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Dettaglio seduta n.49 del 26/03/96 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento: Varie

Esame ordini del giorno n. 176 relativo all'esposizione in pubblico di video e cassette pornografiche, n. 187 relativo all'educazione sessuale nelle scuole e n. 189 relativo al Vertice europeo - Riflessione sul rispetto della persona umana


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Iniziamo i nostri lavori con l'esame degli ordini del giorno n. 176 presentato dai Consiglieri Casari, Cotto, Benso, Ferrero, Minervini, Dutto Leo, Bodo, Ghiglia, Rubatto, Rossi, Ferraris, Peano e Picchioni, n. 187 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti e n. 189 presentato dai Consiglieri Suino, Spagnuolo, Marengo, Manica, Bortolin Cotto, Casari, Ferrero, Benso, Minervini, Ferraris e Cavaliere, iscritti all'o.d.g. nel corso della seduta di questa mattina. I tre ordine del giorno per alcuni aspetti sono collegati.
La parola alla Consigliera Casari.



CASARI Raimonda

Intervengo solo per sottolineare che il nostro ordine del giorno si ricollega a Maastricht e chiaramente è un pretesto per portare all'attenzione del Consiglio un argomento che ritengo sia di non trascurabile importanza.
I due ordini del giorno presentati dalla minoranza, che hanno seguito la presentazione del nostro ordine del giorno di ieri, evidentemente testimoniano che su questi argomenti c'è un certo interesse e sensibilità da parte di tutti quanti.
L'ordine del giorno mi pare molto chiaro: il Codice Penale vieta espressamente che vengano esposti al pubblico scritti, disegni e oggetti di carattere pornografico. C'è, di fatto, una legge nazionale che, in questo senso, dovrebbe essere rispettata. Il problema fondamentale è che non sempre questa legge è rispettata, e in molte edicole compaiono giornali riviste e cassette pornografiche, quando in realtà dovrebbero essere sì vendute, purtroppo, ma tenute separate e nascoste.
L'ordine del giorno vuole portare all'attenzione del Consiglio una problematica importante per i problemi che la visione e l'interesse di riviste di questo genere crea negli adolescenti, che entrano magari in edicola per comprare un giornalino, ma inevitabilmente vengono attirati anche da queste riviste.
Quindi, Maastricht vuole solo essere il punto di partenza per un lavoro serio che mi pare si debba fare in questo senso.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Abbiamo ritenuto necessario presentare questo ordine del giorno che in parte riprende l'argomento che la collega citava, ma rendendolo un po' più generale.
Ci pare che, vista l'opportunità eccezionale di Maastricht, e quindi il Vertice che si svolge nella nostra città nei prossimi giorni, sia il caso di togliere questo alone di minimalismo che, in qualche modo, potrebbe trasparire dall'ordine del giorno testé illustrato.
Non si tratta soltanto, a nostro giudizio, di dare risalto e di sottolineare l'aspetto vetrina, quindi l'aspetto immagine, ma di approfittare di questa grande opportunità per dare risalto a contenuti che non sono soltanto di immagine.
Quindi, l'ordine del giorno presentato è sicuramente importante, perch punta il dito su una questione grave e seria come quella della pornografia o meglio di un uso improprio del corpo, ma presentato in questo modo pu addirittura assumere dei toni anche un po' ipocriti; tutto sommato è come se dicessimo: "In occasione della Conferenza intergovernativa accontentiamoci di far togliere dalla vista questi materiali". Non è così è uno spunto per fare una riflessione.
Nel nostro ordine del giorno tentiamo di inglobare una serie di argomentazioni che allarghino l'argomento, considerato che questo Vertice avrà la sua priorità tematica proprio sugli aspetti dell'unione politica sugli aspetti economici e si soffermerà, oltreché sulle questioni relative alla Magistratura e al diritto penale e civile, in particolare sugli aspetti dell'economia e quindi dello sviluppo.
Considerato che dopo la caduta del muro di Berlino c'è un altro muro che è quello di Wall Street, che crea comunque un'apertura sempre maggiore della forbice creando masse di emarginazione, di disagio e di difficoltà sempre maggiori. Considerato che siamo reduci, come europei, come italiani a livello internazionale, da un grande momento come quello della Conferenza di Pechino, peraltro ripresa nei giorni scorsi nella nostra città come primo momento post Pechino a livello nazionale. Considerato che in quel contesto è emerso con estrema chiarezza come la povertà sia soprattutto una "povertà donna", che sta coinvolgendo migliaia di esseri umani, che vede purtroppo la donna protagonista non soltanto in Europa, ma in particolare con delle sacche di grande emarginazione, di povertà, di difficoltà tragica soprattutto in quello che noi chiamavamo Terzo e Quarto mondo.
Generalizzare, ampliare l'argomentazione e quindi invitare, auspicare che questa grande opportunità, che è data dal Vertice degli Stati europei a Torino, induca ad una riflessione affinché si facciano delle azioni, e non si enucleino soltanto dei principi e delle dichiarazioni, che contribuiscano a sviluppare una cultura del sociale, una cultura che pu anche toccare argomenti come quello della pornografia, come quello in senso lato della violenza e dell'ingiustizia.
E' necessario che un Paese grande ed evoluto, come vuole essere l'Europa, si faccia carico di darsi un modello di sviluppo che tenga conto di queste sacche di emarginazione.
E' necessario che a Torino si spendano delle parole per riprendere i principi e le dichiarazioni di Pechino trasformandoli in azioni concrete.
Queste possibilità esistono. E' un'opportunità quella che noi diamo, è un auspicio quello che noi avanziamo, quindi inglobiamo una serie di argomentazioni di grande spessore tentando non solo di destare l'attenzione su quell'ordine del giorno per l'aspetto un po' parziale e riduttivo, così come potrebbe essere interpretato, bensì di indurre tutti ad una riflessione più ampia.
Ecco perché abbiamo presentato questo ordine del giorno che di fatto chiede di tradurre in azioni le dichiarazioni di principio emerse nel contesto del ragionamento della globalizzazione dell'economia. In sostanza l'ordine del giorno chiede di prendere atto che in Europa una lavoratrice su quattro è l'unica fonte di reddito per la famiglia, il 59% contribuisce per metà o anche più al reddito familiare; le donne europee, in particolare quelle italiane, sono le donne che lavorano un maggior numero di ore, ma anche di quantità e di qualità. L'ordine del giorno tende a promuovere una cultura sociale di rispetto e di valorizzazione della persona umana nella sua globalità, aborrendo quindi, con azioni concrete e con iniziative di sensibilizzazione, ogni forma di sfruttamento, ivi comprese le variegate forme di pornografia, di mancata considerazione e di ingiustizia.
Di fatto, con il nostro ordine del giorno andiamo a globalizzare, a generalizzare, ad apportare una serie di altri aspetti importanti al documento presentato dalla collega Casari ed altri.
In particolare, in merito al terzo ordine del giorno, presentato dal Gruppo di Rifondazione Comunista, riteniamo che sia positivo sottolineare in particolare un altro aspetto, che è quello più attinente all'educazione alla cultura e alla sensibilizzazione.
Riteniamo pertanto che gli ordini del giorno possano essere un apporto significativo alla grande opportunità che viene offerta alla nostra città.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente, care colleghe e cari colleghi, il nostro Gruppo letta l'iniziativa di alcune colleghe in sede di stampa quotidiana, ha riflettuto sui temi che hanno proposto e ha risposto presentando un ordine del giorno.
L'iniziativa, come ha ripetuto la collega Casari, ha preso a pretesto la Conferenza intergovernativa di Torino per sollevare un problema. Noi non ci adeguiamo a questo clima che ha preso a pretesto un avvenimento importante, anche se assolutamente transitorio per la nostra città, sotto la specie dell'urgenza, per intraprendere alcune iniziative a nostro giudizio molto discutibili, iniziative più che altro di occultamento dei problemi: mani di vernice su case marce, acquisto di fioriere per un miliardo e 300 milioni che saranno buttate via, riasfaltatura di pietrischetti bitumati che magari non avevano bisogno di essere manutenuti e via dicendo, in un clima in cui pare che Torino si giochi la reputazione in quelle ventiquattr'ore, oppure risolva i propri problemi come - ahim abbiamo sentito dire da parte di commentatori del TG3, che hanno dato la notizia che finalmente in questi pochi giorni Torino aveva risolto i problemi del centro storico solo perché si sono dipinte, a spese della collettività, delle case marce, di privati, sotto i portici. Quindi mancata informazione.
Non ci adeguiamo alla rincorsa che fa di questo momento il momento magico in cui fare qualcosa. In questo fare qualcosa, carissime colleghe voi proponete di nascondere le cassette pornografiche. Su questa strada noi non ci mettiamo, non perché lo dice il nostro ordine del giorno. Non è che non riconosciamo l'esistenza del problema, anzi, noi riconosciamo che è ben connaturato nelle radici culturali ed economiche di questa nostra società che di pornografia e di sfruttamento dei corpi, soprattutto del corpo femminile, fa un abuso ridondante. C'è la pornografia classica e riconosciuta come tale, ma c'è un utilizzo, soprattutto del corpo della donna, ad ogni angolo delle nostre strade e direi ogni decina di minuti nelle nostre televisioni, anche in fasce orarie di massimo ascolto, anche in programmi trasmessi dalla televisione pubblica.
Il fatto che la nostra società e le attività commerciali, attività a fini di lucro, si stanno reggendo sempre di più sfruttando la raffigurazione dei corpi, soprattutto del corpo delle donne, noi lo denunciamo come un problema da superare. Non è superabile con il proibizionismo. A nostro avviso, non è la proibizione che può superare il problema, bensì l'affermazione di valori nel cuore profondo di tutti i cittadini, di valori che legano le attività sessuali e la sessualità all'affettività tra le persone e che quindi educano il nostro modo di essere nei confronti della nostra ed altrui sessualità.
Per questo motivo il lavoro è grande e non può che partire da un interessamento serio, adeguato, lungo tutto il percorso scolastico dell'attività educativa delle persone.
Per quanto riguarda le cassette pornografiche, seminascoste, devo rilevare che non c'è una protervia nella città di Torino di massa in questa esposizione; io trovo che la grandissima parte delle edicole non esponga in primo piano questo materiale, ci sono edicole che viceversa lo fanno, ma non ritrovo nei nostri costumi una protervia in questo senso, mentre invece ritengo ancora più pericoloso l'utilizzo semipornografico che si fa del corpo femminile su settimanali di amplissima tiratura che sicuramente vanno in tutte le case e che vengono venduti in forza di una rappresentazione del corpo femminile messo in copertina. Ora, si intende che è difficile chiedere di non esporre le copertine di alcuni settimanali a larghissima tiratura nelle edicole, però non so cosa ci sia a volte tanto di diverso tra queste copertine e quella di un giornale pornografico, non siamo molto distanti! Allora questo problema non è, secondo il nostro punto di vista quello di nascondere, per un giorno, i nostri orrori; il problema è di avere un'attività della nostra società che nel tempo, con la maturazione con una migliore educazione sui temi della sessualità, faccia in modo che questi elementi dell'uomo vengano a morire, che scompaiano per morte naturale, perché più nessuno ne senta il bisogno.
Per questi motivi abbiamo cercato di mettere in fila queste cose in un nostro ordine del giorno. Voteremo anche l'ordine del giorno presentato da Marisa Suino ed altri, mentre per i motivi che ho esposto non ci accodiamo alla corsa affinché in quel giorno Torino finga di essere quello che non è quindi non parteciperemo al voto sull'ordine del giorno, sui cui contenuti viceversa spero ci siamo capiti, presentato dalle altre colleghe.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Affrontiamo in questo momento un tema molto importante: la condanna della pornografia nel contesto della Conferenza intergovernativa europea.
E' curioso, per la verità, che noi in quest'aula affrontiamo le questioni della Conferenza intergovernativa europea soltanto attraverso il canale della sensibilità che questi tre documenti ci portano a discutere e a ragionare.
Da un lato, se mi è permesso un piccolo inciso, mi sembra che complessivamente le istituzioni da questa Conferenza intergovernativa, cioè dal merito di questi problemi, siano complessivamente tenute fuori - questa sarebbe una questione sulla quale evidentemente riflettere.
Fermiamoci comunque al tema della pornografia che le colleghe Casari Cotto, Benso e Ferrero hanno voluto introdurre. Si tratta di una questione molto importante e delicata; dico subito che il modo con il quale questo documento affronta la questione non mi ha convinto e pertanto non l'ho sottoscritto perché ho ritenuto che l'approccio non fosse condivisibile. Mi spiego: dò atto che questo non è evidentemente nelle intenzioni delle presentatrici, ma il contesto del documento fa quasi di questa questione un fatto estetico, cioè dice che in un momento in cui dobbiamo lanciare una bella immagine della nostra città e della nostra Regione, concorriamo a lanciare una bella immagine della nostra città e della nostra Regione eliminando dalla visione del turista, dalla visione dello spettatore, dalla visione del giovane in particolare, le cassette pornografiche, e si fa richiamo ad una normativa di legge che vieta l'esposizione di un determinato materiale.
Ritengo che questo modo di affrontare il problema sia riduttivo, visto soltanto in una logica di abbellimento: togliamo le fioriere rotte, laviamo i vetri, leviamo anche le cassette pornografiche dalla vista dei visitatori della nostra città.
Riteniamo, invece, che il documento - del quale sono anche firmataria insieme ad altri colleghi - affronti di più il merito di questa questione.
L'utilizzo del corpo della donna, l'utilizzo dei minori e dei più deboli nella pornografia è qualcosa di grave rispetto al quale noi dobbiamo riflettere e creare una cultura, in un contesto economico di sensibilità e di educazione, che porti a non raggiungere questo modo di esprimersi o l'utilizzo di questo tipo di strumenti e anche di attività. Credo cioè che si debba guardare al merito di questo problema e che da questo Consiglio regionale, se è possibile, debba uscire un invito alla Conferenza intergovernativa affinché, insieme ai problemi di carattere economico insieme alle tante, grandi questioni che l'Europa deve affrontare, affronti anche questo come uno tra i più grandi problemi di cultura e di civiltà dell'Unione Europea.
E' evidente infatti - già alcuni interventi prima di me lo hanno sottolineato - che questo modo distorto di utilizzare l'immagine della donna e, peggio ancora, l'immagine dei minori come elementi verso i quali viene esercitata un'attività di sopraffazione e anche di esposizione volgare e violenta, rappresenta l'iceberg di problemi culturali, morali ed etici molto più grandi.
E' per questo motivo che noi, presentando questo ordine del giorno tentiamo di riportare in questo ambito le questioni che il primo documento sfiora. Riteniamo anche che il modo con il quale queste problematiche sono affrontate nel terzo ordine del giorno, attraverso la scuola, attraverso la cultura, attraverso anche l'uso dell'immagine, sia appropriato.
Viviamo in un tempo nel quale ci sono grandi appuntamenti. E' stato citato l'appuntamento di Pechino che evidentemente ha fatto di questo dibattito una grande questione mondiale e riteniamo che questa questione debba essere riportata e rilanciata anche attraverso una riflessione della Conferenza intergovernativa, che quindi non si limiti soltanto a problemi di immagine o di migliore presentazione della nostra città e della nostra Regione, ma guardi al cuore dei problemi. Ed è proprio guardando al cuore dei problemi che io ritengo, insieme alle colleghe che sono firmatarie di questo documento, che un'intesa ci possa essere; ci siamo già confrontate a livello privato.
Pertanto, non volendo votare contro questo documento, di cui non si condivide l'approccio, ma non volendo nemmeno astenerci perché poi nell'opinione comune l'astensione viene considerata come voto contrario noi non parteciperemo al voto sul primo documento, mentre esprimeremo un voto favorevole, auspicando che questi temi abbiano maggiore attenzione e audience in questo Consiglio regionale, sul documento che è stato presentato dai colleghi di Rifondazione Comunista per il modo con il quale viene affrontata la questione, attraverso l'educazione, la cultura e anche attraverso la tolleranza. In sostanza, non è nascondendo questo tipo di documenti, questo tipo di videocassette o questo tipo di strumenti che noi riusciamo ad affrontare meglio il problema. Probabilmente si ottiene soltanto una maggior pruderie, ma riteniamo che ciò non sia peraltro nelle intenzioni delle presentatrici.
E' per questo che quando affronteremo altri temi, all'interno delle Commissioni cultura e sanità e delle Commissioni competenti, avremo modo di continuare questo dialogo che si è aperto in modo un po' strano, ma che nella sostanza non ci divide.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Pochi minuti, perché molte cose le hanno già dette precedentemente le colleghe.
Rilevo anch'io come si evidenzino alcuni problemi, emersi dalla presentazione di tre documenti.
Primo problema: davanti ad un momento importante, quale il Vertice europeo del 28 e 29 marzo, sarebbe stato forse significativo che l'impegno delle istituzioni, e in particolare del Consiglio regionale, ospitando Torino un Vertice di questa importanza, potesse conoscere un dibattito più complessivo sulle ragioni del Vertice; non lo ritengo negativo, anzi pu essere un segnale di innovazione in questa direzione.
Penso alle problematiche che le donne, ma non solo le donne, hanno sollevato da tempo in società industriali avanzate, quelle dei Paesi che andranno a discutere grandi problematiche di sviluppo e di integrazione europea nel Vertice del 28 e 29 marzo. Hanno posto in particolare sul tappeto il problema del lavoro: come non sia più coniugabile, in società industrialmente avanzate, semplicemente un discorso di sviluppo e di piena occupazione, di aumento della produttività e di piena occupazione. Non sono più due momenti che vanno di pari passo. In società industrialmente avanzate e ad alto sviluppo tecnologico, è da porre in modo serio, ad esempio, tutto il discorso della riorganizzazione degli orari di lavoro e di vita, dei tempi degli stessi assetti produttivi e delle finalità dello sviluppo.
Se questi ordini del giorno servissero a farci riflettere, anche solo pochi minuti, su quale sviluppo oggi l'Europa ha davanti e di quale sviluppo oggi l'Europa debba discutere, sarebbe un passo importante.
Parliamo del Piemonte, di una Regione in cui molti giovani e molte donne tenacemente vogliono lavorare e costantemente non trovano lavoro anche per i livelli di scolarizzazione richiesti sempre più elevati. Questa è un'altra grande problematica dello sviluppo che abbiamo di fronte.
Se a questa riflessione, da sollecitare nel dibattito del Vertice europeo, noi siamo arrivati sulla base dell'esperienza recente della Commissione nazionale Pari Opportunità e della recente Conferenza nazionale su Donne e Governo, della recentissima Conferenza Mondiale sulle Donne di Pechino, che anche lì poneva da un lato la questione del governo e dall'altro la questione delle grandi sacche di povertà e del rapporto nord sud, se siamo giunti a questo dibattito e a questa riflessione partendo da un problema come quello della pornografia, che possiamo ritenere da punti di vista diversi affrontato più o meno esaurientemente, in termini più o meno efficaci, se proibizionistici o di educazione, certamente è un fatto non negativo.
Sulla questione della pornografia sprecherei solo due parole: mi pare una problematica che non può essere affrontata a senso unico. Solo un discorso proibizionistico produce poco, e a volte il contrario di quel poco. Solo un discorso di altro tipo rischia di produrre ancora meno.
Penso sia una di quelle problematiche che debbano essere viste da vari versanti: un versante riguarda, senz'altro, l'educazione e quindi occorre partire dall'educazione sessuale nelle scuole per arrivare a momenti diversi, a leggi che in questo Paese aspettiamo da venti-venticinque anni.
Un altro versante riguarda una consapevolezza diversa di sé e della propria sessualità, che giovani uomini e giovani donne, non più giovani uomini e non più giovani donne, oggi hanno e devono confrontare in questo Paese partendo dal fatto che l'autodeterminazione è libertà, ma è anche senso di responsabilità, di scelta, di cultura che investe l'intera società. E' un discorso che riguarda quindi educazione, cultura, questioni sociali e di ordine economico. E' auspicabile che sia affrontato su più versanti, perch affrontato da una parte sola rischierebbe di essere inefficace.
Queste sono le ragioni che ci portano a votare favorevolmente un ordine del giorno che solleciti, rispetto al discorso del Vertice europeo, una problematica più complessiva e complessa.
Noi non parteciperemo alla votazione di questo ordine del giorno, che pure ha il pregio di avere sollevato questa riflessione in quest'aula, ma secondo noi non presenta un approccio sufficientemente complesso rispetto alla questione che abbiamo davanti.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, possiamo passare alla votazione degli ordini del giorno.
Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 176, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte preso atto del grande sforzo sostenuto dalle istituzioni piemontesi per pulire ed abbellire la città in occasione del Vertice dell'Unione Europea in programma a Torino il 28/29 marzo prossimo constatato che è largamente diffusa l'esposizione in pubblico di video e cassette pornografiche e che ciò non contribuisce a migliorare l'immagine della città invita le autorità competenti a far rispettare quanto previsto dal Titolo IX del Libro II del Codice Penale che vieta di far commercio di immagini e di oggetti osceni ed, in particolare, a quanto disposto dall'art. 725 del Libro III, Capo II - Sezione I che vieta espressamente di esporre per la vendita alla 'pubblica vista' o 'in luogo pubblico o aperto al pubblico' scritti, disegni e oggetti che offendono la 'pubblica decenza', al fine di promuovere una cultura sociale di rispetto della persona umana attraverso iniziative atte a sensibilizzare l'opinione pubblica specificatamente per quanto riguarda la sfera giovanile auspica che il Vertice dell'Unione Europea serva come punto di partenza per una seria riflessione anche su quei valori morali che sono indispensabili per il futuro della nostra società".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 23 voti favorevoli e 2 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 14 Consiglieri).
Pongo ora in votazione l'ordine del giorno n. 187, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte in attuazione dei principi della Costituzione della Repubblica italiana e dello Statuto della Regione Piemonte si impegna a realizzare ogni iniziativa volta al rispetto della persona umana, ad impedire la mercificazione del corpo, in particolare di quello femminile, a sostenere l'affermazione di una cultura dei rapporti affettivi che escluda dai comportamenti sociali e dalle iniziative commerciali l'utilizzo strumentale a fini di lucro della sessualità osserva viceversa che attualmente numerose attività a fine di lucro utilizzano e propongono modelli culturali di sfruttamento dei corpi delle persone di ambo i sessi, adulte e di giovane o giovanissima età, sia con la produzione di materiale pornografico sia con iniziative collaterali di utilizzo strumentale in special modo del corpo femminile in ambito pubblicitario turistico, di copertina, in spettacoli di intrattenimento televisivi anche in fasce orarie di alto ascolto impegna la Giunta regionale ad avviare in primo luogo un'iniziativa affinché in tutto il percorso scolastico venga inserita un'adeguata presenza dell'educazione sessuale legata all'affettività a richiedere agli organi competenti un'attenta vigilanza perché siano rispettate tutte le leggi in materia di rispetto e tutela della morale pubblica".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 39 Consiglieri presenti.
Pongo infine in votazione l'ordine del giorno n. 189, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerato che il Vertice europeo del 28/29 marzo riveste un'importanza eccezionale per il capoluogo torinese e la Regione Piemonte preso atto del significativo impegno profuso dalle istituzioni locali per garantirne la migliore riuscita considerato che le finalità prioritarie sono l'unione politica, la politica estera e il progetto di sviluppo, il riordino delle procedure e le questioni del diritto penale consapevole dei valori storici, culturali, sociali ed etici che da sempre caratterizzano la popolazione piemontese ritenendo che qualunque processo di sviluppo economico non possa eludere il contesto sociale e le qualità di sviluppo culturale, viste anche le nuove e crescenti barriere di emarginazione e schiavit auspica che la Conferenza intergovernativa sia anche occasione di riflessione su tematiche socio-culturali nel rispetto dei bisogni delle persone, tenendo conto della vita reale poiché Stato e mercato sono prioritariamente fatti di persone vere essendo il primo incontro post-Pechino, prenda atto delle dichiarazioni di principio contenute nella IV Conferenza delle Nazioni Unite sul tema 'Donne' considerando la necessità di affrontare le tematiche femminili in un contesto mondiale aiutandoci reciprocamente a non dimenticare quanto sono ancora radicate forme di sfruttamento delle donne soprattutto laddove è maggiore la povertà traduca le dichiarazioni di principio su azioni, considerato che la globalizzazione dell'economia richiede un volto culturale: il progresso delle donne o è in tutto il mondo o non è prenda atto che in Europa una lavoratrice su quattro è l'unica fonte di reddito per la famiglia e il 59% contribuisce per metà o più al reddito familiare e che le donne europee, e quelle italiane soprattutto, sono coloro che lavorano di più promuova una cultura sociale di rispetto e valorizzazione della persona umana nella sua globalità, aborrendo con azioni concrete e con iniziative di sensibilizzazione ogni forma di sfruttamento, ivi comprese le variegate forme di pornografia, di mancata considerazione e di ingiustizia".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 37 voti favorevoli e 2 astensioni.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Farassino, Goglio, Mancuso, Riba Rossi e Saitta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Sport - Tempo libero: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 227: "Determinazione dei requisiti che devono possedere le strutture private per ottenere l'idoneità ad effettuare gli accertamenti previsti dalle tabelle A e B del DM 18/2/1982 e dalla L.R. n. 22/85, modificata dalla L.R. n. 33/87: 'Tutela sanitaria dell'attività sportiva'"


PRESIDENTE

Il punto 15) all'o.d.g. prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 227.
La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente. Cortesi colleghi, le LL.RR. n. 22/85 e n. 33/87 che dettano le norme dirette alla tutela sanitaria delle attività sportive stabiliscono che gli accertamenti diagnostici e le certificazioni connesse con la tutela sanitaria delle attività sportive, aventi finalità agonistiche e dilettantistiche, siano seguite di norma nell'ambito delle strutture sanitarie gestite direttamente dalle UU.SS.LL. prevedendo tuttavia la possibilità per le stesse di avvalersi di accordi convenzionali con le istituzioni sanitarie pubbliche e private, e comunque non direttamente gestite dalle UU.SS.LL., sulla base però di appositi criteri definiti dal Consiglio regionale d'intesa con il CONI.
Attualmente alcune UU.SS.LL. del Piemonte non sono in grado di provvedere direttamente all'espletamento dei compiti suddetti. Per cui si propone al Consiglio di determinare l'idoneità delle strutture che abbiano i requisiti minimi per poter effettuare queste visite. Requisiti che vanno da quelli edilizi alle caratteristiche generali organizzative, requisiti del personale, alla dotazione strumentale, ai procedimenti amministrativi di regolamentazione dell'attività con procedure e tempi. Le strutture in possesso dell'autorizzazione regionale debbono fornire all'USL tutti i dati da queste richiesti per informazioni e statistiche epidemiologiche nel campo dello sport, di collaborare nell'attività di educazione sanitaria sportiva d'intesa con il CONI, le federazioni sportive e gli enti di propaganda sportiva e nell'attività di aggiornamento e formazione permanente degli operatori nel campo della tutela sanitaria delle attività sportive stesse. Nel caso di convenzionamento (è questo il motivo della deliberazione) con la struttura sanitaria esterna, il sistema sanitario nazionale stabilisce, come di norma per tutte le prestazioni mediche in convenzione, una tariffa unica onnicomprensiva, quindi oltre ai requisiti che debbono avere, che qui accennavo solamente per sommi capi, si stabilisce anche una tariffa unica onnicomprensiva di tutti gli accertamenti obbligatori previsti per le singole discipline. Gli accertamenti in questione debbono essere seguiti nei locali e nelle strutture giudicati idonei e il possesso dell'autorizzazione costituisce per la struttura condizione indispensabile per la stipula di convenzioni tra le medesime e le UU.SS.LL.; inoltre la stessa struttura deve offrire garanzie di qualificazione professionale e di esclusivo significato medico sportivo in ordine all'affidabilità e alla stretta integrazione funzionale e procedurale con le strutture delle UU.SS.LL., relativamente alla definizione delle idoneità generiche e delle attitudini all'attività sportiva agonistica.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Grazie, Presidente. Ovviamente non possiamo che essere favorevoli al fatto che la Regione e l'Assessorato alla sanità stabiliscano, pur con una deliberazione, i requisiti necessari ed indispensabili per autorizzare servizi medici atti a determinare i requisiti per svolgere attività sportiva. Peraltro, attività sportiva non soltanto dilettantistica, ma anche professionistica e semiprofessionistica. Abbiamo tutti presente l'importanza di questa deliberazione, pur nella semplicità, così come è stata illustrata dall'Assessore.
Tante sono le persone, soprattutto giovani, ma non solo, che fanno dello sport attività certamente finalizzata all'utilizzo del tempo libero ma anche finalizzata all'agonismo a livello professionale e semiprofessionale, pur con le problematiche che alcune volte si evidenziano rispetto alla stessa idoneità.
Due osservazioni e raccomandazioni vorremmo rivolgere al Consiglio, e in particolare all'Assessore alla sanità e alla Giunta, che nel determinare requisiti per l'attività di strutture private, di ambulatori privati, nulla debba venir meno rispetto all'impegno di dotare le strutture pubbliche di servizi che operino nel campo della certificazione dell'idoneità.
La seconda raccomandazione - carente in questa deliberazione - è l'attività di vigilanza e di controllo. A noi pare troppo dire semplicemente che le singole USL, nei cui ambiti esistono le strutture autorizzate, sono tenute (noi diremmo che sono obbligate) a svolgere attività di vigilanza e di controllo sulla corretta gestione di queste strutture ed ambulatori. Questa sottolineatura la vogliamo fare alla Giunta e all'Assessore affinché, magari in corso d'opera, si studino le modalità per rendere attiva questa vigilanza e per far sì che questi ambulatori, una volta definiti o stabiliti i requisiti, con un controllo sicuramente serio constatato nel tempo - non evitino poi, attraverso marchingegni che possono certamente studiare o mettere in atto, la necessità di essere rigorosi nell'attività degli ambulatori e in quella di certificazione.
Questa osservazione, che non è un'osservazione critica, ma - ripeto - è davvero una sollecitazione all'Assessore, non ci impedisce comunque di valutare positivamente questa deliberazione e di esprimere, come abbiamo fatto in Commissione, un voto positivo.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Grazie, Presidente. Rispetto a questo provvedimento il Gruppo di Rifondazione Comunista si era già espresso in Commissione con un voto contrario.
Siamo contrari all'impostazione che si è voluto dare rispetto all'organizzazione, anche burocratica, della parte sanitaria. Il fatto di addebitare ad associazioni private la certificazione anche dei medici sportivi, ci sembra un fatto che, anche se assunto provvisoriamente, non debba, secondo la nostra impostazione politica dell'organizzazione sanitaria, essere considerato positivamente, proprio perché è un continuo affidamento al privato dove il pubblico non funziona.
Noi siamo del parere che invece le strutture pubbliche, quindi le UU.SS.LL., dovrebbero essere messe nelle condizioni di poter funzionare anche burocraticamente rispetto a queste questioni, in modo da non procedere poi all'accreditamento rispetto ad altre strutture private.
Un secondo aspetto per il quale siamo contrari, sottolineato anche dalla Consiglierai, riguarda i controllo che le singole USL dovranno effettuare negli ambiti in cui operano: azioni di vigilanza e di controllo.
In realtà, la storia sanitaria ha dimostrato già come le UU.SS.LL. non siano in grado di sopperire al ruolo di controllo che normalmente dovrebbe essere effettuato almeno una volta all'anno, perché raramente ciò avviene rispetto alle cliniche private e quando viene effettuato ci sono poi delle carenze o dei limiti, dal punto di vista procedurale, che non sempre vengono denunciati. Quindi le UU.SS.LL., se da un lato non sono messe nelle condizioni di operare nell'ambito della certificazione medico-sportiva e quindi quest'attività viene accreditata alle strutture private, dall'altro non hanno le strutture adatte per poter procedere anche a queste forme di controllo e vigilanza.
Per cui il nostro voto sarà contrario.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 33 voti favorevoli, 2 contrari e 1 astensione.


Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni - Cultura: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 228: "Biennale dei giovani artisti dell'Europa e del Mediterraneo 1997. Partecipazione della Regione Piemonte al Comitato organizzatore della manifestazione"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 228, di cui al punto 16) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore alla cultura

Abbiamo distribuito un piccolo emendamento richiesto dal Comune di Torino e dalla Provincia.
Ricordo che la Commissione all'unanimità aveva espresso parere favorevole alla deliberazione.



PRESIDENTE

Gli emendamenti presentati sono due, i cui testi recitano: 1) art. 2 - Sede: viene soppresso il secondo comma: "Il Comitato potrà avvalersi anche di altre sedi" 2) art. 3, comma secondo - Componenti del Comitato: sopprimere le parole "la Compagnia S. Paolo, la Fondazione Cassa di Risparmio di Torino".
Questo emendamento è dovuto al fatto che tali istituti non hanno aderito come promotori.
Pongo in votazione l'emendamento n. 1).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione l'emendamento n. 2).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
Pongo pertanto in votazione la deliberazione così emendata, il cui testo verrà trascritto sul processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame proposta di deliberazione n. 242: "Spostamento dei Comuni di Colazza Lesa, Massino Visconti, Meina, Nebbiuno e Pisano dall'ambito territoriale dell'Azienda regionale USL 14 di Omegna a quello dell'Azienda regionale USL 13 di Novara, ex art. 2, commi terzo e quarto, L.R. 22/9/1994 n. 39"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora la proposta di deliberazione n. 242, di cui al punto 17) all'o.d.g.
La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Si propone al Consiglio regionale, in quanto organo competente a deliberare in merito, l'accoglimento dell'istanza dei Comuni di Colazza Lesa, Massino Visconti, Meina, Nebbiuno e Pisano, tutti della zona del Vergante, cioè della zona del Lago d'Orta e del Lago Maggiore, allo spostamento dall'attuale ambito territoriale dell'Azienda 14 di Omegna a quella di Novara.
Questo per permettere sia la coincidenza del territorio della USL con quella della provincia sia per facilitare l'accesso ai servizi e alle strutture sanitarie da parte dei cittadini dei Comuni interessati.
In ottemperanza al disposto dell'art. 2, comma terzo, della L.R. del 30/9/1994, la Giunta regionale nella persona del sottoscritto ha chiesto i pareri obbligatori alle Province di Novara e del Verbano Cusio Ossola nonché alle Conferenze dei Sindaci delle UU.SS.LL. 13 e 14.
Tuttavia la sola provincia di Novara ha espresso nella seduta del 29/12/1995 parere favorevole al riguardo, mentre la Provincia del Verbano Cusio Ossola e le Conferenze dei Sindaci delle UU.SS.LL. 13 e 14 non hanno reso i pareri richiesti entro il termine di 30 giorni.
Quindi ai sensi dell'art. 2, quinto comma, della L.R. n. 39/94, si pu prescindere dagli stessi.
E' stato inoltre chiesto il parere degli allora direttori supplenti delle UU.SS.LL. 13 e 14 per quanto riguardava il passaggio dalla USL 14 alla USL 13 dei Comuni summenzionati.



PRESIDENTE

Non essendovi interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame proposta di deliberazione n. 246: "Secondo prelievo dal fondo di riserva di cassa di cui al cap. n. 15970 dello stato di previsione della spesa del bilancio 1996 della somma di L. 7.578.042.194 per consentire pagamenti relativi alla gestione dei residui"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 246, di cui al punto 19) all'o.d.g.
Non essendovi interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 18 voti favorevoli, 2 contrari e 15 astensioni.


Argomento: Uso delle acque (regimazione, usi plurimi) - Difesa idrogeologica

Esame disegno di legge n. 144: "Ricerca, uso e tutela delle acque sotterranee"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del disegno di legge n. 144, iscritto all'o.d.g. nel corso della seduta di questa mattina.
La parola al relatore, Consigliere Toselli.



TOSELLI Francesco, relatore

Signor Presidente, egregi Consiglieri, la legge 12/4/1994, n. 4 "Ricerca, uso e tutela delle acque sotterranee", con la quale la Regione Piemonte si è dotata di un indispensabile strumento per la tutela del proprio patrimonio idrico sotterraneo, ha avuto un lungo iter di approvazione caratterizzato da difficoltà e traversie tali da condurre alla sua promulgazione ben tre anni dopo la sua presentazione al Consiglio regionale.
Il disegno di legge fu infatti presentato dalla Giunta regionale in data 14/2/1991 ed approvato dal Consiglio il 29/9/1992; successivamente ai rilievi mossi dal Governo in ordine alla non conformità ai principi e ai dettati del Testo Unico n. 1775 del 1933 delle disposizioni concernenti la natura pubblica delle acque sotterranee, in data 6/7/1993 il Consiglio regionale riapprovava l'articolato, conformandosi alle indicazioni governative ad eccezione di quelle concernenti gli effetti di variante ai piani urbanistici comunali dei vincoli individuati dalla Regione per la protezione delle aree destinate ad uso idropotabile.
A seguito della suddetta riapprovazione, il Presidente del Consiglio dei Ministri proponeva ricorso innanzi alla Corte Costituzionale per la dichiarazione di illegittimità dell'art. 13, comma secondo, della legge regionale, ricorso che veniva accolto dalla Consulta con la sentenza 24/2/1994 n. 61, sicché soltanto nell'aprile seguente il Presidente della Regione poteva procedere alla promulgazione della legge dopo aver verificato la suscettibilità di autonoma applicazione della normativa pur in presenza dell'intervenuta abrogazione.
Durante il lasso di tempo trascorso tra l'ultima approvazione del Consiglio regionale e la promulgazione della legge la normativa nazionale in materia di utilizzazione delle acque è stata oggetto di significative trasformazioni, in primo luogo con il DL n. 275/93 e successivamente, in modo ancor più sostanziale, con la legge n. 36/94.
Si è posta quindi la necessità di rivisitare la normativa regionale alla luce dei nuovi orientamenti della legislazione nazionale e, a tal fine, in data 4/3/1995 veniva approvato dal Consiglio regionale un testo che armonizzava l'intera disciplina regionale al principio di pubblicità di tutte le acque superficiali e sotterranee di cui alla legge n. 36/94.
Il Governo eccepiva però che la dichiarazione regionale di pubblicità di tutte le acque sotterranee esorbitava dalla competenza della Regione in quanto l'operatività di tale principio innovativo dettato dalla legge n.
36/94 è subordinata dall'art. 32, comma terzo, della legge medesima all'emanazione dei decreti governativi ivi previsti, così come ribadito anche dalla circolare del Ministero dei Lavori Pubblici del 12/1/1995.
Stante la coincidenza del rinvio governativo con la scadenza della legislatura, pur dissentendo dalla citata interpretazione, alla Regione era preclusa la riapprovazione del testo e avverso la citata circolare potevano unicamente esperirsi rimedi giurisdizionali con la proposizione di conflitto di attribuzione avanti la Corte Costituzionale.
In attesa della riproposizione della novella del corpo normativo regionale in materia di acque sotterranee, si è successivamente posta con urgenza la necessità di modificare la disposizione che prevedeva la comunicazione al Sindaco del Comune in cui ricade l'opera di presa di tutte le utilizzazioni di acque sotterranee per uso domestico, la cui omissione comportava l'applicazione della sanzione amministrativa del pagamento della somma di L. 1 milione, in quanto configurante una duplicazione dell'adempimento già previsto dal DL 12/7/1993, n. 275, il quale ha sancito l'obbligo di denuncia di tutti i pozzi esistenti, a qualsiasi uso adibiti entro il termine del 20/8/1994, termine poi differito al 31/12/1995 dal DL n. 31/96.
Per realizzare comunque le finalità conoscitive proprie della norma oggi superata e consentire pertanto ai Comuni la conoscibilità delle utilizzazioni domestiche esistenti ricadenti nel proprio territorio, si è provveduto, con la L.R. 20/11/1995, n. 82, a modificare gli artt. 5 e 14 della L.R. n. 4/94, sostituendo l'obbligo di denuncia con la previsione della trasmissione ai Sindaci da parte della Regione, entro il 30/6/1997 delle informazioni contenute nelle denunce ex art. 10 del DL n. 275/93.
L'imminenza delle ulteriori scadenze previste dalla vigente L.R. n.
4/94 pone, ormai non più procrastinabile, la necessità di rivisitare l'intera disciplina regionale alla luce dei nuovi orientamenti della normativa nazionale, con particolare riferimento al principio di pubblicità di tutte le acque superficiali e sotterranee di cui alla legge n. 36/94 e ai successivi atti interpretativi ministeriali.
Il disegno di legge oggi in esame riprende interamente la disciplina prevista dal testo adottato dal Consiglio regionale in data 4/3/1995 tenendo però conto delle osservazioni formulate dal Governo in sede di rinvio.
Viene pertanto previsto all'art. 2 che in attesa della disciplina statale che dia efficacia al principio di pubblicità di tutte le acque sotterranee di cui all'art. 1 della legge n. 36/94, la Giunta regionale provveda ad individuare per ambiti territoriali le acque sotterranee che hanno carattere di pubblico e generale interesse e ne richieda l'iscrizione negli elenchi delle acque pubbliche.
L'applicazione delle puntuali previsioni volte all'unificazione delle fasi dell'autorizzazione alla ricerca e rilascio della concessione (art. 7) e al riconoscimento o concessione delle utenze preesistenti (art. 11) fondandosi sul presupposto della natura pubblica delle acque sotterranee viene pertanto subordinata all'emanazione degli atti statali volti a dare operatività all'art. 1 della legge n. 36/94 o all'iscrizione delle acque sotterranee piemontesi negli elenchi delle acque pubbliche, mentre fuori dai predetti casi rimane applicabile la disciplina prevista dal Testo Unico n. 1775/1933.
In tal modo, al fine di evitare duplicazioni dei procedimenti amministrativi, vengono armonizzati i tempi per la richiesta di riconoscimento o concessione delle preesistenti utenze alla disciplina della normativa statale, prevedendo che i riconoscimenti o le concessioni dei pozzi esistenti sprovvisti della necessaria autorizzazione alla ricerca di cui al Testo Unico n. 1775/1933 vengano sottoposti, nel rispetto delle utenze regolarmente autorizzate, alle stesse procedure e conseguentemente viene soppressa la previsione dell'art. 12 della L.R. n. 4/94 di presentazione della domanda di riconoscimento in sanatoria, non completata dalla legge n. 36/94.
E' stato inoltre tenuto conto, nella predisposizione dell'articolato della successiva legislazione regionale in materia di organizzazione delle funzioni, in applicazione della legge n. 142/90 di riforma delle autonomie locali, in particolare della legge n. 13/4/94 n. 5, con la quale sono state subdelegate alle Province, a decorrere dall'1/5/1995, le funzioni amministrative relative alle utilizzazioni delle acque pubbliche modificando i riferimenti all'autorità competente a rilasciare i provvedimenti amministrativi.
In considerazione delle urgenze e soprattutto del fatto che si è ritenuta ampiamente esaustiva l'attività istruttoria relativa agli atti che hanno condotto nel tempo al provvedimento oggi in esame, la Commissione III ha focalizzato la propria attenzione essenzialmente sugli articoli oggetto delle modificazioni in precedenza descritte.
Si ritiene infine di dover ribadire la necessità di dotare al più presto l'Amministrazione di uno strumento per la tutela del patrimonio idrico sotterraneo conforme alla legislazione nazionale, nonché l'esigenza di fornire alle Province destinatarie del trasferimento delle funzioni amministrative, delle norme di riferimento certe.
Sono queste le motivazioni che inducono a richiedere una sollecita approvazione del provvedimento in aula e la previsione in legge della dichiarazione d'urgenza. Grazie.



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 32 astensioni 4 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moro: al comma primo, dopo la parola "individua", aggiungere le parole "entro tre mesi".
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla pianificazione e gestione delle risorse idriche

Rassicuro il Consigliere Chiezzi: dopo l'emanazione della legge in discussione la Giunta regionale provvederà senz'altro ad una prima individuazione delle acque; è però indispensabile, dato che si tratta di norma a regime, prevedere la possibilità, nel tempo, di ulteriori individuazioni.
Se la proposta di emendamento ha il significato politico di chiedere alla Giunta regionale di avvalersi immediatamente di questa norma, posso rassicurare il Consiglio in tal senso; ritengo però che introdurre un emendamento non approfonditamente discusso potrebbe creare scompensi.
Accolgo l'emendamento nel senso sostanziale, ma non la formulazione proposta: sembrerebbe che la norma sia da usare una tantum.



PRESIDENTE

Mi permetto di far notare al Consigliere Chiezzi che la dizione "individua entro tre mesi" sembrerebbe porre un limite temporale ad un'individuazione che deve potersi svolgere anche successivamente, nel divenire.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Capisco il problema: si tratta di una progressione di decisioni. Nel testo legislativo, però, non è segnata neppure la prima decisione da assumersi, che potrebbe avvenire anche tra dieci anni! Sarebbe utile, a mio avviso, individuare un termine e definire che "entro tre mesi" si provvederà ad una prima individuazione di acque sotterranee, cui seguiranno successive deliberazioni. Lasciare il tutto nell'indeterminatezza non mi sembra opportuno.



PRESIDENTE

Consigliere, il termine "individua" ha il significato di presente storico; potremmo prevedere una norma aggiuntiva finale in cui si dica che relativamente alla prima individuazione la Giunta regionale provvederà entro un dato termine.



CHIEZZI Giuseppe

Il problema è capire entro quanto tempo, a termini di legge, la Giunta regionale provvederà a questa individuazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla pianificazione e gestione delle risorse idriche

Caro collega Chiezzi, ricordo che vige una normativa in base alla quale tutte le acque del Piemonte sono dichiarate pubbliche. Noi dobbiamo attestarci su questa impostazione proprio perché il Ministero dei Lavori Pubblici non ha ancora emanato il Regolamento ai sensi della legge n. 36.
A mio avviso, l'emendamento proposto non terrebbe conto della realtà della Regione nel suo complesso, dell'intero settore risorse idriche: è pacifico che tutte le risorse idriche devono essere considerate di pubblico interesse. Non appena sarà emanato il Regolamento di attuazione della legge n. 36, modificheremo la normativa regionale. Per ora dobbiamo utilizzare una dizione che eviti che per l'ennesima volta il Commissario del Governo blocchi la legge.
Capisco la preoccupazione del collega Chiezzi sul fatto che non venga previsto alcun termine di applicazione: non si preoccupi, la applicheremo domani!



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli, 11 contrari e 14 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 2 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 32 astensioni 4 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 32 astensioni 4 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 32 astensioni 4 L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 32 astensioni 4 L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 32 astensioni 4 L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 32 astensioni 4 L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 32 astensioni 4 L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 32 astensioni 4 L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 32 astensioni 4 L'art. 10 è approvato.
ART. 11 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 32 astensioni 4 L'art. 11 è approvato.
ART. 12 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 32 astensioni 4 L'art. 12 è approvato.
ART. 13 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 32 astensioni 4 L'art. 13 è approvato.
ART. 14 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 32 astensioni 4 L'art. 14 è approvato.
ART. 15 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 32 astensioni 4 L'art. 15 è approvato.
ART. 16 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 32 astensioni 4 L'art. 16 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI' 35 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Commercio

Esame proposta di deliberazione n. 241: "Primo piano di attività triennale 1996/1998 in materia di difesa e tutela del consumatore ai sensi dell'art. 1 bis della L.R. 25/3/1985 n. 21 e dell'art. 1 della L.R. 19/12/1995 n. 90"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 241, iscritta all'o.d.g. nel corso della seduta di questa mattina.
Non essendovi interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 29 voti favorevoli e 4 astensioni.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Esame proposta di deliberazione n. 244: "Variazioni di assestamento al primo triennio del programma decennale e triennale di investimenti ex art. 20 legge 11/3/1988 n. 67"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 244, iscritta all'o.d.g. nel corso della seduta di questa mattina.
La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

La deliberazione attiene alle variazioni di assestamento al primo triennio del programma decennale e triennale di investimenti ex art. 20 della legge n. 67/88.
Sono variazioni minimali di programma specificate nell'allegato che molti Consiglieri hanno già in loro mani, e riguardano spostamenti di fondi assegnati per medesimo intervento dal secondo al primo triennio e viceversa, per rendere funzionali e funzionanti i lotti da eseguirsi nei singoli trienni; o scambio di interventi all'interno della stessa Azienda USL e delle medesime categorie di lavori tra opere previste in trienni diversi; oppure trasferimento di interventi dal primo al secondo triennio a causa di ritardi nella presentazione del progetto esecutivo connessi al nuovo assetto dell'handicap e della prevenzione che, in alcuni casi comporteranno anche la verifica della localizzazione puntuale nell'ambito delle nuove Aziende USL.
Ho presentato altresì un emendamento che vado ad illustrare.
L'allegato A, che si accompagna alla proposta di deliberazione, è modificato secondo una nuova tabella. Le modifiche riguardano: P.O. Birago di Vische: variazione in aumento, fondi del primo triennio 1.500 milioni, per cui finalmente il Birago di Vische potrà essere ultimato P.O. di Vercelli: trasferimento di fondi dal primo triennio al secondo triennio perché l'USL 11 non è in grado di presentare i progetti nei tempi previsti P.O. di Casale Monferrato: accorpamento di fondi, dal secondo al primo triennio; in realtà sono 5 miliardi sul primo triennio e un miliardo nel secondo triennio, per cui concediamo tutti i 6 miliardi nel primo triennio P.O. di Borgomanero: ci è stato richiesto un accorpamento di fondi dal primo triennio al secondo triennio, quindi i 3,9 miliardi del primo triennio passano al secondo triennio RSA di Valperga e RSA di Mezzana Mortigliengo: ambedue hanno una variazione in aumento sul primo triennio di 200 milioni (200+200=400) che vengono presi dall'accantonamento fondi di localizzazione del secondo triennio, e quindi i 400 milioni che c'erano in accantonamento fondi di localizzazione del secondo triennio vengono così eliminati per quanto riguarda la RSA di Oleggio, c'è un ripristino di fondi al primo triennio di 4,8 miliardi.



CHIEZZI Giuseppe

Può spiegare i motivi per cui sono stati ripristinati questi fondi alla RSA di Oleggio?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Per quanto riguarda le RSA le richieste sono state avanzate direttamente all'Assessore Goglio. In questo caso si tratta semplicemente di un ripristino, era un loro diritto.



CHIEZZI Giuseppe

Se è un ripristino vuol dire che prima non c'era.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

C'era, ma avevano rifiutato e poi hanno richiesto invece che venisse ridato: nel primo triennio c'era questo stanziamento. Ripeto, la delega relativa alle RSA è dell'Assessore Goglio che oggi purtroppo non è presente.



CHIEZZI Giuseppe

Allora aspettiamo l'Assessore Goglio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Sì, senz'altro. Comunque queste modifiche sono state illustrate in Commissione dall'Assessore Goglio.



CHIEZZI Giuseppe

No.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Chiederemo allora direttamente all'Assessore Goglio.
Fondamentalmente è stato modificato pochissimo, perché si tratta di una variazione di assestamento al primo triennio di questo programma decennale.
Per quanto riguarda invece il secondo e il terzo triennio, con la speranza che i fondi arrivino, ci sarà una programmazione dettagliata.



CHIEZZI Giuseppe

E per quanto riguarda Gattico?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Si tratta parimenti di un ripristino di fondi al primo triennio; è la stessa cosa che per Oleggio.



CHIEZZI Giuseppe

Quindi non sa niente di questa modifica?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Per quanto riguarda la RSA , no.



CHIEZZI Giuseppe

L'Assessore Gallarini sa qualcosa di Gattico e di Oleggio?



GALLARINI Pier Luigi, Assessore regionale

No.



PRESIDENTE

Nella tabella che lei ci ha fornito, Assessore D'Ambrosio, era imputato sul secondo triennio, mentre ora viene riportato sul primo.
Ha chiesto la parola la Consigliera Bortolin; ne ha facoltà.



BORTOLIN Silvana

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, questa proposta di deliberazione è stata vivacemente discussa in sede di IV Commissione; è stata anche ritirata e riproposta dall'Assessore con la puntualizzazione che si tratta di deliberazione che riguarda specificamente solo il primo triennio dell'utilizzo dei fondi dell'ex art. 20.
Questa deliberazione, che destina fondi per quanto riguarda l'edilizia sanitaria nella nostra Regione, è in assoluto la deliberazione più importante e più impegnativa per questo Consiglio: in modo corposo consistente, destina centinaia di miliardi per quanto riguarda l'aggiornamento e anche la modificazione dell'edilizia sanitaria in Piemonte (gli ospedali, le RSA, i servizi fisici per la psichiatria).
Questo provvedimento ha però un difetto di fondo di carattere politico che noi vogliamo riprendere e sottolineare anche in sede di Consiglio.
Il difetto di fondo consiste nel fatto che rispetto alla deliberazione di programmazione di edilizia sanitaria adottata dal Consiglio regionale all'inizio del 1990, questa Giunta, per tramite dell'Assessore alla sanità la ripropone senza aver ripercorso o percorso le novità di questi anni in campo sanitario rispetto alle esigenze di edilizia sanitaria nella nostra Regione e quindi senza alcuna proposta di modificazione. A pie' pari, in modo pedissequo, ripropone gli interventi che sono stati deliberati - se mi è consentito dire anche in modo affrettato e in un contesto non del tutto sereno - nel 1990. Periodo non del tutto sereno, perché la legislatura stava per terminare e si era quindi in prossimità del rinnovo del Consiglio stesso. Ricordo, pur avendo vissuto dall'esterno la discussione, che c'era comunque la necessità di deliberare e la rincorsa ad inserire il più gran numero di interventi che interessassero ampiamente le varie località del Piemonte, senza aver espletato un confronto adeguato e necessario con il territorio. Con l'Assessore D'Ambrosio e con la Giunta abbiamo ritenuto di evidenziare questa sottolineatura e anche questa puntualizzazione critica.
La Giunta e l'Assessore ritengono, peraltro, di riproporre pari pari la deliberazione con la modifica citata all'inizio, presentata in Commissione.
Noi riteniamo di rifare una sottolineatura fortemente critica in questa direzione.
Assessore, ci rendiamo conto dell'urgenza, della necessità di approvare questa deliberazione, perché i fondi vanno utilizzati, perché la Regione Piemonte incorre già in un ritardo. Le difficoltà le conosciamo, ma ci nonostante riteniamo che sia grave non aver potuto e non aver avuto la possibilità, in questi mesi, di valutare invece attentamente gli interventi.
La proposta di emendamento che viene presentata, con le illustrazioni fornite dall'Assessore, certamente non risolve e non affronta il problema che noi abbiamo sollevato: non lo risolve e non lo affronta perché siamo anche in fase di definizione di una nuova programmazione sanitaria in Piemonte. Mercoledì (domani) l'Assessore presenterà le linee generali del Piano sanitario regionale. Esiste, anche su questa questione di programmazione, una pregiudiziale: la separatezza che l'Assessore alla sanità e l'Assessore all'assistenza propongono nel campo della programmazione socio-sanitaria del nostro Piemonte è una scelta che ci trova profondamente in disaccordo. Abbiamo chiesto di approfondire la proposta della Giunta, ma nonostante queste perplessità, nonostante siamo di fronte ad un vuoto di direzione - non sto a sottolineare le cause registro un vuoto di direzione per quanto riguarda le Aziende sanitarie andiamo ad investire i miliardi che sono proposti nella deliberazione riproponendo - sottolineo ancora - gli interventi deliberati nel 1990.
Voglio solo richiamare ai colleghi Consiglieri, all'Assessore ed alla Giunta, che dal 1990 ad oggi, cioè dopo sei anni, le necessità sanitarie del nostro Piemonte sono mutate: è cambiata la composizione della popolazione, sono cambiate le esigenze di cura per quanto riguarda gli anziani, ma anche per quanto riguarda le malattie acute, per le emergenze.
Noi ci ritroviamo, riproposta pari pari, una deliberazione che corrispondeva alle esigenze di sei anni fa.
Soprattutto per queste ragioni, certamente non per una posizione pregiudiziale, il Gruppo PDS vota contro questa deliberazione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Anche noi in Commissione avevamo espresso forti perplessità rispetto a queste variazioni di assestamento, che, dalla stessa nomenclatura dovrebbero essere riferite agli stanziamenti dell'ex art. 20. Gli stanziamenti dell'ex art. 20 sono quelli fissati, per cui non si possono cambiare, ma si può cambiare l'impostazione politica secondo la quale vengono fatti questi investimenti.
In realtà, bisogna tenere conto delle priorità che nel tessuto piemontese e nella realtà sanitaria piemontese sono emerse in questo periodo di tempo, per le quali è stata prevista questa variazione di assestamento. L'ospedale di Biella è quello che salta più all'occhio: non ha ottenuto finanziamenti né nel primo triennio né nel secondo e nemmeno nel terzo. Soldi, zero. Altri esempi sono l'Ospedale di Venaria, senza soldi, e la zona dell'alessandrino che, tranne l'Ospedale di Casale Monferrato, in totale riceve 6 miliardi (quindi nemmeno il necessario per effettuare una giusta ristrutturazione dell'ospedale stesso), non solo non ha ricevuto soldi, ma non ne sono stati neanche stanziati, secondo questa deliberazione di variazione di assestamento.
E' vero che è stato sollecitato spesso dall'Assessore in Commissione che i soldi per l'ex art. 20 sono quelli che sono e che trasferimenti non possono essere effettuati, ma è anche vero che, nel corso del tempo, si sono sviluppate, nell'ambito sanitario piemontese, delle priorità.
La zona alessandrina ha già subìto l'alluvione, le condizioni di esistenza degli abitanti della zona sono gravi e drammatiche. Penso ad altre situazioni: non c'è stata la volontà di investire per l'Ospedale di Biella, nonostante ci siano i progetti.
Sollecito ancora il Consiglio affinché si affronti la discussione dell'ordine del giorno, da noi presentato, circa la difficoltà delle procedure legislative e quindi degli iter legislativi che i progetti per le strutture sanitarie devono sopportare. Se da un lato ci sono carenze di progetti legislativi, dall'altro non c'è la volontà di investire.
Quindi, alla luce di queste considerazioni, voteremo contro questo provvedimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grasso.



GRASSO Luciano

Intervengo per annunciare il voto assolutamente favorevole del Gruppo di Forza Italia. Questa è una variazione di assestamento assolutamente e prevalentemente tecnica, che dà la possibilità, comunque, di anticipare i finanziamenti ad un triennio precedente e ad un triennio successivo. Dà la possibilità, a dalla Giunta nei tempi debiti un progetto definitivo, di non perdere l'entità del finanziamento, che andrebbe altrimenti a finire in un calderone, con il rischio di perderlo definitivamente.
E' una variazione quasi da Commissione bilanci; in effetti è stata approvata non all'unanimità, ma a maggioranza, in Commissione sanità. Ne chiediamo, pertanto, l'approvazione in aula.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio per la replica.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente. Noi eravamo nell'assoluta impossibilità di apportare variazioni ad una deliberazione del 1990. Questo sarà fattibile dopo il 30 marzo, termine ultimo dato alle varie Aziende per presentare i progetti. Dopo quel termine avremo la possibilità di fare delle variazioni.
Prima di quel termine era assolutamente impossibile.
Per quanto riguarda l'ospedale di Biella, mai inserito in nessun triennio, così come quello di Venaria - quindi non è colpa del sottoscritto si era detto che un primo lotto funzionale e funzionante di 112 miliardi avrebbe dovuto reperire questi fondi in modo diverso e non riferendosi all'art. 20. Ho anche specificato come.
E' impegno della Giunta poter inserire Biella nel secondo e terzo triennio, così come la deliberazione del 1990 prevedeva: tale deliberazione prevedeva per Lucento e Biella rispettivamente 130 miliardi e 170 miliardi.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione l'emendamento presentato dall'Assessore D'Ambrosio, il cui testo recita: L'allegato A) alla proposta di deliberazione è modificato secondo quanto indicato nella tabella allegata al presente emendamento per gli interventi riguardanti: 1) P.O. Birago di Vische - variazione in aumento fondi primo triennio 2) P.O. di Vercelli - trasferimento fondi dal primo triennio al secondo triennio 3) P.O. di Casale Monferrato - accorpamento fondi dal secondo triennio al primo triennio 4) P.O. di Borgomanero - accorpamento fondi dal primo triennio al secondo triennio 5) RSA di Valperga - variazione in aumento fondi primo triennio 6) RSA di Mezzana Mortigliengo - variazione in aumento fondi primo triennio 7) RSA di Oleggio - ripristino fondi al primo triennio 8) RSA di Gattico - ripristino fondi al primo triennio 9) accantonamento fondi da localizzare - secondo triennio - eliminati.
L'allegato B) alla proposta di deliberazione risulta di conseguenza modificato come da tabella allegata.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 21 voti favorevoli, 4 contrari e 14 astensioni.
Pongo pertanto in votazione la deliberazione così emendata, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 25 favorevoli e 14 contrari.


Argomento: Viabilità

Esame proposta di deliberazione n. 248: "Piano stralcio attuativo annuale 1996 del Piano decennale della viabilità di grande comunicazione dello Stato (legge n. 531/82, art. 2). Indicazione degli interventi prioritari" Esame mozione n. 179


PRESIDENTE

Esaminiamo ora la proposta di deliberazione n. 248, di cui al punto 18) all'o.d.g. Vi è anche una mozione congiunta.
La parola all'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e comunicazioni

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, consentitemi - per motivi di resistenza fisica - di essere piuttosto dimensionato nell'illustrare questo Piano stralcio. A volte si crede di essere potenti - come accade in politica - e poi invece ci si accorge di essere umani, come accade in politica! Fra l'altro, signor Presidente, mi consenta di dire che vengo dalla riunione per la Mandelli. Avere di fronte centinaia di operai che perdono il posto di lavoro non è cosa che rallegra! Quindi, al di là della fatica fisica, c'è il coinvolgimento emotivo dovuto ad una serie di situazioni per le quali il Consiglio regionale dovrà, una volta per tutte trovare una soluzione - per questo ringrazio i colleghi che hanno presentato una mozione su questo problema - e indicare quale possa essere la politica "attiva", non di solo conforto, sollecitando l'intervento di coloro che hanno una qualche responsabilità nell'economia della Regione.
In questo momento in cui cambia e si evolve il problema della produzione e dell'economia, è necessario che gli appelli che vengono rivolti alla Regione abbiano una ragione di intervento, tenuto conto che le nostre prerogative sono molto limitate. Possiamo andare a confortare il morto o l'ammalato morente sul letto del patimento, ma non abbiamo n risorse né il potere politico o il carisma politico per coinvolgere le parti sociali. E gli dentro cui anche gli istituti finanziari, che hanno una grande, non dico responsabilità, ma pregnanza nell'ambito dell'economia di un territorio. E non c'è soltanto la Mandelli.
Quello che ci preoccupava alla fine dell'estate è che avremmo avuto un ottobre caldo; non è avvenuto, siamo ora alla fine di marzo, ma è certo che da qui a qualche giorno si potrebbero avere presenze in piazza piuttosto rilevanti. Non è escluso che in occasione di questo meeting europeo a Torino non si debba registrare qualcosa che comunque volgerà in direzione dell'Europa tutta la problematica occupazionale in Italia, rappresentata anche attraverso il Piemonte; e, per altri versi, potrà rappresentare un motivo di grosso impaccio politico.
Si lamenta addirittura, non comprendendo giustamente come siano andate le cose, che il Comune di Torino abbia speso 30 miliardi per addobbi floreali e si teme, poi, che questi fiori vengano strappati dalle fioriere che sono state poste come spartitraffico, magari per riavere le automobili parcheggiate anche al centro delle vie di grande traffico, deturpando il volto tradizionale di questa nostra bella città! Certo, i 30 miliardi non li ha spesi il Comune di Torino, li ha spesi l'Unione Europea; ma è anche vero che si tratta di problematiche che meritano una riflessione da parte di questo Consiglio regionale perché tutti abbiamo contezza di quali sono i limiti e di quali possano essere i propositi politici per affrontare la situazione così come si conviene.
Ho dovuto lasciare quell'assemblea dicendo che quanto meno 148 miliardi sono spendibili nella viabilità e si spera che questa spesa (dopo tutti gli appunti ricevuti - tutti opportuni - con la collaborazione dei colleghi che hanno voluto contribuire) possa rappresentare un aiuto concreto dalla progettualità programmatica per lo sviluppo del territorio. Le strade non servono solo alla vita sociale di un paese o di un centro o di una città capoluogo di provincia, collegandoli tra loro. Le strade, partendo da queste motivazioni di stralcio, sono anche punti di collegamento a supporto dello sviluppo delle varie attività produttive e commerciali. Tra l'altro - e lo dico ancora una volta - da qui a qualche tempo avremo la possibilità di esaminare il Piano regionale del traffico e nello stesso tempo un monitoraggio della situazione delle aziende in crisi o che mettono in crisi, nel territorio, le comunità locali.
Questa deliberazione, finalmente, così come si attendeva dall'opposizione, è la deliberazione della Giunta.
La proposta della Giunta, con la collaborazione di coloro i quali - lo ripeto - hanno voluto collaborare, è quella di rappresentare una rilettura generale di tutto ciò che era stato approntato nel precedente quadriennio cosiddetto Brizio, in modo da tranquillizzare, per un certo verso l'opposizione ed assicurare la risoluzione di alcune attese, con l'investimento delle poche risorse assegnateci: 122 miliardi da destinare ad opere necessarie per la funzionalità di lotti già terminati; 26 miliardi per le cosiddette priorità, dando così risoluzione ai punti critici nel territorio.
C'è da dire che abbiamo estrapolato dal vecchio stralcio tutto ciò che possiamo considerare fattibile e già finanziato separatamente. Fra tutte queste realizzazioni, alcune hanno avuto risoluzione positiva, per cui si attendono gli appalti; altre invece dovranno attendere la risoluzione del contenzioso cosiddetto amministrativo. Si tratta, purtroppo, di opere, come voi vedete in delibera, piuttosto considerevoli, per una spesa di 747 miliardi e mezzo. L'ANAS a parole - lo verificheremo con una delegazione del Consiglio regionale, non della Giunta - ci ha confermato che tutti i ribassi d'asta che si potranno verificare nella realizzazione di queste opere potranno essere utilizzati per la Regione Piemonte. Ho fatto un calcolo dei ribassi d'asta, la cifra si aggirerà intorno ai 100/110 miliardi da utilizzare per ulteriori investimenti. I 122 miliardi e mezzo per gli interventi cantierabili di opere necessarie per la continuità e funzionalità dei lotti già eseguiti e per problemi di congestione e sicurezza non coprirebbero la spesa dei 153 miliardi preventivati.
Per esempio, sappiamo che per la variante di Isola d'Asti l'importo previsto è di 98 miliardi e mezzo e non di 100 miliardi, ma anche qui, con i ribassi d'asta ,sono certo, perché così mi si rassicura da parte degli uffici tecnici della Regione, che potremmo stare entro la spesa prevista dei 123 miliardi circa.
Per quanto riguarda i punti neri, sono stati stanziati 26 miliardi e 80 milioni che non coprirebbero i 30 miliardi e 53 milioni previsti per opere necessarie per la soluzione di punti neri regionali, come quelli relativi alla sicurezza, tanto per dirla in termini diversi. Anche qui, con i ribassi d'asta, noi potremmo starci dentro, ma in ogni caso con qualche recupero di circa 35/40 miliardi, da verificare. Naturalmente ci sarà la cantierabilità, non sono opere che si realizzano in pochi mesi, ma in ogni caso avremo già risolto un grosso problema che, aggiunto a tutto ciò che è già finanziato, rappresenta un bel pacchetto per la Regione Piemonte.
Abbiamo inoltre elencato un pacchetto di altre quattro opere: la statale 142/229, la statale 589, la statale 84 e la statale 23. Questi ulteriori interventi rappresenterebbero una spesa di 225 miliardi. Allora facciamo quattro conti, sempre che poi ci risultino nella realtà: circa 70 miliardi sono quelli su cui attualmente si può contare per le comunicazioni avute dall'ANAS (l'ANAS dice che sono 40, però dai calcoli che abbiamo immaginato in ufficio è possibile che siano 70); circa 120/130 miliardi da realizzare sul primo pacchetto delle opere già finanziate, per cui si pu ipotizzare un recupero di oltre 200 miliardi. In ogni caso, entro sei mesi ricontratteremo con l'ANAS tutto il piano, riconsiderando un progetto generale che coinvolga appunto l'ANAS in termini concreti, nel quadro di quanto dovrebbe esserci assegnato per la viabilità che viene trasferita alla Regione.
In delibera troverete anche l'allegato E, che comprende: interventi muniti di progettazione esecutiva con i prescritti pareri. Tutti questi interventi, compresi quelli che sono stati suggeriti dalle Province in questi ultimi tempi, dovrebbero far parte - sempre con motivi di priorità generale - della nuova contrattazione che andremo ad affrontare con l'ANAS affinché nell'ambito del Piano regionale dei trasporti, nell'ambito del riordino di ciò che viene imposto anche dalla linea dell'Alta Velocità nell'ambito di tutto ciò che si va a programmare insieme ai Comuni, si possa dare finalmente una svolta di qualitativo alla programmazione regionale, tale da dare, una volta per tutte, dignità a questo Consiglio nell'affrontare le problematiche degli investimenti.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto.



CHIEZZI Giuseppe

Il Gruppo Rifondazione Comunista osserva che la deliberazione, così come è congegnata, non è possibile approvarla per due motivi: il primo concerne proprio l'oggetto del deliberato, che è contraddittorio con quanto si dichiara nell'oggetto della deliberazione. Cioè il Consiglio regionale dovrebbe essere chiamato oggi ad approvare il Piano stralcio attuativo annuale del 1996, ed è quello che noi vorremmo fare, cioè approvare o votare comunque l'allegato B) e l'allegato C).
Saranno allegati discutibili, ci si può esprimere in vario modo, ma è una deliberazione propria dell'oggetto. Non capisco perché, viceversa invece di deliberare quello che si deve e quello che l'ANAS ha richiesto cioè il Piano annuale 1996, si sia scaraventato sui nostri banchi anche l'approvazione dell'allegato A), che è un'approvazione del tutto inutile perché riprende cose già fatte, già dette, senza alcuna modifica, quindi superflua: si vuole imporre l'applicazione dell'elenco delle opere in priorità per anni successivi.
Noi diciamo che discutere le priorità degli anni 1997/1998/1999 in ordine ad investimenti nel settore della viabilità, senza disporre del Piano regionale di sviluppo e del Piano dei trasporti, è veramente una costrizione inaccettabile. Se la Giunta regionale ha così grandi progetti in base ai quali è in grado di elencare opere che secondo i propri programmi corrispondono alle finalità del Piano regionale di sviluppo e del Piano dei trasporti, abbia la correttezza di venirci a dire qual è il Piano regionale di sviluppo e qual è il Piano regionale dei trasporti, in base ai quali poi far derivare queste scelte. Invertire il programma e cominciare dal fondo, imponendo a questo Consiglio e, secondo me, anche alla maggioranza, di approvare a scatola chiusa un elenco di interventi prioritari per il lontano e medio futuro, in assenza dei due documenti di programmazione, mi pare una grande scorrettezza. A margine di tutto questo c'è la critica che noi svolgiamo, ma la svolgeremo in sede di Piano regionale di sviluppo e di Piano dei trasporti sulle linee di sviluppo che si intendono dare al Piemonte.
Il Gruppo di Rifondazione Comunista non ritiene di fondare grossi investimenti su una linea di sviluppo autostradale; in alternativa proponiamo altri investimenti in settori ambientali.
Prego i colleghi di verificare cosa sono chiamati ad approvare, non il Piano stralcio annuale, che sarebbe giusto fare per il 1996, cioè gli allegati B) e C), ma l'Assessore ha infilato anche, con la massima velocità, altri allegati che non c'entrano nulla con la risposta che dobbiamo dare all'ANAS; non c'entrano per nulla con quello che dobbiamo decidere adesso, ma c'entrano molto con le prospettive di sviluppo che dovrebbero però essere discusse nei due Piani testé citati.
Quindi chiedo all'Assessore di stralciare preventivamente dalla deliberazione gli allegati D), E) e F).
L'allegato A) è talmente inutile che può anche rimanere, non serve.
Pertanto, mi permetterei di presentare un solo emendamento, che potrebbe recitare: "Vengono stralciati gli allegati D), E) e F)".
Chiedo all'Assessore Masaracchio di sospendere questa violenza che sta esercitando su tutti i colleghi, imponendo loro di approvare l'inapprovabile, perché prima bisogna presentare il Piano dei trasporti, il Piano regionale di sviluppo e poi, alla fine, l'elenco delle strade che si vogliono asfaltare.
Quindi, Presidente, mi conceda solo un minuto per scrivere l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e comunicazioni

Mi rendo conto che di forzature in Consiglio regionale ne ho esercitate con questo stralcio, ma ho incominciato in Giunta, quando, avendo il piano di tutto lo stralcio dalla Giunta precedente, leggendolo mi sono accorto che le attinenze meritavano una verifica.
Mi è stato obiettato in diverse occasioni che, in ogni caso, tutte le situazioni che erano indicate nel patto di programma della Giunta Brizio con l'ANAS e con lo Stato, sono tutto sommato le cosiddette emergenze. E' proprio vero che le priorità in un Piano del genere, qualunque esso sia non sono della singola strada, ma dell'emergenza generale: si riscontrano emergenze particolari, condizionate dalle risorse che vengono di volta in volta erogate.
Avremmo dovuto avere 545 miliardi; allora, anziché indicare queste strade ne avremmo indicate delle altre, desumendole dal Piano generale che la Giunta Brizio ci ha trasferito.
La proposta è stata avanzata non soltanto dai componenti della maggioranza, ma anche dagli uffici. Quegli uffici per i quali si è menato scandalo attraverso i giornali, ma io non intendevo parlare male dei funzionari o dei dirigenti (sono tutte persone eccellenti). Io intendevo parlare della struttura. Se per caso si volesse insistere sulle incapacità dell'Assessore sul piano politico, io me le assumo e le confronto con le capacità politiche altrui; se le incapacità sono strumentali, allora passo la palla ai funzionari, ai dirigenti, alla struttura, che non è né la struttura che mi sono creato io né i dirigenti che ho conosciuto nel passato, ma i dirigenti della struttura con cui già nel passato era stato predisposto l'intero Piano della viabilità regionale.
Quindi, ancorquando si sia in attesa di un progetto politico di intervento nel territorio per razionalizzare ciò che ci sta accadendo - cioè gli interventi e i finanziamenti - non si potrà non tenere conto di tutto il pacchetto che abbiamo ereditato nel tempo. Tant'è che talune nuove situazioni sono state indicate dalle Province, dai Comuni, dai singoli Consiglieri appunto perché sono situazioni che oggi emergono in funzione di una progettualità nel territorio, sulla base della quale ci stiamo attrezzando per attuare una nuova politica territoriale.
La capziosa opposizione da parte del collega Chiezzi - dico capziosa non perché sia del tutto fuori luogo - non tiene conto del quinto capoverso della deliberazione che recita: "di impegnare la Giunta regionale a verificare entro sei mesi detti interventi sulla base di criteri definiti dal Parlamento e discussi in II Commissione consiliare al fine di definire le priorità regionali".
Il tutto lo si rappresenta oggi come necessità ereditate o emergenti all'oggi, verificato nel confronto con gli Enti locali. Il tutto sarà inserito, ove possibile, nell'ambito della programmazione regionale sempreché questo nuovo patto con l'ANAS vada a buon fine. Tenendo conto che l'ANAS ha tanti problemi da risolvere. Non sappiamo fino a che punto sarà il trait d'union nei trasferimenti dei capitali dello Stato, che speriamo sia governato meglio da coloro i quali ci hanno ammannito, fino ad oggi strumenti di questo genere.
Chiedo al Consiglio regionale di votare questo stralcio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno per dichiarazione di voto.



SALERNO Roberto

Intervengo non solo per esprimere il voto favorevole del mio Gruppo, ma anche per complimentarmi con l'Assessore Masaracchio, che anche in questa occasione ha dimostrato una grande modestia e una grande umanità. A fronte di un Piano stralcio con investimenti di circa 1.000 e più miliardi, la Regione dispone di fondi per circa 150 miliardi, quindi circa il 10% di quanto sarebbe necessario per fare un Piano stralcio come si deve. Data questa carenza di mezzi, l'Assessore Masaracchio si muove con le difficoltà che possiamo pensare, per cui devo complimentarmi con l'Assessore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Bisogna dare atto all'Assessore di aver proposto un provvedimento del tutto diverso rispetto a quello presentato nella precedente seduta di Consiglio. In ciò è stato aiutato dal fatto che, nel frattempo, in data 16 febbraio - se ricordo bene - l'Amministratore straordinario dell'ANAS ha posto ordine nella materia. L'Assessore si è quindi appoggiato a questa lettera per porre ordine anche nelle scelte della Giunta.
Il provvedimento che ci viene proposto ha una logica che condividiamo: individuare le opere che si possono finanziare con risorse certe per il 1996 e che devono essere cantierabili - opere di cui agli allegati B) e C).
Come sostenuto in Commissione, occorre recuperare il massimo di risorse destinate al Piemonte già nell'anno 1996 per aumentare il pacchetto di opere finanziabili - in quanto cantierabili. Abbiamo suggerito due strade: il recupero dei ribassi d'asta per le opere appaltate in questi ultimi mesi in Piemonte e l'utilizzo dei finanziamenti promessi al Piemonte, in forza di una convenzione stipulata nel 1984, ancora non utilizzati. Tali indicazioni sono contenute nella mozione che verrà presentata all'approvazione del Consiglio.
L'Assessore ha recepito l'indicazione, per cui all'allegato D) abbiamo opere cantierabili che potranno essere finanziate nel caso in cui l'ANAS addivenga alle richieste di assegnare al Piemonte quanto al Piemonte tocca.
Ovviamente, auspichiamo che ciò avvenga.
Gli allegati E) e F) delineano il quadro di tutte le altre opere che allo stato delle conoscenze attuali, si ritiene debbano essere realizzate.
Naturalmente, sulla base dei finanziamenti che saranno assegnati al Piemonte per il periodo 1997/1999, il Consiglio valuterà a quali opere dare priorità e sulla base di quali criteri.
E' bene, quindi, che il Consiglio e l'opinione pubblica abbiano il quadro delle opere che si ritiene di finanziare; nei prossimi mesi questo elenco potrà essere integrato. E' molto importante che si passi dall'ipotesi e dalla fattibilità alla cantierabilità e che quindi vi siano dei progetti per far sì che prima delle ferie, come l'Assessore si è impegnato a fare, in Commissione si possa tornare sull'argomento, stabilire dei criteri e consentire alla Giunta regionale di presentare al Consiglio le proposte per il triennio 1997/1999 in tempo utile per poterle esaminare attentamente.
Ci pare dunque che rispetto alla deliberazione ritirata dall'Assessore un affastellamento generico e senza alcuna indicazione di priorità di intervento - ci troviamo oggi di fronte ad un provvedimento che ha una sua logica, una sua razionalità; un provvedimento supportato da un voto del Consiglio che sarà espresso dalla mozione - se sarà approvata - e che nell'insieme può essere condiviso dal nostro Gruppo, il cui voto sarà dunque favorevole sia alla proposta di deliberazione sia alla mozione quando sarà posta in votazione.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Vindigni.
Pongo in votazione l'emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea: gli allegati D), E) e F) sono stralciati.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 3 voti favorevoli, 29 contrari e 12 astensioni.
Pongo quindi in votazione la deliberazione, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 46 voti favorevoli, 5 contrari e 1 astensione.
Pongo ora in votazione la mozione n. 179, connessa alla deliberazione testé approvata, presentata dai Consiglieri Marengo, Ghiglia, Montabone Saitta, Spagnuolo, Vindigni, Burzi, Bellion e Salerno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte impegna la Giunta 1) ad intervenire presso l'Amministratore straordinario dell'Ente ANAS affinch siano riassegnati al Piemonte i fondi derivanti dai ribassi d'asta delle opere, finanziate con mezzi della Finanziaria, recentemente appaltate con significativi sconti l'ANAS destini al Piemonte, in aggiunta ai fondi assegnati per il 1996 la quota parte delle risorse destinate alla nostra Regione in attuazione delle convenzioni tra ANAS e Regione stipulate nel 1984 ed ancora non utilizzata 2) inserisca prioritariamente nella proposta per il redigendo Piano triennale per la grande viabilità 1997/1999 le opere di cui agli allegati B) e D) della deliberazione n. 240/695 che non troveranno copertura finanziaria nel 1996".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La mozione è approvata con 39 voti favorevoli e 5 contrari.


Argomento: Norme generali sui trasporti

Esame ordini del giorno n. 132 e n. 145 relativo al nuovo sistema di tariffazione Aziende FS, ATM e SATTI (rinvio)


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 132 presentato dai Consiglieri Farassino, Rosso, Dutto, Galli, Bellingeri, Peano, Picchioni, di cui al punto 21) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Dutto per l'illustrazione.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente.
Per quanto riguarda la tariffa integrata non abbiamo nulla da obiettare; anzi, condividiamo i vantaggi che in questi giorni vengono tanto reclamizzati.
Abbiamo appreso dai giornali, però, che vi sono zone particolari dove l'entrata in vigore della tariffa integrata comporta degli aumenti generalizzati rispetto alle tariffe precedenti - ma ci è stato assicurato dall'Assessore che su queste vi saranno interventi correttivi.
Resta però un fatto molto semplice, che merita la massima considerazione: tutti i pendolari che gravitano soprattutto su Torino e che utilizzano un solo mezzo di trasporto, per lo più il treno, e che, giunti nelle stazioni torinesi, si recano al lavoro o alle Università o a scuola a piedi - sarebbe erroneo in questo caso parlare di mezzi propri: penso che nessuno di questi pendolari abbia l'auto a Torino - vengono a trovarsi obbligatoriamente, a pagare per un servizio di cui non usufruiscono.
Ci sono state delle estremizzazioni: c'è chi dice che i torinesi hanno trovato il sistema per far pagare i deficit dell'ATM a chi arriva dalle province. Non voglio arrivare a sostenere questo, ma punto il dito sulla questione; questione, secondo me, a livello anche giuridico e costituzionale. E' giusto offrire la tariffa integrata, ma non è giusto obbligare qualsiasi utente a pagare la tariffa integrata quando utilizza uno solo e non più vettori.
La proposta dell'ordine del giorno è chiarissima: sì alla tariffa integrata, ma pretendiamo che accanto alla tariffa integrata vengano conservate le vecchie tariffe, in modo che sia il cliente che il viaggiatore abbiano la possibilità di scelta. Chi ritiene opportuna e conveniente la tariffa integrata la acquisterà; chi, come ho fatto negli esempi precedenti, utilizza solamente il treno e non utilizza l'autobus perché il suo ufficio è a pochi passi dalla stazione di Porta Nuova, deve avere la possibilità di acquistare il vecchio abbonamento ferroviario, e non essere invece obbligato ad acquistare il nuovo biglietto a tariffa integrata.
In questo caso, cioè nel caso di tariffa integrata, questi viaggiatori vengono a trovarsi un aumento di circa il 30%, cioè un aumento che va oltre qualsiasi livello concepibile di aumenti delle tariffe, ma che riesce inoltre ad aggirare il blocco deciso dal Consiglio dei Ministri, quindi deciso a livello di indirizzi politici del nostro Governo.
Ho pertanto presentato questo ordine del giorno; spero che si possa ancora riuscire - sottolineo - non a bloccare la tariffa integrata, ma a consentire l'ingresso della tariffa integrata, mantenendo in vigore anche il vecchio sistema di tariffazione, in modo che l'utente possa scegliere.
Ovviamente sceglierà quello che gli è più conveniente. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Credo sia un ordine del giorno da valutare con estrema attenzione - tra l'altro siamo favorevoli - perché è un problema che sta sollevando molte proteste.
Non so con quale criterio siano state assegnate le percentuali basse che tendono a minimizzare il problema. Si dice, infatti, che la stragrande maggioranza degli utenti dei treni utilizza due mezzi.
Secondo la mia esperienza personale non è così, perché molte persone addirittura in questo palazzo, si sono lamentate per questo provvedimento che è assurdo. Si fa pagare agli utenti che non utilizzano due mezzi il premio di quelli che ne utilizzano due, cioè si offre una tariffa integrata ad una serie di utenti ed il costo lo si fa pagare ad altri. Questa è la realtà.
Tra l'altro, l'entità degli aumenti è ben più consistente di quello che si dice.
Lavora in questo palazzo una ragazza che abita a Collegno e che prende il treno; l'aumento va da 31 a 60 mila lire, pari circa al 98%. Coloro che arrivano da Chivasso hanno un aumento che va da 56 ad 84 mila lire, quindi il 50% di aumento.
Ho sentito anche i collaboratori del nostro Gruppo che viaggiano da Asti o da Ivrea: gli aumenti risultano maggiori di quello che si dice.
Per far decollare questo sistema, demagogicamente si fa lo sconto iniziale, cioè si dice che chi prende l'abbonamento trimestrale (per non più di due volte) o l'abbonamento annuale c'è lo sconto, perch acquistandolo subito non c'è l'aumento, cioè per tutto l'anno non avrà l'aumento. L'anno successivo però ci sarà l'aumento, ma chi acquista l'abbonamento annuale deve sborsare una bella cifra, perché si tratta di abbonamenti che superano anche le 100 mila lire al mese. Quindi, anticipare la somma per un anno di viaggio è una cifra di non poco conto, con grossi vantaggi per chi stipula questo tipo di abbonamenti.
Riteniamo assurdo imporre a chi lavora a pochi passi dalla stazione di Porta Nuova un servizio a cui non è assolutamente interessato.
Credo che al riguardo bisognerebbe intervenire anche presso le altre Amministrazioni che hanno appoggiato tale deliberazione.
Tra l'altro, è in atto la campagna pubblicitaria, per la quale sono stati spesi 2 miliardi e mezzo. Si poteva risparmiare sulla campagna pubblicitaria ed investire i 2 miliardi e mezzo per andare incontro a coloro che non hanno la necessità di usare i due mezzi ed escluderli dalla tariffa integrata. Anche senza pubblicità, se fosse stata una cosa conveniente, tutti coloro che sono interessati al servizio l'avrebbero capito.
Per questo motivo, credo che i Gruppi dovrebbero valutare con attenzione il provvedimento adottato dalla Giunta regionale, che riguarda anche le altre istituzioni locali, ed imporre un ripensamento per andare incontro alle esigenze poste nell'ordine del giorno presentato dal Gruppo della Lega Nord.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bellion.



BELLION Marco

Come Gruppo abbiamo presentato un ordine del giorno che fa seguito ad un'interpellanza che, in data 28 novembre u.s., avevamo definito urgente.
L'urgenza era dettata dalle notizie giornalistiche che davano per imminente l'entrata in vigore, probabilmente a gennaio 1996, dell'accordo di programma per l'effettuazione del progetto di modificazione tariffaria tra ATM, SATTI e FS, già approvato dalla Giunta in data 13 novembre.
In tali articoli si evidenziavano gli sforzi compiuti per semplificare l'acquisizione, da parte dell'utenza, di servizi erogati da enti diversi con un'iniziativa atta altresì a razionalizzare al meglio le risorse che ogni ente interessato proponeva.
L'innovazione contenuta nell'accordo comportava il fatto che, con un unico abbonamento, il pendolare potesse viaggiare su una determinata linea utilizzando indifferentemente il treno o il mezzo su gomma della SATTI e che, giunto a Torino, potesse salire su un autobus o su un tram per raggiungere il luogo di lavoro o di studio.
Crediamo che si tratti, senza dubbio, di un progresso sulla via di una modernizzazione del concetto di spostamento più flessibile e vicino alle attuali esigenze del sempre crescente numero di persone costrette a viaggiare quotidianamente per lavorare e studiare.
L'iniziativa, a nostro avviso, voleva anche essere un incentivo all'utilizzo del mezzo pubblico in alternativa all'auto, attenuando di conseguenza il congestionamento del traffico e il conseguente inquinamento su Torino.
Fatta questa premessa positiva, l'urgenza, che definivamo nell'interpellanza e in seguito nell'ordine del giorno, era per determinata da un fattore di rigidità e di iniquità contenuto nell'accordo stesso, che abbiamo voluto sottolineare nell'ordine del giorno. E' un elemento e un fattore di rigidità e di iniquità che rischia di diventare impopolare e vessatorio verso gran parte dei pendolari (tra le 20 e 30 mila persone, come risulta da una recente analisi delle organizzazioni sindacali, diversamente da quanto sostenuto dai dati presenti nell'accordo).
L'accordo prevede, infatti, che l'abbonamento integrato diventi l'unica forma di abbonamento disponibile per i pendolari, anche per quelli che utilizzano invece uno solo dei mezzi, come è stato ricordato dagli interventi che mi hanno preceduto. Il tutto gravato da forti aumenti che già dai prossimi mesi, andranno a regime con percentuali che vanno dal 30 al 60% in più rispetto al vecchio abbonamento FS del 1995.
Quindi, riteniamo non condivisibile, oltreché anticostituzionale questa condizione specifica, e chiediamo la sospensione dell'accordo stesso per quanto riguarda questo punto e la possibilità, per i cittadini utenti dell'opzione.
Chiediamo questo per consentire al Consiglio di accertare l'esatta consistenza del fenomeno e per individuare quelle soluzioni che non comportino per tanti pendolari inasprimenti tariffari insostenibili ed assolutamente ingiustificabili. Ho parlato di Consiglio anche perché, a mio avviso, le procedure seguite dalla Giunta, con la recente deliberazione del 13 marzo, sono contraddittorie. Nell'approvare le modificazioni introdotte nell'accordo dal Consiglio comunale di Torino e dalla Provincia di Torino la Giunta regionale entra sostanzialmente in contrasto con quanto approvato il 13/11/1995. Allora si affermava che sarebbe stato il Consiglio regionale a dover approvare questa integrazione tariffaria. Ciò invece non è accaduto, si è trattato unicamente di un provvedimento di Giunta e oggi ci troviamo a discutere in Consiglio non l'approvazione - già sottoscritta dalle parti - ma unicamente degli ordini del giorno che cercano di porre rimedio ad un provvedimento che - ripeto - rispetto alla mancanza della possibilità di opzione, riteniamo iniquo e soprattutto estremamente rigido.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Ci troviamo di fronte ad una questione molto importante; è rilevante il fatto che si vada verso forme di integrazione dei servizi di trasporto. Noi abbiamo sempre auspicato tutto ciò e crediamo che sia importante per favorire il più possibile l'accesso e la fruizione del mezzo pubblico. La tariffa integrata favorisce questo processo ed è senz'altro positiva, ma non nelle forme in cui dovrebbe essere attuata. Paradossalmente questa prima fase di avvio genera molta inquietudine nei pendolari perch penalizza proprio molta parte di loro, che tra l'altro meriterebbe in qualche modo di essere premiata (quei pochi che si avviano ai treni e cercano di utilizzare questo strumento). Purtroppo, in questa forma, una parte degli utenti ottiene giustamente quello a cui si tendeva, cioè l'integrazione, pagare la tariffa giusta e poter prendere il treno e il mezzo urbano, mentre un'altra parte di utenti viene invece penalizzata.
Sarebbe stato sufficiente, come richiamato nell'ordine del giorno presentato dal Gruppo PDS, che nella prima fase, cioè fin quando non si è completato il progetto, venisse lasciata la possibilità agli utenti di scegliere fra tariffa semplice e tariffa integrata: è del tutto semplice e sarebbe del tutto logico.
Chiediamo, quindi, anche noi che l'Assessore si attivi affinché questo principio venga accettato dai vari interlocutori, pubblici e privati.
Questo sistema può migliorare, se parte bene. Dato che c'è comunque la difficoltà a superare una serie di ostacoli per raggiungere questi obiettivi, basterebbe permettere, a chi usufruisce di un solo servizio, di pagare quel servizio, e a chi usufruisce, invece, del servizio integrato di utilizzare le varie formule del servizio integrato.
Se la deliberazione non riesce a recepire questo dato, noi - pur essendo d'accordo sul fatto che debba partire questo sistema - non vogliamo concorrere al tartassamento dei pendolari.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Peano.



PEANO Piergiorgio

Assessore Masaracchio, oggi abbiamo parlato moltissimo dei pendolari perché la tariffa integrata, che sta per essere introdotta, è una tariffa che - come diceva il collega Bellion - interesserà 20/30.000 persone, il che vuol dire 20/30.000 famiglie. A questi bisogna però aggiungere anche gli studenti universitari, che sono tantissimi. Basti pensare infatti che oggi a Torino ci sono 73.000 studenti che frequentano le Università, la maggioranza dei quali giunge dalle province piemontesi, quindi usa il treno come unico mezzo di trasporto. A tutti questi utenti-abbonati si devono ancora aggiungere quelle persone che useranno, d'ora in poi, il treno partendo dalle tante stazioni del Piemonte per raggiungere Torino, perch ad ogni biglietto che verrà acquistato si dovrà aggiungere, oltre alla tariffa del treno, anche quella dell'autobus torinese, la cosiddetta tariffa integrata. Quindi non soltanto gli abbonamenti dei pendolari e degli studenti, ma ogni biglietto ferroviario, d'ora in poi, sarà venduto in una qualsiasi stazione del Piemonte e soggetto alla tariffa integrata.
Questa, signor Assessore, è un'ulteriore difficoltà che si aggiunge a quelle già numerose che sta attraversando il nostro sistema dei trasporti.
Se noi avessimo un trasporto che funziona, un trasporto integrato, se tutto fosse ormai regionalizzato, nel senso che dipendesse interamente dalla Regione Piemonte, ma poi comunque fosse controllato, ecco che l'aver raggiunto una tariffa integrata significherebbe aver ottenuto una conquista molto importante, ma questo giunge in un momento in cui il sistema trasportistico nel suo insieme presenta delle grosse difficoltà. Se noi parlassimo con i pendolari, oggi scopriremmo che sarebbero anche disponibili ad un aumento della tariffa, qualora avessero un servizio serio, che desse loro delle garanzie e che, soprattutto, garantisse gli orari e i trasporti. Tre giorni fa, prendendo il treno dalla mia cittadina che doveva arrivare alle 8,40 a Torino, un amico che era con me in viaggio aveva già preso il biglietto a Cuneo per poi prendere l'Intercity per Milano delle ore 9,15, ma l'ha perso, e questo è un fatto che succede quotidianamente! Ci sono continui ritardi e problemi.
Se all'ingiustizia delle difficoltà dei viaggi si aggiunge ancora l'ingiustizia di un biglietto integrato per coloro che non useranno mai il bus a Torino, è un fatto che io reputo abbastanza grave. Riteniamo quindi che si debba rivedere il tutto per evitare altre ingiustizie.
L'ordine del giorno che il collega Dutto ed altri hanno presentato, e che noi abbiamo firmato, chiede che coloro che non usano il mezzo pubblico torinese, ma soltanto il treno, possano evitare di pagare la tariffa integrata. E' un atto di giustizia che dobbiamo consentire non soltanto a tutti i nostri pendolari, ma a tutti coloro che d'ora in poi usufruiranno di tale servizio da qualsiasi stazione del Piemonte diretti a Torino.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeli.



ANGELI Mario

Credo che questi due ordini del giorno siano opportuni (chiederei anzi se fosse possibile, di integrare quello presentato dal Consigliere Dutto ed altri e quello presentato dal collega Bellion ed altri) in quanto, fatta la legge, scoperto l'inganno.
I cittadini di Alessandria, ad esempio, stanno già pensando di fare l'abbonamento ferroviario nella stazione successiva di Frugarolo per non pagare il biglietto integrato. Quindi è meglio che sappiamo dove vogliamo parare, per fare delle cose chiare per tutti senza fare arrabbiare troppo gli utenti, in considerazione del fatto che già sono arrabbiati per natura con le Ferrovie dello Stato e con i trasporti in genere.
In questo contesto devo rilevare che da una parte c'è una delibera del Consiglio regionale, che dice una cosa, dall'altra una delibera della Giunta, che ne dice una completamente diversa. Da una parte si dice "la deliberazione della Giunta, recependo quello che ha deciso il Consiglio comunale di Torino", e dall'altra si dice "devono deliberare questi accordi di programma i rispettivi Consigli". Chiaramente è un incidente; si pu modificare, si può rivedere, però credo che come Regione Piemonte, si debba fare un'ulteriore valutazione sull'accordo di programma con le Ferrovie anche perché, per il momento, i servizi lasciano molto a desiderare.
Di qui al 1997, quando effettivamente la Regione Piemonte dovrà intervenire per finanziare il trasporto locale direttamente e non più con i fondi dello Stato, i ragionamenti saranno diversi: per quella data dovremo presentare un programma.
Dobbiamo essere pronti a quello che vuole fare la "Ferrovia dello Stato" oggi, come, ad esempio, eliminare il 5% del servizio sul trasporto locale senza colpo ferire; ossia, elimina il trasporto e domani i nostri paesi, quelli un pochino più sperduti, e le frazioni che non avranno più il servizio saranno obbligati a chiedere alla Regione Piemonte di ripristinarlo. A quel punto la Regione Piemonte lo dovrà pagare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Vorrei fare una dichiarazione a titolo personale su questi due ordini del giorno, per una questione di coerenza, perché non è che quando uno si cambia la giacca o cambia sedia debba cambiare pensiero.
In Consiglio comunale a Torino ho votato contro questo provvedimento che poi è passato avendo la maggioranza di sinistra del Comune votato a favore. Faccio mie parte delle perplessità che sono state avanzate da alcuni colleghi. Non il fatto che l'integrazione tariffaria non debba necessariamente essere un destino per i trasporti piemontesi, perché questo potrebbe significare, nell'intento appunto di cercare di razionalizzare i trasporti, diminuire le spese e garantire un beneficio a coloro i quali usufruiscono di più mezzi di trasporto. Quindi il principio è sicuramente corretto.
La cosa che non mi convinceva è il fatto che non ci possa essere quanto meno, la possibilità di scelta, perché è di tutta evidenza che se il fenomeno di coloro che verrebbero "penalizzati" è così ridotto, sarà altrettanto vero che saranno pochissimi coloro i quali non usufruiranno della tariffa integrata. Se per la grande maggioranza, come viene detto questa tariffa integrata sarà una tariffa che farà risparmiare loro del denaro, e quindi che risulterà conveniente, la faranno a prescindere dal fatto che le Amministrazioni obblighino o no ad un'unica tariffa; coloro i quali avranno un risparmio opteranno per la tariffa integrata, senza incidere sul complesso del provvedimento. Quelli che usufruiranno di un solo mezzo di trasporto, continueranno a pagare un solo mezzo di trasporto.
Occorre in proposito fare una scelta: se è vero quanto ho detto, nessuno viene penalizzato, né il provvedimento nel suo complesso né i pochi che non usufruirebbero della tariffa integrata. Se questo non è vero vuol dire che evidentemente, non sono o non sarebbero giusti i conteggi che ci dicono che solo una minima parte dei fruitori dei vari servizi verrebbe penalizzata nel pagamento. E questo, ovviamente, sarebbe un errore di prospettiva o di valutazione.
A questo punto, credo che sarebbe opportuno, come sostenuto in alcuni ordini del giorno, che venisse data libertà di scelta a coloro i quali usufruiscono di un solo mezzo, perché credo che ognuno dovrebbe avere il diritto di spendere i propri soldi come crede e soprattutto per l'utilità che ne ha. Si paga per un servizio. Pertanto - continuo a parlare a titolo personale - chi usufruisce di un servizio solo deve pagare per quello e non per tutti.
A questo punto, a titolo personale, sono favorevole a questi ordini del giorno.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e comunicazioni

Sono pronto ad intervenire nel merito, ma visto come stanno andando le cose mi pare che non sia il caso di farlo compiutamente. Vorrei solo puntualizzare, nell'ambito della correttezza dei rapporti consiliari, ci che compete alla Giunta e le responsabilità che la Giunta si assume nel momento in cui si presenta una deliberazione. Ho da far presente, inoltre che non si può continuare a fare un discorso fra sordi, nella disattenzione generale, che è plausibile per cose di poca importanza, ma non è consentita per cose di rilevante importanza.
Va ricordato che l'Assessorato ha inviato lettera protocollata regolarmente il 21/9/1995, a firma del Presidente della Giunta, Ghigo, ed altre comunicazioni del 18/9/1995 al Presidente della II Commissione perché estendesse a tutti i membri della medesima l'invito a partecipare alla riunione informale del Comitato regionale del coordinamento dei trasporti e della viabilità, avente per oggetto "Proposta di adeguamento delle tariffe regionali del trasporto pubblico locale". Siccome il dibattito, nel frattempo, si era snodato sia nel Consiglio provinciale di Torino che nel Consiglio comunale, devo far rilevare che non si pu arrivare qui a scoprire l'acqua calda nel padellino, oppure la luna nel pozzo! Torniamo, per un momento, al problema della tariffa integrata: è un po' come quando si parla di inceneritori per lo smaltimento dei rifiuti. E' vero che gli scarichi degli inceneritori non abbattono al 100% la diossina ma è anche vero che se anziché parlare di inceneritori per lo smaltimento dei rifiuti si dicesse che si insedia una nuova azienda per la produzione di un prodotto chimico qualunque, allora si menerebbe meno scandalo perch a monte si parlerebbe di quanti posti di lavoro si possono offrire e, nello stesso tempo, di quanto sviluppo può beneficiare l'economia locale. Tutto sta nella concertazione con gli Enti locali perché l'ineluttabile venga comunque governato e quindi amministrato anche nel territorio. E' un po' come l'Alta Velocità. Siccome l'Alta Velocità presuppone una costruzione di binari tale che potrebbe consentire da qui a cento anni ancora una velocità di 300 chilometri all'ora - dico per paradosso, non è che sia così - alla fine ci si inventa tutto quello che occorre perché l'ambiente non pu sopportare il peso dell'Alta Velocità, ma se si fosse parlato del quadruplicamento delle linee ferrate per tutto ciò che incombe nell'attività dei trasporti delle merci e non soltanto del personale, si sarebbe fatto un utile servizio e non si menerebbe tanto scandalo sull'Alta Velocità.
Così è sulla questione delle tariffe integrate. Si è fatto l'errore di parlare di tariffe integrate, perché parlando di tariffe integrate si pensava che si potesse indurre l'opinione pubblica ad accettare l'ineluttabile. L'ineluttabile qual è? E' l'aumento delle tariffe! Sono anni che le tariffe non vengono aggiornate in base ai livelli dell'inflazione. Sono anni che le tariffe non vengono toccate in base a tutto quello che si chiede da parte degli utenti, cioè a dire dei servizi compatibili con la decenza della gente che viaggia. Abbiamo fatto anche delle riunioni in II Commissione, presenti i rappresentanti e i responsabili delle FS, per farci dire che comunque mancano le due vetture i due vagoni, in quanto tutto il sistema tariffario non consente alle FS di aggiornarsi.
Nel frattempo - a parte il fatto che nei Paesi civili le tariffe integrate hanno già dato risoluzione positiva, e anche in Italia - noi ci troviamo nella condizione di sudditi dello Stato che ci afferisce delle risorse che non bastano per mettere a posto i bilanci delle aziende.
Quindi, è un serpente che si morde la coda. Dopodiché, di fronte alla necessità di aumentare le tariffe, avendo calcolato che l'88% dei cittadini viene a risparmiare fior di quattrini con l'abbonamento integrato, ci si è detto che quel 12% di penalizzati potrebbe inventarsi il viaggio. Che vuol dire inventarsi il viaggio? Vuol dire che non si crede soltanto che dentro la città di Torino la gente può muoversi agevolmente senza il peso del sovraccarico dell'abbonamento nella città di Torino, ma nel contesto generale c'è da tenere presente la funzione della cosiddetta città metropolitana. La città metropolitana è una realtà e dentro questa realtà scoppia tutto ciò che è mobilità. Noi dobbiamo provvedere ad alleggerire il traffico su gomma, dobbiamo creare delle sinergie con le Ferrovie, bisogna decentrare le stazioni che nelle città creano tanto disagio. Si pensi soltanto a Chivasso, non si pensi soltanto alla stazione ferroviaria di Porta Nuova, che sta lì quasi per errore - dove non ci sono posteggi - che bisognerebbe ridisegnare per avere un polmome culturale, capace, sin dalla piazza antistante, di offrire a tanta altra mobilità nella città qualcosa di più e di diverso, differendo altrove tutto quello che accade a Porta Nuova, nel sistema generale che da ogni parte si auspica.
E' inutile che io spenda parole di più. Si sa qual è il problema: avere prima servizi efficienti, che non si ottengono perché c'è l'alibi dei costi elevati, che non consentono l'ammodernamento delle strutture, oppure avere un biglietto integrato, avere un progetto del viaggio, avere tutto quello che si può avere per cercare di cambiare la struttura della mobilità nella nostra Regione, nella nostra città, nella città metropolitana. Altre convenzioni dovranno essere estese alle Province oltre alla Città metropolitana, dove purtuttavia circa il 12% di utenti è penalizzato, ma per questi si è pensato di investire 600 milioni da parte della Provincia e 300 milioni da parte della Regione per l'abbattimento del maggior costo.
Nel frattempo, è necessario verificare se gli utenti penalizzati possano trovare nella struttura generale dell'aumento delle tariffe una propria ragione oltre la ragione del servizio. Per risolvere il problema dei trasporti e del pendolarismo, bisogna già prepararsi sin da adesso, non fra sei mesi, a che i contratti di gestione subentrino alle concessioni. Dentro le concessioni c'è un grande spreco di miliardi: un'azienda, che non voglio qui citare, ha incassato 9 miliardi in più di quanto le competeva! C'è una vertenza in corso, si cerca di recuperare almeno 6 miliardi per reinvestirli nella strategia dei trasporti e della mobilità.
Per razionalizzare questo sistema bisogna avere uno strumento di operatività che costringa le aziende a realizzare quello che è di loro competenza. Ma queste giuste osservazioni non corrispondono alla risoluzione del problema di questa deliberazione. Io chiedo di pensarci oltretutto non possiamo suonare la campana con diversi batacchi. Noi questo l'abbiamo fatto in sei mesi di dura fatica e di duri rapporti, cercando di collaborare con l'Amministrazione provinciale di Torino e con l'Amministrazione comunale di Torino. Se la campana deve suonare senza che sia stonata, il batacchio, che è rappresentato da tutti quanti noi indipendentemente dalle differenziazioni ideologiche e partitiche, deve essere il batacchio e non certamente la campanella delle vacche grasse della facile finanza.



PRESIDENTE

Assessore, ognuno ha il suo batacchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e comunicazioni

Io il mio ce l'ho! Non so se gli altri ce l'hanno effettivamente infatti sto cercando di farlo sentire!



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, in relazione alla edotta esposizione che l'Assessore Masaracchio ha fatto sul tema, che anche io ho avuto modo di seguire direttamente in alcune riunioni, non ultima la riunione conclusiva dell'approvazione del progetto nella quale abbiamo raggiunto un accordo con i Sindacati e con Comune e Provincia. Poiché ho l'impressione che su questo fatto si sia forse persa l'opportunità di fare una discussione più dilazionata nei tempi e che possano esserci obiettivamente delle strumentalizzazioni di carattere elettorale, proporrei al Presidente del Consiglio di sospendere la seduta e di convocare una riunione dei Capigruppo.



PRESIDENTE

Se i Consiglieri sono d'accordo, sospendiamo la seduta per un quarto d'ora.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17,50 riprende alle ore 18,10)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

In relazione ad alcune considerazioni che già ho fatto nell'intervento precedente, chiedo la sospensione della discussione degli ordini del giorno, in attesa di un approfondimento e di valutazioni anche relative a fatti nuovi di cui sono venuto a conoscenza attraverso la comunicazione di un collega Consigliere, il quale mi ha riferito che i Sindacati hanno richiesto un nuovo incontro per approfondire la discussione relativa al progetto formula. Ci impegniamo, in questi giorni, a convocare una riunione con la Provincia, il Comune e i Sindacati per riprendere la discussione e valutare eventuali soluzioni. Chiedo perciò che la discussione degli ordini del giorno relativi al biglietto integrato venga rimandata al giorno 2 aprile.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente.
Su questa questione, che è una questione pregiudiziale, può parlare un Consigliere a favore ed uno contro.
La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

Sono contento che il Presidente della Giunta abbia deciso di approfondire la questione, però ritengo che sia necessario esprimerci oggi su questo ordine del giorno, che quindi non ritiriamo assolutamente. Le tariffe entreranno in vigore l'1 aprile, quindi è necessario che questo Consiglio si esprima prima dell'entrata in vigore di questo provvedimento e noi richiediamo che sia data la possibilità al Consiglio di esprimersi secondo i principi di democrazia e libertà. Non è possibile che se un Gruppo decide di mantenere un ordine del giorno e non ritirarlo si possa in questo modo togliere la possibilità di votarlo dicendo: lo rinviamo a data da destinarsi, il 2 aprile o chissà quando sarà. Continuo a dire che per un principio di libertà - poi il Consiglio può anche votare contro, pu prendere qualsiasi tipo di decisione - e per un principio di democrazia dovete dare la possibilità a questo Consiglio di esprimersi su questo ordine del giorno. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



(Intervento fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

La pregiudiziale deve essere posta prima dell'intervento del Presidente, non può essere una pregiudiziale che viene dopo, una pregiudiziale posta.



(Intervento fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



BURZI Angelo

Intervengo ovviamente a favore di ciò che ha detto il Presidente e quindi propongo che venga votata la sospensione della discussione, per le motivazioni che ha già detto con chiarezza il Presidente stesso e che sono emerse anche dalla riunione dei Capigruppo. Esistono elementi nuovi, oltre la discussione e il dibattito che è già stato fatto in Consiglio, che rendono utile riaprire quella negoziazione rispetto a ciò che è stato finora formulato. Non credo che l'entrata in vigore delle tariffe l'1 aprile - e anche questo è emerso in maniera chiara nella discussione dei Capigruppo - sia un fatto incontrovertibile. Vuol dire che, se dalla negoziazione emergeranno fatti nuovi ed utili, questo esperimento dell'1 aprile potrà appunto essere considerato un esperimento, una fase iniziale un test ed eventualmente essere rivisto, se ci sarà un accordo in tal senso. Non vedo alcun attentato alla democrazia nel rimandare la discussione dell'argomento; esistono ancora due sedute, quella del 2 e del 4 aprile, programmate nell'ultima riunione dei Capigruppo, che eventualmente consentiranno riproposizioni o continuazioni di discussioni se la materia sarà ancora presente. Infine, sottolineo che quanto stiamo chiedendo oggi non è affatto una prassi inusuale, ma anzi esistono precedenti in tal senso nelle precedenti legislature. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Mi scusi, Presidente, se cerco di interpretare un po' il Regolamento ma la sostanza di quello che voglio dire è questa: parlo di una questione pregiudiziale sulla pregiudiziale del Presidente, e questo è l'aggancio al Regolamento. Nella sostanza io non ricordo in questi anni di aver assistito all'impedimento di un'iniziativa di un Gruppo attraverso un ordine del giorno da parte del Consiglio regionale. Ostando la volontà del Gruppo. Non lo ricordo; ricordo di ordini del giorno rimandati o sospesi, ma con il consenso, anche a malincuore, dei Gruppi; non ricordo di una questione posta in sede politica con un ordine del giorno in Consiglio, che una maggioranza del Consiglio impedisce di discutere. Questa è una mia memoria magari casi simili si sono verificati, ma sarebbero comunque pochissimi ed anche abbastanza irrilevanti politicamente.
Se in un Consiglio regionale un Gruppo politico pone una questione politica con un ordine del giorno, che viene iscritto all'o.d.g., e questo Gruppo politico non recede dalla volontà di far pronunciare il Consiglio trovo veramente - non so in termini di Regolamento, può darsi che nel Regolamento questo sia previsto - improponibile e pericoloso politicamente soffocare una volontà di espressione politica del Consiglio, che viene ribadita da un Gruppo. Per questo, pongo la pregiudiziale della pregiudiziale; è un fatto che ritengo molto grave, perché le leggi, le deliberazioni, gli atti amministrativi hanno una valenza, ma gli ordini del giorno hanno una valenza politica di espressione del Consiglio che pu essere positiva o negativa. Allora, le maggioranze e le minoranze si confrontino con la forza dei voti, ma non stoppino le iniziative dei Gruppi a colpi di grandi maggioranze che soffocano il dibattito.
A margine dico che mi sembra veramente mortificante impegnarci in una discussione, sulla quale tra l'altro c'è una larghissima unanimità di intenti e anche sulle soluzioni da trovare, per poi fermare tutto facendo finta di niente, cioè non portando a conclusione un lavoro che sarebbe utile, secondo me, al Presidente Ghigo per portare avanti un'ipotesi di ridefinizione della tariffa integrata.
Sollecito quindi il Presidente e tutti i colleghi a riflettere molto bene e di porre questioni pregiudiziali in sede politica, perché sono modi di procedere liberticidi.



PRESIDENTE

Mi pare che non ci siano altri interventi.
Io credo che, se la memoria non mi falla, sull'argomento ACNA noi abbiamo avuto negli anni passati una sospensiva di ordine del giorno.



CHIEZZI Giuseppe

Ma non contro la volontà dei Gruppi.



PRESIDENTE

Non so adesso se la sospensiva sia avvenuta contro la volontà dei Gruppi, ma sicuramente vi è stata, e mi pare che allora ci fossero delle discussioni feroci. Comunque, non voglio fare dell'archeologia politica o consigliare, ma credo che qualche cosa ci sia stato e potremo anche recuperare, a nostro conforto o sconforto, quelli che sono stati i precedenti in questo caso.
Sull'alterazione delle parole, della decisione politica, della volontà politica di questo Consiglio lascio ad ognuno la responsabilità; non credo che questo Consiglio sia né liberticida, perché domanda solamente il rinvio di una discussione, né così occluso nell'accettare o nell'accogliere o nel far propri gli elementi dialettici del confronto che è stato impegnativo né nel non voler accettare o ammettere quelle che sono state anche tutte le questioni emerse da parte del Presidente e del Capogruppo del partito di minoranza circa una volontà da parte del Sindacato di rivedere o comunque di puntualizzare questa situazione. Credo che siano poi questi gli argomenti che facciano leva su ogni altra impuntatura, se mi permettete, di questo genere.
Quando il Presidente prega il Consiglio di sospendere la votazione di questi ordini del giorno e rinviarla, o, se vogliamo dire, aggiornarla solamente al giorno 2 aprile, credo che non faccia assolutamente alcuna violenza nei confronti dei Gruppi politici e della loro libertà di espressione. Metterei all'attenzione di questo Consiglio regionale la richiesta del Presidente della Giunta di aggiornare la discussione dei due ordini del giorno a firma del Consigliere Dutto ed altri e a firma del Consigliere Marengo ed altri alla seduta del 2 aprile prossimo.
Pongo in votazione tale richiesta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La richiesta di sospensione della discussione degli ordini del giorno è approvata con 36 voti favorevoli, 8 contrari e 1 astensione.
Tale punto verrà discusso nella seduta del 2/4/1996.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Intervengo per annunciare che il Gruppo di Rifondazione Comunista, per protesta contro questo metodo di agire, abbandona l'aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

Anche la Lega Nord abbandona la seduta per protesta lasciando in aula i Gruppi responsabili di questo papocchio.



(I Gruppi Rifondazione Comunista e Lega Nord Piemont abbandonano l'aula)


Argomento: Questioni internazionali

Esame ordine del giorno n. 188 relativo alla costituzione di una Corte criminale internazionale permanente di Giustizia


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 188, presentato dai Consiglieri Foco, Peano, Spagnuolo, Bellion, Marengo, Rubatto, Ferraris Cavaliere, Dutto, Bellingeri, Chiezzi, Montabone, Deorsola, Vaglio Ghiglia, Burzi e Suino, iscritto all'o.d.g. nel corso della seduta di questa mattina.
Pongo in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerato che i tragici avvenimenti di questi ultimi anni nel mondo hanno evidenziato l'esigenza di una più efficace azione di prevenzione e punizione dei crimini contro l'umanità considerato il bisogno di mettere in opera strumenti adeguati al conseguimento di tale scopo viste le discussioni attualmente in corso presso le Nazioni Unite al fine di costituire una Corte criminale internazionale permanente di Giustizia considerata l'elaborazione in atto di una bozza di Statuto per il funzionamento di tale organismo elaborata dalla Commissione Legale Internazionale delle Nazioni Unite preso atto della risoluzione che il Sesto Comitato legislativo dell'Assemblea Generale dell'ONU ha adottato, sollecitando la creazione di un Comitato Preparatorio per la redazione dello Statuto definitivo della Corte, che farà parte integrante del futuro Trattato Istitutivo della Corte considerata la disponibilità già manifestata da parte del Governo italiano a favorire la convocazione e ad ospitare la Conferenza internazionale per la costituzione di tale organismo il Consiglio invita il Governo italiano ad assicurare che: la Corte criminale internazionale permanente sia chiamata ad operare senza potere di visto da parte del Consiglio di Sicurezza dell'ONU o degli Stati membri - in tutti i casi in cui si verifichino gravi violazioni dei Diritti Umani, quali il genocidio, i crimini contro l'umanità e le violazioni delle norme applicabili durante i conflitti armati la Corte abbia giurisdizione autonoma, specie nei casi in cui gli Stati nazionali non possano o non vogliano portare avanti indagini nei casi di gravi violazioni dei Diritti Umani tutti i diritti e le garanzie riconosciute dal Diritto Internazionale ad un processo equo e tempestivo siano espressamente previste nello Statuto e quindi, nel futuro trattato istitutivo incluso il diritto di appellare le sentenze, il diritto ad una efficace difesa, con l'esclusione dell'applicazione della pena di morte chiede al Governo italiano un impegno concreto in termini di strutture e risorse finanziarie al fine di garantire fin d'ora il buon funzionamento della futura Corte criminale internazionale permanente auspica un rinnovato impegno delle Autorità Italiane a sostegno dei due Tribunali internazionali ad hoc istituiti per processare i responsabili delle gravissime violazioni dei Diritti Umani avvenute negli ultimi anni in Ruanda e nei territori della ex Jugoslavia".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.


Argomento: Distributori carburante

Esame ordine del giorno n. 175 relativo alla possibilità di ridurre il prezzo dei carburanti nelle zone di confine


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 175, presentato dai Consiglieri Burzi, Racchelli, Toselli e Scanderebech, iscritto all'o.d.g.
nel corso della seduta di questa mattina.
Pongo in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerato che la legge finanziaria 1996 consente alle Regioni di frontiera la possibilità di ridurre il prezzo dei carburanti nelle zone di confine sottolineato che, in relazione alla realtà geografica di alcune zone di confine e alle attività promozionali costantemente assunte nella vicina Svizzera, il settore della rivendita della benzina alla pompa risulta con posti di lavoro a rischio ricordata la possibilità di operare o con la riduzione del costo della benzina alla pompa oppure con l'assegnazione ai residenti di buoni benzina (su modello della limitrofa Regione Valle d'Aosta) invita la Giunta regionale a promuovere propri provvedimenti per addivenire nelle zone piemontesi di confine alla riduzione del costo della benzina a considerare quale fascia di applicazione della legge la distanza di 30 km dal confine".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.


Argomento: Interventi a favore dell'economia - normative organiche nei vari settori - Industria (anche piccola e media)

Esame ordine del giorno n. 133 relativo alle prospettive nuovi concordati e nuovi redditometri per le imprese


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 133, presentato dai Consiglieri Salerno, Casoni, Griffini, Mancuso, Minervini e Ghiglia, di cui al punto 22) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Si tratta di prendere una posizione nei confronti di quelle che sono ormai le categorie più vessate nel panorama fiscale italiano e cioè le piccole imprese, che vengono sovente scambiate per quei grossi concentrati di capitali che in realtà invece non vengono quasi mai colpiti in maniera aspra.
Si tratta delle piccole imprese, sono due terzi dell'economia nazionale. E' chiaro che interessa poco perché forse i problemi in questo momento sono altri, però credo che le prese di posizione di questi giorni dei commercianti delle piccole imprese - che fischiano i politici perch alla fine nessuno si interessa a loro - siano esattamente la prova di quello che succede anche in quest'aula.
Pertanto chiedo ai Presidenti della Giunta e del Consiglio, con questo ordine del giorno, di significare con un messaggio, che poi vorrei verificare fino in fondo, la situazione di estrema difficoltà in cui vengono presi questi provvedimenti di ricavometri, redditometri introduzioni di altre imposte comunali, regionali, ecc.
Quindi chiedo l'approvazione di questo ordine del giorno.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte premesso che risulta persistente la pesante azione del Ministro delle Finanze (uscente) che ha varato una nuova manovra fiscale a carico dei redditi d'impresa e di lavoro autonomo, già ampiamente e pericolosamente sotto pressione che questa manovra consiste nell'introduzione dei nuovi parametri presuntivi di reddito che obbligheranno soprattutto le piccole imprese, gli artigiani ed i lavoratori autonomi all'adeguamento anche in situazioni di reale insussistenza di reddito che questo obbligo scaturisce dall'ipotesi di accertamento nel caso di non adeguamento, che comporterebbe, con l'attuale sistema sanzionatorio IVA ed imposte, a vedersi elevare multe di decine di milioni anche solo per semplici errori formali che è evidente la persistenza per le piccole imprese di una situazione di estrema difficoltà generata dall'inaudita pressione fiscale alla quale sono sottoposte, nonché dalle difficoltà del mercato, quali il difficile accesso del credito e l'impossibilità ad accedere a tutte le forme di sostegno previste per le medie e grandi imprese, quali la CIG, ecc.
che questo ennesimo 'obbligo' tributario mette a rischio, secondo stime delle maggiori associazioni di categoria, 1/3 delle piccole imprese alla loro chiusura se non al fallimento con grave ripercussione sul piano globale della ricchezza prodotta e dell'occupazione in generale tutto ciò premesso impegna il Presidente del Consiglio regionale ad inviare un messaggio al Ministro delle Finanze significando quanto sopra espresso ed invitando lo stesso a rivedere presupposti ed opportunità della manovra nel suo insieme".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 23 voti favorevoli e 10 contrari.


Argomento: Lavoro - Movimenti migratori: argomenti non sopra specificati

Esame ordine del giorno n. 135 relativo al DL n. 626/94 in merito alla sicurezza e alla salute dei lavoratori nei luoghi di lavoro


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 135 presentato dai Consiglieri Foco, Marengo, Spagnuolo, Ferraris, Rubatto, Farassino, Cavaliere e Papandrea, di cui al punto 25) all'o.d.g.
Pongo in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerato che il DL n. 626/94 riguardante norme finalizzate al miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori nei luoghi di lavoro prevede, oltre ad altre diverse disposizioni, la possibilità che il datore di lavoro svolga direttamente i compiti propri del servizio di prevenzione e protezione dai rischi nonché di prevenzione incendi ed evacuazione, nei casi previsti dall'allegato 1 della legge (art. 10) considerato che nelle aziende artigiane ed industriali fino a 30 addetti in quelle agricole e zootecniche fino a 10 addetti, assunti a tempo indeterminato, in quelle della pesca fino a 20 addetti ed in tutte le altre tipologie aziendali (escluse quelle espressamente citate in nota nell'allegato) che occupano fino a 200 dipendenti, lo svolgimento diretto dei compiti di prevenzione e protezione dai rischi può essere svolto dal datore di lavoro a condizione che egli ne informi preventivamente il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza e che frequenti, entro il 31/12/1996 (art. 95), un apposito corso di formazione in materia di sicurezza e salute sul luogo di lavoro, promosso anche dalle associazioni dei datori di lavoro considerato che la possibilità di ricorrere all'autonomina rappresenta un'opportunità per i titolari di piccole e piccolissime imprese, che potrebbero in questo modo evitare di doversi affidare a consulenti esterni che rappresentano certamente una voce di costo aggiuntivo nei conti aziendali considerato che è però indispensabile che coloro i quali intenderanno avvalersi di questa opportunità lo possano fare entro un quadro di riferimento certo che li garantisca in particolare, nei riguardi dell'organo di vigilanza competente per territorio, per quanto attiene una validazione oggettiva del corso di formazione frequentato ritenuto che tale validazione debba essere realizzata dalla Regione attraverso l'adozione di un provvedimento che definisca omogenee caratteristiche di qualità nei contenuti e di congruità nella durata e nei costi dei corsi di formazione in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro ritenuto che su questa stessa linea si stanno muovendo anche altre Amministrazioni regionali ove sono già stati adottati (Toscana) o sono in corso di definizione (Emilia Romagna e Veneto) dei provvedimenti impegna la Giunta a predisporre con urgenza tutti i provvedimenti necessari a fornire un quadro di riferimento certo e una validazione oggettiva dei corsi di formazione in materia di sicurezza e salute sul luogo di lavoro che garantisca i frequentanti nei confronti dell'Organo di vigilanza competente per territorio".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto in quanto ha ottenuto 11 voti favorevoli e 19 astensioni.


Argomento: Interventi a favore dell'economia - normative organiche nei vari settori - Industria (anche piccola e media)

Esame ordine del giorno n. 140 relativo alla determinazione del reddito d'impresa nelle zone montane


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 140 presentato dai Consiglieri Ghiglia, Deorsola, Ferrero, Pichetto, Gallarini, Montabone Racchelli, Viglietta e Burzi, di cui al punto 26) all'o.d.g.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Vista la legge 31/1/1994 n. 97 'Nuove disposizioni per le zone montane' che all'art. 16 prevede agevolazioni per i piccoli imprenditori commerciali considerato che la succitata norma stabilisce che - nei Comuni ad economia montana - la determinazione del reddito d'impresa per attività commerciali e per i pubblici esercizi con giro d'affari assoggettato all'imposta sul valore aggiunto (IVA), nell'anno precedente, inferiore a L. 60.000.000 pu avvenire, per gli anni di imposta successivi, sulla base di un concordato con gli uffici dell'amministrazione finanziaria considerato altresì che la cifra limite di L. 60.000.000 appare inadeguata e non è previsto alcun meccanismo di indicizzazione della stessa il Consiglio regionale del Piemonte sollecita il Parlamento e il Governo affinché sia disposta una variazione di legge per consentire l'ammissione ai benefici dell'art. 16 della legge n. 97/94 delle imprese aventi un giro d'affari inferiori ai 100.000.000 di lire chiede che la cifra così stabilita sia soggetta ad indicizzazione, sulla base dell'indice dei prezzi ISTAT chiede inoltre che i benefici del sopracitato art. 16 siano estesi alle attività artigianali di servizio, assimilabili alle attività commerciali e ai pubblici esercizi".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 21 voti favorevoli e 8 astensioni.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame ordine del giorno n. 152 relativo all'Ospedale Vittorio Valletta di Via Farinelli in Torino (rinvio)


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 152 presentato dai Consiglieri Marengo, Riggio, Bortolin, Manica e Suino, di cui al punto, 27) all'o.d.g.
La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

E' doveroso fare alcuni chiarimenti.
La zona sud è quella maggiormente "mal messa" di Torino; è "necessarissimo" che tutti assieme si faccia qualcosa. La legge n. 64, di salvaguardia, per quanto l'abbia letta e riletta, non stabiliva che si procedesse all'acquisizione dell'Ospedale "Valletta", ancorché non sia mai stato ospedale. E' stata dunque volontà politica della Giunta e del sottoscritto voler acquistare l'immobile - a tutt'oggi per la verità non ancora acquistato.
Ad oggi la situazione è questa: a fronte di una perizia asseverata dell'INRCA di 34 miliardi, c'è una perizia asseverata nostra, di controparte, di 11 miliardi. Dovremo dunque incontrarci con l'INRCA l'ufficio tecnico erariale ha richiesto 180 giorni - troppi: non possiamo assolutamente permetterci questa ulteriore dilazione.
Il 9 aprile incontrerò il Commissario dell'INRCA, dottor Crivellini: vedremo cosa si potrà fare.
La struttura è attualmente in comodato d'uso; anche questa questione è stata perfezionata dal sottoscritto. Sono d'accordo con i proponenti affinché il "Valletta" possa anzitutto essere "il poliambulatorio di Torino", che è poi lo stesso che il day-service, che sta così a cuore al Consigliere Riggio, che trova il sottoscritto sulla stessa posizione tant'è vero che si è proceduto a rescindere la convenzione con l'INRCA atto politico notevole: senza la rescissione di quella convenzione non si sarebbe potuto procedere a risolvere una situazione anomala che si protrae da anni.
Personalmente, condivido l'ordine del giorno, ancorché vi siano nello stesso delle inesattezze, così come ho evidenziato, soprattutto per quanto riguarda la legge n. 64 di salvaguardia, nella quale non si diceva assolutamente che il "Valletta" dovesse essere acquistato, né in passato è stato fatto alcun accordo di programma con la USL 1.



PRESIDENTE

Nell'attesa di un documento analogo da parte della maggioranza sospendiamo la discussione sull'ordine del giorno.


Argomento: Zootecnia

Esame petizione relativa alla messa al bando del sistema di allevamento di vitelli per la produzione di carne bianca (comunemente denominati "sanati") - (rinvio)


PRESIDENTE

In ordine alla petizione popolare di cui al punto 28) all'o.d.g.: "Petizione relativa alla messa al bando del sistema di allevamento di vitelli per la produzione di carne bianca (comunemente denominati 'sanati')", mi è pervenuta una lettera da parte del Presidente della IV Commissione, Grasso: "Le comunico che la IV Commissione, ai sensi dell'art. 109 del Regolamento interno, ha esaminato la petizione popolare per la messa al messa al bando del sistema di allevamento di vitelli per la produzione di carne bianca.
Nel corso della riunione, dopo aver ascoltato l'illustrazione della suddetta petizione, fornita dai signori Francone e Moricone e della signora Vallino, alcuni Consiglieri hanno presentato il progetto di legge 'Norme per la produzione di vitelli in allevamenti', che si allega alla presente per dare corso all'iter statutario.
Tenuto conto che la materia è oggetto di provvedimento, la IV Commissione ritiene opportuno che dell'esame di detto progetto sia investita anche la III Commissione consiliare, ecc.".
La petizione è dunque rinviata.


Argomento: Agricoltura: argomenti non sopra specificati

Esame petizione relativa alla ripresa della viticoltura collinare piemontese e connesso ordine del giorno n. 146 (rinvio)


PRESIDENTE

Esaminiamo ora la petizione relativa alla ripresa della viticoltura collinare piemontese, di cui al punto 29) dell'o.d.g., a firma dei Consiglieri Manica, Dutto, Scanderebech, Griffini, Mancuso, Rossi e Rubatto, cui è connesso l'ordine del giorno n. 146.
La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Intervengo per far presente che nell'ordine del giorno sono contenute due problematiche diverse. Una riguarda l'ultima alinea: la questione è competenza della Regione Piemonte e il Comitato regionale Vini l'ha già fatta propria; l'Assessore ha già ripreso, in tal senso, una deliberazione approvata dalla Giunta sulla questione dell'acquisto dei reimpianti fuori della Regione.
Secondo aspetto. Per quanto riguarda l'impianto dei vigneti, il discorso è nei termini seguenti: se si intende tentare di far annullare il divieto comunitario, possiamo anche votare l'ordine del giorno presentato.
Diversamente, esistono possibilità di carattere tecnico di regolamentare nuovi impianti di vigneto di pregio, attraverso il Regolamento CEE n. 2328 verificato non più tardi di otto giorni fa a Bruxelles, tenuto conto che i produttori agricoli piemontesi non concordano assolutamente su una liberalizzazione degli impianti.
Desideravo fare queste due precisazioni al Consiglio regionale; non so se sia il caso - mi spiace che non sia presente il Consigliere Riba - di votare l'ordine del giorno proposto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bellion.



BELLION Marco

La possibilità di poter utilizzare terreni a specifica vocazione vitivinicolturale, a livello di Commissione, dopo gli accertamenti dovuti è stata votata a maggioranza.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

La Commissione non ha tenuto conto che attraverso il Regolamento, di fatto...



BELLION Marco

Sì, ma siccome la petizione è articolata su alcuni e non su un unico argomento...



PRESIDENTE

Il Consiglio si pronunci: la poniamo ai voti o la rinviamo in Commissione?



BELLION Marco

In Commissione è già stata votata a maggioranza, comunque, se vogliamo rinviarla alla seduta del 2 aprile...



PRESIDENTE

Va bene: la petizione è rinviata alla seduta del 2 aprile.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame ordini del giorno n. 152 e n. 162 relativi all'Ospedale Vittorio Valletta di Via Farinelli in Torino (seguito)


PRESIDENTE

In merito all'Ospedale "Vittorio Valletta" è stato presentato un ulteriore ordine del giorno (n. 162) a firma dei Consiglieri Ghiglia Montabone, Deorsola e Burzi, di cui vi dò lettura: "Il Consiglio regionale del Piemonte preso atto del lavoro intrapreso dalla Giunta per l'acquisizione dell'Ospedale 'Vittorio Valletta', acquisizione di cui si stanno perfezionando i termini considerato che l'attività svolta dalla Giunta ha consentito di sbloccare una situazione di degrado quasi trentennale che penalizzava fortemente gli abitanti della zona Sud della Città di Torino impegna la Giunta ad accelerare le procedure di acquisizione della struttura a garantire la continuità delle prestazioni attualmente fornite dal Centro di Dialisi di Via Farinelli a destinare la struttura suddetta a colmare le enormi carenze che coinvolgono la medicina e la riabilitazione nel territorio su cui insiste il 'Vittorio Valletta' a presentare, quanto prima, in IV Commissione consiliare un piano dettagliato che comprenda gli obiettivi di destinazione e i tempi di ristrutturazione del 'Vittorio Valletta'".
Innanzitutto pongo però in votazione l'ordine del giorno n. 152, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte constatato che la zona sud di Torino è particolarmente carente di ospedali e di strutture sanitarie in genere la legge n. 84/95 di salvaguardia per la programmazione sanitaria regionale prevedeva quale priorità l'acquisizione dell'Ospedale 'Vittorio Valletta' di Via Farinelli in Torino coerentemente con queste indicazioni l'acquisizione di tale struttura è in corso di perfezionamento tale struttura è attualmente in comodato d'uso all'Azienda Sanitaria USL 1 in attesa della sistemazione definitiva, gli Ambulatori operanti presso la struttura di Via Farinelli sono stati smistati presso i Poliambulatori di Via Negarville, Corso Corsica ed altre sedi tale nuova sistemazione ha creato non pochi disagi per l'accesso ai servizi territoriali per gli abitanti della zona in cui insiste l'Ospedale di Via Farinelli impegna la Giunta regionale ad accelerare le procedure di acquisizione della struttura a garantire la continuità assistenziale offerta attualmente dal Centro Dialisi dell'Ospedale di Via Farinelli a ripristinare in tempi brevi l'operatività degli Ambulatori presso la struttura di Via Farinelli ad inserire l'Ospedale 'Vittorio Valletta' nella verifica relativa all'attività e al raggiungimento degli obiettivi programmatici che la Regione si è posta in materia di Sanità, in particolare per ciò che riguarda l'organizzazione sanitaria di Torino e l'eventuale riassetto delle ASR e delle esigenze di RSA della città di Torino a destinare tale struttura per potenziare le esigenze della medicina di territorio e della riabilitazione dando la priorità nell'attivazione delle unità operative alla realizzazione di un Poliambulatorio di primo livello ad un day-hospital multispecialistico, alle strutture di riabilitazione, di prevenzione e di intervento sul territorio (SERT, ADI, ecc.) in collaborazione con le Associazioni di volontariato che agiscono in campo sanitario a presentare entro il mese di giugno in Commissione Sanità ed Assistenza un piano per la struttura 'Vittorio Valletta' comprendente i tempi di ristrutturazione e messa a norma dello stabile e le caratteristiche dei servizi e delle attività che lì saranno realizzati".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 9 voti favorevoli e 20 astensioni.
Pongo ora in votazione l'ordine del giorno n. 162, di cui ho dato lettura precedentemente.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 20 voti favorevoli e 9 astensioni.


Argomento:

NOMINE


PRESIDENTE

In merito al punto 32) all'o.d.g. si distribuiscano le schede per le seguenti nomine.
Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta (L.R. n. 29/79) - Comitato di controllo. Nomina di un dipendente regionale.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletta la signora Rosa Maria Piumatti.
Comitato per l'Edilizia Residenziale - CER (art. 5, legge n. 457/78).
Nomina di un rappresentante.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Franco Botta.
Comitato tecnico regionale per lo smaltimento ed il riutilizzo dei rifiuti (L.R. n. 59/95). Nomina di tre esperti in sostituzione dei signori Tornavacca, Ciaccia e Brigatti, nominati in qualità di chimico, ingegnere civile e biologo.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Franco Varesio (chimico esperto in processi e rilevamenti ambientali), Valter Zanetta (ingegnere civile esperto in opere pubbliche) e Mauro Bonino (biologo esperto nella gestione dei rifiuti). Il signor Bonino in rappresentanza delle minoranze ai sensi del combinato disposto dell'art. 9 comma settimo, L.R. n. 39/95 e dell'art. 72 del Regolamento.
Sezione decentrata della Commissione regionale per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali ed ambientali (art. 8, L.R. n. 20/89).
Nomina di sette componenti e designazione del Presidente - Sede di Verbania.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Carlo Ghisolfi, Pierluigi Chiovini, Matilde Pugnetti, Domenico Bagliani, Luigi Bovio, Dario Gnemmi e Giorgio Margarini (gli ultimi due su segnalazione dell'Amministrazione regionale). I signori Bagliani e Bovio in rappresentanza delle minoranze ai sensi del combinato disposto dell'art. 9 comma settimo, L.R. n. 39/95 e dell'art. 72 del Regolamento.
Designazione del Presidente.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Carlo Ghisolfi.
Commissione regionale tecnica e di vigilanza farmaceutica (DPR n. 94/89).
Sostituzione del signor Sebastiano Rossi.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Luigi Giuliani.
Commissione regionale tecnica e di vigilanza farmaceutica (DPR n. 94/89).
Sostituzione della signora Lucia Aimonino.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletta la signora Paola Poliani.
Commissione provinciale tecnica e di vigilanza farmaceutica - Provincia di Torino (DPR n. 94/89). Sostituzione del signor Walter Genta.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Roberto Corgnati.
Commissione provinciale tecnica e di vigilanza farmaceutica - Provincia di Torino (DPR n. 94/89). Sostituzione della signora Paola Poliani.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletta la signora Clara Pietraru.
Commissione provinciale tecnica e di vigilanza farmaceutica - Provincia di Asti (DPR n. 94/89). Sostituzione della signora Piera Manfredini.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Michele Olivieri.
Commissione provinciale tecnica e di vigilanza farmaceutica - Provincia di Alessandria (DPR n. 94/89). Sostituzione del signor Giuseppe Canonico (rappresentante con funzioni di segretario).
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletta la signora Daniela Rolandi.
Consorzio Fidipiemonte (art. 18 Statuto) - Consiglio direttivo. Nomina di due membri.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Enzo Bucarelli ed Aaron Colombo.
Consorzio insediamenti produttivi del Canavese (art. 15 Statuto) Consiglio direttivo. Nomina di tre membri.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Fabrizio Bertot, Giuseppe Cerchio e Paolo Giordano (quest'ultimo in rappresentanza delle minoranze ai sensi del combinato disposto dell'art. 9 comma settimo, L.R. n. 39/95 e dell'art. 72 del Regolamento).
Centro di formazione professionale per le attività di montagna - FORMONT (art. 4 Statuto) - Assemblea. Nomina di tre membri.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Carlo Ellena, Ermelindo Bacchetta e Maurizio Gentile (quest'ultimo in rappresentanza delle minoranze ai sensi del combinato disposto dell'art. 9 comma settimo, L.R. n. 39/95 e dell'art. 72 del Regolamento).
Commissione provinciale per la determinazione del valore agricolo medio dei terreni edificabili (art. 14 legge n. 10/77) - Provincia di Alessandria. Nomina di tre esperti in materia di agricoltura e foreste scelti in terne proposte dalle Associazioni agricole maggiormente rappresentative.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Franco Trussi, Mariano Pastore e Gisella Margara (quest'ultima in rappresentanza delle minoranze ai sensi del combinato disposto dell'art. 9, comma settimo L.R. n. 39/95 e dell'art. 72 del Regolamento, comma secondo, in quanto più anziana d'età).
Commissione provinciale per la determinazione del valore agricolo medio dei terreni edificabili (art. 14 legge n. 10/77) - Provincia di Asti.
Nomina di tre esperti in materia di agricoltura e foreste scelti in terne proposte dalle Associazioni agricole maggiormente rappresentative.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Roberto Biamino, Claudio Bruno e Marco Pippione (quest'ultimo in rappresentanza delle minoranze ai sensi del combinato disposto dell'art. 9 comma settimo, L.R. n. 39/95 e dell'art. 72 del Regolamento).
Commissione provinciale per la determinazione del valore agricolo medio dei terreni edificabili (art. 14 legge n. 10/77) - Provincia di Cuneo.
Nomina di tre esperti in materia di agricoltura e foreste scelti in terne proposte dalle Associazioni agricole maggiormente rappresentative.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Livio Minero, Matteo Tealdi e Dario Martino (quest'ultimo in rappresentanza delle minoranze ai sensi del combinato disposto dell'art. 9, comma settimo, L.R.
n. 39/95 e dell'art. 72 del Regolamento).
Commissione provinciale per la determinazione del valore agricolo medio dei terreni edificabili (art. 14 legge n. 10/77) - Provincia di Novara.
Nomina di tre esperti in materia di agricoltura e foreste scelti in terne proposte dalle Associazioni agricole maggior-mente rappresentative.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Terredo Fedeli, Giorgio Marinone e Maria Angela Loda (quest'ultima in rappresentanza delle minoranze ai sensi del combinato disposto dell'art. 9 comma settimo, L.R. n. 39/95 e dell'art. 72 del Regolamento).
Commissione provinciale per la determinazione del valore agricolo medio dei terreni edificabili (art. 14 legge n. 10/77) - Provincia di Torino.
Nomina di tre esperti in materia di agricoltura e foreste scelti in terne proposte dalle Associazioni agricole maggiormente rappresentative.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Carlo Pacchiotti, Luigi Leggero e Sebastiano Volpe (quest'ultimo in rappresentanza delle minoranze ai sensi del combinato disposto dell'art. 9 comma settimo, L.R. n. 39/95 e dell'art. 72 del Regolamento).
Commissione provinciale per la determinazione del valore agricolo medio dei terreni edificabili (art. 14 legge n. 10/77) - Provincia di Vercelli.
Nomina di tre esperti in materia di agricoltura e foreste scelti in terne proposte dalle Associazioni agricole maggiormente rappresentative.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Piero Ronco, Paolo Dellarole e Gianfranco Fasagnino (quest'ultimo in rappresentanza delle minoranze ai sensi del combinato disposto dell'art. 9 comma settimo, L.R. n. 39/95 e dell'art. 72 del Regolamento).
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18,45)



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