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Dettaglio seduta n.435 del 29/12/99 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta alle ore 15.05.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Angeli, Bellingeri, Farassino Pazé, Racchelli, Rosso, Salerno, Viglietta.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Esame disegno di legge n. 571: "Sottoscrizione di nuove azioni della Società di gestione Aeroporto di Cuneo Levaldigi S.p.A."


PRESIDENTE

Si riprendono i lavori con il punto 9) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Angeleri, che ha facoltà di intervenire.



ANGELERI Antonello, relatore

Do per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: Signor Presidente, Signori Consiglieri la I Commissione ha esaminato e approvato nella seduta di giovedì 23 settembre 1999 il disegno di legge n. 571 relativo a "Sottoscrizione di nuove azioni della società di gestione Aeroporto di Cuneo S.p.A.".
Con tale provvedimenti la Regione intende consentire un adeguato sostegno finanziario per l'ammontare e l'accrescimento degli impianti societari. I nuovi conferimenti permetterebbero l'acquisizione delle attrezzature di rampa, l'informatizzazione delle procedure di assistenza aeromobili, l'avvio di corsi di formazione del personale sulla prestazione di tutti i servizi di assistenza a terra (autobotte per rifornimento di carburante avio sotto borgo, gruppo di avviamento, gruppo pneumatico, etc.
etc.).
La Regione con la maggioranza dei soci garantisce la liquidità necessaria alla realizzazione degli interventi liberati dall'Assemblea straordinaria della Società di gestione dell'Aeroporto di Cuneo-Levaldigi S.p.A. in data 25 marzo 1997. L'aumento di capitale da lire 8.037 milioni a lire 12.055 milioni inoltre ha altresì una valenza di carattere generale volta alla creazione del sistema aeroportuale piemontese. Gli oneri previsti ammontano a lire 524.160.000.
La I Commissione ha licenziato tale testo e lo rimette all'Aula per la sua approvazione, sottolineandone l'urgenza".



PRESIDENTE

Passiamo alla discussione di ordine generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Riba; ne ha facoltà.



RIBA Lido

Intervengo per sollecitare l'Assessore competente (in questo caso non so se è l'Assessore Casoni o Masaracchio) perché sia esposto al Consiglio il quadro delle partecipazioni alla composizione del capitale della società.
La relazione del Consigliere Angeleri è succinta, nel senso che dà per scontata una conoscenza più approfondita degli elementi che configurano lo stato patrimoniale e le ragioni della perdita. Sono invece chiare le ragioni della sottoscrizione, perché riguardano la necessità di mantenere invariato il capitale; a seguito dell'aumento di capitale rimane invariata la partecipazione della Regione? Se avessi questo chiarimento, riterrei necessario e preliminare un mio brevissimo intervento sul merito.



PRESIDENTE

Consigliere Riba, desidera un'illustrazione da parte della Giunta?



RIBA Lido

Desidero che da parte della Giunta ci sia una breve illustrazione della composizione del capitale azionario della società.



PRESIDENTE

La Consigliera Simonetti chiede la verifica del numero legale.


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

Si proceda, mediante procedimento elettronico, alla verifica del numero legale.



PRESIDENTE

Si constata la presenza del numero legale, essendo presenti in aula n.
28 Consiglieri ed in congedo n. 9 Consiglieri.
La Giunta fornisce le indicazioni richieste dal Consigliere Riba.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Opere pubbliche

Esame proposta di legge n. 459: "Modifica alla l.r. 21 marzo 1984, n. 18 'Legge generale in materia di opere e lavori pubblici'" (richiamata in aula ai sensi dell'articolo 34 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della Proposta di legge n. 459, di cui al punto 10) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Saitta, che ha facoltà di intervenire.



SAITTA Antonino, relatore

Presidente e colleghi, la proposta di legge n. 459, esposta ai colleghi Consiglieri che intendono sottoscriverla, è molto semplice, ed è il risultato dell'esperienza che molti di noi del Gruppo Popolare, ma non soltanto, abbiamo fatto come amministratori.
L'esperienza maturata come amministratori comunali ci fa fatto constatare che l'esistenza del CROP normalmente rappresenta un rallentamento nell'esecuzione delle opere pubbliche. E' sufficiente valutare quanti progetti il CROP (Comitato Regionale Opere Pubbliche) ha esaminato, l'importo e il tempo che ha impiegato, per rendersi conto che questo organismo esprime solo dei giudizi formali sui progetti.
Sapete sicuramente che il CROP esamina progetti di circa 1000 miliardi all'anno, e i tempi di attesa, per avere il visto e il parere, vanno dai sei mese a un anno. E' sufficiente tenere conto di questi due elementi (1000 miliardi; sei mesi, un anno di attesa) per rendersi conto del danno economico creato dall'esistenza di questo organismo.
La nostra proposta trae origine sicuramente da questa esperienza, ma soprattutto, trae origine dalla legge n. 59 e dal d.lgs. 112, laddove stabilisce, in modo esplicito, che ogni ente deve avere la competenza piena e totale sulle opere pubbliche che si intendono approvare.
Nella relazione sono chiari i riferimenti, e in modo particolare al d.lgs. 112. In sostanza, occorre dare attuazione al principio contenuto nel capo quinto del d.lgs. n. 112 del '98, in attuazione della Legge Bassanini n. 59, che stabilisce le funzioni di valutazione tecnica dei progetti di opere pubbliche e la competenza delle opere. Infatti, il d.lgs. 112 dice: "Lo Stato per le sue opere, le Regioni e gli Enti locali con proprie strutture e per le loro".
Si tratta di applicare questo principio.
La proposta che abbiamo presentato, obiettivamente, ha le caratteristiche di una forte radicalità, nel senso che propone l'abolizione completa e totale del CROP. Sapevamo i limiti di questa proposta, ma c'interessava provocare la discussione e arrivare a un testo di legge che tenesse conto anche di alcuni aspetti, in qualche maniera positivi dell'esperienza del CROP. Le strade sicuramente potevano essere diverse.
Tutte le Regioni italiane, indipendentemente dall'appartenenza politica e dalle maggioranze, hanno elevato l'importo delle opere pubbliche esaminate dal CROP; l'hanno fatto prima del d.lgs. 112. Noi, invece interveniamo con il d.lgs. 112 che stabilisce il principio della separatezza. Abbiamo ritenuto che questo principio dovesse essere applicato in modo radicale: gli enti locali e gli enti pubblici nel momento in cui approvano i progetti, si assumono anche la responsabilità tecnica che, in qualche maniera, avrebbe dovuto esprimere il CROP. Il CROP non sempre esprime delle valutazioni di merito, molto spesso svolge solo i controlli di carattere formale, soprattutto per opere pubbliche di modesta dimensione.
Credo, allora, che i suggerimenti che l'Assessore ha proposto con gli emendamenti presentati e che abbiamo avuto modo di guardare, in qualche maniera sono utili, in quanto viene prefigurato un meccanismo da noi condiviso. Il CROP non viene abolito, come anticipava la proposta del Gruppo dei Popolari, ma viene mantenuto soltanto per le opere pubbliche regionali e di interesse regionale, definiti tali nei Programmi. Questo mi pare un fatto importante. Il CROP diventa un organo tecnico della Regione per le proprie opere, quindi si attua il principio espresso nel d.lgs. 112: la Regione dà la valutazione tecnica sulle opere pubbliche che sono di sua competenza. Quindi è giusto che il CROP resti come Comitato per le opere pubbliche di interesse regionale.
L'Assessore Cavallera ha inoltre proposto che il CROP dovrebbe anche mantenere un ruolo per le opere di carattere igienico-sanitario (le fognature, gli acquedotti e i depuratori), perlomeno fino all'entrata in vigore degli ambiti previsti dalla Legge Galli. Nella proposta, quindi, è indicato anche questo fatto. Da queste proposte diverse cosa viene fuori? Il CROP continua ad esistere per le opere pubbliche di interesse regionale e per le opere di carattere igienico-sanitario fino alla costituzione delle autorità d'ambito e non più per tutte le altre opere pubbliche, cioè quelle piccole opere che creano tanti problemi ai comuni nel momento in cui il Consiglio li approva. D'altronde, i controlli sono tanti: il progettista, il collaudatore ecc., ecc. Bisogna introdurre un principio di responsabilità, nel senso che il collaudatore e il progettista, nel momento in cui appongono la firma, devono assumersi la responsabilità completa per la progettazione e per il collaudo.
Per le opere che restano di competenza del CROP, comprese quelle di carattere igienico-sanitario, che sono più di un terzo, resta il principio che abbiamo suggerito e che l'Assessore condivide: introdurre un meccanismo che consenta al CROP di esprimersi in tempi veloci. Abbiamo previsto semplicemente l'applicazione della Legge n. 241, ossia l'introduzione del principio del silenzio-assenso dopo 60 giorni; il tempo che scatta dal momento in cui la documentazione è completa e non è stato interrotto il tempo, attraverso magari una insufficienza documentazione presentata che può essere rilevata dagli Uffici; cioè, nel momento in cui il CROP esprime un parere su queste opere, bisogna che venga introdotto un qualche principio di sollecitazione. E' evidente che la scadenza dei 60 giorni pu anche essere superiore. E' un elemento che deve essere valutato soprattutto da parte dell'Assessore sulla base del funzionamento degli uffici. Cioè se il CROP, così snellito, ha il tempo di esprimere un giudizio e un parere di carattere tecnico nei sessanta giorni, oppure bisogna prevedere un tempo più lungo. E' una valutazione di carattere tecnico che non sono in grado di poter fare. Mi appello ai colleghi del Consiglio per far sì che questa nostra proposta sia approvata. E' importante che ciò avvenga e che ci sia la disponibilità completa e totale da parte dei colleghi.
Credo che questo aiuterebbe tantissimo l'economia complessiva della Regione Piemonte, perché permetterebbe di recuperare gli investimenti (1000 miliardi) fatti in un anno. Gli enti locali e gli amministratori sanno quanto questo è estremamente utile.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO



PRESIDENTE

Dopo l'illustrazione della legge, passiamo al dibattito generale.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Ringrazio il relatore e presentatore di questa legge. Voglio sollevato un problema relativo all'analisi del funzionamento di questo Istituto previsto dalla legge n. 18, in materia di opere e lavori pubblici.
Il CROP è un Istituto nato per dotare il territorio di uno strumento di analisi, di verifica e di coordinamento delle opere pubbliche. La sua istituzione è stata di notevole importanza e, secondo il mio punto di vista, lo è ancor di più oggi, perché il nostro territorio, sul quale sovente si interviene in modo non corretto, ha sempre più bisogno di attenzioni, di cautele e di coordinamento.
Sono passati quindici anni dall'istituzione del CROP, credo che una verifica funzionale, una sua correzione e un suo aggiornamento possa vedere un consenso molto ampio in linea di principio.
In sostanza, il mio Gruppo esprime la volontà, nel momento in cui si decide di modificare o, addirittura, abrogare il CROP, come proponeva in un primo momento il collega Saitta, di dedicare molta più attenzione al mantenimento delle funzioni in capo al CROP.
Il nostro Gruppo ritiene che nessun regalo debba essere fatto al "partito del cemento", quantomeno da fare in fretta e senza controlli. Il nostro obiettivo è quello di analizzare il funzionamento del CROP e correggerlo.
Chiediamo, come finalità, che restino in capo al CROP tutte le verifiche e i coordinamenti che possono essere fatti in relazione alla tutela del territorio. Indichiamo, inoltre, che la strada della riforma deve tenere conto del fatto che fra l'esecuzione delle opere e l'impianto sul territorio c'è un nesso stretto.
In che modo giungere a questa riforma? La strada possibile è quella di modificare questo Istituto, previa un'analisi puntuale del modo, del metodo, dell'obiettivo e del funzionamento di questo Istituto dalla sua nascita ad oggi o, almeno, negli anni di questa legislatura.
Prima di modificare l'Istituto occorre verificare quali difetti e quali pregi di funzionamento ha avuto: quante pratiche ha esaminato e che giudizio dà l'Assessore sull'adeguatezza della struttura, del personale delle competenze, dei tempi e dei carichi di lavoro.
Si analizzano, con una relazione, i pareri espressi per ogni settore di competenza. Sarebbe particolarmente interessante conoscere il merito dei pareri espressi per ciascuna opera: quante volte il parere espresso è stato di approvazione semplice degli elaborati forniti, quindi un parere considerato formale; quante volte il parere è stato espresso dopo aver richiesto delle modifiche progettuali e quante volte queste modifiche progettuali sono state effettivamente inserite nei progetti. Questi dati sono fondamentali per capire se, in questi anni, il CROP ha utilizzato le proprie competenze per migliorare i progetti o, viceversa, se questo compito di verifica non burocratica, ma di merito dei progetti, ha prodotto delle modifiche e dei miglioramenti dei progetti stessi.
Se dovessimo scoprire che il CROP non ha mai richiesto nessuna modifica ad alcun progetto, il ragionamento da fare su questo Istituto per il passato e anche per il futuro sarebbe di un certo tipo. Se, viceversa verifichiamo che, nella maggioranza dei casi, i pareri che il CROP ha espresso hanno portato a modifiche nei progetti, allora il ragionamento sul funzionamento del passato e, di conseguenza, nelle proposte future del CROP sono di altro genere.
Questa materia, almeno per quanta riguarda il mio Gruppo, può essere affrontata con un'analisi - non è un compito dell'aula, anche se non ci sottraiamo - fatta dalla competente Commissione, con la presenza dell'Assessore e di tutti i funzionari dei vari settori.
E' un lavoro che suggeriamo di fare in sede di Commissione per non impegnare tutta l'aula; tra l'altro, i funzionari non possono relazionare.
Non so se l'Assessore è in grado di relazionare su tutti questi aspetti.
Personalmente, dopo aver effettuato questo esame, non sono alieno a qualsiasi tipo di soluzione, da quella più radicale a quella della conservazione dell'Istituto.
Si può, a seguito di questo lavoro, abrogare il CROP, costituirne uno nuovo, modificare con emendamenti quello esistente, però, chiediamo di poter ragionare su dei dati certi, cioè sullo stato delle attività svolte dal CROP nell'ultimo periodo legislativo, dal '95 a oggi.
Da questo trarremo fonte di orientamento per decidere il da farsi: abroghiamo, modifichiamo o sostituiamo del tutto questo organismo, elemento da non escludere.
Non vi è solo l'abrogazione o la modifica, vi è anche la riprogettazione. Tenendo conto delle leggi di riforma dello Stato, si pu anche mettere in cantiere una riforma ex novo e non semplicemente modificativa.
La proposta che faccio è sostenuta - mi rivolgo al Presidente del Consiglio - anche materialmente dai documenti che abbiamo. Infatti, la relazione sulla legge dice testualmente: "Con questa proposta di legge si intende abrogare il CROP". La legge, giunta in aula, è formata da quattro articoli: in due articoli si sopprimono due commi, sostituendoli con altri due molto sintetici; nell'articolo 3 si abrogano quattro commi di un articolo e nell'articolo 4 si abrogano 8 commi.
Una legge che, nella sua sinteticità, è molto chiara e univoca: si abrogano dei commi e degli articoli e, di conseguenza, si abroga tutta l'istituzione del CROP dalla A alla Z. Si può essere favorevoli o meno, ma il contenuto di questa legge, richiamata in aula, è questo. Mi hanno consegnato una serie di emendamenti, presentati per questa legge, che ove fossero approvati, realizzano una finalità del tutto diversa da quella compresa nella legge richiamata in aula. Snaturano totalmente la legge proposta.
In termini di sostanza costituiscono una nuova proposta di legge, che non ha nulla a che vedere con la finalità della prima, che proponeva l'abrogazione dell'Istituto. Con questi emendamenti si cancella la legge di abrogazione di questo Istituto e se ne propone un'altra.
Ho a memoria situazioni grosso modo di questo genere, concluse con il ripristino di un percorso autonomo per proposte di legge che sono tali e che non possono essere viste come emendamenti a un'altra legge. Una discussione di questo genere è venuta fuori in casi anche meno chiari di questa, quando analizzavamo proposte di legge complesse che venivano emendate notevolmente. Si sottolineava il fatto che un emendamento quando è ripetuto molte volte può configurare una nuova legge, ma non ricordo di aver avuto a che fare con una situazione così netta.
In questo caso è proprio lampante ed evidente che non si emenda una legge, ma se ne fa un'altra. Voglio sentire il parere dei colleghi, dato che non vi è nessuna ostilità ad affrontare questo tema seriamente (quindi portando il tema in discussione e in votazione), perché si devono evitare dei comportamenti che permettono a chicchessia di introdurre degli emendamenti a una legge che sostituiscono la legge con un'altra, senza procedere con tutti i passaggi amministrativi che le nostre leggi e i regolamenti prevedono. Penso che sia necessario analizzare il fatto nella sostanza e nella forma, perché non si può cambiare sostanzialmente una legge facendo finta di emendarla.
Chiedo che si ripristini un percorso lineare e che si possa discutere questa questione in Commissione con dei percorsi assolutamente privilegiati, in modo che emergano i contenuti e si possa lavorare al meglio per la soppressione del CROP, come propone il Consigliere Saitta, o per la modifica del CROP, come propone il Consigliere Gallarini, o per qualsiasi altra soluzione, purché ci sia un'analisi seria.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Ho chiesto la parola prima che il collega Chiezzi finisse il suo intervento, perché avrei voluto illustrare l'emendamento, che è molto corposo e non è solo di facciata (l'abbiamo concordato ovviamente con la Giunta, con l'Assessore Cavallera e con il collega Saitta, che ha proposto il progetto di legge che stiamo discutendo), perché riteniamo che su un argomento così delicato occorre muoversi con molta prudenza.
Alla luce di quanto ha detto il collega Chiezzi, mi sembra che ci troviamo di fronte ad una richiesta duplice: l'una, cosiddetta di sostanza anche se la sostanza probabilmente è un po' tutto quello che stiamo discutendo, anche se è compito dell' Assessore, in questa sede e in ultimo in Commissione, elencare la casistica della vita del CROP anche solo - come ha detto il Consigliere Chiezzi - di questa legislatura. Sicuramente pu essere utile avere un quadro generale della situazione, prima di affrontare la discussione.
Tutti, in quest'aula, sappiamo quali sono le motivazioni politiche per le quali si è ritenuto partire da una proposta di legge, nata in modo autonoma da un gruppo consiliare, e poi si è voluto, non dico contemperare ma introdurre, in accordo con la Giunta, un emendamento che consentisse di individuare un percorso che potesse avere uno sbocco positivo; quindi, la necessità, sulla quale tutti concordiamo, di modificare il modo di essere del CROP così com'è stato in questi anni.
Ho avuto la fortuna di presiedere il CROP per sei anni, mentre facevo l'Assessore - non voglio sottrarre spazio all'Assessore Cavallera - ma vorrei esporre delle considerazioni maturate in prima persona nel corso di questi sei anni.
Sono personalmente molto critico nei confronti del CROP così com'è oggi: è sicuramente un Istituto, sotto molti aspetti, fuori dalla realtà di oggi. Probabilmente quando fu ideato rappresentò qualcosa di innovativo, ma nel giro di tre mesi cambiano radicalmente determinate situazioni. Questo ci offre il mondo di oggi. E' un Istituto che, sostanzialmente, risale a una ventina di anni fa, anche se qualche correzione o qualche assestamento c'è stato; tuttavia l'impianto e l'impalcatura sono vecchi e obsoleti, non più in sintonia con le esigenze di oggi.
Il Consigliere Chiezzi vuole che il CROP abbia la possibilità di tutelare il territorio. Ritengo che sia una finalità nobile, ma doveva essere perseguita venti anni fa attraverso alcuni mezzi. Oggi come oggi anche per la mia esperienza, posso dire che quasi mai il CROP entra nel merito del progetto: si limita sostanzialmente a fare un esame molto burocratico e formale delle normative, ecc.
Ci sono, del resto, quegli appesantimenti, al quale faceva riferimento il Consigliere Saitta e che tutti abbiamo vissuto o dall'interno o come indotto del CROP, vivendo all'interno degli enti locali, che fanno sì che si aspettino mesi o, qualche volta, anni prima che il CROP esprima un parere: purtroppo i tempi, le necessità e le strutture sono quelle che sono. Il CROP ha dei grossi problemi, quindi siamo convinti del fatto che vada modificato.
Abbiamo prestato, prudentemente, la nostra firma ad un emendamento che condividiamo e che va nella direzione di calibrare la modifica del CROP cercando di coniugare alcune esigenze di modifica, anche se questa non pu essere radicale, perché anche noi condividiamo il principio che una qualche tutela debba restare in capo al CROP: il territorio, il controllo circa una omogeneità di comportamenti amministrativi. Tutto ciò affinché garantisca ai comuni ed ad altri enti, cioè enti che non hanno né la struttura tecnica né le risorse umane necessarie (dal segretario comunale ad altre forme di funzionariato), una correttezza amministrativa.
Mi rendo conto probabilmente che il mio intervento era nato per dire alcune cose, ma è servito per dirne altre. Non so cosa ne pensi Consigliere Saitta, ma ritengo che sia necessario forse un minimo di filtro con corsie privilegiate; per quanto ci riguarda privilegiatissime, perché non intendiamo venire meno agli impegni di carattere politico. Infatti, avevo preso l'impegno, in Commissione prima, ma soprattutto ai Capigruppo, di agevolare un progetto di legge che consentisse di arrivare ad una modifica equilibrata del CROP.
Siamo disponibilissimi, come Gruppo, a delle corsie il più possibile privilegiate per mantenere fede a questo impegno, perché correttezza così vuole; però un passaggio del genere sarà difficilmente evitabile.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Ho ascoltato con attenzione sia l'intervento del Consigliere Saitta primo firmatario della proposta di legge, sia l'intervento del collega Chiezzi: entrambi, peraltro, hanno una notevole esperienza e una vita amministrativa spesa in questi settori. Se non sbaglio, il Consigliere Chiezzi era Assessore alle opere pubbliche al Comune di Torino, per cui certamente ha esperienza in questo settore. Il collega Saitta, invece, ci porta la sua esperienza di Sindaco: si tratta, quindi, di esperienze maturate sul territorio e nel tempo.
Ho ascoltato con altrettanta attenzione l'intervento del collega Gallarini, anche se non ricordavo che era stato, per tanti anni, Presidente del CROP. Direi che, a questo punto, abbiamo le diverse sfaccettature del problema. Tutti riconoscono che questo è un problema reale, nel senso che siamo di fronte a un organismo istituto molti anni fa.
Mentre ascoltavo i colleghi che intervenivano, mi veniva in mente che di fatto, ci sono numerosi organismi che operano ancora nella Regione Piemonte e che il tempo ha reso, non inutili, ma obsoleti e, in alcuni casi, hanno prodotto anche danno (non intenzionalmente ovviamente).
Mi veniva in mente, ad esempio, il Comitato Tecnico Urbanistico, che fu istituito dall'allora legge Astengo, che aveva un'importanza, che ha e pu avere un'importanza molto grande per i profili di un coordinamento; oppure il CORESA, un campo completamente diverso - quello della sanità - che talvolta ha determinato delle lungaggini e dei tempi di attesa anche estremamente elevati.
Pur non essendo un'esperta del settore, ma avendo ascoltato gli interventi e conoscendo i profili di carattere generale di questo Istituto credo che anche il CROP risenta di queste due questioni. Sono organismi istituiti in tempi molto lontani, quando una serie di interventi, in questa materia, non erano nemmeno immaginabili. Penso, per esempio, alla materia dei finanziamenti da parte della Comunità Europea per le opere pubbliche di alcuni settori; oppure il fatto che, nel corso degli anni, le competenze dei Comuni sono aumentate.
I finanziamenti dei comuni hanno probabilmente anche dei percorsi e delle procedure diverse e, pertanto, risentono, nella loro azione e nelle loro esigenze, di bisogni in parte diversi.
Non ritengo che il problema del CROP sia un fenomeno isolato, perch abbiamo, nella Regione Piemonte - non so se i colleghi che hanno più storia sono d'accordo - diversi Istituti che sono invecchiati nel tempo: è questo prevalentemente il problema.
Nel contempo invece i Comuni, come enti, sono cresciuti, nel senso che il piccolo, il medio e il grande Comune vuole rivestire una capacità di intervento, di progettualità e un livello di autonomia che nel tempo è cresciuto. Pertanto, dobbiamo trovare un equilibrio tra queste diverse sfaccettature del problema, perché ha assunto un carattere istituzionale diverso.
Credo, peraltro, che non si debbano sprecare le competenze e le esperienze messe in campo dai colleghi intervenuti prima di me. Sono stati presentati degli emendamenti, a firma del collega Gallarini, che, per ovvie ragioni, sono stati concordati con l'Assessore Cavallera, quindi rappresentano anche un punto di vista tecnico-amministrativo e di esperienza. Un monitoraggio di esperienza che non possiamo e non dobbiamo trascurare, perché si tratta di alleggerire le competenze del CROP e di renderle più consone ai tempi, ma bisogna farlo senza un colpo di spugna definitivo. Il CROP è un Istituto che può essere aggiornato e che, nel tempo, ha anche dato qualche frutto.
Non so cosa deciderà il Consiglio, ma vale la pena fare un ulteriore punto di aggiornamento di tutte queste posizioni, perché non mi sembra che ci sia un'assoluta incompatibilità tra queste posizioni.
Mi sembra che quanto ha detto il collega Chiezzi deve essere approfondito. Lo stesso contenuto di questi emendamenti ha una ragione e non vuole vanificare un Istituto, ma intende modernizzarlo sulla base di un monitoraggio delle esperienze, delle competenze e della realtà degli enti locali, rispetto a un comparto, quello delle opere e dei lavori pubblici che è importantissimo e che domina la vita dei piccoli e medi comuni.
Mi appello alle competenze dei colleghi che sono stati più protagonisti di me in questa materia, in modo da vedere, insieme alla Giunta, perché in questo caso la Giunta ha un proprio compito specifico, se riusciamo a creare un momento più avanzato di riflessione per modificare qualcosa che a nostro avviso, deve e può essere modificato senza stravolgere o completamente annullare gli effetti positivi di un coordinamento che pu essere ancora messo in campo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Rilevo che dall'esordio della discussione sono emersi degli elementi di convergenza maggiori rispetto a quelli che, per certi versi, mi aspettavo e temevo, nel senso che è riconosciuta la necessità di procedere ad una profonda revisione di questa materia.
Mi pare che il collega Saitta ha espresso, nella sua relazione, una condivisione degli elementi di apporto e di valutazione di merito che sono intercorsi in questo periodo di gestione informale della partita, perch non c'è stato un varo in Commissione rispetto alla proposta iniziale.
Il collega Saitta ha valutato l'opportunità di ripensare al CROP e di esimere, da quel tipo di passaggio, quegli atti che vivono quella procedura come essenzialmente di controllo burocratico, a prescindere da un dato di sostanza che è riferito al merito delle grandi impostazioni delle opere pubbliche.
Prendo atto che l'Assessore Cavallera - se ho capito bene - ritiene che alcune opere pubbliche hanno bisogno di questo intervento di controllo regionale per le attività che superano, per la loro dimensione, la portata del soggetto che in ultima analisi è quello titolare, cioè quello del Consiglio Comunale. In effetti, il Principio di Sussidiarietà, da una lato ci impone di considerare il Consiglio comunale come l'Ente definitivo per molte opere, dall'altro lato, il carattere sovracomunale e generale di alcune opere, richiede che esista, in ogni caso, un soggetto capace ed abilitato ad intervenire.
Ho sottolineato questo aspetto, perché mi sembra che esistono degli elementi di convergenza sulla necessità-opportunità di revisione del CROP e non più di eliminazione tout court del CROP. Credo, in ogni caso, che su questo punto ci sia già stata un'opera di avvicinamento tra le posizioni espresse dalla legge e quelle apportate dalla discussione finora fatta.
Mi sembra che anche il collega Chiezzi abbia sottolineato una volontà in questa direzione, ponendo problemi di metodo, di tempo e di procedura.
Trattandosi di un'opera di un certo rilievo, chiedo, Presidente, una sospensione di pochi minuti. Ritengo opportuna una valutazione all'interno dei Gruppi del centro-sinistra, per formulare una proposta di procedura o per continuare la discussione.



PRESIDENTE

Visto il modo e lo stile della discussione, se non ci sono opposizioni particolari da parte degli altri Gruppi, concedo dieci minuti di sospensione per valutare la proposta di procedura.



(La seduta, sospesa alle ore 16.17 riprende alle ore 17.03)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Sull'ordine dei lavori.


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Dato che avevo richiesto la sospensione, vorrei proporre un'ipotesi di procedura sui lavori. L'Assessore Cavallera si è dichiarato disponibile ad esporre la relazione adesso. Vorremmo acquisire la relazione scritta, così domani mattina avviamo la discussione e concludiamo questo argomento.
Richiediamo un ulteriore emendamento sull'eliminazione del principio del silenzio-assenso.
Mi pare che i promotori degli emendamenti si sono dichiarati disponibili, e anche questo emendamento lo vorremmo acquisire stasera prima di sospendere su questo punto. Il dibattito è inteso, se il Presidente consente, sulla base della relazione, che ci consentirete di avere a disposizione fino a domani mattina, per poi poter riprendere e concludere questo punto. Nel frattempo, se abbiamo ancora un po' di tempo a disposizione, possiamo iniziare con l'illustrazione della relazione per l'esercizio provvisorio. Queste sono le mie ipotesi sull'ordine dei lavori.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Opere pubbliche

Esame proposta di legge n. 459: "Modifica alla l.r. 21 marzo 1984, n. 18 'Legge generale in materia di opere e lavori pubblici'" (richiamata in aula ai sensi dell'articolo 34 del Regolamento interno del Consiglio regionale) (seguito)


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della Proposta di legge n. 459, di cui al punto 10) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore ai lavori pubblici e tutela del suolo

Grazie, Presidente. Questa proposta di legge, da parte mia, è intesa come una proposta di legge "ponte". Una legge che, in sostanza, anticipa quello che era già avviato.
E' necessario, a questo punto, puntualizzare la situazione nel campo dei lavori pubblici, tenendo conto delle Leggi Quadro nazionali che riguardano il comparto dei lavori pubblici e, in modo particolare, tutto quello che è la riforma dal punto di vista amministrativo del settore pubblico, ad iniziare dallo Stato, per arrivare agli enti locali attraverso le Leggi Bassanini, che costituiscono una legislazione di principio a cui ancorare tutte le altre normative di settore nazionale e regionale.
Per quanto riguarda la legge sui lavori pubblici, dobbiamo sottolineare che anche in questo provvedimento così importante (Merloni bis e Merloni ter di imminente pubblicazione) che regola i lavori pubblici, il legislatore nazionale ha costituito l'Autorità sui lavori pubblici, che si articola poi nell'Osservatorio nazionale, nell'Osservatorio regionale sui lavori pubblici, ed ha particolarmente sottolineato l'importanza del prezziario per le opere pubbliche.
In sostanza, si delinea un sistema in base al quale, salvo particolare necessità di pareri - di cui dirò successivamente - ma sostanzialmente, in via ordinaria è responsabile dell'approvazione del progetto il soggetto procedente, al quale, preventivamente, il sistema deve fornire tutta una serie di documentazione e di riferimenti precisi, dai prezzi alle regole al Regolamento sui lavori pubblici, come anche l'alta sorveglianza attraverso un'autorità. E' diritto e dovere delle stazioni appaltanti di ricevere passo passo l'avanzamento delle cose, e quindi la comunicazione attraverso delle schede, dell'avvenuto bando di gara, delle assegnazione e così via.
Tutta questa partita doveva decollare dal primo gennaio 2000, ma è stata prorogata di due mesi e decollerà dal primo marzo 2000.
Pertanto, ci troviamo in un quadro sostanzialmente modificato, nel quale le Regioni cambiano anche contemporaneamente il ruolo. E' stato anche raggiunto un accordo tra Regioni e Autorità sui lavori pubblici, in base al quale è inutile che l'Autorità si articoli sul territorio con propri terminali o proprie strutture operative, in quanto tutte le Regioni hanno deciso di convertire i propri Osservatori sui lavori pubblici (banche dati e altro). Ogni legge regionale li aveva organizzati in un certo modo; qui vengono tutte razionalizzati e unificati dal punto di vista del sistema e addirittura, è prefigurata una quasi dipendenza funzionale dell'unità operativa, che noi abbiamo individuato, di controllo e di vigilanza sui lavori pubblici, regionale alle dipendenze funzionali dell'Autorità sui lavori pubblici.
Quindi controlli più penetranti, possibilità di avere una comparazione a livello territoriale, più ampia, e a livello nazionale un'autorità vera e propria. Addirittura è sorta una polemica tra gli operatori ministeriali e quelli dell'Autorità, perché c'era di mezzo anche un certo dislivello retributivo.
In sostanza, questo Osservatorio regionale dovrebbe svolgere funzioni di assistenza e di consulenza alle amministrazioni che devono impostare i progetti, ma per quale ragione? Perché, se era giustificato all'inizio dell'avvio della Regione Piemonte, in assenza di un corpus legislativo complessivo che veniva formandosi, proprio nel momento in cui si andava anche sviluppando la progettazione articolata da parte di tutti gli Enti locali, superando quello che trent'anni fa era il ruolo fondamentale del Genio civile, oggi come oggi, ci troviamo di fronte ad una situazione di grande articolazione di migliaia e migliaia di progetti, anche in Piemonte approntati ogni anno, per cui vederli a "babbo morto", ovvero a cose fatte crea grosse diseconomie nel momento in cui fosse necessario modificare sostanzialmente il progetto. E' quindi necessario attrezzarci per prevenire e dare delle precise direttive, oggi possibili.
Apro una parentesi. Oggi come oggi abbiamo approvato nella nostra Regione la legge sulla valutazione dell'impatto ambientale, per cui quella che poteva essere una preoccupazione di impatto sul territorio, che prima era sostanzialmente affidata alla fase di approvazione dei progetti, oggi vede già una sua specifica tutela e un suo percorso ben preciso.
La progettazione, in sostanza, va di pari passo con la valutazione di impatto ambientale. Noi sappiamo che la valutazione di impatto ambientale la si fa sulla base del progetto preliminare o sulla base del progetto definitivo con degli effetti di tipo diverso, per cui in quella sede l'autorità competente in materia ambientale esprimerà il suo parere, a cui farà seguito l'iter esecutivo del progetto, cioè quello che in sostanza interessa per l'affidamento dei lavori, che seguono la sua dinamica.
Credo che se noi non valutassimo tutti questi aspetti non potremmo alla fine trarre delle conclusioni di quadro, nelle quali collocare le modifiche che stiamo discutendo.
Ripeto: Autorità sui lavori pubblici, nuova disciplina sui lavori pubblici, articolazione dell'autorità negli osservatori regionali concentrazione negli osservatori regionali di tutti gli adempimenti che le stazioni appaltanti devono fare verso l'autorità.
Nel mese di novembre abbiamo fatto una battaglia con l'Autorità sui lavori pubblici perché volevano che si mandasse tutto a Roma, in attesa che si costituissero gli osservatori regionali. Invece, tutte le Giunte regionali, in quindici/venti giorni, hanno deliberato, articolando le strutture, e ci siamo resi disponibili. Questo rivaluta anche il ruolo delle Regioni stesse, le qualifica ed evita doppioni: principio di sussidiarietà che per noi vale nei confronti degli Enti locali, ma deve valere anche per lo Stato nei nostri confronti.
Per quanto riguarda il prezziario, è stato da noi deliberato nella scorsa riunione di Giunta: mercoledì scorso abbiamo aggiornato il prezziario. Il prezziario nella Regione Piemonte c'era già, ma in questi anni abbiamo compiuto uno sforzo non indifferente dal punto di vista del raccordo. Siamo, infatti, riusciti a vincere tutte le resistenze - e non sono state poche - nei confronti della Camera di Commercio, del Comune di Torino, del Provveditorato alle opere pubbliche, delle associazioni rappresentative degli interessi diffusi e quanto altro poteva esserci sul territorio, per cui si è redatto un prezziario che ha raccolto l'apporto di tutti, naturalmente dando a ciascuno un ruolo anche più consono alla propria missione istituzionale. E' chiaro che la Camera di Commercio è più predisposta a fare le analisi dei prezzi, così come il Comune di Torino per certi tipi di infrastrutture e l'Unione delle Province su altre questioni.
Naturalmente abbiamo anche svolto un'opera di raccordo all'interno dell'amministrazione, approvando un prezziario non unico, ma unitario, nel senso che è articolato per vari filoni, che vanno dalle opere pubbliche classiche alle opere di ingegneria naturalistica, alle opere agricole, alle opere idraulico-forestali, al ripristino delle calamità naturali.
Praticamente si è messo in campo un prezziario unico che è stato approvato e verrà pubblicato - è un malloppo notevole - nel mese di gennaio sul Bollettino Ufficiale. Verso la fine di gennaio, perché si è dovuto programmare il lavoro anche compatibilmente con altre necessità di pubblicazioni urgenti che ci sono settimanalmente. Sarà pubblicato su CD ROM, da inviare a ciascun Comune e anche agli ordini professionali; poi sarà diffuso tramite Internet e sarà possibile consultarlo gratuitamente.
Si tratta di un'operazione di grande trasparenza, che serve proprio per fornire preventivamente al sistema quelle indicazioni di cui ha bisogno per agire correttamente ed evitare che successivamente si vada incontro a delle censure sulle modalità di progettazione.
Sottolineo nuovamente che noi abbiamo anche approvato la legge n. 40 sulla valutazione di impatto ambientale, che, così come l'abbiamo pensata interseca anche la procedura di approvazione dei progetti, per cui tanti progetti saranno poi approvati con conferenza, al termine delle procedure di VIA. Quindi diciamo che di per sé il CROP era un po' depotenziato già di natura.
Ricordo altro depotenziamento: dopo l'alluvione è stata costituita una conferenza ad hoc, d'intesa Stato-Regioni, quindi 2.500 progetti sono stati sottratti al CROP in quanto soggetti a speciale approvazione mediante ordinanze di Protezione Civile, però tutto ha funzionato perché in questi anni si è dato risposta in modo celere a quelle che erano le necessità.
Veniamo adesso alla questione del CROP in quanto tale. Farei però un passo indietro: noi non dobbiamo parlare solo di CROP, dobbiamo parlare di parere della Regione sui progetti, perché la normativa vigente prevede che fino a un determinato importo il parere della Regione viene rilasciato dall'Ufficio decentrato Opere Pubbliche (tale importo è attualmente di 500 milioni); oltre un determinato importo il parere viene reso dal CROP.
Quindi, in sostanza, noi parliamo del parere della Regione Piemonte, che poi viene reso da un organo monocratico che è l'ingegnere capo, il responsabile del Settore Opere Pubbliche, fino ad un determinato importo oltre tale importo viene reso dall'organo collegiale Comitato Regionale Opere Pubbliche.
Già nel 1984 con la legge 18 la Regione aveva anticipato i tempi e aveva demandato agli Enti locali tantissime competenze in via autonoma: per quanto riguarda le strade, per quanto riguarda l'edilizia comunale, infatti già adesso non è più necessario venire al parere regionale, però erano state mantenute alla Regione tutte le opere finanziate dalla Regione, erano state mantenute alla Regione le opere igienico-sanitarie, le opere di interesse regionale. In sostanza quindi abbiamo già fatto un grosso passo quindici anni fa in Regione. Oggi come oggi ci troviamo in una condizione che determina un "volume d'affari", un giro di pratiche all'interno del CROP di un certo livello, ignorando la miriade che va ai Geni Civili che sono le opere da 50 a 150 milioni che direi fa testo fino a un certo punto.
Condivido anch'io l'assurdità che magari per la viabilità non finanziata dalla Regione è il Comune che se l'approva in via ordinaria; se c'è un misero contributo anche della Regione deve andare all'Ufficio Opere Pubbliche. Questo penso che sia soprattutto uno dei vantaggi dell'approvazione di questa legge-ponte. Dico "ponte" in attesa di una nuova legge organica regionale sui lavori pubblici.
Oggi si tratta - dicevo - di un complesso di circa 700 pratiche all'anno che vanno al Comitato Regionale Opere Pubbliche. Di queste 700 pratiche il 60% viene - qui rispondo in modo particolare al Consigliere Chiezzi - approvato in prima battuta, previa ovviamente relazione e discussione all'interno del Comitato. Di solito la relazione è sempre una relazione esterna, cioè svolta dai membri del CROP che possono essere o esterni del tutto, cioè quelli eletti dal Consiglio regionale, oppure tecnici regionali che sono inseriti nel CROP per delibera della Giunta regionale. Il 60% è approvato di solito con qualche prescrizione perché è chiaro che sono dei richiami formali (ad esempio, nella gara di appalto bisogna far così); in qualche caso però sono anche sostanziali queste prescrizioni, magari per l'adeguamento del progetto esecutivo, perché di solito noi approviamo dei progetti definitivi, perché poi la stesura del progetto esecutivo stante l'attuale Legge Merloni - ecco qui la differenza sostanziale rispetto alla L.R. 18 iniziale - compete alla stazione appaltante.
Sul 40% per cui si chiedono chiarimenti andiamo comunque all'approvazione finale; solamente pochissimi progetti vengono poi ritirati del tutto. Questo dimostra che se un progetto viene presentato è perché vi è una necessità. Tra l'altro adesso, con le ultime regole, se non vi è la copertura non vi è il piano finanziario: tutte normative che sfuggono, che conoscono bene i Sindaci, ma sfuggono alla nostra competenza. Vi è un'impostazione molto rigida dal punto di vista finanziario delle normative che riguardano i Comuni, per cui se un progetto decolla, comunque va poi alla fine.
I tempi medi di giacenza al CROP a noi risultano questi: in via ordinaria 33 giorni, sostanzialmente; per quanto riguarda le opere dichiarate urgenti 21 giorni. Le urgenze sono "se non si approva perdiamo i fondi CEE; perdiamo i fondi dell'Ambiente", ci sono mille cose, oppure accordi di programma comunali. Diciamo comunque che mediamente un mese è il termine di giacenza al CROP.
Per quanto riguarda adesso le modifiche che vengono proposte, e quindi cosa cambia in sostanza, come ci andiamo ad assestare: io credo che se vengono accolti gli emendamenti, quindi io faccio la somma algebrica del testo più gli emendamenti, devo dire che sul testo iniziale personalmente in assenza di una revisione organica della legge regionale n. 18 non sarei stato d'accordo e l'ho detto subito, proprio perché questa è una legge ponte quindi deve mantenere ancora una testa di ponte vecchia e buttare già il passaggio sulla riva nuova. In sostanza noi manteniamo la visione delle opere di interesse regionale di competenza regionale e naturalmente queste dovranno essere qualificate tali all'interno dei vari programmi che la Regione va a redigere. Quindi verranno esclusi senz'altro tutti quelli che sono i contributi minimali; rimarranno ovviamente tutte quelle opere che per interesse e per competenza diretta della Regione, vedasi la sanità, le ASL ecc.; per interesse diciamo anche di pianificazione e programmazione regionale, proprio perché hanno un carattere di sostanziale intercomunalità, vengono comunque mantenute alla Regione stessa.
Un discorso a parte, peraltro già anticipato dal collega Saitta riguarda le opere igienico-sanitarie che anche a regime noi proponiamo nel Bassanini di mantenere soggette ad approvazione da parte della sovraordinata Autorità d'Ambito. Per adesso, non avendo l'Autorità d'Ambito ancora costituita in modo generalizzato, proponiamo di mantenere il parere regionale fino a 500 milioni agli uffici decentrati (500 milioni che adesso si propone di elevare a 1 miliardo: su questo sono anche d'accordo perch dal 1984 ad oggi c'è stato un aumento dell'inflazione, un processo inflazionistico che più o meno fa sì che si possa tranquillamente raddoppiare quell'importo). Quindi, per quanto riguarda le opere igienico sanitarie, queste rimangono soggette a parere regionale fino a un miliardo da parte degli organi decentrati della Regione; superiore a un miliardo da parte del Comitato Regionale Opere Pubbliche.
Andiamo quindi ad approvare, qualora dovesse essere accolto il complesso della normativa (legge base più emendamenti), il mantenimento dell'operatività, diciamo provvisoria in quanto io prefiguro poi la nuova legge organica delle opere pubbliche a regime, del Comitato Regionale delle Opere Pubbliche che è già costituito e che secondo me anche in questa fase finale della legislatura diventa difficile sostituire con altre possibilità che ci sono consentite dall'ordinamento adesso, che è competente per le opere regionali, di interesse regionale, e per le opere igienico-sanitarie secondo i limiti che prima ho detto.
Probabilmente a regime dovremo valutare, a mio avviso, di superare del tutto questo principio del parere regionale, andando alla Conferenza dei servizi, con l'obbligatoria presenza delle varie branche dell'Amministrazione, a seconda di quelli che sono gli interessi da tutelare.
Io credo che, avendo istituito l'Osservatorio, l'Autorità sui lavori pubblici, il prezziario, le direttive, il Regolamento nazionale sulle opere pubbliche, ce ne sia a sufficienza.
Ritengo invece necessario mantenere l'acquisizione dei pareri di quei dicasteri regionali che tutelano particolari aspetti importanti: i beni ambientali, i vincoli idro-geologici, ecc., che comunque trovano già spazio all'interno delle valutazioni di impatto ambientale; è però giusto mantenere sul progetto finale una verifica per vedere che tutto sia conforme alle direttive date in riferimento ai relativi vincoli. Credo di avere, in qualche modo, seppur nell'ambito di un tempo contenuto, dato conto di come si colloca, oggi come oggi, l'operatività del CROP, che personalmente non sono per giudicare negativamente.
Devo dare atto che è proprio il sistema in quanto tale che va superato ma do atto agli operatori del CROP, a tutti i membri del CROP, di aver dato una notevole accelerata in questi ultimi tempi. Però, secondo me, anche per rispondere e dare un giudizio politico, nella stragrande maggioranza dei casi i passaggi sono formali, perché dobbiamo sforzarci, a mio avviso, a lavorare preventivamente.
Allora, o ci "sveniamo", ci defatighiamo in opere sempre a posteriori oppure, come stiamo facendo, come abbiamo fatto in questi ultimi mesi, in questo ultimo anno, ci riconvertiamo in un organismo di consulenza, in un organismo di fornitura di supporti tecnici, di messa in rete del prezziario, di collaborazione con tutte le autorità che vanno a redigere progetti e ad appaltarli. In questo modo sì che svolgiamo il nostro ruolo.
Devo dire anche che poi residua, e non è secondario, un ruolo del Comitato delle opere pubbliche regionali, così come residua, a livello nazionale, il Consiglio superiore dei lavori pubblici; per esempio, il parere che deve essere dato sulle rescissioni dei contratti oppure tutti i pareri che volontariamente vengono chiesti dalle Amministrazioni, tante volte hanno risolto molti problemi. Altro esempio, tutta la partita della sanità - mi ricordava prima l'arch. Manto - che è stata approvata proprio dal CROP per porre la base per l'art. 20: 1.300 miliardi di investimenti con molti progetti; ciascuno avrà avuto una media di qualche miliardo (fate voi i conti).
Quindi, così come è configurato, che diventa un organismo di consulenza della Giunta regionale per le sue esigenze, siamo molto più consoni ai dettati della L. 59 (Bassanini uno); non "salta" una possibilità di avere un supporto tecnico specialistico; riduciamo drasticamente il numero delle pratiche che vengono sottoposte, ma soprattutto lavorando sul basso, cioè sul basso dal punto di vista quantitativo. Credo dunque che, tutto sommato possiamo tranquillamente, a mio avviso, andare all'approvazione di questo provvedimento; ma ovviamente su questo non tocca a me esprimermi: tocca all'aula.



PRESIDENTE

Se ho inteso bene l'ipotesi che veniva avanzata, questo provvedimento lo facciamo slittare a domani mattina e passiamo all'esercizio provvisorio.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Ringrazio l'Assessore. Intervengo solo per chiedere, nella relazione scritta che ci consegnerà, se potesse precisare i progetti che per il 40 vengono sottoposti a richiesta di chiarimento: di questi progetti percentualmente, grosso modo, quanti vengono modificati nel merito, a seguito della richiesta del CROP? Questo è un altro elemento importante.
Inoltre, vorrei sapere, se possibile: nelle altre Regioni, questo limite di spesa al di sotto della quale le strutture decentrate sono quelle deputate a rilasciare il visto, dove si attesta? Vorrei avere qualche esempio delle Regioni viciniore, qualcosa del genere. Poi - non so se ho capito bene - perché il fatto mi ha un po' stupito, i tempi di giacenza presso il CROP sono di 33 giorni ordinariamente e 21 giorni per le urgenze? Se è così, non capisco dove stia la ragione di questo inciampo del CROP.
Quindi, se magari domani si volesse spiegare.... Perché da quel che ho sentito, il CROP funziona benissimo: un'Amministrazione che in 30 o in 20 giorni risponde.... Più di così non penso sia possibile fare. Ma forse questi sono dati.... Non lo so.... Se domani volesse precisare anche questo elemento.... Perché detto in questo modo, un ascoltatore potrebbe dire: "Ma allora il CROP funziona bene. Non si perde tempo al CROP" (normalmente).



(Commenti dell'Assessore Cavallera)



CHIEZZI Giuseppe

Allora, non facciamo la media dei polli: articoli un pochino di più non parli di una media di 33 giorni, perché se c'è il 10% che ne aspetta 300, quel 10% conta.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Il provvedimento è dunque rinviato a domani mattina.


Argomento: Esercizi provvisori

Esame disegno di legge n. 636 relativo a: "Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio per l'anno finanziario 2000 per la Regione e per gli Enti dipendenti dalla Regione"


PRESIDENTE

Esaminiamo il disegno di legge n. 636 di cui al punto 17) all'o.d.g.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Miglietti; ne ha facoltà.



MIGLIETTI Franco

Sarebbe opportuno, signor Presidente, fare una sospensione di cinque minuti, prima di iniziare la discussione sull'esercizio provvisorio; dato che c'è una serie di problemi che dove essere risolta ....



PRESIDENTE

Possiamo sentire almeno la relazione?



MIGLIETTI Franco

La relazione va bene, ma appena terminata, se fosse possibile, sarebbe opportuna una breve sospensione.



PRESIDENTE

Chiederei alla relatrice se può introdurre l'argomento, poi passeremo ad un momento di verifica delle posizioni.
La parola alla relatrice, Consigliera Ferrero.



FERRERO Caterina, relatrice

La I Commissione ha esaminato il ddl 636: "Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio per l'anno finanziario 2000 per la Regione e gli Enti dipendenti dalla Regione".
In base allo Statuto regionale e alla legge di contabilità, qualora la legge di bilancio non sia approvata in tempo utile, la Giunta regionale propone al Consiglio l'adozione della legge di autorizzazione all'esercizio provvisorio, per periodi complessivamente non superiori a quattro mesi.
Tale istituto può essere esercitato sulla base del documento di bilancio approvato dalla Giunta regionale e presentato al Consiglio regionale ai sensi dell'art. 36, comma 2 della L.R. 55/1981.
L'art. 1 del disegno di legge, oggetto di discussione in Commissione propone al Consiglio regionale di esercitare l'esercizio provvisorio fino al 30 aprile, la data massima per una serie di valutazioni che sono giustamente arrivate anche dalla Giunta ed assecondate dalla Commissione in ordine ad una scadenza elettorale a metà esercizio provvisorio; si è ritenuto quindi di dover ampliare al massimo tale esercizio provvisorio sulla base del documento di bilancio per l'anno finanziario 2000.
L'art. 2 disciplina l'esercizio provvisorio per gli Enti dipendenti dalla Regione in base all'art. 36 della Legge Regionale 55/1981 e all'art.
9 della Legge Regionale 36/1992.
La I Commissione ha licenziato, nella seduta di giovedì 23 dicembre c.a., il testo a maggioranza dei Consiglieri presenti e lo rimette all'Aula consiliare per la sollecita approvazione.



PRESIDENTE

Dopo la relazione, potrebbe essere opportuno fare una breve sospensione.



RIBA Lido

Presidente, mi chiedo se non sia il caso l'intervento dell'Assessore per chiudere questa parte.



PRESIDENTE

D'accordo. La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

In realtà non c'è molto da dire. L'esercizio provvisorio, come è stato ricordato nell'ambito dei lavori della I Commissione, è diventato - ahimè un'abitudine di questi ultimi anni della legislatura, abitudine certamente non convenevole perché il termine "provvisorio" connota tutta la negatività o gravità per un Ente, che non dà ai propri amministrati un elemento di definitività per quella che è una delle leggi fondamentali di esercizio stesso.
Ciò nondimeno, al di là del dibattito sulle cause per le quali arriviamo quest'anno a porci il tema del sito provvisorio, quello di quest'anno, come già illustrato in sede di I Commissione, è basato sugli elementi del bilancio preventivo 2000/2002, consegnato ai lavori della Commissione ed in corso di audizione (le audizioni partiranno giovedì 13 gennaio e sicuramente saremo tutti attenti a trarre elementi di utile meditazione su quanto le parti sociali vorranno suggerirci).
I lavori consiliari delle Commissioni di merito e di aula porteranno quindi, questo documento ad una sua versione definitiva.
Mi fermo su questo aspetto perché è uno degli aspetti più importanti.
Come sappiamo, il prossimo anno sarà anno di consultazione elettorale tale data non è stata ancora stabilita, ma si ipotizza che possa essere non prima del 26 marzo. Crediamo, per ragioni di opportunità politica, non oltre la metà di aprile. Nell'ambito di questo lasso di tempo non sarà comunque ancora emersa una maggioranza o insediata una nuova Giunta; non si riuscirà dunque a deliberare le idonee leggi finanziarie che dovranno aprire la nuova legislatura.
Ritengo sia un compito degli amministratori, comunque di tutti i Consiglieri, quello di dare all'Ente Regione un elemento di operatività tenendo conto che oggi le leggi consentono una provvisorietà entro e non oltre il 30 aprile, perché la provvisorietà di un bilancio, su qualunque base venga deliberato, può decorrere dall'1/1 dell'esercizio fino al 30/4 dell'anno in oggetto, quindi fino al 30/4/2000.
Pertanto, nel suggerire all'aula di adottare un elemento di bilancio provvisorio, basato sul bilancio preventivo 2000, contestualmente auspico suggerisco, chiedo - sarà compito dei Capigruppo e di tutti noi coordinare i lavori dopo l'interruzione - di fare in modo che prima dell'esito delle elezioni l'Ente si doti di un bilancio definitivo, nella misura e nei modi in cui l'aula vorrà convenirne, onde la maggioranza, che le elezioni avranno definito vincente, possa poi procedere all'esercizio della legislatura.
Fatta questa premessa, che non è d'ufficio, ma sostanziale, suggeriamo un esercizio provvisorio basato sul bilancio preventivo 2000. Questo, per quanto ci riguarda, è d'obbligo perché è il bilancio che la Giunta ha suggerito all'esame delle parti sociali.
Sulla stessa base, quindi, chiediamo che venga autorizzato l'esercizio provvisorio. Non sono stati definiti i limiti nell'ambito di esercizio dello stesso, non perché la Giunta voglia eccedere in discrezionalità - lo dico perché coloro che hanno visto con me i lavori della I Commissione sanno che questo è già stato oggetto di dibattito - ma perché sulla definizione dei limiti si dovrà convenire al momento della deliberazione dell'atto legislativo stesso. Si è chiesta l'estensione massima al 30 aprile, proprio per i motivi in buona parte connessi con il periodo elettorale che ho appena motivato.
Su tale base, spero e credo che un dibattito insieme ai Consiglieri di minoranza e maggioranza porti velocemente - perlomeno questo è l'auspicio dell'Assessore e della Giunta - ad una formalizzazione di elementi su cui poter lavorare dal 1° gennaio, fermo restando l'obiettivo, che spero sia di tutti, di arrivare ad una definizione di un bilancio definitivo per il 2000, prima dell'interruzione elettorale. Grazie.



PRESIDENTE

Credo sia utile una breve sospensione dei lavori, per trovare una modalità che permetta all'aula di approvare con celerità questo provvedimento.



(La seduta, sospesa alle ore 17.45 riprende alle ore 18.51)



PRESIDENTE

Il Presidente Deorsola convoca la Conferenza dei Capigruppo e dichiara chiusa la seduta.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.52)



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