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Dettaglio seduta n.444 del 25/01/00 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico: a) Congedi Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Cavallera, Farassino Ferrero, Galli, Peano.
b) Presentazione progetti di legge L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Comuni - Polizia rurale, urbana e locale

Interrogazione n. 2983 del Consigliere Salerno inerente a "Ordine pubblico a Sauze d'Oulx"


PRESIDENTE

In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interrogazione n. 2983, presentata dal Consigliere Salerno.
Risponde l'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore alla polizia locale

Il Consigliere Salerno, a seguito di una notizia pubblicata sul quotidiano La Repubblica il 5 settembre 1999 chiedeva notizie circa un provvedimento di trasferimento di cui era oggetto il Comandante dei Vigili Urbani di Sauze d'Oulx.
In particolare, l'interrogante intendeva sapere se l'Assessorato avesse intrapreso azioni per appurare la consistenza e la veridicità di quanto pubblicato in quell'articolo.
In riferimento all'interrogazione in oggetto, dal titolo "Ordine pubblico a Sauze d'Oulx", abbiamo rilevato, dopo una verifica, i seguenti elementi: premesso che la Regione non ha competenza ad intraprendere azioni di nessun tipo in caso di irregolarità commesse dalle Amministrazioni comunali premesso anche che l'Assessorato alla Polizia locale ha competenze in materia di coordinamento e di formazione professionale della Polizia locale, abbiamo individuato che l'unica istituzione in grado di verificare la fondatezza dei fatti segnalati è la Magistratura, che infatti sta procedendo in questo senso, dal momento che vi sono procedimenti penali già in corso, sia nei confronti dell'ex Comandante della Polizia Municipale sia nei confronti dei due amministratori soggetti dell'articolo questi procedimenti faranno il loro corso senza la necessità di ulteriori interventi da parte dell'ente regionale, che probabilmente correrebbe il rischio di interferire su materie di non propria competenza. Del resto, la situazione è in continuo mutamento, dal momento che già da mesi l'ex Comandante si è trasferito, con mobilità volontaria, ritornando al Comune di Monza, da cui proveniva prima di essere assunto con regolare concorso dalla stessa Amministrazione, che attualmente è in carica ed è coinvolta nella diatriba.
Altre informazioni non siamo riusciti ad ottenere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Ha ragione l'Assessore Vaglio quando dice che la Regione ha delle espresse competenze in materia di ordine pubblico, ma il semplice incidente chiamiamolo politico - di una mia interrogazione nei confronti dell'Assessorato può comunque avere una valenza, non tanto giuridico amministrativa, quanto appunto politica. Difatti, la situazione è talmente in evoluzione, Assessore, che il Comandante dei Vigili, trasferito a Monza pare sia stato nuovamente reintegrato nella Polizia Municipale di Ulzio.



VAGLIO Roberto, Assessore alla polizia locale

L'altra settimana.



SALERNO Roberto

L'altra settimana. Quindi c'è stato un trasferimento ed un nuovo reintegro, pertanto ci sono elementi di novità.
E' importante che, pur non avendo competenze, gli amministratori regionali (i Consiglieri e gli Assessori) siano comunque vigili, dal punto di vista politico, su talune situazioni che possono sembrare non troppo conformi ad uno stile e ad una deontologia amministrativa, anche quando si tratta di piccoli Comuni.
Sono, comunque, soddisfatto e ringrazio l'Assessore.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Interpellanza n. 2854 dei Consiglieri Papandrea e Moro, inerente a "Sostegno informativo e finanziario ai viticoltori nella lotta contro la 'flavescenza dorata'"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 2854, alla quale risponde l'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

In merito a quanto asserito nelle premesse dell'interrogazione n. 2854 si ritiene opportuno formulare quanto segue: I primi riscontri della malattia della flavescenza dorata sono stati rinvenuti per la prima volta in Piemonte nel giugno 1998, allorché dal tortonese veniva trasmesso al laboratorio del Settore Fitosanitario un campione di vite con sintomi complessi, prevalentemente riferibili a malattie del legno. Solo nel luglio 1998, a seguito di successivi approfondimenti diagnostici, tecnici del suddetto Settore riscontravano sintomi riferibili a fitoplasmosi.
Immediatamente venivano intensificati i sopralluoghi nei vigneti del tortonese e le analisi strumentali venivano affidate all'Istituto di Fitovirologia del CNR, che le concludeva verso la fine dell'estate segnalando che, su 11 campioni esaminati, solo 3 erano riferibili a flavescenza dorata.
La diagnosi certa sulla presenza della malattia richiede riscontri analitici estremamente complessi e costosi, che non possono pertanto essere utilizzati su larga scala.
Si ritiene, inoltre, necessario sottolineare che nel corso delle riunioni di coordinamento regionale del comparto viticolo 1997 e 1998 tenute mensilmente nel periodo primaverile-estivo presso il Settore Fitosanitario, non è mai stata sollevata dai tecnici alcuna problematica relativa alla supposta od accertata presenza di flavescenza nei vigneti piemontesi.
Non appena la Direzione Sviluppo Agricoltura ha avuto la sicurezza diagnostica in merito alla malattia ha immediatamente realizzato la gravità del problema e, contestualmente, ha preso iniziative per affrontarlo adeguatamente.
Già nel novembre 1998 il Settore Fitosanitario ha messo in atto tramite gli operatori dell'Assistenza Tecnica, un'indagine conoscitiva sui vigneti colpiti fornendo un questionario per la sua realizzazione ed ha contemporaneamente preso contatti con l'Istituto di Entomologia della Facoltà di Agraria di Torino e con l'Istituto di Fitovirologia del CNR, per la messa a punto di progetti di ricerca.
Lo stanziamento regionale è stato di L. 100 milioni, al quale si è aggiunto quello di L. 30 milioni erogato dalla Cassa di Risparmio di Tortona e dal Comune di Tortona.
La loro realizzazione è iniziata nella primavera 1999 per impossibilità di svolgere le indagini nei vigneti durante il riposo vegetativo.
La Direzione Sviluppo Agricoltura ha istituito un'unità flessibile formata da ispettori fitosanitari di Vercelli e Novara.
Conscio della necessità di impedire la diffusione della malattia attraverso materiale vivaistico non idoneo, il Settore Fitosanitario ha immediatamente predisposto un piano di controllo a tappeto di tutti i campi di piante madri e dei vivai viticoli.
Per consentire un più rapido controllo dei campi di piante madri, la Regione, inoltre, ha attivato una collaborazione esterna stanziando un finanziamento di 40 milioni.
In Piemonte sono presenti 1758 campi di piante madri, dislocati principalmente nelle province di Alessandria, Asti, Cuneo e Torino. Alla data del 17.09.1999 ne sono stati visitati 1412 (80% del totale) con prevalenza di campi situati nelle zone a maggior rischio.
Il periodo in cui è possibile effettuare i sopralluoghi, in quanto i sintomi evidenziati sono più facilmente riferibili alla malattia, è compreso tra agosto e settembre. Entro metà ottobre si prevede di completare il lavoro con la valutazione dei risultati e l'indicazione del materiale di moltiplicazione da utilizzare.
Allo stato attuale delle conoscenze non risulta che esistano insetti antagonisti di Scaphodeus titanus utilizzabili per la lotta biologica contro detta cicalina.
Tecnicamente, inoltre, l'uso della lotta biologica contro questo insetto non è efficace per il contenuto della flavescenza dorata, perché si rende necessario azzerare la popolazione del vettore. Con la lotta biologica non è possibile conseguire questa distruzione totale delle popolazioni, ma solo una loro riduzione. Nel caso in oggetto, la presenza anche di pochi individui infetti sopravvissuti può causare la diffusione del fitoplasma.
L'intervento regionale è stato tempestivo ed incisivo, volto prioritariamente ad una precisa e puntuale informazione dei tecnici delle Organizzazioni Professionali e delle Associazioni dei Produttori ed alla raccolta di dati relativi alla diffusione del territorio di casi riferibili a flavescenza dorata ed alla diffusione dell'insetto vettore.
Relativamente ai collegamenti esistenti tra i viticoltori e l'Assessorato Agricoltura Caccia e Pesca della Regione, si sottolinea che a quelli istituzionali già esistenti (riunioni di coordinamento mensile dei tecnici del comparto viticolo, servizi erogati dal laboratorio di diagnostica del Settore Fitosanitario), è stata attivata, per affrontare questo specifico problema, tutta una serie di iniziative (riunioni tecniche, lezioni, diffusione di materiale segnaletico, circolari relative alle metodologie di intervento, vademecum, ecc.) volte ad una corretta informazione nei confronti degli operatori viticoli e dei vivaisti.
Tutte queste iniziative sono state intraprese affinché i viticoltori ed i tecnici fossero in grado di comunicare tempestivamente la presenza della malattia al Settore Fitosanitario, attuando nel contempo le necessarie misure di lotta.
E' stato così possibile costruire un quadro sempre più completo sulla gravità e diffusione del fenomeno nel territorio regionale.
In considerazione dell'evolversi della fitoplasmosi, un primo accertamento di larga massima sulla situazione della malattia nelle province di Alessandria, Asti e Cuneo è stato avviato con la collaborazione dei Comuni. A questo è seguita una rilevazione puntuale di tutti i vigneti colpiti, attuato tramite le Organizzazioni Professionali e le Associazioni di Categoria.
Attraverso questa indagine sarà possibile ai viticoltori, per il tramite dei tecnici dei servizi di assistenza, di far pervenire alla Regione informazioni precise e complete sulla reale presenza e gravità della fitoplasmosi nei loro vigneti.
Tutti i canali di informazione finora messi a punto verranno ulteriormente potenziati nei prossimi anni ed integrati con altri strumenti ritenuti di volta in volta più idonei.
A tal proposito, è attualmente allo studio una proposta di legge regionale relativa agli interventi da porre in atto per la prevenzione ed il risanamento dei vigneti infetti da flavescenza dorata, comprendente, tra l'altro, anche interventi mirati nel campo del monitoraggio, della sperimentazione e dell'informazione.
Per quanto riguarda possibili interventi del Ministero, in data 08.09.1999 è stata inoltrata una richiesta urgente per una inclusione della flavescenza dorata fra le fitopatie ammesse a beneficiare degli interventi previsti dall'art. 1 del ddl n. 4032 (Disposizioni in materia di interventi del Fondo di Solidarietà Nazionale in favore di aziende agricole danneggiate da fitopatie di eccezionale gravità).
E' stata, inoltre, promossa un'azione a livello UE per ottenere una deroga rispetto alle scadenze di autorizzazioni agli impianti già emessi ed ai diritti di reimpianto in scadenza.
Il Ministero sta valutando la possibilità di rivedere la L. 185/92, al fine di renderla utilizzabile per il sostegno finanziario delle aziende colpite. Attualmente la legge 185/92 è applicabile solo considerando le viti colpite come strutture.
Nella proposta di legge precedentemente citata verranno inseriti interventi finanziari destinati alle aziende colpite e al ripristino dei vigneti distrutti, nel rispetto dei vincoli comunitari e nazionali. Allo stato delle norme legislative non sono ipotizzabili risarcimenti per mancati redditi.
La Regione Piemonte si è attivata per promuovere una trattativa su questo argomento con gli Istituti di Credito, i quali, pur frapponendo problemi di chiarimenti della normativa, del visto della Commissione Europea per questione di compatibilità con i principi comunitari, sono tuttavia disponibili ad incontri per approfondimenti di merito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, come Gruppo di Rifondazione Comunista, siamo ancora molto preoccupati per la mancanza di un tempestivo intervento in merito al grave problema della flavescenza dorata che sta destando molta preoccupazione ed anche rabbia tra i viticoltori soprattutto del tortonese, che è stata la prima area ad essere colpita dal grave fenomeno, paragonabile alla filossera. Successivamente si è esteso a macchia di leopardo un po' su tutto il territorio alessandrino e direi piemontese, rappresentando un grave pericolo non soltanto per l'annata attuale, ma anche per gli anni a venire, perché si dovrà estirpare il vigneto colpito.
Nell'interpellanza avevamo anche chiesto che si parlasse, oltre all'informativa, che sta dando risultati positivi, dei finanziamenti e soprattutto delle modalità di intervento a sostegno delle aziende duramente colpite da questa tragedia e nell'alessandrino ve ne sono molte.
Riteniamo che all'inizio vi sia stata una forte sottovalutazione del problema da parte della Regione e del Governo centrale e, come abbiamo detto nell'interpellanza, riteniamo ci siano tutti i requisiti per richiedere lo stato di calamità naturale. Pur trovandoci in un periodo elettorale, pensavamo si potesse addivenire ad una legge regionale che oltre a fornire i servizi informatici, la prevenzione e l'estirpazione dei vitigni colpiti, sanasse il grave danno economico subito dalle nostre aziende agricole, specialmente le più piccole. In parte, si sta lavorando in questo senso, la Regione si è comunque attivata con i tecnici e anche i Comuni stanno svolgendo, a nostro avviso, un ottimo lavoro, soprattutto per verificare le zone così colpite. Però, rimane l'incognita e la preoccupazione che non si vada verso la giusta direzione, cioè non solo estirpare il vitigno e, quindi, riprodurlo, ma soprattutto pagare i danni alle aziende colpite, che avranno comunque un danno per molti anni.
In questo senso, sollecitiamo l'Assessorato regionale anche ad intervenire sul Governo e sul Ministero affinché si arrivi veramente ad una legge che decreti lo stato di calamità e, quindi, si paghino anche i danni perché sono veramente ingenti e potranno rendere ancora più drammatico l'abbandono delle nostre campagne.


Argomento: Formazione professionale

Interrogazione n. 3077 del Consigliere Foco inerente a "Progetti di formazione"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 3077, alla quale risponde l'Assessore Goglio.



GOGLIO Giuseppe, Assessore alla formazione professionale e lavoro

In risposta all'interrogazione urgentissima n. 3077 del 19/11/1999 a firma del Consigliere regionale Andrea Foco, con la quale si interroga il Presidente della Giunta e l'Assessore competente per conoscere i motivi che hanno indotto a fissare limiti di tempo così brevi per la presentazione dei progetti integrati di formazione tecnica superiore (IFTS) e, nello stesso tempo, se non si ritiene che detti limiti abbiano potuto causare sviste e/o errori materiali di valutazione, si precisa quanto segue.
Il percorso di programmazione relativo agli interventi in materia di IFTS si è articolato, in un primo momento, su precise indicazioni del Comitato di progettazione nazionale. Si prevedeva, infatti, la presentazione del Piano regionale entro il 10/07/1999, con la definizione dei Bandi entro il 05/09/1999. In conseguenza di ciò, la Giunta regionale con suo Atto deliberativo n. 35-27726 del 05/07/1999 approvava le linee di programmazione regionale. Si attendevano, a questo punto, per la stesura e la pubblicazione dei bandi, le linee di programmazione nazionale di competenza del livello centrale nonché la determinazione delle risorse finanziarie da destinare alla Regione Piemonte. Soltanto in data 01/09/1999 è giunta comunicazione da parte del Coordinamento delle Regioni dell'avvenuta ripartizione delle risorse da destinare alle singole Regioni con un intervento di spesa per il Piemonte pari a L. 5.156.000.000.
A questo punto, gli Uffici del Settore Attività formative della Direzione regionale Formazione-Lavoro si sono attivate per calcolare e stabilire le quote di finanziamento aggiuntive di competenza della Regione Piemonte, cui avrebbero dovuto seguire l'invio del documento di programmazione regionale, attraverso il quale si sarebbero dovute meglio definire e dimensionare le linee di programmazione regionale.
L'insieme dei documenti di programmazione avrebbe dovuto rappresentare per il Comitato nazionale di progettazione il supporto per la definizione del piano nazionale per la sperimentazione relativo al periodo 1999/2000 atto di riferimento per tutte le Regioni in funzione della compilazione del proprio piano sperimentale che avrebbe rappresentato il contesto entro cui delineare l'atto formale di presentazione del Bando.
In realtà, tutte le procedure e i tempi di percorso sopra descritti e previsti, in linea teorica, dal Comitato nazionale IFTS sono saltati, in quanto dal livello centrale non è mai stato richiesto il documento di programmazione regionale, né sono state mai elaborate le linee del piano nazionale di sperimentazione.
Solo verso la fine del mese di ottobre si ha avuta conoscenza della scadenza improrogabile del 30 novembre come termine ultimo per la presentazione, da parte delle Regioni, non solo dell'atto formale di approvazione del Bando, ma anche l'indicazione dei corsi approvati al termine delle fasi di istruttoria e di valutazione.
Conosciuta questa scadenza la Direzione regionale Formazione-Lavoro ha provveduto immediatamente a convocare il Comitato regionale IFTS in data 05/11/99, sottoponendo al suo esame ed approvazione la bozza di bando che nel frattempo gli uffici competenti avevano elaborato.
Il Bando è stato sottoposto alla discussione della Giunta regionale che lo ha approvato con D.G.R. n. 57-28553 in data 11/11/99 ed immediatamente è stato pubblicato su apposito supplemento del Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte il giorno successivo. Lo stesso giorno si è provveduto a mettere a disposizione degli operatori interessati tutta la documentazione relativa alla compilazione del bando attraverso il sito internet.
Tutti ci si è resi conto della ristrettezza dei tempi necessari per la formalizzazione delle richieste, ma bisognava comunque operare una scelta tra la rinuncia ai finanziamenti e il rispetto della scadenza fissata al 30 novembre, per questo si è stati costretti a stabilire il periodo di presentazione delle proposte entro i dieci giorni successivi per poter provvedere all'esame e alla valutazione dei singoli progetti.
Va però considerato che il Comitato regionale IFTS è composto dalle parti sociali, dai rappresentanti dei Provveditorati agli studi, delle Università e del Politecnico di Torino, degli Enti di formazione regionali dei Comuni e delle Province, per cui le proposte degli atti programmatori ed esecutivi sono state concertate fra tutti questi soggetti e che, quindi la proposta di bando era ben conosciuta sia nelle sue caratteristiche oggettive e soggettive e sia nella tempestiva realizzazione. Il termine assegnato è stato quindi ritenuto congruo in vista soprattutto di mantenere al Piemonte il finanziamento statale che, altrimenti, si sarebbe perso.
Inoltre va aggiunto che, date le particolari caratteristiche dell'intervento, gli operatori erano al corrente della situazione, tanto è vero che quotidianamente gli uffici regionali di competenza hanno fornito informazioni e risposte alle numerose richieste di chiarimenti.
Al bando hanno risposto trenta operatori con una proposta complessiva pari a quaranta progetti e per una richiesta di finanziamento pari a L.
15.952.600.000.
La Direzione regionale Formazione professionale-Lavoro a causa della tempistica molto ristretta e per evitare sviste e/o errori materiali nella valutazione, con suo provvedimento n. 31336/15/15 in data 23/11/1999 ha costituito un gruppo di lavoro intersettoriale composto da due funzionari appartenenti al Settore Osservatorio del lavoro, da due funzionari appartenenti al Settore Standard Formativi e da due funzionari appartenenti al Settore Attività Formative, il tutto coordinato dal dottor Alfonso Brero, responsabile dei progetti IFTS in forza presso il Settore Attività Formative a cui è demandata la competenza, quale responsabile del procedimento.
Il gruppo ha lavorato in modo ottimale e l'istruttoria effettuata è stata portata a termine nei tempi utili per l'assunzione dell'atto formale di approvazione da parte del Direttore regionale Formazione professionale Lavoro che con sua determinazione n. 952 del 30/11/99 ha provveduto a comunicare entro la stessa data all'Ufficio Studi e programmazione del Ministero della Pubblica Istruzione la graduatoria finale dei progetti approvati e finanziati.
I progetti risultati ammessi al finanziamento sono stati diciannove per un importo di 7.451.740.000 lire; undici progetti sono stati approvati ma non finanziati per esaurimento delle risorse messe a disposizione; nove progetti sono stati riconosciuti inidonei ed un solo progetto è stato giudicato inammissibile per mancanza dei requisiti richiesti dal bando.
Nella speranza di aver risposto esaurientemente all'interrogazione in questione e di essere riuscito a soddisfare le aspettative dell'interrogante resto a disposizione per il testo.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Foco che interviene in qualità di Consigliere.



FOCO Andrea

Intanto chiedo all'Assessore copia della sua risposta.
Oggi, chiaramente, stiamo discutendo per i posteri e per gli atti del Consiglio. Si trattava di un'interrogazione urgentissima del 19 novembre 1999, l'abbiamo discussa ancora in tempi brevi, ma la si doveva riuscire a discutere prima della chiusura dei termini.
Assessore, non contesto tutto il percorso, nel senso che lei ha fornito una spiegazione, ma, sicuramente, per chi, in aula, ha la pazienza di ascoltare due secondi e per lo stesso Assessore che ha letto l'interrogazione, se le cose fossero state come viene dettato da logica non vi era tempo per presentare una domanda che fosse una domanda.
Assessore, vorrei che fosse chiaro che i tempi erano molto ristretti non c'erano poche settimane, ma pochi giorni - per un bando complesso e complicato dove si dovevano riunire più soggetti e, secondo me, non vi era nemmeno il tempo materiale per scrivere la domanda e consegnarla, tranne che non si fosse già fatto tutto prima.
E' ovvio che in materia di scuola e di didattica le cose non si improvvisano in pochi giorni, non si improvvisano sicuramente anche se il bando avesse dato termini sostenibili, per esempio un mese, che ritengo il tempo minimo e indispensabile. Calcoli i soggetti da lei citati che dovrebbero mettersi d'accordo e costruire un progetto sperimentale; anche nel caso in cui ho la certezza solo di come devo presentare la domanda devo leggerla e perfezionarla con le organizzazioni sindacali e imprenditoriali, la formazione professionale e - la cito per ultima per dirvi che conosciamo i tempi normalmente al fulmicotone - la scuola di Stato, che per rispondere ad una cosa del genere dovrebbe riunire i suoi organismi collegiali. Quindi, dopo aver messo in piedi un progetto per lo meno con gli altri tre soggetti, devono essere convocati gli organismi collegiali che devono fornire una risposta, il tutto con quattro giorni di tempo a disposizione.
Questo voleva sottolineare l'interrogazione e non gridare allo scandalo, perché sono il primo, provenendo da quel mondo, ad avere la consapevolezza che un progetto didattico lo si costruisce molto tempo prima. Allora, Assessore, non può sorgerci il dubbio che i bandi siano conosciuti in precedenza. Mi permetto di dire, invece, che questo dubbio permane, pur se bisognava, per non perdere quei fondi, dire che i termini non potevano che essere in quella data.
Bisogna, allora, correggere il meccanismo, altrimenti il dubbio Assessore, è forte; solo chi sa già come sono i bandi, e lo sa con molto anticipo, può avere la speranza di partecipare.
Non dico altro, dopo aver fatto queste affermazioni, sulla serietà della selezione e sulla consistenza delle risorse messe a disposizione che è un peccato sprecare - ma anche sull'insufficienza, per rispondere a progetti molto seri, quindi ad un processo estremamente interessante che riguarda la scuola di Stato, la formazione professionale, il mondo imprenditoriale e le organizzazioni dei lavoratori.
Riuscire a mettere insieme dei progetti didattici è sicuramente un passo avanti. Dobbiamo aiutare a fare questo passo, ma dobbiamo anche rispettare e dare la possibilità a coloro che vogliono fare questa esperienza, di poterla fare. Il bando ed i tempi di risposta non concedevano questo, Assessore.


Argomento: Fiere, mostre e mercati

Interpellanza n. 2921 dei Consiglieri Chiezzi e Simonetti, inerente a "Stato di abbandono a Villa Gualino delle strutture riguardanti Experimenta"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 2921, alla quale risponde l'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore alle attività culturali e spettacolo

Sono contento di discutere l'interpellanza, anche perché, nella passata Commissione consiliare, ho dato una sommaria informazione su una vicenda che, al di là del particolare che rappresentava lo stato di abbandono, è molto importante perché ci consente di fare il punto su "Experimenta".
Darò tutte le informazioni su Villa Gualino, ma, nel contempo, anche su "Experimenta"; l'interpellanza è molto opportuna perché ritengo sia importante ed interessante sapere che fine farà "Experimenta".
All'interno del compendio immobiliare di "Villa Gualino", di proprietà della Regione Piemonte, è stata insediata la Fondazione Europea per la Formazione, dopo che gli Stati membri dell'Unione Europea ne avevano deciso, in data 28/10/93, la localizzazione a Torino. I rapporti tra la Regione Piemonte, il Comune di Torino e la Fondazione Europea per la Formazione, relativamente alla localizzazione della sede della Fondazione nel compendio immobiliare di "Villa Gualino", sono stati regolati, nel 1994, da specifica convenzione.
E' importante fare il punto e sono contento di farlo, perché è una vicenda lunga e complessa che avevo seguito prima come Presidente di Commissione, non come Assessore. Nel 1994 l'Unione Europea ha concordato con Comune e Regione che ci sarebbe stata la sede dell'importantissima celebrata e complimentata da tutti - perché è stata una grande acquisizione per la città - Fondazione Europea per la Formazione.
Veniva inoltre stipulato tra la Regione Piemonte ed il Comune di Torino un protocollo d'intesa, allegato alla convenzione, in cui veniva, tra l'altro, previsto che, stanti le difficoltà organizzative derivanti da un contemporaneo svolgimento delle attività della Fondazione e della mostra "Experimenta", il Comune di Torino si sarebbe fatto carico di individuare un'area idonea per il trasferimento della mostra e di sostenerne gli eventuali oneri di urbanizzazione.
Il Comune di Torino ci disse, cioè, che non potevamo tenere "Experimenta" ad libitum a Villa Gualino, perché la Fondazione aveva bisogno di allargarsi, di sistemarsi. Nel 1994, la Commissione Cultura della Regione dichiarò di essere d'accordo; la Fondazione era un'occasione veramente troppo importante per essere sprecata. La Regione disse anche che se il Comune ci avesse chiesto di spostare "Experimenta", avrebbe dovuto fornire un'area attrezzata per trasferirla; mi pare una risposta logica e di buon senso, concordata con le varie Amministrazioni (già con il Sindaco Castellani).
L'accordo prevedeva, inoltre, che, fintanto non si fosse individuata ed attrezzata una nuova sede, la mostra "Experimenta" avrebbe continuato a svolgersi nel Parco di Villa Gualino. In seguito, il Comune di Torino determinava di assegnare alla Regione, per questo scopo, parte delle aree interne al Parco Colonnetti di Torino facendosi carico dell'esecuzione delle necessarie opere di urbanizzazione.
Questo è un passaggio importante, perché - come la collega Simonetti saprà - la Circoscrizione di Mirafiori Sud chiede fortemente che "Experimenta" si svolga in quel luogo. La Regione Piemonte ed il Comune di Torino sono d'accordo; la Provincia di Torino, invece, ha qualche perplessità, perché ritiene che una sede centrale sarebbe più idonea per eventuali futuri collegamenti con altre manifestazioni.
E' pertanto utile, Consigliera Simonetti, che lei faccia sapere alla Circoscrizione che vogliamo difendere questa scelta.
Entro tali aree è compresa una palazzina, già sede del centro fitovirologico del CNR, di cui veniva previsto il recupero e l'utilizzo nell'ambito dell'allestimento di "Experimenta". Tale palazzina era però già stata assegnata, in precedenza, dal Comune all'Università di Torino, per la realizzazione al suo interno del Museo delle attrezzature e dei materiali scientifici e didattici dismessi (ASTUD).
Dopo una serie di contatti avvenuti tra Regione, Comune ed Università nel corso dei quali il Comune ha proposto all'Università una serie di altre soluzioni, nessuna delle quali però soddisfacente per l'Università, è stata concordata, al termine dell'anno 1998 (è stata una vicenda lunga tra Comune ed Università), la rinuncia da parte dell'Università all'uso di tale palazzina in cambio della concessione, all'interno del futuro comprensorio immobiliare di "Experimenta", di altri locali di pari superficie.
Quindi, anche l'ostacolo che la palazzina fosse dell'Università è stato superato, altrimenti si sarebbe bloccato tutto. Siamo intervenuti anche come Regione per fare da mediatori in questa operazione.
Nel frattempo, si era comunque proceduto, da parte della Regione Piemonte, ad assegnare gli incarichi relativi alla progettazione generale dell'insediamento definitivo, mentre il Comune di Torino, da parte sua metteva in atto le procedure inerenti l'avvio dei lavori di urbanizzazione dell'area, che non avverranno comunque prima della primavera del 2000.
In seguito all'assegnazione della palazzina alla Regione Piemonte, si è proceduto nell'anno in corso ad affidare gli incarichi per la progettazione esecutiva dei lavori di recupero della stessa, così da avviarli contemporaneamente all'esecuzione dei lavori di urbanizzazione.
Sottolineo che l'affidamento dell'incarico ad un architetto è avvenuto proprio per quell'area e non per altre.
Per quale motivo le dico questo, cara collega? Perché dimostra un'intenzione reale, perché la Circoscrizione ha timore che la Regione receda da questo insediamento così importante per la stessa. Allora abbiamo affidato l'incarico su quell'area in modo da dimostrare l'impegno esistente. Anch'io ho partecipato ad un'assemblea in Circoscrizione.



(Intervento fuori microfono della Consigliera Simonetti)



LEO Giampiero, Assessore alle attività culturali e spettacolo

Parco Colonnetti.
L'incarico per lo studio su quell'area è stato vinto dall'architetto Nivolo.
Da quanto su esposto, risulta chiara la volontà della Regione a portare a termine il progetto di insediare Experimenta all'interno del Parco Colonnetti, non essendo peraltro responsabile degli ostacoli che sono venuti a frapporsi, ponendo invece in atto ogni sforzo per superarli nella maniera più efficace.
Fuori da metafore, il Comune di Torino ha incontrato una serie enorme di difficoltà a svolgere quanto di sua competenza. Mentre noi, anche sull'emendamento della minoranza, abbiamo già destinato i fondi per Experimenta l'anno scorso, il Comune di Torino è in ritardo per una serie di questioni, che sicuramente lei potrà verificare, e la prego di farlo, è in ritardo sul Piano Regolatore, sull'urbanizzazione, anche perché vi sono stati molti cambi di deleghe tra Assessori.
Terminata l'edizione 1997 di Experimenta, all'inizio dell'anno successivo, il Consorzio Villa Gualino aveva eseguito gara d'appalto per l'esecuzione di parte dei lavori di ampliamento della sede all'interno dell'omonimo compendio immobiliare; poiché la predisposizione del relativo cantiere veniva a interessare alcune delle aree occupate da Experimenta per l'allestimento della successiva edizione della mostra, nonché per le ulteriori, si doveva cercare una diversa collocazione. A questo fine è risultata idonea, quale sede provvisoria, il Parco Michelotti di Torino.
Riguardo ai materiali e alle strutture rimaste nel Parco di Villa Gualino - sarebbero dovuti essere trasferiti al Parco Colonnetti, che non era pronto in quanto il Comune di Torino non è stato al passo con i tempi non per volontà politica, ma per una serie di disguidi amministrativi e per le dimissioni da parte dell'Assessore Vernetti che seguiva questo progetto poi sono seguite alcune incomprensioni - la Regione Piemonte, a partire dall'anno 1998, ha iniziato a smantellarli, collocando quelli ancora servibili nei magazzini regionali in attesa del loro riutilizzo...



(Intervento fuori microfono della Consigliera Simonetti)



LEO Giampiero, Assessore alle attività culturali e spettacolo.

A partire dall'anno 1998. Ha iniziato a smantellarli gradualmente, è un lungo smantellamento.
...all'interno dell'insediamento definitivo, lasciando in loco solo alcune strutture di grandi dimensioni, la cui sistemazione nei magazzini regionali comporta lo svuotamento di parte degli stessi, cosa di cui si sta per procedere all'attuazione, e le strutture destinate a: consegna, in comodato d'uso, ad enti pubblici interessati, per i quali sono attualmente in corso di definizione le relative procedure amministrative smaltimento, perché non più idonee ad essere riutilizzate. In effetti buona parte di queste non sono reali strutture, come erroneamente interpretato dagli organi di stampa, ma elementi puramente scenografici costituiti da polistirolo ed altri materiali deperibili.
Alcune strutture che la stampa ha ritenuto comunicatori veri erano finti, erano soltanto strutture di scenografia per la mostra di fantascienza, quindi è stata una piccola gaffe - ci hanno detto: "Ma come un'antenna satellitare?". Noi non ne abbiamo mai avute, era finta, era di cartapesta, per far vedere com'era, un po' come durante la guerra, insomma.
Sono inoltre presenti alcuni materiali in ferro e in legno; si tratta infatti di parti derivanti dallo smontaggio di installazioni riutilizzabili e già immagazzinate, parti che risultano logorate e comunque da sostituire nel caso di una futura messa in opera delle medesime strutture.
Per quanto concerne quest'ultima voce, già a partire dal 1998 sono stati presi accordi con il Consorzio Villa Gualino, in base ai quali lo sgombero dell'area in questione sarebbe avvenuto da parte della ditta aggiudicataria dei lavori di cui sopra, in quanto inseriti nel relativo capitolato d'appalto, successivamente al ritiro, da parte della Regione Piemonte, delle strutture e materiali ritenuti utilizzabili. Peraltro, a causa delle discussioni sorte in merito ai lavori di ampliamento del complesso immobiliare Villa Gualino, in seguito alle quali la progettazione generale degli stessi è stata parzialmente modificata, l'avvio dei lavori che interessano le aree attualmente occupate dai restanti materiali e strutture di Experimenta ha potuto avere luogo solo nell'anno in corso.
Consigliera, mi spiego in termini più concreti, la ditta che doveva procedere allo smantellamento avrebbe dovuto fare i lavori di Villa Gualino in quell'area, poi hanno cambiato i lotti per la progettazione di Villa Gualino, in pratica si è ritardato un intervento della ditta per ragioni organiche. La ditta che doveva costruire i nuovi spazi di Villa Gualino e la ditta che doveva effettuare lo smantellamento era la stessa e, avendo ritardato i tempi, è stato ritardato lo smantellamento da parte di questa ditta, che dipende dal Consorzio di Villa Gualino.
In data 17/09/99, il Consorzio Villa Gualino ha comunicato che a partire dal mese di ottobre 1999 l'impresa incaricata eseguirà lo sgombero definitivo dei materiali e strutture non servibili.
In ogni caso, va sottolineato che, per evitare incidenti, il Parco di Villa Gualino non è destinato alla fruizione del pubblico in generale, ma solo degli addetti e delle persone coinvolte nelle attività degli enti che hanno ivi sede. La programmazione dei lavori, compreso lo smaltimento dei materiali e strutture, segue quindi le esigenze del Consorzio di gestione.
Alla data odierna si stanno ultimando le operazioni di sgombero delle aree di Villa Gualino occupate dai rimanenti materiali e strutture relative alla mostra Experimenta.
Questa risposta è datata 11 gennaio, quindi siamo ancora andati avanti.
Infatti, con determinazioni n. 176 del 01/10/99 e n. 212 del 08/11/99 del Direttore Promozione Attività Culturali, Istruzione e Spettacolo Dott.ssa Marchiori, sono state concesse in comodato d'uso gratuito rispettivamente al Comune di Villareggia, al Comune di Paroldo ed al Bioindustry Park del Canavese le strutture ancora utilizzabili giacenti nel Parco di Villa Gualino (quali tensostrutture, pagode, installazioni ludiche).
Quindi, quello che andava smaltito è stato smaltito; quello che poteva essere utilizzato è stato dato in comodato gratuito a Comuni minori, come aveva anche detto la Commissione.
Inoltre, con determinazione n. 208 del 04/11/99 dello stesso Direttore si sono individuate le ditte per l'esecuzione degli ulteriori lavori di svuotamento dei locali ed aree in questione.
Attualmente i lavori di svuotamento dei locali sono stati terminati, le installazioni e le tensostrutture sono state in parte già consegnate restandone solo alcune per le quali sono in corso le operazioni di smontaggio.
I rimanenti materiali non più utilizzabili saranno smaltiti a cura dell'impresa incaricata dal Consorzio Villa Gualino.
Questo dimostra che la vostra interpellanza era opportuna, è servita a fare il punto sulla situazione. Mi permetto di dire che le determinazioni citate e tutto l'iter della storia dimostrano che la nostra Direzione Promozione Attività Culturali è sempre stata tempestiva, soltanto il cambiamento dell'ordine di qualche lavoro alla villa ha provocato ritardi ad oggi risolti.
Approfitto della situazione per dire - sono contento del vostro Gruppo anche per ragioni della Circoscrizione Mirafiori sud - che è nostro fermo intendimento mantenere lì il progetto, anzi, proporrei, se ritenete, di portare in Commissione il progetto per illustrarlo.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, siamo in parte soddisfatti della risposta fornita dall'Assessore a questa nostra interpellanza.
L'Assessore si è poi anche dilungato, anche a nostro interesse, sulla necessità di ricollocare l'esperienza e le strutture che riguardano la mostra di Experimenta in un'area che dovrebbe essere, in relazione all'ipotesi circoscrizionale, comunale e regionale, a quanto ho capito individuata nel Parco Colonnetti a Mirafiori sud.
Al di là della necessità, noi crediamo anche utile poter riuscire in questo ultimo mese a coinvolgere la Commissione consiliare competente sulla necessità di approfondire e di valutare l'opportunità di riportare una mostra di questo rilievo e di attrazione anche culturale in un'area ad oggi degradata, quindi della periferia della città, ma che, viceversa, ha una serie di potenzialità e di input, oltre ad essere un modo diverso per conoscere un quartiere ed anche altre parti.
E' chiaro che le perplessità espresse dalla Provincia di Torino, come diceva l'Assessore, rispetto ad un collegamento - oggi assente - tra i quartieri delle zone periferiche della città di Torino rappresentano un problema effettivamente reale.
Sin d'ora, in merito a questo problema, sollecitiamo un'attenzione particolare per quelle forme di collegamento e di viabilità che permettano anche ad un quartiere come quello di Mirafiori sud di approfittare di un'eventuale opportunità che gli viene data, anche per rappresentare effettivamente e realisticamente un successo. Questo riguarda la cosiddetta sinergia delle politiche: quando si ritiene necessario investire culturalmente in un'area si devono creare le condizioni affinché anche le aree adiacenti possano esserne interessate.
Tornando alla questione oggetto della nostra interpellanza, in merito a questo sono stati forniti sicuramente dei chiarimenti, però non sono stati esplicitati percorsi e tempi.
Nell'interpellanza in oggetto, il Gruppo Comunista denuncia lo stato di abbandono di Villa Gualino...



LEO Giampiero, Assessore alle attività culturali e spettacolo (fuori microfono)

Ad oggi risolto.



SIMONETTI Laura

L'Assessore dice che ad oggi è risolto, ma più di tre settimane fa Villa Gualino era in uno stato indegno. Assessore, un po' prima di Natale nell'area adiacente a Villa Gualino, ancora persisteva un ammasso non solo di tubi e di strutture, che poi non erano strutture ma rappresentavano parte della scenografia della mostra, ma anche di immondizia ed altro rappresentando non soltanto uno spreco, come da noi denunciato, di denaro pubblico, ma un'incuria nella gestione del territorio, dell'area stessa e delle strutture, che possono essere ritenute permanenti e che poi saranno concesse in comodato d'uso a Comuni minori, oppure verranno riutilizzate all'interno della mostra, comunque sono strutture che hanno visto un impegno in termini di risorse finanziarie da parte dell'ente regionale.
L'Assessore dice che a partire dal 1998, pian piano, è iniziato uno smantellamento, ma sono stati individuati percorsi che hanno determinato ritardi, per il fatto stesso che, sostanzialmente, si è identificata un'unica ditta; da un lato, lo sgombero e, dall'altro, invece, il reinvestimento delle strutture hanno determinato ritardi.
Però, i ritardi determinati dalla ditta dal 1998 al 23-24-25 gennaio 2000 non si spiegano in termini anche di investimento rispetto ad una mostra che ha visto, Assessore, l'impiego di notevoli risorse finanziarie.
Noi nell'interpellanza abbiamo fatto presente che per Experimenta erano stati citati inizialmente circa 147 milioni con deliberazione della Giunta regionale, a cui sono seguiti 676 milioni destinati alla società individuata (che è la Index), a parziale rettifica, a cui sono stati aggiunti 415 milioni per un ulteriore elenco di ditte per lavori di completamento della mostra, a cui è seguita ancora una spesa di 165 milioni per migliorare l'allestimento, per un totale complessivo di un miliardo 405 milioni.
Assessore, l'investimento per i materiali utilizzati per l'allestimento di una mostra quale Experimenta per iniziative promozionali e di informazione sul territorio ammonta a un miliardo 405 milioni di denaro pubblico. Al di là del fatto che in questi giorni il Gruppo verificherà che parte del problema sia stato risolto, rimane il fatto che fino alla fine del 1999 - parliamo del 25 dicembre 1999 - si è verificato uno stato di totale abbandono e incuria della gestione territoriale e delle strutture per le quali sono state utilizzate risorse finanziarie, quindi denaro pubblico.
Al di là del fatto che un Gruppo consiliare sollevi la questione ritenuta davvero indegna della gestione territoriale, in merito alla quale la Regione ha estreme competenze, oltre al materiale che rappresenta anche un'attività promozionale per la cultura, di fronte alle sollecitazioni del Gruppo e di fronte ai ritardi determinati dall'individuazione di un'unica ditta, non può funzionare in questo modo...



(Intervento fuori microfono dell'Assessore Leo)



SIMONETTI Laura

No, Assessore. Però la Regione ha tirato fuori un miliardo e 405 milioni, quindi ci paiono assolutamente dovute le responsabilità rispetto alla gestione e alla verifica dello smantellamento, ai tempi e alla gestione territoriale.
Quindi, ci riteniamo in parte soddisfatti; ringraziamo l'Assessore anche per ciò che ci ha voluto ulteriormente esplicitare in merito al prossimo futuro di Experimenta e alle ipotesi presenti sul campo e che coinvolgono diversi enti pubblici. Comunque rimangono alcune questioni, da affrontare in tempi certi e veloci, che sono state affrontate un po' irresponsabilmente dalla Giunta, determinando uno stato di incuria nella gestione del territorio e del denaro pubblico.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione Presidente Craxi


PRESIDENTE

Colleghi Consiglieri, mercoledì 19 gennaio 2000 è morto ad Hammamet Bettino Craxi. Avrebbe compiuto 66 anni il prossimo 24 febbraio.
Con questa breve commemorazione il Consiglio regionale del Piemonte intende ricordare lo statista e il Presidente del Consiglio dei Ministri.
Naturalmente non è questa la sede per altri giudizi che non siano quelli di una valutazione del ruolo di Craxi come leader di un partito profondamente radicato nella Storia e nella tradizione delle lotte politiche italiane.
Bettino Craxi è stato il capo di Governo dell'Italia repubblicana a sedere ininterrottamente a Palazzo Chigi per il periodo più lungo: quattro anni, dall'agosto 1983 all'aprile 1987. Un'esperienza indubbiamente contrassegnata da una notevole stabilità politica, che consentì un cospicuo lavoro di aggiornamento legislativo, di definitiva uscita dagli anni piombo, di crescita economica e di maggior presenza italiana sullo scenario internazionale.
Fra i risultati del Craxi statista sono convinto che vada annoverato il nuovo concordato tra Stato e Chiesa, firmato il 18 febbraio 1984, a cinquantacinque anni di distanza dai Patti Lateranensi.
Il documento è stato indiscutibilmente frutto dell'intuizione e del lungo lavoro di tessitura di Bettino Craxi. Un laico che però fece della riscrittura e della modernizzazione dei rapporti fra Stato italiano e Chiesa Cattolica uno dei punti più alti e uno dei risultati più oggettivi del proprio mandato politico.
"Dopo lunghi anni di riflessione e dibattito", ha scritto proprio in questi giorni la Conferenza Episcopale Italiana, "Craxi ebbe l'intelligenza e il coraggio di dare volto nuovo all'assetto delle relazioni tra lo Stato e la Chiesa, in piena coerenza con i principi della Costituzione e gli indirizzi del Concilio".
E un'altra scelta politica di Craxi, della quale oggi possiamo dire che il tempo le ha dato ragione, fu sicuramente quella del referendum sulla scala mobile del 1985. Erano anni in cui l'inflazione in Italia era altissima. Gli aumenti indicizzati dei salari la sospingevano sempre più in alto, in una spirale che appariva perversa e inarrestabile. Di fronte alla scelta di fermare l'inflazione o tutelare il proprio potere d'acquisto, il Paese si spaccò.
Alla prova del referendum, l'Italia diede ragione a Craxi. In una grande prova di maturità diede al Governo il segnale che quel meccanismo andava fermato.
Oggi, a distanza di quindici anni, l'Italia è riuscita ad entrare in Europa anche con una politica di contenimento dell'inflazione, che se è stata varata e perseguita con coerenza deve dire anche grazie a quell'intuizione e a quell'espressione di maturità del Paese.
Quella linea che allora venne bollata come antisindacale e antisociale oggi viene riletta molto più pacatamente come frutto di una cultura politica che cercava una non sempre facile conciliazione tra la matrice liberale e quella socialista. Una sintesi che affonda le sue radici nell'insegnamento di Piero Gobetti e Carlo Rosselli e che solo di recente si è iniziato a riscoprire.
Un altro aspetto della politica di Craxi che sicuramente resterà indenne da qualunque polemica e resisterà alla sedimentazione del giudizio storico è quello dell'impegno internazionale dell'Italia. Lo stesso Presidente Carlo Azeglio Ciampi, nel telegramma inviato alla famiglia, ha sottolineato come Craxi abbia contribuito "in modo significativo alla difesa dell'Occidente e al consolidamento della pace".
Il riferimento del Presidente è chiaramente al sì dato dal Craxi leader politico all'installazione degli euromissili nel 1979. Una scelta di schieramento che oggi, a oltre dieci anni dalla caduta del Muro di Berlino che innescò a catena la fine dei regimi comunisti, appare come l'ultima decisiva prova di deterrenza per la fine della guerra fredda.
Nel momento in cui l'Unione Europea discute del suo allargamento ai Paesi dell'Est e del Mediterraneo orientale, non possiamo dimenticare l'impegno speso da Craxi per il prestigio internazionale dell'Italia: adoperarsi per la credibilità internazionale della causa palestinese, un impegno riconfermato ancora in questi giorni dal tributo e dal rimpianto del Presidente Arafat.
E nella memoria degli italiani resta lo scatto d'orgoglio nei confronti del "grande fratello" americano per la vicenda di Sigonella, nell'ottobre 1985, quando Craxi si oppose alla consegna del terrorista della Achille Lauro Abdul Abbas nelle mani della Delta Force statunitense.
Nel dicembre 1989 il segretario generale dell'ONU lo nomina rappresentante personale per la questione del debito pubblico dei Paesi in via di sviluppo. Un incarico la cui importanza oggi è misurabile semplicemente ricordando le polemiche e le divisioni con cui si è concluso il recente vertice della World Trade Organization a Seattle.
Mi pare che la conclusione più alta e rispettosa sia ricordare le parole spese - nelle ore immediatamente successive alla scomparsa - da Norberto Bobbio: un pensatore che in altri momenti ha espresso giudizi anche assai severi sul Craxi uomo della sinistra e sui suoi metodi politici. "Personalmente - ha detto Bobbio - mi limito a constatare la tragedia di un uomo che avrebbe desiderato tornare in Italia e che probabilmente non si aspettava una fine così improvvisa, rapida e dolorosa.
Credo che in queste ore gli si debba rispetto umano".
Questo stesso rispetto umano, ne sono convinto, il Consiglio regionale del Piemonte intenderà oggi attribuirglielo prima di ogni altra cosa.
Ha ora la parola la Consigliera Spagnuolo, per alcune considerazioni.



SPAGNUOLO Carla

Signor Presidente, intervengo, anche a nome del collega Angeli, come socialista in quest'aula e desidero profondamente ringraziare lei, il Presidente della Giunta e tutti i colleghi Consiglieri, per questo ricordo il ricordo di Bettino Craxi come personaggio del Governo che ha ricoperto un grande e riconosciuto ruolo a livello nazionale ed internazionale.
La ringrazio del percorso che lei ha avuto nel suo intervento ricordandone le tappe salienti sotto il profilo istituzionale, perché è ovvio che quest'aula non potrebbe fare nulla di diverso.
Ricordare la figura del Presidente del Consiglio dei Ministri, Bettino Craxi, a Torino ha delle motivazioni anche un po' particolari.
Craxi volle scegliere, nel 1978, Torino come città nella quale realizzare uno dei congressi del Partito Socialista. Desidero ricordare soprattutto ai colleghi più giovani, come quella scelta fu, in quegli anni un atto di speranza per Torino, una città gravemente tormentata da atti di terrorismo e da omicidi. Fu un atto di coraggio e speranza, per Torino realizzare quel congresso che riportava la nostra città, non soltanto come protagonista degli anni di piombo, ma anche per un evento di carattere politico.
Desidero ricordare che, per quel congresso, il servizio d'ordine fu costituito da 800 esponenti delle Organizzazioni Sindacali unitarie, che vollero essere presenti dando quel tipo di testimonianza.
L'altro legame con Torino era più lieve, essendo Craxi un tifosissimo della squadra di calcio del Torino e quando poteva partecipava alle partite in questa città.
La morte di Craxi è avvenuta dopo una malattia grave, durata anni, ed è stata l'epilogo tragico di una storia politica personale e collettiva che non possiamo che augurarci venga rivisitata con un più alto senso di giustizia.
Già oggi possiamo dire, e lo ricordavano anche alcuni colleghi ieri nella Conferenza dei Capigruppo, che l'opinione pubblica incomincia a porsi qualche interrogativo profondo su quella che per anni è stata presentata esclusivamente come una storia criminale del personaggio Craxi e del suo partito, configurando - insieme al collega Angeli lo posso dire - una nuova fattispecie di reato, non scritta nel codice penale, per tutti noi socialisti, colpevoli e non: quella del reato di appartenenza.
Non è questa la sede per altre considerazioni e ci auguriamo che il Parlamento voglia intraprendere questo percorso.
Il nostro, oggi, è un rammarico profondo, personale, una grandissima amarezza per non essere stati capaci, come componenti della diaspora socialista, di essere più incisivi affinché la vita umana del "personaggio" Craxi fosse salvata.
L'altra grande aspettativa è di carattere politico, e possiamo esprimerla anche in quest'aula. In fondo, da questo tragico epilogo possiamo aspettarci che riparta una nuova speranza, un nuovo impulso di ricomposizione della diaspora socialista, tutta in campo e tutta dolorosamente presente nella storia politica e partitica del paese.
Concludo. La storia e la politica, in questa tormentata vicenda avranno i loro tempi, e saranno certamente dei tempi lunghi. Oggi noi, come socialisti, possiamo dire che siamo grati al Presidente della Repubblica per le sue espressioni e, soprattutto, siamo grati al Pontefice per le sue espressioni di conforto alla famiglia Craxi e al popolo socialista disperso. Gli siamo grati anche per il ricordo del lungo impegno politico e dell'incisiva attività di governo di Bettino Craxi.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Sollecitazione della Consigliera Bortolin in merito alla risposta all'interpellanza urgente n. 3154.


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare il disegno di legge n. 647 "Autorizzazioni per l'esercizio del commercio, applicazione del decreto legislativo n. 114 del 1998".
Ha chiesto la parola la Consigliera Bortolin, ne ha facoltà.



BORTOLIN Silvana

Presidente, prima di entrare nel merito dell'ordine del giorno, vorrei almeno una risposta rispetto alla richiesta che abbiamo avanzato con altri colleghi di svolgere l'interpellanza urgente n. 3154, presentata dalla sottoscritta e dal Consigliere Saitta nei giorni scorsi. Ha il testo, ma se vuole lo leggo. Era un'interpellanza rivolta a lei, Presidente del Consiglio, e al Presidente della Giunta. Credo che la risposta, con il rispetto dovuto agli Assessori, debba venire dalle persone interrogate.



PRESIDENTE

Lei sa che il Presidente del Consiglio è il destinatario delle interrogazioni ma non è la figura istituzionale tenuta a dare le risposte.
La parola al Presidente Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Anche io ho letto l'interpellanza urgente presentata dalla Consigliera Bortolin. Non sono in grado di rispondere perché ho chiesto, attraverso l'Assessore - non essendo io l'organizzatore di quella riunione - una relazione al Direttore generale dell'ASL, in modo da poter rispondere in modo argomentato alle considerazioni da lei fatte.
Ma lei chiede anche un mio parere, e io non ho motivo di non esprimerlo. Anch'io mi sono resoconto che l'organizzazione di quella Conferenza non era esattamente usuale. Chiederò al Direttore generale le motivazioni per cui ha ritenuto di organizzarla in siffatto modo, e martedì risponderò alla sua interpellanza.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Mi basta l'impegno preso. Credo che i colleghi avranno modo di leggere l'interpellanza. Presidente Ghigo, posso mettere a disposizione le parti legislative che regolano la convocazione di queste Conferenze dei Servizi.
L'urgenza di avere delle risposte è determinata dal fatto che in questi giorni sono in corso altre conferenze. Prendo atto della sua onestà nel riconoscere che comunque siamo davanti ad un'evidente, macroscopica e grave anomalia. Poi vedrà come le Conferenze devono essere, e per quale motivo organizzate. Se abbiamo presentato un'interpellanza urgente è perché era nostra intenzione richiamare tutta la sua attenzione affinché situazioni del genere non abbiano a ripetersi in altri momenti di discussione che in questi giorni si stanno avendo in Piemonte.
Mi auguro che martedì l'interpellanza sia al primo punto dell'ordine del giorno, perché si tratta, per l'appunto, di un'interpellanza urgente.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Voglio ricordare alla collega Bortolin che, sebbene il numero degli intervenuti sia stato piuttosto numeroso, questo fatto non costituisce un'anomalia: si verifica in tutte le Conferenze dove i rappresentanti politici della zona (a livello parlamentare o a livello regionale) chiedono d'intervenire. Non vedo il perché di tutto questo urlare allo scandalo.



PRESIDENTE

La risposta all'interpellanza verrà data la prossima settimana, questo era solo un momento interlocutorio d'informazione.


Argomento:

Inversione punti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moro.
Consigliere Moro, su cosa desidera intervenire? Le interrogazioni e le interpellanze le abbiamo terminate.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Moro)



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere, ma su che punto desidera intervenire?



MORO Francesco

Sul punto inerente la questione scolastica, il punto n. 82 all'o.d.g.
Propongo l'inversione dell'ordine del giorno...



PRESIDENTE

Il dimensionamento scolastico, come si è deciso ieri nella Conferenza dei Capigruppo, verrà discusso nel pomeriggio.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Moro)



PRESIDENTE

Consigliere Moro, non so se lei sia stato informato dal suo Capogruppo ma tale punto è all'esame del Consiglio di oggi.



MORO Francesco

Parlavo a titolo personale.
Volevo portare all'attenzione del Consiglio l'esigenza dei Provveditorati agli Studi e delle Scuole - formulata in termini anche molto precisi - dell'approvazione del Piano regionale di Ridimensionamento delle Direzioni Scolastiche Statali. In tal senso, Presidente, il Piemonte corre grossi rischi. Per questo volevo sottoporre alla sua attenzione questa drammatica esigenza, chiedendole - a titolo personale - di porre al primo punto dell'ordine del giorno questo importante argomento, che ritengo basilare per il Piemonte.
Grazie.



PRESIDENTE

Questo tecnicamente è possibile, ma la riunione dei Capigruppo ha individuato un percorso.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Nella riunione dei Capigruppo è stato individuato - mi dicono - un percorso diverso da questo. Però, dal momento che ritengo - e non sono il solo - avendo parlato anche con gli altri colleghi - che questo provvedimento possa passare in una manciata di secondi, se non minuti, le chiedo - formalmente sto preparando la proposta - di invertire i punti all'ordine del giorno e di trattare immediatamente - firmo la proposta l'inversione che porti la discussione del dimensionamento scolastico al primo punto. E' un provvedimento sentito, tutti i Gruppi di maggioranza e di minoranza hanno ricevuto dei solleciti, anche noi l'abbiamo ricevuto.
Formalizziamo la questione al di là del discorso che è stato fatto ai Capigruppo che sappiamo essere una sede senza verbale e di indirizzo di maggioranza, è poi l'aula che conferma.
Quindi, le presento questa richiesta di inversione del punto all'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Se è una richiesta di inversione, me la presenti, io la sottoporr all'aula.
Voglio soltanto ricordare che ieri, indubitabilmente, i Capigruppo hanno individuato quale primo punto da portare all'attenzione dell'aula il disegno di legge n. 647, avente per oggetto l'autorizzazione per l'esercizio del commercio.
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Signor Presidente, vorrei soltanto comunicare che, evidentemente, mi associo alla richiesta di inversione dell'ordine del giorno avanzata dal collega Chiezzi. Però, ancor prima che venga messa ai voti e che venga compiuto soltanto un atto formale, volevo ricordare ai colleghi della maggioranza e al Presidente della Giunta regionale la necessità - mi pare condivisa anche da lui, in sostanza - dell'approvazione odierna della questione relativa al decentramento, che ormai è in ritardo da oltre un anno, perché dall'approvazione derivano conseguenze importanti dal punto di vista della gestione dell'autonomia scolastica: il sistema scolastico complessivo piemontese ha la necessità immediata di potersi organizzare in base a queste ipotesi di aggregazione di istituti - è di grandissima importanza. Mi pare sia un atto dove non vi sono grandi divergenze, per cui mi appello anche alla sensibilità complessiva del Consiglio affinché si giunga all'approvazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Mi associo alle proposte presentate dai colleghi che mi hanno preceduto. Questa proposta era il numero 5 all'ordine del giorno e credo possa essere svolta. Questo era un adempimento rapido, ma quello che noi chiediamo è che dopo questo si passi al provvedimento sul dimensionamento scolastico.
Credo che la nostra proposta incontri anche la sensibilità del Presidente Ghigo perché è interesse dell'Amministrazione del Consiglio regionale far scorrere i provvedimenti che hanno grande rilevanza e non occupano molto tempo. In merito a quei provvedimenti è stato possibile comporre un punto di vista più convergente nell'ambito delle Commissioni quindi, non parlo della produttività in senso quantitativo, ma dell'opportunità di sbloccare un provvedimento che costituisce oggetto di sollecitazione continua.
Sotto questo profilo, non so se ci sarà la condivisione da parte dell'Assessore Leo. Non è per sollecitare, ma riceviamo, ormai quotidianamente, dagli Assessori dei lunghi elenchi, che ovviamente si elidono a vicenda, di proposte, di determinazioni, di leggi e di deliberazioni che dovrebbero essere, a parere di ogni Assessore, trattate in via di urgenza.
Per quanto riguarda questa deliberazione, so per certo che l'Assessore Leo la chiedeva già dall'anno scorso, quindi, tranne che abbia clamorosamente cambiato opinione, ritengo che la continui a considerare una vera urgenza, poiché ne derivano adempimenti successivi. Naturalmente deriva anche...



PRESIDENTE

E' assolutamente conosciuto, mi pare che sia chiaro: non perdiamoci!



RIBA Lido

Concludo subito l'intervento.
Alcune volte si ha l'impressione che non siano ben conosciuti altrimenti avremmo tutti lo stesso punto di vista. Per quanto riguarda le scuole, vi sono migliaia di persone che attendono, il Ministero sollecita e un nuovo anno scolastico incombe, credo che un adempimento che non occupa molto tempo possa avere in questa seduta, non dico priorità, ma il suo spazio.



PRESIDENTE

L'argomento era previsto per oggi, si tratta soltanto di incasellarlo nella posizione giusta.
La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Mi associo alle richieste avanzate dai colleghi su un tema che peraltro stiamo sollecitando ormai da qualche mese e che in Commissione ha avuto delle definizioni difficili, ma, finalmente, ha trovato il consenso di tutti i Gruppi e penso che il dimensionamento scolastico potrebbe essere approvato in quest'aula se gli si dedicasse una manciata di secondi.
Non vorrei che anche questa non ottemperanza, che potrebbe non venire da parte della maggioranza, venisse considerata una ostruzione da chi chiede che venga portata avanti. In questo caso, non vorrei che l'ostruzione la facesse direttamente la maggioranza, visto che gli Assessori, come su altri provvedimenti, ci sollecitano la richiesta di passare in Consiglio; poi, invece, la maggioranza stessa li inserisce sempre a seguito di altri provvedimenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.
Poi, se non vi è una valutazione, sospendiamo la seduta per due secondi.



SALERNO Roberto

Presidente, trovandoci nel campo delle manciate di secondi, il provvedimento n. 647, finalmente, dà una chiara ratifica dell'abrogazione di una concessione regionale che scade il 31 gennaio per decine e decine forse qualche migliaio, di commercianti. E' una questione che va letta e votata in una manciata di secondi, credo sia una questione importante.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Per cortesia, lasciamo intervenire il Consigliere, poi traiamo le conclusioni.



SALERNO Roberto

Oggi è il 25 gennaio; direi di non attendere questa manciata di secondi anche per il provvedimento n. 647.
Avevo già la parola, propongo di andare avanti e di votare, possiamo concludere la questione in qualche secondo e poi passare al dimensionamento scolastico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini; successivamente, traiamo le conclusioni.



GALLARINI Pierluigi

Sono stato anticipato dal Consigliere Salerno e, a questo punto, potrei anche non dire nulla.
Mi sembra che il primo provvedimento, questo sul commercio, come si era detto; poi, se i colleghi ritengono che il dimensionamento scolastico possa occupare uno spazio di tempo di ragionevolezza - per ragionevolezza si intende dire è stato largamente condiviso - quindi, può passare, non dico in un'ora perché non si può contingentare il tempo, ma in un tempo ragionevole possiamo accedere a questa richiesta e fare il provvedimento sul commercio, il provvedimento sul dimensionamento e poi iniziare l'accreditamento. Ho parlato con i colleghi di maggioranza e va bene.



PRESIDENTE

Consiglieri Simonetti e Chiezzi, posso intendere questa richiesta nel senso che i due provvedimenti, commercio e dimensionamento scolastico passino - ho motivo di ritenere che passino in un tempo assolutamente breve? Credo che questi argomenti, se riuscissimo a farli esaminare all'aula possano essere approvati in pochissimi minuti. Non vorrei cadere in una disquisizione di ordine formale e teorico per cui, invece di passare ai provvedimenti, decidiamo dopo un'ora se esaminarne prima uno o prima l'altro.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moro; ne ha facoltà.



MORO Francesco

Desidero essere considerato colui che ha sollevato il problema dell'inversione dei punti all'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Ho motivo di ritenere che nessun Gruppo si opponga a che i due provvedimenti possano essere approvati; ricordando l'impegno di ieri possiamo portare, come primi due argomenti, il problema sul commercio, che dovrebbe passare in pochissimi secondi, ed il dimensionamento scolastico? Riusciremo a concludere tali argomenti entro le 12,30. Chiedo la vostra collaborazione per poter procedere in questo modo: prima della chiusura del mattino, approvare i due provvedimenti.



CHIEZZI Giuseppe

Può mettere ai voti questa proposta, Presidente?



PRESIDENTE

Mi consenta di considerare questa proposta come condivisa da tutta l'aula. E' una proposta che ci permette, prima della chiusura dei lavori della mattinata, di portare i due provvedimenti a conclusione. Permettetemi di condurre i lavori in questo modo.



CHIEZZI Giuseppe

Sì, ma le chiedo di mettere ai voti la proposta. Grazie.



PRESIDENTE

Poiché i Consiglieri Chiezzi e Simonetti chiedono, ai sensi del Regolamento, di discutere in maniera prioritaria il punto 82) all'o.d.g.
si proceda alla votazione, per appello nominale, di tale proposta di inversione dell'o.d.g.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI' 40 Consiglieri.
La proposta di inversione è accolta.


Argomento: Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 753: "Legge 15 marzo 1997, n. 59, art. 21 e DPR 18 giugno 1998, n. 233. Approvazione Piano regionale di dimensionamento delle istituzioni scolastiche statali"


PRESIDENTE

Passiamo, pertanto, all'esame della proposta di deliberazione n. 753 di cui al punto 82) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Leo per l'illustrazione.



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione

Le recenti normative sul conferimento di funzioni amministrative dello Stato alle Regione e agli enti locali (mi riferisco alla legge Bassanini n.
59, del gennaio 1997, ed al suo decreto legislativo di attuazione, n.
112/98) hanno cambiato in modo radicale il ruolo ed i poteri locali, anche riguardo al mondo della scuola, conferendo ad essa importanti competenze programmatorie ed organizzative.
Ciò, contestualmente all'ampio rinnovamento delle istituzioni scolastiche, previste sempre dalla legge Bassanini, come entità dotate di ampia autonomia didattica ed organizzativa e non più come emanazione sul territorio della struttura ministeriale.
Sul piano locale, dunque, è stata attribuita alle Amministrazioni provinciali - questo passaggio è importante - la programmazione della rete scolastica a livello provinciale e alle Regioni la programmazione della rete regionale sulla base dei piani provinciali, previa definizione degli indirizzi programmatori.
Il successivo DPR 18 giugno 1998 n. 233 ha regolamentato analiticamente criteri e modalità per il processo di prima attuazione dell'autonomia scolastica, che fissa nei dimensionamenti ottimali delle nuove istituzioni scolastiche statali uno snodo fondamentale, propedeutico all'autonomia stessa: i dimensionamenti vanno infatti considerati quale determinazione della consistenza delle utenze scolastiche delle future autonomie, sulla scorta di parametri prestabiliti dal decreto stesso. Alle Conferenze Provinciali Organizzative, formate da Provincia, Comuni e Comunità Montane e promosse dalla Provincia stessa, il DPR. 233 ha demandato il compito d'individuare le autonomie scolastiche sul territorio, definendo così la premessa fondamentale per la futura rete scolastica a livello provinciale.
Sulla base dei singoli Piani provinciali di dimensionamento, approvati dalle Conferenze (in questo organi sovrani), la Regione, come si diceva deve definire ed approvare il corrispondente Piano regionale. Una volta approvato, esso, come prescrive il citato DPR n. 233, sarà inviato ai competenti Provveditori agli studi, i quali definiranno entro i primi mesi del corrente anno, gli organici delle nuove istituzioni scolastiche dimensionate, conferendo loro formalmente l'autonomia, che decorrerà operativamente dal primo settembre prossimo con l'inizio dell'anno scolastico 2000-2001.
Già prima della pubblicazione del DPR n. 233 (avvenuta nel luglio) la Regione iniziava un'attività di riflessione e confronto, intensificatesi dopo la pubblicazione, realizzando un momento significativo verso la fine del settembre 1998, con l'organizzazione di un seminario di studi dedicato a "La riforma scolastica nell'ambito dell'autonomia", seminario organizzato anche con la Commissione consiliare a cui hanno partecipato vari colleghi.
Infatti, i compiti di programmazione della rete scolastica provinciale e regionale risultavano sostanzialmente del tutto nuovi, senza vere esperienze precedenti, in quanto i programmi di razionalizzazione della rete scolastica, attuati negli anni scorsi dal Ministero tramite i Provveditorati, offrivano analogie più apparenti che reali. Il lavoro, che di per sé si preannunciava complesso e di non facile conduzione pratica, si doveva quindi muovere pure senza termini di confronto né sostanziali n procedurali. L'iniziativa seminariale appariva dunque quanto mai opportuna: essa, oltre agli apporti delle autonomie locali e del mondo scolastico vedeva la significativa partecipazione del CISEM.
Agli inizi del 1998 la Regione ha elaborato suggerimenti alle Province nell'intento di assicurare che il discorso, dalle medesime intrapreso con Comuni e scuole, poggiasse su una buona interlocuzione nel territorio affinché i futuri Piani provinciali risultassero frutto del maggior accordo possibile.
Contestualmente la Regione portava a termine il non facile lavoro di elaborazione degli Indirizzi programmatori e criteri generali, che il Consiglio approvava il 22 settembre, istituendo anche un Tavolo di confronto Regione-Province, onde garantire un dialogo permanente e una predisposizione concertata del Piano regionale.
Naturalmente l'interlocuzione con le Amministrazioni provinciali non si è limitata alle riunioni del Tavolo (svoltesi a scadenza inframensile tra ottobre 1998 e fine gennaio 1999), ma si è concretizzata anche una fitta rete di colloqui e incontri informali ad opera degli uffici della competente Direzione regionale, rapporto che ha interessato non solo le autonomie locali, ma anche il mondo della scuola e le sue forze sindacali.
Dopo la definizione degli Indirizzi regionali, le Province hanno provveduto a convocare, fra l'ottobre e il novembre 1998 le Conferenze Provinciali. Su proposta della Commissione abbiamo destinato un contributo spese a questi lavori, che è stato molto gradito dalle Conferenze Provinciali e che stiamo erogando in questo periodo, come partecipazione sostanziale alla spesa delle Province.
Come si accennava, le riunioni del Tavolo di confronto provvedevano ad esaminare e dibattere i problemi generali e quelli specifici delle singole zone o gruppi di scuole, giungendo ai necessari chiarimenti e definizioni concordate. Inoltre la Regione, tramite comunicazione inviata ai Provveditori agli studi nel novembre 1998, ha espresso il proprio parere sulla delicata e fondamentale questione dei ruoli e dei reciproci rapporti tra scuole, enti locali, uffici scolastici.
Le Conferenze Provinciali terminavano i propri lavori tra fine novembre 1998 e inizio febbraio 1999, sostanzialmente in tempo utile. Tra l'altro il numero di autonomie dimensionate nei vari territori provinciali era riuscito a conformarsi all'indicazione circa il numero degli organici dirigenziali (a scala provinciale e regionale) che il Ministero aveva nel frattempo provveduto ad indicare orientativamente. La Regione vi aveva contribuito in modo determinante, informando in modo esaustivo e con tempestività le Province sulle indicazioni ministeriali e sulle indicazioni, fornite in tema di dimensionamento, dal Coordinamento interregionale per l'istruzione, cui era anche demandato il collegamento con la Conferenza Stato-Regioni.
Tuttavia il lavoro delle Conferenze e quello collegato di interlocuzione informale col territorio, effettuato dalla competente Direzione regionale, aveva fatto emergere come l'osservanza dei parametri dimensionali standard per le autonomie risultasse problematica per numerose ipotesi aggregative, che le istanze locali andavano via via delineando specie nelle zone collinari e montane. Anche le deroghe istituzionali ai parametri standard non riuscivano, di per sé, a dar soddisfazione alle esigenze manifestate da realtà e da specificità di alcune parti del territorio.
Queste varie e articolate problematiche territoriali si ripercuotevano fortemente sulle Conferenze e Province, che a loro volta ne investivano direttamente la Regione e nello specifico il competente Assessorato.
Appariva ormai chiaro che i parametri indicati nel DPR. 233 e gli Indirizzi e criteri generali approvati dal Consiglio nel settembre 1998, non riuscivano a recepire molte giuste istanze provenienti dal territorio.
Occorreva quindi (nel rispetto sostanziale del DPR. 233, ma facendo per valere l'autonomia regionale a livello di programmazione) elaborare ulteriori criteri, integrativi a quelli già approvati. In questo è stato importantissimo, nel merito, nel metodo e nella sostanza, il ruolo della Commissione consiliare. In sede di esame preliminare in Commissione consiliare si convenne che, come i precedenti Indirizzi di programmazione e criteri generali erano stati preliminarmente approvati in vista dei Piani provinciali e di quello regionale, analoga procedura si doveva seguire anche per i Criteri integrativi.
Perciò nel maggio scorso il Consiglio approvò tali Criteri, chiedendo alle Conferenze provinciali di esaminare i loro Piani alla luce dei Criteri integrativi testé approvati. Quindi secondo una procedura assolutamente rigorosa e corretta: approvazione preliminare dei Criteri in Consiglio e poi passaggio alle Conferenze, come deciso dalla Commissione consiliare.
Va ricordato, per inciso, che nel frattempo il DPR. 275/1999 "Regolamento recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche", pubblicato all'inizio di agosto u.s., precisava tra l'altro passaggio importante - che l'autonomia effettiva delle scuole dimensionate sarebbe decorso dal primo settembre 2000, chiarendo così la natura dell'entrante anno scolastico 1999-2000, considerato come semplice momento di sperimentazione dei dimensionamenti e non come avvio del nuovo corso organizzativo.
Quindi, i colleghi Chiezzi e Suino avevano ragione su questa vicenda che sarebbe stata questa l'indicazione del Ministero, il settembre 2000 2001 e non il 1999. Voglio darne pubblicamente atto.
L'emanazione dei Criteri integrativi, purtroppo, avveniva a ridosso delle elezioni amministrative, le quali finivano per rendere impossibile sia l'attività delle Conferenze che il ruolo coordinatorio delle Province.
Solo con l'inizio di luglio scorso, ricostituitesi le amministrazioni locali, la Regione poté riconvocare il Tavolo di confronto Regione Province, tracciare il quadro della situazione e sollecitare per la riconvocazione delle Conferenze, con la raccomandazione di rinviare alle Regioni i Piani provinciali (rivisti sulla scorta dei Criteri integrativi) approvati in modo perfetto dal Consiglio regionale, entro la metà di settembre, per potere finalmente addivenire all'approvazione del Piano regionale in tempi utili per i successivi adempimenti che i Provveditori avrebbero dovuto adottare per la definizione degli organici dei futuri istituti autonomi, in vista dell'a.s. 2000-2001.
Durante la pausa forzata nell'iter di approvazione del Piano regionale di dimensionamento, l'Assessorato, in attuazione del Piano di attività 1999, ha accompagnato, per così dire, il processo dell'autonomia scolastica, intervenendo con due importanti iniziative volte a coadiuvare la sperimentazione dell'autonomia e l'innovazione didattica, che le scuole vanno portando avanti già dall'a.s. 1998-1999 secondo le direttive ministeriali. I summenzionati progetti consistono, uno nell'offerta di un complesso di proposte educative (da attuarsi ad opera di organismi di comprovata esperienza professionale) rivolte a tutte le scuole del Piemonte e vertenti sul teatro, la musica, il cinema e le arti visive e affiancate da alcune proposte in tema di educazione civica; l'altro in una convenzione con il Comune di Torino per estendere l'utilizzo del Laboratorio didattico sull'ambiente del Mediterraneo (con sede a Loano) alle scuole elementari ubicate in tutte le Province del Piemonte, mettendo le basi per un utilizzo su scala regionale di questa qualificata struttura didattica.
L'adesione delle scuole alle proposte educative è stata notevole, oltre 100 per un complesso di circa 340 classi. Lo voglio dire, perché rimanga a verbale: è merito della Commissione, che ha proposto quest'integrazione con un impegno di spesa di oltre 640 milioni. Per il Laboratorio di Loano è previsto un impegno di 500 milioni che consentirà l'attivazione di 42 moduli-classe.
Ritornando al processo di dimensionamento, va ricordato che alcune delle Conferenze riconvocate diedero luogo a dibattiti laboriosi.
La proposta di Piano regionale, approvato dalla competente Commissione si trova ora all'esame di questa Assemblea, è ovviamente molto importante ricordo l'urgenza che vari colleghi hanno di volta sottolineato. Il termine ultimo dovrebbe essere la fine di gennaio, quindi la seduta di oggi è oltre modo importante. Ringrazio quei colleghi che si sono prodigati per ottenere l'inserimento di questo punto all'ordine del giorno, compresi quelli del Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, egregi Consiglieri, premetto che giudico sicuramente urgente questo provvedimento, che interessa tutta la nostra Regione e il prossimo anno scolastico.
Oggi è il 25 e, da oggi - mi pare - sono aperte le iscrizioni; quindi è corretto che il Consiglio regionale dia una risposta sul dimensionamento scolastico, fattore organizzativo importante, senza il quale diventa difficile programmare l'attività.
Però vorrei ricordare che la causa di questo ritardo non è dovuta alla lentezza con cui hanno operato dirigenti e funzionari della Regione, o tanto peggio, la Giunta regionale e l'Assessore Leo.
No. I nostri provvedimenti erano già pronti alcuni mesi fa. Sono stati mandati alle Province, alcune delle quali hanno risposto rimandando il provvedimento, coerentemente con quelli che erano i criteri stabiliti all'interno della Commissione consiliare, su cui abbiamo lavorato tutti quanti, senza particolare scontro; anzi, alcune cose le ho viste anche direttamente, per cui le posso testimoniare, su altre hanno lavorato i miei colleghi.
Devo però dire che quel clima di collaborazione che abbiamo verificato con la maggioranza delle Province non lo abbiamo assolutamente avvertito con la Provincia di Torino; non l'abbiamo assolutamente avvertito da parte della Presidente Bresso.
Peraltro, personalmente sono abituato a questo tipo di atteggiamento avendo lavorato fianco a fianco per due anni su altre tematiche con la Presidente della Provincia; non l'abbiamo visto dall'Assessorato provinciale al turismo su alcune importanti manifestazioni - Miglietti come per esempio i Mondiali del Sestriere. E devo dire che anche in quelle occasioni non c'è mai stato un rapporto, al di là delle posizioni politiche, particolarmente idilliaco, né io l'ho ricercato. Tuttavia ritengo che nei rapporti politici tra le parti debba comunque essere mantenuta una sorta di rispetto anche delle istituzioni.
Dato che, recentemente, ho anche visto una lettera - la Presidente Bresso, e adesso ha coinvolto anche l'Assessore all'istruzione, è abituata a scrivere quasi in tono imperativo, ribaltando (ma è una sua abitudine) nei confronti della Regione responsabilità che la Regione non ha nel modo più assoluto e categorico - volevo solo richiamare questi aspetti, che non rendono giustizia al lavoro che è stato fatto all'interno della Commissione consiliare da tutte le forze politiche; all'interno della Giunta dall'Assessore Leo.
Ma c'è di più. Ci sono alcuni elementi che la Provincia, nel rispetto dei criteri generali stabiliti dalla Regione Piemonte, ha assolutamente ignorato. Ne vorrei citare solo uno per esempio, per non essere lungo e per far capire che quanto dico corrisponde al vero e non si tratta di una posizione politica preelettorale, come qualcuno potrebbe strumentalmente intendere.
Cito dunque un caso: il plesso, per esempio, Margherita di Savoia, che attinge ad un bacino di utenza ridotto (ciononostante con i suoi 160 alunni), da alcuni anni ha stabilizzato il proprio numero di iscritti.
Le tabelle del dimensionamento, tra l'altro, prevedono per il Margherita di Savoia una flessione di circa il 4-6%. Cito questi dati per esser preciso e dare delle indicazioni su come si è mossa la Provincia in questo specifico caso (ma ne potrei citare altri).
Il Circolo Padre Gemelli attualmente conta 720 alunni iscritti; quindi è per il 44% oltre - Assessore Leo - la soglia minima di sopravvivenza, che è stata stabilita in 500.
Appare assolutamente ingiustificata, in questo caso, la prevista operazione di travaso di alunni dal Margherita di Savoia. Oltretutto, la suddetta scuola può contare su due materne, mentre il Circolo non ne ha nemmeno una.
Allora, mentre si usa - in questo e in altri casi - il pugno di ferro nei confronti di questa scuola, vi sono altri circoli - ed è testimoniato basta leggere la documentazione che ci è ritornata dalla Provincia - che superano abbondantemente la soglia dei mille alunni. Quindi non si comprende la ragione di due pesi e due misure, in questo caso.
Il provvedimento adottato dalla Provincia e dal Comune viola palesemente i criteri generali stabiliti dalla Regione Piemonte. Infatti così come è riconosciuto, al punto 2) del documento (Finalità e criteri per il dimensionamento delle scuole dell'obbligo torinese), "esistono confini geografici precisi, dotati di senso di rispetto della storia e della realtà degli specifici territori - recito quanto è scritto - si fa riferimento all'asse viario (in questo caso specifico, sempre) di corso Potenza a Torino: tre corsie per senso di marcia, più i controviali, che separa nettamente due distinte borgate, Lucento e Ceronda. Anche dal punto di vista storico, non vi sono quindi ragioni valide, e a questo proposito giova ricordare che quando il Margherita di Savoia era un unico circolo con le scuole di Lucento, corso Potenza era, tra l'altro, un sentiero tra gli orti. Esisteva cioè omogeneità, quella che oggi non c'è più. I docenti delle scuole Sibilla Aleramo e Margherita di Savoia lavorano insieme da quasi un quarto di secolo. Esiste dunque una tradizione didattica comune che è completamente diversa da quella - rispettabilissima, nessuno entra nel merito - della Padre Gemelli".
Il parere del distretto scolastico - aggiungo - in questo caso è stato ignorato; centinaia di firme di docenti e genitori non sono state neppure guardate; numerosi incontri si sono risolti in un nulla di fatto. Ma c'è di più. Un incontro - parlo di un incontro! - richiesto all'Assessore provinciale all'istruzione nel settembre u.s. - parlo di quattro mesi or sono - è stato reiterato sino a quando l'assemblea genitori-insegnanti dopo diverse insistenze, si è sentita rispondere che "ormai tutto era stato rispedito alla Regione Piemonte per l'approvazione".
Ho voluto citare un esempio, ne ho portati anche altri, ma non voglio portar via troppo tempo. E' solo per significare che probabilmente la collaborazione con l'Ente Provincia - parlo della Provincia di Torino - in questo caso non c'è stata o c'è stata poco.
Vorrei che su questo ci fosse una riflessione da parte dell'Assessore che è stato attento ed ha lavorato con dedizione e puntualità, rispetto all'individuazione dei criteri ed anche rispetto ai Consiglieri che hanno lavorato all'interno della Commissione.
Vorrei che il rispetto che noi abbiamo nei confronti delle altre istituzioni (il Comune e la Provincia) ci fosse anche nei confronti dell'Ente ed istituzione Regione e, magari, anche nei confronti di realtà come quella che ho appena citato, costituita da decine di docenti e moltissimi allievi e genitori che si sentono trattati con il classico sistema ormai vigente in questo Paese: quello dei due pesi e delle due misure, a seconda dell'appartenenza politica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Signor Presidente, egregi Consiglieri, l'esperienza dovrebbe dettare che, se ognuno facesse gli affari propri, sarebbe meglio per tutti; mi sono permesso di non fare gli affari miei e mi sono consultato con il Presidente del Consiglio, il quale mi ha confermato che, secondo l'accordo dei Capigruppo, questa proposta di deliberazione sarebbe stata discussa oggi pomeriggio.
Poco fa erano presenti, tra il pubblico, alcuni rappresentanti del circolo che testé citava il collega Angeleri, per ascoltare il dibattito.
E' stato detto loro che il dibattito si sarebbe svolto oggi alle 15,30 e che sarebbe stato meglio che tornassero nel pomeriggio. Essi, pertanto, se ne sono andati. Come sappiamo, in quest'aula non si sa mai cosa succederà un minuto dopo e, infatti, non per colpa del Presidente, ma per colpa mia e di chi, per motivi sicuramente saggi, ha chiesto l'inversione dell'o.d.g.
si è passati all'esame della proposta di deliberazione 753.
Queste persone - come dicevo - se ne sono andate e non sono qui ad ascoltare il dibattito. Sarebbe stato interessante che fossero qui, anche perché...



ANGELERI Antonello

Il dibattito lo dobbiamo fare tra di noi, non lo dobbiamo fare con il pubblico!



MIGLIETTI Franco

Tu hai invitato il pubblico, non io, oppure è venuto per conto suo!



ANGELERI Antonello

Io non ho invitato nessuno, non sono un organizzatore di folle. Da parte vostra, culturalmente è così...



PRESIDENTE

Consiglieri Miglietti ed Angeleri, non dialogate fra voi.



MIGLIETTI Franco

Non provocare, Angeleri, stai tranquillo e sereno. Io sono abituato a dire le cose come stanno e voglio che la gente sappia, quando chiederò che vengano formulati i verbali, il motivo per cui queste persone non sono qui ad assistere ai lavori, semplicemente perché si pensava che potessero utilizzare meglio il loro tempo, dovendo discutere la proposta di deliberazione nel pomeriggio.
Purtroppo è andata così, ma non è questo il problema.
Ho saputo casualmente che alcuni Consiglieri hanno garantito a queste persone che avrebbero fatto modificare il Piano in oggetto; l'ho saputo per caso e sono ancora più scandalizzato, perché ci sono delle leggi giuste e delle leggi sbagliate e io ritengo che le leggi che dicono che la competenza è di qualcuno, ma poi bisogna assumere il provvedimento in un'altra sede, siano passaggi sbagliati. Chi ha la responsabilità o la delega deve essere l'ultimo esecutore; in questo modo si sa che si assume la responsabilità dei provvedimenti.
Ci vuole chiarezza, e qui voglio fare un encomio all'Ufficio competente, che non si è fatto condizionare da nessuno, ma ha rispettato le deleghe conferite; la responsabilità, pertanto, deve essere totale e l'unico interlocutore è chi aveva il compito di definire i confini e se ne deve assume la piena responsabilità. Non deve esserci un tutore che, ad un certo punto, per chissà quali meccanismi, interviene sul lavoro svolto da altri; così facendo, la confusione non cesserà mai.
Occorre sapere chi è il titolare e chi è titolato ad assumersi tutte le responsabilità; per questo motivo, ritengo abbia agito bene la Commissione nel non modificare il Piano. Sono state svolte delle procedure nei tempi giusti, sono state mosse delle obiezioni, si è ritornati a chi aveva il compito di mettere a posto il documento; mi congratulo pertanto con quei Consiglieri, con quei funzionari e con quegli Assessori che hanno mantenuto fede al rispetto di chi è titolato ad assumersi le responsabilità. Noi siamo qui soltanto per ratificare e se non vi sono fatti eccezionali, che siano denunciabili pubblicamente, perché magari sono state manipolate o fatte delle cose che non funzionano, ritengo che quest'assemblea debba approvare il provvedimento così com'è, e che la responsabilità debba assumersela chi aveva la titolarità, delegata o trasferita o propria, per farlo.
Anche nel sistema legislativo che andremo a mettere in atto successivamente, nell'ambito delle deleghe o dei trasferimenti di competenza, dovremo rispettare i deliberati di chi ne ha la responsabilità e la competenza. Se in quel momento qualcuno ha messo le mani dove non doveva, si abbia l'accortezza e ci si assuma la piena responsabilità di denunciare pubblicamente il problema.
Questo credo sia anche un modo per riconoscere il lavoro che abbiamo fatto noi e quello che devono fare gli altri.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Signor Presidente, quando si amministra, si debbono dire necessariamente dei no e dei sì, assumendosene la responsabilità.
Non mi riferisco alla Regione Piemonte, perché lei sa - Assessore - che sono un fermo sostenitore del fatto che, attraverso i provvedimenti legislativi, la Regione debba dare degli indirizzi e gli enti locali debbano amministrare.
E' un passaggio, questo, che ha difficoltà ad attuarsi, ha difficoltà ad attuare lo Stato, hanno difficoltà ad attuare le Regioni, hanno difficoltà a recepire gli enti locali.
Lo dico perché questo principio permette ai cittadini del Piemonte (ai cittadini italiani tutti, se si attuerà!) di capire nei singoli passaggi quali sono le responsabilità.
Non si può assolutamente parlare di deleghe agli enti locali per alcune competenze specifiche, se le Regioni, attraverso le leggi fatte e quelle da fare, cercano di mantenere per sé l'indirizzo di carattere generale entrando anche nel merito dell'attuazione amministrativa degli enti locali.
In tal modo continua a esistere confusione nei ruoli: il cittadino, se non vede fare le dovute distinzioni, non riesce a capire chi, quanto a questo provvedimento, ha torto e chi ha ragione.
Addirittura, io sarei per la semplificazione generale. Prendiamo ad esempio questo provvedimento: attraverso la legge la Regione dà gli indirizzi di carattere generale, dopo di che non delibera neanche più, non deve più approvare questo Piano, perchè una volta conferite le deleghe alle Province sul dimensionamento scolastico, il compito della Regione all'interno appunto di un quadro fissato da leggi regionali, dovrebbe essere finito.
Cosa ha fatto la Regione in questo lungo anno di ritardo? Ha cercato grazie anche all'azione di alcuni Commissari della minoranza - Assessore lo deve riconoscere - di individuare dei criteri che le Province avrebbero poi dovuto applicare. Nel momento in cui le Province hanno applicato quei criteri, hanno avuto delle deleghe. Va detto, e io lo dico apertamente: credo che i funzionari della Regione Piemonte che si sono occupati di questa materia, considerato la normativa di cui disponevano, abbiano fatto tutto il possibile, con grande professionalità, perchè si potesse arrivare in tempo con il provvedimento. Provvedimento che, ahimé, è in gran ritardo! Per fortuna ci sono stati degli slittamenti che ci consentono di esaminarlo oggi. Va detto questo! Perché hanno lavorato! Ricordo le prime sedute di Commissione in cui si è trattato questo provvedimento: allora non era certo così come ora! Assessore, ciascuno di noi ha avuto la tentazione di metterci le mani non solo noi della minoranza, ma voi della maggioranza. C'è stato il tentativo di fare il giochetto delle tre carte per alcune scuole! Tentativo ispirato da posizioni politiche, di amicizia, territoriali! Un tentativo se vogliamo, anche legittimo! Quando il provvedimento è passato per l'ultima volta in Commissione le ho chiesto (gliel'ho chiesto allora, durante la seduta di Commissione, se vuole glielo richiedo anche adesso) di attuare quel processo di delega alle Province.
Ho ben in mente alcuni esempi, perché li conosco meglio di altri. E' difficile pensare che qualcuno, anche della maggioranza, abbia voluto escludere dall'elenco delle scuole cittadine che sono cittadine "principe" per la gestione amministrativa, per esempio, di Forza Italia.
Ho semplicemente detto: una volta date le deleghe alle Province fissati i criteri, le Province ci portino il loro Piano, da approvare tale e quale. Perché? Faccio riferimento anche all'intervento (soltanto in parte condivisibile) del collega Angeleri, un intervento dai toni molto pacati tendente a strumentalizzare la situazione - siamo alla vigilia di una campagna elettorale - che poteva avere un senso. Ciò che non ha più senso se crediamo che la Regione non debba più amministrare ma legiferare, è mettere mano ad un provvedimento che le Province hanno già visto e che ci hanno rimandato indietro.
In base a questo principio in Commissione, insieme ad altri colleghi ho chiesto che venisse approvato oggi un provvedimento urgente, non più dilazionabile, tale e quale a quello inviatoci da tutte le Province del Piemonte. In questo modo le Province avrebbero l'autorità di vedere approvate le loro posizioni e, nello stesso tempo, la responsabilità delle loro scelte. I cittadini piemontesi, davanti alle scelte e alle logiche delle Province, sapranno che la Regione non deve più mettere mano a questioni come queste, se non per formulare indirizzi di carattere generale, e sapranno anche che le definizioni sono responsabilità delle Province.
Non credo che, nella posizione assunta dalla Provincia di Torino, ci siano degli sbagli fatti ad hoc, come qualcuno ha affermato: non lo credo! Conosco personalmente l'Assessore che ha lavorato alla Provincia di Torino so qual è la sua dignità e correttezza nell'affrontare questi temi. Senza nessuna polemica, invito a che questo provvedimento (che, come altri, le Province probabilmente dovranno rivedere e monitorare) sia licenziato oggi: se così non fosse, sarebbe un danno per le nostre Comunità piemontesi.
Spero anche che il provvedimento sia approvato tale e quale: se ci fossero dei colpi di coda, si aprirebbe una voragine talmente grande da rendere improbabile la sua stessa approvazione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MINERVINI



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Intervengo per dichiarazione di voto a nome, credo, anche dei colleghi della minoranza; con qualcuno abbiamo avuto un confronto. Già i colleghi Montabone e Miglietti - intervenuti precedentemente - hanno ricordato una serie di passaggi importanti.
In quest'occasione è giusto ricordare il lavoro svolto dall'Assessorato, quindi dai tecnici, dai funzionari, dalla Dirigenza e dalle Commissioni. Quando si affrontano o si discutono provvedimenti di tale importanza, complessità e globalità, è indiscutibile che i funzionari sono quei punti di riferimento che consentono la legittimità, ma anche l'efficacia degli atti che giungono in aula.
Consentitemi, inoltre, visto che siamo in clima di ringraziamenti, di aggiungerne un altro, che l'Assessore ha accennato, ma forse è stato offuscato da un intervento un po' esagerato di un rappresentante della maggioranza. Tale ringraziamento va alle Province.
Occorre sottolineare che il provvedimento che ci apprestiamo finalmente - a varare ha messo a dura prova il lavoro delle Province, ed è forse, il primo esempio, nella specificità della materia istruzione, che si inserisce nell'applicazione del federalismo, quindi delle "Bassanini" a pieno titolo.
Le Province si sono ritrovate di fronte a lavoro, difficoltà e conflitti frenetici. E' evidente che su una materia così complessa non ci possono non essere conflitti per svariati motivi, vuoi dal punto di vista degli organici e quindi dei docenti, vuoi dal punto di vista dei genitori vuoi per le stesse necessità di presidenze di direzioni e quindi del Provveditorato. Conflitti - ripeto - che hanno messo a dura prova l'operato delle Province, ma le Province hanno dimostrato di saper svolgere questa funzione. Non per niente come Commissione - peraltro all'unanimità avevamo richiesto all'Assessore di riconoscere il ruolo delle Province e di sostenerlo, per quanto possibile, attraverso un riconoscimento economico visto che non si era nella condizione di mettere a disposizione personale e mezzi.
In futuro, forse, occorrerà fare qualcosa in più, perché l'operazione va comunque monitorata ed ha necessità di essere verificata in tempi rapidi. C'è la necessità di darsi degli strumenti anche tecnologici che consentano di vedere, man mano, che cosa significa "autonomia scolastica" piani di offerta formativa, manutenzione all'interno dei contenitori scolastici pubblici e di come questi si evolvono.
Bisogna cominciare a pensare, Assessore - e qui c'è una nostra osservazione critica - anche a stanziare dei fondi e prevedere organici e personale all'interno delle scuole per accompagnare questo processo sui territori.
In questo frangente la macchina regionale ha risposto con attenzione e con impegno, ma non si sono ancora compiuti importanti passi in avanti verso l'attuazione di politiche nell'ambito dell'istruzione. Forse anche perché si aspettava l'applicazione delle autonomie scolastiche, quindi ci si è dedicati di più, come Assessorato, ad altri aspetti culturali.
In questo caso c'è stata una prova del fuoco che ha visto le Province rimboccarsi le maniche e svolgere il proprio lavoro andando a mettere le mani in tutti i conflitti, qualcuno provocandolo anche direttamente, altri vivendoli.
Sostengo questo, in quanto l'accusa fatta prima la riteniamo eccessiva e la rimandiamo al mittente: le Province si sono ritrovate a svolgere una funzione ardua, un compito delicatissimo, ma l'hanno portato avanti a termine con grande determinazione; questo giustifica la loro richiesta di sollecitazioni a quest'aula e a questo Consiglio per concludere il provvedimento.
Per quanto riguarda il caso "Margherita di Savoia", sottolineo che si tratta di un caso che ha creato difficoltà a tanti di noi. Essendo insegnante, forse capisco più di altri - con tutto il rispetto per gli altri - le dinamiche, le problematiche che si vivono all'interno delle sedi scolastiche sul territorio quando si ha a che fare con problemi di questo tipo; so perfettamente quali sono le difficoltà che hanno incontrato e come si sentono in una situazione di possibile ingiustizia.
Abbiamo tentato, con le vie che ognuno di noi ha ritenuto necessarie di far pervenire delle sollecitazioni perché si tenesse conto di un ragionamento generale. Dopodiché abbiamo fissato in Commissione due criteri fondamentali - in proposito ringrazio i Consiglieri Montabone e Angeleri.
Uno è quello di rispettare, forse per la prima volta, un provvedimento di legge delega. Rispettare, quindi, la funzione della Regione, che è quella di dare indirizzi e criteri - cosa che abbiamo svolto - e lasciare agli organismi locali la gestione vera e propria dello sviluppo e dell'applicazione di questi indirizzi e di questi criteri.
Quindi abbiamo applicato il federalismo come Commissione e l'Assessore si è assolutamente tenuto a questo principio, che ha condiviso in primis.
Il secondo criterio, che con fatica abbiamo cercato di mettere in pratica, sia come Consiglieri, sia come Commissione, è quello di non mettere mano ad alcuna scelta compiuta ai tavoli provinciali in rispetto della funzione che il D.Lgs. 112 riconosce alla Regione, in questo caso alle autonomie locali. Non si poteva fare diversamente, perché, se avessimo messo mano a delle scelte fatte, presentando emendamenti, modifiche e spostamenti di criteri - il gioco sulle lettere lo consentiva, lo sappiamo tutti - si sarebbe rimescolato il tutto.
Come primo danno avremmo perso di vista il criterio generale e inoltre, avremmo messo mano ad un lavoro che può anche non essere perfetto ma che comunque è stato importante e significativo, in quanto vissuto sui territori. Questo lavoro è la sintesi di conflitti, ma anche di mediazioni e strategie, che in termini operativi danno autonomie sui territori e daranno, da domani, la certezza dell'iscrizione in determinate scuole.
Rimane il neo, nella città di Torino, dell'anomalia legata al "Margherita di Savoia", ma si dovrà monitorare e vedere come si potrà intervenire in fase successiva; non sarà certo la stessa cosa per gli organici e per le scelte di iscrizione, ma non potevamo sottrarci a questo compito.
Abbiamo cercato, dunque, di dare una regia di saggezza, salvaguardando il lavoro e la filosofia del decreto legislativo 112, applicato all'autonomia scolastica. Il risultato conclusivo è un provvedimento buono nella sua complessità, un provvedimento che - ripeto - va monitorato, ed invito espressamente l'Assessorato a darsi, ancora adesso, in fase di chiusura della tornata legislativa, degli strumenti che consentano di procedere e di accompagnare questo percorso.
Il monitoraggio sarà importante, perché è una prova un po' per tutti; a livello nazionale sarà la verifica di cosa significa l'autonomia scolastica; di cosa significa, per le famiglie, il piano di offerta formativa; di cosa significa, in termini operativi concreti, questo tipo di scelta nel mondo della scuola; scelta che, abbinata alla modifica dei cicli scolastici, ha rivoluzionato in modo non indifferente l'impianto scolastico italiano.
Si tratta di un tema delicatissimo, al quale non possiamo sottrarci come impegno di forze politiche e come programmi per la prossima tornata legislativa.
Come minoranze abbiamo seguito con attenzione ed impegno i lavori della Commissione, cercando di agire il più saggiamente possibile, quindi rispettando quei criteri di cui parlavo prima. Ritengo che, come Commissione, potremo giungere alla votazione conclusiva sul provvedimento ed esprimo, a nome delle minoranze, l'intento di votare a favore.
Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, il Gruppo di Rifondazione Comunista, ritiene importante l'approvazione, da parte del Consiglio regionale, del Piano di dimensionamento delle istituzioni scolastiche del Piemonte, in base ai maggiori poteri affidati alle Regioni.
Tale approvazione, però, avviene in forte ritardo, anche rispetto alle altre Regioni italiane, e questo ha destato parecchia preoccupazione da parte dei Provveditorati agli studi del Piemonte, dei docenti, degli operatori scolastici e degli studenti.
Ritengo che questo sia anche un segno di scarsa sensibilità dell'esecutivo regionale e della maggioranza su questo obiettivo.
Occorreva, quindi, il pronunciamento positivo del Consiglio regionale per la programmazione scolastica dei prossimi anni, anche perché le Province piemontesi hanno svolto il loro dovere in modo serio; tale pronunciamento è avvenuto in extremis, proprio prima che arrivassimo al Commissariamento del Governo, che sarebbe stato un fatto clamoroso e fortemente negativo.
Dico questo con rammarico; le minoranze hanno dovuto sollecitare l'inversione dell'o.d.g., proprio per evitare che il provvedimento annunciato e concordato, non andasse in porto e arrecasse un vero danno al Piemonte.
In base alle competenze affidate alle Regioni, sono stati rilevati, da parte della Commissione, dei criteri di delega alle Province, per l'elaborazione dei loro Piani, che hanno elaborato il provvedimento che oggi il Consiglio si appresta ad approvare.
Voglio sottolineare come questo dovesse avvenire molto tempo prima purtroppo avviene solo oggi, anche grazie all'insistenza delle minoranze.
Per concludere, mi auguro ci si avvii davvero, anche nel campo dell'istruzione e delle istituzioni scolastiche statali, ad una diversa politica di governo regionale sulla complessa tematica della pubblica istruzione piemontese, che merita molto di più.
E' sicuramente uno degli aspetti fondamentali per la prossima legislatura, che riteniamo debba avere un rilievo diverso, più qualificato ed aggiornato.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri, per dichiarazione di voto.



ANGELERI Antonello

Brevemente, per una dichiarazione di voto e per aggiungere alcune cose a quanto ho già detto nel mio precedente intervento.
Collega Suino, le Province, nella nostra regione, sono otto; non si riesce a capire come mai con le altre Province ci sia stata una collaborazione fattiva, dove i problemi sono stati risolti, mentre con la Provincia di Torino i problemi non si siano neanche voluti affrontare.
Ricordavo prima come una richiesta di incontro, rispetto al caso che ho citato, del settembre scorso, si sia conclusa con questa risposta: "Ormai tutto è stato rispedito in Regione".
Non voglio ripetermi, ma la proposta di scorporo, al di là di quanto ho detto in precedenza, e che mi sembra giustificare l'atteggiamento tenuto dal "Margherita di Savoia", non offre particolari vantaggi, anzi rappresenta un aggravio di costi, quindi è contrario a qualsiasi logica di buonsenso.
Vorrei terminare con una battuta un po' preoccupata: non vorrei che i decreti Bassanini producessero, su alcuni Presidenti della Provincia - ed è ovvio il riferimento alla Presidente Mercedes Bresso - l'effetto di coloro che si montano la testa e credono di fare tutto e il contrario di tutto senza ascoltare nessuno.
Quello che chiedo, ancora una volta, è il rispetto dei cittadini e delle istituzioni, non perché la Regione è superiore alla Provincia, ma per una questione legislativa e di legalità che noi chiediamo.
Per questi motivi, dichiaro che il Gruppo consiliare del Centro Cristiano Democratico non parteciperà alla votazione.



PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi porto in votazione la proposta di deliberazione n. 753.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, votiamo per appello nominale?



PRESIDENTE

Pongo in votazione per appello nominale la deliberazione n. 753, il cui testo, a mani dei Consiglieri, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti 45 votanti 44 hanno risposto SI' 44 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
La deliberazione è approvata.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
In vista della riunione della Commissione Nomine per l'esame di un punto specifico collegato, propongo di interrompere qui i nostri lavori e di riaggiornarli per le ore 15.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,04)



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