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Dettaglio seduta n.449 del 08/02/00 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico: a) Congedi Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Farassino, Galli Goglio, Majorino e Rosso.
b) Presentazione progetti di legge L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza n. 2663 del Consigliere Riba inerente a "Vendita del marchio Cinzano"


PRESIDENTE

In merito al punto 4) dell'o.d.g.: "Interrogazioni e interpellanze" esaminiamo l'interpellanza n. 2663 del Consigliere Riba, alla quale risponde l'Assessore Pichetto.
PICHETTO, Assessore all'industria In relazione all'interpellanza n. 2663 del Consigliere Riba inerente la vendita del marchio "Cinzano", devo precisare che la Cinzano di Santa Vittoria d'Alba, nota azienda piemontese nel campo della produzione enologica (vini, vermut, aperitivi e liquori), occupa circa 250 dipendenti.
Questa società fa parte del Gruppo U.D.V., divisione della multinazionale Diageo.
Nell'aprile 1999 è stata resa nota la decisione della società madre (Diageo) di porre in vendita il marchio "Cinzano". E' stata pertanto attivata la relativa procedura e da fine agosto la Direzione ha provveduto ad esaminare le offerte pervenute.
A fine settembre l'operazione è stata conclusa con l'acquisizione del marchio Cinzano da parte del Gruppo Campari.
La Diageo, in seguito a tale cessione, oltre a quelle relative a Vecchia Romagna, Metaxa e Asbach, ha conseguito un introito di circa 800 miliardi di lire. La cessione del marchio Cinzano non ha tuttavia comportato anche la cessione dello stabilimento di Santa Vittoria d'Alba che resterà di proprietà del Gruppo Diageo.
E' stato poi stipulato un accordo di produzione tra i due gruppi in base al quale la distribuzione rimarrà fino a fine anno alla U.D.V. Italia per poi passare nel 2000 - o meglio è già passata, perché la risposta a questa interpellanza era stata predisposta a inizio novembre 1999 direttamente alla Campari. Oggi la distribuzione viene effettuata direttamente dal Gruppo Campari.
Inoltre, nello stabilimento di Santa Vittoria d'Alba continueranno ad effettuarsi le produzioni estere per un periodo contrattualmente previsto di tre anni, rinnovabile.
Attualmente, sia l'aspetto produttivo, sia quello occupazionale, non presentano segnali di crisi.
L'Assessorato regionale all'industria ha seguito l'evoluzione di tale situazione che si è conclusa positivamente mediante contatti sia con le Organizzazioni Sindacali sia con l'Azienda, in un'ottica volta alla tutela dell'occupazione, innanzitutto, e alla salvaguardia dell'assetto produttivo di uno stabilimento che costituisce un punto di grande rilevanza sia per la sua valenza economica, sia per il prestigio del marchio in ambito piemontese.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.
SUINO Assessore, vorrei avere, se non le spiace, una copia della risposta.
Grazie.


Argomento: Enti Istituti Fondazioni Associazioni di rilevanza regionale

Interpellanza n. 3001 del Consigliere Papandrea inerente a "Mancato finanziamento da parte della Provincia di Biella all'Istituto Storico della Resistenza 'Cino Moscatelli'"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 3001, alla quale risponde l'Assessore Leo.
LEO, Assessore alla Cultura Quello di cui stiamo per parlare, Consigliere Papandrea, è un fatto che ho preso tanto a cuore, tant'è che ho interpellato la Provincia di Biella più volte. Mentre quindici giorni fa le avrei dato un'altra risposta quella che le do adesso si confà maggiormente al senso dell'interpellanza e alle mie aspettative.
A partire dal 1996 il Consiglio provinciale di Biella aveva deliberato di aderire, in qualità di socio effettivo, all'Istituto per la Storia della Resistenza e della Società contemporanea di Biella e Vercelli "Cino Moscatelli".
A far data dall'adesione, la Provincia di Biella ha provveduto a versare annualmente all'Istituto la quota associativa di L. 30.000.000 quale importo stabilito dal Consiglio direttivo del predetto Istituto, ai sensi dell'art. 9 dello Statuto vigente.
La quota associativa relativa all'anno in corso è stata liquidata con Determinazione dirigenziale n. 163 del 08/02/1999.
Con Deliberazione del 30/09/1999, la Giunta provinciale di Biella ha provveduto a recedere - devo dire con nostro parere contrario, anche se informale, perché noi desideravamo che rimanesse tale - dalla condizione di socio effettivo dell'Istituto per la Storia della Resistenza e della Società contemporanea di Biella e Vercelli "Cino Moscatelli" portando la seguente motivazione: "Dato atto che i programmi culturali proposti dall'Istituto per la Storia della Resistenza e della Società contemporanea di Biella e Vercelli "Cino Moscatelli" sono strumentali alla conoscenza e alla divulgazione di una filosofia di pensiero spesso lontana da quelli che sono gli indirizzi di politica culturale che la Provincia di Biella intende promuovere, anche per una diversa visione che vede nelle unioni e non nelle divisioni una corretta evoluzione della civiltà, si ritiene, in definitiva, che quel ricordo del passato debba essere valutato in termini positivi e che tutti coloro che hanno pagato di persona per il loro "credo" siano meritevoli di considerazione".
Successivamente al mio intervento, che era invece favorevole al mantenimento dell'adesione - e come Regione non avremmo difficoltà ad intervenire - la posizione della Provincia di Biella è stata anche esplicitata nel pro-memoria del Presidente della Provincia, diffuso sulla stampa locale, in cui, pur ribadendo fermamente le motivazioni del recesso si precisa la disponibilità (dopo il nostro intervento) a contribuire alla realizzazione dei progetti mirati che l'Istituto per la Storia della Resistenza e della Società contemporanea di Biella e Vercelli "Cino Moscatelli" vorrà eventualmente sottoporre alla Provincia.
Quindi, ripeto, la Provincia ha fatto una scelta autonoma, perché è un Ente autonomo. Io ho solo chiesto che si riaprisse il dialogo, cosa che è avvenuta. Come Regione, dico francamente che tutti conoscono che la mia linea di indirizzo, che è di assoluto pluralismo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.
PAPANDREA Noi, con quest'interpellanza, volevamo sottoporre all'attenzione di tutti un fatto abbastanza grave, confermato anche dalle parole lette dall'Assessore Leo.
A fronte di un cambio di governo della Provincia, del tutto legittimo e normale nel nostro Paese, questo nuovo governo, in qualche modo, tenta di imporre una propria visione della storia, che rientra nel solco di tutta una parte della storiografia attuale. Essa cerca di rimuovere una parte del passato: nei fatti siamo di fronte ad un revisionismo storico, che traspare in modo abbastanza preciso dalle due diverse prese di posizione.
L'Istituto storico della Resistenza tiene conto di come è nata l'attuale Italia, quella del dopoguerra. Essa è nata dalla Resistenza dalla lotta antifascista e dalla Costituzione. Tutti i caduti, di tutte le parti politiche, possono addurre motivazioni che ritengono di valore, che pensano nobili. Su questo non c'è dubbio. Diverso, però, è chiedere che si annullino le differenze del passato, che si faccia una sorta di "riconciliazione" in cui tutti i soggetti della storia sono messi sullo stesso piano e le ragioni di fondo equiparate.
Questo è intollerabile, com'è intollerabile la successiva presa di posizione del Presidente. In qualche modo è come se avesse detto all'Istituto: "O voi fate dei programmi su cui noi possiamo fare una supervisione critica, una sorta di censura per quelli che non ci piacciono tanto, oppure non vi finanziamo".
Tale atteggiamento è molto grave: invito la Regione ad intervenire anche in modo diverso.
Se le vengono sottoposti progetti di finanziamento da parte delle istituzioni, in qualche modo è tenuta a supplire, senza però avere un atteggiamento di controllo su quanto viene proposto.
Credo che l'Istituto abbia già dei propri organi di controllo. Penso che non faccia cose strane, fuori dalle norme che lo regolamentano.
Volevo sottolineare un fatto grave, che non ha precedenti nel comportamento della Giunta del centrodestra del Presidente Ghigo. Mi sembra che la sua politica non abbia mai voluto, fino ad ora, introdurre delle discontinuità, riconoscendo che la nostra Regione, e molte sue parti, hanno avuto la medaglia d'oro della Resistenza. Mi sembra invece che l'operazione fatta dalla Provincia di Biella sia politicamente grave. Non voglio usare termini pesanti, perciò mi limito a dire che la ritengo di estrema gravità proprio per il tentativo di recidere il nostro legame con le radici della nostra Repubblica.


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale

Interrogazione n. 2925 dei Consigliere Miglietti, Saitta, Bertoli Simonetti, Angeli, Moro, Bortolin e Montabone, inerente a "Sentenza della Corte Costituzionale sulla legge regionale relativa all'organizzazione degli uffici della Regione"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 2925, alla quale risponde l'Assessore Burzi.
BURZI, Assessore al personale In relazione all'interrogazione in oggetto e ai quesiti posti con la medesima, si precisa quanto segue.
La sentenza n. 99 dell'anno 1998 pronunciata dalla Corte Costituzionale, in riferimento alle vicende connesse alla procedura concorsuale per la copertura di 126 posti di 2a qualifica dirigenziale origina dall'ordinanza del 7 novembre 1995 - 12 marzo 1996 con cui la IV Sezione del Consiglio di Stato, giudicando in appello sui ricorsi avverso la sentenza del TAR Piemonte 18 febbraio 1992 n. 46, concernente la legittimità della procedura concorsuale innanzi detta, ha sollevato in riferimento agli artt. 3 e 97 della Costituzione, questione di legittimità costituzionale dell'art. 29, comma 9, e del comma 19 della legge regionale 8 settembre 1986 n. 42 (Norme sull'organizzazione degli uffici della Regione Piemonte) come modificata dalla legge regionale 11 dicembre 1987 n.
60 e, altresì, dell'art. 95 del D.P.R. 10 gennaio 1957, n. 3 (Testo Unico delle disposizioni concernenti lo Statuto degli impiegati civili dello Stato).
Per inciso, si ricorda che la sentenza del TAR Piemonte sopra menzionata aveva, in prima istanza, accolto i ricorsi di alcuni dirigenti regionali che avevano partecipato a tale concorso per la 2a qualifica dirigenziale, annullando la precedente d.g.r. n. 1-19568 del 23/3/1988 avente ad oggetto: "Approvazione dei verbali e della graduatoria formulata dalla Commissione esaminatrice e nomina vincitori del concorso interno per titoli e valutazione attitudinale per la prima copertura di posti di 2a qualifica dirigenziale, di cui alla L.r. n. 60/87" e gli atti concorsuali posti in essere dalla Commissione giudicatrice dopo l'ammissione dei concorrenti.
La prima questione di legittimità costituzionale atteneva alla composizione della Commissione giudicatrice del concorso che, ai sensi dell'art. 29 comma 9) sopra citato, risultava formata da componenti della Giunta e dal Presidente del Consiglio regionale. Va ricordato che già in primo grado taluni ricorrenti avevano contestato la legittimità costituzionale della norma ma, ad avviso del TAR, la richiesta di annullamento degli atti, da loro avanzata, poteva essere soddisfatta per altre vie.
La seconda questione di legittimità costituzionale riguardava l'art. 29 comma 19) nel testo sostituito dalla citata legge regionale n. 60 del 1987 nella parte in cui non consente la graduazione del punteggio per la valutazione attitudinale dei candidati allo svolgimento delle funzioni proprie e specifiche della 2a qualifica dirigenziale.
La terza ed ultima censura era riferita all'art. 95 del Testo Unico n.
3 del 1957: secondo tale disposizione, il pubblico dipendente sospeso cautelarmente dal servizio in quanto sottoposto a procedimento disciplinare, e quindi escluso dallo scrutinio per la promozione, ha diritto ad essere valutato, ove il procedimento si concluda con il proscioglimento e con l'irrogazione della sola censura.
In ordine alla prima questione attinente alla composizione della Commissione giudicatrice del concorso, la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 99 del 1998, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 29 comma 9) della legge regionale n. 42/86, come modificata dalla Legge regionale n. 60/87, muovendo dall'assunto giurisprudenziale della medesima Corte, secondo cui le Commissioni concorsuali devono avere prevalente carattere tecnico, a tutela dell'imparzialità e del buon andamento dell'Amministrazione.
Ha invece dichiarato non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'art. 29 comma 19) della citata l.r. n. 42/ del 1986. Il Consiglio di Stato, rispetto a tale questione, aveva dubitato della legittimità costituzionale del meccanismo previsto dalla norma per l'attribuzione dei sei punti a ciascuno quattro elementi da ponderare per accertare l'attitudine del candidato all'espletamento delle funzioni superiori: preparazione, autonomia di giudizio, collaborazione e partecipazione, stima e prestigio (ciò fino a un massimo di 24 punti) ritenendo siffatto meccanismo particolarmente rigido e lesivo dei principi di ragionevolezza ed imparzialità (come dettato dagli artt. 3 e 97 della nostra Costituzione).
La Corte Costituzionale ha, invece, ritenuta legittima la norma ed il meccanismo ivi previsto, muovendo dalla considerazione che il legislatore "gode di ampia discrezionalità nello stabilire i criteri di ammissione ai concorsi, nel rispetto dei canoni di ragionevolezza e di salvaguardia del buon andamento dell'Amministrazione".
Nel caso di specie, però, secondo l'assunto della Corte, non si realizza alcuna lesione di tali canoni, perché la norma censurata introduce un sistema sufficientemente articolato di valutazione, che si basa su quattro profili: titoli di servizio, di studio, funzioni espletate e infine, l'attitudine alle funzioni della 2a qualifica dirigenziale. Voce quest'ultima, che a sua volta si scompone negli ulteriori elementi di giudizio sopra ricordati, tra cui la stima ed il prestigio all'interno e all'esterno dell'Amministrazione. Tale previsione, si legge nella motivazione della sentenza della Corte Costituzionale, considerata nel suo complesso, consente "un adeguato e razionale apprezzamento delle singole posizioni e la mancata graduazione non compromette la qualità della selezione concorsuale".
La Corte Costituzionale ha, infine, dichiarato inammissibile la questione di legittimità costituzionale dell'art. 95 del D.P.R. 10/1/1957 n. 3, norma che il giudice a quo aveva censurato in quanto non considerava la situazione del dipendente, sottoposto a procedimento penale, che sia stato prosciolto successivamente all'espletamento dello scrutinio.
La Corte Costituzionale ha motivato la dichiarazione di inammissibilità sostenendo, in sostanza, che l'apertura del procedimento penale nei confronti di alcuni dirigenti, e i fatti loro addebitati, erano entrati nella ponderazione compiuta dalla Commissione Giudicatrice, senza che il procedimento sopraggiunto dopo la conclusione del concorso potesse valere come presupposto per una nuova valutazione.
A seguito della sentenza della Corte Costituzionale, il Consiglio di Stato, nel giudizio di appello promosso dalla Regione Piemonte e dai dirigenti regionali ricorrenti, per motivi in parte coincidenti e in parte diversi, con sentenza n. 290 del 1999, ha sostanzialmente disposto la rinnovazione della procedura concorsuale de quo a partire dal provvedimento di costituzione della Commissione Giudicatrice, fino alla determinazione della graduatoria dei vincitori e relativa approvazione, nonché alla nomina dei vincitori, ritenendo prioritaria, rispetto alla verifica dell'operato della Commissione esaminatrice, l'indagine sulla composizione di tale organo.
Com'è certamente noto, per effetto della Sentenza definitiva del Consiglio di Stato, emanata in ottemperanza di quanto dichiarato dalla Corte Costituzionale, in particolare in punto composizione della Commissione Giudicatrice, l'Amministrazione ha dovuto rinnovare l'intero procedimento concorsuale, a partire dalla composizione della Commissione stessa, che è stata ricostituita con la presenza di tecnici esperti e non più politici (ricordo che la prima composizione della Commissione comprendeva i membri della Giunta più il Presidente del Consiglio regionale).
Sono state, quindi, ex novo valutate ed esaminate le domande in atti della Regione, ab origine presentate dai candidati, nel rispetto dei dettami contenuti nella legge regionale n. 42/86, come modificata successivamente ed integrata dalla legge regionale n. 60/87, disciplinante la procedura concorsuale di che trattasi e dei nuovi criteri rideterminati dalla rinnovata Commissione.
La Commissione ha concluso i propri lavori, effettuate le verbalizzazioni necessarie con la definizione della graduatoria dei vincitori e degli idonei.
In riferimento alle vicende in argomento, la Giunta ha, infine approvato un disegno di legge, attualmente all'esame del Consiglio regionale, al fine di regolare la posizione dei dirigenti regionali che entro la data di entrata in vigore dello stesso provvedimento normativo abbiano partecipato a procedura selettiva risultando vincitori o idonei ed abbiano svolto mansioni proprie della 2a qualifica dirigenziale già attribuita con delibera giuntale e che, per effetto della sentenza definitiva dell'autorità giudiziaria abbiano perduto la qualifica stessa (questo rientra nel tema "Inquadramento del personale regionale").
Con riferimento agli altri quesiti posti con l'interrogazione che stiamo cui stiamo rispondendo, si precisa che da parte dei miei Uffici, non avendo la disponibilità e la conoscenza dei dati richiesti, è stata avviata la ricerca presso la Struttura Speciale Avvocatura per pervenire all'acquisizione degli elementi di conoscenza relativi alla determinazione del costo complessivo della difesa regionale nei vari grado di giudizio in relazione alle vicende in argomento.
L'Avvocatura ha comunicato che sono state liquidate competenze per prestazioni professionali da parte degli avvocati incaricati a difendere e rappresentare la Regione per un ammontare di L. 36.171.537.
Relativamente all'ulteriore questione sollevata alla lettera f) dell'interrogazione e, cioè, se risponde al vero il fatto che, nell'anno di avvio dei procedimenti la Regione Piemonte affidasse ai magistrati del TAR Piemonte incarichi di consulenza, preciso che agli atti dei miei Uffici non risultano elementi che provino tali affidamenti; anche l'Avvocatura regionale, interpellata al riguardo, ha confermato che non risulta l'affidamento di incarichi di consulenza a magistrati del TAR Piemonte, n per la vicenda di cui trattasi, né per altre vicende.
Quanto, inoltre, al punto esplicitato alla lettera e) dell'interrogazione, rispondo che non sono stati fatti tentativi di conciliazione con le parti interessate, né ciò era previsto dalle procedure applicabili, ma la Regione, nei vari gradi di giudizio, ha sempre sostenuto le proprie tesi difensive.
Nella lettera g) dell'interrogazione si chiede, inoltre, quanto in termini di costi inciderà per l'Amministrazione regionale il rispetto della sentenza della Corte Costituzionale e se si intendano ricercare responsabilità amministrative in capo a personale politico o dirigenziale.
Relativamente alla prima questione, sottolineo che il ripristino della procedura concorsuale non ha comportato per l'Amministrazione oneri finanziari aggiuntivi. Gli unici costi gravanti sull'Amministrazione sono solo quelli relativi ai compensi e al funzionamento della nuova Commissione giudicatrice.
Relativamente, invece, al discorso sulle responsabilità, chiarisco fermamente che non sono evidenziabili responsabilità in capo a personale politico o dirigenziale, né in nessun caso le diverse sentenze emanate in riferimento alla vicenda di cui trattasi hanno imputato precise responsabilità di dirigenti, di soggetti politici e/o componenti della originaria Commissione giudicatrice, per la semplice considerazione ricavabile dalle motivazioni di tali sentenze ed, in particolare, delle ultime due della Corte Costituzionale e del Consiglio di Stato, che la vera e sostanziale censura contestata alla Regione Piemonte è stata quella di aver previsto in legge che la Commissione giudicatrice fosse composta da soli soggetti politici, legge che, in questa parte, è stata dichiarata incostituzionale.
Gli atti posti in essere dalla Regione e quelli successivi assunti dalla Commissione giudicatrice hanno fedelmente attuato i dettati normativi previsti dalla legge regionale n. 42/86 e dalla successiva modifica della legge regionale n. 60/87, che aveva compiutamente definito la composizione della Commissione giudicatrice, i criteri e la procedura del bando di concorso.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.
BORTOLIN Presidente, credo si sia reso conto che non è possibile seguire nemmeno la lettura, seppure veloce, ma comunque puntuale, della risposta dell'Assessore. Pertanto, se ci verrà consegnata la risposta scritta, che peraltro è complessa, potremo eventualmente replicare in un'altra seduta.
In queste condizioni, per quanto mi riguarda, non è assolutamente possibile. Ringrazio comunque l'Assessore per aver voluto rispondere in modo diffuso.



PRESIDENTE

Questa ipotesi di lavoro ha valenza anche per gli altri interroganti? Mi riferisco ai Consiglieri Moro, Simonetti e Saitta.
Prego, allora, gli Uffici di mantenere viva questa interrogazione e consegnare agli interroganti la risposta scritta. Se essi lo riterranno potranno replicare nella la prossima seduta di Consiglio.


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale

Interrogazione n. 3128 presentata dai Consiglieri Papandrea e Moro inerente a "Richiesta di buoni pasto per il personale regionale con rapporto di lavoro a tempo parziale"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'interrogazione n. 3128.
La parola all'Assessore Burzi, per la risposta.
BURZI, Assessore al personale Grazie, Presidente. Il servizio mensa per i dipendenti regionali è stato istituito in questo Ente con l.r. 43/76. Lo stesso servizio è stato poi previsto ulteriormente dall'art. 48 della legge 40/84, recepimento dell'allora contratto di lavoro valido per il biennio 1982/84.
Il citato art. 48 prevedeva che, al fine di agevolare la realizzazione di nuove forme di organizzazione del lavoro e le maggiori prestazioni richieste ai dipendenti, la Giunta regionale dovesse istituire, ove necessario e possibile, il servizio mensa.
A norma dello stesso art. 48 della succitata legge 40, per poter usufruire del servizio mensa è necessario effettuare un orario cosiddetto "diviso": orario mattutino ed orario pomeridiano.
Sulla scorta di tale norma, il Consiglio regionale, con deliberazione n. 824 del 12 maggio 1988, ha approvato il Regolamento attuativo denominato "Modalità e criteri di organizzazione del servizio di mensa".
Tale Regolamento, all'art. 2, stabilisce che non può usufruire del servizio di mensa il personale che effettua l'orario unico.
In sostanza, la norma contrattuale ha previsto il servizio di mensa per il personale che effettua un orario appunto diviso e che quindi comporti un rientro pomeridiano.
Il diritto all'esclusione dal servizio di mensa deve, pertanto, essere posto in relazione alla tipologia dell'orario di lavoro del dipendente e non al trattamento economico percepito.
In diversa ipotesi, ove tale servizio seguisse le sorti del trattamento economico principale, competerebbe anche al personale non presente in servizio, ad esempio in congedo, in malattia, ecc.
In considerazione dei principi suesposti, per il personale a tempo parziale il servizio di mensa viene assicurato ai dipendenti che effettuano l'orario che comporta il rientro pomeridiano.
I dipendenti firmatari della lettera a me indirizzata chiedono che il servizio di mensa venga erogato in proporzione al servizio prestato, nel senso che i dipendenti che effettuano un orario di lavoro al 50% avrebbero conseguentemente a questa ipotesi di lavoro, diritto al 50% del servizio di mensa, indipendentemente dall'orario svolto.
Non si ritiene che lo spirito della norma sia in tal senso, tanto più ove si consideri che, anche nel Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro per la dirigenza, recentemente sottoscritto, all'art. 34 viene esplicitamente stabilito "che i dirigenti 'hanno titolo', secondo le direttive attuate dai singoli Enti, ad un buono pasto per ogni giornata in cui prestino servizio, anche nelle ore pomeridiane".
Analogo principio è accolto nelle cosiddette "code contrattuali" del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro del 1' aprile 1999 l'ultimissimo - del personale non dirigenziale in corso di approvazione ove previsto, per quanto riguarda l'istituto in questione, che possano usufruire della mensa i dipendenti effettivamente in servizio che, dopo la pausa di durata non inferiore a 30 minuti, siano tenuti a proseguire la loro attività lavorativa nelle ore pomeridiane, e che non potrà usufruire di tale diritto il personale che effettui orario unico, salvo i casi di rientro pomeridiano. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.
MORO Grazie, Presidente. Prendiamo atto della risposta dell'Assessore. Anche noi, come la collega Bortolin, non avendo potuto ascoltare interamente la risposta, chiediamo che ci venga data la risposta scritta da parte dell'Assessore ed eventualmente ci riserviamo successivamente un altro intervento. Grazie.



PRESIDENTE

Mi permetto di dire che le due interrogazioni ed interpellanze avevano carattere nettamente diverso. Una era complicatissima, perché era una risposta riguardante la Corte Costituzionale; questa, invece, conteneva norme abbastanza semplici, pertanto direi di utilizzarla nel termine "risposta scritta" e quindi di ritenerla discussa.


Argomento: Viabilità

Interpellanza n. 3015 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti inerente a "Tangenziale Sud-Ovest in Comune di Asti"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interpellanza n. 3015 dei Consiglieri Chiezzi e Simonetti.
Vorrei richiamare sommessamente l'aula nel seguire i lavori con la sufficiente e necessaria attenzione, poiché non vorrei che per la terza volta venisse richiesta la ridiscussione del provvedimento in quanto non si riesce ad ascoltare chi relaziona.
La parola all'Assessore Casoni per la risposta.
CASONI, Assessore ai trasporti In merito all'interpellanza n. 3015 dei Consiglieri Chiezzi e Simonetti, relativa a "Tangenziale Sud-Ovest in Comune di Asti", la Regione Piemonte ha assegnato, su richiesta della Provincia di Asti ed in seguito alla stipula di apposita convenzione tra Regione, Provincia di Asti e ANAS un contributo pari a 200 milioni alla Provincia di Asti per la progettazione preliminare della tangenziale Sud-Ovest di Asti, attingendo i fondi messi a disposizione dalla legge regionale 4/83 "Interventi per l'attuazione di programmi infrastrutturali e viari dello Stato".
La valutazione dell'impatto ambientale delle nuove opere di viabilità è regolata sia da leggi statali che da leggi regionali. Occorre stabilire una volta redatto il progetto, se questo debba essere sottoposto all'una o all'altra procedura.
Per quanto già detto sopra, il progetto dovrà necessariamente essere sottoposto ad un'attenta verifica dell'impatto ambientale apportato alle aree attraversate. L'opera dovrà essere necessariamente sottoposta all'autorizzazione del Magistrato del Po e dell'Autorità di Bacino, dal momento che interesserà le fasce fluviali del fiume Tanaro.
Il progetto preliminare dell'opera per cui la Regione ha assegnato il contributo dovrà fornire i dati necessari per la valutazione dell'effettiva necessità dell'infrastruttura che è stata richiesta dalla Provincia e dal Comune di Asti, soprattutto per la necessità territoriale di garantire un'adeguata accessibilità da sud al nuovo ospedale di Asti, attualmente in fase di costruzione in località Fontanino, in prossimità dello svincolo Asti-Ovest dell'autostrada A21.
Il completamento dello svincolo tra l'A21, Torino-Piacenza, Casello di Asti-Est e l'attuale tangenziale di Asti, che costituirà in futuro opportunamente adeguata, il primo tratto dell'autostrada Asti-Cuneo, è previsto nella programmazione regionale e risulta che sia stato inserito nel piano finanziario della società SATAP, concessionaria per l'A21 nell'ambito delle opere legate alla realizzazione del collegamento autostradale Asti-Cuneo.
Il completamento di tale svincolo potrà avvenire in seguito all'approvazione del Piano finanziario delle società concessionarie da parte dell'ANAS, che dovrà essere sancito con successivo decreto ministeriale.
Le opere previste interferiscono con le fasce fluviali del fiume Tanaro, per cui occorre l'approvazione del Magistrato del Po, in quanto al Piano "Fasce fluviali" e dell'Autorità di Bacino per quanto riguarda il Piano di assetto idrogeologico.
La Regione non è impegnata economicamente nella costruzione della tangenziale Sud-Ovest di Asti. La Regione, avvalendosi degli stanziamenti messi a disposizione dalla L.R. 4/83 "Interventi per l'attuazione di programmi infrastrutturali viari dello Stato", ha assegnato contributi alle Province piemontesi, erogabili in seguito alla stipula di apposite convenzioni tra Regione, Province e ANAS, per la progettazione di interventi sulla rete stradale di interesse regionale ed in particolare di alcuni interventi mirati alla messa in sicurezza di intersezioni che presentano un elevato grado di incidentalità, individuate tra i punti neri regionali dal II Piano regionale dei Trasporti, adottato dalla Giunta regionale in via tecnica ed all'esame del Consiglio regionale.
Tali interventi finanziari sono quindi in linea con la programmazione regionale per la sicurezza delle strade, l'eliminazione dei punti neri e la copertura dei relativi contributi, ai sensi della L.R. 4/83; con DGR n. 13 26142 del 27/11/98 è stata stanziata sul cap. 25117/98 del bilancio regionale.
In totale su tale capitolo è stata stanziata la somma di 4 miliardi ripartiti tra le Province piemontesi secondo quanto concordato con i rappresentanti delle Province stesse e l'ANAS, partendo dagli interventi ritenuti prioritari secondo la DGR n. 135-18365 del 14/04/97, che indica le priorità regionali per quanto riguarda gli interventi sulla rete statale di interesse regionale per il Programma Triennale ANAS 1997/99.
In particolare, i contributi regionali alla Provincia di Asti per il programma per la sicurezza delle strade e l'eliminazione dei punti neri sono relativi ai seguenti interventi: 1) Strada Statale n. 10 (contributo globale 100 milioni) per progetti preliminari, definitivi ed esecutivi delle seguenti opere: intersezione con la Strada Provinciale n. 10 per Montafìa intersezione con la Strada Provinciale n. 10 per Cantarana e Ferrere intersezione con la Strada Provinciale n. 9 per Baldichieri e Montafìa intersezione con la Strada Provinciale n. 58 per San Damiano 2) Strada Statale n. 458 (contributo 20 milioni) per progetto preliminare, definitivo ed esecutivo dell'intersezione con la Strada Provinciale n. 1B in Comune di Cortanze 3) Strada Statale n. 592 (contributo 20 milioni) per progetto preliminare, definitivo ed esecutivo dell'intersezione con la Strada Provinciale n. 43 per Rocchetta Palafea.
Per quanto riguarda la variante di Isola d'Asti alla Strada Statale n.
456 del Turchino, in seguito all'approvazione in Conferenza dei Servizi del progetto definitivo dell'opera avvenuto in data 10/11/1998, il sottoscritto ha sollecitato la Direzione Centrale ANAS ad assicurare la copertura finanziaria dell'opera con nota prot. n. 338 del 18/11/98 e con nota prot.
n. 470 del 3/8/99, visto che l'opera stessa era prevista nel Programma Stralcio annuale 1996 del Piano Decennale della grande viabilità dello Stato (Legge 531/82).
L'ANAS ha risposto, con nota prot. n. 11679 dell'11/11/99, che il finanziamento dell'opera è stato previsto nell'area nazionale del Piano Triennale 1999/2001 ed in particolare nell'Accordo di Programma 2000, in corso di elaborazione per la successiva approvazione ministeriale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Non siamo soddisfatti della risposta dell'Assessore su molti punti, il primo dei quali è quello relativo alla mancanza dei dati sulla effettiva necessità dell'opera. Stupisce che l'Assessore dica che dovranno pervenire i dati su questa necessità, ma - Assessore - non dovrebbero essere gli elementi preliminari di conoscenza, questi dati, a conforto di un impegno progettuale? Come mai, viceversa, finanziate dei progetti senza sapere se questi progetti saranno utili? Cosa c'è allora? Ci sono altre vicende, altre faccende, dietro questo finanziamento che non sono l'utilità accertata dell'opera? Ci troviamo in presenza di nuovo spreco clientelare di denaro pubblico? CASONI, Assessore ai trasporti Basta chiedere agli Astigiani.
CHIEZZI Ma io chiedo a lei, Assessore! Agli Astigiani chiederanno il Consiglio provinciale di Asti e il Consiglio comunale di Asti, ma nel Consiglio regionale del Piemonte si chiede all'Assessore perché finanzia un progetto sul quale egli stesso dice di non conoscere l'utilità, primo.
Secondo, il progetto ha un eccezionale impatto ambientale. L'Assessore Cavallera, che abita poco lontano e passa comunque di lì, cosa dice del fatto che questo progetto passa per aree che sono state interessate dalla inondazione dell'alluvione del 1994? Cosa dice l'Assessore Cavallera che il tracciato previsto da questa tangenziale passa a meno di dieci metri dagli edifici fronteggianti? Sono questioni gravi che non hanno avuto risposta e che generano preoccupazione! Io chiedo per cortesia all'Assessore, visto che ha letto un testo, di fornirmi il testo che ha letto e mi riservo ulteriori iniziative, sia in quest'aula, sia presso le istituzioni degli Enti locali della Provincia di Asti e del Comune di Asti.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 3154 dei Consiglieri Bortolin, Saitta, Suino, Manica e Riggio, inerente a "Modalità di svolgimento delle Conferenze dei Servizi delle ASL e delle ASO"


PRESIDENTE

Abbiamo così esaurito il punto relativo all'esame delle interrogazioni e interpellanze di cui all'elenco fornito dalla Giunta.
Ha chiesto la parola la Consigliera Bortolin; ne ha facoltà.
BORTOLIN Non volevo interrompere prima lo svolgimento della discussione delle interpellanze, però noi abbiamo quindici giorni fa presentato, insieme al collega Saitta ed altri, un'interpellanza urgente rispetto alla quale il Presidente del Consiglio che presiedeva in quel momento l'assemblea aveva detto che subito non si poteva rispondere e che pertanto veniva rinviata di otto giorni. La settimana scorsa l'Assessore D'Ambrosio ha detto che era pronto, invece il Presidente Ghigo non lo era ancora, per cui abbiamo rinviato il tutto ad oggi; le chiederei quindi di mantenere l'impegno assunto da parte della Giunta.
Dato però che l'interpellanza è rivolta soprattutto al Presidente della Giunta perché era presente all'iniziativa oggetto dell'interpellanza chiederei la presenza anche del Presidente della Giunta, con tutto il rispetto per l'Assessore alla sanità che è presente.



PRESIDENTE

L'Assessore D'Ambrosio mi ha detto che è disponibile a rispondere. Se fosse possibile rintracciare il Presidente Ghigo...
GHIGO, Presidente della Giunta regionale Eccomi.



PRESIDENTE

Trattandosi di interpellanza è facoltà dei presentatori di illustrarla.
La parola alla Consigliera Bortolin.
BORTOLIN Illustro questa interpellanza anche a nome dei colleghi che insieme a me l'hanno sottoscritta.
Io ho avuto modo, per conto peraltro dell'opposizione, di partecipare alla Conferenza dei Servizi dell'ASL n. 11 di Vercelli.
Per la verità, la presenza era rivolta soprattutto all'interesse di conoscere in quella sede i propositi per quanto riguarda l'assetto organizzativo degli ospedali della Provincia di Vercelli. Credo che i colleghi sappiano bene qual è la situazione della sanità in quella Provincia, che ha il numero più elevato di ospedali e la necessità di riorganizzazione e riconversione di alcuni presidi. L'attenzione era anche rivolta alla conoscenza degli investimenti per quanto riguarda la parte di nuova costruzione, di nuovi interventi nella sanità vercellese e la soluzione di problemi che vedono quegli ospedali (Vercelli e Gattinara in modo particolare) fortemente carenti sotto l'aspetto dell'attuazione della Legge 626 e della sicurezza della salute dei cittadini che sono ricoverati in quegli ospedali, stante la gravità di alcuni problemi anche igienico sanitario presenti.
Credo che molte interpellanze siano state presentate in questo Consiglio, per cui la nostra attenzione, la nostra vigile presenza era per sentire dalle parole del Presidente della Giunta e del Direttore generale della ASL quali erano le soluzioni proposte e il confronto anche coi cittadini e gli operatori, motivo fondamentale della convoca delle Conferenze dei servizi.
Ci siamo trovati di fronte ad una brevissima presentazione del Direttore generale, ad un intervento, peraltro riportato dai giornali puntualmente, del Presidente della Giunta che indicava quali erano le scelte del governo della Regione Piemonte in quel territorio.
Per quanto riguarda la Sanità, devo dire che si tratta di scelte coerenti con quanto già esposto e discusso in questa sede; chiaramente da noi non condivise, ma che comunque sono state esposte dal Presidente della Giunta regionale.
L'intervento rimarcava il mantenimento, il miglioramento strutturale dei servizi dell'Ospedale di Vercelli, il mantenimento dell'Ospedale di Gattinara, con interventi per la sistemazione...



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Consigliera, le chiedo scusa se la interrompo. Chiedo all'aula di prestare attenzione: ci stiamo, tra l'altro, preparando a dibattere un provvedimento importante. Cominciamo ad abituarci a fare meno movimento in aula, meno crocchi e capannelli! Le chiedo scusa, Consigliera Bortolin, per l'interruzione. Prosegua pure il suo intervento.
BORTOLIN Quanto dicevo riguardava l'intervento del Presidente della Giunta circa l'impegno che il governo della Regione Piemonte di centrodestra assumeva per il presidio di Gattinara (messa a norma nel rispetto della L. 626 sulla sicurezza dei lavoratori e miglioramento della struttura), per Borgo Sesia e per Varallo.
Con nostro grande stupore, però, subito dopo, in quella Conferenza dei Servizi, abbiamo ascoltato ben cinque interventi, se non ricordo male, di esponenti di Forza Italia e di Alleanza Nazionale (uno solo per la verità di AN, assente l'Assessore D'Ambrosio).
Alcuni di essi erano certamente di propaganda elettorale. Lo sottolineo, perché non sono entrati nel merito, ma hanno fatto della mera quanto inutile in quella sede, propaganda elettorale. Un intervento in particolare, quello dell'On. Roberto Rosso, è entrato nel merito disegnando le linee da seguire per l'assetto della sanità Vercellese.
La prima considerazione, nel merito di quest'intervento dell'On. Rosso (possiamo poi entrare successivamente, sentita la risposta del Presidente della Giunta e dell'Assessore nel merito) che vorrei fare riguarda il metodo seguito per i lavori. La Conferenza dei Servizi si organizza come previsto (peraltro è stato detto nella nostra interpellanza) dalla legislazione nazionale e dalle leggi regionali. Essa è voluta e organizzata (dovrebbe almeno essere tale!) per conoscere la reale situazione della sanità in quella ASL, per ascoltare quanto i cittadini organizzati (Associazioni di volontariato, Tribunale dei Diritti del Malato Organizzazione sindacali e quant'altro) hanno da dire alla Regione, e i problemi che gli operatori rilevano nell'ambito della sanità. Noi abbiamo invece dovuto ascoltare per un'ora e mezzo una sfilata di personaggi politici che nulla hanno a che fare con il governo della sanità, e che nulla hanno detto nel merito. Uno di essi è Segretario regionale di un Partito, pure di maggioranza, ed ha dato delle dritte a tutti su come deve evolversi la sanità vercellese.
Non pago di averlo fatto a voce, l'on. Rosso ha riferito ai giornali con dovizia di particolari, che cosa intende fare per la sanità vercellese impegnando il Direttore generale a seguire le sue indicazioni.
Nessuno ha detto nulla. Vuol dire, caro Assessore, che lei si fa governare da altri che non sono neppure del suo Partito! Lo stesso fa il Presidente della Giunta: quanto detto dall'On. Rosso in quella sede infatti, non è compreso nel Piano sanitario regionale, non è compreso in nessun atto ufficiale della Regione Piemonte.
Ciò vuol dire che il Presidente della Giunta era in quella sede dimezzato nelle sue funzioni: dopo aver esposto chiaramente gli intenti della Giunta regionale per quanto riguarda la ASL 11, viene smentito un attimo dopo dall'esponente politico di Forza Italia! I rilievi che vogliamo fare sono due.
Primo, l'inutilità di svolgere Conferenze pagate dalla Sanità piemontese con tanto di tappeto rosso e fiori per accogliere esponenti e rappresentanti politici, e la necessità di stigmatizzare quanto è avvenuto a Vercelli.
Al termine di questi interventi ho lasciato l'aula. Anziché usare l'ascensore, sono scesa dalle scale. Presidente Ghigo, al piano di sotto c'era la coda di poveri, e uso il termine "poveri" non per indicare la povertà economica, di censo, ma "poveri" perché in quel momento erano cittadini privati di un loro diritto. Essi attendevano di ritirare le loro analisi: il computer nuovo, appena installato, non funzionava, e non erano in grado di farlo funzionare. Per mezz'ora sono stata lì con loro ad attendere il ritiro di un referto riguardante la loro salute, un semplice certificato di analisi.
Forse, se qualcuno, anziché parlare tanto nel piano di sopra fosse sceso sotto e avesse fatto un giro nelle corsie dell'Ospedale di Vercelli si sarebbe reso conto di quanto inefficace e inutile sia farsi propaganda sulla pelle degli altri.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio regionale agli insegnanti ed allievi dell'Istituto Professionale Ubertini di Chieri.


PRESIDENTE

Prima di dare la parola al Presidente della Giunta regionale Enzo Ghigo per la risposta, desidero salutare gli alunni e gli insegnanti dell'Istituto Professionale Ubertini di Chieri in visita al Consiglio regionale.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 3154 dei Consiglieri Bortolin, Saitta, Suino, Manica e Riggio inerente a "Modalità di svolgimento delle Conferenze dei Servizi delle ASL e delle ASO" (Seguito)


PRESIDENTE

La parola al Presidente Ghigo.
GHIGO, Presidente della Giunta regionale In un certo senso avevo già dato, due settimane fa, sia pure in maniera non esaustiva (cosa che cercherò di fare oggi) una risposta alle considerazioni che la Consigliera Bortolin ha voluto svolgere in relazione all'attuazione della Conferenza dei Servizi. Naturalmente, poi ho chiesto una nota al Direttore generale attraverso l'Assessore D'Ambrosio su quello che è stato lo svolgimento della riunione. Il Direttore generale mi rispose che gli interventi erano stati effettuati su richiesta degli Onorevoli presenti. Di conseguenza, io ho ribadito che non condividevo, come d'altro canto avevo già fatto nella breve risposta data a lei, Consigliera, questa procedura. Chi mi conosce sa come agisco, sa che ho sempre, come primo interesse, la pluralità della rappresentazione delle varie opinioni. Al limite, cosa che non è stato fatta e di cui mi dispiaccio, avrei potuto forse farmene carico io, sarebbe stato opportuno in quella sede, a fronte di tutte persone che avevano parlato, chiedere anche a lei, che io avevo identificato...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

GHIGO, Presidente della Giunta regionale



PRESIDENTE

No no, un momento! Mi riferisco a quel caso specifico che, onestamente è stato eclatante! Credo però che, a differenza di quello che lei sostiene non è condannabile il fatto che in una Conferenza di Servizi prenda la parola qualche rappresentante politico. Bisogna che ciò avvenga in modo equilibrato, senza che si verifichi - come, onestamente, è accaduto a Vercelli - una passerella di amministratori della parte politica che è in maggioranza in Regione, senza che si lasci la possibilità alle altre voci politiche di esprimersi.
Comunque, l'Assessore e io - a doppia firma - emaneremo una circolare indirizzata ai Direttori generali, per dar loro indicazioni circa lo svolgimento delle Conferenze dei Servizi. Sinceramente, ho partecipate a molte di esse, ma non ho mai assistito a situazioni di quel genere.
A fronte della sua sottintesa critica alle dichiarazioni dell'On.
Rosso, posso garantirle - e lo sottolineo - che la linea politica sulla sanità (giusta o sbagliata che sia) è frutto dell'operato della Giunta.
Naturalmente, l'On. Rosso, nella sua veste di parlamentare eletto in quella circoscrizione, può fare delle sue valutazioni: sta a noi decidere se prenderle o meno in considerazione. Posso garantirle (come d'altro canto lei ha sottolineato) che la posizione della Giunta regionale circa la ASL 11 Vercelli è quella da me esposta, in sintonia e in accordo con l'Assessore D'Ambrosio. Purtroppo, l'Assessore D'Ambrosio quel giorno non ha potuto essere presente alla Conferenza per indisposizione personale. E' pienamente legittimo il fatto che l'On. Rosso, rappresentante di quel collegio uninominale, pensi che la Giunta regionale debba fare delle cose diverse o debba fare di più per l'ASL di Vercelli. Altrettanto legittime sono le considerazioni di altri parlamentari di diverse parti politiche espresse a riguardo di altre situazioni.
Ripeto: a torto o a ragione noi governiamo la sanità piemontese secondo gli indirizzi che decidiamo, come Giunta, su proposta dell'Assessore D'Ambrosio. Di conseguenza, il pericolo paventato non sussiste, perché si tratta solo di dichiarazioni fatte da un parlamentare. Per questo motivo non mi sento certo dimezzato nel mio ruolo dalle dichiarazioni fatte dall'On. Rosso: continuerò a governare la sanità, fino a quando ne avr l'opportunità, secondo i convincimenti e le valutazioni che, come Giunta facciamo. Non ci facciamo condizionare, anche se, ovviamente, siamo tenuti ad ascoltare i rappresentanti istituzionali del territorio, sia di parte nostra che di parte avversa: ognuno è libero di esprimere le proprie opinioni.
Consigliera Bortolin, posso dirle che ho stigmatizzato il modo in cui si è svolta la Conferenza. Il Direttore generale mi ha rilasciato una sua dichiarazione in cui si dice che gli argomenti di carattere tecnico - cioè la parte di Conferenza d'interesse della collettività - sono stati trattati.
Come ho già detto, ho stigmatizzato la modalità di svolgimento di quella riunione, non trovandola corretta: per questo, con l'Assessore D'Ambrosio, abbiamo deciso di fare una breve nota, per indicare come debbano svolgersi tali Conferenze, perché non è certo quello il modello al quale dobbiamo guardare. Ritengo che una Conferenza debba svolgersi, prima di tutto, correttamente a livello istituzionale, con l'obbligo e l'obiettivo di informare i cittadini, senza parate di rappresentati politici locali che, sinceramente, nella Conferenza in questione sono state eccessive.
Sono sicuro che nelle prossime Conferenze dei Servizi che si terranno su nostra indicazione, non si verificheranno più simili situazioni.
Questo è quanto dovevo dirle. Credo di aver ottemperato ampiamente a quanto lei, con la sua interpellanza, mi ha gentilmente richiesto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.
SAITTA E' sicuramente positivo il fatto che il Presidente della Giunta regionale abbia riconosciuto che le modalità con cui si è svolta la Conferenza dei Servizi non sono condivisibili: una cosa è una Conferenza dei Servizi, ben altra una parata preelettorale. Pertanto, ritengo utile questa sua presa di distanza dall'atteggiamento e dalle iniziative assunte da alcuni politici locali.
Come Gruppo, abbiamo firmato quest'interrogazione perché, sebbene non fossimo presenti, la collega ci ha spiegato quanto è avvenuto. Abbiamo deciso di firmarla anche per cercare di fissare dei paletti su un pericolo che, sicuramente, ci si presenterà nei prossimi giorni. Noi politici quando si avvicina la campagna elettorale, riveliamo troppi difetti: cerchiamo di essere "sempre" presenti "ovunque", di rimarcare le nostre iniziative con dichiarazioni, di esplicitare sempre le nostre prese di posizione. Ecco perché è opportuno che, in qualche modo, si crei una sorta di "cordone sanitario" attorno ad alcune figure, per evitare che siano sottoposte a pressioni "partitiche". Occorre evitare che i Direttori generali o i Direttori regionali siano coinvolti in vicende di carattere elettorale e non istituzionale. Quindi, è giusto e positivo, oltre che estremamente utile, che il Presidente Ghigo abbia deciso di inviare una circolare ai Direttori generali.
Vorrei anche consigliare alla Giunta regionale di fare un uso attento del personale regionale in iniziative pubbliche che, ormai, hanno carattere elettorale. Tutto ciò che facciamo, in qualche maniera, è ormai interpretabile in termini elettorali. Stiamo assistendo al proliferare di convegni e iniziative dove interviene il Direttore regionale "Tizio", il funzionario "Caio", etc.
Cerchiamo di evitare di mettere il personale regionale in difficoltà.
Non è un problema risolvibile con le circolari, è un problema di comportamenti criticabili da parte dei politici regionali. Dobbiamo avere la sensibilità di non fare forzature: è comprensibile la difficoltà in cui si viene a trovare un Direttore che presiede una Conferenza quando si sente chiedere la parola da un parlamentare. La stessa sensibilità deve esserci anche nei confronti degli stessi politici, nei nostri confronti.
Quanto è successo è stato esecrabile. Molto positivo, invece, è il fatto che il Presidente l'abbia riconosciuto. Non possiamo che apprezzare il suo impegno per evitare che nella nostra Regione si ripetano situazioni simili.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.
BORTOLIN Ho ascoltato attentamente quanto ha detto il Presidente Ghigo. Credo che una parte della sua risposta sia condivisibile. Del resto, non è possibile non prendere atto di un anomalo svolgimento di una pubblica Conferenza, organizzata sulla base di precisi dispositivi di legge. Penso al decreto legislativo n. 502/92 (e successive modifiche), che norma il diritto dei cittadini all'informazione e, al quarto comma, indica come tale informazione debba farsi. Tra le indicazioni, recita che "Il Direttore generale dell'Unità Sanitaria... almeno una volta all'anno convoca la Conferenza dei Servizi, quale strumento per verificare... per consentire ai cittadini, singoli od organizzati, di prendere atto di ciò che si sta facendo, di conoscere le indicazioni che vengono da parte del Direttore generale, per dire la propria opinione ed evidenziare le necessità, così come la legge 241/90, all'art. 14, dice chiaramente che, per la semplificazione dell'azione amministrativa, punto cardine fondamentale è l'informazione ai cittadini e la Conferenza dei servizi".
Non avevo alcuna intenzione, Presidente, di intervenire in quella sede perché anche il mio intervento sarebbe stato anomalo e fuori luogo; ero lì per ascoltare i cittadini e le organizzazioni presenti, ma non è stato possibile farlo.
Il rilievo che intendo fare, in conclusione, è che quel direttore generale - che non conosco, pertanto non voglio fare apprezzamenti nei suoi confronti - non ha sentito non solo la necessità di scusare ciò che aveva permesso (un'indegna, fuori luogo passerella di politici), ma ha anche chiosato l'intervento dell'On. Rosso dicendo: "Lei sì che ci aiuta a governare la sanità nel vercellese". Questo è grave, perché un direttore generale dovrebbe astenersi dal dare giudizi di questo tipo.
Mi preoccupa che queste persone continuino a diffondere notizie sul territorio, compreso il Comune di Gattinara, inerenti alla privatizzazione dell'ospedale di Gattinara, da parte della Regione Piemonte. E' avvenuto anche in questi giorni, attraverso articoli sui giornali ed interventi pubblici.
E' una posizione del tutto diversa da quanto la Regione Piemonte ha stabilito negli atti ufficiali, e che lei, Presidente, in quella sede, ha affermato. Prendo atto che lei determina la politica sanitaria anche nell'ASL 11; mi fa piacere. Le chiedo, però, Presidente, per non turbare la serenità di quei cittadini, di fronte a dichiarazioni di questo tipo, di avere la cortesia di smentire o di non confermare col silenzio quanto vanno dicendo i suoi amici politici.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Enzo Ghigo, per una breve puntualizzazione.
GHIGO, Presidente della Giunta regionale Vorrei fare una considerazione di carattere generale in relazione alle valutazioni espresse dal Consigliere Saitta, riguardo al pericolo che lui identifica in senso ampio, cioè non in maniera particolare nei confronti di qualcuno.
Come lei sa, Consigliere, siamo in una fase interpretativa della legge in relazione al dibattito in Senato della legge sulla par condicio, tale per cui oggi dovremmo ipotizzare che, entro il 15 febbraio, qualsiasi manifestazione di carattere pubblico, alla quale partecipino rappresentanti di Enti pubblici, non abbia risalto, cioè non venga considerata dal punto di vista della comunicazione.
Occorre dire, d'altro canto, che, in seguito all'interpretazione data nella lettura della legge sulla par condicio, in realtà tale termine verrà posticipato di quindici giorni; di conseguenza, fino alla fine di febbraio i rappresentanti degli Enti pubblici potranno svolgere, nella loro veste istituzionale, attività di comunicazione. Ma questo si saprà solo tra qualche giorno, anche perché non si conoscono esattamente i tempi nei quali la legge sulla par condicio verrà approvata, e quindi non si conosce il giorno a partire dal quale ci sarà l'oscuramento.
Sembra, poi - sempre da notizie che ho avuto, ma penso siano informazioni utili per tutti - che dall'approvazione in Senato, che potrebbe anche avvenire questa settimana, ci sarà la necessità di istituire un regolamento, pertanto potrà trascorrere ancora qualche giorno. Si ipotizza, dunque, di poter continuare a svolgere la propaganda elettorale addirittura fino al 17, 18 o 20 febbraio. Quando verrà approvata la legge sulla par condicio, nessuno potrà fare propaganda elettorale in televisione, in quanto non dovranno trascorrere neanche i quindici giorni necessari per l'operatività della legge.
Obiettivamente, dunque, la comunicazione televisiva, se va bene...



PRESIDENTE

Presidente, le chiedo di non aprire adesso una discussione su questo argomento, che sarà motivo di riflessione nella riunione dei Capigruppo.
GHIGO, Presidente della Giunta regionale Era per dire che la comunicazione televisiva può avvenire, se va bene fino al 17 o 18 febbraio; poi non potrà più avvenire.


Argomento: Presidi privati di diagnosi e cura

Esame proposta di deliberazione n. 593: "DPR 14/1/1997 recante atto di indirizzo e coordinamento alle Regioni e alle Province autonome di Trento e Bolzano, in materia di requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi minimi per l'esercizio delle attività sanitarie da parte delle strutture pubbliche e private - Disposizioni di attuazione" (Seguito)


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 593, di cui al punto 5) all'o.d.g.
La discussione generale è stata svolta; passiamo, pertanto, alla discussione sugli emendamenti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Riggio; ne ha facoltà.
RIGGIO Chiedo scusa, Presidente, ma la discussione generale era ancora in corso. Era intervenuto il Presidente Gallarini...



PRESIDENTE

Consigliere Riggio, le chiedo scusa un attimo. Pregherei il Presidente Deorsola, che in quel momento presiedeva la seduta, di voler ascoltare l'osservazione del collega Riggio, anche perché io, al riguardo, ho una nota che dice: "Svolto dibattito generale".
RIGGIO C'era stato un intervento da parte del Presidente del Gruppo di Forza Italia, Gallarini, che sollecitava affinché il provvedimento passasse con celerità, e lamentava il fatto che questo provvedimento fosse rimasto fermo in Commissione dal 25 maggio all'8 settembre.
Scusi Presidente, le chiedo di aiutarmi ad avere un po' di attenzione da parte dell'aula. Grazie.
Volevo fare - dicevo - alcune considerazioni in seguito alle parole del Consigliere Gallarini, nelle quali c'era un monito nei confronti delle forze di opposizione, come se le forze di opposizione avessero impedito l'iter veloce del provvedimento.
Il provvedimento è stato assegnato alla IV Commissione il 25 maggio '98...



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consiglieri: l'utilizzo dei telefonini è una necessità che ci condiziona la vita, però bisogna che sia compatibile con l'attività che sta svolgendo l'aula. Chiedo ai colleghi presenti in aula di tenere conto del luogo in cui siamo e dell'attività che stiamo svolgendo, anche per rispetto al collega che stava parlando.
Prego, Consigliere Riggio, prosegua il suo intervento.
RIGGIO Mi verrebbe da dire, Presidente, che chi l'ha preceduta aveva organizzato un meccanismo per impedire l'utilizzo dei telefonini all'interno dell'aula, quindi non si tratta di una necessità indispensabile. Forse non sarebbe male richiamare l'aula ad un funzionamento un po' più decoroso.
Detto questo, voglio ricordare che il provvedimento è stato assegnato alla Commissione il 25 maggio 1998 - mi segua, Consigliere Gallarini - ed è rimasto fermo fino all'8 settembre, quando è stato approvato con quella mossa garbata della maggioranza, approfittando del fatto che la minoranza aveva abbandonato i lavori della Commissione.
Dal 25 maggio al 14 luglio, quando è stata presentata dal Dott. Ferro la seconda versione del provvedimento, il provvedimento era rimasto fermo ma non tanto per cattiva volontà da parte dei Consiglieri di minoranza bensì per una strisciante opposizione dei Consiglieri di maggioranza tant'è vero che in una di queste Commissioni, quando è stato discusso il provvedimento, l'Assessore D'Ambrosio - viene testualmente riportato nel verbale della seduta del 18 novembre 1998 - "prendendo atto con amarezza di trovarsi in una Commissione che pare essere composta solo da Consiglieri dell'opposizione..." e va avanti a proposito dell'accreditamento.
Potrei citare, ma sarebbe un modo per annoiare l'aula, i diversi interventi che sono stati fatti anche dai Consiglieri di maggioranza in diverse circostanze, per bloccare, per chiedere chiarimenti rispetto ad una delibera che non sembrava molto gradita alla stessa maggioranza. E questo è avvenuto dal 25 maggio 1998 al 14 luglio 1999, un anno e due mesi dopodiché, il 14 luglio è stato presentato un nuovo documento che è stato votato in tutta fretta - in tutta fretta! - diciamo quasi di notte, l'8 settembre da parte della maggioranza.
Allora io ho bisogno - proprio ho bisogno! - di un chiarimento che avvenga qui in aula! Qui in aula, perché è stato considerato un fatto assolutamente marginale che di questo provvedimento siano state consegnate due versioni. Invece io dico che non è stato un fatto assolutamente marginale, è stato un fatto gravissimo! E il cambiamento di comportamento della maggioranza trova una giustificazione nella nuova versione! Allora io domando al Consigliere Gallarini e ai rappresentanti della maggioranza, ma anche all'Assessore alla sanità, che cosa è cambiato per giustificare un comportamento così netto, diversamente netto, tra la prima versione e la seconda versione? Qualche ipotesi si può fare perché qui non stiamo a discutere di un provvedimento neutro. Con questo provvedimento, che pure è necessario, che è indispensabile perché noi dobbiamo definire un albo fornitori di qualità quindi è giusto che noi andiamo a definire i criteri perché i nostri fornitori possano essere accreditati presso di noi, quindi è un provvedimento molto utile, ma è un provvedimento con cui - detto in poche parole - ballano miliardi! Ballano miliardi, perché a seconda di quelle che sono le caratteristiche, a seconda di quelli che sono i requisiti che vengono introdotti in questo provvedimento, qualche privato può fallire e qualche altro può arricchirsi in modo incredibile e scandaloso! Non a vantaggio della salute dei cittadini, ma a esclusivo proprio vantaggio! Non c'è bisogno di andare molto lontano: andiamo in Lombardia. Quello che è successo con Poggi Longostrevi credo sia una cosa nota a tutti i Consiglieri regionali: sul fatto che il privato non operi esclusivamente per l'interesse pubblico, ma che debba essere governato dalla Regione perché operi nell'interesse del pubblico è stato testimoniato e denunciato in quest'aula non solo dai banchi dell'opposizione, ma anche dall'Assessore D'Ambrosio in occasione della terribile vicenda dell'ossigenoterapia iperbarica del San Raffaele, dove l'Assessore D'Ambrosio faceva notare nella sua relazione, che il San Raffaele di Milano da solo - da solo! faceva più ossigenoterapia iperbarica di tutto il Piemonte nel suo complesso! Quindi il problema dell'accreditamento non è un fatto marginale.
Allora, Consigliere Gallarini, visto che lei guida questa maggioranza o almeno guida uno dei partiti fondamentali di questa maggioranza, ci deve spiegare che cosa è cambiato, perché non è vero che il provvedimento è cambiato in virtù delle audizioni che ci sono state. Alcune audizioni sono state "audite", hanno trovato ascolto nella maggioranza; altri che sono stati auditi invece non hanno trovato ascolto e il provvedimento è stato cambiato. E il provvedimento che ci arriva è questo! Provo a fare degli esempi. Comincio dal "day-surgery": nel primo provvedimento il day-surgery - si diceva - deve avvenire esclusivamente in collegamento con un Pronto Soccorso. E' sacrosanto, perché il day-surgery è una misura di razionalizzazione della spesa sanitaria e di miglioramento della qualità della vita degli utenti perché ben il 60% degli interventi potrebbero essere fatti in day-surgery, quindi significa che la gente dorme a casa propria e può risolvere le questioni in tempi molto più rapidi, con un'economia che arriva fino al 40%. Così ci ha detto il dottor Morgagni dell'Agenzia regionale in un recentissimo documento.
Se è vero che questa è una misura molto opportuna, è anche vero che un intervento chirurgico, anche il più banale, si sa con certezza come comincia, non si può dire con certezza come finisca e giustamente nella prima stesura si diceva "deve essere collegata ad un Pronto Soccorso".
Alcuni degli auditi ci hanno fatto notare alcune cose e hanno detto: "Questo collegamento al Pronto Soccorso anche il privato lo può fare, basta che dica in quale Pronto Soccorso andare". Molto simpatico! Guardate com'è questa divisione e se è equa: il ricavato dell'intervento in day-surgery tocca al privato; il rischio va tutto all'utente; il carico del danno maggiore, del Pronto Soccorso, è tutto sul pubblico! Molto bello...
GALLARINI E' come la rottamazione alla FIAT; è analogo.
RIGGIO Molto bello! Chiedo scusa, Gallarini, perché non è un passaggio marginale. Qui veramente dobbiamo esser chiari: se lavoriamo nell'interesse del Piemonte, della salute dei cittadini, oppure lavoriamo per altri interessi, perché per me è molto sospetto questo cambiamento di atteggiamento della maggioranza! Non è finita. Non è finita, perché fra gli auditi, per quello che riguarda il day-surgery, ci sono ancora posizioni differenti: c'è chi dice "basta dire qual è il Pronto Soccorso di riferimento", un po' come si fa per quello che riguarda il parto in clinica: una donna partorisce in clinica, così ha la televisione in camera, ha i fiori che vengono cambiati ogni mattina, ha l'infermiera che di fatto è quasi una cameriera, ecc.
ecc., tranne che, se c'è una grave emorragia post-partum, bisogna correre al Sant'Anna! Quindi c'è una privatizzazione del guadagno e c'è una socializzazione del danno. Bene! Tutto quanto a rischio dei singoli soggetti.
Io sono convinto che l'Assessore D'Ambrosio non sia stato bravissimo a governare i processi in sanità, però sicuramente è una persona corretta che su queste cose non ci sta; su queste cose non ci sta! E non credo che noi vogliamo lavorare così per privatizzare i guadagni e socializzare i danni.
Ma non è finita, perché poi anche fra i privati ovviamente c'è un po' di guerra. E allora chi ha soltanto delle strutture di tipo poliambulatoriale chiede questo; chi vuole fargli le scarpe e ha a disposizione le strutture di ricovero dice: "No, il day-surgery si può fare soltanto se c'è la possibilità di fare il ricovero by-night", vale a dire chi possiede le case di cura private.
I colleghi - me ne rendo conto - sono un po' distratti, ma su queste cose bisogna avere più attenzione, perché la sanità non è soltanto uno strumento per sanare e per restituire salute che è la cosa che a noi, come programmatori, deve stare a cuore, ma è anche un giro d'affari molto importante. Allora noi non possiamo avere un atteggiamento di superficialità rispetto a questa delibera. Quando noi avevamo chiesto di valutarla con attenzione, avevamo chiesto delle cose abbastanza precise perché volevamo assolutamente sapere, e l'Assessore D'Ambrosio aveva convenuto. L'Assessore D'Ambrosio nella prima seduta in cui abbiamo esaminato il provvedimento (il 22 luglio 1998) aveva detto: "L'Assessore D'Ambrosio ritiene opportuno approfondire l'esame della delibera alla ripresa dei lavori della Commissione, supportati dai dati tecnici che gli uffici dell'Assessorato predisporranno basandosi sul monitoraggio dei servizi specialistici esistenti nelle strutture pubbliche e private fornendo una fotografia dell'esistente". Io chiedo ai membri della IV Commissione se hanno mai ricevuto questo documento, che è fondamentale! Perché noi abbiamo bisogno di questo documento per decidere quale è il percorso per l'accreditamento! Perché questo percorso per l'accreditamento non è assolutamente scontato! Non è assolutamente scontato, purtroppo ahimè - per quello che riguarda il pubblico! Non era scontato due anni fa quando avevamo fatto notare che i fondi ex art. 20 bastavano forse per le strutture, ma non sarebbero serviti per le altre cose che servono per l'accreditamento, perché l'accreditamento prevede anche delle dotazioni di personale e delle dotazioni strumentali! Allora avevamo chiesto all'Assessore da dove si prendevano queste risorse. Non c'erano due anni fa quando abbiamo discusso questo provvedimento, non ci sono a maggior ragione adesso, quando abbiamo una situazione di disavanzo che io non voglio dire che sia di 3.500 miliardi, io sto a quello che fino ad ora mi ha dichiarato l'Assessore D'Ambrosio, che tra l'altro si è impegnato a dire pubblicamente qual è il vero disavanzo, che non è detto che sia di 3.500 miliardi.
Personalmente faccio il tifo perché sia di meno; con tutto ciò però tutti quanti i colleghi converranno che 2.600 miliardi non sono una cifra modesta. E' una cifra che mette una pesante ipoteca non solo sullo sviluppo generale del Piemonte, ma in specifico sulla attività delle singole ASL sull'attività ordinaria delle singole ASL e delle ASO! Figuriamoci per l'adeguamento così come è previsto dall'accreditamento. E noi potremmo trovarci in una situazione paradossale in cui alcuni privati risultano accreditati e alcune strutture pubbliche non lo sarebbero! E' una cosa che noi, come programmatori della sanità, non possiamo permetterci.
L'Assessore D'Ambrosio, secondo me, ha commesso degli errori nel governo della sanità; ma personalmente non sono convinto che sia una persona così accondiscendente nei confronti di pesanti ipoteche nell'erogazione di servizi che servono per la salute dei cittadini.
Voglio capire che cosa è cambiato in questa seconda stesura del testo perché non è un fatto marginale. Se vogliamo esaminare il provvedimento per cortesia, vengano distribuiti a tutti i Consiglieri il primo e il secondo testo, di modo che sia possibile verificare che cosa veramente è cambiato.
L'atteggiamento della minoranza, che fin dall'inizio ha chiesto chiarezza e basta e non ha posto ostacoli a questo provvedimento, non è cambiato, mentre vi è stato un cambiamento di atteggiamento da parte della maggioranza. Infatti, non sono stato io a dire che la Commissione era composta interamente da oppositori dell'Assessore: lo ha detto l'Assessore!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.
GALLARINI Mi rendo conto di seguire il comportamento del Consigliere Riggio, e di infrangere il termine della discussione posto già dalla scorsa seduta di Consiglio. Se il Presidente o gli Uffici hanno scritto sui verbali "Discussione generale finita" è perché essa era finita.
Anch'io mi sto comportando come se non fosse stata dichiarata finita.
Ma, a fronte dell'intervento di venti minuti del collega Riggio, non posso non farlo, io, però, sarò molto più breve e impiegherò meno di venti minuti! Non posso entrare nel merito di questioni squisitamente tecniche perché non sono un medico come il collega Riggio. Però, posso fare delle considerazioni politiche.
Qualcuna posso farla indipendentemente da quanto detto dal collega Riggio, altre in funzione, invece, di quanto il collega ha detto.
Il collega Riggio, innanzitutto, si chiede come mai il provvedimento iniziale, licenziato dall'Assessorato, sia rimasto per alcuni mesi in Commissione, e come mai, solo da un certo momento in poi, la maggioranza abbia formulato gli emendamenti.
E' comprensibile se ad un profano come me occorrono sei mesi piuttosto che due per leggere e capire un provvedimento così complesso, se pensiamo che un medico come il Consigliere Riggio o altri membri di Commissione espressione dei DS o dei Partiti di opposizione, ne hanno impiegato due! Ed è anche comprensibile che in questi sei mesi, si debba chiedere il supporto di tecnici in grado di spiegare, illustrare il testo del provvedimento.
Nella scorsa seduta ho ricordato come il provvedimento sia stato a lungo in Commissione. Lo ricordo ancora, e non per addebitare all'opposizione la sua lunga permanenza in Commissione, ma perché vorrei ribadire che durante quei mesi in Commissione, ciascuno di noi ha avuto modo di leggerlo sotto tutti i suoi aspetti, di consultarsi e di chiedere supporto.
Arrivato in dirittura finale, non possiamo dire di non averlo discusso a sufficienza! E' questo che intendevo dire, e non è il caso di andare a leggere i verbali.
In ogni caso, dicevo, che cosa è successo e cosa può succedere su questo come su altri provvedimenti? Non siamo in un regime di spoil-system.
Prescindo dal citare l'Assessorato alla sanità, perché sarebbe antipatico farlo. Faccio solo un esempio generale.
Noi abbiamo strutture regionali o di altra natura in cui convivono strutture funzionariali con maggioranze di un certo tipo politico. Le due cose possono coincidere, ma possono anche non coincidere.
Non siamo in regime di spoil-system. Può succedere, dunque, che a fronte di dieci provvedimenti pesanti, corposi e pregnanti l'Assessore competente, per quanto capace, non riesca a penetrare fino in fondo nell'argomento. Può verificarsi che uno di quei dieci provvedimenti venga licenziato senza portare la matrice politica dell'Assessore. E' possibile.
Saremmo ipocriti se fingessimo che questo non avviene. Può avvenire anche a parti invertite, anche se è più difficile, perché c'è un professionismo molto più esasperato da una certa parte e forse ce n'è meno da un'altra per la storia stessa che esprimono i Partiti politici nel nostro Paese.
All'inizio noi ci siamo trovati di fronte ad un provvedimento del quale capivamo molto poco. Certo parlo per me, ma immagino che anche gli altri colleghi che seguono i lavori della Commissione Sanità abbiano sentito lo stesso imbarazzo di fronte ad un provvedimento così corposo che richiedeva lunghi tempi di approfondimento. Dopo aver fatto gli approfondimenti dovuti, ci siamo accorti che esistevano alcuni punti "politici" di quel provvedimento che non ci sentivamo di condividere.
Quindi, collega Riggio, la questione è molto semplice: non ci siamo sentiti di condividere alcuni punti politici.
Questo è stato il motivo per cui, in sede di Commissione (immagino che i verbali lo riportino) l'Assessore sia sbottato a dire: "Ho la sensazione che in questa Commissione i Consiglieri di opposizione siano in numero maggiore rispetto a quelli che gli schieramenti politici prevedono". Pu essere. Ciascuno di noi vive momenti di amarezza o esasperazione: capisco che a volte si possa arrivare ad espressioni di questo tipo. Poi però ci siamo consultati, abbiamo raccolto le idee e abbiamo formulato degli emendamenti correttivi, dal punto di vista politico. Lo ripeto, dal punto di vista "politico", perché questa è stata la stella polare ispiratrice di quegli emendamenti. Quindi, ci sembra un evolversi perfettamente normale.
Noi siamo qui anche per fare politica, non solo per curare la forma lessicale o la grammatica dei provvedimenti. Facciamo anche questo sicuramente è una buona cosa, ma direi che, principalmente, siamo qui per fare politica. Altrimenti, se fosse indifferente, la vittoria di una maggioranza piuttosto che di un'altra, se non cambiasse nulla con il loro alternarsi, tanto varrebbe non andare a votare, basterebbe eleggere una struttura valida in tutte le stagioni! Collega Riggio (anche se ciascuno di noi è libero di dire ciò che vuole, e io rispetto quello che hai detto), mi permetto solo di rifiutare in modo categorico la tua insinuazione sul fatto che siano in ballo miliardi.
Collega Riggio, vuoi citarmi un provvedimento, trattato in quest'aula in cui non siano in ballo miliardi? Sui bilanci non ci sono in ballo 22, 23 mila miliardi ogni esercizio finanziario? Non ci troviamo in quest'aula per parlare di altro! Siamo qui per parlare di miliardi che servono a sostenere le varie iniziative! Non si può citare oggi Longostrevi solo perché stiamo parlando di Sanità! Ma per favore! Potrei citare anche altri nomi, non lo faccio per buon gusto e perché non mi sembra il caso di approfittare di simili occasioni per citare nomi ed eventi di questa o altre Regioni.
Non penso sia congruo, rispetto al tipo di ragionamento che stiamo facendo.
Resta il fatto che rifiutata quest'allusione fuori luogo, ci sono comunque dei miliardi in ballo. Noi abbiamo un certo concetto dell'integrazione tra pubblico e privato: riteniamo che un'integrazione dei due settori possa andare incontro all'utente. Tempi lunghi, come le prenotazioni di sei mesi con la concorrenza del privato possano ridursi ad un mese. Non voglio insegnare nulla, sono realtà che tutti viviamo. Ciò pu verificarsi a maggior ragione in alcune zone periferiche. Forse nella "profonda Torino" o a Cuneo è più difficile, ma non nel Novarese o nel Tortonese o nell'Alessandrino, dove si è a contatto con altre realtà regionali, maggiormente a favore del privato. Noi siamo anche perdenti nella competitività! Per cui, se uno in Piemonte per una visita deve aspettare sei mesi, attraversa il Ticino, va in Lombardia e quindici giorni dopo riesce a farla! Questo significa che, ogni anno, i cinquanta miliardi che dovrebbero andare alla ASL 13 vanno invece alla ASL della limitrofa Regione Lombardia! Sono considerazioni razionali, non campate per aria.
Rifiuto assolutamente il fatto che, considerato che si parla di miliardi si debba citare Poggi Longostrevi, si debba dire che occorre prestare attenzione a che, qua dentro, non si facciano dei "trusci". I "trusci" sono stati fatti in Regione Piemonte come da tante altre parti - magari per miliardi - sia con l'opposizione di un colore che di un altro. Le opposizioni, in un'aula consiliare, controllano quel che il sistema democratico consente loro di controllare. Il mondo ha sempre girato, e gli avvenimenti si sono sempre susseguiti: allusioni simili, quindi, è meglio che stiano fuori dai nostri ragionamenti.
Quanto al dare i fondi ai privati...! E' stata citata prima la FIAT.
Collega Riggio, dato che sei così diligente, mi fai per favore la proporzione tra i miliardi destinati da questi provvedimenti ai privati e quelli andati alla FIAT per la rottamazione? Mi dici se il caso della FIAT è diverso da questo, che socializza le perdite e privatizza i guadagni, e che proporzione c'è? Non ho fatto i conti, ma tu, forse, li hai fatti perché sei preparato meglio sull'argomento. Ritengo che la proporzione sia almeno di 1:1.000.000. Se con questo provvedimento ai privati va una lira nel caso della rottamazione, alla FIAT, dal Governo centrale, è andato un milione. Questo per rendere l'idea. Facciamo pure i confronti, facciamo pure delle considerazioni, ma collochiamoli nella loro giusta dimensione! Già nella scorsa riunione ho caldeggiato l'approvazione, finalmente, di questa deliberazione. Penso di non essere il solo a volerla. Io l'ho detto chiaramente nel mio intervento - come altri, del resto - immagino che altri ancora l'abbiano almeno pensato. Ci auguriamo che oggi questo provvedimento arrivi in porto e, se proprio non sarà oggi, almeno al più presto.
Riteniamo che il provvedimento, anche per i confronti trasversali degli ultimi giorni tra maggioranza e opposizione, in cui si è cercato di smussare spigoli e asperità, possa, speriamo presto, arrivare in porto.
Mi sono preso anch'io i miei dieci minuti. Del resto, è solo il 50% del tempo che ha utilizzato il collega Riggio! Ho voluto puntualizzare alcune questioni di carattere squisitamente politico, perché non sarei stato in grado di competere con il collega Riggio su questioni tecniche.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.
SIMONETTI Ricordo che il nostro Gruppo era già intervenuto nel dibattito generale, ponendo questioni importanti, preliminari, d'impianto politico di necessità di approfondimento, discussione e interlocuzione con la Giunta.
Prima di entrare nel merito della proposta di deliberazione, vorrei chiedere all'Assessore e alla Giunta regionale di dare risposta alle questioni poste dal Gruppo Comunista e da altri colleghi. Vorrei anche chiedere che ci venga data una relazione in merito.



PRESIDENTE

Questo riassunto può essere opportuno, ma ricordo che dobbiamo passare all'esame degli emendamenti. Ero convinto che il dibattito generale si fosse già concluso la volta scorsa. Non è possibile che, per un lavoro che dura più giorni, ogni volta occorra riprendere richiamando le valutazioni già espresse. Per questo chiedo: la Giunta ritiene di fare le valutazioni richieste? Su di esse, però, non si potrà intavolare un'altra discussione! Altrimenti, continueremmo a lavorare con il ritmo del ping-pong! Ha chiesto la parola la Consigliera Manica, ne ha facoltà.
MANICA A questo punto, vorrei fare una proposta, per dare organicità e celerità ai nostri lavori.
Considerati gli interventi fatti stamattina da diversi Consiglieri (dell'opposizione, certo, ma ricordo che anche le osservazioni del Consigliere Gallarini entravano nel merito di problemi importanti), è del tutto evidente che, prima di passare all'esame degli emendamenti, per poter procedere celermente e in modo adeguato, l'Assessore D'Ambrosio deve pur dire qualcosa sulle questioni che gli sono state poste! Mi sembra che, a questo punto, sia necessario un intervento dell'Assessore su aspetti di ordine generale che sono stati posti alla sua attenzione. Certamente si semplificherebbe il procedere dei nostri lavori e si arriverebbe celermente all'esame degli emendamenti. Ricordo che gran parte di essi sono stati presentati, appunto, dall'Assessore D'Ambrosio che ha modificato così, sostanzialmente, il provvedimento di cui si è discusso per lunghi mesi in Commissione. Questo chiarimento risolverebbe moltissimi dubbi e interrogativi posti dai Consiglieri in aula. Del resto i Consiglieri hanno discusso per mesi del testo in Commissione, si sono in quella sede a lungo confrontati: in aula si sono invece ritrovati un testo completamente diverso, modificato dalle proposte della Giunta. L'Assessore può senz'altro ampiamente chiarire e ridefinire questioni complessive: quel numero di emendamenti cambia sostanzialmente il provvedimento e riapre, nei fatti, che lo si voglia ammettere o no, la discussione generale.
Ritengo che un simile chiarimento potrebbe essere utile per tutti. So che il Presidente, che accoglie sempre le proposte utili, ha ben capito che abbiamo formulato la nostra proposta in questo senso.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.
D'AMBROSIO, Assessore alla sanità Ricordo ai colleghi Consiglieri che, con questo provvedimento ottemperiamo al D.P.R. del 14/1/1997.
Non intendo tornare sulla discussione che, a mio parere, è già stata fatta e conclusa in aula la volta scorsa. Però, poiché mi sono state richieste, devo almeno fare alcune precisazioni.
Devo riferire all'aula che quattordici Regioni hanno emanato una normativa specifica. Tra queste quattordici Regioni, la Liguria, l'Emilia Romagna e la Toscana l'hanno fatto attraverso legge regionale, le rimanenti, invece, attraverso una deliberazione consiliare.
Alcuni colleghi sostengono che, qua in aula, è giunto quasi un "secondo documento" rispetto al testo originario licenziato in Commissione. In realtà, non è così, tant'è vero che il documento non è stato inviato un'altra volta al CORESA. Questo documento definitivo è frutto delle osservazioni pervenuteci durante le consultazioni e degli emendamenti apportati in aula.
Il problema principale mi sembra sia quello dei Day-Surgery. Sottolineo che nel documento c'è scritto che la stessa, la chirurgia del giorno, la "Day-Surgery" (scusate la mia pronuncia inglese, sicuramente carente!) pu essere effettuata secondo tre possibili modelli: unità operativa di degenza monospecialistica, quindi in ospedale, posti letto dedicati all'interno di un'unita di degenza ordinaria di un ospedale o di una casa di cura, a carattere generale e chirurgico, casa di cura, e infine unità autonome di day-surgery dotate di accettazione, degenza, sale operatorie ed altri servizi indipendenti. Tali unità sono dotate di propri locali, mezzi e personale, e sono quindi autonome dal punto di vista strutturale e gestionale.
In realtà noi prevediamo, così come altre Regioni (faccio riferimento soprattutto all'Umbria) che Day-Surgery possa esserci anche nel privato: in questo caso, però, occorre avere precisi requisiti per effettuare questi interventi.
Debbo ancora specificare che questo documento si compone di due parti: la parte autorizzativa, quindi i requisiti minimi, e la parte dell'accreditamento vero e proprio, che rappresenta i requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi ulteriori per l'accreditamento delle strutture.
Potremo allargare la discussione entrando nel merito di ogni singolo emendamento. Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.
RIGGIO Chiedo scusa, ma avevo posto una questione rispetto alle risorse. La volta scorsa l'Assessore aveva riconosciuto che non necessariamente, come ex art. 20, si riesce a garantire l'adeguamento di tutte le strutture.
Vorrei sapere, quindi, quali sono le strutture e con quali priorità verranno scelte.
L'altra questione che avevo posto e sulla quale non ho ricevuto risposta riguarda il fatto che l'adeguamento non è solo di tipo murario, ma anche di tipo strumentale e del personale.
Chiedo come questo si possa conciliare con la situazione debitoria che si è venuta a creare nella sanità piemontese nel suo complesso e nelle Aziende sanitarie specifiche.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.
SIMONETTI Grazie, Presidente. L'Assessore ha risposto puntualmente ad alcune osservazioni sul "Day-Surgery". Al di là della necessità - pur utile, ma ormai nota e stranota - dell'Assessore di ribadire che questo è l'adempimento al DPR e che già altre Regioni hanno legiferato sulla questione, il nostro Gruppo aveva posto alcune osservazioni che ripeto in quest'aula, in modo che l'Assessore possa prenderne nota e rispondere prima di entrare nel merito degli emendamenti.
Sono questioni assolutamente generali e propedeutiche alla discussione.
La prima, già richiamata dal collega Riggio: al di là del fatto che questa proposta di deliberazione non è legata ad un Piano di risorse finanziarie ed il primo provvedimento, presentato in due momenti, con due provvedimenti sostanzialmente diversi - basta leggere i due provvedimenti per notare tali differenze nei contenuti - andava ad individuare tempi risorse e procedure per le strutture pubbliche - nel punto a) - e per le strutture private accreditate - nel punto b) - mentre per le strutture pubbliche si demandava l'intervento, rispetto ad una forma di regolamentazione e l'adeguamento ai requisiti, ai finanziamenti dell'ex art. 20 - e ricordo le preoccupazioni di tutti i colleghi (l'art. 20 riguarda fondi limitati, di fatto già vincolati rispetto all'ammodernamento degli ospedali, delle strutture sanitarie, col famoso Piano decennale della legge finanziaria dell'88) - ci chiediamo come si possa subordinare, date queste risorse limitate, un intervento necessario ed urgente alle risorse finanziarie dell'ex art. 20.
Chiediamo, pertanto, quale sia la scala di priorità che la Giunta ha scelto e se non si intendano individuare altre risorse finanziarie e percorsi.
E' ormai un anno che parliamo del grave disavanzo di bilancio che investe la Regione Piemonte nel settore della sanità, pertanto questo discorso si colloca in toni sicuramente preoccupanti.
Come seconda questione, chiediamo spiegazioni sulla forbice che si viene a creare tra i requisiti minimi stabiliti per l'autorizzazione per le strutture private ed i requisiti ulteriori individuati per l'accreditamento ultimo. Tra i requisiti minimi ed i requisiti ulteriori, sia dal punto di vista strutturale che dal punto di vista funzionale sono stati stabiliti dei requisiti ulteriori che garantiscono la qualità del servizio e delle prestazioni. Essi, però, sono molto selettivi ed infatti una domanda derivante dalle discussioni avvenute in IV Commissione è proprio questa: nel momento in cui c'è una forbice così ampia tra i requisiti minimi ed i requisiti ulteriori, quante strutture sanitarie possono essere contenute in quel mezzo? Avevamo richiesto una relazione sulla situazione delle risorse finanziarie, per sapere quante sono oggi le strutture private in provvisorio accreditamento che arriverebbero al requisito minimo. Ci piacerebbe sapere - Assessore - quante sono le strutture private che, nella situazione odierna, arriverebbero ai requisiti ulteriori e quante starebbero in mezzo, perché non vorremmo approvare una proposta di deliberazione che, a parole, va a regolamentare l'attività privata sanitaria sul territorio, ma, nei fatti, crea le condizioni affinché questa fantomatica libera scelta non garantisca la qualità delle prestazioni e quindi danneggi le persone che riconoscono nella Regione l'Ente che tutela la loro salute.
Non vorremmo trovarci con dei livelli, individuati di volta in volta dalla Giunta regionale, espropriando il Consiglio da qualsiasi discussione approfondimento, valutazione e legittimazione, ai quali viene corrisposta una forma diversa di accreditamento.
Di questo abbiamo già parlato in Commissione e su questo ci sono grosse preoccupazioni, perché se nella premessa della proposta di deliberazione non viene fatta una specificazione, questa proposta di deliberazione è falsa, non serve a niente, non va a regolamentare le strutture private che oggi vivono ed operano per lo più senza i requisiti minimi per poter funzionare.
Presidente del Consiglio, non solo il mio Gruppo, ma tutto il Consiglio ha la necessità di ricevere delle risposte.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.
D'AMBROSIO, Assessore alla sanità Grazie, Presidente. Rispetto alle risorse finanziarie, ribadisco a malincuore quanto ho detto più volte in altre sedi.
Il disavanzo stimato dagli organi governativi, nel periodo 95/99, per la Regione Piemonte, è di 2.600 miliardi. Questa, a prima vista, pu sembrare una cifra enorme, che può far pensare a chissà quali cose, ma che in realtà ci pone ben ultimi fra tutte le Regioni del centro-nord.
Devo dire ai Consiglieri che questo debito viene in parte ripianato dal Governo centrale, con circa 1.700 miliardi, e anche di questo non bisogna gridare allo scandalo. Negli anni precedenti tutte le Regioni hanno sforato e c'è stato il ripiano; quest'anno - chissà perché - un Assessore del Comune di Torino ha ritenuto opportuno e doveroso chiedere al Ministro Bindi, durante una manifestazione della festa dell'Unità, di non ripianare i debiti del Piemonte. Bontà sua; è un bel cittadino del Piemonte questo Assessore comunale che, fra le altre cose, si interessa anche di sanità ed assistenza sociale! Questo ripiano parziale, quindi, ci porta ad avere sulla carta un debito di 900 miliardi.
Come la Regione Piemonte risolverà il problema "indebitamento"? Indebitamento che è dovuto a spese fatte per il territorio, ancorché ancora insufficienti, e per strutture che sono state attivate e quant'altro. Tutto è ampiamente documentato, perché vedete, cari colleghi, io debbo ripetere anche questo, visto che voi ripetete ogni volta che non trattasi di buco n trattasi di sforamento "semidoloso", questi sforamenti in passato sono stati fatti molto spesso in sanità e i miei colleghi frequentavano assiduamente Via Tasso che, come sapete, è sede della Procura della Repubblica! Fortunatamente io sono assolutamente indenne da questi sospetti e penso di poter contribuire, con l'aiuto del Presidente e della Giunta tutta, a ripianare sollecitamente con la programmazione che è stata già presentata (2000-2003) questo che è un debito voluto perché necessario ecco: voluto perché necessario! Allora, dei 900 miliardi, dicevo, circa 100 miliardi rientrano con l'accordo del Patto di buon governo; altri 200 dovrebbero entrare per una gestione diversa dei beni immobili (i beni immobili della Regione Piemonte assommano a circa 3.000 miliardi); restano 600 miliardi per i quali la Giunta ha deciso di accendere due mutui, uno nel 2001, l'altro nel 2002 per cui alla luce del fatto che nel periodo 2000-2003 la Regione Piemonte avrà dal Governo centrale circa 1.000 miliardi in più perché come molti di voi sanno passeremo dagli attuali 113.000 miliardi come budget del Fondo Sanitario Nazionale a circa 130.000, quindi con i mille miliardi che ci sono in più e la programmazione che si vorrà fare, nel 2003 ci dovrebbe essere un pareggio di bilancio, anzi addirittura un attivo di bilancio.
Questo per rispondere ai colleghi, e non solo ai colleghi, che in tutte le sedi parlano di questa situazione di "pericolo imminente" per la sanità piemontese.
Debbo ribadire anche in questa sede che non vi sarà ovviamente alcun balzello aggiuntivo sulle spalle dei cittadini piemontesi..
Quali sono le risorse per migliorare le situazione delle strutture pubbliche del Piemonte, per poter permettere alle stesse di essere accreditate? Le risorse indubbiamente non sono moltissime, ma con queste risorse possiamo partire bene e verificare poi, dopo cinque anni (l'accreditamento parla infatti di cinque anni per l'adeguamento), quante ulteriori risorse sono necessarie per l'accreditamento.
In realtà, l'art. 20 per il secondo triennio prevede per il Piemonte 1.160 miliardi, ai quali vanno aggiunti circa 600 miliardi delle aziende le quali si sono dette disponibili, perché molte aziende, contrariamente a quanto si pensa, hanno disponibilità di cassa; in più c'è il 5% regionale per cui si arriva a circa 1.700 miliardi. E' chiaro che non tutti questi miliardi vengono impegnati per la ristrutturazione delle strutture e per il supporto tecnologico, ma buona parte viene impiegata per questo.
Siccome l'accreditamento non è una cosa che si farà dalla mattina alla sera e siccome il documento prevede cinque anni per l'adeguamento, vedremo dopo questi cinque anni cosa fare per le strutture del Piemonte che sapete essere le più vecchie d'Italia, perché mediamente hanno 70 anni, a fronte delle strutture di altre Regioni che hanno una anzianità media di 34 anni.
Vedremo quindi fra 5 anni che cosa succede.
La forbice, a mio modo di vedere, Consigliera Simonetti, è addirittura un valore aggiunto. Lei dice che non condivide assolutamente la graduazione dei livelli. In questa realtà questo è previsto, l'accreditamento...
SIMONETTI (fuori microfono) Non viene scritto però.
D'AMBROSIO, Assessore alla sanità No, no, viene anche scritto, collega, poi lo vedremo durante la discussione del documento.
Tutte le altre Regioni lo hanno previsto, noi dobbiamo dire che ci siamo adeguati perché purtroppo c'è stato qualche ritardo nella presentazione del documento di accreditamento.
Per quanto attiene il privato, debbo dire che l'accreditamento è il documento che ci permette veramente di poter far accedere i cittadini a strutture sicure dal punto di vista del supporto tecnologico e dal punto di vista della accoglienza alberghiera. Debbo sottolinearle, come lei ben sa che le strutture se non sono accreditate non possono convenzionarsi con il sistema sanitario nazionale e quindi questo è un altro dato indispensabile e importante per poter procedere. Anzi, le dirò di più: l'accreditamento non è di per sé sufficiente per poter far sì che la struttura privata lavori con il sistema sanitario nazionale, ma bisogna che ci sia un accordo con le ASL per poter lavorare nel sistema sanitario nazionale.
Il problema - e concludo - del supporto tecnologico, collega Riggio, è un problema enorme, perché una Regione come il Piemonte nel 1998, lei sa ha ricevuto circa 16 miliardi in tutto, il che significa poco più di 500 milioni per ogni ASL, e 500 milioni rispetto ai costi delle strutture di alta tecnologia sono veramente pochissima cosa! Io mi auguro che questi fondi ulteriori per il supporto tecnologico possano venire dal Governo centrale, altrimenti la Regione deve studiare le modalità per poter venire incontro a questa necessità che è una necessità indispensabilissima perché non possiamo parlare di libera professione intra moenia, se abbiamo carenze alberghiere, ma soprattutto se abbiamo carenze di supporto tecnologico che, tra le altre cose, va di pari passo con l'enorme problema delle liste di attesa.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.
SUINO Assessore, sulla questione economica, per la dotazione di personale e di strumenti tecnologici, qual è la previsione e la disponibilità di finanziamento esistente? Questo non l'ha detto.
Inoltre, diamo l'impressione di non sapere da dove partiamo, ma soprattutto, di non sapere dove stiamo andando.
Probabilmente lei ha la documentazione; non c'è stata fornita pazienza, la fornisca adesso.
Lei, in data 22 luglio 1998, aveva rilevato in Commissione l'opportunità di approfondire l'esame della deliberazione predisponendo il monitoraggio dei servizi specialistici esistenti nelle strutture pubbliche e private e dando la fotografia dell'esistente.
Questo atto è essenziale, altrimenti il dubbio che poneva la Consigliera Simonetti, alla quale lei ha risposto in termini politici - non torno sulla questione di via Tasso - una risposta quasi da comizio.
Il rischio che si corre, non fornendo l'informazione, è di ritrovarci nella stessa situazione di quando abbiamo stilato il Piano sanitario regionale. Infatti, non sapevamo, non avevamo la mappa dei bisogni da dove si partiva, abbiamo scritto, contribuendo in modo diverso tutti, un gran bel documento, non abbiamo individuato la finalità, non sappiamo qual è stato il percorso che abbiamo seguito, perché non c'è stata una programmazione pilotata.
Su questo provvedimento ci fornisca ancora queste due informazioni, o perlomeno si dia contezza di averle, che esistono, visto che sono passati due anni e almeno su questi strumenti possiamo fare delle valutazioni di merito e assumerci anche le responsabilità del caso come Gruppi politici.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.
D'AMBROSIO, Assessore alla sanità La documentazione in questo momento non posso fornirvela. Però, per quanto attiene le risorse, in rapporto anche al livello di accreditamento dovremmo fare ulteriori verifiche. Ribadisco che per l'adeguamento vi sono cinque anni, bisognerà seguire il percorso per poter definire...
SUINO (fuori microfono) Quali sono i criteri? Il monitorraggio? Che cosa succede in questi cinque anni? Deve darci delle indicazioni.
D'AMBROSIO, Assessore alla sanità Le singole aziende hanno già presentato dei progetti e faranno un aggiornamento continuo di quella che è la situazione delle loro strutture e del modo in cui le stesse vanno messe a norma.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

Abbiamo concluso la fase della discussione generale; siamo pronti per passare alla discussione degli emendamenti.
Vi devo, però, informare che ho avuto la richiesta, da parte dei rappresentanti dell'Associazione degli Artigiani, di avere un breve incontro per sollecitare un problema che in realtà noi ben conosciamo; le organizzazioni chiedono l'incontro con i Capigruppo.
Perciò, vi chiederei di sospendere la seduta per poter ricevere la delegazione in sala "A".
Penso che nel giro di quindici minuti la seduta possa riprendere; se così non fosse, i lavori riprenderanno alle ore 14.30.



(La seduta, sospesa alle ore 12.30 riprende alle ore 12.55)



PRESIDENTE

Comunico che i nostri lavori consiliari riprenderanno alle ore 14.30.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 15.56)



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