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Dettaglio seduta n.59 del 04/06/96 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute" non essendovi osservazioni, i processi verbali delle adunanze consiliari del 25 e 26 marzo e 2 e 23 aprile 1996 si intendono approvati.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 310 dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti relativa alla Divisione Ostetricia e Ginecologia dell'Ospedale di Acqui Terme


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interpellanza n. 310 presentata dai Consiglieri Chiezzi, Moro Papandrea e Simonetti.
Risponde l'Assessore D'Ambrosio.
D'AMBROSIO, Assessore alla sanità Grazie, Presidente. Cortesi colleghi, l'interpellanza presentata dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti attiene alla Divisione di Ostetricia e Ginecologia dell'Ospedale di Acqui Terme e in particolare mi si chiede quanti parti ci sono stati nella Divisione negli anni passati. Io faccio riferimento soprattutto all'ultimo: nel 1995 ci sono stati 292 parti.
L'interpellanza, che risale al dicembre scorso, richiedeva, tra l'altro, la possibilità di potenziare la Divisione di Ostetricia e Ginecologia dell'Ospedale di Acqui dotandola di una guardia medica notturna, cosa che in realtà è stata fatta e infatti dall'1/1/1996 la Divisione è stata potenziata con una guardia medica notturna.
E' tutto. Spero di aver risposto sufficientemente. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.
MORO Signor Presidente, in merito all'interpellanza urgente n. 310 del 4 dicembre scorso, relativa alla Divisione Ostetricia e Ginecologica dell'Ospedale di Acqui, USL 22, che era sprovvista di una specifica guardia medica notturna, desidero rispondere positivamente all'interessamento dell'Assessorato competente per avere provveduto a risolvere la carenza del servizio sanitario segnalato nell'interpellanza. Credo che la soluzione positiva accennata sia anche corretta dal punto di vista sindacale e questo aspetto prego ancora l'Assessorato competente a verificarlo con i responsabili dell'Ospedale della città termale alessandrina.
Nel ringraziare nuovamente l'Assessore, vorrei segnalare che resta ancora carente l'attività sanitaria dei 24 dializzati nel predetto Ospedale, che debbono ancora essere trasportati nell'Ospedale di Alessandria quando potrebbero usufruire del servizio nella loro città. Grazie.


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale

Interrogazione n. 395 del Consigliere Cavaliere relativa all'addetto di Segreteria particolare dell'Assessore Gallarini


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 395, presentata dal Consigliere Cavaliere, alla quale risponde l'Assessore Gallarini.
GALLARINI, Assessore al personale e sua organizzazione In riferimento all'interrogazione del Consigliere regionale Pasquale Cavaliere occorre in proposito premettere che gli incarichi di Addetti alle Segreterie particolari sono disciplinati dalle LL.RR. n. 22/74 e n. 74/79.
L'art. 11, comma primo, della L.R. n. 22/74 dispone, in particolare, che gli Assessori regionali "possono avvalersi di un Segretario particolare scelto fra i dipendenti dell'Amministrazione regionale o anche al di fuori della stessa".
Ne consegue che l'individuazione del soggetto cui affidare l'incarico rientra nella piena ed autonoma discrezionalità degli Assessori e che, sia nella fase di individuazione che nel corso del successivo rapporto di lavoro, l'elemento "fiducia" risulta pregnante ed essenziale.
Gli incarichi vengono poi formalmente conferiti con atto della Giunta regionale (art. 11, comma terzo, L.R. n. 22/74).
Premesso quanto sopra, nel merito di quanto oggetto di interrogazione si precisa: l'Assessore Viglietta ha rappresentato la necessità di disporre di un addetto alla sua Segreteria particolare individuando nel signor Mirizio Pier Franco la persona cui affidare l'incarico. Il signor Mirizio è ancora attualmente Segretario presso il mio Assessorato. Accertata la disponibilità del signor Mirizio e anche previo mio assenso, poiché il Signor Mirizio risultava addetto alla mia Segreteria particolare, si provvedeva con DGR n. 10-5279 del 10/1/1996 a prendere atto che il Signor Mirizio avrebbe continuato a svolgere la sua attività quale Addetto alla Segreteria dell'Assessore Viglietta con la medesima deliberazione si provvedeva altresì ad affidare l'incarico di Addetto alla mia Segreteria al signor Scippa da me individuato in sostituzione del signor Mirizio e previa disponibilità del signor Scippa medesimo successivamente, per circostanze di carattere privato, il signor Scippa non si è reso più disponibile e conseguentemente è venuto meno il presupposto sul quale si fondava il mio assenso, precedentemente espresso a privarmi dell'opera del signor Mirizio.
Con DGR n. 82-5360 del 15/1/1996 si è provveduto quindi tempestivamente a revocare la precedente DGR n. 10-5279 del 10/1/1996 che peraltro non aveva ancora avuto esecuzione.
Allo stato attuale pertanto il signor Mirizio continua a svolgere attività di Addetto alla mia Segreteria particolare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.
CAVALIERE Prendo atto della risposta dell'Assessore.
Volevo chiedere al Presidente, visto che non abbiamo fatto la riunione dei Capigruppo per stabilire l'elenco delle interrogazioni, e poich l'Assessore Gallarini è già in moto, se può rispondere all'interrogazione n. 624 relativa ai lavori dell'aula. Grazie.



PRESIDENTE

Io non ho qui tale interrogazione; qui c'è un elenco di interpellanze ed interrogazioni della scorsa volta che devono andare ad esaurimento. La risposta a quell'interrogazione verrà data la prossima volta, perché qui non c'è nulla.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni - Caccia

Interrogazione n. 369 del Consigliere Cavaliere relativa all'acquisto di materiale audiovisivo per il Settore Caccia e Pesca


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 369 presentata dal Consigliere Cavaliere.
Risponde l'Assessore Viglietta.
VIGLIETTA, Assessore alla caccia e pesca In relazione all'interrogazione n. 369 presentata dal Consigliere Cavaliere, si fa presente quanto segue.
La ditta Studio 38 di Fossano ha proposto all'Assessorato caccia la realizzazione di un filmato sulla fauna piemontese, con particolare riguardo a quella tipica dell'habitat alpino.
In relazione ai temi trattati, si è ritenuto il video-documentario un mezzo moderno ed efficace rispondente alle esigenze di favorire un'adeguata educazione ambientalista, nella consapevolezza che la conoscenza delle specie faunistiche e dei problemi ad esse connesse costituisce un arricchimento culturale e consente, tra l'altro, un diverso approccio alla natura.
L'esperienza maturata nella nostra Regione in materia di conoscenza e tutela della fauna selvatica, consente di poter affermare che la predisposizione di strumenti divulgativi può contribuire altresì alla realizzazione di una moderna politica di conservazione delle risorse faunistiche.
La divulgazione del filmato ha lo scopo di favorire, da un lato, la diffusione della conoscenza del patrimonio faunistico in modo chiaro ed immediato presso il grande pubblico non specializzato, anche in relazione al sempre maggiore interesse per i problemi legati alla tutela di tale patrimonio ed alla salvaguardia dell'ambiente e, dall'altro, favorire l'aggiornamento degli operatori faunistici e venatori.
Il video-documentario in argomento si ritiene possa costituire un utile sussidio audiovisivo per Associazioni, Enti pubblici e privati.
A tal fine, la diffusione del filmato avverrà per il tramite di Province Comunità montane, Parchi, Riserve naturali e regionali, organismi ed associazioni venatorie, agricole e professionistiche; inoltre potranno essere soddisfatte ulteriori richieste, in particolare da parte di istituzioni scolastiche, nel più generale obiettivo di educare le più giovani generazioni e contribuire all'evoluzione culturale del rapporto tra uomo ed ambiente, tanto più che questo argomento è diventato materia di studio obbligatoria, con particolare riferimento alla fauna selvatica.
L'acquisto del video-documentario è avvenuto nel rispetto dell'art. 31 della L.R. 23/1/1984, n. 8 "Norme concernenti l'amministrazione dei beni e l'attività contrattuale della Regione", in base al quale è consentito il ricorso alla trattativa privata anche con una sola persona o ditta per l'acquisto di cose, la cui produzione è garantita da privativa industriale e per contratti di importo non superiore a L. 50 milioni, esclusi gli oneri fiscali.
La Giunta regionale, nell'accoglimento della proposta, ha altresì tenuto conto della pluriennale esperienza acquisita dalla ditta nella realizzazione di video-documentari per conto di Enti pubblici locali e di aziende private.
Il prezzo proposto, se confrontato con analoghe iniziative, presenti e passate, risulta inoltre congruo in relazione ai prezzi correnti di mercato, sia in ordine alla realizzazione del master che rimane di proprietà della Regione Piemonte, sia per la fornitura dei duplicati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.
CAVALIERE Devo fare alcune obiezioni all'Assessore, che vertono su due aspetti del problema. Mi pare ci sia ancora una gestione del tutto unilaterale dell'approccio al problema della fauna, dovendo essere il nostro Assessorato non ai cacciatori e ai pescatori, ma alla tutela della fauna.
Approccio del tutto unilaterale dal punto di vista, invece, dell'attività venatoria, perché l'impostazione di questo prodotto, per stessa dichiarazione dell'Assessore, tende a promuovere l'attenzione dei cacciatori nei confronti della tutela della fauna. Ridurre quindi tutte le iniziative dell'Assessorato a promuovere l'attenzione dei cacciatori nella tutela della fauna, mi pare abbastanza unilaterale e poco consono a quella che dovrebbe essere una gestione generale della tutela della fauna.
L'altro aspetto è che è vero che viene rispettata la legge del 1984. Credo che sulla questione degli appalti il nostro Ente si contraddistingua come il meno trasparente tra gli Enti pubblici piemontesi, nel senso che utilizziamo delle forme di appalto veramente anacronistiche, poco trasparenti ed inefficaci. Questo in genere. Ritengo quindi la legge del 1984 abbastanza inadeguata alle problematiche attuali della spesa pubblica non vi è un'iniziativa autonoma dell'Assessore che decide di utilizzare determinati strumenti, ma, a leggere la deliberazione, gli vengono proposti. Queste trattative evidentemente avvengono al mercato di Fossano!


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interpellanza n. 372 dei Consiglieri Chiezzi, Papandrea e Simonetti relativa agli sfratti in Torino


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 372 presentata dai Consiglieri Chiezzi, Papandrea e Simonetti.
Risponde l'Assessore Botta.
BOTTA, Assessore all'edilizia residenziale Grazie, signor Presidente. Signori Consiglieri, in relazione all'interpellanza in oggetto, informo che furono presi i contatti necessari con la Prefettura e le Organizzazioni sindacali degli assegnatari per affrontare le questioni evidenziate nel corso di una riunione, tenutasi il giorno 8/2/1996, presso la Prefettura di Torino, alla quale era stato invitato a partecipare anche l'Assessorato all'edilizia residenziale pubblica della Regione.
Occorre comunque ricordare che già nel corso di una precedente riunione svoltasi il 3/10/1995 presso la Prefettura di Torino, alla quale avevano partecipato il Comune di Torino, le Associazioni dei proprietari, le Organizzazioni sindacali degli inquilini, l'ATC di Torino e gli uffici di questo Assessorato, erano stati trattati argomenti relativi agli sfratti in corso nella città di Torino e prospettate talune ipotesi risolutive che avrebbero dovuto essere attuate direttamente dal Comune di Torino e dall'Associazione dei proprietari, rivestendo in tale fattispecie la Regione un ruolo istituzionale evidentemente indiretto.
Tengo a precisare che questa risoluzione del problema è in fase avanzata a cura dell'Assessore Viano, che ne ha dato conferma recentemente nel corso del convegno tenutosi venerdì scorso in occasione dell'assemblea annuale della Feder-Abitazione. Mi confermano, comunque, che la Commissione tuttora esiste, così come esistono i rappresentanti all'interno della Commissione dell'inquilinato e del SUNIA.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.
PAPANDREA Prendiamo atto che la Commissione non è stata sciolta, quindi pensiamo che sia un fatto positivo. Ho letto anch'io le notizie che riguardavano le iniziative prese per affrontare questo problema, che resta grave. Credo anche se non siamo operativamente parte in causa, che dovremmo tentare di seguire questo tema e valutare le soluzioni che vengono proposte, proprio perché non diventi un problema eccessivamente caldo, addirittura esplosivo.
Ciò che ho detto sul Comune di Torino e riguardo agli inquilini delle case popolari, penso sia un problema che permarrà, ma analizzando più in generale il problema degli sfratti, che è un problema serio nella nostra città, sarebbe utile mantenere sì la Commissione, ma altrettanto, da parte nostra, prestare l'attenzione necessaria affinché questo problema non diventi più grave di quello che è già.


Argomento: Commercio

Interpellanza n. 404 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea relativa allo Sportello Diritti dei Cittadini


PRESIDENTE

L'Assessore Viglietta risponde ancora all'interpellanza n. 404 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea.
VIGLIETTA, Assessore al commercio e artigianato In riferimento all'interpellanza n. 404 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea, faccio presente quanto segue.
La Regione Piemonte, in base alle LL.RR. n. 21/95 e n. 23/94, ha come obiettivi: a) un'efficace protezione contro i rischi per la salute e la sicurezza del consumatore b) un'efficace protezione contro i rischi che possono nuocere agli interessi economici del consumatore c) la promozione e l'attuazione di una politica di informazione del consumatore d) la promozione e l'attuazione di una politica di educazione e di formazione del consumatore, orientata alla costruzione di nuovo e più razionale rapporto socio-economico per la produzione e la distribuzione e) la promozione e lo sviluppo dell'associazionismo tra i consumatori.
Per attuare tali obiettivi, la Regione si avvale della collaborazione dell'Associazione consumatori, sostenendola con assegnazione di contributi ottenendo inizialmente il consolidamento della stessa e successivamente il servizio di consulenza ed assistenza ai cittadini, ormai sempre più richiesto dall'utenza.
La Regione Piemonte ha sostenuto le Associazioni facenti parte della Consulta regionale per la difesa e la tutela del consumatore a cominciare dal luglio 1995, anno in cui è entrata in vigore la prima legge regionale in materia (n. 21 del 23/3/1995).
La Regione Piemonte ha elargito i contributi all'Associazione consumatori impegnando le seguenti cifre: nel 1985, 40 milioni; nel 1986, 40 milioni nel 1987, 40 milioni; nel 1988, 60 milioni; nel 1989, 40 milioni; nel 1990 24 milioni; nel 1991, 70 milioni; nel 1992, 100 milioni; nel 1993, 180 milioni; nel 1994, 180 milioni; nel 1995, 180 milioni.
Il totale impegnato negli anni è stato di 954 milioni.
Il servizio del cosiddetto Sportello dei Diritti del Cittadino è stato attivato dall'Associazione consumatori, con il contributo della Regione fin dal 1985.
Il Movimento consumatori è entrato a far parte della Consulta regionale dal 1992 e in quell'anno venne sostenuto insieme a tutte le altre Associazioni consumatori con 20 milioni; per la redazione, la distribuzione del periodico Flash del consumatore e per l'attività di assistenza diretta al cittadino, in base al numero di soci dichiarato, venne elargito un contributo di 712.210 lire.
Per l'attività di informazione, assistenza e consulenza ai cittadini relativamente alle due sedi di Torino e Cuneo, ha percepito: nel 1993 il contributo di 27.450.000, nel 1994 il contributo di 53 milioni e nel 1995 il contributo di 55 milioni.
Lo sportello del Movimento consumatori è stato sostenuto dalla Regione Piemonte fino al 90% dei costi per il 1993/1994, e fino all'80% per il 1995: limite stabilito dalla L.R. 19/12/1995, n. 90.
Le voci dei costi ammessi a contributo per il 1993 erano relativi all'affitto della sede, alle spese telefoniche, di energia elettrica, di riscaldamento, di cancelleria, postali, all'acquisto di riviste e libri relativi all'attività, alle collaborazioni di professionisti e periti, alla quota parte per gli acquisti di beni mobili, di parte dei costi relativi all'acquisto di strumentazioni, telex, fotocopiatrici, personal computer e stampanti.
Nel 1994 sono state aggiunte le voci dei costi relativi all'acqua, alle spese di personale assunto dall'Associazione, all'organizzazione di convegni e seminari, all'organizzazione di corsi di informazione per i cittadini, alle spese per la gestione di accordi intercategoriali.
Per il 1995 i requisiti e le spese ammissibili al contributo regionale sono stati definiti come di seguito: essere accessibile a tutti i cittadini essere aperta con uno sportello-vivo per un tempo di 6 ore la settimana ripartibile in tre giorni avere una sede dell'Associazione con idonei documenti d'uso, registrati e depositati essere gestita anche da più di un'Associazione offrire servizi non solo di prima informazione, ma anche di documentazione, assistenza e consulenza professionale, con preferenza per quella legale essere collocata nei capoluoghi di Provincia, e comunque in aree con più di 50 mila abitanti.
Le spese ammissibili sono state fino all'80% per la sede e le sue spese di gestione (affitto, luce, telefono, riscaldamento, ecc.); l'80% per l'acquisto di abbonamenti (libri e riviste relativi al consumismo); l'80 per convenzione con servizi professionali con preferenza per quelli legali ancora un 80%, non oltre i 10 milioni di lire, per le spese di personale assunto dall'Associazione.
Per quanto concerne il personale, inoltre, risulta all'Ufficio che il Movimento Consumatori si avvale della collaborazione di più obiettori di coscienza, destinati dall'ARCI.
Non risulta l'esistenza di una convenzione tra il Movimento consumatori e il Comune di Torino; risulta all'Ufficio Tutela del Consumatore una deliberazione della Giunta comunale, n. 95 del 14/5/1995, contenente l'approvazione della concessione, in capo all'Associazione Movimento Consumatori, del locale di proprietà comunale, sito in Torino, Largo IV Marzo n. 17, per la durata di cinque anni, dietro pagamento di un canone di concessione annuo di L. 6.600.000.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.
PAPANDREA Ringraziamo l'Assessore per le informazioni fornite. Si tratta di un servizio che riscuote sempre più interesse da parte dei cittadini, che si rivolgono continuamente a questo tipo di Associazione, in relazione anche a fatti rilevanti, come ad esempio, ultimamente, la faccenda delle carni.
Per quanto riguarda l'informazione al consumatore, abbiamo visto che tali Associazioni forniscono una supplenza utile ed importante, che viene apprezzata dai cittadini e dagli utenti. Le iniziative promosse a loro sostegno mi paiono finora positive; con la legge discussa recentemente si fa un ulteriore passo avanti. Da parte nostra, tra l'altro, c'era la proposta di una legge nazionale; per certi versi, come Regione, siamo d'esempio rispetto ad altri. Credo dunque sia da apprezzare e rafforzare il tipo di attività da noi svolta.
Per concludere, uno degli aiuti che potremmo dare ai cittadini e a queste Associazioni, si dovrebbe tradurre nell'essere il più possibile chiari penso, ad esempio, alla vicenda di Formula, che ha visto attivarsi in particolare l'Associazione in questione. Sicuramente, il modo in cui abbiamo informato i cittadini e gli utenti relativamente alla decisione dell'introduzione di questo nuovo biglietto e dei costi conseguenti, è stato sbagliato e carente; si è dovuto andare a capire come stavano realmente i fatti. Diversamente, se da parte nostra ci fosse più chiarezza ed informazione, le Associazioni in questione potrebbero dedicarsi alle cose che ricordavo prima.


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale - Calamità naturali

Interrogazione n. 414 dei Consiglieri Farassino, Dutto e Rosso relativa all'assunzione di tecnici a tempo determinato per fronteggiare le esigenze derivate dall'alluvione


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 414, presentata dai Consiglieri Farassino, Dutto e Rosso, alla quale risponde l'Assessore Gallarini.
GALLARINI, Assessore al personale e sua organizzazione In riferimento all'interrogazione dei Consiglieri regionali Farassino Dutto e Rosso circa l'attuazione di quanto disposto dall'art. 7, comma terzo, del DL 19/12/1994 n. 691 "Misure urgenti per la ricostruzione e la ripresa delle attività produttive nelle zone colpite dalle eccezionali avversità atmosferiche e dagli eventi alluvionali nella prima decade del mese di novembre 1994", convertito nella legge 16/2/1995 n. 35, si precisa che sono state effettuate le assunzioni di 25 tecnici.
A completamento di quanto sopra riferito, in stretta relazione con l'interrogazione di cui all'oggetto, si aggiunge che con DL 28/9/1995 n.
364, convertito in legge 27/10/1995 n. 438, si autorizzava la Regione ad effettuare ulteriori assunzioni a termine.
In particolare, all'art. 5 del riferito decreto legge si disponeva che per la progettazione e la realizzazione degli interventi urgenti ed indifferibili finalizzati ad eliminare i pericoli imminenti nei riguardi delle popolazioni e delle infrastrutture individuate dalla Regione Piemonte, ed approvati dall'Autorità di bacino del fiume Po, le Regioni Piemonte e Liguria, per le esigenze proprie e delle Comunità montane delle Regioni stesse, possono assumere personale tecnico specializzato con contratto a termine, di durata non superiore a due anni, nel limite di 20 unità, per quanto concerne il Piemonte, e di cinque unità per quanto concerne la Liguria, utilizzando anche le graduatorie degli avvisi pubblici effettuati per le assunzioni, di cui all'art. 7 del DL 19/12/1994, n. 691 convertito, con modificazioni, dalla legge 16/2/1995 n. 35.
L'Amministrazione, in applicazione delle disposizioni di cui sopra, ha attivato e portato a termine le procedure per l'assunzione di ulteriori n.
20 tecnici.
Come richiesto dall'interrogazione, si comunica quanto segue: personale assegnato al settore Pianificazione e Gestione Risorse idriche: n. 2 ingegneri (Amadore Giuseppe e De Meo Matteo). Il primo collabora presso il Settore delle attività istruttorie dei progetti di ricostruzione delle opere igienico-sanitarie danneggiate dall'evento alluvionale del novembre 1994. La sua attività si estende anche in settori omogenei rendendo così disponibili, nell'attività della Segreteria di Via Petrarca risorse interne del settore con maggiori esperienze in materia. Il secondo De Meo Matteo, in forza al Servizio Rilevamento e Controllo della Qualità delle acque, collabora alla predisposizione e all'attuazione del progetto "Bacino del fiume Tanaro": studio sui potenziali rischi di inquinamento dovuti all'alluvione del novembre del 1994 e realizzazione di una rete di monitoraggio delle acque sotterranee, nonché identificazione dei siti potenzialmente pericolosi e valutazione della vulnerabilità della falda finanziato per 1 miliardo e 200 milioni con fondi assegnati per emergenza alluvione. Nell'ambito del progetto, della durata di tre anni, il medesimo svolge in particolare compiti di correlazione dei dati idrometrici meteorologici e pluviometrici. Tale attività è connessa anche alla messa a disposizione delle necessarie informazioni in ambito di protezione civile regionale.
Personale assegnato al Settore Gabinetto, Servizio Protezione Civile: n.
1 ingegnere (Danna Claudio) adibito ad attività di sopralluoghi e verifiche legati alla ricostruzione post-alluvione 1994. Gli è stata affidata la Segreteria dell'Unità di crisi per il coordinamento degli interventi post alluvione, nonché la Segreteria del Comitato regionale di Protezione Civile. Ha infine assunto, per la Segreteria del Comitato tecnico scientifico, n. 3 laureati per "Incendi boschivi, catastrofi, grandi incidenti".
Personale assegnato al Settore Opere Pubbliche e Difesa Assetto Idrogeologico: n. 6 ingegneri (Buzzi Patrizia, Facipieri Anna Maria Leonardi Aldo, Silvestro Chiara, Zulli Emilio e Porpiglia Mario), n. 1 geologo (Guida Monica); n. 4 ingegneri più 1 geologo sono stati destinati alla Segreteria tecnica per provvedere all'istruttoria ed alle incombenze relative alla programmazione degli interventi conseguenti all'alluvione del novembre 1994; n. 2 ingegneri sono stati destinati al Servizio Opere Pubbliche e Difesa del suolo di Torino per rafforzare la struttura che opera sulla provincia di Torino e che da sola ha avuto circa 200 Comuni danneggiati sui 315 presenti sul territorio. I predetti funzionari collaborano all'attività di accertamento danni e opere unitamente ai colleghi di ruolo già attivi nel servizio.
Personale assegnato al Settore Prevenzione del Rischio Geologico Meteorologico e Sismico: n. 7 geologi (Magosso Paola, Negro Nicoletta Ponza Marco, Brovero Matteo, Zerbato Marina, Colombo Italo e Piccini Carlo). Tale personale, assegnato dal 18/9/1995, è utilizzato per svolgere istruttorie geologico-tecniche degli strumenti urbanistici dei Comuni colpiti dall'evento alluvionale del 1994, nonché per l'esecuzione di indagini e prospezioni geologiche nelle aree stesse.
Personale assegnato al Settore Beni Ambientali e Paesistici: n. 2 architetti (Leotta Cirino e Conte Fabrizio) che collaborano alle istruttorie interventi post-alluvione 1994 e 1993 nella manutenzione corsi d'acqua.
Personale assegnato al Settore Approvazione Strumenti Urbanistici: n. 5 architetti (Alberico Simonetta, Paludi Giovanni, Trada Laura, Visentini Alfredo e Impedovo Antonietta). Tale personale collabora con i Responsabili d'area per l'istruttoria dei Piani Regolatori dei Comuni alluvionati.
Personale assegnato al Settore Pianificazione Territoriale: n. 1 architetto (Pellizaro Renata). Collabora con i funzionari per la formazione del Piano Territoriale Regionale.
Tanto comunico in riferimento alle mie competenze. Volendo l'interrogazione si prestava anche alle competenze dell'Assessore Cavallera. Io ho risposto per quanto riguarda la questione del personale.
Ci sono anche degli allegati che io posso fornire agli interroganti; si tratta di tabelle riassuntive con la data di presa di servizio, nome cognome, qualifica e laurea.



PRESIDENTE

Gli interroganti si dichiarano soddisfatti.


Argomento: Presidente della Giunta Regionale

Interpellanza n. 327 dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti relativa al messaggio augurale del Presidente della Giunta


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 327, presentata dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti, alla quale risponde il Presidente della Giunta, Ghigo.
GHIGO, Presidente della Giunta regionale Questo messaggio si riferisce all'augurio che io ho inviato per le festività natalizie e l'inizio del 1996.
Nell'interpellanza i Consiglieri mi chiedono per quale motivo ho usato il plurale maiestatis e per quali motivi affermo di essere artefice di una grande trasformazione culturale.
Naturalmente, per quanto riguarda il plurale maiestatis, non è mia abitudine assumere atteggiamenti di questo genere, ma è indubbio che ho ritenuto, parlando a nome di tutti i piemontesi, di usare questa formula.
Per quanto concerne, invece, l'aspetto legato al "siamo artefici" chiaramente - essendo un messaggio augurale - io, nell'estendere il testo intendevo trasferire una forma di stimolo, di proposta in modo che i piemontesi potessero sentirsi partecipi di una volontà di cambiamento che come governo della Regione Piemonte, intendiamo proporre e realizzare.
Non aggiungo altro, spero che questa mia risposta possa essere considerata soddisfacente dai Consiglieri interpellanti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Care colleghe, cari colleghi, avevamo una speranza nel presentare questa interpellanza ed era quella di ottenere una risposta che ci mettesse al riparo dal leggere, in prossimità di altre festività, messaggi augurali di questo tipo che, dalla risposta del Presidente, sono ancora meno condivisibili. Nel senso che verrebbe un po' voglia di dire: "Signor Presidente, che è anche il Presidente dei piemontesi, che siamo da lei amministrati, la prenda un po' più bassa". Lei non parla a nome di tutti i piemontesi, non è vero. Lei non incarna nella sua persona tutti i piemontesi, lei governa per tutti i piemontesi, perché i suoi atti vigono su tutta la Regione Piemonte, però lei non assume su di se parole e pensieri di tutti i piemontesi.
Il suo ruolo è diverso, forse anche più importante di quello che lei pensa ma non può presentarsi dicendo: "Quando parlo io, parlano tutti i piemontesi". Questo plurale maiestatis è un po' irritante.
Quanto poi alla prima frase: "Siamo artefici di una grande trasformazione" vorrei ricordarle che in provincia di Cuneo c'è il proverbio che dice: "gli asu ad Cavour, as laudu da lur".
Le grandi trasformazioni, quando sono tali, vengono sancite e non proclamate; vengono sancite dagli atti, dalla storia, dall'opinione che si consolida in una comunità. Un'affermazione di questo genere la espone troppo, Presidente Ghigo. Poi, dov'è stata questa grande trasformazione? Se è un ottativo, allora scriva i prossimi auguri dicendo: "Stiamo lavorando affinché possiamo essere interpretati dalla storia come gli artefici", ma un'affermazione di questo genere è un po' perentoria, è un po' saccente forse non è ancora adeguata a quanto siete in effetti riusciti a fare. Che voi abbiate questa intenzione, nessuno lo può negare, ma gradirei trovare nei prossimi auguri, Presidente della Giunta, il segno di un'attenzione a questa critica che abbiamo svolto.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.
GHIGO, Presidente della Giunta regionale Prendo atto di questa sottolineatura e di questo consiglio. Cercherò di tenerlo in debita considerazione nel momento in cui mi troverò a stendere i nuovi auguri di Natale.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Interpellanza n. 328 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea relativa alla comunicazione del Presidente della Giunta ai signori Dirigenti


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza n. 328 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea.
Risponde il Presidente della Giunta, Ghigo.
GHIGO, Presidente della Giunta regionale Con riferimento a quanto di "loro" è inserito nell'interpellanza sopra richiamata, intendo preliminarmente fare le tre seguenti puntualizzazioni: 1) non sono amante di dietrologie. Nei primi sei mesi di Presidenza della Regione - e quindi anche di tutti i piemontesi come piace ricordare al Consigliere Chiezzi - ho accertato alcuni nodi in punto organizzazione che da un lato, non sono così evidenti nel "privato" (anche se di certo non ne è immune!); dall'altro, meritano approfondimento ed attenzione per evitarne in futuro gli inconvenienti. Il mio impegno e auspicio è quello di riuscire ad evitarli. Se pertanto invito i Dirigenti regionali a collaborare, non mi sento per nulla in colpa, e se preannuncio che sui comportamenti degli stessi esprimerò valutazioni e giudizi, credo che ciò sia mio dovere (e non solo diritto). Sono certo che il cittadino comune valuterà diversamente dai Consiglieri interpellanti le preoccupazioni di cui questi si fanno qui portavoce.
2) Può darsi che, per lo specifico problema dei ritardi nel portare avanti i progetti deliberativi, le responsabilità non siano tutte dei funzionari.
E' certo, tuttavia, che se questi hanno la gestione dell'iter procedurale di una pratica, di esso devono rispondere; ma se anche risultasse che la responsabilità non è loro, occorre fare in modo che, con adeguate misure gli ostacoli vengano tolti. E' del pari evidente che i bilanci non vanno solo predisposti, ma attuati, e vanno attuati razionalmente, sia con riferimento ai bisogni per i quali si provvede (non basta enunciarli occorre dimostrarli!) sia con riferimento alla necessità di provvedervi con tempestività (che è un'altra delle più comuni critiche che si indirizzano alla burocrazia).
3) Il preannunciato monitoraggio consentirà - ne sono certo - anche ai Consiglieri di godere di uno strumento conoscitivo che le moderne tecniche di informazione mettono a disposizione di tutti per una migliore trasparenza. E' un altro mezzo per guadagnare in efficienza.
Questo premesso, rispondendo, punto per punto e secondo l'ordine presentato, alle domande degli interpellanti, preciso: il coraggio (parafrasando il Manzoni) c'è chi lo ha e chi non lo ha qualcuno, sempre parafrasando, dice che quando non c'è, uno se lo può anche far prestare. Prima di esternarlo bisogna possederlo e, avendolo, è bene fondarlo su fatti, non sulle polemiche. La mia circolare è un fatto volto a cambiare mentalità consolidate. Mi dicano gli interpellanti dove le circolari anzidette violano le leggi o, più semplicemente, contraddicono alla comune (anche degli interpellanti) volontà di migliorare la burocrazia! Non credo all'ingenuità dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea; il problema che sollevano è solo un pretesto per polemizzare, anche simpaticamente piuttosto, mi sanno dire quali contestazioni il cittadino non può rivolgere alla Pubblica Amministrazione? Per il futuro sarò vigile perché ogni forma di negligenza colposa (definita in latino culpa in vigilando) sia colpita dagli strali e dalle decisioni della Corte dei Conti; vorrei esimermi dalle relative responsabilità. Faccio male? I segnali da trarre dai comportamenti omissivi potranno essere tanti e di diverso rilievo: è male fare tesoro dell'esperienza concreta per progettare il futuro? Historia non è più magistra vitae? La razionalità intellettuale degli interpellanti è al di sopra di ogni sospetto e la si desume anche dal giusto rilievo riconosciuto alla necessità di verificare la congruenza del "rapporto" fra le circolari e le norme proposte per il disegno di legge di riorganizzazione della dirigenza.
Assicuro che c'è.
Sulle vicende relative al bilancio 1996 la Giunta si è già assunta le responsabilità di propria pertinenza; non vuole tuttavia coprirsi il capo di cenere anche per i ritardi a lei non imputabili.
La vigilanza non è un piacere: è un dovere, verso tutti, nessuno escluso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.
PAPANDREA Credo non sia un vezzo inaugurato in questa occasione, anche di altri Assessori (non di tutti), quello di scaricare una serie di responsabilità sui Dirigenti. Lo sentiamo spesso nelle risposte.
In parte, può anche essere, però c'è una certa ripetizione. Nel caso specifico, tutto era legato al momento di presentazione del bilancio, in cui pensiamo ci fossero state delle gravi irresponsabilità politiche. In quell'occasione il tentativo di mascherare le responsabilità politiche nei confronti di inefficienze da parte dei funzionari era stato forte.
Per quanto riguarda le altre affermazioni del Presidente, siamo d'accordo che ci vorrebbe un monitoraggio, ma siamo anche convinti che ci vorrebbe un'informazione più costante. Lo dissi anche quando discutemmo del bilancio consuntivo.
Avremmo voluto che la Giunta arrivasse in aula con un bilancio politico cioè ci dicesse: "E' stato fatto questo bilancio, le spese sono state queste, i risultati sono stati questi altri".
Chiedere ai funzionari di essere solleciti nella spesa è giusto, per quando si fa il monitoraggio, la parte politica dovrebbe dire quanto quella spesa, o quello che è stato fatto, corrisponde agli intenti. C'è una parte politica legata al monitoraggio e all'informazione che deve essere attuata.
Se questo verrà fatto, sarà un bene, però - ripeto - non vorremmo avere solo delle aride cifre, ma dei bilanci politici che ci permettano di giudicare l'operato della Giunta e non solo quello dei funzionari.
Infine, una battuta sul privato, che torna spesso anche nella legge n. 42 che stiamo discutendo.
Credo che effettivamente ci siano da imparare alcune cose dal privato specialmente a livello di efficienza, ma, nello stesso tempo, visto il numero di inquisiti tra i Dirigenti privati delle grandi aziende, a partire dalla prima grande azienda italiana in poi, bisogna essere cauti, perché i criteri con cui i manager privati agiscono sono diversi, sono quelli ai quali deve rispondere, e generalmente è l'azionista di riferimento, tutta una serie di principi che poco hanno a che fare con la gestione della cosa pubblica e gli interessi dei cittadini.
A questo proposito, considero utile leggere una serie di testi.
Personalmente ho letto l'intervista fatta a Romiti alcuni anni fa (dopo il 1980) e penso ci possano essere delle cose utili, ma anche delle cose non utili, che fanno capire la differenza tra un'azienda ed un Ente pubblico e fra i diversi tipi di interessi.
Tra l'altro, i manager privati sono pagati, anche lautamente, per assumersi le responsabilità di altri, per coprire atti che non dovrebbero fare viceversa nel pubblico questo tipo di approccio sarebbe catastrofico, per cui credo che quando si fa questa panacea del privato bisogna essere un po' più prudenti, visti anche i fatti noti a tutti.


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale

Interpellanza n. 388 dei Consiglieri Chiezzi, Papandrea e Simonetti relativa alla restituzione della delega dell'Assessore Botta


PRESIDENTE

Il Presidente della Giunta, Ghigo, risponde ancora all'interpellanza n. 388 presentata dai Consiglieri Chiezzi, Papandrea e Simonetti.
GHIGO, Presidente della Giunta regionale Purtroppo ogni tanto succede che le cose vengano superate dagli eventi. La situazione in oggetto si lega chiaramente al caso dell'arch. Sertorio, già ampiamente discusso anche in questa sede, che in seguito alla sentenza del TAR ha visto un posizionamento dell'architetto nel ruolo precedente.
In relazione a questa decisione, nell'ambito della Giunta c'è stata la volontà, da parte dell'Assessore Botta, di rimettere la propria delega, in quanto si era venuta a creare una situazione di tipo legale (ho qui vicino l'avvocato). Infatti, da parte dell'architetto c'era stato un esposto in Procura; per questo esposto - come avete potuto leggere sui giornali - vi è stata una richiesta di archiviazione da parte della Procura stessa.
In questo senso, per evitare complicazioni di vario carattere, l'Assessore Botta aveva chiesto di rimettere la delega in mano al Presidente, il quale l'ha gestita per circa un mese e mezzo, per poi passarla al Vicepresidente Majorino, attualmente depositario della delega ai Beni ambientali.
Devo considerare con soddisfazione che in questi ultimi mesi le discrepanze e le inefficienze che il Settore Beni ambientali aveva dimostrato in passato, sono state ampiamente recuperate e che oggi siamo ad una gestione delle tematiche relative ai Beni ambientali del tutto corretta e in tempi del tutto accettabili.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Presidente, la ringrazio per la risposta. Non vedo però in aula l'Assessore Botta; sarà da qualche altra parte.
Senz'altro questa vicenda, Presidente, segna una certa incapacità da parte di un componente della Giunta regionale ad affrontare i problemi di un corretto rapporto tra direzione politica ed apparato amministrativo, che sappiamo essere problemi non sempre semplici, ma anche di carattere complesso. Evidentemente l'Assessore Botta si è mosso in modo maldestro sia nell'improvviso ed immotivato provvedimento di spostamento sia soprattutto, alla luce di quanto l'Assessore Majorino, viceversa, è stato in grado di fare con la stessa persona e con gli stessi uffici.
Di conseguenza, invito il Presidente della Giunta a riflettere su questo fatto, sulle capacità amministrative di alcuni componenti della Giunta che provocano guasti non da poco, perché il dispendio di energie e di tempo, il coinvolgimento di un'istituzione a noi parallela, come quella della Magistratura, a ben vedere è tutto frutto di un'improvvida decisione amministrativa presa senza un accurato esame della situazione, senza il superamento (com'è stato possibile all'Assessore Majorino poteva esserlo anche all'Assessore Botta) di problemi, di contrasti, di punti di vista che direi - rientrano nella normalità dei rapporti tra un Assessore e la propria struttura. La normalità dei rapporti esige il superamento in positivo anche di una dialettica esistente, e non provvedimenti d'autorità che poi lasciano il tempo che trovano.


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale

Interrogazione n. 381 dei Consiglieri Farassino e Rosso relativa all'attribuzione delle competenze del soppresso Ministero del Turismo e dello Spettacolo


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 381 presentata dai Consiglieri Farassino e Rosso.
Risponde il Presidente della Giunta, Ghigo.
GHIGO, Presidente della Giunta regionale L'esito del referendum del 18/4/1993, che ha sancito l'abrogazione della legge istitutiva del Ministero del Turismo e dello Spettacolo, ha aperto la strada ad un processo di ridefinizione dei ruoli e delle competenze dello Stato e delle Regioni e ha creato una reale possibilità di cambiamento strutturale nella gestione del comparto dello spettacolo, capace di realizzare un nuovo modello normativo e culturale.
Tale processo ha vissuto una lunga e tormentata prima fase, avviatasi con l'emanazione del DL 4/8/1993 n. 273 "Riordino delle funzioni in materia di turismo, spettacolo e sport", che relegava le Regioni a gestire funzioni a "preminente carattere o interesse locale o regionale".
Parallelamente il decreto legge prevedeva l'attribuzione delle funzioni ancora in carico alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, attraverso l'istituzione di appositi Dipartimenti, di cui uno allo Spettacolo, che hanno continuato e continuano tuttora a svolgere le funzioni proprie del Ministero, non essendo stato fino ad oggi attuato alcun reale trasferimento di competenze dallo Stato alle Regioni.
Il decreto legge, pur sostanzialmente criticato dalle Regioni, è servito comunque da base per riaprire un dibattito e per approfondire temi e problemi peculiari di questo settore.
Nel corso di questa prima fase, l'azione della Regione Piemonte si è svolta su due livelli differenziati.
Livello interno.
A partire dal mese di ottobre 1993 e per tutto il 1994, il Settore Promozione Attività Culturali dell'Assessorato alla Cultura ha attivato specifici gruppi di lavoro sui singoli comparti dello spettacolo (musica danza, teatro, cinema) composti, oltre che dal Dirigente di Settore, dai funzionari del Servizio Spettacolo e da esperti nelle specifiche materie.
Compito di tali gruppi è stato quello di esaminare l'attuale normativa statale (leggi e circolari) per studiarne adattabilità e necessità di trasformazione rispetto alla realtà piemontese, nella prospettiva di un riassetto delle competenze in senso regionalistico. Questo importante lavoro preparatorio ha prodotto, quale sintetico risultato finale, un documento contenente indicazioni di carattere generale, propedeutico all'elaborazione di un articolato di legge.
Livello esterno.
Il Piemonte si è immediatamente attivato, all'indomani del referendum e dell'emanazione del decreto legge, per avviare un costruttivo confronto con le altre Regioni e fra queste e i competenti organi dello Stato, per affrontare e dibattere i problemi specifici aperti e per verificare le rispettive posizioni.
Si è costituito a tal fine uno specifico coordinamento interregionale attualmente coordinato dalla Regione Liguria, che ha formulato una proposta regionale di modifica del decreto legge. L'azione del coordinamento ha portato a significative modifiche dell'originario testo del decreto.
Un importante momento di confronto fra Stato, Regioni, Enti locali ed operatori del settore si è svolto proprio a Torino nel corso del Convegno nazionale "Lo spettacolo in Italia: un nuovo ruolo per le Regioni" organizzato da questo Assessorato e tenutosi il 23/9/1994 al Piccolo Regio.
La prima fase del riassetto delle competenze si è conclusa con l'approvazione della legge 30/5/1995 n. 203, che ha convertito il testo del DL 29/3/1995 n. 97 "Riordino delle funzioni in materia di turismo spettacolo e sport".
Il comma primo dell'art. 1 stabilisce che: "Sono trasferite alle Regioni a Statuto ordinario, di seguito denominate 'Regioni', tutte le competenze e le funzioni amministrative del soppresso Ministero del Turismo e dello Spettacolo, salvo quelle espressamente attribuite all'Amministrazione centrale dal presente decreto e per quanto riguarda la materia dello spettacolo nei limiti, modalità e termini di cui all'art. 2 della legge di conversione del presente decreto".
E l'art. 2 della legge di conversione prevede che: "1. In materia di spettacolo il Governo è delegato ad emanare, entro un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi diretti a: a) trasferire competenze e funzioni alle Regioni, fino all'entrata in vigore delle leggi quadro riguardanti i singoli settori, di cui all'art. 3 comma primo, del DL 29 marzo 1995, n. 97 b) disciplinare i criteri, gli organi e le procedure per l'esercizio, in concorso con le Regioni, delle competenze di cui all'art. 3, comma primo del DL 29/3/1995, n. 97, nonché per l'esercizio della funzione di indirizzo e coordinamento c) trasferire alle Regioni, anche con criteri perequativi, le risorse finanziarie, nonché il personale connessi alle competenze trasferite.
2. Nell'emanazione dei decreti legislativi di cui al comma primo, il Governo si atterrà ai seguenti principi e criteri direttivi: a) attribuzione allo Stato delle competenze relative a soggetti, attività obiettivi e funzioni di prioritario interesse nazionale. A tal fine sono riconosciuti come soggetti di prioritario interesse nazionale gli enti associazioni o istituzioni pubbliche o private che svolgano attività di rilevanza nazionale per dimensione, anche finanziaria, tradizione e bacino di utenza, nonché quelli che costituiscono anche di fatto il circuito di distribuzione di manifestazioni nazionali ed internazionali b) omogeneità ed organicità delle funzioni trasferite alle Regioni c) ripartizione delle risorse finanziarie fra Stato e Regioni nell'ambito del Fondo Unico per lo Spettacolo (FUS) e di eventuali fondi aggiuntivi sulla base di un'intesa fra il Governo e la Conferenza permanente per i rapporti fra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano e graduale trasferimento, da iniziare entro il 31/12/1996 e da completare entro il 31/12/1997, delle risorse di competenza regionale, alle Regioni che abbiano provveduto a regolamentare l'esercizio delle funzioni loro assegnate ed abbiano individuato idonee risorse finanziarie d) il trasferimento del personale avrà luogo secondo quanto disposto dall'art. 1, commi quarto e quinto, del DL 29/3/1995, n. 97 e) previsione di poteri sostitutivi in caso di inerzie delle Amministrazioni regionali f) distribuzione alle Province, ai Comuni e agli altri Enti locali territoriali delle funzioni di carattere esclusivamente locale g) previsione di una verifica triennale ed eventuale modifica del riconoscimento di cui alla lettera a) h) previsione che, in sede di prima ripartizione dei fondi alle Regioni di cui alla lettera c), il trasferimento avverrà tenendo conto dell'attività storicamente svolta.
3. Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Governo, sentite le Regioni, trasmette alla Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica gli schemi dei decreti legislativi, di cui al comma primo per il parere da parte delle Commissioni parlamentari competenti. Le Commissioni si esprimono entro trenta giorni dalla data di trasmissione".
Risulta pertanto evidente, dalla lettura dell'articolato, che sono rimasti sostanzialmente irrisolti i nodi centrali relativi alla definizione delle competenze che rimarranno in carico allo Stato e di quelle che verranno trasferite alle Regioni.
Lo stesso concetto di "prioritario interesse nazionale" dovrà necessariamente trovare una sua definizione concreta ed articolata al momento dell'emanazione dei decreti legislativi. E' quindi di centrale importanza il difficile lavoro di studio e confronto in atto in questi mesi tra lo Stato e le Regioni (che hanno costituito un gruppo di lavoro ristretto, di cui fa parte anche il Piemonte, insieme a Lombardia, Toscana Emilia Romagna, Sardegna, Lazio e Liguria, che ne ha il coordinamento), per la messa a punto di un'ipotesi di decreto legislativo.
L'art. 2 della legge n. 203/95 fissa, inoltre, la scadenza per l'emanazione dei decreti per il mese di maggio di quest'anno (ormai è saltata). La fine anticipata della legislatura e le elezioni fissate per il mese di aprile (che si sono ovviamente già svolte) rischiano purtroppo di vanificare, o perlomeno di rinviare a medio o lungo periodo, il lavoro in corso e quindi anche la conclusione di questo lungo e tormentato processo di ridefinizione delle competenze.
Questo processo verrà ripreso dalla Conferenza Stato-Regioni che si terrà il 18 giugno a Roma; questa settimana ci sarà una riunione preparatoria a tale Conferenza, nel cui o.d.g. uno degli argomenti è proprio quello dei decreti delegati, di cui le competenze legate al turismo fanno parte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rosso.
ROSSO Dalla relazione del Presidente Ghigo si evince che, nonostante siano passati quattro anni dal referendum del 1992, questo Stato non ha intenzione di concedere il federalismo. La gente è andata a votare per abrogare un Ministero nel 1992! Ed è chiara l'intenzione dell'elettore: quando ha tolto il Ministero voleva dare deleghe alle Regioni, non voleva che la materia venisse adottata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, altrimenti non si sarebbe nemmeno fatto il referendum! Oggi, con la relazione del Presidente Ghigo, abbiamo capito che lo Stato tira per le lunghe, emana decreti promettendo nuovi decreti che poi non arrivano, scadono i tempi, delega una parte e non si capisce come delegherà il resto. Chiediamo, quindi, al Presidente della Giunta regionale del Piemonte di impegnarsi nel richiedere al più presto queste deleghe, che senta anche i Presidenti delle altre Regioni, che facciano una richiesta forte perché mi pare che anche quando questa Conferenza dei Presidenti delibera all'unanimità delle richieste, poi lo Stato centrale non vi dà molto peso o comunque rinvia sempre tutto quello che è possibile.
Mentre ho la parola, colgo l'occasione per chiedere al Presidente del Consiglio, visto che c'è una manifestazione organizzata dai cittadini di Varallo contro la chiusura dell'Ospedale di Varallo, se è possibile ricevere una delegazione di questi cittadini e contestualmente fare un'inversione dell'o.d.g., portando al più breve tempo possibile la discussione dell'ordine del giorno che tratta appunto dell'Ospedale di Varallo.



PRESIDENTE

Io ho ricevuto stamane alle 7,20 la notizia, tramite radio, di questa improvvisa manifestazione da parte di alcuni cittadini di Varallo, guidati da non so chi, forse dal parroco. Ripeto ancora una volta l'estremo disagio che si ha in occasione di queste manifestazioni, allorquando queste avvengono contemporaneamente al Consiglio.
Purtroppo stiamo diventando sempre più eterodiretti, nel senso che queste manifestazioni, più o meno di piazza o più o meno di strada, riescono o tentano di condizionare i lavori e la tempistica necessaria del nostro Consiglio. Io ritengo, se anche questo è il parere dell'assemblea, che l'Assessore, se lo ritiene necessario, possa ricevere una delegazione per verificare ulteriormente quali sono i problemi. Io so benissimo che l'Assessore si è attivato al limite di tutte le sue possibilità per dirimere un caso che è certamente delicato, però ritengo che i lavori del Consiglio regionale, proprio per non istituire dei precedenti, non possano essere diretti da parte di persone che, nonostante tutte le loro buone intenzioni, non possono - dicevo - cercare di stravolgere la tempistica che ci siamo riservati.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione n. 509 del Consigliere Cavaliere relativa all'Amiantifera di Balangero


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 509, presentata dal Consigliere Cavaliere cui risponde il Vicepresidente della Giunta regionale Majorino.
MAJORINO, Vicepresidente della Giunta regionale Con questa interrogazione, che risale al 5/3/1996, il Consigliere Cavaliere chiede di conoscere i motivi in forza dei quali - dopo che il Ministero del Tesoro, in data 22/11/1995, aveva accreditato, a favore della Regione Piemonte, la somma di L. 10 miliardi e 150 milioni da destinare alla Società RSA (Società Risanamento Sviluppo dell'Amiantifera di Balangero) l'importo accreditato nel novembre 1995 è stato trasmesso alla Società pubblica solamente nel febbraio 1996.
La risposta al Consigliere Cavaliere è un'occasione con la quale intendo allo stesso Cavaliere e ai colleghi, comunicare la situazione alla data odierna dell'Amiantifera di Balangero, senza dilungarmi molto, ma contenendomi nei limiti della risposta all'interrogazione. Dopo l'entrata in vigore della legge statale del 27/3/1992, che contiene norme relative alla cessazione dell'impiego dell'amianto, in forza della legge stessa è stata costituita la Società pubblica RSA (Risanamento Sviluppo dell'Amiantifera di Balangero) da soggetti pubblici indicati nella stessa legge, cioè a dire i Comuni di Balangero e di Corio, la Comunità Valli di Lanzo, la Provincia di Torino, la Regione Piemonte e, per essa Finpiemonte.
La Società RSA non ha ancora potuto operare in concreto per raggiungere il suo obiettivo: il risanamento e lo sviluppo della ex Amiantifera di Balangero e del territorio su cui operava l'ex Amiantifera, in quanto si è verificato un fatto tecnico molto deplorevole: l'Amiantifera è fallita, ma la curatela del fallimento non ha fino a questo momento consentito agli organi sociali di poter provvedere, prima ancora dello sviluppo della zona alla sua messa in sicurezza. E' stato soltanto consentito ai tecnici di vedere quali opere di messa in sicurezza potessero essere compiute.
La Società RSA ha protestato contro questo atteggiamento e si è rivolta al Tribunale Fallimentare di Roma perché, nel frattempo, l'Amiantifera aveva creduto bene di trasferire la propria sede in quel di Roma, chiedendo al curatore e al Tribunale Fallimentare di entrare nella zona dell'ex Amiantifera.
La richiesta della Società è stata paradossalmente respinta, perché si pretendeva di condizionare l'accesso dei tecnici e, soprattutto, la messa in opera delle provvidenze urgenti ad una rinuncia da parte della Società un braccio del pubblico - di richiedere i danni per comportamenti pregressi tenuti dalla Società Amiantifera e dai suoi amministratori, e ora, visto il fallimento, di richiedere chi deve risponderne.
E' stato proposto il reclamo allo stesso Tribunale di Roma, nel quale la Giunta ha ritenuto, per rafforzare la posizione della Società RSA altrimenti sarebbe addirittura venuta a cessare la fase preliminare del suo scopo sociale, di appoggiare questa iniziativa attraverso un intervento ad adiuvandum della Regione e, proprio pochi giorni fa, il Tribunale Fallimentare di Roma ha seccamente respinto questa iniziativa.
Oggi come oggi, la Società non potrebbe nemmeno compiere le opere urgenti e indilazionabili, che potrebbero, fra l'altro, procurare danni alla salute degli abitanti della plaga e della zona circonvicina, in quanto il non mettere in sicurezza blocchi di terreno, sui quali giacciono ancora filoni di amianto, può evidentemente creare un vero pericolo e un reale danno.
Sotto questo profilo, nei prossimi giorni, in settimana, verrà informata la Procura della Repubblica presso la Pretura di Torino, la quale - come è noto - in materia di amianto è molto attiva, contro chi - con dolo o con colpa - rischia di provocare danni alle persone. Verrà investito, in prima persona, l'ormai noto Procuratore Guariniello, affinché intervenga per costringere - con le buone o con le brusche, con i provvedimenti che pu emettere come Magistrato - la curatela del fallimento dell'Amiantifera affinché si possa entrare nel territorio e provvedere alle opere urgentissime di risanamento.
Parallelamente a questa iniziativa, che ritengo darà, a tempi brevissimi, i suoi frutti, verrà anche attivata la strada della possibile occupazione d'urgenza con provvedimento della Giunta regionale.
Ho fatto questa digressione, che - ripeto - ha anche valenza di comunicazione sulla materia molto scottante dell'Amiantifera, anche allo scopo di chiarire, Consigliere Cavaliere, che si è trattato di un ritardo sostanzialmente burocratico, non certo addebitabile a colpa politica diretta o indiretta, della Giunta o dell'Assessore, per mettere in evidenza che, in ogni caso, questo ritardo, meramente burocratico, non ha provocato danno alcuno sull'attività e sull'efficienza della Società, la quale è pronta a partire, in forza degli studi già fatti dai propri tecnici e consulenti, per il risanamento, ma non può nemmeno entrare nel territorio dell'ex Amiantifera.
Quindi, questi 10 miliardi e 150 milioni, che sono fondi statali previsti dalla legge del 1992, e che si aggiungono ad altri 10 miliardi già stanziati, incassati e giacenti nelle casse della Società RSA (nei prossimi mesi si aggiungerà una terza tranche), sono stati versati solamente nel febbraio 1996 in virtù di un passaggio necessariamente burocratico in forza dell'ordinamento economale delle finanze regionali, in occasione della legge di variazione di bilancio.
C'è stato questo passaggio di giacenza dal novembre 1995 al febbraio 1996 nell'attesa del perfezionamento di questi passi - meramente burocratici che si sono poi sbloccati attraverso la variazione di bilancio.
In altri termini, in base all'ordinamento vigente del sistema del bilancio della Regione Piemonte, dei bilanci regionali in generale e delle casse economali delle Regioni, non era possibile nel novembre 1995, ricevuti i 10 miliardi e 150 milioni, quasi per saltum e nell'immediato consegnare questa ingente somma alla Società.
Ciò è stato fatto nei tempi immediatamente conseguenti, in sede di variazione di bilancio. I 10 miliardi - in aggiunta agli altri 10 di mesi or sono - giacciono nelle casse della Società, nella speranza che la stessa possa finalmente operare per il risanamento e la messa in sicurezza, sui quali - come ho accennato poc'anzi - la Giunta sta facendo tutto quello che è nelle proprie forze.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Majorino.
La parola al Consigliere Cavaliere.
CAVALIERE Grazie, Presidente. Ringrazio il Vicepresidente per la risposta, anche perché ha ammesso che vi è stata una farragine burocratica che ha impedito di fatto un diritto. Questo però può provocare anche dei danni economici ma è un aspetto marginale.
L'aspetto più importante che ha ricordato l'Assessore è che permane, per questioni complesse, un problema. Io vorrei ricordare al Vicepresidente, ma anche all'Assessore Cavallera, che permane una situazione di pericolo dovuta soprattutto alle enormi quantità di detriti che sovrastano praticamente gli abitati. Siamo in presenza di un'enorme montagna di detriti di amianto, più di 50 milioni di metri cubi, che, quando funzionava l'Amiantifera, non costituivano pericolo di frane, mentre ora, non essendo più in funzione questa attività e non essendoci più lavori di manutenzione il pericolo esiste.
Io credo, Vicepresidente, che potreste valutare, anche in concorso con l'Assessore all'ambiente, se non sussistano dei motivi d'urgenza e decretativi per permettere alla Società di intervenire: se crolla quella montagna di detriti, a chi l'andiamo a raccontare? Valutiamo cosa è possibile fare.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Richiesta da parte del Consigliere Cavaliere di un incontro tra i Capigruppo e una delegazione di cittadini in ordine alla chiusura dell'Ospedale di Varallo Sesia


PRESIDENTE

Chiede ancora la parola il Consigliere Cavaliere; ne ha facoltà.
CAVALIERE Presidente, mi permetto di intervenire sulla sua precedente comunicazione anche perché avevo alzato la mano e lei non aveva visto: la questione relativa ai cittadini che condizionano frequentemente i nostri lavori. Non che questo sia positivo, ma considerando anche la tipologia sociale dei cittadini, teniamo presente che non sono di quelli che si muovono frequentemente. Se continuano a farlo, evidentemente, non convincono certe posizioni e certe scelte della nostra istituzione.
E' sempre positivo quando si intravede l'interlocuzione, sia pur conflittuale, con l'istituzione. Non siamo in presenza di moltitudini che stanno dando l'assalto ai forni, quindi sarebbe opportuno - considerato che non è neanche un problemino, ma una scelta importante che si sta facendo nella nostra Regione - che i Capigruppo ricevessero una delegazione di Varallo, nella pausa per il pranzo, in presenza dell'Assessore.



PRESIDENTE

L'intervallo del Consiglio è assolutamente libero per ogni incontro o interlocuzione. Ho detto prima che se l'Assessore vuole ricevere una delegazione di questi signori che stanno protestando, per carità, io non posso assolutamente impedirlo né a lui né ai Consiglieri. Però devo anche dire al Presidente della Giunta e all'Assessore che è pervenuto un telegramma dei Sindaci valsesiani che dice: "In riferimento agli accordi dei giorni scorsi e successiva deliberazione dell'Azienda Sanitaria competente e della Giunta regionale, provvedimenti inerenti la ridefinizione del Presidio ospedaliero di Varallo, desideriamo sottolineare il grande impegno ed attenzione che c'è stato riservato e pertanto deploriamo le iniziative che Gruppi politici stanno attivando in sede regionale.
Ci auguriamo di poter continuare sul piano del fattivo confronto e collaborazione per la definizione ormai imminente dell'intero piano di riorganizzazione sanitaria sul territorio valsesiano e vercellese".
E' firmato da diciassette Sindaci.


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati - Industria - Commercio - Artigianato: argomenti non sopra specificati - Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 510 dei Consiglieri Vindigni, Bertoli, Manica, Miglietti Riggio e Suino relativa all'impiego dei finanziamenti revocati compresi nel Programma triennale ambientale 1988/1991


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 510 presentata dai Consiglieri Vindigni Bertoli, Manica, Miglietti, Riggio e Suino.
Risponde l'Assessore Cavallera.
CAVALLERA, Assessore all'ambiente Grazie, Presidente. L'interrogazione si riferisce alla deliberazione del 21/12/1995, mediante la quale il CIPE, accogliendo la proposta avanzata dalla Regione Piemonte al momento dell'approvazione del Programma triennale ambientale 1994/1996, dopo aver individuato i progetti già compresi nel PTTA 1988/1991, non ritenuti prioritari, ne ha revocato i relativi finanziamenti.
Gli interroganti vogliono conoscere "quali sono i progetti, con i relativi importi, i soggetti titolari e con lo stato di avanzamento, che saranno finanziati con i fondi recuperati a seguito della citata revoca".
In proposito si riferisce che le procedure imposte dal nuovo Piano triennale (1994/1996), di cui alla deliberazione CIPE 21/12/1993, prevedono che investimenti a qualunque titolo programmati e per qualsiasi motivo non avviati possono essere riallocati per la realizzazione di nuovi interventi previa revoca delle originarie assegnazioni.
Il Piano triennale 1994/1996, approvato dal Consiglio regionale con deliberazione del Consiglio regionale del 19/7/1994, prevedeva appunto di: a) assegnare L. 3.900.000.000 alla realizzazione di un secondo lotto di opere di bonifica in Castellazzo Bormida, previa revoca delle assegnazioni finanziarie di pari importo a due interventi di bonifica già realizzati con finanziamento del Dipartimento della Protezione Civile b) assegnare L. 2.540.000.000 alla realizzazione di opere acquedottistiche dell'Acquedotto Langa Asciutta, previa revoca del finanziamento di pari importo al Consorzio Unione Artigiani di Alessandria, che non ha portato avanti un intervento promosso dal primo Piano triennale c) assegnare due finanziamenti parziali per complessive L. 8.000.000.000 alla realizzazione di opere per la raccolta e la depurazione delle acque reflue nei Comuni della Comunità montana Valli Po, Bronda e Infernotto previa revoca del finanziamento di pari importo assegnato con il primo PTTA (1989/1990) per la realizzazione di due interventi nel settore della zootecnia.
La deliberazione del CIPE citata dai Consiglieri interroganti, provvede alla revoca delle originarie assegnazioni, ma non formalizza la nuova riassegnazione che il Ministero del Bilancio dovrà esplicitare con un nuovo provvedimento, alla luce delle priorità già individuate dal Piano triennale approvato, come detto, dal Consiglio regionale nel luglio 1994 e dal Ministro dell'Ambiente in data 23/11/1994.
La realizzazione degli interventi sostitutivi sopra richiamati, ovviamente è condizionata dalla riassegnazione degli stessi finanziamenti come previsto, appunto, dal PTTA (1994/1996).
Successivamente alla nota di risposta all'interrogazione datata 15 aprile u.s., l'Assessorato ha sollecitato questo provvedimento che tecnicamente come detto, deve essere fatto in due tempi, prima la revoca e poi la riassegnazione, poiché la revoca compete al Ministero del Tesoro e la riassegnazione al Ministero del Bilancio. Ora i due Ministri sono la stessa persona.
Venerdì 7 giugno prossimo, al pomeriggio, abbiamo un incontro in Regione con il dottor Mascazzini, che è il Direttore generale del Ministero dell'Ambiente per il Settore rifiuti e acque e in quella sede si farà la verifica di tutte le questioni pendenti, tra cui anche questa. E' stato poi emanato un decreto legge, cosiddetto salvaimpegni, che prevede il mantenimento di tutta una serie di stanziamenti per il Piano triennale dell'ambiente.
Per la cronaca, questo decreto legge è quel decreto che ha consentito l'assegnazione definitiva dei fondi per le bonifiche di Cirié, Piossasco e Tortona. Pochi giorni dopo l'insediamento del nuovo Ministro per l'Ambiente, Ronchi, che tra l'altro nelle sue vesti di parlamentare si era fatto carico di portare avanti la conversione - non ancora conclusa - del decreto legge salvaimpegni in campo ambientale, dando un grosso contributo per la soluzione dei problemi di Ciriè e Piossasco, come Regione, come Assessore regionale all'ambiente, il sottoscritto, a nome degli altri colleghi Assessori, ha fatto presente la necessità di intervenire con un provvedimento d'urgenza, che cambi le procedure attuative del Piano triennale.
Prima si parlava di neocentralismo in campo turistico: anche in questo campo c'è una situazione non più tollerabile; vi è un controllo, da parte del Ministero, progetto per progetto. Si verifichi il Piano triennale, lo si approvi o meno in questa o quell'altra componente: una volta definito l'insieme del Piano triennale, si mettano le risorse complessivamente a disposizione delle Regioni, dopodiché, sei mesi, un anno dopo si facciano le verifiche e si revochino i fondi per le Regioni inadempienti! Nel modo attuale, l'eccessivo controllo progetto per progetto determina procedure defatiganti, che creano situazioni di difficoltà molto rischiose, con dei passaggi di fondi da un Piano triennale all'altro in base al mancato raggiungimento degli obiettivi.
Ritengo più che fondate le preoccupazioni dei Consiglieri interroganti in ordine al raggiungimento degli obiettivi di Piano; le scelte di revocare dei fondi per un intervento, per assegnarli ad altro, furono compiute dal Consiglio regionale nella sua sovranità nel luglio del 1994.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.
VINDIGNI Prendo atto dell'esauriente risposta fornita dall'Assessore, dalla quale emergono problemi politici non indifferenti. In primo luogo, il ritardo dell'impegno dei fondi destinati addirittura dal Piano triennale 1988/1992 che, nella fattispecie, ammontano a circa 15 miliardi ancora da attivare in secondo luogo, l'accumularsi di ritardi e lungaggini anche nell'attuazione del Piano triennale 1994/1996, i cui decreti di finanziamento sinora pervenuti sono pochini e ancor più modesti i finanziamenti finora effettivamente erogati.
Credo che il modo per salvaguardare e valorizzare l'istituzione regionale e quindi anche un corretto rapporto fra Stato e Regioni, stia anche nella rapida approvazione dei programmi e nell'assegnazione conseguente dei finanziamenti connessi con questi programmi. A questo punto sarebbe importante avere una comunicazione, nella sede che l'Assessore riterrà più opportuna, sullo stato di avanzamento complessivo del Piano triennale, al fine di rendere consapevole tutto il Consiglio degli eventuali ritardi accumulatisi e dare ai Consiglieri la consapevolezza e la sensazione di tutti gli ostacoli che si frappongono ad un corretto rapporto fra Stato e Regione.
L'Assessore trovi il modo di rendere questa informazione, che sicuramente risponderà al nostro interesse, com'era di nostro interesse l'interrogazione che abbiamo presentato e il problema che abbiamo sollevato.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.
CAVALLERA, Assessore all'ambiente Sono d'accordo a svolgere una comunicazione in Commissione; concorderemo con il Presidente Griffini una seduta nella quale portare a conoscenza dei colleghi lo stato di attuazione del Piano triennale.


Argomento: Problemi energetici - Beni ambientali - tutela del paesaggio (poteri cautelari, vincoli

Interrogazione n. 545 del Consigliere Vindigni relativa al parere regionale sul progetto di riferimento della linea elettrica di media tensione Chiomonte-Salbertrand in corrispondenza della Borgata Cels (Exilles)


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 545, presentata dal Consigliere Vindigni, alla quale risponde l'Assessore ai beni ambientali, Majorino.
MAJORINO, Assessore ai beni ambientali Con un'interrogazione urgente del 9/4/1996, il Consigliere Vindigni prospettava con giusta e legittima preoccupazione il fatto che il Sindaco di Exilles avesse autorizzato l'Azienda Energetica Municipale di Torino a rifare il tratto della linea elettrica di media tensione, Chiomonte Salbertrand, con particolare riferimento al territorio del Comune di Exilles. Dopo aver enunciato questa preoccupazione, il collega faceva rilevare che si trattava di opera che l'AEM avrebbe dovuto compiere in terreni soggetti a tutela ambientale, e chiedeva e sollecitava il Presidente della Giunta, la Giunta, e in particolare l'Assessorato competente, ad operare in base ai poteri previsti dalla legge ed, in particolare, in base al potere di annullamento consentito dall'ordinamento nei confronti di provvedimenti di Sindaci che avessero agito in sub-delega per quanto riguarda territori sottoposti alla tutela ambientale.
L'interrogazione urgente era del 9 aprile; devo precisare che si è incrociata con l'iniziativa dell'Assessorato e per esso dei funzionari del Servizio Beni Ambientali, il quale aveva già messo nel mirino la deliberazione del Sindaco di Exilles, per verificare - come usa verificare tutte le deliberazioni dei Sindaci poste in essere con la sub-delega, di cui alla legge n. 20 del 1984.
Si era riscontrata non tanto un'illegittimità nell'espressione della deliberazione, quanto, addirittura, uno straripamento di potere del Sindaco di Exilles, il quale non poteva, in base all'ordinamento e alla nostra legge n. 20, esercitare la sub-delega, poiché non si trattava di un mero e parziale rifacimento, ma di una ristrutturazione ex novo della linea elettrica.
Il provvedimento non è stato dunque di annullamento quanto di segnalazione dello straripamento di poteri allo stesso Sindaco, che è stato invitato a sospendere l'efficacia del provvedimento della Giunta di Exilles.
Il Sindaco si è fatto carico di venire in Assessorato, dove ha precisato che avrebbe provveduto a sospendere il nulla osta dato all'AEM, la quale peraltro - ecco perché si sono incrociate, come dicevo, le iniziative del Consigliere Vindigni e dell'Assessorato - in data 5 aprile era stata invitata a non porre in essere l'attività senza averla prospettata al Settore competente - l'Assessorato ai beni ambientali - poiché il Sindaco non aveva il potere di sub-delega, quindi l'Azienda Elettrica Municipale è stata invitata a valutare l'opportunità di interrare - nei tratti paesaggisticamente più delicati, come si suggeriva nell'interrogazione parte della linea in questione.
Quindi i lavori sono stati sospesi. L'Azienda Elettrica Municipale prenderà e verrà sollecitata a prendere contatto con i funzionari dell'Assessorato per cercare di mutare, per quanto di ragione, il progetto di rifacimento di questa linea elettrica, senza deturpare né l'ambiente né il paesaggio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.
VINDIGNI Ringrazio l'Assessore per le informazioni fornite, che testimoniano una partecipazione tempestiva della Regione, al fine di evitare un intervento aggressivo su un territorio particolarmente delicato e sottoposto anche a vincoli paesaggistici.
L'intervento è tanto più efficace e meritorio in quanto attiene ad un progetto presentato da una grande azienda pubblica, la quale dovrebbe prestare maggiore attenzione agli interventi sul territorio, sia perché ha i mezzi e la cultura affinché si evitino interventi devastanti, sia perch ha anche il dovere di tutelare la propria immagine.
Vorrei però sollecitare l'Assessore affinché si prendano immediatamente contatti con l'Azienda Energetica Municipale del Comune di Torino onde chiarire questa questione.
A me risulta che il potenziamento della linea Chiomonte-Salbertrand abbia un'urgenza ed un valore importante per l'Azienda Energetica. Attraverso questo potenziamento si dovrebbe alimentare il cantiere di Pont Ventoux che ha bisogno di una maggiore potenza energetica.
Questo cantiere è finalizzato alla realizzazione dell'impianto idroelettico che dovrebbe raddoppiare la produzione di energia elettrica dell'Azienda Energetica Municipale di Torino. Ciò comporterà una valorizzazione patrimoniale dell'azienda e quindi una maggiore appetibilità del progetto di privatizzazione.
Non ci troviamo di fronte ad un lavoro di routine, ma ad un lavoro che per l'Azienda Energetica ha una sua importanza.
Non vorrei che di fronte all'attenzione manifestata da gruppi di cittadini locali - ma che ha trovato riscontro meritorio da parte della Regione - si trovassero degli escamotage per non interrare la linea di media tensione e dare alla gente la sensazione che qualunque cosa si fa quando si mettono in discussione decisioni prese da enti superiori, non capita nulla.
Chiedo che, trovandoci anche in presenza di un problema creato da un ente pubblico importante, si trovi rapidamente la soluzione.
Connessa a questo problema è la questione della presenza delle aziende sul territorio, e in particolare delle aziende che dal territorio montano traggono benefici notevoli. Accennavo prima al fatto che, con il potenziamento degli impianti di Pont Vendoux, la capacità produttiva dell'Azienda Energetica Municipale; credo che bisognerà trovare il modo e gli strumenti attraverso i quali una parte dei benefici economici connessi con questo investimento ritorni su questo territorio e, in particolare sulle parti più povere di questo territorio.
La frazione della quale l'interrogazione fa cenno è una di queste. Anche la Regione, attraverso i suoi diversi comparti, dovrebbe fare un'azione di tutela non solo dal punto di vista ambientale e paesaggistico, ma anche dal punto di vista economico, trovando il modo e le sedi per realizzare forme di concertazione fra le più grandi aziende che operano nei contesti montani. Tutto questo affinché la presenza di queste aziende si traduca in creazione di occupazione e sviluppo dell'economia nelle forme nuove oggi possibili, che non sono più quelle del passato, quando nella fattispecie la popolazione locale veniva assunta presso gli impianti idroelettrici o per le attività di manutenzione, per attività di sorveglianza o anche per le attività di gestione. Così non è più: il personale che viene assunto è assolutamente modesto ed insufficiente; i benefici, però, le aziende energetiche continuano ad averli. Si tratta di trovare il modo - e qui chiedo alla Regione di studiare il modo - affinché i vecchi benefici, che una volta erano essenzialmente l'occupazione, si traducano in nuovi benefici.
Credo che questa sia una riflessione alla quale dobbiamo dedicarci e che certamente prossimamente troverà nel nostro Gruppo anche un'azione propositiva.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Farassino e Vaglio.


Argomento: Gruppi consiliari

b) Nuova denominazione Gruppo consiliare


PRESIDENTE

Comunico che in data 29/5/1996 il Gruppo Lega Nord Piemont ha assunto la nuova denominazione di Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania.


Argomento: Organizzazione turistica

Esame legge rinviata dal Governo relativa a: "Modifica della L.R. 24/11/1995 n. 85 'Amministrazione straordinaria delle Aziende di Promozione Turistica'"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 5) all'o.d.g. che prevede l'esame della legge rinviata dal Governo relativa a: "Modifica della L.R. 24/11/1995 n. 85 'Amministrazione straordinaria delle Aziende di Promozione Turistica'".
La parola al relatore, Consigliere Casoni.
CASONI, relatore Innanzitutto approfitto di questa occasione per ringraziare la Presidenza del Consiglio, la Presidenza della Giunta, i Gruppi di opposizione e di maggioranza e in particolare il mio Gruppo di Alleanza Nazionale per essermi stati vicini nel triste evento che mi ha colpito la scorsa settimana. A volte non ci sono parole per consolare chi, come il sottoscritto, perde un caro familiare, una moglie, una mamma, però riesce a trovare la forza per proseguire. Ora sto già guardando avanti e nell'andare avanti, vi sono riconoscente per l'amicizia che mi avete dimostrato. Grazie.
Il provvedimento in questione riguarda un rinvio del Commissario del Governo relativo alla legge di modifica delle Aziende di Promozione Turistica, che istituiva la figura del Commissario. Questa figura non aveva un termine temporale, per cui il Commissario del Governo l'ha rinviata in quanto, non essendovi questo termine, non poteva essere considerata valida.
La III Commissione, a maggioranza, ha deciso di apporre alla nomina di questi Commissari straordinari delle Aziende di Promozione Turistica il termine del 31/12/1996.
Questo provvedimento prevede la sostituzione del comma terzo dell'art. 1 della L.R. 24/11/1995, n. 85 che recita: "Gli amministratori straordinari delle Aziende di Promozione Turistica del Piemonte rimangono in carica fino all'entrata in vigore della legge di riordino dell'organizzazione turistica regionale e comunque non oltre il 31/12/1996". Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Casoni, anche per le parole che ha voluto dire sulla sua tristissima vicenda personale, per la quale rinnoviamo tutta la nostra amicizia e le nostre condoglianze.
La parola al Consigliere Bertoli.
BERTOLI Solo due considerazioni su questo provvedimento necessario, in quanto c'è bisogno di una proroga visto che il Consiglio regionale non è riuscito a porre in essere, nei tempi prefissati, la legge per la promozione turistica in Piemonte.
Le brevi considerazioni che desidero svolgere non possono non sottolineare e non far notare la situazione di fatto, che è quella dell'estate alle porte, con la stagione turistica per eccellenza, che il Piemonte dovrà affrontare con un sistema di promozione turistica allo sbando ormai da tempo.
Questa è la situazione che vive il Piemonte; una situazione di crisi, di protesta, di scontento, di insicurezza e di incertezza generalizzata da parte di aziende che costituiscono l'ossatura della promozione turistica in Piemonte.
E' facile constatare che, quando sottolineammo che ci si stava muovendo con molta approssimazione in questo delicato ed importantissimo settore avevamo ragione. Ma bando a prendere in considerazione i fatti che ormai stanno alle spalle! Chiederei all'Assessore, visto che in Commissione sono ormai depositate due proposte di legge (una della Giunta e una del nostro Gruppo), che la Commissione affronti il problema in modo organico, non accorpando un articolo ad un altro, se possibile, a colpi di maggioranza, ma che si faccia una cosa dignitosa ed organica, in modo da avere un progetto coordinato per la promozione turistica in Piemonte.
Su questo provvedimento, che si rende necessario per il rinvio da parte del Governo, ci asterremo, in considerazione del fatto che l'Assessore ha dichiarato, in più occasioni, la volontà di raccogliere il contributo di tutti per arrivare ad una legge piemontese rispondente alle esigenze del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.
MORO Credo sinceramente che la modifica della L.R. del 24/11/1995 n. 85 relativa all'Amministrazione straordinaria delle Aziende di Promozione Turistica, sarà improduttiva sul piano politico ed economico e non produrrà benefici positivi sul piano dello sviluppo turistico ed occupazionale del Piemonte.
Nelle molte zone piemontesi a vocazione turistica, alberghiera, termale montana e paesaggistica, le ricorrenti dichiarazioni dell'Assessorato competente sul varo dell'imminente legge regionale, che dovrebbe (ma non fa) riorganizzare le APT, con un'agenzia unica di promozione regionale ed agenzie locali, hanno creato malumore, preoccupazione, incertezza tra gli operatori turistici piccoli e medi, specialmente per l'eccessiva presenza del capitale privato a discapito del pubblico (Stato-Regione-Province).
Lo sviluppo socio-economico-occupazionale del settore turistico, montano termale, paesaggistico piemontese, e non solo torinese, ma di tutto il Piemonte, deve avere una maggiore presenza di finanziamenti della Regione Piemonte rispetto a quelli troppo esigui presenti nel bilancio 1996 della Giunta di centro-destra.
La stessa proroga sulle designazioni degli amministratori straordinari è avvenuta su criteri politico-professionali discutibili. Ad esempio, quella di Alessandria è passata ad Acqui e viceversa, senza specifiche e chiare motivazioni di capacità e di direzione organizzativa ed amministrativa.
Occorre veramente una svolta nella politica culturale del turismo piemontese che favorisca, in modo paritario ed uguale, tutto il territorio della Regione e non solo alcune importantissime zone: dai laghi, alle montagne, alle colline, alle terme ed il termalismo.
Per queste ragioni, il Gruppo di Rifondazione Comunista voterà negativamente a questa modifica.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Angeleri.
ANGELERI, Assessore al turismo Volevo rassicurare il Consiglio rispetto a questo provvedimento, che deve essere inquadrato necessariamente nella più ampia riorganizzazione della promozione turistica, che stiamo affrontando in Commissione proprio in queste settimane.
Il provvedimento di commissariamento non è un provvedimento nuovo, perch le Aziende di Promozione Turistica della Regione Piemonte arrivano da lunghi anni di commissariamento.
Questo ulteriore allungamento dei termini è stato ipotizzato unicamente per dare la possibilità al Consiglio di rivedere l'intera materia sottolineando gli aspetti evidenziati dal Consigliere Moro, cioè gli aspetti importanti che la revisione della materia stessa avrebbe avuto ed avrà dal punto di vista economico ed occupazionale.
Quindi, l'aver affrontato in questi termini il problema all'interno del Consiglio e della Commissione (con grande senso di responsabilità da parte di tutte le forze politiche) è il modo migliore per affrontare questo problema e per analizzarlo nel dettaglio. Peraltro, la Commissione ha valutato l'opportunità di creare un sottogruppo per lavorare intensamente a questo provvedimento e quindi per affrontarlo nel dettaglio.
Vorrei rassicurare chi chiedeva che la materia fosse affrontata non accorpando i diversi articoli frutto del disegno di legge della Giunta e del progetto di legge presentato dalla minoranza. Mi pare sia proprio questa l'ottica, tant'è che da parte di questa Giunta c'è stata la volontà di arrivare ad un apporto importante, per esempio, delle Province della nostra regione. A questo proposito, vi è stato un incontro con la Presidente della Provincia, Bresso; tale incontro ha portato, tra l'altro a sciogliere alcuni nodi che si erano venuti a creare rispetto alle competenze in materia di turismo, che sono stati discussi proprio pochi minuti fa in un'interrogazione a cui ha risposto il Presidente della Giunta regionale.
C'è dunque la volontà di questa Amministrazione e di questa Giunta di indirizzarsi verso un provvedimento che sia effettivamente il frutto della collaborazione di tutto il Consiglio, ma anche di un rapporto molto stretto dal quale abbiamo anche tratto utili indicazioni arrivate dalle realtà private, che saranno, mi auguro, coinvolte in questo processo di riorganizzazione complessiva.
Chiedo, quindi, che il provvedimento che stiamo per votare, che ci ha rimandato il Governo, possa essere valutato anche dalle opposizioni come un primo tassello importante, come un primo momento di collaborazione per affrontare un tema che, da un punto di vista - ripeto - economico ed occupazionale, avrà dei grandissimi riflessi, a seconda che si valutino in un modo o nell'altro le varie opportunità.
Di conseguenza, chiedo non solo alla maggioranza, ma anche all'opposizione di valutare l'opportunità di votare questo provvedimento, che fissa un termine nel 31 dicembre di quest'anno. Mi auguro veramente che, grazie al lavoro che faremo insieme in Commissione, questo termine sia l'ultimo e che con il riassetto complessivo possa partire il rilancio e la costruzione di una ormai consapevole industria del turismo piemontese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone per dichiarazione di voto.
MONTABONE Intervengo per annunciare il voto favorevole del mio Gruppo a questo rinvio, che diventa estremamente necessario, così come sarebbe stato necessario prevedere che una legge importante come questa forse non poteva avere delle scadenze ristrette.
Nell'annunciare il voto favorevole a questa legge estremamente necessaria e anche doverosa, che ci permette comunque di approfondire una tematica così importante per la Regione Piemonte, denuncio il sospetto che, volendo non soltanto consultare, ma partendo da una proposta di legge che viene dalla Provincia, si voglia in qualche modo spostare l'asse vero di quella che deve essere la promozione turistica.
Per anni abbiamo dibattuto in questo Consiglio regionale se la promozione turistica dovesse essere legata al territorio o se in qualche modo dovessero essere promossi i segmenti turistici forti del territorio. Se teniamo in considerazione la proposta di legge, che io non ho ancora visto della Provincia di Torino, se non sbaglio, rischiamo di centrare di nuovo la promozione rispetto a parti del territorio e non sui segmenti forti che dobbiamo promuovere. Sarà importante quindi, essendo il turismo - credo che ormai ne siamo consapevoli tutti - un'attività economica forte, o perlomeno che deve diventare tale, della nostra regione, non porci dei vincoli che ci porterebbero a soluzioni quasi campanilistiche di un turismo che deve diventare sempre più l'occasione per concentrare turisti sull'area piemontese, provenienti come minimo da altre regioni, da altre nazioni d'Europa e del mondo. Il limitare, nella concezione di promozione turistica, la logica territoriale può far sviare quello che è lo scopo che noi ci prefiggiamo.
Dichiaro comunque il voto favorevole del mio Gruppo allo spostamento della data ultima per l'attuazione della legge al 31 dicembre.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.
CAVALIERE Innanzitutto, collega Montabone, appare sempre più evidente l'incongruenza della nomina dei Commissari straordinari da parte dell'Assessore Angeleri e la loro attuale proroga, perché di questo stiamo trattando.
Voglio richiamare l'attenzione di tutti i colleghi. Quando si interroga l'Assessore chiedendogli quali criteri ha usato per la nomina di questi Commissari e lo stesso Assessore, con ilarità, ammette che trattasi di parenti ed amici, credo che ce ne sia abbastanza per riscontrare un grande svilimento della nostra istituzione.
Per quanto riguarda invece il ragionamento sulle proposte di legge ragionamento che si sta avviando per approntare questa legge, credo che nell'approccio generale manchi completamente la coscienza che noi possiamo lanciare e rilanciare, far crescere un'opzione, anche economica, abbastanza limitata nella nostra regione, se riusciamo a salvaguardare e a valorizzare le risorse turistiche che abbiamo; manca questo approccio. Non possiamo semplicemente valorizzare i pochi segmenti esistenti (il tal lago, ecc.) perché la nostra regione è estremamente ricca. Allora che senso ha Presidente Picchioni, questo grande impegno per gli Stati Generali, questo grosso richiamo ai valori e alle ricchezze della nostra regione, se poi (non lo sto dicendo per ironizzare) nell'attuazione quotidiana di una legge specifica non riusciamo a vedere come possiamo fare? Certamente con risorse limitate, ma come possiamo fare? Non c'è questo approccio e mi pare che questa legge faccia riferimento a distretti turistici limitati, a geografie politiche; ecco, mi pare molto al ribasso rispetto al grande problema che abbiamo nella nostra regione.
L'Assessore, anche su questo tema, continua a stare a Giochi senza frontiere.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Angeleri.
ANGELERI, Assessore al turismo Già nel mio intervento precedente ho voluto rassicurare il Consiglio che da parte della maggioranza c'è un'attenzione rispetto a questo tema veramente profonda ed è data dalla scelta di bilancio fatta nella direzione di privilegiare gli aspetti legati alla cultura della nostra Regione. Invito quindi il Consigliere Cavaliere ad evitare qualsiasi ilarità su questo punto e qualora voglia fare delle affermazioni di dimostrarle con delle prove.
CAVALIERE L'ho già fatto! ANGELERI, Assessore al turismo Perché diventa difficile discutere seriamente su un tema che da un punto di vista economico ritengo importantissimo per il futuro della Regione Piemonte con l'approccio che ha il Consigliere Cavaliere.
CAVALIERE L'ho dimostrato e tu fai finta di niente! ANGELERI, Assessore al turismo Devo dire che da parte di altre forze politiche, in primis della maggioranza, ma anche dell'opposizione, c'è il giusto atteggiamento di attenzione verso una materia che forse può diventare un punto di forza e che non è mai stata oggetto di così forte attenzione all'interno di questa Regione.
Non si è ragionato fino ad oggi da un punto di vista politico come richiamato da qualcuno; la prova di tutto questo è data dalla ricerca di collaborazione - torno a ripeterlo - proprio con le otto Province piemontesi che sappiamo tutti quanti essere di una coloritura diversa da questa maggioranza. Il rapporto richiesto da questa maggioranza ha dato un risultato in termini di collaborazione sicuramente positivi, e questa è la testimonianza più chiara e concreta che non si vuole in questa materia fare della politica di parte, ma si vuole veramente costruire un futuro in questa direzione per la nostra Regione.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 51 voti favorevoli 32 voti contrari 4 astensioni 15 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 51 voti favorevoli 32 voti contrari 4 astensioni 15 L'art. 2 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 53 hanno risposto SI' 33 Consiglieri hanno risposto NO 5 Consiglieri si sono astenuti 15 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Assestamento di bilancio - Parchi e riserve

Esame progetto di legge n. 171: "Assestamenti ai bilanci di previsione per gli anni finanziari 1993, 1994 e 1995 dell'Ente di gestione delle Aree protette della fascia fluviale del Po - Tratto cuneese"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 171, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Data l'assenza del relatore, Consigliere Ghiglia, viene data per letta la seguente relazione: "Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la I Commissione ha esaminato il disegno di legge n. 171 predisposto dalla Giunta regionale e relativo all'approvazione dell'assestamento ai bilanci di previsione per gli esercizi finanziari 1993, 1994 e 1995 dell'Ente di gestione delle aree protette della fascia fluviale del Po, tratto cuneese.
La I Commissione ha approvato a maggioranza il disegno di legge n. 171 e lo rassegna all'aula auspicandone una sollecita approvazione trattandosi di specifico adempimento al disposto della L.R. 29/12/1981, n. 55 (Norme di contabilità regionale)".
Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 36 astensioni 6 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 36 astensioni 6 L'art. 2 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 51 hanno risposto SI' 45 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Variazioni di bilancio - Parchi e riserve

Esame progetto di legge n. 177: "Variazione al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1996 del Parco naturale di Stupinigi"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 177, di cui al punto 7) all'o.d.g.
Poiché è ancora assente il relatore, Consigliere Ghiglia, viene data per letta la seguente relazione: "Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la I Commissione ha esaminato il disegno di legge n. 177 predisposto dalla Giunta regionale e relativo alla variazione del bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 1996 del Parco naturale di Stupinigi.
La variazione è stata richiesta dall'Ente Parco al fine di poter disporre dell'importo necessario per eseguire un intervento di ristrutturazione dell'edificio adibito a sede e ad accoglienza turistica.
Le suddette variazioni riguardano in primo luogo l'accertamento del contributo dell'Assessorato al turismo della Regione Piemonte, pari al 70 dell'importo totale richiesto dall'intervento, e di conseguenza esse prevedono anche la riduzione degli stanziamenti già previsti su diversi capitoli nello stato di previsione della spesa per consentire il raggiungimento della cifra complessiva necessaria alla ristrutturazione dell'immobile.
Nel corso dell'esame in Commissione la Giunta ha presentato un emendamento integrativo, relativo alla variazione del bilancio di previsione per l'anno finanziario 1996 della Riserva naturale speciale del Sacro Monte di Varallo.
La I Commissione ha approvato a maggioranza il disegno di legge n. 177 e lo rassegna all'aula auspicandone una sollecita approvazione trattandosi di specifico adempimento al disposto della L.R. 29/12/1981, n. 55 (Norme di contabilità regionale)".
Su tale disegno di legge si sono espressi favorevolmente Forza Italia Alleanza Nazionale e Partito Popolare; si sono astenuti il PDS, Lega Nord e Rifondazione Comunista.
Non essendovi interventi, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 voti favorevoli 24 astensioni 20 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 voti favorevoli 24 astensioni 20 L'art. 2 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 50 hanno risposto SI' 27 Consiglieri si sono astenuti 23 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. il seguente provvedimento: progetto di legge n. 176: "Interventi urgenti nel settore sanitario".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Esame progetto di legge n. 157: "Istituzione della Consulta delle elette in Piemonte"


PRESIDENTE

In riferimento al progetto di legge n. 157, di cui al punto 9) all'o.d.g.
comunico che la votazione in sede di Commissione ha avuto il seguente esito: favorevoli: Forza Italia, Alleanza Nazionale (Consigliera Minervini a titolo personale), CCD, PDS, Rifondazione Comunista, PPI.
Sono state nominate relatrici le Consigliere Manica e Minervini.
La parola alla relatrice, Consigliera Manica.
MANICA, relatrice Sarà una relazione breve, in quanto questo progetto di legge fa seguito ad un ordine del giorno già approvato dal Consiglio regionale. Un ordine del giorno che impegnava il Consiglio stesso ad avviare la costituzione della Consulta delle elette in Piemonte.
L'avvio di questo momento importante avviene attraverso non una semplice deliberazione, ma una vera e propria legge del Consiglio regionale, a testimonianza dell'importanza di questo strumento e dell'utilità che pensiamo possa e debba avere per la comunità piemontese nel suo complesso.
La Consulta delle elette è appunto costituita dalle Consigliere elette ai vari livelli negli Enti locali del Piemonte (comunali, provinciali e regionali), dalle Parlamentari nazionali ed europee, dalle Presidenti delle Commissioni di Pari Opportunità, dalle Consigliere di parità del Piemonte e dalle Presidenti delle Consulte femminili.
Tale istituzione è un organismo che si propone la visibilità delle donne elette all'interno della nostra Regione e la possibilità di momenti più complessivi di formazione rispetto ai compiti diversi, numerosi e complessi, che l'attività amministrativa richiede alle amministratrici. Si propone altresì la possibilità di mettere all'ordine del giorno importanti questioni che riguardano la comunità piemontese. In questa direzione vi sono indicazioni significative che ci vengono dalla Commissione nazionale Pari Opportunità, il che indica l'importanza di strumenti di coordinamento ai vari livelli, tra le elette per determinare sinergie importanti per un miglior funzionamento del lavoro amministrativo ai vari livelli.
Abbiamo risoluzioni emanate in occasione della Conferenza di Pechino e dallo stesso Parlamento Europeo. Nel recente Convegno a Salonicco, a cui ha partecipato una delegazione di questo Consiglio regionale, è maturata una riflessione sulla democrazia paritaria che faceva seguito alle risoluzioni del Convegno di Dublino dello scorso anno, di tutte le amministratrici europee, aperto da un saluto della Presidente della Repubblica irlandese.
Quindi direi che l'atto che il Consiglio regionale compie oggi, attraverso questa legge, è anche in piena sintonia con il Convegno di Salonicco, così come con la Conferenza di Roma a cui hanno partecipato tutte le rappresentanti dei Governi europei, che è stata organizzata dalla Commissione Pari Opportunità, in occasione del semestre di Presidenza europea dell'Italia.
Il presente documento è pertanto in sintonia con le aspettative e le richieste che vengono dalla comunità piemontese; un atto istitutivo che demanda poi ad un regolamento specifico e successivo il funzionamento della Consulta, la quale è una grande assemblea delle amministratrici del Piemonte e che successivamente dovrà, attraverso il regolamento che si darà, trovare dei momenti operativi più ristretti.
Ricordo ai Consiglieri regionali che le elette del Piemonte, da un primo dato che abbiamo raccolto in questi giorni, sono più di tremila. E' quindi necessario che dal momento assembleare più ampio si definiscano dei momenti operativi che potranno consentire un proficuo e concreto lavoro.
Pensiamo a questo come ad uno strumento che possa essere utile al Consiglio regionale e a tutti gli Enti locali piemontesi ai vari livelli, non come strumento parallelo, ma in piena sinergia con il complesso dell'attività e della vita amministrativa.



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 27 astensioni 6 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 Ha chiesto la parola il Consigliere Salerno; ne ha facoltà.
SALERNO Intervengo semplicemente per motivare l'astensione del mio Gruppo, perch in relazione al discorso della Consigliera Manica non capisco il significato ed il contenuto politico di un ulteriore organismo di questo genere, non soltanto a livello regionale, ma non riesco nemmeno a comprenderlo politicamente e socialmente anche a livello internazionale.
Questo per un fatto semplice: già da sola, oggi, la donna può esprimere anche a livello politico, a livello regionale e parlamentare, tutte le istanze.
Lo può già fare adesso, io sono contrario alla creazione di ulteriori Consulte; ne abbiamo già tante, che vogliono dire altre strutture, altri stipendi, altri costi.
Credo che siano superati i problemi legati ad una non pari opportunità delle donne. Oltretutto non mi pare molto chiaro il capitolato di spesa per cui esprimo la posizione di astensione su questo provvedimento.



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione per alzata di mano dell'art. 2, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 32 astensioni 6 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 32 astensioni 6 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 32 astensioni 6 L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 32 astensioni 6 L'art. 5 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 49 votanti 48 hanno risposto SI' 41 Consiglieri si sono astenuti 7 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere La legge è approvata.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Esame progetto di legge n. 163: "Esenzione dall'obbligo del Programma Pluriennale di Attuazione"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora il progetto di legge n. 163, di cui al punto 8) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Grasso, che ha facoltà di intervenire.
GRASSO, relatore Illustre Presidente, egregi Consiglieri, la reiterazione prolungata - la versione appena scaturita è l'undicesima: in effetti è stata successivamente reiterata il 25/5/1996 - del decreto legge contenente "Misure urgenti per il rilancio economico ed occupazionale dei lavori pubblici di edilizia privata" sta creando numerosi problemi alle Amministrazioni comunali. In particolare, una delle disposizioni assunte nelle reiterazioni del decreto legge ha messo alcuni Comuni in situazione amministrativa tale da non essere più risolvibile senza un intervento legislativo della Regione.
La disposizione è quella concernente il Programma Pluriennale di Attuazione, che è stato per tre reiterazioni abrogato dal 26/7/1994 al 26/1/1995, quindi sospeso con l'individuazione di un termine sempre variabile nei successivi sei decreti, con scadenza ultima al 15/3/1996 ed infine ripristinato in anticipo, quindi retrodatato a partire dal 25/1/1996. Poi c'è stata, come ho detto prima, la reiterazione del 25/5/1996.
Nel frattempo, molti Programmi Pluriennali di Attuazione sono scaduti senza che i Comuni ne abbiano disposto dei nuovi, stante il divieto posto dai primi tre decreti.
Le Amministrazioni comunali con PPA scaduto non possono rilasciare concessioni edilizie sino all'approvazione del nuovo programma, sempre che nel frattempo il Parlamento in prossimi decreti non stabilisca diverse disposizioni.
Il disegno di legge, composto da un solo articolo, prevede l'esenzione dei Comuni dall'obbligo di formazione del PPA per dodici mesi, e comunque sino all'entrata in vigore della legislazione regionale volta ad aggiornare la disposizione in materia.
Il progetto di legge, assegnato alla II Commissione consiliare, è stato posto in consultazione e ha ricevuto sostanziali consensi da parte degli interpellanti (Comuni sopra i 10 mila abitanti, Province, Associazioni ed Enti interessati alla materia).
I rappresentanti dei Gruppi consiliari che hanno partecipato all'esame del testo hanno convenuto sull'opportunità di un intervento legislativo della Regione, in attesa della modifica della legge urbanistica e della revisione organica della legislazione in materia di PPA, che consenta alle Amministrazioni comunali di procedere alla normale attuazione degli strumenti urbanistici esistenti, prescindendo dall'operatività del Programma Pluriennale di Attuazione.
Volevo ancora riferire che nel testo di legge occorre modificare - quindi votare il testo modificato - la data 25/3/1996, per il problema che ho detto prima: dopo la votazione in aula, il decreto è stato reiterato in data 25/5/1996, data che occorre sostituire alla precedente. Grazie.



PRESIDENTE

Il cambiamento della data sul testo di legge farà parte di un emendamento sostitutivo.
La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Grazie, Presidente. Care colleghe, cari colleghi, esprimo, a nome del Gruppo, la netta opposizione a questa proposta di legge unitamente al forte rammarico che un provvedimento di questo genere abbia trovato in Commissione un così largo consenso.
E' triste assistere a prese di posizioni politiche quando nulla costano, n sul piano politico né sul piano amministrativo, in favore di una regolamentazione e gestione del territorio adeguata alle esigenze dello stesso, alla tutela dell'ambiente e alla predisposizione dei servizi per i cittadini. E' triste assistere da una parte a lamentazioni e giaculatorie su questa nostra Italia che degrada, che è mal gestita, in cui le coste vengono distrutte, il paesaggio non viene mantenuto, si creano quartieri senza servizi e poi notare dall'altra parte grande indifferenza di una larghissima maggioranza che sotterra - sia pure per un periodo di tempo, ma anche questo parecchio lungo - lo strumento principe che potrebbe consentire a questa nostra Italia, a questo nostro Piemonte, di gestire le trasformazioni del territorio secondo criteri di maggiore civiltà. Il Piano pluriennale di attuazione prima che un "Attila" del territorio, il buon Nicolazzi, iniziasse la devastazione delle norme, era uno degli strumenti principi che consegnava ai Comuni la possibilità di rendere equilibrato sul territorio il rapporto investimenti pubblici ed interventi privati rapporto che prima era molto sofferente. Vi era un intervento scollegato tra gli investimenti pubblici e le iniziative private. Finalmente, si era giunti a consegnare a tutti i Comuni il potere di gestire il proprio territorio secondo razionalità, secondo l'individuazione di interessi pubblici e di un progetto di sviluppo.
Sappiamo che i Piani Regolatori sono disegni del territorio a lungo termine, che durano cinque, dieci, quindici, anche trent'anni. I Comuni avevano a disposizione la possibilità di decidere, all'interno di un disegno molto vasto, con i Programmi Pluriennali di Attuazione, cosa veniva attuato sul territorio comunale e in base a questa decisione programmare i propri interventi, le opere di urbanizzazione, sia primarie che secondarie e, a seguito di questi interventi, indicare quali investimenti privati potevano o non potevano attuarsi.
Questa era la regolamentazione, ma da Nicolazzi in avanti, e poi in modo contraddittorio i Governi nazionali, sotto la spinta delle forze speculative più volgari e più devastatrici del territorio, hanno attaccato i Programmi Pluriennali di Attuazione - dando fiato ai Comuni più inerti e che dispregiano in maggior misura gli interessi collettivi, privilegiando quelli speculativi privati - con i modi che sappiamo. Ora la nostra Regione, in quest'aula, mette il proprio sassolino anch'essa proponendo una proroga e quindi una disattivazione per un anno dei Programmi Pluriennali di Attuazione, premiando tutti i Comuni che invece di lamentarsi potevano predisporre questi programmi e non lo hanno fatto e saranno ben felici di non farlo, e punendo i Comuni che eventualmente invece già si predisponevano a farlo.
La foglietta oscena di fico, messa in calce all'art. 1, rende ridicolo questo disegno di legge dal punto di vista di una coerenza razionale dello stesso; è una foglietta di fico in cui si dice "chi vuole può comunque approvare Programmi di attuazione". Mi chiedo se questo sia il modo di legiferare, se ci sia una serietà amministrativa. E' un articolo di legge che con il comma primo dà la possibilità a tutti di non fare e con il comma secondo dà la possibilità a tutti di fare. Non so nemmeno se questo possa essere un elemento di contestazione in altre sedi. Ma non è su questo che cimenterò l'azione del Gruppo, lo cimenterò invece su una denuncia politica che purtroppo con i fatti, cioè con le leggi, va nella direzione dell'intervento indiscriminato sul territorio senza alcun programma, mentre poi qualche lacrima la versa quando, in conseguenza di un territorio mal governato, ci troviamo di fronte a guai di vario tipo, dai guai meno dolorosi, che sono quelli di un territorio che cresce in modo poco razionale e male organizzato, fino agli estremi che vede un territorio ridotto in questo modo in conseguenza di eventi meteorologici di carattere eccezionale. Ricordo che l'Italia è ancora priva di una legge per l'uso dei suoli. Tutto questo premiando per lo più gli interessi speculativi privati e mettendo in un cantone gli interessi pubblici e le attività di programmazione.
Speravo, come Gruppo, di trovare in quest'aula maggiori consensi ad una linea di fermezza che ostacolasse in ogni modo tutte le prassi di deregolamentazione che questa Giunta proponeva, comprendendo in queste prassi la disattivazione, per un lungo anno, perché si potevano fare battaglie almeno per ridurre questa fascia e invece liscio, liscio, sta passando - salvo ripensamenti molto auspicabili, almeno da parte mia in quest'aula - un provvedimento che ci riporta ai tempi più bui del disinteresse nicolazziano per quanto riguarda la tutela dei valori di tutti del territorio, privilegiando invece unicamente i valori di chi intende fare per fare, distruggendo, degradando senza alcuna programmazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.
SAITTA Il collega Chiezzi ha sollevato un problema di grande rilevanza, quello della gestione del territorio del nostro Piemonte, partendo da questo atto cioè da questo disegno di legge regionale.
Concordo su alcune riflessioni, non concordo sulle conclusioni.
Credo ci sia una sopravvalutazione del ruolo del PPA da parte sua, nel senso che è vero che questo strumento di attuazione del Piano Regolatore è uno strumento che secondo il legislatore avrebbe dovuto "garantire" un ragionamento da parte degli Enti locali intorno alla connessione tra interventi residenziali o industriali e investimenti pubblici, cioè le opere di urbanizzazione, ma bisogna anche considerare come concretamente il PPA è stato utilizzato da parte dei Comuni.
Vorrei richiamare, ad esempio, lo studio che aveva fatto il Politecnico a proposito della legge n. 56 su incarico della Regione Piemonte. In questo studio c'è addirittura un capitolo dove si rileva come molto spesso il PPA è stato considerato da parte degli Enti locali più che altro come un atto formale. Non sempre i Comuni l'hanno utilizzato per quello che doveva essere, cioè un'occasione di scelta degli interventi compatibili con il proprio territorio e soprattutto compatibili con gli investimenti. Da questa considerazione però non si può dedurre che non esiste l'esigenza del PPA; bisogna pensare a strumenti diversi, perché l'attuale forse non è il più adatto.
Questa considerazione richiama le modifiche o, meglio, l'impostazione generale che l'Amministrazione regionale intende dare alla nuova legge urbanistica. A nostro giudizio è necessario un altro strumento che abbia caratteristiche simili al PPA, che per lo meno tenti di incentivare i Comuni a "ragionare" annualmente sugli interventi e sugli investimenti pubblici. Lo strumento deve essere snello, non deve ridursi ad essere come in effetti è stato per molti Comuni - soltanto il censimento puro e semplice di chi vuole intervenire sul territorio.
Uno strumento quindi è necessario; uno strumento non ipocrita, uno strumento serio, che però non può valere per tutte le Amministrazioni comunali, ma per classi di Comuni. Sicuramente ha un senso per il Comune di Torino e per i Comuni di grandi dimensioni, ma non credo per Comuni piccoli.
Ho la sensazione che si assegni a questo strumento un ruolo maggiore di quello che dovrebbe svolgere il PRG. Gli errori commessi nella gestione del territorio non derivano tanto dal PPA, ma soprattutto da Piani Regolatori non sempre adeguati agli obiettivi di contenimento della cosiddetta "speculazione" richiamata dal Consigliere Chiezzi. Le ragioni sul degrado ambientale e territoriale sono altre, non certamente il PPA.
Credo allora che questa proposta di discussione debba essere approvata. Il nostro voto è favorevole per due motivi: innanzitutto perché in una situazione di incertezza molti Comuni si aspettano questo provvedimento. E sotto questo aspetto è un provvedimento importante. Con l'approvazione non facciamo altro che dare un minimo di certezza, pur con qualche dubbio.
E' però altrettanto importante che la Giunta non colga questa occasione per seppellire in modo definitivo lo strumento del PPA.
Per questo è interessante conoscere l'opinione della Giunta sugli strumenti di attuazione del Piano Regolatore e come intende operare. Se questo provvedimento contingente, frutto di una legislazione incerta, viene invece ritenuto l'atto di morte definitiva del PPA, la posizione del Gruppo dei Popolari è contraria.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.
CAVALIERE Non ripeterò cose che hanno già detto i colleghi che mi hanno preceduto.
Voglio però stigmatizzare un atteggiamento della maggioranza che, in particolare, sulle materie di gestione del territorio tende a preparare delle modifiche generali (vedasi turismo, ecc.) e nello stesso tempo fa tabula rasa, cioè si eliminano i vincoli e le normative.
Su questa vicenda, nell'attesa che i consulenti di "Bardonecchia" e dell'Assessore Botta svolgano il loro lavoro, credo che sia non legittimo dal punto di vista amministrativo, sospendere una legge nazionale con una legge regionale.
Non credo sia legittimo l'articolato che ci apprestiamo a votare, perché mi pare abbia queste caratteristiche.
Volevo sottolineare questo fatto e dichiarare per questi motivi il mio voto contrario anche nei confronti della superficialità delle grandi maggioranze, che però cambiano a seconda dei provvedimenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grasso.
GRASSO Ho sentito quanto ha detto il Consigliere Saitta e mi ha fatto piacere perché sono cose che condivido, così come gran parte delle Associazioni consultate.
Mi stupisco molto, invece, di quanto ha detto il Consigliere Chiezzi perché esercitando la professione di ingegnere dovrebbe avere ben inteso qual è la validità del Piano di attuazione, che non è altro che un bilancio economico tra soldi incassati per oneri di urbanizzazione e soldi che devono essere spesi per realizzare opere di urbanizzazione.
Diventa anche normale verificare e dire che non si può rilasciare nessuna abitabilità, qualora non ci siano le opere di urbanizzazione realizzate per cui è come un gatto che si morde la coda. Non è comunque possibile andare allo scempio del territorio con un Piano Regolatore e con l'impossibilità materiale di poter rilasciare abitabilità se non ci sono le infrastrutture di urbanizzazione.
Pertanto, quello che era nell'intenzione del legislatore originario, cioè uno strumento che potesse programmare la realizzazione dell'urbanizzazione è, di fatto, uno strumento solo formale e a volte anche inutile, perché non si può quasi mai, specialmente nei piccoli Comuni, programmare ed organizzare il territorio.
Il territorio ha comunque un Piano Regolatore che lo vincola in tutto ed ha altri vincoli di vario tipo. Anche le urbanizzazioni programmate normalmente non si possono realizzare, perché succede sempre qualcosa; la realizzazione contestuale di tutte le aree edificabili quasi mai si verifica. La realizzazione si verifica magari in parte, ma non si riesce ad avere una visione complessiva alla base. Proprio in questi casi il Piano di attuazione darebbe la possibilità di costruire, salvo poi doverlo sempre verificare a consultivo.
Abbiamo consultato varie Associazioni (Collegio Geometri Torino e Provincia, URPP, Provincia di Alessandria, Verbano Cusio Ossola, Istituto Nazionale di Urbanistica, Unione Edilizia del Piemonte e della Valle d'Aosta, Federpiemonte): queste sono solo quelle che hanno fatto avere memorie scritte, dicendo che è un provvedimento che ha una piena validità perché va comunque a chiarire un quadro normativo incerto.
Perché i Comuni non hanno attuato i Programmi Pluriennali di Attuazione? Non l'hanno fatto perché i decreti legge li avevano abrogati e avendoli abrogati potevano attuarli loro; ritenendoli però uno strumento che non poteva dare una snellezza amministrativa, non li hanno attuati. Quindi già loro hanno verificato che il PPA non era uno strumento che poteva aiutarli nella loro vita urbanistica e programmatoria. Dopodiché altri decreti legge li hanno sospesi, ma anche in questo caso di sospensione i Comuni hanno ritenuto che i Programmi Pluriennali di Attuazione non fossero uno strumento che li aiutava e non li hanno attuati. Poi arrivano decreti legge che invece li rimettono in funzione. I Comuni non hanno potuto organizzarsi per farli; se ora li si vincola a doverli fare, chiaramente andranno a rincorrere quello che non hanno fatto e lo faranno, però la colpa non è certo dei Comuni. Li abbiamo prima abrogati e poi sospesi e i Comuni stessi hanno ritenuto che non fossero uno strumento di aiuto nella loro normale gestione urbanistica. Questo però non impedisce che qualsiasi Comune che voglia comunque dotarsi del PPA lo possa fare. Ciò vale sicuramente per i grandi Comuni dove la programmazione può essere fatta in maniera più organica; il Comune di Torino andrà certamente a dotarsi di Programmi Pluriennali di Attuazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Botta.
BOTTA, Assessore alla pianificazione territoriale Signor Presidente, colleghi Consiglieri, desidero confermare quanto è stato ampiamente detto sia dal relatore, Consigliere Grasso, sia dal collega Saitta, ed anche controbattere le argomentazioni portate dai Consiglieri Chiezzi ed altri.
Il Programma Pluriennale di Attuazione è stato sicuramente uno degli istituti più innovativi introdotti dalla legislazione urbanistica alla fine degli anni '70 con la legge 28/1/1977, n. 10, e gli scopi perseguiti dal Programma Pluriennale di Attuazione erano numerosi ed importanti: soprattutto quello di dare un'attuazione programmata e ordinata del Piano Regolatore, consentendo gli interventi edilizi contestualmente alla programmazione degli investimenti, pubblici e privati, sulle aree per le infrastrutture. In secondo luogo, quello di coordinamento della spesa pubblica, anche pluriennale, comunale per infrastrutture con l'attuazione del Piano Regolatore; ancora, quello di coordinare, all'interno dei Piani Regolatori, tempi, modi e concertazione. Concertazione che è poi stata ripresa recentemente dall'introduzione, sia pure con istituti che non si limitano strettamente all'urbanistica, delle Conferenze dei servizi e degli accordi di programma che consentono anche la variante, qualora venga stipulato, com'è successo recentemente con il Comune di Torino, con il Settore Sanità, un accordo di programma per superare delle norme di attuazione del Piano Regolatore del Comune di Torino stesso che impedivano lavori di ampliamento in importanti ospedali della città per finanziamenti previsti di oltre 28 miliardi.
Mi pare, quindi, che sulla finalità della programmazione ci sia anche da parte della Giunta l'idea che comunque, nella riforma più generale che dovrà essere affrontata dal Consiglio, l'istituto del Programma Pluriennale di Attuazione o comunque le sue finalità non vadano sicuramente disperse ma, anzi, vadano valorizzate e magari riproposte sotto una veste più nuova e più moderna.
Le ragioni sono state ampiamente ricordate: non si tratta di dare un colpo di piccone in senso letterale ad un istituto che prevede la salvaguardia del territorio, perché altri sono gli strumenti già previsti dalla legislazione sia nazionale che regionale; si tratta di fare chiarezza su un problema che è sorto a causa di un uso contraddittorio del decreto legge in questa materia. Apprezzo moltissimo l'atteggiamento dei Gruppi che si sono espressi o che si vorranno esprimere, al di là dei Gruppi della maggioranza, su questo disegno di legge.
Certo, sotto il profilo della legittimità - lo ha richiamato il collega Saitta - è stato fatto un approfondimento da parte degli uffici dell'urbanistica; si tratta di un rinvio che il decreto legge statale fa alla legislazione regionale. La Regione intende fare chiarezza e rispondere a quelle attese dei Comuni che proprio per la contraddittorietà dell'uso della decretazione d'urgenza si sono ritrovati sprovvisti di uno strumento quale il PPA, che non consente l'operatività piena nei Comuni stessi.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame dell'articolato.
ART. 1 1) Emendamento presentato dal Consigliere Burzi: al comma primo, dopo le parole "i Comuni obbligati dalle vigenti leggi" sopprimere la parola "regionali".
La parola al Consigliere Burzi.
BURZI Abbiamo presentato questo emendamento perché ci sembra pleonastico l'utilizzo nell'ambito del dispositivo di legge dell'aggettivo "regionali" in quanto l'organo legislativo è il nostro e non può che avere competenza regionale ed è quindi autoesplicante. Il fatto di scriverlo potrebbe essere un ulteriore contributo a quella confusione legislativa che è all'origine del disegno di legge della Giunta.
Tengo inoltre a ricordare che questo disegno di legge della Giunta è sostitutivo di una proposta di legge presentata dal Gruppo di Forza Italia proprio per cercare di rendere chiara l'interpretazione da parte di quei Comuni che oggi si trovano in difficoltà di interpretazione e non certo come ha correttamente ricordato il Consigliere Saitta, per sostituire strumenti di gestione del territorio.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 31 voti favorevoli, 1 contrario e 2 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri).
2) Emendamento presentato dall'Assessore Botta: sostituire le parole "25 marzo 1996 n. 154" con le parole "25 maggio 1996 n. 285".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 37 voti favorevoli e 1 contrario (non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri).
Si proceda votazione dell'art. 1 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI' 39 Consiglieri hanno risposto NO 5 Consiglieri L'art. 1 e pertanto l'intero testo della legge è approvato.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
Comunico che i lavori del Consiglio riprenderanno nel pomeriggio, verso le ore 14,30-14,45. Tenete presente che all'esame ci sarà la costituzione di una Commissione speciale per la revisione dello Statuto della Regione Piemonte, che credo reclami una vostra particolare attenzione. Grazie.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,20)



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