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Dettaglio seduta n.48 del 26/03/96 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici - Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interpellanza n. 170 del Consigliere Cavaliere relativa all'area industriale del Comune di La Loggia - Chiarimenti relativi alla mancata applicazione del DPCM 1/3/1991 da parte dell'Amministrazione comunale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interpellanza n. 170 presentata dal Consigliere Cavaliere.
Risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

L'interpellanza n. 170 si riferisce in modo specifico a rumori molesti ed immissioni inquinanti provenienti dall'area industriale in Comune di La Loggia ove ha sede la ditta di costruzione ricambi auto CGF in Via Ronchi in area definita dal PRGC area artigianale e industriale consolidata e, in particolare, si vogliono ottenere chiarimenti relativi alla mancata applicazione del DPCM 1/3/1991 da parte dell'Amministrazione comunale.
E' innanzitutto da sottolineare che gli interventi a tutela della salute degli abitanti sono di competenza del Sindaco che, di norma, si avvale del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica dell'USL per l'effettuazione dei sopralluoghi e degli accertamenti strumentali necessari a motivare i provvedimenti assunti.
Questo Assessorato regionale non è a conoscenza, né ha competenza circa le ragioni per le quali il Comune ha inserito nel proprio PRGC i terreni di Via Ronchi in zona D (industriale), nonostante la presenza di abitazioni nell'area interessata e si rimanda in proposito ai contenuti di carattere urbanistico espressi dall'Assessorato competente che potrebbe integrare eventualmente, le valutazioni che qui vengono date come competenza di Assessorato.
Tuttavia si ritiene pertinente evidenziare quanto segue: 1) la tipologia acustica di un'area non deve essere confusa con la zona individuata dallo strumento urbanistico, anche se è vero che esiste un legame fra di loro 2) la zonizzazione acustica transitoria ai sensi dell'art. 6 del DPCM 1/3/1991 avrebbe dovuto stabilirsi (nelle intenzioni del legislatore) in modo automatico, ma ciò è avvenuto solo parzialmente in quanto la vigente legislazione urbanistica regionale (L.R. 56/77 e successive modifiche) non contiene un esplicito richiamo formale alle zone territoriali omogenee stabilite dall'art. 2 del DM n. 1444/68; tale richiamo è però necessario per l'applicazione dell'art. 6 del DPCM 1/3/1991 il quale individua le seguenti tipologie: zona A e zona B (definite dal DM n. 1444/68), zona esclusivamente industriale, e una categoria residuale denominata "tutto il territorio nazionale" in cui confluiscono tutte le aree che non trovano collocazione nei tre casi precedenti 3) in assenza di un atto comunale che stabilisca il criterio di ragguaglio fra le zone individuate dal PRGC e le zone del DM n. 1444/68, si ritiene che per effettuare tale equiparazione non possa essere considerata sufficiente la sola coincidenza sostanziale fra le caratteristiche di zona indicate dal DM e la destinazione d'uso del territorio stabilita dal PRGC ma sia necessario rinvenire nello strumento urbanistico una coincidenza formale con le zone di cui al DM n. 1444/68 4) di solito le aree occupate da insediamenti produttivi sono definite dagli strumenti urbanistici come zone genericamente "industriali" e di conseguenza nella classificazione acustica transitoria possono essere assimilate sia alla tipologia "esclusivamente industriale", sia a quella residuale "tutto il territorio nazionale" (fatto salvo quanto detto precedentemente); in quest'ultima classe si applicano limiti di zona più bassi, rispetto alla precedente di 10 db(A) nel periodo notturno, ma soprattutto si applica il "criterio differenziale" (la differenza fra il livello sonoro misurato all'interno delle abitazioni durante l'attività della sorgente disturbante e quello misurato quando la stessa è inattiva non può superare 5 db(A) nel periodo diurno e 3 db(A) in quello notturno) 5) la tabella 1) dello stesso DPCM elenca le classi acustiche ai fini della zonizzazione definitiva e distingue fra aree "prevalentemente" ed "esclusivamente" industriali, le prime caratterizzate dalla presenza di insediamenti industriali e scarsità di abitazioni (con limiti acustici uguali a quelli della zona a "tutto il territorio nazionale" dell'art. 6) le seconde interessate da attività industriali e prive di insediamenti abitativi (con limiti acustici uguali a quelli delle zone "esclusivamente industriali" dell'art. 6) 6) i limiti stabiliti dal DPCM 1/3/1991 trovano applicazione con riferimento alla zona acustica di ubicazione del soggetto disturbato e non dalla sorgente disturbante 7) dalla documentazione agli atti non sembra che il Comune di La Loggia abbia adottato provvedimenti di classificazione acustica definitiva, n tali da consentire, se necessario, il ragguaglio citato in precedenza pertanto i limiti acustici applicabili alla tipologia di zona dell'esponente dipendono dalla corretta individuazione di quest'ultima sulla base dello strumento urbanistico vigente, tenuto conto di quanto in precedenza ricordato.
Corre infine l'obbligo di ricordare che la classificazione acustica del territorio è un fatto di esclusiva competenza comunale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

L'Assessore ha riproposto i termini dell'interpellanza. Nella fattispecie ci si trova di fronte ad un'area prevalentemente industriale nel senso che vi erano e vi sono abitazioni civili, vi era un ex magazzino di tipo commerciale che successivamente è stato trasformato in industria con lavorazioni rumorose, vi è un'erronea classificazione del Comune, per cui risultando zona esclusivamente industriale, cosa palesemente non vera i decibel sono troppo elevati.
Mi permetta però, Assessore, di invitarla, dal momento che - rispetto a queste classificazioni di tipo urbanistico - vi è una competenza del nostro Ente, a coordinarsi con le altre competenze assessorili: occorre un richiamo al Comune perché quell'area venga classificata effettivamente come deve essere per garantire ai cittadini una vita tranquilla. Grazie.


Argomento: Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Interrogazione n. 205 dei Consiglieri Dutto, Rosso e Peano relativa alla ventilata soppressione dell'Ufficio Operativo Magistrato del Po di Cuneo


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 205 presentata dai Consiglieri Dutto Rosso e Peano, alla quale risponde ancora l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla gestione e pianificazione delle risorse idriche

Con l'interrogazione in oggetto i Consiglieri regionali Claudio Dutto Roberto Rosso e Piergiorgio Peano, avendo appreso, in via ufficiosa, della volontà del Ministero dei Lavori Pubblici di sopprimere l'Ufficio Operativo di Cuneo del Magistrato del Po chiedono rassicurazioni ed auspicano semmai un potenziamento dell'organico.
In proposito è innanzitutto da segnalare che non rientrano nell'autorità di questa Regione le scelte organizzative che il Ministero compie sui suoi apparati, mentre è nostro dovere, come hanno correttamente fatto gli interroganti, segnalare il nostro punto di vista e chiedere assicurazioni sull'efficienza dei servizi.
Questo Assessorato regionale ha interpellato immediatamente, con nota del 7/11/1995, il Presidente del Magistrato del Po, ing. Emilio Baroncini di Parma, segnalando altresì che il territorio della Provincia di Cuneo è stato fra quelli maggiormente colpiti dall'alluvione del novembre 1994 e che il ritiro dal territorio di una presenza importante, costituita appunto dagli Uffici Operativi, assumerebbe un forte significato negativo per le Amministrazioni locali.
Il Magistrato del Po ha prontamente rassicurato la Regione circa l'infondatezza della notizia e al contrario segnala: "Rientra nella strategia dell'Istituto l'idea di potenziare la Sezione di Cuneo ovvero di insediare un vero e proprio Ufficio Periferico nella misura in cui il personale di prossima assegnazione da parte del Ministero dei Lavori Pubblici risulterà sufficiente alla bisogna. In ogni caso l'obiettivo è e rimane quello di raggiungere condizioni di massima efficienza per un migliore approccio e conseguente soluzione delle problematiche idrauliche locali".
Credo che la rassicurazione dell'ing. Baroncini possa tranquillizzare i Consiglieri interroganti, tuttavia questa Regione terrà alta la propria attenzione nel quadro di un organico sistema di servizi a tutela del territorio e delle sue risorse.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente. Intervengo per dichiararmi soddisfatto di questa risposta e per chiedere, se è possibile, copia della lettera dell'ing.
Barroncini. Grazie.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione n. 43 dei Consiglieri Mancuso, Masaracchio, Ghiglia Minervini, Casoni e Griffini relativa all'Ospedale di Borgomanero Richiesta informazioni su mancanza di attrezzature telefoniche adatte a personale non vedente con funzioni di centralinista


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 43 presentata dai Consiglieri Mancuso Masaracchio, Ghiglia, Minervini, Casoni e Griffini.
Risponde l'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, signor Presidente. Cortesi colleghi, l'interrogazione attiene ad una situazione anomala verificatasi all'Ospedale di Borgomanero, in realtà risolta il 12/7/1995, giorno in cui è stato assegnato alla dipendente Antonella Zorzi - non vedente addetta al centralino l'apparecchiatura per poter svolgere il suo lavoro.
Rispondo quindi agli interroganti che il 12/7/1995 l'apparecchiatura è stata fornita all'Ospedale e quindi la signora Zorzi può svolgere le sue mansioni regolarmente. La cosa anomala era che la dipendente è stata al servizio dell'Ospedale per qualche tempo senza poter svolgere le sue mansioni, proprio perché mancava questa apparecchiatura al centralino dell'Ospedale di Borgomanero. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Casoni.



CASONI William

Mi dichiaro soddisfatto della risposta.


Argomento: Turismo: argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 129 dei Consiglieri Chiezzi e Moro relativa all'Enoteca regionale di Acqui


PRESIDENTE

L'Assessore Angeleri risponde ora all'interpellanza n. 129 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Moro.



ANGELERI Antonello, Assessore al turismo

Devo fare una premessa che riguarda la promozione dei prodotti vinicoli piemontesi. Devo dire con chiarezza che questa promozione non rientra prioritariamente tra le competenze dell'Assessorato al turismo, essendo un'attività svolta dagli uffici regionali del settore dell'agricoltura. Di fatto non risulta comunque alcun accanimento nell'escludere dalle iniziative enogastronomiche e turistiche la zona del Piemonte sud e, nella fattispecie, l'area di Acqui Terme. Questo lo dico perché sono già emerse alcune polemiche su questa zona. Gli interventi fatti, anche nei primi mesi, da parte di questa Amministrazione, in particolare per quel che riguarda il discorso relativo al termalismo attivando la scheda del Fondo Investimenti Piemonte in riferimento alla città di Acqui Terme, è la testimonianza che quel bacino di utenza turistica, che riteniamo importantissimo, non solo per il fatto che vi risiede la più importante stazione termale del Piemonte, ma per la realtà enogastronomica che rappresenta, è sicuramente per noi un fattore importante per la promozione futura. L'enoteca di Acqui Terme gode poi del medesimo trattamento riservato a tutto il sistema delle enoteche regionali che viene proposto globalmente in modo da offrire un'immagine quanto più forte ed unitaria possibile del prodotto vitivinicolo della regione. La testimonianza di questo è che nel prossimo appuntamento di dopodomani, in occasione della presenza dei quasi duemila giornalisti per l'Unione Europea, una delle enoteche principali richiamate è proprio quella di Acqui Terme per il contributo che può dare alla qualificazione del prodotto vinicolo piemontese.
La Regione, in particolare l'Assessorato al turismo, continua ad esaltare il patrimonio storico, culturale ed artistico dell'Acquese indicandone, nelle pubblicazioni promozionali, il pregio, evidenziando in particolare l'alto contributo della zona alla valorizzazione del settore termale e del settore enogastronomico, sui quali fa leva parte della strategia per la promozione turistica del Piemonte.
A questo proposito, e per ribadire l'attenzione sempre dedicata alle zone dell'Acquese e dell'Ovadese, preme sottolineare: nel corso del 1995, l'unico educational tour promosso dall'Assessorato al turismo nelle zone di produzione vitivinicola piemontese, e destinato a giornalisti del settore enologico, ha riguardato esclusivamente l'Enoteca regionale di Acqui Terme ed il suo territorio per il 1996 è prevista la presenza della Regione a "Thermae Salus" Salone del Termalismo che, come sapete, è terminato proprio ieri nell'ambito di Expovacanze, nel contesto del quale Acqui Terme ha goduto del giusto rilievo e beneficerà di quelli che sono i risvolti. Ha già beneficiato, tra l'altro, di un ampio spazio espositivo per la presentazione dei propri pacchetti di offerta termale messo a disposizione proprio dall'Assessorato al turismo sono in corso di definizione appositi progetti per il rilancio del settore termale per il quale sta operando un gruppo di lavoro interassessorile e della Presidenza, per il rilancio dell'immagine e del valore percepito dagli utenti per un'idonea collocazione del prodotto termale piemontese sul mercato interno ed estero l'Assessorato al turismo ha stanziato, con il ricorso ai fondi FIP (Fondo Investimento Piemonte) circa 500 milioni, di cui una quota a fondo perduto, per l'adeguamento dell'offerta turistica della zona in modo da renderla competitiva con altre realtà ed integrarla meglio con il territorio e il patrimonio culturale circostante.
Inoltre, ad ulteriore dimostrazione di quanto espresso, valgono le pagine dedicate alle zone dell'Acquese ed Ovadese di due recenti pubblicazioni: La Civiltà della tavola, cinque itinerari gourmand in Piemonte veicolato con Gente Viaggi - cfr. "Nelle terre del Grande Bianco di Gavi" Il nostro Piemonte, in collaborazione con l'Associazione nazionale Le Donne del Vino - cfr. itinerario n. 4 "Tra vigneti, castelli e terme".
In conclusione, la zona dell'Acquese e dell'Ovadese, viene valorizzata e promossa con la stessa attenzione, cura e rilievo di tutte quelle numerose zone della regione che contribuiscono a dare un elevato valore aggiunto a quello che ormai tutti definiscono un prodotto turistico del Piemonte di alto valore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Innanzitutto ringrazio l'Assessore per il suo interessamento alla zona acquese.
Sono però passati parecchi mesi da quando il Gruppo di Rifondazione Comunista presentò l'interpellanza relativa all'Enoteca regionale di Acqui.
Enoteca dimenticata clamorosamente da un'importantissima pubblicità di depliant illustrativi, di itinerari turistico-gastronomici finanziata dalla Regione Piemonte.
Quando si elaborano e si diffondono in vasta scala nazionale pubblicità delicate per interessi economici, turistici e finanziari importanti bisognerebbe avere la massima sensibilità e correttezza, perché sono in gioco il prestigio e la volontà produttiva di tutto il Piemonte.
Questo non è stato fatto per Acqui, perché sono ormai trascorsi molti mesi ed il depliant del percorso turistico gastronomico e vitivinicolo della città termale non è stato fatto né divulgato come gli altri itinerari enotecnici regionale finanziati dalla Regione Piemonte.
Il Gruppo di Rifondazione Comunista usò il termine "enoteca dimenticata" perché credeva, data la serietà dell'argomento, in una rapida e positiva conclusione della giusta richiesta. Purtroppo ciò, come ho detto prima, non è avvenuto. E' preoccupante e politicamente sconcertante che la Giunta non abbia nemmeno ancora risolto l'altra seria dimenticanza - che a questo punto definirei voluta - relativa ai pregiati vini DOC, non compresi nella pubblicità vinicola delle Cento cantine piemontesi: il Brachetto d'Acqui, che di recente ha assunto anche la denominazione di origine controllata garantita, il Moscato, il Cortese di Gavi e i vini dei colli tortonesi.
Vorrei capire come si potrà intervenire concretamente, e con quale credibilità, per sanare una situazione ormai insostenibile di incuranza verso un'importantissima zona nevralgica, zona turistico-termale e vitivinicola in gravissima crisi economica, sociale ed occupazionale, anche se l'Assessore poc'anzi ha detto che molte iniziative dell'Assessorato regionale vertono su Acqui.
Ripeto, un importante depliant, che andava divulgato su scala nazionale e che poteva essere un elemento di grande valutazione e di grande divulgazione, non è stato fatto, così pure non è stato fatto quello sui vini delle Cento cantine sociali relative al Piemonte.


Argomento: Edilizia e norme tecnico-costruttive

Interrogazione n. 206 del Consigliere Cavaliere relativa al Comune di Verbania - Rilascio concessione edilizia n. 172/95 per costruzione edificio in Via Bolla


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione n. 206 presentata dal Consigliere Cavaliere, alla quale risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore ai lavori pubblici

Con l'interrogazione in oggetto il Consigliere regionale Pasquale Cavaliere richiede informazioni circa la concessione edilizia n. 172/95 rilasciata dal Comune di Verbania per la costruzione di un edificio in Via Bolla in un'area sulla sommità di una collina boscata poco distante dal torrente S. Eusebio, interessata, in passato, da eventi franosi.
In particolare è richiesto all'Assessorato competente quali provvedimenti abbia intenzione di intraprendere per verificare ed accertare il caso di che trattasi.
Questo Assessorato regionale è stato interessato al problema a seguito di un esposto del Gruppo consiliare Verdi del Comune di Verbania, inviato per il tramite della Presidenza della Giunta regionale con prot. n. 7419 del 12/7/1995.
Il Settore per la Prevenzione del rischio geologico, meteorologico e sismico ha effettuato il 28/8/1995 un sopralluogo al fine di valutare le condizioni geomorfologiche del sito ed accertare la compatibilità tra l'equilibrio idrogeologico del territorio e la realizzazione dell'intervento.
In proposito il suddetto settore nella propria relazione riferisce: preventivamente consultata, la Banca Dati Geologica regionale non segnala nell'area presenza di dissesti.
Sono state inoltre acquisite presso l'Ufficio tecnico comunale: l'indagine geologico-tecnica datata maggio-luglio 1994 del geologo dottor F. d'Elia le tavole progettuali n. 1 del 28/6/1995 e n. 3 del 27/7/1994 a firma dell'ing. Calderoni la nota del 28/4/1995 della ditta Landini S.r.l. che evidenziava la provvisorietà della posa dei materiali di scavo accumulati in una vallecola limitrofa al manufatto la nota del Comune di Verbania del 24/8/1995 con la quale si lamentano omissioni alle prescrizioni impartite in merito al deposito provvisorio dei materiali di scavo.
Al sopralluogo hanno partecipato il tecnico comunale arch. M.
Roncaglione, la consulente comunale geol. dott.ssa A. Sassi ed il geol.
dottor I. Isoli estensore del PRGC comunale.
E' stata innanzitutto verificata la situazione dell'area su cui sorge l'edificio di tre piani in località Zoverallo, Via Bolla, e si è riscontrato che il versante su cui insiste l'area oggetto dell'intervento edificatorio non è sottoposta a vincolo idrogeologico e la nuova costruzione si presenta in fase di avanzata realizzazione.
La relazione tecnica del maggio-luglio 1994 e la carta di sintesi dei caratteri geologici, geomorfologici ed idrologici in scala 1:1.000 della zona evidenziano che la scarpata in sponda sinistra del corso d'acqua (Rio Sant'Eusebio) è interessata da fenomeni gravitativi.
In particolare l'area edificata è circondata su due lati da orli di scarpata di erosione attivi e quiescenti e da una vallecola in erosione sul lato nord.
La situazione descritta è stata riscontrata nel corso del sopralluogo e si è accertata una certa vulnerabilità nel contesto geomorfologico, che non pregiudica la fattibilità dell'intervento.
Al momento attuale risulta che: a) il materiale proveniente dagli scavi di fondazione, costituito da limi sabbiosi, è stato accumulato in parte sui pendii ad ovest e a nord immediatamente a valle del manufatto sul ciglio del terrazzo torrentizio del Rio Sant'Eusebio b) buona parte del materiale di scavo è stato inoltre posizionato provvisoriamente nella parte terminale della vallecola, situata a nord del fabbricato, senza realizzare preventive opere provvisionali di contenimento c) la vallecola, in occasione di intensi fenomeni meteorici, potrebbe essere invasa dalle acque che scorrono sulla sovrastante strada ed incidendo il deposito, portare a valle il materiale d) in variante al progetto resta ancora da effettuare un tratto di scavo per poter raggiungere le autorimesse, asportando un tratto di versante a est dell'edificio.
Sulla scorta della situazione geomorfologica e dello stato di fatto dei lavori, si ritiene - prosegue sempre il Servizio geologico - che non sussistano gli estremi di applicazione preventiva dell'art. 9 bis della L.R. n. 56/77 al sito di Via Bolla.
Inoltre, si formulano le seguenti osservazioni: 1) la fattibilità dell'intervento è stata analizzata ed accertata sia dall'indagine geologico-tecnica del geologo dott. D'Elia sia dal geologo consulente del Comune di Verbania, dott.ssa Sassi, ed il Servizio scrivente ne condivide gli aspetti essenziali 2) il Servizio prevenzione territoriale per la provincia di Novara non condivide però l'occlusione della vallecola ed il relativo intubamento e la deposizione di materiale di risulta degli scavi lungo il ciglio di scarpata che delimita l'area.
Per quanto concerne la situazione nell'area su cui sorgono i tre edifici del Residence Park dove: un muro di contenimento del versante costruito da oltre vent'anni presenta, in corrispondenza dell'edificio centrale, evidenti lesioni il versante immediatamente sovrastante gli edifici risulta interessato da movimenti gravitativi della coltre superficiale si suggerisce di effettuare sollecitamente l'allontanamento delle acque superficiali e di infiltrazione provenienti da monte ed il consolidamento del muro di contenimento del versante, come peraltro previsto dalla relazione tecnica del geologo dottor Isoli.
L'evento verificatosi nel 1976 sul Rio Sant'Eusebio si ritiene causato da uno smottamento verificatosi a monte di sponda destra del rio dove sono attualmente evidenti fenomeni di dissesto; il materiale trascinato a valle dalle acque del corso d'acqua ha intasato il tombino ed il tubo di diametro inferiore al metro che attraversa la strada invadendola ed interessando anche il limitrofo cortile condominiale.
Per tale problema si ritiene necessario che i versanti vengano opportunamente sistemati con opere di consolidamento di tipo bioingegneristico e sia migliorato opportunamente l'attraversamento del rio alla luce di una verifica idraulica, con un'opera che comunque abbia un diametro non inferiore a due metri.
In conclusione, per quanto riguarda il sito oggetto dell'edificazione si ritiene che il Servizio prevenzione territoriale per la Provincia di Novara non abbia nella fattispecie le competenze specifiche di carattere amministrativo, ma di sola consulenza tecnica nei confronti degli Enti locali.
Essendo l'area non sottoposta a vincolo idrogeologico si rivolge l'invito al Comune di Verbania al fine di tutelare la vulnerabilità del sito, consistente nel far ripristinare la situazione originaria dei luoghi relativamente a quanto prima detto, eliminando quindi l'intubamento e i depositi nella vallecola e sul versante, e nell'esercitare la massima vigilanza per un rigoroso rispetto della normativa dettata dal DM 11/3/1988.
A tal fine è opportuno che i lavori in corso e le eventuali opere provvisionali e definitive siano eseguite in conformità al DM 11/3/1988, ed oggetto di relazione tecnica a firma di professionisti abilitati; tale relazione dovrà essere prodotta dal committente (ditta Laudani s.r.l.) ed analizzata ed approvata dal Comune di Verbania nell'ambito delle proprie competenze.
Le risultanze del sopralluogo sono state comunicate sia al Gruppo consiliare Verdi, con nota prot. 351 del 13/2/1995, sia al Sindaco del Comune di Verbania con nota prot. 358 del 14/12/1995 per ogni sua opportuna conoscenza e competenza.



PRESIDENTE

Il Consigliere Cavaliere rinuncia alla replica.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE DEORSOLA


Argomento: Norme generali sui trasporti

Interrogazione n. 291 dei Consiglieri Vindigni e Marengo ed interpellanza n. 336 dei Consiglieri Chiezzi, Papandrea e Simonetti relative alla partecipazione della Regione Piemonte al finanziamento della realizzazione della Linea 1 della Metropolitana di Torino


PRESIDENTE

Passiamo all'esame congiunto dell'interrogazione n. 291 e dell'interpellanza n. 336.
Risponde ad entrambe l'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e comunicazioni

In merito al quesito formulato con l'interpellanza n. 336 si fa presente che la precedente Giunta regionale, considerando la valenza strategica della realizzazione della prima Linea di metropolitana, con nota n. 8349 in data 4/9/1993 a firma dell'allora Presidente Brizio, aveva comunicato al Sindaco di Torino di ritenere, per quanto riguarda la Regione Piemonte, di poter prevedere un intervento finanziario nella misura di 100 miliardi, da articolarsi (così come recita testualmente la nota) in: 10 miliardi nel 1994, 10 miliardi nel 1995 e 20 miliardi per ciascun anno dal 1996 al 1999.
Detta somma sarebbe dovuta provenire dalle addizionali approvate dall'allora Consiglio regionale per il metano e la benzina, a decorrere dal 1994 e anni successivi, e che avrebbero dovuto produrre entrate aggiuntive.
L'intendimento di assegnare un cospicuo contributo per la realizzazione della Linea 1 di metropolitana rimane al momento confermato.
Per l'anno 1996 non è stata prevista alcuna somma in bilancio, in quanto non è sicuro l'inizio dei lavori entro tale anno.
Ho a mie mani le lettere del Sindaco Castellani al Presidente Brizio una prima risposta del Presidente allo stesso ed, ancora, un'ulteriore precisazione dell'allora Presidente della Giunta regionale. E' anche possibile la lettura di tutte le risorse che sarebbero disponibili nel momento in cui la metropolitana dovesse cominciare a funzionare.
L'interrogazione n. 291 riguarda anch'essa la linea metropolitana, per cui la risposta è pressoché quella che ho dato in questo momento al Gruppo di Rifondazione Comunista.
Quindi, c'è questa riconferma e posso testimoniare che c'è la disponibilità a confermare questa linea politica. Naturalmente lo stanziamento sarà fissato così come già prefigurato; si sa che nel 1996 non accadrà nulla, tranne che la riconferma di queste intenzioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

L'Assessore, con la sua dichiarazione, ha voluto confermare il valore strategico che assume la realizzazione di un sistema di metropolitana quindi di trasporto rapido di massa a guida vincolata nell'area metropolitana torinese, per fare di quest'area un elemento trainante per lo sviluppo regionale.
Credo sia questo il senso politico che ha portato la Giunta precedente a contribuire con fondi regionali alla realizzazione di questa opera, e l'attuale Giunta a riconfermare questo impegno.
Francamente però non mi posso considerare soddisfatto della risposta non tanto per gli aspetti formali qui ribaditi, cioè la volontà di contribuire alla realizzazione della metropolitana, quanto per gli aspetti sostanziali, poiché non ho capito se, a seguito di questa corrispondenza che risale agli anni scorsi (1993/1994), ci siano stati ulteriori incontri ed intese tra la Regione e il Comune di Torino.
Temo che ciò non sia avvenuto, e la cosa mi sorprende poiché alla fine dell'anno scorso il Comitato interministeriale per la programmazione economica ha finalmente fatto chiarezza sulla questione, attribuendo alla metropolitana di Torino un valore prioritario tra le opere che dovrebbero essere ammesse ai finanziamenti della legge n. 211.
Se le mie informazioni sono esatte, addirittura la metropolitana di Torino viene collocata in seconda posizione fra le opere ammissibili al finanziamento.
Questa deliberazione CIPE, per quello che mi risulta, è già stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale. Quindi, tenendo conto di quello che dice la legge n. 211, cioè che entro 90 giorni dalla pubblicazione si debbono predisporre i progetti esecutivi, ciò dovrebbe avvenire entro l'11 aprile.
Mi risulta che i Comuni interessati intendano chiedere una proroga di due mesi, quindi fino all'11 giugno, per la predisposizione dei progetti esecutivi. Però - attenzione, Assessore - la deliberazione CIPE al punto 2) dice: "Come specificato al punto precedente le quote di contributo indicate nell'allegato prospetto di contributo ai Comuni (Comune di Torino 350 miliardi) sono da intendere come limiti massimi. Gli importi definitivi saranno quantificati a seguito dell'approvazione della progettazione definitiva", che, dalle informazioni che ho detto prima, dovrebbe essere consegnata al CIPE entro l'11 giugno. La deliberazione continua così: "Prima che si pervenga all'approvazione della progettazione esecutiva, il citato dicastero verificherà l'effettiva sussistenza dei cofinanziamenti dichiarati dall'ente richiedente. L'eventuale esito negativo della verifica e comunque la mancata approvazione del progetto esecutivo comporteranno l'automatica caducazione del finanziamento statale".
In concreto significa che il progetto di Linea 1 della Metropolitana trasmesso dal Comune al CIPE, richiede complessivamente un importo di circa 1.050/1.100 miliardi.
Il CIPE ha ritenuto questo progetto fattibile, prioritario e i costi esposti congrui. Chiede però il trasferimento del progetto esecutivo e contestualmente l'intera copertura finanziaria dell'opera (1.050/1.100 miliardi).
A questo punto, l'impegno della Regione a mettere a disposizione, sia pure in diverse annualità, i 100 miliardi deve essere riconfermato ribadito e precisato nelle prossime settimane, poiché entro l'11 giugno il Comune di Torino dovrà trasmettere il progetto esecutivo, il piano finanziario e la relativa copertura.
Da questi elementi scaturisce la mia preoccupazione per la genericità della risposta dell'Assessore, che probabilmente sottende ad una scarsità di comunicazione fra Comune e Regione.
Se così è, e chiedo all'Assessore di fare una breve replica, chiedo che rapidamente si riprendano i contatti fra Comune e Regione, perché la realizzazione della metropolitana di Torino non interessa solo il Comune di Torino, ma interessa anche la Regione, perché avere un capoluogo regionale funzionale e con una moderna rete di trasporti è un elemento di traino per tutto lo sviluppo e l'immagine regionale.
Mi permetto di aggiungere una domanda a quelle già contenute nell'interrogazione. Vorrei avere dei chiarimenti circa gli effettivi contatti tra Comune e Regione e quando si pensa di formalizzare l'impegno dei 100 miliardi. Impegno che a questo punto assume una particolare rilevanza, perché la copertura che si pensava di dare ha avuto un'altra destinazione.
L'Assessore ha detto che i 100 miliardi sarebbero stati coperti con le addizionali del metano, ma se ricordo bene le addizionali del metano sono servite a finanziare il fondo nazionale per la montagna.
Allora, ci sono ancora questi soldi? Vorrei sapere esattamente come stanno le cose.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Dalla risposta dell'Assessore - e mi riferisco all'interpellanza sulla realizzazione della fantomatica metropolitana in Torino - sia pure con meno parole, di fatto si è anche in questo caso accoccolato sulla vicenda e sulle scelte, così come aveva fatto la vecchia Giunta di pentapartito, un po' come si è potuto vedere in occasione del dibattito sull'Alta Velocità.
Segnaliamo il fatto che su grandi investimenti ed affari progettati nel passato, nulla cambia al cambiare della qualificazione politica delle Giunte che si siedono in Regione, nel senso che i grandi affari c'erano erano stati approvati e continuano a procedere come se nulla fosse successo.
Il Gruppo di Rifondazione Comunista ha una propria visione dello sviluppo, e al riguardo riteniamo che insistere su un progetto fantomatico di piccola metropolitana, così come si sta facendo a Torino, sia un errore.
A sostegno di questa tesi ci sono i fatti; si continua a parlare di una struttura senza mai realizzarla.
Forse non sarà il caso di cambiare registro e di non inseguire il mito costoso ed inefficace a risolvere il problema dei trasporti di una sola linea di metrò, e viceversa - e la Regione potrebbe essere importante in questo se avesse cervello alternativo - avere un progetto di sistema efficiente dei trasporti nell'area torinese basata sull'utilizzo dell'attuale sistema del ferro e su un'organizzazione di tutte le altre linee congruenti con questo? Ma di questa cosa è vietato parlare, almeno nei luoghi dove si gestisce il potere, siano essi il pentapartito siano il centro-destra.
Nella città di Torino diventa veramente strano proporre un investimento di più di 1.000 miliardi per andare su un trenino con le ruote di gomma perché la tecnologia è stata scelta così dalla FIAT - dal Campo volo di Collegno fino a Porta Nuova, spendendo 1.000 miliardi, con una struttura che non corre sul piano del ferro, non è compatibile con esso ed è una tecnologia assolutamente a sé; che questa sia la scelta capace di elevare la qualità del sistema dei trasporti è veramente impossibile a dirsi. Si tratta di un investimento di 1.000 miliardi, ma dove si troveranno i soldi per ammodernare il parco tranviario di quaranta-cinquant'anni fa che pure per fortuna, funziona ancora ma è ridotto veramente male? E quali investimenti si fanno per consentire, a tutto l'accesso pendolare dell'ampia area torinese, la trasformazione di linee come la Chieri Trofarello-Torino, la Canavesana, la Torino-Caselle-Ceres, la Torino Pinerolo-Torre Pellice? Queste sono le metropolitane di cui l'area torinese avrebbe bisogno, non del giocattolino della FIAT, messo tra il Campo Volo e Porta Nuova con 1.000 miliardi di spesa: con meno della metà della spesa si potrebbero attrezzare sistemi di trasporto efficienti e tra loro compatibili e sinergici e non una nuova linea staccata del tutto dal resto con impianti, procedure, opere di manutenzione, ecc., completamente inesistenti nel parco attuale del sistema dei trasporti. Ma il peso di convinzione della FIAT e dei grandi affaristi è alto, lega e condiziona per inerzia scelte di Amministrazioni differenti. Noi insistiamo perché su questa scelta si rifletta, si ritorni sui propri passi, non si promettano miliardi che non ci sono e non si dica che il progetto di metrò è finanziato, perché i 1.000 miliardi non si sa dove siano.
Pertanto il timore del nostro Gruppo è che ancora per anni si continui a parlare di una mitica struttura che dovrebbe far assomigliare Torino a Parigi. Si smetta di illudere i cittadini torinesi dicendo loro che i problemi di trasporto saranno risolti, quando si è verificato ormai da troppo tempo che una linea non risolverebbe i problemi e che per questa linea i soldi non ci sono.
Noi abbiamo presentato questa interpellanza perché siamo una voce fuori dal coro. Assumendoci le nostre responsabilità, diciamo con chiarezza a tutti i cittadini che si tratta di una pia illusione perché tutto ciò non si farà e ove si facesse sarebbe proprio il sistema per impedire all'area metropolitana torinese di risolvere i propri problemi di trasporto pubblico, sarebbe la pietra tombale per la stragrande maggioranza dei cittadini che sperano in un sistema di trasporto pubblico efficiente.
Per questo motivo, siamo insoddisfatti non della genericità dell'Assessore intesa nel senso di una inadeguata volontà realizzativa e progettuale di questa scelta, ma perché stancamente il governo delle cose procede al di là delle persone e delle connotazioni politiche della Giunta regionale. Grazie.



PRESIDENTE

La parola ancora all'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e comunicazioni

Prendo atto della risposta del Consigliere Vindigni estrapolando subito dalla registrazione il suo intervento; ne farò tesoro perché si provveda tempestivamente, in base alle notizie forniteci, sulle scadenze che pare siano pressanti.
Per quanto riguarda il progetto della metropolitana, al di là del fatto che si possa accettarne o meno l'impostazione, mi corre l'obbligo di puntualizzare ciò che è stato comunicato dal Ministero del Bilancio e della Programmazione Economica in merito alle risorse che dovrebbero essere impiegate per la realizzazione della metropolitana.
Linea 1 metropolitana automatica tratta Campo Volo di Collegno - Porta Nuova nel Comune di Torino, per un costo complessivo di 1.436.800.000, di cui: 216.800.000 da realizzare nel 1995 (non è stato realizzato nulla, ragion per cui la Regione attende l'inizio delle realizzazioni per poter poi intervenire come programmato) 272.100.000 da realizzare nel 1996 (non è stato ancora realizzato alcunché) 947.900.000 da realizzare oltre il 1996.
L'intervento trova la seguente copertura finanziaria: per 237.000.000 ex legge n. 211/92 per 100.000.000 con risorse regionali per 347.400.000 ex legge n. 211/92 (con mutui garantiti) per 320.000.000 con risorse comunali per 81.800.000 con apporto integrativo annuale da parte del Comune di Torino per 343.000.000 con mutui con altre garanzie per 7.600.000 con finanziamenti bancari a breve termine per compensare la copertura di temporanei sbilanci.
La copertura finanziaria ex legge n. 211/92 è subordinata all'approvazione del piano delle risorse di cui alla legge medesima.
Nel caso in cui il contributo concesso dal CIPE ex legge n. 211/92 sia inferiore a quanto sopra indicato, il Comune di Torino assicurerà la copertura finanziaria del progetto "chiavi in mano" nel rispetto dei tempi programmati.
Per quanto riguarda le osservazioni del Consigliere Chiezzi preannuncio che è già pronto il Piano regionale dei trasporti e delle comunicazioni; sarà esaminato dagli uffici competenti per le varie puntualizzazioni che occorrono, sarà poi concordata una serie di incontri con gli Enti locali (a partire dalla Provincia e dal Comune di Torino oltre le altre Province), saranno interessati i Gruppi, la Commissione competente, dopodiché si svolgerà il dibattito in Consiglio e sapremo quale potrà essere il destino della Regione Piemonte in base a tutto ciò che nell'ambito della produzione e delle attività economiche dovrà essere affrontato una volta per tutte, affinché il sistema dei trasporti e della viabilità sia compatibile con lo sviluppo del territorio. Il Consiglio è chiamato a dibattere i problemi e poi è sovrano nell'indicare le strategie maestre.
Ci sono delle impostazioni politiche che differenziano un Gruppo dall'altro. Vedremo quale sarà la maggioranza, se dovrà essere una maggioranza di rigore o potrà essere una maggioranza più lata perché si affronti il problema dello sviluppo del territorio anche attraverso la viabilità e i trasporti in maniera adeguata, tanto da poter programmare da qui a trenta-quarant'anni la compatibilità dell'economia piemontese con l'economia europea e con quella delle altre Regioni vicine al Piemonte.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento: Cultura: argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 288 dei Consiglieri Chiezzi e Moro relativa alla costruzione di una fontana ad albero di Natale sul Po - Richiesta di rivedere eventuale decisione


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 288 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Moro.
Risponde l'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore alla cultura

Le opinioni del Consigliere Chiezzi le conosciamo, ne terremo debito conto per il prossimo anno. La fontana installata sul fiume Po in zona Murazzi non era un'iniziativa a se stante, ma era inserita nell'ambito della manifestazione "Natale sul Po" che ha avuto inizio il 2 dicembre e si è conclusa il 7 gennaio 1996.
La manifestazione è stata promossa dall'Assessorato alla cultura della Regione Piemonte, con la collaborazione e il contributo degli Assessorati regionali al turismo, commercio ed artigianato, dell'Assessorato per l'ambiente e lo sviluppo sostenibile e dall'Assessorato per le risorse culturali e la comunicazione della Città di Torino e della Camera di Commercio di Torino.
Il complesso delle iniziative ha avuto luogo in due tendostrutture nelle quali hanno trovato ospitalità: un'area istituzionale che ha presentato la mostra "Dietro le quinte", spazio espositivo dedicato all'esemplificazione di alcune significative realtà dell'artigianato piemontese del settore dello spettacolo; una sala video dove sono stati proiettati videodocumentari sulla realtà piemontese, prodotti dalla Regione Piemonte e dalla Città di Torino; un'area destinata ad incontri, spettacoli e presentazione di libri e un'area destinata ad attività espositive.
Alla manifestazione hanno preso parte altresì numerose associazioni di volontariato che hanno manifestato interesse per l'iniziativa e che hanno trovato in essa occasione per presentare le proprie attività. Forme di collaborazione sono state individuate anche con le realtà che gestiscono locali nella zona Murazzi, in modo da non isolare l'iniziativa dal contesto del luogo.
La manifestazione "Natale sul Po", che peraltro era inserita nell'aggiornamento al Programma di attività dell'Assessorato alla cultura per l'anno 1995, che ha ottenuto il parere favorevole della Commissione consiliare competente in data 6/11/1995, è stata voluta e intesa da tutti gli Enti che hanno collaborato alla sua realizzazione come momento di animazione e di riqualificazione di una zona come quella dei Murazzi che notoriamente presenta gravi problemi di degrado sociale e di ordine pubblico e che è già stata, nell'estate scorsa, oggetto di un piano di riutilizzo e di recupero da parte della Città di Torino.
"Natale sul Po" va quindi vista come restituzione alla città di un'area da sempre patrimonio dei torinesi e che deve essere pertanto oggetto di attenzione e di cura sia da parte degli enti pubblici che di privati ed associazioni, anche in periodi, come quello invernale, in cui più difficile risulta il coinvolgimento della cittadinanza, rischiando di vedere restituita la zona al degrado.
In questo ambito la fontana galleggiante ha costituito un elemento di richiamo, un momento di spettacolo, una nota di colore e di allegria caratterizzante l'intera manifestazione, che simboleggia la volontà di rinascita di questo tratto di fiume e di città.
Per quanto concerne l'impatto ambientale della fontana, è doveroso sottolineare che né il getto d'acqua né la struttura in sé hanno ostacolato in nessun modo il regolare scorrimento delle acque del fiume n l'equilibrio ecologico dello stesso.
Va inoltre precisato che anche i materiali utilizzati (la struttura metallica, le vernici, i corpi di galleggiamento) erano assolutamente rispettosi dell'ambiente e delle acque, e le pompe pescanti erano azionate da motori elettrici, evitando in tal modo emissione di fumi di scarico.
Comunque, per dare anche una risposta collaborativa, mi impegno eventualmente dovessimo prendere iniziative per il prossimo anno, a portare nei dettagli (l'avevo anticipato in Commissione, però probabilmente non essendo stata dettagliata non era stata compresa completamente l'iniziativa) il programma in Commissione. Non dico assolutamente di ripetere questa iniziativa o di ripeterla allo stesso modo, ritengo per che sia importante affrontare il discorso della rivitalizzazione dei Murazzi e degli interventi culturali in quell'area. Interventi che le associazioni hanno apprezzato pubblicamente: hanno partecipato agli incontri e hanno detto che erano molto contente che la Regione si preoccupasse anche in inverno di un'area così importante (magari con modalità diverse e portando preventivamente in Commissione le proposte). Io prendo l'impegno a non ripetere - visto che il giudizio, non della stampa o dell'opinione pubblica, ma di una parte del Consiglio, non è positivo l'iniziativa negli aspetti che hanno suscitato perplessità, ma semmai di ripeterla in maniera diversa. La porteremo preventivamente in Commissione e siamo disponibili a discuterla con tutti, ma in ogni caso ritengo che l'idea di intervenire sui Murazzi non solo in estate, ma in maniera continuativa tutto l'anno, sia un'idea buona e da non abbandonare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, care colleghe e cari colleghi. Della risposta dell'Assessore condivido senz'altro il concetto di svolgere ai Murazzi estate, autunno, inverno - delle iniziative. Su questo c'è piena condivisione, al di là poi delle scelte delle iniziative stesse; è bene intervenire anche d'inverno, anche a Natale.
L'intervento, oggetto di critica da parte dell'interpellanza, è relativo ad un'opera del costo di circa 100 milioni, assolutamente effimera, di modesto impatto visivo (abbiamo visto tutti questo piccolo schizzo d'acqua nascere dal Po e penso che non abbia fatto venire i brividi di gioia a nessuno), di discutibile impatto ambientale (pescar l'acqua da un fiume) e preso con un'improvvisazione notevole (ci sono stati dei rischi: quando è stata messa a bagno questa fontana, una barca le è immediatamente finita contro e qualcuno è caduto in acqua, senza danni a persone o a cose, ma è stato certamente fatto in modo improvvisato).
Chiedo quindi all'Assessore, che tra l'altro lo ha già detto, di non improvvisare questi interventi; di evitare spese per attrezzature effimere di modesto risultato e di dubbio inserimento ambientale, di spendere invece i soldi per attrezzature che possono rimanere, per attività che si svolgono ai bordi dei Murazzi, ma soprattutto devono avere una certa sobrietà e non una sorta di festosa allegria effimera che lascia poco spazio sia nel presente sia per il futuro.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Farassino, Goglio, Mancuso e Riba.


Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento comunitario

Esame progetto di legge n. 68: "Adesione al Centro Estero Camere Commercio piemontesi" - Esame ordine del giorno n. 171


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 68, di cui al punto 7) al'o.d.g., al quale è connesso l'ordine del giorno n. 171.
La parola al relatore, Consigliere Casoni.



CASONI William, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, a fronte di una sempre più marcata tendenza dell'economia a caratterizzarsi e commisurarsi a livello internazionale, la proposta di legge in esame si connota quale iniziativa per sostenere e rafforzare la presenza dell'economia produttiva della nostra Regione extra-nazionale.
Tessera di un mosaico molto più complesso l'azione proposta è volta a sancire l'adesione della Regione, in qualità di socio sostenitore, al Centro Estero delle Camere di Commercio piemontesi che ha sede (recentemente rinnovata) a Bruxelles. Tale Centro ha connessioni con i Paesi europei e ha delle cosiddette antenne commerciali sviluppate con l'Argentina e di prossima attuazione anche con il mercato commerciale cinese.
Il Centro Estero Camere di Commercio piemontesi è un'associazione di enti pubblici e privati che opera senza fini di lucro ed è soggetta alla vigilanza del Ministero dell'Industria, Commercio ed Artigianato. Annovera attualmente tra i soci fondatori le Camere di Commercio piemontesi e la Regione Valle d'Aosta, tra i soci effettivi alcuni degli Istituti di credito maggiormente presenti nella realtà piemontese, Expo 2000, l'Unione Regionale delle Province Piemontesi, l'Associazione Piccole e Medie Industrie di Torino e provincia, la Federazione delle Associazioni Industriali del Piemonte, l'Unione industriale di Torino; tra i soci istituzionali il Ministero del Commercio con l'estero e l'ICE e tra i soci aggregati numerose Camere di Commercio italiane operanti all'estero.
Le principali attività svolte dal Centro Estero sono schematizzabili in: informazione (attraverso pubblicazioni periodiche, comunicazioni alle aziende in merito alle opportunità presenti nei mercati internazionali comunicazioni sulle iniziative programmate dal sistema camerale per le aziende, raccolta e diffusione di dati e notizie economico-commerciali) formazione (mediante seminari e convegni per operatori, formazione in azienda, corsi di specializzazione, ricerca sui fabbisogni formativi delle aziende, ricerca e selezione del personale, progetti comunitari ed internazionali, formazione formatori italiani e stranieri) consulenza (mediante supporto nella risoluzione delle problematiche connesse con il commercio internazionale; assistenza nell'individuazione ed interpretazione della legislazione comunitaria; diffusione delle norme tecniche nazionali comunitarie ed internazionali, supporto tecnico commerciale, partecipazione a reti internazionali di consulenti di impresa) promozione (mediante sostegno alla cooperazione commerciale, in relazione alla vendita/acquisto di prodotti finiti ed alla definizione di accordi di distribuzione, alla cooperazione industriale ed alla cooperazione tecnologica).
Si tratta di iniziative idonee a supportare le imprese piemontesi nella direzione di una più marcata presenza sui mercati internazionali che, in base all'articolato proposto, saranno sostenute dalla Regione ed affiancate da altre specifiche azioni che la Giunta regionale provvederà ad individuare annualmente, sentita la Commissione consiliare competente affidandone l'attuazione allo stesso Centro.
La VII Commissione ha compiuto un esame approfondito del testo proposto che prevede una spesa complessiva, per l'anno 1996, di 1 miliardo e 500 milioni. Questo importo può essere deciso dalla Giunta annualmente e pu variare a seconda degli impegni e del programma attuativo che la stessa Giunta deve predisporre per questa spesa.
Il Centro Estero è stato ascoltato nelle persone del Direttore e del Presidente, l'attività istruttoria ha inoltre comportato l'esame dello Statuto di cui si è dotato lo stesso Centro nel luglio 1995.
E' emerso un sostanziale assenso al provvedimento, ma anche l'esigenza di focalizzare l'attenzione su alcuni elementi di garanzia rispetto all'esigenza di affermare la rilevanza istituzionale della Regione. Ciò ha comportato la contestuale predisposizione di una proposta di ordine del giorno, che il Consiglio sarà chiamato a votare in stretta interdipendenza con la proposta di legge. L'ordine del giorno impegna la Giunta ad operare affinché lo Statuto del Centro Estero venga modificato al fine di consentire alla Regione la presenza di due rappresentanti in seno all'Assemblea generale ed alla Commissione consultiva e di un rappresentante nel Comitato direttivo. Lo stesso ordine del giorno prevede che la Giunta receda dal progetto di adesione qualora non si verifichino le condizioni poste. Massima garanzia quindi per l'applicazione di un provvedimento che, approvato, porterà considerevoli benefici all'economia piemontese.
Pare quindi di poter sollecitare l'approvazione sia della proposta di legge che dell'ordine del giorno nella convinzione che l'economia piemontese trarrà giovamento dall'investimento compiuto.
E' allegato un emendamento che ho presentato, perché la norma attuativa prevederebbe per quest'anno l'assunzione della deliberazione entro il mese di aprile, mentre, non essendo possibile questo termine solo per il 1996 viene posticipata al mese di giugno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Su questa legge Rifondazione Comunista si esprime contro. Confermiamo tale giudizio in quanto non ci appare chiaro il perché di questa scelta.
Uno dei motivi per cui manteniamo questa posizione è anche l'entità dell'investimento, perché noi condividiamo le finalità che vengono espresse nel primo articolo della legge, ma facciamo notare alcune particolarità: in primo luogo, che tra i soci del Centro Estero esiste già una serie di soci istituzionali che sono l'ICE, il Ministero del Commercio Estero e una serie di altri Ministeri, per cui pensiamo che il rapporto che viene richiesto con questo ente avrebbe già dovuto essere attivato utilizzando i normali canali istituzionali.
Per quanto riguarda più in particolare le finalità, si parla di finanziamento, aiuto e sostegno alla piccola impresa, su cui noi siamo d'accordo; il fatto è che le associazioni industriali fanno già parte del Centro Estero. In che modo la Regione rafforza tale vocazione, che il Centro Estero dovrebbe già avere di per sé? Non è l'adesione della Regione che comporta una modifica; questa fa già parte dei compiti, non solo, ma sia le Camere di Commercio piemontesi che le varie associazioni patronali tra cui l'API, dovrebbero già usufruire in modo naturale, indipendentemente dal ruolo della Regione, dei servizi che l'ente garantisce. Tra l'altro l'unico altro Ente istituzionale che partecipa, oltre a quelli che ricordavo prima, è la Valle d'Aosta; ma la Valle d'Aosta partecipa attraverso l'Assessorato al commercio e all'industria in modo più preciso e motivato. Diciamo che questo dovrebbe servire, tra l'altro, per razionalizzare la politica verso i fondi europei e finalizzare un intervento su Bruxelles.
Leggevo nei giorni scorsi che con un modesto investimento l'Unione delle Camere di Commercio aprirà sportelli a Bruxelles e pare che a questa iniziativa aderisca anche la Finpiemonte. Quindi, mentre da una parte la Regione Piemonte fa una cosa (il progetto che discutiamo), le Associazioni degli industriali e una serie di Camere di Commercio, in modo autonomo e indipendente dal Centro Estero, decidono di aprire uno sportello a Bruxelles e a questo progetto partecipa anche la Regione Piemonte attraverso la sua finanziaria. Forse c'è una certa confusione nel modo di operare, perché noi pensavamo che sarebbe stato più utile razionalizzare il tipo di intervento. Pensiamo anche che, date le caratteristiche di questo Ente, forse sarebbe stato più utile, anziché partecipare direttamente come Regione, individuare altri strumenti al di là della Finpiemonte che già ha a che fare con la gestione dei Fondi UE in modo consistente. Però, ripeto l'elemento che maggiormente fa emergere queste preoccupazioni è quello relativo all'entità della partecipazione.
Per quest'anno i soci del Centro Estero globalmente versano meno di 2 miliardi e 800 milioni; con l'intervento della Regione si arriva a 4 miliardi e 300 milioni, cioè la Regione parteciperebbe per più della metà degli attuali introiti. Non si capisce la finalità di questa operazione.
Per esempio, la Finpiemonte interviene con 10 milioni per aprire uno sportello a Bruxelles; non si capisce il perché di un intervento così massiccio da parte della Regione per un progetto in parte analogo.
La nostra impressione è che ci troviamo di fronte ad un finanziamento non ben motivato di questo Centro Estero.
C'è una particolarità: questa iniziativa era partita dalla vecchia Giunta ed è stata fatta propria dalla nuova. Notiamo che mentre in passato i Presidenti di questa Associazione sono stati politicamente vicini al centro-sinistra - il vecchio Presidente Pichetto è uno di questi l'attuale Presidente invece è vicino al centro-destra ed è candidato in Forza Italia. Comprendiamo un comportamento che va nella stessa direzione perché in fondo ci sembra che questa Associazione segua la linea di stare vicino ai politici che governano: forse è anche uno dei motivi per cui si decide un investimento di questa entità, ripeto, che non ha motivazioni se non quelle estremamente generiche che vengono definite nella legge.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, possiamo passare alla votazione del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 52 voti favorevoli 46 voti contrari 4 astensioni 2 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 52 voti favorevoli 46 voti contrari 4 astensioni 2 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 52 voti favorevoli 46 voti contrari 4 astensioni 2 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 Emendamento presentato dal Consigliere Casoni che prevede il seguente nuovo articolo: "Art. 4 - Norma transitoria.
1. In fase di prima applicazione della legge, le iniziative di cui al comma primo dell'art. 2 vengono predisposte dalla Giunta regionale entro il mese di giugno con uguale modalità".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 46 voti favorevoli, 4 contrari e 2 astenuti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 hanno risposto SI' 41 Consiglieri hanno risposto NO 4 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. i seguenti documenti licenziati dalle Commissioni: progetto di legge n. 144: "Ricerca, uso e tutela delle acque sotterranee", licenziato a maggioranza dalla III Commissione proposta di deliberazione n. 177: "Personale dipendente degli Enti convenzionati in mobilità per l'anno formativo 1995/1996", licenziata a maggioranza dalla VII Commissione proposta di deliberazione n. 241: "Primo piano di attività triennale 1996/1998 in materia di difesa e tutela del consumatore ai sensi dell'art.
1 bis della L.R. 25/3/1985 n. 21 e dell'art. 1 della L.R. 19/12/1995 n.
90", licenziata a maggioranza dalla VII Commissione proposta di deliberazione n. 250: "Individuazione, ai sensi dell'art. 5 della L.R. 23/3/1995, n. 39, delle associazioni e organizzazioni aventi titolo a designare propri candidati in seno alla Commissione regionale consultiva per l'agroindustria di cui all'art. 11 della L.R. 22/12/1995, n.
95", licenziata a maggioranza dalla III Commissione proposta di deliberazione n. 244: "Variazioni di assestamento al primo triennio del programma decennale e triennale di investimenti ex art. 20 legge 11/3/1988 n. 67", licenziata a maggioranza dalla IV Commissione proposta di deliberazione n. 243: "Parziale modifica delle declaratorie del servizio 'Interventi strutturali socio-assistenziali' e del servizio 'Attività delegate e personale socio-assistenziale' del settore programmazione. Verifica ed interventi socio-assistenziali", licenziata a maggioranza dalla I Commissione proposta di deliberazione n. 222: "Modifiche allo Statuto-tipo delle Agenzie Territoriali per la Casa approvato con DCR n. 699-15158 del 12/10/1993", licenziata a maggioranza dalla II Commissione disegno di legge n. 149: "Modifica della L.R. 24/11/1995 n. 85 'Amministrazione straordinaria delle Aziende di Promozione Turistica'".
Pongo in votazione l'iscrizione di tali documenti.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione di tali documenti è approvata all'unanimità dei 52 Consiglieri presenti.


Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento comunitario

Esame ordine del giorno n. 171 relativo al progetto di legge n. 68: "Adesione al Centro Estero Camere di Commercio Piemontesi" (seguito)


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 171 connesso al progetto di legge n. 68 testé approvato.
Tale ordine del giorno è stato presentato dai Consiglieri Casoni, Foco Marengo, Spagnuolo, Ferraris, Toselli e Montabone; lo pongo in votazione nel testo seguente: "Il Consiglio regionale del Piemonte in osservanza alle disposizioni statutarie della Regione riferite allo sviluppo economico-sociale del Piemonte ritenuto indispensabile rafforzare la presenza delle imprese piemontesi sul mercato internazionale considerato che l'attività del Centro Estero è coerente con l'obiettivo di internazionalizzazione dell'economia piemontese vista la proposta di legge regionale di adesione al Centro Estero Camere di Commercio Piemontesi predisposta dalla VII Commissione in data 6/3/1996 ed approvata dall'assemblea consiliare in data 26/3/1996 impegna la Giunta regionale ad operare affinché lo Statuto del Centro Estero, approvato dal Comitato direttivo nella riunione del 13/7/1995, venga modificato al fine di garantire la presenza della Regione Piemonte con due rappresentanti in seno all'assemblea generale, un rappresentante nel Comitato direttivo e due rappresentanti nella Commissione consultiva a garantire una rappresentanza della minoranza presente in Consiglio regionale nell'Assemblea dei soci del Centro Estero a recedere dal progetto di adesione qualora non si verifichino le condizioni poste allo scadere del primo esercizio".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 52 Consiglieri presenti.


Argomento: Province - Comuni - Interventi di promozione della domanda

Esame progetto di legge n. 98: "Legge per lo scambio di pubblicità alla pari tra Comuni e Province"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 10) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 98.
La parola alla relatrice, Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela, relatrice

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la nostra Regione ha un grande bisogno di promuovere le sue notevoli potenzialità turistiche, valorizzando lo straordinario patrimonio paesaggistico, storico-culturale, in modo da creare significative occasioni di rilancio e sviluppo dell'intera economia regionale.
La crisi industriale, l'abbandono delle campagne, l'invecchiamento della popolazione rurale pongono problemi di riconversione che devono essere affrontati adeguatamente e in modo tempestivo.
Oggi si riconosce una vocazione turistica solo alle più note località che hanno, nel tempo, saputo conquistare un mercato apprezzabile sotto il profilo qualitativo e quantitativo, mentre per i molti borghi medioevali parchi naturali, le splendide zone collinari e montane, il turismo resta un fenomeno occasionale e legato a brevi permanenze con marginale incidenza sulle attività economiche complessive.
E' un fenomeno che accomuna città, campagna, montagna e laghi pure in presenza di indubbie risorse naturali ed artistiche che potrebbero, se opportunamente pubblicizzate, dirottare e "catturare" cospicui flussi turistici.
E' dunque importante che la Regione incentivi gli enti pubblici territoriali ad adottare una politica di promozione, di sostegno reciproco in modo da realizzare sinergie finalizzate ad azioni pubblicitarie coordinate, atte a valorizzare il territorio in tutti i suoi aspetti.
Su tali presupposti la III Commissione ha approvato il testo oggi in esame, che si connota essenzialmente come un'indicazione di carattere organizzativo a costi aggiuntivi scarsamente rilevanti, ma tale da incidere nella specificità di quel sistema culturale diffuso per la costruzione del quale occorre ancora molto operare, presupposto indispensabile per una crescita dell'economia turistica della nostra regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Credo fermamente che l'esame della proposta di legge per lo scambio di pubblicità alla pari tra Comuni e Province piemontesi debba essere visto positivamente ed in modo corretto nel rapporto istituzionale tra enti locali e territoriali pubblici della Regione Piemonte. Innanzitutto perch la predetta proposta di legge tende ad agevolare l'attività amministrativa e politica dei piccoli Comuni, e in Piemonte sono centinaia, che altrimenti avrebbero difficoltà a pubblicizzare le proprie iniziative culturali storiche, gastronomiche, turistiche e paesaggistiche per flussi turistici importanti. E' quindi positivo il riservare negli appositivi spazi dei Comuni e Province anche convenzionati lo scambio alla pari. Ciò corrisponde perfettamente ad un equo concetto di democrazia, di giusta ed equa pubblicizzazione delle iniziative importanti dei piccoli Comuni e delle Province piemontesi. Siamo quindi favorevoli.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Moro.
Non essendovi altri interventi, passiamo alla votazione del relativo dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 49 hanno risposto SI' 49 Consiglieri.
L'art. 1 e pertanto l'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Organizzazione turistica

Esame disegno di legge n. 149: "Modifica della L.R. 24/11/1995, n. 85 'Amministrazione straordinaria delle Aziende di Promozione Turistica'"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare il disegno di legge n. 149, precedentemente iscritto all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Toselli.



TOSELLI Francesco, relatore

Illustre Presidente, egregi Consiglieri, la L.R. n. 85 del 1995 relativa alla nomina degli Amministratori straordinari per le Aziende di Promozione Turistica poneva il termine ultimo per la durata di tali Amministrazioni al 31/3/1996.
La nomina degli Amministratori straordinari delle Aziende è stata formalizzata dal Presidente della Giunta regionale con i decreti n. 19 dell'11/1/1996 e n. 337 del 25/1/1996.
Nel frattempo, sono stati assegnati alla III Commissione, competente per materia, due proposte di legge, formulate dalla Giunta regionale e dal Gruppo PDS, che si pongono l'obiettivo di reimpostare l'organizzazione turistica in Piemonte.
La discussione dei provvedimenti di indubbia rilevanza sia istituzionale che socio-economica è in atto presso la Commissione. Si tratta di un'istruttoria che dovrà essere necessariamente approfondita e per la quale sono già state svolte le consultazioni con i soggetti socio economici interessati. E' comunque evidente che il termine posto dalla vigente legge citata, la n. 85 del 1995, sarà disatteso. Di qui la necessità di prorogare la durata in carica degli Amministratori straordinari delle APT.
Con la proposta di legge in esame si propone pertanto di abrogare il termine posto al 31/3/1996 e di ricondurre la scadenza delle Amministrazioni straordinarie unicamente all'entrata in vigore della legge di riordino delle Aziende stesse.
Si ritiene inoltre di proporre al Consiglio la dichiarazione di urgenza del provvedimento ai sensi dell'art. 45 dello Statuto.



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 35 astensioni 5 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 35 astensioni 5 L'art. 2 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 hanno risposto SI' 39 Consiglieri si sono astenuti 7 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Organi, strumenti e procedure della programmazione - Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame disegno di legge n. 150: "Adeguamento alla legge n. 549/95 nonch disposizioni inerenti: il Consiglio regionale, il Fondo Investimenti Piemonte e il cofinanziamento di Regolamenti comunitari"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del disegno di legge n. 150, di cui al punto 13) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, relatore

Trattasi dell'adeguamento del bilancio regionale per l'esercizio 1996 adeguamento alle disposizioni introdotte dalla legge n. 549 inerenti le misure sulla finanza pubblica.
Questo disegno di legge integra la legge regionale di bilancio di previsione ed interviene modificandola sotto vari aspetti. Il disegno di legge n. 150 può, praticamente, essere scomposto in quattro grandi insiemi di interventi. Un primo insieme, che è il più significativo, è relativo agli adeguamenti imposti dalla legge nazionale.
Un secondo insieme è relativo al completamento dei cofinanziamenti previsti dai Regolamenti comunitari.
Un terzo insieme concerne l'aumento degli stanziamenti relativi al FIP (Fondo Investimenti Piemonte) per l'anno 1996.
Il quarto insieme è a fronte di una richiesta avanzata dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale.
Nell'ambito del primo insieme si è proceduto all'eliminazione di una serie di capitoli delle entrate, a seguito della soppressione di alcuni trasferimenti statali come quello relativo al fondo comune, al fondo regionale di sviluppo e al fondo per il ripiano dei disavanzi delle aziende di trasporto, per un totale di 867 miliardi.
Le somme soppresse vengono sostituite dall'attribuzione di una quota degli introiti derivanti dalla tassa sulla benzina che vengono quindi contabilizzati in apposito capitolo. Con la stessa logica è stato soppresso il capitolo relativo all'ARIET, che ora è diventato competenza delle Province, ed è stato sostituito con un nuovo capitolo concernente il gettito derivante dal tributo speciale per il deposito in discarica di rifiuti solidi.
Nell'ambito del secondo insieme si evidenzia l'ulteriore stanziamento circa 18 miliardi, per il completamento dei cofinanziamenti per i Regolamenti comunitari. Mentre nel terzo insieme si ha lo stanziamento di 35 miliardi per completare lo stanziamento a favore del Fondo Investimenti Piemonte e raggiungere l'importo di 80 miliardi, pari all'80% dei 100 miliardi che erano previsti di addizionali, come si era discusso in sede di bilancio.
Nel quarto insieme c'è uno stanziamento di un miliardo e mezzo a favore del Consiglio regionale, come da richiesta.
Quindi il disegno di legge comporta anche l'autorizzazione a contrarre mutui per 75 miliardi che non aggiungono nulla all'indebitamento regionale in quanto vi è una pari riduzione delle previsioni precedenti sul bilancio precedente.
Infine vengono integrati i fondi globali, già previsti, il 15910 e il 27170.
In ultimo si chiude con la richiesta d'urgenza, al fine di adeguare i termini, come richiesto dal Ministero del Tesoro.
Il provvedimento è stato licenziato a maggioranza dalla I Commissione.



PRESIDENTE

E' pervenuta alla Presidenza una serie di emendamenti, della quale si provvederà immediatamente alla distribuzione.
La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Il disegno di legge in questione precisa ulteriormente i progetti che possono godere delle provvidenze del Fondo Investimenti Piemonte nel campo turistico e in particolare prevede interventi rivolti a migliorare la fruizione dei parchi naturali (l'azione n. 2). Tuttavia, nell'individuare i beneficiari di questa azione, stranamente si limita solo alle piccole imprese operanti nel settore turistico, escludendo tra i beneficiari proprio gli Enti Parco, che tali parchi gestiscono.
L'ospitalità nei parchi è strettamente legata alla fruizione e in genere chi intende fruire del parco si rivolge direttamente all'Ente Parco anticipando le visite di gruppi più o meno organizzati. Ciò ha portato parecchi parchi ad ipotizzare, nell'ambito del proprio territorio l'adattamento ed il recupero di strutture, sovente residenze, baite o ex impianti produttivi, a fini di ospitalità.
Mi pare dunque opportuno che tra i beneficiari della misura 2) siano inseriti anche gli Enti Parco o, meglio ancora, così come prevede la formulazione relativa al sottocapitolo "Beneficiari", gli enti ed associazioni operanti senza scopo di lucro.
Concretamente, nella parte in cui vengono individuati i beneficiari delle misure previste, le ultime tre parole "nell'azione 4)" dovrebbero essere sostituite, secondo la proposta che sto illustrando, con le parole "nelle azioni 2) e 4)".



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, possiamo passare alla votazione del relativo articolato.
ART. 1 1) Emendamento presentato dall'Assessore Gallarini: 1. Nell'allegato A) sono introdotte le seguenti variazioni in termini di cassa: Entrata cap. n. 2700 - 75.000.000.000 Spesa cap. n. 20947 - 1.200.000.000 cap. n. 20948 - 200.000.000 cap. n. 20975 - 600.000.000 cap. n. 20998 - 500.000.000 cap. n. 27160 - 46.500.000.000 cap. n. 27170 - 26.000.000.000.
La parola all'Assessore Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi, Assessore alle finanze

L'emendamento all'art. 1 e i successivi emendamenti all'art. 4 sono di natura squisitamente tecnica.
Nell'emendamento all'art. 1 sono introdotte alcune variazioni in termini di cassa - e non di competenza: è importante - cui segue l'elenco dei capitoli cui si apportano variazioni.
L'emendamento è proposto per venire incontro alle osservazioni mosseci a Roma soprattutto dal dottor Rosace, presso il Ministero del Tesoro - con il quale ha interloquito il Capo Settore dottor Lesca - affinché vi fosse un filtro preventivo prima di inoltrarci in modo avventuroso con questo recepimento.
Il primo emendamento all'art. 4 è un mero affinamento di dizione letteraria. Il testo è pressoché identico: si pospongono quattro vocaboli anteponendone altrettanti. Non cambia assolutamente nulla; ci sembrava per che l'emendamento permettesse una lettura più scorrevole e lineare.
Per quanto riguarda il secondo emendamento all'art. 4, abbiamo ritenuto opportuno integrare lo stesso articolo al fine di consentire un più facile accesso, a Bruxelles, ai fondi CEE.
Relativamente all'emendamento proposto dal Consigliere Vindigni, la Giunta - ovviamente mi sono consultato con l'Assessore Angeleri - non lo ritiene accoglibile in quanto i beneficiari ai quali si riferisce l'emendamento sono già inseriti negli obiettivi comunitari; il FIP, invece secondo la nostra concezione, è utile laddove esiste la possibilità di surrogare vuoti di finanziamento. Nel caso in questione esiste già la copertura attraverso forme di finanziamento previste dalle normative CEE: l'emendamento, dunque, non è accolto dalla Giunta.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 1).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 25 voti favorevoli, 17 contrari e 3 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 1 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 25 voti contrari 17 astensioni 3 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 25 voti contrari 17 astensioni 3 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 25 voti contrari 17 astensioni 3 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 2) Emendamento presentato dai Consiglieri Vindigni, Suino e Bertoli: Scheda turismo - Beneficiari.
nella quarta riga, sostituire le parole "interventi individuati nell'azione 4" con le parole "interventi individuati nelle azioni 2 e 4".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 20 voti favorevoli e 26 contrari.
3) Emendamento presentato dall'Assessore Gallarini: 1. Il Fondo Investimenti Piemonte (FIP) di cui al cap. n. 27160 è aumentato, quale 'quota da destinare, dopo l'approvazione del Piano regionale di sviluppo', di L. 35 miliardi 500 milioni.
2. Le schede FIP approvate con la L.R. n. 10/96 e relative ai seguenti Settori: Termalismo e Turismo, sono sostituite dalle schede di cui all'allegato B) della presente legge.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 30 voti favorevoli e 16 contrari.
4) Emendamento presentato dall'Assessore Gallarini: all'art. 4 è aggiunto il seguente comma terzo: "3. Gli effetti della presente legge, per quanto concerne i termini di presentazione delle domande relative al Fondo Investimenti Piemonte (FIP) decorrono dal giorno della pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione dell'avviso dell'esito positivo dell'esame di compatibilità da parte della Commissione della Comunità Economica Europea ai sensi degli artt. 92 e 93 del Trattato CEE".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 31 voti favorevoli e 19 contrari.
Si proceda alla votazione dell'art. 4 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 50 voti favorevoli 31 voti contrari 19 L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 50 voti favorevoli 31 voti contrari 19 L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 50 voti favorevoli 31 voti contrari 19 L'art. 6 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 53 hanno risposto SI' 31 Consiglieri hanno risposto NO 20 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici - Beni ambientali - tutela del paesaggio (poteri cautelari, vincoli

Esame proposta di deliberazione n. 202: "Commissione di inchiesta sulla situazione nel Settore Beni Ambientali e Paesistici della Regione Piemonte"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 202, di cui al punto 14) all'o.d.g.
Ricordo che tale deliberazione è stata licenziata con parere negativo da parte della Commissione competente.
La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Abbiamo già avuto modo di discutere lungamente in Commissione di tale questione.
Credo opportuno che il Consiglio non abdichi alle sue prerogative e cerchi di capire i gravi fatti che si sono verificati nell'ambito della situazione dei beni ambientali, che portarono alla rimozione del Capo Settore, alla sostituzione dello stesso con un altro funzionario e a situazioni che illustrammo in sede di interrogazione in seduta segreta del Consiglio.
Quindi, credo che la cosa sia molto semplice: si tratta, come Consiglio, di accertare ed analizzare quei fatti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Siamo uno dei Gruppi sottoscrittori di questa proposta di istituzione di Commissione d'inchiesta, perché riteniamo che quando in quest'aula vengono fornite informazioni o formulate osservazioni o citati dei fatti che hanno delle gravissime implicazioni, sia di ordine amministrativo sia di ordine penale, l'aula non debba rimanere inerte.
Questo è il motivo per cui sosteniamo la necessità di una Commissione d'inchiesta, nel senso che ritengo che in quest'aula si possano esprimere nel modo più libero, le nostre opinioni, le nostre informazioni, le nostre proposte. Se queste opinioni, queste informazioni, queste presupposizioni sono gravi o gravissime, la nostra reazione deve essere di pari entità.
Le affermazioni udite in occasione della discussione sulla gestione dell'Assessorato alla tutela dei beni paesistici hanno avuto un aspetto di eccezionale gravità, di fronte alla quale ritengo sia assolutamente necessaria una nostra iniziativa autonoma seria che chieda chiarezza altrimenti, come è stato detto anche in Commissione dal rappresentante del mio Gruppo, anche noi chiederemo chiarezza in altre sedi. Cosa che non abbiamo alcuna intenzione o avidità di fare, anzi ci disturba molto, ma di fronte ad affermazioni come quelle che abbiamo sentito in quest'aula ci sono solo due vie di uscita: una, prendiamo in mano la situazione e vediamo che cosa è vero e che cosa è falso, con tutte le conseguenze del caso se è vero o se è falso; due, facciamo finta di niente nel senso che la maggioranza di questo Consiglio non apre questa strada a tutti noi, la chiude per motivi che illustrerà. Pertanto ritengo che, avendo udito quello che ho udito in quest'aula, la necessità di trasmettere, come abbiamo chiesto in Commissione, tutti i nastri, tutta la documentazione che su questa vicenda è ufficialmente consegnata nei luoghi dove abitiamo e lavoriamo, sia una necessità che va perseguita. Però, dal punto nostro di vista, riteniamo che sia una strada da non seguire, ma che viceversa si debbano privilegiare le nostre autonomie di fare luce e chiarezza. Una insensibilità nuoce a tutti, sia perché, se non faremo chiarezza noi probabilmente farà chiarezza qualcun altro, sia perché, se noi non ci confrontiamo con tempestività, per aspro e difficile che possa essere il confronto, lo dobbiamo sempre assumere come nostro compito e nostro primo dovere.
Se uno di noi fa delle affermazioni gravissime, verifichiamole fino in fondo nelle due direzioni, perché non sono a conoscenza di fatti specifici sulla materia interessata alla Commissione, ma sono a conoscenza che ho udito fatti gravissimi e chiedo a quest'aula, non alla Magistratura, di sederci attorno ad un tavolo e di verificare i dati di fatto. Questa sorta di perorazione forse un po' ingenua l'ho fatta già in Commissione senza esito alcuno. Dato che sono assolutamente convinto della necessità di fare veramente chiarezza tra noi, con le nostre forze in piena autonomia, mi sono permesso di proporlo in quest'aula negli stessi termini. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Comprendo che la propaganda e l'autopropaganda siano un po' l'anima della politica, soprattutto in certi periodi. Colgo e ho colto anche nei mesi passati la tendenza di alcuni Gruppi a trasformare puntualmente sistematicamente ed ideologicamente i cerini in falò. Oggi ci troviamo nella stessa situazione.
Colleghi, ci troviamo di fronte ad una situazione talmente grave talmente preoccupante, che fa vivere così male, fa passare notti travagliate e disagiate a taluni Consiglieri, ma sono passati mesi senza che questi Consiglieri si siano preoccupati di fare qualche azione più forte. Dalla prima volta in cui abbiamo parlato di queste cose gravissime che abbiamo sentito non in questa sala, ma nell'aula propria del Consiglio (questo a testimonianza del tempo che inanemente è trascorso anche da parte dei preoccupati che evidentemente così preoccupati non erano), sono passati mesi e mesi.
Ora, se le affermazioni sentite in quell'occasione fossero state a tal punto gravi, saremmo stati tutti una banda di criminali a non averne preso atto allora e a non aver assunto le decisioni del caso, cioè a non essere andati allora a chiedere il pensiero della Magistratura o a non chiedere immediatamente con forza, anche con atti eclatanti, una Commissione d'inchiesta.
La Commissione da taluni fu chiesta, ma, attenzione, perché in questi mesi ho sentito giocare spesso sulle parole: secondo la riunione si parlava di Commissione d'inchiesta o di Commissione d'indagine, ma le Commissioni d'inchiesta e le Commissioni d'indagine sono due cose profondamente diverse e della cui differenza tutti i colleghi sono sicuramente a conoscenza.
Un conto è l'indagine conoscitiva che possono svolgere tranquillamente gli uffici, per esempio sotto forma di ricerca sullo stato dell'arte, sullo stato delle cose, sullo stato di attuazione dei provvedimenti e degli atti amministrativi di qualsivoglia Assessorato (si tratta di un'indagine che autonomamente il Consiglio decide nel suo seno per avere più chiara una situazione).
Altro conto è la Commissione d'inchiesta. Come ho già detto due volte nell'aula del Consiglio e in Commissione - lo ribadisco in questa sala - a me non piace per il merito di questa vicenda, perché dissi allora - e lo ribadisco adesso - se qualcuno è così preoccupato, se qualcuno ha colto delle sfumature così gravi, pesanti e pericolose per l'avvenire della Regione o più ancora per l'avvenire e la certezza del diritto e l'applicazione della legge in quest'aula e fuori da quest'aula, ha un modo solo per esternare le sue preoccupazioni: si chiama Via Tasso n. 1, Procura della Repubblica.
Se viceversa la Commissione d'inchiesta vuole passare come viene fatta passare, cioè come una sorta - so che a qualcuno questa espressione non piace, però ho in mente solo questa - di tribunale del popolo propagandistico per cercare di montare la solita tempesta in un bicchiere d'acqua, per cercare di montare il solito falò con il cerino, questo non ci trova assolutamente accondiscendenti, perché oltretutto si tratta di un tentativo di manovra propagandistica che va avanti da mesi. Quando le cose sono gravi, se il falò è tale che mette a repentaglio la foresta, bisogna spegnerlo subito, non lo si lascia bruciare per mesi e mesi e poi in Consiglio regionale sotto elezioni ci si ricorda improvvisamente che quattro-cinque-sei mesi fa sono state fatte delle affermazioni gravissime per cui non possiamo rimanere sordi al richiamo di chiarirle fino in fondo.
Abbiamo avuto decine di occasioni d'incontro, decine di Conferenze dei Capigruppo, decine di riunioni di tutte le Commissioni possibili ed immaginabili. Allora delle due l'una: o la cosa non era così grave, per cui la Commissione d'inchiesta e nemmeno più la Commissione d'indagine sono utili, oppure colpevolmente, da parte di chi riteneva quelle affermazioni gravi lesive della legge e della dignità del Consiglio regionale, aveva solo da farlo prima, altrimenti si incolpa due volte: per essersene dimenticato e per aver tentato, riguardo ad un problema che riteneva e ritiene evidentemente così grave, non di affrontarlo di petto nel momento giusto e opportuno. Con questo atteggiamento si fa solo della propaganda di basso livello, non si affronta il problema con la correttezza e l'equilibrio con cui si dovrebbe affrontarlo e si rischia esclusivamente di tentare di fare il solito "Tribunale del Popolo" per cui qualcuno propagandisticamente viene messo a fare da bersaglio alle freccette! Questa è una logica che non ci appartiene, che non condividiamo e soprattutto, nel fatto di specie, che non condividiamo nel merito! Perch noi, che in quell'aula con molta umiltà c'eravamo, non abbiamo sentito delle manifestazioni di pensiero così gravi. Peraltro, ricordo di avere parlato a tende chiuse in quell'occasione, mentre qualcun altro andava fuori a parlare a microfoni aperti! Ci sono stati tanti errori di forma, di politica (ognuno è libero di farla come vuole, ci mancherebbe altro), però visto che noi non abbiamo colto in quell'occasione queste cose gravi, visto che già allora abbiamo rifiutato un certo tipo di atteggiamento che ritenevamo e riteniamo puramente strumentale, propagandistico e persecutorio ad personam, ci esprimiamo in maniera totalmente negativa a qualsiasi Commissione d'indagine o d'inchiesta, chiedendo semmai - per chiarezza nei confronti di tutti i Consiglieri - che da parte dei responsabili degli uffici venga preparata una relazione da distribuire al Consiglio sullo stato dall'arte e sullo stato dell'attuazione dei provvedimenti e degli atti amministrativi in quel settore dell'Assessorato. Tutto il resto ci trova assolutamente contrari. E poi chiederemmo anche ai colleghi un po' di chiarificazione su cosa vogliono: se vogliono la Commissione d'indagine, se vogliono la Commissione d'inchiesta o se vogliono soltanto continuare, devo dire anche chiedo scusa - a tediarci per mesi con un problema che o era grave e si risolveva subito o non è grave e quindi non va risolto adesso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

Credo che oggi non occorra riprendere tutti gli interventi che abbiamo già fatto in sede di Commissione. Sostanzialmente il documento proposto al nostro esame fa riferimento a tre livelli di attenzione: uno tipicamente politico, uno tipicamente di riferimento della Magistratura amministrativa uno di competenza della Magistratura penale.
Noi sui livelli della Magistratura penale non dobbiamo avere alcun tipo di mediazione politica; chi conosce fatti che siano penalmente rilevanti se vuole li può comunicare qui, ma non è questa la sede, ha l'obbligo di comunicarli nelle competenti sedi.
Per quanto riguarda il discorso che fa riferimento ai problemi amministrativi ci sono stati dei pronunciamenti della Magistratura amministrativa e la Giunta ha adottato le decisioni che ha ritenuto corretto e doveroso adottare.
Resta il primo dei livelli che ho citato, che è quello dell'attenzione politica. Ma allora - già altri colleghi hanno evidenziato questo aspetto se noi riteniamo che il Consiglio debba iniziare delle analisi su tutta quella che è stata nel passato l'attività non di uno specifico settore, ma addirittura dell'intero Consiglio, credo che noi non svolgeremmo un'attività di nostra competenza perché non è compito nostro fare un'indagine su tutte le scelte che sono state adottate negli anni passati perché quell'unico punto che resta, tolto l'aspetto presunto penale l'aspetto amministrativo, si può fare sul settore specifico o su qualunque altro settore della Regione. Credo pertanto che non sia quella l'attenzione che noi dobbiamo avere, ma portare dei fatti specifici.
Riconfermo pertanto quanto già detto in sede di Commissione: non è emerso alcun elemento oggettivamente riscontrabile per cui si debba procedere a questa Commissione.
Pertanto il nostro voto sarà contrario.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'urbanistica

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, faccio una sintetica dichiarazione di voto. Non partecipo al voto trattandosi di una richiesta che oltre il settore, riguarda la mia persona. Per le affermazioni fatte ho già dato incarico ai miei legali.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore al legale, Majorino.



MAJORINO Gaetano, Assessore al legale

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, intervengo per dichiarare che la Giunta è totalmente contraria a questa proposta di Commissione sia essa d'inchiesta o d'indagine conoscitiva.
Come ha già rilevato il Consigliere Deorsola, i tre punti sui quali dovrebbe vertere l'indagine sono, per motivi diversi, tutti improponibili per una Commissione d'inchiesta. Infatti, il punto 2): "verificare le circostanze, ed accertare le cause e le procedure che hanno portato all'allontanamento del Capo Settore" è già stato oggetto di un giudizio amministrativo, a conclusione del quale c'è stata una sentenza rispetto alla quale la Giunta ha scelto di essere acquiescente. Quindi questi atti sono disponibili a qualsiasi Consigliere che ritenga di prenderne visione cioè: ricorso del Capo Settore che era stato trasferito ad altro ufficio difese della Giunta regionale per sostenere con argomentazioni la bontà del proprio provvedimento; sentenza del TAR che ha provveduto al reintegro del Capo Settore nelle proprie funzioni.
Pertanto, il punto 2) della proposta è già per questo motivo svuotato di contenuto.
Sul punto 3), come è già stato rilevato, se si incardinasse la Commissione d'inchiesta ai fini di "appurare se nella gestione delle pratiche del settore in oggetto si siano verificati abusi o interferenze politiche", è chiaro che queste parole significano voler accertare presunti o pretesi fatti illeciti di rilevanza penale, e allora chi ha notizia di abusi o di interferenze politiche che, ripeto, significano atti di rilevanza penale, non ha che da accomodarsi, come ha detto il Consigliere Ghiglia intervenendo, in Via Tasso e prospettare le proprie doglianze.
Quindi per i punti 2) e 3) è destituita di ogni fondamento la richiesta di Commissione d'indagine o d'inchiesta. Per il punto 2), per assoluta incompetenza funzionale della Commissione d'inchiesta, dato che c'è già il decisum del Giudice amministrativo per il punto 3), se si tratta di fatti di rilevanza penale ci sarebbe un'eventuale indagine del Giudice penale non certo di una Commissione d'inchiesta, organo meramente amministrativo.
Sul primo punto, quello di verificare le eventuali disfunzioni del settore, faccio presente che nei mesi scorsi, quando ancora il settore era retto ad interim dal Presidente della Giunta, e anche successivamente quando la delega giunse a me, venne istituito un gruppo di lavoro ai fini di collaborare con il Capo Settore e gli altri funzionari del Settore Beni Ambientali per un rilancio o una riorganizzazione interna. Questo gruppo di lavoro sta procedendo in piena collaborazione con il Capo Settore e con gli altri funzionari del settore stesso.
Se voi ritenete posso anche assumermi l'impegno, a tempi relativamente brevi di verificare l'esistenza di eventuali disfunzioni del settore, le cause delle disfunzioni, e soprattutto quale è il punto allo stato dell'arte della situazione del settore (anche con riferimento alle lamentele sui tempi lunghi, pervenute sia da parte di cittadini che di Sindaci). La riorganizzazione è auspicata, fra l'altro, dagli stessi funzionari del settore e dallo stesso Capo Settore. A questa situazione si sta ovviando anche attraverso un protocollo delle pratiche con metodo computerizzato che mancava e che era necessario data la mole ingente di pratiche.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Majorino.
La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente, care colleghe e cari colleghi, prendiamo purtroppo atto della volontà della maggioranza di non approvare questa iniziativa di istituzione di una Commissione d'inchiesta. I fatti che sono stati illustrati più volte nell'ambito dei nostri lavori sia di aula sia di Commissione sono fatti che, a memoria, ricordo gravi. Mi aiuta in questa memoria l'informazione che ci ha rilasciato l'Assessore Botta dicendo di aver dato mandato a propri avvocati, penso, di iniziative che hanno interessato la Magistratura nei confronti di colleghi; quindi i fatti non li ha uditi "qualcuno", sono stati uditi anche dal diretto interessato che pare, abbia interessato la Magistratura. Solo ora riusciamo a discutere questo problema in termini di decisione in quanto la maggioranza ha opposto diverse difficoltà temporali in sede di Commissione e in sede di Capigruppo, rimandando da una settimana all'altra alcune decisioni; tant'è che la formazione di questa stessa deliberazione è stata soggetta a lungaggini prodotte dai comportamenti della maggioranza, che rimpallando la materia tra l'Ufficio di Presidenza e l'Assessorato non si decideva a dare risposte. Diciamo che ad oggi, finalmente, la decisione per quanto concerne quest'aula perviene. Su questa decisione il Consiglio si divide. Ritengo che sia, in ogni caso, un elemento di prudenza verso gli amministrati e di correttezza verso la Magistratura, che è un'istituzione dello Stato che concorre insieme a noi alla tutela dell'interesse pubblico, che il Presidente del Consiglio e l'Ufficio di Presidenza inviino per conoscenza e per i suddetti motivi tutti gli elementi ufficiali sotto forma di materiale cartaceo e materiale magnetico sensibile, in modo che del caso la Magistratura possa lavorare con conoscenza di quanto è stato detto in quest'aula. Tant'è che ha già sollevato iniziative autonome l'Assessore Botta nei confronti della Magistratura. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ci troviamo di fronte a vari paradossi. Mi pare abbastanza buffo che, da parte di qualcuno, si dica addirittura che sulla questione non abbiamo protestato abbastanza. Cosa dovevamo fare? Darci fuoco? Non so cosa potevamo fare! Il Consigliere Burzi approva un'ipotesi di protesta di tale natura.



MASARACCHIO Antonino, Assessore regionale

Qualcuno si incatena.



(Altri commenti scherzosi in aula)



CAVALIERE Pasquale

Intanto: Commissione d'inchiesta ai sensi dell'art. 19 del nostro Statuto. Non mi pare che il nostro Statuto preveda i tribunali del popolo bensì prevede delle Commissioni d'indagine e d'inchiesta. Non so se il Presidente Picchioni ha commissionato, nella modifica dello Statuto, delle forme di questa natura, ma per adesso abbiamo delle Commissioni d'indagine e d'inchiesta su quelli che sono gli atti della nostra Amministrazione, le competenze, ecc.
Nella fattispecie mi pare che qualche collega in Commissione pose il problema se si poteva valutare di fare la Commissione d'indagine, tra l'altro qualche collega della maggioranza. Tutta lì - credo - la confusione del Consigliere Ghiglia rispetto a "indagine" o "inchiesta".
Per quanto riguarda la questione "propaganda", sottolineo che tutte le deliberazioni di questi due giorni sono di propaganda. Cosa vuol dire? I tempi non li abbiamo decisi noi, ma i lavori della Commissione. Mi pare invece che meriti fare una riflessione non rispetto a questo caso specifico, ma sulla questione in genere, quindi non mi voglio soffermare più di tanto sul caso specifico.
Noi abbiamo avuto - è presente il Presidente Ghigo e ne può essere testimone - una grande protesta da parte della Giunta, del Presidente Ghigo e di altri esponenti, rispetto al presunto ricorso, da parte dell'opposizione, allo strumento della Magistratura per fare politica nel suo atto di opposizione alla maggioranza. Questo è stato ripetutamente detto nei mesi scorsi. Abbiamo chiarito (almeno per quello che riguardava il mio Gruppo, ma anche da parte di altri Gruppi di opposizione) che non c'è stato alcun esposto delle opposizioni alla Magistratura circa gli atti della Giunta regionale o di altri atti amministrativi della maggioranza mentre c'è stato un ricorso alla Magistratura da parte della maggioranza da parte di Assessori, da parte di altri esponenti per tutelare altre cose.
Questa è l'oggettività dei fatti.
Trovo che sia abbastanza specioso che si dica, rispetto ad atti specifici, il vecchio arcano: "Se avete delle prove, andate alla Magistratura".
Dico questo perché (il collega Ghiglia lo sa perché mi pare che sia all'opposizione al Comune di Torino ed è stato forse all'opposizione in altri ambiti) è un richiamo vecchio che abbiamo sentito tante volte.
Ritengo che questo sia profondamente sbagliato. Non dico che non si debba andare alla Magistratura. Tra l'altro siamo anche pubblici ufficiali quindi quando si evidenziano reati occorre segnalarli anche per non incorrere in omissioni. Certo che dobbiamo segnalare i reati gravi che riscontriamo! Ma noi siamo soprattutto dei cittadini, eletti da altri cittadini, per gestire, discutere, ragionare sulla cosa pubblica. Allora se noi siamo eletti dai cittadini per fare questo abbiamo il dovere di discutere in questo ambito i comportamenti della politica. Questo è l'ambito per discuterlo. Se poi questi aspetti hanno anche dei rilievi penali, questa è un'altra cosa, non che non interessi, ma è un'altra cosa.
La politica è discutere i fatti dell'Amministrazione pubblica dentro l'Amministrazione pubblica. Ciò non significa che parallelamente altri organi autonomi dello Stato intervengano o non intervengano. Ci pu interessare questo, ma principalmente ci interessano gli atti della nostra Amministrazione.
Termino subito, Presidente, dicendo che sono avvenuti dei fatti gravissimi, di cui si è fatto protagonista l'Assessore Botta. A me non interessa sapere se questi fatti sono penalmente rilevanti o meno, non mi interessa sapere questo! Mi può interessare in seconda istanza, ora mi interessa sapere se, dal punto di vista politico e dal punto di vista della gestione dell'amministrazione pubblica, questi fatti sono leciti o non leciti! E' un giudizio politico che noi dobbiamo dare su determinati fatti.
Se il Consiglio regionale, la maggioranza, ritiene non opportuno dare dei giudizi politici su queste materie, bene, si assuma le proprie responsabilità.
Rispetto ai richiami continui alla Magistratura, non vorrei che un domani voi ci obbligaste a non discutere su tutte le questioni, di conseguenza a non affrontarle, ma ad andare alla Magistratura.
Dopodiché vi rispondo che mi rivolgo alla Magistratura solo qualora riscontro dei reati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, nell'annunciare il voto contrario del Gruppo Forza Italia alla deliberazione in oggetto confermando il voto espresso in Commissione - riprendo due punti emersi nella discussione di questa mattina.
Innanzitutto non c'è stata alcuna perdita di tempo o strumentalizzazione nel corso di questo semestre, anzi. Siamo in una fase che, temo anch'io, comincia ad avere eccesso di caratteristiche para elettorale; cito due episodi.
Durante il dibattito che seguì in Consiglio, la Giunta - tramite il Presidente Ghigo - assunse degli impegni di natura conoscitiva migliorativa di eventuali disfunzioni del settore, oggetto di dibattiti.
Tali interventi sono stati puntualmente effettuati e c'è stata un'ampia relazione in Commissione. In Commissione è stato riferito, a tutti i membri della minoranza, sugli esiti, per ora parziali, dell'intervento effettuato.
Il fatto che - e lo apprendo in aula - l'Assessore abbia ritenuto opportuno, ritengo per difendere la sua onorabilità, di rivolgersi - se ho ben capito - ai propri avvocati, non dimostra nulla, Consigliere Chiezzi sulla gravità dei fatti. Dimostra che l'Assessore si è sentito leso, il che non dimostra, ahimé nulla, ne in senso positivo ne in senso negativo, ma rimane attinente al fatto che una persona, nell'ambito della propria dignità, si è sentita lesa e ritiene correttamente di difendersi. Ricordo anche che su questo argomento non c'è stata alcuna distrazione, ma più volte, in sede di Conferenza dei Capigruppo - sono certo che il collega Chiezzi lo ricorderà - il Capigruppo Consigliere Cavaliere, dopo una mera questione di natura formale si rese disponibile a dare il testo integrale letto durante il dibattito a porte chiuse. Ci fu soltanto un mero ritardo da parte del Consigliere Cavaliere, ma di natura formale, non oggettiva.
Proprio l'ultimo intervento di Cavaliere mi permette di ricordare a tutti quello che secondo me, ma questo può essere oggetto di un altro dibattito, debba essere il ruolo di questo Consiglio. Noi siamo un ente di pianificazione di indirizzo di leggi e, lo ribadisco, nessuno ha mai detto né in Commissione né in dibattito, e tanto meno accusato la minoranza di utilizzare la Magistratura a fini politici, si è soltanto fatto un ragionamento squisitamente tecnico, che rifaccio ad uso di tutti. Se esistono - ma non è una questione di ruoli, minoranza e maggioranza elementi che un Consigliere, essendo anche pubblico ufficiale, ritiene di interesse della Magistratura non trattasi di opzione, ma trattasi di dovere. Qui mi fermo perché il mondo della Magistratura è un mondo esterno a questa fase di dibattito; il fatto che si ponga, sia nelle parole di Chiezzi sia poi in quelle successive di Cavaliere, la Magistratura come eventuale alternativa, ricordo a tutti che il nostro ruolo è quello di produrre leggi, modifiche di leggi, modifiche di comportamenti della funzione pubblica, nell'uso specifico ed esclusivo del cittadino. Se in quel settore esistono o sono esistite - è possibile che sia così e non soltanto in questa legislatura - delle disfunzioni, ci si attivi; credo che i Consiglieri non abbiano tanto tempo per dedicare direttamente, ma possono benissimo, come stanno facendo in questo caso, ascoltare relazioni fatte dai funzionari a ciò preposti, che relazionando aiutano i Consiglieri ad individuare quali modifiche devono essere fatte per migliorare il servizio di quel settore o di qualunque altro settore sembri al Consiglio non essere totalmente rispondente alle esigenze del pubblico. Questa credo debba essere precipuamente e solo l'interessante attività del Consigliere.
L'inchiesta sulle attività non richiede un giudizio politico, o meglio lo richiede in maniera esplicita nella misura in cui noi, di volta in volta, promuoveremo delibere, modifiche di legge o quant'altro la Giunta nella sua complessità o i singoli Assessori, riterranno opportuno proporci.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente, sarò brevissimo.
Noi voteremo a favore della Commissione di indagine. Di fronte alle accuse che anche oggi abbiamo sentito da parte dei banchi della minoranza riteniamo che ci sia necessità di conoscere la verità, ci sia necessità di fare trasparenza. Anzi, sotto questo punto di vista ci stupisce la posizione della maggioranza che si attesta a negare appunto l'opportunità che si faccia verità, trasparenza, attestandosi sulla negazione della Commissione di indagine. La maggioranza sarebbe la prima a guadagnarci chiedendo lei stessa una Commissione di indagine in modo da poter dimostrare che ha operato, se ciò che sostiene è vero, nel modo perfetto e corretto.
Voteremo quindi a favore della Commissione di indagine, per trasparenza e verità e non per favorire l'istituzione di tribunali o altro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo che la votazione avvenga per appello nominale.



PRESIDENTE

In seguito alla richiesta del Consigliere Chiezzi, pongo in votazione la deliberazione per appello nominale, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 54 votanti 53 hanno risposto SI' 23 Consiglieri hanno risposto NO 30 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere La deliberazione è respinta.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g. (seguito)


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. i seguenti documenti: ordine del giorno n. 175 presentato dai Consiglieri Burzi, Racchelli Toselli e Scanderebech, relativo alla riduzione del costo della benzina per le zone piemontesi di confine ordine del giorno n. 176 presentato dai Consiglieri Casari, Cotto, Benso Ferrero, Minervini, Dutto, Leo, Bodo, Ghiglia, Rubatto, Rossi, Ferraris Peano e Picchioni, relativo all'esposizione di cassette pornografiche ordine del giorno n. 187 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro Papandrea e Simonetti, relativo all'educazione sessuale nelle scuole ordine del giorno n. 189 presentato dai Consiglieri Suino, Spagnuolo Marengo, Manica, Bortolin, Cotto, Casari, Ferrero, Benso, Minervini Ferraris e Cavaliere, relativo al Vertice Europeo - Riflessione sul rispetto della persona umana ordine del giorno n. 186 presentato dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea relativo al dibattito sul lavoro in Piemonte ordine del giorno n. 188 presentato dai Consiglieri Foco, Peano Spagnuolo, Bellion, Marengo, Rubatto, Ferraris, Cavaliere, Dutto, Chiezzi Montabone, Deorsola, Vaglio, Ghiglia, Burzi e Suino, relativo alla Corte Criminale Internazionale permanente di giustizia.
Chi è favorevole all'iscrizione è pregato di alzare la mano.
Sono tutti iscritti all'unanimità dei 53 Con-siglieri presenti.


Argomento:

NOMINE (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo al punto 32) all'o.d.g.: "Nomine".
Chiede di parlare il Consigliere Montabone; ne ha facoltà.



MONTABONE Renato

Non so se questa mia richiesta rientra nelle regole del Consiglio. Noi intendiamo chiedere al Consiglio di soprassedere alla nomina relativa al Museo di Scienze Naturali.



PRESIDENTE

Consigliere Montabone, il punto 32) all'o.d.g. è rinviato alla sessione pomeridiana del Consiglio.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,10)



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