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Dettaglio seduta n.46 del 29/02/96 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Farassino e Picchioni.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Esame ordini del giorno n. 73, n. 106 e n. 161 relativi alla necessità di adeguare le norme in materia urbanistica alle mutate condizioni socio economiche attraverso l'approvazione di un nuovo documento urbanistico regionale (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame degli ordini del giorno n. 73 e n. 106 relativi alle norme in materia urbanistica, di cui al punto 18) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Botta per una precisazione sull'impostazione della Giunta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'urbanistica

L'iniziativa del Gruppo del Partito Popolare, tradotta poi in ordine del giorno, testimonia l'interesse del dibattito che c'è su questo tema così come era già stato ricordato questa mattina dal Consigliere Vindigni e ritengo che sia un contributo senza dubbio utile. Tra l'altro, in apertura di anno si era tenuto un convegno proprio sugli obiettivi di una riforma della legge urbanistica.
Nelle premesse - lo voglio ricordare perché il Consigliere Cavaliere in questi giorni e anche nel suo intervento ha fatto delle polemiche - della relazione che accompagna la riforma degli artt. 17 e 21, dove si parla di una visione superata della realtà sottesa alla legge Astengo, che era frutto di un clima culturale ben preciso, si era richiamato il fallimento del socialismo reale, così come si richiama una prospettiva bulgara nello stesso documento presentato dal Consigliere Saitta e dal Gruppo del Partito Popolare. Non per questo, però, si può dire che siano coincidenti gli obiettivi e le proposte; si parte sicuramente da una considerazione che è un dato di fatto: il fallimento del socialismo reale.
Si voleva richiamare l'attenzione sul problema che questa dottrina ha contaminato anche l'urbanistica. La Giunta, al momento dell'insediamento ha esposto nel suo programma un preciso obiettivo, quello di ridefinire la legge urbanistica alla luce dei criteri più moderni, così come è stato indicato nella deliberazione d'incarico che la Giunta regionale ha voluto dare ad esperti di indiscussa fama, al di là delle considerazioni - che sono tutte sue - del Consigliere Cavaliere, che giustamente il Capogruppo di Forza Italia ha voluto risottolineare con chiarezza; considerazioni di cui evidentemente si assume tutta la responsabilità il Consigliere Cavaliere.
Ma al di là di queste piccole annotazioni polemiche, volevo richiamare il fatto che nel programma presentato al momento del suo insediamento, la Giunta Ghigo aveva posto al centro della sua volontà politico amministrativa il disegno di ridare snellezza ed operatività ai rapporti tra cittadini, Enti locali e Regione, soprattutto in quei settori come l'urbanistica, in cui lo stratificarsi delle norme crea non solo ostacoli tecnici alle azioni dei comuni cittadini, ma finisce per compromettere gravemente le possibilità di ripresa economica.
L'obiettivo di fondo di questa Giunta, dunque, è una riforma globale della legge urbanistica del Piemonte, quindi una riscrittura del testo che come ho detto all'inizio, è ormai superato, così come è superata - e questo lo mettiamo nella nostra relazione - la visione di un Piemonte in crescita continua, soprattutto alla luce dei dati demografici e di invecchiamento del Piemonte stesso.
La tabella di marcia che si è voluta dare la Giunta regionale si svolge in due tempi. In primo luogo, con questa proposta di riforma degli artt. 17 e 21 e, molto limitatamente, dell'art. 22, si vuole dare un sollievo alla vita amministrativa ed economica dei Comuni con l'impostazione rovesciata di definire quali siano le varianti strutturali. Ieri sera, in occasione di un dibattito promosso dall'Ordine degli Architetti, degli Ingegneri, dei Geometri e del Collegio Costruttori, è intervenuto l'Assessore all'urbanistica della Città di Torino, Assessore Corsico, il quale ha dato sia pure con gli approfondimenti del caso, un'ampia apertura su questa proposta di riforma degli artt. 17 e 21, e mi pare che l'Assessore Corsico non appartenga alla nostra area culturale e politica.
Al di là di questo, la tabella di marcia che si è data la Giunta è quella di incidere immediatamente ed operativamente con un disegno di legge che consenta ai Comuni di gestire quotidianamente l'urbanistica e tutti i problemi connessi, definendo le varianti strutturali con precisi punti dando ai Comuni la possibilità di approvare, con iter veramente comunale tutte le restanti varianti, così come si è previsto di ridurre gli standard quantitativi e adeguarli alla mutata realtà socio-economica del Piemonte.
E' in questa logica che, in chiave strategica, si è voluto individuare la nomina di questi esperti che, nel giro di otto-dieci mesi, dovranno definire una proposta di articolato di legge, la quale verrà sottoposta alla valutazione e all'approfondimento della Giunta regionale, che dovrà poi dibattere in Commissione e in Consiglio questa riforma globale della legge urbanistica.
Con il disegno di legge presentato, che è all'attenzione della II Commissione, si vuole dare da subito un chiaro segnale di manifestazione di volontà di cambiamento, per dare la possibilità alle Autonomie locali che lo richiedono di gestire il territorio per quanto riguarda le procedure più di dettaglio, in modo tale che la Regione non venga intasata con tutta la realtà urbanistica dei Comuni stessi.
Per quanto concerne la disponibilità verso la proposta (anche del Consigliere Vindigni), mi sento di accedere in parte, nel senso che la Giunta, e nello specifico il sottoscritto, è disponibile ad approfondire il dibattito culturale ed urbanistico sulle proposte di obiettivi fatte dal Gruppo dei Popolari e da tutti i Gruppi che vorranno contribuire a questo importante dibattito, però ritiene che non si possa ritornare in Commissione per la ridefinizione di un ordine del giorno che, al massimo potrà essere ridiscusso e ridefinito successivamente. Ad oggi, però, la tabella di marcia che si è data la Giunta regionale con la sua maggioranza è quello di intervenire da subito con delle norme che siano variate e che abbiano il massimo dell'operatività, ma con il minimo della riscrittura; in caso contrario, ci attarderemmo in un lunghissimo dibattito e finiremmo per non dare quella risposta immediata che avevamo definito in modo molto chiaro nel programma di insediamento della Giunta.



PRESIDENTE

Ringrazio l'Assessore Botta che ha espresso la posizione della Giunta.
Dopo le parole dell'Assessore chiedo al Consigliere Vindigni se l'apertura prospettata sia una sufficiente risposta alla domanda da lui formulata prima dell'interruzione dei lavori o se mantiene comunque la proposta.
La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Mi pare che l'Assessore e la Giunta non abbiano colto il senso politico della nostra proposta, perché quanto ci dice l'Assessore è un atto dovuto.
E' chiaro che nel momento in cui si andrà in Commissione alla discussione sul disegno di legge che è relativo alle modifiche degli artt. 17, 21 e 22 noi chiederemo di collegare questa proposta con la delibera che ha assunto la Giunta, con la quale ha incaricato questa pattuglia di esperti di rivedere la legge n. 56.
Poiché la delibera della Giunta non dice nulla rispetto agli indirizzi ed agli orientamenti, e mai si è visto, nemmeno nel più piccolo Comune, un incarico di revisione di un Piano regolatore che non fosse accompagnato da indirizzi, è chiaro che in quella sede noi chiederemo un'informazione puntuale ed un confronto. Quindi non c'è nulla di concesso: è il doveroso contesto nel quale esaminare degli atti già assunti.
Quello che io proponevo era di riportare la discussione nella sede di Commissione, sulla base, ovviamente, di una relazione politica fatta dalla Giunta - che nel frattempo ha messo al lavoro i suoi esperti e quindi potrà avvalersi anche delle prime indicazioni che verranno date - per uscire da una visione ideologica del problema. Fra le tante cose dette dal collega Cavaliere mi sento di condividere l'affermazione che a volte ci si nasconde dietro l'ideologia e dietro l'ideologia finora vi siete nascosti voi con il tipo di approccio che avete voluto dare ai problemi della riforma della legge n. 56.
La proposta che avevamo fatto aveva lo scopo di uscire dagli steccati ed era anche coerente con la raccomandazione e l'invito che aveva fatto il Presidente Ghigo nel momento in cui, a conclusione del dibattito sull'approvazione del bilancio, invitava a questo confronto; quindi c'era un contrappunto con le posizioni che si erano espresse. Un contrappunto che però richiedeva delle scelte politiche - non voglio nemmeno usare la parole "coraggiose" - di buon senso. Evidentemente in questa circostanza all'interno della maggioranza, hanno prevalso i falchi, cioè quelli che si identificano nella relazione che accompagna il disegno di legge relativo alla modifica dell'art. 17 e dell'art. 21. Io sto parlando con la Giunta e quando discuteremo parleremo anche con il collega Saitta, per questo volevo fare la discussione in Commissione.
Per queste ragioni non ho alcuna difficoltà ad esprimere l'opinione del nostro Gruppo sia rispetto all'ordine del giorno dei Popolari sia rispetto all'ordine del giorno della maggioranza. Nei confronti dell'ordine del giorno della maggioranza noi votiamo contro, perché è un documento che nasconde delle vere volontà, al di là della consapevolezza che c'è nei firmatari: gli atti politici concreti sono quelli che prende la Giunta. Nei confronti dell'ordine del giorno presentato dal PPI noi ci asteniamo.
Come vede, Assessore, sappiamo distinguere e valutare anche i passi falsi dei nostri compagni in questa campagna di minoranza. Ci auguravamo che si uscisse tutti dagli steccati ideologici e proponevamo una sede, che fosse la Commissione, ancorata ad atti concreti, cioè i vostri documenti.
Questa proposta non l'avete accettata: chi non ha coerenza siete voi, non siamo noi!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

E' un intervento conclusivo di questo dibattito, innanzitutto per esprimere una grande delusione politica, perché noto grande contraddizione fra tentativi di senso politico di apertura da parte del Presidente e comportamenti concreti della sua maggioranza, in modo particolare di una parte della maggioranza, il Capogruppo Ghiglia, che dimostra atteggiamenti abbastanza evidenti nel contraddire questa apertura. Per la verità accompagnato anche dall'Assessore Botta.
Perdiamo un'altra occasione (tra l'altro il nostro Capogruppo l'aveva già anticipato). Quando il Presidente Ghigo propose questa apertura mostr un certo scetticismo dicendo che era apprezzabile, ma che in realtà la sua maggioranza era su posizioni diverse. Il Consigliere Marengo, a nome del PDS, ci aveva creduto un po' di più, ma faccio notare al collega Marengo come forse avevamo più ragione noi ad essere scettici, perché su questo tema stiamo registrando una totale chiusura da parte della maggioranza.
Prevale la posizione dei falchi, la posizione di Ghiglia, che preferisce chiudersi nel recinto della maggioranza perché teme che un'apertura su questioni di carattere fondamentale, in qualche maniera, possa determinare difficoltà a qualche componente della maggioranza.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno della maggioranza devo rilevare che si tratta di un documento debolissimo: sostanzialmente non contiene alcuna indicazione di carattere politico. E' un documento molto tecnico non contiene neppure le giuste e puntuali osservazioni che il collega Pichetto ha fatto nel suo intervento. Se avesse contenuto le indicazioni che ha fatto il collega Pichetto l'avremmo sicuramente votato, perché il collega Pichetto avendo anche esperienza di amministratore comunale, in modo particolare in quel settore, ha espresso delle valutazioni totalmente condivisibili. Se l'ordine del giorno le avesse contenute, ripeto l'avremmo votato e avremmo ritirato il nostro documento. Si preferisce invece, mantenere un documento molto ermetico, più teso a definire i confini e i recinti della maggioranza. Evidentemente, se è questo l'obiettivo, non possiamo che essere contrari, anche perché votare un documento che contiene nulla è un atto che serve a niente, ci fa solo perdere del tempo.
Il collega Pichetto, invece, ha dato delle indicazioni; ha definito come abbiamo tentato di fare noi, degli obiettivi di carattere politico per redigere una nuova legge urbanistica sulla base dell'esperienza. Noto per un limite, ma soltanto perché le posizioni non sono coincidenti, mentre ha espresso delle giuste valutazioni per dare delle risposte alle esigenze delle Autonomie locali che noi condividiamo. L'ho detto nell'intervento che ho fatto questa mattina: noi abbiamo aggiunto anche una valutazione di impianto culturale, che a nostro modo di vedere la nuova legge deve contenere.
L'impianto culturale non è irrilevante in questo disegno e il tentativo che abbiamo compiuto, introducendo ad esempio il meccanismo del mercato nell'urbanistica, va nella direzione di affrontare questo tema oltre i miti del passato e oltre le ideologie. E' questo, a nostro parere, il tentativo che bisogna fare.
Credo che questo debba essere l'elemento caratterizzante di chi ha una visione della politica non ideologicizzata, come credo sia per gran parte di noi in quest'aula. Non possiamo mitizzare o ideologicizzare temi di questa portata, in quanto credo che ci accomuni non poco in quest'aula indipendentemente dalle nostre appartenenze politiche, questa concezione non dico asettica, ma neutrale di questo tema, dove ci interessa non tanto il piano in quanto tale, non tanto lo strumento in quanto tale, ma l'obiettivo complessivo del benessere della gente. Voi - credo anche il collega Pichetto, che non so se ha espresso delle valutazioni personali avete espresso una coincidenza: l'obiettivo del recupero del benessere della gente attraverso lo sviluppo economico. Questo mi sembra un fatto importante. Senza demonizzare più il mercato; questo mi sembra l'altro elemento importante, sul quale nessun altro si è espresso oltre il collega Pichetto.
Inoltre, credo che il collega Vindigni abbia, anche se su posizioni diverse, espresso delle valutazioni che indicano, proprio perché non sono ideologizzate, come sia possibile perseguire obiettivi di carattere comune.
C'è una grandissima apertura, come credo si sia mai registrata su un tema così importante ed occorreva avere la sensibilità politica - se qualcuno ce l'ha - di cogliere questo clima estremamente importante.
In conclusione, il nostro voto è contrario all'ordine del giorno della maggioranza; è un voto contrario, oltre che per il contenuto, per il fatto che l'Assessore Botta ha preferito appaltare la definizione degli obiettivi di carattere politico ad un corpo estraneo al Consiglio regionale, ha preferito appaltarlo a tecnici, nominati dalla Giunta, però esterni. Questo vuol dire rinunciare ad un ruolo di carattere politico, perché gli obiettivi politici sono una nostra competenza e non possono essere delegati ai tecnici. Dire: "Facciamo le cose che ha detto", è pochissima cosa. Qui si tratta di urbanistica regionale, non stiamo parlando del Comune di Rosta. Il livello è un altro, quindi quando si trattano questi argomenti bisogna definire le questioni di carattere politico. Io ho criticato e critico l'impostazione di Astengo, che allora predispose la legge dandole un grande taglio culturale. Qui non c'è alcun taglio culturale alternativo.
Il limite è questo. Quando si dice che un impianto dirigistico deve in qualche maniera essere limitato o cancellato, bisogna dare un impianto culturale diverso. Noi abbiamo fatto questo sforzo nel documento - che oggi non ho potuto illustrare - immaginando un impianto culturale diverso.
Occorre un impianto culturale, non è soltanto un problema di tecnica legislativa, così come mi pare sia emerso negli interventi dell'Assessore Botta e in qualche altro intervento della maggioranza, ad esempio dei colleghi Grasso e Burzi.
Quindi siamo contrari perché si appalta all'esterno una decisione politica. Ringrazio per gli apprezzamenti che sono pervenuti in merito al tentativo, per la verità mal riuscito, di avviare un confronto serio attorno a questi temi; apprezzamenti che ci fanno piacere anche perch abbiamo registrato in quel convegno che le coincidenze sono più di quelle che si vogliono far credere; sono tante le coincidenze, si vuole impedire che vengano registrate soltanto per questioni di basso tatticismo di carattere politico.
E' chiaro che il collega Chiezzi non la pensa come la pensiamo noi (chiaramente è stato espresso un limite, ad esempio il discorso del mercato, della concertazione tra pubblico e privato), ma ha espresso una posizione politica, mentre da altre parti non è stato fatto.
Il collega Vindigni ha evidenziato un fatto: mentre nel Comune più piccolo d'Italia, quando si procede a preparare un Piano regolatore, si fa la delibera programmatica e poi si dà l'incarico ai professionisti (è così ed è giusto che sia così), noi proponiamo la legge urbanistica del Piemonte, che dovrebbe essere un grande fatto innovativo rispetto al passato, ma non facciamo la delibera programmatica, facciamo la delibera di incarico ai professionisti, qualcuno dei quali tra l'altro non condiviso da alcuni componenti; ma, indipendentemente da questo, facciamo una delibera di incarico ai professionisti dove tra l'altro, oltre alla parte economico finanziaria, si dice: "Si deve fare la legge urbanistica per fare tre o quattro cosette". Ma questa non è la delibera programmatica, non è il documento di intenti, non ci avete detto qual è il documento di intenti.
Avete soltanto definito un percorso contraddittorio. Diamo prima l'incarico, i progettisti ci preparano il documento, poi si va in Commissione. Questo è un fatto dovuto. Io spero che il dibattito di oggi sia servito a definire che in qualche modo il confronto doveva esserci su questi temi. Quindi il dibattito non è servito assolutamente a nulla.
Speriamo di aver creato qualche dubbio. Speriamo di avere in qualche maniera fatto in modo che ci sia un'ulteriore riflessione su questi temi che si esca dagli steccati.
C'è sempre un fatto importante e ci appelliamo ancora una volta al Presidente Ghigo. Ci piacerebbe - cosa che non farà perché probabilmente è assente - che si esprimesse su quanto aveva detto in passato e su come concretamente la sua maggioranza, e in modo particolare alcuni suoi componenti si stanno muovendo.
Pensiamo che occorra procedere in modo diverso. Rivolgo un appello alla maggioranza e alla Giunta, in modo particolare all'Assessore Botta: di sospendere per un attimo l'incarico che ha affidato a questi professionisti. Lei sta sbagliando completamente. Si organizzi una seduta del Consiglio regionale dove la Giunta si presenti con una sua proposta politica, con un suo documento. Nel frattempo, le altre forze politiche si attrezzino per un confronto alto, serio, elevato su questi temi, dopodich possiamo anche dividerci, ma avremo fatto un confronto politico, non detto delle banalità, come mi pare di avere registrato in certi momenti. Questo mi dispiace nei confronti di un tema così importante e rilevante soprattutto per il rapporto e il ruolo che ha con i problemi ambientali.
Ritengo che oggi ci sia questa grande occasione, in quanto un nuovo meccanismo di sviluppo economico richiede un nuovo rapporto con l'ambiente che non può essere considerato un settore, ma deve riguardare tutto. Ci sono degli spazi che bisogna saper utilizzare se se ne ha la capacità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Luciano

Intervengo brevemente per tranquillizzare il Consigliere Saitta. Non è che ho creduto più o meno di altri a promesse fatte in questa sede, anche perché non sono state fatte promesse. Ho apprezzato e continuo ad apprezzare la relazione che il Presidente Ghigo ha svolto in occasione dell'apertura del dibattito sul bilancio, soprattutto perché sono convinto che alcune materie - l'ho detto nel mio intervento di dichiarazione di voto sul bilancio e lo ribadisco oggi - comprese quelle che stiamo discutendo oggi, ad esempio l'urbanistica, non siano appannaggio della maggioranza qualunque essa sia. I problemi dell'urbanistica in Piemonte riguardano idee, aree culturali, opinioni, contributi professionali, competenze e capacità di tutti, per risolvere i problemi di questa Regione.
Noi non siamo contrari alla modifica della legge n. 56; vorremmo poter dire la nostra, ovviamente utilizzando le aree culturali, le opinioni alle quali siamo più sensibili. Questo oggi viene impedito. Io, pur essendo convinto e proprio perché convinto di questa necessità, ne prendo atto e ne trarrò tutte le conseguenze, anche perché prendere atto di tutte le conseguenze significa un certo modo di rapportarsi a questo dibattito, che è una chiusura, non è un'apertura, caro Botta, è una chiusura rispetto ai problemi che dobbiamo affrontare: una netta chiusura da parte della Giunta e della maggioranza.
Ci sono altre questioni che devono essere affrontate con lo spirito con il quale sono convinto vadano affrontate; se da parte della Giunta, per c'è questo atteggiamento, ovviamente tutte le questioni ognuno se le gestirà visto che è impossibile verificare insieme ed in modo paritario tutte le questioni che sono sul tappeto. Volevo dire questo in modo che sia chiaro. Credo che ci siano ancora i tempi utilizzando il buon senso come è avvenuto ieri su mia proposta, ad esempio rispetto ad un'altra questione che riguarda la pianificazione territoriale. Se però le posizioni della Giunta non sono più quelle di ieri, che erano ragionevoli, ma sono invece queste, è certo che discuteremo nella Commissione e nel Consiglio del provvedimento conseguente, tenendo conto che c'è una chiusura. Ovviamente ad una chiusura si risponde in termini adeguati.



PRESIDENTE

Se non vi sono altri interventi, chiedo al Consigliere Saitta se l'ordine del giorno, di cui è primo firmatario, si deve intendere ritirato.
No; quindi formalmente ritengo si debba procedere in questo modo: pongo in votazione la proposta Vindigni e a seconda del suo esito passeremo o meno alla votazione degli ordini del giorno.
La proposta Vindigni era di riportare gli ordini del giorno - se intendo bene - in Commissione per cercare una formulazione comune. Gli ordini del giorno per la precisazione sono tre: quello a firma del Consigliere Saitta quello a firma Burzi e l'ordine del giorno n. 161 che mi è stato presentato successivamente, poi fatto distribuire, a firma Cavaliere. E' un ordine del giorno che non ha bisogno di votazione perché è connesso con la materia. Ne do intanto lettura: "Il Consiglio regionale del Piemonte in seguito al dibattito sugli ordini del giorno riguardanti la legge urbanistica richiede alla Giunta regionale di ritirare il proprio disegno di legge sull'argomento (Modifica agli artt. 17, 21 e 22 L.R. n. 56/77) in attesa di un approfondimento in Commissione consiliare e della proposta generale di modifica della L.R. n. 56/77".
Chi è favorevole alla proposta del Consigliere Vindigni è pregato di alzare la mano.
C'è una questione preliminare? Prego, Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Signor Presidente, intervengo per un chiarimento sull'ordine dei lavori.
Noi ci siamo lasciati questa mattina per cercare un'intesa, che poi non si è verificata, sulla formulazione di un ordine del giorno che io richiamavo di dover essere il più possibile unitario su un tema che, come tutti i temi che vengono discussi in Consiglio regionale, non riguarda soltanto la maggioranza o la minoranza, bensì il Consiglio nel suo insieme.
Quando un atto (di qualsiasi tipo: sia esso un atto deliberativo, una proposta di legge o un disegno di legge) viene in questo Consiglio, non è più né della maggioranza né della minoranza! E' il Consiglio che liberamente si esprime su quell'atto. Noi ci siamo lasciati questa mattina con la presenza di due ordini del giorno: dissimili, sui quali c'erano dei punti in comune, sui quali poi ci sono stati degli interventi successivi al mio che richiamava l'opportunità di una sospensione per riflettere su questo tema. Successivamente ci sono stati degli interventi che richiamavano il fatto, sia da una parte che dall'altra, che c'erano delle divergenze stratosferiche rispetto a quello che c'era scritto su questi due ordini del giorno. Non solo! Quello che più mi lascia perplesso è che c'erano delle differenze ideologiche rispetto al concepire la materia urbanistica in un modo o nell'altro. Certo che mi rendo conto che esistono queste cose! Ma noi oggi qui non stiamo trattando la materia urbanistica.
Cioè non possiamo entrare oggi nel merito di quella che sarà o la modifica o la completa ridefinizione di quella che è oggi la legge n. 56. Noi stiamo parlando di ordini del giorno che sono stati liberamente presentati da singoli Consiglieri o da Gruppi consiliari e che nell'insieme del Consiglio regionale possono trovare o meno delle maggioranze o delle minoranze. Non: della maggioranza o della minoranza; ma: delle maggioranze o delle minoranze! Io, pur essendo stato seduto per quattro anni al posto dove è seduto adesso il Vicepresidente Deorsola, non ho ancora tutto chiaro il Regolamento in testa! Però si è presentato successivamente un altro ordine del giorno, che viene ritenuto - se ho ben capito - preliminare rispetto agli altri due. E' così?



PRESIDENTE

No, no! L'ordine del giorno del Consigliere Cavaliere non c'entra niente. Io stavo per mettere in votazione la proposta del Consigliere Vindigni, fatta questa mattina, di portare tutta la materia in Commissione.



MONTABONE Renato

Questa era la proposta?



PRESIDENTE

Certo. Mi pare preliminare all'esame degli ordini del giorno.



MONTABONE Renato

Concludo allora il mio intervento dicendo che l'ordine del giorno che hanno presentato alcuni Consiglieri della maggioranza (che per questo si può chiamare anche ordine del giorno della maggioranza, ma presentato al Consiglio regionale) non mi sembra voglia entrare nel merito di quella che sarà la futura legge urbanistica, ma richiama alla Giunta alcune attenzioni che Consiglieri di maggioranza ritengono siano opportune in questo momento sulla materia urbanistica.
Se noi risolvessimo tutto il dibattito sulla materia urbanistica con quel poco che abbiamo detto stamane e oggi pomeriggio, cadremmo nella più grande banalità che si possa immaginare. Hanno ragione quelli che l'hanno detto: oggi non discutiamo della materia urbanistica, richiamiamo solo all'attenzione della Giunta, e in particolare dell'Assessore, che la materia urbanistica va necessariamente rivista perché deve stare al passo dei tempi. Probabilmente la legge cosiddetta Astengo di vent'anni fa andava benissimo per quell'epoca, ma oggi non è più attuale.
Dopodiché alcuni Consiglieri hanno voluto entrare nel merito: alcuni lo hanno fatto in termini, a mio modo di vedere, talvolta strumentali; altri hanno svolto interventi estremamente comprensibili e positivi, che io condivido. Quindi oggi, se non vogliamo cadere in quella banalità che qualcuno richiamava prima, dobbiamo cercare di limitare quelli che sono non solo i nostri interventi, ma anche il peso dei nostri voti rispetto a questi ordini del giorno. Non andiamo cioè oltre, parlando di ciò che non è scritto negli ordini del giorno e che certamente dovremo dibattere successivamente.
Era un chiarimento dovuto perché mi ero dovuto assentare per motivi personali dalla riunione dei Capigruppo; la collega Cotto mi ha comunque riferito, ma volevo essere certo che le cose fossero in questa dimensione.



PRESIDENTE

Chiarisco ancora che la votazione è sulla proposta del Consigliere Vindigni di riportare tutta la discussione, perciò anche gli ordini del giorno, in Commissione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinta con 19 voti favorevoli e 31 astensioni.
Passiamo pertanto alla votazione degli ordini del giorno.
Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 73, presentato dai Consiglieri Ferraris, Peano e Saitta, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte constata la necessità che la Regione Piemonte si doti di una nuova legge urbanistica: adeguata alle mutate trasformazioni socio-economiche rispondente alle attese degli Enti locali e degli operatori economici orientata verso l'obiettivo del benessere dei cittadini, mediante lo strumento dello sviluppo economico, alla condizione della qualità ambientale capace di consentire il governo delle trasformazioni urbane attraverso la concentrazione tra pubblico e privato approva l'allegato documento che definisce gli obiettivi di una nuova urbanistica regionale ritiene che il compito di trasformare gli obiettivi in progetto di legge da concludere entro nove mesi, sia da assegnare ad un gruppo di lavoro di indiscussa competenza urbanistica e giuridica".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 3 voti favorevoli e 46 astensioni.
Sull'ordine del giorno n. 106 è stato presentato il seguente emendamento da parte dei Consiglieri Salerno e Ghiglia: in capo al testo dell'ordine del giorno aggiungere le parole: "Il Consiglio regionale del Piemonte".
Il primo firmatario dell'ordine del giorno, Consigliere Burzi, accoglie l'emendamento.
Pongo pertanto in votazione l'ordine del giorno così emendato, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerato che la Giunta regionale nel proprio documento politico-programmatico ha riconosciuto la necessità di una riforma globale della legge urbanistica regionale, ormai datata, dal momento che chi opera sul territorio in Piemonte deve ancora fare riferimento ad un corpo normativo sviluppatosi prevalentemente negli anni '70, con finalità e logiche politiche che hanno ormai perduto di credibilità ritenuto che il modo di operare appare insufficiente a fronte dell'emergere di precisi bisogni sociali ed economici ritenuto che appare preliminare una nuova strategia urbanistica che consenta la possibilità di ricorrere in modo diffuso a strumenti innovativi rappresentati da accordi tra soggetti pubblici e privati, affinché la nuova legge urbanistica sia veramente la legge 'del Piemonte' e non un qualcosa di imposto alla struttura sociale e politica della Regione considera necessario che la Giunta approfondisca le tematiche richiamate onde individuare gli elementi per la revisione e l'aggiornamento della legge urbanistica regionale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 30 voti favorevoli e 20 contrari.
Passiamo ora all'ordine del giorno presentato dal Consigliere Cavaliere.
La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Volevo semplicemente sottolineare che, proprio perché è stato richiesto dal Presidente Ghigo un confronto sui grandi temi, chiediamo che su questo grande tema avvenga un confronto, dopodiché si proceda a quelle che possono essere le prerogative anche di governo della Giunta. Procedere invece - tra l'altro quando si sono incaricati dei consulenti per una modifica generale della legge n. 56 - ad un disegno di legge di una modifica particolare, ma abbastanza sostanziale, è contraddittorio.
Si chiede dunque che la Giunta ritiri questa proposta di legge e si giunga ad un dibattito - sarebbe meglio preventivo, ma evidentemente non c'è la disponibilità - sulla riforma generale della L.R. n. 56/77.



PRESIDENTE

La ringrazio per la precisazione.
Pongo quindi in votazione l'ordine del giorno n. 161 di cui ho dato lettura precedentemente.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 18 voti favorevoli, 28 contrari e 3 astensioni.


Argomento: Viabilità

Esame ordine del giorno n. 149 relativo al collegamento ferroviario in Alta Velocità fra Torino e Milano nell'area novarese


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'ordine del giorno n. 149 presentato dai Consiglieri Manica, Mancuso e Galli.
Non essendovi interventi, pongo in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Visto lo stato di avanzamento della promozione del collegamento ferroviario in Alta Velocità fra Torino e Milano nell'area novarese vista inoltre la comunicazione al Consiglio regionale del 25/1/1996, nella quale si ribadiscono due nodi problematici rispetto al collegamento Alta Velocità fra Torino e Milano nell'area novarese: uno di tipo politico-procedurale che coinvolge le istituzioni l'altro prettamente tecnico che riguarda la struttura regionale preposta alla velocità di ottemperanza degli interventi connessi alla linea vista la complessa situazione che devono affrontare gli Enti locali interessati per l'elevato numero dei Comuni attraversati e l'ampia gamma dei problemi di interferenza che determina una rischiosa situazione di stallo ed incertezza il Consiglio regionale del Piemonte impegna la Giunta ad avviare la costituzione di un tavolo di concertazione inerente le problematiche derivanti dalla realizzazione del collegamento ferroviario veloce nell'area novarese che avrà sede a Novara e sarà composto dagli Enti istituzionali territoriali interessati: Regione, Provincia, Comuni a partire da quello di Novara che interloquiscono con la TAV, le FS S.p.A.
le Ferrovie Nord.
Il tavolo di concertazione avrà compiti e funzioni per: ricercare e definire con le comunità locali le garanzie, le integrazioni e le importanti compensazioni a favore delle stesse derivanti dalla realizzazione dell'opera la costituzione di un raccordo fra le esigenze dei progettisti, le realizzazioni dell'opera e le Comunità interessate indicare indirizzi affinché la progettazione del potenziamento ferroviario sia coerente con gli obiettivi di tutela e riqualificazione di territorio, ambiente, sviluppo economico verificare in itinere che le ipotesi progettuali e le realizzazioni rispondano alle suddette esigenze attuare un'opportuna azione di coordinamento di tutte le iniziative di studio avviate o già progettate dai vari soggetti ed Enti istituzionali avvalendosi di un supporto tecnico e finanziario regionale.
Al suddetto tavolo di concertazione si potranno invitare, in relazione a specifiche necessità, rappresentanti di altri Enti ed Associazioni che garantiscono qualificanti apporti tecnici e conoscitivi".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano. L'ordine del giorno è approvato con 42 voti favorevoli e 3 contrari.
Chiedo alla vostra cortesia se possiamo passare ancora all'esame di ulteriori ordini del giorno o se ritenete di chiudere la riunione, dato che qualcuno aveva sottolineato di avere degli impegni molto pressanti.
Dato che siamo in numero sufficiente, chiedo di passare alle nomine.


Argomento:

NOMINE


PRESIDENTE

Passiamo pertanto al punto 26) all'o.d.g.: "Nomine".
Si proceda alla distribuzione delle schede per la seguente nomina.


Argomento: Nomine - Comitato regionale e sue sezioni

Comitato Regionale di Controllo - Co.Re.Co. (legge n. 142/90 e L.R. n. 40/94) - Sezione di Novara per il territorio delle attuali Province di Biella, Novara, Verbania e Vercelli. Sostituzione del signor Roberto Bussi - membro effettivo dimissionario - iscritto da almeno dieci anni all'Albo dei dottori commercialisti o dei ragionieri, scelto in una terna proposta dai rispettivi ordini professionali.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Paolo Falcicchio.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 15,45)



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