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Dettaglio seduta n.432 del 28/12/99 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MINERVINI


Argomento:

Verifica del numero legale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Procedo personalmente ad effettuare l'appello nominale per la verifica del numero legale.
Il numero legale non è garantito, essendo presenti in aula solo 20 Consiglieri.
Sospendo la seduta e l'aggiorno alle ore 10,30.



(La seduta, sospesa alle ore 10.00 riprende alle ore 10.30)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Prego il Consigliere Grasso di effettuare l'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Il numero legale è garantito, essendo presenti in aula 29 Consiglieri (sono in congedo n. 6 Consiglieri).



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Farassino, Ferrero, Majorino Rosso, Spagnuolo e Viglietta.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Caccia

Esame proposta di legge n. 555: "Misure straordinarie ad integrazione della legge regionale 4 settembre 1996, n. 70 'Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio'" (seguito)


PRESIDENTE

I lavori di questa mattina proseguono con l'esame della proposta di legge n. 555, di cui al punto 8) all'o.d.g.
La relazione e il dibattito generale sono stati svolti ieri; siamo adesso all'articolato. In primo luogo affrontiamo gli emendamenti al titolo.
T1.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Riba, Manica, Riggio Gatti, Pazé, Chiezzi e Moro: abrogare il titolo e sostituirlo con il seguente: "Misure straordinarie per il mantenimento dell'equilibrio nell'ecosistema regionale".
Desidera illustrarlo, Consigliera Suino?



SUINO Marisa

No. Lo ritiro.



PRESIDENTE

Passiamo agli emendamenti successivi, sempre a firma dei Consiglieri Suino, Riba, Manica, Riggio, Gatti, Pazé, Chiezzi e Moro: T1.2) nel titolo abrogare "misure" e sostuituire con "azioni".
T1.3) nel titolo abrogare "straordinarie" e sostituire con "eccezionali".
Lo mantiene, Consigliera?



SUINO Marisa

Un attimo che mi consulto con il Consigliere Chiezzi e gli altri firmatari.



PRESIDENTE

Prego.
Ha ora la parola la Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Gli emendamenti che riguardano il titolo vengono, dai firmatari ritirati salvo quello relativo a "misure" che però vediamo viene riconfermato nel titolo originario del progetto di legge. Quindi tutti gli emendamenti relativi al titolo vengono ritirati.



PRESIDENTE

Sono quindi ritirati dai proponenti tutti gli emendamenti al titolo.
ART. 1 Emendamenti presentati dai Consiglieri Suino, Riba, Manica, Riggio Gatti, Pazé, Chiezzi e Moro: 1.1) art. 1. Abrogare il titolo.
1.2) art. 1, nuovo titolo: "Moratoria sugli allevamenti di cinghiale e divieto di immissione".
1.3) nel titolo abrogare "divieto" e sostituire con "applicazione".
1.4) nel titolo abrogare "di" e sostituire con "della".
1.5) art. 1. Titolo. Abrogare "immissioni" e sostituire con "legge elettorale".
1.6) art. 1. Titolo. Abrogare "del cinghiale" e sostituire con "70/96".
1.7) art. 1, abrogare il comma primo.
1.8) art. 1, il comma primo è abrogato.
Chiedo se questi emendamenti, che riguardano la rubrica dell'articolato, possono essere ritirati.



SUINO Marisa

Sì, vengono ritirati tutti quelli relativi al titolo dell'art. 1.



PRESIDENTE

Quindi la rubrica dell'art. 1 resta: "Divieto di immissione del cinghiale"; rimane così com'è?



SUINO Marisa

Sì, certo.
Bisogna soltanto capire, considerato che ritiriamo questi, se quando si andrà a discutere l'emendamento presentato dal Consigliere Angeleri ed altri, se non occorre invece aggiungere "allevamento" oltre a "immissione" considerato che l'emendamento modifica il testo originario.
E' una domanda che pongo ai firmatari dell'altro emendamento riservandomi di presentare un emendamento specifico.



PRESIDENTE

Se viene accolto l'emendamento "allevamento" per coordinamento lo inseriremo all'art. 1.
1.10) Emendamento presentato dal Consigliere Angeleri, Gallarini, Cotto Rossi e Mancuso: all'art. 1, il comma primo è sostituito dal seguente: "1. Sono vietati su tutto il territorio regionale l'allevamento a scopi venatori e l'immissione in campo aperto del cinghiale (sus scrofa) e relativi ibridi".
La parola al Consigliere Angeleri per l'illustrazione.



ANGELERI Antonello

Insieme ai colleghi Gallarini, Cotto, Rossi e Mancuso, abbiamo presentato questo emendamento - lo dicevamo già nella relazione introduttiva - proprio per cercare di bloccare ulteriormente la possibilità di riproduzione del cinghiale, cercando allo stesso tempo di lasciare spazio a coloro che allevano i cinghiali non a scopi venatori, ma per altri scopi. Abbiamo quindi inteso sostituire il comma 1 con il presente; mi sembra abbastanza chiara la dicitura di questo articolo perché di fatto vieta l'allevamento, ed è scritto a chiare lettere, a scopi venatori e l'immissione in campo aperto del cinghiale e dei relativi ibridi.
Noi non vogliamo assolutamente intervenire sui 140 allevamenti che invece sono autorizzati dalla Regione che proprio su questo animale traggono gli utili per poter vivere. E' chiaro che rispetto a questo, noi chiederemo alle Province un controllo maggiore di questi allevamenti perch riteniamo che per essere efficace la modifica del comma 1 si debba parallelamente avere anche un controllo molto più attento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, sarebbe anche utile sapere cosa dice l'Assessore perché abbiamo 3 articoli 1 differenti. Vorrei quindi sapere che cosa pensa l'Assessore delle tre proposte.
Per quanto riguarda invece il merito, vedo che qui si parla della sus scrofa e relativi ibridi.



CHIEZZI Giuseppe

GALLARINI



CHIEZZI Giuseppe

Sono i porcastri.



CHIEZZI Giuseppe

Sono i cosiddetti porcastri; quindi c'è il divieto di allevare ed immettere anche le sottospecie. Ho chiarito, grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore alla caccia e pesca

Di articoli 1 io ne vedo quattro: quello del testo originario, quello presentato dalla maggioranza e due (art. 1 e art. 1 bis) presentati dalla Consigliera Pazè ed altri. Mi sembra che quello della maggioranza rispetto al testo sia più restrittivo, perché oltre alla questione "immissione" vieta anche l'allevamento per scopi venatori. Mi pare quindi la migliore proposta fra tutte quelle presentate; pertanto, l'accolgo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi, per dichiarazione di voto.



CHIEZZI Giuseppe

Scusi, Presidente, ma non so quale emendamento stiamo votando.



PRESIDENTE

Siamo all'emendamento Angeleri ed altri.



CHIEZZI Giuseppe

Il più distante mi sembra quello a firma Suino, perché gli altri due vietano solo l'allevamento a scopi venatori, mentre mi sembra che l'emendamento Suino vieti l'allevamento a qualsiasi titolo.
Ritengo che la differenza non sia minima, ma mi rivolgo anche ai colleghi. Se diciamo che è vietato solo l'allevamento a scopi venatori, è difficile che un allevamento abbia un cartello con scritto: "Allevamento a scopo venatorio"! Un allevamento è un allevamento!



PRESIDENTE

Consigliere, ha ragione lei. L'emendamento cui ho fatto cenno prima verrà portato successivamente all'attenzione dell'aula; effettivamente mi pare più lontano l'emendamento a firma della Consigliera Suino, che dice: "Ai fini della presente legge, con il termine di cinghiale si intende la specie sus scrofa e relativi ibridi, in deroga ai disposti di cui all'art.
22, legge regionale 70/96. L'allevamento a qualsiasi titolo del cinghiale è vietato su tutto il territorio piemontese, per un periodo di 24 mesi".



CHIEZZI Giuseppe

Anche in questo emendamento forse bisognerebbe aggiungere: "del cinghiale e dei relativi ibridi", però sottopongo ai colleghi l'osservazione per cui è difficile individuare un allevamento a scopi venatori ed un allevamento a scopi non venatori, tant'è che l'emendamento Suino prevedeva un divieto totale di allevamento, però sottolineava "per un periodo di 24 mesi". Era un divieto totale, a qualsiasi titolo, ma aveva una durata di 24 mesi, oltre i quali si potevano determinare situazioni o correzioni possibili.
In questa situazione ritengo preferibile fermare gli allevamenti per 24 mesi e valutare l'evoluzione che si verifica in questo periodo di tempo altrimenti temo che l'allevamento a scopo venatorio non esista più, perch di fatto viene abolito, e rimangano invece gli allevamenti a scopo non venatorio. Forse è meglio dire che per due anni non si alleva. Ma allora come distinguiamo l'allevamento a scopo venatorio da quello a scopo non venatorio, che rimane autorizzato? Bisognerebbe introdurre delle norme con le quali si riescano a selezionare gli allevamenti a scopo venatorio dagli altri. Al momento, non sono in grado di individuare una norma in proposito; se lasciamo invariato il testo, il problema dei cinghiali rimarrà tale e quale, dal punto di vista dell'allevamento, perché basta dichiarare che l'allevamento non è a scopo venatorio.



PRESIDENTE

D'accordo, Consigliere Chiezzi.
1.9) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Riba, Manica, Riggio Pazé, Chiezzi e Moro: art. 1, il comma primo è: "Ai fini della presente legge con il termine cinghiale si intende la specie 'sus scrofa' e relativi ibridi. In deroga ai disposti di cui all'art. 22 L.R. 70/96 l'allevamento, a qualsiasi titolo, del cinghiale, è vietato su tutto il territorio della Regione Piemonte per un periodo di 24 mesi".
La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Grazie, Presidente. Gli emendamenti all'art. 1 che ci interessano sono due. Quello più lontano, che probabilmente andrà posto in votazione per primo, è quello da noi sottoscritto, che parte dal presupposto dell'assenza, nella nostra regione, di un monitoraggio e dell'esigenza di una sorta di moratoria.
Tenendo conto di quanto è emerso dalla consultazione, diventava conseguente il ragionamento della tempistica e pertanto non è accettabile dire: "E' vietato l'allevamento del cinghiale", ma occorre dire: "E' vietato l'allevamento del cinghiale per un determinato periodo", se vengono fatte una serie di azioni conseguenti.
Tale periodo è stato quantificato, ragionevolmente da più parti, in due anni e consente di attuare una serie di azioni, sia di controllo che di moratoria, che dovrebbero portare ad un riequilibrio per il problema esistente.
L'emendamento tiene conto, inoltre, dell'applicazione della legge vigente perché si rifà all'art. 22 della legge n. 70/96.
Pertanto, l'emendamento nasce da questo ragionamento: si faccia una moratoria, la si applichi per un tempo determinato e si faccia il monitoraggio conseguente. A quel punto, si azzeri e poi si riparta.
La proposta della maggioranza ci pare una proposta di ragionevole buonsenso, che trova un punto d'accordo con il nostro ragionamento, perch consente di avviare un lavoro di controllo e monitoraggio. Nello stesso tempo, esplicita quella che è la causa, la motivazione principale della legge, cioè intervenire a scopo venatorio.
Manteniamo, dunque, il nostro emendamento e chiediamo che venga messo in votazione, sapendo che lo scopo principale del provvedimento che stiamo discutendo è relativo alla caccia e, di conseguenza, si potrebbe trovare una sorta d'intesa con l'emendamento Angeleri.
Entrambi gli emendamenti, comunque, sono da portare in votazione perch sono specifici della necessità sulla quale abbiamo dibattuto in questi mesi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gatti.



GATTI Agostino

Grazie, Presidente. Non avevo firmato questo emendamento, ma desidero portare la mia personale considerazione per arricchire il dibattito.
Mi allaccio alle ultime considerazioni svolte dalla Consigliera Suino.
Il fatto di non avere allevamenti a scopo venatorio significa mettere un buon deterrente, mentre il dover specificare se sono o meno a scopo venatorio richiama, in ogni caso, la buona fede, la correttezza, il rispetto delle regole.
Non avevo firmato l'emendamento per evitare che, vietando l'allevamento, si fermasse un'attività economica importante per il Piemonte. Infatti, se l'allevamento del cinghiale sarà utilizzato correttamente, consentirà lo sviluppo di un'attività economica come la ristorazione enogastronomica; se lo blocchiamo per due anni, occorre anche tenere presente che seguiranno una serie di difficoltà per il suo reimpianto.
Per questi motivi, mi è sembrato un po' esagerato bloccare in modo drastico gli allevamenti. Capisco la temporalità del provvedimento di cui parlava la collega Suino, ma è anche evidente che non si può aprire o chiudere un rubinetto, come se niente fosse.
Occorre fare una legge che abbia uno strumento valido e corretto nell'applicazione e nella gestione, poi, chi di dovere farà i debiti controlli. Questa è la mia considerazione personale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Simonetti.



SIMONETTI Laura

Dopo aver ascoltato l'intervento del Consigliere Gatti, anche noi volevamo sollevare alcune osservazioni, e in particolare mi rivolgo all'Assessore.
Il primo emendamento, firmato dal collega Chiezzi e un po' da tutti i colleghi del centro-sinistra, tenta, individuando dei limiti temporali di 24 mesi e individuando, come soggetto, l'allevamento in senso generale, di distinguere in un modo ben preciso gli allevamenti a scopo venatorio da quelli che possono avere delle ricadute economiche. Secondo me, era ed è anche un tentativo, che parte più da lontano, in modo forse un po' provocatorio, di salvaguardare determinate aree.
La necessità che emerge, anche dal dibattito dei colleghi, è quella di tentare di salvaguardare gli allevamenti che hanno una ricaduta economica e che non hanno uno scopo venatorio, vietando viceversa gli allevamenti principalmente a scopo venatorio.
Mi rivolgo all'Assessore e gli chiedo: visto il monitoraggio e i controlli che la Regione ha effettuato, riusciamo ad avere in questo momento un'idea di quanti siano gli allevamenti esistenti a scopo esclusivamente venatorio e quanti siano, invece, quelli riconosciuti a scopo non venatorio e che quindi devono essere salvaguardati, secondo i ragionamenti fatti, per le ricadute economiche che hanno sul territorio regionale? Individuare la percentuale ci permette di capire e di conoscere, quali sono gli strumenti di controllo o le regole normative che esistono - se esistono - attraverso i quali si riconosce un allevamento a scopo venatorio da uno che invece non lo è e che tentiamo di salvaguardare. L'introduzione anche nel testo normativo, di un elemento che ci permetta di riconoscere in modo preciso l'allevamento a scopo venatario, che deve essere vietato dall'allevamento con eventuali ricadute economiche, che quindi deve essere salvaguardato, può essere utile proprio al fine di tentare di risolvere un problema; altrimenti, diventa inutile.
Come dicevano poc'anzi i colleghi, è delittuoso non salvaguardare un'attività economica; però, nel momento in cui non riusciamo ad avere strumenti di controllo e regole che permettano di individuare cosa fa l'uno e cosa fa l'altro, è chiaro che si apre una strada che non ha limiti.
Chiedo dunque all'Assessore di spiegarci qual è il livello di presenza dell'uno e dell'altro sul territorio regionale; quali sono le ricadute in termini di numero di cinghiali ed ibridi che rientrano in questi allevamenti, nonché quali strumenti possiamo inserire, anche in un comma di questa legge, che consentano di salvaguardare, come noi tutti auspichiamo determinate aree.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Volevo ulteriormente specificare e motivare l'emendamento che abbiamo presentato, sottolineando in parte alcune cose già dette dal collega Gatti che io condivido.
La nostra preoccupazione era dettata dal fatto che a livello regionale esistono numerosi allevamenti. E' un fatto economico di una certa rilevanza, anche se comprendo la validità e la motivazione dell'emendamento presentato dai colleghi di minoranza, a firma della Consigliera Suino ed altri, compreso il blocco per 24 mesi; la nostra preoccupazione era quella di interrompere un'attività economica e poi farla riprendere.
Sono d'accordo con il Consigliere Chiezzi quando manifesta alcune preoccupazioni in questa direzione; però, in questo senso, ritengo che le Province, attraverso un controllo serrato dei 140 allevamenti, possano, in qualche modo, intervenire e porre un freno a quello che è il pericolo maggiore, cioè l'allevamento a scopi venatori.
E' vero che gli emendamenti successivi della collega Suino parlano di un intervento economico. La nostra preoccupazione è che questo sia un costo non indifferente per la Regione Piemonte e non sia comunque sufficiente per intervenire sul dato economico dei 140 allevamenti, per cui si rischierebbe di creare, in una situazione già particolarmente difficile dal punto di vista economico per la nostra Regione, ulteriori problemi che appesantirebbero la situazione economica della Regione anche in questo ambito.
Penso che per quanto riguarda il controllo sia abbastanza facile perché basta controllare le fatture degli allevatori e le destinazioni.
Rispetto a questo si capisce benissimo, al di là della buona fede dell'interpretazione corretta della legge di cui parlava il collega Gatti e a cui ovviamente noi facciamo riferimento in primis essendo legislatori come i dati siano abbastanza verificabili attraverso il controllo della fatturazione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Intervengo solo perché ritengo che vale la pena aggiungere un elemento all'Assessore per avere una risposta più esaustiva in merito, tenendo anche conto di quanto dicevano i colleghi.
E' chiaro che l'impianto degli emendamenti che abbiamo presentato, come diceva il collega Angeleri, tiene conto della preoccupazione che anche noi abbiamo nei confronti di questo aspetto dell'economia legato all'allevamento e alla produzione alimentare, ecc., ecc. Infatti, seguono altri emendamenti che vanno a toccare degli aspetti finanziari, di sostegno e altro.
Come si può risolvere il problema? All'origine del problema sta il fatto che sui 144 allevamenti non c'è stato sinora un controllo, un monitoraggio. Bisogna trovare il modo, affinché in questo articolo, e sarebbe importante la risposta che nel merito ci può dare l'Assessore venisse aggiunto un elemento di controllo, di monitoraggio sugli allevamenti esistenti, quindi una sorta di banca dati.
E' chiaro che ciò consentirebbe di dare certezza al provvedimento che si va a definire, instaurando un metodo - che finora non c'è stato - di verifica e di controllo, senza dover andare ad incidere in modo negativo su quegli aspetti dell'economia che preoccupano parte significativa del Consiglio, anche la minoranza.
Se così fosse, potrebbero decadere una serie di emendamenti, trovando una convergenza perlomeno a livello di Gruppi; dopodiché, si valuterà singolarmente la posizione sull'emendamento proposto dalla maggioranza.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore alla caccia e pesca

Credo che tutta la tematica trattata sia già ampiamente risolta con la legge regionale n. 47 del 16 agosto 1989, dove ci sono due articoli di portata chiarissima. L'art. 1, infatti, dice: "E' fatto obbligo a tutti i titolari di allevamenti di cinghiali e relativi ibridi a scopo alimentare è vietata la vendita di cinghiali o ibridi per scopi venatori e di ripopolamento".
L'autorizzazione di cui sopra è concessa previa verifica da parte dei competenti servizi veterinari, dei requisiti igienici strutturali dell'impianto con particolare riferimento all'idoneità della recinzione.
L'art. 4 di detta legge specifica che la vigilanza degli allevamenti di cinghiali e di ibridi, controlli sull'applicazione del tatuaggio, sono svolti dai servizi veterinari della USL e dalle guardie venatorie provinciali, che nell'occasione dei periodici sopralluoghi, appongono il visto sul registro di allevamento.
E' previsto anche un registro - sono condizioni che vengono poste nell'atto di autorizzazione - per il carico e lo scarico. Inoltre gli esemplari pertinenti agli allevamenti devono essere muniti di contrassegno inamovibile indicanti il mese e l'anno di nascita, il numero progressivo la matricola e, sul retro del contrassegno, il numero di autorizzazione dell'allevatore.
Pertanto la parte che riguarda l'allevamento per il consumo è consentito già da una legge regionale ed è quello che, per quanto mi è dato a capire, tutti vogliono salvaguardare. Mentre per quanto riguarda l'immissione dei cinghiali a fini venatori è vietata.
Sottolineo che la distinzione è precisa ed è regolata normativamente.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Assessore, lei ha citato l'art. 8 della legge regionale n. 47, dove vengono individuati i parametri di controllo e le caratteristiche degli allevamenti, non a scopo venatorio e che, quindi, devono avere determinate caratteristiche.
Abbiamo, quindi, uno strumento normativo che individua delle caratteristiche, infatti nel comma 1 viene vietata, su tutto il territorio regionale, l'allevamento a scopo venatorio e l'immissione in campo aperto e quant'altro. A questo punto occorre individuare un altro comma che stabilisca che l'allevamento a scopi venatori è quello non individuato da determinati articoli, facendo un richiamo alla presente legge che lei oggi ha citato.
La necessità era di salvaguardare delle attività economiche, vietando invece, delle attività agli allevamenti che avessero il solo scopo venatorio. Con la presentazione degli emendamenti è stato chiarito un concetto che così chiaro non era.
Possiamo fare un richiamo alle norme già presenti a livello regionale rispetto alle caratteristiche che l'allevamento a scopo venatorio ha e quindi, in quanto tale viene vietato, mentre l'altro viene salvaguardato.
Nel frattempo chiedo, di là di quanto letto, quali sono oggi gli strumenti che utilizza la Regione per effettuare un controllo - non abbiamo partecipato ai lavori della Commissione non essendo assegnati a tale Commissione, quindi ci mancano alcuni strumenti - su quanti sono gli allevamenti a scopo venatorio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore alla caccia e pesca

Mi si chiede di specificare meglio. Io non sono in grado di specificare una norma che recita: "viene rilasciata esclusivamente per l'allevamento di cinghiali e relativi ibridi a scopo alimentare"; il comma seguente recita "è vietata la vendita di cinghiali o ibridi per scopi venatori e di ripopolamento". Più di così, io non riesco a capire cosa volete!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri per dichiarazione di voto.



ANGELERI Antonello

Intervengo per cercare di trovare una soluzione che non cozzasse con quelle che sono delle leggi regionali vigenti. Se l'Assessore è d'accordo e se i colleghi verificano l'attendibilità di quanto vorrei aggiungere vorrei proporre un emendamento aggiuntivo al comma uno.
Tale emendamento potrebbe essere formulato nel seguente modo: "sono vietati su tutto il territorio regionale l'allevamento a scopi venatori e l'immissione in campo aperto del cinghiale su scrofa e relativi ibridi, in applicazione della 16 agosto 1989, n. 47."



PRESIDENTE

Stiamo in realtà facendo un lavoro propositivo che è più da Commissione che non di aula.
Vi domando se l'emendamento è riassuntivo delle posizioni dell'aula? Possiamo ritenerlo sintetizzante rispetto agli emendamenti presentati? Ad un emendamento che già esiste sono state aggiunte le parole "in applicazione della legge 16 agosto 1989, n. 47".
La parola al Consigliere Bertoli.



BERTOLI Gian Pietro

Intervengo sull'importanza di questo provvedimento. Non aggiungo altro a quanto detto dalla Consigliera Suino nel suo intervento di carattere generale. Nel merito del provvedimento, e in particolare di questa proposta che adesso ha fatto il Consigliere Angeleri, vorrei osservare che il cammino di questo provvedimento è stato travagliatissimo. C'è stata una presentazione in Commissione da parte di alcuni Consiglieri della maggioranza; c'è stata una proposta dell'Assessorato che cambiava praticamente tutto; c'è stata una discussione in Commissione che ha raccolto l'orientamento della maggioranza che ha nuovamente cambiato tutto.
Ci ritroviamo, pertanto, in aula con una serie di emendamenti, sempre presentati dalla maggioranza che rimettono in discussione il tutto. A dire il vero questi cambiamenti non risolvono la questione fondamentale, almeno rispetto all'art. 1. Si ricorre a delle formulazioni diverse, ma non si affronta il problema. Il fatto che sia vietata su tutto il territorio regionale l'immissione in campo aperto del cinghiale, non è una questione che deve essere ribadita con una nuova legge, perché le leggi vigenti già vietano l'immissione.
L'emendamento proposto dal Consigliere Angeleri, che va nella direzione che ci sono troppi cinghiali, è una cosa anche di buonsenso. Quando ci sono troppi cinghiali, prima di fare delle battute truculente per diminuirne il numero, occorre non produrne degli altri.
La questione fondamentale è la seguente: se ci sono troppi cinghiali una delle cose da fare è far sì che non se ne producano altri! Produrli e cacciarli è sicuramente un circolo vizioso! In merito all'emendamento proposto dal collega Angeleri che, come dicevo, si sta piano piano avvicinando a questa posizione che è di buon senso, io direi che non è diverso dall'altro, perché se è vietata l'immissione, è evidente che l'allevamento non può essere per scopi venatori! Anzi, è persino riduttivo questo. E' una questione formalmente diversa, ma da un punto di vista sostanziale la questione è la stessa. E' solo un fatto formale; non è che noi non apprezziamo il fatto formale, è evidente che quando formalmente si riconosce che il problema dell'allevamento è una delle cause fondamentali, è già un passo avanti, ma questa formulazione (anche con l'aggiunta proposta dal Consigliere Angeleri) non può trovare il nostro consenso.
Noi apprezziamo questo sforzo, ma continuiamo a ritenere questa una legge che ha uno scopo prevalentemente elettorale e che non si propone di affrontare la questione, che è una questione soprattutto amministrativa più che legislativa.



PRESIDENTE

Vediamo di concludere l'esame dell'art. 1 nelle varie formulazioni. La proposta ultima (Angeleri, Gallarini, Cotto, Rossi e Mancuso) riassume i voleri dell'aula in modo che si possa portare come unico emendamento all'art. 1? Ha chiesto la parola il Consigliere Gatti; ne ha facoltà.



GATTI Agostino

Ritengo di interpretare anche il volere degli altri colleghi di minoranza: si deve porre in votazione questo emendamento che io personalmente voterò, però se non le spiace gradiremmo mettere a testimonianza che anche l'emendamento presentato dalla Consigliera Suino ed altri debba essere posto in votazione affinché resti agli atti. Quindi votiamo sia uno che l'altro.



PRESIDENTE

Dunque, rispetto all'art. 1 posso mantenere solo quest'ultimo emendamento Angeleri e l'emendamento Suino col quale si chiede di vietare per 24 mesi l'allevamento? Tutti gli altri posso considerarli ritirati? Sì, benissimo. Sono pertanto ritirati.
Pongo dapprima in votazione l'emendamento n. 1.9), presentato dai Consiglieri Suino ed altri, col quale si chiede di vietare per 24 mesi l'allevamento del cinghiale a qualsiasi titolo.
La Giunta è contraria.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli e 26 contrari (1 Consigliere non partecipa alla votazione).
Pongo ora in votazione l'emendamento n. 1.10), modificato, presentato dal Consiglieri Angeleri, Gallarini, Cotto, Rossi, e Mancuso.
La Giunta è favorevole.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 28 voti favorevoli (non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri).
I Consiglieri Suino, Riba, Manica, Riggio, Moro, Gatti, Pazé e Chiezzi ritirano i seguenti emendamenti: art. 1.1, abrogare "vietata" e sostituire con "applicata" art. 1.1, abrogare "l'immissione" e sostituire con "la legge regionale" art. 1.1, abrogare "in campo aperto" e sostituire con "4 settembre 1996 n. 70" art. 1.1, abrogare "del" e sostituire con "per il" art. 1.1 aggiungere il seguente comma 2: "2. La Giunta regionale entro 60 giorni dall'entrata in vigore della presente legge definisce prescrizioni, criteri e tempi per la chiusura degli allevamenti esistenti e l'alienazione dei capi".
art. 1, aggiungere il seguente comma 2: "Al termine del previsto periodo di moratoria sulla base dei dati riscontrati, relativamente alla consistenza della specie e ai danni da essa provocati, la Giunta regionale ha facoltà di reiterare il periodo di divieto per la durata ritenuta necessaria".
I Consiglieri Pazè, Suino, Bortolin, Simonetti e Moro ritirano il seguente emendamento: "Art. 1, è aggiunto il seguente comma: '2. Su tutto il territorio regionale è vietato l'allevamento, la detenzione, il trasporto e il commercio della specie cinghiale (sus scrofa) e relativi ibridi'".
I Consiglieri Suino, Riba, Manica, Riggio, Pazè, Chiezzi e Moro presentano il seguente emendamento: 1.11) art. 1, aggiungere il seguente comma 4: "4. Per lo stesso periodo di 24 mesi è vietata inoltre l'importazione in Piemonte, a qualsiasi titolo, di cinghiali vivi e l'immissione di detti ungulati sul territorio regionale comprese le Aziende agri-turistico venatorie e Aziende faunistiche-venatorie, le aree protette e i fondi chiusi".
Tale emendamento viene così riformulato: 1.11) art. 1, aggiungere il seguente comma 4: "4. E' vietata inoltre l'importazione in Piemonte, a qualsiasi titolo, di cinghiali vivi e l'immissione di detti ungulati sul territorio regionale comprese le Aziende agri-turistico-venatorie e Aziende faunistiche venatorie, le aree protette e i fondi chiusi".
La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore alla caccia e pesca

La Giunta non è favorevole perché ritiene che non sia nei poteri della Regione vietare l'importazione e quindi frapporre ostacoli alla libera circolazione delle merci.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gatti; ne ha facoltà.



GATTI Agostino

Assessore, questa potrebbe essere una motivazione, però la sostanza e lo spirito dell'emendamento prevede anche - su questo vorrei un giudizio "la immissione di detti ungulati sul territorio regionale comprese le Aziende agri-turistico-venatorie e Aziende faunistiche-venatorie, le aree protette e i fondi chiusi".
Sono due gli argomenti: uno è l'importazione, l'altro è la immissione non in campo aperto, ma in aziende agri-turistico-venatorie e aziende faunistiche-venatorie. Io vorrei sapere almeno su questa seconda parte che cosa dice l'Assessore.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Aggiungo alla domanda già fatta dal collega altre due osservazioni.
La prima è una domanda all'Assessore per conoscere il suo parere nel merito, considerato che prima abbiamo fatto riferimento a due leggi vigenti, che a detta dell'Assessore esistono, sono applicate, quindi se così fosse la conseguenza sarebbe la non necessità del provvedimento che stiamo discutendo. Primo assioma che emerge con chiarezza stamane.
Secondo: non credo che il risultato finale e la volontà di questo Consiglio sia quella di andare a danneggiare l'allevamento e gli allevatori piemontesi consentendo e favorendo l'immissione da altre parti, da altre Regioni o da altri Stati. No! Perché allora facciamo un provvedimento che non serve perché già ci sono tre leggi vigenti che si tratta solo di fare applicare. In più mettiamo dei limiti agli allevatori locali, non ne prevediamo un monitoraggio, un aiuto, un sostegno, perché comunque ci sono dei problemi, ma consentiamo l'immissione da altre Regioni e da altri territori! C'è qualcosa che non va, come minimo c'è della schizofrenia! Allora sono sufficienti le leggi vigenti che vanno fatte applicare, e si tutelano, si rispettano, si valorizzano i nostri allevamenti e di conseguenza quello che è il libero mercato nella nostra Regione! Delle due, una: così non quadra il ragionamento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore. Se ritiene che possa essere utile una brevissima sospensione...



BODO Giovanni, Assessore alla caccia e pesca

Non mi pare proprio, non mi pare.
Io ho detto che esistono le norme, non ho detto che sono inapplicate perché già nell'intervento generale che ho svolto nella seduta di ieri anche se non l'ho detto chiaramente, l'esposizione dei dati dimostrava che le norme non sono applicate.
Per quanto riguarda la questione non mi pare che ci siano dei contrasti, a meno che io abbia interpretato male, nel senso che sia la legge del 1989 sia quella attuale vietano l'immissione a scopi venatori.
Quindi il problema semmai è solo per scopi alimentari. Non c'è proprio nessun contrasto tra la precedente norma e questa; è coerente.
L'immissione - ripeto - è vietata da due leggi: quella del 1989 e quella che stiamo varando in questo momento.



PRESIDENTE

Sostanzialmente la valutazione è negativa. La Giunta è contraria, se ho inteso correttamente.
Ci sono altre dichiarazioni di voto su questo? La collega Suino ha posto, se ho inteso bene, il problema che attraverso l'importazione sarebbe possibile superare la previsione della legge. E' così? Io dichiaro una non completa conoscenza della materia.



SUINO Marisa

Non solo Presidente, c'è anche la specificità dei fondi chiusi, dei terreni privati, sui quali quindi può continuare ad esserci qualunque tipo di immissione o di provenienza esterna o di provenienza endogena, in assenza dell'applicazione delle leggi vigenti! Assessore, nello specifico con l'emendamento che è stato approvato, siamo sicuri di andare a disciplinare, di ottenere quindi lo scopo dell'applicazione delle leggi vigenti? Noi, come Gruppo, abbiamo detto no perché diventa a questo punto maggiormente pleonastico. Questo dovrebbe essere rafforzativo, a sostegno degli allevatori e delle realtà piemontesi, ma in base a quanto lei ci ha detto non è necessario, ma allora non è necessario nemmeno il provvedimento che stiamo discutendo perché basta applicare la legge 70 e la legge 47!



BODO Giovanni, Assessore alla caccia e pesca

Se fossero applicate non saremmo qui a discutere.



SUINO Marisa

Eh no, Assessore! "Se fossero applicate non saremmo qui a discutere" certo; ma allora mi consenta la battuta: non aggiungiamo un'altra legge che venga inapplicata per consentire che continuino a non essere applicate quelle precedenti! Ma scusate! Se ci sono delle leggi in vigore che non vengono applicate, si deve trovare, non con una nuova proposta di legge, ma con degli atti diversi (una circolare, un tavolo, un patto, insomma un lavoro, delle azioni di carattere politico-aministrativo) che facciano superare l'empasse burocratico, amministrativo, quello che è, che impedisce l'applicazione delle leggi! O si modificano quei cavilli (probabilmente) burocratici che ostacolano l'applicazione delle leggi vigenti, ma non è che si ovvia al problema inventando un'altra legge che è ancora peggiore delle precedenti, non me ne vogliano i proponenti, ma peggiore per forza di cose perché è il frutto di una inapplicazione di leggi vigenti.
Capisco il suo imbarazzo, però consenta che dal mio punto di vista io le chieda: l'Assessore, l'Assessorato, le Province, gli organi preposti quali azioni hanno intrapreso perché le leggi in vigore vengano applicate? Non posso accettare che in una sede istituzionale, un'aula consiliare, si dica: "ci sono delle leggi vigenti che non funzionano e quindi ne facciamo un'altra". C'è qualcosa che non va, come minimo è schizofrenia.
Ribadisco: questo emendamento non ha nulla di così provocatorio in s è il rafforzativo di quanto dicevamo prima. Considerato che una preoccupazione è: tuteliamo ciò che esiste di economia nello specifico per i cinghiali e l'allevamento a scopi alimentari nel nostro territorio interveniamo perché comunque si inibisca il più possibile quella che è l'immissione a scopo venatorio, che sono i due dati sui quali la maggioranza ha voluto fare un ragionamento; bene, ma allora tuteliamo sul serio i nostri allevamenti! Non che poi di fatto consentiamo l'immissione da altre parti nel nostro territorio e abbiamo punito solo i nostri allevatori! Scusate, ma qui c'è proprio qualcosa che non va!



PRESIDENTE

Scusate Consiglieri, ma io ho bisogno per una comprensione mia personale più approfondita della legge di una sospensione di due minuti due.
Cortesemente, non allontanatevi dall'aula.
La seduta è sospesa per due minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 11.35 riprende alle ore 11.37)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Mi pare che quella dell'Assessore sia una preoccupazione del tutto legittima e motivata da alcune leggi a livello europeo nonché dall'art. 120 della Costituzione. Ritengo però che la motivazione qui addotta dalla Consigliera Suino non faccia altro che riprendere, in parte, la motivazione del comma precedente, per cui abbiamo presentato l'emendamento riguardante il divieto di allevamento a scopi venatori. E' ovvio che se vogliamo salvaguardare gli allevamenti sul nostro territorio regionale, dobbiamo in qualche modo cercare di essere conseguenti: è vero che questo potrebbe essere bocciato poi in sede di controllo della legge, però io penso che una segnalazione e l'inserimento di questo comma ulteriore nell'art. 1 dia il senso e completi quello che era l'intendimento del legislatore fin dall'inizio. Quindi io proporrei di inserire all'interno dell'art. 1 sempre lo scopo venatorio, così richiamando il comma 1 precedentemente votato.
Presento pertanto un'aggiunta all'emendamento proposto dalla Consigliera Suino che recita: "E' vietata inoltre l'importazione in Piemonte a scopo venatorio di cinghiali vivi", mentre la parte successiva rimane uguale alla precedente, già portata alla sua attenzione.



PRESIDENTE

Quello che considererei il subemendamento Angeleri, è condiviso? Possiamo, cioè, considerarlo un unico emendamento, che mi permetto di chiamare "emendamento Suino-Angeleri"? Esso recita: "E' vietata, inoltre, l'importazione in Piemonte a scopi venatori di cinghiali vivi e l'immissione di detti ungulati sul territorio regionale, comprese le aziende agrituristico-venatorie, le aziende faunistiche, le aree protette e i fondi chiusi".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bertoli; ne ha facoltà.



BERTOLI Gian Pietro

Riteniamo positivo che il Consigliere Angeleri e la maggioranza abbiano accettato, almeno da un punto di vista formale, le questioni da noi poste quelle di porre in una situazione paritaria e tutelare gli allevatori piemontesi, rispetto a quelli delle altre regioni o dell'estero.
Continuiamo a pensare che questa sia una legge inutile e che l'accettazione da parte della maggioranza sia formale, perché dal punto di vista sostanziale non cambia nulla. Pertanto, ci asterremo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 1.11, modificato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 26 voti favorevoli e 6 astensioni (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
1.12) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Riba, Manica, Riggio Pazè, Chiezzi e Moro: all'art. 1 aggiungere il seguente comma 5): "Sono ammessi i trasporti di detti selvatici transitanti sul territorio regionale verso altre destinazioni, previa segnalazione alle Province interessate del mezzo di trasporto, dell'itinerario e del numero dei capi trasportati, da effettuarsi con un anticipo di almeno 48 ore".
La Giunta è d'accordo.
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 33 voti favorevoli.
Si proceda alla votazione dell'art. 1, così emendato, per alzata di mano ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 27 voti contrari 8 L'art. 1 è approvato.
Sono state sollevate obiezioni sull'esito della votazione, pertanto ripeto la votazione: L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 27 voti contrari 8 L'art. 1 è approvato.
Comunico che, per coodinamento, proporrò all'Ufficio di Presidenza di inserire nella rubrica "divieto di allevamenti a scopi venatori e di immissione del cinghiale".
1/bis.1) Emendamento presentato dalle Consigliere Pazé, Suino, Simonetti Moro e Bortolin: dopo l'art. 1 è aggiunto il seguente art. 1 bis: "Art. 1 bis. E' vietata la caccia al cinghiale su tutto il territorio regionale".
La parola alla Consigliera Suino, per l'illustrazione.



SUINO Marisa

Grazie, Presidente. Come Gruppo non partecipiamo alla votazione dell'emendamento. A titolo personale, anche per coerenza di rappresentanza nei confronti dell'opinione espressa dalla prima firmataria, credo che questo emendamento vada posto in votazione, poiché c'è una posizione degli animalisti, di gruppi ambientalisti, di persone che interpretano assolutamente in modo opposto queste problematiche.
Pertanto, a titolo assolutamente personale, ne chiedo la votazione.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertoli.



BERTOLI Gian Pietro

Per quanto riguarda il nostro Gruppo, non voteremo l'emendamento.
Essendo consentita la caccia in Italia, e quindi in Piemonte, riteniamo che si possa cacciare anche il cinghiale. Quindi ci asterremo.



PRESIDENTE

La Giunta è contraria all'emendamento, che pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli, 27 contrari e 6 astensioni.
ART. 2 Emendamento presentato dalla Consigliera Suino, Riba. Manica, Riggio Gatti, Pazè, Chiezzi e Moro: T2.1) Art. 2, abrogare il titolo: "Piani di abbattimento".
La parola alla Consigliera Suino, per l'illustrazione.



SUINO Marisa

Grazie, Presidente. La proposta è quella di abrogare il titolo "Piani di abbattimento" e sostituirlo con "Piani di controllo", poiché continuiamo con la logica che ha ispirato il tentativo di offrire perlomeno un servizio su questo provvedimento, cercando di concludere con un provvedimento che sia il più utile possibile nell'inutilità generale, come diceva il collega Bertoli.
I Piani di abbattimento come rubrica. E' un discorso che non va nello spirito della motivazione originale, se la finalità è quella di darsi degli strumenti per far diventare efficaci delle leggi vigenti che trovano difficoltà ad essere applicate nella loro pienezza o di darsi quegli strumenti che, come dicevamo ieri, Francia e Germania hanno. Infatti queste nazioni hanno, in tutte le Regioni, le loro banche dati e i loro monitoraggi che trimestralmente danno la situazione nel merito; noi, in cinque anni, non siamo riusciti a darci un Piano di monitoraggio.
Il ragionamento prioritario che continuiamo a sostenere su tutta questa partita è quello del controllo. Quindi, azioni efficaci a contenere un'esplosione, che può diventare dannosa, ma a rendere possibile accettabile e utile la presenza dei detti animali ungulati sul territorio.
Non si tratta tanto di titolare con "Piani di abbattimento", quanto con azioni o con piani di controllo che aiutino a svolgere quelle funzioni che sinora, evidentemente, nonostante le leggi vigenti, non si è ancora riusciti ad attuare.
Tra l'altro una nuova rubrica, che titoli in tal senso, sarebbe anche conforme al titolo che ispira la proposta di legge, poiché ragioniamo di misure straordinarie e di integrazioni di leggi vigenti per la protezione della fauna; dopodiché, non si va a titolare "Piani di abbattimento" dove di protezione della fauna non c'è proprio assolutamente niente e di tutta quella azione di controllo e di monitoraggio tanto meno.
Quindi, Presidente, manteniamo l'emendamento.



PRESIDENTE

E' possibile, per semplicità, passare subito al secondo emendamento? Possiamo abrogare "Piani di abbattimento" e parlare subito di "Piani di controllo"? La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Non sono favorevole a questo emendamento, perché stiamo parlando di un'emergenza che ha provocato danni per miliardi a questa Regione. Tra l'altro, tutti avete visto sui giornali le ultime sentenze che giustamente, danno alla Regione la responsabilità per i danni causati dai cinghiali in caso di incidenti stradali.
Il problema non riguarda solo i danni provocati ai coltivatori e alle colture della nostra Regione. Abbiamo visto cosa è capitato in questi ultimi mesi, non solo nelle nostre Province e nella nostra Regione, ma anche sulle strade. Non ultimo, la scorsa settimana, a Cavoretto, qualcuno si è trovato a ridosso della propria abitazione un cinghiale che scorazzava, quindi una situazione di un certo pericolo.
Ritengo che oggi siamo ad un livello di emergenza, per cui occorre discutere del problema nel rispetto della fauna, che deve comunque sopravvivere ed essere tutelata, ed inserire questi porcastri nei Piani di abbattimento. E a mio parere questo deve essere specificato anche nel titolo.
Non mi sembra, con un titolo di questo genere, di non rispettare una cultura che è diversa dalla mia e che, comunque, mi sento di rispettare.
Non è il titolo che nella sostanza può cambiare le cose. Mi pare, invece che l'interno dell'articolo e la lettura dei vari commi mettano in evidenza il fatto che noi rispettiamo la fauna e la flora, ma che interveniamo in casi di urgenze ed emergenze come questi con dei Piani di abbattimento suppletivi, perché di questo si tratta, e non solo, in questa legge.



PRESIDENTE

Sicuramente il piano di controllo si attua attraverso l'abbattimento e non attraverso altri modi.
Se questo è d'intesa comune, propongo di ritirare gli emendamenti presentati alla rubrica e di mantenere e votare solo quello relativo ai Piani di controllo.
Le modalità di questo controllo si capiscono bene nel corpo dell'articolo, dove si parla di abbattimento; diversamente, non so come si possano controllare.
Possiamo considerare la rubrica in modo più ampio "Piani di controllo"? In questo senso potrebbero essere ritirati gli altri tre emendamenti e si andrebbe avanti.
Questa proposta è accettata dai proponenti e dalla Giunta? E' un'ipotesi per andare avanti celermente.
Il termine "controllo" è molto ampio; per quanto riguarda le modalità cioè come si realizza il controllo, all'interno dell'articolo si capisce che è tramite l'abbattimento.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Mi scusi Presidente, probabilmente mi sono spiegato male. Per le motivazioni che non sto a ripetere, ritengo di mantenere il titolo così com'è.



PRESIDENTE

La mia proposta non è accolta, quindi porto in votazione i vari emendamenti.
Pongo dunque in votazione l'emendamento presentato dai Consiglieri Suino Riba, Manica, Riggio, Gatti, Pazè, Chiezzi e Moro, il quale recita: art. 2, abrogare il titolo: "Piani di abbattimento".



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI' 8 Consiglieri hanno risposto NO 27 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'emendamento è respinto.



PRESIDENTE

T2.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Riba, Manica, Riggio Gatti, Pazè, Chiezzi e Moro: art. 2, nel titolo abrogare "Piani" e sostituire con "Azioni".



PRESIDENTE

La Giunta è contraria a tale emendamento.



PRESIDENTE

Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 7 voti favorevoli e 28 contrari (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri).



PRESIDENTE

T2.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Riba, Manica, Riggio Gatti, Pazè, Chiezzi e Moro: art. 2, nel titolo abrogare "abbattimento" e sostituire con "contenimento".



PRESIDENTE

La Giunta è contraria a tale emendamento.



PRESIDENTE

Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 7 voti favorevoli e 28 contrari (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri).



PRESIDENTE

T2.4) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Riba, Manica, Riggio Gatti, Pazè, Chiezzi e Moro: art. 2, sostituire il titolo con "Piani di controllo".



PRESIDENTE

La Giunta è contraria a tale emendamento.



PRESIDENTE

Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 7 voti favorevoli, 28 contrari (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri).



PRESIDENTE

SUINO Marisa (fuori microfono)



PRESIDENTE

Eccepisco su questa votazione.



PRESIDENTE

Ripeto, chi è contrario è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 7 voti favorevoli, 28 contrari e 1 astenuto (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri).
2.5) Emendamento presentato dai Consiglieri Pazè, Suino, Simonetti, Moro e Bortolin: art. 2. "Le tecniche per il controllo della popolazione del cinghiale sono rispettose dei metodi ecologici di cui all'art. 29 della L.R. n.
70/96".
Pongo in votazione tale emendamento.
E' respinto con 9 voti favorevoli e 28 contrari.
2.6) Emendamento presentato dai Consiglieri Pazè, Suino, Simonetti, Moro e Bortolin: l'art. 2 è soppresso e sostituito dal presente: "Art. 2 (Controllo della popolazione di cinghiale) 1. Il controllo della specie cinghiale può essere effettuato solo a seguito di censimento che rilevi la presenza numerica degli esemplari sul territorio.
2. Il controllo della popolazione di cinghiale può avvenire solamente previa cattura con appositi recinti telesorvegliati".
La parola al Consigliere Bertoli.



BERTOLI Gian Pietro

Noi riteniamo che il problema dei cinghiali non sia inventato e da censire, crediamo, pertanto, che si debba intervenire.
Per questo motivo su questo emendamento ci asterremo.



PRESIDENTE

La Giunta è contraria.
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli, 30 contrari e 6 astensioni (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
2.7) Emendamento presentato dai Consiglieri Pazè, Suino, Simonetti, Moro e Bortolin: l'art. 2 è soppresso e sostituito dal seguente: "Art. 2. (Controllo del cinghiale).
1. Il controllo della popolazione del cinghiale avviene attraverso tecniche incruente, che prevedono la somministrazione di antifecondativi".
Mi pare chiaro. La Giunta?



BODO Giovanni, Assessore alla caccia e pesca

La Giunta è contraria per una ragione molto semplice. Mi sono ricostruito, sulla base di tutti gli emendamenti di cui prima firmataria è la collega Pazè, il testo del provvedimento che ne verrebbe fuori, se accettati: mi pare che non sia rispondente alle finalità che noi ci proponiamo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto la Consigliera Bortolin ne ha facoltà.



BORTOLIN Silvana

Dichiarando il mio voto favorevole, devo dire che sono del tutto insoddisfatta della risposta che ha dato l'Assessore. In quest'aula più volte ha snaturato testi di legge, che sono stati peraltro discussi esaminati, senza dare questa spiegazione per l'accoglimento di emendamenti.
Mi pare, però, che si respingano emendamenti che consentirebbero di condurre la lotta contro la proliferazione dei cinghiali nel nostro Piemonte nel modo più corretto e, come dice l'emendamento, non cruento.
Io prendo atto che non si vuole assolutamente introdurre nessun elemento di novità nella campagna di limitazione della proliferazione dei cinghiali.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Suino; ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Anch'io sono abbastanza stupita dalla mancanza di volontà di fare sul serio su questo provvedimento, poiché far uscire un testo che recita "piani di abbattimento" già di per sé la dice lunga su qual è la volontà e l'impostazione di questa maggioranza e di questa Giunta.
Dopodiché, rifiutare tre interventi che consentirebbero di disciplinare, di controllare... Perché noi qui ci rifacciamo all'art. 29 della legge n.70/96 per i metodi ecologici e proponiamo il censimento che rilevi la presenza numerica degli esemplari sul territorio, il controllo della popolazione dei cinghiali e ci rifacciamo alla somministrazione di metodi antifecondativi, per cui si tratta di tre proposte operative che aiuterebbero quella che è la principale finalità di questo provvedimento e che rientrano in quello che è un discorso di pianificazione, di controllo di contenimento.
La risposta che ha dato l'Assessore è una risposta che non tiene conto di questo sforzo, che tiene conto soltanto della inapplicazione delle leggi vigenti. Ci dispiace di constatare che c'è un rifiuto così netto anche a proposte operative, perché questi emendamenti - prima firmataria Enrica Pazè e poi raccolti da altri Consiglieri di minoranza - sono emendamenti costruttivi che se fosse stata vera la finalità con la quale ci avete detto che questo provvedimento passava a volo d'uccello su tutti gli altri provvedimenti ben più seri che ci sono all'o.d.g., se fosse stata vera la motivazione originale, questi emendamenti, così come piani di controllo anziché di abbattimento, sarebbero stati tutti quanti accolti.
Così non è, e dedichiamo giornate e ore di lavoro in un'aula istituzionale per dirci che ci sono leggi vigenti che non vengono applicate. Ma chi le deve fare applicare, se non una sede istituzionale, se non un Consiglio, se non degli Assessorati, se non una Giunta? Chi li deve fare applicare? Il cittadino? Li deve fare applicare anche, ma non solo.
Noi stiamo perdendo delle ore che sono costosissime per la collettività per un provvedimento dove è evidente, continua ad essere evidente...
Nonostante lo sforzo della minoranza di non fare solo dell'ostruzionismo ma di tirarne fuori un provvedimento che almeno non vanifichi anni e anni di lavoro per realizzare dei parchi in questa Regione, anni di lavoro per realizzare un equilibrio faunistico, anni di lavoro per creare una tutela e dei diritti anche dalla parte di chi non ha voce.
Cerchiamo di non fare dell'ostruzionismo, cerchiamo di far uscire un testo che sia il meno peggio possibile e in continuazione l'esecutivo sa soltanto dirci: "Non è compatibile, non va bene". Ma che cosa volete scrivere, allora? Un unico articolo che dice: "Proposta elettorale: i cinghiali li dobbiamo abbattere perché producono 13 mila voti"? E' questo? Per fare due Consiglieri?



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Simonetti; ne ha facoltà.



SIMONETTI Laura

E' davvero inaccettabile, Presidente, l'atteggiamento della Giunta rispetto a molti emendamenti che sono stati presentati dall'opposizione.
Intanto l'Assessore in un suo intervento annunciava e sollecitava il rispetto della normativa esistente, rimarcando il fatto che la normativa esistente, dalla legge 47 alla legge 70 ad altre, in merito alla questione e al settore che oggi stiamo affrontando non vengono di fatto applicate rifiutando - senza motivazione e senza dare alcuna spiegazione al Consiglio degli emendamenti per noi assolutamente superflui e pleonastici, che individuano riferimenti normativi senza alcun senso e senza alcuna motivazione, senza alcuna interlocuzione anche politica con l'opposizione che mi pare stia presentando degli emendamenti di merito, costruttivi, non certo ostruzionistici.
In particolare, rispetto a questo emendamento emerge e assume assoluta chiarezza l'atteggiamento che ha questa Giunta nell'individuazione della risoluzione del problema. Ovvero, la risoluzione del problema non riguarda un ruolo di prevenzione, di pianificazione e di programmazione della Regione rispetto ad una soluzione del problema che prende spunto da un'ipotesi eccezionale - perché la problematicità del fatto deve in qualche modo individuare delle misure e delle azioni che sono eccezionali.
Viceversa vengono individuati degli strumenti che nulla hanno a che fare con un ruolo di programmazione, di pianificazione e di prevenzione nel rispetto dell'ecosistema regionale e nel rispetto delle leggi e delle normative, non solo regionali, che individuano i diritti della fauna e quant'altro.
Si rifiuta il confronto con qualsiasi tipo di interlocutore e non viene data nessuna risposta, nel momento in cui si tenta di fornire delle soluzioni alternative su cui la Regione dovrebbe assumere un ruolo che è il ruolo attribuitogli dalla Costituzione italiana e quindi il ruolo di programmazione e di prevenzione.
Come si fa a individuare una soluzione dicendo: "Sono contrario", senza dare alcuna giustificazione, alcuna argomentazione in merito, nel momento in cui sono individuate delle soluzioni alternative di controllo e non semplicemente e semplicisticamente di abbattimento, a partire dalla somministrazione di antifecondativi, a partire dal monitoraggio e dal censimento, elemento su cui l'Assessore dice: "Non abbiamo abbastanza controllo, non abbiamo strumenti, ecc."? Le chiederei, Assessore, di ascoltare ed eventualmente noi attendiamo una sua risposta, anzi sollecitiamo un'argomentazione della Giunta rispetto alla contrarietà a un emendamento che più che costruttivo e più che di merito non può essere, perché non può essere individuato come un emendamento ostruzionistico o di parte, ma questo emendamento prova a dare e a individuare delle soluzioni, Assessore...



(L'Assessore Masaracchio dialoga con alcuni Consiglieri di maggioranza)



PRESIDENTE

Assessore Masaracchio, guardi che la Consigliera Simonetti non va più avanti. E' giusto che lei stia ad ascoltare.



MASARACCHIO Antonino, Vicepresidente della Giunta regionale

Oh Santiddio!



SIMONETTI Laura

Ma io aspetto! Non abbiamo problemi, non abbiamo fretta!



MASARACCHIO Antonino, Vicepresidente della Giunta regionale

Stavo parlando di cose che non erano private, ma del dibattito!



PRESIDENTE

Per cortesia!



SIMONETTI Laura

Non abbiamo fretta e visto che costano alla collettività, proviamo a fare delle osservazioni che siano di merito e che possano migliorare le leggi.
Visto che già altri colleghi avevano segnalato il fatto che spesso questo Assessorato, ma direi l'intera Giunta, ha snaturato di fatto il lavoro di anni e un impianto normativo che la Regione Piemonte si è costruita nel corso di varie legislature e che ha determinato anche la salvaguardia di alcuni diritti, oltreché la tutela del territorio e quant'altro, allora escludere a priori delle soluzioni che provano a individuare attraverso metodi incruenti una soluzione attraverso delle misure eccezionali che - ripeto - utilizzano dei metodi incruenti a priori senza alcuna giustificazione, Assessore, mi pare inaccettabile! Vorremmo capire, punto per punto, perché la Giunta individua un'assoluta contrarietà nel controllo della specie dei cinghiali attraverso uno strumento di controllo normale, quasi scontato, che è il censimento della rilevazione numerica sul territorio; attraverso il controllo ed il censimento della popolazione dei cinghiali e degli ibridi, previa cattura con appositi recinti telesorvegliati; attraverso delle misure di somministrazione di antefecondativi; quindi una politica complessiva in cui la Regione assume il ruolo che gli è stato assegnato dalla Costituzione italiana come ente soggetto di programmazione, di pianificazione e anche di prevenzione, quindi di salvaguardia rispetto a dei diritti che sono i più complessivi.
Non solo noi vogliamo, come opposizione, farci portavoce dei soggetti che non sono tutelati e che non hanno voce in capitolo, ma crediamo che la Regione tutta debba trovare come strumento utile di interlocuzione anche queste soluzioni proposte! Rispondere "siamo contrari" senza neppure provare a individuare una soluzione intermedia anche e non solo con i piani di abbattimento, perch questo articolo, Assessore, è scritto in modo indegno! Non è una legge che possa essere giustificata anche da una misura eccezionale per la risoluzione di un problema importante sul territorio che ha prodotto tanti danni, ma se questo significa rovinare il lavoro che è stato fatto anche di impianto legislativo e di gestione ambientale dell'ecosistema regionale, ci pare davvero inaccettabile!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Vorrei chiedere all'Assessore di spiegarci perché il richiamo a certe leggi è incompatibile, io non riesco a capire cosa vuol dire, perché non è possibile. Non è possibile che siano incompatibili, il problema è vedere come renderle compatibili, perché se sono incompatibili bisogna capire quali leggi applicare. Se esistono due leggi incompatibili bisogna capire se c'è una gerarchia tra le due leggi, a questo punto, ma in qualche modo questo problema va affrontato. Dire "è incompatibile" da parte di un Assessore che dovrebbe spiegarci cosa ha fatto per applicare le leggi, mi pare inconcepibile! Ripeto: se esistono due leggi e sono incompatibili, bisogna intervenire per renderle compatibili, non dire semplicemente che sono incompatibili perché se sono incompatibili vorrà dire che metteremo in atto una nuova legge che renderà difficile l'applicazione della medesima, oltreché magari della precedente, perché se ci sono due leggi dobbiamo vedere come applicare ambedue, non come applicarne solo una, finche esistono.
Se ritiene che il richiamo ad altre leggi ha quelle caratteristiche deve spiegare perché per capire come intervenire per renderle compatibili e non eliminando il problema: non eliminare, ma inserire in legge degli elementi che ci permettano di renderle compatibili.
Credo anche che l'Assessore ci debba spiegare perché le leggi esistenti finora si sono dimostrate inefficaci: se è dovuto a limiti della legge o a limiti dell'operato del suo Assessorato, per esempio, e chi deve applicare le leggi.
Io trovo assolutamente inconcepibile che un Assessore dica che l'altra legge è incompatibile con questa; allora non la facciamo, questa! Se è incompatibile, questa legge, con una legge esistente non la facciamo!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, ritengo che gli interventi testé svolti siano stati dettati da una incomprensione. Mi spiego meglio. C'è - lo discuteremo successivamente e dà il senso del rispetto che noi abbiamo per quanto è stato fatto a difesa della flora e della fauna e che ha reso la Regione Piemonte una delle più attente all'ambiente - un emendamento che è stato proposto dalla maggioranza e che a quanto ho capito sarà accolto anche dalla Giunta regionale che prevede che i piani di abbattimento non si possano svolgere durante tutto l'anno solare. Con questo emendamento mi pare di capire che ci sia la disponibilità, non solo della maggioranza, ma direi di tutta la Giunta, ad attuare questi piani di abbattimento che sono relativi ad una emergenza che più volte è stata richiamata in quest'aula ma a un'emergenza che non deve dimenticare quella che è l'attenzione ad un ecosistema che noi comunque dobbiamo sempre mantenere molto alta.
Volevo solo sottolineare questo aspetto perché discutendo successivamente entreremo nel merito, ma mi pare possa far comprendere che non ci sia tutta quella disattenzione che in alcuni interventi è emersa.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore alla caccia e pesca

Credo di aver già detto ieri che per quanto mi riguarda la soluzione del problema era contemplata all'art. 29, comma 2, della legge n. 96/70 non lo ripeto perché altrimenti ripeterei le stesse cose.
La differenza che vedo qui non è tanto il fatto se la Regione deve far applicare o non fare applicare la legge, perché la legge è quella e non so nemmeno cos'altro debba fare la Regione. Comunque con questo testo almeno c'è un articolo che parla di potere sostitutivo e che dice "in caso di ritardi, di inerzie e inadempienza di chi deve provvedere si sostituisce la Regione".
Il problema va visto sotto due ottiche diverse: una è quella non dell'emergenza e della straordinarietà, quale vuole essere questo provvedimento, laddove si parla di censimenti, di rilievi, del fatto che il controllo della popolazione dei cinghiali può avvenire solamente previa cattura con appositi recinti telesorvegliati ecc. Io penso che per fare tutto questo probabilmente alla soluzione del problema cinghiali arriveremo magari fra sette, otto o dieci anni. Non voglio dire che gli emendamenti presentati non siano validi; in altra situazione potrebbero avere altra considerazione, ritengo però che nella situazione attuale di emergenza passare attraverso tutte queste condizioni significherebbe fare un provvedimento che troverebbe attuazione non alla fine di questa legislatura, ma probabilmente nemmeno alla fine della prossima. Questa è una mia convinzione personale; fino a prova contraria credo che le convinzioni personali debbano essere rispettate. Questa è la ragione per la quale ho cercato di ricostruire quello che si voleva dire e, dopo averlo ricostruito, sono pervenuto a questa valutazione.
Credo che nessuno mi possa impedire di fare delle valutazioni personali di questo tipo.



PRESIDENTE

La Giunta è contraria all'emendamento.
La parola al Consigliere Papandrea per dichiarazione di voto.



PAPANDREA Rocco

Il mio voto è a favore. Chiedo all'Assessore - che magari mi risponderà in altro momento - come pensa di rendere operativa una soluzione che era già contemplata in un articolo di una legge più ampia e completa; per quell'articolo, a sentire l'Assessore, rende superflua la legge stessa, nel senso che questo era già previsto, quindi il problema non è di natura legislativa, ma di altra natura.
Se un'ipotesi è già prevista con una legge, ma non si applica, credo che il problema non sia tanto quello di fare un'altra legge. Tutto ciò se il problema non è legislativo, in quanto la nostra legislazione già lo prevede; il problema, dunque, non è quello di fare un'altra legge, ma di capire come farla applicare, cioè quali strumenti assumere.
Non credo che si possa risolvere la non applicazione di una legge facendone un'altra, che magari avrà gli stessi meccanismi di difficoltà di applicazione. E' veramente incredibile questa cosa. La legge c'era già e invece di vedere come intervenire con quella legge sulla situazione, se ne fa un'altra.
A questo punto non riesco a capire l'utilità di quanto stiamo facendo perché non mi pare che il problema sia di natura legislativa. A meno che la situazione sia diversa da come dice l'Assessore; che abbia fatto delle affermazioni inesatte e che quell'articolo non permettesse di intervenire.
Ma se quell'articolo, inserito in una legge più vasta, consentiva la soluzione del problema ed individuava i percorsi da fare, non vedo il motivo per fare una nuova legge e non intervenire sulla fase applicativa dove mi pare invece esista il problema.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Simonetti.



SIMONETTI Laura

Esprimo il voto favorevole del Gruppo dei Comunisti Italiani sottolineando la nostra insoddisfazione per le considerazioni fatte dall'Assessore come membro del governo regionale, e non a titolo personale come un semplice cittadino. In quella veste ha delle responsabilità importanti e dovrebbe gestire anche una politica tesa ad individuare delle soluzioni importanti e soprattutto durature nel rispetto delle norme esistenti.
Troviamo davvero ingiustificabile le osservazioni dell'Assessore e quindi della Giunta sulla difficoltà di applicazione della normativa esistente nel momento in cui viene rifiutato l'inserimento di riferimenti normativi e di alcuni principi già presenti in leggi regionali attualmente vigenti, anche al fine di trovare dei mezzi e degli strumenti che permettano l'applicazione della legge e che viceversa viene disattesa, come ha osservato lo stesso Assessore.
Ribadiamo il nostro voto favorevole e tenteremo, insieme ad altri colleghi, di sollevare argomentazioni utili e di merito nel proseguimento dell'esame dell'intero art. 2.
Chiediamo alla Giunta di effettuare ancora dei ripensamenti sulla sua formulazione, che ci pare inaccettabile rispetto allo spirito complessivo che deve avere questa legge. In caso contrario, ci pare trovino sostegno le osservazioni che, solo ieri, nel dibattito generale altri colleghi facevano, relativamente all'inutilità di questa legge, visto che disponiamo di leggi più ben fatte e più importanti e che - ripeto - oggi vengono disattese e inapplicate.
Il silenzio del governo regionale sulla non applicazione di norme regionali che individuano una valutazione di merito complessiva rispetto a un problema come questo, ci lascia davvero stupiti.
Ci lascia altresì stupiti non sentire nessuna osservazione dell'Assessore ai parchi; non sentire nessuna osservazione dell'Assessore all'Ambiente, nel momento in cui, all'interno di questa legge, vengono inseriti dei principi che vanno a sconquassare e a distruggere un impianto di tutela di diritti in cui l'ambiente e i parchi sono certamente i principali protagonisti.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste, pongo in votazione per appello nominale come richiesto dalla Consigliera Simonetti, l'emendamento testé discusso non accolto dalla Giunta.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 votanti 41 hanno risposto SI' 11 Consiglieri hanno risposto NO 30 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'emendamento è respinto.



PRESIDENTE

2.8) Emendamento presentato dalla Consigliera Suino ed altri: art. 2, abrogare il comma 1.



PRESIDENTE

La Giunta è contraria.



PRESIDENTE

Non essendoci dichiarazioni di voto, pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 13 voti favorevoli e 28 contrari.



PRESIDENTE

2.9) Emendamento presentato dalla Consigliera Suino ed altri: art. 2, in fondo aggiungere il seguente ultimo comma: "La Regione, entro 2 mesi dall'entrata in vigore della presente normativa definisce le unità territoriali per la gestione del cinghiale individuando: a) le aree ad alta vocazionalità agro-silvo-pastorale, dove la specie pu essere oggetto di controllo e contenimento costante b) le aree dove l'uso del suolo e del territorio sono compatibili, una presenza equilibrata della specie".



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Grazie, Presidente, anche per la lettura. Nello specifico, è chiaro che l'emendamento prevede che il comma 1 venga sostituito da questo testo. Si potrebbe intendere, qualora vi fosse la disponibilità da parte della Giunta, come comma aggiuntivo, in quanto c'è lo sforzo di andare oltre le tre leggi che disciplinano l'intera materia (le leggi 70, 36 e 6); andare oltre, sempre nell'ottica di quel discorso di controllo, contenimento monitoraggio, ecc., andando ad individuare delle unità territoriali dove sia possibile prevedere e distinguere - quindi dare una sorta di scala di valori delle priorità - le aree che vengono riconosciute a maggiore vocazione agro-silvo-pastorale (in quelle aree si deve prevedere un contenimento ed un controllo costante) ed altri territori dove l'uso del suolo e del territorio siano compatibili con una presenza contenuta, per un equilibrio numerico, di detti animali.
Abbiamo presentato l'emendamento tenendo conto delle consultazioni avvenute e dei pareri espressi da più parti, in considerazione della necessità di aggiungere elementi di salvaguardia, di rispetto e valorizzazione della realtà protetta (parchi e oasi) del nostro territorio.
Nello specifico chiediamo, non tanto il parere all'Assessore che sinora ha dato risposta, quanto all'Assessore ai parchi, perché il comma 1 dell'art. 2 infierisce profondamente o potrebbe infierire profondamente sull'equilibrio raggiunto nelle oasi e nei parchi del nostro territorio.
Abbiamo un Assessore ai parchi, abbiamo una risorsa che deriva da queste realtà e territori piemontesi; faccio un riepilogo all'Assessore solo perché mi è parso distratto da altre riunioni e vicende svoltesi in contemporanea alla seduta della mattinata: siamo in presenza, Assessore dell'art. 2 che disciplina i Piani di abbattimento e che alla quarta o quinta riga si rifà ai parchi ed alle riserve e, con una lettura un po' improvvisata, si potrebbe dedurre che questi Piani di abbattimento avvengano nei parchi dei quali lei è Assessore. Ciò motiva l'emendamento che abbiamo presentato e la richiesta a lei di un parere su questa proposta di legge che riguarda l'Assessorato all'agricoltura, alla caccia, ecc., ma infierisce, dal nostro punto di vista, in modo massiccio sulle sue competenze. Ecco perché vorremmo conoscere il parere della Giunta su questo emendamento, possibilmente attraverso la voce dell'Assessore ai parchi.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore ai parchi naturali

In risposta a quanto sollecitato, vorrei ricordare che, nell'ambito delle aree protette, abbiamo già i Piani di abbattimento, a seguito della legge 36.
Ieri, parlando nel dibattito generale, qualcuno ha ricordato che quest'anno alla Mandria sono stati abbattuti 300 e più capi, contro i 200 e più dell'anno precedente e i 100 ed oltre dell'anno precedente ancora.
Nell'ambito delle aree protette, il controllo da parte degli organi di gestione, che devono redigere i Piani di abbattimento, è sicuramente un'iniziativa che non può essere dimenticata né soprattutto può non condizionare ulteriormente, in futuro, l'attività nelle aree parco. Questo è quello che crediamo debba continuare ad essere, anche perché è una normativa che ha dato risultati apprezzabili. Credo, quindi, che il rapporto tra l'area protetta e l'area non protetta, quindi l'ambiente esterno, sia da trovare attraverso un equilibrio in quello che viene considerato una sorta di rifugio per gli animali che, cacciati, rientrano nell'area parco, quindi escono dalla possibilità di essere cacciati grazie a quanto previsto da questa legge.
Nell'ambito della discussione dei vari articoli - tra l'altro ho chiamato il funzionario che mi ha portato tutta la normativa, per riguardarla velocemente - mi riserverò di intervenire ulteriormente a sostegno di una maggiore integrazione dell'area protetta e di quella esterna.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Prima di passare alla votazione, vorrei chiedere all'Assessore se pu chiarire alcune questioni. Visto che la Giunta è contraria all'emendamento chiedo se le questioni poste nell'emendamento, e quindi la necessità di individuare, da parte della Regione, due questioni, due tipi di area. Da un lato le aree ad alta vocazione agro-silvopastorale, dove le specie possono essere oggetto di controllo e di contenimento, dall'altra le aree dove l'uso del suolo e del territorio risultano compatibili con una presenza equilibrata della specie.
Assessore, non so se mi abbia seguito, vorrei capire se la necessità di individuare questi tipi di aree, da un lato quelle a vocazione agro pastorale dove la presenza del cinghiale può essere oggetto di controllo e di contenimento costante, dall'altro l'individuazione delle aree dove l'utilizzo del suolo permette una presenza equilibrata della specie. Con l'emendamento noi chiediamo l'inserimento e la sostituzione del comma uno dell'art. 2; la Giunta risponde che è contraria. Vorrei sapere quali sono stati gli strumenti, gli esiti e anche i risultati finali di un'azione di controllo e di monitoraggio.
Prima di passare alla dichiarazione di voto mi domando se non sia necessario, attraverso altre forme, ripristinare il concetto, perch rappresenta un'azione anche di prevenzione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore alla caccia e pesca

La Giunta non è contraria, perché mi sembra che l'emendamento proposto vada nella direzione che anche noi ci siamo prefissi.
Non mi sembra adeguato a sostituire il primo comma. Chiederei di trasformarlo in un emendamento aggiuntivo all'ultimo comma dell'art. 2.



PRESIDENTE

La proponente è d'accordo. L'emendamento viene formulato aggiungendo un comma.
La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Intervengo per dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

No, questo emendamento verrà posto all'attenzione dell'aula successivamente.



SIMONETTI Laura

Su questa proposta dell'Assessore volevo intervenire.



PRESIDENTE

Diventa una discussione scoordinata. La discussione avverrà quando discuteremo tale emendamento. Se rifacciamo una specie di discussione generale ...



SIMONETTI Laura

Non è una discussione generale, è sulla proposta ...



PRESIDENTE

Scusi, Consigliera, c'è stata un'ipotesi. La prima firmataria ha acconsentito a modificare l'emendamento che verrà esaminato dopo.
Vi sono ora una serie di emendamenti, a firma della Consigliera Suino e altri che richiedono la sostituzione di singoli vocaboli.
Tali emendamenti recitano: art. 2, comma 1, abrogare "Ad" e sostituire con "In" art. 2, comma 1, abrogare "integrazione" e sostituire con "applicazione" art. 2, comma 1, abrogare "ed in deroga" Art. 2, comma 1, abrogare "di" e sostituire con "dell" art. 2, comma 1, abrogare "quanto" art. 2, comma 1, abrogare "previsto" art. 2, comma 1, abrogare "ed" (terza riga) e sostituire con "e" art. 2, comma 1, abrogare "all" e sostituire con "dell" (terza riga) art. 2, comma 1, abrogare "che" e sostituire con "così" (quarta riga) art. 2, comma 1, abrogare "anche" I proponenti ritirano tali emendamenti.
2.11) Emendamento presentato dal Consigliere Viglietta: all'art. 2, comma 1, sostituire le parole "le Province, anche su richiesta dei..." con le parole "le Province, su richiesta dei...".
La Giunta è contraria tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 29 voti contrari e 6 astensioni (non ha partecipato alla votazione alla votazione 1 Consigliere.) 2.12) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Riba, Manica, Riggio Gatti, Pazè, Chiezzi e Moro: art. 2, comma 1, abrogare "su" (VII riga).
I proponenti ritirano tale emendamento.
2.13) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Riba, Manica, Riggio Gatti, Pazé, Chiezzi, e Moro: art. 2, comma 1, abrogare "richiesta" (VII riga).
I proponenti ritirano tale emendamento.
2.14) Emendamento presentato dai Consiglieri Angeleri, Gallarini, Cotto e Ghiglia: art. 2, comma 1, dopo le parole "anche su richiesta" aggiungere "delle organizzazioni professionali agricole provinciali".
La Giunta è favorevole a tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 27 voti favorevoli, 7 contrari e 1 astensione.
Vi sono ora una serie di emendamenti presentati dai Consiglieri Suino Riba, Manica, Riggio, Gatti, Pazè, Chiezzi e Moro.
Tali emendamenti recitano: 2.15) art. 2, comma 1, abrogare le parole "dei comitati di gestione" 2.16) art. 2, comma 1, abrogare le parole "degli ambiti territoriali di caccia (ATC) e dei comparti alpini (CA)" 2.17) art. 2, comma 1, abrogare le parole "dei soggetti gestori delle aree protette regionali" 2.18) art. 2, comma 1, abrogare la parola "approvano" (XI riga) e sostituire con "attivano" Tali emendamenti vengono ritirati dai proponenti.
2.19) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Riba, Manica, Riggio Gatti, Pazé, Chiezzi e Moro: art. 2, comma 1, abrogare "e dei concessionari di aziende faunistico venatorie".
La Giunta si dichiara contraria. Lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 14 voti favorevoli e 27 contrari.
2.20) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Riba, Manica, Riggio Gatti, Pazé, Chiezzi e Moro: art. 2, comma 1, abrogare "e di aziende agri-turistico-venatorie".
La Giunta è contraria Pongo ora in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 14 voti favorevoli e 27 contrari.
2.21) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Riba, Manica, Riggio Gatti, Pazé, Chiezzi e Moro: art. 2, comma 1, abrogare "abbattimento" e sostituire con "contentimento".
Come dice, Consigliera Suino? Intende illustrarlo? Prenda pure la parola.



SUINO Marisa

L'importanza di questo piccolo emendamento è notevole, e mi rifaccio a quanto dicevamo prima con l'Assessore ai parchi.
Considerato che il comma 1 dell'art. 2 inerisce specificamente la realtà parchi e oasi, zona protette della Regione Piemonte, è importante che il passaggio conseguente dell'azione non sia da intendersi prioritariamente come abbattimento, ma come contenimento.
E' un fatto non solo filosofico, è un fatto anche proprio di contenuto.
Noi qui abbiamo un'elencazione di leggi, nello specifico incentriamo il ragionamento del comma 1 dell'art. 2 sui parchi e sulle oasi protette e quindi tutto il ragionamento deve vedere come priorità quella che è un'azione di contenimento e non di abbattimento.
Quindi sosteniamo questo piccolo emendamento, che è vero che non è stato approvato nella rubrica nella sua titolazione, ma in questo caso essendo immediatamente le parole successive, l'azione successiva alla citazione delle leggi relative alle zone protette della nostra Regione crediamo valga la pena di evidenziarlo e di sostenerlo. Per cui chiediamo il voto a favore nel merito.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Angeleri per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Come ho già detto prima, non sono assolutamente contrario in modo aprioristico rispetto alla proposta della Consigliera Suino.
Ripeto che noi nella titolazione abbiamo parlato di piani di abbattimento nel rispetto più completo di quelle che sono in particolare le oasi naturalistiche, ma piano di abbattimento significa anche abbattere per tutelare la flora, perché i danni che provocano i cinghiali alla flora li conosciamo benissimo.
Quindi esprimo un parere che non vuole assolutamente condizionare la maggioranza e tantomeno la risposta dell'Assessore, ma vorrei che fosse compreso che i piani di abbattimento sono da intendere in questo modo e non nel modo più negativo che la terminologia può fare immaginare.



PRESIDENTE

La Giunta?



BODO Giovanni, Assessore alla caccia e pesca

La Giunta accoglie l'emendamento che propone di sostituire la parola "abbattimento" con "contenimento".



PRESIDENTE

Lo pongo dunque in votazione Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 43 voti favorevoli.
2.22) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Riba, Manica, Riggio Gatti, Pazé, Chiezzi e Moro: all'art. 2, comma 1, sono soppresse le parole "da attuarsi durante tutto l'anno solare con metodi e modalità che possono anche esulare da quelli comunemente adottati durante l'attività venatoria".
La Giunta?



BODO Giovanni, Assessore alla caccia e pesca

Mi pare che ci sia anche un emendamento presentato dalla maggioranza che, seppur limitativo, cancella però "durante tutto l'anno solare" e quindi...



PRESIDENTE

Sì, però quello soppressivo delle parole "durante tutto l'anno solare" lo devo portare in votazione dopo, perché questo è più ampio. Uno sopprime l'intero periodo, l'altro sopprime solo alcune parole... Posso non avere inteso bene...



BODO Giovanni, Assessore alla caccia e pesca

Comunque, la Giunta è per accettare la soppressione "durante tutto l'anno solare", quindi veda lei.



PRESIDENTE

No, ma votiamoli uno per volta. Adesso siamo sull'emendamento presentato dalle Consigliere Pazè e Suino.



BODO Giovanni, Assessore alla caccia e pesca

No, su questo no.



PRESIDENTE

Lasciamo la parola un attimo alla collega Suino.



SUINO Marisa

Presidente, capisco il suo imbarazzo e la ringrazio comunque per la collaborazione.
E' ovvio che bisogna partire - credo che sia istituzionalmente correttissimo - dall'emendamento più lontano, e lo motiviamo. Di certo conveniamo tutti con gli emendamenti che sono qui presenti, presentati dalla maggioranza e dalla minoranza, sulla necessità di eliminare quella cosa pazzesca che è venuta fuori, relativa a tutto l'anno solare. E su questo credo che converremo poi nei passaggi successivi.
Ma la nostra preoccupazione è anche quella di richiedere - e quindi ci esprimiamo, insomma - anche l'abrogazione del passaggio successivo, e mi rivolgo di nuovo all'Assessore per la tutela dei parchi. Attualmente il provvedimento recita che nei parchi andiamo ad attuare durante tutto l'anno solare piani di contenimento - perché questo è stato approvato, il titolo della rubrica però dice "piani di abbattimento" - allora durante tutto l'anno solare andiamo ad attuare piani di contenimento con mezzi e modalità che possono anche esulare da quelli comunemente adottati durante l'attività venatoria.
Allora il problema sta proprio qui, ed è doppio: 1) è quello relativo a tutto l'anno solare, e su questo si conviene da più parti; due, per Assessore ai parchi, "con mezzi e modalità che possono anche esulare da quelli comunemente adottati". Cosa vuol dire? Vuol dire che si spara con qualunque mezzo comunque nei parchi e nelle oasi protette? Vuol dire che anche nel periodo della nidificazione si può sparare? Vuol dire che si va con le mute dei cani? Vuol dire che si entra coi "panzer"? Cosa vuol dire? Perché scritto così "con mezzi e modalità che possono anche esulare da quelli comunemente adottati", io mi posso immaginare di tutto! Di tutto: anche il carro armato mi posso immaginare! Scritto così vuol dire tutto! Aggiungo: non solo vuol dire tutto, e quindi se c'è un cinghiale che passa in via Alfieri si può intervenire - ce ne sono, certo - con i carri armati, ma questo avviene anche nei parchi e nelle oasi protette.
Ecco perché Pazè, Bortolin, Simonetti, Moro e la sottoscritta, hanno presentato questo emendamento, che crediamo sia sfuggito al ragionamento generale; di sicuro i proponenti della proposta di legge non intendevano una cosa cruenta di questo tipo, però scritto così significa che con qualunque mezzo e modalità si interviene a dar la caccia ai cinghiali! Signori, un provvedimento che già uscirà claudicante - e sono gentile in questo momento - claudicante com'è quello che verrà fuori da questa seduta consiliare, che per di più dichiara guerra con tutti i mezzi e le modalità a tutto ciò che ha parvenza di ungulato, che può circolare nella Regione Piemonte, ivi compresi i parchi, le oasi e le zone protette, credo che dovrebbe preoccupare una parte di questa Giunta, ivi compreso chi è steso su tutti i manifesti più belli che esistono in questa Regione all'insegna della tutela e della valorizzazione dello spirito europeo! Adesso, al di là della battuta, guardate che questo è un fatto serio quindi, questo emendamento ha una sua importanza. Richiamiamo l'attenzione dell'Assessore ai parchi, dell'Assessore all'agricoltura, dei membri della maggioranza, perché questo è un fatto da non sottovalutare. Noi qui usciamo con una legge che dice: "con qualunque mezzo purché si abbattano i cinghiali"! Dappertutto! Chiediamo all'Assessore ai parchi della Regione Piemonte (parchi e turismo) che cosa ne pensa nel merito, e quindi di sostenere l'emendamento di abrogazione di quel passaggio che di sicuro è sfuggito alla buona fede generale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore ai parchi naturali

Interpreto il passaggio dell'articolo della proposta di legge in maniera diversa rispetto agli strumenti per abbattere i cinghiali, non quindi un'interpretazione allargata dei mezzi per poterlo fare e per poter praticare la caccia. Mi spiego meglio: nei parchi non si va a caccia, nei parchi ci sono i piani di abbattimento che hanno la loro funzionalità, non è una pratica che è nuova. Ci sono aree protette che hanno già avuto quest'anno i piani di abbattimento approvati, che sono: Mandria, Oasi di Morozzo, Lago di Candia, Monte Fenera, Bessa, Gran Bosco di Salbertrand Capanne di Marcarolo, Alta Valle Pesio, Orrido di Cherasco, Baraggia, Alpi Marittime, Collina di Superga e via dicendo; ce n'è una sfilza di aree protette dove questo tipo di pratica è prassi, è già consuetudine. Possiamo forse specificarlo meglio nell'ambito della legge, ma credo che questo passo dell'articolo si riferisca allo strumento, perché nell'ambito delle aree protette si può circolare secondo i regolamenti e si possono usare secondo i regolamenti ben chiari per ogni area protetta, determinati mezzi ed attrezzature. Non penso che questo vada in deroga ai regolamenti delle aree protette, altrimenti questa legge dovrebbe essere abrogativa della legge sulle aree protette. Io su questo sono abbastanza tranquillo: non è così.
Credo però che sia giusto che si specifichi meglio in questo passo che cosa si intende per mezzi. E' un atto che potrebbe chiarire meglio e dare più tranquillità a tutti rispetto all'interpretazione che potrebbe essere difforme o comunque individuale.



PRESIDENTE

L'Assessore Racchelli ha dato la sua valutazione.
Ci sono altre richieste di intervento? Un attimo che si consulta la Giunta, poi si esprimerà sull'emendamento.



SUINO Marisa

Però, Presidente, scusi, l'Assessore ha fatto una serie di valutazioni ma ha anche dato un'ulteriore specificazione che rassicuri in tal senso, in modo che l'interpretazione sia quella corretta. Ma allora bisogna aggiungere qualcos'altro, ad esempio "non possono esulare da quelli comunemente adottati", cioè va fatta una qualche aggiunta che vada in questa direzione, perché scritto così...



PRESIDENTE

La Giunta si sta consultando.



SUINO Marisa

Probabilmente c'è stato un vizio di informazione nei confronti di un altro Assessorato, in quanto dopo si ritroverà, Assessore Racchelli, altri emendamenti ad esempio sulle mute dei cani. Allora è chiaro che se si pu entrare nei parchi con i cani per la caccia al cinghiale, a parte che vien meno la regola fondamentale che qualunque cittadino non può accedere col suo cagnolino d'affezione, ma nel momento in cui si fa l'abbattimento per il contenimento si entra con mute di cani (dobermann ecc.) che provocano la fuoriuscita dal bosco e dal sottobosco di altra selvaggina che può essere cacciata in quel caso e quindi diventa una catena molto, molto pericolosa e dannosa.
Subentra poi il fatto che nei parchi in quel periodo si dovrebbe vietare il passeggio del libero cittadino, visto che si spara con fucili in modo non controllato. Tra l'altro le pallottole che vengono usate per la caccia al cinghiale sono tra le più pericolose ed è il tipo di caccia che causa più incidenti mortali.
Io non posso pensare di rischiare di essere impallinato con fucili e pallottole di questo tipo, al Parco della Mandria, di sabato, domenica o in un giorno della settimana, mentre vado a fare footing! Scritto in questo modo, si potrebbe anche pensare che venga usato il napal; è la stessa cosa perché da quanto c'è scritto, si può pensare che venga usato il napal in via Alfieri, alla Mandria o alla tenuta dei Laghi! Per questo motivo occorre una precisazione, collega Angeleri, tu che conosci bene il testo; altrimenti non tutelate quello che, tra l'altro, è un compito di istituto, di una parte importante della Giunta rappresentata dall'Assessore ai parchi e al Turismo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gatti.



GATTI Agostino

Chiedo scusa, ma nella prassi, quando si predispongono i Piani di abbattimento, chiamati Piani di contenimento, ci sono delle regole; non riesco a capire perché si debbano dire o precisare altre cose. Se voi prevedete che si debba fare il Piano di abbattimento, c'è una regola, un decalogo ed una procedura prevista; non riesco a capire perché si debbano scrivere cose diverse dalla prassi.
Se volete, si può scrivere qualcosa di meno cruento, dicendo, per esempio, che, al di là dell'abbattimento si possono operare le catture con delle gabbie, cioè si fa un'ulteriore precisazione, ma se c'è una prassi consolidata, la si rispetta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Vorrei chiarire, Presidente, che la legge di cui stiamo parlando è dovuta ad un'emergenza esistente sul territorio, rappresentata da ungulati che rovinano le colture e provocando incidenti. Nessuno ha mai detto di voler intervenirne con i carri armati né con i bazooka od altri mezzi comunemente usati in guerra. I mezzi di cui si parla sono essenzialmente due: il primo, quello di poter cac ciare con i fari di notte; il secondo, quello di usare le radio ricetrasmittenti, cosa vietata dalla legge precedente.
Visto che stiamo parlando di un'emergenza, li reputo due sistemi validi, non certo per risolvere i problemi, ma sicuramente per dare un contributo all'intervento, affinché il provvedimento sia efficace.
E' questa la direzione in cui andare, togliendo la parte riguardante l'intervento previsto per l'intero anno solare, attribuendo alle Province la possibilità di decidere e ragionare sui tempi dell'intervento, per consentire la cattura di questi animali che provocano danni. Altrimenti chi difende l'ambiente, chi difende la flora non può prescindere dallo stato di cose in cui ci siamo trovati con questa emergenza.



PRESIDENTE

La Giunta intende intervenire subito, o desidera farlo nel pomeriggio alla ripresa dei lavori? Non essendoci interventi, pongo in votazione l'emendamento, non accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 11 voti favorevoli, 21 contrari e 1 astensione.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 13,25)



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