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Dettaglio seduta n.456 del 22/02/00 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Angeli, Bellingeri, Benso, Botta Casoni, Farassino, Gallarini, Ghigo, Pazé, Rossi e Rosso.


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

Si proceda all'appello nominale per la verifica del numero legale, così come richiesto dal Consigliere Chiezzi.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Si constata la presenza del numero legale, essendo presenti in aula n.
26 Consiglieri ed in congedo n. 10 Consiglieri.


Argomento: Delega di funzioni regionali agli enti locali

Esame disegno di legge n. 467: "Disposizioni normative per l'attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112 'Conferimento di funzioni e compiti dello Stato alle Regioni ed agli Enti locali in attuazione del Capo I della legge 15 marzo 97, n. 59'" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del disegno di legge n. 467, di cui al punto 7) all'o.d.g.
Ricordo che siamo all'art. 13.
ART. 13 13.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Vindigni, Orrù e Miglietti: inserire all'art. 13, comma 2, dopo le parole "livello regionale", la specificazione "criteri ed indirizzi per la".
La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

La Giunta esprime parere contrario. Questo argomento è già stato discusso a lungo in Commissione: se queste funzioni vengono riservate a livello regionale, a questo punto non sono oggetto solo di indirizzo.
Peraltro, in merito, si è avuto modo, durante i lavori della Commissione di spiegare che l'esercizio di queste funzioni è effettuato tramite soggetti terzi, con delega di fatto dei soggetti operatori, che sono il sistema bancario e le finanziarie regionali.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, a me sembra che quello attuale sia un testo a carattere centralistico. Assessore, non capisco perché la concessione di agevolazioni debba essere mantenuta alla competenza della Regione: perché mai? Non diciamo da tempo che la Regione deve smetterla con la gestione? Che deve occuparsi di programmazione, di strategia? E poi riservate alla Regione queste funzioni?! A me sembrano funzioni che, secondo il principio di sussidiarietà dovrebbero essere tutte consegnate agli Enti locali e che, se si intende trattenere in capo alla Regione questo compito di gestione (l'erogazione di agevolazioni), questo debba però essere limitato ai casi in cui dimostrandolo, si richieda un unitario esercizio della funzione.
Viceversa, questo elenco mi pare onnicomprensivo. L'Assessore è in grado di dirmi quali agevolazioni, quali contributi sono delegati agli Enti locali? Mi dirà: la tenuta degli Albi, la concessione per l'esercizio degli impianti, la gestione delle aree attrezzate... Ma qui parliamo di contributi, Assessore.
La Regione soffre di "elefantiasi" di funzioni improprie, la più evidente delle quali è quella di erogare i contributi.
L'articolo prevede che la Regione tenga per sé la concessione di agevolazioni, benefici e contributi comunque denominati alle imprese.
Questa descrizione mi pare con evidenza in contraddizione col principio opposto, che è quello che tutto è delegato ai Comuni e alle Province: tutto, tranne poche cose.
Qui si fa l'inverso e si dice: comunque siano denominati, i contributi i benefici e le agevolazioni sono trattenuti in capo alla Regione. Ci spieghi l'Assessore che significato ha tutto ciò e in quale rapporto stia con i principi della legge n. 59 e del decreto legislativo 112, che tanto pomposamente a volte voi richiamate, ma che spesso diventano dei gargarismi.
In realtà voi continuate a tenere accentrate in Regione funzioni amministrative. L'Assessore può anche non accettare questo emendamento che riporta al rispetto del principio delle leggi Bassanini, può anche non accettarlo nel senso che questo emendamento mette su tutte queste attività di concessione generalmente il cappello sussidiario dei criteri di indirizzo; l'emendamento è costretto a tenere il testo così com'è e a farlo precedere dalla decisione che la Regione su tutta quella materia (concessione di contributi) si ferma ad un unitario esercizio consistente nella definizione dei criteri di indirizzo. Punto. Che è quello che diciamo da Roma fino qua.
Se non è così, Assessore Pichetto, allora si individua nelle lettere a), b), c) e d) la necessità specifica di un unitario esercizio, ma dovete individuarlo, perché questo contraddice evidentemente tutti i principi di sussidiarietà che continuiamo a recitarci, e per non recitarli solamente bisognerebbe metterli in pratica.
Questo, Assessore, è un articolo decisivo. Noi abbiamo altri emendamenti che in parte cercano di approfondire questo tema, però non vorremmo essere noi a scavare dentro le lettere a), b), c) e d) per proporre individuazioni di caratteristiche di concessioni di contributi che richiedono ragionevolmente un indirizzo unitario della Regione. Di certo la lettera a) è inaccettabile.
La lettera b), se vuole, ha già un contorno più definito; si tratta di discutere se quello è un contorno in cui la Regione avoca a sé la concessione del contributo, ma di certo la lettera b) dice che le agevolazioni nelle aree depresse e nelle aree montane le tiene la Regione Piemonte. Del tutto discutibile anche in questo caso; per me è sbagliato però è un'individuazione di una fattispecie di intervento, è già qualcosa,.
Tuttavia nella lettera a) c'è tutto, anzi essendo la lettera a) "concessione agevolazioni, benefici e contributi comunque denominati alle imprese", non si capisce che bisogno ci sia di scrivere la lettera b), in cui si parla di "agevolazioni nelle aree depresse" - che cosa vuol dire? previa concertazione con le Province e Comunità montane.
E' addirittura il contrario: in un'area circoscritta e quindi nella quale si potrebbe anche aver esplicitato il motivo dell'avocazione alla Regione della gestione dei contributi, si dice; nell'area ristretta, per concertiamo con Province e Comunità montane. E nell'area più larga non dite niente? Questi due punti mi sembrano due punti di contraddizione.
Diversa è la lettera c), che parla di problemi di formazione, se volete. Se voi ritenete che la formazione, come la intendete, abbia un carattere di unitarietà di esercizio, può essere spiegato, ma i contributi la gestione, le domande, il ricevere, il dare, il selezionare perché dovete trattenerlo in capo alla Regione? In più in questo modo, con queste due lettere, la prima delle quali mangia tutta la fattispecie della seconda.
Spiegate meglio in quali casi i contributi li gestisce la Regione e demandate a Province ed Enti locali la gestione di tutti gli altri. Oppure diteci che non volete attuare il principio di sussidiarietà, che non siete pronti, ecc.
Io chiederei la possibilità di avere un colloquio con l'Assessore su questi temi, chiedo di avere una riflessione in aula, anche con un'eventuale sospensione di un minuto. Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MINERVINI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Abbiamo discusso molto su questo articolo, specialmente sul comma 2 lettera a), anche perché oggi non è che avvenga esattamente come qui è descritto, in quanto avviene in un modo diverso.
Allora avevamo chiesto che fosse modificato e che fosse chiarita qual è la procedura che oggi è in atto, che per quanto ci riguarda ci potrebbe anche andare bene, ma che fosse descritta così come oggi avviene.
Alla Regione è riservata la formulazione dei criteri e quindi la programmazione e l'applicazione, la ricezione delle domande e l'erogazione dei contributi avviene tramite o la Finpiemonte - la finanziaria regionale o il sistema bancario.
Allora scrivetelo così e poi eventualmente vi incontrate con il Presidente Chiezzi per chiarire meglio qual è la procedura, anche perch oggi non avviene in questo modo.
In questo modo vorrebbe dire riportare al livello degli uffici della Regione Piemonte tutta la procedura che invece oggi non è all'interno degli uffici della Regione Piemonte, ma che sta all'interno degli uffici di chi deve applicare quali sono gli indirizzi che vengono dati dopo la concertazione e dopo tutte le procedure che sono qui descritte, in modo imparziale, cioè senza discrezionalità in quel momento e, non essendoci più discrezionalità, chi deve applicarlo, lo applica, ed è o la Finpiemonte tramite il fondo che viene trasferito alla Finpiemonte o la convenzione con il sistema bancario, se dovesse essere un'azienda di credito ad erogare il contributo, anziché la Finpiemonte. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

L'argomento è stato molto dibattuto, oltre che in Commissione, anche con gli Enti locali e, in particolare, con le Provincie. Ritengo si debba partire dalla considerazione della condizione in cui, in questo momento, si trova la Regione Piemonte nell'applicazione del sistema degli incentivi (in senso vasto) nei confronti delle imprese artigiane.
La Regione Piemonte ha seguito un certo percorso, in questi ultimi tre anni, approvando il Testo Unico sull'Artigianato con la L. 21/1997, e con la sua rettifica di alcuni mesi fa, utile a definire - come era d'impegno le eventuali difficoltà nella sua applicazione. La Regione Piemonte si è quindi dotata di uno strumento che le permette, e lo permette anche alle associazioni e, prima di tutto, alle imprese, di affermare che il sistema degli incentivi ha un percorso che funziona.
Dobbiamo in primo luogo valutare l'efficienza del servizio, l'efficacia degli obiettivi che ci poniamo e che emergono come bisogno e richiesta del sistema delle imprese, la chiarezza, la trasparenza e snellezza della procedura. Abbiamo un meccanismo d'incentivo che è unitario a livello regionale - e qui sta il principio di unitarietà - ma che non vede, collega Chiezzi - ed è qui il punto importante - neanche una domanda, un fascicolo una valutazione interna. Se vogliamo, il sistema degli incentivi per 220.000 imprese artigiane della Regione Piemonte, si riduce a due mezze giornate al mese da parte di un funzionario membro del nucleo di valutazione presso Finpiemonte, Artigiancassa, Mediocredito. Abbiamo un sistema che (l'ho già detto altre volte) ci viene copiato da altre realtà.
Sarebbe un danno, per il sistema dell'economia delle imprese piemontesi cambiarlo, spezzettarlo a livello provinciale o ad altri livelli. Non si tratta di discutere il "dirigismo" o il "non dirigismo", "l'accentramento" o il "non accentramento". Si tratta di valutare dei percorsi, nel sistema degli incentivi, che funzionino. I nostri permettono alle imprese, in trenta giorni, di avere le risposte da tutti i soggetti titolati, da Artigiancassa piuttosto che Finpiemonte o Mediocredito.
Per questo i punti a) e b) non possono che essere così. Tornerò sugli altri punti, anche in risposta al collega Miglietti, che giustamente ha centrato il problema. Quanto al punto c), la formazione, posso dire ora che potremmo rivedere la sua formulazione. Di fatto, la formazione nella Regione Piemonte è normata dalla L. 63, e il meccanismo deve essere quello.
Inserirla qui era un rafforzativo. Il meccanismo diventa quello che questo Consiglio regionale ha voluto, con la legge n. 63 e le sue successive modificazioni. L'indicazione in questo punto, al limite, può suscitare in noi, in alcuni casi, considerazioni lessicali.
Io stesso avevo eccepito con gli uffici qualche giorno fa, sostenendo che il dire "formazione" in quel punto era un'aggiunta che poteva deviare dal senso voluto. Una delle ipotesi era anche quella di non parlare più di "formazione" in senso puro, e dire "La tutela e l'approvazione della lavorazione dell'artigianato artistico tipico di qualità, secondo le disposizioni della L. 21/1997", perché ci richiamiamo sempre e comunque alla legge n. 21 che ha costruito il modello d'intervento. La L. 21/97 è stata esaminata mentre era in corso la divulgazione dei decreti Bassanini ed è stata promulgata quasi in corrispondenza della L. 59/97. Qualche mese fa ha subìto delle modifiche, quando i decreti Bassanini erano già stati emanati: le correzioni sono state apportate tenendo conto non solo dei principi della L. 59/97, la legge madre, ma anche del decreto n. 123, che individua i criteri d'intervento sul sistema delle imprese nelle tre grandi fasce, l'automatica, la valutativa e la negoziale. Sul filone della riforma Bassanini noi ci siamo inseriti con la L. 21/97: per questo c'è il richiamo delle sue procedure che, comunque, funzionano. E' questo il discorso.
Al collega Miglietti posso dire che, volendo, si può specificare ulteriormente. Proprio in merito alle considerazioni che facevamo già la settimana scorsa sono state scritte varie soluzioni. Si può anche dire: "Al comma 3, per la concessione di agevolazioni benefici e contributi all'artigianato, di cui alla lettera a) e b) del precedente comma 2, la Regione di norma si avvale degli Enti strumentali ovvero procede all'appalto del servizio secondo le vigenti disposizioni di legge". Ci significa rafforzare ciò che comunque viene già detto dalla L. 21/97, che è stato applicato e che stiamo vedendo funzionare.
Se questa formulazione può essere soddisfacente per i colleghi Miglietti e Chiezzi per il rafforzamento di questa differenziazione, di questa "delega" (che comunque è un appalto, non una delega) mi dichiaro disponibilissimo ad accettarla. Però, non sono favorevole ad un rovesciamento del meccanismo, così come si evince dalla costruzione degli emendamenti. Giustamente, su quest'intervento il collega Chiezzi ha detto: "Poi ce ne sono altri che s'inseriscono su questo filone". Questo è l'emendamento "madre", da cui si evince che vanno regolati anche il sistema di distribuzione degli incentivi da parte degli altri soggetti. Rifiutare quest'emendamento chiaramente comporta negare anche gli altri: un diniego che però non è centralistico e dirigistico, che non è finalizzato a tenere i soldi da dare per i contributi. Qui parliamo di contributi, ma in senso lato: non c'è nessuna struttura presso la Regione Piemonte che dia i contributi valutando le domande in un certo modo. L'istruttoria viene fatta dal sistema al soggetto appaltatore, che potrebbe essere l'Istituto di Credito piuttosto che il soggetto vincitore dell'appalto. Di fatto, quindi la Regione detta solo dei criteri. Sarebbe un errore tornare indietro tornare ad un Ente, ad un qualsiasi Ente - fosse anche la Parrocchia di San Giovanni! - che riceva ed esamini le domande di contributi di questo o quell'altro artigiano. Sarebbe un grave passo indietro.



PRESIDENTE

Ci sono dichiarazioni di voto?



CHIEZZI Giuseppe

C'è la richiesta di una breve sospensione.



PRESIDENTE

D'accordo. Sospendo la seduta per un quarto d'ora.



(La seduta, sospesa alle ore 15.56 riprende alle ore 16.14)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
L'Assessore Leo ha chiesto la parola per fare una comunicazione; ne ha facoltà.



LEO Giampiero, Assessore ai beni e sistemi culturali

Chiedo un atto di riguardo - spero sia così inteso, ne ho parlato con qualche collega - verso il Consiglio. Siccome c'è una riunione interistituzionale del Comitato Sindone in cui è necessaria la presenza di un rappresentante per ogni istituzione, altrimenti non è valido, mi devo assentare almeno per mezz'ora.
Ho ritenuto di doverlo dire all'aula affinché non venisse considerata come una scorrettezza nei confronti dei lavori dell'aula. Non voglio mancare di rispetto; vado solo per il tempo strettamente necessario e rientro.



PRESIDENTE

Io spero solo che non manchi il numero legale con la sua assenza Assessore.



LEO Giampiero, Assessore ai beni e sistemi culturali

Devo dire che alcuni Capigruppo di minoranza (i colleghi Miglietti Saitta e Riba) mi hanno detto che se giustificavo l'assenza non sarebbe stata considerata una scorrettezza verso il Consiglio.



PRESIDENTE

Questa precisazione era doverosa.



CHIEZZI Giuseppe

Sono cinque anni che andiamo avanti così!



LEO Giampiero, Assessore ai beni e sistemi culturali

Non può dirmi che sono cinque anni che faccio scorrettezze al Consiglio!



CHIEZZI Giuseppe

No, non lei.



PRESIDENTE

Bene, riprendiamo i lavori.
E' stato presentato un nuovo emendamento che verrà discusso al momento opportuno.
Adesso riprendiamo la discussione dell'emendamento aggiuntivo. Ci sono altre dichiarazioni, Assessore? Vuole intervenire lei o il Consigliere Miglietti?



MIGLIETTI Franco

Mi dica di che cosa stiamo parlando e a che punto siamo.



PRESIDENTE

In verità ho già detto di cosa stavamo parlando, ma glielo ripeto: riprendiamo l'emendamento 13.3), di cui avete discusso ampiamente qualche momento fa. Qualcuno deve e vuole intervenire? Ha chiesto la parola l'Assessore Pichetto; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Siamo all'art. 13. Abbiamo sospeso i lavori per un confronto relativo al comma 2, per quanto concerneva un emendamento dei colleghi che parlava di criteri e di indirizzi. A questo punto si sono chiarite le posizioni senza con questo arrivare, in alcuni casi, alla stessa posizione. La Giunta ribadisce che se viene mantenuto questo emendamento il suo parere è contrario, altrimenti, se sull'emendamento successivo che dovrebbe essere in distribuzione in questo momento, mi pare a firma Miglietti ed altri, si riesce a identificare la posizione di tutti e a chiarire quello che è il percorso, la Giunta dichiara fin d'ora che è d'accordo sull'emendamento Miglietti che richiama le procedure della legge 21.



PRESIDENTE

Pongo quindi in votazione l'emendamento aggiuntivo all'art. 13, comma 2, a firma Vindigni, Miglietti e Orrù, al quale si sono poi aggiunte le firme dei Consiglieri Chiezzi e Simonetti.
La Giunta è contraria.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 1 voto favorevole e 26 contrari.



CHIEZZI Giuseppe

Eccepisco sull'esito della votazione, Presidente.
Chiedo la ripetizione per appello nominale.



PRESIDENTE

Così come richiesto, si proceda alla votazione per appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 27 voti contrari 27 L'emendamento è respinto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Presento un emendamento che tiene conto anche dei chiarimenti forniti dall'Assessore e dai funzionari riguardo allo stato attuale dell'organizzazione di queste funzioni.
Chiedo che l'organizzazione attuale ed il mantenimento in capo alla Regione della concessione dei contributi non sia l'unica organizzazione possibile per migliorare il rapporto tra le istituzioni dello Stato e le attività economiche.
Detto questo, chiedo che, all'interno della logica del mantenere centralmente la concessione dei contributi, sia introdotto un elemento di coerenza. Nel senso che la concessione dei contributi viene suddivisa, dal punto di vista dell'osservanza del principio di sussidiarietà, in due categorie: i contributi, categoria di cui alla lettera a), ed i contributi nelle aree depresse, categoria descritta nella lettera b).
La Giunta propone che, per la categoria di cui alla lettera b), quella relativa ai contributi nelle aree depresse, la concessione avvenga previa concertazione con le Province e le Comunità montane interessate.
Non capisco - Assessore Pichetto - il motivo per il quale si nega alle Province la concertazione per i contributi di carattere generico e la si concede per i contributi nelle aree depresse. Non lo capisco, perché le Province, se hanno titolarità ad essere chiamate ad un'attività di concertazione, ce l'hanno per i contributi alle imprese e non per i contributi alle imprese nelle aree depresse.
Chi ha mai detto questo? Potevate, con la stessa contraddizione, decidere la concertazione sulla lettera a), per tutti i contributi, e la non concertazione sulla lettera b). Spiegatemi in cosa si differenzia la scelta di negare, nel primo caso alle Province la concertazione e di affermarla nel secondo caso. O la date e la prevedete o la togliete.
Io sarei propenso a prevederla anche nel primo caso e per questo motivo ho presentato un emendamento. Vorrei, però, che l'Assessore mi spiegasse nel caso intenda respingerlo - la motivazione di tale rifiuto ed il motivo per il quale, invece, ritiene che l'esercizio unitario del contributo, nel caso di aree depresse, debba essere esercitato con la concertazione delle Province. Lo eserciti unitariamente con la concertazione delle Province anche nel primo caso! O no? Non nascondiamoci dietro piccole cose!



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

La valutazione in merito al coinvolgimento nella concertazione delle Province e delle Comunità montane, per quanto riguarda le aree depresse era nata in seguito ad un confronto con le rappresentanze di questi Enti.
Essa, inoltre, era nata come riconoscimento della peculiarità dell'intervento su quelle aree e quindi del giusto confronto.
Su questo, comunque, c'è la completa disponibilità della Giunta ad estendere il confronto anche con le Province. La Giunta, pertanto, è favorevole all'emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi ed altri che recita: "All'art. 13, comma 2, alla fine della lettera a), aggiungere 'previa concertazione con le Province'".



PRESIDENTE

La Giunta, dunque, accoglie l'emendamento.
La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Grazie, Presidente. Mi spiace, Assessore, perché mi pare si stiano prendendo lucciole per lanterne! Un conto è fare la concertazione con le Province o chi si vuole sulla programmazione e sui criteri, ma mi pare inopportuno prevedere la concertazione sulla concessione dei contributi.
C'è, inoltre, un problema di capienza di bilancio, perché si chiedono 20 miliardi mentre in cassa ce ne sono 15.
Nella programmazione dei criteri di concessione dei contributi si diano e si descrivano delle priorità. Le priorità potrebbero essere la disoccupazione peculiare, la chiusura di stabilimenti, l'inondazione, ecc.
ma non è assolutamente concepibile che ci sia una concertazione dell'erogazione dei contributi con chicchessia, se - come ci avete detto è una cosa automatica.
Se è una cosa automatica, inseritela nel computer e il computer "sfornerà" i nomi. Se non è così, allora rifacciamo il ragionamento e diciamo che il tutto è in capo alle Province, perché dobbiamo capirci su cosa vogliamo impostare: o è automatico, e qui si danno i criteri e nessuno ci metterà mano, oppure si dica che va tutto in capo alle Province.
A questo punto, però, diamo in mano alle Province anche la programmazione. Dobbiamo capirci, perché sono cose delicate e devono essere affrontate nella più ampia limpidezza e certezza.
Per cui noi abbiamo presentato un emendamento che chiede esattamente che vengano depennate le parole "previa concertazione con le Province e le Comunità montane interessate".
O è in un modo, e allora si fa in un modo, oppure è in un altro, e allora si fa tutto in modo diverso. Non ci possono essere due vie: le parallele convergenti sono finite.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vindigni; ne ha facoltà.



VINDIGNI Marcello

Mi pare che la soluzione proposta dall'Assessore, quando prevede di portare al punto a) la concertazione prevista dal punto b), non risolva il problema.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

No, io non propongo nulla: se trovate una mediazione, sono disposto a seguirla.



VINDIGNI Marcello

Per la verità, il collega Chiezzi faceva notare una contraddizione nel comportamento della Giunta, che proponeva un certo trattamento per le imprese localizzate nelle zone depresse e nelle zone montane, e un altro trattamento per le zone di pianura non depresse.
Però non esprimeva un giudizio politico, che invece è scaturito dall'intervento del collega Miglietti, quando ha detto che i compiti della Regione devono essere ben precisi e altrettanto precisi devono essere quelli delle Province.
Tant'è che la lettura dell'emendamento - di cui ovviamente non c'è numerazione - relativo all'inserimento della frase "criteri ed indirizzi per", prima della lettera a), va fatta congiuntamente all'emendamento successivo e alla ristesura dell'art. 14, in quanto l'architettura funzionale si coglie attraverso la lettura degli artt. 13 e. 14.
E' chiaro che gli emendamenti che noi abbiamo presentato rispondono ad una logica secondo la quale la Regione deve fissare i criteri e gli indirizzi per la concessione dei contributi; la concessione dei contributi compete agli Enti territoriali; il trasferimento di questi contributi e quindi l'effettiva operazione di trasferimento dei contributi ai beneficiari deve avvenire attraverso gli strumenti di natura tecnico finanziaria che oggi si stanno affinando.
A livello regionale abbiamo avuto - e ha funzionato e funziona - per tutta una serie di attività, la Finpiemonte; sul territorio stiamo avendo grazie al decollo dei Patti territoriali, un'attività di verifica di progetti d'imprese e quindi di validazione su richiesta di contribuzioni che passa attraverso il sistema bancario.
Per questo noi non vediamo, nel trasferimento dei compiti di concessione di contributi alle Province, un meccanismo attraverso il quale presso le Province o le Comunità montane si creerà lo Sportello con l'impiegato che, a mano, fa i conti e valuta a chi dare i contributi, ma pensiamo che questa attività di concessione di contributi sul territorio potrà avvenire secondo i meccanismi di validazione dei progetti e dei Patti territoriali che oggi vedono impegnato il sistema bancario, opportunamente validato, come avviene appunto per i Patti territoriali, in questo caso attraverso il Ministero del Tesoro, con regole e procedure che saranno stabilite sul piano locale.
Gli emendamenti vanno visti nella loro globalità, sia quelli riguardanti l'art. 13 che quelli relativi all'art. 14. E' bene, quindi, che l'Assessore faccia le proprie considerazioni e le proprie proposte, tenendo conto dell'architettura complessiva su cui stiamo ragionando, e non pasticciando una struttura che rischia di non corrispondere alla visione che noi abbiamo espresso con gli emendamenti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Io avevo detto che ero disponibile a trovare una soluzione di mediazione. In merito, visto che rimaniamo sugli emendamenti, la posizione della Giunta originaria era quella - non di questo testo - di non prevedere la concertazione nemmeno nel secondo caso.
Vedo che c'è un emendamento a firma del Consigliere Vindigni, che dice: "sopprimere all'art. 13, comma 2, previa concertazione con le Province e le Comunità montane interessate". Io posso dire che sono d'accordo e, a questo punto, per essere conseguente, respingerei l'emendamento del Consigliere Chiezzi che dice "previa concertazione con le Province".
Mi rendo conto, come diceva il collega Vindigni, che questo emendamento soppressivo della concertazione si inseriva in un disegno più ampio, cioè in un certo meccanismo; mi pare, però, che la sospensione avuta alle ore 13 era per permettere ai colleghi di confrontarsi sugli emendamenti e unificarli.
Adesso il contenzioso non riguarda me. Se devo pormi...



VINDIGNI Marcello

Se l'Assessore accetta gli emendamenti all'art. 14, non abbiamo difficoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Negli interventi precedenti abbiamo già risolto quel nodo con le rispettive posizioni; ora si tratta di vedere i due emendamenti all'art.
13.
Io dico che accetto quello di soppressione della concertazione che riguarda l'art. 13, comma 2, lettera b) e do parere contrario a quello della lettera a) presentato dal collega Chiezzi.
Accetto il secondo; il primo è respinto.



PRESIDENTE

Per cortesia, evitate i colloqui a due, altrimenti non si capisce più niente.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Riassumo così: art. 13, comma 2, lettera a): parere contrario. Art. 13 comma 2, lettera b): parere favorevole.



PRESIDENTE

Assessore, e quello sulle lettere a) e b)? Ce n'è un secondo o un terzo.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Lo accettiamo.



PRESIDENTE

Benissimo.



VINDIGNI Marcello

Mi scusi, Presidente, ma l'Assessore non può fare il gioco delle tre carte. Gli emendamenti hanno una loro logica: o si accettano tutti o si respingono tutti.
Se lei accetta l'emendamento che prevede il trasferimento di funzioni alle... Non l'accetta? Allora, a questo punto, ritiro il mio emendamento.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Non lo posso dire io che lo ritiro: lo deve dire lei.



VINDIGNI Marcello

Certo, lo ritiro perché non le consento di fare dei giochetti prendendo dei miei discorsi solo la parte che le conviene: abbia pazienza! se vogliamo fare i giochetti, siamo tutti capaci di farli; se vogliamo fare un'architettura istituzionale che stia in piedi, allora ci confrontiamo.
Non presentiamo gli emendamenti per fare le trappole, li presentiamo perché intendiamo comporre un'architettura istituzionale.
Se un emendamento viene respinto, è chiaro che ne traiamo anche le conseguenze. Poi, intelligenza vuole, a questo punto, che se lei intende mantenere una sua certa architettura istituzionale - che noi non condividiamo, che io non condivido - deve essere coerente: non può avere una diversità di trattamento tra le aree depresse e le aree non depresse.
Quindi tocca a lei rendere coerente il comportamento fra la lettera a) e la lettera b); altrimenti, non si spiegherebbe una diversità di trattamento. Almeno salviamo la faccia! Non vuole trasferire alle Province? Bene, ma le modalità di concessione siano uguali per tutti, non ci può essere una differenza di trattamento.



PRESIDENTE

Consigliere Vindigni, spero di aver capito bene: lei ritira l'emendamento soppressivo 13.6), che recita: "lett. b), sopprimere all'art.
13, comma 2, le parole 'previa concertazione con le Province e le Comunità interessate'".
Anche lei, Consigliere Chiezzi, ritira l'emendamento 13.7: "Sopprimere all'art. 13, comma 2, lettera b), le parole 'previa concertazione con le Province e le Comunità montane interessate'"? Perfetto, tali emendamenti sono dunque ritirati.
13.4) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: art. 13, comma 2, alla fine della lettera a) aggiungere "previa concertazione con le Province".
La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

La Giunta regionale è contraria.
Ripeto: qui c'è una serie di altri emendamenti. Se gli altri emendamenti dei colleghi vengono ritirati, posso anche accettare, per trovare una soluzione dialettica, di riformulare l'intero punto.
Ha ragione il Consigliere Miglietti quando dice che la concessione non si "concerta", ma che, al limite, possono darsi degli indirizzi secondo cui assegnare tale concessione. In questo caso, sono le deliberazioni di modifica di programma che si possono concertare. Se ad ogni comma ricompare lo stesso problema, ci atteniamo al disegno che c'è, presentato col testo licenziato dalla Commissione. Pertanto, a questo punto non inseriamo la "concertazione" alla lettera a). Ritorniamo a ciò che è anche frutto del confronto con gli enti locali: essi sostengono che di situazioni particolari, delle aree depresse, di determinate microzone, devono anch'essi interessarsi, relativamente alla propria area. Per quanto riguarda invece gli indirizzi per l'intero Piemonte, non è prevista questa fase di concertazione, salvo quanto previsto dalla legge n. 21, cioè eventualmente un passaggio nella Conferenza delle Autonomie. Ecco perché il nostro parere è contrario all'emendamento.



PRESIDENTE

Non essendoci dichiarazioni di voto, pongo in votazione l'emendamento che - ricordo - non è stato accolto dalla Giunta regionale.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, votiamo per appello nominale?



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 hanno risposto SI 4 Consiglieri hanno risposto NO 26 Consiglieri L'emendamento è respinto.
13.5) Emendamento presentato dai Consiglieri Vindigni, Bertoli e Suino: all'art. 13, comma 2, alle lettere a) e b) aggiungere "secondo le disposizioni della L.R. 21/97 e s.m.i.".
La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

La Giunta regionale accoglie l'emendamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Miglietti, ne ha facoltà.



MIGLIETTI Franco

Credo sia chiaro: la L.R. n. 21/97, sull'artigianato, è quella che norma tutto il sistema organizzativo e le procedure per l'accesso e l'erogazione dei contributi. Abbiamo presentato quest'emendamento perch sia chiaro che la procedura in questione è quella della L.R. n. 21, che è una legge oggi attiva nella Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 32 voti favorevoli.
13.8) Emendamento presentato dai Consiglieri Vindigni, Orrù e Miglietti: lett. c), sopprimere la lettera d) del comma 2 dell'art. 13 ed istituire il comma 3: "3. Alla Regione è altresì riservata la realizzazione e gestione di programmi regionali attuativi di regolamenti dell'Unione Europea o di iniziative comunitarie, in cooperazione con gli Enti locali interessati".
La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Va bene, perché è una specificazione, come comma, della precedente lettera d); quindi, viene meno la lettera d) ed inserito come comma.
L'emendamento è accolto.



PRESIDENTE

Pongo dunque in votazione l'emendamento, accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.
Si proceda ora alla votazione dell'art. 13 così emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 25 voti contrari 6 L'art. 13 è approvato.
ART. 14 14.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Vindigni e Orrù: sostituire l'art. 14 con il seguente: "Art. 14 1. Sono conferite alle Province o alla Città metropolitana le seguenti funzioni amministrative: a) la definizione dei criteri per la concessione di borse di studio ai sensi dell'art. 31, comma 6 della L.R. 21/1997 b) la programmazione delle aree destinate ad insediamenti artigiani e ad aree ecologicamente attrezzate c) la gestione degli interventi relativi al sostegno dell'artigianato tradizionale d) l'individuazione e delimitazione dei territori interessati ai sensi dell'art. 26, comma 6, della L.R. 21/1997 e) la concessione di agevolazione alle imprese localizzate nelle aree depresse e nelle aree montane f) la concessione di agevolazione, benefici, contributi, comunque denominati, alle imprese g) la formazione degli imprenditori artigiani ed attività relative all'artigianato artistico tradizionale h) l'approvazione del programma provinciale per l'artigianato, elaborato in concorso con i Comuni, il quale determina gli obiettivi per la qualificazione e lo sviluppo territoriale del settore e indica le priorità in conformità con le previsioni del Programma regionale di sviluppo, nonch dei piani regionali e provinciali.
2. Sono conferite ai Comuni: a) a concessione per l'installazione e l'esercizio di impianti lungo le autostrade ed i raccordi autostradali, di cui all'art. 105, comma 2, lett.
f) del d.lgs. 112/1998, sono trasferite ai Comuni i quali trasmettono alla Regione i dati relativi per le funzioni di monitoraggio previste dall'art.
3, comma 5, del decreto legislativo 11 febbraio 1998, n. 32 (Realizzazione del sistema di distribuzione dei carburanti, a norma dell'articolo 4, comma 4, lettera c), della Legge 15 marzo 1997, n. 59) b) la localizzazione, la rilocalizzazione, la realizzazione e la riqualificazione di insediamenti artigiani. Questi interventi sono effettuati in coerenza con la programmazione provinciale relativa alle aree industriali prevista dall'articolo 1, comma 2, lettera a).
3. E' conferita alla Camera di Commercio la tenuta degli albi delle imprese artigiane e gli albi artigiani istituiti presso le Commissioni provinciali per l'artigianato.
4. Le funzioni amministrative attribuite alle Province, ai Comuni e alle Camere di Commercio sono finalizzate alla realizzazione degli interventi di loro competenza e all'erogazione di contributi, secondo le modalità individuate in specifici criteri di attuazione definiti dalla Giunta regionale.
5. Sono altresì conferite alle Comunità Montane e alle Province, per il territorio non compreso in comunità Montane, la gestione e l'amministrazione delle attività concernenti l'istruttoria di progetti in attuazione di programmi di intervento dell'Unione Europea".
La parola al Consigliere Vindigni per l'illustrazione.



VINDIGNI Marcello

Questa nuova stesura dell'articolo deve essere riformulata alla luce del testo definitivo dell'art. 13 approvato precedentemente. Il mantenimento dei punti e) ed f) non ha più senso, per cui vengono tolti mentre rimangono tutti gli altri; pertanto, i punti g) e h), diventano e) ed f), nel primo comma.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

La Giunta esprime parere contrario, in blocco, alla proposta di emendamento sostitutivo dell'art. 14. In parte, perché come già detto dal collega Vindigni, alcuni punti, a seguito della riformulazione dell'art.
13, non sono più riproponibili; in parte, perché si è già data risposta nella discussione iniziale sull'art. 13.
Ad esempio, quello alla formazione è un richiamo di per sé stesso, ma legato all'applicazione della legislazione regionale sulla formazione, ai criteri dettati dalla L.R. 63.
Per questi motivi, esprimo parere negativo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni per dichiarazione di voto.



VINDIGNI Marcello

A questo punto, visto l'atteggiamento della Giunta, i punti e) ed f) dei quali ritenevo opportuna la soppressione, vengono reintrodotti.
Chiedo dunque che la votazione si faccia sull'emendamento nella stesura presentata a suo tempo alla Presidenza.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento 14.1) nella sua interezza iniziale.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo la votazione per appello nominale.



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione per appello nominale dell'emendamento test discusso.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI' 12 Consiglieri hanno risposto NO 26 Consiglieri L'emendamento è respinto.
Si proceda ora alla votazione dell'art. 14 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 26 voti contrari 9 L'art. 14 è approvato.



CHIEZZI Giuseppe

Eccepisco sull'esito della votazione.



PRESIDENTE

Si proceda nuovamente alla votazione dell'art. 14 per appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI' 26 Consiglieri hanno risposto NO 9 Consiglieri L'art. 14 è approvato.
ART. 15 Non vi sono emendamenti; se nessuno desidera intervenire, lo pongo in votazione per alzata di mano.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo la votazione per appello nominale.



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione dell'art. 15 per appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 hanno risposto SI' 28 Consiglieri hanno risposto NO 4 Consiglieri L'art. 15 è approvato.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

ART. 16 Anche in questo caso non vi sono emendamenti; possiamo dare la stessa votazione?



CHIEZZI Giuseppe

No, chiedo nuovamente la votazione per appello nominale.



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione dell'art. 16 per appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI' 33 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'art. 16 è approvato.
ART. 17 17.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Vindigni, Orrù e Miglietti: aggiungere, al termine dell'art. 17, comma 1, lett. a), la seguente espressione: "da esercitare in accordo con le Province interessate".
La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Per l'individuazione dei distretti industriali, la Giunta ritiene necessario il coinvolgimento di tutti gli Enti locali, non solo delle Province. E' stato previsto un parere in sede tecnica, da parte del Comitato Attività Produttive, costituito nell'ambito della Conferenza permanente (lo troviamo all'art. 19, comma 1), ed un parere in sede politica, nell'ambito della Conferenza permanente (art. 19, comma 4).
Aggiungere le Province mi sembra un appesantimento eccessivo. Peraltro, le Province sono presenti nell'ambito della Conferenza permanente e attraverso i tecnici, nell'ambito del Comitato tecnico.
Per questo motivo esprimo parere contrario all'emendamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Quanto è proposto nell'emendamento è un po' diverso rispetto a quanto richiamato dall'Assessore. Nell'emendamento si propone un accordo tra Regione e Province; un accordo e non un "ci si senta", non che "la Conferenza può formulare proposte" - comma 3 e 4 dell'art. 19 - o che comma 1 - "la Regione opera in raccordo e collaborazione con gli Enti locali". Questo è un fatto nuovo in un ambito strategicamente importante: quello dell'individuazione dei distretti industriali.
Riteniamo che l'individuazione non sia possibile in disaccordo con le Province, pertanto l'emendamento specifica la necessità di tale accordo.
Certo, è difficile che la Regione provveda all'individuazione in disaccordo con le Province, ma in punto di norma potrebbe anche farlo. Questo va evitato, perché significherebbe una contrapposizione di istituzioni che governano tale da non permettere che l'individuazione diventi una realtà.
Per prudenza, pertanto, inserirei, proprio nel punto relativo all'individuazione dei distretti, questo accordo che può anche essere sottinteso, ma che sarebbe meglio prevedere attraverso una norma. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Brevemente, per puntualizzare. I meccanismi di individuazione dei distretti industriali sono determinati dalla legge 317 del '91. A seguito della legge 140 verranno forniti gli altri meccanismi, che sono dei parametri.
Riteniamo più importante la consultazione anche con i Comuni (che sono i veri soggetti, perché i distretti industriali hanno spesso valenza interprovinciale), che non l'assoluto accordo con le Province. Peraltro passando in Conferenza, sia per parere tecnico sia per valutazione politica, se c'è disaccordo con le Province mi sembra abbastanza difficile il calare d'imperio.
Collega, questa discussione è stata fatta anche in Commissione ed allora io proposi di eliminare il passaggio in sede tecnica del Comitato Attività Produttive della Conferenza; ritengo importante il passaggio nel Comitato tecnico perché lì sono presenti anche i rappresentanti dell'impresa, i veri attori dei distretti industriali.
Non c'è, dunque, una contrarietà di principio, ma l'emendamento andrebbe riformulato e probabilmente sarebbe di minore forza rispetto all'attuale. L'attuale dicitura ha più forza perché comprende imprese Province ed Enti locali interessati.



PRESIDENTE

La Giunta, dunque, è contraria all'emendamento, che pongo in votazione.



CHIEZZI Giuseppe

Per appello nominale, grazie.



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione dell'emendamento per appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 27 hanno risposto SI' 2 Consiglieri hanno risposto NO 25 Consiglieri L'emendamento è respinto.
17.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: aggiungere all'art. 17, comma 1, lett. b), prima della parola "l'individuazione" le parole "i criteri per".
La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

La Giunta regionale è contraria all'emendamento: i criteri li dà lo Stato, non li determina la Regione. Dalla Regione vengono solo applicati.



(Commenti, fuori microfono, dei Consiglieri Chiezzi e Vindigni)



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

La norma parla di individuazione a seguito dei criteri che saranno emanati dallo Stato. Quindi, a noi compete l'individuazione, ma i criteri li detta lo Stato.



PRESIDENTE

E' un'attività di fatto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Il nostro ruolo è di individuarle applicando i criteri che lo Stato detterà. Si è previsto solo il passaggio al Comitato delle Attività Produttive.



(Commenti, fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vindigni, ne ha facoltà.



VINDIGNI Marcello

Assessore, può citarci le fonti? Considerato che in merito c'è stata anche un'interrogazione, approfittiamo dell'occasione per avere ulteriori elementi su questo punto che, peraltro, sarà affrontato anche nell'art. 18.
Se l'Assessore volesse dedicare qualche minuto all'approfondimento della materia, gliene saremo grati.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Ho con me la risposta all'interrogazione, che è già stata preparata.
Posso mandarne copia agli interroganti. Ma, in merito all'applicazione della L. 140 e in attesa dei nuovi criteri, sia per l'individuazione puntuale dei nuovi distretti o la conferma dei criteri del 1991 (c'erano già dei criteri per la loro individuazione), sia anche per l'individuazione dei sistemi produttivi locali, stiamo (stante anche lo scenario in parte già costruito per il DOCUP e la rivisitazione del Patto per lo sviluppo) raccogliendo gli elementi necessari, in ambito locale, per essere pronti ed avere già, nel momento in cui ci siano i criteri, i dati fondamentali almeno secondo gli uffici. Chiaramente, mancando l'atto formale non sappiamo quali sono, quindi non riusciamo ad arrivare all'individuazione dei sistemi produttivi locali o anche alla loro eventuale modifica o allargamento, o all'individuazione di nuove aree di distretto, ai sensi della L. 317.



(Commenti dai banchi dell'opposizione)



PRESIDENTE

Sono molto comprensivo, ma il lavoro che state chiedendo di fare spetta alla Commissione competente.
Chi presenta un emendamento deve accettare le risposte che gli vengono date. Mi spiace, ma, se così non è, non si può andare avanti, perché in quel caso contravverremmo ad un principio a cui, invece, non vogliamo contravvenire.
Io chiedo: la Giunta regionale, dalla consultazione della legge citata può trarre degli elementi tali da farle modificare la valutazione dell'emendamento? Se è così attendiamo, altrimenti votiamo l'emendamento!



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Se dalla normativa si evince...



(Commenti, fuori microfono del Consigliere Chiezzi )



PRESIDENTE

Non dobbiamo fare una disquisizione! La Giunta regionale, volendo, pu anche solo dire "no"!



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Se dalla normativa citata si evince che anche noi dobbiamo determinare qualche criterio, posso accettare la formulazione proposta, "i criteri per". Dagli uffici mi viene detto che i criteri vengono determinati a livello nazionale e calati nelle realtà locali. Questa, al momento, è la mia risposta. Ecco perché dico "Andiamo avanti, riserviamoci il voto". Se la norma citata, la L. 140 afferma che l'individuazione dei criteri compete allo Stato, è chiaro che chiederò al collega di ritirare l'emendamento.



PRESIDENTE

Abbiamo appena fissato un principio! Non possiamo tornare indietro! Propongo di votare l'emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti. Mi è sembrato che la Giunta, indipendentemente dalla consultazione della legge, sia contraria all'emendamento. Non è così Assessore?



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

No. La Giunta regionale potrebbe anche accettarlo. Non vorrei che il Piemonte, se per caso nella legge nazionale c'è scritto che i criteri li detta il governo, facesse una figura da bestia! Tutto il Consiglio regionale che lo rappresenta la farebbe! Ci troviamo in una sede legislativa, ritengo che collegandoci ad Internet potremmo essere veloci nella consultazione...



PRESIDENTE

Questo è un lavoro di Commissione! Questi problemi non dovrebbero essere portati in aula! E non intendo fare polemiche!



(Commenti, fuori microfono del Consigliere Riba)



PRESIDENTE

Sì, la stiamo cercando, ma qui noi non abbiamo un terminale collegato ad Internet! Facciamo un attimo di sospensione.



(La seduta, sospesa alle ore 17,38 riprende alle ore 17,43)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Credo che, se leggiamo con attenzione il testo...



CHIEZZI Giuseppe

Però adesso la legge l'aspettiamo!



PRESIDENTE

Colleghi, non è che dobbiamo avere qui tutti i testi; non li abbiamo mai avuti.



CHIEZZI Giuseppe

Però possiamo provarci.



PRESIDENTE

Bisogna cercare di leggere il testo: "Sono di competenza della Regione le seguenti funzioni amministrative: l'individuazione dei sistemi produttivi locali" oppure "i criteri per l'individuazione dei sistemi produttivi locali".



(Commenti, fuori microfono dell'Assessore Pichetto)



PRESIDENTE

"I criteri e l'individuazione per", dopodiché se i criteri già sono stati fissati ne prende atto, li recepisce come momento di legislazione nazionale e individua i sistemi produttivi". A me pare che, se modifichiamo nel senso "i criteri e l'individuazione"...



CHIEZZI Giuseppe

E' arrivata la legge, Presidente.



PRESIDENTE

E' solo che con questa "piacevole" attività non si può poi pretendere di avere l'aula nel plenum; è un'attività defatigante.



(L'Assessore Pichetto si consulta con i propri funzionari)



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Considerato che è un lavoro quanto mai difficoltoso, perché la L. 140 rimanda alla L. 317, e quindi adesso dovremmo andare a ricercare la L. 317 che chissà a che cosa ci rimanda - e non ritengo sia possibile, in questo momento, fare tutto questo percorso, se al Consiglio non nuoce, accetto "i criteri per l'individuazione e individuazione dei sistemi produttivi locali".
L'emendamento del Consigliere Chiezzi, dunque, può essere accolto con "i criteri per l'individuazione e l'individuazione dei sistemi produttivi locali".



PRESIDENTE

Pongo quindi in votazione l'emendamento 17.2), accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 35 voti favorevoli.
17.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: aggiungere all'art. 17, al termine del comma 1, lettera c), le parole "Per le determinazioni concernenti l'esercizio di tale funzione, la Regione acquisisce l'intesa delle Province interessate tramite apposite Conferenze di servizi".
La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

La Giunta è contraria perché per questo si va in Comitato nell'ambito della Conferenza permanente Regione-Autonomie locali, dove ci sono le Province così come gli altri Enti locali.



PRESIDENTE

Possiamo considerare ritirato l'emendamento, Consigliere Chiezzi?



CHIEZZI Giuseppe

No e chiedo la votazione per appello nominale.



PRESIDENTE

Si proceda, dunque, alla votazione dell'emendamento per appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 hanno risposto SI' 6 Consiglieri hanno risposto NO 26 Consiglieri L'emendamento è respinto.
17.4) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: aggiungere, all'art. 17, comma 1, lettera d), l'inciso: "in accordo con le Province interessate".
La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

La Giunta esprime la stessa opinione di cui all'emendamento precedente in quanto anche la lettera d) va in "Comitato attività produttive nell'ambito della Conferenza". Questo vale anche per il successivo emendamento, relativo alla lettera f), che prevede la determinazione concernente l'esercizio di tale funzione ("la Regione acquisisce l'intesa delle Province interessate tramite apposite conferenze dei servizi"). A questo punto richiamo l'art. 19, comma 2, il quale cita espressamente il passaggio, per quanto riguarda i punti a), b), c), d) e) e g), nell'ambito del Comitato attività produttive.
Per il successivo emendamento, che riguarda essenzialmente il patto territoriale, per quanto attiene alla relazione fra la Regione e gli Enti locali, obbligatoriamente deve andare in Conferenza. Abbiamo già il confronto con Province ed Enti locali e pertanto l'emendamento diventa aggiuntivo. Naturalmente, sempre con l'inciso dell'accordo. In questo caso è: "sentito il parere della Conferenza" e non "accordo con i soggetti".



PRESIDENTE

La Giunta è contraria all'emendamento, che pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 7 voti favorevoli e 21 contrari.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo la verifica della votazione, Presidente.



PRESIDENTE

Si proceda all'appello nominale per la verifica dell'esito della votazione.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI' 7 Consiglieri hanno risposto NO 26 Consiglieri L'emendamento è respinto.
17.5) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: inserire, all'inizio della lettera f), dell'art. 17, le parole "le determinazioni in ordine alle".
La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

La Giunta accoglie l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento, accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 33 voti favorevoli.
17.6) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: aggiungere, al termine dell'articolo 17, comma 1, lettera f), l'inciso "Per le determinazioni concernenti l'esercizio di tale funzione, la Regione acquisisce l'intesa delle Province interessate tramite apposite Conferenze di servizi".
Se non ci sono interventi, pongo in votazione l'emendamento.



CHIEZZI Giuseppe

Per appello nominale, Presidente.



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione dell'emendamento per appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI' 9 Consiglieri hanno risposto NO 26 Consiglieri L'emendamento è respinto.
17.7) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: inserire, all'art. 17, comma 2, lett. a), prima della parola "la concessione" le parole "criteri ed indirizzi per...".
La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Questo è un ragionamento già fatto oggi pomeriggio, ad inizio seduta in merito all'artigianato. Riguarda il disegno di trasferimento delle competenze ad altro soggetto. Di conseguenza, vi richiamo agli interventi e alla discussione fatta in quella sede. Anche nel caso dell'industria c'è un emendamento - sempre a firma, se non sbaglio, del Consigliere Miglietti che ricalca quello presentato per l'artigianato, atto a precisare le modalità tra funzione amministrativa (quindi espletamento amministrativo) e titolarità del soggetto concedente.
Pertanto, il parere della Giunta è contrario all'emendamento.



PRESIDENTE

Posso dare la stessa votazione di prima?



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, votiamo per appello nominale?



PRESIDENTE

Su richiesta del Consigliere Chiezzi, si proceda alla votazione dell'emendamento per appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI ' 9 Consiglieri hanno risposto NO 26 Consiglieri L'emendamento è respinto.
17.8) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglietti, Bertoli e Suino: all'art. 17 è aggiunto il seguente comma 3: "3. Per la concessione di agevolazioni, benefici e contributi di cui alla lettera a) del precedente comma 2, la Regione, di norma, si avvale degli enti strumentali ovvero procede all'appalto del servizio secondo le vigenti disposizioni di legge".
La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Quest'emendamento è il corrispondente di quello che abbiamo accolto nella parte precedente, relativa all'artigianato, perciò anche questo è accolto dalla Giunta regionale.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 36 voti favorevoli.
Si proceda quindi alla votazione dell'art. 17, così emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 28 astensioni 4 L'art. 17 è approvato.
ART. 18 18.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Vindigni, Orrù e Miglietti: sostituire all'art. 18, comma 1, la parola "sub-delegata" con la parola "conferita".
La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

La Giunta è d'accordo.



PRESIDENTE

Pongo quindi in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 35 voti favorevoli.
18.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: sostituire il comma 2 dell'art. 18 con il seguente: "2. Sono conferite alle Province o alla Città metropolitana le funzioni amministrative concernenti: a) la programmazione nell'ambito ed in coerenza con il piano territoriale di coordinamento, sentiti gli Enti locali interessati, di aree industriali e di aree ecologicamente attrezzate b) l'individuazione dei sistemi produttivi locali c) l'individuazione di promozione riguardante la realizzazione di progetti di ammodernamento e sviluppo di sistemi locali, in particolare per le piccole-medie imprese anche con riferimento ai distretti industriali e ai patti territoriali d) la programmazione di servizi di interesse provinciale a sostegno delle imprese.
2. Le Province partecipano inoltre alle attività di programmazione dei distretti industriali.
3. Sono di competenza dei Comuni la realizzazione e la gestione delle aree attrezzate e la gestione delle aree attrezzate per attività produttive e delle aree ecologicamente attrezzate, nonché la gestione dei servizi delle aree stesse".
18.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Vindigni, Orrù e Miglietti: sostituire il comma 2, dell'art. 18 con il seguente: "2. Sono conferite alle Province o alla città metropolitana le funzioni amministrative concernenti: a) la programmazione, nell'ambito ed in coerenza con il piano territoriale di coordinamento, sentiti gli Enti locali interessati, delle aree industriali e delle aree ecologicamente attrezzate b) la programmazione di servizi di interesse provinciale a sostegno delle imprese.
3. Sono di competenza dei Comuni la realizzazione e la gestione delle aree attrezzate per attività produttive e delle aree ecologicamente attrezzate nonché la gestione dei servizi delle aree stesse".
La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Si tratta in effetti di due emendamenti quasi simili.



PRESIDENTE

Il più lontano è quello presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti per cui una volta accolto questo, l'altro diventa superfluo.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Ripeto, i due emendamenti sono quasi simili, ma in merito a ciò devo dire che, per quanto riguarda la lettera a), che mi pare comune ai due emendamenti, la funzione di programmazione della Provincia e della Città metropolitana è già esplicitamente riconosciuta e richiamata nell'art. 18 secondo comma, laddove si parla di concorso con la programmazione regionale (peraltro la loro programmazione è un diritto proprio).
L'emendamento proposto parla di coerenza della programmazione provinciale con il piano territoriale di coordinamento. Io lo riterrei superfluo perché è impensabile che le Province elaborino un programma di aree attrezzate non coerente con il loro stesso piano, sarebbe illogico nel comportamento.
Mentre per quanto riguarda la lettera b) dell'emendamento Vindigni laddove si parla di servizi di interesse provinciale (peraltro stesso termine è citato al punto d) dell'emendamento Chiezzi e Simonetti), noi riteniamo che il concetto di servizi sia compreso, implicito, perché la delega delle aree attrezzate è la delega dei servizi complessivi delle aree attrezzate, altrimenti che delega sarebbe, che contenuto avrebbe? E' la stessa lunghezza d'onda. Quando si parla di gestione delle aree attrezzate nel nostro testo (secondo comma dell'art. 18) intendiamo gestione dei servizi. Se poi va riformulato mettendoci la parola 'servizi' c'è la completa disponibilità della Giunta, ma dico sinceramente che era ritenuto da parte nostra superfluo indicarlo, perché è quella la sostanza.
Vedo quindi una difficile compatibilità, già tra i due emendamenti, ma poi io ritengo che tutto questo sia compreso pienamente, semmai con un'aggiunta rispetto all'emendamento che parla solo di programmazione provinciale, perché c'è anche la competenza della programmazione regionale.
E' vero però che l'emendamento era inserito - chiedo scusa - nel disegno di legge precedente della delega, ma anche in quel caso doveva essere la programmazione provinciale compatibile con la programmazione regionale. E' una serie di automatismi.
Io chiedo ai colleghi se addirittura possono ritirarli questi emendamenti, perché mi viene difficile dire che li respingo perché le sostanze sono riportate tutte. Si potrebbe al limite riformulare un collage, ma ritengo che tutto sia già compreso nella formulazione dell'art.
18 e precedenti dell'attuale testo.
Altrimenti, se vengono mantenuti, io esprimo il parere contrario, non perché vi sia una contrarietà nel principio, ma perché la sostanza è già contenuta negli articoli fin qui approvati e che dobbiamo ancora approvare.



PRESIDENTE

Dopo questo chiarimento, do la parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Noi manteniamo il nostro emendamento perché ci pare che chiarisca meglio l'ordine attraverso cui si va alla programmazione dell'organizzazione delle aree industriali attrezzate e oggi delle aree ecologicamente attrezzate. Dico 'oggi' a seguito dell'introduzione, con il Decreto legislativo n. 112, di questa ulteriore tipologia.
Facciamo discendere la definizione dei compiti della Provincia da un sistema operativo e funzionale che dà alla Regione determinati compiti e alle Province e ai Comuni altri compiti.
La Regione deve supportare lo sviluppo economico territoriale predisponendo leggi, fissando i criteri e gli indirizzi per l'utilizzo delle risorse.
La programmazione degli interventi sul territorio la fa la Provincia.
E' chiaro che questa programmazione la fa in coerenza con gli strumenti urbanistici generali di cui si è dotata e quindi il piano territoriale di coordinamento provinciale.
L'attuazione degli interventi viene fatta dai Comuni.
Nel testo predisposto dalla Giunta invece c'è una confusione, perch dice che la realizzazione e la gestione delle aree attrezzate per attività produttive e delle aree ecologicamente attrezzate spetta ai Comuni (qui va bene) ed alle Comunità montane; le Province e la Città metropolitana sentiti i Comuni e le Comunità montane, concorrono alla definizione della programmazione regionale in materia mediante piani provinciali o metropolitani.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Quello è un percorso chiaro, non il vostro.



VINDIGNI Marcello

Qual è la differenza che esiste tra programmazione regionale e programmazioni provinciali? Questo è il punto! Perché la definizione di indirizzi, di obiettivi di carattere generale che la Regione fissa per il territorio, la può articolare anche a livello provinciale. L'individuazione dei siti, dove realizzare queste aree perché siano coerenti con la pianificazione provinciale, perché non abbiano un carattere di dispersione che comporti un cattivo utilizzo delle risorse, compete invece alle Province.
Non ci mettiamo certo a fare la programmazione regionale dei siti industriali; non l'abbiamo mai fatta! Il testo proposto dalla Giunta, invece, la induce, perché quando si dice che c'è una programmazione regionale che si fa in concorso con le programmazioni provinciali, vuol dire che c'è un percorso che nasce dal basso - cioè le Province - e porta a formare un programma regionale dei siti industriali.
Questo mi pare contrasti con lo spirito della legge 59 e del decreto legislativo 112, proprio perché introduce un concetto di programmazione regionale alla quale concorrono le programmazioni provinciali. Diciamo allora che la Regione, come abbiamo detto in altri articoli, dà gli indirizzi ed i criteri per la formazione delle aree industriali, ma la programmazione, vale a dire l'individuazione della distribuzione sul territorio e della localizzazione spetta alle Province e la gestione spetta ai Comuni. A me pare che questo concetto sia espresso più chiaramente nell'emendamento presentato da noi, altrimenti non l'avrei proposto. E questo è un punto.
C'è, poi, un problema di struttura dei testi che consente di definire meglio i compiti dei diversi livelli amministrativi. In questo senso la proposta è più chiara, perché stabilisce quali funzioni sono confluite alle Province e quali sono di competenza dei Comuni.
Nel testo proposto dalla Giunta, invece, c'è una continua interferenza fra funzioni regionali, funzioni provinciali e funzioni comunali. Questo ripeto - non aiuta l'attuazione della legge.
Per questo motivo manteniamo la formulazione dell'emendamento, perch ci pare esprima più chiaramente, in termini funzionali e politici, i concetti sui quali l'Assessore dice di essere d'accordo.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MINERVINI



PRESIDENTE

La Giunta, dunque, è contraria all'emendamento 18.2, che pongo in votazione per appello nominale, così come richiesto dal Consigliere Chiezzi.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 hanno risposto SI' 2 Consiglieri hanno risposto NO 26 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'emendamento è respinto.
Posso dare la stessa votazione all'emendamento 18.3)? No, va bene.



(Il Consigliere Chiezzi, fuori microfono eccepisce sulla presenza in aula dei Consiglieri)



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, il numero legale è garantito.



PRESIDENTE

RIBA (fuori microfono)



PRESIDENTE

Vengono in aula solo per votare e questo non è corretto...



PRESIDENTE

Consiglieri, già la volta scorsa ho sostenuto che i Consiglieri dovrebbero stare in aula. Non li posso legare! Sotto la loro responsabilità ci sono o non ci sono. Vedano loro.



(Interventi, fuori microfono di alcuni Consiglieri)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

La Giunta è contraria all'emendamento 18.3). Lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 10 voti favorevoli...



(Il Consigliere Chiezzi, fuori microfono eccepisce sull'esito della votazione e chiede che questa avvenga per appello nominale)



PRESIDENTE

Così come richiesto, si proceda alla votazione dell'emendamento per appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 hanno risposto SI' 4 Consiglieri hanno risposto NO 27 Consiglieri L'emendamento è respinto.
Passiamo alla votazione dell'intero art. 18.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, votiamo per appello nominale?



PRESIDENTE

Possiamo procedere alla votazione col sistema elettronico, che è più celere. Entro oggi dobbiamo riuscire a licenziare la legge. Chiedo alla cortesia dei colleghi di restare seduti al proprio posto. Ciascuno si munisca della propria tessera magnetica.



(Commenti, fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Per cortesia, conosco la procedura e il Regolamento!



(Commenti, fuori microfono del Consigliere Ghiglia)



PRESIDENTE

Chi ha intenzione di votare è pregato di stare al proprio posto! Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'art.
18.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno votato SI' 26 Consiglieri hanno votato NO 2 Consiglieri si sono astenuti 7 Consiglieri L'art. 18 è approvato.
Passiamo ora alla votazione dell'art. 19, che non presenta emendamenti.
Indìco pertanto la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'art. 19 nel testo originario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 hanno votato SI' 24 Consiglieri hanno votato NO 2 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri L'art. 19 è approvato.



CHIEZZI Giuseppe

La maggioranza non ha i numeri, Presidente!



PRESIDENTE

Non si preoccupi.



CHIEZZI Giuseppe

Non avete i numeri.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Come no? Ci sono i sei astenuti.



PRESIDENTE

ART. 20 Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'art. 20 nel testo originario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno votato SI' 27 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri L'art. 20 è approvato.
ART. 21 21.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglietti, Bertoli e Suino: all'ultimo periodo del comma 3 dell'art. 21 sono eliminate le parole "...delle proprie strutture".
La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

La Giunta accoglie l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo, dunque, in votazione l'emendamento, accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 35 voti favorevoli.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, eccepisco sull'esito della votazione. Usiamo il sistema elettronico!



PRESIDENTE

Non ci sono problemi, collega.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento Miglietti ed altri.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 hanno votato SI' 31 Consiglieri L'emendamento è approvato.
Indìco ora la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'art. 21 così emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno votato SI' 31 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri L'art. 21 è approvato.
ART. 22 Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'art.
22 nel testo originario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 hanno votato SI' 30 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'art. 22 è approvato.
ART. 23 Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'art.
23 nel testo originario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno votato SI' 27 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri L'art. 23 è approvato.
ART. 24 Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'art. 24 nel testo originario.
Interrompo la votazione perché ha chiesto la parola, su tale articolo il Consigliere Vindigni, pertanto l'esito di questa votazione non è da considerarsi valido.
Prego, Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Il sistema di aiuti alle imprese, che tradizionalmente è nato come sistema di aiuto alle attività produttive - vedi, per esempio l'impostazione iniziale della legge 488, oppure l'impostazione iniziale dei patti territoriali - si sta progressivamente estendendo a tutte le attività economiche, quindi alle attività commerciali, turistiche ed agricole.
Al punto c) del terzo comma dell'art. 24, nel definire le attività che la Regione promuove avvalendosi degli Sportelli Unici, diciamo che "la Regione promuove, d'intesa con le Province e gli Enti locali sede di Sportello Unico, iniziative finalizzate allo sviluppo delle attività produttive e ad attrarre sul territorio nuovi insediamenti produttivi".
Il concetto di produttivo si riferisce solo al settore secondario quindi all'industria, oppure a tutti i comparti economici? Nel caso in cui si riferisca solo alle attività industriali, questa indicazione scaturisce da un vincolo edilizio o da una scelta politica della Giunta? Ho bisogno di questo chiarimento perché ritengo, invece, che si debba estendere l'attività di promozione a tutti i comparti economici.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Non ricordo bene, ma mi pare fosse un emendamento presentato proprio dal collega Vindigni. In ogni caso, trattandosi di un articolo che riguarda lo Sportello Unico, si è intesa la generalità delle imprese, quindi un riferimento in senso lato del settore produttivo diretto ed indiretto, o meglio, tutte quelle attività a cui fa riferimento la norma nazionale di Sportello Unico.
Questo va a raccordarsi con quanto è già stato fatto con gli strumenti ordinari a disposizione ante applicazione del decreto legislativo 112.
Si tratta di ribadire la disponibilità e l'intenzione della Regione ad utilizzare il veicolo dello Sportello Unico per svolgere un'azione di promozione nel territorio piemontese, per l'immissione di nuove attività produttive, non solo industriali ed artigianali, ma anche in senso lato dei servizi.
Ritengo che l'interpretazione da dare sia questa, proprio perché è collegata al discorso Sportello Unico.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'art.
24.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 hanno votato SI' 26 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri L'art. 24 è approvato.
ART 25 Ha chiesto la parola il Consigliere Miglietti; ne ha facoltà.



MIGLIETTI Franco

Grazie, Presidente. A titolo informativo, chiedo all'Assessore se è possibile che vi sia un articolo di legge che dice: "Il presente capo disciplina l'esercizio, da parte della Regione, delle funzioni in materia di cooperazione conferite dall'art. 9 del decreto legislativo 112".
E' possibile un articolo di legge per dire questo? Mi sembra assurdo.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

E' il suo emendamento, collega, che io ho accolto in Commissione.



MIGLIETTI Franco

Il problema non è l'emendamento. Chiedo se sia il caso di scrivere un articolo per dichiarare questo. Mi pare che potrebbe essere il comma primo dell'art. 25, o quello che segue, il capo secondo o terzo dello stesso.
Dico questo, visto che lei è l'Assessore competente, per farle fare bella figura! Se poi va bene così, va bene anche a me.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Mi dicono che hanno fatto così su tutte le materie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Alla richiesta del collega Miglietti, l'Assessore risponde che con un articolo specifico si individua il fatto di disciplinare l'esercizio delle funzioni previste da un articolo del decreto 112. Vedo, però, che nel capo terzo - industria - questo non compare, così come non compare nel capo quarto - disposizioni comuni - o nel capo secondo. Nel capo primo sono disposizioni generali, ma non abbiamo usato sempre questa formuletta...



(Intervento, fuori microfono, dell'Assessore Pichetto, che proponeun emendamento aggiuntivo)



CHIEZZI Giuseppe

D'accordo, ma la risposta non può essere che abbiamo sempre fatto così perché non è vero. Non abbiamo iniziato tutti i capi in questo modo, cosa che forse sarebbe utile fare. Gli alti capi sono iniziati in altro modo.
Chiedo all'Assessore una risposta coerente con i fatti, nel senso che questa è una novità. Se va bene, per coordinamento possiamo farla risalire anche agli altri capi, però la risposta non illustra la realtà dei fatti.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MINERVINI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Può anche darsi che l'emendamento non sia stato coordinato così come avrebbe dovuto.
Mi sembra che un articolo di legge (lo ripeto, anche se l'ho presentato io, me ne assumo le responsabilità) possa andar bene anche così. Quando si farà il coordinamento della legge questi disguidi potranno essere superati in termini di coordinamento tecnico. Credo sia superfluo creare un articolo in cui si dichiara che si applica il dispositivo del decreto legislativo n.
112. Tale dichiarazione avrebbe potuto essere contenuta nella dichiarazione del Capo V. Non intendo sollevare un problema di per sé inconsistente.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Un'opinione a nome della Giunta regionale: ritengo sensata l'osservazione. La mia risposta di prima è dovuta al fatto che me lo sono trovato così, come impostazione, da un emendamento sul testo, ed il firmatario dell'emendamento me lo pone adesso.
Potremmo unificare i due articoli, l'art. 25 e l'art. 26. In questo caso, l'art. 26 diventerebbe "Oggetto e funzioni della Regione", al Capo V "Cooperazione". Il comma 1 sarà il comma 1 dell'art. 25, il comma 1 dell'art. 26 diventa il comma 2 e così via.
Questa è la mia proposta: il nuovo art. 25 accorpa l'art. 26 diventando "Oggetto e funzioni della Regione".



PRESIDENTE

Per cortesia, preparate l'emendamento. Nel frattempo, ha chiesto la parola il Consigliere Vindigni, ne ha facoltà.



VINDIGNI Marcello

Forse, dal punto di vista dell'eleganza testuale, sarebbe meglio riportare questa funzione all'art. 12, perché l'art. 12 tratta tutte le materie del Titolo II, ma non comprende né gli Sportelli Unici né la Cooperazione. Quindi, basterebbe aggiungere all'art. 12, che recita: "Il presente capo individua le funzioni di competenza della Regione e quelle da conferire agli enti locali in materia di artigianato, industria ordinamento delle Camere di commercio, fiere e mercati, miniere e risorse geotermiche" anche "Sportelli unici e cooperazione". Ma questo, è chiaro richiede una modifica dell'art. 12.
In ogni caso, dal momento che stiamo parlando degli artt. 25 e 26 rilevo che non è stato riportato un emendamento che avevamo prodotto in aula su proposta - credo - dell'Assessore Goglio. In base a tale emendamento entro sei mesi dall'entrata in vigore della legge la Regione avrebbe dovuto produrre un Testo Unico sulla cooperazione o comunque, in ogni caso, rivedere la legislazione sulla cooperazione. Vedo che tale emendamento, in questo testo, non è stato riportato. Era una proposta fatta dall'Assessore Goglio e dai suoi uffici. Se si intende conservare questa proposta bisogna introdurla come emendamento all'art. 26. L'emendamento era stato illustrato dal Dr. De Pasquale, in presenza anche dell'Assessore Goglio. Come ho già detto, in esso si affermava che, entro un certo termine, la Regione avrebbe rivisto la legislazione sulla cooperazione.
Quest'emendamento è saltato. Se è ancora recuperabile è il momento di introdurlo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

E' vero, c'è un emendamento a firma del Consiglieri Vindigni ed altri che dice di aggiungere, in fondo all'art. 26 (che diventerà l'art. 25), un altro comma, che diventerà il comma 3, con scritto: "Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, la Regione provvede al riordino della legislazione regionale in materia di cooperazione trasferendo agli enti locali le generalità delle funzioni, ad eccezione di quelle che richiedono la gestione unitaria a livello regionale".
Io, che sono un dirigista, ho avuto un po' di difficoltà nell'accettare quest'emendamento, ma poi, leggendo la sua seconda parte, mi sono "ripreso" e ho deciso di sottoscriverlo!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Assessore Pichetto, a questo punto potrebbe aver senso conservare l'originario art. 25 (procedura che è già stata adottata in precedenza) se in coda ad esso, aggiungiamo il nuovo comma testé letto. In tal modo l'art. 25 porterebbe l'enunciazione di una disposizione di legge, e per questo avrebbe senso la sua conservazione. L'art. 26, a questo punto rimarrebbe così com'è, perché si tratta di una disposizione di legge per cui vale l'art. 25. In tal modo evitiamo di buttare all'aria tutta la legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Pichetto, ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Anche col consenso del Vicepresidente, mi sembra una proposta saggia.
Visto che non abbiamo ancora votato niente, presento l'emendamento all'art.
25, che diventa il suo comma 2: cancelliamo tutto ciò che abbiamo detto prima.



(Commenti, fuori microfono del Consigliere Salerno)



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Salerno, sia gentile, ma se vuole parlare e farsi ascoltare da tutti mi deve chiedere la parola.



(Commenti, fuori microfono del Consigliere Salerno)



PRESIDENTE

No, non ho capito niente! Vuole chiedere la parola? Non vuole chiederla? L'emendamento presentato dagli Assessori Pichetto e Vaglio recita così: 25.1) articolo 25, comma 2, "Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge la Regione provvede al riordino della legislazione regionale in materia di cooperazione trasferendo agli Enti locali la generalità delle funzioni, ad eccezione di quelle che richiedono la gestione unitaria a livello regionale".
Quest'emendamento diventa il comma 2 dell'art. 25.
Non essendoci richieste di parola pongo in votazione l'emendamento presentato dalla Giunta regionale.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 34 voti favorevoli.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

Indìco ora la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'art. 25 così emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 hanno votato SI' 29 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 25 è approvato.
ART. 26 Ha chiesto la parola il Consigliere Salerno, per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



SALERNO Roberto

Sarà una dichiarazione di voto brevissima.
Desidero semplicemente dire che l'originario disegno di legge n. 467 non conteneva né l'art. 25 né l'art. 26, non conteneva cioè un capo che prevedesse norme in materia di cooperazione.
Questa mia dichiarazione di voto vuole quindi sottolineare un elemento di ricchezza di questo disegno di legge che finalmente dà dignità a questo comparto che in qualche maniera era stato dimenticato dal pacchetto generale del decreto Bassanini.
Elemento di ricchezza che vuole essere anche un auspicio per il futuro nel senso che la promozione e il sostegno si traducano poi in una attenzione maggiore in sede di bilancio verso questo comparto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Devo ringraziare il Consigliere Salerno perché ha riconosciuto la validità del nostro emendamento che ha introdotto in questa legge...



SALERNO Roberto

Guarda che è di tutti l'emendamento, non è solo vostro!



MIGLIETTI Franco

Era stato assolutamente disatteso dalla Giunta regionale! E' stato quindi arricchito questo "discinto" disegno di legge...



SALERNO Roberto

E' stato di tutti l'emendamento, collega Miglietti!



MIGLIETTI Franco

Almeno aiuta a valorizzare questo settore; grazie Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

L'abbiamo firmato anche noi di AN e Forza Italia, caro collega!



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, indìco la votazione nominale mediante procedimento elettronico, sull'art. 26 nel testo originario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 34 votanti 33 hanno votato SI' 33 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 26 è approvato.
ART. 27 - Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'art. 27 nel testo originario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 hanno votato SI' 29 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'art. 27 è approvato.
ART. 28 - Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'art. 28 nel testo originario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 hanno votato SI' 29 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'art. 28 è approvato.
ART. 29 29.1) Emendamento presentato dal Consigliere Scanderebech: nella rubrica, dopo la parola "Province", inserire le parole "e della Regione".
Al comma 1, dopo le parole: "della Provincia", sono inserite le seguenti: ", per quanto concerne il caso previsto all'art. 31, comma 1, e della Regione per il caso previsto all'art. 31, comma 3".
al comma 2 dopo le parole: "la Provincia" sono inserite le seguenti: "e la Regione possono" (è da ritenersi pertanto soppressa la parola "può").
La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Ringrazio il Consigliere Scanderebech per avere riformulato l'emendamento rispetto alla stesura originaria: è una puntualizzazione di senso, è un chiarimento.
L'art. 29 delegava le funzioni in materia di polizia mineraria alle Province, che possono svolgerle avvalendosi anche delle Aziende Sanitarie Locali.
Considerato che viene mantenuta alla Regione comunque la titolarità per le cave di prestito e quelle in parco e che comunque la Regione ha una parte di vigilanza relativamente alle norme di polizia mineraria in quanto è titolare anche delle funzioni che vengono trasferite dallo Stato riguardanti il Corpo delle Miniere, si ritiene che sia ragionevole nel senso proprio individuato dall'art. 4 della Legge 59/97 (Bassanini 1) dell'unicità delle funzioni che il ruolo di vigilanza sulle cave di prestito, grandi opere, e cave in parco venga svolto dalla Regione, che mantiene la titolarità anche come convoca della Conferenza dei servizi per queste opere, mentre il ruolo di vigilanza per quanto riguarda tutto il sistema delle cave di cui alla L. 69 passa alle Province. Si tratta quindi di un chiarimento di ruoli assegnati alle parti.
Con questo articolo la vigilanza sul settore cave viene trasferita alle Province. Con l'emendamento si precisa che la vigilanza per quanto riguarda le cave di prestito, legate alla legge sulle cave di prestito e alle grandi intese Regione-Stato, e le cave in parco regionali, rimane alla Regione perché è il soggetto che autorizza ed è logico che mantenga il controllo (come vigilanza) per queste opere...



CHIEZZI Giuseppe

Perché prima non era così?



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Perché prima ci era sfuggito, nel fare la delega sulla vigilanza delle cave ordinarie. Peraltro, dicendo che la vigilanza la svolgiamo comunque perché abbiamo il trasferimento della Polizia mineraria, la vigilanza sulle miniere, che viene dallo Stato.
E' una puntualizzazione accolta anche dal sottoscritto e dalla Giunta in seguito ad una segnalazione del collega Scanderebech, con una prima bozza di emendamento poi riformulato in modo più puntuale.
La logica vuole che, laddove sono le Province a convocare la conferenza e a gestire la delega, esse svolgano la vigilanza, praticamente per tutti i casi di cava ordinaria. Per le cave a prestito e le cave in parco, dove la Regione mantiene la titolarità, ai sensi dell'art. 31, sia la Regione a svolgere la vigilanza.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MINERVINI



PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi, procediamo alla votazione dell'emendamento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. L'Assessore ha detto: "Nel caso previsto dall'art.
31, di competenza della Regione, invece...", ecc. Leggendo l'art. 31, per non riesco a capire dove ci sia la competenza della Regione...



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Al comma 3 dell'art. 31, che recita: "Sono escluse dal comma 1 del presente articolo le istanze riferite...", ecc. Di conseguenza, se sono escluse, la vigilanza rimane al corpo di vigilanza regionale.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 29.1).
L'esito della votazione è il seguente: presenti 28 votanti 27 hanno votato SI' 27 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'emendamento è accolto.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'art.
29, così emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 hanno votato SI' 23 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri L'art. 29 è approvato.
Non essendoci più emendamenti e disponendo di un sistema elettronico che presenta sicuramente dei vantaggi, ma anche degli svantaggi, non credo sia un'opera di concertazione quella di richiedere la votazione - ancorch sia assolutamente legittimo, nei poteri dei singoli Consiglieri - per appello nominale su articoli che ritengo condivisi, nel testo in cui sono stati portati alla vostra attenzione.
Chiedo, pertanto, di poter dare con il vostro consenso, quando ne ricorrano gli estremi, la stessa votazione, ovviamente a condizione che ci sia una presenza significativa in aula, cioè la presenza della maggioranza come mi pare ci sia.
Prego, Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Questa predica...



PRESIDENTE

E' un invito, non una predica...



CHIEZZI Giuseppe

A me sembra una predica! Questa predica la rivolga alla maggioranza che, in tutta la giornata il più delle volte ha votato affacciandosi dalle scale, il tempo necessario per rispondere sì o no. Questo è un atteggiamento da stigmatizzare e lei non l'ha fatto. Adesso, pertanto, procediamo a norma di Regolamento e per essere sicuri di essere tutti presenti, facciamo l'appello nominale.
Grazie.



PRESIDENTE

Va bene.
ART. 30 - Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno votato SI' 26 Consiglieri hanno votato NO 2 Consiglieri si sono astenuti 7 Consiglieri L'art. 30 è approvato.
ART. 31 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.



(I Consiglieri Chiezzi e Simonetti fuori microfono, richiedono la votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, se lei controlla il Regolamento vedrà che occorre la richiesta di tre Consiglieri.



(Il Consigliere Saitta si associa alla richiesta dei Consiglieri Chiezzi e Simonetti)



PRESIDENTE

Così come richiesto, indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'art. 31.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI' 26 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 7 Consiglieri L'art. 31 è approvato.
ART. 32 Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Nella parte relativa alla composizione della Conferenza dei Servizi c'è scritto che di essa fa parte un rappresentante del Comune interessato. Ma nel caso in cui il territorio comprenda più di un Comune, come si applica questa norma?



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Ha ragione, forse è meglio scrivere "Dai rappresentanti dei Comuni interessati", perché è chiaro che "da un rappresentante del Comune interessato" presuppone un unico Comune, ma se ci sono più Comuni, ciascuno deve avere un suo rappresentante. Ribadisco: scriviamo "Un rappresentante per ogni Comune interessato".



(Commenti, fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

L'ho già detto: "Da un rappresentante per ogni Comune interessato"!



PRESIDENTE

Possiamo considerare tale modifica come un emendamento.
Pongo in votazione l'emendamento orale presentato dall'Assessore Pichetto: 32.1) articolo 32, comma 2, lettera c), "un rappresentante per ogni Comune interessato".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 33 voti favorevoli.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'art. 32 così emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno votato SI' 25 Consiglieri ha votato NO 1 Consigliere si sono astenuti 7 Consiglieri L'art. 32 è approvato.
ART. 33 Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Mi rivolgo all'Assessore: per questo articolo si presenta lo stesso problema che per i Comuni. E' da intendersi che c'è un unico rappresentante per le Comunità montane?



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Chiaro che no! L'articolo si trasforma per coordinamento.



PRESIDENTE

Per interpretazione, non c'è bisogno di coordinamento.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'art.
33.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 28 hanno votato SI' 21 Consiglieri ha votato NO 1 Consigliere si sono astenuti 6 Consiglieri L'art. 33 è approvato.



(Commenti, fuori microfono, dei Consiglieri Chiezzi, Riba, Angeleri e del Vicepresidente Foco sulla presenza del numero legale in aula)



PRESIDENTE

ART. 34 - Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'art. 34.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 25 hanno votato SI' 25 Consiglieri Constatata la mancanza del numero legale, essendo presenti in aula n. 25 Consiglieri, anziché 26 (sono in congedo n. 11 Consiglieri), i nostri lavori si chiudono qui.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19,46)



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