Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.466 del 01/03/00 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Questa mattina abbiamo interrotto i nostri lavori su richiesta del Consigliere Angeleri, il quale mi aveva chiesto di intervenire alla ripresa pomeridiana dei lavori.
Prego, Consigliere Angeleri, prenda pure la parola.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, intervengo innanzitutto per ringraziarla per aver concesso questa pausa, che mi auguro possa essere stata in qualche modo chiarificatrice almeno tra le parti, in quanto si è avuta l'occasione di entrare nel merito e proprio in questa direzione mi pare di capire che in questo momento il Presidente del Consorzio con il Comitato del No si stanno incontrando per verificare l'opportunità di trovare una soluzione che ovviamente possa venire immediatamente incontro alle parti.
Allora, rispetto a questo, le chiederei di posporre questo punto nell'o.d.g. e riprendere i lavori da dove li avevamo lasciati ieri sera per poi riprenderlo appena ci comunicano qual è l'esito dei lavori che hanno terminato. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Con il consenso tacito dell'aula, possiamo operare in questo modo.
Riprenderemo il punto 19) non appena avremo notizia di una sperata intesa tra le parti interessate.


Argomento: Strutture ricettive (albergh., extra-albergh., campeggi e villaggi, classif., vincolo) e strutture e impianti turist. - Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici - Trasporti a fune

Esame proposta di legge n. 389: "Interventi di classificazione ammodernamento e attivazione degli impianti di arroccamento per la tutela e lo sviluppo del turismo montano" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo dunque l'esame della proposta di legge n. 389, di cui al punto 28) all'o.d.g., che avevamo interrotto ieri sera.
ART. 5 5.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Vindigni, Riba e Suino: All'art. 5, comma primo, seconda riga, sostituire "1999" con "2000" e sostituire "2000" con "2001".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 36 voti favorevoli (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
5.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Vindigni, Riba e Suino: All'art. 5, comma secondo, prima riga, sostituire "1999" con "2000".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 36 voti favorevoli (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
5.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Vindigni, Riba e Suino: All'art. 5, comma secondo, punto a), prima riga, sostituire "garanzia" con "rotazione".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 36 voti favorevoli (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
5.4) Emendamento presentato dai Consiglieri Vindigni, Riba e Suino: All'art. 5, comma terzo, prima riga, sostituire "2000" con "2001".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 36 voti favorevoli (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
5.5) Emendamento presentato dai Consiglieri Vindigni, Riba e Suino: All'art. 5, comma quarto, punto a), prima riga, dopo 27170 aggiungere "con riferimento al provvedimento avente per titolo 'Pianificazione e gestione urbanistica'".
La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore alla montagna

Presidente Deorsola, la ringrazio per l'opportunità di illustrare l'atteggiamento della Giunta ai colleghi proponenti (vedo che manca il collega Vindigni, ma è presente il Presidente Riba).
Devo dire che sugli emendamenti proposti all'art. 5 del disegno di legge n. 389 la Giunta non ha problemi, nel senso che quando si propone di spostare dall'anno finanziario 1999 all'anno 2000, ovvero dall'anno 2000 all'anno 2001, gli emendamenti sono sicuramente accettabili; quando si propone una modifica del contenuto dei capitoli che risulterebbe, a questo punto, superiore a quanto previsto sul bilancio preventivo che sarà oggetto di discussione nella giornata odierna, si tratterebbe di passare in I Commissione, in quanto si cambia la ratio del provvedimento dal punto di vista finanziario.
Riteniamo quindi opportuno - lo giudichino però i colleghi proponenti mantenere gli emendamenti relativi agli anni finanziari e ritirare gli emendamenti relativi agli aumenti delle poste di bilancio, riservandosi così come la Giunta si riserva in positivo di fare, di modificare i capitoli relativi nella proposta di bilancio, nel disegno di legge relativo al bilancio dell'anno in corso che ci apprestiamo a discutere. Questo per evitare il passaggio in Commissione e per consentirci comunque di procedere nell'approvazione di questo disegno di legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vindigni; ne ha facoltà.



VINDIGNI Marcello

La proposta della Giunta è in sintonia con le riflessioni che abbiamo già fatto, tant'è che avevo già provveduto a modificare alcuni degli emendamenti per fare lo stanziamento di bilancio già licenziato dalla Commissione competente.
Il testo dell'emendamento 5.5) è quello che aveva suggerito il dottor Lesca.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Grazie, Presidente. Noi vorremmo capire questo emendamento. A quale provvedimento si fa riferimento?



PRESIDENTE

Consigliere Vindigni, può portare il suo contributo per il chiarimento dell'emendamento?



VINDIGNI Marcello

Certo. Siccome si tratta di fare riferimento ad un provvedimento in itinere, nell'elenco dei capitoli che trovano finanziamento nel bilancio che ci apprestiamo ad approvare, l'allegato corrispondente al capitolo 27170, consegnato in Commissione in occasione della discussione del bilancio 2000 e del piano triennale, indicava una serie di provvedimenti di legge relativi ad argomenti che dovevano essere finanziati in sede di bilancio: programmazione sanitaria, tutela e risanamento ambientale trasporti, programmazione e statistica, pianificazione e gestione urbanistica. In corrispondenza di questo titolo, in particolare si specificava "Contributi per la valorizzazione dei paesaggi". Pertanto, è parso - anche secondo l'opinione del dottor Lesca - che il riferimento al capitolo 27170, specifico per il provvedimento che ci apprestiamo a varare era l'ultimo che tratta la materia dei contributi per la valorizzazione dei paesaggi. Poiché attraverso la realizzazione degli impianti di arroccamento si tende ad avere un minore impatto ambientale sul territorio, questo è parso il capitolo più idoneo e corrispondente al disegno di legge che ci apprestiamo a varare. La collega Simonetti ha bisogno di altri chiarimenti oppure va bene così?



PRESIDENTE

Mi pare che il quesito sia chiarito.
Pongo pertanto in votazione l'emendamento 5.5).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 36 voti favorevoli (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
5.6) Emendamento presentato dai Consiglieri Vindigni, Suino e Riba: All'art. 5, comma quarto, punto b), riga 1 sostituire "2000" con "2001".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 36 voti favorevoli (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
5.7) Emendamento presentato dal Consigliere Vindigni, Suino e Riba: All'art. 5, comma quarto, seconda riga aggiungere le parole "con riferimento al provvedimento avente per titolo 'Pianificazione e gestione urbanistica'".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 40 voti favorevoli (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
Si proceda alla votazione dell'art. 5 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 votanti 40 voti favorevoli 40 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 votanti 40 voti favorevoli 40 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 6 è approvato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 votanti 37 hanno votato SI' 37 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Interventi per lo sviluppo dell" offerta

Esame disegno di legge n. 643: "Riconoscimento e valorizzazione delle Associazioni Pro Loco"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del disegno di legge n. 643, di cui al punto 33) all'o.d.g.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, gradirei sentire la relazione. Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla relatrice, Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela, relatrice

Illustre Presidente, egregi Consiglieri, le Pro Loco sono sorte in Italia negli ultimi decenni del secolo scorso e, come avveniva in altri Paesi europei, hanno assunto le denominazioni più diverse: Comitati di cura, Società per il concorso dei forestieri, Associazioni per il movimento dei forestieri, Società di abbellimento, oppure semplicemente Pro.
Il nome Pro Loco fu in breve tempo generalizzato a tutte le associazioni turistiche locali; nel 1962 si è costituita l'UNPLI (Unione Nazionale Pro Loco d'Italia) che ha ottenuto nel 1965 l'istituzione dell'Albo nazionale delle Pro Loco presso il Ministero del Turismo. A seguito della soppressione del Ministero del Turismo, molte Regioni hanno varato leggi riguardanti le Associazioni Pro Loco e l'UNPLI, mentre altre Regioni, come il Piemonte, hanno inserito le Pro Loco nelle leggi di promozione turistica.
Il Piemonte con le sue quasi 900 Pro Loco risulta essere la Regione con il più alto numero di tali associazioni.
Il loro compito è quello di rendere più accogliente il soggiorno nel centro in cui operano: in effetti, presso molti Comuni le Pro Loco svolgono un ruolo essenziale sia nel valorizzare le locali attrattive naturalistiche e culturali, sia nell'organizzare attività del tempo libero.
Si rende qui necessario precisare il collegamento tra i settori del turismo e del tempo libero. I due settori, pur presentando tratti individuali ben distinti, risultano spesso complementari tra loro, poich gli stessi servizi che si offrono ai residenti possono entrare a pieno titolo nell'offerta turistica di una determinata area e diventare in tal modo efficaci stimoli di richiamo turistico. Pertanto, se per sviluppo della qualità del tempo libero si intendono le azioni volte a favorire l'accrescimento delle strutture, delle infrastrutture e dei servizi rivolti principalmente alla popolazione residente, aiutandola a conoscere e a vivere più intensamente il proprio ambiente naturale ed umano che molto spesso ignora o consuma in modo acritico e, a volte, dannoso, si pu affermare che attraverso tale politica del tempo libero si realizza anche una vera politica turistica.
Il presente provvedimento persegue la finalità di valorizzare al massimo le intelligenze, la passione per l'ambiente, per la storia, per le tradizioni e la cultura del proprio territorio che i volontari delle Pro Loco esprimono attraverso una miriade di iniziative locali.
Nello stesso tempo, per formare e realizzare le politiche regionali del turismo e del tempo libero sono indispensabili capillari collegamenti territoriali; l'ampia diffusione ed operatività delle Pro Loco in Piemonte garantisce alle stesse, quando sia inserita in un quadro legislativo regionale ed adeguatamente sostenuta, la possibilità di continuare a valorizzare le attrattive naturalistiche, ambientali e culturali locali e nello stesso tempo, di partecipare - diffondendone la conoscenza anche nelle aree più marginali del Piemonte - a programmi regionali, nazionali ed europei (si vedano, ad esempio, i programmi UE per i giovani, per gli anziani, per il tempo libero in generale). In questo modo, si crea un canale informativo dalla periferia verso il centro che non mancherà di produrre effetti positivi sulla futura programmazione regionale del settore turistico.
A completamento della visione programmatica sopra esposta si inserisce l'UNPLI, quale indispensabile organismo di sostegno e di coordinamento delle Associazioni Pro Loco e di collegamento tra queste e gli Enti pubblici. Tale ruolo, quasi sempre necessario quando ci si deve rapportare con un numero elevato di interlocutori, diviene indispensabile per la natura di totale volontariato che caratterizza le Pro Loco.
Si tratta di un volontariato che richiede un supporto di conoscenze per ottemperare agli adempimenti normativi necessari alla realizzazione delle attività, nonché un supporto tecnico che garantisca il collegamento con i programmi e i progetti avviati dagli Enti pubblici e privati nel settore del turismo e del tempo libero.
Per quanto sopra esposto, nonché al fine di consentire l'attività di indirizzo e di coordinamento dei Comitati provinciali UNPLI, si ritiene necessario prevedere un apposito capitolo di bilancio per la concessione di contributi all'UNPLI - Comitato regionale del Piemonte.
La legge mira pertanto a creare le condizioni favorevoli alla realizzazione di progetti locali, fondati su un equilibrato rapporto tra le richieste di offerta di attività del tempo libero per i residenti e per i turisti e le attività legate ad una programmazione dai contenuti di interesse più ampio; a questo fine, risulta necessario stabilire un apposito capitolo di bilancio per la concessione di contributi finanziari alle Associazioni Pro Loco, al fine di incentivarne l'operosità e contribuire ad indirizzarne le attività.
La presente proposta di legge è costituita da dieci articoli.
Art. 1. La finalità della legge è di riconoscere, nel contesto dell'organizzazione e della programmazione turistica del Piemonte, nelle Associazioni di volontariato Pro Loco strumenti locali di valorizzazione turistica e del tempo libero.
Art. 2. Delinea la natura delle Associazioni Pro Loco (privatistica apartitica e senza finalità di lucro) e ne individua gli obiettivi nel campo del turismo e del tempo libero, da concretizzarsi con attività di promozione e di valorizzazione del territorio e di utilità sociale.
Art. 3. Riconosce il ruolo dell'Unione Nazionale Pro Loco d'Italia (UNPLI) - nella sua articolazione del Comitato regionale del Piemonte e dei Comitati provinciali - a sostegno e coordinamento delle singole Pro Loco e quale soggetto che può concorrere in via diretta alla promozione turistica e alla valorizzazione del territorio regionale.
Art. 4. Istituisce l'Albo delle Associazioni turistiche Pro Loco articolato in sezioni provinciali affidate alla competenza delle Province e descrive i requisiti richiesti alle Pro Loco per la relativa iscrizione.
Art. 5. Precisa le procedure da seguire per l'iscrizione all'Albo. E' inoltre previsto che le Associazioni turistiche Pro Loco iscritte all'Albo possano, previo nulla osta della Regione, utilizzare la denominazione di IAT - ai sensi dell'art. 13 della L.R. n. 75/96 - per gli uffici di informazione e di accoglienza turistica da esse istituiti.
Art. 6. Incentiva l'attività delle Associazioni Pro Loco con la concessione di finanziamenti regionali: in tal modo, le Pro Loco potranno essere comprese nei programmi di sviluppo regionale dei settori del turismo e del tempo libero.
La coerenza e connessione delle attività delle Associazioni Pro Loco con le iniziative regionali e i programmi dell'Unione Europea, nonch l'iscrizione all'Albo di cui all'art. 4, costituiscono titolo di priorità in sede di valutazione delle istanze di contributi finanziari regionali.
Art. 7. Viene previsto un finanziamento annuale all'UNPLI da concedersi sulla base di un programma annuale di attività volto alla realizzazione del sostegno tecnico ed amministrativo alle Associazioni Pro Loco per facilitarne l'attuazione delle iniziative e sostenere il coordinamento e il collegamento delle stesse con le iniziative regionali e i programmi dell'Unione Europea.
Art. 8. E' prevista l'istituzione di un apposito capitolo di spesa per il contributo regionale alle Pro Loco (1 miliardo per l'anno 2000), nonch lo stanziamento di 200 milioni a favore dell'UNPLI - Comitato regionale del Piemonte per la realizzazione dei programmi di attività.
Art. 9. Vengono abrogati gli artt. 27 e 28 e il comma 3 bis dell'art.
38 della L.R. n. 12/87, nonché le LL.RR. n. 24/91 e n. 31/98; pertanto ogni riferimento alla natura e finalità delle Associazioni Pro Loco è compreso nella presente legge.
Art. 10. Si tratta di una norma transitoria per l'automatica iscrizione nel nuovo Albo delle Associazioni turistiche Pro Loco già iscritte negli Albi provinciali previsti dalla L.R. n. 12/87.
Considerata l'importanza del presente provvedimento all'interno del quadro complessivo in via di definizione relativo all'organizzazione turistica regionale, se ne richiede una rapida approvazione da parte dell'Aula consiliare.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MINERVINI



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Grazie, Presidente. Su questo provvedimento, pur importante, passato nella sede della IV Commissione, dove il nostro Gruppo non può essere presente perché non può partecipare a tutte le Commissioni, abbiamo qualche osservazione da fare, che tenteremmo di offrire articolo per articolo.
Innanzitutto, non è chiaro il ruolo della Regione. La Regione, cioè, si aggrappa ad una politica gestionale, quella politica centralistica che abbiamo sempre considerato impropria e sbagliata per un ente quale la Regione, che dovrebbe svolgere un'attività di programmazione e coordinamento delle attività svolte dagli altri enti locali, a partire dalle Province.
Pertanto, il provvedimento in esame ha una prima grande caratteristica: quella di essere un provvedimento centralistico, che attribuisce alla Regione un ruolo di gestione e di erogazione diretta dei contributi ed alle Province, invece, un ruolo un po' anomalo.
Chiedo che queste mie osservazioni trovino delle risposte eventualmente da parte della relatrice della legge.
Il ruolo delle Province - dicevo - è anomalo, perché le Province vengono individuate come i capofila dei cosiddetti "Comitati Provinciali" di cui la Regione dovrebbe coordinare l'attività, mentre si trova a dover provvedere alla gestione diretta degli interventi e dei contributi.
La Provincia - sappiamo - è il punto di riferimento concreto sul territorio per quanto riguarda l'iter procedurale che permette l'erogazione dei finanziamenti (quindi la presentazione delle domande, ecc.) e che consente una concretezza nella forma di intervento. Non è una banalità individuare un ruolo forte nell'ambito della programmazione e del coordinamento dell'attività regionale, delegando alle Province un ruolo importante, proprio perché sono il riferimento territoriale, quindi sono il primo approccio, l'ente al quale si rivolgono i soggetti beneficiari, in particolare le Pro Loco.
Questa legge presenta alcune anomalie, pertanto pongo alcune domande di carattere generale.
Un termine che compare spesso - agli artt. 2 e 3 - è l'aggettivo "apartitiche", riferito alle associazioni Pro Loco. Mi pare anomalo sottolineare, all'interno di un disegno di legge, che le associazioni Pro Loco, oltre ad essere di natura privatistica, senza finalità di lucro, sono anche associazioni apartitiche; è il primo testo di legge che segnala questo, pertanto abbiamo bisogno di una risposta.
Vengono, poi, individuati in modo un po' generico i rapporti con gli altri enti. In particolare, vengono individuati i rapporti con i Comitati provinciali per curare l'informazione sul territorio e l'accoglienza dei turisti, quindi quell'aspetto che ha una concreta rilevanza ed una ricaduta, in termini turistici, paesaggistici ed anche ambientali e di ricchezza culturale, sul territorio e nell'ambito locale.
Viene citata l'esigenza di instaurare convenzioni e rapporti con altri enti, dei quali non si definiscono le caratteristiche (quali enti sono, di quale natura, se operano sul territorio, se sono agenzie territoriali o altro), per cui si eccede nel chiarire e nell'adornare di aggettivi le associazioni Pro Loco che godono di finanziamenti, mentre per altri aspetti importanti (per esempio sul modo concreto di instaurare relazioni per poter accedere ai finanziamenti sul territorio, sulle questioni che hanno una rilevanza territoriale, culturale ed ambientale) si lascia un'apertura molto ampia, quindi una genericità che poco aiuta alla chiarezza di un testo legislativo.
Viene citato, inoltre, un ente - l'Unione Nazionale Pro Loco d'Italia nell'ambito del riconoscimento di attività di alcuni enti, per cui c'è chiaramente il coordinamento regionale, e poi i coordinamenti provinciali per il riconoscimento delle attività delle Pro Loco. Poiché anche il testo di legge presenta una genericità circa le caratteristiche e la presenza degli enti che rappresentano queste agenzie territoriali, vogliamo capire se il riferimento a questo ente avviene perché esso è l'unico ente che rappresenta le associazioni Pro Loco, o se si è ritenuto, viceversa, di privilegiarlo rispetto ad altre realtà.
Vorremmo conoscere, dunque, la realtà presente sul territorio e capire come mai questo soggetto, piuttosto che altri, è diventato l'interlocutore privilegiato, oppure se è effettivamente l'unico interlocutore.
Riassumendo brevemente, chiediamo un intervento della maggioranza, ma eventualmente anche dell'Assessore, per chiarire il ruolo della Regione che consideriamo riduttivo se individuato nella gestione, piuttosto che nella necessità di coordinamento e programmazione di un'attività. Abbiamo visto in questa legislatura che il ruolo dell'ente regionale si è ridotto svuotandosi di elementi importanti come la programmazione ed il coordinamento dell'attività degli enti locali ed assoggettandosi sempre più il ruolo e l'attività di gestione che, almeno dal nostro punto di vista non erano di sua competenza.
Abbiamo, inoltre, la necessità di avere un testo di legge chiaro, che non contenga degli aggettivi che a poco servono, se non ad introdurre confusione anche ai legislatori stessi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Grazie, Presidente. Sono lieta che il mio ultimo intervento di questa legislatura sia dedicato a questo argomento. Perché in un tempo politico e culturale nel quale si parla moltissimo di volontariato, tanto da far pensare che ormai il volontariato, nella sua immensa sfaccettatura, sia diventato una gigantesca azienda che produce contributi, tutto sommato.
Penso invece che l'azione delle Pro Loco rappresenti ancora una nicchia...
Posso chiedere al Presidente del Consiglio di far cessare questo brusìo?



PRESIDENTE

Ne approfitto e chiedo a tutti di abbassare il tono della voce.



SPAGNUOLO Carla

Era una piacevole polemica.
Detto questo, credo che le Pro Loco rappresentino ancora, nell'immenso arcipelago del volontariato, una nicchia vera di disponibilità, di presenza di lavoro, da parte di migliaia e migliaia di persone che volontariamente e molto sovente nell'interesse dei Comuni, della pluralità di Comuni in Piemonte, si dedicano ad un'attività impegnativa e sovente anche molto pesante, che è rappresentata dalla partecipazione alla vita comunitaria della propria realtà territoriale.
Se questo è importante per i Comuni medi e per i piccoli Comuni del Piemonte, che sono alcune centinaia, è assolutamente vitale, nel senso che nei piccoli Comuni - considero piccoli Comuni quelli che non superano 1.500 abitanti (e sono tantissimi) - la presenza delle Pro Loco rappresenta la vita delle comunità. Infatti, senza l'attività delle Pro Loco non sarebbe possibile intraprendere alcuna iniziativa, perché i bilanci di tali Comuni non consentono assolutamente alcuna attività. Inoltre, i contributi, che giustamente possono pervenire dalle Province o dalla Regione, non consentirebbero di poter sviluppare tante iniziative se non ci fosse questo tipo di presenza civile, di migliaia e migliaia di uomini e donne, di giovani ed anziani. Questa attività ricorda un po' quella discussa ieri sera relativa al mondo bandistico, perché anche le bande rappresentano questo tipo di espressione e di modello, in quanto nelle Pro Loco sono presenti sia ragazzi molto giovani che anziani, che rappresentano un po' le figure "particolari" della vita di paese. Pertanto, credo che questo sia veramente un valore da salvaguardare.
Questo per quello che riguarda l'obiettivo di questo testo, poi è evidente che tutte le leggi, soprattutto quando sono nuove, potranno essere perfettibili, anche largamente perfettibili, in quanto dovranno trovare un periodo di sperimentazione.
A questo punto, anticipo il voto favorevole della sottoscritta e del collega Angeli. Aggiungo che alcune osservazioni dell'intervento precedente in qualche misura possono essere condivisibili, nel senso che è evidente che questo testo di legge, nella sua sperimentazione, dovrà poi mettere a fuoco quale dovrà essere il ruolo della Regione Piemonte. Però è bene che una legge di questo tipo sia varata come riconoscimento a questo straordinario, sotterraneo, capillare e diffuso lavoro che viene svolto dalle Pro Loco, delle quali personalmente sono una fautrice, perché in tanti anni di vita amministrativa ho potuto notare la preziosità di questa presenza nel territorio.
Per quanto riguarda una delle osservazioni precedenti relativa all'UNPLI, a cui viene riconosciuto un ruolo, devo aggiungere che anche questa proposta fotografa una situazione, nel senso che le Pro Loco da decenni vengono rappresentate da questo organismo. Non mi risulta che esistano altri organismi, ma è probabile che con questa legge che sostiene le Pro Loco altri organismi possano nascere: anche qui sarà poi la realtà a fotografare e a normare quello che dovrà essere normato.
Questo è un caso - concludendo - nel quale la realtà sviluppatasi sul territorio ha anticipato un'esigenza, che è proprio quella di normare, dal punto di vista legislativo, queste situazioni.
Se non erro, ricordo che in passato è stato presentato qualche ordine del giorno che tendeva a raggiungere un'altra finalità, che è essenziale e che io consegno all'aula, per quanto un'aula possa essere attenta nell'ultimo giorno della legislatura: l'esigenza profonda di sburocratizzare in maniera totale o il più possibile le procedure che attengono alle Pro Loco, in quanto oggi tutto è basato sul volontariato come ne ho testimonianza sul territorio nel quale vivo. E' pertanto necessario prevedere tante altre forme di supporto, di promozione e di intervento: bisogna snellire le procedure di carattere burocratico.
Dalla mia esperienza negli anni dal 1990 al 1995 alla Presidenza del Consiglio regionale - credo che questo valga anche per l'attuale Presidente in carica - ricordo che molte iniziative dei piccoli Comuni venivano realizzate dalle Pro Loco, con l'aiuto sostanziale delle Pro Loco, ma quando veniva richiesta la documentazione esse facevano fatica a produrla proprio per le caratteristiche dell'attività svolta da questo tipo di organismi.
Il nostro voto sarà favorevole con la raccomandazione, a chi dovrà poi gestire questo provvedimento legislativo, di fare in modo che in queste realtà così presenti, preziose ed articolate sul territorio, che rappresentano ancora una delle poche realtà di volontariato, le procedure siano estremamente snelle, e che la possibilità di lavorare da parte di migliaia e migliaia di cittadini giovani ed anziani sia la più flessibile e più aderente a quel concetto di partecipazione e di servizio che tanti piemontesi e non piemontesi, che vivono nel territorio della nostra regione hanno e che testimoniano giorno per giorno senza trovare consensi particolari e senza nemmeno ricercarli.
Quindi, il voto favorevole, con l'impegno che questo provvedimento sia seguito con particolare attenzione dall'esecutivo che sarà eletto nella prossima legislatura.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

Concordo con la collega Spagnuolo sull'esigenza di sburocratizzare.
La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Presidente, c'è un po' di tumulto in aula, non riesco neppure a sentire me stesso.



PRESIDENTE

Io l'ascolto con attenzione e invito i Consiglieri a fare silenzio.



MONTABONE Renato

Il tumulto è dovuto al fatto che, forse, sono usciti i nuovi sondaggi elettorali! Presidente, credo che già il titolo del disegno di legge in esame renda merito alle migliaia di persone che nel nostro Piemonte hanno fatto del bene alle loro comunità locali. Il titolo, infatti, è appagante: "riconoscimento e valorizzazione delle associazioni Pro Loco".
Dichiaro fin d'ora il mio voto favorevole a questo disegno di legge.
Nel testo ci sono alcune peculiarità estremamente interessanti che vengono sottolineate. A mio modo di vedere le più interessanti sono quelle inerenti le funzioni che le Pro Loco possono svolgere nel campo dell'offerta dell'accoglienza turistica e dell'organizzazione del tempo libero.
Una seconda peculiarità, estremamente importante, è il rafforzamento delle Pro Loco, che si costituiranno attraverso un apposito Albo regionale.
Terza peculiarità è il riconoscimento ufficiale che con questa legge viene dato all'UNPLI, che dagli anni '60 lavora per coordinare tutte le attività delle Pro Loco, ma non solo, lavora per risolvere dei problemi burocratici che le Pro Loco incontrano man mano. Devo dire, per la verità che a mio modo di vedere, Assessore al turismo, il termine "forte" definito nei compiti e negli obiettivi riguardante la promozione turistica, a mio modo di vedere, potrebbe spettare di più all'Unione delle Pro Loco che non alle singole Pro Loco. Spiego perché. Molte volte ho detto in quest'aula che la promozione turistica non può essere effettuata rispetto a singole peculiarità locali, ma deve essere unica per l'intero territorio regionale ma rivolta anche ad altre Regioni e altri Stati dell'Europa.
Questa è la promozione turistica. Il termine "promozione", a mio modo di vedere, può essere mantenuto soltanto se viene coordinato dall'Unione delle Pro Loco e non dalla singole Pro Loco. Infatti, la benemerita attività delle singole Pro Loco non può essere un segmento di promozione turistica, ma deve essere un intervento importantissimo di offerta e di accoglienza turistica.
Se tutte le offerte di accoglienza turistica vengono messe insieme e coordinate dall'Unione delle Pro loco allora si può parlare di promozione turistica, anche forte, sul territorio regionale.
Mi collego anch'io, come ha fatto la collega Spagnuolo, sul ruolo della Regione in questa legge. Oggi stiamo parlando di riconoscimento e valorizzazione delle Pro Loco; si parla di contributi, giusti, dati all'associazione delle associazioni che ha, in questi anni, lavorato per coordinare le Pro Loco e per risolverne i problemi. Qui parte il cammino per risolvere veramente i problemi delle Pro Loco. Non potrà più essere soltanto una legge che riguarda il turismo, ma per ogni singolo settore dei vari Assessorati bisognerà modificare le leggi vigenti per riuscire a sburocratizzare quelle che sono le attività per lo più, anzi senz'altro senza scopo di lucro, ma, aggiungo, volontaristiche delle Pro Loco in Piemonte. Vale a dire che non possono esserci le stesse regole, per esempio in campo commerciale per la grande distribuzione e le Pro Loco, sarebbe un'anomalia incredibile. Ho citato il campo commerciale, ma potrei citarne mille altri. In campo dell'accoglienza turistica devono esserci regole diverse, come ci sono regole diverse tra gli agriturismo e i ristoranti.
Bisognerà che quelle Pro Loco, che vogliono svolgere un'attività di questo genere per l'accoglienza turistica, abbiano dei riferimenti di legge sui singoli settori che permettano loro di svolgere l'attività e che non trovino sempre i paletti della burocrazia sul loro cammino, pur rispettando delle regole di carattere generale che vanno osservate.
Detto questo, il mio sarà un voto favorevole. Avrei gradito che tale legge non venisse discussa all'ultimo minuto - pazienza - è già un bene che venga discussa oggi; si è corso il rischio - Consigliera Cotto - che se qualcuno non interveniva pesantemente fosse portata soltanto come specchietto per le allodole.



(Scampannelìo del Presidente)



MONTABONE Renato

Perché, Presidente, mi sta richiamando?



PRESIDENTE

Era semplicemente un invito, perché a mezzanotte noi chiuderemo i nostri lavori.



MONTABONE Renato

Termino qui il mio intervento: l'importante è che passi la legge. Per la prima volta dopo tanto tempo variamo una legge interessante.
Se gli Assessori che verranno rieletti leggeranno in parte o del tutto questo dibattito, in riferimento all'intervento che ha fatto la collega Spagnuolo e che sta facendo il sottoscritto, dovranno adoprarsi per far sì che questa legge, attraverso un testo unico legislativo, vada a regolamentare, nelle singole materie delegate ad ogni Assessore ovviamente quelli che sono interessati a questo genere di cose - la sburocratizzazione rispetto alle attività di volontariato che svolgono le Pro Loco.
Lascio questo a futura memoria e dichiaro il mio voto favorevole alla legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Non voglio assolutamente togliere del tempo all'aula, pertanto sar molto breve. Intervengo per manifestare, anche per quanto riguarda il Centro cristiano democratico, il nostro voto favorevole a questo disegno di legge che la Giunta regionale ha voluto presentare. Sicuramente il lavoro svolto in tutti questi anni dalle quasi 900 Pro Loco che sono presenti sul territorio, è stato un lavoro che per molti anni ha sostituito il livello di promozione turistica locale che languiva sul territorio, e di questo bisogna rendere merito essenzialmente alle Pro Loco.
Sono poi personalmente felice di vedere questo disegno di legge in approvazione, perché non fa che seguire una linea che era stata già tracciata recentemente attraverso l'approvazione della legge n. 75, quando si dava la possibilità di creare i famosi uffici di informazione e accoglienza turistica da parte delle Pro Loco. E infatti all'art. 5 questo è richiamato nel presente disegno di legge.
Sono quindi a ribadire il nostro voto favorevole, sperando che la Giunta regionale, l'esecutivo che seguirà possa essere attento, come lo è stato di fatto questa Amministrazione, alle Associazioni che hanno non solo promosso il nostro territorio, ma lo hanno anche difeso da un punto di vista culturale e storico. Penso che in questo momento a loro non possa che andare solamente il nostro grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Bortolin; ne ha facoltà.



BORTOLIN Silvana

Il mio intervento ha anche valore di dichiarazione di voto.
Personalmente sono abbastanza soddisfatta, collega Cotto, che questa proposta almeno in aula - visto che in III Commissione aveva avuto poca considerazione - riceva la giusta attenzione. Sottolineo questo fatto, che è particolarmente gradito a noi che in III Commissione abbiamo approvato questo disegno di legge senza - ripeto - una grande attenzione.
Credo che nelle parole che, attraverso la relazione, hanno sancito il provvedimento possiamo ritrovarci tranquillamente tutti - perciò il voto è favorevole, è stato favorevole anche in Commissione - avendo presente il ruolo importante di aggregazione, di contributo alla partecipazione alla vita culturale, sociale, ricreativa e anche, certo, rivolta all'accoglienza e alla valorizzazione turistica delle nostre realtà, piccole e piccolissime, a livello del Piemonte.
Io sono perché, approvato questo provvedimento - mi rivolgo alla relatrice per sottolineare questo aspetto - in futuro il Consiglio regionale sappia fare una valutazione dell'effetto positivo che pu introdurre il fatto di riconoscere nell'unione delle Pro Loco il momento di coordinamento e di stimolo affinché si possa andare oltre e quindi a far fare complessivamente un salto di qualità alle attività di queste Associazioni in campo regionale.
Noi abbiamo già tentato di sburocratizzare e di semplificare togliendo l'obbligatorietà di nominare esponenti dell'Amministrazione comunale nei Comitati provinciali o comunali delle Pro Loco - comunali soprattutto elemento che impediva la costituzione dei Comitati stessi, stante la disattenzione di molte Amministrazioni pubbliche. Questo è un ulteriore passo in avanti. Mi auguro che in futuro il Consiglio regionale voglia davvero considerare le Pro Loco in Piemonte come soggetto attivo nella partecipazione della nostra Regione a tutta l'attività culturale, sociale e anche turistica. Il voto, quindi, rimane un voto favorevole, Presidente; lo sottolineo anch'io, visto che ormai siamo in fase di dichiarazione da parte di tutti i Gruppi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Suino; ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Anche il nostro intervento vale come dichiarazione di voto.
Intervenendo dopo tutti quanti i colleghi che hanno saputo valorizzare gli aspetti principali e positivi e hanno fatto rilevare anche quelle che sono le caratteristiche del provvedimento, tenendo conto della relazione esaustiva che ha fatto la collega, diventa assolutamente facile esprimere anche da parte del nostro Gruppo il voto favorevole.
Rimane una serie di problemi, che con gli emendamenti abbiamo tentato in qualche modo di evidenziare; in parte sono probabilmente colmabili in questo momento attraverso l'accoglimento - che io spero avvenga - in sede di approvazione del provvedimento - in parte forse saranno da rimandare così come diceva adesso la collega Bortolin, ad una fase successiva di sperimentazione, poiché probabilmente il provvedimento risente di una certa celerità che non ha consentito di sviluppare nel dettaglio alcune questioni. Ad esempio, rimane un po' il nodo della vigilanza e quindi del ragionamento, anche possibile, su un'ipotesi di guardie volontarie turistiche o cose del genere; rimane il nodo di un finanziamento e infatti noi avevamo presentato un emendamento provocatorio relativamente ai finanziamenti, perché avrebbe avuto più senso poter ragionare con una temporalità che consentisse una sperimentazione e, sulla base di questo un ragionamento, da una parte andare a premiare quelle che sono le Pro Loco nella loro singola presenza circoscritta in un territorio, dall'altra incentivare che è un'operazione più di sinergia, di coordinamento delle Pro Loco stesse.
Detto questo, riteniamo comunque di ritirare gli emendamenti relativi all'art. 3, comma 1, all'art. 5, comma 2, e l'ultimo, mantenendo in piedi gli altri emendamenti, che pensiamo possano essere considerati dei miglioramenti.
Sarà importante, per quanto riguarda l'applicazione nei primi sei mesi nel primo anno, valutare ad un tavolo concertativo - possibilmente in una scadenza ravvicinata, dopo appunto la prima fase di applicazione - come andare a sciogliere i nodi che ancora rimangono, andando più verso quella strada di incentivazione e di impulso che questa proposta di legge si è posta come finalità principale.
Ho già provveduto a ritirare gli emendamenti che ho elencato; rimangono gli altri, sui quali attendo man mano la risposta dell'Assessore. Grazie.



PRESIDENTE

Gli emendamenti vengono ritirati dai proponenti e conservati agli atti.
Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 38 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 2.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: Art. 2, comma 1, togliere la parola "apartitiche".
La parola all'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Io lascerei tale termine, perché è presente anche all'interno della struttura delle Pro Loco stesse. Lo Statuto delle Pro Loco, cioè, comprende le parole: "associazioni apartitiche".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, questa legge - è già stato ricordato dalla collega Suino presenta qualche difetto dovuto alla fretta; non accentuiamo questi difetti, non ci metta fretta! L'Assessore dice che negli Statuti delle Pro Loco è scritto che esse sono associazioni apartitiche. Lei è certo che in tutti gli Statuti delle Pro Loco questo sia scritto? Le pongo questa domanda, ed è il motivo per cui ho presentato l'emendamento, perché mi sembra così evidente e banale che le Pro Loco non facciano riferimento ai partiti, che ritengo un po' strano doverlo precisare (escusatio non petita!). Vorrei vedere che fossero delle associazioni partitiche! Dopodiché, Assessore, probabilmente tanti Statuti delle Pro Loco sono stati scritti in tempi molto lontani. Io non so se lei possa ragionevolmente dire in quest'aula: "Sì, tutti gli Statuti delle Pro Loco scrivono 'apartitico'". Può darsi che in qualche Statuto, magari di Pro Loco recentemente costituite, si sia evitata una precisazione che considero inutile e non richiesta.
Per questo motivo, ritengo non ci sia la necessità di scrivere, in una legge della Regione Piemonte, che le Pro Loco sono associazioni apartitiche, perché è già così, e non mi sembra che per tutte le associazioni senza scopo di lucro si vada a precisare che sono associazioni apartitiche. Mi sembra una denominazione anacronistica; forse in passato poteva esserci l'esigenza di fare una precisazione in questo senso.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, la sua perorazione ha avuto successo: la Giunta accoglie il suo emendamento, che pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 38 voti favorevoli.
2.2) Emendamento presentato dall'Assessore Racchelli: Art. 2, comma 2, dopo le parole "del territorio", aggiungere le parole "a livello locale".
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Assessore Racchelli, condivido l'emendamento, però sottolineo che è già previsto dall'articolo che abbiamo appena approvato. L'art. 1, infatti definisce che le Pro Loco hanno competenza nei luoghi in cui operano, siano essi Comuni o frazioni. Non ripetiamo questo concetto, perché è anche definito che la Pro Loco non può occuparsi di questioni che stanno al di fuori di essa. Segnalo solo questo.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Preferisco metterlo, perché è sulla promozione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Anch'io, Assessore, ho qualche dubbio nell'accogliere l'emendamento perché limitare l'attività delle Pro Loco, che non è solo quella della promozione, inserendo lo specifico: "a livello locale", non consente di andare oltre, magari su altre attività sulle quali, invece, sarebbe opportuno farlo.
Ricordo, ad esempio, alcune iniziative di Pro Loco ubicate nel mio territorio, che hanno un certo rilievo, ben più ampio di quello locale. E' dunque, una riduzione non comprensibile e poco chiara, rispetto all'obiettivo che lei vuole raggiungere.
Non riesco, pertanto, ad inserire in modo positivo l'emendamento; lo valuto, invece, in modo negativo e riduttivo. La mia, comunque, è un'osservazione; se l'Assessore vuole specificare ulteriormente, magari ci consente di capire meglio.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Sull'onda delle cose dette dai colleghi precedentemente, quindi in maniera assolutamente libera, vorrei dare il mio contributo, anche in una previsione di applicazione legislativa di altre leggi della Regione Piemonte.
Se verrà applicato, per esempio, il grande progetto della legge sulla collina, noi avremo, per legge regionale, delle Pro Loco che promuovono iniziative di dimensione collinare, che prescindono dal territorio specifico. Potrebbe accadere che questo tipo di legge regionale confligga con altre leggi regionali; mentre i colleghi parlavano, a me veniva in mente questo.
Oggi - almeno lo spero - il percorso fatto dai piccoli Comuni tende non a riconoscersi in iniziative prettamente campanilistiche, ma a riconoscersi in iniziative di carattere progettuale che, per esempio riguardano una valle. Faccio il piccolo esempio del mio Comune: le iniziative che si organizzano, si tende a farle considerare tali da tutto il comprensorio. Un'iniziativa promossa in un certo Comune, viene individuata, cioè, come un'iniziativa almeno di valle, se non di comprensorio.
In questo senso, dato che la Pro Loco del Comune di Scurzolengo - per fare un nome - resta la Pro Loco del Comune di Scurzolengo, se noi mettiamo: "iniziative a livello locale", potrebbe essere interpretato esclusivamente in favore della Pro Loco di quel Comune.
Da questo punto di vista, potrebbe essere prudente, in questa fase, non inserirlo e vedere quello che succede, in applicazione di altre leggi regionali.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 2.2) è ritirato dal proponente e conservato agli atti.
2.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Riggio e Riba: All'art. 2, comma 1), lettera a), sostituire le parole "proponendo alle" con le parole "disponendo per le".
La Giunta non accoglie l'emendamento. Ha chiesto la parola la Consigliera Suino; ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Presidente, ritiriamo l'emendamento.



PRESIDENTE

L'emendamento 2.3) viene ritirato dai proponenti e conservato agli atti.
2.4) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: All'art. 2 comma 1, eliminare la lettera c).
La parola alla Consigliera Simonetti per l'illustrazione.



SIMONETTI Laura

Per spiegare all'Assessore il senso dell'emendamento. La lettera C) dell'art. 2, che dispone gli obiettivi e i compiti delle Pro Loco stabilisce che è necessario attribuire alle Pro Loco il compito di sviluppare l'ospitalità e l'educazione turistica d'ambiente. Intanto Assessore, non si capisce bene cosa significhi "sviluppare l'ospitalità" l'educazione turistica d'ambiente e l'ospitalità, intese in senso lato generale, rispetto ad una metodologia d'intervento, d'accoglienza, di promozione, di educazione ambientale, sono elementi già compresi nel punto A), nel punto B) e negli altri punti. Quindi: curare l'informazione e l'accoglienza dei turisti, sviluppare una valorizzazione del patrimonio culturale, ambientale, nonché storico, monumentale e quant'altro.
Chiedo all'Assessore se riesce a spiegare se questo punto fa riferimento ad un settore d'intervento specifico; se, invece, fa riferimento ad un assetto d'intervento generale, rivolto all'educazione ambientale, questo è già compreso. Altrimenti facciamo un elenco di troppi punti ed esasperiamo il ruolo importante ed anche più semplice che possono avere le Pro Loco, con i mezzi che hanno a disposizione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

C'è una differenza tra l'accoglienza e l'ospitalità. Le Pro Loco hanno il compito di favorire l'ospitalità, cioè il modo di accogliere e il modo di favorire l'integrazione del turista nell'ambito del tessuto culturale sociale, economico ed umano del territorio, perché sono elementi di grande connessione tra il turista ed il sistema locale.
L'accoglienza è un conto, mentre l'ospitalità è un altro; ospitalità significa far sentire a casa propria, cioè cercare di assimilare la cultura propria con la cultura di chi viene da lontano. Sono un insieme di azioni però l'ospitalità è importante nel contesto generale.
Sono due cose completamente diverse: uno è un fatto meccanico, l'altro è un fatto filosofico.



PRESIDENTE

La Giunta, pertanto, non accoglie l'emendamento, che pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 1 voto favorevole e 28 contrari.
2.5) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Riggio e Riba: All'art. 2 comma 1, lettera d) sostituire la parola "stimolare" con la parola "determina".
La Giunta non accoglie l'emendamento, che pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 12 voti favorevoli e 25 contrari.
2.6) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: Art. 2, comma 1, lettera d), togliere la parola "l'incremento è".
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Assessore Racchelli, questo articolo è molto ridondante: non aiutiamo le Pro Loco facendo la descrizione del mondo perché qui c'è quasi la descrizione del mondo. Tutti conosciamo gli ambiti di attività della Pro Loco, sono già superdescritti, non aggiungiamo anche la Pace in Bosnia, non carichiamo le Pro Loco di compiti che non è loro competenza assolvere.
Aiutiamole nello svolgimento dei compiti propri. Alla lettera D) diciamo che le Pro Loco devono occuparsi dei servizi di accoglienza, delle infrastrutture (adesso si mettono a costruire i ponti!), della ricettività alberghiera ed extralberghiera. E' tanto! Va bene, Assessore, lasciamolo però diciamo che le Pro Loco stimolino il miglioramento di questi servizi senza aggiungere "stimolino l'incremento", perché l'incremento è uno degli aspetti del miglioramento, ma può anche non esserlo. L'incremento è il tipico atto di governo di un Comune, di una Comunità montana, di una Provincia, perché segna una direzione. Il compito di una Pro Loco è chiedere il miglioramento di quei servizi; poi ci sarà il Comune che decide che migliorare vuol dire aumentare o diminuire, vuol dire fare e vuol dire organizzare: questo è il senso dell'emendamento.
Considero più giusto che le Pro Loco stimolino il miglioramento dei servizi di accoglienza e di ricettività.



PRESIDENTE

L'emendamento viene accolto dalla Giunta; lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 42 voti favorevoli.
2.7) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Riggio e Riba: Art. 2, comma 1, lettera e) abrogare.
Tale emendamento è ritirato dai proponenti e conservato agli atti.
2.8) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: All'art. 2 comma 1, lettera e) sostituire le parole "nella vigilanza.", con le parole "per il miglioramento della...".
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Anche in questo caso io non assegnerei alle Pro Loco dei compiti di vigilanza di questo genere. Assegnerei alle Pro Loco il compito di operare per il miglioramento di queste cose, ma non darei alle Pro Loco il compito di organizzare qualcuno con un bracciale che vada a vedere se l'autobus di linea ha effettuato la fermata oppure no. Il compito di vigilanza è in capo ad altre associazioni. Caricare sulle Pro Loco, che hanno bisogno di fiato e di idee, l'ulteriore compito di verificare se il tale ufficio è stato aperto dalle ore 9.00 alle 12.00, significa sobbarcarle in un'attività che non penso sia ad oggi un'attività sulla quale spendere dei soldi, delle risorse. Vogliamo comunque che le Pro Loco prestino attenzione sul funzionamento di questi servizi? E' giusto che controllino i servizi, che si informino, praticamente devono lavorare per migliorare i servizi. Ma se noi diciamo loro di vigilare ne nasce un'organizzazione che intrappola le Pro Loco in queste cose.



PRESIDENTE

L'emendamento viene accolto dalla Giunta.
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 42 voti favorevoli.
2.9) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: All'art. 2 comma 1, la lettera f) è così sostituita: "f) collaborare con le ATL per l'informazione ed accoglienza dei turisti".
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

In questo caso, Assessore Racchelli, dobbiamo porci il problema se le Pro Loco le vogliamo tutti aiutare a diventare uno dei momenti di vitalità dell'organizzazione della vita turistica e non turistica dei Comuni. Come vede, Assessore, tutti gli emendamenti vanno in questa direzione. Non dimentichiamo che ci sono delle Agenzie turistiche locali che hanno compiti specifici in questa materia. L'emendamento propone di tenere unite queste due realtà, ma non di sovrapporle con delle competenze. Quindi ben venga che la Pro Loco curi l'informazione e l'accoglienza dei turisti, in accordo con l'ATL e non aprendo appositi uffici, altrimenti si corre il rischio di chiedere alla Pro Loco di affittare una stanza pian terreno, ma se c'è l'ATL, allora diciamo alle Pro Loco che insieme all'ATL si diano un po' da fare.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

In effetti su questo punto c'è stata una svista. Aggiungerei le parole "in accordo con le ATL", perché ci sono delle convenzioni anche con altri enti. Se è possibile modificare l'emendamento in accordo con le ATL.
Presento io un altro emendamento.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Ma, Assessore Racchelli, pensiamo bene, perché esiste un problema di autonomia, per cui bisogna analizzare bene questo passaggio. Dire "in accordo con le ATL", scritto in questo modo, potrebbe significare un vincolo fortissimo all'autonomia. Vorrei capire come viene formulato.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Le Pro Loco possono fungere da uffici se hanno l'accordo con le ATL però credo che nel sistema dell'offerta turistica locale non si possa prescindere, se si vuole aprire un ufficio turistico, dall'avere un accordo con le ATL. Pertanto aggiungerei alla fine le parole "in accordo con le ATL".



PRESIDENTE

L'emendamento dei Consiglieri Chiezzi e Simonetti è ritirato e viene sostituito dal seguente: 2.10) Emendamento presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Racchelli: Art. 2, comma 1, lettera f), aggiungere dopo le parole "altri enti" le parole "in accordo con le ATL".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto all'unanimità dei 42 Consiglieri presenti.
Procediamo quindi alla votazione dell'art. 2, così emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 42 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 Comunico all'aula che l'emendamento n. 3.1) è ritirato dai proponenti e conservato agli atti.
3.2) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: All'art. 3, comma 1, quarta riga, dopo "Pro Loco", aggiungere "iscritte a tale Unione".
La Giunta accoglie tale emendamento, che pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto all'unanimità dei 42 Consiglieri presenti.
3.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: All'art. 3, comma 2, togliere "apartitico".
Pongo in votazione l'emendamento, accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto all'unanimità dei 42 Consiglieri presenti.
3.4) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Riggio e Riba: Art. 3, comma 4, abrogare.
Tale emendamento viene ritirato dai proponenti e conservato agli atti.
Procediamo dunque alla votazione dell'art. 3, così emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 42 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 42 L'art. 4 è approvato.
ART. 5 Comunico all'aula che l'emendamento n. 5.1) è ritirato dai proponenti e conservato agli atti.
Si proceda alla votazione dell'art. 5 nel testo originario per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 42 L'art. 5 è approvato.
ART. 6 6.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Riggio e Riba: Art. 6, comma 4, prima di "regionali", aggiungere "locali".
L'Assessore accoglie l'emendamento, che pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto all'unanimità dei 42 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione dell'art. 6, così emendato per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 42 L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 42 L'art. 7 è approvato.
ART. 8 Comunico all'aula che l'emendamento n. 8.1.) è ritirato dai proponenti e conservato agli atti.
Si proceda alla votazione dell'art. 8, nel testo originario, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 42 L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 42 L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 42 L'art. 10 è approvato.
Si proceda infine alla votazione dell'intero testo della legge così emendata mediante sistema elettronico.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI' 41 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Comunita' montane

Esame disegno di legge n. 658 "Modificazione all'art. 3 della L.R. 2/7/99 n. 16 'Testo unico delle leggi sulla montagna in attuazione del c. 2 dell'art. 7 della L. 3/8/97, n. 265 'Disposizioni in materia di autonomia ed ordinamento degli Enti locali, nonché modifiche alla L. 8/6/90, n. 142'. Inserimento dei Comuni di Castel Boglione, Castel Rocchero, Montatone Rocchetta Palafea nella Comunità montana Langa Astigiana Val Bormida"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 34) all'o.d.g., che prevede l'esame del disegno di legge n. 658.
Non ci sono emendamenti. Al momento del voto in Commissione erano presenti i Gruppi: Forza Italia, Alleanza Nazionale, Polo Popolare Democratici di Sinistra.
Chiedo al relatore di svolgere la propria relazione.



VINDIGNI Marcello, relatore

Sulle Comunità montane si sono ridefiniti i confini, ma in quella circostanza non tutte le questioni aperte trovarono definizione nel testo legislativo, tant'è che il Consiglio regionale approvò un ordine del giorno che impegnava la Giunta ad attivare tutte le iniziative necessarie affinch la Commissione censuaria centrale del Ministero delle Finanze provvedesse ad includere nell'elenco dei Comuni montani l'intero territorio dei Comuni di Ceva e Lesegno, prima solo in parte compreso nel territorio montano, e impegnava pure la Giunta ad assumere ogni possibile provvedimento al fine di consentire ai Comuni di Montabone, Rocchetta Palafea e Castel Boglione l'inserimento nella Comunità montana Langa Astigiana - Valle Bormida.
La legge n. 265, successivamente approvata a livello nazionale, dava la possibilità alle Regioni di ridefinire, entro 6 mesi dall'entrata in vigore della stessa, i confini delle Comunità montane.
Certamente sarebbe auspicabile che la legge trovasse applicazione a livello dell'intero territorio regionale, puntando ad un riesame della materia. Tuttavia, avendo il Consiglio regionale già espresso un preciso orientamento, la Giunta, sulla questione riguardante questa parte del territorio astigiano, ha presentato il disegno di legge n. 658, che consente di inserire i Comuni di Castel Boglione, Castel Rocchero Montabone e Rocchetta Panafea nella Comunità montana Langa Astigiana Valle Bormida.
Il disegno di legge è stato esaminato nella competente Commissione e ha avuto il parere unanime dei Commissari; viene rassegnato all'aula perch possa deliberare in proposito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Il collega relatore del disegno di legge della Giunta è stato esaudiente. Mentre leggeva il testo, ho avuto modo di leggere, anche se velocemente, la relazione e mi pare che le motivazioni per favorire l'inserimento dei Comuni citati nella Comunità Montana Langa-Astigiano-Val Bormida esistano tutte. Faccio notare che, ad un certo punto della relazione, è indicato che il progetto di legge si pone in linea con il disegno di legge che individua i livelli ottimali di esercizio delle funzioni conferite ai sensi della 112 in corso di approvazione del Consiglio regionale.
E' un problema che pongo alla Giunta. Noi abbiamo approvato la legge dove c'è quella parte sui livelli ottimali. La domanda, allora, è questa: giungendo, questo provvedimento, successivamente all'altro che stabilisce alcuni criteri, se l'Assessore mi può ricordare quali sono quei criteri non li ricordo più - e se esiste una compatibilità.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore agli Enti locali

Rispondo volentieri perché questa è una grossa novità dal punto di vista dell'assetto amministrativo e territoriale della nostra Regione.
La legge 265 finalmente ci consente di estendere il perimetro delle Comunità Montane anche a Comuni non montani; questo ci consente di dare finalmente una risposta alla richiesta di questi quattro Comuni della provincia di Asti, che già nella passata legislatura, nel 1990, posero la richiesta pressante di essere ricompresi nella Comunità Montana. Oggi, pur non assumendo caratteristiche montane, ma mantenendo le loro caratteristiche censuarie, possiamo ricomprendere nella Comunità montana che ai sensi della 265 è unione di Comuni a tutti gli effetti (Comuni montani, ma comunque Comuni) questi Comuni senza che diminuisca il flusso di finanziamento verso i Comuni montani. Cioè a dire: entrano quattro Comuni nuovi nella Comunità montana, ma questi, non essendo montani, non spartiscono il fondo regionale e nazionale per la montagna. Questa è la prima questione.
La seconda questione: nel provvedimento che abbiamo approvato la scorsa settimana, abbiamo fatto rientrare gli ambiti ottimali, per cui la Comunità montana risulta ambito ottimale. Ma c'è di più: abbiamo riconosciuto anche la Comunità collinare come ambito ottimale, cioè come perimetrazione del territorio regionale che ci consente una maggiore efficienza nella gestione dei servizi. Oggi diamo semplicemente nuovo corso a questa situazione, che ci auguriamo diffusa sul territorio, in cui i piccoli Comuni, pur mantenendo la loro autonomia e specificità, si raggruppano in unioni possono godere dei finanziamenti dello Stato e della Regione destinati alle unioni per la gestione associata dei servizi e finalmente riescono ad erogare quei servizi che a tutt'oggi non riescono più ad erogare.
La risposta quindi è triplice: i Comuni montani e le popolazioni montane continuano a mantenere i finanziamenti che erano destinati; la Comunità montana, in quanto unione di Comuni, può estendere la sua funzione di coordinamento di gestione dei servizi, anche a Comuni non montani; la nostra Regione si sta organizzando in modo volontario - e questo è estremamente importante - per l'unione di Comuni che consentono la riorganizzazione dei servizi, ma anche una migliore efficienza nella risposta alla cittadinanza in ordine ai servizi e quindi a tutte le necessità.
La risposta alla domanda del collega, dunque, è: sì, gli ambiti ottimali sono stati definiti dal Consiglio, all'interno dell'ex disegno di legge 467, che abbiamo approvato, che ha portato nel suo interno, come richiesto dalla Conferenza permanente, tutta quella normativa che era relativa all'associazionismo tra i Comuni.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MINERVINI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Assessore, lei ha fatto riferimento alle questioni che sono state indicate nella 265. Come sappiamo, nella 265, rispetto alla 142, è stata introdotta questa grande novità: la gestione associata dei servizi, una novità rispetto ai meccanismi di tipo associativo previsti nella 142.
Nel ddl 467, dunque, abbiamo fatto riferimento alla 265; adesso invece, modifichiamo il testo unico delle leggi sulla montagna, in modo specifico consentiamo l'inserimento di questi Comuni non totalmente montani o non montani, che quindi partecipano alla gestione associata dei servizi.
Mi pare che il meccanismo sia condivisibile.
La questione che pongo è di questo tipo: nel 467 noi non abbiamo definito, dal punto di vista territoriale, gli ambiti ottimali. Se leggiamo il 467, possiamo rendercene conto, così come non abbiamo definito l'ambito ottimale della comunità collinare. Nella legge sulla collina abbiamo fatto riferimento al fatto che si sarebbe dovuta approvare l'applicazione del 112 o del 467. Infatti si fa riferimento a questo successivo provvedimento anche per le comunità collinari per la definizione degli ambiti ottimali anche se la comunità collinare viene individuata, per la gestione di alcuni servizi, come livello per la gestione associata. Questo è vero, ha perfettamente ragione. Il problema è che anche per la comunità collinare si fa riferimento al provvedimento che avrebbe dovuto essere approvato dopo e che è stato approvato. Nel 467, però, negli ambiti ottimali noi abbiamo indicato - con il testo sottomano possiamo essere più precisi e verificare se c'è coerenza con le cose che scriviamo - che "l'ambito ottimale per il servizio 'X' è definito territorialmente in questa maniera", ma abbiamo definito dei criteri. Ne ricordo uno, che mi pare il più logico, che è quello che i Comuni fossero confinanti. Ce ne sono, mi pare, indicati fino al punto d), per cui credo che anche questo provvedimento, che giunge successivamente, perché fa riferimento, come è scritto nella relazione, al 467, deve essere coerente con quei criteri che sono stati indicati nel 467.
Chiedo soltanto di verificare se c'è questa coerenza, anche se ricordo che nella 467 abbiamo indicato, laddove parliamo di ambiti ottimali, anche la possibilità di deroghe rispetto a quei criteri, con un ruolo da parte delle Province.
Se è possibile chiedo ai funzionari di avere il disegno di legge n. 467 per verificare se c'è coerenza, visto che nella relazione si fa riferimento, in modo specifico, a quell'intervento, che mi sembra "costruito" ancora prima che il disegno di legge n. 467 venisse approvato.



(Breve dialogo, fuori microfono, fra il Consigliere Saitta e l'Assessore Vaglio)



SAITTA Antonino

Questo conferma la mia opinione Nel senso che noi definiamo un criterio che è l'ambito ottimale e poi lo possiamo derogare introducendo i Comuni nell'ambito della Comunità montana. Noi stabiliamo come principio - lo ricordo perfettamente, e la lettura adesso mi conferma nella mia opinione che nell'art. 5 abbiamo indicato che i livelli ottimali degli esercizi associati a delle funzioni da parte di Comuni con minore dimensione demografica sono indicati in base ai seguenti criteri: appartenenza dei soggetti interessati alla stessa Provincia, allo stesso Circondario, laddove istituito ai sensi della L. 142/90 contiguità territoriale dei soggetti interessati soglia minima demografica di 5.000 abitanti.
Questi sono i criteri e gli ambiti ottimali.
Aggiunge il comma due...



PRESIDENTE

Assessore, se lei non ascolta non riuscirà a rispondere!



SAITTA Antonino

Assessore, parlando di livelli ottimali nell'art. 5 abbiamo indicato tre criteri a cui si può derogare: il primo è l'appartenenza dei soggetti alla stessa Provincia o allo stesso Circondario, laddove istituito alla stessa Comunità montana; il secondo è la contiguità territoriale dei soggetti interessati; il terzo criterio è la soglia minima demografica di 5.000 abitanti.
Mi sembra di capire che sono tre criteri tra loro concatenati, non uno o l'altro ma tutte e tre le condizioni debbono verificarsi. Dopodiché, è perfettamente vero che nelle zone montane la Comunità montana costituisce il livello ottimale per tutti i Comuni che la costituiscono.
Noi introduciamo il principio che allarghiamo i Comuni, la dimensione territoriale delle Comunità montane e deroghiamo a quei criteri, perché lo consente la legge. La gestione ottimale è quella dei Comuni e della Comunità montana: questo è il criterio generale. Aumentiamo il numero dei Comuni che partecipa alla Comunità montana e in questa maniera la definizione, in termini teorici, di livelli ottimali, così come prevede l'art. 5, ricorrendo al meccanismo della modificazione dei confini della Comunità montana, consente di fare qualunque cosa, indipendentemente dal livello ottimale. Il livello ottimale non è un fatto puramente istituzionale, esso deve rispondere a dei criteri di carattere economico di gestione associata in modo ottimale, dal punto di vista economico, dei servizi, deve corrispondere a un criterio di tipo istituzionale.
Se, stabiliti i criteri, cominciamo subito ad applicare le deroghe vuol dire che non abbiamo nessuno disegno di livelli ottimali nella gestione dei servizi.
A questo punto, potremmo aumentare il numero dei Comuni appartenenti alle Comunità montane indipendentemente dal fatto che sono Comuni montani.
Ci agganciamo sicuramente ad un'Istituzione più consolidata, ma rinunciamo a svolgere un ruolo di definizione territoriale il più possibile compatibile con gli obiettivi che sono stati stabiliti nella L. 59/97 e nella L. 265.
Nel momento in cui la Giunta regionale ritiene di dover applicare una deroga rispetto ai criteri prioritari, che sono il punto a), b), c) del primo comma dell'art. 5, dovrebbe essere nelle condizioni di dimostrare dal punto di vista della gestione dei servizi, che quest'ambito è sicuramente ottimale dal punto di vista della gestione dei servizi.
A me sembra che, non stabilendo criteri essenziali, creiamo un precedente che consente di ricorrere ad una modalità più semplice, perch facciamo riferimento ad una istituzione esistente, ma non è detto che la soluzione più semplice sia la più utile dal punto di vista della gestione dei servizi.
Noi potremmo trovare - e dico una banalità - il Comune di Rosta che ad un certo punto possiamo ritenere che probabilmente è più utile che questo Comune abbia la gestione associata dei servizi con i Comuni della Val di Susa; pertanto aggiungiamo nella Comunità montana della Val di Susa anche il Comune di Rosta.
Abbiamo fatto sicuramente un'operazione semplice, forse avremmo risolto un problema immediato, ma sicuramente avremmo creato delle condizioni che potrebbero limitare la definizione di un ambito territoriale, magari più vicino ad Avigliana o ad Almese o più vicino ad altro Comune, dove si definisce un livello ottimale di gestione dei servizi molto più utile. Il problema è di questo tipo.
Le considerazioni che ho svolto credo abbiano un senso, e suppongo che la Commissione le abbia attentamente valutate. La domanda che rivolgo è la seguente: nel momento in cui si sceglie questo meccanismo, siamo nelle condizioni? La Commissione ha esaminato le altre possibilità? Non è che precludiamo la possibilità che si possa costituire un livello confinante che può essere ad esempio quello collinare? Io non conosco questa realtà dei Comuni, ma potrebbe anche esserci la possibilità che quella zona sia interessata dalla istituzione di un livello come quello delle Comunità collinari. Abbiamo tre possibilità: le Comunità montane...



(Commenti, fuori microfono dell'Assessore Vaglio)



SAITTA Antonino

Voglio capire cosa succede! Noi abbiamo tre possibilità, Assessore: la possibilità delle Comunità montane che esistono, e che adesso si vogliono modificare; la possibilità delle Comunità collinari, che bisogna istituire in termini di ambiti; la terza possibilità - ripresa dalla L. 265 - è quella della gestione associata dei servizi per i quali bisogna ancora varare il provvedimento di carattere incentivante, ma sono...



(Commenti, fuori microfono dell'Assessore Vaglio)



SAITTA Antonino

Termino il mio intervento. Noi abbiamo, quindi, queste tre possibilità: le Comunità Montane, le Comunità collinari e la gestione associata dei servizi.
Nel momento in cui scegliamo una modalità, ne ampliamo i confini e in qualche maniera limitiamo le altre due possibilità.
Mi domando, in questo momento, in cui bisogna definire, stabilire veramente quali sono i livelli ottimali, se abbia senso che noi cominciamo a precludere, attraverso un allargamento dei confini, le altre modalità? Propongo di stabilire un precedente che potrebbe essere applicato in qualunque momento.
Prima di passare ai voti, all'esame dei singoli articoli, dove riproporrò questo tema sul singolo articolo, mi interessa sapere, rispetto alle questioni che in qualche maniera ho posto, quali sono le scelte che ha compiuto la Giunta e che cosa succederà in quella zona per quanto riguarda gli altri aspetti. Quella relativa alle Comunità collinari e quella relativa alla gestione associata dei servizi.
Chiedo anche all'Assessore che di questa questione mi venga fornito qualche elemento che giustifichi la scelta. Mi riservo comunque di intervenire dopo le risposte dell'Assessore.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

L'VIII Commissione nella sua ultima seduta ha licenziato parecchi provvedimenti. Personalmente non ho potuto controllare i testi delle relazioni che corredavano i provvedimenti nel momento in cui sono giunti in aula. Di questo mi dolgo, la colpa è mia, certamente il riferimento agli ambiti ottimali contenuti nel secondo comma della relazione, è una forzatura, perché la legge n. 265 è molto chiara: dà la possibilità alla Regione di ridefinire i confini delle Comunità Montane sulla base di elementi che hanno a che par fare con la situazione socio-economica territoriale, culturale e geografica locale.
La questione degli ambiti ottimali è diversa, così com'è trattata dalla legge attuativa della legge n. 467. Gli ambiti ottimali sono a geometria variabile e sono in funzione delle attività che si intendono delegare ai Comuni i quali si organizzano in relazione allo svolgimento delle attività delegate. Quindi potrebbe esserci un ambito ottimale per la gestione dei servizi alla persona; un altro ambito ottimale per la gestione delle politiche attive del lavoro e così via.
Il problema posto dal collega Saitta ha una sua consistenza che più volte in questa legislatura abbiamo sollevato senza che trovasse una risposta politica istituzionale. Si tratta della copertura dell'intero territorio regionale con una struttura amministrativa intermedia tra il Comune e la Provincia che tenga conto della specificità della nostra Regione composta da 1207 Comuni. Mi dice l'Assessore che oggi sono 1206 forse è andato avanti un processo di unificazione, probabilmente si è concluso quello del biellese. Ringrazio l'Assessore che ci comunica che si è concluso il processo di unificazione di Mosso Santa Maria e Pistolese ringrazio anche la collega Bortolin che ci fornisce queste informazioni. E' un argomento sul quale ha lavorato l'VIII Commissione con celerità, proprio perché era importante dare dei segnali che andassero nella direzione della riorganizzazione del sistema amministrativo.
L'attuazione della legge n. 16 e la legge sulla collina non danno una risposta completa. C'è buona parte del territorio, quello di pianura, che non è organizzato a livello intercomunale.
Oggi abbiamo dei riferimenti importanti che sono gli sportelli unici.
Le risposte fornite dal sistema delle Autonomie locale al bando regionale per l'assegnazione di finanziamenti relativi all'attivazione degli sportelli unici, riguardano 700 Comuni, per un totale di 68 ambiti territoriali sovracomunali organizzati sugli sportelli unici.
Ritengo che l'esperienza degli sportelli unici, una volta conclusa in un arco temporale che può essere di un anno o due anni al massimo, potrebbe dare alla Regione elementi significativi per definire e completare le forme di rappresentanza sovracomunale che nella nostra Regione sono assolutamente necessarie.
Diversa è la questione degli ambiti ottimali. Purtroppo nella relazione il riferimento agli ambiti ottimali ha creato un elemento di confusioni che andava chiarito e forse la cosa migliore per chiarirlo è eliminare dalla relazione le tre righe che richiamano la questione degli ambiti ottimali.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore agli Enti locali

Intervengo per spiegare il perché non accolgo gli emendamenti.
Colleghi, probabilmente vi è sfuggito un dato. Il dato più importante che abbiamo stabilito con l'approvazione della legge derivata dal disegno di legge n. 467 è che la definizione degli ambiti - e quindi delle unioni e quindi di queste strutture sovracomunali, di cooperazione - è vo-lon-ta rio.
Perché la Giunta ha provveduto a rispondere alla richiesta dei quattro Comuni? Perché tutti e quattro i Comuni hanno deliberato chiedendo l'ingresso nella Comunità montana. Per contro la Comunità montana attraverso una delibera, ha accettato e quindi c'è l'espressione piena della volontarietà di costituzione di un ambito sovracomunale. Chiamatelo Unione dei Comuni, chiamatelo Comunità montana, questo poco importa, quello che importa è che esiste la volontarietà espressa di questi Comuni di creare una forma sovracomunale di cooperazione.
Perché, secondo me, non si può invece aderire agli emendamenti che vengono presentati. Proprio perché sono l'espressione di una volontà calata dall'alto. Qui non esercitiamo il riconoscimento di un processo, ma facciamo calare dall'alto una volontà che non è priva di rischi.
Oggi stiamo procedendo sul tentativo di riorganizzazione delle aree collinari. Questa è una richiesta che ci consente di fare un primo passo andiamo per tappe - ha detto bene il Presidente della Commissione Vindigni dopodiché verificheremo la risposta degli sportelli unici, dovremmo verificare la risposta dei bandi che la Regione fa per promuovere le forme associate. Al momento ci sono i quattro Comuni astigiani che chiedono di entrare nella Comunità, nell'Unione di comuni preesistente; abbiamo tutti i documenti, tutte le delibere che ci dimostrano che questa non è una forzatura, ma una richiesta del territorio e noi rispondiamo semplicemente ad una richiesta del territorio. Mettiamo in condizione il territorio di organizzarsi come meglio crede. Gli emendamenti proposti a questo titolo è possibile abbiano la stessa ratio, ma non hanno seguito lo stesso iter.
Ritengo che la Regione, chiunque sia a governarla per i prossimi cinque anni, prima di tutto dovrà rispettare la volontà del territorio in merito al sistema di organizzazione e, successivamente, interrogarsi sulla bontà dei provvedimenti scelti per riorganizzare il territorio stesso.
Abbiamo deciso che la nostra è un funzione di promozione, di indirizzo e non una funzione diversa, di costrizione, all'interno di forme studiate a tavolino. Quindi, in questo caso, ritengo che abbiamo semplicemente fornito una risposta.
Certo, gli interrogativi sono ancori tanti e sono vasti. Giustamente il Consigliere Saitta diceva che, forse, vi erano forme diverse - sicuramente.
Non siamo nella fattispecie della Valle di Susa; qui non parliamo di cinquantamila abitanti; qui parliamo di una Comunità montana con meno di cinquemila abitanti, che gravita sulla valle che scende verso Canelli, i quattro comuni circostanti gravitano sullo stesso areale e tutti insieme non raggiungono mille abitanti. Quindi, non stiamo sconvolgendo il mondo stiamo consentendo ad una comunità di 6.500 abitanti di cooperare affinch si possa realizzare un sistema che, tramite una gestione associata potrebbe riportare un minimo di benessere a queste popolazioni.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 1.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Riba e Peano: Art. 1, aggiungere il seguente comma: "2. All'elenco dei comuni costituenti la Comunità delle Valli Monregalesi è aggiunto il Comune di Pianfei".
1.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Riba e Peano: Art. 1, aggiungere all'art. 1 il seguente comma: "3. L'elenco dei comuni costituenti la Comunità Montana delle Valli Mongia Cevetta e Langa Cebana sono aggiunti i comuni di Bastia, Clavesana e Farigliano".
La Giunta regionale si dichiara contraria.
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Non ho avuto modo di verificare con il mio collega Peano, non conoscendo la zona, il significato della richiesta di includere altri comuni.
Credo che i colleghi Peano e Riba facciano questa proposta a ragion veduta, nel senso che prevedono per questi comuni la possibilità di ottenere, in qualche maniera...



(Intervento, fuori microfono dell'Assessore Vaglio)



SAITTA Antonino

Assessore, dovrà sopportarmi fino a questa sera.



(Intervento, fuori microfono dell'Assessore Vaglio)



SAITTA Antonino

Assessore, dovrà essere un po' più rispettoso, non è la prima volta che quando qualcuno...



(Intervento, fuori microfono dell'Assessore Vaglio)



SAITTA Antonino

Non la pazienza. Non credo di fare...



(Intervento, fuori microfono dell'Assessore Vaglio)



SAITTA Antonino

Siccome non è la prima volta che, quando viene mosso qualche rilievo da parte mia, passa agli insulti personali e mi è anche stato riferito da persone vicino a lei, quindi deve stare molto attento.



(Intervento, fuori microfono dell'Assessore Vaglio)



SAITTA Antonino

No, deve stare attento.
Non minaccio nessuno, deve essere educato, come è giusto che sia educata una persona che siede in questi banchi, che non può sicuramente insultare le persone e i colleghi che hanno posizioni diverse.



PRESIDENTE

Non ho colto alcun insulto.



SAITTA Antonino

Questa mi pare la condizione minima, non è la prima volta.
Chiedo questo rispetto anche se siamo all'ultimo giorno.
Presidente, il fatto che alcuni colleghi pongano la questione di aggiungere alcuni comuni oltre a quelli previsti vuol dire che non è un tema polemico fine a sé stesso.
In relazione a questa richiesta suppongo e immagino che questi comuni in qualche maniera, possano godere degli stessi benefici richiamati precedentemente nella relazione svolta dall'Assessore. Inoltre indicano anche che questo processo di gestione associata dei servizi non è determinato soltanto da un fatto spontaneo. Il fatto spontaneo sicuramente è importante, ma credo sia anche utile governare il processo, certamente senza costrizione. D'altronde noi Popolari avevamo contestato una sua proposta di legge laddove, ancora prima della legge n. 265, prevedeva la fusione dei Comuni e incentivi alla stessa. Lo ricordo perfettamente, per cui lei propose un sistema...



VAGLIO Roberto, Assessore agli Enti locali (fuori microfono)

Collega si sbaglia, non era mia, era della Giunta, non avevo quella delega. Mi dispiace, ma non avevo quella delega!



SAITTA Antonino

Era della Giunta, va bene, mi pare che lei faccia ancora parte di questa Giunta.
Nel 1987, la sua Giunta avanzò una proposta di legge che prevedeva dei contributi affinché i Comuni si unissero applicando la legge n. 142/90, che era il primo passo per la fusione dei Comuni.
Apprezzo il fatto che la sua Giunta abbia cambiato completamente opinione e che non abbia una visione istituzionale di ingegneria a tavolino, però da qui, dicendo che tutto è di tipo volontaristico, al fatto che, invece, si deve governare un processo, tenendo conto del territorio e degli elementi esistenti, intercorre un'elevata distanza.
Colui che governa questi processi, in qualche maniera, deve porsi il problema se nel momento in cui i Comuni di Bastia, Clavesana o Farigliano pongono una questione la stessa deve essere oggetto di valutazione.
Se il ruolo della Regione si riduce soltanto alla pura e semplice ratifica di richieste di posizioni, che maturano soltanto a livello locale senza preoccuparsi di tutto il resto, il ruolo della Regione è un ruolo notarile. Non dico che si deve costringere perché anche noi, prima della Giunta, avevamo questa opinione. Non si deve sicuramente avere una posizione di quel tipo, ma su queste questioni deve esserci una posizione più attenta e di analisi.
E' noto che rifiutando questo emendamento vi è la pura e semplice registrazione di una questione che proviene dai Comuni - pura e semplice! Sulle questioni poste, in qualche maniera, avrebbe dovuto esserci un'iniziativa.
Constato la completa mancanza di governo per quanto riguarda questo processo, che è una questione reale.
Noi, in qualche modo, stabiliamo principi, emaniamo leggi, stabiliamo criteri; dopo di che, nel momento in cui dovremo procedere ad un'autonoma valutazione e nel momento in cui pensiamo che sarebbe utile che qualche Comune partecipasse ad una gestione associata, utilizzando lo strumento dell'incentivazione prevista dalla legge n. 265, non lo applichiamo, non lo facciamo e preferiamo registrare cosa si verifica sul territorio.
Faccio notare che questa è una posizione notarile; non è una posizione attenta al territorio; non è una posizione di governo; è sicuramente attenta alle richieste che vanno accolte. Non c'è una posizione contraria a non accogliere queste richieste. Nel momento in cui viene accolta questa richiesta non vi è una valutazione in merito a ciò che si verifica nei comuni circostanti.
E' possibile che questo non venga esaminato? E' possibile che fare queste osservazioni venga interpretato come un fastidio, ogni qualvolta questioni di questo livello vengano poste in quest'aula? Ormai siamo alla fine e penso che ognuno si sia fatto le proprie opinioni, Assessore, ma io mi ostino a ritenere che anche in questa fine legislatura ci si debba rendere conto che le questioni sono complesse. Non è che avendo fatto una legge abbiamo risolto il nostro compito; sarei curioso di vedere se questa proposta è coerente, nei termini in cui è stata fatta, soprattutto in termini di istruttoria, con la 467 e con tutti i provvedimenti di applicazione della 59. Questo continuo a porlo anche per dire che tutto questo processo introdotto dalla 265 per la gestione sociale dei servizi è un processo sul quale si è disattenti. Abbiamo assolto ad un compito facendo delle leggi e poi, caso per caso, risolviamo i problemi. Questo è sicuramente utile, ma abbiamo abbandonato un ruolo di governo e la conferma ancora oggi che questo non è avvenuto.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Riflettevo, mentre i colleghi parlavano, su una questione che avevo dato per scontata, vedendola nell'o.d.g., perché, come ha ricordato il collega Vindigni, che è il Presidente della Commissione, avendo visto che c'è un ordine del giorno approvato all'unanimità da 36 Consiglieri regionali, la davo per scontata. Mi sono poi informata ed effettivamente era così. Adesso altri due colleghi hanno presentato un emendamento: ricordo che vi fu un'ampia discussione in quella direzione, senza ricordarne più di tanto i contorni, però pensavo che questa è l'ultima seduta del Consiglio regionale e per sua natura è una seduta nella quale ci possono essere delle tensioni, nel senso che ognuno ha i provvedimenti che vorrebbe far passare, l'orologio scorre e non tutti potranno essere accontentati.
A questo punto, ognuno di noi ha - ripeto - qualche ragione di scontentezza o di particolare soddisfazione; questa non è certamente una seduta delle più serene né lo potrebbe essere, però noi non dovremmo far pagare ai Comuni, sia quelli ricompresi che quelli che possono essere ricompresi, questo tipo di questioni. Per cui inviterei l'Assessore ad accogliere questo emendamento che, ripeto e ricordo, era già stato motivo di una lunga discussione. Le questioni non sono mai schematiche e penso tuttavia che, accogliendo questo emendamento, non come condizione - non è assolutamente nella mia intenzione - in definitiva anche il punto all'o.d.g. debba essere approvato, altrimenti ci troviamo nella condizione di far pagare a delle realtà territoriali, a dei Comuni e Comunità montane delle questioni che niente hanno a che vedere con il provvedimento che noi stiamo esaminando.
Ho sentito le argomentazioni del collega Saitta, inerenti alla questione più di natura legislativa; credo sia una questione di carattere generale che è stata posta, che potremo demandare alla prossima legislatura e penso che, sulla base dell'impegno che il Consiglio si era preso rispetto a questa Comunità montana, che il provvedimento, magari con un po' di flessibilità, debba e possa avere le condizioni per essere approvato.
Questo era un tentativo che cercavo di fare, sia nei confronti del collega Saitta, per le osservazioni che ha ritenuto di fare, sia nei confronti dell'Assessore, ma anche per quel realismo che ci dovrebbe caratterizzare in queste ore, che nel più sta il meno e pertanto forse è più importante procedere all'approvazione di questo documento, così come è stato presentato, magari con queste integrazioni, che non far gravare su questo piccolo provvedimento questioni che da esso esulano completamente.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore agli Enti locali

Non so perché ci sia sempre un atteggiamento strano nei confronti della Giunta, come se la Giunta arrivasse qui e si trovasse di fronte delle proposte di emendamento e improvvisasse. Il fatto è che la Giunta non improvvisa; un compito di governo non consente di dire parole in libertà.
Ci sono motivi serissimi per cui gli emendamenti non vengono accettati, e non sono di natura ostativa.
Ricordo ai colleghi che, grazie alla legge 28, voluta dall'ex collega Nerviani, il Comune di Pianfei ha fatto come uno jo-jo, nella passata legislatura, entrando ed uscendo tre volte nella Comunità montana Valli Monregalese. Il problema del Comune di Pianfei è il problema di un Comune che niente ha a che fare con la montanità, se non per il fatto che, qualche anno fa, acquistò un alpeggio in alta montagna, isola amministrativa, che lo portava ad essere parte di una Comunità montana. Penso che voi sappiate la situazione sull'asse del Tanaro; questi Comuni al di qua del Tanaro, non montani (Morozzo, Crava, Pianfei) devono trovare una loro collocazione in un'unione di Comuni e in un'aggregazione che consenta loro un'organica gestione dei servizi. Pianfei, con la Comunità montana Valli-Monregalesi non ha questa possibilità; con il Sindaco di Pianfei e gli altri Comuni stiamo cercando di mettere in piedi un disegno organico di riorganizzazione amministrativa, per cui il non accettarlo risponde alla logica che volle non più tardi di sei mesi fa, l'approvazione del Testo Unico delle leggi sulla montagna, con Pianfei fuori dalla Comunità montana per tutte queste considerazioni, e oggi la considerazione che sottrarre Pianfei alla possibilità di costituire un'unione di Comuni in bassa valle creerebbe veramente dei grossi fastidi.
Vengo all'altro emendamento, che non posso di nuovo accettare per un semplice fatto: Bastia e Farigliano non hanno mai espresso la volontà di entrare in una qualsivoglia Comunità montana; di più, con il Sindaco di Clavesana, quindi con il Consiglio comunale di Clavesana, siamo in contatto da più di due mesi ed il problema vero non era quello di entrare nella Comunità montana di Ceva, ma quello di capire se valeva la pena di entrare nella Comunità montana di Ceva (26 Comuni), nella Comunità di Bossolasco (24 Comuni), oppure di costituire un unione di Comuni con gli altri Comuni collinari attorno a Clavesana, cioè Farigliano, Bastia, Magliano Alpi. Ecco perché dico che non stiamo rispondendo ad un'esigenza del territorio, ma stiamo facendo qualcosa che non dà una risposta ultimativa e ci confonde le carte. Non più tardi di stamattina ho parlato con il Sindaco di Pianfei spiegando il problema ed il Sindaco ha compreso. Non più tardi di 15 giorni fa ho parlato con il Sindaco di Clavesana...



VAGLIO Roberto, Assessore agli Enti locali

RIBA Lido (fuori microfono)



VAGLIO Roberto, Assessore agli Enti locali

Ritiro l'emendamento.



VAGLIO Roberto, Assessore agli Enti locali

Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Peano; ne ha facoltà.



PEANO Piergiorgio

Noi ritiriamo gli emendamenti, Assessore, non andiamo oltre. Chiudiamo il dibattito e votiamo questo disegno di legge, perché è importante che i Comuni della comunità astigiana possano trovare collocazione.
Volevo soltanto farle rilevare una cosa. Questi Comuni avevano da anni chiesto di entrare in Comunità montana; lei sa benissimo che c'era una proposta di legge, rimasta ferma in VIII Commissione, per formare una Comunità montana dove rientravano questi Comuni.
La prima proposta era stata presentata nel 1994, ancora con l'Assessore Lombardi, poi reiterata in questa legislatura; quindi da tempo esiste questa storia: non è inventata oggi. Inoltre, se lei ha rapporti particolari con alcuni Sindaci...



(Commenti, fuori microfono dell'Assessore Vaglio)



PEANO Piergiorgio

Giustamente. Se lei ha trovato il modo di individuare una proposta che possa consentire a questi Comuni di trovare una giusta collocazione nelle comunità collinari, benissimo.
Esiste, nella cultura dei nostri Sindaci e della nostra gente, la forte esigenza di sentirsi comunità montana. E' per questo motivo che oggi abbiamo voluto riproporre l'argomento, per farle comprendere che il problema è vero, esiste.
Ad ogni modo, ritiriamo l'emendamento; la ringraziamo e votiamo favorevolmente.



PRESIDENTE

Comunico all'aula che gli emendamenti 1.1) e 1.2) sono ritirati dai proponenti e conservati agli atti.
Si proceda alla votazione per alzata di mano dell'art. 1 nel testo originario, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 36 L'art. 1 è approvato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno votato SI' 33 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Mi è pervenuta, da parte dei Consiglieri Chiezzi e Simonetti, la richiesta di porre in discussione il punto 37) all'o.d.g.: "Bilancio di previsione 2000 e pluriennale 2000-2002".
Pongo la proposta all'attenzione dell'aula; ricordo che in merito pu intervenire un Consigliere a favore ed uno contro.



(Commenti in aula)



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio

Ricordo che c'è un problema, che porto all'attenzione dell'aula.
Abbiamo parlato di funivie, di montagna, ecc.; però ci sono mille Comuni che hanno la scadenza dei mercati per l'adeguamento e 20 mila ambulanti coinvolti in tale provvedimento.
E' una deliberazione discussa da sei mesi in Commissione, con una votazione che ritengo unanime, perché mi pare che alle eccezioni sollevate in Commissione siano state trovate delle soluzioni; pertanto, si tratta di un semplice adempimento d'aula.
Chiedo dunque di esaminare questa delibera prima di procedere con altri provvedimenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Salerno; ne ha facoltà.



SALERNO Roberto

Vorrei ricordare ai colleghi che il provvedimento che ha richiamato l'Assessore Pichetto era già stato sollecitato dal sottoscritto e fu rinviato soltanto perché si diede precedenza al provvedimento sul ridimensionamento scolastico.
E' un provvedimento unanime, che tutti i Comuni della Regione aspettano, perché porta una nuova disciplina nel campo del commercio sulle aree pubbliche.
Al momento, è tutto paralizzato; se fosse possibile andare incontro alle esigenze, non tanto dell'Assessore, ma di tutte le Amministrazioni comunali, sarebbe meglio.



PRESIDENTE

Per cortesia: non apriamo nuovi dibattiti. E' stata formalizzata una richiesta (questi interventi sono stati extra ordinem): o viene accolta in modo silente oppure la devo portare in votazione. La richiesta è quella di esaminare, come prossimo punto, il bilancio.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Riba; ne ha facoltà.



RIBA Lido

Presidente, i punti indicati ieri sera - non ho più l'elenco di quelli che avevamo individuato - avevano tutti carattere d'urgenza e che consideravamo gestibili in tempi limitati: questo era quanto tutti i Capigruppo, probabilmente sbagliando, avevano valutato, ritenendo di fare un lavoro utile al Consiglio.
Adesso, naturalmente, aderisco alla richiesta del Consigliere Chiezzi.
Tuttavia, se lei, Presidente, sulla base di una sua valutazione sentito chi di dovere o chi ritiene di sentire, valutasse che quei punti possano essere esauriti in breve tempo per poter poi passare al bilancio con un congruo tempo a disposizione, io aderirei ad un'impostazione di questo genere.
Non ritengo invece di aderire a richieste separate di singoli Assessori. Ieri sera avevamo individuato un percorso che ritenevamo avrebbe utilizzato pochissimo tempo: un'eventuale modifica dell'accordo di ieri sera deve essere condivisa da tutti i Capigruppo, con orari certi, perch anche io voglio discutere il bilancio.



PRESIDENTE

Non ci sono dubbi su questo.
La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Già un'ora fa intendevo fare un intervento per chiedere di discutere il bilancio; figuratevi, dunque, se intendo oppormi adesso alla richiesta del Consigliere Chiezzi.
Però quello sottolineato dall'Assessore Pichetto è uno dei punti individuati ieri sera in sede di Capigruppo (adesso non so se sia il secondo o il terzo rimasto in scaletta).



PRESIDENTE

Il punto 39).



GALLARINI Pierluigi

Appunto. Per cui, considerato che le considerazioni fatte dall'Assessore Pichetto, se non vengono smentite, sono realistiche - cioè le cose stanno veramente come ha detto l'Assessore - chiederei di esaminare almeno questo e poi di passare al bilancio; in alternativa, potremmo concludere l'esame di questi due-tre punti, così come abbiamo detto ieri sera, compreso quello richiamato dall'Assessore Pichetto, e poi iniziare a discutere del bilancio: con un po' di buona volontà, entro mezz'oretta siamo in grado di iniziare la discussione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Vicepresidente Masaracchio; ne ha facoltà.



MASARACCHIO Antonino, Vicepresidente della Giunta regionale

Desidero intervenire solo perché rimanga agli atti del verbale della seduta.
Io scindo le mie responsabilità per quanto riguarda il punto 9) all'o.d.g., relativo all'esame del disegno di legge n. 552: che sia storicamente verbalizzato che io non ho alcuna responsabilità sul fatto che non è stato affrontato questo argomento.



PRESIDENTE

Possiamo pensare di individuare cinque o sei punti da approvare in un'ora e mezza oppure incardiniamo subito il bilancio? Eventualmente, a seconda dello svolgimento del dibattito, possiamo interrompere l'esame del bilancio e riprenderlo successivamente.
Sicuramente, intorno alle ore 22.30-23 riporterò l'attenzione sul bilancio: se l'argomento viene incardinato, potremo andare anche oltre la mezzanotte per finirlo.
Abbiamo due strade: o incominciamo subito l'esame del bilancio e poi possiamo eventualmente, finito il dibattito generale, possiamo passare ad altri provvedimenti (solo cinque o sei, perché ormai non abbiamo più altre possibilità) e poi, verso le ore 10.30-11, riprendere. Oppure, possiamo trattare prima questi cinque o sei provvedimenti.
Cominciamo prima di tutto il dibattito sul bilancio. Successivamente possiamo fare una parentesi ed inserire qualche provvedimento.


Argomento: Bilanci preventivi

Esame disegno di legge n. 628: "Bilancio di previsione 2000 e pluriennale 2000/2002"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del disegno di legge n. 628, di cui al punto 37) all'o.d.g.. E' relatrice la Consigliera Ferrero, che ha la parola.



FERRERO Caterina, relatrice

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la I Commissione ha esaminato il DDL n. 628: "Bilancio di previsione 2000 e pluriennale 2000/2002".
In seguito all'approfondimento nelle Commissioni competenti per materia e dopo le consultazioni tenute con i soggetti interessati, la discussione si è protratta ed è stata completata in Commissione bilancio. E' emerso che il documento di bilancio per l'anno 2000 e il pluriennale 2000/2002 è stato formulato in modo completo e non a "breve termine", seppure risenta di alcuni elementi d'incertezza, derivanti, in particolare, dalla quantificazione del disavanzo della spesa sanitaria.
Le caratteristiche essenziali del bilancio 2000 si possono così sintetizzare: 1) non sono previsti incrementi di tributi regionali 2) l'indebitamento, pari a circa tremila miliardi per il triennio, è contenuto nei limiti compatibili con gli equilibri complessivi 3) la spesa in conto capitale è confermata negli importi complessivi inseriti nel bilancio pluriennale 1999/2001, tranche 2000 4) la spesa corrente è confermata nello stesso livello del 1999, ad eccezione del Settore assistenziale. Infatti, per i fondi regionali discrezionali, si ha un aumento di circa trenta miliardi 5) sono stati riportati sul 2000 gli stanziamenti previsti per il FIP 1999 non utilizzabili per il ritardo nell'approvazione delle relative schede 6) gli accordi di programma sono finanziati per sessanta miliardi 7) è prevista la copertura delle spese collegate all'attuazione delle leggi "Bassanini", se pur con riserva di rivedere i conti in corso di anno per non pregiudicare il livello degli interventi.
Per quanto riguarda l'indebitamento, il mutuo per gli anni 2001 e 2002 comprende una quota di 350 miliardi, ritenuta necessaria per coprire la quota del disavanzo della Sanità a carico della Regione.
La quota del 2002 potrà essere sostituita da una parte dei proventi derivanti dalla costituzione del Fondo immobiliare.
Le previsioni per l'anno 2002 sono espresse in EURO come richiesto dalla normativa in vigore.
La I Commissione, nella seduta di giovedì 17 febbraio ha licenziato a maggioranza il DDL rimettendolo all'Aula per la sollecita approvazione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MINERVINI



PRESIDENTE

Assessore, prima di darle la parola, lasci che ricordi all'aula che stiamo cominciando a discutere l'ultimo bilancio della legislatura.
Consiglieri, possiamo, dunque, fare un po' di ordine e silenzio? La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Sono molto contento di poter parlare del bilancio, e credo che il mio buonumore traspaia anche dalle mie parole.
Dopo la lettura della relazione del disegno di legge da parte della collega Ferrero, Presidente della I Commissione, ritengo indispensabile informare i colleghi che, prima di avviare la discussione generale sul bilancio, verrà distribuito un emendamento della Giunta regionale. Se mi consentite, essendo tale emendamento molto corposo, procedo alla sua illustrazione - almeno nelle sue linee essenziali - perché durante la discussione generale, o nei i lavori successivi del Consiglio, si tenga conto degli obiettivi per cui la Giunta regionale lo sottopone ora all'esame dell'aula come integrazione fondamentale all'esame della legge finanziaria 2000.
Colleghi, non tengo "particolarissimamente" a che io venga seguito con attenzione. So però - e mi rivolgo a voi, Consigliere Miglietti e Assessore Leo - che su questi argomenti la vostra attenzione si accenderà: tanto varrebbe, forse, cominciare a fare attenzione da adesso! La nota di variazione, o "l'emendamento" che la Giunta regionale sottopone all'aula come integrazione della legge finanziaria, si compone fondamentalmente di tre elementi...



(Commenti, fuori microfono della Consigliera Simonetti)



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Grazie, Consigliera Simonetti, la prego...



PRESIDENTE

Consigliera Simonetti, le chiedo di fare silenzio. Consiglieri, vi invito di nuovo a fare un po' di silenzio in aula.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Stavo per dire che, a conclusione della mia illustrazione, potremmo subito passare al voto: sono certo di attirare, così, l'attenzione di tutti! Colleghi, penso che la legislatura debba concludersi con la medesima attenzione che - per lo meno da parte di molti - sul bilancio c'è sempre stata! Come dicevo, l'emendamento della Giunta si compone fondamentalmente di tre elementi. Prima di tutto, di un documento che riprende e riposiziona come nota di variazione, i residui attivi e passivi di questa Amministrazione.
Perché è stato necessario fare questa nota di variazione? I colleghi ricorderanno che, nella fase finale del 1999, più documenti sul bilancio erano contestualmente all'esame del Consiglio regionale.
Fondamentalmente, per primo, il bilancio consuntivo del 1998, che approvammo credo l'ultimissima sessione di lavoro del 1999. Esso è elemento fondamentale da cui desumere alcuni dati, come la nota di variazione, che si chiamava all'epoca disegno di legge n. 504, che il Consiglio approv verso la fine del mese di novembre dello scorso anno. Ancora l'assestamento di bilancio, che è un documento tecnico, che venne sottoposto all'esame del Consiglio regionale e che lo stesso, invece, non esaminò, e quindi non deliberò. L'insieme di questi tre documenti contestualmente all'esame del Consiglio - nel frattempo la struttura regionale operava sui documenti disponibili - ha causato una certa sovrapposizione di dati, che è stato necessario riprendere in termini di residui attivi e passivi.
Non vi definisco cosa siano gli uni e gli altri, perché suppongo che vi siano noti: su di essi, come giustamente fa notare il Consigliere Miglietti, sono stati fatti "ampi" dibattiti, almeno nel senso terminologico. Spiego anche perché riprendiamo il tema. Parte dei residui passivi nella legge finanziaria ora all'esame del Consiglio sono stati sottostimati: se non venissero correttamente stanziati, l'Amministrazione non riuscirebbe a far fronte al pagamento degli stessi, qualora l'avente diritto si rivolgesse all'ente Regione. Se l'ente Regione non stanziasse correttamente i residui passivi, non potrebbe provvedere all'estinzione degli stessi mediante liquidazione.
Lo dico con molto rispetto: questa prima parte dell'emendamento è "pura ragioneria", e non ha niente a che vedere con la politica! Mi sembra pertanto, indispensabile procedere all'approvazione dell'emendamento integrando la legge finanziaria, onde porre ordine ai documenti contabili e finanziari della Regione.
La seconda parte è una variazione vera e propria che comporta l'iscrizione di nuove risorse libere (circa 22 miliardi), che derivano rispetto alle risorse già esaminate, come entrate del documento che è a vostre mani ed esaminato dalla I Commissione. Questi 22 miliardi sono composti da due elementi - che al momento in cui deliberammo il bilancio 13/12/99, non erano noti - 15 miliardi che sono le aliquote royalty, per competenza regionale per la produzione di idrocarburi nella zona del novarese. Quindi si tratta di un tributo per quotaparte, tant'è vero che vengono definiti royalty, di competenza dell'ente Regione, che iscriviamo per quindici miliardi, per tutti gli anni.
Questo è stato anche lungamente dibattuto con i Presidenti della Provincia di Novara sia della precedente gestione del Presidente Cattaneo che con quella dell'attuale Provincia, e insieme alla struttura del bilancio siamo giunta alla convinzione che questa quota, che era già stata iscritta nel bilancio '99, sia iscrivibile in senso continuativo, come entrata della Regione.
La seconda parte di sette miliardi è suddivisa nel seguente modo. La seconda quotaparte di ritorno dell'impiego del FIP che, come voi sapete essendo fondi che la Regione dà in dotazione agli aventi diritto, sono la prima parte dei ritorni che a fine del ciclo del FIP, parte dei soggetti che ricevettero le dotazioni previste dalla legge n. 43/94, stanno ritornando all'ente Regione. Questi 22 miliardi li iscriviamo oggi con questa nota di variazione nell'entrata della Regione.
Che cosa ne facciamo per arrivare all'insieme del documento, che è la nota di variazione politica? Ne mettiamo in spesa corrente una parte essenzialmente per sistemare una serie di problematiche che certamente i colleghi ricorderanno inerenti alle attività del Consiglio che furono anche esaminate - chiederei non l'attenzione ma la condivisione del Vicepresidente Foco che si era fatto portatore anche in sede di I Commissione delle istanze del Consiglio - quindi una quotaparte per circa cinque miliardi verranno iscritti nei fondi di dotazione del Consiglio, per quattro miliardi vanno a finanziare un disegno di legge che ha già un idoneo capitolo che è il capitolo 11265 "Contributi ai Comuni per concorrere al funzionamento delle scuole materne autonome; un miliardo e quattrocento milioni sul cap. 11045 sugli specifici progetti per i giovani.
Il rimanente va "sparpagliato" su una serie di capitoli minori. Mentre una quotaparte significativa va a finanziare il conto capitale.
Sul conto capitale - ed è l'altro elemento portante di questa nota di variazione sostanziale, nell'ambito del capitolo degli accordi di programma che nell'ultima sessione della I Commissione venne chiesto e venne ovviamente soddisfatta come esigenza di conoscere il dettaglio di quel fondo globale, cioè tutti gli addendi, gli ex Accordi di programma che con quei fondi iscritti si intendevano finanziare. All'epoca i fondi iscritti erano di 60 miliardi, qui lo stesso capitolo viene portato a circa 90 miliardi, per essere precisi 98, se ne completa, con idoneo allegato la notizia di tutti gli addendi che vanno ad integrare quelli già presenti nella legge finanziaria, e si utilizza parte delle risorse di ingresso per finanziarli complessivamente. Il terzo addendo di questo emendamento è una serie di emendamenti all'articolato che hanno essenzialmente la funzione di razionalizzare i tributi, di consentire la gestione da parte dell'ente Regione dell'iscrizione all'anagrafe regionale che è un progetto che stiamo svolgendo insieme all'AIPA centrale, al Comune di Torino al CSI come attore, quindi consentirà una progettualità comune su anagrafe regionale c'è un'importante disposizione nell'ambito dell'area del personale che integra e rende sistemico quel miliardo delle misure flessibili, che fu un allegato della legge n. 51 e infine c'è un intervento per la lotta alle zanzare che cito con particolare attenzione perché l'Assessore Cavallera lo ha richiesto con urgenza.
Riassumendo. Questo emendamento che è corposo nella dimensione, non particolarmente significativo dal punto di vista delle risorse, ha tre componenti che integrano la legge finanziaria la cui relazione è stata riletta dalla Presidente della Commissione. La sistemazione dei residui attivi e passivi, fatto tecnico indispensabile per la "pulizia" ragionieristica che è la parte seconda di questo emendamento. La parte prima della nota di variazione - tutti i documenti sono a disposizione dei Consiglieri - abbiamo l'iscrizione di queste nuove risorse e l'individuazione delle stesse secondo le linee principali che ho appena citato, una serie di emendamenti all'articolato che hanno come principali azioni la razionalizzazione e la gestione della riscossione dei tributi l'anagrafe regionale, una manovra sul personale, nel senso di rendere fissa la dotazione del miliardo delle misure flessibili che venne considerata una tantum e un intervento specifico per la lotta alle zanzare. Tutto il resto dei movimenti è a costo zero all'interno di questa nota di variazione. Ci tenevo, almeno a grandi linee, informare doverosamente i colleghi su questa attività che proponiamo come emendamento di Giunta al documento che è in questo momento all'esame dell'attività del Consiglio.



PRESIDENTE

E' aperto il dibattito generale. La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Grazie signor Presidente, ho esitato a prendere la parola, perch dovevo ancora riprendermi dallo shock da faccia tosta che si è perpetrato in questo inizio di discussione...



PRESIDENTE

Lasciamo continuare il Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Voi sapete che io non sono suscettibile. Dicevo, dallo shock di faccia tosta che questa Giunta di destra - in questo momento non sto vedendo assolutamente nessun centro - perché soltanto una destra arrogante e inconcludente si può presentare all'ultimo giorno valido per il consesso di questo pseudoparlamento piemontese, in queste condizioni...



MIGLIETTI Franco

GALLARINI Pierluigi (fuori microfono)



MIGLIETTI Franco

La Giunta lo ha presentato a dicembre.



MIGLIETTI Franco

Voi in questi cinque anni ne avete fatti di tutti i colori, proprio partendo dal bilancio, dal bilancio discende il tutto. Non è assolutamente necessario in un bilancio consultivo fare alcuna relazione perché la motivazione è: intanto ormai è fatta. Ci vuole una bella faccia tosta, caro collega Gallarini, lei che proviene da un nobile partito socialdemocratico europeo insieme a questo...



(Commenti in aula)



MIGLIETTI Franco

Esagero un po': Borgomanero al centro dell'Europa.
L'Assessore Burzi, che è l'onnisciente della manovra complessiva...



PRESIDENTE

Vi prego di osservare un po' di silenzio.



MIGLIETTI Franco

Chi non ha voglia di sentire è pregato da parte mia di andare a farsi un giro da qualche parte.



PRESIDENTE

Per favore, lei non prega nessuno. Ho chiesto io di fare silenzio, sia gentile!



MIGLIETTI Franco

Signor Presidente, la ringrazio di essere intervenuta, dato che facciamo l'ultimo exploit questa sera, almeno concedetelo...



PRESIDENTE

Cerchiamo di farlo bene tutti.



MIGLIETTI Franco

No, non ho alcuna intenzione di farlo bene, glielo dico subito.



(Intervento, fuori microfono del Consigliere Griffini)



MIGLIETTI Franco

Collega Griffini, lo faccio come sono capace, come viene viene.
In merito al bilancio consuntivo non è necessario svolgere alcuna relazione che motivi cosa è avvenuto. Essendo una quisquilia di bilancio per questa Regione - si aggira sui 24-25 mila miliardi, comprese le partite di giro, ma si consolida in effettiva manovra di spesa sui 13-14 mila miliardi - non è necessario svolgere alcuna relazione nel merito se questo Parlamento piemontese con i soldi dei cittadini, che mette a disposizione ha prodotto un qualche cosa, proprio perché il bilancio è complessivamente legato alle leggi - credo - quindi ai provvedimenti che questo Parlamento ha assunto nell'arco del tempo e che costantemente, nell'arco di tempo solare e finanziario, finanzia. Quindi, nel consuntivo nemmeno una parola.
In merito al bilancio preventivo - non ce lo dite nel bilancio nel bilancio consuntivo, ce lo direte nel bilancio preventivo! - è stata data lettura di una relazione - ringrazio il Presidente della I Commissione, che ha tutte le mie simpatie, anche per come ha condotto la I Commissione, con gli strumenti che gli sono stati dati dalla Giunta per poterla condurre che di strumenti non ne ha avuti - che, se fossi stato il Presidente della I Commissione, mi sarei rifiutato di leggere perché rappresenta una presa in giro nei confronti di questo consesso. Mi dispiace che lo abbia fatto la collega Caterina Ferrero, che ha tutta la mia stima e simpatia.



(Intervento, fuori microfono del Consigliere Griffini)



MIGLIETTI Franco

Consigliere Griffini, la finisca altrimenti facciamo i conti! E' vero che il Presidente del Consiglio si è dileguato, ma, signor Presidente della Giunta, state tappezzando la città di gigantografie e questa sera, che dovevate far venire la televisione, non l'avete fatta venire...



MIGLIETTI Franco

SALERNO Roberto (fuori microfono)



MIGLIETTI Franco

Non la comandiamo noi.



MIGLIETTI Franco

No, voi la comandate e la pagate, ha ragione la Consigliera Manica.
Questa sera dovevate far venire la televisione perché i cittadini piemontesi fossero edotti dell'assoluta mancanza di rispetto. Questo potrebbe quasi configurarsi come attentato alla democrazia, non dico alto tradimento perché sarebbe troppo, ma almeno come attentato alla democrazia abbiate pazienza! Quando perdiamo ore infinite per spiegare che è essenziale che quel comune, che consta di duecento abitanti, non confluisca nella comunità montana perché deve essere ricompreso nella comunità di pianura, non ho capito niente di cosa è avvenuto. Nessuno ha avuto la compiacenza e il minimo di dignità di informare il Consiglio, quindi la Regione Piemonte e i suoi cittadini, della finalizzazione di questo bilancio. Una relazione, ma in questo bilancio c'è il DOCUP? Cos'è il DOCUP? Quale consistenza ha? A quale punto è il Patto per lo sviluppo? No, non esiste, è un'altra cosa! E' un'altra cosa che sta da un'altra parte.
E' questo il documento - insomma, lo abbiamo scritto - caro Assessore Pichetto, per le attività produttive e per la disoccupazione piemontese? E' questo il metodo? Lei sta seduto lì in quella Giunta di destra che credo qualche volta si vergogni persino un po' di stare lì. Credo che un po' si vergogni anche l'Assessore Cavallera e un po' si vergogna qualche altro di stare lì, ma ci state!



(Commenti in aula)



MIGLIETTI Franco

La finisca!



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

Per cortesia!



MIGLIETTI Franco

Poi interviene! Invece, sostiene che questa sera vi è stata una elegante e complessiva delucidazione di questo malloppo da 24 mila miliardi in fine legislatura, a due ore di chiusura del Consiglio regionale, senza aver detto una parola che spieghi ciò che è avvenuto! Mi pare sia il massimo della spudoratezza! Abbiate pazienza se lo dico con questa veemenza, con tutta l'amicizia che ho per tutti.
Mi dispiace che il Presidente Ghigo non ci abbia chiarito cosa farà con il Bilancio. Non se ne vada, Presidente Ghigo, devo pur dirle qualcosa tanto non c'è la televisione, posso invocarla fin che voglio, non faccio propaganda elettorale.
Lei, in questo bilancio 2000-2002, cosa ha previsto per quanto riguarda uno degli slogan di tipo generale più propagandati? Cosa farà la Regione Piemonte per lo sviluppo del turismo in previsione del 2006? Cosa facciamo in questi tre anni cruciali? Cosa faremo? Quali sono le iniziative che si metteranno in campo alla luce - non dimentichiamolo mai - di un indebitamento complessivo di 3 mila miliardi, già assunti, che ci concede il bilancio e alla luce di 3 mila miliardi di inconfessabili mancanze nel campo della sanità? Perché non ce lo dite? Questo è il massimo dell'elusione nei confronti del Consigliere che ha il diritto di essere edotto. Noi ci rifiutiamo di entrare nel merito.
Assessore, sto parlando da sette minuti e non ho ancora sul banco l'ultima perla: la variazione di bilancio.
Alle ore 18.30 del primo marzo 2000, cioè tra un'ora, si chiudono tutte le possibilità in quanto il Consiglio regionale viene sciolto - purtroppo rimane questa Giunta, speriamo per poco - e non abbiamo ancora una variazione di bilancio.
Intanto non ho capito in base a quale legge nazionale quei 15 miliardi entrino nelle casse della Regione Piemonte, questo non ce lo ha detto nessuno. Lì sono stati messi 15 miliardi da oggi in avanti, per tutti gli anni in avvenire, che provengono da un qualcosa che mi pare riguardi il petrolio. Avevo capito che quei 15 miliardi sarebbero serviti per la bonifica dei siti di Trecate inquinati dal petrolio. Invece no, mi pare che sia un'altra cosa, insomma, un provento che da qualche parte arriva.
Non abbiamo avuto il piacere di istruire questa pratica a livello della Commissione. Mi chiedo come sia possibile presentare una variazione di bilancio nella stessa serata nella quale si discute per l'approvazione del bilancio senza rendere edotta la Commissione. Come è possibile lavorare così! Signor Presidente, richiami all'ordine i suoi Assessori, non può essere diverso!



PRESIDENTE

Sono i nostri, non sono i miei Assessori.



MIGLIETTI Franco

Li richiami all'ordine. Si facciano fare le procedure! Avremmo potuto ieri pomeriggio, stamattina, l'altro ieri...



PRESIDENTE

Per favore, ci sono molti colleghi che intendono intervenire, e non bisogna limitare i loro diritti.



MIGLIETTI Franco

Io ho diritto a tutto il tempo, fino a quando lei non mi fa spegnere il microfono.
Badate che per questa volta abbiamo fatto un'operazione da galantuomini ce lo potete anche riconoscere - da parte nostra, come minoranza, perch vi abbiamo permesso di approvare un esercizio provvisorio che vi consente di spendere "lì" tre mesi dell'esercizio provvisorio, cioè il 25% delle poste iscritte a bilancio, su questo bilancio da voi proposto senza limiti! Perché non tenete conto anche della buona volontà? Perché siete degli arroganti. Perché siete i padroni del vapore e vi comportate da padroni del vapore, come qualcuno che sta da qualche altra parte vicino a Milano e si comporta da padrone del vapore. E ne abbiamo le scatole piene dei padroni del vapore! Sì, Assessore Masaracchio, carissimo Antonino. E' ora che i piemontesi smettano di avere sopra di loro i padroni del vapore. Di padroni ne abbiamo già avuti troppi! Noi vogliamo avere delle persone che sappiano amministrare, e che rispettino le procedure ed il diritto dei Consiglieri che sono stati mandati qui dal popolo!



(Commenti in aula)



MIGLIETTI Franco

Spero di avere il tuo voto, Salerno, non del socialista!



MIGLIETTI Franco

Allora, signor Presidente, lei metta a posto le cose, faccia fare le procedure, e poi anche noi ci diletteremo ad entrare nel merito, ma mi faccia almeno disporre degli emendamenti, che rappresentano la variazione di bilancio annunciata, per cortesia.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di intervento, vengano distribuiti i documenti.



(Il Consigliere Chiezzi attacca il manifesto elettorale del Presidente Ghigo al banco della Presidenza della Giunta Regionale)



PRESIDENTE

PRESIDENTE



PRESIDENTE

Per cortesia, collega Chiezzi.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Per cortesia, i documenti sono complessi, dobbiamo cercare di seguire attentamente l'esame di un documento basilare come il bilancio. Quindi chiedo a chi ritiene di seguire i lavori di sedersi e di esaminare dal proprio posto i documenti che stiamo distribuendo.
Indico la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, su tale provvedimento.
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Presidente, conosco le modalità e le procedure. Confesso che in questi anni non sono stato attento ma credo che gli emendamenti, perlomeno emendamenti di questa consistenza e peso, avrebbero dovuto essere consegnati ai Consiglieri per tempo! Credo che anche il Presidente del Consiglio abbia avuto gli emendamenti presentati dalla Giunta regionale, e suppongo che il Presidente, dovendo garantire il Consiglio, si sarà perfettamente reso conto che questi emendamenti, in questo poco tempo, abbiamo potuto soltanto "pesarli". Anzi non abbiamo neppure potuto pesarli, ma soltanto fare una "stima" di peso! Presidente, gli emendamenti di questa consistenza non dovrebbero essere esaminati all'interno di una Commissione? Mi sembra una cosa più che normale, più che naturale. Diventa difficile discutere immediatamente questi emendamenti, anche con tutta la buona volontà. Noi, come minoranza è già da parecchio tempo che chiediamo che questo punto venga discusso...



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Per cortesia, anche da parte della stampa, non si può stare in aula e telefonare! Noi abbiamo, sia pure inadeguata, una saletta a parte a ci destinata e allora vi chiedo ancora, per cortesia, di fare silenzio! Siamo alle ultime ore di questa legislatura, cerchiamo di utilizzare al meglio il tempo che ci resta! C'è un brusìo intollerabile! Consigliere Saitta, la invito a proseguire il suo intervento.



SAITTA Antonino

Voglio porre all'Assessore, e al Presidente del Consiglio, un problema.
Chiedo se questa procedura, cioè la presentazione di emendamenti così consistenti, sia compatibile con il nostro Regolamento e Statuto. Mi chiedo se, invece, non sia più opportuno che l'Assessore al bilancio, che li ha elaborati e illustrati alla Giunta regionale poco fa, non li illustri anche a noi per permetterci di esprimere una nostra valutazione complessiva sul bilancio. Assessore, dovrebbe aiutarci.
Ho preparato delle valutazioni che vorrei fare nella discussione generale, senza tener conto di questi emendamenti. Non vorrei sbagliare il mio intervento e scoprire che all'improvviso l'Assessore Burzi ha tenuto conto delle osservazioni di questi mesi e si è immediatamente reinserito.
L'Assessore dovrebbe spiegarci il contenuto degli emendamenti con una certa attenzione, entrando nel merito - di alcuni più, di alcuni meno poiché il documento presentato e illustrato soltanto due mesi fa (mi sembra neanche due mesi fa, a dicembre) in Commissione era, in sostanza, un altro testo.
Per cui, mi riservo di intervenire sulla discussione generale, dopo che l'Assessore ci avrà indicato e aiutato a leggere questi emendamenti facendo riferimento al progetto vero e proprio di bilancio, quello a cui faceva riferimento poco fa il Presidente, cioè il disegno di legge n. 628.
Chiedo quindi, anche per poter esprimere un voto ragionato, che l'Assessore ci aiuti, esaminando il disegno di legge n. 628, lo stato di previsione dell'entrata e della spesa, e la nota di variazione che costituiscono le varie parti dell'emendamento. Dopodiché, possiamo iniziare la discussione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Avevo colto, durante il mio primo intervento - e il collega Saitta ahimé, me ne da puntuale riscontro - che il mio intervento si stava svolgendo senza quell'attenzione così ampia che quest'aula ha più volte dimostrato in altre occasioni.
Nell'intervento precedente credo di aver illustrato in modo abbastanza ampio "l'architettura" dell'emendamento, cosa che, tra l'altro, ben volentieri rifaccio adesso.
Però, vorrei aggiungere solo una nuova componente, emersa anche in parte dall'intervento dello stesso collega. Il collega Saitta sa benissimo che, in termini di Regolamento, l'emendamento è certamente compatibile e presentabile al Consiglio, qualunque ne sia la dimensione.
Non l'abbiamo presentato in sede di Commissione - altra strada assolutamente percorribile - però i colleghi della I Commissione ricorderanno che, quando il disegno di legge n. 628 venne licenziato dalla I Commissione, già in quell'occasione annunciai che avremmo presentato una nota di variazione. Evidentemente, lo feci in maniera molto succinta, senza esporre tutti gli elementi: convenimmo, però, tenuto conto anche delle date in cui i lavori si stavano svolgendo, dell'utilità che il resto del dibattito avvenisse in aula.
L'aula è sovrana nel decidere di discutere i punti all'o.d.g.: Consigliere Miglietti, dibattiamo del bilancio non nell'ultima seduta utile come lei certamente saprà, dato che è stato uno dei membri più autorevoli della Commissione Statuto - ma nell'ultima seduta utile della "parte ordinaria".
Credo che la Presidenza potrebbe facilmente ricordarlo a tutti noi: qualora lo richieda, su alcune materie di straordinaria competenza il Consiglio regionale può essere di nuovo convocato anche dopo la chiusura della legislatura. Chiaramente, il bilancio è una di queste materie.
Perché faccio questa postilla? Perché molto dipende (poi riprendo ad esaminare la struttura complessiva dell'emendamento, come richiesto dal collega Saitta) dal tipo di metodologia che il Consiglio si vuol dare nell'esaminare il documento "bilancio". Faccio solo una premessa.
Quando votammo l'esercizio provvisorio - l'ha ricordato anche il Consigliere Miglietti - sulla base di una certa disponibilità della minoranza che riconobbi allora, e che non ho difficoltà a riconoscere anche oggi, per le modalità in cui lo votammo dissi: "Attenzione, se le elezioni verranno confermate a marzo, corriamo il rischio, sebbene abbiamo adesso deliberato un esercizio provvisorio della durata massima (sino al 30 aprile) di porre l'ente Regione nella condizione di non avere un documento operativo, cioè una legge, approvata. Qualunque maggioranza uscirà dalle urne ad aprile, è difficile immaginare che per quella data ci siano già la Giunta ed il Consiglio insediati, e che l'attività sia ripresa, così da dare all'ente uno strumento, a partire dal 1 maggio, sulla base del quale sviluppare le attività dell'ente stesso".
Dobbiamo riflettere, dunque, sull'iter che il Consiglio vuole, nella sua sovranità, seguire per esaminare questi documenti. Se vogliamo possiamo nuovamente ipotizzare un riesame in Commissione: in Commissione abbiamo esaminato variazioni meno voluminose, come numero di pagine, di questa.
Per tornare all'intervento richiestomi dal Consigliere Saitta ribadisco che questo documento è composto, com'è stato correttamente ricordato, da tre componenti. Una prima parte ridefinisce i residui attivi e passivi della legge finanziaria della Regione. Essa è frutto di pura ragioneria applicata - con tutta l'attenzione e la stima per la ragioneria! ma non ha nulla di politico. Viene definita come "Allegato 2" e, nel definire i residui attivi e passivi, consentirà una ripulitura dei documenti operativi della struttura del bilancio, soprattutto per quanto attiene ai residui passivi, onde non far correre il rischio all'Ente di avere un residuo passivo inutilmente sottostimato; ad esempio, un avente diritto che ne richiedesse la liquidazione e l'impossibilità tecnica (non derivante da cassa, ma tecnica da "imprecisione ragionieristica" del documento di bilancio), dovuta alle motivazioni che ho esposto prima: la coesistenza alla fine dell'anno 1999 di tre documenti - consuntivo '98 assestamento '99 e variazione di bilancio '99 - che hanno impedito una ripulitura dei dati di bilancio prima del mese di gennaio in cui questa è stata fatta, per cui vengono riposizionati i residui passivi.
Una nota di variazione vera e propria, che è quella che viene chiamata "nota di variazione - prima parte", in cui iscriviamo risorse nuove (prima pagina) per 22 miliardi, di cui 15 derivanti dal dl 625 del 25/11/96 questo lo dicevo per utilità, soprattutto del collega Miglietti che giustamente aveva chiesto il riferimento legislativo - che è la definizione, ormai ritenuta stabile insieme alle Amministrazioni delle Province, della struttura del bilancio, della quota parte di oneri derivanti dalla produzione di idrocarburi nella zona di Trecate, se non ricordo male. Questa quota parte è stimata in 15 miliardi e da quest'anno possiamo - io credo con forte utilità da parte di questo Ente considerarla non una sopravvenienza attiva, come fu nello scorso esercizio ma una componente sistematica delle entrate tributarie di questa Regione non derivanti da incremento di tassazione, ma da tributi derivanti appunto dall'estrazione di questa risorsa nel Novarese.
Il secondo addendo - che non era noto prima dell'inizio di quest'anno quando anche nel dibattito con il Ministero competente si è potuta stabilirne la continuità, oltre che la competenza - è di 7 miliardi, che è una prima tranche; anzi, ad essere precisi, si tratta di una seconda tranche - perché con una precedente di 1 miliardo già riscrivemmo la legge finanziaria precedente - di ritorni dei fondi del FIP erogati negli anni precedenti e che coloro che ottennero tali fondi in funzione delle procedure di questo fondo hanno ritornato alla Regione. Queste cifre sono correttamente iscritte in incremento delle entrate, ed ammontano a 22 miliardi.
Terza componente di macrovariazione, che comporta anche una tabella allegata, è un'estensione, peraltro da me già preannunciata in sede di I Commissione, degli Accordi di programma, che vengono completati con tutti gli accordi che nel corso del periodo intercorso tra la formulazione del bilancio - fine novembre, dicembre 99 - e oggi questa Amministrazione ha nell'interesse dell'Ente e del territorio piemontese, formulato con vari livelli istituzionali, e che sono correttamente riepilogati come già ebbi ad anticipare in sede di I Commissione.
Conseguentemente a ciò, abbiamo esteso la dotazione di questo fondo portandolo a 96 miliardi, come ripete l'allegato 6) a vostre mani, che fa riferimento al cap. 27167, denominato appunto Accordi di programma e che riepiloga, addendo per addendo, tutti gli accordi che nel corso del 2000 fanno parte degli impegni che la Regione ha siglato o intende adempiere insieme alle Amministrazioni che hanno contribuito alla definizione di tali accordi.
Quindi i 22 miliardi, che sono poste in ingresso, fondamentalmente vanno a finanziare i maggiori oneri del Consiglio (come ricorderete è stato oggetto di dibattito in sede di approvazione dell'esercizio provvisorio in I Commissione); queste maggiori necessità, stimate in circa 5 miliardi vengono qui regolarmente iscritte e finanziate.
Una seconda componente di 4 miliardi va a finanziare l'apposito capitolo delle scuole di insegnamento privato (materne in questo caso specifico) e una piccola componente di 1.400.000.000 è finalizzata alla realizzazione di specifici progetti per la gioventù; il resto va a finanziare o a cofinanziare l'incremento di necessità di capitale (quindi utilizziamo una parte di spesa corrente per finanziare una parte di capitale) derivanti dagli Accordi di programma.
Questa è l'intelaiatura del provvedimento dal punto di vista quantitativo.
Infine, c'è una serie di emendamenti all'articolato - poi, se volete li vediamo uno per uno - che toccano 4 aree: la razionalizzazione del comportamento dei tributi; l'accesso all'anagrafe tributaria regionale (che è una progettualità condivisa, fatta insieme all'AIPA centrale, all'AIPA regionale e al Comune di Torino); un intervento che rende fissa la legge delle misure flessibile (che fu da questo Consiglio votata come una tantum a corredo della legge 51 sull'organizzazione del personale) e un intervento a supporto delle iniziative per la lotta contro le zanzare (iniziativa che è stata, come legge e come intervento, largamente condivisa dal Consiglio regionale e non specificamente da una o l'altra parte politica).
Questo è il tessuto complessivo dell'emendamento.
Completo dicendo che - ripeto - non lo si è portato in Commissione, pur avendo certamente ampiamente la dignità di essere considerato nei lavori di Commissione, per rispetto dei tempi del lavoro del Consiglio regionale tempistica che come esigenza mi era sembrata condivisa dalla sede competente della I Commissione.
Aggiungo - ma anche questo l'ho fatto per attenzione ai lavori dell'ultima giornata ordinaria di questo Consiglio e ve lo dico con molta tranquillità e serenità - che non è stata fatta una serie di commenti che se vuole - integro, non tanto da parte del Consigliere Miglietti, ma anche da altri colleghi, dicendo che questo bilancio è, nell'ambito di questa legislatura, il più ricco di componente discrezionale.
Partiamo, infatti, da una base di circa 311 miliardi, rispetto alla quale in questo momento stiamo parlando del 25% (come da legge dell'esercizio provvisorio); si tratta della quota più alta di questa legislatura, perché, pur non essendo sufficiente il lavoro svolto da questa Giunta e da questa Amministrazione, è stata comunque raddoppiata la parte discrezionale a disposizione dei legislatori regionali (ovviamente non si incrementa di una lira la tassa regionale).
Nel corso del triennio che è esame di questo documento sono stanziati circa 3.200 miliardi di investimenti (1.200 nel 2000; 1.000 ciascuno, a occhio e croce, nel 2001 e 2002). Questi investimenti sono all'interno dell'indebitamento complessivo oggi autorizzabile, almeno in senso virtuale, e iscrivibile da parte dell'Ente Regione Questo documento è totalmente in linea con quello che è stato deliberato dalla Giunta nel corso del mese di gennaio (che è il Programma Regionale di Sviluppo) e che è stato rimandato, come fine della procedura che la legge regionale 43/94 prevede, dopo due giri di consultazione con le Province, una d'obbligo, l'altra opzionale. Tuttavia, questa Giunta ha ritenuto di dover svolgere la consultazione, anche al di là degli obblighi onde far sì che tutte le Amministrazioni di questo territorio, che sono state rinnovate nel corso dell'anno scorso (estate '99), fossero in grado di recepire, commentare e contribuire al documento PRS.
Lo consegniamo quindi come piccolo contributo - a me non pare affatto piccolo - ai lavori della prossima legislatura, rilevando che questo documento è totalmente coeso con l'analogo documento DOCUP che è stato da questa Giunta rilasciato ai lavori della I Commissione ed è all'esame di quest'aula.
Tale documento vede presente, come sintesi - ed è l'ultimo commento che faccio - anche quella che a questa Giunta pare essere la soluzione, per parte di competenza, della differenza tra risorse in ingresso e risorse in uscita della componente sanità.
A tale proposito, mi permetto di correggere ancora una volta - ma spero, almeno per questa legislatura, che sia l'ultima - il collega Miglietti: l'indebitamento complessivo della Regione è l'insieme del mutuo iscrivibile, non esiste indebitamento ulteriore né esisterà comunque per quanto attiene alle differenze tra ingresso e uscita dalla parte della sanità.
Come ho già tenuto a dire - ma mi pare che l'occasione non sia esterna per riprendere questo documento - eventualmente potrei convenire su questa motivazione se una parte della minoranza dicesse (ma non l'ha detto o perlomeno non in questa sede), che non condivide dove siano state spese le risorse della sanità; se queste risorse siano state maggiori delle risorse autorizzate o rese disponibili da parte del Governo centrale, a differenza di opinioni emergenti, non c'è nessun altro deficit, perché non ci pu essere, perché eventualmente dovremo discutere di risorse già spese e non di nuove risorse da spendere.
Quindi nessun indebitamento per quanto attiene gli esercizi fin qui chiusi, cioè fino al 1998. Può ulteriormente variare rispetto a quanto avvenuto sia in termini di tassazione sia in termini di nuovi mutui, tranne quelli che noi suggeriamo nel 2001/2002, iscrivibili per 350 miliardi nel 2001 e per 350 miliardi nel 2002, parte dei quali, come abbiamo già detto nel corso dell'esame in Commissione della legge n. 628, riteniamo possano essere resi disponibili mediante idonea approvazione della legge sui fondi mobiliari pubblici o privati, legge che questa Giunta ha consegnato come ipotesi di lavoro per la prossima legislatura ai lavori della competente Commissione.
Questo come inquadramento complessivo. Mi rendo conto che non sia totalmente esaustivo di un documento che io per primo ho definito oneroso.
Ho spiegato anche l'iter seguito dalla Giunta, certamente nel rispetto del Regolamento, di quest'aula, tenendo conto di ciò che è stato detto in I Commissione. Gli iter possibili dipendono dalla sovranità di quest'aula nell'esaminare e deliberare sulla materia bilancio della Regione.
Concludo dicendo che a me pare indispensabile dotare l'ente Regione di un documento finanziario approvato, indipendentemente da quale Giunta andrà al governo della Regione il 16 aprile. Anche perché è necessario avere uno strumento finanziario certo su cui poter esercitare i propri doveri.
Aggiungo solo - argomento che era stato oggetto di una richiesta di un collega della minoranza - che l'esercizio provvisorio che abbiamo deliberato per il 30 aprile, non è ampliabile se non per legge nazionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Se a qualcuno dei Consiglieri regionali presenti importasse qualcosa dell'argomento si potrebbe entrare nel merito. Non sembra che questo argomento interessi più di tanto neppure al Presidente del Consiglio almeno interessi più delle Pro Loco. L'attenzione dell'aula è sicuramente inferiore a quella delle Pro Loco, il che lascia pensare che questo livello da bocciofila o da Pro Loco sia quello che in una certa misura quasi sembra competere o che ci piace che ci competa.
Poco fa il Presidente del Consiglio regionale ci ha rimproverati circa il fatto che si facevano dei crocchi e si usavano i telefonini. So, da padre, che l'esempio è l'elemento fondamentale per costruire l'educazione.
Non si educa con i buoni consigli, né con le sberle, ma fondamentalmente con l'esempio.
L'esempio che dà il Presidente del Consiglio regionale, spessissimo, è quello di telefonare qui in aula. Adesso, mentre parlava l'Assessore Burzi ha fatto parte di un crocchio molto numeroso, costruito intorno a Presidente del Gruppo di Forza Italia, il Consigliere Gallarini. Quindi l'impressione generale è che complessivamente di questa vicenda qui a nessuno interessi.
Se interessasse un pochino, prima di aprire una discussione più ampia due cose varrebbe la pena di dire. E' vero quello che dice l'Assessore Burzi che noi siamo legittimati a presentare emendamenti di qualsiasi dimensione, però è anche vero che se emendamenti di queste dimensioni vengono presentati i Consiglieri dovrebbe avere diritto e il tempo per poterli "ragionare".
E' stata fatta un'illustrazione ampia, sarebbe valsa la pena di fare un'illustrazione un po' più ampia su quelle che sono le finalità politiche dei bilanci in generale e di questo in particolare. C'è sempre stata sottotraccia l'idea, nelle relazioni dell'Assessore Burzi e di altri Assessori di questa Giunta, che, fondamentalmente, governare è solo un fatto tecnico. Comunque questo emendamento per quello che riguarda me, è completamente irricevibile, perché manca completamente il tempo per poterlo discutere e ragionare, a meno che non ci sia concesso dalla Presidenza del Consiglio, che è sempre così attenta, questo tempo. Questa è la prima cosa che varrebbe la pena di dire.
L'altra cosa che intendevo sottolineare è che c'è un piccolo mistero che gira in questo momento in Piemonte; le persone che sono un minimo avvertite lo sanno. Tale mistero è il seguente: quanto è grande il disavanzo in sanità? Ho compiuto ogni sforzo, come Consigliere regionale con i colleghi del centrosinistra, con gli uffici di andare un po' a ricostruire questo disavanzo, che non è una cosa marginale, non è nemmeno una cosa marginale per quello che riguarda anche un bilancio di questa legislatura. Mi ricordo il documento che era stato presentato dal Presidente della Giunta regionale, Ghigo, quando è venuto qui, non voglio citarlo a memoria, però il senso di quel documento, era: "voi della sinistra siete un po' vecchi, poi con la faccenda di pensare a distribuire allo stato sociale..., noi porteremo uno stile manageriale, porteremo efficienza." Su quanta efficienza è stata portata nella macchina della Regione basti citare la legge sul personale, quella è una dimostrazione, abbastanza valida.
Anche sulla questione della sanità il messaggio era: "porteremo efficienza." A parte il fatto che noi sull'efficienza della sanità da subito avevamo detto, che il problema grosso, per quello che riguarda la sanità, non è far bene, ma è fare le cose giuste, che è più importante che far bene. Quello che si sta facendo non è detto che sia bene: il problema non è fornire più servizi, non è dare più medicine, più esami diagnostici, più consulenze specialistiche, perché potremmo arrecare addirittura un danno alla saluta della popolazione piemontese, invece che un vantaggio.
Il disavanzo è la certificazione, davanti ad un notaio, che la sfida dell'efficienza voi l'avete perduta. Avreste fatto meglio e con meno spesa a fare le stesse cose che era state fatte fino a ieri. Il disavanzo è la certificazione. E' come se fossimo andati davanti ad un notaio: avete perduto la sfida dell'efficienza. A quanto ammonta il disavanzo non lo sappiamo; stiamo discutendo il bilancio, è l'occasione ideale per poter discutere anche il disavanzo.
Avete cercato di nasconderlo per parecchio tempo. Mi ricordo che avevo fatto una polemica personale, pubblica con l'Assessore alla sanità, che aveva detto che io ero allarmista quando ho parlato del disavanzo del '97 di 358 miliardi, che potevamo stare tranquilli, questo era il messaggio.
Abbiamo ancora l'articolo della stampa con le dichiarazioni testuali dell'Assessore e delle colleghe, Suino e Manica che erano presenti in Commissione Sanità, ricorderanno che noi abbiamo sollevato la polemica riguardante l'utilizzo del denaro nella Sanità più di tre anni fa, in tempi assolutamente non sospetti.
Adesso sta per terminare la legislatura e questo "gioco a nascondino".
Per tanto tempo ci avete detto che non c'era da preoccuparsi; poi, quando vi abbiamo stretti nell'angolo, avete acconsentito ad affidare l'incarico a Seminai per fare una verifica e sono saltate fuori le prime cifre: nel primo semestre del 1999, 1932 miliardi; poi le cifre si rincorrono e il patto di buon governo chissà cosa doveva portare.
L'Assessore, circa un mese e mezzo fa, aveva annunciato pubblicamente in Consiglio che la settimana seguente avrebbe riferito sulla vera entità.
Invece, nell'ultima Commissione ci ha portato una lettera del responsabile dell'Agenzia regionale per i servizi sanitari dove, sostanzialmente, veniva manifestata la necessità di tempo e l'impossibilità a fornire le cifre.
Ovviamente, non avendo alcuna cifra, cosa si fa? Si presenta un bilancio tecnico che ignora tutto questo.
Anche qui, se a qualcuno interessasse qualcosa, varrebbe la pena naturalmente qui ci sono molti consapevoli parlamentari subalpini iniziando dal Presidente della Giunta regionale, che vagano alla ricerca di un giornalista che gli faccia un'intervista, o di come spendere di meno per fare le inserzioni sui giornali, o riempire la città di manifesti, ma del bilancio non gliene frega assolutamente niente.



RIGGIO Angelino

GALLARINI Pierluigi (fuori microfono)



RIGGIO Angelino

Alla ricerca di una conferma.



RIGGIO Angelino

Alla ricerca anche di una conferma. E' simpatico immaginare la conferma, però dovete dare un messaggio ai cittadini piemontesi, perch possiamo costruire un grafico ideale. Nel 1995, quando voi siete arrivati e avete detto che portavate maggiore efficienza, il disavanzo è stato di 6 miliardi. Nel 1996, quando già eravate avviati sulla strada dell'efficienza, il disavanzo era di 176 miliardi. Nel 1997, quando eravate proprio nel pieno della vostra massima efficienza, il disavanzo era di 358 miliardi. Nel 1998, il disavanzo era di 1000 miliardi. E nel 1999 il disavanzo a quanto ammontava? Probabilmente a 1500 miliardi.
Dovete lanciare un messaggio che tranquillizzi i cittadini piemontesi! Il Presidente della Giunta regionale, Ghigo, invece di far pubblicare i manifesti a tutta pagina sui giornali, deve spiegare ai cittadini piemontesi come, votandolo, questa curva modifichi il trend. Questo è il minimo che occorre e stiamo soltanto parlando di soldi; non stiamo parlando di stato di salute o di stato dei servizi, altrimenti veramente ne avremmo da dire; questo se interessasse qualcosa a qualcuno, siccome non interessa niente a nessuno, possiamo anche non intervenire.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gallarini; ne ha facoltà.



GALLARINI Pierluigi

Innanzitutto non è vero che non interessa a nessuno, perché, per quanto ci riguarda, almeno abbiamo ascoltato l'intervento del Consigliere Riggio così come gli altri interventi.
Arrivati a questo punto ci sentiamo di svolgere due considerazioni. Per quanto ci riguarda, riteniamo che relativamente alla sanità se ne sia parlato anche troppo all'interno di questo Consiglio.



(Commenti in aula)



GALLARINI Pierluigi

Non è questione di avere ragione, ne abbiamo parlato per sedute intere.
All'interno del bilancio, è stato detto a dicembre quando l'Assessore Burzi lo presentò, ci sono 700 miliardi di mutuo suddivisi in due tranche di due anni.
I colleghi possono parlarne anche per ore, li staremo ad ascoltare però, per quanto ci riguarda, riteniamo che continuare a ripetere queste cose non sia assolutamente produttivo.
Questa è la prima considerazione.
La seconda considerazione è interrogativa.
Arrivati a questo punto, ovviamente, noi siamo intenzionati ad approvare questo bilancio. Siamo intenzionati a fare tutto quanto serve perché, o entro le ore 24 o più in là, visto che si può anche andare, ma in seduta continua, si possa approvare il bilancio. Chiediamo ai Gruppi e ai colleghi: è realistica questa previsione? Riteniamo che vi siano le condizioni? Perché, anziché stare qui delle ore, ognuno di noi potrebbe farlo, facendo interventi che sono un mi fra campagna elettorale illustrazione di manifesti, descrizione di foto e interventi sul bilancio.
Potremmo aggiungere anche altri argomenti, sarebbe interessantissimo, ma se, quale sintesi, riuscissimo ad operare una scelta di percorso probabilmente, sarebbe più produttivo. Ad esempio, riteniamo che vi siano le condizioni per approvarlo? Benissimo, per quanto ci riguarda, sarebbe il percorso principale.
Se riteniamo che non vi siano queste condizioni per una serie di ragioni, esaminiamo delle subordinate. La prima subordinata è andare in Commissione - lo possiamo fare, stabilendo anche congiuntamente una mezza giornata o una giornata di Commissione - dopo di che si viene in Consiglio in modo straordinario, durante i 45 giorni, e si approva il bilancio.
Riteniamo che sia possibile e percorribile un percorso del genere? Poi si possono fare "n" subordinate, sino a dire: "Ci lasciamo o adesso o alla mezzanotte e chi sarà rieletto ritornerà in quest'aula e gli altri se ne staranno ai propri lidi".
Ci sono "n" subordinate, noi ci auguriamo che ci si fermi ad una soglia piuttosto alta, ad esempio, la prima, cioè approvare il bilancio entro le ore 24 di questa sera, tanto non sappiamo chi vincerà le elezioni. La Giunta ha potuto spendere fino ad oggi il 25% dei capitoli inseriti in bilancio preventivo, quindi non ha sofferto per nulla del fatto che il bilancio fosse provvisorio; d'ora in poi, da domani mattina, la Giunta è in amministrazione ordinaria, quindi non è più nella pienezza dei propri poteri, mi dite che cosa cambia avere il bilancio approvato oppure no dal punto di vista, se così la vogliamo mettere, elettorale e clientelare? Cambia, invece, perché daremmo all'ente Regione, sia Consiglio che Giunta, compresi tutti gli enti indotti che dipendono dalla Regione, la certezza di avere un bilancio approvato. Dopodiché, chi vincerà le elezioni, lo gestirà dal 16 aprile in avanti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vinili; ne ha facoltà.



VINDIGNI Marcello

Mi pare che quanto detto dal Consigliere Gallarini sia stato detto con grande buon senso e sicuramente avrà delle risposte dai Gruppi, dal nostro Gruppo in particolare. Però noto una contraddizione tra il buon senso del Consigliere Gallarini e l'arroganza dell'Assessore al bilancio, che questa sera ci presenta una nota di variazione, che credo riguardi almeno 150 articoli, rispetto a capitoli fondamentali: il 15910, "Fondo per il finanziamento dei provvedimenti legislativi in corso", il 27170, "Fondo per il finanziamento di provvedimenti legislativi in corso, conto investimenti" e, soprattutto, il capitolo 27167, "Fondo per il finanziamento di accordi di programma".
Sono variazioni che nel complesso hanno un peso economico pari a circa 40 miliardi; 40 miliardi di maggiore spesa a fronte dei quali dovrebbero esserci 40 miliardi di entrate e l'Assessore nella sua... Va bene che il Presidente della Giunta sia assente, in quanto è sostituito dalla Giunta ma se si interviene, almeno l'Assessore al bilancio ascolti gli interventi.



PRESIDENTE

E' richiesta la sua attenzione dal Consigliere.



VINDIGNI Marcello

Non è che io viva di narcisismo, per cui voglio che si sentano i miei interventi, ci mancherebbe altro. Però, visto che stiamo discutendo di bilancio, peraltro strettamente collegato, come ci diceva l'Assessore, con l'attuazione del Documento Unico per la programmazione, ed io aggiungerei l'intesa istituzionale di programma, cosa che già di per sé richiederebbe la presenza del Presidente della Giunta, perché l'intesa istituzionale di programma è sua specifica prerogativa, non chiedo la presenza del Presidente, che ha certamente cose molto importanti da fare, ma almeno l'attenzione dell'Assessore responsabile, affinché possa rispondere ai quesiti che vengono posti.
La manovra presentata, che consiste nella variazione di bilancio comporta variazioni anche cospicue su qualcosa come centocinquanta/centosessanta articoli, che non possono certamente essere presi in considerazione nel giro di pochi minuti o di pochi quarti d'ora nell'ultima seduta di Consiglio. Eppure, di questa variazione da tempo si parlava, era nota, quindi, se si voleva avere un coinvolgimento attivo e responsabile da parte del Consiglio, la si poteva presentare per tempo.
In questo senso, vedo una contraddizione tra il tuo buon senso e l'arroganza dell'Assessore, che ci "butta lì" le cose all'insegna del "prendere o lasciare". La cosa più significativa in termini economici sono le variazioni apportate agli elenchi 4, 5, 6, 7, e 8, già consegnati in Commissione qualche settimana fa e che attengono ai capitoli principali su cui in genere si concentra l'attenzione del Consiglio quando parliamo di bilancio: sul capitolo 15.910, che finanzia i provvedimenti legislativi in corso d'esame da parte del Consiglio, per la parte ordinaria, sul capitolo 27.170, che finanzia i provvedimenti in corso per la parte degli investimenti e, soprattutto, sul capitolo 27.167, che finanzia gli accordi di programma. Le variazioni apportate a questi tre capitoli complessivamente comportano una maggiore spesa di circa 39 miliardi. Mi piacerebbe sapere in maniera più analitica quali sono le entrate che coprono questa maggiore spesa. L'Assessore ha parlato di 15 miliardi rappresentati dalle royalty, conseguentemente all'utilizzo dell'area novarese, dove ci sono giacimenti di metano, e 15 miliardi sono una parte dei 39. Se l'Assessore avesse la compiacenza di fornire informazioni un po' più analitiche, farebbe un buon servizio a questo Consiglio, e sarebbe rispettoso del nostro ruolo e della nostra intelligenza. Non possiamo essere sempre considerati "paghi" dello status che la Regione ci dà. Noi vogliamo essere "paghi" nel momento in cui siamo in grado di esercitare compiutamente il nostro dovere di Consiglieri regionali. Questa sorta di offa che ci viene data non ci va, è bene che qualcuno se lo metta in testa.
Non ci accontentiamo dell'offa, vogliamo esercitare il nostro dovere di Consiglieri in piena coscienza e cognizione di causa.
Voglio affrontare un solo aspetto dei tanti connessi con la variazione di bilancio, ed è quello relativo agli accordi di programma. La L.M. 43/94 quando parla di accordi di programma, recita: "Per l'attuazione degli interventi coerenti con gli indirizzi del piano regionale di sviluppo, e che richiedono l'azione integrata di diversi soggetti pubblici, il Presidente della Giunta Regionale" - e quindi valeva la pena di avere qui il Presidente, perché è solo lui che può rispondere ai quesiti che ora porrò - "può promuovere la stipula di accordi di programma".
Per l'attuazione degli interventi di attuazione con il piano di sviluppo, sapete quando è stato consegnato in Commissione il Piano regionale di sviluppo? Quarantotto ore fa è stato consegnato, tant'è che non è stato ancora riprodotto. Ma non ne faccio una questione di forma, ne faccio una questione di sostanza. Chiedo alla Giunta, ed in primis al Presidente della Giunta, che ha la responsabilità degli accordi di programma, di spiegarmi, dettagliatamente ed analiticamente, per ciascuna opera compresa nella lista, in particolare all'allegato 6), quali sono gli indirizzi del Piano regionale di sviluppo, approvato dalla Giunta qualche giorno fa e trasmesso in Commissione solo quarantotto ore fa, e che quindi non abbiamo avuto la possibilità di vedere, cioè quali sono gli indirizzi a cui si riferiscono le opere inserite nel capitolo 27.167.
In particolare, vorrei sapere quali sono gli indirizzi relativi ad un opera fondamentale per lo sviluppo del territorio, come la realizzazione della piscina per il Comune di Alba.
Vorrei sapere per quale motivo si utilizza lo strumento principe per l'accordo di programma, per finanziare delle opere che rientrano nell'attività ordinaria, cioè che si possono realizzare attuando normali leggi di questa Regione. Per esempio, vedo che, nell'elenco delle opere che sono oggetto di un accordo di programma, c'è la funicolare di Mondovì, che è, come altre opere, perfettamente fattibile e finanziabile con le procedure previste dal FIP per gli impianti di risalita, oppure con la legge sugli impianti di arroccamento che abbiamo approvato, oppure con i meccanismi previsti dalla legge che abbiamo approvato qualche settimana fa.
Per quale motivo dobbiamo attenerci agli accordi di programma e stravolgere le regole che valgono per tutto il Piemonte? Con gli accordi di programma che cosa si fa? Noi diamo, alle opere baciate dal Signore, o baciate da Ghigo, una contribuzione regionale più alta rispetto a quella che diamo ai Comuni che accettano di operare secondo le leggi che ci siamo dati.
La terza domanda che intendo porre, sempre richiamando l'art. 9 della L.R. 47/94, per ciascuna delle opere comprese nell'allegato 6), quali sono i soggetti pubblici, per la cui azione integrata si richiede l'accordo di programma, interessati all'attuazione di ciascuna di queste opere, perch non dobbiamo dimenticare che gli accordi di programma valgono per realizzare opere che interessano più strutture pubbliche.
Gradirei avere risposte ai quattro modesti quesiti che ho prima posto.



PRESIDENTE

Vi sono ancora degli iscritti a parlare, ma credo che possa essere opportuno, considerato anche che abbiamo poco più di quattro ore alla scadenza del termine normale di legislatura, effettuare una breve riunione dei Capigruppo per capire cosa può essere fatto nelle prossime quattro ore perciò vi chiederei, se è possibile, di svolgere ora la riunione dei Capigruppo. Non possiamo convocare subito i Capigruppo, Consiglieri?



PRESIDENTE

SAITTA Antonino (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, posso avere la parola?



PRESIDENTE

Consigliere Saitta, non possiamo svolgere subito la Conferenza dei Capigruppo? Poi lei svolgerà il suo intervento.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Una domanda, poi chiedo di svolgere la Conferenza dei Capigruppo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Volevo sapere se viene interrotta o meno la discussione sul bilancio: considerati i punti all'o.d.g., bisognerebbe continuarla.
Vorrei conoscere il motivo della riunione.



PRESIDENTE

Il motivo della riunione è la serie di ipotesi avanzata dal Consigliere Gallarini. Bisogna capire quale percorso si vuole seguire in queste quattro ore che ci rimangono: dobbiamo capire se la votazione avviene stasera o se rinviamo il provvedimento in Commissione, etc. Vi proporrei di rivederci qui alle ore 20,30, come da convocazione della nuova seduta, e nel frattempo svolgere la riunione dei Capigruppo. Mi pare una tempistica realista.
Quindi, procediamo subito alla riunione dei Capigruppo. Il prossimo Consiglio è convocato per le ore 20,30.
La seduta è tolta.



(La seduta termine alle ore 19,39)



< torna indietro