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Dettaglio seduta n.437 del 30/12/99 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Benso, Bodo, Casari Farassino, Pazé, Rossi, Rosso e Viglietta.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Dobbiamo affrontare l'esame del disegno di legge n. 467, avente per oggetto: "Disposizioni normative per l'attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112 'Conferimento di funzioni e compiti dello Stato alle Regioni ed agli Enti locali in attuazione del Capo I della L. 15.03.97, n.
59'".
Data la complessità del disegno di legge e degli emendamenti presentati, è opportuno iniziare l'esame, ma sarei troppo ottimista se pensassi di poterlo portare all'approvazione finale già nella giornata odierna. E' ragionevole pensare all'incardinamento del provvedimento in aula; se ci saranno ancora dei contrasti, come ritengo, oggi non sarà possibile portarlo all'approvazione.
Poi proseguiremo nell'ordine del giorno, secondo le possibilità anche temporali, cercando di portare all'attenzione dell'aula i provvedimenti maggiormente condivisi.
Ricordo il mio impegno a portare all'esame dell'aula l'ordine del giorno n. 1132, presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti, avente per oggetto: "Reparto di cardiologia dell'Ospedale Santo Spirito di Casale Monferrato", nel pomeriggio.
La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente e Consiglieri, volevo ricordare che, se avremo tempo si dovrebbero veramente dedicare trenta secondi - non di più - al programma pluriennale di interventi per l'impiantistica sportiva, poiché il periodo interessato è il 1999-2001: se non si approva il programma, tutti gli interventi relativi al 1999 andrebbero persi.


Argomento: Delega di funzioni regionali agli enti locali

Esame disegno di legge n. 467: "Disposizioni normative per l'attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112 'Conferimento di funzioni e compiti dello Stato alle Regioni ed agli Enti locali in attuazione del Capo I della L. 15.03.97, n. 59'"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del punto 11) all'o.d.g. relativo all'esame del disegno di legge n. 467.
Iniziamo l'incardinamento del disegno di legge n. 467, augurandomi che la giornata possa essere assolutamente proficua. Questo disegno di legge è stato richiamato in aula, ai sensi dell'art. 34, comma settimo, del Regolamento, che recita: "Nel caso che un argomento, a norma di commi precedenti, pervenga all'esame del Consiglio senza che la Commissione abbia provveduto a norma dell'art. 27, l'argomento verrà preliminarmente illustrato dal proponente - in questo caso, è il Presidente Onorevole Ghigo dopo che il Presidente della Commissione avrà riferito sull'iter complessivo dello stesso".
Il Presidente Vindigni non è presente, mentre lo è il Vicepresidente Scanderebech, quindi chiederei al Vicepresidente di illustrare, come da nostro Regolamento, l'iter dello stesso in Commissione. Dopo questa illustrazione, l'Onorevole Ghigo illustrerà il provvedimento.
La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Vorrei soltanto sapere se lei ha provveduto ad informare il Presidente Vindigni dell'impegno a svolgere questa informativa presso il Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Non ho provveduto perché, normalmente, questo non viene fatto: l'attenzione dell'aula sul disegno di legge n. 467 era nota, anche nella riunione di ieri si era fatto cenno a questo fatto e mi sono comportato come da prassi consolidata.



RIBA Lido

Una prassi consolidata non esiste.



PRESIDENTE

No, non è prassi consolidata, è il Regolamento.



RIBA Lido

In dieci anni, è la prima volta che si porta in aula un provvedimento di queste dimensioni non discusso dalla competente Commissione. Si sta consolidando una prassi, va bene anche così, ma dato...



PRESIDENTE

Abbiamo appena fatto il CROP.



RIBA Lido

Sì, ma probabilmente nel caso del CROP sarà stata seguita questa procedura.
Il Presidente della Commissione non c'è, essendo in congedo per malattia. Questo mi risulta come suo Capogruppo, però non so se era informato di questa incombenza e chiedo se, dato il rilievo della materia non ritenga necessario chiedere al Presidente questa esposizione, tenendo anche presente che il Vicepresidente è subentrato recentemente. Questo non toglie niente alla pienezza delle competenze. Non so neanche se il Presidente e il Vicepresidente si siano parlati in merito a questo punto perché, quando si svolge successivamente una funzione, credo sia un diritto del Vicepresidente consultarsi con il Presidente e avere una pienezza di informazioni. La materia è politicamente molto delicata perché la Giunta ha chiesto il trasferimento in aula già molto tempo fa, esaurendo il lavoro della Commissione con notevole anticipo rispetto ai tempi in cui la Commissione avrebbe ancora potuto operare.
Vorrei capire se il Vicepresidente Scanderebech si trovi in una condizione leggermente forzata, non avendo potuto consultarsi con il Presidente, il quale non ha avuto modo di sapere che vi era un'esposizione di questo genere da svolgere. Questa circostanza non muta l'impedimento odierno, ma, certamente, la necessità di avere un'informazione diretta o concordata del Presidente è una questione dalla quale non possiamo prescindere.



PRESIDENTE

Voglio soltanto ricordare che nella giornata odierna è stato approvato un provvedimento richiamato in aula ai sensi di questo articolo del Regolamento e che il Presidente della Commissione non interviene a titolo personale, ma come Presidente. Questa è una funzione che ha un ambito previsto in modo limitato perché deve riferire sull'iter complessivo dello stesso; non sono previste valutazioni aggiuntive nemmeno della Commissione.
In questo caso, come in tutti gli altri, così come non viene formalmente invitato il relatore ed essendo adempimenti previsti dalla normativa che regola i nostri lavori, sarebbe un'attività superflua e questo argomento era nei primissimi punti dell'ordine del giorno.
Credo che l'impegno sia conosciuto senza la necessità di essere ricordato, perciò chiederei al Vicepresidente della Commissione di riferire sull'iter. Questo è quello che deve fare, senza aggiungere valutazioni.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
In questa contingenza, forse, sarebbe opportuno riferirsi strettamente alle procedure previste nel nostro ordinamento. Questo è un disegno di legge richiamato, giusto? Richiamato da chi? Dalla Giunta regionale?



PRESIDENTE

Dal proponente.



CHIEZZI Giuseppe

Dalla Giunta regionale.
Allora, in occasione di un disegno di legge richiamato dalla Giunta regionale, in assenza del Presidente della Commissione, che ha in carico il provvedimento, e data la richiesta del Presidente del Gruppo, di cui fa parte il Presidente della Commissione competente, ritengo possibile e utile per tutti, oggi, limitare l'incardinamento a ciò che vorrà esprimere il soggetto che ha richiamato il disegno di legge in aula. Esponga la relazione, lunga o breve che sia, in modo da incardinare il provvedimento e dare modo, nella prossima seduta, al Presidente, che ha in carico la legge di aggiungere quello che crede, senza scavalcarlo in modo improduttivo.
Oggi, all'aula interessa conoscere le ragioni per le quali la Giunta ha richiamato questo provvedimento. Poi ci fermiamo, ma l'incardinamento è avvenuto. Non forzerei la situazione, creando anche imbarazzo tra di noi.
Grazie.



PRESIDENTE

Mi permetto di fare una mia valutazione in riferimento al Presidente del Gruppo, di cui fa parte il Presidente di una Commissione: mi pare improprio che il Presidente della Commissione, quando opera come Presidente quale ...



(Intervento fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

No, mi pare improprio perché il Presidente di una Commissione non risponde al proprio partito, ma svolge i compiti che gli sono affidati.
Mi pare che la delicatezza sia rovesciata, ma questo lo rilevo solo per incidens.
Il Presidente della Commissione - così lo interpreto - quando vi è questo richiamo in aula, deve soltanto riferire sull'iter complessivo dello stesso.
Voglio anche portare a conoscenza dell'aula una lettera del Presidente dell'VIII Commissione, Vindigni, del 30 novembre, che recita: "In riferimento alla nota del Presidente della Giunta regionale del 18 novembre, allegata - di cui darò lettura dopo - si trasmette la pratica n.
2929/6 relativa al disegno di legge di cui all'oggetto per gli adempimenti del caso.
Oggetto: richiamo in aula, ai sensi dell'art. 34, comma IV, del Regolamento interno del Consiglio regionale, del disegno di legge n. 467: "Disposizioni normative per l'attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112 "Conferimento di funzioni e compiti dello Stato alle Regioni ed agli Enti locali in attuazione del Capo I della L. 15.03.97, n. 59"".
La nota del Presidente Ghigo recitava: "Egregio Presidente, il protrarsi dell'esame in Commissione del disegno di legge di attuazione del decreto legislativo n. 112/98 sta creando notevole difficoltà all'Amministrazione regionale nel consentire i presupposti per l'indifferibile effettivo conferimento delle funzioni alla Regione ed agli Enti locali. D'altro canto l'esigenza dell'approvazione del testo normativo è ulteriormente evidenziata dall'emanazione del decreto legislativo n. 96 del 1999, che troverà applicazione se, entro il 31 dicembre 1999 - di qui l'urgenza - data ultima di approvazione dei decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri di trasferimento delle risorse finanziarie, umane e strumentali, la Regione non avrà approvato il DDL n. 467, con tutte le evidenti ricadute sul piano politico e istituzionale che ciò comporterà.
Pertanto, essendo ampiamente scaduti i termini per l'esame in Commissione si richiede, ai sensi dell'art. 34 del Regolamento consiliare, che l'argomento venga iscritto all'ordine del giorno dell'Assemblea regionale.
La Giunta regionale si riserva di presentare in tale sede emendamenti modificativi del testo in raccordo con la Conferenza permanente Regione Autonomie locali.
Cordiali saluti".
Questo è stato fatto. Gli emendamenti sono stati trasmessi dalla Giunta al Presidente del Consiglio e dal Presidente del Consiglio ai Gruppi per la loro opportuna conoscenza. Questo è stato l'iter. Mi pare sia anche stata trasmessa una relazione del Presidente Ghigo.
La parola al Consigliere Gatti.



GATTI Agostino

Chiedo scusa, signor Presidente, mi sembra un po' contraddittorio il percorso che lei vuole far fare all'aula. Il disegno era in Commissione, è stato richiamato in aula dalla Giunta, con le motivazioni che sono state esposte: non riesco a capire che di fatto è stata esautorata la Commissione. Non riesco a capire perché la Commissione in questa sede debba parlare. Cioè, la Commissione ne prende atto, viste le motivazioni e visto che la Giunta o il Presidente motiverà ulteriormente l'urgenza e la necessità di dover procedere. Faccia la sua esposizione: poi, al limite siccome il Presidente dell'VIII Commissione sarà per nulla interessato, il personaggio che si sarà occupato dell'argomento, troverà lo spazio per argomentare la questione. In Commissione non c'è più procedura istruttoria.
A questo punto, perché il Presidente e la Giunta hanno fatto arrivare il documento in aula, saltando il passaggio in Commissione, cominciando la discussione? Dopodiché, la volontà della Giunta verrà manifestata: incardiniamo il discorso e procediamo. Il Presidente della Commissione, in quanto persona interessata e professionalmente preparata, avrà poi il suo spazio per esprimere la propria opinione in base agli atti che nel frattempo avrà visionato.



PRESIDENTE

Forse, non sono stato chiaro: il Presidente della Commissione deve soltanto riferire sull'iter. Sostanzialmente, è stato adempiuto a questo compito tramite quella lettera di cui ho dato notizia, per cui potrebbe anche essere sufficiente così; tuttavia occorre la notizia di come questo provvedimento è arrivato in aula.
Le motivazioni della richiesta sono state concentrate nella lettera, se il Presidente ritiene di evidenziarle, ovviamente, può farlo.
La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Naturalmente, non tutti valuteremo nello stesso modo la gravità dell'esproprio della competenza della Commissione da parte della Giunta. La Giunta riterrà di esporre che la Commissione non procedeva secondo il ritmo dalla stessa auspicato.
Come membro della Commissione, ho tutti gli elementi per affermare che la Commissione si è trovata di fronte ad un testo che necessitava di molti elementi di connessione e di coordinamento, come risulta dagli atti; poich si trattava di un provvedimento che risentiva, come molti altri provvedimenti, dell'applicazione dei Bassanini, vi è la necessità di approfondimenti e di coordinamenti. Questo è tutto.
Abbiamo lavorato molto sui Bassanini; in merito al decreto dell'agricoltura, se non erro, abbiamo votato a favore, dopo averlo riprecisato in modo tale che potesse avere, oltre ad una nostra condivisione, una oggettiva sostenibilità, in sostanza, sulla base di culture - certo, sono de jure condendo - che non sono né oggettive n pacifiche perché si tratta di una materia in itinere.
Naturalmente, continuerò a sostenere, che con una diversa predisposizione degli spazi di lavoro e partecipazione ai lavori della Commissione, che spesso si è trovata senza numero legale, noi avremmo tranquillamente potuto concludere l'esame della Commissione. Certamente l'avremo potuta concludere tra la metà di novembre e la fine di dicembre quando ormai la Commissione non poteva più occuparsi di questi atti essendo stati avocati al Consiglio.
Nonostante il rispetto che ho nei confronti del Presidente Deorsola non condivido la sua disponibilità a rimuovere il provvedimento dalla competenza della Commissione per affidarlo direttamente all'aula. Secondo me, su una materia di questo genere, il Presidente avrebbe dovuto sicuramente, valutare se non poteva mettere a disposizione della Commissione degli spazi affinché il lavoro potesse essere concluso.
Certamente si è creata una condizione nella quale noi Consiglieri, membri dell'VIII Commissione, siamo i soggetti espropriati della titolarità di una funzione.
Non è assolutamente dimostrato che in questi ultimi 40 giorni che ancora erano disponibili - ammesso che si avvii oggi la discussione del provvedimento - con una diversa organizzazione degli spazi di lavoro, non si potesse concludere quell'esame.
E' stato un atto politico che va valutato come tale, che ha assunto elementi di ritardo, che avevano però mille e una giustificazione, e sono tutte a verbale; adesso dovremo cercare il modo - dato che io sono istituzionale in questo caso - per ricostituire una condizione che limiti il vulnus che è stato introdotto a questo delicato tipo di lavoro.
E non mi esprimo affatto come Presidente del Gruppo al quale appartiene il Presidente Vindigni, perché il Presidente Vindigni - giustamente - opera come Presidente in rappresentanza di tutto il Consiglio; spero che questa sia anche la valutazione della Giunta e naturalmente del Presidente Deorsola.
Però un conto è consentire, accedere alla sollecitazione al radicamento, come chiesto dal Presidente Ghigo (e su questo abbiamo espresso la disponibilità, perché non vogliamo aumentare gli elementi di esasperazione su quel punto, che è delicato ed importante); altro conto è se, invece, attorno a questo, ci sono delle dilatazioni che riguardano la Presidenza della Commissione, perché la Presidenza della Commissione oggi non è presente per giustificati motivi e non può essere né sostituita n sopperita. Questo lo affermerei nei confronti di chiunque.
Solo chi ha vissuto ed ha acconsentito a concedere la revoca della competenza potrà dire il perché ha ritenuto di farlo.



PRESIDENTE

Poi disquisiremo sui concetti tecnici, ma operativamente, dato che l'obiettivo comune, se così posso intendere ...



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Se cortesemente la stampa e anche gli apprezzati media ci lasciano lavorare senza ... I colleghi non disturbino la stampa e la stampa non si faccia disturbare dai colleghi. Per cortesia! Dato che l'obiettivo, credo comune, è quello del radicamento e di fare delle forzature - l'ho detto in apertura - credo che il radicamento si possa realizzare attraverso la relazione della Giunta (e in questo senso credo di cogliere l'indicazione del Consigliere Gatti).
Se la Giunta, il Presidente, o chi riterrà il Presidente di delegare svolgerà la relazione, credo che si possa così radicare il provvedimento.
Dal punto di vista tecnico, devo anche dire che non ritengo sindacabile la richiesta del proponente (che in questo caso è la Giunta, ma può essere anche un singolo Consigliere) di trasferire in aula il provvedimento: né da parte del Presidente del Consiglio né da parte del Presidente della Commissione (ma questo lo dico tra parentesi).
La parola al Presidente della Giunta regionale, on. Ghigo, per la relazione.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Constatando che, finalmente, si è arrivati ad una conclusione di questa discussione, mi permetto solo di fare una breve relazione per quanto riguarda l'iter di questo provvedimento; di fare poi alcune considerazioni sul provvedimento e sulla sua importanza ed infine di farne qualche altra.
L'approvazione da parte della Giunta regionale del disegno di legge n.
467, intervenuta in data 2/11/98, è stata preceduta da una serie di confronti sui vari titoli tra l'Amministrazione regionale e le Associazione degli Enti locali; queste ultime costituivano, infatti, il tavolo provvisorio di concertazione nelle more della costituzione della Conferenza permanente Regione-Autonomie locali (nel frattempo costituita).
I tempi imposti dalla L. 59/97 per l'approvazione dei provvedimenti regionali non hanno però permesso di posticipare ulteriormente l'approvazione del disegno di legge da parte della Giunta regionale.
Pertanto, essendo stato trasmesso il testo in Consiglio regionale, si è spostata in tale sede la continuazione del confronto con gli Enti locali.
Tale confronto si è così concretizzato attraverso le consultazioni avviate dalla Commissione consiliare competente.
Il testo è stato poi sottoposto, materia per materia, all'esame delle Commissioni consiliari rispettivamente competenti.
A seguito di quanto sopra, nel maggio '99, la Giunta regionale ha modificato il testo con una serie di emendamenti, conseguenti cuoi agli esiti delle Consultazioni vuoi ai lavori delle Commissioni di merito.
La complessità del provvedimento e il protrarsi del suo approfondimento non hanno consentito tuttavia di evitare il "commissariamento" da parte del Governo, intervenuto con decreto legislativo n. 96/99, che assumerà efficacia dall'emanazione dei DD.P.C.M. previsti all'art. 7 della L. 59/97.
Considerata la durata complessiva dell'iter del provvedimento, la Giunta regionale ha infine ritenuto di richiedere la sua iscrizione ai lavori in aula, essendo abbondantemente scaduti i termini previsti dal Regolamento consiliare per l'esame del testo da parte della Commissione consiliare competente.
Il confronto ripreso in seno alla Conferenza permanente Regione Autonomie locali, che nel frattempo ha espresso il proprio parere sul testo emendato a maggio '99, ha tuttavia evidenziato come il testo medesimo necessiti ancora di una serie di approfondimenti; pertanto, per una serie di motivazioni che illustreremo a breve, è stato deciso di proporre all'aula uno "stralcio" del medesimo, per avviare comunque il processo di riforma.
Prima di affrontare le tematiche trattate da tale stralcio, si ritiene opportuno sottolineare come le autonomie richiedano l'approvazione delle norme sui "livelli ottimali di esercizio" nell'ultima stesura comprensiva degli emendamenti proposti dalle autonomie medesime e ripresi dalla Giunta regionale nel testo all'esame della Commissione consiliare.
Il presente disegno di legge, testo "stralcio" (quello portato in aula con gli emendamenti della Giunta) rispetto a quello presentato nel novembre 1998, nasce dall'esigenza di disciplinare in modo completo e coerente alcuni settori di intervento relativi allo sviluppo economico ed attività produttive, all'ambiente, alla formazione professionale ed alla polizia amministrativa, per poi procedere successivamente ad una rivisitazione delle ulteriori materie individuate dal D. lgs. 112/98, attualmente oggetto di una approfondita verifica anche in sede concertativa e revisione della normativa regionale esistente afferente alcuni ambiti specifici (urbanistica, beni ambientali).
Trattasi di materie in ordine alle quali si è effettuato, in sede di Conferenza Permanente Regione-Autonomie Locali, un ulteriore confronto dell'articolato proposto dalla Giunta e successivamente modificato o integrato a seguito delle osservazioni formulate dagli Enti locali mediante le loro associazioni esponenziali.
In particolare, relativamente alla materia "sviluppo economico e attività produttive", ricorrono ragioni di effettiva urgenza, attesa l'imminente emanazione del decreto di trasferimento alle Regioni di beni e risorse in materia di incentivi alle imprese, che impone di disporre tempestivamente della normativa regionale al fine di consentire l'immediato esercizio di tali funzioni particolarmente rilevanti sul versante dello sviluppo economico e dell'occupazione.
Per quanto riguarda il titolo "Ambiente, Protezione civile ed infrastrutture", il sistema di riparto delle competenze risulta oggettivamente equilibrato, rispetto in particolare alla necessità di tutela dell'ambiente e del territorio, e ciò è scaturito anche dal confronto con gli Enti locali.
I titoli "Formazione professionale" e "Polizia locale" vengono anticipati per favorire uno sviluppo organico delle delega in materia di mercato del lavoro, l'uno, e per la necessità di attivarsi nella materia l'altro.
A fronte di tutto, occorre perciò svolgere una serie di considerazioni: la previsione di specifiche funzioni amministrative in capo alla Regione scaturisce anche dalla riforma costituzionale, di recente approvazione relativa all'elezione diretta del Presidente della Regione che, rafforzando il potere di indirizzo politico, coordinamento e raccordo delle attività amministrative con gli Enti locali, incide profondamente sul ruolo di "governo" del territorio della Regione.
L'articolo 1, infatti, esordisce con un richiamo ai principi costituzionali, non certo per sottolineare l'ovvietà secondo cui una norma regionale si colloca al posto che le compete nell'ambito della gerarchia delle fonti, ma per sottolineare che le recenti modifiche costituzionali determinano un riassestamento dei principi generali in materia, a partire dal rafforzamento della legittimazione politica del Presidente della Giunta regionale e, conseguentemente, delle funzioni complessive del Governo regionale.
A ciò si aggiunga, sul piano fattuale, che in generale nel Paese, ma ancor più per ciò che riguarda la Regione Piemonte, si impongono grandi trasformazioni (con particolare riguardo al passaggio da una struttura industriale tradizionale ad un sistema avanzato di servizi), in rapporto alle quali la tempestività e l'unità di progettazione e attuazione degli interventi amministrativi si rivelano essenziali. In tale quadro trovano pieno fondamento alcune determinazioni che caratterizzano il presente disegno di legge, tra cui segnatamente quella di ritenere che le funzioni relative ai benefici e contributi alle imprese e tematiche connesse afferiscano alla necessità di unitario indirizzo e quindi di riserva al ruolo regionale anche nella fase attuativa.
Si è ben consci che in proposito sarebbero altrettanto legittime sensibilità diverse, come quella di attribuire maggiore rilevanza ad una diversa distribuzione dei ruoli tra gli Enti locali.
Tuttavia, la Giunta ritiene che in questa fase storica si debba segnatamente per il Piemonte, attribuire attenzione elevata al valore "sviluppo", con le necessarie conseguenze di porre norme regionali tecniche adeguate al rilancio del sistema socioeconomico locale nel suo complesso.
Quest'ultimo orientamento appare del resto condiviso da altri governi regionali, i quali si sono già orientati per produrre norme analoghe.
Pertanto, l'interpretazione degli ambiti riguardanti l'unitarietà di indirizzo, anche nel concreto diversificarsi delle normative regionali, si rivela di rilievo essenzialmente politico, nel cui ambito è da collocarsi in primo piano la responsabilità delle maggioranze che legittimamente esprimono le politiche dei governi regionali.
Questo, per quanto riguarda gli elementi di relazione tecnica sul provvedimento.
Per quanto riguarda, invece, alcune considerazioni di carattere politico, che ritengo valga la pena fare in questa sede, c'è da dire che il provvedimento è rimasto così tanto in Commissione perché evidentemente l'opposizione riteneva che così dovesse essere.
Lo sforzo, le considerazioni ed il lavoro svolto anche a livello concertativo con gli Enti locali, per arrivare a quell'elemento di concertazione che potesse portare il provvedimento in aula, o la sua approvazione in Commissione e il conseguente trasferimento all'aula, per la sua votazione, secondo me non c'è stato.
Devo constatare, ma lo faccio con assoluta tranquillità, di dare ragione, nel fare queste affermazioni, ad alcuni colleghi che criticano il mio atteggiamento, definendolo eccessivamente istituzionale, nell'interesse della collettività. Io sono fiero di aver lavorato per cinque anni nell'interesse della collettività con un atteggiamento non di parte o fazioso, come invece, nel caso specifico di questo provvedimento l'opposizione sta dimostrando.
Questo è un provvedimento di cui il Piemonte ha bisogno; è un provvedimento che ha tutti gli elementi di concertazione, perché le Confederazioni degli artigiani scrivono lettere dicendo che questo provvedimento è da approvare, e così fanno i commercianti e le categorie interessate al provvedimento.
L'opposizione, invece, dice che questo provvedimento non deve passare.
Non deve passare per quale motivo? Perché l'opposizione deve poter dire ai piemontesi che la Giunta Ghigo non è stata in grado di farlo approvare? Ditelo, nel senso che questo fa parte della logica della polemica! Mi sembrava di aver colto, attraverso le parole di qualche alto esponente dei partiti dell'opposizione, che questa campagna elettorale non si sarebbe svolta secondo principi di competizione di basso profilo, ma secondo principi di competizione elettorale sui contenuti e sui valori.
Ebbene, questo provvedimento ha tutti i contenuti per essere approvato questo provvedimento potrebbe - essendo presente la maggioranza - essere approvato oggi o domani, con tutto il tempo necessario per la sua discussione. L'opposizione, invece, ritiene non debba essere approvato per motivi di propaganda politica.
Ritengo, con il ruolo che ho svolto in questi cinque anni, con la dignità istituzionale che ho dimostrato in mille occasioni - e cito per ultimo lo Statuto del Comitato Olimpico - di non ricevere dall'opposizione lo stesso tipo di comportamento.
E' un atto di amarezza che, come Presidente della Giunta, mi sento di segnalare; ne prendo atto, vuol dire che il provvedimento è incardinato.
Aggiungo di aver ricevuto una lettera dalla Presidente Bresso, come Presidente dell'UPI, la quale ha scritto una lettera a nome della sua Provincia, su carta intestata - però - dell'Unione delle Province Piemontesi.
Anche questi aspetti hanno il loro significato politico, perché le Province interpellate sul tema hanno risposto di non saperne nulla, di ritenere, invece, che questo provvedimento possa andare avanti, di aspettare che il provvedimento vada avanti.
Il comportamento della Presidente Bresso non è stato sicuramente un comportamento corretto, in quanto ha assunto un atteggiamento a nome di Province che non le avevano conferito alcuna autorizzazione a farlo.
Questo sta a significare che tutto il meccanismo messo in atto per bloccare l'approvazione dell'applicazione del decreto 112 ha il sapore del vecchio modo di fare politica. Questo è quanto - secondo me - l'opposizione sta facendo in questo momento".



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, relatore

Grazie, colleghi.
Intervengo perché in questi lunghi mesi in Commissione la presenza di qualcuno è stata sporadica, la mia, purtroppo, è dovuta essere costante per portare in aula il disegno di legge di cui oggi trattiamo, che, ovviamente avremmo preferito fosse stato sottoposto completamente all'approvazione o comunque all'esame della Commissione competente.
Il presente disegno di legge, unico per tutte le materie trattate dal D. lgs. 112/98, si ispira ai criteri generali ed alla disciplina del procedimento per la legislazione regionale di riordino delle funzioni e dei compiti amministrativi esercitati dalla Regione e dagli Enti locali contenuti nella legge "Riordino delle funzioni e dei compiti amministrativi della Regione e degli Enti locali", che governa tutto il processo di delega al fine di garantire uniformità e coerenza all'intero impianto normativo.
Si è trattato di un processo quanto mai complesso, teso, in prima battuta, ad individuare le funzioni amministrative da esercitare a livello regionale e quelle da conferire agli Enti locali, secondo quei principi di sussidiarietà, omogeneità ed adeguatezza che il legislatore nazionale pone a cardine della riforma della pubblica amministrazione a "Costituzione invariata".
Tutto questo rispettando, da un lato, l'attribuzione delle funzioni conferite direttamente agli Enti locali dal decreto legislativo dall'altro, provvedendo ad individuare le funzioni di competenza della Regione, degli Enti locali e delle Autonomie locali e funzionali con riferimento a quelle funzioni e compiti amministrativi attribuiti alle Regioni dai decreti delegati del 1972, dal DPR 616/77 e dai provvedimenti legislativi successivi, in ossequio a quanto disposto dall'art. 3 della Legge n. 142/90 e ribadito ovviamente dall'art. 4, comma 5, della Legge n.
59/97.
Il disegno di legge è il risultato di una prima serie di confronti con le Autonomie locali nell'ambito di una concertazione tesa a costruire il processo di riorganizzazione in senso federalista dei poteri pubblici e dell'amministrazione regionale nel suo complesso, anticipando così il ruolo della Conferenza Permanente Regione-Autonomie locali, previsto nella citata legge regionale, e promuovendo in tal modo gli interlocutori della Regionale parte attiva nell'attuazione del riordino delle competenze rimasto - purtroppo - fino ad oggi in gran parte incompiuto nonostante l'intervento del legislatore con la Legge n. 142/90.
La concertazione con gli Enti locali, oltre ad essere imposta dalla Legge n. 59/97 all'art. 4, primo comma, e a rappresentare un passaggio democratico obbligato, dato che il disegno di legge costituisce un atto di complessiva organizzazione del sistema regionale e locale di governo, è necessaria, da un punto di vista funzionale, al fine di evitare conflitti corporativi tra enti, nonché frammentazione e sovrapposizione tra diversi soggetti istituzionali. Proprio per questo motivo deve caratterizzare ogni fase dell'esame del testo.
Riprendendo così una preoccupazione delle Autonomie, si è voluto ribadire quanto già evidenziato nella legge regionale in premessa, secondo la quale il conferimento di risorse necessarie alla gestione avviene nel rispetto del criterio di un passaggio progressivo delle funzioni strettamente connesso alla riallocazione delle risorse, che assicuri in ogni caso contestualità tra la decorrenza dell'esercizio delle funzioni conferite e l'attribuzione delle risorse necessarie al loro svolgimento.
Inoltre, al fine di rendere più agevole l'esercizio delle funzioni conferite ai Comuni, all'art. 2 è stato previsto che la Regione assicuri comunque, ove necessaria, l'assistenza tecnico-amministrativa in senso lato ai Comuni minori, senza con questo nulla togliere al ruolo delle Province.
La disposizione di cui al terzo comma del medesimo articolo è finalizzata a consentire l'applicazione del principio della sussidiarietà orizzontale con particolare riferimento alle funzioni sociali. Ricordo che di questi primi quattro articoli noi avemmo una lunga discussione e la sostanziale approvazione da parte della Commissione.
L'art. 3 definisce lo specifico ruolo istituzionale della Regione che mantiene una posizione di centralità, ben diversa dal centralismo, nel futuro assetto istituzionale, in cui possano realizzarsi dei modelli stabili di cooperazione e di "leale collaborazione" sia fra Stato e Regioni, sia fra Regioni ed Autonomie locali, per raggiungere l'obiettivo di un rafforzamento complessivo delle istituzioni.
In un siffatto quadro resta evidente come la posizione della Regione nel nuovo scenario della Legge 59 potrà essere nello stesso tempo più forte e più debole rispetto allo scenario del 1990 al momento dell'entrata in vigore della Legge 142.
La Corte Costituzionale, a seguito del ricorso della Regione Toscana ribadì allora come nella legge di riforma fosse presente l'esigenza di armonizzare i rapporti nell'ambito del sistema delle autonomie in modo tale che venissero meno gli elementi di separatezza che avevano caratterizzato precedentemente sia il sistema regionale sia quello locale, al punto da apparire due sistemi differenti.
Sui nuovi ruoli da ricoprire in una situazione istituzionale riformata il giudice costituzionale aveva identificato nella posizione della Regione una centralità funzionale al potenziamento del governo locale, a cui si riconosceva una più ampia autonomia, ma in un'ottica in cui doveva essere assicurato anche un rapporto più stretto con la Regione che era soggetto coordinatore di tutto il nuovo modello istituzionale.
Pertanto, per la Corte Costituzionale l'obiettivo del legislatore di riforma era di costruire un modello organizzativo così complesso da richiedere un coordinamento maggiore da parte della Regione ed una più stretta integrazione delle funzioni regionali e locali, per raggiungere lo scopo di un rafforzamento complessivo del sistema delle autonomie.
In tale contesto gli elementi di forte innovazione istituzionale possono trovare la loro attuazione se messi in moto dalla Regione che diventa "il centro propulsore e di coordinamento del sistema delle Autonomie locali" e non soggetto posto sotto la tutela di alcune di queste autonomie, così come molto bene ricordava il Presidente della Giunta.
Conseguentemente spetta alla Regione il compito di agevolare il governo locale affinché possa svolgere nuove funzioni nelle materie individuate dal legislatore di riforma. La varietà delle materie oggetto del presente disegno di legge ha reso così opportuno precisare ulteriormente le funzioni già riconosciute proprie alla Regione dall'art. 3 della legge regionale "madre" (n. 34); quanto sopra ha permesso il confezionamento di un testo privo di ripetizioni ovvero caratterizzato, per contro, da lacune rispetto ad una serie di compiti fondamentali per la centralità dell'Ente.
Vengono pertanto riconosciute in capo alla Regione le generali funzioni di programmazione, pianificazione, indirizzo e controllo, nonché le funzioni amministrative corrispondenti a specifici interessi di carattere unitario.
Viene affidato il compito di coordinare, verificare e monitorare l'attività conferita agli Enti locali, compresa l'emanazione di direttive la definizione di criteri e le modalità in modo da assicurare omogeneità d'esercizio sull'intero territorio regionale.
La Regione concorre all'elaborazione delle politiche comunitarie e nazionali afferenti i vari settori di intervento, con il compito di raggiungere atti d'intesa e di concertazione che regolamentino i rapporti della Regione con l'Unione Europea, lo Stato e le altre Regioni, sempre nell'ambito delle proprie competenze.
Si riconduce altresì alla Regione il compito di concertato con lo Stato strategie ed indirizzi generali da tutelare in sede di Unione Europea relativamente a quelle materie e ad interventi che hanno una ricaduta a livello regionale.
La Regione utilizza la concertazione per garantire l'esercizio delle proprie funzioni in particolare nell'ambito della Conferenza permanente Regione-Autonomie locali.
L'art. 4 dispone in modo indiretto la tassatività dei conferimenti ponendosi come norma di garanzia rispetto alle competenze degli Enti locali; si riconosce poi che quanto non eventualmente previsto dalla presente legge sia oggetto di successiva specificazione, effettuata con deliberazione ricognitiva della Giunta regionale.
Sempre in garanzia delle competenze degli Enti locali sono fatti salvi i disposti contenuti nelle leggi vigenti recanti conferimenti di funzioni agli stessi, qualora non ricomprese nel presente provvedimento.
Con l'introduzione di una norma finale e transitoria, si è voluto da un lato puntualizzare la data da cui decorrerà l'effettivo riparto delle competenze e dall'altro consentire l'applicazione dei principi introdotti dal Decreto legislativo n. 123 del 31 marzo 1998 in materia di incentivi alle imprese, anticipando un complessivo intervento del legislatore regionale che dia attuazione a tali principi.
La nuova disciplina generale degli interventi di sostegno pubblico allo sviluppo delle attività produttive, contenuta nel citato decreto legislativo, dovrà essere infatti attuata dalle Regioni, sia con riferimento a regimi d'aiuto antecedenti l'entrata in vigore della normativa statale di principio (prevista non oltre il 15 maggio 1998), sia in relazione a regimi d'aiuto nuovi o comunque successivi all'emanazione del suddetto decreto legislativo.
Nel primo caso (regimi d'aiuto pregressi) si rende necessario un intervento puntuale sulle singole disposizioni di legge regionale da adattare ai nuovi principi; nel secondo caso (nuovi regimi d'aiuto) la disciplina delle singole agevolazioni dovrà già essere predisposta in modo conforme al dettato del Decreto legislativo n. 123/98.
La previsione normativa in questione è finalizzata a consentire, nel periodo transitorio, l'applicazione di alcune regole procedimentali ricavabili dal D.lgs. 123/98, in via di mera recezione attuativa. A tale scopo viene legittimata la Giunta regionale (nei casi in cui ciò non comporti deroghe a disposizioni di legge, come ad esempio per alcuni regimi d'aiuto, oggetto di conferimento dallo Stato alla Regione); in assenza di un intervento dell'organo giuntale resta rimesso alla struttura, in sede operativa, di adattare (caso per caso ed ove consentito) i procedimenti ai principi del decreto legislativo de quo.



PRESIDENTE

E' stata così espressa la posizione della Giunta regionale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Riba; ne ha facoltà.



RIBA Lido

Non entro nel merito, ma desidero soltanto fare qualche considerazione che ritengo inevitabile sulla base di un passaggio esposto dallo stesso Presidente nel protocollo aggiuntivo, nelle sue annotazioni.
Le assicuro, Presidente, che per quanto mi concerne, nella mia responsabilità di Capogruppo, la questione del decreto 112 è l'ultimo degli argomenti che userei come questione di un contenzioso o per aspetti di conflitto, confronto, di campagna elettorale. Io capisco che lei possa fare riferimento ad affermazioni del segretario del mio partito che sono convalidate, sono state espresse, ma credo siano affermazioni totalmente serene e valide, che sottoscrivo. Devo chiarire soltanto che l'Assessore Vaglio potrebbe essere, insieme al Presidente Vindigni, un po' meno al sottoscritto, ma sono ancora tra quelli che hanno partecipato diffusamente al lavoro della VIII Commissione, possiamo essere tutti contemporaneamente testimoni della complessità con cui questa materia è stata nel tempo predisposta, affrontata, delibata, arricchita e riproposta. Sembrerebbe naturalmente allarmante dire "un provvedimento presentato nel 1998", lo è meno quando si dice "riproposto in stesura diversa nel maggio 1999" diventa più comprensibile la complessità e le ragioni di questa situazione che peraltro io considero una situazione indubbiamente da recuperare nel limiti del possibile, per quanto riguarda i tempi e la necessità di varare il provvedimento.
Questo deve restare agli atti perché non voglio che rimanga un discorso caricaturale anche per gli amici che ci seguono e che ci ascoltano, che ci sia la sensazione di un'operazione particolarmente accorta, attenta e tempestiva, che è stata intralciata da una dissennata opposizione irresponsabile.
Non credo che lei potesse dirlo, perché sarebbe veramente un paradosso e una caricatura.
Si tratta di un provvedimento omnibus con la necessità, peraltro decisa in Consiglio e nelle conferenze istituzionali, di sottoporla al vaglio delle Commissioni; i pareri degli enti locali non sono pervenuti con modalità definitive.
Non voglio neanche ricordare: sarebbe un pendant se dico che voglio recuperare una versione caricaturale e non ne voglio sottolineare un'altra che abbia soltanto l'aspetto di un antidoto. In quella Commissione convocata in un giorno scomodo (lunedì mattina), il collega Gallarini era sempre presente, io quasi sempre, non parlo del Vicepresidente Scanderebech, ma potrei dire del Vicepresidente Toselli che, come risulta dagli atti, non era mai presente. Quindi, la solerzia si dimostra in tanti modi da parte di tutti, ma non è questo il punto.
Quel lavoro, complesso e faticoso, necessita approfondimenti in parti significative. Dopodiché, la discussione, stralciata delle parti pregiudiziali per l'economia e per le conseguenze delle vicissitudini reali delle imprese e della comunità locale, ci trova d'accordo. Quando cominceremo questo lavoro, vedremo ciò che è stralciabile e come comportarci.
I nostri emendamenti sono assolutamente costruttivi, questo è dimostrabile. Soltanto che sarebbe stato opportuno - oggi il mio giudizio non cambia - definire, nei mesi di ottobre-novembre, un percorso di lavoro avvertito come urgente, ingente ed importante, senza riunirci in Consiglio quattro giorni la settimana, così come è stato sollecitato dal sottoscritto e dal Presidente Vindigni.
D'altra parte, Presidente, le avevo già comunicato che consideravo comprensibili da parte sua momenti di amarezza in questi rapporti - ne abbiamo riportati tanti, mi creda, anche noi dell'opposizione. Esponga le proprie affermazioni con la stessa serenità con la quale credo lei si sia mosso su questo punto, senza esagerarne le parole, perché il contenuto rimane. Con la stessa serenità si deve dire che quel tipo di lavoro si sarebbe potuto concludere diversamente e con altri tempi, se la gerarchia dei lavori della Giunta fosse stata diversa.
Dando un tono leggero alle sue affermazioni, consenta un tono leggero anche alle mie: prima di affrontare il tema dei cinghiali avremmo potuto effettuare lo stralcio che riguardava gli artigiani. Per più mesi sono state indette manifestazioni, è stata richiamata l'attenzione della Rai e di tutte le altre emittenti televisive, perché si doveva procedere con il provvedimento sui cinghiali, che poi proponeva cose inaccettabili. Non quelle che proponeva lei, Consigliere Angeleri, quelle che erano scritte e poi sono state eliminate.
Capite che se si tratta di gerarchia delle cose non facciamo propaganda, ci atteniamo a quello che si è verificato anche per quanto riguarda l'agenda dei lavori, così come suggerita dalla maggioranza.
Detto questo, per il necessario equilibrio delle doglianze di fine anno, convengo sul fatto che non si tratta di materiale di ostensione propagandistica ed elettorale, si tratta di un serissima questione che il Consiglio deve affrontare con la massima serietà a partire dal calendario che ci daremo.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di intervento, possiamo considerare radicato in aula il provvedimento con la relazione del Presidente Ghigo.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame proposta di deliberazione n. 640: "Statuto dell'Agenzia Piemonte Lavoro - Legge regionale 14 dicembre 1998, n. 41 (Organizzazione delle funzioni regionali e locali in materia di mercato del lavoro)"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della proposta di deliberazione n. 640, di cui al punto 12) all'o.d.g.
Il provvedimento è stato trasmesso all'aula dalla VII Commissione.
Comunico che nella seduta del 7 aprile la Commissione ha approvato all'unanimità dei votanti tale provvedimento. Hanno espresso voto favorevole i seguenti Gruppi: Forza Italia, CDU, AN, Federalisti Liberali DS - ovviamente ci riferiamo alle denominazioni dell'epoca. Non ha partecipato alla votazione il Gruppo di Rifondazione Comunista e il Gruppo Comunista.
Essendo una deliberazione, il relatore non è previsto.
La parola all'Assessore Goglio per l'illustrazione del provvedimento.



GOGLIO Giuseppe, Assessore alla formazione professionale e lavoro

Grazie, Presidente.
Lo Statuto dell'Agenzia Piemonte Lavoro completa il quadro normativo già tracciato nel d. lgs. n. 469/97 (il cosiddetto decreto Montecchi) e nella legge regionale n. 41/98: occorre infatti considerare che l'Agenzia ente strumentale della Regione, è già stata istituita per legge; con legge ne sono stati previsti gli organi e le competenze.
La proposta di Statuto è stata approvata con DGR 25.01.99 n. 29-26529.
E' seguito poi l'esame presso la VII Commissione; l'unica integrazione richiesta ha riguardato l'art. 6 ed è stata accolta. Pertanto, la proposta di deliberazione che viene presentata al Consiglio regionale recepisce tale modifica; essa consiste nell'aggiunta al comma 1 dell'art. 6 delle parole: "...e l'inserimento nel piano annuale di cui all'art. 4 della legge regionale n. 41/98".
Il testo originale recita: "Il Direttore entro il 31 gennaio adotta il piano annuale di attività dell'Agenzia, lo sottopone alla Giunta regionale per l'approvazione", al quale è stato aggiunto: "e l'inserimento nel piano annuale di cui all'art. 4 della legge regionale 41/98".
Queste sono le uniche modifiche apportate allo Statuto, che consta di tredici articoli. Il tredicesimo è quello dello Statuto, entrato in vigore successivamente la pubblicazione sul Bollettino, quindi, in definitiva, ha dodici articoli.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringrazio l'Assessore Goglio.
E' stato presentato il seguente emendamento da parte del Consigliere Angeleri: ART. 3 1) Emendamento presentato dal Consigliere Angeleri: art. 3, comma 1, lettera i), dopo "l.r. 41/98", aggiungere "nei limiti fissati dalla Giunta regionale e nell'ambito della dotazione organica di cui all'art. 10, comma 1".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri per l'illustrazione.



ANGELERI Antonello

Il mio voleva essere soltanto un chiarimento. Probabilmente, è riportato successivamente anche nelle funzioni del Direttore, ma non nello Statuto dell'Agenzia.
All'art. 10 emerge che la struttura organizzativa e la dotazione organica dell'Agenzia sono definite dalla Giunta regionale; mentre nella parte relativa allo Statuto, alla lettera i), nelle funzioni del Direttore questo non è specificato.
Abbiamo presentato questo emendamento aggiuntivo perché volevamo che alla lettera i) fosse ben chiaro che questa definizione rientrava nell'ambito dei limiti posti dalla Giunta regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Intervengo su questo provvedimento.
Questa struttura deve essere inserita nella legge, discussa un anno fa che trasferiva le competenze dei vecchi uffici di collocamento alla Regione e all'interno della quale era prevista la creazione dell'Agenzia.
Adesso non ricordo bene gli articoli, però credo siano quelli citati qui. Ricordo il nostro voto negativo, che, nonostante si tratti di un impegno dovuto, viene confermato anche nel caso di questo provvedimento per ulteriori due ragioni. Quella legge prevedeva non soltanto la creazione dell'Agenzia, bensì di una serie di organismi. Uno dei quali è in discussione in Commissione e riguarda la Commissione di concertazione, che è anche uno degli organismi che si voleva e si doveva creare prima dell'Agenzia regionale, tanto è vero che, secondo quanto abbiamo scritto nella legge, lo Statuto dell'Agenzia doveva essere esaminato e ci doveva essere un parere della Commissione di concertazione. Questo era già stato sottolineato, poi, in Commissione, ci siamo trovati a discutere della proposta di Statuto dell'Agenzia in assenza non soltanto di un provvedimento in aula ma, addirittura, di un provvedimento che istituisse la Commissione di concertazione.
Questo è un primo aspetto. Stiamo varando un provvedimento che in qualche modo non applica quella legge, ma, già nella fase applicativa deroga alla legge stessa.
Questo non è positivo, perché quel giudizio non veniva inserito a caso.
La Commissione di concertazione ha grandi competenze e importanza all'interno della legge stessa e credo che prima si dovesse attendere la composizione della Commissione e, successivamente, sottoporle lo Statuto.
Questo non è stato fatto perché la Commissione non è ancora stata creata.
E' stato adottato un procedimento, anche qui, non previsto dalla legge stessa perché si è domandato un parere alla CRI, la quale ha risposto di non essere competente e di non poter esprimere un giudizio. I membri della CRI potevano esprimere un loro giudizio ma, non essendo previsto, non lo si è potuto manifestare.
Il secondo aspetto, per il quale siamo contrari, riguarda l'art. 3 di questa legge, il quale dispone che al Direttore vengano applicate le disposizioni in materia di responsabilità e di incompatibilità previste per i Dirigenti regionali.
L'art. 10 recita: "La struttura organizzativa e la dotazione organica dell'Agenzia sono definite dalla Giunta regionale ai sensi dell'art. 11".
E' anomalo paragonare questo Direttore ai Direttori regionali, senza conoscere la tipologia della struttura.
Credo sia importante conoscere la dimensione della struttura per capire se ci si trova di fronte ad un incarico paragonabile a quello dei Direttori regionali. Non si possono assumere semplicemente delle decisioni prima della definizione della struttura. Si deve definire la struttura e successivamente, verificare se è paragonabile con le direzioni regionali.
Questo è un secondo elemento aggiuntivo oltre all'impostazione generale che vede il nostro Gruppo contrario. Quindi, invito, come abbiamo fatto fin dall'inizio, a riflettere su questo elemento. Non possiamo arrivare ad una tale proliferazione di incarichi, che, tra l'altro, hanno degli oneri l'Agenzia avrà già oneri di un certo tipo e ancora non conosciamo esattamente la sua struttura.
Credo che anche da questo punto di vista penso si dovrebbe, in qualche modo, introdurre un elemento che lasci in sospeso questa questione. Non dico che non debba esserlo, ma, magari, si introduca, dopo aver fatto questo, la definizione precisa della figura giuridica del Direttore, perch l'Agenzia potrebbe avere altre caratteristiche.
Ripeto - c'è l'elemento primario, che avevo espresso prima, di giudizio negativo: oggi, procedendo a questa votazione, così come abbiamo già fatto in Commissione, violiamo la legge stessa, che prevedeva l'espressione della Commissione (quella che dovrebbe sostituire la CRI attuale), attraverso un parere sullo Statuto. Noi dovevamo fare quell'Agenzia. Fra l'altro, quella Commissione è in discussione nella VII Commissione, la Commissione di concertazione, ma finora non abbiamo potuto discuterla perché è stata necessaria una consultazione approfondita, dopo l'introduzione degli elementi nella composizione di questa Commissione; i commissari, come il sottoscritto, erano perplessi.
Inoltre, abbiamo dovuto richiedere una serie di informazioni, perch tale Commissione è molto importante e la definizione della sua composizione è delicata. Nonostante la richiesta di un necessario approfondimento, quel provvedimento è arrivato in Commissione a fine ottobre, inizio novembre quindi, non è arrivato da tanto tempo, è arrivato da poco e nettamente dopo questo.
Credo sia una scorrettezza da parte della Giunta non presentare i provvedimenti nell'ordine previsti dalla legge. La legge prevedeva prima un provvedimento e poi l'altro; noi facciamo prima il secondo e poi il primo ma, soprattutto, facciamo il secondo dopo che la Commissione doveva esprimere un parere sullo Statuto. Per questi motivi, il nostro Gruppo è contrario. Invito l'aula a riflettere se questa sia la modalità per legiferare, perché credo che non lo sia.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Foco, che interviene in qualità di Consigliere.



FOCO Andrea

Signor Presidente - non voglio rifare la storia, l'ha già esposta il Consigliere Papandrea e non so quanti abbiano seguito il suo discorso questo provvedimento, secondo me, dimostra l'attenzione con la quale le Commissioni lavorano. Su questi provvedimenti, abbiamo sempre lavorato con estrema attenzione e nei tempi necessari a nostra disposizione.
Mi dispiace non sia presente il Presidente della Giunta per ascoltare le osservazioni che provengono da un normale Consigliere e non sicuramente da un Capogruppo: la Giunta deve fare un discorso di priorità ed elencare i provvedimenti importanti. I provvedimenti, in aula, vengono discussi - non vuole essere un'offesa ad alcuno - a casaccio: questo è da aprile che giace in Consiglio.
Io partecipo abbastanza assiduamente alle Commissioni e alle riunioni dei Capigruppo, non mi pare che, da parte della Giunta, ci siano state sollecitazioni al riguardo per una discussione e sapevamo che questo provvedimento era all'interno - come, giustamente, diceva prima il Consigliere Papandrea - di un discorso costituito da una serie di elementi una volta approvata la Legge n. 41.
Cioè: non è che, una volta che il Consiglio regionale approva la Legge n. 41 - per chi fosse distratto, è l'applicazione del Decreto Montecchi tali situazioni si risolvono. Ci devono essere una serie di provvedimenti a cascata, uno dopo l'altro, ma seguendo una determinata cadenza e successione, non con casualità, a seconda di come ci si accorda; salvo poi come è successo poco fa, accusare il Consiglio o la minoranza.
Non penso che l'Assessore Goglio sui suoi provvedimenti (sul Decreto Montecchi, su questo e anche sull'altro), possa accusare l'opposizione. Non gli chiedo di ringraziarci per i contributi datigli in sede di Commissione ma credo che non ci possa accusarne né di ostruzionismo né di aver posto difficoltà, anzi, abbiamo aiutato a superare alcuni momenti, altrimenti saremmo bloccati, in attesa della famosa Commissione, prevista dalla Legge n. 41, che non è ancora entrata in funzione.
Mi pare che, sovente, questo discorso di gerarchia dei provvedimenti sia un discorso molto interno alla Giunta e alla maggioranza - per carità il Consiglio è sovrano e, nella sede di Consiglio, sono ammessi tutti gli interventi - però, di fronte ad un'opposizione non disattenta e ad un provvedimento atteso, l'opposizione - almeno il nostro Gruppo; prima abbiamo sentito anche il Consigliere Papandrea - cerchi di non creare difficoltà. Quindi, attendere sette-otto mesi per presentare, in questa sede, improvvisamente, un emendamento, ci lascia perplessi. Ho provato a leggere i riferimenti, anche in modo incrociato (quando si leggono i provvedimenti, si devono tenere presenti anche altre leggi), e, se andiamo a vedere la Legge n. 41, all'art. n. 11 - se non sbaglio: Organizzazione dell'Agenzia e Vigilanza - mi pare ci siano una serie di vincoli e di indicazioni di direzione complessiva da parte della Giunta. Quindi, non lo capisco.
Se poi, invece, attraverso l'emendamento, questa Giunta, apparentemente liberista, crea un'Agenzia, ma mette tanti lacci e lacciuoli, per cui continua ad essere la Giunta a dirigere tutto, tanto vale che, invece di fare l'Agenzia, si faccia una sottodirezione dell'Assessorato.
Quindi, da buon liberista, mi preoccupo che nel momento in cui ...



(Commenti in aula)



FOCO Andrea

Non è la destra sociale.
In questo periodo, non potete sicuramente accusarci di essere dei centralisti. Guarda caso, nella storia del nostro Paese, c'è voluto un governo di centrosinistra affinché ci fosse un'articolazione del Paese, non ancora il federalismo, ma un'articolazione dello Stato con poteri decentrati - situazione che non si è verificata in altri Paesi.
Chiudiamo la parentesi, non è a livello di polemica, mi rivolgo al Consigliere Angeleri, anche perché abbiamo lavorato su questo provvedimento in VII Commissione quando lui era Presidente e, in modo particolare, quando stava lavorando sulla Legge n. 41. L'importante è cercare di capirci.
Quindi, sono d'accordo per quanto riguarda la creazione di un'Agenzia e sono ancor più d'accordo perché, guarda caso, proviene da una legge del governo di centrosinistra, in applicazione del Decreto Montecchi.
Non vorrei che la Giunta di centrodestra, nel momento dell'applicazione del Decreto Montecchi, imponga il maggior numero possibile di vincoli recuperando il terreno perso sulla Legge n. 41, mentre, invece, mi pare che sulla legge n. 41, che è la legge madre, sia a livello di Commissione che in aula, abbiamo fatto un buon lavoro, perché siamo riusciti, senza farcela bocciare dal Governo, a recuperare e a mettere, come dire, a tempo il d.
lgs. Montecchi, che precedeva il d. lgs. 112, con alcuni elementi che erano già all'interno del d. lgs. 112.
La nostra è una dichiarazione di piena disponibilità a voler capire bene cosa si vuole fare, anche perché si tratta di un'applicazione. Da un lato la l.r. 41/98 non ci ha visto pregiudizialmente contrari, e voglio ricordare che la nostra dichiarazione di voto fu di astensione semplicemente perché - guarda caso, non siamo stati smentiti - nella proposta di legge non vedevamo le risorse necessarie per poterla applicare bene - l'Assessore se lo ricorderà - quindi, la nostra non è stata una posizione pregiudiziale, ritenevamo che una legge nazionale venisse applicata in modo corretto. Lo stesso atteggiamento lo vorremmo ottenere anche su questo provvedimento, non obbligateci ad assumere delle parti non nostre.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gatti; ne ha facoltà.



GATTI Agostino

Prendo la parola limitatamente all'emendamento proposto. Mi sembra che la discussione sia un po' disordinata, ma mi adeguo. Poi, magari cercheremo di fare delle enunciazioni di tipo generale.
Ho l'impressione che l'emendamento proposto sia errato, nel senso che quando si dice che bisogna, nei limiti dell'art. 10 comma primo e si guarda il punto i), che è l'art. 11, comma terzo, della l.r. 41/98, che non riguarda la dotazione organica, è una cosa diversa. Quando all'art. 10 si dice: "Le strutture organizzative sono definite dalla Giunta", in base all'art. 11 comma primo, invece, poi, l'emendamento si fa sul punto 1), che riguarda l'art. 11, comma terzo, quindi non si può mescolare la dotazione organica con le cose date all'esterno, perché l'art. 11 comma 3 dice: "Per lo svolgimento di funzioni progettuali: studi, ricerche ecc... possono come esperti esterni". La dotazione organica è una struttura interna e si pu modificare, mentre riguardo alla struttura esterna non è possibile fare nulla. Mi pare che questo emendamento sia errato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Volevo semplicemente dire due cose. La prima: per quanto riguarda l'emendamento, valuti la Giunta; per voi valuti l'Assessore Goglio e noi di conseguenza ci atteggeremo sulla posizione della Giunta. Valuti la Giunta se è compatibile, oppure se crea dei problemi.
Per quanto riguarda, invece, alcune affermazioni che ha fatto il Vicepresidente Foco relativamente al fatto che il provvedimento non è stato fatto presente alla Giunta, devo dire che non è così, l'ho presentato più volte alla Conferenza dei Capigruppo, ma adesso non vogliamo che questa discussione si trasformi in un momento durante il quale ognuno cerca di tirare verso la sua parte dicendo: "Questo provvedimento arriva tardi".
Voglio solo dire che c'è una strozzatura attraverso la quale devono passare una serie di provvedimenti tutti prioritari e importanti sotto molti aspetti, quindi volevo solo dire che l'Assessore Goglio più volte ha sollecitato questo provvedimento. Ho presentato l'esigenza e l'urgenza alla Conferenza dei Capigruppo e si è arrivati a questa composizione, che porta oggi il provvedimento in aula. Un provvedimento che riteniamo che sia un coronamento di un'azione iniziata con l'applicazione e il recepimento del d. lgs. Montecchi e, quindi, un provvedimento utile, necessario e urgente sul quale anche noi daremo il nostro voto favorevole.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, voglio fare due domande all'Assessore. Se capisco bene, questa deliberazione dovrà tornare ancora in Consiglio regionale? Stiamo facendo il lavoro due volte? Noi deliberiamo di mandare questo Statuto alla Commissione regionale di concertazione, al Comitato Lavoro Formazione Professionale, e chiediamo che ritorni in Consiglio per esaminare il parere di questi due Enti. Così facendo facciamo due volte il lavoro. Facciamolo una volta sola.
Noi, adesso, deliberiamo di tornare in Consiglio con questa deliberazione con le osservazioni della Commissione e del Comitato. Penso di aver capito bene, se è quello che è scritto in deliberazione, che leggo per l'Assessore Goglio e per tutti noi: "Delibera di impegnare la Giunta a trasmettere, per eventuali osservazioni da portare all'esame del Consiglio Regionale, lo Statuto allegato (quello che stiamo discutendo) alla Commissione regionale di Concertazione e al Comitato Lavoro Formazione Professionale". E' il caso di fare due volte questo lavoro? Il bilancio di questa Agenzia è descritto come un bilancio deliberato dal Direttore e trasmesso poi alla Giunta, così pure il conto consuntivo è deliberato dal Direttore e trasmesso alla Giunta - si dice sempre - per la relativa approvazione. Qui, invece, non è detto nulla sul rapporto di questo bilancio e sull'approvazione del Consiglio regionale. Il bilancio è approvato dalla Giunta, ma è un bilancio che deriva da una scelta del Consiglio, perché i mezzi all'Agenzia vengono dati (è scritto all'art. 5) con il finanziamento annuo della Regione, nella misura determinata dalla legge di approvazione del bilancio: il punto di partenza è il Consiglio regionale che approva un bilancio, il bilancio assegna all'Agenzia le risorse, poi è la Giunta che valuta, però, il ritorno, nello Statuto, di un rapporto tra Agenzia e Consiglio. Non dovrebbe comparire da qualche parte? Il bilancio dell'Agenzia non dovrebbe essere compreso nei bilanci approvati dal Consiglio, visto che deriva dal bilancio del Consiglio? E così pure per il conto consuntivo? Vorrei questi due chiarimenti, mi rivolto al Presidente del Consiglio sul primo chiarimento, perché mi sembra che stiamo per svolgere due volte lo stesso lavoro.



PRESIDENTE

In parte l'osservazione può ritenersi fondata, anche se non completamente, perché il lavoro, una volta svolto è acquisito, non si ha la duplicazione immediata. Questa è la risposta all'interlocutore. Sicuramente la deliberazione riporta l'impegno di trasmettere lo Statuto e di rivederlo, ma non credo si possa dire che è una duplicazione tout court del lavoro.
La parola all'Assessore Goglio.



GOGLIO Giuseppe, Assessore alla formazione professionale e lavoro

Per quanto riguarda ciò che ha detto il collega Chiezzi, relativamente al fatto che il provvedimento deve tornare in Consiglio, devo dire che se ne è parlato a lungo in Commissione, perché è vero che doveva essere sottoposto alla nuova Commissione di concertazione, conoscete le difficoltà che ci sono state per la Commissione di concertazione e si è chiesto di fare delle audizioni delle parti e si è rimandato.
Siccome la Commissione di concertazione ha, più o meno, le stesse caratteristiche di quella attuale, si è ritenuto opportuno sottoporla alla CRI attuale, la quale, informalmente, ha dato il suo benestare.
Per quanto concerne il bilancio, l'agenzia è un ente autonomo e parametrato agli enti strumentali - è citato anche nella Legge n. 41 quindi, viene sottoposto alla questione del Consiglio.
L'emendamento presentato dal collega Angeleri non può essere accettato perché quanto richiesto non riguarda carichi oltre le dotazioni dell'organico, si tratta di incarichi di consulenza esterna, che sono consentiti dalla legge entro i limiti del bilancio, quindi non è possibile.
D'altra parte, tutte le obiezioni sollevate attualmente in aula - che condivido e che conosco già perché i colleghi le hanno sollevate anche in Commissione - erano note.
Lo Statuto è stato approvato a maggioranza in Commissione. Se, invece voi ritenete che non sia il caso di approvare lo Statuto, lo posso anche ritirare. Però, sono dell'avviso che lo Statuto debba essere approvato con tutte le prerogative che sono state dette. I discorsi fatti finora sono stati fatti anche in Commissione, come anche le obiezioni sollevate.
Quindi, ritengo che lo Statuto debba essere approvato, se poi, invece qualcuno ritiene che non debba essere approvato, lo dice, possiamo anche no approvarlo.



GOGLIO Giuseppe, Assessore alla formazione professionale e lavoro

GATTI Agostino (fuori microfono)



GOGLIO Giuseppe, Assessore alla formazione professionale e lavoro

L'emendamento?



GOGLIO Giuseppe, Assessore alla formazione professionale e lavoro

L'emendamento non può essere accettato.



PRESIDENTE

La Giunta regionale è contraria.



GOGLIO Giuseppe, Assessore alla formazione professionale e lavoro

L'ho detto prima: l'emendamento è esattamente quello che ha detto lei.
Non può essere accettato perché vi sono incarichi oltre la dotazione organica. Sono incarichi considerati consulenza esterna di esperti, che sono consentiti dalla legge entro i limiti di bilancio, quindi, è il direttore che può decidere se affidarli oppure no, ma noi non glielo possiamo imporre per legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea per un'ulteriore precisazione.



PAPANDREA Rocco

Questo provvedimento lo abbiamo discusso credo in modo approfondito, ma abbastanza celere, in Commissione: era stato presentato nel mese di febbraio-marzo di questo anno, perché il provvedimento madre, la Legge n.
41, risale all'anno scorso; questo è arrivato abbastanza in fretta, tanto è vero che il 7 aprile è stato approvato.
Noi - in particolare, il mio Gruppo, ma non solo - avevamo espresso alcune perplessità perché la legge prevedeva una serie di strutture, non solo questa, tutte relativamente importanti per il funzionamento di quella legge, tra cui, facevamo notare, la Commissione di concertazione. Ora, la Commissione di concertazione nel mese di aprile non era stata costituita ma la legge di istituzione della nuova Commissione di concertazione, o la deliberazione, è giunta in VII Commissione nel mese di ottobre o novembre.
Anche lì abbiamo discusso con una certa celerità, ma sono emersi problemi che hanno portato alla richiesta di una consultazione per approfondire la questione. Però, da aprile ad ottobre, la Giunta regionale non ha presentato alcun provvedimento. Noi, da aprile, data di approvazione, ad ottobre, non abbiamo ostacolato nulla. La Commissione di concertazione doveva esprimere un parere sullo Statuto; il provvedimento lo abbiamo discusso nella prima seduta e abbiamo deciso di avviare le consultazioni ora, siamo in attesa che si concludano e credo che lavoreremo rapidamente ma adesso non si può venire qui a dire: "Se non volete che si approvi lo Statuto!" Noi stiamo esprimendo una perplessità rispetto al fatto che la legge di un anno fa - portata in Consiglio con il primo atto di applicazione - viene violata, perché la legge dice cose diverse: prevede un iter che non è stato applicato, però, adesso, non si può dire che la colpa è nostra. La colpa se non è arrivato subito il provvedimento sulla composizione della Commissione, non è sicuramente nostra, anzi, noi abbiamo più volte sollecitato la rapida applicazione delle norme previste all'interno della legge, ma i ritardi non sono colpa nostra.
Ripeto: ritardi che sono di almeno altri sei mesi rispetto all'approvazione della legge in Commissione.
Questo mi crea un ulteriore imbarazzo, perché tutto quel ritardo? Mi viene da pensare che l'urgenza di questa legge stia nella nomina del direttore, perché poi è l'unica cosa che si può fare subito. Oppure che ci sia qualcuno, a cui è stato promesso un incarico, in attesa.
Noi abbiamo posto dei problemi all'interno dell'iter previsto dalla legge e, se ci sono stati ritardi in merito a quell'iter, non è colpa nostra, perché, proprio sulla natura dei provvedimenti, nonostante la discussione che è sempre stata approfondita, sicuramente, non si è mai cercato di porre degli ostacoli. Quando è stato detto: "Venga in aula", noi abbiamo detto: "Benissimo".
Come diceva il Consigliere Foco, più volte ricordavamo, quando si discutevano gli ordini del giorno del Consiglio, che questi tipi di provvedimenti erano lì che giacevano e non venivano posti all'attenzione del Consiglio stesso.



PRESIDENTE

Siamo sull'emendamento presentato dal Consigliere Angeleri: la Giunta regionale è contraria.
La parola al Consigliere Angeleri per dichiarazione di voto sull'emendamento.



ANGELERI Antonello

Vorrei essere estremamente chiaro, perché, probabilmente, non lo sono stato, non vorrei aver generato nell'Assessore Goglio, nel dottor De Pascale (che dirige la struttura), nella Giunta e nei Consiglieri chissà quali pensieri reconditi.
In realtà, la preoccupazione che emergeva, e per la quale abbiamo proposto questo emendamento aggiuntivo, era dettata dal fatto che nello Statuto - è vero - all'art. 10, noi leggiamo che la struttura organizzativa e la dotazione dell'agenzia sono definite dalla Giunta regionale.
Il nostro emendamento - in particolare, mi rivolgo al collega Gatti che, probabilmente, non aveva compreso il nostro intendimento - era riferito alle funzioni del direttore, ossia, all'art. 3, comma i). Quindi la mia intenzione, nella presentazione dell'emendamento, era affermare che è la Giunta regionale che, nell'ambito della dotazione organica e nei limiti fissati, per esempio, dalla Giunta regionale, definisce i limiti della dotazione organica, di cui all'art. 10, comma uno, e lo specifica proprio all'interno delle funzioni del direttore.
Questo non significa che la Giunta debba assolutamente assumere un potere ulteriore; non significa assolutamente accentrare, perché la Giunta non decide quali incarichi affidare esternamente, ma fissa soltanto la dotazione; quindi, al direttore dà un potere in un quadro più completo e definito.
Non pensavo di aver suggerito chissà quali cose, oltretutto - è ovvio avendo seguito la questione quale Presidente di Commissione, non fino alla conclusione, ma nelle parti sostanziali sono per l'approvazione dello Statuto dell'Agenzia in tempi brevi. Mi dispiace che l'Assessore, e chi gli sta vicino, lo abbia inteso come un atto di ostilità nei confronti della Giunta, non era assolutamente in questa direzione, probabilmente vi è stata un'incomprensione.
Ho letto con attenzione la deliberazione che recita: "Posto altresì in evidenza che la dotazione organica definita come sopra comporta una spesa di un miliardo e 434 milioni su base annua, mentre le risorse trasferite al Ministero del Lavoro della Regione, essendo riferita a n. 35 dipendenti in servizio il 30 giugno presso l'Agenzia regionale per l'impiego, ammontano a complessivi un miliardo 994 milioni; per cui la differenza, che appare lire 560 milioni, potrà essere utilizzata dal Direttore del nuovo ente per attivare incarichi ad esperti come previsto dall'art. 11, comma 3, della Legge n. 41/98".
Dalla deliberazione, avente per oggetto: "Definizione dotazione organica dell'Agenzia Piemonte lavoro, art. 11, Legge regionale n. 41/98" del 13 dicembre 1999, ho preso motivazione per presentare l'emendamento e per questi motivi, mi sono permesso di dare questo suggerimento.
Quindi, in completa trasparenza, non c'è nessuno da nominare, non c'è nessuno da indicare e non c'è niente di niente.



(Commenti in aula)



ANGELERI Antonello

Lo dico perché così rimane a verbale, altrimenti qualcuno pensa sempre ...



(Commenti in aula)



ANGELERI Antonello

Noi voteremo a favore dell'emendamento.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Qui, non si votano gli articoli, questa è una deliberazione. Gli articoli sono contenuti in uno Statuto che è allegato, c'è soltanto l'emendamento presentato dal Consigliere Angeleri, non abbiamo altri emendamenti. La Giunta ha confermato la contrarietà all'emendamento presentato dal Consigliere Angeleri.



PRESIDENTE

PAPANDREA Rocco (fuori microfono)



PRESIDENTE

Chiedo la verifica del numero legale.


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

Si proceda all'appello nominale per la verifica del numero legale mediante procedimento elettronico.
Si constata la presenza del numero legale, essendo presenti in aula n.
26 Consiglieri ed in congedo n. 9 Consiglieri.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame proposta di deliberazione n. 640: "Statuto dell'Agenzia Piemonte Lavoro - Legge regionale 14 dicembre 1998, n. 41 (Organizzazione delle funzioni regionali e locali in materia di mercato del lavoro)" (seguito)


PRESIDENTE

Avendo verificato la presenza del numero legale e non essendoci altri interventi, pongo in votazione l'emendamento presentato dal Consigliere Angeleri, mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, su tale provvedimento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 36 votanti 35 hanno votato SI' 5 Consiglieri hanno votato NO 24 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 1 Consiglieri L'emendamento è respinto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di deliberazione, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI' 34 hanno risposto NO 4 La proposta di deliberazione è approvata.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Per quanto riguarda il punto 13) all'o.d.g., il provvedimento è stato adottato dalla Giunta con i poteri del Consiglio, quindi, arriverà successivamente in aula.
Passiamo al punto 14) all'o.d.g. relativo all'esame della proposta di deliberazione n. 593.



(Intervento fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

L'ho appena detto: è stato adottato dalla Giunta con i poteri del Consiglio, arriverà successivamente in ratifica, così come mi è stato riferito.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Non possiamo ratificarlo subito?



PRESIDENTE

Non ho il provvedimento. Il provvedimento è ancora fermo in Commissione; non è ancora passato in Commissione.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Noi abbiamo la proposta di deliberazione n. 628 o no?



PRESIDENTE

E' una deliberazione revocata questa.



CHIEZZI Giuseppe

Però, sull'o.d.g. leggo: "Esame proposta di deliberazione".
Potrei avere la proposta di deliberazione n. 628? Sì, perché sarà là nei pacchi. Bene. Chiedo sia messa ai voti.



PRESIDENTE

Ripeto: la deliberazione ...



CHIEZZI Giuseppe

Deve succedere qualcosa, Presidente; chiedo che venga messa ai voti.
Succeda qualcosa, però. Faccia succedere qualcosa sul pezzo di carta che contiene la deliberazione agli atti del Consiglio; mi dica qualcosa su quel pezzo di carta.



PRESIDENTE

Propongo all'aula la presa d'atto.



CHIEZZI Giuseppe

La presa d'atto, di cosa?



PRESIDENTE

La presa d'atto della revoca, da parte della Giunta regionale, della proposta di deliberazione n. 628; quindi, conseguentemente, verrà portata all'attenzione dell'aula la ratifica, in quanto, sull'argomento, ha deliberato la Giunta con il potere del Consiglio.



CHIEZZI Giuseppe

Ma in che data ha deliberato? Ci dica qualcosa!



PRESIDENTE

Adesso le darò notizia.



CHIEZZI Giuseppe

Una deliberazione non può scomparire dai lavori dell'aula, così, in modo generico; scompare in forza di un atto, un atto che viene annunciato in modo preciso.



PRESIDENTE

Le darò notizia nel giro di pochi secondi.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Abbiamo lavorato per definire un pacchetto, lei ha aggiunto dei punti perché fa parte della sua prerogativa, e noi non ci siamo opposti. Però le devo far presente che, se, adesso, andiamo ad atti per i quali si richiede una discussione meditata, come occorre, si doveva anche sapere che quello faceva parte del discorso.
Presidente, non accetto più che ci siano quaranta punti all'ordine del giorno - questo è vero - abbiamo detto quelli che avremmo discusso, abbiamo contenuto i tempi, operando un lavoro di responsabilità istituzionale.
Adesso, continuando a lavorare su delibere non previste, lei non fa un lavoro di responsabilità istituzionale e non tiene in considerazione che responsabilmente, dobbiamo sapere con due ore di anticipo - non due giorni ma due ore - le materie che si discuteranno e dobbiamo avere in aula i Consiglieri che se ne occupano.
Tale presenza l'abbiamo sempre garantita, ma non si può più fare se dopo aver definito un quadro di lavoro, averlo rispettato e averlo ulteriormente ampliato, lei percorre un ordine del giorno di quaranta punti e noi non siamo in grado di stargli dietro.



PRESIDENTE

Mi permetto di dare una doverosa risposta al Consigliere Chiezzi.
Credevo che l'aula avesse ulteriori elementi in base ai quali questa risposta fosse superflua e non dovuta.
Un attimo, Consigliere Chiezzi e colleghi dell'aula, e fornirò tutte le notizie relativamente al punto 13).
Do la risposta: l'ordine del giorno che vi è stato inviato è datato 24 dicembre e prevedeva i lavori dal giorno 27 al giorno 31. Successivamente il giorno 28, che è successivo al 24 e precedente alla data odierna, mi è pervenuta una lettera, da parte della Direzione Affari Regionali-Affari Istituzioni e Processo di delega, in cui si dice: "D'incarico del Presidente, le trasmetto la deliberazione citata in oggetto, assunta dalla Giunta regionale con i poteri del Consiglio, ai sensi dell'art. 40 dello Statuto, con preghiera di volerla sottoporre alla ratifica di legge".
Questa deliberazione è stata assegnata alla Commissione e la scadenza della ratifica è il 21/02, perciò potrebbe essere addirittura dopo il termine dei nostri lavori; consentendo l'aula, mi comunicano che potrebbe anche essere fatta subito.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Mi associo alle richieste del collega Riba, ma vorrei riuscire a capire qualcosa di più in ordine al seguente fatto. Può darsi che la Giunta regionale abbia approvato, in via d'urgenza, lo stesso testo presente in Consiglio, quindi, in questo caso, non si tratterebbe di revoca, ma di surroga dei poteri del Consiglio in forza di un'urgenza di deliberare.
Può darsi che sia così, perché la deliberazione è molto corposa e, tra l'altro, si tratta di un programma di attività del 1999. Colleghi di maggioranza, non so se mi seguite, può anche darsi che la Giunta abbia revocato questa deliberazione, ma da quel che sento, posso ipotizzare che viceversa, la deliberazione non è stata revocata, ma semplicemente riapprovata tale e quale con i poteri del Consiglio.



PRESIDENTE

Consigliere, le do subito l'informazione. Nella parte dispositiva della deliberazione è scritto molto chiaro: "Delibera di revocare la delibera della Giunta regionale 1/25/773 e di inviare al Consiglio la presente deregolamentazione per la ratifica".



CHIEZZI Giuseppe

La deliberazione che viene inviata ha lo stesso contenuto della deliberazione che è in aula?



PRESIDENTE

Potrebbero esserci molte parti simili. Non è la stessa, perché sono due delibere, una di ratifica e l'altra di proposta, strutturalmente diverse anche se il contenuto è sostanzialmente uguale.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, mi spieghi ancora una cosa: la deliberazione assunta dalla Giunta in data 28/12 è una deliberazione assunta con i poteri del Consiglio?



PRESIDENTE

Sì, gliel'ho detto prima.



CHIEZZI Giuseppe

Allora, colleghi, siamo in Consiglio, siamo trenta Consiglieri, abbiamo all'o.d.g. la proposta di deliberazione: "Interventi regionali in materia di movimenti migratori", possiamo lavorare. Due giorni fa, la Giunta regionale ha revocato questa deliberazione e ha assunto, con i poteri del Consiglio, un'altra deliberazione, ma non si sa se in tutto o solo in parte identica a questa.
Ritengo che non sia accettabile, per il Consiglio regionale, essere esautorati da un provvedimento di Giunta nella specifica situazione in cui siamo e per cui siamo stati convocati.
Chiedo ai colleghi se non convengono che procediamo all'esame di questa proposta di deliberazione, ritenendo inattuale, a oggi, visto che siamo sul punto in questione, la scelta fatta dalla Giunta regionale di sostituirsi al Consiglio, forse nell'ipotesi che in Consiglio non si sarebbe mai giunti a discutere questa deliberazione.
Questa ipotesi, però, cade perché possiamo discutere questa deliberazione. Non accettiamo che la Giunta si sostituisca al Consiglio su un provvedimento che siamo qui per esaminare.



PRESIDENTE

Ritengo, per evitare delle disquisizioni che non hanno molta sostanza pratica, ma sono solo di principio, che non si possa esaminare una proposta di deliberazione che è stata revocata.
La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Intervengo per dire che, visto come vanno i lavori in Consiglio e visto il tempo che tutti concorriamo a far perdere al Consiglio, per colpa di chi arriva in ritardo e non permette di iniziare perché manca il numero legale o per altri motivi, ha fatto bene la Giunta, con i poteri del Consiglio, ad assumere la deliberazione.
Invito la Giunta ad assumere la deliberazione con i potere del Consiglio se questa sera non possiamo o non riusciamo ad andare avanti sul punto numero 14): "Esame proposta di deliberazione n. 593", perché è una proposta molto attesa sul territorio. E' da un po' di tempo in Consiglio, è stata discussa tantissimo in Commissione ed è stata sollecitata più volte quindi chiedo, se non si riesce a discutere ed andare avanti, alla Giunta di assumere questa deliberazione con i poteri del Consiglio.
Sono per la democrazia, lo sono sempre stata, credo tantissimo nei poteri dell'Assemblea, ma quando l'Assemblea ha queste difficoltà, penso che bene faccia la Giunta ad andare avanti, perché il territorio non pu aspettare quelli che a volte sono i nostri "capricci" e i miei per prima.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pier Luigi

Anch'io mi associo alla richiesta della collega Cotto, affinché venga esaminato tale provvedimento. E' rimasto in Commissione per parecchio tempo.
La Commissione ha lavorato su questo provvedimento, quindi è assolutamente necessario che ora venga approvato, perché è richiesto da parecchie strutture sanitarie e da chi utilizza i servizi sanitari.
Chiedo alla Giunta di assumerlo in caso non venisse approvato in giornata.



PRESIDENTE

Credo di aver dato delle risposte esaurienti. Ricordo solo che, ai sensi dell'art. 40, le deliberazioni assunte con i poteri del Consiglio sono sottoposte al Consiglio, per la ratifica, nella prima seduta successiva da tenersi non oltre i sessanta giorni, ovviamente il termine perentorio è quello dei 60 giorni e nella prima seduta utile se ci sono le condizioni.
La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Vicepresidente della Giunta regionale

Voglio dare alcuni chiarimenti. Parto dalla constatazione di fatto che la deliberazione è stata assunta con i poteri del Consiglio determinatamente per indicazione del Presidente della Giunta, quindi c'è un atto di governo che ha un riferimento ben preciso e non è un fatto del tutto occasionale.
E' un fatto che ha una sua specifica ragione data l'importanza della deliberazione e l'argomento che la deliberazione rappresenta. Perché si è dovuto ricorrere alla pratica dell'assunzione con i poteri del Consiglio? Perché la data ultima per gli impegni di spesa era già vincolata ad una scadenza, quella del 24 dicembre.
Abbiamo avuto anche una comunicazione da parte dell'Assessorato al Bilancio proprio per questa incombenza perché il 24 dicembre non avremmo potuto avere tutte le risorse che erano necessarie.
In funzione della scadenza del 24 dicembre e del reperimento delle risorse, che oggi ci sono, siamo qui a dover, a pieno titolo, proporre al Consiglio di licenziare la deliberazione, altrimenti sarebbe come vanificare tutto quello che è stato fatto e tutto ciò che rappresenta politicamente la stessa deliberazione nel consesso generale del Consiglio stesso.
Non è soltanto una pratica amministrativa della Giunta, ma si tratta di dare ragione, una volta per tutte, a quanto è stato chiesto anche dal Consiglio in diversissime altre occasioni, compreso quello che è accaduto nel dibattito della Commissione competente.



PRESIDENTE

Posso considerare acquisito il fatto che il punto 13) non viene esaminato oggi, ma sarà portato all'esame come ratifica? Noi quell'argomento non lo abbiamo, non esiste più. Noi lo sappiamo, io lo so adesso lo sapete anche voi, credo sia una disquisizione.
La parola al Consigliere Angeli.



ANGELI Mario

A queste condizioni, come volontà politica, tutte le deliberazioni possono essere assunte con i poteri del Consiglio, solo che decadono se dopo sessanta giorni non vengono approvate, quindi, le devono riapprovare riapprovare e riapprovare ancora.
Non so se questo è il nuovo modo di fare politica che propone il Presidente del Consiglio! Qui, ne ho viste di tutti i colori, ma questa non l'avevo ancora vista!!



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Presidente, manifesto formalmente all'aula il mio disagio e disappunto nel non poter approfondire, affrontare e votare una proposta di deliberazione che ho trovato all'ordine del giorno come Consigliera di un Gruppo, in quanto questa è stata revocata dalla Giunta per i riferimenti dell'articolo del Regolamento, per cui la Giunta può, sotto la propria responsabilità, deliberare su alcuni atti amministrativi aventi carattere di urgenza.
Dando una lettura sommaria al provvedimento, non ci pare che il provvedimento non potesse essere discusso, anche per via d'urgenza, tramite una convocazione del Consiglio regionale, considerando anche il fatto che il Consiglio regionale era già stato convocato dal giorno 27 al 31.
Rispetto ad alcune considerazioni dei colleghi - è davvero spiacevole sentire sovente in quest'aula riferimenti, anche impropri, all'attività di colleghi nelle sedi di Commissione - vorrei sollecitare la Giunta regionale ad assumere un provvedimento quale quello che viene immediatamente dopo nell'ordine del giorno e ricordare ai colleghi, innanzitutto, che questa proposta di legge non ha visto un particolare approfondimento da parte della Commissione. Se non sbaglio, il piano assistenziale è stato rigirato dalla Giunta - penso sia nei meandri o nei cassetti dell'Assessorato all'Assistenza - ed è da circa un anno che la Commissione non affronta più all'ordine del giorno il piano assistenziale.
La stessa cosa è avvenuta per questa legge che io ricordo: è ritornata in Commissione con una proposta di deliberazione alla quale segue l'allegato corposo completamente modificata da quella iniziale, sulla quale sono state svolte le consultazioni e sulla quale è iniziata la discussione generale in Commissione. E' arrivata in Commissione e la maggioranza ha fatto bene ad approvare in cinque minuti questa proposta di legge approfittando della non presenza totale di tutti i colleghi dell'opposizione per un motivo di protesta politica del momento.
Ora, possiamo iniziare ad affrontare questa proposta di deliberazione.
Segnalo alla maggioranza e allo stesso Assessore che, non avendo dato l'opportunità, anche ai colleghi che hanno partecipato ai lavori della Commissione, di poter arrivare preparati nella sede di Consiglio il 30 dicembre, alle ore 18.15, per una proposta di deliberazione di questa importanza, il nostro Gruppo è disponibile a lavorare oggi, domani, il primo, il due, il tre, su questa proposta di deliberazione.



(Commenti in aula)



SIMONETTI Laura

No, ovviamente, ma non è su nostra sollecitazione che non è stato convocato il Consiglio, come spesso avviene.
Segnalo all'Assessore che chiederemo le relazioni e che avremo la necessità di approfondire le questioni, sulle quali non ci è stata data alcuna risposta in sede di Commissione, fondamentali e basilari per avere un quadro della situazione ed intervenire sulle stesse.
Il Presidente della Commissione, per il ruolo istituzionale che ricopre, dovrebbe garantire i colleghi e verificare, anche soltanto tramite gli uffici, a che cosa sono stati dovuti i tempi di questa deliberazione.
Inoltre, devo segnalare la totale assenza di disponibilità da parte della Giunta non soltanto su questo, ma anche sul piano assistenziale, che il collega Rubatto, con tanta foga, spesso richiama sulle tematiche dell'assistenza in Piemonte.



PRESIDENTE

Cerchiamo di riportare i nostri lavori sul binario corretto.
Ripeto: il punto 13), la proposta di deliberazione è stata revocata e la nuova deliberazione della Giunta, assunta con il potere del Consiglio e assegnata alla Commissione, è ancora in Commissione e verrà portata in tempo utile all'esame dell'aula. Perciò il punto 13) non lo esaminiamo.
Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 1132 presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti, di cui al punto 114) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Presidente, in questa fase di riorganizzazione, volevo soltanto ricordarle che, se il programma pluriennale di interventi per l'impiantistica sportiva non viene approvato oggi, tutti gli interventi in merito al 1999 sono nulli.



PRESIDENTE

Lo porta all'attenzione dell'aula subito dopo.



ANGELERI Antonello

Sembra una cosa di parte, ma è interesse comune.



PRESIDENTE

Era uno degli impegni che abbiamo assunto, perciò lo esamineremo subito dopo questo.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione) - Personale del servizio sanitario

Esame ordine del giorno n. 1132 relativo al reparto di cardiologia dell'Ospedale S. Spirito di Casale Monferrato


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 1132 dei Consiglieri Chiezzi e Simonetti, di cui al punto 114) all'o.d.g., il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte ha appreso dopo il sopralluogo del Gruppo regionale dei Comunisti Italiani presso l'Ospedale Santo Spirito di Casale che è stato recentemente aperto presso il nosocomio casalese un nuovissimo reparto di cardiologia che risponde ai più avanzati requisiti tecnologici oggi disponibili nel settore tale reparto è stato ristrutturato secondo logiche di umanizzazione nel trattamento ai pazienti altrettanto all'avanguardia (stanze a due letti massimo comfort, ecc.) per una sfasatura programmatica nella gestione della ristrutturazione alla predisposizione del reparto negli aspetti strutturali e negli arredi non è corrisposta la selezione del personale che consentisse di avere a disposizione l'organico infermieristico pieno ed indispensabile a far funzionare l'intero reparto per tale carenza il reparto funziona al 50% delle sue potenzialità ricettive e conseguentemente un certo numero di stanze e posti letto non sono utilizzate: la Regione Piemonte solo nei giorni scorsi ha fornito il nominativo del proprio rappresentante nella Commissione di concorso impegna la Giunta regionale ad accelerare per quanto di sua competenza tutte le procedure che consentano la rapida espletazione del concorso indispensabile all'assunzione dell'organico mancante al nuovo reparto di cardiologia".
Non è un'interrogazione, è un ordine del giorno.
La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Chiederei ai cortesi colleghi Chiezzi e Simonetti di voler illustrare ulteriormente l'ordine del giorno, ben lieto poi di rispondere



PRESIDENTE

Questa è un ordine del giorno, non è un'interrogazione.
Consigliere Chiezzi, se lo vuole illustrare.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Un ordine del giorno ha una motivazione. Innanzitutto, il reparto funziona all'80% e non al 50%, quindi, non vedo il motivo per cui si debba presentare e discutere un ordine del giorno quando un reparto ha una carenza del 15% - non più di questo - dell'organico degli infermieri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Ringrazio l'Assessore, al quale sono ben lieto di offrire alcune considerazioni a margine di questo ordine del giorno, che richiede alla Giunta regionale un impegno urgente per dotare di personale il reparto di cardiologia dell'Ospedale Santo Spirito di Casale.
L'Assessore ha chiesto come mai abbiamo presentato questo ordine del giorno. Signore Assessore, abbiamo presentato questo ordine del giorno perché, dopo parecchi anni (forse una quindicina), un reparto che versava in una situazione logistica e di attrezzature molto carente, al limite dell'impresentabilità, finalmente è riuscito a completare una ristrutturazione delle opere edilizie, delle attrezzature tecniche e delle normali attrezzature d'arredo che lo pongono ad un livello di qualità ed efficienza molto elevato. Se lei visita quel reparto può constatare che gli addetti hanno esposto, lungo i corridoi, la situazione antecedente e la situazione presente, a riprova dell'attesa e dell'impegno che tutto il personale, dal primario al personale infermieristico, ha dedicato alla ristrutturazione e completamento del reparto in oggetto.
E' un reparto di sanità pubblica che può fare invidia ai migliori reparti esistenti - ritengo - nell'ambito piemontese, ma non solo. E' tutto nuovo, con attrezzature nuove, anche di avanguardia; segnalo anche che i medici hanno acquistato, a loro spese, i televisori da mettere nelle stanze. E' un reparto, dunque, che ha visto la partecipazione attiva del personale, ai vari livelli.
Quello che ci pare incongruo e negativamente spettacolare è il fatto che in questo reparto ci siano camere, pronte per assistere i malati, ma vuote, perché non c'è il personale necessario a farle funzionare. Ci sono sette letti pronti, in quattro o cinque stanze perfettamente attrezzate nelle quali non sono ricoverati i malati, non perché non ve ne siano - come sostiene il collega Griffini - ma perché sono ospitati in altri reparti probabilmente in condizioni ambientali peggiori.
Caro Assessore, ritengo che chiunque visiti quella realtà, non appena uscito dall'ospedale, confezionerebbe un ordine del giorno di questo tipo.
In realtà, Assessore, ho confezionato due ordini del giorno: quello che ho consegnato all'aula ed un altro che ho tenuto nella sede del Gruppo.
L'ordine del giorno che ho presentato è un documento che evita ogni tipo di considerazione, ma si preoccupa di chiedere alla Giunta regionale di fare in modo che "domani", con mezzi ordinari o straordinari, quei sette letti possano essere utilizzati da sette malati. E' veramente uno scandalo basta andare a vedere - mantenere una ricchezza bella e pronta, in un settore difficile, come quello ospedaliero, dal punto di vista delle trasformazioni e delle realizzazioni. Ci sono dei reparti che aspettano da anni una ristrutturazione; questo ha aspettato per quindici anni. Siamo arrivati alla fine, le chiavi sono infilate nella toppa, i letti sono fatti e pronti.
Proponiamo che il Consiglio dica cortesemente all'Assessore di fare di tutto e, magari dopo l'Epifania, l'Assessore ci dica che il concorso è andato avanti. Ma io aggiungo - ed è una richiesta presente nell'altro ordine del giorno - che l'Assessore si industri, con tutti i mezzi ordinari e straordinari, affinché per l'Epifania questi letti ospitino malati.
Cerchi l'Assessore la strada - anche straordinaria, anche di carattere eccezionale - che consenta ad un ospedale pubblico nuovo di zecca, con personale che ha dedicato la propria vita, oltre che a curare i malati anche a costituire un reparto specializzato di quel livello, di funzionare.
Non si stupisca di questo, Assessore, perché le assicuro che chiunque di maggioranza o di minoranza, si fosse recato in quel reparto, avrebbe scritto qualcosa di simile, al di là della parte politica di appartenenza.
Le chiediamo, pertanto, di adoperarsi per far funzionare il reparto come crede. Nell'ordine del giorno c'è la sollecitazione ad accelerare le procedure concorsuali, ma, tra le righe, molto di più. Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio per una prima informazione.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Collega Chiezzi, ribadisco la mia sorpresa per la presentazione di un ordine del giorno, un'interpellanza sarebbe stata più adatta, ma ognuno propone quanto ritiene più opportuno.
Le dico subito che la carenza di cinque infermieri - questo è il numero di infermieri carenti - non comporta la non funzione del reparto.
Lei, prima, ha precisato che per quindici anni questo reparto ha avuto locali con notevoli carenze, per cui si è ritenuto, appena ultimati, di trasferire il reparto stesso nei nuovi locali che, come ha detto lei avendoli visitati, così come li ho visitati io, dal punto di vista del supporto tecnologico e della struttura alberghiera, sono veramente eccellenti.
Le comunico che il concorso per infermieri è fissato per il prossimo 21 gennaio: i posti sono 24 posti, di cui 5 in cardiologia.
Mi preme sottolineare all'aula che in questo reparto vi sono già 21 infermieri e, con il primario, dottor Ivaldi, 10 medici. Per cui non è che i 7 posti letto non siano occupati; non erano occupati quando è andato lei.
Ripeto: la carenza è meno di un quinto dell'organico della struttura quindi, con questa risposta, penso di averla rassicurata.
Sottolineo nuovamente che non esiste assolutamente questa situazione di emergenza. Chieda al dottor Ivaldi, che forse conosce perché persona nota ...



(Intervento fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Benissimo. Ha detto che non c'era l'organico completo di infermieri.



(Intervento fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Non colloquiate, per favore. In modo particolare, conosciamo la realtà dell'Ospedale Santo Spirito di Casale.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Presidente e colleghi, ribadisco che il concorso per infermieri all'Ospedale di Casale avrà luogo il prossimo 21 gennaio; è un concorso per 24 posti, di cui 5 posti in cardiologia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pier Luigi

Faccio soltanto una dichiarazione di voto.
Finalmente, l'ordine del giorno del Consigliere Chiezzi dice che qualcosa funziona, perché, fino ad oggi, il Consigliere Chiezzi ha continuato a dire che in Sanità niente funziona, quindi, sono lieto che questo ordine del giorno dica che qualcosa funziona.
Sono contrario a questo ordine del giorno, perché, se il reparto funziona bene, è inutile presentare un ordine del giorno per farlo funzionare meglio.
L'Assessore ci comunica che il 21 gennaio ci sarà il concorso, quindi gli infermieri ci saranno perché saranno assunti.
Abbiamo appreso dalle parole dell'Assessore l'impegno a far funzionare meglio il reparto di cardiologia dell'ospedale.
Mi rivolgo anche al Consigliere Chiezzi: in merito all'ordine del giorno consegnatoci questa mattina, come possiamo avere la possibilità di verificare veramente se il reparto dell'ospedale di Casale funziona o no? Il Consigliere Chiezzi ha criticato il fatto che in quest'aula le cose vengono fatte all'ultimo minuto, ma poi, anche lui, ci presenta un ordine del giorno all'ultimo minuto e ne vuole una risposta.



(Intervento fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



RUBATTO Pier Luigi

Dovevate darmelo: non l'ho avuto.



(Intervento fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, la richiamo.
Come presentazione, era datato 20 dicembre.



RUBATTO Pier Luigi

20 dicembre, però è arrivato ieri, quindi, non abbiamo avuto tempo.



PRESIDENTE

Oggi, Il Piccolo di Alessandria l'ha pubblicizzato ampiamente.



RUBATTO Pier Luigi

Presidente, a causa degli orari del Consiglio, non abbiamo avuto tempo di recarci a Casale per verificare quanto dice il Consigliere Chiezzi quindi, voto contro questo ordine del giorno.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.
Silenzio, per favore! E' possibile che su ogni argomento si arrechi disturbo, anche quando vengono affrontati in termini sereni, mi pare, e soprattutto per quanto riguarda il cuore!



COTTO Mariangela

Con molta serenità, Presidente, le comunico che, per protesta anche nei confronti di chi impone la sua linea a questo Consiglio, non parteciperò al voto di questo ordine del giorno.
Noi abbiamo da discutere delle leggi - tra cui la legge sulla collina e il Consigliere Chiezzi presenta un ordine del giorno, imponendolo alla discussione: per il quieto vivere e per la serenità che lei auspica, lo dobbiamo inserire, altrimenti il Consigliere Chiezzi fa i capricci. Il Consigliere Chiezzi ci chiede di non pretendere che un ordine del giorno appena presentato venga discusso, perché i Consiglieri devono avere il tempo di approfondire la questione. Questo va bene se tutti sono disponibili ad accettare che il Consigliere Chiezzi detti l'andatura dei lavori del Consiglio.
Però, adesso vorrei richiamare tutti, me per prima, a discutere gli importanti provvedimenti che abbiamo all'ordine del giorno; naturalmente senza nulla togliere alle problematiche dell'ospedale di Casale, che possono essere uguali a quelle dell'ospedale di Asti e di tutti gli altri.
Non penso sia il caso di Torino, ma siccome di Torino parlano sempre tutti ogni tanto, è giusto parlare anche delle province e non essere troppo torinocentrici.
Non so se e quando sarà convocata la Conferenza dei Capigruppo, ma siccome le elezioni sono abbastanza vicine, inviterei, se c'è l'intenzione a portare a termine alcuni provvedimenti per i quali ci siamo impegnati almeno, chi ha voluto - anni e anni in Commissione. Chiederei al Presidente e a tutti i Capigruppo di concordare le convocazioni del Consiglio regionale a partire dal 10 gennaio e proseguire nei giorni 11, 12, 13, 14 stabilendo i lavori al mattino, al pomeriggio e alla sera.
Scusate questo sfogo, però mi sembrava opportuno farlo.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente.
Devo dire che ha assolutamente ragione la collega Cotto, tranne che in un punto. Lei, ovviamente, cita l'esempio dell'ospedale di Asti, è vero che questa Giunta non è torinocentrica e si è distinta, rispetto al passato per questo aspetto, però non esageriamo, ci sono anche i torinesi e non vorremmo essere dimenticati nei prossimi venticinque anni di governo del centrodestra.
La collega Cotto ha ragione: abbiamo una serie - penso 150-200 - di ordini del giorno significativi ed urgenti.
Presidente del Consiglio, iniziamo in ordine di presentazione a discuterli, perché noi non ci stiamo ad essere presi e tirati per la giacca dalla richiesta dell'ultimo momento.
Questo, se lei ricorda, l'ho detto per la prima volta due anni fa.



PRESIDENTE

Questo impegno, nel caso specifico, è stato assunto questa mattina.



GHIGLIA Agostino

Io non ero presente e il mio Gruppo non ha sottoscritto questo impegno quindi, noi non siamo d'accordo.



PRESIDENTE

Lo abbiamo subìto; comunque, abbiamo assunto l'impegno.



GHIGLIA Agostino

Presidente, se volessi essere ostativo, a questo punto, le chiederei una riunione dei Capogruppo, come in molte occasioni hanno fanno tanti altri colleghi, per stabilire l'elenco degli ordini del giorno da porre alla nostra attenzione. D'accordo?



PRESIDENTE

No, collega. Scusi se la interrompo: voglio soltanto precisare che era una composizione che l'aula ha accettato senza alcuna contestazione.



GHIGLIA Agostino

L'aula ero distratta, Presidente. Oggi, l'aula è attenta e la mia parte di aula le sta dicendo questo; se gli altri sono distratti, pazienza, lo farò la prossima volta.
Presidente, io sono realista e mi piace fare le cose possibili. Ieri sera, l'ho detto nella Conferenza dei Capigruppo: c'era un elenco di provvedimenti concordati, avevamo deciso di svolgere quelli e, poi, avevamo deciso che, se ci fosse stato altro tempo, eventualmente, ci saremmo ritrovati per valutare altri provvedimenti legislativi o deliberativi da porre all'attenzione dell'aula.
Presidente, secondo me, o si sospendono i lavori o si procede con gli altri provvedimenti deliberativi e legislativi all'ordine del giorno.
Il mio Gruppo, attento alle ore 18.35 di giovedì, non è disponibile neanche a discutere ordini del giorno che, questa mattina, l'aula, per distrazione o per disinteresse, non ha ritenuto di bloccare. Non glielo dico come trattativa, glielo dico perché è così. Noi siamo disposti a partecipare alle votazioni su atti deliberativi largamente condivisi dall'aula. Non siamo disposti ad affrontare ordini del giorno dell'ultimo momento. Non sono di Casale, non conosco la situazione del suo ospedale e vorrei assumere informazioni dal Primario. Questo è quello che direbbe il collega Chiezzi: Presidente, voglio essere informato, altrimenti, non sono in grado di votare.
Credo che i nostri lavori, se vi è la volontà, possano essere condotti in maniera utile; se non vi è la volontà, si possono anche, altrettanto utilmente, chiudere.



PRESIDENTE

Voglio soltanto ricordare a me stesso e all'aula che questa mattina si è verificato un problema in merito all'ordine del giorno. Alla fine della vicenda, ho detto, e l'aula ha acconsentito, che entro le ore 19, avrei portato all'attenzione dell'aula questo ordine del giorno, così ho fatto.
Credo che questa sia la ricostruzione, assolutamente veritiera, degli eventi verificatisi questa mattina. Perciò, credo si debba riconoscere che questo ordine del giorno ha consentito per realismo di affrontare il lavoro compiuto finora.



(Intervento fuori microfono del Consigliere Ghiglia)



PRESIDENTE

No. Questa mattina l'impegno non è stato contestato e io ho rispettato lo stesso portando l'ordine del giorno all'attenzione dell'aula. C'è stata la discussione sull'ordine del giorno, adesso siamo in discussione generale.
La parola al Consigliere Riba per dichiarazione di voto.



RIBA Lido

Mi sembrano sorprendenti gli argomenti portati dalla collega Cotto non me ne volere, Mariangela.
Il mio Gruppo avrà circa una cinquantina di proposte di legge che i Presidenti delle Commissioni, a cominciare dalla seconda, non hanno neanche messo in discussione. Quindi, da questo punto di vista, chiuderemo con una situazione che prima non si era mai verificata: il lavoro fatto che non ha avuto neanche l'opportunità di essere utilizzato come traccia per una valutazione.
In queste condizioni, il minimo che può fare l'opposizione di tanto in tanto è avere un attimo di attenzione sulle questioni poste anche da noi anziché su quelle poste soltanto dalla Giunta attraverso una conduzione che oggi trovo ulteriormente sorprendente, da parte del Presidente.
Non posso più sperare che da parte della Presidenza ci sia un atteggiamento di sensibilità verso tutte le esigenze, le valutazioni, le proposte e le richieste avanzate dai Gruppi Consiliari, il mio per primo.
Siamo in una situazione che, certamente, crea disagio: a me ne crea moltissimo.
Avrei voluto chiudere le partite che avevamo detto di chiudere e non trovarmi di fronte all'improvvisazione.
Presidente, lo dico per l'ennesima volta, non si può improvvisare la discussione dell'ordine del giorno, abbiamo diritto di conoscere almeno un giorno o due in anticipo gli argomenti in discussione per potervi partecipare con un'adeguata predisposizione dei nostri argomenti e strumenti.
Il self-service di un ordine del giorno infinito non costituisce più una condizione per alcuna garanzia, neanche di serietà della discussione e in questo, vedo un ulteriormente dissolvimento del senso dell'istituzione.
Su questo punto, do ragione al Consigliere Ghiglia, se ci sono due questioni condivise, si affrontano, ma se sono veramente urgenti e un Gruppo ripete che non condivide, che non può o che non c'è, allora, se non è condiviso quello, non è condiviso niente. Così siamo arrivati all'esasperazione della situazione perché, a tutt'oggi, si sta andando in quella direzione. Il Presidente continua a fare il self-service degli argomenti. Voi, giustamente, dite di riconoscere soltanto i vostri. Noi diciamo che anche i nostri hanno legittimità dopo aver esaminato i vostri cinghiali compresi. Abbiamo sentito anche ad una filippica del Presidente Ghigo che spiega agli artigiani che a causa nostra non riceveranno i soldi come previsto.
Insomma, oggi, mi sembra che si sia smarrito notevolmente il senso dell'istituzione e non credo lo si possa recuperare continuando così.



PRESIDENTE

Credo che l'aula possa concludere l'esame di questo ordine del giorno oppure possiamo convocare i Capigruppo.
La parola al Consigliere Chiezzi per fatto personale.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, chiedo la parola per fatto personale, ma decido subito di lasciar risuonare gli insulti nelle bocche dalle quali sono uscite per il seguente motivo: agli insulti si può anche rispondere, ma non certo questa volta perché sono proprio fuori luogo.
Condivido le osservazioni dei Consiglieri Rubatto e Cotto circa la disattenzione con la quale spesso si lavora in quest'aula. L'ho richiamato più volte: si lavora male, con disattenzione e in fretta e questo è causa di molti guai, anche quelli in cui incorrono oggi i Consiglieri Rubatto e Cotto insultando il sottoscritto.
Per quale motivo?



PRESIDENTE

Non ho colto alcun insulto, credo che nessun intervento possa essere considerano tale.



CHIEZZI Giuseppe

Sì, andiamo a rileggere i verbali. Sono stato insultato, ma non rispondo.
Ho già detto che non rispondo, più di così cosa devo fare? Non mi faccia rispondere.
Lo sbaglio in cui incorrono i colleghi distratti è il seguente: l'ordine del giorno in merito all'ospedale di Casale è stato sottoposto a quest'aula nella giornata di lunedì. Quando ho espresso in aula le poche parole che il Presidente mi lascia dire, ho segnalato la situazione dell'Ospedale di Casale e ho chiesto, insieme ad altri provvedimenti l'inserimento all'ordine del giorno dei lavori del Consiglio di questo ordine del giorno, senza chiederne la discussione, ma già da lunedì ho segnalato ai colleghi un'esigenza.
Consigliere Rubatto, se dormiva, non è colpa e, se era distratto neppure.



PRESIDENTE

Nessun collega dorme!



CHIEZZI Giuseppe

Però, se per caso dormiva e se era distratto non è colpa mia.
Consigliere Rubatto, successivamente - ieri - ho chiesto - quindi, una seconda volta - di spostare questo punto all'ordine del giorno dalla posizione a) alla posizione aa) e l'aula non ha acconsentito.
Consigliere Rubatto, ieri, per la seconda volta, l'aula era a conoscenza del fatto che un collega sottolineava, a suo giudizio l'esigenza di discutere e di votare un ordine del giorno.
Questa mattina - ogni tanto sono d'accordo con il Presidente - ho riproposto - era quasi ovvio - la questione perché la ritenevo urgente.
Riproponendola, l'aula ha acconsentito. Quindi, l'insulto che voi mi avete propinato è tale in quanto non vi è stata alcuna prevaricazione da parte del sottoscritto, semmai, vi è stata una disattenzione da parte vostra.
Per cortesia, quegli insulti continuino a vibrare nella vostra bocca perché avete svolto un'attività di provocazione indebita nei miei confronti, perché se non si voleva discutere l'ordine del giorno di Casale non si faceva e io non ho effettuato alcuna forma di pressione o di arbitrio.
Mi dispiace che due colleghi, che stimo e ai quali, personalmente voglio anche bene, in aula, tirino fuori queste panzane.
Grazie.



PRESIDENTE

Credo che per l'utile prosecuzione dei nostri lavori sia opportuna una brevissima sospensione per audire i colleghi Capogruppo e, immediatamente dopo, riprendere i lavori.
Chiederei all'aula la cortesia di attendere non più di dieci minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 18.45 riprende alle ore 18.51)


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Dopo una serie di contatti informali, si è deciso di concludere con un voto l'ordine del giorno n. 1132, che ci eravamo impegnati ad affrontare e successivamente, di affrontare soltanto i seguenti tre argomenti: punto 82): Esame proposta di deliberazione n. 688: "Programma pluriennale di interventi per l'impiantistica sportiva 1999-2001 in attuazione della legge regionale 22 dicembre 1995, n. 93 'Norme per lo sviluppo dello sport e delle attività fisico-motorie'" punto 50): Esame proposta di legge n. 561: "Regolamentazione sulla terapia elettroconvulsivante, la lobotomia prefrontale e transorbitale ed altri interventi simili di psicochirurgia" punto 21): Esame proposta di legge n. 382: "Interventi regionali in materia di usura" (richiamata in aula ai sensi dell'art. 34 del Regolamento).


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione) - Personale del servizio sanitario

Esame ordine del giorno n. 1132 relativo al reparto di cardiologia dell'Ospedale S. Spirito di Casale Monferrato (seguito)


PRESIDENTE

Pertanto pongo in votazione l'ordine del giorno n. 1132, di cui ho già dato lettura.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 11 voti favorevoli, 1 contrario e 14 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 6 Consiglieri).



(Intervento fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

L'ho detto prima: il punto 82) riguarda la proposta di deliberazione n.
688, avente per oggetto il piano di interventi 1999-2001.


Argomento:

Inversione punti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Pongo in votazione la proposta di inversione dei punti all'o.d.g., per esaminare ed approvare la proposta di deliberazione n. 688.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'inversione è approvata con 25 voti favorevoli.
Avendo constatato dall'esito della votazione la mancanza del numero legale (Consiglieri n. 26) aggiorno i lavori alle ore 19.30.
(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Ma non basta che siano impegnati in altre cose, devono essere in aula.
Se non sono in aula, mi dispiace, la regola può essere dura, ma è così.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Il nostro Regolamento, ai sensi dell'art. 53, comma 4, prevede mezz'ora.



(La seduta, sospesa alle ore 18.57 riprende alle ore 19.24)



PRESIDENTE

Possiamo riprendere i lavori.
Dobbiamo riportare all'attenzione dell'aula l'inversione dell'ordine del giorno per passare subito all'esame del punto 82) all'o.d.g. Ricordo che occorre la maggioranza semplice dei votanti.
Se i colleghi nei corridoi, a differenza della volta precedente ritengono di partecipare, si presentino nell'aula. Votiamo la proposta di portare al primo punto dei lavori il punto 82) proposta di deliberazione n.
688. Trarremo le dovute conseguenze.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale richiesto dal Consigliere Miglietti)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 27 hanno risposto SI' 27 Consiglieri Pongo in votazione le mozioni di inversione dell'o.d.g. per l'approvazione delle proposte di legge n. 561: "Regolamentazione sull'applicazione della terapia elettroconvulsivante, la lobotomia prefrontale e transorbitale ed altri simili interventi di psicochirurgia" e n. 382: "Interventi regionali in materia di usura".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Le mozioni sono approvate con n. 27 voti favorevoli.
Per cui il punto 50) all'o.d.g. viene portato al secondo punto e il punto 21) all'o.d.g. al terzo punto.


Argomento: Programmazione sportiva (impianti e attivita")

Esame proposta di deliberazione n. 688: "Programma pluriennale di interventi per l'impiantistica sportiva 1999-2001 in attuazione della legge regionale 22 dicembre 1995, n. 93" (Norme per lo sviluppo dello sport e delle attività fisico-motorie)


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della proposta di deliberazione n. 688, di cui al punto 82) all'o.d.g.
Sono stati presentati due fogli di emendamenti dalla Giunta regionale.
La parola all'Assessore Racchelli per l'illustrazione delle modifiche.



RACCHELLI Ettore, Assessore allo sport e tempo libero

Il senso delle modifiche alla deliberazione - approvata dalla Commissione - sono state discusse in Commissione con tutte le parti politiche e hanno trovato una condivisione di carattere generale.
In sostanza, la prima modifica è dettata sull'art. 2 dove si propone di aggiungere un comma che, in sostanza, ricomprende, per quanto riguarda gli interventi in conto capitale e in conto interessi, la possibilità, anche per le associazioni sportive senza personalità giuridica, di attingere ai finanziamenti stessi. Però, ponendo la condizione che queste piccole associazioni - spesso, sono quelle che necessitano maggiormente di questi contributi - siano affiliate al CONI o a delle federazioni o, comunque, ad enti di promozione sportiva. Questo, dal punto di vista generale garantisce, la copertura della personalità giuridica nei confronti dell'ente che eroga il finanziamento stesso.
L'altra modifica riguarda l'art. 3: è un comma aggiuntivo.
Per quale motivo all'art. 3, dove sono rappresentate le varie azioni di intervento, all'azione 1), dopo il comma d), abbiamo aggiunto il comma e)? Pur pensando che l'adeguamento degli impianti esistenti, cioè il miglioramento e la possibilità di utilizzo degli impianti stessi, sia ricompreso nella dicitura esistente al comma b), crediamo che sia più opportuno specificare anche la direzione, perché gli impianti sportivi spesso, sono non dotati di spazi per l'accoglienza e, soprattutto, per la socializzazione. Per cui è necessario per poter ampliare, nell'ambito della gestione, le proprie capacità di intervento e, quindi, anche la propria capacità finanziaria, per realizzare aree di servizio, centri di ristoro e di aggregazione a completamento del centro sportivo stesso.
La precisazione ci sembra dovuta, anche perché come riportato nella dicitura può essere ricompreso, ma può anche non essere specificato.
All'art. 4, nell'ambito degli interventi in conto interessi per gli enti pubblici, abbiamo inserito una differenziazione importante perch abbiamo voluto privilegiare gli enti pubblici montani.
Per quale motivo? Crediamo che la montagna necessiti di un'attenzione maggiore e di interventi a sostegno degli investimenti, caratterizzati anche dalla volontà o dall'obiettivo di mantenere nelle zone montane il maggior numero possibile di abitanti, portando l'intervento finanziario all'1,8% sugli oneri finanziari.
Abbiamo anche pensato di privilegiare gli enti pubblici che hanno stipulato la convenzione per la gestione con i privati, aumentando, in questo caso, l'intervento a sostegno degli oneri finanziari all'1,5% e mantenendo invece l'1% per tutti gli altri interventi, anche per gli interventi sui privati, come era nel precedente piano triennale.
Questo piano ha anche inserito la possibilità per le associazioni sportive di ottenere interventi in conto capitale - spesso, sono quelli più necessari per sistemare le piccole associazioni.
Questo è rappresentato nell'ambito dei vari commi che vanno modificati con un contributo pari al 40% massimo del progetto che non può superare i 300 milioni.
Il tutto in merito all'azione 1) e all'azione 3).
L'azione 1), come potete vedere, è caratterizzata, nell'ambito degli impianti sportivi, dall'abbattimento delle barriere architettoniche dall'adeguamento alle norme di sicurezza degli impianti esistenti, dal miglioramento e dalla manutenzione straordinaria degli impianti dall'acquisto delle attrezzature sportive e, a seguito dell'emendamento accennato precedentemente, dalla realizzazione di aree di servizio nei centri stessi.
Mentre sull'azione 2), la lettera d), voi potete vedere gli interventi volti a sostenere la realizzazione di impianti per i dei disabili.
Qui, abbiamo voluto incrementare l'intervento della Regione stessa oltre il 40%, arrivando fino al 70%.
Crediamo che questo intervento debba accollarselo la Regione Piemonte perché la realizzazione di impianti, per la pratica dello sport indirizzati ai disabili deve essere all'attenzione della legislazione regionale e, quindi, necessita di un intervento finanziario regionale.
In merito all'azione 6), avente per oggetto: "Interventi di impiantistica di interesse nazionale e internazionale", è stata inserita la possibilità di intervenire con il 40% della spesa ammissibile, che non pu superare i 300 milioni massimi.
Abbiamo attivato la fideiussione, che già esisteva nella legge regionale n. 93/95, ma, in questo caso, l'abbiamo attivata con l'intervento massimo del 30%.
Questi sono gli interventi discussi approfonditamente nell'ambito della Commissione con tutte le parti politiche ed erano stati condivisi da tutti in quanto erano i punti qualificanti della proposta stessa.
Per accelerare la discussione in aula era stato chiesto di presentare gli emendamenti in aula, perché il piano è triennale (1999/2001) e, se non viene approvato, tutto le domande presentate nell'ambito del 1999 non potrebbero trovare un'adeguata risposta.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Con l'autorizzazione del Presidente e il permesso dei colleghi chiederei all'Assessore un'integrazione in questo senso: perché nella deliberazione non è indicata la cifra disponibile? Viene citata la dotazione di una capitolo, ma rimane nella penna la cifra disponibile.
In relazione a questo, quale comunicazione aggiuntiva, le chiederei Assessore, se ci può illustrare a grandi linee quale parte delle richieste pervenute - nell'esperienza di gestione dell'Assessorato, nel vecchio piano triennale - soddisfa percentualmente la cifra che non compare nella deliberazione.
Cioè, con la cifra storicamente consolidata, nella gestione dell'Assessorato, lei ha potuto vedere che, lungo il percorso indicato dai vari articoli, a grandi linee, soddisfa il 100, il 90, l'80, il 60% le richieste? Oppure l'Assessorato è costretto a scegliere, quindi, a pesare diversamente e a concorrere soltanto parzialmente alle necessità? Perché a seconda delle due fattispecie, nel caso in cui non si possa corrispondere al 100%, cosa che mi sembrerebbe più probabile, ma non escludo che sia diverso, gli ampliamenti della base di utenza e dei tipi di intervento concorrerebbero ulteriormente a rendere sempre più parziali questi contributi. Siccome lei propone di ampliare i servizi generali (aprire un bar o un ristorantino), prima, dal mio punto di vista, si dovrebbe privilegiare l'impianto sportivo, poi, se ci saranno ancora disponibilità finanziarie, si aprirà anche il bar. Rinunciare ad un impianto sportivo per aprire il bar in un impianto sportivo esistente è una scelta che potrebbe essere discutibile.
Concordo con lei quando dice di aprire anche alle società sportive che non sono di diritto privato; aprire, in questo senso, vuol dire comunque dedicare risorse, che sono d'accordo a dedicare, in misura minore, ad altro.
Chiedo all'Assessore se questo appesantirebbe molto o poco la situazione.
Oggi, noi approviamo la deliberazione n. 688, che all'art. 1, comma 3 recita: "La Regione, secondo gli indirizzi del presente programma individua gli interventi da ammettere ai contributi regionali di cui al comma precedente".
Forse, si potrebbe correggere "la Giunta regionale", perché mi sembra sia la Giunta regionale a svolgere questo lavoro.
Questo lavoro sarà svolto nel 2000 o no? Non lo so, ma siccome leggo: "individua gli interventi", o li individua domani mattina o nel 2000 individua gli interventi da ammettere nel 1999; quindi, le chiedo di spiegarci come organizzerà i lavori.
Un'ultima questione: siccome il programma è triennale - non consideriamo il ritardo oggettivo e le polemiche, che poi analizzeremo - e il 2000 è l'anno elettorale, lei ritiene giusto, a questo punto (dicembre 1999), far arrivare questo programma pluriennale al 2001? Non sarebbe più corretto fermarci al programma 1999, che è già terminato, e per quanto riguarda il 2000 lasciare alla Giunta che verrà il compito di riprendere la cadenza triennale? Perché non propone un cadenza biennale, dato che i fondi lei li ha soltanto sul 1999, poi, se faremo il bilancio, li avremo sul 2000? Si potrebbe lasciare alla prossima amministrazione la libertà di un programma triennale che parta dal 2000, oppure c'è qualche altra ragione? Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore allo sport e tempo libero

La prima risposta riguarda il piano triennale: è la legge che ci impone tale piano.
Per quanto riguarda le altre domande, innanzitutto, la dotazione finanziaria, rispetto agli interventi sul precedente piano triennale, era dettata da esigenze relative esclusivamente ai contributi in conto interessi sui finanziamenti accesi con il Credito sportivo. Lei consideri che, nel 1999 - mi pare - avevamo circa cinque miliardi e mezzo-sei su questo capitolo, l'anno scorso avevamo cinque miliardi e l'anno precedente avevamo quattro miliardi e mezzo.
Logicamente, nel bilancio di previsione sono stati previsti incrementi per quanto riguarda questo piano triennale, nell'ottica dei quindici miliardi per l'anno 2000 e nove miliardi per l'anno 2001.
Questo perché? Per quanto riguarda i contributi in conto capitale per le associazioni sportive (per gli interventi minimi), è prevedibile ci sia un incremento della spesa, però, è anche ipotizzabile che, nell'ambito delle azioni del piano triennale, ci siano progettualità che, chiaramente non si verificheranno nel mese di gennaio o di febbraio, ma nell'arco del 2000 o del 2001, verranno messe in cantiere, per far sì che alcuni grandi interventi possano essere realizzati.
Tutto questo presuppone il fatto che dal 2000 si cominci a pensare ai piani triennali, anche nell'ambito della programmazione di bilancio, che ricomprendano un circolo virtuoso che porti le varie annualità a poter sopportare interventi finanziari programmati in più anni.
Un altro problema riguarda il DDL n. 565 in itinere - lei qui oggi non ce l'ha perché in Commissione ci sono state alcune valutazioni - con il quale si vuole istituire un fondo di rotazione presso il Credito sportivo.
Perché questo? Perché, purtroppo, valutando l'iter delle pratiche degli anni passati, si è visto che l'iter è abbastanza lungo e genera una morìa generale di pratiche.
Cosa succede? Anche se è una questione che non riguarda questo piano pluriennale, le racconto cosa si verifica: questi iter sono molto lunghi e complessi e, a volte anche le rinunce date quando la pratica è già stata approvata dal Credito sportivo, e provocano la perdita del denaro man mano che si avanza, mentre, istituendo con questo DDL un fondo presso il Credito sportivo, si fa sì che la Regione depositi i soldi su questo conto per l'impiantistica sportiva e che il fondo non vada perso di anno in anno.
Quindi, i soldi che la Regione destina o destinerà in futuro all'impiantistica sportiva rimangono in un fondo effettivamente a disposizione per gli investimenti o per progettualità che l'impiantistica sportiva rappresenterà anche in anni successivi, in modo che la programmazione e la pianificazione di politica sportiva abbia un senso e una logica anche in termini prospettici più lunghi e non soltanto legata alle mensilità o all'annualità sulla quale si fa riferimento.
In questi due anni, abbiamo tentato di ridurre i tempi di attesa per la risposta; comunque, questo fondo rappresenta un elemento di continuità o comunque certezza nell'ambito della progettualità dell'impiantistica sportiva stessa e permette di non perdere i contributi che di anno in anno vengono inseriti sui capitoli dello sport stesso. Anche perché potrebbe arrivare il momento in cui il fondo, per varie necessità, dotato già di fondi cospicui, non necessiterebbe più, nell'ambito dei successivi bilanci di previsione, di ulteriori fondi, che, se non spesi, ingesserebbero un bilancio regionale che magari non ha necessità di essere utilizzato nell'ambito della novità stessa.



PRESIDENTE

La risposta è stata esauriente.
Passiamo all'esame dei seguenti emendamenti presentati dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Racchelli.
ART. 2 1) Emendamento presentato dall'Assessore Racchelli: all'art. 2, si propone l'aggiunta di un secondo comma: "2. Possono altresì accedere ai finanziamenti previsti dal presente programma, relativamente ai contributi in conto capitale di cui all'art. 4 comma 4 e comma 6, le Associazioni e Società sportive affiliate, da almetno un anno, alle Federazioni Sportive Nazionali ed agli Enti di Promozione Sportiva riconosciuti dal CONI, costituite senza scopo di lucro limitatamente alle Azioni 1 e 3 , lettera b) per interventi su impianti sportivi e/o su aree nella loro piena disponibilità (proprietà, affitto concessione, ecc.) per un periodo non inferiore a 5 anni a decorrere dal 1 gennaio dell'anno successivo a quello di presentazione della domanda di contributo ai sensi del presente programma. Per ottenere il finanziamento i soggetti di cui al presente comma dovranno dimostrare preventivamente la copertura dei costi di realizzazione del progetto per la parte eccedente il contributo regionale e indicare la data prevista di fine lavori. Il mancato rispetto della data prevista di fine lavori comporta la revoca del contributo. Rispetto alla data di fine lavori è ammessa una proroga dei termini solo per documentate cause di forza maggiore e per un periodo massimo di 6 mesi".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 35 voti favorevoli.
ART. 3 2 Emendamento presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Racchelli: all'art. 3 dopo il punto "d" inserire il successivo punto "e": "e) realizzazione di aree di servizio, centri di ristoro ed aggregazione a completamento del centro sportivo".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 32 voti favorevoli e 2 astensioni.
ART. 4 3) Emendamento presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Racchelli: all'art. 4 si propone la sostituzione del testo dei commi 3, 4, 5 e 6 con: "3. Per gli interventi compresi nelle azioni 1-2-3-4-5, ricadenti nei Comuni di cui all'allegato A della l.r. 2/7/99 n. 16 (Testo unico delle leggi sulla montagna), sono previsti contributi ad abbattimento dell'1,8 degli interessi sui mutui per gli enti pubblici; per gli interventi di enti pubblici o soggetti privati convenzionati con enti pubblici sono previsti contributi ad abbattimento dell'1,5% degli interessi sui mutui; per gli interventi a favore di soggetti privati sono previsti contributi ad abbattimento dell'1% degli interessi sui mutui.
4. Per gli interventi di cui all'azione 1 con costi di investimento fino a Lire 300.000.000 sono previsti, per i soggetti privati di cui all'art. 2 comma 1, lettera b) e comma 2, contributi in conto capitale fino ad un massimo del 40% della spesa ammissibile.
5. Per gli interventi di cui all'azione 2 lettera d) è previsto un contributo in conto capitale fino ad un massimo del 70% della spesa ammissibile il cui tetto massimo sarà stabilito con provvedimento della Giunta regionale.
6. Per gli interventi di cui all'azione 3 lettera a) e b) sono previsti contributi in conto capitale nella misura massima del 40% della spesa ammissibile per costi di investimento fino a Lire 300.000.000".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 32 voti favorevoli e 2 astensioni.
4) Emendamento presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Racchelli: All'art. 4 si propone la modifica del secondo periodo del comma 8 con la sostituzione della frase "nelle specificate Convenzioni regolanti la concessione del diritto di superficie temporaneo" con "nelle specifiche Convenzioni regolanti la concessione dei diritti reali".
La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Mi pare sia un emendamento al comma 4 dell'art. 4.



PRESIDENTE

E' in fondo. Sono le ultime tre righe di quel foglio che riporta l'art 2 e, poi, l'art. 4: si propone la modifica del secondo periodo del comma 8.
E' chiaro, Consigliere Miglietti?



MIGLIETTI Franco

Non so se chiedo la stessa cosa. Leggo la deliberazione: al comma 4 ...



PRESIDENTE

No, le ultime parole dell'art. 4, comma 8, in fondo.



MIGLIETTI Franco

All'art. 4, il comma 4 ...



PRESIDENTE

No, comma 8.
I commi 3, 4, 5 e 6 li abbiamo già votati sostituendoli. Dobbiamo soltanto più valutare l'emendamento proposto dalla Giunta che riguarda le ultime parole dell'art. 4.
Si richiede un'illustrazione da parte dell'Assessore.
La parola all'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore allo sport e tempo libero

Quando si attiva la fideiussione da parte della Regione per un terzo del valore e gli immobili sono di proprietà di un ente locale, i restanti due terzi della garanzia fideiussoria dovranno essere rilasciati dal soggetto pubblico e dal soggetto attuatore in misura ripartita tra di loro come da accordi evidenziati nelle specifiche convenzioni regolanti la concessione dei diritti reali di ognuno.
Nella concessione ci sono i diritti reali di ogni attore della convenzione stessa. Cioè, le fideiussioni, per la restante parte, devono essere fatte in capo ai soggetti attuatori in funzione della convenzione e con i reali diritti, nell'ambito della convenzione, i soggetti attuatori.
In sostanza, non può essere dato ad un altro. Le fideiussioni devono essere date dai soggetti in funzione alla convenzione stipulata e dei diritti reali che scaturiscono dalla convenzione stessa. E' una prassi dettata da una necessità legale, viene richiesta dal diritto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Vorrei capire esattamente il significato delle parole, perch normalmente, di fronte ai giudici, le parole cambiano senso.
Vorrei sapere se per quanto riguarda un Comune che stipula una convenzione con un'associazione sportiva, dando in gestione l'impianto comunale per oltre cinque anni qui è previsto che, come minimo, deve essere cinque anni, mi pare assolutamente logico, io avrei previsto anche quindici, ma vanno bene anche cinque anni - all'interno di questo comma viene individuato il diritto di fideiussione.
Se il Comune non concede la fideiussione, interviene la Regione in sostituzione del Comune che ha stipulato la convenzione, ma non concede la fideiussione se la Regione è in grado di sostituire il Comune nella convenzione? Voglio capire se vuol dire questo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore allo sport e tempo libero

Mi spiego meglio: la possibilità da parte della Regione di attivare la fideiussione è una questione acquisita, c'è già.
Qui, si tratta di regolamentare, cioè di dare l'interpretazione su quello che è rispetto alla fideiussione data dalla Regione, che è un terzo del valore, rispetto ai secondi due terzi.
Se, per avere un finanziamento, vi è la richiesta di una fideiussione globale, i restanti due terzi della fideiussione devono essere costituiti rispettando la convenzione che regola il diritto tra l'ente soggetto affittuario della struttura, che può essere il Comune, e l'attuatore, che può essere un'associazione sportiva.
In funzione della convenzione reale, che assegna i diritti reali agli attori della convenzione stessa, deve essere costituita la restante parte della fideiussione.
E' un fatto elementare, non può essere fatto altrimenti. Non è previsto che un terzo garantisca per conto dei due soggetti, che sono gli altri due attori della convenzione.
Non so se mi sono spiegato. E' un fatto che comunque ci viene richiesto così anche da parte del Credito sportivo.
Facciamo un esempio: ci sono i signori Bianchi, Rossi e Verdi. Se Bianchi dà un terzo di fideiussione, Rossi e Verdi devono dare gli altri due terzi, giusto? Allora, la fideiussione che danno Verdi e Rossi dovrà essere rispettosa dei diritti reali che sono riscontrabili nell'ambito della convenzione stipulata tra Rossi e Verdi, che sono gli attori principali della convenzione stessa. Cioè, il Comune, che è proprietario dell'immobile, e il soggetto attuatore, che è il gestore.



PRESIDENTE

E' chiaro.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Assessore, partiamo dal testo attuale da lei proposto. Per cortesia, ci spieghi perché lei cambia quel testo e non lo lascia tal quale. E' lei che presenta un emendamento.
Non capisco perché debba cambiare il testo vigente in deliberazione che, probabilmente, è il testo che deriva anche dai piani e dalle deliberazioni precedenti. Non capisco la necessità di cambiare quel testo lasciamolo com'è.



PRESIDENTE

Se posso fare una domanda anch'io.



CHIEZZI Giuseppe

Scusi, Presidente.
Anche perché il testo è chiarissimo; è chiara la concessione del diritto di superficie.
Afferma che un terzo della fideiussione è in carico alla Regione e poi, dice che gli altri due terzi, se vi è una concessione di diritto di superficie, vanno ripartiti tra i due enti: è chiaro.
Perché volete togliere il diritto di superficie e andare nel vago dei diritti reali? Da quali necessità siete partiti?



PRESIDENTE

La frase, all'inizio, dice: "Nel caso in cui l'intervento sia fatto su aree o immobili di proprietà", cioè su beni di proprietà.
Allora, probabilmente, nel finale, si deve inserire un concetto che ricomprenda anche la proprietà. In quel senso, credo vengano utilizzati i "diritti reali".
Questa è un'ipotesi, anzi, una domanda: è così?



CHIEZZI Giuseppe

Valutiamo se non sia il caso, Presidente e Assessore, di lasciare le parti libere di fare quello che credono. Perché dobbiamo specificare noi che i due terzi saranno pagati dai due soggetti? Dobbiamo proprio entrare nel merito della descrizione?



PRESIDENTE

Potrebbe anche toglierlo lei.



CHIEZZI Giuseppe

Togliamo tutto e diciamo che un terzo lo paga la Regione e i due terzi lo devono pagare gli altri, secondo gli accordi che interverranno.



PRESIDENTE

Intende massimo un terzo? Non c'è un ulteriore obbligo per la Regione?



CHIEZZI Giuseppe

Non c'è.



PRESIDENTE

Credo che si potrebbe anche ...



CHIEZZI Giuseppe

Poi, stipulino quello che credono.



PRESIDENTE

Se dovessero emergere ulteriori necessità, dato che questa è soltanto una deliberazione, non so, non voglio suggerire nulla, ma mi pongo delle domande.



RACCHELLI Ettore, Assessore allo sport e tempo libero (fuori microfono)

Nella precedente dicitura vi era esclusivamente ...



PRESIDENTE

Assessori, cortesemente, stiamo parlando di un provvedimento.
La parola al Consigliere Miglietti per un chiarimento.



MIGLIETTI Franco

Io cosa preferirei? E' nei desideri individuali, quindi, non coinvolge nessuno.
Ritengo che se il mutuo viene stipulato in base ad una convenzione tra un'associazione o una società qualsiasi, senza fini di lucro, e se non interviene la fideiussione totale da parte del Comune o dell'Ente pubblico concedente la convenzione, dovrebbe farsene carico in toto la Regione.
Vi spiego il motivo.
Se un'associazione, senza fini di lucro, senza fondi, senza capitali rientra nel quadro della partecipazione volontaria e spontanea dell'attività sportiva, ricreativa, assistenziale, sociale - tutto quello che volete, ce n'è una fila che non finisce più - qualcuno dovrebbe farsi carico della fideiussione.
Se un'associazione riconosciuta, affiliata - lo stato giuridico non è neanche previsto nella Legge n. 93, è stato introdotto qui, ma non so a quali fini, poi lo vedremo - che non ha una lira, vuole fare un intervento accollandosi l'onere delle rate e degli interessi del mutuo, non capisco perché non possa farlo.
Non potrà farlo perché nessuno gli concederà la fideiussione e non troverà i due terzi perché la Regione interviene soltanto per un terzo.
Quindi, tutta quella miriade di volontariato presente sul territorio sta fuori.
Aspetti, Assessore, mi lasci terminare.
Chi saranno coloro che interverranno? Saranno coloro che troveranno l'accordo nella concessione in uso dell'impianto sportivo o ricreativo quello che sarà - e se ne farà carico il Comune. Allora, questi saranno a posto.
Troveranno copertura le società - vorrei capire se avranno oppure no fini di lucro - che avranno i loro beni da impegnare o un giro di affari tale da poter ottenere la fideiussione per l'importo dei due terzi, sul quale non interviene la Regione. Quindi, sono due realtà totalmente diverse.
Invece, sarei molto più favorevole se si andasse verso quella miriade importantissima, presente sul nostro territorio, dell'associazionismo vero di volontariato, che per aprire un bar o un ristorante non prendono una lira, ma utilizzano i proventi dell'attività stessa per non chiedere contributi all'ente pubblico; si pagano il mutuo, il rimborso del mutuo e non danno una lira a nessuno perché tutto viene svolto nel volontariato.
Perché dobbiamo impedire queste realtà per favorire, invece, quelle che hanno altri fondi e altre attività? Io difendo queste realtà, qualche altro difenderà le altre.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore allo sport e tempo libero

Nella precedente dicitura erano specificati quali parametri esclusivamente i diritti di superficie temporanei. Questo non basta, perch nella convenzione ...



RACCHELLI Ettore, Assessore allo sport e tempo libero

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



RACCHELLI Ettore, Assessore allo sport e tempo libero

Lasciamo così. Perché dobbiamo cambiare? Se ci spiega il motivo del cambiamento, si cambia, ma, se non c'è un motivo, perché emendare?



RACCHELLI Ettore, Assessore allo sport e tempo libero

Poi, lo posso anche ritirare, non mi cambia la vita. Ma il codice prevede che ci siano le rispondenze rispetto ai diritti reali, non solo ad un parametro, che sono i diritti di superficie temporanei.
Questo è quello che dice la logica, perché i diritti di superficie temporanei sono ricompresi nei diritti reali. I diritti reali di una convenzione possono essere più del diritto di superficie temporaneo. Per cui è necessario che questo venga ricompreso su tutti i diritti reali presenti nella convenzione e non soltanto un diritto reale che è il diritto di superficie temporaneo. E' questo: tutti i diritti reali che sono ricompresi nella convenzione.
Questo è quello che ci dice la legge, poi, se lo vogliamo togliere possiamo anche procedere in tal senso.
Se costituiscono un diritto reale, posso fare un intervento; se non ho il diritto reale e avanzo richiesta di fideiussione rispetto ai diritti reali ricompresi nelle convenzioni, non lo posso fare: nessuno mi concederà mai una fideiussione.
Come può un ente chiedere una fideiussione se non è tutto ricompreso rispetto ai diritti reali ricompresi nella convenzioni stesse.



PRESIDENTE

L'Assessore insiste sull'emendamento n. 4, lo possiamo portare in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 26 voti favorevoli e 5 astensioni (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
Pongo pertanto in votazione l'intera deliberazione così emendata, il cui testo verrà trascritto sul processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 30 voti favorevoli e 2 astensioni.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Esame proposta di legge n. 561: "Regolamentazione sull'applicazione della terapia elettroconvulsivante, la lobotomia prefrontale e transorbitale ed altri simili interventi di psicochirurgia"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della proposta di legge n. 561, di cui al punto 50) all'o.d.g.



SUINO Marisa, relatrice

Ricordo al Consiglio che sono relatrice insieme alla Consigliera Cotto diamo per letta la seguente relazione: "- La terapia elettroconvulsivamente, meglio conosciuta come elettroshock, è da tempo in discussione sia per gli aspetti che attengono il campo scientifico che per quelli che toccano il campo dei diritti umani e della dignità della persona.
Organismi scientifici e politici nazionali ed internazionali hanno espresso sulla materia importanti provvedimenti a vario titolo. Elenchiamo per la loro rilevanza i seguenti: la Risoluzione in merito al tema dei diritti umani in ambito psichiatrico ed in particolare le risoluzioni 52/53 del 14 dicembre 1978, 45/92 del 14 dicembre 1990 e 2/17 del 22 dicembre 1991; la Risoluzione 1991/46 del 5 marzo 1991 della Commissione dei diritti umani dell'ONU; la Risoluzione 1991/29 del 31 maggio 1991 del Consiglio economico e sociale dell'ONU; il Trattato europeo STE n. 5 del 4 novembre 1950 artt. 5 e 17 ed il suo Protocollo n. 11 STE n. 155 deliberato in data 11 maggio 1994; il Rapporto dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa n. 1235 del 15 marzo 1994, doc. 7040 sulla psichiatria e diritti umani; le Linee guida per la corretta applicazione della terapia elettroconvulsivante redatte dalla Regione Emilia Romagna; la Circolare della Regione Friuli Venezia Giulia; gli Ordini del giorno del Consiglio regionale del Piemonte n. 782 del 7 luglio 1998 e n. 476 del 7 luglio 1997 approvati all'unanimità.
Ricordiamo infine che le Linee guida sulla terapia elettroconvulsivante emanate dal Ministero della Sanità con Circolare del 15 febbraio 1999 e trasmesse a tutte le Regioni sono esecutive nel regolamentare l'applicazione del trattamento in oggetto.
Riteniamo pertanto necessario che la Regione Piemonte emani una legge che espliciti con determinazione quanto già regolato dal Codice Deontologico e dalle Linee guida ministeriali con il mirato intento di aderirvi completamente.
Con questo spirito la IV Commissione propone unanimemente la legge che regolamenta l'applicazione della terapia elettroconvulsivante, la lobotomia prefrontale e transorbitale ed altri simili interventi di psicochirurgia in tutte le strutture pubbliche e private.
L'art. 1 riprende le finalità istitutive più significative contemplate dallo Statuto della Regione Piemonte.
L'art. 2 richiama i principi fondamentali di riferimento previsti e deliberati dagli organismi nazionali ed internazionali.
L'art. 3 stabilisce la garanzia che su tutto il territorio regionale sia applicato il consenso informato a tutela della dignità e dei diritti della persona.
L'art. 4 definisce i limiti entro i quali può essere prevista l'applicazione della terapia elettroconvulsivante ed esplicita il divieto in tutte le strutture regionali, di utilizzo della lobotomia prefrontale e transorbitale nonché di simili interventi.
L'art. 5 richiama la deontologia medica.
L'art. 6 prevede il monitoraggio e la sorveglianza onde prevenire usi impropri, considerando la non univocità dei dati di letteratura e le discordanze che caratterizzano il dibattito sulla terapia elettroconvulsivante nella comunità scientifica".
Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 32 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 32 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 3.1) Emendamento presentato dalle Consigliere Suino e Cotto: il comma 2 dell'art. 3 è sostituito dal seguente: "2. Nei casi in cui esista una limitazione della capacità del paziente nel comprendere l'informazione e nell'esprimere il consenso, si applica la vigente normativa civilistica in tema di capacità di agire delle persone".
La Giunta regionale si dichiara favorevole.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 32 voti favorevoli.
Si procede alla votazione per alzata di mano dell'art. 3, così emendato, a norma dell'art. 44, secondo comma dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 32 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 32 L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 32 L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 32 L'art. 6 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 hanno risposto SI' 30 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Industria (anche piccola e media)

Esame proposta di legge n. 382: "Interventi regionali in materia di usura" (richiamata in aula ai sensi dell'art. 34 del Regolamento)


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della proposta di legge n. 382, di cui al punto 21) all'o.d.g., che credo sia ampiamente conosciuto e condiviso.



(Intervento fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Con calma!!



(Intervento fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Nell'intero testo si parla di Commissario straordinario del Governo per il Coordinamento delle iniziative antiracket. Nel frattempo, quel Commissariato è diventato Commissario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura. Questo è un emendamento formale, ma non possiamo ...



(Intervento fuori microfono della Consigliera Simonetti)



PRESIDENTE

Inizio dagli emendamenti. Questo è un emendamento formale, se me li trasmette ...
Credo che questo possa essere votato perché è un emendamento che prende semplicemente atto di come si chiama adesso l'istituto governativo.
Lo posso portare in votazione?



(Intervento fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

No, è solo il cambio di nome.



(Intervento fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Benissimo.
La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Lei, come Presidente del Consiglio, è a conoscenza del fatto che ancora oggi vi sono banche che praticano l'usura, applicando interessi dal 16 al 18% sulla concessione di fidi in conto corrente e applicando gli interessi trimestralmente: cosa si intende fare nel merito? Noi, con questa legge, integriamo il fondo nazionale per quanto riguarda l'aiuto alle vittime, ma l'Osservatorio sul fenomeno dell'usura quando riceve segnalazioni di questo tipo, ha la facoltà, per la legge istitutiva dello stesso, di intervenire nel merito senza coinvolgere direttamente colui che è colpito dall'usura?



PRESIDENTE

No, il nostro Osservatorio non è istituito con legge, ma con una deliberazione, e svolge compiti di monitoraggio.



MIGLIETTI Franco

Non ha compiti di tutela?



PRESIDENTE

No.



MIGLIETTI Franco

Ha soltanto compiti di monitoraggio.



PRESIDENTE

La tutela compete alla Magistratura e al Governo. L'Osservatorio non ha questi compiti, non può averli. La nostra è un'attività complementare all'attività dello Stato.



MIGLIETTI Franco

Ho capito.



PRESIDENTE

Questo è un aspetto penale e, pertanto, non è di competenza della Regione.



MIGLIETTI Franco

Sicuramente, ne sono a conoscenza.
Questo vuol dire che chi viene colpito dall'usura si rivolge direttamente all'autorità competente, quindi alla polizia giudiziaria, o altrimenti, è un problema suo?



PRESIDENTE

L'Osservatorio ha un'attività complementare rispetto a quello che dice lei, perciò se colui che si ritiene vittima dell'usura si rivolge all'Osservatorio avrà l'indicazione dell'autorità dello Stato alla quale rivolgersi.



MIGLIETTI Franco

Ha notizia di come deve formulare la denuncia penale?



PRESIDENTE

Certo, ci sono notizie di questi fatti; se vengono comunicate ovviamente, vengono trasmesse all'autorità competente.



MIGLIETTI Franco

Va bene.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Scusi, Presidente, lungi da me il frenare, il 30 dicembre, alle ore 20.21, questa crociata di impegno, però mi pare che questo provvedimento abbia un significato molto ampio, sul quale credo molte forze politiche vogliano confrontarsi in maniera completa e profonda. Se non ci fossero emendamenti o discussioni nel merito, bensì un voto unanime e una convergenza sul testo di legge, sarei anche disposto a pensare che sarebbe giusto entrare nel merito del provvedimento e votarlo, ma credo che in questo momento l'aula non sia attenta e non sia al completo, quindi sarebbe meglio rinviare l'esame del provvedimento al primo Consiglio che si terrà a gennaio, non è il rinvio di un anno, ma è il primo Consiglio di gennaio.



PRESIDENTE

No. Credo che il provvedimento sia di altissima civiltà e si tratta soltanto di integrare dei fondi. Il provvedimento è ampiamente conosciuto in quanto era stato deliberato dalla Commissione. L'emendamento prende semplicemente atto di un cambio di denominazione: credo che in pochi minuti potremo concludere il nostro esame con tutta l'attenzione possibile.
Proseguiamo con l'esame dell'articolato e degli emendamenti.



PRESIDENTE

ART. 1 1.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: all'art. 1 sostituire "libera arte e professione" con "attività".



(Intervento fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Mi permetto di richiamare l'attenzione. Questo emendamento è ancora più ampio e, poiché l'usura colpisce le attività, credo sia un utile contributo.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è accolto con 32 voti favorevoli.
1.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: all'art. 1, comma 2, sostituire "può integrare" con "integra".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è accolto con 33 voti favorevoli.
1.3) Emendamento presentato dal Presidente Deorsola: nell'intero testo del PDL 382 le parole "Commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket" sono sostituite da "Commissario per il coordinamento delle iniziative antiracket ed antiusura".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è accolto con 33 voti favorevoli.
Si proceda alla votazione per alzata di mano dell'art. 1, così emendato, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 33 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano dell'art. 2, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 33 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano dell'art. 3, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 33 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano dell'art. 4, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 33 L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano dell'art. 5, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 33 L'art. 5 è approvato.
ART. 6 6.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti: all'art. 6 cancellare: "e per la diffusione di una cultura indirizzata all'uso consapevole del denaro, secondo criteri definiti dalla Giunta regionale".
L'emendamento, se accolto, renderebbe l'articolo del seguente tenore: "La Regione può altresì erogare a favore delle Fondazioni e delle Associazioni legalmente riconosciute per la prevenzione del fenomeno dell'usura e iscritte nell'elenco istituito presso il Ministero del Tesoro" perciò abbiamo la garanzia del Ministero del Tesoro - "contributi per iniziative a favore delle vittime dell'usura".
Si propone di eliminare "e per la diffusione di una cultura indirizzata all'uso consapevole del denaro secondo criteri definiti dalla Giunta regionale, sentito l'Osservatorio regionale sul fenomeno dell'usura".
Chiederei di mantenere questi contributi per la diffusione di una cultura indirizzata all'uso consapevole del danaro.



(Intervento fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Dato che l'uso consapevole del denaro è uno dei principi in cui il governo centrale, che è non in linea con il governo regionale, ha tutta una sua attività ...



(Intervento fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

"L'uso consapevole del danaro" è il principio su cui si basa la lotta all'usura.
Quello che lei ritiene di non condividere sono i "criteri definiti dalla Giunta"?



(Intervento fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Togliamo i "criteri".
La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Presidente, comunicandole che siamo d'accordo su questo emendamento, ci permettiamo di aggiungere questo elemento di riflessione: considerato che la legge dello Stato prevede quale criterio la cultura indirizzato all'uso consapevole del denaro, di conseguenza, la nostra proposta, che comunque è ad integrazione, può anche non esplicitarlo, perché, di fatto, fa riferimento a una legge dello Stato.
Grazie.



PRESIDENTE

Chiudiamo la discussione in merito alle vittime dell'usura e accogliamo questo emendamento.
"Sentito l'Osservatorio regionale sul fenomeno dell'usura" resta, però.
Propongo di accogliere l'emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 33 voti favorevoli.
Si proceda alla votazione per alzata di mano dell'art. 6, così emendato, a norma dell'art. 44, secondo comma dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 33 L'art. 6 è approvato.
ART. 7 7.1) Emendamento presentato dal Presidente Deorsola: l'art. 7 è sostituito dal seguente: "Art. 7.
1. All'onere derivante dall'applicazione della presente legge si provvede con opportuno stanziamento delle leggi di bilancio".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è accolto con 33 voti favorevoli.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 hanno risposto SI' 31 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Intervengo per chiedere al Presidente su cosa verteranno i lavori del Consiglio di domani.



PRESIDENTE

La domanda è pertinente, ma credo di aver colto la volontà di non effettuare il Consiglio.



CHIEZZI Giuseppe

No, nessuna volontà. Il Consiglio è convocato per domani; chiedo, a verbale, di cosa si discuterà.



PRESIDENTE

Io sarò qui alle ore 9.30, a meno che i Colleghi mi comunichino diversamente. C'è ancora un ampio ordine del giorno: proseguiremo sui punti nell'ordine in cui sono.



CHIEZZI Giuseppe

Domani alle ore 9.30, va bene.



PRESIDENTE

No, abbia pazienza, questo si verificherà nell'ipotesi in cui si effettui il Consiglio.
Adesso chiederò ai Capigruppo presenti se domani garantiranno la presenza. Comincio dai Capigruppo di maggioranza.



CHIEZZI Giuseppe

Sì, certo, il Gruppo Comunista sarà presente al completo.



PRESIDENTE

Se si garantisce una presenza adeguata. Il Consiglio è stato convocato non è stato formalmente sconvocato.
Scusate, siamo in chiusura dei lavori della giornata! Domani, ci sono le condizioni per svolgere utilmente i lavori?



CHIEZZI Giuseppe

Certo. Perché no? Non si capisce perché no.



PRESIDENTE

Diciamocelo per una forma di riguardo tra persone.



CHIEZZI Giuseppe

Certo, per noi ci sono le condizioni.



(Commenti in aula)



CHIEZZI Giuseppe

Consigliera Cotto, la provocatrice è lei: sconvocate il Consiglio. Il Consiglio è convocato, noi ci presentiamo alle ore 9.30. Se qualcuno vuole sconvocare il Consiglio, agisca.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

A nome del mio Gruppo, invito il Presidente a sconvocare il Consiglio.



PRESIDENTE

Il Consiglio è convocato, non c'è bisogno ...



PAPANDREA Rocco

A sconvocare il Consiglio, perché ritengo assurdo venire qui domani mattina se manca il numero legale, con la presenza, insieme alla nostra che però è anche remunerata, del personale, il che mi pare assurdo.



PRESIDENTE

Faccio un rapido sondaggio fra i Consiglieri.
La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Presidente, condivido quanto ha detto il Collega Papandrea. A nome del mio Gruppo, le chiedo di non effettuare il Consiglio domani mattina, mi pare il minimo che possiamo fare per il personale.



PRESIDENTE

La parola alla Vicepresidente Minervini, che interviene in qualità di Consigliera.



MINERVINI Marta

Mi associo a quanto detto dalla Consigliera Suino e dagli altri. A nome dall'Ufficio di Presidenza e di tutto il Consiglio, vorrei ringraziare e fare gli auguri al personale.
Grazie.



PRESIDENTE

Collega, questo lo facciamo dopo.



MINERVINI Marta

Io l'ho fatto per conto mio.



PRESIDENTE

Ti ringrazio per averlo fatto anche a nostro nome.
Silenzio, per cortesia! Devo sapere dai Capigruppo presenti se domani ci sono le condizioni per effettuare o meno il Consiglio, per rispetto anche dei collaboratori.
La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Penso non ci siano le condizioni: ieri, nella riunione dei Capigruppo si è deciso di terminare oggi. Di conseguenza, tutti sanno che domani la seduta non si terrà.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Griffini.



GRIFFINI Massimo

Hanno detto che non ci sono le condizioni.



PRESIDENTE

Ritengo che non ci siano le condizioni, per cui sconvoco il Consiglio di domani. Informerò i colleghi assenti della decisione assunta.
In chiusura di questo travagliato anno e di questa travagliata riunione, desidero ringraziare, non solo per la capacità dimostrata, ma anche, a volte, per la pazienza dimostrata nei confronti di noi Consiglieri e dell'aula, indistintamente tutto il personale e auguro a tutti voi un felice 2000.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 20.39)



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