la fruizione di aree pedonali. Quindi la fattispecie - per il modo di vedere del Gruppo di Rifondazione Comunista era quella di rigetto per macroscopica irregolarità.
Lei, Assessore, ha fatto una lunga cronistoria, il cui testo adesso cortesemente, ci fornirà per il nostro prosieguo di esame. La risposta rimane comunque per noi negativa: l'Assessore Masaracchio assume su di s un iter e lo certifica come assolutamente regolare. Noi continueremo a fare le nostre verifiche perché ci sembra che irregolarità ci siano.
L'Assessore, però - e ci dispiace - non ha detto nulla su un'altra osservazione contenuta nell'interpellanza che era quella del grave inquinamento atmosferico ed acustico che la scuola elementare "Trigari" subirà.
Questi sono inconvenienti segnalati all'Assessore, ma l'Assessore nulla ha detto. Si tratta di una questione di non poco conto che, attentamente esaminata, avrebbe potuto coadiuvare una critica pertinente sull'applicabilità dell'art. 2 del DM n. 41/90 e quindi avrebbe potuto portare la Regione Piemonte a rivedere il proprio atteggiamento, viceversa l'Assessore nulla ha detto su questo. Comunque segnaliamo all'Assessore e ai suoi uffici che risulta questa grave sofferenza che, nel momento in cui il parcheggio dovrebbe realizzarsi, creerà problemi ambientali e quindi problemi amministrativi e giuridici gravi in capo ad una struttura scolastica che esiste e che riceverebbe notevole danno ambientale dalla realizzazione del citato parcheggio.
Per cui noi siamo assolutamente insoddisfatti della risposta e chiedo ancora all'Assessore di farci pervenire copia di quanto ha letto in aula.


Argomento: Norme generali sui trasporti

Interrogazioni n. 380 del Consigliere Cavaliere e n. 382 del Consigliere Vindigni relative all'Azienda SATTI


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare le interrogazioni n. 380 e n. 382 relative allo stesso argomento, alle quali risponde l'Assessore Masaracchio.
MASARACCHIO, Assessore ai trasporti e comunicazioni Chiederei ai colleghi Consiglieri interroganti di darmi modo di rispondere in altra seduta; una risposta l'avrei e posso comunicarvela, ma risale all'aprile del 1996 di quest'anno. Nel frattempo l'impresa ha redatto un piano di progetto per la verifica della fattibilità dell'opera di cui si parla nel contesto generale delle interrogazioni.
Il giorno 28 giugno si svolgerà un incontro per verificare gli elementi di opportunità del progetto e di credibilità dello stesso, quindi con l'intervento dello stesso Presidente della Giunta, che è fortemente interessato alla questione. Per questi motivi chiederei ai colleghi di rinviare l'argomento alla prossima seduta di Consiglio, in modo da poter dare delucidazioni complete sullo stato attuale dell'arte della situazione che riguarda l'Azienda SATTI della ferrovia Torino-Ceres.
Se invece gli interroganti ritengono di avere una risposta subito, io sono disponibile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.
CAVALIERE Prendo atto di quanto ci ha comunicato l'Assessore. Chiederei all'Assessore, negli incontri che si seguiranno nei prossimi giorni, di tenere conto comunque dei rilievi e delle problematiche aperte dalle interrogazioni, altrimenti ci troviamo poi a discutere di cose già fatte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.
VINDIGNI L'Assessore, chiedendo di rinviare la discussione di una quindicina di giorni ha motivato la richiesta con la necessità di raccordarsi al Presidente della Giunta che sta seguendo, parallelamente, la questione.
Raccomando all'Assessore di coordinarsi con il Presidente della Giunta in maniera tale che la risposta che ci sarà fornita tenga conto sia dell'iniziativa dell'Assessore sia delle eventuali iniziative del Presidente Ghigo.



PRESIDENTE

Le interrogazioni n. 380 e n. 382 verranno riprese in esame successivamente.


Argomento: Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 429 del Consigliere Cavaliere relativa ai provvedimenti disciplinari nella Scuola Alberghiera di Ceres


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 429, presentata dal Consigliere Cavaliere, alla quale risponde l'Assessore Masaracchio.
MASARACCHIO, Assessore alla formazione professionale Premesso che a seguito di varie lettere inviate all'Amministrazione regionale da parte di un insegnante del CFP (Centro di Formazione professionale) Alberghiero di Ceres dell'Ente Convenzionato Formont, il Settore Formazione professionale dell'Assessorato, tramite il Servizio Ispettivo, ha effettuato dei controlli dai quali non è emersa alcuna irregolarità di natura amministrativa e contabile.
Collega, questo lo dico con il sorriso, perché in tutta questa vicenda di volta in volta, ci sono delle ragioni per le quali non dico che si possa dare una risposta, ma, al di là della formalità delle impostazioni e della burocrazia dei fatti, le cose diventano di altra natura.
Si fa presente che nulla può l'Amministrazione regionale sulle tensioni che si creano all'interno di un qualsiasi Centro di Formazione professionale a seguito di provvedimenti disciplinari o anche semplicemente a seguito di incomprensioni tra lavoratore e datore di lavoro.
Ciò non significa che l'Assessore non sia intervenuto per capire se nell'ambito delle attività della formazione non si debba avere un rapporto più disciplinato non soltanto da parte dei dipendenti, ma anche da parte di chi dirige l'Ente.
Problemi di questa natura vanno risolti in prima istanza all'interno dell'Organo collegiale di programmazione del Centro di Formazione professionale e, se non bastasse, tra Organizzazioni sindacali e datore di lavoro, se non addirittura davanti al Pretore del lavoro.
L'Amministrazione regionale non ha alcuna competenza nella soluzione di problematiche inerenti il rapporto di lavoro, in quanto non è essa stessa datore di lavoro dei dipendenti degli Enti convenzionati.
In riferimento ad altri fatti verificatisi in passato nel medesimo Centro di Formazione professionale (ai quali l'interrogazione fa esplicito riferimento), si fa presente che la Commissione paritetica di cui all'art.
8 del vigente CCNL (Contratto Nazionale di Categoria) si è occupata nel 1994/1995 del caso specifico di un insegnante dello stesso Centro.
Tale caso non risulta affatto analogo a quello dell'insegnante in questione, altrimenti la Commissione di cui sopra che opera all'interno del Servizio Gestione Amministrativa, finanziaria e controllo contabile del Settore, non l'avrebbe preso in considerazione.
L'insegnante infatti chiedeva espressamente il mutamento della sua qualifica di insegnante in quella amministrativa.
E credo che sia bene che non abbia ottenuto questo mutamento, perch per quanto riguarda la funzione amministrativa, vedremo quanto opereranno le aziende della formazione proprio per perseguire l'aspetto amministrativo, che dovrebbe essere meglio tutelato in quanto le risorse dell'azienda comunque devono mantenere il livello del proprio rapporto amministrativo.
Per quanto riguarda invece i dipendenti, quali i docenti, su questi naturalmente anche se con poteri molto limitati, ma prendendo in analogia quanto andremo ad operare nei confronti degli Enti della Formazione professionale nella cosiddetta diretta, quelli proprio regionali, potranno costituire elementi di confronto per tutti quelli che fuori dalla Formazione professionale della diretta dovrebbero tenere conto di tutto quanto è nel concerto con le attività sindacali e il patrocinio degli stessi.
Un riferimento del tutto occasionale io debbo farlo, perch sollecitazioni in questo senso mi giungono da tutte le parti per quanto riguarda il Comune di Torino, nei confronti della "delega" al Centro CSEA delle proprie prerogative di attività della Formazione professionale.
Si fa presente infine che l'Amministrazione regionale, all'interno della Commissione citata, può risolvere problemi inerenti l'applicazione dell'articolato nel CCNL (Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro di Categoria), ma non può, perché non ne ha l'autorità, risolvere problemi inerenti il rapporto di lavoro: può soltanto partecipare, per tutelare, a titolo di patrocinio, gli interessi di coloro i quali operano nelle attività che comunque la Regione non disciplina, ma governa attraverso i capitali di trasferimento.
Ne consegue che il problema della serietà di un Centro di Formazione professionale non è di competenza dell'Amministrazione regionale.
Io penso che il Consigliere Cavaliere non possa essere soddisfatto da questa risposta; sono con lui, condivido le sue perplessità. Ad ogni modo spero che questa risposta costituisca un elemento utile per attivare l'attenzione che è necessaria su questi problemi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.
CAVALIERE Signor Presidente, colleghi Consiglieri, prendo atto di quanto l'Assessore ha comunicato che denota però il fatto che l'Assessore al momento non riesce a seguire tutti i problemi inerenti il proprio ambito e le proprie competenze. Questo si deduce un po' da tutte le questioni che stiamo affrontando. Questo è un dato di fatto. Su questo problema l'Assessore non ha avuto il tempo di andare più a fondo. Infatti, scorgendo questi problemi, non ha potuto che prendere atto che ve ne sono e, se avesse potuto andare a fondo, avrebbe visto dell'altro. Quindi, si pone questo problema che l'Assessore al momento, forse anche a causa della struttura che deve gestire, non riesce ad andare a fondo e ad affrontare le questioni.


Argomento: Norme generali sui trasporti

Sollecito risposta alle interrogazioni relative alla SAGAT


PRESIDENTE

Il Consigliere Cavaliere chiede di poter intervenire ulteriormente; ne ha facoltà.
CAVALIERE Signor Presidente, alla Conferenza dei Capigruppo avevamo chiesto che si rispondesse alle interrogazioni sul problema della SAGAT, ritenuto un problema urgente: il Vicepresidente Majorino si era impegnato in questo cioè nel trasmettere agli Assessori competenti la richiesta di rispondere a questa problematica nella seduta odierna. Per cui sollecito il Presidente a questa risposta e quindi a "rincorrere" l'Assessore Masaracchio su questo problema.



PRESIDENTE

Consigliere Cavaliere, a questo riguardo, nell'elenco a mie mani, non ho alcuna formalizzazione dell'interrogazione.
Non so, però, se l'Assessore Masaracchio oppure il Vicepresidente Majorino siano in grado di rispondere a questa interrogazione.
La parola all'Assessore Masaracchio.
MASARACCHIO, Assessore ai trasporti e comunicazioni Sono molto sorpreso di essere stato coinvolto telefonicamente, per via breve, di questa urgenza, che comunque avrebbe dovuto coinvolgere l'Assessorato per tempo anche a livello di Conferenza dei Capigruppo, al fine di rispettare il Regolamento, le cui regole altrimenti non valgono più, e allo stesso tempo le risposte che poi si danno o sono risposte intempestive nel senso che alla fine, dopo mesi e mesi di attesa, risultano del tutto vanificate da una produzione diversa dei tempi che corrono oppure sono risposte tempestive nel senso che alla fine tempestivamente si può dare una risposta, ma che comunque non qualifica l'atteggiamento della Giunta e quindi dell'Assessore nei riguardi di problematiche molto delicate.
Comunque, io sono qui con degli elementi in mano e senza avere potuto formalizzare una vera e propria, ragionata risposta dell'Assessore per evitare di farsi dire che si è dentro alle problematiche con delle irresponsabilità che derivano da aggiudicate altrui responsabilità che non competono alla Regione. Non è un bisticcio di parole. Siccome poi ci si fa sempre una ragione delle mie tante deleghe che non mi consentono di andare dentro i termini esatti delle cose, io ribadisco a quanto ha testé detto il collega Cavaliere che, appunto perché ho approfondito le cose, ho dovuto dare una risposta molto burocratica, altrimenti se dovessimo istituire un comitato di giustizia da parte dell'Assessorato con delle competenze che non sono proprie all'Assessorato, faremmo un lavoro improprio e non credo che sia adeguato o sarebbe adeguato questo lavoro al clima di democrazia che tutti quanti andiamo vantando, per molti versi e per i versi di tutte le cose necessarie nella politica; sarebbe un altro sistema, sarebbe un altro modo di affrontare i problemi.
Per quanto riguarda la SAGAT, al di là di quanto detto, rispondo in questo modo.
Posso trasmettere ai colleghi che hanno presentato l'interrogazione tutti i documenti che mi sono pervenuti dalla SAGAT.
Ci sono degli appelli ai lavoratori, ci sono delle note di comunicato stampa, ci sono delle relazioni che riguardano il processo di rapporti con le Organizzazioni sindacali dai quali si possono rilevare tutti gli elementi utili, perché nell'ambito dell'attività i Consiglieri possano gestire un intervento diretto nella questione, ma per quanto riguarda l'aspetto politico una precisazione va fatta. E' vero che la SAGAT ha un'alta percentuale di partecipazione della Regione Piemonte, ma i rapporti di lavoro fra un'azienda e i lavoratori, attraverso i sindacati, sono rapporti di lavoro che non vengono disciplinati da una diretta partecipazione della Regione, tranne che la Regione non stabilisca, in termini assolutamente ostativi, di ritirarsi dalla gestione delle proprie azioni nell'azienda o quanto meno non dia ai propri rappresentanti l'ordine perentorio di attivarsi per votare in un modo anziché in un altro nell'ambito del Consiglio di amministrazione, contro tutte le regole che disciplinano naturalmente il rapporto nell'ambito dell'economia di un'azienda, come questi elementi che forniscono, chiariscono a tutta lettera, quali sono le motivazioni della contestazione dei sindacati a tutela non dei lavoratori, ma di una gestione del lavoro che, nell'attività della libera economia dell'azienda, può essere gestita in altro modo, cioè in termini più economicistici.
I lavoratori non sono minacciati di licenziamento: nessuno sta perdendo il posto. Ad ogni modo mi pare che la questione possa essere risolta con la trasmissione agli interroganti dei documenti che sono in mio possesso.



PRESIDENTE

Voglio solamente ricordare all'interrogante che giovedì 20 giugno alle ore 15, presso la Commissione Trasporti, vi sarà l'audizione degli amministratori della SAGAT: sarà anche un'occasione per avere le risposte che si ritiene di poter avere.
Per tale occasione, naturalmente, tutti i Capigruppo sono invitati a partecipare.
La parola al Consigliere Cavaliere.
CAVALIERE Signor Presidente, ci sono dei problemi nel senso che è indetta la Conferenza dei Capigruppo. All'ultima Conferenza, lei non ha potuto essere presente, vi era comunque il Vicepresidente Deorsola e il Vicepresidente della Giunta regionale. Non è che abbiamo chiesto la risposta ad un problemino che tocca la nostra Regione. Vi è un'emergenza riguardante uno dei complessi economici della mobilità dei cittadini, delle merci, più importanti della nostra regione. Abbiamo chiesto che su questo problema si risponda con urgenza alle interrogazioni e in questo caso ci si dice che non è possibile. La questione, infatti, non attiene tanto al rapporto tra l'azienda e i lavoratori, che è comunque un aspetto della problematica, ma attiene alle politiche di un'azienda importantissima, fondamentale strategica della nostra regione, peraltro partecipata dal nostro Ente. In questo caso, non sappiamo cosa succede, non conosciamo le dinamiche di gestione, o, meglio, si verificano delle situazioni e vorremmo sapere se sono o meno condivise dalla proprietà.
Chiedo, su questo, un intervento del Vicepresidente Majorino, perché ci sono problematiche insite nelle interrogazioni presentate da alcuni Consiglieri, dal Gruppo del PDS, ecc., che credo debbano avere - al di là del fatto che era già stata programmata un'audizione per giovedì prossimo una soluzione, perché questo non è l'ultimo dei problemini.



PRESIDENTE

Cerchiamo di raccogliere un po' le fila di questo discorso. Giovedì ci sarà l'audizione e facciamo ancora una raccomandazione alla Giunta: che la prossima seduta del Consiglio, che avverrà la prossima settimana...



(Interruzioni)



PRESIDENTE

Guardi che le nomine sono un fatto molto più defatigante di quanto sembri e vanno molto più a rilento di quanto vanno certe interrogazioni ed interpellanze.
Comunque, credo che la prossima settimana il Presidente della Giunta il Vicepresidente Majorino lo conferma - ci fornirà comunicazione integrale sul problema che, come lei giustamente ha rilevato, è complesso e pertanto merita un'attenzione specifica.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta, Farassino, Ghigo e Rossi.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

c) Questione di legittimità costituzionale dell'art. 29, commi nono e diciannovesimo, della legge regionale del Piemonte 8/9/1986, n. 42, così come sostituito dall'art. 2 della L.R. 11/12/1987, n. 60 in materia di personale, nonché dell'art. 95 del TU 10/1/1957, n. 3 per contrasto con gli artt. 3 e 97 della Costituzione


PRESIDENTE

Comunico che in data 10/6/1996 ho ricevuto copia autentica dell'Ordinanza del Consiglio di Stato di Torino (Sezione IV) n. 670/96 sui ricorsi n. 909/92, 1116/92, 1678/92, 1709/92, 1802/92, 127/95 - depositata in data 28/5/1996 - con cui è stata sollevata questione di legittimità costituzionale dell'art. 29, commi nono e diciannovesimo, della legge regionale del Piemonte 8/9/1986, n. 42, così come sostituito dall'art. 2 della L.R. 11/12/1987, n. 60, in materia di personale (concorsi per la dirigenza), nonché dell'art. 95 del TU 10/1/1957, n. 3 (Statuto impiegati Stato) per contrasto con gli artt. 3 e 97 della Costituzione. Il Consiglio di Stato ha ordinato la sospensione del giudizio in corso e la trasmissione degli atti alla Corte Costituzionale affinché si pronunci su tale questione. Copia di tale ordinanza è disponibile presso la Segreteria del Consiglio regionale.


Argomento: Gruppi consiliari

d) Nuova denominazione del Gruppo "Alleanza Pensionati Europei" in "Pensionati per l'Europa"


PRESIDENTE

Comunico inoltre che in data 10/6/1996 il Gruppo "Alleanza Pensionati Europei" ha assunto la nuova denominazione di "Pensionati per l'Europa".


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Richiesta di comunicazione da parte della Giunta regionale in merito agli ultimi eventi che coinvolgono la stessa Giunta


PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Cavaliere; ne ha facoltà.
CAVALIERE Presidente, posso avanzare un'informativa alla Giunta regionale?



PRESIDENTE

Prego, Consigliere.
CAVALIERE Credo sia opportuna, da parte della Giunta, una comunicazione perlomeno informativa, al Consiglio, sugli ultimi eventi che stanno coinvolgendo la Giunta regionale.
Abbiamo letto sui giornali di una crisi all'interno del Gruppo Forza Italia; questo è un problema che riguarda il Gruppo Forza Italia, quindi non credo sia opportuno intervenire all'interno dell'autonomia e del dibattito di ogni Gruppo consiliare, autonomia di cui sono del tutto rispettoso, ma quando sento che a solo un anno dall'elezione della Giunta Ghigo avverranno sostituzioni di Assessori, in relazione, non ad una crisi organizzativa, ma politica, credo che una comunicazione, non dico prima dei fatti, perché sarebbe del tutto impossibile, ma sullo stato dei problemi sarebbe opportuna, per non far sì, come abitudine, che certe dinamiche avvengano in modo extra-istituzionale. La dinamica dell'istituzione è questa, è l'aula, è il Consiglio, che deve essere informato non dai giornali, ma dalla Giunta, sul reale stato dei problemi che abbiamo di fronte. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Intervengo sulla proposta del Consigliere Cavaliere, per dire che anche il mio Gruppo sente l'opportunità di discutere istituzionalmente in quest'aula dei problemi che tutti i cittadini piemontesi possono leggere sui giornali. Oltre a questo, sempre a corredo di una comunicazione della Giunta, c'è un altro aspetto che occorrerebbe discutere in quest'aula, cioè il fatto nuovo che il Gruppo di opposizione più numeroso - sempre leggendo sui giornali - ha dichiarato l'intenzione di lavorare per giungere a nuove elezioni di questo Consiglio regionale. Questa è una proposta che non avevamo ancora udito. Come Gruppo, l'idea di denunciare una grave insufficienza nel lavoro della Giunta, al punto di proporre nuove elezioni in Consiglio regionale, ci interessa molto. Se veramente questa è una proposta politica, e non una battuta riportata dai giornali, occorrerà lavorare con molta serietà per portare alle estreme conseguenze e raggiungere questo obiettivo; obiettivo che il Gruppo di Rifondazione Comunista ritiene raggiungibile se le forze di opposizione adegueranno i propri comportamenti al raggiungimento dell'obiettivo stesso. Dunque nessun ribaltone, ma un obiettivo di denuncia di responsabilità ed insufficienza politica da parte dell'Amministrazione e, quindi legittimamente, un progetto politico delle opposizioni che tenda non a fare qualche pasticcio e cambiamento di piccolo cabottaggio, ma tenda a dire che è un'esperienza che si può concludere, richiamando l'elettorato al rinnovo completo del Consiglio regionale.
Chiedo pertanto una comunicazione della Giunta che chiarisca i termini veri o presunti di crisi, i cambiamenti in atto, e un dibattito che faccia il punto della situazione anche alla luce delle proposte che, non in quest'aula, ma sui giornali, il maggiore Gruppo di opposizione ha fatto.
Penso che questo sia il rispetto dell'istituzione. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie ai colleghi per queste comunicazioni. Questa comunicazione è, a sua volta, una richiesta di comunicazione, tenendo presente che, per quanto concerne la Giunta, naturalmente risponde la Giunta; mentre per le affermazioni avanzate dai singoli Consiglieri in sedi istituzionali diverse, al di là della sollecitazione che viene sempre tenuta in considerazione, ci sono le vie procedurali che prego di seguire.
La parola al Vicepresidente della Giunta, Majorino.
MAJORINO, Vicepresidente della Giunta regionale A parte il corretto richiamo alle vie procedurali, fatto adesso dal Presidente del Consiglio, per quanto riguarda l'ultimo punto toccato dal Consigliere Chiezzi, cioè progetto od ipotesi avanzati dal Gruppo PDS di pervenire, pare contestualmente alle elezioni del Consiglio comunale di Torino, a nuove elezioni, penso sia una manifestazione di volontà, un desiderio, fra l'altro non eccessivamente motivato, che fa parte dell'opinione di un ben determinato Gruppo consiliare, quello del PDS. Allo stato degli atti e delle cose, non vedo come la Giunta debba fare una comunicazione e rispondere in ordine a questa proposta, che fra l'altro non è nemmeno una proposta; mi pare una mera ipotesi, non suffragata da argomentazioni vere, valide e serie.
Sull'altro punto accennato dal Consigliere Chiezzi, ma prospettato in particolare dal Consigliere Cavaliere su ipotesi extra-istituzionali, in forza delle quali, se ben ho capito, ci sarebbero cambiamenti nella distribuzione delle deleghe agli Assessori, oppure cambiamenti di Assessori, lo smentisco nella maniera più piena. Saranno voci, saranno voci pubbliche, ma la vox pubblica una volta era denominata "la prostituta delle prove", quindi non è una prova né un indizio quello che lei, Consigliere Cavaliere, porta. Sono voci che raccoglie e io posso dichiarare, alla data odierna, e da oggi retro, che è destituita di ogni fondamento l'ipotesi di un rimpasto di Giunta, di sostituzione di Assessori o altro.
Un altro punto, mi pare il primo toccato dal Consigliere Cavaliere riguarda questioni interne di un Gruppo politico, del Gruppo consiliare Forza Italia e, al momento, queste questioni interne, peraltro riportate dalla stampa, non incidono sulla Giunta né sul sostegno che la Giunta ha dalle forze che l'hanno eletta nel giugno scorso.
Quindi, la mia comunicazione, al momento e allo stato degli atti, è una sostanziale smentita a tutti gli interrogativi che sono stati posti.



PRESIDENTE

Era solo una comunicazione. Collega, adesso non faccia una comunicazione sulla comunicazione del Presidente.



(Interruzione del Consigliere Cavaliere)



PRESIDENTE

Lei non può fare una comunicazione. Non può fare commenti; se il Vicepresidente Majorino avesse svolto una propria comunicazione, lei avrebbe potuto giustamente commentare. Lei, collega, ha rivolto una sollecitazione al Presidente; non possiamo aprire un dibattito politico su questo.



(Interruzione del Consigliere Cavaliere)



PRESIDENTE

Ma siccome lei ha sollecitato una comunicazione, adesso non pu intervenire. Possiamo però aggiornare l'argomento alla prossima settimana alla presenza del Presidente, titolare della Giunta, lei potrà avere ogni risposta.
CAVALIERE Le scelte che il Vicepresidente smentisce nettamente nel tentativo di tranquillizzare il Consiglio, evidentemente non tranquillizzano né il Consiglio né l'Assessore Gallarini. Se avvenissero questi fatti, visto che il Vicepresidente si impegna in modo così netto, dovrebbe anch'egli trarne delle conclusioni.



PRESIDENTE

Lasciamo le cose come stanno: è un preambolo di quello che sarà.
Sono state richieste alla Giunta delucidazioni su alcune notizie giornalistiche. Il Vicepresidente ha ritenuto di fornire alcune proprie spiegazioni; è seguita una leggerissima postilla da parte del Consigliere Cavaliere: chiudiamo qui la questione.
Lascio alla competenza del Consiglio la possibilità di intervenire su base strettamente regolamentare, ovvero come dichiarazione successiva ad una comunicazione della Giunta.



(Interruzione del Consigliere Cavaliere)



PRESIDENTE

La procedura è stata anomala, nel senso che lei ha sollecitato una comunicazione; la prego quindi di chiudere il discorso...
CAVALIERE (fuori microfono) Non è negativo sollecitare!



PRESIDENTE

No, è sempre un processo maieutico di cui lei è senz'altro maestro.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita - Beni demaniali e patrimoniali - Navigazione (lacuale e fluviale)

Esame progetto di legge n. 129: "Modificazioni alla L.R. 1/3/1995 n. 26 'Disciplina delle tasse e dei canoni di concessione per l'occupazione di aree nelle zone portuali piemontesi. Rimozione di unità da diporto aeromobili e materiali vari'"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 4) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 129.
La votazione in sede di Commissione ha dato il seguente esito: favorevoli: Forza Italia e Alleanza Nazionale; non hanno partecipato alla votazione: PDS, Lega Nord per l'Indipendenza della Padania, Rifondazione Comunista, Patto dei Democratici e Pensionati.
La parola al relatore, Consigliere Mancuso.
MANCUSO, relatore Attraverso il presente disegno di legge vengono affrontate due distinte problematiche.
La prima concerne alcune necessarie modifiche ed integrazioni, di mera natura tecnica, apportate al testo originario della L.R. n. 26/95.
Tali modifiche sono contenute nel presente disegno di legge, dall'art.
1 all'art. 6.
La seconda, quella più sostanziale, concerne l'inserimento di un'apposita norma con la quale la Regione destina appositi finanziamenti in conto capitale, a favore di Province, Comuni, Comunità montane ed Enti gestori dei parchi e delle riserve naturali, che si facciano carico della realizzazione di infrastrutture pubbliche e loro opere accessorie afferenti alla navigazione interna piemontese.
Vediamo dunque nel dettaglio i contenuti di questo disegno di legge.
L'art. 1 ripristina la corretta relazione tra quanto previsto dall'art.
2, comma secondo, della L.R. n. 26/95 ed i contenuti del comma undicesimo del medesimo articolo. Tale correzione si è resa necessaria a causa di un errore verificatosi nel testo di legge originario.
L'art. 2 completa, di fatto, l'articolato della L.R. 26/95, definendo i rapporti amministrativi con i concessionari, nonché i termini di pagamento dei canoni e le sanzioni relative a ritardi od omessi pagamenti.
L'art. 3 inserisce nell'articolato della legge originaria l'obbligo per i concessionari di pontili o boe di ormeggio di mantenere visibile, sui beni oggetto di concessione, il numero identificativo di appartenenza.
L'art. 4 inserisce nuovi divieti di ormeggio per le unità da diporto: presso i punti di ormeggio pubblici, senza la prescritta concessione presso boe posate senza la prescritta concessione nonché vieta la posa di boe senza la prescritta concessione.
L'art. 5 detta i tempi per lo smaltimento dei beni rimossi.
L'art. 6, infine, prevede l'applicazione di sanzioni amministrative ad ulteriori violazioni delle norme previste dalla L.R. n. 26/95.
Per quanto riguarda la seconda tematica trattata dal presente disegno di legge si sottolinea quanto segue.
Gli interventi regionali in materia di navigazione interna venivano sino ad oggi trattati direttamente dagli uffici regionali competenti in materia.
Attraverso apposita convenzione i lavori venivano quindi assegnati, a seguito di apposita deliberazione della Giunta regionale, ai Comuni interessati, i quali si impegnavano a gestirli in nome e per conto della Regione stessa.
Con l'entrata in vigore dell'art. 19, comma terzo, della legge n.
109/94 (successivamente modificata dalla legge n. 216/95) tali procedure non possono più essere perseguite, in quanto non è più consentito alla stazione appaltatrice dei lavori (in questo caso la Regione) di affidare ad altri soggetti l'espletamento delle funzioni proprie della stazione appaltante.
Al fine di consentire il completamento dei lavori avviati in questi anni, si è reso quindi necessario procedere alla predisposizione dell'art.
7 del presente disegno di legge n. 129/96.
Attraverso l'inserimento dell'art. 7 bis "Programmi di intervento per la realizzazione di opere afferenti la navigazione interna" all'interno della L.R. n. 26/95, la Regione provvede, in un'ottica di integrazione delle funzioni turistiche e ricreative del territorio, compatibilmente con le esigenze della protezione dell'ambiente e con la valorizzazione del paesaggio, a destinare appositi finanziamenti in conto capitale pari all'importo dell'opera a favore di Province, Comuni, Comunità montane ed Enti gestori dei parchi e delle riserve naturali che si facciano carico della realizzazione di infrastrutture pubbliche e loro opere accessorie afferenti la navigazione interna piemontese.
Per la realizzazione delle opere succitate, le Province, i Comuni, le Comunità montane e gli Enti gestori dei parchi e delle riserve naturali dovranno presentare alla Regione, entro il 31 dicembre di ogni anno, un programma di interventi corredato da progetti preliminari.
Entro il 30 aprile dell'anno successivo alla presentazione del programma di intervento, la Giunta Regionale individuerà le priorità di intervento sulla base dei seguenti obiettivi: la realizzazione di infrastrutture portuali e di opere idrauliche per le vie navigabili manutenzione, riparazione, segnalazione, illuminazione ed esercizio delle infrastrutture portuali, delle opere idrauliche e delle vie navigabili realizzazione e miglioramento del sistema viario, di accesso alle strutture portuali e delle pertinenti aree destinate a parcheggio funzionalità delle vie navigabili recupero ambientale delle aree demaniali degradate.
Per la concessione dei finanziamenti, i progetti degli interventi considerati opere di interesse pubblico dovranno essere trasmessi alla Regione, dotati di tutti i pareri ed autorizzazioni previsti dalle normative vigenti, entro il 31 agosto. La Giunta regionale delibera, entro il 30 settembre, la concessione dei finanziamenti.
I finanziamenti, di cui al comma primo, sono erogati dalla Giunta regionale ai sensi della L.R. 21/3/1984, n. 18 (legge generale in materia di opere e lavori pubblici).
Per l'anno 1996, i progetti di cui al comma quinto devono essere presentati dalla Regione entro 90 giorni successivi all'entrata in vigore della presente legge.
Gli ulteriori articoli concernono le norme relative al finanziamento dei programmi di intervento (art. 8), la modifica al titolo originario della L.R. n. 26/95 (art. 9) nonché la dichiarazione d'urgenza della presente legge.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.
MIGLIETTI Grazie, Presidente. In Commissione avevamo chiesto all'Assessore competente se era possibile trasformare l'intervento in conto capitale in un intervento a carico della Regione per quanto riguardava la quota capitale e gli interessi - quindi il rimborso della rata di mutuo - per i dieci anni previsti in una programmazione di tipo generale, affinché i titolari autorizzati potessero accedervi tramite la Cassa Depositi e Prestiti.
Mi è stato comunicato che ciò non era recepibile da parte della Giunta.
A mio parere, invece, sarebbe stato uno sforzo encomiabile anche sotto il profilo della programmazione a lungo termine, ovvero della possibilità, da parte degli Enti gestori, dei Comuni, delle Comunità montane o degli Enti preposti, di provvedere ad una programmazione complessiva e di intervenire in modo complessivo affinché le opere venissero realizzate nei tempi più rapidi possibili.
Non sono riuscito a capire il motivo per cui la Giunta non abbia recepito questo suggerimento. Sarebbe auspicabile da parte dell'Assessore una spiegazione in merito. Nel caso in cui la legge non venga modificata il nostro voto sarà di astensione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio.
MASARACCHIO, Assessore ai trasporti e comunicazioni Pur condividendo l'impostazione testé illustrata dal collega Miglietti è da considerare che se noi vi aderissimo ci troveremmo di fronte ad una escalation di possibili finanziamenti che, nell'ambito delle nostre competenze, non ci sarebbe possibile seguire con la dovuta attenzione.
Ci troveremmo di fronte a spese non calcolabili allo stato attuale delle cose. Quindi, si è optato per la divisione di contributi una tantum che liquidano la partita, lasciando alle competenze locali, nell'ambito delle proprie prerogative urbanistiche, tutto ciò che riguarda gli investimenti.
Quindi la Regione Piemonte in questo momento non può prefigurare nell'ambito delle prossime finanziarie, dei finanziamenti che siano rincorrenti l'uno con l'altro proprio in virtù della corresponsione di tutto ciò che riguarda il pacchetto degli interessi.
Quindi noi diamo dei contributi una tantum così come vengono recepiti dallo Stato e successivamente i Comuni si adegueranno o si adatteranno alle proprie esigenze. Vedremo per altri interventi del Piano regionale dei trasporti quali possibili investimenti saranno compatibili con la struttura che vi si prefigura.
In definitiva, Consigliere Miglietti, condivido la sua impostazione però sul piano dell'economicità degli investimenti oggi non è possibile aderire alla sua richiesta.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 21 astensioni 19 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 21 astensioni 19 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 21 astensioni 19 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 21 astensioni 19 L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 21 astensioni 19 L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 21 astensioni 19 L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 21 astensioni 19 L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 21 astensioni 19 L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 21 astensioni 19 L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 21 astensioni 19 L'art. 10 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 hanno risposto SI' 24 Consiglieri si sono astenuti 22 Consiglieri La legge è approvata.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento: Opere pubbliche

Esame progetto di legge n. 126: "Ulteriori modificazioni alla L.R. 11/4/1995, n. 58 'Norme in materia di sbarramenti fluviali di ritenuta e bacini di accumulo idrico di competenza regionale'. Abrogazione della L.R. 26/1/1996, n. 5"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 126, di cui al punto 5) all'o.d.g.
In Commissione hanno espresso voto favorevole il Gruppo di Forza Italia, PDS, CDU, AN, Lega Nord, CCD, PPI, Federalisti, Patto dei Democratici; si è astenuto il Gruppo di Rifondazione Comunista.
La parola alla relatrice, Consigliera Cotto.
COTTO, relatrice Illustre Presidente, egregi Consiglieri, la L.R. 11/4/1995, n. 58 relativa a norme in materia di sbarramenti fluviali di ritenuta e bacini di accumulo idrico stabilisce, tra l'altro, che i proprietari o gestori di invasi di competenza regionali inviino entro il 30/6/1996 agli uffici regionali un'apposita denuncia con la compilazione di una scheda tecnica corredata da perizia giurata, attestante condizioni di sicurezza dell'impianto nei confronti della pubblica incolumità.
La Giunta regionale, sulla base dell'esame compiuto dalle proprie strutture sulle denunce fino ad oggi pervenute, ha riscontrato un soddisfacente grado di attuazione della prima fase di applicazione della legge, anche se occorre precisare che la scadenza posta al 30/6/1996 è già frutto di una precedente modificazione della normativa volta a far sì che gli utenti inadempienti potessero regolarizzare la situazione in essere.
Si è ritenuto tuttavia di precisare con maggiore chiarezza le opere escluse dalla disciplina della legge con particolare riferimento alle cosiddette traverse di derivazione già soggette alla procedura di autorizzazione ai sensi del Regio Decreto n. 523/1904 e del Regio Decreto n. 1775/1933. E' parso inoltre opportuno prevedere l'individuazione di una nuova categoria, per gli impianti di piccole dimensioni, da assoggettare ad una procedura semplificata.
Il testo in esame è stato sottoposto a consultazioni e le osservazioni mosse sono state parzialmente accolte dalla Commissione che ha inoltre stabilito, su proposta della Giunta, di prorogare ulteriormente i termini posti dalla legge n. 58/95 individuando quale ultima data utile per la denuncia degli invasi esistenti il 31/12/1996.
Si tratta, in sintesi, di apportare modificazioni che operano una ripartizione interna alla categoria di opere. Vengono previste la sottocategoria A1 e la sottocategoria A2, che comprendono rispettivamente: (A1) gli sbarramenti che non superano i 5 metri di altezza e che determinano un volume di invaso inferiore a 10 mila metri cubi nonché le traverse con organi meccanici di intercettazione e regolarizzazione in alveo (A2) gli sbarramenti con altezza compresa tra i 5 e i 10 metri di altezza e con un volume di invaso tra i 10 mila e i 30 mila metri cubi.
Tale classificazione è frutto dell'accoglimento parziale di osservazioni formulate nel corso delle consultazioni. Si ritiene infatti che le dimensioni proposte rappresentino una corretta sintesi tra la necessità di semplificare al massimo le procedure ed il parametro tecnico della sicurezza.
Nella stessa ottica è determinata la documentazione richiesta per ciascuna categoria di opere ove è prevista una semplificazione per le opere minori ed un arricchimento della relazione tecnica prevista per le opere di categoria C, maggiormente significative in termini di dimensione.
Si ritiene, in buona sostanza, che l'ulteriore modificazione alla legge n. 58/95, oggi proposta, contribuisca sostanzialmente a focalizzare l'operato della Giunta sulle opere significative riducendo per contro l'incidenza di quegli interventi che appesantiscono inutilmente i tempi dell'iter istruttorio penalizzando le giuste aspettative degli utenti.
Nei confronti di questi ultimi grande attenzione si è posta anche per quanto attiene la possibilità di utilizzare le richieste già inoltrate sulla base dei disposti legislativi previgenti.
Viene infine proposta l'abrogazione della legge n. 5/96 in quanto tale dispositivo, riconducibile unicamente alla proroga dei termini, è riassorbito dalla proposta di legge in esame.



PRESIDENTE

Non essendovi interventi, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 Emendamenti presentati dall'Assessore Cavallera: 1) il titolo del Capo II della L.R. n. 58/95 viene sostituito dal seguente: "Disciplina degli invasi di categoria B e C" 2) il titolo del Capo II dell'indice della L.R. n. 58/95 viene sostituito dal seguente: "Disciplina degli invasi di categoria A" 3) l'intestazione del Capo II dell'indice della L.R. 58/95 viene sostituita dalla seguente: "Disciplina degli invasi di categoria B e C" 4) l'intestazione del Capo III dell'indice della L.R. n. 58/95 viene sostituita dalla seguente: "Disciplina degli invasi di categoria A" 5) il punto 2) (sottocategoria A2) del comma secondo dell'art. 1 del disegno di legge regionale n. 126 viene sostituito dal seguente: "2) sottocategoria A2: 2.1) sbarramenti con altezza fino a 10 metri e con volume di invaso fino a 30 mila metri cubi" 6) all'art. 1 del disegno di legge regionale n. 126, dopo il comma secondo si aggiunge il seguente comma terzo: la lettera b) del comma secondo dell'art. 1 della L.R. n. 58/95 viene sostituito dal seguente: "categoria B: sbarramenti con altezza fino a 10 metri e con volume di invaso compreso fra 30 mila e 100 mila metri cubi".
La parola all'Assessore Cavallera per l'illustrazione degli emendamenti di merito.
CAVALLERA, Assessore alla pianificazione e gestione delle risorse idriche Difatti gli altri emendamenti sono la semplice correzione dei titoli dei vari Capi, sia all'interno del testo coordinato di legge sia sull'indice.
Per quanto riguarda invece l'emendamento n. 5) e n. 6) non ci troviamo di fronte a modifiche sostanziali rispetto a quanto abbiamo discusso ed è stato approvato dalla Commissione, bensì solo ad una migliore riformulazione per essere molto chiari nell'interpretazione della norma.
In sostanza si tende a precisare, per quanto riguarda la sottocategoria A2), che ci si riferisce al caso di sbarramenti fino a 10 metri di altezza e con un volume non superiore a 30 mila metri cubi; questo per dire che tutte e due le condizioni devono verificarsi.
Di conseguenza, il cosiddetto punto b) della legge in vigore prevede appunto sbarramenti fino a 10 metri di altezza e volumi compresi fra 30 mila e 100 mila metri cubi.
Nulla si innova con quanto abbiamo già deliberato in Commissione quindi né il testo che oggi stiamo esaminando né con gli emendamenti per quanto riguarda il caso più rilevante che sono gli sbarramenti di tipo C).
E' una semplice riscrittura della norma senza nulla cambiare rispetto a quello che è già stato deliberato dalla Commissione.
Era un impegno che avevamo preso in Commissione di rivedere, anche con l'ausilio dei tecnici, tutta la normativa in modo da essere maggiormente chiari in sede di modifica della legge vigente.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 5).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 35 voti favorevoli e 3 astensioni.
Pongo in votazione l'emendamento n. 6).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 35 voti favorevoli e 3 astensioni.
Pongo ora in votazione gli emendamenti n. 1), n. 2), n. 3) e n. 4) di tipo formale sui titoli dei Capi e dell'indice.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Sono approvati con 35 voti favorevoli e 3 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 1 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 35 astensioni 3 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 35 astensioni 3 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 35 astensioni 3 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 35 astensioni 3 L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 35 astensioni 3 L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 35 astensioni 3 L'art. 6 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 hanno risposto SI' 42 Consiglieri si sono astenuti 5 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. i seguenti documenti: ordine del giorno n. 236 relativo all'abolizione del servizio di leva obbligatorio.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata all'unanimità dei 44 Consiglieri presenti.
Ordine del giorno n. 237 relativo al sostegno alla zootecnia da carne.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata all'unanimità dei 44 Consiglieri presenti.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
I lavori del Consiglio riprenderanno oggi pomeriggio.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,05)



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