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Dettaglio seduta n.439 del 11/01/00 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio agli allievi e ai docenti dell'Istituto Professionale per il Commercio "Giolitti", in visita al Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Prima di dare l'avvio ai lavori, che mi auguro possano avere inizio tra qualche minuto, desidero salutare gli allievi e i docenti dell'Istituto Giolitti di Torino, che ci rendono visita. In questo momento i nostri lavori non sono ancora ripresi, per cui la loro visione dell'aula sarà parziale. Grazie, comunque, della presenza.


Argomento: Delega di funzioni regionali agli enti locali

Proseguimento esame disegno di legge n. 467: "Disposizioni normative per l'attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112 'Conferimento di funzioni e compiti dello Stato alle Regioni ed agli Enti locali in attuazione del Capo I della L. 15/3/97, n. 59'" - richiamata in aula ai sensi dell'art. 34 del Regolamento


PRESIDENTE

In chiusura di mattinata erano state formulate delle ipotesi. Credo però che dobbiamo ripartire chiedendo ai colleghi se ci sono ancora degli interventi sulla discussione generale relativamente al punto 5) all'o.d.g.
Credo che si possa intendere esaurito il dibattito generale, in quanto la Giunta aveva anche dato delle valutazioni conclusive. Se è così, la Giunta non desidera più intervenire.
Ha chiesto la parola il Consigliere Riba; ne ha facoltà.



RIBA Lido

Intervengo solo per capire rispetto a due questioni che, non soltanto per ampliare le problematiche, avevano posto diversi Capigruppo stamattina.
Ovvero, noi qui procediamo alla discussione di un testo che non ha avuto il concerto con la Conferenza Regione-Autonomie locali. Questo concerto spetta alla Giunta acquisirlo sul testo che poi sottopone alla discussione della Commissione, quindi la Commissione opera nel rispetto di questa norma che costituisce una cogenza giuridica procedurale.
La competenza dalla Commissione viene trasferita al Consiglio; lo dico Presidente, perché lei deve dare comunque una risposta sulla praticabilità della procedura, in quanto la questione che io le sto esponendo e che avevo già esposto stamattina viene posta formalmente da ANCI, UNCEM, UPI e da tutti i soggetti della rappresentanza istituzionale.
Ritengo che se noi, come Consiglio, vogliamo sostituirci alla Commissione nel senso di assumere una funzione che nella procedura regolamentare spetta alla Commissione - la funzione redigente di un testo dobbiamo stabilire il momento nel quale noi, come Consiglio, convochiamo le parti, la Conferenza delle Autonomie locali per la concertazione.
Questa competenza, secondo la giurisprudenza che mi è stata prospettata, non è la sede di un intervento, è chiaro che ci vuole una sede di approfondimento; questa competenza, a questo punto, passa a carico del Consiglio, non più della Giunta, e quindi deve essere in qualche maniera esperita dal Presidente del Consiglio e dai Gruppi consiliari.
Chiedo francamente di valutare con lei e con gli altri Capigruppo la situazione, perché non abbiamo un precedente che abbia risolto il problema ma la questione esiste. Difatti, in presenza di questa situazione e di un testo nuovo, ho chiesto - non dico in modo dimesso, ma in modo assolutamente sereno e ragionevole - una procedura che ci consentisse di assolvere agli elementi di approfondimento nell'ambito di tempi certi che ci davamo per il dibattito.
Se non si intende accedere - questo ovviamente fa parte della sovranità degli interlocutori che detengono la maggioranza nel Consiglio regionale dico che però non è materia opinabile o prescindibile la questione dell'incontro preliminare con le Autonomie locali, perché da quell'incontro che non c'è stato - deriva la messa a disposizione del Consiglio di elementi contenutistici e di merito che sono elementi costitutivi dal punto di vista procedurale per poter lavorare alla definizione del testo della legge.
La questione era sicuramente evitabile nell'impostazione che avevamo proposto e che teneva conto anche di quella circostanza giuridica e politica. Quindi io non credo che si possa procedere e neanche che si possa votare su questa materia, ma che ci debba essere il pronunciamento dell'organo - credo - della Presidenza, del Presidente.



PRESIDENTE

Noi stiamo esaminando un provvedimento licenziato dalla Commissione su richiesta del proponente, cioè della Giunta. Si tratta di un provvedimento diverso, nel senso che è ridotto come ampiezza e non abbiamo dei precedenti in particolare, per cui dobbiamo fare riferimento... Io do una risposta formale a quello che lei prevede, interpretando sistematicamente il nostro Regolamento.
La soluzione formale può non essere adeguata. Questo è uno dei casi in cui il dato politico dovrebbe venire in soccorso, per cui occorre trovare una soluzione politica, non una soluzione puramente formale.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Formalmente cosa dovrebbe succedere?



PRESIDENTE

Credo non sia contraria alla previsione statutaria la prosecuzione dell'esame in aula. Ritengo che non sia contraria e che possa realizzare un'approvazione veloce; questo però non lo posso anticipare, non conoscendo la volontà dei singoli. Credo comunque che non sia contraria. Però ho fatto riferimento ad una capacità politica di affrontare il problema.
Chiedo se la Giunta ritiene, rispetto alla questione formulata dal Consigliere Riba, di dover fare delle osservazioni. Se non ci sono osservazioni, ritengo non incompatibile che l'esame vada avanti.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Chiederei non un parere proposto in via molto dubitativa e personale dicendo "io credo che", ma un pronunciamento ufficiale.



PRESIDENTE

Ho detto "ritengo non incompatibile".



CHIEZZI Giuseppe

Però mi chiarisca le parole "lo ritengo..."; vorrei sapere con quale forza, nel senso che se è un parere personale, va bene lo acquisiamo, ma se è ufficialmente la posizione della Presidenza dell'Assemblea, allora è un'altra cosa.
Gradirei, insieme al collega Riba, avere qualcosa di sicuro in mano a questo proposito, perché a me non pare - parlo a titolo personale - che la norma che prevede la presenza di un parere, quindi di un atto della Conferenza Regioni-Autonomie locali, possa essere elusa attraverso il richiamo in aula di un provvedimento. Se così fosse, questa prassi potrebbe essere messa in moto sempre dalla Giunta regionale nel momento in cui non desidera che la Conferenza delle Autonomie venga chiamata in causa con il parere. E' una scorciatoia che, a mio modo di vedere, non può comportare l'elusione del rapporto con la Conferenza.
La Regione, con legge, ha deciso che il rapporto deve esistere. Nella legge ha scritto, conoscendo il funzionamento del Consiglio, che questo rapporto va riferito alla Commissione nella quale le materie di legge vengono esaminate come forma di funzionamento del Consiglio, ma nel momento in cui la Commissione, su richiesta del proponente, della Giunta regionale manda il disegno di legge in aula, all'aula si consegna il compito di osservare la legge nei confronti del rapporto Regione Piemonte e Conferenza Regioni e Autonomie. Altrimenti lei, Presidente, capisce che la Conferenza delle Autonomie può essere sistematicamente elusa dal proprio rapporto con la Regione da questo percorso, e non penso che un percorso di questo genere preveda la cancellazione di una norma di legge.
Se però l'Ufficio di Presidenza, una volta esaminata con i tecnici e responsabili delle nostre questioni regolamentari la questione, fornisce e io spero per iscritto - questa interpretazione autentica dell'Ufficio di Presidenza, allora potrò leggere questo parere ed essere più o meno convinto. Però le chiederei un atto formale, Presidente, perché penso che tutto il vociare sulla sussidiarietà che si fa quando non si trattano questioni materiali, ma quando si enunciano questioni astratte, debba, in questa situazione, non essere accettato.
Si parla di sussidiarietà, siamo seri. Abbiamo istituito la Conferenza Regioni-Autonomie locali; la legge prevede un rapporto con questa Conferenza da parte della Regione, e il rapporto deve essere mantenuto. Che poi il luogo in cui questo rapporto avviene e viene verificato sia la Commissione o il Consiglio, è del tutto marginale rispetto alla sostanza che è di illustrare in Consiglio o direttamente in aula o in Commissione il risultato di un rapporto tra la Giunta regionale e la Conferenza delle Autonomie.
Quindi chiederei un parere scritto dell'Ufficio di Presidenza.



PRESIDENTE

Le modalità le stabilisce ancora chi regge pro tempore l'Assemblea.
E' possibile che ci siano delle ipotesi non previste dalla nostra normativa. In realtà il problema astratto rispetto al caso concreto è che quando ci sono degli emendamenti - in questo caso siamo in presenza di emendamenti significativi, ma ciò non rappresenta una questione assoluta bisogna ritornare alla Conferenza o meno; questo da un punto di vista formale.
Ho premesso che la capacità politica può risolvere i problemi. In realtà questo provvedimento è stato valutato; copia del parere, della valutazione della Conferenza è stata trasmessa al Presidente dell'VIII Commissione e, per conoscenza, al Presidente del Consiglio regionale. In questo senso credo che sia stata rispettata la normativa regionale.
Da un punto di vista formale, credo che sia questa la situazione.
La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Mi è sfuggito un passaggio della sua comunicazione. Mi corregga, se sbaglio. Mi pare di aver capito che gli emendamenti proposti dalla Giunta siano stati sottoposti alla Conferenza...



PRESIDENTE

No, io non ho detto questo.



MIGLIETTI Franco

Allora non ho capito cosa lei stava dicendo.



PRESIDENTE

Ho detto che il provvedimento iniziale è stato portato all'attenzione della Conferenza, la quale ha reso un parere che è stato trasmesso.
Gli emendamenti non mi risulta che siano stati trasmessi, ma il problema teorico è il seguente. Quando ci sono degli emendamenti bisogna ritornare in Commissione - non su questo caso, ma in linea generale sempre no, non lo abbiamo mai fatto. In questo senso ho detto che non ritengo incompatibile la procedura utilizzata rispetto alla normativa attuale.



MIGLIETTI Franco

Ci mancherebbe altro, perché altrimenti verrebbero raccolte le firme e lei sarebbe defenestrato nel giro di pochi minuti, anche perché si consulta visivamente con il contesto dell'aula. Comunque, non mi riprenda sul tempo Presidente.
Questa mattina, prima della chiusura dei lavori per la pausa, ho sentito, da parte dell'Assessore Vaglio, l'esaltazione della concertazione.
L'Assessore ha esaltato il metodo della concertazione e abbiamo fatto una legge che prevede la concertazione.
Tuttavia, oltre al potere dei numeri, c'è anche un altro metodo deontologico, che è quello di collegare alle parole la coerenza, ma questo non è il metodo usato dall'Assessore Vaglio, che ha esaltato la concertazione almeno per il tempo utile, i dieci minuti che gli erano concessi - e in dieci minuti si dice un mare di cose - in un disegno di legge che viene totalmente stravolto, perché viene depennato almeno il 40 degli articoli che erano previsti precedentemente, sostenendo che, essendo un emendamento, si è autorizzati a farlo.
Questo è l'emendamento della Giunta; poi, magari, qui è scritto due righe per pagina, mentre sul disegno di legge è scritto più fittamente sul fronte e sul retro, ma questo è l'emendamento. Un emendamento che abroga il 40 o 50% degli articoli...



(Commenti in aula)



MIGLIETTI Franco

No, ma vede, c'è una cosa che io, per mia caratteristica, non ho mai: la fretta. Quindi possiamo stare qui tranquillamente fino alla fine del vero inizio del 2000, perché questo è un finto 2000, non siamo ancora alla fine del 1999, perché quella è la data. L'inizio del 2000 sarà il 1 gennaio del 2001. Ma ormai non ci si capisce più neanche sulle date; non si sa neppure se il millenniun bag sia del 1º gennaio 2000 o del 1º gennaio 2001, abbiamo visto il flop anche in queste cose.
Comunque sia, chiedo all'Assessore Vaglio con quale faccia... La sua faccia naturalmente, ci mancherebbe pure, mica può cambiarla, però uno cambia faccia anche se non utilizza, accanto alle parole pronunciate, la coerenza degli atti. La coerenza, Assessore Vaglio.
Andiamo a fare questo lavoro in Commissione, come ho già detto questa mattina, in modo da sottoporre in una seduta urgente lo stravolgimento del disegno di legge 467 alla Conferenza deputata alla concertazione, e concertiamolo. Perché la concertazione non è il "concerto del Lingotto", è una cosa ben diversa; penso che lei se ne renda conto.
Ed è anche vero che una serie di suggerimenti e proposte sono state recepite proprio dagli stessi emendamenti, ma si può avere una visione serena, in una sede propria, per quanto riguarda l'esame di questa nuova proposta? Perché questa è una nuova proposta. Anzi, bisognerebbe fare una regola nello Statuto della Regione Piemonte: nel caso in cui si superi il 20% dei cambiamenti di una legge, questa venga ritirata e riproposta sotto un'altra forma - sarebbe forse la cosa più logica - facendogli fare tutta la trafila idonea. Affinché la legge n. 34, che abbiamo approvato alcuni mesi fa, che prevede la concertazione e dice anche quali sono i suoi estremi, possa essere pienamente soddisfatta.
Quindi, Assessore, io la invito ancora una volta a far ripensare la maggioranza e la Giunta e a mettere in atto tutto quanto ha enunciato questa mattina, che io ho anche condiviso, al fine di far funzionare almeno gli strumenti che ci siamo dati, ovvero la legge 34 e la concertazione.
Quando avremo fatto questo passaggio, credo che nulla vieti che si arrivi prima del 31 gennaio - anzi mi auguro molto prima, io credo che attorno al 20, 22 gennaio potrebbe essere definita la legge e portata in Consiglio Regionale per la votazione - alla definizione della legge. In quel momento, a pieno titolo anche della coerenza delle sue parole con i provvedimenti che lei ha proposto e che sono stati assunti da quest'aula.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente. Prima di tutto volevo chiederle se siamo ancora in discussione generale, perché mi sembra che sia già stata chiusa tre volte nel corso della giornata.



PRESIDENTE

Siamo sulla questione incidentale.



GHIGLIA Agostino

Allora, sulla questione incidentale alla fine voteremo? Perché, sempre se non sbaglio, questa mattina noi abbiamo già votato su una pregiudiziale analoga, e cioè quella di invertire l'o.d.g. e di parlare di altri argomenti prima di affrontare questo, ed abbiamo votato su questo Presidente.



PRESIDENTE

No, la questione incidentale consiste sulla prosecuzione o meno del lavoro d'aula su questo provvedimento.



GHIGLIA Agostino

No, questa mattina noi abbiamo votato, su proposta del collega Chiezzi l'inversione dell'o.d.g. Essendo stata respinta l'inversione ed avendo l'aula ribadito che era in discussione questo provvedimento, non capisco come alle ore 16 del pomeriggio, avendo iniziato alle ore 11 di questa mattina, stiamo ancora discutendo se proseguire o meno questa discussione.
La cosa mi sembra un po' anomala.
Lo dico anche perché, sempre se non sbaglio, quasi un'ora fa - no mezz'ora fa, perché abbiamo iniziato in ritardo - quaranta minuti fa, lei ha detto che, se non ci fossero stati altri interventi, si sarebbe ritenuta chiusa la discussione generale. Anche perché in discussione generale c'eravamo già questa mattina ed alcuni colleghi erano già intervenuti questa mattina dicendo le stesse cose. Quindi stanno intervenendo comunque due volte nella discussione generale, e questo non si può fare.



PRESIDENTE

No, non siamo in discussione generale.



GHIGLIA Agostino

Allora cosa c'è?



PRESIDENTE

C'è una richiesta di esaminare questo testo, di uscire dall'aula su questo testo; dopodiché ci sono stati alcuni, tutto sommato brevi interventi e adesso stiamo andando alla conclusione.



GHIGLIA Agostino

Presidente, allora, abbia pazienza, non voglio creare difficoltà, ma vorrei capire: se lei mezz'ora fa ha chiesto se c'erano altri interventi di discussione generale, com'è possibile che ci siamo trasferiti su una questione incidentale? E' importante per regolamentare i nostri lavori perché altrimenti uno viene qui, dice quello che vuole, io parlo del mercato di Rocca Cannuccia e va bene lo stesso perché è un'incidentale.
Allora, se c'era una discussione generale, ha un iter, e si conclude se c'era una questione incidentale, andava posta all'inizio della seduta si inizia un'altra discussione incidentale e si vota, perché altrimenti veramente non si capisce di cosa parliamo.
Segnalo anche che ormai non mettiamo neanche più il tempo! Perch diventa un po' tutto così casuale, nel senso che nessuno si alza intervengono.



PRESIDENTE

No, non è casuale.



GHIGLIA Agostino

Comunque, allora, io su cosa parlo? No, veramente, non è una battuta.
Io voglio sapere su cosa parlo, perché se devo parlare del provvedimento per la discussione generale, dico delle cose; se devo parlare sulla questione incidentale, ne dico delle altre. Vorrei capire di cosa parlare e che iter seguiamo.



PRESIDENTE

Allora, se lei ha concluso le do subito la risposta.



GHIGLIA Agostino

No, non ho concluso, voglio capire! Poi parlo.



PRESIDENTE

No, le do subito la risposta. La questione posta dal Consigliere Riba è che il provvedimento, così come risulta dopo un emendamento corposo e significativo, non ha avuto la valutazione della Conferenza.
Mi è stato chiesto se ritenevo che questo procedimento fosse coerente con il Regolamento. Io ho risposto che il procedimento non lo ritengo contrario al nostro Regolamento, perché la Conferenza ha avuto modo di esprimere una valutazione, ed ho anche individuato una possibile ipotesi non regolamentata dalla nostra normativa, che è quella se gli emendamenti possono o debbono essere riportati all'attenzione della Conferenza. Io ritengo di no. Questo ho detto.



GHIGLIA Agostino

Ho capito, Presidente. Io, per il momento, mi interrompo qui. Dopo che ci sarà la risposta della Giunta, vedremo. Però se stiamo discutendo sulla questione incidentale, Presidente, alla fine votiamo sull'incidentale allora. No, per sapere, perché poi...



PRESIDENTE

L'Assessore Vaglio ha chiesto di intervenire; ne ha facoltà.



VAGLIO Roberto, Assessore agli Enti locali

Grazie, Presidente. Ritengo che sulla scarsa informazione non si possa discutere, che sulla mancata informazione non si possa discutere. Per cui chiariamo l'iter una volta per tutte e poi la Giunta farà le sue richieste.
L'iter. Siamo in Commissione da circa un anno e mezzo con questo provvedimento...



(Interruzioni in aula)



VAGLIO Roberto, Assessore agli Enti locali

No, no, un momento.



PRESIDENTE

Lasciamo svolgere l'intervento.



VAGLIO Roberto, Assessore agli Enti locali

Siamo qui da 10 anni, quindi le sappiamo queste cose! Allora l'iter: in data 26 luglio è stato sottoposto il provvedimento alla Conferenza permanente Regione-Autonomie locali per averne un parere parere richiesto dalla legge 34.
In data 20 settembre, sempre del 1999 ovviamente, abbiamo richiesto determinazioni conclusive, che sono arrivate in forma problematica, per cui il 18 ottobre abbiamo riportato in discussione le ulteriori determinazioni sul 467. Quindi l'iter parte a luglio e procede, così come richiesto dall'VIII Commissione, per avere questa determinazione, questo parere da parte della Conferenza.
Quindi, io ribadisco la validità della concertazione, perché una concertazione su un provvedimento così importante, che parte da luglio e procede step by step Commissione per Commissione, Conferenza per Conferenza, è un ragionamento in evolvere.
Dalle conclusioni a cui arrivarono i colleghi amministratori della Conferenza permanente, arriviamo alla riunione, alla seduta del 9 dicembre di quest'anno. In quella seduta noi chiediamo alla Conferenza permanente di esprimersi nel merito e nella sostanza di quanto fosse possibile portare a compimento, a chiusura nel corso di questa legislatura. Date le urgenze e data l'improrogabilità di alcune materie, così come dissi questa mattina.
La Conferenza si esprime dicendo: "Sono quei quattro argomenti che possiamo discutere, quindi effettuiamo lo stralcio". Noi diciamo: "Vi forniremo lo stralcio entro la settimana".
In data 15 dicembre 1999, con lettera del Presidente della Giunta n.
15584, trasmettiamo ai membri della Conferenza permanente il provvedimento stralcio, che è quello che i colleghi oggi hanno per le mani per poterne discutere.
Il Presidente, nella lettera di accompagnamento a questa - credo che siano tutti documenti a disposizione del Consiglio e della Commissione precisa alcune cose. In particolare, ai Componenti delle Autonomie locali facenti parte della Conferenza permanente dice: "Per quanto riguarda la necessità di una puntuale individuazione delle funzioni degli Enti locali e del conseguente riordino e coordinamento delle funzioni vecchie e nuove l'Amministrazione regionale si rende disponibile ad un approfondimento oggetto di successivo provvedimento da sottoporre al Consiglio regionale".
In sostanza, il Presidente dice: "Noi vi abbiamo sottoposto il malloppo del 112, perché così il Consiglio voleva (provvedimento omnibus); abbiamo scelto la strada dello stralcio, quindi lo stralcio va bene, riteniamo che vada bene perché voi ce l'avete indicato. Tutte quelle materie che non sono oggetto dello stralcio, diventeranno oggetto di sedute specialistiche tecniche per discutere la materia che dovrà essere valutata in un secondo tempo. Per quanto riguarda l'individuazione, la quantificazione e la ripartizione delle risorse, si rimanda ancora una volta al percorso delegificato previsto dalla 34. Riguardo i livelli ottimali, si precisa che la strada di come e a quale livello potranno essere gestite le funzioni ed i compiti sarà oggetto di approfondimento in seno alla Conferenza".
Quindi, il Presidente in questa lettera d'accompagnamento del provvedimento stralcio definiva la prassi successiva all'approvazione dello stralcio, e definiva la prassi per la discussione delle materie che le Autonomie locali non avevano ritenuto mature per essere ricomprese nel provvedimento stralcio. Quindi questo è datato 15 dicembre.
Come i colleghi sanno, la 34 dà un percorso certo in termini temporali in cui la Conferenza deve esprimersi, tant'è che la Conferenza, il 27 dicembre, trasmette le osservazioni al disegno di legge regionale stralcio 467, trasmette alcune osservazioni, molto di massima, e quindi risponde a quanto previsto dalla 34, questo il 27 Dicembre. Oggi è l'11 gennaio, i tempi sono stati abbondantemente rispettati e abbiamo delle lettere interlocutorie di singoli componenti della Conferenza permanente.
Ovviamente noi non riteniamo che le lettere dei singoli componenti costituiscano una forma di parere aggiuntivo o comunque di parere esclusivo a cui fare riferimento per adeguare il disegno di legge; io credo che, da luglio ad oggi, il provvedimento sia stato abbondantemente concordato e concertato con la Conferenza, non solo, ma alla luce di quanto vi ho detto lo stralcio, quello che voi avete tra le mani, è stato consegnato in data 15 dicembre alla Conferenza, la quale si è espressa, attraverso una bozza il 27 dicembre.
I documenti possono essere vagliati dal Consiglio; li faccio fotocopiare.
Se il collega ritiene, posso andare per sommi capi ad evidenziare quanto ho detto.
La Conferenza sottolinea il fatto che era necessario, se non propedeutico all'attuazione del D.Lgs. 112, definire i livelli ottimali del disegno di legge che è giacente in Commissione e che la Commissione si è impegnata a licenziare per lunedì prossimo.
La Conferenza o, meglio, le Associazioni firmatarie (ANCI, Unione delle Province, UNCEM, Lega delle Autonomie e Consulta regionale dei Piccoli Comuni) sottolineavano che il disegno di legge regionale stralcio avrebbe dovuto, a loro parere, essere ulteriormente modificato, in modo tale da richiamare in modo esplicito e preciso l'apposito disegno di legge sui livelli ottimali d'esercizio.
Nell'ultima stesura, comprensiva degli emendamenti proposti dalle Autonomie locali, così come abbiamo detto non più tardi di ieri in VIII Commissione, il disegno di legge giacente in VIII Commissione è il disegno di legge voluto dalle Autonomie locali, che noi purtroppo non siamo ancora riusciti a mandare in Consiglio.
Quindi questa è la richiesta delle Autonomie.
In secondo luogo, aggiungere all'art. 2 le parole "Comunità montana" dopo le parole "la Regione, la Provincia, il Comune", quindi una modifica del tutto formale.
Terzo, espellere dalle disposizioni generali il comma 4 dell'art. 2 che mal si presta ad una collocazione in tale sede. Reinserire all'art. 2 un comma che prevede, come nella precedente formulazione, che "attraverso le procedure concertative previste dalla legge 34, la Regione favorisca l'unitario sviluppo del sistema delle Autonomie locali, nonché la cooperazione tra gli Enti e tra questi e la Regione, anche mediante il raccordo dei sistemi informativi previsto dall'art. 9 della succitata legge 34".
In ultimo, prevedeva di sopprimere due commi, e precisamente il comma 2 e il comma 3 dell'art. 4.
Per quanto concerne la seconda parte del testo proposta, si diceva in quella data che "la rilevanza delle materie disciplinate richiede approfondimento, ecc." e quindi si prevedeva un'ulteriore messa a punto dell'articolato, da effettuarsi nel mese di gennaio 2000.
In particolare, il principio di sussidiarietà formulato nella prima parte del disegno di legge richiede di essere tradotto nelle singole materie stralciate in una puntuale individuazione dei ruoli di Regione Provincia, Comune e Comunità montana, con riferimento ad adeguati livelli di programmazione.
Questo era il parere che era stato richiesto alla Conferenza permanente, che è stato trasmesso, a cui la Giunta ritiene di aver dato un'attenzione non dico sufficiente, ma un'attenzione chiara e puntuale.
Per cui mi rivolgo, a nome della Giunta, al Presidente del Consiglio: l'iter previsto dalla legge 34 è stato pienamente rispettato; i pareri sono arrivati da parte della Conferenza in tempo utile; il testo, a nostro modesto modo di vedere, è un testo che può essere immediatamente messo in discussione nel proprio articolato.



PRESIDENTE

Ricordo, dopo essermi consultato anche con il collega che ha presieduto in parte nella mattinata, che noi abbiamo esaurito la discussione di ordine generale, e questo è stato formalmente ribadito. C'è sempre la possibilità di chiedere il rinvio in Commissione dei singoli articoli o dell'intero testo.
Questa è stata la richiesta formale che è stata avanzata? Colleghi Riba e Chiezzi, è stato richiesto il rinvio in Commissione?



RIBA Lido

Noi abbiamo messo a disposizione una quantità di opportunità e di modalità per lavorare con questo testo in condizioni parlamentari.
Abbiamo ricevuto un plico spesso così di cose che costituivano gli emendamenti proposti dalla Giunta. Allora, in presenza di una cosa così dobbiamo individuare quali procedure si devono seguire per analizzare approfondire, sapere che cosa ne pensano gli interlocutori, le istituzioni sociali, i soggetti di riferimento e non soltanto quelli che giustamente qui presidiano ogni tanto per vedere quando arriveranno i provvedimenti che gli interessano, magari anche sollecitati dalla Giunta.
A questo proposito noi abbiamo suggerito di tenere il materiale qui, ma di approfondirlo nella sede unica possibile, che è quella delle Commissioni, dando alle Commissioni quello che non avete mai voluto dare all'VIII Commissione, ovvero lo spazio di una settimana riservato per quel tipo di lavoro.
Il Presidente Vindigni è stato troppo disponibile e accomodante, perch ha continuato a lavorare con il senso di responsabilità istituzionale dicendo: "Datemi una settimana, consentitemi di lavorare per una settimana su un testo così".
Questo non è mai stato consentito; evidentemente serviva a creare qualche forma di incidente per arrivare ad una procedura che si inventa qui, indipendentemente dalle affermazioni - che mi sembrano serene, ma per niente condivisibili, non è questa la procedura della legge 34 dell'Assessore Vaglio.
Noi abbiamo detto di riportare il materiale in Commissione o di lasciarlo qui e di consentirci di lavorare in Commissione, quindi la richiesta che lei, Presidente, ci prega di chiarire è da lei interpretabile come ritiene; certo non può essere interpretata nel senso di andare avanti così, perché così non abbiamo né il materiale né i verbali della Conferenza Regione-Autonomie locali né il tempo e la modalità di lavoro che ci consentano di approfondire gli emendamenti di questa natura.
In ultima analisi, Presidente, anche come giurista - non come avvocato ma come giurista che presiede il Consiglio - lei sa bene che quando un testo è riscritto da cima a fondo (guardi la quantità in grassetto), quel testo deve essere riproposto, perché in quei termini non è stato neanche esaminato, non lo conosce nessuno, lo conoscerà la Giunta, al massimo gli uffici.



PRESIDENTE

Credo di aver dato finora - e voglio darla anche in seguito - tutta la tutela possibile a tutte le possibili interpretazioni. Il rinvio in Commissione è una delle ipotesi. La Giunta si è dichiarata disponibile e ritiene che l'esame del testo possa essere utilmente proseguito in aula. Io ho detto e ribadisco che la procedura non è incompatibile - chi vuol capire, capisca.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, le chiedo se può darmi un'informazione preliminare: chi è in congedo oggi? In particolare, il Presidente Ghigo è in congedo?



PRESIDENTE

Per la seduta del pomeriggio sono in congedo i colleghi Botta Farassino, Ghigo, Pazè, Rubatto, Toselli e Rosso.



CHIEZZI Giuseppe

Io continuo a rilevare questa assenza di guida della Giunta regionale in aula, che è nociva ai nostri lavori, perché questo è un caso classico in cui il Presidente della Giunta regionale potrebbe dire qualcosa in modo sintetico su una discussione che si è dipanata certamente non in modo conflittuale dal punto di vista delle opposizioni.
Avevo formulato anch'io alcune ipotesi di lavoro; quella più formale era il rinvio del testo in Commissione, cosa che personalmente non mi spaventa e che potrebbe essere messa ai voti, ma che non chiedo neppure di formalizzare in assenza del Presidente Ghigo, perché non è su questo provvedimento che intendo svolgere un gioco delle parti formale.
La seconda ipotesi è di tenere il provvedimento in aula.



PRESIDENTE

Mi scusi, collega, queste ipotesi sono già state evidenziate con assoluta chiarezza.



CHIEZZI Giuseppe

Mi lasci finire, Presidente. Lei ha domandato: chiedete il rinvio in Commissione? Io le sto spiegando che ho chiesto il rinvio in Commissione sul rinvio in Commissione non chiedo la votazione e lamento l'assenza del Presidente Ghigo.
L'altra ipotesi era quella di tenere il provvedimento in aula sospendendo però l'esame del provvedimento in aula e invitando i Presidenti delle Commissioni competenti a svolgere un lavoro di Commissione, pur rimanendo il testo ufficialmente in aula, prassi che abbiamo già percorso e sulla quale chiedo la votazione.
Su questa seconda proposta, ai sensi del Regolamento, sempre che sia possibile, chiedo un pronunciamento, anche perché - rinnovo il punto di vista del Gruppo - su questo provvedimento non ci sono ostacoli di principio.
L'unico ostacolo che vediamo è la massa di emendamenti che se avesse presentato l'opposizione sarebbero stati qualificati come ostruzionistici perché sono 157. Se io adesso presento i miei 100 emendamenti, non so come possono essere qualificati, ma non certo in modo peggiore dei 157 della Giunta regionale.
Quindi, a parte l'ostruzionismo "emendamentore" della Giunta regionale per il nostro Gruppo non c'è nessun ostacolo; rileviamo che un esame di questi 157 emendamenti ed eventualmente di altri emendamenti in aula è un dispendio di energia e di tempo che ci sembra evitabile. Grazie.



PRESIDENTE

Mi pare che la domanda sia stata precisata.
La parola alla Consigliera Manica.



(Il Presidente Deorsola è impegnato in una conversazione telefonica)



MANICA Giuliana

Attendo che il Presidente finisca di telefonare perché avrei un quesito da porre a lui.



PRESIDENTE

Collega, la mia non era una scortesia, era semplicemente il Presidente...



MANICA Giuliana

Il Presidente Ghigo che le diceva cosa fare.



PRESIDENTE

No, io non ho bisogno del Presidente Ghigo, che ha telefonato e dalla telefonata le posso assicurare che la voce lasciava trasparire il malanno di cui è afflitto.



MANICA Giuliana

Nel fare gli auguri al Presidente Ghigo, cogliendo l'occasione di questa telefonata, per una pronta e rapida guarigione che potrebbe senz'altro facilitare i nostri lavori d'aula, io le proporrei una domanda.
Posto che la situazione in cui in questo momento ci troviamo è una situazione la cui soluzione non può essere certo né di ordine burocratico né regolamentare, ma deve essere un'intelligente soluzione politica, la domanda che io voglio fare a lei, Presidente, visto che in questo momento in assenza del Presidente della Giunta, che è l'altro interlocutore in grado di assumere una decisione politica non procedurale, essendoci lei dopo la risposta...



PRESIDENTE

In assenza del Presidente Ghigo, c'è il Vicepresidente.



MANICA Giuliana

Si, d'accordo. Rispetto alla risposta che ci ha dato l'Assessore Vaglio, ci pare che rimanga compiutamente aperto in quest'aula un problema politico, che è il seguente.
Siamo in presenza di 2 chili e mezzo di emendamenti presentati dalla Giunta che riscrivono nei fatti, se non completamente, per gran parte il provvedimento; siamo in presenza di una Commissione che ha potuto lavorare nei termini in cui il Presidente Riba, ma anche il Presidente Vindigni, ci hanno qui esposto, e non ci sono state voci di altro tipo che non confermassero o non attestassero che le cose che loro dicevano erano reali siamo in presenza di un parere della Conferenza, non acquisito quello precedente, e su un testo nuovo, che nei fatti abbiamo davanti assolutamente non richiesto ed inesistente, in una situazione come questa la risposta che l'Assessore Vaglio ci dà è: "Procediamo in aula".
Non v'è dubbio che lei si renda perfettamente conto che, con alcune centinaia di emendamenti presentati dalla Giunta, certo non di carattere ostruzionistico ma di carattere migliorativo del provvedimento, con un centinaio di emendamenti presentati dal Consigliere Chiezzi, con i 100, 200 emendamenti che il collega Vindigni sta approntando in questo momento insieme al nostro Gruppo e che altri Gruppi stanno predisponendo, con la necessità di esaminare queste centinaia di emendamenti direttamente in aula, lei dovrebbe scrivere al Presidente della Repubblica per chiedergli che faccia un decreto per posticipare le elezioni, perché senz'altro sciogliendosi il Consiglio 45 giorni prima del 16 aprile, questo provvedimento non esce, con questo numero di emendamenti, da quest'aula prima di quella data.
A questo punto, la squisita decisione di ordine politico che forse si richiede alle Presidenze rispettive del Consiglio e della Giunta, o di chi per esse in questo momento, è di consentire invece, negli interessi del Piemonte e degli Enti locali che l'hanno richiesto, che il provvedimento abbia un iter. E per averlo, Presidente, scelga lei: torna in Commissione si fa come dice il Consigliere Chiezzi e quindi rimane iscritto all'aula ma c'è un approfondimento in Commissione; si va a una rapida consultazione della Conferenza.
Scelga lei, Presidente, le scelte sono infinite, tutte produttive, che consentono di andare avanti; l'unica che consente la paralisi è quella proposta dall'Assessore Vaglio e da lei ampiamente condivisa, ci auguriamo solo fino a questo momento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Vicepresidente Masaracchio; ne ha facoltà.



MASARACCHIO Antonino, Vicepresidente della Giunta regionale

Con squisita eleganza e cortesia verso i colleghi Consiglieri, devo far notare, per conto di tutta quanta la Giunta, che può essere considerata articolata attraverso le potenzialità di ciascun Assessore, ma ciascun Assessore rappresenta la Giunta per le proprie competenze, e le competenze sono state qui interpellate e hanno detto la loro. Quindi la Giunta si è espressa. Se la Giunta si è espressa si è espressa anche per conto di chi governa la Giunta. La presenza del Vicepresidente non è soltanto un fatto meramente occasionale, ma rappresenta la tutela di quanto può essere verificato nel tempo sulle volontà del Presidente della Giunta, altrimenti non sarebbe una situazione propriamente democratica, ma qualcosa che risponde a tutto il tono del dibattito che si è inscenato qui.
E' stato detto più di una volta, anche in Commissione, che data la contingenza di tutto quanto è maturato nel tempo, si addiveniva ad una risoluzione: estrapolare tutto quello che potrebbe essere commissariato dal Governo centrale; lasciando tutto il resto che ha già avuto il suo destino.
Per poter operare questa estrapolazione, si dovevano fare degli emendamenti; questi sono parte degli emendamenti della Giunta.
Nell'ambito dei pacchetti degli emendamenti che pesano chili (2 kg e mezzo, 3 kg e mezzo, vuol dire che la carta pesa di più di quanto non dovrebbe pesare), ve ne sono taluni che danno risposta a tutto ciò che è nato dalla concertazione - che sia stata in tempi brevi, nell'ultimo periodo, perché si è dormito il sonno lungo del discorso dei sordi, nel lungo periodo, questo è un altro paio di maniche, un altro discorso.
Il fatto è che, data la contingenza di tutto ciò che incombe sul decreto legislativo n. 112, per cui nasce il disegno di legge n. 467, ci troviamo di fronte a questa emarginante risoluzione, che è quella della occasionale vigilia di una fine di mandato.
La Giunta ha stabilito - penso che anche la maggioranza sia d'accordo con la Giunta, poi i Capigruppo lo ribadiranno - di rappresentare tutte queste esigenze in Consiglio. Il Consiglio è sovrano perfino nel dibattere con ulteriori altri cinquecentomila emendamenti tutto il testo della legge.
Se ciò accadesse, ne prendiamo atto e andremo a vedere quali sono le risoluzioni anche temporali.
Tutto il resto è affidato alla non volontà espressa, non ufficialmente ma ufficiosamente, di fare in modo che il disegno di legge n. 467 non venga licenziato dal Consiglio. Se il dibattito ostruzionistico del Consiglio pu rappresentare per l'opposizione questa risoluzione, che avvenga. Detto questo, non si venga a millantar credito contro la Giunta che è incapace di rappresentare se stessa.
Lo stesso Assessore Vaglio, che è l'Assessore per eccellenza di competenza, in quanto l'Assessore agli Enti locali ha detto qual è stata la cronologia dei fatti, ha dimenticato di dire, perché fra le varie carte ci sono anche altri documenti, che l'ANCI, che è nata prima della Conferenza permanente; poi, se entriamo nel merito del giudizio di valutazione sulla Conferenza permanente, io posso ricordare a me stesso quanto fui contrario ad aver creato un altro organismo che superava le competenze di tutti gli Enti locali, partendo dal piccolo Comune.
Queste sono le concertazioni; ci sono degli Enti che rappresentano i Comuni, c'è un Ente che rappresenta le Province, ci sono le categorie.
Abbiamo avuto delle risposte in contrapposizione negativa verso il disegno di legge n. 467; ne prendiamo atto. C'è qualche emendamento che dà ragione non è detto che si debba per forza formulare il disegno di legge n. 467 come vogliono gli altri. Chi gli altri? Tutti i Comuni, tutte le Province tutti i Consiglieri? Parte dei Comuni, parte delle Province, parte dei Consiglieri.
Signor Presidente del Consiglio, dato il risultato del dibattito, si vada avanti, così com'è stato detto dal Consigliere Ghiglia, non perché sia Capogruppo di un Gruppo a cui io appartengo, ma perché in effetti bisogna evitare che si vada avanti a spinte e a bocconi, per poi non concludere nulla.
La Giunta non desidera che il provvedimento ritorni in Commissione.



PRESIDENTE

E' stata posta una questione sospensiva, affinché la discussione venga rinviata indicativamente di una settimana per approfondimenti. Non è stato chiesto il ritorno in Commissione, ma è stata posta una questione sospensiva.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

La prima richiesta che ho avanzato, non ancora soddisfatta, è quella di avere a disposizione, come i 60 Consiglieri regionali, il testo del parere espresso dalla Conferenza, che mai è stato a mano dei Consiglieri regionali.
L'Assessore Vaglio ha in mano questo testo; mentre lo leggeva ho chiesto, per cortesia, se poteva essere acquisito dal Consiglio in forma ufficiale attraverso copia ai 60 Consiglieri regionali.
Io, come primo passo, chiederei di sospendere i lavori sino a che questo documento non è a nostre mani, perché dalla lettura dello stesso possiamo rafforzare o meno le ipotesi di sospensiva che le avevo illustrato prima.
Ripeto, senza quel parere non sono in grado di portare a conclusione quelle due osservazioni di sospensiva, più che richieste. Quindi le chiederei di poter avere sul mio tavolo copia della relazione che ha letto l'Assessore Vaglio e che ha illustrato in forma sintetica. Grazie.



PRESIDENTE

Il parere reso dalla Conferenza è stato fatto avere al Presidente dell'VIII Commissione, parere che è pervenuto con una lettera in data 22 ottobre 1999.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Non si tratta di un documento ufficiale, è una bozza.



(Reiterate proteste del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

L'Assessore le ha dato, Consigliere Chiezzi, degli elementi aggiuntivi.
Consigliere Chiezzi, abbia pazienza. L'Assessore mi consegnerà quel foglio dopodiché glielo farò pervenire. Se ho inteso bene, si tratta di una bozza cioè di un verbale approvato.
Per cortesia, Consigliere Chiezzi, non ha la parola. E' stata posta la questione sospensiva di rinviare l'esame del provvedimento. Se lei Consigliere Chiezzi, ritira la proposta, passiamo all'esame degli emendamenti di cui all'art. 1.
La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Grazie, Presidente. Il parere (fantomatico, reale, in bozza, acquisito o in via di formulazione) a noi risulta che non esista. Nel senso che, in via informale - naturalmente posso essere smentito, non mi offendo, anzi lo sollecito - la Conferenza Regione-Autonomie locali non l'avrebbe definito formalmente, e in questo caso l'elemento formale è sostanza, perché non pu esistere un po' di parere, un parere in bozza o un'ipotesi di parere Presidente. Vedo che il Vicepresidente Masaracchio ascolta diligentemente come sempre.
Se questo parere c'è, Presidente, la richiesta in questo caso è soltanto una sollecitazione ad un adempimento che lei stesso capisce è del tutto dovuto e che questo parere sia messo a disposizione, avremmo detto dei Gruppi, a questo punto diciamo dei Consiglieri perché qui ci siamo sostituiti alla Commissione.
Se questo parere non c'è, Presidente, noi non possiamo procedere perché il parere, in virtù della legislazione regionale vigente e cogente è un elemento che deve essere espresso prima che si proceda. Possiamo non tenerne conto, questo è un altro fatto, ma il parere deve essere espresso.
Oppure dobbiamo sapere il motivo per cui il parere non è stato espresso, se per speciose motivazioni o perché sono mancate le condizioni di tempo o le procedure.
Quindi, Presidente, non siamo nella condizione giusta. Poi passeremo all'art. 1; si figuri, Presidente, se ci preoccupiamo di una mezz'ora o di 10 minuti in più o in meno.
Dato che è stata scelta la procedura più disastrosa per l'istituzione e per l'esito del lavoro, mi attrezzo anche personalmente a lavorare animatamente affinché il danno sia comunque contenuto, perché nonostante questo c'è un interesse del Piemonte che attende dietro questo stralcio di provvedimento, però lei deve metterci in condizione di avere questo parere altrimenti non possiamo procedere, questa è la condizione.
Non si tratta soltanto di avere un atteggiamento di solerchiatura rispetto alle esigenze del Consiglio; si tratta solamente di rispettare le procedure. E poi noi abbiamo soltanto chiesto di avere una settimana per discutere e concludere il lavoro in Commissione che non è stato fatto.
Questo non viene concesso, non succede nulla, c'è un altra procedura, ma lei metta a disposizione il parere.
Presidente, noi chiediamo correttezza istituzionale, solo questo. Qui non si tratta di votare o di altro.



PRESIDENTE

L'ho sempre avuta in modo pieno.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gallarini; ne ha facoltà.



GALLARINI Pierluigi

Ci sembra che il Presidente abbia risposto dicendo che il parere è stato fornito dall'Assessore o dal Presidente dell'VIII Commissione e così via.
Presidente, la preghiamo di passare all'articolato, perché chiaramente viene il sospetto che tutto questo fuoco di sbarramento venga fatto per far sì che inizino determinati eventi senza che si sia entrati nell'articolato.



PRESIDENTE

Io ho chiesto agli uffici di far avere prima ai Capigruppo, poi a tutti i colleghi, il documento che mi è stato consegnato.
Siamo all'art. 1 "Finalità".



(Domanda del Consigliere Riba fuori microfono)



PRESIDENTE

Io le ho già detto, comunque lo ripeto, che ho chiesto agli uffici di distribuire quel documento, che è in bozza - una bozza che non è firmata e che ho avuto qualche secondo fa, prima ai Capigruppo e poi ai Consiglieri. Ora lo farò avere, il tempo di riprodurlo.
Nel frattempo, ha la parola il Consigliere Angeli.



ANGELI Mario

Siccome personalmente ritengo importante che questo disegno di legge 467 (testo coordinato dei decreti di legge) debba passare per l'interesse complessivo, chiedo al Presidente di riunire i Capigruppo al fine di trovare la gestione per poterlo approvare nel più breve tempo possibile per fare gli interessi complessivi e non solo quelli di una parte, di un'altra o di un'altra ancora. La ringrazio.



PRESIDENTE

Allora, mentre il documento viene riprodotto, sospendo brevemente il Consiglio e chiedo cortesemente ai Capigruppo di riunirsi in sala A.



(La seduta, sospesa alle ore 16.43 riprende alle ore 17.40)



PRESIDENTE

Riprendiamo i lavori.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gallarini; ne ha facoltà.



GALLARINI Pierluigi

E' stata chiesta la sospensione ai fini di una Conferenza dei Capigruppo, dopodiché si sono prospettate alcune eventualità e dove abbiamo chiesto, come maggioranza, di sospendere un attimo per riunirci.
Noi siamo dell'avviso che la natura degli emendamenti e lo stato dell'arte relativamente alla discussione consentano di iniziare l'articolato con l'esame degli emendamenti uno per uno, così come si è fatto in molte altre occasioni durante le quali peraltro gli emendamenti erano anche più numerosi di quelli che sono stati presentati fino ad ora relativamente al provvedimento 467.



PRESIDENTE

Allora, il punto dei nostri lavori è che esaminiamo gli emendamenti dell'art. 1. Gli emendamenti sono qui presenti da una settimana.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Sono stupito di questo intervento del Capogruppo Gallarini, per questo motivo: Gallarini sostiene che la natura degli emendamenti è compatibile con il lavoro d'aula. Quest'affermazione stride con l'opinione espressa su questi emendamenti, secondo la bozza congiunta in corso di approvazione delle associazioni degli Enti Locali sunteggiataci poco fa dall'Assessore Vaglio, che sulla stessa materia esprime il seguente parere: "Il testo oggi rielaborato e comprensivo degli emendamenti della Giunta regionale fino al 13 dicembre 1999, in realtà non segue nessuna delle due strade né per esplicita ammissione, quella del disegno organico, né quella del mosaico o stralcio".
Sempre questo parere, in corso di approvazione, scrive: "Continua ad essere ignorato il problema dirimente dei livelli ottimali...", e prosegue dicendo: "...individuare i livelli dopo i conferimenti, significa creare un caos normativo, oltre che una situazione istituzionalmente ingovernabile".
Per quanto concerne tutti i Capi oltre il Capo I, questo parere, in corso di approvazione, dice: "Per quanto concerne questa seconda parte del testo proposto, la rilevanza delle materie disciplinate richiede un approfondimento per la formulazione di proposte più complete".
Allora, questa bozza congiunta, in corso di approvazione, letta pomposamente dall'Assessore che mi sembrava proponesse, viceversa, questo parere come un parere conforme, che dava una sorta di "lasciapassare implicito" a questo testo, è in realtà un parere che stupisco venga del tutto ignorato dal Consigliere Gallarini, che invece afferma la natura degli emendamenti essere compatibile con il lavoro d'aula.
Allora io non penso - e concludo, due minuti, Presidente - che la natura degli emendamenti, visto anche il parere citato dall'Assessore Vaglio, sia tale da consentire una rapida ed efficace elaborazione discussione e votazione degli stessi in aula. Per cui mi rammarico di questa scelta, che trovo una scelta che irride ad un documento delle Autonomie locali che non è giunto in forma ufficiale, è un documento in bozza, che però è stato letto autorevolmente dall'Assessore in quest'aula dicendo che il parere era giunto in bozza; non si capisce cosa volesse intendere, ma adesso l'abbiamo capito: il parere non c'è, c'è una bozza di parere in corso di approvazione. Comunque sia, manca il parere e, ove il parere fosse ritenuto questo, è un parere in forza del quale dei Gruppi responsabili dovrebbero prendere atto e trasferire la discussione su una materia così contrastata a livello di una sede di lavoro più agile come quella delle Commissioni competenti. Così non è, pazienza. Lavoriamo secondo il metodo ostruzionistico proposto dalla maggioranza con i suoi 157 emendamenti in aula.



PRESIDENTE

Allora, passiamo all'esame dell'articolato.
ART. 1 1.1) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: all'art. 1, all'inizio del comma 1, prima delle parole "In attuazione" sono inserite le seguenti: "Nel quadro dei principi costituzionali relativi all'ordinamento regionale, nonché".
Mi pare che sia chiaro. Vuole intervenire su questo emendamento Consigliere Chiezzi? Prego.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Allora, dato che su questa materia la Giunta regionale ha svolto un lavoro di proposizione, cancellazione della proposizione, correzione della stessa, che non si è interrotto fino ad oggi, io chiederei all'Assessore - non so, al presentatore, non so chi sia se questo è un emendamento che la Giunta aveva già presentato durante l'esame in Commissione. Cioè questo riferimento alla Costituzione rientra negli emendamenti che ho qui, che aveva presentato alla Giunta ed altri durante i lavori in Commissione, o è un'invenzione ex novo che nasce oggi? Questo non è irrilevante perché, visto che si richiamano i princìpi costituzionali, voglio capire se era una dimenticanza corretta durante i lavori di Commissione o se è una dimenticanza che viene solo corretta adesso.
Pregherei anche i proponenti degli emendamenti di chiarire questo fatto nell'illustrazione degli stessi emendamenti, per non perdere tempo nel richiedere ciò. Grazie.



PRESIDENTE

L'emendamento è a firma del Presidente ed a nome della Giunta ovviamente.
La Giunta può rispondere a questa domanda? Io non sono in grado di...



(Brusio in Aula)



PRESIDENTE

Il Consigliere ha chiesto se questo emendamento è stato elaborato ex novo o se ritorna dalla Commissione.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Se è una novità, oppure se è già stato visto in Commissione.



PRESIDENTE

E' chiesta l'illustrazione, e nel corso dell'illustrazione potrà essere data la risposta.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Per rendere più agile il lavoro, capire se...



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

L'Assessore Vaglio parla al telefono, perché non riesco a capire... Non capivo più se con quelle espressioni rispondeva al collega Chiezzi o altro... No, no, è proprio solo per capirci.
Forse però bisogna ripetere, a questo punto. Ecco, Assessore, se si toglie l'auricolare, ci rende tutti più sicuri.



PRESIDENTE

No, no. Gli è stata chiesta l'illustrazione dell'emendamento.



SPAGNUOLO Carla

Lui è un povero Consigliere di opposizione - si fa per dire, Chiezzi.
Però, detto questo, sarebbe utile, visto che la Giunta, per bocca della maggioranza, ha detto: "Andiamo avanti", sostanzialmente, che allora, per partire bene, l'Assessore facesse un'introduzione di tipo metodologico sugli emendamenti, un'illustrazione "metodologica", magari cogliendo il tempo del primo emendamento, ma un po' su tutta l'impostazione e sulla ratio che guida la presentazione di questi emendamenti. Poi il collega Chiezzi ha ulteriormente approfondito, ma credo che questo, in apertura sia un po' indispensabile, in modo che se dobbiamo discutere, discutiamo ma sapendo qual è l'approccio della Giunta nella formazione di questi emendamenti; poi il merito via via si affronta.



PRESIDENTE

Si potrebbe valutare articolo per articolo sulle finalità, dove c'è un discorso più generale.



SPAGNUOLO Carla

Ma una... prima, breve, nel tempo, cinque minuti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore agli Enti locali

Grazie, Presidente. Ringrazio per l'occasione i colleghi. Bene, appunto come approccio metodologico, in questo primo intervento intendo illustrarvi gli emendamenti al Capo I, e cioè a dire agli artt. 1, 2, 3 e 4. Ricordo ai colleghi che gli articoli in questione, quelli appunto al Capo I, furono lungamente discussi ed oggetto di approfondimento da parte della Commissione competente, e furono gli articoli approvati o perlomeno, se non approvati, che hanno trovato un modus di procedere in Commissione.
Proprio dalle questioni emerse in Commissione, recependo le indicazioni della Commissione VIII, che per oltre 7-8 mesi discusse di questo primo capitolo "Disposizioni generali", noi abbiamo apportato gli emendamenti.
Come voi ben sapete, questi sono gli emendamenti che già (parlo di quelli del Capitolo I) furono illustrati in Commissione; in linea di massima sono adeguamenti, e mi riferisco al Capitolo I, e cioè quando parliamo del quadro dei principi costituzionali relativi all'ordinamento regionale, in quanto nella prima stesura il disegno di legge 467 non aveva come riferimento alcun provvedimento legislativo regionale approvato dal Consiglio; nell'attuale stesura esiste tutta una serie di provvedimenti regionali (la legge 34, la legge 17 e via discorrendo) che ci consentono di far riferimento ad un quadro più vasto.
Nella seconda parte, e cioè a dire nell'elencazione delle competenze o meglio, nell'elencazione degli argomenti oggetto del disegno di legge abbiamo ovviamente provveduto ad indicare solo quegli argomenti che la Commissione permanente indicò come quelli che potevano far parte dello stralcio.
La lunga discussione che ci fu nel corso delle ultime due sedute della Conferenza permanente diede origine a questo stralcio.
Gli argomenti che fanno parte dello stralcio - sviluppo economico e attività produttive, ambiente e protezione civile, formazione professionale e polizia amministrativa - sono quelli che emersero come non conflittuali all'interno della Conferenza permanente.
Sempre al Capo primo, art. 1, secondo comma, le ulteriori materie disciplinate dal decreto legislativo 112 sono oggetto di successivo provvedimento legislativo: questo è conseguente alla scelta di procedere allo stralcio.
Si è proceduto allo stralcio sottoponendo quindi all'attenzione del Consiglio solo alcuni argomenti del D.Lgs. 112. Per quanto riguarda gli altri argomenti contenuti nel D.Lgs. 112, non urgenti dal punto di vista del commissariamento, il comma 2 rimanda il tutto ad ulteriore provvedimento regionale.
Per quanto concerne invece gli adeguamenti o, se preferite, gli emendamenti che adeguano l'art. 2 "Principi e modalità", ebbene, questi sono tutti conseguenti alle approvazioni delle leggi regionali o del sistema legislativo nazionale intervenuto dalla prima data di presentazione del disegno di legge 467 (4 novembre 1998) alla data odierna (11 gennaio 2000).
Sono trascorsi ormai oltre 14 mesi. In questo lasso di tempo i provvedimenti che sono intervenuti hanno dovuto essere richiamati, così come è stato nel nostro sistema "emendativo" mi riferisco ai riferimenti alla legge 34 del 1998, art. 16, e cioè alla necessità di portare i provvedimenti della Giunta al parere della Conferenza permanente; mi riferisco, parlando ad esempio del comma terzo dell'art. 2, allo svolgimento delle funzioni mantenute in capo alla Regione, anche qui in modo tale da adeguarsi alle indicazioni della legge 16; mi riferisco alle ulteriori interpretazioni del sistema legislativo nazionale conseguente all'approvazione della legge 59, e cioè al D.Lgs. 123/98, alla stessa L.
59/97 e alla conformità che il nostro disegno di legge in discussione deve avere rispetto al D.Lgs. 112.
All'art. 3 in pratica non abbiamo apportato modifiche; abbiamo mantenuto il testo discusso in Commissione, salvo aggiungere un brevissimo comma che, se vogliamo, completa il ragionamento. Si tratta del comma 2 dove a maggior chiarimento citiamo il fatto che la Regione garantisce l'esercizio delle proprie funzioni attraverso le procedure concertative della legge 34, istitutiva della Conferenza permanente. Questo fu un emendamento suggerito in Commissione, che la Giunta già in Commissione dichiarò di voler riprendere.
Quanto alla tassatività, tutte le indicazioni giunte dalla Conferenza permanente prima e dalla Commissione competente poi sono state recepite.
Sono quelle piccole modificazioni che, come sicuramente ricorderete, furono suggerite dai colleghi Commissari e che in sostanza si risolvono in una maggiore esplicitazione del senso del testo.
Questo per quanto riguarda il Capo I, "Disposizioni generali", che noi riteniamo abbia interpretato le indicazioni che la Giunta ha recepito nel corso di tutto il percorso concertativo e le osservazioni provenienti dalla Commissione che lungamente lavorò su questo argomento.
Non ritengo quindi che esistano grossi problemi su questa parte. Altro si può dire per quanto riguarda i Titoli II, III e IV.
Sul Titolo IV, direi che sulle disposizioni in materia di polizia amministrativa non ci sono modifiche di sostanza rispetto al testo che fu consegnato alla Commissione (parlo di sostanza, ovviamente), salvo alcuni chiarimenti richiesti dagli Enti locali che sono stati apportati.
Per quanto riguarda invece il Capo II, il Capo III ed il Capo IV - le attività produttive, l'ambiente, la formazione professionale - gli emendamenti tengono essenzialmente conto delle osservazioni in merito alla sussidiarietà che la Conferenza permanente ha posto ripetutamente a far tempo dal luglio dell'anno scorso.
Di conseguenza, abbiamo attuato degli adeguamenti in modo continuativo anche sulla scorta delle esperienze che via via si andavano realizzando in tema di Sportello Unico, in tema di collaborazione, in tema di associazionismo e in base all'esperienza che sul territorio piemontese si stava realizzando.
Quindi gli emendamenti - se mi è concessa questa semplificazione perché ovviamente di semplificazione si tratta - sono tutti emendamenti attuativi di indicazioni pervenute dal sistema delle Autonomie locali ed espressi nel corso delle varie sedute della Conferenza permanente che si sono tenute sull'argomento (ben quattro, come voi sapete).
Troveremo traccia - e ne parleremo nel corso della discussione - di questi suggerimenti nei verbali di quelle sedute, che ovviamente sono a disposizione, anzi ritengo siano già stati opportunamente trasmessi alla Commissione competente.
Questo è il modus operandi che la Giunta ha voluto attuare sui Capi di specifica competenza. Ovviamente il collega Pichetto, il collega Cavallera ed il collega Goglio sono a vostra disposizione per fornirvi ulteriori chiarimenti che vi possano mettere in condizione di meglio comprendere il procedimento semplificativo che gli uffici hanno inteso attuare in ordine alle disposizioni della legge n. 59/97 e dei successivi provvedimenti.



PRESIDENTE

Nel frattempo mi è stato consegnato un emendamento da parte dei Consiglieri Chiezzi e Simonetti. 01.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: l'art. 1 è così sostituito: "Art. 1. (Oggetto) 1. In attuazione dell'art. 3, comma 1, del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, e nel rispetto dei principi posti dalla legge regionale 34/98, la presente legge individua nelle materie di cui al decreto legislativo n. 112 del 1998 le funzioni amministrative che richiedono l'unitario esercizio a livello regionale e disciplina il conferimento delle rimanenti funzioni agli Enti locali, territoriali e funzionali.
2. Le funzioni amministrative di cui al comma 1 attengono in particolare ai seguenti ambiti: sviluppo economico ed attività produttive territorio, ambiente e infrastrutture servizi alla persona e alla comunità polizia amministrativa.
3. In nessun caso le norme della presente legge possono essere interpretate nel senso della attribuzione alla Regione o ad enti strumentali della Regione di funzioni e compiti conferiti agli Enti locali, territoriali e funzionali, dalle disposizioni vigenti alla data di entrata in vigore della presente legge.
4. Nelle materie oggetto della presente legge, gli Enti locali disciplinano lo svolgimento delle funzioni conferite mediante l'emanazione di proprie norme di organizzazione e regolamenti ai sensi e nei limiti di cui all'art.
2 della legge 15 marzo 1997, n. 59".
Rispetto al testo base, tale emendamento sostituisce interamente il comma 1.
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Nell'intervento illustrerò, oltre l'emendamento, anche i motivi per i quali presentiamo in aula anche alcuni emendamenti che erano stati elaborati dall'Unione delle Province Piemontesi.
L'Assessore ha testé dichiarato che gli emendamenti presentati corrispondono alle volontà e ai suggerimenti provenienti dal sistema delle Autonomie locali.
Dato che ho il testo letto dall'Assessore, che contiene questa bozza congiunta delle associazioni degli Enti locali che dice esattamente il contrario di quello che afferma l'Assessore, perché svolge una critica totale a questi 157 emendamenti a tutto campo sia di carattere strategico che tattico che puntiforme, allora, dato che è stato impedito a quest'aula di avere il parere della Conferenza delle Autonomie, dato che ci è stato impedito di poter svolgere questa discussione nella sede agile delle Commissioni, nelle quali il confronto è di tutt'altro tipo sia per velocità che per possibilità di approfondimento, il senso della presentazione di questi emendamenti dell'Unione delle Province è quello, nella situazione che la maggioranza ci dà, nella costrizione che la maggioranza ci dà, di portare direttamente in aula la voce dell'Unione delle Province Piemontesi in modo tale che all'interno di questo percorso si possa realizzare concretamente l'affaccio delle Province con le loro proposte, in aula.
Questo è il senso dell'emendamento presentato e dei prossimi emendamenti che verranno presentati. Quindi per affermare la necessità che le Autonomie locali abbiano voce in capitolo, non in astratto, non attraverso interpretazioni dell'Assessore che vengono smentite dai fatti ma almeno con le loro proposte. Segnalo che queste proposte le consegniamo all'aula così come l'Unione delle Province le ha confezionate, per un motivo politico di presenza e di rispetto delle Autonomie.
Noi ripresentiamo questi emendamenti anche in aula sempre nella speranza che questa situazione possa mutarsi in una situazione più favorevole ad un confronto tra di noi e anche ad un confronto con le ragioni degli Enti locali che fino adesso è mancato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Presidente e colleghi, non per ritornare indietro, ma mi pare che ci siamo messi su una strada che porta a pochissimi risultati. Nel senso che per forza di cose, per gli emendamenti presentati e per gli altri che si presenteranno, ma per anche la non solidità della procedura instaurata nella definizione del testo, ho la sensazione, ho il timore che il nostro tempo lo stiamo impiegando malamente, per cui riprendo, per quello che vale a questo punto, un'indicazione della collega Spagnuolo di un lavoro molto più attento e utile, al fine di arrivare in aula con un testo sufficientemente esaminato.
Anche perché, obiettivamente, la procedura è una procedura molto dubbia. Nel senso che io ancora non ho capito se gli stralci sono stati decisi dalla Giunta o dalla Conferenza Regione-Autonomie locali. Sembra quasi che la decisione sia stata assunta dalla Regione-Autonomie locali.
Non mi pare che sia così.
Dalla lettura di questo documento dell'associazione degli Enti locali che sono una componente della Conferenza Regione-Autonomie locali, questo è un documento sicuramente importante e utile per le nostre riflessioni, ma è il documento di una componente della Conferenza Regione-Autonomie locali perché i rappresentanti dell'ANCI, dell'UNCI e della Consulta sono una parte, poi vi sono altri componenti.
Dei componenti della Conferenza Regione-Autonomie locali c'è un giudizio diverso rispetto a quello che ha dato l'Assessore, nel senso che la politica per stralci del 467 è un metodo che ha deciso di adottare la Giunta. Cioè ha deciso di esaminare il provvedimento per stralci e in modo particolare questi stralci. Non per nulla queste associazioni si sono espresse sugli emendamenti della Giunta, cioè sugli stralci che sono stati scelti dalla Giunta.
Per cui questo tema resta. Il metodo scelto per stralci - ed è uno stralcio consistente, perché materie importanti sono state tralasciate per dare la priorità a queste materie, qualcuna non è stata neppure considerata, penso ad esempio a quella sulla cooperazione - questa scelta di stralcio è una scelta che modifica totalmente il testo, il valore del 467. Per cui il parere della Conferenza Regione-Autonomie locali non è un parere irrilevante.
Continuo a far notare che, essendo questo testo molto diverso dal 467 a mio avviso e a nostro avviso l'applicazione della legge 34 doveva essere compresa nel 134, cioè il parere definitivo non delle associazioni o di un componente, perché a questo punto noi avremmo potuto magari avere il parere di altri componenti della Conferenza Regione-Autonomie locali, pareri singoli come quello per esempio del Presidente della Giunta o della Provincia dicendo: "Va bene, ci sono questi pareri, magari provvisori, la Conferenza si è espressa".
La Conferenza non si è espressa sugli stralci. Questo parere non esiste. Mi pare di capire, per le cose che sono state dette, che non esiste, perché questo non è un parere della Conferenza Regione-Autonomie locali. Leggo il titolo: "Osservazioni al testo comprensivo degli emendamenti di Giunta fino al 13/12/99". Quindi è qualcosa di diverso.
Quindi la prima osservazione è che su questo testo, così importante per le materie che tratta, non c'è il parere della Conferenza Regione-Autonomie locali, non applichiamo la legge 34.
Era già successo, mi pare, per quella del trasporto locale. Poi, per la verità, il buon senso un po' di tutti non ha incentivato a fare queste osservazioni al Commissario di Governo, ma quando non viene applicata la legge vuol dire che questo può essere osservato da parte di chiunque, e credo che il Commissario di Governo questo lo potrebbe far rilevare in qualunque maniera. Questo è il primo fatto.
Per quanto riguarda gli emendamenti che sono stati presentati, questi non sono così irrilevanti rispetto al testo originario; ciò significa che è necessario un parere da parte della Conferenza. Mi riferisco all'art. 1 sulle materie, su cui si da la priorità, ma mi riferisco anche ad alcune proposte emendative che non sono non significative, ma sono sostanziali perché ad esempio nel primo comma dell'art. 2 si fa riferimento a successivi provvedimenti della Giunta regionale, previo parere della Conferenza Regione-Autonomie locali, per avviare completamente il trasferimento ed anche per l'individuazione delle risorse.
Per la verità si segue un modello che è stato attuato, ad esempio, in materia di agricoltura (in sostanza, l'unica materia in cui è avvenuto).
Per quanto riguarda l'agricoltura, se ricordate - e l'Assessore Bodo lo ricorda perfettamente - quando si era in fase di discussione, noi con una certa preveggenza dicemmo: "Assessore, lei sarà l'unico che nel momento in cui si trasferiranno le competenze potrà dire: queste persone e queste risorse", e riuscimmo a far esprimere questa sua opinione attraverso un ordine del giorno. Si ricorda, Assessore? Lei allora si arrabbiò, ma alla fine si arrivò alla conclusione e si fece un ragionamento preciso: tante persone e tante risorse.
Mentre per quanto riguarda queste competenze, relative all'industria relative alle materie oggetto dello stralcio, questo ragionamento non c'è.
Per cui si sta facendo complessivamente tutto e di tutto, immaginando trasferimenti più o meno forti di competenze e di risorse, senza indicare le risorse e senza indicare il personale! Per cui questa è una classica operazione interessante sul piano della comunicazione, "trasferiamo qualcosa", ma sul piano operativo non trasferisce assolutamente nulla! Quando abbiamo trattato il trasporto locale e l'agricoltura, l'unica cosa che è stata trasferita (dal 1º gennaio 2000) è soltanto l'agricoltura ma per il trasporto non è avvenuto assolutamente nulla, e forse non avverrà nulla, anche se il personale era compresso.
Ma, Assessore Vaglio, ricordo che quando si discuteva della 34 dell'applicazione della Bassanini, lei ci disse che la Giunta non era in grado di valutare se il trasferimento di personale dalla Regione alle Autonomie locali, con l'applicazione della Bassanini, avrebbe comportato un trasferimento dal 20 al 50% dei dipendenti regionali. Questa era la stipite. Disse: "Non sono in grado, lo vedremo strada facendo".
Allora, a questo punto voglio sapere, visto che su alcune materie importanti si legifera, che cosa vuol dire "strada facendo" nei termini in cui l'impegno era stato assunto. L'operazione di risanamento vuol dire che soltanto l'agricoltura trasferisce del personale? E gli altri settori che sono qui indicati (ambiente, protezione civile, infrastrutture, sviluppo economico di attività produttive, formazione del personale, polizia amministrativa), restano tutti così come sono? E' questo il ragionamento politico? E' possibile che questa Giunta non sia in grado di assumersi un impegno al di là della materia trasferita? Un impegno sul personale che può essere trasferito? E' questa l'operazione politica vera dell'applicazione della Bassanini! Cioè un riordino, una rivisitazione del ruolo, delle competenze ed un trasferimento nel livello più adeguato, così come preferisce la legge 59.
Io credo che questo fatto sia fondamentale. Così come facemmo allora per l'applicazione della legge sull'agricoltura, credo che sia indispensabile, perché altrimenti avremo comportamenti differenziati. E credo che il Consiglio Regionale fa bene, se dovesse avere l'intenzione di sollecitare - io spero che l'abbia anche la maggioranza - la Giunta, in modo particolare il Presidente, che dovrebbe avere questa visione complessiva, innanzitutto a dirci su questa materia che cosa intende fare in termini di risorse e in termini di personale. Questo è il ragionamento politico essenziale.
Poi altra questione: "Aggiungere, all'inizio dell'art. 1, nel quadro dei princìpi costituzionali relativi all'ordinamento regionale...". Sono cose che possono essere anche dette, ma non cambia nulla, perché in ogni caso la Costituzione dobbiamo applicarla, anche se è stata modificata.
Quindi mi sembra assolutamente nulla.
Il fatto che nel secondo comma diciamo che, per quanto riguarda la normativa prevista dal D.lgs. 112, ci sarà un successivo provvedimento, mi sembra logico, perché se legiferiamo su alcune materie, sulle altre in cui non si legifera ci sarà un altro provvedimento. Quindi, diciamo delle cose obiettivamente di importanza molto relativa rispetto alla questione politica, che è la questione sostanziale.
Che cosa vuol dire questo? Io credo che su questo tema debbono essere date le risposte, perché se continuiamo a rinviare il tutto ad un successivo provvedimento, non ci facciamo commissariare, la Regione Piemonte non si fa commissariare, ma che cosa ha fatto? Non ha fatto nulla ha fatto quello che avrebbe potuto fare tranquillamente il Governo, il Ministero, attraverso il commissariamento. Cioè di indicare un processo più o meno forte di trasferimento, ma per il ruolo che ha la Regione di legiferare in termini di risorse ed in termini di personale, che è la competenza vera, non si fa assolutamente nulla. E' questo il limite della proposta.
Per cui io, man mano che andremo avanti, chiederò agli Assessori di competenza che facciano come fece l'Assessore Bodo, in modo identico. Cioè che ci dicano quanto personale c'è, che cosa si presume che sia trasferito in quali settori, in che maniere e quali sono le risorse. Al di la degli emendamenti, alcuni sicuramente più o meno importanti, altri di importanza relativa. Questa, comunque, mi sembra la questione principale su quel richiamo.
E' chiaro che il Presidente Ghigo sarebbe stato sicuramente più sensibile del Vicepresidente Masaracchio rispetto a una questione che non riguarda un singolo Assessore, ma il problema generale dell'Ente in quanto tale. L'operazione della 59, della Bassanini, era questa rivoluzione! Non era la banalità di legiferare tanto per legiferare, per mantenere tutto com'è. Perché questo era il trasformismo, se possiamo così indicarlo legato a qualche evento, magari di carattere letterario, sicuramente al....
di Lampedusa che non a un processo vero di rivoluzione negli Enti.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Nel discutere questo cosiddetto emendamento - mi viene da dire proprio "cosiddetto" - e avviando la discussione che sarà consistente significativa, lunga, corre l'obbligo, dopo aver sentito anche l'introduzione che io stessa ho richiesto all'Assessore Vaglio, di riassumere tre questioni politiche affinché rimangano a verbale e siano sottolineate come elemento di disagio forte da parte dei Gruppi di opposizione come il nostro, che hanno sempre cercato comunque, laddove era possibile, di dare un contributo, potendolo fare, nell'umiltà di ritenere che qualche cosa possa in qualche modo essere stato considerato interessante, seppure non accolto, non è questo il punto. Ma la giornata di oggi è l'ennesima giornata che ci crea un enorme imbarazzo, perché? Il provvedimento è certamente un provvedimento importante e, come quasi sempre ormai, un provvedimento importante arriva all'aula in assenza del Presidente della Giunta regionale. Io ho chiesto e oggi mi si dice che il Presidente della Giunta regionale non sta bene. Metà Italia non sta bene non sta bene nemmeno il Presidente Ghigo, alcuni parlano di sosia che si aggirano per la città ma, insomma, non sta bene. O forse tu, collega Chiezzi, vedi Ghigo ormai in tutti gli angoli, potrebbe anche essere questo, cioè, le alternative sono...



SPAGNUOLO Carla

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



SPAGNUOLO Carla

Lo sogno anche di notte!



SPAGNUOLO Carla

Infatti, l'alternativa può proprio essere questa. Che il Presidente Ghigo appare, ma in realtà si raffigura attraverso questi suoi giganteschi manifesti ed uno ne porta dietro l'immagine ed ha la sensazione di vederlo.



(Commenti del Consigliere Chiezzi fuori microfono)



SPAGNUOLO Carla

E può darsi che questo sia il vero obiettivo di quei manifesti. Pu darsi, e quindi in questo caso a San Salvario oggi Chiezzi, alle ore 15.00 ha visto Ghigo. Si tratta di capire se lo ha proprio visto, se lo ha sognato o se è sceso dai manifesti, perché le alternative potrebbero essere queste tre.
Una cosa è certa, ed è una costante che ormai viene avanti da molti mesi: che non lo vediamo in aula. Cioè lo possiamo vedere in Giunta, forse lo possiamo vedere addirittura che esce dai manifesti, certamente non lo vediamo in aula. Ed è una questione politica grave, questa. Perché su materie di impianto generale, da molti mesi il Presidente della Giunta regionale non è mai in aula.
Voglio ricordare un'altra questione importante, che è quella dell'approvazione (l'ultima che ricordo) della materia del commercio l'attuazione dei decreti Bersani, abbiamo fatto anche qui per numerose sedute un lavoro d'aula molto combattuto, in assoluta assenza del Presidente della Giunta regionale. Cioè Ghigo governa veramente il Piemonte dai manifesti, e da questi manifesti appare che ha fatto tutto. Noi in aula non l'abbiamo visto. E lo dice una componente di questo Consiglio regionale che non è mai stata particolarmente critica o aggressiva nei confronti del Presidente della Giunta regionale, anzi ha ritenuto di fare una opposizione e di tenere un atteggiamento nei confronti del Presidente della Giunta regionale anche di una qualche cordialità, ma non è più neanche possibile questo perché c'è un'assenza.
I colleghi della maggioranza o della Giunta chiaramente dovranno, come dire, respingere ciò che la sottoscritta sta dicendo, però probabilmente dentro di loro non potranno non rilevare un fatto che è oggettivo ed è che sempre di più da mesi sui banchi della Giunta ci sono gli Assessori che combattono, che dicono la loro, c'è il Vice Presidente della Giunta, ci sono molte presenze, ma Ghigo non c'è. Ha scelto di viaggiare per il Piemonte. Auguriamoci che la sua malattia oggi...



(Commenti del Consigliere Chiezzi fuori microfono)



SPAGNUOLO Carla

Chiezzi, ti prego. Auguriamoci che sia una malattia dalla quale guarisca presto. Dalla malattia dell'assenza in aula, invece, vedo che c'è un aggravamento e dubito che possa migliorare. Dubito ormai, perch oltretutto i tempi sono anche abbastanza brevi.
E sta venendo meno, il Presidente della Giunta regionale, ad una delle competenze che sono attribuite proprio ad un Presidente di Giunta regionale, che è quella dell'indirizzo politico. Cioè, noi, l'indirizzo politico programmatico...



(Commenti in Aula)



SPAGNUOLO Carla

Eh no, ma lì sono le... Ghigo praticamente, dai manifesti, in Piemonte ha fatto tutto lui. Dagli ospedali, alle terme, alle vacanze, ai trasporti: ha fatto tutto. Bene.
Una cosa non ha fatto. Una cosa certamente non ha fatto: non ha dato l'indirizzo politico a questa Giunta e non ha tenuto alcun rapporto con il Consiglio regionale del Piemonte, che evidentemente rappresenta un fastidio. Un fastidio, questo è un dato certo. Sempre di più siamo stati un fastidio, man mano ce lo diceva anche, e negli ultimi mesi non viene proprio più, nel senso che, è come dire, è un sasso nel quale non vuole inciampare. E quindi si è messo anche in alto nei manifesti, anche lì per non inciampare nel Piemonte e vabbé.
Anche Burzi non c'è. Man mano che non vi vedremo, colleghi, dobbiamo pensare che state salendo sui manifesti ognuno di voi uno per volta, e poi capiterà alla maggioranza ed alla fine saremo soli. Anche perché le risorse per fare quei manifesti, io non lo so, saranno risorse ingenti ed evidentemente qualcuno avrà più difficoltà di altri a reperirle. Parlo da un punto di vista molto sereno e molto trasparente. E dico una cosa che qualunque cittadino del Piemonte credo si ponga. Credo che qualunque cittadino del Piemonte si ponga anche questo problema, presumo. Ma non importa.
Allora: Ghigo non c'è e non c'è il parere di questa povera Conferenza delle Autonomie locali, fatta e bistrattata, perché poi guardate che lo stesso problema, avendo la sottoscritta memoria, l'abbiamo avuto proprio in occasione della vicenda del commercio. Anche in occasione di quella vicenda, non c'era il parere di questa Conferenza delle Autonomie locali cioè abbiamo fatto una cosa alla quale poi non si è data vita politica istituzionale.
Quindi manca il parere della Conferenza delle Autonomie locali e ci siamo trovati, quasi a fine seduta, nel pomeriggio mi pare, in presenza di una cosa non firmata, che peraltro è presentata come osservazioni al testo comprensivo degli emendamenti di Giunta fino al 13/12/1999 (anche questo l'Assessore ha cercato di spiegarlo). Sono osservazioni che danno vita ad una bozza congiunta in corso di approvazione, per cui si potrebbe pensare che le Associazioni degli Enti locali non siano neanche d'accordo tra loro perché è in corso d'approvazione da parte delle Associazioni degli Enti Locali, non firmata.
Devo dire che già altre volte, discutendo nel corso di questi anni abbiamo avuto documenti che vengono buttati lì, non pensiamo che siano confezionati in maniera diversa, indubbiamente sono materiale di lavoro che arriva, per carità; mi sembra anche... poi da una parte c'è scritto "osservazioni", dall'altra nel mio testo c'è scritto "Marco Orlando", cioè tutta una cosa che, non lo so, insomma, arriva della carta con su scritte delle cose anche interessanti, abbastanza critiche oltretutto. Per cui stiamo veramente partecipando all'ennesima prova di forza.
Concludo, Presidente; non intervengo per dichiarazione di voto, quindi la ringrazio del tempo che mi ha dato, ne ho preso veramente anche troppo ma, è un po' anche troppo il modo molto superficiale con il quale si vuole procedere in questo tipo di discussione.
L'emendamento, e concludo in una parola, è assolutamente pleonastico.
Cioè che prima della parola "attuazione" si inserisca "nel quadro dei principi costituzionali relativi all'ordinamento regionale" è del tutto pleonastico.



PRESIDENTE

Siamo passati all'emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti; lei ha già anche illustrato...



SPAGNUOLO Carla

Ho già illustrato tutto. Le mie sono osservazioni di carattere politico che mi sentivo proprio in dovere di sottolineare all'aula, perch rappresentano una fase di degrado dei rapporti istituzionali, una fase ulteriore.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Grazie, Presidente. Intendo fare qualche osservazione anche sulla difficoltà e sull'imbarazzo in cui ci troviamo e mi trovo, come Consigliera, nell'affrontare un disegno di legge importante, di applicazione rispetto alle deleghe sul quale ci siamo trovati e ci troviamo a discutere alle ore 18,30 - avendo iniziato a discutere, se non sbaglio alle ore 11 di questa mattina - e su cui peraltro solo circa un'ora fa abbiamo potuto avere, come singoli Consiglieri, una bozza congiunta, in fase di approvazione, delle Associazioni degli Enti locali in cui rientrano l'UPI, l'UPP, l'Unione delle Province Piemontesi, l'ANCI, l'UNCEM, la Consulta regionale unitaria dei piccoli Comuni e la Lega delle Autonomie locali.
Intanto vogliamo segnalare nuovamente, quindi ribadiamo in particolare nei confronti del Presidente del Consiglio, la necessità di sottolineare anche una seduta, non certamente l'unica, ma il prosieguo di una serie di sedute e di un metodo che certo non permette l'approfondimento di questioni importanti come quella all'ordine del giorno né tantomeno tenta di trovare gli strumenti di accelerazione di un iter che di per sé si presenta già difficoltoso.
Ovvero, la Giunta regionale si presenta senza il Presidente della Giunta, che peraltro non pare interessato da tempo alle questioni più importanti a partire dall'applicazione del decreto Bersani sul commercio e adesso alle funzioni relative agli Enti locali; apprendiamo non il parere che non c'è, della Conferenza, ma una bozza congiunta in fase di approvazione, ricevuta dai Consiglieri circa un'ora fa (quindi alle ore 17). Dopo una seduta di Consiglio, ci troviamo a dover discutere tutto un provvedimento fondamentale, sul quale peraltro la Conferenza ha espresso dieci giorni fa un parere che non è un parere unitario ed unanime e che presenta anche degli elementi di forte perplessità rispetto alle modalità di costruzione normativa di questo disegno di legge, in più con circa 160 emendamenti, che vanno sostanzialmente a scardinare, a modificare l'intera struttura, l'intero impianto del testo inizialmente e per mesi discusso nella sede competente della Commissione.
Ci pare che questo sia un metodo assolutamente qualificante rispetto agli elementi su cui questa Giunta regionale si è qualificata, ovvero l'incapacità di poter gestire e offrire anche un progetto politico al Piemonte, sul quale il Presidente della Giunta è assolutamente inesistente in quanto gli elementi e le priorità che questa Giunta ha scelto sono sicuramente altre che non gli elementi fondamentali della politica e di approfondimento di questioni come quelle poste in campo dal Governo e su cui si chiamano le Regioni a confrontarsi con atti importanti come questo.
Ci troviamo di fronte alla necessità, peraltro anche scontata, di presentare degli emendamenti che ripristinino dei ragionamenti già posti all'attenzione - come già altri colleghi hanno sottolineato, in particolare il Consigliere Chiezzi - della Commissione; la necessità di offrire in quest'aula, direttamente in quest'aula - questa è stata la scelta che è stata fatta - la voce dell'Unione delle Province Piemontesi.
Sottolineiamo però un certo imbarazzo, perché quest'aula ormai da più mesi si è trasformata in un luogo di aggregazione più che una sede di approfondimento amministrativo e politico dove devono essere poste ed approfondite delle questioni di carattere generale e specifico dal punto di vista politico.
Ci troviamo decisamente in un imbarazzo di fronte al quale non possiamo che presentare in modo assolutamente totale tutta la voce, le osservazioni normative specifiche punto per punto, articolo per articolo che sono state poste dall'Unione delle Province Piemontesi. Perché riteniamo che, in assenza di un parere e con la presenza di un'unica bozza, peraltro non unanime e peraltro con grandi elementi di perplessità e di negatività rispetto a questo testo legislativo da parte degli Enti locali e della Conferenza degli Enti locali, l'unico elemento per poter offrire qualche osservazione e riportare la voce qui sia questo.
Segnaliamo però anche un ulteriore imbarazzo di fronte al fatto che il Presidente del Consiglio e quest'aula in generale accettano e legittimano un metodo, una modalità, una procedura che di fatto non solo ritarda i tempi, ma evita qualsiasi coinvolgimento della società e degli Enti locali presenti sul territorio che dovrebbero essere coinvolti, individuando gli strumenti che più possono ritardare l'iter di questa legge, rifiutando il rinvio stesso in Commissione.
La Commissione poteva essere la sede nella quale decisamente i Commissari competenti ed i Gruppi potevano porre delle osservazioni ed avere dei chiarimenti rispetto al malloppo di emendamenti presentati dalla Giunta in questa sede. Dopo la discussione in Commissione, questa legge per l'importanza che ha, è arrivata ed è approdata in aula. Ricordiamo l'inizio della procedura di questa legge con la relazione anche in assenza del Presidente della Commissione, che per legge doveva portare un'illustrazione circa la modalità e la procedura che questa legge ha osservato in Commissione e in seguito alla quale poteva poi esserci la relazione illustrativa generale da parte della...
Tutti questi percorsi non sono stati accettati e si introducono viceversa, degli elementi che non permettono l'approfondimento e che non snelliscono di certo il lavoro d'aula, ritardando in qualche modo l'iter.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

A mio parere, l'emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi ha una sua validità, in quanto ribadisce con chiarezza qual è l'oggetto della legge che siamo chiamati ad osservare.
Il disegno di legge, come sappiamo, è stato predisposto in attuazione del decreto legislativo 112, il quale tratta in maniera specifica e puntuale quattro settori su cui la Regione è chiamata a individuare i compiti che trattiene per se stessa e i compiti da trasferire a Comuni Comunità montane e Province.
Il decreto legislativo 112 indica esplicitamente queste materie, con riferimento allo sviluppo economico e alle attività produttive, al territorio, all'ambiente, alle infrastrutture, ai servizi alla persona e alla comunità e alla polizia amministrativa.
Possono apparire elementi slegati e incoerenti; in realtà la finalità del decreto legislativo 112 è proprio quella di favorire lo sviluppo economico del paese e dei territori. E lo sviluppo economico è sempre più collegato alla funzionalità di un sistema e alla sua coesione sociale.
Oggi gli investimenti, che come noi sappiamo vengono trasferiti su scala globale e mondiale attraverso le decisioni che vengono prese dai grandi investitori, vanno nei posti dove non c'è il costo del lavoro più basso o il costo del terreno più basso, ma dove il territorio, nel suo insieme, presenta elementi di efficienza e di qualità tali da giustificare gli insediamenti e quindi lo sviluppo economico. E allora ci sono gli incentivi che devono arrivare rapidamente; c'è un territorio che deve essere funzionale attraverso una gestione dinamica dell'urbanistica, senza tanti lacci, laccioli, orpelli e controlli di livello superiore; c'è una comunità coesa e vitale, che attraverso i servizi alla persona sa garantire quelle condizioni di socialità e di inclusione che costituiscono una leva dello sviluppo; ci sono anche elementi di sicurezza, che sono presi in considerazione quando si interviene nel fare degli investimenti.
Il decreto legislativo 112 andava attuato, direi tradotto, localmente nella sua globalità. La Giunta ha fatto una scelta che non ci ha spiegato o, meglio, abbiamo sentito delle cose contraddittorie. L'Assessore Vaglio ci ha detto che la decisione di non trattare con il disegno di legge 467 le parti relative alle politiche territoriali e ai servizi alla persona è stata chiesta dalla Conferenza Regioni-Autonomie locali. Abbiamo visto stasera che sulla materia la Conferenza non si è espressa, non siamo in grado di conoscere il parere della Conferenza. Tratterò poi, parlando in un altro emendamento, in particolare all'art. 2 la questione del trasferimento di mezzi, personale e risorse. Anche in questo caso mi pare che la Giunta regionale abbia preso una strada sbagliata.
Trattando dell'emendamento del collega Chiezzi, volevo dire che quest'emendamento porta il Consiglio regionale, la Giunta regionale di fronte alle sue responsabilità, cioè a dare attuazione nel suo insieme al decreto legislativo n. 112 e non solo ad una parte di questo stesso decreto, come invece ha fatto la Giunta regionale. Pertanto quest'emendamento ha questo valore ed è bene, nel momento in cui si avvia la discussione sugli emendamenti stessi aver presente la scelta che la Giunta ci propone nel momento in cui ci presenta tutta una serie di emendamenti che vedremo successivamente che sono soppressivi di altri articoli del suo stesso disegno di legge.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore agli Enti locali

Questo emendamento - come ricorderanno i colleghi dell'VIII Commissione è stato proposto dall'URP, quindi da un'unione prima delle elezioni.
Quando un'amministrazione decade, i provvedimenti di quell'amministrazione decadono. Su questo emendamento abbiamo discusso per due sedute di VIII Commissione, affrontandolo in modo diffuso, evidenziando tutte le motivazioni per cui non era recepibile.
Devo dire, colleghi, che la Giunta si sarebbe attesa un fuoco di fila deciso delle opposizioni sul Capo II, sul Capo III, sul Capo IV, che sono l'oggetto dello stralcio. Sicuramente non la ripetizione banale di una serie di emendamenti già approfonditamente discussi, che abbiamo dimostrato essere non attuali, non applicabili e non essere sostanzialmente la voce delle Province, meno che mai la voce della Conferenza delle Autonomie locali. Questo parrebbe quasi essere un atteggiamento, non vorrei usare il termine un po' forte, ostruttivo quando, invece di merito e di sostanza, ci sarebbe molto da discutere sugli altri Capi oggetto dello stralcio.
Devo dire, proprio per dirla una volta per tutte, che questa serie di emendamenti la Giunta li rigettò in Commissione, discusse e spiegò i motivi per cui li rigettava e analogamente farà in questa sede. Mi preme solo ricordare un fatto. Ho detto che gli emendamenti sono stati oggetto di concertazione e di discussione all'interno della Commissione: non c'è niente di casuale. Nella relazione il Presidente della Giunta la scorsa seduta ricordò il motivo per cui c'è quel "piccolo" emendamento all'inizio dell'art. 1 nel quadro dei principi costituzionali, ed un motivo serissimo legato alla modifica, alla riforma costituzionale dell'elezione del Presidente della Giunta regionale, di cui la legge regionale deve tenere conto, proprio perché legge di Stato. Nella relazione del Presidente della Giunta, e precisamente al quarto paragrafo, si cita, infatti, l'art. 1 esordisce con un richiamo ai principi costituzionali non certo per sottolineare l'ovvietà secondo cui una norma regionale si colloca al posto che le compete nell'ambito della gerarchia delle fonti, ma per sottolineare che le recenti modifiche costituzionali determina un riassestamento dei principi generali in materia a partire dal rafforzamento della legittimazione politica del Presidente della Giunta e conseguentemente delle funzioni complessive del Governo regionale. Nulla è casuale, neanche questa modifica e, soprattutto, devo dire che francamente ci attendiamo di entrare più nel merito e meno su posizioni che non comprendiamo di mero ostruzionismo che nulla portano alla discussione, perché già affrontati dal mese di marzo in avanti, di cui già abbondantemente abbiamo dimostrato la incompatibilità nel testo presentato dalla Giunta che, seppure emendato mantiene la sua schematicità di riferimento.



PRESIDENTE

Indico la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 26 hanno votato NO 26 Consiglieri.
L'emendamento è respinto.
Constato la mancanza del numero legale, essendo presenti in aula 26 Consiglieri, anziché 28. Per cui dichiaro non valida la votazione dell'emendamento n. 01.1) e sciolgo la seduta.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18,55)



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