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Dettaglio seduta n.430 del 21/12/99 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico: a) Congedi Hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana i Consiglieri Cotto Farassino, Ghiglia, Ghigo e Pichetto Fratin.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame disegno di legge n. 586: "Dotazione del Fondo per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione" Esame proposta di deliberazione n. 749: "Individuazione dei criteri di accesso e di ripartizione delle risorse di cui all'art. 11 della L. 431/98" (rinvio)


PRESIDENTE

I lavori pomeridiani prevedono l'esame del disegno di legge n. 586 (relatrice Casari) e della proposta di deliberazione collegata n. 749 relativi al sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione; a seguire l'esame della proposta di deliberazione n. 745: "Sesto prelievo dal Fondo di riserva di cassa di cui al cap. 15970 dello stato di previsione della spesa del Bilancio 1999 al fine di consentire pagamenti relativi alla gestione dei residui".
Ricordo che questi argomenti sono, così mi risulta, ampiamente condivisi. Di conseguenza mi auguro che possano avere un esame attento, ma veloce.
Passiamo quindi all'esame del disegno di legge n. 586 di cui è relatrice la Consigliera Casari. Dovremo poi fare una rapida riunione della I Commissione perché ci sono degli emendamenti che prevedono incrementi di spesa.
La parola alla Consigliera Casari.



CASARI Raimonda, relatrice

Chiedo alla cortesia dei colleghi se posso dare la relazione per letta anche perché oggi ho un forte mal di gola.



PRESIDENTE

Le sue condizioni sono evidentemente da mettere in relazione al tempo che non è clemente.
Se i colleghi acconsentono, viene data per letta la relazione al disegno di legge n. 586, il cui testo, a mani dei Consiglieri, recita: "Illustre Presidente, egregi Consiglieri la legge 9 dicembre 1998, n. 431, concernente la disciplina delle locazioni e del rilascio degli immobili ad uso abitativo, ha istituito il Fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione la cui determinazione annua è determinata dalla legge finanziaria. Per il 1999 le risorse disponibili a livello nazionale ammontano a 600 miliardi e sono state ripartite tra le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano dal Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE) con deliberazione assunta il 30 giugno 1999, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 217 del 15 settembre 1999: al Piemonte sono stati assegnati 35,406 miliardi.
L'art. 11 della legge in argomento, istitutivo del Fondo, prevede al comma 6 che le Regioni possano concorrere con proprie risorse al finanziamento del Fondo stesso.
Il Ministro dei Lavori Pubblici con decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 167 del 19 luglio 1999 ha stabilito i requisiti minimi che devono essere posseduti dai conduttori per poter beneficiare dei contributi integrativi per il pagamento dei canoni di locazione individuando due classi di reddito annuo complessivo e relative due soglie di incidenza del canone rispetto al reddito. Il decreto ha, altresì, stabilito la possibilità per le Regioni che decidono di incrementare il Fondo con proprie risorse, di stabilire ulteriori articolazioni delle classi di reddito o delle soglie di incidenza del canone più favorevoli ai richiedenti rispetto a quelli previsti a livello nazionale.
La Giunta ha ritenuto necessario e quanto mai opportuno operare per incrementare il Fondo ed ha predisposto il disegno di legge che oggi giunge all'attenzione di quest'aula che integra con un miliardo la somma a disposizione per il Piemonte per l'anno 1999.
Il testo assegnato all'esame in sede referente della II Commissione è stato celermente istruito proprio in considerazione dell'urgenza di giungere nel più breve tempo possibile all'apertura dei bandi ed alla erogazione dei contributi ai beneficiari.
Al disegno di legge è stata data efficacia temporale illimitata, con il rimando, per le integrazioni regionali successive al corrente anno, alle singole leggi di approvazione dei bilanci di previsione. Si costituiscono in tal modo le condizioni per poter individuare, con successivo atto amministrativo, modifiche ai criteri ministeriali per l'individuazione dei beneficiari meglio rispondenti alla situazione abitativa e di mercato delle abitazioni in locazione esistenti in Piemonte.
In considerazione dei tempi di attuazione del presente provvedimento che non consentirebbero certamente la spesa e probabilmente nemmeno l'impegno di una somma sul bilancio 1999, si ritiene di integrare la dotazione statale 1999 mediante una prenotazione di spesa per l'anno 2000 e contestuale riduzione di un capitolo esistente sul bilancio pluriennale 1999-2001.
Il disegno di legge è composto di 3 articoli: all'. art. 1 si enunciano le finalità; l'art. 2 tratta le disposizioni finanziarie; l'art. 3 sancisce l'urgenza con la previsione di immediata entrata in vigore della legge dal giorno successivo alla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale.
La I Commissione ha reso in data 17 novembre 1999 parere favorevole sulla disposizioni finanziarie e la II lo ha licenziato a maggioranza nella seduta del 18 novembre 1999.
Nel rassegnare il testo all'attenzione di quest'aula, formulo l'auspicio che Essa voglia accogliere la segnalazione d'urgenza che accompagna il provvedimento trovando immediatamente uno spazio per la discussione ed il suo licenziamento".
Passiamo pertanto alla discussione di carattere generale.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo la parola per porre una questione preliminare.



PRESIDENTE

Ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Desidero semplicemente chiedere all'Assessore una comunicazione sullo stato del problema che questa legge intende affrontare; un'informativa sullo stato del mercato delle locazioni, quali sono i problemi aperti, in modo da capire come collochiamo questo intervento all'interno della situazione economica e sociale del settore.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Il disegno di legge in esame, accompagnato dalla successiva proposta al Consiglio regionale di deliberazione per quanto riguarda i criteri, si inserisce nelle misure a sostegno dell'accesso alla locazione.
Questo provvedimento deriva dalla legge nazionale n. 431 del 1998 che ha subìto poi una evoluzione normativa attraverso una serie di provvedimenti, decreti ministeriali, con i quali sono stati definiti i criteri per la ripartizione delle risorse.
Nell'arco di tre anni (1999, 2000 e 2001) sono previsti a livello nazionale 600 miliardi di lire per anno ripartiti tra le Regioni.
Alla Regione Piemonte sono stati assegnati per il 1999, con deliberazione CIPE del 30 giugno 1999 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 15 settembre di quest'anno, 35 miliardi e 406 milioni.
Con l'approvazione e la pubblicazione del decreto del Ministro dei LL.PP. del luglio di quest'anno si è messo in moto il Fondo nazionale per gli affitti al quale possono partecipare le Regioni concorrendo con finanziamenti a carico del proprio bilancio e i Comuni che a loro volta potranno, una volta deliberati i criteri, concorrere anch'essi al Fondo nazionale per gli affitti.
Per quanto riguarda l'esercizio 1999 la proposta che sottoponiamo al Consiglio regionale, esaminata in Commissione, è quella di consentire già fin dal 1999, anche se mancano pochi giorni al termine dell'anno, comunque la sperimentazione e l'applicazione di questa prima fase che è una novità assoluta, anche se già nella legge disciplinante l'equo canone c'era la previsione di un fondo, che però non è mai stato attivato. Con la Legge 431/98 di riforma delle locazioni, che ha previsto sostanzialmente due tipi di contratto (un contratto sul mercato libero e un contratto assistito con la sottoscrizione da parte delle parti rappresentative delle organizzazioni dei proprietari e degli inquilini), e con il concorso delle amministrazioni comunali eventualmente nella riduzione dell'imposizione fiscale, in particolare dell'ICI, c'è questa misura di sostegno alle fasce più deboli per quanto riguarda l'accesso alla locazione.
Come dicevo, 600 miliardi a livello nazionale sono stati ripartiti nel 1999 e alla Regione Piemonte spettano 35,406 miliardi. Ho notizia, avendo partecipato ad una riunione col Sottosegretario Mattioli, che in sede di Conferenza Stato-Regioni, il Ministero dei Lavori Pubblici ha proposto di stanziare ancora sul 1999 e ripartire alle Regioni ulteriori 150 miliardi che derivano tra l'altro da quel fondo che sostanzialmente non è mai stato attivato con la legge sull'equo canone. Quindi, ripartendo questi ulteriori 150 miliardi tra tutte le Regioni, alla Regione Piemonte toccherebbero poco più di 9 miliardi. Questo per inquadrare in termini generali il provvedimento di cofinanziamento che la Regione Piemonte si appresta oggi ad esaminare, con il quale ci troveremmo ad essere, se approvato, forse la prima Regione in Italia ad avere un provvedimento di questo tipo, in quanto il decreto di ripartizione delle risorse è stato pubblicato a settembre e quindi tutte le Regioni si sono messe in moto in questi mesi. Tuttavia credo che molte non riusciranno a far fronte all'approvazione di una legge di cofinanziamento ed eventualmente di una delibera di criteri che consentirebbe anche la modifica dei criteri ministeriali. Questa, a grandi linee, è la misura che oggi ci apprestiamo ad esaminare e, spero, ad approvare.
C'è anche da dire - e voglio sottolinearlo - che queste sono le ultime risorse che derivano dalla cosiddetta ex Gescal; sono ancora previsti dei residui - che sono appunto questi 1.800 miliardi ripartiti in 600 miliardi per anno - destinati al Fondo per gli affitti.
Dopodiché, già dal 1º gennaio di quest'anno non ci saranno altre risorse dal livello centrale; ci si augura che, attraverso le leggi in materia di rinegoziazione dei mutui e con la riduzione dei tassi di interesse, si liberino delle economie rinegoziando i mutui, per cui anche le Regioni possano comunque beneficiare di ulteriori finanziamenti che, al momento, non sono previsti.



PRESIDENTE

Bene, mi pare che l'inquadramento sia stato esauriente ed efficace.
Ci sono interventi di ordine generale? Prego, Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Dal punto di vista della discussione generale, io avevo chiesto, come preliminare ad una approvazione consapevole di questa legge, di avere dall'Assessore una relazione sullo stato delle cose in Piemonte riguardo questo problema.
L'Assessore non ha svolto alcuna comunicazione in proposito e quindi da un punto di vista politico, appare una situazione di non procedibilità di questa legge.
Ciò in quanto la Regione Piemonte viene ridotta ad Ente erogatore di un finanziamento senza sapere perché; senza sapere su quale situazione si inserisce questo finanziamento; senza sapere se l'incidenza dei canoni sui redditi delle famiglie in affitto è molto pesante; qual è la distribuzione di questa pesantezza nelle varie Province; se la situazione è molto drammatica, è meno drammatica, è soddisfacente; se dà luogo a preoccupazione; come si articola il mercato dell'affitto in Piemonte rispetto alla situazione degli alloggi in proprietà; quali siano le famiglie che superano una soglia di povertà e di gravissimo disagio.
Quanto sopra in modo da inserire, come uno si aspetterebbe, un provvedimento di erogazione di risorse all'interno di una lettura del problema che si tende a risolvere in tutto o in parte; conoscendo la situazione sociale ed avendo anche la possibilità di esprimere un giudizio sull'efficacia della portata di un finanziamento di questo genere.
Nulla di tutto ciò, Presidente. Nulla di tutto ciò: non sappiamo se le somme stanziate in questa legge e previste nell'emendamento serviranno a tanto o a tutto o a poco o a pochissimo.
La Regione è ridotta a puro Ente notarile; questa Giunta l'ha ridotta in questo modo. Dopodiché, dato che sono risorse che vanno a persone che ne hanno bisogno, cosa vuole, Presidente? Votiamo questo provvedimento segnalando questo deserto di programmazione che la Giunta Ghigo continua a realizzare in questo nostro Piemonte. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vindigni; ne ha facoltà.



VINDIGNI Marcello

Signor Presidente e cari colleghi, le questioni poste dal collega Chiezzi richiedono la massima attenzione e riflessione, perché risolvere il problema della casa, soprattutto per le famiglie a basso reddito, non è solo una questione di civiltà, ma è un pre-requisito importante per lo sviluppo economico di un Paese.
Voglio ricordare che quando alla fine dell'800, per la città di Torino e di conseguenza anche per il resto della Regione Piemonte, si prospettava una fase di sviluppo industriale che poteva segnare i destini e le caratteristiche di questa Regione, una delle cose che è stata fatta è stata l'istituzione dell'Istituto Autonomo Case Popolari.
In quell'epoca, la città di Torino fece una politica di acquisizione patrimoniale diffusa, proprio in previsione della realizzazione di intensi programmi di edilizia pubblica; a questo demanio comunale si è ricorso fino agli anni '50 e '60 per far fronte alla domanda abitativa che la crescente popolazione connessa con l'organizzazione dello sviluppo industriale avrebbe comportato.
Non stiamo quindi parlando di un provvedimento di ordine sociale o assistenziale: stiamo parlando di un provvedimento che, se adeguatamente approfondito, può essere una delle leve che giochiamo per garantire in questo territorio condizioni di coesione sociale e di accoglienza, che sono appunto - i pre-requisiti su cui si innesta anche la competizione internazionale.
Allora, capire qual è oggi il problema della casa in questa nostra Regione, con delle analisi, delle cifre, delle valutazioni sull'evoluzione della domanda, è condizione indispensabile per fare una politica in questo settore.
In mancanza di ciò, la Regione si riduce ad essere un'erogatrice di risorse nemmeno proprie. Certo, la Regione fa bella figura nel distribuire 35 miliardi, trasferiti dallo Stato, attraverso le Province, le Comunità montane e i Comuni: si tratta di aiuti che arrivano in ultima analisi alle famiglie, senza che, tra l'altro, si faccia distinzione sul ruolo che la Regione ha.
Tuttavia, se la Regione vuole avere una politica in questo settore, la deve costruire sui dati, sulle analisi, sulle proposte e deve integrare in maniera adeguata le risorse pubbliche. Ai 35 miliardi assegnati dallo Stato, dobbiamo aggiungere altre risorse.
Questo non è un atteggiamento nuovo per la Regione Piemonte; in altri periodi - mi riferisco agli anni '70 - la Regione Piemonte è stata pilota a livello nazionale, rispetto alle altre Regioni, perché ha saputo creare meccanismi di finanziamento proprio che hanno avuto un effetto moltiplicatore, tale da aumentare l'offerta di abitazioni in locazione, sia esse costruite dall'istituto Case Popolari, dai Comuni o dalle cooperative.
Successivamente, via via che si evolvevano le condizioni reddituali, ha saputo diffondere, ad esempio, con meccanismi propri ed originali, una politica per l'edilizia agevolata che è stata, tra l'altro, in periodi difficili per il settore delle costruzioni, una delle leve che hanno consentito al settore di affrontare una fase di crisi, avendo degli ammortizzatori.
Caro Assessore e cari colleghi, tutto ciò avveniva perché nella struttura regionale funzionava un osservatorio delle abitazioni, che faceva pregevoli rapporti annuali sullo stato del settore nella nostra regione.
Uno degli aspetti negativi di questa legislatura è riscontrabile nell'aver trascurato questa capacità di analisi ed osservazione; gli uffici sono stati smantellati e, quando l'opposizione ha chiesto di discutere questi rapporti, non si è riusciti a creare, nelle Commissioni consiliari o in Consiglio, quello sforzo comune di comprensione che poteva anche essere la base di politiche opposte, ma che avrebbe trovato sicuramente nel dato conoscitivo la base fondamentale per fare politica.
Questo patrimonio è stato disperso, l'osservatorio sulle abitazioni della Regione non lavora più, non produce più i propri rapporti. Quando l'Assessore viene a riferire in Consiglio, si limita a dire che c'è una legge dello Stato che stanzia 35 miliardi e stabilisce i criteri con cui erogarli.
Questa legge deve trovare rapida attuazione; è una richiesta dei Comuni, è una richiesta dell'organizzazione dell'inquilinato.
Ritengo che un minimo di inquadramento, sia pure con i limiti che abbiamo nel nostro lavoro di Consiglieri, lo si possa e lo si debba fare perché dall'inquadramento scaturiscono proposte politiche delle quali - lo dico tranquillamente - la Giunta ha già tenuto conto.
Vorrei però che la Giunta desse merito di questo e non desse prova di atteggiamenti di furbizia.
Ma su questo dico qualcosa in più: essendo stato incaricato dal mio Gruppo di seguire tale materia, sia pure per la circostanza, ho provato ad informarmi e a considerare alcuni dati. Fortuna ha voluto che questo incarico l'abbia dovuto svolgere nello stesso giorno e nelle stesse ore in cui venivano resi noti i dati sulla povertà a livello provinciale illustrati nell'Assemblea Nazionale delle Province Italiane, che si è tenuta a Bari la settimana scorsa.
Ho potuto disporre, dunque, di dati che tengono conto di un approccio corretto (che è quanto suggeriva il collega Chiezzi).
Qual è, allora, la situazione nella nostra regione? In Piemonte, al 1998, vi sono 1.809.000 famiglie, di cui 945.000 nella provincia di Torino e 864.000 nel resto del Piemonte. Al 1991 la percentuale delle famiglie che vivevano in affitto era pari al 31%; possiamo dire che questa cifra si pu considerare stabilizzata, perché oggi siamo intorno ad un 30% di famiglie che abitano in case in affitto.
Se è vero che in questo decennio la popolazione è cambiata e che per la popolazione autoctona è aumentata la capacità reddituale, che ha prodotto uno spostamento verso la proprietà, è altrettanto vero che sono immigrate decine di migliaia di persone che non hanno condizioni economiche tali da poter entrare nel circuito della proprietà. Ci troviamo, dunque, di fronte ad un 30% della popolazione piemontese che vive in abitazioni in affitto il che significa 600.000 famiglie.
Incrociando questo dato con il dato sulla povertà al quale mi riferivo poc'anzi, abbiamo una situazione, a livello provinciale, molto differenziata, perché passiamo dal 25,45% delle famiglie considerate in condizioni di povertà, rispetto alla media comunitaria, della provincia di Alessandria, al 14,33% delle famiglie della provincia di Cuneo, al 17,17 nella provincia di Torino. Possiamo stimare che il 18% circa delle famiglie piemontesi si trova in una condizione definita "di povertà" (anche se i dati recentemente forniti dal Governo dimostrano che questa percentuale si riduce grazie alle politiche sociali del Governo di centrosinistra) e che su 600.000 famiglie, 120.000 vivono in condizioni di povertà.
Ho comunicato questi dati perché i contributi che la Regione stanzierà attraverso i Comuni andranno alle famiglie povere, quindi occorre determinare la domanda per valutare se l'offerta - vale a dire il contributo - è sufficiente o meno, per stabilire quale deve essere l'integrazione che la Regione deve fare, rispetto agli stanziamenti nazionali.
Possiamo stimare che il 90% delle famiglie che abitano in edilizia pubblica sia in condizioni di povertà, altrimenti non avrebbero la casa popolare, quindi abbiamo 45.000 famiglie su 50.000 famiglie residenti in edilizia pubblica, contro 75.000 famiglie residenti nell'edilizia privata.
Le 45.000 famiglie che vivono in edilizia pubblica possono disporre grazie ad un legge regionale emanata da un Governo di centrosinistra attento alle politiche sociali, degli aiuti per la cosiddetta "morosità non colpevole". Possiamo dire che a questo fondo accederanno sostanzialmente ma non esclusivamente, inquilini privati: 75.000 famiglie. Calcolando un affitto medio, a livello regionale, di 320.000 lire al mese, e considerando non entro troppo nei dettagli - che la soglia stabilita per ricevere l'aiuto riguarda la cifra eccedente le 160.000 al mese (ho fatto una media anche se, in realtà, i massimali proposti dalla nuova delibera regionale ci porterebbero fino a 600-650.000 lire; mi pare più corretto, per quel poco che conosco del mercato regionale, stabilire una cifra media di 320-350.000 lire al mese), la Regione dovrebbe integrare la somma che va da 160 a 320.000 lire, per un certo numero di famiglie, per cui il fabbisogno è attorno a 150 miliardi l'anno.
Siccome il contributo nazionale è di 35 miliardi, la Regione non pu dettare delle regole migliorative, stanziando 1 miliardo, ma deve mettere qualche cosa in più.
Abbiamo presentato, allora, un emendamento che stabilisce che la Regione porti il cofinanziamento del fondo nazionale da 1 a 15 miliardi per cui i fondi pubblici statali e regionali coprono un terzo della potenziale domanda di questa regione (50 miliardi su 150).
Un primo risultato è stato raggiunto, perché l'Assessore ha presentato un emendamento che eleva il contributo, da 1 a 6 miliardi, che la Regione offre come cofinanziamento. E' bastato presentare un emendamento per ottenere tale risultato e questo è sicuramente un fatto che valutiamo positivamente, ma che non ci esime dal ritirare il nostro emendamento.
Francamente, le cifre che ho presentato sono cifre di larga massima non c'è nulla di scientifico; c'è solo lo sforzo, fatto insieme al collega Orrù e alle altre colleghe e compagne che seguono le questioni sociali, di cercare di dimensionare il problema.
Mi aspettavo che l'Assessore, avendo a disposizione molti più strumenti (i residui dell'osservatorio sulle abitazioni, l'IRES), inquadrasse la materia in maniera più precisa di quanto abbiamo fatto noi.
Questo non è avvenuto, pertanto consideriamo valide le cifre che abbiamo. Sic stantibus rebus, consideriamo appena sufficienti i 15 miliardi di incremento da noi proposti.
Sosteniamo, dunque, che la legge vada applicata rapidamente; riteniamo inadeguato lo sforzo economico fatto dalla Regione, che esprime un livello di sensibilità sociale corrispondente alla qualità di questo Governo di centrodestra; attraverso questo confronto, ci auguriamo che si possa avere la dimensione dell'aiuto economico e che ci sia, in sede di bilancio 2000 una precisa evidenziazione del percorso di avvicinamento alla domanda economica che il fenomeno comporta.
Naturalmente, siamo pronti a confrontarci in questa sede con la Giunta per cercare un punto d'incontro più elevato, che vada nell'interesse della popolazione piemontese, in particolare della popolazione economicamente più debole che, per tale motivo, ha bisogno di maggiore rappresentanza politica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeli.



ANGELI Mario

Il tempo utilizzato dal Consigliere Vindigni, che ha fatto una relazione molto ampia, credo mi esima dal prolungare il mio intervento.
Credo che questa legge debba essere votata velocemente e possibilmente debba essere aumentata la quota, rispetto ai 6 miliardi, così come chiedeva il collega Vindigni. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Desidero fare alcune considerazioni dopo aver ascoltato gli interventi dei colleghi.
Per quanto riguarda i dati, siamo partiti da un rapporto del Ministero dei lavori pubblici, che ha proposto la ripartizione delle risorse disponibili tra le Regioni.
Come ho già ricordato, dal 1' gennaio di quest'anno i cosiddetti "fondi Gescal", che consentivano al settore un gettito di lire 4.500 miliardi in Italia, e di circa 200 miliardi in Piemonte, per rispondere alla richiesta di alloggi popolari, non ci sono più o comunque ci sono dei residui che andranno ad esaurimento.
Pertanto, la manovra attuata a livello nazionale, da Governo e Parlamento, con la riforma delle locazioni, predispone, con il fondo nazionale per gli affitti, ad una sorta di sperimentazione.
Come Regione Piemonte, in particolare, ma come Regioni in generale siamo partiti dal momento in cui abbiamo avuto la certezza di avere le risorse da parte del Ministero dei lavori pubblici.
Riprendendo le considerazioni svolte dai Consiglieri Chiezzi e Vindigni, se consideriamo valido il rapporto del Ministero dei lavori pubblici, che contraddice il rapporto sullo stato della povertà citato dal Consigliere Vindigni, per quanto riguarda lo studio e le analisi fatte dalle Province (che, come lui stesso ha definito, sono studi di larga massima), esso rileva che in Piemonte possono risultare presenti il 10,5 delle abitazioni in locazione su base nazionale, cioè pari a 450.000 e non a 600.000 abitazioni.



VINDIGNI Marcello

Questa è una grande fesseria...



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Consigliere Vindigni, sto citando i dati del Ministero dei lavori pubblici...



VINDIGNI Marcello

Sì, ma sbaglia anche il Ministero...



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Tornando al rapporto del Ministero dei lavori pubblici, il massimo organo nazionale in materia, esso ha stimato che, in considerazione dell'incremento tendenziale dei canoni e dell'esecuzione degli sfratti - e cito alcuni dati, visto che il Consigliere Chiezzi prima mi ha rimproverato di non averlo fatto - le stime riguardanti l'area metropolitana torinese parlano di circa 5.000 sfratti che, da oggi all'estate 2000, dovrebbero andare ad esecuzione.
Pertanto, ritengo più che mai importante la considerazione svolta dai Consiglieri Vindigni e Angeli, nel chiedere l'approvazione rapida della legge.
Tornando ai dati, per quanto riguarda la considerazione dell'incremento tendenziale dei canoni e dell'esecuzione degli sfratti, in Piemonte dovrebbe essere destinatario di sostegno un numero di famiglie pari al 18 del totale nazionale.
Nei fatti, però, alla nostra Regione è stato destinato solo il 5,8 delle risorse disponibili, cioè, come ho già detto in apertura, 35 miliardi su 600.
Apro una parentesi: in questi giorni il Ministero dei lavori pubblici e l'ho già detto in apertura - ha ritenuto di proporre alla Conferenza Stato-Regioni, su richiesta delle Regioni, la ripartizione di ulteriori 150 miliardi, da destinare alle Regioni. Pertanto, ai 35 miliardi se ne dovrebbero aggiungere altri 9.
E' ovvio che, oltre al concorso della Regione, che ha deciso di partecipare a tale fondo nazionale per gli affitti, anche le Amministrazioni comunali, che sono gli Enti più vicini ai cittadini, che conoscono meglio il proprio territorio e le proprie esigenze, potranno concorrere a questo fondo.
Se c'è uno sforzo di cooperazione istituzionale a livello centrale passando da quello regionale a quello comunale, si riuscirà ad avvicinarsi alle stime fatte dal rapporto del Ministero e comunque solo dalla prima applicazione si potranno avere dei dati più certi e più vicini alla realtà.
Ritengo quindi che la scelta operata dalla Giunta sia da ricondurre alla necessità di operare, come ho detto poc'anzi, nel primo esercizio in regime di assoluta sperimentazione. Proprio per questo si è operato uno sforzo notevole per ripartire risorse già con riferimento all'anno 1999, a differenza di altre Regioni che, a quanto è dato di sapere, hanno posticipato l'intera operazione al 2000, con l'unico accorgimento di allargare lievemente il potenziale bacino di utenza al fine di consentire il teorico accesso al fondo praticamente a tutti i nuclei in possesso dei requisiti per accedere all'edilizia pubblica, ma che di fatto non ottengono la casa popolare per carenza di alloggi.
I dati relativi alla domanda di accesso a questa prima erogazione del fondo costituiranno una valida base per eventuali ritocchi, tanto di stanziamento quanto di criteri di accesso per gli esercizi successivi.
Passando poi al merito degli emendamenti presentati, noi abbiamo già previsto una modifica, alla luce dell'emendamento presentato dall'opposizione, al comma primo dell'art. 2 dove si autorizza per l'anno 2000 la spesa di lire 6 miliardi, di cui 1 miliardo con riferimento al fondo per l'anno 1999. Quindi, considerando che ulteriori 9 miliardi dovrebbero arrivare dal livello centrale, ci avviciniamo alla proposta di emendamento presentato dall'opposizione.
La Giunta ha già predisposto nel bilancio di previsione 2000 la somma di lire 5 miliardi più 1 miliardo già prenotato sul 2000 con il disegno di legge oggi in discussione.
Per quanto riguarda la successiva proposta di emendamento da parte della Giunta, si tratta della conseguenza di una riformulazione, è un emendamento tecnico, per cui negli esercizi successivi si prevederà in sede di approvazione dei bilanci di previsione dei medesimi.
In ogni caso con il primo emendamento abbiamo inteso rafforzare questa nostra volontà di prevedere fin da oggi, con l'approvazione della proposta di legge, una spesa di 6 miliardi sul fondo per gli affitti.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola in discussione generale passiamo all'esame dell'articolato. All'art. 1 non sono stati presentati emendamenti; procediamo quindi alla votazione.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo la votazione per appello nominale.



PRESIDENTE

Si proceda pertanto alla votazione per appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 31 hanno risposto SI' 31 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 1 è approvato.
ART. 2 2.1) Emendamento presentato dal Consigliere Vindigni, Orrù, Manica Bertoli, Bortolin, Simonetti, Montabone, Pazé, Spagnuolo e Suino: all'art. 2, comma 1, sostituire la cifra "1 miliardo" con la cifra "15 miliardi" 2.2) Emendamento presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Botta: all'art. 2, il comma 1 è sostituito dal seguente: "1. Per l'attuazione della presente legge è autorizzata per l'anno 2000 la spesa di lire 6 miliardi di cui 1 miliardo con riferimento al Fondo per l'anno 1999".
Trattandosi di emendamenti che prevedono incrementi di spesa, devono passare al vaglio della I Commissione. Avevo già "allertato", se così si può dire, la Presidente della I Commissione per una riunione, come è d'uso in questi casi, "volante" per esprimere una valutazione immediata su queste proposte di emendamento.
Sospendo pertanto la seduta per il tempo necessario alla I Commissione per questo esame.



(La seduta, sospesa alle ore 16.16 riprende alle 17.48)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
E' stato ritirato l'emendamento n. 2.1) 2.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Riba, Foco, Vindigni Miglietti, Chiezzi, Angeli, Pazé, Spagnuolo, Orrù, Suino e Bertoli: l'art. 2 comma 1 è sostituito dal seguente: "1. Per l'attuazione della presente legge è autorizzata per l'anno 2000 la spesa di lire 15 miliardi di cui 1 miliardo di lire con riferimento al fondo per l'anno 1999".
La parola alla Consigliera Ferrero.



FERRERO Caterina

Come il Presidente ha anticipato, l'emendamento inizialmente presentato in Consiglio è stato ritirato dai firmatari per essere riproposto nella formulazione testé letta.
La Commissione ha espresso parere positivo sugli emendamenti presentati dalla Giunta e parere negativo su quello presentato dal Consigliere Riba come primo firmatario.


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

Propongo la votazione dell'emendamento.



CHIEZZI Giuseppe

Può chiamare qualche collega in aula? Non mi sembra che ci sia il numero legale!



PRESIDENTE

I colleghi che intendono prendere parte ai nostri lavori sono pregati di restare in aula, perché i nostri lavori devono avere la necessaria presenza.
Il Consigliere Chiezzi formalizza la richiesta della verifica del numero legale.
Si proceda all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Si constata la presenza del numero legale, essendo presenti in aula n.
28 Consiglieri ed in congedo n. 6 Consiglieri.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame disegno di legge n. 586: "Dotazione del Fondo per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame dell'emendamento n. 2.3). La Giunta è contraria.
La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Devo ribadire, anche a nome dei firmatari l'emendamento - chiedo l'attenzione della Giunta, perlomeno dell'Assessore competente Botta - che i dati esposti nel dibattito sulla materia segnalano quanto la dimensione di questo problema sia molto significativa e richieda una procedura di intervento finanziario superiore.
Assessore Burzi, volevo segnalarle che è arrivato il dottor Lesca, per la consulenza. Siccome si è votato sull'ammissibilità del provvedimento, e la Giunta si è posizionata su un orientamento involontariamente errato, in attesa di avere informazioni, visto che è arrivato il dottor Lesca possiamo avvalersi della sua consulenza. Anche perché non è convincente la valutazione che l'emendamento di cinque miliardi è ammissibile e quello di 12 o di 15 miliardi non è ammissibile, trattandosi di ogni caso di un emendamento di prenotazione sul bilancio 2000. In quanto il bilancio, in quanto tale, non è stato formalizzato attraverso la procedura prevista, per cui non esiste né per i 5 miliardi né per i 15 miliardi.
Presidente, informo lei perché la maggioranza della Commissione ha votato per l'inammissibilità dell'emendamento, firmato dal sottoscritto e da altri, e per l'ammissibilità dell'emendamento proposto dall'Assessore Botta. Lo ha fatto, Presidente, per questo parlo all'organo di garanzia del Consiglio, sulla base di una valutazione espressa da Consigliere, non impegnativa in quanto Giunta, dell'Assessore; sulla base del fatto che nello schema di bilancio della Giunta, 5 miliardi troverebbero copertura e 15 miliardi no.
Noi sosteniamo - tutti, i nostri tecnici, ecc. - che, trattandosi di un bilancio che non è stato formalizzato, parliamo di un bilancio che non esiste né per 5 né per 15; in ogni caso, parliamo di una prenotazione che essendo formulata attraverso una legge, è legittima sia per 5 che per 15.
Per cui, l'elemento di natura tecnica per il quale l'emendamento messo in votazione non è stato accettato non sussiste.
Per questo io richiedo un supplemento di esposizione da parte della Giunta, perché resti anche agli atti, in quanto noi non possiamo assumere una deliberazione sulla base di un elemento che è stato indicato come ipotetico (prima questione, questa, di ordine formale).
Seconda questione, nel merito. Abbiamo una disponibilità governativa che è di 36+9, quindi che arriverà a 45 miliardi; a fronte di questo, la disponibilità della Giunta regionale sarebbe inammissibilmente esigua e contenuta (meno del 12-13%).
Ciò significa disimpegno da parte della Giunta regionale, e noi chiediamo che nell'ambito di una misura ottimale (che sarebbe l'equivalente dello stanziamento nazionale) o accettabile (che sarebbe il 50%) venga stanziata una cifra in qualche maniera ammissibile. Tale cifra dovrebbe essere, tenuto conto delle condizioni finanziarie in cui è stata precipitata la Regione per vari motivi, di almeno di 15 miliardi, somma che speriamo sia ancora compatibile con il "buco" di oltre 3.000 miliardi di cui abbiamo letto stamattina (si tratta di notizie riferite dalla Giunta e riportate dai giornalisti, non di illazioni).
Altra questione che vogliamo sottolineare è che il settore del sociale della socio-assistenza non si estrinseca più soltanto attraverso i capitoli classici dell'assistenza, ma anche attraverso i capitoli che più in generale riguardano il sostegno alle famiglie e quello per gli affitti degli alloggi: dopo la legge sul superamento dei blocchi, è sicuramente uno dei capitoli fondamentali.
Per tutte queste ragioni, torno a chiedere un supplemento di comunicazione da parte della Giunta sull'ammissibilità dell'emendamento e un atto di disponibilità dal punto di vista politico verso questo ingente ed enorme problema.
Ovviamente esprimo il favorevole del nostro Gruppo, chiedendo anche una rivisitazione delle perplessità che la maggioranza ha mantenuto in Commissione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Ferrero; ne ha facoltà.



FERRERO Caterina

Intervengo solo perché ritengo che la Commissione non abbia espresso un'inammissibilità dell'emendamento proposto dal Consigliere Riba e dagli altri firmatari; semplicemente, tutti gli emendamenti proposti, anche con l'ultima formulazione, erano ammissibili alla valutazione della Commissione.
Tuttavia, la Commissione non è fatta solo di tecnici, ma anche di soggetti che esprimono un parere politico; in questo senso, la maggioranza della Commissione si è espressa in termini di valutazione positiva sull'emendamento presentato dalla Giunta.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, ritengo che la discussione che c'è stata in Commissione abbia forse chiarito un equivoco che qui sta emergendo, quasi che la maggioranza sia contraria ad uno stanziamento superiore su un tema e su un problema che, essendo stato affrontato - guarda caso - attraverso un disegno di legge dalla Giunta, penso che abbia - anzi sicuramente lo ha tutta l'attenzione della Giunta regionale.
Mi viene dunque da pensare che questo possa essere considerato un emendamento elettoralistico, teso ad alzare l'attenzione dell'elettore su una proposta che qui in Consiglio è venuta dai Gruppi della sinistra.
Io penso che su questa proposta ci sia una disponibilità a discutere da parte dell'Assessore e da parte della maggioranza, ma con estrema serietà.
Non è che questa Giunta, avendo promosso e portato avanti il disegno di legge, sia disattenta o sia solo attenta ad una fascia del sociale o non consideri il problema della casa e tutti i problemi connessi, evidenziati negli articoli del disegno di legge n. 586.
Il fatto che tale disegno di legge sia stato portato avanti dall'Assessore all'urbanistica è un segnale di questa attenzione; il fatto che poi si sia verificato che questa Giunta abbia voluto integrare ulteriormente, con l'emendamento proposto sempre dall'Assessore in Commissione, i fondi a disposizione del 2000 è un ulteriore segnale di estrema attenzione in questa direzione.
Quindi io non vedo assolutamente questo disimpegno della Regione rispetto ad un intervento statale. Mi verrebbe invece voglia di ricordare per esempio, il Fondo sanitario nazionale, che a questa Regione deve ancora qualche decina di miliardi, ma la cui soluzione non si intravede ancora.
Potrei anche parlare del disinteresse, della disattenzione dello Stato nei confronti di questa Regione, ma sono battute che non servono a risolvere il problema.
Quello che voglio dire è che noi siamo favorevoli all'emendamento presentato dall'Assessore Botta; devo dire di più: disponibili, in sede di bilancio, a discutere ulteriormente e ad affrontare questo tema con i dati alla mano. Ciò senza alzare il prezzo; senza presentare emendamenti che poi difficilmente possono trovare, in modo molto realistico, una "quadra" al bilancio 2000, a cui noi diamo, ovviamente, una grande importanza.
Quindi, per questi motivi, noi su questo emendamento voteremo contro.



PRESIDENTE

Ha chiesto ancora di intervenire il Consigliere Gallarini; ne ha facoltà.



GALLARINI Pier Luigi

Dal punto di vista istituzionale, già la Presidente della Commissione e noi ci riconosciamo in questa dichiarazione - ha spiegato come sono andate le cose in I Commissione.
Dal punto di vista politico, come atteggiamento di Gruppo sull'emendamento, riteniamo meriti la pena fare una precisazione.
E la precisazione è questa: noi ci siamo espressi in Commissione, a fronte dei due emendamenti.
L'uno, presentato dalla Giunta, che, al di là della formalità, è dal punto di vista logico-politico ammissibile e compatibile con il DDL predisposto dalla Giunta per quanto concerne il bilancio preventivo del 2000.
Con questo voglio dire che la forma ha la sua importanza, ma la sostanza, secondo noi, non è meno importante della forma. Poiché la sostanza in quel bilancio prevede compatibilità tra l'emendamento della Giunta, cioè il miliardo più i cinque, rispetto a quanto previsto nel testo che era andato avanti in Commissione ed è arrivato in aula prima che la Giunta predisponesse il DDL sul bilancio preventivo 2000 noi ovviamente ci atteggiamo in modo positivo.
Altra cosa è l'emendamento firmato dal Consigliere Riba e da altri.
Secondo noi oggi è prematuro. Noi non diciamo che siamo contrari a che lo stanziamento da 6 miliardi aggiuntivi rispetto ai 39 dello Stato arrivi a 15 o a 20 o 10: non diciamo questo.
Diciamo che è prematuro oggi, che non ci si può esprimere, perché il bilancio preventivo è arrivato in I Commissione ed andrà in consultazione il 13 gennaio; dopodiché andrà nelle Commissioni di merito e verrà in aula.
Avremo tutti i modi ed i tempi affinché, sul caso specifico, così come su mille altri argomenti, l'Aula decida come atteggiarsi. Oggi come oggi questo emendamento per noi è incompatibile, non dal punto di vista formale (non metto in dubbio la forma), ma dal punto di vista di una logica politica che noi vediamo, ovviamente, nell'impostazione del DDL di bilancio della Giunta.
E' questo il motivo per cui votiamo no; non vorremmo che queste motivazioni venissero distorte con interpretazioni tendenziose.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Il Gruppo è sottoscrittore di questo emendamento perché intende indicare con chiarezza, sin d'ora, la volontà di sostenere con un contributo che è capace di risolvere al 30% il fabbisogno indicato dalla relazione del Consigliere Vindigni. Da questo punto di vista, ogni scusante mette semplicemente bene in luce che, di fronte a questo tema, c'è una maggioranza che decide di stanziare una piccola cifra ed una minoranza che decide di predisporre un documento di bilancio che possa soddisfare in maggior misura tale bisogno.
Colleghi della maggioranza, assumete almeno la responsabilità dei vostri atti: siete contrari all'incremento dello stanziamento per il bilancio 2000! E' curioso che neghiate una vostra scelta politica, dicendo: "Magari prossimamente cambieremo idea". Cambiatela adesso la vostra idea e decidete adesso che questo è un settore prioritario, così come stanno facendo i Gruppi di minoranza, e, dunque, approvate l'emendamento.
Non cercate di colorare di intenzioni elettoralistiche quella che viceversa, è una scelta di impiego di risorse, anche molto sobria rispetto alla necessità.
Se avessimo voluto fare semplice propaganda, l'emendamento avrebbe potuto prevedere 50 miliardi e non 15; 15 miliardi ci sembrano un obiettivo ragionevole, condivisibile, non propagandistico, obiettivo serio che soddisfa una parte del fabbisogno. Quindi, il nostro Gruppo vota a favore di questo emendamento. Grazie.



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione per appello nominale dell'emendamento.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI' 13 Consiglieri hanno risposto NO 28 Consiglieri L'emendamento è respinto.
2.2) Emendamento presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Botta: all'art. 2, il comma 1 è sostituito dal seguente: "1. Per l'attuazione della presente legge è autorizzata per l'anno 2000 la spesa di lire 6 miliardi di cui 1 miliardo con riferimento al Fondo per l'anno 1999".
La parola al Consigliere Riba per dichiarazione di voto.



RIBA Lido

Solo per chiarire il voto di astensione del nostro Gruppo e motivare il perché. Sei miliardi è una cifra significativamente inadeguata, lontana dagli elementi di fabbisogno che abbiamo considerato, che nei termini minimi erano già rappresentati dall'emendamento dei 15 miliardi; pertanto è una cifra che non accettiamo come definitiva, che consideriamo come un acconto, fermo restando che intendiamo riaprire il discorso con la grande comunità degli utenti, la grande comunità piemontese per quanto riguarda la maturazione di una concezione più ampia del discorso di socialità che includa significativamente quello della casa e quello degli affitti. E' un discorso che riproponiamo nei termini dei 15 miliardi, se i conti non ci suggeriranno di indicare una cifra più significativa, come minima, che riproporremo pertanto in sede di discussione del bilancio preventivo.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione l'emendamento della Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 28 voti favorevoli e 12 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri).
2.4) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: all'art. 2, il comma 4 è sostituto dal seguente: "4. All'onere derivante dall'integrazione della dotazione statale per gli esercizi successivi, si provvede in sede di approvazione dei bilanci di previsione dei medesimi".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 28 voti favorevoli e 12 astensioni (non ha partecipato alla votazione 3 Consiglieri).
Si proceda alla votazione per alzata di mano dell'art. 2 così emendato, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 votanti 39 voti favorevoli 29 astensioni 10 non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 hanno risposto SI' 29 Consiglieri L'art. 3 è approvato.



(Intervento fuori microfono del Consigliere Riba)



PRESIDENTE

ART. 3 - Si proceda nuovamente alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 votanti 40 voti favorevoli 40 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 3 è approvato.
Prima di procedere alla votazione dell'intero testo di legge passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vindigni; ne ha facoltà.



VINDIGNI Marcello

Noi votiamo a favore di questa legge per due motivi.
Il primo è perché si tratta di una legge attuativa di una legge nazionale del Governo di centrosinistra che ha dimostrato, dopo decenni che si parlava della creazione di un fondo nazionale per l'edilizia, di essere in grado finalmente di creare questo fondo, non come fondo formale, ma come fondo con una dotazione sostanziale. Quindi noi rivendichiamo questa scelta come scelta coerente ad una politica nazionale che il centrosinistra sta portando avanti.
Abbiamo messo in evidenza tutti i limiti che nella stesura iniziale della legge erano ancora più gravi, perché il governo regionale si sarebbe limitato ad amministrare i fondi lanciati dallo Stato senza aggiungere, sul piano sostanziale, nulla. La presentazione del nostro primo emendamento che è stato poi ritirato, ha indotto la Giunta a presentare l'emendamento che oggi dà una maggiore significatività all'attuazione di questa legge.
Riteniamo che questo percorso debba essere portato avanti come peraltro è stato anche detto sia in Commissione che in aula in sede di approvazione del Bilancio 2000 e che quindi si possa andare ulteriormente avanti.
Chiediamo che la legge trovi rapida, immediata attuazione, anche con un sollecito - immediato, non fra due mesi, immediato! - coinvolgimento degli Enti locali che sono chiamati a svolgere un ruolo fondamentale nella sua attuazione. Solo così si giustifica l'urgenza che abbiamo testé votato.
Pertanto, per questo insieme di ragioni noi diamo voto favorevole alla legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto.



CHIEZZI Giuseppe

Il Gruppo Comunista, insieme agli altri Gruppi del centrosinistra, ha fatto la battaglia per portare la misura di intervento della Regione Piemonte ad un livello degno dell'importanza e della drammaticità del tema.
La Giunta regionale non ha accettato quel livello, quella misura di impegno ed è rimasta ferma sulle proprie posizioni. Questo diminuisce la portata e l'efficacia di questa legge che, pertanto, non corrisponde all'impegno che il Governo nazionale ha profuso su questo tema.
Il Gruppo Comunista rileva quindi questo scostamento, questa divaricazione dal Governo nazionale che invece ha dato risorse notevoli al sostegno alle famiglie in difficoltà per pagare l'affitto. Segnaliamo con il nostro voto di astensione la distanza che separa questo livello di impegno del governo di centrosinistra a livello nazionale dal governo di centrodestra della Regione Piemonte che si ferma ad un modestissimo impegno.
Ribadisco: voto di astensione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Si tratta di un provvedimento importante (la dotazione del fondo per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione) sul quale noi esprimiamo voto favorevole, facendo tuttavia questa considerazione, perché rimanga agli atti dei lavori del Consiglio e successivamente ritorni nel dibattito che ne seguirà in tutte le sedi da adesso in avanti: riteniamo che questo provvedimento avrebbe potuto essere più ricco. Avrebbe cioè potuto prevedere una dotazione di carattere finanziario assolutamente più importante.
Questo non si è voluto fare, ma riteniamo che il provvedimento comunque vada nella direzione che noi abbiamo auspicato sia nei lavori della II Commissione attraverso gli interventi del collega Angeli e sia successivamente con la nostra partecipazione ai lavori e alle votazioni che si sono svolte in I Commissione.
Esprimiamo quindi un giudizio critico perché la dotazione complessiva è stata inferiore alle nostre aspettative. Questa dotazione avrebbe potuto essere più congrua e più cospicua.
Riteniamo tuttavia di dover esprimere il nostro voto favorevole perch si tratta di un provvedimento che certamente andrà a sostenere le classi meno abbienti e pertanto riteniamo che, pur essendo possibile un suo netto miglioramento, abbia comunque un contenuto di carattere sociale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, noi voteremo a favore di questo disegno di legge.
Siamo anche soddisfatti del lavoro svolto dalla Giunta regionale, perché ha prestato attenzione ad un problema molto delicato quale quello dell'emergenza sfratti.
Ha, infatti, prestato un'attenzione mirata al problema. Il Governo ha sicuramente prestato attenzione nei confronti degli sfratti, riteniamo che questo decreto legislativo sia importante (35 miliardi per la Regione Piemonte) ma vorrei ricordare che il centrosinistra, a livello nazionale si è limitato ad utilizzato i fondi ex Gescal, cioè quelli che venivano utilizzati fino al primo gennaio di quest'anno per la costruzione delle case popolari.
Vorrei solo ricordare che fino al primo gennaio di quest'anno i contributi che arrivavano dallo Stato ammontavano a 200 miliardi, con questa operazione, che indubbiamente consideriamo valida, anziché duecento miliardi oggi ne arrivano 35. E' giusto che si dicano le cose, ma si dicono così come in realtà succedono.
Occorre sottolineare che il disegno di legge della Giunta regionale con l'emendamento che è stato votato da questa maggioranza, non sottrae fondi da nessuna altra parte. Questo è il merito di questa Giunta e quindi ringrazio l'Assessore per aver lavorato in questa direzione e il mio Gruppo voterà a favore del provvedimento.



PRESIDENTE

Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI' 38 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere La legge è approvata.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame proposta di deliberazione n. 749: "Individuazione dei criteri di accesso e ripartizione delle risorse di cui all'art. 11 della legge 431/98" (seguito)


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della proposta di deliberazione n. 749, di cui al punto 4) all'o.d.g.
1) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: Al terzo capoverso delle premesse, dopo le parole "lire 35.406.000.000" sono aggiunte le seguenti: "alla quale si aggiungeranno ulteriori lire 9.015.531.000, in virtù dello schema di delibera del CIPE, sul quale la Conferenza Stato-Regioni, in data 16.12.1999 con atto n. 816, ha espresso intesa, con l'impegno che con il prossimo riparto si provveda alla revisione dei criteri adottati con il succitato schema di delibera." La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Vorrei avere una conferma della legittimità di far riferimento ad uno schema di deliberazione del CIPE, che ancora non ha avuto la registrazione della Corte dei Conti, in una deliberazione che viene approvata dal Consiglio. Non ho nulla in contrario affinché questo avvenga, ma si creerebbe probabilmente un precedente del quale, ovviamente, si terrà conto nel proseguo dei lavori di questo Consiglio. Anche la stessa impostazione di bilancio, laddove si dice che non si possono scrivere cifre fintanto che non c'è la comunicazione formale, a questo punto andrebbe rivista.



PRESIDENTE

Questo è nelle premesse, se fosse inserito nella parte deliberativa non si potrebbe fare.
La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Avrei bisogno di avere due spiegazioni. La prima al comma uno, punto a) che recita: "reddito annuo imponibile complessivo del nucleo familiare non superiore alla somma di due pensioni integrate al minimo INPS". Vi domando quale sarebbe la cifre risultante, visto che voi avete i dati.
Inoltre, vorrei sapere come viene interpretato, in quanto io non sono riuscito a darmi una spiegazione, probabilmente per mia incapacità di leggere. Ai fini del rispetto di tale limite, il reddito complessivo del nucleo familiare è diminuito di lire un milione per ogni figlio a carico.
Vi domando cosa significa questo.
Su questo argomento presenterò due emendamenti, uno per quanto riguarda la prima parte delle due pensioni minime - e mi direte se è legittimo, cioè se non è impedito dalla legge nazionale - e uno sul rispetto di tale limite.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Mi associo alle due richieste dei colleghi e ne aggiungo una terza.
Vorrei sentire dall'Assessore in quali elementi questa proposta di criteri differisce da quella di carattere nazionale.



PRESIDENTE

Prego, Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Iniziando dalla richiesta del Consigliere Miglietti, per quanto riguarda la lettera a) della parte dispositiva della delibera, il reddito annuo imponibile complessivo derivante esclusivamente da lavoro dipendente o pensione non superiore alla somma di due pensioni, integrata al minimo INPS, corrisponde a 18 milioni e 200 mila lire lorde annue.



MIGLIETTI Franco

Io ho fatto un conto di un milione e 400 mila lire nette.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

E' possibile, però stiamo ragionando sul lordo.
Per quanto riguarda le doppie pensioni minime, noi abbiamo calcolato 18 milioni e 400 mila lire.



MIGLIETTI Franco

Io voglio sapere cosa rimane in tasca, dopo aver fatto colazione pranzo, cena e pagato le bollette.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Per cortesia, parliamo nel microfono, così abbiamo la prova di quanto si è detto. Se l'Assessore può svolgere la sua relazione, bene; altrimenti se ci sono ulteriori domande...



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Ci riserviamo di fare il conto sul netto.
Alla richiesta del Consigliere Vindigni, lascio la risposta agli organi di legittimità del Consiglio.
Il fatto che nelle premesse noi volessimo ricordare la previsione di ulteriori risorse richieste al Ministero dei Lavori pubblici in sede di Conferenza Stato-Regioni sull'esercizio '99 era un modo per ricordarlo correttamente anche alla discussione del Consiglio, così come si è già fatto in sede di discussione della legge.
Per quanto riguarda quanto mi è stato chiesto sul milione indicato alla lettera a) "ai fini del rispetto di tale limite - siamo alla lettera d) del dispositivo - il reddito complessivo del nucleo familiare è diminuito di L.
1 milione per ogni figlio a carico", per cui se uno ha un reddito di 15 milioni, detraendo un milione, se ne contano solo 14 se ha un figlio a carico, ovviamente; 13 se ne ha due, e così via.



MIGLIETTI Franco

Mi diventa difficile capirlo. Supponiamo il caso di 18 milioni di reddito lordo: per ogni figlio a carico si diminuisce di un milione, quindi diventa di 17. Ma diamo i numeri? Vuol dire questo o vuol dire qualcos'altro? Spiegatemi cosa vuol dire. Il reddito viene elevato - e vi presento un emendamento - di tre milioni per ogni figlio a carico. Non riesco a capire: il figlio a carico, oltre a non mangiare... Spiegatemelo per favore. Poi, se mi convincete, va bene.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Chi desidera intervenire, cortesemente, usi il microfono.
La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Facciamo l'esempio di un nucleo familiare che abbia un reddito di 20 milioni (cifra tonda), anche se il limite all'interno di questa lettera a) è di 18 milioni in due, essendo calcolati su un reddito non superiore alla doppia minima INPS, ovvero 18.200.000; se però ha tre figli a carico giustamente mi suggeriscono gli uffici - dai 20 milioni si detraggono 3 milioni, per cui rientra.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Scusate, lasciamo finire l'Assessore; poi interverrete anche voi.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

A parte il fatto che questa deliberazione è stata discussa in Commissione, mi spiace che si ripetano discussioni da Commissione in aula e anche con sorrisi della Consigliera Pazé che sono fuori luogo: abbia pazienza!



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

PAZE' Enrica (fuori microfono)



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Mi spiace, non ero presente in Commissione.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Detto questo, Consigliera, il decreto ministeriale ha stabilito questi requisiti; noi abbiamo introdotto questa possibilità di abbattimento qualora vi siano, nel nucleo familiare, dei figli a carico, ma l'abbiamo mutuato dalla legislazione regionale dell'edilizia residenziali pubblica non ci siamo inventati nulla. Credo che sia un vantaggio.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

MIGLIETTI Franco (fuori microfono)



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Mi ha convinto.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Ma poiché vedevo la Consigliera Pazé che sorrideva...
Per quanto riguarda invece la richiesta del Consigliere Chiezzi, alla lettera b) diciamo che accedono i cittadini che abbiano un reddito annuo imponibile complessivo non superiore al limite vigente per l'accesso all'edilizia residenziale pubblica, e si citano i riferimenti legislativi ovvero la L.R. 46, rispetto al quale l'incidenza del canone di locazione risulti non inferiore al 20%.
Il decreto ministeriale stabiliva invece il 24%; noi l'abbiamo abbassato di 4 punti in percentuale in meno, quindi allargando il bacino di utenza.
Questa, tra l'altro, è stata - come avevo già detto in Commissione una previsione che abbiamo fatto confrontandoci in sede di Giunta con le Organizzazioni Sindacali, che hanno espresso - questo lo dico solo per memoria - la loro condivisione sull'abbassamento della percentuale. Quindi un allargamento per quanto concerne il bacino di utenza, tenendo conto che spostandolo al 20%, introduciamo le famiglie con un reddito medio di 2 milioni e 100 mila lire al mese, che sono le famiglie composte di soli pensionati (46%) e le famiglie con disoccupati (34%).
La proposta di emendamento serve semplicemente a rafforzare il fatto che sono esclusi dalla possibilità di accedere al fondo e sono in coerenza con i principi della vigente normativa regionale in materia di edilizia residenziale pubblica, proprio perché si ritiene di dover dare una risposta ai cittadini che hanno i requisiti per accedere all'edilizia residenziale pubblica, ma che per carenza di case popolari non riescono ad accedere a tali alloggi. Per questo motivo abbiamo rafforzato, sotto il profilo tecnico, questa previsione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Pazé.



PAZE' Enrica

Mi scuso con l'Assessore, ma non ero presente in Commissione quando è stato discusso il disegno di legge, quindi gli sarei grata se potesse illuminarmi in merito al problema del punto a). Espongo il ragionamento che ho inteso io, l'Assessore mi confermi se è corretto: una famiglia ha un reddito annuo di 20 milioni (facciamo cifra tonda), pertanto rientra tra i requisiti di accesso al fondo, qualora abbia un canone di locazione di una certa somma. Poniamo che la famiglia in questione abbia tre figli; con un reddito di 20 milioni non ha più diritto, in base a come è scritto e lo capisco io, perché il limite per rientrare sarà di 20 milioni meno 3. E' così quello che c'è scritto, oppure capisco male? Qui si parla di riduzione del reddito complessivo di un milione per ogni figlio a carico, pertanto nell'interpretazione che riesco a dare all'articolo, ci troviamo nella situazione in cui una famiglia priva di figli e con 20 milioni di reddito annuo ha diritto al sussidio, mentre una famiglia con lo stesso reddito e tre figli a carico non ne ha diritto.
Se l'Assessore potesse chiarire questo passaggio, gliene sarei grata.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

E' esattamente il contrario, nel senso che se un nucleo familiare ha un reddito annuo di 20 milioni di lire e non ha figli, non ha diritto, mentre se ha tre figli, il suo reddito non viene considerato di 20 milioni, ma di 17 - si sottraggono 3 milioni - quindi rientra nei limiti della minima INPS, pari a 18 milioni e 200 mila lire. Questa è una previsione nazionale.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Pazé.



PAZE' Enrica

Allo scopo di rendere maggiormente comprensibile una prima lettura sarebbe meglio inserire una frase in cui si specifica che non diminuisce il reddito complessivo, bensì il reddito che viene utilizzato ai fini del calcolo, perché quando diciamo che il reddito di una famiglia è diminuito di un milione, si parla del reddito della famiglia, non si parla del parametro che utilizziamo per il calcolo. Mi sembra scritto in maniera confusa; io inserirei qualche termine per renderlo più chiaro, perché il reddito complessivo è il reddito complessivo, non è il parametro che noi utilizziamo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Gli Uffici mi confermano che è un'espressione già prevista nella legislazione regionale ed in quella nazionale, nella legge 457, pertanto è ritenuta chiara.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

PAPANDREA



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Se si mette: "il calcolo del reddito...".



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Si potrebbe dire: "Ai fini del rispetto di tale limite, si calcola il reddito complessivo...".



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Gli emendamenti sono stati formalizzati e presentati. Possiamo affrontare questi emendamenti, Consiglieri? O ci sono altri emendamenti in arrivo? Se restate ai vostri posti possiamo anche pensare di utilizzare il sistema elettronico; viceversa in queste condizioni non si può usare. Vi prego quindi cortesemente di restare ai vostri posti e prestare quell'attenzione che è dovuta al provvedimento.



(Il Consigliere Miglietti dialoga con l'Assessore Botta)



PRESIDENTE

Consigliere Miglietti, non siamo in sospensione; se ci sono dei problemi chieda di intervenire.



(Forte brusìo in aula)



PRESIDENTE

Colleghi Consiglieri, se non si ristabilisce un minimo di attenzione nell'aula io sono costretto a sospendere brevemente la seduta. Colleghi non è possibile andare avanti con questo disordine in aula! Sospendo cinque minuti il Consiglio.



(La seduta, sospesa alle ore 19.02 riprende alle ore 19.05)


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Colleghi Consiglieri, vi rammento ancora una volta che questo provvedimento è importante e merita attenzione.



CHIEZZI Giuseppe

Possiamo fare una verifica del numero legale, Presidente?



PRESIDENTE

Se lei formalizza la richiesta, dato che siamo in vicinanza di votazione...



CHIEZZI Giuseppe

Le do una mano, Presidente: formalizzo.



PRESIDENTE

Si proceda quindi alla verifica del numero legale.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Si constata la presenza del numero legale, essendo presenti in aula n.
28 Consiglieri ed in congedo n. 5 Consiglieri.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame proposta di deliberazione n. 749: "Individuazione dei criteri di accesso e di ripartizione delle risorse di cui all'art. 11 della legge 9 dicembre 1998, n. 431 'Disciplina delle locazioni e del rilascio degli immobili adibiti ad uso abitativo'" (seguito)


PRESIDENTE

Torniamo all'esame della proposta di deliberazione n. 749; pertanto pongo in votazione l'emendamento presentato dalla Giunta, che ripeto per chiarezza: al terzo capoverso delle premesse, dopo le parole "lire 35.406.000.000" sono aggiunte le seguenti: "alla quale si aggiungeranno ulteriori lire 9.015.531.000, in virtù dello schema di delibera del CIPE, sul quale la Conferenza Stato-Regioni, in data 16/12/1999 con atto n. 816, ha espresso intesa con l'impegno che con il prossimo riparto si provveda alla revisione dei criteri adottati con il succitato schema di delibera".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 28 voti favorevoli e 11 astensioni (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
2) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglietti, Vindigni, Orrù e Bertoli: al comma a) dell'art. 1 del deliberato, dopo le parole "due pensioni integrate al minimo INPS" sono aggiunte le parole "aumentate del 20%".
La Giunta?



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

La Giunta è di parere contrario, perché questa previsione dell'emendamento a firma Miglietti ed altri è ricompresa nella lettera b) che sostituisce i requisiti per l'accesso dei cittadini all'edilizia residenziale pubblica e quindi anche per coloro che eventualmente superino del 20% il minimo INPS.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Miglietti; ne ha facoltà.



MIGLIETTI Franco

Non desidero illustrare l'emendamento, voglio soltanto chiedere che venga messo a verbale e che sia molto chiaro ciò che dice l'Assessore: che l'emendamento è inutile perché viene ricompreso nel punto b) del dispositivo. Vorrei che fosse assolutamente chiaro questo! L'emendamento è inutile, quindi viene respinto perché inutile, perché l'effetto di quell'emendamento viene ricompreso nel punto b) del dispositivo.



PRESIDENTE

Le dichiarazioni dell'Assessore sono verbalizzate, come del resto tutte le dichiarazioni espresse in quest'aula.



MIGLIETTI Franco

E' così Assessore? Conferma?



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Non confermo.



MIGLIETTI Franco

Lei ha dato questa spiegazione, Assessore.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Pazé; ne ha facoltà.



PAZE' Enrica

Può l'Assessore chiarire qual è il limite vigente per l'accesso all'edilizia residenziale pubblica?



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Vorrei denunciare in quest'aula che i lavori di Commissione sono assolutamente inutili, nel senso che i Consiglieri che partecipano alle riunioni di Commissione percepiscono un gettone di presenza, partecipano a sedute con i tecnici, però poi si viene in aula e si ricomincia la discussione da capo.
Se il Consigliere Chiezzi e altri Consiglieri vogliono bloccare questo provvedimento importante chiariamolo!



(Voci in aula)



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, lasci terminare l'intervento all'Assessore!



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Siete voi che ostruite i lavori del Consiglio; tu, Chiezzi...



(Scampanellìo insistente del Presidente)



PRESIDENTE

Sospendo i lavori del Consiglio per cinque minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 19.13 riprende alle ore 19.16)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola alla Consigliera Pazé.



PAZE' Enrica

Gradirei ricevere delle scuse da parte dell'Assessore Botta, perché mi sembra che la sua reazione alla mia domanda di chiarimenti, peraltro chiarimenti su quanto da lui detto...



(Commenti in aula)



PAZE' Enrica

Sono stati fatti dei commenti sul fatto che si percepiscono i gettoni di presenza. Io faccio parte di un Gruppo, di cui sono l'unico membro, è vero che ho diritto a partecipare ad otto Commissioni, ma non posso fisicamente e materialmente partecipare a tutte e otto le Commissioni.
Pertanto, credo sia mio diritto porre in aula domande pertinenti all'argomento, dimostrando che sto seguendo quello di cui si parla, a differenza di tanti altri colleghi che possono essere presenti in aula ma si occupano di altre cose e l'Assessore manifesta (...)



(Commenti in aula)



PAZE' Enrica

Vogliamo chiedere ad alcuni colleghi di cosa stiamo discutendo? Quindi sarei grata all'Assessore Botta se potesse proseguire con la discussione dare la risposta a questo e ad ogni altro eventuale chiarimento utile allo svolgimento della discussione. Anche per evitare che si verifichino casi come quello di stamattina in cui una legge licenziata dall'aula viene poi riportata in aula sotto forma di altra legge per modificare delle cose che non sono state chiarite durante al dibattito, che sono sfuggite a causa di un dibattito affrettato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Penso veramente che si sia arrivati al paradosso. I Consiglieri che hanno l'opportunità di partecipare ai lavori delle Commissioni - non mi riferisco ovviamente alla Consigliera Pazé che non riesce a partecipare a tutte le Commissioni - e hanno partecipato ai lavori della Commissione dove si è discusso sia del disegno di legge sia della deliberazione in modo approfondito con i funzionari....Mi sembra un po' esagerato pretendere che io porga le scuse!



(Commenti della Consigliera Pazé)



ANGELERI Antonello

Quello che voglio dire, Consigliera Pazé, e che per esempio tu hai lanciato delle accuse alcuni mesi fa ormai, ben precise, a cui poi il Presidente del Consiglio non ha mai dato alcuna risposta. Hai accusato delle persone, dicendo che praticamente in quest'aula si ricattavano le persone, che eravamo dei ladri: quanto detto risulta a verbale. Non è mai stato detto nulla su quanto da lei detto in quell'occasione.



PRESIDENTE

Restiamo sull'argomento oggetto della discussione.



ANGELERI Antonello

Vorrei che rispetto a quanto detto dalla Consigliera Pazé, affermazioni gravi, si desse risposta e si fosse coerenti con quanto si dice. Non sto scherzando: c'è un limite a tutto. Non puoi richiedere in quest'aula le scuse rispetto...



PRESIDENTE

Consigliera Pazé, le darò la parola dopo per fatto personale. Lasci terminare il Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Quello che chiedo è che in quest'aula si ritorni ad un dibattito lasciando la possibilità ai Consiglieri ovviamente di dire e di fare tutte le richieste possibili, ci mancherebbe altro, ma di non farle in modo strumentale, perché diventa poi difficile dare delle risposte - essendo le 19.30 - e può anche risultare difficile una convivenza civile.
Collega Chiezzi, tu sei molto bravo a fare opposizione, te lo abbiamo riconosciuto più volte, ma penso che su queste cose ci debba essere un minimo di buon senso, visto che questi tipi di deliberazione, questi disegni di legge, non hanno assolutamente nessuna coloritura.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Pazé per fatto personale.



PAZE' Enrica

Intervengo una volta per tutte sul problema. Nel mio primo intervento svolto in Consiglio, ho detto le seguenti parole che, probabilmente, non c'entravano con la discussione, ma erano le seguenti - prese dal verbale "faremo attenzione che i soldi pubblici non vengano utilizzati per interessi privati". Non ho usato la parola ladri, non ho dato del ladro a nessuno, non ho citato nessun componente né della Giunta né della maggioranza. Ignoro perfino i motivi per cui il Consigliere Angeleri ha dovuto dimettersi da Assessore, e mi sarei ben guardata dal fare alcun riferimento. Mi dispiace se lui si è sentito chiamato in ballo se lui vuole querelarmi lo faccia il più presto possibile, anziché continuare a tirare in ballo la cosa. Rivendico il diritto di ogni Consigliere, in sede di dibattito politico, di fare dichiarazioni simili. Nel caso specifico vorrei sapere che cosa ho fatto e detto per suscitare la reazione dell'Assessore Botta, avendo semplicemente chiesto qual è il limiti di accesso all'edilizia residenziale pubblica, visto che lui ha detto che per rispondere alle interrogazioni del Consigliere Miglietti si rientrava nel comma b). Mi sembra che la discussione che si sta creando sia assolutamente spropositata.
Chiedo al Consigliere Angeleri di querelarmi nel giro di una settimana o di smetterla di tirare fuori questo argomento.



PRESIDENTE

Stavamo discutendo l'emendamento presentato dal Consigliere Miglietti ed altri, con il quale si aggiungono le parole "aumentate del 20%".
Era stata posta la domanda sul limite di accesso.
La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

La domanda che ha posto la Consigliera Pazé in riferimento al dispositivo della deliberazione, lettera b), reddito annuo imponibile complessivo non superiore al limite vigente per l'accesso all'edilizia residenziale pubblica, di cui all'art. 2, comma 1, lettera e) della legge regionale 28 marzo 1995, n. 46, rispetto al quale l'incidenza del canone di locazione risulti inferiore al 20%, allora facciamo riferimento alla legge regionale n. 46...



(Intervento, fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Per cortesia, lasciamo dare la risposta all'Assessore.



(Proteste, fuori microfono del Consigliere Angeleri)



PRESIDENTE

Consiglieri Chiezzi e Angeleri, cerchiamo di ristabilire quel minimo di condizione che ci permetta di proseguire i lavori... Per cortesia, lasciamo proseguire l'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Sto solo rispondendo ad una domanda.
Il limite del reddito per l'edilizia pubblica è di 31 milioni lordi annui per due persone, ovviamente per lavoro dipendente, e va ragguagliato alla composizione del nucleo familiare, perché evidentemente, a seconda dei componenti del nucleo familiare, cambia il limite del reddito. Pertanto ribadisco, sono 31 milioni lordi l'anno.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Miglietti; ne ha facoltà.



MIGLIETTI Franco

Quando l'Assessore imputa ai Consiglieri di prendere il gettone di presenza quando vengono in Commissione, deve tener conto del fatto che lui il gettone di presenza lo prende anche senza venire in Commissione...



PRESIDENTE

Per cortesia, stiamo sul tema...



MIGLIETTI Franco

Lo dico bonariamente, in amicizia, però bisogna mettere i puntini sulle "i". I Consiglieri regionali non hanno a loro disposizione una struttura tale che permetta loro di avere immediatamente l'onniscienza di tutte le materie, mentre gli Assessori hanno a loro disposizione la struttura degli Uffici. Bisogna avere un po' di pazienza e aiutare i Consiglieri che pongono delle domande.
Se il limite dell'edilizia economico-popolare è di 31 milioni, il 20 in più, per quanto riguarda le due pensioni minime, vuol dire arrivare a 22 milioni. Per deduzione (sempre con il vostro aiuto e per comprendere faccio atto di umiltà), il paragrafo a) sarebbe inutile. Mi dovete spiegare perch non lo è, perché se non è inutile il paragrafo a), io continuo a sostenere che occorre aumentarlo del 20%, in quanto si parla di poveri e non di chi guadagna 15 milioni al mese; si parla di persone che guadagnano 1 milione di famiglie composte da due persone che hanno un reddito di 1.480.000 lire e pagano 210 mila lire di affitto, perché viene coperta la differenza tra le 800.000 lire che pagano di affitto e le 204.000 lire che dovrebbero pagare per il 14% del loro reddito, se ho capito bene. Chiedo scusa, ma quando non capisco, chiedo sempre pubblicamente aiuto per dimostrare tutta la mia ignoranza! Dicevo, dunque, che il paragrafo sarebbe inutile e pertanto andrebbe cassato, perché significa che sono compresi tutti quelli che sono compresi nel limite del diritto di accesso all'edilizia economico-popolare.
Se non è così, dovete darci delle spiegazioni e ci dovete spiegare perché non accettate l'aumento del 20%, che garantisce ad un nucleo familiare, composto da due persone e che fanno cumulo di reddito, 1.480.000 lire al mese. Mi sembra proprio che siamo alla soglia di quel 30% di famiglie che vengono definite "in povertà".
Il secondo emendamento che abbiamo presentato chiede che il tetto massimo venga abbattuto di 3 milioni, anziché 1, per il primo figlio, di 4 milioni per il secondo figlio e di 5 milioni per il 3 figlio.
Ricordo che siamo sempre a livelli molto bassi; bisogna capire cosa vuol dire avere un reddito striminzito, assolutamente contenuto, da poveri quando ci sono anche dei figli che hanno una serie di esigenze. Spesso si sente dire che chi abita nelle case popolari approfitta di quelle agevolazioni, magari accumulando il reddito dei figli per comperarsi un alloggio; questa è una deformazione che rigettiamo, ricordando che stiamo parlando di chi ha un reddito familiare composto dalle due pensioni minime corrisposte da parte dell'INPS.
Ci dovete dare delle spiegazioni nel merito, visto che nella relazione si dice: "9 miliardi in più da parte dello Stato"...



(Interruzioni fuori microfono)



MIGLIETTI Franco

No, quando arriveranno, perché se non riusciremo a far inserire nel bilancio 2000 i 25 o 30 miliardi che abbiamo intenzione di chiedere, si contribuisce soltanto fino al limite del plafond.
L'emendamento che chiedeva i 15 miliardi è stato respinto, ma non demordiamo, perché se volete approvare il bilancio del 2000 dovete passare di qui; magari non ci saremo più noi, ci sarà qualcun'altro, comunque sempre di qui si deve passare! Tre milioni per un nucleo familiare vuol dire andare ad un limite di 22 milioni, così come il 20% in più che abbiamo richiesto per le due pensioni minime.
Assessore, facciamo uno sforzo tutti insieme perché questa deve essere una buona legge, che dovrà servire a quella categoria di persone; noi chiederemo allo Stato di incrementare ulteriormente i fondi e prevederemo dei fondi regionali per poter soddisfare un grosso problema esistente oggi in Piemonte, cioè l'impossibilità di accesso alla casa da parte delle fasce deboli.
Voi provenite tutti da una certa cultura, che se fosse all'origine della cultura cristiana, ci troveremmo tutti sulla stessa barca; provenendo invece da un'altra cultura, che è quella democristiana, che non ha nulla a che vedere con quella cristiana...



PRESIDENTE

Consigliere, restiamo all'argomento; se lei si infervora in questi discorsi...



MIGLIETTI Franco

Dico solo che ritorniamo alla cultura cristiana...



PRESIDENTE

Consigliere, ognuno ha il suo passato; qualcuno lo deve dimenticare qualcun'altro no. Non entriamo in queste polemiche!



MIGLIETTI Franco

Io dimentico o ricordo, a seconda di come mi alzo al mattino! Dico solo di aiutare la parte debole di questa nostra popolazione piemontese. Grazie.



PRESIDENTE

Io voglio chiedere, con grande schiettezza, all'aula: siamo in condizioni di approvare questo provvedimento in tempi rapidi oppure occorre ancora un momento di riflessione? Voglio solo ricordare che avevamo l'impegno di esaurire questi provvedimenti in mattinata, perché erano condivisi da tutti; se i provvedimenti condivisi sono trattati in questo modo, mi chiedo quali risultati di aula possano portare quelli non condivisi.
La parola al Consigliere Chiezzi sull'emendamento presentato dal Consigliere Miglietti ed altri.



CHIEZZI Giuseppe

Non ho ancora preso la parola, però di fronte alla sua sollecitazione per capire se si può procedere, per il nostro Gruppo si poteva procedere: difatti non siamo nemmeno intervenuti.
Adesso, l'inciampo momentaneo mi sembra che sia l'Assessore Botta. In che senso (e solo lui può risolvere il problema)? Nel senso che l'emendamento presentato dal collega Miglietti è stato estinto, come dichiarazione di intenti, dall'Assessore Botta, dicendo che la proposta del collega Miglietti era già assorbita e ricompresa nel testo attuale della delibera alla lettera b).
Di fronte a questa affermazione dell'Assessore Botta, il collega Miglietti ha detto: "Se è così, ritiro l'emendamento". Ma così, a me pare non sia. E' per questo motivo che l'Assessore Botta deve darci un chiarimento.
A me non sembra che quanto detto dall'Assessore Botta - "Respingo l'emendamento, perché è già compreso nella lettera b) - corrispondesse al vero: questa è l'impressione che ho avuto.
Se così non è, l'Assessore Botta chiarisca il senso di quella dichiarazione; la corregga e, se viene corretta, allora l'emendamento del Consigliere Miglietti vive, perché diventa necessario proporre di aumentare del 20% le pensioni integrate al minimo.
Direi che al momento l'inciampo è questo: che l'Assessore Botta ha dichiarato una cosa; se rimane quella cosa lì, chiedo al collega Miglietti di ritirare l'emendamento.
Non mi pare che sia così, però l'Assessore Botta corregga la risposta che ha dato all'inizio, perché ha fuorviato tutta una discussione oltretutto, ci abbiamo messo a mezz'ora per... Bastava dicesse: "Lo respingo, perché non lo condivido" e la cosa era finita; invece, ci siamo incanalati lungo una strada... Ma per carità, va tutto bene; però, siamo fermi a quel punto. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Mi piacerebbe che fosse come dice il Consigliere Chiezzi, cioè che la Giunta potesse dire: "Non lo condivido, pertanto esprimo parere negativo" come succede in tutte le aule che si conviene, dal Parlamento Europeo a quello nazionale. Peccato che qui... Mi dispiace dirlo, ma lo ripeto: io non voglio puntare il dito sulla Consigliera Pazé piuttosto che su altri.
Nel merito - Consigliere Chiezzi - abbiamo discusso e ridiscusso e approfondito, con tutte le simulazioni e tutte le stime possibili ed immaginabili.
La delibera, oltre tutto, è calibrata su una certa previsione di spesa che, innanzitutto, deriva dallo stanziamento statale, che è di L. 35 miliardi certi.
Ho voluto, già in sede di discussione della legge, e poi anche adesso lo ripeto - introdurlo nella premessa alla deliberazione e far riferimento ai possibili e ulteriori finanziamenti per segnalare - e ritengo che sia un fatto di serietà e correttezza averlo dichiarato - che il Governo si accinge a inserire e aggiungere altri 9 miliardi. Avrei anche potuto sottacere questo aspetto. L'abbiamo inserito, proprio per comodità e chiarezza di ragionamento.
Detto questo, però, le risorse certe al momento sono 35 miliardi di lire e quel miliardo con finanziamento regionale sul '99, prenotato sul 2000, che comunque c'è, come è stato chiarito anche in sede di Commissione bilancio.
La delibera che ricalca i criteri statali - e si discosta di molto poco, se non per quell'abbattimento alla lettera b) che porta dal 24% al 20%, con documentazione, quindi documentato ampiamente in Commissione serve, come ho detto in precedenza rispondendo su una proposta di emendamento, ad allargare il bacino di utenza.
Rispondendo poi al Consigliere Miglietti, ho semplicemente ripreso il dato numerico; tenendo conto dell'emendamento da lui proposto, che riprende le due pensioni integrate al minimo INPS (che come abbiamo visto corrispondono a 18 milioni e 200 mila lire) e l'aggiunta dell'"aumentate del 20%", abbiamo calcolato che si arriva a circa 24 milioni.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

PAZE' Enrica (fuori microfono)



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

21 e qualcosa.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Nella risposta io avevo detto: poiché c'è una seconda fascia, che è quella del reddito della lettera b), che tiene conto della legge regionale in materia di edilizia residenziale pubblica, ma per evidenti connessioni con la materia per quanto riguarda l'accesso dei cittadini (che è poi l'intento anche della legge 431, cioè di cercare di dare una risposta alle fasce di utenza che non riescono, pur avendone titolo, ad entrare nelle case popolari), si dà questa opportunità attraverso il Fondo nazionale per gli affitti con relativi cofinanziamenti, che poi dovranno arrivare anche dai Comuni.
Ho quindi detto che se si ipotizza di accettare questo emendamento verrebbe assorbito dalla lettera b), in quanto, con 31 milioni per due persone annui lordi, ovviamente valutata la composizione del nucleo familiare, rientrerebbe.
Pertanto, ho ritenuto di dire non che era inutile...



(Commenti in aula)



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Se uno ne ha 21, sta dentro alla fascia della lettera b)! Ci sta dentro comunque.



(Commenti della Consigliera Pazé)



PRESIDENTE

Io ho chiesto: o ci sono le condizioni d'aula complessive... Ho l'impressione che non ci si capisca. Lasciamo concludere l'intervento all'Assessore, poi facciamo delle domande; altrimenti...



(Commenti dell'Assessore Vaglio)



PRESIDENTE

Ma è quello che ho chiesto prima, Assessore Vaglio. Questa è un attività da Commissione o da Comitato ristretto per chi vuol definire le cose.
Assessore, la prego di concludere la risposta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Cerco di riepilogare, anche se magari si corre il rischio di ingarbugliare ancora di più la discussione.
Ci sono due fasce: quella prevista nella lettera a) della delibera fa riferimento al parametro delle due pensioni INPS che quantificato numericamente corrisponde a lire 18.200.000, con le detrazioni che abbiamo visto prima, e sempre che il canone di locazione risulti non inferiore, per quanto riguarda l'incidenza, al 14%.



(Commenti del Consigliere Miglietti)



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Poi, per quanto riguarda invece la fascia di cui alla lettera b), c'è comunque la possibilità, qualora vi sia un reddito annuo imponibile complessivo che non superi il limite vigente per l'accesso alle case popolari, chiamiamole così, all'edilizia residenziale pubblica in base alla legge 46, che si può definire in lire 31.000.000 annue lorde per due persone. E' ovvio che non esaurisce però il limite, perché questo varia dalla composizione del nucleo familiare; sempre che ovviamente l'incidenza del canone di locazione non risulti, nemmeno nella proposta, non inferiore al 20%, mentre la previsione statale è 24%.



PAZE' Enrica

Sì, abbiamo capito.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Sono queste le due fasce sulle quali si gioca.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Pazé.



PAZE' Enrica

L'Assessore ha ripetutamente reiterato il concetto. In base a quanto da lui detto, come ha già sollevato il Consigliere Miglietti, sarebbe inutile il punto a), perché se guardiamo esclusivamente al reddito, allora tutto il punto a) è ricompreso nel punto b), perché tutti coloro che percepiscono 21 milioni di reddito ne percepiscono meno di 31 e quindi va da sé! Perch allora c'è il punto a)? Provo a suggerire all'Assessore il motivo. Il motivo è che nel punto a) si pone il limite dell'incidenza del canone di locazione del 14%; nel punto b) del 20%, che tradotto in soldoni vuol dire che se una famiglia ha un reddito di 20 milioni, in base alla legge attuale, rientra nel punto b) e quindi per avere diritto ai benefici deve avere una locazione non inferiore al 20%, cioè un canone di 4 milioni annui.
La proposta del Consigliere Miglietti invece dice: una famiglia con 20 milioni rientrerebbe nel punto a), perché sarebbero 18 milioni lordi più il 20%, e per avere accesso ai benefici sarebbe sufficiente un canone di locazione del 14%, cioè di 2,8 milioni annui. Quindi la differenza è questa, Assessore, non è il fatto di 31-21 o 20-24, che sono i numeri che lei continua a citare.
Questo è il motivo! Quando parliamo di questo livello sociale, di questa fascia di povertà, fa una grossa differenza pagare 4 milioni d'affitto o pagarne 2,8 perché sono 100.000 lire in più al mese che se ne vanno, in presenza di un reddito di un milione e mezzo, ed è una cosa importante.
Quindi io penso che, primo, l'emendamento proposto dal collega Miglietti è un emendamento più che legittimo e modifica la legge in questo senso, per cui la spiegazione data dall'Assessore non era soddisfacente e non era giustificata.
Secondo, quello proposto dal Consigliere Miglietti è un emendamento che va nella direzione di aiutare e di allargare un pochino la fascia delle famiglie che rientrerebbero nel punto a) e che quindi si troverebbero ad usufruire dei benefici della legge anche in presenza di un canone di locazione del 14%, che non è molto, ma su questi redditi può fare una grande differenza.
Quindi io chiedo all'Assessore Botta, se il ragionamento che ho fatto lo condivide ed è corretto, di rivedere l'opinione che ha espresso a nome della Giunta su questo emendamento e di riconsiderarlo alla luce di questo esempio concreto di famiglia con reddito da 20 milioni: per due persone, 20 milioni di reddito vuol dire veramente far la fame!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Forse così a freddo una modifica crea qualche preoccupazione all'Assessore, ma dico sinceramente che sarebbe utile che venisse preso in considerazione l'emendamento che abbiamo proposto, se siamo riusciti a chiarire qual è poi eventualmente il riflesso che ha nell'ambito anche dell'economia del bilancio, e se questo permette di accogliere qualche nucleo familiare in più che oggi si trova in grave difficoltà proprio sulla fascia dell'affitto.
Badate che con il nuovo sistema della riforma del canone d'affitto, i morosi nel giro di alcuni mesi vengono buttati fuori! E ci sono delle persone che rischiano di trovarsi in gravissime difficoltà. Dato che nel nostro Paese non ci si costruisce una capanna o una baracca, ma ci vogliono delle solide mura perché fa anche freddo d'inverno, penso che sarebbe necessario fare un piccolo sforzo per accogliere questa proposta - badate che siamo sempre a livelli delle soglie di povertà! - che apre minimamente le maglie, visto che stiamo discutendo una delibera che investe 6 miliardi della Regione, 35 miliardi dello Stato con un'altra previsione di 9 miliardi da parte dello Stato e con una previsione di un ulteriore incremento che riusciremo probabilmente con la buona volontà di tutti a mettere in bilancio 2000. Credo che faremmo un'azione degna di questa assemblea. Poi l'Assessore decida lui; comunque sia, Assessore, noi questa legge la votiamo. La votiamo anche se lei dovesse respingere gli emendamenti! Riteniamo che sia stato giusto evidenziare questo problema, proprio perché questa deve essere una legge che va ad agevolare ulteriormente quello che prevede la legge dello Stato: le Regioni che intendono investire e ampliare i parametri della legge statale ne hanno facoltà. Questo dice la legge dello Stato! E noi stiamo facendo questa operazione, per cui cerchiamo di aiutarla a fare bella figura, lei e la sua maggioranza.



(Forte brusìo in aula)



PRESIDENTE

Ripeto, o ci sono le condizioni per portare in votazione gli emendamenti in tempi stretti, altrimenti chiudiamo: non possiamo svolgere una discussione in questo modo.
Siamo sull'emendamento Miglietti: c'è stata un'illustrazione molto articolata e complessa; la Giunta dica se...



CHIEZZI Giuseppe

Quanti sono gli emendamenti sulla delibera?



PRESIDENTE

Sono cinque.
Dica la Giunta se questo emendamento può essere accolto o meno. La discussione credo sia stata molto approfondita.
La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

La Giunta rimane dell'opinione negativa in quanto, come ho detto prima si tratta di una sperimentazione - ed è una delibera, non è una legge Consigliere Miglietti, perché la legge l'abbiamo votata prima...



MIGLIETTI Franco

E' un'applicazione della legge.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Sì, è un'applicazione della legge. Comunque, è una delibera di criteri che vale per il 1999. Poiché lo abbiamo detto ripetutamente e, a fronte delle risorse finanziarie di cui possiamo disporre, non accolgo gli emendamenti.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento per appello nominale, come richiesto dal Consigliere Chiezzi.



(Il Consigliere Segretario Grasso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI' 10 Consiglieri hanno risposto NO 27 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'emendamento è respinto.
3) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: alla lettera a) sostituire "14" con "10" La Giunta è contraria all'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 8 voti favorevoli e 28 contrari.
4) Emendamento presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Botta: alla lettera a) del punto 1) del deliberato, le parole "è diminuito" sono sostituite dalle parole "si considera diminuito".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 28 voti favorevoli e 6 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri).
5) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglietti, Vindigni, Orrù e Bertoli: al comma a), quarta riga, le parole "un milione" sono sostituite dalle parole "tre milioni per un figlio a carico; quattro milioni per due figli a carico; cinque milioni per tre figli a carico." La Giunta è contraria all'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 8 voti favorevoli e 28 contrari.



SIMONETTI Laura

Presidente non sono 28 i contrari! Ripetiamo la votazione.



PRESIDENTE

Ripetiamo la votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 8 voti favorevoli e 26 contrari.
6) Emendamento presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Botta: al punto 1, lettera c, del deliberato, dopo le parole "sono escluse dalla possibilità di accedere al fondo" sono aggiunte le parole "in coerenza con i principi della vigente normativa regionale in materia di edilizia residenziale pubblica." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 25 voti favorevoli e 6 astensioni (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
Pongo pertanto in votazione la deliberazione così emendata, il cui testo verrà trascritto sul processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 31 voti favorevoli e 1 astensione.


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

In merito al punto 145) all'o.d.g., provvedo alla proclamazione delle seguenti nomine: Proposta di deliberazione n. 708: "Centro Studi e Ricerche Storiche sull'Architettura Militare del Piemonte - (L.R. 48/95) - Consiglio di Amministrazione - Nomina di 4 membri": Boero Mario José, Comoli Mandracci Vera e Dal Degan Roberto.
Con successivo provvedimento si procederà all'integrazione dell'organo Proposta di deliberazione n. 736: "Centro Studi e Ricerche Storiche sull'Architettura Militare del Piemonte - (L.R. n. 48/95) - Nomina del Presidente": Amoretti Guido, designato dalla soprintendenza per i Beni Ambientali ed Architettonici Proposta di deliberazione n. 711: "Riserva Naturale Speciale dell'Orrido di Foresto e Stazione di Juniperus Oxycedrus di Crotte - San Giuliano (L.R.
n. 12/98) - Consiglio direttivo - Nomina di 3 membri": Deidier Mauro.
Con successivo provvedimento si procederà all'integrazione dell'organo Proposta di deliberazione n. 715: "Ambiti Territoriali di Caccia (A.T.C.) e Comprensori Alpini (C.A.)" - (L.R. n. 70796) - Collegio dei Revisori dei Conti per gli A.T.C. (n. 6) delle Province di Alessandria ed Asti Nomina di 3 Sindaci effettivi di cui 1 con funzioni di Presidente e 2 Sindaci supplenti (art. 2397 e 2401 c.c.)": quali Sindaci effettivi Stroppiana Maria Margherita - con funzioni di Presidente - e Pizzotti Lidia Maria; quale Sindaco supplente, Niello Ferruccio.
Con successivo provvedimento si procederà all'integrazione dell'organo Proposta di deliberazione n. 716: "Ambiti Territoriali di Caccia (A.T.C.) e Comprensori Alpini (C.A.)" - (L.R. n. 70/96) - Collegio dei Revisori dei Conti per gli A.T.C. e C.A. (n. 12) della Provincia di Cuneo - Nomina di 3 Sindaci effettivi di cui 1 con funzioni di Presidente e 2 Sindaci supplenti (art. 2397 e 2401 c.c.): quali Sindaci effettivi, Stroppiana Maria Margherita - con funzioni di Presidente - e Madala Paolo; quale Sindaco supplente, Morelli di Ticinetto di Popolo Gualtiero.
Con successivo provvedimento si procederà all'integrazione dell'organo Proposta di deliberazione n. 717: "Ambiti Territoriali di Caccia (A.T.C.) e Comprensori Alpini (C.A.)" - (L.R. n. 70/96) - Collegio dei Revisori dei Conti per gli A.T.C. e C.A. (n. 10) della Provincia di Torino - Nomina di 3 Sindaci effettivi di cui 1 con funzioni di Presidente e 2 Sindaci supplenti (art. 2397 e 2401 c.c.): quali Sindaci Effettivi, Lo Presti Aurelio - con funzioni di Presidente - e Stroppiana Maria Margherita; quale Sindaco supplente, Spezialetti Vittorio.
Con successivo provvedimento si procederà all'integrazione dell'organo Proposta di deliberazione n. 718: "Ambiti Territoriali di Caccia (A.T.C.) e Comprensori Alpini (C.A.)" - (L.R. n. 70/96) - Collegio dei Revisori dei Conti per gli A.T.C. e C.A. (n. 10) della Provincia di Biella, Novara Verbania e Vercelli - Nomina di 3 Sindaci effettivi di cui 1 con funzioni di Presidente e 2 Sindaci supplenti (art. 2397 e 2401 c.c.): quali Sindaci effettivi, Noro Stefano - con funzioni di Presidente - e Pizzotti Lidia Maria; quale Sindaco supplente, Lo Presti Aurelio.
Con successivo provvedimento si procederà all'integrazione dell'organo.
Dovendo procedere alla verifica del rispetto delle norme in materia di rappresentatività, mi riservo la proclamazione delle seguenti nomine: Proposta di deliberazione n. 719: "Consiglio regionale di Sanità ed Assistenza - CO.RE.SA. - (art. 3, L.R. 30/84 mod. dall'art. 1 L.R. 20/85) sostituzione del Signor Franco Rubiola" Proposta di deliberazione n. 732: "Commissione regionale per la realizzazione delle pari opportunità fra Uomo e Donna - (art. 3, L.R.
46/86) - sostituzione della Signora Laura Panelli".
Ricordo che domani, 22 dicembre, alle ore 8,30 si riunirà la III Commissione e che la riunione dei Capigruppo si terrà venerdì 24 dicembre alle ore 9.00. Grazie.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 20.06)



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