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Dettaglio seduta n.440 del 12/01/00 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Angeleri, Bellingeri, Benso, Botta Farassino, Ferrero, Ghigo, Majorino e Pazé.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

Procedo all'appello nominale per la verifica del numero legale.
Constatata la mancanza del numero legale, essendo presenti in aula n. 16 Consiglieri anziché 27 (sono in congedo n. 8 Consiglieri), la seduta è sospesa, ai sensi dell'art. 52, comma 4, del Regolamento interno del Consiglio regionale.



(La seduta, sospesa alle ore 10.00 riprende alle ore 10.45)


Argomento: Spettacoli: teatro, musica, cinema, danza

Interpellanza n. 3035 dei Consiglieri Simonetti e Chiezzi, inerente a "Mancati finanziamenti alle rassegne del 'Cinema delle donne' e 'Da Sodoma a Hollywood'"


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Come concordato, iniziamo i lavori con le interrogazioni ed interpellanze, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Chiedo alla cortesia dell'Assessore Leo di dare risposta all'interpellanza n. 3035, dei Consiglieri Chiezzi e Simonetti.
La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore alle attività culturali e spettacolo

Ho desiderato rispondere il più presto possibile a questa interpellanza perché contiene una serie di sollecitazioni importantissime ed esatte.
E' vero che queste rassegne rischiavano di non avere luogo, quindi l'affermazione contenuta nell'interpellanza è giusta. E' vero che i locali del "Cinema Massimo" sono attualmente inagibili ed è vero che gli esercenti cinematografici privati avevano dato nessuna disponibilità, per non modificare la loro programmazione, anche per una non grande sensibilità verso queste tematiche.
Condividendo, pertanto, l'affermazione "considerato che il mancato svolgimento di queste due manifestazioni costituirebbe un grave danno per la cultura torinese", mi sono attivato secondo le due indicazioni date dall'interpellanza.
Dico volentieri di aver ricevuto, tramite l'interpellanza sollecitazioni ad occuparmi ufficialmente della vicenda; l'interpellanza è stata preziosa per convocare gli altri Enti locali, ma anche per dialogare con alcuni colleghi, come la Consigliera Bortolin e la Consigliera Suino che sono intervenute soprattutto sulla vicenda del Cinema Donne.
Oggi sono in grado di dare queste risposte, che avrei comunque comunicato da domani in poi alla stampa, ma era giusto dare precedenza all'interpellanza, che - ripeto - ha consentito di attivarsi ufficialmente.
In questo modo ho potuto scrivere agli Assessori Perone e Giuliano, dicendo loro di questa interpellanza che pone una questione da affrontare.
Oggi, dunque, sono in grado di dire che condivido totalmente - e credo sia non indifferente dirlo - la valenza culturale dei due festival.
Come Assessorato, ci siamo attivati subito e, dopo una serie di difficoltà, posso comunicare che abbiamo realizzato una tripla serie di interventi a risoluzione. Abbiamo trovato i locali nelle sale nuove del Teatro Nuovo, quindi multisale e disponibilità di spazio anche per mostre ed incontri.
In secondo luogo, rispetto a quanto citava il primo punto dell'interpellanza sulle difficoltà economiche, abbiamo concordato che i tre Enti locali (Comune, Provincia e Regione), insieme, si faranno interamente carico del differenziale dei costi per l'affitto di queste sale. Pertanto non vi sarà alcun aggravio, anzi un lieve vantaggio, per i due festival.
I Consiglieri Simonetti e Chiezzi ponevano giustamente la questione importantissima del "Cinema Massimo". Ebbene, abbiamo stanziato - Comune e Regione - tre miliardi per la completa ristrutturazione e ho parlato personalmente con il Presidente del Cinema, Ricciardi, per concordare che questi due festival, in cambio del nostro intervento di ristrutturazione abbiano prioritariamente, una volta messe a posto e molto bene le sale, la disponibilità per poter svolgere adeguatamente i loro festival.
Devo pertanto ringraziare i colleghi perché questa interpellanza è stata l'atto ufficiale che ha consentito la convocazione degli Assessorati e degli Enti, e quindi devo dire di essere grato per l'attenzione che il Consiglio ha avuto.
Questi sono gli aggiornamenti ad oggi. Posso dire che abbiamo affrontato in questi termini complessivi (sede, finanziamento e futuro) il problema dei due festival, che sono sicuramente molto importanti e che in passato hanno avuto il contributo aumentato a seguito di interventi e audizioni della stessa Commissione. Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MINERVINI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Sono ovviamente molto soddisfatto della risposta dell'Assessore, sia in termini puntuali, riferiti a questo argomento, ma anche in termini generali, perché una volta tanto - è successo molto di rado in questi cinque anni - si è affrontata una questione con reciproco rispetto politico, reciproco riconoscimento del valore delle iniziative nessuna strumentalità da una parte e dall'altra e ritengo che, in questa piccola fattispecie, l'istituzione, la politica abbia potuto svolgere il proprio compito in modo degno.
Se avessimo agito così su tutti gli argomenti, forse la vita di questa nostra Regione sarebbe stata differente e più qualificata. Lo dico da un punto di vista generale, non perché si tratta di una risposta ad un'interpellanza del mio Gruppo. Lo dico perché in questo modo l'istituzione cresce, lavora. Il che non vuol dire essere sempre d'accordo su tutto. Ad esempio, io non sono d'accordo che l'Assessore abbia detto che gli dispiace dire che ringrazia: poteva anche non dispiacersi.
L'Assessore sa che su questo tema - riconosco che c'è stato un intervento tempestivo - il mio Gruppo in questi cinque anni ha rivolto alla sua attività una critica fondamentale piuttosto netta, che mantiene, sulla mancanza, a mio modo di vedere, di un progetto organico su un'attività dell'Assessorato molto rivolta a singoli pezzi ai quali dare singole soddisfazioni. Ma questo è un altro discorso.
Quindi io ringrazio l'Assessore. Sono anche contento, insieme alla collega Simonetti, che questa nostra iniziativa porti non lustro al nostro Gruppo, ma porti lustro alla cultura piemontese, permettendo al festival Sodoma Hollywood di svolgersi.
La dichiarazione dell'Assessore che questo festival, insieme all'altro citato Cinema delle Donne e a tante altre cose, faccia parte della cultura del Piemonte, ci sembra una dichiarazione apprezzabile anche da parte di un Gruppo che, come sa l'Assessore Leo, non risparmia - giustamente doverosamente, democraticamente - tutte le critiche che ritiene di fare su argomenti su cui non è d'accordo. Grazie.



PRESIDENTE

E, se mi è permesso, ringraziano anche le donne.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Interpellanza n. 3004 a firma dei Consiglieri Chiezzi e Simonetti, inerente a "Piano di riparto della Regione Piemonte sui testi scolastici della scuola dell'obbligo"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interpellanza n. 3004, presentata dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti, cui risponde l'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione

Anche a questo proposito devo dire una cosa molto importante; vorrei che la seguissero soprattutto i colleghi delle Province, perché - ripeto è una cosa molto importante.
L'interpellanza dice: "Premesso che la situazione dei bambini appartenenti alle famiglie meno abbienti che devono frequentare la scuola dell'obbligo è molto disagiata; considerata la legge finanziaria, il DPCM 320 del 5 agosto 1999 ... interpellano la Giunta per sapere: se la Giunta regionale si è già attivata o intende attivarsi al più presto per risolvere questo problema; se la Giunta regionale condivide la preoccupazione degli interpellanti e se condivide anche l'angoscia delle famiglie di bambini in condizioni difficoltose".
Devo dire che questa è una questione di grande, grandissima importanza per tutto il Piemonte e posso dare una risposta, per fortuna puntuale dicendo che i miei uffici - anche questa volta col concorso e la sollecitazione dell'interpellanza - si sono attivati. Attivati fortemente.
Informiamo che l'Assessorato ha provveduto, con tempestività e nel rispetto del termine del 30 settembre 1999 stabilito dal Ministero, ad approvare il Piano di riparto dei fondi statali aggiuntivi. Con deliberazione di Giunta regionale - fornirò poi la risposta scritta, perch questi sono tutti dati tecnici - n. 28-28243 del 27/9/1999 si è dato attuazione a quanto stabilito dal DPCM 320, provvedendo a ripartire i fondi tra i Comuni sede di scuole, utilizzando i criteri stabiliti dalla legge regionale 49/85 per il diritto allo studio. Inoltre, per rendere più rapido l'intervento a favore delle famiglie beneficiarie, si è richiesto all'Amministrazione del Ministero degli Interni di rimettere direttamente ai Comuni le quote loro assegnate dal Piano di riparto regionale. In sostanza, noi abbiamo fatto il Piano di riparto e abbiamo concordato con il Ministero che andasse direttamente ai Comuni, onde evitare un passaggio che avrebbe fatto perdere tempo, per venire incontro alle giustissime preoccupazioni dell'interpellanza rispetto alle necessità delle famiglie.
E' giusta la preoccupazione cui si fa riferimento nell'interpellanza presentata dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti. Questa interpellanza ha impegnato con priorità assoluta l'Amministrazione regionale a redigere con immediatezza il Piano di riparto dei fondi e ad inviarne copia al Ministero addirittura in anticipo rispetto al termine imposto del 30/9/1999.
Ci hanno poi detto dal Ministero che la nostra è stata la prima Regione in Italia ad inviare il riparto, ma - ripeto - non è indifferente il fatto che il Consiglio abbia sollecitato questa cosa, perché la Giunta e l'Amministrazione è ovviamente sollecitata da questo anche nel rapporto con gli uffici.
Occorre precisare che noi saremmo stati in grado di essere addirittura ancora più rapidi rispetto alle necessità delle famiglie con reddito inferiore ai 30 milioni se i Ministeri non avessero tardato nell'emanare il DPCM 320 e non avessero fatto slittare al 16 settembre la sua pubblicazione. Dico questo perché l'interpellanza, puntualissima, ci ha messo in preallarme e preparato quindi sul lavoro. Siamo stati comunque la prima Regione, ma saremmo stati già pronti anche prima.
Condivido anche il fatto che nell'interpellanza si dica che è angoscioso per i beneficiari attendere altri mesi prima di emanare un provvedimento che era già stato individuato dalla legge finanziaria 448/98 e che avrebbe consentito, se applicato in tempo ragionevole, di raggiungere le famiglie ancora prima. Io ho anche inviato una lettera al Ministero, con allegata l'interpellanza, per significare come la Regione Piemonte si sia preoccupata di questa importantissima questione. Quindi noi auspichiamo che tale provvedimento, se verrà riproposto nel 2000, consenta di addivenire in tempi più congrui all'emanazione del provvedimento attuativo e di poter provvedere, di conseguenza, a predisporre gli atti di riparto dei fondi da destinarsi ai nuclei familiari beneficiari al più presto.
Per quanto riguarda l'eventuale carenza di istruzioni dalle Regioni ai Comuni, si specifica che, con nota n. 13239 del 30 luglio 1999, si sono impartite le prime disposizioni in attesa dell'emanazione del DPCM per attivare gli uffici comunali e scolastici alle incombenze derivanti dall'emanando decreto e, ad avvenuta approvazione del Piano di riparto, si è inviata la nota n. 17356 del 4 ottobre 1999 con specificate le modalità operative a cui gli Enti locali devono attenersi per la fornitura gratuita di libri di testo e notiziandoli dell'avvenuta pubblicazione integrale del Piano di riparto sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte. Di tali note si è sempre fatto partecipi anche i Provveditorati agli Studi delle province piemontesi.
Devo dire, anche a nome dei miei uffici, che ringrazio per la presa di posizione politica su un argomento di vera socialità, di vera giustizia sociale, di vera importanza e, condividendo totalmente lo spirito dell'interpellanza, abbiamo - come ho potuto dimostrare, ma tutti gli atti sono a disposizione - potuto agire tempestivamente. Doverosamente tempestivamente.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Ringraziamo l'Assessore per la risposta. Non siamo del tutto soddisfatti della sua risposta, perché l'Assessore ha condotto precisamente anche l'iter che la Regione ha seguito, e quindi proceduralmente le risposte e gli adempimenti rispetto alle indicazioni dovute dal Decreto Ministeriale 320 che l'Assessore dice è avvenuto anche rispetto alla pubblicazione in ritardo, e quindi ha determinato un seguito di ritardi a cui comunque la Regione Piemonte ha adempiuto in tempi brevi.
Il problema, Assessore, rispetto all'interpellanza, problema che ci ha mosso a porre un'interpellanza, in particolare riguardava alcuni Comuni.
Partendo da una premessa, ovvero dalla necessità di attuare questo Decreto che noi riteniamo un provvedimento importante che va nella direzione del sostegno e della tutela delle fasce più deboli, in particolare nel momento in cui si va avanti da più parti rispetto ad uno smantellamento di fatto ad una riduzione e ad un depotenziamento dell'istituto scolastico pubblico andare a sostenere in particolare l'istituzione scolastica pubblica per quanto riguarda le fasce più deboli, quindi partendo dal costo dei testi scolastici e quindi dalla loro gratuità.
Il problema partiva da alcuni Comuni, in particolare abbiamo citato i Comuni di Alessandria e di Crescentino, che non avevano dato alcuna forma di attuazione legislativa rispetto alle indicazioni stabilite inizialmente dal Decreto e in relazione alle quali poi la Regione Piemonte doveva effettuare il Piano di riparto.
L'Assessore Leo dice che il Piano di riparto è stato effettuato, che l'adempimento è avvenuto nei tempi previsti, ma esiste comunque il problema che la Regione non attua - come spesso avviene per diverse altre questioni in diversi altri settori e politiche - quella forma di rapporto, di collaborazione e di coordinamento con gli Enti locali che permette a questi ultimi di attuare ...



(Brusio in aula)



SIMONETTI Laura

Chiederei al Presidente di invitare i colleghi a stare in silenzio.



PRESIDENTE

Per favore, il brusio comincia a diventare forte. Per gentilezza abbassatelo o, meglio, annullatelo. Grazie.



SIMONETTI Laura

Allora, questo provvedimento poteva permettere agli Enti locali, nel momento in cui esiste una forma di collaborazione e di coordinamento anche tramite la Regione, di attuare concretamente la gratuità dei testi rispetto alle fasce sociali più deboli che abbiamo già citato.
Questo coordinamento, Assessore, di fatto non è avvenuto, nel senso che, nonostante la Regione abbia adempiuto nei tempi previsti in modo sollecito rispetto alle indicazioni nazionali, sta di fatto che alcuni Comuni, in particolare i Comuni più piccoli - noi abbiamo citato alcuni Comuni dell'Alessandrino - non erano in grado di attuare quell'iter burocratico che permetteva l'attuazione legislativa e quindi nei fatti concreti permetteva la risoluzione di un problema che era il problema della gratuità dei testi rispetto a delle famiglie che erano particolarmente disagiate e che comunque avevano il diritto, nell'ambito delle indicazioni nazionali, di avere una gratuità dei testi scolastici.
Questo, Assessore, non è avvenuto. In particolare, io vorrei una risposta anche brevissima. Al di là degli adempimenti burocratici della Regione, noi vogliamo capire, perché abbiamo posto il problema di due Comuni che non sono riusciti a sostenere nei fatti questo Decreto Ministeriale e quindi a sostenere nei fatti anche i costi a carico delle famiglie, se questo problema è stato risolto o se le famiglie, come noi abbiamo citato anche nell'interpellanza, hanno dovuto anticipare dei costi che, viceversa, non sono stati loro ancora rimborsati.
Allora, noi apprezziamo la messa in atto di un rapporto di collaborazione tramite il Ministero degli Interni e quant'altro, ma il rapporto è un rapporto che coinvolge direttamente anche la Regione attraverso i Provveditorati, gli istituti scolastici ed i Comuni, rispetto poi alla gestione immediata anche di questo tipo di problema, che sono i costi a carico delle famiglie.
Generalmente rimangono alcuni punti su cui di fatto, da un lato, viene chiaramente esplicitato un tipo di difficoltà, su cui la Regione Piemonte si è distinta, noi riteniamo negativamente, e quindi in un rapporto con i Comuni e con gli Enti locali spesso non efficiente, spesso anche carente rispetto alle gestioni concrete anche degli atti legislativi; dall'altro vorremo capire se effettivamente i problemi concreti rispetto a questi due Comuni sono stati risolti ed in che termini. Grazie.



PRESIDENTE

Eccezionalmente, Assessore, le permetto di rispondere. Prego.



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione

Grazie Presidente, la ringrazio molto. Posso dire due cose rapidissime: innanzitutto che farò immediatamente un approfondimento concreto su questi due Comuni e comunicherò agli interpellanti e a tutta la Commissione i dati, mentre invece mi permetto di dire che non ci siamo distinti negativamente per il rapporto con i Comuni in quanto siamo una delle Regioni con uno degli Assessorati che, quantomeno con Comuni e Province dialoga più fattivamente. Tant'è, ripeto, che le Province ed i Provveditorati sono stati tempestivamente informati di questa nostra procedura, ed hanno anche espresso soddisfazione per la procedura.
Mi rendo conto di quello che dice la Consigliere Simonetti: "Se voi fate tutti gli adempimenti, ma poi non c'è la ricaduta ultima ... E' soltanto una perfezione formale, ma non c'è l'utile assistenziale, quindi l'impegno ad investire". Mi impegno su questo a mandare una nota a lei e a tutta la Commissione su cosa ho fatto segnatamente.
Mi permetto ancora di riaffermare, lo dico anche se sono parte in causa, che i miei uffici sono stati particolarmente scrupolosi. Ripeto: se la nostra è stata la prima Regione ad attenersi a questo Decreto in grande collaborazione con il Ministro degli Interni, una qualche, come dire soddisfazione c'è.



PRESIDENTE

Facciamo uno strappo: la parola al Consigliere Simonetti.



SIMONETTI Laura

Grazie, Presidente. Ribadisco l'insoddisfazione anche del Gruppo rispetto a questa interpellanza.
L'Assessore ha annunciato che porterà un approfondimento, anche perch l'elemento importante di questa interpellanza che volevamo sottolineare era il fatto che la Regione nei tempi previsti non aveva emanato un'apposita normativa, determinando anche il fatto che non sono stati informati i Comuni ed in particolare i Comuni che noi abbiamo citato (il Comune di Crescentino nel Vercellese e il Comune di Alessandria) rispetto all'iter da seguire; questo ha determinato i costi a carico delle famiglie, cosa che noi abbiamo citato.
Quindi chiediamo: lasciamo questa interpellanza aperta rispetto alle determinazioni dell'aula, in attesa che l'Assessore porti gli eventuali approfondimenti che noi richiediamo nell'interpellanza stessa.


Argomento: Industria (anche piccola e media) - Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 2846 dei Consiglieri Chiezzi e Simonetti, inerente a "Rischi ambientali connessi ad attività industriali pericolose"


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza n. 2846, presentata dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti.
La parola all'Assessore Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Le richieste avanzate dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti, con l'interpellanza n. 2846, richiedono preliminarmente una precisazione sugli obblighi delle imprese e sui compiti affidati alla Regione in tema di rischio di incidente rilevante dal DPR n. 175/88, la famosa legge "Seveso".
Gli obblighi generali a carico dell'impresa sono definiti dall'art. 3 del DPR 175, in cui si stabilisce che il responsabile di ogni attività che comporti l'uso di sostanze pericolose debba prendere tutte le misure atte a prevenire gli incidenti rilevanti e a limitarne le conseguenze per l'uomo e per l'ambiente.
Al superamento di determinate soglie quantitative di sostanze pericolose, utilizzate o depositate, l'azienda è tenuta a trasmettere alla Regione una dichiarazione, ai sensi dell'art. 6, o al Ministero dell'Ambiente ed al Comitato tecnico regionale di prevenzione incendi una notifica, ai sensi dell'art. 4. Al di sotto di tali soglie, il fabbricante non è tenuto a sottoporre alle autorità alcuna documentazione specifica.
L'art. 16 del DPR 175, di cui la legge regionale 32/92 costituisce il provvedimento attuativo, prevede in particolare che le Regioni ricevano ed esaminino le dichiarazioni di cui all'art. 6 e che, in seguito a tale esame, chiedano eventuali informazioni supplementari e, se del caso formulino osservazioni circa le misure integrative o modificative.
Sempre in relazione alle attività ricadenti nell'obbligo di dichiarazione o di notifica, la Regione ha il compito di vigilare affinch il fabbricante mantenga costantemente le misure di sicurezza stabilite per la prevenzione degli incendi.
Effettuata tale premessa, si informa che le ditte Interchimica e LIRI Industriale - Stabilimento di Pont Canavese non figuravano, al momento degli episodi incidentali, tra le attività che hanno presentato che hanno presentato dichiarazione o notifica ai sensi dei citati artt. 6 e 4 del DPR 175 né erano pervenute segnalazioni che prefigurassero a loro carico tale obbligo.
L'ARPA e l'ASL, che in base alla legge regionale 32 effettuano per la Regione le attività di vigilanza, nel quadro delle rispettive competenze stabilite dalle vigenti leggi, informano l'Assessorato sulle attività svolte in via autonoma o previa richiesta della Regione nei confronti di aziende per le quali in base a determinati elementi di conoscenza si rendano opportuni accertamenti specifici.
Con riferimento alle richieste avanzate dagli interpellanti, si forniscono quindi i seguenti elementi di risposta.
I dati preliminarmente forniti dall'ARPA al Settore relativi alle ricadute ambientali conseguenti gli incendi occorsi presso le industrie Michelin di Cuneo e LIRI Industriale di Pont Canavese non riguardano, per quanto premesso, aspetti concernenti il rischio di incidenti rilevanti così come inteso dal DPR 175.
Relativamente all'incendio presso la ditta Michelin, il Dipartimento provinciale dell'ARPA di Cuneo riferisce che le sostanze emesse nell'ambiente non sono state tali da causare effetti acuti, ma data l'importanza dell'incidente, si è ritenuto di predisporre un piano di monitoraggio allo scopo di valutare gli effetti sull'ambiente a lungo termine.
Per quanto concerne la ditta LIRI Industriale di Pont Canavese, il Dipartimento di Ivrea della stessa agenzia ARPA ha comunicato gli esiti di accertamenti svolti presso lo stabilimento di Pont Canavese in occasione dell'episodio incidentale occorso il 16 agosto u.s., da cui emerge che l'incendio ha riguardato elementi dell'impianto elettrico di un seminterrato. Nella comunicazione non vengono segnalate ricadute esternamente all'impianto.
Relativamente alla ditta Interchimica, lo stesso Dipartimento di Ivrea ha effettuato, su espressa richiesta di questo Assessorato, approfondimenti specifici sull'applicabilità del DPR 175 all'attività svolta dall'azienda dai quali è risultato che i quantitativi di materie pericolose depositate al momento dell'incendio superavano i limiti stabiliti dagli allegati tecnici dello stesso decreto. In relazione a tale esito, l'Unità flessibile facente parte del Settore grandi rischi industriali ha invitato l'azienda a dimostrare di aver adottato adeguate misure di sicurezza e a trasmettere la prevista dichiarazione, ed ha contestualmente provveduto ad informare del fatto l'autorità giudiziaria.
Per quanto riguarda le previsioni dell'art. 3 del DPR 175, occorre precisare che la prevenzione e la limitazione del rischio di incidente rilevante, aspetto cui l'art. 3 medesimo si riferisce espressamente costituiscono attività aggiuntive e specialistiche rispetto all'ordinaria gestione della sicurezza e non riguardano in specifico la più generale azione di tutela dell'ambiente esterno, dell'ambiente di lavoro e della sicurezza antincendio. Tali ultimi aspetti sono difatti già giuridicamente tutelati dalle rispettive norme di comparto in materia ambientale sanitaria e di prevenzione incendi. Il rispetto di tali disposizioni spetta quindi alle attività industriali effettivamente ricadenti nel campo di applicazione del DPR 175.
Da quanto premesso e dalle informazioni raccolte, non si hanno attualmente elementi per ritenere che la ditta LIRI Industriale fosse tenuta a produrre specifica documentazione relativa all'ambito di applicazione del DPR 175. Mentre per la ditta Interchimica, come già accennato, gli accertamenti all'uopo disposti hanno rilevato non solo la mancata attuazione delle generali disposizioni a carico del fabbricante, ma la formale omissione dell'obbligo di dichiarazione ai sensi dell'art. 6 del DPR 175.
Dato che, come premesso, le attività regionali in materia di rischio di incidente rilevante, ivi compresa la vigilanza normata dall'art. 9 della legge regionale 32, riguardano gli stabilimenti che abbiano trasmesso la dichiarazione di cui all'art. 6 del DPR 175, non sono state effettuate da parte della struttura regionale incaricata verifiche ispettive nei confronti delle ditte Interchimica e LIRI di Pont Canavese. In occasione di recenti episodi incidentali sono tuttavia sono stati chiesti all'ARPA accertamenti sulle cause che hanno determinato l'insorgere degli eventi e sugli eventuali effetti accusati esternamente all'impianto.
Il Registro regionale delle attività industriali a rischio di incidente rilevante, attivato fin dal 1993, viene aggiornato costantemente a cura del Settore grandi rischi. Il Registro, onde consentire una coordinata azione di prevenzione e di programmazione delle diverse attività territoriali viene già dal 1994 trasmesso con cadenza trimestrale ai soggetti interessati, quali i Dipartimenti dell'ARPA, i Dipartimenti delle ASL, i Comandi provinciali dei Vigili del Fuoco, le Amministrazioni provinciali e le Prefetture. Copia del Registro viene altresì trasmessa alla Presidenza della Giunta regionale e alla Presidenza del Consiglio per conoscenza.
Infine, sono destinatari di copia del Registro, tra gli altri, anche i Settori regionali competenti per gli aspetti urbanistici e per la protezione civile, che sono naturalmente coinvolti per i loro espressi compiti d'istituto negli approfondimenti necessari alla valutazione della coerenza degli strumenti urbanistici e di pianificazione dell'emergenza relativi ad aree con presenza di attività a rischio.
L'Unità flessibile dell'Assessorato all'ambiente, indicata all'art. 3 della legge 32, oggi incardinata, dopo la legge 51, nel Settore grandi rischi industriali, opera sin dall'inizio del 1993 ed ha avviato tutte le attività in merito all'organizzazione e allo svolgimento delle istruttorie sulle industrie a rischio soggette a dichiarazione (quelle a notifica sono di competenza del Ministero dell'Ambiente e dei Vigili del Fuoco).
L'iter istruttorio è stato attivato relativamente a tutto il parco delle dichiarazioni, ammontante ad oggi a 91 unità, ancorché il procedimento si trovi in fase di avanzamento diverse, secondo una programmazione che tiene conto delle priorità discendenti dall'effettivo livello di rischio collegato alle attività ed alla necessità organizzativa dell'ufficio.
L'attività tecnica è stata sviluppata seguendo un percorso che prende avvio dalla disamina tecnica sotto il profilo impiantistico affidabilistico, tossicologico e modellistico del rapporto di sicurezza presentato con la dichiarazione e prosegue con l'approfondimento, tramite convenzione con il Politecnico di Torino e la Stazione sperimentale per i combustibili, di specifici aspetti termodinamici e cinetici legati alla chimica dei processi, alla sicurezza impiantistica, alla modellistica di simulazione delle conseguenze incidentali anche attraverso ricerche mirate e sperimentazioni.
Qualora la documentazione tecnica di corredo alla dichiarazione non sia stata ritenuta esaustiva o sufficiente, oltre alla richiesta di materiale integrativo supplementare, è stato effettuato un sopralluogo finalizzato a completare il quadro conoscitivo delle realtà produttive sia sotto il versante impiantistico sia per la parte di procedure di sicurezza e di emergenza.
Al termine degli approfondimenti tecnici e documentali si è proceduto all'effettuazione di ispezioni collegali con gli Enti e gli organismi interessati ai fini del coordinamento delle attività territoriali con il procedimento di competenza regionale e della contestuale assunzione degli immediati provvedimenti eventuali che si rendessero necessari in relazione alle problematiche di volta in volta evidenziate. Gli esiti degli accertamenti sono stati oggetto di relazione e discussione da parte del Comitato tecnico-scientifico di cui all'art. 4 della legge 32/92 ed hanno condotto alla predisposizione di osservazioni tecniche recanti la richiesta di interventi migliorativi per la sicurezza.
Al termine dell'istruttoria tecnica, le osservazioni finali sono state trasmesse all'azienda cui è stata richiesta la presentazione di cronoprogrammi di intervento mirati al recepimento delle conclusioni regionali.
L'iter descritto è stato ultimato per 70 aziende delle 91, mentre per altre 10 è in corso la formalizzazione delle osservazioni conclusive.
Relativamente alle rimanenti, quasi tutte pervenute nell'arco del 1999 l'iter tecnico è stato avviato e procede secondo il criterio di programmazione sopra richiamato.
Il Comitato tecnico-scientifico previsto dall'art. 4 della legge 32 è stato costituito sin dall'inizio dell'Unità flessibile e si è riunito per la prima volta il 26 aprile 1993. Da allora le riunioni sono state costantemente con cadenza quindicinale, fatte salve le ulteriori riunioni per i casi di emergenza, allo scopo di sottoporre le proposte di osservazioni conclusive alla valutazione di un organo consultivo collegiale di esperti.
Le Conferenze provinciali previste dall'art. 5 della legge 32 successivamente modificato con legge n. 9/95, sono state costituite da tutte le Province già a partire dal mese di agosto 1993. Ma le stesse hanno avuto estrema difficoltà a regolamentare la loro attività e nell'attivarsi in modo permanente, nonostante le modifiche apportate con la legge regionale n. 9/95.



(Voce fuori microfono: "Quale difficoltà?")



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Difficoltà burocratica, diciamo per la pletoricità di queste assemblee tant'è che occorrerà, a mio avviso, dopo l'approvazione del disegno di legge 467, riflettere anche su questi Comitati eccessivamente pletorici.
Sono state invece attivate sistematicamente quelle indette dal Presidente della Giunta regionale nel caso di progetti relativi a nuove attività industriali.
L'Osservatorio permanente previsto dall'art. 15 della legge 32 quale supporto per gli organi istituzionali regionali, la cui costituzione doveva essere promossa dal Consiglio regionale, non è stato costituito e non risultano atti ovvero determinazioni consiliari orientate alla promozione dell'Osservatorio medesimo in collaborazione con i soggetti citati dallo stesso art. 15, ancorché da parte dell'Assessorato e della struttura competente sia stato attivato, nell'ambito del sistema informativo ambientale, il già citato Registro regionale delle industrie a rischio di incidente rilevante, la georeferenziazione delle stesse aziende su supporto automatico GIS, un progetto comunitario di interscambio dati con i laboratori ed attivata una convenzione con l'Istituto Superiore di Sanità.
E' infine necessario far presente che il quadro normativo di riferimento nazionale è recentemente mutato con il decreto legislativo n.
334/99 e che pertanto le attività regionali in materia di prevenzione del rischio di incidente rilevante dovranno essere rimodulate e riviste in accordo a tale nuova cornice previsionale, anche tenuto conto delle modificazioni introdotte nell'assetto amministrativo dalla riforma Bassanini.
Devo concludere con un'ulteriore riflessione di questo tipo: tutte le attività tecniche operative sono state attivate; in questi anni è stato svolto - grazie anche all'individuazione di alcuni validi collaboratori reperiti dai concorsi - un lavoro capillare e penentrante in tutti i settori.
Come voi sapete, con le riforme Bassanini le Regioni diventano titolari, se hanno l'ARPA e la legge istitutiva sul VIA, di potestà nuove noi siamo, quindi, candidati ad avere completamente questa funzione.
Possiamo, pertanto, definire soddisfacente l'attività svolta finora naturalmente in un'ottica nella quale tutta la parte tecnica dovrà essere concentrata nell'ARPA e la parte amministrativa negli Enti istituzionali quindi Regione e Province.
Ci sarà successivamente l'occasione - nella prossima legislatura - per riprendere la legge regionale di settore adeguandola al disegno di legge n.
467.
Ho colto l'occasione, non solo per rispondere ai quesiti posti, ma per illustrare la problematica della legge cosiddetta "Seveso" nella nostra Regione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Ringrazio l'Assessore per la risposta e chiedo di poter avere la relazione scritta per leggerla attentamente.
Essendo una relazione lunga e precisa sarà nostra cura successivamente, entrare meglio nel merito della risposta dell'Assessore.
Intervengo per delle brevi osservazioni.
Le questioni poste nell'interpellanza, che ha per oggetto i rischi ambientali connessi alle attività industriali pericolose, volevano evidenziare il ruolo importante dell'ARPA nell'effettuazione dei monitoraggi e anche nella valutazione dell'impatto ambientale rispetto alla pericolosità di alcune attività industriali, per esempio l'Interchimica e la LIRI Industriale.
La necessità di entrare nel merito di queste questioni - per esempio l'incendio e quindi l'inquinamento sia dell'aria che dell'acqua - è rivolta ad avere una risposta rispetto all'attenzione e alle attività che la Regione svolge nel momento in cui vengono sviluppate delle valutazioni di tipo tecnico e quindi un iter burocratico che, anche in relazione alla risposta dell'Assessore, segue una metodologia precisa e dei tempi apprezzabili. Penso, per esempio, all'aggiornamento costante, trimestrale del Registro regionale delle attività industriali a rischio di incidenti rilevanti. In relazione a questo, è chiaro che la necessità di intervento politico dell'Ente pubblico, e quindi della Regione, anche in relazione alle deleghe Bassanini, è importante e deve essere tempestivo.
Quindi ripeto la necessità di avere una reale risposta rispetto alla garanzia che l'Ente pubblico, in seguito alle metodologie, all'iter burocratico seguito, fornisce alle popolazioni che risiedono in aree adiacenti agli insediamenti industriali a rischio.
Non sempre l'attenzione alle fasi, alle valutazioni di monitoraggio e ad un iter burocratico delle valutazioni tempestive rispondono anche a degli interventi immediati di sostegno e di informazione, in grado di garantire delle condizioni di sicurezza alle popolazioni, in particolare rispetto anche ad un'attività che riguarda dei rischi ambientali connessi alle attività industriali pericolose.
Ci pare, pertanto, fondamentale un'attività di prevenzione sul territorio e di informazione nei confronti della popolazione che risiede in quelle aree a rischio, che deve essere sicuramente la prima ad essere tutelata.
Sottolineiamo anche delle perplessità rispetto al fatto che alcuni momenti legislativi e condizioni di iter burocratici (assemblee plenarie dei Comitati) abbiano determinato dei ritardi effettivi.
Sollecitiamo, ovviamente, gli interventi urgenti, un ruolo importante ed incisivo dell'ARPA e un'attività di prevenzione più pregnante, più incisiva sul territorio. L'Ente pubblico deve governare anche dei processi e degli interventi per le politiche ambientali di prevenzione connessi ai rischi che attività pericolose, in questo caso a rilevanza industriale possono determinare sul territorio. Di conseguenza, auspichiamo una presenza più incisiva della Regione nel ruolo di coordinamento e di sburocratizzazione.
Termino qui l'intervento, riservandomi di leggere con attenzione la risposta dell'Assessore.


Argomento: Comuni - Opere idrauliche ed acquedotti

Interrogazione n. 2907 del Consigliere Montabone, inerente a "La Val di Susa e la guerra dell'acqua potabile"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'interrogazione n. 2907, presentata dal Consigliere Montabone.
Risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla pianificazione e gestione delle risorse idriche

In relazione all'interrogazione presentata dal Consigliere Montabone in ordine alla determinazione di alcuni Comuni di non aderire alla proposta di convenzione di costituzione dell'Autorità dell'ambito n. 3 Torinese occorre innanzitutto rilevare come il procedimento che ha condotto all'attivazione dei poteri sostitutivi da parte del Presidente della Giunta regionale sia stato fin dall'origine informato al principio delle più ampia partecipazione in quanto radicata è la convinzione della necessità di una capillare azione di informazione, di approfondimento e di maturazione dei principi della riforma, consapevoli che tale processo richiede sì tempi lunghi, ma necessari ad acquisire l'indispensabile partecipazione e consenso di tutti i soggetti chiamati a darne attuazione.
La Provincia di Torino pertanto, a norma dell'art. 4, comma 3, della L.R. 13/97, ai fini della tempestiva sottoscrizione della convenzione, ha intrapreso le relative funzioni di coordinamento, provvedendo a consultazione degli Enti locali nell'ambito che si sono protratte per oltre due anni, anche a causa della complessità dei nodi da sciogliere vertenti principalmente nell'individuazione delle aree territoriali omogenee e dei criteri di rappresentatività degli Enti nella definizione dell'organizzazione delle strutture operative dell'Autorità d'ambito nell'esigenza di illustrare e far comprendere a tutti gli Enti il complesso delle problematiche affrontate nella riforma e conseguire l'adesione di una così vasta molteplicità dei soggetti coinvolti.
Per quanto concerne il circondario di Susa, il primo incontro ha avuto infatti luogo il 6 giugno 1997, cui ha fatto seguito nel settembre dello stesso anno una riunione generale di confronto. Successivamente, in data 22 gennaio e 8 giugno 1998, si sono tenuti gli incontri della Conferenza dei servizi nel, corso dei quali è stata approvata la proposta di convenzione per la costituzione dell'Autorità d'ambito proposta dalla Provincia di Torino.
Per il limitato numero di Comuni che non hanno aderito alla citata proposta, la Provincia provvedeva ad inviare numerosi solleciti, l'ultimo dei quali in data 3 febbraio 1999.
Il Presidente della Giunta regionale, stante l'elevata percentuale degli assensi e l'avanzato stato del procedimento di stipula della convenzione, ed in considerazione dell'inprocrastinabile esigenza di dare attuazione alla riforma del servizio idrico integrato, prima di dar luogo al procedimento sostitutivo necessario per permettere l'avvio della piena operatività dell'autorità d'ambito, invitava, con nota del 24 febbraio 1999, le Amministrazioni inadempienti a promuovere tutte le iniziative volte nel divenire nel più breve tempo possibile alla rettifica della convenzione di cooperazione fra gli Enti locali dell'Ambito territoriale 3 che è appunto l'ambito di Torino.
Ritenuta così conclusa l'attività di coordinamento, l'Amministrazione provinciale richiedeva alla Regione Piemonte l'attivazione del potere sostitutivo di cui all'art. 4, comma 4, della legge regionale 13, nei confronti dei Comuni che non avevano provveduto all'approvazione della convenzione. A tale data avevano deliberato favorevolmente l'approvazione della convenzione la Provincia di Torino, le 13 Comunità montane (tutte le Comunità Montane, in sostanza), 261 Consigli comunali corrispondenti all'88,31% delle quote di rappresentatività su 306 Comuni inseriti nell'Ambito 3.
Risultavano pertanto a tale data 31 Consigli comunali (pari al 6,85 delle quote di rappresentatività) e 28 Consigli comunali inadempienti, pari al 4,84 delle quote di rappresentatività. Questi numeri nel frattempo si sono ancora ridotti, perché ci sono state ulteriori adesioni.
In data 23 giugno, in considerazione del perdurare dell'inadempimento il Presidente della Giunta inviava la diffida ai Comuni che ancora non avevano provveduto ad adottare entro il 30 settembre 1999 gli atti di competenza necessari alla stipula della convenzione istitutiva all'Autorità d'ambito n. 3 torinese.
Prima ancora dello scadere del suddetto termine, a seguito della richiesta avanzata da alcuni Comuni e Comunità montane della Valle di Susa in data 2 settembre veniva convocato dallo scrivente un incontro con gli Amministratori della Valle, volto a fornire un ulteriore approfondimento ed un'attenta disamina delle ragioni ostative e alla ratifica della convenzione, incontro che proseguiva in particolare sugli aspetti tecnici il successivo 22 settembre.
Infine, il giorno 28 ottobre, si è svolta un'ulteriore riunione con i rappresentanti degli Enti della Valle di Susa ed il Presidente della Giunta regionale, alla quale ha fatto seguito un ulteriore incontro in Assessorato ambiente in data 10 novembre u.s.
Secondo quanto stabilito dall'Atto regionale di indirizzo per la stipula delle convenzioni di costituzione dell'Autorità d'ambito, di cui la delibera della Giunta regionale del 21 aprile 1997, prima di procedere alla nomina del Commissario ad acta, acquisito il parere delle Amministrazioni provinciali interessate, si deve procedere alla fissazione di un nuovo termine di 30 giorni per l'eventuale deposito di memorie o di documenti, ai sensi dell'art. 10 della legge 241, quella sul procedimento amministrativo.
La partecipazione ed il consenso degli Enti interessati, che come si evince dalla breve illustrazione del procedimento avviato sono stati ampiamente curati e ricercati, non esclude tuttavia l'obbligatorietà dell'adesione dei singoli Enti ricadenti nell'ambito territoriale delimitato, che costituisce pertanto uno dei princìpi cardine della riforma dei servizi idrici integrati prevista sia dalla normativa nazionale (art. 9 della legge Galli) e conseguentemente disciplinato dalla legge regionale e dal citato Atto regionale di indirizzo.
Il carattere obbligatorio della cooperazione, nella forma individuata dalla Regione - da questo Consiglio regionale, con legge regionale risulta infatti che nella stessa cosa siano attesi nella natura del servizio idrico integrato e disposti dal citato art. 9 della normativa nazionale ed il potere sostitutivo regionale dallo stesso previsto. Quelli di acquedotto, fognature e depurazione, sono servizi essenziali che non possono non essere forniti all'utenza e la cui titolarità (legge 36) conserva in capo agli Enti locali.
Al tempo stesso, la portata riformatrice della normativa nazionale finalizzata al superamento della frammentazione delle relative gestioni, si concentra innanzitutto sul parallelo superamento della frammentazione istituzionale della materia, postuando necessariamente che i Comuni abbandonino l'esercizio su scala municipale delle funzioni loro spettanti e provvedano al medesimo in una sede unitaria sovracomunale unica per ciascun ambito territoriale ottimale, costituita appunto dalla forma di cooperazione disciplinata dalla Regione ai sensi dell'art. 9, comma 3 della legge 36 (legge Galli).
In ordine ai timori espressi in più sedi dai Comuni della Valle di Susa, e più in generale dai piccoli Comuni, il precitato Atto di indirizzo evidenzia come la legge regionale, prevedendo che la convenzione istitutiva dell'autorità d'ambito sia sottoscritta da tutti gli Enti locali di ciascun ambito ottimale, ricordi a tutti che non può essere invocata da nessuno una supremazia verso altri e che i rapporti debbano sempre essere informati al massimo grado di correttezza, come si addice nelle relazioni tra Enti di uguale dignità istituzionale.
A questo proposito, devo dire che la Provincia di Torino nella convenzione ha ridotto il peso del Comune di Torino, se non sbaglio, al 16%, fatto cento le quote dell'ambito. Quindi non vi è alcun pericolo di una supremazia centralista anche da un punto di vista formale.
La composizione della Conferenza deve quindi garantire che siano equamente rappresentate le diverse esigenze locali che non possono essere in alcun modo trascurate dalle determinazioni assunte nelle convenzioni, ed in questo senso si ritiene che vada la proposta formulata dalla Provincia che individua le quote di rappresentatività in ragione della popolazione e del territorio in misura eguale, quindi rivalutando molto il peso dei piccoli Comuni, considerandone il territorio.
Per quanto riguarda, ancora più nello specifico, i timori espressi dai Comuni di montagna in ordine alle ricadute sull'economia locale della riforma, si rammenta ancora come il legislatore regionale si sia orientato verso un modello di cooperazione fra Enti, ispirato tra l'altro al principio di imputazione in capo alle Comunità montane dell'esercizio associato delle funzioni comunali (artt. 28 e 29 della legge 142, legge regionale 18 giugno 92, n. 28), e presenza necessaria in Conferenza dei Presidenti, poiché l'acqua è una risorsa particolarmente rilevante per i Comuni montani.
Si ritiene inoltre che debba essere data debita comprensione diffusione e rilevanza alle disposizioni della legge regionale 13 (la nostra legge sulle acque), che prevede la devoluzione di una quota della tariffa del servizio idrico integrato non inferiore al 3% alle Comunità montane per le attività di difesa e di tutela dell'assetto idrogeologico del territorio montano.
L'istituzione dell'addizionale regionale sui canoni per l'utenza di acqua pubblica, il cui ricavato sarà destinato nella misura del 50% al finanziamento del fondo regionale per la montagna, ai sensi dell'art. 2 della legge regionale 72/95, nonché la previsione, nella determinazione della tariffa del servizio idrico integrato, di specifiche agevolazioni per le zone montane, in rapporto alle fasce altimetriche e di marginalità socio economica previste dalla legge regionale in materia.
La futura attivazione ed utilizzazione a regime dei predetti istituti porterà alle zone montane un flusso finanziario tutt'altro trascurabile superiore a qualsiasi prevedibile utilizzo di fondi stanziati a sostegno delle zone marginali, che richiederà sì capacità progettuali ed operative dei soggetti chiamati allo svolgimento di tale funzione, ma che determinerà inevitabilmente positive ricadute in termini di investimenti, nonché di sviluppo occupazionale ed economico.
Se posso sintetizzare: calcolando 600, 700 miliardi nella Provincia di Torino, il monte delle tariffe, il 3% minimo, sono 21 miliardi a beneficio dei Comuni e delle Comunità montane per le opere di difesa idrogeologica a tutela delle zone di captazione più pregiate.
L'altro rilievo che veniva fatto nei Comuni montani era quello che di fatto l'acquedotto finanziava il bilancio comunale, perché il dipendente molte volte è fontaniere, necrofono, seppellitore e così via. E' stato previsto (in accordo con la Provincia di Torino) che noi dovremo ancora fare la legge per il passaggio del personale dai Comuni ai gestori d'ambito. E' stato assicurato che in questa legge sarà contemplata la possibilità per i gestori, quasi l'obbligo, di convenzionarsi con i Comuni montani, in modo tale che possano mantenere questo personale avendone, per quanto riguarda la parte di tempo dedicata alle acque o alla vigilanza idraulica (potrebbe essere un 50-60%), un ritorno dalla gestione.
Vi era poi la preoccupazione delle tariffe differenziate, ma qui è stato ribadito che sia la legge Galli che la nostra legge regionale prevedono tariffe differenziate per le zone di marginalità socio-economica.
In incontri successivi alla predisposizione di questa risposta (del 12 novembre) abbiamo ancora incontrato delegazioni varie di Comuni della Valle di Susa, e queste cose sono state ripetute. Di conseguenza, credo che, in coscienza, tutto quello che potevamo fare, come Consiglio con normative ad hoc, come Giunta regionale con le direttive, come fatti gestionali con l'attivazione delle convenzioni, sia stato fatto. Per cui è giusto a questo punto mettere in condizione l'Ambito di Torino di poter decollare altrimenti rimarrebbe fuori l'Ambito maggiore della nostra Regione da quelle che sono le possibilità operative, che peraltro poi si troverebbe anche a malpartito alla luce di nuove disposizioni che vengono avanti in Parlamento. Mi riferisco alla famosa legge Napolitano-Ligneri, che obbligherà, per quanto riguarda i servizi di acquedotto e delle risorse idriche, l'appalto tutti questi servizi. Per cui la gestione in economia che poteva essere una soluzione per certi piccoli Comuni, comunque non solo per la legge Galli, ma proprio per la riforma che dovrebbe essere varata a breve dal Parlamento dei servizi locali, dovrebbe comunque scomparire allora tanto vale prepararsi con lungimiranza. Tocca all'organo superiore la Regione, la Provincia, mettere i Comuni in condizioni di non avere successivamente delle conseguenze negative.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Montabone per la replica; ne ha facoltà.



MONTABONE Renato

Grazie, Presidente. E grazie anche all'Assessore. Credo che la Regione soprattutto nell'ultima fase, rispetto ad alcuni dissidenti Sindaci che non sono solo della Valle di Susa ma anche di altre zone del Piemonte, abbia cominciato in qualche modo a gestire la partita in modo diverso da come aveva iniziato. E di questo ne prendo atto.
Durante la discussione di questa legge di attuazione, lei ricorda bene Assessore, come il sottoscritto, allora in maggioranza, ferm l'approvazione di un articolo della legge sulla rappresentanza, perché ad un certo punto sembrava che ogni singolo Comune - per quello che contava per carità - delle zone di pianura e collinari potesse rappresentare la propria comunità locale, mentre era delegata alle Comunità montane la rappresentanza territoriale di più Comuni.
Ora come allora, dico che questo può essere anche un motivo solo di carattere psicologico. Tuttavia, il Piemonte nella fattispecie è composto da molti micro Comuni che hanno e vantano la propria autonomia di gestione e che nel passato della gestione delle acque ce ne sono alcuni che hanno reso i propri acquedotti dei piccoli gioielli. E allora, quando si parla di piccoli Comuni che hanno grossi e piccoli problemi, ma che intendono risolverli spesso con le loro forze, mettere tutto in un calderone come si è fatto, se non altro dal punto di vista psicologico, è un fatto negativo.
E' per questo che io allora bloccai per un attimo quell'articolo e feci in modo che si parlasse di ambiti territoriali anche nelle zone di pianura con rappresentatività sovracomununale, e non con una rappresentatività a testa per ogni Comune.
E' una di quelle leggi, questa, che va gestita. Nella prima parte della gestione di queste leggi i Comuni si sono sentiti quasi schiacciati dall'autorità e sotto la logica di quel commissariamento per legge che arriverà - guardi che arriverà, perché alcuni Comuni, non solo quelli della Valle di Susa, non sono d'accordo a queste soluzioni - si impone una norma che, dal punto di vista contrattuale e della spiegazione della norma stessa, non ha avuto una grande attuazione, soprattutto all'inizio.
Poi lei ci ha spiegato che ultimamente ci sono state le riunioni, ecc.
Queste riunioni hanno portato un avvicinamento della logica dei Comuni rispetto alla logica regionale e provinciale. I Comuni oggi chiedono soltanto quello che io le chiedo adesso: che rispetto all'attuazione di questa legge si faccia un monitoraggio di quello che comporta la legge stessa e che ci siano degli impegni rispetto al cambiare anche la legge perché le leggi si fanno e quando non funzionano bisogna cambiarle. Poi si può discutere se sia logico, se sia giusto o meno, se la legge Galli è una legge giusta o meno, ognuno può rimanere del suo parere, per nell'attuazione bisogna monitorarla per vedere funziona oppure no.
Le grandi preoccupazioni dei piccoli Comuni derivano innanzitutto dal fatto che nel passato si sono fatti dei lavori sugli acquedotti comunali ma alcuni li hanno fatti e altri no, ci sono state delle risorse spese dai singoli Comuni e da altri no. Tanto per fare un esempio, ci sono Comuni che hanno gli acquedotti con tubi che danno più acqua sottoterra che non nei rubinetti delle case, ce ne sono degli altri che invece funzionano bene.
Capisco che queste cose noi le dobbiamo superare, come legislatori regionali, però è proprio una sorta di concorrenzialità come la concorrenzialità di chi ha l'acqua che sgorga sul suo territorio e continua a servirlo, è una cosa umana, sarà psicologica... Nessuno è padrone dell'acqua, questo è vero, però c'è gente che per esempio quell'acqua l'ha intubata, l'ha portata a valle, ecc. e poi, quando i lavori sono stati fatti, sono arrivate le grandi aziende che hanno portato ancora più a valle quell'acqua, senza pagare il dazio.
E allora, quando lei mi dice che, per esempio, nelle convenzioni alcune Province hanno previsto che le gestioni autonome di alcuni singoli Comuni fossero integrate rispetto al ciclo integrato stesso, questa è una cosa positiva; bisogna verificare, però, che questo poi avvenga. Perché io mi metto di fronte alla grande azienda che intende gestire tutto il comparto di Torino e provincia, il grande comparto, che poi dovrà avere a che fare con l'acquedottista - lo chiamo così - del piccolo Comune che gestiva bene ma rispetto alle sue esigenze: ecco, non vorrei poi che questo fosse schiacciato dalle grandi opportunità che le grandi aziende su questo hanno.
Inoltre, i piccoli Comuni hanno un altro timore, che è un timore che viene da lontano. Molto spesso l'acqua l'hanno sempre fatta pagare molto poco, mentre l'acqua in bottiglia oggi costa quasi più della benzina; se voi pensate che una bottiglia di acqua minerale costa 1000 lire e la benzina costa 2000 lire al litro, allora ci verrebbe da dire che la benzina costa niente, invece no, è cara la benzina, ma è carissima l'acqua. Ecco fino ad oggi l'acqua è stata fatta pagare dai piccoli Comuni poco, però i piccoli Comuni sono riusciti a farla pagare poco proprio perché riuscivano a gestirla con le loro piccole funzioni. E' vero che oggi magari avranno dei ritorni (il 50% che andrà ai fondi della montagna riferito a quel 3% di carattere generale), ma un altro problema che hanno i piccoli Comuni della montagna è che, oltre i disagi che hanno già, si vedranno pagare l'acqua in maniera elevatissima come la si paga molto spesso in città, dove ci sono altri servizi.
Allora io mi ritengo parzialmente soddisfatto della sua risposta.
Capisco anche che siamo a fine legislatura ed è impensabile che io proponga delle modifiche alla legge stessa in questo momento, perché avremo già difficoltà a portare avanti la legge che è in discussione oggi prima della fine della legislatura, ma qui ci vorrebbe una sorta di impegno, dopo aver monitorato questa legge, a cambiare la legge stessa in quelle parti che non funzionano.
Ci faccia sapere se ci manda questa risposta scritta che lei intanto ha a sue mani, e poi ci faccia sapere, per cortesia, magari attraverso una comunicazione in Commissione, quando avverrà il commissariamento di questi Comuni. Grazie.


Argomento:

Risposta scritta ad interrogazioni ed interpellanze


PRESIDENTE

Abbiamo esaurito la parte relativa alle interrogazioni ed interpellanze; sul punto devo ancora solo dire che all'interpellanza n.
2943 l'Assessore Goglio ha dato risposta scritta. Tale interpellanza era stata presentata dai Consiglieri Papandrea e Moro.
L'Assessore Goglio ha dato risposta scritta anche all'interpellanza n.
2903, sempre dei Consiglieri Chiezzi e Simonetti, inerente a "Vendita della Reale Riassicurazioni"; all'interpellanza n. 2943 dei Consiglieri Papandrea e Moro, inerente a "Repressione antisindacale all'IVECO"; all'interpellanza n. 2977 dei Consiglieri Chiezzi e Simonetti, relativa a "Esclusione dai finanziamenti per la Scuola di Agliano"; all'interpellanza n. 2981 presentata dalla Consigliera Spagnuolo, inerente a "Esclusione dai finanziamenti della Scuola Alberghiera di Agliano d'Asti".
Il Vicepresidente Masaracchio desidera intervenire? No, dopo? In via informale? D'accordo.
Allora, abbiamo esaurito il punto sulle interrogazioni ed interpellanze.


Argomento:

Richiesta inversione punti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Relativamente all'o.d.g., ci sono due richieste di inversione da parte del Consigliere Chiezzi, ai sensi dell'art. 51, comma 2 del Regolamento interno. In particolare chiede di inserire: al punto 5) il disegno di legge n. 611 "Provvedimenti relativi ad interventi alluvionali 1994 e 1996.
Autorizzazioni prestazioni straordinarie 1999", attualmente collocato al punto 47); al punto 6) la proposta di deliberazione n. 639 "Piano direttore regionale per l'approvvigionamento idropotabile e l'uso integrato delle risorse idriche", attualmente collocato al punto 74) dell'o.d.g.
A termini di Regolamento, intervengono un Consigliere a favore ed uno contro.
A favore interviene il Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Continuiamo a ricevere - lo segnalo anche al collega Montabone, che ieri è stato attento a questa vicenda - dei solleciti dalla Giunta regionale per l'approvazione di provvedimenti.
L'ultimo sollecito è quello dell'Assessore Cavallera, che propone una legge per interventi a seguito degli eventi alluvionali 1994/1996 ed il Piano direttore delle risorse idriche.
Allora, cari Assessori, voi scrivete ai Capigruppo del Consiglio ...



(Commenti dell'Assessore Cavallera)



CHIEZZI Giuseppe

Ai Capigruppo del Consiglio regionale del Piemonte. Adesso nega l'evidenza, Assessore Cavallera?



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente (fuori microfono)

Tempo fa.



CHIEZZI Giuseppe

Tempo fa: l'11/01/2000. E' talmente tanto tempo fa che oggi siamo al 12!



(Intervento fuori microfono dell'Assessore Cavallera)



CHIEZZI Giuseppe

Scusi, Ugo Cavallera, al Presidente ed ai Capigruppo il testo è arrivato ieri, alle h. 16,15 dal suo Assessorato. Lei mi scrive: "Sollecito i provvedimenti da parte del Consiglio regionale". Lei mi scrive: "Vorrei che questi provvedimenti venissero approvati subito". Lei scrive: "Con la presente segnalo l'urgenza di portare all'esame i seguenti provvedimenti.
Distinti saluti. Ugo Cavallera".
Ora, lei nega di aver scritto questo? A questo punto, istituiamo una Commissione d'indagine per capire come mai dall'Assessorato di Cavallera mi è giunta ieri, alle ore 16,15, questa richiesta.



(Brusio in aula)



PRESIDENTE

No, non fate dialogo. E' una lettera, è una ...



CHIEZZI Giuseppe

Dato che, come dice l'Assessore Leo, cerchiamo tutti di lavorare per il bene della Regione, allora in questo caso il mio Gruppo riceve una segnalazione. Dato che condividiamo queste urgenze della Giunta regionale sia quelle sollecitate ieri sia quelle che sollecitiamo oggi, non è irrilevante, Presidente del Consiglio, che l'Assessore mi dica: "Non è vero, non ho sollecitato nulla", perché se è così, allora si indaghi su chi ha scritto questa lettera e io ritiro la proposta di inversione all'ordine del giorno.
Se invece non è così ...



PRESIDENTE

Si è chiarito tutto.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente (fuori microfono)

La lettera non è apocrifa, è vera, ma è sbagliato l'indirizzario.



PRESIDENTE

E' una notizia che ritengo che l'Assessore volesse dare, non una richiesta.



CHIEZZI Giuseppe

Ma allora io ...



(Brusio in aula)



CHIEZZI Giuseppe

No Presidente, perché questo è lavoro nostro. Noi impieghiamo del tempo per fare queste cose. Allora, siccome non vogliamo impiegare malamente il nostro tempo, io la pregherei di fare in modo che a questa lettera ne segua un'altra, nella quale vengano dette le cose che l'Assessore ritiene, ad esempio che non voleva scrivermi.



(Commenti dell'Assessore Cavallera fuori microfono)



PRESIDENTE

E' molto chiaro ...



CHIEZZI Giuseppe

Io chiedo se questa lettera viene revocata dall'Assessore o no. Mi spieghi l'Assessore se io ho ricevuto legittimamente questa lettera. O, se è stato un errore, me lo scriva. Mi scriva: "La lettera lei l'ha ricevuta per errore". Però me lo deve scrivere, perché io voglio fare una documentazione di queste vicende, Presidente. Perché ho impiegato del tempo per venire incontro alle richieste dell'Assessore Cavallera, che adesso invece di ringraziarmi, mi dice: "Ma io non volevo spedirgliela, questa lettera". Bene, me lo scriva, Assessore Cavallera.
Visto che lei tra gli Assessori, insieme all'Assessore Leo, è un Assessore "capace" di svolgere l'incarico che le è stato affidato, e la considero "capace e seria" come persona, allora lei capisce che ci troviamo di fronte ad un inciampo. Lei sa come risolverlo. Però, per cortesia, me lo risolva, perché io sto impegnando i lavori dell'aula a seguito di una richiesta che lei mi ha mandato.
O in quest'aula, a verbale, risulta qualcosa per cui mi fermo o deve risultare comunque un suo chiarimento, perché io non procedo in presenza della negazione della validità dell'indirizzario di questa lettera. Si chiarisca a tutti per cortesia, così in due minuti risolviamo la questione.
Però la dobbiamo risolvere la questione, non si va avanti così.



PRESIDENTE

Scusi, l'Assessore risponderà nei modi debiti, ma non possiamo introdurre un argomento. Qui io ho una richiesta di inversione dei punti all'o.d.g., che prevede un intervento a favore ed uno contro.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Mi consenta di leggere la lettera.



PRESIDENTE

No, abbia pazienza, non glielo consento. La lettera sua l'ho letta.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

La può leggere all'aula?



PRESIDENTE

Sì: "Il sottoscritto Consigliere Chiezzi, in qualità di Capogruppo come previsto dal Regolamento, presenta richiesta di inversione punti all'o.d.g. relativamente alla seduta odierna, inserendo al punto 5) il disegno di legge 611, attualmente al punto 47), e al punto 6) la proposta di deliberazione 639, attualmente al punto 74)".
Lei poi ha avuto ... Uno a favore si è già espresso, Consigliere Montabone; adesso dobbiamo vedere uno contro.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Montabone)



PRESIDENTE

Ha parlato a favore, ho detto. Ho chiesto prima chi parlava a favore.



(Ulteriori commenti fuori microfono del Consigliere Montabone)



PRESIDENTE

Ha già parlato a favore. No, è solo in termini di Regolamento ...



PRESIDENTE

MONTABONE Renato (fuori microfono)



PRESIDENTE

Io voglio dire un'altra cosa ...



PRESIDENTE

Dopo, abbia pazienza.
Sul punto in questione, ho già detto con chiarezza prima: "Chi parla a favore?". E ha parlato il Consigliere Chiezzi. Contro chiede di intervenire il Consigliere Gallarini. Prego.



GALLARINI Pierluigi

Non è che da un'ora all'altra cambiamo parere, e quindi teniamo in considerazione tutto, ma riteniamo si debba procedere, terminate le interrogazioni ed interpellanze, come eravamo d'accordo, sul testo del disegno di legge n. 467, che abbiamo iniziato ieri.



PRESIDENTE

Pongo quindi in votazione la richiesta del Consigliere Chiezzi di inversione dei punti all'o.d.g. mediante procedimento elettronico.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 22 votanti 21 voti contrari 21 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere La richiesta è respinta.



(In aula vengono sollevate obiezioni sull'esito della votazione)



PRESIDENTE

Allora, è stato evidenziato un fatto tecnico. Facciamo la controprova con il sistema tradizionale.
Consigliere Segretario Grasso, proceda pure all'appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 28 voti favorevoli 1 voti contrari 27 La richiesta è respinta Passiamo alla seconda richiesta di inversione dei punti all'o.d.g.: inserire al punto 6) il disegno di legge n. 611 e al punto 7) la proposta di deliberazione n. 639.
Consigliere Chiezzi, lei si è già espresso prima a favore. Desidera ulteriormente intervenire come proponente? Prego.



CHIEZZI Giuseppe

Intervengo per chiedere all'Assessore competente che mi ha scritto la lettera notizie circa la sua volontà di richiedere questa sollecitazione da parte mia. Grazie.



(L'Assessore Cavallera chiede la parola)



PRESIDENTE

Assessore, siamo su un punto di procedura e perciò le risposte alle giuste richieste del Consigliere Chiezzi le diamo dopo, non nel momento della votazione sulla richiesta di inversione.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Siamo in fase di dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

Ma allora me lo deve chiedere prima, perché io ho già detto che passavo alla votazione. Non c'è dibattito su questo, c'è una richiesta ...



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Io ho fatto una richiesta all'Assessore, l'Assessore chiede la parola: veda lei.
Io ho chiesto una cosa all'Assessore e l'Assessore chiede la parola.



PRESIDENTE

Io ho dato la parola a lei per illustrare la mozione. Allora precisiamo: c'è una richiesta di inversione dei punti all'o.d.g., questa richiesta potrebbe essere ritirata a seguito di un chiarimento. In questo senso non abbiamo ancora esaminato la richiesta, ma siamo nella fase preliminare.
Assessore Cavallera, prenda pure la parola.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Non ho alcuna difficoltà a ribadire che la richiesta avanzata è necessaria, ma andava rivolta ad un indirizzario diverso, interno alla Giunta. E' stato utilizzato l'indirizzario esterno verso il Consiglio: mi dispiace dell'inconveniente, puramente tecnico.
E' chiaro che i provvedimenti pendenti in Consiglio dovranno essere esaminati complessivamente, ma è previsto che i Capigruppo li esaminino secondo un calendario previsto.
Invito il Consigliere Chiezzi a ritirare la richiesta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Ringrazio l'Assessore per la precisazione e, in coerenza con quanto richiesto, ritiro la proposta.


Argomento: Delega di funzioni regionali agli enti locali

Proseguimento esame disegno di legge n. 467: "Disposizioni normative per l'attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112 'Conferimento di funzioni e compiti dello Stato alle Regioni ed agli Enti locali in attuazione del Capo I della L. 15/03/97, n. 59'" - richiamato in aula ai sensi dell'art. 34 del Regolamento


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 467, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Ieri i nostri lavori si erano conclusi con la votazione di un emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti.
Riporto oggi in votazione lo stesso emendamento, sottoposto a votazione infruttuosa. Ricordo che la Giunta si era dichiarata contraria.
01.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: L'art. 1 è così sostituito: "Art. 1 (Oggetto) 1. In attuazione dell'art. 3, comma 1, del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, e nel rispetto dei principi posti dalla legge regionale 34/98, la presente legge individua nelle materie di cui al decreto legislativo n. 112 del 1998 le funzioni amministrative che richiedono l'unitario esercizio a livello regionale e disciplina il conferimento delle rimanenti funzioni agli Enti locali, territoriali e funzionali.
2. Le funzioni amministrative di cui al comma 1 attengono in particolare ai seguenti ambiti: sviluppo economico ed attività produttive territorio, ambiente e infrastrutture servizi alla persona e alla comunità polizia amministrativa.
3. In nessun caso le norme della presente legge possono essere interpretate nel senso della attribuzione alla Regione o ad Enti strumentali della Regione di funzioni e compiti conferiti agli Enti locali, territoriali e funzionali, dalle disposizioni vigenti alla data di entrata in vigore della presente legge.
4. Nelle materie oggetto della presente legge, gli Enti locali disciplinano lo svolgimento delle funzioni conferite mediante l'emanazione di proprie norme di organizzazione e regolamenti ai sensi e nei limiti di cui all'art.
2 della legge 15 marzo 1997, n. 59".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 26 voti contrari e 1 astensione.
1.1) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: All'art. 1, all'inizio del comma 1, prima delle parole "In attuazione" sono inserite le seguenti parole: "Nel quadro dei principi costituzionali relativi all'ordinamento regionale, nonché".
Questo emendamento era già stato in parte trattato.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Attenda un attimo, Presidente, che rintraccio uno dei 157 emendamenti presentati dalla Giunta.
Insieme ad alcuni colleghi avevamo notato che, probabilmente l'emendamento riporta una precisazione superflua. Aggiungere "nel quadro dei principi costituzionali relativi all'ordinamento regionale, nonché" ci sembra superfluo.
L'Assessore nella sua replica, leggendo un documento del quale non ricordo la fonte ...



(Voce in aula: "Era l'intervento del Presidente in apertura dei lavori sul disegno di legge 467")



CHIEZZI Giuseppe

Leggendo l'intervento, l'Assessore ha precisato che, a suo modo di vedere, l'inserimento non era superfluo, perché faceva riferimento a delle novità introdotte nella nostra Costituzione a seguito di modifiche costituzionali.
Concordo con l'interpretazione, se però il concetto viene reso chiaro nella norma, perché la nostra Costituzione vige da 50 anni; il richiamo ai principi costituzionali, così come letto nel testo, sembra generico.
Se, invece, il senso non è quello di richiamare i principi costituzionali, ma di segnalare che recentemente i principi costituzionali sono stati mutati in direzione di un rafforzamento dell'ordinamento regionale, allora, da questo punto di vista, ha ragione l'Assessore: non è superfluo.
Sto preparando l'emendamento per rendere chiara la sostanza dell'emendamento proposto dalla Giunta. Nell'emendamento chiedo di inserire qualcosa del genere: "Nel quadro dei principi costituzionali recentemente approvati". In questo modo il lettore capisce che non è una giaculatoria sulla Costituzione, ma che richiamiamo una novità introdotta nella Costituzione.
Propongo le parole "recentemente approvati"; si può trovare un altro termine, ma segnaliamo al lettore che ci troviamo di fronte ad una modifica della Costituzione. Fatto rilevante e importante non facile da ottenere.
Pertanto, ripeto, possiamo scrivere "recentemente introdotti nell'ordinamento regionale", oppure "nel quadro dei principi costituzionali recentemente introdotti nell'ordinamento regionale, nonché". In questo senso noi possiamo anche votare l'emendamento in quanto chiarificatore di un fatto.
Presidente, mi conceda mezzo minuto per scrivere il subemendamento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore agli enti locali

Devo dire, colleghi, che in effetti l'intenzione della Giunta era proprio quella di fare riferimento al nuovo articolo che definisce i criteri modificati per l'elezione del Presidente della Regione.
All'epoca, quando fu redatto l'emendamento in oggetto, non avevamo ancora il numero dell'articolo. Adesso è stato pubblicato il provvedimento e abbiamo il numero dell'articolo, per cui l'emendamento viene completato con il riferimento all'articolo di legge.
Quindi l'emendamento risulta così formulato: "Nel quadro dei principi costituzionali relativi all'ordinamento regionale, legge costituzionale n.
1 del 22/12/99, nonché in attuazione...".



PRESIDENTE

La considero una correzione all'emendamento.
L'emendamento pertanto recita: "Nel quadro dei principi costituzionali relativi all'ordinamento regionale, legge costituzionale n. 1/99, nonché in attuazione...".



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, stiamo facendo un lavoro d'aula di miglioramento del testo.
Vorrei che a verbale risultasse questo lavoro d'aula che stiamo facendo.



PRESIDENTE

Non ho a mie mani il suo subemendamento.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Chiedo che la procedura sia leggibile. Vorrei risultassero i passaggi attraverso i quali le norme vengono approvate. Quindi anche la proposta di subemendamento del mio Gruppo, il recepimento da parte dell'Assessore e il subemendamento formulato dall'Assessore.



PRESIDENTE

Non è che non ci sia chiarezza, nel verbale è tutto registrato.
Ritengo che il subemendamento, presentato da chi presenta l'emendamento, sia una stranezza; si tratta di una correzione dell'emendamento, ma, per evitare di perdere tempo - perché pare che la nostra attività debba tutta sui formalismi - pongo in votazione quella che considero una correzione ad un subemendamento.



(Intervento fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Lei non ha presentato nessun subemendamento. L'Assessore ha presentato una proposta, che stiamo formalizzando e che le faremo pervenire nel giro di poco tempo.



(L'Assessore Vaglio formalizza per iscritto, la proposta precedentemente espressa)



PRESIDENTE

L'emendamento che la Giunta aveva presentato è stato ritirato e sostituito con il seguente emendamento: 1.2) All'art. 1 premettere: "Nel quadro dei principi costituzionali relativi all'ordinamento regionale ed in particolare a quelli di cui alla legge costituzionale n. 1/99 del 22/11/99, nonché ...".
L'emendamento mi pare chiaro nella formulazione.
Non essendoci richieste di dichiarazioni, lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è accolto con 26 voti favorevoli.
1.3) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: Alla lettera b) del comma 1, la parola "territorio" è sostituita dalla parola "protezione civile".



CHIEZZI Giuseppe

Lo può illustrare, Assessore?



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio per l'illustrazione.



VAGLIO Roberto, Assessore agli enti locali

Mi spiace per le ripetizioni a raffica che ci saranno tra il verbale di ieri e quello di oggi, in quanto mi è già stato richiesto ieri di illustrare in modo complessivo il sistema di emendamento del Capo I.
Come dissi - e come ripeto - gli ulteriori emendamenti, cioè quello al punto c), al punto d) e al comma 2, sono semplicemente relativi al fatto che si è deciso di procedere per stralci. Per poter definire cosa è stato stralciato, abbiamo dovuto necessariamente identificare solo più le parti stralciate e quindi fare riferimento alla Protezione Civile, Formazione Professionale e Polizia Amministrativa, dicendo che le ulteriori materie relative al D.Lgs. 112 saranno oggetto di ulteriore provvedimento legislativo regionale. Questo è quanto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. L'Assessore, per cortesia, convenga che il mutamento di rotta intervenuto rispetto ai lavori di Commissione non è piccola cosa. Convenga che questo mutamento di rotta è avvenuto attraverso un rapporto molto incompleto - mi fermo qua - con il sistema delle Autonomie locali.
Chiediamo, pertanto, che la decisione di sopprimere il tema del territorio dall'attuazione del decreto legislativo 112 venga illustrata in modo specifico.
L'Assessore definisce "scelta dello stralcio" la scelta di presentare i 157 emendamenti, tra i quali molti sono abrogativi.
Le Autonomie locali hanno espresso, in modo incompleto e molto sofferente, sia per la forma che per la sostanza, una bozza di parere congiunto, nel quale negano che la strada da voi percorsa sia quella dello stralcio. Per l'Assessore, dunque, si tratta di uno stralcio, mentre per il sistema delle Autonomie locali questo testo si qualifica come un testo che genererà un caos normativo (pag. 3 del documento che lei ci ha consegnato).
Chiedo cortesemente al Presidente del Consiglio che l'illustazione dei motivi per i quali tutto il comparto del territorio viene stralciato sia un elemento determinante nella valutazione dell'emendamento, e che la spiegazione non si riduca a questo: "Si tratta di uno stralcio". Non basta.
Chiediamo che l'Assessore illustri i motivi per i quali questa Giunta decide di non dare attuazione, per la materia territoriale, al decreto legislativo 112. Non è una cosa da poco, ma è una grossa debacle di governo: è un'ammissione di incapacità che chiediamo venga illustrata, in modo da poterla ragionevolmente criticare.
Non bisogna dare per scontato quello che scontato non è. L'Assessore ci spieghi come mai non si vuole affrontare il tema del territorio, le difficoltà che si sono trovate, i pareri che sono pervenuti, i motivi per lo stralcio.
Noi siamo contrari allo stralcio: vogliamo che il decreto legislativo 112 venga approvato interamente.
Perché dobbiamo rinunciare ad una parte così importante? E' la Giunta che chiede al Consiglio: "Non occupiamoci di territorio". Come Gruppo, noi diciamo: "Occupiamoci di territorio" e resistiamo alla cancellazione di questa importante attuazione. E lo diremo ai piemontesi, che questa Giunta non vuole attuare il D.Lgs. 112 su questa materia.
La Giunta si impegni in quest'aula a convincere l'aula sulla necessità e opportunità o comunque apra un dialogo con le opposizioni per discutere come mai non vogliamo attuare in questo momento i temi del territorio nell'ambito dell'attuazione del D.Lgs. 112.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Chiedo scusa, ma mi sembra che non ci sia una logica nella presentazione di questo emendamento. Cioè quando si scrive un testo, si ha un'idea, un progetto rispetto a questo testo. Che sia il tema che si svolge a scuola o che sia una legge, si ha in testa un progetto. E dopo che si è scritto quello che è il testo base di questo progetto, si fanno le correzioni, e queste sono gli emendamenti; correzioni che in genere riguardano dei sinonimi, delle scelte di parole più appropriate, che in pratica finalizzino in modo più preciso quello che è l'oggetto del documento e quindi che precisino le caratteristiche del progetto.
Qualcuno deve spiegarmi qual è la correlazione fra territorio e protezione civile. E' la parte che contiene il tutto? E' in qualche modo un sinonimo? Ha un significato limitativo e, se ha un significato limitativo perché? E tutto quello che, a questo punto, viene abbandonato, significa una mutilazione del progetto? Ma a questo punto il progetto non viene mutilato di una piccola parte, viene mutilato della sostanza. Perché, fino a prova contraria, ci intendiamo in modo diverso per quello che vuol dire la parola territorio. E non sarebbe male se, a questo punto, l'Assessore ci dicesse che cosa intende con la parola territorio.
Eppure andare a sottrarre il territorio dall'attuazione del D.Lgs. 112 è una mutilazione non di poco, non è una piccola modifica, ma è una modifica di sostanza. Quindi non siamo in presenza di un emendamento, siamo in presenza di uno snaturamento.
Se volessimo ritornare all'esempio del tema, il mio professore avrebbe scritto che andiamo un po' fuori tema, che non abbiamo sviluppato quello che è il progetto che avevamo in testa. E a questo punto c'è un'altra domanda: quello che non è contenuto qui, come viene sviluppato, che caratteristiche ha? Non c'è una logica in questo emendamento, non c'è assolutamente una logica, a meno che l'Assessore non voglia dare una spiegazione vera.
Dire: "Avevamo fretta, non potevamo presentare un progetto compiuto e quindi presentiamo quello che si può" è un'ammissione di incapacità grave ed è inoltre un rinunciare a una capacità di intervento, di governo e di attuazione del progetto di sussidiarietà su cui si era fondata questa Giunta.
Nel documento con cui si era presentato il Presidente della Giunta regionale Ghigo era contenuto questo tipo di progetto. Adesso si dice che sul territorio - non su una cosa marginale, fosse stato il contrario stralciamo la protezione civile e mettiamo il territorio. A questo punto noi affermiamo qualche cosa di più ampio, che comprende qualche cosa di più modesto come la protezione civile e allora ha un senso, ma qui si tratta che noi rinunciamo ad una enorme parte, che dovrebbe essere la qualità fondamentale del progetto, per affermare un elemento che solo in minima parte rappresenta l'entità territorio. Dov'è tutto il resto del territorio? Come farà parte del progetto di attuazione del D.Lgs. 112? Dov'è finita la logica del federalismo che è stata annunciata come uno degli obiettivi fondamentali di questa Giunta? Dichiari che ha fallito.



PRESIDENTE

Non ci sono altre richieste d'intervento. Desidero solo dire che non si può - questo è contrario ad ogni principio di democrazia - imporre il contenuto degli interventi. Gli interventi ognuno li svolge, nei limiti che gli sono consentiti, come ritiene.
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Presidente, lei sicuramente ha ragione nel ritenere che non si pu imporre il contenuto di un provvedimento. Tuttavia noi parliamo di applicazione del D.Lgs. 112 e tale decreto elenca le materie sulle quali la Regione deve legiferare, e tra le materie su cui la Regione deve legiferare ci sono anche quelle materie che sono state, così come ha detto l'Assessore, stralciate.
Il collega Chiezzi ha perfettamente ragione quando dice che, rispetto a un D.L.gs. 112 che elenca alcune materie, la Giunta decide soltanto di legiferare su una parte. E' una scelta di carattere politico: la Giunta, la maggioranza rinuncia a legiferare sul territorio, urbanistica, edilizia parchi, trasporti e viabilità, sui servizi alla persona e alla comunità cioè su un gruppo di materie importanti e molto attese.
Penso alla questione territorio, urbanistica, che è quella che conosco di più, che avrebbe potuto sicuramente essere un'occasione per incominciare non tanto ad applicare il D.Lgs. 112, ma incominciare ad applicare la legge n. 142 nel rapporto in materia di urbanistica tra Comuni, Province e Regione. Avrebbe potuto sicuramente essere l'occasione per un'anticipazione di quella tanto annunciata, ma mai giunta in aula, proposta di modifica ad esempio della legge urbanistica da parte dell'Assessore.
Che l'Assessore all'urbanistica abbia accettato tranquillamente, senza sollevare questioni, che su questa materia non si discute e venga tutto rinviato, mi sembra sicuramente un segno di debolezza da parte dell'Assessore. Anche perché la materia territorio, urbanistica, edilizia parchi, trasporti e viabilità, oltre ad essere importante perché occorre applicare la legge n. 142, è importante perché avrebbe potuto essere sicuramente l'occasione per affrontare un'altra questione che è stata tema ed è tema di confronto, in alcuni casi di scontro, nei rapporti con i Comuni nell'applicazione dei Galassini, cioè la questione dei beni ambientali. Questi temi, quando li affrontiamo? Mai? Avrebbe potuto essere questa l'occasione.
Voi sapete che non soltanto i Comuni, ma anche i privati, debbono fare molte fatiche per avere un parere su questioni di carattere marginale. Ci siamo soffermati diverse volte su questo aspetto, ma non è mai giunta nessun tipo di proposta dalla legislazione esistente e questa avrebbe potuto essere sicuramente l'occasione.
Quindi rilevo come la Giunta regionale, avendo l'occasione di affrontare questo tema dei beni ambientali e delle procedure, rinunci a farlo, ritenendo sostanzialmente che quelle procedure vadano bene, cioè va bene che i privati per avere un parere devono aspettare un anno, un anno e mezzo, non parliamo dei Comuni.
Alla Giunta va bene questa situazione, preferisce non intervenire. Se l'Assessore Botta ci avesse detto: "Guardate che bisogna approvare questo testo anche nella parte sul territorio perché c'è una questione importante: affrontare i problemi delle procedure, dei rapporti, ecc. per quanto riguarda la questione ambientale", voi immaginate che il Consiglio sarebbe stato insensibile rispetto a questo tema, che avrebbe fatto le barricate? Non credo.
Lo stesso ragionamento si può fare per quanto riguarda i servizi alle persone ed alle comunità e le questioni dei servizi sociali. Cioè questa scelta minimalista della Giunta a non affrontare questi due grandi gruppi di materie è il segno, secondo noi, di una incapacità politica ad affrontare temi così importanti. E' il segno di una scelta per alcuni settori dove forse probabilmente c'era più consenso, ma il consenso Assessore Vaglio e gli altri Assessori, Vicepresidente, se intende seguire sulle questioni e sulle leggi, non è un consenso che si misura soltanto al di fuori dell'aula, il consenso si misura innanzitutto all'interno dell'aula, è qui che vengono fatte le leggi in sostanza.
Quindi questa presunzione, che ogni tanto viene accampata, di ritenere che basta avere avuto una lettera di un'associazione, di un gruppo, di una categoria di interessi organizzati dove c'è il consenso, e che questo diventi l'elemento per il quale bisogna votare delle leggi, è un'illusione.
Certamente i pareri, le opinioni sono utili, ma il compito legislativo è il compito della Regione.
Quindi anche questa scelta di fare lo stralcio è una scelta del Consiglio regionale, è una scelta politica a tutti gli effetti, è una scelta che la Giunta ci propone di fare, ma è una scelta politica. Noi non la condividiamo; riteniamo che la Giunta abbia rinunciato ad affrontare alcune questioni importanti dal punto di vista politico e dal punto di vista delle procedure. Per cui la nostra opinione su questo emendamento dove la Giunta indica soltanto alcune materie e non tutte quelle del D.Lgs.
112, è un limite della grandissima debolezza ed incapacità della Giunta ad affrontare in termini complessivi questo tema.
Era stato detto ed annunciato a chiare lettere, dopo aver fatto la legge sull'agricoltura e mi pare quella sui trasporti, che tutte le altre materie sarebbero state presentate in modo organico; si era parlato di organicità attraverso un provvedimento unico, e per far questo si era anche detto: "Facciamo la legge madre" - la legge 34, definita il metro di carattere generale - "poi il resto diventa una modalità organica di affrontare la questione". Non viene fatto, viene rinviato.
Sono intervenuto per rilevare questa incapacità e questa debolezza da parte della Giunta.



PRESIDENTE

Non ho altre richieste di intervento, per cui porto in votazione l'emendamento della Giunta con il quale si chiede di sostituire alla parola "territorio" le parole "protezione civile".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 26 voti favorevoli.



(Il Consigliere Chiezzi eccepisce sull'esito della votazione)



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, ripeto la votazione per appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 28 voti favorevoli 27 astensioni 1 L'emendamento è accolto.
1.4) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: La lettera c) del comma 1 è sostituita dalla seguente: "c) formazione professionale;".
L'Assessore non c'è?



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore regionale

Sono supplente.



PRESIDENTE

Lei risponde, illustra il provvedimento?



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore regionale

Al posto dell'Assessore Vaglio.



(Voce fuori microfono: "Goglio")



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore regionale

Goglio è nel merito poi, più avanti; questa è generale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore regionale

Grazie, Presidente. La formulazione del testo originario parlava di "servizio alle persone ed alla comunità". Nella relazione a loro mani, il Presidente Ghigo manifesta quella che è stata la richiesta da parte della Conferenza permanente delle Autonomie locali, di fare un ulteriore approfondimento sui servizi alle comunità, quindi proprio nella natura di stralcio di questo provvedimento, si ...



(Scampanellio del Presidente)



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore regionale

E' una richiesta di approfondimento per permettere il giusto concerto con le Province, i Comuni e le loro rappresentanze, così come anche ritengo per il Consiglio. Pertanto nella natura di stralcio di questo provvedimento, si porta al punto "C" solamente la parte puntuale che riguarda la Formazione Professionale, rinviando alla successiva attuazione del decreto legislativo 112 ed agli approfondimenti che si vorranno fare in Commissione sul provvedimento successivo e nell'ambito della Conferenza Autonomie locali, argomento più vasto dei servizi alla comunità ed alla persona.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonino

Grazie, Presidente. Questa mi pare - l'Assessore lo sa perfettamente una risposta semplice. L'Assessore ha sostanzialmente letto e commentato in modo più ricco ciò che è scritto nell'emendamento.
Il problema che io pongo è invece esclusivamente questo: si rinuncia e l'ha detto l'Assessore Pichetto, volevo la conferma e qualche elemento in più da parte dell'Assessore Goglio - a legiferare sul punto c) del vecchio testo, dice l'Assessore Pichetto perché non era stata raggiunta una sufficiente concertazione nei rapporti con le Province e con i Comuni. Mi pare così. E quindi si rinvia questa materia a un successivo provvedimento.
Sostanzialmente ha detto questo, l'avevamo capito. Allora la domanda che faccio all'Assessore Goglio prima di poter esprimere un'opinione su questo emendamento è: quali erano i punti di divergenza nei rapporti con i Comuni e con le Province su questa materia? Se c'erano dei punti di divergenza quali erano le questioni? Perché io credo che se il Consiglio dovesse ritenere che le divergenze non erano così sostanziali e il Consiglio dovesse ritenere - cosa che dal nostro punto di vista è più condivisibile che è opportuno anche legiferare su questa materia, l'Assessore Goglio se ci dà qualche elemento magari potremmo tutti quanti dire: "No, la manteniamo perché siamo d'accordo". Ci spieghi i punti di divergenza quali sono, le questioni centrali riguardo a questa materia e dove si sono registrate delle divergenze.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Riggio; ne ha facoltà.



RIGGIO Angelino

Sono stupito perché l'Assessore Pichetto, in genere, è persona estremamente corretta, mentre il fatto che oggi lui parli di provvedimenti successivi è invece una menzogna. E' una menzogna perché si sa benissimo quali sono i tempi tecnici per approvare dei provvedimenti successivi e si sa che, rispetto alle scadenze che abbiamo, non ci sono i tempi materiali per approvare dei provvedimenti successivi.
Quindi la formulazione corretta, Assessore Pichetto, non è che si rimanda a provvedimenti successivi, ma si decide di rinunciare. Almeno questa Giunta, questa legislatura non rimandano a provvedimenti successivi ma decidono di rinunciare a legiferare in materia di servizi alla persona e alla comunità.
E' questa la formulazione corretta. Non si rimanda nulla. Poi, a colpi di maggioranza, si può fare quello che si vuole, ma quando si dice che si rimanda alla questione del territorio, si dice un falso, non è vero che si rimanda.
Questa Giunta, che aveva dichiarato di puntare tutto sulla sussidiarietà, sul federalismo, su questioni fondamentali come la questione del territorio e la questione dei servizi alla persona e alla comunità decide di non attuare il D.Lgs. 112.
Questa è la formulazione che, se si ha il coraggio - e l'Assessore in passato l'ha avuto - di parlare chiaro, bisogna usare. Non si può parlare di rimando ad altro provvedimento. E si rinuncia a intervenire sui servizi alla persona e alla comunità.
Io chiamerei in causa anche l'Assessore D'Ambrosio, che a questo punto deve dire se gli va bene questo temporeggiare. Probabilmente si considerato il fatto che come Assessore all'assistenza non è stato molto presente; neanche il suo predecessore Goglio, che adesso viene chiamato in merito alla formazione professionale, ha brillato moltissimo, ma l'Assessore D'Ambrosio probabilmente non è stato informato del fatto che doveva occuparsi anche di assistenza. E arriviamo alla fine della legislatura con un vuoto generale sulle questioni dell'assistenza e con la scelta politica - perché è una scelta politica - di rinunciare a intervenire, per quanto riguarda l'attuazione del D.Lgs. 112, su quest'altra materia.
Per chi aveva dichiarato di puntare sul federalismo e sulla sussidiarietà, è un riconoscimento di incapacità, è una dichiarazione pubblica, è una certificazione del fallimento. Onestà intellettuale vorrebbe che così si dicesse.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Svolgerò qualche osservazione su questo emendamento. Anche il nostro Gruppo chiede un intervento e una spiegazione nel merito, in quanto si tratta di un emendamento sostanziale, che va a modificare l'impostazione di un ruolo della Regione nell'ambito di una materia importante.
Si toglie una materia fondamentale, quali i servizi alla persona e alla comunità, per sostituirla con la formazione professionale, quindi due aspetti e due settori che sono assolutamente diversi e che non vedono anche nella politica assessorile in qualche modo delle forme sinergiche.
Chiederei all'Assessore Goglio se è possibile, viste anche le sollecitazioni dei colleghi su questa materie, avere anche un chiarimento politico sulla necessità che ha guidato la Giunta nella stesura di questo emendamento, sottraendo dalle competenze i servizi alla persona e alla comunità, considerando anche che l'Assessore è stato Assessore all'assistenza, e introducendo un nuovo elemento quello della formazione professionale.
Segnaliamo alla maggioranza complessivamente e anche a tutti i Consiglieri l'esigenza di non sottovalutare la gravità, secondo noi, di questo emendamento, che sottrae, rimandando eventualmente ad altro provvedimento, una competenza fondamentale su cui la Regione si pu distinguere sul territorio anche per la sinergia tra le varie politiche quindi la sinergia che poteva avere la politica del territorio, il precedente emendamento, e la sinergia della politica sui servizi sociali che ha visto distinguersi questa Giunta negativamente in una qualificazione che di fatto non c'è stata.
Non solo non c'è stata una qualificazione, non si è nemmeno mantenuto il livello minimo anche qualitativo dei servizi sociali che prima erano stati costruiti con un impianto sociale sul territorio piemontese da precedenti legislature. Anche su questo chiediamo un chiarimento.
Ringraziamo l'Assessore Pichetto che ha lungamente tentato di spiegare il senso di questo emendamento, ma è necessario anche un intervento, noi crediamo, almeno dell'Assessore Goglio, oltre che forse anche qualche osservazione di merito e politica dell'Assessore D'Ambrosio rispetto al fatto che una materia importante come i servizi alla comunità e i servizi sociali viene rinviata e delegata ad un eventuale provvedimento.
Non ci pare che questo rientri nell'impianto e nella logica di quel processo che assume come prioritari, come centrali, come perno i principi della sussidiarietà e del federalismo e quindi del rapporto con gli Enti locali.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Goglio; ne ha facoltà.



GOGLIO Giuseppe, Assessore alla formazione professionale e lavoro

Per quanto concerne i servizi alla persona, la materia non è di mia competenza, ma dell'Assessorato all'assistenza; se ricordo bene, c'era un contenzioso in atto.
Per quanto concerne, invece, il mercato del lavoro della formazione professionale, la concertazione è terminata.
All'art. 108, inerente le funzioni alle Province, era stato presentato un emendamento sul come deve avvenire la formazione delle Commissioni esaminatrici e su quale modulo vengono rilasciati i diplomi, questa è l'unica novità.
Pertanto, per quanto riguarda la formazione professionale, risulta tutto a posto.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti per dichiarazione di voto.



SIMONETTI Laura

L'Assessore Goglio ha detto che non era in grado di rispondere sui servizi alla persona. Noi non abbiamo posto la questione sui servizi alla persona, ma l'esigenza di capire, di approfondire il perché vengono sottratte dalle competenze ai servizi alla persona per inserirle nella formazione professionale. Quindi era questo il problema, non i servizi alla persona in generale.
Dopodiché mi appello al Presidente del Consiglio per sapere a chi compete tale materia.
I Consiglieri, per poter essere messi nella condizione di esprimere una votazione, dovranno aver chiara la necessità e la motivazione di rinviare una materia così importante, come i servizi alla persona e alla comunità ad altro provvedimento.
Un'ultima osservazione rispetto alle dichiarazioni dell'Assessore.
L'Assessore faceva riferimento ad una concertazione. Chiedo se pu specificare la concertazione tra chi è avvenuta. Chiedo di chiarire meglio i termini della concertazione in relazione alla quale la Giunta ha ritenuto si sottrarre le competenze dei servizi alla persona - non si sa per quale motivo, nessuno lo ha piegato - ed inserire la formazione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Mi stupisco sempre o, meglio, riesco ancora a stupirmi che non si riesca prontamente a rispondere su questioni che dovrebbero essere oggetto di attività o lavoro politico quotidiano.
Il problema che poneva il Consigliere Riggio non fa parte del punto c) prima della proposta di emendamento, perché in effetti i servizi alla persona e alla comunità comprendono - collega Riggio, capisco la provocazione, ma voglio rispondere provocando anch'io - quei servizi che nulla hanno a che fare con l'assistenza del welfare, che peraltro è stata decentrata con il provvedimento n. 616 e n. 382 ai Comuni che lo gestiscono in forma singola o associata.
Non credo si possano ulteriormente trasferire agli Enti locali compiti di programmazione o di indirizzo in tale campo. Mi pare abbastanza strano che gli Assessori non siano in grado di rispondere, in termini peraltro brevissimi, su questioni che sono chiare. Se non è così, ditecelo.
Mi domando se veramente la Giunta della Regione Piemonte pensa di avere anco-ra in capo attività di gestione dell'assistenza. Vorrei che gli Assessori da questo punto di vista fossero chiari, anche per capire il livello di conoscenza e di governo politico di una materia che, peraltro ha ragione il collega Riggio - è stata prima, e ancora in questi giorni posta dalle forze di maggioranza come questione principale o tra le due questioni principali che questa Giunta, questa maggioranza vuole riproporre ai cittadini piemontesi.
Direi che è vergognoso che non si riesca a rispondere in termini semplici e chiari. E' - lo sottolineo - davvero inaccettabile e vergognoso.



PRESIDENTE

Sottolineo che dopo la dichiarazione di voto, tecnicamente non possiamo più intervenire.
Ripeto, l'emendamento successivo lascerà tutto lo spazio possibile.
Pongo in votazione l'emendamento presentato dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 24 voti favorevoli.
Dichiaro non valida la votazione per mancanza del numero legale e pertanto dichiaro chiusa la seduta.



(La seduta ha termine alle ore 13,10)



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