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Dettaglio seduta n.452 del 15/02/00 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Bodo, Farassino, Ghigo Minervini, Racchelli e Rosso.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Propongo, conformemente non ad un'intesa formalizzata, ma a quello che mi pare sia emerso dai colloqui, di effettuare nella giornata di oggi l'esame dell'accreditamento, ovverosia la proposta di deliberazione n. 593 di cui al punto 6) all'o.d.g.
Preciso che domani mattina il Consiglio avrà luogo sia alle ore 10 che alle ore 14 ed esamineremo sia il disegno di legge n. 467 che il problema dei parchi.
Non appena la III Commissione avrà concluso i propri lavori, daremo inizio effettivo ai nostri lavori con il punto 6) all'o.d.g. Nel frattempo prego i colleghi interessati a seguire gli emendamenti di raccogliere la documentazione, in modo che si possa proseguire celermente.


Argomento: Presidi privati di diagnosi e cura

Proseguimento esame proposta di deliberazione n. 593: "D.P.R. 14/1/1997 recante atto di indirizzo e coordinamento alle Regioni ed alle Province autonome di Trento e Bolzano, in materia di requisiti strutturali tecnologici ed organizzativi minimi per l'esercizio delle attività sanitarie da parte delle strutture pubbliche e private - Disposizioni di attuazione" (seguito)


PRESIDENTE

La III Commissione ha terminato i propri lavori.
Passiamo agli emendamenti relativi alla proposta di deliberazione n.
593, di cui al punto 6) all'o.d.g.
37) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Spagnuolo, Peano Bortolin, Pazè, Simonetti e Montabone: All'allegato 1 (pag. 59), capitolo "Strutture di Recupero e Rieducazione Funzionale di II livello", tra il primo e il secondo comma aggiungere i seguenti: 'Le strutture sanitarie private che operano in ragione di degenza devono essere integrate alle altre fasi del processo riabilitativo, mediante protocolli operativi con il servizio di recupero e rieducazione funzionale dell'azienda sanitaria.
Al fine di assicurare il pieno espletamento delle funzioni proprie del II livello, lo stesso interviene in tutte le fasi del processo di riabilitazione: degenza, day hospital, ambulatoriale e domiciliare'".



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino per l'illustrazione dell'emendamento.



SUINO Marisa

Presidente, siamo a pag. 59: "Strutture di recupero e rieducazione funzionale di secondo livello".
Noi sostanzialmente proponiamo di reinserire questi due passaggi, che vertono sui protocolli operativi con il servizio di recupero e rieducazione funzionale dell'azienda sanitaria, e la questione relativa alla degenza day hospital e domiciliare.
In sostanza noi riteniamo che, trattandosi di una fase tra il primo e il secondo livello, ci sia la necessità di garantire che le strutture private che intervengono in regime di degenza abbiano, su quel territorio un collegamento in rete con le altre strutture pubbliche e private tale da garantire che vi possa essere un protocollo operativo per gli interventi di maggiore rilevanza.
Un passaggio similare era contenuto nel documento originale; il non metterlo può, per carità, significare darlo per implicito, ma dal nostro punto di vista, dato che parliamo di strutture di recupero e rieducazione funzionale misto pubblico e privato che insistono su un distretto, su un'area, su un territorio, l'importanza la riteniamo tale da valere un emendamento aggiuntivo di questo tipo.



PRESIDENTE

L'emendamento è chiaro.
La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, signor Presidente. Le chiedo e chiedo alla cortesia dei colleghi di permettermi di stare seduto durante lo svolgimento del dibattito. La ringrazio.
L'emendamento è accettato, anche perché si riferisce al secondo livello.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 31 voti favorevoli.
38) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Spagnuolo, Peano Bortolin, Pazè, Simonetti e Montabone: All'allegato 1 (pag. 60), capitolo "Strutture di Recupero e Rieducazione Funzionale di 2º livello", paragrafo "Requisiti minimi tecnologici": al punto "carrello per la gestione delle medicazioni con eventuale strumentario" aggiungere "chirurgico".



PRESIDENTE

La Giunta lo accoglie?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Sì, la Giunta lo accoglie.



PRESIDENTE

Porto in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 31 voti favorevoli.
39) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Spagnuolo, Peano Bortolin, Pazè, Simonetti e Montabone: All'Allegato 1 (pag. 61), capitolo "Strutture di Recupero e Riabilitazione Funzionale di 2º livello", paragrafo "Requisiti minimi organizzativi", 1º comma: dopo "I requisiti previsti per" aggiungere "le strutture di recupero e ristrutturazione funzionale di".
Abrogare "il".
La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Sì, la Giunta lo accoglie. C'è solo un refuso, Presidente.



PRESIDENTE

Il refuso dov'è, scusi?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Il refuso è "le strutture di recupero e ristrutturazione funzionale"...



PRESIDENTE

Senza il "di"?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Di " recupero e rieducazione funzionale".



PRESIDENTE

Non "ristrutturazione", ma "rieducazione".



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Sì. D'altronde la dizione è prevista a pag. 51).



PRESIDENTE

Quindi la Giunta accoglie l'emendamento con questa correzione, che la collega Suino accetta, per cui lo posso portare in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.
40) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Spagnuolo, Peano Bortolin, Pazè, Simonetti e Montabone: All'allegato 1, (pag. 63), capitolo "Strutture di Recupero e Rieducazione Funzionale di 3º livello", prima del paragrafo "Requisiti minimi strutturali", aggiungere il seguente comma: "Il personale medico e tecnico deve essere in possesso di un adeguato aggiornamento professionale, ottenuto attraverso la partecipazione a iniziative annuali gestite dalla struttura di Recupero e Rieducazione Funzionale medesima o presso Agenzie formative qualificate".



PRESIDENTE

Su questo emendamento la Giunta è contraria. Vuole illustrarlo brevemente, collega Suino?



SUINO Marisa

Grazie, Presidente. C'è già stato un altro emendamento simile, nelle pagine precedenti, che peraltro era stato accolto.
E' chiaro che si tratta di prevedere una spesa aggiuntiva da parte anche del sistema privato, ma stiamo tentando di garantire una fase di aggiornamento e di formazione a tutti i livelli. L'abbiamo fatto al 1 livello, ed è stato accolto; è necessario che venga ribadito e considerato nei due livelli successivi, il 2º e poi il 3º.
Di fatto si tratta di garantire che nell'arco dell'anno venga offerta ai lavoratori, ai dipendenti, agli operatori la possibilità di godere di un periodo di formazione e di aggiornamento specifico. E' essenziale, anche perché altrimenti, Assessore, eliminiamo in toto la formazione e l'aggiornamento su tutto ciò che è privato nella fase antecedente all'accreditamento: è rischiosissimo.
E' vero che si tratta di un dispendio di energie che noi chiediamo al privato, ma l'insieme delle garanzie, della qualità che ne può derivare con questo intervento mirato sul 1º, 2º e 3º livello credo che vada a sicuro beneficio del dialogo pubblico-privato. In ogni caso, è un piccolo sacrificio che si richiede in cambio di un passaggio di qualità di non poco conto.
Quindi, Assessore, la inviterei a ritornare sul diniego, in quanto credo che varrebbe la pena anche per questo emendamento assumere un atteggiamento di favore, di apertura proprio perché tuteliamo comunque pubblico e privato, in questo caso. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Collega Suino, non è questione di tutelare il pubblico o il privato, è che in realtà l'emendamento n. 31 non viene accolto perché è considerato nei requisiti minimi strutturali, mentre l'emendamento n. 32 (richiesto nei requisiti minimi organizzativi) viene accolto.
Pertanto vi chiedo se è possibile ritirare l'emendamento n. 31, mentre il n. 32, ripeto, viene accolto.
Debbo poi aggiungere che comunque a pag. 65 dell'accreditamento c'è la stessa dicitura.



SUINO Marisa

Però è strutturale, invece questo è organizzativo; e poi uno è sul terzo livello e l'altro è sul secondo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Riggio per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



RIGGIO Angelino

La questione è che l'aggiornamento professionale non è un dato organizzativo, è un dato strutturale, è una componente che porta qualità e valore aggiunto alla struttura. Questo vale per le strutture pubbliche come per le strutture private.
Tra l'altro, quando noi parliamo di condizione paritarie, è vero che qui stiamo parlando soltanto per quello che riguarda l'autorizzazione e non tanto l'accreditamento, ma costruire uno scalino troppo evidente fra autorizzazione e accreditamento non crea le condizioni poi per poter avere una sanità di adeguato livello su tutto.
Ci sembra un grosso errore.
Per quello che riguarda la nostra sanità, dobbiamo puntare sul dato della qualità e la qualità e l'appropriatezza hanno alla base l'aggiornamento e la formazione professionale del personale sanitario. Se non abbiamo l'aggiornamento e la formazione del personale sanitario in generale, la appropriatezza è una cosa che va a cadere, e questo è abbastanza pericoloso. La formazione professionale e il personale formato costituiscono un elemento strutturale, non è un dato organizzativo per quello che riguarda i servizi!



PRESIDENTE

La Giunta conferma la valutazione?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Sì. Collega Riggio, in realtà il principio è accettabilissimo, ma il personale non è considerato nei requisiti minimi strutturali: è questo il punto.



RIGGIO Angelino

Comunque il secondo emendamento è accettato?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Sì, il secondo è accettato.



PRESIDENTE

Può allora essere ritirato l'emendamento n. 40?



SUINO Marisa

Sì, ritiriamo l'emendamento n. 40 e manteniamo il n. 41.



PRESIDENTE

Passiamo all'emendamento successivo.
41) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Spagnuolo, Peano Bortolin, Pazè, Simonetti e Montabome: All'allegato 1, (pag. 65), capitolo "Strutture di recupero e rieducazione funzionale di III livello", paragrafo "Requisiti minimi organizzativi" aggiungere come ultimo comma il seguente: "Il personale medico e tecnico deve essere in possesso di un adeguato aggiornamento professionale, ottenuto attraverso la partecipazione ad iniziative annuali gestite dalla struttura di Recupero e Rieducazione Funzionale medesime o presso Agenzie formative qualificate".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 31 voti favorevoli.
42) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Spagnuolo, Peano Bortolin, Pazè, Simonetti e Montabone.
All'allegato 1 (pag. 72), capitolo "Presidi per il trattamento dei tossicodipendenti: centro ambulatoriale", al comma, sostituire il riferimento "Legge 62/90" con "Legge 162/90", abrogando "e D.M. 444 del 30.11.1990, nonché quella indicata dal D.M. 19.02.1992".
La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Prima dell'emendamento n. 42, che si riferisce alla pag. 72, devo rilevare che a pag. 66 viene individuato un capitolo sulle strutture socio assistenziali a rilievo sanitario dove si fa riferimento a dei requisiti minimi strutturali organizzativi e tecnologici che sono definiti dai seguenti provvedimenti regionali.
Ora mi chiedevo, proprio dando una lettura superficiale delle deliberazioni della Giunta cui si fa riferimento, se qui non fosse necessario introdurre, o comunque l'Assessore ci dica come poi verrà modificata, un ragionamento relativo alla DGR n. 41. Questa delibera è stata oggetto di un dibattito che ha investito la Commissione competente oltre due anni, per la necessità di introdurre delle modifiche nei requisiti strutturali delle strutture socio-assistenziali, però qualche settimana fa ha visto la luce un'altra proposta di deliberazione della Giunta regionale che riguarda proprio la DGR n. 41. Se noi facciamo riferimento unicamente alla DGR n. 41, che viceversa stabiliva degli standard di tipo assistenziale particolari, come riusciamo poi a fare delle modifiche in seguito? Può l'Assessore intervenire dandoci una valutazione generale sull'iter procedurale che vedrà questo capitolo? Cioè se le norme cui faranno riferimento saranno unicamente quelle indicate da questo provvedimento o se poi verrà aggiunta, in che modo, con quale strumento (quindi dal punto di vista procedurale), una eventuale modifica, anche parziale, della DGR in oggetto che è stata in discussione per ben due anni in Commissione, ma non solo in Commissione, anche nella società civile impegnata.



PRESIDENTE

La parola alla Giunta.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Collega Simonetti, è chiaro che i successivi atti faranno parte del tutto, quindi tutt'al più possiamo aggiungere (ma non solo alla DGR n. 41) "alle successive modificazioni o integrazioni". Possiamo anche aggiungerlo però rilevo che comunque va da sé, perché i successivi atti devono essere assolutamente recepiti.



PRESIDENTE

Si tratta di "e successivi atti di indirizzo nazionali e regionali"?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Esatto.



PRESIDENTE

Questo lo inseriamo allora a pag. 67, oltre che a pag. 72?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Sì, è così. Infatti a pag. 67 è scritto: "DGR n. 11 e successivi atti".



PRESIDENTE

Pertanto, all'emendamento a pag. 72 scriviamo anche il riferimento a pag. 67. Possiamo risolvere il problema così?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Sì: "successivi atti di indirizzo nazionali e regionali".



SIMONETTI Laura

Però, Presidente, cerchiamo anche di formalizzarli questi emendamenti!



PRESIDENTE

E' quello che sto dicendo!



SIMONETTI Laura

Ha ragione, ma non si sente.



PRESIDENTE

Possiamo dire "a pag. 67 e a pag. 72 di aggiungere: 'e successivi atti di indirizzo nazionali e regionali'"?



SIMONETTI Laura

Se è un emendamento sì.



PRESIDENTE

Sì, è un emendamento; cioè a quello che adesso reca solo pag. 72 aggiungiamo pag. 67, e così risolviamo il problema.



SIMONETTI Laura

E' un emendamento?



PRESIDENTE

Sì, è un emendamento a firma dell'Assessore.



SIMONETTI Laura

E quindi va votato.



PRESIDENTE

Sì, adesso lo porto in votazione.
Pongo in votazione l'emendamento della Giunta col quale si chiede "a pag. 67 e a pag. 72 aggiungere 'e successivi atti di indirizzo nazionali e regionali'".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.



SIMONETTI Laura

Noi siamo contrari. E' pericolosissima una cosa del genere.
Non si sente nulla, non riusciamo a capire!



PRESIDENTE

L'emendamento - lo ripeto per l'ennesima volta - chiede di aggiungere a pag. 67 e a pag. 72, "e successivi atti di indirizzo nazionali e regionali".



SIMONETTI Laura

Ma le spiego anche perché, Presidente, è pericoloso aggiungere "e successivi atti": perché non pone un limite! Successivi vuol dire tutto!



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Il termine "e successivi", non pone un limite. "Successivi" vuol dire tutto; anche l'atto che verrà fatto nel 3800 è successivo! Scusate, ma ci vuole una temporalità! Per "successivi" si intende il decreto 229/99? Capisco, ma è un successivo temporalizzato. Scrivere "e successivi" senza porre alcun limite, vuol dire qualsiasi atto di qui in poi. Non credo che sia da intendersi in questo modo, quindi per noi è una deregulation che, tra l'altro, non viene motivata. Capiamo lo sforzo che è stato fatto ma probabilmente è stato usato un linguaggio che non aiuta ad attribuire quel significato. "E successivi atti di indirizzo nazionale e regionale..." vuol dire qualunque cosa!



PRESIDENTE

Se posso fare un'osservazione, i successivi atti di indirizzo regionale devono essere approvati dal Consiglio; pertanto, se il Consiglio li approva, si inseriscono automaticamente, senza creare problemi.
L'importante è capire che essi sono approvati dal Consiglio e poiché questa è una proposta di deliberazione che viene approvata dal Consiglio, si tratta di un atto di coordinamento che tecnicamente non crea alcun problema.
Ha chiesto la parola la Consigliera Simonetti; ne ha facoltà.



SIMONETTI Laura

Abbiamo posto le nostre osservazioni per non procedere velocemente da un emendamento all'altro, tralasciando magari gli aspetti importanti che hanno investito anche il dibattito della Commissione. La nostra esigenza è quella di capire come sarebbe rientrata, dal punto di vista procedurale e normativo, un'eventuale modifica della DGR n. 41.
In seguito alle osservazioni del Presidente del Consiglio e ad un ragionamento con i colleghi, mi pare evidente che un'eventuale modifica di una DGR che stabiliva degli standard assistenziali, organizzativi o funzionali, viene totalmente assorbita dalla delibera stessa. Pertanto quando si farà riferimento alla DGR 41, si farà riferimento ad una DGR che avrà di per sé subito delle modifiche (se queste avverranno).
Le osservazioni dei colleghi sono opportune, perché è rischioso inserire in modo generale dei riferimenti ad eventuali modificazioni, atti o linee guida nazionali. Nel momento in cui questi venissero inseriti automaticamente verrebbe inserito tutto, e allora, ad esempio rispetto ai Centri di salute mentale si potrebbe chiedere che venisse prevista anche l'ipotesi, non solo dei Decreti Ministeriali, ma delle linee guida per adottare alcuni strumenti o percorsi organizzativi.
Questo, ripeto, è rischioso.
La domanda che rivolgiamo, dunque, è riferita al percorso di assorbimento legislativo e pensiamo che le osservazioni poste dai colleghi siano assolutamente conformi e precise rispetto ai rischi ed alla pericolosità esistenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Chiedo all'Assessore se può spiegarci la razio di questo emendamento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

L'emendamento da me presentato riguarda quanto evidenziato a pag. 72 "Presidi per il trattamento dei tossicodipendenti: centro ambulatoriale".
Per i requisiti organizzativi tecnologici e strutturali si richiama la normativa sull'istituzione dei SERT, di cui alla legge 162/90, e il Decreto Ministeriale 444 del 30/11/90, nonché quella indicata nel Decreto Ministeriale 19 febbraio 1992. Qui noi dicevamo: "... e successivi atti di indirizzo nazionali e regionali".
A livello nazionale, ad esempio, nel gennaio '99 è stato concluso l'accordo Stato-Regioni per la riorganizzazione del sistema di assistenza ai tossicodipendenti. A livello regionale è in corso l'elaborazione di una proposta di regolamento e di attuazione dell'accordo testé indicato, quindi riteniamo opportuno fare riferimento ai successivi atti di indirizzo nazionali e regionali.
Per quanto riguarda la proposta della collega Simonetti, penso che ogni atto assunto dall'Amministrazione non debba essere in contraddizione con quanto stabilito a livello nazionale, almeno fino a questo momento, fino a quando il federalismo non sarà un fatto concreto.
Per questi motivi, mantengo l'emendamento che fa riferimento a pag. 72.



PRESIDENTE

Pertanto eliminiamo gli emendamenti a pag. 67.
42) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Spagnuolo, Peano Bortolin, Pazé, Simonetti e Montabone: All'allegato 1 (pag. 72), capitolo "Presidi per il trattamento dei tossicodipendenti: centro ambulatoriale", al comma 2, sostituire il riferimento "Legge 62/90" con "Legge 162/90", abrogando "e D.M. 444 del 30.11.1990, nonché quella indicata dal D.M. 19 febbraio 1992".
La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Accolgo senz'altro il fatto di sostituire il riferimento alla legge 62/90 con 162/90. Devo precisare, però, che è il testo del DPR che è sbagliato.



SUINO Marisa

Quindi viene accolto.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

La prima parte sì. La seconda parte, invece, riguarda una normativa presente nel DPR 14 e noi non possiamo abrogare quanto è stato stabilito dallo stesso.
Accolgo, pertanto, la prima parte dell'emendamento e non accolgo la seconda.



PRESIDENTE

Ricordo, però, che non possiamo votare l'emendamento per parti separate.
Ha chiesto la parola la Consigliera Suino; ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Credo che la soluzione più semplice sia quella di modificare l'emendamento, togliendo la parte abrogativa, quindi eliminando le parole da "abrogando" fino a "febbraio 1992". Dell'emendamento manteniamo soltanto: "Al comma 2 sostituire il riferimento 'Legge 62/90' con 'Legge 162/90'". Credo sia la strada più semplice.



PRESIDENTE

La Giunta accoglie l'emendamento così modificato che pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 31 voti favorevoli.
43) Emendamento presentato dall'Assessore D'Ambrosio: All'allegato 1, "Presidi per il trattamento dei tossicodipendenti: centro ambulatoriale", pag. 72, alla fine del comma 1 aggiungere "e successivi atti di indirizzo nazionali e regionali".
La parola alla Consigliera Suino per dichiarazione di voto.



SUINO Marisa

Grazie, Presidente. Siamo contrari all'emendamento, pur comprendendone lo spirito; formulato in questi termini, diventa pericoloso perché non si può esplicitare la congruità, se non di volta in volta.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento della Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Essendo 24 i voti a favore, il numero legale non è assicurato.
Ha chiesto la parola il Consigliere Gallarini; ne ha facoltà.



GALLARINI Pierluigi

Presidente, non è che le persone non ci siano, sono fuori dall'aula forse, se lei scampanellasse un po' di più, rientrerebbero.
Volevo dire solo questo, perché è assurdo arrivare a sospendere il Consiglio: vediamo se è possibile non farci male da soli!



PRESIDENTE

Ho la suoneria di richiamo inserita da 10 minuti: non so più cosa dire.
Possiamo anche procedere alla votazione dell'emendamento per appello nominale, con il vostro consenso.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 28 hanno risposto SI' 28 Consiglieri L'emendamento è accolto.
44) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Spagnuolo, Peano Bortolin, Pazé, Simonetti e Montabone: All'allegato 1 (pag. 81), cap. "Pronto soccorso ospedaliero", paragrafo "Requisiti minimi organizzativi", IV comma, al primo punto abrogare "Chirurgia generale", ed inserire un nuovo secondo punto: "Una guardia attiva in chirurgia generale".
La Giunta si dichiara favorevole, per cui lo porto in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.
45) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Spagnuolo, Peano Bortolin, Pazé, Simonetti e Montabone: All'allegato 1 (pag. 98), cap. "Area di degenza", paragrafo "Requisiti minimi strutturali", aggiungere il seguente ultimo comma: "L'organizzazione dipartimentale, accanto agli spazi dedicati all'assistenza ed al ricovero, risente di ambienti dedicati alle attività di studio, ricerca, didattica, audit, in numero proporzionale alle attività od a componenti il Dipartimento: aule e locali per riunioni e meeting segreteria archivio per la documentazione clinica studi medici".



SUINO Marisa

Presidente, ritiriamo l'emendamento.



PRESIDENTE

L'emendamento è pertanto ritirato.
46) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Spagnuolo, Peano Bortolin, Pazé, Simonetti e Montabone: All'allegato 1, (pag. 99), capitolo "Area di degenza", abrogare il paragrafo "Case di cura neuropsichiatriche".
La Giunta si dichiara non favorevole. La parola alla Consigliera Simonetti per l'illustrazione.



SIMONETTI Laura

Presidente, al di là del contenuto non condivisibile, non si riesce a capire quanto scritto nel capitolo delle aree di degenza; chiediamo dunque l'illustrazione da parte dell'Assessore dei capitoli relativi alle cure neuropsichiatriche.
Lo leggo per tutti i colleghi: "I servizi generali di diagnosi e cura complementari all'attività delle case di cura neuropsichiatriche vanno considerati in funzione delle esigenze sanitarie connesse alla specifica attività svolta secondo le prescrizioni della vigente normativa in materia di autorizzazione di esercizio di attività di ospedalità privata".
Assessore, qual è la normativa a cui si fa riferimento? Provi ad illustrarla.
Il documento ha la finalità di individuare precisamente i requisiti di standard strutturali e funzionali a fronte di strutture private che oggi operano in un regime di provvisorio accreditamento; alcuni paragrafi riguardano, tra l'altro, settori non marginali dell'ospedalità privata nel territorio regionale, e che oggi erogano spesso servizi non di grande qualità, in assenza di requisiti e senza alcuna garanzia di poter offrire ai cittadini e alle cittadine che vi si rivolgono un servizio adeguato.
L'Assessore, dunque, non può scrivere tre righe che rappresentano un libricino dei sogni. Per cui o si entra nel merito dal punto di vista tecnico o, altrimenti, questa parte va inserita nella premessa generale e politica. Anche perché non vengono individuati gli strumenti, ma si fa semplicemente riferimento ad una normativa generale non precisata, per cui non sappiamo a che cosa ci si riferisce.
La parola all'Assessore D'Ambrosio.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Collega Simonetti, in realtà c'è una normativa ben precisa, che è la legge n. 5/87.



(Brusio in aula)



PRESIDENTE

Assessore, le chiedo scusa, ma non è possibile andare avanti nel dibattito in questo modo. Consiglieri, per favore, non uscite dall'aula! Prego, Assessore, continui pure.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Collega Simonetti, la legge n. 5 vale per l'ospedalità privata integrata con il DPR 14 gennaio 1997 ci dà un quadro normativo a mio parere ben preciso.



PRESIDENTE

L'Assessore ha terminato?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Sì.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Simonetti, immagino per dichiarazione di voto.



SIMONETTI Laura

Mi permetta, Assessore, ma sono davvero stupita della sua risposta.
Questa proposta di deliberazione è nata in seguito ad un D.P.R.
ministeriale, che individuava le linee programmatiche entro le quali le Regioni dovevano regolamentare le attività sanitarie pubbliche e soprattutto, quelle private.
Presidente, mi scusi, ma non riesco a parlare con questo brusio in sottofondo. E' già abbastanza difficile per via dei microfoni che funzionano male.



PRESIDENTE

Diventerebbe piuttosto imbarazzante se dovessi richiamare i Consiglieri per nome! Vi assicuro che è difficile, anche per il Presidente, seguire il dibattito con questo brusio. Vi invito a fare attenzione.
Consigliera Simonetti, la pregherei di terminare il suo intervento.



SIMONETTI Laura

La proposta di deliberazione in oggetto nasce dall'esigenza di assorbire tecnicamente, dal punto di vista legislativo, le indicazioni del D.P.R. 14/1/97. E' un dato di fatto, mi sembra superfluo ribadirlo.
Alcuni settori necessitano di un intervento legislativo che sani situazioni provvisorie, tra questi, per esempio, le case di cura neuropsichiatriche. La L.R. 5/87 e la L.R. 55/87 (a cui ha fatto riferimento l'Assessore), sono state oggetto qualche anno fa, da parte della Giunta regionale, di una proposta di modifica. Se non sbaglio, si era nel 1997. Questa proposta di modifica introduceva delle deroghe, le stesse famose deroghe su cui poi si è costruito un certo dibattito politico. Per uscire dalle ambiguità introdotte dalle modifiche alle leggi citate bisogna approvare questa proposta di deliberazione, che chiarisce gli elementi necessari.
L'Assessore non può rispondere dicendo: "Il capitolo relativo alle case di cura neuropsichiatriche fa riferimento alla L.R. 5/87": ci fa strabuzzare! Non può neanche limitarsi a far riferimento al D.P.R. del 1997, perché la proposta di deliberazione, di per sé, è l'assorbimento delle indicazioni governative.
La legge n. 5, Assessore, è già stata modificata dalla sua Giunta regionale, con l'introduzione di meccanismi che incrementavano ancora di più la provvisorietà dei requisiti.
Lei, rispondendo in questo modo, contraddice le motivazioni che dovrebbero invece portare alla celere discussione e approvazione della proposta di deliberazione. Occorre specificare la normativa a cui si fa riferimento, o altrimenti queste righe, secondo il nostro Gruppo, sono in contrasto con la stesura complessiva della deliberazione e le sue indicazioni.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Riggio, ne ha facoltà.



RIGGIO Angelino

Chiedo scusa, Presidente, ma mi sembra strano che siamo già arrivati alle dichiarazioni di voto: ancora non si capisce l'organizzazione semantica di questo comma! Giuro: l'ho letto e riletto tre, quattro volte, e ancora non sono riuscito a capire con quale finalità sia stato introdotto questo comma.
Assessore, forse è meglio se lo leggiamo insieme. Si dice: "Case di cura neuropsichiatriche.
I servizi generali e di diagnosi e cura complementari all'attività delle case di cura neuropsichiatriche vanno considerati in funzione delle esigenze sanitarie connesse alla specifica attività svolta, secondo le prescrizioni della vigente normativa in materia di autorizzazione all'esercizio delle attività di ospedalità privata." Cosa vuol dire? Vuol dire: "E' inutile che ve ne parliamo, e già stato normato nella L.R. 5/87!" Ma, allora, perché ce lo mettete? Ancora: "Vanno considerati". Cosa significa "Vanno considerati"? E' una deliberazione in cui noi stiamo a considerare i servizi? Come vogliamo considerarli, buoni belli? Che significa "Vanno considerati"? Chiedo scusa, Presidente, ma non mi sento di fare una dichiarazione di voto su un periodo di cui non sono riuscito a capire l'organizzazione semantica!



PRESIDENTE

Ci sono altre dichiarazioni di voto?



(Commenti del Consigliere Riggio fuori microfono)



PRESIDENTE

Consigliere Riggio, mi spiace, ma continuo a insistere su questa espressione perché, essendo la discussione già avvenuta, per poter dare la parola alla Consigliera Simonetti per la seconda volta non potevo che considerare il suo intervento come "dichiarazione di voto". Deve considerarsi che da quel momento sono iniziate le dichiarazioni di voto.
Volete arrendervi pacificamente?



(Commenti dai banchi della minoranza)



PRESIDENTE

Bene, sono soddisfatto! La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Colleghi, non normare il paragrafo significherebbe non normare le case di cura neuropsichiatriche. Se si parte dal principio che le case di cura neuropsichiatriche non debbano esistere, potrebbe essere comprensibile, in caso contrario no. La Giunta resta ferma sul non voler accogliere l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento non accolto dalla Giunta.



PRESIDENTE

RIGGIO Angelino (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, votiamo per appello nominale?



PRESIDENTE

Immagino che a chiedere l'appello nominale siano tre Consiglieri.



RIGGIO Angelino

Si, Presidente.



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 hanno risposto SI' 2 Consiglieri hanno risposto NO 28 Consiglieri L'emendamento è respinto.
47) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Spagnuolo, Peano Bortolin, Pazè, Simonetti e Montabone: All'allegato 1, (pag. 112), capitolo "Unità funzionali perinatali di I livello", paragrafo "Requisiti minimi organizzativi", al primo comma inserire il seguente nuovo secondo punto: "dev'essere garantita nell'arco delle 24 ore la presenza di: 1 pediatra, 1 infermiere professionale o vigilatrice d'urgenza, 1 anestesista che garantisca un intervento immediato".
La parola alla Consigliera Suino per l'illustrazione.



SUINO Marisa

Illustro questo emendamento che è molto importante.
Siamo nell'ambito delle unità funzionali perinatali di primo livello.
Lo sottolineo, perché se si dimenticasse questo particolare non si comprenderebbe il perché dell'emendamento.
L'emendamento sostanzialmente dice che deve essere garantita nelle ventiquattro ore la presenza di un pediatra, di un anestesista e un infermiere professionale. E' vero che questa struttura viene prevista nell'accreditamento, ma qui siamo nell'ambito della fascia d'età più a rischio, dove l'emergenza può essere fatale perché un neonato o una gestante, in una situazione di emergenza, può anche non avere il tempo per il trasferimento in ambulanza! Riteniamo quindi essenziale, magari con una modifica sulla reperibilità, che anche il privato si faccia carico di questa spesa, garantendo la reperibilità perlomeno di un anestesista, la presenza di un infermiere professionale o vigilatrice, nell'arco delle 24 ore, se vuole offrire un servizio di unità funzionale perinatale di primo livello! Se lo vuole fare si diano delle garanzie affinché non ci scappi il morto! Poi lo sappiamo che mancano gli anestesisti, quali sono i costi, ne siamo perfettamente consapevoli, però cerchiamo di fare il più seriamente possibile anche il nostro dovere.



PRESIDENTE

Ci sono altri interventi su questo emendamento? No; ha dunque la parola l'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Questo emendamento, alla luce delle problematiche già sottolineate dalla Consigliera Suino, viene accettato, ma con una modifica. Il pediatra c'è senz'altro, quindi si lascia; un infermiere professionale o vigilatrice d'urgenza, certamente; un anestesista direi reperibile, perché lei sa benissimo della carenza degli anestesisti, non solo in Piemonte, ma in tutta Italia, ed ha fatto riferimento anche lei ai costi stessi, per cui l'emendamento così modificato può essere accolto, cioè "deve essere garantita nell'arco delle 24 ore la presenza di un pediatra, un infermiere professionale o vigilatrice d'urgenza, e un anestesista reperibile".



PRESIDENTE

Viene quindi accolto l'emendamento così modificato: sostituire le parole "che garantisca un intervento immediato" con la parola "reperibile".



SUINO Marisa

Va bene.



PRESIDENTE

Lo pongo quindi in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti.
48) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Spagnuolo, Peano Bortolin, Pazè, Simonetti e Montabone: All'allegato 1, (pag. 119), capitolo "Medicina nucleare", paragrafo "Requisiti minimi tecnologici", comma "Sala diagnostica", sostituire il primo punto con il seguente: "la dotazione minima tecnologica comprende 2 gamma camere di cui almeno 1 dotata di accessorio termografico per l'esecuzione di esami SPET, al fine di assicurare la necessaria continuità di funzionamento, per compensare non solo gli inevitabili tempi di fermo macchina per manutenzione, revisione ed esecuzione di controlli di qualità strumentale, ma anche per permettere l'esecuzione contemporanea di procedure diverse e di organizzazione del lavoro che risponde a criteri di efficienza ed accuratezza. Inoltre la presenza di 2 sale diagnostiche consente di minimizzare la possibilità di mancata esecuzione di una prestazione diagnostica su un paziente già iniettato e di garantire un volume minimo di attività che consenta l'erogazione di prestazioni di qualità".
La parola alla Consigliera Suino per l'illustrazione.



SUINO Marisa

L'emendamento è sostitutivo della parte relativa alla sala diagnostica.
Siamo stati perplessi nella presentazione di questo emendamento, perch effettivamente comporta una serie di ricorsi a tecnologia costosa, avanzata e complessa, però abbiamo necessità perlomeno di capire dall'Assessore il mantenimento del comma "Sala diagnostica", così come risulta dal testo portato in aula, quali garanzie dà, considerato che il nostro emendamento ritornava sostanzialmente alla formulazione iniziale, che non dà dubbio nella procedura.
E' ovvio che noi qui esplicitiamo a quali macchinari, a quale tecnologia si fa riferimento, esplicitiamo quanto comporta anche in termini onerosi di bubget tutta la partita relativa alla stampa immagine, ai film che cosa vuol dire però? Assessore, quali garanzie ci sono mantenendo il testo "Sala diagnostica" così com'è stato formulato? C'è parecchia differenza tra autorizzazione e accreditamento. In questo caso si potrebbe anche riflettere sull'eventuale ritiro dell'emendamento.



PRESIDENTE

Altri Consiglieri intendono intervenire per illustrare questo emendamento? Non essendovi altri interventi, ha facoltà di replicare l'Assessore D'Ambrosio.
La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Chiedo un attimo per prendere la pagina dell'accreditamento. In realtà viene considerato un requisito ulteriore previsto appunto dall'accreditamento, quindi non lo si accetterebbe nella parte autorizzativa.
Ribadisco, Presidente e colleghi, che riteniamo sufficiente questo protocollo di collaborazione con l'altro servizio di medicina nucleare prevedendo, però, nel capitolo dell'accreditamento, la necessità di riportare, così come già è riportato, l'emendamento richiesto dai colleghi.
Per concludere, diciamo no all'emendamento in questa fase, mentre riteniamo necessario ed opportuno inserirlo nella parte riguardante l'accreditamento.
Invito, pertanto, i colleghi a ritirare l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti per dichiarazione di voto.



SIMONETTI Laura

Anche a nome degli altri colleghi firmatari, ritiro l'emendamento.
Considero importante, però, raccogliere le osservazioni poste dall'Assessore. L'Assessore ritiene non opportuno introdurre queste specificazioni nell'ambito dell'autorizzazione, quindi dei requisiti minimi strutturali che definiscono, poi, il regime autorizzativo. Egli ritiene importante, invece, che vengano enunciati, nell'ambito della medicina nucleare, nella parte relativa all'accreditamento, quei requisiti ulteriori che definiscono il rapporto di collaborazione e fiducia con l'Ente pubblico, anche con la determinazione di finanziamenti di tipo economico e non solo.
Sono andata a riprendere, alle pagg. 175 e 176, il capitolo relativo alla medicina nucleare che riguarda l'accreditamento, ma non ho trovato l'enunciazione delle questioni che sono state poste dal nostro emendamento.
Questo solo per chiarire, perché l'Assessore ha fatto riferimento ...



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

E' l'emendamento di pagina 118.



SIMONETTI Laura

Ma quello di pag. 118 fa riferimento al regime per l'accreditamento?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Sì.



SIMONETTI Laura

Va bene.



PRESIDENTE

49) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Spagnuolo, Peano Bortolin, Pazé, Simonetti e Montabone: All'allegato 1 (pag 121), cap. "Attività di radioterapia", dopo il primo comma aggiungere il seguente: "L'attività di radioterapia deve essere svolta in modo autonomo e sotto la piena responsabilità dello specialista in radioterapia oncologica in un contesto clinico che consenta di assistere in modo adeguato tutte le fasi della malattia sia in regime ambulatoriale, sia ove necessario, in regime di ricovero.
Deve essere collocata in una struttura che disponga degli altri presidi atti alla diagnostica, alla stadiazione e alla terapia con altre metodiche delle forme neoplastiche".
La parola alla Consigliera Suino per l'illustrazione.



SUINO Marisa

Siamo nell'ambito dell'attività di radioterapia. Si chiede l'inserimento dell'emendamento dopo il primo capoverso, prima della frase scritta in neretto.
Siamo convinti che, essendo nell'ambito dell'oncologia e dell'attività di radioterapia, il passaggio previsto per l'accreditamento venga reso efficace se nella fase autorizzativa verrà garantito il collegamento con gli altri presidi.
Diciamo con chiarezza, allora, che deve essere collocato in una struttura che abbia il collegamento con gli altri presidi che svolgono questo tipo di attività, di terapia, o facendo ricorso ad altre metodologie neoplastiche. Dopodiché facciamo riferimento alla responsabilità dello specialista in radioterapia oncologica. Non si può fare diversamente, già nella fase autorizzativa. Sarebbe monco prevederlo nella fase dell'accreditamento, dove è scontato; nella fase autorizzativa, se consentiamo che vi sia una diagnostica, che venga fatta un'analisi del caso da un punto di vista di radioterapia oncologica, è evidente che va dichiarata la responsabilità dell'operatore preposto a tale funzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Mi riferisco all'emendamento precedente. Noi l'abbiamo ritirato, anche se in realtà fa il paio con questo, nel senso che siamo in presenza di attività di così alto livello specialistico che la semplice procedura autorizzativa non si giustifica.
Siamo in presenza di attività ad altissimo livello di complessità tecnologia e professionalità. Come si concilia l'altissimo livello di complessità, tecnologia e professionalità con un livello inferiore di semplice e banale autorizzazione? Non lo so. Ho cercato di farmene una ragione, del tipo: siamo in presenza di un'attività di plesioterapia da contatto per un tumore della pelle, però se apriamo quella porta, si può andare a qualsiasi livello di tipo radioterapico. Penso che un'attività di questo genere non possa essere contenuta nella semplice norma autorizzativa, ma debba essere automaticamente accreditata.
Torno un attimo indietro. A proposito del fatto di poter prevedere due gammacamere, abbiamo ritirato il precedente emendamento perch effettivamente è estremamente oneroso. Chi lavora in questo ambito sa che si tratta di strumenti in cui la taratura è estremamente importante e se non si hanno due strumenti non si ha la possibilità di poter operare contemporaneamente, di poter effettuare questi lavori di taratura, che sono di una delicatezza e precisione tale che affidarle ad una normativa di carattere autorizzativo è un po' superficiale.
Mi rendo conto che fra l'autorizzazione e l'accreditamento ci deve essere un livello, ma non possiamo inventare un livello più basso dell'accreditamento, pur di dire che viene autorizzato.
Ci sono attività che per loro natura hanno una funzione alta e debbono avere uno standard alto per definizione, altrimenti non si fanno.
Non si può dire: "Per essere accreditati al Servizio Sanitario Nazionale, devono avere questi requisiti". Inoltre, poiché dobbiamo inserirli anche dove si parla dell'autorizzazione, immaginiamoci uno standard un po' più sfigato, un po' più disgraziato! Non può esistere! E se in un una certa misura, per quello che riguardava la gamma camera siamo stati disponibili al ritiro, qui siamo in presenza di un'attività di radioterapia oncologica. Poiché si tratta di un'attività che deve essere svolta in strutture estremamente sofisticate, noi consideriamo fondamentale questo emendamento e chiediamo all'Assessore di rifletterci prima di respingerlo.



PRESIDENTE

Prego, Assessore.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Per quanto attiene all'emendamento testé illustrato, debbo dire che il riferimento alla legge n. 230/95 in realtà è comprensivo un po' di tutto perché questa legge norma tutto: sicurezza degli operatori, dei pazienti delle macchine, delle strutture. Quindi riteniamo sia sufficiente questo riferimento alla legge n. 230/95.
E' chiaro, come ha sottolineato il collega, che nell'accreditamento deve essere esplicitato, così come nell'emendamento proposto, quanto test detto.
Quindi, anche per questo emendamento, si ribadisce che si ritiene in questa parte dell'iniziativa far riferimento semplicemente alla legge n.
230/95, che comunque - lo ripeto - norma la sicurezza degli operatori, dei pazienti, delle macchine e delle strutture.
Per quanto riguarda invece l'accreditamento, così come già evidenziato a pag. 121, si riporta pari pari quello che è stato l'emendamento test enunciato.
In sostanza, diciamo no a questo emendamento. Se si potesse ritirarlo sarebbe cosa gradita.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio per dichiarazione di voto.



RIGGIO Angelino

No, noi non consideriamo ritirabile l'emendamento, perché non ci possiamo accontentare, per quello che riguarda la radioterapia dei tumori che le strutture garantiscano la sicurezza degli operatori e degli utenti: ci sembra troppo poco. Noi vogliamo essere sicuri dell'efficacia.



PRESIDENTE

Passiamo dunque alla votazione.



RIGGIO Angelino

Chiedo la votazione per appello nominale.



PRESIDENTE

Si proceda all'appello nominale per la votazione dell'emendamento test discusso, respinto dalla Giunta.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 28 ha risposto SI' 1 Consigliere hanno risposto NO 27 Consiglieri L'emendamento è respinto.
50) Emendamento presentato dall'Assessore D'Ambrosio: All'allegato 1, (pag. 126), "Day-Hospital", al primo comma, dopo "struttura ospedaliera" aggiungere "ovvero in spazi separati quando ciò sia necessario in relazione alle condizioni ambientali e sempreché sia garantito il collegamento delle attività ed il relativo coordinamento funzionale".
La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Penso che in realtà l'emendamento si illustri da sé, in quanto è solo una specificazione ulteriore e nient'altro.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

RIGGIO Angelino (fuori microfono)



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Ma non è una spiegazione!



PRESIDENTE

L'Assessore intende aggiungere qualcosa? Prego.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Questa formulazione risponde meglio, a nostro modo di vedere, a specifiche necessità organizzative, pur garantendo il collegamento dell'attività e del relativo coordinamento funzionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Suino; ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Siamo nell'ambito del day hospital. Il testo originario dice che "il day hospital all'interno della struttura ospedaliera deve disporre di spazi per il trattamento diagnostico-terapeutico", quindi questo capitolo sancisce che il day hospital si fa all'interno della struttura ospedaliera.
L'emendamento recita: "...dopo "struttura ospedaliera" aggiungere "ovvero in spazi separati...". Insomma, afferma tutto e il contrario di tutto. Questo è il nocciolo dell'emendamento. E' chiaro che la prima domanda che sorge spontanea è: ma è all'interno o all'esterno della struttura ospedaliera? In base a quali regole in taluni casi potrà essere all'interno e in altri all'esterno? Se volessimo allargarci un po', potremmo dire che questo emendamento probabilmente, è stato suggerito da chi dirige Molinette 2 di Torino.
Avendo previsto Molinette 2 (per ora, poi magari ci sarà Molinette 3, 4, 5 come le città satellite!), se l'Assessore della Giunta regionale di centrodestra oggi scrivesse "Day hospital all'interno della struttura ospedaliera" gli taglierebbe le gambe! Impedirebbe Molinette 2! Se invece scrive: "Ovvero il suo contrario" - che tradotto vuol dire: "Faccio qualunque cosa, che va comunque bene! - Molinette 2 non ha problemi! Non basta ancora il disavanzo prodotto da quell'area ospedaliera? E' pericolosa questa formulazione! Assessore, dovremmo dare delle linee guida per specificare quando "all'interno" e quando invece "in spazi separati". Lei è stato forzato nella stesura di quest'emendamento. Ma è un emendamento veramente pericoloso: tanto varrebbe abrogare l'intero capoverso e non dire nulla! Dal dire nulla al dire: "Lo puoi fare dentro o lo puoi fare fuori", c'è una bella differenza: si dice tutto e il contrario di tutto! Per la Regione Piemonte, quest'emendamento, presentato così, è veramente inaccettabile - in termini finanziari e politici - oltre che pericoloso. E' pericoloso!



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Sarebbe opportuno specificare cosa vuol dire "nell'ambito della struttura ospedaliera", anche se con "all'interno" indicava già nell'ambito della struttura ospedaliera. Dare questa flessibilità non significa voler fare il day hospital in una struttura lontana dall'ospedale stesso, come lei e il collega Riggio dicevate in riferimento a Molinette 2.
Ma è chiaro che un day hospital può essere fatto anche in spazi separati, quando ciò sia necessario in relazione alla struttura e alle condizioni ambientali. Possiamo modificare l'emendamento così: aggiungere prima delle parole "struttura ospedaliera" le parole "nell'ambito della", ovviamente con il collegamento alle attività e al relativo coordinamento funzionale.
Chiedo ai colleghi se possono ritenere sufficiente quest'aggiunta.



PRESIDENTE

Se ho ben capito, si tratta di fare una modifica all'emendamento.
Dopo le osservazioni fatte, l'Assessore ipotizza una modifica all'emendamento: aggiungere prima delle parole "struttura ospedaliera" le parole "nell'ambito della".
Ha chiesto la parola la Consigliera Bortolin, ne ha facoltà.



BORTOLIN Silvana

Considerato che quello in oggetto non è un emendamento da poco, perch introduce un elemento di novità rispetto alla realtà attuale, sento la necessità di una spiegazione dell'Assessore si spieghi.
Cosa vuol dire "nell'ambito della struttura ospedaliera ovvero in spazi separati, quando ciò sia necessario"? Se scriviamo "nell'ambito della struttura ospedaliera" non è necessario specificare "spazi separati"! Perché "nell'ambito della struttura ospedaliera" si possono realizzare tutti i servizi previsti dal Piano sanitario che riguardano la cura delle persone, sia come lunga degenza che come degenza temporanea.
Cosa vuol dire, Assessore? Mi sembra che, con una formulazione del genere, si vada incontro alla confusione totale.
Ci faccia un esempio, ci dica cosa potrebbe indicare questa formulazione per una realtà ospedaliera piemontese.



PRESIDENTE

Se su questa nuova ipotesi non ci sono altre richieste di intervento do la parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio

Collega Bortolin, è mia intenzione dare una certa flessibilità organizzativa nell'ambito delle strutture pubbliche e private. E' opportuno dare questa flessibilità quando sia comunque salvaguardato questo collegamento, ed è una flessibilità suggerita anche dalla carenza degli spazi delle strutture pubbliche e, forse un po' meno, delle strutture private. Questi sono stati, fondamentalmente, i motivi che ci hanno indotto a presentare tale emendamento.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliere Suino.



SUINO Marisa

Stiamo parlando di strutture pubbliche, di day hospital nelle strutture pubbliche. Assessore, stiamo parlando degli ospedali normali del servizio pubblico, non di quello privato. E' questo è un primo punto da tenere bene a mente.
Punto secondo. Il problema non è quello della flessibilità, perch anche noi vogliamo che ci sia un incontro tra pubblico-privato, che ci sia flessibilità. Ma, ribadisco: stiamo parlando del servizio pubblico.
Il problema è la formulazione dell'emendamento. Si può scrivere, come ha proposto la collega Bortolin "nell'ambito dell'ospedale", ma indicando quindi nello stesso ospedale, nel suo cortile, in un padiglione collegato in spazi diversi, ma sempre nell'ambito dell'ospedale. Se scrivessimo "ovvero in spazi separati", quell'"ovvero", secondo un'interpretazione letterale, significherebbe l'esatto contrario. Va bene garantire la flessibilità, ma attenzione a non far passare, sotto questo nome, un concetto completamente diverso.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

A dire il vero, siamo stati indotti in errore dal vostro emendamento il n. 76, che scrive quasi parola per parola quanto poi è stato scritto nel mio emendamento.
L'emendamento n. 76 recita: dopo "struttura ospedaliera" aggiungere "ovvero in spazi separati quando ciò sia necessario in relazione alle condizioni ambientali e sempre che sia garantito il collegamento alle attività e al relativo coordinamento funzionale".
Questo è quanto recita il vostro emendamento.
A questo punto, sarei dell'avviso di scrivere "nell'ambito della struttura ospedaliera" e ritirare l'emendamento da me proposto. Vi pregherei, però, cortesemente, di rivedere il vostro emendamento n. 76.
Ritiro dunque il mio emendamento, scrivendo "nell'ambito della struttura ospedaliera". Va da sé che la flessibilità, comunque, può essere ricavata dalla formulazione precedente.



PRESIDENTE

Comunico il ritiro, da parte dell'Assessore D'Ambrosio, dell'originaria parte aggiuntiva dell'emendamento da "dopo struttura ospedaliera" fino a "funzionale" e il mantenimento della modifica che ha proposto oralmente.
La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Rinuncio quindi ad argomentare rispetto alla situazione precedente, di un attimo fa.
Assessore, non si faccia trarre in inganno dagli emendamenti dell'opposizione e quindi prendiamo atto che la sua specificazione in questo capitolo (pag. 126) corregge da "all'interno della struttura" in "nell'ambito" e significa ciò che lei e noi volevamo dire con l'emendamento. Vale quindi anche per l'emendamento dell'opposizione il ritiro.



PRESIDENTE

Anticipiamo quindi il ritiro dell'emendamento n. 76.



SUINO Marisa

Certo, ma "nell'ambito" viene ribadito anche a pagina 130.



PRESIDENTE

Senz'altro, ma ci ritorneremo comunque; adesso l'importante è che votiamo su questa ultima ipotesi che mi pare accolta da tutti.
Pongo quindi in votazione, dopo il ritiro dell'emendamento, il nuovo emendamento così come modificato dall'Assessore.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 33 voti favorevoli.



SIMONETTI Laura

Eccepiamo sull'esito della votazione, Presidente.



PRESIDENTE

Si proceda allora alla votazione per appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI' 33 Consiglieri L'emendamento è accolto.
51) Emendamento presentato dall'Assessore D'Ambrosio: All'allegato 1, (pag. 130), "Day-Surgery", primo capoverso: "Con il termine Chirurgia di giorno (day-surgery) si intende la possibilità clinica, organizzativa ed amministrativa delle strutture ospedaliere di effettuare interventi chirurgici od anche procedure diagnostiche e/o terapeutiche invasive e seminvasive in regime di ricovero limitato alle sole ore di giorno, o con eventuale pernottamento, in anestesia locale loco-regionale, generale".
Alla seconda riga, sostituire "...delle strutture ospedaliere..." con "...delle strutture sanitarie pubbliche e private...".
Abbiamo un emendamento simile firmato Gallarini, Toselli e altri.
La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Si tratta di un emendamento che è stato accolto in IV Commissione in merito alla possibilità di effettuare attività di day-surgery, cioè la chirurgia del giorno, in strutture sanitarie non ospedaliere accreditate.
Per coerenza, si è ritenuto di doverne modificare l'analoga condizione anche per le strutture sanitarie non ospedaliere esclusivamente autorizzate. Abbiamo fatto riferimento anche ad altre Regioni che hanno normato come noi, faccio riferimento soprattutto alla Toscana, mentre si accingono a normare più o meno allo stesso modo l'Umbria e l'Emilia Romagna, fermo restando ovviamente che le attività di day-surgery possono essere effettuate secondo tre possibili modelli, quindi: ospedale, case di cura e unità autonome di day-surgery in strutture private.



PRESIDENTE

Ci sono interventi al riguardo? Ha chiesto la parola il Consigliere Riggio; ne ha facoltà.



RIGGIO Angelino

Completamente a titolo personale, io dico questo: qui si tratta di un emendamento che è estremamente importante perché in base alle indagini che sono state fatte dall'Agenzia regionale per i servizi sanitari, ben il 60 degli interventi chirurgici potrebbe essere svolto nelle strutture di day surgery. Si tratta quindi di un settore che nei prossimi anni potrebbe avere una notevolissima espansione di carattere operativo ed anche economico. Pertanto questa parte deve essere normata con estrema attenzione e non può essere lasciata a definizioni superficiali.
Il fatto di spostare dall'ospedale alle strutture sanitarie pubbliche e private è uno spostamento di grosso significato che l'Assessore deve giustificare, perché se noi facessimo una graduazione degli interventi perché è vero che ci sono degli interventi che in day-surgery possono essere fatti e che non comportano grossi rischi di complicazione post operatoria, quindi possono essere fatti in qualunque struttura sanitaria pubblica o privata, ma è anche vero che ci sono degli interventi che si prospettano - perché il livello di espansione degli interventi che possono essere fatti in day-surgery è notevole - se non viene definito quali interventi possono essere fatti all'interno dell'ospedale e quali invece possono essere fatti al di fuori di esso, andiamo incontro ad una deregulation abbastanza pericolosa. Ripeto: se si tratta di dare dei punti di togliere un lipoma sottocutaneo, è un intervento che può essere fatto in qualsiasi struttura sanitaria pubblica o privata, indipendentemente dal fatto di trovarsi all'interno di un ambito ospedaliero. Ma qui si parla di interventi molto più complessi.
D'altra parte, anche grazie alle nuove tecniche endoscopiche, questa è la nuova frontiera della chirurgia e quel 60% di cui parla l'Agenzia regionale può espandersi ancora molto di più. Man mano che si sale di livello e di complessità, siamo in presenza di interventi per i quali sappiamo con precisione come cominciano, ma non sappiamo quale possa essere la loro evoluzione. Pertanto, metteremmo in una situazione di rischio e di pericolo operatorio tutta una serie di soggetti. D'altra parte, i DRG della chirurgia sono i DRG più pesanti che ci siano e quindi, in assenza di una graduazione degli interventi chirurgici ammessi all'interno del day surgery, l'emendamento presentato dalla Giunta è pericoloso.
Esprimo, pertanto, il mio parere contrario.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Ho ascoltato l'intervento del collega Riggio. Devo dire che le argomentazioni a favore dell'ampliamento, tra le strutture private dell'opportunità di svolgere interventi in day-surgery, mi ha convinto da tempo, per cui voterò a favore di questo emendamento. Raccomando, però, per quanto compete all'Assessore e all'Assessorato, di esaminare l'opportunità di definire l'elenco degli interventi che non si devono svolgere. Non quelli che si debbono svolgere, ma quelli che non possono essere svolti in strutture private in day-surgery o anche pubbliche al di fuori dell'ospedale, ovviamente. Questo consente di poter svolgere una parte di interventi che intasano i pronto soccorso, che non è necessario svolgerli in quella sede perché non è necessario avere il supporto delle strutture ospedaliere.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Per quanto mi riguarda, sottoscrivo compiutamente l'intervento della collega Bortolin. La questione fu oggetto di un lungo dibattito anche in Commissione, che credo l'Assessore ed i funzionari ricorderanno.
Per quanto ci riguarda, riteniamo che sia un fatto importante; ci sono legislazioni regionali, (in Umbria, in Toscana) che prevedono le strutture di day-surgery non solo all'interno di strutture ospedaliere, ma anche di altre strutture funzionali. Il punto non è questo; il punto è: quali legami di collegamento rapido e veloce, con strutture quali la rianimazione o momenti di questo genere, abbiano queste strutture di day-surgery quando non sono all'interno di una struttura ospedaliera. Facemmo un lungo dibattito in Commissione e si chiese di specificare meglio questo punto e di dare queste garanzie. Al momento in cui queste vengono date personalmente, sul principio, sono compiutamente d'accordo.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Purtroppo, ci condiziona il limite sull'emendamento. Il problema sarebbe di vedere i quattro emendamenti insieme nel capitolo "Day-Surgery" ed è sui quattro emendamenti insieme che sorgono i problemi.
Il problema non è: struttura sanitaria pubblica e privata e non struttura ospedaliera, come già avevamo detto.
I problemi sono sostanzialmente questi due. Che il servizio di day surgery diventi un servizio appetibile e presente sul territorio in modo abbastanza capillare, è probabilmente una delle risposte che per comodità per tempistica, anche per questioni finanziarie, ci aspettiamo un po' tutti. Il problema è definire con estrema chiarezza quali interventi chirurgici si possono fare e quali non si possono fare. Perché il nodo si chiama "rianimazione". Chiaramente non tutti gli interventi possono andare in day-surgery e vanno poste condizioni e regole che garantiscano, nel momento in cui afferisco a quel servizio, di non rimanerci perché non fanno in tempo a trasferirmi al pronto soccorso.
Inoltre, devo garantire alla struttura pubblica che si chiama Stato Regione, ecc., di non pagare due volte, perché al day-surgery pago come privato, ma se mi va male o ho dei guai vado al pronto soccorso, di cui si fa carico la struttura pubblica. Ma allora, il pubblico è preso in giro due volte! Credo di aver reso l'idea! Terza questione: oltre a non esserci un elenco e delle chiare regole si rimanda il tutto alla Giunta regionale, Assessore. Su una materia di questo tipo, e lo diciamo alla vigilia di una scadenza elettorale che pu privilegiare chiunque delle due parti, non conviene su una materia di questa delicatezza rimandare ad un atto chiuso all'interno di una Giunta.
Peraltro, su una materia in evoluzione, in cambiamento, conviene subordinare la trattazione al passaggio, se non in Consiglio, almeno in una Commissione. Questo per il tacito consenso delle parti, chiunque sia nell'esecutivo, per rendere più trasparente e concertativa la necessità di ragionarci nel merito.
Allora, i quattro emendamenti insieme sconvolgono un po' quanto avevamo impostato in Commissione. Sul primo emendamento in sé, non sussistono problemi particolari; ho preferito dirlo perché altrimenti non si capirebbe questa sequenza di interventi che abbiamo fatto, che in questo caso ha la sua spiegazione. Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Sarò brevissima perché condivido totalmente le osservazioni della collega Suino, quindi non le ripeto. Però, Assessore, secondo me dovrebbe riflettere sulle osservazioni che con precisione, anche dal punto di vista politico, ha fatto la collega Suino.
Nell'ambito dell'impostazione del capitolo day-surgery, non emerge con alcuna chiarezza la possibilità di garantire un'efficacia di questo tipo di provvedimento nell'ambito delle strutture. Non emerge la garanzia che questo tipo di provvedimento possa dare efficacia e garantire le prestazioni e la tutela di coloro che afferiscono a determinate strutture sia alla struttura pubblica, e al di fuori, sia alla struttura privata, in questo caso. Perché gli elementi che si individuavano e quindi la gravità e la tipologia delle prestazioni e degli interventi chirurgici invasivi o seminvasivi che vengono effettuati, determina la possibilità che in alcune strutture questo possa essere effettuato ed in altre no. Determina la necessità di stabilire, Assessore, non con un provvedimento univoco della Giunta regionale e discrezionale, quali sono gli elementi e gli strumenti ma con un provvedimento che tenga conto di un parere, e non semplicemente di un'informativa, almeno della Commissione competente.
Andando a riguardare gli altri emendamenti a cui facevano riferimento anche gli altri colleghi, viene individuato questo punto semplicemente afferendo come ruolo unico ed unidirezionale alla Giunta regionale il compito di individuare gli interventi chirurgici. Ci chiediamo, man mano che andiamo avanti, qual è la cornice ed il contenuto di essa, in cui si colloca questo tipo di provvedimento se su alcuni elementi fondamentali noi andiamo a lasciare delle opportunità che possono determinare - nel momento in cui hanno un monitoraggio ed un controllo ed un'azione di vigilanza stretta e certa da parte delle autorità competenti sanitarie - anche un rapporto più efficace con i cittadini che si rivolgono ai servizi. Scritto così, Assessore, nel momento in cui lasciamo aperte le necessità di evidenziare, di stabilire quali sono i limiti, e su quei limiti quali sono gli strumenti da utilizzare, di fatto l'efficacia e la necessità di questo provvedimento vengono pian piano svuotate. Di fatto, si rimanda ad altri provvedimenti sulla cui discrezionalità il Consiglio viene espropriato nel suo ruolo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Ringrazio i colleghi perché fondamentalmente hanno detto le stesse cose che penso e ho voluto indicare con gli emendamenti. C'è solo un fatto: forse, visti ad uno ad uno, gli emendamenti possono dare un'impressione di scollamento, ma se vediamo tutti gli emendamenti insieme, in realtà, con essi si va a ribadire quanto è stato sottolineato dai colleghi.
Leggo l'emendamento a pag. 131: "Con provvedimento di Giunta regionale verranno definiti gli interventi chirurgici, le procedure diagnostiche e/o terapeutiche invasive e seminvasive effettuabili in regime di day-surgery sentito" - questa è un'aggiunta che si era già detto di fare - "il parere della IV Commissione". Il fatto importante è che la Giunta proponga alla IV Commissione quali sono gli interventi che non si possono fare in day surgery o comunque quelli che si possono fare. Vedete, oggi in day-surgery anche in strutture non pubbliche, possono essere effettuati da bravi professionisti interventi come la cataratta o tutte le correzioni del visus; mi riferisco a laser decimery e quant'altro, così come inevitabilmente in day-hospital devono essere effettuati certi interventi a livello pubblico e anche privato che normalmente non vengono fatti con ricoveri ospedalieri; mi riferisco alle banali cisti, di qualsiasi natura alle stesse ernie, e comunque anche un intervento di appendicectomia pu essere svolto con una sola notte di degenza in ospedale. Prego, quindi, i colleghi di poter discutere tutti e tre questi emendamenti assieme perch in quel modo andiamo a definire in modo ottimale ciò che bisogna definire per la sicurezza degli utenti.
Fermo restando che abbiamo detto che in realtà il primo emendamento veniva allargato alle strutture sanitarie pubbliche e private, possiamo passare, se il Presidente lo ritiene opportuno, agli altri emendamenti, nei quali andiamo ad esplicitare quanto è stato richiesto dai colleghi dell'opposizione.



PRESIDENTE

Pertanto, se ho capito bene, discuteremmo dell'emendamento del quale stavamo già discutendo a pag. 130, primo capoverso; poi di quello a pag.
130.c; infine di quello a pag. 131, dove però è necessaria una leggera correzione: "sentita la Commissione consiliare competente".
Ha chiesto la parola il Consigliere Riggio; ne ha facoltà.



RIGGIO Angelino

Raccolgo la buona disponibilità dell'Assessore, che propone di aggiungere all'emendamento di pag. 131 "sentita la Commissione regionale competente"; tuttavia, - abbia pazienza, Assessore - secondo la mia opinione questo non basta. Penso che noi dovremmo fare delle distinzioni, e se me lo permette avanzerei dei suggerimenti.
Il primo capoverso sarebbe opportuno che restasse così: "Con il termine chirurgia di giorno si intende la possibilità clinica, organizzativa ed amministrativa delle strutture ospedaliere di effettuare...". Alla fine di questo comma si potrebbe aggiungere che "tali interventi sono possibili anche presso le strutture sanitarie pubbliche e private, ad esclusione degli interventi indicati dall'Assessorato alla sanità con specifico atto che verrà sottoposto...", in modo tale da distinguere dei livelli di intervento per quello che riguarda il day surgery.
Ciò tenendo presente che, in realtà, la frontiera degli interventi che possono essere fatti all'interno delle strutture ospedaliere e all'esterno delle strutture ospedaliere - pubbliche o private - è una frontiera di fatto nobile, perché collegata all'accrescersi del livello tecnologico e della professionalità degli operatori.
Oggi come oggi, alcuni interventi non sono possibili al di fuori della struttura ospedaliera; noi facciamo un elenco; l'Assessorato si preoccuperà di fare questo elenco, sentito il Co.Re.S.A. e così via e sentita anche la Commissione.
Questa è una forma di garanzia anche nei confronti delle strutture al di fuori dell'ospedale: in realtà vengono sollevate da responsabilità che possono essere non soltanto di indennizzo economico, ma anche di tipo penale.
A mio parere, noi dobbiamo distinguere due livelli: il day surgery che può essere fatto all'interno della struttura ospedaliera e quello che invece può essere fatto al di fuori della struttura ospedaliera, sulla base di una catalogazione, fatta dall'Assessorato, degli interventi possibili.
Anche perché non è un problema di come è organizzato il day surgery in quanto tale, ma è un problema di quali interventi vengono fatti dentro e fuori l'ospedale.
Per cui, la proposta che le faccio - eventualmente, se il Presidente acconsente, possiamo fare una piccola sospensione, per poter affrontare la questione - è quella di distinguere due momenti, due livelli. Il primo livello è il day surgery per definizione, che si fa dentro l'ospedale ed è consentito anche al di fuori dell'ospedale, ad esclusione di un elenco di interventi che l'Assessorato produrrà con un atto specifico da sottoporre alla Commissione competente. Questo ci dà la possibilità di distinguere fra gli interventi consentiti e quelli non consentiti.
Io non so se l'Assessore sia disposto a recepire questo tipo di suggerimento. Se è così, potremmo sospendere un attimo i lavori e cercare di racchiudere i tre emendamenti in una formulazione concordata, perché mi sembra che alla fine la volontà sia comune.
Voglio solo ripetere e sottolineare questo concetto: la frontiera degli interventi possibili in ospedale - solo in ospedale - in day surgery e quelli possibili al di fuori dell'ospedale è una frontiera nobile, perché è collegata all'evoluzione tecnologica, scientifica e professionale. E' dunque giusto che, di volta in volta, l'Assessorato produca una delibera ad hoc in cui dica: "Questi interventi si possono fare dentro l'ospedale questi no".



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Collega Riggio, la Giunta ritiene di lasciare le cose così come definite nell'articolazione e far riferimento ai tre modelli possibili tuttavia, non posso non convenire con lei sulla necessità assoluta di stabilire quali interventi possono essere fatti nella struttura privata e quali no.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

RIGGIO Angelino (fuori microfono)



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Non è questione di struttura privata!



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Nell'unità autonoma di day surgery; quindi stabilire con precisione quali sono gli interventi che non possono essere effettuati nell'unità autonoma di day surgery e quelli che devono essere effettuati prevalentemente, se non esclusivamente, nella struttura ospedaliera.
Questa è una fattispecie che va sicuramente definita e normata con provvedimento di Giunta, ribadisco, "sentito il parere della Commissione consiliare competente".



PRESIDENTE

Se non ci sono dichiarazioni di voto, pongo in votazione l'emendamento n. 51, quello relativo a pag. 130.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 39 voti favorevoli e 2 contrari.
Voglio ricordare ai Consiglieri, poiché abbiamo pressoché discusso i tre emendamenti insieme, che proseguiamo con le votazioni.
52) Emendamento presentato dall'Assessore D'Ambrosio: All'allegato 1 (pag. 130), "Day-Surgery", punto c).
a) "Unità autonoma di day surgery, dotata di accettazione, degenza, sale operatorie, uffici amministrativi, ed altri eventuali servizi indipendenti; tali unità sono dotate di propri locali, mezzi e personale, e sono quindi autonome dal punto di vista strutturale e gestionale rispetto alla struttura ospedaliera della quale sono parte integrante sotto il profilo funzionale", da "...e sono quindi autonome dal punto di vista strutturale e gestionale rispetto alla struttura ospedaliera della quale sono parte integrante sotto il profilo funzionale", sostituire con: "...e sono quindi autonome dal punto di vista strutturale, amministrativo e gestionale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è accolto con 27 voti favorevoli (n. 1 Consigliere non partecipa alla votazione).
53) Emendamento presentato dall'Assessore D'Ambrosio: All'allegato 1, (pag. 131), "Day-Surgery", prima di "Requisiti minimi strutturali" aggiungere "Con provvedimento di Giunta regionale verranno definiti gli interventi chirurgici, le procedure diagnostiche e/o terapeutiche invasive e seminvasive effettuabili in regime di day surgery".
Ha chiesto la parola la Consigliera Bortolin, ne ha facoltà.



BORTOLIN Silvana

Mi chiedo con quali supporti la Giunta possa definire gli interventi chirurgici, le procedure diagnostiche o terapeutiche! Mi permetto di sottolineare il ruolo che potrebbe avere un organismo come il CORESA in queste circostanze. Certamente, anche altri organismi tecnici potrebbero coadiuvare la Giunta regionale, l'Assessorato e l'Assessore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Proporrei, dopo le parole "effettuabili in regime di day surgery" di aggiungere le parole "all'interno dell'ospedale o all'esterno dell'ospedale". E' importante che nell'elenco venga definito quali interventi sono effettuabili all'interno della struttura ospedaliera e quali all'esterno.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Come ha appena proposto il collega Riggio, è giusto dare una simile definizione.
Il supporto di cui si avvarrà la Giunta regionale è il supporto tecnico della Comunità scientifica e del CORESA. Con l'aiuto della Comunità scientifica e del CORESA, si potranno definire più agevolmente i tipi d'intervento da effettuare.
Se, nell'emendamento, si desidera aggiungere anche "il CORESA" per la Giunta può andar bene.



PRESIDENTE

Se ho ben interpretato la risposta dell'Assessore e i suggerimenti pervenuti, l'emendamento viene così modificato: dopo le parole "Giunta regionale" aggiungere "sentita la Commissione competente" e al fondo dopo le parole "day surgery" aggiungere "nelle strutture di cui alle lettere a), b), c)".
Non essendovi dichiarazioni di voto, pongo in votazione l'emendamento così come modificato dall'Assessore.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'emendamento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI' 36 Consiglieri L'emendamento è accolto.
54) Emendamento presentato dall'Assessore D'Ambrosio: All'allegato 1, (pag. 138), "Day-Surgery", dopo "Per le Unità di day surgery private...struttura di ricovero di riferimento dotata di P.S. e rianimazione" aggiungere: "Con provvedimento di Giunta regionale verranno definite le modalità atte a garantire i collegamenti funzionali ed organizzativi di cui al punto precedente".
La parola all'Assessore per l'illustrazione.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Presidente, propongo di integrare l'emendamento aggiungendo, dopo le parole "Giunta regionale" le parole "sentita la Commissione consiliare competente" e dopo "organizzativi" le parole "nonché contrattuali".



PRESIDENTE

Quindi, la nuova formulazione dell'emendamento sarebbe questa: "Con provvedimenti di Giunta regionale... sentita la Commissione consiliare competente".
Ha chiesto la parola la Consigliera Suino, ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Ho chiesto la parola per dire solo una cosa. Assessore, siamo d'accordo su quest'aggiunta: la avremmo comunque chiesta, ma lei ci ha preceduti positivamente! Rimane però un problema. Come recita l'emendamento "verranno definite le modalità atte a garantire collegamenti funzionali". Di fatto dato che siamo in regime aziendale, cosa vuol dire questo? Vuol dire che andremo a definire i collegamenti: pagamento forfettario o che tipo di rimborso? Dobbiamo dichiararlo, perché in questa fase è tutto rinviato.
Saranno modalità che affronteremo nello specifico di quel provvedimento senza prima aver dato segnale alcuno. Siamo in assenza totale di un minimo d'indirizzo. C'è solo quest'aggiunta, che è una bella rivoluzione e necessaria. Ma siamo anche in assenza di una chiave di lettura: sembra di rimandare a un salto nel buio!



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Collega Suino, questo è un emendamento che fa riferimento solo al fatto organizzativo, ad un problema di sicurezza. Possiamo dire "nonch contrattuali".



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Riggio, ne ha facoltà.



RIGGIO Angelino

Vorrei chiedere all'Assessore se è d'accordo sul fatto che esiste la necessità di un accordo di tipo contrattuale. Del resto, la struttura pubblica, l'ospedale, mette a disposizione delle strutture private o delle ASL territoriali il Pronto soccorso, la rianimazione, i suoi operatori. Lo fa gratis e per l'amor di Dio? Lo fa a carico del Servizio sanitario nazionale o lo fa a carico di chi, godendo di questo collegamento strutturale e funzionale, intasca i DRC delle prestazioni?



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Collega Riggio, indubbiamente il gestore deve farsi carico dei costi.
Però, l'anomalia sussiste anche oggi! Lei sa benissimo, collega, che quando un cittadino si fa operare in una struttura privata, se subentra qualche complicazione va in un ospedale pubblico. Comunque, è il gestore che, a mio modo di vedere, deve farsene carico.
Come ho detto, possiamo aggiungere "nonché contrattuali".



PRESIDENTE

Quindi, dopo "...i collegamenti funzionali ed organizzativi" vanno aggiunte le parole "nonché contrattuali di cui al punto precedente".
Pongo dunque in votazione l'emendamento così com'è stato modificato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 41 voti favorevoli.
55) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Peano, Spagnuolo Bortolin, Pazè e Simonetti: All'allegato 1, (pag. 146), capitolo "Servizio mortuario", paragrafo 'Requisiti minimi strutturali', secondo comma: sostituire le parole "pu essere" con "è", abrogando le parole "anche funzionalmente e non".
La Giunta si esprime favorevolmente su questo emendamento.
Lo pongo quindi in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto all'unanimità dei 44 Consiglieri presenti.
56) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Peano, Spagnuolo Bortolin, Pazè e Simonetti: All'allegato 1, (pag. 148), capitolo "Servizi vari", prima del paragrafo 'Servizio di assistenza religiosa' aggiungere il seguente paragrafo: "Servizi per il pubblico e per i pazienti esterni.
In relazione alla complessità della struttura dovranno essere previsti i seguenti spazi funzionali: ingresso, accettazione, accoglienza attesa-soggiorno con servizi igienici bar o macchine erogatrici di bevande calde o fredde ambienti a disposizione dei servizi sociali e del volontariato".
L'Assessore chiede di intervenire; ne ha facoltà.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Per quanto riguarda i "Servizi per il pubblico e per i pazienti esterni" la Giunta intende accogliere i primi tre punti, cioè ingresso accettazione, accoglienza; attesa-soggiorno con servizi igienici; bar o macchine erogatrici di bevande calde o fredde. Il quarto requisito è presente nell'allegato 2 e comunque non si ritiene assolutamente indispensabile in quella che è l'autorizzazione.
Si accettano quindi i primi tre punti e non il quarto, ma non perch non sia necessario, semplicemente perché lo prevediamo nell'accreditamento e non lo riteniamo indispensabile nell'autorizzazione.



PRESIDENTE

Se ho capito bene Assessore, accoglie l'emendamento eliminando la frase "ambiente a disposizione dei servizi sociali e del volontariato".
Pongo in votazione l'emendamento così modificato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.
57) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Peano, Spagnuolo Bortolin, Pazè e Simonetti: All'allegato 1, (pag. 152), capitolo "Presidi di tutela della salute mentale: centro diurno psichiatrico e day-hospital psichiatrico", paragrafo "requisiti organizzativi del day-hospital psichiatrico", al secondo punto abrogare "può essere ubicato all'interno dell'Ospedale con un collegamento funzionale-gestionale con il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura o" e sostituire con "di norma ubicato".
La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Noi abbiamo fatto riferimento, per quanto riguarda questa formulazione al Progetto obiettivo "Tutela della salute mentale - 1998/2000" messo a punto dal Ministero in attuazione del Piano Sanitario Nazionale che appunto recita: "può essere collocata all'interno dell'ospedale con un collegamento funzionale-gestionale". Ho qui una copia del Progetto obiettivo "Tutela della salute mentale - 1998/2000", se i colleghi proponenti ritenessero di prenderne visione. Quindi non è accettato.



SUINO Marisa

Viene ritirato.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Grazie.



PRESIDENTE

L'emendamento 57 è pertanto ritirato dai proponenti e consegnato agli atti.
58) Emendamento presentato dai Consiglieri Ferrero, Gallarini e Angeleri: All'allegato 1, "Presidi di tutela della salute mentale - Struttura residenziale psichiatrica", capitolo 'Requisiti minimi strutturali', (pag.
153), al terzo punto eliminare "che si può avvalere del supporto del privato sociale" e sostituire con "e/o attraverso il privato".
La parola alla Consigliera Ferrero.



FERRERO Caterina

Abbiamo presentato questo emendamento perché sostanzialmente ci pareva quanto previsto al terzo punto dei Requisiti minimi strutturali (la parte in neretto: "a condizione che ecc.") un po' riduttivo, nel senso che il Decreto legislativo n. 502 stabilisce il principio dell'accreditamento, ma a prescindere dal fatto che si tratti di struttura pubblica o di struttura privata. Dopo che sono stati stabiliti i requisiti minimi delle strutture residenziali psichiatriche non c'è stata un'indicazione specifica all'ipotetico gestore, quindi si è sostanzialmente inserito il principio dell'accreditamento senza fare distinzione tra il pubblico e il privato in termini di privato sociale o privato imprenditoriale. Abbiamo quindi ritenuto di proporre una modifica di questo punto: invece che la gestione direttamente solo da parte del Dipartimento di Salute mentale oppure del Dipartimento di Salute mentale avvalendosi del privato sociale, quindi sostanzialmente tutto pubblico, abbiamo ritenuto di correggere indicando "a condizione che tali strutture siano attivate e gestite direttamente dal Dipartimento di Salute mentale e/o dal privato", intendendo per questo il privato sia sociale che imprenditoriale.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

L'emendamento è accolto.



SUINO Marisa

Presidente, ci faccia distribuire copia dell'emendamento.



GALLARINI Pierluigi

Fidatevi.



SUINO Marisa

Allora siamo a posto!



CHIEZZI Giuseppe

Una copia dell'emendamento anche a noi, Presidente, per favore.



PRESIDENTE

Certamente, Consiglieri.
Cerco di riassumerlo per vedere se ho capito: a pag. 153, in fondo pagina, le ultime due righe, dopo "Dipartimento di Salute mentale" verrebbero soppresse e sostituite con "e/o attraverso il privato". E' così?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Sì, dopo "Dipartimento di Salute mentale", perché altrimenti ...



PRESIDENTE

Da quello che io capisco è così. Dunque: al terzo punto eliminare "che si può avvalere del supporto del privato sociale" e sostituire con "e/o attraverso il privato", mentre resta "così come previsto dalla L.R. 61/97".
E' così, Consigliera Ferrero?



FERRERO Caterina

Lei interpreta autenticamente. Dico cosa intendevo in base a quanto è scritto. Successivamente all'approvazione dell'emendamento il testo sarebbe: "A condizione che tali strutture siano attivate e gestite direttamente dal Dipartimento di salute mentale e/o dal privato sociale o imprenditoriale, così come previsto dalla legge 61/97".



PRESIDENTE

Va bene. Abbiamo capito dove viene collocato l'emendamento.



(Intervento, fuori microfono della Consigliera Simonetti)



PRESIDENTE

Assessore D'Ambrosio, vuole intervenire?



(Intervento, fuori microfono dell'Assessore D'Ambrosio)



PRESIDENTE

L'Assessore, dunque, accoglie l'emendamento.



PRESIDENTE

SIMONETTI Laura (fuori microfono)



PRESIDENTE

Può spiegarci il riferimento alla legge?



PRESIDENTE

E' la legge 61. Se il testo vive così come è stato detto, l'inserimento si colloca dopo le parole "salute mentale" e diventa: "e/o attraverso il privato, così come previsto dalla legge 61".
La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

La cosa più importante è che queste strutture vengano attivate e gestite direttamente dal Dipartimento di salute mentale. L'aggiunta del privato sociale - "e/o attraverso il privato" - non penso venga a sconvolgere la parte più importante. E' un'opportunità ulteriore, ma ripeto - la cosa più importante è che le strutture siano attivate e gestite direttamente dal Dipartimento di salute mentale. Se non ci fosse stato questo presupposto, ovviamente l'emendamento non sarebbe stato accolto.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Siamo un po' stupiti, perché non è un emendamento di modifica marginale, ma sentire parlare con superficialità - quasi non si conoscesse il problema del settore della psichiatria - ed accogliere, da parte dell'Assessore, un emendamento di questo tipo, che, seppur lascia le competenze - ci mancherebbe altro, andremmo contro una normativa nazionale al Dipartimento di salute mentale, individua l'entrata a supporto dell'attività del Dipartimento di salute mentale, prevista a livello nazionale.
Non è una concessione della Regione Piemonte stabilire il ruolo fondamentale e prioritario del Dipartimento di salute mentale.
L'emendamento individua l'entrata non solo del privato sociale ricordo che non stiamo parlando di fabbriche e bulloni, ma di tutela della salute mentale - ma delle strutture residenziali psichiatriche. Si parla dell'entrata a supporto dell'attività dei Dipartimenti di salute mentale non solo del privato sociale, ma anche del privato imprenditoriale utilizzo le parole "del privato imprenditoriale" cogliendole testualmente dall'illustrazione dell'emendamento da parte della collega Ferrero.
L'accoglienza da parte dell'Assessore e della Giunta di questo emendamento, senza offrire alcun tipo di riflessione in più e senza spiegare quale connessione ci sia con la legge 61/97, ci lascia davvero stupefatti.
Chiediamo che l'Assessore, eventualmente avvalendosi dei funzionari e dei tecnici di cui l'Assessorato dispone, ci spieghi quali sono le connessioni e come faccia un privato non sociale, ma un privato profit, che entra non solo e unicamente - anzi - per produrre un'utilità sociale.
Ci spieghi allora le connessioni rispetto alla legge 61, che stabilisce un ordine di priorità e un rapporto dell'Ente pubblico con le altre forme del terzo settore che operano nell'ambito dei servizi sociali.
Senza questi chiarimenti, non possiamo nemmeno esprimere una dichiarazione di voto, perché siamo davvero nelle condizioni di non poter proseguire il nostro intervento.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Assessore, siamo molto spaventati da questo emendamento: glielo diciamo con estrema semplicità e onestà. Francamente, ci spaventa e ci imbarazza molto che sia stato presentato, perché uno scherzetto di questo tipo queste tre parole fanno una rivoluzione culturale, mandando indietro tutta la riforma che c'è stata per la salute mentale, capovolgendola a 360 gradi.
In primo luogo, la legge 61/97 parla con estrema chiarezza di privato sociale e non fa riferimento a privato imprenditoriale, perché la legge 61/97 si basa sulla legge 833 e sulla riforma, per cui quindi tutela il malato di mente.
Consiglieri, ma scherziamo? Torniamo a mettere il malato di mente in mano ad un privato che ne può fare quello che vuole? Ma scherziamo? All'inizio del 2000 facciamo un balzo indietro in questo modo? Le leggi parlano di privato sociale; all'interno di questa casistica rientra di tutto, compreso quello che è il privato. Ma non possiamo abrogare, con un colpo di spugna, con tre parole, questo passaggio.
Veramente, mi appello anche alla collega che ha presentato questo emendamento: non possiamo fare una cosa del genere! Noi consegniamo il malato di mente in mano a chiunque abbia interessi di puro mercato e di speculazione.
Vi prego veramente di ritornare a rifletterci. Piuttosto chiediamo una pausa, ci ritorniamo domani, prendiamo tempo, ma per favore non facciamo questa cosa, dove non c'entra la destra o la sinistra, ma solamente il buon senso e la tutela dei diritti della gente. Per favore, Caterina Ferrero!



PRESIDENTE

La Consigliera Ferrero intende intervenire? Prego.



FERRERO Caterina

Ovviamente, accolgo tutte le belle parole che ho sentito dire dalle colleghe e sono certa che sono state dette in buona fede.
L'intenzione di questo emendamento non era sicuramente quello di stravolgere nulla; probabilmente è stato formulato in una maniera non molto chiara e, tra l'altro, prima, anche parlando con il dott. Ferro, mi è stato spiegato dove la formulazione non era chiara. In questo senso, non c'è nessun tipo di problema a formularlo con chiarezza.
In ogni caso, però, mantengo il concetto di base contenuto nell'ipotesi di questo emendamento, nel senso che non si voleva regolamentare una gestione di questo tipo, vale a dire con dei requisiti minimi strutturali solo ed esclusivamente con il discorso del pubblico. Quindi, si vuole che il Dipartimento di Salute Mentale intervenga, non solo ed esclusivamente nei confronti di una certa parte di privato, ma anche nei confronti del privato e sociale e imprenditoriale.
Dopodiché i requisiti dell'accreditamento e tutti i paletti che sono messi con il provvedimento che andremo ad approvare saranno quelli che, di fatto, scremeranno chi ha diritto o non ha diritto a svolgere questo tipo di attività.
Pertanto io non volevo liberalizzare e ampliare nel senso più ampio la gestione di una materia come questa, che è sicuramente seria e sulla quale si è anche dibattuto molto in Commissione. Questo emendamento sollevava soltanto qualche perplessità, nel senso che nel momento in cui si va a dire che il servizio è gestito dal Dipartimento di Salute Mentale e, nello specifico, eventualmente con il privato sociale, io intendevo ipotizzare una formulazione più aperta.
Se si presume che sia in contrasto con la legge 61/97, ricerchiamo una formulazione che possa essere la più corretta e legata al tipo di proposta che facciamo, che può essere accettata o non accettata, ma che non ha nessuna intenzione di stravolgere nulla, tantomeno in una materia importante come questa.
Quindi rassicurerei le mie colleghe sul fatto che alla base della questione non c'è nessun disegno stravolgente particolare.



FERRERO Caterina

SIMONETTI Laura (fuori microfono)



FERRERO Caterina

Ritirate l'emendamento!



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore D'Ambrosio; ne ha facoltà.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Io proporrei di riformulare l'emendamento, perché messo con "e/o" è chiaro che noi demandiamo al privato sic et simpliciter la gestione e la programmazione stessa del tutto, mentre è il Dipartimento di Salute Mentale che deve provvedervi. Per cui, l'emendamento potrebbe essere così modificato:"Ci si può avvalere del supporto anche attraverso il privato".
Debbo poi dire alla collega Suino che, in realtà, è vero che ...



PRESIDENTE

Assessore, mi permetta: come viene modificato l'emendamento? Pu cortesemente ripetere la sua proposta?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

"A condizioni che tali strutture siano attivate e gestite direttamente dal Dipartimento di Salute Mentale": su questo non vi sono dubbi. Propongo di sostituire la frase "e/o attraverso il privato", con la frase "anche attraverso il privato, qualificato da apposito atto di Giunta Regionale informata la Commissione competente".
Debbo altresì dire - Presidente, mi pare che questo sia importante che in realtà nel progetto della salute mentale vi è il riferimento al centro diurno, ma il centro diurno - dice il testo - "può essere gestito dal Dipartimento di Salute Mentale o dal privato sociale e imprenditoriale", per cui è senz'altro' diverso, l'ho premesso.
Indubbiamente il riferimento è al centro diurno, però l'ipotesi che potesse essere coinvolto anche il privato imprenditoriale era già definita anche nel progetto della salute mentale che ho a mie mani.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Riggio; ne ha facoltà.



RIGGIO Angelino

Sono contento della parziale marcia indietro che è stata fatta, perch era veramente gravissimo il totale contrasto con la legge 61; infatti, si diceva che le strutture potevano essere gestite dal Dipartimento di Salute Mentale e/o dal privato.
Debbo dire che probabilmente abbiamo una certa forma di stanchezza perché sono convinto che anche l'Assessore, quando frettolosamente aveva accettato l'emendamento, l'avesse fatto in totale buona fede e semplicemente perché il lunghissimo lavoro di Commissione svolto nell'aula consiliare è stato veramente estenuante.
Tuttavia siamo in presenza di una cosa così difficile e complessa, che un emendamento malformulato potrebbe essere decisamente snaturante.
Chiederei dunque alla Presidenza del Consiglio una sospensione, per poter meglio valutare l'emendamento.
Con due parole possiamo tornare indietro di molti anni; per cui chiedo per cortesia, una sospensione del Consiglio, affinché l'emendamento possa essere valutato con estrema attenzione dai Gruppi di maggioranza e dai Gruppi di minoranza, ma soprattutto per permettere all'Assessore di consultarsi con i suoi uffici, andando a verificare quello che effettivamente dice la legge 61 e gli atti conseguenti relativi alla salute mentale.



PRESIDENTE

C'è una proposta formale di breve sospensione, che sottopongo all'aula.
La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Se proprio non se ne potesse fare a meno, e comunque lasciamo all'Assessore dire se ritiene opportuno che ci sia o meno una sospensione inviteremmo, sulla formulazione dell'Assessore, se è affinabile con qualche virgola, noi ci attesteremmo su una posizione. Per quanto ci riguarda, come firmatari dell'emendamento noi siamo d'accordo su quanto ha detto l'Assessore, nel senso delle modifiche, se anche la prima firmataria, la collega Ferrero è d'accordo, penso che senza sospendere, nell'intenzione se possibile di chiudere ad un'ora canonica con il provvedimento, se è il caso di qualche piccola virgola ma mi sembra che quanto ha riformulato l'Assessore, che noi accettiamo e condividiamo, fughi ogni dubbio relativamente a quanto paventavano le colleghe Suino e Simonetti nei loro interventi.



PRESIDENTE

Temo, Consiglieri, che se diamo spazio agli interventi - mi pare di aver colto la delicatezza del problema - rischiamo di perdere più dei dieci minuti di sospensione. Tra dieci minuti riapriamo i lavori, si sia o no trovato l'accordo, perché effettivamente è importante capirsi. Al limite poi, ognuno mantiene le sue posizioni. Però, a me pare di aver colto che non c'è chiarezza tra noi. Per questo sospenderei per dieci minuti d'orologio. Ci troviamo nella situazione imbarazzante di fare il lavoro che andrebbe fatto in Commissione.



(La seduta, sospesa alle ore 17.58 riprende alle ore 18.32)



PRESIDENTE

Riprendiamo i lavori. Prego i colleghi di rientrare in aula.
La parola alla Consigliera Ferrero.



FERRERO Caterina

Intanto, chiedo scusa se con quest'emendamento ho preso un po' più di tempo di quello che si era immaginato per l'iter di questo provvedimento.
Ringrazio tutti coloro che hanno discusso e trovato la quadra su questa questione. Si è ipotizzato un emendamento di questo tipo, ve lo leggo: "a condizione che tali strutture siano attivate e gestite direttamente dal Dipartimento di Salute mentale, anche attraverso il privato, qualificato da apposito atto di Giunta regionale, informata la Commissione competente".
Faccio presente, per un'indicazione che mi hanno dato gli uffici, che mi attiverò per presentare un emendamento analogo sull'allegato 2a per coordinare il testo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento accolto dalla Giunta nella seguente stesura definitiva: 58) Emendamento allegato 1 - Presidi di tutela della salute mentale: "Struttura Residenziale Psichiatrica - Requisiti minimi strutturali pag.153", al terzo punto eliminare "che si può avvalere del supporto del privato sociale" fino a "L.R. 61/97" e sostituire con "anche attraverso il privato qualificato da apposito atto di Giunta Regionale, informata la competente Commissione consiliare".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è accolto con 32 voti favorevoli e 1 contrario.
59) Emendamento presentato dall'Assessore D'Ambrosio: All'allegato 1, "Strutture di riabilitazione e strutture educativo assistenziali per i tossicodipendenti", (pag. 155), alla fine del primo comma aggiungere "e successivi atti di indirizzo nazionali e regionali".
La parola all'Assessore.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

La normativa citata dal DPR è in via di ridefinizione a livello nazionale e a livello regionale sono in discussione i proposti provvedimenti in materia.
A livello nazionale, come molti dei colleghi sapranno, a settembre 1999 è stato concluso l'accordo Stato-Regioni che ha per oggetto la determinazione dei requisiti minimi standard per l'autorizzazione al funzionamento e l'accreditamento dei servizi privati di assistenza alle persone dipendenti da sostanze d'abuso.
A livello regionale stiamo lavorando per l'elaborazione di linee di attuazione del predetto accordo per andare alla modifica dei provvedimenti regionali indicati nel testo e adottati nel corso del biennio 1994/1995.
Comunque, l'emendamento dice di aggiungere: "e successivi atti di indirizzo nazionali e regionali"; è un sovrappiù, ma lo ritengo necessario proprio alla luce del fatto che è tutta una normativa in evoluzione.



PRESIDENTE

Non essendovi interventi, pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento ha ottenuto 23 voti favorevoli, 1 Consigliere non ha partecipato alla votazione.
Pertanto il numero legale, per poter proseguire i lavori, non è assicurato, quindi sospendo ...



(Proteste dai banchi dell'opposizione)



PRESIDENTE

Non arrabbiatevi, Consiglieri. C'è un meccanismo: alzare il ditino ed eccepire sull'esito della votazione! E' il Segretario Toselli che conta!



PRESIDENTE

GHIGLIA



PRESIDENTE

Presidente, eccepisco sull'esito della votazione e ne chiedo la verifica.



PRESIDENTE

Si proceda alla verifica della votazione per appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti 29 votanti 28 hanno risposto SI' 28 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'emendamento è accolto.
60) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Peano, Spagnuolo Bortolin, Pazè e Simonetti: All'allegato 1, (pag. 158), capitolo "Residenze sanitarie assistenziali (R.S.A.)", paragrafo 'Requisiti minimi strutturali e tecnologici', al primo comma, sostituire "a 120 posti" con "a 100 posti".
Penso che l'emendamento non abbia bisogno di essere illustrato. Chiedo il parere della Giunta.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

I centoventi posti facevano riferimento a quanto disciplinato dal DPR del 14/1/97, quindi non si accetta l'emendamento perché il DPR prevede centoventi posti e non cento.



PRESIDENTE

I proponenti lo mantengono?



SUINO Marisa

Sì, lo manteniamo.



PRESIDENTE

Lo pongo quindi in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 7 voti favorevoli e 27 contrari.
61) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Manica, Peano, Spagnuolo Bortolin, Pazè e Simonetti: All'allegato 1, (pag. 158), capitolo "Residenze sanitarie assistenziali (R.S.A.)", paragrafo "Requisiti minimi strutturali e tecnologici", al secondo comma, primo punto, sostituire "camere da uno, due, tre, quattro letti" con "camere da uno, due letti".
Anche in questo caso penso che non sia necessaria l'illustrazione.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Anche per questo emendamento vale la risposta data per quello precedente: il riferimento è sempre il DPR del 14/1/97, quindi non accogliamo l'emendamento e manteniamo il testo che è stato presentato.



PRESIDENTE

I presentatori mantengono l'emendamento?



SUINO Marisa

Sì, lo manteniamo.



PRESIDENTE

Lo pongo quindi in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 10 voti favorevoli e 25 contrari.
62) Emendamento presentato dall'Assessore D'Ambrosio: All'allegato 1 "Requisiti tecnologici specifici", a pag. 167 "Servizi di medicina di laboratorio - Caratteristiche microclimatiche", sostituire i punti: "Numero ricambi aria/ora: 5 v/h (aria esterna) Classe di purezza in caso si preveda la presenza di agenti biologici dei gruppi 3 o 4: filtrazione ad alta efficienza con filtri aventi campo di efficienza 60-95 Con: Numero di ricambi di aria/ora: 5 v/h. Sono ammessi 2 v/h di aria esterna a condizione che le cappe nei locali dove si effettuano le analisi siano in numero e di tipo tale da garantire l'estrazione completa degli inquinanti o le operazioni siano effettuate in ciclo chiuso e comunque con l'esclusione dei laboratori dove si prevede la presenza di agenti biologici dei gruppi 3 0 4.
Classe di purezza: filtrazione ad alta efficienza con filtri aventi campo di efficienza 60-95%. In caso si preveda la presenza di agenti biologici dei gruppi 3 o 4 si applica quanto previsto dall'allegato XII del D.Lgs.
626/94 e successive modifiche ed integrazioni".
Eliminare la frase "In caso si preveda la presenza di agenti biologici dei gruppi 3 o 4.", posta subito prima della frase "L'impianto di climatizzazione deve essere ...".
La parola all'Assessore D'Ambrosio per l'illustrazione.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

I tecnici ci hanno evidenziato che anche i due volumi/orari di aria esterna, nelle condizioni organizzative esplicitate, garantiscono livelli di sicurezza idonei per l'espletamento delle attività. Questo per quanto riguarda il punto 1).
Riguardo al punto 2), si tratta di un emendamento tecnico, al fine di puntualizzare i riferimenti normativi per le condizioni di contenimento.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Grazie, Presidente. Assessore, se mi devo basare su quanto lei ci ha detto, mi arrampico sulla volta di quest'aula! Scusi la battuta, ma è così anche perché, per come l'ha presentato lei, sembrerebbe un fatto molto tecnico, banalmente tecnico. Mi chiedo perché non sia stato modificato in questi due anni in cui il provvedimento è stato giacente in Commissione.
Dopodiché, credo che i due volumi/orari di aria esterna siano un fatto biologico naturale di qualunque locale.
Il ragionamento è sui cinque volumi di ricambio aria. Voi dite che questo è stato previsto in tutte le fasi evolutive del documento, che è stato previsto che i servizi di medicina di laboratorio - quindi parliamo di strutture sanitarie pubbliche o private in cui ci sono laboratori abbiano cinque ricambi d'aria esterna ed è rimasto così in tutti i testi.
Adesso vengono ridotti a due, che è il dato biologico naturale, di cui provvede madre natura, quindi è come se non ponessimo delle condizioni di ricambio d'aria. Invito chi ha studiato un po' di fisica a sostenere questo concetto, perché sapete benissimo che due volumi/orari di aria esterna sono quanto previsto dal ciclo naturale. Prevederne cinque, se non altro significa che nel laboratorio si deve provvedere a garantire questo ricambio due o tre volte in più. Allora, non è una questione tecnica, ma c'è una motivazione ben diversa.
Faccio questa affermazione essendo un po' arrabbiata (e me ne scuso): non mi si dica che è una motivazione tecnica, ma si dica qual è la motivazione politica che soggiace a questa scelta.
E questo è il primo ragionamento.
Il secondo ragionamento riguarda l'esclusione dei laboratori in cui si prevede la presenza di agenti biologici dei gruppi 3 o 4. Rifacendoci alla normativa della legge 626 (legge vigente in questo Stato e da applicare), i gruppi biologici 3 o 4 sono assolutamente dati per scontati all'interno dei laboratori.
Noi diciamo: in presenza eventuale dei gruppi biologici 3 o 4, ci avvaliamo della legge 626. Ma la legge 626 non è legge di Stato che va applicata in tutte le strutture pubbliche e private? Certo, siamo in ritardo e ci sono delle difficoltà, ma questo non è diventato un fatto residuale del quale ci si possa avvalere in certi casi.
La legge 626 va applicata, a maggior ragione, in strutture sanitarie e ad alto rischio, come un laboratorio in cui ci sono inquinanti, ecc.
Questo è un emendamento pesante e, tra l'altro, non è l'unico.
Qui c'è dietro un business finanziario ben chiaro.
Questa è una modifica gravissima. Ci dia le motivazioni politiche ...



PRESIDENTE

Consigliera, la pregherei di moderare i termini ...



SUINO Marisa

Intendo dire che ci sono interessi di ordine economico, perch ovviamente si parla di adeguare con delle strutture di un certo tipo o di un altro tipo.
Avere un laboratorio in cui dover garantire, con delle cappe o strutture tecnologiche, che la presenza del rischio biologico 3 o 4 sia da escludersi e cinque ricambi d'aria ogni ora, è una regola e comporta anche un esborso economico di un certo tipo per adeguare la struttura.
Non farlo e ridurre a quello che è il dato biologico normale dei due ricambi d'aria, escludere le cappe, ritenere che in certi casi ci si avvale della legge 626, è chiaramente l'esatto opposto. Non è un'operazione solo tecnica, è un'operazione politica che risponde alle necessità di tutela di determinati servizi e strutture. Non me lo so spiegare diversamente.
Le domande, dunque, sono due: la prima riguarda le motivazioni politiche. La seconda è: come mai, in due anni di elaborazione del giacente provvedimento, non si è mai arrivati ad una sua modifica, mentre adesso l'Assessore D'Ambrosio, nel pacchetto dei trenta emendamenti di grande spessore e rilevanza che ha portato in aula all'ultimo momento, come funghi un po' prelibati, apporta una modifica di questa natura? Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Solo per chiarire in termini molto concisi, e probabilmente anche fastidiosi, che la nostra preoccupazione è che un emendamento di questo genere possa consentire qualche speculazione sulla pelle di chi lavora nei laboratori.
Questa è la richiesta che facciamo all'Assessore: nessuna speculazione sulla salute.
Ci spieghi l'Assessore in quale modo questo emendamento aumenta le garanzie che l'ambiente di lavoro non sia potenzialmente nocivo. Grazie.



PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi, do la parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alle sanità

Cari colleghi, non esiste nessunissima motivazione politica né di "amicizia" (tra virgolette).
In realtà, quanto proposto inizialmente (5 v/h aria esterna) resta senz'altro così; però sono ammessi - collega, se lei legge attentamente l'emendamento - 2 v/h di aria esterna, a condizione che le cappe nei locali dove si effettuano le analisi siano in numero e di tipo tali da garantire l'estrazione completa degli inquinanti o le operazioni siano effettuate in ciclo chiuso e comunque con l'esclusione dei laboratori dove si prevede la presenza di agenti biologici dei gruppi 3 o 4.
Quindi, nessunissima speculazione sulla pelle degli operatori.
Ribadisco che resta la previsione dei 5 v/h; però, per quei laboratori che hanno questa dotazione di cappe particolari, che danno la possibilità di estrazione completa degli inquinanti o le operazioni siano effettuate in ciclo chiuso, sono ammessi i 2 v/h di aria.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio per dichiarazione di voto.



RIGGIO Angelino

Sa qual è il problema, Assessore? E' che, effettivamente, se si fa in un modo o si fa in un altro, si spende di più o si spende di meno. E' incontrovertibile che, spendendo di meno per i ricambi d'aria, ci si pu mettere sul mercato lo stesso. Questo è quello che lei consente. Possiamo arrampicarci sugli specchi, sulle cappe quanto vogliamo, ma la sostanza è questa.
La sostanza è che dovreste spiegarci perché l'avevate scritto prima in un certo modo e poi l'avete cambiato. Suggerimento tecnico? Ci inchiniamo alla tecnica; la politica si inchina sempre alla tecnica. Però la sostanza è quella: che spendendo di meno, si consente di potersi mettere sul mercato e guadagnare, garantendo meno sicurezza.
Quindi siamo assolutamente contrari.



PRESIDENTE

Se non ci sono altre dichiarazioni di voto, pongo in votazione l'emendamento proposto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 26 voti favorevoli (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
63) Emendamento presentato dal Consigliere Angeleri: All'allegato 1, "Requisiti tecnologici specifici" "Attività di diagnostica per immagini", a pag. 168, dopo: "- umidità relativa 40-60%" eliminare: "- numero ricambi aria/ora 5 v/h (di cui almeno 2 v/h aria esterna) velocità dell'aria 0 0,05-0,15 m/s classe di purezza filtrazione con filtri a media efficienza.
Caratteristiche illuminotecniche: illuminamento di esercizio 200-300-500 lx illuminazione generale: 30-150 lx locali area controllo comandi"



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Poiché non tutti i Consiglieri hanno copia degli emendamenti, sospendo brevemente la seduta per consentirne la distribuzione.



(La seduta, sospesa alle ore 19.06 riprende alle ore 19.12)



PRESIDENTE

Riprendiamo i lavori del Consiglio.
La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Presidente, vorrei illustrare l'emendamento che ho presentato cominciando col dire che vi ho apportato una modifica, tesa ad adattarlo alla modifica proposta poc'anzi dall'Assessore D'Ambrosio. Se l'Assessore e il Presidente del Consiglio regionale mi prestano un po' di attenzione, mi permetto di rileggerlo. Dopo le parole "numero ricambi aria/ora: 5 v/h (di cui almeno 2 v/h aria esterna)" viene inserito parte dell'emendamento precedente, proposto dall'Assessore D'Ambrosio, che recita: "Sono ammessi 2 v/h di aria esterna a condizione che le cappe nei locali dove si effettuano le analisi siano in numero e di tipo tale da garantire l'estrazione completa degli inquinanti o le operazioni siano effettuate in ciclo chiuso e comunque con l'esclusione dei laboratori dove si prevede la presenza di agenti biologici dei gruppi 3 o 4".
Dunque l'emendamento apporta un'aggiunta, non elimina nulla: tra parentesi, propone la frase che ho appena letto. Glielo porto.



PRESIDENTE

Quanto al primo emendamento, a firma dell'Assessore D'Ambrosio, la riformulazione è chiara. Nell'emendamento del Consigliere Angeleri viene inserita la stessa dizione votata precedentemente per i laboratori.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi, ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Questa insistenza comincia a preoccuparmi, perché sono emendamenti che diminuiscono le garanzie che il lavoro avvenga in condizioni di ricambio d'aria ottimale.
La prima intenzione del collega Angeleri era quella di far piazza pulita di tutto, di far tabula rasa di ogni tipo di requisito ambientale relativo al microclima.



(Commenti del Consigliere Griffini fuori microfono)



CHIEZZI Giuseppe

Scusate, ma il collega Griffini mi disturba, ed io non riesco a fare un discorso.



PRESIDENTE

Stiamo facendo in aula il lavoro di Commissione, con tutte le difficoltà del caso, perché stiamo trattando argomenti puramente tecnici di non facile - parlo per me, almeno - comprensione. Quindi, cerchiamo di seguire con più attenzione. Le chiedo scusa, Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Il collega Angeleri, con il proprio emendamento, ha chiesto di cancellare ogni riferimento normativo al numero di ricambi dell'aria, alla sua velocità e caratteristiche di purezza. Questo elemento ci aiuta a capire. Ci aiuta a capire ...



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Chiezzi, non vorrei interromperla ma ...



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, ho capito male?



PRESIDENTE

Era la prima ipotesi.



CHIEZZI Giuseppe

E' proprio lì che volevo arrivare!



(Commenti del Consigliere Angeleri fuori microfono)



CHIEZZI Giuseppe

E' il processo all'emendamento del Consigliere Angeleri! Non alle intenzioni del Consigliere Angeleri! Le intenzioni sono quelle che lei ha espresso dopo!



(Commenti del Consigliere Angeleri fuori microfono)



CHIEZZI Giuseppe

Le intenzioni del collega Angeleri si sono messe in moto dopo aver presentato l'emendamento: quindi, questo non è il processo alle intenzioni è il processo all'emendamento così come il collega Angeleri l'ha presentato sul nostro tavolo! Poi, dopo, ha espresso le sue intenzioni. Non vogliamo fare il processo alle intenzioni successive, facciamo il processo all'emendamento.
Quest'emendamento è illuminante perché le vere finalità erano ivi contenute con chiarezza, e le finalità corrispondevano, evidentemente, agli interessi di chi ritiene che nei locali di attività diagnostica per immagini non sia importante determinare dei parametri a garanzia della qualità dell'aria. E' un fatto da segnalare, perché altrimenti non si capirebbe il tentativo del collega Angeleri di cancellare tutto, tentativo che è giunto anche ben più su dello stesso collega, arrivando fino all'Assessorato. Adesso ha riferito la propria azione emendativa all'Assessore D'Ambrosio, rinunciando all'emendamento proposto ed esprimendo l'intenzione di accedere alla forma di emendamento precedentemente proposta dall'Assessore per un altro locale. Questo percorso, Assessore, è un percorso che va tutto in una direzione, diciamo più evidente e stravolgente, che è quella del collega Angeleri prima maniera, quello che arriva in aula e dice "via tutto", poi l'Assessore lo ferma e dice: "No, Angeleri, guarda che si fa il minuto di sospensione" e probabilmente l'Assessore spiega al collega Angeleri, che è entrato in takle un po' irruento, che non si può arrivare a tanto, non si può proprio cancellare tutti i parametri, qualcosa bisogna mantenere e gli suggerisce "manteniamo il testo che abbiamo approvato per i servizi di medicina di laboratorio".
Ma, Assessore e cari colleghi, mi rivolgo anche ai colleghi del centro sinistra, guardate che il testo che voi proponete è un testo che funziona male, perché - leggiamolo insieme - invece che 5 volumi all'ora voi proponete di ammetterne solo due, a condizione che - e guardate cosa c'è scritto nella condizione - "vi siano cappe che garantiscano l'estrazione completa degli inquinanti". Poi si dice anche "oppure che le operazioni siano effettuate in ciclo chiuso", ma se sono in ciclo chiuso non stiamo nemmeno a parlarne, è chiaro, è un ciclo chiuso. Ma se non sono in ciclo chiuso, voi accettate di non avere più il numero di ricambi aria di cinque volumi all'ora, a patto che ci siano "cappe in numero e tipo..." Non è interessato, Assessore?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Come no? Certo.



CHIEZZI Giuseppe

Dicevo: "a patto che ci siano cappe in numero e tipo da garantire l'estrazione completa degli inquinanti". Le pongo, Assessore, una semplice domanda. Questa estrazione completa degli inquinanti in quanto tempo deve essere realizzata? In una settimana? In un minuto? In un secondo? In un'ora? In due ore? In un pomeriggio? In un ciclo di lavoro? Dato che presentate emendamenti scritti minuziosamente da qualcuno che sa, allora questo "qualcuno che sa" mi sa dire questa estrazione completa in quanto tempo deve avvenire? Perché i tempi sono qualità dell'aria e l'estrazione completa potrebbe anche avvenire in un numero di ore abbastanza elevato e sarebbe pur sempre estrazione completa perché potrebbe esserci anche solo una cappa che però nel giro di otto ore garantisce l'estrazione completa degli inquinanti.
Allora, questa norma che Angeleri propone, sentito l'Assessore garantisce un bel niente dal punto di vista della tutela della qualità dell'aria, perché la descrizione e le prestazioni indicate nell'emendamento per le cappe sono assolutamente generiche e inaccettabili! Si dica, Assessore, che l'estrazione completa "deve avvenire in" e si scriva un numero! Si scriva un periodo di tempo, altrimenti i nostri lavoratori nei laboratori possono essere costretti a respirare un'aria nella quale non è stato estratto l'inquinante per un periodo di tempo troppo lungo. Ci dicano i tecnici, ci dicano gli esperti, ma diteci per cortesia in quanto tempo le cappe devono aspirare gli inquinanti come condizione per non fare i ricambi d'aria! Se questo numero non ce lo date, allora manteniamo il ricambio d'aria naturale, oppure siamo precisi per la tutela della salute. Non so se sono riuscito a spiegarmi, ma questo elemento è dirimente!



GALLARINI Pierluigi

Prolisso, ma chiarissimo.



CHIEZZI Giuseppe

Non si può non avere difetti.



PRESIDENTE

Ci sono altri interventi? Ha chiesto la parola la Consigliera Suino; ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Dopo l'intervento del compagno Chiezzi aggiungere altre cose diventa quasi imbarazzante, perché ha chiarito benissimo la preoccupazione principale.
Certo, c'è da dire che la modifica che ha apportato il collega Angeleri è una modifica apprezzabile perché comunque ha già ristretto il campo della deregulation, io la chiamo così: questo è apprezzabile e ne siamo assolutamente grati. Crediamo quindi che ci sia da parte del collega proprio un'attenzione anche nel merito di queste proposte.
Rimane il dato fondamentale: le due questioni rimangono le stesse che dicevo in precedenza.
La prima: questo colpo d'ala di modifica di requisiti tecnologici specifici in questa fase diventa imbarazzante, perché di fatto (davamo uno sguardo adesso a tutti gli emendamenti che sono stati presentati e dall'Assessore e dal collega Angeleri) vengono modificati tantissimo i requisiti tecnologici specifici. Questo è un fatto politico! Avviene in aula! Chiaramente non è casuale, è voluto, è una motivazione che conoscono probabilmente l'Assessore, la Giunta e la maggioranza di questo Consiglio.
L'altra questione è l'abbattimento del numero di ricambi aria in locali dove si ha a che fare con inquinanti pesanti, pericolosi. Non è un fatto così di poco conto e ha ragione il collega Chiezzi: in apparenza si potrebbe banalizzare dicendo "da cinque passo a due", che è il minimo, ma questo è assurdo! Qui stiamo parlando di un provvedimento che è sanitario un provvedimento che investe il prodotto salute, un provvedimento che dovrebbe investire la prevenzione perché il regime autorizzativo è quello che consente di creare le condizioni per avere delle strutture e delle organizzazioni sanitarie pubbliche e private che rispondano a dei requisiti di sicurezza, di efficienza, di efficacia ecc. ecc.! Siamo nell'ambito della diagnostica, della medicina di laboratorio, argomenti difficili da sopportare, però tutti i cittadini sanno benissimo cosa vuol dire rivolgersi a un laboratorio, privato o pubblico, per fare la lastra o l'esame del sangue. Parliamo di luoghi, privati o pubblici, dove la gente sta lì giornate intere a fare gli esami che vengono richiesti. Che li paghiamo in tutto o in parte, questo è ancora un altro discorso.
Noi di fatto diciamo: nonostante la L. 626, nonostante la necessità di sicurezza per il lavoratore, nonostante la necessità di sicurezza perch l'esame, l'analisi vengano compiuti con tutte le condizioni ottimali almeno il più possibile, per dare un buon esito, la certezza della diagnosi su quell'esame, noi diciamo: "se anziché 5 ricambi d'aria, ne facciamo due va bene lo stesso, a condizione che ci siano delle cappe". Bene, ma queste cappe quanto costano? Dove sono presenti? Quanto funzioneranno? Ogni quanto queste cappe dovranno entrare in funzione? Non c'è scritto questo! Ogni quanto nel laboratorio "Pinco Pallo" deve essere garantita l'estrazione completa degli inquinanti? E per evitare equivoci, dato che parliamo di inquinanti dei gruppi 3 o 4, scorrendo gli emendamenti ho visto che tra poco ci troveremo un emendamento che esclude gli inquinanti 3 o 4! E c'è la tabella della L. 626 estremamente chiara (non ce l'ho appresso, non prevedevo che si affrontasse la L. 626, la portiamo domani!) e così ci diciamo anche questi inquinanti di quale gravità sono e gli diamo il titolo! Così ne siamo consapevoli, ripeto: ne siamo consapevoli! In conclusione, ribadisco: apprezzabile lo sforzo, è già meno pericoloso di quanto lo fosse prima, però allora aggiungiamo ogni quanto deve essere garantita l'estrazione completa degli inquinanti, considerato che parliamo di inquinanti altamente nocivi. Secondo: parliamo di strumentazione tecnologica costosa e tra l'altro non di così facile collocazione, perché se abbiamo delle difficoltà a garantire il ricambio d'aria cinque volte l'ora, allora scusate, mettere le cappe di un certo tipo e ad un certo costo, è tutto così più facile? E' più a favore del privato. Certo, c'è un privato che le cappe già le ha, ma non credo che facciamo il provvedimento solo per quel privato lì!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Nella discussione generale che abbiamo fatto la scorsa settimana chiedevo un chiarimento al Capogruppo del partito di maggioranza relativa della coalizione di governo, Consigliere Gallarini, gli chiedevo cos'era successo dal 25 maggio 1998 all'8 settembre 1999, se per un anno e mezzo il provvedimento è stato tenuto fermo non dall'opposizione, ma dalla maggioranza - tanto da portare l'Assessore allo sfogo che ho citato - ed essere poi approvato con un colpo di mano che ci costringe a fare un lavoro di Commissione in aula consiliare.
Cos'è successo, cos'è cambiato? Lo vediamo adesso cosa è cambiato.
Spesso ho l'impressione che noi Consiglieri regionali facciamo come il pupazzo del ventriloquo, che viene in aula a parlare pur non essendo stato eletto e non rappresentando un potere democraticamente espresso.
Spero che questo non accada più, perché significherebbe sminuire il ruolo dei Consiglieri regionali.
Noi abbiamo la responsabilità della programmazione, della legislazione e del controllo: una responsabilità alta. In particolare, noi che agiamo nel settore della sanità, abbiamo la responsabilità della salute dei cittadini, quindi anche degli operatori dei laboratori. Questo lo dobbiamo ricordare sempre.
Consigliere Gallarini, adesso abbiamo capito cosa è cambiato! Spero ci sia un moto di ribellione rispetto al fare le marionette per conto di ventriloqui che non sono stati eletti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, finalmente ci siamo accorti che probabilmente il 16 aprile ci saranno le elezioni, perché in quest'aula qualcuno sta facendo una campagna elettorale che sinceramente mi tocca poco.
Non ho alcuna preoccupazione rispetto a quanto è stato affermato, quasi a voler ribadire che in quest'aula ci sono i buoni e i cattivi, coloro che difendono gli interessi e la salute dei cittadini piemontesi e coloro che invece, dei cittadini piemontesi se ne fregano, anzi che attentano quasi alla loro vita! Vorrei dire con molta chiarezza che il nostro Gruppo fa la propria campagna elettorale fuori da quest'aula, perché questo non è il luogo appropriato. Aggiungo, inoltre, che, se ci sono stati dei pupazzi, i relativi ventriloqui non sono appartenuti sicuramente a questa maggioranza.
Dico di più: una situazione di questo genere si è verificata in altri Enti dove magari il ventriloquo non ha funzionato (vedi gli ultimi avvenimenti legati all'intervento della Presidente Bresso, in ordine al Teatro Stabile).
Riguardo all'emendamento che abbiamo presentato e volutamente corretto per essere onesti intellettualmente, per non parlare al posto di altri in quest'aula - proprio per quanto è stato scritto ed inserito, ci pare che la tutela dei cittadini sia salvaguardata, così come sia salvaguardato l'intervento che la Giunta regionale e la Regione Piemonte fanno in questo settore, nei confronti del pubblico e del privato.
Ritengo che la modifica apportata rispetto alla presentazione dell'emendamento o degli emendamenti riguardanti la parte tecnica, sia assolutamente in linea con la difesa e la tutela dei cittadini, che non sono cittadini di un determinato colore politico, ma sono cittadini che hanno bisogno di utilizzare il sistema sanitario al meglio.



PRESIDENTE

L'Assessore D'Ambrosio intende intervenire?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Brevemente, Presidente, per dire che i tempi per l'estrazione completa degli inquinanti non sono definiti e che la legge n. 626 stabilisce che il tutto deve avvenire in un periodo di tempo in cui gli inquinanti non provochino danni alle persone. Quanto ho affermato può sembrare contorto perché la legge n. 626 non specifica il tempo in cui deve essere effettuata l'estrazione completa degli inquinanti, ma è chiaro che fa riferimento al periodo minimo tale per cui non determini danni alla persona.
Ai colleghi intervenuti con grande convinzione sul problema, devo dire che il sottoscritto ha fatto riferimento ed ha avuto come consulenti solamente dei tecnici, i quali mi hanno assicurato che se le cappe ci sono e funzionano bene, ovviamente sono ammessi i due v/h di aria esterna, per evitare che gli inquinanti rechino danni alle persone.
Questo è quanto doverosamente dovevo riferire.
Propongo di sostituire le parole "(di cui almeno 2 v/h di aria esterna)" con le parole "(sono ammesse 2 v/h di aria esterna a condizione che nei locali dove si effettuano attività di diagnostica per immagini vi sia la completa estrazione di eventuali inquinanti)"



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Ringrazio anche l'Assessore, il quale ha confermato che la definizione è un po' incerta e ci ha aiutati spiegando che la legge n. 626 dice qualcosa in più di quanto specificato nell'emendamento.
Riterrei opportuno aggiungere, dopo "l'estrazione completa degli inquinanti", almeno l'indicazione (per me insufficiente, ma è comunque qualcosa!) data dalla legge n. 626, cioè che l'estrazione deve avvenire in tempi tali da non arrecare danni alla salute. Vado a memoria, ma se l'Assessore ha il testo della legge 626, inseriamo almeno quello.
Un'altra cosa che potremmo scrivere in alternativa, che mi viene in mente adesso, è che questa estrazione, completa degli inquinanti, potrebbe e dovrebbe avvenire entro la fine della lavorazione di tali inquinanti.
C'è una lavorazione? Questa lavorazione emette degli inquinanti? L'estrazione completa viene effettuata entro la fine della lavorazione. La lavorazione si interrompe; gli inquinanti sono già stati tutti estratti: è un altro modo di descrivere una situazione e di descrivere la forza di aspirazione che devono avere le cappe, prevedendone anche il numero.
Questa osservazione mi è venuta in mente "così"; quindi, ci sono anche i modi di descrivere la funzionalità delle cappe che non fanno riferimento secco al numero (entro dieci minuti, entro mezz'ora), ma fanno riferimento alla capacità delle cappe di estrarre, entro il termine del ciclo di lavorazione dal quale emanano sostanze inquinanti, portandole via dal locale.
Chiedo all'Assessore e al tecnico se, considerata la formulazione del decreto legislativo n. 626 e queste osservazioni un po' affrettate (ma non poteva essere diverso) che ho svolto, formulano loro una specificazione dei termini temporali entro i quali l'estrazione, completa degli inquinanti deve essere effettuata.
Se l'Assessore ci aiuta, possiamo correggere questo emendamento e secondo me, così facendo, operiamo tutti al fine di tutelare il più possibile i lavoratori in questa situazione di pericolo.
Quindi, se l'Assessore prepara l'emendamento, Presidente, bene altrimenti mi dia quel minuto - è quasi un diritto - di sospensione che non si nega a nessuno, per poter scrivere questo emendamento; però, se l'Assessore presenta l'emendamento, tanto meglio: facciamo prima.



PRESIDENTE

Mi permetto sommessamente di dire che qualunque cosa venga detta in una circolare non può superare l'aspetto di un legge, che è vigente per la sicurezza ed altro; quindi, se vogliamo fare il richiamo, facciamolo, ma direi che è una "lapide" messa prima di qualunque volume. Comunque, se riusciamo a trovare una formulazione, tanto meglio.
Consigliere Chiezzi, lei aveva annunciato un subemendamento ...



CHIEZZI Giuseppe

Lo preparo subito: mi dà un minuto di tempo?



PRESIDENTE

Come ho detto prima, un minuto non si nega a nessuno.



(Breve sospensione)



PRESIDENTE

Riprendendo il discorso, all'emendamento così come era stato formulato viene apportata un'ulteriore modifica: dopo le parole "di eventuali inquinanti" aggiungere le parole "...in tempi tali da escludere eventuali danni alla salute degli operatori e/o pazienti)".
Mi pare sia una formulazione saggia (non vorrei sbilanciarmi...) Pongo dunque in votazione l'emendamento nella sua ultima formulazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto all'unanimità dei 29 Consiglieri presenti.
64) Emendamento presentato dal Consigliere Angeleri: All'allegato 1, "Requisiti tecnologici specifici", "Attività di recupero e rieducazione funzionale". pag. 168, dopo "umidità relativa 40%-60%: numeri ricambi aria/ora 3 vol/h velocità dell'aria non superiore a 0,15 m/s classe di purezza filtrazione con filtri a media efficienza".
Sostituire le parole "3 vol/h" con le parole "sono ammessi 2 vol/h di aria esterna a condizione che sia garantita l'estrazione completa di inquinanti".
Potremmo aggiungere la stessa formulazione del precedente emendamento "in tempi tali da escludere eventuali danni alla salute degli operatori e/o pazienti".
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Suino; ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Voglio solo fare una verifica per capire se stiamo parlando della stessa cosa.
Abbiamo capito la modifica, ma ci stiamo riferendo alla palestra quindi siamo nell'ambito dei posti dove si fa masso-fisioterapia, ecc. E' una palestra.



PRESIDENTE

Lei dice che stiamo esagerando?



SUINO Marisa

Ribadisco solo il concetto: è vero che a pag. 52 abbiamo ristretto questi locali, siamo nell'ordine di 10 mq-7 mq... Così è scritto a pag. 52.
Cerco di esprimere il concetto nel modo migliore possibile: se in uno spazio definito "palestra" di 7 mq o 10 mq, previsto a pag. 52 (non sto sparando numeri a caso, è quanto è scritto qua dentro) non c'è un ricambio d'aria (sto parlando di palestra, dove si fa massoterapia) bisogna metterci le cappe? Forse, le cappe - e non siamo comunque tanto d'accordo - vanno bene per i laboratori e per la diagnostica. Ma nelle palestre davvero dobbiamo metterci le cappe? Quindi, a coloro che fanno la terapia, già mezzo "sinistrati", facciamo sentire pure i rumori delle cappe? E poi quali inquinanti? Non possono essere di sicuro il 3 o il 4, c'è qualcosa che non va! Chiediamo scusa per il tempo rubato ma, per favore, potete spiegarcelo? Si tratta di capire se parliamo della stessa cosa!



PRESIDENTE

Chiedo scusa, in modo particolare, a coloro che hanno presentato l'emendamento. In un primo momento venivano eliminati certi parametri, che poi sono stati riammessi.
Siamo tornati così alla formulazione del testo di pag. 168, dove per il numero ricambi aria/ora "3 vol/h", è stato sostituito con: "sono ammessi 2 vol/h di aria esterna a condizione che sia garantita l'estrazione completa di inquinanti".
Chi ha formulato il testo ritiene che si possa tornare al testo originario dei 3 vol/ora? Effettivamente, le osservazioni fatte hanno un certo fondamento: non siamo in ambiente di inquinanti, siamo in una palestra dove si sta facendo ginnastica! Dunque, il testo viene mantenuto fino ad "inquinanti". Al limite, è una condizione più restrittiva. Cosa volete che dica, per quanto posso capire io della materia! E poi, stiamo diventando più realisti del re! Se l'Assessore ritiene di conservare questo e non ritornare al testo precedente, proseguo con pervicacia.
Quindi, pongo in votazione il testo così come emendato dall'Assessore D'Ambrosio.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è accolto con 26 voti favorevoli (1 Consigliere non partecipa alla votazione).
Passiamo ora all'esame degli ultimi due emendamenti e poi terminiamo questo primo allegato.
65) Emendamento presentato dall'Assessore D'Ambrosio: All'allegato 1, "Requisiti tecnologici specifici", a pag. 175, "Terapia intensiva neonatale", sostituire il punto: "ricambi aria/ora" (aria esterna senza ricircolo) 10 v/h di cui almeno 5 di aria esterna" con: "ricambi aria/ora" 10 v/h di cui almeno 5 di aria esterna.
E' stata richiesta l'illustrazione dell'emendamento.
Consiglieri, vi prego. Stiamo lavorando sugli ultimi due emendamenti poi terminiamo il primo fascicolo. Non vorrei costringere l'aula all'eccessivo lavoro: se mi fate capire che quanto stiamo facendo proprio non interessa a nessuno, sospendiamo la seduta ...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Non è pensabile, la valutazione spetta al Presidente. Vi prego perci di voler seguire con attenzione i lavori.



(Commenti del Consigliere Ghiglia fuori microfono)



PRESIDENTE

Infatti, non ho detto di star seduti! E non ho detto nemmeno né di togliere i cappotti né di fare altro, per cui ciascuno sta in aula vestito come vuole! Per carità! Cerchiamo di non essere puntigliosi! La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Per consentire il ricambio di 10 v/h, di cui almeno 5 di aria esterna bisogna garantirne altri 5 di aria interna. Pertanto, bisogna consentire il ricircolo, così come riporta il primo documento redatto dall'Agenzia nazionale per i Servizi sanitari per i requisiti tecnologici. Questo, prima del DPR del 14/1/97. Queste sono le motivazioni tecniche che hanno portato alla formulazione di quest'emendamento: togliere l'aria esterna senza riciclo e lasciare ricambi di 10 v/h di cui almeno 5 di aria esterna.
Sostanzialmente, si mantiene lo stesso, togliendo l'aria esterna senza ricircolo.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Se abbiamo capito bene significa che 10 v/h comportano di per sé 5 più 5: quindi, è pleonastico quanto inciso.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento proposto dall'Assessore.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è accolto con 26 voti favorevoli (1 Consigliere non partecipa alla votazione).
66) Emendamento presentato dall'Assessore D'Ambrosio: All'allegato 1, "Requisiti tecnologici specifici", a pag. 180, paragrafo "Servizi per il pubblico e per i pazienti esterni", eliminare l'ultima frase: "locali per ricovero e terapia di pazienti con patologie (omissis) ..." Si ferma quindi ad "agenti biologici".



SUINO Marisa

Non è come ha detto lei, Presidente.



PRESIDENTE

Non è così?



SUINO Marisa

Da quanto si evince dall'emendamento è tutto quel blocco lì che va via.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

No, no, solo le ultime due righe.



PRESIDENTE

Si abrogano solo le parole "dei gruppi 3 e 4".



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Noi proponiamo di eliminare l'ultima frase "locali per ricoveri e terapie di pazienti con patologie potenzialmente contagiose riferibili ad agenti biologici dei gruppi 3 e 4", in quanto anche per i ricoveri e terapie di pazienti con talune patologie potenzialmente contagiose riferibili ad agenti di altri gruppi e segnatamente ad agenti del gruppo 2 ad esempio, possono essere necessari locali con specifici requisiti. E' un emendamento riduttivo, ma ...



PRESIDENTE

E' come ho detto io? Solo "dei gruppi 3 e 4" o tutto?



SUINO Marisa

Ce ne sono due, Presidente.



PRESIDENTE

No, no, uno solo.



SUINO Marisa

Noi ne abbiamo due.



PRESIDENTE

Allora chiedo scusa, perché io avevo un altro testo.
La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

E' solo per aggiungere un elemento. Noi, anzi io, chiedo scusa, almeno in questo momento io ho due emendamenti alla pag. 180: in uno si dice di abrogare i gruppi 3 e 4, per cui si intenderebbe che abrogando "3 e 4" vuol dire per tutte le fonti di infezione (tifo, epatite, ecc.) e non soltanto quindi i gruppi 3 e 4. L'altro emendamento invece ...



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

E' ritirato.



SUINO Marisa

Quindi vive l'emendamento abrogativo "dei gruppi 3 e 4".
67) Emendamento presentato dall'Assessore D'Ambrosio: All'allegato 1 "Requisiti tecnologici specifici", a pag. 180, "Servizi per il pubblico e per i pazienti esterni", ultimo comma "Locali per ricovero e terapia di pazienti con patologie potenzialmente contagiose riferibili ad agenti biologici dei gruppi 3 e 4", abrogare "... dei gruppi 3 e 4".
E' chiarito che vive solo quello relativo all'abrogazione "dei gruppi 3 e 4" che è l'emendamento n. 67, mentre viene ritirato l'emendamento n. 66 di cui non avevo dato lettura perché ritirato dall'Assessore.



SUINO Marisa

Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Pongo quindi in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 26 voti favorevoli (1 Consigliere non partecipa alla votazione).
Domani mattina, per accordi intercorsi tra i Gruppi e il Presidente l'inizio dei lavori del Consiglio è spostato alle ore 11, mentre viene confermata alle ore 9,30 la VI Commissione.



(Commenti del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

La convocazione è stata distribuita già stamattina, Consigliere Chiezzi; io ho dato solo una conferma adesso.
Ripeto: domani mattina alle ore 9,30 è convocata la VI Commissione e alle ore 11 la seduta del Consiglio.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno presentati all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 20,09)



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